Transistor a effetto di campo Questa classe di dispositivi comprende numerosi esempi di dispositivo a tre terminali. Essi hanno in comune il principio di funzionamento, secondo il quale il flusso di corrente tra due dei tre terminali (source e drain) è regolato dalla tensione (e quindi dal campo) applicata al terzo terminale (gate). Anche in questo caso occorre definire un terminale di riferimento, messo in comune tra ingresso e uscita. In questo caso, la configurazione in uso è una sola, quella a source comune. La tensione di ingresso è applicata tra gate e source, quella di uscita tra drain e source. Un’altra caratteristica comune ai dispositivi a effetto di campo è che il gate è normalmente isolato elettricamente dagli altri due terminali, a volte con uno strato di ossido (MOSFET), altre attraverso una giunzione polarizzata inversamente (JFET e MESFET). Questo implica che la corrente di ingresso (in continua) sia nulla JFET Source e drain sono realizzati mediante contatti ohmici sul materiale n. Le giunzioni pn superiore e inferiore sono collegate allo stesso generatore di tensione VG. Definiamo alcune grandezze di interesse: L = lunghezza del canale Z= larghezza del canale 2a = distanza tra le due zone p+ W = estensione della regione svuotata VS = tensione di source =0 VD = tensione di drain (>=0) VG = tensione di gate (<=0) JFET JFET JFET Per trovare la corrente che scorre lungo il canale, si trova prima la resistenza di quest’ultimo. R=ρ L 1 L L = = A σ 2 Z (a − W ) 2qµ n N D Z (a − W ) W è una funzione della differenza di potenziale esistente tra la zona p delle giunzioni (ovvero il gate, equipotenziale per le due giunzioni) e la zona n, ovvero il canale. Se non c’è tensione applicata al gate, questa risulta essere determinata dalla VD. Il potenziale si distribuisce lungo il canale partendo dal valore che ha in source, ovvero 0, fino al valore che ha in drain, ovvero VD. Conseguentemente, l’ampiezza delle regioni di svuotamento relative alle due giunzioni cresce e il canale diventa progressivamente più stretto. Per piccoli valori di VD, l’effetto di restrizione progressiva del canale è trascurabile e perciò, la resistenza complessiva del canale risulta praticamente indipendente da VD. JFET Pertanto in questo intervallo di tensioni vale la relazione: ID VD = R Per questo motivo, questo intervallo di valori della tensione è detto zona lineare. All’aumentare di VD, l’effetto di restringimento del canale diventa più rilevante. Inoltre, se al gate è applicata una tensione VG, tra il gate e il canale si stabilisce una differenza di potenziale (funzione della coordinata y) che varia tra VG (in corrispondenza del source, y=0) e VG + VD (in corrispondenza del drain, y=L). Diminuendo la sezione media del canale, la corrente cresce meno velocemente con VD e corrispondentemente la curva viene ad assumere una pendenza minore rispetto a quella della regione lineare. JFET Questo andamento sublineare prosegue fino a che W(L)=a Questo avviene per un ben preciso valore della tensione di drain, detto Vdsat. Se non c’è tensione applicata al gate, tale valore si ricava dalla seguente relazione: W (L ) = a 2ε S ⇒ (Vbi − (−VDsat )) = a qN D qN D a 2 qN D a 2 ⇒ Vbi + V Dsat = ⇒ VDsat = − Vbi 2ε S 2ε S Il punto P, di coordinata y=L, è detto punto di pinch-off (strozzamento) e in quel punto la tensione (rispetto al source) vale esattamente Vdsat. Se VD aumenta ulteriormente, P si