C A P O I°
PREMESSA:
Nel presente capitolato speciale d'appalto si intendono:
- per "Regolamento": il regolamento di esecuzione ed attuazione del Decreto Legislativo
12/04/06, n. 163, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 05/10/2010, n. 207.
- per "Capitolato Generale": il capitolato generale d'appalto dei lavori pubblici approvato con
D.M. 12/04/2000 n.145.
- per "Codice dei CC.PP.": il Codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE, approvato con Decreto
Legislativo 18/04/2016, n. 50 e succ. modifiche ed integrazioni.
Art. 1 – OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha per oggetto tutte le opere e provviste occorrenti per il risanamento
conservativo di n. 1 fabbricato di edilizia residenziale in via D. Mazza (Sezione E - Foglio n. 67 Mappale n. 3101) nel programma di riqualificazione urbana del Comune di Pesaro con
sistemazione di verde comunale. N. 24 alloggi di edilizia sovvenzionata e n. 10 alloggi di edilizia
economica popolare per un totale di n. 34 alloggi con relativi garages interrati.
Art. 2 – MODO DI APPALTO
I lavori di cui al presente Capitolato Speciale si intendono appaltati interamente a corpo o
forfait, per un importo superiore ad € 1.000.000,00, quindi l'aggiudicazione avverrà con il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto
qualità/prezzo, (art. 95, comma 3, del Codice dei CC.PP.).
Art. 3 – AMMONTARE DELL'APPALTO
L'importo complessivo dell'appalto ammonta presumibilmente ad € 2.500.000,00 più IVA
relativa, salvo le variazioni in più od in meno nei limiti del quinto di detta somma, di cui €
2.420.403,83 per l’attuazione delle lavorazioni da assoggettare al ribasso d’asta mentre €
79.596,17 per l'attuazione dei piani di sicurezza non soggetti al ribasso.
Le opere su tutto l'edificio sono finanziate in parte con un contributo regionale,
assegnato con Decreto della Regione Marche n. 8/EPR del 25/02/2011 relativo al Programma
innovativo in ambito urbano denominato “Programma di riqualificazione urbana per alloggi
a canone sostenibile”, ed in parte con risorse provenienti dalla vendite ex lege 36/2005
dell’ERAP Marche Presidio di Pesaro e Urbino
L’opera sarà finanziata come segue:
FINANZIAMENTI
LAVORI
Stato/Regione
LOTTO A
€ 904.301,89
€ 1.055.392,36
LOTTO B
€ 1.488.660,70
€ 1.737.385,65
GIARDINO
€ 107.037,41
€ 124.921,19
TOTALI
€ 2.500.000,00
€ 2.917.699,20
ERAP
TOTALE
FINANZIAMENTI
€ 1.055.392,36
€ 1.322.260,74
€ 3.059.646,35
€ 124.921,19
€ 1.322.260,74
€ 4.239.959,94
I lavori a corpo vengono ripartiti, come riportato nella seguente tabella, in gruppi di
lavorazioni omogenee, così come già previsto dall’art.43, comma 6 del Regolamento, anche ai fini
di cui all'art.106 del Codice dei CC.PP.:
1
descrizione categorie
IMPORTO
LAVORI
cat.
LAVORI A CORPO
Euro
Demolizioni e rimozioni
Ponteggi
OG 1
OG 1
Impermeabilizzazioni -Isolamenti - Controsoffitti
Opere murarie
Massetti
Intonaci
Tinteggiature
Pavimenti - Rivestimenti
Infissi - Opere da lattoniere - Opere da fabbro
Impianti elettrici
Impianti termici
Impianti idrosanitari e scarichi
Elevatore
Domotica
Prevenzione incendi
Fognatura via pubblica
Fognatura privata
Giardino - opere varie
Giardino - impianto elettrico
Giardino - impianto irrigazione
TOTALE (Euro)
Oneri per la sicurezza (Euro)
TOTALE APPALTO (Euro)
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OS 30 - OG 11
OS 28 - OG 11
OS 3 - OG 11
OS 30 - OG 11
OG 30 - OG 11
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
OG 1
incidenza
percentuale
lavori (%)
187 911,34
24 158,48
7,76%
1,00%
246 695,93
191 649,23
99 850,62
129 512,46
157 357,40
131 616,99
396 907,38
226 678,61
238 023,50
150 872,10
21 948,06
53 883,40
8 397,98
9 103,52
18 205,36
104 341,09
20 594,06
2 696,32
2 420 403,83
79 596,17
2 500 000,00
10,19%
7,92%
4,13%
5,35%
6,50%
5,44%
16,40%
9,37%
9,83%
6,23%
0,91%
2,23%
0,35%
0,38%
0,75%
4,31%
0,85%
0,11%
100,00%
Art. 4 – SUDDIVISIONE DELLE OPERE IN CATEGORIE
Sono comprese nell'appalto le opere sommariamente designate come segue raggruppate
in categorie ai fini del Sistema unico di Qualificazione degli Esecutori di Lavori Pubblici dell’art. 84
del Codice dei CC.PP.:
LAVORAZIONE
Categoria
CATEGORIA PREVALENTE:
a) EDIFICI CIVILI
OG 1
Importo (€)
%
1 728 998,16
71,43
691 405,67
150 872,10
238 023,50
302 510,07
28,57
6,23
9,83
12,50
2 420 403,83
79 596,17
2 500 000,00
100,00
ALTRE CATEGORIE NON PREVALENTI:
b)
(*)
(*)
(*)
IMPIANTI TECNOLOGICI:
b.1)
Impianti idrico sanitari e adduzione gas
b.2)
Impianti termici e di condizionamento
b.3)
Impianti elettrici, telefonici, televisivi
OG 11
OS 3
OS 28
OS 30
TOTALE CATEGORIE:
ONERI PER LA SICUREZZA:
TOTALE APPALTO (EURO)
(*) Ai fini dell’art. 79, comma 16, terzo periodo, del Regolamento, ricorrono le condizioni di
cui al quarto periodo della stessa norma, per cui la categoria OG 11 è stata individuata in
alternativa alle categorie OS 3 – OS 28 e OS 30.
Ai sensi degli articolo 107, 108 e 109 del Regolamento, le parti di lavoro appartenenti alla/e
categoria/e diversa/e da quella prevalente, con i relativi importi, sono scorporabili.
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Tutte le categorie sono subappaltabili alle condizioni di legge e del presente Capitolato
Speciale, fatti salvi i limiti, i divieti e le prescrizioni vigenti.
Art. 5 – DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Tutte le opere comprese nel presente appalto devono rispondere alle disposizioni, modalità
ed obblighi stabiliti dal Capitolato Speciale tipo per appalti dei lavori edilizi edito dal Ministero dei
Lavori Pubblici, gli articoli del quale si intendono qui integralmente riportati per ogni opera e
categoria di lavoro sotto elencate se ed in quanto non siano in contrasto con le norme del presente
Capitolato Speciale.
Tutte le opere, oggetto dell'appalto, dovranno essere eseguite e finite a perfetta regola
d'arte in ogni loro parte.
La forma, le dimensioni e le caratteristiche delle opere in appalto, risultano dai disegni
allegati al contratto e da quanto è stabilito nel presente Capitolato Speciale secondo le direttive
della direzione lavori.
In caso di discordanza tra i diversi elaborati di progetto, vale la soluzione più favorevole al
committente a giudizio insindacabile della direzione lavori.
Tutte le misure riportate negli elaborati grafici architettonici di contratto vanno intese al finito
degli intonaci, pavimenti, rivestimenti, ecc.
Qualora alcuni lavori non fossero ben specificati nei disegni e nelle norme del Capitolato
Speciale questi dovranno essere eseguiti secondo le disposizioni che verranno impartite dalla
Direzione Lavori.
5/A) SOMMINISTRAZIONI E PRESTAZIONI, MODO DI ESECUZIONE DI OGNI
CATEGORIA DI LAVORO, QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI, ORDINE DA TENERSI
NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI.
Premessa:
Formano oggetto del presente appalto le opere, le somministrazioni e le prestazioni
necessarie per l'esecuzione dei lavori di terra, in cemento armato, murarie ed affini comprese le
eventuali demolizioni, lavori da falegname, da imbianchino, da verniciatore, da elettricista, da
fontaniere, lavori per riscaldamento, di impianti ascensori occorrenti per la costruzione dei fabbricati
già indicati, per la sistemazione dell'area di pertinenza dei fabbricati stessi e della relativa
copertura, il tutto nei modi e nella quantità risultanti dal presente Capitolato e dalla descrizione dei
lavori e dai disegni che vengono e rimarranno allegati al presente Capitolato per farne parte
integrante e sostanziale.
Sono compresi nell'appalto gli allacciamenti con le linee pubbliche per l'energia elettrica,
per il gas, per l'acqua, per l’acqua di recupero, per il telefono, per le fognature ecc. dalla rete di
distribuzione fino al limite del lotto e dal limite del lotto fino ai contatori ed alle singole utenze,
secondo le modalità e le prescrizioni delle aziende erogatrici.
Sono comprese nell'appalto per l’esecuzione dei lavori e delle opere di cui sopra tutte le
opere murarie necessarie, nessuna esclusa (scavi in genere, ponteggi, malte, conglomerati,
murature, pozzetti, mano d'opera e materiali da premurare ecc.), lo scarico dei materiali in cantiere
dai mezzi di trasporto, la sistemazione in cantiere, il loro sollevamento e la loro distribuzione ai
luoghi di utilizzo e di posa.
Sono comprese, inoltre, le riprese di intonaco e di tinta dovuti agli allacciamenti, anche se
eseguiti a lavori principali ultimati. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di sopprimere alcune
categorie di lavori previste e di eseguirne altre non previste, compresa anche la possibilità di far
eseguire all'Impresa aggiudicataria opere parziali e di stralciare determinate categorie di opere
senza che l'Appaltatore possa trarne argomento per chiedere compensi non contemplati nel
presente Capitolato, a prezzi diversi da quelli indicati nell'elenco che fa seguito, purchè l'importo
delle singole partite non abbia a variare, che sia in più o che in meno, per oltre un quinto rispetto al
corrispondente importo presunto.
Natura dell'appalto
I lavori appaltati comprendono:
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1) Demolizioni, scavi di sbancamento, demolizione di roccia trovata durante i lavori di
sbancamento, scavi a sezione ristretta e riporti di terra e rimozioni in genere;
2) Tutte le opere di isolamento ed impermeabilizzazione delle strutture compomemti il
fabbricato;
3) Tutte le opere edili necessarie per la realizzazione delle finiture, interne ed esterne;
4) Tutte le opere da falegname;
5) Tutte le opere da fabbro e da lattoniere;
6) Tutti gli infissi esterni ed i sistemi di oscuramento;
7) Tutte le opere di verniciatura;
8) Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa in opera dell’impianto idrico;
9) Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa in opera dell’impianto elettrico;;
10 Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa dell’impianto termico;
11)Opere di sistemazione di terreno vegetale ed opere di piantumazione.
L'importo complessivo dei lavori corrisponde con l’importo presunto dell’appalto come da:
Computo Metrico Estimativo relativo al fabbricato; Computo Metrico Estimativo del verde pubblico;
Computo Metrico Estimativo degli impianti tecnologici (denominato CE00bis); Computo Metrico
Estimativo delle opere esterne (denominato CE01bis). Il presente Capitolato costituisce allegato dei
suddetti Computi Metrici.
Descrizione dei lavori compresi nel prezzo d’appalto
Ad ampliamento di quanto specificato nei disegni allegati al presente Capitolato, si
enunciano i lavori a misura ed a corpo, costituiti da tutto quanto è più sotto descritto, ad eccezione
di quelle sole opere a parte e per le quali venga fatta esplicita esclusione nel corso della presente
dichiarazione.
Si intendono comprese nel prezzo d’appalto anche quelle opere o categorie di opere non
indicate specificatamente, ma che sono necessarie per l’ultimazione dell’opera e per l’esecuzione a
regola d’arte dell’opera stessa.
Si precisa, inoltre, che, nel caso di discordanza fra le descrizioni di Capitolato e gli allegati
disegni, sarà valida l’indicazione della D.L., a giudizio insindacabile di questa.
AVVERTENZE
1) Tutte le opere di appalto dovranno essere eseguite in maniera conforme alle prescrizioni
del presente Capitolato ed al Regolamento Edilizio del Comune di Pesaro per il Centro Storico.
2) Il fabbricato dovrà essere rispondente in ogni parte alle norme della Legge n. 10/’91, al
D.M. 412 del 01/08/’93, al D.Lgs n. 192 del 19/08/’05 e ss. mm. ii., al D.Lgs n. 311/’06, al D.P.R. N.
59/2009, al D.M. del 15/02/1986 riguardante la prevenzione incendi nei locali destinati ad
autorimessa e ss. mm. ii. ed alle leggi sull’abbattimento dei rumori nei fabbricati: D.P.C.M.
05/12/’97 “Determinazione dei requisiti acustici degli edifici” e ss. mm. ii.; Legge Regionale n. 28
del 14/11/2001 e ss. mm. ii. (sono comprese tutte le opere non espressamente citate nel presente
Capitolato, ma che sono necessarie per la conformità dell’edificio);
3) Risulta compreso nel prezzo d’appalto ogni onere per l'architravatura e la spigolatura di
porte e finestre e vani in genere (tutte le spigolature e le gargamature dei muri esterni verranno
eseguite con malta di calce o con paraspigoli in acciaio inox da esterno a scelta D.L., sono vietate
le spigolature con lamiere di altro tipo; le spigolature interne verranno eseguite con angolari in
alluminio), nonché ogni lavoro murario e materiale per creare e sistemare aperture di qualsiasi
4
genere, per la creazione delle sedi incassate e per la formazione dei cassoni per l'occultamento ed
il perfetto rivestimento delle tubazioni di qualsiasi genere;
4) I locali contatori per gas, acqua, ENEL e per la rete telefonica dovranno essere eseguiti
secondo gli ordini della Direzione dei Lavori relativamente alla posizione, alle dimensioni, alle
finiture ecc. (i locali contatori dell’acqua dovranno essere coibentati);
5) L'Impresa è tenuta alla tempestiva campionatura di tutti i materiali da porre in opera ed
all'approntamento dei campioni dei vari manufatti, onde ottenere sempre la preventiva
approvazione della Direzione Lavori; tale preventiva approvazione è necessaria per la regolare
emissione dei S.A.L.;
6) I materiali (forniture ecc.) eventualmente posti in opera senza la preventiva
autorizzazione della D.L. saranno rimossi a cura e spese dell' Impresa;
7) A lavori ultimati, l'Impresa è tenuta alla perfetta pulizia del fabbricato (parti private e
condominiali), compresi apparecchi, serramenti ecc., anche se eventualmente posti in opera o
forniti da altre ditte;
8) I tramezzi disegnati nelle planimetrie allegate al Contratto devono intendersi vincolanti
nelle quantità e non nelle posizioni. Le planimetrie definitive con le modifiche degli assegnatari
(approvate dalla D.L.) verranno consegnate all’Impresa prima dell’esecuzione dei lavori. Prima
dell'esecuzione delle tramezzature l'Impresa è tenuta ad eseguirne lo spiccato mediante la posa in
opera di forati a secco, che dovrà essere approvata dal socio assegnatario e dal Direttore dei
Lavori. L’impresa si impegna sin d’ora alla realizzazione delle opere richieste senza nulla
pretendere se non il costo delle maggiori quantità di opere che verranno contabilizzate con le voci
di tutti gli Elenco prezzi allegati. Eventuali opere in quantità minore di quelle previste verranno
contabilizzate in detrazione con gli stessi Elenco prezzi di cui sopra, senza null’altro pretendere da
ambo le parti.
9) Prima dell'esecuzione degli impianti termico, gas, elettrico, telefonico, idrico, ecc la
Direzione Lavori ne verifica e ne approva il tracciato e le modalità di esecuzione.
10) L'impresa è tenuta, inoltre, al rispetto del D.M. 37/2008 (ex legge n. 46/’90) che si
intende allegato al presente Capitolato, anche se materialmente non allegato, e che l'Impresa
dichiara di ben conoscere ed accettare incondizionatamente senza riserva alcuna.
11) L'impresa è inoltre tenuta al rispetto di tutte le norme vigenti C.E.I. - U.N.I. C.I.G.,
U.N.I., ecc.
12) Per le forniture dei pavimenti, rivestimenti, sanitari, rubinetterie, porte interne e
quant’altro a scelta degli assegnatari, l’Impresa si impegna:
- a comunicare alla Committente i nominativi dei fornitori;
- a predisporre adeguate mostre dei materiali;
- a consegnare i listini prezzi dei materiali di Capitolato e fuori Capitolato;
- a comunicare lo sconto che applicherà, nel caso di varianti da parte del socio
assegnatario, sulle differenze dei listini.
I punti precedenti dovranno essere preventivamente approvati singolarmente dalla
Committente e dalla D.L. La Committente può, a proprio insindacabile giudizio, respingere fornitori
considerati qualitativamente inadeguati.
13) La Committente si riserva ogni più ampia facoltà di decisione su eventuali discordanze
tra gli elaborati progettuali ed il Capitolato speciale d'appalto, firmati fra le parti, senza che alcun
compenso venga versato all'Impresa appaltatrice.
Art. 1- Rimozioni e demolizioni
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Come da elaborati esecutivi forniti dalla D.L. Le rimozioni e le demolizioni saranno fatte con
somma cura per produrre il minimo disturbo possibile. Tutti i materiali provenienti dalle rimozioni
rimarranno di proprietà della stazione appaltante e l'Impresa è tenuta a custodirli sino a quando
essi non verranno trasportati nei luoghi indicati dalla D.L.
Rimozioni
1. Rimozione di apparecchi idro-sanitari e di riscaldamento di tutti gli appartamenti e delle
parti comuni, comprensiva di calo a terra del materiale, di movimentazione nell’ambito del cantiere
e di relativo carico su automezzo meccanico.
2. Rimozione degli infissi esterni ed interni di tutto il fabbricato di qualunque forma e specie,
incluse mostre, telai, ecc. Nella rimozione è compreso il calo a terra del materiale, la
movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico.
3. Rimozione delle grate delle bocche di aerazione e delle inferriate delle finestre dei piani
terra, primo e secondo, incluso il disancoraggio di staffe e bulloni e di ogni altro elemento di
bloccaggio ancorato alla muratura. Nella rimozione sono compresi il calo a terra del materiale, la
movimentazione e l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo carico su
automezzo meccanico.
4. Rimozione gli elementi metallici strutturali e non, consistenti nelle scale a chiocciola del
piano secondo. Nella rimozione è compreso il calo a terra del materiale, la movimentazione e
l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo carico su automezzo meccanico.
5. Rimozione totale della carta catramata posta sulle coperture piane e sul cornicione del
fabbricato. Nella rimozione sono compresi il calo a terra del materiale, il relativo carico su
automezzo meccanico, nonché il trasporto a pubblica discarica autorizzata con i relativi oneri.
6. Smontaggio e rimozione di canali di gronda o converse di qualsiasi dimensione e posti a
qualsiasi altezza. Nella rimozione sono compresi la rimozione degli ancoraggi, il calo a terra del
materiale, la movimentazione e l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo
carico su automezzo meccanico.
7. Rimozione di pali per pubblici servizi in legno, metallo o c.a. prefabbricato. Saranno
compresi lo scavo, il sollevamento e la pulizia, nonché la movimentazione nell’ambito del cantiere
ed il relativo carico su automezzo meccanico.
8. Rimozione di pavimentazione in cubetti di porfido, posti su sabbia, con recupero e del
sottostante piano d’appoggio in corrispondenza della fognatura sulla via pubblica. Sono compresi:
la cernita; la scelta e l’accatastamento nell’ambito del cantiere del materiale riutilizzabile; l’onere
per il carico in alto; la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo
meccanico.
9. Rimozione dei pali per illuminazione pubblica, siano in legno, in metallo o cemento
armato prefabbricato. Sono compresi: lo scavo necessario; il sollevamento; la pulizia; le opere
murarie; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei materiali provenienti dalle rimozioni ed il
relativo carico su automezzo meccanico. Sono da computarsi a parte le eventuali opere di
protezione ed il trasporto a discarica con i relativi oneri. Nelle rimozioni si ritengono comprese le
opere murarie ed idrauliche necessarie a rendere il lavoro finito a regola d’arte. Saranno, invece,
da computarsi a parte le eventuali opere di protezione ed il trasporto a qualsiasi distanza,
nell’ambito del cantiere o a discarica o sito autorizzato, con i relativi oneri.
10. La gestione dei materiali deve avvenire secondo le prescrizioni previste al punto 5/B)
del presente Capitolato Speciale d’Appalto.
Demolizioni
1. Demolizione di soglie e rivestimenti murari di qualsiasi materiale, interni ed esterni,
compresa la rimozione della parte sottostante per circa 5 - 6 cm. E’ inclusa la preparazione con
finitura ad intonco per la posa dei pannelli isolanti in lana di roccia. Nella demolizione sono
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compresi il calo a terra del materiale, la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico
su automezzo meccanico.
2. Allargamento delle spallette delle finestre per una dimensione pari a 4 – 5 cm per lato. E’
compreso il ripristino della muratura, la finitura ad intonaco ed il posizionamento di rivestimento “a
cappotto”.
3. Demolizione delle solette in c.a. di copertura delle bocche di aerazione dell’autorimessa
interrata. Sono compresi: il taglio dei ferri e l’uso dei mezzi d’opera necessari; l’onere per il calo in
basso; la movimentazione nell’ambito del cantiere; il carico su automezzo meccanico.
4. Demolizione dei controsoffitti, di qualsiasi forma e tipo, nel piano interrato. Sono
compresi: la rimozione della struttura portante; la cernita e l’accatastamento del materiale; il calo in
basso; la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico.
5. Demolizione dei tramezzi degli appartamenti, delle pareti delle bocche d’aerazione e
delle contropareti del piano interrato, che siano in foglio o ad una testa e che siano rifiniti con
eventuali intonaci, rivestimenti e battiscopa. Nella demolizione è compreso il calo a terra del
materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico.
6. Demolizione di calcestruzzo armato controterra a livello del soffitto del piano interrato
atto all’allargamento delle bocche di aerazione. La demolizione dovrà avvenire con ogni cautela e
dovrà essere comprensiva di calo in basso, movimentazione nell’ambito del cantiere e di relativo
carico su automezzo meccanico.
7. Demolizione di intonaco interno agli appartamenti, su pareti e soffitti, e d’intonaco
esterno in corrispondenza dei plafoni dei terrazzi del piano terra. Sono compresi: la scrostatura e la
scalfittura della malta negli interstizi dei giunti della muratura; la spazzolatura finale; il lavaggio e la
pulitura della superficie scrostata; l’umidificazione. Sono, inoltre, compresi la movimentazione
nell’ambito del cantiere ed il carico su automezzo meccanico.
8. Demolizione di pavimenti e rivestimenti sia interni che esterni, da eseguire in
corrispondenza di tutti gli appartamenti, di tutti i terrazzi del fabbricato e del lastrico d’ingresso alla
nuova aula per servizi di quartiere. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del materiale, il
movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. E’, invece,
esclusa la preparazione per la ripavimentazione.
9. Demolizione del massetto e del sottofondo in corrispondenza delle pavimentazioni e del
massetto posto su copertura e cornicione. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del
materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico.
10. Demolizione di solaio misto in laterizio e c.a. in corrispondenza del ballatoio del piano
primo (Lotto A) per il successivo inserimento di solaio in vetro-cemento. E’ compreso l’eventuale
taglio dei ferri, quindi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo
carico su automezzo meccanico.
11. Taglio a forza nel conglomerato cementizio in corrispondenza del soffitto del piano
interrato per il passaggio di cavi e scarichi. Nel traglio è compreso il calo a terra del materiale, lo
scarriolamento a mano fino al punto di carico, la cernita e l’accatastamento del materiale, il carico
su automezzo meccanico, nonché il trasporto a pubblica discarica autorizzata con i relativi oneri.
12. Demolizione delle murature al piano terra, in corrispondenza dei vecchi laboratori, ed al
piano interrato, in corrispondenza del ripostiglio. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del
materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico.
13. Demolizione di solaio in legno in corrispondenza del locale contatori ENEL e della
centrale termica per il passaggio di cavi nei suddetti vani tecnici. Nella demolizione sono compresi
il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo
meccanico.
14. Demolizione totale, con uso di mezzo meccanico, di calcestruzzo non armato per i
cordoli delle aiuole, dei cordoli delle aree a prato e dei cordoli presenti in corrispondenza del
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parcheggio interno, di qualsiasi forma o spessore. Sono compresi: l'impiego di mezzi d'opera
adeguati alla mole delle strutture da demolire; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei
materiali provenienti dalle demolizioni ed il relativo carico su automezzo meccanico.
Art. 2- Scavi e rinterri
Come da elaborati esecutivi forniti dalla D.L.
Scavi
Scavi a sezione obbligata fino a 3 m, con l’uso di mezzi meccanici, per la realizzazione
delle nuove fognature sulla via pubblica. Lo scavo dovrà essere effettuato con mezzo meccanico in
terreni di qualunque natura e consistenza, eseguito anche in presenza di acqua, e comprenderà la
demolizioni delle normali sovrastrutture. Dovranno essere, poi, compresi il tiro in alto delle materie
scavate, l’allargamento della sezione di scavo per garantire adeguati spazi di manovra, eventuali
rinterri, in caso di materiale idoneo, il carico in alto, la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il
relativo carico su automezzo meccanico. Per gli scavi, sono compresi nell’appalto i riporti di terreno
necessari per raggiungere le quote di progetto delle sistemazioni esterne. Il tutto da realizzare
come da indicazioni della D.L. Per la realizzazione di nuova pavimentazione e di nuove aree verdi,
nonché per la realizzazione degli impianti di illuminazione pubblica ed irrigazione, si richiedono
scavi a sezione obbligata fino alla profondità di 3 m, eseguiti con uso di mezzo meccanico, di
materie di qualsiasi natura e consistenza asciutte, bagnate o melmose, eseguiti anche in presenza
di acqua con battente massimo di cm 20, esclusa la roccia da mina ma compresi i trovanti rocciosi
ed i relitti di murature fino a 0,50 mc. Sono inoltre compresi: la demolizione delle normali
sovrastrutture tipo pavimentazioni stradali o simili; il tiro in alto delle materie scavate; l'eventuale
rinterro delle materie depositate ai margini dello scavo, se ritenute idonee dalla D.L.; l’onere per il
carico in alto; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei materiali provenienti dagli scavi; il
relativo carico su automezzo meccanico. Saranno, invece, da computarsi a parte il trasporto tramite
autocarro a qualsiasi distanza nell’ambito del cantiere o verso discarica o sito autorizzato fino ad
una distanza di 15 km, misurato per il solo viaggio di andata dal punto più vicino del cantiere fino
alla discarica o sito autorizzato. Saranno compresi: il carico e lo scarico dei materiali dai mezzi di
trasporto; le assicurazioni; ogni spesa relativa al pieno funzionamento del mezzo di trasporto e
degli oneri di smaltimento in pubblica discarica.
La gestione dei materiali deve avvenire secondo le prescrizioni previste al punto 5/B) del
presente Capitolato Speciale d’Appalto
Rinterri
I rinterri ed il riempimento di cavi o di buche dovranno essere realizzati con materiale
proveniente da fuori cantiere scevro da sostanze organiche. Nelle operazioni di rinterro sono
compresi: la fornitura a bordo scavo del materiale da utilizzare; gli spianamenti; la costipazione e la
pilonatura a strati non superiori a 30 cm; la bagnatura e necessari ricarichi; la cernita dei materiali. I
rinterri dovranno essere effettuati lungo tutta la nuova linea della fognatura sulla via pubblica.
Per la realizzazione dll’impianto di illuminazione pubblica, saranno necessarie opere di
rinterro o riempimento di cavi o di buche con materiali scevri da sostanze organiche e proveniente
dagli scavi di cantiere. Saranno compresi: la fornitura a bordo scavo dei materiali da utilizzare; gli
spianamenti; la costipazione e la pilonatura a strati non superiori a 30 cm; la bagnatura e i
necessari ricarichi; i movimenti dei materiali, per quanto sopra eseguiti, con mezzi meccanici; la
cernita dei materiali. E' inoltre compreso quanto altro occorre per dare l'opera finita.
Art. 3- Drenaggi
I drenaggi dovranno essere realizzati in corrispondenza di tutti gli scavi eseguiti per la
nuova linea della fognatura; dovranno essere composti da pietrisco di cava, di pezzatura mista da
15 a 45 – 50 mm, e dovranno essere assestati mediante l’uso di pestello meccanico. Gli scoli delle
acque andranno collegati alla fognatura comunale e dovranno essere istallati pozzetti di ispezione
come richiesto dalla D.L. Per garantire adeguato comportamento drenante in corrispondenza
dell’area adibita a verde comunale, si renderà necessario realizzare opportuno drenaggio eseguito
con ghiaia di fiume di pezzatura mista da 15 a 40-50 mm, entro cavi.
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Art. 4- Solai
Come da elaborati esecutivi.
Per la realizzazione delle nuove solette di copertura delle bocche di aerazione
dell’autorimessa e per la realizzazione della copertura in vetro-mattone, in corrispondenza del
piano terra affacciantesi su via Mazza, si dovrà ricorrere ad un solaio in latero-cemento con travetti
prefabbricati tralicciati con fondo in laterizio ed interposti blocchi in laterizio ad interasse di 50 cm.
Nella realizzazione di dette solette dovranno essere compresi: il laterizio o le pignatte ed i relativi
pezzi speciali; l’armatura metallica necessaria; il getto di completamento da realizzarsi con
calcestruzzo Rck = 30 Mpa e classe di esposizione pari a 2b (norma UNI 9858); le casseforme e le
puntellature.
Art. 5- Murature
Prescrizioni particolari:
I blocchi di laterizio di tutti i tipi di muratura sotto elencati, dovranno essere perfettamente
riempiti di malta, sia nei giunti orizzontali che nei giunti verticali, tirata perfettamente fino a filo
esterno di entrambe le facce dei laterizi. Il rinzaffo interno delle murature dovrà essere di almeno 1
cm. Gli incroci fra le murature esterne e le murature di divisione fra due unità immobiliari dovranno
essere realizzate in modo tale da eliminare i ponti acustici. Gli isolanti termoacustici dovranno
essere montati a perfetta regola d’arte, non dovranno rimanere spazi vuoti fra pannelli e pannelli; i
pannelli dovranno essere accostati e/o sovrapposti perfettamente senza lasciare alcun ponte
acustico o termico nelle pareti. Tutte le tracce eseguite nelle murature per la realizzazione degli
impianti dovranno essere eseguite in modo meno invasivo possibile; le tracce non dovranno mai in
nessun caso forare completamente lo spessore dei laterizi e dovranno essere perfettamente
riempite di malta. Le scatole degli impianti elettrici dovranno essere perfettamente avvolte dalla
malta in tutti i lati. Dovranno evitarsi i ponti acustici originati dal posizionamento contrapposto di
scatole di derivazione degli impianti (scatole elettriche, ecc.) e prese elettriche. Le murature
esterne esistenti, isolate mediante il montaggio di “cappotto” interno od esterno, dovranno essere in
grado di garantire un D2m,nT,w pari a 40 dB; le murature esistenti di divisione fra unità immobiliari,
opportunamente isolate, dovranno essere in grado di garantire un R’w pari a 50 dB; le murature
esterne ed interne coibentate dovranno garantire i parametri sopra citati nel loro insieme, con
infissi, portoni, prese d’aria, murature, isolamenti, intonaci, impianti, ecc. I cavedi per i passaggi
degli impianti dovranno garantire, negli ambienti abitativi limitrofi, livelli Lasmax non superiori a 35
dB(A); i cavedi dovranno garantire il parametro sopra citato nel loro insieme completi di murature,
intonaci, isolamenti, impianti, ecc. Tutti i ponti termici, nessuno escluso, dovranno essere isolati
madiante pannelli in fibre minerali feldspatiche o pannelli in polistirene espanso estruso con vari
spessori, come da relazioni specialistiche. Sotto le pareti interne sarà posato uno strato di isolante
acustico tipo Celenit N sp. 6 cm o altro materiale a scelta della D.L., completo di risvolti. Il tutto sarà
eseguito come richiesto dalla D.L.
Divisori interni
I divisori interni degli alloggi, i divisori dell’aula per servizi alla comunità, il divisorio per il
disimpegno in corrispondenza del piano interrato, il divisorio per il disimpegno della centrale
termica e la controparete da realizzare su tutto il perimetro del piano interrato dovranno essere in
forati in laterizio da 8 x 25 x 25 cm o 14 x 25 x 25 cm, formati con malta di allettamento a base di
calce idraulica naturale della ditta Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a
scelta D.L. La parete dovrà essere rifinita con intonaco pronto premiscelato tipo “T501” della ditta
Tassullo o similare. I divisori interni degli alloggi negli elaborati grafici sono individuati con il codice
M11. Porzioni di divisorio tra appartamenti in corrispondenza dei piani terra e primo Nuovi divisori
per chiusura porte esistenti tra unità immobiliari da realizzare con doppio laterizio forato,
rispettivamente da 12 x 25 x 25 cm e da 8 x 25 x 25 cm con interposto pannello in fibra di vetro e
con applicazione su di un lato di pannelli rigidi isolanti di fibre minerali feldspatiche. I forati
dovranno essere posati con malta di allettamento a base di calce idraulica naturale della ditta
Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a scelta D.L. L’intonaco di rifinitura sarà
del tipo pronto premiscelato per interni tipo “T501” della ditta Tassullo o similare. Per le
caratteristiche dei pannelli isolanti vd. il paragrafo relativo agli isolamenti acustici. I divisori tra unità
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immobiliari negli elaborati grafici sono individuati con i seguenti codici: M3, M5, M6, M8, M9, M10,
M13 e M16, a seconda della posizione dei pannelli isolanti e del loro spessore.
Divisori tra le nuove unità immobiliari al piano terra
Nuovi divisori a definizione degli appartamenti al piano terra, ricavati sul retro del
fabbricato, realizzati con doppia parete in laterizio forato (spessori 8 e 12 cm) con interposto
pannello isolante in fibre minerali feldspatiche per uno spessore di 5 cm; la finitura superficiale, su
ambedue le facce, dovrà essere realizzata ion inotnaco di calce e gesso per uno spessore di 15
mm. I divisori di nuova realizzazione tra le nuove unità immobiliari negli elaborati grafici sono
individuati con il codice M19.
Divisorio tra autorimessa e vano ascensore
La parete divisoria interna, che si dovrà realizzare nell’interrato fra autorimessa e vano
scala condominiale, dovrà essere in blocchi tipo Leca dello sp. di 20 cm, pulita e stuccata da
lasciare a vista (intonacata verso il vano scala condominiale); la malta di allettamento dovrà essere
della ditta Tassullo “TBLOCK/GR” o altra ditta e modello similare a scelta della D.L. Il divisorio di
nuova realizzazione tra autorimessa e vano ascensore negli elaborati grafici è individuato con il
codice M18.
Divisorio tra zona compartimentata e deposito al piano interrato e parete C.T. al piano terra
La parete divisoria interna, che si dovrà realizzare per dividere nel piano interrato il
disimpegno dall’autorimessa, dovrà essere in blocchi forati di laterizio dello spessore di 15 cm; i
forati dovranno essere posati con malta di allettamento a base di calce idraulica naturale della ditta
Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a scelta D.L. L’intonaco di rifinitura sarà
del tipo pronto premiscelato per interni tipo “T501” della ditta Tassullo o similare. La stessa
tipologia di parete dovrà essere realizzata al piano terra per chiudere i vani finestrati in
corrispondenza del locale che da progetto diventa Centrale Termica. Il divisorio di nuova
realizzazione tra zona compartimentata e depositoal piano interrato, nonché per la realizzazione di
porzioni di parete della C.T. al piano terra, negli elaborati grafici è individuato con il codice M7.
Art. 6- Impermeabilizzazioni
Adeguata impermeabilizzazione dovrà essere realizzata in corrispondenza di balconi,
terrazzi, logge, coperture piane, percorsi esterni, pavimentazioni attorno al fabbricato ecc.; il
modello e le caratteristiche della guaina saranno indicate dalla D.L. (tipo “Mapelastic” della ditta
Mapei), così come le modalità di esecuzione.
Membrana impermeabilizzante
Le solette di copertura delle bocche di aerazione dell’autorimessa, i terrazzi degli
appartamenti, il terrazzo condominiale e le coperture piane dell’intero complesso dovranno essere
impermeabilizzate con membrana in bitume polimero elastomerica dotata di armatura in tessutonon
tessuto in poliestere da filo continuo, approvata con AGREMENT dall’I.C.I.T.E., a base di bitume
distillato e gomma termoplastica costituita da un copolimero a blocchi stirolo butadiene radiale
(SBS). La membrana, fornita e posta in opera, dovrà rispettare le seguenti caratteristiche:
allungamento a rottura della mescola non armata (NFT46002) al 2000%; resistenza longitudinale a
trazione (UNI 8202) pari a 90 kg/5 cm; resistenza trasversale a trazione (UNI 8202) pari a 80 kg/5
cm; allungamento longitudianle a rottura (UNI 8202) pari al 50%; allungamento trasversale a rottura
(UNI 8202) pari al 50%; resistenza a fatica su fessura attiva (UNI 8202) pari a 10.000 cicli a 0°C e a
1.000 cicli a 10°C; flessibilità a freddo (UNI 8202) pari a -25°C. Il prodotto che verrà utilizzato in
cantiere dovrà comunque essere certificato, avere uno spessore pari a 4 mm e dovrà essere
applicato a fiamma con giunti sovrapposti di 10 cm.
Barriera al vapore
In corrispondenza delle murature trattate con isolamento “a cappotto” interno (codici M1,
M4 ed M14), tra le due lastre in cartongesso da usare come finitura superficiale, dovrà essere
sistemata barriera al vapore in fogli di polietilene dello spessore di 0,2 mm. In corrispondenza della
muratura denominata M12, dove una parete di laterizio è addossata all’isolamento in polistirene
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espanso estruso senza pelle per garantire il passaggio degli impianti, dovrà essere montata
barriera al vapore in fogli di alluminio dello spessore di 0,03 mm. Laddove i terrazzi corrispondono
alla copertura piana degli appartamenti sottostanti (i terrazzi degli appartamenti del piano primo e
del piano secondo, nonché le coperture piane dell’intero complesso) dovrà essere fornita e posta in
opera adeguata barriera al vapore, costituita da fogli di alluminio dello spessore di 0,08 mm. I fogli
dovranno essere posti in opera a secco, secondo le prescrizioni del costruttore e tenendo presenti i
seguenti aspetti: Modalità 1: montaggio dei fogli con 20 cm di sovrapposizione e risvoltati sulle parti
verticali per 10 cm. Modalità 2: montaggio dei fogli con 5 cm di sovrapposizione, sigillati con nastro
di giunzione monoadesivo largo 8 cm e risvoltati sulle parti verticali per 10 cm. In entrambi i casi, il
collegamento degli elementi fuoriuscenti dalle superfici trattate dovrà avvenire mediante nastro di
giunzione.
Art. 7- Isolamenti termoacustici
Gli isolamenti dell’edificio dovranno rispettare ed essere conformi alla Legge 10/’91, al D.M.
n. 412 del 01/08/’93, al D.Lgs. n.192 del 19/08/’05, al D.Lgs n. 311/’06 e successive modificazioni
e/o integrazioni, al D.P.C.M. 05/12/’97 (“Determinazione dei requisiti acustici degli edifici”) ed alla
Legge Regionale n. 28 del 14/11/2001 e successive modificazioni e/o integrazioni; dovranno
essere dotati di marchio CE ottenuto secondo le relative norme di prodotto. Le tubazioni
dell'impianto termico, i tubi dell’acqua calda ed i tubi dell’acqua fredda dovranno essere coibentati
con materiale idoneo (ad alto potere coibente) a scelta della D.L. Adeguata coibentazione dovrà
essere prevista anche nei locali contatori dove sono possibili condensa e gelo. Si rimanda al
Disciplinare Tecnico degli impianti tecnologi, agli elaborati di progetto ed alle norme di legge per
ulteriori prescrizioni circa le caratteristiche di conducibilità e spessori da applicarsi. L’isolamento
termo-acustico delle canalizzazioni (colonne di scarico, distribuzione scarichi cucine, distribuzione
scarichi bagni, distribuzione altri attacchi, sfiati, cappe cucine, aerazioni bagni, ecc., nessuno
escluso) sarà eseguito con guaine di polietilene espanso (sp. minimo 5 mm) tipo “Fonoblok” della
ditta Armstrong (il tutto completato da fascette e nastro autoadesivo “Tubolit WF 70SK”) o tipo
“Sonik” della ditta Isofom (il tutto completato da fascette e nastro autoadesivo “Sonik”). Il tutto dovrà
essere montato come da indicazioni fornite dalla D.L. Per ulteriori prescrizioni di isolamento
acustico, si rimanda alla parte V del Certificato Acustico di Progetto. Su tutti i solai dovranno essere
montati pannelli specifici per impianti a pavimento e sottostante materassino tipo “Tarilex” o altro
materiale a scelta della D.L., risvoltato perimetralmente (per pavimentazioni galleggianti). Il tutto da
eseguire come da indicazioni della D.L. La copertura piana del fabbricato principale dovrà essere
isolata con pannelli rigidi in fibre minerali feldspatiche dello spessore minimo 12 cm. Si dovrà,
comunque, provvedere all’isolamento acustico di solai e pavimentazioni (per tutti i solai e per tutti i
tipi di pavimentazioni) montando materiali (pannelli, materassini, ecc. risvoltati anche sulle pareti)
certificati a norma di legge: il materiale scelto dovrà rispettare ed essere conforme a tutte le leggi
Nazionali e Regionali in materia di acustica negli edifici per l’abbattimento dei rumori all’interno dei
fabbricati. L’isolamento acustico dovrà essere posto anche sotto tutti i tramezzi interni, sotto le
pareti di divisione fra appartamenti e, laddove questo sia possibile, sotto le pareti di divisione fra
appartamenti e vani scala. Le pavimentazioni nel loro insieme (solai, isolanti acustici, impianti,
massetti, pavimentazioni, ecc.) dovranno garantire un R’w superiore a 50 dB (A) D2m, nT, w
superiore a 40 dB(A) e L’nT,w inferiore a 63 dB (A).
Isolamento a cappotto esterno
Laddove sarà possibile, secondo gli elaborati grafici e le indicazioni fornite dalla D.L., le
murature dovranno essere coibentate mediante il montaggio esterno di pannelli in polistirene
espanso estruso dello spessore di 12 cm. Il rivestimento a cappotto dovrà prevedere il risvolto sulla
copertura. La lavorazione non dovrà essere effettuata nelle ore di massima insolazione, dovrà
essere garantita con polizza di assicurazione, dovrà essere corredata da relazione indicante i
componenti impiegati e certificati e, infine, dovrà essere fornito alla D.L. un campione per il
raffronto in sede di collaudo. Nel caso in cui il cappotto debba essere montato su intonaci esistenti
tinteggiati, si dovrà prevedere l’uso di primer a solvente aggrappante o fissativo; l’intervento dovrà
essere completo di lavaggio delle superfici. Il pannello dovrà essere fornito e posto in opera con la
seguente metodologia: 1. Sarà necessario stendere un fondo insaponificabile (fondo di tipo acrilico,
idraulico o misto a giudizio della D.L.) su tutta la superficie da trattare, fratazzata o staggiata, per
uno spessore di 2 mm; 2. Dovranno, poi, essere applicati i pannelli isolanti mediante fissaggio
meccanico con stop ad espansione, in n. di 3 al mq, con piastrina di ripartizione in lamiera zincata
(in alternativa è possibile il fissaggio con appositi fermi in plastica, a giudizio della D.L.); 3. Stesura
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di collanti o mastici di rasatura per uno spessore di 1,5 mm; 4. Applicazione di rete di fibra di vetro
insaponificabile con maglia 4 x 4 mm o comunque avente simile resistenza a trazione, pari a 120150 kg per 5 cm di larghezza; 5. Finitura con collanti o mastici per uno spessore di 1,5 mm; 6.
Applicazione di malta idraulica per finitura con strato rigido per uno spessore di 6-7 mm (in
alternativa: malta plastica costituita da polveri di quarzo e leganti acrilici insaponificabili dello
spessore di 5 mm a giudizio della D.L.); 7. Tinteggio a rullo con pittura a solvente (se necessario ed
a discezione della D.L.) avente spessore minimo di 0,5 mm (kgmq 0,5); 8. Saranno da prevedere
paraspigoli e sigillanti siliconici se necessario (a discezione della D.L.). Le murature per le quali è
previsto un trattamento isolante a cappotto esterno negli elaborati grafici sono individuati con i
codici M2 ed M15.
Isolamento a cappotto interno
Laddove risulta impossibile applicare un isolamento termico sulle murature mediante
rivestimento a cappotto, queste verranno isolate termicamente ed acusticamente con il montaggio
sulla faccia interna di pannelli isolanti in lana di roccia o polistirene espanso estruso a seconda dei
casi. Verranno seguite le stesse modalità e verranno usati gli stessi materiali anche per
l’isolamento delle pareti divisorie tra unità immobiliari. In particolare: In particolare le pareti divisorie
tra unità immobiliari saranno isolate mediante il montaggio di un materassino in lana di roccia dello
spessore di 4 cm. Il materassino dovrà avere una densità > di 125 kgmc, dovrà essere trattato con
resine termoisolanti. Le murature per le quali è previsto un trattamento isolante interno negli
elaborati grafici sono individuate con i codici M1, M3, M4, M5, M6, M8, M9, M10, M13, M14 e M16.
Le differenze tra le varie murature (definite appunto con codici diversi) sono date dalla tipologia
della muratura esistente che si andrà a coibentare, dallo spessore del pannello isolante (variabile in
funzione delle esigenze termo-acustiche e dimensionali degli ambienti) e dalla faccia della
muratura che verrà coibentata (faccia destra, faccia sinistra o entrambe le facce). Le suddette
differenze non dovranno, comunque, modificare la metodologia d’intervento. A completamento del
pacchetto delle murature definite con i codici M1, M3, M4, M6, M8, M9, M10, M13, M14 ed M16
dovranno essere montate lastre di gesso cartonato dello spessore di 15 mm a rifinitura dei pannelli
di polistirene espanso estruso. La muratura in doppia parete di calcestruzzo (giunto sismico) sarà
integrata con pannelli in polistirene espanso estruso, ai quali dovrà essere sovrapposta parete in
laterizio forato delle dimensioni di 8 x 25 x 25 cm poi intonacata, sia per garantire appropriato grado
di isolamento termo-acustico che per garantire il passaggio degli impianti tecnologici. La muratura
per la quale è previsto il posizionamento di isolante interno con soprastante controparete negli
elaborati grafici è individuata con il codice M12.
Isolamento dei solai di copertura
In corrispondenza dei solai piani di copertura (copertura del fabbricato e copertura dell’aula
di servizio di quartiere), per garantire adeguato isolamento termo-acustico dovrà essere montato un
pannello rigido in fibre minerali feldspatiche dello spessore di 12 cm al di sopra della barriera al
vapore. Il pannello isolante dovrà avere densità maggiore a 125 kgmc, dovrà essere trattato con
resine termoisolanti in classe 0 di reazione al fuoco e dovrà essere ricoperto su entrambi i lati da un
foglio di carta bituminosa. Dovrà essere messo in opera perfettamente confinato, con
sovrapposizione di manto adesivo largo almeno 8 cm sulle giunzioni dei pannelli.
Isolamento dei solai d’interpiano
I solai d’interpiano dovranno essere isolati mediante materassino in gomma, tipo “Tarilex” o
altro materiale a scelta della D.L., dello spessore di 5 mm, risvoltato perimetralmente (per
pavimentazioni galleggianti) e la posa di pannelli di polistirene espanso estruso con pelle con
spessore nominale di 15 mm con bugnatura (o equivalenti) per la posa delle tubazioni, protetti da
pellicola antigraffio da 50 my, specifico per la posa di impianto di riscaldamento a pavimento. Il
materiale isolante da utilizzare va accuratamente accostato, in modo da garantire la continuità
dell’isolamento: sarà, perciò, opportuno sovrapporre i manti acustici per 8-10 cm e/o fissarli
mediante bande adesive in polietilene. La continuità dovrà essere garantita anche sigillando le
giunzioni tra i pannelli in senso orizzontale. In corrispondenza delle partizioni verticali i fogli di
materiale isolante dovranno essere risvoltati su tutto il perimetro per un’altezza pari a quella del del
pavimento finito. Isolamento dei terrazzi I terrazzi che costituiscono il soffitto delle sottostanti unità
immobiliari dovranno essere adeguatamente isolati dal punto di vista sia termico che acustico.
Sarà, perciò, necessario montare lastre in polistirene espanso estruso con pelle, con trattamento
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antifiamma (classe 1 di reazione al fuoco), con densità pari a 28 kgmc ed avente uno spessore pari
a 8 cm. Le lastre di polistirene dovranno essere posate su fogli di alluminio consistenti in barriera al
vapore quindi, a completamento del pacchetto di solaio ed immediatamente prima della
pavimentazione, dovrà essere stesa doppia membrana impermeabilizzante di “Mapelastic”della
ditta Mapei o altra similare a scelta della D.L.
Isolamento dei solai a sbalzo
I pavimenti delle unità immobiliari che danno verso spazi aperti dovranno essere isolati con
cappotto esterno montato in orizzontale. Il cappotto esterno orizzontale sarà composto da
polistirene espanso estruso senza pelle dello spessore di 12 cm. La lavorazione non dovrà essere
effettuata nelle ore di massima insolazione, dovrà essere garantita con polizza di assicurazione,
dovrà essere corredata da relazione indicante i componenti impiegati e certificati e, infine, dovrà
essere fornito alla D.L. un campione per il raffronto in sede di collaudo. Nel caso in cui il cappotto
debba essere montato su intonaci esistenti tinteggiati, si dovrà prevedere l’uso di primer a solvente
aggrappante o fissativo; l’intervento dovrà essere completo di lavaggio delle superfici.
Controsoffitto con isolamento
In corrispondenza del soffitto del piano interrato si dovrà intervenire rimuovendo l’attuale
controsoffitto e sostituendolo con un nuovo controsoffitto termofonoisolante e fonoassorbente.
Dovrà essere posizionato a soffitto, lasciando una camera d’aria di 5 cm, un pannello rigido in fibre
minerali feldspatiche dello spessore di 10 cm. Il materassino dovrà avere una densità maggiore di
125 kgmc. La finitura del controsoffitto dovrà avvenire mediante il montaggio di doppia lastra di
cartongesso, dello spessore di 15 mm ciascuna.
Art. 8- Intonaci interni
Intonaco interno in corrispondenza di appartamenti ed aula di servizi
Gli intonaci per interni dovranno essere del tipo pronto e premiscelato a base di grassello di
calce, in leganti speciali, titato in piano e fratazzato con contemporanea rasatura e finitura;
dovranno garantire resistenza specifica alla diffusione del vapore <=12. Si dovranno realizzare con
sbruffata di aggrappo a base di calce idraulica naturale, inerti selezionati con granulometria
massima pari a 2 mm e cellulose di origine naturale del tipo “TA02” della ditta Tassullo o altra ditta
e modello a scelta della D.L. (da eseguire dove si rendesse necessario). La posa verrà effettuata
mediante frattazzo di plastica o di metallo e rifinito con frattazzino di plastica o spugna (a seconda
delle caratteristiche di finitura richieste); successivamente si dovrà posare un intonaco pronto
secco a base di calce idraulica naturale ed inerti selezionati, con curva granulometrica controllata,
tipo “T501” della ditta Tassullo o altra ditta e modello a scelta della D.L.
Intonaco grezzo da eseguirsi all’interno
In corrispondenza delle porzioni di muratura interna da realizzare ex-novo e comunque
laddove si rendesse necessario, a discezione della D.L., dovrà essere realizzato intonaco grezzo,
rustico o fratazzato, costituito da un primo rinzaffo e da un secondo strato tirato in piano a fratazzo
lungo, applicato con le necessarie poste e guide, su superfici piane o curve, verticali ed orizzontali.
Intonaco deumidificante
In corrispondenza della rampa d’accesso al piano interrato, dovrà essere realizzato
intonaco deumidificante dello spessore medio di 3 cm, secondo le seguenti modalità: 1.
demolizione del vecchio intonaco fatiscente fino a portare la muratura al vivo; 2. scarnitura parziale
delle fughe, spazzolatura ed idrolavaggio a pressione; 3. intonacatura con malta pronta all’uso a
base di leganti idraulici, inerti selezionati e specifici additivi porogeni per la produzione di una malta
con caratteristiche di elevata traspirabilità μ < 6. L’intonaco dovrà essere applicato a cazzuola o a
macchina per strati successivi, fino a realizzare uno spessore minimo, nei punti di maggiore
sporgenza del sottofondo, di almeno 2 cm. 4. rasatura di finitura di civile con malta fine a base di
calce rifinita e fratazzino di spugna.
Art.9- Sottofondi e massetti
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Massetto su vespaio
Al di sopra del vespaio andrà realizzata una soletta in c.a. di spessore non inferiore a 10
cm., tirato in piano orizzontale o con quelle pendenze che, all'atto esecutivo ordinerà il Direttore dei
Lavori.
La soletta sarà armata con rete elettrosaldata in acciaio  8 a maglia quadrata con 20cm. di
lato, se non altrimenti disposto negli elaborati progettuali.
Il conglomerato, se non altrimenti disposto negli elaborati progettuali verrà realizzato con 3
q.li di cemento tipo CEM II – A/L 42,5 per mc.
Massetto eseguito per pavimentazioni
Negli alloggi, nei terrazzi, nelle parti condominiali, nei locali condominiali, in corrispondenza
delle nuove solette di copertura delle bocche d’aerazione, in corripsondenza del lastricato
d’ingresso all’aula per servizi di quartiere, nonché in corrispondenza della via pubblica da
pavimentare, verrà eseguito un massetto armato in calcestruzzo, debitamente lisciato per
successiva posa dei pavimenti e da eseguire con materiale tipo “Massetto” della ditta Tassullo o
“Tecnoisol” o altro materiale a scelta della D.L. Il tutto come da indicazioni della D.L. L’armatura
sarà realizzata mediante la posa di rete elettrosaldata in fili d’acciaio ad aderenza migliorata di
qualsiasi dimensione e diametro, con un Ø fino a 5 mm, da applicarsi all’esterno dei ferri
d’armatura messi a nudo preventivamente per armatura di getti in calcestruzzo o getti di
risanamento. Sarà compreso il taglio, la sagomatura, lo sfrido, la sovrapposizione ed il fissaggio
mediante legature con fili di ferro o con chiodi, sparati con un massimo di 4 chiodi a mq.
Massetto per coperture
In corrispondenza di tutte le coperture piane (copertura del fabbricato e copertura dell’aula
per servizi di quartiere) dovrà essere realizzato un massetto di calcestruzzo vibrato non armato,
confezionato con inerti di sabbia e pietrisco o ghiaia o pietrisco di frantoio, con idonea proporzione
granulometrica, dosato con 3 q.li di cemento tipo 325 per mc reso. Per dare l’opera finita il
massetto dovrà essere rifinito con lisciatura o fratazzatura a cemento. Il tutto dovrà essere
realizzato come da indicazioni della D.L., con materiale Tipo “MASSETTO” della ditta Tassullo o
“Tecnoisol” o altro materiale a scelta della D.L. Nei percorsi esterni, in corrispondenza delle rampe
e nel marciapiede attorno i fabbricati, si eseguirà un massetto in calcestruzzo armato con rete
elettrosaldata Ø 8 mm con maglia 20 x 20 cm e sp. minimo 10 cm con sottostante ghiaia costipata
spessore minimo cm 20.
Massetto isolante
In corrispondenza di tutti gli appartamenti, dei terrazzi al piano terra ed al piano terzo e nei
locali adibiti a servizi di quartiere dovrà essere realizzato un massetto isolante in calcestruzzo
cellulare alleggerito con sfere di polistirolo, confezionato con 200 kg di cemento per 1 mc di
impasto, dato in opera per lastrici, sottofondi, rinfianchi ecc. battuti o spianati anche con pendenze.
Saranno da comprendere i tiri, l’eventuale stabilitura superiore di circa 1 cm di malta cementizia. Il
sottofondo dovrà avere uno spessore fino a 7 cm.
Massetto conduttivo
Massetto tipo “Knauf FE 80 Termico” di Knauf Gips KG Co. da realizzare in corrispondenza
dell’impianto a pannelli radianti a pavimento. Il massetto dovrà essere un fluido premiscelato per
interni, composto da vari tipi di solfati e alfa-solfati di calcio, cemento, fluidificanti ed inerti speciali
selezionati (0-3 mm). Classificazione secondo DIN EN 13813: CA-C30-F6.
Cordolo prefabbricato in calcestruzzo vibrato
In corrispondenza delle aiuole e comunque di tutti i perimetri delle zone a verde, dovrà
essere posto in opera opportuno cordolo prefabbricato in calcestruzzo vibrato con sezione minima
di 300 cmq. La posa dovrà avvenire curando perfettamente gli allineamenti e giuntando gli elementi
su massetto in calcestruzzo a 2 q.li di cemento normale e con spessore non inferiore a 10 cm.
Art. 10- Pavimenti
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I pavimenti in mattonelle di graniglia e legante cementizio che caratterizzano gli spazi
condominiali, le rampe, i corridoi esterni, le scale con relativi pianerottoli ed i ballatoi non saranno
sostituiti, ma verranno trattati mediante arrotatura e levigatura con mola meccanica e successiva
boiaccatura. Il trattamento verrà concluso dalla pulitura delle superfici con segatura e dalla
stuccatura. In corrispondenza delle nuove solette di copertura delle bocche d’aerazione, in
corrispondenza di tutti i terrazzi e di tutti gli appartamenti, in corrispondenza dei vani comuni,
dell’aula di servizi per quartiere e del lastricato d’ingresso all’aula per servizi di quartiere verrà
realizzato nuovo pavimento in gres porcellanato a tutta massa della ditta Ceramica Del Conca
modello “HEV” o altro modello a scelta della D.L., sia per interni che per esterni (per esterni si
dovrà optare per la versione “Grip”), posato con malta di allettamento o con mastici adesivi. A posa
ultimata le pavimentazioni dovranno essere pulite con segatura e dovranno essere sigillati i giunti. Il
formato di riferimento delle mattonelle è il 45 x 45 cm ed il costo indicativo è di € 30,00/mq. I
pavimenti dovranno essere eseguiti tutti con materiali privi di sostanze tossiche e nocive, con indice
di radioattività inferiore a 0,7 e saranno montati tutti a colla con collanti privi di sostanze tossiche e
nocive a scelta della D.L. Il tutto dovrà essere eseguito a regola d’arte, come richiesto dalla D.L. I
pavimenti saranno montati a squadro; il montaggio in diagonale, dove richiesto dalla D.L., sarà
pagato a parte al prezzo di € 5,00 al mq. Negli alloggi, nei locali condominiali, nei terrazzi e nelle
coperture piane o dove richiesto dalla D.L. (anche se richiesto sulla totalità delle pavimentazioni da
montare) i pavimenti saranno montati con fuga senza che alcun onere aggiuntivo venga versato
all’Impresa (fuga da eseguire con materiali privi di sostanze tossiche e nocive e di tipo idrofugo per
le pavimentazioni esterne). Sono da prevedere piastrelle di scorta pari al 3% dei pavimenti montati
(di ogni tipo di pavimento montato, sia privato che condominiale e pubblico). La pavimentazione
della via pubblica, in corrispondenza della quale si dovrà realizzare un tratto di nuova fognatura,
dovrà essere in cubetti di porfido dello spessore variabile da 4 a 6, forniti e posti in opera ad arco
''coda di pavone'' su idoneo letto di sabbia. Sono compresi: la battitura a rifiuto, la sigillatura dei
giunti con bitume puro ed il letto di sabbia. In corrispondenza dei percorsi ricavati all’interno
dell’area verde vera e propria si dovrà provvedere alla formazione di zone parte a ghiaietto e parte
in lastre di cemento colorato o travertino ricostruito. I percorsi a ghiaietto saranno realizzate su
sottofondo già esistente. Saranno compresi: la fornitura del ghiaietto del diametro di 4 – 5 mm; la
stesa con l'uso del rastrello per uno spessore minimo di 5 cm. Prima della sistemazione del ghiaino
occorrerà posizionare nei percorsi geocomposito in geogriglia e doppio geotessile del peso
superiore a 500 g/mq. Trattasi di geostuoia composta da georete in polietilene ad alta densità
contenuta tra due teli di geotessile leggero, accoppiati alla georete per termosaldatura; la geostuoia
avrà elevata capacità drenante per la realizzazione di un sistema filtro-drenoprotezione del rilevato
di peso non inferiore a 500 g/mq e spessore non inferiore a 3,5 mm. Dovrà essere data in opera
con sovrapposizioni ai bordi del telo o del pannello per almeno 25 cm. I percorsi in lastre di
cemento colorato o in travertino ricostruito dovranno essere realizzati posandole a secco sul
terreno.
Art. 11- Rivestimenti interni
I rivestimenti dovranno essere eseguiti tutti con materiali privi di sostanze tossiche e
nocive, con indice di radioattività inferiore a 0,7, saranno montati tutti a colla con collanti privi di
sostanze tossiche e nocive, a scelta della D.L., e stuccati o fugati con materiali privi di sostanze
tossiche e nocive e di tipo idrofugo. Il tutto dovrà essere eseguito a regola d’arte, come richiesto
dalla D.L. Nei bagni principali, nei bagni di servizio, nei ripostigli adibiti a lavanderia e nelle cucine i
rivestimenti saranno eseguiti con piastrelle monocottura in pasta bianca. I rivestimenti saranno tutti
montati a squadro; sono compresi nell’appalto il montaggio di tutti i formati (escluso formati inferiori
al 10 x 10 cm, 10 x 10 compreso, il montaggio in diagonale, il montaggio con fuga e il montaggio di
greche e listelli). Il montaggio in diagonale, dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo
di € 5,00 al mq. Il montaggio con la fuga (da eseguire con materiali privi di sostanze tossiche e
nocive e di tipo idrofugo), dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al mq. Il
montaggio di greche e listelli, dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al
ml. Il rivestimento sarà realizzato fino ad una altezza non inferiore a 2,00 m per i bagni (per tutto lo
sviluppo) ed a 1,60 m per le cucine, per un totale di 7 mq. Sono da prevedere piastrelle di scorta
pari al 3% dei rivestimenti montati (di ogni tipo di rivestimento montato, sia privato che
condominiale o pubblico).
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Art. 11/bis- Marciapiedi esterni
Saranno costituiti da massetto di calcestruzzo armato di spessore cm.10, armato con rete
elettrosaldata fi 5 - a maglie di cm.20x20, su vespaio in ghiaia di spessore minimo cm.10.
Il massetto, opportunamente vibrato e compattato, sarà rifinito superficialmente a frattazzo
con spolvero di cemento e bocciardato e sarà ammorsato al muro del fabbricato con ferri di
ancoraggio fi 12 posti ad interasse di cm.40 ancorati alla muratura in c.a. o alla fascia di solaio con
resine epossidiche, previa perforazione con sonda rotativa di diametro mm.14.
Art. 12- Battiscopa
Tutti i tipi di battiscopa sotto elencati dovranno essere montati con appositi distanziatori che
evitino il ponte acustico fra le pareti ed i pavimenti.
Battiscopa in legno
Nelle unità residenziali (alloggi) i battiscopa saranno in legno Ramino laccato o in essenza,
comunque dello stesso colore delle porte, delle dimensioni 7 x 1,5 cm. Se richiesto in variante, sarà
possibile la fornitura ed il montaggio di battiscopa in gres porcellanato a tutta massa: il montaggio
sarà conguagliato con la fornitura ed il montaggio del battiscopa in legno, mentre la fornitura del
battiscopa in gres è esclusa dal presente Capitolato. In tutte le altre zone (parti condominiali,
terrazzi, locali condominiali ecc.) i battiscopa saranno dello stesso materiale dei pavimenti, con
dimensioni e forma come da indicazioni e particolari forniti dalla D.L. I battiscopa saranno montati
con colla e chiodi d’acciaio su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo di tagli,
formazioni di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed accurata
pulizia finale.
Battiscopa in gres
Nei terrazzi gli zoccolini battiscopa dovranno essere in gres porcellanato dello stesso
materiale del pavimento (a scelta della D.L) delle dimensioni di 10 x 20 cm. I battiscopa saranno
montati con colla su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo di tagli, formazioni
di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed accurata pulizia finale.
Battiscopa in marmo
In corrispondenza dei pianerottoli delle scale, dei ballatoi e delle rampe dovranno essere
montati zoccolini battiscopa in marmo Trani delle dimensioni di 2 x 10 cm circa. I battiscopa
saranno montati con malta o collanti su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo
di tagli, formazioni di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed
accurata pulizia finale.
Art. 13- Infissi esterni
Tutti i tipi di infissi sottoelencati dovranno essere eseguiti con materiali privi di sostanze
tossiche e/o nocive e con indice di radioattività inferiore a 0,7 a scelta della D.L.; dovranno essere
preventivamente approvati dalla D.L. e saranno composti, dove richiesto dalle normative e dalle
leggi, con vetri camera di sicurezza del tipo antinfortunistico. Gli infissi dovranno essere applicati
evitando accuratamente connessioni aperte tra lo stipite, il controtelaio e la muratura; tutti i vuoti
presenti dovranno essere sigillati con sigillanti elastici. Sarà possibile chiudere tutti i vuoti con della
malta cementizia, ma in questo caso sarà necessario fare attenzione all’eventuale creazione di
fessure provocate dal ritiro della stessa. Finestre e porte-finestre in alluminio Finestre e portefinestre dovranno essere in alluminio estruso primario, costituito da telaio fisso tipo Somas serie
73/79 ISP isolato o similare, con sezione di 73 mm e telaio mobile di 79 mm con spessore minimo
18/10 per tutti i profilati. Dovranno essere completi di guarnizioni in neoprene, di apparecchi di
manovra, di fermavetri a scatto, di pezzi speciali, di cerniere, di squadrette di alluminio, di maniglie
in alluminio fuso, di controtelaio in profilato di lamiera zincata da 10/10 mm da murare. Il grado di
prestazione acustica dei serramenti in opera, completi di vetri e cassonetto, dovranno garantire
minimo un R’w di 39 dB per tutti gli infissi e per tutti i piani ad esclusione del piano terra: gli infissi al
piano terra, infatti, dovranno garantire un R’w di 40 dB. Il grado di prestazione termica dei
serramenti in opera, completi di vetri, dovrà garantire una trasmittanza termica pari a 1,55 W/m2K.
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Per raggiungere tali valori dovranno essere utilizzati vetri camera con camera riempita con gas
inerte a scelta della D.L. o pellicole termiche speciali a scelta della D.L.
Sistema d’oscuramento
Il sistema d’oscuramento dovrà essere a lamelle orientabili avvolgibili tipo Alpac serie Click
SP9 o similare. Dovrà essere composto da: alloggio dell’avvolgibile in EPS autoestinguente ad alta
densità (35 kg/mc), con la paerte superiore sagomata con incavi per il consolidamento del solaio
mediante calcestruzzo; Il cassonetto dovrà essere fornito completo di testate in ABS o truciolare
idrofugo, cuscinetti a sfera, zanche d’ancoraggio, calotta e puleggia in PVC, rullo in acciaio zincato
del diametro di 60 mm, guida per cinghia munita di rullino e guarnizione. Le spalle laterali dovranno
essere costituite da lastre in fibrocemento con nessun assorbimento di umidità. Le guide di
scorrimento dovranno essere in alluminio estruso con spazzolini antirombo. L’avvolgibile dovrà
essere tipo Roll Flap A66 o similare costituito da fibra di alluminio estruso e caratterizzato da
lamelle orientabili.
Vetrate termoacustiche isolanti
Le vetrate termoacustiche isolanti a corredo degli infissi dovranno essere composte da due
lastre incolori ed intercapedine variabile e dovranno essere da 6-15-6 mm. Dovranno essere fornite
e poste in opera su infissi in legno ed alluminio. Saranno compresi: la sigillatura esterna con
mastice normale o siliconico; la guarnizione in gomma con eventuale collante; la pulitura; gli sfridi.
Lastre e pannelli in vetro-cemento
In corrispondenza delle superfici trattate a vetro-cemento (parete perimetrale aula per
servizi di quartiere, parete perimetrale C.T. e porzione di ballatoio al piano primo) dovranno essere
montate lastre in vetro-cemento (in verticale, in orizzontale o su superficie inclinata) costituite da
diffusori semplici o blocchetti a camera d’aria in vetro temperato o ricotto, di forma quadrata o
rettangolare (fino a 600 cmq e spessore fino a 80 mm), anche con rilievo esterno, con nervaturine
in calcestruzzo sottile a 400 kg di cemento antiritiro di impasto ed opportuna armatura in ferro
tondo. Saranno comprese eventuali parti mobili mentre saranno esclusi controtelai e telai, da
computarsi a parte. In corrispondenza della parete perimetrale dell’aula per servizi di quartiere si
dovranno montare lastre il vetro-cemento tipo modello “1919/8 Pegasus Energy Saving Glass
Block” della ditta Seves Glass Block con migliorate caratteristiche termo-acustiche. Per alcune
porzioni di parete in vetro-mattone dovranno essere previstii telai apribili, al fine di garantire un
adeguato ricambio d’aria. Per il montaggio di lastre in vetro-cemento su pareti curve, dovrà essere
previsto compenso aggiuntivo.
Portoncini d'ingresso delle unità residenziali
I portoncini d’ingresso delle singole unità immobiliari e dell’aula per servizi di quartiere
dovranno essere blindati, certificati in classe 1 antintrusione secondo norma UNI 9569. Dovranno
essere della ditta 3 Elle modello “PS/121-N” con nucleo per cantiere o della ditta Cormo modello di
pari valore e caratteristiche, con grado di prestazione acustica del portoncino in opera non inferiore
a R’w 38dB, rivestito esternamente con pannello modello “Piano” impiallacciati colore mogano o
noce dello spessore minimo di 7 mm. Tutti i portoni dovranno avere la faccia interna dello stesso
colore delle porte interne e dovranno essere completi di apposita ferramenta, occhio magico,
serratura con triplice chiusura, maniglione esterno in ottone o acciaio (satinati o lucidi) a scelta
della D.L. e mezza maniglia interna in ottone o acciaio (satinati o lucidi). Il tutto a scelta della D.L.
Nello specifico: i portoncini blindati dovranno avere un battente costituito da una doppia lamiera
d’acciaio elettrozincata dello spessore di 10/10 mm, con rinforzo interno e nervature anch’esse in
acciaio, saldate sui tre lati. Dovranno avere serratura a doppia mappa, dotata di 4 chiavistelli del
diametro di 18 mm in acciaio nichelato, con corsa di circa 35 mm nel telaio, più il mezzo giro di
servizio. La serratura dovrà comandare 2 aste verticali che azionano un chiavistello in basso con
deviatore e un’asta con perno rotativo che va a bloccare la parte superiore. La chiusura dal lato
cerniere sarà assicurata da 6 rostri di acciaio nichelato del diametro di 14 mm, montati su supporto
con spessore 6/10 mm. Il controtelaio dovrà essere in lamiera d’acciaio elettrozincata dotato di
almeno 8 robuste zanche, piegate e nervate, per l’ancoraggio alla muratura. Il telaio dovrà essere
realizzato in lamiera d’acciaio dello spessore di 20/10 mm, montanti e testata superiore collegati
con saldatura a filo continuo.
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Art. 14- Soglie e banchine
Soglie, davanzali, mensole, riquadri di porte e finestre dovranno essere realizzati in marmo
Trani dello spessore di 4 cm, completi di gocciolatoio (2 x 2 cm), finiture e trattamenti a scelta della
D.L. Saranno compresi: la stuccatura e la stilatura dei giunti con malta cementizia; il fissaggio di
eventuali zanche d’ancoraggio e fori per bocchette; ripristino della muratura e dell’intonaco nelle
zone adiacenti alla posa.
Art. 15- Infissi interni
Tutti i tipi di infissi sottoelencati dovranno essere eseguiti con materiali privi di sostanze
tossiche e/o nocive e con indice di radioattività inferiore a 0,7 a scelta della D.L.
Porte interne
Tutte le porte interne dovranno essere in legno di abete tamburate laccate tipo “Collezione
Gardenia” modello “Bologna” della ditta 3 Elle o collezione “Piano” modello “Alfa” versione 85 della
ditta Cormo e comunque a scelta della D.L. Dovranno essere tipo standard o tipo fuori standard,
con struttura cellulare interna a nido d’ape con maglia esagonale, con intelaiatura perimetrale in
abete e pannelli fibrolegnosi dello spessore di 3,2 mm; dotate di battente a spalla, complete di
mostre e contromostre da 30 x 70 mm, con telaio ad imbotte fino a 110 mm, con guarnizione di
battuta in gomma antirumore. Sono comprese: la laccatura; la ferramenta in alluminio tipo pesante;
le maniglie in alluminio tipo “Milena” della ditta Ghidini, lucide o satinate. Il tutto preventivamente
approvato dalla D.L. I controtelai dovranno essere in legno di abete, completi di catene di
controvento e grappe di fissaggio. I controtelai per le porte scorrevoli dovranno essere del tipo
“Scrigno” ed avere una larghezza fino a 85 mm; dovranno essere completi di catene di controvento
e grappe di fissaggio.
Porte antincendio
In corrispondenza del deposito, del ripostiglio e della zona compartimentata al piano
interrato dovranno essere montate porte antincendio costruite ed omologate secondo la norma UNI
9273, per garantire resistenza al fuoco REI 120. Le porte saranno comprese di telaio in acciaio
munito di zanche per il fissaggio al muro, il battente principale con doppia maniglia e serratura
(serrature tipo Yale) con chiave patent, mentre l’eventuale battente secondario dovrà avere
serratura con autobloccaggio. Dovranno, inoltre, avere: guarnizione termoespandente; cerniere con
molla di richiamo; preselettore di chiusura; targhetta identificativa; verniciatura standard con mano
di vernice epossidica. Risultano esclusi dalla fornitura eventuali accessori per porte antincendio
come collegamenti elettrici e maniglioni antipanico tipo leva.
Art. 16- Tinteggiature esterne
Tutte le parti fuori terra, nessuna esclusa, saranno tinteggiate con pittura murale per
esterno a base di silicati di potassio e pigmenti selezionati. La tinteggiatura dovrà essere effettuata
a due strati dati su intonaco civile; il primo strato consisterà in una mano di fondo dato a pennello,
mentre il secondo consisterà in uno strato di rifinitura data a rullo. Prima di effettuare la
tinteggiatura le superfici dovranno essere preparate mediante spazzolatura con raschietto e
spazzola di saggina, per eliminare corpi estranei come grumi, bolle, alveoli, difetti di vibrazione e
scabrosità; dovranno, altresì, essere stuccate le crepe e le cavillature, al fine di ottenere continuità
nelle superfici da tinteggiare. Successivamtne alla preparazione delle superfici, dovrà essere
realizzato strato d’imprimitura sull’isolante a base di resine acriliche all’acqua date a pennello. La
tinteggiatura dovrà essere realizzata con materiali permeabili al vapore, con certificazioni che
dimostrino il basso impatto ambientale, la durabilità, la non emissione di sostanze tossiche o
nocive, il rispetto della norma DIN 52615 ed in particolare: resistenza specifica alla diffusione del
vapore m<=170 ed Sd <=0,025. Pittura tipo “Sigma Siloxan Top Coat” o altro materiale di pari
valore a scelta della D.L. Sulle superfici da tinteggiare sarà applicata una mano di fondo
consolidante, con le stesse caratteristiche della pittura (caratteristiche sopra elencate), tipo “Sigma
Siloxan Fix” o altro materiale di pari valore a scelta della D.L.
Art. 17- Trattamenti protettivi per superfici esterne
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In corrispondenza delle porzioni di pareti esterne non rivestite con isolamento a cappotto, si
dovrà provvedere con l’esecuzione di trattamenti protettivi delle facciate, da eseguirsi a distanza di
8/10 giorni dalla conclusione delle eventuali operazioni di preconsolidamento e consolidamento. Il
trattamento consisterà nell’applicazione a pennello di idrorepellente a base di silicato di etile,
silosani oligomeri o simili, nella quantità di 500 g/mq, in presenza di temperature che dovranno
essere tra i 5°C ed i 25°C. Eventuali eccessi di prodotto dovranno essere eliminati passando un
panno assorbente leggermente imbevuto di alcool etilico, per evitare la formazione di pellicole
superficiali. Una maggior cura dovrà essere messa nel trattamento delle pareti maggiormente
esposte a pioggie ed insolazioni.
Art. 18- Tinteggiature interne
In corrispondenza di tutti gli appartamenti di tutti i piani ed in corrispondenza dei vani adibiti
a servizi di quartiere, dovrà essere realizzata, su tutte le pareti e sui soffitti, tinteggiatura murale
lavabile inodore ed a basso impatto ambientale, esente da solventi e resistente all’abrasione umida
secondo norma EN 13300 classe 3. Dovranno essere tipo “Sigma Brandimatt” con colori a scelta
della D.L. Sulle superfici da tinteggiare sarà applicata una mano di fondo consolidante il tutto da
concordare con la D.L. (tipo “Sigmafix Universal”).
Art. 19- Opere in ferro
Alcuni elementi in ferro caratterizzanti il fabbricato saranno sostituiti, altri, invece, saranno
ripristinati mediante trattamenti di pulitura ed antiruggine.
Grate delle finestre
Le superfici delle grate metalliche delle finestre verranno pulite mediante attrezzi sia
manuali che meccanici, per la rimozione di depositi di corrosione a scaglie o vaiolate e parti di
pittura disancorata. Successivamente si dovrà procedere con l’applicazione a pennello di uno o più
strati di pittura antiruggine con fondi epossifici al cromato di zinco. Sarà compresa la pulitura ad
opera ultimata. Le grate verranno, infine, trattate con strato di finitura in smalto colorato.
Ringhiere per scale interne, cancellate e grate per bocche d’aerazione
I cancelli in corrispondenza degli appartamenti n. 7 e 8 al piano terra e le grate per le
bocche d’aerazione dovrà essere fornito e posto in opera ferro lavorato di qualsiasi forma e
dimensione (e comunque come da elaborati forniti dalla D.L.), comprendendo tagli, piegature,
sagomature, filettature, saldature e la ferramenta di tenuta e chiusura necessaria.
Scaletta per copertura e botole d’accesso
In corrispondenza del piano terzo (“Lotto B”) dovrà essere fornita e montata una scaletta in
ferro “alla marinara”, in maniera di poter accedere alla copertura, nella quale sono posizionati gli
impianti per energia alternativa. La scaletta sarà costituita da elementi a C della larghezza di 40 cm
circa. Dovrà essere ancorata alla muratura mediante fori ed apposite resine. L’accesso alla scaletta
di servizio sarà garantito mediante una botola costituita da una grata, anch’essa metallica, da
montare in corrispondenza del ballatoio del piano secondo (“Lotto B”).
Frangisole e pensiline
In corrispondenza delle porzioni di fabbricato sporgenti al piano terreno, è stato previsto un
rivestimento in ferro e cor-ten, al fine di riparare gli ambienti dall’illuminazione ed al contempo per
garantire privacy e sicurezza. Gli elementi frangisole di rivestimento dovranno essere realizzati con
struttura in ferro zincato e verniciato e soprastanti doghe in cor-ten dello spessore di mm 3. In
corrispondenza delle aperture finestrate dovrà in aggiunta essere previsto un sistema di
sollevamento elettrico delle schermature. Con la stessa tipologia dovranno essere realizzate sia le
strutture fisse a schermatura delle pareti finestrate insistenti sui piani secondo e terra (finestrature
in sostituzione delle vecchie pannellature in vetro-mattone) che le pensiline a protezione dei
terrazzi del piano primo dotate di separé centrale a suddivisione delle diverse proprietà.
Art. 20- Opere di scolo
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Gli attuali pluviali, le grondaie e le scossaline verranno sostituiti in toto, pur lasciando i
discendenti pluviali, sia delle coperture che dei terrazzi, nella stessa posizione in cui sono
attualmente. I pluviali saranno in rame, con diametro pari a 10 cm e spessore pari a 6/10 mm.
Converse, scossaline e compluvi saranno anch’essi in rame con spessore 3/10 mm; dovranno
avere sviluppo superiore a 200 mm, saranno sagomati e dotati di chidature e saldature.
Art. 21- Opere per fognatura
Tubazioni
Per le opere relative alla fognatura da realizzare sulla via pubblica, sarà necessaria la
fornitura e la posa in opera di tubazioni a base di policloruro di vinile non plastificato (PVC rigido)
con caratteristiche e spessori conformi alle norme UNI EN 1401-1 tipo “SN 2” per traffico leggero,
con marchio di conformità di prodotto rilasciato secondo UNI CEI EN 45011 da Istituto o Ente
riconosciuto e accreditato Sincert. Dovrà essere caratterizzato da giunto del tipo a bicchiere
completo di anello elastomerico, fornito e posto in opera in un letto di sabbia o ghiaietto, se in
presenza di acqua, dello spessore minimo di 15 cm + 1/10 del diametro del tubo, con un rinfianco
ed un ricoprimento con sabbia fine e asciutta dello stesso spessore del piano di posa. Sono
compresi: la formazione del piano di posa; la posa anche in presenza di acqua fino ad un battente
di 20 cm ed il relativo aggottamento; le prove di laboratorio sui materiali; le prove di tenuta in opera
previste dalla vigente normativa corredate, poi, dai relativi certificati. Sono esclusi, invece, i pezzi
speciali e gli apparecchi idraulici.
Rinfianchi
I rinfianchi delle tubazioni o dei pozzetti dovranno essere effettuati con materiali di recupero
proveniente da impianti autorizzati al trattamento di materiali di demolizione edile o stradale, forniti
a bordo scavo, con granulometria mista (pezzatura 0/120) e scevri da sostanze organiche. I
rinfianchi dovranno essere eseguiti con pala meccanica. Saranno compresi gli oneri necessari per
una corretta stabilizzazione del materiale con mezzi meccanici (piastre vibranti).
Pozzetti di raccordo
I pozzetti di raccordo, delle dimensioni interne di 80 x 80 x 80 cm, dovranno essere
prefabbricati in cemento vibrato non diaframmato, completi di chiusino carrabile o non carrabile, a
scelta della D.L., anch'esso in cemento, fornito e posto in opera. Sono compresi: la sigillatura e la
frattura dei diaframmi per il passaggio delle tubazioni; lo scavo ed il rinfianco in calcestruzzo ai lati
e alla base per uno spessore di 15 cm.
Pozzetti di raccordo diaframmati
I pozzetti di raccordo diaframmati delle dimensioni di 50 x 50 x 60 cm, compresi i pozzetti
degrassatori, dovranno essere prefabbricati in cemento vibrato diaframmato, completi di chiusino,
sempre in cemento, carrabile o non carrabile a scelta della D.L., fornito e posto in opera. Sono
compresi: la suggellatura e la frattura dei diaframmi per il passaggio delle tubazioni; lo scavo ed il
rinfianco in calcestruzzo ai lati ed alla base per uno spessore di 15 cm.
Prolunghe per pozzetti di raccordo
Dovranno essere forniti e posti in opera elementi prefabbricati in cemento vibrato per
prolungare i pozzetti, delle dimensioni interne di 80 x 80 x 80 cm oppure di 40 x 40 cm con altezza
da 10 a 40 cm. Sono compresi: la sigillatura e la frattura dei diaframmi per il passaggio delle
tubazioni; lo scavo ed il rinfianco in calcestruzzo ai lati, per uno spessore di 15 cm.
Fossa Imhoff
A completamento della rete fognaria del fabbricato dovranno essere montate n. 3 fosse
Imhoff semplici o ad anelli a campana in calcestruzzo prefabbricato, complete di bacino
chiarificatore, vasca di raccolta e dispositivo espurgo fanghi. Sono compresi: il collegamento alle
tubazioni; lo scavo ed il reinterro; il massetto di posa in calcestruzzo di cemento 325 a q.li 2,00 al
mc, dello spessore di 15 cm; la sigillatura dei giunti; i pozzetti di entrata e di uscita e le relative
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tubazioni di collegamento, per l'esecuzione dei prelievi di campioni liquidi. Le fosse dovranno avere
capacità di circa 10.500 l per n. 60 utenti.
Caditoia stradale in ghisa
Per le caditoie stradali carrabili in ghisa, alloggiate su controtelaio in ferro angolare,
dovranno essere predisposti pozzetti in muratura di mattoni pieni o in cemento armato dell'altezza
netta fino a 100 cm e con dimensioni interne pari a 40 x 40 cm, con piattabanda di fondazione in
calcestruzzo dello spessore di 20 cm e spessore delle pareti di almeno 15 cm. Saranno compresi:
lo scavo; il rinfianco con materiale arido compattato; l'allaccio alla fogna di scarico; il carico, il
trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta fino a qualsiasi distanza. A completamento
delle suddette opere e manufatti dovranno essere forniti e posti in opera chiusini in ghisa sferoidale
con resistenza a rottura di 40 t, delle caratteristiche indicate dalle normative vigenti. Saranno
compresi per i chiusini: il passo d'uomo di 600 mm rivestito con guaina di protezione; i coperchi
muniti di sistema di bloccaggio al telaio o sistema di articolazione. Sono inoltre compresi: le opere
murarie necessarie; la fornitura delle certificazioni di corrispondenza del materiale alle normative
vigenti e della resistenza a rottura.
Fondazione stradale
In corrispondenza del tratto di fognatura da realizzare lungo la via pubblica si renderà
necessaria adeguata fondazione stradale, che dovrà essere in misto granulometrico frantumato
meccanicamente con legante naturale, tipo 0-25, 0-70, mediante la compattazione eseguita a
mezzo di idonee macchine, fino ad ottenere il valore della prova AASHO modificata, indicata nelle
prescrizioni tecniche del CSA. Sono compresi l’umidificazione con acqua e le successive prove di
laboratorio. Detto materiale dovrà essere esente da qualsiasi materia vegetale o grumi di argilla. La
percentuale di usura dei materiali inerti grossolani non deve essere superiore a 50 dopo 500
rivoluzioni dell’apparecchiatura prevista dalla prova AASHO 96. Le percentuali granulometriche
dovranno potersi applicare al materiale inerte tanto dopo il suo impiego sulla strada, quanto nel
corso delle prove effettuate alla cava di prestito o alle altre fonti di provenienza. Subito dopo il
livellamento finale e lo spianamento, ogni strato sarà costipato su tutta la lunghezza fino a
raggiungere il valore della densità massima AASHO modificata, indicata nelle prescrizioni tecniche
CSA. Per la realizzazione della fondazione stradale saranno da comprendere: la preparazione del
piano di posa; la fornitura di ogni materiale e lavorazione, di segnaletica stradale ed il pilotaggio del
traffico; le prove di laboratorio ed in sito.
Art. 22- Opere varie di completamento
1. Per ogni bagno non aerato, se presente, si dovranno prevedere tubazioni di esalazione
complete di aspiratore tipo "Vortice", di adeguate dimensioni (specifico per condotti) e
preventivamente approvato dalla D.L., e sistema per eliminare la condensa che si crea lungo il tubo
di aspirazione. Il livello di rumorosità prodotto dal funzionamento degli impianti di aspirazione dovrà
essere, negli ambienti abitativi limitrofi, inferiore a Lasmax 35 dB(A).
2. I comignoli per tutte le canne previste al di fuori della copertura, compreso le canne di
esalazione delle colonne di scarico, le aspirazioni delle cucine, dei bagni ecc., nessuna esclusa,
dovranno essere formati da elementi prefabbricati in granulato di cemento, a norma di legge,
esternamente intonacati e con torrino prefabbricato del tipo “Shunt” (n. 3 anelli), comunque a scelta
della D.L. Il tutto dovrà essere completo di pezzi speciali per il fissaggio e di tutto quanto
necessario per dare il lavoro finito a regola d’arte e perfettamente funzionante.
3. Dovrà essere prevista la fornitura di cassette per la posta (1 per ogni unità immobiliare),
di tipo componibili con supporti o componibili da incasso per i condomini. Ill tutto a scelta della D.L.
Art. 22/bis- Esalatori – Canne fumarie - Camini Esalatori
Saranno posizionate canne esalatrici in PVC ø125, in ragione di n.1 per ogni unità abitativa
in corrispondenza della cappa della cucina. In ogni cucina o altro luogo ove è posizionato il
generatore di calore con impianto a gas dovranno essere realizzati n.2 fori di areazione a muro,
grigliati: uno a soffitto l'altro a pavimento del fi 120-140 m/m secondo le disposizioni del progetto
esecutivo dell'impianto termico e gas.
21
Canne fumarie termosifone
Ogni generatore di calore, posto in posizione progettuale sarà fornito di una canna fumaria
di adeguata sezione realizzata con materiale refrattario coibentato, conforme alla normativa di
legge ed alle prescrizioni del progetto esecutivo
Comignoli
Tutte le canne fumarie o di esalazione, al piano di copertura saranno raccolte in comignoli in
muratura aventi una altezza fuori/colmo di cm. 100 e muniti di apposito cappello che ne
garantisca il massimo tiraggio.
Art. 23- Impianto illuminazione pubblica
L’impianto di illuminazione pubblica sarà così composto: 1. Linea elettrica: fornitura e posa
in opera di linea elettrica in cavo multipolare flessibile isolato in EPR sotto guaina di PVC non
propagante l'incendio, sigla di designazione FG70R 0,6/1kV (nei cavi quadripolari di sezione
superiori a 25 mmq, il 4° conduttore va considerato di sezione inferiore secondo quanto prescritto
dalla normativa vigente). Sono compresi: l'installazione su tubazione in vista o incassata o su
canale o su passerella o graffettata; le giunzioni a tenuta; i terminali. Sono escluse le canalizzazioni
e le scatole di derivazione 3 x 2,5 mmq e 3 x 1,5 mmq. Saranno da computare a parte l’allaccio su
palo per pali fino a 3 m, comprensivo dei collegamenti di fase da realizzare con conduttori isolati
0,6/1 kV dal pozzetto di ispezione, ai fusibili ed al vano accessori dell’armatura. Sono compresi gli
eventuali collegamenti di terra, sia all’apparato che al palo, nonché l’eventuale giunto di derivazione
sul cavo di alimentazione. E’ esclusa la scatola di giunzione portafusibile da palo. Saranno, inoltre,
da computare a parte i giunti di derivazione per giunzioni riaccessibili (per cavo o cavi passanti del
diametro max 17 mm), realizzato con muffola in gomma in un unico pezzo per comparti BT con
tensione normale non superiore ad 1 kV, completo di manicotti, connettori, mollette in acciaio inox
compound isolante, imbuto e mastice sigillante.
2. Tubazioni
Le tubazioni necessarie alla realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica saranno di
due tipi: a) Tubo rigido pesante in PVC piegabile a freddo costruito secondo la normativa vigente
del diametro esterno di 25 mm, fornito e posto in opera all'interno di controsoffitti, intercapedini o in
vista; completo di giunzioni, curve, manicotti e cavallotti di fissaggio. b) Tubazione in PVC serie
pesante per canalizzazione di linee di alimentazione elettrica del diametro esterno di 100 mm,
fornita e posta in opera su scavo predisposto ad una profondità di circa 50 cm dal piano stradale o
posata su cavedi, atta al tipo di posa. Il tutto da fornire e posare in opera.
3. Pozzetti in cemento.
Dovranno essere forniti e posti in opera n. 16 pozzetti in cemento delle dimensioni di 400 x
400 mm completi di coperchio carrabile, forniti e posti in opera completi di cartello identificativo in
alluminio serigrafato.
4. Interruttore crepuscolare.
Fornitura e posa in opera di n. 1 interruttore crepuscolare completo di fotorilevatore a
sensibilità regolabile, relè alimentato a 220 V. Sono compresi il montaggio, il collegamento elettrico
al quadro sia per l’alimentatore che per i comandi.
5. Pali di illuminazione.
Dovranno essere forniti e posti in opera pali per l’illuminazione pubblica aventi le seguenti
caratteristiche:
1. palo in alluminio estruso tipo "SIMES S.4152" con testa palo e base in alluminio pressofuso
primario ad elevata resistenza all'ossidazione. Sono compresi: lavorazione di burattatura per la
preparazione alla fase di verniciatura; viti in acciaio INOX a forte tenore di molibdeno 2,5-3%;
guarnizioni in silicone ricotto; doppia verniciatura; diffusore in policarbonato stabilizzato ai raggi UV
con controllo della luce direzionata verso il basso; cavo tipo H07RN-F e connettore rapido IP67 già
cablati; fori per i passaggi delle tubazioni dei conduttori. Sono, invece, esclusi i basamenti. Classe
di isolamento: CLASSE II. Peso 4,71 kg
22
2. Palo in alluminio estruso tipo "SIMES S.4152" con testa palo e base in alluminio pressofuso
primario ad elevata resistenza all'ossidazione. Sono compresi: lavorazione di burattatura per la
preparazione alla fase di verniciatura; viti in acciaio INOX a forte tenore di molibdeno 2,5-3%;
guarnizioni in silicone ricotto; doppia verniciatura; diffusore in policarbonato stabilizzato ai raggi UV
con controllo della luce direzionata verso il basso; cavo tipo H07RN-F e connettore rapido IP67 già
cablati; fori per i passaggi delle tubazioni dei conduttori. Sono, invece, esclusi i basamenti. Classe
di isolamento: CLASSE II. Peso 24,44 kg
Art. 24 - Impianto di irrigazione
L’impianto di irrigazione sarà composto da:
1. Tubazioni in polipropilene per impianti idrosanitari PN 20, conteggiate a metro lineare per
linee idonee per la distribuzione di acqua, prodotte secondo normativa vigente, posate sottotraccia
con giunzioni saldate, comprensive di pezzi speciali, materiali per saldature ed esecuzione di
staffaggi in profilati. Le tubazioni avranno diametro esterno x spessore: D x s (mm) = 32 x 5,4 e D x
s (mm) = 40 x 6,7.
2. Irrigatori a scomparsa in materiale plastico per gittate da 3 a 4 m e per gittate da 5 m, del
tipo a scelta della D.L., compresa la fornitura e la posa in opera.
A COMPLETAMENTO DEGLI ARTICOLI DEDICATI AGLI IMPIANTI E PER ULTERIORI
APPROFONDIMENTI E SPECIFICHE TECNICHE SI RIMANDA AI CONTENUTIDELL’ALLEGATO
“IMPIANTI TECNOLOGICI ELETTRICI E DOMOTICI”.
Art. 25- Realizzazione del verde comunale
Aratura, vangatura e fresatura
Per la preparazione del terreno in loco all’accoglimento di nuovo manto erboso si dovrà
procedere con l’aratura, la vangatura e la fresatura del terreno, mondandolo accuratamente da
radici, da erbe infestanti, ciottoli, detriti ecc. L’aratura dovrà essere realizzata con mezzo
meccanico. Saranno compresi carico, trasporto e scarico a rifiuto del materiale di risulta.
Terra di coltivo
Per la realizzazione di nuove aree verdi in luogo di quelle esistenti, sarà necessario fornire,
e quindi porre in opera, terra da coltivo stesa e modellata manualmente, proveniente da strato
colturale attivo, priva di radici e di erbe infestanti permanenti, di ciottoli, cocci ecc. Dovrà essere del
tipo torba nazionale o di provenienza estera o terriccio speciale umidizzato composto dal 30% di
sostanza organica e dal 70% di terricci vari vagliati e macinati a PH neutro.
Estirpamento
Si dovrà effettuare opportuna mondatura del terreno in loco, sia di piante d'alto fusto con
circonferenza di 40 – 50 cm che di cespugli ed arbusti robusti, mediante l’estirpamento di elementi
vegetativi vivi, effettuato con le provvidenze necessarie e sufficienti per garantire l’efficace
eventuale rimessa a dimora. Saraà compreso il ripristino della superficie lasciata libera
dall'estirpamento.
Concimazione
Per aumentare la dotazione del terreno di più elementi nutritivi si provvederà con la
somministrazione di concime sul luogo d'impiego, fornito e steso. Il concime dovrà essere naturale,
stallatico ed atto all'uso.
Formazione di prato
Le opere per ottenere un nuovo tappeto erboso si concluderanno con la formazione di
prato tramite seminagione di miscela di graminacee selezionate (Agrostis alba stolonifera, Agrostis
tenuis capillare, Bromus, Festuca ovina, Festuca rubra, Loietto inglese, Lolium perenne pacey, Poa
pratensis, Poa trivialis) e leguminose, secondo formule ordinate dalla D.L. ed a seconda della
23
natura e della esposizione del terreno. Saranno compresi: la fornitura della semente; lasemina; la
rastrellatura per copertura del seme; la rullatura a semina ultimata; l'innaffiamento; la garanzia di
attecchimento. Con miscuglio di graminacee selezionate opportunamente miscelate, secondo
percentuali ordinate dalla D.L. Le graminacee selezionate saranno comunque in ragione di 40 kg
ogni 1000 mq.
Messa a dimora di cespugli
Messa a dimora di rosai, cespugli raggruppati, cespugli robusti e conifere nane, compresa
la formazione della buca delle dimensioni occorrenti (buca da 40x40 cm ed altezza minima di 20
cm), il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta, la stesa di un adeguato strato
di stallatico sul fondo dello scavo, la messa a dimora dell'elemento vegetativo, il riempimento del
cavo con terra di coltura, il costipamento e l'innaffiamento finale.
Messa a dimora di siepi
Messa a dimora di siepi, a fila semplice di 3 piantine per metro lineare di siepe di 80 – 100
cm di altezza, con apertura di scavo a canale di larghezza 50 cm e di altezza 50 cm. Sono
compresi: il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto dei materiali di risulta; la stesa di un adeguato
strato di stallatico sul fondo dello scavo; la messa a dimora dell'elemento vegetativo; il riempimento
del cavo con terra di coltura; il costipamento; l'innaffiamento finale.
Art. 26- Fornitura di elementi vegetativi
Cotoneaster damneri, Cotoneaster salicifolius Repens e simili Fornitura e messa a dimora
di arbusti sempreverdi tipo Cotoneaster damneri, Cotoneaster salicifolius Repens e simili
dell'altezza di 0,41 - 0,60 m. Sono compresi: la formazione della buca eseguita a mano o con
mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale
di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il riempimento del cavo con
terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori ove occorrono; la garanzia
di attecchimento.
Lavandula angustifolia
Fornitura e messa a dimora di arbusti sempreverdi tipo Lavandula angustifolia, detta
Lavanda officinale o vera o spico, dell'altezza di 0,31 - 0,40 m. Sono compresi: la formazione della
buca eseguita a mano o con mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo
scarico a rifiuto del materiale di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il
riempimento del cavo con terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori
ove occorrono; la garanzia di attecchimento.
Glycine Wistaria sinensis
Fornitura e messa a dimora in vaso di arbusti rampicanti tipo Glycine in varietà Wistaria
Sinensis (detto Glicine della Cina) dell'altezza di 1,00 - 1,50 m. Sono compresi: la formazione della
buca eseguita a mano o con mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo
scarico a rifiuto del materiale di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il
riempimento del cavo con terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori
ove occorrono; la garanzia di attecchimento.
Art. 27- Opere di arredo
Gli arredi del parco comunale consisteranno nella sistemazione di panche, cestini portarifiuti e giochi per bambini.
Panche
Fornitura e posa in opera di panche monolitiche con schienale della lunghezza di 2 m tipo
modello “Makatite” della ditta Metalco: panca monolitca piana interamente realizzata con impasto di
pietre di graniglia e marmo, levigata sulla seduta e sabbiata sul perimetro. Fornitura e posa in
opera di panche monolitiche con pedana tipo modello “Realgard” della ditta Metalco: panca
monolitica con pedana interamente realizzata con impasto di pietre di graniglia e marmo, levigata
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sulla seduta e sabbiata sul perimetro. Le superfici delle panche, trattate con apposite vernici
satinate opache, saranno dotate di apposite boccole armate per il sollevamento ed il semplice
appoggio al suolo.
Cestini porta-riifuti
Fornitura e posa in opera di cestino porta rifiuti tipo modello “Ermes” c della ditta Metalco
con capacità netta di 65 lt, realizzato interamente in acciaio zincato e verniciato, costituito da una
struttura cilindrica del diametro di 364 mm in lamiera zincata sendzimir spessore 2 mm, con
coperchio fisso ed anello reggisacco interno in acciaio del diametro di 8 mm. Sarà dotato di piede
prolungato in tubo del diametro di 60 mm per essere cementato. Il sistema di apertura sarà a
ribalta, con serratura con lama in acciaio armonico a scatto, completamente a scomparsa.
Art. 28- Opere in alluminio
In corrispondenza del nuovo parco pubblico verranno sistemate una pensilina adibita a
rimessaggio delle biciclette ed un’isola ecologica; entrambe le strutture verranno realizzate in
profilati in alluminio con copertura in pannelli sandwich.
Pensilina per rimessaggio biciclette
La pensilina per il rimessaggio delle biciclette sarà realizzata con montanti e traversini in
profilati d'alluminio delle dimensioni di 12 x 12 cm per i montanti e di 6 x 12 cm per i traversi. La
copertura sarà realizzata in pannelli sandwich con pendenza atta a convogliare le acque piovane
verso i buttafuori lato aiuole. In corrispondenza della pensilina verrà posizionata una struttura
“portabiciclette” dalle dimensioni di 420 x 1230 x 560 mm della ditta Metalco modello “Reset Inox”,
costituita da una struttura a spirale ottenuta da un tubo d'acciaio inox AISI 304l satinato del
diametro di 40 mm per 2 mm di spessore. Il “portabicivlette” poggerà a terra su due basi in fusione
di alluminio verniciato a polveri P.P.
Isola ecologica
L’isola ecologica sarà realizzata con struttura con n. 9 montanti in alluminio dalle
dimensioni 12 x 12 cm e con n. 10 traversi dalle dimensioni di 6 x 12 cm. La copertura sarà
realizzata in pannelli sandwich con pendenza atta a convogliare le acque piovane verso i buttafuori
lato aiuole. L'isola sarà dotata di porta ad ante battente a lamelle alternate fisse delle dimensioni di
100 x 210 cm.
5/B) GESTIONE MATERIALI DA DEMOLIZIONE
a) MATERIALI DA DEMOLIZIONE
L’articolo 184, comma 3, lettera b), del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in
materia ambientale”, come modificata dall'art. 11 del d.lgs. n. 205 del 2010, classifica i rifiuti da
demolizione e costruzione quali “rifiuti speciali”, come pure quelli derivanti dalle attività di scavo nei
cantieri edili (si veda per questi ultimi quanto già trattato al punto Scavi-Rilevati-Rinterri del
presente Capitolato Speciale d’Appalto)
Per rapidità di riscontro si riporta un elenco – ancorché non esaustivo - di rifiuti prodotti dai
cantieri:
RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI
CONTAMINATI)
CODICE CER
SOTTOCATEGORIA
DENOMINAZIONE
17 01 01
cemento
mattoni
17 01 02
mattonelle e ceramiche
17 01 03
cemento, mattoni,
miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, contenenti
mattonelle e ceramiche
17 01 06*
sostanze pericolose
miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da
17 01 07
quelle di cui alla voce 17 01 06
17 02 01
legno
vetro
17 02 02
legno, vetro e plastica
17 02 03
plastica
25
17 02 04*
17 03 01*
17 03 02
17 03 03*
17 04 01
17 04 02
17 04 03
17 04 04
17 04 05
17 04 06
17 04 07
17 04 09*
17 04 10*
17 04 11
17 05 03*
17 05 04
17 05 05*
17 05 06
17 05 07*
17 05 08
17 06 01*
17 06 03*
17 06 04
17 06 05*
17 08 01*
17 08 02
miscele bituminose,
catrame di carbone e
prodotti contenenti
catrame
metalli (incluse le loro
leghe)
terra (compreso il terreno
proveniente da siti
contaminati), rocce e
fanghi di dragaggio
materiali isolanti e
materiali da costruzione
contenenti amianto
materiali da costruzione a
base di gesso
17 09 01*
17 09 02*
17 09 03*
altri rifiuti dell'attività di
costruzione e demolizione
17 09 04
vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da essi contaminati
miscele bituminose contenenti catrame di carbone
miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01
catrame di carbone e prodotti contenenti catrame
rame, bronzo, ottone
alluminio
piombo
zinco
ferro e acciaio
stagno
metalli misti
rifiuti metallici contaminati da sostanze pericolose
cavi, impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose
cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10
terra e rocce contenenti sostanze pericolose
terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03
fanghi di dragaggio contenenti sostanze pericolose
fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05
pietrisco per massicciate ferroviarie contenente sostanze pericolose
pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05
07
materiali
isolanti contenenti amianto
altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose
materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03
materiali da costruzione contenenti amianto
materiali da costruzione a base di gesso contaminati da sostanze pericolose
materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17
08 01
rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti mercurio
rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti
PCB (ad
esempio sigillanti PCB, pavimentazione a base di resina contenenti PCB,
elementi stagni in vetro contenenti PCB, condensatori contenenti PCB)
altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi i rifiuti misti)
contenenti sostanze pericolose
rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui
alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03
* rifiuti speciali pericolosi
Chiaramente, le operazioni di demolizione di fabbricati, o porzioni di essi, avvengono in
modo tale da determinarne la completa frantumazione. Qui si possono rinvenire oltre ai tipici “inerti”
(quindi, mattoni, calcinacci, ecc.), anche altre tipologie di rifiuti, idonei, questi ultimi, a cedere al
suolo sostanze pericolose (si pensi, ad esempio, alle fibre di amianto-cemento, presenti in buona
parte di vecchi fabbricati). Di contro, parte di questo materiale potrebbe essere recuperato per la
realizzazione di nuove opere (pietre, mattoni integri, ecc.).
Chiaramente, il prodotto della demolizione tal quale, non può essere recuperato in sito.
Si deve inoltre evitare contaminazione del suolo, risultando che il prodotto di scarto – dunque
quello di cui il detentore ha l’obbligo di disfarsi – sarà da considerare il prodotto della demolizione e
quindi rifiuto speciale.
I materiali residuanti dalla attività di demolizione edilizia conservano la natura di rifiuti sino al
completamento delle attività di separazione e cernita, che rientrano tra le operazioni di recupero dei
rifiuti ai sensi del Dlgs 152/2006 (Cassazione Penale Sez. III, sentenza 23049/2013).
b) DEPOSITO TEMPORANEO
I rifiuti speciali possono essere raggruppati, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi
sono prodotti, nella forma del cosiddetto “deposito temporaneo” (art. 183, comma 1, lett. bb) del
C.D.A. come modificata dall'art. 28, comma 2, legge n. 35 del 2012, poi dall'art. 52, comma 2-ter,
legge n. 134 del 20123).
Peraltro, in ragione di quanto previsto dal cosiddetto “principio di precauzione e di
prevenzione”, tale deposito deve essere “controllato” dal suo produttore o detentore e, quindi, se
26
non si tratta di rifiuti pericolosi, questi devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o
di smaltimento secondo le seguenti modalità:
1) il deposito temporaneo avviene:
a. nel luogo di produzione dei rifiuti;
b. i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE) 850/2004, e
successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle norme tecniche che
regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei rifiuti contenenti sostanze pericolose e gestiti
conformemente al suddetto regolamento, nel rispetto della disciplina delle sostanze
pericolose;
c. per categorie omogenee nel rispetto delle specifiche norme tecniche;
2) modalità alternative per l’avvio alle operazioni di recupero o smaltimento, a scelta del
produttore:
2.1 con il seguente criterio temporale:
con cadenza almeno trimestrale (indipendentemente dalle quantità in deposito);
2.2 con il seguente criterio quantitativo:
quando in quantitativo dei rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 mc, dei quali
al massimo 10 mc di rifiuti pericolosi
In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all'anno, il deposito
temporaneo
non può avere durata superiore ad un anno.
3) i rifiuti inerti possono essere accumulati separatamente anche sul suolo, purché sagomato con
adeguate pendenze, in modo da evitare ristagni di acque meteoriche;
4) gli altri rifiuti (legno, metalli, cartoni, plastica, ecc.) è bene siano collocati in adeguati contenitori
e/o cassoni;
5) il deposito temporaneo può essere istituito e gestito solo dal produttore del rifiuto, quindi non può
esistere un’impresa che opera per conto del produttore in tal senso;
6) il deposito temporaneo, in ambito edile, deve essere nel luogo di produzione del rifiuto;
7) non deve essere “deposito cumulativo”, ossia:
a. composto da rifiuti omogenei ma generati da diversi produttori 4 anche se operanti nel
medesimo cantiere;
b. composto da rifiuti omogenei ma generati dal medesimo produttore ma in cantieri diversi o
attività diverse fra loro;
8) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura delle eventuali
sostanze pericolose.
Successivamente al deposito temporaneo, i rifiuti da demolizione e costruzione devono
obbligatoriamente essere conferiti a soggetti debitamente autorizzati allo svolgimento delle fasi di
recupero o, in alternativa, a fasi residuali di smaltimento.
I rifiuti inerti possono essere avviati a:
a) SMALTIMENTO: presso impianto di stoccaggio autorizzato per il successivo conferimento
in discarica per rifiuti inerti.
b) RECUPERO: presso impianti, fissi o mobili, debitamente autorizzati.
c) TRASPORTO DEI PRODOTTI DELLA DEMOLIZIONE E LORO TRACCIABILITA’
La fase terminale dello smaltimento/recupero dei rifiuti da demolizione, si attua mediante il
trasporto degli stessi, dal luogo di produzione al luogo di smaltimento o di recupero.
Infatti il produttore o detentore dei rifiuti speciali, assolve i propri obblighi, tra l’altro, con le seguenti
priorità:
a) autosmaltimento dei rifiuti;
b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati ai sensi delle disposizioni vigenti.
Pertanto, la responsabilità del detentore per il corretto recupero o smaltimento dei rifiuti è
esclusa in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle attività di recupero o di
smaltimento.
Le attività di trasporto dei rifiuti possono essere effettuate solo da soggetti iscritti all’Albo
Nazionale Gestori Ambientali, ente incaricato dell’iscrizione, selezione, qualificazione e controllo
delle imprese operanti nel settore della gestione dei rifiuti.
Le imprese edili che trasportano i propri rifiuti non pericolosi o pericolosi in quantità non
eccedenti trenta chilogrammi o trenta litri al giorno si devono iscrivere all’Albo Nazionale Gestori
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Ambientali nella categoria “TRASPORTATORI DEI PROPRI RIFIUTI (produttori iniziali) (art. 212,
comma 8, D.Lgs. 152/2006)”.
In seguito all’introduzione del sistema SISTRI, i trasportatori che intendono trasportare i
propri rifiuti pericolosi devono iscrivere l’autoveicolo al SISTRI e installare la necessaria Black Box.
Le imprese che trasportano rifiuti prodotti da terzi devono essere iscritte all’Albo nelle
categorie 4 o 5 (le categorie 2 e 3 risultano attualmente decadute, pertanto le autorizzazioni in tali
categorie sono valide fino alla scadenza naturale dei cinque anni).
Il trasporto dei propri rifiuti deve sempre essere accompagnato dal Formulario di
Identificazione del Rifiuto (FIR) mentre per quanto riguarda il trasporto dei rifiuti prodotti da terzi, a
seguito della piena operatività del SISTRI, il formulario viene sostituito dall’apposita scheda
SISTRI.
d) SMALTIMENTO
I rifiuti prodotti dalle imprese edili possono essere conferiti solo presso soggetti autorizzati
dall’Ente competente (Regione/Provincia) all’attività di smaltimento o di recupero di rifiuti.
Tutti i soggetti che producono materiale derivante da lavori di costruzione e demolizione,
comprese le costruzioni stradali, devono adottare tutte le misure atte a favorire la riduzione di rifiuti
da smaltire in discarica, attraverso operazioni di reimpiego, previa verifica della compatibilità
tecnica al riutilizzo in relazione alla tipologia dei lavori previsti. Al fine di limitare la produzione dei
rifiuti inerti è necessario:
 favorire in ogni caso, ove possibile, la demolizione selettiva degli edifici e la conseguente
suddivisione dei rifiuti in categorie merceologiche omogenee;
 favorire, direttamente nel logo di produzione, una prima cernita dei materiali da demolizione
in gruppi di materiali omogenei puliti;
 prevedere, ove possibile, precise modalità di riutilizzo in cantiere dei materiali in fase di
demolizione, per il loro reimpiego nelle attività di costruzione (mattoni, coppi, ecc.);
 conferire i rifiuti inerti presso i diversi impianti di gestione presenti sul territorio regionale e
regolarmente autorizzati ai sensi della vigente normativa ovvero ricorrendo ad impianti
mobili autorizzati.
Il conferimento in discarica e/o ad impianto di recupero deve avvenire (con le modalità
previste dalla normativa vigente) esclusivamente nei casi in cui non risulti possibile una delle
operazioni di riutilizzo e recupero già richiamate.
E’ tassativamente vietato l’utilizzo tal quale delle macerie derivanti da costruzioni e
demolizioni. I rifiuti da demolizione, per essere riutilizzati, devono essere trattati in appositi impianti
di frantumazione e selezione.
Lo smaltimento va comprovato da apposita documentazione rilasciata dal centro di
smaltimento.
5/C) IMPIANTI TECNOLOGICI
(SEZIONE 1°)
IMPIANTI ELETTRICI E DOMOTICI
1.
Parte generale
La presente relazione tecnica riguarda gli impianti elettrici, elettronici e domotica da realizzare,
nell’edificio di tipo residenziale pubblico, composto in particolare da n.ro 10 unità abitative di
proprietà del Comune di Pesaro, denominato Lotto A, da n.ro 21 unità abitative di proprietà della
Cooperativa, denominato Lotto B e da alcuni locali e/o connettivi condominiali, oltre ad un
cortile/giardino retrostante, denominato Lotto C, il tutto insistente in via Mazza a PESARO.
La struttura dell’edificio si sviluppa su più piani ed è così suddivisa:
- piano interrato, adibito ad autorimessa ed altri locali tecnici;
- piano terra, appartamenti, locali tecnici e cortile/giardino, oltre al connettivo scale;
- piano primo, appartamenti, oltre al connettivo scale;
- piano secondo, appartamenti, oltre al connettivo scale;
- piano terzo, appartamenti, oltre al connettivo scale;
- piano copertura.
La progettazione riguarda la realizzazione da nuovo degli impianti sopra citati a servizio dell’intero
edificio, siano esse unità abitative, siano parti condominiali e relativi locali tecnici .
28
1.1
Relazione Tecnica descrittiva impianti elettrici
1.1.2 Descrizione sommaria degl’impianti
In particolare gli impianti da realizzare sia nelle unità abitative sia nelle parti condominiali,
consistono in:
- punti presa a spina;
- punti luce per l’illuminazione ordinaria;
- punti luce per l’illuminazione di emergenza;
- allacciamenti diretti alle apparecchiature fisse;
- quadretto per il sezionamento e la protezione delle linee;
- impianto di terra,
- sistema videocitofonico;
- sistema di antenna TV;
- predisposizione telefoniche;
- predisposizione impianti di demotica elettrica, di allarme, video e climatica.
Fanno parte integrante alla progettazione oltre la presente relazione tecnica e capitolato speciale,
anche gli allegati schemi elettrici dei quadri e gli schemi planimetrici degli impianti.
1.1.3 Classificazione degli ambienti
Sotto il profilo dei requisiti che devono possedere gli impianti in relazione all’uso degli ambienti,
viene stabilita la seguente classificazione dei locali:
a) quelli adibiti ad unità abitative e relativi locali di carattere condominiale, verranno trattate, per
quanto ritenuto possibile secondo i provvedimenti previsti dalla norma CEI 64-8 e relative
specifiche Guide CEI 64-50. Particolare attenzione è riposta nei locali per autorimessa e trattati
impiantisticamente, quali locali a rischio in caso di incendio.
1.1.4 Dati del sistema elettrico
In base ai dati in possesso la fornitura dell’energia elettrica per tutte le unità abitative e per le parti
condominiali,potrà avvenire, da parte del distributore, in bassa tensione e la consegna verrà
effettuata in apposito locale che conterrà tutti i gruppi di misura, con sezionamento e protezione
generale degli impianti elettrici, per ognuna delle attività esistenti.
Risulta pertanto un sistema TT - trifase con neutro; Tensione 400/230 V - 50 Hz, per una potenza
di fornitura di circa 20 KW per la parte condominiale. Mentre per le unità abitative, le stesse
forniture potranno essere da 3 - 4,5 – 6 KW, per gli impianti così dimensionati.
Dalle informazioni assunte presso il distributore, la corrente di c.c. nel punto di consegna, non è
superiore a 6 kA.
1.1.5 Principali norme tecniche di riferimento
Il progetto è stato redatto con particolare riferimento alle seguenti principali norme tecniche:
Norme e Guide CEI
11-1 Impianti di produzione trasporto e distribuzione di energia elettrica; norme generali;
11-8 - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - impianti di terra;
11-17 - Impianti di produzione, trasporto, distribuzione energia elettrica. Linee in cavo;
17-6 Apparecchiature prefabbricate con involucro metallico per tensione da 1 a 52KV;
CEI-EN 61439 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione;
34-21 - Apparecchi di illuminazione. Parte 1' a: prescrizioni generali e prove;
34-22 - Apparecchi di illuminazione. Parte 2' a: requisiti particolari e apparecchi per illuminazione di
emergenza;
64-8 - Impianti elettrici utilizzatori. Norme generali;
64-12 - Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario;
64-50 - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari, telefonici –
criteri generali;
64-53 - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari, telefonici,
edilizia residenziale;
70-1 Gradi di protezione degli involucri;
81-10 - Protezione di strutture contro i fulmini;
103-1 - Impianti telefonici interni;
- ed altre riportate nel corso del capitolato.
29
1.1.6 Struttura generale dell’impianto elettrico
Per le unità abitative, dai gruppi di misura del fornitore elettrico partiranno linee distinte
appositamente sezionate e protette già alla base dei montanti, per arrivare all’interno delle stesse
ed attestarsi su appositi quadretti, ove troveranno allocazione gli interruttori di sezionamento e
protezione delle linee distinte interne.
Per la parte condominiale, dal gruppo di misura del fornitore elettrico, si andrà verso il quadro
elettrico generale dislocato in apposito locale all’interrato e da lì si distribuiràad alimentare altri
quadri di natura condominiale meglio specificati negli schemi elettrici.
Le canalizzazioni per la distribuzione dei conduttori all'interno delle unità residenziali saranno
realizzate con tubo in pvc corrugato flessibile sottotraccia.
Le scatole di alloggiamento degli apparecchi, di derivazione ecc., nelle unità residenziali, saranno
in PVC, incassate nella muratura a filo intonaco, di adeguate dimensioni. Queste avranno
dimensioni opportune per permettere un agevole sfilaggio dei conduttori.
Ogni giunzione dovrà tassativamente avvenire a mezzo di appositi morsetti isolati, rimanendo
assolutamente vietata qualsiasi altra metodologia.
In particolare le linee hanno origine dai rispettivi quadri elettrici che saranno costituiti da modulo in
materiale isolante, in modo da realizzare una apparecchiatura in classe II, e sarà dotato di un
interruttore automatico magnetotermico con relè differenziale di tipo selettivo per la protezione di
ciascun circuito di alimentazione delle varie utenze. Sono state previste potenze e forniture
monofasi in relazione al tipo di ciascuna attività ed alla estensione dei locali.
I singoli circuiti di alimentazione raggiungeranno i rispettivi quadri elettrici delle unità abitative,
transitando per tratti orizzontali in apposite canalizzazioni compartimentale all’interno delle
autorimesse e per tratti verticali all’interno di appositi caveedi fino a raggiungere le rispettive unità.
Per ognuno è da prevedere un quadro corredato di interruttori magnetotermici differenziali da 0,03
A per la protezione dei circuiti terminali.
Le linee interne alle stesse unità abitative sono protette da tubazioni corrugate incassate in P.V.C.
di diametro non inferiore a mm. 16, conduttori per prese da 10A e 16A di sezione minima mmq. 2,5
e per punti luce di sezione minima mmq. 1,5; con apparecchiatura di comando tipo componibile in
scatole modulari e placche a scelta del DD.LL..
Cassette di derivazione con coperchio fissato con viti, compresa la rete di distribuzione interna a
partire dai contatori.
Nei locali condominiali
Gli impianti dovranno essere eseguiti con i rispettivi gradi di protezione minimi sotto elencati:
- IP 20 negli ambienti ordinari di servizio;
- IP 54 nei locali tecnici e negli ambienti esterni.
1.1.6.1 Tipologie delle condutture
I circuiti utilizzatori primari e secondari transiteranno, di norma, entro canalizzazioni metalliche
principali e dorsali a vista installate a parete/soffitto transitanti nel controsoffitto. Dalle dette
canalizzazioni saranno derivate, in apposite cassette, le alimentazioni, sia di forza motrice che di
illuminazione, per le singole utenze, apparecchiature, i gruppi di presa a spina ed i centri luminosi.
Gli impianti speciali quali, telefonico, TV, demotica elettrica e clima, ecc.,avranno percorsi e
tubazioni distinte. La canalizzazione metallica principale sarà anch’essa distinta.
La tipologia di cavi utilizzabili su può ricondurre al tipo N07V-K all’interno delle tubazioni incassate
e/o a vista e del tipo con guaina, a vista in controsoffitti ed anche in canalizzazione,
FG7(O)M10,6/1kV, FTG10(O)M10,6/1kV senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi.
1.1.6.2 Quadri elettrici
All’interno dei quadri elettrici insistono interruttori di sezionamento e protezione di tutte le linee in
partenza, del tipo sia magnetotermico, sia differenziali.
I quadri elettrici previsti e presenti sono:
- Quadri elettrici per unità abitative con protezione del montante;
- Quadro generale condominiale;
- Quadro ascensore (QE ASC);
- Quadro pompa sollevamento acqua (QE PSA);
- Quadri per sottocentrale e centrale termica;
- Quadri per demotica.
Per quanto riguarda il loro posizionamento vedasi schemi planimetrici.
Per quanto riguarda la composizione vedasi allegati schemi dei quadri.
1.1.6.3 Punti presa a spina
Nei diversi locali insistenti nell’attività i punti presa a spina sono di tipo civile sia incassati che a
30
vista a parete.
Tutte le linee di alimentazione sono protetti da appositi interruttori nei rispettivi quadri di
distribuzione ed inoltre ove ritenuto necessario, nei singoli punti e/o gruppi di presa a spina,
soprattutto per le utenze particolari della cucina, quali Forni, lavastoviglie, lavabiancheria, ecc..
Vi saranno anche dei punti presa a spina di tipo industriale CEE rossi (trifasi) e blu (monofasi) – 6h,
installate in apposite batterie-quadretti così come riportati e distribuiti sugli schemi planimetrici, in
alcuni locali condominiali.
Le prese industriali presentano ognuno fusibili di protezione ed interblocco meccanico all’inserzione
della spina ed interruttore generale magnetotermico e differenziale.
1.1.6.4 Allacciamenti diretti alle apparecchiature fisse
Alcune apparecchiature, quali ad esempio le unità di climatizzazione esterne ed interne, le
apparecchiature di ventilazione, nei bagni, potranno essere allacciate direttamente con linee
dirette ai relativi quadri elettrici e/o a mezzo di interruttori di sezionamento e protezione in
prossimità dell’apparecchio.
1.1.6.5 Illuminazione ordinaria
Nei locali ad uso condominiale si prevede l’installazione anche di corpi illuminanti, mentre
all’interno delle unità abitative rimane a carico dei singoli utenti.
Sono previsti corpi illuminanti di tipo stagno con lampade fluorescenti tipo T8, lineari e/o compatti, a
vista nelle autorimesse e nei locali tecnici; ed infine nei locali connettivi, corpi illuminanti per lo più a
parete/soffitto a vista con lampade compatte a basso consumo.
Nel cortile esterno e giardino è previsto apposita illuminazione esterna, di tipo bassa lungo i
camminamenti ed alta nelle piazzole.
Tutti gli ambienti sono suddivisi su più circuiti in modo che l’eventuale guasto su un circuito non
determini comunque situazioni di black-out.
1.1.6.6 Illuminazione di emergenza
Al fine di garantire la sicurezza anche in situazioni di emergenza per mancanza di rete elettrica,
tutti i locali tecnici e di utilizzo condominiale sono dotati di un impianto di illuminazione di
emergenza che assicura un adeguato livello di illuminazione sulle vie di esodo, secondo quanto
previsto dalla legislazione vigente. Tale sistema è garantito mediante corpi illuminanti con batterie
incorporate che entrano in funzione automaticamente al mancare della stessa tensione di rete.
I corpi illuminanti saranno in materiale plastico, da 1*11-18-24 W ed autonomia di un’ora, di tipo IP
40-44-55 e con flusso luminoso da 200 lumen nei piccoli locali e 600 lumen in altri locali come
riportate negli schemi planimetrici.
Saranno inoltre del tipo a sola emergenza (SE) e del tipo sempre accesi (SA) sulle vie di esodo.
Anche nelle unità abitative sono previste nella zona ingresso simili lampade di emergenza.
1.1.6.7 Impianto di terra
L’impianto di terrà dovrà essere realizzato in conformità alle CEI 64-8 ed alla guida 64-12 e sarà
esteso a tutte le masse esistenti nel complesso nonché alle masse estranee.
Esso sarà ricollegato all’impianti di dispersione già preesistente nel complesso di edifici ed
integrato con ulteriori spandenti di terra.
L’impianto farà capo ad un nodo di terra all’interno del quadro generale di distribuzione.
L’impianto di terra risulterà coordinato agl’interruttori differenziali presenti nell’impianto, tale da far
sì che le tensioni di contatto siano ampiamente al disotto dei 50/25 V prevista dalla normativa.
Per i migliori dettagli vedasi le planimetrie di progetto.
1.1.6.8 Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche
Non fa parte della presente relazione la valutazione del rischio fulminazione. Tale argomento potrà
essere trattato nella futura progettazione degli impianti dell’intero complesso di edifici e capannoni.
E’ stata comunque valutata l’opportunità e la necessità di installare nel quadro generale appositi
dispositivo di protezione da sovratensioni (SPD).
1.1.6.9 Alimentazione impianti di aerazione nei bagni delle unità abitative
Apposite linee elettriche alimenteranno le apparecchiature per l’aerazione dei bagni delle unità
abitative, costituiti da piccoli aspiratori su tubazioni con tymer di ritardo allo spegnimento e legati
all’accensione della relativa lampada del singolo locale ospitante.
Inoltre vi saranno delle alimentazioni per le unità di climatizzazione interna con i relativi termostati
di regolazione di fornitura del committente.
1.1.6.10
Impianto telefonico
La distribuzione telefonica degli impianti all’interno degli edifici avviene sotto traccia. E’ prevista la
realizzazione di un sistema normalizzato per telefonia abitativa, con posa in opera di prese, cavi di
collegamento.
1.1.6.11
Impianto TV
31
Sarà predisposto un impianto di ricezione di segnali televisivi, distinto per Lotto A di proprietà del
comune e Lotto B di proprietà della Cooperativa collegato ad apposito impianto con antenne sul
tetto di copertura piana, centralina di amplificazione, commisurata ai cavi di discesa e punti presa
ripartiti e distribuiti nei diversi locali delle unità.
1.1.6.12
Impianto demotico elettrico e clima
In ogni alloggio si dovrà predisporre apposita canalizzazione per futura installazione di impianto
allarme antintrusione volumetrico e videosorveglianza.
Inoltre un intero impianto demotico per il controllo della climatizzazione interna e delle centrali
termiche dei due lotti dell’edificio, con apposite apparecchiature e collegamenti di rete gestite da
idonei PLC. Il tutto dislocati anche in appositi armadi al piano interrato e comune.
Ed inoltre ancora vi sarà una predisposizione per impianto fotovoltaico sul tetto di copertura, da
interfacciare alla fornitura come scambio sul posto.
1.1.7 Misure di protezione
1.1.7.1 Protezione contro i contatti diretti e indiretti
La protezione contro i contatti diretti viene attuata mediante:
- l’isolamento diretto delle parti attive;
- la protezione mediante involucri e/o barriere;
- protezione mediante ostacoli;
- protezione mediante distanziamento;
- protezione addizionale mediante interruttori differenziali.
Nella generalità dei casi, con l’utilizzo di condutture ed apparecchiature aventi, di norma, un grado
di protezione non inferiore ad IP 20/40 e comunque mai inferiore ad IP XXB.
Requisiti specifici riguardo la protezione contro contatti diretti sono:
- utilizzo di prese a spina di tipo civile con gli alveoli protetti;
- la colorazione utilizzata per il conduttore di protezione, i conduttori equipotenziale, i cavi di
terra, sono il giallo-verde;
- la colorazione utilizzata per il conduttore di neutro è il blu;
- la colorazione utilizzata per il conduttore di fase è il nero, marrone, grigio;
- gli interruttori di comando delle luci sono installati sul conduttore di fase;
- l’utilizzazione di interruttori differenziali con corrente nominale di intervento non superiore a 30
mA.
La protezione contro i contatti indiretti viene attuata mediante:
- l’interruzione automatica dell’alimentazione
- la messa a terra delle masse;
- i collegamenti equipotenziali principali e secondari delle masse e/o masse estranee;
- l’uso di componenti elettrici di Classe II;
- separazione elettrica.
In particolare il criterio dell’interruzione automatica dell’alimentazione, viene effettuato tramite il
coordinamento degli interruttori di protezione differenziale con l’impianto di terra.
Tutti i circuiti terminali risultano protetti mediante interruttori differenziali di tipo istantaneo con
corrente differenziale nominale di 30 mA in modo da garantire l’immediata apertura per minime
dispersioni a terra. I circuiti principali di distribuzione e gli interruttori generali sono invece protetti
con interruttori di tipo regolabile/selettivo, sia nel tempo, sia nella corrente. Con detta soluzione si
garantisce il massimo di selettività e la protezione estesa a tutto l’impianto.
Il valore della resistenza di terra, coordinato al valore di corrente di dispersione sezionato
automaticamente dai differenziali presenti nell’impianto nel rispetto dei seguenti valori di equazione:
Rt<= 50 V/ Id
dove
Rt = è la resistenza di terra
50 V = è il valore massimo di tensione di contatto negli ambienti in questione
Id = è la corrente di intervento dell’interruttore di protezione differenziale nel tempo di 5s.
Dai valori sopra riportati si evince facilmente il rispetto ai requisiti di sicurezza.
Dove saranno presenti apparecchiature alimentate a bassa tensione e/o dotati di trasformatori di
sicurezza, si può avere la protezione dei circuiti combinata da contatti diretti ed indiretti.
1.1.7.2 Protezione contro gli effetti termici
Le apparecchiature ed i componenti dell’impianto elettrico non dovranno essere causa di sviluppo
di fonti di calore e/o irraggiamento termico e non dovranno essere sottoposti agli stessi effetti, tali
da provocare :
32
- combustione o deterioramento di materiali
- rischio di ustioni;
- riduzione della sicurezza nel funzionamento.
1.1.7.3 Protezione contro gli incendi
Il problema è stato affrontato sotto il duplice profilo di un impianto elettrico che non possa costituire,
esso stesso, causa di incendio e che, in caso di incendio, garantisca i servizi essenziali.
L’impiego di conduttori del tipo non propagante l’incendio e di dispositivi a corrente differenziale
garantisce, in conformità delle norme citate e di quanto stabilito dalla sezione 751 delle CEI 64-8,
contro i pericoli di innesco e propagazione degli incendi.
Altri fattori di protezione sono:
- l’isolamento delle parti attive;
- la protezione dalle sovracorrenti;
- la protezione da sovratensioni;
- l’utilizzo di materiali autoestinguenti;
- il collegamento a terra di tutte le masse e le masse esterne.
1.1.7.4 Protezione contro le sovracorrenti
Gli interruttori automatici magnetotermici posti a monte di ogni conduttura risultano dimensionati in
maniera tale da proteggere i cavi sia dal sovraccarico, che dal cortocircuito.
La protezione dal sovraccarico soddisfa le disequazioni seguenti:
Ib<= In< =Iz
ed
If<= 1,45 x Iz
dove:
Ib= è la corrente di impiego;
In= è la corrente nominale dell’interruttore;
Iz= è la portata del cavo;
If = è la corrente convenzionale di sicuro funzionamento.
La protezione dal cortocircuito è garantita dai singoli poteri di interruzione degli stessi interruttori.
Si tratta di fornitura in bassa tensione e la corrente di cortocircuito, nel punto di consegna, dalle
informazioni assunte presso il distributore, non è superiore a 10 kA.
Gli interruttori generali presenti a valle del gruppo di misura nei diversi quadri hanno un potere di
interruzione non minore di 10 kA, mentre tutti gli interruttori di tipo modulare, hanno potere di
interruzione di 6 e 4,5 kA, comunque idonei ai valori di cortocircuito previsti nei relativi punti di
installazione.
Le sezioni dei cavi soddisfano la protezione sia in caso di corto circuito massimo, sia in caso di
cortocircuito minimo al termine della linea, contro il rischio di danneggiamento dovuto agli effetti
2
dell’energia specifica passante I t lasciata transitare dal rispettivo dispositivo di protezione.
1.1.7.5 Protezione contro le cadute di tensione
Le sezioni dei conduttori dei circuiti di distribuzione primaria e dei circuiti terminali più sollecitati per
carico e/o per lunghezza sono protetti contro le sovracorrenti e non presentano cadute di tensione
totale, dal gruppo di misura ENEL, superiore al 5%.
Tale valore risulta pertanto poter soddisfare i requisiti di alimentazione di tutte le apparecchiature
ed i componenti dell’impianto elettrico.
1.1.7.6 Protezione contro le sovratensioni
E’ previsto l’utilizzo di dispositivi di protezione dalle sovratensioni (scaricatori – SPD) per limitare le
tensioni superiori ai livelli accettati dalle apparecchiature elettriche presenti nel funzionamento
ordinario dell’impianto elettrico, all’interno del quadro generale di distribuzione. I dispositivi saranno
rispondenti al I e II livello di protezione.
1.1.7.7 Protezione contro le esplosioni
Come dichiarato dal committente, non esistono nell’attività, luoghi a rischio di esplosioni e pertanto
non sono progettati impianti per tali usi in questi ambienti.
Ove verrà riscontrata la necessità di realizzare parte di impianti elettrici in luoghi con pericolo di
esplosione, gli stessi impianti dovranno essere realizzate con costruzioni elettriche certificate, con
grado minimo di protezione IP 6X e contrassegnato II 2D (secondo ATEX 94/9/CE).
Le prese di corrente, limitatissime, saranno poste in cassette con il medesimo grado di protezione,
chiuse a chiave, poste ad altezza non inferiore a 1,5 m dal pavimento.
1.1.8 Carichi elettrici e criteri di dimensionamento
1.1.8.1 Carichi elettrici
I carichi previsti per le unità abitative sono le normali utenze di illuminazione e prese a spina per
apparecchiature varie oltre al forno, frigorifero, lavastoviglie, lavabiancheria, ecc..
Mentre per le parti condominiali sono, l’ascensore, l’iiluminazione nei connettivi, le centrali
termiche, la centrale idrica, ecc..
33
I quadri elettrici per le unità abitative sono dimensionati per 6 KW di potenza monofasi.
Mentre quelli per le parti condominiali potrà arrivare anche a 30 KW trifase.
1.1.8.2 Calcoli
In considerazione del fatto che la consegna della fornitura elettrica avverrà nell’immediata
prossimità del recinto, alla tensione di 400/230 V, appare ragionevole assumere una caduta di
tensione complessiva del 4% come limite massimo per le utenze più lontane.
Pertanto si ritiene soddisfatto il dimensionamento dei cavi ai diversi livelli, che comunque non
2
scende mai sotto la sezione di 1,5 mm .
Le correnti nominali degli interruttori dimensionati sono inferiori alle portate dei cavi di minore
sezione e superiori alle correnti di impiego dei vari circuiti.
La corrente di cortocircuito degl’interruttori generali e di portata più elevata è stata supposta
prudenzialmente di 10 kA, mentre altri interruttori di distribuzione avranno tutti un potere di
interruzione non inferiore a 6/4,5 kA.
34
1.2
Relazione Tecnica descrittiva della domotica
1.2.1
Descrizione sommaria degl’impianti
In particolare gli impianti da realizzare sia nelle unità abitative sia nelle parti condominiali,
consistono in sistemi domotici per il controllo/gestione degli edifici, per mezzo di una infrastruttura
capillare che raggiunge tutti gli oggetti dell’abitazione con bus di segnale con lo standard Konnex
(KNX) che è il primo standard di domotica aperto, coperto da royalty e indipendente dalla
piattaforma, approvato come standard europeo (EN 50090 - EN 13321-1) e mondiale (ISO/IEC
14543). Lo standard è stato sviluppato da KNX Association. La possibilità di interconnettere il bus
Konnex con il protocollo IP consente di raggiungere attraverso Internet (e quindi da ogni luogo) i
singoli oggetti presenti sul bus di segnale dell’abitazione. In maniera analoga si raggiungono i
sistemi di contabilizzazione dell’energia, remotizzando il controllo impiantistico e quindi l’efficienza
energetica dell’abitazione.
Il colloquio fra i diversi protocolli viene risolto tramite la realizzazione di un apposito dispositivo di
interfaccia, un gateway che rende “trasparente” da Internet la conduzione dei sistemi tecnici
dell’abitazione. Tale infrastruttura rappresenta un canale univoco per veicolare all’interno
dell’abitazione una pluralità di beni e servizi, a partire da quelli tecnici, energetici e in generale di
building automation. Lo stesso canale potrebbe essere utilizzato per far incontrare qualunque altra
necessità dell’abitante con l’offerta di beni e servizi.
Come sopra accennato, una delle componenti della building automation è rappresentata dai sistemi
di contabilizzazione di acqua calda sanitaria e calorie per riscaldamento ambienti. Tali sistemi sono
stati introdotti per la migliore gestione degli impianti di generazione centralizzati che, anche in
relazione ai più recenti orientamenti normativi in tema di efficienza energetica, sostituiscono gli
impianti singoli. La centralizzazione degli impianti implica la presenza di “satelliti” collocati presso le
singole unità abitative, in grado di rilevare lo specifico consumo. La possibilità di remotizzare
questa informazione “istantanea” contribuisce in maniera fondamentale sia alla c.d. “Energy
Awareness”, cioè la consapevolezza dei comportamenti di consumo, sia al vero e proprio “Energy
Management”, mettendo in relazione i consumi istantanei con le condizioni interne/esterne. Portare
queste informazioni su Internet implica la possibilità di controllo remoto, di elaborazione
centralizzata e di feed-back accurati. Per ottenere questo obiettivo è necessario realizzare un
sistema di interfaccia capace di traslare in protocollo IP gli specifici segnali rilevati direttamente o
sul singolo satellite o sul bus che interconnette i satelliti.
La sostituzione del cablaggio elettrico tradizionale con cablaggio a mezzo di bus domotico fornisce
un’ulteriore occasione di controllo remoto e complessivo dell’unità abitativa e/o dell’edificio. I bus
domotici interconnettono potenzialmente molteplici aspetti di funzionamento dell’abitazione: dalla
gestione dell’impianto di illuminazione e forza motrice, alla gestione dei blocchi cucina
(temperature, parte elettrica, funzionamento elettrodomestici) all’attivazione di aperture/chiusure,
alla sorveglianza e sicurezza. Come sopra accennato, uno degli standard a maggiore diffusione è
lo standard KNX; un’interfaccia appositamente progettata tra KNX e IP può aprire uno scenario
significativo di gestione dell’unità abitativa e di supporto agli abitanti.
Le due interfacce sopra descritte sono legate a “reti di oggetti” cablate fisicamente all’interno degli
edifici; si vanno però sempre più affermando dispositivi wireless che consentono di raggiungere
con rilevatori/attuatori ogni angolo dell’abitazione. Al più classico Wi-Fi con Access Point dedicato,
si affiancano protocolli innovativi come ZigBee, protocollo di comunicazione ad alto livello che
utilizza piccole antenne digitali a bassa potenza e basato sullo standard IEEE 802.15.4 per
Wireless Personal Area Networks (WPAN).
La soluzione originale che costituisce l’idea base dell’ infrastruttura proprietaria è la realizzazione di
un Gateway capace di mettere insieme, secondo lo schema riportato qui di seguito, le interfacce
menzionate ai punti precedenti. In pratica la rete IP che raggiunge la singola unità abitativa diventa
in grado di colloquiare con i singoli oggetti che stanno sia sui cablaggi fisici che su quelli wireless.
Questo tipo di infrastruttura “abilitante” consente di veicolare una pluralità di beni e servizi
praticamente illimitata, sia all’edificio in termini di building automation che all’abitante.
35
RF=radiofrequenza
KNX=bus standard
domotico konnex
Ac= acqua calda
Ck= contacalorie
La realizzazione dell’infrastruttura proprietaria “abilitante” all’erogazione di beni e servizi nella
singola unità abitativa, nell’edificio e/o anche nel quartiere, impone l’organizzazione e la definizione
di un’architettura di sistema che realizzi il massimo livello di integrazione possibile tra le varie
tipologie di applicazioni e i sistemi informativi che supportano l’offerta e la prestazione. Per
raggiungere questo obiettivo è indispensabile che le componenti “di base” del sistema siano
comuni a tutte le tipologie di prestazione:
a.
Un’infrastruttura di rete proprietaria unica che, attraverso il gateway di interfaccia tra
Internet e le reti degli oggetti, supporti tutte le possibili transazioni;
b.
Un sistema unico di identificazione degli attori del sistema (erogatori e destinatari di
prestazioni), con accesso univoco e profilazione degli utenti;
c.
Un insieme unico di servizi di sistema, in ambito di telecomunicazione, gestione remota,
domotica ecc.
36
Tale infrastruttura è realizzata con protocollo IP e soluzioni di tipo VPN (Virtual Private Network)
per interconnettere tutti i nodi di sistema; la rete è necessariamente esclusiva per consentire la
remotizzazione ubiqua delle gestioni di sistema, mentre la diffusione capillare degli accessi Internet
consente di raggiungere i gateway collocati presso le singole unità abitative e quindi di veicolare
verso i singoli destinatari (edifici o abitanti) l’erogazione di beni o servizi. La rete deve essere unica
nei sistemi di accesso e indirizzamento per garantire totale trasparenza di sistema verso tutti gli
utilizzatori.
L’anagrafe risponde alla necessità di avere un sistema di identificazione univoca degli attori di
sistema; un DBMS di tipo relazionale capace di evolvere verso soluzioni informative del tipo
DataWareHouse e/o Repository; a questo livello è inoltre indispensabile individuare un
“middleware” unico che agevoli il collegamento tra le singole applicazioni e l’anagrafe di sistema,
assicurando la consistenza informativa e la sicurezza del dato rilevante.
L’architettura di sistema così concepita consente che gli applicativi che regolano e supportano la
gestione di questa offerta siano “integrabili” agevolmente e facciano riferimento agli stessi soggetti
e agli stessi elementi di sistema. È auspicabile che gli elementi di interfaccia utente non siano
“Hardware defined” (cioè definiti dalla forma fisica dei dispositivi – schermo, pulsanti, comandi) ma
piuttosto “Software defined”, dove quindi l’interfaccia sia definita dalla tipologia di utente e dal suo
grado di comprensione del sistema (esempio tipico, tablet touchscreen con interfaccia grafica
semplice o complessa a seconda dell’utente).
1.2.2
Hardware
La tecnologia deve integrare il monitoraggio ed il controllo di tipologie impiantistiche diverse, con lo
scopo di convogliarne la gestione verso una piattaforma software web unica.
L’ obiettivo di tale integrazione è quella di fornire servizi internet e intranet collegati alle funzioni
proprie della tipologia di impianto e alla sua gestione sia tecnica che amministrativa, ad esempio la
possibilità per una ditta di manutenzione e assistenza di supervisionare e controllare da remoto gli
impianti di cui ha l’ appalto.
Inoltre la natura fortemente web-oriented dell’impianto domotico permette di veicolare sulla sua rete
tutti quei servizi che si possono immaginare erogati in modalità on-line e on-demand.
37
L’ associazione alla rete proprietaria sia per il fornitore di servizi che per il semplice consumatore
finale da la possibilità di usufruire di soluzioni tecnologiche all’avanguardia per ottimizzare ed
elevare qualitativamente la propria opera o il proprio abitare.
Le applicazioni della rete sono ospitate in un sistema di cloud computing (letteralmente una rete di
pc collegati attraverso Internet) per usufruirne l’ utente deve identificarsi attraverso il portale
proprietario che è la porta di accesso alle funzioni di cui si può usufruire.
Ad ogni utente sono associate delle credenziali, l’ inserimento di queste credenziali d’ accesso nel
portale proprietario permette di distinguerne la tipologia e i diritti associati in modo da rendergli
visibile solo la parte di dati e di applicazioni che lo riguardano.
1.2.3
Servizi legati all’ integrazione impiantistica della rete
Le tipologie di impianto integrate dal portale proprietario sono:

