Centro di Ricerca Trasporti Università degli Studi di Genova Riccardo Genova Sommario TPL in Italia e sostenibilità ambientale Bilancio energetico Autobus elettrici Ricarica rapida induttiva Autobus ibridi Fuel cells Vetture a “grande capacità” e sistemi filoviari Sistemi a guida ottica e magnetica Sistemi tranviari Sistemi “wire free” Sviluppo dei sistemi su ferro Sistemi interoperabili Impianti speciali Il trasporto pubblico Il “sistema” di trasporto pubblico deve garantire e consentire all’utente di percepire gli stessi standard di efficienza e comodità del mezzo privato La riforma del TPL (I) Decreto Legislativo 19 novembre 1997, n. 422 "Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59" Individua le funzioni e i compiti che sono conferiti alle regioni ed agli enti locali in materia di servizi pubblici di trasporto di interesse regionale e locale con qualsiasi modalità effettuati ed in qualsiasi forma affidati e fissa, altresì, i criteri di organizzazione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale. Nell'esercizio dei compiti di programmazione, le Regioni: a) definiscono gli indirizzi per la pianificazione dei trasporti locali ed in particolare per i piani di bacino; b) redigono i piani regionali dei trasporti e loro aggiornamenti tenendo conto della programmazione degli enti locali ed in particolare dei piani di bacino predisposti dalle province e, ove esistenti, dalle città metropolitane, in connessione con le previsioni di assetto territoriale e di sviluppo economico e con il fine di assicurare una rete di trasporto che privilegi le integrazioni tra le varie modalità favorendo in particolar modo quelle a minore impatto sotto il profilo ambientale. La riforma del TPL (II) Per la regolamentazione dei servizi di trasporto pubblico locale, con riferimento ai servizi minimi, di cui all'articolo 16, le regioni, sentite le organizzazioni sindacali confederali e le associazioni dei consumatori, approvano programmi triennali dei servizi di trasporto pubblico locale, che individuano: a) la rete e l'organizzazione dei servizi; b) l'integrazione modale e tariffaria; c) le risorse da destinare all'esercizio e agli investimenti; d) le modalità di determinazione delle tariffe; e) le modalità di attuazione e revisione dei contratti di servizio pubblico; f) il sistema di monitoraggio dei servizi; g) i criteri per la riduzione della congestione e dell'inquinamento ambientale. L'esercizio dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale, con qualsiasi modalità effettuati e in qualsiasi forma affidati, e' regolato, a norma dell'articolo 19, mediante contratti di servizio di durata non superiore a nove anni. L'esercizio deve rispondere a principi di economicità ed efficienza, da conseguirsi anche attraverso l'integrazione modale dei servizi pubblici di trasporto. I servizi in economia sono disciplinati con regolamento dei competenti enti locali. Ogni Regione provvede, in relazione ai servizi minimi definiti ai sensi dell'articolo 16, ai piani regionali di trasporto e al tasso programmato di inflazione, costituisce annualmente un fondo destinato ai trasporti, alimentato sia dalle risorse proprie sia da quelle trasferite dallo Stato. La riforma del TPL (III) Nel decreto legislativo n. 422/1997 l'articolo 18 prevedeva che le modalità di affidamento del servizio venissero definite con leggi regionali con l’obbligo di svolgimento di una gara e la determinazione delle tariffe entro il 31 dicembre 2003. La competenza delle Regioni è stata confermata dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 222/2005. Diverse proroghe fini al 31 dicembre 2009: il regolamento CE 1370/2007 prevede al termine del periodo transitorio nel dicembre 2019 tre differenti modalità di affidamento del servizio: • procedura di gara (obbligatoria nelle legislazioni nazionali) • gestione diretta (facoltativa nelle legislazioni nazionali • affidamento diretto (facoltativa nelle legislazioni nazionali, società in house) Il legislatore italiano, con l’articolo 61 della legge n. 99/2009, ha definito la possibilità di adottare le tre modalità ponendo alcuni vincoli (l’articolo 5, paragrafo 3, facoltà di aggiudicare direttamente i contratti di servizio pubblico il cui valore annuo medio stimato è inferiore a 1 000 000 EUR oppure che riguardano la fornitura di servizi di trasporto pubblico di passeggeri inferiore a 300 000 chilometri l’anno e l’articolo 5, paragrafo 6, esclusione da affidamento diretto di metropolitane e tranvie. Elementi per la qualità nel TPL La nuova sfida del TPL (Trasporto Pubblico Locale) Aumento esponenziale della mobilità nelle aree vaste Riorganizzazione urbanistica delle grandi e medie città Ruolo determinante assunto dall’integrazione modale Scambio modale Lo scambio modale deve essere semplice ed immediato. Sono necessari: orari integrati; sistema unico tariffario. Lo scambio modale semplice ed immediato e l’integrazione tariffaria sono alla base del successo dei modelli di trasporto pubblico dove la tecnologia assume un ruolo primario (AVM/AVL, Card multiservizio ...) Sostenibilità ambientale Impatto ambientale: atmosferico (emissioni gassose, polveri fini); acustico (entità e qualità del rumore); sul sistema urbano e sul paesaggio (congestione da traffico, impatto delle infrastrutture). Energia e Trasporti Nel “portafoglio” energetico relativo ai consumi di energia la voce trasporti è al primo posto con un valore che si attesta al 27% del totale Il problema ambientale Nel panorama mondiale l’Unione Europea (27 Paesi) è collocata ad un livello intermedio nelle emissioni di gas serra CO2 2007 2020 Cina 6,1 10 USA 5,8 3,9 EU 27 4 3,9 Russia 1,6 1,9 India 1,3 2,2 dati in Gton per anno Le fonti rinnovabili (I) Ferrovia Meiringen-Innertkirchen (KWO) Le fonti rinnovabili (II) Tra le fonti rinnovabili quella idroelettrica presenta una potenza installata a livello globale pari a 900 GW pari a circa il 20% del totale (4500 GW) Il totale dell’energia prodotta da fonte idroelettrica è pari a 3200 TWh (17% del totale). Rispetto alla potenza installata solo il 16% viene effettivamente utilizzato. L’energia elettrica è fruibile nello stesso tempo e (salvo lunghe e poco vantaggiose linee di trasmissione) nello stesso spazio ove viene prodotta. Alcuni Paesi in via di sviluppo (Asia e Africa) presentano grandi capacità produttive e scarsa capacità di utilizzo. Tali Paesi sono candidati a produzione di idrogeno su larga scala. Per elettrolisi occorrono 6,3 kWh per ottenere 0,112 kg di H2 da un litro di H2O. Scenari al 2020 indicano per il fotovoltaico potenze installabili di 50 GW in Europa e 25 GW in Africa. Il caso di Salisburgo (I) La Città Salisburgo (140.000 abitanti) ha sviluppato una rete di trasporto a basso impatto ambientale 9 linee filoviarie Ferrovia locale (SLB, Salzburger Lokalbahn) Sistema ferroviario S-Bahn Funicolare Festungbahn Il caso di Salisburgo (II) Il trasporto urbano è connotato dalla presenza di un’estesa ed efficiente rete filoviaria 83 filobus (snodati 18 metri) 9 linee 4,8 milioni di km 9,5 milioni di kWh di cui 7,5 milioni di kWh, pari al 79%, ricavati da fonte rinnovabile (idroelettrica) 25% dell’energia rigenerata durante la frenatura 60.000 tonnellate per anno in meno di C02 Minori emissioni di polveri e acustiche Il caso di Milano Il tema del risparmio energetico risulta di fondamentale importanza sia come “fonte indiretta di approvvigionamento ” che per l’abbattimento delle emissioni. Milano rappresenta in Italia una eccellenza nel settore 72% di mezzi a propulsione elettrica; 80 M€ anno (11% bilancio) spesi per carburante e energia; riduzione dei consumi del 7,5% dal 2010; 1,3 MWh risparmiati attraverso l’utilizzo di supercapacitori su 35 moderni filobus; 11 MWh risparmiati attraverso il di revamping delle vetture. Sistemi di accumulo (I) Potenza specifica W/kg Energia specifica Wh/kg Numero di cicli Piombo 120 40 1200 NiCd 120 50 2000 NiMH 200 