C A P O I° PREMESSA: Nel presente capitolato speciale d'appalto si intendono: - per "Regolamento": il regolamento di esecuzione ed attuazione del Decreto Legislativo 12/04/06, n. 163, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 05/10/2010, n. 207. - per "Capitolato Generale": il capitolato generale d'appalto dei lavori pubblici approvato con D.M. 12/04/2000 n.145. - per "Codice dei CC.PP.": il Codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture in attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE, approvato con Decreto Legislativo 18/04/2016, n. 50 e succ. modifiche ed integrazioni. Art. 1 – OGGETTO DELL'APPALTO L'appalto ha per oggetto tutte le opere e provviste occorrenti per il risanamento conservativo di n. 1 fabbricato di edilizia residenziale in via D. Mazza (Sezione E - Foglio n. 67 Mappale n. 3101) nel programma di riqualificazione urbana del Comune di Pesaro con sistemazione di verde comunale. N. 24 alloggi di edilizia sovvenzionata e n. 10 alloggi di edilizia economica popolare per un totale di n. 34 alloggi con relativi garages interrati. Art. 2 – MODO DI APPALTO I lavori di cui al presente Capitolato Speciale si intendono appaltati interamente a corpo o forfait, per un importo superiore ad € 1.000.000,00, quindi l'aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, (art. 95, comma 3, del Codice dei CC.PP.). Art. 3 – AMMONTARE DELL'APPALTO L'importo complessivo dell'appalto ammonta presumibilmente ad € 2.500.000,00 più IVA relativa, salvo le variazioni in più od in meno nei limiti del quinto di detta somma, di cui € 2.420.403,83 per l’attuazione delle lavorazioni da assoggettare al ribasso d’asta mentre € 79.596,17 per l'attuazione dei piani di sicurezza non soggetti al ribasso. Le opere su tutto l'edificio sono finanziate in parte con un contributo regionale, assegnato con Decreto della Regione Marche n. 8/EPR del 25/02/2011 relativo al Programma innovativo in ambito urbano denominato “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”, ed in parte con risorse provenienti dalla vendite ex lege 36/2005 dell’ERAP Marche Presidio di Pesaro e Urbino L’opera sarà finanziata come segue: FINANZIAMENTI LAVORI Stato/Regione LOTTO A € 904.301,89 € 1.055.392,36 LOTTO B € 1.488.660,70 € 1.737.385,65 GIARDINO € 107.037,41 € 124.921,19 TOTALI € 2.500.000,00 € 2.917.699,20 ERAP TOTALE FINANZIAMENTI € 1.055.392,36 € 1.322.260,74 € 3.059.646,35 € 124.921,19 € 1.322.260,74 € 4.239.959,94 I lavori a corpo vengono ripartiti, come riportato nella seguente tabella, in gruppi di lavorazioni omogenee, così come già previsto dall’art.43, comma 6 del Regolamento, anche ai fini di cui all'art.106 del Codice dei CC.PP.: 1 descrizione categorie IMPORTO LAVORI cat. LAVORI A CORPO Euro Demolizioni e rimozioni Ponteggi OG 1 OG 1 Impermeabilizzazioni -Isolamenti - Controsoffitti Opere murarie Massetti Intonaci Tinteggiature Pavimenti - Rivestimenti Infissi - Opere da lattoniere - Opere da fabbro Impianti elettrici Impianti termici Impianti idrosanitari e scarichi Elevatore Domotica Prevenzione incendi Fognatura via pubblica Fognatura privata Giardino - opere varie Giardino - impianto elettrico Giardino - impianto irrigazione TOTALE (Euro) Oneri per la sicurezza (Euro) TOTALE APPALTO (Euro) OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OS 30 - OG 11 OS 28 - OG 11 OS 3 - OG 11 OS 30 - OG 11 OG 30 - OG 11 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 OG 1 incidenza percentuale lavori (%) 187 911,34 24 158,48 7,76% 1,00% 246 695,93 191 649,23 99 850,62 129 512,46 157 357,40 131 616,99 396 907,38 226 678,61 238 023,50 150 872,10 21 948,06 53 883,40 8 397,98 9 103,52 18 205,36 104 341,09 20 594,06 2 696,32 2 420 403,83 79 596,17 2 500 000,00 10,19% 7,92% 4,13% 5,35% 6,50% 5,44% 16,40% 9,37% 9,83% 6,23% 0,91% 2,23% 0,35% 0,38% 0,75% 4,31% 0,85% 0,11% 100,00% Art. 4 – SUDDIVISIONE DELLE OPERE IN CATEGORIE Sono comprese nell'appalto le opere sommariamente designate come segue raggruppate in categorie ai fini del Sistema unico di Qualificazione degli Esecutori di Lavori Pubblici dell’art. 84 del Codice dei CC.PP.: LAVORAZIONE Categoria CATEGORIA PREVALENTE: a) EDIFICI CIVILI OG 1 Importo (€) % 1 728 998,16 71,43 691 405,67 150 872,10 238 023,50 302 510,07 28,57 6,23 9,83 12,50 2 420 403,83 79 596,17 2 500 000,00 100,00 ALTRE CATEGORIE NON PREVALENTI: b) (*) (*) (*) IMPIANTI TECNOLOGICI: b.1) Impianti idrico sanitari e adduzione gas b.2) Impianti termici e di condizionamento b.3) Impianti elettrici, telefonici, televisivi OG 11 OS 3 OS 28 OS 30 TOTALE CATEGORIE: ONERI PER LA SICUREZZA: TOTALE APPALTO (EURO) (*) Ai fini dell’art. 79, comma 16, terzo periodo, del Regolamento, ricorrono le condizioni di cui al quarto periodo della stessa norma, per cui la categoria OG 11 è stata individuata in alternativa alle categorie OS 3 – OS 28 e OS 30. Ai sensi degli articolo 107, 108 e 109 del Regolamento, le parti di lavoro appartenenti alla/e categoria/e diversa/e da quella prevalente, con i relativi importi, sono scorporabili. 2 Tutte le categorie sono subappaltabili alle condizioni di legge e del presente Capitolato Speciale, fatti salvi i limiti, i divieti e le prescrizioni vigenti. Art. 5 – DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE Tutte le opere comprese nel presente appalto devono rispondere alle disposizioni, modalità ed obblighi stabiliti dal Capitolato Speciale tipo per appalti dei lavori edilizi edito dal Ministero dei Lavori Pubblici, gli articoli del quale si intendono qui integralmente riportati per ogni opera e categoria di lavoro sotto elencate se ed in quanto non siano in contrasto con le norme del presente Capitolato Speciale. Tutte le opere, oggetto dell'appalto, dovranno essere eseguite e finite a perfetta regola d'arte in ogni loro parte. La forma, le dimensioni e le caratteristiche delle opere in appalto, risultano dai disegni allegati al contratto e da quanto è stabilito nel presente Capitolato Speciale secondo le direttive della direzione lavori. In caso di discordanza tra i diversi elaborati di progetto, vale la soluzione più favorevole al committente a giudizio insindacabile della direzione lavori. Tutte le misure riportate negli elaborati grafici architettonici di contratto vanno intese al finito degli intonaci, pavimenti, rivestimenti, ecc. Qualora alcuni lavori non fossero ben specificati nei disegni e nelle norme del Capitolato Speciale questi dovranno essere eseguiti secondo le disposizioni che verranno impartite dalla Direzione Lavori. 5/A) SOMMINISTRAZIONI E PRESTAZIONI, MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO, QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI, ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI. Premessa: Formano oggetto del presente appalto le opere, le somministrazioni e le prestazioni necessarie per l'esecuzione dei lavori di terra, in cemento armato, murarie ed affini comprese le eventuali demolizioni, lavori da falegname, da imbianchino, da verniciatore, da elettricista, da fontaniere, lavori per riscaldamento, di impianti ascensori occorrenti per la costruzione dei fabbricati già indicati, per la sistemazione dell'area di pertinenza dei fabbricati stessi e della relativa copertura, il tutto nei modi e nella quantità risultanti dal presente Capitolato e dalla descrizione dei lavori e dai disegni che vengono e rimarranno allegati al presente Capitolato per farne parte integrante e sostanziale. Sono compresi nell'appalto gli allacciamenti con le linee pubbliche per l'energia elettrica, per il gas, per l'acqua, per l’acqua di recupero, per il telefono, per le fognature ecc. dalla rete di distribuzione fino al limite del lotto e dal limite del lotto fino ai contatori ed alle singole utenze, secondo le modalità e le prescrizioni delle aziende erogatrici. Sono comprese nell'appalto per l’esecuzione dei lavori e delle opere di cui sopra tutte le opere murarie necessarie, nessuna esclusa (scavi in genere, ponteggi, malte, conglomerati, murature, pozzetti, mano d'opera e materiali da premurare ecc.), lo scarico dei materiali in cantiere dai mezzi di trasporto, la sistemazione in cantiere, il loro sollevamento e la loro distribuzione ai luoghi di utilizzo e di posa. Sono comprese, inoltre, le riprese di intonaco e di tinta dovuti agli allacciamenti, anche se eseguiti a lavori principali ultimati. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di sopprimere alcune categorie di lavori previste e di eseguirne altre non previste, compresa anche la possibilità di far eseguire all'Impresa aggiudicataria opere parziali e di stralciare determinate categorie di opere senza che l'Appaltatore possa trarne argomento per chiedere compensi non contemplati nel presente Capitolato, a prezzi diversi da quelli indicati nell'elenco che fa seguito, purchè l'importo delle singole partite non abbia a variare, che sia in più o che in meno, per oltre un quinto rispetto al corrispondente importo presunto. Natura dell'appalto I lavori appaltati comprendono: 3 1) Demolizioni, scavi di sbancamento, demolizione di roccia trovata durante i lavori di sbancamento, scavi a sezione ristretta e riporti di terra e rimozioni in genere; 2) Tutte le opere di isolamento ed impermeabilizzazione delle strutture compomemti il fabbricato; 3) Tutte le opere edili necessarie per la realizzazione delle finiture, interne ed esterne; 4) Tutte le opere da falegname; 5) Tutte le opere da fabbro e da lattoniere; 6) Tutti gli infissi esterni ed i sistemi di oscuramento; 7) Tutte le opere di verniciatura; 8) Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa in opera dell’impianto idrico; 9) Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa in opera dell’impianto elettrico;; 10 Tutte le opere occorrenti per la fornitura e la posa dell’impianto termico; 11)Opere di sistemazione di terreno vegetale ed opere di piantumazione. L'importo complessivo dei lavori corrisponde con l’importo presunto dell’appalto come da: Computo Metrico Estimativo relativo al fabbricato; Computo Metrico Estimativo del verde pubblico; Computo Metrico Estimativo degli impianti tecnologici (denominato CE00bis); Computo Metrico Estimativo delle opere esterne (denominato CE01bis). Il presente Capitolato costituisce allegato dei suddetti Computi Metrici. Descrizione dei lavori compresi nel prezzo d’appalto Ad ampliamento di quanto specificato nei disegni allegati al presente Capitolato, si enunciano i lavori a misura ed a corpo, costituiti da tutto quanto è più sotto descritto, ad eccezione di quelle sole opere a parte e per le quali venga fatta esplicita esclusione nel corso della presente dichiarazione. Si intendono comprese nel prezzo d’appalto anche quelle opere o categorie di opere non indicate specificatamente, ma che sono necessarie per l’ultimazione dell’opera e per l’esecuzione a regola d’arte dell’opera stessa. Si precisa, inoltre, che, nel caso di discordanza fra le descrizioni di Capitolato e gli allegati disegni, sarà valida l’indicazione della D.L., a giudizio insindacabile di questa. AVVERTENZE 1) Tutte le opere di appalto dovranno essere eseguite in maniera conforme alle prescrizioni del presente Capitolato ed al Regolamento Edilizio del Comune di Pesaro per il Centro Storico. 2) Il fabbricato dovrà essere rispondente in ogni parte alle norme della Legge n. 10/’91, al D.M. 412 del 01/08/’93, al D.Lgs n. 192 del 19/08/’05 e ss. mm. ii., al D.Lgs n. 311/’06, al D.P.R. N. 59/2009, al D.M. del 15/02/1986 riguardante la prevenzione incendi nei locali destinati ad autorimessa e ss. mm. ii. ed alle leggi sull’abbattimento dei rumori nei fabbricati: D.P.C.M. 05/12/’97 “Determinazione dei requisiti acustici degli edifici” e ss. mm. ii.; Legge Regionale n. 28 del 14/11/2001 e ss. mm. ii. (sono comprese tutte le opere non espressamente citate nel presente Capitolato, ma che sono necessarie per la conformità dell’edificio); 3) Risulta compreso nel prezzo d’appalto ogni onere per l'architravatura e la spigolatura di porte e finestre e vani in genere (tutte le spigolature e le gargamature dei muri esterni verranno eseguite con malta di calce o con paraspigoli in acciaio inox da esterno a scelta D.L., sono vietate le spigolature con lamiere di altro tipo; le spigolature interne verranno eseguite con angolari in alluminio), nonché ogni lavoro murario e materiale per creare e sistemare aperture di qualsiasi 4 genere, per la creazione delle sedi incassate e per la formazione dei cassoni per l'occultamento ed il perfetto rivestimento delle tubazioni di qualsiasi genere; 4) I locali contatori per gas, acqua, ENEL e per la rete telefonica dovranno essere eseguiti secondo gli ordini della Direzione dei Lavori relativamente alla posizione, alle dimensioni, alle finiture ecc. (i locali contatori dell’acqua dovranno essere coibentati); 5) L'Impresa è tenuta alla tempestiva campionatura di tutti i materiali da porre in opera ed all'approntamento dei campioni dei vari manufatti, onde ottenere sempre la preventiva approvazione della Direzione Lavori; tale preventiva approvazione è necessaria per la regolare emissione dei S.A.L.; 6) I materiali (forniture ecc.) eventualmente posti in opera senza la preventiva autorizzazione della D.L. saranno rimossi a cura e spese dell' Impresa; 7) A lavori ultimati, l'Impresa è tenuta alla perfetta pulizia del fabbricato (parti private e condominiali), compresi apparecchi, serramenti ecc., anche se eventualmente posti in opera o forniti da altre ditte; 8) I tramezzi disegnati nelle planimetrie allegate al Contratto devono intendersi vincolanti nelle quantità e non nelle posizioni. Le planimetrie definitive con le modifiche degli assegnatari (approvate dalla D.L.) verranno consegnate all’Impresa prima dell’esecuzione dei lavori. Prima dell'esecuzione delle tramezzature l'Impresa è tenuta ad eseguirne lo spiccato mediante la posa in opera di forati a secco, che dovrà essere approvata dal socio assegnatario e dal Direttore dei Lavori. L’impresa si impegna sin d’ora alla realizzazione delle opere richieste senza nulla pretendere se non il costo delle maggiori quantità di opere che verranno contabilizzate con le voci di tutti gli Elenco prezzi allegati. Eventuali opere in quantità minore di quelle previste verranno contabilizzate in detrazione con gli stessi Elenco prezzi di cui sopra, senza null’altro pretendere da ambo le parti. 9) Prima dell'esecuzione degli impianti termico, gas, elettrico, telefonico, idrico, ecc la Direzione Lavori ne verifica e ne approva il tracciato e le modalità di esecuzione. 10) L'impresa è tenuta, inoltre, al rispetto del D.M. 37/2008 (ex legge n. 46/’90) che si intende allegato al presente Capitolato, anche se materialmente non allegato, e che l'Impresa dichiara di ben conoscere ed accettare incondizionatamente senza riserva alcuna. 11) L'impresa è inoltre tenuta al rispetto di tutte le norme vigenti C.E.I. - U.N.I. C.I.G., U.N.I., ecc. 12) Per le forniture dei pavimenti, rivestimenti, sanitari, rubinetterie, porte interne e quant’altro a scelta degli assegnatari, l’Impresa si impegna: - a comunicare alla Committente i nominativi dei fornitori; - a predisporre adeguate mostre dei materiali; - a consegnare i listini prezzi dei materiali di Capitolato e fuori Capitolato; - a comunicare lo sconto che applicherà, nel caso di varianti da parte del socio assegnatario, sulle differenze dei listini. I punti precedenti dovranno essere preventivamente approvati singolarmente dalla Committente e dalla D.L. La Committente può, a proprio insindacabile giudizio, respingere fornitori considerati qualitativamente inadeguati. 13) La Committente si riserva ogni più ampia facoltà di decisione su eventuali discordanze tra gli elaborati progettuali ed il Capitolato speciale d'appalto, firmati fra le parti, senza che alcun compenso venga versato all'Impresa appaltatrice. Art. 1- Rimozioni e demolizioni 5 Come da elaborati esecutivi forniti dalla D.L. Le rimozioni e le demolizioni saranno fatte con somma cura per produrre il minimo disturbo possibile. Tutti i materiali provenienti dalle rimozioni rimarranno di proprietà della stazione appaltante e l'Impresa è tenuta a custodirli sino a quando essi non verranno trasportati nei luoghi indicati dalla D.L. Rimozioni 1. Rimozione di apparecchi idro-sanitari e di riscaldamento di tutti gli appartamenti e delle parti comuni, comprensiva di calo a terra del materiale, di movimentazione nell’ambito del cantiere e di relativo carico su automezzo meccanico. 2. Rimozione degli infissi esterni ed interni di tutto il fabbricato di qualunque forma e specie, incluse mostre, telai, ecc. Nella rimozione è compreso il calo a terra del materiale, la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 3. Rimozione delle grate delle bocche di aerazione e delle inferriate delle finestre dei piani terra, primo e secondo, incluso il disancoraggio di staffe e bulloni e di ogni altro elemento di bloccaggio ancorato alla muratura. Nella rimozione sono compresi il calo a terra del materiale, la movimentazione e l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo carico su automezzo meccanico. 4. Rimozione gli elementi metallici strutturali e non, consistenti nelle scale a chiocciola del piano secondo. Nella rimozione è compreso il calo a terra del materiale, la movimentazione e l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo carico su automezzo meccanico. 5. Rimozione totale della carta catramata posta sulle coperture piane e sul cornicione del fabbricato. Nella rimozione sono compresi il calo a terra del materiale, il relativo carico su automezzo meccanico, nonché il trasporto a pubblica discarica autorizzata con i relativi oneri. 6. Smontaggio e rimozione di canali di gronda o converse di qualsiasi dimensione e posti a qualsiasi altezza. Nella rimozione sono compresi la rimozione degli ancoraggi, il calo a terra del materiale, la movimentazione e l’accatastamento nell’ambito del cantiere, la cernita ed il relativo carico su automezzo meccanico. 7. Rimozione di pali per pubblici servizi in legno, metallo o c.a. prefabbricato. Saranno compresi lo scavo, il sollevamento e la pulizia, nonché la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 8. Rimozione di pavimentazione in cubetti di porfido, posti su sabbia, con recupero e del sottostante piano d’appoggio in corrispondenza della fognatura sulla via pubblica. Sono compresi: la cernita; la scelta e l’accatastamento nell’ambito del cantiere del materiale riutilizzabile; l’onere per il carico in alto; la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 9. Rimozione dei pali per illuminazione pubblica, siano in legno, in metallo o cemento armato prefabbricato. Sono compresi: lo scavo necessario; il sollevamento; la pulizia; le opere murarie; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei materiali provenienti dalle rimozioni ed il relativo carico su automezzo meccanico. Sono da computarsi a parte le eventuali opere di protezione ed il trasporto a discarica con i relativi oneri. Nelle rimozioni si ritengono comprese le opere murarie ed idrauliche necessarie a rendere il lavoro finito a regola d’arte. Saranno, invece, da computarsi a parte le eventuali opere di protezione ed il trasporto a qualsiasi distanza, nell’ambito del cantiere o a discarica o sito autorizzato, con i relativi oneri. 10. La gestione dei materiali deve avvenire secondo le prescrizioni previste al punto 5/B) del presente Capitolato Speciale d’Appalto. Demolizioni 1. Demolizione di soglie e rivestimenti murari di qualsiasi materiale, interni ed esterni, compresa la rimozione della parte sottostante per circa 5 - 6 cm. E’ inclusa la preparazione con finitura ad intonco per la posa dei pannelli isolanti in lana di roccia. Nella demolizione sono 6 compresi il calo a terra del materiale, la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 2. Allargamento delle spallette delle finestre per una dimensione pari a 4 – 5 cm per lato. E’ compreso il ripristino della muratura, la finitura ad intonaco ed il posizionamento di rivestimento “a cappotto”. 3. Demolizione delle solette in c.a. di copertura delle bocche di aerazione dell’autorimessa interrata. Sono compresi: il taglio dei ferri e l’uso dei mezzi d’opera necessari; l’onere per il calo in basso; la movimentazione nell’ambito del cantiere; il carico su automezzo meccanico. 4. Demolizione dei controsoffitti, di qualsiasi forma e tipo, nel piano interrato. Sono compresi: la rimozione della struttura portante; la cernita e l’accatastamento del materiale; il calo in basso; la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 5. Demolizione dei tramezzi degli appartamenti, delle pareti delle bocche d’aerazione e delle contropareti del piano interrato, che siano in foglio o ad una testa e che siano rifiniti con eventuali intonaci, rivestimenti e battiscopa. Nella demolizione è compreso il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 6. Demolizione di calcestruzzo armato controterra a livello del soffitto del piano interrato atto all’allargamento delle bocche di aerazione. La demolizione dovrà avvenire con ogni cautela e dovrà essere comprensiva di calo in basso, movimentazione nell’ambito del cantiere e di relativo carico su automezzo meccanico. 7. Demolizione di intonaco interno agli appartamenti, su pareti e soffitti, e d’intonaco esterno in corrispondenza dei plafoni dei terrazzi del piano terra. Sono compresi: la scrostatura e la scalfittura della malta negli interstizi dei giunti della muratura; la spazzolatura finale; il lavaggio e la pulitura della superficie scrostata; l’umidificazione. Sono, inoltre, compresi la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il carico su automezzo meccanico. 8. Demolizione di pavimenti e rivestimenti sia interni che esterni, da eseguire in corrispondenza di tutti gli appartamenti, di tutti i terrazzi del fabbricato e del lastrico d’ingresso alla nuova aula per servizi di quartiere. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. E’, invece, esclusa la preparazione per la ripavimentazione. 9. Demolizione del massetto e del sottofondo in corrispondenza delle pavimentazioni e del massetto posto su copertura e cornicione. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 10. Demolizione di solaio misto in laterizio e c.a. in corrispondenza del ballatoio del piano primo (Lotto A) per il successivo inserimento di solaio in vetro-cemento. E’ compreso l’eventuale taglio dei ferri, quindi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 11. Taglio a forza nel conglomerato cementizio in corrispondenza del soffitto del piano interrato per il passaggio di cavi e scarichi. Nel traglio è compreso il calo a terra del materiale, lo scarriolamento a mano fino al punto di carico, la cernita e l’accatastamento del materiale, il carico su automezzo meccanico, nonché il trasporto a pubblica discarica autorizzata con i relativi oneri. 12. Demolizione delle murature al piano terra, in corrispondenza dei vecchi laboratori, ed al piano interrato, in corrispondenza del ripostiglio. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 13. Demolizione di solaio in legno in corrispondenza del locale contatori ENEL e della centrale termica per il passaggio di cavi nei suddetti vani tecnici. Nella demolizione sono compresi il calo a terra del materiale, il movimento nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. 14. Demolizione totale, con uso di mezzo meccanico, di calcestruzzo non armato per i cordoli delle aiuole, dei cordoli delle aree a prato e dei cordoli presenti in corrispondenza del 7 parcheggio interno, di qualsiasi forma o spessore. Sono compresi: l'impiego di mezzi d'opera adeguati alla mole delle strutture da demolire; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei materiali provenienti dalle demolizioni ed il relativo carico su automezzo meccanico. Art. 2- Scavi e rinterri Come da elaborati esecutivi forniti dalla D.L. Scavi Scavi a sezione obbligata fino a 3 m, con l’uso di mezzi meccanici, per la realizzazione delle nuove fognature sulla via pubblica. Lo scavo dovrà essere effettuato con mezzo meccanico in terreni di qualunque natura e consistenza, eseguito anche in presenza di acqua, e comprenderà la demolizioni delle normali sovrastrutture. Dovranno essere, poi, compresi il tiro in alto delle materie scavate, l’allargamento della sezione di scavo per garantire adeguati spazi di manovra, eventuali rinterri, in caso di materiale idoneo, il carico in alto, la movimentazione nell’ambito del cantiere ed il relativo carico su automezzo meccanico. Per gli scavi, sono compresi nell’appalto i riporti di terreno necessari per raggiungere le quote di progetto delle sistemazioni esterne. Il tutto da realizzare come da indicazioni della D.L. Per la realizzazione di nuova pavimentazione e di nuove aree verdi, nonché per la realizzazione degli impianti di illuminazione pubblica ed irrigazione, si richiedono scavi a sezione obbligata fino alla profondità di 3 m, eseguiti con uso di mezzo meccanico, di materie di qualsiasi natura e consistenza asciutte, bagnate o melmose, eseguiti anche in presenza di acqua con battente massimo di cm 20, esclusa la roccia da mina ma compresi i trovanti rocciosi ed i relitti di murature fino a 0,50 mc. Sono inoltre compresi: la demolizione delle normali sovrastrutture tipo pavimentazioni stradali o simili; il tiro in alto delle materie scavate; l'eventuale rinterro delle materie depositate ai margini dello scavo, se ritenute idonee dalla D.L.; l’onere per il carico in alto; la movimentazione nell’ambito del cantiere dei materiali provenienti dagli scavi; il relativo carico su automezzo meccanico. Saranno, invece, da computarsi a parte il trasporto tramite autocarro a qualsiasi distanza nell’ambito del cantiere o verso discarica o sito autorizzato fino ad una distanza di 15 km, misurato per il solo viaggio di andata dal punto più vicino del cantiere fino alla discarica o sito autorizzato. Saranno compresi: il carico e lo scarico dei materiali dai mezzi di trasporto; le assicurazioni; ogni spesa relativa al pieno funzionamento del mezzo di trasporto e degli oneri di smaltimento in pubblica discarica. La gestione dei materiali deve avvenire secondo le prescrizioni previste al punto 5/B) del presente Capitolato Speciale d’Appalto Rinterri I rinterri ed il riempimento di cavi o di buche dovranno essere realizzati con materiale proveniente da fuori cantiere scevro da sostanze organiche. Nelle operazioni di rinterro sono compresi: la fornitura a bordo scavo del materiale da utilizzare; gli spianamenti; la costipazione e la pilonatura a strati non superiori a 30 cm; la bagnatura e necessari ricarichi; la cernita dei materiali. I rinterri dovranno essere effettuati lungo tutta la nuova linea della fognatura sulla via pubblica. Per la realizzazione dll’impianto di illuminazione pubblica, saranno necessarie opere di rinterro o riempimento di cavi o di buche con materiali scevri da sostanze organiche e proveniente dagli scavi di cantiere. Saranno compresi: la fornitura a bordo scavo dei materiali da utilizzare; gli spianamenti; la costipazione e la pilonatura a strati non superiori a 30 cm; la bagnatura e i necessari ricarichi; i movimenti dei materiali, per quanto sopra eseguiti, con mezzi meccanici; la cernita dei materiali. E' inoltre compreso quanto altro occorre per dare l'opera finita. Art. 3- Drenaggi I drenaggi dovranno essere realizzati in corrispondenza di tutti gli scavi eseguiti per la nuova linea della fognatura; dovranno essere composti da pietrisco di cava, di pezzatura mista da 15 a 45 – 50 mm, e dovranno essere assestati mediante l’uso di pestello meccanico. Gli scoli delle acque andranno collegati alla fognatura comunale e dovranno essere istallati pozzetti di ispezione come richiesto dalla D.L. Per garantire adeguato comportamento drenante in corrispondenza dell’area adibita a verde comunale, si renderà necessario realizzare opportuno drenaggio eseguito con ghiaia di fiume di pezzatura mista da 15 a 40-50 mm, entro cavi. 8 Art. 4- Solai Come da elaborati esecutivi. Per la realizzazione delle nuove solette di copertura delle bocche di aerazione dell’autorimessa e per la realizzazione della copertura in vetro-mattone, in corrispondenza del piano terra affacciantesi su via Mazza, si dovrà ricorrere ad un solaio in latero-cemento con travetti prefabbricati tralicciati con fondo in laterizio ed interposti blocchi in laterizio ad interasse di 50 cm. Nella realizzazione di dette solette dovranno essere compresi: il laterizio o le pignatte ed i relativi pezzi speciali; l’armatura metallica necessaria; il getto di completamento da realizzarsi con calcestruzzo Rck = 30 Mpa e classe di esposizione pari a 2b (norma UNI 9858); le casseforme e le puntellature. Art. 5- Murature Prescrizioni particolari: I blocchi di laterizio di tutti i tipi di muratura sotto elencati, dovranno essere perfettamente riempiti di malta, sia nei giunti orizzontali che nei giunti verticali, tirata perfettamente fino a filo esterno di entrambe le facce dei laterizi. Il rinzaffo interno delle murature dovrà essere di almeno 1 cm. Gli incroci fra le murature esterne e le murature di divisione fra due unità immobiliari dovranno essere realizzate in modo tale da eliminare i ponti acustici. Gli isolanti termoacustici dovranno essere montati a perfetta regola d’arte, non dovranno rimanere spazi vuoti fra pannelli e pannelli; i pannelli dovranno essere accostati e/o sovrapposti perfettamente senza lasciare alcun ponte acustico o termico nelle pareti. Tutte le tracce eseguite nelle murature per la realizzazione degli impianti dovranno essere eseguite in modo meno invasivo possibile; le tracce non dovranno mai in nessun caso forare completamente lo spessore dei laterizi e dovranno essere perfettamente riempite di malta. Le scatole degli impianti elettrici dovranno essere perfettamente avvolte dalla malta in tutti i lati. Dovranno evitarsi i ponti acustici originati dal posizionamento contrapposto di scatole di derivazione degli impianti (scatole elettriche, ecc.) e prese elettriche. Le murature esterne esistenti, isolate mediante il montaggio di “cappotto” interno od esterno, dovranno essere in grado di garantire un D2m,nT,w pari a 40 dB; le murature esistenti di divisione fra unità immobiliari, opportunamente isolate, dovranno essere in grado di garantire un R’w pari a 50 dB; le murature esterne ed interne coibentate dovranno garantire i parametri sopra citati nel loro insieme, con infissi, portoni, prese d’aria, murature, isolamenti, intonaci, impianti, ecc. I cavedi per i passaggi degli impianti dovranno garantire, negli ambienti abitativi limitrofi, livelli Lasmax non superiori a 35 dB(A); i cavedi dovranno garantire il parametro sopra citato nel loro insieme completi di murature, intonaci, isolamenti, impianti, ecc. Tutti i ponti termici, nessuno escluso, dovranno essere isolati madiante pannelli in fibre minerali feldspatiche o pannelli in polistirene espanso estruso con vari spessori, come da relazioni specialistiche. Sotto le pareti interne sarà posato uno strato di isolante acustico tipo Celenit N sp. 6 cm o altro materiale a scelta della D.L., completo di risvolti. Il tutto sarà eseguito come richiesto dalla D.L. Divisori interni I divisori interni degli alloggi, i divisori dell’aula per servizi alla comunità, il divisorio per il disimpegno in corrispondenza del piano interrato, il divisorio per il disimpegno della centrale termica e la controparete da realizzare su tutto il perimetro del piano interrato dovranno essere in forati in laterizio da 8 x 25 x 25 cm o 14 x 25 x 25 cm, formati con malta di allettamento a base di calce idraulica naturale della ditta Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a scelta D.L. La parete dovrà essere rifinita con intonaco pronto premiscelato tipo “T501” della ditta Tassullo o similare. I divisori interni degli alloggi negli elaborati grafici sono individuati con il codice M11. Porzioni di divisorio tra appartamenti in corrispondenza dei piani terra e primo Nuovi divisori per chiusura porte esistenti tra unità immobiliari da realizzare con doppio laterizio forato, rispettivamente da 12 x 25 x 25 cm e da 8 x 25 x 25 cm con interposto pannello in fibra di vetro e con applicazione su di un lato di pannelli rigidi isolanti di fibre minerali feldspatiche. I forati dovranno essere posati con malta di allettamento a base di calce idraulica naturale della ditta Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a scelta D.L. L’intonaco di rifinitura sarà del tipo pronto premiscelato per interni tipo “T501” della ditta Tassullo o similare. Per le caratteristiche dei pannelli isolanti vd. il paragrafo relativo agli isolamenti acustici. I divisori tra unità 9 immobiliari negli elaborati grafici sono individuati con i seguenti codici: M3, M5, M6, M8, M9, M10, M13 e M16, a seconda della posizione dei pannelli isolanti e del loro spessore. Divisori tra le nuove unità immobiliari al piano terra Nuovi divisori a definizione degli appartamenti al piano terra, ricavati sul retro del fabbricato, realizzati con doppia parete in laterizio forato (spessori 8 e 12 cm) con interposto pannello isolante in fibre minerali feldspatiche per uno spessore di 5 cm; la finitura superficiale, su ambedue le facce, dovrà essere realizzata ion inotnaco di calce e gesso per uno spessore di 15 mm. I divisori di nuova realizzazione tra le nuove unità immobiliari negli elaborati grafici sono individuati con il codice M19. Divisorio tra autorimessa e vano ascensore La parete divisoria interna, che si dovrà realizzare nell’interrato fra autorimessa e vano scala condominiale, dovrà essere in blocchi tipo Leca dello sp. di 20 cm, pulita e stuccata da lasciare a vista (intonacata verso il vano scala condominiale); la malta di allettamento dovrà essere della ditta Tassullo “TBLOCK/GR” o altra ditta e modello similare a scelta della D.L. Il divisorio di nuova realizzazione tra autorimessa e vano ascensore negli elaborati grafici è individuato con il codice M18. Divisorio tra zona compartimentata e deposito al piano interrato e parete C.T. al piano terra La parete divisoria interna, che si dovrà realizzare per dividere nel piano interrato il disimpegno dall’autorimessa, dovrà essere in blocchi forati di laterizio dello spessore di 15 cm; i forati dovranno essere posati con malta di allettamento a base di calce idraulica naturale della ditta Tassullo, modello “T270P”, o altra ditta e modello similare a scelta D.L. L’intonaco di rifinitura sarà del tipo pronto premiscelato per interni tipo “T501” della ditta Tassullo o similare. La stessa tipologia di parete dovrà essere realizzata al piano terra per chiudere i vani finestrati in corrispondenza del locale che da progetto diventa Centrale Termica. Il divisorio di nuova realizzazione tra zona compartimentata e depositoal piano interrato, nonché per la realizzazione di porzioni di parete della C.T. al piano terra, negli elaborati grafici è individuato con il codice M7. Art. 6- Impermeabilizzazioni Adeguata impermeabilizzazione dovrà essere realizzata in corrispondenza di balconi, terrazzi, logge, coperture piane, percorsi esterni, pavimentazioni attorno al fabbricato ecc.; il modello e le caratteristiche della guaina saranno indicate dalla D.L. (tipo “Mapelastic” della ditta Mapei), così come le modalità di esecuzione. Membrana impermeabilizzante Le solette di copertura delle bocche di aerazione dell’autorimessa, i terrazzi degli appartamenti, il terrazzo condominiale e le coperture piane dell’intero complesso dovranno essere impermeabilizzate con membrana in bitume polimero elastomerica dotata di armatura in tessutonon tessuto in poliestere da filo continuo, approvata con AGREMENT dall’I.C.I.T.E., a base di bitume distillato e gomma termoplastica costituita da un copolimero a blocchi stirolo butadiene radiale (SBS). La membrana, fornita e posta in opera, dovrà rispettare le seguenti caratteristiche: allungamento a rottura della mescola non armata (NFT46002) al 2000%; resistenza longitudinale a trazione (UNI 8202) pari a 90 kg/5 cm; resistenza trasversale a trazione (UNI 8202) pari a 80 kg/5 cm; allungamento longitudianle a rottura (UNI 8202) pari al 50%; allungamento trasversale a rottura (UNI 8202) pari al 50%; resistenza a fatica su fessura attiva (UNI 8202) pari a 10.000 cicli a 0°C e a 1.000 cicli a 10°C; flessibilità a freddo (UNI 8202) pari a -25°C. Il prodotto che verrà utilizzato in cantiere dovrà comunque essere certificato, avere uno spessore pari a 4 mm e dovrà essere applicato a fiamma con giunti sovrapposti di 10 cm. Barriera al vapore In corrispondenza delle murature trattate con isolamento “a cappotto” interno (codici M1, M4 ed M14), tra le due lastre in cartongesso da usare come finitura superficiale, dovrà essere sistemata barriera al vapore in fogli di polietilene dello spessore di 0,2 mm. In corrispondenza della muratura denominata M12, dove una parete di laterizio è addossata all’isolamento in polistirene 10 espanso estruso senza pelle per garantire il passaggio degli impianti, dovrà essere montata barriera al vapore in fogli di alluminio dello spessore di 0,03 mm. Laddove i terrazzi corrispondono alla copertura piana degli appartamenti sottostanti (i terrazzi degli appartamenti del piano primo e del piano secondo, nonché le coperture piane dell’intero complesso) dovrà essere fornita e posta in opera adeguata barriera al vapore, costituita da fogli di alluminio dello spessore di 0,08 mm. I fogli dovranno essere posti in opera a secco, secondo le prescrizioni del costruttore e tenendo presenti i seguenti aspetti: Modalità 1: montaggio dei fogli con 20 cm di sovrapposizione e risvoltati sulle parti verticali per 10 cm. Modalità 2: montaggio dei fogli con 5 cm di sovrapposizione, sigillati con nastro di giunzione monoadesivo largo 8 cm e risvoltati sulle parti verticali per 10 cm. In entrambi i casi, il collegamento degli elementi fuoriuscenti dalle superfici trattate dovrà avvenire mediante nastro di giunzione. Art. 7- Isolamenti termoacustici Gli isolamenti dell’edificio dovranno rispettare ed essere conformi alla Legge 10/’91, al D.M. n. 412 del 01/08/’93, al D.Lgs. n.192 del 19/08/’05, al D.Lgs n. 311/’06 e successive modificazioni e/o integrazioni, al D.P.C.M. 05/12/’97 (“Determinazione dei requisiti acustici degli edifici”) ed alla Legge Regionale n. 28 del 14/11/2001 e successive modificazioni e/o integrazioni; dovranno essere dotati di marchio CE ottenuto secondo le relative norme di prodotto. Le tubazioni dell'impianto termico, i tubi dell’acqua calda ed i tubi dell’acqua fredda dovranno essere coibentati con materiale idoneo (ad alto potere coibente) a scelta della D.L. Adeguata coibentazione dovrà essere prevista anche nei locali contatori dove sono possibili condensa e gelo. Si rimanda al Disciplinare Tecnico degli impianti tecnologi, agli elaborati di progetto ed alle norme di legge per ulteriori prescrizioni circa le caratteristiche di conducibilità e spessori da applicarsi. L’isolamento termo-acustico delle canalizzazioni (colonne di scarico, distribuzione scarichi cucine, distribuzione scarichi bagni, distribuzione altri attacchi, sfiati, cappe cucine, aerazioni bagni, ecc., nessuno escluso) sarà eseguito con guaine di polietilene espanso (sp. minimo 5 mm) tipo “Fonoblok” della ditta Armstrong (il tutto completato da fascette e nastro autoadesivo “Tubolit WF 70SK”) o tipo “Sonik” della ditta Isofom (il tutto completato da fascette e nastro autoadesivo “Sonik”). Il tutto dovrà essere montato come da indicazioni fornite dalla D.L. Per ulteriori prescrizioni di isolamento acustico, si rimanda alla parte V del Certificato Acustico di Progetto. Su tutti i solai dovranno essere montati pannelli specifici per impianti a pavimento e sottostante materassino tipo “Tarilex” o altro materiale a scelta della D.L., risvoltato perimetralmente (per pavimentazioni galleggianti). Il tutto da eseguire come da indicazioni della D.L. La copertura piana del fabbricato principale dovrà essere isolata con pannelli rigidi in fibre minerali feldspatiche dello spessore minimo 12 cm. Si dovrà, comunque, provvedere all’isolamento acustico di solai e pavimentazioni (per tutti i solai e per tutti i tipi di pavimentazioni) montando materiali (pannelli, materassini, ecc. risvoltati anche sulle pareti) certificati a norma di legge: il materiale scelto dovrà rispettare ed essere conforme a tutte le leggi Nazionali e Regionali in materia di acustica negli edifici per l’abbattimento dei rumori all’interno dei fabbricati. L’isolamento acustico dovrà essere posto anche sotto tutti i tramezzi interni, sotto le pareti di divisione fra appartamenti e, laddove questo sia possibile, sotto le pareti di divisione fra appartamenti e vani scala. Le pavimentazioni nel loro insieme (solai, isolanti acustici, impianti, massetti, pavimentazioni, ecc.) dovranno garantire un R’w superiore a 50 dB (A) D2m, nT, w superiore a 40 dB(A) e L’nT,w inferiore a 63 dB (A). Isolamento a cappotto esterno Laddove sarà possibile, secondo gli elaborati grafici e le indicazioni fornite dalla D.L., le murature dovranno essere coibentate mediante il montaggio esterno di pannelli in polistirene espanso estruso dello spessore di 12 cm. Il rivestimento a cappotto dovrà prevedere il risvolto sulla copertura. La lavorazione non dovrà essere effettuata nelle ore di massima insolazione, dovrà essere garantita con polizza di assicurazione, dovrà essere corredata da relazione indicante i componenti impiegati e certificati e, infine, dovrà essere fornito alla D.L. un campione per il raffronto in sede di collaudo. Nel caso in cui il cappotto debba essere montato su intonaci esistenti tinteggiati, si dovrà prevedere l’uso di primer a solvente aggrappante o fissativo; l’intervento dovrà essere completo di lavaggio delle superfici. Il pannello dovrà essere fornito e posto in opera con la seguente metodologia: 1. Sarà necessario stendere un fondo insaponificabile (fondo di tipo acrilico, idraulico o misto a giudizio della D.L.) su tutta la superficie da trattare, fratazzata o staggiata, per uno spessore di 2 mm; 2. Dovranno, poi, essere applicati i pannelli isolanti mediante fissaggio meccanico con stop ad espansione, in n. di 3 al mq, con piastrina di ripartizione in lamiera zincata (in alternativa è possibile il fissaggio con appositi fermi in plastica, a giudizio della D.L.); 3. Stesura 11 di collanti o mastici di rasatura per uno spessore di 1,5 mm; 4. Applicazione di rete di fibra di vetro insaponificabile con maglia 4 x 4 mm o comunque avente simile resistenza a trazione, pari a 120150 kg per 5 cm di larghezza; 5. Finitura con collanti o mastici per uno spessore di 1,5 mm; 6. Applicazione di malta idraulica per finitura con strato rigido per uno spessore di 6-7 mm (in alternativa: malta plastica costituita da polveri di quarzo e leganti acrilici insaponificabili dello spessore di 5 mm a giudizio della D.L.); 7. Tinteggio a rullo con pittura a solvente (se necessario ed a discezione della D.L.) avente spessore minimo di 0,5 mm (kgmq 0,5); 8. Saranno da prevedere paraspigoli e sigillanti siliconici se necessario (a discezione della D.L.). Le murature per le quali è previsto un trattamento isolante a cappotto esterno negli elaborati grafici sono individuati con i codici M2 ed M15. Isolamento a cappotto interno Laddove risulta impossibile applicare un isolamento termico sulle murature mediante rivestimento a cappotto, queste verranno isolate termicamente ed acusticamente con il montaggio sulla faccia interna di pannelli isolanti in lana di roccia o polistirene espanso estruso a seconda dei casi. Verranno seguite le stesse modalità e verranno usati gli stessi materiali anche per l’isolamento delle pareti divisorie tra unità immobiliari. In particolare: In particolare le pareti divisorie tra unità immobiliari saranno isolate mediante il montaggio di un materassino in lana di roccia dello spessore di 4 cm. Il materassino dovrà avere una densità > di 125 kgmc, dovrà essere trattato con resine termoisolanti. Le murature per le quali è previsto un trattamento isolante interno negli elaborati grafici sono individuate con i codici M1, M3, M4, M5, M6, M8, M9, M10, M13, M14 e M16. Le differenze tra le varie murature (definite appunto con codici diversi) sono date dalla tipologia della muratura esistente che si andrà a coibentare, dallo spessore del pannello isolante (variabile in funzione delle esigenze termo-acustiche e dimensionali degli ambienti) e dalla faccia della muratura che verrà coibentata (faccia destra, faccia sinistra o entrambe le facce). Le suddette differenze non dovranno, comunque, modificare la metodologia d’intervento. A completamento del pacchetto delle murature definite con i codici M1, M3, M4, M6, M8, M9, M10, M13, M14 ed M16 dovranno essere montate lastre di gesso cartonato dello spessore di 15 mm a rifinitura dei pannelli di polistirene espanso estruso. La muratura in doppia parete di calcestruzzo (giunto sismico) sarà integrata con pannelli in polistirene espanso estruso, ai quali dovrà essere sovrapposta parete in laterizio forato delle dimensioni di 8 x 25 x 25 cm poi intonacata, sia per garantire appropriato grado di isolamento termo-acustico che per garantire il passaggio degli impianti tecnologici. La muratura per la quale è previsto il posizionamento di isolante interno con soprastante controparete negli elaborati grafici è individuata con il codice M12. Isolamento dei solai di copertura In corrispondenza dei solai piani di copertura (copertura del fabbricato e copertura dell’aula di servizio di quartiere), per garantire adeguato isolamento termo-acustico dovrà essere montato un pannello rigido in fibre minerali feldspatiche dello spessore di 12 cm al di sopra della barriera al vapore. Il pannello isolante dovrà avere densità maggiore a 125 kgmc, dovrà essere trattato con resine termoisolanti in classe 0 di reazione al fuoco e dovrà essere ricoperto su entrambi i lati da un foglio di carta bituminosa. Dovrà essere messo in opera perfettamente confinato, con sovrapposizione di manto adesivo largo almeno 8 cm sulle giunzioni dei pannelli. Isolamento dei solai d’interpiano I solai d’interpiano dovranno essere isolati mediante materassino in gomma, tipo “Tarilex” o altro materiale a scelta della D.L., dello spessore di 5 mm, risvoltato perimetralmente (per pavimentazioni galleggianti) e la posa di pannelli di polistirene espanso estruso con pelle con spessore nominale di 15 mm con bugnatura (o equivalenti) per la posa delle tubazioni, protetti da pellicola antigraffio da 50 my, specifico per la posa di impianto di riscaldamento a pavimento. Il materiale isolante da utilizzare va accuratamente accostato, in modo da garantire la continuità dell’isolamento: sarà, perciò, opportuno sovrapporre i manti acustici per 8-10 cm e/o fissarli mediante bande adesive in polietilene. La continuità dovrà essere garantita anche sigillando le giunzioni tra i pannelli in senso orizzontale. In corrispondenza delle partizioni verticali i fogli di materiale isolante dovranno essere risvoltati su tutto il perimetro per un’altezza pari a quella del del pavimento finito. Isolamento dei terrazzi I terrazzi che costituiscono il soffitto delle sottostanti unità immobiliari dovranno essere adeguatamente isolati dal punto di vista sia termico che acustico. Sarà, perciò, necessario montare lastre in polistirene espanso estruso con pelle, con trattamento 12 antifiamma (classe 1 di reazione al fuoco), con densità pari a 28 kgmc ed avente uno spessore pari a 8 cm. Le lastre di polistirene dovranno essere posate su fogli di alluminio consistenti in barriera al vapore quindi, a completamento del pacchetto di solaio ed immediatamente prima della pavimentazione, dovrà essere stesa doppia membrana impermeabilizzante di “Mapelastic”della ditta Mapei o altra similare a scelta della D.L. Isolamento dei solai a sbalzo I pavimenti delle unità immobiliari che danno verso spazi aperti dovranno essere isolati con cappotto esterno montato in orizzontale. Il cappotto esterno orizzontale sarà composto da polistirene espanso estruso senza pelle dello spessore di 12 cm. La lavorazione non dovrà essere effettuata nelle ore di massima insolazione, dovrà essere garantita con polizza di assicurazione, dovrà essere corredata da relazione indicante i componenti impiegati e certificati e, infine, dovrà essere fornito alla D.L. un campione per il raffronto in sede di collaudo. Nel caso in cui il cappotto debba essere montato su intonaci esistenti tinteggiati, si dovrà prevedere l’uso di primer a solvente aggrappante o fissativo; l’intervento dovrà essere completo di lavaggio delle superfici. Controsoffitto con isolamento In corrispondenza del soffitto del piano interrato si dovrà intervenire rimuovendo l’attuale controsoffitto e sostituendolo con un nuovo controsoffitto termofonoisolante e fonoassorbente. Dovrà essere posizionato a soffitto, lasciando una camera d’aria di 5 cm, un pannello rigido in fibre minerali feldspatiche dello spessore di 10 cm. Il materassino dovrà avere una densità maggiore di 125 kgmc. La finitura del controsoffitto dovrà avvenire mediante il montaggio di doppia lastra di cartongesso, dello spessore di 15 mm ciascuna. Art. 8- Intonaci interni Intonaco interno in corrispondenza di appartamenti ed aula di servizi Gli intonaci per interni dovranno essere del tipo pronto e premiscelato a base di grassello di calce, in leganti speciali, titato in piano e fratazzato con contemporanea rasatura e finitura; dovranno garantire resistenza specifica alla diffusione del vapore <=12. Si dovranno realizzare con sbruffata di aggrappo a base di calce idraulica naturale, inerti selezionati con granulometria massima pari a 2 mm e cellulose di origine naturale del tipo “TA02” della ditta Tassullo o altra ditta e modello a scelta della D.L. (da eseguire dove si rendesse necessario). La posa verrà effettuata mediante frattazzo di plastica o di metallo e rifinito con frattazzino di plastica o spugna (a seconda delle caratteristiche di finitura richieste); successivamente si dovrà posare un intonaco pronto secco a base di calce idraulica naturale ed inerti selezionati, con curva granulometrica controllata, tipo “T501” della ditta Tassullo o altra ditta e modello a scelta della D.L. Intonaco grezzo da eseguirsi all’interno In corrispondenza delle porzioni di muratura interna da realizzare ex-novo e comunque laddove si rendesse necessario, a discezione della D.L., dovrà essere realizzato intonaco grezzo, rustico o fratazzato, costituito da un primo rinzaffo e da un secondo strato tirato in piano a fratazzo lungo, applicato con le necessarie poste e guide, su superfici piane o curve, verticali ed orizzontali. Intonaco deumidificante In corrispondenza della rampa d’accesso al piano interrato, dovrà essere realizzato intonaco deumidificante dello spessore medio di 3 cm, secondo le seguenti modalità: 1. demolizione del vecchio intonaco fatiscente fino a portare la muratura al vivo; 2. scarnitura parziale delle fughe, spazzolatura ed idrolavaggio a pressione; 3. intonacatura con malta pronta all’uso a base di leganti idraulici, inerti selezionati e specifici additivi porogeni per la produzione di una malta con caratteristiche di elevata traspirabilità μ < 6. L’intonaco dovrà essere applicato a cazzuola o a macchina per strati successivi, fino a realizzare uno spessore minimo, nei punti di maggiore sporgenza del sottofondo, di almeno 2 cm. 4. rasatura di finitura di civile con malta fine a base di calce rifinita e fratazzino di spugna. Art.9- Sottofondi e massetti 13 Massetto su vespaio Al di sopra del vespaio andrà realizzata una soletta in c.a. di spessore non inferiore a 10 cm., tirato in piano orizzontale o con quelle pendenze che, all'atto esecutivo ordinerà il Direttore dei Lavori. La soletta sarà armata con rete elettrosaldata in acciaio 8 a maglia quadrata con 20cm. di lato, se non altrimenti disposto negli elaborati progettuali. Il conglomerato, se non altrimenti disposto negli elaborati progettuali verrà realizzato con 3 q.li di cemento tipo CEM II – A/L 42,5 per mc. Massetto eseguito per pavimentazioni Negli alloggi, nei terrazzi, nelle parti condominiali, nei locali condominiali, in corrispondenza delle nuove solette di copertura delle bocche d’aerazione, in corripsondenza del lastricato d’ingresso all’aula per servizi di quartiere, nonché in corrispondenza della via pubblica da pavimentare, verrà eseguito un massetto armato in calcestruzzo, debitamente lisciato per successiva posa dei pavimenti e da eseguire con materiale tipo “Massetto” della ditta Tassullo o “Tecnoisol” o altro materiale a scelta della D.L. Il tutto come da indicazioni della D.L. L’armatura sarà realizzata mediante la posa di rete elettrosaldata in fili d’acciaio ad aderenza migliorata di qualsiasi dimensione e diametro, con un Ø fino a 5 mm, da applicarsi all’esterno dei ferri d’armatura messi a nudo preventivamente per armatura di getti in calcestruzzo o getti di risanamento. Sarà compreso il taglio, la sagomatura, lo sfrido, la sovrapposizione ed il fissaggio mediante legature con fili di ferro o con chiodi, sparati con un massimo di 4 chiodi a mq. Massetto per coperture In corrispondenza di tutte le coperture piane (copertura del fabbricato e copertura dell’aula per servizi di quartiere) dovrà essere realizzato un massetto di calcestruzzo vibrato non armato, confezionato con inerti di sabbia e pietrisco o ghiaia o pietrisco di frantoio, con idonea proporzione granulometrica, dosato con 3 q.li di cemento tipo 325 per mc reso. Per dare l’opera finita il massetto dovrà essere rifinito con lisciatura o fratazzatura a cemento. Il tutto dovrà essere realizzato come da indicazioni della D.L., con materiale Tipo “MASSETTO” della ditta Tassullo o “Tecnoisol” o altro materiale a scelta della D.L. Nei percorsi esterni, in corrispondenza delle rampe e nel marciapiede attorno i fabbricati, si eseguirà un massetto in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata Ø 8 mm con maglia 20 x 20 cm e sp. minimo 10 cm con sottostante ghiaia costipata spessore minimo cm 20. Massetto isolante In corrispondenza di tutti gli appartamenti, dei terrazzi al piano terra ed al piano terzo e nei locali adibiti a servizi di quartiere dovrà essere realizzato un massetto isolante in calcestruzzo cellulare alleggerito con sfere di polistirolo, confezionato con 200 kg di cemento per 1 mc di impasto, dato in opera per lastrici, sottofondi, rinfianchi ecc. battuti o spianati anche con pendenze. Saranno da comprendere i tiri, l’eventuale stabilitura superiore di circa 1 cm di malta cementizia. Il sottofondo dovrà avere uno spessore fino a 7 cm. Massetto conduttivo Massetto tipo “Knauf FE 80 Termico” di Knauf Gips KG Co. da realizzare in corrispondenza dell’impianto a pannelli radianti a pavimento. Il massetto dovrà essere un fluido premiscelato per interni, composto da vari tipi di solfati e alfa-solfati di calcio, cemento, fluidificanti ed inerti speciali selezionati (0-3 mm). Classificazione secondo DIN EN 13813: CA-C30-F6. Cordolo prefabbricato in calcestruzzo vibrato In corrispondenza delle aiuole e comunque di tutti i perimetri delle zone a verde, dovrà essere posto in opera opportuno cordolo prefabbricato in calcestruzzo vibrato con sezione minima di 300 cmq. La posa dovrà avvenire curando perfettamente gli allineamenti e giuntando gli elementi su massetto in calcestruzzo a 2 q.li di cemento normale e con spessore non inferiore a 10 cm. Art. 10- Pavimenti 14 I pavimenti in mattonelle di graniglia e legante cementizio che caratterizzano gli spazi condominiali, le rampe, i corridoi esterni, le scale con relativi pianerottoli ed i ballatoi non saranno sostituiti, ma verranno trattati mediante arrotatura e levigatura con mola meccanica e successiva boiaccatura. Il trattamento verrà concluso dalla pulitura delle superfici con segatura e dalla stuccatura. In corrispondenza delle nuove solette di copertura delle bocche d’aerazione, in corrispondenza di tutti i terrazzi e di tutti gli appartamenti, in corrispondenza dei vani comuni, dell’aula di servizi per quartiere e del lastricato d’ingresso all’aula per servizi di quartiere verrà realizzato nuovo pavimento in gres porcellanato a tutta massa della ditta Ceramica Del Conca modello “HEV” o altro modello a scelta della D.L., sia per interni che per esterni (per esterni si dovrà optare per la versione “Grip”), posato con malta di allettamento o con mastici adesivi. A posa ultimata le pavimentazioni dovranno essere pulite con segatura e dovranno essere sigillati i giunti. Il formato di riferimento delle mattonelle è il 45 x 45 cm ed il costo indicativo è di € 30,00/mq. I pavimenti dovranno essere eseguiti tutti con materiali privi di sostanze tossiche e nocive, con indice di radioattività inferiore a 0,7 e saranno montati tutti a colla con collanti privi di sostanze tossiche e nocive a scelta della D.L. Il tutto dovrà essere eseguito a regola d’arte, come richiesto dalla D.L. I pavimenti saranno montati a squadro; il montaggio in diagonale, dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al mq. Negli alloggi, nei locali condominiali, nei terrazzi e nelle coperture piane o dove richiesto dalla D.L. (anche se richiesto sulla totalità delle pavimentazioni da montare) i pavimenti saranno montati con fuga senza che alcun onere aggiuntivo venga versato all’Impresa (fuga da eseguire con materiali privi di sostanze tossiche e nocive e di tipo idrofugo per le pavimentazioni esterne). Sono da prevedere piastrelle di scorta pari al 3% dei pavimenti montati (di ogni tipo di pavimento montato, sia privato che condominiale e pubblico). La pavimentazione della via pubblica, in corrispondenza della quale si dovrà realizzare un tratto di nuova fognatura, dovrà essere in cubetti di porfido dello spessore variabile da 4 a 6, forniti e posti in opera ad arco ''coda di pavone'' su idoneo letto di sabbia. Sono compresi: la battitura a rifiuto, la sigillatura dei giunti con bitume puro ed il letto di sabbia. In corrispondenza dei percorsi ricavati all’interno dell’area verde vera e propria si dovrà provvedere alla formazione di zone parte a ghiaietto e parte in lastre di cemento colorato o travertino ricostruito. I percorsi a ghiaietto saranno realizzate su sottofondo già esistente. Saranno compresi: la fornitura del ghiaietto del diametro di 4 – 5 mm; la stesa con l'uso del rastrello per uno spessore minimo di 5 cm. Prima della sistemazione del ghiaino occorrerà posizionare nei percorsi geocomposito in geogriglia e doppio geotessile del peso superiore a 500 g/mq. Trattasi di geostuoia composta da georete in polietilene ad alta densità contenuta tra due teli di geotessile leggero, accoppiati alla georete per termosaldatura; la geostuoia avrà elevata capacità drenante per la realizzazione di un sistema filtro-drenoprotezione del rilevato di peso non inferiore a 500 g/mq e spessore non inferiore a 3,5 mm. Dovrà essere data in opera con sovrapposizioni ai bordi del telo o del pannello per almeno 25 cm. I percorsi in lastre di cemento colorato o in travertino ricostruito dovranno essere realizzati posandole a secco sul terreno. Art. 11- Rivestimenti interni I rivestimenti dovranno essere eseguiti tutti con materiali privi di sostanze tossiche e nocive, con indice di radioattività inferiore a 0,7, saranno montati tutti a colla con collanti privi di sostanze tossiche e nocive, a scelta della D.L., e stuccati o fugati con materiali privi di sostanze tossiche e nocive e di tipo idrofugo. Il tutto dovrà essere eseguito a regola d’arte, come richiesto dalla D.L. Nei bagni principali, nei bagni di servizio, nei ripostigli adibiti a lavanderia e nelle cucine i rivestimenti saranno eseguiti con piastrelle monocottura in pasta bianca. I rivestimenti saranno tutti montati a squadro; sono compresi nell’appalto il montaggio di tutti i formati (escluso formati inferiori al 10 x 10 cm, 10 x 10 compreso, il montaggio in diagonale, il montaggio con fuga e il montaggio di greche e listelli). Il montaggio in diagonale, dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al mq. Il montaggio con la fuga (da eseguire con materiali privi di sostanze tossiche e nocive e di tipo idrofugo), dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al mq. Il montaggio di greche e listelli, dove richiesto dalla D.L., sarà pagato a parte al prezzo di € 5,00 al ml. Il rivestimento sarà realizzato fino ad una altezza non inferiore a 2,00 m per i bagni (per tutto lo sviluppo) ed a 1,60 m per le cucine, per un totale di 7 mq. Sono da prevedere piastrelle di scorta pari al 3% dei rivestimenti montati (di ogni tipo di rivestimento montato, sia privato che condominiale o pubblico). 