Centrali termiche;

Impianti fotovoltaici;

Reti dati ( ADSL, Wide-LAN, LAN);

Sistemi di Domotica residenziale ed assistiva
La realizzazione delle infrastrutture di un edificio con l’architettura proprietaria descritta permette:
1)
All’ utente dell’ unità abitativa:
a)
Impostare la temperatura della propria casa sia da locale che da remoto.
b)
Monitorare i consumi termici
c)
Salvare uno storico di tutte le suddette misure
d)
Visualizzare da remoto le videocamere di sorveglianza installate
e)
Accedere ad un contratto per la banda larga a prezzo agevolato
2) Al manutentore o gestore della centrale termica da locale e da remoto:
a) Monitorare lo stato acceso-spento della caldaia
b) Monitorare il set-point della caldaia
c) Monitorare le temperature della mandata e del ritorno per ogni utenza
d) Monitorare lo stato delle valvole a 3-vie
e) Monitorare la temperatura degli accumulatori\ separatori.
f) Monitorare i set-point impostati dagli utenti
g) Salvare uno storico di qualunque delle suddette misure
3) Al manutentore o gestore dell’ impianto fotovoltaico da locale e da remoto:
a) Misure fornite dagli inverter: energia, potenza, tensione, corrente….
b) Stati forniti dagli inverter: acceso, spento, blocco, errore comunicazione
c) Irraggiamento, temperatura ambiente, temperatura cella.
d) Salvare lo storico di qualunque delle suddette misure
e) Comando accensione spegnimento da remoto degli inverter
f) Avviso SMS \ e-mail su allarme generato da evento programmabile
38
4) All’ amministratore del condominio:
a) Anagrafica condominiale
b) Misurazione consumi termici condominiali comuni e privati
c) Misurazione consumi elettrici condominiali comuni
d) Misurazione energia prodotta dall’ impianto FV
e) Fatturazione automatizzata
f) Richiesta e conferma di intervento per l’ assistenza impiantistica automatica dal portale del
sistema domotico
1.2.4
Dispositivi necessari all’ installazione del sistema domotico:
-
Server locale aggregatore dati (uno per condominio)
-
Rete dati (LAN) per collegare impianti ed abitazioni
-
Modem \ router ADSL per connettività internet rete domotica
-
Contratto di connessione internet per rete domotica
-
Switch di zona ( uno per piano o zona di edificio, e uno per impianto)
-
Switch 8 porte di appartamento ( uno per appartamento)
-
Gateway per impianto domotico (uno per abitazione)
-
Alimentatore di linea bus Konnex
-
Contabilizzatore di calore con interfaccia Konnex (uno per abitazione)
-
Cronotermostato Konnex (uno per abitazione)
-
Controllore di centrale termica
-
Contaimpulsi ingresso GAS caldaia (dispositivo da aggiungere a quello installato dal
distributore)
-
Contabilizzatore di calore in mandata riscaldamento
-
Sonda di temperatura sulla mandata del circuito primario
-
Sonda di temperatura sul ritorno del circuito primario
-
Sonda temperatura sulla mandata del circuito secondario
-
Sonda temperatura per regolazione valvole di bilanciamento
-
Pressostato su circuito primario
-
Contabilizzatore di calore per produzione ACS in centrale
-
Flussimetro (conta impulsi) acqua calda sanitaria appartamento (uno per abitazione)
-
Sonde di temperatura sul bollitore per ottimizzazione della stratificazione (alto, medio,
basso)
-
Sonda di temperatura sulla mandata linea ACS del bollitore
-
Sonda di temperatura sul ritorno del ricircolo
-
Sonda di temperatura campo solare termico
-
Sonda di pressione del solare termico
-
DataLogger di impianto fotovoltaico
-
Contabilizzatore di energia elettrica condominiale
39
-
Contabilizzatore di energia elettrica abitazione (uno per abitazione)
Nell’ infrastruttura demotica descritta è possibile distinguere diversi tipi di sottosistemi:
-
Rete Konnex
-
Rete dati LAN
-
Cablaggio elettrico tradizionale
-
Cablaggio elettrico di segnale
-
Altre reti di segnale: RS232, RS485, RF, Wi-Fi, ZigBee
Alla rete Konnex appartengono i dispositivi:
-
Alimentatore di linea BUS Konnex
-
Cronotermostato
-
Contabilizzatore di calore
-
Contabilizzatore di energia
-
Gateway proprietari
Alla rete dati LAN appartengono i dispositivi:
-
Server e-cives (o similare)
-
Gateway e-cives (o similare)
-
Modem
-
Router
-
Switch di piano
-
Switch d’ appartamento
Nel cablaggio elettrico tradizionale includiamo:
-
Alimentazione elettrica per i dispositivi proprietari
-
Attuatori controllati in tensione o corrente
Nel cablaggio elettrico di segnale vanno inclusi:
-
Sensori analogici
-
Contatti di stato per dispositivi
-
Contatti di stato per rilevatori di soglia
Nelle altre reti di segnale possono essere presenti a seconda delle esigenze:
-
Comunicazioni fra controllori diversi
-
Sensori wireless
-
Gateway proprietari
40
Illustrazione di una schema di infrastruttura domotica:
41
1.2.4.1 Infrastruttura tecnologica per telegestione e telecontrollo e monitoraggio consumi
Per la realizzazione dell’ infrastruttura tecnologica nella singola unità abitativa residenziale occorre
che la stessa sia dotata di una rete dati su cavo UTP con uscita in RJ45 anche sul quadro elettrico
dell’ abitazione dove verrà installato il Gateway, il cui montaggio è previsto essere su barra DIN. Al
Gateway dovrà essere portato il segnale di BUS KNX di un contabilizzatore di calore per il
monitoraggio dei consumi termici.
Si può prevedere la predisposizione di corrugati per facilitare future installazioni domotiche dell’
abitazione come l’ anti-intrusione e la videosorveglianza.
1.2.5 Software
Il cloud computing
Con il termine Cloud Computing si intende un insieme di tecnologie informatiche che permettono
l'utilizzo di risorse hardware o software distribuite in remoto. Sotto è riportato uno schema
riassuntivo di tutti i moduli software che sono e saranno realizzati per il progetto descritto.
INTERNET
Come è descritto in figura il cloud computing si riferisce alla fornitura di risorse di calcolo on
demand attraverso una rete di computer, come applicazioni, database, servizi di file, email, ecc.
Nel modello tradizionale di computing, sia i dati e il software sono contenuti nel computer
42
dell'utente; mentre nel cloud è sufficente che il computer dell'utente sia dotato di un software di
base (sistema operativo e browser web ), quindi è poco più di un terminale per visualizzare i
processi che si verificano in una rete di computer remoto.
Nell’ambito di questo progetto tutti i moduli software faranno riferimento all’unica anagrafica di base
nella quale verranno memorizzati sia i dati dei soggetti che richiedono il servizio specifico (es.
l’abitante che si collega ad internet per controllare la spesa in consumi energetici) sia i dati di coloro
che hanno il compito di soddisfare la richiesta, ognuno per il proprio ambito di intervento (es.
cooperative di gestione).
L’intero progetto sviluppato non risiederà su di un server del cliente ma sfrutterà il Cloud Computing
e sarà quindi utilizzato grazie al supporto di Microsoft Azure™.
I vantaggi derivanti dal Cloud Computing sono:
Risparmio sui costi di infrastruttura e di licenze (non è più necessario acquistare server).
Accessibilità globale: collegarsi al software non è mai stato così semplice, basta solo un
accesso ad internet.
Scalabilità della soluzione: Microsoft dispone di ampie strutture di elaborazione che
supportano livelli di scalabilità estremamente elevati. Se l’azienda necessita quindi di scalabilità
aggiuntiva non dovrà far altro che richiederla.
Deployment immediato: possibilità di accedere da subito a tutti i servizi, senza dover
installare nulla sul proprio pc..
43
2
Caratteristiche costruttive degli impianti elettrici, componentistica ed apparecchiature
2.1
Caratteristiche generali
Gli impianti elettrici saranno realizzati in conformità a quanto previsto dalla legge 186/68 e dal D.M.
n°37 del 22/01/08, (ex Legge 46/90) e ss.mm. e ii., con particolare riferimento alla norma CEI 64-8
e alla guida CEI 64-50, CEI 82-25, CEI 81-10, guida CEI 100-7 nonché alle caratteristiche riportate
dal capitolato generale.
Per la scelta dei componenti e per il tracciamento e la posa degli impianti si seguiranno le su
indicate normative.
All’interno degli ambienti di vita le soluzioni tecnico distributive limiteranno al minimo le emissioni di
campi elettrici e magnetici, in particolare nelle zone letto (di riposo notturno) e zone divani (di riposo
diurno). A tal fine sarà evitata la distribuzione elettrica del tipo ad anello e verrà privilegiata quella di
tipo “a stella”, che si diramerà possibilmente da un unico punto (centralino/cassetta) di derivazione.
La distribuzione delle dorsali elettriche sarà concentrata in corrispondenza di locali costituenti zone
di transito, evitando in ogni caso di posare condutture, anche di utenze terminali, al di sotto di letti e
divani.
Le condutture e le prese elettriche delle utenze elettrodomestiche quali: forno, lavapiatti,
lavabiancheria, frigorifero e similari, saranno posizionate su pareti non divisorie rispetto alle testate
dei letti delle camere adiacenti.
Tale accorgimento sarà realizzato anche nei confronti degli impianti di illuminazione delle
autorimesse sottostanti alle unità immobiliari e nella realizzazione di tutti gli impianti condominiali
adiacenti.
Quanto sopra descritto sarà realizzato con componentistica di tipo tradizionale.
2.2
Dotazioni elettriche minime previste per ogni ambiente di ogni alloggio
Costituisce riferimento normativo specifico riguardo alla dotazioni minime, l’apposito Allegato A alla
Variante V3 della Norma CEI 64-8 e più in particolare le unità abitative dovranno rispondere ad un
livello qualitativo non minore del “livello 2”, riguardo agli impianti elettrici e ad un “livello 3” riguardo
agli impianti domotici.
Numero di punti luce per tipologia di ambiente
Variante V3 specifica il numero di punti luce minimo, livello per livello, a seconda della destinazione
d'uso del locale.
Destinazione d'uso del vano
Livello 1
Livello 3
Livello 3
Ingresso
1
1
1
Angolo Cottura
-
1
1
Cucina
1
2
2
Lavanderia
1
1
1
Locale da bagno
2
2
2
Servizi (WC)
1
1
1
< 5 mq
1
1
1
> 5 mq
2
2
2
Balcone o terrazzo se > 10 mq
1
1
1
Ripostiglio se > 1 mq
1
1
1
Cantina / Soffitta
1
1
1
Box auto
1
1
1
Giardino se > 10 mq
1
1
1
fino 12 mq
1
2
3
da 12 a 20 mq
1
2
3
oltre 20 mq
2
4
4
Corridoio
Altri locali (camera
da letto, soggiorno,
studio, ecc.)
Numero di punti prese per tipologia di ambiente
44
Variante V3 specifica il numero di punti prese minimo, livello per livello, a seconda della
destinazione d'uso del locale.
Destinazione d'uso del vano
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Ingresso
1
1
1
Angolo Cottura
2 (1)
2 (1)
3 (2)
Cucina
5 (2)
6 (2)
7 (3)
Lavanderia
3
4
4
Locale da bagno
2
2
2
Servizi (WC)
1
1
1
< 5 mq
1
1
1
> 5 mq
2
2
2
Balcone o terrazzo se > 10 mq
1
1
1
Ripostiglio se > 1 mq
1
1
1
Cantina / Soffitta
1
1
1
Box auto
1
1
1
Giardino se > 10 mq
1
1
1
fino 12 mq
4
5
5
da 12 a 20 mq
5
7
8
oltre 20 mq
6
8
10
Corridoio
Altri locali (camera
da letto, soggiorno,
studio, ecc.)
Numero di prese telefono / dati per vano
Tutte le prese devono avere accanto la predisposizione per 1 presa energia:
Superficie unità
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Cucina
1
1
1
Ingresso
1
1
1
Camera da letto
1
1
1
Soggiorno
1
1
1
Studio
1
1
1
Numero di prese TV per vano
Tutte le prese devono avere accanto la predisposizione per 1 presa energia:
Superficie unità
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Cucina
1
1
1
Camera da letto
1
1
1
Soggiorno
1
1
1
Studio
1
1
1
Le prese TV in ambienti quali soggiorno, camera da letto, studio e cucina devono avere accanto la
predisposizione per 6 prese energia. Eventuali prese TV in altri ambienti devono avere accanto
almeno una presa energia.
Ulteriori e più specifici dettagli vengono di seguito riportati e saranno validi se comunque
rispondenti ai quantitativi delle tabelle sopra riportate. Quindi, ove le successive specifiche non
coprono il “livello 2”, esse dovranno essere integrate.
ZONA INGRESSO-SOGGIORNO
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 2 punti comando luce (deviati);
n. 2
presa bipasso 2x10/16A+T;
45
-
n. 1 centralino da incasso con portello completo di interruttori automatici magnetotermici,
differenziali puri, magnetotermici differenziali e componenti:
Diff. - In=2x25A Id=0,03A tipo AC (generale);
MT - In=2x10A 6kA (luce generale);
MT - In=2x10A 6kA (pompa ricircolo nel satellite di zona);
MT - In=2x10A 6kA (prese speciali [frigorifero, luce di emergenza, altre su richiesta
utente]);
MT - In=2x16A PI=6kA (forza motrice generale);
altre eventuali specifiche di progetto.
n. 1 Trasformatore per segnalazioni 230V/124 o 12V 20VA
n. 1 pulsante campanello al portone di ingresso con targhetta portanome;
n. 1 suoneria interna a due toni (campanello porta).
n. 1 suoneria a ronzatore (chiamata emergenza da bagno)
n. 1 lampada di emergenza su presa unel
CUCINA o ANGOLO COTTURA:
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 1 punto comando luce (interrotto);
n. 6 prese a scelta tipo bipasso 2x10/16A+T o UNEL 2x10/16A+T o ; (Frigorifero, Forno,
Lavapiatti, Piano lavoro, Piano cottura e Cappa aspirante)
BALCONI, E GIARDINI:
n. 1 centro luce a parete completo di apparecchio illuminante IP44/55 con lampada ad
incandescenza max 40W, a parete per ogni balconcino e giardino, completo di punto/i comando
luce a singola interruzione (o a due deviatori se l’accesso è da due locali), posto all’interno. Nei
girdini che si sviluppano sull’angolo del fabbricato i punti luce saranno 2 (uno per ogni lato).
Inoltre dovranno essere predisposte, per gli alloggi che sono dotati di aree esterne destinate a
giardino privato, canalizzazioni in uscita da scatole di derivazione interne tali da permettere la
futura realizzazione delle aree verdi private. Saranno quindi da predisporre anche le scatole da
frutto necessarie per installare i relativi punti di comando. La futura installazione di apparecchio non
dovrà richiedere alcuna demolizione di pavimentazioni, pareti e quant’altro.
Si fa presente che qualsiasi apparecchio illuminante che sarà in futuro installato nelle zone esterne
all’edificio dovrà avere una caratteristica di antiabbagliamento certificata adatta per la Zona 1 così
come previsto dalla Legge Regionale 10/02, per ogni giardino piccolo, completo di punto di
comando luce a singola interruzione interno od esterno all’edificio
CAMERA MATRIMONIALE:
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete);
n. 3 punti di comando luce (due deviatori ed un invertitore);
n. 3
prese bipasso 2x10/16A+T;
CAMERA DOPPIA (ogni seconda camera di alloggi con due camere):
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 2 punti di comando luce (due deviatori);
n. 4
prese bipasso 2x10/16A+T;
CAMERA SINGOLA (ogni seconda e terza camera di alloggi con tre camere):
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 2 punti di comando luce (due deviatori);
n. 2
prese bipasso 2x10/16A+T;
BAGNO:
n. 2 centri luce (a soffitto e o parete)
n. 2 punti comando luce (interrotti, uno luminoso esterno al locale)
n. 1 prese bipasso 2x10/16A+T o unel
n. 1 tirante chiamata emergenza da vasca e/o doccia
PRESA LAVATRICE (in ripostiglio, bagno o zona disimpegno):
n. 1 presa presa UNEL 2x10/16A+T (lavabiancheria)
n. 1 interruttore non automatico da incasso 2x16A (lavabiancheria).
DISIMPEGNO:
n.
1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 2 punti comando luce (due deviatori);
n. 1 lampada di emergenza su presa unel
RIPOSTIGLIO (Interno all’unità abitativa) :
46
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete)
n. 1 punti comando luce (interrotto);
GARAGE AUTO PRIVATO o RIPOSTIGLIO COMUNICANTE NON COMPARTIMENTATO
n. 1 impianto luce e FM per ogni singolo garage composto da:
n. 1 centro luce IP55 completo di apparecchio illuminante a tubo fluorescente 1x36W
IP55 con corpo e coppa in policarbonato, completo di lampada, reattore, starter e rifasamento;
n. 1 punto di comando luce a semplice interruzione IP55 in contenitore singolo;
n. 1 punto presa 2x10/16A+T in contenitore IP55 singolo;
le condutture elettriche interne al singolo garage con conduttori N07V-K
2x2,5mmq+T(luce e presa) posti entro tubi rigidi di materiale plastico autoestinguente posati a
vista, comprese le scatole di derivazione, nonché la linea di alimentazione in cavo FROR 0,6/1kV
2x2,5mmq+T, posata nelle canalizzazioni comuni in vista o incassate delle parti comuni
dell’autorimessa, tra la scatola di derivazione del box ed il quadretto a valle del contatore d’energia
ENEL dell’assegnatario nel vano contatori (attenzione gli impianti elettrici a vista dovranno avere
adeguate protezioni antischiacciamento da terra fino ad una altezza di 1,5 m circa – il tutto come
richiesto dai VV.FF).
Tutte le linee di alimentazione dei garages privati e dei locali annessi non compartimentati si
attesteranno direttamente alle protezioni previste a valle delle rispettive forniture ENEL.
CANTINE:
n. 1 centro luce (a soffitto o a parete);
n. 1 punti comando luce (interrotto);
n. 1 presa presa UNEL 2x10/16A+T (lavabiancheria).
ULTERIORI DOTAZIONI ELETTRICHE PER OGNI UNITÀ IMMOBILIARE:
LINEA MONTANTE DI ALIMENTAZIONE ENERGIA PER OGNI ALLOGGIO realizzata in cavo
2x6mmq+T (in cavi FROR posti in canalizzazione dedicata a partire dal gruppo di protezione a valle
del contatore fino al centralino di appartamento. Si intendono comprese la fornitura e posa in opera
dei tubi (sottotraccia e/o in vista) dedicati e quota parte delle canalizzazioni comuni, delle scatole di
derivazione (in vista e/o ad incasso) e quanto altro necessario per fornire la linea in opera
perfettamente funzionante e conforme alla normativa vigente;
GRUPPO DI PROTEZIONE A VALLE FORNITURA ELETTRICA ALLOGGIO E ACCESSORI
completo di:

n.1 interruttore automatico magnetotermico differenziale In=2x25A Id=0,3 sel.
PI=6kA (protezione generale della linea montante all’alloggio);
 n.1 interruttore automatico magnetotermico differenziale In=2x16A+N Id=0,03A
PI=6kA (protezione della linea di alimentazione del garage e dell’eventuale
ripostiglio assegnato) completo dispositivo di apertura su telecomando (bobina di
minima tensione) per la messa fuori servizio in contemporanea allo sgancio
generale di emergenza dell’energia degli impianti elettrici condominiali (ascensore
escluso) luce e FM dell’autorimessa.;
IMPIANTO E COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI INTERNI ALL’ALLOGGIO ED AI LOCALI
ACCESSORI per bagni, cucine, collettore riscaldamento ed in genere delle masse metalliche
possibili di andare sotto tensione in caso di guasti elettrici di isolamento di apparecchi elettrici
connessi e/o adiacenti ecc. I singoli collegamenti equipotenziali (che possono essere posati non in
vista es. direttamente sotto intonaco o sotto pavimento) saranno realizzati con cavo N07V-K da
6mmq e risulteranno collegati singolarmente al collettore di terra secondario del quadretto elettrico
di alloggio.
IMPIANTO TELEFONICO INTERNO PER OGNI ALLOGGIO, realizzato con doppino telefonico a
bassa perdita e predisposizione di ulteriori tubazioni e relative scatole di derivazione e da frutto
vuote per la futura installazione di rete dati a banda larga e/o TCP/IP (in rame o in fibra ottica) che
dovranno potersi collegare con la cassetta condominiale interna o esterna di permutazione
telefonica o di allaccio telefonico. Tutte le canalizzazioni dalle scatole delle prese telefoniche e
quelle predisposte per le prese dati confluiranno singolarmente ad un’unica scatola di derivazione
di appartamento con configurazione a stella. Dotazione:

n. 2 prese telefoniche tipo RJ o normalizzate (la prima presa sarà allacciata a cura
47
dell’azienda telefonica)
IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE DEL SEGNALE TELEVISIVO INTERNO ALL’ALLOGGIO derivato
dall’impianto di antenne riceventi collettive (n°2 totali) in grado di ricevere almeno 3 canali RAI
terrestri e 8 canali privati con canalizzazione predisposta per la distribuzione del segnale satellitare
da convertitore LNB in banda 2GHz ). L’impianto interno di ogni alloggio sarà così composto da un
minimo di 2 prese ad un massimo di 4 tali che:
n. 1/3 punti presa TV terrestre con frutto presa coassiale a 75Ω interconnesso al partitore dorsale
della discesa TV terrestre tramite cavo coassiale a bassissima perdita a 900Mhz ed impedenza
caratteristica 75Ω.
n. 1 punti predisposizione presa SAT
DOTAZIONI ELETTRICHE PER LE PARTI CONDOMINIALI:
Verrà installato un contatore trifase condominiale con potenza contrattuale da 20 kW (o differente,
su richiesta della stazione appaltante o D.L.).
I QUADRI GENERALI DEI SERVIZI CONDOMINIALI: dovrà essere suddiviso in modo tale che
ciascuna utenza sia protetta da interruttore m.t. differenziale in modo da facilitare l’esercizio e
limitare il disservizio causato da interventi per guasto o manutenzione.
I quadri elettrici condominiali, dimensionati per contenere le apparecchiature di protezione e
comando delle linee elettriche sopra indicate, saranno tutti del tipo in materiale plastico
autoestinguente (es. Resina e fibre di vetro) o metallico del tipo per installazione a parete, saranno
dotati di portella trasparente con serratura e presenteranno un grado di protezione minimo IP44.
Inoltre nel quadro condominiale, saranno presenti anche le seguenti uscite:
 un sezionatore generale

linea illuminazione corsia di manovra autorimessa realizzata con conduttori N07V-K
2x1,5mmq+T , protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x10A+N,
Id=0,03A tipo AC, PI=6 kA e comandata da rilevatore di presenza a tempo.

linea illuminazione degli ingressi esterna realizzata con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T,
protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x10A+N, Id=0,03A tipo AC,
PI=6 kA e controllata da interruttore crepuscolare.

linea di alimentazione quadro centrale termica, per apparecchiature come caldaie, pompe, ,
ecc realizzata con conduttori FROR 0,6/1kV 4x6mmq+T, protetta da un interruttore automatico
magnetotermico differenziale In=4x32A+T, Id=0,3A tipo AC, PI=6kA

linea ascensore (una per ogni ascensore) realizzate con conduttori FROR 4x6mmq+T
(alimentazione quadro elettrico macchina) protette da un interruttori automatici magnetotermici
differenziali In=4x25A, Id=0,3A tipo A, PI=6kA

linea servizi ascensore (una per ogni ascensore) realizzate con conduttori FROR
2x2.5mmq+T (alimentazione quadro servizi ascensore: luce vano corsa, cabina, ecc.) protette da
un interruttori automatici magnetotermici differenziali In=1x16A+N, Id=0,03A tipo A, PI=6kA

linea utenze luce emergenza vani scala condominiale realizzata con conduttori N07V-K
2x1,5mmq protetta da un interruttore automatico magnetotermico In=1x6A+N, PI=6kA

linea di alimentazione per amplificatori di segnali TV-Sat e citofono realizzata con
conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T, protetta da un interruttore automatico
magnetotermico differenziale In=1x10A+N, Id=0,03A tipo A, PI=6kA.