80 2000 LiIon 190 130 1500 NaNiCl (Zebra) 169 94 1500 Fly - wheel 300 4 - Condensatore 800 2,34 1.000.000 Supercaps Condensatore Capacità: 3000 F Tensione: 2,7 V Modulo Capacità: 63 F Tensione: 130 V Corrente massima: 750 A (48 elementi) Sistemi di accumulo (II) Fly - wheel Il trasporto pubblico in Italia (I) Il settore su gomma 45.723 veicoli 18.574 per servizi urbani 27.179 per i servizi extraurbani Il parco circolante stimato al 2012 dal Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti 2011-2012 ammonta a 45.723 unità così distribuite: 18.574 urbani e 27.179 extraurbani. Lo studio Cassa Depositi e Prestiti di novembre 2013 mostra che l’età media ha raggiunto gli 11,6 anni, contro gli 11,19 indicati dallo studio ASSTRA nell’anno precedente e rispetto alla media europea pari a 7 anni e tale trend risulta in costante crescita da ormai otto anni Il trasporto pubblico in Italia (II) Il settore su ferro Il materiale rotabile tranviario ammonta a circa 1000 unità, comprese quelli in fornitura per Firenze e considerando le vetture di Padova e Mestre a rotaia centrale; i convogli per le reti metropolitane (Catania, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Brescia) sono 1010 Vanno poi considerati i numerosi rotabili impiegati in ambito ferroviario e dunque il ruolo delle Ferrovie Regionali I veicoli elettrici su gomma (1) Se riferiti ai 18.574 veicoli urbani, la percentuale, in Italia, di mezzi a propulsione elettrica è ancora bassa 2,5% elettrici a batteria 1,5% a trazione ibrida 3% filobus I veicoli elettrici su gomma (11) … ma il dato è ancora più esiguo se correlato ai servizi svolti ed ai passeggeri trasportati. Ad eccezione dei sistemi filoviari eserciti con veicoli da 12 e 18 metri, autobus elettrici presentano: medio o basso numero di posti offerti profili di missione limitati nello spazio e nel tempo È quindi necessario intervenire su questi fattori: maggiore capacità di trasporto ed elevato raggio di azione La tecnologia ibrida appare oggi matura con vetture da 12, 18 e 24 metri Autobus a propulsione elettrica Autobus elettrici Servizi su linee dedicate e quindi in centri storici o all’interno di grandi comprensori quali parchi ed ospedali Sistemi di accumulo soggetti a graduale scarica (SOC – State Of Charge) Limite sulla capacità di trasporto (80 passeggeri) Vetture elettriche I bus elettrici sono ancora destinati, data l’autonomia correlata alla scarica degli accumulatori, a servizi particolari come nei casi dei centro storici di Roma, con una flotta di tutto rispetto costituita da 90 Tecnobus Gulliver da 5 metri di lunghezza e Firenze con 31 Tecnobus Gulliver sempre da 5 metri. A Torino sono in servizio 23 Elfo EPT da 7 metri dotati sperimentalmente, come Genova per la linea interna all’Ospedale di San Martino, di ricarica rapida induttiva. Infine è degna di nota l’autonomia di oltre 160 km registrata dagli Alè elettrici lunghi 8 metri, dei quali due esemplari sono in servizio nella città di Piacenza. 26 Ricarica conduttiva - Vienna La Wiener Linien ha acquistato 12 mezzi in grado di trasportare ciascuno fino a 40 persone i quali, tramite pantografo, sono in grado di ricaricare le batterie agli ioni di litio durante le soste ai capolinea. Essi sono impiegati sulle linee urbane 2A e 3A interne al Ring; l’energia necessaria viene prelevata, a 600 V, dall’adiacente linea tranviaria e nel tempo di sosta, circa 10 minuti. 27 Ricarica rapida induttiva (I) Principio di funzionamento La ricarica del veicolo si effettua grazie all’accoppiamento magnetico di due bobine che consentono lo scambio di energia tra loro: la bobina emettitrice (20 kHz) è collocata nel suolo e crea un campo magnetico che captato dalla bobina ricevitrice a bordo del veicolo viene trasformato in energia elettrica che consente ricaricare le batterie a bordo Ricarica rapida induttiva (II) Principio di funzionamento Radio Bobina secondaria Sistema di ricarica Bobina primaria Batterie di trazione Raddrizzatore Ricarica rapida induttiva (III) Tale soluzione consente di estendere il “profilo di missione” del veicolo (un giro tipo linea San Martino Genova circa 14% SOC) tempo di abbassamento e sollevamento pickup: 45 s valore medio di ricarica al minuto: 0,92% (0,5 kWh) Tecnologia ibrida Autobus ibridi Servizi su linee fondamentali della rete Nessun deterioramento dello stato di carica (SOC) se la linea consente il mantenimento del “bilancio energetico” Nessun limite teorico alla capacità di trasporto con modelli sul mercato anche da 18 e 24 metri Veicoli a propulsione ibrida Nel veicolo ibrido la sorgente primaria di energia utilizza un combustibile (idrocarburi, idrogeno) trasformandolo direttamente in energia meccanica oppure azionando un generatore elettrico. La sorgente ausiliaria è reversibile (può anche accumulare energia, ad esempio dalla frenatura) e contribuisce a fornire energia elettrica da utilizzarsi per la propulsione. Le due sorgenti hanno una energia nominale immagazzinata e una potenza nominale. I rapporti tra i valori di potenza e energia delle due sorgenti definiscono il “grado di ibridizzazione” Esistono tre differenti tipologie: • ibrido serie • ibrido parallelo • ibrido plug-in La tecnologia elettrica ed ibrida Gli autobus elettrici a batteria sono oggi caratterizzati da eccellente affidabilità e lunghezze non superori ai 10 metri; essi raggiungono un’autonomia di esercizio superiore a 120 km, estendibile all’occorrenza attraverso sistemi di ricarica rapida induttiva. Le vetture ibride (da 12 m, 18 m e 24 m) raggiungono ragguardevoli livelli di efficienza energetica, potendo in prospettiva combinare sistemi ad accumulatori con quelli a supercapacitori, ed autonomia teoricamente illimitata. La configurazione serie (più semplice ed analoga a quella alla base della catena energetica dei veicoli con cella a combustibile alimentata ad idrogeno) è la più diffusa rispetto a quelle parallelo e plug-in. Quest’ultima si caratterizza come una filosofia di “estensione di autonomia” per un veicolo a batterie. Ibrido serie Si basa sul principio della trasmissione elettrica pura con la presenza di un volano energetico costituito generalmente da pacchi batteria Ibridi di prima e seconda generazione Veicolo urbano serie di prima generazione da 12 metri (massa a pieno carico 19000 kg) con batterie da 100 Ah su cinque moduli (“pacchi batteria”) Cilindrata [cm3] Potenza nom. [kW] Punto di lavoro [kW] Tensione nom. [V] 2799 76 27 (1800 rpm) 600 La seconda generazione di questi veicoli è subentrata alla prima correggendo le criticità riscontrate con l’introduzione di batterie (sempre tradizionali) più adatte alla trazione, incrementando la potenza del gruppo MCI e utilizzando sistemi elettronici di controllo dei flussi energetici Bilancio energetico (I) Potenza media richiesta dalla linea inferiore alla potenza media erogata dal gruppo motogeneratore possibilità per alcuni intervalli di tempo di spegnere il motore a combustione interna, ad esempio per attraversare zone di particolare pregio ambientale in modalità “tutto elettrica” (ZEO) Bilancio energetico (II) Potenza media riferita al tempo di missione superiore a quella erogata dal gruppo motogeneratore progressivo decadimento dello stato di carica degli accumulatori che richiede cicli di ricarica in rimessa e non solo operazioni periodiche di equalizzazione dei pacchi batteria Veicoli ibridi Terza generazione (I) Si tratta in genere di vetture con buona potenza di generazione installata (motore termico) e conseguentemente con sistemi di accumulo ridotti e di nuova concezione (batterie litio ioni o nichel metallo idruro, supercaps) Veicoli ibridi Tipico layout costruttivo Terza generazione (II) Fuel cell (I) Veicoli a cella a combustibile ancora disponibili come pre-serie (1 – 1,5 M€) e con alcune questioni aperte (costo PEM 1000 € kW, previsione 600 € kW – durata 12000 ore): produzione dell’idrogeno (necessità di energia elettrica per