15 Art. 11/bis- Marciapiedi esterni Saranno costituiti da massetto di calcestruzzo armato di spessore cm.10, armato con rete elettrosaldata fi 5 - a maglie di cm.20x20, su vespaio in ghiaia di spessore minimo cm.10. Il massetto, opportunamente vibrato e compattato, sarà rifinito superficialmente a frattazzo con spolvero di cemento e bocciardato e sarà ammorsato al muro del fabbricato con ferri di ancoraggio fi 12 posti ad interasse di cm.40 ancorati alla muratura in c.a. o alla fascia di solaio con resine epossidiche, previa perforazione con sonda rotativa di diametro mm.14. Art. 12- Battiscopa Tutti i tipi di battiscopa sotto elencati dovranno essere montati con appositi distanziatori che evitino il ponte acustico fra le pareti ed i pavimenti. Battiscopa in legno Nelle unità residenziali (alloggi) i battiscopa saranno in legno Ramino laccato o in essenza, comunque dello stesso colore delle porte, delle dimensioni 7 x 1,5 cm. Se richiesto in variante, sarà possibile la fornitura ed il montaggio di battiscopa in gres porcellanato a tutta massa: il montaggio sarà conguagliato con la fornitura ed il montaggio del battiscopa in legno, mentre la fornitura del battiscopa in gres è esclusa dal presente Capitolato. In tutte le altre zone (parti condominiali, terrazzi, locali condominiali ecc.) i battiscopa saranno dello stesso materiale dei pavimenti, con dimensioni e forma come da indicazioni e particolari forniti dalla D.L. I battiscopa saranno montati con colla e chiodi d’acciaio su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo di tagli, formazioni di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed accurata pulizia finale. Battiscopa in gres Nei terrazzi gli zoccolini battiscopa dovranno essere in gres porcellanato dello stesso materiale del pavimento (a scelta della D.L) delle dimensioni di 10 x 20 cm. I battiscopa saranno montati con colla su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo di tagli, formazioni di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed accurata pulizia finale. Battiscopa in marmo In corrispondenza dei pianerottoli delle scale, dei ballatoi e delle rampe dovranno essere montati zoccolini battiscopa in marmo Trani delle dimensioni di 2 x 10 cm circa. I battiscopa saranno montati con malta o collanti su sottofondo già predisposto; il montaggio sarà comprensivo di tagli, formazioni di quartabuoni, ripresa delle mantelline e sarà compreso di stuccatura ed accurata pulizia finale. Art. 13- Infissi esterni Tutti i tipi di infissi sottoelencati dovranno essere eseguiti con materiali privi di sostanze tossiche e/o nocive e con indice di radioattività inferiore a 0,7 a scelta della D.L.; dovranno essere preventivamente approvati dalla D.L. e saranno composti, dove richiesto dalle normative e dalle leggi, con vetri camera di sicurezza del tipo antinfortunistico. Gli infissi dovranno essere applicati evitando accuratamente connessioni aperte tra lo stipite, il controtelaio e la muratura; tutti i vuoti presenti dovranno essere sigillati con sigillanti elastici. Sarà possibile chiudere tutti i vuoti con della malta cementizia, ma in questo caso sarà necessario fare attenzione all’eventuale creazione di fessure provocate dal ritiro della stessa. Finestre e porte-finestre in alluminio Finestre e portefinestre dovranno essere in alluminio estruso primario, costituito da telaio fisso tipo Somas serie 73/79 ISP isolato o similare, con sezione di 73 mm e telaio mobile di 79 mm con spessore minimo 18/10 per tutti i profilati. Dovranno essere completi di guarnizioni in neoprene, di apparecchi di manovra, di fermavetri a scatto, di pezzi speciali, di cerniere, di squadrette di alluminio, di maniglie in alluminio fuso, di controtelaio in profilato di lamiera zincata da 10/10 mm da murare. Il grado di prestazione acustica dei serramenti in opera, completi di vetri e cassonetto, dovranno garantire minimo un R’w di 39 dB per tutti gli infissi e per tutti i piani ad esclusione del piano terra: gli infissi al piano terra, infatti, dovranno garantire un R’w di 40 dB. Il grado di prestazione termica dei serramenti in opera, completi di vetri, dovrà garantire una trasmittanza termica pari a 1,55 W/m2K. 16 Per raggiungere tali valori dovranno essere utilizzati vetri camera con camera riempita con gas inerte a scelta della D.L. o pellicole termiche speciali a scelta della D.L. Sistema d’oscuramento Il sistema d’oscuramento dovrà essere a lamelle orientabili avvolgibili tipo Alpac serie Click SP9 o similare. Dovrà essere composto da: alloggio dell’avvolgibile in EPS autoestinguente ad alta densità (35 kg/mc), con la paerte superiore sagomata con incavi per il consolidamento del solaio mediante calcestruzzo; Il cassonetto dovrà essere fornito completo di testate in ABS o truciolare idrofugo, cuscinetti a sfera, zanche d’ancoraggio, calotta e puleggia in PVC, rullo in acciaio zincato del diametro di 60 mm, guida per cinghia munita di rullino e guarnizione. Le spalle laterali dovranno essere costituite da lastre in fibrocemento con nessun assorbimento di umidità. Le guide di scorrimento dovranno essere in alluminio estruso con spazzolini antirombo. L’avvolgibile dovrà essere tipo Roll Flap A66 o similare costituito da fibra di alluminio estruso e caratterizzato da lamelle orientabili. Vetrate termoacustiche isolanti Le vetrate termoacustiche isolanti a corredo degli infissi dovranno essere composte da due lastre incolori ed intercapedine variabile e dovranno essere da 6-15-6 mm. Dovranno essere fornite e poste in opera su infissi in legno ed alluminio. Saranno compresi: la sigillatura esterna con mastice normale o siliconico; la guarnizione in gomma con eventuale collante; la pulitura; gli sfridi. Lastre e pannelli in vetro-cemento In corrispondenza delle superfici trattate a vetro-cemento (parete perimetrale aula per servizi di quartiere, parete perimetrale C.T. e porzione di ballatoio al piano primo) dovranno essere montate lastre in vetro-cemento (in verticale, in orizzontale o su superficie inclinata) costituite da diffusori semplici o blocchetti a camera d’aria in vetro temperato o ricotto, di forma quadrata o rettangolare (fino a 600 cmq e spessore fino a 80 mm), anche con rilievo esterno, con nervaturine in calcestruzzo sottile a 400 kg di cemento antiritiro di impasto ed opportuna armatura in ferro tondo. Saranno comprese eventuali parti mobili mentre saranno esclusi controtelai e telai, da computarsi a parte. In corrispondenza della parete perimetrale dell’aula per servizi di quartiere si dovranno montare lastre il vetro-cemento tipo modello “1919/8 Pegasus Energy Saving Glass Block” della ditta Seves Glass Block con migliorate caratteristiche termo-acustiche. Per alcune porzioni di parete in vetro-mattone dovranno essere previstii telai apribili, al fine di garantire un adeguato ricambio d’aria. Per il montaggio di lastre in vetro-cemento su pareti curve, dovrà essere previsto compenso aggiuntivo. Portoncini d'ingresso delle unità residenziali I portoncini d’ingresso delle singole unità immobiliari e dell’aula per servizi di quartiere dovranno essere blindati, certificati in classe 1 antintrusione secondo norma UNI 9569. Dovranno essere della ditta 3 Elle modello “PS/121-N” con nucleo per cantiere o della ditta Cormo modello di pari valore e caratteristiche, con grado di prestazione acustica del portoncino in opera non inferiore a R’w 38dB, rivestito esternamente con pannello modello “Piano” impiallacciati colore mogano o noce dello spessore minimo di 7 mm. Tutti i portoni dovranno avere la faccia interna dello stesso colore delle porte interne e dovranno essere completi di apposita ferramenta, occhio magico, serratura con triplice chiusura, maniglione esterno in ottone o acciaio (satinati o lucidi) a scelta della D.L. e mezza maniglia interna in ottone o acciaio (satinati o lucidi). Il tutto a scelta della D.L. Nello specifico: i portoncini blindati dovranno avere un battente costituito da una doppia lamiera d’acciaio elettrozincata dello spessore di 10/10 mm, con rinforzo interno e nervature anch’esse in acciaio, saldate sui tre lati. Dovranno avere serratura a doppia mappa, dotata di 4 chiavistelli del diametro di 18 mm in acciaio nichelato, con corsa di circa 35 mm nel telaio, più il mezzo giro di servizio. La serratura dovrà comandare 2 aste verticali che azionano un chiavistello in basso con deviatore e un’asta con perno rotativo che va a bloccare la parte superiore. La chiusura dal lato cerniere sarà assicurata da 6 rostri di acciaio nichelato del diametro di 14 mm, montati su supporto con spessore 6/10 mm. Il controtelaio dovrà essere in lamiera d’acciaio elettrozincata dotato di almeno 8 robuste zanche, piegate e nervate, per l’ancoraggio alla muratura. Il telaio dovrà essere realizzato in lamiera d’acciaio dello spessore di 20/10 mm, montanti e testata superiore collegati con saldatura a filo continuo. 17 Art. 14- Soglie e banchine Soglie, davanzali, mensole, riquadri di porte e finestre dovranno essere realizzati in marmo Trani dello spessore di 4 cm, completi di gocciolatoio (2 x 2 cm), finiture e trattamenti a scelta della D.L. Saranno compresi: la stuccatura e la stilatura dei giunti con malta cementizia; il fissaggio di eventuali zanche d’ancoraggio e fori per bocchette; ripristino della muratura e dell’intonaco nelle zone adiacenti alla posa. Art. 15- Infissi interni Tutti i tipi di infissi sottoelencati dovranno essere eseguiti con materiali privi di sostanze tossiche e/o nocive e con indice di radioattività inferiore a 0,7 a scelta della D.L. Porte interne Tutte le porte interne dovranno essere in legno di abete tamburate laccate tipo “Collezione Gardenia” modello “Bologna” della ditta 3 Elle o collezione “Piano” modello “Alfa” versione 85 della ditta Cormo e comunque a scelta della D.L. Dovranno essere tipo standard o tipo fuori standard, con struttura cellulare interna a nido d’ape con maglia esagonale, con intelaiatura perimetrale in abete e pannelli fibrolegnosi dello spessore di 3,2 mm; dotate di battente a spalla, complete di mostre e contromostre da 30 x 70 mm, con telaio ad imbotte fino a 110 mm, con guarnizione di battuta in gomma antirumore. Sono comprese: la laccatura; la ferramenta in alluminio tipo pesante; le maniglie in alluminio tipo “Milena” della ditta Ghidini, lucide o satinate. Il tutto preventivamente approvato dalla D.L. I controtelai dovranno essere in legno di abete, completi di catene di controvento e grappe di fissaggio. I controtelai per le porte scorrevoli dovranno essere del tipo “Scrigno” ed avere una larghezza fino a 85 mm; dovranno essere completi di catene di controvento e grappe di fissaggio. Porte antincendio In corrispondenza del deposito, del ripostiglio e della zona compartimentata al piano interrato dovranno essere montate porte antincendio costruite ed omologate secondo la norma UNI 9273, per garantire resistenza al fuoco REI 120. Le porte saranno comprese di telaio in acciaio munito di zanche per il fissaggio al muro, il battente principale con doppia maniglia e serratura (serrature tipo Yale) con chiave patent, mentre l’eventuale battente secondario dovrà avere serratura con autobloccaggio. Dovranno, inoltre, avere: guarnizione termoespandente; cerniere con molla di richiamo; preselettore di chiusura; targhetta identificativa; verniciatura standard con mano di vernice epossidica. Risultano esclusi dalla fornitura eventuali accessori per porte antincendio come collegamenti elettrici e maniglioni antipanico tipo leva. Art. 16- Tinteggiature esterne Tutte le parti fuori terra, nessuna esclusa, saranno tinteggiate con pittura murale per esterno a base di silicati di potassio e pigmenti selezionati. La tinteggiatura dovrà essere effettuata a due strati dati su intonaco civile; il primo strato consisterà in una mano di fondo dato a pennello, mentre il secondo consisterà in uno strato di rifinitura data a rullo. Prima di effettuare la tinteggiatura le superfici dovranno essere preparate mediante spazzolatura con raschietto e spazzola di saggina, per eliminare corpi estranei come grumi, bolle, alveoli, difetti di vibrazione e scabrosità; dovranno, altresì, essere stuccate le crepe e le cavillature, al fine di ottenere continuità nelle superfici da tinteggiare. Successivamtne alla preparazione delle superfici, dovrà essere realizzato strato d’imprimitura sull’isolante a base di resine acriliche all’acqua date a pennello. La tinteggiatura dovrà essere realizzata con materiali permeabili al vapore, con certificazioni che dimostrino il basso impatto ambientale, la durabilità, la non emissione di sostanze tossiche o nocive, il rispetto della norma DIN 52615 ed in particolare: resistenza specifica alla diffusione del vapore m<=170 ed Sd <=0,025. Pittura tipo “Sigma Siloxan Top Coat” o altro materiale di pari valore a scelta della D.L. Sulle superfici da tinteggiare sarà applicata una mano di fondo consolidante, con le stesse caratteristiche della pittura (caratteristiche sopra elencate), tipo “Sigma Siloxan Fix” o altro materiale di pari valore a scelta della D.L. Art. 17- Trattamenti protettivi per superfici esterne 18 In corrispondenza delle porzioni di pareti esterne non rivestite con isolamento a cappotto, si dovrà provvedere con l’esecuzione di trattamenti protettivi delle facciate, da eseguirsi a distanza di 8/10 giorni dalla conclusione delle eventuali operazioni di preconsolidamento e consolidamento. Il trattamento consisterà nell’applicazione a pennello di idrorepellente a base di silicato di etile, silosani oligomeri o simili, nella quantità di 500 g/mq, in presenza di temperature che dovranno essere tra i 5°C ed i 25°C. Eventuali eccessi di prodotto dovranno essere eliminati passando un panno assorbente leggermente imbevuto di alcool etilico, per evitare la formazione di pellicole superficiali. Una maggior cura dovrà essere messa nel trattamento delle pareti maggiormente esposte a pioggie ed insolazioni. Art. 18- Tinteggiature interne In corrispondenza di tutti gli appartamenti di tutti i piani ed in corrispondenza dei vani adibiti a servizi di quartiere, dovrà essere realizzata, su tutte le pareti e sui soffitti, tinteggiatura murale lavabile inodore ed a basso impatto ambientale, esente da solventi e resistente all’abrasione umida secondo norma EN 13300 classe 3. Dovranno essere tipo “Sigma Brandimatt” con colori a scelta della D.L. Sulle superfici da tinteggiare sarà applicata una mano di fondo consolidante il tutto da concordare con la D.L. (tipo “Sigmafix Universal”). Art. 19- Opere in ferro Alcuni elementi in ferro caratterizzanti il fabbricato saranno sostituiti, altri, invece, saranno ripristinati mediante trattamenti di pulitura ed antiruggine. Grate delle finestre Le superfici delle grate metalliche delle finestre verranno pulite mediante attrezzi sia manuali che meccanici, per la rimozione di depositi di corrosione a scaglie o vaiolate e parti di pittura disancorata. Successivamente si dovrà procedere con l’applicazione a pennello di uno o più strati di pittura antiruggine con fondi epossifici al cromato di zinco. Sarà compresa la pulitura ad opera ultimata. Le grate verranno, infine, trattate con strato di finitura in smalto colorato. Ringhiere per scale interne, cancellate e grate per bocche d’aerazione I cancelli in corrispondenza degli appartamenti n. 7 e 8 al piano terra e le grate per le bocche d’aerazione dovrà essere fornito e posto in opera ferro lavorato di qualsiasi forma e dimensione (e comunque come da elaborati forniti dalla D.L.), comprendendo tagli, piegature, sagomature, filettature, saldature e la ferramenta di tenuta e chiusura necessaria. Scaletta per copertura e botole d’accesso In corrispondenza del piano terzo (“Lotto B”) dovrà essere fornita e montata una scaletta in ferro “alla marinara”, in maniera di poter accedere alla copertura, nella quale sono posizionati gli impianti per energia alternativa. La scaletta sarà costituita da elementi a C della larghezza di 40 cm circa. Dovrà essere ancorata alla muratura mediante fori ed apposite resine. L’accesso alla scaletta di servizio sarà garantito mediante una botola costituita da una grata, anch’essa metallica, da montare in corrispondenza del ballatoio del piano secondo (“Lotto B”). Frangisole e pensiline In corrispondenza delle porzioni di fabbricato sporgenti al piano terreno, è stato previsto un rivestimento in ferro e cor-ten, al fine di riparare gli ambienti dall’illuminazione ed al contempo per garantire privacy e sicurezza. Gli elementi frangisole di rivestimento dovranno essere realizzati con struttura in ferro zincato e verniciato e soprastanti doghe in cor-ten dello spessore di mm 3. In corrispondenza delle aperture finestrate dovrà in aggiunta essere previsto un sistema di sollevamento elettrico delle schermature. Con la stessa tipologia dovranno essere realizzate sia le strutture fisse a schermatura delle pareti finestrate insistenti sui piani secondo e terra (finestrature in sostituzione delle vecchie pannellature in vetro-mattone) che le pensiline a protezione dei terrazzi del piano primo dotate di separé centrale a suddivisione delle diverse proprietà. Art. 20- Opere di scolo 19 Gli attuali pluviali, le grondaie e le scossaline verranno sostituiti in toto, pur lasciando i discendenti pluviali, sia delle coperture che dei terrazzi, nella stessa posizione in cui sono attualmente. I pluviali saranno in rame, con diametro pari a 10 cm e spessore pari a 6/10 mm. Converse, scossaline e compluvi saranno anch’essi in rame con spessore 3/10 mm; dovranno avere sviluppo superiore a 200 mm, saranno sagomati e dotati di chidature e saldature. Art. 21- Opere per fognatura Tubazioni Per le opere relative alla fognatura da realizzare sulla via pubblica, sarà necessaria la fornitura e la posa in opera di tubazioni a base di policloruro di vinile non plastificato (PVC rigido) con caratteristiche e spessori conformi alle norme UNI EN 1401-1 tipo “SN 2” per traffico leggero, con marchio di conformità di prodotto rilasciato secondo UNI CEI EN 45011 da Istituto o Ente riconosciuto e accreditato Sincert. Dovrà essere caratterizzato da giunto del tipo a bicchiere completo di anello elastomerico, fornito e posto in opera in un letto di sabbia o ghiaietto, se in presenza di acqua, dello spessore minimo di 15 cm + 1/10 del diametro del tubo, con un rinfianco ed un ricoprimento con sabbia fine e asciutta dello stesso spessore del piano di posa. Sono compresi: la formazione del piano di posa; la posa anche in presenza di acqua fino ad un battente di 20 cm ed il relativo aggottamento; le prove di laboratorio sui materiali; le prove di tenuta in opera previste dalla vigente normativa corredate, poi, dai relativi certificati. Sono esclusi, invece, i pezzi speciali e gli apparecchi idraulici. Rinfianchi I rinfianchi delle tubazioni o dei pozzetti dovranno essere effettuati con materiali di recupero proveniente da impianti autorizzati al trattamento di materiali di demolizione edile o stradale, forniti a bordo scavo, con granulometria mista (pezzatura 0/120) e scevri da sostanze organiche. I rinfianchi dovranno essere eseguiti con pala meccanica. Saranno compresi gli oneri necessari per una corretta stabilizzazione del materiale con mezzi meccanici (piastre vibranti). Pozzetti di raccordo I pozzetti di raccordo, delle dimensioni interne di 80 x 80 x 80 cm, dovranno essere prefabbricati in cemento vibrato non diaframmato, completi di chiusino carrabile o non carrabile, a scelta della D.L., anch'esso in cemento, fornito e posto in opera. Sono compresi: la sigillatura e la frattura dei diaframmi per il passaggio delle tubazioni; lo scavo ed il rinfianco in calcestruzzo ai lati e alla base per uno spessore di 15 cm. Pozzetti di raccordo diaframmati I pozzetti di raccordo diaframmati delle dimensioni di 50 x 50 x 60 cm, compresi i pozzetti degrassatori, dovranno essere prefabbricati in cemento vibrato diaframmato, completi di chiusino, sempre in cemento, carrabile o non carrabile a scelta della D.L., fornito e posto in opera. Sono compresi: la suggellatura e la frattura dei diaframmi per il passaggio delle tubazioni; lo scavo ed il rinfianco in calcestruzzo ai lati ed alla base per uno spessore di 15 cm. Prolunghe per pozzetti di raccordo Dovranno essere forniti e posti in opera elementi prefabbricati in cemento vibrato per prolungare i pozzetti, delle dimensioni interne di 80 x 80 x 80 cm oppure di 40 x 40 cm con altezza da 10 a 40 cm. Sono compresi: la sigillatura e la frattura dei diaframmi per il passaggio delle tubazioni; lo scavo ed il rinfianco in calcestruzzo ai lati, per uno spessore di 15 cm. Fossa Imhoff A completamento della rete fognaria del fabbricato dovranno essere montate n. 3 fosse Imhoff semplici o ad anelli a campana in calcestruzzo prefabbricato, complete di bacino chiarificatore, vasca di raccolta e dispositivo espurgo fanghi. Sono compresi: il collegamento alle tubazioni; lo scavo ed il reinterro; il massetto di posa in calcestruzzo di cemento 325 a q.li 2,00 al mc, dello spessore di 15 cm; la sigillatura dei giunti; i pozzetti di entrata e di uscita e le relative 20 tubazioni di collegamento, per l'esecuzione dei prelievi di campioni liquidi. Le fosse dovranno avere capacità di circa 10.500 l per n. 60 utenti. Caditoia stradale in ghisa Per le caditoie stradali carrabili in ghisa, alloggiate su controtelaio in ferro angolare, dovranno essere predisposti pozzetti in muratura di mattoni pieni o in cemento armato dell'altezza netta fino a 100 cm e con dimensioni interne pari a 40 x 40 cm, con piattabanda di fondazione in calcestruzzo dello spessore di 20 cm e spessore delle pareti di almeno 15 cm. Saranno compresi: lo scavo; il rinfianco con materiale arido compattato; l'allaccio alla fogna di scarico; il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta fino a qualsiasi distanza. A completamento delle suddette opere e manufatti dovranno essere forniti e posti in opera chiusini in ghisa sferoidale con resistenza a rottura di 40 t, delle caratteristiche indicate dalle normative vigenti. Saranno compresi per i chiusini: il passo d'uomo di 600 mm rivestito con guaina di protezione; i coperchi muniti di sistema di bloccaggio al telaio o sistema di articolazione. Sono inoltre compresi: le opere murarie necessarie; la fornitura delle certificazioni di corrispondenza del materiale alle normative vigenti e della resistenza a rottura. Fondazione stradale In corrispondenza del tratto di fognatura da realizzare lungo la via pubblica si renderà necessaria adeguata fondazione stradale, che dovrà essere in misto granulometrico frantumato meccanicamente con legante naturale, tipo 0-25, 0-70, mediante la compattazione eseguita a mezzo di idonee macchine, fino ad ottenere il valore della prova AASHO modificata, indicata nelle prescrizioni tecniche del CSA. Sono compresi l’umidificazione con acqua e le successive prove di laboratorio. Detto materiale dovrà essere esente da qualsiasi materia vegetale o grumi di argilla. La percentuale di usura dei materiali inerti grossolani non deve essere superiore a 50 dopo 500 rivoluzioni dell’apparecchiatura prevista dalla prova AASHO 96. Le percentuali granulometriche dovranno potersi applicare al materiale inerte tanto dopo il suo impiego sulla strada, quanto nel corso delle prove effettuate alla cava di prestito o alle altre fonti di provenienza. Subito dopo il livellamento finale e lo spianamento, ogni strato sarà costipato su tutta la lunghezza fino a raggiungere il valore della densità massima AASHO modificata, indicata nelle prescrizioni tecniche CSA. Per la realizzazione della fondazione stradale saranno da comprendere: la preparazione del piano di posa; la fornitura di ogni materiale e lavorazione, di segnaletica stradale ed il pilotaggio del traffico; le prove di laboratorio ed in sito. Art. 22- Opere varie di completamento 1. Per ogni bagno non aerato, se presente, si dovranno prevedere tubazioni di esalazione complete di aspiratore tipo "Vortice", di adeguate dimensioni (specifico per condotti) e preventivamente approvato dalla D.L., e sistema per eliminare la condensa che si crea lungo il tubo di aspirazione. Il livello di rumorosità prodotto dal funzionamento degli impianti di aspirazione dovrà essere, negli ambienti abitativi limitrofi, inferiore a Lasmax 35 dB(A). 2. I comignoli per tutte le canne previste al di fuori della copertura, compreso le canne di esalazione delle colonne di scarico, le aspirazioni delle cucine, dei bagni ecc., nessuna esclusa, dovranno essere formati da elementi prefabbricati in granulato di cemento, a norma di legge, esternamente intonacati e con torrino prefabbricato del tipo “Shunt” (n. 3 anelli), comunque a scelta della D.L. Il tutto dovrà essere completo di pezzi speciali per il fissaggio e di tutto quanto necessario per dare il lavoro finito a regola d’arte e perfettamente funzionante. 3. Dovrà essere prevista la fornitura di cassette per la posta (1 per ogni unità immobiliare), di tipo componibili con supporti o componibili da incasso per i condomini. Ill tutto a scelta della D.L. Art. 22/bis- Esalatori – Canne fumarie - Camini Esalatori Saranno posizionate canne esalatrici in PVC ø125, in ragione di n.1 per ogni unità abitativa in corrispondenza della cappa della cucina. In ogni cucina o altro luogo ove è posizionato il generatore di calore con impianto a gas dovranno essere realizzati n.2 fori di areazione a muro, grigliati: uno a soffitto l'altro a pavimento del fi 120-140 m/m secondo le disposizioni del progetto esecutivo dell'impianto termico e gas. 21 Canne fumarie termosifone Ogni generatore di calore, posto in posizione progettuale sarà fornito di una canna fumaria di adeguata sezione realizzata con materiale refrattario coibentato, conforme alla normativa di legge ed alle prescrizioni del progetto esecutivo Comignoli Tutte le canne fumarie o di esalazione, al piano di copertura saranno raccolte in comignoli in muratura aventi una altezza fuori/colmo di cm. 100 e muniti di apposito cappello che ne garantisca il massimo tiraggio. Art. 23- Impianto illuminazione pubblica L’impianto di illuminazione pubblica sarà così composto: 1. Linea elettrica: fornitura e posa in opera di linea elettrica in cavo multipolare flessibile isolato in EPR sotto guaina di PVC non propagante l'incendio, sigla di designazione FG70R 0,6/1kV (nei cavi quadripolari di sezione superiori a 25 mmq, il 4° conduttore va considerato di sezione inferiore secondo quanto prescritto dalla normativa vigente). Sono compresi: l'installazione su tubazione in vista o incassata o su canale o su passerella o graffettata; le giunzioni a tenuta; i terminali. Sono escluse le canalizzazioni e le scatole di derivazione 3 x 2,5 mmq e 3 x 1,5 mmq. Saranno da computare a parte l’allaccio su palo per pali fino a 3 m, comprensivo dei collegamenti di fase da realizzare con conduttori isolati 0,6/1 kV dal pozzetto di ispezione, ai fusibili ed al vano accessori dell’armatura. Sono compresi gli eventuali collegamenti di terra, sia all’apparato che al palo, nonché l’eventuale giunto di derivazione sul cavo di alimentazione. E’ esclusa la scatola di giunzione portafusibile da palo. Saranno, inoltre, da computare a parte i giunti di derivazione per giunzioni riaccessibili (per cavo o cavi passanti del diametro max 17 mm), realizzato con muffola in gomma in un unico pezzo per comparti BT con tensione normale non superiore ad 1 kV, completo di manicotti, connettori, mollette in acciaio inox compound isolante, imbuto e mastice sigillante. 2. Tubazioni Le tubazioni necessarie alla realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica saranno di due tipi: a) Tubo rigido pesante in PVC piegabile a freddo costruito secondo la normativa vigente del diametro esterno di 25 mm, fornito e posto in opera all'interno di controsoffitti, intercapedini o in vista; completo di giunzioni, curve, manicotti e cavallotti di fissaggio. b) Tubazione in PVC serie pesante per canalizzazione di linee di alimentazione elettrica del diametro esterno di 100 mm, fornita e posta in opera su scavo predisposto ad una profondità di circa 50 cm dal piano stradale o posata su cavedi, atta al tipo di posa. Il tutto da fornire e posare in opera. 3. Pozzetti in cemento. Dovranno essere forniti e posti in opera n. 16 pozzetti in cemento delle dimensioni di 400 x 400 mm completi di coperchio carrabile, forniti e posti in opera completi di cartello identificativo in alluminio serigrafato. 4. Interruttore crepuscolare. Fornitura e posa in opera di n. 1 interruttore crepuscolare completo di fotorilevatore a sensibilità regolabile, relè alimentato a 220 V. Sono compresi il montaggio, il collegamento elettrico al quadro sia per l’alimentatore che per i comandi. 5. Pali di illuminazione. Dovranno essere forniti e posti in opera pali per l’illuminazione pubblica aventi le seguenti caratteristiche: 1. palo in alluminio estruso tipo "SIMES S.4152" con testa palo e base in alluminio pressofuso primario ad elevata resistenza all'ossidazione. Sono compresi: lavorazione di burattatura per la preparazione alla fase di verniciatura; viti in acciaio INOX a forte tenore di molibdeno 2,5-3%; guarnizioni in silicone ricotto; doppia verniciatura; diffusore in policarbonato stabilizzato ai raggi UV con controllo della luce direzionata verso il basso; cavo tipo H07RN-F e connettore rapido IP67 già cablati; fori per i passaggi delle tubazioni dei conduttori. Sono, invece, esclusi i basamenti. Classe di isolamento: CLASSE II. Peso 4,71 kg 22 2. Palo in alluminio estruso tipo "SIMES S.4152" con testa palo e base in alluminio pressofuso primario ad elevata resistenza all'ossidazione. Sono compresi: lavorazione di burattatura per la preparazione alla fase di verniciatura; viti in acciaio INOX a forte tenore di molibdeno 2,5-3%; guarnizioni in silicone ricotto; doppia verniciatura; diffusore in policarbonato stabilizzato ai raggi UV con controllo della luce direzionata verso il basso; cavo tipo H07RN-F e connettore rapido IP67 già cablati; fori per i passaggi delle tubazioni dei conduttori. Sono, invece, esclusi i basamenti. Classe di isolamento: CLASSE II. Peso 24,44 kg Art. 24 - Impianto di irrigazione L’impianto di irrigazione sarà composto da: 1. Tubazioni in polipropilene per impianti idrosanitari PN 20, conteggiate a metro lineare per linee idonee per la distribuzione di acqua, prodotte secondo normativa vigente, posate sottotraccia con giunzioni saldate, comprensive di pezzi speciali, materiali per saldature ed esecuzione di staffaggi in profilati. Le tubazioni avranno diametro esterno x spessore: D x s (mm) = 32 x 5,4 e D x s (mm) = 40 x 6,7. 2. Irrigatori a scomparsa in materiale plastico per gittate da 3 a 4 m e per gittate da 5 m, del tipo a scelta della D.L., compresa la fornitura e la posa in opera. A COMPLETAMENTO DEGLI ARTICOLI DEDICATI AGLI IMPIANTI E PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI E SPECIFICHE TECNICHE SI RIMANDA AI CONTENUTIDELL’ALLEGATO “IMPIANTI TECNOLOGICI ELETTRICI E DOMOTICI”. Art. 25- Realizzazione del verde comunale Aratura, vangatura e fresatura Per la preparazione del terreno in loco all’accoglimento di nuovo manto erboso si dovrà procedere con l’aratura, la vangatura e la fresatura del terreno, mondandolo accuratamente da radici, da erbe infestanti, ciottoli, detriti ecc. L’aratura dovrà essere realizzata con mezzo meccanico. Saranno compresi carico, trasporto e scarico a rifiuto del materiale di risulta. Terra di coltivo Per la realizzazione di nuove aree verdi in luogo di quelle esistenti, sarà necessario fornire, e quindi porre in opera, terra da coltivo stesa e modellata manualmente, proveniente da strato colturale attivo, priva di radici e di erbe infestanti permanenti, di ciottoli, cocci ecc. Dovrà essere del tipo torba nazionale o di provenienza estera o terriccio speciale umidizzato composto dal 30% di sostanza organica e dal 70% di terricci vari vagliati e macinati a PH neutro. Estirpamento Si dovrà effettuare opportuna mondatura del terreno in loco, sia di piante d'alto fusto con circonferenza di 40 – 50 cm che di cespugli ed arbusti robusti, mediante l’estirpamento di elementi vegetativi vivi, effettuato con le provvidenze necessarie e sufficienti per garantire l’efficace eventuale rimessa a dimora. Saraà compreso il ripristino della superficie lasciata libera dall'estirpamento. Concimazione Per aumentare la dotazione del terreno di più elementi nutritivi si provvederà con la somministrazione di concime sul luogo d'impiego, fornito e steso. Il concime dovrà essere naturale, stallatico ed atto all'uso. Formazione di prato Le opere per ottenere un nuovo tappeto erboso si concluderanno con la formazione di prato tramite seminagione di miscela di graminacee selezionate (Agrostis alba stolonifera, Agrostis tenuis capillare, Bromus, Festuca ovina, Festuca rubra, Loietto inglese, Lolium perenne pacey, Poa pratensis, Poa trivialis) e leguminose, secondo formule ordinate dalla D.L. ed a seconda della 23 natura e della esposizione del terreno. Saranno compresi: la fornitura della semente; lasemina; la rastrellatura per copertura del seme; la rullatura a semina ultimata; l'innaffiamento; la garanzia di attecchimento. Con miscuglio di graminacee selezionate opportunamente miscelate, secondo percentuali ordinate dalla D.L. Le graminacee selezionate saranno comunque in ragione di 40 kg ogni 1000 mq. Messa a dimora di cespugli Messa a dimora di rosai, cespugli raggruppati, cespugli robusti e conifere nane, compresa la formazione della buca delle dimensioni occorrenti (buca da 40x40 cm ed altezza minima di 20 cm), il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta, la stesa di un adeguato strato di stallatico sul fondo dello scavo, la messa a dimora dell'elemento vegetativo, il riempimento del cavo con terra di coltura, il costipamento e l'innaffiamento finale. Messa a dimora di siepi Messa a dimora di siepi, a fila semplice di 3 piantine per metro lineare di siepe di 80 – 100 cm di altezza, con apertura di scavo a canale di larghezza 50 cm e di altezza 50 cm. Sono compresi: il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto dei materiali di risulta; la stesa di un adeguato strato di stallatico sul fondo dello scavo; la messa a dimora dell'elemento vegetativo; il riempimento del cavo con terra di coltura; il costipamento; l'innaffiamento finale. Art. 26- Fornitura di elementi vegetativi Cotoneaster damneri, Cotoneaster salicifolius Repens e simili Fornitura e messa a dimora di arbusti sempreverdi tipo Cotoneaster damneri, Cotoneaster salicifolius Repens e simili dell'altezza di 0,41 - 0,60 m. Sono compresi: la formazione della buca eseguita a mano o con mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il riempimento del cavo con terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori ove occorrono; la garanzia di attecchimento. Lavandula angustifolia Fornitura e messa a dimora di arbusti sempreverdi tipo Lavandula angustifolia, detta Lavanda officinale o vera o spico, dell'altezza di 0,31 - 0,40 m. Sono compresi: la formazione della buca eseguita a mano o con mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il riempimento del cavo con terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori ove occorrono; la garanzia di attecchimento. Glycine Wistaria sinensis Fornitura e messa a dimora in vaso di arbusti rampicanti tipo Glycine in varietà Wistaria Sinensis (detto Glicine della Cina) dell'altezza di 1,00 - 1,50 m. Sono compresi: la formazione della buca eseguita a mano o con mezzo meccanico delle dimensioni prescritte; il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto del materiale di risulta; la stesa sul fondo del cavo di un adeguato strato stallatico; il riempimento del cavo con terra di coltura e il suo costipamento e innaffiamento finale; i pali tutori ove occorrono; la garanzia di attecchimento. Art. 27- Opere di arredo Gli arredi del parco comunale consisteranno nella sistemazione di panche, cestini portarifiuti e giochi per bambini. Panche Fornitura e posa in opera di panche monolitiche con schienale della lunghezza di 2 m tipo modello “Makatite” della ditta Metalco: panca monolitca piana interamente realizzata con impasto di pietre di graniglia e marmo, levigata sulla seduta e sabbiata sul perimetro. Fornitura e posa in opera di panche monolitiche con pedana tipo modello “Realgard” della ditta Metalco: panca monolitica con pedana interamente realizzata con impasto di pietre di graniglia e marmo, levigata 24 sulla seduta e sabbiata sul perimetro. Le superfici delle panche, trattate con apposite vernici satinate opache, saranno dotate di apposite boccole armate per il sollevamento ed il semplice appoggio al suolo. Cestini porta-riifuti Fornitura e posa in opera di cestino porta rifiuti tipo modello “Ermes” c della ditta Metalco con capacità netta di 65 lt, realizzato interamente in acciaio zincato e verniciato, costituito da una struttura cilindrica del diametro di 364 mm in lamiera zincata sendzimir spessore 2 mm, con coperchio fisso ed anello reggisacco interno in acciaio del diametro di 8 mm. Sarà dotato di piede prolungato in tubo del diametro di 60 mm per essere cementato. Il sistema di apertura sarà a ribalta, con serratura con lama in acciaio armonico a scatto, completamente a scomparsa. Art. 28- Opere in alluminio In corrispondenza del nuovo parco pubblico verranno sistemate una pensilina adibita a rimessaggio delle biciclette ed un’isola ecologica; entrambe le strutture verranno realizzate in profilati in alluminio con copertura in pannelli sandwich. Pensilina per rimessaggio biciclette La pensilina per il rimessaggio delle biciclette sarà realizzata con montanti e traversini in profilati d'alluminio delle dimensioni di 12 x 12 cm per i montanti e di 6 x 12 cm per i traversi. La copertura sarà realizzata in pannelli sandwich con pendenza atta a convogliare le acque piovane verso i buttafuori lato aiuole. In corrispondenza della pensilina verrà posizionata una struttura “portabiciclette” dalle dimensioni di 420 x 1230 x 560 mm della ditta Metalco modello “Reset Inox”, costituita da una struttura a spirale ottenuta da un tubo d'acciaio inox AISI 304l satinato del diametro di 40 mm per 2 mm di spessore. Il “portabicivlette” poggerà a terra su due basi in fusione di alluminio verniciato a polveri P.P. Isola ecologica L’isola ecologica sarà realizzata con struttura con n. 9 montanti in alluminio dalle dimensioni 12 x 12 cm e con n. 10 traversi dalle dimensioni di 6 x 12 cm. La copertura sarà realizzata in pannelli sandwich con pendenza atta a convogliare le acque piovane verso i buttafuori lato aiuole. L'isola sarà dotata di porta ad ante battente a lamelle alternate fisse delle dimensioni di 100 x 210 cm. 5/B) GESTIONE MATERIALI DA DEMOLIZIONE a) MATERIALI DA DEMOLIZIONE L’articolo 184, comma 3, lettera b), del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, come modificata dall'art. 11 del d.lgs. n. 205 del 2010, classifica i rifiuti da demolizione e costruzione quali “rifiuti speciali”, come pure quelli derivanti dalle attività di scavo nei cantieri edili (si veda per questi ultimi quanto già trattato al punto Scavi-Rilevati-Rinterri del presente Capitolato Speciale d’Appalto) Per rapidità di riscontro si riporta un elenco – ancorché non esaustivo - di rifiuti prodotti dai cantieri: RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI) CODICE CER SOTTOCATEGORIA DENOMINAZIONE 17 01 01 cemento mattoni 17 01 02 mattonelle e ceramiche 17 01 03 cemento, mattoni, miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, contenenti mattonelle e ceramiche 17 01 06* sostanze pericolose miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da 17 01 07 quelle di cui alla voce 17 01 06 17 02 01 legno vetro 17 02 02 legno, vetro e plastica 17 02 03 plastica 25 17 02 04* 17 03 01* 17 03 02 17 03 03* 17 04 01 17 04 02 17 04 03 17 04 04 17 04 05 17 04 06 17 04 07 17 04 09* 17 04 10* 17 04 11 17 05 03* 17 05 04 17 05 05* 17 05 06 17 05 07* 17 05 08 17 06 01* 17 06 03* 17 06 04 17 06 05* 17 08 01* 17 08 02 miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame metalli (incluse le loro leghe) terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati), rocce e fanghi di dragaggio materiali isolanti e materiali da costruzione contenenti amianto materiali da costruzione a base di gesso 17 09 01* 17 09 02* 17 09 03* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione 17 09 04 vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da essi contaminati miscele bituminose contenenti catrame di carbone miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01 catrame di carbone e prodotti contenenti catrame rame, bronzo, ottone alluminio piombo zinco ferro e acciaio stagno metalli misti rifiuti metallici contaminati da sostanze pericolose cavi, impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10 terra e rocce contenenti sostanze pericolose terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 fanghi di dragaggio contenenti sostanze pericolose fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce 17 05 05 pietrisco per massicciate ferroviarie contenente sostanze pericolose pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05 07 materiali isolanti contenenti amianto altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03 materiali da costruzione contenenti amianto materiali da costruzione a base di gesso contaminati da sostanze pericolose materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti mercurio rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti PCB (ad esempio sigillanti PCB, pavimentazione a base di resina contenenti PCB, elementi stagni in vetro contenenti PCB, condensatori contenenti PCB) altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi i rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 * rifiuti speciali pericolosi Chiaramente, le operazioni di demolizione di fabbricati, o porzioni di essi, avvengono in modo tale da determinarne la completa frantumazione. Qui si possono rinvenire oltre ai tipici “inerti” (quindi, mattoni, calcinacci, ecc.), anche altre tipologie di rifiuti, idonei, questi ultimi, a cedere al suolo sostanze pericolose (si pensi, ad esempio, alle fibre di amianto-cemento, presenti in buona parte di vecchi fabbricati). Di contro, parte di questo materiale potrebbe essere recuperato per la realizzazione di nuove opere (pietre, mattoni integri, ecc.). Chiaramente, il prodotto della demolizione tal quale, non può essere recuperato in sito. Si deve inoltre evitare contaminazione del suolo, risultando che il prodotto di scarto – dunque quello di cui il detentore ha l’obbligo di disfarsi – sarà da considerare il prodotto della demolizione e quindi rifiuto speciale. I materiali residuanti dalla attività di demolizione edilizia conservano la natura di rifiuti sino al completamento delle attività di separazione e cernita, che rientrano tra le operazioni di recupero dei rifiuti ai sensi del Dlgs 152/2006 (Cassazione Penale Sez. III, sentenza 23049/2013). b) DEPOSITO TEMPORANEO I rifiuti speciali possono essere raggruppati, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, nella forma del cosiddetto “deposito temporaneo” (art. 183, comma 1, lett. bb) del C.D.A. come modificata dall'art. 28, comma 2, legge n. 35 del 2012, poi dall'art. 52, comma 2-ter, legge n. 134 del 20123). Peraltro, in ragione di quanto previsto dal cosiddetto “principio di precauzione e di prevenzione”, tale deposito deve essere “controllato” dal suo produttore o detentore e, quindi, se 26 non si tratta di rifiuti pericolosi, questi devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo le seguenti modalità: 1) il deposito temporaneo avviene: a. nel luogo di produzione dei rifiuti; b. i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE) 850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei rifiuti contenenti sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddetto regolamento, nel rispetto della disciplina delle sostanze pericolose; c. per categorie omogenee nel rispetto delle specifiche norme tecniche; 2) modalità alternative per l’avvio alle operazioni di recupero o smaltimento, a scelta del produttore: 2.1 con il seguente criterio temporale: con cadenza almeno trimestrale (indipendentemente dalle quantità in deposito); 2.2 con il seguente criterio quantitativo: quando in quantitativo dei rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 mc, dei quali al massimo 10 mc di rifiuti pericolosi In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno. 3) i rifiuti inerti possono essere accumulati separatamente anche sul suolo, purché sagomato con adeguate pendenze, in modo da evitare ristagni di acque meteoriche; 4) gli altri rifiuti (legno, metalli, cartoni, plastica, ecc.) è bene siano collocati in adeguati contenitori e/o cassoni; 5) il deposito temporaneo può essere istituito e gestito solo dal produttore del rifiuto, quindi non può esistere un’impresa che opera per conto del produttore in tal senso; 6) il deposito temporaneo, in ambito edile, deve essere nel luogo di produzione del rifiuto; 7) non deve essere “deposito cumulativo”, ossia: a. composto da rifiuti omogenei ma generati da diversi produttori 4 anche se operanti nel medesimo cantiere; b. composto da rifiuti omogenei ma generati dal medesimo produttore ma in cantieri diversi o attività diverse fra loro; 8) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura delle eventuali sostanze pericolose. Successivamente al deposito temporaneo, i rifiuti da demolizione e costruzione devono obbligatoriamente essere conferiti a soggetti debitamente autorizzati allo svolgimento delle fasi di recupero o, in alternativa, a fasi residuali di smaltimento. I rifiuti inerti possono essere avviati a: a) SMALTIMENTO: presso impianto di stoccaggio autorizzato per il successivo conferimento in discarica per rifiuti inerti. b) RECUPERO: presso impianti, fissi o mobili, debitamente autorizzati. c) TRASPORTO DEI PRODOTTI DELLA DEMOLIZIONE E LORO TRACCIABILITA’ La fase terminale dello smaltimento/recupero dei rifiuti da demolizione, si attua mediante il trasporto degli stessi, dal luogo di produzione al luogo di smaltimento o di recupero. Infatti il produttore o detentore dei rifiuti speciali, assolve i propri obblighi, tra l’altro, con le seguenti priorità: a) autosmaltimento dei rifiuti; b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati ai sensi delle disposizioni vigenti. Pertanto, la responsabilità del detentore per il corretto recupero o smaltimento dei rifiuti è esclusa in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle attività di recupero o di smaltimento. Le attività di trasporto dei rifiuti possono essere effettuate solo da soggetti iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ente incaricato dell’iscrizione, selezione, qualificazione e controllo delle imprese operanti nel settore della gestione dei rifiuti. Le imprese edili che trasportano i propri rifiuti non pericolosi o pericolosi in quantità non eccedenti trenta chilogrammi o trenta litri al giorno si devono iscrivere all’Albo Nazionale Gestori 27 Ambientali nella categoria “TRASPORTATORI DEI PROPRI RIFIUTI (produttori iniziali) (art. 212, comma 8, D.Lgs. 152/2006)”. In seguito all’introduzione del sistema SISTRI, i trasportatori che intendono trasportare i propri rifiuti pericolosi devono iscrivere l’autoveicolo al SISTRI e installare la necessaria Black Box. Le imprese che trasportano rifiuti prodotti da terzi devono essere iscritte all’Albo nelle categorie 4 o 5 (le categorie 2 e 3 risultano attualmente decadute, pertanto le autorizzazioni in tali categorie sono valide fino alla scadenza naturale dei cinque anni). Il trasporto dei propri rifiuti deve sempre essere accompagnato dal Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR) mentre per quanto riguarda il trasporto dei rifiuti prodotti da terzi, a seguito della piena operatività del SISTRI, il formulario viene sostituito dall’apposita scheda SISTRI. d) SMALTIMENTO I rifiuti prodotti dalle imprese edili possono essere conferiti solo presso soggetti autorizzati dall’Ente competente (Regione/Provincia) all’attività di smaltimento o di recupero di rifiuti. Tutti i soggetti che producono materiale derivante da lavori di costruzione e demolizione, comprese le costruzioni stradali, devono adottare tutte le misure atte a favorire la riduzione di rifiuti da smaltire in discarica, attraverso operazioni di reimpiego, previa verifica della compatibilità tecnica al riutilizzo in relazione alla tipologia dei lavori previsti. Al fine di limitare la produzione dei rifiuti inerti è necessario: favorire in ogni caso, ove possibile, la demolizione selettiva degli edifici e la conseguente suddivisione dei rifiuti in categorie merceologiche omogenee; favorire, direttamente nel logo di produzione, una prima cernita dei materiali da demolizione in gruppi di materiali omogenei puliti; prevedere, ove possibile, precise modalità di riutilizzo in cantiere dei materiali in fase di demolizione, per il loro reimpiego nelle attività di costruzione (mattoni, coppi, ecc.); conferire i rifiuti inerti presso i diversi impianti di gestione presenti sul territorio regionale e regolarmente autorizzati ai sensi della vigente normativa ovvero ricorrendo ad impianti mobili autorizzati. Il conferimento in discarica e/o ad impianto di recupero deve avvenire (con le modalità previste dalla normativa vigente) esclusivamente nei casi in cui non risulti possibile una delle operazioni di riutilizzo e recupero già richiamate. E’ tassativamente vietato l’utilizzo tal quale delle macerie derivanti da costruzioni e demolizioni. I rifiuti da demolizione, per essere riutilizzati, devono essere trattati in appositi impianti di frantumazione e selezione. Lo smaltimento va comprovato da apposita documentazione rilasciata dal centro di smaltimento. 5/C) IMPIANTI TECNOLOGICI (SEZIONE 1°) IMPIANTI ELETTRICI E DOMOTICI 1. Parte generale La presente relazione tecnica riguarda gli impianti elettrici, elettronici e domotica da realizzare, nell’edificio di tipo residenziale pubblico, composto in particolare da n.ro 10 unità abitative di proprietà del Comune di Pesaro, denominato Lotto A, da n.ro 21 unità abitative di proprietà della Cooperativa, denominato Lotto B e da alcuni locali e/o connettivi condominiali, oltre ad un cortile/giardino retrostante, denominato Lotto C, il tutto insistente in via Mazza a PESARO. La struttura dell’edificio si sviluppa su più piani ed è così suddivisa: - piano interrato, adibito ad autorimessa ed altri locali tecnici; - piano terra, appartamenti, locali tecnici e cortile/giardino, oltre al connettivo scale; - piano primo, appartamenti, oltre al connettivo scale; - piano secondo, appartamenti, oltre al connettivo scale; - piano terzo, appartamenti, oltre al connettivo scale; - piano copertura. La progettazione riguarda la realizzazione da nuovo degli impianti sopra citati a servizio dell’intero edificio, siano esse unità abitative, siano parti condominiali e relativi locali tecnici . 28 1.1 Relazione Tecnica descrittiva impianti elettrici 1.1.2 Descrizione sommaria degl’impianti In particolare gli impianti da realizzare sia nelle unità abitative sia nelle parti condominiali, consistono in: - punti presa a spina; - punti luce per l’illuminazione ordinaria; - punti luce per l’illuminazione di emergenza; - allacciamenti diretti alle apparecchiature fisse; - quadretto per il sezionamento e la protezione delle linee; - impianto di terra, - sistema videocitofonico; - sistema di antenna TV; - predisposizione telefoniche; - predisposizione impianti di demotica elettrica, di allarme, video e climatica. Fanno parte integrante alla progettazione oltre la presente relazione tecnica e capitolato speciale, anche gli allegati schemi elettrici dei quadri e gli schemi planimetrici degli impianti. 1.1.3 Classificazione degli ambienti Sotto il profilo dei requisiti che devono possedere gli impianti in relazione all’uso degli ambienti, viene stabilita la seguente classificazione dei locali: a) quelli adibiti ad unità abitative e relativi locali di carattere condominiale, verranno trattate, per quanto ritenuto possibile secondo i provvedimenti previsti dalla norma CEI 64-8 e relative specifiche Guide CEI 64-50. Particolare attenzione è riposta nei locali per autorimessa e trattati impiantisticamente, quali locali a rischio in caso di incendio. 1.1.4 Dati del sistema elettrico In base ai dati in possesso la fornitura dell’energia elettrica per tutte le unità abitative e per le parti condominiali,potrà avvenire, da parte del distributore, in bassa tensione e la consegna verrà effettuata in apposito locale che conterrà tutti i gruppi di misura, con sezionamento e protezione generale degli impianti elettrici, per ognuna delle attività esistenti. Risulta pertanto un sistema TT - trifase con neutro; Tensione 400/230 V - 50 Hz, per una potenza di fornitura di circa 20 KW per la parte condominiale. Mentre per le unità abitative, le stesse forniture potranno essere da 3 - 4,5 – 6 KW, per gli impianti così dimensionati. Dalle informazioni assunte presso il distributore, la corrente di c.c. nel punto di consegna, non è superiore a 6 kA. 1.1.5 Principali norme tecniche di riferimento Il progetto è stato redatto con particolare riferimento alle seguenti principali norme tecniche: Norme e Guide CEI 11-1 Impianti di produzione trasporto e distribuzione di energia elettrica; norme generali; 11-8 - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - impianti di terra; 11-17 - Impianti di produzione, trasporto, distribuzione energia elettrica. Linee in cavo; 17-6 Apparecchiature prefabbricate con involucro metallico per tensione da 1 a 52KV; CEI-EN 61439 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione; 34-21 - Apparecchi di illuminazione. Parte 1' a: prescrizioni generali e prove; 34-22 - Apparecchi di illuminazione. Parte 2' a: requisiti particolari e apparecchi per illuminazione di emergenza; 64-8 - Impianti elettrici utilizzatori. Norme generali; 64-12 - Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario; 64-50 - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari, telefonici – criteri generali; 64-53 - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari, telefonici, edilizia residenziale; 70-1 Gradi di protezione degli involucri; 81-10 - Protezione di strutture contro i fulmini; 103-1 - Impianti telefonici interni; - ed altre riportate nel corso del capitolato. 29 1.1.6 Struttura generale dell’impianto elettrico Per le unità abitative, dai gruppi di misura del fornitore elettrico partiranno linee distinte appositamente sezionate e protette già alla base dei montanti, per arrivare all’interno delle stesse ed attestarsi su appositi quadretti, ove troveranno allocazione gli interruttori di sezionamento e protezione delle linee distinte interne. Per la parte condominiale, dal gruppo di misura del fornitore elettrico, si andrà verso il quadro elettrico generale dislocato in apposito locale all’interrato e da lì si distribuiràad alimentare altri quadri di natura condominiale meglio specificati negli schemi elettrici. Le canalizzazioni per la distribuzione dei conduttori all'interno delle unità residenziali saranno realizzate con tubo in pvc corrugato flessibile sottotraccia. Le scatole di alloggiamento degli apparecchi, di derivazione ecc., nelle unità residenziali, saranno in PVC, incassate nella muratura a filo intonaco, di adeguate dimensioni. Queste avranno dimensioni opportune per permettere un agevole sfilaggio dei conduttori. Ogni giunzione dovrà tassativamente avvenire a mezzo di appositi morsetti isolati, rimanendo assolutamente vietata qualsiasi altra metodologia. In particolare le linee hanno origine dai rispettivi quadri elettrici che saranno costituiti da modulo in materiale isolante, in modo da realizzare una apparecchiatura in classe II, e sarà dotato di un interruttore automatico magnetotermico con relè differenziale di tipo selettivo per la protezione di ciascun circuito di alimentazione delle varie utenze. Sono state previste potenze e forniture monofasi in relazione al tipo di ciascuna attività ed alla estensione dei locali. I singoli circuiti di alimentazione raggiungeranno i rispettivi quadri elettrici delle unità abitative, transitando per tratti orizzontali in apposite canalizzazioni compartimentale all’interno delle autorimesse e per tratti verticali all’interno di appositi caveedi fino a raggiungere le rispettive unità. Per ognuno è da prevedere un quadro corredato di interruttori magnetotermici differenziali da 0,03 A per la protezione dei circuiti terminali. Le linee interne alle stesse unità abitative sono protette da tubazioni corrugate incassate in P.V.C. di diametro non inferiore a mm. 16, conduttori per prese da 10A e 16A di sezione minima mmq. 2,5 e per punti luce di sezione minima mmq. 1,5; con apparecchiatura di comando tipo componibile in scatole modulari e placche a scelta del DD.LL.. Cassette di derivazione con coperchio fissato con viti, compresa la rete di distribuzione interna a partire dai contatori. Nei locali condominiali Gli impianti dovranno essere eseguiti con i rispettivi gradi di protezione minimi sotto elencati: - IP 20 negli ambienti ordinari di servizio; - IP 54 nei locali tecnici e negli ambienti esterni. 1.1.6.1 Tipologie delle condutture I circuiti utilizzatori primari e secondari transiteranno, di norma, entro canalizzazioni metalliche principali e dorsali a vista installate a parete/soffitto transitanti nel controsoffitto. Dalle dette canalizzazioni saranno derivate, in apposite cassette, le alimentazioni, sia di forza motrice che di illuminazione, per le singole utenze, apparecchiature, i gruppi di presa a spina ed i centri luminosi. Gli impianti speciali quali, telefonico, TV, demotica elettrica e clima, ecc.,avranno percorsi e tubazioni distinte. La canalizzazione metallica principale sarà anch’essa distinta. La tipologia di cavi utilizzabili su può ricondurre al tipo N07V-K all’interno delle tubazioni incassate e/o a vista e del tipo con guaina, a vista in controsoffitti ed anche in canalizzazione, FG7(O)M10,6/1kV, FTG10(O)M10,6/1kV senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi. 1.1.6.2 Quadri elettrici All’interno dei quadri elettrici insistono interruttori di sezionamento e protezione di tutte le linee in partenza, del tipo sia magnetotermico, sia differenziali. I quadri elettrici previsti e presenti sono: - Quadri elettrici per unità abitative con protezione del montante; - Quadro generale condominiale; - Quadro ascensore (QE ASC); - Quadro pompa sollevamento acqua (QE PSA); - Quadri per sottocentrale e centrale termica; - Quadri per demotica. Per quanto riguarda il loro posizionamento vedasi schemi planimetrici. Per quanto riguarda la composizione vedasi allegati schemi dei quadri. 1.1.6.3 Punti presa a spina Nei diversi locali insistenti nell’attività i punti presa a spina sono di tipo civile sia incassati che a 30 vista a parete. Tutte le linee di alimentazione sono protetti da appositi interruttori nei rispettivi quadri di distribuzione ed inoltre ove ritenuto necessario, nei singoli punti e/o gruppi di presa a spina, soprattutto per le utenze particolari della cucina, quali Forni, lavastoviglie, lavabiancheria, ecc.. Vi saranno anche dei punti presa a spina di tipo industriale CEE rossi (trifasi) e blu (monofasi) – 6h, installate in apposite batterie-quadretti così come riportati e distribuiti sugli schemi planimetrici, in alcuni locali condominiali. Le prese industriali presentano ognuno fusibili di protezione ed interblocco meccanico all’inserzione della spina ed interruttore generale magnetotermico e differenziale. 1.1.6.4 Allacciamenti diretti alle apparecchiature fisse Alcune apparecchiature, quali ad esempio le unità di climatizzazione esterne ed interne, le apparecchiature di ventilazione, nei bagni, potranno essere allacciate direttamente con linee dirette ai relativi quadri elettrici e/o a mezzo di interruttori di sezionamento e protezione in prossimità dell’apparecchio. 1.1.6.5 Illuminazione ordinaria Nei locali ad uso condominiale si prevede l’installazione anche di corpi illuminanti, mentre all’interno delle unità abitative rimane a carico dei singoli utenti. Sono previsti corpi illuminanti di tipo stagno con lampade fluorescenti tipo T8, lineari e/o compatti, a vista nelle autorimesse e nei locali tecnici; ed infine nei locali connettivi, corpi illuminanti per lo più a parete/soffitto a vista con lampade compatte a basso consumo. Nel cortile esterno e giardino è previsto apposita illuminazione esterna, di tipo bassa lungo i camminamenti ed alta nelle piazzole. Tutti gli ambienti sono suddivisi su più circuiti in modo che l’eventuale guasto su un circuito non determini comunque situazioni di black-out. 1.1.6.6 Illuminazione di emergenza Al fine di garantire la sicurezza anche in situazioni di emergenza per mancanza di rete elettrica, tutti i locali tecnici e di utilizzo condominiale sono dotati di un impianto di illuminazione di emergenza che assicura un adeguato livello di illuminazione sulle vie di esodo, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente. Tale sistema è garantito mediante corpi illuminanti con batterie incorporate che entrano in funzione automaticamente al mancare della stessa tensione di rete. I corpi illuminanti saranno in materiale plastico, da 1*11-18-24 W ed autonomia di un’ora, di tipo IP 40-44-55 e con flusso luminoso da 200 lumen nei piccoli locali e 600 lumen in altri locali come riportate negli schemi planimetrici. Saranno inoltre del tipo a sola emergenza (SE) e del tipo sempre accesi (SA) sulle vie di esodo. Anche nelle unità abitative sono previste nella zona ingresso simili lampade di emergenza. 1.1.6.7 Impianto di terra L’impianto di terrà dovrà essere realizzato in conformità alle CEI 64-8 ed alla guida 64-12 e sarà esteso a tutte le masse esistenti nel complesso nonché alle masse estranee. Esso sarà ricollegato all’impianti di dispersione già preesistente nel complesso di edifici ed integrato con ulteriori spandenti di terra. L’impianto farà capo ad un nodo di terra all’interno del quadro generale di distribuzione. L’impianto di terra risulterà coordinato agl’interruttori differenziali presenti nell’impianto, tale da far sì che le tensioni di contatto siano ampiamente al disotto dei 50/25 V prevista dalla normativa. Per i migliori dettagli vedasi le planimetrie di progetto. 1.1.6.8 Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche Non fa parte della presente relazione la valutazione del rischio fulminazione. Tale argomento potrà essere trattato nella futura progettazione degli impianti dell’intero complesso di edifici e capannoni. E’ stata comunque valutata l’opportunità e la necessità di installare nel quadro generale appositi dispositivo di protezione da sovratensioni (SPD). 1.1.6.9 Alimentazione impianti di aerazione nei bagni delle unità abitative Apposite linee elettriche alimenteranno le apparecchiature per l’aerazione dei bagni delle unità abitative, costituiti da piccoli aspiratori su tubazioni con tymer di ritardo allo spegnimento e legati all’accensione della relativa lampada del singolo locale ospitante. Inoltre vi saranno delle alimentazioni per le unità di climatizzazione interna con i relativi termostati di regolazione di fornitura del committente. 1.1.6.10 Impianto telefonico La distribuzione telefonica degli impianti all’interno degli edifici avviene sotto traccia. E’ prevista la realizzazione di un sistema normalizzato per telefonia abitativa, con posa in opera di prese, cavi di collegamento. 1.1.6.11 Impianto TV 31 Sarà predisposto un impianto di ricezione di segnali televisivi, distinto per Lotto A di proprietà del comune e Lotto B di proprietà della Cooperativa collegato ad apposito impianto con antenne sul tetto di copertura piana, centralina di amplificazione, commisurata ai cavi di discesa e punti presa ripartiti e distribuiti nei diversi locali delle unità. 