linea di alimentazione per impianto pannelli fotovoltaici realizzata con conduttori
FG7OR 2(1x6)mmq+T, protetta da un interruttore automatico magnetotermico
differenziale In=1x25A+N, Id=0,03A tipo B, PI=6kA
DOTAZIONI DELL’ACCESSORIO CONDOMINIALE
L’accessorio sarà dotato di proprio quadro elettrico indipendente costituito da
1 diff. Puro classe A da 0.03 A 230V
48
2 mt In = 16 A 6 KA
1 mt In = 10 A 6 KA
1 mt In = 6 A 6 KA
Lo stesso locale sarà dotato di due prese dati indipendenti cablate con cavo di rete in categoria
minima 5E, per la connessione internet. Il locale sarà dotato di predisposizione per l’arrivo della
linea telefonica / ADSL da parte del gestore delle telecomunicazioni.
Verranno inoltre forniti e posti in opera i materiali per la realizzazione degli impianti seguenti.
ALLACCI ELETTRICI DI POTENZA E DI SEGNALE DI TUTTE LE APPARECCHIATURE
ELETTRICHE NECESSARIE PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI MECCANICI (idrici,
solari, di riscaldamento, di raffrescamento e di sollevamento acque), nonché quelle di
contabilizzazione dei consumi energetici e di regolazione, compresa la realizzazione del quadro
elettrico di protezione, comando e regolazione (come da indicazioni del progetto impianti
meccanici) e le indicazioni della D.L. compreso eventuale sezionatore locale per le operazioni di
manutenzione (IP55) e la messa a terra (equipotenziale) di tutte le masse metalliche secondo le
indicazioni della D.L.
I moduli satellitari sono collocati nel vano scala e sono accessibili per la lettura e la manutenzione
pertanto nella porta con scritta ben visibile deve essere riportata la dicitura: “attenzione elemento
alimentato direttamente da appartamento.”
La consistenza degli apparecchi elettrici previsti dal progetto degli impianti meccanici è la
seguente:
n. 1 contabilizzatore dell’energia termica consumata per ogni alloggio (installato in
cavedio in corrispondenza del piano alloggio – modulo satellitare)
o n. 1 pompa di circolazione per ogni alloggio (installata in cavedio in corrispondenza
del piano alloggio - modulo satellitare).
o n.1 quadro elettrico caldaie (allaccio Trifase+N)
o n. 4 pompe di circolazione (primario, solare, ricircolo e mandata)
o n. 1 linea alimentazione contabilizzatori, concentratori BUS e convertitore di
2
estremità 230 Vac mediante cavo 2x1,5 mm
o n. 1 stazione solare
o n.1 centralina solare
o n. 4 sonde di temperatura
o n. 1 alimentazione addolcitore
o n. 1 interruttore magneto-termico differenziale 2x10A, Id=0,03A, P.I. 6KA-, per ogni
alloggio, dedicato all’alimentazione dell’apparecchiature del modulo satellitare,
come descritto nel centralino d’appartamento
o cavo dati BUS con cavo 1(2x2x0.8) mm2 CONNETTE TUTTI I MODULI di ciascun
appartamento di ciascuna palazzina tra loro FINO ALLA CENTRALE TERMICA e
da qui remotato tramite GSM all’unità di supervisione.
Il cablaggio delle apparecchiature di centrale termica sarà eseguito secondo le indicazioni del
Progetto degli impianti Meccanici.
o
Le connessioni dei moduli satellitari dovranno essere eseguite secondo gli schemi impiantistici
indicati nel progetto degli impianti termici e secondo le indicazioni e gli schemi della ditta fornitrice.
ILLUMINAZIONE E PRESA DI SERVIZIO NEL LOCALE CENTRALE TERMO-IDRICA così
composto:
- un centro luce IP55 interni, completi di: apparecchio illuminante a tubo fluorescente 2x58W
IP55, completo di lampada, reattore, starter e rifasamento;
- n. 1 centro luce IP55 completo di: apparecchio illuminante per illuminazione di sicurezza
(>=140Lm) autoalimentato, ricaricato in tampone con autonomia 60 minuti;
- un punto di comando luce a semplice interruzione IP55 in contenitore singolo;
- un punto presa 2x10/16A+T IP55;
- Quadro Centrale Termo-Idrica composto da n.1 centralino per montaggio a vista con portello.
IP55, completo degli interruttori automatici magnetotermici, differenziali puri, magnetotermici
differenziali e componenti seguenti:
49
- Interruttore sezionatore generale 4x32A
- n. 2 magnetotermici differenziali In=1x10A+N Id=0,03A 6kA per controllo e sistema bus
- n. 2 magnetotermici differenziali In=4x10A Id=0,3A tipo A per pompe trifase
- n. 2 magnetotermici differenziali In=2x10A Id=0,3A tipo A per pompe monofase
- interruttore magnetotermico differenziale In=2x16A Id=0,3° tipo AC per caldaia
- n. 4 SALVAMOTORI taratura regolabile per pompe
- n. 2 CONTATTORI AC-3 3x9A per pompe trifase
- n. 2 CONTATTORI AC-3 2x9A per pompe monofase
- interruttore differenziale In=2x25A Id=0,03A tipo AC (generale servizio)
- interruttore magnetotermico -In=1x10A+N PI=6kA (Luce interna ed esterna al vano)
- interruttore magnetotermico - In=1x16A+N PI=6kA (Presa servizio)
- interruttore magnetotermico - In=1x6A+N PI=6kA (luce emergenza)
- interruttore magnetotermico - In=1x6A+N PI=6kA (addolcitore ed altre utilities)
Completo, cablato in opera e perfettamente funzionante.
ILLUMINAZIONE TEMPORIZZATA SCALE, PIANEROTTOLI E PARTI CONDOMINIALI,
comprendente:
- centri luce completi di plafoniera a scelta della D.L. equipaggiato con lampade fluorescenti
max. 32W in misura come da disegno.
- un centro luce di sicurezza per ogni pianerottolo di accesso agli alloggi, e dove si rendesse
necessario (es. postazione estintore ecc.), equipaggiato con lampada autoalimentata con
autonomia di 60minuti e flusso luminoso ≥140 Lumen (se non diversamente indicato dalla D.L.)
- un punto di comando luce a pulsante luminoso installato in prossimità di ciascun portone di
ingresso alloggio, nonché in corrispondenza porta di accesso al vano scala dall’autorimessa e delle
altre porte condominiali di separazione verso il vano scale;
- n. 4 sensori di presenza in contenitore IP55 per il comando dell’accensione luce corsia comune
autorimessa. Il tutto da eseguire secondo le indicazioni della D.L. e le norme vigenti in materia.
- Un interruttore temporizzato luce scale installato all’interno del quadro condominiale
ILLUMINAZIONE E F.M. DI OGNI ASCENSORE, QUADRI ASCENSORE E DI EMERGENZA così
composti:
n. 5 centri luce IP55 completi di plafoniera a scelta della D.L. equipaggiato con lampada ad
incandescenza max. 60W IP55 montati all’interno del vano corsa
- Distribuzione verticale di alimentazione centri luce vano corsa ascensore realizzato in
tubazione PVC a vista con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T
- Quadro Ascensore (Potenza 7.7kW, In=16 A, corrente allo spunto=31.8 A, tensione 400V –
50Hz trifase) composto da n. 1 centralino per montaggio a vista con portello. IP55 completo degli
interruttori automatici magnetotermici, differenziali puri, magnetotermici differenziali e componenti
seguenti:
- SEZ - In=4x20A (Generale quadro ascensore)
- SEZ - In=2x20A (Generale servizi)
- MT -In=2x10A+N PI=6kA (Luce vano corsa e locale)
- MT - In=2x10A+N 6kA (Luce cabina)
- MT - In=2x16A+N 6kA (Presa servizio)
- un punto di comando deviato
- n. 1 presa di servizio modulare UNEL 2x10/16A+T
- Compreso gli allacci elettrici del quadro elettrico e dell’impianto di illuminazione (gli allacci delle
macchine ascensore saranno eseguiti dalla ditta specializzata che installerà l’ascensore)
- Linea telefonica (combinatore) di emergenza
GRUPPO MOTORE
Ascensori a pistone oleodinamico in taglia laterale, centralina a ridotto consumo energetico , con
motore immerso nell’olio, gruppo elettrovalvole per il livellamento della cabina al piano
indipendentemente dal carico, centralina predisposta di pulsante per la discesa e salita manuale di
emergenza.
QUADRO DI MANOVRA racchiuso in armadio metallico con tensione di utilizzo F.M 380 V. Trifase
, sistema di ripescaggio per assicurare e mantenere sempre una ottima fermata al piano, manovra
di emergenza per il ritorno automatico della cabina al piano inferiore e riapertura porta in caso di
mancanza di corrente
50
BOTTONIERA DI PIANO con placca in acciaio acciaio inox scotch brite , pulsante di chiamata e
segnalazione luminosa di presente/occupato con dicitura numerica e Braille , al piano principale
Display posizione cabina.
CABINA Costruita in struttura metallica di lamiera di acciaio rivestita internamente in Bilaminato
plastico (colore a scelta della D.L.) - Montanti laterali, battiscopa e rifiniture in Grigio scuro Illuminazione con diffusore a soffitto tramite celino traforato - Pavimento ricoperto in cocco naturale
- Specchio a tutta parete di fondo + corrimano in acciaio.
Dimensioni interne: mm. Larghezza 950 - Profondità 1300 - Altezza 2170
PORTE DI CABINA Tipo automatiche accoppiate con quelle di piano luce netta mm. 800 x 2000
rivestite come la cabina. Cellula fotoelettrica a raggi infrarossi per invertire il movimento delle porte
in presenza di ostacoli montata sulla spalletta dell’ingresso cabina.
PORTE DI PIANO costruite in lamiera di acciaio - Tipo automatiche luce mm. 800 x 2000
accoppiate con quelle di cabina, complete di telaio con alloggio pulsantiera e soglia in alluminio.
Telai e ante rivestite in Polimod
Categoria A della Ditta ME.AD ascensori o altra ditta di pari valore approvata dalla DL, portata
480Kg - 6 persone velocità = 0.52 m/s, vano:mm. L.1450 X P.1650 Testata : mm. 3400 minima
MACCHINARIO: in basso adiacente. Alimentazione : 380 V. Trifase (conformi alla direttiva EN 81.2
, direttiva ascensori 95/16 CE e successive modificazioni), D.M 236/89 completi di tutto il
necessario per dare l’opera finita pienamente funzionante e rispondente alle norme in vigore ed alle
richieste degli Enti preposti al collaudo degli stessi. Gli impianti dovranno essere abilitati al
trasporto di portatori di handicap e dovranno essere muniti di sistema di discesa automatica al
piano più basso con apertura manuale dall’interno delle porte in caso di assenza di corrente
elettrica. Gli impianti dovranno essere muniti di sistemi per ridurre il consumo di energia elettrica.
Ogni ascensore sarà dotato di mobiletto verniciato, con sportello e serratura, completo di
areazione, ecc per apparecchiature elettriche e di movimentazione ascensori, il tutto come da
richiesta della D.L..
Sono a carico dell’ appaltatore le pratiche e le spese per il collaudo degli ascensori.
Il livello di rumorosità prodotto dal funzionamento degli ascensori dovrà essere, negli ambienti
abitativi limitrofi, inferiore a Lasmax 35 dB(A).
COLLETTIVO DI RICEZIONE SEGNALI TELEVISIVI E DISTRIBUZIONE DEL SEGNALE
TELEVISIVO TERRESTRE E PREDISPOSIZIONE SAT ripartito sulle utenze presenti di ogni vano
scala delle palazzine, completo degli amplificatori di segnale generali e di canale, ripartitori induttivi,
cavi e terminazioni atti a servire contemporaneamente le prese TV previste. L’impianto si intende
fornito e posto in opera completo del gruppo antenne direttive terrestri ad alto guadagno, antenna
parabolica completa di illuminatore/convertitore, sostegni di adeguata resistenza al vento,
opportunamente messi a terra, alimentazione elettrica del centralino TV, discese in cavo coassiale
e tutto il necessario per fornire l’impianto pienamente funzionante a norma di Legge, il tutto come
richiesto dalla D.L. compresa la predisposizione di ulteriore canalizzazione per la futura
installazione di ulteriori antenne e centralini satellitari e o terrestri. La canalizzazione montante
verticale dovrà essere realizzata con non meno di n°2 tubi Ø mm 40.
COLLETTIVO PER OGNI VANO SCALA DI VIDEOCITOFONI/PORTIERE ELETTRICO, del tipo
con distribuzione su bus a 2 fili, comprendente:
n. 1 porter esterno per ogni scala, installati in corrispondenza dell’ingresso principale, del tipo ad
incasso a parete, tipo antivandalo, dotati di microfono altoparlante e telecamera, completi di
pulsanti campanelli e targhette in numero corrispondente al numero degli alloggi presenti nella
scala
- n. 1 punto pulsante apri porta (stessa serie da incasso degli altri frutti)
- n. 1 punto alimentazione elettroserratura
- n. 1 alimentatore installato nei quadri condominiali (come già sopra indicato)
- tanti apparecchi citofonici interni, quanti sono gli alloggi (come già indicato)
51
FORNITURA E POSA IN OPERA, PER OGNI VANO SCALA, DELLE CANALIZZAZIONI PER IL
COLLEGAMENTO TRA I POZZETTI O ARMADI ESTERNI DI EROGAZIONE DEI SERVIZI
ELETTRICI E TELEFONICI e, rispettivamente, il vano contatori e la cassetta di distribuzione
telefonica interna, realizzate con 2 tubazioni di diametro esterno minimo mm 63 in PVC a doppia
parete (se interrate o sotto pavimento) o in PVC pesante mm 32 (per i tratti in incassati) realizzati
secondo le specifiche ENEL e Telecom (od altro fornitore del servizio), compreso i raccordi a
regola d’arte con i pozzetti e con le scatole.
FORNITURA E POSA IN OPERA, PER OGNI VANO SCALA CONDOMINIALE, DELLE
CANALIZZAZIONI MONTANTI PER LE UTENZE ELETTRICHE E DI SEGNALE VERSO GLI
ALLOGGI E LE UTENZE IN COPERTURA, comprese quelle per il collegamento dei pannelli
fotovoltaici: collegamento tra punto di fornitura ENEL e inverter e canalizzazioni per i collegamenti
tra inverter e pannelli fotovoltaici e gli altri dispositivi elettrici necessari per il perfetto funzionamento
dell’impianto. Dovrà essere predisposto (adeguatamente protetto in modo da evitare infiltrazioni di
pioggia) l’attraversamento del solaio di copertura, il locale idoneo ad accogliere l’inverter e tutte le
apparecchiature accessorie, la linea o le linee a richiesta D.L. fino ai locali contatori, il posto per il
quadro elettrico vicino i contatori condominiali, il tutto da realizzare come da indicazioni fornite dalla
D.L.. Il fascio delle canalizzazioni montanti verticali per ogni scala sarà costituita almeno da:
 n° 1 tubo Ø mm 32 almeno per la montante all’impianto fotovoltaico;
 n° 1 tubo Ø mm 32 di almeno riserva;
 n° 2 tubi Ø mm 40 per la distribuzione del segnale televisivo;
 n° 2tubo Ø mm 32 per la distribuzione del segnale telefonico;
 n° 1 tubo Ø mm 20 per la distribuzione dei segnali citofonici;
 n° 1 tubo Ø mm 32 per ogni unità immobiliare (per l’alimentazione elettrica);
 n° 1 tubo Ø mm 20 per l’alimentazione dei dispositivi contacalorie;
 n° 2 tubi Ø mm 25 per luce scala, alimentazione amplif. TV,
52
3
IMPIANTI E AMBIENTI
3.1
Alimentazione degli impianti
3.1.1
Prelievo energia
3.1.1.1 Fornitura dell'energia elettrica per edificio civile
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di
impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici civili - Criteri generali
CEI 64-51: Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di
impianti ausiliari telefonici e di trasmissione dati negli edifici - Criteri particolari per edifici ad uso
prevalentemente residenziale
Potenza impegnata e dimensionamento degli impianti
Gli impianti elettrici devono essere calcolati sulla base della potenza impegnata; ne consegue che
le prestazioni e le garanzie per quanto concerne le portate di corrente, le cadute di tensione, le
protezioni e l'esercizio in genere sono riferite alla potenza impegnata.
Detta potenza viene indicata dal Committente o calcolata in base a dati forniti dal Committente.
In mancanza di indicazioni, si fa riferimento al carico convenzionale dell'impianto.
Il carico convenzionale viene calcolato sommando tutti i valori ottenuti applicando alla potenza
nominale degli apparecchi utilizzatori fissi ed alla potenza corrispondente alla corrente nominale
delle prese a spina, i coefficienti dedotti dalle tabelle 1 e 2.
Tabella 1 - Coefficienti per la valutazione del carico convenzionale
Numero di utenze
Valore del coefficiente
di impianto alimentate
1
1
da 2 a 4
0,8
da 5 a 10
0,5
11 e oltre
0,3
Dopo aver calcolato la potenza impegnata, è necessario consultare l’azienda fornitrice dell’energia
elettrica per la definizione del contratto più idoneo.
Tabella 2 - Valori della potenza impegnata negli appartamenti
Illuminazione
10 W per ogni metro quadrato di superficie (minimo 500 W)
Scaldacqua
1000 W per appartamenti fino a 4 locali (1)
2000 W per appartamenti oltre i 4 locali
Cucina elettrica
Potenza nominale dell’apparecchiatura prevista
Servizi vari
30 W per ogni metro quadrato di superficie per abitazioni in zone urbane
20 W per ogni metro quadrato di superficie per abitazioni in zone rurali
L’energia elettrica può anche essere prodotta privatamente (autoproduzione).
In particolare nel caso di autoproduzione mediante sistemi di generazione fotovoltaica devono
essere rispettate le delibere dell'AEEG.
Per la realizzazione di questa tipologia di impianti si rimanda alla Guida CEI 82-25.
53
3.2
Alimentazione di riserva e di sicurezza
3.2.1
Alimentazione di sicurezza
3.2.1.1 Prescrizioni generali
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Oltre l'alimentazione ordinaria, in molte situazioni impiantistiche, si rende necessaria
l'alimentazione dei servizi di sicurezza che l'articolo 21.5 della Norma CEI 64-8 così definisce:
"sistema elettrico inteso a garantire l'alimentazione degli apparecchi utilizzatori o di parti di impianto
necessari per la sicurezza delle persone. Il sistema include la sorgente, i circuiti e gli altri
componenti elettrici" e che l'articolo 132.4 della stessa Norma, precisa essere costituito da:
- sorgenti
- circuiti alimentati da queste sorgenti.
Le sorgenti ammesse sono:
- batterie di accumulatori;
- pile;
- altri generatori indipendenti dall'alimentazione ordinaria;
- linea di alimentazione effettivamente indipendente da quella ordinaria.
Per quanto riguarda invece i circuiti, la Norma CEI 64-8, alla sezione 563 prescrive che:
1. i circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza devono essere indipendenti dagli altri circuiti;
2. I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza non devono attraversare luoghi con pericolo di
incendio, a meno che non siano resistenti al fuoco. I circuiti non devono in ogni caso attraversare
luoghi con pericolo di esplosione.
3. La protezione contro i sovraccarichi può essere omessa.
4. I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere scelti ed installati in modo da
evitare che una sovracorrente in un circuito comprometta il corretto funzionamento degli altri circuiti
dei servizi di sicurezza.
5. I dispositivi di protezione, di comando e di sezionamento devono essere chiaramente identificati
e raggruppati in luoghi accessibili solo a persone addestrate.
6. I dispositivi di allarme devono essere chiaramente identificati.
L'alimentazione dei servizi di sicurezza può essere:
- non automatica, quando la sua messa in servizio richiede l'intervento di un operatore;
- automatica, quando la sua messa in servizio non richiede l'intervento di un operatore; in
quest'ultimo caso l'alimentazione è classificata, in base al tempo entro cui viene disponibile, come
indicato nella tabella 8.
Tabella 8 - Classificazione dell’alimentazione di sicurezza
Classe 0
(di continuità)
Classe 0,15
(ad interruzione brevissima)
Classe 0,5
(ad interruzione breve)
Classe 15
(ad interruzione media)
Classe > 15
(ad interruzione lunga)
Alimentazione automatica disponibile senza interruzioni
Alimentazione automatica disponibile in un tempo inferiore o uguale a
0,15 s
Alimentazione automatica disponibile in un tempo superiore a 0,15 s ma
non superiore a 0,5 s
Alimentazione automatica disponibile in un tempo superiore a 0,5 s ma
non superiore a 15 s
Alimentazione automatica disponibile i più di 15 s
3.3
Rifasamento
Generalmente, nelle applicazioni industriali, gli utilizzatori sono di tipo ohmico-induttivo e possono
presentare un angolo di sfasamento tensione corrente particolarmente elevato.
Si rende allora necessario rifasare, cioè diminuire tale angolo al fine di ridurre il modulo della
54
corrente totale IT circolante in linea e di conseguenza la potenza persa.
Per rifasare si allaccia in parallelo al carico un condensatore (o un gruppo di condensatori) in grado
di assorbire una corrente IC sfasata di 90° in anticipo rispetto la tensione.
Il rifasamento può essere parziale o totale:
’<
(con ’ di valore prestabilito)
’=0
I criteri secondo cui rifasare sono vari e la loro scelta è funzione della durata e della distribuzione
nell’impianto dei carichi, del tipo di servizio e dell’andamento giornaliero dei carichi.
Il rifasamento può essere di tipo:
1) Distribuito. In tal caso le unità di rifasamento sono allacciate direttamente ai morsetti delle
singole utenze.
Questa soluzione presenta i seguenti vantaggi:
condensatore e apparecchio utilizzatore seguono esattamente le stesse vicende per cui la
regolazione del cos risulta automatica;
l’utente, oltre che beneficiare dello sgravio dell’energia reattiva ottiene un vantaggio nel
dimensionamento delle linee interne dell’impianto che collegano la cabina MT/BT con i carichi
“rifasati”;
condensatore e carico possono essere inseriti e disinseriti contemporaneamente, usufruendo
inoltre delle stesse protezioni contro i sovraccarichi ed i corto circuiti.
Questo tipo di rifasamento trova la sua convenienza economica quando la potenza reattiva
richiesta è concentrata in grossi carichi che lavorano parecchie ore al giorno.
2) Parzializzato. Le unità di rifasamento sono allacciate al quadro principale e forniscono energia
reattiva alle varie utenze per gruppi utilizzatori.
Viene utilizzato nei casi in cui l’impianto è molto esteso e alimenta utenze con diverso andamento
dei carichi.
3) Centralizzato. Le unità di rifasamento sono allacciate a monte di tutti i carichi da rifasare e
installate immediatamente a valle del punto di misura del cos , ad esempio nella cabina MT/BT o
in prossimità del quadro generale di distribuzione.
Questo tipo di rifasamento conviene nel caso di impianti con molti carichi eterogenei che lavorano
saltuariamente, nei quali l’assorbimento di energia reattiva da parte dei carichi
contemporaneamente in servizio risulta abbastanza modesto e mediamente costante.
Per quanto riguarda la scelta della batteria di condensatori le Norme di riferimento sono la CEI EN
60871-1 e CEI EN 61921.
Per ottenere un determinato rifasamento la potenza reattiva della batteria di condensatori, dipende
dalla potenza del carico che si vuole rifasare, dal cos
di partenza e dal cos
che si vuole
ottenere.
La tabella 9 permette di calcolare, per ogni valore di cos
prima e dopo il rifasamento, la potenza
necessaria della batteria di condensatori in kVAR per kW installato.
Tabella 9 - Determinazione della potenza di una batteria di condensatori per rifasamento
Coefficiente moltiplicativo per
fattore di potenza (cos ) a:
Cos di Cos
0.80 0.85
partenz da
a
ottener
e
0,40
1.55 1.66
7
8
0,45
1.23 1.36
0
0
0,50
0.98 1.11
2
2
0,55
0.76 0.89
9
9
il calcolo della potenza del condensatore in kVAR/kW per elevare il
0.90
1.80
5
1.50
1
1.24
8
1.03
5
0.91
1.83
2
1.58
5
1.32
6
1.10
3
0.92
1.86
1
1.56
1
1.30
3
1.09
0
55
0.93
1.89
5
1.59
2
1.33
7
1.12
4
0.94
1.92
4
1.62
6
1.36
9
1.15
6
0.95
1.95
9
1.65
9
1.40
3
1.19
0
0.96
1.99
8
1.69
5
1.44
1
1.22
8
0.97
2.03
7
1.73
7
1.48
1
1.26
8
0.98
2.85
1.78
4
1.52
9
1.31
6
0.99
2.14
6
1.84
6
1.59
0
1.37
7
1
2.28
8
1.98
8
1.73
2
1.51
9
0,60
0,80
0.58
4
0.41
9
0.27
0
0.13
2
-
0,85
-
0.71
4
0.54
9
0.40
0
0.26
2
0.13
0
-
0,90
-
-
0,65
0,70
0,75
0.84
9
0.68
5
0.53
6
0.39
8
0.26
6
0.13
6
-
0.87
8
0.71
3
0.56
4
0.42
6
0.29
4
0.16
4
0.03
1
3.4
3.4.1
0.90
5
0.74
0
0.59
1
0.45
3
0.32
1
0.19
1
0.05
8
0.93
9
0.77
4
0.62
5
0.48
7
0.35
5
0.22
5
0.08
9
0.97
1
0.80
6
0.65
7
0.51
9
0.38
7
0.25
7
0.12
1
1.00
5
0.84
0
0.69
1
0.55
3
0.42
1
0.29
1
0.15
5
1.04
3
0.87
8
0.72
9
0.59
1
0.45
9
0.32
9
0.19
2
1.08
3
0.91
8
0.76
9
0.63
1
0.49
9
0.36
9
0.23
4
1.13
1
0.96
6
0.81
1
0.67
3
0.54
1
0.41
7
0.28
1
1.19
2
1.00
7
0.87
8
0.74
0
0.60
8
0.47
8
0.34
1
1.33
4
1.16
9
1.02
0
0.88
2
0.75
0
0.62
0
0.48
4
Distribuzione
Cavi e Condutture
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua” (6^ edizione)
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
CEI 20-40: “Guida per l'uso di cavi a bassa tensione”
CEI 20-27: “Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione”
CEI-UNEL 35011: “Cavi per energia e segnalamento. Sigle di designazione”
CEI-UNEL 35012: “Contrassegni e classificazione dei cavi in relazione al fuoco”
CEI 20-22/2: “Prove d’incendio su cavi elettrici Parte 2: Prova di non propagazione dell’incendio”
CEI 20-22/3: “Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prova di propagazione
della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio”
CEI-UNEL 00722: “Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o polivinilcloruro per
energia o per comandi e segnalazioni con tensioni nominali U0/U non superiori a 0.6/1 kV”
CEI-UNEL 35024/1: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni
nominali non superiori a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c. - Portate di corrente in regime permanente
per posa in aria” (per pose fisse) (CEI 64-8 Art. 523.1.3)
CEI-UNEL 35024/2: “Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a
1000 V in c.a. e a 1500 in c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria”
CEI-UNEL 35026: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni
nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime
permanente per posa interrata”
Una conduttura è costituita dall'insieme di uno o più conduttori elettrici e dagli elementi, tubi o
canali, che assicurano il loro isolamento, il loro supporto, il loro fissaggio, la loro protezione
meccanica ed è individuata da:
- il tipo di posa;
- il tipo di cavo;
- l'ubicazione.
I tipi di posa ammessi dalla nuova edizione della Norma CEI 64-8 e la compatibilità con i conduttori
ed i cavi che devono essere installati, sono riassunti nella tabella 10.
Tabella 10 - Compatibilità di conduttori e cavi con i tipi di posa
Tipo di posa
Senza
fissaggi
Conduttori e cavi
Fissaggi
Tubi
o
protettivi
diretto su (di forma
parete
circolare)
56
Canali
Tubi
Passerelle
(compresi i protettivi
e
canali
(di forma
su
incasnon
mensole
sati nel
circolare)
pavimento)
Su
isolatori
Con filo o
corda di
supporto
Conduttori nudi
-
-
-
-
-
-
+
-
Cavi senza guaina
-
-
+
+
+
-
+
-
Multipolari
+
+
+
+
+
+
*
+
Unipolari
*
+
+
+
+
+
*
+
Cavi con
guaina
(compresi i
cavi
provvisti
di armatura
e quelli con
isolamento
minerale)
Legenda:
+ permesso
- non permesso
*non applicabile o non usato in genere nella pratica
Per quanto concerne l'ubicazione, l'articolo 521.3 e la relativa tabella 52 C della Norma CEI 64-8
prevedono le seguenti possibilità:
- incassata nella struttura (sotto traccia);
- montaggio sporgente;
- interrata;
- entro cunicolo;
- entro cavità di strutture;
- aerea;
- immersa.
Codici di individuazione e colori dei cavi
L’individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici è disciplinata dalla norma CEI EN
60446 (CEI 16-4) che prevede:
- il colore giallo/verde va usato unicamente per indicare il conduttore di protezione e per nessun
altro scopo; i conduttori di messa a terra funzionale che non sono idonei a realizzare la messa a
terra di sicurezza e, conseguentemente, fanno capo a distinto dispersore, non devono essere di
colore giallo-verde.
- Il colore blu-chiaro è destinato al conduttore neutro o al conduttore mediano. Se un circuito
comprende il neutro è obbligatorio ed esclusivo l’uso del colore blu chiaro.
- Il colore nero è raccomandato per tutti gli altri conduttori che non siano il conduttore di protezione
o il neutro.
- Il colore marrone può essere usato in alternativa al nero o come colore addizionale per
individuare particolari circuiti o sezioni di circuito.
Non è vietato l’uso di altri colori laddove necessari per individuare particolari funzioni; per i cavi
unipolari senza guaina, oltre ai colori di cui sopra vengono validati i seguenti ulteriori colori: grigio,
arancione, rosa, rosso, turchese, violetto, bianco.
Per quanto riguarda invece l’individuazione dei conduttori mediante codici alfanumerici si veda la
tabella 11.
Tabella 11 - Colori e notazione alfanumerica per la designazione dei cavi
Individuazione
Designazione dei conduttori
Sistema di alimentazione
Fase 1
Notazione
alfanumerica
normalizzata
L1
Simbolo
grafico
normalizzato
Colore
Normalizzato
Consigliato
Non specificato
57
Nero o marrone
in corrente alternata
Fase 2
Fase 3
Neutro
L2
L3
N
Non specificato
Non specificato
Blu chiaro
Nero o marrone
Nero o marrone
Blu chiaro
Apparecchio in corrente
alternata
Fase 1
Fase 2
Fase 3
U
V
W
Non specificato
Non specificato
Non specificato
Nero o marrone
Nero o marrone
Nero o marrone
Sistema
continua
Positivo
Negativo
Conduttore
mediano
L+
LM
Non specificato
Non specificato
Blu chiaro
Rosso
Nero
Blu chiaro
Giallo verde
Non specificato
Non specificato
Giallo verde
Bianco
Bianco
Grigio,
arancione,
rosa, turchese,
violetto
in
corrente
Conduttore di protezione terra
PE
Terra
E
Terra senza disturbi
TE
Ritorni o altri circuiti diversi dai suddetti
+
-
Libera
(con
esclusione
delle
sigle
sopra indicate)
Nota: il colore bianco può essere utilizzato quando la terra non è idonea alla protezione contro i
contatti indiretti ed è perciò vietato utilizzare il colore giallo verde
Cavi per energia
Le caratteristiche dei cavi per energia sono riportate nelle tabelle CEI UNEL.
In ge nerale si ricorda che per condutture fisse, i cavi in rame devono avere una sezione minima di
1,5 mm2 per i circuiti di potenza e di 0,5 mm 2 per il circuito di segnalazione e ausiliari di
comando.
Nel caso di condutture mobili, realizzate con cavi flessibili destinate ad alimentare uno specifico
apparecchio e/o alle indicazioni fornite dal costruttore dell'apparecchio; nel caso di circuiti a
bassissima tensione o per altre applicazioni, la sezione minima è di 0,75 mm2.
Sezione minima conduttori neutro
Il conduttore di neutro deve avere almeno la stessa sezione dei conduttori di fase:
- nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori;
- nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la dimensione dei conduttori di fase
sia inferiore od uguale a 16 mm2 se in rame od a 25 mm2 se in alluminio.
Cadute di tensioni massime ammesse
In generale la caduta di tensioni massima ammessa è del 4% della tensione nominale; salvo che
siano stati concordati valori diversi con il committente.
Per le tabelle aggiornate della caduta di tensione, si rimanda alla pubblicazione CEI UNEL 35023,
terza edizione, in vigore dallo 01/06/2009.
Prestazioni dei cavi nei confronti dell’incendio
A seconda delle esigenze di resistenza al fuoco si possono utilizzare le seguenti tipologie di cavi:
- non propaganti la fiamma (CEI 20-35);
- non propaganti l’incendio (CEI 20-22/2, CEI 20-22/3);
- resistenti al fuoco (CEI 20-36);
- a ridotta emissione di gas tossici e nocivi (cavi senza alogeni secondo le CEI 20-37, CEI 20-38).
3.4.2
Montante
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-100/1: Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e
58
per le comunicazioni. Parte 1: Montanti negli edifici
Il montante è la conduttura, a percorso generalmente verticale, che permette la posa dei cavi che
collegano il punto di misura e consegna dell’energia elettrica all’impianto utilizzatore con il suo
primo quadro (generalmente il centralino d'appartamento).
I montanti per l’energia devono essere separati da quelli per i servizi.
Ogni montante deve avere una propria canalizzazione e deve transitare attraverso parti comuni.
Nel montante possono essere collocati:
- cavi multipolari con guaina senza giunzioni intermedie;
- cavi unipolari suddivisi in diversi tubi protettivi per ogni montante (salvo i casi particolari di cui alla
sezione 520 della Norma CEI 64-8).
Il conduttore di neutro non può essere utilizzato in comune tra diversi montanti.
Il conduttore di protezione può essere unico per un gruppo di montanti, purché transiti all'interno di
proprie tubazioni e le derivazioni siano realizzate con morsetti di tipo passante.
La Guida CEI 64-100/1 fornisce precise indicazioni e schemi (completi di dimensioni) per montanti
destinati in edifici da due a otto piani con più appartamenti per piano.
A titolo d'esempio, nella figura 1 (estratta dalla Guida CEI 64-100/1) viene riportato lo schema
topografico dei montanti per un edificio di quattro piani con quattro unità immobiliari per ciascun
piano.
59
3.4.3
Distribuzione con posa ad incasso
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua
CEI 64-50 + (V1): Edilizia residenziale
Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per
impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori
Impianti sotto traccia
Quando l'impianto è previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in
materiale termoplastico per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi per gli
60
attraversamenti a pavimento.
1. Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio
circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. Tale coefficiente deve essere di 1,5 volte quando i
cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica. Il diametro del tubo deve essere tale da
permettere di sfilare e di reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che gli stessi risultino
danneggiati. Il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm.
2. Il tracciato dei tubi protettivi deve avere un andamento rettilineo orizzontale o verticale. Nel caso
di andamento orizzontale deve essere prevista una minima pendenza per favorire lo scarico di
eventuale condensa. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non
danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi.
3. La tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione ad ogni brusca deviazione resa
necessaria dalla struttura muraria e ad ogni deviazione della linea principale e secondaria.Le
giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni
morsetti o morsettiere. Le cassette devono:
3.1) essere costruite in modo che ad installazione avvenuta, non sia possibile l'introduzione di
corpi estranei. Il coperchio delle cassette deve essere apribile solo con idoneo attrezzo;
3.2) essere predisposte per l’inserimento di separatori di tensione, oppure affiancabili mediante
appositi accessori che garantiscano l’allineamento. L’utilizzo di detti separatori o di cassette
affiancate è necessario quando si devono separare circuiti alimentati a diverse tensioni.
4. Gli impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura centralizzati, i tubi protettivi dei
montanti e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante.
E' ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette solo quando i montanti alimentano lo
stesso complesso di locali e risultano contrassegnati per la loro individuazione.
5. Il numero dei cavi che si possono introdurre nei tubi è indicato nella tabella 12, desunta dalla
Norma CEI EN 50086, che costituisce il riferimento normativo per ogni ulteriore indicazione in
merito all'argomento in oggetto.
Tabella 12 - Numero massimo di cavi unipolari che si possono introdurre nei tubi protettivi
Diametro esterno
(mm)
16
20
25
32
Diametro interno
(mm)
10,7
14,1
18,3
24,3
(1)
(4)
(9)
(12)
Sezione dei conduttori in mm2
1,5
2,5
4
6
10
16
4
2
7
4
4
2
9
7
7
4
2
12
9
7
7
3
Nota: i numeri tra parentesi riguardano i cavi dei circuiti di comando e segnalazione.
Impianti sottotraccia con pareti cave in cartongesso
I componenti elettrici (scatole, cassette, quadretti, placche e coperchi) per impianti da incasso per
pareti cave devono avere attitudine a non innescare incendi soddisfacendo al requisito delle prove
a filo incandescente a 850°C. In particolare, in conformità alla circolare 91 del ministero dell’interno
“Norma di sicurezza per la prevenzione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati
ad uso civile” si suggerisce di posizionare sul fondo della scatola un pannello in materiale
intumescente per garantire efficacia e continuità della protezione.
Impianti con tubi ad incasso per strutture prefabbricate
I tubi protettivi annegati nel calcestruzzo devono rispondere alle prescrizioni della Norma CEI 2355.
Una loro corretta posa prevede l'inserzione nelle scatole preferibilmente con l'uso di raccordi in
modo che non si creino strozzature e volti atti a garantire una perfetta tenuta. I tubi devono essere
tra loro uniti mediante appositi manicotti di giunzione.
Le scatole da inserire nei getti di calcestruzzo devono avere caratteristiche idonee a sopportare le
sollecitazioni termiche e meccaniche che si presentano nel getto; in particolare, le scatole
rettangolari portapparecchi e le scatole per i quadri elettrici devono essere costruite in modo che il
loro fissaggio sui casseri avvenga con l'uso di rivetti, viti o altro sistema da inserire in apposite sedi
61
ricavate sulla membrana anteriore della scatola stessa.
Impianti a pavimento
Sono considerati idonei i tubi rispondenti alla Norma CEI EN 50086-1 di tipo resistente allo
schiacciamento.
Dopo la posa dei tubi bisogna realizzare una protezione che sia adeguata ad evitare possibili
danneggiamenti.
3.4.4
Distribuzione con posa a parete
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori
Posa di cavi elettrici in canalette per impianti in vista (montaggio sporgente)
Negli impianti in vista i canali portacavi devono essere di materiale isolante, resistente al fuoco,
antiurto. I canali portacavi devono essere rispondenti alle Norme CEI 23-19. Gli elementi che
costituiscono le canalizzazioni, siano essi a pavimento (battiscopa), a parete o a soffitto, devono
possedere le seguenti caratteristiche:
- materiale impiegato: PVC rigido autoestinguente antiurto;
- grado di protezione: almeno IP 4X;
- smontabilità con attrezzo;
- resistenza all'urto a temperatura ambiente: 1 J;
- resistenza all'urto a bassa temperatura: 1 J a -5 °C;
- temperatura di impiego: da -5 °C a +60 °C;
- reazione al fuoco secondo UL 94 grado VO;
- resistenti all'invecchiamento come definito nella Norma CEI 23-19;
- resistenza di isolamento superiore a 100 MΩ.
La canalizzazione dell'impianto in vista dev'essere completa di accessori: tasselli, giunzioni, angoli,
scatole di derivazione, porta-apparecchi, fianchetti e chiusura di testata. In particolare:
- le scatole porta-apparecchi devono essere di profondità compresa tra 25 mm e 60 mm circa;
- il canale a più scomparti e le scatole di smistamento e derivazione a più vie devono garantire la
separazione sia elettrica che meccanica e pertanto devono avere idonei scomparti tali da realizzare
l'impedenza dei circuiti.
In presenza di pareti curve, la canalizzazione deve essere realizzata con uno o più canali affiancati
ad uno scomparto, aventi un raggio di curvatura minimo di 50 cm (a sezione normale).
La copertura dei canali e delle scatole deve poter essere asportata solo mediante l'impiego di un
idoneo attrezzo ed il sistema di fissaggio alle pareti deve garantire una buona tenuta allo strappo.
3.4.5
Altri tipi di distribuzione
Norma di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, in cunicoli praticabili
I cavi dovranno essere posati in uno dei seguenti modi che verrà indicato dal Committente:
1) entro scanalature esistenti sui piedritti dei cunicoli (appoggio continuo), appositamente fatte
predisporre dal Committente;
2) entro scanalature di materiale idoneo, quale cemento, cemento amianto, ecc. (appoggio
egualmente continuo), tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d'acciaio zincato o da
mensoline di calcestruzzo armato;
3) direttamente su ganci, grappe, staffe o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o profilato
d'acciaio zincato, ovvero di materiale plastico resistente all'umidità, ovvero ancora su mensoline di
62
calcestruzzo.
Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento fra strato e strato
pari ad almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore dello strato sottostante con un
minimo di 3 cm, onde assicurare la libera circolazione dell'aria.
A questo riguardo la Ditta Appaltatrice dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo
cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette, mentre, se non
diversamente prescritto dal Committente, sarà di competenza della Ditta Appaltatrice, soddisfare a
tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni tipo, che potranno anche formare
rastrelliere di conveniente altezza.
Per il dimensionamento e per i mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati, ecc.)
dovrà essere tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei
supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a 0,70 m.
In particolari casi, il Committente potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio debbano
essere zincate a caldo.
I cavi, ogni 150-200 metri di percorso, dovranno essere provvisti di fascetta distintiva in materiale
inossidabile.
Posa aerea di cavi elettrici, isolati, non sotto guaina, o di conduttori elettrici nudi
Se non diversamente specificato in sede di appalto, la fornitura di tutti i materiali e la loro messa in
opera per la posa aerea in questione (pali di appoggio, mensole, isolatori, cavi, accessori, ecc.)
sarà di competenza della Ditta Appaltatrice.
La posa aerea dei cavi dovrà avvenire nel rispetto delle prescrizioni normative; la Ditta Appaltatrice
dovrà rispettare, nelle soluzioni impiantistiche, le Norme CEI (ed in particolare la Norma 20-31),
mentre i rapporti con terzi (istituzioni di servitù di elettrodotto, di appoggio, di attraversamento,
ecc.), saranno di competenza esclusiva ed a carico del Committente.
Posa aerea di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, autoportanti o sospesi a corde portanti
Tale sistema di posa è consentito per i cavi destinati a sopportare tensioni di esercizio non
superiori a 1000 V, con adeguato isolamento.
Fanno eccezione i cavi destinati all'alimentazione di circuiti per illuminazione in serie o
all'alimentazione di tubi fluorescenti, per i quali il limite massimo della tensione ammessa è di 6000
V.
Sono possibili due soluzioni:
1) cavi con treccia in acciaio di supporto incorporata nella stessa guaina isolante;
2) cavi sospesi ad una treccia indipendente in acciaio zincato (cosiddetta sospensione
"americana") a mezzo di fibbie o ganci di sospensione intervallati non più di 40 cm.
Cavi incassati direttamente nella muratura
Questo tipo di posa, non ammesso in precedenza, è stato introdotto nella quarta edizione della
Norma CEI 64-8 per motivi di armonizzazione con la normativa internazionale.
Tuttavia la Norma, nel commento all'art. 521.2, raccomanda di “realizzare impianti con cavi che
possano essere sfilati, per tutti gli evidenti vantaggi che questo tipo di impianto comporta in caso di
riparazioni e di ampliamenti”.
Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate o non interrate, o in cunicoli
non praticabili
Qualora in sede di appalto venga prescritto alla Ditta Appaltatrice di provvedere anche alla fornitura
ed alla posa in opera delle tubazioni, queste avranno forma e costituzione come preventivamente
stabilito dal Committente (materiale termoplastico o altro).
Per la posa in opera delle tubazioni a parete, a soffitto, in cunicoli, nelle intercapedini, nei
sotterranei, ecc., valgono le prescrizioni del precedente paragrafo “Posa dei cavi in cunicoli
praticabili”, con i dovuti adattamenti.
Per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni del paragrafo “Posa dei cavi elettrici
isolati, sotto guaina, interrati”, per quanto riguarda le modalità di scavo, la preparazione del fondo di
posa (naturalmente senza la sabbia e senza la fila di mattoni), il reinterro, ecc.
Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o strette da collari o flange, onde
evitare discontinuità nella loro superficie interna.
Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispetto al diametro
del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.
63
Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno predisporre adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed
apposite cassette sulle tubazioni non interrate.
Il distanziamento fra i pozzetti e le cassette verrà stabilito in funzione della natura e della
grandezza dei cavi da infilare. Per cavi aventi condizioni medie di scorrimento e di grandezza, il
distanziamento è di massima il seguente:
- ogni 30 m se in rettilineo;
- ogni 15 m se con interposta una curva.
I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.
In sede di appalto, dovrà essere precisato se spetti al Committente la costituzione dei pozzetti o
delle cassette. In tal caso, per il loro dimensionamento, formazione, raccordi, ecc., la Ditta
Appaltatrice dovrà fornire tutte le indicazioni necessarie.
3.4.6
Distribuzione sotto moquette
Deve essere effettuata con cavi elettrici di forma piatta non propaganti la fiamma e a bassa
emissione di gas tossici e corrosivi; è necessario proteggere la conduttura con un dispositivo
differenziale con Idn ≤ 30mA.
3.4.7
Distribuzione con condotti sbarre prefabbricati
Norme di riferimento
CEI EN 60439-2 (CEI 17-13/2): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione (quadri elettrici per bassa tensione)
Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre
La distribuzione dell’energia elettrica mediante i condotti (denominati anche blindosbarra) può
essere utilizzata per soddisfare le seguenti esigenze:
- la corrente da distribuire è elevata;
- le derivazioni da effettuare sono numerose ed alimentano carichi con assorbimenti diversi;
- l’ubicazione delle derivazioni potrebbe subire modifiche nel tempo.
3.4.8
Distribuzione sotto il pavimento galleggiante
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Edilizia residenziale: Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori
e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri generali
Gli impianti possono essere realizzati:
- con posa di cavi con guaina;
- con posa di cavi senza guaina introdotti in tubi o all’interno di canali.
E’ consigliato un grado di protezione della canalizzazione
3.4.9
di IP52.
Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica
Linee in cavo
CEI 20-28 Connettori per cavi d'energia
Per la posa dei cavi elettrici interrati, si dovranno utilizzare cavidotti in materiale plastico rigidi,
conformi alla Norma CEI 23-29, o corrugati a doppia parete, conformi alla Norma CEI EN 50086-2-
64
4. Per la posa si dovrà procedere nel modo seguente:
sul fondo dello scavo, preventivamente concordato con la Direzione Lavori, di profondità sufficiente
per la posa, privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo
luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di almeno 10
cm, sul quale verrà disteso il cavo (o i cavi), senza premere e senza farli affondare artificialmente
nella sabbia; successivamente si dovrà stendere un altro strato di sabbia, dello spessore di almeno
5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore
finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 cm oltre il diametro del cavo di maggior
sezione.
Sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene
accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà il
diametro (o se questi comporranno una striscia) non superiore a 5 cm.
Nel caso di cavo di diametro superiore a 5 cm o, come più frequentemente avviene, nel caso di più
cavi formanti una striscia di larghezza superiore ai 5 cm, i mattoni pieni dovranno essere posati in
senso trasversale.
Sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e
trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo.
L'asse del cavo (o quello centrale nel caso di più cavi) dovrà trovarsi sullo stesso piano verticale
con l'asse della fila di mattoni.
La profondità di posa sarà tale da garantire, con ragionevole sicurezza, la rottura in seguito a
possibili scavi di superficie per riparazioni dei manti stradali, o movimenti di terra nei tratti a prato o
a giardino.
In linea generale sarà però osservata la profondità di almeno 50 cm, misurata sull'estradosso della
protezione dei mattoni.
Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla Ditta Appaltatrice.
3.5
3.5.1
Quadro
Quadri elettrici
Norme di riferimento
CEI EN 61439-1 (CEI 17-13/1): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione - Regole generali
CEI EN 61439-2 (CEI 17-13/3): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione - Quadri di potenza
CEI 23-51: Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per
installazioni fisse per uso domestico e similare
I qudri elettrici raccolgono in un unico complesso apparecchiature elettriche destinate a svolgere
funzioni specifiche nell'ambito dell'impianto elettrico in cui il singolo quadro è inserito.
I quadri elettrici assumono diversa denominazione a seconda delle funzioni a cui debbono
soddisfare.
La nuova Norma CEI EN 61439-1 è la norma generale, valida per tutti i quadri elettrici, che
prescrive le caratteristiche e le prestazioni obbligatorie per tutti i quadri di bassa tensione; ad essa
si aggiunge un fascicolo relativo ad ogni diversa tipologia di quadro elettrico.
3.5.2
Quadri di potenza
Sono la combinazione di uno o più apparecchi di protezione e manovra per bassa tensione, con
eventuali dispositivi di comando, misura, protezione e regolazione con tutte le interconnessioni
elettriche e meccaniche interne, compresi gli elementi strutturali; al loro interno è permessa
l'installazione di apparecchi elettrici ed elettronici (manovra, comando, protezione, misura,
segnalazione, regolazione ed altro) destinati ad assolvere funzioni specifiche, nell'ambito
dell'impianto elettrico in cui è installato.
Il quadro può essere realizzato mediante:
- prove di verifica: test effettuati su un campione per verificare che il progetto soddisfa i requisiti
pertinenti la norma (le precedenti prove di tipo);
- verifica con calcolo o valutazione: verifica con analisi o calcolo, applicate ad un campione a
65
dimostrare che il progetto soddisfa i requisiti della norma;
- regola di progetto: specifica regola per la progettazione di un quadro, che può essere alternativa
al test.
I quadri possono essere idonei per installazione in ambienti dove possono essere utilizzati da
personale non addestrato (la precedente Norma CEI EN 60439-3 - quadri di distribuzione ASD
resterà in vigore sino al 2014) oppure, in funzione di come vengono dichiarati dal costruttore del
quadro, sono destinati ad essere installati in apposito locale dove non possa aver accesso
personale non addestrato o avere sportello con chiusura a chiave.
3.5.3
Quadro per unita' abitative e similari
All'ingresso di ogni appartamento o gruppo di locali deve essere installato un quadro elettrico
composto da un contenitore in materiale isolante, un supporto con profilato normalizzato EN 50022
per il fissaggio a scatto degli apparecchi da installare ed un coperchio con o senza portello. Tutti i
contenitori dovranno essere conformi alla Norma CEI 23-49, relativamente alla massima potenza
dissipabile all’interno dell’involucro.
Centralino da incasso, grado di protezione IP40. Per agevolare le operazioni di cablaggio ed
installazione i centralini a 24 e 36 moduli sono dotati di telaio unico estraibile.
Il quadro dovrà essere cablato in conformità alla Norma CEI 23-51, nei limiti della sua applicabilità.
Colui che avrà cablato il quadro sarà il responsabile del prodotto finito e dovrà rilasciare una
dichiarazione di conformità del quadro alla Norma CEI 23-51.
La scatola isolante deve avere una profondità non superiore a 60-65 mm ed una larghezza tale da
consentire il passaggio dei conduttori per l'alimentazione degli interruttori automatici installati a
monte.
Il coperchio deve avere il fissaggio a scatto, oppure a vite nel caso sia provvisto di portello.
In entrambi i casi le apparecchiature contenute non devono sporgere.
I coperchi ed i portelli devono avere colori e linea estetica coordinati con la serie delle
apparecchiature da incasso (prese, interruttori, deviatori, ecc.). I portelli inoltre devono poter essere
montati anche su contenitori da parete per quelle installazioni dove l’impianto non è previsto sotto
traccia.
I quadri elettrici devono essere corredati da istruzioni semplici, ma complete, in modo da fornire
all'utente le necessarie informazioni per l'identificazione e per il comando delle apparecchiature.
I quadri costruiti in materiale isolante, devono possedere il marchio IMQ ed il simbolo del doppio
isolamento.
Le apparecchiature elettriche da installare nei quadri per appartamento, devono essere modulari e
di tipo componibile.
Il modulo deve avere dimensioni 17,5 x 45 x 53 mm ed essere dotato di un adeguato dispositivo
66
per il fissaggio a scatto sul profilato normalizzato del quadro.
Inoltre:
a) gli interruttori automatici magnetotermici devono avere potere d'interruzione almeno uguale alla
corrente di corto circuito presunta nel punto d'installazione;
b) gli interruttori differenziali devono avere la protezione magnetotermica incorporata. E' ammesso
l'uso di interruttori differenziali puri purché la corrente di corto circuito condizionale (Norma CEI EN
61009-1) sia ottenuta con le indicazioni dichiarate dal costruttore.
Nota: la corrente di corto circuito condizionale si ottiene accoppiando un interruttore differenziale
senza sganciatori di sovracorrente con un interruttore magnetotermico. Il costruttore deve riportare
a catalogo i dati necessari per effettuare il coordinamento; in particolare l’I2 t massima sopportata
dal differenziale puro oppure valore massimo della Icc ottenuto con l’accoppiamento di un
interruttore di marca e potere di interruzione dichiarati (figura 3).
Blocco differenziale, tipo AC-4 poli, In < 25 A, Idn = 0,03 A.
I blocchi differenziali devono essere accoppiati con gli interruttori automatici da 4,5 kA della
serie DIN2058.
c) in combinazione con le apparecchiature di cui ai punti a) e b) devono essere previste adeguate
segnalazioni acustiche;
d) deve essere possibile l'installazione nel quadro di prese di corrente e di spine della serie da
incasso impiegata nell'impianto.
Il numero e la tipologia delle apparecchiature che devono essere montate nel quadro elettrico varia
in funzione dell'impianto e, nel caso di abitazioni civili, della superficie dell'abitazione; devono in
ogni caso essere rispettate le seguenti dotazioni:
- n°1 interruttore differenziale con corrente nominale 25 A e soglia di intervento differenziale I d = 30
mA (l'apparecchio svolge anche la funzione di interruttore generale purché la corrente di corto
circuito condizionale non sia inferiore al valore della Icc presunta nel punto di installazione);
- n°3 interruttori automatici magnetotermici bipolari, con un polo protetto; il primo interruttore svolge
la funzione di protezione del circuito di illuminazione base, gli altri due interruttori sono posti a
protezione rispettivamente dei circuiti prese da 10 A e da 16 A. Questi interruttori devono poter
garantire la Icc condizionale indicata dal costruttore del dispositivo differenziale senza sganciatori
di sovracorrente;
- n°1 gruppo suoneria e ronzatore con trasformatore incorporato, per le chiamate interne e dal
portoncino esterno; il gruppo dev'essere dotato di un'etichetta adesiva che illustri le funzioni degli
apparecchi ed indichi il comportamento da mantenere nel caso intervengano;
- uno spazio pari ad almeno 12 moduli per la predisposizione dell'impianto antifurto.
3.6
3.61
Protezioni
Impianto di terra
Leggi, Norme e Guide di riferimento
DM 37/08 22 Gennaio 2008, n° 37: Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione
degli impianti elettrici all'interno degli edifici.
67
D.Lgs. 9 aprile 2008 n°81: Attuazione dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n°123 in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
DPR 462/01: Procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le
scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici
pericolosi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-12: Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
(2^ edizione)
CEI 11-1: Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata
CEI 81-10: (serie di Norme) Protezione di strutture contro i fulmini
Costituzione e prescrizioni per l'impianto di terra
L’impianto di terra è finalizzato al collegamento alla stessa terra di tutte le parti metalliche
conduttrici e accessibili dell’impianto elettrico (collegamento o messa a terra di protezione).
La messa a terra di protezione, coordinata con un adeguato dispositivo di protezione, ad esempio il
relè differenziale, realizza il metodo di “Protezione mediante interruzione automatica
dell’alimentazione” che è il metodo correntemente utilizzato contro i contatti indiretti.
Scopo dell’impianto di terra, negli impianti utilizzatori alimentati da sistemi di I categoria, è di
convogliare verso terra la corrente di guasto, provocando l’intervento del dispositivo di protezione
che provvede all’automatica interruzione della corrente di guasto, evitando il permanere di tensioni
pericolose sulle masse.
Nei sistemi di II categoria nei quali la cabina di trasformazione è di proprietà dell’utente, il
conduttore di protezione viene solitamente collegato al centro stella del secondario del
trasformatore. In tal caso, in presenza di un guasto su una massa del circuito di bassa tensione, la
corrente si chiude attraverso il conduttore di protezione, senza interessare il dispersore che viene
dimensionato in funzione di guasti che si verifichino sul circuito di alimentazione di media tensione.
Gli elementi che costituiscono l'impianto di terra sono i seguenti:
DA = dispersore intenzionale;
CT = conduttore di terra;
ME = massa estranea;
M = massa;
PE = conduttore di protezione;
DN = dispersore di fatto;
EQP = conduttore equipotenziale principale;
EQS = conduttore equipotenziale supplementare;
MT = collettore (nodo) principale di terra.
Il tutto come schematizzato nella figura 4
Figura 4 - Elementi costitutivi e collegamenti di un impianto di terra
La 2^ edizione della Guida CEI 64-12 "Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per
uso residenziale e terziario", in vigore dallo 01/10/2009 costituisce il documento normativo più
completo ed aggiornato per la corretta esecuzione di un impianto di terra e a detta Guida si
68
rimanda per tutte le prescrizioni inerenti la progettazione, il dimensionamento e l'esecuzione
dell'impianto.
Dalla Guida (e dalla Norma CEI 64-8) sono tratte le seguenti tabelle, la cui osservanza è
indispensabile per il corretto dimensionamento degli elementi costitutivi l'impianto di terra.
Tabella 13 - Dimensioni minime per gli elementi intenzionali
Dimensione minima
Materiale
Superficie
Tipo di
dispersor
e
Diametro
Rame
Zincato a
caldo
o
inossidabil
e
Spessore
Rivestimento/guaina
Valore
singolo
Valore
medio
mm2
mm
μm
μm
Piattina
90
3
63
70
Profilato
90
3
63
70
63
70
mm
Acciaio
Sezione
Barra
tonda per
picchetto
16
Tondo per
dispersore
orizzontale
10
Tubo
25
Con guina
di
rame
estrusa
Barra
tonda per
picchetto
15
2000
Con
guaina di
rame
elettrolitica
Barra
tonda per
picchetto
14
90
100
Nudo
Piattina
50
Tondo per
dispersore
orizzontale
25b
1
5
20
40
50a
2
Corda
1,8 per
singolo filo
Tubo
20
Stagnato
Corda
1,8 per
singolo filo
Zincato
Piattina
47
55
2
25
2
25
50
2
a Nel caso di rivestimento con bagno continuo, attualmente è tecnicamente fattibile solo uno spessore di 50
μm
b Quando l’esperienza dimostra che il rischio di corrosione e di danno meccanico è estremamente basso, si
può usare 16 mm2
Tabella 14 - Sezioni minime dei conduttori di terra
Tipo di protezione
Rame
69
mm2
Acciaio zincato
mm2
Non protetto contro la corrosione
25
50
Protetto contro la corrosione, ma
senza protezioni meccaniche
16
16
Protetto sia contro la corrosione
sia meccanicamente
Si applica la tabella 13
Tabella 15 - Sezioni minime convenzionali dei conduttori di protezione
Sezione dei conduttori di fase S
mm2
Sezione minima
del conduttore di protezione Sp
mm2
S 16
16< S 35
S > 35
Sp = S
16
Sp = S/2
Quando il conduttore di protezione non fa parte della stessa conduttura dei conduttori di
fase, la sua sezione non deve essere minore di:
- 2,5 mm2 se è protetto meccanicamente
- 4 mm2 se non è prevista una protezione meccanica.
Tabella 16 - Sezioni minime convenzionali dei conduttori equipotenziali
Conduttore equipotenziale
principale
Conduttore equipotenziale
supplementare
S > Sp1/2 (1)
Ss > Sp2 (2)
- con un minimo di 6 mm2
- con un minimo di 25 mm2 se il conduttore è di
rame o di altro materiale di pari conduttanza (o
impedenza)
se collega due masse
Sp = Sp3/2 (3)
se collega una massa ad una massa estranea
(1) Sp1 = Sezione del conduttore di protezione, la più elevata
(2) Sp2 = Sezione del conduttore di protezione più piccolo collegato alle masse, la più piccola
(3) Sp3 = Sezione del corrispondente conduttore di protezione da cui deriva
Verifiche
Negli ambienti di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di richiedere e far eseguire le verifiche
periodiche degli impianti di messa a terra come prescritto dal DPR 462/01.
La periodicità delle verifiche è di due anni nei locali ad uso medico, cantieri, luoghi a maggior
rischio in caso d'incendio,luoghi con pericolo di esplosione e di cinque anni negli altri casi.
Le verifiche possono essere effettuate dall’ASL, dall'ARPA o da un Organismo Abilitato dal
Ministero delle Attività Produttive.
Dichiarazione di conformità
Per gli edifici civili, al termine dei lavori l'impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la
dichiarazione di conformità (DM 37/08 del 22 Gennaio 2008 Art. 6) che equivale a tutti gli effetti
all’omologazione dell’impianto.
Fanno eccezione gli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione per i quali l’omologazione
è effettuata dall’ASL o dall’ARPA competenti per territorio che effettuano la prima verifica.
3.6.2
Protezione dalle sovracorrenti
Norme di riferimento
70
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Le sovracorrenti vengono usualmente divise in due categorie: sovraccarico e cortocircuito.
La protezione contro il sovraccarico consiste nell’impedire che il surriscaldamento del conduttore
provochi una sollecitazione termica pericolosa sull’isolante e si attua aprendo il circuito, ovverosia
sganciando la corrente, mediante dispositivi di protezione (di norma gli interruttori automatici e/o i
fusibili).
La norma CEI 64-8, all’articolo 433.2, esplicita queste condizioni mediante due relazioni che
costituiscono le fondamenta di qualsiasi progettazione di impiantistica elettrica:
1) IB ≤ In ≤ Iz
2) If ≤ 1,45 × Iz
dove:
IB = corrente di impiego del circuito
Iz = portata in regime permanente della conduttura
In = corrente nominale del dispositivo di protezione
If = corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo
convenzionale in condizioni definite.
Per contrastare il fenomeno del cortocircuito è invece necessario:
1) determinare il valore della corrente di cortocircuito presunta I cc in ogni punto della conduttura;
2) predisporre un dispositivo (interruttore automatico o fusibile) che sia in grado di interrompere la
Icc;
3) accertarsi, con una verifica di tipo energetico, che la temperatura raggiunta dal’isolante del cavo
prima dell’interruzione, non abbia oltrepassato i valori limite previsti dalla norma per salvaguardare
l’integrità del cavo stesso.
Per determinare i valori minimi e massimi della corrente di cortocircuito, l'articolo 533.3 della Norma
CEI 64-8 fornisce due semplici formule da applicarsi rispettivamente nei casi di neutro distribuito e
neutro non distribuito:
dove:
U = tensione
concatenata di
alimentazione in volt;
= resistività a 20 °C del materiale dei conduttori (W × mm 2/m) (0,018 per il rame - 0,027 per
l’alluminio);
L = lunghezza della conduttura protetta (m);
S = sezione del conduttore (mm 2);
I = corrente di cortocircuito presunta (A);
U0 = tensione di fase di alimentazione in volt;
m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e la resistenza del conduttore di fase (nel
caso essi siano costituiti dallo stesso materiale, esso è uguale al rapporto tra la sezione del
conduttore di fase e quella del conduttore di neutro).
Dopo aver determinato i valori della corrente minima (Icc min) e massima (Icc max) di cortocircuito,
è necessario verificare, con riferimento all’energia passante attraverso l’interruttore automatico, che
sia soddisfatta la relazione prescritta dall'art. 434.3.2 della Norma CEI 64-8:
(I2 t) < K2 S2
ed il significato assunto dai vari termini è il seguente:
I = corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace;
t = durata in secondi affinché la corrente di cortocircuito porti i conduttori alla temperatura massima
71
ammissibile;
S = sezione del conduttore in mm 2
K = coefficiente che può assumere i seguenti valori:
115
per i conduttori in rame isolati con PVC;
143
per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato;
74
per i conduttori in alluminio isolati con PVC;
87
per i conduttori in alluminio isolati con gomma etilenpropilenica o propilene reticolato;
115
corrispondente ad una temperatura di 160 °C, per le giunzioni saldate a stagno tra
conduttori in rame.
3.6.3
Protezione contro i contatti diretti ed indiretti
Protezione contro i contatti diretti
La protezione contro i contatti diretti può essere di tipo:
- totale
- parziale
- addizionale.
La protezione totale si attua mediante l'isolamento, gli involucri e/o le barriere.
Col termine isolamento si intende l'isolamento principale ossia l'isolamento delle parti attive,
necessario per assicurare la protezione fondamentale contro i contatti diretti e indiretti.
Involucri e barriere sono così definiti dalle Norme CEI:
Involucro - Elemento che assicura un grado di protezione appropriato contro determinati agenti
esterni e un determinato grado di protezione contro i contatti diretti in ogni direzione.
Barriera - Elemento che assicura un determinato grado di protezione contro i contatti diretti nelle
direzioni abituali di accesso.
La protezione parziale, attuabile solo nei locali dove l'accessibilità è riservata a persone addestrate
(come definito all'art. 29.1 della Norma CEI 64-8) è realizzata mediante:
Ostacolo - Elemento che previene i contatti involontari con le parti attive di un circuito, ma non è in
grado di impedire il contatto intenzionale.
Allontanamento - Si attua ponendo fuori portata di mano parti simultaneamente accessibili, ossia le
parti conduttrici che possono essere toccate simultaneamente da una persona.
La protezione addizionale si realizza mediante interruttori differenziali.
L'impiego di interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale d'intervento non superiore
a 30 mA, è riconosciuto (art. 412.5.1 della Norma CEI 64-8) come protezione addizionale contro i
contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di protezione.
Per impianti sottotraccia ed in particolare negli ambienti aperti al pubblico è utile utilizzare placche
di copertura asportabili solo con attrezzo dedicato per evitare furti e/o atti vandalici per i punti di
comando e prelievo energia elettrica e di segnalazione.
Protezione contro i contatti indiretti
I sistemi di protezione contro i contatti indiretti possono essere di due tipi:
1) passivi
2) attivi.
Sono passivi quei sistemi che non prevedono l'interruzione del circuito; in particolare:
- il doppio isolamento
- la protezione mediante bassissima tensione: SELV o PELV
- i locali isolati
- la separazione dei circuiti.
La protezione attiva, che prevede l'interruzione del circuito, si attua mediante la messa a terra; tale
protezione è richiesta dalla legge n°37/08 per tutte le parti metalliche degli impianti ad alta tensione
soggette a contatto delle persone e che per difetto di isolamento o per altre cause potrebbero
trovarsi sotto tensione.
Ne consegue che per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere previsto, in sede di
costruzione, un impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che soddisfi i requisiti imposti
dalla Norma CEI 64-8.
Va inoltre precisato che all'impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni
metalliche accessibili destinati all'adduzione, distribuzione e scarico delle acque ed altri fluidi (ad
esempio le tubazioni del gas), nonché tutte le masse accessibili esistenti nell'area dell'impianto
elettrico utilizzatore.
72
3.6.4
Coordinamento apparecchi di protezione
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI EN 60947-2 (CEI 17- 5): Apparecchiature a bassa tensione.
Parte 2: Interruttori automatici
CEI EN 60898-1(CEI 23-3/1): Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per
impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata
CEI EN 61008-1 (CEI 23-42): Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati
per installazioni domestiche e similari
CEI EN 61009-1 (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati
per installazioni domestiche e similari
Il coordinamento dei dispositivi di protezione può essere di due differenti tipologie:
- selettivo;
- di sostegno (back-up).
3.6.4.1 Coordinamento selettivo
Selettività: proprietà di un dispositivo di operare selezione.
Questa “proprietà” diventa un requisito indispensabile nella realizzazione di un impianto elettrico al
fine di ottimizzarne l’efficienza e l’affidabilità, migliorando, al contempo, la sicurezza dell’impianto
nei confronti di chi lo utilizza.
La norma CEI 64-8 si occupa di selettività all’articolo 536, precisando in via preliminare che “le
situazioni di esercizio che richiedono selettività sono definite dal committente o dal progettista
dell’impianto”.
E’ poi la stessa norma CEI 64-8 ad indicare, all’articolo 536.1, cosa si deve intendere per selettività
tra dispositivi di protezione contro le sovracorrenti: “quando più dispositivi di protezione sono
disposti in serie e quando le necessità di esercizio lo giustificano, le loro caratteristiche di
funzionamento devono essere scelte in modo da staccare dall’alimentazione solo la parte
dell’impianto nella quale si trova il guasto” (fig. 5).
Figura 5 - Le curve A e B rappresentano le curve di intervento dei due interruttori A e B posti
rispettivamente uno a monte (ossia vicino all'alimentazione) e l'altro a valle. Ciascuna curva
riproduce la caratteristica di intervento degli sganciatori magnetotermici che intervengono
nel primo tratto (intervento termico) in modo inversamente proporzionale alla sovracorrente
che li attraversa, mentre nel secondo tratto (intervento magnetico) si verifica l'apertura
pressoché istantanea dell'interruttore, non appena la corrente supera una prefissata soglia.
La selettività può essere:
- cronometrica: si realizza regolando i tempoi di ritardo di intervento degli sganciatori con valori
73
crescenti risalendo l'impianto;
- amperometrica: sfrutta il diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito al variare della
posizione ove si manifesta il guasto;
- di zona (o accelerata): consiste nel determinare quale sia l'interruttore più vicino al guasto
utilizzando la stessa corrente di guasto come elemento di riferimento e creando un interscambio di
informazioni trai vari interruttori (è necessario che gli sganciatori degli interruttori siano dotati di
microprocessore);
- energetica: viene attuata quando tra due interruttori non è possibile impostare un tempo di ritardo
di intervento; in questo caso vengono confrontate le curve dell'energia specifica passante. Si
ottiene selettività energetica se le due curve non hanno punti di intersezione.
Coordinamento selettivo tra dispositivi differenziali
Questo coordinamento è ottenuto tra due dispositivi differenziali in serie se vengono soddisfatte
entrambe le seguenti condizioni:
- l’apparecchio a monte deve aver caratteristica di funzionamento ritardata (tipo S);
- il rapporto tra la corrente differenziale nominale del dispositivo a monte e la corrente differenziale
nominale del dispositivo a valle deve essere:
Idnmonte ≥ 3 Idnvalle.
3.6.4.2 Protezione di sostegno (back-up)
Si ha una protezione di sostegno quando si verifica l’apertura contemporanea dell’interruttore a
monte e dell’interruttore a valle, oppure quella del solo interruttore a monte per valori della corrente
di cortocircuito superiori ad un certo valore limite.
Tale tipo di protezione è ammessa dalle norme CEI 64-8 e CEI EN 60947-2.
Nella tabella 17 vengono fornite le regole generali per correttamente realizzare le protezioni
selettive e di back-up.
Tabella 17 - Regole generali di buona tecnica per la protezione selettiva e di sostegno
Selettività tra
interruttori
1) Allo scopo di ridurre gli effetti di tipo termico ed elettrodinamico e
contenere i tempi di ritardo entro valori ragionevoli, il coordinamento selettivo
non dovrebbe avvenire tra più di quattro interruttori in cascata.
2) Ciascun interruttore deve essere in grado di stabilire, sopportare ed
interrompere la massima corrente di cortocircuito nel punto dove è installato.
3) Per assicurarsi che gli interruttori di livello superiore non intervengano,
mettendo fuori servizio anche parti di impianto non guaste, si devono
adottare soglie di corrente di intervento, ed eventualmente di tempo di
intervento, di valore crescente partendo dagli utilizzatori andando verso la
sorgente di alimentazione.
4) Per assicurare la selettività cronometrica, l’intervallo dei tempi di intervento
dovrebbe essere approssimativamente di 0,1 - 0,2 s. Il tempo massimo di
intervento non dovrebbe superare gli 0,5 s.
Selettività tra
fusibili
7) I fusibili devono essere dello stesso tipo.
8) Le correnti nominali dei due fusibili devono avere un rapporto non
inferiore a 1,6.
1) Quando possibile i fusibili devono essere installati a monte
dell’interruttore. Se i fusibili sono installati a valle, è essenziale che i
collegamenti tra l’interruttore e i fusibili siano realizzati in modo da rendere
minimo il rischio di cortocircuito.
2) Il valore della corrente di guasto presunta nel punto di installazione deve
essere inferiore al potere di interruzione nominale dell’interruttore.
3) La corrente di scambio Ib non deve essere superiore al potere di
interruzione nominale estremo in cortocircuito del solo interruttore.
4) Se la corrente di scambio Ib è troppo bassa, c’è il rischio di una inutile
perdita di selettività.
5) Se il valore della corrente di guasto presunta nel punto di installazione
Selettività tra
interruttore e
fusibile
74
supera il potere di interruzione nominale dell’interruttore, il fusibile o i fusibili
devono essere scelti in modo da non dar luogo a manifestazioni esterne
(emissioni di fiamme, saldatura dei condotti, ecc.).
Protezione di
sostegno (backup) tra
interruttori
1) L’interruttore a monte deve avere un potere di interruzione almeno pari a
alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di interruzione dell’interruttore
a valle.
2) La corrente di cortocircuito e l’energia specifica passante, lasciata fluire
nell’impianto dall’interruttore a monte, non deve danneggiare l’interruttore a
valle.
3) I due interruttori devono essere realmente in serie, in modo da essere
percorsi dalla stessa corrente in caso di guasto.
3.7
Protezione contro i fulmini
Norme di riferimento
CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1): Protezione contro i fulmini - Parte 1: Principi generali
CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2): Protezione contro i fulmini - Parte 2: Valutazione del rischio
CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3): Protezione contro i fulmini - Parte 3: Danno materiale alle strutture
e pericolo per le persone
CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4): Protezione contro i fulmini - Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici
nelle strutture
Il fulmine può produrre tre tipi di danno:
- D1: danni ad esseri viventi (dovuti a tensioni di contatto e di passo)
- D2: danni fisici (dovuti a incendi, esplosioni, rotture meccaniche, rilascio di sostanze tossiche,
ecc.)
- D3: avarie di apparecchiature elettriche ed elettroniche (dovute a sovratensioni)
e uno stesso danno può produrre più tipi di perdite, ad ognuna delle quali è associato un indice di
rischio come mostrato nel prospetto che segue:
- L1 = perdita vite umane
Rischio R1
- L2 = perdita servizio pubblico
Rischio R2
- L3 = perdita patrimonio culturale Rischio R3
- L4 = perdita economica
Rischio R4
La serie di norme del comitato 81, che si occupa di protezione contro i fulmini, prevede,
preliminarmente, la necessità di effettuare uno studio sulla necessità o meno di porre in essere un
LPS (sistema di protezione contro i fulmini).
La scelta se, come e quando, proteggere una struttura deve essere fatta dal progettista dell’LPS, il
quale deve valutare il rischio relativo alla struttura e confrontarlo con il rischio massimo tollerabile.
Per far ciò è necessario:
a) individuare la struttura e definirne le caratteristiche;
b) individuare i tipi di danno che il fulmine può provocare nella struttura;
c) quindi, per ogni tipo di danno:
- valutare il rischio R;
- individuare il rischio massimo tollerabile Ra;
- confrontare il rischio R con quello tollerabile Ra;
- individuare le misure di protezione che rendono R < Ra
d) indicare il complesso delle misure di protezione che rendono R < Ra per tutti i tipi di danno;
e) scegliere fra tutte le possibili misure di protezione quelle più convenienti dal punto di vista
tecnico-economico.
Oltre alla possibilità (e talvolta, anche se raramente, la necessità) di realizzare un sistema di
protezione contro i fulmini esterno, vi è quella di porre in essere un LPS interno, sempre consigliato
ed in taluni casi reso obbligatorio dalla norma CEI 81-1.
Con il termine LPS (Lightning Protection System) interno si intende quel complesso di misure,
localizzate o distribuite all’interno della struttura da proteggere, che devono limitare il verificarsi di
scariche pericolose e quindi, in un ambito più generale, provvedere alla protezione contro tutte le
sovratensioni, sia quelle di origine atmosferica e quindi esterne all’impianto, sia quelle di origine
75
interna, involontariamente generate dal fornitore dell’energia elettrica o dagli utilizzatori di tale
energia.
I dispositivi idonei a proteggere i circuiti e le apparecchiature contro le sovratensioni sono i limitatori
di sovratensione, noti anche in Italia con la sigla SPD (dall’acronimo inglese Surge Protective
Device).
Per poter correttamente installare gli SPD è preliminarmente necessario conoscere le
caratteristiche elettriche ed i dati di targa degli stessi; è altresì importante individuare, ai fini delle
possibili sovratensioni, su quale zona dell’impianto elettrico si andrà ad operare. A tal proposito, in
sede internazionale, l’impianto elettrico è stato diviso concettualmente in quattro zone
caratterizzate da diverse categorie di sovratensione numerate da I a IV per le quali, in funzione
delle tensioni nominali e del tipo di sistema elettrico, viene prescritta la tenuta di diversi livelli di
tensioni impulsive (Fig. 6).
La categoria di sovratensione IV è quella generalmente indicata come origine dell’installazione e
cioè quella nella quale si possono presentare i livelli di sovratensione più elevati.
Figura 6 - Utilizzatore alimentato mediante una linea elettrica in BT
Seguono in ordine decrescente di sovratensioni, la categoria III (circuiti di distribuzione), la
categoria II (apparecchi utilizzatori), la categoria I (circuiti particolarmente protetti per motivi in
genere funzionali).
Sulla base di quanto sopra ne consegue che gli SPD, di classe di prova adeguata, devono essere
installati tra i conduttori sui quali si possono manifestare le sovratensioni.
La sezione dei conduttori di collegamento di rame non deve essere inferiore a:
- 6 mm2 per gli SPD di Classe di Prova I;
- 4 mm2 per gli SPD di Classe di Prova II;
- 1,5 mm2 per gli SPD di Classe di Prova III.
3.8
3.8.1
Comandi
Sezionamento e comando
Norma di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Sezionamento
L'articolo 462.1 della Norma CEI 64-8 prescrive "Ogni circuito deve poter essere sezionato
dall'alimentazione. Il sezionamento deve avvenire su tutti i conduttori attivi, fatta eccezione per il
conduttore PEN dei sistemi TN-C".
76
L'articolo 462.2 precisa inoltre che "nella parte TN-S dei sistemi TN-C-S e nei sistemi TN-S non
sono richiesti il sezionamento o l'interruzione del conduttore di neutro salvo nei circuiti a due
conduttori fase-neutro, quando tali circuiti abbiano a monte un dispositivo di interruzione unipolare
sul neutro (per esempio un fusibile o un intertruttore unipolare)".
Comando funzionale
L'articolo 465.1.1 della Norma CEI 64-8 prescrive che "un dispositivo di comando funzionale deve
essere previsto per ogni parte di un circuito che può richiedere di essere comandato
indipendentemente dalle altre parti dell'impianto".
Interruzione per manutenzione non elettrica
E' prevista (articolo 463.1 della Norma CEI 64-8) l'interruzione dell'alimentazione quando la
manutenzione non elettrica può comportare rischi per le persone. In questi casi, l'articolo 463.2
della Norma CEI 64-8 prescrive che "devono essere presi adatti provvedimenti per evitare che le
apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante
la manutenzione non elettrica, a meno che i dispositivi di interruzione non siano continuamente
sotto il controllo delle persone addette a tale manutenzione".
3.8.2
Comando e arresto di emergenza
Norma di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Secondo l'articolo 464.1 della Norma CEI 64-8 devono essere previsti dispositivi per il comando di
emergenza di qualsiasi parte di un impianto in cui può essere necessario agire sull'alimentazione
per eliminare pericoli imprevisti.
Per assolvere a tale funzione il comando di emergenza deve essere facilmente individuabile e
generalmente deve intervenire su tutti i conduttori attivi, disalimentando solo i circuiti ordinari e non
quelli di sicurezza. Deve inoltre essere facilmente raggiungibile ed identificabile.
Possono essere utilizzati per il comando di emergenza i seguenti dispositivi:
- interruttori magnetotermici;
- interruttori magnetotermici e differenziali o interruttori differenziali puri;
- interruttori di manovra;
- dispositivi con comando a distanza (la cui apertura deve avvenire per diseccitazione di bobina)
agenti sul circuito dell’alimentazione.
I principali ambienti dove il comando di emergenza deve essere installato sono i seguenti:















ascensori e montacarichi;
attività soggette al controllo VVF;
attività turistico-alberghiere;
autorimesse con capacità di parcamento superiore a 9 veicoli;
cantieri;
centrali termiche a gasolio e a gas con potenzialità maggiore di 35kW;
centri commerciali;
CED;
depositi di GPL;
grandi cucine;
edifici pregevoli per arte e storia;
edifici scolastici;
gruppi elettronici;
impianti automatici antincendio;
impianti di distribuzione stradale di GPL per autotrazione;
77