elettrolisi); sistemi di stoccaggio e distribuzione; oggi si propone di centralizzare produzione e rifornimento per minimizzare il trasporto. No conversione elettrochimica classica delle batterie, combustione ma no ciclo di Carnot Il layout è il medesimo della configurazione ibrido serie Fuel cell (II) In Italia i Progetti Europei CHIC e HIGH V. LO-CITY hanno l’obiettivo di valutare la sostenibilità dell’intero processo ed il raggiungimento di consumi di 7-9 kg di H2/100 km (1kg di H2 = 14 l a 350 bar). Gli autobus sono dotato di 8 bombole in grado di contenere, ciascuna, 1600 litri di idrogeno. La stazione di solo rifornimento comporta un costo indicativo, di 1 M€ (2 M€ con produzione di idrogeno da elettrolisi) Il costo attuale di un kg di idrogeno (prodotto per steam reforming o per elettrolisi) si attesta intorno ai 10 €. Questi dati possono essere confrontati con gli attuali autobus a gasolio il cui consumo, in ambito urbano, corrisponde ad una percorrenza di 3 km con un litro. Dimensionamento della flotta Numero di veicoli in linea: Veicoli = Tc 1,2 f dove Tc è la somma del tempo percorrenza andata e ritorno più il tempo inversione f è la frequenza del servizio 1,2 fattore correttivo standard per fermi tecnici e riserve La frequenza è il dato determinato dall’offerta di trasporto, ovvero dai passeggeri ora per direzione trasportabili in base alla capacità di trasporto del singolo veicolo. Sistemi a confronto (I) Veicolo o sistema Bus 12 m Bus 18 m Bus 24 m Bus 24 m ibrido Filobus 12 m Filobus 18 m Filobus 24 m Filobus con guida assistita 24 m Tram tradizionale Tram con alimentazione dal suolo LRT/Stadt-Bahn Metropolitana Capacità di trasporto [pass ora x dir] 1.500 2.100 2.700 2.700 1.500 2.100 2.700 2.700 2.100-4.500 2.100-4.500 4500 – 7.500 10.500-18.000 Capacità singolo veicolo [pass] 100 140 180 180 100 140 180 180 140 - 300 140 - 300 Costo del veicolo [k€] 300 - 500 700 - 1200 Costo per l’infrastruttura [k€/km] 280 380 600 1.000 600 800 1.200 1.400 3.000 15.000-25.000 3.200 18.000-30.000 5.000 9.000 30.000 80.000-120.000 0-200 600-800 Frequenza pari a 4 minuti Sistemi a confronto (III) Veicolo o sistema Bus/Filobus 12 m Bus/Filobus 18 m Bus/Filobus 24 m Bus/Filobus 12 m Bus/Filobus 18 m Bus/Filobus 24 m Tram tradizionale LRT/Stadt-Bahn Metropolitana Capacità di trasporto Capacità singolo veicolo [pass ora per dir] [pass] AMBITO PROMISCUO 1000 100 1400 140 1800 180 AMBITO RISERVATO 1500 100 2100 140 2700 180 2.800 - 6000 140 - 300 9000 – 15000 300 - 500 AMBITO SEDE PROPRIA 28000 - 48.000 700 - 1200 Frequenza [min] 6 6 6 4 4 4 3 2 1,5 NOTE: Con ambito promiscuo si intende che il mezzo di trasporto viaggia insieme al traffico veicolare privato. Con ambito riservato si fa riferimento ad una via di corsa isolata in qualche modo da quella destinata al traffico veicolare privato, ma che ne subirà le interferenze almeno nei punti di incrocio. Con ambito sede propria si intende una infrastruttura interamente dedicata al sistema di trasporto e avulsa da qualsiasi tipo di interferenza con il traffico veicolare privato. Veicoli ad elevata capacità 15 metri 110 passeggeri 24 metri 180 passeggeri Double deck (14 metri) 130 passeggeri 18 metri 140 passeggeri Motrice con rimorchio ( 24 metri) 170 passeggeri Si tratta di autobus o filobus a tre casse lunghi 25 metri già circolanti in diverse città europee • • • • lunghezza 24,664 metri larghezza 2,55 metri passeggeri totali 182 passeggeri seduti 61 2) Prototipo AutoTram (Dresda) da 30 metri a doppia articolazione e tripla cassa con moduli, rispettivamente, da 11 metri, 11 metri ed 8 metri. Il bus così configurato, a propulsione ibrida, trasporta fino a 256 passeggeri ed ha un diametro di volta di 25 metri. Un diametro di volta inferiore di 23 metri e paragonabile ad autoarticolato da 18 metri, si raggiunge invece con altri prototipi da 31 metri a tripla articolazione e quattro casse (11 metri, 7 metri, 7 metri e 6 metri) con architettura modulare rispetto alle vetture da 18 metri (11 metri e 7 metri) e 24 metri (11 metri, 7 metri e 6 metri) come quelli prodotti dalla della svizzera Hess. BRT Bus Rapid Transit Struttura dedicata unicamente al transito dei veicoli su gomma da 18 metri o 24 metri per il trasporto pubblico, con frequenze di esercizio molto elevate (anche dell’ordine del minuto) e velocità commerciali comprese tra i 20 km/h ed i 30 km/h. I veicoli possono essere di tipo tradizionale, ibridi, filoviari e con guida assistita. Sono numerose le applicazioni in sud America, nord America ed Europa. Le fermate si configurano come vere e proprie stazioni assimilabili a quelle di una metropolitana di superficie . Sotto tali condizioni la capacità di trasporto teorica si approssima proprio a quella di una metropolitana leggera (8000 passeggeri ora per direzione) con costi di investimento comunque inferiori. Impianti e veicoli filoviari • Sistemi tecnologicamente all’avanguardia con SSE e scambi aerei telecomandabili • Lunghezza veicoli: 12 m, 18m e 24 m • Propulsione garantita da motori trifase asincroni ed azionamenti trifase ad IGBT • Elementi di trazione equipaggiabili con supercapacitori per il recupero energetico nelle fasi di frenatura • Vetture, anche bimodali, sempre dotate di marcia autonoma di emergenza con motogeneratore o con batterie Impianti e vetture filoviarie in Italia Reti filoviarie in esercizio in Italia (gennaio 2014) Città Esercente Vetture Linee Rete [km](1) Alimentazione [V] Note su vetture Milano ATM 157 4 39 600 28 12 m, 129 18 m Sanremo RT 11 2 29 600 solo 12 m Genova AMT 17 1 11 750 solo 18 m La Spezia ATC 22 2 8 600 solo 12 m Parma TEP 34 4 20 650 23 12 m, 9 18 m Modena SETA 26 3 12 750 16 12 m, 10 18 m Bologna Tper 56 4 37 750 10 12 m, 46 18 m Rimini Start Romagna 6 1 12 750 solo 18 m Cagliari CTM 31 3 37 750 solo 12 m Roma ATAC 30 1 11 750 solo 18 m Ancona Conerobus 8 1 6 750 6 12 m, 2 18 m Chieti La Panoramica 12 1 9 600 solo 12 m Napoli ANM 87 6 24 750 solo 12 m Napoli CTP 13 2 27 750 solo 12 m Lecce SGM 12 3 13 750 solo 12 m (1) Dato relativo all’infrastruttura, al netto delle sovrapposizioni, intesi come - ove presente - bifilare di andata e ritorno. La lunghezza totale del bifilare è dunque da considerarsi generalmente raddoppiata. Non sono considerate le tratte di servizio o non in esercizio. Non ancora aperte all’esercizio, Bari (2 linee, 10 km e 4 km e 3 filobus già consegnati), Avellino (11,1 km e 11 filobus) ed, in costruzione, Pescara (8 km e 6 Phileas a guida assistita) e Verona (2 linee, 23,9 km di cui 16,7 elettrificati, 37 Phileas). Alla Spezia sono stati consegnati 8 nuovi filobus, 8 ad Ancona completamente rinnovata, e per Cagliari è in corso una gara per 12+2 vetture. 50 Veicoli filoviari - Origini Filovia La Spezia - Portovenere Vetture filoviarie - generazioni Si tratta di vetture non più con motori a collettore in corrente continua e regolazione reostatica (a) o con chopper (b), ma moderni veicoli con azionamenti ad inverter e motore asincrono trifase (c) (a) (c) (b) Caratteristiche delle vetture filoviarie Veicoli con doppio isolamento Tensione nominale 750 V (600 V per le vetture impiegate su impianti non moderni) Necessità di sostituzione frequente dei pattini in grafite Possibilità di prevedere la marcia autonoma (di emergenza o di esercizio) e il recupero energetico Impiego possibile di sistemi di ausilio alla guida Tipologia delle vetture filoviarie (I) Vettura reostatica priva di marcia autonoma (1) Tipologia delle vetture filoviarie (II) Vettura reostatica priva di marcia autonoma (2) Tipologia delle vetture filoviarie (III) Vettura reostatica priva di marcia autonoma (3) Tipologia delle vetture filoviarie (VI) Modelli a confronto: 12 e 18 metri a chopper, 18 metri ad inverter di prima e seconda generazione Vetture filoviarie in Italia Modena (12 metri) Generatore diesel 110 kW (Euro 5) Motore elettrico 210 kW Rimini (18 metri) Generatore diesel 110 kW (Euro 4) Motore