1.1.6.12 Impianto demotico elettrico e clima In ogni alloggio si dovrà predisporre apposita canalizzazione per futura installazione di impianto allarme antintrusione volumetrico e videosorveglianza. Inoltre un intero impianto demotico per il controllo della climatizzazione interna e delle centrali termiche dei due lotti dell’edificio, con apposite apparecchiature e collegamenti di rete gestite da idonei PLC. Il tutto dislocati anche in appositi armadi al piano interrato e comune. Ed inoltre ancora vi sarà una predisposizione per impianto fotovoltaico sul tetto di copertura, da interfacciare alla fornitura come scambio sul posto. 1.1.7 Misure di protezione 1.1.7.1 Protezione contro i contatti diretti e indiretti La protezione contro i contatti diretti viene attuata mediante: - l’isolamento diretto delle parti attive; - la protezione mediante involucri e/o barriere; - protezione mediante ostacoli; - protezione mediante distanziamento; - protezione addizionale mediante interruttori differenziali. Nella generalità dei casi, con l’utilizzo di condutture ed apparecchiature aventi, di norma, un grado di protezione non inferiore ad IP 20/40 e comunque mai inferiore ad IP XXB. Requisiti specifici riguardo la protezione contro contatti diretti sono: - utilizzo di prese a spina di tipo civile con gli alveoli protetti; - la colorazione utilizzata per il conduttore di protezione, i conduttori equipotenziale, i cavi di terra, sono il giallo-verde; - la colorazione utilizzata per il conduttore di neutro è il blu; - la colorazione utilizzata per il conduttore di fase è il nero, marrone, grigio; - gli interruttori di comando delle luci sono installati sul conduttore di fase; - l’utilizzazione di interruttori differenziali con corrente nominale di intervento non superiore a 30 mA. La protezione contro i contatti indiretti viene attuata mediante: - l’interruzione automatica dell’alimentazione - la messa a terra delle masse; - i collegamenti equipotenziali principali e secondari delle masse e/o masse estranee; - l’uso di componenti elettrici di Classe II; - separazione elettrica. In particolare il criterio dell’interruzione automatica dell’alimentazione, viene effettuato tramite il coordinamento degli interruttori di protezione differenziale con l’impianto di terra. Tutti i circuiti terminali risultano protetti mediante interruttori differenziali di tipo istantaneo con corrente differenziale nominale di 30 mA in modo da garantire l’immediata apertura per minime dispersioni a terra. I circuiti principali di distribuzione e gli interruttori generali sono invece protetti con interruttori di tipo regolabile/selettivo, sia nel tempo, sia nella corrente. Con detta soluzione si garantisce il massimo di selettività e la protezione estesa a tutto l’impianto. Il valore della resistenza di terra, coordinato al valore di corrente di dispersione sezionato automaticamente dai differenziali presenti nell’impianto nel rispetto dei seguenti valori di equazione: Rt<= 50 V/ Id dove Rt = è la resistenza di terra 50 V = è il valore massimo di tensione di contatto negli ambienti in questione Id = è la corrente di intervento dell’interruttore di protezione differenziale nel tempo di 5s. Dai valori sopra riportati si evince facilmente il rispetto ai requisiti di sicurezza. Dove saranno presenti apparecchiature alimentate a bassa tensione e/o dotati di trasformatori di sicurezza, si può avere la protezione dei circuiti combinata da contatti diretti ed indiretti. 1.1.7.2 Protezione contro gli effetti termici Le apparecchiature ed i componenti dell’impianto elettrico non dovranno essere causa di sviluppo di fonti di calore e/o irraggiamento termico e non dovranno essere sottoposti agli stessi effetti, tali da provocare : 32 - combustione o deterioramento di materiali - rischio di ustioni; - riduzione della sicurezza nel funzionamento. 1.1.7.3 Protezione contro gli incendi Il problema è stato affrontato sotto il duplice profilo di un impianto elettrico che non possa costituire, esso stesso, causa di incendio e che, in caso di incendio, garantisca i servizi essenziali. L’impiego di conduttori del tipo non propagante l’incendio e di dispositivi a corrente differenziale garantisce, in conformità delle norme citate e di quanto stabilito dalla sezione 751 delle CEI 64-8, contro i pericoli di innesco e propagazione degli incendi. Altri fattori di protezione sono: - l’isolamento delle parti attive; - la protezione dalle sovracorrenti; - la protezione da sovratensioni; - l’utilizzo di materiali autoestinguenti; - il collegamento a terra di tutte le masse e le masse esterne. 1.1.7.4 Protezione contro le sovracorrenti Gli interruttori automatici magnetotermici posti a monte di ogni conduttura risultano dimensionati in maniera tale da proteggere i cavi sia dal sovraccarico, che dal cortocircuito. La protezione dal sovraccarico soddisfa le disequazioni seguenti: Ib<= In< =Iz ed If<= 1,45 x Iz dove: Ib= è la corrente di impiego; In= è la corrente nominale dell’interruttore; Iz= è la portata del cavo; If = è la corrente convenzionale di sicuro funzionamento. La protezione dal cortocircuito è garantita dai singoli poteri di interruzione degli stessi interruttori. Si tratta di fornitura in bassa tensione e la corrente di cortocircuito, nel punto di consegna, dalle informazioni assunte presso il distributore, non è superiore a 10 kA. Gli interruttori generali presenti a valle del gruppo di misura nei diversi quadri hanno un potere di interruzione non minore di 10 kA, mentre tutti gli interruttori di tipo modulare, hanno potere di interruzione di 6 e 4,5 kA, comunque idonei ai valori di cortocircuito previsti nei relativi punti di installazione. Le sezioni dei cavi soddisfano la protezione sia in caso di corto circuito massimo, sia in caso di cortocircuito minimo al termine della linea, contro il rischio di danneggiamento dovuto agli effetti 2 dell’energia specifica passante I t lasciata transitare dal rispettivo dispositivo di protezione. 1.1.7.5 Protezione contro le cadute di tensione Le sezioni dei conduttori dei circuiti di distribuzione primaria e dei circuiti terminali più sollecitati per carico e/o per lunghezza sono protetti contro le sovracorrenti e non presentano cadute di tensione totale, dal gruppo di misura ENEL, superiore al 5%. Tale valore risulta pertanto poter soddisfare i requisiti di alimentazione di tutte le apparecchiature ed i componenti dell’impianto elettrico. 1.1.7.6 Protezione contro le sovratensioni E’ previsto l’utilizzo di dispositivi di protezione dalle sovratensioni (scaricatori – SPD) per limitare le tensioni superiori ai livelli accettati dalle apparecchiature elettriche presenti nel funzionamento ordinario dell’impianto elettrico, all’interno del quadro generale di distribuzione. I dispositivi saranno rispondenti al I e II livello di protezione. 1.1.7.7 Protezione contro le esplosioni Come dichiarato dal committente, non esistono nell’attività, luoghi a rischio di esplosioni e pertanto non sono progettati impianti per tali usi in questi ambienti. Ove verrà riscontrata la necessità di realizzare parte di impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione, gli stessi impianti dovranno essere realizzate con costruzioni elettriche certificate, con grado minimo di protezione IP 6X e contrassegnato II 2D (secondo ATEX 94/9/CE). Le prese di corrente, limitatissime, saranno poste in cassette con il medesimo grado di protezione, chiuse a chiave, poste ad altezza non inferiore a 1,5 m dal pavimento. 1.1.8 Carichi elettrici e criteri di dimensionamento 1.1.8.1 Carichi elettrici I carichi previsti per le unità abitative sono le normali utenze di illuminazione e prese a spina per apparecchiature varie oltre al forno, frigorifero, lavastoviglie, lavabiancheria, ecc.. Mentre per le parti condominiali sono, l’ascensore, l’iiluminazione nei connettivi, le centrali termiche, la centrale idrica, ecc.. 33 I quadri elettrici per le unità abitative sono dimensionati per 6 KW di potenza monofasi. Mentre quelli per le parti condominiali potrà arrivare anche a 30 KW trifase. 1.1.8.2 Calcoli In considerazione del fatto che la consegna della fornitura elettrica avverrà nell’immediata prossimità del recinto, alla tensione di 400/230 V, appare ragionevole assumere una caduta di tensione complessiva del 4% come limite massimo per le utenze più lontane. Pertanto si ritiene soddisfatto il dimensionamento dei cavi ai diversi livelli, che comunque non 2 scende mai sotto la sezione di 1,5 mm . Le correnti nominali degli interruttori dimensionati sono inferiori alle portate dei cavi di minore sezione e superiori alle correnti di impiego dei vari circuiti. La corrente di cortocircuito degl’interruttori generali e di portata più elevata è stata supposta prudenzialmente di 10 kA, mentre altri interruttori di distribuzione avranno tutti un potere di interruzione non inferiore a 6/4,5 kA. 34 1.2 Relazione Tecnica descrittiva della domotica 1.2.1 Descrizione sommaria degl’impianti In particolare gli impianti da realizzare sia nelle unità abitative sia nelle parti condominiali, consistono in sistemi domotici per il controllo/gestione degli edifici, per mezzo di una infrastruttura capillare che raggiunge tutti gli oggetti dell’abitazione con bus di segnale con lo standard Konnex (KNX) che è il primo standard di domotica aperto, coperto da royalty e indipendente dalla piattaforma, approvato come standard europeo (EN 50090 - EN 13321-1) e mondiale (ISO/IEC 14543). Lo standard è stato sviluppato da KNX Association. La possibilità di interconnettere il bus Konnex con il protocollo IP consente di raggiungere attraverso Internet (e quindi da ogni luogo) i singoli oggetti presenti sul bus di segnale dell’abitazione. In maniera analoga si raggiungono i sistemi di contabilizzazione dell’energia, remotizzando il controllo impiantistico e quindi l’efficienza energetica dell’abitazione. Il colloquio fra i diversi protocolli viene risolto tramite la realizzazione di un apposito dispositivo di interfaccia, un gateway che rende “trasparente” da Internet la conduzione dei sistemi tecnici dell’abitazione. Tale infrastruttura rappresenta un canale univoco per veicolare all’interno dell’abitazione una pluralità di beni e servizi, a partire da quelli tecnici, energetici e in generale di building automation. Lo stesso canale potrebbe essere utilizzato per far incontrare qualunque altra necessità dell’abitante con l’offerta di beni e servizi. Come sopra accennato, una delle componenti della building automation è rappresentata dai sistemi di contabilizzazione di acqua calda sanitaria e calorie per riscaldamento ambienti. Tali sistemi sono stati introdotti per la migliore gestione degli impianti di generazione centralizzati che, anche in relazione ai più recenti orientamenti normativi in tema di efficienza energetica, sostituiscono gli impianti singoli. La centralizzazione degli impianti implica la presenza di “satelliti” collocati presso le singole unità abitative, in grado di rilevare lo specifico consumo. La possibilità di remotizzare questa informazione “istantanea” contribuisce in maniera fondamentale sia alla c.d. “Energy Awareness”, cioè la consapevolezza dei comportamenti di consumo, sia al vero e proprio “Energy Management”, mettendo in relazione i consumi istantanei con le condizioni interne/esterne. Portare queste informazioni su Internet implica la possibilità di controllo remoto, di elaborazione centralizzata e di feed-back accurati. Per ottenere questo obiettivo è necessario realizzare un sistema di interfaccia capace di traslare in protocollo IP gli specifici segnali rilevati direttamente o sul singolo satellite o sul bus che interconnette i satelliti. La sostituzione del cablaggio elettrico tradizionale con cablaggio a mezzo di bus domotico fornisce un’ulteriore occasione di controllo remoto e complessivo dell’unità abitativa e/o dell’edificio. I bus domotici interconnettono potenzialmente molteplici aspetti di funzionamento dell’abitazione: dalla gestione dell’impianto di illuminazione e forza motrice, alla gestione dei blocchi cucina (temperature, parte elettrica, funzionamento elettrodomestici) all’attivazione di aperture/chiusure, alla sorveglianza e sicurezza. Come sopra accennato, uno degli standard a maggiore diffusione è lo standard KNX; un’interfaccia appositamente progettata tra KNX e IP può aprire uno scenario significativo di gestione dell’unità abitativa e di supporto agli abitanti. Le due interfacce sopra descritte sono legate a “reti di oggetti” cablate fisicamente all’interno degli edifici; si vanno però sempre più affermando dispositivi wireless che consentono di raggiungere con rilevatori/attuatori ogni angolo dell’abitazione. Al più classico Wi-Fi con Access Point dedicato, si affiancano protocolli innovativi come ZigBee, protocollo di comunicazione ad alto livello che utilizza piccole antenne digitali a bassa potenza e basato sullo standard IEEE 802.15.4 per Wireless Personal Area Networks (WPAN). La soluzione originale che costituisce l’idea base dell’ infrastruttura proprietaria è la realizzazione di un Gateway capace di mettere insieme, secondo lo schema riportato qui di seguito, le interfacce menzionate ai punti precedenti. In pratica la rete IP che raggiunge la singola unità abitativa diventa in grado di colloquiare con i singoli oggetti che stanno sia sui cablaggi fisici che su quelli wireless. Questo tipo di infrastruttura “abilitante” consente di veicolare una pluralità di beni e servizi praticamente illimitata, sia all’edificio in termini di building automation che all’abitante. 35 RF=radiofrequenza KNX=bus standard domotico konnex Ac= acqua calda Ck= contacalorie La realizzazione dell’infrastruttura proprietaria “abilitante” all’erogazione di beni e servizi nella singola unità abitativa, nell’edificio e/o anche nel quartiere, impone l’organizzazione e la definizione di un’architettura di sistema che realizzi il massimo livello di integrazione possibile tra le varie tipologie di applicazioni e i sistemi informativi che supportano l’offerta e la prestazione. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che le componenti “di base” del sistema siano comuni a tutte le tipologie di prestazione: a. Un’infrastruttura di rete proprietaria unica che, attraverso il gateway di interfaccia tra Internet e le reti degli oggetti, supporti tutte le possibili transazioni; b. Un sistema unico di identificazione degli attori del sistema (erogatori e destinatari di prestazioni), con accesso univoco e profilazione degli utenti; c. Un insieme unico di servizi di sistema, in ambito di telecomunicazione, gestione remota, domotica ecc. 36 Tale infrastruttura è realizzata con protocollo IP e soluzioni di tipo VPN (Virtual Private Network) per interconnettere tutti i nodi di sistema; la rete è necessariamente esclusiva per consentire la remotizzazione ubiqua delle gestioni di sistema, mentre la diffusione capillare degli accessi Internet consente di raggiungere i gateway collocati presso le singole unità abitative e quindi di veicolare verso i singoli destinatari (edifici o abitanti) l’erogazione di beni o servizi. La rete deve essere unica nei sistemi di accesso e indirizzamento per garantire totale trasparenza di sistema verso tutti gli utilizzatori. L’anagrafe risponde alla necessità di avere un sistema di identificazione univoca degli attori di sistema; un DBMS di tipo relazionale capace di evolvere verso soluzioni informative del tipo DataWareHouse e/o Repository; a questo livello è inoltre indispensabile individuare un “middleware” unico che agevoli il collegamento tra le singole applicazioni e l’anagrafe di sistema, assicurando la consistenza informativa e la sicurezza del dato rilevante. L’architettura di sistema così concepita consente che gli applicativi che regolano e supportano la gestione di questa offerta siano “integrabili” agevolmente e facciano riferimento agli stessi soggetti e agli stessi elementi di sistema. È auspicabile che gli elementi di interfaccia utente non siano “Hardware defined” (cioè definiti dalla forma fisica dei dispositivi – schermo, pulsanti, comandi) ma piuttosto “Software defined”, dove quindi l’interfaccia sia definita dalla tipologia di utente e dal suo grado di comprensione del sistema (esempio tipico, tablet touchscreen con interfaccia grafica semplice o complessa a seconda dell’utente). 1.2.2 Hardware La tecnologia deve integrare il monitoraggio ed il controllo di tipologie impiantistiche diverse, con lo scopo di convogliarne la gestione verso una piattaforma software web unica. L’ obiettivo di tale integrazione è quella di fornire servizi internet e intranet collegati alle funzioni proprie della tipologia di impianto e alla sua gestione sia tecnica che amministrativa, ad esempio la possibilità per una ditta di manutenzione e assistenza di supervisionare e controllare da remoto gli impianti di cui ha l’ appalto. Inoltre la natura fortemente web-oriented dell’impianto domotico permette di veicolare sulla sua rete tutti quei servizi che si possono immaginare erogati in modalità on-line e on-demand. 37 L’ associazione alla rete proprietaria sia per il fornitore di servizi che per il semplice consumatore finale da la possibilità di usufruire di soluzioni tecnologiche all’avanguardia per ottimizzare ed elevare qualitativamente la propria opera o il proprio abitare. Le applicazioni della rete sono ospitate in un sistema di cloud computing (letteralmente una rete di pc collegati attraverso Internet) per usufruirne l’ utente deve identificarsi attraverso il portale proprietario che è la porta di accesso alle funzioni di cui si può usufruire. Ad ogni utente sono associate delle credenziali, l’ inserimento di queste credenziali d’ accesso nel portale proprietario permette di distinguerne la tipologia e i diritti associati in modo da rendergli visibile solo la parte di dati e di applicazioni che lo riguardano. 1.2.3 Servizi legati all’ integrazione impiantistica della rete Le tipologie di impianto integrate dal portale proprietario sono: Centrali termiche; Impianti fotovoltaici; Reti dati ( ADSL, Wide-LAN, LAN); Sistemi di Domotica residenziale ed assistiva La realizzazione delle infrastrutture di un edificio con l’architettura proprietaria descritta permette: 1) All’ utente dell’ unità abitativa: a) Impostare la temperatura della propria casa sia da locale che da remoto. b) Monitorare i consumi termici c) Salvare uno storico di tutte le suddette misure d) Visualizzare da remoto le videocamere di sorveglianza installate e) Accedere ad un contratto per la banda larga a prezzo agevolato 2) Al manutentore o gestore della centrale termica da locale e da remoto: a) Monitorare lo stato acceso-spento della caldaia b) Monitorare il set-point della caldaia c) Monitorare le temperature della mandata e del ritorno per ogni utenza d) Monitorare lo stato delle valvole a 3-vie e) Monitorare la temperatura degli accumulatori\ separatori. f) Monitorare i set-point impostati dagli utenti g) Salvare uno storico di qualunque delle suddette misure 3) Al manutentore o gestore dell’ impianto fotovoltaico da locale e da remoto: a) Misure fornite dagli inverter: energia, potenza, tensione, corrente…. b) Stati forniti dagli inverter: acceso, spento, blocco, errore comunicazione c) Irraggiamento, temperatura ambiente, temperatura cella. d) Salvare lo storico di qualunque delle suddette misure e) Comando accensione spegnimento da remoto degli inverter f) Avviso SMS \ e-mail su allarme generato da evento programmabile 38 4) All’ amministratore del condominio: a) Anagrafica condominiale b) Misurazione consumi termici condominiali comuni e privati c) Misurazione consumi elettrici condominiali comuni d) Misurazione energia prodotta dall’ impianto FV e) Fatturazione automatizzata f) Richiesta e conferma di intervento per l’ assistenza impiantistica automatica dal portale del sistema domotico 1.2.4 Dispositivi necessari all’ installazione del sistema domotico: - Server locale aggregatore dati (uno per condominio) - Rete dati (LAN) per collegare impianti ed abitazioni - Modem \ router ADSL per connettività internet rete domotica - Contratto di connessione internet per rete domotica - Switch di zona ( uno per piano o zona di edificio, e uno per impianto) - Switch 8 porte di appartamento ( uno per appartamento) - Gateway per impianto domotico (uno per abitazione) - Alimentatore di linea bus Konnex - Contabilizzatore di calore con interfaccia Konnex (uno per abitazione) - Cronotermostato Konnex (uno per abitazione) - Controllore di centrale termica - Contaimpulsi ingresso GAS caldaia (dispositivo da aggiungere a quello installato dal distributore) - Contabilizzatore di calore in mandata riscaldamento - Sonda di temperatura sulla mandata del circuito primario - Sonda di temperatura sul ritorno del circuito primario - Sonda temperatura sulla mandata del circuito secondario - Sonda temperatura per regolazione valvole di bilanciamento - Pressostato su circuito primario - Contabilizzatore di calore per produzione ACS in centrale - Flussimetro (conta impulsi) acqua calda sanitaria appartamento (uno per abitazione) - Sonde di temperatura sul bollitore per ottimizzazione della stratificazione (alto, medio, basso) - Sonda di temperatura sulla mandata linea ACS del bollitore - Sonda di temperatura sul ritorno del ricircolo - Sonda di temperatura campo solare termico - Sonda di pressione del solare termico - DataLogger di impianto fotovoltaico - Contabilizzatore di energia elettrica condominiale 39 - Contabilizzatore di energia elettrica abitazione (uno per abitazione) Nell’ infrastruttura demotica descritta è possibile distinguere diversi tipi di sottosistemi: - Rete Konnex - Rete dati LAN - Cablaggio elettrico tradizionale - Cablaggio elettrico di segnale - Altre reti di segnale: RS232, RS485, RF, Wi-Fi, ZigBee Alla rete Konnex appartengono i dispositivi: - Alimentatore di linea BUS Konnex - Cronotermostato - Contabilizzatore di calore - Contabilizzatore di energia - Gateway proprietari Alla rete dati LAN appartengono i dispositivi: - Server e-cives (o similare) - Gateway e-cives (o similare) - Modem - Router - Switch di piano - Switch d’ appartamento Nel cablaggio elettrico tradizionale includiamo: - Alimentazione elettrica per i dispositivi proprietari - Attuatori controllati in tensione o corrente Nel cablaggio elettrico di segnale vanno inclusi: - Sensori analogici - Contatti di stato per dispositivi - Contatti di stato per rilevatori di soglia Nelle altre reti di segnale possono essere presenti a seconda delle esigenze: - Comunicazioni fra controllori diversi - Sensori wireless - Gateway proprietari 40 Illustrazione di una schema di infrastruttura domotica: 41 1.2.4.1 Infrastruttura tecnologica per telegestione e telecontrollo e monitoraggio consumi Per la realizzazione dell’ infrastruttura tecnologica nella singola unità abitativa residenziale occorre che la stessa sia dotata di una rete dati su cavo UTP con uscita in RJ45 anche sul quadro elettrico dell’ abitazione dove verrà installato il Gateway, il cui montaggio è previsto essere su barra DIN. Al Gateway dovrà essere portato il segnale di BUS KNX di un contabilizzatore di calore per il monitoraggio dei consumi termici. Si può prevedere la predisposizione di corrugati per facilitare future installazioni domotiche dell’ abitazione come l’ anti-intrusione e la videosorveglianza. 1.2.5 Software Il cloud computing Con il termine Cloud Computing si intende un insieme di tecnologie informatiche che permettono l'utilizzo di risorse hardware o software distribuite in remoto. Sotto è riportato uno schema riassuntivo di tutti i moduli software che sono e saranno realizzati per il progetto descritto. INTERNET Come è descritto in figura il cloud computing si riferisce alla fornitura di risorse di calcolo on demand attraverso una rete di computer, come applicazioni, database, servizi di file, email, ecc. Nel modello tradizionale di computing, sia i dati e il software sono contenuti nel computer 42 dell'utente; mentre nel cloud è sufficente che il computer dell'utente sia dotato di un software di base (sistema operativo e browser web ), quindi è poco più di un terminale per visualizzare i processi che si verificano in una rete di computer remoto. Nell’ambito di questo progetto tutti i moduli software faranno riferimento all’unica anagrafica di base nella quale verranno memorizzati sia i dati dei soggetti che richiedono il servizio specifico (es. l’abitante che si collega ad internet per controllare la spesa in consumi energetici) sia i dati di coloro che hanno il compito di soddisfare la richiesta, ognuno per il proprio ambito di intervento (es. cooperative di gestione). L’intero progetto sviluppato non risiederà su di un server del cliente ma sfrutterà il Cloud Computing e sarà quindi utilizzato grazie al supporto di Microsoft Azure™. I vantaggi derivanti dal Cloud Computing sono: Risparmio sui costi di infrastruttura e di licenze (non è più necessario acquistare server). Accessibilità globale: collegarsi al software non è mai stato così semplice, basta solo un accesso ad internet. Scalabilità della soluzione: Microsoft dispone di ampie strutture di elaborazione che supportano livelli di scalabilità estremamente elevati. Se l’azienda necessita quindi di scalabilità aggiuntiva non dovrà far altro che richiederla. Deployment immediato: possibilità di accedere da subito a tutti i servizi, senza dover installare nulla sul proprio pc.. 43 2 Caratteristiche costruttive degli impianti elettrici, componentistica ed apparecchiature 2.1 Caratteristiche generali Gli impianti elettrici saranno realizzati in conformità a quanto previsto dalla legge 186/68 e dal D.M. n°37 del 22/01/08, (ex Legge 46/90) e ss.mm. e ii., con particolare riferimento alla norma CEI 64-8 e alla guida CEI 64-50, CEI 82-25, CEI 81-10, guida CEI 100-7 nonché alle caratteristiche riportate dal capitolato generale. Per la scelta dei componenti e per il tracciamento e la posa degli impianti si seguiranno le su indicate normative. All’interno degli ambienti di vita le soluzioni tecnico distributive limiteranno al minimo le emissioni di campi elettrici e magnetici, in particolare nelle zone letto (di riposo notturno) e zone divani (di riposo diurno). A tal fine sarà evitata la distribuzione elettrica del tipo ad anello e verrà privilegiata quella di tipo “a stella”, che si diramerà possibilmente da un unico punto (centralino/cassetta) di derivazione. La distribuzione delle dorsali elettriche sarà concentrata in corrispondenza di locali costituenti zone di transito, evitando in ogni caso di posare condutture, anche di utenze terminali, al di sotto di letti e divani. Le condutture e le prese elettriche delle utenze elettrodomestiche quali: forno, lavapiatti, lavabiancheria, frigorifero e similari, saranno posizionate su pareti non divisorie rispetto alle testate dei letti delle camere adiacenti. Tale accorgimento sarà realizzato anche nei confronti degli impianti di illuminazione delle autorimesse sottostanti alle unità immobiliari e nella realizzazione di tutti gli impianti condominiali adiacenti. Quanto sopra descritto sarà realizzato con componentistica di tipo tradizionale. 2.2 Dotazioni elettriche minime previste per ogni ambiente di ogni alloggio Costituisce riferimento normativo specifico riguardo alla dotazioni minime, l’apposito Allegato A alla Variante V3 della Norma CEI 64-8 e più in particolare le unità abitative dovranno rispondere ad un livello qualitativo non minore del “livello 2”, riguardo agli impianti elettrici e ad un “livello 3” riguardo agli impianti domotici. Numero di punti luce per tipologia di ambiente Variante V3 specifica il numero di punti luce minimo, livello per livello, a seconda della destinazione d'uso del locale. Destinazione d'uso del vano Livello 1 Livello 3 Livello 3 Ingresso 1 1 1 Angolo Cottura - 1 1 Cucina 1 2 2 Lavanderia 1 1 1 Locale da bagno 2 2 2 Servizi (WC) 1 1 1 < 5 mq 1 1 1 > 5 mq 2 2 2 Balcone o terrazzo se > 10 mq 1 1 1 Ripostiglio se > 1 mq 1 1 1 Cantina / Soffitta 1 1 1 Box auto 1 1 1 Giardino se > 10 mq 1 1 1 fino 12 mq 1 2 3 da 12 a 20 mq 1 2 3 oltre 20 mq 2 4 4 Corridoio Altri locali (camera da letto, soggiorno, studio, ecc.) Numero di punti prese per tipologia di ambiente 44 Variante V3 specifica il numero di punti prese minimo, livello per livello, a seconda della destinazione d'uso del locale. Destinazione d'uso del vano Livello 1 Livello 2 Livello 3 Ingresso 1 1 1 Angolo Cottura 2 (1) 2 (1) 3 (2) Cucina 5 (2) 6 (2) 7 (3) Lavanderia 3 4 4 Locale da bagno 2 2 2 Servizi (WC) 1 1 1 < 5 mq 1 1 1 > 5 mq 2 2 2 Balcone o terrazzo se > 10 mq 1 1 1 Ripostiglio se > 1 mq 1 1 1 Cantina / Soffitta 1 1 1 Box auto 1 1 1 Giardino se > 10 mq 1 1 1 fino 12 mq 4 5 5 da 12 a 20 mq 5 7 8 oltre 20 mq 6 8 10 Corridoio Altri locali (camera da letto, soggiorno, studio, ecc.) Numero di prese telefono / dati per vano Tutte le prese devono avere accanto la predisposizione per 1 presa energia: Superficie unità Livello 1 Livello 2 Livello 3 Cucina 1 1 1 Ingresso 1 1 1 Camera da letto 1 1 1 Soggiorno 1 1 1 Studio 1 1 1 Numero di prese TV per vano Tutte le prese devono avere accanto la predisposizione per 1 presa energia: Superficie unità Livello 1 Livello 2 Livello 3 Cucina 1 1 1 Camera da letto 1 1 1 Soggiorno 1 1 1 Studio 1 1 1 Le prese TV in ambienti quali soggiorno, camera da letto, studio e cucina devono avere accanto la predisposizione per 6 prese energia. Eventuali prese TV in altri ambienti devono avere accanto almeno una presa energia. Ulteriori e più specifici dettagli vengono di seguito riportati e saranno validi se comunque rispondenti ai quantitativi delle tabelle sopra riportate. Quindi, ove le successive specifiche non coprono il “livello 2”, esse dovranno essere integrate. ZONA INGRESSO-SOGGIORNO n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 2 punti comando luce (deviati); n. 2 presa bipasso 2x10/16A+T; 45 - n. 1 centralino da incasso con portello completo di interruttori automatici magnetotermici, differenziali puri, magnetotermici differenziali e componenti: Diff. - In=2x25A Id=0,03A tipo AC (generale); MT - In=2x10A 6kA (luce generale); MT - In=2x10A 6kA (pompa ricircolo nel satellite di zona); MT - In=2x10A 6kA (prese speciali [frigorifero, luce di emergenza, altre su richiesta utente]); MT - In=2x16A PI=6kA (forza motrice generale); altre eventuali specifiche di progetto. n. 1 Trasformatore per segnalazioni 230V/124 o 12V 20VA n. 1 pulsante campanello al portone di ingresso con targhetta portanome; n. 1 suoneria interna a due toni (campanello porta). n. 1 suoneria a ronzatore (chiamata emergenza da bagno) n. 1 lampada di emergenza su presa unel CUCINA o ANGOLO COTTURA: n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 1 punto comando luce (interrotto); n. 6 prese a scelta tipo bipasso 2x10/16A+T o UNEL 2x10/16A+T o ; (Frigorifero, Forno, Lavapiatti, Piano lavoro, Piano cottura e Cappa aspirante) BALCONI, E GIARDINI: n. 1 centro luce a parete completo di apparecchio illuminante IP44/55 con lampada ad incandescenza max 40W, a parete per ogni balconcino e giardino, completo di punto/i comando luce a singola interruzione (o a due deviatori se l’accesso è da due locali), posto all’interno. Nei girdini che si sviluppano sull’angolo del fabbricato i punti luce saranno 2 (uno per ogni lato). Inoltre dovranno essere predisposte, per gli alloggi che sono dotati di aree esterne destinate a giardino privato, canalizzazioni in uscita da scatole di derivazione interne tali da permettere la futura realizzazione delle aree verdi private. Saranno quindi da predisporre anche le scatole da frutto necessarie per installare i relativi punti di comando. La futura installazione di apparecchio non dovrà richiedere alcuna demolizione di pavimentazioni, pareti e quant’altro. Si fa presente che qualsiasi apparecchio illuminante che sarà in futuro installato nelle zone esterne all’edificio dovrà avere una caratteristica di antiabbagliamento certificata adatta per la Zona 1 così come previsto dalla Legge Regionale 10/02, per ogni giardino piccolo, completo di punto di comando luce a singola interruzione interno od esterno all’edificio CAMERA MATRIMONIALE: n. 1 centro luce (a soffitto o a parete); n. 3 punti di comando luce (due deviatori ed un invertitore); n. 3 prese bipasso 2x10/16A+T; CAMERA DOPPIA (ogni seconda camera di alloggi con due camere): n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 2 punti di comando luce (due deviatori); n. 4 prese bipasso 2x10/16A+T; CAMERA SINGOLA (ogni seconda e terza camera di alloggi con tre camere): n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 2 punti di comando luce (due deviatori); n. 2 prese bipasso 2x10/16A+T; BAGNO: n. 2 centri luce (a soffitto e o parete) n. 2 punti comando luce (interrotti, uno luminoso esterno al locale) n. 1 prese bipasso 2x10/16A+T o unel n. 1 tirante chiamata emergenza da vasca e/o doccia PRESA LAVATRICE (in ripostiglio, bagno o zona disimpegno): n. 1 presa presa UNEL 2x10/16A+T (lavabiancheria) n. 1 interruttore non automatico da incasso 2x16A (lavabiancheria). DISIMPEGNO: n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 2 punti comando luce (due deviatori); n. 1 lampada di emergenza su presa unel RIPOSTIGLIO (Interno all’unità abitativa) : 46 n. 1 centro luce (a soffitto o a parete) n. 1 punti comando luce (interrotto); GARAGE AUTO PRIVATO o RIPOSTIGLIO COMUNICANTE NON COMPARTIMENTATO n. 1 impianto luce e FM per ogni singolo garage composto da: n. 1 centro luce IP55 completo di apparecchio illuminante a tubo fluorescente 1x36W IP55 con corpo e coppa in policarbonato, completo di lampada, reattore, starter e rifasamento; n. 1 punto di comando luce a semplice interruzione IP55 in contenitore singolo; n. 1 punto presa 2x10/16A+T in contenitore IP55 singolo; le condutture elettriche interne al singolo garage con conduttori N07V-K 2x2,5mmq+T(luce e presa) posti entro tubi rigidi di materiale plastico autoestinguente posati a vista, comprese le scatole di derivazione, nonché la linea di alimentazione in cavo FROR 0,6/1kV 2x2,5mmq+T, posata nelle canalizzazioni comuni in vista o incassate delle parti comuni dell’autorimessa, tra la scatola di derivazione del box ed il quadretto a valle del contatore d’energia ENEL dell’assegnatario nel vano contatori (attenzione gli impianti elettrici a vista dovranno avere adeguate protezioni antischiacciamento da terra fino ad una altezza di 1,5 m circa – il tutto come richiesto dai VV.FF). Tutte le linee di alimentazione dei garages privati e dei locali annessi non compartimentati si attesteranno direttamente alle protezioni previste a valle delle rispettive forniture ENEL. CANTINE: n. 1 centro luce (a soffitto o a parete); n. 1 punti comando luce (interrotto); n. 1 presa presa UNEL 2x10/16A+T (lavabiancheria). ULTERIORI DOTAZIONI ELETTRICHE PER OGNI UNITÀ IMMOBILIARE: LINEA MONTANTE DI ALIMENTAZIONE ENERGIA PER OGNI ALLOGGIO realizzata in cavo 2x6mmq+T (in cavi FROR posti in canalizzazione dedicata a partire dal gruppo di protezione a valle del contatore fino al centralino di appartamento. Si intendono comprese la fornitura e posa in opera dei tubi (sottotraccia e/o in vista) dedicati e quota parte delle canalizzazioni comuni, delle scatole di derivazione (in vista e/o ad incasso) e quanto altro necessario per fornire la linea in opera perfettamente funzionante e conforme alla normativa vigente; GRUPPO DI PROTEZIONE A VALLE FORNITURA ELETTRICA ALLOGGIO E ACCESSORI completo di: n.1 interruttore automatico magnetotermico differenziale In=2x25A Id=0,3 sel. PI=6kA (protezione generale della linea montante all’alloggio); n.1 interruttore automatico magnetotermico differenziale In=2x16A+N Id=0,03A PI=6kA (protezione della linea di alimentazione del garage e dell’eventuale ripostiglio assegnato) completo dispositivo di apertura su telecomando (bobina di minima tensione) per la messa fuori servizio in contemporanea allo sgancio generale di emergenza dell’energia degli impianti elettrici condominiali (ascensore escluso) luce e FM dell’autorimessa.; IMPIANTO E COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI INTERNI ALL’ALLOGGIO ED AI LOCALI ACCESSORI per bagni, cucine, collettore riscaldamento ed in genere delle masse metalliche possibili di andare sotto tensione in caso di guasti elettrici di isolamento di apparecchi elettrici connessi e/o adiacenti ecc. I singoli collegamenti equipotenziali (che possono essere posati non in vista es. direttamente sotto intonaco o sotto pavimento) saranno realizzati con cavo N07V-K da 6mmq e risulteranno collegati singolarmente al collettore di terra secondario del quadretto elettrico di alloggio. IMPIANTO TELEFONICO INTERNO PER OGNI ALLOGGIO, realizzato con doppino telefonico a bassa perdita e predisposizione di ulteriori tubazioni e relative scatole di derivazione e da frutto vuote per la futura installazione di rete dati a banda larga e/o TCP/IP (in rame o in fibra ottica) che dovranno potersi collegare con la cassetta condominiale interna o esterna di permutazione telefonica o di allaccio telefonico. Tutte le canalizzazioni dalle scatole delle prese telefoniche e quelle predisposte per le prese dati confluiranno singolarmente ad un’unica scatola di derivazione di appartamento con configurazione a stella. Dotazione: n. 2 prese telefoniche tipo RJ o normalizzate (la prima presa sarà allacciata a cura 47 dell’azienda telefonica) IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE DEL SEGNALE TELEVISIVO INTERNO ALL’ALLOGGIO derivato dall’impianto di antenne riceventi collettive (n°2 totali) in grado di ricevere almeno 3 canali RAI terrestri e 8 canali privati con canalizzazione predisposta per la distribuzione del segnale satellitare da convertitore LNB in banda 2GHz ). L’impianto interno di ogni alloggio sarà così composto da un minimo di 2 prese ad un massimo di 4 tali che: n. 1/3 punti presa TV terrestre con frutto presa coassiale a 75Ω interconnesso al partitore dorsale della discesa TV terrestre tramite cavo coassiale a bassissima perdita a 900Mhz ed impedenza caratteristica 75Ω. n. 1 punti predisposizione presa SAT DOTAZIONI ELETTRICHE PER LE PARTI CONDOMINIALI: Verrà installato un contatore trifase condominiale con potenza contrattuale da 20 kW (o differente, su richiesta della stazione appaltante o D.L.). I QUADRI GENERALI DEI SERVIZI CONDOMINIALI: dovrà essere suddiviso in modo tale che ciascuna utenza sia protetta da interruttore m.t. differenziale in modo da facilitare l’esercizio e limitare il disservizio causato da interventi per guasto o manutenzione. I quadri elettrici condominiali, dimensionati per contenere le apparecchiature di protezione e comando delle linee elettriche sopra indicate, saranno tutti del tipo in materiale plastico autoestinguente (es. Resina e fibre di vetro) o metallico del tipo per installazione a parete, saranno dotati di portella trasparente con serratura e presenteranno un grado di protezione minimo IP44. Inoltre nel quadro condominiale, saranno presenti anche le seguenti uscite: un sezionatore generale linea illuminazione corsia di manovra autorimessa realizzata con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T , protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x10A+N, Id=0,03A tipo AC, PI=6 kA e comandata da rilevatore di presenza a tempo. linea illuminazione degli ingressi esterna realizzata con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T, protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x10A+N, Id=0,03A tipo AC, PI=6 kA e controllata da interruttore crepuscolare. linea di alimentazione quadro centrale termica, per apparecchiature come caldaie, pompe, , ecc realizzata con conduttori FROR 0,6/1kV 4x6mmq+T, protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=4x32A+T, Id=0,3A tipo AC, PI=6kA linea ascensore (una per ogni ascensore) realizzate con conduttori FROR 4x6mmq+T (alimentazione quadro elettrico macchina) protette da un interruttori automatici magnetotermici differenziali In=4x25A, Id=0,3A tipo A, PI=6kA linea servizi ascensore (una per ogni ascensore) realizzate con conduttori FROR 2x2.5mmq+T (alimentazione quadro servizi ascensore: luce vano corsa, cabina, ecc.) protette da un interruttori automatici magnetotermici differenziali In=1x16A+N, Id=0,03A tipo A, PI=6kA linea utenze luce emergenza vani scala condominiale realizzata con conduttori N07V-K 2x1,5mmq protetta da un interruttore automatico magnetotermico In=1x6A+N, PI=6kA linea di alimentazione per amplificatori di segnali TV-Sat e citofono realizzata con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T, protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x10A+N, Id=0,03A tipo A, PI=6kA. linea di alimentazione per impianto pannelli fotovoltaici realizzata con conduttori FG7OR 2(1x6)mmq+T, protetta da un interruttore automatico magnetotermico differenziale In=1x25A+N, Id=0,03A tipo B, PI=6kA DOTAZIONI DELL’ACCESSORIO CONDOMINIALE L’accessorio sarà dotato di proprio quadro elettrico indipendente costituito da 1 diff. Puro classe A da 0.03 A 230V 48 2 mt In = 16 A 6 KA 1 mt In = 10 A 6 KA 1 mt In = 6 A 6 KA Lo stesso locale sarà dotato di due prese dati indipendenti cablate con cavo di rete in categoria minima 5E, per la connessione internet. Il locale sarà dotato di predisposizione per l’arrivo della linea telefonica / ADSL da parte del gestore delle telecomunicazioni. Verranno inoltre forniti e posti in opera i materiali per la realizzazione degli impianti seguenti. ALLACCI ELETTRICI DI POTENZA E DI SEGNALE DI TUTTE LE APPARECCHIATURE ELETTRICHE NECESSARIE PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI MECCANICI (idrici, solari, di riscaldamento, di raffrescamento e di sollevamento acque), nonché quelle di contabilizzazione dei consumi energetici e di regolazione, compresa la realizzazione del quadro elettrico di protezione, comando e regolazione (come da indicazioni del progetto impianti meccanici) e le indicazioni della D.L. compreso eventuale sezionatore locale per le operazioni di manutenzione (IP55) e la messa a terra (equipotenziale) di tutte le masse metalliche secondo le indicazioni della D.L. I moduli satellitari sono collocati nel vano scala e sono accessibili per la lettura e la manutenzione pertanto nella porta con scritta ben visibile deve essere riportata la dicitura: “attenzione elemento alimentato direttamente da appartamento.” La consistenza degli apparecchi elettrici previsti dal progetto degli impianti meccanici è la seguente: n. 1 contabilizzatore dell’energia termica consumata per ogni alloggio (installato in cavedio in corrispondenza del piano alloggio – modulo satellitare) o n. 1 pompa di circolazione per ogni alloggio (installata in cavedio in corrispondenza del piano alloggio - modulo satellitare). o n.1 quadro elettrico caldaie (allaccio Trifase+N) o n. 4 pompe di circolazione (primario, solare, ricircolo e mandata) o n. 1 linea alimentazione contabilizzatori, concentratori BUS e convertitore di 2 estremità 230 Vac mediante cavo 2x1,5 mm o n. 1 stazione solare o n.1 centralina solare o n. 4 sonde di temperatura o n. 1 alimentazione addolcitore o n. 1 interruttore magneto-termico differenziale 2x10A, Id=0,03A, P.I. 6KA-, per ogni alloggio, dedicato all’alimentazione dell’apparecchiature del modulo satellitare, come descritto nel centralino d’appartamento o cavo dati BUS con cavo 1(2x2x0.8) mm2 CONNETTE TUTTI I MODULI di ciascun appartamento di ciascuna palazzina tra loro FINO ALLA CENTRALE TERMICA e da qui remotato tramite GSM all’unità di supervisione. Il cablaggio delle apparecchiature di centrale termica sarà eseguito secondo le indicazioni del Progetto degli impianti Meccanici. o Le connessioni dei moduli satellitari dovranno essere eseguite secondo gli schemi impiantistici indicati nel progetto degli impianti termici e secondo le indicazioni e gli schemi della ditta fornitrice. ILLUMINAZIONE E PRESA DI SERVIZIO NEL LOCALE CENTRALE TERMO-IDRICA così composto: - un centro luce IP55 interni, completi di: apparecchio illuminante a tubo fluorescente 2x58W IP55, completo di lampada, reattore, starter e rifasamento; - n. 1 centro luce IP55 completo di: apparecchio illuminante per illuminazione di sicurezza (>=140Lm) autoalimentato, ricaricato in tampone con autonomia 60 minuti; - un punto di comando luce a semplice interruzione IP55 in contenitore singolo; - un punto presa 2x10/16A+T IP55; - Quadro Centrale Termo-Idrica composto da n.1 centralino per montaggio a vista con portello. IP55, completo degli interruttori automatici magnetotermici, differenziali puri, magnetotermici differenziali e componenti seguenti: 49 - Interruttore sezionatore generale 4x32A - n. 2 magnetotermici differenziali In=1x10A+N Id=0,03A 6kA per controllo e sistema bus - n. 2 magnetotermici differenziali In=4x10A Id=0,3A tipo A per pompe trifase - n. 2 magnetotermici differenziali In=2x10A Id=0,3A tipo A per pompe monofase - interruttore magnetotermico differenziale In=2x16A Id=0,3° tipo AC per caldaia - n. 4 SALVAMOTORI taratura regolabile per pompe - n. 2 CONTATTORI AC-3 3x9A per pompe trifase - n. 2 CONTATTORI AC-3 2x9A per pompe monofase - interruttore differenziale In=2x25A Id=0,03A tipo AC (generale servizio) - interruttore magnetotermico -In=1x10A+N PI=6kA (Luce interna ed esterna al vano) - interruttore magnetotermico - In=1x16A+N PI=6kA (Presa servizio) - interruttore magnetotermico - In=1x6A+N PI=6kA (luce emergenza) - interruttore magnetotermico - In=1x6A+N PI=6kA (addolcitore ed altre utilities) Completo, cablato in opera e perfettamente funzionante. ILLUMINAZIONE TEMPORIZZATA SCALE, PIANEROTTOLI E PARTI CONDOMINIALI, comprendente: - centri luce completi di plafoniera a scelta della D.L. equipaggiato con lampade fluorescenti max. 32W in misura come da disegno. - un centro luce di sicurezza per ogni pianerottolo di accesso agli alloggi, e dove si rendesse necessario (es. postazione estintore ecc.), equipaggiato con lampada autoalimentata con autonomia di 60minuti e flusso luminoso ≥140 Lumen (se non diversamente indicato dalla D.L.) - un punto di comando luce a pulsante luminoso installato in prossimità di ciascun portone di ingresso alloggio, nonché in corrispondenza porta di accesso al vano scala dall’autorimessa e delle altre porte condominiali di separazione verso il vano scale; - n. 4 sensori di presenza in contenitore IP55 per il comando dell’accensione luce corsia comune autorimessa. Il tutto da eseguire secondo le indicazioni della D.L. e le norme vigenti in materia. - Un interruttore temporizzato luce scale installato all’interno del quadro condominiale ILLUMINAZIONE E F.M. DI OGNI ASCENSORE, QUADRI ASCENSORE E DI EMERGENZA così composti: n. 5 centri luce IP55 completi di plafoniera a scelta della D.L. equipaggiato con lampada ad incandescenza max. 60W IP55 montati all’interno del vano corsa - Distribuzione verticale di alimentazione centri luce vano corsa ascensore realizzato in tubazione PVC a vista con conduttori N07V-K 2x1,5mmq+T - Quadro Ascensore (Potenza 7.7kW, In=16 A, corrente allo spunto=31.8 A, tensione 400V – 50Hz trifase) composto da n. 1 centralino per montaggio a vista con portello. IP55 completo degli interruttori automatici magnetotermici, differenziali puri, magnetotermici differenziali e componenti seguenti: - SEZ - In=4x20A (Generale quadro ascensore) - SEZ - In=2x20A (Generale servizi) - MT -In=2x10A+N PI=6kA (Luce vano corsa e locale) - MT - In=2x10A+N 6kA (Luce cabina) - MT - In=2x16A+N 6kA (Presa servizio) - un punto di comando deviato - n. 1 presa di servizio modulare UNEL 2x10/16A+T - Compreso gli allacci elettrici del quadro elettrico e dell’impianto di illuminazione (gli allacci delle macchine ascensore saranno eseguiti dalla ditta specializzata che installerà l’ascensore) - Linea telefonica (combinatore) di emergenza GRUPPO MOTORE Ascensori a pistone oleodinamico in taglia laterale, centralina a ridotto consumo energetico , con motore immerso nell’olio, gruppo elettrovalvole per il livellamento della cabina al piano indipendentemente dal carico, centralina predisposta di pulsante per la discesa e salita manuale di emergenza. QUADRO DI MANOVRA racchiuso in armadio metallico con tensione di utilizzo F.M 380 V. Trifase , sistema di ripescaggio per assicurare e mantenere sempre una ottima fermata al piano, manovra di emergenza per il ritorno automatico della cabina al piano inferiore e riapertura porta in caso di mancanza di corrente 50 BOTTONIERA DI PIANO con placca in acciaio acciaio inox scotch brite , pulsante di chiamata e segnalazione luminosa di presente/occupato con dicitura numerica e Braille , al piano principale Display posizione cabina. CABINA Costruita in struttura metallica di lamiera di acciaio rivestita internamente in Bilaminato plastico (colore a scelta della D.L.) - Montanti laterali, battiscopa e rifiniture in Grigio scuro Illuminazione con diffusore a soffitto tramite celino traforato - Pavimento ricoperto in cocco naturale - Specchio a tutta parete di fondo + corrimano in acciaio. Dimensioni interne: mm. Larghezza 950 - Profondità 1300 - Altezza 2170 PORTE DI CABINA Tipo automatiche accoppiate con quelle di piano luce netta mm. 800 x 2000 rivestite come la cabina. Cellula fotoelettrica a raggi infrarossi per invertire il movimento delle porte in presenza di ostacoli montata sulla spalletta dell’ingresso cabina. PORTE DI PIANO costruite in lamiera di acciaio - Tipo automatiche luce mm. 800 x 2000 accoppiate con quelle di cabina, complete di telaio con alloggio pulsantiera e soglia in alluminio. Telai e ante rivestite in Polimod Categoria A della Ditta ME.AD ascensori o altra ditta di pari valore approvata dalla DL, portata 480Kg - 6 persone velocità = 0.52 m/s, vano:mm. L.1450 X P.1650 Testata : mm. 3400 minima MACCHINARIO: in basso adiacente. Alimentazione : 380 V. Trifase (conformi alla direttiva EN 81.2 , direttiva ascensori 95/16 CE e successive modificazioni), D.M 236/89 completi di tutto il necessario per dare l’opera finita pienamente funzionante e rispondente alle norme in vigore ed alle richieste degli Enti preposti al collaudo degli stessi. Gli impianti dovranno essere abilitati al trasporto di portatori di handicap e dovranno essere muniti di sistema di discesa automatica al piano più basso con apertura manuale dall’interno delle porte in caso di assenza di corrente elettrica. Gli impianti dovranno essere muniti di sistemi per ridurre il consumo di energia elettrica. Ogni ascensore sarà dotato di mobiletto verniciato, con sportello e serratura, completo di areazione, ecc per apparecchiature elettriche e di movimentazione ascensori, il tutto come da richiesta della D.L.. Sono a carico dell’ appaltatore le pratiche e le spese per il collaudo degli ascensori. Il livello di rumorosità prodotto dal funzionamento degli ascensori dovrà essere, negli ambienti abitativi limitrofi, inferiore a Lasmax 35 dB(A). COLLETTIVO DI RICEZIONE SEGNALI TELEVISIVI E DISTRIBUZIONE DEL SEGNALE TELEVISIVO TERRESTRE E PREDISPOSIZIONE SAT ripartito sulle utenze presenti di ogni vano scala delle palazzine, completo degli amplificatori di segnale generali e di canale, ripartitori induttivi, cavi e terminazioni atti a servire contemporaneamente le prese TV previste. L’impianto si intende fornito e posto in opera completo del gruppo antenne direttive terrestri ad alto guadagno, antenna parabolica completa di illuminatore/convertitore, sostegni di adeguata resistenza al vento, opportunamente messi a terra, alimentazione elettrica del centralino TV, discese in cavo coassiale e tutto il necessario per fornire l’impianto pienamente funzionante a norma di Legge, il tutto come richiesto dalla D.L. compresa la predisposizione di ulteriore canalizzazione per la futura installazione di ulteriori antenne e centralini satellitari e o terrestri. La canalizzazione montante verticale dovrà essere realizzata con non meno di n°2 tubi Ø mm 40. COLLETTIVO PER OGNI VANO SCALA DI VIDEOCITOFONI/PORTIERE ELETTRICO, del tipo con distribuzione su bus a 2 fili, comprendente: n. 1 porter esterno per ogni scala, installati in corrispondenza dell’ingresso principale, del tipo ad incasso a parete, tipo antivandalo, dotati di microfono altoparlante e telecamera, completi di pulsanti campanelli e targhette in numero corrispondente al numero degli alloggi presenti nella scala - n. 1 punto pulsante apri porta (stessa serie da incasso degli altri frutti) - n. 1 punto alimentazione elettroserratura - n. 1 alimentatore installato nei quadri condominiali (come già sopra indicato) - tanti apparecchi citofonici interni, quanti sono gli alloggi (come già indicato) 51 FORNITURA E POSA IN OPERA, PER OGNI VANO SCALA, DELLE CANALIZZAZIONI PER IL COLLEGAMENTO TRA I POZZETTI O ARMADI ESTERNI DI EROGAZIONE DEI SERVIZI ELETTRICI E TELEFONICI e, rispettivamente, il vano contatori e la cassetta di distribuzione telefonica interna, realizzate con 2 tubazioni di diametro esterno minimo mm 63 in PVC a doppia parete (se interrate o sotto pavimento) o in PVC pesante mm 32 (per i tratti in incassati) realizzati secondo le specifiche ENEL e Telecom (od altro fornitore del servizio), compreso i raccordi a regola d’arte con i pozzetti e con le scatole. FORNITURA E POSA IN OPERA, PER OGNI VANO SCALA CONDOMINIALE, DELLE CANALIZZAZIONI MONTANTI PER LE UTENZE ELETTRICHE E DI SEGNALE VERSO GLI ALLOGGI E LE UTENZE IN COPERTURA, comprese quelle per il collegamento dei pannelli fotovoltaici: collegamento tra punto di fornitura ENEL e inverter e canalizzazioni per i collegamenti tra inverter e pannelli fotovoltaici e gli altri dispositivi elettrici necessari per il perfetto funzionamento dell’impianto. Dovrà essere predisposto (adeguatamente protetto in modo da evitare infiltrazioni di pioggia) l’attraversamento del solaio di copertura, il locale idoneo ad accogliere l’inverter e tutte le apparecchiature accessorie, la linea o le linee a richiesta D.L. fino ai locali contatori, il posto per il quadro elettrico vicino i contatori condominiali, il tutto da realizzare come da indicazioni fornite dalla D.L.. Il fascio delle canalizzazioni montanti verticali per ogni scala sarà costituita almeno da: n° 1 tubo Ø mm 32 almeno per la montante all’impianto fotovoltaico; n° 1 tubo Ø mm 32 di almeno riserva; n° 2 tubi Ø mm 40 per la distribuzione del segnale televisivo; n° 2tubo Ø mm 32 per la distribuzione del segnale telefonico; n° 1 tubo Ø mm 20 per la distribuzione dei segnali citofonici; n° 1 tubo Ø mm 32 per ogni unità immobiliare (per l’alimentazione elettrica); n° 1 tubo Ø mm 20 per l’alimentazione dei dispositivi contacalorie; n° 2 tubi Ø mm 25 per luce scala, alimentazione amplif. TV, 52 3 IMPIANTI E AMBIENTI 3.1 Alimentazione degli impianti 3.1.1 Prelievo energia 3.1.1.1 Fornitura dell'energia elettrica per edificio civile Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici civili - Criteri generali CEI 64-51: Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari telefonici e di trasmissione dati negli edifici - Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale Potenza impegnata e dimensionamento degli impianti Gli impianti elettrici devono essere calcolati sulla base della potenza impegnata; ne consegue che le prestazioni e le garanzie per quanto concerne le portate di corrente, le cadute di tensione, le protezioni e l'esercizio in genere sono riferite alla potenza impegnata. Detta potenza viene indicata dal Committente o calcolata in base a dati forniti dal Committente. In mancanza di indicazioni, si fa riferimento al carico convenzionale dell'impianto. Il carico convenzionale viene calcolato sommando tutti i valori ottenuti applicando alla potenza nominale degli apparecchi utilizzatori fissi ed alla potenza corrispondente alla corrente nominale delle prese a spina, i coefficienti dedotti dalle tabelle 1 e 2. Tabella 1 - Coefficienti per la valutazione del carico convenzionale Numero di utenze Valore del coefficiente di impianto alimentate 1 1 da 2 a 4 0,8 da 5 a 10 0,5 11 e oltre 0,3 Dopo aver calcolato la potenza impegnata, è necessario consultare l’azienda fornitrice dell’energia elettrica per la definizione del contratto più idoneo. Tabella 2 - Valori della potenza impegnata negli appartamenti Illuminazione 10 W per ogni metro quadrato di superficie (minimo 500 W) Scaldacqua 1000 W per appartamenti fino a 4 locali (1) 2000 W per appartamenti oltre i 4 locali Cucina elettrica Potenza nominale dell’apparecchiatura prevista Servizi vari 30 W per ogni metro quadrato di superficie per abitazioni in zone urbane 20 W per ogni metro quadrato di superficie per abitazioni in zone rurali L’energia elettrica può anche essere prodotta privatamente (autoproduzione). In particolare nel caso di autoproduzione mediante sistemi di generazione fotovoltaica devono essere rispettate le delibere dell'AEEG. Per la realizzazione di questa tipologia di impianti si rimanda alla Guida CEI 82-25. 53 3.2 Alimentazione di riserva e di sicurezza 3.2.1 Alimentazione di sicurezza 3.2.1.1 Prescrizioni generali Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Oltre l'alimentazione ordinaria, in molte situazioni impiantistiche, si rende necessaria l'alimentazione dei servizi di sicurezza che l'articolo 21.5 della Norma CEI 64-8 così definisce: "sistema elettrico inteso a garantire l'alimentazione degli apparecchi utilizzatori o di parti di impianto necessari per la sicurezza delle persone. Il sistema include la sorgente, i circuiti e gli altri componenti elettrici" e che l'articolo 132.4 della stessa Norma, precisa essere costituito da: - sorgenti - circuiti alimentati da queste sorgenti. Le sorgenti ammesse sono: - batterie di accumulatori; - pile; - altri generatori indipendenti dall'alimentazione ordinaria; - linea di alimentazione effettivamente indipendente da quella ordinaria. Per quanto riguarda invece i circuiti, la Norma CEI 64-8, alla sezione 563 prescrive che: 1. i circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza devono essere indipendenti dagli altri circuiti; 2. I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza non devono attraversare luoghi con pericolo di incendio, a meno che non siano resistenti al fuoco. I circuiti non devono in ogni caso attraversare luoghi con pericolo di esplosione. 3. La protezione contro i sovraccarichi può essere omessa. 4. I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere scelti ed installati in modo da evitare che una sovracorrente in un circuito comprometta il corretto funzionamento degli altri circuiti dei servizi di sicurezza. 5. I dispositivi di protezione, di comando e di sezionamento devono essere chiaramente identificati e raggruppati in luoghi accessibili solo a persone addestrate. 6. I dispositivi di allarme devono essere chiaramente identificati. L'alimentazione dei servizi di sicurezza può essere: - non automatica, quando la sua messa in servizio richiede l'intervento di un operatore; - automatica, quando la sua messa in servizio non richiede l'intervento di un operatore; in quest'ultimo caso l'alimentazione è classificata, in base al tempo entro cui viene disponibile, come indicato nella tabella 8. Tabella 8 - Classificazione dell’alimentazione di sicurezza Classe 0 (di continuità) Classe 0,15 (ad interruzione brevissima) Classe 0,5 (ad interruzione breve) Classe 15 (ad interruzione media) Classe > 15 (ad interruzione lunga) Alimentazione automatica disponibile senza interruzioni Alimentazione automatica disponibile in un tempo inferiore o uguale a 0,15 s Alimentazione automatica disponibile in un tempo superiore a 0,15 s ma non superiore a 0,5 s Alimentazione automatica disponibile in un tempo superiore a 0,5 s ma non superiore a 15 s Alimentazione automatica disponibile i più di 15 s 3.3 Rifasamento Generalmente, nelle applicazioni industriali, gli utilizzatori sono di tipo ohmico-induttivo e possono presentare un angolo di sfasamento tensione corrente particolarmente elevato. Si rende allora necessario rifasare, cioè diminuire tale angolo al fine di ridurre il modulo della 54 corrente totale IT circolante in linea e di conseguenza la potenza persa. Per rifasare si allaccia in parallelo al carico un condensatore (o un gruppo di condensatori) in grado di assorbire una corrente IC sfasata di 90° in anticipo rispetto la tensione. Il rifasamento può essere parziale o totale: ’< (con ’ di valore prestabilito) ’=0 I criteri secondo cui rifasare sono vari e la loro scelta è funzione della durata e della distribuzione nell’impianto dei carichi, del tipo di servizio e dell’andamento giornaliero dei carichi. Il rifasamento può essere di tipo: 1) Distribuito. In tal caso le unità di rifasamento sono allacciate direttamente ai morsetti delle singole utenze. Questa soluzione presenta i seguenti vantaggi: condensatore e apparecchio utilizzatore seguono esattamente le stesse vicende per cui la regolazione del cos risulta automatica; l’utente, oltre che beneficiare dello sgravio dell’energia reattiva ottiene un vantaggio nel dimensionamento delle linee interne dell’impianto che collegano la cabina MT/BT con i carichi “rifasati”; condensatore e carico possono essere inseriti e disinseriti contemporaneamente, usufruendo inoltre delle stesse protezioni contro i sovraccarichi ed i corto circuiti. Questo tipo di rifasamento trova la sua convenienza economica quando la potenza reattiva richiesta è concentrata in grossi carichi che lavorano parecchie ore al giorno. 2) Parzializzato. Le unità di rifasamento sono allacciate al quadro principale e forniscono energia reattiva alle varie utenze per gruppi utilizzatori. Viene utilizzato nei casi in cui l’impianto è molto esteso e alimenta utenze con diverso andamento dei carichi. 