impianti sportivi;
laboratori elettrici;
lampade a scarica a catodo freddo ad alta tensione;
liquidi infiammabili;
locali di pubblico spettacolo;
luoghi con pericolo di esplosione;
luoghi di lavoro;
metropolitane;
miniere;
lavorazione , immagazzinamento, impiego, vendita e trasporto di oli minerali;
ospedali, case di cura;
sistemi di ventilazione.
3.9
3.9.1
Centrali tecnologiche
Centrale termica
Leggi e Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi
dalle miniere)
CEI EN 60079-17 (CEI 31-34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi
pericolosi
CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi Esempi di applicazione
D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la
determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi
Circ. n° 91 del 14/09/1961: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi
D.M. 28/04/2005: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi
D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi
EN 12464-1: Light and lighting - Lighting of work placet - Part 1: Indoor work places (Luce e
Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro. Parte 1: Luoghi di lavoro interni)
Direttiva 90/396/CEE: Direttiva del consiglio del 29 giugno 1990 concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri in materia di apparecchi a gas.
DPR 661/96: Regolamento per l'attuazione della direttiva 90/396/CEE concernente gli apparecchi a
gas.
Direttiva ATEX 99/92/CE: Direttiva del 16 dicembre 1999 del parlamento europeo e del consiglio,
relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive
D.Lgs. 233/03: Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il
miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere
esplosive - Combustibile gassoso
D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'articolo 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della
78
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
D.Lgs. 106/2009: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n°81, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Classificazione
Centrali termiche
Gli impianti elettrici destinati all'alimentazione delle centrali termiche, ai servizi ad esse connesse
ed agli ambienti di installazione delle centrali stesse devono essere realizzati ottemperando a
particolari prescrizioni.
Si possono operare le seguenti distinzioni:
- impianti termici alimentati a gas, soggetti a disposizioni legislative;
- impianti termici che utilizzano come combustibile carbone polverizzato o fluidi infiammabili.
Indipendentemente poi dal tipo di combustibile utilizzato, si opera una distribuzione delle centrali
termiche in base alla potenzialità del focolare; in tal senso si hanno:
a) impianti termici con potenzialità inferiore a 30.000 kcal/h;
b) impianti termici con potenzialità superiore a 30.000 kcal/h.
Per gli impianti termici di tipo a) non sono previste particolari prescrizioni, ad esclusione degli
ambienti per il deposito di gasolio e dell'olio combustibile con capacità complessiva superiore a 0,5
m3.
Per gli impianti di tipo b) valgono invece le prescrizioni particolari contenute nelle nuove norme
europee CEI EN 60079-10 e CEI EN 60079-14.
Centrali termiche a combustibile gassoso
Le prescrizioni che seguono valgono per gli impianti elettrici degli impianti termici alimentati a gas di
potenzialità superiore a 35 kW.
In questa categoria rientrano, ad esempio, gli impianti termici con i vincoli di cui sopra destinati a:
a) riscaldamento di ambienti;
b) riscaldamento di acqua per utenze civili;
c) cucine, lavaggio stoviglie, sterilizzazione e disinfezione mediche;
d) lavaggio biancheria e simili;
e) distruzione rifiuti (fino a 1 t/giorno);
f) forni da pane e forni di altre imprese artigiane trattanti materiali non combustibili e non
infiammabili.
Gli impianti termici di cui al presente paragrafo devono essere realizzati in conformità alle Norme
UNI-CIG.
Il luogo di installazione è considerato a pericolo d'incendio e pertanto gli impianti elettrici devono
avere custodie il cui grado di protezione deve essere maggiore o uguale a IP 4X e le custodie
devono essere posizionate come sotto riportato nella tabella 18.
(E' tuttavia consigliato un grado di protezione non inferiore a IP 44)
Tabella 18 - Altezza di posizionamento delle custodie
Densità relativa
all’aria d
Altezza di posizionamento
d > 1,1
0,5 m sopra del livello di deflusso di liquido dal
pavimento del locale
d < 0,9
0,5 m sotto del limite superiore delle aperture di
aerazione del locale
0,9 < d < 1,1
nella zona compresa tra i due limiti sopra indicati
Impianti termici alimentati con fluidi infiammabili
Trattasi di impianti termici alimentati mediante derivati del petrolio: generalmente gasolio.
Il gasolio ha una temperatura di infiammabilità compresa tra 55 °C e 65 °C.
Non essendo previsto il preriscaldamento del gasolio, il luogo non presenta pericolo d’esplosione.
Una centrale termica a gasolio può essere un ambiente a maggior rischio in caso di incendio se la
classe del compartimento antincendio risulta di classe uguale o superiore a 30.
79
La classe del compartimento a sua volta dipende dal quantitativo di gasolio che può alimentare un
eventuale incendio.
Si rendono pertanto possibili le seguenti due situazioni:
A) classe del compartimento uguale o superiore a 30: la centrale termica è un ambiente a maggior
rischio in caso d’incendio e ad essa si applicano le disposizioni della Norma CEI 64-8, Parte 7,
Sezione 751.
B) classe del compartimento inferiore a 30: la centrale termica è un ambiente ordinario e gli
impianti elettrici possono essere eseguiti nel rispetto delle regole generali della Norma CEI 64-8.
In generale gli impianti elettrici sono costituiti dalle seguenti parti principali:
- linea di alimentazione;
- interruttore di emergenza da installare fuori dalle zone AD;
- quadro di comando per i circuiti di alimentazione della centrale termica;
- linee di distribuzione agli utilizzatori e relativi controlli automatici;
- blocco di sicurezza sulla linea del bruciatore;
- impianto di illuminazione;
- prese a spina.
Per quanto concerne l'impianto di illuminazione, occorre precisare:
- i punti luce devono essere installati direttamente a soffitto o a parete;
- il valore minimo di illuminamento è di 60 lx;
- gli apparecchi illuminanti devono possedere una protezione meccanica;
- il comando dei punti luce deve avvenire presso le porte d'ingresso;
- gli apparecchi di comando e le prese a spina devono essere posizionati ad un'altezza di 1,5 m
dal pavimento (salvo diversa precisazione).
E' opportuno prevedere, anche quando non imposti dalle Norme, uno o più impianti di segnalazione
e/o allarme, da eseguirsi in funzione delle specifiche esigenze dell'impianto termico.
Gli attuatori acustici dovranno essere installati nella guardiola (se esistente) o in altra posizione in
cui il segnale sia chiaramente udibile (è sempre consigliata l'installazione di un attuatore nell'atrio
d'ingresso).
Ulteriori prescrizioni impiantistiche
1) Linee supplementari. E' vietata l'installazione nella centrale termica di linee d'alimentazione di
impianti elettrici ausiliari o telefonici che non siano di pertinenza della centrale. Qualora sia
necessaria la predisposizione di una presa telefonica è necessario contattare il gestore telefonico e
seguire le istruzioni relative.
2) Operazioni di manutenzione. Devono essere agevolate, prevedendo a tal fine l'installazione di
un quadro elettrico completo delle apparecchiature di interruzione, di protezione e con le seguenti
prese opportunamente protette:
- n°1 presa 2P + T, portata 10 A, tensione 220 V;
- n°1 presa 2P + T, portata 16 A, tensione 220 V;
- n°1 presa trifase da 16 A, interbloccata, con tensione 380 V.
Caldaia murale
Nel caso di caldaie murali, con potenza termica inferiore a 35kW, l’installazione è regolata dalla
norma UNI CIG 7129 sugli “impianti a gas per uso domestico alimentati da rete pubblica” nella
quale vengono indicati i criteri di installazione, manutenzione, progettazione della parte idraulica,
compresa la ventilazione del locale.
L’impianto di alimentazione elettrica non richiede requisiti particolari. E’ comunque opportuno
installare in prossimità della caldaia, un interruttore automatico per il comando e per il
sezionamento per la manutenzione.
Verifiche
Le specifiche di cui sopra e l'integrità dell'impianto deve essere mantenuta per tutta la durata della
vita attiva delle centrali termiche; è pertanto necessario, oltre ad una verifica iniziale, provvedere:
a) regolari verifiche periodiche; oppure
b) continua supervisione da parte di personale esperto in accordo con la norma CEI EN 60079-17
(CEI 31- 34).
L’intervallo fra le verifiche periodiche non deve superare tre anni.
Il livello medio di illuminamento consigliato nelle centrali termiche è di 100 lx.
80
3.9.2
Centrale di condizionamento
3.9.2.1 Prescrizioni generali
Leggi e norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
DM 12/4/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione. La
costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibile gassoso
DM 28/04/05 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi
CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine
- Parte 1: Regole generali
Condizionatori d’aria e impianti di climatizzazione
Lo Standard ISO 7730/84 definisce il comfort termico come la “condizione mentale che esprime
soddisfazione per l’ambiente termico”. Tale soddisfazione viene raggiunta, in determinati ambienti,
mediante impianti di climatizzazione.
La climatizzazione degli ambienti può avvenire mediante:
- centrali di climatizzazione;
- unità locali.
Centrali di climatizzazione
Le centrali di climatizzazione contengono uno o più condizionatori di tipo centrale ove l’aria viene
sottoposta ad una serie di trattamenti per essere distribuita negli ambienti serviti. Negli impianti
centralizzati di condizionamento aventi potenza superiore a 75kW, condizionatori, i gruppi
frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori
a 50.000 m3/h (portata volumetrica).
Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le
eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno
REI 60 dotate di congegno di autochiusura.
In questi impianti, i condizionatori, oltre alla sezione filtrante ed a quella di raffreddamento e
riscaldamento costituita da batterie, hanno una serie ventilante costituita da un ventilatore ad una o
due giranti. Per regolare il fluido inviato nelle batterie e l’aria in entrata ed in uscita s’impiegano
inoltre apparecchiature spesso elettriche od elettroniche. Di conseguenza si deve provvedere
all’allacciamento del motore del ventilatore ed a quello delle apparecchiature di regolazione.
I ventilatori vengono generalmente forniti con motore privo di protezione per cui è necessario
scegliere il salvamotore che dev’essere installato sul quadro di sezione. I motori impiegati sono
generalmente asincroni trifasi a 4 o 6 poli e talora raggiungono potenze molto elevate, dell’ordine di
30 kW.
Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto
facilmente accessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso di incendio.
Le apparecchiature di regolazione elettriche od elettroniche installate nei condizionatori di tipo
centrale vengono generalmente alimentate alla tensione di 24 V e necessitano quindi di un
trasformatore 220/24 V. I motori dei servocomandi hanno un assorbimento massimo dell’ordine di
20-30 W e la protezione viene per lo più effettuata solo a monte del trasformatore sul quadro di
sezione. Per i collegamenti si impiega un cavo di sezione non inferiore a 1,5 mm2 e nel caso di
numerose apparecchiature da collegare è consigliabile suddividere le linee di alimentazione
dotandole di protezione singola.
Unità locali
Vanno rapidamente diffondendosi per la climatizzazione in ambito civile e del terziario apparecchi
da installare direttamente nei locali interessati.
In questi casi si hanno condizionatori il cui funzionamento è provocato da un compressore che
comprime uno speciale gas refrigerante nel condensatore dove si raffredda e diventa liquido.
Proseguendo in un circuito sigillato, il liquido passa nell’evaporatore dove si espande scendendo a
bassissima temperatura in forma di gas. Infine il gas, sottraendo calore all’ambiente, si riscalda
81
leggermente e torna al compressore dove il circolo ricomincia.
I condizionatori per unità locali sono disponibili in due modelli:
- Monoblocco; in tal caso sono composti da un unico elemento che riunisce tutti i componenti
dell’apparecchio. Un tubo snodato, del diametro di una quindicina di centimetri, da inserire in un
apposito alloggiamento, serve a convogliare l’aria calda fuori dall’ambiente da rinfrescare. Di solito,
se ne posiziona l’estremità, di forma appiattita, tra i battenti di una finestra socchiusa.
- Split; di costruzione più recente, offrono prestazioni migliori del Monoblocco. I condizionatori di
tipo Split sono composti di due elementi: il primo, da collocare all’interno dell’appartamento,
contiene l’evaporatore, un sistema di ventilazione (che convoglia l’aria calda dell’ambiente
attraverso l’evaporatore, raffreddandola) ed il compressore; il secondo comprende il condensatore
e il ventilatore per il raffreddamento del refrigerante.
I due elementi, di cui quello esterno decisamente più piccolo, sono collegati da una canaletta
snodabile, al cui interno corrono i due tubi del circuito del gas refrigerante e un cavo elettrico.
I condizionatori per unità locali, vengono considerati normali elettrodomestici e pertanto, in genere,
non richiedono particolari soluzioni impiantistiche; è tuttavia consigliabile, qualora se ne preveda
l’installazione in un nuovo impianto, riservare a loro una linea dedicata, comandata da un
interruttore magnetotermico dal centralino di piano e/o di appartamento e protetta con un
interruttore differenziale da 30 mA.
Manutenzione
Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti:
- dispositivi di interruzione dell’alimentazione;
- provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano
riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica.
A tale scopo possono essere utilizzati:
- blocchi meccanici sui dispositivi di interruzione;
- collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave.
Per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di:
- una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso);
- una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase.
3.9.3
Centrale idrica e di sollevamento acque nere
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - criteri
generali
CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario
Equipaggiamento elettrico delle macchine
Parte 1: Regole generali
La centrale idrica e l’eventuale impianto di sollevamento delle acque nere possono essere
progettati e costruiti, relativamente alle parti elettriche di detti impianti, secondo quanto disposto
agli articoli 4.4.2 e 4.4.3 della Guida CEI 64-50. In particolare:
- per la centrale idrica, conviene utilizzare, per uniformità d’impianto, componenti elettrici dello
stesso tipo di quelli usati nella centrale di condizionamento.
L’impianto idrico è di solito costituito da una autoclave a due pompe (una di riserva all’altra) e da un
compressore per la creazione di un cuscinetto d’aria nella autoclave.
Si consiglia di installare le apparecchiature necessarie a realizzare l’automatica alternanza nel
funzionamento delle pompe.
L’impianto elettrico è costituito da condutture elettriche e da un quadro di comando, protezione e
controllo.
- Per la centrale di sollevamento delle acque nere valgono le stesse indicazioni fornite per la
centrale idrica.
Particolare attenzione va tuttavia posta, per la parte di impianto elettrico relativo agli apparecchi
sommersi (pompe, galleggianti, ecc.), al mantenimento del necessario grado di protezione contro la
82
penetrazione di liquidi e, per le parti esposte ad esalazioni, al pericolo di corrosione.
E’ opportuno prevedere un impianto di segnalazione del livello di guardia e di relativo allarme.
Per tutti questi impianti devono essere previste singole linee indipendenti, ciascuna protetta da un
proprio interruttore automatico differenziale installato alla partenza dal quadro dei servizi generali.
Tali linee indipendenti devono far capo ai quadri di distribuzione delle apparecchiature elettriche dei
singoli impianti.
E' necessario inoltre concordare preventivamente con il Committente se il complesso dei quadri di
distribuzione per ogni singolo impianto, i relativi comandi e controlli e le linee derivate, fanno parte
dell'appalto degli impianti elettrici, nel qual caso è compito del Committente fornire tutti gli elementi
necessari.
In ogni caso per ogni impianto tecnologico è necessario:
- che venga installato un quadro ad armadio, per il controllo e la protezione di tutti gli utilizzatori;
- che vengano previste tubazioni e condutture di dimensioni adeguate e realizzate secondo le
prescrizioni precisate nel presente Capitolato, fino ai morsetti finali degli utilizzatori.
Prescrizioni per la manutenzione
Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti:
- dispositivi di interruzione dell’alimentazione (in accordo con la Norma CEI 64-8, art. 463.1);
- provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano
riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica (in accordo con la Norma CEI 648, art. 463.2).
Sono considerati idonei i seguenti dispositivi/provvedimenti::
- blocco meccanico sul dispositivo di interruzione;
- scritte od altre opportune segnalazioni;
- collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave.
Inoltre per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di:
- una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso);
- una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase.
3.10
Impianti di illuminazione
3.10.1 Impianto di illuminazione interna
3.10.1.1
Prescrizioni generali
Norma di riferimento
UNI EN 12464-1“Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro - Parte 1: Luoghi di lavoro
interni” ("Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places")
Grandezze fotometriche
Ogni ambiente deve essere illuminato in modo ottimale.
Compito del progettista illuminotecnico è l'individuazione ed il calcolo del livello ottimale di
illuminamento orizzontale, calcolo che normalmente viene effettuato con riferimento ad un piano di
lavoro posto 0,80 m dal pavimento.
Nel seguito vengono forniti i livelli di illuminamento consigliati dalla Norma nei diversi ambienti; ad
essi vengono però premesse, per completezza, le definizioni delle principali grandezze
fotometriche.
Flusso luminoso
Simbolo della grandezza: F
Il flusso luminoso esprime la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa nell'unità di tempo.
Unità di misura: lumen (lm)
Un lumen corrisponde alla quantità di luce prodotta in un secondo dalla radiazione elettromagnetica
avente lunghezza d'onda = 555 mm e flusso energetico di 1/680 Watt.
Illuminamento
Simbolo della grandezza: E
83
L'illuminamento esprime la densità di flusso luminoso che investe perpendicolarmente una
superficie.
Unità di misura: lux (lx)
Un lux corrisponde all'illuminamento di una superficie di 1 m 2, investita perpendicolarmente ed
uniformemente dal flusso luminoso di 1 lm.
Intensità luminosa
Simbolo della grandezza: l
L'intensità luminosa esprime la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa in una
determinata direzione.
Unità di misura: candela (cd)
Una candela corrisponde all'intensità luminosa di una sorgente sferica ad emissione uniforme in
tutte le direzioni, che emette un flusso totale di 12,56 lumen.
Luminanza
Simbolo della grandezza: L
La luminanza di una sorgente luminosa è il rapporto fra l'intensità emessa in una certa direzione e
la superficie emittente normale alla direzione considerata.
Unità di misura: candela/m2 (nit) oppure candela/cm 2 (stilb).
Prescrizioni
E’ importante limitare l’abbagliamento dovuto a luce riflessa o diretta mediante la limitazione della
luminanza degli apparecchi di illuminazione e la finitura delle superfici.
Le lampade con un indice di resa del colore minore di 80 non possono essere impiegate negli
ambienti interni dove si svolgono attività lavorative.
L'impianto di illuminazione deve essere progettato in modo tale che non si verifichino fenomeni di
sfarfallamento ed effetti stroboscopici.
3.10.1.2
Prescrizioni integrative per ambienti residenziali
E’ utile installare, in particolare negli ambienti residenziali, lampade estraibili portatili ricaricabili per
garantire una fonte di illuminazione di lunga autonomia in caso di black out di qualsiasi origine,
lampade segna gradino anche come segnalazione di cortesia, luce notturna.
Inoltre è consigliabile l’installazione anche di indicatori luminosi destinati a fornire un segnale
visibile, con luminosità regolabile, personalizzabili a mezzo pellicole intercambiabili con scritte e
simbologie varie in abbinamento con placche dedicate.
3.10.1.3
Illuminazione ufficio
Leggi e norme di riferimento
UNI EN 12464-1: “Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro – Parte 1: Luoghi di
lavoro interni” ("Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places")
D. Lgs. 81/2008: Attuazione dell'art. 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute
e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Costituzione e classificazione dell’impianto
Possono essere utilizzati sistemi di illuminazione:
- diretta (ad esempio in presenza di videoterminali);
- indiretta (ad esempio nelle sale ricevimento);
- mista.
I livelli di illuminamento medio Em sono forniti nella tabella 19.
Tabella 19 – Valori di illuminamento medio per uffici (Norma UNI EN 12464-1)
Tipo di interno, compito o attività
Em
UGRL
84
Ra
Ix
Archiviazione, copiatura, ecc.
-
-
300
19
80
500
19
80
Disegno tecnico
750
16
80
Postazioni CAD
500
19
80
Sale conferenze e riunioni
500
19
80
Ricezione (reception)
300
22
80
Archivi
200
25
80
Scrittura,
dattilografia,
elaborazione dati
lettura,
Note:
1) UGRL è il limite consentito dalla Norma UNI EN 12464-1 per l’abbagliamento calcolato tenendo
conto delle luminanze delle parti luminose e dello sfondo, dell’angolo solido delle parti luminose e
dell’indice di posizione di Guth, che è in funzione dello scostamento angolare rispetto all’asse della
visione, per ogni singolo apparecchio di illuminazione.
2) Ra è l’indice di resa del colore che deve essere indicato dal fabbricante delle lampade. Il valore
massimo di Ra è 100; la tabella fornisce il valore minimo dell’indice di resa del colore per i vari tipi
di interni.
Illuminazione di postazioni di lavoro dotate di videoterminali
L'illuminazione delle postazioni di lavoro con attrezzature munite di videoterminali deve essere
appropriata per tutti i compiti svolti, quali la lettura dello schermo, del testo stampato, scrittura su
carta, lavoro sulla tastiera.
Le attrezzature munite di videoterminali ed in qualche caso le tastiere possono produrre delle
riflessioni che causano abbagliamento debilitante e abbagliamento molesto. E' quindi necessario
scegliere, posizionare e disporre gli apparecchi per evitare le riflessioni di luminosità elevata.
Il progettista deve determinare le zone d'installazione critiche e scegliere gli apparecchi e le
posizioni d'installazione che non producano riflessioni fastidiose.
La tabella 20 fornisce i valori limite della luminanza degli apparecchi d'illuminazione che possono
essere riflessi dagli schermi di attrezzature munite di videoterminali nelle direzioni ordinarie di
osservazione.
Tabella 20 - Valori limite della luminanza
Classi degli schermi in accordo con la ISO 9241-7
Qualità dello schermo
Luminanza media degli apparecchi di illuminazione che si
riflettono nello schermo
3.10.1.4
I
buona
≤ 1000
II
media
cd/m2
III
scarsa
≤200 cd/m2
Impianto di illuminazione esterna
Norme di riferimento
CEI 11-4: Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI EN 50086-2-4: Sistemi di canalizzazione per cavi - Sistemi di tubi - Parte 2-4: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi interrati
Prescrizioni per l’impianto
Gli impianti all’aperto destinati all’illuminazione possono essere realizzati con punti luminosi
applicati alle pareti od istallati su pali o altri sostegni; possono essere:
- in derivazione;
- in serie;
- indipendenti;
- promiscui.
85
La sezione 714 della 6^ edizione della Norma CEI 64-8 fornisce le prescrizioni relative agli impianti
in derivazione aventi tensione inferiore a 1.000 V. Tali prescrizioni sono valide per tutti gli impianti
di illuminazione fissi situati in aree esterne ad eccezione delle catene luminose temporanee, dei
sistemi di segnalazione del traffico stradale, e degli apparecchi di illuminazione fissati all'esterno di
edifici ed alimentati tramite le condutture interne di tale edificio.
Protezione contro i contatti elettrici
1) Le lampade degli apparecchi di illuminazione che si trovino ad altezze inferiori a 2,8 m dal suolo
non devono diventare accessibili se non dopo avere rimosso il loro involucro od una loro barriera di
protezione per mezzo di un attrezzo.
2) In presenza di uno sportello posto a meno di 2,50 m dal suolo, anche se apribile con chiave o
attrezzo, che da accesso a parti attive; queste devono essere protette in modo da garantire il grado
minimo IPXXB.
3) Ai fini della protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica
dell'alimentazione, non è necessario collegare all'impianto di terra dell'impianto di illuminazione le
strutture metalliche (quali recinti, griglie, ecc.) che sono situate in prossimità, ma che non fanno
parte dell'impianto di illuminazione esterno.
Gradi di protezione dei componenti elettrici
I componenti elettrici devono avere, per costruzione o per installazione, almeno il grado di
protezione IP33, ma per gli apparecchi di illuminazione posti a più di 2,5 m dal suolo, quando il
rischio di inquinamento ambientale è trascurabile, è considerato sufficiente il grado di protezione
IP23.
Per i componenti interrati o installati nei pozzetti i gradi di protezione richiesti sono:
- IPX7 se è previsto un drenaggio;
- IPX8 nel caso in cui sia previsto un funzionamento prevalentemente sommerso (si veda la figura
7);
- IPX5 per gli apparecchi di illuminazione in galleria.
Figura 7 - Gradi di protezione per componenti elettrici di illuminazione esterna
Per quanto riguarda la caduta di tensione valgono le prescrizioni della sezione 525 della Norma
CEI 64-8, con la sola differenza che è raccomandato di non superare il 5% della tensione nominale
dell'impianto, anziché il 4%.
Infine, relativamente ai livelli medi di illuminamento sono consigliati valori di 10
86
20 lx.
3.11
Impianto di illuminazione di sicurezza
3.11.1 Prescrizioni generali
Leggi e norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
UNI EN 1838: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi
di lavoro
CEI EN 50171 (CEI 34-102): Sistemi di alimentazione centralizzata
D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'art. 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute
e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Prescrizioni per l’impianto
L’illuminazione di sicurezza ha il compito di garantire la sicurezza delle persone nel caso in cui
venga a mancare l’illuminazione ordinaria per evitare il panico e consentire l'esodo in modo sicuro.
L’impianto di illuminazione di sicurezza può essere ad alimentazione:
- centralizzata (alimentatore, UPS, batteria, gruppo elettrogeno);
- autonoma;
- mista (centralizzata e autonoma).
Illuminazione di sicurezza per l’esodo
Gli apparecchi destinati all'illuminazione di sicurezza devono essere installati ad un'altezza
superiore a 2 m.
La segnaletica di sicurezza può essere illuminata mediante una fonte esterna, oppure un cartello
retroilluminato.
Il tempo richiesto all’illuminazione di sicurezza per l’esodo per raggiungere:
- il 50% del livello minimo di illuminamento richiesto è t ≤ 5 s;
- il livello di illuminamento prescritto è t ≤ 60 s.
Illuminazione antipanico
L’impianto di illuminazione antipanico viene generalmente installato in luoghi occupati da un
elevato numero di persone con lo scopo di impedire l’insorgere di panico tra le persone in caso di
mancanza dell’illuminazione ordinaria.
La norma UNI EN 1838 prescrive i livelli minimi di illuminamento che deve essere garantito nelle vie
d’esodo; in particolare, su un piano orizzontale ad 1 metro di altezza dal piano di calpestio,
l'illuminamento non deve essere inferiore a 5 lx in corrispondenza delle scale e delle porte ed a 2 lx
in ogni altro ambiente al quale abbia accesso il pubblico.
L’altezza di installazione degli apparecchi di sicurezza deve essere non inferiore a 2 metri e gli
apparecchi illuminanti devono poter raggiungere il 50% del livello minimo di illuminamento richiesto
in un tempo inferiore a 5 s (entro 60 s il livello di illuminamento deve essere del 100%).
3.12
Impianto TV e TV/SAT
3.12.1 Impianto d'antenna TV
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri
generali
Guida CEI 64-53: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri
particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale
87
Guida CEI 100-7 Guida per l'applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva
CEI 81-1 Protezione delle strutture contro i fulmini
Impianto televisivo terrestre
Questa tipologia di impianto, realizzato con la tecnologia tradizionale, prevede tre parti
fondamentali:
- il complesso delle antenne atte a ricevere dal campo elettrico circostante ed i relativi segnali
disponibili;
- la centrale di amplificazione o terminale di testa, che elabora i segnali in modo da alimentare la
rete di distribuzione con livelli adeguati;
- la rete di distribuzione che fornisce i segnali alle diverse prese di utente.
Il diffondersi di apparecchi televisivi in grado di ricevere direttamente segnali digitali, superando
l’abbinamento tra decoder esterno e televisore analogico porterà ad un ulteriore impulso di questi
impianti, la cui rete di distribuzione può essere in derivazione (soluzione da preferirsi - vedasi figura
8) o in cascata, laddove il passaggio della rete da un’unità immobiliare all’altra genera problemi in
caso di guasto ad una presa, nonché per la manutenzione.
L’impianto d’antenna soddisfa al requisito di funzionalità se agli utenti sono forniti segnali di qualità
“buona”, ossia di grado 4 secondo la scala CCIR che prevede cinque gradi: da grado 1 (pessima) a
grado 5 (ottima).
Figura 8 - Rete di distribuzione in derivazione di un impianto televisivo terrestre
Ove non sia possibile evitare la distribuzione dei canali che si trovano in situazioni interferenziali è
necessario effettuare una conversione di frequenza e/o installare derivatori d’utente con
un’attenuazione tale per cui il disaccoppiamento fra due utenti qualsiasi sia maggiore di 22 dB o di
48 dB laddove non sia possibile evitare situazioni interferenziali dovute agli oscillatori locali dei
ricevitori.
Il cavo coassiale usato deve avere un’impedenza caratteristica nominale di 75 Ω, con tolleranza di
± 3 Ω.
Le prese d’utente utilizzate devono essere conformi alla Tabella CEI-UNEL 84601-71, per quanto
88
riguarda gli aspetti dimensionali; deve altresì essere garantita una adeguata schermatura per
evitare irradiazioni o captazioni dirette di segnali indesiderati.
Per quanto concerne la qualità dei segnali distribuiti nell’impianto, occorre precisare che la stessa
dipende dalla qualità dei segnali ricevuti dalle antenne (i valori minimi prescritti dal ITU-R sono
riportati nella tabella 25 dove vengono altresì riportati i guadagni minimi delle antenne che
consentono di ottenere, all’entrata del terminale di testa, almeno 0,5 mV per i segnali televisivi e
0,2 mV per i segnali radiofonici a modulazione di frequenza, utilizzando un cavo di discesa di circa
10 m di lunghezza ed avente l’attenuazione, espressa in dB, pure riportata nella tabella, valutata
alla massima frequenza della banda relativa.
Tabella 25 - Valori minimi dell’intensità di campo prescritti dal CCIR, guadagni minimi e
attenuazione del cavo
Banda
Minima intensità
di campo elettrico
dB (μ V/m)
μ V/m
Guadagno
d’antenna
dB
Attenuazione
del cavo
dB
Televisione
I
Canale C
III
IV
V
48
52
55
65
70
250
400
500
1780
3160
8,6
8,0
13,0
12,5
10,4
1,0
1,0
1,5
2,5
3,0
Radiofonia
87,5-108 MHz
48
250
5,00
1,0
Prescrizioni per l'impianto elettrico
L'impianto di antenna deve essere separato da quello elettrico e soddisfare il criterio di funzionalità
ed essere conforme con le norme della serie CEI EN 50083.
I componenti elettrici ed elettronixi devono assicurare:
- elevata efficacia di schermatura (stabilita nella Norma CEI EN 50083-2), realizzata anche
mediante dispositivi che minimizzano il numero delle connessioni e di conseguenza il numero di
possibili punti di ossidazione della superficie tra calza e connettore.
- adeguato adattamento di impedenza al fine di evitare riflessioni di segnale;
- disaccoppiamento tra le varie uscite e tra più prese collegate in cascata;
- funzionamento in banda di frequenza 47
z
L'impedenza nominale dell'antenna è:
- 300 Ω per strutture simmetriche;
- 75 Ω per strutture asimmetriche.
Si consiglia di predisporre un montante per ogni colonna di appartamenti (diametro > 25 mm).
Per la protezione contro i contatti indiretti valgono le prescrizioni della Norma CEI 64-8.
Messa a terra dell'antenna TV e collegamenti equipotenziali
Il conduttore esterno del cavo coassiale deve essere collegato all'impioanto (se l'impianto non è di
classe II).
Deve inoltre essere realizzato un collegamento equipotenziale tra i conduttori esterni dei cavi
coassiali e gli involucri metallici che contengono le apparecchiature facenti parte dell'impianto
d'antenna.
Per stabilire se l'impianto d'antenna debba essere protetto contro le scariche atmosferiche è
necessario:
- effettuare la verifica preventiva del calcolo della probabilità di fulminazione (N d) della struttura
prima che sia installata l'antenna;
- calcolare la probabilità di fulminazione (N'd) della struttura dopo l'installazione dell'antenna;
- scegliere un adeguato valore del numero massimo degli eventi pericolosi ammissibili (N a). Tale
scelta è effettuata sulla base della tipologia e della destinazione d'uso della struttura da proteggere.
89
3.12.2 Impianto televisivo satellitare
Norme e Guide di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente
alternata e a 1.500 V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 100-7: Guida per l'applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva
Per la progettazione di un impianto televisivo satellitare occorre determinare il numero di parabole
necessarie a soddisfare le richieste del committente (negli impianti ordinari ne sono sufficienti due,
ma è consigliabile predisporre le infrastrutture per una ulteriore parabola).
Lo schema consigliato è rappresentato in figura 9 con quattro cavi per ciascuna parabola e un cavo
per la distribuzione dei segnali della televisione terrestre che, in ogni caso, è sempre opportuno
prevedere.
Le colonne montanti per la distribuzione ai vari piani dell’edificio, complete dei dispositivi multiswich
ad ogni piano, dovranno essere indipendenti e separate da quelle di altri circuiti.
La linea a 220 V per l’alimentazione del centralino di amplificazione deve essere posata in tubi e
cassette separate dalle linee di segnale; la massa del centralino e lo schermo coassiale del cavo
devono essere sempre collegati all’impianto di terra generale dell’edificio.
Figura 9 - Schema di un impianto televisivo satellitare.
Questo schema, sempre consigliato nei nuovi edifici, può essere difficile da realizzare negli
edifici esistenti laddove il diametro delle tubazioni può essere insufficiente.
Messa a terra dell'antenna satellitare e collegamenti equipotenziali
Il conduttore esterno del cavo coassiale deve essere collegato all'impioanto (se l'impianto non è di
classe II).
Deve inoltre essere realizzato un collegamento equipotenziale tra i conduttori esterni dei cavi
coassiali e gli involucri metallici che contengono le apparecchiature facenti parte dell'impianto
d'antenna.
Per stabilire se l'impianto d'antenna debba essere protetto contro le scariche atmosferiche è
necessario:
- effettuare la verifica preventiva del calcolo della probabilità di fulminazione (N d) della struttura
prima che sia installata l'antenna;
- calcolare la probabilità di fulminazione (N'd) della struttura dopo l'installazione dell'antenna;
- scegliere un adeguato valore del numero massimo degli eventi pericolosi ammissibili (N a). Tale
scelta è effettuata sulla base della tipologia e della destinazione d'uso della struttura da proteggere.
3.13
Impianti tecnologici
3.13.1 Cablaggio strutturato
90
3.13.1.1
Prescrizioni generali
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI EN 50173-1 (CEI 306-6): Tecnologia dell'informazione - Sistemi di cablaggio generico - Parte
1: Requisiti generali e uffici
CEI EN 50098-1 (CEI 306-1): Cablaggi nei locali degli utilizzatori per le tecnologie dell’informazione
- Parte 1: Accesso base ISDN
CEI EN 50174-1 (CEI 306-3): Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Parte 1:
Specifiche ed assicurazione della qualità
CEI 50174-2 (CEI 306-5): Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Parte 2:
Pianificazione e criteri di installazione all'interno degli edifici
CEI EN 50310 (CEI 306-4): Applicazione della connesione equipotenziale e della messa a terra in
edifici contenenti apparecchiature per la tecnologia dell’informazione
CEI EN 50346: Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Prove del cablaggio
installato
Classificazione
I sistemi di cablaggio per telecomunicazione e distribuzione multimediale negli edifici residenziali e
del terziario, si stanno rapidamente diffondendo in seguito alla nascita e alla diffusione di nuovi
servizi di telecomunicazione, alla crescente importanza della distribuzione di segnali multimediali
ed all’automazione tra apparecchi domestici.
L’esigenza di avere un sistema di cablaggio con caratteristiche evolute che soddisfi l’esigenza di
mettere in collegamento (interconnettere) sistemi basati sulla tecnologia digitale è molto richiesta.
Con il termine "cablaggio strutturato" si devono intendere i soli componenti passivi (pannelli, prese,
ecc.) necessari per connettere le varie utenze (apparati elettronici di elaborazione) e permettere la
conduzione delle informazioni (segnali audio, dati, ecc.).
Struttura
La struttura di un generico impianto di cablaggio strutturato è rappresentata nella figura 10;
l'impianto può essere suddiviso nei seguenti elementi funzionali:
- distributore di insediamento;
- cavo di dorsale di insediamento (collega il distributore di insediamento al distributore di edificio e
in aggiunta può anche collegare distributori di edificio fra di loro);
- distributore di edificio;
- cavo di dorsale di edificio (collega il distributore di edificio a un distributore di piano e in aggiunta
può anche collegare distributori di piano nello stesso edificio);
- distributore di piano;
- cavo orizzontale;
- punto di transizione;
- cavo per punto di transizione;
- assieme TO multi-utente;
- presa di telecomunicazioni (TO).
91
Figura 10 - Schema gerarchico di un sistema di cablaggio strutturato. La rete ad albero è
costituita da tre livelli, collegati tramite dorsali.
I cavi possono essere schermati, FTP o non schermati, UTP e in rame o fibra ottica (modale o
monomodale).
Le dimensioni suggerite per l'armadio del centrostella sono quelle riportate nella tabella 26.
Tabella 26 - Dimensioni suggerite per l’armadio del centrostella
Numero di rami
da 1 a 8
da 9 a 16
da 17 a 24
più di 24
Cablaggio di base [cm]
40 x 60
40 x 90
40 x 120
40 x 150
Cablaggio avanzato [cm]
80 x 90
80 x 90
80 x 120
80 x 150
La lunghezza massima ammessa per ogni ramo della stella, comprensivo dei cordoni di
collegamento agli apparati utilizzatori è di 100 m. Mantenendo la lunghezza massima tra due
apparati entro i 100 m è possibile, nella maggioranza dei casi, far comunicare tra loro terminali
connessi nei punti di utilizzazione, senza organi attivi (ripetitori) nel centrostella. Un esempio di
schema di collegamento tra centrostella e punto di utilizzazione è riportata in figura 6.9.
L’impianto è completato (figura 11) da una serie di condotti, in genere tubazioni per l’installazione
dei cavi, che partendo dal centrostella di ciascuna unità abitativa, collegano:
- il punto di congiunzione tra l’infrastruttura della parte comune dell’edificio e quella
dell’appartamento (o verso ogni punto di ingresso delle reti esterne nell’edificio nel caso di edifici
con una sola unità abitativa); tali condotti dovranno avere un diametro utile equivalente non
inferiore a 38 mm;
- i punti idonei alla installazione delle antenne per la ricezione della televisione terrestre e satellitare
(salvo il caso in cui nell’edificio è previsto un impianto d’antenna centralizzato).
92
Figura 11 - Esempio di schema di infrastrutture di un edificio multiunità
3.13.2 Sistema BUS
Norme di riferimento
EN 50090: Sistemi elettronici per la casa e l’edificio (HBES)
CEI 205-2: Guida ai sistemi bus su doppino per l'automazione nella casa e negli edifici, secondo le
Norme CEI EN 50090
CEI 83-11: I sistemi BUS negli edifici pregevoli per rilevanza storica e artistica
Direttiva 89/336/CEE: Direttiva del Consiglio del 3 maggio 1989 per il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica.
D.M. 14 giugno 1989, n. 236: Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità,
l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e
agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
Costituzione e classificazione dell’impianto
Con il termine BUS si indica un sistema sequenziale di trasporto di segnali elettrici che
rappresentano informazioni codificate secondo una modalità denominata protocollo. Esistono
protocolli standard, contemplati dalla normativa, concepiti secondo regole comuni che garantiscono
l’interoperabilità degli apparecchi forniti da diversi costruttori.
Il sistema generalmente utilizzato in applicazioni civili, terziarie ed industriali è HBES
(Home and Building Electronic System), ossia un sistema Bus conforme alla serie di Norme CEI EN
50090 generalmente composto da:
- elementi che hanno il compito di inviare e ricevere informazioni (individuati da un proprio indirizzo
univoco);
- supporti di comunicazione (cavi metallici, a fibra ottica, etere, ecc.);
- modalità di comunicazione (digitale a pacchetti).
L'architettura del sistema può essere realizzata con diverse topologie di collegamento; il termine
architettura è riferito al modo di funzionare del sistema, mentre il termine topologia indica il tipo di
cablaggio realizzabile tra i dispositivi costituenti il sistema o il sottosistema.
La topologia del cablaggio, a seconda del sistema BUS impiegato e delle indicazioni del
costruttore, può assumere le seguenti configurazioni: lineare, albero, stella, anello e loro
combinazioni (Fig. 12).
93
Figura 12 - Topologie di cablaggio ammesse
Il mezzo di comunicazione
Tutti i punti di un sistema BUS vengono interconnessi mediante un mezzo di comunicazione
caratterizzato da una propria capacità di trasmettere in modo corretto e sicuro i segnali digitali che
compongono i messaggi. Tale capacità determina la massima velocità di trasmissione del mezzo,
che si misura in bit al secondo o Baud.
I mezzi di comunicazione attualmente utilizzati sono elencati nella tabella 27 dove, per ciascun
mezzo di comunicazione, vengono specificate le caratteristiche peculiari che lo rendono più o meno
adatto ad una particolare applicazione rispetto agli altri.
Tabella 27 - Mezzi di comunicazione per sistemi BUS
Mezzo di comunicazione
Caratteristiche
Doppino intrecciato
E’ il mezzo fisico più economico e più adatto alla posa del
cablaggio.
Cavo coassiale
Necessita di un installazione particolarmente accurata e può
essere vantaggiosamente utilizzato per la trasmissione di
segnali veloci a larga banda (video, audio in alta fedeltà e dati
ad elevata velocità).
Fibra ottica
Ha prestazioni superiori a quelle del cavo coassiale. A fonte di
un maggior costo ed alla accuratezza richiesta nel cablaggio e
nelle
connessioni,
offre
immunità
dalle
influenze
elettromagnetiche esterne, e la non intercettabilità dei segnali
trasmessi.
Raggi infrarossi
Sono comodi per trasferire comandi e controlli senza fili, ma
trovano applicazione limitata dalle pareti e da altri ostacoli fisici.
Onde radio
Non richiedono collegamenti fisici e non sono limitati dalle
pareti o da altri ostacoli.
Onde convogliate
Sfruttano i collegamenti esistenti della rete di energia in bassa
tensione.
3.14
Impianti di sicurezza e controllo
3.14.1 Impianto antintrusione
Norme di riferimento
94
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 79-2 Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiagressione - Norme particolari per le
apparecchiature
CEI 79-3 Impianti antiefrazione, antintrusione, antifurto e antiagressione - Norme particolari per gli
impianti antieffrazione e antintrusione
Questi impianti devono essere realizzati in conformità alle prescrizioni della Norma CEI 79-3. Le
apparecchiature devono essere conformi alla Norma CEI 79-2.
La posizione della centralina deve essere assegnata dal Committente.
Nel seguito vengono assegnate le prescrizioni specifiche per i seguenti componenti:
- centrale;
- rivelatori volumetrici a raggi infrarossi passivi;
- rivelatori perimetrali;
- attuatori d’allarme.
Centrale
La centrale dell’impianto può essere di tipo modulare, fissabile a scatto su profilati normalizzati EN
50022, oppure, in alternativa, del tipo a parete. In entrambi i casi deve essere equipaggiata con
alimentatore e batteria tampone per l’alimentazione dei rivelatori. La centrale deve poter ricevere i
segnali d’allarme provenienti da rivelatori via filo. E’ inoltre opportuno che abbia le seguenti
caratteristiche:
- non meno di 4 zone, di tipo NC o bilanciate, con possibilità di inserimento parziale delle stesse;
- ritardi d’ingresso e d’uscita regolabili, con linee a percorso d’ingresso;
- possibilità di comandare i mezzi d’allarme descritti;
- possibilità di inserimento tramite apposita chiave elettronica.
Nei casi in cui manchi la possibilità (o non vi è l’intenzione) di eseguire le necessarie opere murarie,
la centrale è ammessa anche del tipo a tecnologia radio, predisposta cioè per ricevere via radio i
segnali provenienti dai rivelatori d’intrusione di tipo perimetrale o volumetrico. Detta centrale
dev’essere omologata dal Ministero PT.
La centrale a tecnologia radio deve avere le stesse caratteristiche della centrale a tecnologia filare,
ad eccezione del sistema di inserimento e parzializzazione che può essere comandato da un
apposito telecomando.
Rivelatori volumetrici a raggi infrarossi passivi
I rivelatori volumetrici a raggi infrarossi possono essere del tipo da “incasso” (esclusivamente per i
sistemi filari) compatibili con la serie componibile, oppure del tipo da parete. La loro tecnologia può
essere del tipo filare o radio, ma, in ogni caso devono avere una portata di almeno 10 m con un
arco di copertura di almeno 90°. Costituisce titolo preferenziale, nel caso di rivelatori da parete, lo
snodo meccanico per regolarne la zona di copertura e la funzione di regolazione della sensibilità
volta ad evitare falsi allarmi.
E’ compito della committente segnalare i locali da proteggere.
Rivelatori perimetrali
I rivelatori perimetrali, destinati ad essere montati su porte e finestre devono essere del tipo “a
contatto magnetico”.
Sono ammessi rivelatori sia con tecnologia filare sia con tecnologia via radio.
E’ compito della committente segnalare le aperture ed i serramenti da proteggere.
Attuatori d’allarme
Il sistema d’allarme deve prevedere i seguenti attuatori (o mezzi) per la segnalazione degli allarmi:
- sirena autoalimentata da esterno, con pressione acustica non inferiore a 110 db misurati ad una
distanza di 3 m;
- sirena per interni con pressione acustica non inferiore a 100 db misurati ad una distanza di 3 m.
E’ inoltre fortemente consigliato l’impiego di un combinatore telefonico, avente le seguenti
caratteristiche:
- contenitore modulare con possibilità di fissaggio a scatto su profilati normalizzati EN 50022;
- due o più canali di trasmissione;
95
- possibilità di chiamare almeno 4 utenze telefoniche per ogni canale;
- sintesi vocale;
- tastiera e display per programmazione incorporati;
- possibilità di selezionare il tipo di trasmissione: decadica o multifrequenza.
Ulteriori prescrizioni per locali con casseforti e locali corazzati
La protezione di una cassaforte deve avvenire individuando concettualmente due barriere
protettive:
- una barriera esterna che fisicamente può coincidere con le superfici esterne del locale contenente
la cassaforte;
- una barriera interna posta a protezione della cassaforte vera e propria.
La barriera esterna può essere realizzata con rivelatori volumetrici e/o superficiali o puntuali; la
protezione dell’involucro superficiale della cassaforte deve rilevare tentativi di effrazione portati
direttamente alla cassaforte. In questo caso i rilevatori devono essere di superficie e/o puntuali.
Un’ulteriore protezione è consigliabile sia adottata per il solo battente della cassaforte (rilevazione
dell’apertura e dello stato dei congegni di chiusura, serratura a combinazione e/o a tempo).
I locali corazzati devono avere tre barriere protettive:
- barriera esterna al luogo da proteggere;
- barriera intermedia dell’involucro del locale corazzato;
- protezione del volume interno.
I rilevatori da usare sono, a secondo della barriera, volumetrici, superficiali, lineari e puntuali.
La scelta della tecnologia dei rilevatori è lasciata al progettista anche se all’interno dei locali
corazzati è consigliabile l’impiego di rilevatori microfonici e, all’interno della cassaforte, di rilevatori
inerziali.
In ogni caso per le apparecchiature si deve far riferimento alla Norma CEI 79-2 mentre per
l’impianto alla Norma CEI 79-3.
3.14.2 Installazione degli impianti TVCC
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI EN 50132-7 (CEI 79 -10) Impianti di allarme - Impianti di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle
applicazioni di sicurezza - Parte 7: Guide di applicazione
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri
generali
Classificazione e costituzione dell’impianto elettrico
TV a circuito chiuso
L’impianto TV.CC trova la sua configurazione minima nelle seguenti apparecchiature:
- uno o più monitor (ufficio direttore, centrale operativa, vigilanza, ecc.);
- telecamere ubicate: all’interno, nell’ingresso, nella sala clienti e nel bancomat;
- videoregistratore nel locale “centrale di controllo”.
Particolare cura dev’essere posta nella progettazione dell’impianto TV.CC poiché la disponibilità di
una documentazione certa dell’evento verificatosi è uno strumento d’indagine di grande rilevanza
che costituisce l’elemento caratterizzante di questo sistema.
Di norma un sistema di videoregistrazione viene racchiuso all’interno di un armadio avente una
discreta resistenza passiva e, in taluni casi, munito di apertura a tempo (protezione antirapina).
Ai tradizionali sistemi di videoregistrazione con registrazione analogica delle immagini si
contrappongono oggi i più evoluti sistemi a registrazione digitale.
L’impostazione progettuale di un impianto di televisione a circuito chiuso prevede come fasi
fondamentali di sviluppo l’analisi e la determinazione di:
1) Zone da sorvegliare
Normalmente, le zone da sorvegliare sono le seguenti: zona perimetrale, punti di accesso, zone ad
96
alto rischio (locali corazzati, casseforti, centri di elaborazione dati, ecc.).
2) Numero e tipo delle unità di ripresa
Il numero delle unità di ripresa dipende dalle caratteristiche ottiche del sistema, oltre che dalla
topografia dell’area da visualizzare.
Le unità di ripresa possono essere installate sia in ambiente interno sia in ambiente esterno; per
queste ultime devono essere prese in considerazione le condizioni atmosferiche del luogo di
installazione (temperatura, nebbia, vento, ecc.).
3) Sorgenti luminose
Le sorgenti luminose da adottare devono essere scelte con uno spettro di emissione in funzione
della curva di risposta del fotosensore dell’unità di ripresa.
L’illuminazione misurata dal punto di installazione dell’unità di ripresa, dovrà essere maggiore o
uguale alla sensibilità del fotosensore adottato moltiplicata per un fattore di sicurezza pari a 3.
Le sorgenti luminose devono essere posizionate in modo da non entrare nel campo visivo delle
unità di ripresa.
4) Rete di interconnessione
I cavi coassiali di collegamento tra le unità di ripresa e i centri di calcolo, devono possedere
un’impedenza caratteristica di 75 ohm. Il segnale video in arrivo al centro di controllo non deve
avere subito un’attenuazione superiore ai 6 dB a 5 MHz (corrispondenti a 300m di cavo RG59).
Qualora vengano utilizzati altri mezzi trasmessivi, deve essere rispettato lo stesso parametro di
attenuazione sopra riportato, nonché i valori di impedenza in ingresso ed in uscita della rete di
trasmissione.
5) Centri di controllo
Le attività di sorveglianza vengono svolte da personale presente nei centri di controllo.
Il numero dei monitor all'interno del centro di controllo deve essere calcolato in funzione del numero
delle unità di ripresa installate e del numero di operatori contemporaneamente presenti.
Si consiglia di non superare 6 monitor per ogni operatore addetto. E' altresì raccomandata la
presenza di almeno un videoregistratore.
Le operazioni e le funzioni svolte dall’impianto TVCC devono essere il più possibile automatiche.
Le apparecchiature: monitor, telecamere, videoregistratori, ecc. devono essere costantemente
alimentate e devono possedere i minori tempi di risposta possibili.
3.14.3 Rilevatori fughe di gas
Norma di riferimento
Norma CIG/UNI-CEI 70028: Rivelatori di gas naturale e rivelatori di GPL per uso domestico e
similare
La funzione dei segnalatori di gas è quella di prevenire incidenti causati da fughe di gas.
E' compito del Committente l'indicazione degli ambienti dove i rivelatori devono essere installati e la
precisazione del tipo di gas (ad esempio: metano, GPL, ecc.).
Rivelatori
I rivelatori di gas sono progettati per segnalare quando la concentrazione di gas supera un limite
compreso tra il 5% ed il 20% del limite inferiore di esplosività.
L'installazione dei rilevatori deve avvenire ad un'altezza di:
- 7-10 cm dal pavimento per il GPL;
- 15-30 cm dal soffitto per il metano.
Evitare di installare i rivelatori nei punti dove urti involontari o operazioni di pulizia del locale
possono provocare danni e prevedere apparecchiature idonee all'ambiente nel quale devono
essere installate.
Il numero dei rivelatori e la loro dislocazione deve essere determinato, in sede di progettazione,
tenendo anche conto del raggio d'azione del singolo apparecchio.
I rivelatori devono:
- essere componibili con la serie da incasso o, in alternativa del tipo a parete;
97
- dare garanzia di selettività;
- essere in grado di alimentare almeno 2 segnalatori di allarme elettronici (di cui uno incorporato nel
sensore);
- essere in grado di comandare, tramite un relè, la chiusura di un’elettrovalvola di intercettazione
della mandata del gas.
Allarme acustico generale supplementare
In aggiunta all'allarme del rivelatore è consigliabile installare un allarme acustico in un altro
ambiente, in modo da essere udito anche in più locali.
L'allarme supplementare deve essere comandato dal rivelatore.
3.15
Impianto telefonico
Norme di riferimento
CEI 103-1/12: Impianti telefonici interni - Parte 12: Protezione degli impianti telefonici interni
CEI 103-1/14: Impianti telefonici interni - Parte 14: Collegamento alla rete in servizio pubblico
CEI 103-1/13: Impianti telefonici interni - Parte 13: Criteri di installazione e reti
CEI EN 50086-2-4: Sistemi di canalizzazione per cavi - Sistemi di tubi - Parte 2-4: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi interrati
CEI 306-2: Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici
residenziali
LEGGE 28 03 1991, n.109: Nuove disposizioni in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti
telefonici interni
D.M. 23 maggio 1992, n. 314: Regolamento recante disposizioni di attuazione della legge 28 marzo
1991, n. 109, in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti telefonici interni
E’ opportuno, ai fini della diversa tipologia realizzativa, individuare due grandi aree in cui possono
essere suddivisi questi impianti, in funzione della struttura edile e della destinazione degli ambienti;
in particolare:
1) strutture residenziali, comprese unità immobiliari adibite a studi professionali e uffici, dove
generalmente l’impianto è di tipo tradizionale, talvolta strutturato e, in alcuni casi, multimediale;
2) strutture adibite ad attività del terziario (alberghi, grandi aree destinate a ufficio, centri
commerciali, ospedali, ecc.) ed ambienti industriali, dove la soluzione ottimale è, generalmente,
quella del cablaggio strutturato.
Il punto di consegna delle linee telefoniche e trasmissioni dati all’interno di un edificio è posto, di
solito, in un armadietto unificato ad incasso o a parete con sportello a serratura fornito dalle Società
Telefoniche, con le quali è necessario prendere tempestivi contatti, per il raccordo tra il corpo
dell’edificio e la rete telefonica stradale.
Tale raccordo è posato in un cavidotto interrato in materiale isolante secondo la Norma CEI EN
50086-2-4; il diametro del cavidotto deve essere concordato con le Società Telefoniche; in
mancanza di tali accordi è opportuno prevedere un diametro non inferiore a 125 mm.
Il percorso del cavo all’interno del corpo edilizio deve essere facilmente ispezionabile e liberamente
accessibile in ogni punto, come pure l’armadietto per terminale unificato di rete che deve essere
raggiungibile senza l’ausilio d’alcun tipo di scala (altezza 90÷120 cm dal pavimento).
Quasi sempre è previsto un terminale di rete per ogni vano scala in corrispondenza della partenza
dei tubi montanti che devono raggiungere i vari piani del corpo edilizio in corrispondenza dei
pianerottoli. Ad ogni pianerottolo deve essere posta una cassetta di derivazione generalmente a
25÷35 cm dal pavimento.
Per ciascun vano scala, se si utilizzano come canalizzazioni tubi protettivi, il numero e il diametro
dei tubi consigliato è il seguente:
- fino a 10 unità immobiliari è ammesso collocare un tubo protettivocon diametro esterno di almeno
32 mm;
- da 11 fino a 24 unità immobiliari devono essere predisposti due tubi affiancati del diametro
esterno di almeno 32 mm;
- per edifici con vani scala con più di 24 appartamenti o aventi particolari caratteristiche, è
opportuno esaminare congiuntamente alla Società Telefonica, quale sia la soluzione più conforme
alle rispettive esigenze.
I collegamenti, in cavo, presso l’armadietto, devono essere numerati, possibilmente con il numero
dell’interno dell’appartamento.
98
Figura 14 - Esempio di distribuzione dei montanti di un impianto telefonico in un edificio
civile
Le indicazioni delle canalizzazioni e delle cassette da utilizzare nei suddetti montanti sono riportate
nella figura 14.
All’interno delle singole unità immobiliari la distribuzione avviene in genere in tubazioni di PVC
flessibile o rigido, avente diametro esterno non inferiore a 20 mm, incassate in modo da formare un
anello che collega le prese telefoniche disposte nei vari locali; nei tratti a pavimento la tubazione
deve essere di tipo pesante e nei casi di incrocio con una tubazione di energia, la tubazione
telefonica deve essere, di regola, sovrastante.
Le prese telefoniche devono essere installate ad un’altezza dal pavimento di almeno 17,5 cm e non
sopra a prese di energia elettrica.
3.16
Apricancello motorizzato
Norme e leggi di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua
UNI EN 12453: Porte e cancelli industriali, commerciali e da autorimessa - Sicurezza in uso di porte
motorizzate - Requisiti
UNI EN 12445: Porte e cancelli industriali, commerciali e da autorimessa - Sicurezza in uso di porte
motorizzate - Metodi di prova
89/392/CEE: direttiva del consiglio del 14 giugno 1989 concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri relative alle macchine
DPR 459/96: Regolamento per l'attuazione delle Direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e
93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine
Dlgs 626/94: Attuazione delle direttive 89/391/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza dei
lavoratori sul luogo di lavoro, con le modifiche ed integrazioni apportate dal D. Lgs. 19 marzo 1996,
n. 242
Classificazione e costituzione
L’installatore che installa sistemi di apertura/chiusura automatizzati si configura come un
costruttore di macchine ed è pertanto soggetto al DPR 459/96 e successive modifiche.
Deve pertanto essere eseguita una analisi dei rischi e, laddove necessario, seguire le misure di
sicurezza fornite dalla Norma UNI CEI 12453.
99
La protezione con la sola fotocellula non è sufficiente; per limitare il rischio di urti accidentali con il
cancello in movimento è possibile utilizzare una delle seguenti precauzioni:
- limitare la forza d’impatto affinché non provochi danni alle persone;
- garantire una adeguata distanza tra le parti in movimento in funzione dalla parte del corpo umano
esposta al pericolo;
- porre in essere ripari o schermi fissi di protezione.
L’impianto elettrico del cancello comprende:
- l’azionamento ed il motore (la norma di riferimento è la CEI EN 60335-1);
- la parte esterna (cablaggi, fotocellule, lampeggiante, ecc.), la cui norma di riferimento è la CEI EN
60204-1.
Essendo il cancello automatico solitamente senza sorveglianza, è necessario installare un
lampeggiatore o una lampada di segnalazione.
3.17
Prescrizioni per disabili
Leggi di riferimento
- Legge 30 marzo 1971 n°118 “Nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili”;
- DPR 27 aprile 1978 n°384 “Regolamento di attuazione dell’art. 27 della legge 30 marzo 1971,
n°118, a favore dei mutilati e invalidi civili, in materia di barriere architettoniche e trasporti pubblici”;
- Legge 9 gennaio 1989 n°13 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle
barriere architettoniche negli edifici privati”;
- DM 14 giugno 1989 n°236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità,
l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e
agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”.
Nelle unità abitative, negli uffici, negli alberghi e più in generale nei luoghi aperti a pubblico devono
essere predisposti specifici impianti ed apparecchi per disabili; in taluni casi sono espressamente
richiesti da norme di legge.
Nel caso delle unità abitative, le usuali dotazioni da prevedere sono:
- segnalazione acustica di chiamata esterna (campanello all’ingresso dell’unità abitativa);
- segnalazione acustica di chiamata interna di servizio o soccorso nei locali bagno e doccia.
Le segnalazioni devono essere differenziate, ma possono far capo ad una unica apparecchiatura
collocata in modo che il segnale acustico sia udibile dalla zona giorno dell’unità abitativa.
La segnalazione di chiamata esterna deve essere attivata da un pulsante posto all’esterno della
porta di ingresso dell’unità abitativa, mentre quella di chiamata interna di servizio o soccorso deve
essere attivata da pulsanti posti nei locali bagno, doccia ed eventualmente nelle camere da letto.
Gli impianti di segnalazione possono essere alimentati a tensione di rete o tramite trasformatori
(non necessariamente trasformatori di sicurezza).
Generalmente questi impianti di segnalazione sono costituiti da:
- un pulsante a tirante per ciascuno degli apparecchi utilizzatori interessati, da installare nelle
vicinanze degli apparecchi stessi (ad esempio nel bagno, vicino alla vasca e alla doccia);
- la combinazione dei seguenti dispositivi: segnalatore luminoso di controllo dell’avvenuta chiamata,
pulsante di annullamento della chiamata, relè di chiamata all’interno del locale igienico;
- un segnalatore acustico ed uno luminoso ubicati in un luogo con presenza di persone;
- un pulsante di tacitazione del segnale acustico.
Per quanto riguarda altri ambienti (ossia con destinazione diversa da unità abitativa), si segnala:
1) La norma CEI 64-8, parte settima - luoghi di pubblico spettacolo, prevede all’articolo 752.53.1
che: “gli apparecchi di comando e di segnalazione a disposizione del pubblico devono essere
facilmente manovrabili ed individuabili da parte di minorati anche in caso di mancanza di
illuminazione.
Il campanello elettrico posto in vicinanza della tazza WC deve essere del tipo a cordone e la
suoneria deve essere ubicata in luogo appropriato al fine di consentire l’immediata percezione
dell’eventuale richiesta di assistenza”.
2) La guida CEI 64-55, strutture alberghiere, si occupa diffusamente di questa tipologia di impianti
al capitolo 20, richiamando il DM del 14 giugno 1989 n°236, che fornisce le prescrizioni che devono
essere possedute dagli impianti elettrici per poter rispondere ai requisiti di accessibilità, adattabilità
100
e visibilità fissati dal decreto, ai fini del superamento ed abbattimento delle barriere architettoniche.
Il DM 14 giugno 1989 n°236 in particolare, prescrive le fasce di altezza entro cui installare le
apparecchiature di comando, chiamata e comunicazione (figura 15), nonché i seguenti criteri
generali di progettazione:.
Terminali elettrici
Gli apparecchi elettrici, i quadri, i regolatori degli impianti di riscaldamento e condizionamento,
nonché i campanelli, pulsanti di comando e i citofoni, devono essere, per tipo e posizione
planimetrica ed altimetrica, tali da permettere un uso agevole anche da parte della persona su
sedia a ruote; devono, inoltre, essere facilmente individuabili anche in condizioni di scarsa visibilità
ed essere protetti dal danneggiamento per urto.
Servizi igienici
In prossimità della tazza e della vasca deve essere installato un campanello di emergenza.
Cucine
È consigliata la disposizione delle prese su di una stessa parete o pareti contigue.
Scale
Deve essere installato un impianto di illuminazione artificiale laterale, con comando individuabile al
buio e disposto su ogni pianerottolo.
Ascensore
Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo automatico e di dimensioni tali da permettere
l'accesso alla sedia a ruote.
La bottoniera di comando interna ed esterna deve avere il comando più alto ad un'altezza adeguata
alla persona su sedia a ruote ed essere idonea ad un uso agevole da parte dei non vedenti.
Nell'interno della cabina devono essere posti: un citofono, un campanello d'allarme, un segnale
luminoso che confermi l'avvenuta ricezione all'esterno della chiamata di allarme, una luce di
emergenza (autonomia 3h).
Deve essere prevista la segnalazione sonora dell'arrivo al piano e un dispositivo luminoso per
segnalare ogni eventuale stato di allarme.
Servoscala
I servoscala sono consentiti in via alternativa ad ascensori e, preferibilmente, per superare
differenze di quota non superiori a 4m.
Sia sul servoscala che al piano devono essere previsti comandi per salita-discesa e chiamatarimando posti ad un'altezza compresa tra 70 e 110cm.
Segnaletica
Ogni situazione di pericolo deve essere resa immediatamente avvertibile anche tramite
accorgimenti e mezzi riferibili sia alle percezioni acustiche che a quelle visive.
Figura 15 - Quote installative delle apparecchiature per favorire il superamento e
l'eliminazione delle barriere architettoniche previste dal DM 14 giugno 1989 n°236.
3.18
Impianto di terra
Il valore della resistenza di terra del dispersore unico deve risultare coordinato con le protezioni, in
funzione del sistema esercito.
101
Nel caso di fornitura in bassa tensione con sistema di distribuzione TT si deve tener conto che il
valore della tensione limite di contatto UL deve essere al di sotto di 25V, per cui deve essere
rispettata la seguente disequazione:
RE< UL/Idn
dove:
RE = resistenza dell’impianto di terra
Idn = corrente che provoca l’intervento del dispositivo automatico di protezione.
Nel caso di fornitura a tensione maggiore di 1 kV l’impianto di terra deve essere dimensionato in
accordo con la Norma CEI 11-1.
Protezioni contro i contatti diretti
Devono essere predisposte protezioni contro i contatti diretti tramite:
- utilizzo di barriere o involucri, oppure
- isolamento delle parti attive, oppure
- distanziamento (utilizzabile solo nei confronti delle linee aeree).
Protezioni contro i contatti indiretti
Devono essere predisposte protezioni contro i contatti indiretti tramite:
- interruzione automatica dell’alimentazione tenendo la tensione limite di contatto a 25V c.a. (60V
nel caso di corrente continua non ondulata), oppure
- componenti elettrici di classe II o isolamento equivalente, oppure
- separazione elettrica (mediante trasformatore di isolamento) alla condizione di poter alimentare
una sola presa a spina per avvolgimento secondario.
Nel caso di utilizzo di dispositivi automatici ad intervento differenziale si deve tener presente che
ogni interruttore può proteggere non più di 6 prese.
Devono essere installati dispositivi automatici o fusibili per garantire la protezione dalle
sovracorrenti.
Devono essere predisposte le necessarie protezioni nel caso nel cantiere siano presenti luoghi
conduttori ristretti.
Un luogo conduttore ristretto è un luogo, essenzialmente delimitato da superfici metalliche o
comunque conduttrici, nel quale è probabile che una persona possa venire in contatto con tali
superfici attraverso un’ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale
contatto.
Le misure di protezione mediante ostacoli e distanziamento non sono permesse.
Le prescrizioni che seguono si applicano ai componenti fissi nei luoghi conduttori ristretti ed alle
alimentazioni degli apparecchi utilizzatori mobili e trasportabili destinati ad essere utilizzati in tali
luoghi.
4. Protezione contro i contatti diretti
Le misure di protezione mediante ostacoli o distanziamento, rispettivamente indicate agli articoli
412.3 e 412.4 della Norma CEI 64-8, nei luoghi conduttori ristretti non sono ammesse.
5. Protezione contro i contatti indiretti
Sono ammesse solo le seguenti misure di protezione:
m)
l’alimentazione di utensili portatili e di apparecchi di misura trasportabili o mobili può
avvenire mediante circuiti SELV oppure mediante separazione elettrica con la condizione che
venga collegato un solo componente elettrico a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori
di isolamento.
n) Per l’alimentazione di lampade portatili sono ammessi solo circuiti SELV.
o) L’alimentazione di componenti elettrici fissi deve avvenire rispettando le seguenti prescrizioni:
- interruzione automatica dell’alimentazione; è richiesto un collegamento equipotenziale
102
supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del luogo
conduttore ristretto, oppure
- con circuiti SELV, oppure
- separazione elettrica con la condizione che venga collegato un solo componente elettrico a
ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento, oppure
- con componenti elettrici di Classe II, o con componenti elettrici aventi isolamento equivalente,
protetti da un interruttore differenziale con corrente differenziale IDn non superiore a 30 mA, a
condizione che essi abbiano un grado di protezione IP adeguato.
Le sorgenti di alimentazione SELV e quelle di isolamento devono essere situate all’esterno del
luogo conduttore ristretto, a meno che esse non facciano parte dell’impianto fisso situato all’interno
di detto luogo.
Se nel luogo conduttore ristretto si trovano componenti elettrici che richiedono una messa a terra
funzionale, quali ad esempio apparecchi di misura e di controllo, si deve realizzare un
collegamento equipotenziale supplementare che colleghi le masse e le masse estranee che si
trovano all’interno del luogo conduttore ristretto ed il dispersore per la messa a terra funzionale.
3.19
Sezionamento
Devono essere previsti opportuni dispositivi di sezionamento nei seguenti punti dell’impianto:
- all’origine dell’impianto di cantiere;
- sul cavo di ingresso ad ogni quadro di alimentazione;
- sul cavo di ingresso ad ogni quadro di distribuzione.
I dispositivi di sezionamento devono essere dotati di blocco tramite lucchetto in posizione di aperto,
oppure essere collocati in un involucro chiuso a chiave.
3.19.1
Comando di emergenza
Deve essere installato un dispositivo di comando d’emergenza in grado di interrompere
l’alimentazione dell’impianto elettrico, in caso di pericolo, il comando di emergenza deve essere
collocato in un luogo facilmente raggiungibile ed individuabile.
3.19.2
Prese a spina
Devono essere utilizzate prese a spina in conformità alla norma EN 60309 aventi caratteristiche
adatte a sopportare le condizioni d’utilizzo che possono presentarsi in un cantiere.
Le prese a spina costituiscono, per quanto concerne la sicurezza elettrica, uno degli aspetti più
critici negli impianti per cantieri di costruzione e demolizione.
Le prese a spina devono possedere un grado di protezione non inferiore a IP 44 (E’ consigliabile
installare contenitori che garantiscono il grado di protezione IP56 in accordo alla IEC 60529) sia a
spina inserita, sia a spina disinserita ed una resistenza meccanica alle basse temperature (fino a 25 °C).
La modalità d’impiego delle prese a spina deve appartenere ad una delle seguenti:
- essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento I dn £ 30 mA se
aventi corrente nominale non superiore a 32A;
- essere alimentate da sorgenti SELV;
- utilizzare la separazione elettrica dei circuiti.
3.19.3
Prese interbloccate
L’interblocco tra presa a spina e interruttore evita pericoli per l’operatore che inserisca la spina in
condizioni di cortocircuito a valle della spina stessa.
La presa interbloccata è necessaria nei grandi cantieri con potenza impegnata maggiore di 30 kW,
o nei cantieri con propria cabina di trasformazione.
Risulta per altro utile (e a favore della sicurezza) l’utilizzo sistematico di prese a spina interbloccate
anche in piccoli cantieri.
3.19.4
Prese sull’avvolgicavo
La norma ammette l’utilizzo di prese incorporate in avvolgicavo.
I cavi devono essere del tipo H07RN-F o equivalente e devono essere dotati di protezione
incorporata contro le sovracorrenti.
Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alla Norma CEI EN 61316 e,
103
conseguentemente, devono disporre di una targa recante le seguenti indicazioni:
- marchio o nome del costruttore;
- tipo, sezione e lunghezza del cavo;
- tensione massima ammessa;
- potenza massima, con cavo completamente arrotolato e con cavo completamente allungato.
3.20
Locale bagno
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente
alternata e a 1500 V in corrente continua (6^ edizione)
I locali da bagno e per doccia sono considerati dalle Norme CEI ambienti particolari nei quali si
applicano le prescrizioni contenute nella Norma CEI 64-8, alla sezione 701.
Divisione in zone e apparecchi ammessi
Zona 0: è il volume interno alla vasca da bagno o al piatto della doccia.
Zona 1: è quella delimitata dalla superficie verticale circoscritta alla vasca da bagno o al piatto della
doccia ed avente un'altezza di 2,25 m, misurata a partire dal pavimento; quando il fondo della
vasca da bagno o il piatto della doccia si trovano a più di 0,15 m sopra il pavimento, l'altezza di
2,25 m viene misurata a partire da questo fondo.
Zona 2: è il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto della doccia, largo 0,6 m ed alto 2,25
m dal pavimento.
Zona 3: è il volume al di fuori della zona 2 avente una larghezza di 2,40 m (e quindi 3 m oltre la
vasca o la doccia) ed un'altezza di 2,25 m dal pavimento.
Installazione degli apparecchi utilizzatori
Nella zona 0, possono essere installati solo apparecchi utilizzatori che contemporaneamente:
 siano adatti all'uso in quella zona secondo le relative norme e siano montati in accordo con le
istruzioni del costruttore;
 siano fissati e connessi in modo permanente;
 siano protetti mediante circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in corrente
alternata ed a 30 V in corrente continua.
Nella zona 1 si possono installare solo scaldacqua elettrici; sono anche ammessi apparecchi di
illuminazione purché protetti da SELV con tensione non superiore a 25 V c.a. od a 60 V c.c
Nella zona 2 si possono installare solo:
 scaldacqua elettrici;
 apparecchi di illuminazione di Classe I e II, apparecchi di riscaldamento di Classe I e II ed unità
di classe I e II per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per
generare, ad esempio, aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi.
Nelle zone 1 e 2 è vietata l'installazione di interruttori, prese a spina, scatole di derivazione, ad
eccezione dei casi in cui:
A) trattasi di interruttori di circuiti SELV con tensione £ 12 V in corrente alternata e a 30 V in
corrente continua;
B) le prese a spina siano di bassa potenza ed alimentate da un proprio trasformatore di isolamento
(prese a spina per rasoi elettrici).
Possono essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad un'altezza
superiore a 2,25 m dal pavimento purché tali pulsanti soddisfino le prescrizioni della Norma CEI 239. Per gli apparecchi utilizzatori installati nella zona 2 è consentito che vi sia un interruttore di
comando incorporato nell'apparecchio.
Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l'alimentazione degli apparecchi
presenti in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico; gli eventuali
tratti in vista, necessari per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori, devono essere protetti
con tubo di plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante.
Nella zona 3 le prese a spina, gli interruttori e gli altri apparecchi di comando sono ammessi solo se
viene soddisfatta una delle seguenti condizioni:
- alimentazione singola tramite trasformatore di sicurezza;
- sistema SELV;
104
- protezione mediante interruttore differenziale con corrente di intervento minore o uguale a 30 mA.
I componenti dell'impianto elettrico devono avere almeno i seguenti gradi di protezione:
- nelle zone 1 e 2 IPX4
- nelle zone 3 IPX1
- nei locali da bagno (zone 1, 2, 3), la cui pulizia è prevista mediante l'uso di getti d'acqua (ad
esempio bagni pubblici) IPX5.
Per le prese a spina per le quali le Norme non considerano la classificazione IPX1, si ammette di
regola l'impiego del tipo ordinario per installazione incassata verticale.
Nessuna presa a spina dovrà essere installata a meno di 0,60 m dal vano della porta aperta di una
cabina prefabbricata per doccia.
Per la sicurezza delle persone, le prese a spina installate nella ZONA 3 non possono alimentare
apparecchi utilizzatori che in qualche modo possono venire utilizzati nelle ZONE 2, 1, 0.
Se nelle zone 1, 2 e 3 sono installati elementi riscaldanti annegati nel pavimento, la guaina
metallica, l'involucro metallico o la griglia metallica a maglie sottili richiesti devono essere connessi
al conduttore di protezione del circuito di alimentazione, a meno che il sistema di riscaldamento
elettrico a pavimento non sia protetto mediante SELV.
Le regole relative alle varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno, servono a limitare i pericoli
provenienti dall'impianto elettrico del bagno stesso; sono pertanto da considerarsi integrative
rispetto alle regole ed alle prescrizioni comuni a tutto l'impianto elettrico (isolamento delle parti
attive, collegamento delle masse al conduttore di protezione, ecc.).
Locale da bagno
Collegamento equipotenziale supplementare nei locali da bagno
L'art. 701.413.1.6 della Norma CEI 64-8 richiede espressamente la messa in opera di un
collegamento equipotenziale supplementare che colleghi tutte le masse estranee delle zone 1, 2 e
3 con il conduttore di protezione.
In particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse siano collegate all'ingresso dei
locali da bagno.
Le giunzioni devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni; devono essere
impiegate fascette che stringono il metallo vivo.
Il collegamento non va eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in grès.
Il collegamento equipotenziale supplementare deve raggiungere il più vicino conduttore di
protezione.
E' vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione.
I conduttori di rame devono avere le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mm2 per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco;
- 4 mm2 per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.
Alimentazione nei locali da bagno
Può essere effettuata con le stesse modalità adottate per il resto dell'appartamento (o dell'edificio,
per i bagni in edifici non residenziali).
Se esistono 2 circuiti distinti (centri luce e prese), entrambi questi circuiti si devono estendere ai
locali da bagno.
La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale ad alta sensibilità è obbligatoria e
105
può essere affidata all'interruttore differenziale generale (purché questo sia del tipo ad alta
sensibilità) o ad un differenziale locale, che può servire anche per diversi bagni attigui.
Nei bagni ciechi si deve provvedere all'aspirazione forzata dell'aria con ventola di aspirazione
comandata da un temporizzatore da incasso.
Il temporizzatore dev'essere collegato con l'interruttore o poter essere comandato da una cellula
fotosensibile; dev'essere inoltre consentita l'attivazione temporizzata dell'aspiratore dopo lo
spegnimento della luce del locale.
Condutture nei locali da bagno
Le condutture non devono avere elementi di protezione meccanica di tipo metallico e devono avere
isolamento equivalente alla classe II. A tal fine è sufficiente impiegare cavi unipolari entro tubi o
condotti non metallici, o cavi multipolari con guaina non metallica; possono, ad esempio, essere
impiegati cavi isolati in PVC tipo H07V in tubo di plastica incassato a parete o nel pavimento.
La precedente descrizione non si applica alle condutture incassate ad una profondità superiore a 5
cm.
Per il collegamento dello scaldabagno, il tubo, di tipo flessibile, deve essere prolungato per coprire
il tratto esterno, oppure deve essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase + neutro +
conduttore di protezione) per tutto il tratto che va dall'interruttore allo scaldabagno. Il cavetto deve
uscire, senza morsetti, da una scatoletta passa cordone.
Apparecchi di ventilazione
La corretta ventilazione dei locali da bagno, costituisce un fattore determinante di benessere; in
questi ambienti dev’essere opportunamente dimensionato l’impianto di ventilazione sia per il
ricambio generale, sia per il ricambio di punta in modo rapido.
Una corretta progettazione dell’impianto di ventilazione deve tener conto, quanto meno, delle
seguenti tre diverse situazioni generali:
- Bagni ciechi. Nei bagni ciechi l'aspirazione forzata è obbligatoria.
La Legge 166/75 art. 18 prescrive l’obbligo di prevedere un sistema di ventilazione forzata in caso
di installazione di servizi igienici in ambiente non aerato.
La portata minima d’aria consigliata è di 45 m 3/h ed è opportuno prevedere un dispositivo che
ritardi lo spegnimento dell’aspiratore, in modo da garantire il suo funzionamento per 15-20 minuti
dopo l’utilizzazione dell’ambiente. In tale modo si effettuerà da uno a due ricambi di aria ad ogni
intervento.
Occorre comunque verificare se sono vigenti altre disposizioni contenute nel Regolamento di igiene
locale relativo al Comune di riferimento.
L’apparecchio di aspirazione utilizzato deve avere una curva pressione/portata con valori tali da
fornire la portata richiesta in rapporto alle perdite di carico dovute all’installazione.
Se l’apparecchio viene installato in una posizione dove può essere raggiunto da spruzzi d’acqua,
questo deve essere di tipo Splashproof ovvero con protezione IPX4.
Nelle aree definite dalla norma CEI 64-8 parte 7^ come zona 1 non è possibile installare
componenti elettrici a 220 V e quindi se viene installato un apparecchio di ventilazione questo deve
essere di tipo SELV alimentato a non più di 12 Volt in corrente alternata da un trasformatore di
sicurezza.
Nella zona 2, oltre a quanto ammesso nella zona 1 è consentita l’installazione di aspiratori
funzionanti a 230V con la classe di protezione IPX4.
- Bagni e docce con finestre. In tali locali per evitare di effettuare il ricambio dell’aria aprendo le
finestre, è opportuno installare un apparecchio di ventilazione. Per locali di normale utilizzo far
riferimento al paragrafo “Bagni ciechi”.
Nel caso invece sia prevista una abbondante produzione di vapore, anche se temporanea,
occorrerà realizzare una aspirazione con maggior portata (100-150 m3/h), da attivare al momento
opportuno (ovvero con umidità a valori del 90-95%), eventualmente con un apparecchio dotato di
umidostato per un funzionamento automatico.
3.21
Depositi e magazzini
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
106
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi
dalle miniere)
CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di
gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi
pericolosi
Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi
pericolosi - Esempi di applicazione
D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la
determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi.
Classificazione
Nei locali destinati a deposito merci soggette a prescrizioni di sicurezza contro l’esplosione o
l’incendio, gli impianti elettrici devono essere conformi alle prescrizioni contenute nella sezione 751
della Norma CEI 64-8 oppure, in taluni casi alla Norma CEI EN 60079-14 (CEI 31-33).
Per alcune merci, anche in relazione alla superficie del locale ove sono custodite, può essere
prescritta l’installazione di impianti di rilevamento e/o spegnimento incendi.
In ogni caso si devono considerare i possibili effetti che possono avere sull’impianto l’ubicazione e
la ventilazione del locale, nonché le azioni meccaniche dovute all’uso, ricorrendo laddove
necessario, a componenti elettrici particolarmente resistenti ad urti, corrosioni, umidità.
Costituzione e prescrizioni per l'impianto elettrico
Le prescrizioni minime che nel presente capitolato vengono richieste sono quelle nel seguito
riportate. Valgono inoltre, qualora il magazzino sia un ambiente a maggior rischio in caso
d’incendio le ulteriori prescrizioni contenute nella sezione 751 della Norma CEI 64-8:
- gli apparecchi d’illuminazione devono inoltre essere mantenuti ad adeguata distanza dagli
oggetti illuminanti; in particolare se questi ultimi sono combustibili. Le distanze da rispettare sono le
seguenti:
fino a 100 W: 0,5 m;
da 100 a 300 W: 0,8 m;
da 300 a 500 W: 1 m.
- Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi di illuminazione devono essere protette
contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati
sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio di illuminazione.
- Le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire
ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; se ciò non è
evitabile è necessario predisporre involucri e/o barriere atti a garantire una buona protezione contro
i danneggiamenti meccanici e che, contemporaneamente, non creino intralcio.
- I conduttori dei circuiti in c.a. devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti
delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari.
Si raccomanda la disposizione dei comandi luce in prossimità delle uscite e di punti luce di
sicurezza.
Le apparecchiature della serie civile da incasso devono essere conformi alle “Prescrizioni generali”
contenute nella norma CEI EN 60669-1 “Apparecchi di comando non automatici per installazione
elettrica fissa per uso domestico e similare”, nonché alle ulteriori norme del CT23 del CEI relative ai
singoli componenti.
Le apparecchiature devono poter essere installate in scatole rettangolari o rotonde, secondo le
indicazioni del Committente.
Le prese di corrente:
107
- possono avere portata 10 o 16 A;
- le prese UNEL (Shuko) devono consentire l’utilizzo di spine sia UNEL che tradizionali con terra
centrale;
- le prese per l’alimentazione di reti di personal computer (con UPS) è consigliabile che siano
conformi alle Norme UNEL. In alcuni casi può essere utile ricorrere a prese per circuiti preferenziali
di diverso colore (generalmente rosso).
Quando le prese sono installate in torrette o calotte oppure in scatole di derivazione a livello del
pavimento, il fissaggio al pavimento deve assicurare il grado di protezione IP 52; fanno eccezione
le applicazioni sui pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati) laddove per la pulitura non
è previsto lo spargimento di liquido. Nelle installazioni che comportano l’innesto delle spine con
l’asse verticale (laddove questo tipo di inserzione è ammessa) è necessario assicurare la tenuta
stagna alla polvere e agli spruzzi d’acqua degli organi di presa quando la connessione è inattiva e
dall’accoppiamento completo (presa e spina) quando la connessione è attiva.
Condutture
Nella scelta e nella messa in opera delle condutture devono essere rispettati i principi fondamentali
di sicurezza e protezione contro i contatti accidentali e le sovratensioni di cui al capitolo 13 della
Norma CEI 64-8 per la parte di applicabilità a cavi e conduttori, ai loro morsetti ed alle giunzioni, ai
loro supporti e/o involucri di protezione.
I tipi di posa delle condutture, in funzione del tipo di conduttore o del cavo utilizzato, devono essere
in accordo con la tabella 32.
Tab. 32 - Scelta dei conduttori e dei cavi in funzione del tipo di posa
Tipo di posa
Conduttori e cavi
Canali
Tubi
(compre
Con filo
Fissaggi protettivi
si i
Tubi
Senza
Passerelle
Su
o corda
o diretto
(di
canali
protettivi (di
fissagg
e su
isolato
di
su
forma incassat forma non
i
mensole
ri
support
parete circolare
i nel
circolare)
o
)
pavimen
to
Conduttori nudi
-
-
-
-
-
-
o
-
Cavi senza guaina
-
-
o
o
o
-
o
-
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
Cavi con Multipola
guaina
ri
compresi
i
cavi Unipolari
provvisti
di
armatura
e
quelli
con
isolament
o
minerale
Legenda :
o
permesso
non permesso
non applicabile o non usato in genere nella pratica
In particolare, negli ambienti industriali la tendenza è quella di adottare la posa dei cavi in aria
libera perché semplice e conveniente.
Tuttavia poiché in ambito industriale sono frequenti gli ambienti a maggior rischio in caso
108
d’incendio, la tipologia delle condutture, le modalità di posa ed i mezzi per evitare la propagazione
dell’incendio, devono essere conformi a quanto indicato alla sezione 751 della Norma CEI 64-8.
Livelli medi di illuminamento consigliati
- Archivio: 200 lx.
- Magazzino per materiale didattico: 100 lx.
Magazzino con scaffali
- Passaggi: 20 lx (a livello del pavimento).
- Passaggi con presenza di personale: 150 lx (a livello del pavimento).
- Sale di controllo: 150 lx.
Magazzino frigorifero
- Magazzino e aree di stoccaggio: 100 lx.
- Magazzino e aree di stoccaggio occupate continuamente: 200 lx.
- Area di movimentazione, imballaggio, smistamento: 300 lx.
3.22
Autorimesse
Leggi e Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi
dalle miniere)
CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di
gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi
pericolosi
Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi
pericolosi - Esempi di applicazione
D.M. 16/02/1982: Elenco delle atività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco
D.M. 01/02/1986: Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e
simili
Classificazione e costituzione
Sono oggetto del presente paragrafo gli impianti elettrici dei seguenti ambienti: autorimesse private
con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero aeromobili.
Per tali ambienti, elencati al punto 92 del D.M. 16/02/82, è altresì previsto il rilascio del C.P.I.
(Certificato di Prevenzione Incendi) da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
In generale, le autorimesse con capacità di parcamento superiore a nove posti auto, sono soggette
a norme antincendio assai restrittive; in particolare:
- la resistenza al fuoco deve essere REI 90 per le strutture che separano l’autorimessa da altre
parti dello stesso edificio (autorimesse di tipo misto) e R 90 per le strutture interne;
- l’altezza dei locali deve essere pari ad almeno 2,4 m con un minimo di 2 m sotto trave;
- nel caso di autorimesse su più piani, alcuni dei quali interrati, vi è il limite di sei piani interrati e
sette piani fuori terra;
- le comunicazioni con locali di abitazione di edifici di altezza inferiore a 24 m devono avvenire
attraverso aperture munite di porte metalliche piene, dotate di congegno di autorichiusura
(autorimesse private fino a 15 auto) o porte RE120 munite di congegno di autochiusura negli altri
casi;
- le autorimesse devono essere provviste di un sistema di vie di uscita per il deflusso rapido ed
109
ordinato degli occupanti;
- le rampe di accesso devono essere ricavate su pareti attestate su spazi a cielo scoperto e devono
avere ampiezza e pendenza definite.
Per quanto concerne gli impianti elettrici in generale, le autorimesse, sia di tipo aperto sia a box,
non sono da considerare luoghi con pericolo di esplosione, anche se con più di nove autoveicoli.
Sono pertanto ambienti che rientrano nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio ed agli stessi
deve essere applicata la sezione 751 della Norma CEI 64-8.
Perché ciò sia possibile le condizioni che devono essere soddisfatte sono le seguenti:
1) il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia benzina, gas di petrolio liquefatto (GPL), gas naturale
compresso (GNC);
2) l’unica sostanza infiammabile presente sia il carburante contenuto nei serbatoi
degli autoveicoli;
3) non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante;
4) non accedano autoveicoli con evidenti perdite di carburante;
5) siano attuate le prescrizioni riportate nel D.M. 1 febbraio 1986 con particolare riferimento
all’efficacia della ventilazione sia naturale sia, quando richiesta, artificiale;
6) gli autoveicoli in parcheggio, siano ordinariamente a motore spento e dispositivo d’avviamento
disinserito o nella posizione di riposo;
7) gli autoveicoli siano omologati e mantenuti in efficienza.
Quando le condizioni sopra riportate non sono soddisfatte gli impianti elettrici devono essere
realizzati seguendo le prescrizioni per gli impianti antideflagranti e quindi nel rispetto delle norme
del CT 31 del CEI (in particolare la CEI 31-30 per definire le zone a pericolo di esplosione e la CEI
31-35 per la scelta e installazione dell’impianto elettrico).
Nota: non sono consentite autorimesse situate oltre il sesto piano interrato o il settimo fuori terra di
un edificio.
Prescrizioni per gli impianti elettrici nelle autorimesse considerate ambienti a maggior
rischio in caso di incendio
1) All’origine dell’impianto deve essere installato un dispositivo che sezioni tutti i conduttori attivi.
2) Il circuito di alimentazione dell’autorimessa deve essere interrotto da un unico comando.
3) All’esterno dell’autorimessa (se ricadente nelle attività soggette al controllo VVF) deve essere
installato un comando di emergenza costituito da:
- interruttore di potenza per il comando diretto;
- comando ausiliario a distanza (Norma CEI 64-8, art. 537.4) il cui circuito deve essere tenuto
permanentemente sotto controllo tramite una spia che ne assicuri il corretto funzionamento.
4) Le condutture solamente transitanti in questi luoghi non devono avere connessioni lungo il loro
percorso a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco
come definito nelle relative norme di prodotto.
5) È vietato l’uso di conduttori PEN (tranne per i soltanto transitanti).
6) Le condutture ammesse sono quelle specificate nella sez. 751 CEI 64-8 ed i cavi consigliati sono
quelli rispondenti alla norma CEI 20-22 e CEI 20-37 (cavi LSOH).
Valori di illuminamento
All'interno del box, sul piano di calpestio, l'illuminamento deve essere maggiore di 20 lx; nei
parcheggi pubblici, al coperto e con illuminamento calcolato a livello del pavimento, vengono
consigliati i seguenti valori di illuminamento medio:
- rampe di ingresso/uscita(durante il giorno): 300 lx;
- rampe di ingresso/uscita(durante la notte): 75 lx;
- corsie: 75 lx;
- aree di parcheggio: 75 lx;
- biglietteria: 300 lx.
3.23
Atri-corridoi-scale
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
110
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - criteri
generali
CEI 64-53: Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri
particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale
Tutti gli impianti che alimentano utenze dislocate nei luoghi comuni devono essere derivati da uno
stesso quadro sul quale devono essere installate le apparecchiature di sezionamento, comando e
protezione.
Il quadro dev'essere installato nel locale contatori e deve avere caratteristiche costruttive uguali a
quelle prescritte al paragrafo “Quadri da appartamento o similari” del presente Capitolato; inoltre
dev'essere dotato di serratura.
Sul quadro devono essere montate ed elettricamente connesse le apparecchiature per il comando
e la protezione dei seguenti impianti:
Illuminazione scale, atri e corridoi comuni
Le lampade devono essere comandate mediante un relè temporizzato modulare e componibile con
le apparecchiature montate nel quadro.
Il comando del temporizzatore deve avvenire con pulsanti luminosi a 2 morsetti di tipo componibile,
installati nell'ingresso, nei corridoi e sui pianerottoli del vano scale.
Deve essere consentita la commutazione da illuminazione temporizzata a illuminazione
permanente.
Atrio dell'ingresso principale
Deve avere un proprio impianto di illuminazione, dotato di centri luce con doppia accensione:
serale e ridotta notturna (il comando, di tipo centralizzato, deve essere sia automatico che
manuale).
E' opportuno prevedere almeno una presa di corrente attivabile mediante un interruttore a chiave.
Scale interne
Ogni scala deve avere circuiti indipendenti. Si consiglia di prevedere centri luce con doppia
accensione: serale e ridotta notturna. I pulsanti e gli interruttori devono essere illuminabili.
Un apparecchio di comando deve essere predisposto:
- ad ogni ingresso;
- in prossimità di ogni scala;
- ad una distanza inferiore al metro dalla porta dell'ascensore;
- ad una distanza inferiore a due metri dall'ingresso di ciascuna unità immobiliare;
- almeno ogni sei metri nei passaggi e nei corridoi.
Scale all'aperto e scale di sicurezza
L'impianto elettrico di questi tipi di scale deve essere eseguito con componenti (interruttori,
apparecchi illuminanti, prese, ecc.) aventi un grado di protezione IP idoneo alla situazione
ambientale e in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche accidentali.
Gli impianti elettrici delle scale di sicurezza di edifici soggetti al rilascio del CPI (Certificato di
Prevenzione Incendi) dovranno avere l'approvazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Vie di esodo
Gli edifici adibiti a civile abitazione di altezza superiore a 32 metri, devono essere dotati di un
sistema di illuminazione di sicurezza atto a garantire un'affidabile illuminazione e la segnalazione
delle vie di esodo. La durata ed il livello di illuminamento (non inferiore a 5 lx) devono garantire un
ordinato sfollamento (D.M. 16/5/87 n°246).
Il sistema di illuminazione di sicurezza è consigliato anche negli edifici di altezza compresa fra 24 e
32 metri.
Riepilogo dei livelli di illuminamento consigliati:
- Atri: 100 lx.
- Corridoi: 100 lx (a livello del pavimento).
- Scale: 150 lx.
- Rampe: 150 lx.
111
- Ingresso ascensori: 70 lx.
- Sale di attesa: 200 lx.
Prescrizioni aggiuntive per disabili
Nell'installazione degli apparecchi, bisogna tenere conto della difficoltà di raggiungere frontalmente
gli oggetti da parte di una persona costretta su una sedia a ruote o con gravi difficoltà motorie ed è
quindi importante che gli apparecchi di comando possano essere raggiungibili anche di lato.
Per gli apparecchi di comando s'intende come altezza d'installazione, la distanza misurata in
verticale dall'asse del dispositivo di comando, al piano di calpestio (D.M. n°236).
I dispositivi di comando (citati nel D.M. n°236 con il termine generico di interruttori), come gli
interruttori, i deviatori, i commutatori ed i pulsanti, devono essere installati ad una altezza tra 60 e
140 cm. Il decreto consiglia come altezza quella compresa tra i 75 ed i 140 cm.
Sempre per tener conto della ridotta mobilità del portatore di handicap, si consiglia inoltre di evitare
l'utilizzo di organi di comando che richiedano la presa fra due dita e la rotazione dell'organo stesso
(Figura 19).
Figura 19
Gli apparecchi di comando devono essere facilmente individuabili e visibili anche in caso di scarsa
visibilità impiegando pulsanti fluorescenti o luminosi oppure indicatori luminosi posti sulle placche di
finitura.
La commutazione deve essere facilmente avvertibile anche al tatto e non deve dar luogo ad
incertezze sulla sua avvenuta pressione.
Nei servizi igienici deve essere installato un pulsante del tipo a tirante con frutto installato ad una
altezza superiore ai 2,25 m (CEI 64/8-7) e con il pomello di presa ad un'altezza di circa 70-80 cm
dal pavimento.
Le indicazioni per l'installazione dei componenti fornite dalla legislazione, in particolare dal D.M.
n°236, concordano con le disposizioni della Norma CEI 64-8 e della Guida CEI 64-50 che indicano
l'altezza minima delle apparecchiature con la sola eccezione dei locali bagno, per i quali è
necessaria l'installazione di un campanello di allarme in prossimità della vasca e della tazza (Figura
20).
Figura 20
112
3.24
Impianto aspirazione bagni ciechi
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la
predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
Criteri generali
CEI EN 60335-1 (CEI 61-150): Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Sicurezza
Parte 1: Norme generali
CEI EN 60335-2-80 (CEI 61-181): Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare
Parte 2: Norme particolari per ventilatori
Apparecchi di ventilazione
La corretta ventilazione dei locali da bagno, costituisce un fattore determinante di benessere; in
questi ambienti dev’essere opportunamente dimensionato l’impianto di ventilazione sia per il
ricambio generale, sia per il ricambio di punta in modo rapido.
Una corretta progettazione dell’impianto di ventilazione deve tener conto, quanto meno, delle
seguenti tre diverse situazioni generali:
- Bagni ciechi. Nei bagni ciechi l'aspirazione forzata è obbligatoria.
La Legge 166/75 art. 18 prescrive l’obbligo di prevedere un sistema di ventilazione forzata in caso
di installazione di servizi igienici in ambiente non aerato.
La portata minima d’aria consigliata è di 45 m 3/h ed è opportuno prevedere un dispositivo che
ritardi lo spegnimento dell’aspiratore, in modo da garantire il suo funzionamento per 15-20 minuti
dopo l’utilizzazione dell’ambiente. In tale modo si effettuerà da uno a due ricambi di aria ad ogni
intervento.
Occorre comunque verificare se sono vigenti altre disposizioni contenute nel Regolamento di igiene
locale relativo al Comune di riferimento.
L’apparecchio di aspirazione utilizzato deve avere una curva pressione/portata con valori tali da
fornire la portata richiesta in rapporto alle perdite di carico dovute all’installazione.
Se l’apparecchio viene installato in una posizione dove può essere raggiunto da spruzzi d’acqua,
questo deve essere di tipo Splashproof ovvero con protezione IPX4.
Nelle aree definite dalla norma CEI 64-8 parte 7^ come zona 1 non è possibile installare
componenti elettrici a 220 V e quindi se viene installato un apparecchio di ventilazione questo deve
essere di tipo SELV alimentato a non più di 12 Volt in corrente alternata da un trasformatore di
sicurezza.
Nella zona 2, oltre a quanto ammesso nella zona 1 è consentita l’installazione di aspiratori
funzionanti a 230V con la classe di protezione IPX4.
3.25
Impianto per idromassaggio
Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Prescrizioni per l’impianto elettrico
Devono essere rispettate le prescrizioni della sezione 701 della Norma CEI 64-8 relative ai locali
contenenti bagni e docce, nonché la specifica normativa delle vasche per idromassaggi CEI EN
60335-2-105.
Le unità per vasche da bagno per idromassaggi possono essere installate:
- al di sotto della vasca, nella zona 1, purché la zona ove è installata l’unità sia raggiungibile solo
dopo aver rimosso le protezioni tramite attrezzo; oppure nella zona 2, se:
- il circuito di alimentazione è protetto con un dispositivo differenziale con Idn ≤ 30 mA;
- l’unità è di classe II.
113
Il livello medio di illuminamento consigliato è di 200 lx.
3.25.1
Lavanderia e stireria
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
EN 12464-1: “Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places" (Luce e
Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro - Parte 1: Luoghi di lavoro interni”)
Prescrizioni per l’impianto elettrico
E' consigliato l'impiego di componenti con grado di protezione non inferiore a IP4X o comunque
idoneo all'ambiente che, per sua natura, è soggetto alla presenza di acqua e di vapore.
Il quadro elettrico deve essere installato in luogo facilmente accessibile e al riparo da possibili
spruzzi d’acqua.
L'altezza di installazione consigliata per le prese a spina è la seguente:
- 1,75 m per le prese a parete;
- 0,70 m per le prese inserite e/o derivate da canalizzazioni;
- 0,4 m per le prese inserite e/o derivate da torrette IP52.
I livelli medi di illuminamento consigliati per le lavanderie e le tintorie sono i seguenti:
- raccolta dei capi, marcatura e smistamento: 300 lx;
- lavaggio e pulizia a secco: 300 lx;
- stiratura: 300 lx;
- ispezione e riparazione: 750 lx.
Le sorgenti di illuminazione consigliata sono le lampade fluorescenti ad alta resa cromatica.
3.26
Autorimessa
Leggi e Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi
dalle miniere)
CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di
gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi
pericolosi
Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi
pericolosi - Esempi di applicazione
D.M. 16/02/1982: Elenco delle atività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco
D.M. 01/02/1986: Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e
simili
Classificazione e costituzione
Sono oggetto del presente paragrafo gli impianti elettrici dei seguenti ambienti: autorimesse private
con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero aeromobili.
114
Per tali ambienti, elencati al punto 92 del D.M. 16/02/82, è altresì previsto il rilascio del C.P.I.
(Certificato di Prevenzione Incendi) da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
In generale, le autorimesse con capacità di parcamento superiore a nove posti auto, sono soggette
a norme antincendio assai restrittive; in particolare:
- la resistenza al fuoco deve essere REI 90 per le strutture che separano l’autorimessa da altre
parti dello stesso edificio (autorimesse di tipo misto) e R 90 per le strutture interne;
- l’altezza dei locali deve essere pari ad almeno 2,4 m con un minimo di 2 m sotto trave;
- nel caso di autorimesse su più piani, alcuni dei quali interrati, vi è il limite di sei piani interrati e
sette piani fuori terra;
- le comunicazioni con locali di abitazione di edifici di altezza inferiore a 24 m devono avvenire
attraverso aperture munite di porte metalliche piene, dotate di congegno di autorichiusura
(autorimesse private fino a 15 auto) o porte RE120 munite di congegno di autochiusura negli altri
casi;
- le autorimesse devono essere provviste di un sistema di vie di uscita per il deflusso rapido ed
ordinato degli occupanti;
- le rampe di accesso devono essere ricavate su pareti attestate su spazi a cielo scoperto e devono
avere ampiezza e pendenza definite.
Per quanto concerne gli impianti elettrici in generale, le autorimesse, sia di tipo aperto sia a box,
non sono da considerare luoghi con pericolo di esplosione, anche se con più di nove autoveicoli.
Sono pertanto ambienti che rientrano nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio ed agli stessi
deve essere applicata la sezione 751 della Norma CEI 64-8.
Perché ciò sia possibile le condizioni che devono essere soddisfatte sono le seguenti:
1) il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia benzina, gas di petrolio liquefatto (GPL), gas naturale
compresso (GNC);
2) l’unica sostanza infiammabile presente sia il carburante contenuto nei serbatoi
degli autoveicoli;
3) non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante;
4) non accedano autoveicoli con evidenti perdite di carburante;
5) siano attuate le prescrizioni riportate nel D.M. 1 febbraio 1986 con particolare riferimento
all’efficacia della ventilazione sia naturale sia, quando richiesta, artificiale;
6) gli autoveicoli in parcheggio, siano ordinariamente a motore spento e dispositivo d’avviamento
disinserito o nella posizione di riposo;
7) gli autoveicoli siano omologati e mantenuti in efficienza.
Quando le condizioni sopra riportate non sono soddisfatte gli impianti elettrici devono essere
realizzati seguendo le prescrizioni per gli impianti antideflagranti e quindi nel rispetto delle norme
del CT 31 del CEI (in particolare la CEI 31-30 per definire le zone a pericolo di esplosione e la CEI
31-35 per la scelta e installazione dell’impianto elettrico).
Nota: non sono consentite autorimesse situate oltre il sesto piano interrato o il settimo fuori terra di
un edificio.
Prescrizioni per gli impianti elettrici nelle autorimesse considerate ambienti a maggior
rischio in caso di incendio
1) All’origine dell’impianto deve essere installato un dispositivo che sezioni tutti i conduttori attivi.
2) Il circuito di alimentazione dell’autorimessa deve essere interrotto da un unico comando.
3) All’esterno dell’autorimessa (se ricadente nelle attività soggette al controllo VVF) deve essere
installato un comando di emergenza costituito da:
- interruttore di potenza per il comando diretto;
- comando ausiliario a distanza (Norma CEI 64-8, art. 537.4) il cui circuito deve essere tenuto
permanentemente sotto controllo tramite una spia che ne assicuri il corretto funzionamento.
4) Le condutture solamente transitanti in questi luoghi non devono avere connessioni lungo il loro
percorso a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco
come definito nelle relative norme di prodotto.
5) È vietato l’uso di conduttori PEN (tranne per i soltanto transitanti).
6) Le condutture ammesse sono quelle specificate nella sez. 751 CEI 64-8 ed i cavi consigliati sono
quelli rispondenti alla norma CEI 20-22 e CEI 20-37 (cavi LSOH).
Valori di illuminamento
All'interno del box, sul piano di calpestio, l'illuminamento deve essere maggiore di 20 lx; nei
115
parcheggi pubblici, al coperto e con illuminamento calcolato a livello del pavimento, vengono
consigliati i seguenti valori di illuminamento medio:
- rampe di ingresso/uscita(durante il giorno): 300 lx;
- rampe di ingresso/uscita(durante la notte): 75 lx;
- corsie: 75 lx;
- aree di parcheggio: 75 lx;
- biglietteria: 300 lx.
3.27
Superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche
Le prescrizioni nel seguito riportate hanno l'obiettivo di ridurre le barriere funzionali che limitano o
impediscono le possibilità dei portatori di handicap di interagire facilmente con l'impianto elettrico in
condizioni di sicurezza, tenendo conto della probabile maggior vulnerabilità ai rischi elettrici ai quali
i portatori di handicap possono essere soggetti.
In particolare è necessario:
1) rendere più facile la localizzazione e l'azionamento dei dispositivi di comando (interruttori,
deviatori, pulsanti, ecc.);
2) migliorare la percezione delle segnalazioni acustico-luminose. Nei dispositivi di segnalazione
degli impianti di sicurezza (ad esempio antifurto/antigas) devono sempre essere
contemporaneamente presenti i segnalatori acustico e luminoso (per non-vedenti/non-udenti, ecc.);
3) dare alle persone totalmente impedite nei movimenti la possibilità di telecomandare le utenze o
le segnalazioni essenziali alla sicurezza ed alla normale attività quotidiana;
4) adottare accorgimenti di sicurezza particolari e/o aggiuntivi nei locali in cui vi sono situazioni di
maggior pericolo.
L'adeguamento dell'impianto elettrico alle esigenze dei portatori di handicap è ottenuto rispettando
le prescrizioni aggiuntive nel seguito riportate.
Apparecchi di comando e prese
Nelle costruzioni a carattere collettivo, sociale, di interesse amministrativo, culturale, giudiziario,
economico ed in generale negli edifici in cui si svolgono attività comunitarie secondo la definizione
fornita dal D.P.R. n°384 del 13/04/1978, le apparecchiature di comando devono essere installate a
un'altezza massima di 0,90 m dal pavimento ed avere un tasto di manovra di altezza minima di 45
mm.
Negli edifici di edilizia residenziale ed in generale dove stabilito dalla Legge n°13 del 9/1/89, le
apparecchiature di comando devono essere installate ad una altezza compresa tra 0,75 e 1,40 m
dal pavimento, mentre le prese vanno posizionate ad una altezza compresa tra 0,45 e 1,15 m dal
pavimento.
Gli organi di comando devono essere facilmente individuabili e visibili anche in caso di
illuminazione nulla, impiegando tasti fosforescenti o luminosi oppure indicatori fluorescenti posti
sulle placche di finitura; tali organi devono essere azionabili con leggera pressione ed essere
sufficientemente robusti per resistere ad azionamenti non completamente corretti.
La configurazione e la corsa del tasto di manovra dev'essere tale da creare una sporgenza dal
piano della placca, per agevolare l'utente nella manovra che deve poter essere compiuta anche da
parti del corpo diverse dalle dita (palmo della mano, gomito, ecc.).
La corsa del tasto, di lunghezza non inferiore a 5 mm, non deve dar luogo ad incertezze di
commutazione o ad inceppamenti.
La commutazione deve essere facilmente avvertibile anche al tatto.
Nella stessa scatola da incasso è vietata l'installazione degli organi di comando (pulsanti,
interruttori, ecc.) con prese di corrente.
Apparecchi di segnalazione
E' opportuno che tutti gli apparecchi di segnalazione siano contemporaneamente acustici e
luminosi; i segnalatori devono essere posti, nei vari locali, in posizione tale da consentire
l'immediata percezione.
E' inoltre necessario lo sdoppiamento del segnalatore nei casi in cui la percezione dell'allarme sia
possibile solo in alcuni locali.
L'intensità minima della segnalazione acustica, ad una distanza di 3 metri dall'attuatore, deve
essere di 70 dB; per i circuiti di sicurezza e di allarme tale intensità è elevata a 80 dB.
116
Nel caso di utilizzo di trasformatori con suoneria incorporata, i trasformatori dovranno essere del
tipo a “prova di guasto” in conformità alle Norme CEI 14-6 e successive.
La suoneria della porta d'ingresso deve avere una tonalità diversa dalle altre suonerie; le
segnalazioni ottiche, poste in luoghi ben visibili, devono essere collocate ad un'altezza compresa
tra 2,5 e 3 m dal pavimento.
Ulteriori prescrizioni
Tutte le prese a spina devono avere un grado di protezione contro i contatti diretti non inferiore ad
IP XXD.
L'altezza minima di installazione è di 0,45 m.
Nei locali in cui l'improvvisa mancanza dell'illuminazione può compromettere l'incolumità fisica o
l'equilibrio psichico dei soggetti disabili (ad esempio: bagno, vano scale, ascensore, scantinato,
ecc.) dev'essere installata, in posizione facilmente visibile, una lampada di emergenza, incassata,
estraibile, portatile e dotata di batteria ricaricabile, con un'autonomia non inferiore ad un'ora e trenta
minuti.
Sul frontale della lampada deve essere predisposta una spia luminosa che indichi la condizione di
“pronto all'uso” e svolga anche la funzione di luce di cortesia notturna.
3.28
Ascensore
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente
alternata e a 1500 V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
UNI EN 81/1 + (81/1 FA 1-89): Regole di sicurezza per la costruzione e l' installazione degli
ascensori e montacarichi.
Ascensori elettrici.
UNI EN 81/2 + (81/2 FA 1-94): Regole di sicurezza per la costruzione e l' installazione degli
ascensori e montacarichi. Ascensori idraulici.
Le competenze del progettista e dell’installatore elettrico per gli impianti per ascensori si limitano al
circuito F.M. ed illuminazione e non riguardano il sistema elevatore. Pertanto, anche alla luce del
D.P.R. 587/87 e del D.P.R. 269/94 per impianto elettrico di ascensori e servoscala deve intendersi:
 per i circuiti F.M.: l’impianto fino ai morsetti di alimentazione dell’interruttore al piano terra o
dell’interruttore del locale macchinario;
 per il circuito di illuminazione cabina: l’impianto fino ai morsetti di alimentazione dell’interruttore;
 per tutti gli altri circuiti, ossia luce vano corsa e locale macchinario e per il circuito prese a spina,
tutto l’impianto.
E’ tuttavia opportuno, anche ai fini di una realizzazione unitaria del quadro elettrico, prendere i
necessari accordi con la ditta costruttrice/installatrice dell’impianto elevatore.
Si riporta, allo scopo di fornire il quadro normativo completo sull’argomento, la tabella
“RIFERIMENTI LEGISLATIVI” tratto dalla Guida CEI 64-50 (tabella 45).
Tabella 45 - Riferimenti legislativi
Riferimento
legislativo
Titolo
Note
Legge 24 ottobre 1942
n°1415
Impianto
esercizio
ascensori
montacarichi
servizio privato
ed
di
e
in
1. Costitutiva la legge
quadro della materia. È
stata abrogata con l’entrata
in vigore del DPR 162/99
(25/6/99)
DPR 29 maggio 1963
n°1497
Norme
per
ascensori
e
montacarichi
servizio privato
gli
i
in
1. Riporta la norma tecnica
per
ascensori
e
montacarichi in servizio
privato
117
2. Riguarda gli impianti
elevatori i cui progetti siano
stati
presentati
all’amministrazione
competente entro il 9/4/91
DM 28 maggio 1979
n°1635
Misure sostitutive di
sicurezza
per
ascensori
e
montacarichi a vite,
a cremagliera od
idraulici
1. Costituisce la norma
tecnica per ascensori e
montacarichi in servizio
privato di tipo a vite, a
cremagliera ed idraulico
DM 9 dicembre 1987
n°587
Attuazione
delle
direttive
n°84/529/CEE
e
n°86/312/CEE
relative
agli
ascensori elettrici
1. Recepisce le direttive
comunitarie
84/529
e
86/312.
Nell’allegato
I
vengono indicate le regole
tecniche
di
sicurezza,
nell’allegato
II
gli
adeguamenti agli impianti
preesistenti
2. Riguarda gli impianti
elevatori elettrici in servizio
sia privato che pubblico
costruiti dopo il 9/4/91
DPR 28 marzo 1994
n°268
DPR 30 aprile 1999
n°162
Regolamento
recante attuazione
della
direttiva
n°90/486/CEE
relativa
alla
disciplina
degli
ascensori elettrici,
idraulici
od
oleoelettrici
1. Recepisce la direttiva
comunitaria 90/486 che
modifica la direttiva 84/529
estendendone
l’applicazione agli ascensori
idraulici
Regolamento
recante norme per
l’attuazione
della
Direttiva 95/16/CEE
sugli ascensori e di
semplificazione dei
procedimenti per la
concessione
del
nulla
osta
per
ascensori
e
montacarichi
nonché
sulla
relativa licenza di
esercizio
1.
Rende
obbligatoria
l’applicazione della direttiva
95/16/CEE dal 1 luglio 1999
sugli ascensori di nuova
costruzione (Cap. I) e
disciplina l’esercizio degli
ascensori (Cap. II).
2. Si applica agli impianti
elevatori idraulici in servizio
sia privato che pubblico
costruiti dopo il 29/10/94
2. Come tutte le direttive
del
nuovo
approccio,
obbliga il costruttore al
rispetto
dei
requisiti
essenziali
di
sicurezza
elencati nell’Allegato I. Il
rispetto
delle
norme
armonizzate (es. UNI EN
81.1 e UNI EN 81.2 Ed.
1999)
comporta
la
presunzione di conformità
ai requisiti essenziali di
sicurezza.
Sempre alla Guida CEI 64-50 si rimanda per la visione degli schemi elettrici per la distribuzione dei
circuiti luce del vano corsa, del locale macchinario e dei circuiti delle prese a spina; il primo di
questi circuiti esemplificativi è riportato nella figura 23.
118
Fig. 23 - Esempio di schema elettrico di principio per la realizzazione dei circuiti luce del
vano corsa, del locale macchinario e dei circuiti delle prese a spina di un impianto per
ascensore
1) Quadro generale
2) Interruttore sotto vetro piano terra (non obbligatorio negli impianti nuovi soggetti al DPR 162/99)
3) Inizio impianto FM elevatore (secondo Norme EN 81.1 e EN 81.2)
4) Circuiti servizi condominiali
5) Quadro locale macchine
6) Inizio impianto illuminazione elevatore (secondo Norme EN 81.1 e EN 81.2)
7) Luce vano corsa e locale macchinario
8) Prese a spina
(*) Questo interruttore differenziale può essere omesso se non ci sono masse fino al quadro
generale compreso
3.29
Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica
Linee in cavo
CEI 20-28 Connettori per cavi d'energia
Per la posa dei cavi elettrici interrati, si dovranno utilizzare cavidotti in materiale plastico rigidi,
conformi alla Norma CEI 23-29, o corrugati a doppia parete, conformi alla Norma CEI EN 50086-24 (tipo FU15 della Dielectrix). Per la posa si dovrà procedere nel modo seguente:
sul fondo dello scavo, preventivamente concordato con la Direzione Lavori, di profondità sufficiente
per la posa, privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo
luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di almeno 10
119
cm, sul quale verrà disteso il cavo (o i cavi), senza premere e senza farli affondare artificialmente
nella sabbia; successivamente si dovrà stendere un altro strato di sabbia, dello spessore di almeno
5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore
finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 cm oltre il diametro del cavo di maggior
sezione.
Sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene
accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà il
diametro (o se questi comporranno una striscia) non superiore a 5 cm.
Nel caso di cavo di diametro superiore a 5 cm o, come più frequentemente avviene, nel caso di più
cavi formanti una striscia di larghezza superiore ai 5 cm, i mattoni pieni dovranno essere posati in
senso trasversale.
Sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e
trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo.
L'asse del cavo (o quello centrale nel caso di più cavi) dovrà trovarsi sullo stesso piano verticale
con l'asse della fila di mattoni.
La profondità di posa sarà tale da garantire, con ragionevole sicurezza, la rottura in seguito a
possibili scavi di superficie per riparazioni dei manti stradali, o movimenti di terra nei tratti a prato o
a giardino.
In linea generale sarà però osservata la profondità di almeno 50 cm, misurata sull'estradosso della
protezione dei mattoni.
Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla Ditta Appaltatrice.
3.29.1
Cavi
Portata dei cavi
La portata di un cavo dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dall’isolante, ma anche dalla
temperatura ambiente e dalle condizioni di posa.
Secondo la norma CEI-UNEL 35024/1 (fascicolo 3516), per determinare la portata di un cavo si
deve tener conto di due fattori di correzione k 1 e k2 che dipendono dalla temperatura ambiente se
diversa da 30 °C e dalle modalità di installazione.
Nella norma vengono riportate tabelle che specificano le portate dei cavi con conduttori di rame
unipolari e multipolari.
Per facilitare il compito di determinare la portata dei cavi, sono state predisposte le seguenti
tabelle, nelle quali si può leggere direttamente la portata I z dei cavi a 30 °C, nelle condizioni di
posa più usuali.
Ciò evita di individuare prima la portata Io del singolo circuito o cavo multipolare, poi di andare alla
ricerca del fattore k2 adatto al caso e di eseguire la moltiplicazione.
Tabella 53 - Cavi unipolari senza guaina posati in tubo o in canale
Sezione
[mm2]
Numero
cond.
caricati
PORTATA (A)
Numero di circuiti
PVC
1
EPR
PVC
2
EPR
PVC
3
EPR
PVC
4
EPR
PVC
5
EPR
PVC
6
EPR
PVC
7
EPR
PVC
8
EPR
PVC
9
EPR
10
PVC EPR
1,5
2
3
17,515,5
23
20
14
12,5
18,5
16
12,5
11
16
14
11,5
10
15
13
10,5
9,5
14
12
10
9
13
11,5
9,5
8,5
12,5
11
9
8
12
10,5
9
8
11,5
10
8,5
7,5
11
9,5
2,5
2
3
24
21
31
28
19
17
25
22
17
14,5
22
19,5
15,5
13,5
20
18
14,5
12,5
18,5
17
13,5
12
17,5
16
13
11,5
16,5
15
12,5
11
16
14,5
12
10,5
15,5
14
11,5
10
15
13,5
4
2
3
32
28
42
37
26
22
34
30
22
19,5
29
26
21
18
27
24
19
17
25
22
18
16
24
21
17,5
15
23
20
16,5
14,5
22
19
16
14
21
18,5
15,5
13,5
20
18
6
2
3
41
36
54
48
33
29
43
38
29
25
38
34
27
23
35
31
25
22
32
29
23
21
31
27
22
19,5
29
26
21
18,5
28
25
21
18
27
24
19,5
17,5
26
23
10
2
3
57
50
75
66
46
40
60
53
40
35
53
46
37
33
49
43
34
30
45
40
32
29
43
38
31
27
41
36
30
26
39
34
29
25
38
33
27
24
36
32
16
2
3
76
68
100
88
61
54
80
70
53
48
70
62
49
44
65
57
46
41
60
53
43
39
57
50
41
37
54
48
40
35
52
46
38
34
50
44
36
33
48
42
25
2
3
101
89
133
117
81
71
106
94
71
62
93
82
66
58
86
76
61
53
80
70
58
51
76
67
55
48
72
63
53
46
69
61
51
45
67
59
48
43
64
56
35
2
3
125
110
164
144
100
88
131
115
88
77
115
101
81
72
107
94
75
66
98
86
71
63
93
82
68
59
89
78
65
57
85
75
63
55
82
72
60
53
79
69
50
2
3
151
134
198
175
121
107
158
140
106
94
139
123
98
87
129
114
91
80
119
105
86
76
113
100
82
72
107
95
79
70
103
91
76
67
99
88
72
64
95
84
120
70
2
3
192
171
253
222
154
137
202
178
134
120
177
155
125
111
164
144
115
103
152
133
109
97
144
127
104
92
137
120
100
89
132
115
96
86
127
111
92
82
121
107
95
2
3
232
207
306
269
186
166
245
215
162
145
214
188
151
135
199
175
139
124
184
161
132
118
174
153
125
112
165
145
121
108
159
140
116
104
153
135
111
99
147
129
120
2
3
269
239
354
312
215
191
283
250
188
167
248
218
175
155
230
203
161
143
212
187
153
136
202
178
145
129
191
168
140
124
184
162
135
120
177
156
129
115
170
150
150
2
3
309
275
402
355
247
220
322
284
216
193
281
249
201
179
261
231
185
165
241
213
176
157
229
202
167
149
217
192
161
143
209
185
155
138
201
178
148
132
193
170
185
2
3
353
314
472
417
282
251
378
334
247
220
330
292
229
204
307
271
212
188
283
250
201
179
269
238
191
170
255
225
184
163
245
217
177
157
236
209
169
151
227
200
240
2
3
415
369
555
490
332
295
444
392
291
258
389
343
270
240
361
319
249
221
333
294
237
210
316
279
224
199
300
265
216
192
289
255
208
185
278
245
199
177
266
235
La tabella 53 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 648.
Tipi di posa:
3 - Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti
4 - Tubi protettivi non circolari posati su pareti
5 - Tubi protettivi annegati nella muratura
22 - Tubi protettivi circolari posati in cavità di strutture
23 - Tubi protettivi non circolari posati in cavità di strutture
24 - Tubi protettivi non circolari annegati nella muratura
31 - Canali posati su parete con percorso orizzontale
32 - Canali posati su parete con percorso verticale
33 - Canali incassati nel pavimento
34 - Canali sospesi
41 - Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli chiusi, con percorso orizzontale o verticale
42 - Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli ventilati incassati nel pavimento
72 - Canali provvisti di elementi di separazione
Tabella 54 - Cavi multipolari posati in tubo o in canale
Sezione
[mm2]
Numero
cond.
caricati
PORTATA (A)
Numero di cavi multipolari
PVC
1
EPR
PVC
2
EPR
PVC
3
EPR
PVC
4
EPR
PVC
5
EPR
PVC
6
EPR
PVC
7
EPR
PVC
8
EPR
PVC
9
EPR
10
PVC EPR
1,5
2
3
16,515
22
19,5
13
12
17,5
15,5
11,5
10,5
15,5
13,5
10,5
10
14,5
12,5
10
9
13
11,5
9,5
8,5
12,5
11
9
8
12
10,5
8,5
8
11,5
10
8,5
7,5
11
10
8
7
10,5
9,5
2,5
2
3
23
20
30
26
18,5
16
24
21
16
14
21
18
15
13
19,5
17
14
12
18
15,5
13
11,5
17
15
12,5
11
16
14
12
10,5
15,5
13,5
11,5
10
15
13
11
9,5
14,5
12,5
4
2
3
30
27
40
35
24
22
32
28
21
19
28
25
19,5
17,5
26
23
18
16
24
21
17
15,5
23
20
16
14,5
22
19
15,5
14
21
18
15
13,5
20
17,5
14,5
13
19
17
6
2
3
38
34
51
44
30
27
41
35
27
24
36
31
25
22
33
29
23
20
31
26
22
19,5
29
25
21
18,5
28
24
20
17,5
27
23
19
17
26
22
18
16,5
24
21
10
2
3
52
46
69
60
42
37
55
48
36
32
48
42
34
30
45
39
31
28
41
36
30
26
39
34
28
25
37
32
27
24
36
31
26
23
35
30
25
22
33
29
16
2
3
69
62
91
80
55
50
73
64
48
43
64
56
45
40
59
52
41
37
55
48
39
35
52
46
37
33
49
43
36
32
47
42
35
31
46
40
33
30
44
38
25
2
3
90
80
119
105
72
64
956
84
63
56
83
74
59
52
77
68
54
48
71
63
51
46
68
60
49
43
64
57
47
42
62
55
45
40
60
53
43
38
57
50
35
2
3
111
99
146
128
89
79
117
102
78
69
102
90
72
64
95
83
67
59
88
77
63
56
83
73
60
53
79
69
58
51
76
67
56
50
73
64
53
48
70
61
50
2
3
133
118
175
154
106
94
140
123
93
83
123
108
86
77
114
100
80
71
105
92
76
67
100
88
72
64
95
83
69
61
91
80
67
59
88
77
64
57
84
74
70
2
3
168
149
221
194
134
119
177
155
118
104
155
136
109
97
144
126
101
89
133
116
96
85
126
111
91
80
119
105
87
77
115
101
84
75
111
97
81
72
106
93
95
2
3
201
179
265
233
161
143
212
186
141
125
186
163
131
116
172
151
121
107
159
140
115
102
151
133
109
97
143
126
105
93
138
121
101
90
133
117
96
86
127
112
120
2
3
232
206
305
268
186
165
244
214
162
144
214
188
151
134
198
174
139
124
183
161
132
117
174
153
125
111
165
145
121
107
159
139
116
103
153
134
111
99
146
129
150
2
3
258
225
334
300
206
180
267
240
181
158
234
210
168
146
217
195
155
135
200
180
147
128
190
171
139
122
180
162
134
117
174
156
129
113
167
150
124
108
160
144
185
2
3
294
255
384
340
235
204
307
272
206
179
269
238
191
166
250
221
176
153
230
204
168
145
219
194
159
138
207
184
153
133
200
177
147
128
192
170
141
122
184
163
240
2
3
344
297
459
398
275
238
367
318
241
208
321
279
224
193
298
259
206
178
275
239
196
169
262
227
186
160
248
215
179
154
239
207
172
149
230
199
165
143
220
191
121
2
3
300
394
339
532
455
315
271
426
364
276
237
372
319
256
220
346
296
236
203
319
273
225
193
303
259
213
183
287
246
205
176
277
237
197
170
266
228
189
163
255
218
La tabella 54 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 648.
Tipi di posa:
3A - Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti
4A - Tubi protettivi non circolari posati su pareti
5A - Tubi protettivi annegati nella muratura
21 - Cavità di strutture
22A - Tubi protettivi circolari posati in cavità di strutture
25 - Controsoffitti e pavimenti sopraelevati
Tabella 55 - Cavi multipolari posati in fascio, su passarelle perforate o mensole
Sezione
[mm2]
Numero
cond.
caricati
PORTATA (A)
Numero di cavi multipolari
PVC
1
EPR
PVC
2
EPR
PVC
3
EPR
PVC
4
EPR
PVC
5
EPR
PVC
6
EPR
PVC
7
EPR
PVC
8
EPR
PVC
9
EPR
PVC
10
EPR
1,5
2
3
22
18,5
26
23
17,5
15
21
18,5
15,5
13
18
16
14,5
12
17
15
13
11
15,5
14
12,5
10,5
15
13
12
10
14
12,5
11,5
9,5
13,5
12
11
9,5
13
11,5
10,5
9
12,5
11
2,5
2
3
30
25
36
32
24
20
29
26
21
17,5
25
22
19,5
16,5
24
21
18
15
22
19
17
14,5
21
18
16
13,5
19,5
17,5
15,5
13
18,5
16,5
15
12,5
18
16
14,5
12
17,5
15,5
4
2
3
40
34
49
42
32
27
39
34
28
24
34
29
26
22
32
27
24
20
29
25
23
19,5
28
24
22
18,5
26
23
21
17,5
25
22
20
17
25
21
19
16,5
24
20
6
2
3
51
43
63
54
41
34
50
43
36
30
44
38
33
28
41
35
31
26
38
32
29
25
36
31
28
23
34
29
27
22
33
28
26
22
32
27
24
21
30
26
10
2
3
70
60
86
75
56
48
69
60
49
42
60
53
46
39
56
49
42
36
52
45
40
34
49
43
38
32
46
41
36
31
45
39
35
30
43
38
34
29
41
36
16
2
3
94
80
115
100
75
64
92
80
66
56
81
70
61
52
75
65
56
48
69
60
54
46
66
57
51
43
62
54
49
42
60
52
47
40
58
50
45
38
55
48
25
2
3
119
101
149
127
95
81
119
102
83
71
104
89
77
66
97
83
71
61
89
76
68
58
85
72
64
55
80
69
62
53
77
66
60
51
75
64
57
48
72
61
35
2
3
148
126
185
158
118
101
148
126
104
88
130
111
96
82
120
103
89
76
111
95
84
72
105
90
80
68
100
85
77
66
96
82
74
63
93
79
71
60
89
76
50
2
3
180
153
225
192
144
122
180
154
126
107
158
134
117
99
146
125
108
92
135
115
103
87
128
109
97
83
122
104
94
80
117
100
90
77
113
96
86
73
108
92
70
2
3
232
196
289
246
186
157
231
197
162
137
202
172
151
127
188
160
139
118
173
148
132
112
165
140
125
106
156
133
121
102
150
128
116
98
145
123
111
94
139
118
95
2
3
282
238
352
298
226
190
282
238
197
167
246
209
183
155
229
194
169
143
211
179
161
136
201
170
152
129
190
161
147
124
183
155
141
119
176
149
135
114
169
143
120
2
3
328
276
410
346
262
221
328
277
230
193
287
242
213
179
267
225
197
166
246
208
187
157
234
197
177
149
221
187
171
144
213
180
164
138
205
173
157
132
197
166
150
2
3
379
319
473
399
303
255
378
319
265
223
331
279
246
207
307
259
227
191
284
239
216
182
270
227
205
172
255
215
197
166
246
207
190
160
237
200
182
153
227
192
185
2
3
434
364
542
456
347
291
434
365
304
255
379
319
282
237
352
296
260
218
325
274
247
207
309
260
234
197
293
246
226
189
282
237
217
182
271
228
208
175
260
219
240
2
3
514
430
641
538
411
344
513
430
360
301
449
377
334
280
417
350
308
258
385
323
293
245
365
307
278
232
346
291
267
224
333
280
257
215
321
269
247
206
308
258
300
2
3
593
497
741
621
474
398
593
497
415
348
519
435
385
323
482
404
356
298
445
373
338
283
422
354
320
268
400
335
308
258
385
323
297
249
371
311
285
239
356
298
Tabella 56 - Cavi multipolari posati in strato, su passarelle perforate
Sezione
[mm2]
Numero
cond.
caricati
PORTATA (A)
Numero di cavi multipolari
1
2
3
4
5
6
7
8
9
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
1,5
2
3
22
18,5
26
23
19,5
16,5
23
20
18
15
21
19
17
14
20
17,5
16,5
14
19,5
17,5
16
13,5
19
17
16
13,5
19
17
16
13,5
18,5
16,5
16
13,5
18,5
16,5
2,5
2
3
30
25
36
32
26
22
32
28
25
21
30
26
23
19,5
28
25
23
19
27
24
22
18,5
26
23
22
18,5
26
23
22
18
26
23
22
18
26
23
4
2
3
40
34
49
42
35
30
43
37
33
28
40
34
31
26
38
32
30
26
37
32
29
2
36
31
29
25
36
31
29
24
35
30
29
24
35
30
6
2
3
51
43
63
54
45
38
55
48
42
35
52
44
39
33
49
42
38
32
47
41
37
31
46
39
37
31
46
39
37
31
45
39
37
31
45
39
10
2
70
86
62
76
57
71
54
66
53
65
51
63
51
63
50
62
50
62
122
3
60
75
53
66
49
62
46
58
45
56
44
55
44
55
43
54
43
54
16
2
3
94
80
115
100
83
70
101
88
77
66
94
82
72
62
89
77
71
60
86
75
69
58
84
73
69
58
84
73
68
58
83
72
68
58
83
72
25
2
3
119
101
149
127
105
89
131
112
98
83
122
104
92
78
115
98
89
76
112
95
87
74
109
93
87
74
109
93
86
73
107
91
86
73
107
91
35
2
3
148
126
185
158
130
111
163
139
121
103
152
130
114
97
142
122
111
95
139
119
108
92
135
115
108
92
135
115
107
91
133
114
107
91
133
114
50
2
3
180
153
225
192
158
135
198
169
148
125
185
157
139
118
173
148
135
115
169
144
131
112
164
140
131
112
164
140
130
110
162
138
130
110
162
138
70
2
3
232
196
289
246
204
172
254
216
190
161
237
202
179
151
223
189
174
147
217
185
169
143
211
180
169
143
211
180
167
141
208
177
167
141
208
177
95
2
3
282
238
352
298
248
209
310
262
231
195
289
244
217
183
271
229
212
179
264
224
206
174
257
218
206
174
257
218
203
171
253
215
203
171
253
215
120
2
3
328
276
410
346
289
243
361
304
269
226
336
284
253
213
316
266
246
207
308
260
239
201
299
253
239
201
299
253
236
199
295
249
236
199
295
249
150
2
3
379
319
473
399
334
281
416
351
311
262
388
327
292
246
364
307
284
239
355
299
277
233
345
291
277
233
345
291
273
230
341
287
273
230
341
287
185
2
3
434
364
542
456
382
320
477
401
356
298
444
374
334
280
417
351
326
273
407
342
317
266
396
333
317
266
396
333
312
262
390
328
312
262
390
328
240
2
3
514
430
641
538
452
378
564
473
421
353
526
441
396
331
494
414
386
323
481
404
375
314
468
393
375
314
468
393
370
310
462
387
370
310
462
387
300
2
3
593
497
741
621
522
437
652
546
486
408
608
509
457
383
571
478
445
373
556
466
433
363
541
453
433
363
541
453
427
358
534
447
427
388
534
447
Tabella 57 - Cavi multipolari posati in strato, su mensole
Sezione
[mm2]
Numero
cond.
caricati
PORTATA (A)
Numero di cavi multipolari
1
2
3
4
5
6
7
8
9
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
PVC
EPR
1,5
2
3
22
18,5
26
23
19
16
23
20
18
15
21
19
17,5
15
21
18,5
17,5
15
21
18,5
17,5
14,5
21
18
17,5
14,5
21
18
17
14,5
20
18
17
14,5
20
18
2,5
2
3
30
25
36
32
26
22
31
28
25
21
30
26
24
20
29
26
24
10
29
26
24
20
28
25
24
20
28
25
23
19,5
28
25
23
19,5
28
25
4
2
3
40
34
49
42
35
30
43
37
33
28
40
34
32
27
39
34
32
27
39
34
32
27
39
33
32
27
39
33
31
27
38
33
31
27
38
33
6
2
3
51
43
63
54
44
37
55
47
42
35
52
44
41
34
50
43
41
34
50
43
40
34
50
43
40
34
50
43
40
34
49
42
40
34
49
42
10
2
3
70
60
86
75
61
52
75
65
57
49
71
62
56
48
69
60
56
48
69
60
55
47
68
59
55
47
68
59
55
47
67
59
55
47
67
59
16
2
3
94
80
115
100
82
70
100
87
77
66
94
82
75
64
92
80
75
64
92
80
74
63
91
79
74
63
91
79
73
62
90
78
73
62
90
78
25
2
3
119
101
149
127
104
88
130
110
98
83
122
104
95
81
119
102
95
81
119
102
94
80
118
100
94
80
118
100
93
79
116
99
93
79
116
99
35
2
3
148
126
185
158
129
110
161
137
121
103
152
130
118
101
148
126
118
101
148
126
117
100
146
125
117
100
146
125
115
98
144
123
115
98
144
123
50
2
3
180
153
225
192
157
133
196
167
148
125
185
157
144
122
180
154
144
122
180
154
142
121
178
152
142
121
178
152
140
119
176
150
140
119
176
150
70
2
3
232
196
289
246
202
171
251
214
190
161
237
202
186
157
231
197
186
157
231
197
183
155
228
194
183
155
228
194
181
153
225
192
181
153
225
192
95
2
3
282
238
352
298
245
207
306
259
231
195
289
244
226
190
282
238
226
190
282
238
223
188
278
235
223
188
278
235
220
186
275
232
220
186
275
232
120
2
3
328
276
410
346
285
240
357
301
269
226
336
284
262
221
328
277
262
221
328
277
259
218
324
273
259
218
324
273
256
215
320
270
256
215
320
270
150
2
3
379
319
473
399
330
278
412
347
311
262
388
327
303
255
378
319
303
255
378
319
299
252
374
315
299
252
374
315
296
249
369
311
296
249
369
311
185
2
3
434
364
542
456
378
317
472
397
356
298
444
374
347
291
434
365
347
291
434
365
343
288
428
360
343
288
428
360
339
284
423
356
339
284
423
356
240
2
3
514
430
641
538
447
374
558
468
421
353
526
441
411
344
513
430
411
344
513
430
406
340
506
425
406
340
506
425
401
335
500
420
401
335
500
420
300
2
593
741
516
645
486
608
474
593
474
593
468
585
468
585
463
578
463
578
3
497
621
432
540
408
509
398
497
398
497
393
491
393
491
388
484
388
484
3.29.2
Codici di individuazione e colori dei cavi
L’individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici è disciplinata dalla norma CEI EN
60446 (CEI 16-4) che prevede:
- il colore giallo/verde va usato unicamente per indicare il conduttore di protezione e per nessun
123
altro scopo; i conduttori di messa a terra funzionale che non sono idonei a realizzare la messa a
terra di sicurezza e, conseguentemente, fanno capo a distinto dispersore, non devono essere di
colore giallo-verde.
- Il colore blu-chiaro è destinato al conduttore neutro o al conduttore mediano. Se un circuito
comprende il neutro è obbligatorio ed esclusivo l’uso del colore blu chiaro.
- Il colore nero è raccomandato per tutti gli altri conduttori che non siano il conduttore di protezione
o il neutro.
- Il colore marrone può essere usato in alternativa al nero o come colore addizionale per
individuare particolari circuiti o sezioni di circuito.
Non è vietato l’uso di altri colori laddove necessari per individuare particolari funzioni; per i cavi
unipolari senza guaina, oltre ai colori di cui sopra vengono validati i seguenti ulteriori colori: grigio,
arancione, rosa, rosso, turchese, violetto, bianco.
Per quanto riguarda invece l’individuazione dei conduttori mediante codici alfanumerici si veda la
tabella 58.
Tabella 58
Individuazione
Designazione dei conduttori
Notazione
alfanumerica
normalizzata
Simbolo
grafico
normalizzato
Colore
Normalizzato
Consigliato
Sistema
di
alimentazione
in
corrente
alternata
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Neutro
L1
L2
L3
N
Non specificato
Non specificato
Non specificato
Blu chiaro
Nero o marrone
Nero o marrone
Nero o marrone
Blu chiaro
Apparecchio in
corrente
alternata
Fase 1
Fase 2
Fase 3
U
V
W
Non specificato
Non specificato
Non specificato
Nero o marrone
Nero o marrone
Nero o marrone
Non specificato
Non specificato
Blu chiaro
Rosso
Nero
Blu chiaro
Giallo verde
Non specificato
Non specificato
Giallo verde
Bianco
Bianco
Grigio,
arancione,
rosa, turchese,
violetto
Sistema
corrente
continua
in
Positivo
Negativo
Conduttore
mediano
Conduttore di protezione terra
Terra
Terra senza disturbi
Ritorni o altri circuiti diversi dai
suddetti
L+
LM
+
-
PE
E
TE
Libera
(con
esclusione
delle
sigle
sopra indicate)
Nota: il colore bianco può essere utilizzato quando la terra non è idonea alla protezione contro i
contatti indiretti ed è perciò vietato utilizzare il colore giallo verde
3.29.3
Cavi per energia
Le caratteristiche dei cavi per energia sono riportate nelle tabelle CEI UNEL.
In generale si ricorda che per condutture fisse, i cavi in rame devono avere una sezione minima di
1,5 mm2 per i circuiti di potenza e di 0,5 mm 2 per il circuito di segnalazione e ausiliari di comando.
Nel caso di condutture mobili, realizzate con cavi flessibili destinate ad alimentare uno specifico
apparecchio e/o alle indicazioni fornite dal costruttore dell'apparecchio; nel caso di circuiti a
bassissima tensione o per altre applicazioni, la sezione minima è di 0,75 mm 2.
3.29.4
Sezione minima conduttori neutro
Il conduttore di neutro deve avere almeno la stessa sezione dei conduttori di fase:
- nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori;
124
- nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la dimensione dei conduttori di fase
sia inferiore od uguale a 16 mm2 se in rame od a 25 mm2 se in alluminio.
3.29.5
Cadute di tensioni massime ammesse
In generale la caduta di tensioni massima ammessa è del 4% della tensione nominale; salvo che
siano stati concordati valori diversi con il committente.
Per le tabelle aggiornate della caduta di tensione, si rimanda alla pubblicazione CEI UNEL 35023,
terza edizione, in vigore dallo 01/06/2009.
3.30
3.30.1
Centrali tecnologiche
Centrale termica
Leggi e Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi
dalle miniere)
CEI EN 60079-17 (CEI 31-34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di
gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi
pericolosi
CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi Esempi di applicazione
D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la
determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi
Circ. n° 91 del 14/09/1961: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi
D.M. 28/04/2005: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi
D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi
EN 12464-1: Light and lighting - Lighting of work placet - Part 1: Indoor work places (Luce e
Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro. Parte 1: Luoghi di lavoro interni)
Direttiva 90/396/CEE: Direttiva del consiglio del 29 giugno 1990 concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri in materia di apparecchi a gas.
DPR 661/96: Regolamento per l'attuazione della direttiva 90/396/CEE concernente gli apparecchi a
gas.
Direttiva ATEX 99/92/CE: Direttiva del 16 dicembre 1999 del parlamento europeo e del consiglio,
relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive
D.Lgs. 233/03: Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il
miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere
esplosive - Combustibile gassoso
D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'articolo 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
D.Lgs. 106/2009: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n°81, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Classificazione
Centrali termiche
125
Gli impianti elettrici destinati all'alimentazione delle centrali termiche, ai servizi ad esse connesse
ed agli ambienti di installazione delle centrali stesse devono essere realizzati ottemperando a
particolari prescrizioni.
Si possono operare le seguenti distinzioni:
1) impianti termici alimentati a gas, soggetti a disposizioni legislative;
2) impianti termici che utilizzano come combustibile carbone polverizzato o fluidi infiammabili.
Indipendentemente poi dal tipo di combustibile utilizzato, si opera una distribuzione delle centrali
termiche in base alla potenzialità del focolare; in tal senso si hanno:
a) impianti termici con potenzialità inferiore a 30.000 kcal/h;
b) impianti termici con potenzialità superiore a 30.000 kcal/h.
Per gli impianti termici di tipo a) non sono previste particolari prescrizioni, ad esclusione degli
ambienti per il deposito di gasolio e dell'olio combustibile con capacità complessiva superiore a 0,5
m3.
Per gli impianti di tipo b) valgono invece le prescrizioni particolari contenute nelle nuove norme
europee CEI EN 60079-10 e CEI EN 60079-14.
3.30.1.1
Impianti termici alimentati a gas
Centrali termiche a combustibile gassoso
Le prescrizioni che seguono valgono per gli impianti elettrici degli impianti termici alimentati a gas di
potenzialità superiore a 35 kW.
In questa categoria rientrano, ad esempio, gli impianti termici con i vincoli di cui sopra destinati a:
a) riscaldamento di ambienti;
b) riscaldamento di acqua per utenze civili;
c) cucine, lavaggio stoviglie, sterilizzazione e disinfezione mediche;
d) lavaggio biancheria e simili;
e) distruzione rifiuti (fino a 1 t/giorno);
f) forni da pane e forni di altre imprese artigiane trattanti materiali non combustibili e non
infiammabili.
Gli impianti termici di cui al presente paragrafo devono essere realizzati in conformità alle Norme
UNI-CIG.
Il luogo di installazione è considerato a pericolo d'incendio e pertanto gli impianti elettrici devono
avere custodie il cui grado di protezione deve essere maggiore o uguale a IP 4X e le custodie
devono essere posizionate come riportato nella tabella 63.
(E' tuttavia consigliato un grado di protezione non inferiore a IP44).
Tabella 63 - Altezza di posizionamento delle custodie
Densità relativa
all’aria d
d > 1,1
0,5 m sopra del livello di deflusso di liquido dal
pavimento del locale
d < 0,9
0,5 m sotto del limite superiore delle aperture di
aerazione del locale
0,9 < d < 1,1
3.30.1.2
Altezza di posizionamento
nella zona compresa tra i due limiti sopra indicati
Impianti alimentati con fluidi infiammabili
Impianti termici alimentati con fluidi infiammabili
Trattasi di impianti termici alimentati mediante derivati del petrolio: generalmente gasolio.
Il gasolio ha una temperatura di infiammabilità compresa tra 55 °C e 65 °C.
Non essendo previsto il preriscaldamento del gasolio, il luogo non presenta pericolo d’esplosione.
Una centrale termica a gasolio può essere un ambiente a maggior rischio in caso di incendio se la
classe del compartimento antincendio risulta di classe uguale o superiore a 30.
La classe del compartimento a sua volta dipende dal quantitativo di gasolio che può alimentare un
eventuale incendio.
126
Si rendono pertanto possibili le seguenti due situazioni:
A) classe del compartimento uguale o superiore a 30: la centrale termica è un ambiente a maggior
rischio in caso d’incendio e ad essa si applicano le disposizioni della Norma CEI 64-8, Parte 7,
Sezione 751.
B) classe del compartimento inferiore a 30: la centrale termica è un ambiente ordinario e gli
impianti elettrici possono essere eseguiti nel rispetto delle regole generali della Norma CEI 64-8.
In generale gli impianti elettrici sono costituiti dalle seguenti parti principali:
- linea di alimentazione;
- interruttore di emergenza da installare fuori dalle zone AD;
- quadro di comando per i circuiti di alimentazione della centrale termica;
- linee di distribuzione agli utilizzatori e relativi controlli automatici;
- blocco di sicurezza sulla linea del bruciatore;
- impianto di illuminazione;
- prese a spina.
Per quanto concerne l'impianto di illuminazione, occorre precisare:
- i punti luce devono essere installati direttamente a soffitto o a parete;
- il valore minimo di illuminamento è di 60 lx;
- gli apparecchi illuminanti devono possedere una protezione meccanica;
- il comando dei punti luce deve avvenire presso le porte d'ingresso;
- gli apparecchi di comando e le prese a spina devono essere posizionati ad un'altezza di 1,5 m
dal pavimento (salvo diversa precisazione).
E' opportuno prevedere, anche quando non imposti dalle Norme, uno o più impianti di segnalazione
e/o allarme, da eseguirsi in funzione delle specifiche esigenze dell'impianto termico.
Gli attuatori acustici dovranno essere installati nella guardiola (se esistente) o in altra posizione in
cui il segnale sia chiaramente udibile (è sempre consigliata l'installazione di un attuatore nell'atrio
d'ingresso).
Ulteriori prescrizioni impiantistiche
1) Linee supplementari. E' vietata l'installazione nella centrale termica di linee d'alimentazione di
impianti elettrici ausiliari o telefonici che non siano di pertinenza della centrale. Qualora sia
necessaria la predisposizione di una presa telefonica è necessario contattare il gestore telefonico e
seguire le istruzioni relative.
2) Operazioni di manutenzione. Devono essere agevolate, prevedendo a tal fine l'installazione di un
quadro elettrico completo delle apparecchiature di interruzione, di protezione e con le seguenti
prese opportunamente protette:
- n°1 presa 2P + T, portata 10 A, tensione 220 V;
- n°1 presa 2P + T, portata 16 A, tensione 220 V;
- n°1 presa trifase da 16 A, interbloccata, con tensione 380 V.
Caldaia murale
Nel caso di caldaie murali, con potenza termica inferiore a 35kW, l’installazione è regolata dalla
norma UNI CIG 7129 sugli “impianti a gas per uso domestico alimentati da rete pubblica” nella
quale vengono indicati i criteri di installazione, manutenzione, progettazione della parte idraulica,
compresa la ventilazione del locale.
L’impianto di alimentazione elettrica non richiede requisiti particolari. E’ comunque opportuno
installare in prossimità della caldaia, un interruttore automatico per il comando e per il
sezionamento per la manutenzione.
Verifiche
Le specifiche di cui sopra e l'integrità dell'impianto deve essere mantenuta per tutta la durata della
vita attiva delle centrali termiche; è pertanto necessario, oltre ad una verifica iniziale, provvedere:
a) regolari verifiche periodiche; oppure
b) continua supervisione da parte di personale esperto in accordo con la norma CEI EN 60079-17
(CEI 31- 34).
L’intervallo fra le verifiche periodiche non deve superare tre anni.
Il livello medio di illuminamento consigliato nelle centrali termiche è di 100 lx.
3.30.2
Centrale di condizionamento
127
Leggi e norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici
- Criteri generali
DM 12/4/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione. La
costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibile gassoso
DM 28/04/05 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi
CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine
- Parte 1: Regole generali
Condizionatori d’aria e impianti di climatizzazione
Lo Standard ISO 7730/84 definisce il comfort termico come la “condizione mentale che esprime
soddisfazione per l’ambiente termico”. Tale soddisfazione viene raggiunta, in determinati ambienti,
mediante impianti di climatizzazione.
La climatizzazione degli ambienti può avvenire mediante:
- centrali di climatizzazione;
- unità locali.
Centrali di climatizzazione
Le centrali di climatizzazione contengono uno o più condizionatori di tipo centrale ove l’aria viene
sottoposta ad una serie di trattamenti per essere distribuita negli ambienti serviti. Negli impianti
centralizzati di condizionamento aventi potenza superiore a 75kW, condizionatori, i gruppi
frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori
a 50.000 m3/h (portata volumetrica).
Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le
eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno
REI 60 dotate di congegno di autochiusura.
In questi impianti, i condizionatori, oltre alla sezione filtrante ed a quella di raffreddamento e
riscaldamento costituita da batterie, hanno una serie ventilante costituita da un ventilatore ad una o
due giranti. Per regolare il fluido inviato nelle batterie e l’aria in entrata ed in uscita s’impiegano
inoltre apparecchiature spesso elettriche od elettroniche. Di conseguenza si deve provvedere
all’allacciamento del motore del ventilatore ed a quello delle apparecchiature di regolazione.
I ventilatori vengono generalmente forniti con motore privo di protezione per cui è necessario
scegliere il salvamotore che dev’essere installato sul quadro di sezione. I motori impiegati sono
generalmente asincroni trifasi a 4 o 6 poli e talora raggiungono potenze molto elevate, dell’ordine di
30 kW.
Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto
facilmente accessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso di incendio.
Le apparecchiature di regolazione elettriche od elettroniche installate nei condizionatori di tipo
centrale vengono generalmente alimentate alla tensione di 24 V e necessitano quindi di un
trasformatore 220/24 V. I motori dei servocomandi hanno un assorbimento massimo dell’ordine di
20-30 W e la protezione viene per lo più effettuata solo a monte del trasformatore sul quadro di
sezione. Per i collegamenti si impiega un cavo di sezione non inferiore a 1,5 mm 2 e nel caso di
numerose apparecchiature da collegare è consigliabile suddividere le linee di alimentazione
dotandole di protezione singola.
Unità locali
Vanno rapidamente diffondendosi per la climatizzazione in ambito civile e del terziario apparecchi
da installare direttamente nei locali interessati.
In questi casi si hanno condizionatori il cui funzionamento è provocato da un compressore che
comprime uno speciale gas refrigerante nel condensatore dove si raffredda e diventa liquido.
Proseguendo in un circuito sigillato, il liquido passa nell’evaporatore dove si espande scendendo a
bassissima temperatura in forma di gas. Infine il gas, sottraendo calore all’ambiente, si riscalda
leggermente e torna al compressore dove il circolo ricomincia.
I condizionatori per unità locali sono disponibili in due modelli:
- Monoblocco; in tal caso sono composti da un unico elemento che riunisce tutti i componenti
128
dell’apparecchio. Un tubo snodato, del diametro di una quindicina di centimetri, da inserire in un
apposito alloggiamento, serve a convogliare l’aria calda fuori dall’ambiente da rinfrescare. Di solito,
se ne posiziona l’estremità, di forma appiattita, tra i battenti di una finestra socchiusa.
- Split; di costruzione più recente, offrono prestazioni migliori del Monoblocco. I condizionatori di
tipo Split sono composti di due elementi: il primo, da collocare all’interno dell’appartamento,
contiene l’evaporatore, un sistema di ventilazione (che convoglia l’aria calda dell’ambiente
attraverso l’evaporatore, raffreddandola) ed il compressore; il secondo comprende il condensatore
e il ventilatore per il raffreddamento del refrigerante.
I due elementi, di cui quello esterno decisamente più piccolo, sono collegati da una canaletta
snodabile, al cui interno corrono i due tubi del circuito del gas refrigerante e un cavo elettrico.
I condizionatori per unità locali, vengono considerati normali elettrodomestici e pertanto, in genere,
non richiedono particolari soluzioni impiantistiche; è tuttavia consigliabile, qualora se ne preveda
l’installazione in un nuovo impianto, riservare a loro una linea dedicata, comandata da un
interruttore magnetotermico dal centralino di piano e/o di appartamento e protetta con un
interruttore differenziale da 30 mA.
Manutenzione
Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti:
- dispositivi di interruzione dell’alimentazione;
- provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano
riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica.
A tale scopo possono essere utilizzati:
- blocchi meccanici sui dispositivi di interruzione;
- collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave.
Per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di:
- una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso);
- una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase.
3.30.3
Centrale idrica e di sollevamento acque nere
Norme di riferimento
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente
alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione)
CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici
utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri
generali
CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario
Equipaggiamento elettrico delle macchine
Parte 1: Regole generali
La centrale idrica e l’eventuale impianto di sollevamento delle acque nere possono essere
progettati e costruiti, relativamente alle parti elettriche di detti impianti, secondo quanto disposto
agli articoli 4.4.2 e 4.4.3 della Guida CEI 64-50. In particolare:
- per la centrale idrica, conviene utilizzare, per uniformità d’impianto, componenti elettrici dello
stesso tipo di quelli usati nella centrale di condizionamento.
L’impianto idrico è di solito costituito da una autoclave a due pompe (una di riserva all’altra) e da un
compressore per la creazione di un cuscinetto d’aria nella autoclave.
Si consiglia di installare le apparecchiature necessarie a realizzare l’automatica alternanza nel
funzionamento delle pompe.
L’impianto elettrico è costituito da condutture elettriche e da un quadro di comando, protezione e
controllo.
- Per la centrale di sollevamento delle acque nere valgono le stesse indicazioni fornite per la
centrale idrica.
Particolare attenzione va tuttavia posta, per la parte di impianto elettrico relativo agli apparecchi
sommersi (pompe, galleggianti, ecc.), al mantenimento del necessario grado di protezione contro la
penetrazione di liquidi e, per le parti esposte ad esalazioni, al pericolo di corrosione.
E’ opportuno prevedere un impianto di segnalazione del livello di guardia e di relativo allarme.
Per tutti questi impianti devono essere previste singole linee indipendenti, ciascuna protetta da un
129
proprio interruttore automatico differenziale installato alla partenza dal quadro dei servizi generali.
Tali linee indipendenti devono far capo ai quadri di distribuzione delle apparecchiature elettriche dei
singoli impianti.
E' necessario inoltre concordare preventivamente con il Committente se il complesso dei quadri di
distribuzione per ogni singolo impianto, i relativi comandi e controlli e le linee derivate, fanno parte
dell'appalto degli impianti elettrici, nel qual caso è compito del Committente fornire tutti gli elementi
necessari.
In ogni caso per ogni impianto tecnologico è necessario:
- che venga installato un quadro ad armadio, per il controllo e la protezione di tutti gli utilizzatori;
- che vengano previste tubazioni e condutture di dimensioni adeguate e realizzate secondo le
prescrizioni precisate al paragrafo 13 del presente Capitolato, fino ai morsetti finali degli utilizzatori.
Prescrizioni per la manutenzione
Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti:
- dispositivi di interruzione dell’alimentazione (in accordo con la Norma CEI 64-8, art. 463.1);
- provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano
riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica (in accordo con la Norma CEI 648, art. 463.2).
Sono considerati idonei i seguenti dispositivi/provvedimenti::
- blocco meccanico sul dispositivo di interruzione;
- scritte od altre opportune segnalazioni;
- collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave.
Inoltre per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di:
- una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso);
- una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase.
130
4
PRODOTTI
4.1
4.1.1
Serie civili
Componenti generali
La serie civile da incasso da installare dovrà avere le seguenti caratteristiche:
 essere in colore bianco lucido RAL9010 oppure in colore nero lucido;
 possedere una vasta gamma di funzioni tra cui interruttori a sfioramento “a scomparsa” protetti da una
placca di copertura in cristallo;
 prevedere un’ampia gamma di apparecchiature per il comfort, la sicurezza, la rivelazione e la regolazione;
 prevedere dispositivi Radio che consentano modifiche dell’impianto elettrico senza ricorrere ad opere
murarie;
 prevedere prese a spina in colore arancione, verde e rosso;
 offrire prese a spina con copertura scorrevole con placca a spina disinserita;
 prevedere prodotti per la realizzazione di impianti domotici tramite BUS;
 consentire l’installazione da incasso in placche con membrana cedibile, che prevedono un grado di
protezione minimo IP55;
 consentire l’installazione in scatole da parete con grado di protezione fino a IP55;
 consentire l’installazione in scatole da parete con grado di protezione IP56 garantito anche a spina
inserita;
 consentire l’illuminazione dei punti di comando con lampade a led, al neon, ad incandescenza,
fluorescenti;
 offrire la possibilità di illuminazione, a mezzo led, delle prese di corrente schuko;
 offrire la possibilità di utilizzo di lampadine a led nei pulsanti campanello;
 prevedere placche di finitura:
- in tecnopolimero con un’ampia gamma di colori(almeno 20)
- in tecnopolimero doppio strato con cornicetta intercambiabile e personalizzabili a mezzo
software/stampante in almeno 8 colori;
- in metallo con cornicetta intercambiabile in almeno 7 colori ed almeno una placca "neutra" con
trattamento superficiale verniciabile;
- in alluminio con cornicetta intercambiabile in almeno 2 colori;
- in vetro con cornicetta intercambiabile in almeno 5 colori;
- in legno con cornicetta intercambiabile in almeno 2 colori;
 prevedere placche di finitura in metallo protette, a mezzo viti speciali, contro l'asportazione/furto;
 prevedere la possibilità di installazione in scatole portafrutto a 3, 4, 6/7 moduli allineati o multiple fino a 18
moduli secondo necessità e/o specifiche da incassare nella parete con profondità non inferiore a 45mm;
 prevedere la possibilità di utilizzo in scatole per pareti leggere e cartongesso dotate di ganci metallici di
fissaggio alla parete;
 prevedere possibilità di utilizzo in scatole per pareti con tecnologia gas-beton autofissanti.
4.1.1.1
Dispositivi di comando
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60669-1 (CEI 23-9): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso
domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 60669-2-1(CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per
uso domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 1: Interruttori elettronici
CEI EN 60669-2-2(CEI 23-62): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per
uso domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 2: interruttori con comando a distanza
(RCS)
Caratteristiche generali
I comandi, in 1 o 2 moduli, si devono montare (e smontare) dal fronte delle armature portapparecchi ed
avere le seguenti caratteristiche:
 interruttori, deviatori e invertitori di comando con corrente nominale di 10A, 16A, 20A;
 morsetto "comune" deviatori rialzato rispetto ai morsetti in deviazione per consentire un'immediata
individuazione al tatto anche in condizioni di non perfetta illuminazione;
 pulsanti con contatti 1P NA, 1P NC, 2P NA, 1P NA doppio, 1P NA doppio con frecce direzionali, 2P NA
131
doppio con interblocco meccanico; 1P NA+NC di emergenza colore rosso;
 comandi a chiave con codifica personalizzata;
 pulsante con targhetta portanome, in 2 moduli, illuminabile con lampadine con attacco E10 1,5W max ad
incandescenza o a led;
 tasto con una grande superficie, secondo quanto recita il D.P.R. 384 relativo alle barriere architettoniche,
con dimensioni, per la versione 1 modulo 22,5mm di base e 45mm in altezza. Per la versione 2 moduli
45mm di base e 45mm in altezza;
 possibilità di scelta tra tasto completamente liscio (cieco) e tasto con gemma illuminabile;
 possibilità di personalizzazione frontale dei tasti;
 ampia gamma di tasti intercambiabili con simbologie varie (luce scale, suoneria, lampada, chiave,
resistenza elettrica, boiler);
 morsetti doppi con chiusura a mantello e viti a doppia impronta imperdibili per il serraggio dei conduttori
flessibili di sezione fino a 4mm² o rigidi fino a 6mm²;
 corpo in materiale termoplastico resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C;
 rivelatore di presenza a raggi infrarossi passivi per accensione luci, in 1 modulo, con regolazione frontale
del ciclo di temporizzazione da 20 secondi a 5 minuti e regolazione frontale sensibilità di lettura della
luminosità ambiente;
 relè elettromeccanico passo-passo, in 1 modulo, con contatto 1P NA 10 A e alimentazione bobina a
230Vca;
 possibilità di comando e dimmerazione luci per mezzo di comandi a sfioro;
 possibilità di rendere i comandi nascosti dietro ad una placca in cristallo, sensibili al semplice tocco o
sfioramento della placca stessa, dalla quale grazie ad un led luminoso, far trasparire il punto di comando
rendendolo pertanto riconoscibile anche in condizioni di oscurità.
4.1.1.2
Prese di corrente
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI 23-50: Prese a spina per usi domestici e similari - Parte 1: Prescrizioni generali
Caratteristiche generali
Le prese di corrente, in 1 o 2 moduli, si devono montare (e smontare) dal fronte delle armature
portapparecchi ed avere le seguenti caratteristiche:
 ampia gamma che prevede:
- prese standard italiano (poli allineati) da 10A, 16A, bipasso 10/16A;
- prese standard schuko 16A con terra laterale e centrale, illuminabili;
- prese schuko bipasso con terra laterale e centrale, illuminabili;
- prese per rasoi con trasformatore di sicurezza;
- prese di vari standard mondiali;
 prese standard italiano bipasso e schuko bipasso disponibili nei colori nero lucido, bianco RAL9010,
rosso, verde, arancione per la suddivisione ed individuazione dei diversi servizi e/o circuiti;
 dimensioni, per la versione 1 modulo, 22,5mm di base e 45mm in altezza. Per la versione 2 moduli
45mm di base e 45mm in altezza;
 morsetti doppi con chiusura a mantello e viti a doppia impronta imperdibili per il serraggio dei conduttori
flessibili di sezione fino a 4mm² o rigidi fino a 6mm²;
 corpo in materiale termoplastico resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C;
 alveoli schermati contro l’introduzione del filo da 1mm;
 possibilità di cablaggio rapido prese a standard italiano mediante ponticello isolato precablato.
4.1.1.3
Prese telefoniche e dati
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di prese telefoniche e dati:
 presa telefonica RJ11 con morsetti a vite;
 presa telefonica RJ12 con morsetti a vite;
 prese dati/fonia RJ45 categoria 5 enanched non schermate e schermate;
 prese dati/fonia RJ45 categoria 6 non schermate e schermate;
132

