elettrico 240 kW I veicoli da 18 metri di Genova sono equipaggiati di un motore diesel che sviluppa 175 kW per consentire a tutti gli effetti l’uso bimodale del mezzo Modalità operative di un veicolo (I) Guida libera Il conducente ha il completo controllo della traiettoria (vetture automobilistiche tradizionali) Guida assistita Il conducente pur avendo il controllo della traiettoria viene assistito nelle manovre di accosto alle fermate e nella percorrenza di tratte particolari (ad esempio strette gallerie) Guida vincolata La traiettoria del veicolo è prefissata da apposite vie di corsa (ad esempio rotaie) Modalità operative di un veicolo (II) Sede promiscua In questo caso il veicolo deve corrispondere ai requisiti richiesti per la circolazione stradale secondo quanto previsto dal Codice della Strada (vettura tradizionale, filoviaria o tranviaria) Sede protetta Il veicolo percorre una sede separata dal traffico ordinario ma ne subisce l’interferenza e si può trovare a condividere la corsa con altri veicoli Sede dedicata Il veicolo percorre una sede riservata con regimi di circolazione e sistemi di segnalamento prestabiliti Sistemi wire free ed a guida assistita Lo sviluppo di sistemi ad elevata capacità di trasporto determina l’evoluzione verso: tracciati riservati o dedicati (BRT); vetture a singola o doppia articolazione (18 m o 24 m); ausilio alla guida mediante sistemi ottici o magnetici; gestione dell’energia mediante supercapacitori e ricarica degli stessi da terra in modalità continua o discontinua anche di tipo induttivo. Sistemi wire free Sistemi di ricarica rapida o ultra rapida, sia di tipo conduttivo che induttivo, sono attualmente oggetto di interessanti sperimentazioni o già applicate. I campi di applicazione sono: • • estensione dell’autonomia per veicoli elettrici; eliminazione parziale o totale della linea aerea di contatto. Bombardier, prevede la ricarica induttiva mediante il sistema induttivo Primove. Esso si basa sulla trasmissione dell’energia ad alta frequenza mediante un circuito primario posto a terra ed un pick up a bordo del veicolo. 62 Sistema TOSA Il sistema TOSA (Transport Optimised Powering System) prevede l’impiego di un veicolo da 18 metri il cui prototipo era in servizio tra il Palexpo, sede dell’ultimo Congresso UITP, ed il terminal dell’Aeroporto su di un percorso di 1,8 km, ai cui capilinea erano collocati i punti di ricarica della potenza di 400 kW). Il mezzo, la cui parte meccanica è costruita dalla HESS di Soletta, è allestito dalla ABB con un innovativo sistema di ricarica ultrarapida (o “flash”). La ricarica richiede un tempo di circa 15 secondi compreso il posizionamento sul contatto di uno speciale pick up. 63 Phileas Vettura innovativa “Phileas” presentata nella versione termica tradizionale, ibrida e filoviaria con lunghezza da 18 e 24 metri e possibilità di incarrozzamento da entrambi i lati Phileas Dotato di dispositivo per la guida assistita di tipo magnetico ad alta affidabilità con basso costo di realizzazione della “via di corsa” grazie all’utilizzo di piccoli magneti. In Italia ne è previsto l’impiego a Pescara riutilizzando parzialmente il sedime della cessata ferrovia (1929-1963, lunga 36 km, di cui 30 km in sede propria, scartamento 950 mm, 2600 V) PescaraMontesilvano-Penne. Lo sviluppo del tracciato completo: 8,17 km 500 metri nel centro di Pescara, in sede promiscua con il traffico privato; 4,8 km circa in sede riservata sulla “Strada Parco”; 2,9 km circa (nel comune di Montesilvano), in parte in sede riservata sulla prosecuzione della Strada Parco ed in parte in sede promiscua fino al capolinea di Porto Allegro Civis Civis Si tratta di vetture filoviarie attrezzate con sistema di assistenza alla guida, con versioni da 12 e 18 metri Il controllo della traiettoria della marcia è affidato a dispositivi di tipo elettronico-ottico mediante telecamere a bordo veicolo. PRESTAZIONI: massima velocità: 70 km/h massimo errore in marcia: 5 cm massimo errore di accosto: 5 cm Tram su gomma con rotaia centrale Vettura di tipologia tranviaria su pneumatici e guida vincolata a rotaia centrale “TransLohr” Necessita di linea monofilare di alimentazione può essere dotata di batterie per la marcia autonoma su tratte prefissate. In Italia il sistema è in esercizio a Padova e Mestre Lo sviluppo degli omnibus 1832: tram a cavalli a New York con la Harlem Railroad's Fourth Avenue Line 1835: tram a cavalli a New Orleans, Louisiana 1876: dopo una capillare diffusione, anche in Italia viene aperta la linea Milano Porta Venezia - Monza Forza necessaria per spostare in piano un carro di massa pari a 1000 kg: 300 N su strada acciottolata 200 N su strada liscia 80 N su rotaie Le macchine elettriche Dai principi dell’elettromagnetismo e dalla correlazione corrente – campo magnetico si passò all’immediato perfezionamento della tecnica costruttiva delle macchine Elettriche: 1860: Pacinotti, motore (ad “anello”) e con collettore 1866: Gramme, prima dinamo 1869: Gramme, reversibilità dinamo e motore 1885: Ferraris, principio del campo elettromagnetico rotante Il motore trifase a induzione Il campo magnetico rotante statorico consente ad un circuito indotto passivo (rotore in corto circuito o a “gabbia di scoiattolo”) di “inseguire” il campo stesso dando luogo al movimento desiderato (motore a “induzione”). Il campo magnetico rotante - variabile rispetto al rotore inizialmente fermo - induce (principio di Faraday) tensioni e quindi correnti rotoriche che danno luogo (legge di Ampère) ad un campo magnetico che insegue il primo senza mai raggiungerlo (in tal caso l’effetto si andrebbe ad annullare e lo stato non risulterebbe in equilibrio). Per tale motivo viene definito motore asincrono. Le prime metropolitane Nella seconda metà dell’800 diverse città progettavano linee e reti di metropolitana. A Londra, nel 1863, viene inaugurata la prima linea, di 6,4 km, tra Farringdon street e Bishop's road (Paddington) con trazione a vapore. La scarsa affidabilità ed autonomia riscontrata con alcuni esperimenti mediante motori in corrente continua ed accumulatori ha inizialmente determinato la diffusione di sistemi urbani, anche di superficie, a vapore (come il tram milanese Gamba de Legn’) con evidenti problematiche derivanti dal fumo. Le reti ferroviarie Sempre nella seconda metà dell’800 si diffusero in tutto il mondo le grandi reti ferroviarie. Anche in questo caso il problema del fumo non risultò irrilevante soprattutto sulle linee acclivi ed in presenza di gallerie. Le linee di valico posero in evidenza la necessità di poter disporre di mezzi di trazione adeguati al traino di treni su tratti in forte pendenza e con velocità accettabili. 1901 Le origini della trazione elettrica Prima locomotiva elettrica presentata nel 1879 da Werner von Siemens a Berlino in occasione dell’Esposizione Universale. Alimentata in corrente continua (150 V) dalle rotaie su un percorso circolare di 300 m con velocità di 13 km/h sviluppava la potenza di 2,2 kW. Nel 1881, dato il successo, venne aperta a Lichterfelde (in Berlino) la prima linea elettrica tranviaria Le prime applicazioni Il primo sviluppo fu quello della trazione in corrente continua, in quanto generatori e motori a collettore erano già sufficientemente affidabili. Solo nel 1904, grazie agli studi di Behn Eschenburg a Zurigo e presso la Maschinenfabrik Oerlikon, fu messo a punto il sistema di compensazione della tensione trasformatorica del motore monofase a collettore rendendone il funzionamento stabile seppur a ridotta frequenza per limitare lo scintillio sul collettore. Parallelamente si andarono ad affermare gli esperimenti con motori trifase. L’innalzamento progressivo della tensione di linea ha permesso lo sviluppo di locomotive di maggiore potenza. Inoltre, il traffico, via via sempre più intenso, unitamente all’incremento della potenza dei singoli veicoli, ha ulteriormente giustificato l’adozione di valori di