3) Centralizzato. Le unità di rifasamento sono allacciate a monte di tutti i carichi da rifasare e installate immediatamente a valle del punto di misura del cos , ad esempio nella cabina MT/BT o in prossimità del quadro generale di distribuzione. Questo tipo di rifasamento conviene nel caso di impianti con molti carichi eterogenei che lavorano saltuariamente, nei quali l’assorbimento di energia reattiva da parte dei carichi contemporaneamente in servizio risulta abbastanza modesto e mediamente costante. Per quanto riguarda la scelta della batteria di condensatori le Norme di riferimento sono la CEI EN 60871-1 e CEI EN 61921. Per ottenere un determinato rifasamento la potenza reattiva della batteria di condensatori, dipende dalla potenza del carico che si vuole rifasare, dal cos di partenza e dal cos che si vuole ottenere. La tabella 9 permette di calcolare, per ogni valore di cos prima e dopo il rifasamento, la potenza necessaria della batteria di condensatori in kVAR per kW installato. Tabella 9 - Determinazione della potenza di una batteria di condensatori per rifasamento Coefficiente moltiplicativo per fattore di potenza (cos ) a: Cos di Cos 0.80 0.85 partenz da a ottener e 0,40 1.55 1.66 7 8 0,45 1.23 1.36 0 0 0,50 0.98 1.11 2 2 0,55 0.76 0.89 9 9 il calcolo della potenza del condensatore in kVAR/kW per elevare il 0.90 1.80 5 1.50 1 1.24 8 1.03 5 0.91 1.83 2 1.58 5 1.32 6 1.10 3 0.92 1.86 1 1.56 1 1.30 3 1.09 0 55 0.93 1.89 5 1.59 2 1.33 7 1.12 4 0.94 1.92 4 1.62 6 1.36 9 1.15 6 0.95 1.95 9 1.65 9 1.40 3 1.19 0 0.96 1.99 8 1.69 5 1.44 1 1.22 8 0.97 2.03 7 1.73 7 1.48 1 1.26 8 0.98 2.85 1.78 4 1.52 9 1.31 6 0.99 2.14 6 1.84 6 1.59 0 1.37 7 1 2.28 8 1.98 8 1.73 2 1.51 9 0,60 0,80 0.58 4 0.41 9 0.27 0 0.13 2 - 0,85 - 0.71 4 0.54 9 0.40 0 0.26 2 0.13 0 - 0,90 - - 0,65 0,70 0,75 0.84 9 0.68 5 0.53 6 0.39 8 0.26 6 0.13 6 - 0.87 8 0.71 3 0.56 4 0.42 6 0.29 4 0.16 4 0.03 1 3.4 3.4.1 0.90 5 0.74 0 0.59 1 0.45 3 0.32 1 0.19 1 0.05 8 0.93 9 0.77 4 0.62 5 0.48 7 0.35 5 0.22 5 0.08 9 0.97 1 0.80 6 0.65 7 0.51 9 0.38 7 0.25 7 0.12 1 1.00 5 0.84 0 0.69 1 0.55 3 0.42 1 0.29 1 0.15 5 1.04 3 0.87 8 0.72 9 0.59 1 0.45 9 0.32 9 0.19 2 1.08 3 0.91 8 0.76 9 0.63 1 0.49 9 0.36 9 0.23 4 1.13 1 0.96 6 0.81 1 0.67 3 0.54 1 0.41 7 0.28 1 1.19 2 1.00 7 0.87 8 0.74 0 0.60 8 0.47 8 0.34 1 1.33 4 1.16 9 1.02 0 0.88 2 0.75 0 0.62 0 0.48 4 Distribuzione Cavi e Condutture Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua” (6^ edizione) Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici CEI 20-40: “Guida per l'uso di cavi a bassa tensione” CEI 20-27: “Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione” CEI-UNEL 35011: “Cavi per energia e segnalamento. Sigle di designazione” CEI-UNEL 35012: “Contrassegni e classificazione dei cavi in relazione al fuoco” CEI 20-22/2: “Prove d’incendio su cavi elettrici Parte 2: Prova di non propagazione dell’incendio” CEI 20-22/3: “Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio” CEI-UNEL 00722: “Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o polivinilcloruro per energia o per comandi e segnalazioni con tensioni nominali U0/U non superiori a 0.6/1 kV” CEI-UNEL 35024/1: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria” (per pose fisse) (CEI 64-8 Art. 523.1.3) CEI-UNEL 35024/2: “Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in c.a. e a 1500 in c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria” CEI-UNEL 35026: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata” Una conduttura è costituita dall'insieme di uno o più conduttori elettrici e dagli elementi, tubi o canali, che assicurano il loro isolamento, il loro supporto, il loro fissaggio, la loro protezione meccanica ed è individuata da: - il tipo di posa; - il tipo di cavo; - l'ubicazione. I tipi di posa ammessi dalla nuova edizione della Norma CEI 64-8 e la compatibilità con i conduttori ed i cavi che devono essere installati, sono riassunti nella tabella 10. Tabella 10 - Compatibilità di conduttori e cavi con i tipi di posa Tipo di posa Senza fissaggi Conduttori e cavi Fissaggi Tubi o protettivi diretto su (di forma parete circolare) 56 Canali Tubi Passerelle (compresi i protettivi e canali (di forma su incasnon mensole sati nel circolare) pavimento) Su isolatori Con filo o corda di supporto Conduttori nudi - - - - - - + - Cavi senza guaina - - + + + - + - Multipolari + + + + + + * + Unipolari * + + + + + * + Cavi con guaina (compresi i cavi provvisti di armatura e quelli con isolamento minerale) Legenda: + permesso - non permesso *non applicabile o non usato in genere nella pratica Per quanto concerne l'ubicazione, l'articolo 521.3 e la relativa tabella 52 C della Norma CEI 64-8 prevedono le seguenti possibilità: - incassata nella struttura (sotto traccia); - montaggio sporgente; - interrata; - entro cunicolo; - entro cavità di strutture; - aerea; - immersa. Codici di individuazione e colori dei cavi L’individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici è disciplinata dalla norma CEI EN 60446 (CEI 16-4) che prevede: - il colore giallo/verde va usato unicamente per indicare il conduttore di protezione e per nessun altro scopo; i conduttori di messa a terra funzionale che non sono idonei a realizzare la messa a terra di sicurezza e, conseguentemente, fanno capo a distinto dispersore, non devono essere di colore giallo-verde. - Il colore blu-chiaro è destinato al conduttore neutro o al conduttore mediano. Se un circuito comprende il neutro è obbligatorio ed esclusivo l’uso del colore blu chiaro. - Il colore nero è raccomandato per tutti gli altri conduttori che non siano il conduttore di protezione o il neutro. - Il colore marrone può essere usato in alternativa al nero o come colore addizionale per individuare particolari circuiti o sezioni di circuito. Non è vietato l’uso di altri colori laddove necessari per individuare particolari funzioni; per i cavi unipolari senza guaina, oltre ai colori di cui sopra vengono validati i seguenti ulteriori colori: grigio, arancione, rosa, rosso, turchese, violetto, bianco. Per quanto riguarda invece l’individuazione dei conduttori mediante codici alfanumerici si veda la tabella 11. Tabella 11 - Colori e notazione alfanumerica per la designazione dei cavi Individuazione Designazione dei conduttori Sistema di alimentazione Fase 1 Notazione alfanumerica normalizzata L1 Simbolo grafico normalizzato Colore Normalizzato Consigliato Non specificato 57 Nero o marrone in corrente alternata Fase 2 Fase 3 Neutro L2 L3 N Non specificato Non specificato Blu chiaro Nero o marrone Nero o marrone Blu chiaro Apparecchio in corrente alternata Fase 1 Fase 2 Fase 3 U V W Non specificato Non specificato Non specificato Nero o marrone Nero o marrone Nero o marrone Sistema continua Positivo Negativo Conduttore mediano L+ LM Non specificato Non specificato Blu chiaro Rosso Nero Blu chiaro Giallo verde Non specificato Non specificato Giallo verde Bianco Bianco Grigio, arancione, rosa, turchese, violetto in corrente Conduttore di protezione terra PE Terra E Terra senza disturbi TE Ritorni o altri circuiti diversi dai suddetti + - Libera (con esclusione delle sigle sopra indicate) Nota: il colore bianco può essere utilizzato quando la terra non è idonea alla protezione contro i contatti indiretti ed è perciò vietato utilizzare il colore giallo verde Cavi per energia Le caratteristiche dei cavi per energia sono riportate nelle tabelle CEI UNEL. In ge nerale si ricorda che per condutture fisse, i cavi in rame devono avere una sezione minima di 1,5 mm2 per i circuiti di potenza e di 0,5 mm 2 per il circuito di segnalazione e ausiliari di comando. Nel caso di condutture mobili, realizzate con cavi flessibili destinate ad alimentare uno specifico apparecchio e/o alle indicazioni fornite dal costruttore dell'apparecchio; nel caso di circuiti a bassissima tensione o per altre applicazioni, la sezione minima è di 0,75 mm2. Sezione minima conduttori neutro Il conduttore di neutro deve avere almeno la stessa sezione dei conduttori di fase: - nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori; - nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la dimensione dei conduttori di fase sia inferiore od uguale a 16 mm2 se in rame od a 25 mm2 se in alluminio. Cadute di tensioni massime ammesse In generale la caduta di tensioni massima ammessa è del 4% della tensione nominale; salvo che siano stati concordati valori diversi con il committente. Per le tabelle aggiornate della caduta di tensione, si rimanda alla pubblicazione CEI UNEL 35023, terza edizione, in vigore dallo 01/06/2009. Prestazioni dei cavi nei confronti dell’incendio A seconda delle esigenze di resistenza al fuoco si possono utilizzare le seguenti tipologie di cavi: - non propaganti la fiamma (CEI 20-35); - non propaganti l’incendio (CEI 20-22/2, CEI 20-22/3); - resistenti al fuoco (CEI 20-36); - a ridotta emissione di gas tossici e nocivi (cavi senza alogeni secondo le CEI 20-37, CEI 20-38). 3.4.2 Montante Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-100/1: Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e 58 per le comunicazioni. Parte 1: Montanti negli edifici Il montante è la conduttura, a percorso generalmente verticale, che permette la posa dei cavi che collegano il punto di misura e consegna dell’energia elettrica all’impianto utilizzatore con il suo primo quadro (generalmente il centralino d'appartamento). I montanti per l’energia devono essere separati da quelli per i servizi. Ogni montante deve avere una propria canalizzazione e deve transitare attraverso parti comuni. Nel montante possono essere collocati: - cavi multipolari con guaina senza giunzioni intermedie; - cavi unipolari suddivisi in diversi tubi protettivi per ogni montante (salvo i casi particolari di cui alla sezione 520 della Norma CEI 64-8). Il conduttore di neutro non può essere utilizzato in comune tra diversi montanti. Il conduttore di protezione può essere unico per un gruppo di montanti, purché transiti all'interno di proprie tubazioni e le derivazioni siano realizzate con morsetti di tipo passante. La Guida CEI 64-100/1 fornisce precise indicazioni e schemi (completi di dimensioni) per montanti destinati in edifici da due a otto piani con più appartamenti per piano. A titolo d'esempio, nella figura 1 (estratta dalla Guida CEI 64-100/1) viene riportato lo schema topografico dei montanti per un edificio di quattro piani con quattro unità immobiliari per ciascun piano. 59 3.4.3 Distribuzione con posa ad incasso Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua CEI 64-50 + (V1): Edilizia residenziale Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori Impianti sotto traccia Quando l'impianto è previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi per gli 60 attraversamenti a pavimento. 1. Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. Tale coefficiente deve essere di 1,5 volte quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica. Il diametro del tubo deve essere tale da permettere di sfilare e di reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che gli stessi risultino danneggiati. Il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm. 2. Il tracciato dei tubi protettivi deve avere un andamento rettilineo orizzontale o verticale. Nel caso di andamento orizzontale deve essere prevista una minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. 3. La tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria e ad ogni deviazione della linea principale e secondaria.Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Le cassette devono: 3.1) essere costruite in modo che ad installazione avvenuta, non sia possibile l'introduzione di corpi estranei. Il coperchio delle cassette deve essere apribile solo con idoneo attrezzo; 3.2) essere predisposte per l’inserimento di separatori di tensione, oppure affiancabili mediante appositi accessori che garantiscano l’allineamento. L’utilizzo di detti separatori o di cassette affiancate è necessario quando si devono separare circuiti alimentati a diverse tensioni. 4. Gli impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura centralizzati, i tubi protettivi dei montanti e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante. E' ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette solo quando i montanti alimentano lo stesso complesso di locali e risultano contrassegnati per la loro individuazione. 5. Il numero dei cavi che si possono introdurre nei tubi è indicato nella tabella 12, desunta dalla Norma CEI EN 50086, che costituisce il riferimento normativo per ogni ulteriore indicazione in merito all'argomento in oggetto. Tabella 12 - Numero massimo di cavi unipolari che si possono introdurre nei tubi protettivi Diametro esterno (mm) 16 20 25 32 Diametro interno (mm) 10,7 14,1 18,3 24,3 (1) (4) (9) (12) Sezione dei conduttori in mm2 1,5 2,5 4 6 10 16 4 2 7 4 4 2 9 7 7 4 2 12 9 7 7 3 Nota: i numeri tra parentesi riguardano i cavi dei circuiti di comando e segnalazione. Impianti sottotraccia con pareti cave in cartongesso I componenti elettrici (scatole, cassette, quadretti, placche e coperchi) per impianti da incasso per pareti cave devono avere attitudine a non innescare incendi soddisfacendo al requisito delle prove a filo incandescente a 850°C. In particolare, in conformità alla circolare 91 del ministero dell’interno “Norma di sicurezza per la prevenzione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile” si suggerisce di posizionare sul fondo della scatola un pannello in materiale intumescente per garantire efficacia e continuità della protezione. Impianti con tubi ad incasso per strutture prefabbricate I tubi protettivi annegati nel calcestruzzo devono rispondere alle prescrizioni della Norma CEI 2355. Una loro corretta posa prevede l'inserzione nelle scatole preferibilmente con l'uso di raccordi in modo che non si creino strozzature e volti atti a garantire una perfetta tenuta. I tubi devono essere tra loro uniti mediante appositi manicotti di giunzione. Le scatole da inserire nei getti di calcestruzzo devono avere caratteristiche idonee a sopportare le sollecitazioni termiche e meccaniche che si presentano nel getto; in particolare, le scatole rettangolari portapparecchi e le scatole per i quadri elettrici devono essere costruite in modo che il loro fissaggio sui casseri avvenga con l'uso di rivetti, viti o altro sistema da inserire in apposite sedi 61 ricavate sulla membrana anteriore della scatola stessa. Impianti a pavimento Sono considerati idonei i tubi rispondenti alla Norma CEI EN 50086-1 di tipo resistente allo schiacciamento. Dopo la posa dei tubi bisogna realizzare una protezione che sia adeguata ad evitare possibili danneggiamenti. 3.4.4 Distribuzione con posa a parete Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori Posa di cavi elettrici in canalette per impianti in vista (montaggio sporgente) Negli impianti in vista i canali portacavi devono essere di materiale isolante, resistente al fuoco, antiurto. I canali portacavi devono essere rispondenti alle Norme CEI 23-19. Gli elementi che costituiscono le canalizzazioni, siano essi a pavimento (battiscopa), a parete o a soffitto, devono possedere le seguenti caratteristiche: - materiale impiegato: PVC rigido autoestinguente antiurto; - grado di protezione: almeno IP 4X; - smontabilità con attrezzo; - resistenza all'urto a temperatura ambiente: 1 J; - resistenza all'urto a bassa temperatura: 1 J a -5 °C; - temperatura di impiego: da -5 °C a +60 °C; - reazione al fuoco secondo UL 94 grado VO; - resistenti all'invecchiamento come definito nella Norma CEI 23-19; - resistenza di isolamento superiore a 100 MΩ. La canalizzazione dell'impianto in vista dev'essere completa di accessori: tasselli, giunzioni, angoli, scatole di derivazione, porta-apparecchi, fianchetti e chiusura di testata. In particolare: - le scatole porta-apparecchi devono essere di profondità compresa tra 25 mm e 60 mm circa; - il canale a più scomparti e le scatole di smistamento e derivazione a più vie devono garantire la separazione sia elettrica che meccanica e pertanto devono avere idonei scomparti tali da realizzare l'impedenza dei circuiti. In presenza di pareti curve, la canalizzazione deve essere realizzata con uno o più canali affiancati ad uno scomparto, aventi un raggio di curvatura minimo di 50 cm (a sezione normale). La copertura dei canali e delle scatole deve poter essere asportata solo mediante l'impiego di un idoneo attrezzo ed il sistema di fissaggio alle pareti deve garantire una buona tenuta allo strappo. 3.4.5 Altri tipi di distribuzione Norma di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, in cunicoli praticabili I cavi dovranno essere posati in uno dei seguenti modi che verrà indicato dal Committente: 1) entro scanalature esistenti sui piedritti dei cunicoli (appoggio continuo), appositamente fatte predisporre dal Committente; 2) entro scanalature di materiale idoneo, quale cemento, cemento amianto, ecc. (appoggio egualmente continuo), tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d'acciaio zincato o da mensoline di calcestruzzo armato; 3) direttamente su ganci, grappe, staffe o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o profilato d'acciaio zincato, ovvero di materiale plastico resistente all'umidità, ovvero ancora su mensoline di 62 calcestruzzo. Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento fra strato e strato pari ad almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore dello strato sottostante con un minimo di 3 cm, onde assicurare la libera circolazione dell'aria. A questo riguardo la Ditta Appaltatrice dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette, mentre, se non diversamente prescritto dal Committente, sarà di competenza della Ditta Appaltatrice, soddisfare a tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni tipo, che potranno anche formare rastrelliere di conveniente altezza. Per il dimensionamento e per i mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati, ecc.) dovrà essere tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a 0,70 m. In particolari casi, il Committente potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio debbano essere zincate a caldo. I cavi, ogni 150-200 metri di percorso, dovranno essere provvisti di fascetta distintiva in materiale inossidabile. Posa aerea di cavi elettrici, isolati, non sotto guaina, o di conduttori elettrici nudi Se non diversamente specificato in sede di appalto, la fornitura di tutti i materiali e la loro messa in opera per la posa aerea in questione (pali di appoggio, mensole, isolatori, cavi, accessori, ecc.) sarà di competenza della Ditta Appaltatrice. La posa aerea dei cavi dovrà avvenire nel rispetto delle prescrizioni normative; la Ditta Appaltatrice dovrà rispettare, nelle soluzioni impiantistiche, le Norme CEI (ed in particolare la Norma 20-31), mentre i rapporti con terzi (istituzioni di servitù di elettrodotto, di appoggio, di attraversamento, ecc.), saranno di competenza esclusiva ed a carico del Committente. Posa aerea di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, autoportanti o sospesi a corde portanti Tale sistema di posa è consentito per i cavi destinati a sopportare tensioni di esercizio non superiori a 1000 V, con adeguato isolamento. Fanno eccezione i cavi destinati all'alimentazione di circuiti per illuminazione in serie o all'alimentazione di tubi fluorescenti, per i quali il limite massimo della tensione ammessa è di 6000 V. Sono possibili due soluzioni: 1) cavi con treccia in acciaio di supporto incorporata nella stessa guaina isolante; 2) cavi sospesi ad una treccia indipendente in acciaio zincato (cosiddetta sospensione "americana") a mezzo di fibbie o ganci di sospensione intervallati non più di 40 cm. Cavi incassati direttamente nella muratura Questo tipo di posa, non ammesso in precedenza, è stato introdotto nella quarta edizione della Norma CEI 64-8 per motivi di armonizzazione con la normativa internazionale. Tuttavia la Norma, nel commento all'art. 521.2, raccomanda di “realizzare impianti con cavi che possano essere sfilati, per tutti gli evidenti vantaggi che questo tipo di impianto comporta in caso di riparazioni e di ampliamenti”. Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate o non interrate, o in cunicoli non praticabili Qualora in sede di appalto venga prescritto alla Ditta Appaltatrice di provvedere anche alla fornitura ed alla posa in opera delle tubazioni, queste avranno forma e costituzione come preventivamente stabilito dal Committente (materiale termoplastico o altro). Per la posa in opera delle tubazioni a parete, a soffitto, in cunicoli, nelle intercapedini, nei sotterranei, ecc., valgono le prescrizioni del precedente paragrafo “Posa dei cavi in cunicoli praticabili”, con i dovuti adattamenti. Per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni del paragrafo “Posa dei cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati”, per quanto riguarda le modalità di scavo, la preparazione del fondo di posa (naturalmente senza la sabbia e senza la fila di mattoni), il reinterro, ecc. Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o strette da collari o flange, onde evitare discontinuità nella loro superficie interna. Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispetto al diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia. 63 Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno predisporre adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed apposite cassette sulle tubazioni non interrate. Il distanziamento fra i pozzetti e le cassette verrà stabilito in funzione della natura e della grandezza dei cavi da infilare. Per cavi aventi condizioni medie di scorrimento e di grandezza, il distanziamento è di massima il seguente: - ogni 30 m se in rettilineo; - ogni 15 m se con interposta una curva. I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro. In sede di appalto, dovrà essere precisato se spetti al Committente la costituzione dei pozzetti o delle cassette. In tal caso, per il loro dimensionamento, formazione, raccordi, ecc., la Ditta Appaltatrice dovrà fornire tutte le indicazioni necessarie. 3.4.6 Distribuzione sotto moquette Deve essere effettuata con cavi elettrici di forma piatta non propaganti la fiamma e a bassa emissione di gas tossici e corrosivi; è necessario proteggere la conduttura con un dispositivo differenziale con Idn ≤ 30mA. 3.4.7 Distribuzione con condotti sbarre prefabbricati Norme di riferimento CEI EN 60439-2 (CEI 17-13/2): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri elettrici per bassa tensione) Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre La distribuzione dell’energia elettrica mediante i condotti (denominati anche blindosbarra) può essere utilizzata per soddisfare le seguenti esigenze: - la corrente da distribuire è elevata; - le derivazioni da effettuare sono numerose ed alimentano carichi con assorbimenti diversi; - l’ubicazione delle derivazioni potrebbe subire modifiche nel tempo. 3.4.8 Distribuzione sotto il pavimento galleggiante Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Edilizia residenziale: Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri generali Gli impianti possono essere realizzati: - con posa di cavi con guaina; - con posa di cavi senza guaina introdotti in tubi o all’interno di canali. E’ consigliato un grado di protezione della canalizzazione 3.4.9 di IP52. Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo CEI 20-28 Connettori per cavi d'energia Per la posa dei cavi elettrici interrati, si dovranno utilizzare cavidotti in materiale plastico rigidi, conformi alla Norma CEI 23-29, o corrugati a doppia parete, conformi alla Norma CEI EN 50086-2- 64 4. Per la posa si dovrà procedere nel modo seguente: sul fondo dello scavo, preventivamente concordato con la Direzione Lavori, di profondità sufficiente per la posa, privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di almeno 10 cm, sul quale verrà disteso il cavo (o i cavi), senza premere e senza farli affondare artificialmente nella sabbia; successivamente si dovrà stendere un altro strato di sabbia, dello spessore di almeno 5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 cm oltre il diametro del cavo di maggior sezione. Sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà il diametro (o se questi comporranno una striscia) non superiore a 5 cm. Nel caso di cavo di diametro superiore a 5 cm o, come più frequentemente avviene, nel caso di più cavi formanti una striscia di larghezza superiore ai 5 cm, i mattoni pieni dovranno essere posati in senso trasversale. Sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo. L'asse del cavo (o quello centrale nel caso di più cavi) dovrà trovarsi sullo stesso piano verticale con l'asse della fila di mattoni. La profondità di posa sarà tale da garantire, con ragionevole sicurezza, la rottura in seguito a possibili scavi di superficie per riparazioni dei manti stradali, o movimenti di terra nei tratti a prato o a giardino. In linea generale sarà però osservata la profondità di almeno 50 cm, misurata sull'estradosso della protezione dei mattoni. Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla Ditta Appaltatrice. 3.5 3.5.1 Quadro Quadri elettrici Norme di riferimento CEI EN 61439-1 (CEI 17-13/1): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione - Regole generali CEI EN 61439-2 (CEI 17-13/3): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione - Quadri di potenza CEI 23-51: Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare I qudri elettrici raccolgono in un unico complesso apparecchiature elettriche destinate a svolgere funzioni specifiche nell'ambito dell'impianto elettrico in cui il singolo quadro è inserito. I quadri elettrici assumono diversa denominazione a seconda delle funzioni a cui debbono soddisfare. La nuova Norma CEI EN 61439-1 è la norma generale, valida per tutti i quadri elettrici, che prescrive le caratteristiche e le prestazioni obbligatorie per tutti i quadri di bassa tensione; ad essa si aggiunge un fascicolo relativo ad ogni diversa tipologia di quadro elettrico. 3.5.2 Quadri di potenza Sono la combinazione di uno o più apparecchi di protezione e manovra per bassa tensione, con eventuali dispositivi di comando, misura, protezione e regolazione con tutte le interconnessioni elettriche e meccaniche interne, compresi gli elementi strutturali; al loro interno è permessa l'installazione di apparecchi elettrici ed elettronici (manovra, comando, protezione, misura, segnalazione, regolazione ed altro) destinati ad assolvere funzioni specifiche, nell'ambito dell'impianto elettrico in cui è installato. Il quadro può essere realizzato mediante: - prove di verifica: test effettuati su un campione per verificare che il progetto soddisfa i requisiti pertinenti la norma (le precedenti prove di tipo); - verifica con calcolo o valutazione: verifica con analisi o calcolo, applicate ad un campione a 65 dimostrare che il progetto soddisfa i requisiti della norma; - regola di progetto: specifica regola per la progettazione di un quadro, che può essere alternativa al test. I quadri possono essere idonei per installazione in ambienti dove possono essere utilizzati da personale non addestrato (la precedente Norma CEI EN 60439-3 - quadri di distribuzione ASD resterà in vigore sino al 2014) oppure, in funzione di come vengono dichiarati dal costruttore del quadro, sono destinati ad essere installati in apposito locale dove non possa aver accesso personale non addestrato o avere sportello con chiusura a chiave. 3.5.3 Quadro per unita' abitative e similari All'ingresso di ogni appartamento o gruppo di locali deve essere installato un quadro elettrico composto da un contenitore in materiale isolante, un supporto con profilato normalizzato EN 50022 per il fissaggio a scatto degli apparecchi da installare ed un coperchio con o senza portello. Tutti i contenitori dovranno essere conformi alla Norma CEI 23-49, relativamente alla massima potenza dissipabile all’interno dell’involucro. Centralino da incasso, grado di protezione IP40. Per agevolare le operazioni di cablaggio ed installazione i centralini a 24 e 36 moduli sono dotati di telaio unico estraibile. Il quadro dovrà essere cablato in conformità alla Norma CEI 23-51, nei limiti della sua applicabilità. Colui che avrà cablato il quadro sarà il responsabile del prodotto finito e dovrà rilasciare una dichiarazione di conformità del quadro alla Norma CEI 23-51. La scatola isolante deve avere una profondità non superiore a 60-65 mm ed una larghezza tale da consentire il passaggio dei conduttori per l'alimentazione degli interruttori automatici installati a monte. Il coperchio deve avere il fissaggio a scatto, oppure a vite nel caso sia provvisto di portello. In entrambi i casi le apparecchiature contenute non devono sporgere. I coperchi ed i portelli devono avere colori e linea estetica coordinati con la serie delle apparecchiature da incasso (prese, interruttori, deviatori, ecc.). I portelli inoltre devono poter essere montati anche su contenitori da parete per quelle installazioni dove l’impianto non è previsto sotto traccia. I quadri elettrici devono essere corredati da istruzioni semplici, ma complete, in modo da fornire all'utente le necessarie informazioni per l'identificazione e per il comando delle apparecchiature. I quadri costruiti in materiale isolante, devono possedere il marchio IMQ ed il simbolo del doppio isolamento. Le apparecchiature elettriche da installare nei quadri per appartamento, devono essere modulari e di tipo componibile. Il modulo deve avere dimensioni 17,5 x 45 x 53 mm ed essere dotato di un adeguato dispositivo 66 per il fissaggio a scatto sul profilato normalizzato del quadro. Inoltre: a) gli interruttori automatici magnetotermici devono avere potere d'interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito presunta nel punto d'installazione; b) gli interruttori differenziali devono avere la protezione magnetotermica incorporata. E' ammesso l'uso di interruttori differenziali puri purché la corrente di corto circuito condizionale (Norma CEI EN 61009-1) sia ottenuta con le indicazioni dichiarate dal costruttore. Nota: la corrente di corto circuito condizionale si ottiene accoppiando un interruttore differenziale senza sganciatori di sovracorrente con un interruttore magnetotermico. Il costruttore deve riportare a catalogo i dati necessari per effettuare il coordinamento; in particolare l’I2 t massima sopportata dal differenziale puro oppure valore massimo della Icc ottenuto con l’accoppiamento di un interruttore di marca e potere di interruzione dichiarati (figura 3). Blocco differenziale, tipo AC-4 poli, In < 25 A, Idn = 0,03 A. I blocchi differenziali devono essere accoppiati con gli interruttori automatici da 4,5 kA della serie DIN2058. c) in combinazione con le apparecchiature di cui ai punti a) e b) devono essere previste adeguate segnalazioni acustiche; d) deve essere possibile l'installazione nel quadro di prese di corrente e di spine della serie da incasso impiegata nell'impianto. Il numero e la tipologia delle apparecchiature che devono essere montate nel quadro elettrico varia in funzione dell'impianto e, nel caso di abitazioni civili, della superficie dell'abitazione; devono in ogni caso essere rispettate le seguenti dotazioni: - n°1 interruttore differenziale con corrente nominale 25 A e soglia di intervento differenziale I d = 30 mA (l'apparecchio svolge anche la funzione di interruttore generale purché la corrente di corto circuito condizionale non sia inferiore al valore della Icc presunta nel punto di installazione); - n°3 interruttori automatici magnetotermici bipolari, con un polo protetto; il primo interruttore svolge la funzione di protezione del circuito di illuminazione base, gli altri due interruttori sono posti a protezione rispettivamente dei circuiti prese da 10 A e da 16 A. Questi interruttori devono poter garantire la Icc condizionale indicata dal costruttore del dispositivo differenziale senza sganciatori di sovracorrente; - n°1 gruppo suoneria e ronzatore con trasformatore incorporato, per le chiamate interne e dal portoncino esterno; il gruppo dev'essere dotato di un'etichetta adesiva che illustri le funzioni degli apparecchi ed indichi il comportamento da mantenere nel caso intervengano; - uno spazio pari ad almeno 12 moduli per la predisposizione dell'impianto antifurto. 3.6 3.61 Protezioni Impianto di terra Leggi, Norme e Guide di riferimento DM 37/08 22 Gennaio 2008, n° 37: Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti elettrici all'interno degli edifici. 67 D.Lgs. 9 aprile 2008 n°81: Attuazione dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n°123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro DPR 462/01: Procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-12: Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario (2^ edizione) CEI 11-1: Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata CEI 81-10: (serie di Norme) Protezione di strutture contro i fulmini Costituzione e prescrizioni per l'impianto di terra L’impianto di terra è finalizzato al collegamento alla stessa terra di tutte le parti metalliche conduttrici e accessibili dell’impianto elettrico (collegamento o messa a terra di protezione). La messa a terra di protezione, coordinata con un adeguato dispositivo di protezione, ad esempio il relè differenziale, realizza il metodo di “Protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione” che è il metodo correntemente utilizzato contro i contatti indiretti. Scopo dell’impianto di terra, negli impianti utilizzatori alimentati da sistemi di I categoria, è di convogliare verso terra la corrente di guasto, provocando l’intervento del dispositivo di protezione che provvede all’automatica interruzione della corrente di guasto, evitando il permanere di tensioni pericolose sulle masse. Nei sistemi di II categoria nei quali la cabina di trasformazione è di proprietà dell’utente, il conduttore di protezione viene solitamente collegato al centro stella del secondario del trasformatore. In tal caso, in presenza di un guasto su una massa del circuito di bassa tensione, la corrente si chiude attraverso il conduttore di protezione, senza interessare il dispersore che viene dimensionato in funzione di guasti che si verifichino sul circuito di alimentazione di media tensione. Gli elementi che costituiscono l'impianto di terra sono i seguenti: DA = dispersore intenzionale; CT = conduttore di terra; ME = massa estranea; M = massa; PE = conduttore di protezione; DN = dispersore di fatto; EQP = conduttore equipotenziale principale; EQS = conduttore equipotenziale supplementare; MT = collettore (nodo) principale di terra. Il tutto come schematizzato nella figura 4 Figura 4 - Elementi costitutivi e collegamenti di un impianto di terra La 2^ edizione della Guida CEI 64-12 "Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario", in vigore dallo 01/10/2009 costituisce il documento normativo più completo ed aggiornato per la corretta esecuzione di un impianto di terra e a detta Guida si 68 rimanda per tutte le prescrizioni inerenti la progettazione, il dimensionamento e l'esecuzione dell'impianto. Dalla Guida (e dalla Norma CEI 64-8) sono tratte le seguenti tabelle, la cui osservanza è indispensabile per il corretto dimensionamento degli elementi costitutivi l'impianto di terra. Tabella 13 - Dimensioni minime per gli elementi intenzionali Dimensione minima Materiale Superficie Tipo di dispersor e Diametro Rame Zincato a caldo o inossidabil e Spessore Rivestimento/guaina Valore singolo Valore medio mm2 mm μm μm Piattina 90 3 63 70 Profilato 90 3 63 70 63 70 mm Acciaio Sezione Barra tonda per picchetto 16 Tondo per dispersore orizzontale 10 Tubo 25 Con guina di rame estrusa Barra tonda per picchetto 15 2000 Con guaina di rame elettrolitica Barra tonda per picchetto 14 90 100 Nudo Piattina 50 Tondo per dispersore orizzontale 25b 1 5 20 40 50a 2 Corda 1,8 per singolo filo Tubo 20 Stagnato Corda 1,8 per singolo filo Zincato Piattina 47 55 2 25 2 25 50 2 a Nel caso di rivestimento con bagno continuo, attualmente è tecnicamente fattibile solo uno spessore di 50 μm b Quando l’esperienza dimostra che il rischio di corrosione e di danno meccanico è estremamente basso, si può usare 16 mm2 Tabella 14 - Sezioni minime dei conduttori di terra Tipo di protezione Rame 69 mm2 Acciaio zincato mm2 Non protetto contro la corrosione 25 50 Protetto contro la corrosione, ma senza protezioni meccaniche 16 16 Protetto sia contro la corrosione sia meccanicamente Si applica la tabella 13 Tabella 15 - Sezioni minime convenzionali dei conduttori di protezione Sezione dei conduttori di fase S mm2 Sezione minima del conduttore di protezione Sp mm2 S 16 16< S 35 S > 35 Sp = S 16 Sp = S/2 Quando il conduttore di protezione non fa parte della stessa conduttura dei conduttori di fase, la sua sezione non deve essere minore di: - 2,5 mm2 se è protetto meccanicamente - 4 mm2 se non è prevista una protezione meccanica. Tabella 16 - Sezioni minime convenzionali dei conduttori equipotenziali Conduttore equipotenziale principale Conduttore equipotenziale supplementare S > Sp1/2 (1) Ss > Sp2 (2) - con un minimo di 6 mm2 - con un minimo di 25 mm2 se il conduttore è di rame o di altro materiale di pari conduttanza (o impedenza) se collega due masse Sp = Sp3/2 (3) se collega una massa ad una massa estranea (1) Sp1 = Sezione del conduttore di protezione, la più elevata (2) Sp2 = Sezione del conduttore di protezione più piccolo collegato alle masse, la più piccola (3) Sp3 = Sezione del corrispondente conduttore di protezione da cui deriva Verifiche Negli ambienti di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di richiedere e far eseguire le verifiche periodiche degli impianti di messa a terra come prescritto dal DPR 462/01. La periodicità delle verifiche è di due anni nei locali ad uso medico, cantieri, luoghi a maggior rischio in caso d'incendio,luoghi con pericolo di esplosione e di cinque anni negli altri casi. Le verifiche possono essere effettuate dall’ASL, dall'ARPA o da un Organismo Abilitato dal Ministero delle Attività Produttive. Dichiarazione di conformità Per gli edifici civili, al termine dei lavori l'impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione di conformità (DM 37/08 del 22 Gennaio 2008 Art. 6) che equivale a tutti gli effetti all’omologazione dell’impianto. Fanno eccezione gli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione per i quali l’omologazione è effettuata dall’ASL o dall’ARPA competenti per territorio che effettuano la prima verifica. 3.6.2 Protezione dalle sovracorrenti Norme di riferimento 70 CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Le sovracorrenti vengono usualmente divise in due categorie: sovraccarico e cortocircuito. La protezione contro il sovraccarico consiste nell’impedire che il surriscaldamento del conduttore provochi una sollecitazione termica pericolosa sull’isolante e si attua aprendo il circuito, ovverosia sganciando la corrente, mediante dispositivi di protezione (di norma gli interruttori automatici e/o i fusibili). La norma CEI 64-8, all’articolo 433.2, esplicita queste condizioni mediante due relazioni che costituiscono le fondamenta di qualsiasi progettazione di impiantistica elettrica: 1) IB ≤ In ≤ Iz 2) If ≤ 1,45 × Iz dove: IB = corrente di impiego del circuito Iz = portata in regime permanente della conduttura In = corrente nominale del dispositivo di protezione If = corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale in condizioni definite. Per contrastare il fenomeno del cortocircuito è invece necessario: 1) determinare il valore della corrente di cortocircuito presunta I cc in ogni punto della conduttura; 2) predisporre un dispositivo (interruttore automatico o fusibile) che sia in grado di interrompere la Icc; 3) accertarsi, con una verifica di tipo energetico, che la temperatura raggiunta dal’isolante del cavo prima dell’interruzione, non abbia oltrepassato i valori limite previsti dalla norma per salvaguardare l’integrità del cavo stesso. Per determinare i valori minimi e massimi della corrente di cortocircuito, l'articolo 533.3 della Norma CEI 64-8 fornisce due semplici formule da applicarsi rispettivamente nei casi di neutro distribuito e neutro non distribuito: dove: U = tensione concatenata di alimentazione in volt; = resistività a 20 °C del materiale dei conduttori (W × mm 2/m) (0,018 per il rame - 0,027 per l’alluminio); L = lunghezza della conduttura protetta (m); S = sezione del conduttore (mm 2); I = corrente di cortocircuito presunta (A); U0 = tensione di fase di alimentazione in volt; m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e la resistenza del conduttore di fase (nel caso essi siano costituiti dallo stesso materiale, esso è uguale al rapporto tra la sezione del conduttore di fase e quella del conduttore di neutro). Dopo aver determinato i valori della corrente minima (Icc min) e massima (Icc max) di cortocircuito, è necessario verificare, con riferimento all’energia passante attraverso l’interruttore automatico, che sia soddisfatta la relazione prescritta dall'art. 434.3.2 della Norma CEI 64-8: (I2 t) < K2 S2 ed il significato assunto dai vari termini è il seguente: I = corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace; t = durata in secondi affinché la corrente di cortocircuito porti i conduttori alla temperatura massima 71 ammissibile; S = sezione del conduttore in mm 2 K = coefficiente che può assumere i seguenti valori: 115 per i conduttori in rame isolati con PVC; 143 per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato; 74 per i conduttori in alluminio isolati con PVC; 87 per i conduttori in alluminio isolati con gomma etilenpropilenica o propilene reticolato; 115 corrispondente ad una temperatura di 160 °C, per le giunzioni saldate a stagno tra conduttori in rame. 3.6.3 Protezione contro i contatti diretti ed indiretti Protezione contro i contatti diretti La protezione contro i contatti diretti può essere di tipo: - totale - parziale - addizionale. La protezione totale si attua mediante l'isolamento, gli involucri e/o le barriere. Col termine isolamento si intende l'isolamento principale ossia l'isolamento delle parti attive, necessario per assicurare la protezione fondamentale contro i contatti diretti e indiretti. Involucri e barriere sono così definiti dalle Norme CEI: Involucro - Elemento che assicura un grado di protezione appropriato contro determinati agenti esterni e un determinato grado di protezione contro i contatti diretti in ogni direzione. Barriera - Elemento che assicura un determinato grado di protezione contro i contatti diretti nelle direzioni abituali di accesso. La protezione parziale, attuabile solo nei locali dove l'accessibilità è riservata a persone addestrate (come definito all'art. 29.1 della Norma CEI 64-8) è realizzata mediante: Ostacolo - Elemento che previene i contatti involontari con le parti attive di un circuito, ma non è in grado di impedire il contatto intenzionale. Allontanamento - Si attua ponendo fuori portata di mano parti simultaneamente accessibili, ossia le parti conduttrici che possono essere toccate simultaneamente da una persona. La protezione addizionale si realizza mediante interruttori differenziali. L'impiego di interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale d'intervento non superiore a 30 mA, è riconosciuto (art. 412.5.1 della Norma CEI 64-8) come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di protezione. Per impianti sottotraccia ed in particolare negli ambienti aperti al pubblico è utile utilizzare placche di copertura asportabili solo con attrezzo dedicato per evitare furti e/o atti vandalici per i punti di comando e prelievo energia elettrica e di segnalazione. Protezione contro i contatti indiretti I sistemi di protezione contro i contatti indiretti possono essere di due tipi: 1) passivi 2) attivi. Sono passivi quei sistemi che non prevedono l'interruzione del circuito; in particolare: - il doppio isolamento - la protezione mediante bassissima tensione: SELV o PELV - i locali isolati - la separazione dei circuiti. La protezione attiva, che prevede l'interruzione del circuito, si attua mediante la messa a terra; tale protezione è richiesta dalla legge n°37/08 per tutte le parti metalliche degli impianti ad alta tensione soggette a contatto delle persone e che per difetto di isolamento o per altre cause potrebbero trovarsi sotto tensione. Ne consegue che per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere previsto, in sede di costruzione, un impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che soddisfi i requisiti imposti dalla Norma CEI 64-8. Va inoltre precisato che all'impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati all'adduzione, distribuzione e scarico delle acque ed altri fluidi (ad esempio le tubazioni del gas), nonché tutte le masse accessibili esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore. 72 3.6.4 Coordinamento apparecchi di protezione Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI EN 60947-2 (CEI 17- 5): Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici CEI EN 60898-1(CEI 23-3/1): Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata CEI EN 61008-1 (CEI 23-42): Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari CEI EN 61009-1 (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari Il coordinamento dei dispositivi di protezione può essere di due differenti tipologie: - selettivo; - di sostegno (back-up). 3.6.4.1 Coordinamento selettivo Selettività: proprietà di un dispositivo di operare selezione. Questa “proprietà” diventa un requisito indispensabile nella realizzazione di un impianto elettrico al fine di ottimizzarne l’efficienza e l’affidabilità, migliorando, al contempo, la sicurezza dell’impianto nei confronti di chi lo utilizza. La norma CEI 64-8 si occupa di selettività all’articolo 536, precisando in via preliminare che “le situazioni di esercizio che richiedono selettività sono definite dal committente o dal progettista dell’impianto”. E’ poi la stessa norma CEI 64-8 ad indicare, all’articolo 536.1, cosa si deve intendere per selettività tra dispositivi di protezione contro le sovracorrenti: “quando più dispositivi di protezione sono disposti in serie e quando le necessità di esercizio lo giustificano, le loro caratteristiche di funzionamento devono essere scelte in modo da staccare dall’alimentazione solo la parte dell’impianto nella quale si trova il guasto” (fig. 5). Figura 5 - Le curve A e B rappresentano le curve di intervento dei due interruttori A e B posti rispettivamente uno a monte (ossia vicino all'alimentazione) e l'altro a valle. Ciascuna curva riproduce la caratteristica di intervento degli sganciatori magnetotermici che intervengono nel primo tratto (intervento termico) in modo inversamente proporzionale alla sovracorrente che li attraversa, mentre nel secondo tratto (intervento magnetico) si verifica l'apertura pressoché istantanea dell'interruttore, non appena la corrente supera una prefissata soglia. La selettività può essere: - cronometrica: si realizza regolando i tempoi di ritardo di intervento degli sganciatori con valori 73 crescenti risalendo l'impianto; - amperometrica: sfrutta il diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito al variare della posizione ove si manifesta il guasto; - di zona (o accelerata): consiste nel determinare quale sia l'interruttore più vicino al guasto utilizzando la stessa corrente di guasto come elemento di riferimento e creando un interscambio di informazioni trai vari interruttori (è necessario che gli sganciatori degli interruttori siano dotati di microprocessore); - energetica: viene attuata quando tra due interruttori non è possibile impostare un tempo di ritardo di intervento; in questo caso vengono confrontate le curve dell'energia specifica passante. Si ottiene selettività energetica se le due curve non hanno punti di intersezione. Coordinamento selettivo tra dispositivi differenziali Questo coordinamento è ottenuto tra due dispositivi differenziali in serie se vengono soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: - l’apparecchio a monte deve aver caratteristica di funzionamento ritardata (tipo S); - il rapporto tra la corrente differenziale nominale del dispositivo a monte e la corrente differenziale nominale del dispositivo a valle deve essere: Idnmonte ≥ 3 Idnvalle. 3.6.4.2 Protezione di sostegno (back-up) Si ha una protezione di sostegno quando si verifica l’apertura contemporanea dell’interruttore a monte e dell’interruttore a valle, oppure quella del solo interruttore a monte per valori della corrente di cortocircuito superiori ad un certo valore limite. Tale tipo di protezione è ammessa dalle norme CEI 64-8 e CEI EN 60947-2. Nella tabella 17 vengono fornite le regole generali per correttamente realizzare le protezioni selettive e di back-up. Tabella 17 - Regole generali di buona tecnica per la protezione selettiva e di sostegno Selettività tra interruttori 1) Allo scopo di ridurre gli effetti di tipo termico ed elettrodinamico e contenere i tempi di ritardo entro valori ragionevoli, il coordinamento selettivo non dovrebbe avvenire tra più di quattro interruttori in cascata. 2) Ciascun interruttore deve essere in grado di stabilire, sopportare ed interrompere la massima corrente di cortocircuito nel punto dove è installato. 3) Per assicurarsi che gli interruttori di livello superiore non intervengano, mettendo fuori servizio anche parti di impianto non guaste, si devono adottare soglie di corrente di intervento, ed eventualmente di tempo di intervento, di valore crescente partendo dagli utilizzatori andando verso la sorgente di alimentazione. 4) Per assicurare la selettività cronometrica, l’intervallo dei tempi di intervento dovrebbe essere approssimativamente di 0,1 - 0,2 s. Il tempo massimo di intervento non dovrebbe superare gli 0,5 s. Selettività tra fusibili 7) I fusibili devono essere dello stesso tipo. 8) Le correnti nominali dei due fusibili devono avere un rapporto non inferiore a 1,6. 1) Quando possibile i fusibili devono essere installati a monte dell’interruttore. Se i fusibili sono installati a valle, è essenziale che i collegamenti tra l’interruttore e i fusibili siano realizzati in modo da rendere minimo il rischio di cortocircuito. 2) Il valore della corrente di guasto presunta nel punto di installazione deve essere inferiore al potere di interruzione nominale dell’interruttore. 3) La corrente di scambio Ib non deve essere superiore al potere di interruzione nominale estremo in cortocircuito del solo interruttore. 4) Se la corrente di scambio Ib è troppo bassa, c’è il rischio di una inutile perdita di selettività. 5) Se il valore della corrente di guasto presunta nel punto di installazione Selettività tra interruttore e fusibile 74 supera il potere di interruzione nominale dell’interruttore, il fusibile o i fusibili devono essere scelti in modo da non dar luogo a manifestazioni esterne (emissioni di fiamme, saldatura dei condotti, ecc.). Protezione di sostegno (backup) tra interruttori 1) L’interruttore a monte deve avere un potere di interruzione almeno pari a alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di interruzione dell’interruttore a valle. 2) La corrente di cortocircuito e l’energia specifica passante, lasciata fluire nell’impianto dall’interruttore a monte, non deve danneggiare l’interruttore a valle. 3) I due interruttori devono essere realmente in serie, in modo da essere percorsi dalla stessa corrente in caso di guasto. 3.7 Protezione contro i fulmini Norme di riferimento CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1): Protezione contro i fulmini - Parte 1: Principi generali CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2): Protezione contro i fulmini - Parte 2: Valutazione del rischio CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3): Protezione contro i fulmini - Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4): Protezione contro i fulmini - Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture Il fulmine può produrre tre tipi di danno: - D1: danni ad esseri viventi (dovuti a tensioni di contatto e di passo) - D2: danni fisici (dovuti a incendi, esplosioni, rotture meccaniche, rilascio di sostanze tossiche, ecc.) - D3: avarie di apparecchiature elettriche ed elettroniche (dovute a sovratensioni) e uno stesso danno può produrre più tipi di perdite, ad ognuna delle quali è associato un indice di rischio come mostrato nel prospetto che segue: - L1 = perdita vite umane Rischio R1 - L2 = perdita servizio pubblico Rischio R2 - L3 = perdita patrimonio culturale Rischio R3 - L4 = perdita economica Rischio R4 La serie di norme del comitato 81, che si occupa di protezione contro i fulmini, prevede, preliminarmente, la necessità di effettuare uno studio sulla necessità o meno di porre in essere un LPS (sistema di protezione contro i fulmini). La scelta se, come e quando, proteggere una struttura deve essere fatta dal progettista dell’LPS, il quale deve valutare il rischio relativo alla struttura e confrontarlo con il rischio massimo tollerabile. Per far ciò è necessario: a) individuare la struttura e definirne le caratteristiche; b) individuare i tipi di danno che il fulmine può provocare nella struttura; c) quindi, per ogni tipo di danno: - valutare il rischio R; - individuare il rischio massimo tollerabile Ra; - confrontare il rischio R con quello tollerabile Ra; - individuare le misure di protezione che rendono R < Ra d) indicare il complesso delle misure di protezione che rendono R < Ra per tutti i tipi di danno; e) scegliere fra tutte le possibili misure di protezione quelle più convenienti dal punto di vista tecnico-economico. Oltre alla possibilità (e talvolta, anche se raramente, la necessità) di realizzare un sistema di protezione contro i fulmini esterno, vi è quella di porre in essere un LPS interno, sempre consigliato ed in taluni casi reso obbligatorio dalla norma CEI 81-1. Con il termine LPS (Lightning Protection System) interno si intende quel complesso di misure, localizzate o distribuite all’interno della struttura da proteggere, che devono limitare il verificarsi di scariche pericolose e quindi, in un ambito più generale, provvedere alla protezione contro tutte le sovratensioni, sia quelle di origine atmosferica e quindi esterne all’impianto, sia quelle di origine 75 interna, involontariamente generate dal fornitore dell’energia elettrica o dagli utilizzatori di tale energia. I dispositivi idonei a proteggere i circuiti e le apparecchiature contro le sovratensioni sono i limitatori di sovratensione, noti anche in Italia con la sigla SPD (dall’acronimo inglese Surge Protective Device). Per poter correttamente installare gli SPD è preliminarmente necessario conoscere le caratteristiche elettriche ed i dati di targa degli stessi; è altresì importante individuare, ai fini delle possibili sovratensioni, su quale zona dell’impianto elettrico si andrà ad operare. A tal proposito, in sede internazionale, l’impianto elettrico è stato diviso concettualmente in quattro zone caratterizzate da diverse categorie di sovratensione numerate da I a IV per le quali, in funzione delle tensioni nominali e del tipo di sistema elettrico, viene prescritta la tenuta di diversi livelli di tensioni impulsive (Fig. 6). La categoria di sovratensione IV è quella generalmente indicata come origine dell’installazione e cioè quella nella quale si possono presentare i livelli di sovratensione più elevati. Figura 6 - Utilizzatore alimentato mediante una linea elettrica in BT Seguono in ordine decrescente di sovratensioni, la categoria III (circuiti di distribuzione), la categoria II (apparecchi utilizzatori), la categoria I (circuiti particolarmente protetti per motivi in genere funzionali). Sulla base di quanto sopra ne consegue che gli SPD, di classe di prova adeguata, devono essere installati tra i conduttori sui quali si possono manifestare le sovratensioni. La sezione dei conduttori di collegamento di rame non deve essere inferiore a: - 6 mm2 per gli SPD di Classe di Prova I; - 4 mm2 per gli SPD di Classe di Prova II; - 1,5 mm2 per gli SPD di Classe di Prova III. 3.8 3.8.1 Comandi Sezionamento e comando Norma di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Sezionamento L'articolo 462.1 della Norma CEI 64-8 prescrive "Ogni circuito deve poter essere sezionato dall'alimentazione. Il sezionamento deve avvenire su tutti i conduttori attivi, fatta eccezione per il conduttore PEN dei sistemi TN-C". 76 L'articolo 462.2 precisa inoltre che "nella parte TN-S dei sistemi TN-C-S e nei sistemi TN-S non sono richiesti il sezionamento o l'interruzione del conduttore di neutro salvo nei circuiti a due conduttori fase-neutro, quando tali circuiti abbiano a monte un dispositivo di interruzione unipolare sul neutro (per esempio un fusibile o un intertruttore unipolare)". Comando funzionale L'articolo 465.1.1 della Norma CEI 64-8 prescrive che "un dispositivo di comando funzionale deve essere previsto per ogni parte di un circuito che può richiedere di essere comandato indipendentemente dalle altre parti dell'impianto". Interruzione per manutenzione non elettrica E' prevista (articolo 463.1 della Norma CEI 64-8) l'interruzione dell'alimentazione quando la manutenzione non elettrica può comportare rischi per le persone. In questi casi, l'articolo 463.2 della Norma CEI 64-8 prescrive che "devono essere presi adatti provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica, a meno che i dispositivi di interruzione non siano continuamente sotto il controllo delle persone addette a tale manutenzione". 3.8.2 Comando e arresto di emergenza Norma di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Secondo l'articolo 464.1 della Norma CEI 64-8 devono essere previsti dispositivi per il comando di emergenza di qualsiasi parte di un impianto in cui può essere necessario agire sull'alimentazione per eliminare pericoli imprevisti. Per assolvere a tale funzione il comando di emergenza deve essere facilmente individuabile e generalmente deve intervenire su tutti i conduttori attivi, disalimentando solo i circuiti ordinari e non quelli di sicurezza. Deve inoltre essere facilmente raggiungibile ed identificabile. Possono essere utilizzati per il comando di emergenza i seguenti dispositivi: - interruttori magnetotermici; - interruttori magnetotermici e differenziali o interruttori differenziali puri; - interruttori di manovra; - dispositivi con comando a distanza (la cui apertura deve avvenire per diseccitazione di bobina) agenti sul circuito dell’alimentazione. I principali ambienti dove il comando di emergenza deve essere installato sono i seguenti: ascensori e montacarichi; attività soggette al controllo VVF; attività turistico-alberghiere; autorimesse con capacità di parcamento superiore a 9 veicoli; cantieri; centrali termiche a gasolio e a gas con potenzialità maggiore di 35kW; centri commerciali; CED; depositi di GPL; grandi cucine; edifici pregevoli per arte e storia; edifici scolastici; gruppi elettronici; impianti automatici antincendio; impianti di distribuzione stradale di GPL per autotrazione; 77 impianti sportivi; laboratori elettrici; lampade a scarica a catodo freddo ad alta tensione; liquidi infiammabili; locali di pubblico spettacolo; luoghi con pericolo di esplosione; luoghi di lavoro; metropolitane; miniere; lavorazione , immagazzinamento, impiego, vendita e trasporto di oli minerali; ospedali, case di cura; sistemi di ventilazione. 3.9 3.9.1 Centrali tecnologiche Centrale termica Leggi e Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI EN 60079-17 (CEI 31-34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi Esempi di applicazione D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi Circ. n° 91 del 14/09/1961: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi D.M. 28/04/2005: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi EN 12464-1: Light and lighting - Lighting of work placet - Part 1: Indoor work places (Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro. Parte 1: Luoghi di lavoro interni) Direttiva 90/396/CEE: Direttiva del consiglio del 29 giugno 1990 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di apparecchi a gas. DPR 661/96: Regolamento per l'attuazione della direttiva 90/396/CEE concernente gli apparecchi a gas. Direttiva ATEX 99/92/CE: Direttiva del 16 dicembre 1999 del parlamento europeo e del consiglio, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive D.Lgs. 233/03: Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive - Combustibile gassoso D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'articolo 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della 78 salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro D.Lgs. 106/2009: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n°81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Classificazione Centrali termiche Gli impianti elettrici destinati all'alimentazione delle centrali termiche, ai servizi ad esse connesse ed agli ambienti di installazione delle centrali stesse devono essere realizzati ottemperando a particolari prescrizioni. Si possono operare le seguenti distinzioni: - impianti termici alimentati a gas, soggetti a disposizioni legislative; - impianti termici che utilizzano come combustibile carbone polverizzato o fluidi infiammabili. Indipendentemente poi dal tipo di combustibile utilizzato, si opera una distribuzione delle centrali termiche in base alla potenzialità del focolare; in tal senso si hanno: a) impianti termici con potenzialità inferiore a 30.000 kcal/h; b) impianti termici con potenzialità superiore a 30.000 kcal/h. Per gli impianti termici di tipo a) non sono previste particolari prescrizioni, ad esclusione degli ambienti per il deposito di gasolio e dell'olio combustibile con capacità complessiva superiore a 0,5 m3. Per gli impianti di tipo b) valgono invece le prescrizioni particolari contenute nelle nuove norme europee CEI EN 60079-10 e CEI EN 60079-14. Centrali termiche a combustibile gassoso Le prescrizioni che seguono valgono per gli impianti elettrici degli impianti termici alimentati a gas di potenzialità superiore a 35 kW. In questa categoria rientrano, ad esempio, gli impianti termici con i vincoli di cui sopra destinati a: a) riscaldamento di ambienti; b) riscaldamento di acqua per utenze civili; c) cucine, lavaggio stoviglie, sterilizzazione e disinfezione mediche; d) lavaggio biancheria e simili; e) distruzione rifiuti (fino a 1 t/giorno); f) forni da pane e forni di altre imprese artigiane trattanti materiali non combustibili e non infiammabili. Gli impianti termici di cui al presente paragrafo devono essere realizzati in conformità alle Norme UNI-CIG. Il luogo di installazione è considerato a pericolo d'incendio e pertanto gli impianti elettrici devono avere custodie il cui grado di protezione deve essere maggiore o uguale a IP 4X e le custodie devono essere posizionate come sotto riportato nella tabella 18. (E' tuttavia consigliato un grado di protezione non inferiore a IP 44) Tabella 18 - Altezza di posizionamento delle custodie Densità relativa all’aria d Altezza di posizionamento d > 1,1 0,5 m sopra del livello di deflusso di liquido dal pavimento del locale d < 0,9 0,5 m sotto del limite superiore delle aperture di aerazione del locale 0,9 < d < 1,1 nella zona compresa tra i due limiti sopra indicati Impianti termici alimentati con fluidi infiammabili Trattasi di impianti termici alimentati mediante derivati del petrolio: generalmente gasolio. Il gasolio ha una temperatura di infiammabilità compresa tra 55 °C e 65 °C. Non essendo previsto il preriscaldamento del gasolio, il luogo non presenta pericolo d’esplosione. Una centrale termica a gasolio può essere un ambiente a maggior rischio in caso di incendio se la classe del compartimento antincendio risulta di classe uguale o superiore a 30. 