presa telefonica standard inglese “BT SECONDARY” 6 contatti con morsetti a vite;
presa per fibra ottica duplex standard SG;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 FANTON;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 PANDUIT;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 BRAND-REX;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AMP;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 3M;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AT&T;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 CEAM-QUBIX;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 KRONE;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 RSX;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 CLIPSAL;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AMPHENOL;
adattatore per alloggiamento connettori RJ45 Infra+ Schneider electric;
adattatore per alloggiamento n° 2 connettori BNC femmina.
connettore per connessioni video in bassa frequenza BNC femmina;
connettore per connessioni audio in bassa frequenza RCA femmina;
Le prese RJ45, per fibra ottica e gli adattatori dovranno prevedere frontalmente un vetrino trasparente e
relativo cartellino per consentire all'installatore/utente l'identificazione del tipo di presa.
4.1.1.4
Prese TV/SAT
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 50083-4: Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi, segnali sonori e servizi interattivi
Parte 4: Apparecchiature passive a larga banda per impianti di distribuzione con cavi coassiali
CEI EN 60169-24 (CEI 46-26): Connettori per radiofrequenze - Parte 24: Connettori coassiali per
radiofrequenze con accoppiamento a vite, tipicamente da utilizzarsi nei sistemi di distribuzione con cavi a 75
ohm (Tipo F)
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di prese TV/SAT per la ricezione di segnali terrestri e
satellitari con le seguenti caratteristiche:
 efficienza di schermatura di classe A o A+;
 immuni alle emissioni elettromagnetiche (EMC) presenti nell’ambiente;
 di tipo dirette, passanti o terminali;
 in 1 modulo con porta utente IEC maschio di diametro 9,5mm (conforme alla HD 134.2 S2), in 1 modulo
con porta utente IEC femmina di diametro 9,5mm, in 1 modulo con porta utente femmina tipo "F" (conforme
alla EN 60169-24);
 in 2 moduli di tipo demiscelate TV-FM/SAT per ricezione di segnali TV terrestri, satellitari e Radio con 2 e
3 porte utente;
 gamma di frequenza compresa tra da 0 e 2400MHz per poter utilizzare il canale di ritorno necessario per
la fruizione dei servizi interattivi;
 consentire il cablaggio del cavo coassiale in ingresso a mezzo connettori maschio tipo F con grado di
schermatura in classe A+;
 possibilità di diversificazione del tipo di presa (TV o SAT) a mezzo etichetta adesiva.
4.1.1.5
Dispositivi di protezione
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60898-1 (CEI 23-3/1): Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti
domestici e similari - Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata
CEI EN 61009-1 (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per
installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 61009-1 app. G (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per
installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali
133
CEI EN 61008-1 (CEI 23-42): Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per
installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 61543 (CEI 23-53): Interruttori differenziali (RCD) per usi domestici e similari - Compatibilità
elettromagnetica
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di una gamma di apparecchiature di protezione comprendente:
 interruttori automatici magnetotermici 1P+N;
 interruttori automatici magnetotermici differenziali 1P+N;
 interruttori differenziali puri 2P;
 portafusibili per fusibili in miniatura 1P.
Le caratteristiche principali degli interruttori dovranno essere le seguenti:
 tensione nominale: 230Vca;
 corrente nominale: 6A, 10A, 16A;
 potere di interruzione: 1,5kA o 3kA;
 classe di limitazione: 3;
 curva caratteristica interruttori magnetotermici e interruttori differenziali magnetotermici: curva C;
 classe interruttori differenziali magnetotermici e interruttori differenziali puri: classe A;
 corrente differenziale interruttori differenziali magnetotermici: Idn 10mA;
 corrente differenziale interruttori differenziali puri: Idn 30mA;
 n° moduli interruttori automatici magnetotermici: 1 modulo;
 n° moduli interruttori automatici magnetotermici differenziali e interruttori differenziali puri: 2 moduli
Le caratteristiche principali dei portafusibili dovranno essere le seguenti:
 corrente nominale: 16A;
 dimensione fusibile: 5x20mm
 n° moduli: 1 modulo
4.1.1.6
Segnalazioni ottiche ed acustiche
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di segnalazioni ottiche ed acustiche quali:
 spie di segnalazione in 1 modulo con diffusore rosso, verde, trasparente, rosso/verde con possibilità di
personalizzazione con etichette riportanti scritte e simbologie varie;
 spia di segnalazione sporgente (fuoriporta) in 2 moduli;
 segnagradino/segnapasso a led bianco con fascio di luce orientato verso il basso. Possibilità di scelta se
alimentare lo stesso prodotto a 12-24Vcc/ca o 230Vca;
 suonerie elettromeccaniche con alimentazione a 12Vca o 230Vca;
 ronzatori elettromeccanici con alimentazione a 12Vca o 230Vca;
 suoneria elettronica in 1 e 2 moduli con possibilità di scelta tra 6 diversi suoni acustici, possibilità di
regolazione frontale dell’intensità sonora e con alimentazione 12Vcc/ca;
 suoneria per persone con difficoltà di udito con pressione acustica fino a 90dB a 3 metri;
 segnalatore elettronico ausiliario con alimentazione 12/24Vcc/ca;
 lampada anti black-out estraibile con estrazione a “push”. Dotata di lampada a led di colore bianco ad
alta efficienza e basso consumo; autonomia 2 ore; possibilità di trasformazione in lampada fissa mediante
apposita vite di bloccaggio; gancio estraibile per posizionamento a parete; completa di batterie ricaricabili e
sostituibili.
4.1.1.7
Apparecchiature per il comfort
La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di apparecchiature per la variazione dell'intensità
luminosa, per il controllo orario dei carichi e per il controllo della temperatura ambiente. Queste ultime, in
particolare, devono garantire massime prestazioni per il risparmio energetico quali:
 differenziale termico minimo: vengono rilevate velocemente variazioni di temperatura in modo da evitare
eccessive escursioni della temperatura ambiente controllata;
134
 deriva sotto carico ridotta al minimo, ovvero la variazione tra la temperatura regolata quando il contatto
del termostato è a vuoto e quando invece è a pieno carico elettrico.
4.1.1.7.1
Dimmer
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60669-2-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa
domestico e similare - Parte 2-1: Prescrizioni particolari - interruttori elettronici
per
uso
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di una gamma di dimmer (variatori di intensità luminosa e variatori per
agitatori d’aria) in grado di regolare tutti i tipi di carico presenti sul mercato: resistivi, indittivi, capacitivi
(lampade ad incandescenza e alogene, trasformatori ferromagnetici per lampade alogene a bassa tensione,
trasformatori lamellari, trasformatori toroidali, trasformatori elettronici, agitatori d’aria, ventole e aspiratori con
motori ad induzione con fase ausiliaria). Il comando e la regolazione del carico dovrà avvenire a mezzo di
manopola rotativa posta sul fronte dei dispositivi oppure a mezzo pulsante incorporato (push) nei dispositivi
stessi.
Altre caratteristiche:
 tensione nominale: 230Vca - 50Hz;
 led frontale per un’immediata individuazione al buio;
 n° moduli: 1.
4.1.1.7.2
Orologio programmatore
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60730-1: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 1
CEI EN 60730-2-7: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 2: Norme
particolari per timer e temporizzatori
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di un programmatore orario elettronico giornaliero/settimanale/annuale,
contenuto in 2 moduli. Alimentato con inserzione diretta alla tensione di rete di 230Vca e frequenza 50Hz,
può governare un carico connesso ai morsetti di uscita. Dovrà prevedere la parte frontale estraibile per
consentire la programmazione in posizione più agevole. Sulla parte frontale dovranno essere previsti quattro
pulsanti, che consentono la programmazione del dispositivo, ed un display LCD retroilluminato per
l’indicazione dello stato di funzionamento del programmatore stesso.
4.1.1.7.3
Termostati elettronici a manopola
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
1: Norme generali
CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili
Caratteristiche generali
 Dimensione: 2 moduli
 Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz
 Segnalazione ottica frontale accesa per temperatura ambiente inferiore a temperatura impostata
 Uscita (morsetti NA-C-NC): relè monostabile ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale
 Carico nominale:
- ohmico (cosφ 1): 5A a 250Vca – 5A a 30Vcc ;
- induttivo (cosφ 0,4 ): 2A a 250Vca – 3 A a 30Vcc;
 Campo di impostazione temperatura: da 5°C a 30°C (riscaldamento o condizionamento)
 Precisione di regolazione: 0,3°C max
 Differenziale termico: 0,5°C max
135
 Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1
4.1.1.7.4
Termostati elettronici a display
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
1: Norme generali
CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili
Caratteristiche
 Dimensione: 2 moduli
 Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz
 Uscita (morsetti NA-C-NC): relè bistabile ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale
 Carico nominale:
- ohmico (cosφ 1): 2A a 250Vca;
- induttivo (cosφ 0,4 ): 2A a 250Vca;
 Aggiornamento della temperatura visualizzata: ogni 8 secondi
 Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 40°C
 Campo di impostazione temperatura:
- da 2°C a 10°C (antigelo)
- da 5°C a 35°C (riscaldamento o condizionamento)
 Precisione di regolazione: 0,5°C max
 Compensazione termica: ± 5°C
 Differenziale termico: regolabile da 0,2°C a 2,5°C
 Risoluzione di lettura: 0,1°C
 Risoluzione delle impostazioni: 0,1°C
 Atre funzioni:
- possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo;
- scelta regime funzionamento: estate/inverno
- comando remoto della funzione regime ridotto
- attivazione (stabile o temporizzata) da remoto del termostato
- possibilità blocco tastiera
- memorizzazione di tutte le impostazioni
 Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1
4.1.1.7.5
Cronotermostati elettronici
Guide, norme e leggi di riferimento
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
1: Norme generali
CEI EN 60730-2-7 (CEI 107-74): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per timer e temporizzatori
CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte
2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili
Caratteristiche generali cronotermostato con alimentazione da rete
 Dimensione: 2 moduli
 Frontale estraibile per consentire una comoda programmazione
 Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz
 Uscita (morsetti NA-C-NC): relè ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale
 Carico nominale:
- ohmico (cosφ 1): 3A a 250Vca;
- induttivo (cosφ 0,4 ): 3A a 250Vca.
 Aggiornamento dati visualizzati: ogni 7 secondi
 Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 30°C
136







Campo di impostazione temperatura: - da 5°C a 35°C (riscaldamento o condizionamento);
Programmazione: a passi di 30 minuti
Compensazione termica: ± 3°C
Differenziale termico: regolabile da 0,1°C a 2,5°C
Risoluzione delle impostazioni: 0,1°C
Riserva di carica per orologio: almeno 8 giorni mediante batteria ricaricabile
Atre funzioni:
- possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo;
- scelta regime funzionamento: estate/inverno;
- ingresso “telecomando” per forzare la temperatura (ad es. comandabile con combinatore telefonico);
- retro illuminazione display temporizzata;
- Reset: tutti i parametri impostati si portano nelle condizioni di default;
- OFF: possibilità di escludere l’impianto permanentemente o per un tempo impostabile da 1 h a 99 gg e 23
h;
- memorizzazione di tutte le impostazioni su memoria non volatile;
- funzionamento manuale temporizzato (Jolly) alternativo e aggiuntivo a quelli standard, utilizzabile ad
esempio nelle festività infrasettimanali, malattia, ferie, ecc.
 Funzione antigrippaggio pompa
 Unità di misura programmabile in gradi Celsius o gradi Fahrenheit
 Opzione per passaggio automatico all’ora legale/solare
 Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1
Caratteristiche generali cronotermostato con alimentazione a batterie
 Alimentazione: 2 batterire alcaline da 1,5V, di tipo AAA
 Riserva di memoria durante il cambio batterie: 10 minuti
 Display di grandi dimensioni
 Uscita (morsetti NA-C-NC): 1 contatto in deviazione libero da potenziale
 Carico nominale: max. 5A / 250V~; min. 1mA / 5V
 Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 50°C
 Campo di impostazione temperatura: da 6°C a 30°C
 Precisione orologio: ± 1 sec. al giorno a 20°C
 Precisione di regolazione: ± 0,2 K
 Compensazione termica: ± 3°C
 Risoluzione di lettura: 0,1°C
 Risoluzione delle impostazioni: 0,2°C
 Periodo di regolazione: da 5 a 30 min. (regolatore PD)
 Banda proporzionale: da ± 0,2K a ± 5K (regolatore PD)
 lsteresi di commutazione: da ± 0,2K a ± 1,0K (regolatore isteresi)
 Altre funzioni:
- possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo;
- 22 cambi di temperatura, programmabili per lu-ven, sa-do, ogni giorno o per singoli giorni;
- scelta regime funzionamento: estate/inverno a mezzo selettore.
 Installazione: su scatole tonde Ø 60mm, quadrate con interasse 60mm o 56x56mm, rettangolari standard
3 moduli
4.1.1.8
Sistema di diffusione sonora
La serie civile selezionata dovrà prevedere dei componenti per la realizzazione di un sistema per la
diffusione sonora di segnali audio. Dovranno essere previsti altoparlanti da incasso e relativi regolatori di
volume. Questi dispositivi dovranno poter essere installati singolarmente per semplici installazioni oppure
come periferiche di sistemi di diffusione sonora evoluti.
Riferimenti normativi
 CEI EN 61000-6-3 (CEI 210-65): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche 137
Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera
 CEI EN 61000-6-1 (CEI 210-64): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera
 CEI EN 55013 (CEI 110-3): Ricevitori radiofonici e televisivi e apparecchi associati - Caratteristiche di
radiodisturbo - Limiti e metodi di misura
 CEI EN 60065 (CEI 92-1): Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di
sicurezza
4.1.1.9
Sistemi di chiamata
La serie civile dovrà permettere la realizzazione di un sistema di chiamata di allarme o richiesta di soccorso
realizzato con appositi dispositivi.
 Dispositivi locale di trasmissione allarme, da installare nel luogo dal quale si vuole inoltrare la richiesta di
soccorso, con memoria e reset locale per tacitazione dal luogo di chiamata.
 Apparecchi di segnalazione, tali da consentire l’immediata percezione visiva ed acustica del luogo di
provenienza della chiamata.
 Sinottico per la centralizzazione degli allarmi.
Riferimenti normativi
 CEI EN 60669-2-1 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso
domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari – Interruttori elettronici.
4.1.1.10
Lampade di emergenza e anti black-out
La serie civile dovrà disporre di lampade di emergenza o anti black-out al fine di garantire una illuminazione
di emergenza in caso di assenza della rete elettrica.
Riferimenti normativi

CEI EN 60598-2-22 Apparecchi di illuminazione. Parte 2-22: Prescrizioni particolari. Apparecchi di
emergenza
 EN 60598-1
Apparecchi di illuminazione Parte 1: Prescrizioni generali e prove.
EN 60598-2-2 Apparecchi di illuminazione Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 2: Apparecchi di
illuminazione da incasso
La gamma dovrà essere composta di seguito indicato.

Lampada anti black out estraibile portatile con batterie ricaricabili e sostituibili. Alimentazione: 230Vca;
tempo di ricarica magiore di12h; autonomia: 3h; lampada: led bianco 6cd ad alta efficienza. Ingombro: 2
moduli serie da incasso.

Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 24h;
autonomia 1h; lampada fluorescente da 4W; ingombro 6 moduli serie da incasso. Funzionamento SE.

Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 12h;
autonomia 1h; lampada fluorescente da 11W; Funzionamento SE. Possibilità di installazione a parete tramite
apposita scatola.

Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 24h;
autonomia 3h; lampada fluorescente da 18W; Funzionamento SE. Possibilità di installazione a parete tramite
apposita scatola.
4.1.1.11
Contenitori da parete e Comandi industriali
138
Guide, norme e leggi di riferimento
Contenitori
IEC 670 (CEI 23-48): Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 1: Prescrizioni generali
Pulsanti e selettori
CEI 17-45 (EN 60947-5-1): Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 5: Dispositivi per circuiti di comando ed
elementi di manovra - Sezione 1: Dispositivi elettromeccanici per circuiti di comando
Segnalatori luminosi
CEI 17-45 (EN 60947-5-1): Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 5: Dispositivi per circuiti di comando ed
elementi di manovra - Sezione 1: Dispositivi elettromeccanici per circuiti di comando
Caratteristiche generali
La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di contenitori vuoti da parete con capienza fino ad
almeno 12 moduli ed apparecchi di comando e segnalazione industriali.
Contenitori
 Ampia gamma comprensiva di soluzioni per installazioni da parete con grado di protezione: IP40, IP44,
IP55, IP56;
 Soluzioni IP55 dotate di sportello con membrana cedibile;
 Soluzioni IP56 in grado di garantire il grado di protezione dichiarato nelle condizioni ordinarie di servizio
ovvero anche con spina inserita nella presa di corrente;
 Resistenza agli urti garantita: IK 08;
 Glow wire test garantito: 650°C;
 Temperatura di utilizzo: da -25°C a + 40°C;
 Protezione contro i contatti indiretti realizzata con doppio isolamento;
 Dotati di apposite prefratture pretranciate in modo da consentire di accogliere raccordi di giunzione,
passacavi, pressacavi, ecc.;
Comandi industriali
 Gamma comprensiva di:
- pulsante a fungo con 2 contatti (1NA+1NC) e dispositivo di blocco ripristinabile a rotazione;
- pulsante a fungo rosso con 2 contatti (1NA+1NC) illuminabile;
- contatti NC e NA per sostituzione e/o aggiunta;
 Corpo in materiale termoplastico per fissaggio a ghiera in contenitori o pannelli;
 Possibilità di installazione su contenitori da parete IP40;
 Installazione su armature standard per installazioni da incasso;
 Tensione nominale di isolamento: 690V;
 Corrente nominale termica dei contatti Ith: 16A;
 Categoria di utilizzo a 230Vca: 5A in AC15;
 Temperatura di utilizzo: da -25 °C a + 40 °C;
 Protezione contro i contatti indiretti realizzata con doppio isolamento.
4.1.1.12
Contenitori e scatole per minicanale
CONTENITORI E SCATOLE PER MINICANALE
L’impiego dei minicanali portacavi è previsto per le installazioni in vista, in tutti quei casi in cui è
possibile/necessaria tale tipo di installazione.
Dovrà essere pertanto prevista una gamma di scatole e contenitori portapparecchi che consentano
l’installazione degli apparecchi modulari delle serie civili.
Caratteristiche generali
 Gamma: contenitori autoportanti e scatole universali
 Colore: RAL 9010
139




Grado di protezione: IP40
Fissaggio base/coperchio contenitori autoportanti a mezzo n° 2 viti
Contenitori autoportanti con ingressi per minicanali su tutti e 4 i lati
Versioni in 1 e 2 moduli contenitori autoportanti con struttura quadrata per consentire la rotazione della
base senza ruotare il coperchio
 Utilizzo con minicanali da 20x10mm a 30x18mm
 N° moduli contenitori autoportanti: 1, 2 e 3 moduli
 N° moduli scatole universali: 3 moduli (da utilizzare con armature standard - interasse 83,5mm) e 4
moduli (da utilizzare con armature standard - interasse 108mm)
4.2
Sistema domotico via bus
Sistema domotico via bus - Generalità
Il sistema domotico via bus permette una grande libertà in termini di topologie di impianto: entra-esci, ad
albero, a stella e una qualsiasi loro combinazione.
Il sistema prevede l’utilizzo di una linea dati composta da un unico cavo 2x2x0.5mm ² la quale fornisce
l’alimentazione dei dispositivi e la comunicazione seriale dei dati digitali. L’estensione fisica di questa linea
bus è subordinata alla resistenza ed alla capacità della linea stessa, in particolare la massima resistenza tra
l’alimentatore bus e il dispositivo più lontano deve essere pari ha 12Ω e la massima capacità della linea deve
essere pari ha 250nF.
L’intelligenza del sistema domotico bus è distribuita nel singolo dispositivo e garantisce che un eventuale
guasto non si ripercuoti sugli altri dispositivi, permettendo cosi che ognuno di essi possa svolgere le funzioni
previste. Inoltre l’utilizzo di isolatori di impianto, garantisce che un eventuale guasto sulla linea bus, dovuto
ad un accidentale taglio linea ecc, venga sezionato all’interno di una determinata area.
Ciascun dispositivo bus è caratterizzato da uno o più canali indipendenti ed identificabili attraverso un
indirizzo. Ciascun canale del singolo dispositivo può quindi essere indirizzato in modo indipendente dagli
altri.
La filosofia generale di funzionamento consente nella trasmissione di un comando ad un determinato
indirizzo da parte di un dispositivo bus, e la relativa attuazione, di tale comando, da parte di un o più
dispositivi aventi lo stesso indirizzo e appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea
all’esecuzione di tale comando.
Esistono fondamentalmente tre modi per indirizzare i canali dei dispositivi bus:
 Modo Diretto, in cui il singolo canale di un dispositivo comanda uno o più canali dei dispositivi attuatori
con uguale indirizzo e appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale
comando.
 A gruppo, in cui il canale di un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi aventi la prima cifra
dell'indirizzo uguale alla sua seconda cifra dell’indirizzo. I dispositivi attueranno il comando se appartenenti
alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando.
 Generale, in cui il canale di un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi appartenenti alla stessa
tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando.
 Scenario, in cui un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi contenuti nel proprio elenco azioni.
L’estensione logica del sistema bus rende disponibile l’utilizzo di 239 indirizzi indipendenti per ognuna delle
tipologie di dispositivo attuatore.
Il numero massimo di dispositivi bus è subordinato all’assorbimento elettrico degli stessi e in funzione della
quantità di alimentatori connessi alla linea.
Il sistema prevede che la linea bus utilizzi al massimo due alimentatori per ogni sezione di impianto
contenuta e realizzata tra due isolatori.
Tutti i dispositivi bus hanno la possibilità, mediante la pressione dell’apposito pulsante, di entrare in modalità
di programmazione. In questa modalità, tramite un’apposita interfaccia per personal computer o mediante un
apposito dispositivo portatile, è possibile configurare il o i dispositivi connessi al bus. Questa
programmazione o configurazione estremamente semplice, consente l’ampliamento o la sostituzione di
dispositivi bus in modo agevole.
4.2.1
Dispositivi di alimentazione
Sistema domotico via bus - Dispositivi di alimentazione
Il sistema domotico viene alimentato mediante uno o più alimentatori bus, e un alimentatore stabilizzato a
12Vcc adeguatamente dimensionato in funzione della quantità di dispositivi a lui connessi.
Dispositivo per generare e controllare la tensione di sistema necessaria per una linea bus; il dispositivo può
integrare una bobina di accoppiamento al bus oppure la bobina può essere esterna all'alimentatore.
140
La bobina integrata evita interferenze tra l’alimentazione ed i telegrammi circolanti sul bus; il tasto di reset
integrato permette di riportare i componenti della linea alimentata al loro stato iniziale.
Tensione d’uscita: tensione di protezione SELV, 29 Vcc ± 1Vcc.
Corrente d’uscita: sufficiente ad alimentare i dispositivi collegati al bus, l’alimentatore deve essere protetto
contro il corto circuito.
3 LED per indicare: sovraccarico (rosso), stato di normale servizio (verde), stato di reset (rosso).
4.2.2
Dispositivi di comando
Dispositivi di comando da incasso
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando da incasso da uno a più moduli della serie
civile. Tali dispositivi di comando devono essere completati con apposito elemento attivatore o con placche
di finitura in vetro sensibile allo sfioramento. Essendo il sistema modulare e non composto da dispositivi
monoblocco, consente di realizzare punti di comando singoli (un comando) e/o multipli (più comandi), anche
con la finitura a sfioro. L’elemento attivatore e la placca di finitura in vetro sensibile allo sfioro, permettono la
personalizzazione con simboli retroilluminati per favorire l’individuazione in ambienti poco illuminati. Tutti i
dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi di comando da fondo scatola
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando da fondo scatola con due ingressi di comando.
Questi devono essere connessi ad un contatto libero da potenziale derivato da un pulsante meccanico, da
un ricevitore radio o da eventuali centrali a cui si vuole interfacciare il sistema. Tutti i dispositivi sono provvisti
di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi di comando a sensore IR
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando a sensore IR da incasso ad un modulo della
serie civile. Tali dispositivo permettono di inviare un comando di attivazione temporizzata ai dispositivi
attuatori domotici in funzione dei movimenti rivelati dal sensore IR e della luminosità misurata dal
crepuscolare.
Consentono la regolazione della sensibilità del rivelatore infrarosso per regolarne la copertura, e la
configurazione della soglia del sensore crepuscolare incorporato a bordo. Tutti i dispositivi sono provvisti di
morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi di comando per allarmi tecnici
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando modulari per allarmi tecnici, con un ingresso di
innesco allarme ed un secondo ingresso di reset dello stesso. Questi devono essere connessi ad un contatto
libero da potenziale derivato da un pulsante, pulsante a tirante, da un ricevitore radio, eventuali centrali a cui
si vuole interfacciare il sistema o più semplicemente a rilevatori di fughe di gas e/o acqua. Tutti i dispositivi
sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
4.2.3
Dispositivi attuatori
Dispositivi attuatori da incasso
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da uno a più moduli della serie civile
con uscita relè dalle seguenti caratteristiche elettriche:
 Carico ohmico (cosφ 1)
10A 230Vca
 Carico incandescente
4A 230Vca
 Carico induttivo (cosφ 0.4 )
4A 230Vca
 Carico fluorescente rifasato
1A 230Vca
La gamma dei dispositivi attuatori da incasso prevede alcuni articoli che offrono la funzione della memoria di
stato nel caso in cui venga a mancare la rete elettrica.
Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi attuatori da incasso per dimmer
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da due moduli della serie civile, con
uscita analogica 1-10V per comandare i regolatori elettronici. Inoltre prevede una uscita a relè dalle seguenti
caratteristiche elettriche:
 Carico ohmico (cosφ 1)
10A 230Vca
 Carico incandescente
4A 230Vca
 Carico induttivo (cosφ 0.4 )
4A 230Vca
 Carico fluorescente rifasato
1A 230Vca
141
Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi attuatori da incasso con comando locale
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da due moduli della serie civile,
completati con apposito elemento attivatore retro illuminato che consente il comando diretto in locale
dell’uscita relè avente le seguenti caratteristiche elettriche:
 Carico ohmico (cosφ 1)
10A 230Vca
 Carico incandescente
4A 230Vca
 Carico induttivo (cosφ 0.4 )
4A 230Vca
 Carico fluorescente rifasato
1A 230Vca
Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi attuatori da fondo scatola
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da fondo scatola con uscita a relè dalle seguenti
caratteristiche elettriche:
 Carico ohmico (cosφ 1)
2A 230Vca
 Carico incandescente
2A 230Vca
 Carico induttivo (cosφ 0.6)
2A 230Vca
Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione.
Dispositivi attuatori da barra DIN
Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da barra DIN da quattro canali con uscita relè
dalle seguenti caratteristiche elettriche:
 Carico ohmico (cosφ 1)
8A 230Vca
 Carico incandescente
8A 230Vca
 Carico induttivo (cosφ 0.6)
5A 230Vca
 Carico capacitivo 140μF
5A 230Vca
Ogni uscita a relè può essere impostata con funzionamento OFF, ON e AUTOMATICO. Questo consente di
forzare in lo stato di un determinato carico che per particolari esigenze si desidera escludere dal
funzionamento automatico gestito dalla sistema domotico (es. manutenzione impianto, ecc.)
La gamma dei dispositivi attuatori da incasso prevede la funzione della memoria di stato nel caso in cui
venga a mancare la rete elettrica e prevede la funzione di attuazione del carico in modalità impulsiva, da
utilizzare per eventuali segnalazioni luminose di allarme.
4.2.4
Dispositivi termoregolazione
Dispositivi termoregolazione
Il sistema domotico permette la gestione di 15 zone termiche aventi ognuna il proprio termostato digitale ed il
proprio attuatore domotico. Il termostato digitale è realizzato in due moduli ed è abbinato esteticamente alla
serie civile. Consente, tramite il display con retroilluminazione, la visualizzazione della temperatura ambiente
misurata e, tramite gli appositi tasti posti sul fronte, la modifica del set desiderato.
Ognuna delle quindici zone termiche è in grado di gestire la termoregolazione sia con funzionamento Estate
e Inverno, solo Estate o solo Inverno. Ogni zona può avere più termostati (sonda), in modo tale da calcolare
la temperatura media all’interno dell’ambiente appartenente alla zona termica.
L’attuatore di termoregolazione, disponibile sia nella versione da fondo scatola sia nella versione da un
modulo della serie civile, consente l’attuazione di elettrovalvole di tipo:
 ON/OFF, normalmente chiusa. Si apre se eccitata;
 APRI/CHIUDI, bistabile a due bobine, una per l’apertura ed una per la chiusura.
Inoltre in funzione della configurazione impostata, l’attuatore viene gestito in funzione delle richieste termiche
della singola zona (valvola locale), di un gruppo di zone (valvola o pompa di piano) o di tutte le zone
(generale).
Tutto il sistema permette di essere supervisionato e gestito tramite un’unita centrale con interfaccia utente
touch screen grafica con le planimetrie del locale. Questo implementa la funzione cronotermostato con sette
programmi di temperatura invernale e sette programmi di temperatura estiva. Il tutto con la possibilità di
regolazione centralizzata e abbinata a una gestione tramite scenari che consente notevoli risparmi energetici
(es. scenario ESCO impone la termoregolazione in modalità RISPARMIO).
4.2.5
Dispositivi supervisione impianto
142
Dispositivi supervisione impianto
Il sistema domotico permette di supervisionare tutte le funzioni domotiche attraverso un apposito dispositivo
con il display monocromatico: permette quindi di inviare comandi al sistema domotico e di visualizzarne
l’avvenuta esecuzione. L’interfaccia utente è grafica e consente di visualizzare la reale planimetria del locale
supervisionato. La navigazione tra le varie pagine grafiche e i menù avviene mediante dei tasti di
navigazione e delle aree sensibili create direttamente su porzioni della planimetria.
Le funzioni realizzabili tramite il touch screen sono: comandi On/Off, scenari, gestione termoregolazione,
scheduler e supervisione dell’impianto antintrusione.
Caratteristiche tecniche
 Realizzato in monoblocco per installazione su scatola da incasso
 Navigazione tramite menù a tendina e mappe grafiche personalizzabili
 Schermo retroilluminato monocromatico blu con risoluzione 320x240 pixel
 Alimentazione dal bus domotico
 Assorbimento: 130 mA (retroilluminazione spenta)
 Simulazione virtuale tastiera antintrusione e delle relative funzioni
 Visualizzazione degli allarmi della centrale antintrusione
 Gestione della temperatura (termoregolazione)
 Programmazione tramite PC
Conformità normativa

EN 50090-2-2 Sistemi elettronici per la casa e l'edificio (HBES) - Parte 2-2 Panoramica generale Requisiti tecnici generali
 EN 50131-1 Sistemi di allarme - Sistemi di allarme e antintrusione e anti rapina - Parte 1: Prescrizioni di
sistema
 EN 61000-6-3 Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3 Norme generiche - Emissione per gli
ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera.
 EN 50130-4 Sistemi di allarme - Parte 4: compatibilità elettromagnetica. norma per famiglia di prodotto:
Requisiti di immunità per componenti di sistemi antincendio, antintrusione e di allarme personale
 EN 60950-1 Apparecchiature per la tecnologia dell'informazione - Sicurezza - Parte 1. Requisiti generali
4.2.6 Dispositivo di interfaccia: gateway
©
Il gateway KNX “E-cives ” integra apparati e dispositivi specifici di impianti domotici basato sullo standard
KNX.
L'apparecchiatura elettronica, alimentata a 24V, realizzerà un'interfaccia tra la rete KNX domotica e la rete
LAN condominiale. Sarà installata in centralino di appartamento su barra DIN (ingombro 12 moduli).
L'apparecchiatura dovrà essere dotata di:
- porta KNX;
- porta Ethernet RJ45;
- porta seriale 9 PIN D-SUB;
- porta alimentazione 24 V DC;
- modulo sensori Wireless Zig-Bee.
La gamma domotica dovrà essere composta da :
1) Centrale Interamente programmabile ed espandibile deve disporre di almeno 8 ingressi
programmabili di base, espandibili a 16 collegando in centrale una apposita scheda di espansione.
Deve essere prevista la possibilità di collegare, tramite apposito bus, due moduli remoti di
espansione remoti per portare a 32 il numero totale degli ingressi gestibili dal sistema; inoltre
collegando una apposita interfaccia la centrale deve poter dialogare con i telecomandi e i rivelatori
radio descritti nell’apposita sezione. Analogamente, la centrale deve disporre di almeno 8 uscite
programmabili. Queste devono poter essere ampliate fino a 32 tramite gli appositi moduli di
espansione uscite. La centrale deve essere in grado di gestire fino a 8 tastiere e svariati codici di
accesso programmabili. Gli ingressi devono poter essere raggruppati in 8 aree singolarmente
programmabili. L’area deve essere programmata per gestire uscite, codici di accesso, tastiere e
143
inseritori ad essa abbinati. Questo permette di gestire l’impianto secondo delle programmabili
gerarchie d’accesso alle varie aree.
Tipologia PLC: Ascon serie MicroPAC, Modello: CP-01 22010M0.
Composto da:
Modulo base microPAC, programmabile IEC61131-3, ha un processore ARM a 32 bit in grado di gestire la
regolazione ed il monitoraggio in continuo degli impianti tecnologici di condominio.
Caratteristiche tecniche sono:
- Flash Memory 4 Mb, RAM 16 Mb
- Porta ethernet (configurazione, programmazione, ModbusTCP)
Risorse hardware a bordo:
- n. 8 canali d’ingresso analogici di cui:
- 6 canali in corrente (0/4-20mA), tensione (0-10V)
- 2 canali universali (TC, RTD, corrente, tensione, mV, pot.)
- n. 4 canali d’uscita analogici (corrente, tensione)
- n. 8 canali d’ingresso digitale (24Vdc PNP)
- n. 8 canali d’uscita digitale (24 vdc, 0,5V)
- Porta seriale RS232 (ModbusRTU m/s)
- Porta RS232/RS485 (ModbusRTU m/s)
- Morsetti estraibili a molla.
2) Moduli espansione. Collegabili su bus permettono di espandere il numero di ingressi e di uscite
della centrale.
Moduli aggiuntivi Modbus per ingressi analogici data l’elevato numero di segnali e dati da gestire.
Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485
ModBus RTU
4 ingressi configurabili individualmente come:
RTD (Pt100), Termocoppie (J,K,L,T,N,R,S), mV
Due soglie d’allarme con isteresi per canale
Funzionalità di loop-back (simulazione del
valore d’ingresso)
Completa di :n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11.
Moduli di espansione Modbus dedicati ad ingressi ed uscite digitali per il cablaggio di segnali impulsivi e
comando valvole di zona appartamento. I moduli dovranno essere cablati con cavo Ethernet UTP Cat. 5 e
connettori RJ45.
N° 4 Modulo di espansione Modbus per ingressi digitali tipo: (160€ cad.)
IO-MB/ DI-16LV
Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485
ModBus RTU
16 ingressi digitali (24V optoisolati)
Funzioni speciali integrate:
Input: stato, reverse, latch input
Completo di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11
N° 3 Modulo di espansione Modbus per uscite digitali tipo
IO-MB/ DO-16TS
Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485
ModBus RTU
16 canali d’uscite digitali 24V 0,5A
Funzioni speciali integrate:
Output: generazione impulsi di lunghezza variabile, generazione PWM(massimo 2 canali)
Completa di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11
N° 1 Modulo di espansione Modbus per uscite digitali tipo: (180€ cad.)
IO-MB/ DM-08TS
Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485
ModBus RTU
8 canali configurabili come ingressi digitali 24V
e/o uscite digitali 24V 0,5A
Funzioni speciali integrate:
Input: Stato, reverse, latch input , conteggio impulsi (massimo 2 canali), lettura frequenza (massimo 2
canali),
Output: generazione impulsi di lunghezza variabile, generazione PWM(massimo 2 canali)
Completa di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11
144
La centrale deve essere programmata tramite un apposito programma installato su P.C., collegato
alla porta seriale RS232 prevista a bordo.
Il modem/combinatore telefonico digitale bidirezionale, installabile all’interno deve prevedere la
possibilità di effettuare attivazioni da remoto, telegestione e quindi programmazione del sistema da
remoto, unitamente alla trasmissione degli allarmi su linea telefonica commutata in forma digitale.
Inserendo infine la scheda di sintesi vocale si possono trasmettere gli allarmi anche in forma vocale.
3) Tastiere con display LCD. Devono poter gestire le 8 aree del sistema. La programmazione deve
poter permettere di abbinare ad ogni tastiera le aree di preferenza in modo da poter definire i percorsi
di accesso alle aree protette. L’installazione deve poter essere da incasso o da parete.
4) Lettori per chiavi elettroniche. Le chiavi elettroniche devono essere del tipo “a prossimità”
(tecnologia IR o transponder). I lettori, alloggiati nei frutti della serie civile devono poter gestire
almeno 3 aree.
5) Rivelatori

Rivelatori IRP da incasso. Alloggiati in un frutto della serie civile. Portata 12m angolo di
copertura 160°.

Rivelatori IRP da parete. Portata 12m angolo di copertura 150°.

Rivelatori a doppia tecnologia (IR+MO). Porta 12m angolo di copertura 150°

Rivelatori a doppia tecnologia con funzione antimascheramento. Portata 12m angolo di
copertura 150°.

Rivelatori per ambienti con presenza di animali domestici. Copertura a tenda orizzontale,
portata 12m angolo di copertura 120°.
Il sistema così descritto deve poter essere anche integrato nel sistema domotico in modo da poter
essere visionato e controllato tramite appositi pannelli touch screen.
4.3
Sistemi di Sicurezza
4.3.1
Sistemi antintrusione
Il sistema di sicurezza deve poter permettere l’installazione di un sistema antintrusione via filo e via radio da
scegliere in base alle esigenze di installazione. La gamma deve quindi comprendere:



Sistemi antintrusione via filo
Sistemi antintrusione via radio
Apparecchiature di controllo via radio
I dispositivi che compongono questi sistemi devono poi poter essere interfacciati tra loro a vari livelli e con il
sistema domotico al fine di una totale integrazione tra sistemi.
Riferimenti normativi



CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica
fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare.
Parte 1: Norme generali

CEI EN 60730-2-7 (CEI 107-74): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e
similare. Parte 2: Norme particolari per timer e temporizzatori

CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e
similare. Parte 2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili

Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le
apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della
loro conformità
ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range
Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels
145

ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the
R&TTE Directive
CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione. Parte 1: Prescrizioni
generali

CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per le
apparecchiature
4.3.1.1
Sistema antintrusione via filo
Il sistema di sicurezza dovrà permettere la realizzazione di un sistema antintrusione via filo completo,
flessibile ed espandibile tramite l’impiego di una apposita centrale e di periferiche da parete o da incasso
alloggiate nei frutti appositi frutti della serie civile stessa. Sarà adatto prevalentemente ad ambienti di tipo
residenziale (appartamenti singoli su più piani, ville, ecc.) o terziario (uffici, locali pubblici, negozi, bar, ecc.).
Riferimenti normativi
 CEI EN 50130-4 (CEI 79-8): Sistemi d’allarme - Parte 4: Compatibilità elettromagnetica - Norma per
famiglia di prodotto: Requisiti di immunità per componenti di sistemi antincendio, antintrusione e di allarme
personale
 CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione - Parte 1: Prescrizioni
generali
 CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione - Norme particolari per le
apparecchiature
4.3.1.2
Sistema antintrusione via radio
Il sistema di sicurezza dovrà permettere la realizzazione di un sistema antintrusione via radio completo,
flessibile ed espandibile tramite l’impiego di una apposita centrale e delle relative periferiche. Sarà adatto
prevalentemente ad ambienti di tipo residenziale (appartamenti singoli su più piani, ville, ecc.) o terziario
(uffici, locali pubblici, negozi, bar, ecc.).
Riferimenti normativi




CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica
fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare.
Parte 1: Norme generali

Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le
apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della
loro conformità
ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range
Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels
ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the
R&TTE Directive
CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione
Parte 1: Prescrizioni generali

CEI
79-2:
Impianti
antieffrazione,
antiintrusione,
antifurto
e
antiaggressione
Norme particolari per le apparecchiature
La gamma dovrà essere composta da:
1) Centrali di controllo nelle varie versioni, aventi le seguenti caratteristiche:

Centrale radio/filo con combinatore telefonico bidirezionale PSTN e GSM incorporato. Possibilità di
gestire fino a 99 rivelatori singolarmente identificabili tramite descrizione sul display. N. 3 aree di gestione del
sistema. N. 6 ingressi via filo liberamente associabili alle aree di gestione. Combinatore telefonico integrato
per la trasmissione, sia su linea GSM sia su linea PSTN , di messaggi di allarme e/o SMS, abbinati ai
principali eventi di allarme della centrale (allarme, manomissione, canali 24h, batteria scarica, ecc). Inoltre, il
combinatore deve poter essere chiamato da remoto per permettere varie attivazioni come il comando di due
146
carichi elettrici via filo e sedici carichi via radio, tramite gli appositi ricevitori radio. Un’uscita via filo deve
infine poter essere controllata anche a tempo, grazie ad un timer interno, per effettuare una gestione del
carico per fasce orarie.

Centrale come quella descritta al punto precedente ma di taglio più economico, con combinatore
telefonico solo PSTN

Centrale come quella descritta al punto precedente nella versione solo radio per installazioni dove non è
possibile stendere alcun cavo.ma di taglio più economico, con combinatore telefonico solo PSTN
La programmazione dei parametri funzionali deve poter essere inserita direttamente da tastiera in modo
semplice ed intuitivo.
2) Dispositivi per l’attivazione-disattivazione del sistema

Telecomando a 4 tasti per attivazione/disattivazione, parzializzazione, antipanico con funzione
“Rolling code” per evitare la clonazione del codice. Dialogo di tipo bidirezionale con la centrale in modo che il
telecomando possa riportare l’indicazione di stato impianto. Il dispositivo deve poter controllare oltre alla
centrale anche i ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere una totale
integrazione tra i sistemi.

Telecomando a 9 tasti per per attivazione/disattivazione, parzializzazione della centrale e per il
controllo di 6 ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori

Tastiera per attivazione/disattivazione, parzializzazione, antipanico. Dialogo di tipo bidirezionale con
la centrale in modo che possa riportare l’indicazione di stato impianto. Il dispositivo deve poter controllare
oltre alla centrale anche i ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere
una totale integrazione tra i sistemi.
3) Rivelatori
 Rivelatori volumetrici da interno portata 12m, angolo di copertura 100°
 Rivelatori di apertura per porte e finestre con contatto magnetico

Rivelatori volumetrici da esterno in contenitore IP655 con copertura a tenda (portata 6m, angolo di
copertura 100°), protezione antiaccecamento

Barriere per porte e finestre (4 raggi di rivelazione, lunghezza 1 m)
Tutti i rivelatori, oltre che con la centrale, devono poter dialogare anche con anche i ricevitori radio per
controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere una totale integrazione tra i sistemi.
4) Dispositivi di sistema
 Sirena da esterno via radio alimentata con batteria per centrali radio e radio/filo
 Sirena da esterno via filo autoalimentata con batteria tampone per centrali radio/filo
 Ripetitore di segnale da utilizzarsi in caso di scarsa portata radio
La trasmissione tra le centrali e le periferiche deve essere di tipo “Dual - Band” e di tipo supervisionata.
4.3.1.2
Apparecchi di controllo via radio
La serie civile selezionata dovrà poter essere integrata con un sistema di comando e controllo composto da
dispositivi di comunicazione a radiofrequenza che permettano di inserire funzionalità domotiche senza
ricorrere ad opere murarie. Le caratteristiche principali del sistema di comando e controllo a radiofrequenza
sono di seguito indicate:

i dispositivi del sistema devono comunicare tra loro utilizzando onde radio (RF) alla frequenza di 433
e/o 868 MHz;

la gamma di prodotti deve poter essere integrata, in modo funzionale ed estetico,nella serie civile,
nel sistema domotico, deve permettere di realizzare singole funzioni di automazione e di dialogare con il
sistema antifurto radio e filo al fine di una integrazione totale fra i sistemi

l’installazione e l’associazione tra loro dei vari dispositivi deve essere funzionale e semplice;
147

il dialogo tra i dispositivi del sistema dovrà essere a radiofrequenza con bassa potenza.
Riferimenti normativi




CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica
fissa per uso domestico e similare - Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici
CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare.
Parte 1: Norme generali

Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le
apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della
loro conformità
ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range
Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels
ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the
R&TTE Directive
CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione
Parte 1: Prescrizioni generali

CEI
79-2:
Impianti
antieffrazione,
antiintrusione,
antifurto
e
antiaggressione
Norme particolari per le apparecchiature
La gamma dovrà essere composta da:




Trasmettitori a 4 canali di trasmissione per installazione fissa per l’invio di comandi ai ricevitori.
Telecomandi a radiofrequenza a vari canali alimentati a batterie con portata RF in campo libero di
100m per l’invio di comandi ai ricevitori.
Attuatori – Ricevitori radio ad un canale con contatto di potenza a bordo per il comando di carichi
elettrici. Uscita con contatto in scambio libero da potenziale;
Attuatori – Ricevitori radio a 1 canale per comando motore tapparelle o tende. Uscita con 2 contatti
interbloccati;
I telecomandi dovranno poter comandare oltre ai ricevitori anche le centrali radio e filo dei sistemi antifurto
descritti nelle apposite sezioni. Analogamente, i ricevitori dovranno poter dialogare non solo con i
trasmettitori, ma con i telecomandi e con tutti gli elementi trasmittenti della gamma antifurto radio (rivelatori di
presenza IRP, rivelatori di apertura, centrali di allarme) al fine di una totale integrazione fra i sistemi.
4.3.2
Allarmi tecnici
Il sistema di sicurezza dovrà prevedere la presenza dei seguenti rivelatori per allarmi tecnici


rivelatori di gas (metano, GPL)
rivelatori di acqua
I dispositivi dovranno poter essere collegati, tramite opportune interfacce, al sistema demotico al fine di una
totale integrazione fra i sistemi.
Riferimenti normativi

CEI 216-8: Rivelatori da incasso di gas combustibile per ambienti domestici. Metodi di prova e
prescrizioni di prestazioni.

CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera

CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera

CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici Metodi di prova e prescrizioni di prestazione
4.3.2.1
Rivelatori di gas 230V
148
Questi rivelatori dovranno essere in grado di rilevare e segnalare una concentrazione di gas nell’aria
superiore alla soglia prevista. Saranno direttamente alimentati da tensione di rete 230V, e saranno dotati di
segnalazione di allarme acustica e luminosa e di un’uscita a relè con contatto libero da potenziale. Saranno
adatti prevalentemente per installazione in ambienti residenziali.
Riferimenti normativi

CEI 216-8: Rivelatori da incasso di gas combustibile per ambienti domestici. Metodi di prova e
prescrizioni di prestazioni.

CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera

CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera

CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici Metodi di prova e prescrizioni di prestazione
I rivelatori di gas dovranno avere le seguenti caratteristiche


Tensione nominale: 230 Vca – 50 Hz
Temperatura ambiente di funzionamento
- riferimento: 20°C ± 5°C
- campo: da -5°C a + 35°C

Umidità relativa ambiente di funzionamento
- riferimento: 65% ±10% a 20°C ±5°C
- campo: da 30% a 90%

Portata contatti relè d’allarme:8A/250Vca-cosfi1 - 5A/250Vca-cosϕ0.4

Soglia di intervento
- taratura da fabbrica: 5000ppM ± 1000ppM, pari al 10% del L.I.E.
- variazione massima ammessa nelle condizioni estreme di temperatura
ed umidità : da 2500ppM a 7500ppM, pari al 5% e 15% del L.I.E.

Soglia di intervento per mod. RG1-G:
- taratura in fabbrica: 1860ppM ± 370ppM, pari al 10% del L.I.E.
- variazione massima ammessa nelle condizioni estreme di temperatura
ed umidità : da 930ppM a 2790ppM, pari al 5% e 15% del L.I.E.

grado di protezione involucro: IP42

Pulsante frontale utilizzabile per:
- azzeramento memoria allarme
- test (elettrico)
Elettrovalvola di blocco mandata gas



4.3.2.2
a riarmo manuale
normalmente aperta;
alimentazione 230V 50Hz.
Rivelatori di gas 12V
Questi rivelatori dovranno essere in grado di rilevare e segnalare una concentrazione di gas nell’aria
superiore alla soglia prevista. Saranno alimentati a 12V e saranno dotati di segnalazione di allarme acustica
e luminosa e di un’uscita a relè con contatto libero da potenziale. Saranno adatti prevalentemente per
installazione in ambienti residenziali.
Riferimenti normativi

CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera

CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità
per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera

CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici 149
Metodi di prova e prescrizioni di prestazione
I rivelatori di gas dovranno avere le seguenti caratteristiche








Tensione di alimentazione 12V ca/cc;
Intervento: 10% LIE allarme;
Grado di protezione min. apparecchio IP42;
Livello sonoro min. di allarme acustico 85dB a 1m;
Segnalazione ottica dello stato del rivelatore tramite leds;
Assorbimento 2VA;
Uscita per comando apposito relè di comando elettrovalvola
Ingombro max. 2 moduli.
Elettrovalvola di blocco mandata gas



4.3.2.3
a riarmo manuale
normalmente aperta;
alimentazione 230V 50Hz.
Rivelatori di acqua
L’apparecchio deve essere in grado, tramite una apposita sonda di rilevazione, di rivelare la presenza di
acqua o di altri liquidi conduttivi
Riferimenti normativi

CEI EN 61000-6-3 (CEI 210-65): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche
- Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera

CEI EN 61000-6-1 (CEI 210-64): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche
- Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera
Il rivelatore dovrà avere le seguenti caratteristiche:







Tensione di alimentazione 230V;
Grado di protezione min. apparecchio IP40;
Livello sonoro min. di allarme acustico 80dB a 1m;
Segnalazione ottica dello stato del rivelatore tramite LED bicolore;
Contatto di uscita in scambio 1NA+1NC, 5A (AC1) 250Vca
Ingombro max. 3 moduli.
Segnalazione stato uscita elettrovalvola tramite LED giallo
Sonda acqua a filo pavimento
Accessorio da collegare al rivelatore per rilevare la presenza di acqua. E’ possibile installare più sonde, in
parallelo, per tenere sotto controllo vari ambienti.
4.3.2.4
Alimentatori 12V
Riferimenti normativi
CEI EN 60065 (CEI 92-1): Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di sicurezza
Gli alimentatori dovranno avere le seguenti caratteristiche



Alimentazione 230V 50/60Hz;
Tensione di uscita 12Vca cc;
Contenitore da guida DIN
150
151
4.4
Scatole, Contenitori e Centralini
4.4.1
Contenitori da Parete
La gamma dei contenitori isolanti (stagni) universali da parete, deve essere in materiale termoplastico
autoestinguente, rispondere ad una adeguata protezione dalla polvere e dall'acqua. Essere predisposta sia
per l'installazione di apparecchi da guida DIN (EN50022) sia per l'inserimento di piastre metalliche di fondo
per il fissaggio di apparecchi non modulari. I contenitori possono essere completati da tipologie diverse di
apparecchi per ottenere quadri misti, protezione, automazione, comando, misura e segnalazione.
I contenitori dovranno essere adatti all’installazione sia da parete sia da semi-incasso.
Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno
rispondere ognuna delle tipologie di contenitori sopra elencate.
4.4.1.1
Quadri IP55
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione.
CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 2:
Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso
ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
Caratteristiche tecniche
 Sette versioni da 5 a 54 moduli DIN (EN50022) disposti su file da 5 / 18 moduli.
 Contenitore in termoplastico autoestinguente.
 Portello trasparente fumé in policarbonato.
 Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere.
 Possibilità di piombare il centralino per evitare interventi non autorizzati.
 Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra.
 Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza.
 Grado di protezione IP55.
 Grado di resistenza agli urti fino a IK10.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Glow wire test 650°C.
 Colore grigio RAL 7035.
 Marchio IMQ (versioni 6, 12, 24, 36 e 54 moduli DIN).
4.4.1.2
Quadri d'emergenza IP55
I centralini d'emergenza IP55 di colore rosso trovano impiego in ambienti particolari quali centrali termiche, in
prossimità di ascensori e in tutte quelle applicazioni in cui sia necessario localizzare facilmente e
rapidamente i comandi di emergenza che garantiscono la sicurezza dell'impiego. Successivamente sono
elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione.
CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere
dispositivi di protezione ed
apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una
potenza non trascurabile
Caratteristiche tecniche
 Due versioni da modulo DIN (5 e 8) e una versione con contenitore dedicato a rottura vetro.
152




Contenitore in termoplastico autoestinguente.
Portello in vetro frangibile.
Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere (solo versione modulo DIN).
Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra (solo versione modulo
DIN).
 Dotati di chiave e serratura metallica di sicurezza (solo versione modulo DIN).
 Possibilità di predisporre il funzionamento per:
- Azionamento automatico alla rottura del vetro.
- Azionamento manuale dopo la rottura del vetro.
 Grado di protezione IP55.
 Grado di resistenza agli urti fino a IK10.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Glow wire test 650°C.
 Colore rosso RAL 3020.
4.4.1.3
Calotte / Centralini IP40
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione.
CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere
dispositivi di protezione ed
apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una
potenza non trascurabile
Caratteristiche tecniche
 Sette versioni da 1-2 a 12 moduli DIN (EN50022).
 Contenitore in termoplastico autoestinguente.
 Portello trasparente fumé in policarbonato (versione centralini).
 Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere (versione centralini).
 Possibilità di piombare il centralino per evitare interventi non autorizzati (versione centralini).
 Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra (versione centralini).
 Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza (versione
centralini).
 Binario DIN derivato dal fondo del contenitore (versione calotte e centralino 4 moduli DIN).
 Copriforo derivati direttamente sulle finestre delle calotte / centralini.
 Grado di protezione IP40.
 Grado di resistenza agli urti fino a IK07.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Glow wire test 650°C.
 Colore grigio RAL 7035.
4.4.2
Centralini da Incasso
I contenitori, per la realizzazione di centralini di distribuzione, dovranno prevedere grandezze differenti (da 2
a 36 moduli DIN) per soddisfare tutte le esigenze installative negli impianti civili e nel terziario; dovranno
rispondere ad una adeguata protezione dalla polvere e dall'acqua (IP40 e IP55). Dovranno essere presenti
all'interno della gamma una serie di centralini d'arredo, i quali oltre a rispondere alla caratteristiche tecniche
sopra citate dovranno soddisfare anche l'estetica e il design, avere quindi un coordinamento con la serie
civile prescelta. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui
dovranno rispondere ognuna delle tipologie dei centralini sopra elencati.
4.4.2.1
Centralini d'arredo IP40
153
Riferimenti normativi
CEI 23-49+(V1)+(V2): Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che
nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
Caratteristiche Tecniche
 Capacità da 2 a 36 moduli DIN (EN50022).
 Coperchio realizzato in tecnopolimero autoestinguente.
 Portello trasparente fumé in policarbonato, con cerniera orizzontale per l'apertura (apertura verso l’alto).
 Grado di protezione IP40.
 Resistenza agli urti IK08.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN60439-1).
 Glow Wire Test 650°C.
 Marchio IMQ.
 Ampia gamma colori per rendere possibile l'abbinamento o coordinamento estetico con la serie civile
prescelta. Sei versioni: Argento opaco, Bianco Ghiaccio RAL 9016, Bianco Panna RAL 1013, Grigio
Metallizzato, Nero Lucido Assoluto e Girgio RAL 7035.
 Applicabili alle scatole sia per pareti tradizionali (forato rosso), sia per pareti leggere o cave
(cartongesso).
 Portello dotato di fori per la propagazione del suono delle segnalazioni acustiche.
 Telaio estraibile preassemblato per il cablaggio a banco degli apparecchi modulari (versioni 24 e 36
moduli DIN).
 Profondità adeguata della scatola per l'installazione anche su pareti non portanti.
4.4.2.2
Centralini IP55
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione.
CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere
dispositivi di protezione ed
apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una
potenza non trascurabile
Caratteristiche Tecniche
 Tre versioni disponibili, 4, 5 e 8 moduli DIN (EN50022).
 Coperchio realizzato in tecnopolimero autoestinguente.
 Portello trasparente fumé in policarbonato, con cerniera verticale per l'apertura.
 Grado di protezione IP55.
 Resistenza agli urti IK10.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN60439-1).
 Glow Wire Test 650°C.
 Reversibilità del complesso coperchio più portello, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a
destra.
 Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza.
4.4.3
Scatole di derivazione da incasso
Scatole di derivazione multifunzione da incasso, in polistirolo antiurto o tecnopolimero autoestinguente,
potranno essere utilizzate per realizzare la versione di derivazione principale e secondaria (per pareti in
muratura o per pareti cave / cartongesso), la versione di contenitore per centralini di distribuzione IP40 o
IP55 contenenti apparecchi modulari EN50022 (per pareti in muratura o per pareti cave / cartongesso) e per
realizzare la versione multimodulo per serie civili (per pareti in muratura o per pareti cave / cartongesso). La
gamma dovrà essere dotata di tutti quegli accessori che rendano più agevole l'installazione e al tempo
154
stesso che la completi; come ad esempio l’utilizzo di giunti di unione per il preciso allineamento sia in
verticale sia in orizzontale. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi
requisiti a cui dovranno rispondere ognuna delle tipologie di scatole sopra elencate.
4.4.3.1
Scatole per pareti tradizionali (forato rosso)
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
Caratteristiche tecniche
 Quattordici versioni con dimensioni che variano da 73x135x8mm a 372x368x73mm con una profondità
massima pari a 80mm.
 Materiale, polistirolo antiurto.
 Dotate di coperchio paramalta (realizzato in materiale ecologico, consente la protezione della scatola
durante le operazioni di intonacatura).
 Viti coperchio imperdibili.
 Scatole multifunzione, possibilità di realizzare scatole di derivazione, scatole per centralini IP40 e scatole
porta frutti maxi modulo.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Possibilità di inserimento setti separatori all’interno della scatola per la realizzazione di scomparti con
circuiti a diversa tensione.
 Abbinamento con coperchi:
- IP40 per impieghi standard con grado di resistenza agli urti IK07.
- IP55 per impieghi particolari (elevata protezione dalle polveri e dall'acqua) con grado di resistenza agli urti
IK10.
- IP55 trasparenti per un'immediata verifica dell'ente preposto (es. nodo equipotenziale), grado di resistenza
agli urti IK10.
 Predisposizione all'interno delle scatole di appositi supporti per il fissaggio di morsettiere.
 Predisposizione all'interno delle scatole di apposite asole per il fissaggio di fascette fermacavi.
 Dotate di nervature per facilitare l’utilizzo della livella a bolla per la corretta installazione.
 Possibilità di accoppiare più cassette con l’ausilio degli appositi giunti di unione, permettendo la
realizzazione di batterie di scatole in verticale ed orizzontale perfettamente allineate.
 Grado di protezione da IP40 a IP55 a seconda della tipologia del coperchio applicato.
 Glow Wire Test 650°C.
 Colore, blu RAL 5071.
4.4.3.2
Scatole per pareti leggere - cartongesso
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
Caratteristiche tecniche
 Ampia gamma (cinque versioni) con dimensioni che variano da 144x162x59mm a 372x258x75mm con
profondità della scatola pari a 75mm.
 Materiale, tecnopolimero autoestinguente.
 Scatole dotate di alette metalliche per un eccellente ancoraggio alla parete (lato interno).
 Bordo maggiorato per aumentare la tenuta della scatola alla parete (lato esterno).
 Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione.
 Scatole multifunzione, possibilità di realizzare scatole di derivazione, scatole per centralini IP40 e scatole
porta frutti maxi modulo.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Viti coperchio imperdibili.
 Abbinamento con coperchi:
- IP40 per impieghi standard con grado di resistenza agli urti IK07.
155
- IP55 per impieghi particolari (elevata protezione dalle polveri e dall'acqua) con grado
di resistenza
agli urti IK10.
- IP55 trasparenti per un'immediata verifica dell'ente preposto (es. nodo
equipotenziale), grado
di resistenza agli urti IK10. Coperchi disponibili nelle versioni bianco RAL9016 e trasparente.
 Possibilità di inserimento setti separatori all’interno della scatola per la realizzazione di scomparti con
circuiti a diversa tensione.
 Predisposizione all'interno delle scatole di appositi supporti per il fissaggio di morsettiere.
 Predisposizione all'interno delle scatole di apposite asole per il fissaggio di fascette fermacavi.
 Possibilità di ingresso e bloccaggio guaine e tubi con dispositivo di ritenuta incorporato.
 Grado di protezione da IP40 a IP55 a seconda della tipologia del coperchio applicato.
 Glow Wire Test 850°C.
 Colore blu RAL 5017.
4.4.4
Scatole speciali per serie civili
Ampia gamma di scatole da incasso per serie civili, in tecnopolimero autoestinguente o policarbonato, con
un glow wire test (prova del filo incandescente) pari a 850°C. Tali scatole dovranno essere dotate di ganci
metallici sicuri ed antistrappo per il fissaggio dell'armatura della serie civile prescelta, essere installate nel
complesso scatola/armatura /frutti e placca anche a filo muro (versione per pareti leggere / cartongesso),
dovranno essere dotate di bordo per aumentare la battuta sulla parete (versione per pareti leggere /
cartongesso), dovranno poter essere installate utilizzando un'unica dimensione dello strumento di fresatura
(versione per pareti leggere / cartongesso) e dovranno essere installate senza l'ausilio di colle speciali o
stucchi (versione per pareti in calcestruzzo cellulare o gasbeton). Successivamente sono elencate le
principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
4.4.4.1
Scatole per pareti leggere - cartongesso
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.

Caratteristiche tecniche
 Sei versioni disponibili, dalla scatola tonda 1 - 2 moduli alla 6 - 7 moduli per serie civili passando dalle
due versioni speciali per l'installazione filo muro (rapida e di precisione).
 Materiale, tecnopolimero autoestinguente.
Scatole dotate di ganci metallici antistrappo per un fissaggio sicuro del supporto porta apparecchi.
 Scatole dotate di alette metalliche per un eccellente ancoraggio alla parete, lato interno.
 Bordo maggiorato per aumentare la tenuta della scatola alla parete, lato esterno.
 Possibilità di ingresso e bloccaggio guaine e tubi con dispositivo di ritenuta incorporato.
 Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1).
 Glow Wire Test 850°C.
 Colore blu RAL 5017.
4.4.4.2
REI 120 - Protezione dal fuoco
Riferimenti normativi
Circolare n° 91 del ministero dell'interno.
Direzione generale dei servizi antincendi: "Norma di sicurezza per la prevenzione contro il fuoco
dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile".
Caratteristiche tecniche
 Pannello per la protezione dal fuoco (REI 120) per scatola da incasso 3 moduli per pareti leggere /
cartongesso.
 Materiale intumescente a base di grafite.
 Dimensioni, 85x160x300mm (LxHxP).
156

Rapporto di espansione > 1 : 5.
4.4.4.3
Scatole per pareti in calcestruzzo cellulare
Riferimenti normativi
CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici
e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.


Caratteristiche tecniche
 Due versioni dedicate, scatola tonda 1 - 2 moduli e scatola rettangolare 3 moduli per serie civili.
 Materiale, policarbonato.
Dotate di ganci metallici antistrappo per un fissaggio sicuro del supporto porta apparecchi.
Scatole dotate di due spalle elastiche, posizionate sui due lati, formate da denti triangolari per il sicuro
fissaggio alla parete senza l'ausilio di gesso o collanti.
 Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione.
 Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEi EN 60439-1).
 Glow Wire Test 850°C.
 Colore blu RAL 7016.
4.4.4.3.1
Scatole per pareti in calcestruzzo cellulare
Codici: 253GB - 254GB
Voce di capitolato
Scatole da incasso speciali per pareti in calcestruzzo cellulare (GASBETON).
Conformità normativa
CEI 23-48 / CEI EN 60670-1 : Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per
usi domestici e similari.
Caratteristiche tecniche
Le scatole presentano sui lati due spalle dentate che permettono l’aggancio rapido con una tenuta a prova di
strappo senza l’ausilio di colle o stucchi particolari, facendo così risparmiare tempo per l’installazione.
Dati tecnici
• Materiale: Policarbonato.
• Colore: grigio RAL 7016.
• Resistenza al fuoco: glow wire test 850°C.
• Grado di protezione: IP30.
• Resistenza agli urti: IK07.
• Temperatura di installazione: max + 60°C / min – 15°C.
• Prefratture sui lati e sul fondo per ingresso tubo corrugato: Ø 18mm / Ø 25mm.
Questa gamma è stata scelta dal principale produttore di calcestruzzo cellulare, che ne consiglia
l’utilizzo
Dettagli tecnici
157
Modalità d'installazione
Installare le scatole è estremamente semplice basta un foro nella parete ottenuto mediante un’apposita
fresa. Per una versione occorre una fresatura, mentre per l’altra versione tre fresature.
Dimensioni d'ingombro
Note
Le scatole dedicate alle pareti in calcestruzzo cellulare (gasbeton), adottano un sistema innovativo di
installazione rispetto al metodo tradizionale. La novità consiste nel fatto che non si debbano più utilizzare,
dopo aver inserito la scatola nella parete, collanti speciali o stucchi per il fissaggio. Le scatole inoltre sono
dotate di ganci per il fissaggio dell’armatura resistenti e antistrappo, sono protette contro i contatti indiretti
con un doppio isolamento, dispongono su tutti i lati e sul fondo di una pretranciatura per tubi corrugati con un
diametro di 25mm, sono provviste di fori sul fondo come dime per la punta del trapano.
4.5
4.5.1
Apparecchi Modulari
Interruttori Automatici Magnetotermici
158
Gli interruttori automatici sono considerati come apparecchi di protezione, in pratica al verificarsi di un guasto
intervengono automaticamente. La funzione fondamentale degli interruttori magnetotermici è quella di offrire
una protezione adeguata alle condutture elettriche a valle, in caso di sovracorrenti o di cortocircuito.
Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno.
4.5.1.1
Interruttori Automatici Magnetotermici Compatti
Questi interruttori sono caratterizzati dalle loro dimensioni ridotte (1 modulo DIN), per essere impiegati negli
impianti in cui non vi siano spazi sufficienti per l'installazione di apparecchi modulari standard, e
prevalentemente nell'impiantistica di tipo domestico o similare. Successivamente sono elencate le principali
caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 60898-1: Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti
domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata.
Caratteristiche tecniche
 Caratteristica d’intervento tipo “C”.
 N° poli: 1P+N.
 1 modulo DIN.
 Corrente nominale da 6A a 40A.
 Potere d’interruzione 4,5kA e 6kA.
 Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con caratteristiche di limitatore.
 Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori
attrezzi.
 Alimentazione dal lato superiore.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 16mm² (cavi flessibili) e
25mm² (cavi rigidi).
4.5.1.2
Interruttori Automatici Magnetotermici Multipolari
Questa gamma di interruttori trova impiego negli impianti di tipo domestico o similare e nell'impiantistica
terziaria. Presentano potere d'interruzione da 4,5kA a 6kA e caratteristica d'intervento non solo di tipo "C" ma
anche "B" e "D", con correnti nominali da 6A a 63A. Successivamente sono elencate le principali
caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 60898-1: Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari.
Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata.
Caratteristiche tecniche
 Caratteristica d’intervento tipo “C”, "B e "D" (B e D solo versioni da 6kA).
 N° poli: 1P - 1P+N - 2P - 3P - 4P (1P, 3P e 4P solo versioni da 6kA). .
 Da 1 a 4 moduli DIN.
 Correnti nominali da 6A a 63A (50A e 63A solo versioni da 6kA).
 Potere d’interruzione 4,5kA e 6kA.
 Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con caratteristiche di limitatore.
 Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori
attrezzi.
 Alimentazione dal lato superiore.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e
35mm² (cavi rigidi).
4.5.2
Blocchi Differenziali
159
Sono apparecchi modulari per realizzare la protezione di tipo differenziale, definiti appunto blocchi
differenziali, da completare abbinandoli agli interruttori automatici magnetotermici. Successivamente sono
elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 61009-1 app. G: Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente
incorporati per installazioni domestiche e similari
- Parte 1: Prescrizioni generali.
Caratteristiche tecniche
 Potere d’interruzione determinato dal potere d'interruzione dell'interruttore automatico magnetotermico
associato.
 Potere di chiusura e di interruzione differenziale nominale (A), pari alla Icn dell'interruttore associato.
 Corrente nominale: 25A e 63A.
 Classe differenziale tipo “AC” e “A-S”.
 Corrente nominale differenziale 30mA, 300mA e 1A.
 N° poli 2P e 4P.
 N° moduli DIN 2 e 3.
 Tasto di prova meccanica.
 Segnalazione d’intervento differenziale.
4.5.3
Interruttori Magnetotermici Differenziali Compatti
Questi interruttori sono caratterizzati dalle loro dimensioni ridotte (2 moduli DIN), per essere impiegati negli
impianti in cui non vi siano spazi sufficienti per l'installazione di apparecchi modulari standard, e
prevalentemente nell'impiantistica di tipo domestico o similare. Successivamente sono elencate le principali
caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 61009-1 app. G: Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni
domestiche e similari
- Parte 1: Prescrizioni generali.
Caratteristiche tecniche
 Caratteristica d’intervento tipo “C”.
 Classe differenziale tipo "AC".
 Corrente differenziale nominale 0,01A e 0,03A.
 Corrente nominale da 6A a 40A.
 Potere d’interruzione 4,5kA.
 N° poli: 1P+N.
 2 moduli DIN.
 Cinematismo di scatto del tipo limitatore.
 Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori
attrezzi.
 Alimentazione dal lato superiore.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e
35mm² (cavi rigidi).
4.5.4
Interruttori Differenziali Puri
Gli interruttori differenziali sono dispositivi sensibili alle correnti di guasto verso terra (correnti differenziali),
misurano quindi la differenza tra la corrente in entrata e quella in uscita, attraverso i conduttori attivi,
nell’impianto a valle. L’impiego di questi interruttori richiede che tutte le masse metalliche che potrebbero
essere veicoli di correnti per contatti indiretti debbano essere collegate a terra. Successivamente sono
elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
160
CEI EN 61008-1: Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni
domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali
Caratteristiche tecniche
 Classe differenziale tipo “AC”, “A” e "A-S".
 Corrente nominale differenziale 10mA, 30 mA, 300mA.
 Corrente nominale 16A, 25A, 40A, 63A.
 N° poli 2P, 4P.
 N° moduli DIN 2, 4.
 Meccanismo a sgancio libero.
 Tasto di prova.
 Insensibili a sovratensioni di carattere atmosferico o dovuti a manovre per i tipi previsti.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamneti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e
35mm² (cavi rigidi).
4.5.5
Accessori per Interruttori Automatici
Gli apparecchi modulari della serie utilizzata dovranno comprendere anche una gamma di accessori, definiti
ausiliari elettrici, sono dei prodotti con dimensioni che rispecchiano la norma DIN, ed inglobano al loro
interno alcune funzioni complementari per gli interruttori automatici. Tali prodotti possono essere gli
sganciatori di tensione e a lancio di corrente, i contatti ausiliari o di segnalazione guasto e le barre di
connessione. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui
dovranno rispondere.
4.5.5.1
Sganciatori a Lancio di Corrente
E' un dispositivo, che collegato all’interruttore, permette attraverso un circuito di comando di aprire
l’automatico stesso attraverso un comando elettrico a distanza. Successivamente sono elencate le principali
caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 60947-2: Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici.
Caratteristiche tecniche
 Tensione nominale da 12 48Vca-cc, 110-250Vcc, 110 415Vca.
 Numero moduli DIN 1.
 Munito di contatto normalmente aperto.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 16mm² (cavi flessibili) e
25mm² (cavi rigidi).
4.5.5.2
Contatti Ausiliari / Segnalazione Guasto
I contatti ausiliari hanno la possibilità di segnalare attraverso contatti in commutazione la posizione
dell’interruttore al quale sono associati (APERTO O CHIUSO). Il segnalatore di guasto invece commuta il
proprio stato solo se l’apertura dell’automatico è avvenuta per guasto (sovraccarico termico o cortocircuito),
mentre non commuta se l’apertura avviene attraverso la manopola (manovra volontaria). Successivamente
sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN 60947-5-1: Apparecchiatura a bassa tensione.
comando ed elementi di manovra. Sezione 1: Dispositivi
per circuiti di comando.
Caratteristiche tecniche
 Portata contatti:
- 3A 400V cat. AC15
- 5A 230V cat. AC15
161
Parte
5:
Dispositivi
per circuiti di
elettromeccanici
- 5A 400V cat. AC14
- 8A 230V cat. AC14
 Numero moduli DIN 1.
 Dotati di morsetti a piastrina per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 2,5mm² (cavi flessibili) e
4mm² (cavi rigidi).
4.5.6
Trasformatori e Suonerie
I trasformatori di sicurezza sono da impiegare nella distribuzione in bassissima tensione per garantire
un'elevata protezione contro il fenomeno dell'elettrocuzione. La gamma deve quindi prevedere i trasformatori
resistenti al corto circuito non per costruzione e quelli a prova di guasto.
Riferimenti normativi
CEI EN 61558-2-8: Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari.
Parte 2-8: Prescrizioni particolari per trasformatori per campanelli.
Caratteristiche tecniche
Trasformatori a prova di guasto
 Tensione nominale primaria 230Vca.
 Tensione nominale secondaria 12Vca.
 Potenza nominale 10VA e 15VA.
 N° moduli DIN 2.
Trasformatori resistenti al corto circuito non per costruzione
 Tensione nominale primaria 230Vca.
 Tensione nominale secondaria 12 / 24Vca.
 Potenza nominale 10VA, 15VA, 30VA e 40VA.
 N° moduli DIN 2, 4.
Per entrambe le versioni la potenza nominale è riferita al servizio intermittente, per servizio continuo tale
potenza si riduce del 35% circa.
Le suonerie e i ronzatori sono utilizzati per segnalare il verificarsi di un evento tramite segnalazione sonora.
Tali componenti devono incorporare, in un involucro a doppio isolamento, anche un trasformatore conforme
alle norme e classificabile come "trasformatore per campanelli".
Riferimenti normativi
CEI EN 61558-2-8: Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari.
Parte 2-8: Prescrizioni particolari per trasformatori per campanelli.
Caratteristiche tecniche
 Tensione nominale primaria 230Vca.
 Tensione nominale secondaria 12Vca.
 Versioni, suoneria più trasformatore e ronzatore e suoneria più trasformatore.
 N° moduli DIN 2.
4.5.7
Comandi, Attuatori e Protezioni
Gli apparecchi modulari complementari, considerati anche accessori di comando e protezione, per la
realizzazione del quadro elettrico dovranno comprendere sezionatori, interruttori non automatici, porta
fusibili, relè passo-passo, scaricatori di sovratensione, contattori, temporizzatori luce scale, interruttori orari
ecc. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno
rispondere.
4.5.7.1
Sezionatori Accessoriabili
In alcune applicazioni si richiede di poter sezionare parti di impianto solo volontariamente, quindi non si
possono utilizzare interruttori automatici, a tal proposito vengono utilizzati gli interruttori sezionatori modulari
per apertura / chiusura di circuiti sotto carico ovviamente già protetti da sovraccarico e cortocircuito.
162
Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno
rispondere.
Riferimenti normativi
CEI EN60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra,
sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili
Caratteristiche tecniche
 Corrente nominale 40A, 63A, 100A.
 Frequenza nominale 50/60Hz.
 N° poli 2P, 4P.
 Categoria di utilizzo, AC-22A
 N° moduli DIN 2, 4.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e
35mm² (cavi rigidi).
 Gli interruttori di manovra sezionatori sono accessoriabili con contatti ausiliari.
4.5.7.2
Interruttori Non Automatici
Riferimenti normativi
CEI EN60669-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e
similare - Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori
di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili
Caratteristiche tecniche
 Tensione nominale 230Vca.
 Corrente nominale 16A, 20A.
 Funzioni, interruttore 1P e 2P, deviatore 1P e 2P, commutatore 2P.
 Categoria di utilizzo, AC-22.
 N° moduli DIN 1.
 Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 6mm² (cavi flessibili) e
10mm² (cavi rigidi).
4.5.7.3
Porta Fusibili
Per protezioni di tipo particolare sono richiesti ancora negli impianti i fusibili, quindi gli apparecchi porta
fusibili sezionabili modulari dovranno essere predisposti per accogliere fusibili di tipo cilindrico.
Sezionamento visualizzato conforme alla Norma CEI 64-8 con grado di protezione ad apparecchio aperto
IPXXB che consente di effettuare il ricambio in condizioni di sicurezza.
Riferimenti normativi
EN 60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra,
interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili
Caratteristiche tecniche
 Corrente nominale 20A, 32A.
 N° poli 1P.
 Fusibili 8,5x31,5mm, 10,3x38mm.
 Possibilità di inserimento fusibile di riserva.
 Kit di accoppiamento per realizzare versioni 2P, 3P.
 N° moduli DIN 1.
4.5.7.4
Rele' Passo-Passo
163
sezionatori,
I relè passo-passo trovano impiego nel comando di circuiti di illuminazione nel settore civile e terziario. Tale
funzione viene realizzata tramite la commutazione dei contatti che avviene ad ogni impulso inviato alla
bobina dei relè passo-passo mediante l'utilizzo di pulsanti con contatti normalmente aperti.
Riferimenti normativi
CEI EN 60669-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa
domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 60669-2: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa
domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari
per uso
per uso
Caratteristiche tecniche
 Tensione nominale di comando 250Vac.
 Tensione nominale dei contatti 230V.
 Numero contatti 1NA o 2NA.
 Corrente nominale contatti 16A.
 N° moduli DIN 1.
4.5.7.5
Contattori
I contattori sono utilizzati quando la corrente assorbita dagli utilizzatori (es. lampade, condizionatori, elementi
riscaldanti) supera la portata dei normali apparecchi di comando (interruttori, deviatori, pulsanti ecc.) o la
portata degli inseritori automatici (programmatori, temporizzatori, crepuscolari ecc.). Alimentando la bobina a
mezzo di uno dei suddetti comandi manuali o automatici, i contattori assicurano la chiusura di un circuito
elettrico, mentre l'interruzione dell'alimentazione ne provoca l'apertura.
Riferimenti normativi
CEI EN 61095: Contattori elettromeccanici per usi domestici e similari
CEI EN 60947-4-1:
Apparecchiature a bassa tensione - Parte 4-1: Contattori e avviatori Contattori e avviatori elettromeccanici
Caratteristiche tecniche
 Versioni 2P e 4P.
 Tensione nominale contatti 250Vca, 400Vca.
 Tensione nominale di comando 230Vca, 24Vcc.
 Possibilità di avere in funzione dei tipi da 1 a 4 contatti NA, NA+NC.
 Corrente nominale contatti 25A, 40A, 63A.
 N° moduli DIN 1, 2, 3.
 Possibilità di essere accessoriati con contatti ausiliari.
4.5.7.6
Temporizzatori Luci Scale
La gamma dovrà prevedere, oltre al classico temporizzatore che permette di ottimizzare il ciclo di
illuminazione in ambienti di passaggio, anche la versione multifunzione cioè temporizzatore o relè passopasso.
Riferimenti normativi
CEI
EN
60669-2-1:
Interruttori
elettronici
per
usi
domestici
Prescrizioni particolari per apparecchi di comando azionati totalmente
dispositivi elettronici.
e
similari.
Parte
2-1:
o parzialmente da
Caratteristiche tecniche
 Portata contatti16A, cosφ= 1.
 Campo di regolazione, da 0,05s a 240h o 10s a 10min.
 Stati di funzionamento principali:
- tipo di contatto NA non libero da potenziale.
- potenza max commutabile con lampade fluorescenti rifasate in parallelo da 750W a 1.300W.
- potenza max commutabile con lampade ad incandescenza da 2.000W a 2.300W.
 Tensione nominale 230V.
164


Morsetti di collegamento a gabbia.
N° moduli DIN 1.
4.5.7.7
Interruttori Orari Elettromeccanici
Consentono l'apertura e la chiusura automatica di circuiti secondo secondo un programma prestabilito.
Riferimenti normativi
CEI EN 60730-1: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 1: Norme
generali.
Caratteristiche generali
 Versione elettromeccanica.
 Ciclo giornaliero.
 Portata contatti, 16A carico resistivo, 4A carico induttivo.
 Contatti, 1 NA.
 Tempo di programmazione minima, 15 minuti.
 Tempo di programmazione massima, 23 ore e 15 minuti.
 Passi giornalieri, 96 segmenti.
 Carica di riserva (assenza rete), 100 ore dopo le prime 24 ore di alimentazione.
 Tensione nominale 230Vca.
 Morsetti di collegamento a gabbia.
 N° moduli DIN 1.
4.5.8
Strumenti di Controllo e di Misura
Gli strumenti di controllo e di misura permettono un monitoraggio preciso e puntuale delle grandezze
elettriche del circuito in cui sono installati.
4.5.8.1
Rele' di Massimo Consumo
Trova impiego in tutte le utenze in cui si voglia evitare il problema dell'intervento dell'interruttore dell'ente
distributore distributore di energia al superamento del limite contrattuale.
Riferimenti normativi
CEI EN 62053: Contatori elettrici statici di energia attiva per corrente alternata (Classi 1 e 2)
CEI EN 60065: Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di sicurezza
Caratteristiche tecniche
 Tensione nominale 230Vca.
 Assorbimento 6VA.
 Corrente nominale 16A.
 Segnalazione acustica incorporata.
 Pressione sonora 45dB a 3 m.
 Uscita ausiliaria.
- carico massimo 100VA.
- soglia di intervento da 1 a 4 kW.
- ritardo di intervento 5 secondi.
- riarmo manuale.
 Funzioni:
- solo come segnalazione acustica al superamento del limite contrattuale.
- segnalazione acustica e sgancio / apertura del carico scelto non prioritario.
4.5.8.2
Multimetro Digitale
165
Gli strumenti di misura digitali debbono poter visualizzare i valori della tensione, della corrente e della
frequenza e possono essere utilizzati in impianti sia monofase sia trifase.
Riferimenti normativi
CEI EN 61010-1: Prescrizioni di sicurezza per apparecchi elettrici di misura, controllo e per utilizzo in
laboratorio - Parte 1: Prescrizioni generali
Caratteristiche tecniche
 Range tensione da 0V a 500Vca con fattore di cresta pari a 1,43.
 Range corrente da 0A a 5A tramite inserzione diretta, da 0A a 1999A tramite TA esterno.
 Range frequenza da 0Hz a 500 Hz.
 Corrente nominale 16A.
 Precisione 1% fondo scala, più o meno 1 digit.
 Consumo 1,5VA.
 N° moduli DIN 3.
4.6
4.6.1
Ventilazione
Elicoidale Espulsione Diretta
Per questo tipo di applicazione (espulsione d’aria diretta in piccoli e medi ambienti) è consigliabile l’uso di un
aspiratore elicoidale dalle seguenti caratteristiche:

Conforme alle norme CEI EN 60335-2-80, B.T. 2006/95/CE, EMC 2004/108/CE

Adatto per espulsione diretta anche in presenza di tubazioni di media lunghezza

Idoneo all’installazione a parete o soffitto

Design innovativo

Dimensioni estremamente compatte

Profilo aerodinamico evoluto provvisto di deflettori studiati per migliorare il rendimento
fluidodinamica del prodotto

Completo di serranda di non ritorno robusta con sistema antiribaltamento

Griglia frontale facilmente smontabile e lavabile

Protetto contro gli spruzzi d’acqua (IPX4)

Regolabile tramite variatore di velocità

Motore ad induzione ad alta permeabilità magnetica con protezione termica adatto per servizio
continuo a basso consumo (7,50W)

Cuscinetti Long Life

Realizzato in doppio isolamento

Pressione Sonora Massima (misurata a 3mt in campo libero) 29,40 dB(A)
4.6.2
Espulsione Canalizzata Insonorizzata
Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in più locali) è consigliabile l’impiego di un’unità
dotata delle seguenti caratteristiche:
166

Dotato di Marcatura CE

Elevata silenziosità e bassissimi livelli sonori

Struttura portante in lamiera di acciaio zincata

Coibentazione interna con materiale fono-assorbente ad elevato spessore (50 mm)

Idoneo all’applicazione su tubazioni circolari con Diametro da 125 a 450 mm

Adatto all’aspirazione di aria pulita con temperatura massima di 40°C

Ispezionabile tramite apposito sportello apribile

Motore Asincrono Monofase 230V / 50Hz dotato di termoprotettore

Bilanciatura statica e dinamica secondo norme ISO 1940
4.6.3
Ventilazione Meccanica Residenziale con Recupero di Calore
Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in locali residenziali) è consigliabile l’impiego di
un’unità centralizzata di estrazione ed immissione aria con recupero di calore ad alta efficienza e sezione
filtrante, dalle seguenti caratteristiche:

Conforme alle norme CEI EN 60335-2-80, B.T. 2006/95/CE, EMC 2004/108/CE

Dotato di Marcatura CE

Norma Generale EN 13141-7 (Prova Aeraulica secondo EN 13101-4 (EN ISO 5801) , Misura
Efficienza secondo EN 308)

Struttura esterna in lamiera di acciaio zincata verniciata con polveri epossidiche

Filtri con Classe Filtrante G4, ispezionabili ed estraibili

Pannelli interni in Polipropilene (PPE) per un perfetto isolamento termo-acustico e l’eliminazione di
ponti termici verso l’esterno

Equipaggiato di Termostato che spegne il ventilatore in immissione quando la temperatura esterna
è troppo fredda

Provvisto di due fori di drenaggio condensa

Predisposto per installazione a pavimento con appositi piedini di supporto

Dimensioni estremamente Compatte (602 x 385 (P) x 507(H) mm)

Installazione Verticale

In grado di consentire un notevole vantaggio in termini di risparmio energetico e termico

Dotato di Scambiatore di calore ad Alta Efficienza con Recupero di Energia Termica maggiore del
90%

Provvisto di motore senza spazzole a commutazione elettronica tipo Brushless, per una
combinazione ottimale tra elevate prestazioni, silenziosità e ridotto consumo energetico; potenza Motori
Massima 100W
167
4.6.4
Ventilazione Meccanica per Terziario con Recupero di Calore
Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in più locali) è consigliabile l’impiego di un’unità
centralizzata di estrazione ed immissione aria con recupero di calore ad alta efficienza e sezione filtrante,
dalle seguenti caratteristiche:

Dotato di Marcatura CE

Struttura Portante realizzata con pannelli in lamiera preverniciata all'esterno a doppio guscio con
isolamento termico ed acustico in lana da vetro

Filtri Aria del tipo a celle con setto ondulato con media filtrante in fibra sintetica classe G3
(efficienza ponderale 85% - EU3)


I Filtri devo essere rigenerabili ed estraibili dal basso anche ad apparecchio installato
Sezione ventilante composta da due ventilatori centrifughi pale avanti a doppia aspirazione; i
motori sono precablati e collegati al modulo di potenza montato a bordo macchina


Motori a più velocità
Recuperatore di calore del tipo statico a flussi incrociati ad alto rendimento con piastre in alluminio.
I flussi sono mantenuti separati da apposite sigillature

Efficienza di recupero calore fino ad oltre il 65%

Attacco per tubo di scarico
4.6.5
Espulsione Canalizzata di Grandi Volumi
Per questo tipo di applicazione (estrazione di grandi portate d’aria come, ad esempio, in impianti di
raffreddamento o di lavaggio dell’aria dagli agenti inquinanti nelle autorimesse interrate) è consigliabile
l’impiego di ventilatori assiali intubati per espulsione in condotto, dalle seguenti caratteristiche:


Dotato di Marcatura CE
Cassa di alloggiamento del ventilatore lunga realizzata in lamiera di acciaio protetta contro gli
agenti atmosferici da verniciatura a polveri COLORE GRIGIO RAL 7001

Flange di accoppiamento a Norme UNI ISO 6580-EUROVENT per facilitare l’aggancio alle
tubazioni


Cassa in costruzione rinforzata per migliorare la robustezza del ventilatore e prevenire i fenomeni
vibrazionali
Motore Asincrono Trifase o Monofase adatto per servizio continuo, in Classe F/B

Motore con grado di protezione minimo IP 55 del tipo a grandezza Standard UNEL-MEC, auto
ventilato secondo con cuscinetti a sfera

Costruzione in Esecuzione 4: Accoppiamento diretto con girante a sbalzo su motore sostenuto
dalla sedia di appoggio in costruzione rinforzata


Girante con pale in Tecnopolimero ad Alta resistenza e mozzo in fusione di Alluminio
Equilibratura statica e dinamica con grado di correzione minimo G6.3 secondo norme ISO 1940,
flusso aria da motore a girante
168