sposta (di poco, e mantenendo sempre lo stesso valore di tensione rispetto al source) nella direzione del source. Corrispondentemente, a partire da Vdsat, la corrente non cresce più con la tensione, dal momento che il numero di portatori che possono partecipare alla conduzione non varia più. A partire da questo punto si dice che il dispositivo si trova in zona di saturazione. JFET Ma cosa succede nel dispositivo quando VD supera il valore Vdsat? Come si è detto, il punto di pinch-off si sposta verso il source, mantenendosi, rispetto al source, ad una tensione pari a VDsat. Pertanto, il resto della tensione, ovvero VD – VDsat cade ai capi di una regione i cui estremi sono, da un lato il punto di pinch-off e dall’altro la coordinata y=L. Questa regione è completamente svuotata di portatori, pertanto non può contribuire alla corrente che scorre nel dispositivo. È però sede di un campo elettrico attraverso il quale gli elettroni provenienti dal canale scorrono andandosi poi a riversare nel drain. Per esplicitare meglio questo concetto, si usa una metafora idraulica che illustra esattamente lo stesso concetto riferito però ad un liquido (la nostra corrente) che si riversa da una cascata (la nostra serie di salti di potenziale elettrico) Analogamente a ∆h, è Vdsat (che è una costante, determinata solo da geometrie e drogaggi) a determinare la corrente. JFET Ma cosa succede nel dispositivo quando si applica VG <0? L’applicazione di una tensione negativa alla zona p di una giunzione, la manda più in inversa, perciò ne fa allargare le regioni svuotate e quindi, in questo caso, restringe il canale. Pertanto, a parità di tensione VD, nel canale scorre una corrente inferiore. Inoltre, il pinch-off viene raggiunto per tensioni di drain inferiori, secondo la relazione W ( L) = a 2ε S ⇒ (Vbi − (VG − VDsat ) ) = a qN D qN D a 2 qN D a 2 ⇒ Vbi + VDsat − VG = ⇒ V Dsat = − Vbi + VG 2ε S 2ε S Da notare che in un JFET a canale n, la tensione di gate non può mai essere positiva perché questo farebbe si che le giunzioni di gate andassero in diretta causando un dirottamento della corrente dal canale al gate. Caratteristiche corrente-tensione del JFET L’andamento della corrente in funzione della tensione si calcola nel JFET solo per tensioni inferiori a quella di pinch-off. Quando questo si instaura infatti si considera che la corrente rimanga costante al valore che aveva al momento del pinch-off (in realtà lo spostamento di P verso l’interno del canale implica un leggera variazione di I con V dovuta all’accorciamento del canale, ma di solito questo fenomeno è quasi impercettibile). dV ( y) = I D dR = I D ρ dy I dy = D = 2 Z ( a − W ( y )) σ 2 Z ( a − W ( y )) I D dy 2 qµ n N D Z ( a − W ( y )) D' altra parte : 2ε S W(y) = [V ( y ) − VG + Vbi ] qN D qN D ⇒ dV = WdW εS = ⇒ I D dy = 2 qµ n N D Z ( a − W ( y)) dV = 2 qµ n N D Z qN D ( a − W ( y ))WdW εS Caratteristiche corrente-tensione del JFET Integrando ambo i membri tra 0 e L si ottiene: W ( L) qN D aW 2 W 3 I D L = 2qµ n N D Z − ε S 2 3 W ( 0) dove : 2ε S W ( 0) = [Vbi − VG ] qN D 2ε S W ( L) = [Vbi − VG + VD ] qN D da cui, ponendo VP = Vbi − VG + VDsat µ n ZN D2 q 2 a 3 IP = εSL si ottiene : 2 V − VG + VD V I D = I P D − bi V 3 VP P 3 2 3 2 2 V − VG + bi 3 VP VP è detta tensione di pinch-off e rappresenta la tensione del punto di pinch-off misurata rispetto al gate. Caratteristiche corrente-tensione del JFET Vediamo come si può