79 La classe del compartimento a sua volta dipende dal quantitativo di gasolio che può alimentare un eventuale incendio. Si rendono pertanto possibili le seguenti due situazioni: A) classe del compartimento uguale o superiore a 30: la centrale termica è un ambiente a maggior rischio in caso d’incendio e ad essa si applicano le disposizioni della Norma CEI 64-8, Parte 7, Sezione 751. B) classe del compartimento inferiore a 30: la centrale termica è un ambiente ordinario e gli impianti elettrici possono essere eseguiti nel rispetto delle regole generali della Norma CEI 64-8. In generale gli impianti elettrici sono costituiti dalle seguenti parti principali: - linea di alimentazione; - interruttore di emergenza da installare fuori dalle zone AD; - quadro di comando per i circuiti di alimentazione della centrale termica; - linee di distribuzione agli utilizzatori e relativi controlli automatici; - blocco di sicurezza sulla linea del bruciatore; - impianto di illuminazione; - prese a spina. Per quanto concerne l'impianto di illuminazione, occorre precisare: - i punti luce devono essere installati direttamente a soffitto o a parete; - il valore minimo di illuminamento è di 60 lx; - gli apparecchi illuminanti devono possedere una protezione meccanica; - il comando dei punti luce deve avvenire presso le porte d'ingresso; - gli apparecchi di comando e le prese a spina devono essere posizionati ad un'altezza di 1,5 m dal pavimento (salvo diversa precisazione). E' opportuno prevedere, anche quando non imposti dalle Norme, uno o più impianti di segnalazione e/o allarme, da eseguirsi in funzione delle specifiche esigenze dell'impianto termico. Gli attuatori acustici dovranno essere installati nella guardiola (se esistente) o in altra posizione in cui il segnale sia chiaramente udibile (è sempre consigliata l'installazione di un attuatore nell'atrio d'ingresso). Ulteriori prescrizioni impiantistiche 1) Linee supplementari. E' vietata l'installazione nella centrale termica di linee d'alimentazione di impianti elettrici ausiliari o telefonici che non siano di pertinenza della centrale. Qualora sia necessaria la predisposizione di una presa telefonica è necessario contattare il gestore telefonico e seguire le istruzioni relative. 2) Operazioni di manutenzione. Devono essere agevolate, prevedendo a tal fine l'installazione di un quadro elettrico completo delle apparecchiature di interruzione, di protezione e con le seguenti prese opportunamente protette: - n°1 presa 2P + T, portata 10 A, tensione 220 V; - n°1 presa 2P + T, portata 16 A, tensione 220 V; - n°1 presa trifase da 16 A, interbloccata, con tensione 380 V. Caldaia murale Nel caso di caldaie murali, con potenza termica inferiore a 35kW, l’installazione è regolata dalla norma UNI CIG 7129 sugli “impianti a gas per uso domestico alimentati da rete pubblica” nella quale vengono indicati i criteri di installazione, manutenzione, progettazione della parte idraulica, compresa la ventilazione del locale. L’impianto di alimentazione elettrica non richiede requisiti particolari. E’ comunque opportuno installare in prossimità della caldaia, un interruttore automatico per il comando e per il sezionamento per la manutenzione. Verifiche Le specifiche di cui sopra e l'integrità dell'impianto deve essere mantenuta per tutta la durata della vita attiva delle centrali termiche; è pertanto necessario, oltre ad una verifica iniziale, provvedere: a) regolari verifiche periodiche; oppure b) continua supervisione da parte di personale esperto in accordo con la norma CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34). L’intervallo fra le verifiche periodiche non deve superare tre anni. Il livello medio di illuminamento consigliato nelle centrali termiche è di 100 lx. 80 3.9.2 Centrale di condizionamento 3.9.2.1 Prescrizioni generali Leggi e norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati DM 12/4/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione. La costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibile gassoso DM 28/04/05 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine - Parte 1: Regole generali Condizionatori d’aria e impianti di climatizzazione Lo Standard ISO 7730/84 definisce il comfort termico come la “condizione mentale che esprime soddisfazione per l’ambiente termico”. Tale soddisfazione viene raggiunta, in determinati ambienti, mediante impianti di climatizzazione. La climatizzazione degli ambienti può avvenire mediante: - centrali di climatizzazione; - unità locali. Centrali di climatizzazione Le centrali di climatizzazione contengono uno o più condizionatori di tipo centrale ove l’aria viene sottoposta ad una serie di trattamenti per essere distribuita negli ambienti serviti. Negli impianti centralizzati di condizionamento aventi potenza superiore a 75kW, condizionatori, i gruppi frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori a 50.000 m3/h (portata volumetrica). Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura. In questi impianti, i condizionatori, oltre alla sezione filtrante ed a quella di raffreddamento e riscaldamento costituita da batterie, hanno una serie ventilante costituita da un ventilatore ad una o due giranti. Per regolare il fluido inviato nelle batterie e l’aria in entrata ed in uscita s’impiegano inoltre apparecchiature spesso elettriche od elettroniche. Di conseguenza si deve provvedere all’allacciamento del motore del ventilatore ed a quello delle apparecchiature di regolazione. I ventilatori vengono generalmente forniti con motore privo di protezione per cui è necessario scegliere il salvamotore che dev’essere installato sul quadro di sezione. I motori impiegati sono generalmente asincroni trifasi a 4 o 6 poli e talora raggiungono potenze molto elevate, dell’ordine di 30 kW. Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso di incendio. Le apparecchiature di regolazione elettriche od elettroniche installate nei condizionatori di tipo centrale vengono generalmente alimentate alla tensione di 24 V e necessitano quindi di un trasformatore 220/24 V. I motori dei servocomandi hanno un assorbimento massimo dell’ordine di 20-30 W e la protezione viene per lo più effettuata solo a monte del trasformatore sul quadro di sezione. Per i collegamenti si impiega un cavo di sezione non inferiore a 1,5 mm2 e nel caso di numerose apparecchiature da collegare è consigliabile suddividere le linee di alimentazione dotandole di protezione singola. Unità locali Vanno rapidamente diffondendosi per la climatizzazione in ambito civile e del terziario apparecchi da installare direttamente nei locali interessati. In questi casi si hanno condizionatori il cui funzionamento è provocato da un compressore che comprime uno speciale gas refrigerante nel condensatore dove si raffredda e diventa liquido. Proseguendo in un circuito sigillato, il liquido passa nell’evaporatore dove si espande scendendo a bassissima temperatura in forma di gas. Infine il gas, sottraendo calore all’ambiente, si riscalda 81 leggermente e torna al compressore dove il circolo ricomincia. I condizionatori per unità locali sono disponibili in due modelli: - Monoblocco; in tal caso sono composti da un unico elemento che riunisce tutti i componenti dell’apparecchio. Un tubo snodato, del diametro di una quindicina di centimetri, da inserire in un apposito alloggiamento, serve a convogliare l’aria calda fuori dall’ambiente da rinfrescare. Di solito, se ne posiziona l’estremità, di forma appiattita, tra i battenti di una finestra socchiusa. - Split; di costruzione più recente, offrono prestazioni migliori del Monoblocco. I condizionatori di tipo Split sono composti di due elementi: il primo, da collocare all’interno dell’appartamento, contiene l’evaporatore, un sistema di ventilazione (che convoglia l’aria calda dell’ambiente attraverso l’evaporatore, raffreddandola) ed il compressore; il secondo comprende il condensatore e il ventilatore per il raffreddamento del refrigerante. I due elementi, di cui quello esterno decisamente più piccolo, sono collegati da una canaletta snodabile, al cui interno corrono i due tubi del circuito del gas refrigerante e un cavo elettrico. I condizionatori per unità locali, vengono considerati normali elettrodomestici e pertanto, in genere, non richiedono particolari soluzioni impiantistiche; è tuttavia consigliabile, qualora se ne preveda l’installazione in un nuovo impianto, riservare a loro una linea dedicata, comandata da un interruttore magnetotermico dal centralino di piano e/o di appartamento e protetta con un interruttore differenziale da 30 mA. Manutenzione Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti: - dispositivi di interruzione dell’alimentazione; - provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica. A tale scopo possono essere utilizzati: - blocchi meccanici sui dispositivi di interruzione; - collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave. Per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di: - una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso); - una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase. 3.9.3 Centrale idrica e di sollevamento acque nere Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - criteri generali CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario Equipaggiamento elettrico delle macchine Parte 1: Regole generali La centrale idrica e l’eventuale impianto di sollevamento delle acque nere possono essere progettati e costruiti, relativamente alle parti elettriche di detti impianti, secondo quanto disposto agli articoli 4.4.2 e 4.4.3 della Guida CEI 64-50. In particolare: - per la centrale idrica, conviene utilizzare, per uniformità d’impianto, componenti elettrici dello stesso tipo di quelli usati nella centrale di condizionamento. L’impianto idrico è di solito costituito da una autoclave a due pompe (una di riserva all’altra) e da un compressore per la creazione di un cuscinetto d’aria nella autoclave. Si consiglia di installare le apparecchiature necessarie a realizzare l’automatica alternanza nel funzionamento delle pompe. L’impianto elettrico è costituito da condutture elettriche e da un quadro di comando, protezione e controllo. - Per la centrale di sollevamento delle acque nere valgono le stesse indicazioni fornite per la centrale idrica. Particolare attenzione va tuttavia posta, per la parte di impianto elettrico relativo agli apparecchi sommersi (pompe, galleggianti, ecc.), al mantenimento del necessario grado di protezione contro la 82 penetrazione di liquidi e, per le parti esposte ad esalazioni, al pericolo di corrosione. E’ opportuno prevedere un impianto di segnalazione del livello di guardia e di relativo allarme. Per tutti questi impianti devono essere previste singole linee indipendenti, ciascuna protetta da un proprio interruttore automatico differenziale installato alla partenza dal quadro dei servizi generali. Tali linee indipendenti devono far capo ai quadri di distribuzione delle apparecchiature elettriche dei singoli impianti. E' necessario inoltre concordare preventivamente con il Committente se il complesso dei quadri di distribuzione per ogni singolo impianto, i relativi comandi e controlli e le linee derivate, fanno parte dell'appalto degli impianti elettrici, nel qual caso è compito del Committente fornire tutti gli elementi necessari. In ogni caso per ogni impianto tecnologico è necessario: - che venga installato un quadro ad armadio, per il controllo e la protezione di tutti gli utilizzatori; - che vengano previste tubazioni e condutture di dimensioni adeguate e realizzate secondo le prescrizioni precisate nel presente Capitolato, fino ai morsetti finali degli utilizzatori. Prescrizioni per la manutenzione Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti: - dispositivi di interruzione dell’alimentazione (in accordo con la Norma CEI 64-8, art. 463.1); - provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica (in accordo con la Norma CEI 648, art. 463.2). Sono considerati idonei i seguenti dispositivi/provvedimenti:: - blocco meccanico sul dispositivo di interruzione; - scritte od altre opportune segnalazioni; - collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave. Inoltre per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di: - una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso); - una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase. 3.10 Impianti di illuminazione 3.10.1 Impianto di illuminazione interna 3.10.1.1 Prescrizioni generali Norma di riferimento UNI EN 12464-1“Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro - Parte 1: Luoghi di lavoro interni” ("Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places") Grandezze fotometriche Ogni ambiente deve essere illuminato in modo ottimale. Compito del progettista illuminotecnico è l'individuazione ed il calcolo del livello ottimale di illuminamento orizzontale, calcolo che normalmente viene effettuato con riferimento ad un piano di lavoro posto 0,80 m dal pavimento. Nel seguito vengono forniti i livelli di illuminamento consigliati dalla Norma nei diversi ambienti; ad essi vengono però premesse, per completezza, le definizioni delle principali grandezze fotometriche. Flusso luminoso Simbolo della grandezza: F Il flusso luminoso esprime la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa nell'unità di tempo. Unità di misura: lumen (lm) Un lumen corrisponde alla quantità di luce prodotta in un secondo dalla radiazione elettromagnetica avente lunghezza d'onda = 555 mm e flusso energetico di 1/680 Watt. Illuminamento Simbolo della grandezza: E 83 L'illuminamento esprime la densità di flusso luminoso che investe perpendicolarmente una superficie. Unità di misura: lux (lx) Un lux corrisponde all'illuminamento di una superficie di 1 m 2, investita perpendicolarmente ed uniformemente dal flusso luminoso di 1 lm. Intensità luminosa Simbolo della grandezza: l L'intensità luminosa esprime la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa in una determinata direzione. Unità di misura: candela (cd) Una candela corrisponde all'intensità luminosa di una sorgente sferica ad emissione uniforme in tutte le direzioni, che emette un flusso totale di 12,56 lumen. Luminanza Simbolo della grandezza: L La luminanza di una sorgente luminosa è il rapporto fra l'intensità emessa in una certa direzione e la superficie emittente normale alla direzione considerata. Unità di misura: candela/m2 (nit) oppure candela/cm 2 (stilb). Prescrizioni E’ importante limitare l’abbagliamento dovuto a luce riflessa o diretta mediante la limitazione della luminanza degli apparecchi di illuminazione e la finitura delle superfici. Le lampade con un indice di resa del colore minore di 80 non possono essere impiegate negli ambienti interni dove si svolgono attività lavorative. L'impianto di illuminazione deve essere progettato in modo tale che non si verifichino fenomeni di sfarfallamento ed effetti stroboscopici. 3.10.1.2 Prescrizioni integrative per ambienti residenziali E’ utile installare, in particolare negli ambienti residenziali, lampade estraibili portatili ricaricabili per garantire una fonte di illuminazione di lunga autonomia in caso di black out di qualsiasi origine, lampade segna gradino anche come segnalazione di cortesia, luce notturna. Inoltre è consigliabile l’installazione anche di indicatori luminosi destinati a fornire un segnale visibile, con luminosità regolabile, personalizzabili a mezzo pellicole intercambiabili con scritte e simbologie varie in abbinamento con placche dedicate. 3.10.1.3 Illuminazione ufficio Leggi e norme di riferimento UNI EN 12464-1: “Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro – Parte 1: Luoghi di lavoro interni” ("Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places") D. Lgs. 81/2008: Attuazione dell'art. 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Costituzione e classificazione dell’impianto Possono essere utilizzati sistemi di illuminazione: - diretta (ad esempio in presenza di videoterminali); - indiretta (ad esempio nelle sale ricevimento); - mista. I livelli di illuminamento medio Em sono forniti nella tabella 19. Tabella 19 – Valori di illuminamento medio per uffici (Norma UNI EN 12464-1) Tipo di interno, compito o attività Em UGRL 84 Ra Ix Archiviazione, copiatura, ecc. - - 300 19 80 500 19 80 Disegno tecnico 750 16 80 Postazioni CAD 500 19 80 Sale conferenze e riunioni 500 19 80 Ricezione (reception) 300 22 80 Archivi 200 25 80 Scrittura, dattilografia, elaborazione dati lettura, Note: 1) UGRL è il limite consentito dalla Norma UNI EN 12464-1 per l’abbagliamento calcolato tenendo conto delle luminanze delle parti luminose e dello sfondo, dell’angolo solido delle parti luminose e dell’indice di posizione di Guth, che è in funzione dello scostamento angolare rispetto all’asse della visione, per ogni singolo apparecchio di illuminazione. 2) Ra è l’indice di resa del colore che deve essere indicato dal fabbricante delle lampade. Il valore massimo di Ra è 100; la tabella fornisce il valore minimo dell’indice di resa del colore per i vari tipi di interni. Illuminazione di postazioni di lavoro dotate di videoterminali L'illuminazione delle postazioni di lavoro con attrezzature munite di videoterminali deve essere appropriata per tutti i compiti svolti, quali la lettura dello schermo, del testo stampato, scrittura su carta, lavoro sulla tastiera. Le attrezzature munite di videoterminali ed in qualche caso le tastiere possono produrre delle riflessioni che causano abbagliamento debilitante e abbagliamento molesto. E' quindi necessario scegliere, posizionare e disporre gli apparecchi per evitare le riflessioni di luminosità elevata. Il progettista deve determinare le zone d'installazione critiche e scegliere gli apparecchi e le posizioni d'installazione che non producano riflessioni fastidiose. La tabella 20 fornisce i valori limite della luminanza degli apparecchi d'illuminazione che possono essere riflessi dagli schermi di attrezzature munite di videoterminali nelle direzioni ordinarie di osservazione. Tabella 20 - Valori limite della luminanza Classi degli schermi in accordo con la ISO 9241-7 Qualità dello schermo Luminanza media degli apparecchi di illuminazione che si riflettono nello schermo 3.10.1.4 I buona ≤ 1000 II media cd/m2 III scarsa ≤200 cd/m2 Impianto di illuminazione esterna Norme di riferimento CEI 11-4: Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI EN 50086-2-4: Sistemi di canalizzazione per cavi - Sistemi di tubi - Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati Prescrizioni per l’impianto Gli impianti all’aperto destinati all’illuminazione possono essere realizzati con punti luminosi applicati alle pareti od istallati su pali o altri sostegni; possono essere: - in derivazione; - in serie; - indipendenti; - promiscui. 85 La sezione 714 della 6^ edizione della Norma CEI 64-8 fornisce le prescrizioni relative agli impianti in derivazione aventi tensione inferiore a 1.000 V. Tali prescrizioni sono valide per tutti gli impianti di illuminazione fissi situati in aree esterne ad eccezione delle catene luminose temporanee, dei sistemi di segnalazione del traffico stradale, e degli apparecchi di illuminazione fissati all'esterno di edifici ed alimentati tramite le condutture interne di tale edificio. Protezione contro i contatti elettrici 1) Le lampade degli apparecchi di illuminazione che si trovino ad altezze inferiori a 2,8 m dal suolo non devono diventare accessibili se non dopo avere rimosso il loro involucro od una loro barriera di protezione per mezzo di un attrezzo. 2) In presenza di uno sportello posto a meno di 2,50 m dal suolo, anche se apribile con chiave o attrezzo, che da accesso a parti attive; queste devono essere protette in modo da garantire il grado minimo IPXXB. 3) Ai fini della protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell'alimentazione, non è necessario collegare all'impianto di terra dell'impianto di illuminazione le strutture metalliche (quali recinti, griglie, ecc.) che sono situate in prossimità, ma che non fanno parte dell'impianto di illuminazione esterno. Gradi di protezione dei componenti elettrici I componenti elettrici devono avere, per costruzione o per installazione, almeno il grado di protezione IP33, ma per gli apparecchi di illuminazione posti a più di 2,5 m dal suolo, quando il rischio di inquinamento ambientale è trascurabile, è considerato sufficiente il grado di protezione IP23. Per i componenti interrati o installati nei pozzetti i gradi di protezione richiesti sono: - IPX7 se è previsto un drenaggio; - IPX8 nel caso in cui sia previsto un funzionamento prevalentemente sommerso (si veda la figura 7); - IPX5 per gli apparecchi di illuminazione in galleria. Figura 7 - Gradi di protezione per componenti elettrici di illuminazione esterna Per quanto riguarda la caduta di tensione valgono le prescrizioni della sezione 525 della Norma CEI 64-8, con la sola differenza che è raccomandato di non superare il 5% della tensione nominale dell'impianto, anziché il 4%. Infine, relativamente ai livelli medi di illuminamento sono consigliati valori di 10 86 20 lx. 3.11 Impianto di illuminazione di sicurezza 3.11.1 Prescrizioni generali Leggi e norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) UNI EN 1838: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro CEI EN 50171 (CEI 34-102): Sistemi di alimentazione centralizzata D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'art. 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Prescrizioni per l’impianto L’illuminazione di sicurezza ha il compito di garantire la sicurezza delle persone nel caso in cui venga a mancare l’illuminazione ordinaria per evitare il panico e consentire l'esodo in modo sicuro. L’impianto di illuminazione di sicurezza può essere ad alimentazione: - centralizzata (alimentatore, UPS, batteria, gruppo elettrogeno); - autonoma; - mista (centralizzata e autonoma). Illuminazione di sicurezza per l’esodo Gli apparecchi destinati all'illuminazione di sicurezza devono essere installati ad un'altezza superiore a 2 m. La segnaletica di sicurezza può essere illuminata mediante una fonte esterna, oppure un cartello retroilluminato. Il tempo richiesto all’illuminazione di sicurezza per l’esodo per raggiungere: - il 50% del livello minimo di illuminamento richiesto è t ≤ 5 s; - il livello di illuminamento prescritto è t ≤ 60 s. Illuminazione antipanico L’impianto di illuminazione antipanico viene generalmente installato in luoghi occupati da un elevato numero di persone con lo scopo di impedire l’insorgere di panico tra le persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria. La norma UNI EN 1838 prescrive i livelli minimi di illuminamento che deve essere garantito nelle vie d’esodo; in particolare, su un piano orizzontale ad 1 metro di altezza dal piano di calpestio, l'illuminamento non deve essere inferiore a 5 lx in corrispondenza delle scale e delle porte ed a 2 lx in ogni altro ambiente al quale abbia accesso il pubblico. L’altezza di installazione degli apparecchi di sicurezza deve essere non inferiore a 2 metri e gli apparecchi illuminanti devono poter raggiungere il 50% del livello minimo di illuminamento richiesto in un tempo inferiore a 5 s (entro 60 s il livello di illuminamento deve essere del 100%). 3.12 Impianto TV e TV/SAT 3.12.1 Impianto d'antenna TV Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri generali Guida CEI 64-53: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale 87 Guida CEI 100-7 Guida per l'applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva CEI 81-1 Protezione delle strutture contro i fulmini Impianto televisivo terrestre Questa tipologia di impianto, realizzato con la tecnologia tradizionale, prevede tre parti fondamentali: - il complesso delle antenne atte a ricevere dal campo elettrico circostante ed i relativi segnali disponibili; - la centrale di amplificazione o terminale di testa, che elabora i segnali in modo da alimentare la rete di distribuzione con livelli adeguati; - la rete di distribuzione che fornisce i segnali alle diverse prese di utente. Il diffondersi di apparecchi televisivi in grado di ricevere direttamente segnali digitali, superando l’abbinamento tra decoder esterno e televisore analogico porterà ad un ulteriore impulso di questi impianti, la cui rete di distribuzione può essere in derivazione (soluzione da preferirsi - vedasi figura 8) o in cascata, laddove il passaggio della rete da un’unità immobiliare all’altra genera problemi in caso di guasto ad una presa, nonché per la manutenzione. L’impianto d’antenna soddisfa al requisito di funzionalità se agli utenti sono forniti segnali di qualità “buona”, ossia di grado 4 secondo la scala CCIR che prevede cinque gradi: da grado 1 (pessima) a grado 5 (ottima). Figura 8 - Rete di distribuzione in derivazione di un impianto televisivo terrestre Ove non sia possibile evitare la distribuzione dei canali che si trovano in situazioni interferenziali è necessario effettuare una conversione di frequenza e/o installare derivatori d’utente con un’attenuazione tale per cui il disaccoppiamento fra due utenti qualsiasi sia maggiore di 22 dB o di 48 dB laddove non sia possibile evitare situazioni interferenziali dovute agli oscillatori locali dei ricevitori. Il cavo coassiale usato deve avere un’impedenza caratteristica nominale di 75 Ω, con tolleranza di ± 3 Ω. Le prese d’utente utilizzate devono essere conformi alla Tabella CEI-UNEL 84601-71, per quanto 88 riguarda gli aspetti dimensionali; deve altresì essere garantita una adeguata schermatura per evitare irradiazioni o captazioni dirette di segnali indesiderati. Per quanto concerne la qualità dei segnali distribuiti nell’impianto, occorre precisare che la stessa dipende dalla qualità dei segnali ricevuti dalle antenne (i valori minimi prescritti dal ITU-R sono riportati nella tabella 25 dove vengono altresì riportati i guadagni minimi delle antenne che consentono di ottenere, all’entrata del terminale di testa, almeno 0,5 mV per i segnali televisivi e 0,2 mV per i segnali radiofonici a modulazione di frequenza, utilizzando un cavo di discesa di circa 10 m di lunghezza ed avente l’attenuazione, espressa in dB, pure riportata nella tabella, valutata alla massima frequenza della banda relativa. Tabella 25 - Valori minimi dell’intensità di campo prescritti dal CCIR, guadagni minimi e attenuazione del cavo Banda Minima intensità di campo elettrico dB (μ V/m) μ V/m Guadagno d’antenna dB Attenuazione del cavo dB Televisione I Canale C III IV V 48 52 55 65 70 250 400 500 1780 3160 8,6 8,0 13,0 12,5 10,4 1,0 1,0 1,5 2,5 3,0 Radiofonia 87,5-108 MHz 48 250 5,00 1,0 Prescrizioni per l'impianto elettrico L'impianto di antenna deve essere separato da quello elettrico e soddisfare il criterio di funzionalità ed essere conforme con le norme della serie CEI EN 50083. I componenti elettrici ed elettronixi devono assicurare: - elevata efficacia di schermatura (stabilita nella Norma CEI EN 50083-2), realizzata anche mediante dispositivi che minimizzano il numero delle connessioni e di conseguenza il numero di possibili punti di ossidazione della superficie tra calza e connettore. - adeguato adattamento di impedenza al fine di evitare riflessioni di segnale; - disaccoppiamento tra le varie uscite e tra più prese collegate in cascata; - funzionamento in banda di frequenza 47 z L'impedenza nominale dell'antenna è: - 300 Ω per strutture simmetriche; - 75 Ω per strutture asimmetriche. Si consiglia di predisporre un montante per ogni colonna di appartamenti (diametro > 25 mm). Per la protezione contro i contatti indiretti valgono le prescrizioni della Norma CEI 64-8. Messa a terra dell'antenna TV e collegamenti equipotenziali Il conduttore esterno del cavo coassiale deve essere collegato all'impioanto (se l'impianto non è di classe II). Deve inoltre essere realizzato un collegamento equipotenziale tra i conduttori esterni dei cavi coassiali e gli involucri metallici che contengono le apparecchiature facenti parte dell'impianto d'antenna. Per stabilire se l'impianto d'antenna debba essere protetto contro le scariche atmosferiche è necessario: - effettuare la verifica preventiva del calcolo della probabilità di fulminazione (N d) della struttura prima che sia installata l'antenna; - calcolare la probabilità di fulminazione (N'd) della struttura dopo l'installazione dell'antenna; - scegliere un adeguato valore del numero massimo degli eventi pericolosi ammissibili (N a). Tale scelta è effettuata sulla base della tipologia e della destinazione d'uso della struttura da proteggere. 89 3.12.2 Impianto televisivo satellitare Norme e Guide di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 100-7: Guida per l'applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva Per la progettazione di un impianto televisivo satellitare occorre determinare il numero di parabole necessarie a soddisfare le richieste del committente (negli impianti ordinari ne sono sufficienti due, ma è consigliabile predisporre le infrastrutture per una ulteriore parabola). Lo schema consigliato è rappresentato in figura 9 con quattro cavi per ciascuna parabola e un cavo per la distribuzione dei segnali della televisione terrestre che, in ogni caso, è sempre opportuno prevedere. Le colonne montanti per la distribuzione ai vari piani dell’edificio, complete dei dispositivi multiswich ad ogni piano, dovranno essere indipendenti e separate da quelle di altri circuiti. La linea a 220 V per l’alimentazione del centralino di amplificazione deve essere posata in tubi e cassette separate dalle linee di segnale; la massa del centralino e lo schermo coassiale del cavo devono essere sempre collegati all’impianto di terra generale dell’edificio. Figura 9 - Schema di un impianto televisivo satellitare. Questo schema, sempre consigliato nei nuovi edifici, può essere difficile da realizzare negli edifici esistenti laddove il diametro delle tubazioni può essere insufficiente. Messa a terra dell'antenna satellitare e collegamenti equipotenziali Il conduttore esterno del cavo coassiale deve essere collegato all'impioanto (se l'impianto non è di classe II). Deve inoltre essere realizzato un collegamento equipotenziale tra i conduttori esterni dei cavi coassiali e gli involucri metallici che contengono le apparecchiature facenti parte dell'impianto d'antenna. Per stabilire se l'impianto d'antenna debba essere protetto contro le scariche atmosferiche è necessario: - effettuare la verifica preventiva del calcolo della probabilità di fulminazione (N d) della struttura prima che sia installata l'antenna; - calcolare la probabilità di fulminazione (N'd) della struttura dopo l'installazione dell'antenna; - scegliere un adeguato valore del numero massimo degli eventi pericolosi ammissibili (N a). Tale scelta è effettuata sulla base della tipologia e della destinazione d'uso della struttura da proteggere. 3.13 Impianti tecnologici 3.13.1 Cablaggio strutturato 90 3.13.1.1 Prescrizioni generali Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI EN 50173-1 (CEI 306-6): Tecnologia dell'informazione - Sistemi di cablaggio generico - Parte 1: Requisiti generali e uffici CEI EN 50098-1 (CEI 306-1): Cablaggi nei locali degli utilizzatori per le tecnologie dell’informazione - Parte 1: Accesso base ISDN CEI EN 50174-1 (CEI 306-3): Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Parte 1: Specifiche ed assicurazione della qualità CEI 50174-2 (CEI 306-5): Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Parte 2: Pianificazione e criteri di installazione all'interno degli edifici CEI EN 50310 (CEI 306-4): Applicazione della connesione equipotenziale e della messa a terra in edifici contenenti apparecchiature per la tecnologia dell’informazione CEI EN 50346: Tecnologia dell'informazione - Installazione del cablaggio - Prove del cablaggio installato Classificazione I sistemi di cablaggio per telecomunicazione e distribuzione multimediale negli edifici residenziali e del terziario, si stanno rapidamente diffondendo in seguito alla nascita e alla diffusione di nuovi servizi di telecomunicazione, alla crescente importanza della distribuzione di segnali multimediali ed all’automazione tra apparecchi domestici. L’esigenza di avere un sistema di cablaggio con caratteristiche evolute che soddisfi l’esigenza di mettere in collegamento (interconnettere) sistemi basati sulla tecnologia digitale è molto richiesta. Con il termine "cablaggio strutturato" si devono intendere i soli componenti passivi (pannelli, prese, ecc.) necessari per connettere le varie utenze (apparati elettronici di elaborazione) e permettere la conduzione delle informazioni (segnali audio, dati, ecc.). Struttura La struttura di un generico impianto di cablaggio strutturato è rappresentata nella figura 10; l'impianto può essere suddiviso nei seguenti elementi funzionali: - distributore di insediamento; - cavo di dorsale di insediamento (collega il distributore di insediamento al distributore di edificio e in aggiunta può anche collegare distributori di edificio fra di loro); - distributore di edificio; - cavo di dorsale di edificio (collega il distributore di edificio a un distributore di piano e in aggiunta può anche collegare distributori di piano nello stesso edificio); - distributore di piano; - cavo orizzontale; - punto di transizione; - cavo per punto di transizione; - assieme TO multi-utente; - presa di telecomunicazioni (TO). 91 Figura 10 - Schema gerarchico di un sistema di cablaggio strutturato. La rete ad albero è costituita da tre livelli, collegati tramite dorsali. I cavi possono essere schermati, FTP o non schermati, UTP e in rame o fibra ottica (modale o monomodale). Le dimensioni suggerite per l'armadio del centrostella sono quelle riportate nella tabella 26. Tabella 26 - Dimensioni suggerite per l’armadio del centrostella Numero di rami da 1 a 8 da 9 a 16 da 17 a 24 più di 24 Cablaggio di base [cm] 40 x 60 40 x 90 40 x 120 40 x 150 Cablaggio avanzato [cm] 80 x 90 80 x 90 80 x 120 80 x 150 La lunghezza massima ammessa per ogni ramo della stella, comprensivo dei cordoni di collegamento agli apparati utilizzatori è di 100 m. Mantenendo la lunghezza massima tra due apparati entro i 100 m è possibile, nella maggioranza dei casi, far comunicare tra loro terminali connessi nei punti di utilizzazione, senza organi attivi (ripetitori) nel centrostella. Un esempio di schema di collegamento tra centrostella e punto di utilizzazione è riportata in figura 6.9. L’impianto è completato (figura 11) da una serie di condotti, in genere tubazioni per l’installazione dei cavi, che partendo dal centrostella di ciascuna unità abitativa, collegano: - il punto di congiunzione tra l’infrastruttura della parte comune dell’edificio e quella dell’appartamento (o verso ogni punto di ingresso delle reti esterne nell’edificio nel caso di edifici con una sola unità abitativa); tali condotti dovranno avere un diametro utile equivalente non inferiore a 38 mm; - i punti idonei alla installazione delle antenne per la ricezione della televisione terrestre e satellitare (salvo il caso in cui nell’edificio è previsto un impianto d’antenna centralizzato). 92 Figura 11 - Esempio di schema di infrastrutture di un edificio multiunità 3.13.2 Sistema BUS Norme di riferimento EN 50090: Sistemi elettronici per la casa e l’edificio (HBES) CEI 205-2: Guida ai sistemi bus su doppino per l'automazione nella casa e negli edifici, secondo le Norme CEI EN 50090 CEI 83-11: I sistemi BUS negli edifici pregevoli per rilevanza storica e artistica Direttiva 89/336/CEE: Direttiva del Consiglio del 3 maggio 1989 per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica. D.M. 14 giugno 1989, n. 236: Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche. Costituzione e classificazione dell’impianto Con il termine BUS si indica un sistema sequenziale di trasporto di segnali elettrici che rappresentano informazioni codificate secondo una modalità denominata protocollo. Esistono protocolli standard, contemplati dalla normativa, concepiti secondo regole comuni che garantiscono l’interoperabilità degli apparecchi forniti da diversi costruttori. Il sistema generalmente utilizzato in applicazioni civili, terziarie ed industriali è HBES (Home and Building Electronic System), ossia un sistema Bus conforme alla serie di Norme CEI EN 50090 generalmente composto da: - elementi che hanno il compito di inviare e ricevere informazioni (individuati da un proprio indirizzo univoco); - supporti di comunicazione (cavi metallici, a fibra ottica, etere, ecc.); - modalità di comunicazione (digitale a pacchetti). L'architettura del sistema può essere realizzata con diverse topologie di collegamento; il termine architettura è riferito al modo di funzionare del sistema, mentre il termine topologia indica il tipo di cablaggio realizzabile tra i dispositivi costituenti il sistema o il sottosistema. La topologia del cablaggio, a seconda del sistema BUS impiegato e delle indicazioni del costruttore, può assumere le seguenti configurazioni: lineare, albero, stella, anello e loro combinazioni (Fig. 12). 93 Figura 12 - Topologie di cablaggio ammesse Il mezzo di comunicazione Tutti i punti di un sistema BUS vengono interconnessi mediante un mezzo di comunicazione caratterizzato da una propria capacità di trasmettere in modo corretto e sicuro i segnali digitali che compongono i messaggi. Tale capacità determina la massima velocità di trasmissione del mezzo, che si misura in bit al secondo o Baud. I mezzi di comunicazione attualmente utilizzati sono elencati nella tabella 27 dove, per ciascun mezzo di comunicazione, vengono specificate le caratteristiche peculiari che lo rendono più o meno adatto ad una particolare applicazione rispetto agli altri. Tabella 27 - Mezzi di comunicazione per sistemi BUS Mezzo di comunicazione Caratteristiche Doppino intrecciato E’ il mezzo fisico più economico e più adatto alla posa del cablaggio. Cavo coassiale Necessita di un installazione particolarmente accurata e può essere vantaggiosamente utilizzato per la trasmissione di segnali veloci a larga banda (video, audio in alta fedeltà e dati ad elevata velocità). Fibra ottica Ha prestazioni superiori a quelle del cavo coassiale. A fonte di un maggior costo ed alla accuratezza richiesta nel cablaggio e nelle connessioni, offre immunità dalle influenze elettromagnetiche esterne, e la non intercettabilità dei segnali trasmessi. Raggi infrarossi Sono comodi per trasferire comandi e controlli senza fili, ma trovano applicazione limitata dalle pareti e da altri ostacoli fisici. Onde radio Non richiedono collegamenti fisici e non sono limitati dalle pareti o da altri ostacoli. Onde convogliate Sfruttano i collegamenti esistenti della rete di energia in bassa tensione. 3.14 Impianti di sicurezza e controllo 3.14.1 Impianto antintrusione Norme di riferimento 94 CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 79-2 Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiagressione - Norme particolari per le apparecchiature CEI 79-3 Impianti antiefrazione, antintrusione, antifurto e antiagressione - Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antintrusione Questi impianti devono essere realizzati in conformità alle prescrizioni della Norma CEI 79-3. Le apparecchiature devono essere conformi alla Norma CEI 79-2. La posizione della centralina deve essere assegnata dal Committente. Nel seguito vengono assegnate le prescrizioni specifiche per i seguenti componenti: - centrale; - rivelatori volumetrici a raggi infrarossi passivi; - rivelatori perimetrali; - attuatori d’allarme. Centrale La centrale dell’impianto può essere di tipo modulare, fissabile a scatto su profilati normalizzati EN 50022, oppure, in alternativa, del tipo a parete. In entrambi i casi deve essere equipaggiata con alimentatore e batteria tampone per l’alimentazione dei rivelatori. La centrale deve poter ricevere i segnali d’allarme provenienti da rivelatori via filo. E’ inoltre opportuno che abbia le seguenti caratteristiche: - non meno di 4 zone, di tipo NC o bilanciate, con possibilità di inserimento parziale delle stesse; - ritardi d’ingresso e d’uscita regolabili, con linee a percorso d’ingresso; - possibilità di comandare i mezzi d’allarme descritti; - possibilità di inserimento tramite apposita chiave elettronica. Nei casi in cui manchi la possibilità (o non vi è l’intenzione) di eseguire le necessarie opere murarie, la centrale è ammessa anche del tipo a tecnologia radio, predisposta cioè per ricevere via radio i segnali provenienti dai rivelatori d’intrusione di tipo perimetrale o volumetrico. Detta centrale dev’essere omologata dal Ministero PT. La centrale a tecnologia radio deve avere le stesse caratteristiche della centrale a tecnologia filare, ad eccezione del sistema di inserimento e parzializzazione che può essere comandato da un apposito telecomando. Rivelatori volumetrici a raggi infrarossi passivi I rivelatori volumetrici a raggi infrarossi possono essere del tipo da “incasso” (esclusivamente per i sistemi filari) compatibili con la serie componibile, oppure del tipo da parete. La loro tecnologia può essere del tipo filare o radio, ma, in ogni caso devono avere una portata di almeno 10 m con un arco di copertura di almeno 90°. Costituisce titolo preferenziale, nel caso di rivelatori da parete, lo snodo meccanico per regolarne la zona di copertura e la funzione di regolazione della sensibilità volta ad evitare falsi allarmi. E’ compito della committente segnalare i locali da proteggere. Rivelatori perimetrali I rivelatori perimetrali, destinati ad essere montati su porte e finestre devono essere del tipo “a contatto magnetico”. Sono ammessi rivelatori sia con tecnologia filare sia con tecnologia via radio. E’ compito della committente segnalare le aperture ed i serramenti da proteggere. Attuatori d’allarme Il sistema d’allarme deve prevedere i seguenti attuatori (o mezzi) per la segnalazione degli allarmi: - sirena autoalimentata da esterno, con pressione acustica non inferiore a 110 db misurati ad una distanza di 3 m; - sirena per interni con pressione acustica non inferiore a 100 db misurati ad una distanza di 3 m. E’ inoltre fortemente consigliato l’impiego di un combinatore telefonico, avente le seguenti caratteristiche: - contenitore modulare con possibilità di fissaggio a scatto su profilati normalizzati EN 50022; - due o più canali di trasmissione; 95 - possibilità di chiamare almeno 4 utenze telefoniche per ogni canale; - sintesi vocale; - tastiera e display per programmazione incorporati; - possibilità di selezionare il tipo di trasmissione: decadica o multifrequenza. Ulteriori prescrizioni per locali con casseforti e locali corazzati La protezione di una cassaforte deve avvenire individuando concettualmente due barriere protettive: - una barriera esterna che fisicamente può coincidere con le superfici esterne del locale contenente la cassaforte; - una barriera interna posta a protezione della cassaforte vera e propria. La barriera esterna può essere realizzata con rivelatori volumetrici e/o superficiali o puntuali; la protezione dell’involucro superficiale della cassaforte deve rilevare tentativi di effrazione portati direttamente alla cassaforte. In questo caso i rilevatori devono essere di superficie e/o puntuali. Un’ulteriore protezione è consigliabile sia adottata per il solo battente della cassaforte (rilevazione dell’apertura e dello stato dei congegni di chiusura, serratura a combinazione e/o a tempo). I locali corazzati devono avere tre barriere protettive: - barriera esterna al luogo da proteggere; - barriera intermedia dell’involucro del locale corazzato; - protezione del volume interno. I rilevatori da usare sono, a secondo della barriera, volumetrici, superficiali, lineari e puntuali. La scelta della tecnologia dei rilevatori è lasciata al progettista anche se all’interno dei locali corazzati è consigliabile l’impiego di rilevatori microfonici e, all’interno della cassaforte, di rilevatori inerziali. In ogni caso per le apparecchiature si deve far riferimento alla Norma CEI 79-2 mentre per l’impianto alla Norma CEI 79-3. 3.14.2 Installazione degli impianti TVCC Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI EN 50132-7 (CEI 79 -10) Impianti di allarme - Impianti di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza - Parte 7: Guide di applicazione CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri generali Classificazione e costituzione dell’impianto elettrico TV a circuito chiuso L’impianto TV.CC trova la sua configurazione minima nelle seguenti apparecchiature: - uno o più monitor (ufficio direttore, centrale operativa, vigilanza, ecc.); - telecamere ubicate: all’interno, nell’ingresso, nella sala clienti e nel bancomat; - videoregistratore nel locale “centrale di controllo”. Particolare cura dev’essere posta nella progettazione dell’impianto TV.CC poiché la disponibilità di una documentazione certa dell’evento verificatosi è uno strumento d’indagine di grande rilevanza che costituisce l’elemento caratterizzante di questo sistema. Di norma un sistema di videoregistrazione viene racchiuso all’interno di un armadio avente una discreta resistenza passiva e, in taluni casi, munito di apertura a tempo (protezione antirapina). Ai tradizionali sistemi di videoregistrazione con registrazione analogica delle immagini si contrappongono oggi i più evoluti sistemi a registrazione digitale. L’impostazione progettuale di un impianto di televisione a circuito chiuso prevede come fasi fondamentali di sviluppo l’analisi e la determinazione di: 1) Zone da sorvegliare Normalmente, le zone da sorvegliare sono le seguenti: zona perimetrale, punti di accesso, zone ad 96 alto rischio (locali corazzati, casseforti, centri di elaborazione dati, ecc.). 2) Numero e tipo delle unità di ripresa Il numero delle unità di ripresa dipende dalle caratteristiche ottiche del sistema, oltre che dalla topografia dell’area da visualizzare. Le unità di ripresa possono essere installate sia in ambiente interno sia in ambiente esterno; per queste ultime devono essere prese in considerazione le condizioni atmosferiche del luogo di installazione (temperatura, nebbia, vento, ecc.). 3) Sorgenti luminose Le sorgenti luminose da adottare devono essere scelte con uno spettro di emissione in funzione della curva di risposta del fotosensore dell’unità di ripresa. L’illuminazione misurata dal punto di installazione dell’unità di ripresa, dovrà essere maggiore o uguale alla sensibilità del fotosensore adottato moltiplicata per un fattore di sicurezza pari a 3. Le sorgenti luminose devono essere posizionate in modo da non entrare nel campo visivo delle unità di ripresa. 4) Rete di interconnessione I cavi coassiali di collegamento tra le unità di ripresa e i centri di calcolo, devono possedere un’impedenza caratteristica di 75 ohm. Il segnale video in arrivo al centro di controllo non deve avere subito un’attenuazione superiore ai 6 dB a 5 MHz (corrispondenti a 300m di cavo RG59). Qualora vengano utilizzati altri mezzi trasmessivi, deve essere rispettato lo stesso parametro di attenuazione sopra riportato, nonché i valori di impedenza in ingresso ed in uscita della rete di trasmissione. 5) Centri di controllo Le attività di sorveglianza vengono svolte da personale presente nei centri di controllo. Il numero dei monitor all'interno del centro di controllo deve essere calcolato in funzione del numero delle unità di ripresa installate e del numero di operatori contemporaneamente presenti. Si consiglia di non superare 6 monitor per ogni operatore addetto. E' altresì raccomandata la presenza di almeno un videoregistratore. Le operazioni e le funzioni svolte dall’impianto TVCC devono essere il più possibile automatiche. Le apparecchiature: monitor, telecamere, videoregistratori, ecc. devono essere costantemente alimentate e devono possedere i minori tempi di risposta possibili. 3.14.3 Rilevatori fughe di gas Norma di riferimento Norma CIG/UNI-CEI 70028: Rivelatori di gas naturale e rivelatori di GPL per uso domestico e similare La funzione dei segnalatori di gas è quella di prevenire incidenti causati da fughe di gas. E' compito del Committente l'indicazione degli ambienti dove i rivelatori devono essere installati e la precisazione del tipo di gas (ad esempio: metano, GPL, ecc.). Rivelatori I rivelatori di gas sono progettati per segnalare quando la concentrazione di gas supera un limite compreso tra il 5% ed il 20% del limite inferiore di esplosività. L'installazione dei rilevatori deve avvenire ad un'altezza di: - 7-10 cm dal pavimento per il GPL; - 15-30 cm dal soffitto per il metano. Evitare di installare i rivelatori nei punti dove urti involontari o operazioni di pulizia del locale possono provocare danni e prevedere apparecchiature idonee all'ambiente nel quale devono essere installate. Il numero dei rivelatori e la loro dislocazione deve essere determinato, in sede di progettazione, tenendo anche conto del raggio d'azione del singolo apparecchio. I rivelatori devono: - essere componibili con la serie da incasso o, in alternativa del tipo a parete; 97 - dare garanzia di selettività; - essere in grado di alimentare almeno 2 segnalatori di allarme elettronici (di cui uno incorporato nel sensore); - essere in grado di comandare, tramite un relè, la chiusura di un’elettrovalvola di intercettazione della mandata del gas. Allarme acustico generale supplementare In aggiunta all'allarme del rivelatore è consigliabile installare un allarme acustico in un altro ambiente, in modo da essere udito anche in più locali. L'allarme supplementare deve essere comandato dal rivelatore. 3.15 Impianto telefonico Norme di riferimento CEI 103-1/12: Impianti telefonici interni - Parte 12: Protezione degli impianti telefonici interni CEI 103-1/14: Impianti telefonici interni - Parte 14: Collegamento alla rete in servizio pubblico CEI 103-1/13: Impianti telefonici interni - Parte 13: Criteri di installazione e reti CEI EN 50086-2-4: Sistemi di canalizzazione per cavi - Sistemi di tubi - Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati CEI 306-2: Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali LEGGE 28 03 1991, n.109: Nuove disposizioni in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti telefonici interni D.M. 23 maggio 1992, n. 314: Regolamento recante disposizioni di attuazione della legge 28 marzo 1991, n. 109, in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti telefonici interni E’ opportuno, ai fini della diversa tipologia realizzativa, individuare due grandi aree in cui possono essere suddivisi questi impianti, in funzione della struttura edile e della destinazione degli ambienti; in particolare: 1) strutture residenziali, comprese unità immobiliari adibite a studi professionali e uffici, dove generalmente l’impianto è di tipo tradizionale, talvolta strutturato e, in alcuni casi, multimediale; 2) strutture adibite ad attività del terziario (alberghi, grandi aree destinate a ufficio, centri commerciali, ospedali, ecc.) ed ambienti industriali, dove la soluzione ottimale è, generalmente, quella del cablaggio strutturato. Il punto di consegna delle linee telefoniche e trasmissioni dati all’interno di un edificio è posto, di solito, in un armadietto unificato ad incasso o a parete con sportello a serratura fornito dalle Società Telefoniche, con le quali è necessario prendere tempestivi contatti, per il raccordo tra il corpo dell’edificio e la rete telefonica stradale. Tale raccordo è posato in un cavidotto interrato in materiale isolante secondo la Norma CEI EN 50086-2-4; il diametro del cavidotto deve essere concordato con le Società Telefoniche; in mancanza di tali accordi è opportuno prevedere un diametro non inferiore a 125 mm. Il percorso del cavo all’interno del corpo edilizio deve essere facilmente ispezionabile e liberamente accessibile in ogni punto, come pure l’armadietto per terminale unificato di rete che deve essere raggiungibile senza l’ausilio d’alcun tipo di scala (altezza 90÷120 cm dal pavimento). Quasi sempre è previsto un terminale di rete per ogni vano scala in corrispondenza della partenza dei tubi montanti che devono raggiungere i vari piani del corpo edilizio in corrispondenza dei pianerottoli. Ad ogni pianerottolo deve essere posta una cassetta di derivazione generalmente a 25÷35 cm dal pavimento. Per ciascun vano scala, se si utilizzano come canalizzazioni tubi protettivi, il numero e il diametro dei tubi consigliato è il seguente: - fino a 10 unità immobiliari è ammesso collocare un tubo protettivocon diametro esterno di almeno 32 mm; - da 11 fino a 24 unità immobiliari devono essere predisposti due tubi affiancati del diametro esterno di almeno 32 mm; - per edifici con vani scala con più di 24 appartamenti o aventi particolari caratteristiche, è opportuno esaminare congiuntamente alla Società Telefonica, quale sia la soluzione più conforme alle rispettive esigenze. I collegamenti, in cavo, presso l’armadietto, devono essere numerati, possibilmente con il numero dell’interno dell’appartamento. 98 Figura 14 - Esempio di distribuzione dei montanti di un impianto telefonico in un edificio civile Le indicazioni delle canalizzazioni e delle cassette da utilizzare nei suddetti montanti sono riportate nella figura 14. All’interno delle singole unità immobiliari la distribuzione avviene in genere in tubazioni di PVC flessibile o rigido, avente diametro esterno non inferiore a 20 mm, incassate in modo da formare un anello che collega le prese telefoniche disposte nei vari locali; nei tratti a pavimento la tubazione deve essere di tipo pesante e nei casi di incrocio con una tubazione di energia, la tubazione telefonica deve essere, di regola, sovrastante. Le prese telefoniche devono essere installate ad un’altezza dal pavimento di almeno 17,5 cm e non sopra a prese di energia elettrica. 3.16 Apricancello motorizzato Norme e leggi di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua UNI EN 12453: Porte e cancelli industriali, commerciali e da autorimessa - Sicurezza in uso di porte motorizzate - Requisiti UNI EN 12445: Porte e cancelli industriali, commerciali e da autorimessa - Sicurezza in uso di porte motorizzate - Metodi di prova 89/392/CEE: direttiva del consiglio del 14 giugno 1989 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine DPR 459/96: Regolamento per l'attuazione delle Direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine Dlgs 626/94: Attuazione delle direttive 89/391/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, con le modifiche ed integrazioni apportate dal D. Lgs. 19 marzo 1996, n. 242 Classificazione e costituzione L’installatore che installa sistemi di apertura/chiusura automatizzati si configura come un costruttore di macchine ed è pertanto soggetto al DPR 459/96 e successive modifiche. Deve pertanto essere eseguita una analisi dei rischi e, laddove necessario, seguire le misure di sicurezza fornite dalla Norma UNI CEI 12453. 99 La protezione con la sola fotocellula non è sufficiente; per limitare il rischio di urti accidentali con il cancello in movimento è possibile utilizzare una delle seguenti precauzioni: - limitare la forza d’impatto affinché non provochi danni alle persone; - garantire una adeguata distanza tra le parti in movimento in funzione dalla parte del corpo umano esposta al pericolo; - porre in essere ripari o schermi fissi di protezione. L’impianto elettrico del cancello comprende: - l’azionamento ed il motore (la norma di riferimento è la CEI EN 60335-1); - la parte esterna (cablaggi, fotocellule, lampeggiante, ecc.), la cui norma di riferimento è la CEI EN 60204-1. Essendo il cancello automatico solitamente senza sorveglianza, è necessario installare un lampeggiatore o una lampada di segnalazione. 3.17 Prescrizioni per disabili Leggi di riferimento - Legge 30 marzo 1971 n°118 “Nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili”; - DPR 27 aprile 1978 n°384 “Regolamento di attuazione dell’art. 27 della legge 30 marzo 1971, n°118, a favore dei mutilati e invalidi civili, in materia di barriere architettoniche e trasporti pubblici”; - Legge 9 gennaio 1989 n°13 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”; - DM 14 giugno 1989 n°236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”. Nelle unità abitative, negli uffici, negli alberghi e più in generale nei luoghi aperti a pubblico devono essere predisposti specifici impianti ed apparecchi per disabili; in taluni casi sono espressamente richiesti da norme di legge. Nel caso delle unità abitative, le usuali dotazioni da prevedere sono: - segnalazione acustica di chiamata esterna (campanello all’ingresso dell’unità abitativa); - segnalazione acustica di chiamata interna di servizio o soccorso nei locali bagno e doccia. Le segnalazioni devono essere differenziate, ma possono far capo ad una unica apparecchiatura collocata in modo che il segnale acustico sia udibile dalla zona giorno dell’unità abitativa. La segnalazione di chiamata esterna deve essere attivata da un pulsante posto all’esterno della porta di ingresso dell’unità abitativa, mentre quella di chiamata interna di servizio o soccorso deve essere attivata da pulsanti posti nei locali bagno, doccia ed eventualmente nelle camere da letto. Gli impianti di segnalazione possono essere alimentati a tensione di rete o tramite trasformatori (non necessariamente trasformatori di sicurezza). Generalmente questi impianti di segnalazione sono costituiti da: - un pulsante a tirante per ciascuno degli apparecchi utilizzatori interessati, da installare nelle vicinanze degli apparecchi stessi (ad esempio nel bagno, vicino alla vasca e alla doccia); - la combinazione dei seguenti dispositivi: segnalatore luminoso di controllo dell’avvenuta chiamata, pulsante di annullamento della chiamata, relè di chiamata all’interno del locale igienico; - un segnalatore acustico ed uno luminoso ubicati in un luogo con presenza di persone; - un pulsante di tacitazione del segnale acustico. Per quanto riguarda altri ambienti (ossia con destinazione diversa da unità abitativa), si segnala: 1) La norma CEI 64-8, parte settima - luoghi di pubblico spettacolo, prevede all’articolo 752.53.1 che: “gli apparecchi di comando e di segnalazione a disposizione del pubblico devono essere facilmente manovrabili ed individuabili da parte di minorati anche in caso di mancanza di illuminazione. Il campanello elettrico posto in vicinanza della tazza WC deve essere del tipo a cordone e la suoneria deve essere ubicata in luogo appropriato al fine di consentire l’immediata percezione dell’eventuale richiesta di assistenza”. 2) La guida CEI 64-55, strutture alberghiere, si occupa diffusamente di questa tipologia di impianti al capitolo 20, richiamando il DM del 14 giugno 1989 n°236, che fornisce le prescrizioni che devono essere possedute dagli impianti elettrici per poter rispondere ai requisiti di accessibilità, adattabilità 100 e visibilità fissati dal decreto, ai fini del superamento ed abbattimento delle barriere architettoniche. Il DM 14 giugno 1989 n°236 in particolare, prescrive le fasce di altezza entro cui installare le apparecchiature di comando, chiamata e comunicazione (figura 15), nonché i seguenti criteri generali di progettazione:. Terminali elettrici Gli apparecchi elettrici, i quadri, i regolatori degli impianti di riscaldamento e condizionamento, nonché i campanelli, pulsanti di comando e i citofoni, devono essere, per tipo e posizione planimetrica ed altimetrica, tali da permettere un uso agevole anche da parte della persona su sedia a ruote; devono, inoltre, essere facilmente individuabili anche in condizioni di scarsa visibilità ed essere protetti dal danneggiamento per urto. Servizi igienici In prossimità della tazza e della vasca deve essere installato un campanello di emergenza. Cucine È consigliata la disposizione delle prese su di una stessa parete o pareti contigue. Scale Deve essere installato un impianto di illuminazione artificiale laterale, con comando individuabile al buio e disposto su ogni pianerottolo. Ascensore Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo automatico e di dimensioni tali da permettere l'accesso alla sedia a ruote. La bottoniera di comando interna ed esterna deve avere il comando più alto ad un'altezza adeguata alla persona su sedia a ruote ed essere idonea ad un uso agevole da parte dei non vedenti. Nell'interno della cabina devono essere posti: un citofono, un campanello d'allarme, un segnale luminoso che confermi l'avvenuta ricezione all'esterno della chiamata di allarme, una luce di emergenza (autonomia 3h). Deve essere prevista la segnalazione sonora dell'arrivo al piano e un dispositivo luminoso per segnalare ogni eventuale stato di allarme. Servoscala I servoscala sono consentiti in via alternativa ad ascensori e, preferibilmente, per superare differenze di quota non superiori a 4m. Sia sul servoscala che al piano devono essere previsti comandi per salita-discesa e chiamatarimando posti ad un'altezza compresa tra 70 e 110cm. Segnaletica Ogni situazione di pericolo deve essere resa immediatamente avvertibile anche tramite accorgimenti e mezzi riferibili sia alle percezioni acustiche che a quelle visive. Figura 15 - Quote installative delle apparecchiature per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche previste dal DM 14 giugno 1989 n°236. 3.18 Impianto di terra Il valore della resistenza di terra del dispersore unico deve risultare coordinato con le protezioni, in funzione del sistema esercito. 