tensione più alti necessari a ridurre le perdite in trasmissione e le sezioni dei conduttori per le linee di contatto. Sulla linea Seebach-Wettingen venne per la prima volta, nel 1904, posta in esercizio una locomotiva (“Eva”) a tensione monofase 15.000 V e 15 Hz con motori di trazione in continua alimentati da un gruppo convertitore di bordo rotante (tipo Ward-Leonard); nel 1905, entrò in servizio una seconda macchina (“Marianne”) i cui due motori monofase a collettore erano alimentati dalla linea aerea tramite trasformatore e regolazione con shunt dell’avvolgimento secondario. Il trifase le origini (I) Prototipo Siemens con linea trifilare disposta in verticale alimentata a 10 kV, 50 Hz. Con tale elettromotrice furono raggiunti il 7 ottobre 1903 i 200 km/h sulla tratta Zossen – Marienfeld lunga 33 km. Il 27 0ttobre 1903 un altro prototipo, questa volta AEG, raggiunse i 210,2 km/h: il vincolo era peraltro rappresentato dalla linea di contatto che poteva prevedere uno sviluppo del tracciato solo lineare. Il trifase le origini (II) Alle origini della trazione trifase vi fu l’elettrificazione della rete tranviaria di Lugano, nel 1894, convertita poi in corrente continua nel 1910. La linea era costituita dal classico bifilare, con la terza fase posta sulle rotaie di corsa al fine di consentire il trasporto della corrispondente corrente di fase i, la quale produce sull’avvolgimento (se a stella, o sugli avvolgimenti se a triangolo) collegato al binario, in virtù della propria induttanza L, la tensione di fase v = L di/dt. Il trifase lo sviluppo Dopo Lugano, venne realizzata nel 1898 la Ferrovia del Cervino (Gorgengratbahn): la prima trifase a scartamento ordinario ed aderenza naturale fu nel 1899 la Burgdorf – Thun Bahn (BTB). Seguirono progressive elettrificazioni soprattutto per linee di valico (Sempione, 1908 - i Giovi, 1911) dove le elevate prestazioni garantite erano compatibili con l’esercizio omotachico (prerogativa e limite dei sistemi trifase). L’Italia fu caratterizzata da una espansione del sistema negli anni: l’ultimo treno alimentato con sistema trifase circolò il 25 maggio 1976 tra Alessandria ed Acqui Terme. Rotabili con alimentazione trifase operanti in Italia (1902 -1976) 2 3 p V V tensione Cmax f frequenza p coppie polari 2 f X X induttanza totale (considerato trascurabile il fattore resistivo) Gruppo Unità E1 E2 E 360 E 380 E 390 E 430 Fb 4/4 Fb 4/6 Fb 3/5 E 440 E 550 E 551 E 552 E 554 E 330 E 331 E 332 E 333 E 431 E 432 E 470 E 471 E 472 E 570 Lebc 840 5 5 3 2 2 2 2 1 2 4 186 183 15 183 16 18 6 40 37 40 4 1 17 4 26 Note Linee Valtellina, elettromotrici, già Rete Adriatica RA 301÷305 Linee Valtellina, elettromotrici, già Rete Adriatica RA 321÷325 Linee Valtellina, già Rete Adriatica RA 361÷363 Linee Valtellina, già 381÷382 Linee Valtellina, già 391÷392 Linee Valtellina, già Rete Adriatica RA 341÷342 Linea del Sempione, Ferrovie Federali Svizzere, già 366÷367 Linea del Sempione, Ferrovie Federali Svizzere, già 371 Linea del Sempione, Ferrovie Federali Svizzere, già 364÷365 Ferrovia Alta Valtellina (FAV) FS, ruote piccole per servizi merci FS, ruote piccole per servizi merci FS, ruote piccole per servizi merci FS, ruote piccole per servizi merci FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, ruote grandi per servizi viaggiatori FS, frequenza industriale FS, prototipo bi-frequenza FS, frequenza industriale FS, frequenza industriale FS, rimorchiate attrezzate per conversione statica Sistemi in corrente continua Sistemi monofase a frequenza ferroviaria I sistemi di regolazione prevedono l’uso dello schema a “motori diretti”: l’evoluzione, oltre all’impiego di raddrizzatori, prevede oggi l’utilizzo di convertitori e motori trifase. Sistemi monofase a frequenza industriale La regolazione elettronica: i chopper La regolazione elettronica ha aperto dal finire degli anni ’70 nuovi orizzonti nel campo della trazione elettrica: i chopper (a differenza dei reostati) consentivano infatti di regolare in modo progressivo e non dissipativo (a meno delle perdite) la tensione “efficace” applicata ai motori (come per le locomotive italiane gruppi E 632, E 633 ed E 652). [E444 005 – 1975] La regolazione elettronica: gli inverter Gli inverter, attraverso l’impiego di “interruttori elettronici” IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor), sono in grado di rigenerare, da una tensione continua, una terna trifase stabilendone tensione e frequenza. In maniera analoga operano convertitori statici ad IGBT su tensioni monofase. Rotabili FS con motore trifase (1982 -2012) Gruppo Unità E 402A 45 5 unità di preserie più simulacro E 402 000 Note E 402B 80 20 unità attrezzate fino al 2011 per servizi Francia E 403 24 Policorrente (1,5 - 3 - 25 kV e predisposizione 15 kV) E 404 (X) 1 Prototipo ETR X 500 (E 404 000) E 404 (Y) 2 ETR Y 500 (E 404 001 - 004), 2 treni E 404 / E 414 60/59 E 404 (500) 60 ETR 500 policorrente (1,5 - 3 - 25 kV per nuove linee AV) E 405 42 Ex EU 11 destinate alle ferrovie polacche (PKP) E 412 20 Policorrente (1,5 - 3 - 15 kV) E 464 570 Ordine per 688, monocabina e banco manovra posteriore ETR 463 10 10 treni “pendolino” già ETR 460, poi ETR 465 ETR 470 9 (5) ETR 485 15 15 treni “pendolino”, già ETR 480, 1,5 - 3 - 25 kV linee AV ETR 600 12 12 treni “pendolino” 3a generazione , 1,5 - 3 - 25 kV linee AV ETR 500 3 kV trasformate per treni ordinari 10 treni “pendolino” ex Cisalpino (15 kV), 5 FS e 4 FFS “TAF” 100 Treno Alta Frequentazione, ALe 426-Le 736Le-736-ALe 506 “Minuetto” 100 ALe 501-Le 220-ALe 502 D 145 100 Locomotiva diesel-elettrica con cabina centrale Con la diffusione degli operatori privati, e delle formule di noleggio di materiale di trazione, ad oggi risultano circolanti in Italia sia sulla rete RFI che su altre reti (come Ferrovie Nord) altri rotabili appartenenti a numerose imprese ferroviarie Sistemi su ferro Tranvia Metropolitana (Underground, U-Bahn) Ferrovia suburbana (S-Bahn, RER) Ferrovia Regionale ? Blocco fisso e blocco mobile Il blocco fisso si basa sulla suddivisione della linea in tratte e generalmente impedisce al treno che segue di impegnare quella del treno che lo precede. Ogni tratta è dunque, sempre generalmente, protetta da sistema di blocco ed apposito segnale. Il blocco mobile, basato sulla continua interazione terra treno, impone la velocità del treno che segue in funzione della velocità del treno che lo precede e della «curva di frenatura in sicurezza» caratteristica del convoglio. Tranvia Praga Vetture monocassa, articolate o convogli che operano in ambito promiscuo. La marcia è a vista. Metropolitana Convogli ferroviari in sede dedicata (in galleria ed in superficie) Ferrovia suburbana Berlin Bern Wien Milano Treni con caratteristiche metropolitane in sede ferroviaria specializzata o dedicata (TAF 841 passeggeri, 469 seduti) Ferrovia Regionale Bologn a Treni con materiale rotabile ordinario in sede ferroviaria (Vivalto E464 + 5 carrozze, 600 passeggeri seduti) Evoluzione dei sistemi tranviari (I) 1832 : Inizio servizio urbano di tram a cavalli a New York (USA) 1879 : primo tram elettrico sperimentale presentato da Werner von Siemens all’esposizione di Berlino (lunghezza 300m, alimentazione 100 Vcc dalle rotaie isolate) 1884 : adozione sistema di presa corrente da linea aerea “ad archetto” (sistema Siemens) 1887 : adozione sistema di presa corrente “a trolley” (sistema Sprague) a Richmond (USA) IL PRIMO TRAM ELETTRICO (FOTO ARCHIVIO SIEMENS) PARIGI – TRAM A CAVALLI 1854 TRAM ELETTRICO A TROLLEY – RICHMOND 1887 Evoluzione dei sistemi tranviari (II) Tram elettrico sperimentale di Werner von Siemens Evoluzione dei sistemi tranviari (III) Inizio del XX Secolo Introduzioni rimorchi o tram a due piani per aumentare la capienza. Introduzione numerazione delle linee. Introduzione delle fermate fisse Applicazione del freno pneumatico TRAM A DUE ASSI EDISON CON RIMORCHIO MILANO, 1900 Enorme estensione delle reti tranviarie: prima della Grande Guerra, sono in funzione oltre 2500 reti tranviarie urbane in 5 continenti; 16.000 miglia di linee intercomunali solo negli Stati Uniti. TRAM A DUE PIANI PRESTON – GB, 1904 Evoluzione dei sistemi tranviari (IV) Periodo tra le due guerre mondiali diffusione dello scambio elettrico diffusione dei tram a carrelli adozione dispositivi di sicurezza (blocco porte, uomo-morto, freni di emergenza a pattini, ecc) diffusione configurazione “PETER WITT” (tram monodirezionale, guidatore seduto, posto fisso del bigliettaio, porte specializzate salita-discesa) introduzione standard “PCC” (avviatore automatico di marcia, freno elettro-pneumatico integrato, ruote elastiche, sospensioni idrauliche, carrozzeria portante, sedili confortevoli, modularità di costruzione) invenzione del tram snodato con giostra “Urbinati” (Roma -1938) diffusione dei tram articolati tipo “due camere e cucina” SAN FRANCISCO INTENSO TRAFFICO TRANVIARIO, 1937 Evoluzione dei sistemi tranviari (V) PETER WITT A MILANO, 1928-2012 … PCC a TORINO, 1948 PCC a CHICAGO, 1937 PCC a LIPSIA, 1967-2012 … Evoluzione dei sistemi tranviari (VI) SNODO CON GIOSTRA URBINATI TRAM STANGA – STEFER – ROMA, 1938 “DUE CAMERE E CUCINA” CON TRUCK E CASSA CENTRALE SOSPESA LIPSIA Evoluzione dei sistemi tranviari (VII) Il dopoguerra e la crisi del tram 35 anni di stasi nel progresso tecnologico tranviario; motorizzazione di massa e smantellamento delle reti tranviarie Genova, Piazza Verdi - 1963 1973: Crisi mondiale del petrolio inizio della “riscoperta del tram” Genova, Piazza del Principe - 1972 Evoluzione dei sistemi tranviari (VIII) I tram moderni Dopo l’utilizzo di alluminio, per la struttura delle casse si utilizza oggi acciaio leggero Anche dal punto di vista della trazione si è passati da motori in corrente continua a regolazione reostatica e a chopper (anni ’70 e ’80) ai più moderni azionamenti trifase asincroni per motori in corrente alternata regolati da inverter, realizzati prima con GTO e poi con IGBT Progettazione di tram ad articolazione multipla Nel 1970 la Thyssen/Siemens realizzò il carrello motore SIMOTRAC integrante il motore negli assi consentendo di eliminare sistemi di accoppiamento meccanici (ad es. trasmissioni cardaniche) ed assai ridotto in termini di ingombri Evoluzione dei sistemi tranviari (IX) Nuovi carrelli per pianali ribassati Prototipo MAN (anni ‘90) di carrello con un solo motore e trasmissione meccanica mediante giunti Attuale carrello pivotante di Alstom con due motori, sospensioni primaria e secondaria Evoluzione dei sistemi tranviari (X) Pianali ribassati (300 mm – 350 mm) Combino: il carrello con i motori di trazione trasversali Vettura di Budapest da 54 metri Evoluzione dei sistemi tranviari (XI) Pianali ultraribassati (197 mm) ULF: “Ultra Low Floor” (ULF) Siemens - SGP Il tram in Italia (I) Impianti “storici” conservati: Torino Milano Milano linee interurbane Roma Napoli Trieste (“trenovia” per Opicina) Impianti in costruzione: Palermo Nuovi impianti: Messina Sassari (previsto tram-treno) Cagliari (previsto tram-treno) Bergamo (metrotranvia) Padova (rotaia centrale) Firenze Mestre (rotaia centrale) Nota: l’impianto di Genova, Principe - Granarolo, è esercito in regime ferroviario Il tram in Italia (II) Città Estensione [km] 58 115 11,5 39 13 Linee 10 18 1 6 3 Rotabili 231 424 4 173 35 Trieste 5,2 1 6 Bergamo Firenze Messina 12,5 7,4 7,7 1 1 1 14 17 15 Cagliari 6,3 1 9 Sassari 4,3 1 4 Padova 10,3 1 16 Mestre 6,3 1 20 Torino Milano Milano (extraurbana) Roma Napoli Note Con sezione Trieste Trasporti a fune TEB GEST ATM Messina Tram-treno ARST previsto Tram-treno ARST previsto Tram su APS gomma Tram su ACTV gomma Esercente GTT ATM Milano ATM Milano ATAC ANM Il caso di Nizza La tranvia di Nizza si caratterizza per la peculiarità, in prossimità di Place Massena e Place Garibaldi, di attraversare aree di importante interesse architettonico in marcia autonoma, attraverso batterie che vengono ricaricate quando il tram è normalmente alimentato: in questa maniera, in tali sezioni del tracciato, non è necessaria la posa della linea aerea di contatto con relativi tiranti e pali di sostegno. La prima linea della tranvia di Nizza (T1, lunga 8,7 km con 21 fermate) è stata aperta al servizio il 24 novembre 2007 ed ha subito un incremento progressivo degli utenti, dato riferito ai giorni feriali, da 70.000 fino ai 90.000 nell’arco di ciascuna giornata. Per tale motivo nel 2010 sono stati messi in servizio altri 8 tram portando la consistenza della flotta a 20 unità. Per far fronte alla domanda, ed in attesa dell’apertura delle altre due linee (T2 e T3), si è deciso di allungare 15 unità aggiungendo una cassa motorizzata portando la dimensione da 33 metri a 44 metri e conseguentemente la capienza di ciascuna vettura da 200 a 300 passeggeri. Ciò è stato reso possibile da un’accurata progettazione delle fermate (e dei capilinea), già realizzate di maggior lunghezza, e posizionando i punti di arresto coerentemente a tale opzione facendo sì che i veicoli non vadano mai ad occupare intersezioni stradali. Il sistema APS (Alimentation Par le Sol) di Alstom consente al tram di operare “wire-free”, ovvero senza catenaria superando problematiche tecniche (come gallerie a sagoma ridotta) o di impatto visivo (zone monumentali) La prima applicazione è stata realizzata a Bordeaux nel 2003 su 14 km rispetto ad una lunghezza totale della rete di 44 km. Una terza rotaia centrale, costituita da segmenti lunghi 8 metri, permette ad un pattino di captare la corrente elettrica necessaria alla propulsione del veicolo. Ogni segmento viene separato da sezioni isolate di 3 metri Ogni 22 merti è posto nel sottosuolo, un box di controllo deputato a porre in tensione i segmenti su cui si trova fisicamente il tram. Il controllo avviene mediante dispositivi radio dedicati Bordeaux, fonte Alstom Primove Basato su trasmissione energia da terra a bordo mediante il principio dell’induzione magnetica, è sviluppato da Bombardier I circuiti primari (terra), collocati sotto i binari di corsa, e le bobine secondarie (bordo) sono quindi galvanicamente separate I circuiti primari sono in tensione solo quando interamente coperti dal veicolo permettendo la collocazione il sistema anche in zone pedonali garantendo massima sicurezza e nessuna forma di inquinamento elettromagnetico La parte di terra risulta totalmente invisibile e non soggetta a fattori atmosferici, risultanto totalmente coperta dal manto stradale Il “Mitrac Energy Saver”, posto sull’imperiale del veicolo, costituito da supercaps elettronicamente controllati permette risparmi in termini di energia fino al 30% recuperando l’energia di frenatura Fonte Bombardier TramWave Basato su trasmissione dell’energia da terra a bordo mediante un sistema conduttivo ad attrazione magnetica I circuiti di terra vengono attivati al passaggio del tram Possibilità di ottimizzare le prestazioni del veicolo mediante il “kers” (kinetic energy recovery system), sistema di gestione energetica di bordo Sistemi su ferro: quale soluzione? Minori tempi di spostamento Maggiore comfort di marcia Maggiore capacità di trasporto Riduzione-eliminazione dei “cambi” Fusione delle finalità dell’offerta Nordhause n Sistemi interoperabili (I) Ferrovia dell’ Harz Sistemi interoperabili (II) Tram-treno e treno-tram Tranvie extraurbane con parziale esercizio in sede propria LRT (Light Rail Transit), Stadtbahn, metrotranvia Veicolo o sistema Bus/Filobus 12 m Bus/Filobus 18 m Bus/Filobus 24 m Bus/Filobus 12 m Bus/Filobus 18 m Bus/Filobus 24 m Tram tradizionale LRT/Stadt-Bahn Metropolitana Veicolo o sistema Tram tradizionale LRT/Stadt-Bahn Metropolitana Capacità di trasporto Capacità singolo veicolo [pass ora per dir] [pass] AMBITO PROMISCUO 1000 100 1400 140 1800 180 AMBITO RISERVATO 1500 100 2100 140 2700 180 2.800 - 6000 140 - 300 9000 – 15000 300 - 500 AMBITO SEDE PROPRIA 28000 - 48.000 700 - 1200 Frequenza [min] Costo