Limiti di Impiego: Aria pulita con temperatura da -10°C a +50°C in servizio continuo
169
(SEZIONE 2°)
PRESCRIZIONI TECNICHE
PER L’ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI
Art. 1 OGGETTO
L’oggetto del presente disciplinare tecnico consiste nella realizzazione degli impianti meccanici per il
riscaldamento degli ambienti, la produzione e distribuzione di acqua sanitaria, l’evacuazione delle acque
reflue e la prevenzione incendi a servizio del Condominio Via Mazza ubicato in via Mazza a Pesaro (PU).
Le caratteristiche degli impianti saranno desumibili oltre che dagli elaborati grafici di progetto anche dalle
descrizioni di seguito riportate.
Art. 2 LEGGI e NORMATIVE di RIFERIMENTO
La Ditta Appaltatrice, nell’esecuzione del presente contratto, è tenuta al rispetto di tutte le norme vigenti
relative agli impianti ed in particolare al rispetto di tutte le disposizioni emanate ed eventualmente
emanande, durante il corso dei lavori, da parte degli Enti e delle Autorità Locali.
La realizzazione di ogni parte dell'impianto dovrà rispondere alle norme di seguito riportate.
La Ditta Appaltatrice si dovrà attenere, senza peraltro esimersi dall'osservanza di quanto sopra stabilito; tali
norme hanno valore come fossero integralmente riportate.
• Il Regolamento e le prescrizioni comunali relative la zona di realizzazione dell'opera;
• Tutte le norme relative gli impianti di cui trattasi, emanate da ISPESL, VV.FF., UNI, CTI, CEI, CIG, IMQ,
ENPI, ASL, ecc.;
• D.Lgs. 9 aprile 2008 n° 81 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”;
• D.M. 22 gennaio 2008 n° 37 (ex Legge n° 46/90) " Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in
materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici";
• Legge n° 10 del 9 Gennaio 1991 " Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso
razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia";
• D.P.R. n° 412 del 26 Agosto 1993 "Regolamento di attuazione della Legge 10/91 in materia di risparmio
energetico”;
• D.P.R. n° 551 del 21 Dicembre 1999. “Regolamento recante modifiche al D.P.R. 26/08/1993 n. 412, in
materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del
contenimento dei consumi di energia”;
• D.Lgs. n° 192 del 19/08/2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
dell’edilizia”;
• D.Lgs. n° 311 del 29/12/2006 “ Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n.
192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico dell’edilizia”;
• D.P.R. 2 aprile 2009, n. 59 “Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettera a) e b) del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento
energetico in edilizia.”
• Norma UNI 8199 (Ed. Novembre 98) “Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione –
Linee guida contrattuali e modalità di misurazione”;
• Norme o Leggi applicabili alle opere oggetto dell'appalto;
• Tutte le Leggi, Decreti, Circolari, ecc, statali, regionali e comunali, che in qualche modo, direttamente o
indirettamente, abbiano attinenza al presente appalto, ivi compresi i regolamenti edilizi, le leggi per la
salvaguardia dell’ambiente ed altro.
La Ditta Appaltatrice dovrà provvedere, ad ultimazione dei lavori, al rilascio di copia autentica di tutti quei
certificati, garanzie e dichiarazioni di conformità necessarie per all’ottenimento del Certificato di agibilità e di
Prevenzione Incendi.
Art. 3 ESECUZIONE dei LAVORI
Tutti i lavori dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, secondo le definizioni del D.M. 22 gennaio
2008 n°37 (ex Legge 46/90).
VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI
Durante l'esecuzione dei lavori si dovranno eseguire le verifiche e le prove preliminari qui di seguito elencate:
• verifica della qualità dei materiali approvvigionati;
170
• prova preliminare per accertare che le condutture non diano luogo, nelle giunzioni, a perdite (prova idraulica
a freddo); tale prova andrà eseguita prima della chiusura delle tracce, dei rivestimenti e pavimentazioni e
verrà realizzata ad una pressione di 600 kPa (6 bar) ovvero superiore di 1,5 volte a quella di esercizio;
• prova preliminare di tenuta a caldo e di dilatazione; con tale prova verrà accertato che l'acqua calda arrivi
regolarmente a tutti i punti di utilizzo mantenendo una variazione di temperatura non superiore a 1°C;
• verifica del montaggio degli apparecchi al fine di controllare la perfetta tenuta delle giunzioni e la totale
assenza di qualunque tipo di inconveniente relativo la rubinetteria;
• verifica finale per accertare il regolare funzionamento degli impianti completati di ogni particolare. Tale
prova dovrà essere eseguita dopo che siano completamente ultimati tutti i lavori e le forniture;
• prove di pressione della rete idrica ed antincendio e prova del gruppo di pressurizzazione idrico e
antincendio.
Le prove di cui sopra, eseguite a cura e spese della Ditta Appaltatrice, verranno verificate dalla DD.LL. in
contraddittorio con la Ditta stessa, restando quest'ultima, anche nel caso di esito favorevole delle prove
indicate, pienamente responsabile dei difetti o delle imperfezioni degli impianti installati fino al termine del
periodo di garanzia. Di tali prove verranno redatti appositi verbali.
La Ditta Appaltatrice dovrà demolire a proprie spese, quanto eseguito in difformità dalle prescrizioni del
presente disciplinare e dal progetto esecutivo e sarà tenuta al risarcimento dei danni provocati. Solo ad
insindacabile giudizio della DD.LL. tali opere potranno essere accettate; in tal caso, per la loro valutazione
verrà definito un deprezzamento corrispondente al degrado prestazionale rispetto ai requisiti di contratto,
restando a cura della Ditta Appaltatrice di eseguire, senza corrispettivo alcuno, gli eventuali lavori accessori
complementari che gli fossero richiesti per l’accettazione delle opere suddette.
Gli eventuali maggiori costi delle opere eseguite in difformità alle prescrizioni contrattuali, o comunque
impartite, non saranno tenuti in considerazione agli effetti della contabilizzazione. Talora la Ditta Appaltatrice,
nel proprio interesse o di sua iniziativa, anche senza l’opposizione della DD.LL., impiegasse materiali di
lavorazione più accurata, o di maggior pregio rispetto a quanto previsto, e sempre che la DD.LL. accetti le
opere così come eseguite, la Ditta non avrà diritto ad aver aumento dei prezzi contrattuali.
Art. 4 QUALITA’ e PROVENIENZA dei MATERIALI
Tutti i componenti degli impianti, degli apparecchi e i relativi dispositivi di sicurezza, regolazione e controllo che
sono oggetto, per quanto riguarda i requisiti essenziali, di direttive europee recepite dallo Stato italiano, devono
portare marcatura di conformità CE. In ogni caso dovranno essere realizzati secondo norme di buona
tecnica (ovvero norme UNI, CNR, CEI).
Resta comunque stabilito che tutti i materiali, componenti e parti di queste opere e manufatti, dovranno
risultare rispondenti alle norme emanate dai vari organi, enti ed associazioni che ne abbiano titolo, in vigore
al momento dell’aggiudicazione dei lavori o che vengano emanate prima dell’ultimazione dei lavori stessi.
Ogni approvazione rilasciata dalla DD.LL. non costituisce implicita autorizzazione in deroga alle specifiche
tecniche facenti parte degli elaborati contrattuali, a meno che tale eventualità non venga espressamente
citata e motivata.
La Ditta inoltre dovrà per tutti i materiali e gli apparecchi per i quali è prevista l’Omologazione, ai sensi degli
artt. 7 e 9 della legge 46/90, fornire relativo certificato che sarà consegnato al Committente, prima della
consegna dei lavori. La Ditta è tenuta ad impiegare esclusivamente i materiali riferiti alle presenti prescrizioni.
Qualora risultassero momentaneamente non reperibili sul mercato uno o più materiali da installare, la Ditta
Appaltatrice è tenuta a darne tempestiva comunicazione scritta al Committente, il quale si riserva a suo
insindacabile giudizio, di autorizzare l'impiego di materiali alternativi e conseguentemente ad adeguarne i
costi esposti nel preventivo. Qualora la DD.LL. rifiutasse dei materiali, ancorché messi in opera, perché a
suo motivato giudizio non li ritenesse di qualità, lavorazione e funzionamento, adatti alla perfetta riuscita
dell'impianto e quindi li ritenesse non accettabili secondo le indicazioni del presente capitolato, la Ditta
Appaltatrice, a sua cura e spese, dovrà sostituirli con altre che soddisfino le condizioni prescritte.
Art. 5 INDICAZIONI RELATIVE la RUMOROSITÀ degli IMPIANTI
Il livello di rumore dell’impianto tecnico negli ambienti di lavoro, in tutte le fasi di funzionamento, non dovrà
superare il valore di 35 dB(A): per la misurazione durante la fase di collaudo, si procederà secondo quanto
indicato dalla norma UNI - 8199 edizione novembre 1998 "Misura in opera e valutazione del rumore prodotto
negli ambienti dagli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione".
Per quanto riguarda tutte le apparecchiature disposte all’esterno, si dovranno porre in opera tutti gli
accorgimenti necessari al fine di rispettare i limiti previsti dal D.P.C.M. 01/03/95 relativamente al disturbo
prodotto nei confronti degli ambienti circostanti. In particolare si prescrivono:
• apparecchiature rotanti a basso numero di giri ed equilibrate staticamente e dinamicamente;
• velocità di flusso (di acqua) su bassi valori, con assenza di strozzature e derivazioni brusche sulle linee
che possano produrre vortici e rumori;
171
• inserimento di giunti afonici (in tela) e di manicotti in gomma rinforzata per l'isolamento delle reti (tubazioni
acqua) e di tutte le apparecchiature principali (pompe, ecc.).
Art. 6 GESTIONE e MANUTENZIONE degli
IMPIANTI FINO al COLLAUDO FINALE
Gli impianti tecnologici o parti di essi, potranno, ove necessario, essere messi in funzione ed utilizzati prima
del completamento delle opere. Ciò premesso, resta stabilito ed accettato dal Committente che egli avrà come
suoi oneri la gestione, la conduzione, la manutenzione ordinaria e straordinaria di tali impianti, fino ad
avvenuto collaudo positivo delle opere. Le suddette azioni dovranno essere espletate con modalità e con
personale abilitato ai sensi delle vigenti disposizioni legislative (DPR 412/93, DPR 551/99, D. Lgs. 192/05 e D.
Lgs. 311/06).
La conduzione degli impianti, dovrà garantire l’assoluta continuità di esercizio degli stessi in relazione alle
esigenze del cantiere.
Art. 7 ULTIMAZIONE dei LAVORI,
CONSEGNA delle OPERE, COLLAUDO
VERIFICHE E PROVE FINALI
A lavori conclusi verranno eseguite ulteriori prove di funzionamento disposte dalla DD.LL. relative a tutti gli
impianti eseguiti.
Dopo le prove, che dovranno avere esito favorevole, ogni impianto dovrà essere consegnato
perfettamente funzionante.
La DD.LL. eseguirà un controllo qualitativo e quantitativo dei materiali installati, oltre al controllo della
efficienza degli impianti nella loro globalità, senza con ciò esimere la Ditta da ogni obbligo di garanzia o
responsabilità di fornitura.
Per eseguire i collaudi, ove previsti, e per accertare la conformità degli impianti alle disposizioni della presente
legge e della normativa vigente, i Comuni, le Unità sanitarie locali, i Comandi provinciali dei vigili del fuoco e
l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) hanno facoltà di avvalersi della
collaborazione dei liberi professionisti, nell’ambito delle rispettive competenze, di cui all’art. 5 del D.M. 22
gennaio n°37 (ex L.46/90).
Il certificato di collaudo deve essere rilasciato entro tre mesi dalla presentazione della relativa richiesta. Il
collaudo deve verificare la rispondenza dell’impianto realizzato alle norme di legge e al progetto depositato
presso il Comune.
Art. 8 DICHIARAZIONE di CONFORMITA’ degli IMPIANTI
Al termine dei lavori, l’Appaltatore rilascerà al Committente la dichiarazione di conformità da depositare
presso il Comune, nel rispetto di quanto all’art. 7 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90). Di tale
dichiarazione, sottoscritta dal titolare dell’impresa e recante il numero di partita IVA e il numero di iscrizione
all’albo delle imprese artigiane, sono parte integrante:
• la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati e il progetto, ove previsto;
• gli schemi finali dell’impianto come realizzato (as built);
• documentazione fotografica di quanto realizzato in numero minimo di n. 2 per ogni locale interno
appartamento e n. 5 per ogni locale tecnico condominiale esaustive delle opere realizzate.
In caso di rifacimento parziale o di ampliamento di impianti, la dichiarazione di conformità e il progetto si
riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto del rifacimento o dell’ampliamento. Nella dichiarazione di
conformità dovrà essere espressamente indicata la compatibilità con gli impianti preesistenti. La dichiarazione
di conformità è resa su modelli predisposti con il D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90) Allegato I.
Le imprese artigiane sono abilitate all’esercizio delle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento
e/o di manutenzione degli impianti di cui all’art. 3 del D.M. 22 gennaio n°37 (ex L.46/90), se il tito lare o uno dei
soci o il familiare collaboratore è in possesso di uno dei seguenti requisiti:
a) diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una università statale o legalmente
riconosciuta;
b) diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione
relativa al settore delle attività di cui all’art. 1 del D.M. 22 gennaio n°37 (ex L.46/90), presso un istituto statale
o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette
dipendenze di una impresa del settore. Il periodo di inserimento per le attività di cui all’articolo 1, comma 2,
lettera d) è di un anno;
c) titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione professionale,
previo un periodo di inserimento, di almeno quattro anni consecutivi, alle dirette dipendenze di una impresa
del settore. Il periodo di inserimento per le attività di cui all’articolo 1, comma 2, lettera d) è di due anni;
d) prestazione lavorativa svolta, alle dirette dipendenze di una impresa abilitata nel ramo di attività cui si
172
riferisce la prestazione dell’operaio installatore per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello
computato ai fini dell’apprendistato e quello svolto come operaio qualificato, in qualità di operaio installatore
con qualifica di specializzato nelle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di
manutenzione degli impianti di cui all’articolo 1 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90).
I periodi di inserimento di cui alle lettere b) e c) e le prestazioni lavorative di cui alla lettera d) possono
svolgersi anche in forma di collaborazione tecnica continuativa nell’ambito dell’impresa da parte del titolare,
dei soci e dei collaboratori familiari. Si considerano, altresì, in possesso dei requisiti tecnico-professionali ai
sensi dell’art.4 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90) il titolare dell’impresa, i soci ed i collaboratori
familiari che hanno svolto attività di collaborazione tecnica continuativa nell’ambito di imprese abilitate del
settore per un periodo non inferiore a sei anni. Per le attività di cui alla lettera d) dell’articolo 1, comma 2 del
D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), tale period o non può essere inferiore a quattro anni.
Art. 9 MANUTENZIONE degli IMPIANTI
Gli impianti termici con potenza nominale superiore o uguale a 35 kW devono essere muniti di un “libretto di
centrale” conforme all'allegato F del D.Lgs. 311/06; gli impianti termici con potenza nominale inferiore a 35 kW
devono essere muniti di un "libretto di impianto” conforme all'allegato G del D.Lgs. 311/06. I modelli dei libretti
di centrale e dei libretti d'impianto possono essere aggiornati dal Ministero dell'industria, del commercio e
dell'artigianato con proprio decreto.
CONTROLLO e MANUTENZIONE
Gli elementi da sottoporre a verifica periodica sono quelli riportati sul "libretto di centrale” o sul "libretto di
impianto” di cui agli allegati F e G del D.Lgs. 311/06. Le suddette verifiche vanno effettuate almeno una volta
l'anno, normalmente all'inizio del periodo di riscaldamento, per i generatori di calore con potenza oltre 35
kW,
ogni due anni per impianti inferiori a 35 kW ma con generatore con anzianità superiore a 8 anni e almeno
con periodicità quadriennale per i generatori di calore con potenza nominale inferiore a 35 kW.
VERIFICA di RENDIMENTO
In occasione delle verifiche di controllo e manutenzione vanno effettuate anche le verifiche di rendimento da
riportare sul libretto di impianto come previsto dall’art. 11 comma 9 DPR 412/93. Le suddette verifiche vanno
effettuate almeno una volta l’anno per i generatori con potenza uguale o superiore a 35 kW e con periodicità
almeno quadriennale per i generatori con potenza inferiore a 35 kW. Per le C.T. alimentate a combustibile
solido o liquido ovvero dotate di generatori con Pot. Termica nominale maggiore o uguale a 350 kW è
prescritta una seconda determinazione del solo rendimento a metà del periodo di riscaldamento.
DPR 412/93 Art 6: Responsabilità inerenti l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici. L'esercizio e la
manutenzione degli impianti termici sono affidati al proprietario [...] o per esso ad un terzo [...] che se ne
assume la responsabilità. L'eventuale atto di assunzione di responsabilità da parte del terzo (che lo espone
alle sanzioni amministrative previste dal comma 5 dell'art. 34 Legge 9 gennaio 1991 n. 10) deve essere
redatto in forma scritta e consegnato al proprietario. Il terzo eventualmente incaricato, non può delegare ad
altri le responsabilità assunte, e può ricorrere solo occasionalmente al subappalto delle attività di sua
competenza, fermo restando il rispetto del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90), per le attivit à di
manutenzione straordinaria, e ferma restando la propria diretta responsabilità ai sensi degli art. 1667 e segg.
del cod. civile.
DPR 412/93 Art 8: Controllo tecnico periodico e manutenzione.
Le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione dell'impianto termico devono essere eseguite
conformemente alle istruzioni tecniche per la regolazione, l'uso e la manutenzione elaborate dal costruttore
dell'impianto. Qualora non siano disponibili le istruzioni del costruttore le operazioni [...] devono essere
eseguite conformemente alle istruzioni tecniche elaborate dal fabbricante ai sensi della normativa vigente,
mentre le operazioni di controllo e manutenzione delle restanti parti dell'impianto termico e degli apparecchi
e dispositivi per i quali non siano disponibili le istruzioni del fabbricante relative allo specifico modello,
devono essere eseguite secondo le prescrizioni e con la periodicità prevista dalle vigenti normative UNI e
CEI per lo specifico elemento o tipo di apparecchio o dispositivo. In mancanza di tali specifiche indicazioni, i
controlli di cui all'allegato H devono essere effettuati almeno una volta l'anno, fermo restando quanto stabilito
all’allegato L comma a), b) e c).
Al termine delle operazioni di controllo e manutenzione dell'impianto, l'operatore ha l'obbligo di redigere e
sottoscrivere un rapporto da rilasciare al responsabile dell'impianto, che deve sottoscriverne copia per
ricevuta. L'originale del rapporto sarà da questi conservato ed allegato al libretto.
DPR 412/93 Art 9: Comunicazione del terzo responsabile all’ente locale competente.
Il terzo eventualmente nominato responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico
comunica entro sessanta giorni la propria nomina all'ente locale competente per i controlli previsti al comma
3 dell'art. 31 Legge 9 gennaio 1991 n. 10. Al medesimo ente il terzo responsabile comunica immediatamente
eventuali revoche o dimissioni dall'incarico, nonché eventuali variazioni sia di consistenza che di titolarità
173
dell'impianto.
DPR 412/93 Art 10: Affidamento delle operazioni di controllo e manutenzione e delega delle responsabilità. Il
responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto, ove non possieda i requisiti necessari o non
intenda provvedere direttamente, affida le operazioni di cui al comma 4 a soggetti abilitati alla manutenzione
straordinaria degli impianti di cui alla lettera c) dell'articolo 1, comma 2, del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex
L.46/90). Nel caso di impianti termici a gas il soggetto deve essere abilitato anche per gli impianti di cui
all'articolo 1, comma 2, lettera e) del medesimo D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Nel caso di impianti
termici unifamiliari con potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, la figura del responsabile
dell'esercizio e della manutenzione si identifica con l'occupante che può, con le modalità di cui al comma 1,
delegarne i compiti al soggetto cui e' affidata con continuità la manutenzione dell'impianto, che assume
pertanto il ruolo di terzo responsabile, fermo restando che l'occupante stesso mantiene in maniera esclusiva
le responsabilità di cui al comma 7. Al termine dell'occupazione e' fatto obbligo all'occupante di consegnare
al proprietario o al subentrante il "libretto di impianto prescritto al comma 9, debitamente aggiornato, con gli
eventuali allegati.
DPR 412/93 Art 11: Compilazione dei libretti di centrale e d’impianto.
La compilazione iniziale del libretto nel caso di impianti termici di nuova installazione sottoposti a
ristrutturazione, e per impianti termici individuali anche in caso di sostituzione dei generatori di calore, deve
essere
effettuata all'atto della prima messa in servizio, previo rilevamento dei parametri di combustione, dalla ditta
installatrice che, avendo completato i lavori di realizzazione dell'impianto termico, e' in grado di verificarne la
sicurezza e funzionalità nel suo complesso, ed e' tenuta a rilasciare la dichiarazione di conformità di cui
all'art. 7 D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), comprensi va, se del caso, dei riferimenti di cui alla nota 7
del modello di dichiarazione allegato al Decr. M.I.C.A. 20 febbraio 1992 (G.U. n. 49 del 28 febbraio 1992).
Copia della scheda identificativa dell'impianto contenuta nel libretto, firmata dal responsabile dell'esercizio e
della manutenzione, dovrà essere inviata all'ente competente per i controlli di cui al comma 18. La
compilazione iniziale del libretto per impianti esistenti all'atto dell'entrata in vigore del presente regolamento
nonché la compilazione per le verifiche periodiche previste dal presente regolamento e' effettuata dal
responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico. Il libretto di centrale ed il libretto di
impianto devono essere conservati presso l'edificio o l'unita' immobiliare in cui e' collocato l'impianto termico.
In caso di nomina del terzo responsabile e successiva rescissione contrattuale, il terzo responsabile e' tenuto
a consegnare al proprietario o all'eventuale terzo responsabile subentrante l'originale del libretto, ed
eventuali allegati, il tutto debitamente aggiornato.
Art. 10 GARANZIA degli IMPIANTI
La Ditta Appaltatrice si impegna a garantire il Committente per la durata di due anni dalla data del collaudo,
per i vizi e i difetti di qualsiasi grado e natura, che possono diminuire l’uso e l’efficienza dell’opera e che non si
siano precedentemente manifestati.
Per lo stesso periodo, la Ditta si obbliga a riparare tempestivamente tutti i guasti e le imperfezioni che si
manifestino negli impianti e nelle opere per difetto di materiali o per difetto di montaggio, restando a suo carico
tutte le spese sostenute per le suddette riparazioni (fornitura dei materiali, installazioni, verifiche, mano
d’opera viaggi e trasferte del personale).
Per tutti i materiali e le apparecchiature alle quali le case produttrici forniranno garanzie superiori a due anni,
queste verranno trasferite al Committente.
Art. 11 SANZIONI
Le sanzioni amministrative, di cui all’art. 15, comma 1 e comma 2 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90),
vengono determinate nella misura variabile tra il minimo e il massimo, con riferimento alla entità e complessità
dell’impianto, al grado di pericolosità ed alle altre circostanze obiettive e soggettive della violazione. Le
sanzioni amministrative sono aggiornate ogni cinque anni con regolamento del Ministro dell’industria, del
commercio e dell’artigianato, sulla base dell’evoluzione tecnologica in materia di prevenzione e sicurezza e
della svalutazione monetaria.
Le violazioni comunque accertate, anche attraverso verifica, a carico delle imprese installatrici sono comunicate alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, competente per territorio, che provvede
all’annotazione nell’albo provinciale delle imprese artigiane o nel registro delle imprese in cui l’impresa
inadempiente risulta iscritta, mediante apposito verbale.
La violazione reiterata tre volte delle norme relative alla sicurezza degli impianti da parte delle imprese
abilitate comporta altresì, in casi di particolare gravità, la sospensione temporanea dell’iscrizione delle
medesime imprese dal registro delle imprese o dall’albo provinciale delle imprese artigiane, su proposta dei
soggetti accertatori e su giudizio delle commissioni che sovrintendono alla tenuta dei registri e degli albi.
174
(SEZIONE 3°)
PRESCRIZIONI GENERALI PER l’INSTALLAZIONE
DELL’ IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
Art. 1 GENERALITA’ IMPIANTO di RISCALDAMENTO
L’opera di risanamento conservativo in oggetto prevede l’installazione di n. 2 impianti centralizzati per il
riscaldamento che saranno a servizio di altrettanti edifici (denominati Lotto A e Lotto B consistenti
rispettivamente di n. 10 e n. 21 alloggi). Nel complesso edilizio è altresì presente un’ulteriore zona
(denominata “Vani comuni”) che verrà climatizzata con un altro impianto indipendente dagli altri due. Gli
impianti per il riscaldamento del Lotto A e del Lotto B saranno della stessa tipologia. La zona “Vani comuni”
verrà invece climatizzata tramite condizionatori a parete funzionanti con sistema a pompa di calore con
motocondensante interna agli ambienti climatizzati.
L’ impianto di riscaldamento può essere teoricamente suddiviso in generazione del calore e distribuzione del
fluido termovettore. Gli impianti per il riscaldamento dei Lotti A e B saranno della stessa tipologia.
La generazione del calore, sarà garantita da generatori di calore a condensazione alimentati a metano di
rete con modulazione della potenza in funzione della temperatura interna dei locali. La distribuzione del fluido
termovettore, che nello specifico sarà acqua a bassa temperatura, sarà garantita da una tubazioni in acciaio e
impianti a pannelli radianti con tubi in materiale polimerico affogati nel massetto dei pavimenti.
La zona “vani comuni” verrà invece climatizzata tramite condizionatori a parete funzionanti con sistema a
pompa di calore con motocondensante installata all’interno degli ambienti climatizzati.
ELEMENTI DI PROGETTO
Classificazione generale degli edifici per categorie (art. 3 DPR 412/93)
E.1 Edifici adibiti residenza con carattere continuativo (Lotto A e Lotto B);
E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili (Zona “Vani comuni”)
Temperatura interna (art.4 DPR 412/93)
La temperatura di progetto dell’aria interna dovrà essere di 20 °C (+2 °C); dovrà essere rispondente a tale
valore ed essere uguale in tutti gli ambienti abitati e nei servizi, esclusi i ripostigli. Nelle condizioni di
occupazione e di uso degli alloggi, le superfici interne delle parti opache delle pareti non dovranno
presentare tracce di condensazione permanente.
Temperatura esterna (p.to 2.1.1 UNI 5364/76)
La temperatura di progetto dell’aria esterna da adottare per il dimensionamento degli impianti di riscaldamento
deve essere quella indicata dal DPR 412/93 qui sotto riportata.
Temperatura dell’aria esterna di progetto a Pesaro: -2° C.
Fonti rinnovabili di energia (comma 22, articolo 4 del D.P.R. 59/09)
Nel caso di edifici pubblici o ad uso pubblico di nuova costruzione ricadenti nelle tipologie elettivamente
indicate, per l’applicazione delle fonti rinnovabili ed assimilate, all’allegato D del D.P.R. 412/93, è obbligatoria
l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria.
L’impianto deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del consumo annuo di
energia termica richiesta dall’utenza per la produzione di acqua calda sanitaria. Tale limite è ridotto al 20 %
qualora l’edificio è ubicato al centro storico.
L’eventuale impossibilità tecnica di rispettare la presente disposizione deve essere dettagliatamente motivata
nella relazione tecnica di cui al comma 25 dell’articolo 4 del D.P.R. 59/09.
Contenimento del consumo di energia (comma 25, art. 4 del D.P.R. 59/09)
Il progettista dovrà inserire i calcoli e le verifiche previste dal presente allegato nella relazione attestante la
rispondenza alle prescrizioni per il contenimento di consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici,
che, ai sensi dell’art.28 L.10/91 il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le
amministrazioni competenti secondo le disposizioni vigenti, in doppia copia, insieme alla denuncia dell’inizio
dei lavori relativi alle opere di cui agli art. 25 e 26 della stessa Legge.
Art. 2 GENERATORE di CALORE
Lotto A:
Generatore termico per installazioni sia in luoghi interni che esterni parzialmente protetti (fino a -5°C) per
solo riscaldamento da centrale termica, premiscelato a condensazione ad altissimo rendimento e bassissime
emissioni inquinanti, funzionante a combustibile gassoso con potenza utile (P.C.I) pari a 73,5 kW (a dT
80°C- 60°C). Apparecchio premiscelato a condensazione a camera stagna a tiraggio forzato con struttura di
tipo pensile costituito da un singolo focolare con portata termica di 75 kW. Modulazione continua della
175
potenza da 16,7 a 73,5 kW. Scambiatore in lega di alluminio a spirale a serpentino corrugato a basse perdite
idrauliche ad elevata superficie di scambio in grado di lavorare con ad elevati dT (max 40°C). Gruppo di
combustione a premiscelazione totale aria-gas con ventilatore a giri variabili, valvola gas pneumatica e
bruciatore cilindrico in fibra metallica. Rendimento termico utile al massimo e minimo carico conforme ai
requisiti di legge. Accensione elettronica con controllo di fiamma a ionizzazione. Circolatore per il
riscaldamento a 3 velocità selezionabili con funzione di antibloccaggio. Sistema di controllo e regolazione
generatore di tipo digitale a microprocessore con interfaccia utente a tastiera e display digitale.
Funzionamento in regolazione climatica a temperatura scorrevole tramite collegamento di una sonda
esterna.
Dotato di segnale di comando in input tipo 0÷10V per il controllo della temperatura di mandata o della
potenza di funzionamento sia per il singolo generatore che come generatore equivalente in batteria.
Elettronica di caldaia in grado di gestire autonomamente fino a due circuiti di riscaldamento diretti. Controllo
della temperatura di mandata a valle dell’eventuale separatore idraulico tramite sensore di mandata
dedicato. Pressioni di esercizio in riscaldamento 6 bar (max) - 0,8 bar (min). Sul focolare sono presenti:
termostato di sicurezza tarato a 100°C, sensori di temperatura di mandata e ritorno riscaldamento.
Pressostato acqua tarato a 0,8 bar. Protezione elettronica antigelo riscaldamento tarata a 6°C. Protezione
antibloccaggio pompa riscaldamento. Grado di protezione elettrica IPX5D.
Classe di NOx (EN 297/A5): 5
La caldaia dovrà essere conforme a:
• Direttiva Apparecchi a Gas 90/396/CEE
• Direttiva Rendimenti 92/42/CEE
• Direttiva Bassa Tensione 73/23/CEE-2006/95/CE
• Direttiva Compatibilità Elettromagnetica 89/336/CEE-2004/108/CE
Installazione su giunti base antivibranti.
Si consiglia l’installazione di un modulo termico tipo “Lamborghini Futuria N 80” (o similare)
Lotto B:
Generatore termico per installazioni sia in luoghi interni che esterni parzialmente protetti (fino a -5°C) per
solo riscaldamento da centrale termica, premiscelato a condensazione ad altissimo rendimento e bassissime
emissioni inquinanti, funzionante a combustibile gassoso con potenza utile (P.C.I) pari a 113,7 kW (a dT
80°C- 60°C). Apparecchio premiscelato a condensazione a camera stagna a tiraggio forzato con struttura di
tipo pensile costituito da un singolo focolare con portata termica di 116 kW. Modulazione continua della
potenza da 24,7 a 113,7 kW. Scambiatore in lega di alluminio a spirale a serpentino corrugato a basse
perdite idrauliche ad elevata superficie di scambio in grado di lavorare con ad elevati dT (max 40°C). Gruppo
di combustione a premiscelazione totale aria-gas con ventilatore a giri variabili, valvola gas pneumatica e
bruciatore cilindrico in fibra metallica. Rendimento termico utile conforme ai requisiti di Legge. Accensione
elettronica con controllo di fiamma a ionizzazione. Circolatore per il riscaldamento a 3 velocità selezionabili
con funzione di antibloccaggio. Sistema di controllo e regolazione generatore di tipo digitale a
microprocessore con interfaccia utente a tastiera e display digitale. Funzionamento in regolazione climatica a
temperatura scorrevole tramite collegamento di una sonda esterna.
Dotato di segnale di comando in input tipo 0÷10V per il controllo della temperatura di mandata o della
potenza di funzionamento sia per il singolo generatore che come generatore equivalente in batteria.
Elettronica di caldaia in grado di gestire autonomamente fino a due circuiti di riscaldamento diretti. Controllo
della temperatura di mandata a valle dell’eventuale separatore idraulico tramite sensore di mandata
dedicato. Pressioni di esercizio in riscaldamento 6 bar (max) - 0,8 bar (min). Sul focolare sono presenti:
termostato di sicurezza tarato a 100°C, sensori di temperatura di mandata e ritorno riscaldamento.
Pressostato acqua tarato a 0,8 bar. Protezione elettronica antigelo riscaldamento tarata a 6°C. Protezione
antibloccaggio pompa riscaldamento. Grado di protezione elettrica IPX5D.
Classe di NOx (EN 297/A5): 5
La caldaia dovrà essere confome a:
• Direttiva Apparecchi a Gas 90/396/CEE
• Direttiva Rendimenti 92/42/CEE
• Direttiva Bassa Tensione 73/23/CEE-2006/95/CE
• Direttiva Compatibilità Elettromagnetica 89/336/CEE-2004/108/CE
Installazione su giunti base antivibranti.
Si consiglia l’installazione di un modulo termico tipo “Lamborghini Futuria N125.
Locale “Vano comune”:
Condizionatore autonomo a parete con sistema a pompa di calore e motocondensante installata all’interno
dei locali riscaldati. Avente potenza in riscaldamento pari a 2,1 kW.
Si consiglia l’installazione di condizionatore “Olimpia Splendid Unico 8.5 HP” (o similare).
Art. 3 IMPIANTO A PAVIMENTO
176
Negli impianti di riscaldamento a pannelli radianti, il calore prodotto viene assorbito dal pavimento e poi
ceduto in modo graduale ed uniforme all’ambiente. Il calore, in questo modo viene ceduto per irraggiamento,
ovvero, trasmesso da una zona a temperatura più elevata (il pavimento caldo) verso una zona a temperatura
inferiore (la stanza fredda), a differenza degli impianti a radiatori e a ventilconvettori, dove il calore viene
ceduto fondamentalmente per convezione, creando correnti e moti convettivi.
Il calore irradiato rende più veloce la termoregolazione del corpo umano ampliando la percezione di maggiore
comfort termico. Inoltre, queste tipologie impiantistiche sono particolarmente indicate nei luoghi in cui vi sia
presenza di persone allergiche alle polveri; infatti grazie alle basse temperature di esercizio non si viene a
creare la microcombustione del pulviscolo presente nell’aria.
Il sistema a pavimento consiste in specifici circuiti eseguiti con tubazione posata a serpentina sotto pavimento,
con differenti interassi in funzione del fabbisogno termico del locale. L’impianto funzionerà con acqua a bassa
temperatura e con una pressione max di esercizio di 3 bar. Sarà realizzato, progettato e collaudato
secondo la normativa UNI EN 1264.
La temperatura superficiale del pavimento dovrà essere adatta al benessere fisiologico delle persone e
comunque non superiore a 29°C, ovvero ad una resa d ei pannelli pari ad un massimo di 100 W/mq.
Per una corretta realizzazione dell’impianto, prima della posa dei pannelli sarà necessario verificare:
• che sia completato l’intonaco interno e che siano chiuse tutte le aperture dell’edificio (come porte e finestre
esterne), come da UNI EN 1264-4;
• che gli spessori di progetto siano stati rispettati (la griglia metrica dovrà essere tracciata in tutti i locali);
• che siano stati eseguiti gli allacciamenti idrici ed elettrici, le cui tubazioni dovranno essere ricoperte con un
sottofondo di compensazione (in cemento alleggerito), per poter ottenere una superficie il più possibile
planare per la posa del pannello isolante, come da UNI EN 1264-4;
• che le tracce per le dorsali dell’impianto di riscaldamento e per l’alloggiamento dei collettori siano state
eseguite;
• che i passaggi indicati sui grafici di progetto siano praticabili e che non abbiano intralci o altri impedimenti.
Il sistema dovrà essere costituito essenzialmente dai seguenti componenti:
Striscia perimetrale in schiuma di polietilene a cellule chiuse, con banda in nylon trasparente termosaldata a
metà altezza: permette di assorbire le dilatazioni termiche del massetto e di abbattere i ponti termici presenti
nell’angolo fra la parete ed il muro.
Posa in opera: dovrà essere posata con continuità lungo tutto il perimetro delle pareti e degli elementi
costruttivi che delimitano il massetto. La striscia perimetrale parte dal solaio grezzo e prosegue fino oltre il
pavimento, mentre la parte superiore dovrà essere rifilata solo dopo aver ultimato il pavimento.
Pannello isolante in polistirene espanso ad alta densità, posato fra la soletta ed il massetto di sottofondo:
limita il flusso di calore disperso verso il terreno e riduce l’inerzia termica dell’impianto. Posa in opera: dovrà
essere posato a ridosso della striscia perimetrale sovrapponendogli la banda in nylon senza che si creino
sacche d’aria. La superficie isolata non dovrà presentare né interruzioni né cavità; eventuali zone scoperte
dovranno essere accuratamente sigillate con fogli di polietilene.
La tubazione rappresenta l’elemento più importante di tutto l’impianto a pavimento perché essendo integrato
nella struttura dovrà avere la capacità di resistere alle sollecitazioni termiche ed alla pressione oltre che agli
agenti chimici per garantire una durata di almeno 50 anni.
Le tubazioni in materiale plastico sono da preferirsi a quelle in metallo perché sono esenti dal rischio della
corrosione e non consentono il formarsi delle incrostazioni.
Le tubazioni in materiale plastico sono, per la loro struttura molecolare, permeabili ai gas, quindi anche all’aria.
La norma UNI EN 1264-4 richiede che le tubazioni in materiale plastico per il riscaldamento a pannelli radianti
3
siano dotate di uno strato/barriera all’ossigeno che garantisca un grado di permeazione inferiore a 0.1 g/m d.
Le tubazioni saranno quindi in polietilene reticolato ad alta densità del tipo PE-Xc, ovvero reticolate
elettronicamente, dalle seguenti principali caratteristiche:
• condizioni massime di esercizio: 95°C con 6 bar con punte fino a 110°C per brevi periodi;
• elevata resistenza alle incrinature da tensioni interne;
• buona resistenza alle aggressioni da additivi ed inibitori;
• posa a freddo:
• posa con raggi di curvatura stretti (raggio di curvatura minimo pari a 5 volte il diametro esterno);
• elevata resistenza alla corrosione;
• perite di carico minime e assenza di incrostazioni grazie alle superfici interne molto liscie;
• buona resistenza all’abrasione;
• resiliente anche alle basse temperature;
• barriera antiossigeno in EVOH (alcool etilvinilico) arricchito con polvere di alluminio.
Collettori in acciaio inox AISI 304 completi di:
• valvole di intercettazione manuale 3/4’’ a sfera;
177
• rubinetti di carico e scarico;
• valvole di sfiato aria;
• detentori per la regolazione della portata di ogni circuito di mandata.
Posa in opera: particolare cura dovrà essere posta alle tubazioni in uscita dal collettore dove, per una
lunghezza di circa un metro, le tubazioni dovranno essere coibentate al fine di ridurre un sovrariscaldamento
del pavimento in quella zona. E’ buona regola riportare su ogni derivazione di circuito una apposita targhetta
con l’individuazione dei locali serviti.
Art. 4 IMPIANTO a PANNELLI SOLARI
Collettore
Il collettore solare, salvo diverse prescrizioni, sarà costituito da una serie di tubi in vetro borosilicato a doppia
intercapedine, saldati all’estremità, al cui interno è provocato il vuoto. L'intercapedine interna è resa selettiva
per l’assorbimento della radiazione elettromagnetica solare per mezzo di una verniciatura metallica speciale
multistrato, creata utilizzando prodotti completamente riciclabili. L’unità di assorbimento è formata da un
circuito in rame curvato a forma di "U", posizionato a contatto con appositi assorbitori di calore in alluminio,
che ne aumentano la superficie di scambio di calore. Tutta la lunghezza di ogni unità è racchiusa in un
singolo tubo di vetro, ed ogni unità viene poi connessa in parallelo ad un collettore situato sulla testata del
pannello, che raccoglie il fluido vettore che scorre in ogni circuito. Telaio metallico in profilato di adeguato
spessore in alluminio elettrocolorato, come previsto dalle normative per una resistenza alla corrosione in
nebbia salina; montaggio dei singoli elementi costituenti la struttura mediante speciali squadrette per un
semplificato montaggio ad incastro. Struttura di protezione del collettore di distribuzione in rame realizzata in
alluminio, avente le medesime caratteristiche del telaio, completamente isolato con particolare isolante
incombustibile classe 0, idrorepellente e a bassa biopersistenza. Laminato riflettente a bassa iridescenza
appositamente realizzato per riflettere con percentuale superiori al 90% della luce totale, sfruttando il sistema
CPC (Compound Parabolic Concentrator).
Ciascun pannello solare dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
- numero tubi 21;
- superficie totale: 3,75 mq.
Tubazioni
Le tubazioni di collegamento dovranno soddisfare le seguenti esigenze:
• stabilità nel tempo della temperatura da -20 °C (periodo invernale) a +180 °C (periodo di stagnazione
estiva);
• resistenza costante alla pressione sino a 6 bar (pressione massima di esercizio);
• inerzia chimica al contatto con glicole propilenico (fluido antigelo).
Le tubazioni potranno essere in rame, acciaio, acciaio inox e tubi flessibili in acciaio inox. Non sono invece
idonee tubazioni in materiale plastico a causa della insufficiente resistenza termica.
Gli impianti solari devono essere protetti con adeguato antigelo. Il rapporto di miscela non dovrà mai essere
inferiore al 30% di antigelo (per percentuali inferiori si annulla l’efficacia biocida ed anticorrosiva) e mai
superiore al 55% di antigelo (aumenterebbero notevolmente le perdite di carico nel circuito con conseguente
sovradimensionamento della pompa).
I fluidi termovettori con antigelo devono essere periodicamente sottoposti a controllo di qualità, circa
ogni 3 anni occorre fare il controllo del pH e percentuale di antigelo.
Art. 5 IMPIANTO per la PRODUZIONE di ACQUA CALDA SANITARIA
Sia per il Lotto A che per il Lotto B la produzione di acqua calda sanitaria sarà garantita da bollitore verticale
del tipo con triplo scambiatore estraibile, per la produzione di acqua calda sanitaria per uso civile ed
industriale, realizzato in acciaio smaltato. Gli scambiatori saranno in rame, di tipo estraibile fissati al bollitore
tramite attacco flangiato, guarnizioni e bulloni. Il boiler dovrà essere completo di anodo di magnesio a
protezione contro le corrosioni elettrochimiche, flangia di ispezione e pulizia, coibentazione in poliuretano
espanso senza CFC e rivestimento esterno. II prelievo di acqua calda per le utenze sarà fatto nella parte alta
del bollitore per poter sfruttare al massimo il beneficio dovuto alla stratificazione. La zona superiore deve,
inoltre, servire allo scambio di calore dell’impianto di riscaldamento, mentre la parte inferiore sarà riservata al
sistema solare.
Il bollitore dovrà avere le seguenti principali caratteristiche:
•
•
•
•
•
•
capacità bollitore 1500 lt;
pressione massima di esercizio acqua 8 bar;
pressione massima di esercizio riscaldamento 12 bar;
pressione massima di esercizio solare 12 bar;
superficie dello scambiatore lato solare (inferiore) 3 mq;
superficie dello scambiatore lato riscaldamento (medio) 3 mq;
178
• superficie dello scambiatore lato riscaldamento (superiore) 2 mq.
Sono previsti n. 1 boiler per l’impianto del Lotto A e n. 2 boiler per l’impianto del Lotto B.
Art. 6 ELETTROPOMPE
Elettropompe del tipo singolo o gemellare per acqua calda e refrigerata, esecuzione monoblocco in linea con
rotore immerso, caratteristica variabile, temperatura d’impiego da -10/+130 °C, PN 6/10, completa di raccordi
a tre pezzi oppure controflange con guarnizioni e bulloni, compresi i collegamenti idrici ed elettrici. Sono
previste elettropompe gemellari per i circuiti secondari degli impianti di riscaldamento ed elettropompe singole
per tutti gli altri circuiti (solare, ricircolo e circuito primario riscaldamento/a.c.s.).
Art. 7 TUBAZIONI per DORSALI
IMPIANTO di RISCALDAMENTO
Tubazioni in acciaio nero
Le tubazioni per la distribuzione di acqua calda e acqua refrigerata impiegati negli impianti potranno essere dei
seguenti tipi:
• tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo gas serie media, UNI 8863 fino al DN 40;
• tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo liscio commerciale, UNI 7287/74, a partire dal DN 50;
• curve stampate e raccordi speciali con le stesse caratteristiche delle tubazioni e dimensionate secondo le
norme ISO.
Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al cantiere in ottimo
stato di conservazione. E' accettabile la presenza di una leggera patina di ossidazione molto superficiale.
Prescrizioni per il montaggio
Le giunzioni per le tubazioni di acciaio, dovranno essere eseguite con saldatura elettrica od ossioacetilenica,
previa adeguata preparazione delle testate da saldare.
Per quanto riguarda le curve, dovranno essere usate esclusivamente curve in acciaio stampato.
Saranno ammesse curvature a freddo con macchina curvatubi per i diametri 1/2" e 3/4", solo per tubazioni
incassate. Non saranno ammesse curvature eseguite a caldo.
Le giunzioni fra tubi di differente diametro, dovranno essere effettuate mediante idonei raccordi conici e mai
mediante innesto diretto di un tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore.
I cambiamenti di sezione potranno avere raccordi assiali solo nel caso di colonne verticali, mentre fra le
tubazioni orizzontali il raccordo tra due differenti diametri dovrà essere di tipo eccentrico con allineamento sulla
generatrice superiore, per evitare formazione di sacche d'aria.
Le derivazioni verranno eseguite utilizzando raccordi filettati oppure curve a saldare tagliate a scarpa. Le curve
saranno posizionate in maniera che il loro verso sia concordante con la direzione di convogliamento dei fluidi.
Nelle derivazioni nelle quali i tubi vengono giuntati mediante saldatura, non sarà comunque ammesso per
nessuna ragione l'innesto del tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore.
Nei collettori di distribuzione, i tronchetti di raccordo alle tubazioni potranno essere giuntati o con l'impiego di
curve tagliate a scarpa o con innesti diritti. In tal caso tuttavia, i fori sul collettore dovranno essere svasati ad
imbuto esternamente ed i tronchetti andranno saldati di testa sull'imbuto di raccordo.
I tronchetti di diametro nominale inferiore ad 1", potranno essere giuntati con innesti diritti senza svasatura,
ma curando ovviamente che il tubo di raccordo non penetri entro il tubo del collettore.
Le tubazioni che debbono essere collegate ad apparecchiature che possono trasmettere vibrazioni
all'impianto, dovranno essere montate con l'interposizione di idonei giunti elastici antivibranti.
Per le tubazioni che convogliano acqua, i giunti saranno del tipo sferico in gomma naturale o sintetica, adatta
per resistere alla massima temperatura di funzionamento dell'impianto e muniti di attacchi a flangia.
Nei casi in cui le tubazioni siano da posarsi incassate nelle strutture, in prossimità dei rubinetti e dei collettori di
raccolta, sarà installata una cassetta di contenimento dotata di pannello asportabile per l'ispezione.
Tutte le colonne verticali dovranno essere fissate in modo da evitare carichi di punta o torsioni.
Le tubazioni collegate a tutte le apparecchiature, dovranno essere supportate in modo da evitare sforzi
eccessivi, deformazioni nel collegamento e consentire la rimozione delle apparecchiature in modo agevole,
senza richiedere supporti provvisori ad avvenuto smontaggio.
Ove necessario, saranno (anche se non indicati sui disegni di progetto), installati giunti elastici per evitare la
trasmissione delle vibrazioni dalle macchine alle tubazioni.
Negli attraversamenti di strutture, per diametri superiori a 2", le tubazioni dovranno essere intubate all'interno
179
di spezzoni di tubo in materiale plastico, atti a consentire all'interno di essi, il libero passaggio delle tubazioni e
del relativo rivestimento isolante previsto.
Sotto ogni valvola od accessorio che nell'usuale funzionamento dia origine a gocciolamenti (comunque
dannosi alle strutture sottostanti) sarà installata una bacinella di protezione con scarico. Negli eventuali
collegamenti tra tubazioni metalliche di materiale diverso, dovranno essere impiegati dei giunti dielettrici per
prevenire la corrosione galvanica.
Dove necessario, dovranno essere previsti giunti di dilatazione e punti fissi, in relazione al percorso
(eventuali autocompensi), alla lunghezza del tratto rettilineo e alla escursione di temperatura.
I compensatori di dilatazione per i tubi di ferro fino al diametro nominale di 1½", e per i tubi di rame fino al
diametro esterno di 20 mm, potranno essere del tipo a U. Oltre tali diametri, i compensatori di dilatazione
dovranno essere del tipo assiale, con soffietto metallico in acciaio inox e con le estremità dei raccordi del tipo
a manicotto a saldare. Ogni compensatore dovrà essere compreso fra due punti fissi di ancoraggio della
tubazione.
La spinta agente sui punti fissi dovrà essere preventivamente calcolata e comunicata alla DD.LL. o al
responsabile delle opere edili, che controlleranno se il valore indicato é compatibile con la resistenza delle
strutture di supporto: in caso contrario dovranno essere impiegati giunti del tipo compensato.
I punti di sostegno intermedi fra i punti fissi, dovranno permettere il libero scorrimento del tubo e, nel caso di
giunti assiali, le guide non dovranno permettere alla tubazione degli spostamenti disassati che potrebbero
danneggiare i giunti stessi. Tutti i punti alti delle reti di distribuzione dovranno (anche se non indicati sui
disegni di progetto) essere dotati di barilotti di sfiato aria realizzati con tubi di acciaio con fondi bombati, e
dotati alla sommità di valvole automatiche di sfiato aria, complete di rubinetto a sfera di intercettazione con
volantino a galletto.
Tutti i punti bassi dovranno essere dotati di dispositivi di scarico e spurgo, costituiti da rubinetti a sfera con
attacco portagomma.
Staffaggi e supporti
Gli staffaggi (dove necessario) dovranno essere realizzati in modo da garantire la continuità della
coibentazione, per evitare il realizzarsi di ponti termici e relative condensazioni per le tubazioni di acqua
refrigerata. I modi di fissaggio degli staffaggi alle strutture, dovranno essere adeguati al carico ed in special
modo alla tipologia di struttura su cui vengono applicati. Fermo restando tutte le prerogative di affidabilità,
sono da preferirsi i sistemi ad espansione. Per i casi che si riterranno più delicati, il sistema dovrà essere
scelto in accordo con la DD.LL. e sottoposto a campionatura per approvazione.
Gli staffaggi di tubazioni a vista dovranno essere curati anche sotto il profilo estetico e di robustezza sempre
proporzionale al carico da sopportare. Dovranno essere eseguiti in profilati d'acciaio e dotati di selle di guida
per l'alloggiamento stabile del tubo, oppure potranno essere di tipo prefabbricato di serie a collare pensile
regolabile.
Per gli staffaggi costruiti in carpenteria, le tubazioni dovranno essere dotate di distanziatore saldato sulla
tubazione per consentire la continuità dell'isolamento termico.
Per brevi diramazioni, piccole colonne montanti, attacchi ad apparecchi terminali, saranno ammessi ancoraggi
alle murature o alle strutture tramite collari in acciaio apribili e fissati con sistema ad espansione.
Per le linee di tubazioni acqua calda fino al diametro di 1½", dovranno essere previste slitte di scorrimento
fissate al tubo e libere di muoversi longitudinalmente sugli staffaggi.
Per i diametri maggiori di 2", i supporti scorrevoli saranno del tipo a rullino, preferibilmente del tipo
prefabbricato in serie. In caso di costruzione artigianale, la campionatura dovrà essere sottoposta alla DD.LL.
I supporti e gli ancoraggi dovranno essere disposti ad un interasse non superiore ai seguenti:
• 2,5 m per tubazioni da DN 15 a DN 32;
• 3,5 m per tubazioni da DN 40 a DN 80;
• 4,0 m per tubazioni DN 100 e oltre.
I supporti dovranno comunque essere previsti in prossimità di valvole, cambiamenti di direzione od altri
apparecchi che diano luogo a flessioni. Nell'installazione di compensatori di dilatazione, i supporti saranno
realizzati secondo le raccomandazioni del costruttore.
Verniciatura
Tutte le tubazioni in acciaio, le carpenterie e gli staffaggi in materiale metallico non zincato, dovranno essere
verniciati con due mani di antiruggine, di cui la prima di colore rosso, la seconda di colore grigio. Gli staffaggi
180
e le tubazioni non coibentate saranno verniciate con due mani di vernice di finitura. Le tubazioni avranno i
colori previsti dalla DD.LL. per la identificazione dei fluidi convogliati. La verniciatura antiruggine delle tubazioni
dovrà essere eseguita secondo le seguenti modalità:
Preparazione a pié d'opera:
• spazzolatura per asportazione delle tracce di ossidazione formatesi durante la permanenza più o meno
lunga in cantiere, premettendo che all'arrivo in loco i tubi si dovranno presentare in ottimo stato;
• esecuzione della prima mano di antiruggine rossa accuratamente stesa su tutta la superficie del tubo;
• asportazione della vernice con energica spazzolatura nei punti di giunzione da saldare.
Dopo la posa in opera delle tubazioni:
• ripristino della prima mano di vernice sui tratti interessati dalle saldature;
• esecuzione della seconda mano di antiruggine grigia.
Targhette indicatrici e colorazioni distintive per le tubazioni
In tutti i locali tecnici nei quali sono installate apparecchiature, dovrà essere prevista l'installazione di targhette
indicatrici che consentano la corretta individuazione dei circuiti e dei componenti. Inoltre, dovranno essere
accuratamente indicate le posizioni che dovranno assumere le valvole, gli interruttori, i selettori, ecc., nella
stagione estiva ed in quella invernale.
Tali targhette dovranno consentire una chiara interpretazione del funzionamento e guidare le manovre di
gestione, anche da parte di personale non esperto. Le varie indicazioni dovranno essere concordate con la
DD.LL.
Tubazioni in rame
Per la distribuzione di acqua calda o refrigerata, limitatamente a quanto riguarda gli allacciamenti ai corpi
scaldanti(scaldasalviette), potranno essere usate tubazioni in rame ricotto in rotoli, di pezzatura e diametri
commerciali. Per eventuali tratti in vista dovranno essere usate canne diritte in rame crudo.
Le tubazioni in rame, dovranno rispondere ai requisiti delle norme relative la serie pesante, con spessore 1
mm per diametri esterni fino a 24 mm e spessore 1,5 mm per diametri superiori.
Le giunzioni dovranno essere effettuate medianti raccordi a tenuta meccanica del tipo ad anello tagliente e
"O-ring" a compressione per le tubazioni in rame flessibile in rotoli.
Per le tubazioni rigide di rame crudo, le giunzioni saranno effettuate con raccordi a brasare, salvo nei punti di
unione ai corpi scaldanti che, per garantirne la smontabilità, dovranno essere dotati di raccordi a tenuta
meccanica o giunti a 3 pezzi. Non saranno accettate né saldature né raccordi nei tratti incassati a pavimento o
nelle murature.
Art. 8 ISOLAMENTI TERMICI PER TUBAZIONI
IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
Prescrizioni generali di posa
Tipologia: I materiali isolanti, dovranno avere gli spessori e le caratteristiche minime coma da tabella 1,
allegato B del DPR 412/93. Tali materiali dovranno essere corredati di certificato di reazione al fuoco in
classe 1 ed omologazione del Ministero degli interni.
La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come ruggine, scorie o sporco saranno stati
rimossi e le superfici saranno verniciate, pulite ed asciugate. In corrispondenza degli staffaggi, l'isolamento
dovrà essere continuo: non saranno ammesse discontinuità di alcun genere.
Modalità di posa
I materiali isolanti dovranno essere posti a regola d'arte e nelle parti in cui sono presenti giunzioni e saldature,
potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove di tenuta dei circuiti. Il suddetto isolante
tubolare, dovrà essere posto in opera, ove é possibile, infilandolo sulla tubazione dall'estremità libera e
facendolo quindi scorrere sul tubo stesso. La giunzione tra i vari tubolari é effettuata con l'uso di apposito
adesivo. Nei casi in cui la posa in opera sopra descritta non sia possibile, si dovranno tagliare i tratti tubolari di
isolante longitudinalmente, applicarli sulle tubazioni e saldare i due bordi con l'adesivo. Solo in casi di
sagomature particolari, sarà accettato il rinforzo dell'incollaggio con appositi nastri adesivi.
Art. 9 VALVOLAME per IMPIANTO di RISCALDAMENTO
Generalità
Tutte le valvole installate sulle tubazioni, dovranno essere idonee ad una pressione di esercizio non inferiore
ad 1 volta la pressione di esercizio dell'impianto, e comunque non é ammesso l'impiego di valvole con
pressione di esercizio inferiore alla pressione nominale di 5 bar. Le valvole di intercettazione saranno dei
seguenti tipi:
• fino a DN 40: a sfera a passaggio totale, filettate;
• da DN 50 fino a DN 100: a sfera a passaggio totale, flangiate;
181
• oltre DN 100: a saracinesca in ghisa, flangiate.
Le valvole di ritegno dovranno essere del tipo ad otturatore conico, a profilo idrodinamico e con chiusura a
molla.
Valvole a sfera
• Corpo in bronzo e ghisa;
• Sfera in ottone cromato o acciaio inox;
• Guarnizioni delle sedi e guarnizioni di tenuta dello stelo in teflon;
• Pressione di esercizio = 10 bar;
• Temperatura di esercizio = 100 °C;
• Giunzioni filettate o flangiate.
Valvole a sfera a tre vie motorizzate
Corpo valvola di caratteristiche analoghe alle corrispondenti valvole a sfera, dotate di servocomando a motoriduttore elettrico, avente le seguenti caratteristiche:
• Tensione di alimentazione: 220 V o 24 V;
• Assorbimento elettrico: 3.5 VA;
• Grado di protezione: IP 55;
• Collegamento elettrico di comando a 3 punti;
• Microinterruttore ausiliario libero con contatto chiuso a valvola aperta.
Valvole di sfiato aria
Le valvole di sfiato aria automatiche, previste ovunque necessario nell'impianto di riscaldamento, sono del tipo
a galleggiante con corpo in acciaio e galleggianti di materiale plastico, guarnizioni di gomma, seggio ed
otturatore di ottone.
Art. 10 APPARECCHIATURE ISPESL
Organi di misura e/o controllo.
Si dovranno prevedere strumenti di misura e controllo, aventi le caratteristiche sotto riportate, in ogni punto dei
vari circuiti (composti sia da tubazioni che da condotte dell'aria) ove se ne ravvisi la necessità funzionale di
controllo, e comunque nei punti ove sono indicati in progetto. Eventuali strumenti installati all’esterno
saranno a tenuta stagna. Tutti gli strumenti dovranno avere una precisione, rispetto al fondo scala, non
superiore al 5%.
Termometri per tubazioni.
Sono previsti del tipo a quadrante, con carica di mercurio e gambo sensibile in guaina immerso in pozzetto.
La guaina, rigida in ottone, dovrà raggiungere il centro della tubazione e dovrà sporgere dall'isolamento
termico. I termometri dovranno essere facilmente smontabili e la guaina dovrà essere tale da potervi inserire
un termometro di controllo.
I termometri dovranno presentare le seguenti scale:
• tubazioni acqua calda e acqua calda sanitaria: 0° + 120°C;
• tubazioni acqua refrigerata, acqua potabile fredda, acqua di pozzo: -20° + +50°C.
Ove le normative vigenti lo prescrivano e ove indicato sui disegni di progetto, a fianco di ogni termometro
dovrà essere installato un pozzetto termometrico per il controllo con il termometro campione. Non saranno
ammessi termometri a contatto.
Manometri ed Idrometri.
Gli apparecchi dovranno essere a quadrante del diametro minimo di 80 mm, sistema "Bourdon", cassa in
ottone cromato, attacchi filettati diametro 1/2" e lancetta di massima. Saranno completi di rubinetto di
intercettazione con flangetta di attacco per manometro campione, a norme ISPESL.
A monte e a valle delle pompe, dovranno essere previste due prese di pressione, ciascuna con
intercettazione, ed un solo idrometro.
II fondo scala sarà adatto alle pressioni del circuito secondo le indicazioni di progetto. In mancanza di
specifiche indicazioni, si utilizzeranno apparecchi con fondo scala compreso tra 1,25 e 2 volte la massima
pressione riscontrabile nel circuito.
Vaso di espansione
Saranno di tipo chiuso, autopressurizzato, serie cilindrica, a membrana di gomma con precarica di azoto, ed
avente le caratteristiche tecniche specificate dalla DD.LL.
Per i vasi di espansione aventi volume superiore a 24 lt, la Ditta Appaltatrice dovrà fornire, al termine dei
lavori, il certificato di omologazione ISPESL.
I vasi aventi capacità singola non superiore a 24 lt, anche se montati in batteria, dovranno essere sottoposti, a
costruzione ultimata ed a cura del Costruttore, ad una prova idraulica non inferiore ad 1 volta la pressione di
progetto.
Art. 11 ALLACCIAMENTO ELETTRICO
182
Si dovrà prevedere un quadro elettrico per il comando e la protezione di ogni singolo motore da corto circuiti,
abbassamenti di tensione, mancanza di fase e sovraccarichi prolungati.
II quadro e gli impianti elettrici, nonché la messa a terra di tutte le parti metalliche, dovranno essere realizzati a
regola d'arte, in rispondenza alle Leggi 1° marzo 1 968 n. 186 e D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Si
considerano a regola d'arte gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI applicabili ed in particolare alla
64/2 inerente le centrali termiche in relazione alla tipologia di edificio, di locale o di impianto specifico oggetto
del presente Capitolato.
Art. 12 CONTABILIZZAZIONE
E’ previsto il servizio di contabilizzazione del calore. Dovranno essere installati n. 3 contatori di calore in
centrale termica e in sottocentrale termica. Un contatore di calore dovrà essere installato sul circuito primario
per il riscaldamento per la misura del calore fornito dalla caldaia per la climatizzazione; un altro contatore
dovrà essere installato sul circuito primario dell’acqua calda sanitaria per la contabilizzazione del calore
fornito dal generatore di calore per il soddisfacimento di questo servizio. Un ultimo contabilizzatore dovrà
essere installato sul circuito dell’impianto solare per la contabilizzazione del calore fornito dall’impianto
solare.
In ogni unità immobiliare dovranno essere installati:
- un contatore di energia termica per la contabilizzazione del calore per il riscaldamento della singola unità
immobiliare;
- un conta litri per l’acqua sanitaria;
- un conta litri per l’acqua fredda.
Tutti gli apparecchi dovranno essere certificati CE/MID.
Contatore di calore per riscaldamento in centrale termica (Lotto A):
Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati
di conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 3,5 mc/h;
- attacco filettato G 1”1/4;
- pressione nominale: PN 25;
- campo di lavoro: 15-180 °C;
- alimentazione a batterie.
Contatore di calore per riscaldamento in centrale termica (Lotto B):
Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati
di conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 6,0 mc/h;
- attacco filettato G 1”1/4;
- pressione nominale: PN 16;
- campo di lavoro: 15-180 °C;
- alimentazione a batterie.
Contatore di calore per acqua calda sanitaria in centrale termica (Lotto e Lotto B):
Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni della stessa tipologia di quella prevista
per il riscaldamento; vedi sopra per caratteristiche.
Contatore di calore per impianto solare in sottocentrale termica (Lotto e Lotto B):
Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati
di conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 1,5 mc/h;
- attacco filettato G 1”;
- pressione nominale: PN 25;
- campo di lavoro: 15-180 °C;
- alimentazione a batterie.
Contatore di calore per riscaldamento in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B):
Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati
di conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 0,6 mc/h;
- attacco filettato G 3/4”;
183
- pressione nominale: PN 16;
- campo di lavoro: 15-105 °C;
- alimentazione a batterie.
Contalitri per acqua calda sanitaria in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B):
Dovrà essere installato un conta litri meccanico universale di tipo comprensivo di accessorio per invio dati di
conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 1,5 mc/h;
- attacco filettato G 3/4”;
- pressione massima: 10 bar;
- temperatura massima: acqua: 90 °C;
- alimentazione a batterie.
Contalitri per acqua fredda sanitaria in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B):
Dovrà essere installato un conta litri meccanico universale comprensivo di accessorio per invio dati di
conteggio tramite uscita ad impulsi.
Dati principali:
- portata nominale: 1,5 mc/h;
- attacco filettato G 3/4”;
- pressione massima: 10 bar;
- temperatura massima: acqua: 30 °C;
- alimentazione a batterie.
Art. 13 IMPIANTO ADDUZIONE GAS
Si intende per impianto di adduzione del gas, l'insieme di dispositivi, tubazioni, ecc. che servono a fornire il gas
agli apparecchi utilizzatori (caldaie).
In conformità al D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), l’impianto di adduzione del gas dovrà rispondere alle
regole di buona tecnica: le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.
La DD.LL. ai fini della loro accettazione, procederà come segue:
• verificherà l'insieme dell'impianto a livello di progetto, per accertarsi che vi sia la dichiarazione di confomità
alla legislazione in materia di sicurezza, quali la Legge n. 1083 del 6/12/1971 e il D.M. 22 gennaio 2008 n°37
(ex L.46/90). Per il rispetto della Legge n. 1083/71, si dovranno adottare e rispettare tutte le norme UNI che i
Decreti ministeriali hanno reso vincolanti ai fini del rispetto della legge stessa;
• verificherà che la componentistica approvvigionata in cantiere risponda alle norme UNI-CIG, rese vincolanti
dai Decreti ministeriali emanati in applicazione della Legge n. 1083/71 e del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex
L.46/90) e, per la componentistica non soggetta a Decreto, la sua rispondenza alle norme UNI; questa verifica
sarà effettuata su campioni prelevati in sito ed eseguendo prove, anche parziali, oppure richiedendo un
attestato di conformità dei componenti e/o materiali alle norme UNI. Per alcuni componenti, la presentazione
della dichiarazione di conformità è resa obbligatoria dai suddetti Decreti e può essere sostituita dai marchi
IMQ e/o UNI-CIG;
• verificherà, in corso d'opera ed a fine opera, che vengano eseguiti i controlli ed i collaudi di tenuta,
pressione, ecc. previsti dalle norme tecniche rese vincolanti con i Decreti precitati.
La Ditta Appaltatrice dovrà fornire, al termine dei lavori, il certificato di conformità.
184
(SEZIONE 4°)
IMPIANTI MECCANICI
QUALITA' DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
1.1
MATERIALI IN GENERE
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con
materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, dovranno provenire da quelle
località che l'Impresa Appaltatrice riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della
Direzione dei Lavori, rispondenti alle caratteristiche e prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali, la rispondenza al presente disciplinare tecnico potrà risultare da un
attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
1.2
GENERALITÁ: IMPIANTO IDRICO SANITARIO E DI SCARICO
La distribuzione idrica sanitaria avverrà tramite distribuzione a "T" sia per le condotte di acqua calda
che fredda. L'impianto idrico sanitario sarà dotato di idoneo impianto di ricircolo per la riduzione dei consumi
di acqua calda a seguito della riduzione dei tempi di attesa.
Saranno disposti, ove necessario, supporti antivibranti in neoprene per limitare la propagazione di
vibrazioni.
Ogni unità immobiliare sarà dotata di un modulo d'utenza per la contabilizzazione dei consumi idrici
sanitari fornito di n.2 rubinetti di intercettazione per acqua calda e fredda.
Dotazione di apparecchiature, punti idrici e scarichi per bagno tipo:
 n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavabo e relativo scarico;
 n.1 attacco completo (calda e fredda) per bidet e relativo scarico;
 n.1 attacco singolo (fredda) per vaso completo di sedile e cassetta incassata a doppio scatto e
relativo scarico;
 n.1 attacco completo (calda e fredda) per piatto doccia 80x80 o 70x90 cm tipo profondo
(escluso box) e relativo scarico.
Dotazione di apparecchiature, punti idrici e scarichi per bagni accessibili da parte di diversamente
abili:




n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavabo sospeso per disabili e relativo scarico;
n.1 attacco completo (calda e fredda) per bidet per disabili e relativo scarico;
n.1 attacco singolo (fredda) per vaso per disabili completo di cassetta a doppio scatto e
relativo scarico;
n. 1 attacco completo (calda e fredda) per piatto doccia ad incasso a filo pavimento e relativo
scarico.
Tutte le rubinetterie dovranno essere dotate di frangi-getto, di dispositivi di apertura dell’erogazione
d'acqua a doppio scatto, il tutto necessario per ridurre il consumo di acqua potabile.
Dotazione punti idrici e scarichi per cucina tipo:
 n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavello e relativo scarico;
 n.1 attacco singolo (fredda) per lavastoviglie e relativo scarico.
Dotazione punti idrici e scarichi per lavanderia tipo:
 1 attacco singolo (fredda) per lavatrice e relativo scarico;
 n. 1 attacco singolo (fredda) per pilozzo e relativo scarico.
Dotazione per terrazzo P.T. privato tipo:
 n.1 attacco singolo (fredda) per punto idrico ad unità completo di rubinetto a pozzetto.
1.3
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
L’alimentazione dell’acqua necessaria al fabbisogno verrà derivata dalla rete idrica pubblica, da linea
esistente già a monte del contatore generale, con interposizione di idoneo contatore volumetrico.
Sarà prevista a valle del manometro di monitoraggio della pressione di esercizio dell'impianto, una
derivazione con predisposizione al sistema di pressurizzazione condominiale, in caso di pressioni
insufficienti.
Il circuito a servizio dell'impianto idrico-sanitario dovrà essere munito di:
 n.2 valvole a sfera di intercettazione DN 2" poste a monte ed a valle dei successivi dispositivi;
 n. 1 filtro ad "Y" raccoglitore di impurità DN 2" PN 16;
 n.1 valvola di non ritorno DN 2" PN 16;
 n.1 contatore generale volumetrico a lettura frontale.
185
Il filtro dovrà essere installato per impedire che impurità presenti nell'impianto possano danneggiare
apparecchi montati a valle quali valvole di regolazione, di chiusura, ecc.. Il cestello del filtro dovrà essere
regolarmente pulito. Il filtro dovrà essere montato secondo la direzione del flusso indicato dalla freccia
presente sul corpo.
La valvola di non ritorno è un dispositivo di protezione idrica in grado di impedire il ritorno di acque
inquinate nella rete dell'acquedotto dovuto a seguito di variazioni di pressione nella rete di distribuzione in
modo da creare inversione di flusso.
1.3.1 TUBAZIONI IMPIANTO IDRICO SANITARIO
Le tubazioni con acqua in pressione sia per le dorsali orizzontali che per le montanti verticali, interrate,
a vista con staffaggio a soffitto nel locale garage o passanti nei cavedi tecnici dedicati, saranno in
polipropilene random alimentare classe PN 16 isolate termicamente con guaine in elastomero estruso come
da spessori di legge 10/91 e D.lgs 192/05. Il polipropilene dovrà essere della migliore qualità per la
realizzazione delle reti di distribuzione idrica, nel rispetto delle norme vigenti (rispondente alle prescrizioni
della Circolare n.102 del 12/02/78 del Ministero della Sanità).
Tutti i componenti facenti parte dell’impianto e destinati al contatto diretto con l’acqua potabile
dovranno essere costruiti secondo le norme DIN 1988 T2 per il trasporto di liquidi alimentari e acque potabili
con tubazioni in materiale plastico secondo le raccomandazioni della normativa vigente in ambito di reti di
distribuzione per acqua potabile calda e fredda nonché delle direttive specifiche per i requisiti di qualità e
dimensionali per il trasporto di liquidi in pressione. Le tubazioni ed i raccordi in polipropilene PP-R non
dovranno essere installati senza adeguata protezione, direttamente a contatto con la radiazione diretta dei
raggi UV.
La rete di distribuzione all'interno dello stabile costituente i due lotti A e B, sarà costituita da tubazioni
in multistrato isolate termicamente con guaine in elastomero estruso come da spessori di legge 10/91 e D.lgs
192/05.
Le tubazioni di mandata dovranno essere rivestite con guaina isolante in elastomero espanso di
spessore tale da evitare fenomeni di condensa, il rivestimento isolante sarà protetto in modo idoneo dagli
agenti atmosferici. Le tubazioni fredde sotto traccia, sia orizzontali che verticali, all'interno degli alloggi
saranno protette con rivestimento isolante in elastomero espanso.
I supporti della rete idrica sanitaria saranno realizzati in modo tale da non trasmettere rumori e
vibrazioni e consentiranno l'esecuzione dell'isolamento senza interruzione.
Tutte le colonne montanti all'interno dell'edificio dovranno essere intercettate alla base con valvole
inclinate complete di rubinetto di scarico. Le valvole dovranno essere posizionate nelle zone comuni e
protette contro le manomissioni.
1.4
IMPIANTO DI SCARICO
L'impianto di scarico sarà costruito in conformità con quanto indicato nelle vigenti norme UNI – UNI
EN, tenuto conto della specifica destinazione d’uso dell’edificio e del suo sviluppo planimetrico e altimetrico,
al fine di garantire il regolare funzionamento.
Il sistema di scarico utilizzato per lo smaltimento delle acque reflue di ogni servizio è del tipo a gravità
e risulterà composto dalle seguenti colonne di scarico verticali:
 colonna acque grasse: acque reflue che non contengono materiale fecale o urina ma
esclusivamente saponi e grassi di cucina;
 colonna acque nere: acque reflue che contengono materiale fecale o urine comprese le acque
saponose provenienti da lavabi, bidet, docce e lavatoi.
Al fine di limitare le variazioni di pressione all’interno del sistema di scarico (effetto pistone liquido),
ogni colonna di scarico verticale, sopra l’innesto della diramazione più alta, verrà prolungata a tetto, con
bocca di uscita all’aria aperta protetta dal vento con apposito cappello esalatore, avente la funzione di
ventilazione primaria.
1.4.1 TUBAZIONI IMPIANTO DI SCARICO
Tutti gli scarichi orizzontali e verticali completi di accessori, verranno realizzati con tubazioni in
polietilene ad alta densità (PEAD) del tipo silenziato per il rispetto dei requisiti di cui al D.P.C.M. 05/12/1997,
complete di rivestimento insonorizzante e termoisolante per evitare la trasmissione dei rumori in ambiente e
la formazione di condensa, eseguito in classe uno di reazione al fuoco. Le colonne di scarico dovranno
essere provviste alla base di elementi a tenuta per l’ispezione. Tutte le tubazioni di scarico dovranno essere
fornite di adeguati sifoni con funzione di tappoidraulico contro la risalita di cattivi odori. I collettori sub
orizzontali di raccolta delle colonne montanti (se oggetto di intervento) saranno realizzati con tubazioni in
PVC rosso serie pesante con giunti ad innesto completi di guarnizione altrimenti, se a vista, in PEAD PN 6
con giunti a saldare.
I tubi e i pezzi speciali in PVC dovranno avere caratteristiche rispondenti alla norma UNI EN 1401-1/98
tipo SN, contrassegnati con il marchio IIP che ne assicura la conformità alle norme UNI.
Prima di procedere alla posa in opera, i tubi dovranno essere controllati uno ad uno per scoprire
eventuali difetti. Le code, i bicchieri, le guarnizioni devono essere integre.
186
I tubi ed i raccordi dovranno essere sistemati sul letto di posa in modo da avere un contatto continuo
con il letto stesso.
I giunti di tipo rigido verranno impiegati solo quando il progettista lo riterrà opportuno. In questi casi si
avrà cura di valutare le eventuali dilatazioni termiche lineari i cui effetti possono essere assorbiti
interponendo appositi giunti di dilatazione ad intervalli regolari in relazione alle effettive condizioni di
esercizio.
1. POSA DELLE TUBAZIONI
La verifica e la posa in opera delle tubazioni dovrà essere conforme al Decreto Min. Lav. Pubblici del
12/12/1985.
A tale scopo l'Impresa, indicherà la Ditta Fornitrice delle tubazioni, la quale dovrà dare libero accesso,
nella propria azienda, agli incaricati dell'Amministrazione Appaltante perché questi possano verificare la
rispondenza delle tubazioni alle prescrizioni di fornitura.
Prima di ordinare i materiali l'Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Direzione dei Lavori, eventuali
illustrazioni e/o campioni dei materiali che intende fornire, inerenti i tubi, il tipo di giunzione, i pezzi speciali, le
flange ed eventuali giunti speciali, Insieme al materiale illustrativo disegni e campioni.
All'esterno di ciascun tubo o pezzo speciale, in linea di massima, dovranno essere apposte in modo
indelebile e ben leggibili le seguenti marchiature:
 marchio del produttore;
 sigla del materiale;
 data di fabbricazione;
 diametro interno o nominale;
 pressione di esercizio;
 classe di resistenza allo schiacciamento (espressa in kN/m per i materiali non normati);
 normativa di riferimento.
2.1
GUARNIZIONI PER FLANGE
Le guarnizioni impiegate nell'impianto idrico sanitario dovranno essere realizzate esclusivamente con
materiale atossico, secondo la Circolare Min. Sanità 02/12/78 n. 102 "Utilizzo di materie plastiche con acqua
potabile".
2.2
SEGNALAZIONE DELLE CONDOTTE
Prima del completamento del rinterro, nei tratti previsti dal progetto, dovrà essere steso apposito
nastro di segnalazione, indicante la presenza della condotta sottostante.
Il nastro dovrà essere steso ad una distanza compresa fra 40 e 50 cm dalla generatrice superiore del
tubo per profondità comprese fra 60 e 110 cm mentre, per profondità inferiori della tubazione, la distanza tra
il nastro e la generatrice superiore del tubo dovrà essere stabilita, d’accordo con la Direzione dei Lavori, in
maniera da consentire l’interruzione tempestiva di eventuali successivi lavori di scavo prima che la condotta
possa essere danneggiata.
2. APPARECCHI IDRAULICI
In conformità alla normativa vigente, gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle
regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.
3.1
APPARECCHI SANITARI
Gli apparecchi sanitari, indipendentemente dalla loro forma e dal materiale costituente, dovranno
soddisfare i seguenti requisiti:
 robustezza meccanica;
 durabilità meccanica;
 assenza di difetti visibili ed estetici;
 resistenza all'abrasione;
 pulibilità di tutte le parti che possono venire a contatto con l'acqua sporca;
 resistenza alla corrosione (per quelli con supporto metallico);
 funzionalità idraulica.
Per gli apparecchi di ceramica, la rispondenza alle prescrizioni di cui sopra si intende comprovata se
essi risponderanno alle seguenti norme: UNI 8949/1 per i vasi, UNI 4543/1 e 8949/1 per gli orinatoi, UNI
8951/1 per i lavabi, UNI 8950/1 per bidet.
Per gli altri apparecchi dovrà essere comprovata la rispondenza alla norma UNI 4543/1, relativa al
materiale ceramico ed alle caratteristiche funzionali.
Per gli apparecchi a base di materie plastiche, la rispondenza alle prescrizioni di cui sopra si ritiene
comprovata se essi risponderanno alle seguenti norme: UNI EN 263 per le lastre acriliche colate per vasche
187
da bagno e piatti doccia, norme UNI EN sulle dimensioni di raccordo dei diversi apparecchi sanitari ed alle
seguenti norme specifiche: UNI 8194 per lavabi di resina metacrilica; UNI 8196 per vasi di resina metacrilica;
UNI EN 198 per vasche di resina metacrilica; UNI 8192 per i piatti doccia di resina metacrilica; UNI 8195 per
bidet di resina metacrilica.
Sul corpo dell'apparecchio, ove possibile dovranno essere riportati in modo leggibile ed indelebile:
 Nome del produttore e/o marchio di fabbrica
 Diametro nominale (DN)
 Pressione nominale (PN)
 Sigla del materiale con cui è costruito il corpo
 Freccia per la direzione del flusso (se determinante).
Tutti gli apparecchi ed i pezzi speciali dovranno uniformarsi alle prescrizioni di progetto e
corrispondere esattamente ai campioni approvati dalla Direzione dei Lavori. Ogni apparecchio dovrà essere
montato e collegato alla tubazione secondo gli schemi progettuali o di dettaglio eventualmente forniti ed
approvati dalla Direzione dei Lavori, dagli stessi risulteranno pure gli accessori di corredo di ogni
apparecchio e le eventuali opere murarie di protezione e contenimento. Tutte le superfici soggette a
sfregamenti dovranno essere ottenute con lavorazione di macchina, i fori delle flange dovranno essere
ricavati al trapano.
L'Amministrazione Appaltante si riserva la facoltà di sottoporre a prove o verifiche i materiali forniti
dall'Impresa Appaltatrice intendendosi a totale carico della stessa tutte le spese occorrenti per il
prelevamento ed invio, agli istituti di prova, dei campioni che la direzione intendesse sottoporre a verifica ed
il pagamento della relativa tassa di prova a norma delle vigenti disposizioni.
L'impresa Appaltatrice non potrà mai accampare pretese di compenso per eventuali ritardi o
sospensioni del lavoro che si rendessero necessarie per gli accertamenti di cui sopra.
3.2
RUBINETTI SANITARI
I rubinetti sanitari sono quelli appartenenti alle seguenti categorie:
 rubinetti singoli, cioè con una sola condotta di alimentazione;
 gruppo miscelatore, avente due condotte di alimentazione e comandi separati per regolare e
miscelare la portata d'acqua;
 miscelatore meccanico, elemento unico che sviluppa le stesse funzioni del gruppo miscelatore
mescolando prima i due flussi e regolando dopo la portata della bocca di erogazione.
I rubinetti sanitari di cui sopra, indipendentemente dal tipo e dalla soluzione costruttiva, dovranno
rispondere alle seguenti caratteristiche:
 inalterabilità dei materiali costituenti e non cessione di sostanze all'acqua;
 tenuta all'acqua e alle pressioni di esercizio;
 conformazione della bocca di erogazione in modo da erogare acqua con filetto a getto
regolatore e, comunque, senza spruzzi che vadano all'esterno dell'apparecchio sul quale
devono essere montati;
 proporzionalità fra apertura e portata erogata;
 minima perdita di carico alla massima erogazione;
 silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le condizioni di funzionamento;
 facile smontabilità e sostituzione di pezzi possibilmente con attrezzi elementari;
 continuità nella variazione di temperatura tra posizione di freddo e quella di caldo e viceversa
(per i rubinetti miscelatori).
La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per i rubinetti singoli e gruppi
miscelatori, quando essi rispondono alla norma UNI EN 200 e ne viene comprovata la rispondenza con
certificati di prova e/o con apposizione del marchio UNI. Per gli altri rubinetti si applica la norma UNI EN 200
per quanto possibile o si fa riferimento ad altre norme tecniche (principalmente di enti normatori esteri).
3.3
SCARICHI DI APPARECCHI SANITARI E SIFONI
Gli elementi costituenti gli scarichi applicati agli apparecchi sanitari si intendono denominati e
classificati come riportato nelle norme UNI 4542, sull'argomento.
Indipendentemente dal materiale e dalla forma essi dovranno possedere caratteristiche di inalterabilità
alle azioni chimiche ed all'azione del calore, realizzare la tenuta tra otturatore e piletta e possedere una
regolazione per il ripristino della tenuta stessa (per scarichi a comando meccanico).
La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta quando essi rispondono alle
norme UNI EN 274 e UNI EN 329, comprovata da una attestazione di conformità.
3.4
TUBI DI RACCORDO RIGIDI E FLESSIBILI
Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, essi dovranno rispondere
alle caratteristiche seguenti:
 inalterabilità alle azioni chimiche ed all'azione del calore;
 non cessione di sostanze all'acqua potabile;
188
 indeformabilità alle sollecitazioni meccaniche provenienti dall'interno e/o dall'esterno;
 superficie interna esente da scabrosità che favoriscano depositi;
 pressione di prova uguale a quella di rubinetti collegati.
La rispondenza alle caratteristiche sopraelencate si intende soddisfatta se i tubi rispondono alla norma
UNI 9035 e la rispondenza è comprovata da una dichiarazione di conformità.
3.5
RUBINETTI A PASSO RAPIDO, FLUSSOMETRI
Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva essi devono rispondere alle
caratteristiche seguenti:
 erogazione di acqua con portata, energia e quantità necessaria per assicurare la pulizia;
 dispositivi di regolazione della portata e della quantità di acqua erogata;
 costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione
dell'acqua a monte per effetto di rigurgito;
 contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento.
La rispondenza alle caratteristiche predette dovrà essere comprovata dalla dichiarazione di
conformità.
3.6
CASSETTE PER L'ACQUA
Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, essi dovranno rispondere
alle caratteristiche seguenti:
 troppopieno di sezione, tale da impedire in ogni circostanza la fuoriuscita di acqua dalla
cassetta;
 rubinetto a galleggiante che regola l'afflusso dell'acqua, realizzato in modo tale che, dopo
l'azione di pulizia, l'acqua fluisca ancora nell'apparecchio sino a ripristinare nel sifone del vaso
il battente d'acqua che realizza la tenuta ai gas;
 costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione
dell'acqua a monte, per effetto di rigurgito;
 contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento.
La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per le cassette dei vasi
quando, in abbinamento con il vaso, soddisfano le prove di pulizia/evacuazione di cui alla norma UNI 8949/1.
3.7
TUBAZIONI E RACCORDI
Le tubazioni utilizzate per realizzare gli impianti di adduzione dell'acqua e di scarico dovranno
rispondere alle prescrizioni seguenti:
 il PVC ed il polietilene ad alta densità (PEad) dovranno rispondere rispettivamente alle norme
UNI 7441 ed UNI 7612, UNI 7612 FA 1-94; entrambi dovranno essere del tipo almeno PN 10;
 il polipropilene dovrà risultare della migliore qualità per la realizzazione delle reti di
distribuzione idrica, nel rispetto delle norme UNI vigenti (rispondente alle prescrizioni della
Circolare n.102 del 12/02/78 del Ministero della Sanità);
 il multistrato dovrà risultare conforme alla norma UNI 10954.
3.8
VALVOLAME, VALVOLE DI NON RITORNO
Le valvole a sfera per condotte d'acqua dovranno essere conformi alle norme di settore. Le valvole
disconnettrici a tre vie contro il ritorno di flusso e zone di pressione ridotta dovranno essere conformi alla
norma UNI 9157.
Le valvole di sicurezza in genere dovranno rispondere alla norma UNI 909.
La rispondenza alle norme suddette dovrà essere comprovata da dichiarazione di conformità
completata con dichiarazioni di rispondenza alle caratteristiche specifiche previste dal progetto.
3. INDICAZIONI GENERALI
4.1
VENTILAZIONE BAGNI CIECHI
I bagni ciechi saranno provvisti, in accordo con il regolamento di igiene, di un sistema di aspirazione
centralizzato, in grado di assicurare un ricambio minimo di 70 mc/h a funzionamento continuo, composto da:
 condotti in PVC di sezione adeguata;
 valvole di ventilazione in polipropilene nei locali bagno;
 ventilatore di estrazione a torrino ubicato in copertura.
I condotti verticali dell’impianto di aspirazione saranno composti da tubi in barre di lunghezza standard
realizzati in PVC a sezione circolare a parete semplice, di spessore adeguato al diametro, giunzioni ad
innesto maschio femmina con tenuta esterna realizzata mediante nastro in alluminio adesivo, completi di
raccorderia e pezzi speciali. I condotti dovranno essere saldamente staffati all’interno dei cavedi per evitare
qualsiasi fenomeno di vibrazione.
189
All’interno dei singoli bagni ciechi saranno installate le valvole di ventilazione in polipropilene di
estrazione aria collegate ai condotti verticali mediate raccordi flessibili.
In copertura saranno installati dei torrini di estrazione, uno per ogni colonna montante, completi di
staffe antivibranti di appoggio. Sarà inoltre prevista l'installazione di insonorizzatori da inserire alla fine della
tubazione di estrazione aria e prima del torrino di estrazione.
4.1
INTERFERENZA CON ALTRI SOTTOSERVIZI
Se tra le tubazioni dell'acquedotto ed altri sottoservizi dovesse crearsi interferenza, dovrà essere
tenuto in conto il rispetto della distanza regolamentare e comunque non inferiore a 30 cm. In ogni caso, la
fognatura dovrà trovarsi ad una profondità maggiore rispetto alla tubazione dell'acquedotto.
In prossimità del canale di raccolta delle acque di scolo dell’autorimessa, dovrà essere
installato un separatore di liquidi infiammabili come previsto dal DM 01/02/1986. Gli effluvi da tale
componente dovranno essere convogliati in fognatura. Qualora in corso d’opera si ricontrasse un
dislivello in negativo della quota piano di calpestio dell’autorimessa rispetto alla quota della pubblica
fognatura, a valle del separatore di liquidi dovrà essere previsto un ulteriore pozzetto di raccolta
delle acque separate, nel quale dovrà essere installata una pompa di sollevamento dedicata e
collegata idraulicamente alla linea fognaria. A tal scopo dovrà essere previsto ulteriore idoneo
collegamento elettrico della eventuale pompa di sollevamento dal quadro elettrico generale.
4.2
COLLAUDO FINALE DEGLI IMPIANTI
Prima della consegna dell’immobile, dovrà essere effettuato il collaudo di funzionamento degli impianti
secondo la procedura indicata dalla Direzione dei Lavori e che comporta la taratura ed il bilanciamento dei
circuiti idraulici connessi al satellite di zona, il corretto funzionamento degli strumenti di contabilizzazione sia
del calore che dell’acqua calda sanitaria con loro relativa piombatura dopo l’effettuazione dell’azzeramento.
Alla fine del positivo collaudo le figure incaricate (ditta appaltante, installatore idraulico, installatore elettrico e
D.L. impianti) dovranno rilasciare verbale sottoscritto del corretto funzionamento di tutti gli impianti.
4.3
PRESCRIZIONI DI COMPLETAMENTO
Tutte le quantità indicate nel presente capitolato sono puramente indicative. Sono comprese
nell’appalto tutte le quantità necessarie per dare il lavoro finito e completo perfettamente funzionante.
Le opere murarie di assistenza agli impianti sono a carico dell’Impresa Appaltatrice e pertanto escluse
dall’appalto, resta in capo comunque all’impiantista il coordinamento e la garanzia che tali lavorazioni siano
realizzate a regola d’arte, a norma di legge e come da prescrizioni particolari qui sotto citate.
Tutte le tracce eseguite nelle murature per la realizzazione degli impianti, dovranno:
 essere eseguite in modo meno invasivo possibile;
 non dovranno mai in nessun caso forare completamente lo spessore dei laterizi;
 dovranno essere perfettamente riempite di malta.
Dovranno, inoltre, evitarsi i ponti acustici originati dal posizionamento contrapposto di scatole di
derivazione degli impianti.
190
(SEZIONE 5°)
IMPIANTO ASCENSORE
L’appalto comprende la fornitura e posa in opera dei seguenti impianti tecnologici:
impianto ascensore del tipo oleodinamico.
Le disposizioni che seguono sono valide solo ove sussista per l’Appaltatore l’obbligo di installazione di
uno o di ambedue gli impianti sopra indicati.
-
a) IMPIANTO ASCENSORE
L’impianto dovrà essere realizzato da personale specializzato.
L’impianto dovrà essere di tipo silenziato che garantisca il rispetto dei limiti previsti dalla normativa ed
in particolare L Acq ≤ 25dB (A).
Caratteristiche impianto ascensore per nuove edificazioni residenziali (rispondente alle normative in
vigore Vedi D.M. 26/10/2005 EN 81.80, Legge 13 D.M. 236, direttiva 95/16/CE, D.P.R. 162 del 30/04/99):
- Tipo o categoria: Persone
- Capienza persone: 6
- Portata kg.: 480
- Fermate max nr.: 5
- Velocità m/s: 0,62/0,15
- Corsa max m.: 15,00 circa
- Testata mm.: 3.400
- Fossa mm.: 1.100
- Apertura porte mm.: 800/2000
- Tipo accesso: Singolo
- Servizi nr.: 4
- Vano mm.: 1.500x1.700
- Tipo trazione: Oleodinamica
- Alimentazione Volt: 380V – 50Hz
- Posiz. Sala macch.: Adiacente/basso (distanza max m. 8,00)
- Le misure di vano (Fossa, Corsa, Testata) verranno verificate in cantiere e aggiornate per la
progettazione.
b) CABINA
Costruita con pareti in lamiera di acciaio zincato con le seguenti dimensioni L. 0,95 P. 1,30 H. 2,14 mt..
Rivestimento pareti in Skin Plate, colore a scelta della D.L.. Profili e zoccoli in acciaio inox scotch brite.
Pavimento in linoleum, gomme a bolli colore a scelta della D.L. o predisposizione marmo parquet.
Illuminazione con cielino luminoso a luce indiretta.
Specchio tutta parete di fondo con marchio di omologazione più corrimano in acciaio.
Architrave porta in acciaio inox lucido o satinato.
Pannello di comando in acciaio inox lucido o satinato.
Parete frontale stipi porta in acciaio inox lucido o satinato.
Accessori e rifiniture interne in acciaio inox lucido o satinato.
Cellula fotoelettrica incorporata nei montanti della cabina.
Luce di emergenza.
Luce temporizzata cabina.
Areazione e ventilazione naturale come da normativa.
c) PORTE DI CABINA
Automatiche accoppiate con quelle di piano tipo Telescopiche da 800 x 2.000 mm..
Rivestimento porte come rivestimento cabina.
Profili di battuta anteriori e rifiniture in acciaio inox lucido o satinato.
Sistema anticesoiamento per riapertura porte.
Soglie in alluminio pesante antiscivolamento.
d) PORTE DI PIANO
Automatiche accoppiate con la porta di cabina tipo Telescopiche da 800 x 2.000 mm.
Portale completo con stipiti in Skin Plate di acciaio verniciati in antiruggine.
Sistema anticesoiamento per riapertura porta.
Soglia in alluminio pesante antiscivolamento.
Antine in Skin Plate colore a scelta della D.L.
Sistema di chiave di emergenza incorporato a tutti i piani secondo normativa in vigore.
e) PULSANTIERA DI CABINA
Pulsantiera a controllo elettronico situata a parete tramite controllo del tipo a.
191
Colonna pulsanti con dicitura numerica e Braille in acciaio inox lucido o satinato 2 mm. Di spessore.
Pulsanti di comando con luce di conferma.
Pulsanti di riapertura porte.
Pulsante di emergenza/allarme.
Pulsante per dispositivo bidirezionale combinatore telefonico per emergenza.
Segnalazione allarme ricevuto.
Segnalazione piani visivo con display e acustico con suoneria di avviso di arrivo al piano.
Segnalazione di troppo carico.
Citofono incorporato del tipo “parla e ascolta”.
Luce di emergenza incorporata 12 Volt con durata di 3 ore come da normativa in vigore.
f) PULSANTIERA DI PIANO
Pulsantiera a controllo elettronico con dicitura numerica e Braille.
Piastra in acciaio inox lucido o satinato 2 mm. Di spessore.
Pulsanti di comando con luce occupato.
Pulsante luminoso per allarme.
Al piano principale Display segnalazione posizione cabina.
g) MANOVRA
Quadro di manovra elettronico di elevate prestazioni date dal microprocessore, con sensori magnetici ad alta
precisione.
Protetto in armadio metallico fonoassorbente.
Tensione di utilizzo 380n Volt. 50 Hz.
Sistema di protezione incorporato.
Controllo e memorizzazione di tutti i problemi verificatisi anche in mancanza di tensione .
Possibilità di programmazione a seconda del far bisogno.
Manovra universale e pulsanti.
Segnalazione visiva di impianto di piano al piano con spia luminosa con e senza tensione.
Manovra di emergenza per il ritorno al piano più vicino in caso di mancanza di tensione di linea con
riapertura porte.
h) GRUPPO DI SOLLEVAMENTO
Oleodinamico.
Centralina oleodinamica con pompa a vite.
Doppia velocità
Valvola di emergenza con ritorno al piano in caso di mancanza di tensione di linea.
Manometro pressione olio.
Pompa a mano.
Silenziatore e anti vibranti sotto il serbatoio.
Regolazione della partenza, rallentamento e movimento.
Pistone oleodinamico.
Valvola di caduta.
Sistema in taglia.
Tubo recupero olio.
Tubo mandata olio.
i) IL CAPITOLATO COMPRENDE:
Tasselli autoperforanti per fissaggio staffe sostegno guide di scorrimento, porte di piano e tutti gli altri
materiali che necessitano il fissaggio con tasselli.
Impianti di allarme interni al vano corsa.
Impianto di messa a terra dalla testata alla fossa senza dispersore.
Olio idraulico per l’impianto oleodinamico.
Imballo, trasporto.
Pulizia interna al vano di corsa e cabina a impianto ultimato (escluso vano in vetro).
Progetto e relazione tecnica.
Collaudo di primo impianto e spese disbrigo pratiche.
Documentazione per collaudo da spedire all’Ente collaudatore.
Assistenza all’atto del collaudo.
Sirena elettronica di allarme a suono intenso con alimentatore.
Staffe per sostegno guide di scorrimento al muro di calcestruzzo.
Sistema in gomma anti vibrante per isolare il macchinario.
Ammortizzatori di sicurezza in fondo fossa.
Dispositivo pesa carico.
Dispositivo bidirezionale combinatore telefonico GSM.
192
Tubazioni necessarie per il collegamento tra macchina di sollevamento e pistone.
Ritorno al piano più vicino della cabina in mancanza di tensione di linea con riapertura porte.
Mezzi di accesso (scale, botole, porte, scale a soffietto, ecc.).
Eventuale manovalanza di aiuto ai montatori.
Ponteggi, travi, tavolame per la messa in opera dell’impianto.
Linea telefonica necessaria per legge al dispositivo bidirezionale da portare all’interno del locale macchine.
Linea di dispersione a terra esterna al vano corsa.
Energia di Forza Motrice per la movimentazione dell’impianto e dei relativi macchinari.
Impianto di allarme all’esterno del vano corsa.
Interruttore di emergenza sotto vetro al piano ingresso.
Interruttori generali per Forza Motrice differenziali magnetotermici.
Linee elettriche in genere esterne al vano corsa.
Trasporto e scarico del materiale all’interno del cantiere.
Il fornitore garantisce per 5 anni la qualità, la costruzione ed il montaggio dell’impianto e dei materiali
particolari che lo compongono.
l) ULTERIORI ONERI DELL’APPALTATORE
1) Sorveglianza degli impianti fino al termine della garanzia
La sorveglianza degli impianti in corso di esecuzione o già ultimati per evitare danno o manomissioni, da
parte di chiunque, ai materiali installati ed agli impianti tutti, con esonero dell’Appaltante di qualsiasi
responsabilità al riguardo e fino alla consegna delle opere all’Appaltante.
2) Protezione e conservazione di ogni parte dell’impianto.
La protezione, mediante coperture o fasciature, di tutte le parti degli impianti, degli apparecchi e di
quanto altro non è agevole togliere d’opera, per difenderli da rotture, guasti, manomissioni, ecc., in modo
che all’ultimazione di lavori ogni materiale venga consegnato come nuovo e lucidato nelle parti
metalliche.
3) Coordinamento lavori.
L’obbligo di coordinare e subordinare, secondo le disposizioni del Direttore Lavori, l’esecuzione delle
opere alle esigenze e soggezioni di qualsiasi genere che dipendano dalla contemporanea effettuazione di
tutte le altre lavorazioni affidate sia all’Appaltatore che ad altre ditte, oppure eseguite direttamente
dall’Appaltante.
4) Varie
Nel prezzo dell’impianto, che è compreso nell’importo totale dei lavori compensati a forfait, si intendono
comprese e compensate tutte le opere, trasporti e provviste, necessarie a dare gli impianti
completamente ultimati, funzionanti e collaudati in tutte le loro parti.
Nel prezzo si intendono comprese:
- il ricevimento in cantiere, lo scarico ed il trasporto dei materiali e delle apparecchiature nel luogo di
deposito predisposto dall’Appaltatore;
- la buona conservazione delle apparecchiature con la relativa sorveglianza;
- la fornitura e posa in opera del cavo elettrico di idonea lunghezza, per la linea F.M. e luce, dai contatori
al locale macchine, compreso il quadro elettrico portalampada portatile completa di gabbietta ed ogni
altro materiale o apparecchiatura elettrica necessaria per dare l’impianto ascensore perfettamente
completo e funzionante secondo le norme vigenti in materia;
- l’Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese all’espletamento di tutte le pratiche relative al
collaudo di primo impianto.
m) RESPONSABILITÀ DELL’APPALTATORE
L’Appaltatore è responsabile, civilmente e penalmente, nella maniera più ampia e completa, di ogni
danno a persone o cose che dovesse derivare da errata o negligente realizzazione dell’impianto ascensore.
5/D) REQUISITI MINIMI DEI MATERIALI IMPIEGABILI NEI LAVORI DI CUI ALL’ART 5
193
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
Mandato
M/100 Prodotti
prefabbricati di
calcestruzzo
Norma EN
EN 1168
EN 1520
EN 12737
EN 12794
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
EN 12839
EN 12843
EN 13224
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
M/100
EN 14843
EN 14844
M/100
EN 15037-2
M/100
EN 15037-3
M/100
EN 15037-4
M/100
EN 15050
EN 13224
EN 13225
EN 13693
EN 13747
EN 13978-1
EN 14991
EN 14992
EN 15037-1
Titolo
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre alveolari
Work Item
EN 1168:2005
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
1,2,5
2+
EN 1168:2005 +A1:2008
EN 1168:2005 +A2:2009
EN 1168:2005+A3:2011
Componenti prefabbricati armati di calcestruzzo alleggerito con struttura EN 1520:2002
aperta
EN 1520:2002/AC:2003
EN 1520:2011
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per pavimentazioni di stalle EN 12737:2004 + A1:2007
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Pali di fondazione
EN 12794:2005
EN 12794:2005 + A1:2007
EN 12794:2005 +A1:2007/
AC:2008
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per recinzioni
EN 12839:2001
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Antenne e pali
EN 12843:2004
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi nervati per solai
EN 13224:2004
EN 13224:2004/AC:2005
EN 13224:2004 + A1:2007
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi nervati per solai
EN 13224:2011
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi strutturali lineari
EN 13225:2004
EN 13225:2004 /AC:2006
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi speciali per coperture
EN 13693:2004
EN 13693:2004+ A1:2009
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per solai
EN 13747:2005
EN 13747:2005 /AC:2006
EN 13747:2005 + A1:2008
EN 13747:2005 + A2:2010
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Garage prefabbricati di calcestruzzo EN 13978-1:2005
Parte 1: Requisiti per garage di calcestruzzo armato realizzati con
elementi monolitici o composti da elementi singoli a tutta dimensione
1,2,5
1,2,5
1,2,5
1,2,3,5,6
2+
2+
2+
2+,4
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
1,2
1
1
1,2
2+,4
2+,4
2+
2+
2+
2+
01/08/09
01/01/12
01/01/09
1
1
1,2
1,2
1,2
1,2
1
1
1,2,5
1,2,5
1,2,5
1,2,5
1,2,5
1,2,5
1,2,5
4
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
01/03/02
01/09/05
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Scale
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi scatolari
1,2,4,5
1
1
1
1
1,2,3,4,5
1,2,3,4,5
1,2,5
2+
2+,4
2+,4
2+,4
2+
2+,4
2+,4
2+
01/01/08
1,2,5
1,2,5
EN 14843:2007
EN 14844:2006
EN 14844:2006 + A1:2008
EN 14844:2006 + A2:2011
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da fondazione
EN 14991:2007
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da parete
EN 14992:2007
EN 14992:2007+A1:2012
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 1: EN 15037-1:2008
Travetti
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 2: EN 15037-2:2009+A1:2011
Blocchi di calcestruzzo
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 3: EN 15037-3:2009+A1:2011
Blocchi di laterizio
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 4: EN 15037-4:2010
Blocchi di polistirene espanso
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da ponte
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
UNI EN 1168:2005
set-05
UNI EN 1168:2008
01/12/10
UNI EN 1168:2009
01/07/12
UNI EN 1168:2012
01/09/04
UNI EN 1520:2004
mag-08
apr-09
gen-12
gen-04
01/08/09
UNI EN 1520:2004
01/01/13
UNI EN 1520:2011
01/01/10
UNI EN 12737:2008
UNI EN 12794:2005
01/02/09
UNI EN 12794:2007
01/08/09
UNI EN 12794:2007
gen-04
apr-11
gen-08
lug-05
ott-07
ott-07
01/03/03
UNI EN 12839:2002
01/09/07
UNI EN 12843:2005
UNI EN 13224:2008
UNI EN 13224:2008
01/03/09
UNI EN 13224:2008
01/08/13
UNI EN 13224:2012
UNI EN 13225:2005
01/09/07
01/01/08
UNI EN 13225:2005
UNI EN 13693:2005
01/05/11
UNI EN 13693:2009
UNI EN 13747:2005
UNI EN 13747:2005
UNI EN 13747:2009
01/08/10
01/01/11
UNI EN 13747:2010
01/03/08
UNI EN 13978-1:2005
nov-02
gen-05
mar-08
mar-08
mar-08
gen-12
gen-05
gen-05
gen-05
set-09
ott-05
ott-05
gen-09
apr-10
set-05
01/08/09
01/09/12
01/01/08
01/01/08
01/04/13
01/01/10
01/01/09
UNI EN 14843:2007
UNI EN 14844:2006
01/08/10
UNI EN 14844:2009
01/09/13
UNI EN 14844:2012
01/01/09
UNI EN 14991:2007
01/05/10
UNI EN 14992:2007
01/07/13
UNI EN 14992:2012
01/01/11
UNI EN 15037-1:2008
set-07
dic-06
gen-09
feb-12
set-07
set-07
lug-12
set-08
2+
01/12/11
01/12/12
UNI EN 15037-2:2011
apr-11
2+
01/12/11
01/12/12
UNI EN 15037-3:2011
apr-11
1,2,5
2+
01/11/10
01/11/11
UNI EN 15037-4:2010
feb-10
1,2
2+
01/02/08
01/02/09
UNI EN 15050:2007
set-07
EN 15050:2007
194
01/12/09
01/07/12
01/09/03
01/02/08
01/08/09
01/03/08
01/08/12
01/09/05
01/01/08
01/05/10
01/08/09
01/01/11
01/03/06
data GURI
Invio scheda a
MSE
22/08/2006
01/08/2003
22/08/2006
22/08/2006
NO
22/08/2006
22/08/2006
NO
22/08/2006
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
EN 15050:2007+A1:2012
M/100
M/100
EN 15258
EN 15435
M/100
EN 15498
M/101
M/101
M/101
M/101
M/101 Porte, finestre e
relativi prodotti
EN 179
EN 1125
M/101
M/101
M/101
EN 1154
M/101
M/101
M/101
EN 1155
M/101
M/101
M/101
EN 1158
M/101
M/101
M/101
EN 1935
M/101
M/101
EN 12209
M/101
M/101
EN 14846
M/101
EN 13241-1
M/101
M/101
M/101
M/101
EN 13561
EN 13633
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per muri di sostegno
EN 15258:2008
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo
EN 15435:2008
normale e alleggerito - Proprietà e prestazioni dei prodotti
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo con EN
15498:2008 trucioli di legno - Proprietà e prestazioni dei prodotti
Accessori per serramenti - Dispositivi per uscite di emergenza azionati EN 179:1997/ A1:2001
mediante maniglia a leva o piastra a spinta - Requisiti e metodi di prova
EN 179:1997/
A1:2001/AC:2002
EN 179:2008
Accessori per serramenti - Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza EN 1125:1997/ A1:2001
azionati mediante una barra orizzontale - Requisiti e metodi di prova
EN 1125:1997/
A1:2001/AC:2002
EN 1125:2008
Accessori per serramenti - Dispositivi di chiusura controllata delle porte - EN 1154:1996
Requisiti e metodi di prova
EN 1154:1996/ A1:2002
EN 1154:1996/
A1:2002/AC:2006
Accessori per serramenti - Dispositivi elettromagnetici fermoporta per porte EN
1155:1997 girevoli - Requisiti e metodi di prova
EN 1155:1997/ A1:2002
EN 1155:1997/
A1:2002/AC:2006
Accessori per serramenti - Dispositivi per il coordinamento della sequenza EN
1158:1997 di chiusura delle porte - Requisiti e metodi di prova
EN 1158:1997/ A1:2002
EN 1158:1997/ A1:2002/
AC:2006
Accessori per serramenti - Cerniere ad asse singolo - Requisiti e metodi di EN
1935:2002 prova
EN 1935:2002 /AC:2003
Accessori per serramenti - Serrature e chiavistelli - Serrature azionate
EN 12209:2003
meccanicamente, chiavistelli e piastre di bloccaggio - Requisiti e metodi
di prova
EN 12209:2003/ AC:2005
Accessori per serramenti - Serrature e chiavistelli - Serrature azionate
EN 14846:2008
elettromeccanicamente - Requisiti e metodi di prova
Porte e cancelli industriali, commerciali e da garage - Norma di prodotto - EN 13241-1:2003
Parte 1: Prodotti senza caratteristiche di resistenza al fuoco o controllo
del fumo
EN 13241-1:2003+A1:2011
Tende esterne - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza
Building hardware - Electricaly controled panic exit systems for
use on escape routes - Requirements and test methods
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
1,2
2+
01/12/12
01/12/12
UNI EN 15050:2012
mag-12
1,3
1,2,3,5,6
2+
4
01/01/10
01/02/09
01/01/11
01/02/10
UNI EN 15258:2009
UNI EN 15435:2008
gen-09
set-08
1,2,3,5,6
4
01/02/09
01/02/10
UNI EN 15498:2008
set-08
2
1
UNI EN 179:2002
ott-02
2
1
2
2
1
1
2
1
2
2
1
1
01/01/09
01/10/03
2
2
1
1
2
2
2
UNI EN 179:2002
ott-02
UNI EN 179:2008
UNI EN 1125:2002
apr-08
ott-02
UNI EN 1125:2002
ott-02
01/01/10
01/10/04
UNI EN 1125:2008
UNI EN 1154:1999
apr-08
gen-99
01/10/03
01/01/10
01/10/04
01/01/10
UNI EN 1154:2003
UNI EN 1154:2003
nov-03
nov-03
1
01/10/03
01/10/04
UNI EN 1155:1998
nov-98
1
1
01/10/03
01/01/10
01/10/04
01/01/10
UNI EN 1155:2003
UNI EN 1155:2003
nov-03
nov-03
2
1
01/10/03
01/10/04
UNI EN 1158:2000
gen-00
2
2
1
1
01/10/03
01/06/06
01/10/04
01/06/06
UNI EN 1158:2003
UNI EN 1158:2003
nov-03
nov-03
2
1
01/10/02
01/12/03
UNI EN 1935:2004
gen-04
2
2,3
1
1
01/01/07
01/12/04
01/01/07
01/06/06
UNI EN 1935:2004
UNI EN 12209:2005
gen-04
mag-05
2,3
2,3
1
1
01/06/06
01/09/11
01/06/06
01/09/12
UNI EN 12209:2005
UNI EN 14846:2008
mag-05
dic-08
3,4,5,6
1,3
01/05/04
01/05/05
UNI EN 13241-1:2004
ott-08
3,,5,6
1,3
01/01/12
01/01/13
UNI EN 13241-1:2011
mag-11
4
4
4
4
01/08/10
UNI EN 13561:2004
UNI EN 13561:2009
ott-04
feb-09
EN 13561:2004
EN 13561:2004 + A1:2008
prEN 13633
195
01/01/09
01/08/09
01/01/10
data GURI
Invio scheda a
MSE
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
01/08/2003
67
21/03/2007
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
01/08/2003
67
21/03/2007
NO
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
01/08/2003
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
NO
NO
NO
NO
24/04/2008
27/03/2009
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/101
EN 13637
M/101
M/101
M/101
EN 13659
M/101
EN 15685
M/101
EN 15887
M/102
M/102
M/102
M/102
EN 14351-1
M/102 Membrane
EN 13707
EN 13859-1
Titolo
Building hardware - Electricaly controled exit systems for use
on escape routes - Requirements and test methods
Chiusure oscuranti - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza
EN 13859-2
M/102
M/102
M/102
EN 13956
EN 13967
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
prEN 13637
4
4
3,4,5,6
4
4
1,3,4
01/08/09
01/02/07
UNI EN 13659:2004
01/08/10
UNI EN 13659:2009
01/02/10
UNI EN 14351-1:2006
ott-04
feb-09
lug-06
3,4,5,6
1,3,4
01/12/10
01/12/10
UNI EN 14351-1:2010
apr-10
2,3
1,2+,3,4
UNI EN 13707:2007
mar-07
20/11/2007
2,3
2,3
2,3
1,2+,3,4
1,2+,3,4
1,3,4
UNI EN 13707:2007
01/10/10
UNI EN 13707:2009
UNI EN 13859-1:2005
mar-07
ago-09
ago-05
20/11/2007
01/04/10
EN 13859-1:2005 +
A1:2008
EN 13859-1:2010
EN 13859-2:2004
2,3
1,3,4
01/08/09
01/08/10
UNI EN 13859-1:2009
gen-09
2,3
2,3
1,3,4
1,3,4
01/04/11
01/04/12
UNI EN 13859-1:2010
UNI EN 13859-2:2005
lug-10
mar-05
EN 13859-2:2004 +
A1:2008
EN 13859-2:2010
EN 13956:2005
2,3
1,3,4
01/08/09
01/08/10
UNI EN 13859-2:2009
gen-09
2,3
2,3
1,3,4
1,2+,3,4
01/04/11
01/07/06
01/04/12
UNI EN 13859-2:2010
01/07/07
UNI EN 13956:2006
lug-10
feb-06
EN 13956:2005 /AC:2006
EN 13956:2012
EN 13967:2004
2,3
2,3,
2,3
1,2+,3,4
1,2,+3,4
1,2+,3,4
01/01/07
01/10/13
01/10/05
01/01/07
UNI EN 13956:2006
01/10/13
UNI EN 13956:2013
01/10/06
UNI EN 13967:2007
feb-06
feb-13
mar-07
EN 13967:2004 /A1:2006
EN 13967:2012
EN 13969:2004
2,3
2,3
2,3
1,2+,3,4
1,2+3,4
1,2+,3,4
01/01/08
01/03/13
01/09/05
01/01/09
UNI EN 13967:2007
01/07/13
UNI EN 13967:2012
01/09/06
UNI EN 13969:2007
mar-07
giu-12
mar-07
20/11/2007
EN 13969:2004 /A1:2006
EN 13970:2004
2,3
2,3
1,2+,3,4
1,3,4
01/01/08
01/09/05
01/01/09
UNI EN 13969:2007
01/09/06
UNI EN 13970:2007
mar-07
mar-07
20/11/2007
20/11/2007
EN 13970:2004 /A1:2006
Membrane flessibili per impermeabilizzazione—Strati di plastica e gomma EN 13984:2004
per il controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche
2,3
2,3
1,3,4
1,3,4
01/01/08
01/09/05
01/01/09
UNI EN 13970:2007
01/09/06
UNI EN 13984:2007
mar-07
mar-07
20/11/2007
Building Hardware - Locks and latches - Multipoint locks and their locking prEN 15685
plates - Requirements and test methods
Building hardware - Uncontrolled Door Closing Devices for single action prEN 15887
doors - Requirements and test methods
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose
EN 13707:2004
armate per l'impermeabilizzazione di coperture - Definizioni
e caratteristiche
EN 13707:2004 /A1:2006
EN 13707:2004+A2:2009
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Definizioni e caratteristiche EN 138591:2005 dei sottostrati - Parte 1: Sottostrati per coperture discontinue
Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Definizioni e
caratteristiche dei sottostrati — Parte 2: Sottostrati murari
M/102
M/102
M/102
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 13659:2004
EN 13659:2004 + A1:2008
Finestre e porte - Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali - Parte 1: EN 14351-1:2006
Finestre e porte esterne pedonali senza caratteristiche di resistenza
al fuoco e/o di tenuta al fumo
EN 14351-1:2006+A1:2010
M/102
M/102
M/102
Work Item
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale
plastico e di gomma per l'impermeabilizzazione delle coperture Definizioni e caratteristiche
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale
plastico e di gomma impermeabili all'umidità incluse membrane di materiale
plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo Definizioni e caratteristiche
M/102
M/102
M/102
EN 13969
Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Membrane bituminose
destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo — Definizioni
e caratteristiche
M/102
M/102
EN 13970
Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Strati bituminosi per il
controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche
M/102
M/102
EN 13984
196
27/03/2009
27/03/2009
27/03/2009
27/03/2009
NO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
M/102
EN 13984:2004 /A1:2006
2,3
1,3,4
01/01/08
01/01/09
UNI EN 13984:2007
mar 07
M/102
M/102
EN 14891:2012
Prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi da utilizzare sotto le
piastrellature di ceramica incollate con adesivi - Requisiti, metodi di
prova, valutazione della conformità, classificazione e designazione
EN 13984:2013
EN14891:2012
2,3
3
1,3,4
3
01/11/13
01/03/13
01/11/14
01/03/14
UNI EN 139842013
UNI EN 14891:2012
mar-13
giu-12
M/102
M/102
EN 14909
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale
plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità Definizioni e caratteristiche
EN 14891:2012/AC:2012
EN 14909:2006
3
2,3
3
1,3,4
01/03/13
01/02/07
01/03/13
01/02/08
UNI EN 14891:2012
UNI EN 14909:2006
giu-12
ago-06
M/102
M/102
EN 14967
2,3
2,3
1,3,4
1,3,4
01/03/13
01/03/07
01/07/13
01/03/08
UNI EN 14909:2012
UNI EN 14967:2006
giu-12
nov-06
01/08/13
01/08/14
UNI EN 15814:2013
mag-13
UNI EN 13162:2003
giu-03
UNI EN 13162:2003
UNI EN 13162:2009
UNI EN
UNI EN13162.:2013
13163:2003
giu-03
feb-09
mar-13
giu-03
UNI EN 13163:2003
UNI EN 13163:2009
UNI EN 13163:2013
UNI EN 13164:2006
giu-03
feb-09
mar-13
mar-06
M/102
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 15814
M/103 Prodotti per
l'isolamento termico
EN 13162
EN 13163
EN 13164
M/103
EN 14909:2012
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose per EN
14967:2006 muratura destinate ad impedire la risalita di umidità - Definizioni e
caratteristiche
Rivestimenti per impermeabilizzazione di elevato spessore a base di
EN 15814:2011+A1:2012
bitume modificato con polimeri - Definizioni e requisiti
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in
EN 13162:2001
fabbrica - Specificazione
EN 13162:2001/ AC:2005
EN 13162:2008
EN 13162:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso ottenuti in
EN 13163:2001
fabbrica - Specificazione
EN 13163:2001/ AC:2005
EN 13163:2008
EN 13163:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) EN 13164:2001
ottenuti in fabbrica - Specificazione
EN 13164:2001 /A1:2004
2,3
1,3,4
2,3,5,6
1,3,4
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
01/09/09
01/09/13
01/09/09
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13164:2006
mar-06
EN 13164:2001/ AC:2005
EN 13164:2008
EN 13164:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) EN 13165:2001
ottenuti in fabbrica – Specificazione
EN 13165:2001 /A1:2004
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
UNI EN 13164:2006
UNI EN 13164:2009
UNI EN 13164-2013
UNI EN 13165:2006
mar-06
feb-09
mar-13
mar-06
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13165:2006
mar-06
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
UNI EN 13165:2006
UNI EN 13165:2006
UNI EN 13165:2009
UNI EN 13165:2013
UNI EN 13166:2006
mar-06
mar-06
feb-09
mar-13
mar-06
M/103
EN 13165:2001 /A2:2004
EN 13165:2001/ AC:2005
EN 13165:2008
EN 13165:212
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di resine fenoliche espanse ottenuti in EN 13166:2001
fabbrica – Specificazione
EN 13166:2001 /A1:2004
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13166:2006
mar-06
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13166:2001/ AC:2005
EN 13166:2008
EN 13166:2012
EN 13167:2001
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
UNI EN 13166:2006
UNI EN 13166:2009
UNI EN 13166:2013
UNI EN 13167:2006
mar-06
mar-09
mar-13
mar-06
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13165
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13166
EN 13167
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in
fabbrica - Specificazione
197
01/09/09
01/09/13
01/09/09
01/09/13
01/09/09
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
data GURI
Invio scheda a
MSE
27/03/2009
Decreto 5 marzo
2007
66
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
NO
20/03/2007
09/04/2004
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
EN 13167:2001 /A1:2004
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13167:2006
mar-06
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13167:2001/ AC:2005
EN 13167:2008
EN 13167:2012
EN 13168:2001
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
UNI EN 13167:2006
UNI EN 13167:2009
UNI EN 13167:2013
UNI EN 13168:2006
mar-06
mar-09
mar-13
mar-06
M/103
EN 13168:2001 /A1:2004
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13168:2006
mar-06
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13168:2001/ AC:2005
EN 13168:2008
EN 13168:2012
EN 13169:2001
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
UNI EN 13168:2006
UNI EN 13168:2009
UNI EN 13168:2013
UNI EN 13169:2006
mar-06
mar-09
mar-13
mar-06
M/103
EN 13169:2001 /A1:2004
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13169:2006
mar-06
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13169:2001/ AC:2005
EN 13169:2008
EN 13169:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di sughero espanso ottenuti in fabbrica EN 13170:2001
– Specificazione
EN 13170:2001/ AC:2005
EN 13170:2008
EN 13170:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di fibre di legno (WF) ottenuti in
EN 13171:2001
fabbrica – Specificazione
EN 13171:2001 /A1:2004
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
01/09/09
01/09/13
UNI EN 13169:2006
UNI EN 13169:2009
UNI EN 13169:2013
UNI EN 13170:2003
mar-06
mar-09
mar-13
giu-03
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
01/09/09
01/09/13
UNI EN 13170:2003
UNI EN 13170:2009
UNI EN 13170:2013
UNI EN 13171:2006
giu-03
mar-09
mar-13
mar-06
2,3,5,6
1,3,4
UNI EN 13171:2006
mar-06
EN 13171:2001/ AC:2005
EN 13171:2008
EN 13171:2012
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di aggregati leggeri di argilla espansa EN 14063-1:2004
realizzati in situ - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima della
messa in opera
EN 14063-1:2004 /AC:2006
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
01/09/10
01/09/13
01/06/06
UNI EN 13171:2006
UNI EN 13171:2009
UNI EN 13171:2013
UNI EN 14063-1:2005
mar-06
mar-09
mar-13
mar-05
NO
01/09/09
01/09/13
01/06/05
2,3,5,6
1,3,4
01/01/08
01/01/08
UNI EN 14063-1:2005
mar-05
NO
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 13168
EN 13169
EN 13170
EN 13171
M/103
M/103
M/103
M/103
M/103
EN 14063-1
M/103
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana di legno (WW) ottenuti in
fabbrica - Specificazione
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di perlite espansa (EPS) ottenuti in
fabbrica - Specificazione
01/09/09
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
01/09/10
01/09/13
M/103
EN 14064-1
Isolanti termici per l'edilizia - Prodotti sfusi di lana minerale (MW) realizzati EN 140641:2010 in sito - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima dell'installazione
2,3,5,6
1,3,4
01/12/10
01/12/11
UNI EN 14064-1:2010
apr-10
M/103
EN 14303
2,3,5,6
1,3,4
01/08/10
01/08/12
UNI EN 14303:2010
gen-10
M/103
M/103
EN 14304
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
01/08/12
UNI EN 14303:2013 mar-13
UNI EN 14304:2010
gen-10
M7103
M/103
EN 14305
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14303:2009
Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in fabbrica - Specificazione
EN 14303:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14304:2009
Prodotti di espanso elastomerico flessibile (FEF) ottenuti in fabbrica Specificazione
EN 14304:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14305:2009
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
01/08/12
UNI EN 14304:2013
UNI EN 14305:2010
mar-13
gen-10
2,3,5,6
1,3,4
01/11/13
01/11/13
UNIEN 14305:2013
mar-13
Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103
EN 14305:2009+A1:2013
198
66
20/03/2007
Invio scheda a
MSE
M/103
01/09/09
01/09/13
Decreto 5 marzo
2007
data GURI
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
NO
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
NO
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
09/04/2004
66
20/03/2007
NO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
M/103
Mandato
Norma EN
EN 14306
M/103
M/103
EN 14307
M/103
M/103
EN 14308
M/103
M/103
EN 14309
M/103
M/103
EN 14313
M/103
M/103
EN 14314
M/103
M/103
EN 14315-1
M/103
EN 14316-1
M/103
EN 14317-1
Titolo
Work Item
EN 14318-1
M/103
EN 14319-1
M/103
EN 14320-1
M/103
EN 14933
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14306:2009
Prodotti di silicato di calcio (CS) ottenuti in fabbrica - Specificazione
EN 14306:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14307:2009
Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) ottenuti in fabbrica Specificazione
EN 14307:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14308:2009
Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e di poliisocianurato espanso
(PIR) ottenuti in fabbrica - Specificazione
EN 14308:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14309:2009
Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica - Specificazione
2,3,5,6
1,3,4
01/08/10
01/08/12
UNI EN 14306:2010
gen-10
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
UNI EN 14306:2013
01/08/12
UNI EN 14307:2010
mar-13
gen-10
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
UNI EN 14307:2013
01/08/12
UNI EN 14308:2010
mar-13
gen-10
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
UNI EN 14308:2013
01/08/12
UNI EN 14309:2010
mar-13
gen-10
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14313:2009
Prodotti di polietilene espanso (PEF) ottenuti in fabbrica - Specificazione
EN 14313:2009+A1:2013
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14314:2009
Prodotti di resine fenoliche espanse (PF) ottenuti in fabbrica Specificazione
EN 14314:2009+A1:2013
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e EN 143151:2013 di poliisocianurato espanso rigido (PIR) spruzzati e formati in sito - Parte 1:
Specifiche per il sistema espanso rigido a spruzzo prima dell'installazione
2,3,5,6
1,3,4
01/08/10
01/08/12
UNI EN 14313:2010
gen-10
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/08/10
01/11/13
UNI EN 14313:2013
01/08/12
UNI EN 14314:2010
mar-13
gen-10
2,3,5,6
2,3,5,6
1,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/13
01/11/13
UNI EN 14314:2013
01/11/14
UNI EN 14315:2013
mar-13
mar-13
Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con
prodotti di perlite espansa (EP) - Parte 1: Specifiche per i prodotti legati
e sfusi prima della messa in opera
Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con
prodotti di vermiculite espansa (EV) - Parte 1: Specifiche per i
prodotti legati e sfusi prima della messa in opera
EN 14316-1:2004
2,3,5,6
1,3,4
01/06/05
01/06/06
UNI EN 14316-1:2005
mar-05
EN 14317-1:2004
2,3,6
3,4
01/06/05
01/06/06
UNI EN 14317-1:2005
mar-05
2,3,6
3,4
UNI EN 14317-1:2007
lug-07
2,3,5,6
1,3,4
01/11/13
01/11/14
UNI EN 14318-1:2013
feb-13
2,3,5,6
1,3,4
01/11/13
01/11/14
UNI EN 14319-1:2013
feb-13
2,3,5,6
1,3,4
01/11/13
01/11/14
UNI EN 14320-1:2013
feb-13
2,3,5,6
1,3,4
01/07/08
01/07/09
UNI EN 14933:2008
apr-08
EN 14317-1:2007
M/103
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e EN 143181:2013 di poliisocianurato espanso rigido (PIR) formati in sito per iniezione - Parte
1: Specifiche per il sistema espanso rigido per iniezione
prima dell’installazione
Thermal insulating products for building equipment and industrial
EN 14319-1:2013
installations - In-situ formed dispensed rigid polyurethane (PUR) and
polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1: Specification for the
rigid foam dispensed system before installation
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14320-1:2013
Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e di poliisocianurato
espanso rigido (PIR) spruzzati e formati in sito - Parte 1: Specifiche per
il sistema espanso rigido a spruzzo prima dell’installazione
Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14933:2007
ingegneria civile - Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica Specificazione
199
data GURI
Invio scheda a
MSE
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/103
EN 14934
M/103
EN 15101-1
M/103
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14934:2007
ingegneria civile - Prodotti di polistirene estruso (XPS) ottenuti in fabbrica Specificazione
Thermal insulation products for buildings - In-situ formed loose - fil
prEN 15101-1
cellulose products - Part 1: Specification for the products before installation
2,3,5,6
1,3,4
01/07/08
01/07/09
UNI EN 14934:2008
apr-08
EN 15599-1
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni industriali EN 15599-1:2010
Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di perlite espansa (EP) Parte 1: Specifiche per i prodotti legati e sfusi prima della messa in opera
2,3,5,6
1,3,4
01/04/11
01/04/12
UNI EN 15599-1:2010
set-10
M/103
EN 15600-1
2,3,5,6
1,3,4
01/04/11
01/04/12
UNI EN 15600-1:2010
set-10
M/103
EN 15732
2,3,5,6
1,3,4
01/08/13
01/08/14
UNI EN 15732:2012
nov-12
M/103
EN 16069
2,3,5,6
1,3,4
01/09/2014 UNI EN 16069:2013
lug-13
M/104
M/104 Appoggi strutturali EN 1337-3
Isolamenti termici pr gli impianti degli edifici e le installazioni industriali - EN 15600-1:2010
Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di vermiculite espansa
(EV) - Parte 1 Specifiche pr i prodotti legati e sfusi prima della messa
in opera
Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 15732:2012
ingegneria civile (CEA) - Prodotti di aggregati leggeri di argilla espansa
(LWA)
Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polietilene espanso (PEF) ottenuti in EN
16069:2012 fabbrica - Specificazione
Appoggi strutturali - Parte 3: Appoggi elastomerici
EN 1337-3:2005
1
1,3
01/01/06
01/01/07
UNI EN 1337-3:2005
lug-05
M/104
EN 1337-4
Appoggi strutturali - Parte 4: Appoggi a rullo
M/104
01/09/2013
EN 1337-4:2004
1
1,3
01/02/05
01/02/06
UNI EN 1337-4:2004
ott-04
EN 1337-4:2004/ AC:2007
1
1,3
01/01/08
01/01/08
UNI EN 1337-4:2004
ott-04
M/104
EN 1337-5
Appoggi strutturali - Parte 5: Appoggi a disco elastomerico
EN 1337-5:2005
1
1,3
01/01/06
01/01/07
UNI EN 1337-5:2005
lug-05
M/104
EN 1337-6
Appoggi strutturali - Parte 6: Appoggi a contatto lineare
EN 1337-6:2004
1
1,3
01/02/05
01/02/06
UNI EN 1337-6:2004
ott-04
M/104
EN 1337-7
Appoggi strutturali - Parte 7: Appoggi sferici e cilindri di PTFE
EN 1337-7:2004
1
M/104
M/105
EN 1337-8
M/105 Camini, condotti e EN 416-1
prodotti specifici
EN 621
M/105
M/105
EN 777-1
M/105
EN 777-2
M/105
EN 777-3
M/105
EN 777-4
Appoggi strutturali - Parte 8: Guide e ritegni
EN 1337-8:2007
Apparecchi di riscaldamento a gas, a tubo radiante sospeso, con bruciatore EN 4161:2009 singolo per uso non domestico - Parte 1: Sicurezza
Generatori d'aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di
EN 621:2009
ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al
potere calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, senza ventilatore
nel circuito d combustione
Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-1:2009
Parte 1: Sistema D, sicurezza
Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-2:2009
Parte 2: Sistema E, sicurezza
Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-3:2009
Parte 3: Sistema F, sicurezza
Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-4:2209
Parte4: Sistema H, sicurezza
1,3
01/12/04
01/06/05
UNI EN 1337-7:2004
ago-04
1
3,4
1,3
2+, 4
01/01/09
01/12/09
01/01/10
01/12/10
UNI EN 1337-8:2007
UNI EN 416-1:2009
dic-07
lug-09
1,2,3,4
2+,4
01/08/10
01/08/11
UNI EN 621:2010
gen-10
3,4
2+, 4
01/11/09
01/11/10
UNI EN 777-1:2009
lug-09
3,4
2+, 4
01/11/09
01/11/10
UNI EN 777-2:2009
lug-'09
3,4
2+, 4
01/11/09
01/11/10
UNI EN 777-3:2009
lug-09
3,4
2+, 4
01/11/09
01/11/10
UNI EN 777-4:2009
lug-09
200
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 11 aprile
2007
data GURI
Invio scheda a
MSE
NO
91
19/04/2007
01/08/2003
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/105
EN 778
M/105
EN 1020
M/105
EN 1319
M/105
EN 1457
Titolo
Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di
EN 778:2009
ambienti domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere
calorifico inferiore, non maggiore di 70 kW, senza ventilatore nel circuito
di combustione
Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di
EN 1020:2009
ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al
potere calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, equipaggiati con
ventilatore nel circuito di combustione
Generatori di aria calda a convezione forzata alimentati a gas, per il
EN 1319:2009
riscaldamento di ambienti domestici, equipaggiati con bruciatore munito
di ventilatore, con portata termica nominale riferita al potere calorifico
inferiore non maggiore di 70 kW
Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Requisiti e metodi di provaEN 1457:1999
EN 1457-1
M/105
EN 1457-2
M/105
EN 1806
M/105
EN 1856-1
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
M/105
EN 1856-2
EN 1857
EN 1858
EN 12446
EN 13063-1
M/105
M/105
EN 13063-2
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
1,2,3,4
2-,4
01/08/10
01/08/11
UNI EN 778:2009
nov-09
1,2,3,4
2+,4
01/08/10
01/08/11
UNI EN 1020:2009
dic-09
1,2,3,4
2+,4
01/10/10
01/10/11
UNI EN 1319:2010
feb-10
1,2,3,4
2+
01/08/03
01/08/04
UNI EN 1457:2004
feb-04
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
2+
2+
2+
01/08/03
01/01/07
01/01/08
UNI EN 1457:2004
01/08/04
01/01/07
UNI EN 1457:2004
01/01/08
UNI EN 1457:2004
feb-04
feb-04
feb-04
Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Parte 1: Condotti di
terracotta/ceramica operanti a secco - Requisiti e metodi di prova
Camini - Conodtti interni di terracotta/ceramica - Parte 2: Condotti di
EN 1457-2:2012
terracotta/ceramica operanti in condizioni umide - Requisiti e metodi
di prova
Camini - Blocchi di laterizio/ceramica per camini a parete singola - Requisiti EN
1806:2006 e metodi di prova
Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 1: Prodotti per sistemi di
EN 1856-1:2003
camini
EN 1856-1:2003 /A1:2006
EN 1856-1:2009
Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 2: Condotti interni e canali da EN 18562:2004 fumo metallici
EN 1856-2:2009
Camini - Componenti - Condotti fumari di calcestruzzo
EN 1857:2003
EN 1857:2003/ AC:2005
EN 1857:2003/ AC:2007
EN 1857:2003 + A1:2008
EN 1857:2010
Camini - Componenti - Blocchi di calcestruzzo
EN 1858:2003
EN 1858:2008
EN 1858:2008 + A1:2011
Camini - Componenti - Elementi esterni di calcestruzzo
EN 12446:2003
EN 12446:2011
Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 1: EN 13063-1:2005
Requisiti e metodi di prova per la resistenza al fuoco da fuliggine
EN 13063-1:2005 +A1:2007
1,2,3,4
2+
01/11/12
01/11/13
UNI EN 1457-1:2012
mar-12
1,2,3,4
2+
01/11/12
01/11/13
UNI EN 1457-2:2012
mar-12
1,2,3,4
2+
01/05/07
01/05/08
UNI EN 1806:2006
nov-06
1,2,3,4
2+,4
UNI EN 1856-1:2005
apr-05
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
2+,4
2+,4
2+
UNI EN 1856-1:2007
01/03/11
UNI EN 1856-1:2009
UNI EN 1856-2:2006
nov-07
nov-09
gen-06
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
1,2,3,4
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
2+
01/03/10
01/03/11
UNI EN 1856-2:2009
UNI EN 1857:2005
UNI EN 1857:2005
UNI EN 1857:2005
01/01/10
UNI EN 1857:2008
01/01/12
UNI EN 1857:2010
UNI EN 1858:2005
01/09/10
UNI EN 1858:2009
01/04/13
01/02/05
UNI EN 12446:2005
01/04/13
UNI EN 12446:2011
UNI EN 13063-1:2006
nov-09
mag-05
mag-05
mag-05
lug-08
mag-10
mag-05
apr-09
1,2,3,4
2+
01/05/08
01/05/09
UNI EN 13063-1:2007
nov-07
Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 2:
Requisiti e metodi di prova in condizioni umide
1,2,3,4
2+
UNI EN 13063-2:2005
set-05
M/105
M/105
M/105
M/105
Work Item
EN 1457:1999/ A1:2002
EN 1457:1999/ AC:2006
EN 1457:1999/
A1:2002/AC:2007
EN 1457-1:2012
EN 13063-2:2005
201
01/03/10
01/01/09
01/01/11
01/09/09
01/04/12
01/02/04
01/04/12
mag-05
set-11
feb-06
data GURI
Invio scheda a
MSE
NO
NO
22/08/2006
NO
NO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/105
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 13063-2:2005 +A1:2007
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
1,2,3,4
2+
01/05/08
01/05/09
UNI EN 13063-2:2007
nov-07
M/105
EN 13063-3
Camini - Sistemi camino con condotti interni di terracotta/ceramica - Parte EN 13063-3:2007
3: Requisiti e metodi di prova per sistemi camino a flusso bilanciato
1,2,3,4
2+
01/05/08
01/05/09
UNI EN 13063-3:2007
nov-07
M/105
EN 13069
1,2,3,4
2+
01/05/06
01/05/07
UNI EN 13069:2005
set-05
22/08/2006
M/105
EN 13084-5
Camini - Rivestimenti esterni in terracotta/ceramica per camini sistema - EN 13069:2005
Requisiti e metodi di prova
Camini strutturalmente indipendenti - Parte 5: Materiali per condotti interni EN 13084-5:2005
di mattoni - Specifiche di prodotto
EN 13084-5:2005 /AC:2006
1,2,3,4
2+
01/04/06
01/04/07
UNI EN 13084-5:2005
set-05
22/08/2006
1,2,3,4
2+
01/01/07
01/01/07
UNI EN 13084-5:2005
set-05
NO
Camini strutturalmente indipendenti - Parte 7: Specifiche di prodotto
applicabili ad elementi cilindrici di acciaio da utilizzare per camini di
acciaio a parete singola e per pareti interne di acciaio
EN 13084-7:2005
1,2,3,4
2+
01/08/06
01/08/07
UNI EN 13084-7:2006
gen-06
M/105
EN 13084-7:2005/ AC:2009
1,2,3,4
2+
01/08/09
01/08/09
UNI EN 13084-7:2006
gen-06
M/105
M/105
M/105
EN 13502
EN 14471
EN 13084-7:2012
EN 13502:2002
EN 14471:2005
1,2,3,4
3
1,2,3,4
2+
4
1,2+,3,4
01/09/13
01/08/03
01/06/06
01/09/13
UNI EN 13084-7:2013
01/08/04
UNI EN 13502:2004
01/06/07
UNI EN 14471:2005
mar-13
mar-04
nov-05
M/105
EN 14989-1
EN 14989-1:2007
2,3,4
2+
01/01/08
01/01/09
UNI EN 14989-1:2007
giu-07
M/105
EN 14989-2
EN 14989-2:2007
2,3,4
2+
01/01/09
01/01/10
UNI EN 14989-2:2008
apr-08
EN 520:2004
1,2,3,4,5,6
3,4
EN 520:2004/A1:2009
EN 12859:2001
1,2,3,4,5,6
2,5,6
3,4
3,4
2,5,6
3,4
2,5,6
2,5,6
2
3,4
3,4
3,4
2,3
3,4
M/105
M/105
M/106
M/106
M/106
EN 13084-7
M/106 Prodotti di gesso
EN 520
Camini - Requisiti e metodi di prova per terminali di terracotta/ceramica
Camini - Sistemi di camini con condotti interni di plastica - Requisiti e
metodi di prova
Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di
adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a
tenuta stagna - Parte 1: Terminali verticali aria/fumi per apparecchi di tipo
C6
Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di
adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a
tenuta stagna - Parte 2: Condotti per fumi e aria comburente per
apparecch a tenuta stagna
Lastre di gesso - Definizioni, specificazioni e metodi di prova
EN 12859
Blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi di prova
M/106
M/106
M/106
M/106
M/106
EN 12859:2001/ A1:2004
EN 12860
EN 12859:2008
EN 12859:2011
Adesivi a base di gesso per blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi EN
12860:2001 di prova
EN 12860:2001/AC:2002
202
UNI EN 520:2005
01/06/10
mag-05
01/12/10
UNI EN 520:2009
UNI EN 12859:2002
ott-09
ott-02
UNI EN 12859:2008
feb-08
01/01/09
01/12/11
01/04/02
01/01/10
UNI EN 12859:2008
01/12/12
UNI EN 12859:2011
01/04/03
UNI EN 12860:2002
set-08
mar-11
nov-02
01/01/10
01/01/10
UNI EN 12860:2002
nov-02
22/08/2006
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
(nessuna risposta
da OT
competente
)
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
M/106
EN 13279-1
Leganti e intonaci a base di gesso - Parte 1: Definizioni e requisiti
EN 13279-1:2005
2,5,6
3,4
M/106
M/106
EN 13658-1
EN 13279-1:2008
Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 1: Intonaci EN 13658-1:2005
interni
2,5,6
2
3,4
3,4
M/106
EN 13658-2
Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 2: Intonaci EN 13658-2:2005
esterni
2
M/106
EN 13815
Intonaco a base di gesso rinforzato con fibre - Definizioni, requisiti e metodi EN
13815:2006 di prova
M/106
EN 13915
M/106
EN 13950
M/106
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
UNI EN 13279-1:2006
gen-06
01/10/09
01/03/06
01/10/10
UNI EN 13279-1:2008
01/03/07
UNI EN 13658-1:2005
dic-08
nov-05
3,4
01/03/06
01/03/07
UNI EN 13658-2:2005
nov-05
2,3,4,5,6
1,3,4
01/06/07
01/06/08
UNI EN 13815:2007
mag-07
Pannelli prefabbricati di lastre di cartongesso con nido d'ape di cartone - EN 13915:2007
Definizioni, requisiti e metodi di prova
Lastre di gesso rivestito accoppiate con pannelli isolanti termo/acustici - EN 13950:2005
Definizioni, requisiti e metodi di prova
2,3,4,5,6
3,4
01/06/08
01/06/09
UNI EN 13915:2007
dic-07
2,3,4,5,6
3,4
01/09/06
01/09/07
UNI EN 13950:2006
feb-06
EN 13963
Sigillanti per lastre di gesso rivestito - Definizioni, requisiti e metodi di provaEN 13963:2005
2,4
3,4
01/03/06
01/03/07
UNI EN 13963:2005
nov-05
M/106
M/106
EN 14190
Prodotti di trasformazione secondaria di lastre di gesso - Definizioni,
requisiti e metodi di prova
2,4
1,2,3,4,5,6
3,4
3,4
01/01/07
01/04/06
01/01/07
UNI EN 13963:2005
01/04/07
UNI EN 14190:2006
nov-05
gen-06
M/106
EN 14195
Componenti di intelaiature metalliche per sistemi a pannelli di gesso Definizioni, requisiti e metodi di prova
2,4
3,4
01/01/06
01/01/07
UNI EN 14195:2005
lug-05
M/106
M/106
EN 14209
Cornici di gesso sagomate - Definizioni, requisiti e metodi di prova
2,4
2,4
3,4
3,4
01/01/07
01/09/06
01/01/07
UNI EN 14195:2005
01/09/07
UNI EN 14209:2006
lug-05
feb-06
M/106
EN 14246
Elementi di gesso per controsoffitti - Definizioni, requisiti e metodi di prova
2,3,4,5,6
3,4
01/04/07
01/04/08
UNI EN 14246:2006
nov-06
M/106
M/106
EN 14353
Profili metallici per impiego con lastre di gesso - Definizioni, requisiti e
metodi di prova
EN 14246:2006/ AC:2007
EN 14353:2007
2,3,4,5,6
2,4
3,4
3,4
01/01/08
01/01/09
01/01/08
UNI EN 14246:2006
01/01/10
UNI EN 14353:2008
nov-06
apr-08
EN 14353:2007+A1:2010
2,4
3,4
01/11/10
01/11/10
UNI EN 14353:2010
feb-10
M/106
EN 13963:2005 /AC:2006
EN 14190:2005
EN 14195:2005
EN 14195:2006 /AC:2006
EN 14209:2005
EN 14246:2006
203
data GURI
Invio scheda a
MSE
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
M/106
EN 14496
Adesivi a base di gesso per pannelli accoppiati termo/acustici e lastre di EN 14496:2005
gesso rivestite - Definizioni, requisiti e metodi di prova
M/106
EN 14566
Elementi di collegamento meccanici per sistemi a pannelli di gesso Definizioni, requisiti e metodi di prova
M/106
EN 15283-1
M/106
M/106
EN 15283-2
M/106
M/107
M/107 Geotessili
EN 13255
UNI EN 14566:2009
UNI EN 15283-1:2008
ott-09
lug-08
1,2,3,4,5,6
3,4
01/06/10
01/06/11
UNI EN 15283-1:2009
ott-09
Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-2:2008
Parte 2: Lastre di gesso con fibre
EN 15283-2:2008+A1:2009
1,2,3,4,5,6
3,4
UNI EN 15283-2:2008
lug-08
1,2,3,4,5,6
3,4
01/06/10
01/06/11
UNI EN 15283-1:2009
ott-09
EN 13249:2000
1,3,4
2+,4
01/10/01
01/10/02
UNI EN 13249:2005
set-05
EN 13249:2000/ A1:2005
EN 13250:2000
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/11/05
01/10/01
01/11/06
01/10/02
UNI EN 13249:2005
UNI EN 13250:2005
set-05
set-05
EN 13250:2000/ A1:2005
EN 13251:2000
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13250:2005
UNI EN 13251:2005
set-05
set-05
EN 13251:2000/ A1:2005
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei sistem EN 13252:2000
drenanti
EN 13252:2000/ A1:2005
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle
EN 13253:2000
opere di controllo dell'erosione (protezione delle coste, rivestimenti
di sponda)
EN 13253:2000/ A1:2005
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella
EN 13254:2000
costruzione di bacini e dighe
EN 13254:2000/ AC:2003
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13251:2005
UNI EN 13252:2005
set-05
ago-05
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13252:2005
UNI EN 13253:2005
ago-05
ott-05
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13253:2005
UNI EN 13254:2005
ott-05
ago-05
1,3,4
2+,4
01/06/06
01/06/06
UNI EN 13254:2005
ago-05
EN 13254:2000/ A1:2005
EN 13255:2000
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13254:2005
UNI EN 13255:2005
ago-05
ago-05
EN 13255:2000/ AC:2003
1,3,4
2+,4
01/06/06
01/06/06
UNI EN 13255:2005
ago-05
EN 13255:2000/ A1:2005
EN 13256:2000
1,3,4
1,4
2+,4
2+
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13255:2005
UNI EN 13256:2005
ago-05
ott-05
EN 13256:2000/ AC:2003
1,4
2+
01/06/06
01/06/06
UNI EN 13256:2005
ott-05
EN 13256:2000/ A1:2005
EN 13257:2000
1,4
1,3,4
2+
2+,4
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13256:2005
UNI EN 13257:2005
ott-05
ago-05
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella
costruzione di canali
M/107
M/107
M/107
EN 13256
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella
costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo
M/107
M/107
M/107
EN 13257
apr-08
01/11/10
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle
costruzioni di terra, nelle fondazioni e nelle strutture di sostegno
M/107
M/107
UNI EN 14566:2008
01/05/10
EN 13251
M/107
feb-06
4
3,4
M/107
M/107
EN 13254
UNI EN 14496:2006
2,4
1,2,3,4,5,6
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella
costruzione di ferrovie
M/107
M/107
01/09/07
EN 14566:2008+A1:2009
Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-1:2008
Parte 1: Lastre di gesso rinforzate con rete
EN 15283-1:2008+A1:2009
EN 13250
EN 13253
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
4
M/107
M/107
M/107
M/107
Norma UNI
2,4
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego in
discariche per rifiuti solidi
EN 14566:2008
204
01/09/06
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
3,4
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella
costruzione di strade e di altre aree soggette a traffico (escluse ferrovie
e l'inclusione in conglomerati bituminosi)
EN 13252
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
1,2,3,4,5,6
EN 13249
M/107
M/107
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
data GURI
Invio scheda a
MSE
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
91
19/04/2007
NO
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
91
19/04/2007
NO
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
91
19/04/2007
NO
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
M/107
EN 13257:2000/ AC:2003
1,3,4
2+,4
01/06/06
01/06/06
UNI EN 13257:2005
ago-05
M/107
M/107
EN 13257:2000/ A1:2005
EN 13265:2000
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+
01/06/06
01/10/01
01/06/07
01/10/02
UNI EN 13257:2005
UNI EN 13265:2005
ago-05
set-05
EN 13265:2000/ AC:2003
1,3,4
2+
01/06/06
01/06/07
UNI EN 13265:2005
set-05
EN 13265:2000/ A1:2005
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13361:2004
nella costruzione di bacini e di dighe
EN 13361:2004 /A1:2006
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13362:2005
nella costruzione di canali
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13491:2004
come barriere ai fluidi nella costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo
1,3,4
1,3
2+
2+
01/06/06
01/09/05
01/06/07
01/09/06
UNI EN 13265:2005
UNI EN 13361:2005
set-05
nov-05
22/08/2006
1,3
1,3
2+
2+
01/06/07
01/02/06
01/06/08
01/02/07
UNI EN 13361:2008
UNI EN 13362:2005
mar-08
nov-05
22/08/2006
1,3
2+
01/09/05
01/09/06
UNI EN 13491:2005
nov-05
22/08/2006
EN 13491:2004 /A1:2006
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13492:2004
nella costruzione di discariche per smaltimento, di opere di trasferimento
o di contenimento secondario di rifiuti liquidi
EN 13492:2004 /A1:2006
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13493:2005
nella costruzione di discariche per accumulo e smaltimento di rifiuti solidi
1,3
1,3
2+
2+
01/06/07
01/09/05
01/06/08
01/09/06
UNI EN 13491:2008
UNI EN 13492:2005
feb-08
nov-05
22/08/2006
1,3
1,3
2+
2+
01/06/07
01/03/06
01/06/08
01/03/07
UNI EN 13492:2008
UNI EN 13493:2005
feb-08
nov-05
22/08/2006
Geosintetici e prodotti affini - Requisiti per l'impiego in pavimentazioni e EN 15381:2008
strati di usura
Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego in EN
15382:2008 infrastrutture di trasporto
Facciate continue - Norma di prodotto
EN 13830:2003
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 2: Centrale di EN 54-2:1997
controllo e segnalazione
1,3,4
2+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 15381:2008
nov-08
1,3
2+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 15382:2008
nov-08
2,3,4,5,6
2,3
1,3
1
01/12/04
01/01/08
01/12/05
01/08/09
UNI EN 13830:2005
UNI EN 54-2:1999
apr-05
mar-99
22/11/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-2:1997/ A1:2006
2,3
1
01/01/08
01/08/09
UNI EN 54-2:2007
mar-07
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-2:1997/ AC:1999
2,3
1
01/01/08
01/01/08
UNI EN 54-2:2007
mar-07
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-3:2001
2,3
1
01/04/03
01/06/09
UNI EN 54-3:2002
ott-02
EN 54-3:2001/A1:2002
EN 54-3:2001/ A2:2006
2,3
2,3
1
1
01/04/03
01/03/07
30/06/05
01/06/09
UNI EN 54-3:2007
UNI EN 54-3:2007
set-07
set-07
EN 54-4:1997
2,3
1
01/10/03
01/08/09
UNI EN 54-4:1999
mar-99
EN 54-4:1997/ A1:2002
2,3
1
01/10/03
01/08/09
UNI EN 54-4:2003
set-03
EN 13265
Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei
progetti di contenimento di rifiuti liquidi
M/107
M/107
M/107
EN 13361
M/107
M/107
EN 13362
M/107
EN 13491
M/107
M/107
EN 13492
M/107
M/107
EN 13493
M/107
EN 15381
M/107
EN 15382
M/108
M/109
M/108 Facciate continue EN 13830
EN 54-2
M/109 Sistemi di
rivelazione, di
segnalazione e di lotta
all'incendio
M/109
M/109
M/109
EN 54-3
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 3: Dispositivi
sonori di allarme incendio
M/109
M/109
M/109
M/109
EN 54-4
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 4:
Apparecchiatura di alimentazione
205
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
NO
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
01/08/2003
91
19/04/2007
NO
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb.
Decreto nazionale n° data GURI
di recepimento GURI
Invio scheda a
MSE
M/109
EN 54-4:1997/ A2:2006
2,3
1
01/06/07
01/08/09
UNI EN 54-4:2007
nov-07
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
EN 54-4:1997/ AC:1999
2,3
1
01/06/05
01/06/05
UNI EN 54-4:2007
nov-07
NO (opzione NPD
non prevista)
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 5: Rivelatori di EN 54-5:2000
calore - Rivelatori puntiformi
EN 54-5:2000/ A1:2002
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 7: Rivelatori di EN 54-7:2000
fumo - Rilevatori puntiformi funzionanti secondo il principio della
diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione
EN 54-7:2000/ A1:2002
EN 54-7:2000/ A2:2006
2,3
1
01/04/03
30/06/05
UNI EN 54-5:2002
giu-02
2,3
2,3
1
1
01/04/03
01/04/03
30/06/05
01/08/09
UNI EN 54-5:2003
UNI EN 54-7:2002
mar-03
mar-02
2,3
2,3
1
1
01/04/03
01/05/07
30/06/05
01/08/09
UNI EN 54-7:2003
UNI EN 54-7:2007
mar-03
nov-07
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 10: Rivelatori di EN 54-10:2002
fiamma - Rivelatori puntiformi
2,3
1
01/09/06
01/09/08
UNI EN 5410:2003
set-03
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-10:2002/ A1:2005
2,3
1
01/09/06
01/09/08
UNI EN 5410:2006
set-06
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-11:2001
2,3
1
01/09/06
01/09/08
UNI EN 5411:2003
apr-03
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-11:2001/ A1:2005
2,3
1
01/09/06
01/09/08
UNI EN 5411:2006
set-06
NO (opzione NPD
non prevista)
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 12: Rivelatori di EN 54-12:2002
fumo - Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 16:
EN 54-16:2008
Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale
2,3
1
01/10/03
31/12/05
2,3
1
01/01/09
01/04/11
UNI EN 5412:2003
UNI EN 5416:2008
M/109
M/109
M/109
EN 54-5
EN 54-7
M/109
M/109
M/109
EN 54-10
M/109
M/109
EN 54-11
M/109
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 11: Punti di
allarme manuali
66
20/03/2007
22/08/2006
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
M/109
EN 54-12
M/109
EN 54-16
M/109
EN 54-17
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 17: Isolatori di EN 54-17:2005
corto circuito
2,3
1
01/10/06
01/12/08
UNI EN 5417:2006
gen-06
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
EN 54-18
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi di EN 5418:2005 ingresso/uscita
2,3
1
01/10/06
01/12/08
UNI EN 5418:2006
feb-06
NO (opzione NPD
non prevista)
2,3
1
01/01/08
01/01/08
UNI EN 5418:2006
feb-06
NO (opzione NPD
non prevista)
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 20: Rivelatori di EN 54-20:2006
fumo ad aspirazione
2,3
1
01/04/07
01/07/09
UNI EN 5420:2006
ott-06
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 54-20:2006/ AC:2008
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 21:
EN 54-21:2006
Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione remota di guasto
e avvertimento
2,3
2,3
1
1
01/08/09
01/03/07
01/08/09
01/06/09
UNI EN 54UNI20:2006
EN 5421:2006
ott-06
ott-06
M/109
EN 54-18:2005 /AC:2007
M/109
EN 54-20
M/109
M/109
EN 54-21
206
ott-03
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
ago-08
NO (opzione NPD
non prevista)
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/109
EN 54-22
M/109
EN 54-23
M/109
EN 54-24
M/109
EN 54-25
M/109
M/109
M/109
EN 54-26
M/109
M/109
EN 54-27
EN 671-1
M/109
M/109
M/109
EN 671-2
M/109
M/109
M/109
EN 12094-1
M/109
EN 12094-10
M/109
EN 12094-11
M/109
EN 12094-12
M/109
EN 12094-13
M/109
M/109
EN 12094-2
M/109
EN 12094-3
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Fire detection and fire alarm system - Part 22: Resettable line type heat prEN 54-22
detectors
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 23: Dispositivi EN 54-23:2010
visuali di allarme incendio
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 24: Componenti EN 5424:2008 di sistemi di allarme vocale - Altoparlanti
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 25: Componenti EN 5425:2008 che utilizzano collegamenti radio
EN 54-25:2008/AC:2010
EN 54-25:2008/AC:2012
Fire detection and fire alarm systems - Part 26: Point fire detectors using prEN 54-26
carbon monoxide sensors
Fire detection and fire alarm systems - Part 27: Duct smoke detectors
prEN 54-27
Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - EN 671-1:2001
Parte 1: Naspi antincendio con tubazioni semirigide
EN 671-1:2001 /AC:2002
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
2,3
1
01/12/10
01/03/13
UNI EN 54-23:2010
apr-10
2,3
1
01/01/09
01/04/11
UNI EN 54-24:2008
ago-08
2,3
1
01/01/09
01/04/11
UNI EN 54-25:2008
ago-08
2,3
2,3
1
1
01/01/11
01/07/12
01/01/11
01/07/12
UNI EN 54-25:2008
UNI EN 54-25:2008
ago-08
ago-08
2
1
01/02/02
01/04/04
UNI EN 671-1:2003
apr-03
2
1
01/01/07
01/01/07
UNI EN 671-1:2003
apr-03
EN 671-1:2012
EN 671-2:2001
2
2
1
1
01/03/13
01/02/02
01/07/13
01/04/04
UNI EN 671-1:2012
UNI EN 671-2:2003
nov-12
apr-03
EN 671-2:2001 /A1:2004
2
1
01/03/07
01/03/08
UNI EN 671-2:2004
set-04
EN 671-2:2012
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120941:2003 a gas - Parte 1: Requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatici di
comando e gestione spegnimento e di ritardo
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209410:2003 a gas - Parte 10: Requisiti e metodi di prova per manometri e pressostati
2
2
1
1
01/03/13
01/02/04
01/07/13
01/05/06
UNI EN 671-2:2012
UNI EN 12094-1:2004
nov-12
mag-04
2
1
01/02/04
01/05/06
UNI EN 12094-10:2004
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209411:2003 a gas - Parte 11: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di pesatura
meccanici
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209412:2003 a gas - Parte 12: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di allarme
pneumatici
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209413:2001 a gas - Parte 13: Requisiti e metodi di prova per valvole di ritegno e valvole di
non ritorno
EN 12094-13:2001/AC:2002
2
1
01/01/04
01/09/05
2
1
01/01/04
2
1
2
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120942:2003 a gas - Parte 2: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici
automatici di comando e gestione spegnimento e di ritardo
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120943:2003 a gas - Parte 3: Requisiti e metodi di prova per dispositivi manuali di
azionamento e di bloccaggio
Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni Parte 2: Idranti a muro con tubazioni flessibili
207
data GURI
Invio scheda a
MSE
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
66
20/03/2007
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
mag-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
UNI EN 12094-11:2004
mag-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
01/09/05
UNI EN 12094-12:2004
mag-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
01/01/02
01/04/04
UNI EN 12094-13:2002
nov-02
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
1
01/01/10
01/01/10
UNI EN 12094-13:2002
nov-02
2
1
01/02/04
01/05/06
UNI EN 12094-2:2004
apr-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
2
1
01/01/04
01/09/05
UNI EN 12094-3:2004
apr-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/109
EN 12094-4
M/109
EN 12094-5
M/109
M/109
EN 12094-6
M/109
M/109
EN 12094-7
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
data GURI
01/08/07
UNI EN 12094-4:2004
dic-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
20/11/2007
UNI EN 12094-5:2004
mar-04
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
UNI EN 12094-5:2006
nov-06
UNI EN 12094-6:2003
dic-03
Invio scheda a
MSE
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120944:2004 a gas - Parte 4: Requisiti e metodi di prova per complesso valvola di
scarica e rispettivi attuatori
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120945:2000 a gas - Parte 5: Requisiti e metodi di prova per valvole direzionali e loro
attuatori per sistemi a CO2 in alta e bassa pressione
EN 12094-5:2006
2
1
2
1
2
1
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120946:2000 a gas - Parte 6: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici di
messa fuori servizio per sistemi a CO2
EN 12094-6:2006
2
1
2
1
01/02/07
01/05/09
UNI EN 12094-6:2006
nov-06
Sistemi fissi antincendio - Componenti per sistemi a CO2 - Parte 7:
Requisiti e metodi di prova per gli ugelli
2
1
01/10/01
01/04/04
UNI EN 12094-7:2005
set-05
2
1
01/11/05
01/11/06
UNI EN 12094-7:2005
set-05
NO (opzione NPD
non prevista)
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
EN 12094-7:2000
EN 12094-7:2000 /A1:2005
01/05/05
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
01/02/07
01/05/09
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
M/109
EN 12094-8
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120948:2006 a gas - Parte 8: Requisiti e metodi di prova per raccordi
2
1
01/02/07
01/05/09
UNI EN 12094-8:2006
nov-06
M/109
EN 12094-9
Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120949:2003 a gas - Parte 9: Requisiti e metodi di prova per rivelatori di incendio speciali
2
1
01/01/04
01/09/05
UNI EN 12094-9:2004
mag-04
M/109
EN 12101-1
Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 1: Specifiche per le
barriere antifumo
2
1
01/06/06
01/09/08
UNI EN 12101-1:2006
lug-06
NO (opzione NPD
non prevista)
2
1
01/12/06
01/09/08
UNI EN 12101-1:2006
lug-06
NO (opzione NPD
non prevista)
2
1
01/10/06
01/05/12
UNI EN 1210110:2006
feb-06
NO (opzione NPD
non prevista)
2
1
01/01/08
01/01/08
UNI EN 1210110:2006
feb-06
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 12101-2:2003
2
1
01/04/04
01/09/06
UNI EN 12101-2:2004
dic-04
EN 12101-3:2002
2
1
01/04/04
01/04/05
UNI EN 12101-3:2004
feb-04
2
1
01/01/06
01/01/06
UNI EN 12101-3:2004
feb-04
NO (opzione NPD
non prevista)
2
1
01/04/06
01/04/07
UNI EN 12101-6:2005
set-05
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
M/109
EN 12101-1:2005 /A1:2006
EN 1210110
Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 10: Apparecchiature di EN 1210110:2005 alimentazione
M/109
EN 12101-10:2005 /AC:2007
M/109
EN 12101-2
M/109
EN 12101-3
M/109
M/109
EN 12101-1:2005
Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 2: Specifiche per gli
evacuatori naturali di fumo e calore
Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Specifiche per gli
evacuatori forzati di fumo e calore
EN 12101-3:2002 /AC:2005
EN 12101-6
Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 6: Sistemi di controllo del EN 12101-6:2005
fumo per differenza di pressione - Kit
208
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
67
21/03/2007
23/03/2005
66
20/03/2007
23/03/2005
66
20/03/2007
NO (opzione NPD
non prevista)
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/109
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
EN 12101-6:2005 /AC:2006
M/109
EN 12101-7
M/109
EN 12101-8
M/109
EN 12259-1
M/109
Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e
a spruzzo d'acqua - Parte 2: Valvole di allarme idraulico
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb.
Decreto nazionale n° data GURI
di recepimento GURI
Invio scheda a
MSE
1
01/01/07
01/01/07
UNI EN 12101-6:2005
set-05
2
1
01/02/12
01/02/13
UNI EN 12101-7:2011
giu-11
2
1
01/02/12
01/02/13
UNI EN 12101-8:2011
giu-11
2
1
01/04/02
01/09/05
UNI EN 12259-1:2005
apr-05
2
1
01/03/05
01/03/06
UNI EN 12259-1:2005
apr-05
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 12259-1:1999 +
A1:2001/A3:2006
2
1
01/11/06
01/11/07
UNI EN 12259-1:2007
giu-07
NO (opzione NPD
non prevista)
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
Decreto 5 marzo
2007
66
2
1
01/01/02
01/08/07
UNI EN 12259-2:2002
set-02
EN 12259-2:1999 /A1:2001
2
1
01/01/02
01/08/07
UNI EN 12259-2:2002
set-02
M/109
EN 12259-2:1999 /AC:2002
2
1
01/06/05
01/06/05
UNI EN 12259-2:2002
set-02
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
EN 12259-2:1999 /A2:2005
2
1
01/09/06
01/08/07
UNI EN 12259-2:2006
lug-06
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 12259-3:2000
2
1
01/01/02
01/08/07
UNI EN 12259-3:2002
lug-02
M/109
EN 12259-3:2000 /A1:2001
2
1
01/01/02
01/08/07
UNI EN 12259-3:2002
lug-02
M/109
EN 12259-3:2000 /A2:2005
2
1
01/09/06
01/08/07
UNI EN 12259-3:2006
lug-06
EN 12259-4:2000
2
1
01/01/02
01/04/04
UNI EN 12259-4:2002
lug-02
EN 12259-4:2000 /A1:2001
2
1
01/01/02
01/04/04
UNI EN 12259-4:2002
lug-02
EN 12259-5:2002
2
1
01/07/03
01/09/05
UNI EN 12259-5:2003
giu-03
EN 14339:2005
2
1
01/05/06
01/05/07
UNI EN 14339:2006
mar-06
NO (opzione NPD
non prevista)
EN 14384:2005
2
1
01/05/06
01/05/07
UNI EN 14384:2006
mar-06
NO (opzione NPD
non prevista)
M/109
EN 12259-4
Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e
a spruzzo d'acqua - Parte 3: Valvole d'allarme a secco
Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e
a spruzzo d'acqua - Parte 4: Allarmi a motore ad acqua
M/109
M/109
EN 12259-5
M/109
EN 12259-8
M/109
EN 12259-12
M/109
EN 14339
Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e
a spruzzo d'acqua - Parte 5: Indicatori di flusso
Fire protection - Components for automatic sprinkler systems - Part 8:
Pressure switches
Fixed firefighting systems - Sprinkler and water spray systems - Part
12: Sprinkler pumps
Idranti antincendio sottosuolo
M/109
EN 14384
Idranti antincendio a colonna soprasuolo
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
EN 12259-2:1999
EN 12259-3
66
20/03/2007
M109
M/109
EN 12259-2
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
2
Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 7: Condotte per il EN 12101-7:2011
controllo dei fumi
Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 8: Serrande per il EN 12101-8:2011
controllo dei fumi
EN 12259-1:1999 + A1:2001
Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e
a spruzzo d'acqua - Parte 1: Sprinklers
EN 12259-1:1999 +
A1:2001/A2:2004
M/109
M/109
Work Item
20/03/2007
23/03/2005
23/03/2005
NO (opzione NPD
non prevista)
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
Decreto 5 marzo
2007
66
20/03/2007
23/03/2005
prEN 12259-8
prEN 12259-12
209
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/109
EN 14604
Rivelatori autonomi di fumo con avvisatore acustico
M/109
M/109
M/110
EN 15650
EN 997
Ventilazione degli edifici - Serrande tagliafuoco
Apparecchi sanitari - Vasi indipendenti e vasi abbinati a cassetta, con
sifone integrato
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/110
M/111
M/111
M/111
M/110 Apparecchi
sanitari
EN 12764
EN 13310
EN 13407
EN 14055
EN 14296
EN 14428
EN 14516
EN 14527
EN 14528
EN 14688
M/111
Attrezzature
stradali
EN 40-4
EN 40-5
M/111
EN 40-6
M/111
EN 40-7
M/111
EN 1317-5
M/111
M/111
M/111
M/111
EN 1317-6
M/111
EN 1423
M/111
M/111
EN 1423
M/111
EN 1463-1
M/111
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 14604:2005
EN 14604:2005/ AC:2008
EN 15650:2010
EN 997:2003
EN 997:2003 /A1:2006
EN 997:2012
EN 997:2012/AC:2012
Apparecchi sanitari - Specifica per bagni idromassaggio
EN 12764:2004
EN 12764:2004 + A1:2008
Lavelli da cucina - Requisiti funzionali e metodi di prova
EN 13310:2003
Orinatoi a parete - Requisiti funzionali e metodi di prova
EN 13407:2006
Cassette di scarico per vasi e orinatoi
EN 14055:2010
Apparecchi sanitari - Lavabi a canale
EN 14296:2005
Pareti doccia - Requisiti funzionali e metodi di prova
EN 14428:2004
EN 14428:2004 + A1:2008
Vasche da bagno per impieghi domestici
EN 14516:2006 + A1:2010
Piatti doccia per usi domestici
EN 14527:2006 + A1:2010
Bidé - Requisiti funzionali e metodi di prova
EN 14528:2005
Apparecchi sanitari - Lavabi - Requisiti funzionali e metodi di prova
EN 14688:2006
EN 14528:2007
Pali per illuminazione pubblica - Parte 4: Requisiti per pali per illuminazione EN 404:2005 di calcestruzzo armato e precompresso
EN 40-4:2005 /AC:2006
Pali per illuminazione pubblica - Parte 5: Specifiche per pali per
EN 40-5:2002
illuminazione pubblica di acciaio
Pali per illuminazione pubblica - Parte 6: Requisiti per pali per illuminazione EN 406:2002 pubblica di alluminio
Pali per illuminazione pubblica - Parte 7: Specifiche per pali per
EN 40-7:2002
illuminazione pubblica di compositi polimerici fibrorinforzati
Barriere di sicurezza stradali - Parte 5: Requisiti di prodotto e valutazione di EN 13175:2007 conformità per sistemi di trattenimento veicoli
EN 1317-5:2007+A1:2008
EN 1317-5:2007+A2:2012
EN 13175:2007/A2:2012/AC:2012
Road restraint systems - Pedestrian restraint systems - Part 6: Pedestrian prEN 1317-6
Parapet
Materiali per segnaletica orizzontale - Materiali da postspruzzare EN 1423:1997
Microsfere di vetro, granuli antiderapanti e loro miscele
EN 1423:1997/ A1:2003
EN 1423:2012/AC:2013
Materiali per segnaletica orizzontale - Materiali da postspruzzare EN 1423:2012
Microsfere di vetro, granuli antiderapanti e loro miscele
Materiali per segnaletica orizzontale - Inserti stradali catarifrangenti - Parte EN 1463-1:1997/ A1:2003
1: Requisiti delle prestazioni iniziali
EN 1463-1:2009
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
2
1
01/05/06
01/08/08
UNI EN 14604:2005
ott-05
2
1
3,4,5
1
2
4
01/08/09
01/09/11
01/12/04
01/08/09
UNI EN 14604:2005
01/09/12
UNI EN 15650:2010
01/12/06
UNI EN 997:2007
ott-05
mag-10
mar-07
3,4,5
3,4,5
3,4,5
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4,5
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3
3,4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
1
01/01/08
01/12/12
01/03/13
01/01/08
01/01/08
01/10/06
01/01/09
UNI EN 997:2007
01/06/13
UNI EN 997:2012
01/03/13
UNI EN 997:2012
UNI EN 12764:2005
01/01/10
UNI EN 12764:2008
01/02/06
UNI EN 13310:2004
01/01/09
UNI EN 13407:2007
01/09/12
UNI EN 14055:2011
01/03/08
UNI EN 14296:2005
UNI EN 14428:2005
01/01/10
UNI EN 14428:2008
01/05/12
UNI EN 14516:2010
01/05/12
UNI EN 14527:2010
UNI EN 14528:2008
01/01/09
UNI EN 14688:2007
UNI EN 14528:2008
01/01/09
01/10/07
UNI EN 40-4:2006
mar-07
giu-12
ago-12
apr-05
mag-08
apr-04
gen-07
gen-11
ago-05
mar-05
mag-08
set-10
set-10
gen-08
feb-07
gen-08
nov-06
4
4
1
1
01/01/07
01/02/03
01/01/07
UNI EN 40-4:2006
01/02/05
UNI EN 40-5:2003
nov-06
mag-03
4
1
01/02/03
01/02/05
UNI EN 40-6:2004
gen-04
4
1
01/10/03
01/10/04
UNI EN 40-7:2008
gen-08
4
1
UNI EN 1317-5:2007
lug-07
27/03/2009
4
4
4
1
1
1
01/04/09
01/01/13
01/03/13
01/01/11
UNI EN 1317-5:2008
01/01/13
UNI EN 1317-5:2012
01/03/13
UNI EN 1317-5:2012
ott-08
mag-12
mag-12
27/03/2009
4
1
01/05/04
01/05/05
UNI EN 1423:1999
apr-99
22/11/2005
4
4
4
1
1
1
01/05/04
01/07/13
01/11/12
01/05/04
UNI EN 1423:2004
01/07/13
UNI EN 1423:2012
01/11/12
UNI EN 1423:2012
mar-04
mar-13
mar-12
4
1
UNI EN 1463-1:2004
apr-04
4
1
01/01/11
UNI EN 1463-1:2009
mag-09
210
01/01/09
01/02/04
01/01/08
01/09/11
01/03/06
01/01/09
01/05/11
01/05/11
01/01/10
NO (opzione NPD
non prevista)
22/08/2006
27/03/2009
22/08/2006
27/03/2009
27/03/2009
27/03/2009
27/03/2009
NO
23/03/2005
23/03/2005
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/111
M/111
M/111
EN 1790
EN 1871
EN 12352
M/111
M/111
EN 12368
EN 12676-1
M/111
M/111
EN 12899-1
M/111
EN 12899-2
M/111
EN 12899-3
M/111
EN 12966-1
M/111
M/111
M/112
M/112
EN 14388
M/112 Prodotti di legno
strutturale e accessori
Road marking materials - Preformed road markings
prEN 1790:1998 rev
Road marking materials - Physical properties
EN 1871:2000 rev
Attrezzatura per il controllo del traffico - Dispositivi luminosi di pericolo e di EN
12352:2006 sicurezza
Attrezzatura per il controllo del traffico - Lanterne semaforiche
EN 12368:2006
Schermi anti-abbagliamento per strade - Parte 1: Prestazioni e
EN 12676-1:2000
caratteristiche
EN 12676-1:2000 /A1:2003
1
01/02/07
01/02/08
UNI EN 12352:2006
4
4
1
3
01/02/07
01/02/04
01/02/08
UNI EN 12368:2006
01/02/06
UNI EN 12676-1:2002
4
3
01/02/04
01/02/06
EN 12676-1:2004
feb-04
4
1
01/01/09
01/01/13
UNI EN 12899-1:2008
gen-08
4
1
01/01/09
01/01/13
UNI EN 12899-2:2008
gen-08
4
1
01/01/09
01/01/13
UNI EN 12899-3:2008
gen-08
4
1
01/02/06
lug-05
4
1
01/08/10
4,5
4,5
1,2,3
3
3
1
01/05/06
01/01/09
01/04/06
01/02/07
UNI CEI EN 129661:2005
01/08/10
UNI CEI EN 129661:2010
01/05/07
UNI EN 14388:2005
01/01/09
UNI EN 14388:2005
01/12/11
UNI EN 14080:2005
nov-05
giu-11
ott-05
1,2
2+
01/09/06
01/09/12
UNI EN 14081-1:2006
apr-06
1,2
2+
01/10/11
01/10/12
UNI EN 14081-1:2011
mar-11
EN 14229:2010
EN 14250:2004
1,2,3
1,2
2+
2+
01/09/11
01/09/05
01/09/12
UNI EN 14229:2010
01/10/10
UNI EN 14250:2005
nov-10
mag-05
EN 14250:2010
Legno strutturale - LVL - Requisiti
EN 14374:2004
Strutture di legno - Connettori - Requisiti
EN 14545:2008
Strutture di legno - Elementi di collegamento di forma cilindrica - Requisiti EN 14592:2008
1,2
1,2,3
1
1
2+
1
2+, 3
3
01/11/10
01/09/05
01/08/09
01/08/09
01/11/10
UNI EN 14250:2010
01/09/06
UNI EN 14374:2055
01/08/10
UNI EN 14545:2009
01/08/10
UNI EN 14592:2009
mar-10
mag-05
gen-09
gen-09
1
3
01/03/13
01/07/13
UNI EN 14592:2012
lug-12
1,2,3,5,6
1,2+,3,4
01/06/05
01/06/06
UNI EN 13986:2005
mag-05
1
1+
01/04/01
01/04/02
UNI EN 197-1:2001
giu-01
1
1
1+
1+
01/02/05
01/04/08
01/07/12
01/02/06
UNI EN 197-1:2006
01/04/09
UNI EN 197-1:2007
01/07/13
UNI EN 197-1:2011
mar-06
nov-07
ott-11
Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 1: Segnali EN 12899-1:2007
permanenti
Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 2:
EN 12899-2:2007
Delineatori di ostacolo transilluminati (TTB)
Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 3:
EN 12899-3:2007
Delineatori di margine e dispositivi rifrangenti
Segnaletica verticale per il traffico stradale - Pannelli a messaggio variabile EN 12966-1:2005
Parte 1: Norma di prodotto
EN 12966-1:2005/A1:2009
Dispositivi per la riduzione del rumore da traffico stradale - Specifiche
EN 14388:2005
EN 14388:2005/ AC:2008
EN 14080:2005
Strutture di legno - Legno lamellare incollato - Requisiti
M/112
M/112
M/112
M/112
EN 14374
EN 14545
EN 14592
M/112
M/112
EN 15497
M/113 Pannelli a base di EN 13986
legno
M/114 Cemento, calci da EN 197-1
costruzione e altri leganti
idraulici
EN 197-1
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
4
Strutture di legno - Legno strutturale con sezione rettangolare classificato EN 14081-1:2005
secondo la resistenza - Parte 1: Requisiti generali
EN 14081-1:2005+A1:2011
EN 14229
EN 14250
M/114
M/114
M/114
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 14081-1
M/112
M/112
M/114
Work Item
EN 14080
M/112
M/113
Titolo
Legno strutturale - Pali di legno per linee aeree
Strutture di legno — Requisiti di prodotto per elementi strutturali
prefabbricati assemblati con elementi di collegamento di lamiera
metallica punzonata
EN 14592:2008/A1:2012
Finger jointed structural timber - Performance requirements and minimum prEN 15497
production requirements
Pannelli a base di legno per l'utilizzo nelle costruzioni - Caratteristiche, EN 13986:2004
valutazione di conformità e marcatura
Cemento - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1971:2000 cementi comuni
EN 197-1:2000/ A1:2004
EN 197-1:2000/ A3:2007
Cemento - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1971:2011 cementi comuni
211
giu-06
data GURI
Invio scheda a
MSE
27/03/2009
giu-06
mag-02
feb-10
su ed. 19-6-12 non
ci sono
NO
22/11/2005
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/114
EN 197-4
M/114
EN 413-1
M/114
M/114
EN 459-1
M/114
M/114
M/114
EN 13282-1
M/114
EN 14216
M/114
EN 14647
M/114
M/114
EN 15368
M/114
EN 15743
M/115
M/115
M/115
M/115
M/116
M/116
M/116
M/116
M/115 Acciaio da
armatura e da
precompressione
EN 523
EN 10138-1
EN 10337
EN 10348
M/116 Muratura e relativi EN 771-1
prodotti
EN 771-2
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
Cemento - Parte 4: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1974:2004 cementi d'altoforno con bassa resistenza iniziale
Cemento da muratura - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di EN 413-1:2004
conformità
EN 413-1:2011
Calci da costruzione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità EN 459-1:2001
1
1+
01/02/05
01/02/06
UNI EN 197-4:2005
gen-05
1
1+
01/12/04
01/12/05
UNI EN 413-1:2004
dic-04
1
1
1+
2
01/02/12
01/08/02
01/02/13
UNI EN 413-1:2011
01/08/03
UNI EN 459-1:2002
mag-11
set-02
EN 459-1:2001/AC:2002
EN 459-1:2010
Leganti idraulici per impieghi stradali - Parte 1: Leganti idraulici per impiegh EN 132821:2013 stradali a indurimento rapido - Composizione, specifiche e criteri di
conformità
Cemento - Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi EN
14216:2004 speciali a calore di idratazione molto basso
Cemento alluminoso - Composizione, specificazioni e criteri di conformità EN 14647:2005
1
1
1
2
2
2+
01/01/10
01/06/11
01/11/13
01/01/10
UNI EN 459-1:2002
01/06/11
UNI EN 459-1:2010
01/11/14
UNI EN 13282-1:2013
set-02
ott-10
apr-13
1
1+
01/02/05
01/02/06
UNI EN 14216:2005
giu-05
22/11/2005
1
1+
01/08/06
01/08/07
UNI EN 14647:2006
gen-06
27/03/2009
EN 14647:2005 /AC:2006
Legante idraulico per applicazioni non strutturali - Definizione, specifiche e EN 15368:2008+A1:2010
criteri di conformità
Cemento sovrasolfatato - Composizione, specifiche e criteri di conformità EN 15743:2010
1
1
1+
2+
01/01/08
01/09/11
01/01/08
UNI EN 14647:2006
01/09/12
UNI EN 15638:2011
gen-06
mag-11
1
1+
01/11/10
01/11/11
UNI EN 15743:2010
feb-10
Guaine in fogli di acciaio per cavi di precompressione - Terminologia,
prescrizioni, controllo della qualità
EN 523:2003
1
4
01/06/04
01/06/05
UNI EN 523:2005
giu-05
Prestressing steels - Part 1: General requirements
Zinc and zinc alloy coated prestressing steel wires and strands
Steel for the reinforcement of concrete - Galvanized reinforcing steel
Specifica per elementi per muratura - Parte 1: Elementi per muratura di
laterizio
prEN 10138-1
prEN 10337
prEN 10348
EN 771-1:2003
1,2,3,5,6
2+,4
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-1:2005
giu-05
EN 771-1:2003/ A1:2005
EN 771-1:2011
EN 771-2:2003
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
2+,4
2+,4
2+,4
01/04/05
01/02/12
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-1:2005
01/02/13
UNI EN 771-1:2011
01/04/06
UNI EN 771-2:2005
giu-05
giu-11
giu-05
EN 771-2:2003/ A1:2005
1,2,3,5,6
2+,4
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-2:2005
giu-05
EN 771-2:2011
EN 771-3:2003
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
2+,4
2+,4
01/02/12
01/04/05
01/02/13
UNI EN 771-2:2011
01/04/06
UNI EN 771-3:2005
giu-11
giu-05
EN 771-3:2003/ A1:2005
EN 771-3:2011
EN 771-4:2003
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
2+,4
2+,4
2+,4
01/04/05
01/02/12
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-3:2005
01/02/13
UNI EN 771-3:2011
01/04/06
UNI EN 771-4:2005
giu-05
giu-11
giu-05
Specifica per elementi per muratura - Parte 2: Elementi di muratura di
silicato di calcio
M/116
M/116
M/116
EN 771-3
Specifica per elementi per muratura - Parte 3: Elementi per muratura di
calcestruzzo vibrocompresso (aggregati pesanti e leggeri)
M/116
M/1116
M/116
EN 771-4
Specifica per elementi per muratura - Parte 4: Elementi di muratura di
calcestruzzo aerato autoclavato
212
elim sos da 197-111
22/11/2005
27/03/2009
09/04/2004
NO
20/11/2007
20/11/2007
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
22/11/2005
20/11/2007
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/116
M/116
M/116
EN 771-5
M/116
Specifica per elementi per muratura - Parte 5: Elementi per muratura di
pietra agglomerata
Work Item
Requisiti
Sistema Data di entrata
Essenziali Attestazion
in vigore come
norma
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
Norma UNI
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
EN 771-4:2003/ A1:2005
1,2,3,5,6
2+,4
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-4:2005
giu-05
EN 771-4:2011
EN 771-5:2003
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
2+,4
2+,4
01/02/12
01/04/05
01/02/13
01/04/06
UNI EN 771-4:2011
UNI EN 771-5:2005
giu-11
giu-05
EN 771-5:2003/ A1:2005
1,2,3,5,6
2+,4
01/04/05
01/04/06
UNI EN 771-5:2005
giu-05
M/116
M/116
EN 771-6
EN 771-5:2011
Specifica per elementi di muratura - Parte 6: Elementi di muratura di pietra EN 7716:2005 naturale
1,2,3,5,6
1,2,3,5,6
2+,4
2+,4
01/02/12
01/08/06
01/02/13
01/08/07
UNI EN 771-5:2011
UNI EN 771-6:2006
giu-11
feb-06
M/116
M/116
EN 771-6:2011
Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 1: Connettori EN 845-1:2003
trasversali, incatenamenti orizzontali, ganci e mensole di sostegno
1,2,3,5,6
1,2,3
2+,4
3
01/02/12
01/02/13
EN 845-1
UNI EN 771-6:2011
UNI EN 845-1:2004
giu-11
mar-04
M/116
M/116
EN 845-2
EN 845-1:2003 + A1:2008
Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 2: Architravi EN 845-2:2003
1,2,3
1,2,3,5,6
3
3
01/01/09
01/02/04
UNI EN 845-1:2008
UNI EN 845-2:2004
lug-08
mar-04
M/116
EN 845-3
1
3
UNI EN 845-3:2004
mar-04
M/116
M/116
EN 998-1
M/116
M/116
M/116
M/116
M/116
M/118
EN 998-2
M/118
EN 15824
EN 124
M/118 Prodotti per
l'ingegneria delle acque di
scarico
EN 295-1
M/118
EN 295-4
Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 3: Armatura di EN 845-3:2003
acciaio per giunti orizzontali
EN 845-3:2003 + A1:2008
Specifiche per malte per opere murarie - Parte 1: Malte per intonaci interni EN 9981:2003 ed esterni
EN 998-1:2003/ AC:2005
EN 998-1:2010
Specifiche per malte per opere murarie - Parte 2: Malte da muratura
EN 998-2:2003
EN 998-2:2010
Specifiche per intonaci esterni ed interni a base di leganti organici
EN 15824:2009
Guly tops and manhole tops for vehicular and pedestrian areas
prEN 124 rev
Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2951:2013 reflue - Parte 1: Requisiti per tubi, elementi complementari e sistemi di
giunzione
Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2954:2013 reflue - Parte 4: Requisiti per adattatori, connessioni e collegamenti
flessibili
01/01/10
01/04/06
1
2,3,4,6
3
4
01/01/09
01/02/04
01/01/10
01/02/05
UNI EN 845-3:2008
UNI EN 998-1:2004
lug-08
mar-04
2,3,4,6
2,3,4,6
1,2,3,6
1,2,3,6
2,3,4,6
4
4
2+,4
2+,4
1,3,4
01/06/06
01/06/11
01/02/04
01/06/11
01/04/10
01/06/06
01/06/12
01/02/05
01/06/12
01/04/11
UNI EN 998-1:2004
UNI EN 998-1:2010
UNI EN 998-2:2004
UNI EN 998-2:2010
UNI EN 15824:2009
mar-04
ott-10
mar-04
ott-10
ago-09
2,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/14UNI EN 295-1:2013
mar-13
2,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/14UNI EN 295-4:2013
mar-13
213
data GURI
Invio scheda a
MSE
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
N O ( n e ss u n a)
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
27/03/2009
NO
27/03/2009
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore come
norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
M/118
EN 295-5
Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2955:2013 reflue - Parte 5: Requisiti per tubi perforati ed elementi complementari
2,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/14 UNI EN 295-5:2013
mar-13
M/118
EN 295-6
Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2956:2013 reflue - Parte 6: Requisiti dei componenti per pozzetti e camere di ispezione
2,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/14 UNI EN 295-6:2013
mar-13
M/118
EN 295-7
2,3,4
1,3,4
01/11/13
01/11/14 UNI EN 295-7:2013
mar-13
M/118
EN 295-10
M/118
EN 588-2
Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2957:2013 reflue - Parte 7: Requisiti per tubi e sistemi di giunzione di gres per
tubazioni con posa a spinta
Tubi ed elementi complementari di gres e relativi sistemi di giunzione,
EN 295-10:2005
destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami Parte 10: Requisiti di prestazione
Tubi di fibrocemento per fognature e sistemi di scarico - Parte 2: Pozzetti e EN 5882:2001 camere di ispezione
M/118
EN 858-1
M/118
M/118
EN 1433
M/118
M/118
EN 1825-1
M/118
M/118
EN 1916
M/118
M/118
M/118
M/118
EN 1917
M/118
M/118
M/118
M/118
EN 12050-1
M/118
EN 12050-2
M/118
EN 12050-3
M/118
EN 12050-4
Impianti di separazione per liquidi leggeri (per esempio benzina e petrolio) - EN 858-1:2002
Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e prove sul
prodotto, marcatura e controllo qualità
EN 858-1:2002/ A1:2004
Canalette di drenaggio per aree soggette al passaggio di veicoli e pedoni - EN 1433:2002
Classificazione, requisiti di progettazione e di prova, marcatura
e valutazione di conformità
EN 1433:2002 /A1:2005
Separatori di grassi - Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e
EN 1825-1:2004
prove, marcatura e controllo qualità
EN 1825-1:2004 /AC:2006
Tubi e accessori di calcestruzzo non armato, rinforzato con fibre di acciaio EN
1916:2002 e con armature tradizionali
EN 1916:2003 /AC:2003
EN 1916:2003 /AC:2006
EN 1916:2003 /AC:2008
Pozzetti e camere di ispezione di calcestruzzo non armato, rinforzato con EN 1917:2002
fibre di acciaio e con armature tradizionali
EN 1917:2002 /AC:2003
EN 1917:2002 /AC:2006
EN 1917:2002 /AC:2008
Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-1:2001
per costruzione e prove - Parte 1: Impianti di sollevamento per acque
reflue contenenti materiale fecale
Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-2:2000
per costruzione e prove - Parte 2: Impianti di sollevamento per acque
reflue prive di materiale fecale
Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-3:2000
per costruzione e prove - Parte 3: Impianti di sollevamento per acque
reflue contenenti materiale fecale ad applicazione limitata
Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-4:2000
per costruzione e prove - Parte 4: Valvole di non ritorno per acque reflue
prive di materiale fecale e per acque reflue contenenti materiale fecale
214
data GURI
Invio scheda a
MSE
3,4
4
01/01/06
01/01/07
UNI EN 295-10:2005
lug-05
DGD00917
3,4
4
01/10/02
01/10/03
UNI EN 588-2:2003
mag-03
NO
(nessun
interesse)
2,3,4
3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 858-1:2005
ago-05
2,3,4
3,4
3,4
3
01/09/05
01/08/03
01/09/06
01/08/04
UNI EN 858-1:2005
UNI EN 1433:2004
ago-05
apr-04
3,4
2,3,4
3
3,4
01/01/06
01/09/05
01/01/06
01/09/06
UNI EN 1433:2008
UNI EN 1825-1:2005
feb-08
gen-05
2,3,4
3,4
3,4
4
01/01/07
01/08/03
01/01/07
23/11/04
UNI EN 1825-1:2005
UNI EN 1916:2004
gen-05