101 Nel caso di fornitura in bassa tensione con sistema di distribuzione TT si deve tener conto che il valore della tensione limite di contatto UL deve essere al di sotto di 25V, per cui deve essere rispettata la seguente disequazione: RE< UL/Idn dove: RE = resistenza dell’impianto di terra Idn = corrente che provoca l’intervento del dispositivo automatico di protezione. Nel caso di fornitura a tensione maggiore di 1 kV l’impianto di terra deve essere dimensionato in accordo con la Norma CEI 11-1. Protezioni contro i contatti diretti Devono essere predisposte protezioni contro i contatti diretti tramite: - utilizzo di barriere o involucri, oppure - isolamento delle parti attive, oppure - distanziamento (utilizzabile solo nei confronti delle linee aeree). Protezioni contro i contatti indiretti Devono essere predisposte protezioni contro i contatti indiretti tramite: - interruzione automatica dell’alimentazione tenendo la tensione limite di contatto a 25V c.a. (60V nel caso di corrente continua non ondulata), oppure - componenti elettrici di classe II o isolamento equivalente, oppure - separazione elettrica (mediante trasformatore di isolamento) alla condizione di poter alimentare una sola presa a spina per avvolgimento secondario. Nel caso di utilizzo di dispositivi automatici ad intervento differenziale si deve tener presente che ogni interruttore può proteggere non più di 6 prese. Devono essere installati dispositivi automatici o fusibili per garantire la protezione dalle sovracorrenti. Devono essere predisposte le necessarie protezioni nel caso nel cantiere siano presenti luoghi conduttori ristretti. Un luogo conduttore ristretto è un luogo, essenzialmente delimitato da superfici metalliche o comunque conduttrici, nel quale è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un’ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto. Le misure di protezione mediante ostacoli e distanziamento non sono permesse. Le prescrizioni che seguono si applicano ai componenti fissi nei luoghi conduttori ristretti ed alle alimentazioni degli apparecchi utilizzatori mobili e trasportabili destinati ad essere utilizzati in tali luoghi. 4. Protezione contro i contatti diretti Le misure di protezione mediante ostacoli o distanziamento, rispettivamente indicate agli articoli 412.3 e 412.4 della Norma CEI 64-8, nei luoghi conduttori ristretti non sono ammesse. 5. Protezione contro i contatti indiretti Sono ammesse solo le seguenti misure di protezione: m) l’alimentazione di utensili portatili e di apparecchi di misura trasportabili o mobili può avvenire mediante circuiti SELV oppure mediante separazione elettrica con la condizione che venga collegato un solo componente elettrico a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento. n) Per l’alimentazione di lampade portatili sono ammessi solo circuiti SELV. o) L’alimentazione di componenti elettrici fissi deve avvenire rispettando le seguenti prescrizioni: - interruzione automatica dell’alimentazione; è richiesto un collegamento equipotenziale 102 supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del luogo conduttore ristretto, oppure - con circuiti SELV, oppure - separazione elettrica con la condizione che venga collegato un solo componente elettrico a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento, oppure - con componenti elettrici di Classe II, o con componenti elettrici aventi isolamento equivalente, protetti da un interruttore differenziale con corrente differenziale IDn non superiore a 30 mA, a condizione che essi abbiano un grado di protezione IP adeguato. Le sorgenti di alimentazione SELV e quelle di isolamento devono essere situate all’esterno del luogo conduttore ristretto, a meno che esse non facciano parte dell’impianto fisso situato all’interno di detto luogo. Se nel luogo conduttore ristretto si trovano componenti elettrici che richiedono una messa a terra funzionale, quali ad esempio apparecchi di misura e di controllo, si deve realizzare un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi le masse e le masse estranee che si trovano all’interno del luogo conduttore ristretto ed il dispersore per la messa a terra funzionale. 3.19 Sezionamento Devono essere previsti opportuni dispositivi di sezionamento nei seguenti punti dell’impianto: - all’origine dell’impianto di cantiere; - sul cavo di ingresso ad ogni quadro di alimentazione; - sul cavo di ingresso ad ogni quadro di distribuzione. I dispositivi di sezionamento devono essere dotati di blocco tramite lucchetto in posizione di aperto, oppure essere collocati in un involucro chiuso a chiave. 3.19.1 Comando di emergenza Deve essere installato un dispositivo di comando d’emergenza in grado di interrompere l’alimentazione dell’impianto elettrico, in caso di pericolo, il comando di emergenza deve essere collocato in un luogo facilmente raggiungibile ed individuabile. 3.19.2 Prese a spina Devono essere utilizzate prese a spina in conformità alla norma EN 60309 aventi caratteristiche adatte a sopportare le condizioni d’utilizzo che possono presentarsi in un cantiere. Le prese a spina costituiscono, per quanto concerne la sicurezza elettrica, uno degli aspetti più critici negli impianti per cantieri di costruzione e demolizione. Le prese a spina devono possedere un grado di protezione non inferiore a IP 44 (E’ consigliabile installare contenitori che garantiscono il grado di protezione IP56 in accordo alla IEC 60529) sia a spina inserita, sia a spina disinserita ed una resistenza meccanica alle basse temperature (fino a 25 °C). La modalità d’impiego delle prese a spina deve appartenere ad una delle seguenti: - essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento I dn £ 30 mA se aventi corrente nominale non superiore a 32A; - essere alimentate da sorgenti SELV; - utilizzare la separazione elettrica dei circuiti. 3.19.3 Prese interbloccate L’interblocco tra presa a spina e interruttore evita pericoli per l’operatore che inserisca la spina in condizioni di cortocircuito a valle della spina stessa. La presa interbloccata è necessaria nei grandi cantieri con potenza impegnata maggiore di 30 kW, o nei cantieri con propria cabina di trasformazione. Risulta per altro utile (e a favore della sicurezza) l’utilizzo sistematico di prese a spina interbloccate anche in piccoli cantieri. 3.19.4 Prese sull’avvolgicavo La norma ammette l’utilizzo di prese incorporate in avvolgicavo. I cavi devono essere del tipo H07RN-F o equivalente e devono essere dotati di protezione incorporata contro le sovracorrenti. Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alla Norma CEI EN 61316 e, 103 conseguentemente, devono disporre di una targa recante le seguenti indicazioni: - marchio o nome del costruttore; - tipo, sezione e lunghezza del cavo; - tensione massima ammessa; - potenza massima, con cavo completamente arrotolato e con cavo completamente allungato. 3.20 Locale bagno Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua (6^ edizione) I locali da bagno e per doccia sono considerati dalle Norme CEI ambienti particolari nei quali si applicano le prescrizioni contenute nella Norma CEI 64-8, alla sezione 701. Divisione in zone e apparecchi ammessi Zona 0: è il volume interno alla vasca da bagno o al piatto della doccia. Zona 1: è quella delimitata dalla superficie verticale circoscritta alla vasca da bagno o al piatto della doccia ed avente un'altezza di 2,25 m, misurata a partire dal pavimento; quando il fondo della vasca da bagno o il piatto della doccia si trovano a più di 0,15 m sopra il pavimento, l'altezza di 2,25 m viene misurata a partire da questo fondo. Zona 2: è il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto della doccia, largo 0,6 m ed alto 2,25 m dal pavimento. Zona 3: è il volume al di fuori della zona 2 avente una larghezza di 2,40 m (e quindi 3 m oltre la vasca o la doccia) ed un'altezza di 2,25 m dal pavimento. Installazione degli apparecchi utilizzatori Nella zona 0, possono essere installati solo apparecchi utilizzatori che contemporaneamente: siano adatti all'uso in quella zona secondo le relative norme e siano montati in accordo con le istruzioni del costruttore; siano fissati e connessi in modo permanente; siano protetti mediante circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in corrente alternata ed a 30 V in corrente continua. Nella zona 1 si possono installare solo scaldacqua elettrici; sono anche ammessi apparecchi di illuminazione purché protetti da SELV con tensione non superiore a 25 V c.a. od a 60 V c.c Nella zona 2 si possono installare solo: scaldacqua elettrici; apparecchi di illuminazione di Classe I e II, apparecchi di riscaldamento di Classe I e II ed unità di classe I e II per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare, ad esempio, aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi. Nelle zone 1 e 2 è vietata l'installazione di interruttori, prese a spina, scatole di derivazione, ad eccezione dei casi in cui: A) trattasi di interruttori di circuiti SELV con tensione £ 12 V in corrente alternata e a 30 V in corrente continua; B) le prese a spina siano di bassa potenza ed alimentate da un proprio trasformatore di isolamento (prese a spina per rasoi elettrici). Possono essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad un'altezza superiore a 2,25 m dal pavimento purché tali pulsanti soddisfino le prescrizioni della Norma CEI 239. Per gli apparecchi utilizzatori installati nella zona 2 è consentito che vi sia un interruttore di comando incorporato nell'apparecchio. Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l'alimentazione degli apparecchi presenti in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico; gli eventuali tratti in vista, necessari per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori, devono essere protetti con tubo di plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante. Nella zona 3 le prese a spina, gli interruttori e gli altri apparecchi di comando sono ammessi solo se viene soddisfatta una delle seguenti condizioni: - alimentazione singola tramite trasformatore di sicurezza; - sistema SELV; 104 - protezione mediante interruttore differenziale con corrente di intervento minore o uguale a 30 mA. I componenti dell'impianto elettrico devono avere almeno i seguenti gradi di protezione: - nelle zone 1 e 2 IPX4 - nelle zone 3 IPX1 - nei locali da bagno (zone 1, 2, 3), la cui pulizia è prevista mediante l'uso di getti d'acqua (ad esempio bagni pubblici) IPX5. Per le prese a spina per le quali le Norme non considerano la classificazione IPX1, si ammette di regola l'impiego del tipo ordinario per installazione incassata verticale. Nessuna presa a spina dovrà essere installata a meno di 0,60 m dal vano della porta aperta di una cabina prefabbricata per doccia. Per la sicurezza delle persone, le prese a spina installate nella ZONA 3 non possono alimentare apparecchi utilizzatori che in qualche modo possono venire utilizzati nelle ZONE 2, 1, 0. Se nelle zone 1, 2 e 3 sono installati elementi riscaldanti annegati nel pavimento, la guaina metallica, l'involucro metallico o la griglia metallica a maglie sottili richiesti devono essere connessi al conduttore di protezione del circuito di alimentazione, a meno che il sistema di riscaldamento elettrico a pavimento non sia protetto mediante SELV. Le regole relative alle varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno, servono a limitare i pericoli provenienti dall'impianto elettrico del bagno stesso; sono pertanto da considerarsi integrative rispetto alle regole ed alle prescrizioni comuni a tutto l'impianto elettrico (isolamento delle parti attive, collegamento delle masse al conduttore di protezione, ecc.). Locale da bagno Collegamento equipotenziale supplementare nei locali da bagno L'art. 701.413.1.6 della Norma CEI 64-8 richiede espressamente la messa in opera di un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi tutte le masse estranee delle zone 1, 2 e 3 con il conduttore di protezione. In particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse siano collegate all'ingresso dei locali da bagno. Le giunzioni devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni; devono essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non va eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in grès. Il collegamento equipotenziale supplementare deve raggiungere il più vicino conduttore di protezione. E' vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione. I conduttori di rame devono avere le seguenti sezioni minime: - 2,5 mm2 per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco; - 4 mm2 per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete. Alimentazione nei locali da bagno Può essere effettuata con le stesse modalità adottate per il resto dell'appartamento (o dell'edificio, per i bagni in edifici non residenziali). Se esistono 2 circuiti distinti (centri luce e prese), entrambi questi circuiti si devono estendere ai locali da bagno. La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale ad alta sensibilità è obbligatoria e 105 può essere affidata all'interruttore differenziale generale (purché questo sia del tipo ad alta sensibilità) o ad un differenziale locale, che può servire anche per diversi bagni attigui. Nei bagni ciechi si deve provvedere all'aspirazione forzata dell'aria con ventola di aspirazione comandata da un temporizzatore da incasso. Il temporizzatore dev'essere collegato con l'interruttore o poter essere comandato da una cellula fotosensibile; dev'essere inoltre consentita l'attivazione temporizzata dell'aspiratore dopo lo spegnimento della luce del locale. Condutture nei locali da bagno Le condutture non devono avere elementi di protezione meccanica di tipo metallico e devono avere isolamento equivalente alla classe II. A tal fine è sufficiente impiegare cavi unipolari entro tubi o condotti non metallici, o cavi multipolari con guaina non metallica; possono, ad esempio, essere impiegati cavi isolati in PVC tipo H07V in tubo di plastica incassato a parete o nel pavimento. La precedente descrizione non si applica alle condutture incassate ad una profondità superiore a 5 cm. Per il collegamento dello scaldabagno, il tubo, di tipo flessibile, deve essere prolungato per coprire il tratto esterno, oppure deve essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase + neutro + conduttore di protezione) per tutto il tratto che va dall'interruttore allo scaldabagno. Il cavetto deve uscire, senza morsetti, da una scatoletta passa cordone. Apparecchi di ventilazione La corretta ventilazione dei locali da bagno, costituisce un fattore determinante di benessere; in questi ambienti dev’essere opportunamente dimensionato l’impianto di ventilazione sia per il ricambio generale, sia per il ricambio di punta in modo rapido. Una corretta progettazione dell’impianto di ventilazione deve tener conto, quanto meno, delle seguenti tre diverse situazioni generali: - Bagni ciechi. Nei bagni ciechi l'aspirazione forzata è obbligatoria. La Legge 166/75 art. 18 prescrive l’obbligo di prevedere un sistema di ventilazione forzata in caso di installazione di servizi igienici in ambiente non aerato. La portata minima d’aria consigliata è di 45 m 3/h ed è opportuno prevedere un dispositivo che ritardi lo spegnimento dell’aspiratore, in modo da garantire il suo funzionamento per 15-20 minuti dopo l’utilizzazione dell’ambiente. In tale modo si effettuerà da uno a due ricambi di aria ad ogni intervento. Occorre comunque verificare se sono vigenti altre disposizioni contenute nel Regolamento di igiene locale relativo al Comune di riferimento. L’apparecchio di aspirazione utilizzato deve avere una curva pressione/portata con valori tali da fornire la portata richiesta in rapporto alle perdite di carico dovute all’installazione. Se l’apparecchio viene installato in una posizione dove può essere raggiunto da spruzzi d’acqua, questo deve essere di tipo Splashproof ovvero con protezione IPX4. Nelle aree definite dalla norma CEI 64-8 parte 7^ come zona 1 non è possibile installare componenti elettrici a 220 V e quindi se viene installato un apparecchio di ventilazione questo deve essere di tipo SELV alimentato a non più di 12 Volt in corrente alternata da un trasformatore di sicurezza. Nella zona 2, oltre a quanto ammesso nella zona 1 è consentita l’installazione di aspiratori funzionanti a 230V con la classe di protezione IPX4. - Bagni e docce con finestre. In tali locali per evitare di effettuare il ricambio dell’aria aprendo le finestre, è opportuno installare un apparecchio di ventilazione. Per locali di normale utilizzo far riferimento al paragrafo “Bagni ciechi”. Nel caso invece sia prevista una abbondante produzione di vapore, anche se temporanea, occorrerà realizzare una aspirazione con maggior portata (100-150 m3/h), da attivare al momento opportuno (ovvero con umidità a valori del 90-95%), eventualmente con un apparecchio dotato di umidostato per un funzionamento automatico. 3.21 Depositi e magazzini Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente 106 alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi. Classificazione Nei locali destinati a deposito merci soggette a prescrizioni di sicurezza contro l’esplosione o l’incendio, gli impianti elettrici devono essere conformi alle prescrizioni contenute nella sezione 751 della Norma CEI 64-8 oppure, in taluni casi alla Norma CEI EN 60079-14 (CEI 31-33). Per alcune merci, anche in relazione alla superficie del locale ove sono custodite, può essere prescritta l’installazione di impianti di rilevamento e/o spegnimento incendi. In ogni caso si devono considerare i possibili effetti che possono avere sull’impianto l’ubicazione e la ventilazione del locale, nonché le azioni meccaniche dovute all’uso, ricorrendo laddove necessario, a componenti elettrici particolarmente resistenti ad urti, corrosioni, umidità. Costituzione e prescrizioni per l'impianto elettrico Le prescrizioni minime che nel presente capitolato vengono richieste sono quelle nel seguito riportate. Valgono inoltre, qualora il magazzino sia un ambiente a maggior rischio in caso d’incendio le ulteriori prescrizioni contenute nella sezione 751 della Norma CEI 64-8: - gli apparecchi d’illuminazione devono inoltre essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminanti; in particolare se questi ultimi sono combustibili. Le distanze da rispettare sono le seguenti: fino a 100 W: 0,5 m; da 100 a 300 W: 0,8 m; da 300 a 500 W: 1 m. - Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi di illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio di illuminazione. - Le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; se ciò non è evitabile è necessario predisporre involucri e/o barriere atti a garantire una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici e che, contemporaneamente, non creino intralcio. - I conduttori dei circuiti in c.a. devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari. Si raccomanda la disposizione dei comandi luce in prossimità delle uscite e di punti luce di sicurezza. Le apparecchiature della serie civile da incasso devono essere conformi alle “Prescrizioni generali” contenute nella norma CEI EN 60669-1 “Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare”, nonché alle ulteriori norme del CT23 del CEI relative ai singoli componenti. Le apparecchiature devono poter essere installate in scatole rettangolari o rotonde, secondo le indicazioni del Committente. Le prese di corrente: 107 - possono avere portata 10 o 16 A; - le prese UNEL (Shuko) devono consentire l’utilizzo di spine sia UNEL che tradizionali con terra centrale; - le prese per l’alimentazione di reti di personal computer (con UPS) è consigliabile che siano conformi alle Norme UNEL. In alcuni casi può essere utile ricorrere a prese per circuiti preferenziali di diverso colore (generalmente rosso). Quando le prese sono installate in torrette o calotte oppure in scatole di derivazione a livello del pavimento, il fissaggio al pavimento deve assicurare il grado di protezione IP 52; fanno eccezione le applicazioni sui pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati) laddove per la pulitura non è previsto lo spargimento di liquido. Nelle installazioni che comportano l’innesto delle spine con l’asse verticale (laddove questo tipo di inserzione è ammessa) è necessario assicurare la tenuta stagna alla polvere e agli spruzzi d’acqua degli organi di presa quando la connessione è inattiva e dall’accoppiamento completo (presa e spina) quando la connessione è attiva. Condutture Nella scelta e nella messa in opera delle condutture devono essere rispettati i principi fondamentali di sicurezza e protezione contro i contatti accidentali e le sovratensioni di cui al capitolo 13 della Norma CEI 64-8 per la parte di applicabilità a cavi e conduttori, ai loro morsetti ed alle giunzioni, ai loro supporti e/o involucri di protezione. I tipi di posa delle condutture, in funzione del tipo di conduttore o del cavo utilizzato, devono essere in accordo con la tabella 32. Tab. 32 - Scelta dei conduttori e dei cavi in funzione del tipo di posa Tipo di posa Conduttori e cavi Canali Tubi (compre Con filo Fissaggi protettivi si i Tubi Senza Passerelle Su o corda o diretto (di canali protettivi (di fissagg e su isolato di su forma incassat forma non i mensole ri support parete circolare i nel circolare) o ) pavimen to Conduttori nudi - - - - - - o - Cavi senza guaina - - o o o - o - o o o o o o o o o o o o o Cavi con Multipola guaina ri compresi i cavi Unipolari provvisti di armatura e quelli con isolament o minerale Legenda : o permesso non permesso non applicabile o non usato in genere nella pratica In particolare, negli ambienti industriali la tendenza è quella di adottare la posa dei cavi in aria libera perché semplice e conveniente. Tuttavia poiché in ambito industriale sono frequenti gli ambienti a maggior rischio in caso 108 d’incendio, la tipologia delle condutture, le modalità di posa ed i mezzi per evitare la propagazione dell’incendio, devono essere conformi a quanto indicato alla sezione 751 della Norma CEI 64-8. Livelli medi di illuminamento consigliati - Archivio: 200 lx. - Magazzino per materiale didattico: 100 lx. Magazzino con scaffali - Passaggi: 20 lx (a livello del pavimento). - Passaggi con presenza di personale: 150 lx (a livello del pavimento). - Sale di controllo: 150 lx. Magazzino frigorifero - Magazzino e aree di stoccaggio: 100 lx. - Magazzino e aree di stoccaggio occupate continuamente: 200 lx. - Area di movimentazione, imballaggio, smistamento: 300 lx. 3.22 Autorimesse Leggi e Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione D.M. 16/02/1982: Elenco delle atività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco D.M. 01/02/1986: Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili Classificazione e costituzione Sono oggetto del presente paragrafo gli impianti elettrici dei seguenti ambienti: autorimesse private con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero aeromobili. Per tali ambienti, elencati al punto 92 del D.M. 16/02/82, è altresì previsto il rilascio del C.P.I. (Certificato di Prevenzione Incendi) da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. In generale, le autorimesse con capacità di parcamento superiore a nove posti auto, sono soggette a norme antincendio assai restrittive; in particolare: - la resistenza al fuoco deve essere REI 90 per le strutture che separano l’autorimessa da altre parti dello stesso edificio (autorimesse di tipo misto) e R 90 per le strutture interne; - l’altezza dei locali deve essere pari ad almeno 2,4 m con un minimo di 2 m sotto trave; - nel caso di autorimesse su più piani, alcuni dei quali interrati, vi è il limite di sei piani interrati e sette piani fuori terra; - le comunicazioni con locali di abitazione di edifici di altezza inferiore a 24 m devono avvenire attraverso aperture munite di porte metalliche piene, dotate di congegno di autorichiusura (autorimesse private fino a 15 auto) o porte RE120 munite di congegno di autochiusura negli altri casi; - le autorimesse devono essere provviste di un sistema di vie di uscita per il deflusso rapido ed 109 ordinato degli occupanti; - le rampe di accesso devono essere ricavate su pareti attestate su spazi a cielo scoperto e devono avere ampiezza e pendenza definite. Per quanto concerne gli impianti elettrici in generale, le autorimesse, sia di tipo aperto sia a box, non sono da considerare luoghi con pericolo di esplosione, anche se con più di nove autoveicoli. Sono pertanto ambienti che rientrano nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio ed agli stessi deve essere applicata la sezione 751 della Norma CEI 64-8. Perché ciò sia possibile le condizioni che devono essere soddisfatte sono le seguenti: 1) il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia benzina, gas di petrolio liquefatto (GPL), gas naturale compresso (GNC); 2) l’unica sostanza infiammabile presente sia il carburante contenuto nei serbatoi degli autoveicoli; 3) non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante; 4) non accedano autoveicoli con evidenti perdite di carburante; 5) siano attuate le prescrizioni riportate nel D.M. 1 febbraio 1986 con particolare riferimento all’efficacia della ventilazione sia naturale sia, quando richiesta, artificiale; 6) gli autoveicoli in parcheggio, siano ordinariamente a motore spento e dispositivo d’avviamento disinserito o nella posizione di riposo; 7) gli autoveicoli siano omologati e mantenuti in efficienza. Quando le condizioni sopra riportate non sono soddisfatte gli impianti elettrici devono essere realizzati seguendo le prescrizioni per gli impianti antideflagranti e quindi nel rispetto delle norme del CT 31 del CEI (in particolare la CEI 31-30 per definire le zone a pericolo di esplosione e la CEI 31-35 per la scelta e installazione dell’impianto elettrico). Nota: non sono consentite autorimesse situate oltre il sesto piano interrato o il settimo fuori terra di un edificio. Prescrizioni per gli impianti elettrici nelle autorimesse considerate ambienti a maggior rischio in caso di incendio 1) All’origine dell’impianto deve essere installato un dispositivo che sezioni tutti i conduttori attivi. 2) Il circuito di alimentazione dell’autorimessa deve essere interrotto da un unico comando. 3) All’esterno dell’autorimessa (se ricadente nelle attività soggette al controllo VVF) deve essere installato un comando di emergenza costituito da: - interruttore di potenza per il comando diretto; - comando ausiliario a distanza (Norma CEI 64-8, art. 537.4) il cui circuito deve essere tenuto permanentemente sotto controllo tramite una spia che ne assicuri il corretto funzionamento. 4) Le condutture solamente transitanti in questi luoghi non devono avere connessioni lungo il loro percorso a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco come definito nelle relative norme di prodotto. 5) È vietato l’uso di conduttori PEN (tranne per i soltanto transitanti). 6) Le condutture ammesse sono quelle specificate nella sez. 751 CEI 64-8 ed i cavi consigliati sono quelli rispondenti alla norma CEI 20-22 e CEI 20-37 (cavi LSOH). Valori di illuminamento All'interno del box, sul piano di calpestio, l'illuminamento deve essere maggiore di 20 lx; nei parcheggi pubblici, al coperto e con illuminamento calcolato a livello del pavimento, vengono consigliati i seguenti valori di illuminamento medio: - rampe di ingresso/uscita(durante il giorno): 300 lx; - rampe di ingresso/uscita(durante la notte): 75 lx; - corsie: 75 lx; - aree di parcheggio: 75 lx; - biglietteria: 300 lx. 3.23 Atri-corridoi-scale Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) 110 CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - criteri generali CEI 64-53: Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale Tutti gli impianti che alimentano utenze dislocate nei luoghi comuni devono essere derivati da uno stesso quadro sul quale devono essere installate le apparecchiature di sezionamento, comando e protezione. Il quadro dev'essere installato nel locale contatori e deve avere caratteristiche costruttive uguali a quelle prescritte al paragrafo “Quadri da appartamento o similari” del presente Capitolato; inoltre dev'essere dotato di serratura. Sul quadro devono essere montate ed elettricamente connesse le apparecchiature per il comando e la protezione dei seguenti impianti: Illuminazione scale, atri e corridoi comuni Le lampade devono essere comandate mediante un relè temporizzato modulare e componibile con le apparecchiature montate nel quadro. Il comando del temporizzatore deve avvenire con pulsanti luminosi a 2 morsetti di tipo componibile, installati nell'ingresso, nei corridoi e sui pianerottoli del vano scale. Deve essere consentita la commutazione da illuminazione temporizzata a illuminazione permanente. Atrio dell'ingresso principale Deve avere un proprio impianto di illuminazione, dotato di centri luce con doppia accensione: serale e ridotta notturna (il comando, di tipo centralizzato, deve essere sia automatico che manuale). E' opportuno prevedere almeno una presa di corrente attivabile mediante un interruttore a chiave. Scale interne Ogni scala deve avere circuiti indipendenti. Si consiglia di prevedere centri luce con doppia accensione: serale e ridotta notturna. I pulsanti e gli interruttori devono essere illuminabili. Un apparecchio di comando deve essere predisposto: - ad ogni ingresso; - in prossimità di ogni scala; - ad una distanza inferiore al metro dalla porta dell'ascensore; - ad una distanza inferiore a due metri dall'ingresso di ciascuna unità immobiliare; - almeno ogni sei metri nei passaggi e nei corridoi. Scale all'aperto e scale di sicurezza L'impianto elettrico di questi tipi di scale deve essere eseguito con componenti (interruttori, apparecchi illuminanti, prese, ecc.) aventi un grado di protezione IP idoneo alla situazione ambientale e in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche accidentali. Gli impianti elettrici delle scale di sicurezza di edifici soggetti al rilascio del CPI (Certificato di Prevenzione Incendi) dovranno avere l'approvazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Vie di esodo Gli edifici adibiti a civile abitazione di altezza superiore a 32 metri, devono essere dotati di un sistema di illuminazione di sicurezza atto a garantire un'affidabile illuminazione e la segnalazione delle vie di esodo. La durata ed il livello di illuminamento (non inferiore a 5 lx) devono garantire un ordinato sfollamento (D.M. 16/5/87 n°246). Il sistema di illuminazione di sicurezza è consigliato anche negli edifici di altezza compresa fra 24 e 32 metri. Riepilogo dei livelli di illuminamento consigliati: - Atri: 100 lx. - Corridoi: 100 lx (a livello del pavimento). - Scale: 150 lx. - Rampe: 150 lx. 111 - Ingresso ascensori: 70 lx. - Sale di attesa: 200 lx. Prescrizioni aggiuntive per disabili Nell'installazione degli apparecchi, bisogna tenere conto della difficoltà di raggiungere frontalmente gli oggetti da parte di una persona costretta su una sedia a ruote o con gravi difficoltà motorie ed è quindi importante che gli apparecchi di comando possano essere raggiungibili anche di lato. Per gli apparecchi di comando s'intende come altezza d'installazione, la distanza misurata in verticale dall'asse del dispositivo di comando, al piano di calpestio (D.M. n°236). I dispositivi di comando (citati nel D.M. n°236 con il termine generico di interruttori), come gli interruttori, i deviatori, i commutatori ed i pulsanti, devono essere installati ad una altezza tra 60 e 140 cm. Il decreto consiglia come altezza quella compresa tra i 75 ed i 140 cm. Sempre per tener conto della ridotta mobilità del portatore di handicap, si consiglia inoltre di evitare l'utilizzo di organi di comando che richiedano la presa fra due dita e la rotazione dell'organo stesso (Figura 19). Figura 19 Gli apparecchi di comando devono essere facilmente individuabili e visibili anche in caso di scarsa visibilità impiegando pulsanti fluorescenti o luminosi oppure indicatori luminosi posti sulle placche di finitura. La commutazione deve essere facilmente avvertibile anche al tatto e non deve dar luogo ad incertezze sulla sua avvenuta pressione. Nei servizi igienici deve essere installato un pulsante del tipo a tirante con frutto installato ad una altezza superiore ai 2,25 m (CEI 64/8-7) e con il pomello di presa ad un'altezza di circa 70-80 cm dal pavimento. Le indicazioni per l'installazione dei componenti fornite dalla legislazione, in particolare dal D.M. n°236, concordano con le disposizioni della Norma CEI 64-8 e della Guida CEI 64-50 che indicano l'altezza minima delle apparecchiature con la sola eccezione dei locali bagno, per i quali è necessaria l'installazione di un campanello di allarme in prossimità della vasca e della tazza (Figura 20). Figura 20 112 3.24 Impianto aspirazione bagni ciechi Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati Criteri generali CEI EN 60335-1 (CEI 61-150): Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Sicurezza Parte 1: Norme generali CEI EN 60335-2-80 (CEI 61-181): Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per ventilatori Apparecchi di ventilazione La corretta ventilazione dei locali da bagno, costituisce un fattore determinante di benessere; in questi ambienti dev’essere opportunamente dimensionato l’impianto di ventilazione sia per il ricambio generale, sia per il ricambio di punta in modo rapido. Una corretta progettazione dell’impianto di ventilazione deve tener conto, quanto meno, delle seguenti tre diverse situazioni generali: - Bagni ciechi. Nei bagni ciechi l'aspirazione forzata è obbligatoria. La Legge 166/75 art. 18 prescrive l’obbligo di prevedere un sistema di ventilazione forzata in caso di installazione di servizi igienici in ambiente non aerato. La portata minima d’aria consigliata è di 45 m 3/h ed è opportuno prevedere un dispositivo che ritardi lo spegnimento dell’aspiratore, in modo da garantire il suo funzionamento per 15-20 minuti dopo l’utilizzazione dell’ambiente. In tale modo si effettuerà da uno a due ricambi di aria ad ogni intervento. Occorre comunque verificare se sono vigenti altre disposizioni contenute nel Regolamento di igiene locale relativo al Comune di riferimento. L’apparecchio di aspirazione utilizzato deve avere una curva pressione/portata con valori tali da fornire la portata richiesta in rapporto alle perdite di carico dovute all’installazione. Se l’apparecchio viene installato in una posizione dove può essere raggiunto da spruzzi d’acqua, questo deve essere di tipo Splashproof ovvero con protezione IPX4. Nelle aree definite dalla norma CEI 64-8 parte 7^ come zona 1 non è possibile installare componenti elettrici a 220 V e quindi se viene installato un apparecchio di ventilazione questo deve essere di tipo SELV alimentato a non più di 12 Volt in corrente alternata da un trasformatore di sicurezza. Nella zona 2, oltre a quanto ammesso nella zona 1 è consentita l’installazione di aspiratori funzionanti a 230V con la classe di protezione IPX4. 3.25 Impianto per idromassaggio Riferimenti normativi CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Prescrizioni per l’impianto elettrico Devono essere rispettate le prescrizioni della sezione 701 della Norma CEI 64-8 relative ai locali contenenti bagni e docce, nonché la specifica normativa delle vasche per idromassaggi CEI EN 60335-2-105. Le unità per vasche da bagno per idromassaggi possono essere installate: - al di sotto della vasca, nella zona 1, purché la zona ove è installata l’unità sia raggiungibile solo dopo aver rimosso le protezioni tramite attrezzo; oppure nella zona 2, se: - il circuito di alimentazione è protetto con un dispositivo differenziale con Idn ≤ 30 mA; - l’unità è di classe II. 113 Il livello medio di illuminamento consigliato è di 200 lx. 3.25.1 Lavanderia e stireria Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) EN 12464-1: “Light and lighting - Lighting of work places - Part 1: Indoor work places" (Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro - Parte 1: Luoghi di lavoro interni”) Prescrizioni per l’impianto elettrico E' consigliato l'impiego di componenti con grado di protezione non inferiore a IP4X o comunque idoneo all'ambiente che, per sua natura, è soggetto alla presenza di acqua e di vapore. Il quadro elettrico deve essere installato in luogo facilmente accessibile e al riparo da possibili spruzzi d’acqua. L'altezza di installazione consigliata per le prese a spina è la seguente: - 1,75 m per le prese a parete; - 0,70 m per le prese inserite e/o derivate da canalizzazioni; - 0,4 m per le prese inserite e/o derivate da torrette IP52. I livelli medi di illuminamento consigliati per le lavanderie e le tintorie sono i seguenti: - raccolta dei capi, marcatura e smistamento: 300 lx; - lavaggio e pulizia a secco: 300 lx; - stiratura: 300 lx; - ispezione e riparazione: 750 lx. Le sorgenti di illuminazione consigliata sono le lampade fluorescenti ad alta resa cromatica. 3.26 Autorimessa Leggi e Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) Guida CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi Guida CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione D.M. 16/02/1982: Elenco delle atività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco D.M. 01/02/1986: Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili Classificazione e costituzione Sono oggetto del presente paragrafo gli impianti elettrici dei seguenti ambienti: autorimesse private con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero aeromobili. 114 Per tali ambienti, elencati al punto 92 del D.M. 16/02/82, è altresì previsto il rilascio del C.P.I. (Certificato di Prevenzione Incendi) da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. In generale, le autorimesse con capacità di parcamento superiore a nove posti auto, sono soggette a norme antincendio assai restrittive; in particolare: - la resistenza al fuoco deve essere REI 90 per le strutture che separano l’autorimessa da altre parti dello stesso edificio (autorimesse di tipo misto) e R 90 per le strutture interne; - l’altezza dei locali deve essere pari ad almeno 2,4 m con un minimo di 2 m sotto trave; - nel caso di autorimesse su più piani, alcuni dei quali interrati, vi è il limite di sei piani interrati e sette piani fuori terra; - le comunicazioni con locali di abitazione di edifici di altezza inferiore a 24 m devono avvenire attraverso aperture munite di porte metalliche piene, dotate di congegno di autorichiusura (autorimesse private fino a 15 auto) o porte RE120 munite di congegno di autochiusura negli altri casi; - le autorimesse devono essere provviste di un sistema di vie di uscita per il deflusso rapido ed ordinato degli occupanti; - le rampe di accesso devono essere ricavate su pareti attestate su spazi a cielo scoperto e devono avere ampiezza e pendenza definite. Per quanto concerne gli impianti elettrici in generale, le autorimesse, sia di tipo aperto sia a box, non sono da considerare luoghi con pericolo di esplosione, anche se con più di nove autoveicoli. Sono pertanto ambienti che rientrano nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio ed agli stessi deve essere applicata la sezione 751 della Norma CEI 64-8. Perché ciò sia possibile le condizioni che devono essere soddisfatte sono le seguenti: 1) il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia benzina, gas di petrolio liquefatto (GPL), gas naturale compresso (GNC); 2) l’unica sostanza infiammabile presente sia il carburante contenuto nei serbatoi degli autoveicoli; 3) non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante; 4) non accedano autoveicoli con evidenti perdite di carburante; 5) siano attuate le prescrizioni riportate nel D.M. 1 febbraio 1986 con particolare riferimento all’efficacia della ventilazione sia naturale sia, quando richiesta, artificiale; 6) gli autoveicoli in parcheggio, siano ordinariamente a motore spento e dispositivo d’avviamento disinserito o nella posizione di riposo; 7) gli autoveicoli siano omologati e mantenuti in efficienza. Quando le condizioni sopra riportate non sono soddisfatte gli impianti elettrici devono essere realizzati seguendo le prescrizioni per gli impianti antideflagranti e quindi nel rispetto delle norme del CT 31 del CEI (in particolare la CEI 31-30 per definire le zone a pericolo di esplosione e la CEI 31-35 per la scelta e installazione dell’impianto elettrico). Nota: non sono consentite autorimesse situate oltre il sesto piano interrato o il settimo fuori terra di un edificio. Prescrizioni per gli impianti elettrici nelle autorimesse considerate ambienti a maggior rischio in caso di incendio 1) All’origine dell’impianto deve essere installato un dispositivo che sezioni tutti i conduttori attivi. 2) Il circuito di alimentazione dell’autorimessa deve essere interrotto da un unico comando. 3) All’esterno dell’autorimessa (se ricadente nelle attività soggette al controllo VVF) deve essere installato un comando di emergenza costituito da: - interruttore di potenza per il comando diretto; - comando ausiliario a distanza (Norma CEI 64-8, art. 537.4) il cui circuito deve essere tenuto permanentemente sotto controllo tramite una spia che ne assicuri il corretto funzionamento. 4) Le condutture solamente transitanti in questi luoghi non devono avere connessioni lungo il loro percorso a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco come definito nelle relative norme di prodotto. 5) È vietato l’uso di conduttori PEN (tranne per i soltanto transitanti). 6) Le condutture ammesse sono quelle specificate nella sez. 751 CEI 64-8 ed i cavi consigliati sono quelli rispondenti alla norma CEI 20-22 e CEI 20-37 (cavi LSOH). Valori di illuminamento All'interno del box, sul piano di calpestio, l'illuminamento deve essere maggiore di 20 lx; nei 115 parcheggi pubblici, al coperto e con illuminamento calcolato a livello del pavimento, vengono consigliati i seguenti valori di illuminamento medio: - rampe di ingresso/uscita(durante il giorno): 300 lx; - rampe di ingresso/uscita(durante la notte): 75 lx; - corsie: 75 lx; - aree di parcheggio: 75 lx; - biglietteria: 300 lx. 3.27 Superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche Le prescrizioni nel seguito riportate hanno l'obiettivo di ridurre le barriere funzionali che limitano o impediscono le possibilità dei portatori di handicap di interagire facilmente con l'impianto elettrico in condizioni di sicurezza, tenendo conto della probabile maggior vulnerabilità ai rischi elettrici ai quali i portatori di handicap possono essere soggetti. In particolare è necessario: 1) rendere più facile la localizzazione e l'azionamento dei dispositivi di comando (interruttori, deviatori, pulsanti, ecc.); 2) migliorare la percezione delle segnalazioni acustico-luminose. Nei dispositivi di segnalazione degli impianti di sicurezza (ad esempio antifurto/antigas) devono sempre essere contemporaneamente presenti i segnalatori acustico e luminoso (per non-vedenti/non-udenti, ecc.); 3) dare alle persone totalmente impedite nei movimenti la possibilità di telecomandare le utenze o le segnalazioni essenziali alla sicurezza ed alla normale attività quotidiana; 4) adottare accorgimenti di sicurezza particolari e/o aggiuntivi nei locali in cui vi sono situazioni di maggior pericolo. L'adeguamento dell'impianto elettrico alle esigenze dei portatori di handicap è ottenuto rispettando le prescrizioni aggiuntive nel seguito riportate. Apparecchi di comando e prese Nelle costruzioni a carattere collettivo, sociale, di interesse amministrativo, culturale, giudiziario, economico ed in generale negli edifici in cui si svolgono attività comunitarie secondo la definizione fornita dal D.P.R. n°384 del 13/04/1978, le apparecchiature di comando devono essere installate a un'altezza massima di 0,90 m dal pavimento ed avere un tasto di manovra di altezza minima di 45 mm. Negli edifici di edilizia residenziale ed in generale dove stabilito dalla Legge n°13 del 9/1/89, le apparecchiature di comando devono essere installate ad una altezza compresa tra 0,75 e 1,40 m dal pavimento, mentre le prese vanno posizionate ad una altezza compresa tra 0,45 e 1,15 m dal pavimento. Gli organi di comando devono essere facilmente individuabili e visibili anche in caso di illuminazione nulla, impiegando tasti fosforescenti o luminosi oppure indicatori fluorescenti posti sulle placche di finitura; tali organi devono essere azionabili con leggera pressione ed essere sufficientemente robusti per resistere ad azionamenti non completamente corretti. La configurazione e la corsa del tasto di manovra dev'essere tale da creare una sporgenza dal piano della placca, per agevolare l'utente nella manovra che deve poter essere compiuta anche da parti del corpo diverse dalle dita (palmo della mano, gomito, ecc.). La corsa del tasto, di lunghezza non inferiore a 5 mm, non deve dar luogo ad incertezze di commutazione o ad inceppamenti. La commutazione deve essere facilmente avvertibile anche al tatto. Nella stessa scatola da incasso è vietata l'installazione degli organi di comando (pulsanti, interruttori, ecc.) con prese di corrente. Apparecchi di segnalazione E' opportuno che tutti gli apparecchi di segnalazione siano contemporaneamente acustici e luminosi; i segnalatori devono essere posti, nei vari locali, in posizione tale da consentire l'immediata percezione. E' inoltre necessario lo sdoppiamento del segnalatore nei casi in cui la percezione dell'allarme sia possibile solo in alcuni locali. L'intensità minima della segnalazione acustica, ad una distanza di 3 metri dall'attuatore, deve essere di 70 dB; per i circuiti di sicurezza e di allarme tale intensità è elevata a 80 dB. 116 Nel caso di utilizzo di trasformatori con suoneria incorporata, i trasformatori dovranno essere del tipo a “prova di guasto” in conformità alle Norme CEI 14-6 e successive. La suoneria della porta d'ingresso deve avere una tonalità diversa dalle altre suonerie; le segnalazioni ottiche, poste in luoghi ben visibili, devono essere collocate ad un'altezza compresa tra 2,5 e 3 m dal pavimento. Ulteriori prescrizioni Tutte le prese a spina devono avere un grado di protezione contro i contatti diretti non inferiore ad IP XXD. L'altezza minima di installazione è di 0,45 m. Nei locali in cui l'improvvisa mancanza dell'illuminazione può compromettere l'incolumità fisica o l'equilibrio psichico dei soggetti disabili (ad esempio: bagno, vano scale, ascensore, scantinato, ecc.) dev'essere installata, in posizione facilmente visibile, una lampada di emergenza, incassata, estraibile, portatile e dotata di batteria ricaricabile, con un'autonomia non inferiore ad un'ora e trenta minuti. Sul frontale della lampada deve essere predisposta una spia luminosa che indichi la condizione di “pronto all'uso” e svolga anche la funzione di luce di cortesia notturna. 3.28 Ascensore Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati UNI EN 81/1 + (81/1 FA 1-89): Regole di sicurezza per la costruzione e l' installazione degli ascensori e montacarichi. Ascensori elettrici. UNI EN 81/2 + (81/2 FA 1-94): Regole di sicurezza per la costruzione e l' installazione degli ascensori e montacarichi. Ascensori idraulici. Le competenze del progettista e dell’installatore elettrico per gli impianti per ascensori si limitano al circuito F.M. ed illuminazione e non riguardano il sistema elevatore. Pertanto, anche alla luce del D.P.R. 587/87 e del D.P.R. 269/94 per impianto elettrico di ascensori e servoscala deve intendersi: per i circuiti F.M.: l’impianto fino ai morsetti di alimentazione dell’interruttore al piano terra o dell’interruttore del locale macchinario; per il circuito di illuminazione cabina: l’impianto fino ai morsetti di alimentazione dell’interruttore; per tutti gli altri circuiti, ossia luce vano corsa e locale macchinario e per il circuito prese a spina, tutto l’impianto. E’ tuttavia opportuno, anche ai fini di una realizzazione unitaria del quadro elettrico, prendere i necessari accordi con la ditta costruttrice/installatrice dell’impianto elevatore. Si riporta, allo scopo di fornire il quadro normativo completo sull’argomento, la tabella “RIFERIMENTI LEGISLATIVI” tratto dalla Guida CEI 64-50 (tabella 45). Tabella 45 - Riferimenti legislativi Riferimento legislativo Titolo Note Legge 24 ottobre 1942 n°1415 Impianto esercizio ascensori montacarichi servizio privato ed di e in 1. Costitutiva la legge quadro della materia. È stata abrogata con l’entrata in vigore del DPR 162/99 (25/6/99) DPR 29 maggio 1963 n°1497 Norme per ascensori e montacarichi servizio privato gli i in 1. Riporta la norma tecnica per ascensori e montacarichi in servizio privato 117 2. Riguarda gli impianti elevatori i cui progetti siano stati presentati all’amministrazione competente entro il 9/4/91 DM 28 maggio 1979 n°1635 Misure sostitutive di sicurezza per ascensori e montacarichi a vite, a cremagliera od idraulici 1. Costituisce la norma tecnica per ascensori e montacarichi in servizio privato di tipo a vite, a cremagliera ed idraulico DM 9 dicembre 1987 n°587 Attuazione delle direttive n°84/529/CEE e n°86/312/CEE relative agli ascensori elettrici 1. Recepisce le direttive comunitarie 84/529 e 86/312. Nell’allegato I vengono indicate le regole tecniche di sicurezza, nell’allegato II gli adeguamenti agli impianti preesistenti 2. Riguarda gli impianti elevatori elettrici in servizio sia privato che pubblico costruiti dopo il 9/4/91 DPR 28 marzo 1994 n°268 DPR 30 aprile 1999 n°162 Regolamento recante attuazione della direttiva n°90/486/CEE relativa alla disciplina degli ascensori elettrici, idraulici od oleoelettrici 1. Recepisce la direttiva comunitaria 90/486 che modifica la direttiva 84/529 estendendone l’applicazione agli ascensori idraulici Regolamento recante norme per l’attuazione della Direttiva 95/16/CEE sugli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi nonché sulla relativa licenza di esercizio 1. Rende obbligatoria l’applicazione della direttiva 95/16/CEE dal 1 luglio 1999 sugli ascensori di nuova costruzione (Cap. I) e disciplina l’esercizio degli ascensori (Cap. II). 2. Si applica agli impianti elevatori idraulici in servizio sia privato che pubblico costruiti dopo il 29/10/94 2. Come tutte le direttive del nuovo approccio, obbliga il costruttore al rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza elencati nell’Allegato I. Il rispetto delle norme armonizzate (es. UNI EN 81.1 e UNI EN 81.2 Ed. 1999) comporta la presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza. Sempre alla Guida CEI 64-50 si rimanda per la visione degli schemi elettrici per la distribuzione dei circuiti luce del vano corsa, del locale macchinario e dei circuiti delle prese a spina; il primo di questi circuiti esemplificativi è riportato nella figura 23. 118 Fig. 23 - Esempio di schema elettrico di principio per la realizzazione dei circuiti luce del vano corsa, del locale macchinario e dei circuiti delle prese a spina di un impianto per ascensore 1) Quadro generale 2) Interruttore sotto vetro piano terra (non obbligatorio negli impianti nuovi soggetti al DPR 162/99) 3) Inizio impianto FM elevatore (secondo Norme EN 81.1 e EN 81.2) 4) Circuiti servizi condominiali 5) Quadro locale macchine 6) Inizio impianto illuminazione elevatore (secondo Norme EN 81.1 e EN 81.2) 7) Luce vano corsa e locale macchinario 8) Prese a spina (*) Questo interruttore differenziale può essere omesso se non ci sono masse fino al quadro generale compreso 3.29 Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo CEI 20-28 Connettori per cavi d'energia Per la posa dei cavi elettrici interrati, si dovranno utilizzare cavidotti in materiale plastico rigidi, conformi alla Norma CEI 23-29, o corrugati a doppia parete, conformi alla Norma CEI EN 50086-24 (tipo FU15 della Dielectrix). Per la posa si dovrà procedere nel modo seguente: sul fondo dello scavo, preventivamente concordato con la Direzione Lavori, di profondità sufficiente per la posa, privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di almeno 10 119 cm, sul quale verrà disteso il cavo (o i cavi), senza premere e senza farli affondare artificialmente nella sabbia; successivamente si dovrà stendere un altro strato di sabbia, dello spessore di almeno 5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 cm oltre il diametro del cavo di maggior sezione. Sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà il diametro (o se questi comporranno una striscia) non superiore a 5 cm. Nel caso di cavo di diametro superiore a 5 cm o, come più frequentemente avviene, nel caso di più cavi formanti una striscia di larghezza superiore ai 5 cm, i mattoni pieni dovranno essere posati in senso trasversale. Sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo. L'asse del cavo (o quello centrale nel caso di più cavi) dovrà trovarsi sullo stesso piano verticale con l'asse della fila di mattoni. La profondità di posa sarà tale da garantire, con ragionevole sicurezza, la rottura in seguito a possibili scavi di superficie per riparazioni dei manti stradali, o movimenti di terra nei tratti a prato o a giardino. In linea generale sarà però osservata la profondità di almeno 50 cm, misurata sull'estradosso della protezione dei mattoni. Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla Ditta Appaltatrice. 3.29.1 Cavi Portata dei cavi La portata di un cavo dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dall’isolante, ma anche dalla temperatura ambiente e dalle condizioni di posa. Secondo la norma CEI-UNEL 35024/1 (fascicolo 3516), per determinare la portata di un cavo si deve tener conto di due fattori di correzione k 1 e k2 che dipendono dalla temperatura ambiente se diversa da 30 °C e dalle modalità di installazione. Nella norma vengono riportate tabelle che specificano le portate dei cavi con conduttori di rame unipolari e multipolari. Per facilitare il compito di determinare la portata dei cavi, sono state predisposte le seguenti tabelle, nelle quali si può leggere direttamente la portata I z dei cavi a 30 °C, nelle condizioni di posa più usuali. Ciò evita di individuare prima la portata Io del singolo circuito o cavo multipolare, poi di andare alla ricerca del fattore k2 adatto al caso e di eseguire la moltiplicazione. Tabella 53 - Cavi unipolari senza guaina posati in tubo o in canale Sezione [mm2] Numero cond. caricati PORTATA (A) Numero di circuiti PVC 1 EPR PVC 2 EPR PVC 3 EPR PVC 4 EPR PVC 5 EPR PVC 6 EPR PVC 7 EPR PVC 8 EPR PVC 9 EPR 10 PVC EPR 1,5 2 3 17,515,5 23 20 14 12,5 18,5 16 12,5 11 16 14 11,5 10 15 13 10,5 9,5 14 12 10 9 13 11,5 9,5 8,5 12,5 11 9 8 12 10,5 9 8 11,5 10 8,5 7,5 11 9,5 2,5 2 3 24 21 31 28 19 17 25 22 17 14,5 22 19,5 15,5 13,5 20 18 14,5 12,5 18,5 17 13,5 12 17,5 16 13 11,5 16,5 15 12,5 11 16 14,5 12 10,5 15,5 14 11,5 10 15 13,5 4 2 3 32 28 42 37 26 22 34 30 22 19,5 29 26 21 18 27 24 19 17 25 22 18 16 24 21 17,5 15 23 20 16,5 14,5 22 19 16 14 21 18,5 15,5 13,5 20 18 6 2 3 41 36 54 48 33 29 43 38 29 25 38 34 27 23 35 31 25 22 32 29 23 21 31 27 22 19,5 29 26 21 18,5 28 25 21 18 27 24 19,5 17,5 26 23 10 2 3 57 50 75 66 46 40 60 53 40 35 53 46 37 33 49 43 34 30 45 40 32 29 43 38 31 27 41 36 30 26 39 34 29 25 38 33 27 24 36 32 16 2 3 76 68 100 88 61 54 80 70 53 48 70 62 49 44 65 57 46 41 60 53 43 39 57 50 41 37 54 48 40 35 52 46 38 34 50 44 36 33 48 42 25 2 3 101 89 133 117 81 71 106 94 71 62 93 82 66 58 86 76 61 53 80 70 58 51 76 67 55 48 72 63 53 46 69 61 51 45 67 59 48 43 64 56 35 2 3 125 110 164 144 100 88 131 115 88 77 115 101 81 72 107 94 75 66 98 86 71 63 93 82 68 59 89 78 65 57 85 75 63 55 82 72 60 53 79 69 50 2 3 151 134 198 175 121 107 158 140 106 94 139 123 98 87 129 114 91 80 119 105 86 76 113 100 82 72 107 95 79 70 103 91 76 67 99 88 72 64 95 84 120 70 2 3 192 171 253 222 154 137 202 178 134 120 177 155 125 111 164 144 115 103 152 133 109 97 144 127 104 92 137 120 100 89 132 115 96 86 127 111 92 82 121 107 95 2 3 232 207 306 269 186 166 245 215 162 145 214 188 151 135 199 175 139 124 184 161 132 118 174 153 125 112 165 145 121 108 159 140 116 104 153 135 111 99 147 129 120 2 3 269 239 354 312 215 191 283 250 188 167 248 218 175 155 230 203 161 143 212 187 153 136 202 178 145 129 191 168 140 124 184 162 135 120 177 156 129 115 170 150 150 2 3 309 275 402 355 247 220 322 284 216 193 281 249 201 179 261 231 185 165 241 213 176 157 229 202 167 149 217 192 161 143 209 185 155 138 201 178 148 132 193 170 185 2 3 353 314 472 417 282 251 378 334 247 220 330 292 229 204 307 271 212 188 283 250 201 179 269 238 191 170 255 225 184 163 245 217 177 157 236 209 169 151 227 200 240 2 3 415 369 555 490 332 295 444 392 291 258 389 343 270 240 361 319 249 221 333 294 237 210 316 279 224 199 300 265 216 192 289 255 208 185 278 245 199 177 266 235 La tabella 53 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 648. Tipi di posa: 3 - Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti 4 - Tubi protettivi non circolari posati su pareti 5 - Tubi protettivi annegati nella muratura 22 - Tubi protettivi circolari posati in cavità di strutture 23 - Tubi protettivi non circolari posati in cavità di strutture 24 - Tubi protettivi non circolari annegati nella muratura 31 - Canali posati su parete con percorso orizzontale 32 - Canali posati su parete con percorso verticale 33 - Canali incassati nel pavimento 34 - Canali sospesi 41 - Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli chiusi, con percorso orizzontale o verticale 42 - Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli ventilati incassati nel pavimento 72 - Canali provvisti di elementi di separazione Tabella 54 - Cavi multipolari posati in tubo o in canale Sezione [mm2] Numero cond. caricati PORTATA (A) Numero di cavi multipolari PVC 1 EPR PVC 2 EPR PVC 3 EPR PVC 4 EPR PVC 5 EPR PVC 6 EPR PVC 7 EPR PVC 8 EPR PVC 9 EPR 10 PVC EPR 1,5 2 3 16,515 22 19,5 13 12 17,5 15,5 11,5 10,5 15,5 13,5 10,5 10 14,5 12,5 10 9 13 11,5 9,5 8,5 12,5 11 9 8 12 10,5 8,5 8 11,5 10 8,5 7,5 11 10 8 7 10,5 9,5 2,5 2 3 23 20 30 26 18,5 16 24 21 16 14 21 18 15 13 19,5 17 14 12 18 15,5 13 11,5 17 15 12,5 11 16 14 12 10,5 15,5 13,5 11,5 10 15 13 11 9,5 14,5 12,5 4 2 3 30 27 40 35 24 22 32 28 21 19 28 25 19,5 17,5 26 23 18 16 24 21 17 15,5 23 20 16 14,5 22 19 15,5 14 21 18 15 13,5 20 17,5 14,5 13 19 17 6 2 3 38 34 51 44 30 27 41 35 27 24 36 31 25 22 33 29 23 20 31 26 22 19,5 29 25 21 18,5 28 24 20 17,5 27 23 19 17 26 22 18 16,5 24 21 10 2 3 52 46 69 60 42 37 55 48 36 32 48 42 34 30 45 39 31 28 41 36 30 26 39 34 28 25 37 32 27 24 36 31 26 23 35 30 25 22 33 29 16 2 3 69 62 91 80 55 50 73 64 48 43 64 56 45 40 59 52 41 37 55 48 39 35 52 46 37 33 49 43 36 32 47 42 35 31 46 40 33 30 44 38 25 2 3 90 80 119 105 72 64 956 84 63 56 83 74 59 52 77 68 54 48 71 63 51 46 68 60 49 43 64 57 47 42 62 55 45 40 60 53 43 38 57 50 35 2 3 111 99 146 128 89 79 117 102 78 69 102 90 72 64 95 83 67 59 88 77 63 56 83 73 60 53 79 69 58 51 76 67 56 50 73 64 53 48 70 61 50 2 3 133 118 175 154 106 94 140 123 93 83 123 108 86 77 114 100 80 71 105 92 76 67 100 88 72 64 95 83 69 61 91 80 67 59 88 77 64 57 84 74 70 2 3 168 149 221 194 134 119 177 155 118 104 155 136 109 97 144 126 101 89 133 116 96 85 126 111 91 80 119 105 87 77 115 101 84 75 111 97 81 72 106 93 95 2 3 201 179 265 233 161 143 212 186 141 125 186 163 131 116 172 151 121 107 159 140 115 102 151 133 109 97 143 126 105 93 138 121 101 90 133 117 96 86 127 112 120 2 3 232 206 305 268 186 165 244 214 162 144 214 188 151 134 198 174 139 124 183 161 132 117 174 153 125 111 165 145 121 107 159 139 116 103 153 134 111 99 146 129 150 2 3 258 225 334 300 206 180 267 240 181 158 234 210 168 146 217 195 155 135 200 180 147 128 190 171 139 122 180 162 134 117 174 156 129 113 167 150 124 108 160 144 185 2 3 294 255 384 340 235 204 307 272 206 179 269 238 191 166 250 221 176 153 230 204 168 145 219 194 159 138 207 184 153 133 200 177 147 128 192 170 141 122 184 163 240 2 3 344 297 459 398 275 238 367 318 241 208 321 279 224 193 298 259 206 178 275 239 196 169 262 227 186 160 248 215 179 154 239 207 172 149 230 199 165 143 220 191 121 2 3 300 394 339 532 455 315 271 426 364 276 237 372 319 256 220 346 296 236 203 319 273 225 193 303 259 213 183 287 246 205 176 277 237 197 170 266 228 189 163 255 218 La tabella 54 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 648. Tipi di posa: 3A - Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti 4A - Tubi protettivi non circolari posati su pareti 5A - Tubi protettivi annegati nella muratura 21 - Cavità di strutture 22A - Tubi protettivi circolari posati in cavità di strutture 25 - Controsoffitti e pavimenti sopraelevati Tabella 55 - Cavi multipolari posati in fascio, su passarelle perforate o mensole Sezione [mm2] Numero cond. caricati PORTATA (A) Numero di cavi multipolari PVC 1 EPR PVC 2 EPR PVC 3 EPR PVC 4 EPR PVC 5 EPR PVC 6 EPR PVC 7 EPR PVC 8 EPR PVC 9 EPR PVC 10 EPR 1,5 2 3 22 18,5 26 23 17,5 15 21 18,5 15,5 13 18 16 14,5 12 17 15 13 11 15,5 14 12,5 10,5 15 13 12 10 14 12,5 11,5 9,5 13,5 12 11 9,5 13 11,5 10,5 9 12,5 11 2,5 2 3 30 25 36 32 24 20 29 26 21 17,5 25 22 19,5 16,5 24 21 18 15 22 19 17 14,5 21 18 16 13,5 19,5 17,5 15,5 13 18,5 16,5 15 12,5 18 16 14,5 12 17,5 15,5 4 2 3 40 34 49 42 32 27 39 34 28 24 34 29 26 22 32 27 24 20 29 25 23 19,5 28 24 22 18,5 26 23 21 17,5 25 22 20 17 25 21 19 16,5 24 20 6 2 3 51 43 63 54 41 34 50 43 36 30 44 38 33 28 41 35 31 26 38 32 29 25 36 31 28 23 34 29 27 22 33 28 26 22 32 27 24 21 30 26 10 2 3 70 60 86 75 56 48 69 60 49 42 60 53 46 39 56 49 42 36 52 45 40 34 49 43 38 32 46 41 36 31 45 39 35 30 43 38 34 29 41 36 16 2 3 94 80 115 100 75 64 92 80 66 56 81 70 61 52 75 65 56 48 69 60 54 46 66 57 51 43 62 54 49 42 60 52 47 40 58 50 45 38 55 48 25 2 3 119 101 149 127 95 81 119 102 83 71 104 89 77 66 97 83 71 61 89 76 68 58 85 72 64 55 80 69 62 53 77 66 60 51 75 64 57 48 72 61 35 2 3 148 126 185 158 118 101 148 126 104 88 130 111 96 82 120 103 89 76 111 95 84 72 105 90 80 68 100 85 77 66 96 82 74 63 93 79 71 60 89 76 50 2 3 180 153 225 192 144 122 180 154 126 107 158 134 117 99 146 125 108 92 135 115 103 87 128 109 97 83 122 104 94 80 117 100 90 77 113 96 86 73 108 92 70 2 3 232 196 289 246 186 157 231 197 162 137 202 172 151 127 188 160 139 118 173 148 132 112 165 140 125 106 156 133 121 102 150 128 116 98 145 123 111 94 139 118 95 2 3 282 238 352 298 226 190 282 238 197 167 246 209 183 155 229 194 169 143 211 179 161 136 201 170 152 129 190 161 147 124 183 155 141 119 176 149 135 114 169 143 120 2 3 328 276 410 346 262 221 328 277 230 193 287 242 213 179 267 225 197 166 246 208 187 157 234 197 177 149 221 187 171 144 213 180 164 138 205 173 157 132 197 166 150 2 3 379 319 473 399 303 255 378 319 265 223 331 279 246 207 307 259 227 191 284 239 216 182 270 227 205 172 255 215 197 166 246 207 190 160 237 200 182 153 227 192 185 2 3 434 364 542 456 347 291 434 365 304 255 379 319 282 237 352 296 260 218 325 274 247 207 309 260 234 197 293 246 226 189 282 237 217 182 271 228 208 175 260 219 240 2 3 514 430 641 538 411 344 513 430 360 301 449 377 334 280 417 350 308 258 385 323 293 245 365 307 278 232 346 291 267 224 333 280 257 215 321 269 247 206 308 258 300 2 3 593 497 741 621 474 398 593 497 415 348 519 435 385 323 482 404 356 298 445 373 338 283 422 354 320 268 400 335 308 258 385 323 297 249 371 311 285 239 356 298 Tabella 56 - Cavi multipolari posati in strato, su passarelle perforate Sezione [mm2] Numero cond. caricati PORTATA (A) Numero di cavi multipolari 1 2 3 4 5 6 7 8 9 PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR 1,5 2 3 22 18,5 26 23 19,5 16,5 23 20 18 15 21 19 17 14 20 17,5 16,5 14 19,5 17,5 16 13,5 19 17 16 13,5 19 17 16 13,5 18,5 16,5 16 13,5 18,5 16,5 2,5 2 3 30 25 36 32 26 22 32 28 25 21 30 26 23 19,5 28 25 23 19 27 24 22 18,5 26 23 22 18,5 26 23 22 18 26 23 22 18 26 23 4 2 3 40 34 49 42 35 30 43 37 33 28 40 34 31 26 38 32 30 26 37 32 29 2 36 31 29 25 36 31 29 24 35 30 29 24 35 30 6 2 3 51 43 63 54 45 38 55 48 42 35 52 44 39 33 49 42 38 32 47 41 37 31 46 39 37 31 46 39 37 31 45 39 37 31 45 39 10 2 70 86 62 76 57 71 54 66 53 65 51 63 51 63 50 62 50 62 122 3 60 75 53 66 49 62 46 58 45 56 44 55 44 55 43 54 43 54 16 2 3 94 80 115 100 83 70 101 88 77 66 94 82 72 62 89 77 71 60 86 75 69 58 84 73 69 58 84 73 68 58 83 72 68 58 83 72 25 2 3 119 101 149 127 105 89 131 112 98 83 122 104 92 78 115 98 89 76 112 95 87 74 109 93 87 74 109 93 86 73 107 91 86 73 107 91 35 2 3 148 126 185 158 130 111 163 139 121 103 152 130 114 97 142 122 111 95 139 119 108 92 135 115 108 92 135 115 107 91 133 114 107 91 133 114 50 2 3 180 153 225 192 158 135 198 169 148 125 185 157 139 118 173 148 135 115 169 144 131 112 164 140 131 112 164 140 130 110 162 138 130 110 162 138 70 2 3 232 196 289 246 204 172 254 216 190 161 237 202 179 151 223 189 174 147 217 185 169 143 211 180 169 143 211 180 167 141 208 177 167 141 208 177 95 2 3 282 238 352 298 248 209 310 262 231 195 289 244 217 183 271 229 212 179 264 224 206 174 257 218 206 174 257 218 203 171 253 215 203 171 253 215 120 2 3 328 276 410 346 289 243 361 304 269 226 336 284 253 213 316 266 246 207 308 260 239 201 299 253 239 201 299 253 236 199 295 249 236 199 295 249 150 2 3 379 319 473 399 334 281 416 351 311 262 388 327 292 246 364 307 284 239 355 299 277 233 345 291 277 233 345 291 273 230 341 287 273 230 341 287 185 2 3 434 364 542 456 382 320 477 401 356 298 444 374 334 280 417 351 326 273 407 342 317 266 396 333 317 266 396 333 312 262 390 328 312 262 390 328 240 2 3 514 430 641 538 452 378 564 473 421 353 526 441 396 331 494 414 386 323 481 404 375 314 468 393 375 314 468 393 370 310 462 387 370 310 462 387 300 2 3 593 497 741 621 522 437 652 546 486 408 608 509 457 383 571 478 445 373 556 466 433 363 541 453 433 363 541 453 427 358 534 447 427 388 534 447 Tabella 57 - Cavi multipolari posati in strato, su mensole Sezione [mm2] Numero cond. caricati PORTATA (A) Numero di cavi multipolari 1 2 3 4 5 6 7 8 9 PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR PVC EPR 1,5 2 3 22 18,5 26 23 19 16 23 20 18 15 21 19 17,5 15 21 18,5 17,5 15 21 18,5 17,5 14,5 21 18 17,5 14,5 21 18 17 14,5 20 18 17 14,5 20 18 2,5 2 3 30 25 36 32 26 22 31 28 25 21 30 26 24 20 29 26 24 10 29 26 24 20 28 25 24 20 28 25 23 19,5 28 25 23 19,5 28 25 4 2 3 40 34 49 42 35 30 43 37 33 28 40 34 32 27 39 34 32 27 39 34 32 27 39 33 32 27 39 33 31 27 38 33 31 27 38 33 6 2 3 51 43 63 54 44 37 55 47 42 35 52 44 41 34 50 43 41 34 50 43 40 34 50 43 40 34 50 43 40 34 49 42 40 34 49 42 10 2 3 70 60 86 75 61 52 75 65 57 49 71 62 56 48 69 60 56 48 69 60 55 47 68 59 55 47 68 59 55 47 67 59 55 47 67 59 16 2 3 94 80 115 100 82 70 100 87 77 66 94 82 75 64 92 80 75 64 92 80 74 63 91 79 74 63 91 79 73 62 90 78 73 62 90 78 25 2 3 119 101 149 127 104 88 130 110 98 83 122 104 95 81 119 102 95 81 119 102 94 80 118 100 94 80 118 100 93 79 116 99 93 79 116 99 35 2 3 148 126 185 158 129 110 161 137 121 103 152 130 118 101 148 126 118 101 148 126 117 100 146 125 117 100 146 125 115 98 144 123 115 98 144 123 50 2 3 180 153 225 192 157 133 196 167 148 125 185 157 144 122 180 154 144 122 180 154 142 121 178 152 142 121 178 152 140 119 176 150 140 119 176 150 70 2 3 232 196 289 246 202 171 251 214 190 161 237 202 186 157 231 197 186 157 231 197 183 155 228 194 183 155 228 194 181 153 225 192 181 153 225 192 95 2 3 282 238 352 298 245 207 306 259 231 195 289 244 226 190 282 238 226 190 282 238 223 188 278 235 223 188 278 235 220 186 275 232 220 186 275 232 120 2 3 328 276 410 346 285 240 357 301 269 226 336 284 262 221 328 277 262 221 328 277 259 218 324 273 259 218 324 273 256 215 320 270 256 215 320 270 150 2 3 379 319 473 399 330 278 412 347 311 262 388 327 303 255 378 319 303 255 378 319 299 252 374 315 299 252 374 315 296 249 369 311 296 249 369 311 185 2 3 434 364 542 456 378 317 472 397 356 298 444 374 347 291 434 365 347 291 434 365 343 288 428 360 343 288 428 360 339 284 423 356 339 284 423 356 240 2 3 514 430 641 538 447 374 558 468 421 353 526 441 411 344 513 430 411 344 513 430 406 340 506 425 406 340 506 425 401 335 500 420 401 335 500 420 300 2 593 741 516 645 486 608 474 593 474 593 468 585 468 585 463 578 463 578 3 497 621 432 540 408 509 398 497 398 497 393 491 393 491 388 484 388 484 3.29.2 Codici di individuazione e colori dei cavi L’individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici è disciplinata dalla norma CEI EN 60446 (CEI 16-4) che prevede: - il colore giallo/verde va usato unicamente per indicare il conduttore di protezione e per nessun 123 altro scopo; i conduttori di messa a terra funzionale che non sono idonei a realizzare la messa a terra di sicurezza e, conseguentemente, fanno capo a distinto dispersore, non devono essere di colore giallo-verde. - Il colore blu-chiaro è destinato al conduttore neutro o al conduttore mediano. Se un circuito comprende il neutro è obbligatorio ed esclusivo l’uso del colore blu chiaro. - Il colore nero è raccomandato per tutti gli altri conduttori che non siano il conduttore di protezione o il neutro. - Il colore marrone può essere usato in alternativa al nero o come colore addizionale per individuare particolari circuiti o sezioni di circuito. Non è vietato l’uso di altri colori laddove necessari per individuare particolari funzioni; per i cavi unipolari senza guaina, oltre ai colori di cui sopra vengono validati i seguenti ulteriori colori: grigio, arancione, rosa, rosso, turchese, violetto, bianco. Per quanto riguarda invece l’individuazione dei conduttori mediante codici alfanumerici si veda la tabella 58. Tabella 58 Individuazione Designazione dei conduttori Notazione alfanumerica normalizzata Simbolo grafico normalizzato Colore Normalizzato Consigliato Sistema di alimentazione in corrente alternata Fase 1 Fase 2 Fase 3 Neutro L1 L2 L3 N Non specificato Non specificato Non specificato Blu chiaro Nero o marrone Nero o marrone Nero o marrone Blu chiaro Apparecchio in corrente alternata Fase 1 Fase 2 Fase 3 U V W Non specificato Non specificato Non specificato Nero o marrone Nero o marrone Nero o marrone Non specificato Non specificato Blu chiaro Rosso Nero Blu chiaro Giallo verde Non specificato Non specificato Giallo verde Bianco Bianco Grigio, arancione, rosa, turchese, violetto Sistema corrente continua in Positivo Negativo Conduttore mediano Conduttore di protezione terra Terra Terra senza disturbi Ritorni o altri circuiti diversi dai suddetti L+ LM + - PE E TE Libera (con esclusione delle sigle sopra indicate) Nota: il colore bianco può essere utilizzato quando la terra non è idonea alla protezione contro i contatti indiretti ed è perciò vietato utilizzare il colore giallo verde 3.29.3 Cavi per energia Le caratteristiche dei cavi per energia sono riportate nelle tabelle CEI UNEL. In generale si ricorda che per condutture fisse, i cavi in rame devono avere una sezione minima di 1,5 mm2 per i circuiti di potenza e di 0,5 mm 2 per il circuito di segnalazione e ausiliari di comando. Nel caso di condutture mobili, realizzate con cavi flessibili destinate ad alimentare uno specifico apparecchio e/o alle indicazioni fornite dal costruttore dell'apparecchio; nel caso di circuiti a bassissima tensione o per altre applicazioni, la sezione minima è di 0,75 mm 2. 