semplificare l’espressione completa della corrente nelle varie regioni di funzionamento: REGIONE LINEARE 2 V − VG + VD V I D = I P D − bi V 3 VP P IP Vbi − VG ≅ 1 − V D VP VP 3 2 3 2 2 V − VG + bi = 3 VP La relazione lineare tra ID e VD consente di derivare dalla precedente espressione la conduttanza di canale, definita come: ∂I D IP Vbi − VG gD = = 1 − ∂VD V =cost VP VP G analogamente è possibile definire la transconduttanza g m : ∂I I VP gm = D = P2 VD ∂VG V =cost 2Vp Vbi − VG D Caratteristiche corrente-tensione del JFET REGIONE DI SATURAZIONE 3 3 2 V − VG + VD 2 2 Vbi − VG 2 V + = I D = I P D − bi V 3 VP 3 VP P 3 3 VDsat 2 VP 2 2 Vbi − VG 2 ⇒ I Dsat = I D V =V = I P − + = D Dsat VP 3 VP 3 VP 3 3 V − V + V 2 2 V − V 2 V 2 p bi G G = IP − P + bi = VP 3 VP 3 VP 3 2 1 V − VG 2 Vbi − VG = I P − bi + 3 VP 3 VP Come si vede la corrente non dipende più da VD. Perciò: ∂I D =0 ∂VD V =cost G e, per quanto riguarda g m : ∂I D I P V − VG gm = =− 1 − bi ∂VG V =cost VP Vp gD = D Si noti come, in valore assoluto, gm calcolata in saturazione sia uguale a g D in zona lineare Effetti di breakdown Data la presenza di giunzioni polarizzate inversamente, è lecito aspettarsi la possibilità che si abbia breakdown relativo a queste giunzioni, allorchè VD − VG ≥ V BR L’effetto sulle curve di uscita è analogo a quello che si osserva nei BJT in emettitore comune Circuito equivalente per piccoli segnali A questo punto si è ottenuto il circuito per piccoli segnali in entrambe le regioni di funzionamento. Il dispositivo, in zona lineare, risponderà all’applicazione di un piccolo segnale,≈con una≈ corrente: i D = g D v D + g m vG con g D e g m determinat i dalle condizioni di polarizzaz ione stazionari a del JFET In saturazion e : ≈ i D = g m vG Estensione del modello a condizioni di non idealità Verranno in particolare presi in considerazione i seguenti effetti: • esistenza di resistenze serie • possibilità che gD sia diverso da 0 in saturazione • esistenza di capacità di svuotamento tra il gate e gli altri terminali Estensione del modello a condizioni di non idealità 1)Effetti di resistenze serie Sono dovuti a possibili cadute di potenziale nel semiconduttore tra il canale vero e proprio e i contatti di source e drain Come conseguenza: VD 'S ' = VDS + I D ( RS + RD ) VG 'S ' = VGS + I D RS passando ai parametri di piccolo segnale : ≈ ≈ ≈ ≈ ≈ ≈ v D 'S ' = v DS + i D ( RS + RD ) vG 'S ' = vGS + i D RS ≈ ≈ ≈ da cui si ricavano v DS e vGS da inserire in iD ≈ ≈ ≈ i D = g D v DS + g m vGS = ≈ ≈ ≈ = g D ( v D ' S ' − ( R S + R D ) i D ) + g m ( vG ' S ' − R S i D ) Estensione del modello a condizioni di non idealità da cui : ≈ ≈ gm iD = vG ' S ' + 1 + RS g m + ( RS + R D ) g D ≈ gD + v D 'S ' 1 + RS g m + ( RS + RD ) g D da cui : gm g 'm = Più piccoli 1 + RS g m + ( RS + RD ) g D rispetto al gD ' gD = caso ideale 1 + RS g m + ( RS + R D ) g D 2) gD diverso da 0 in saturazione Man mano che il punto di pinch-off si sposta verso l’interno, diminuisce il percorso resistivo della corrente Estensione del modello a condizioni di non idealità Il circuito equivalente conterrà l’elemento gD anche in saturazione (con un valore ovviamente diverso rispetto a quello della zona lineare) 3) Capacità di giunzione CGS e CGD rappresentano le capacità di svuotamento delle giunzioni, mentre CDS rappresenta il “capacitore” compreso tra Drain e Source che ha come dielettrico l’intera regione p+ e le sue regioni svuotate