giu-04
NO
23/03/2005
3,4
3,4
3,4
3,4
4
4
4
4
01/01/09
23/11/04
UNI EN 1916:2004
UNI EN 1916:2004
UNI EN 1916:2004
UNI EN 1917:2004
giu-04
giu-04
giu-04
giu-04
NO
NO
01/01/09
01/08/03
3,4
3,4
3,4
3,4,5
4
4
4
3
01/01/09
01/11/01
01/01/09
01/11/02
UNI EN 1917:2004
UNI EN 1917:2004
UNI EN 1917:2004
UNI EN 12050-1:2003
giu-04
giu-04
giu-04
dic-03
01/08/2003
3,4,5
3
01/10/01
01/10/02
UNI EN 12050-2:2002
set-02
01/08/2003
3,4
3
01/10/01
01/10/02
UNI EN 12050-3:2001
ott-01
01/08/2003
3,4,5
3
01/10/01
01/10/02
UNI EN 12050-4:2001
nov-01
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
23/03/2005
NO
NO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
M/118
EN 12380
Valvole di ingresso aria per sistemi di scarico - Requisiti, metodi di prova e EN
12380:2002 valutazione di conformità
3,4
4
01/10/03
01/10/04
UNI EN 12380:2004
apr-04
M/118
EN 12566-1
Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 1:
Fosse settiche prefabbricate
3,4
3
01/12/04
01/12/05
UNI EN 12566-1:2002
mar-02
3,4
3
01/12/04
01/12/05
UNI EN 12566-1:2004
lug-04
EN 12566-3
Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 3:
Impianti di trattamento preassemblati e/o assemblati in sito delle
acque reflue domestiche
3,4
3
UNI EN 12566-3:2005
ott-05
3,4
3
01/11/09
01/11/10
UNI EN 12566-3:2009
apr-09
M/118
EN 12566-4
3,4
3
01/01/09
01/01/10
UNI EN 12566-4:2008
gen-08
M/118
EN 12566-6
3,4
3
01/11/13
01/11/14
UNI EN 12566-6:2013
mar-13
M/118
EN 13101
4
4
01/08/03
01/08/04
UNI EN 13101:2004
gen-04
DGD00915
M/118
M/118
M/118
EN 13564-1
EN 14396
EN 15229
Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 4: EN 12566-4:2007
Fosse settiche assemblate in sito da kit prefabbricati
Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 6: EN 12566-6:2013
Unità prefabbricate di trattamento per effluenti di fosse settiche
Gradini per camere di ispezione sotterranee - Requisiti, marcatura, prove e EN
13101:2002 valutazione di conformità
Dispositivi anti-allagamento per edifici - Parte 1:Requisiti
EN 13564-1:2002
Gradini fissi per pozzetti di ispezione
EN 14396:2004
Plastics piping systems - Piping systems for nonpressure underground prEN 15229
drainage and sewerage - Performance requirements for
thermoplastics manholes and inspection chambers
Masselli di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova EN 1338:2003
3,4
4
4
4
01/05/03
01/12/04
01/05/04
UNI EN 13564-1:2003
01/12/05
UNI EN 14396:2004
apr-03
mag-04
23/03/2005
DGD00916
2,3,4,6
4
01/03/04
01/03/05
UNI EN 1338:2004
nov-04
20/11/2007
2,3,4,6
4
01/01/07
01/01/07
UNI EN 1338:2004
nov-04
20/11/2007
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
4
4
4
4
4
4
01/03/04
01/01/07
01/02/04
01/01/07
01/10/02
01/03/05
UNI EN 1339:2005
01/01/07
UNI EN 1339:2005
01/02/05
UNI EN 1340:2004
01/01/07
UNI EN 1340:2004
01/10/03
UNI EN 1341:2003
feb-05
feb-05
apr-04
apr-04
apr-03
20/11/2007
20/11/2007
20/11/2007
20/11/2007
01/08/2003
4
4
4
4
01/09/13
01/10/02
01/09/13
UNI EN 1341:2013
01/10/03
UNI EN 1342:2003
gen-13
apr-03
01/08/2003
4
4
4
4
01/09/13
01/10/02
01/09/13
UNI EN 1342:2013
01/10/03
UNI EN 1343:2003
gen-13
apr-03
01/08/2003
4
2,3,4,6
2,4,6
4
4
3,4
01/09/13
01/01/03
01/09/05
01/09/13
UNI EN 1343:2013
01/01/04
UNI EN 1344:2003
01/09/06
UNI EN 12058:2005
gen-13
ott-03
mar-05
20/11/2007
24/04/2008
M/118
EN 12566-1:2000 /A1:2003
M/118
M/118
M/119
M/119
M/119
M/119
M/119
M/119
M/119
M/119
EN 12566-1:2000
EN 12566-3:2005
EN 12566-3:2005/ A1:2009
M/119 Pavimentazioni
EN 1338
EN 1339
EN 1340
EN 1341
M/119
M/119
EN 1342
M/119
M/119
EN 1343
M/119
M/119
M/119
EN 1344
EN 12058
EN 1338:2003 /AC:2006
prEN 1338 rev
EN 1339:2003
EN 1339:2003 /AC:2006
Cordoli di calcestruzzo - Requisiti e metodi di prova
EN 1340:2003
EN 1340:2003 /AC:2006
Lastre di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN 1341:2001
prova
EN 1341:2012
Cubetti di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN
1342:2001 prova
EN 1342:2012
Cordoli di pietra naturale per pavimentazione esterne - Requisiti e metodi di EN
1343:2001 prova
EN 1343:2012
Elementi per pavimentazione di laterizio - Requisiti e metodi di prova
EN 1344:2002
Prodotti di pietra naturale - Lastre per pavimentazioni e scale - Requisiti EN 12058:2004
Lastre di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova
215
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
)
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
M/119
EN 13454-1
Leganti, leganti compositi e miscele realizzate in fabbrica per massetti a EN 13454-1:2004
base di solfato di calcio - Parte 1: Definizioni e requisiti
M/119
M/119
EN 13748-1
Piastrelle di graniglia - Parte 1: Piastrelle di graniglia per uso interno
M/119
M/119
EN 13748-2
EN 13813
M/119
EN 14016-1
Piastrelle di graniglia - Parte 2: Piastrelle di graniglia per uso esterno
EN 13748-2:2004
Massetti e materiali per massetti - Materiali per massetti - Proprietà e
EN 13813:2002
requisiti
Leganti per massetti a base di magnesite - Magnesia caustica e cloruro di EN 14016-1:2004
magnesio - Parte 1: Definizioni, requisiti
M/119
EN 14041
M/119
M/119
EN 14342
M/119
M/119
M/119
M/119
EN 14904
EN 15285
M/119
M/119
M/119
M/121
M/119
M/121
M/119
M/121
M/121
M/120
M/120
M/120
M/120
M/119 Pavimentazioni
M/121 Finiture di pareti
interne ed esterne e di
soffitti
EN 12057
EN 14411
M/120 Prodotti strutturali
metallici e accessori
EN 1090-1:2009
EN 10025-1
M/120
EN 10088-4
M/120
EN 10088-5
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
data GURI
Invio scheda a
MSE
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
2,3,4
1,3,4
01/07/05
01/07/06
UNI EN 13454-1:2005
gen-05
EN 13748-1:2004
EN 13748-1:2004 /A1:2005
2,3,4,6
2,3,4,6
4
4
01/06/05
01/04/06
01/10/06
UNI EN 13748-1:2005
01/10/06
UNI EN 13748-1:2005
set-05
set-05
EN 13748-1:2004 /AC:2005
2,3,4,6
4
01/06/05
01/06/05
UNI EN 13748-1:2005
set-05
NO
2,3,4,6
2,3,4,5,6
4
1,3,4
01/04/05
01/08/03
01/04/06
UNI EN 13748-2:2004
01/08/04
UNI EN 13813:2004
nov-04
gen-04
22/11/2005
2,4
3,4
01/12/04
01/12/05
UNI EN 14016-1:2004
mag-04
2,3,4,6
1,3,4
01/01/06
01/01/07
UNI EN 14041:2004
dic-04
2,3,4,6
2,3,4,6
1,3,4
3,4
01/01/07
01/01/07
UNI EN 14041:2004
UNI EN 14342:2005
dic-04
ago-05
27/03/2009
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4
2,3,4,6
3,4
1,3,4
1,3
1,3,4
UNI EN 14342:2008
01/03/10
UNI EN 14342:2008
01/02/08
UNI EN 14904:2006
01/01/10
UNI EN 15285:2008
ott-08
ott-08
lug-06
lug-08
NO
01/03/09
01/02/07
01/01/09
2,3,4,6
2,3,4,5,6
1,3,4
3,4
01/01/09
01/09/05
01/01/09
UNI EN 15285:2008
01/09/06
UNI EN 12057:2005
lug-08
mar-05
EN 14411:2003
2,3,4,6
3,4
UNI EN 14411:2004
giu-04
EN 14411 :2006
2,3,4,6
3,4
01/01/08
01/01/09
UNI EN 14411:2007
mag-07
2,3,4,6
1,2,3
3,4
2+
01/07/13
01/01/11
01/07/14
UNI EN 14411:2012
01/07/12
UNI EN 1090-1:2009
nov-12
ag-09
1,2,3
1,2,3
1
2+
2+
2+
01/01/11
01/09/12
01/09/05
01/01/11
UNI EN 1090-1:2009
01/07/14
UNI EN 1090-1:2012
01/09/06
UNI EN 10025-1:2005
gen-11
feb-12
apr-05
1
2+
01/02/10
01/02/11
UNI EN 10088-4:2009
lug-09
1
2+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 10088-5:2009
giu-09
Rivestimenti resilienti, tessili e laminati per pavimentazioni - Caratteristiche EN
14041:2004 essenziali
EN 14041:2004 /AC:2006
Pavimentazioni di legno - Caratteristiche, valutazione di conformità e
EN 14342:2005
marcatura
EN 14342:2005/ AC:2007
EN 14342:2005 + A1:2008
Superfici per aree sportive - Superfici multi-sport per interni - Specifiche EN 14904:2006
Lapidei agglomerati - Marmette modulari per pavimentazioni e scale
EN 15285:2008
(interne ed esterne)
EN 15285:2008/ AC:2008
Prodotti di pietra naturale - Marmette modulari - Requisiti
EN 12057:2004
Piastrelle di ceramica - Definizioni, classificazione, caratteristiche e
marcatura
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
EN 14411:2012
Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 1: Requisiti per la EN 1090-1:2009
valutazione di conformità dei componenti strutturali
EN 1090-1:2009/AC:2010
EN 1090-1:2009+A1:2011
Prodotti laminati a caldo di acciaio per impieghi strutturali — Parte 1:
EN 10025-1:2004
Condizioni tecniche generali di fornitura
Acciai inossidabili - Parte 4: Condizioni tecniche di fornitura per
EN 10088-4:2009
fogli/lamiere e nastri di acciai resistenti alla corrosione da utilizzare
nelle costruzioni
Acciai inossidabili - Parte 5: Condizioni tecniche di fornitura per barre,
EN 10088-5:2009
vergella, filo, profilati e prodotti finiti a freddo di acciai resistenti
alla corrosione da utilizzare nelle costruzioni
216
N O ( n e ss u n a
r is p os ta d a
OT
c o mp e te n te )
27/03/2009
24/04/2008
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
M/120
EN 10210-1
1
2+
01/02/07
01/02/08
UNI EN 10210-1:2006
nov-06
M/120
EN 10219-1
1
2+
01/02/07
01/02/08
UNI EN 10219-1:2006
nov-06
1
1
1
2+
2+
2+
01/01/10
01/01/10
01/01/10
01/01/11
UNI EN 10340:2008
01/01/10
UNI EN 10340:2008
01/01/11
UNI EN 10343
ott-08
ott-08
giu-09
1,3
2+
01/10/05
01/10/06
UNI EN 13479:2006
gen-06
1,3
2+
01/01/06
01/10/07
UNI EN 14399-1:2005
mag-05
1,3
2+
01/01/08
01/10/09
UNI EN 15048-1:2007
ago-07
1,3
2+
01/10/06
01/10/07
UNI EN 15088:2006
apr-06
2,3,4,5,6
1,3,4
01/11/05
01/11/06
UNI EN 438-7:2005
lug-05
22/08/2006
2,3,4
3,4
01/01/06
01/01/07
UNI EN 492:2007
gen-07
20/11/2007
2,3,4
2,3,4
2,3,4
2,3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
01/01/06
01/07/07
01/07/13
01/01/07
UNI EN 492:2007
01/07/08
UNI EN 492:2007
01/07/13
UNI EN 492:2012
UNI EN 494:2007
gen-07
gen-07
nov-12
gen-07
20/11/2007
20/11/2007
2,3,4
2,3,4
2,3,4
2,3,4
2,3,4,5,6
2,3,4
2,3,4
2,3,4
2,3,4
2,3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
3,4
1,3,4
gen-07
gen-07
dic-07
nov-12
mag-05
gen-07
gen-07
gen-07
ott-12
mar-09
20/11/2007
20/11/2007
01/01/08
01/08/13
01/07/05
01/01/06
01/01/06
01/07/07
01/07/13
01/07/10
UNI EN 494:2007
UNI EN 494:2007
01/01/09
UNI EN 494:2007
01/08/13
UNI EN 494:2012
01/07/06
UNI EN 1469:2005
01/01/07
UNI EN 12467:2007
01/01/07
UNI EN 12467:2007
01/07/08
UNI EN 12467:2007
01/07/13
UNI EN 12467:2012
01/07/12
UNI EN 13245-2:2009
2,3,4
1,3,4
01/07/10
01/07/10
UNI EN 13245-2:2009
mar-09
2,3,4,5,6
1,3,4
01/01/05
01/07/07
UNI EN 13964:2007
M/121
Profilati cavi finiti a caldo di acciai non legati e a grano fine per impieghi EN 10210-1:2006
strutturali - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura
Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine per strutture EN 102191:2006 saldate - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura
EN 10248-1
Hot-roled steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions
prEN 10248-1
EN 10249-1
Cold formed steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions
prEN 10249-1
EN 10340
Getti di acciaio per impieghi strutturali
EN 10340:2007
EN 10340:2007/AC:2008
EN 10343
Acciai da bonifica da utilizzare nelle costruzioni - Condizioni tecniche di EN 10343:2009
fornitura
EN 13479
Materiali d'apporto per la saldatura - Norma generale di prodotto per i
EN 13479:2004
metalli d'apporto e per i flussi utilizzati nella saldatura per fusione
dei materiali metallici
EN 14399-1
Elementi di collegamento strutturali ad alta resistenza adatti al precarico - EN 14399-1:2005
Parte 1: Requisiti generali
EN 15048-1
Bulloneria strutturale non a serraggio controllato - Parte 1: Requisiti
EN 15048-1:2007
generali
EN 15088
Alluminio e leghe di alluminio - Prodotti per applicazioni di strutture per le EN 15088:2005
costruzioni - Condizioni tecniche di controllo e di fornitura
EN 438-7
Laminati decorativi ad alta pressione (HPL) — Pannelli a base di resine EN 438-7:2005
termoindurenti (generalmente chiamati laminati) — Parte 7: Laminati
stratificati e pannelli compositi HPL per applicazioni su pareti interne
ed esterne e su soffitti
EN 492
Lastre piane di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN 492:2004
metodi di prova
EN 492:2004 /A1:2005
EN 492:2004 /A2:2006
EN 492:2012
EN 494
Lastre nervate di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN
494:2004 metodi di prova
EN 494:2004 /A1:2005
EN 494:2004 /A2:2006
EN 494:2004 /A3:2007
EN 494:2012
EN 1469
Prodotti di pietra naturale - Lastre per rivestimenti - Requisiti
EN 1469:2004
EN 12467
Lastre piane di fibrocemento - Specifiche di prodotto e metodi di prova EN 12467:2004
EN 12467:2004 /A1:2005
EN 12467:2004 /A2:2006
EN 12467:2012
EN 13245-2:2008 Materie plastiche - Profilati di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) EN 13245-2:2008
per applicazioni edilizie - Parte 2: Profilati di PVC-U e di PVC-UE
per finiture su pareti interne ed esterne e su soffitti
EN 13245-2:2008/AC.2009
M/121
EN 13964
M/120
M/120
M/120
M/120
M/120
M/120
M/120
M/120
M/120
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121 Finiture di pareti
interne ed esterne e di
soffitti
Controsoffitti - Requisiti e metodi di prova
EN 13964:2004
217
lug-07
20/11/2007
24/04/2008
20/11/2007
20/11/2007
20/11/2007
NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/121
Work Item
EN 13964:2004 /A1:2006
01/01/09
UNI EN 13964:2007
lug-07
2,3
1,3,4
01/01/05
01/10/06
UNI EN 14716:2005
mar-05
2,3,5,6
1,3,4
01/06/07
01/06/08
UNI EN 14915:2006
dic-06
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,5,6
2,3,4
1,3,4
1,3,4
1,3,4
3,4
01/01/08
01/01/10
01/07/12
01/09/05
01/01/08
UNI EN 14915:2006
UNI EN 15102:2008
01/01/11
01/07/12
UNI EN 15102:2011
01/06/07
UNI EN 490:2005
dic-06
gen-08
nov-11
mar-05
2,3,4
3,4
01/08/12
01/08/12
UNI EN 490:2011
nov-11
2,3,4
3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 490:2006
dic-06
EN 534:2006
1,2,3,4,6
1,3,4
01/04/07
01/04/08
UNI EN 534:2006
nov-06
EN 534:2006+A1:2010
1,2,3,4,6
1,3,4
01/01/11
01/01/11
UNI EN 534:2010
apr-10
1,2,3,4
3,4
01/10/06
01/10/07
UNI EN 544:2006
feb-06
1,2,3,4
1,2,3,4,6
3,4
1,3,4
01/04/12
01/09/13
01/04/12
UNI EN 544:2011
01/09/14
UNI EN 1013:2013
ago-11
gen-13
1,2,3
3,4
01/02/06
01/02/07
UNI EN 1304:2005
set-05
1,2,3,4,5,6
1,3,4
01/01/09
01/10/10
UNI EN 14509:2007
mar-07
1,2,3,4,5,6
1,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 14509:2007
mar-07
2,3,4
3,4
01/11/06
01/11/07
UNI EN 14782:2006
apr-06
27/03/2009
2,3
3,4
01/07/07
UNI EN 14783:2007
01/07/08
mag-07
27/03/2009
1,2,3,4,6
1,3,4
01/01/14
01/01/15
UNI EN 16153:2013
apr-13
2,4
3
01/11/06
01/11/07
UNI EN 516:2006
apr-06
2,4
2,3,4
3
1,3,4
01/12/06
01/10/06
01/12/07
UNI EN 517:2006
01/10/09
UNI EN 1873:2006
apr-06
mag-06
M/121
EN 14915
Rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi di legno massiccio - EN 14915:2006
Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura
EN 14915:2006/ AC:2007
Rivestimenti murali decorativi - Prodotti in rotoli e pannelli
EN 15102:2007
EN 15102:2007+A1:2011
Tegole di calcestruzzo e relativi accessori per coperture e rivestimenti - EN 490:2004
Specifiche di prodotto
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/121
M/122
M/122
M/122
M/122
EN 534
EN 544
EN 1013
EN 1304
EN 14509
EN 14782
EN 14783
EN 16153
M/122 Coperture, lucernai EN 516
e relativi prodotti
EN 517
EN 1873
EN 14716:2004
Tegole di calcesturtto e relativi accessori per coperture e rivestimenti murar EN 490:2011
- Specifiche di prodotto
EN 490:2004/ A1:2006
Lastre bituminose ondulate - Specifica di prodotto e metodi di prova
Tegole bituminose con aggiunta di minerali e/o sintetici - Specifica di
prodotto e metodi di prova
Invio scheda a
MSE
01/01/08
Plafoni in tensione — Requisiti e metodi di prova
M/121 Finiture di pareti EN 490
interne ed esterne e di
soffitti
M/122 Coperture, lucernai
e relativi prodotti
EN 490
data GURI
1,3,4
EN 14716
EN 15102
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
2,3,4,5,6
M/121
M/121
M/121
M/121
M/121
M/122
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 544:2005
EN 544:2011
Lastre traslucide profilate di materia plastica, per coperture interne ed
EN 1013:2012
esterne, pareti e soffitti - Requisiti e metodi di prova
Tegole di laterizio per coperture discontinue - Definizioni e specifiche di EN 1304:2005
prodotto
Pannelli isolanti autoportanti con doppia faccia metallica - Prodotti fabbricat EN 14509:2006
in stabilimento - Specifiche
EN 14509:2006/ AC:2008
Lastre metalliche autoportanti per coperture, rivestimenti esterni e interni - EN 14782:2006
Specifica di prodotto e requisiti
Lastre e nastri metallici totalmente supportati per coperture, rivestimenti EN 14783:2006
esterni e interni - Specifica di prodotto e requisiti
Lastre traslucide piane multistrato di policarbonato (PC) per coperture, EN 16153:2013
pareti e soffitti interni ed esterni - Requisiti e metodi di prova
Accessori prefabbricati per coperture - Installazioni per l'accesso al tetto - EN 516:2006
Passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede
Accessori prefabbricati per coperture - Ganci di sicurezza da tetto
EN 517:2006
Accessori prefabbricati per coperture - Cupole monolitiche di materiale EN 1873:2005
plastico - Specifica di prodotto e metodi di prova
218
NO
(nessuna risposta
da OT
competente
NO)
(nessuna risposta
da OT
competente
)
NO
20/11/2007
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/122
EN 12326-1
M/122
EN 12951
M/122
EN 14963
M/122
M/124
M/124
M/124
M/124
M/124 Materiali stradali
EN 14964
EN 12271
EN 12273
EN 12591
EN 13108-1
Titolo
EN 13108-2
M/124
M/124
EN 13108-3
M/124
M/124
EN 13108-4
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 1: Conglomerato
bituminoso prodotto a caldo
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 2: Conglomerato
bituminoso per strati molto sottili
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 4: Conglomerato
bituminoso chiodato
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
1,2,3
3,4
01/05/05
01/05/08
UNI EN 12326-1:2004
2,4
3
01/09/05
01/09/06
UNI EN 12951:2005
mag-05
1,2,3,4,5,6
1,3,4
01/08/09
01/08/12
UNI EN 14963:2007
gen-07
1,2,3,5,6
1,4,5
1,2,4,5
1,3,4
1,3,4
2+
2+
2+
01/01/08
01/01/08
01/01/09
01/01/10
01/01/09
UNI EN 14964:2007
01/01/11
UNI EN 12271:2007
01/01/11
UNI EN 12273:2008
01/01/11
UNI EN 12591:2009
feb-07
feb-07
set-08
giu-09
EN 13108-1:2006
1,2,4
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-1:2006
lug-06
EN 13108-1:2006/ AC:2008
1,2,4
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-1:2006
lug-06
EN 13108-2:2006
1,2,4
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-2:2006
lug-06
EN 13108-2:2006 /AC:2008
1,2,4
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-2:2006
lug-06
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-3:2006
lug-06
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-3:2006
lug-06
EN 13108-4:2006
1,2,4
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-4:2006
lug-06
EN 13108-4:2006 /AC:2008
1,2,4
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-4:2006
lug-06
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 3: Conglomerato con EN 131083:2006 bitume molto tenero
EN 13108-3:2006 /AC:2008
M/124
M/124
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Ardesia e prodotti di pietra per coperture discontinue e rivestimenti - Parte EN 12326-1:2004
1: Specifiche di prodotto
Accessori prefabbricati per coperture — Scale permanentemente fissate EN 12951:2004
per coperture — Specifica di prodotto e metodi di prova
Coperture - Lucernari continui di materiale plastico con o senza basamenti - EN 14963:2006
Classificazione, requisiti e metodi di prova
Sottostrati rigidi per coperture discontinue - Definizioni e caratteristiche EN 14964:2006
Trattamenti superficiali di irruvidimento - Requisiti
EN 12271:2006
Trattamenti superficiali con malte a freddo - Requisiti
EN 12273:2008
Bitume e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi per applicazioni stradali EN 12591:2009
M/124
M/124
Work Item
data GURI
Invio scheda a
MSE
dic-04
27/03/2009
24/04/2008
27/03/2009
27/03/2009
27/03/2009
EN 13108-5
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 5: Conglomerato
bituminoso antisdrucciolo chiuso
EN 13108-5:2006
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-5:2006
lug-06
EN 13108-5:2006 /AC:2008
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-5:2006
lug-06
M/124
M/124
EN 13108-6
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 6: Asfalto colato
EN 13108-6:2006
EN 13108-6:2006 /AC:2008
1,2,4,5
1,2,4,5
1,2+,3,4
1,2+,3,4
01/03/07
01/01/09
01/03/08
UNI EN 13108-6:2006
01/01/09
UNI EN 13108-6:2006
lug-06
lug-06
27/03/2009
M/124
EN 13108-7
Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 7: Conglomerato
bituminoso ad elevato tenore di vuoti
EN 13108-7:2006
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/03/07
01/03/08
UNI EN 13108-7:2006
lug-06
20/11/2007
EN 13108-7:2006 /AC:2008
1,2,4,5
1,2+,3,4
01/01/09
01/01/09
UNI EN 13108-7:2006
lug-06
M/124
EN 13808
1,3
2+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 13808:2005
ott-05
M/124
EN 13877-3
Bitumi e leganti bituminosi - Quadro delle specifiche per le emulsioni
EN 13808:2005
cationiche bituminose
Pavimentazioni a base di calcestruzzo — Parte 3: Specifiche per elementi EN 138773:2004 di collegamento da utilizzare nelle pavimentazioni a base di calcestruzzo
1
4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 13877-3:2005
M/124
EN 13924
EN 13924:2006
1,3,4
2+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 13924:2006
lug-06
EN 13924:2006/AC:2006
EN 14023:2010
1,3,4
1,3,4
2+
2+
01/01/10
01/01/11
01/01/10
01/01/12
UNI EN 14023:2010
mag-10
M/124
M/124
M/124
M/124
EN 14023
Bitumi e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi di grado duro per
pavimentazioni
Bitumi e leganti bituminosi - Quadro delle specifiche riguardanti i bitumi
modificati da polimeri
219
mar-05
24/04/2008
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/124
EN 14188-1
M/124
EN 14188-2
M/124
EN 14188-3
M/124
EN 14695
M/124
EN 15322
Titolo
Requisiti
Sistema
Essenziali Attestazion
secondo il
e di
mandato Conformità
Data di entrata
in vigore
come norma
armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento GURI
EN 14188-1:2004
1
4
01/07/05
01/01/07
UNI EN 14188-1:2004
nov-04
EN 14188-2:2004
1
4
01/10/05
01/01/07
UNI EN 14188-2:2005
apr-05
EN 14188-3:2006
1
4
01/11/06
01/11/07
UNI EN 14188-3:2006
gen-06
EN 14695:2010
1,4
2+
01/10/10
01/10/11
UNI EN 14695:2010
feb-10
EN 15322:2009
1,4
2+
01/06/10
01/06/11
UNI EN 15332:2009
ott-09
EN 12620:2002
1,3,4
2+,4
UNI EN 12620:2003
ott-03
EN 12620:2002 + A1:2008
EN 13043:2002
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/01/09
01/07/03
01/01/10
01/06/04
UNI EN 12620:2008
UNI EN 13043:2004
set-08
gen-04
EN 13043:2002/ AC:2004
1,3,4
2+,4
01/06/06
01/06/06
UNI EN 13043:2004
gen-04
EN 13055-1:2002
1,3,4
2+,4
01/03/03
01/06/04
UNI EN 13055-1:2003
apr-03
EN 13055-1:2002/AC:2004
1,3,4
2+,4
01/01/10
01/01/10
UNI EN 13055-1:2003
apr-03
EN 13055-2:2004
1,3,4
2+,4
01/05/05
01/05/06
UNI EN 13055-2:2005
gen-05
EN 13139:2002
1,3,4
2+,4
01/03/03
01/06/04
UNI EN 13139:2003
mar-03
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/01/10
01/01/10
UNI EN 13139:2003
UNI EN 13242:2004
mar-03
mar-04
1,3,4
2+,4
UNI EN 13242:2004
mar-04
EN 13242:2002 + A1:2007
EN 13383-1:2002
1,3,4
1,3,4
2+,4
2+,4
01/01/09
01/03/03
01/01/10
01/06/04
UNI EN 13242:2008
UNI EN 13383-1:2003
mar-08
ott-03
M/125
EN 13383-1:2002/AC:2004
1,3,4
2+,4
01/01/10
01/01/10
UNI EN 13383-1:2003
ott-03
M/125
M/125
prEN 13383-1 rev
EN 13450:2002
1,4
2+,4
01/10/03
01/06/04
UNI EN 13450:2003
nov-03
EN 13450:2002 /AC:2004
1,4
2+,4
01/01/07
01/01/07
UNI EN 13450:2003
nov-03
M/125
M/125 Aggregati
M/125
M/125
EN 12620
EN 13043
Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 1: Specifiche per
materiali per la sigillatura applicati a caldo
Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 2: Specifiche per
materiali per la sigillatura applicati a freddo
Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 3: Specifiche per
materiali per la sigillatura di giunti preformati
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose
armate per l'impermeabilizzazione di impalcati di ponte di calcestruzzo
e altre superfici di calcestruzzo soggette a traffico - Definizioni e
caratteristiche
Bitumi e leganti bituminosi - Quadro di riferimento delle specifiche dei
leganti bituminosi fluidificati e flussati
Aggregati per calcestruzzo
Work Item
Aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade,
aeroporti e altre aree soggette a traffico
M/125
M/125
EN 13055-1
Aggregati leggeri - Parte 1: Aggregati leggeri per calcestruzzo, malta e
malta per iniezione
M/125
M/125
EN 13055-2
M/125
EN 13139
M/125
M/125
EN 13242
M/125
M/125
M/125
EN 13383-1
EN 13450
M/125
M/127
M/127
M/127
M/127
M/127 Adesivi
EN 12004
Aggregati leggeri - Parte 2: Aggregati leggeri per miscele bituminose,
trattamenti superficiali e per applicazioni in strati legati e non legati
Aggregati per malta
EN 13139:2002/AC:2004
Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego EN
13242:2002 in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade
EN 13242:2002 /AC:2004
Aggregati per opere di protezione (armourstone) - Parte 1: Specifiche
Aggregati per massicciate per ferrovie
Adesivi per piastrelle - Requisiti, valutazione di conformità, classificazione EN 12004:2001/
A1:2002 e designazione
EN 12004:2001/
A1:2002/AC:2002
EN 12004:2007
EN 12004:2007/A1:2012
220
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 11 aprile
2007
91
data GURI
19/04/2007
Invio scheda a
MSE
09/04/2004
23/03/2005
24/04/2008
91
19/04/2007
09/04/2004
91
19/04/2007
09/04/2004
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
NO
91
19/04/2007
NO
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
09/04/2004
Decreto 11 aprile
2007
Decreto 11 aprile
2007
91
19/04/2007
23/03/2005
91
19/04/2007
NO
Decreto 16
novembre 2009
Decreto 11 aprile
2007
4
3
UNI EN 12004:2003
mar-03
22/11/2005
4
3
UNI EN 12004:2003
mar-03
22/11/2005
4
4
3
3
UNI EN 12004:2007
UNI EN 12004:2012
dic-07
lug-12
01/06/08
01/04/13
01/06/10
01/07/13
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
Work Item
M/127
EN 15274
M/127
EN 15275
Adesivi per imgieghi generali negli assemblaggi strutturali - Requisiti e
metodi di prova
Adesivi strutturali - Caratterizzazione di adesivi anaerobici per
l'assemblaggio metallico coassiale in edifici e in strutture di
ingegneria civile
EN 450-1
EN 15275:2007/AC:2010
Ceneri volanti per calcestruzzo - Parte 1: Definizione, specificazioni e criteri EN 4501:2005 di conformità
M/127
M/128
M/128
M/128
M/128
M/128 Prodotti relativi
a calcestruzzo, malta e
malta per iniezione
EN 934-2
M/128
M/128
M/128
M/128
EN 934-3
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Additivi per
calcestruzzo - Parte 2: Definizioni, requisiti, conformità, marcatura
ed etichettatura
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
EN 15274:2007
1,2,3
2+
01/04/10
01/04/11
UNI EN 15274:2008
mag-08
EN 15275:2007
1,2,3
2+
01/04/10
01/04/11
UNI EN 15275:2008
mag-08
1,2,3
1,3
2+
1+
01/01/11
01/01/11
UNI EN 15275:2008
UNI EN 450-1:2005
mag-08
giu-05
22/08/2006
1,3
1,3
1
1+
1+
2+
01/01/09
01/05/13
01/01/10
UNI EN 450-1:2007
01/05/14
UNI EN 450-1:2012
UNI EN 934-2:2002
dic-07
ott-12
mag-02
23/03/2005
1
1
1
1
1
2+
2+
2+
2+
2+
UNI EN 934-2:2007
UNI EN 934-2:2007
01/03/11
UNI EN 934-2:2009
01/09/13
UNI EN 934-2:2012
UNI EN 934-3:2004
set-07
set-07
sett '09
lug-12
ago-04
22/08/2006
1
1
1
1
2+
2+
2+
2+
UNI EN 934-3:2004
01/05/11
UNI EN 934-3:2009
01/09/13
UNI EN 934-3:2012
UNI EN 934-4:2002
ago-04
ott-09
ago-12
apr-02
NO
01/05/10
01/03/13
1
1
2+
2+
01/03/10
01/01/09
01/03/11
UNI EN 934-4:2009
01/01/10
UNI EN 934-5:2008
sett '09
gen-08
EN 450-1:2005 + A1:2007
EN 450-1:2012
EN 934-2:2001
EN 934-2:2001/ A1:2004
EN 934-2:2001/ A2:2005
EN 934-2:2009
EN 934-2:2009/A1:2012
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 3: Additivi per EN 9343:2003 malte per opere murarie - Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed
etichettatura
EN 934-3:2003 /AC:2005
EN 934-3:2009
EN 934-3:2009/A1:2012
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 4: Additivi per EN 9344:2001 malta per cavi di precompressione - Definizioni, requisiti, conformità,
marcatura ed etichettatura
EN 934-4:2009
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 5: Additivi per EN 9345:2007 calcestruzzo proiettato - Definizioni, specificazioni e criteri di conformità
01/03/10
01/03/13
22/08/2006
M/128
M/128
M/128
M/128
EN 934-4
M/128
EN 934-5
M/128
EN 1504-2
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
EN 1504-2:2004
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 2: Sistemi di protezione della superficie di calcestruzzo
1,2,3,4,6
1,2+,3,4
01/09/05
01/01/09
UNI EN 1504-2:2005
feb-05
22/08/2006
M/128
EN 1504-3
EN 1504-3:2005
1,2,3,4,6
1,2+,3,4
01/10/06
01/01/09
UNI EN 1504-3:2006
feb-06
24/04/2008
M/128
EN 1504-4
EN 1504-4:2004
1,2,3,4,6
1,2+,3,4
01/09/05
01/01/09
UNI EN 1504-4:2005
apr-05
22/08/2006
M/128
EN 1504-5
EN 1504-5:2004
1,3
2+,4
01/10/05
01/01/09
UNI EN 1504-5:2005
giu-05
22/08/2006
M/128
EN 1504-6
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione
della conformità - Parte 3: Riparazione strutturale e non strutturale
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione
della conformità - Parte 4: Incollaggio strutturale
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione
della conformità - Parte 5: Iniezione del calcestruzzo
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione
della conformità - Parte 6: Ancoraggio dell'armatura di acciaio
EN 1504-6:2006
1,2,3
1,2+,3,4
01/06/07
01/01/09
UNI EN 1504-6:2007
gen-07
24/04/2008
221
23/03/2005
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
Titolo
M/128
EN 1504-7
Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 7: Protezione contro la corrosione delle armature
M/128
EN 12878
M/128
EN 13263-1
M/128
M/128
EN 14889-1
M/128
EN 14889-2
M/128
EN 15167-1
M/129
EN 1
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129 Apparecchi di
riscaldamento
EN 442-1
EN 12809
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
EN 12815
EN 13229
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
M/129
EN 13240
M/129
EN 14037-1
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
EN 1504-7:2006
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
1,3
2+,4
01/06/07
01/01/09
UNI EN 1504-7:2007
gen-07
24/04/2008
Pigmenti per la colorazione di materiali da costruzione a base di cemento EN 12878:2005
e/o calce - Specifiche e metodi di prova
Fumi di silice per calcestruzzo - Parte 1: Definizioni, requisiti e criteri di EN 13263-1:2005
conformità
EN 13263-1:2005/ A1:2009
1,3
2+
01/03/06
01/03/07
UNI EN 12878:2005
ago-05
27/03/2009
1,3
1+
UNI EN 13263-1:2005
set-05
1,3
1+
01/01/10
01/01/11
UNI EN 13263-1:2009
giu-09
Fibre per calcestruzzo - Parte 1: Fibre di acciaio - Definizioni, specificazioni EN 148891:2006 e conformità
Fibre per calcestruzzo - Parte 2: Fibre polimeriche - Definizioni,
EN 14889-2:2006
specificazioni e conformità
Loppa d'altoforno granulata macinata per calcestruzzo, malta e malta per EN 15167-1:2006
iniezione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità
Stufe alimentate ad olio con bruciatori a vaporizzazione
EN 1:1998
1,3
1,3
01/06/07
01/06/08
UNI EN 14889-1:2006
dic-06
27/03/2009
1,3
1,3
01/06/07
01/06/08
UNI EN 14889-2:2006
dic-06
27/03/2009
1,3
1+
01/01/08
01/01/09
UNI EN 15167-1:2006
dic-06
2,3,4,6
3
01/01/08
01/01/09
UNI EN 1:2000
apr-00
EN 1:1998 + A1:2007
EN 442-1:1995
EN 442-1:1995/ A1:2003
Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido - Potenza termica EN 12809:2001
nominale non maggiore di 50 kW - Requisiti e metodi di prova
EN 12809:2001/ AC:2006
EN 12809:2001/
A1:2004/AC:2006
EN 12809:2001/
A1:2004/AC:2007
EN 12809:2001/ A1:2004
Termocucine a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova
EN 12815:2001
EN 12815:2001/ A1:2004
EN 12815:2001/ AC:2006
EN 12815:2001/
A1:2004/AC:2007
Inserti e caminetti aperti a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 13229:2001
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
3
3
3
3
01/01/08
01/12/04
01/12/04
01/07/05
01/01/09
UNI EN 1:2007
01/12/05
UNI EN 442-1:1997
01/12/05
UNI EN 442-1:2004
01/07/07
UNI EN 12809:2004
set-07
mar-97
dic-04
nov-04
2,3,4,6
2,3,4,6
3
3
01/01/08
01/01/08
UNI EN 12809:2004
UNI EN 12809:2004
nov-04
nov-04
22/08/2006
NO
2,3,4,6
3
01/01/08
01/01/08
UNI EN 12809:2004
nov-04
NO
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
3
3
3
3
3
01/07/05
01/07/05
01/07/05
01/01/07
01/01/08
01/07/07
UNI EN 12809:2004
01/07/07
UNI EN 12815:2006
01/07/07
UNI EN 12815:2006
01/01/07
UNI EN 12815:2006
01/01/08
UNI EN 12815:2006
nov-04
feb-06
feb-06
feb-06
feb-06
22/08/2006
22/08/2006
22/08/2006
22/08/2006
NO
2,3,4,6
3
01/07/05
01/07/07
UNI EN 13229:2006
ago-06
22/08/2006
EN 13229:2001/ A1:2003
EN 13229:2001/ AC:2006
EN 13229:2001/ A2:2004
EN 13229:2001/
A2:2004/AC:2007
Stufe a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova
EN 13240:2001
EN 13240:2001/ AC:2006
EN 13240:2001/ A2:2004
EN 13240:2001/
A2:2004/AC:2007
Strisce radianti a soffitto alimentate con acqua a temperatura minore di 120 EN 14037-1:2003
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
3
3
3
3
01/06/06
01/07/07
01/07/05
01/01/08
01/06/07
UNI EN 13229:2006
01/07/07
UNI EN 13229:2006
01/07/07
UNI EN 13229:2006
01/01/08
UNI EN 13229:2006
ago-06
ago-06
ago-06
set-06
22/08/2006
22/08/2006
22/08/2006
NO
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
2,3,4,6
3
3
3
3
01/07/05
01/01/07
01/07/05
01/01/08
01/07/07
UNI EN 13240:2006
01/01/07
UNI EN 13240:2006
01/07/07
UNI EN 13240:2006
01/01/08
UNI EN 13240:2006
mar-06
mar-06
mar-06
mar-06
22/08/2006
22/08/2006
22/08/2006
NO
2,3,4,6
3
01/02/04
01/02/05
UNI EN 14037-1:2005
mag-05
22/11/2005
Radiatori e convettori - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti
°C - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti
222
22/11/2005
22/08/2006
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/129
EN 14785
M/129
EN 15250
M/129
EN 15821
M/131
M/131
M/131
M/131 Tubazioni, serbatoi EN 331
e accessori non a contatto
con acqua destinata al
consumo umano
EN 681-1
M/131
M/131
M/131
M/131
EN 681-2
M/131
M/131
M/131
EN 681-3
M/131
M/131
M/131
EN 681-4
M/131
M/131
M/131
EN 682
M/131
EN 877
M/131
M/131
M/131
EN 969
M/131
EN 1057
M/131
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
Apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati con pellet di legno - EN 14785:2006
Requisiti e metodi di prova
Apparecchi domestici a lento rilascio di calore alimentati a combustibili
EN 15250:2007
solidi - Requisiti e metodi di prova
Stufa per sauna a carica multipla alimentata con ciocchi di legno - Requisiti EN
15821:2010 e metodi di prova
Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando
EN 331:1998
manuale, per impianti a gas negli edifici
2,3,4,6
3
01/01/10
01/01/11
UNI EN 14785:2006
ott-06
2,3,4,6
3
01/01/08
01/01/10
UNI EN 15250:2007
nov-07
2,3,4,6
3
01/07/11
01/07/12
UNI EN 15821:2010
nov-10
2,3,4,5
1,3
01/09/11
01/09/12
UNI EN 331:1999
giu-99
EN 331:1998/A1:2010
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6811:1996 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 1:
Gomma vulcanizzata
EN 681-1:1996/ A1:1998
EN 681-1:1996/ A2:2002
EN 681-1:1996/ A3:2005
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6812:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 2:
Elastomeri termoplastici
EN 681-2:2000/ A1:2002
EN 681-2:2000/A2:2005
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6813:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 3:
Materiali cellulari di gomma vulcanizzata
EN 681-3:2000/ A1:2002
EN 681-3:2000/ A2:2005
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6814:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 4:
Elementi di tenuta di poliuretano colato
EN 681-4:2000/ A1:2002
EN 681-4:2000/ A2:2005
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali elastomerici
EN 682:2002
utilizzati in tubi e raccordi per il trasporto di gas e idrocarburi fluidi
EN 682:2002/A1:2005
Tubi e raccordi di ghisa, loro assemblaggi e accessori per l'evacuazione EN 877:1999
dell'acqua dagli edifici - Requisiti, metodi di prova e assicurazione
della qualità
EN 877:1999 /A1:2006
EN 877:1999/ A1:2006/
AC:2008
Tubi, raccordi ed accessori di ghisa sferoidale e loro assemblaggio per EN 969:2009
condotte di gas - Prescrizioni e metodi di prova
Rame e leghe di rame - Tubi rotondi di rame senza saldatura per acqua e EN 1057:2006
gas nelle applicazioni sanitarie e di riscaldamento
EN 1057:2006+A1:2010
2,3,4,5
3,4
1,3
4
01/09/11
01/01/03
01/09/12
UNI EN 331:2011
01/01/09
UNI EN 681-1:2004
feb-11
feb-04
NO
3,4
3,4
3,4
3,4
4
4
4
4
01/01/03
01/01/03
01/01/08
01/01/03
01/01/04
UNI EN 681-1:2006
01/01/04
UNI EN 681-1:2006
01/01/09
UNI EN 681-1:2006
01/01/04
UNI EN 681-2:2005
dic-06
dic-06
dic-06
nov-05
NO
NO
3,4
3,4
3,4
4
4
4
01/01/03
01/01/10
01/01/03
01/01/04
UNI EN 681-2:2005
01/01/10
UNI EN 681-2:2005
01/01/04
UNI EN 681-3:2005
nov-05
nov-05
nov-05
NO
3,4
3,4
3,4
4
4
4
01/01/03
01/07/12
01/01/03
01/01/04
UNI EN 681-3:2005
01/07/12
UNI EN 681-3:2005
01/01/04
UNI EN 681-4:2005
nov-05
nov-05
nov-05
NO
3,4
3,4
3,4
4
4
3
01/01/03
01/07/12
01/10/02
01/01/04
UNI EN 681-4:2005
01/07/12
UNI EN 681-4:2005
01/12/03
UNI EN 682:2002
nov-05
nov-05
ott-02
NO
3,4
2,3,4
3
4
01/07/12
01/01/08
01/07/12
UNI EN 682:2006
01/09/09
UNI EN 877:2007
nov-06
gen-07
2,3,4
2,3,4
4
4
01/01/08
01/01/09
01/09/09
UNI EN 877:2007
01/01/09
UNI EN 877:2007
gen-07
gen-07
3,4
3
01/01/10
01/01/11
UNI EN 969:2009
giu-09
2,3,4
1,3,4
01/03/07
01/03/09
UNI EN 1057:2006
lug-06
2,3,4
1,3,4
01/12/10
01/12/10
UNI EN 1057:2010
mar-10
223
NO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/131
EN 1123-1
M/131
M/131
EN 1124-1
M/131
M/131
EN 1254-1
M/131
EN 1254-2
M/131
EN 1254-5
M/131
EN 10224
M/131
M/131
EN 10255
M/131
EN 10311
M/131
EN 10312
M/131
M/131
EN 12285-2
M/131
M/131
EN 13160-1
EN 13341
M/131
M/131
EN 13349
M/131
EN 13616
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
Data pubb. Decreto nazionale
di recepimento
n°
data GURI
GURI
Invio scheda a
MSE
Tubi e raccordi di tubi di acciaio rivestiti a caldo con saldatura longitudinale EN 11231:1999 con giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte: 1 Requisiti, prove e
controllo qualità
EN 1123-1:1999/ A1:2004
Tubi e raccordi di acciaio inossidabile con saldatura longitudinale con
EN 1124-1:1999
giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte 1: Requisiti, prove
e controllo di qualità
EN 1124-1:1999/ A1:2004
Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 1: Fittings with ends for FprEN 12541 capilary soldering or capilary brazing to copper tubes
Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 2: Fittings with
FprEN 1254-2
compression ends for use with copper tubes
Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 5: Fittings with short FprEN 1254-5
ends for capilary brazing to copper tubes
Tubi e raccordi di acciaio non legato per il convogliamento di acqua e di EN 10224:2002
altri liquidi acquosi - Condizioni tecniche di fornitura
EN 10224:2002 /A1:2005
Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni EN 10255:2004
+A1:2007 tecniche di fornitura
Giunzioni per la connessione di tubi e raccordi di acciaio per il trasporto di EN 10311:2005
acqua e altri liquidi acquosi
Tubi saldati di acciaio inossidabile per il convogliamento di liquidi acquosi EN 10312:2002
incluso l'acqua per il consumo umano - Condizioni tecniche di fornitura
2,3,4
4
01/06/05
01/06/06
UNI EN 1123-1:2005
ott-05
2,3,4
2,3,4
4
4
01/06/05
01/06/05
01/06/06
UNI EN 1123-1:2005
01/06/06
UNI EN 1124-1:2005
ott-05
ott-05
2,3,4
??
4
??
??
??
01/06/06
UNI EN 1124-1:2005
UNI EN 1254-1
ott-05
gen-00
??
??
??
??
UNI EN 1254-2
gen-00
??
??
??
??
UNI EN 1254-5
gen-00
2,3,4
4
01/04/06
01/04/07
UNI EN 10224:2006
mar-06
20/11/2007
2,3,4
2,3,4
4
3,4
01/04/06
01/01/10
01/04/07
UNI EN 10224:2006
01/01/11
UNI EN 10255:2007
mar-06
ago-07
20/11/2007
2,3
4
01/03/06
01/03/07
UNI EN 10311:2005
ott-05
20/11/2007
2,3,4
4
01/04/06
01/04/07
UNI EN 10312:2007
feb-07
20/11/2007
EN 10312:2002 /A1:2005
Serbatoi di acciaio prefabbricati - Parte 2: Serbatoi orizzontali cilindrici a EN 12285-2:2005
singola e a doppia parete per depositi fuori-terra di liquidi infiammabili e
non infiammabili che possono inquinare l'acqua
Sistemi di rivelazione delle perdite - Parte 1: Principi generali
EN 13160-1:2003
Serbatoi statici di materiale termoplastico per immagazzinaggio fuori terra EN 13341:2005
di oli combustibili domestici, cherosene e gasolio - Serbatoi di polietilene
fabbricati per soffiaggio (blow moulded), di polietilene fabbricati per
stampaggio rotazionale e di poliammide 6 fabbricati tramite
polimerizzazione anionica - Requisiti e metodi di prova
EN 13341:2005+A1:2011
Copper and copper aloys - Pre-insulated copper tubes with solid covering prEN 13349 rev
2,3,4
1,3
4
1,3,4
01/04/06
01/01/06
01/04/07
UNI EN 10312:2007
01/01/08
UNI EN 12285-2:2005
feb-07
giu-05
20/11/2007
3,4
1,2,3,4
3,4
3
01/03/04
01/01/06
01/03/05
UNI EN 13160-1:2004
01/01/09
UNI EN 13341:2005
gen-04
lug-05
22/08/2006
1,2,3,4
3
01/10/11
01/10/11
UNI EN 13341:2011
mar-11
3
3,4
01/05/05
01/05/06
UNI EN 13616:2004
ott-04
Dispositivi di troppopieno per serbatoi statici per combustibili liquidi derivati EN
13616:2004 dal petrolio
01/06/05
22/08/2006
NO (opzione NPD
non prevista)
M/131
M/131
EN 14680
M/131
EN 14800
M/131
EN 14814
EN 13616:2004/ AC:2006
Adesivi per sistemi di tubazioni non sotto pressione di materiale
EN 14680:2006
termoplastico - Specifiche
Assemblaggi di tubi metallici ondulati di sicurezza per il collegamento di EN 14800:2007
apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi
Adesivi per sistemi di tubazioni di materiale termoplastico per liquidi sotto EN 14814:2007
pressione - Specifiche
3
3,4
3,4
4
01/06/06
01/01/08
01/06/06
UNI EN 13616:2004
01/01/09
UNI EN 14680:2007
ott-04
gen-07
2,3,4
1,3
01/01/08
01/01/09
UNI EN 14800:2007
ott-07
3,4
4
01/01/08
01/01/09
UNI EN 14814:2007
dic-07
224
27/03/2009
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
Mandato
Norma EN
M/131
EN 15013
M/131
EN 15069
M/131
EN 15070
M/132
M/135
M/132 Dispositivi antisismici
M/135 Vetro in edilizia
EN 15129
EN 572-9
M/135
EN 1036-2
M/135
EN 1051-2
M/135
EN 1096-4
M/135
EN 1279-5
M/135
M/135
M/135
EN 1748-1-2
M/135
EN 1748-2-2
M/135
EN 1863-2
M/135
EN 12150-2
M/135
EN 12337-2
M/135
EN 13024-2
M/135
EN 14178-2
M/135
EN 14179-2
M/135
EN 14321-2
M/135
EN 14449
M/135
M/135
EN 15681-2
M/135
EN 15682-2
Titolo
Work Item
Plastics piping systems - Non-pressure drainage and sewerage systems prEN 15013
buried in ground - Performance characteristics for pipes, fittings and
their joints
Assemblaggi di valvole di sicurezza gas per tubi metallici utilizzati per il EN 15069:2008
collegamento di apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi
Elastomeric packed metalic stripwound safety gas hose assemblies for the prEN
15070 connection of domestic appliances using gaseous fuels
Dispositivi antisismici
EN 15129:2009
Requisiti
Sistema
Data di entrata
Data di Norma UNI
Essenziali Attestazion
in vigore come scadenza del
norma
periodo
di
secondo il
e di
mandato Conformità
armonizzata
coesistenza
(inizio
(inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria)
obbligatoria)
2,3,4
1,3,4
01/01/09
01/01/10
UNI EN 15069:2009
Data pubb. Decreto nazionale n°
di recepimento
GURI
data GURI
Invio scheda a
MSE
gen-09
1
1,3
01/08/10
01/08/11
UNI EN 15129:2009
dic-09
Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 9 EN 572-9:2004
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Specchi di vetro float argentato per uso in interni - Parte EN 1036-2:2008
2: Valutazione di conformità; norma di prodotto
Vetro per edilizia - Mattoni di vetro per pareti e pavimentazioni - Parte 2: EN 1051-2:2007
Valutazione di conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetri rivestiti - Parte 4: Valutazione della
EN 1096-4:2004
conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetrate isolanti - Parte 5: Valutazione della conformità EN 1279-5:2005
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 572-9:2005
feb-05
2,4,5,6
1,3,4
01/01/09
01/01/10
UNI EN 1036-2:2008
mag-08
2,4,5,6
1,3,4
01/01/09
01/01/10
UNI EN 1051-2:2008
gen-08
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 1096-4:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
UNI EN 1279-5:2005
set-05
20/11/2007
EN 1279-5:2005/ A1:2008
EN 1279-5:2005+A2:2010
Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Vetri borosilicati - Parte 1-2: EN 1748-1-2:2004
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Parte 2-2: Vetro ceramica - EN 1748-2-2:2004
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito termicamente - EN 1863-2:2004
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico di sicurezza temprato
EN 12150-2:2004
termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito chimicamente - EN 12337-2:2004
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di borosilicato di sicurezza temprato termicamente EN 13024-2:2004
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro a matrice alcalina - Parte 2: EN 14178-2:2004
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato
EN 14179-2:2005
termicamente e sottoposto a "heat soak test" - Parte 2: Valutazione
della conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza a matrice alcalina temprato
EN 14321-2:2005
termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto
Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza EN 14449:2005
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
EN 14449:2005/ AC:2005
Glass in building - Basic alumino silicate glass products - Part 2:
prEN 15681-2
Evaluation of conformity/Product standard
Glass in building - Heat soaked thermally toughened alkaline earth silicate prEN 156822 safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard
2,4,5,6
2,4,5,6,
2,4,5,6
1,3,4
1,3,4
1,3,4
01/09/09
01/02/11
01/09/05
01/09/10
UNI EN 1279-5:2009
01/02/12
UNI EN 1279-5:2010
UNI EN 1748-1-2:2005
01/09/06
mar-09
mag-10
gen-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 1748-2-2:2005
gen-05
27/03/2009
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 1863-2:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 12150-2:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 12337-2:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 13024-2:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/09/05
01/09/06
UNI EN 14178-2:2005
feb-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/03/06
01/03/07
UNI EN 14179-2:2005
set-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/06/06
01/06/07
UNI EN 14321-2:2006
feb-06
27/03/2009
2,4,5,6
1,3,4
01/03/06
01/03/07
UNI EN 14449:2005
set-05
20/11/2007
2,4,5,6
1,3,4
01/06/06
01/06/06
UNI EN 14449:2005
set-05
20/11/2007
225
20/11/2007
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011)
Norme armonizzate
12/09/2013
1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma
M/
M/135
M/136
M/136
Mandato
Norma EN
EN 15683-2
Prodotti da costruzione a EN 598
contatto con acqua
destianata a consumo
umano
Titolo
Work Item
Requisiti
Sistema Data di entrata
Essenziali Attestazion in vigore come
secondo il
e di
norma
mandato Conformità armonizzata
(inizio
marcatura CE
volontaria)
Data di
scadenza del
periodo di
coesistenza
(inizio
marcatura CE
obbligatoria)
Norma UNI
Data pubb.
Glass in Building - Thermaly toughened soda lime silicate channel shaped prEN 156832 safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard
Tubi, raccordi e accessori di ghisa sferoidale e loro giunti per fognatura - EN 598:2007
Requisiti e metodi di prova
EN 598:2007+A1:2009
3,4
4
1,4
4
226
01/04/10
01/04/11
UNI EN 598:2007
dic-07
UNI EN 598:2009
set-09
Decreto nazionale n° data GURI
di recepimento GURI
Invio scheda a
MSE
C A P O II°
ART. 6 - NORME DI MISURAZIONE (omissis)
ART. 7 - OSSERVANZA DEL CAPITOLATO GENERALE, DELLE LEGGI E DEI REGOLAMENTI
L’appalto è soggetto alla esatta osservanza di tutte le condizioni e norme stabilite dal
Codice dei CC.PP., dal Capitolato Generale di Appalto dei lavori pubblici (D.M. 19/04/2000, n° 145
ed eventuali successive varianti e/o integrazioni), nonché, per le parti ancora vigenti, di quelle
stabilite dal Regolamento approvato con D.P.R. 05/10/2010 n.207 ed in generale di tutte le
normative vigenti in materia di lavori pubblici.
L'Appaltatore ed i suoi dipendenti si intendono obbligati all'osservanza di tutte le norme
regolamentari e delle disposizioni emanate ai sensi di legge, dalle competenti Autorità Governative,
Provinciali e Comunali che hanno giurisdizione sui luoghi in cui debbono eseguirsi i lavori.
In ogni caso il contratto d'appalto dovrà essere eseguito nel puntuale rispetto di tutte le
disposizioni di legge vigenti all'atto dell'esecuzione dei lavori.
ART. 8 - CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO - Dichiarazioni dell'Appaltatore
Per il solo fatto di partecipare alla gara d’appalto, l'Appaltatore ammette e riconosce
pienamente, ai sensi del già art. 106, comma 2, del D.P.R. 207/10, di aver esaminato tutti gli
elaborati progettuali, compreso il calcolo sommario della spesa o il computo metrico estimativo, di
essersi recati sul luogo di esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni locali,
della viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità, compatibili con i tempi di
esecuzione previsti, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche autorizzate, nonché di
tutte le circostanze generali e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle
condizioni contrattuali e sull'esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori stessi realizzabili, ed i
prezzi nel loro complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto.
L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata
conoscenza di condizioni e la sopravvenienza di elementi non considerati a meno che tali nuovi
elementi appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore contemplati nel Codice Civile e
non escluse da altre norme del presente Capitolato e che si riferiscono a condizioni soggette a
revisione per esplicita dichiarazione del presente Capitolato.
Resta stabilito inoltre che in caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto, varrà la
soluzione più favorevole alla Stazione Appaltante a giudizio insindacabile della direzione dei lavori.
Nell'accettare i lavori oggetto del contratto ed indicati dal presente Capitolato,
l'Appaltatore afferma incondizionatamente di:
a) essersi recato sul luogo dove devono eseguirsi i lavori e di aver preso conoscenza
delle condizioni locali, nonché di tutte le circostanze generali e particolari che in
qualche
modo,
direttamente
o
indirettamente,
possano
avere
influenza
sull'organizzazione del cantiere e sull'andamento dei lavori, attestando la loro
eseguibilità in coerenza con le previsioni progettuali, nei tempi e con le modalità poste
a base di gara;
b) aver accuratamente valutato, accettandoli, tutti gli obblighi, soggezioni ed oneri
contenuti nei documenti e nei loro allegati posti a base di gara, ivi compresi quelli riferiti
ai termini di inizio lavori, all’eventualità di consegne di lavori per parti successive, al
compimento dei lavori, agli oneri assicurativi ed alle altre condizioni cui é assoggettato
l'appalto;
c) aver visionato e verificato tutti gli elaborati progettuali inerenti l'opera di cui si tratta e di
averli accettati e fatti propri senza riserva alcuna, volendone conseguentemente
assumere l'intera responsabilità dell'esecuzione;
227
d) aver formulato l'offerta tenendo conto di tutti gli obblighi ed oneri ricompresi
nell'elencazione che precede e nei documenti tutti di gara;
e) aver preso atto che l’indicazione delle voci e delle quantità di cui al computo metrico
estimativo (per la parte a corpo) non ha effetto sull’importo complessivo dell’offerta a
corpo che, seppur determinato attraverso l’applicazione dei prezzi unitari offerti alle
quantità delle varie lavorazioni, resta fisso ed invariabile e che le quantità di cui al
computo metrico (per la parte a misura) sono comunque da intendersi come indicative:
saranno contabilizzate e riconosciute all’impresa le quantità effettivamente realizzate;
f) essere a conoscenza dell’obbligo, ex art. 119 comma 5 del D.P.R. n. 207/10, di
controllare le voci riportate nella lista, attraverso l’esame degli elaborati progettuali,
comprendenti anche il computo metrico estimativo a corpo, posti in visione ed
acquisibili e,a seguito ditale verifica, che è tenuto ad integrare o ridurre le quantità che
valuta carenti o eccessive e ad inserire le voci e relative quantità che ritiene mancanti,
rispetto a quanto previsto negli elaborati grafici e nel capitolato speciale nonché negli
altri documenti che è previsto facciano parte integrante del contratto, alle quali applica i
prezzi unitari che ritiene di offrire;
f) aver preso visione del progetto esecutivo degli impianti e di ritenerli completi e corretti
in tutte le loro parti e, di conseguenza, di farli propri volendone con ciò assumere tutte le
relative responsabilità;
g) aver preso atto che i prezzi di cui al computo metrico estimativo non hanno alcuna
influenza o rilevanza contrattuale, sarà onere dell'impresa formulare l'offerta di prezzi
unitari a seguito di proprie verifiche di mercato sul prezzario di listino o mediante
apposita analisi dei prezzi.
h) avere effettuato una verifica della disponibilità della manodopera necessaria per
l’esecuzione dei lavori, nonché della disponibilità di attrezzature adeguate all’entità e
alla tipologia e categoria dei lavori in appalto;
i)
accettare senza riserve che il pagamento dei lavori che andrà ad eseguire verrà
subordinato alla stipula del contratto, stipula a sua volta condizionata alla
dimostrazione dell’effettivo possesso di tutti i requisiti di idoneità tecnica e morale,
alla consegna delle polizze fidejussorie ed assicurative previste nel capitolato speciale
d’appalto e nel presente disciplinare, nonché al rispetto del piano di sicurezza nei
cantieri edili;
j) impegnarsi, nell’esecuzione dei lavori, all'osservanza delle norme e prescrizioni dei
contratti collettivi nazionali e di zona stipulati tra le parti sociali firmatarie di contratti
collettivi nazionali comparativamente più rappresentative, delle leggi e dei regolamenti
sulla tutela, sicurezza, salute, assicurazione assistenza, contribuzione e retribuzione dei
lavoratori di cui all'art. 4, c. 1 del D.P.R. n. 207/2010;
k) la fattibilità dell’opera e di avere i mezzi necessari per procedere all'esecuzione dei lavori
secondo le migliori norme e sistemi costruttivi nei tempi ed al prezzo pattuito.
228
l) L'Appaltatore non potrà quindi eccepire durante l'esecuzione dei lavori la mancata
conoscenza di elementi non valutati, tranne che tali elementi si configurino come cause
di forza maggiore contemplate dal Codice Civile che non siano escluse da altre norme
del presente Capitolato o si riferiscano a condizioni soggette a possibili modifiche
espressamente previste nel contratto.
In considerazione di quanto sopra, l'Appaltatore dichiara pertanto di avere la possibilità
ed i mezzi necessari per procedere all'esecuzione dei lavori secondo le migliori norme e
sistemi costruttivi nei tempi ed al prezzo pattuito.
ART. 9 - SICUREZZA DEI LAVORATORI E RISPETTO DELLE NORME DEI C.C.N.L.
Nella esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, la Impresa
aggiudicataria si obbliga ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo
nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle Aziende Industriali edili ed affini, e negli accordi
locali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori suddetti;
inoltre deve assolvere gli specifici obblighi inerenti la Cassa Edile e gli enti scuola, deve osservare
le norme sugli ambienti di lavoro e le disposizione dei CCNL sulla stessa materia, deve garantire
una adeguata formazione ed informazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali in
merito ai rischi d'infortunio e di malattie professionali che la realizzazione dell'opera presenta nelle
diverse fasi.
L'appaltatore dovrà scrupolosamente rispettare tutte le norme di cui al D.Lgs. 81/08 ed in
particolare le misure generali di tutela previste dall'art.18 del medesimo decreto.
L'Impresa si obbliga, altresì, ad applicare il contratto e gli accordi medesimi, anche dopo la
scadenza e fino alla loro sostituzione e, se cooperative, anche nei rapporti con i soci.
I suddetti obblighi vincolano l'Impresa anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti
e receda da esse ed indipendentemente dalla natura industriale ed artigianale, dalla struttura e
dimensione dell'impresa stessa e da ogni altra qualificazione giuridica, economica e sindacale.
L'Impresa è responsabile in rapporto alla Stazione Appaltante, dell'osservanza delle norme
anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche
nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto.
Il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato non esime l'Impresa dalla responsabilità
di cui al comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione Appaltante.
In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel presente articolo, accertata dalla
Stazione Appaltante o ad essa segnalata dagli Organi Competenti, si procederà ad un intervento
sostitutivo della Stazione Appaltante ai sensi dell’art. 4, comma 2, del Regolamento, trattenendo i
pagamenti in acconto se i lavori sono in corso di esecuzione, ovvero alla sospensione del
pagamento del saldo se i lavori sono ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia
dell'adempimento degli obblighi di cui sopra.
Il pagamento all'impresa delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando
dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente
adempiuti.
Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra l'Impresa non può opporre
eccezione alla Stazione Appaltante, non ha titolo a risarcimento danni, né alla corresponsione di
interessi.
Il Direttore dei lavori procederà alla verifica periodica del possesso e la regolarità, da parte
dell’esecutore e dei subappaltatori, della documentazione prevista dalle leggi vigenti in materia di
obblighi nei confronti dei dipendenti (Art. 101,c.3, lettera a) del Codice dei CC.PP.) o dal Contratto
per il pagamento delle rate di acconto o del saldo finale.
Prima dell’inizio dei lavori L’Appaltatore dovrà fornire alla Stazione Appaltante la seguente
documentazione prevista dall’art. 90, comma 9, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm.,
allegato XVII comprovante la sua idoneità tecnico-professionale:
PER LE IMPRESE:
-
Copia del certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A.;
Dichiarazione dell’organico medio annuo distinto per qualifica;
Dichiarazione riportante il tipo di Contratto Collettivo, stipulato dalle organizzazioni sindacali più
rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti;
229
-
Documento Unico di Regolarità Contributiva (D.U.R.C.);
Documento di valutazione dei rischi o autocertificazione di cui all’art. 29, comma 5, del D.Lgs.
81/08 e ss. mm.;
Specifica documentazione attestante la conformità al D.Lgs. 81/08 e ss. mm., di macchine,
attrezzature e opere provvisionali;
Elenco dispositivi di protezione individuali;
Nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione;
Nominativo/i del/i rappresentante/i dei lavoratori per la sicurezza;
Attestati inerenti la formazione delle suddette figure e dei lavoratori;
Elenco dei lavoratori risultanti dal libro matricola e relativa idoneità sanitaria;
Dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o interdettivi di cui all’art.
14 del D.Lgs. 81/08 e ss. mm.
PER I LAVORATORI AUTONOMI (solo per i subappalti):
-
-
Copia del certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A.;
Documento Unico di Regolarità Contributiva (D.U.R.C.);
Specifica documentazione attestante la conformità al D.Lgs. 81/08 e ss. mm., di macchine,
attrezzature e opere provvisionali;
Elenco dei dispositivi di protezione individuali in dotazione;
Attestati inerenti la propria formazione e la relativa idoneità sanitaria.
All'atto della consegna dei lavori l'Appaltatore dovrà fornire la prova dell'avvenuta
assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per tutta la durata dei lavori appaltati, nonché l’avvenuta
denuncia del cantiere ad INPS, INAIL e Cassa Edile competente per territorio.
Tutte le regole precedenti valgono anche per i subappaltatori: in particolare la verifica
della regolarità contributiva verrà effettuata in occasione dell’emissione dei pagamenti; i documenti
dall’art. 90, comma 9, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm., allegato XVII comprovante la
sua idoneità tecnico-professionale, e di avvenuta denuncia del cantiere, dovranno essere acquisiti
e trasmessi al Comune prima dell’inizio delle rispettive lavorazioni, debitamente autorizzate.
Oltre a provvedere alle assicurazioni e previdenze di obbligo nei modi e termini di legge,
rimanendo la Stazione Appaltante completamente estranea a tali pratiche ed ai relativi oneri,
rimangono ad esclusivo carico dell'Appaltatore il soccorso ai feriti, ivi comprese le prime immediate
cure di assistenza medica e farmaceutica.
In caso di trascuratezza da parte dell'Appaltatore nell’adempimento degli obblighi di cui al
presente articolo, vi provvederà la Stazione Appaltante, avvalendosi delle ritenute sui pagamenti,
senza pregiudizio, in alcun caso, delle eventuali peggiori responsabilità dell'Appaltatore verso gli
aventi diritto.
Qualora gli importi trattenuti non risultassero in grado di coprire l’intero debito
dell’appaltatore verso gli istituti assicurativi e previdenziali, ovvero qualora l’inadempienza venga
accertata dopo l’ultimazione dei lavori, potranno essere fatte ulteriori ritenute sul credito
dell'Appaltatore (sulla rata di saldo, sulle ritenute di garanzia, sulla cauzione) fino a raggiungere
l'importo della somma necessaria.
ART. 9 bis – LAVORI IN QUOTA E MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO, DEI PONTEGGI DI CUI
AL CAPO II, ARTT. 105-157, DEL D.LGS. 81/08 e ss. mm..
Nella voce di computo metrico prevista per il nolo dei ponteggi, si intende compresa nel
prezzo la documentazione di valutazione di rischio, costituito da un progetto e da una relazione
tecnica di cui all’art. 131 e seguenti, e del piano operativo di sicurezza (P.O.S.), per ciò che
concerne il lavoro di montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi, redatto ai sensi del
D.Lgs. e s.m.i., nonché del piano di montaggio, uso e smontaggio (PIMUS) di cui agli artt.
133,134,136 del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm..
Le indicazioni riportate nel piano di montaggio, uso e smontaggio (PIMUS) del ponteggio
sono di ausilio al responsabile della sicurezza in fase di esecuzione per la valutazione del rischio,
come previsto nel piano di sicurezza e coordinamento (P.S.C.) di cui al D.Lgs. 81/08.
L’esonero dalla redazione del documento è subordinata all’utilizzo di un ponteggio
conforme al D.P.R. n. 164/1956 nei casi disciplinati dal D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm..
Gravi e ripetute violazioni di quanto sopra da parte dell’appaltatore, previa formale
costituzione in mora, costituiscono causa di rescissione del contratto in danno dell’appaltatore
medesimo.
ART. 10 - PIANI DI SICUREZZA ED APPLICAZIONE DEL D.Lgs 81/08 e ss. mm..
230
Per le finalità di cui all'art.90 del D.Lgs. 81/08 e ss. mm., si specifica che nel cantiere
oggetto del presente appalto si prevede la presenza in cantiere, anche non contemporanea, di più
imprese e l'esecuzione di talune lavorazioni comportanti rischi particolari di cui al citato Decreto.
Per quanto sopra, il cantiere rientra nelle fattispecie di cui al suddetto art.90 e quindi la
Stazione Appaltante ha nominato il Coordinatore per la progettazione e nominerà prima
dell'affidamento dell'appalto il coordinatore per la esecuzione dei lavori.
Il piano di sicurezza e coordinamento redatto dal Coordinatore per la progettazione viene
messo a disposizione delle imprese partecipanti alla gara ed allegato al contratto di appalto.
I datori di lavoro sia dell'impresa appaltatrice che delle ditte subappaltatrici durante
l'esecuzione dell'opera devono osservare le misure generali di tutela di cui all'art.90 del
D.Lgs.81/08 e ss. mm..
Ogni datore di lavoro dovrà inoltre mettere il piano di sicurezza e coordinamento a
disposizione del rappresentante della sicurezza almeno 10 gg. prima dell'inizio dei lavori.
Entro 30 giorni dall'aggiudicazione e comunque prima dell'inizio dei lavori l'appaltatore
consegna alla stazione appaltante:
- Eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e coordinamento, per adeguarne i contenuti
alle proprie tecnologie produttive;
- Un piano operativo di sicurezza, per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative
responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei lavori, da considerare quale
piano di dettaglio del piano redatto per conto del Committente.
Copia della NOTIFICA PRELIMINARE dovrà essere affissa in cantiere in posizione visibile
e custodita a disposizione dell'organo di vigilanza.
Gravi e ripetute violazioni dei piani di cui sopra da parte dell'appaltatore, previa formale
costituzione in mora, costituiscono causa di rescissione del contratto in danno dell'appaltatore
medesimo.
ART. 11 - GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE
Tutte le polizze assicurative e le fidejussioni indicate nel presente articolo dovranno essere
conformi agli schemi tipo di cui al D.M. 12/03/2004 n. 123 o ad eventuali successivi schemi
approvati con decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti e preventivamente concordato con le banche e le assicurazioni o loro
rappresentanze.
CAUZIONE PROVVISORIA (SCHEMA TIPO 1.1): L'offerta per l'affidamento dell'appalto è
corredata da una cauzione pari al 2% dell'importo dei lavori, da prestare anche mediante
fidejussione bancaria o assicurativa; la cauzione copre la mancata sottoscrizione del contratto e
viene svincolata automaticamente al momento della sottoscrizione del contratto medesimo.
Tale cauzione provvisoria, se presentata in forma di fidejussione bancaria o assicurativa,
rilasciata ai sensi dell’art. 93 del Codice dei CC.PP., deve essere corredata dall'impegno del
fidejussore a rilasciare la cauzione definitiva di cui al punto seguente, qualora l'offerente risultasse
aggiudicatario, inoltre deve avere validità per almeno 180 giorni dalla data di presentazione
dell'offerta.
CAUZIONE DEFINITIVA (SCHEMA TIPO 1.2): Al momento della stipulazione del contratto
l'impresa aggiudicataria dovrà conferire la cauzione definitiva, in forma di garanzia fidejussoria, ai
sensi dell'art.103 del Codice dei CC.PP. nella misura del 10% dell'importo netto di contratto da
costituire nei modi e nelle forme previste dalle leggi vigenti; in caso di ribasso d'asta superiore al
10% la garanzia fidejussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti la
predetta percentuale di ribasso; ove il ribasso sia superiore al 20% sarà applicato un aumento
ulteriore di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20%.
Si precisa che ai fini del calcolo dell’importo prevale la formulazione indicata all’art. 103,
comma 1, del Codice dei CC.PP. su quella dello schema 1.2 del D.M. 123/2004.
La garanzia fidejussoria è progressivamente svincolata a misura dell’avanzamento
dell’esecuzione, nel limite massimo del 80 per cento dell’iniziale importo garantito. Lo svincolo, nei
termini e per le entità anzidetti, è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la
sola condizione della preventiva consegna all’istituto garante, da parte dell’appaltatore o del
concessionario, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia
autentica, attestanti l’avvenuta esecuzione.
Il rimanente 20% della garanzia cessa di avere effetto solo alla data di emissione del
certificato di collaudo provvisorio o di regolare esecuzione e dopo che l'appaltatore avrà dimostrato
il completo esaurimento degli obblighi contrattuali e l'estinzione di tutti i crediti nei suoi confronti,
231
inclusi i versamenti degli oneri sociali previsti dalle norme vigenti e dai contratti collettivi nazionali di
lavoro o comunque decorsi 12 mesi dalla ultimazione dei lavori accertata con il relativo
verbale.
La mancata costituzione della garanzia determina la revoca dell'affidamento, che viene
aggiudicato al concorrente che segue nella graduatoria.
Nel caso di inadempienze contrattuali, l’ente appaltante avrà diritto di avvalersi di propria
autorità della cauzione definitiva ed inoltre l'Appaltatore dovrà reintegrarla nel termine che gli sarà
prefissato.
ENTRAMBE LE FIDEJUSSIONI bancarie o polizze assicurative, di cui ai punti precedenti,
dovranno prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del
debitore principale, la rinuncia all’eccezione di cui all’art. 1957, secondo comma, del codice civile,
nonché l’operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della
stazione appaltante.
INOLTRE PER ENTRAMBE LE CITATE GARANZIE L'importo della garanzia, e del suo
eventuale rinnovo, è ridotto del 50 per cento per gli operatori economici ai quali venga rilasciata, da
organismi accreditati, ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN 45000 e della serie UNI
CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione del sistema di qualità conforme alle norme europee della
serie UNI CEI ISO9000. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture, l'importo della garanzia e
del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30 per cento, anche cumulabile con la riduzione di cui al
primo periodo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema comunitario di
ecogestione e audit (EMAS), ai sensi del regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento europeo
e del Consiglio, del 25 novembre 2009, o del 20 per cento per gli operatori in possesso di
certificazione ambientale ai sensi della norma UNI ENISO14001. Nei contratti relativi a servizi o
forniture, l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 20 percento, anche
cumulabile con la riduzione di cui ai periodi primo e secondo, per gli operatori economici in
possesso, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni
e servizi oggetto del contratto stesso, del marchio di qualità ecologica dell'Unione europea
(Ecolabel UE) ai sensi del regolamento (CE) n. 66/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 25 novembre 2009. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture, l'importo della garanzia e del
suo eventuale rinnovo è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un
inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o un'impronta climatica
(carbon footprint) di prodotto ai sensi della norma UNI ISO/TS 14067. Per fruire delle riduzioni di
cui al presente comma, l'operatore economico segnala, in sede di offerta, il possesso dei relativi
requisiti e lo documenta nei modi prescritti dalle norme vigenti. Nei contratti di servizi e forniture,
l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30 per cento, non cumulabile con
le riduzioni di cui ai periodi precedenti, per gli operatori economici in possesso del rating di legalità
o della attestazione del modello organizzativo, ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001 o di
certificazione social accountability 8000, o di certificazione del sistema di gestione a tutela della
sicurezza e della salute dei lavoratori, o di certificazione OHSAS 18001, o di certificazione UNI CEI
EN ISO 50001 riguardante il sistema di gestione dell'energia o UNI CEI 11352 riguardante la
certificazione di operatività in qualità di ESC (Energy Service Company) per l'offerta qualitativa dei
servizi energetici e per gli operatori economici in possesso della certificazione ISO 27001
riguardante il sistema di gestione della sicurezza delle informazioni.
POLIZZA PER DANNI DI ESECUZIONE E R.C. VERSO TERZI (SCHEMA TIPO 2.3):
L'appaltatore deve stipulare una polizza di assicurazione (CAR), ai sensi dell’art. 103, comma 7, del
Codice dei CC.PP., che copra i danni subiti dalla stazione appaltante per il danneggiamento e la
distruzione parziale o totale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso
dell'esecuzione dei lavori, per un importo totale di € 2.500.000,00 (importo a base d’asta
compresi oneri della sicurezza) dedotto del ribasso percentuale offerto dalla ditta
aggiudicataria.
Tale polizza deve inoltre assicurare la stazione appaltante contro la responsabilità civile per
danni a terzi nel corso dell'esecuzione dei lavori per un massimale di € 1.500.000,00.
Detta copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di
emissione del certificato di collaudo provvisorio o di regolare esecuzione o comunque decorsi 12
mesi dalla data di ultimazione dei lavori.
Copia della polizza deve essere trasmessa alla stazione appaltante almeno 10 giorni prima
della consegna dei lavori.
232
FIDEJUSSIONE A GARANZIA DELL’ANTICIPAZIONE (SCHEMA TIPO 1.3): L’erogazione
dell’anticipazione è subordinata alla costituzione di garanzie fideiussorie, bancarie o assicurative, di
importo pari all’anticipazione maggiorata del tasso di interesse legale applicato al periodo
necessario al recupero dell’anticipazione stessa secondo il cronoprogramma dei lavori.
L’importo della garanzia viene gradualmente ed automaticamente ridotto nel corso dei
lavori in rapporto al progressivo recupero dell’anticipazione da parte della Stazione Appaltante.
Se l’esecuzione dei lavori non procede secondo i tempi contrattuali, il beneficiario decade
dall’anticipazione
FIDEJUSSIONE A GARANZIA DEL SALDO (SCHEMA TIPO 1.4): L'erogazione della rata
di saldo è subordinata alla costituzione di garanzia fidejussoria, bancaria o assicurativa, di importo
pari al saldo maggiorato del tasso di interesse legale applicato al periodo intercorrente fra il
collaudo (o certificato di regolare esecuzione) provvisorio ed il collaudo definitivo di durata biennale
(art. 103, comma 6, del Codice dei CC.PP.)
FIDEJUSSIONE A GARANZIA DEI SERVIZI SUCCESSIVI ALL’APPALTO (SCHEMA TIPO
1.4): -FACOLTATIVA- Il concorrente che in sede di gara ha offerto di assicurare i servizi di
manutenzione agli impianti oggetto dell’appalto per un certo numero di anni dovrà
obbligatoriamente in sede di erogazione della rata di saldo presentare una polizza indennitaria di
durata pari agli anni offerti o decennale.
La polizza indennitaria decennale a copertura dei rischi di rovina totale o parziale
dell'opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi, deve contenere la previsione del
pagamento in favore del committente non appena questi lo richieda, anche in pendenza
dell'accertamento della responsabilità e senza che occorrano consensi ed autorizzazioni di
qualunque specie. Il limite di indennizzo della polizza decennale è pari al venti per cento del valore
dell'opera realizzata. L'esecutore dei lavori è altresì obbligato a stipulare, per i lavori di cui al
presente comma una polizza di assicurazione della responsabilità civile per danni cagionati a terzi,
con decorrenza dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di
regolare esecuzione e per la durata di dieci anni e con un indennizzo di € 500.000,00 (art. 103,
comma 8, del Codice dei CC.PP.)
ART. 12 - CONSEGNA, TRACCIAMENTO E SVOLGIMENTO DEI LAVORI
Le disposizioni del presente articolo hanno valore fino all’emanazione delle linee guida di
cui all’art. 111, comma 1, del Codice dei CC.PP.
Prima dell'inizio dei lavori l'appaltatore deve presentare un programma esecutivo ai sensi
dell'art.43 comma 10 del Regolamento, nonché la documentazione di avvenuta denuncia agli enti
previdenziali, incluso la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici ai sensi dell'art. 118 del D.Lgs.
163/06.
La consegna dei lavori dovrà risultare da apposito verbale, entro 45 giorni dalla stipula del
contratto.
Resta comunque salva per l'appaltante la facoltà di procedere ad una consegna d'urgenza
o frazionamento dei lavori appaltati, come al Capitolo III delle Linee Guida emanate dall’ANAC,
senza che al riguardo l'appaltatore possa pretendere indennità o risarcimenti di sorta. (vedi
eventualmente norme sulla consegna frazionata – già art.130, co.6, del Reg.)
Per le modalità e procedure della consegna si fa riferimento alle Linee Guida emanate
dall’ANAC.
Prima di porre mano ai lavori l'Appaltatore dovrà stabilire a sua cura e spese e con l'onere
della prestazione degli strumenti topografici occorrenti, il tracciato particolareggiato dell'opera
progettata, in modo che il tracciato stesso possa riuscire di sicura guida nell'esecuzione di tutte le
opere da costruire sia per l'impianto che per lo sviluppo delle opere; egli sarà responsabile della
conservazione dei segnali e dei capisaldi, ripristinandoli se asportati o modificati.
L'inizio e lo svolgimento dei lavori non potrà essere rinviato, rallentato o sospeso
dall'Appaltatore senza un motivo di forza maggiore.
In caso contrario, la Stazione Appaltante procederà alla risoluzione del contratto in danno
dell'Appaltatore ai sensi delle norme vigenti, il quale appaltatore risponderà dei danni causati dalla
sua inadempienza.
L'appaltatore non può introdurre variazioni o addizioni di sorta senza averne ricevuto ordine
dal direttore dei lavori.
233
ART. 13 - DIRETTORE DEI LAVORI
Le disposizioni del presente articolo hanno valore fino all’emanazione delle Linee Guida
di cui all’art. 111, comma 1, del Codice dei CC.PP.
Alla consegna dei lavori, la stazione appaltante, designerà un ufficio di direzione dei lavori,
costituito da un direttore lavori ed eventualmente da direttori operativi e da ispettori di cantiere, ai
sensi delle Linee Guida dell’ANAC.
Si evidenzia che la direzione lavori oltre all'espletamento di tutti gli altri compiti previsti dalle
norme:
- acquisisce prima dell'inizio dei lavori copia della documentazione di avvenuta denuncia agli Enti
Previdenziali, inclusa la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici;
- annota nel verbale di consegna l'avvenuta predisposizione del piano operativo di sicurezza
(nonché eventualmente ove richiesto del piano di sicurezza art. 118 del D.Lgs. 163/06, in
sostituzione del piano di sicurezza e coordinamento), verificando nel contempo la firma dello stesso
da parte dell'Impresa e del Direttore Tecnico di cantiere;
- segnala alla Stazione Appaltante l'esecuzione dei lavori da parte di imprese non autorizzate, la
accertata violazione delle norme contrattuali o sulla tutela dei lavoratori (fermo restando le
responsabilità civili e penali previste dalle vigenti norme a carico dell'Impresa e del Direttore
Tecnico di Cantiere);
- acquisisce e controlla in sede di emissione dei certificati di pagamento, e comunque
periodicamente ogni 120 gg., le certificazioni attestanti l'avvenuto versamento dei contributi
previdenziali, antinfortunistici, Cassa Edile, (D.U.R.C. rilasciato dalla Cassa Edile competente per
territorio);
- cura la costante verifica di validità del programma di manutenzione, dei manuali d'uso e di
manutenzione, modificandone ed aggiornandone i contenuti a lavori ultimati;
- cura l'aggiornamento del cronoprogramma generale (funzione del direttore operativo se
nominato).
La voce "direzione lavori" che appare in altri articoli del Capitolato si riferisce alla direzione
lavori per conto della stazione appaltante.
ART. 14 - DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO E/O COTTIMO
E' fatto espresso divieto all'appaltatore di cedere o subappaltare nella quota superiore al
30% dell’importo del contratto d’appalto, lavorazioni sull’opera assunta (art. 105 del Codice dei
CC.PP.)
La categoria di lavoro prevalente nonché le ulteriori categorie previste sono indicate
all'art.4 del capo I del presente Capitolato.
L'affidamento in subappalto o cottimo di opere è sottoposto alle condizioni indicate
dall'art. 105 del Codice dei CC.PP. e successive modifiche ed integrazioni.
La qualificazione delle imprese subappaltatrici deve ovviamente essere verificata con le
disposizioni prescritte dal Codice in relazione alla prestazione subappaltata.
Deve essere allegata al contratto di subappalto una dichiarazione circa la non sussistenza
di forme di controllo o collegamento a norma dell’art.2359 del Codice Civile con il sub-contraente.
Qualora le lavorazioni oggetto di sub-contratto riguardasse una delle seguenti
attività:
 Trasporto di materiali alla discarica;
 Trasporto e smaltimento di rifiuti;
 Fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
 Fornitura e trasporto di calcestruzzo, fornitura e trasporto di bitume;
 Fornitura di ferro lavorato;
 Fornitura con posa in opera;
 Noli a freddo di macchinari
 Noli a caldo;
 Autotrasporti;
 Guardiania di cantieri;
si rammenta che, ai sensi del DPCM 18/04/2013, la ditta sub-contraente dovrà essere iscritta
negli elenchi dei fornitori, prestazioni di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di
infiltrazione mafiosa, di cui all’articolo 1, comma 52, della legge 6 novembre 2012, n. 190.
L’impresa dovrà preventivamente richiedere l’autorizzazione al subappalto alla stazione
appaltante, indicando: l’importo e la categoria delle opere che intende affidare, la ditta
subappaltatrice, il possesso da parte della stessa dei requisiti di qualificazione previsti dalle vigenti
234
normative in materia di esecuzione di opere pubbliche, nonché l'iscrizione alla Camera di
Commercio nelle relative categorie.
Si rammenta inoltre l'obbligo ai soggetti aggiudicatari di trasmettere entro 20 giorni dalla
data di ciascun pagamento, effettuato nei loro confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai
pagamenti da essi corrisposti al subappaltatore o cottimista, con l’indicazione delle ritenute di
garanzia effettuate.
Non sono considerati subappalti le commesse date dall'impresa ad altre ditte per la
semplice fornitura di materiali; invece sono soggetti alla stessa procedura autorizzativa del
subappalto i noli a caldo, le forniture con posa in opera ed i contratti similari che prevedono
l'impiego di mano d'opera da parte dell'impresa affidataria, se singolarmente superiori al 2%
dell'importo dei lavori affidati o di importo superiore a 100.000 Euro e qualora l'incidenza del costo
della manodopera e del personale sia superiore al 50% dell'importo del sub-contratto da affidare.
Non si configura inoltre come subappalto l’affidamento delle seguenti attività specifiche (art.
105 c.3):
a) l'affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi, per le quali occorre effettuare
comunicazione alla stazione appaltante;
b) la subfornitura a catalogo di prodotti informatici;
c) l'affidamento di servizi di importo inferiore a 20.000,00 euro annui a imprenditori agricoli
nel comuni classificati totalmente montani di cui all'elenco dei comuni italiani
predisposto dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), ovvero ricompresi nella circolare
del Ministero delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993, pubblicata nel supplemento
ordinario n. 53 alla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana n. 141 del 18 giugno
1993, nonché nei comuni delle isole minori di cui all'allegato A annesso alla legge 28
dicembre 2001, n. 448.
E' fatto obbligo all'appaltatore di comunicare alla stazione appaltante, per tutti i sub-contratti
di fornitura con posa in opera, nolo a caldo e affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi
stipulati, anche se non costituiscono subappalti, il nome del sub-contraente, l'importo del contratto,
l'oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati.
Si applicano anche nei confronti delle ditte subappaltatrici tutte le norme del precedente
art.9, in particolare si evidenzia che tramite l'Appaltatore le imprese subappaltatrici dovranno
trasmettere all'Amministrazione, prima dell'inizio dei lavori, la documentazione di avvenuta
denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici, nonché
copia del piano delle misure per la sicurezza fisica dei lavoratori; in caso di mancato rispetto di tali
norme si procederà alla contestazione degli addebiti e all’assegnazione di un termine non inferiore
a 15 giorni per la presentazione delle controdeduzioni e contestuale sospensione del pagamento
dell’acconto e dell'intero saldo nei confronti dell'appaltatore principale.
La stazione appaltante corrisponde direttamente al subappaltatore, al cottimista, al
prestatore di servizi ed al fornitore di beni o lavori, l'importo dovuto per le prestazioni dagli stessi
eseguite nei seguenti casi:
a) quando il subappaltatore o il cottimista è una microimpresa o piccola impresa;
b) in caso inadempimento da parte dell'appaltatore;
c) su richiesta del subappaltatore e se la natura del contratto lo consente;
ART. 15 - ONERI E RESPONSABILITA' DELL'APPALTATORE
Sono a carico dell'Appaltatore e si intendono inclusi nel prezzo di appalto e compensati con
i prezzi contrattuali, oltre alle spese di cui al già art. 32 del Regolamento, i seguenti oneri e relative
spese:
01) La fornitura posa in opera e manutenzione del cartello di cantiere (delle dimensioni minime di
m. 2,00x1,00 in conformità alla Circ. Min. LL.PP. N. 1729/UL del 1/6/90).
02) L'accesso al cantiere, il libero passaggio nello stesso e nelle opere costruite od in costruzione,
alle persone dipendenti da qualunque altra ditta o impresa, alla quale siano stati affidati lavori
non compresi nel presente appalto ed alle persone che seguono i lavori per conto diretto della
Stazione Appaltante, facilitandone in ogni modo l'esecuzione dei lavori stessi, nonché a
richiesta della Direzione Lavori, l'uso gratuito da parte delle citate ditte dei ponti, impianti di
servizio, impalcature, costruzioni provvisorie ed apparecchi di sollevamento per tutto il tempo
occorrente all'esecuzione dei lavori che la Stazione Appaltante intenderà direttamente eseguire
235
03)
04)
05)
06)
07)
08)
09)
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13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
20)
a mezzo di altre ditte, dalle quali come dalla Stazione Appaltante, l'Appaltatore non potrà
pretendere compensi di sorta.
Il ricevimento in cantiere, secondo le disposizioni della Direzione dei Lavori, la buona
conservazione e la perfetta custodia dei materiali, delle forniture e delle opere escluse dal
presente appalto, provviste ed eseguite da altre ditte per conto della Stazione Appaltante. I
danni che, per cause dipendenti dalla negligenza, fossero apportati ai materiali forniti ed ai
lavori compiuti da altre ditte, dovranno essere riparati a carico esclusivo dell'Appaltatore.
Gli oneri che potessero derivare dalla particolare ubicazione del cantiere anche posto nel
centro abitato e dalle eventuali difficoltà di limitazione del traffico stradale.
L'esecuzione, la custodia e l'invio di tutti i modelli e campioni dei lavori e materiali, obbligatori
per legge o che venissero richiesti dalla direzione dei lavori. L'esecuzione, presso gli Istituti
incaricati, di tutte le esperienze, prove ed assaggi che verranno in ogni tempo ordinati dalla
direzione dei lavori sui materiali impiegati e da impiegarsi nella costruzione in correlazione a
quanto prescritto circa l'accettazione dei materiali stessi. Potrà essere ordinata la
conservazione dei campioni muniti di sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell'Impresa, nei
modi più adatti a garantirne l'autenticità.
Tutte le prove di carico delle varie strutture che venissero ordinate dalla Direzione dei Lavori,
sia in elevazione che in fondazione, compresa la fornitura dei materiali, dei mezzi d'opera, delle
maestranze occorrenti, nonché, qualora occorressero, l’impiego dei flessimetri o altri strumenti
di misurazione del tipo scelto dalla Direzione dei Lavori.
Tutte le prove inerenti la verifica dei requisiti acustici passivi dell’edificio che venissero disposti
dalla Direzione dei Lavori.
L'aggottamento delle acque che si raccogliessero negli scavi di fondazione, lo sgombero delle
nevi, le opere occorrenti a riparare il cantiere dalle acque e dal gelo, nonché le opere
eventualmente occorrenti per impedire i danni ai fabbricati contigui.
L'innaffiamento delle eventuali demolizioni per impedire efficacemente il sollevarsi della
polvere.
Le spese per gli allacciamenti provvisori e relativi contributi e diritti, nonché le spese di utenza,
per i servizi di acqua, elettricità, gas, telefono e fognature per l’esecuzione dei lavori ed il
funzionamento del cantiere.
Tutti gli oneri derivanti dal rispetto ed applicazione integrale della normativa e degli
adempimenti previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro per gli operai dipendenti dalle
aziende industriali edili ed affini e degli accordi locali integrativi del contratto stesso, vigenti al
momento dell’esecuzione dei lavori.
Lo spostamento di linee elettriche aeree o sotterranee che impediscano o intralcino la
realizzazione dell’opera.
La pulizia dei locali in costruzione od in corso di ultimazione e del cantiere in genere.
L'onere per la protezione dei marmi, delle pietre artificiali e naturali in lastre o blocchi e degli
infissi di qualsiasi specie, l'onere per la rimozione di dette opere di protezione a richiesta della
Direzione dei Lavori.
Lo sgombero del cantiere entro 15 giorni dal verbale di ultimazione dei lavori, dei mezzi d'opera
ed impianti di sua proprietà.
Il risarcimento di eventuali danni arrecati a proprietà pubbliche o private o alle persone, durante
lo svolgimento dei lavori.
La direzione tecnica di cantiere per tutta la durata dei lavori.
La dichiarazione di conformità per l'impianto elettrico di cantiere ai sensi della Legge 5/3/1990
n. 46 e successivi aggiornamenti
La redazione e presentazione, prima dell'inizio dei lavori, di un programma esecutivo.
La redazione e presentazione, prima dell'inizio dei lavori, di un piano operativo di sicurezza ai
sensi dell'art. 101 e ss.mm. del D.Lgs. 81/08.
ART. 16 - DIRETTORE DI CANTIERE DELL'IMPRESA E DOMICILIO DELL'APPALTATORE
A norma dell'art.4 del Capitolato Generale di Appalto, l'Appaltatore che non conduce i lavori
personalmente deve farsi rappresentare per mandato con rappresentanza da persona, fornita dei
requisiti di idoneità tecnici e morali, alla quale deve conferire le facoltà necessarie per l'esecuzione
dei lavori a norma del contratto.
Tale rappresentante nominato dall'Impresa assume anche il compito di direttore di cantiere
di cui all'art.28 della L.R. 05/11/92 n.49 così come modificata dalla L.R. 25/95, all'art.6 del
Capitolato Generale e al comma 3 dell’art. 87 del D.P.R. 207/10, assumendo tutte le responsabilità
previste da tali norme.
236
L'impresa ha l'obbligo di comunicare al responsabile del procedimento della Stazione
appaltante, prima dell'inizio dei lavori il nome del direttore di cantiere.
Ogni sostituzione del direttore di cantiere deve essere comunicata con lettera
raccomandata alla stazione appaltante, pena la sospensione dei lavori (tale periodo di sospensione
non modifica il termine di ultimazione degli stessi).
L'Appaltatore aggiudicatario dovrà inoltre, a norma dell'art.2 del Capitolato Generale di
Appalto, eleggere e dichiarare il proprio domicilio nel luogo in cui ha sede l'Ufficio che ha la
direzione dei lavori appaltati, ovvero nell'ambito della Provincia di Pesaro e Urbino.
ART. 16 bis – MARCATURA “CE” DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Relativamente ai materiali ed ai semilavorati che figurano nell’elenco di cui al punto 5/D,
desunto dal Regolamento CE dei prodotti da costruzione 305/2011, l’impresa si obbliga ad
utilizzare prodotti con marchio “CE”.
L’appaltatore dovrà fornire la documentazione attestante il certificato di conformità di tali
prodotti.
ART. 16 ter – TOLLERANZE
Sono ammesse le seguenti tolleranze sulle lavorazioni elencate:
Murature: Dimensioni max. 20 mm sull’intero edificio; planarità max. 20 mm su 10 ml (+-2‰);
verticalità max. 10 mm su 3 ml di altezza (+-3‰) con un massimo di 3 cm per l’intero edificio.
Strutture in c.a.: Dimensioni max. 20 mm sull’intero edificio; planarità max. 20 mm su 10 ml (+2‰); verticalità max. 10 mm su 3 ml di altezza (+-3‰) con un massimo di 3 cm per l’intero edificio.
Intonaci: Planarità max. 3 mm su 3 ml (+-1‰); verticalità max. 5 mm su 3 ml di altezza (+-1,67‰).
Pavimenti: Planarità max. 1 mm su 1 ml (+-1‰).
Rivestimenti: Planarità max. 1 mm su 1 ml (+-1‰); verticalità max. 1 mm su 1 ml di altezza (+-1‰)
Massetti e sottofondi: spessore max. 5 mm; planarità max. 20 mm su 10 ml (+-2‰)
ART. 17 - ELENCO PREZZI, INVARIABILITA'
I prezzi contrattualmente convenuti, che s'intendono accettati dall'appaltatore, sono fissi ed
invariabili per tutta la durata del lavoro (fatto salvo quanto indicato al successivo art.18) e
comprendono tutte le opere, i lavori ed ogni altro onere, anche non previsti dal contratto e dal
presente capitolato, necessari a dare compiute a regola d'arte le opere appaltate.
I materiali provenienti dalle demolizioni o dagli scavi devono essere, a spese
dell'appaltatore, trasportati e smaltiti alla pubblica discarica (materiali delle demolizioni) ovvero in
apposite cave di deposito (terreni di scavo), salvo che non siano utili per l'esecuzione dell'opera, a
giudizio del direttore dei lavori, per cui dovranno essere accatastati e conservati nell'ambito del
cantiere, intendendosi ciò compensato coi prezzi fissati contrattualmente per le demolizioni e gli
scavi relativi.
I lavori appaltati a corpo saranno pagati con il prezzo globalmente convenuto del forfait al
netto del ribasso offerto dall'impresa aggiudicataria in sede di gara.
Gli oneri per le misure di sicurezza di cantiere saranno compensati a forfait con il prezzo
appositamente indicato nel presente capitolato e nel contratto.
I prezzi sopra citati comprendono:
a) Materiali: tutte le spese per la fornitura, trasporto, imposte, perdite, nessuna eccettuata, per
darli pronti all'impiego a piè d'opera, in qualsiasi punto del lavoro;
b) Operai e mezzi d'opera: tutte le spese per fornire operai, attrezzi e macchinari idonei allo
svolgimento dell'opera nel rispetto della normativa vigente in materia assicurativa,
antinfortunistica e del lavoro;
c) Lavori: le spese per la completa esecuzione di tutte le categorie di lavoro, impianti ed accessori
compresi nell'opera; compreso i ponteggi di servizio per qualsiasi lavorazione.
Si precisa che il compenso stabilito in sede contrattuale per il blocco di opere da valutare a
forfait rimane fisso ed invariabile e non potrà subire mutazioni per effetto della misura delle quantità
effettivamente eseguite; l'impresa inoltre non potrà utilizzare i prezzi unitari per dimostrare
l'incongruità del prezzo delle opere a forfait , per il quale ha precedentemente riconosciuto la piena
congruità, ai sensi del precedente art.8.
237
Inoltre l'Impresa per l'esecuzione di tutte le opere dovrà attenersi alla descrizione delle
singole voci dell'elenco prezzi integrate con le disposizioni del presente capitolato.
ART. 18 - NUOVI PREZZI
Qualora nel corso dell'appalto vi fosse necessità di eseguire varianti che introducono nuove
categorie di lavori la direzione lavori procederà alla determinazione dei nuovi prezzi, con apposito
verbale, prima della esecuzione di tali lavori, sulla base di criteri comparativi riferiti ai prezzi di
contratto, oppure redigendo una dettagliata analisi dei nuovi prezzi, considerando le spese generali
e l'utile d'impresa alle percentuali rispettivamente del 13% e 10%.
Tali nuovi prezzi, per cui si fa riferimento alle norme e procedure previste dall’art. 106,
lettera a) del Codice dei CC.PP. e alla Linea Guida dell’ANAC, non potranno essere applicati in
contabilità se non dopo l'approvazione superiore, ma saranno già impegnativi per l'Impresa, previa
una sua formale accettazione nelle forme previste.
L'appaltatore non potrà sospendere i lavori o rifiutarsi di eseguire le nuove categorie di
opere, ma avrà comunque facoltà di formulare riserve in merito nei modi e tempi previsti dalle
vigenti norme in materia di lavori pubblici.
ART. 19 - MODIFICHE AL CONTRATTO DURANTE IL PERIODO DI EFFICACIA
Sono consentite modifiche e varianti non sostanziali al contratto d’appalto in corso di
validità ai sensi dell’art. 106, comma 1, lettera e).
Le modifiche e le varianti devono essere autorizzate dal RUP con le modalità previste
dall’ordinamento della Stazione Appaltante.
La modifica del valore dell’opera può essere consentita se il valore della modifica è al di sotto delle
seguenti soglie:
a) Non supera la soglia fissata dall’art. 35;
b) Il 20% del valore iniziale del contratto (art. 106, comma 12, del Codice dei CC.PP.);
c) La modifica non estende l’ambito di applicazione del contratto, quindi deve oscillare entro i
seguenti valori: € 1.500.000,00 in diminuzione ed € 2.582.000,00 in aumento.
ART. 20 - COMPENSI ALL'APPALTATORE PER DANNI CAUSATI DA FORZA MAGGIORE
Gi eventuali danni alle opere per causa di forza maggiore dovranno essere denunciati entro
5 giorni dalla data dell'evento, in modo che si possa procedere alle constatazioni opportune (vedasi
art.166 del Regolamento).
Saranno considerati danni di forza maggiore quelli provocati alle opere da eventi
imprevedibili o eccezionali e per i quali l'appaltatore non abbia trascurato le ordinarie precauzioni.
ART. 21 - TEMPO UTILE PER LA ULTIMAZIONE DEI LAVORI
L'Appaltatore dovrà aver compiuto interamente i lavori appaltati in giorni 1095
(millenovantacinque) naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna; tale termine è
stato calcolato in base al cronoprogramma allegato al contratto.
La data di effettiva ultimazione dei lavori dovrà risultare da apposito verbale redatto in
contraddittorio tra le parti entro e non oltre i 10 giorni successivi alla data in cui l'appaltante riceve
comunicazione scritta dalla controparte dell'avvenuta ultimazione dei lavori.
Per ogni giorno in più che l'Appaltatore impiegasse nei lavori oltre i termini convenuti dovrà
sottostare ad una penale di Euro 750,00.
La riscossione della penale si farà mediante ritenuta sul conto finale.
Nel computo del tempo contrattuale si è già tenuto conto dell'incidenza dei giorni di
andamento stagionale sfavorevole nella misura delle normali previsioni. Per tali giorni non potranno
pertanto essere concesse proroghe per recuperare soste o rallentamenti dei lavori.
L'importo della penale, ai sensi dell'art.145 del Regolamento, non potrà essere
complessivamente superiore al 10% dell'ammontare netto contrattuale; qualora il ritardo
nell'esecuzione lavori sia tale da determinare un importo della penale superiore a tale limite il
responsabile del procedimento promuove immediatamente l'avvio della risoluzione del contratto per
grave ritardo.
ART. 22 - SOSPENSIONE E RIPRESA DEI LAVORI
238
Quando circostanze speciali impediscano temporaneamente che i lavori procedano
utilmente a regola d'arte, la Stazione Appaltante avrà la facoltà di ordinarne la sospensione, salvo
farli riprendere non appena saranno cessate le ragioni che hanno determinato tale provvedimento.
Per le motivazioni, la durata, le modalità, le eventuali conseguenze ed in particolare la
quantificazione dei danni relativi alle citate sospensioni si fa pieno riferimento all’art. 107 del Codice
dei CC.PP..
ART. 23 - PROROGHE
Le proroghe sono concesse nei seguenti casi:
a) In relazione a particolari difficoltà di esecuzione incontrate dall'appaltatore ed a lui non
imputabili o per maggiori lavori, il responsabile del procedimento, previa richiesta di
quest'ultimo, può concedere proroghe al termine di ultimazione dei lavori previsti in
contratto, senza che ciò costituisca titolo per l'appaltatore ad ottenere indennizzi o
risarcimenti di sorta per il prolungamento dei tempi di esecuzione.
In ogni caso la proroga deve essere richiesta con congruo anticipo rispetto al termine di
ultimazione contrattualmente fissato; per dar modo alla stazione appaltante di rispettare il termine
di cui all'art.107 del Codice dei CC.PP. la richiesta deve pervenire almeno 30 giorni prima della
scadenza contrattuale.
b) Quando la proroga è limitata al tempo strettamente necessario alla conclusione delle
procedure necessarie per l’individuazione di un nuovo contraente. In tal caso il contraente
è tenuto all’esecuzione delle prestazioni previste nel contratto agli stessi prezzi, patti e
condizioni o più favorevoli per la stazione appaltante (art. 106, comma 11)
ART. 24 – TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI
La ditta appaltatrice si impegna a mettere in atto le procedure previste dall’articolo 3 della
L. 136/2010 in ordine alla tracciabilità dei pagamenti. A tal fine la ditta appaltatrice si impegna a
comunicare alla stazione appaltante gli estremi identificativi dei conti correnti dedicati entro sette
giorni dalla loro emissione e/o variazione. Entro lo stesso termine la ditta appaltatrice si impegna a
comunicare le generalità ed il codice fiscale delle persone delegate ad operare. Tale obbligo è
esteso anche agli eventuali subappaltatori e/o subcontraenti.
I pagamenti a favore dell’impresa appaltatrice, discendenti dall’esecuzione del presente
lavoro, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 3, L. 136/2010, saranno effettuati
esclusivamente con bonifico bancario o postale sul conto corrente dedicato comunicato dalla ditta
nelle modalità sopra richiamate.
Ai sensi dell’art. 3, comma 9-bis, Legge 136/2010, e ss.mm., qualora i pagamenti di cui
all’art. 3 della citata Legge dovessero avvenire con modalità diverse da quelle consentite per
assicurare la tracciabilità, il contratto potrà essere risolto.
FATTURAZIONE ELETTRONICA
Il Decreto Ministeriale n. 55 del 03/04/2013, ai sensi della Legge 244/2007, art. 1, commi
da 209 a 214, impone che le fatture, perché vengano accettate dalla Pubblica Amministrazione,
siano trasmesse secondo il formato di cui all’allegato A “Formato della fattura elettronica” del citato
D.M. 55/2013.
Le fatture elettroniche emesse sei confronti di questo Ente dovranno riportare il seguente
Codice Univoco Ufficio:
Nome Ufficio
Codice Univoco Ufficio
Ragioneria – Pesaro e Urbino
OP94VB
Le fatture inoltre, ai sensi dell’art. 25 del D.L. n. 66/2014, dovranno riportare nei rispettivi
campi del tracciato:
il Codice Identificativo Gara (CIG)
il Codice Unico di Progetto (CUP)
ART. 25 – DOCUMENTO UNICO DI REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA (D.U.R.C.)
Per documento unico di regolarità contributiva si intende il certificato che attesta
contestualmente la regolarità di un operatore economico per quanto concerne gli adempimenti
INPS, INAIL, nonché cassa edile per i lavori, verificati sulla base della rispettiva normativa di
riferimento.
239
L’amministrazione aggiudicatrice acquisisce d’ufficio, anche attraverso strumenti
informatici, il documento unico di regolarità contributiva in corso di validità per:
a) il pagamento degli stati avanzamento lavori o delle prestazioni relative a servizi e
forniture;
b) il certificato di collaudo, il certificato di regolare esecuzione, il certificato di verifica di
conformità, l’attestazione di regolare esecuzione, e il pagamento del saldo finale
L’amministrazione aggiudicatrice acquisisce d’ufficio il documento unico di regolarità
contributiva in corso di validità relativo ai subappaltatori per le medesime finalità e con le medesime
procedure adottate per l’appaltatore principale.
In caso di inadempienza contributiva risultante dal documento unico di regolarità
contributiva relativo a personale dipendente dell'affidatario o del subappaltatore o dei soggetti
titolari di subappalti e cottimi di cui all’articolo 105, impiegato nell’esecuzione del contratto, la
stazione appaltante trattiene dal certificato di pagamento l’importo corrispondente all’inadempienza
per il successivo versamento diretto agli enti previdenziali e assicurativi, compresa, nei lavori, la
cassa edile. Sull’importo netto progressivo delle prestazioni è operata una ritenuta dello 0,50 per
cento; le ritenute possono essere svincolate soltanto in sede di liquidazione finale, dopo
l'approvazione da parte della stazione appaltante del certificato di collaudo o di verifica di
conformità, previo rilascio del documento unico di regolarità contributiva.
In caso di ritardo nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale di cui al comma 5, il
responsabile unico del procedimento invita per iscritto il soggetto inadempiente, ed in ogni caso
l’affidatario, a provvedervi entro i successivi quindici giorni. Ove non sia stata contestata
formalmente e motivatamente la fondatezza della richiesta entro il termine sopra assegnato, la
stazione appaltante paga anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate,
detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’affidatario del contratto ovvero dalle somme
dovute al subappaltatore inadempiente nel caso in cui sia previsto il pagamento diretto ai sensi
dell’articolo 105 del Codice dei CC.PP..
ART. 26 - PAGAMENTI IN ACCONTO ED A SALDO
I lavori eseguiti saranno documentati da stati di avanzamento indicanti: qualità, prezzo ed
importo dei lavori, secondo le risultanze dei libretti di misure e dei registri di contabilità firmati dalla
direzione dei lavori e dall'appaltatore.
L’appaltatore avrà diritto a pagamenti in acconto in corso d’opera ogni qualvolta il suo
credito, al netto delle ritenute e del ribasso d’asta, avrà raggiunto la somma di € 250.000,00
(diconsi Euro duecentocinquantamila/00)
Per l'importo risultante dagli stati di avanzamento, la Stazione Appaltante redigerà certificati
di pagamento con deduzione del ribasso di asta, delle ritenute di garanzia pari allo 0,50% (art.30,
comma 5 del D.Lgs. 50/16) e degli eventuali acconti già corrisposti.
La stazione appaltante, ai sensi dell'art.28 L.R. 49/92 provvederà a liquidare gli stati
d'avanzamento lavori solo dopo aver ottenuto le certificazioni indicate all'art.9 del presente
capitolato.
L'importo di ogni rata risulterà dalle somme delle seguenti partite:
a) Acconto dei compensi sul forfait globale secondo le seguenti percentuali:
Il compenso forfettario per le categorie di lavoro è il fattore ottenuto dal prezzo della
categoria e ribassato secondo l’offerta dell’aggiudicatario, così come individuato nella tabella
dell’art. 3 del presente Capitolato:
-
Compenso forfettario per Demolizioni e rimozioni
OG 1
7,76%
-
Compenso forfettario per Ponteggi
OG 1
1,00%
-
Compenso forfettario per Impermeabilizzazioni -Isolamenti - Controsoffitti
OG 1
10,19%
-
Compenso forfettario per Opere murarie
OG 1
7,92%
-
Compenso forfettario per Massetti
OG 1
4,13%
-
Compenso forfettario per Intonaci
OG 1
5,35%
-
Compenso forfettario per Tinteggiature
OG 1
6,50%
240
-
Compenso forfettario per Pavimenti - Rivestimenti
OG 1
5,44%
-
Compenso forfettario per Infissi - Opere da lattoniere - Opere da fabbro
OG 1
16,40%
-
Compenso forfettario per Impianti elettrici
OS 30 - OG 11
9,37%
-
Compenso forfettario per Impianti termici
OS 28 - OG 11
9,83%
-
Compenso forfettario per Impianti idrosanitari e scarichi
OS 3 - OG 11
6,23%
-
Compenso forfettario per Elevatore
OS 30 - OG 11
0,91%
-
Compenso forfettario per Domotica
OG 30 - OG 11
2,23%
-
Compenso forfettario per Prevenzione incendi
OG 1
0,35%
-
Compenso forfettario per Fognatura via pubblica
OG 1
0,38%
-
Compenso forfettario per Fognatura privata
OG 1
0,75%
-
Compenso forfettario per Giardino - opere varie
OG 1
4,31%
-
Compenso forfettario per Giardino - impianto elettrico
OG 1
0,85%
-
Compenso forfettario per Giardino - impianto irrigazione
OG 1
0,11%
b) Acconto del compenso a corpo per la sicurezza di cantiere: valutato in proporzione ai lavori
liquidati
Gli stati d'avanzamento ed i certificati di pagamento saranno emessi, in conformità delle
vigenti disposizioni, entro e non oltre 45 giorni dall'esecuzione dei relativi lavori.
Il pagamento delle rate di acconto avverrà tramite mandato di pagamento da effettuarsi
presso la tesoreria dell’E.R.A.P. Marche Presidio di Pesaro e Urbino, entro 30 giorni dall'emissione
del certificato di cui sopra, nelle modalità richiamate all’art. 23 del presente capitolato.
Il pagamento della rata di saldo avverrà entro 90 giorni dall'emissione del certificato di
collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione previa presentazione delle garanzie
previste dalle norme.
Si stabilisce, quale clausola contrattuale, che la rata di saldo, da liquidare dopo
l’approvazione del certificato di collaudo provvisorio, ovvero di regolare esecuzione, sarà pari
almeno al 5% dell’importo contrattuale originale, oltre alle trattenute dello 0,5% effettuate su ogni
stato d’avanzamento a garanzia della regolarità contributiva. Il pagamento di tale rata sarà
garantito dalla fidejussione di cui al precedente art. 11.
ART. 26/a – ANTICIPAZIONI
L’appaltatore ha diritto all’anticipazione del prezzo pattuito pari al 20% del valore stimato dell’opera
entro quindici giorni dall’effettivo inizio dei lavori. L’erogazione dell’anticipazione è subordinata alla
costituzione di garanzia fideiussoria bancaria (art. 35, comma 18, del Codice dei CC.PP.)
Il recupero dell’anticipazione avverrà progressivamente entro l’ultimo SAL.
ART. 27- CONTO FINALE
Entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori la Stazione Appaltante provvederà alla
compilazione del conto finale corredato da tutti i documenti contabili prescritti.
L'Appaltatore dovrà sottoscrivere per accettazione il conto finale, entro il termine perentorio
fissato dal direttore lavori, comunque non superiore a giorni 30 (trenta), salva la facoltà di iscrivere
le sue riserve sul medesimo documento.
In caso che in detto periodo l'Appaltatore non abbia firmato il conto finale il conto stesso si
intenderà definitivamente accettato dall'Appaltatore e non saranno prese in considerazione
osservazioni presentate in forma diversa da quella prescritta dalle norme vigenti per l'esecuzione
dei lavori pubblici e dal presente capitolato.
ART. 28 - RITARDI NEI PAGAMENTI
241
In caso di ritardo nella emissione dei certificati di pagamento o dei titoli di spesa, si
applicheranno le norme già previste dagli artt.142 e 144 del Regolamento.
Al di fuori dei casi rientranti nell'applicazione dell'art.1460 del codice civile l'appaltatore non
potrà sospendere o rallentare l'esecuzione dei lavori anche in caso di ritardo nei pagamenti degli
acconti.
Gli interessi ed i diritti di cui alle norme citate nel primo comma non sono dovuti nel caso e
per il tempo in cui il pagamento non possa essere effettuato per impedimento imputabile
all'appaltatore medesimo, ovvero per causa di forza maggiore.
ART. 29 - PREZZO CHIUSO
Sui prezzi di contratto non verrà riconosciuta alcuna revisione prezzi, né è applicabile il
primo comma dell'art.1664 del Codice Civile.
Si applica all'elenco dei prezzi di contratto e al "forfait" il cosiddetto "prezzo chiuso" così
come già definito dall’art. 172 del D.P.R. 207/10.
ART. 30 - FALLIMENTO DELL'IMPRESA APPALTATRICE o RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
In caso di fallimento dell'Impresa Appaltatrice, o risoluzione del contratto per grave
inadempimento, l'Ente Appaltatore si avvarrà, salvi ed impregiudicati ogni altro diritto ed azione a
tutela dei propri interessi, della procedura prevista dall’art. 136 del Codice dei CC.PP., quindi
affiderà i lavori residui ad un soggetto classificato successivamente nella graduatoria della
procedura di gara, ai sensi dell’art. 140 del Codice dei CC.PP..
ART. 31 – RISERVE
L’esecutore è sempre tenuto ad uniformarsi alle disposizioni del direttore dei lavori senza
poter sospendere o ritardare il regolare sviluppo dei lavori, quale che sia la contestazione che egli
iscriva negli atti contabili.
Le riserve, a pena di decadenza, sono iscritte nelle forme, tempi e modi, previsti dalle Linee
Guida dell’ANAC.
ART. 32 – CONTENZIOSO
Qualora, a seguito dell’iscrizione di riserve sui documenti contabili l’importo economico
dell’opera possa variare in misura sostanziale e in ogni caso compreso tra il 5% e il 15%
dell’importo contrattuale, si procederà alla definizione della controversia in base alle norme dell’art.
205 del Codice dei CC.PP., previa valutazione da parte del responsabile del procedimento della
ammissibilità e non manifesta infondatezza delle medesime riserve.
ART. 33 – RECESSO
Fermo restando quanto previsto dagli articoli 88, comma 4-ter, e 92, comma 4, del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159, la stazione appaltante può recedere dal contratto in qualunque
tempo previo il pagamento dei lavori eseguiti o delle prestazioni relative ai servizi e alle forniture
eseguiti nonché del valore dei materiali utili esistenti in cantiere nel caso di lavoro o in magazzino
nel caso di servizi o forniture, oltre al decimo dell'importo delle opere, dei servizi o delle forniture
non eseguite.
Il decimo dell'importo delle opere non eseguite è calcolato sulla differenza tra l'importo dei
quattro quinti del prezzo posto a base di gara, depurato del ribasso d'asta e l'ammontare netto dei
lavori, servizi o forniture eseguiti.
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