3.29.4 Sezione minima conduttori neutro Il conduttore di neutro deve avere almeno la stessa sezione dei conduttori di fase: - nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori; 124 - nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la dimensione dei conduttori di fase sia inferiore od uguale a 16 mm2 se in rame od a 25 mm2 se in alluminio. 3.29.5 Cadute di tensioni massime ammesse In generale la caduta di tensioni massima ammessa è del 4% della tensione nominale; salvo che siano stati concordati valori diversi con il committente. Per le tabelle aggiornate della caduta di tensione, si rimanda alla pubblicazione CEI UNEL 35023, terza edizione, in vigore dallo 01/06/2009. 3.30 3.30.1 Centrali tecnologiche Centrale termica Leggi e Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi CEI EN 60079-14 (CEI 31-33): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI EN 60079-17 (CEI 31-34): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) CEI 31-35: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi CEI 31-35/A: Guida all’applicazione della Norma CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi Esempi di applicazione D.M. 16/02/1982: Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi Circ. n° 91 del 14/09/1961: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi D.M. 28/04/2005: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi EN 12464-1: Light and lighting - Lighting of work placet - Part 1: Indoor work places (Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro. Parte 1: Luoghi di lavoro interni) Direttiva 90/396/CEE: Direttiva del consiglio del 29 giugno 1990 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di apparecchi a gas. DPR 661/96: Regolamento per l'attuazione della direttiva 90/396/CEE concernente gli apparecchi a gas. Direttiva ATEX 99/92/CE: Direttiva del 16 dicembre 1999 del parlamento europeo e del consiglio, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive D.Lgs. 233/03: Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive - Combustibile gassoso D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell'articolo 1 della L. 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro D.Lgs. 106/2009: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n°81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Classificazione Centrali termiche 125 Gli impianti elettrici destinati all'alimentazione delle centrali termiche, ai servizi ad esse connesse ed agli ambienti di installazione delle centrali stesse devono essere realizzati ottemperando a particolari prescrizioni. Si possono operare le seguenti distinzioni: 1) impianti termici alimentati a gas, soggetti a disposizioni legislative; 2) impianti termici che utilizzano come combustibile carbone polverizzato o fluidi infiammabili. Indipendentemente poi dal tipo di combustibile utilizzato, si opera una distribuzione delle centrali termiche in base alla potenzialità del focolare; in tal senso si hanno: a) impianti termici con potenzialità inferiore a 30.000 kcal/h; b) impianti termici con potenzialità superiore a 30.000 kcal/h. Per gli impianti termici di tipo a) non sono previste particolari prescrizioni, ad esclusione degli ambienti per il deposito di gasolio e dell'olio combustibile con capacità complessiva superiore a 0,5 m3. Per gli impianti di tipo b) valgono invece le prescrizioni particolari contenute nelle nuove norme europee CEI EN 60079-10 e CEI EN 60079-14. 3.30.1.1 Impianti termici alimentati a gas Centrali termiche a combustibile gassoso Le prescrizioni che seguono valgono per gli impianti elettrici degli impianti termici alimentati a gas di potenzialità superiore a 35 kW. In questa categoria rientrano, ad esempio, gli impianti termici con i vincoli di cui sopra destinati a: a) riscaldamento di ambienti; b) riscaldamento di acqua per utenze civili; c) cucine, lavaggio stoviglie, sterilizzazione e disinfezione mediche; d) lavaggio biancheria e simili; e) distruzione rifiuti (fino a 1 t/giorno); f) forni da pane e forni di altre imprese artigiane trattanti materiali non combustibili e non infiammabili. Gli impianti termici di cui al presente paragrafo devono essere realizzati in conformità alle Norme UNI-CIG. Il luogo di installazione è considerato a pericolo d'incendio e pertanto gli impianti elettrici devono avere custodie il cui grado di protezione deve essere maggiore o uguale a IP 4X e le custodie devono essere posizionate come riportato nella tabella 63. (E' tuttavia consigliato un grado di protezione non inferiore a IP44). Tabella 63 - Altezza di posizionamento delle custodie Densità relativa all’aria d d > 1,1 0,5 m sopra del livello di deflusso di liquido dal pavimento del locale d < 0,9 0,5 m sotto del limite superiore delle aperture di aerazione del locale 0,9 < d < 1,1 3.30.1.2 Altezza di posizionamento nella zona compresa tra i due limiti sopra indicati Impianti alimentati con fluidi infiammabili Impianti termici alimentati con fluidi infiammabili Trattasi di impianti termici alimentati mediante derivati del petrolio: generalmente gasolio. Il gasolio ha una temperatura di infiammabilità compresa tra 55 °C e 65 °C. Non essendo previsto il preriscaldamento del gasolio, il luogo non presenta pericolo d’esplosione. Una centrale termica a gasolio può essere un ambiente a maggior rischio in caso di incendio se la classe del compartimento antincendio risulta di classe uguale o superiore a 30. La classe del compartimento a sua volta dipende dal quantitativo di gasolio che può alimentare un eventuale incendio. 126 Si rendono pertanto possibili le seguenti due situazioni: A) classe del compartimento uguale o superiore a 30: la centrale termica è un ambiente a maggior rischio in caso d’incendio e ad essa si applicano le disposizioni della Norma CEI 64-8, Parte 7, Sezione 751. B) classe del compartimento inferiore a 30: la centrale termica è un ambiente ordinario e gli impianti elettrici possono essere eseguiti nel rispetto delle regole generali della Norma CEI 64-8. In generale gli impianti elettrici sono costituiti dalle seguenti parti principali: - linea di alimentazione; - interruttore di emergenza da installare fuori dalle zone AD; - quadro di comando per i circuiti di alimentazione della centrale termica; - linee di distribuzione agli utilizzatori e relativi controlli automatici; - blocco di sicurezza sulla linea del bruciatore; - impianto di illuminazione; - prese a spina. Per quanto concerne l'impianto di illuminazione, occorre precisare: - i punti luce devono essere installati direttamente a soffitto o a parete; - il valore minimo di illuminamento è di 60 lx; - gli apparecchi illuminanti devono possedere una protezione meccanica; - il comando dei punti luce deve avvenire presso le porte d'ingresso; - gli apparecchi di comando e le prese a spina devono essere posizionati ad un'altezza di 1,5 m dal pavimento (salvo diversa precisazione). E' opportuno prevedere, anche quando non imposti dalle Norme, uno o più impianti di segnalazione e/o allarme, da eseguirsi in funzione delle specifiche esigenze dell'impianto termico. Gli attuatori acustici dovranno essere installati nella guardiola (se esistente) o in altra posizione in cui il segnale sia chiaramente udibile (è sempre consigliata l'installazione di un attuatore nell'atrio d'ingresso). Ulteriori prescrizioni impiantistiche 1) Linee supplementari. E' vietata l'installazione nella centrale termica di linee d'alimentazione di impianti elettrici ausiliari o telefonici che non siano di pertinenza della centrale. Qualora sia necessaria la predisposizione di una presa telefonica è necessario contattare il gestore telefonico e seguire le istruzioni relative. 2) Operazioni di manutenzione. Devono essere agevolate, prevedendo a tal fine l'installazione di un quadro elettrico completo delle apparecchiature di interruzione, di protezione e con le seguenti prese opportunamente protette: - n°1 presa 2P + T, portata 10 A, tensione 220 V; - n°1 presa 2P + T, portata 16 A, tensione 220 V; - n°1 presa trifase da 16 A, interbloccata, con tensione 380 V. Caldaia murale Nel caso di caldaie murali, con potenza termica inferiore a 35kW, l’installazione è regolata dalla norma UNI CIG 7129 sugli “impianti a gas per uso domestico alimentati da rete pubblica” nella quale vengono indicati i criteri di installazione, manutenzione, progettazione della parte idraulica, compresa la ventilazione del locale. L’impianto di alimentazione elettrica non richiede requisiti particolari. E’ comunque opportuno installare in prossimità della caldaia, un interruttore automatico per il comando e per il sezionamento per la manutenzione. Verifiche Le specifiche di cui sopra e l'integrità dell'impianto deve essere mantenuta per tutta la durata della vita attiva delle centrali termiche; è pertanto necessario, oltre ad una verifica iniziale, provvedere: a) regolari verifiche periodiche; oppure b) continua supervisione da parte di personale esperto in accordo con la norma CEI EN 60079-17 (CEI 31- 34). L’intervallo fra le verifiche periodiche non deve superare tre anni. Il livello medio di illuminamento consigliato nelle centrali termiche è di 100 lx. 3.30.2 Centrale di condizionamento 127 Leggi e norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) Guida CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici - Criteri generali DM 12/4/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione. La costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibile gassoso DM 28/04/05 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine - Parte 1: Regole generali Condizionatori d’aria e impianti di climatizzazione Lo Standard ISO 7730/84 definisce il comfort termico come la “condizione mentale che esprime soddisfazione per l’ambiente termico”. Tale soddisfazione viene raggiunta, in determinati ambienti, mediante impianti di climatizzazione. La climatizzazione degli ambienti può avvenire mediante: - centrali di climatizzazione; - unità locali. Centrali di climatizzazione Le centrali di climatizzazione contengono uno o più condizionatori di tipo centrale ove l’aria viene sottoposta ad una serie di trattamenti per essere distribuita negli ambienti serviti. Negli impianti centralizzati di condizionamento aventi potenza superiore a 75kW, condizionatori, i gruppi frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori a 50.000 m3/h (portata volumetrica). Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura. In questi impianti, i condizionatori, oltre alla sezione filtrante ed a quella di raffreddamento e riscaldamento costituita da batterie, hanno una serie ventilante costituita da un ventilatore ad una o due giranti. Per regolare il fluido inviato nelle batterie e l’aria in entrata ed in uscita s’impiegano inoltre apparecchiature spesso elettriche od elettroniche. Di conseguenza si deve provvedere all’allacciamento del motore del ventilatore ed a quello delle apparecchiature di regolazione. I ventilatori vengono generalmente forniti con motore privo di protezione per cui è necessario scegliere il salvamotore che dev’essere installato sul quadro di sezione. I motori impiegati sono generalmente asincroni trifasi a 4 o 6 poli e talora raggiungono potenze molto elevate, dell’ordine di 30 kW. Ogni impianto deve essere dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso di incendio. Le apparecchiature di regolazione elettriche od elettroniche installate nei condizionatori di tipo centrale vengono generalmente alimentate alla tensione di 24 V e necessitano quindi di un trasformatore 220/24 V. I motori dei servocomandi hanno un assorbimento massimo dell’ordine di 20-30 W e la protezione viene per lo più effettuata solo a monte del trasformatore sul quadro di sezione. Per i collegamenti si impiega un cavo di sezione non inferiore a 1,5 mm 2 e nel caso di numerose apparecchiature da collegare è consigliabile suddividere le linee di alimentazione dotandole di protezione singola. Unità locali Vanno rapidamente diffondendosi per la climatizzazione in ambito civile e del terziario apparecchi da installare direttamente nei locali interessati. In questi casi si hanno condizionatori il cui funzionamento è provocato da un compressore che comprime uno speciale gas refrigerante nel condensatore dove si raffredda e diventa liquido. Proseguendo in un circuito sigillato, il liquido passa nell’evaporatore dove si espande scendendo a bassissima temperatura in forma di gas. Infine il gas, sottraendo calore all’ambiente, si riscalda leggermente e torna al compressore dove il circolo ricomincia. I condizionatori per unità locali sono disponibili in due modelli: - Monoblocco; in tal caso sono composti da un unico elemento che riunisce tutti i componenti 128 dell’apparecchio. Un tubo snodato, del diametro di una quindicina di centimetri, da inserire in un apposito alloggiamento, serve a convogliare l’aria calda fuori dall’ambiente da rinfrescare. Di solito, se ne posiziona l’estremità, di forma appiattita, tra i battenti di una finestra socchiusa. - Split; di costruzione più recente, offrono prestazioni migliori del Monoblocco. I condizionatori di tipo Split sono composti di due elementi: il primo, da collocare all’interno dell’appartamento, contiene l’evaporatore, un sistema di ventilazione (che convoglia l’aria calda dell’ambiente attraverso l’evaporatore, raffreddandola) ed il compressore; il secondo comprende il condensatore e il ventilatore per il raffreddamento del refrigerante. I due elementi, di cui quello esterno decisamente più piccolo, sono collegati da una canaletta snodabile, al cui interno corrono i due tubi del circuito del gas refrigerante e un cavo elettrico. I condizionatori per unità locali, vengono considerati normali elettrodomestici e pertanto, in genere, non richiedono particolari soluzioni impiantistiche; è tuttavia consigliabile, qualora se ne preveda l’installazione in un nuovo impianto, riservare a loro una linea dedicata, comandata da un interruttore magnetotermico dal centralino di piano e/o di appartamento e protetta con un interruttore differenziale da 30 mA. Manutenzione Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti: - dispositivi di interruzione dell’alimentazione; - provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica. A tale scopo possono essere utilizzati: - blocchi meccanici sui dispositivi di interruzione; - collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave. Per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di: - una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso); - una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase. 3.30.3 Centrale idrica e di sollevamento acque nere Norme di riferimento CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua (6^ edizione) CEI 64-50: Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati - Criteri generali CEI EN 60204-1 (CEI 44-5): Sicurezza del macchinario Equipaggiamento elettrico delle macchine Parte 1: Regole generali La centrale idrica e l’eventuale impianto di sollevamento delle acque nere possono essere progettati e costruiti, relativamente alle parti elettriche di detti impianti, secondo quanto disposto agli articoli 4.4.2 e 4.4.3 della Guida CEI 64-50. In particolare: - per la centrale idrica, conviene utilizzare, per uniformità d’impianto, componenti elettrici dello stesso tipo di quelli usati nella centrale di condizionamento. L’impianto idrico è di solito costituito da una autoclave a due pompe (una di riserva all’altra) e da un compressore per la creazione di un cuscinetto d’aria nella autoclave. Si consiglia di installare le apparecchiature necessarie a realizzare l’automatica alternanza nel funzionamento delle pompe. L’impianto elettrico è costituito da condutture elettriche e da un quadro di comando, protezione e controllo. - Per la centrale di sollevamento delle acque nere valgono le stesse indicazioni fornite per la centrale idrica. Particolare attenzione va tuttavia posta, per la parte di impianto elettrico relativo agli apparecchi sommersi (pompe, galleggianti, ecc.), al mantenimento del necessario grado di protezione contro la penetrazione di liquidi e, per le parti esposte ad esalazioni, al pericolo di corrosione. E’ opportuno prevedere un impianto di segnalazione del livello di guardia e di relativo allarme. Per tutti questi impianti devono essere previste singole linee indipendenti, ciascuna protetta da un 129 proprio interruttore automatico differenziale installato alla partenza dal quadro dei servizi generali. Tali linee indipendenti devono far capo ai quadri di distribuzione delle apparecchiature elettriche dei singoli impianti. E' necessario inoltre concordare preventivamente con il Committente se il complesso dei quadri di distribuzione per ogni singolo impianto, i relativi comandi e controlli e le linee derivate, fanno parte dell'appalto degli impianti elettrici, nel qual caso è compito del Committente fornire tutti gli elementi necessari. In ogni caso per ogni impianto tecnologico è necessario: - che venga installato un quadro ad armadio, per il controllo e la protezione di tutti gli utilizzatori; - che vengano previste tubazioni e condutture di dimensioni adeguate e realizzate secondo le prescrizioni precisate al paragrafo 13 del presente Capitolato, fino ai morsetti finali degli utilizzatori. Prescrizioni per la manutenzione Nel caso di manutenzione non elettrica devono essere previsti: - dispositivi di interruzione dell’alimentazione (in accordo con la Norma CEI 64-8, art. 463.1); - provvedimenti per evitare che le apparecchiature meccaniche alimentate elettricamente vengano riattivate accidentalmente durante la manutenzione non elettrica (in accordo con la Norma CEI 648, art. 463.2). Sono considerati idonei i seguenti dispositivi/provvedimenti:: - blocco meccanico sul dispositivo di interruzione; - scritte od altre opportune segnalazioni; - collocazione dei dispositivi di interruzione entro un locale o un involucro chiusi a chiave. Inoltre per facilitare la manutenzione si consiglia l’installazione di: - una presa a spina 2P + T 16A 250V, a ricettività multipla P17/11 (bipasso); - una presa a spina 2P + T 16 A 250V, P30 e, se esistono circuiti trifase. 130 4 PRODOTTI 4.1 4.1.1 Serie civili Componenti generali La serie civile da incasso da installare dovrà avere le seguenti caratteristiche: essere in colore bianco lucido RAL9010 oppure in colore nero lucido; possedere una vasta gamma di funzioni tra cui interruttori a sfioramento “a scomparsa” protetti da una placca di copertura in cristallo; prevedere un’ampia gamma di apparecchiature per il comfort, la sicurezza, la rivelazione e la regolazione; prevedere dispositivi Radio che consentano modifiche dell’impianto elettrico senza ricorrere ad opere murarie; prevedere prese a spina in colore arancione, verde e rosso; offrire prese a spina con copertura scorrevole con placca a spina disinserita; prevedere prodotti per la realizzazione di impianti domotici tramite BUS; consentire l’installazione da incasso in placche con membrana cedibile, che prevedono un grado di protezione minimo IP55; consentire l’installazione in scatole da parete con grado di protezione fino a IP55; consentire l’installazione in scatole da parete con grado di protezione IP56 garantito anche a spina inserita; consentire l’illuminazione dei punti di comando con lampade a led, al neon, ad incandescenza, fluorescenti; offrire la possibilità di illuminazione, a mezzo led, delle prese di corrente schuko; offrire la possibilità di utilizzo di lampadine a led nei pulsanti campanello; prevedere placche di finitura: - in tecnopolimero con un’ampia gamma di colori(almeno 20) - in tecnopolimero doppio strato con cornicetta intercambiabile e personalizzabili a mezzo software/stampante in almeno 8 colori; - in metallo con cornicetta intercambiabile in almeno 7 colori ed almeno una placca "neutra" con trattamento superficiale verniciabile; - in alluminio con cornicetta intercambiabile in almeno 2 colori; - in vetro con cornicetta intercambiabile in almeno 5 colori; - in legno con cornicetta intercambiabile in almeno 2 colori; prevedere placche di finitura in metallo protette, a mezzo viti speciali, contro l'asportazione/furto; prevedere la possibilità di installazione in scatole portafrutto a 3, 4, 6/7 moduli allineati o multiple fino a 18 moduli secondo necessità e/o specifiche da incassare nella parete con profondità non inferiore a 45mm; prevedere la possibilità di utilizzo in scatole per pareti leggere e cartongesso dotate di ganci metallici di fissaggio alla parete; prevedere possibilità di utilizzo in scatole per pareti con tecnologia gas-beton autofissanti. 4.1.1.1 Dispositivi di comando Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60669-1 (CEI 23-9): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 60669-2-1(CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 1: Interruttori elettronici CEI EN 60669-2-2(CEI 23-62): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 2: interruttori con comando a distanza (RCS) Caratteristiche generali I comandi, in 1 o 2 moduli, si devono montare (e smontare) dal fronte delle armature portapparecchi ed avere le seguenti caratteristiche: interruttori, deviatori e invertitori di comando con corrente nominale di 10A, 16A, 20A; morsetto "comune" deviatori rialzato rispetto ai morsetti in deviazione per consentire un'immediata individuazione al tatto anche in condizioni di non perfetta illuminazione; pulsanti con contatti 1P NA, 1P NC, 2P NA, 1P NA doppio, 1P NA doppio con frecce direzionali, 2P NA 131 doppio con interblocco meccanico; 1P NA+NC di emergenza colore rosso; comandi a chiave con codifica personalizzata; pulsante con targhetta portanome, in 2 moduli, illuminabile con lampadine con attacco E10 1,5W max ad incandescenza o a led; tasto con una grande superficie, secondo quanto recita il D.P.R. 384 relativo alle barriere architettoniche, con dimensioni, per la versione 1 modulo 22,5mm di base e 45mm in altezza. Per la versione 2 moduli 45mm di base e 45mm in altezza; possibilità di scelta tra tasto completamente liscio (cieco) e tasto con gemma illuminabile; possibilità di personalizzazione frontale dei tasti; ampia gamma di tasti intercambiabili con simbologie varie (luce scale, suoneria, lampada, chiave, resistenza elettrica, boiler); morsetti doppi con chiusura a mantello e viti a doppia impronta imperdibili per il serraggio dei conduttori flessibili di sezione fino a 4mm² o rigidi fino a 6mm²; corpo in materiale termoplastico resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C; rivelatore di presenza a raggi infrarossi passivi per accensione luci, in 1 modulo, con regolazione frontale del ciclo di temporizzazione da 20 secondi a 5 minuti e regolazione frontale sensibilità di lettura della luminosità ambiente; relè elettromeccanico passo-passo, in 1 modulo, con contatto 1P NA 10 A e alimentazione bobina a 230Vca; possibilità di comando e dimmerazione luci per mezzo di comandi a sfioro; possibilità di rendere i comandi nascosti dietro ad una placca in cristallo, sensibili al semplice tocco o sfioramento della placca stessa, dalla quale grazie ad un led luminoso, far trasparire il punto di comando rendendolo pertanto riconoscibile anche in condizioni di oscurità. 4.1.1.2 Prese di corrente Guide, norme e leggi di riferimento CEI 23-50: Prese a spina per usi domestici e similari - Parte 1: Prescrizioni generali Caratteristiche generali Le prese di corrente, in 1 o 2 moduli, si devono montare (e smontare) dal fronte delle armature portapparecchi ed avere le seguenti caratteristiche: ampia gamma che prevede: - prese standard italiano (poli allineati) da 10A, 16A, bipasso 10/16A; - prese standard schuko 16A con terra laterale e centrale, illuminabili; - prese schuko bipasso con terra laterale e centrale, illuminabili; - prese per rasoi con trasformatore di sicurezza; - prese di vari standard mondiali; prese standard italiano bipasso e schuko bipasso disponibili nei colori nero lucido, bianco RAL9010, rosso, verde, arancione per la suddivisione ed individuazione dei diversi servizi e/o circuiti; dimensioni, per la versione 1 modulo, 22,5mm di base e 45mm in altezza. Per la versione 2 moduli 45mm di base e 45mm in altezza; morsetti doppi con chiusura a mantello e viti a doppia impronta imperdibili per il serraggio dei conduttori flessibili di sezione fino a 4mm² o rigidi fino a 6mm²; corpo in materiale termoplastico resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C; alveoli schermati contro l’introduzione del filo da 1mm; possibilità di cablaggio rapido prese a standard italiano mediante ponticello isolato precablato. 4.1.1.3 Prese telefoniche e dati Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di prese telefoniche e dati: presa telefonica RJ11 con morsetti a vite; presa telefonica RJ12 con morsetti a vite; prese dati/fonia RJ45 categoria 5 enanched non schermate e schermate; prese dati/fonia RJ45 categoria 6 non schermate e schermate; 132 presa telefonica standard inglese “BT SECONDARY” 6 contatti con morsetti a vite; presa per fibra ottica duplex standard SG; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 FANTON; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 PANDUIT; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 BRAND-REX; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AMP; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 3M; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AT&T; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 CEAM-QUBIX; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 KRONE; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 RSX; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 CLIPSAL; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 AMPHENOL; adattatore per alloggiamento connettori RJ45 Infra+ Schneider electric; adattatore per alloggiamento n° 2 connettori BNC femmina. connettore per connessioni video in bassa frequenza BNC femmina; connettore per connessioni audio in bassa frequenza RCA femmina; Le prese RJ45, per fibra ottica e gli adattatori dovranno prevedere frontalmente un vetrino trasparente e relativo cartellino per consentire all'installatore/utente l'identificazione del tipo di presa. 4.1.1.4 Prese TV/SAT Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 50083-4: Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi, segnali sonori e servizi interattivi Parte 4: Apparecchiature passive a larga banda per impianti di distribuzione con cavi coassiali CEI EN 60169-24 (CEI 46-26): Connettori per radiofrequenze - Parte 24: Connettori coassiali per radiofrequenze con accoppiamento a vite, tipicamente da utilizzarsi nei sistemi di distribuzione con cavi a 75 ohm (Tipo F) Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di prese TV/SAT per la ricezione di segnali terrestri e satellitari con le seguenti caratteristiche: efficienza di schermatura di classe A o A+; immuni alle emissioni elettromagnetiche (EMC) presenti nell’ambiente; di tipo dirette, passanti o terminali; in 1 modulo con porta utente IEC maschio di diametro 9,5mm (conforme alla HD 134.2 S2), in 1 modulo con porta utente IEC femmina di diametro 9,5mm, in 1 modulo con porta utente femmina tipo "F" (conforme alla EN 60169-24); in 2 moduli di tipo demiscelate TV-FM/SAT per ricezione di segnali TV terrestri, satellitari e Radio con 2 e 3 porte utente; gamma di frequenza compresa tra da 0 e 2400MHz per poter utilizzare il canale di ritorno necessario per la fruizione dei servizi interattivi; consentire il cablaggio del cavo coassiale in ingresso a mezzo connettori maschio tipo F con grado di schermatura in classe A+; possibilità di diversificazione del tipo di presa (TV o SAT) a mezzo etichetta adesiva. 4.1.1.5 Dispositivi di protezione Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60898-1 (CEI 23-3/1): Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari - Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata CEI EN 61009-1 (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 61009-1 app. G (CEI 23-44): Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali 133 CEI EN 61008-1 (CEI 23-42): Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 61543 (CEI 23-53): Interruttori differenziali (RCD) per usi domestici e similari - Compatibilità elettromagnetica Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di una gamma di apparecchiature di protezione comprendente: interruttori automatici magnetotermici 1P+N; interruttori automatici magnetotermici differenziali 1P+N; interruttori differenziali puri 2P; portafusibili per fusibili in miniatura 1P. Le caratteristiche principali degli interruttori dovranno essere le seguenti: tensione nominale: 230Vca; corrente nominale: 6A, 10A, 16A; potere di interruzione: 1,5kA o 3kA; classe di limitazione: 3; curva caratteristica interruttori magnetotermici e interruttori differenziali magnetotermici: curva C; classe interruttori differenziali magnetotermici e interruttori differenziali puri: classe A; corrente differenziale interruttori differenziali magnetotermici: Idn 10mA; corrente differenziale interruttori differenziali puri: Idn 30mA; n° moduli interruttori automatici magnetotermici: 1 modulo; n° moduli interruttori automatici magnetotermici differenziali e interruttori differenziali puri: 2 moduli Le caratteristiche principali dei portafusibili dovranno essere le seguenti: corrente nominale: 16A; dimensione fusibile: 5x20mm n° moduli: 1 modulo 4.1.1.6 Segnalazioni ottiche ed acustiche Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di segnalazioni ottiche ed acustiche quali: spie di segnalazione in 1 modulo con diffusore rosso, verde, trasparente, rosso/verde con possibilità di personalizzazione con etichette riportanti scritte e simbologie varie; spia di segnalazione sporgente (fuoriporta) in 2 moduli; segnagradino/segnapasso a led bianco con fascio di luce orientato verso il basso. Possibilità di scelta se alimentare lo stesso prodotto a 12-24Vcc/ca o 230Vca; suonerie elettromeccaniche con alimentazione a 12Vca o 230Vca; ronzatori elettromeccanici con alimentazione a 12Vca o 230Vca; suoneria elettronica in 1 e 2 moduli con possibilità di scelta tra 6 diversi suoni acustici, possibilità di regolazione frontale dell’intensità sonora e con alimentazione 12Vcc/ca; suoneria per persone con difficoltà di udito con pressione acustica fino a 90dB a 3 metri; segnalatore elettronico ausiliario con alimentazione 12/24Vcc/ca; lampada anti black-out estraibile con estrazione a “push”. Dotata di lampada a led di colore bianco ad alta efficienza e basso consumo; autonomia 2 ore; possibilità di trasformazione in lampada fissa mediante apposita vite di bloccaggio; gancio estraibile per posizionamento a parete; completa di batterie ricaricabili e sostituibili. 4.1.1.7 Apparecchiature per il comfort La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di apparecchiature per la variazione dell'intensità luminosa, per il controllo orario dei carichi e per il controllo della temperatura ambiente. Queste ultime, in particolare, devono garantire massime prestazioni per il risparmio energetico quali: differenziale termico minimo: vengono rilevate velocemente variazioni di temperatura in modo da evitare eccessive escursioni della temperatura ambiente controllata; 134 deriva sotto carico ridotta al minimo, ovvero la variazione tra la temperatura regolata quando il contatto del termostato è a vuoto e quando invece è a pieno carico elettrico. 4.1.1.7.1 Dimmer Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60669-2-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa domestico e similare - Parte 2-1: Prescrizioni particolari - interruttori elettronici per uso Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di una gamma di dimmer (variatori di intensità luminosa e variatori per agitatori d’aria) in grado di regolare tutti i tipi di carico presenti sul mercato: resistivi, indittivi, capacitivi (lampade ad incandescenza e alogene, trasformatori ferromagnetici per lampade alogene a bassa tensione, trasformatori lamellari, trasformatori toroidali, trasformatori elettronici, agitatori d’aria, ventole e aspiratori con motori ad induzione con fase ausiliaria). Il comando e la regolazione del carico dovrà avvenire a mezzo di manopola rotativa posta sul fronte dei dispositivi oppure a mezzo pulsante incorporato (push) nei dispositivi stessi. Altre caratteristiche: tensione nominale: 230Vca - 50Hz; led frontale per un’immediata individuazione al buio; n° moduli: 1. 4.1.1.7.2 Orologio programmatore Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60730-1: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 1 CEI EN 60730-2-7: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 2: Norme particolari per timer e temporizzatori Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di un programmatore orario elettronico giornaliero/settimanale/annuale, contenuto in 2 moduli. Alimentato con inserzione diretta alla tensione di rete di 230Vca e frequenza 50Hz, può governare un carico connesso ai morsetti di uscita. Dovrà prevedere la parte frontale estraibile per consentire la programmazione in posizione più agevole. Sulla parte frontale dovranno essere previsti quattro pulsanti, che consentono la programmazione del dispositivo, ed un display LCD retroilluminato per l’indicazione dello stato di funzionamento del programmatore stesso. 4.1.1.7.3 Termostati elettronici a manopola Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 1: Norme generali CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili Caratteristiche generali Dimensione: 2 moduli Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz Segnalazione ottica frontale accesa per temperatura ambiente inferiore a temperatura impostata Uscita (morsetti NA-C-NC): relè monostabile ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale Carico nominale: - ohmico (cosφ 1): 5A a 250Vca – 5A a 30Vcc ; - induttivo (cosφ 0,4 ): 2A a 250Vca – 3 A a 30Vcc; Campo di impostazione temperatura: da 5°C a 30°C (riscaldamento o condizionamento) Precisione di regolazione: 0,3°C max Differenziale termico: 0,5°C max 135 Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1 4.1.1.7.4 Termostati elettronici a display Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 1: Norme generali CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili Caratteristiche Dimensione: 2 moduli Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz Uscita (morsetti NA-C-NC): relè bistabile ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale Carico nominale: - ohmico (cosφ 1): 2A a 250Vca; - induttivo (cosφ 0,4 ): 2A a 250Vca; Aggiornamento della temperatura visualizzata: ogni 8 secondi Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 40°C Campo di impostazione temperatura: - da 2°C a 10°C (antigelo) - da 5°C a 35°C (riscaldamento o condizionamento) Precisione di regolazione: 0,5°C max Compensazione termica: ± 5°C Differenziale termico: regolabile da 0,2°C a 2,5°C Risoluzione di lettura: 0,1°C Risoluzione delle impostazioni: 0,1°C Atre funzioni: - possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo; - scelta regime funzionamento: estate/inverno - comando remoto della funzione regime ridotto - attivazione (stabile o temporizzata) da remoto del termostato - possibilità blocco tastiera - memorizzazione di tutte le impostazioni Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1 4.1.1.7.5 Cronotermostati elettronici Guide, norme e leggi di riferimento CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 1: Norme generali CEI EN 60730-2-7 (CEI 107-74): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per timer e temporizzatori CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare - Parte 2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili Caratteristiche generali cronotermostato con alimentazione da rete Dimensione: 2 moduli Frontale estraibile per consentire una comoda programmazione Tensione alimentazione: 230Vca 50-60Hz Uscita (morsetti NA-C-NC): relè ad 1 contatto in deviazione libero da potenziale Carico nominale: - ohmico (cosφ 1): 3A a 250Vca; - induttivo (cosφ 0,4 ): 3A a 250Vca. Aggiornamento dati visualizzati: ogni 7 secondi Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 30°C 136 Campo di impostazione temperatura: - da 5°C a 35°C (riscaldamento o condizionamento); Programmazione: a passi di 30 minuti Compensazione termica: ± 3°C Differenziale termico: regolabile da 0,1°C a 2,5°C Risoluzione delle impostazioni: 0,1°C Riserva di carica per orologio: almeno 8 giorni mediante batteria ricaricabile Atre funzioni: - possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo; - scelta regime funzionamento: estate/inverno; - ingresso “telecomando” per forzare la temperatura (ad es. comandabile con combinatore telefonico); - retro illuminazione display temporizzata; - Reset: tutti i parametri impostati si portano nelle condizioni di default; - OFF: possibilità di escludere l’impianto permanentemente o per un tempo impostabile da 1 h a 99 gg e 23 h; - memorizzazione di tutte le impostazioni su memoria non volatile; - funzionamento manuale temporizzato (Jolly) alternativo e aggiuntivo a quelli standard, utilizzabile ad esempio nelle festività infrasettimanali, malattia, ferie, ecc. Funzione antigrippaggio pompa Unità di misura programmabile in gradi Celsius o gradi Fahrenheit Opzione per passaggio automatico all’ora legale/solare Grado di protezione: IP40 in conformità con EN 60529-1 Caratteristiche generali cronotermostato con alimentazione a batterie Alimentazione: 2 batterire alcaline da 1,5V, di tipo AAA Riserva di memoria durante il cambio batterie: 10 minuti Display di grandi dimensioni Uscita (morsetti NA-C-NC): 1 contatto in deviazione libero da potenziale Carico nominale: max. 5A / 250V~; min. 1mA / 5V Campo di misura della temperatura ambiente: da 0°C a 50°C Campo di impostazione temperatura: da 6°C a 30°C Precisione orologio: ± 1 sec. al giorno a 20°C Precisione di regolazione: ± 0,2 K Compensazione termica: ± 3°C Risoluzione di lettura: 0,1°C Risoluzione delle impostazioni: 0,2°C Periodo di regolazione: da 5 a 30 min. (regolatore PD) Banda proporzionale: da ± 0,2K a ± 5K (regolatore PD) lsteresi di commutazione: da ± 0,2K a ± 1,0K (regolatore isteresi) Altre funzioni: - possibilità di impostazione di 3 livelli di temperatura: comfort, ridotta, antigelo; - 22 cambi di temperatura, programmabili per lu-ven, sa-do, ogni giorno o per singoli giorni; - scelta regime funzionamento: estate/inverno a mezzo selettore. Installazione: su scatole tonde Ø 60mm, quadrate con interasse 60mm o 56x56mm, rettangolari standard 3 moduli 4.1.1.8 Sistema di diffusione sonora La serie civile selezionata dovrà prevedere dei componenti per la realizzazione di un sistema per la diffusione sonora di segnali audio. Dovranno essere previsti altoparlanti da incasso e relativi regolatori di volume. Questi dispositivi dovranno poter essere installati singolarmente per semplici installazioni oppure come periferiche di sistemi di diffusione sonora evoluti. Riferimenti normativi CEI EN 61000-6-3 (CEI 210-65): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche 137 Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera CEI EN 61000-6-1 (CEI 210-64): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera CEI EN 55013 (CEI 110-3): Ricevitori radiofonici e televisivi e apparecchi associati - Caratteristiche di radiodisturbo - Limiti e metodi di misura CEI EN 60065 (CEI 92-1): Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di sicurezza 4.1.1.9 Sistemi di chiamata La serie civile dovrà permettere la realizzazione di un sistema di chiamata di allarme o richiesta di soccorso realizzato con appositi dispositivi. Dispositivi locale di trasmissione allarme, da installare nel luogo dal quale si vuole inoltrare la richiesta di soccorso, con memoria e reset locale per tacitazione dal luogo di chiamata. Apparecchi di segnalazione, tali da consentire l’immediata percezione visiva ed acustica del luogo di provenienza della chiamata. Sinottico per la centralizzazione degli allarmi. Riferimenti normativi CEI EN 60669-2-1 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari – Interruttori elettronici. 4.1.1.10 Lampade di emergenza e anti black-out La serie civile dovrà disporre di lampade di emergenza o anti black-out al fine di garantire una illuminazione di emergenza in caso di assenza della rete elettrica. Riferimenti normativi CEI EN 60598-2-22 Apparecchi di illuminazione. Parte 2-22: Prescrizioni particolari. Apparecchi di emergenza EN 60598-1 Apparecchi di illuminazione Parte 1: Prescrizioni generali e prove. EN 60598-2-2 Apparecchi di illuminazione Parte 2: Prescrizioni particolari Sezione 2: Apparecchi di illuminazione da incasso La gamma dovrà essere composta di seguito indicato. Lampada anti black out estraibile portatile con batterie ricaricabili e sostituibili. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica magiore di12h; autonomia: 3h; lampada: led bianco 6cd ad alta efficienza. Ingombro: 2 moduli serie da incasso. Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 24h; autonomia 1h; lampada fluorescente da 4W; ingombro 6 moduli serie da incasso. Funzionamento SE. Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 12h; autonomia 1h; lampada fluorescente da 11W; Funzionamento SE. Possibilità di installazione a parete tramite apposita scatola. Lampada di emergenza per installazione fissa da incasso. Alimentazione: 230Vca; tempo di ricarica 24h; autonomia 3h; lampada fluorescente da 18W; Funzionamento SE. Possibilità di installazione a parete tramite apposita scatola. 4.1.1.11 Contenitori da parete e Comandi industriali 138 Guide, norme e leggi di riferimento Contenitori IEC 670 (CEI 23-48): Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 1: Prescrizioni generali Pulsanti e selettori CEI 17-45 (EN 60947-5-1): Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 5: Dispositivi per circuiti di comando ed elementi di manovra - Sezione 1: Dispositivi elettromeccanici per circuiti di comando Segnalatori luminosi CEI 17-45 (EN 60947-5-1): Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 5: Dispositivi per circuiti di comando ed elementi di manovra - Sezione 1: Dispositivi elettromeccanici per circuiti di comando Caratteristiche generali La serie civile dovrà essere dotata di un’ampia gamma di contenitori vuoti da parete con capienza fino ad almeno 12 moduli ed apparecchi di comando e segnalazione industriali. Contenitori Ampia gamma comprensiva di soluzioni per installazioni da parete con grado di protezione: IP40, IP44, IP55, IP56; Soluzioni IP55 dotate di sportello con membrana cedibile; Soluzioni IP56 in grado di garantire il grado di protezione dichiarato nelle condizioni ordinarie di servizio ovvero anche con spina inserita nella presa di corrente; Resistenza agli urti garantita: IK 08; Glow wire test garantito: 650°C; Temperatura di utilizzo: da -25°C a + 40°C; Protezione contro i contatti indiretti realizzata con doppio isolamento; Dotati di apposite prefratture pretranciate in modo da consentire di accogliere raccordi di giunzione, passacavi, pressacavi, ecc.; Comandi industriali Gamma comprensiva di: - pulsante a fungo con 2 contatti (1NA+1NC) e dispositivo di blocco ripristinabile a rotazione; - pulsante a fungo rosso con 2 contatti (1NA+1NC) illuminabile; - contatti NC e NA per sostituzione e/o aggiunta; Corpo in materiale termoplastico per fissaggio a ghiera in contenitori o pannelli; Possibilità di installazione su contenitori da parete IP40; Installazione su armature standard per installazioni da incasso; Tensione nominale di isolamento: 690V; Corrente nominale termica dei contatti Ith: 16A; Categoria di utilizzo a 230Vca: 5A in AC15; Temperatura di utilizzo: da -25 °C a + 40 °C; Protezione contro i contatti indiretti realizzata con doppio isolamento. 4.1.1.12 Contenitori e scatole per minicanale CONTENITORI E SCATOLE PER MINICANALE L’impiego dei minicanali portacavi è previsto per le installazioni in vista, in tutti quei casi in cui è possibile/necessaria tale tipo di installazione. Dovrà essere pertanto prevista una gamma di scatole e contenitori portapparecchi che consentano l’installazione degli apparecchi modulari delle serie civili. Caratteristiche generali Gamma: contenitori autoportanti e scatole universali Colore: RAL 9010 139 Grado di protezione: IP40 Fissaggio base/coperchio contenitori autoportanti a mezzo n° 2 viti Contenitori autoportanti con ingressi per minicanali su tutti e 4 i lati Versioni in 1 e 2 moduli contenitori autoportanti con struttura quadrata per consentire la rotazione della base senza ruotare il coperchio Utilizzo con minicanali da 20x10mm a 30x18mm N° moduli contenitori autoportanti: 1, 2 e 3 moduli N° moduli scatole universali: 3 moduli (da utilizzare con armature standard - interasse 83,5mm) e 4 moduli (da utilizzare con armature standard - interasse 108mm) 4.2 Sistema domotico via bus Sistema domotico via bus - Generalità Il sistema domotico via bus permette una grande libertà in termini di topologie di impianto: entra-esci, ad albero, a stella e una qualsiasi loro combinazione. Il sistema prevede l’utilizzo di una linea dati composta da un unico cavo 2x2x0.5mm ² la quale fornisce l’alimentazione dei dispositivi e la comunicazione seriale dei dati digitali. L’estensione fisica di questa linea bus è subordinata alla resistenza ed alla capacità della linea stessa, in particolare la massima resistenza tra l’alimentatore bus e il dispositivo più lontano deve essere pari ha 12Ω e la massima capacità della linea deve essere pari ha 250nF. L’intelligenza del sistema domotico bus è distribuita nel singolo dispositivo e garantisce che un eventuale guasto non si ripercuoti sugli altri dispositivi, permettendo cosi che ognuno di essi possa svolgere le funzioni previste. Inoltre l’utilizzo di isolatori di impianto, garantisce che un eventuale guasto sulla linea bus, dovuto ad un accidentale taglio linea ecc, venga sezionato all’interno di una determinata area. Ciascun dispositivo bus è caratterizzato da uno o più canali indipendenti ed identificabili attraverso un indirizzo. Ciascun canale del singolo dispositivo può quindi essere indirizzato in modo indipendente dagli altri. La filosofia generale di funzionamento consente nella trasmissione di un comando ad un determinato indirizzo da parte di un dispositivo bus, e la relativa attuazione, di tale comando, da parte di un o più dispositivi aventi lo stesso indirizzo e appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando. Esistono fondamentalmente tre modi per indirizzare i canali dei dispositivi bus: Modo Diretto, in cui il singolo canale di un dispositivo comanda uno o più canali dei dispositivi attuatori con uguale indirizzo e appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando. A gruppo, in cui il canale di un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi aventi la prima cifra dell'indirizzo uguale alla sua seconda cifra dell’indirizzo. I dispositivi attueranno il comando se appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando. Generale, in cui il canale di un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi appartenenti alla stessa tipologia di dispositivo attuatore idonea all’esecuzione di tale comando. Scenario, in cui un dispositivo comanda tutti i canali dei dispositivi contenuti nel proprio elenco azioni. L’estensione logica del sistema bus rende disponibile l’utilizzo di 239 indirizzi indipendenti per ognuna delle tipologie di dispositivo attuatore. Il numero massimo di dispositivi bus è subordinato all’assorbimento elettrico degli stessi e in funzione della quantità di alimentatori connessi alla linea. Il sistema prevede che la linea bus utilizzi al massimo due alimentatori per ogni sezione di impianto contenuta e realizzata tra due isolatori. Tutti i dispositivi bus hanno la possibilità, mediante la pressione dell’apposito pulsante, di entrare in modalità di programmazione. In questa modalità, tramite un’apposita interfaccia per personal computer o mediante un apposito dispositivo portatile, è possibile configurare il o i dispositivi connessi al bus. Questa programmazione o configurazione estremamente semplice, consente l’ampliamento o la sostituzione di dispositivi bus in modo agevole. 4.2.1 Dispositivi di alimentazione Sistema domotico via bus - Dispositivi di alimentazione Il sistema domotico viene alimentato mediante uno o più alimentatori bus, e un alimentatore stabilizzato a 12Vcc adeguatamente dimensionato in funzione della quantità di dispositivi a lui connessi. Dispositivo per generare e controllare la tensione di sistema necessaria per una linea bus; il dispositivo può integrare una bobina di accoppiamento al bus oppure la bobina può essere esterna all'alimentatore. 140 La bobina integrata evita interferenze tra l’alimentazione ed i telegrammi circolanti sul bus; il tasto di reset integrato permette di riportare i componenti della linea alimentata al loro stato iniziale. Tensione d’uscita: tensione di protezione SELV, 29 Vcc ± 1Vcc. Corrente d’uscita: sufficiente ad alimentare i dispositivi collegati al bus, l’alimentatore deve essere protetto contro il corto circuito. 3 LED per indicare: sovraccarico (rosso), stato di normale servizio (verde), stato di reset (rosso). 4.2.2 Dispositivi di comando Dispositivi di comando da incasso Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando da incasso da uno a più moduli della serie civile. Tali dispositivi di comando devono essere completati con apposito elemento attivatore o con placche di finitura in vetro sensibile allo sfioramento. Essendo il sistema modulare e non composto da dispositivi monoblocco, consente di realizzare punti di comando singoli (un comando) e/o multipli (più comandi), anche con la finitura a sfioro. L’elemento attivatore e la placca di finitura in vetro sensibile allo sfioro, permettono la personalizzazione con simboli retroilluminati per favorire l’individuazione in ambienti poco illuminati. Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi di comando da fondo scatola Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando da fondo scatola con due ingressi di comando. Questi devono essere connessi ad un contatto libero da potenziale derivato da un pulsante meccanico, da un ricevitore radio o da eventuali centrali a cui si vuole interfacciare il sistema. Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi di comando a sensore IR Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando a sensore IR da incasso ad un modulo della serie civile. Tali dispositivo permettono di inviare un comando di attivazione temporizzata ai dispositivi attuatori domotici in funzione dei movimenti rivelati dal sensore IR e della luminosità misurata dal crepuscolare. Consentono la regolazione della sensibilità del rivelatore infrarosso per regolarne la copertura, e la configurazione della soglia del sensore crepuscolare incorporato a bordo. Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi di comando per allarmi tecnici Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi di comando modulari per allarmi tecnici, con un ingresso di innesco allarme ed un secondo ingresso di reset dello stesso. Questi devono essere connessi ad un contatto libero da potenziale derivato da un pulsante, pulsante a tirante, da un ricevitore radio, eventuali centrali a cui si vuole interfacciare il sistema o più semplicemente a rilevatori di fughe di gas e/o acqua. Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. 4.2.3 Dispositivi attuatori Dispositivi attuatori da incasso Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da uno a più moduli della serie civile con uscita relè dalle seguenti caratteristiche elettriche: Carico ohmico (cosφ 1) 10A 230Vca Carico incandescente 4A 230Vca Carico induttivo (cosφ 0.4 ) 4A 230Vca Carico fluorescente rifasato 1A 230Vca La gamma dei dispositivi attuatori da incasso prevede alcuni articoli che offrono la funzione della memoria di stato nel caso in cui venga a mancare la rete elettrica. Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi attuatori da incasso per dimmer Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da due moduli della serie civile, con uscita analogica 1-10V per comandare i regolatori elettronici. Inoltre prevede una uscita a relè dalle seguenti caratteristiche elettriche: Carico ohmico (cosφ 1) 10A 230Vca Carico incandescente 4A 230Vca Carico induttivo (cosφ 0.4 ) 4A 230Vca Carico fluorescente rifasato 1A 230Vca 141 Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi attuatori da incasso con comando locale Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da incasso da due moduli della serie civile, completati con apposito elemento attivatore retro illuminato che consente il comando diretto in locale dell’uscita relè avente le seguenti caratteristiche elettriche: Carico ohmico (cosφ 1) 10A 230Vca Carico incandescente 4A 230Vca Carico induttivo (cosφ 0.4 ) 4A 230Vca Carico fluorescente rifasato 1A 230Vca Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi attuatori da fondo scatola Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da fondo scatola con uscita a relè dalle seguenti caratteristiche elettriche: Carico ohmico (cosφ 1) 2A 230Vca Carico incandescente 2A 230Vca Carico induttivo (cosφ 0.6) 2A 230Vca Tutti i dispositivi sono provvisti di morsetti estraibili per facilitarne l’installazione. Dispositivi attuatori da barra DIN Il sistema domotico prevede l’utilizzo di dispositivi attuatori da barra DIN da quattro canali con uscita relè dalle seguenti caratteristiche elettriche: Carico ohmico (cosφ 1) 8A 230Vca Carico incandescente 8A 230Vca Carico induttivo (cosφ 0.6) 5A 230Vca Carico capacitivo 140μF 5A 230Vca Ogni uscita a relè può essere impostata con funzionamento OFF, ON e AUTOMATICO. Questo consente di forzare in lo stato di un determinato carico che per particolari esigenze si desidera escludere dal funzionamento automatico gestito dalla sistema domotico (es. manutenzione impianto, ecc.) La gamma dei dispositivi attuatori da incasso prevede la funzione della memoria di stato nel caso in cui venga a mancare la rete elettrica e prevede la funzione di attuazione del carico in modalità impulsiva, da utilizzare per eventuali segnalazioni luminose di allarme. 