del veicolo [k€] Costo per l’infrastruttura [k€/km] 3.000 15.000-25.000 5.000 9.000 30.000 80.000-120.000 6 6 6 4 4 4 3 2 1,5 Il trasporto pubblico di superficie Spiccata tendenza a riavvicinare il TPL alle aree più pregiate ed alla superficie stradale: occasione di riqualificazione urbana; collegamento con le lontane periferie; riduzione dei costi dell’infrastruttura. Ciò non esclude che impianti con elevate capacità di trasporto necessitino di tracciati dedicati, parzialmente o totalmente in galleria con sistemi di guida automatica o di gestione del traffico con blocco mobile. Le ferrovie mantengono un ruolo centrale nella mobilità su scala regionale: l’interoperabilità rappresenta una opportunità ancora non pienamente sfruttata Nihil sub sole novum Tale filosofia è, entro certi limiti gestionali, la riproposizione delle ferrovie economiche vicinali e delle tranvie extraurbane che collegarono un tempo le cittàpilota e gli attuali capoluoghi di area metropolitana ad altri centri delle conurbazioni Padova (Guidovie Centrali Venete) Per gentile concessione Dott. Urb. Alberto Routher-Rutter Padova (Guidovie Centrali Venete) I sistemi LRT (Light Rail Transit) Già negli anni sessanta si concepirono rotabili tranviari con caratteristiche tecniche innovative adatti a circolare su sedi parzialmente riservate in grado di trasportare elevate quantità di passeggeri: è il caso dei tram “tipo P” di Monaco di Baviera pensati per la mai realizzata Stadt-Bahn cittadina In preparazione dei Giochi Olimpici del 1972 si optò per il potenziamento della rete tranviaria tradizionale, la realizzazione di linee “U” e del passante ferroviario S”. A Zurigo negli stessi anni si optò per il potenziamento della rete tranviaria di superficie. Il modello LRT Si tratta di una modalità trasportistica che si pone in complemento al tram e alla metropolitana con alti livelli di efficienza e ridotti costi di investimento Larghezza dei veicoli fino un massimo di 2,65 m Fanaleria stradale Incarrozzamento a livello o da marciapiede stradale Sede riservata e tratte con marcia promiscua (comprese intersezioni stradali) Numerose applicazioni in Europa (in esercizio o in fase di realizzazione) Treno-tram Si tratta di veicoli ferroviari adattati alla circolazione in ambito urbano Per le loro caratteristiche intrinseche l’utilizzo cittadino avviene su tratte limitate Zwickau Zwickau Nota: Vogtlandbahn, linea gestita da Netinera, gruppo FS dopo l’acquisizione di Arriva Deutschland. Il capolinea della Vogtlandbahn a Zwickau è stato ricollocato in centro città mediante una tratta stradale a doppio scartamento già percorsa dai tram urbani Tram-treno Si tratta di veicoli tranviari adattati alla circolazione in ambito ferroviario Per le loro caratteristiche intrinseche l’utilizzo urbano e ferroviario avviene senza limitazioni La rete di Kassel, aperta nel 2007, si caratterizza per: 4 linee (RT1-RT2-RT3-RT4) per 122 km 18 RegioCitadis versione E/E (750 cc - 15kV 16 ⅔ Hz) 10 RegioCitadis versione E/D (750 cc – diesel) Stadtbahn, Light Rail, Métro Léger, Metrotranvia Si tratta di veicoli di derivazione tranviaria con alcune caratteristiche dei convogli per le metropolitane in grado di operare principalmente sedi riservate a loro dedicate ma anche in ambito stradale promiscuo … quindi ancora una volta “interoperabili” … La Stadtbahn di Stoccarda: conversione progressiva (1985 – 2007) della rete tranviaria cittadina scartamento metrico. Sono in esercizio 15 linee con un’estensione totale di 128 km, 200 stazioni di cui 14 in tunnel nella parte centrale e 164 rotabili tipo DT8 Stadtbahn - La banchina Banchina stradale a Stoccarda con piano di incarrozzamento a 1000 mm Nota: a Genova 850 mm Quale sistema interoperabile? (1) TRAM-TRENO o TRENO-TRAM? Le problematiche relative all’interoperabilità dei veicoli fornisce oggi una nuova visione, forse troppo restrittiva, che rende di fatto più facile ad un treno di penetrare nel tessuto urbano (peraltro con forti restrizioni) piuttosto che ad un tram di circolare in ferrovia in promiscuità con altri treni Austin – Texas (USA) Quale sistema interoperabile? (2) TRAM-TRENO: SISTEMA O VEICOLO ? La diffusione di reti integrate (linee ferroviarie e tranvie urbane interconnesse, come Karlsruhe o Kassel) ha generato un nuovo prodotto … Il tram-treno inteso come vettura “ferroviaria leggera”, con elevate prestazioni e caratteristiche che li rendono idonei a circolare su tratte con caratteristiche ferroviarie. Quale sistema interoperabile? (3) LINEE SEGREGATE e/o CONVERSIONI? Quanto esposto in precedenza apre nuovi scenari: l’esercizio di linee ferroviarie con materiale leggero magari con la loro conversione a modelli di esercizio di matrice tranviaria (con consistenti risparmi sugli investimenti e l’esercizio). L’interoperabilità è garantita verso l’esercizio sulle tratte urbane dove il veicolo “tranviario” può circolare senza particolari soggezioni Rhone-Express - Lione Quale sistema interoperabile? (4) TRAM o LRT/STADTBAHN? Capacità di trasporto e certezza dei tempi (non necessariamente velocità commeciali esasperate) conducono ad un’evoluzione dei sistemi tranviari verso modelli di riservazione della sede (anche i galleria) come a Vienna, (ante litteram) o Stoccarda con il completamento della Stadtbahn. La sede riservata è anche la strada pedonalizzata riservata al tram in cui l’esercizio è in ogni modo regolare Interazione ruota-rotaia Captazione dell’energia Accessibilità e circolabilità Sicurezza Esercizio Veicoli Profilo di cerchioni e caratteristiche dei carrelli Infrastruttura Scartamento e profilo della rotaia Sistemi di conversione e marcia autonoma Sistemi di alimentazione Sagoma del veicolo Conformazione e tipologia delle banchine di fermata Resistenza strutturale dei veicoli Dotazioni di bordo Sistemi di sicurezza e segnalamento Sistemi di esercizio Milano MM Garibaldi: vetture “1928” in esposizione sul binario predisposto e mai interconnesso per l’interscambio con le linee celeri della Brianza Classificazione UNIFER Tipo di struttura Esempi Aulnay-sous-Bois – Bondy (Ile de France) Sassari TT2 - Infrastruttura ferroviaria esercita con rotabili tranviari e rotabili ferroviari in fasce orarie diverse Stadtbahn di Colonia Wiener Lokalbahnen Kassel -Hessisch-Lichtenau TT3 - Infrastruttura ferroviaria esercita promiscuamente con rotabili ferroviari e tranviari Karlsruhe Saarbrücken Kassel RegioTram Mulhouse Grenoble TT4 - Infrastruttura tranviaria esercita promiscuamente con rotabili tranviari e ferroviari (“treno-tram”) Alicante Zwickau TT1-Infrastruttura ferroviaria esercita soltanto con rotabili tranviari Caratteristiche dei tram - treno Bidirezionalità Gradini mobili da utilizzarsi per banchine più basse (tipicamente stradali) Ampio volume dei veicoli, nel rispetto delle sagome limite Cabine di guida divise dai vani per i passeggeri Particolare cura del design interno ed esterno Migliori caratteristiche di trazione e frenatura Concezione ferroviaria della parti meccaniche Problematiche e specificità Tranvia Ferrovia Sistema Interoperabile Un S. I. deve garantire compatibilità Scartamento Geometria profilo ruota-rotaia Sistemi di alimentazione elettrica Sagoma del veicolo Resistenza strutturale Infrastruttura Sistemi di segnalamento Soluzioni sviluppate (I) Sull’armamento Soluzioni sviluppate (II) Sui profili ruota Soluzioni sviluppate (III) Adeguamento all’infrastruttura Karlsruhe Il caso di Karlsruhe (I) Karlsruhe Apertura 1992 11 linee tipo “S” per 468 km 36 ABB GT8-100C/2SY 79 Adtranz (Bombardier) GT8-100D/SY-M Bietigheim Bissingen Il caso di Karlsruhe (II) Punte di 48 passaggi ora per direzione (compresi i tram urbani) nella Marktplatz e in Kaisertraße: in corso la realizzazione di un “tunnel cittadino” Il caso di Karlsruhe (III) Il Kombilösung («soluzione combinata») prevede la razionalizzazione del traffico tranviario con un tunnel (Stadtbahntunnel di 2451 m) al di sotto della Kaiserstraße tra Mühlburger e Durlacher Tor ed un ramo verso sud (Südabzweig di 891 m) sotto Karl-Friedrich-Straße ed Ettlinger Straße fino a Höhe Augartenstraße. I tram circoleranno in Kriegsstraße tra Karlstor e Mendelssohnplatz mentre tra Europaplatz und Kronenplatz sarà realizzata un‘isola pedonale. Il progetto prevede il termine dei lavori nel 2019 con un costo complessivo compreso tra i 750 ed i 800 M€. Accessibilità ed ultimo miglio L’accessibilità deve essere valutata come elemento di efficienza e qualità: esigenze di sicurezza e contrasto all’evasione mal si conciliano con la fruibilità degli impianti appesantendo i costi di gestione. Le moderne tecnologie consentono di conciliare gli aspetti legati al governo della mobilità (AVM-AVL, biglietto elettronico, informazione real time all’utenza su pannelli e paline, APP e servizi Open Data). Gli impianti speciali trovano applicazione per ultimo miglio, tragitti condivisi (anche nelle stazioni) con persone con difficoltà motoria e con passeggino, percorsi a profilo planoaltimetrico complesso. Tipologie di impianti Gli impianti speciali trovano impiego, per loro natura, sia per brevi spostamenti che per implementare veri e propri «assi attrezzati» ad elevata capacità di trasporto: ascensori verticali o inclinati; sistemi traslatori-elevatori; funicolari; funivie urbane o rurali; sistemi a spintore; sistemi a cremagliera; people mover. Ciascuna tipologia si connota per capacità di traporto e costi di costruzione ed esercizio. La capacità di trasporto Capacità di trasporto [pass Capacità singolo veicolo ora per dir] [pass] AMBITO PROMISCUO Bus/Filobus 12m 1.000 100 Bus/Filobus 18m 1.400 140 Bus/Filobus 24m 1.800 180 Tram 2.700-4.500 180-300 AMBITO RISERVATO Bus/Filobus 12m 1.500 100 Bus/Filobus 18m 2.100 140 Bus/Filobus 24m 2.700 180 Bus/Filobus 18m (BRT) 2.800 140 Bus/Filobus 24m (BRT) 3.600 180 LRT 6.000-10.000 300-500 AMBITO SEDE PROPRIA Metropolitana 10.000-24.000 500-1.200 Metropolitana (BM – GA) 20.000-48.000 500-1.200 Ferrovia 4.800-9.600 800-1.600 Note: BM = blocco mobile, GA = guida automatica, BRT = Bus Rapid Transit Veicolo o sistema Frequenza [min] 6 6 6 4 4 4 4 3 3 3 3 1,5 10 L’aspetto economico Veicolo o sistema Bus 12 m (1) Bus 18 m (1) Bus 24 m (1) Filobus 12 m (2) Filobus 18 m (2) Filobus 24 m (2) Tram (3) LRT Metropolitana Costo del veicolo [k€] Costo per l’infrastruttura [k€/km] 280 380 600 600 800 1.000 3.000 5.000 9.000 Note: (1) ibrido +30%, fuel cell > + 150%, guida assistita +15% (2) guida assistita +15% (3) wire free vettura+10% e +20% infrastruttura 0-200 600-800 15.000-25.000 25.000-35.000 80.000-120.000 Il ruolo degli impianti speciali Percorrenza [km] Metropolitane classiche o automatiche LRT Tram Autobus e filobus Impianti speciali I sistemi ettometrici si collocano in una fascia non coperta dalle altre modalità Capacità di trasporto [passeggeri ora per direzione] Il fenomeno dell’aderenza Il movimento dei convogli in ambito ferroviario, generato dalla coppia cinematica ruota-rotaia, è possibile se la ruota, nel suo moto di rotolamento, può esercitare uno sforzo adeguato senza slittare. La situazione più critica è la fase di avviamento; occorre infatti evitare che, per effetto della coppia motrice applicata sugli assi, lo sforzo di trazione (massimo all’avviamento) superi il potere aderente. F = pa fa F potere aderente pa peso aderente fa coefficiente di aderenza Aderenza naturale ed artificiale Per sviluppare sistemi a guida vincolata su pendenze ove l’attrito ruota-rotaia non è sufficiente a garantire l’avanzamento del veicolo la soluzione è quella di realizzare impianti ad aderenza artificiale in virtù di quelli classici ad aderenza naturale. Pendenze del 35‰ (Giovi) sono considerate al limite dell’esercizio con materiale rotabile standard. Se l’esercizio è realizzato con locomotiva e poche carrozze, o con elettrotreni leggeri, tale valore può raggiungere il 45‰. Linee a scartamento ridotto o tranvie dove spesso operano rotabili leggeri ad aderenza totale possono presentare pendenze del 70‰ come sulla Ferrovia del Bernina. Sistemi a cremagliera Nei percorsi a cremagliera con pendenze anche oltre il 200 ‰, una ruota dentata solidale al sistema di propulsione del rotabile si innesta su di una rotaia sagomata in modo da realizzare una sorta di ingranaggio lineare tra essa stessa ed il pignone (ruota dentata) presente sul veicolo. La Ferrovia del Pilatus (da Alpnachstad a Pilatus Kulm) con pendenza 480‰ è realizzata con il sistema Locher basato sulla presenza di due ruote dentate orizzontali Fell, Agudio e Laviosa John Barraclough Fell propose nella seconda metà dell’800 un sistema per aumentare l’aderenza basato su l’azione di due ruote orizzontali ammorsate su di una rotaia centrale, sperimentato sulla Ferrovia del Moncenisio, successivamente chiusa. Tommaso Agudio sviluppò alla fine dell’800 un progetto di funicolare “teledinamica”. Le vetture potevano agganciarsi-sganciarsi dalla fune mediante puleggie e ruote dentate in modo indipendente, come per la Sassi Superga, poi convertita a cremagliera. Alberto Laviosa nella prima metà del ’900 ideò le Autoguidovie: i veicoli dotati di ruote in acciaio e bordino ricoperte in gomma procedevano su binari in cemento con bordo in acciaio per garantire la guida vincolata e sperimentati sulla Guidovia della Guardia. Sistemi a fune L’alternativa alle cremagliere per il superamento di dislivelli ove l’aderenza naturale non è sufficiente a garantire l’avanzamento del veicolo è rappresentata dagli impianti a fune (ascensori, ascensori inclinati, funicolari e funivie). Le funicolari terrestri garantiscono il raggiungimento di pendenze elevate (sino all’82% come la Katoomba Scenic Railway in Australia) potendo sviluppare velocità via via migliori rispetto a sistemi a cremagliera più concorrenziali per pendenze più basse. La funicolare Hungerburgbahn di Innsbruck rappresenta un unicum: essa collega il centro città (Congress, 56o m slm) con Hungerburg (860 m slm) con un tracciato di 1838 m prima sotterraneo, poi in superficie, ancora in tunnel al di sotto del fiume Inn e poi sul tracciato della vecchia funicolare attraverso l’Alpenzoo. Le cabine hanno 5 moduli basculanti mantenuti sempre in piano. Dall’acqua all’elettricità Gli impianti a fune sono mossi da motori elettrici, oggi controllati da azionamenti e sistemi elettronici. In origine, sfruttando la sola gravità, alcuni impianti furono sviluppati utilizzando per contrappeso serbatoi d’acqua interni alle vetture riempiti a monte per trascinare la cabina di valle, come a Genova (Sant’Anna, ora convertita) e Friborgo (CH). Le funivie urbane Gli impianti funiviari, per loro stessa natura, si collocano ad altezze dal suolo anche rilevanti e per tipologia costruttiva possono svolgere servizi punto-punto, eventualmente con stazioni intermedie ragionevolmente distanziate (con sgancio e riaggancio delle cabine) collocate tra sezioni a fune anche indipendenti. Considerato il costo inferiore rispetto ad altri sistemi a fune, l’impiego di funivie urbane deve essere ricondotto a specifiche necessità (come il superamento di fiumi o il raggiungimento di località in altura) e finalità esclusivamente o parzialmente turistiche. La funivia di Montjuïc consente di raggiungere dal centro di Barcellona (Avenida Miramar) il Castello ed il Belvedere lungo il monte del Montjuïc . La situazione in Italia Sono ricompresi nei dati riportati in tabella i diversi impianti costruiti, anche a livello sperimentale, destinati a servizi pubblici e collocati in abito urbano. Per i sistemi a cremagliera vengono considerate anche le tratte con esercizio ferroviario. CENTRO DI RICERCA TRASPORTI Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni (DITEN) Scuola Politecnica - Università degli Studi di Genova Via all’Opera Pia 11 – 16145 Genova Tel. +39 010 353 2171 - Fax +39 010 353 2700 Riccardo Genova +39 329 2106152 [email protected] FINE