4.2.4 Dispositivi termoregolazione Dispositivi termoregolazione Il sistema domotico permette la gestione di 15 zone termiche aventi ognuna il proprio termostato digitale ed il proprio attuatore domotico. Il termostato digitale è realizzato in due moduli ed è abbinato esteticamente alla serie civile. Consente, tramite il display con retroilluminazione, la visualizzazione della temperatura ambiente misurata e, tramite gli appositi tasti posti sul fronte, la modifica del set desiderato. Ognuna delle quindici zone termiche è in grado di gestire la termoregolazione sia con funzionamento Estate e Inverno, solo Estate o solo Inverno. Ogni zona può avere più termostati (sonda), in modo tale da calcolare la temperatura media all’interno dell’ambiente appartenente alla zona termica. L’attuatore di termoregolazione, disponibile sia nella versione da fondo scatola sia nella versione da un modulo della serie civile, consente l’attuazione di elettrovalvole di tipo: ON/OFF, normalmente chiusa. Si apre se eccitata; APRI/CHIUDI, bistabile a due bobine, una per l’apertura ed una per la chiusura. Inoltre in funzione della configurazione impostata, l’attuatore viene gestito in funzione delle richieste termiche della singola zona (valvola locale), di un gruppo di zone (valvola o pompa di piano) o di tutte le zone (generale). Tutto il sistema permette di essere supervisionato e gestito tramite un’unita centrale con interfaccia utente touch screen grafica con le planimetrie del locale. Questo implementa la funzione cronotermostato con sette programmi di temperatura invernale e sette programmi di temperatura estiva. Il tutto con la possibilità di regolazione centralizzata e abbinata a una gestione tramite scenari che consente notevoli risparmi energetici (es. scenario ESCO impone la termoregolazione in modalità RISPARMIO). 4.2.5 Dispositivi supervisione impianto 142 Dispositivi supervisione impianto Il sistema domotico permette di supervisionare tutte le funzioni domotiche attraverso un apposito dispositivo con il display monocromatico: permette quindi di inviare comandi al sistema domotico e di visualizzarne l’avvenuta esecuzione. L’interfaccia utente è grafica e consente di visualizzare la reale planimetria del locale supervisionato. La navigazione tra le varie pagine grafiche e i menù avviene mediante dei tasti di navigazione e delle aree sensibili create direttamente su porzioni della planimetria. Le funzioni realizzabili tramite il touch screen sono: comandi On/Off, scenari, gestione termoregolazione, scheduler e supervisione dell’impianto antintrusione. Caratteristiche tecniche Realizzato in monoblocco per installazione su scatola da incasso Navigazione tramite menù a tendina e mappe grafiche personalizzabili Schermo retroilluminato monocromatico blu con risoluzione 320x240 pixel Alimentazione dal bus domotico Assorbimento: 130 mA (retroilluminazione spenta) Simulazione virtuale tastiera antintrusione e delle relative funzioni Visualizzazione degli allarmi della centrale antintrusione Gestione della temperatura (termoregolazione) Programmazione tramite PC Conformità normativa EN 50090-2-2 Sistemi elettronici per la casa e l'edificio (HBES) - Parte 2-2 Panoramica generale Requisiti tecnici generali EN 50131-1 Sistemi di allarme - Sistemi di allarme e antintrusione e anti rapina - Parte 1: Prescrizioni di sistema EN 61000-6-3 Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3 Norme generiche - Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera. EN 50130-4 Sistemi di allarme - Parte 4: compatibilità elettromagnetica. norma per famiglia di prodotto: Requisiti di immunità per componenti di sistemi antincendio, antintrusione e di allarme personale EN 60950-1 Apparecchiature per la tecnologia dell'informazione - Sicurezza - Parte 1. Requisiti generali 4.2.6 Dispositivo di interfaccia: gateway © Il gateway KNX “E-cives ” integra apparati e dispositivi specifici di impianti domotici basato sullo standard KNX. L'apparecchiatura elettronica, alimentata a 24V, realizzerà un'interfaccia tra la rete KNX domotica e la rete LAN condominiale. Sarà installata in centralino di appartamento su barra DIN (ingombro 12 moduli). L'apparecchiatura dovrà essere dotata di: - porta KNX; - porta Ethernet RJ45; - porta seriale 9 PIN D-SUB; - porta alimentazione 24 V DC; - modulo sensori Wireless Zig-Bee. La gamma domotica dovrà essere composta da : 1) Centrale Interamente programmabile ed espandibile deve disporre di almeno 8 ingressi programmabili di base, espandibili a 16 collegando in centrale una apposita scheda di espansione. Deve essere prevista la possibilità di collegare, tramite apposito bus, due moduli remoti di espansione remoti per portare a 32 il numero totale degli ingressi gestibili dal sistema; inoltre collegando una apposita interfaccia la centrale deve poter dialogare con i telecomandi e i rivelatori radio descritti nell’apposita sezione. Analogamente, la centrale deve disporre di almeno 8 uscite programmabili. Queste devono poter essere ampliate fino a 32 tramite gli appositi moduli di espansione uscite. La centrale deve essere in grado di gestire fino a 8 tastiere e svariati codici di accesso programmabili. Gli ingressi devono poter essere raggruppati in 8 aree singolarmente programmabili. L’area deve essere programmata per gestire uscite, codici di accesso, tastiere e 143 inseritori ad essa abbinati. Questo permette di gestire l’impianto secondo delle programmabili gerarchie d’accesso alle varie aree. Tipologia PLC: Ascon serie MicroPAC, Modello: CP-01 22010M0. Composto da: Modulo base microPAC, programmabile IEC61131-3, ha un processore ARM a 32 bit in grado di gestire la regolazione ed il monitoraggio in continuo degli impianti tecnologici di condominio. Caratteristiche tecniche sono: - Flash Memory 4 Mb, RAM 16 Mb - Porta ethernet (configurazione, programmazione, ModbusTCP) Risorse hardware a bordo: - n. 8 canali d’ingresso analogici di cui: - 6 canali in corrente (0/4-20mA), tensione (0-10V) - 2 canali universali (TC, RTD, corrente, tensione, mV, pot.) - n. 4 canali d’uscita analogici (corrente, tensione) - n. 8 canali d’ingresso digitale (24Vdc PNP) - n. 8 canali d’uscita digitale (24 vdc, 0,5V) - Porta seriale RS232 (ModbusRTU m/s) - Porta RS232/RS485 (ModbusRTU m/s) - Morsetti estraibili a molla. 2) Moduli espansione. Collegabili su bus permettono di espandere il numero di ingressi e di uscite della centrale. Moduli aggiuntivi Modbus per ingressi analogici data l’elevato numero di segnali e dati da gestire. Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485 ModBus RTU 4 ingressi configurabili individualmente come: RTD (Pt100), Termocoppie (J,K,L,T,N,R,S), mV Due soglie d’allarme con isteresi per canale Funzionalità di loop-back (simulazione del valore d’ingresso) Completa di :n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11. Moduli di espansione Modbus dedicati ad ingressi ed uscite digitali per il cablaggio di segnali impulsivi e comando valvole di zona appartamento. I moduli dovranno essere cablati con cavo Ethernet UTP Cat. 5 e connettori RJ45. N° 4 Modulo di espansione Modbus per ingressi digitali tipo: (160€ cad.) IO-MB/ DI-16LV Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485 ModBus RTU 16 ingressi digitali (24V optoisolati) Funzioni speciali integrate: Input: stato, reverse, latch input Completo di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11 N° 3 Modulo di espansione Modbus per uscite digitali tipo IO-MB/ DO-16TS Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485 ModBus RTU 16 canali d’uscite digitali 24V 0,5A Funzioni speciali integrate: Output: generazione impulsi di lunghezza variabile, generazione PWM(massimo 2 canali) Completa di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11 N° 1 Modulo di espansione Modbus per uscite digitali tipo: (180€ cad.) IO-MB/ DM-08TS Modulo Sigma I/O con Interfaccia RS485 ModBus RTU 8 canali configurabili come ingressi digitali 24V e/o uscite digitali 24V 0,5A Funzioni speciali integrate: Input: Stato, reverse, latch input , conteggio impulsi (massimo 2 canali), lettura frequenza (massimo 2 canali), Output: generazione impulsi di lunghezza variabile, generazione PWM(massimo 2 canali) Completa di : n. 2 morsetti cod. AP-S2/SPINA-V11 o M11 144 La centrale deve essere programmata tramite un apposito programma installato su P.C., collegato alla porta seriale RS232 prevista a bordo. Il modem/combinatore telefonico digitale bidirezionale, installabile all’interno deve prevedere la possibilità di effettuare attivazioni da remoto, telegestione e quindi programmazione del sistema da remoto, unitamente alla trasmissione degli allarmi su linea telefonica commutata in forma digitale. Inserendo infine la scheda di sintesi vocale si possono trasmettere gli allarmi anche in forma vocale. 3) Tastiere con display LCD. Devono poter gestire le 8 aree del sistema. La programmazione deve poter permettere di abbinare ad ogni tastiera le aree di preferenza in modo da poter definire i percorsi di accesso alle aree protette. L’installazione deve poter essere da incasso o da parete. 4) Lettori per chiavi elettroniche. Le chiavi elettroniche devono essere del tipo “a prossimità” (tecnologia IR o transponder). I lettori, alloggiati nei frutti della serie civile devono poter gestire almeno 3 aree. 5) Rivelatori Rivelatori IRP da incasso. Alloggiati in un frutto della serie civile. Portata 12m angolo di copertura 160°. Rivelatori IRP da parete. Portata 12m angolo di copertura 150°. Rivelatori a doppia tecnologia (IR+MO). Porta 12m angolo di copertura 150° Rivelatori a doppia tecnologia con funzione antimascheramento. Portata 12m angolo di copertura 150°. Rivelatori per ambienti con presenza di animali domestici. Copertura a tenda orizzontale, portata 12m angolo di copertura 120°. Il sistema così descritto deve poter essere anche integrato nel sistema domotico in modo da poter essere visionato e controllato tramite appositi pannelli touch screen. 4.3 Sistemi di Sicurezza 4.3.1 Sistemi antintrusione Il sistema di sicurezza deve poter permettere l’installazione di un sistema antintrusione via filo e via radio da scegliere in base alle esigenze di installazione. La gamma deve quindi comprendere: Sistemi antintrusione via filo Sistemi antintrusione via radio Apparecchiature di controllo via radio I dispositivi che compongono questi sistemi devono poi poter essere interfacciati tra loro a vari livelli e con il sistema domotico al fine di una totale integrazione tra sistemi. Riferimenti normativi CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 1: Norme generali CEI EN 60730-2-7 (CEI 107-74): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per timer e temporizzatori CEI EN 60730-2-9 (CEI 72-6): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per dispositivi di comando termosensibili Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels 145 ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the R&TTE Directive CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione. Parte 1: Prescrizioni generali CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per le apparecchiature 4.3.1.1 Sistema antintrusione via filo Il sistema di sicurezza dovrà permettere la realizzazione di un sistema antintrusione via filo completo, flessibile ed espandibile tramite l’impiego di una apposita centrale e di periferiche da parete o da incasso alloggiate nei frutti appositi frutti della serie civile stessa. Sarà adatto prevalentemente ad ambienti di tipo residenziale (appartamenti singoli su più piani, ville, ecc.) o terziario (uffici, locali pubblici, negozi, bar, ecc.). Riferimenti normativi CEI EN 50130-4 (CEI 79-8): Sistemi d’allarme - Parte 4: Compatibilità elettromagnetica - Norma per famiglia di prodotto: Requisiti di immunità per componenti di sistemi antincendio, antintrusione e di allarme personale CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione - Parte 1: Prescrizioni generali CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione - Norme particolari per le apparecchiature 4.3.1.2 Sistema antintrusione via radio Il sistema di sicurezza dovrà permettere la realizzazione di un sistema antintrusione via radio completo, flessibile ed espandibile tramite l’impiego di una apposita centrale e delle relative periferiche. Sarà adatto prevalentemente ad ambienti di tipo residenziale (appartamenti singoli su più piani, ville, ecc.) o terziario (uffici, locali pubblici, negozi, bar, ecc.). Riferimenti normativi CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 1: Norme generali Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the R&TTE Directive CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione Parte 1: Prescrizioni generali CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione Norme particolari per le apparecchiature La gamma dovrà essere composta da: 1) Centrali di controllo nelle varie versioni, aventi le seguenti caratteristiche: Centrale radio/filo con combinatore telefonico bidirezionale PSTN e GSM incorporato. Possibilità di gestire fino a 99 rivelatori singolarmente identificabili tramite descrizione sul display. N. 3 aree di gestione del sistema. N. 6 ingressi via filo liberamente associabili alle aree di gestione. Combinatore telefonico integrato per la trasmissione, sia su linea GSM sia su linea PSTN , di messaggi di allarme e/o SMS, abbinati ai principali eventi di allarme della centrale (allarme, manomissione, canali 24h, batteria scarica, ecc). Inoltre, il combinatore deve poter essere chiamato da remoto per permettere varie attivazioni come il comando di due 146 carichi elettrici via filo e sedici carichi via radio, tramite gli appositi ricevitori radio. Un’uscita via filo deve infine poter essere controllata anche a tempo, grazie ad un timer interno, per effettuare una gestione del carico per fasce orarie. Centrale come quella descritta al punto precedente ma di taglio più economico, con combinatore telefonico solo PSTN Centrale come quella descritta al punto precedente nella versione solo radio per installazioni dove non è possibile stendere alcun cavo.ma di taglio più economico, con combinatore telefonico solo PSTN La programmazione dei parametri funzionali deve poter essere inserita direttamente da tastiera in modo semplice ed intuitivo. 2) Dispositivi per l’attivazione-disattivazione del sistema Telecomando a 4 tasti per attivazione/disattivazione, parzializzazione, antipanico con funzione “Rolling code” per evitare la clonazione del codice. Dialogo di tipo bidirezionale con la centrale in modo che il telecomando possa riportare l’indicazione di stato impianto. Il dispositivo deve poter controllare oltre alla centrale anche i ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere una totale integrazione tra i sistemi. Telecomando a 9 tasti per per attivazione/disattivazione, parzializzazione della centrale e per il controllo di 6 ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori Tastiera per attivazione/disattivazione, parzializzazione, antipanico. Dialogo di tipo bidirezionale con la centrale in modo che possa riportare l’indicazione di stato impianto. Il dispositivo deve poter controllare oltre alla centrale anche i ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere una totale integrazione tra i sistemi. 3) Rivelatori Rivelatori volumetrici da interno portata 12m, angolo di copertura 100° Rivelatori di apertura per porte e finestre con contatto magnetico Rivelatori volumetrici da esterno in contenitore IP655 con copertura a tenda (portata 6m, angolo di copertura 100°), protezione antiaccecamento Barriere per porte e finestre (4 raggi di rivelazione, lunghezza 1 m) Tutti i rivelatori, oltre che con la centrale, devono poter dialogare anche con anche i ricevitori radio per controllo carichi elettrici o per controllo motori, al fine di avere una totale integrazione tra i sistemi. 4) Dispositivi di sistema Sirena da esterno via radio alimentata con batteria per centrali radio e radio/filo Sirena da esterno via filo autoalimentata con batteria tampone per centrali radio/filo Ripetitore di segnale da utilizzarsi in caso di scarsa portata radio La trasmissione tra le centrali e le periferiche deve essere di tipo “Dual - Band” e di tipo supervisionata. 4.3.1.2 Apparecchi di controllo via radio La serie civile selezionata dovrà poter essere integrata con un sistema di comando e controllo composto da dispositivi di comunicazione a radiofrequenza che permettano di inserire funzionalità domotiche senza ricorrere ad opere murarie. Le caratteristiche principali del sistema di comando e controllo a radiofrequenza sono di seguito indicate: i dispositivi del sistema devono comunicare tra loro utilizzando onde radio (RF) alla frequenza di 433 e/o 868 MHz; la gamma di prodotti deve poter essere integrata, in modo funzionale ed estetico,nella serie civile, nel sistema domotico, deve permettere di realizzare singole funzioni di automazione e di dialogare con il sistema antifurto radio e filo al fine di una integrazione totale fra i sistemi l’installazione e l’associazione tra loro dei vari dispositivi deve essere funzionale e semplice; 147 il dialogo tra i dispositivi del sistema dovrà essere a radiofrequenza con bassa potenza. Riferimenti normativi CEI EN 60669-2-1 (CEI 23-60): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 2-1: Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici CEI EN 60730-1 (CEI 72-2): Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 1: Norme generali Direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 1999, riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità ETSI EN 300220-3: Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Short Range Devices (SRD); Radio equipment to be used in the 25 MHz to 1 000 MHz frequency range with power levels ranging up to 500 mW; Part 3: Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the R&TTE Directive CEI EN 50131-1 (CEI 79-15): Sistemi di allarme - Sistemi di allarme intrusione Parte 1: Prescrizioni generali CEI 79-2: Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione Norme particolari per le apparecchiature La gamma dovrà essere composta da: Trasmettitori a 4 canali di trasmissione per installazione fissa per l’invio di comandi ai ricevitori. Telecomandi a radiofrequenza a vari canali alimentati a batterie con portata RF in campo libero di 100m per l’invio di comandi ai ricevitori. Attuatori – Ricevitori radio ad un canale con contatto di potenza a bordo per il comando di carichi elettrici. Uscita con contatto in scambio libero da potenziale; Attuatori – Ricevitori radio a 1 canale per comando motore tapparelle o tende. Uscita con 2 contatti interbloccati; I telecomandi dovranno poter comandare oltre ai ricevitori anche le centrali radio e filo dei sistemi antifurto descritti nelle apposite sezioni. Analogamente, i ricevitori dovranno poter dialogare non solo con i trasmettitori, ma con i telecomandi e con tutti gli elementi trasmittenti della gamma antifurto radio (rivelatori di presenza IRP, rivelatori di apertura, centrali di allarme) al fine di una totale integrazione fra i sistemi. 4.3.2 Allarmi tecnici Il sistema di sicurezza dovrà prevedere la presenza dei seguenti rivelatori per allarmi tecnici rivelatori di gas (metano, GPL) rivelatori di acqua I dispositivi dovranno poter essere collegati, tramite opportune interfacce, al sistema demotico al fine di una totale integrazione fra i sistemi. Riferimenti normativi CEI 216-8: Rivelatori da incasso di gas combustibile per ambienti domestici. Metodi di prova e prescrizioni di prestazioni. CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici Metodi di prova e prescrizioni di prestazione 4.3.2.1 Rivelatori di gas 230V 148 Questi rivelatori dovranno essere in grado di rilevare e segnalare una concentrazione di gas nell’aria superiore alla soglia prevista. Saranno direttamente alimentati da tensione di rete 230V, e saranno dotati di segnalazione di allarme acustica e luminosa e di un’uscita a relè con contatto libero da potenziale. Saranno adatti prevalentemente per installazione in ambienti residenziali. Riferimenti normativi CEI 216-8: Rivelatori da incasso di gas combustibile per ambienti domestici. Metodi di prova e prescrizioni di prestazioni. CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici Metodi di prova e prescrizioni di prestazione I rivelatori di gas dovranno avere le seguenti caratteristiche Tensione nominale: 230 Vca – 50 Hz Temperatura ambiente di funzionamento - riferimento: 20°C ± 5°C - campo: da -5°C a + 35°C Umidità relativa ambiente di funzionamento - riferimento: 65% ±10% a 20°C ±5°C - campo: da 30% a 90% Portata contatti relè d’allarme:8A/250Vca-cosfi1 - 5A/250Vca-cosϕ0.4 Soglia di intervento - taratura da fabbrica: 5000ppM ± 1000ppM, pari al 10% del L.I.E. - variazione massima ammessa nelle condizioni estreme di temperatura ed umidità : da 2500ppM a 7500ppM, pari al 5% e 15% del L.I.E. Soglia di intervento per mod. RG1-G: - taratura in fabbrica: 1860ppM ± 370ppM, pari al 10% del L.I.E. - variazione massima ammessa nelle condizioni estreme di temperatura ed umidità : da 930ppM a 2790ppM, pari al 5% e 15% del L.I.E. grado di protezione involucro: IP42 Pulsante frontale utilizzabile per: - azzeramento memoria allarme - test (elettrico) Elettrovalvola di blocco mandata gas 4.3.2.2 a riarmo manuale normalmente aperta; alimentazione 230V 50Hz. Rivelatori di gas 12V Questi rivelatori dovranno essere in grado di rilevare e segnalare una concentrazione di gas nell’aria superiore alla soglia prevista. Saranno alimentati a 12V e saranno dotati di segnalazione di allarme acustica e luminosa e di un’uscita a relè con contatto libero da potenziale. Saranno adatti prevalentemente per installazione in ambienti residenziali. Riferimenti normativi CEI EN 61000-6-3: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera CEI EN 61000-6-1: Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera CEI EN 50194: Apparecchi elettrici per la rivelazione di gas combustibili in ambienti domestici 149 Metodi di prova e prescrizioni di prestazione I rivelatori di gas dovranno avere le seguenti caratteristiche Tensione di alimentazione 12V ca/cc; Intervento: 10% LIE allarme; Grado di protezione min. apparecchio IP42; Livello sonoro min. di allarme acustico 85dB a 1m; Segnalazione ottica dello stato del rivelatore tramite leds; Assorbimento 2VA; Uscita per comando apposito relè di comando elettrovalvola Ingombro max. 2 moduli. Elettrovalvola di blocco mandata gas 4.3.2.3 a riarmo manuale normalmente aperta; alimentazione 230V 50Hz. Rivelatori di acqua L’apparecchio deve essere in grado, tramite una apposita sonda di rilevazione, di rivelare la presenza di acqua o di altri liquidi conduttivi Riferimenti normativi CEI EN 61000-6-3 (CEI 210-65): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-3: Norme generiche - Emissione per gli ambienti residenziali, commerciali e dell’industria leggera CEI EN 61000-6-1 (CEI 210-64): Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 6-1: Norme generiche - Immunità per gli ambienti residenziali, commerciali e dell'industria leggera Il rivelatore dovrà avere le seguenti caratteristiche: Tensione di alimentazione 230V; Grado di protezione min. apparecchio IP40; Livello sonoro min. di allarme acustico 80dB a 1m; Segnalazione ottica dello stato del rivelatore tramite LED bicolore; Contatto di uscita in scambio 1NA+1NC, 5A (AC1) 250Vca Ingombro max. 3 moduli. Segnalazione stato uscita elettrovalvola tramite LED giallo Sonda acqua a filo pavimento Accessorio da collegare al rivelatore per rilevare la presenza di acqua. E’ possibile installare più sonde, in parallelo, per tenere sotto controllo vari ambienti. 4.3.2.4 Alimentatori 12V Riferimenti normativi CEI EN 60065 (CEI 92-1): Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di sicurezza Gli alimentatori dovranno avere le seguenti caratteristiche Alimentazione 230V 50/60Hz; Tensione di uscita 12Vca cc; Contenitore da guida DIN 150 151 4.4 Scatole, Contenitori e Centralini 4.4.1 Contenitori da Parete La gamma dei contenitori isolanti (stagni) universali da parete, deve essere in materiale termoplastico autoestinguente, rispondere ad una adeguata protezione dalla polvere e dall'acqua. Essere predisposta sia per l'installazione di apparecchi da guida DIN (EN50022) sia per l'inserimento di piastre metalliche di fondo per il fissaggio di apparecchi non modulari. I contenitori possono essere completati da tipologie diverse di apparecchi per ottenere quadri misti, protezione, automazione, comando, misura e segnalazione. I contenitori dovranno essere adatti all’installazione sia da parete sia da semi-incasso. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere ognuna delle tipologie di contenitori sopra elencate. 4.4.1.1 Quadri IP55 Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione. CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. Caratteristiche tecniche Sette versioni da 5 a 54 moduli DIN (EN50022) disposti su file da 5 / 18 moduli. Contenitore in termoplastico autoestinguente. Portello trasparente fumé in policarbonato. Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere. Possibilità di piombare il centralino per evitare interventi non autorizzati. Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra. Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza. Grado di protezione IP55. Grado di resistenza agli urti fino a IK10. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Glow wire test 650°C. Colore grigio RAL 7035. Marchio IMQ (versioni 6, 12, 24, 36 e 54 moduli DIN). 4.4.1.2 Quadri d'emergenza IP55 I centralini d'emergenza IP55 di colore rosso trovano impiego in ambienti particolari quali centrali termiche, in prossimità di ascensori e in tutte quelle applicazioni in cui sia necessario localizzare facilmente e rapidamente i comandi di emergenza che garantiscono la sicurezza dell'impiego. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione. CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile Caratteristiche tecniche Due versioni da modulo DIN (5 e 8) e una versione con contenitore dedicato a rottura vetro. 152 Contenitore in termoplastico autoestinguente. Portello in vetro frangibile. Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere (solo versione modulo DIN). Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra (solo versione modulo DIN). Dotati di chiave e serratura metallica di sicurezza (solo versione modulo DIN). Possibilità di predisporre il funzionamento per: - Azionamento automatico alla rottura del vetro. - Azionamento manuale dopo la rottura del vetro. Grado di protezione IP55. Grado di resistenza agli urti fino a IK10. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Glow wire test 650°C. Colore rosso RAL 3020. 4.4.1.3 Calotte / Centralini IP40 Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione. CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile Caratteristiche tecniche Sette versioni da 1-2 a 12 moduli DIN (EN50022). Contenitore in termoplastico autoestinguente. Portello trasparente fumé in policarbonato (versione centralini). Contenitori predisposti per alloggiamento morsettiere (versione centralini). Possibilità di piombare il centralino per evitare interventi non autorizzati (versione centralini). Reversibilità dei portelli, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra (versione centralini). Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza (versione centralini). Binario DIN derivato dal fondo del contenitore (versione calotte e centralino 4 moduli DIN). Copriforo derivati direttamente sulle finestre delle calotte / centralini. Grado di protezione IP40. Grado di resistenza agli urti fino a IK07. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Glow wire test 650°C. Colore grigio RAL 7035. 4.4.2 Centralini da Incasso I contenitori, per la realizzazione di centralini di distribuzione, dovranno prevedere grandezze differenti (da 2 a 36 moduli DIN) per soddisfare tutte le esigenze installative negli impianti civili e nel terziario; dovranno rispondere ad una adeguata protezione dalla polvere e dall'acqua (IP40 e IP55). Dovranno essere presenti all'interno della gamma una serie di centralini d'arredo, i quali oltre a rispondere alla caratteristiche tecniche sopra citate dovranno soddisfare anche l'estetica e il design, avere quindi un coordinamento con la serie civile prescelta. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere ognuna delle tipologie dei centralini sopra elencati. 4.4.2.1 Centralini d'arredo IP40 153 Riferimenti normativi CEI 23-49+(V1)+(V2): Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche Tecniche Capacità da 2 a 36 moduli DIN (EN50022). Coperchio realizzato in tecnopolimero autoestinguente. Portello trasparente fumé in policarbonato, con cerniera orizzontale per l'apertura (apertura verso l’alto). Grado di protezione IP40. Resistenza agli urti IK08. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN60439-1). Glow Wire Test 650°C. Marchio IMQ. Ampia gamma colori per rendere possibile l'abbinamento o coordinamento estetico con la serie civile prescelta. Sei versioni: Argento opaco, Bianco Ghiaccio RAL 9016, Bianco Panna RAL 1013, Grigio Metallizzato, Nero Lucido Assoluto e Girgio RAL 7035. Applicabili alle scatole sia per pareti tradizionali (forato rosso), sia per pareti leggere o cave (cartongesso). Portello dotato di fori per la propagazione del suono delle segnalazioni acustiche. Telaio estraibile preassemblato per il cablaggio a banco degli apparecchi modulari (versioni 24 e 36 moduli DIN). Profondità adeguata della scatola per l'installazione anche su pareti non portanti. 4.4.2.2 Centralini IP55 Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. CEI EN 60670-22: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione. CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile Caratteristiche Tecniche Tre versioni disponibili, 4, 5 e 8 moduli DIN (EN50022). Coperchio realizzato in tecnopolimero autoestinguente. Portello trasparente fumé in policarbonato, con cerniera verticale per l'apertura. Grado di protezione IP55. Resistenza agli urti IK10. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN60439-1). Glow Wire Test 650°C. Reversibilità del complesso coperchio più portello, apertura quindi da destra a sinistra o da sinistra a destra. Possibilità sostituzione chiavistello in plastica con chiave e serratura metallica di sicurezza. 4.4.3 Scatole di derivazione da incasso Scatole di derivazione multifunzione da incasso, in polistirolo antiurto o tecnopolimero autoestinguente, potranno essere utilizzate per realizzare la versione di derivazione principale e secondaria (per pareti in muratura o per pareti cave / cartongesso), la versione di contenitore per centralini di distribuzione IP40 o IP55 contenenti apparecchi modulari EN50022 (per pareti in muratura o per pareti cave / cartongesso) e per realizzare la versione multimodulo per serie civili (per pareti in muratura o per pareti cave / cartongesso). La gamma dovrà essere dotata di tutti quegli accessori che rendano più agevole l'installazione e al tempo 154 stesso che la completi; come ad esempio l’utilizzo di giunti di unione per il preciso allineamento sia in verticale sia in orizzontale. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere ognuna delle tipologie di scatole sopra elencate. 4.4.3.1 Scatole per pareti tradizionali (forato rosso) Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Quattordici versioni con dimensioni che variano da 73x135x8mm a 372x368x73mm con una profondità massima pari a 80mm. Materiale, polistirolo antiurto. Dotate di coperchio paramalta (realizzato in materiale ecologico, consente la protezione della scatola durante le operazioni di intonacatura). Viti coperchio imperdibili. Scatole multifunzione, possibilità di realizzare scatole di derivazione, scatole per centralini IP40 e scatole porta frutti maxi modulo. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Possibilità di inserimento setti separatori all’interno della scatola per la realizzazione di scomparti con circuiti a diversa tensione. Abbinamento con coperchi: - IP40 per impieghi standard con grado di resistenza agli urti IK07. - IP55 per impieghi particolari (elevata protezione dalle polveri e dall'acqua) con grado di resistenza agli urti IK10. - IP55 trasparenti per un'immediata verifica dell'ente preposto (es. nodo equipotenziale), grado di resistenza agli urti IK10. Predisposizione all'interno delle scatole di appositi supporti per il fissaggio di morsettiere. Predisposizione all'interno delle scatole di apposite asole per il fissaggio di fascette fermacavi. Dotate di nervature per facilitare l’utilizzo della livella a bolla per la corretta installazione. Possibilità di accoppiare più cassette con l’ausilio degli appositi giunti di unione, permettendo la realizzazione di batterie di scatole in verticale ed orizzontale perfettamente allineate. Grado di protezione da IP40 a IP55 a seconda della tipologia del coperchio applicato. Glow Wire Test 650°C. Colore, blu RAL 5071. 4.4.3.2 Scatole per pareti leggere - cartongesso Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Ampia gamma (cinque versioni) con dimensioni che variano da 144x162x59mm a 372x258x75mm con profondità della scatola pari a 75mm. Materiale, tecnopolimero autoestinguente. Scatole dotate di alette metalliche per un eccellente ancoraggio alla parete (lato interno). Bordo maggiorato per aumentare la tenuta della scatola alla parete (lato esterno). Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione. Scatole multifunzione, possibilità di realizzare scatole di derivazione, scatole per centralini IP40 e scatole porta frutti maxi modulo. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Viti coperchio imperdibili. Abbinamento con coperchi: - IP40 per impieghi standard con grado di resistenza agli urti IK07. 155 - IP55 per impieghi particolari (elevata protezione dalle polveri e dall'acqua) con grado di resistenza agli urti IK10. - IP55 trasparenti per un'immediata verifica dell'ente preposto (es. nodo equipotenziale), grado di resistenza agli urti IK10. Coperchi disponibili nelle versioni bianco RAL9016 e trasparente. Possibilità di inserimento setti separatori all’interno della scatola per la realizzazione di scomparti con circuiti a diversa tensione. Predisposizione all'interno delle scatole di appositi supporti per il fissaggio di morsettiere. Predisposizione all'interno delle scatole di apposite asole per il fissaggio di fascette fermacavi. Possibilità di ingresso e bloccaggio guaine e tubi con dispositivo di ritenuta incorporato. Grado di protezione da IP40 a IP55 a seconda della tipologia del coperchio applicato. Glow Wire Test 850°C. Colore blu RAL 5017. 4.4.4 Scatole speciali per serie civili Ampia gamma di scatole da incasso per serie civili, in tecnopolimero autoestinguente o policarbonato, con un glow wire test (prova del filo incandescente) pari a 850°C. Tali scatole dovranno essere dotate di ganci metallici sicuri ed antistrappo per il fissaggio dell'armatura della serie civile prescelta, essere installate nel complesso scatola/armatura /frutti e placca anche a filo muro (versione per pareti leggere / cartongesso), dovranno essere dotate di bordo per aumentare la battuta sulla parete (versione per pareti leggere / cartongesso), dovranno poter essere installate utilizzando un'unica dimensione dello strumento di fresatura (versione per pareti leggere / cartongesso) e dovranno essere installate senza l'ausilio di colle speciali o stucchi (versione per pareti in calcestruzzo cellulare o gasbeton). Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. 4.4.4.1 Scatole per pareti leggere - cartongesso Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Sei versioni disponibili, dalla scatola tonda 1 - 2 moduli alla 6 - 7 moduli per serie civili passando dalle due versioni speciali per l'installazione filo muro (rapida e di precisione). Materiale, tecnopolimero autoestinguente. Scatole dotate di ganci metallici antistrappo per un fissaggio sicuro del supporto porta apparecchi. Scatole dotate di alette metalliche per un eccellente ancoraggio alla parete, lato interno. Bordo maggiorato per aumentare la tenuta della scatola alla parete, lato esterno. Possibilità di ingresso e bloccaggio guaine e tubi con dispositivo di ritenuta incorporato. Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEI EN 60439-1). Glow Wire Test 850°C. Colore blu RAL 5017. 4.4.4.2 REI 120 - Protezione dal fuoco Riferimenti normativi Circolare n° 91 del ministero dell'interno. Direzione generale dei servizi antincendi: "Norma di sicurezza per la prevenzione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile". Caratteristiche tecniche Pannello per la protezione dal fuoco (REI 120) per scatola da incasso 3 moduli per pareti leggere / cartongesso. Materiale intumescente a base di grafite. Dimensioni, 85x160x300mm (LxHxP). 156 Rapporto di espansione > 1 : 5. 4.4.4.3 Scatole per pareti in calcestruzzo cellulare Riferimenti normativi CEI EN 60670-1: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Due versioni dedicate, scatola tonda 1 - 2 moduli e scatola rettangolare 3 moduli per serie civili. Materiale, policarbonato. Dotate di ganci metallici antistrappo per un fissaggio sicuro del supporto porta apparecchi. Scatole dotate di due spalle elastiche, posizionate sui due lati, formate da denti triangolari per il sicuro fissaggio alla parete senza l'ausilio di gesso o collanti. Fori / poppette centraggio fresa in un'unica soluzione. Doppio isolamento contro i contatti indiretti (in accordo con CEi EN 60439-1). Glow Wire Test 850°C. Colore blu RAL 7016. 4.4.4.3.1 Scatole per pareti in calcestruzzo cellulare Codici: 253GB - 254GB Voce di capitolato Scatole da incasso speciali per pareti in calcestruzzo cellulare (GASBETON). Conformità normativa CEI 23-48 / CEI EN 60670-1 : Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Caratteristiche tecniche Le scatole presentano sui lati due spalle dentate che permettono l’aggancio rapido con una tenuta a prova di strappo senza l’ausilio di colle o stucchi particolari, facendo così risparmiare tempo per l’installazione. Dati tecnici • Materiale: Policarbonato. • Colore: grigio RAL 7016. • Resistenza al fuoco: glow wire test 850°C. • Grado di protezione: IP30. • Resistenza agli urti: IK07. • Temperatura di installazione: max + 60°C / min – 15°C. • Prefratture sui lati e sul fondo per ingresso tubo corrugato: Ø 18mm / Ø 25mm. Questa gamma è stata scelta dal principale produttore di calcestruzzo cellulare, che ne consiglia l’utilizzo Dettagli tecnici 157 Modalità d'installazione Installare le scatole è estremamente semplice basta un foro nella parete ottenuto mediante un’apposita fresa. Per una versione occorre una fresatura, mentre per l’altra versione tre fresature. Dimensioni d'ingombro Note Le scatole dedicate alle pareti in calcestruzzo cellulare (gasbeton), adottano un sistema innovativo di installazione rispetto al metodo tradizionale. La novità consiste nel fatto che non si debbano più utilizzare, dopo aver inserito la scatola nella parete, collanti speciali o stucchi per il fissaggio. Le scatole inoltre sono dotate di ganci per il fissaggio dell’armatura resistenti e antistrappo, sono protette contro i contatti indiretti con un doppio isolamento, dispongono su tutti i lati e sul fondo di una pretranciatura per tubi corrugati con un diametro di 25mm, sono provviste di fori sul fondo come dime per la punta del trapano. 4.5 4.5.1 Apparecchi Modulari Interruttori Automatici Magnetotermici 158 Gli interruttori automatici sono considerati come apparecchi di protezione, in pratica al verificarsi di un guasto intervengono automaticamente. La funzione fondamentale degli interruttori magnetotermici è quella di offrire una protezione adeguata alle condutture elettriche a valle, in caso di sovracorrenti o di cortocircuito. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno. 4.5.1.1 Interruttori Automatici Magnetotermici Compatti Questi interruttori sono caratterizzati dalle loro dimensioni ridotte (1 modulo DIN), per essere impiegati negli impianti in cui non vi siano spazi sufficienti per l'installazione di apparecchi modulari standard, e prevalentemente nell'impiantistica di tipo domestico o similare. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 60898-1: Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata. Caratteristiche tecniche Caratteristica d’intervento tipo “C”. N° poli: 1P+N. 1 modulo DIN. Corrente nominale da 6A a 40A. Potere d’interruzione 4,5kA e 6kA. Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con caratteristiche di limitatore. Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori attrezzi. Alimentazione dal lato superiore. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 16mm² (cavi flessibili) e 25mm² (cavi rigidi). 4.5.1.2 Interruttori Automatici Magnetotermici Multipolari Questa gamma di interruttori trova impiego negli impianti di tipo domestico o similare e nell'impiantistica terziaria. Presentano potere d'interruzione da 4,5kA a 6kA e caratteristica d'intervento non solo di tipo "C" ma anche "B" e "D", con correnti nominali da 6A a 63A. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 60898-1: Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata. Caratteristiche tecniche Caratteristica d’intervento tipo “C”, "B e "D" (B e D solo versioni da 6kA). N° poli: 1P - 1P+N - 2P - 3P - 4P (1P, 3P e 4P solo versioni da 6kA). . Da 1 a 4 moduli DIN. Correnti nominali da 6A a 63A (50A e 63A solo versioni da 6kA). Potere d’interruzione 4,5kA e 6kA. Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con caratteristiche di limitatore. Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori attrezzi. Alimentazione dal lato superiore. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e 35mm² (cavi rigidi). 4.5.2 Blocchi Differenziali 159 Sono apparecchi modulari per realizzare la protezione di tipo differenziale, definiti appunto blocchi differenziali, da completare abbinandoli agli interruttori automatici magnetotermici. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 61009-1 app. G: Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Potere d’interruzione determinato dal potere d'interruzione dell'interruttore automatico magnetotermico associato. Potere di chiusura e di interruzione differenziale nominale (A), pari alla Icn dell'interruttore associato. Corrente nominale: 25A e 63A. Classe differenziale tipo “AC” e “A-S”. Corrente nominale differenziale 30mA, 300mA e 1A. N° poli 2P e 4P. N° moduli DIN 2 e 3. Tasto di prova meccanica. Segnalazione d’intervento differenziale. 4.5.3 Interruttori Magnetotermici Differenziali Compatti Questi interruttori sono caratterizzati dalle loro dimensioni ridotte (2 moduli DIN), per essere impiegati negli impianti in cui non vi siano spazi sufficienti per l'installazione di apparecchi modulari standard, e prevalentemente nell'impiantistica di tipo domestico o similare. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 61009-1 app. G: Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali. Caratteristiche tecniche Caratteristica d’intervento tipo “C”. Classe differenziale tipo "AC". Corrente differenziale nominale 0,01A e 0,03A. Corrente nominale da 6A a 40A. Potere d’interruzione 4,5kA. N° poli: 1P+N. 2 moduli DIN. Cinematismo di scatto del tipo limitatore. Accessoriabili con ampia gamma di ausiliari elettrici a scatto sul lato sinistro senza l'ausilio di ulteriori attrezzi. Alimentazione dal lato superiore. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e 35mm² (cavi rigidi). 4.5.4 Interruttori Differenziali Puri Gli interruttori differenziali sono dispositivi sensibili alle correnti di guasto verso terra (correnti differenziali), misurano quindi la differenza tra la corrente in entrata e quella in uscita, attraverso i conduttori attivi, nell’impianto a valle. L’impiego di questi interruttori richiede che tutte le masse metalliche che potrebbero essere veicoli di correnti per contatti indiretti debbano essere collegate a terra. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi 160 CEI EN 61008-1: Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari - Parte 1: Prescrizioni generali Caratteristiche tecniche Classe differenziale tipo “AC”, “A” e "A-S". Corrente nominale differenziale 10mA, 30 mA, 300mA. Corrente nominale 16A, 25A, 40A, 63A. N° poli 2P, 4P. N° moduli DIN 2, 4. Meccanismo a sgancio libero. Tasto di prova. Insensibili a sovratensioni di carattere atmosferico o dovuti a manovre per i tipi previsti. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamneti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e 35mm² (cavi rigidi). 4.5.5 Accessori per Interruttori Automatici Gli apparecchi modulari della serie utilizzata dovranno comprendere anche una gamma di accessori, definiti ausiliari elettrici, sono dei prodotti con dimensioni che rispecchiano la norma DIN, ed inglobano al loro interno alcune funzioni complementari per gli interruttori automatici. Tali prodotti possono essere gli sganciatori di tensione e a lancio di corrente, i contatti ausiliari o di segnalazione guasto e le barre di connessione. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. 4.5.5.1 Sganciatori a Lancio di Corrente E' un dispositivo, che collegato all’interruttore, permette attraverso un circuito di comando di aprire l’automatico stesso attraverso un comando elettrico a distanza. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 60947-2: Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici. Caratteristiche tecniche Tensione nominale da 12 48Vca-cc, 110-250Vcc, 110 415Vca. Numero moduli DIN 1. Munito di contatto normalmente aperto. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 16mm² (cavi flessibili) e 25mm² (cavi rigidi). 4.5.5.2 Contatti Ausiliari / Segnalazione Guasto I contatti ausiliari hanno la possibilità di segnalare attraverso contatti in commutazione la posizione dell’interruttore al quale sono associati (APERTO O CHIUSO). Il segnalatore di guasto invece commuta il proprio stato solo se l’apertura dell’automatico è avvenuta per guasto (sovraccarico termico o cortocircuito), mentre non commuta se l’apertura avviene attraverso la manopola (manovra volontaria). Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN 60947-5-1: Apparecchiatura a bassa tensione. comando ed elementi di manovra. Sezione 1: Dispositivi per circuiti di comando. Caratteristiche tecniche Portata contatti: - 3A 400V cat. AC15 - 5A 230V cat. AC15 161 Parte 5: Dispositivi per circuiti di elettromeccanici - 5A 400V cat. AC14 - 8A 230V cat. AC14 Numero moduli DIN 1. Dotati di morsetti a piastrina per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 2,5mm² (cavi flessibili) e 4mm² (cavi rigidi). 4.5.6 Trasformatori e Suonerie I trasformatori di sicurezza sono da impiegare nella distribuzione in bassissima tensione per garantire un'elevata protezione contro il fenomeno dell'elettrocuzione. La gamma deve quindi prevedere i trasformatori resistenti al corto circuito non per costruzione e quelli a prova di guasto. Riferimenti normativi CEI EN 61558-2-8: Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari. Parte 2-8: Prescrizioni particolari per trasformatori per campanelli. Caratteristiche tecniche Trasformatori a prova di guasto Tensione nominale primaria 230Vca. Tensione nominale secondaria 12Vca. Potenza nominale 10VA e 15VA. N° moduli DIN 2. Trasformatori resistenti al corto circuito non per costruzione Tensione nominale primaria 230Vca. Tensione nominale secondaria 12 / 24Vca. Potenza nominale 10VA, 15VA, 30VA e 40VA. N° moduli DIN 2, 4. Per entrambe le versioni la potenza nominale è riferita al servizio intermittente, per servizio continuo tale potenza si riduce del 35% circa. Le suonerie e i ronzatori sono utilizzati per segnalare il verificarsi di un evento tramite segnalazione sonora. Tali componenti devono incorporare, in un involucro a doppio isolamento, anche un trasformatore conforme alle norme e classificabile come "trasformatore per campanelli". Riferimenti normativi CEI EN 61558-2-8: Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari. Parte 2-8: Prescrizioni particolari per trasformatori per campanelli. Caratteristiche tecniche Tensione nominale primaria 230Vca. Tensione nominale secondaria 12Vca. Versioni, suoneria più trasformatore e ronzatore e suoneria più trasformatore. N° moduli DIN 2. 4.5.7 Comandi, Attuatori e Protezioni Gli apparecchi modulari complementari, considerati anche accessori di comando e protezione, per la realizzazione del quadro elettrico dovranno comprendere sezionatori, interruttori non automatici, porta fusibili, relè passo-passo, scaricatori di sovratensione, contattori, temporizzatori luce scale, interruttori orari ecc. Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. 4.5.7.1 Sezionatori Accessoriabili In alcune applicazioni si richiede di poter sezionare parti di impianto solo volontariamente, quindi non si possono utilizzare interruttori automatici, a tal proposito vengono utilizzati gli interruttori sezionatori modulari per apertura / chiusura di circuiti sotto carico ovviamente già protetti da sovraccarico e cortocircuito. 162 Successivamente sono elencate le principali caratteristiche tecniche e i relativi requisiti a cui dovranno rispondere. Riferimenti normativi CEI EN60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili Caratteristiche tecniche Corrente nominale 40A, 63A, 100A. Frequenza nominale 50/60Hz. N° poli 2P, 4P. Categoria di utilizzo, AC-22A N° moduli DIN 2, 4. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 25mm² (cavi flessibili) e 35mm² (cavi rigidi). Gli interruttori di manovra sezionatori sono accessoriabili con contatti ausiliari. 4.5.7.2 Interruttori Non Automatici Riferimenti normativi CEI EN60669-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili Caratteristiche tecniche Tensione nominale 230Vca. Corrente nominale 16A, 20A. Funzioni, interruttore 1P e 2P, deviatore 1P e 2P, commutatore 2P. Categoria di utilizzo, AC-22. N° moduli DIN 1. Dotati di morsetti a gabbia per i collegamenti con sezione dei conduttori pari a 6mm² (cavi flessibili) e 10mm² (cavi rigidi). 4.5.7.3 Porta Fusibili Per protezioni di tipo particolare sono richiesti ancora negli impianti i fusibili, quindi gli apparecchi porta fusibili sezionabili modulari dovranno essere predisposti per accogliere fusibili di tipo cilindrico. Sezionamento visualizzato conforme alla Norma CEI 64-8 con grado di protezione ad apparecchio aperto IPXXB che consente di effettuare il ricambio in condizioni di sicurezza. Riferimenti normativi EN 60947-3: Apparecchiatura a bassa tensione - Parte 3: Interruttori di manovra, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili Caratteristiche tecniche Corrente nominale 20A, 32A. N° poli 1P. Fusibili 8,5x31,5mm, 10,3x38mm. Possibilità di inserimento fusibile di riserva. Kit di accoppiamento per realizzare versioni 2P, 3P. N° moduli DIN 1. 4.5.7.4 Rele' Passo-Passo 163 sezionatori, I relè passo-passo trovano impiego nel comando di circuiti di illuminazione nel settore civile e terziario. Tale funzione viene realizzata tramite la commutazione dei contatti che avviene ad ogni impulso inviato alla bobina dei relè passo-passo mediante l'utilizzo di pulsanti con contatti normalmente aperti. Riferimenti normativi CEI EN 60669-1: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali CEI EN 60669-2: Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa domestico e similare - Parte 2: Prescrizioni particolari per uso per uso Caratteristiche tecniche Tensione nominale di comando 250Vac. Tensione nominale dei contatti 230V. Numero contatti 1NA o 2NA. Corrente nominale contatti 16A. N° moduli DIN 1. 4.5.7.5 Contattori I contattori sono utilizzati quando la corrente assorbita dagli utilizzatori (es. lampade, condizionatori, elementi riscaldanti) supera la portata dei normali apparecchi di comando (interruttori, deviatori, pulsanti ecc.) o la portata degli inseritori automatici (programmatori, temporizzatori, crepuscolari ecc.). Alimentando la bobina a mezzo di uno dei suddetti comandi manuali o automatici, i contattori assicurano la chiusura di un circuito elettrico, mentre l'interruzione dell'alimentazione ne provoca l'apertura. Riferimenti normativi CEI EN 61095: Contattori elettromeccanici per usi domestici e similari CEI EN 60947-4-1: Apparecchiature a bassa tensione - Parte 4-1: Contattori e avviatori Contattori e avviatori elettromeccanici Caratteristiche tecniche Versioni 2P e 4P. Tensione nominale contatti 250Vca, 400Vca. Tensione nominale di comando 230Vca, 24Vcc. Possibilità di avere in funzione dei tipi da 1 a 4 contatti NA, NA+NC. Corrente nominale contatti 25A, 40A, 63A. N° moduli DIN 1, 2, 3. Possibilità di essere accessoriati con contatti ausiliari. 4.5.7.6 Temporizzatori Luci Scale La gamma dovrà prevedere, oltre al classico temporizzatore che permette di ottimizzare il ciclo di illuminazione in ambienti di passaggio, anche la versione multifunzione cioè temporizzatore o relè passopasso. Riferimenti normativi CEI EN 60669-2-1: Interruttori elettronici per usi domestici Prescrizioni particolari per apparecchi di comando azionati totalmente dispositivi elettronici. e similari. Parte 2-1: o parzialmente da Caratteristiche tecniche Portata contatti16A, cosφ= 1. Campo di regolazione, da 0,05s a 240h o 10s a 10min. Stati di funzionamento principali: - tipo di contatto NA non libero da potenziale. - potenza max commutabile con lampade fluorescenti rifasate in parallelo da 750W a 1.300W. - potenza max commutabile con lampade ad incandescenza da 2.000W a 2.300W. Tensione nominale 230V. 164 Morsetti di collegamento a gabbia. N° moduli DIN 1. 4.5.7.7 Interruttori Orari Elettromeccanici Consentono l'apertura e la chiusura automatica di circuiti secondo secondo un programma prestabilito. Riferimenti normativi CEI EN 60730-1: Dispositivi elettrici automatici di comando per uso domestico e similare. Parte 1: Norme generali. Caratteristiche generali Versione elettromeccanica. Ciclo giornaliero. Portata contatti, 16A carico resistivo, 4A carico induttivo. Contatti, 1 NA. Tempo di programmazione minima, 15 minuti. Tempo di programmazione massima, 23 ore e 15 minuti. Passi giornalieri, 96 segmenti. Carica di riserva (assenza rete), 100 ore dopo le prime 24 ore di alimentazione. Tensione nominale 230Vca. Morsetti di collegamento a gabbia. N° moduli DIN 1. 4.5.8 Strumenti di Controllo e di Misura Gli strumenti di controllo e di misura permettono un monitoraggio preciso e puntuale delle grandezze elettriche del circuito in cui sono installati. 4.5.8.1 Rele' di Massimo Consumo Trova impiego in tutte le utenze in cui si voglia evitare il problema dell'intervento dell'interruttore dell'ente distributore distributore di energia al superamento del limite contrattuale. Riferimenti normativi CEI EN 62053: Contatori elettrici statici di energia attiva per corrente alternata (Classi 1 e 2) CEI EN 60065: Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari - Requisiti di sicurezza Caratteristiche tecniche Tensione nominale 230Vca. Assorbimento 6VA. Corrente nominale 16A. Segnalazione acustica incorporata. Pressione sonora 45dB a 3 m. Uscita ausiliaria. - carico massimo 100VA. - soglia di intervento da 1 a 4 kW. - ritardo di intervento 5 secondi. - riarmo manuale. Funzioni: - solo come segnalazione acustica al superamento del limite contrattuale. - segnalazione acustica e sgancio / apertura del carico scelto non prioritario. 4.5.8.2 Multimetro Digitale 165 Gli strumenti di misura digitali debbono poter visualizzare i valori della tensione, della corrente e della frequenza e possono essere utilizzati in impianti sia monofase sia trifase. Riferimenti normativi CEI EN 61010-1: Prescrizioni di sicurezza per apparecchi elettrici di misura, controllo e per utilizzo in laboratorio - Parte 1: Prescrizioni generali Caratteristiche tecniche Range tensione da 0V a 500Vca con fattore di cresta pari a 1,43. Range corrente da 0A a 5A tramite inserzione diretta, da 0A a 1999A tramite TA esterno. Range frequenza da 0Hz a 500 Hz. Corrente nominale 16A. Precisione 1% fondo scala, più o meno 1 digit. Consumo 1,5VA. N° moduli DIN 3. 4.6 4.6.1 Ventilazione Elicoidale Espulsione Diretta Per questo tipo di applicazione (espulsione d’aria diretta in piccoli e medi ambienti) è consigliabile l’uso di un aspiratore elicoidale dalle seguenti caratteristiche: Conforme alle norme CEI EN 60335-2-80, B.T. 2006/95/CE, EMC 2004/108/CE Adatto per espulsione diretta anche in presenza di tubazioni di media lunghezza Idoneo all’installazione a parete o soffitto Design innovativo Dimensioni estremamente compatte Profilo aerodinamico evoluto provvisto di deflettori studiati per migliorare il rendimento fluidodinamica del prodotto Completo di serranda di non ritorno robusta con sistema antiribaltamento Griglia frontale facilmente smontabile e lavabile Protetto contro gli spruzzi d’acqua (IPX4) Regolabile tramite variatore di velocità Motore ad induzione ad alta permeabilità magnetica con protezione termica adatto per servizio continuo a basso consumo (7,50W) Cuscinetti Long Life Realizzato in doppio isolamento Pressione Sonora Massima (misurata a 3mt in campo libero) 29,40 dB(A) 4.6.2 Espulsione Canalizzata Insonorizzata Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in più locali) è consigliabile l’impiego di un’unità dotata delle seguenti caratteristiche: 166 Dotato di Marcatura CE Elevata silenziosità e bassissimi livelli sonori Struttura portante in lamiera di acciaio zincata Coibentazione interna con materiale fono-assorbente ad elevato spessore (50 mm) Idoneo all’applicazione su tubazioni circolari con Diametro da 125 a 450 mm Adatto all’aspirazione di aria pulita con temperatura massima di 40°C Ispezionabile tramite apposito sportello apribile Motore Asincrono Monofase 230V / 50Hz dotato di termoprotettore Bilanciatura statica e dinamica secondo norme ISO 1940 4.6.3 Ventilazione Meccanica Residenziale con Recupero di Calore Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in locali residenziali) è consigliabile l’impiego di un’unità centralizzata di estrazione ed immissione aria con recupero di calore ad alta efficienza e sezione filtrante, dalle seguenti caratteristiche: Conforme alle norme CEI EN 60335-2-80, B.T. 2006/95/CE, EMC 2004/108/CE Dotato di Marcatura CE Norma Generale EN 13141-7 (Prova Aeraulica secondo EN 13101-4 (EN ISO 5801) , Misura Efficienza secondo EN 308) Struttura esterna in lamiera di acciaio zincata verniciata con polveri epossidiche Filtri con Classe Filtrante G4, ispezionabili ed estraibili Pannelli interni in Polipropilene (PPE) per un perfetto isolamento termo-acustico e l’eliminazione di ponti termici verso l’esterno Equipaggiato di Termostato che spegne il ventilatore in immissione quando la temperatura esterna è troppo fredda Provvisto di due fori di drenaggio condensa Predisposto per installazione a pavimento con appositi piedini di supporto Dimensioni estremamente Compatte (602 x 385 (P) x 507(H) mm) Installazione Verticale In grado di consentire un notevole vantaggio in termini di risparmio energetico e termico Dotato di Scambiatore di calore ad Alta Efficienza con Recupero di Energia Termica maggiore del 90% Provvisto di motore senza spazzole a commutazione elettronica tipo Brushless, per una combinazione ottimale tra elevate prestazioni, silenziosità e ridotto consumo energetico; potenza Motori Massima 100W 167 4.6.4 Ventilazione Meccanica per Terziario con Recupero di Calore Per questo tipo di applicazione (ricambio dell’aria canalizzata in più locali) è consigliabile l’impiego di un’unità centralizzata di estrazione ed immissione aria con recupero di calore ad alta efficienza e sezione filtrante, dalle seguenti caratteristiche: Dotato di Marcatura CE Struttura Portante realizzata con pannelli in lamiera preverniciata all'esterno a doppio guscio con isolamento termico ed acustico in lana da vetro Filtri Aria del tipo a celle con setto ondulato con media filtrante in fibra sintetica classe G3 (efficienza ponderale 85% - EU3) I Filtri devo essere rigenerabili ed estraibili dal basso anche ad apparecchio installato Sezione ventilante composta da due ventilatori centrifughi pale avanti a doppia aspirazione; i motori sono precablati e collegati al modulo di potenza montato a bordo macchina Motori a più velocità Recuperatore di calore del tipo statico a flussi incrociati ad alto rendimento con piastre in alluminio. I flussi sono mantenuti separati da apposite sigillature Efficienza di recupero calore fino ad oltre il 65% Attacco per tubo di scarico 4.6.5 Espulsione Canalizzata di Grandi Volumi Per questo tipo di applicazione (estrazione di grandi portate d’aria come, ad esempio, in impianti di raffreddamento o di lavaggio dell’aria dagli agenti inquinanti nelle autorimesse interrate) è consigliabile l’impiego di ventilatori assiali intubati per espulsione in condotto, dalle seguenti caratteristiche: Dotato di Marcatura CE Cassa di alloggiamento del ventilatore lunga realizzata in lamiera di acciaio protetta contro gli agenti atmosferici da verniciatura a polveri COLORE GRIGIO RAL 7001 Flange di accoppiamento a Norme UNI ISO 6580-EUROVENT per facilitare l’aggancio alle tubazioni Cassa in costruzione rinforzata per migliorare la robustezza del ventilatore e prevenire i fenomeni vibrazionali Motore Asincrono Trifase o Monofase adatto per servizio continuo, in Classe F/B Motore con grado di protezione minimo IP 55 del tipo a grandezza Standard UNEL-MEC, auto ventilato secondo con cuscinetti a sfera Costruzione in Esecuzione 4: Accoppiamento diretto con girante a sbalzo su motore sostenuto dalla sedia di appoggio in costruzione rinforzata Girante con pale in Tecnopolimero ad Alta resistenza e mozzo in fusione di Alluminio Equilibratura statica e dinamica con grado di correzione minimo G6.3 secondo norme ISO 1940, flusso aria da motore a girante 168 Limiti di Impiego: Aria pulita con temperatura da -10°C a +50°C in servizio continuo 169 (SEZIONE 2°) PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI Art. 1 OGGETTO L’oggetto del presente disciplinare tecnico consiste nella realizzazione degli impianti meccanici per il riscaldamento degli ambienti, la produzione e distribuzione di acqua sanitaria, l’evacuazione delle acque reflue e la prevenzione incendi a servizio del Condominio Via Mazza ubicato in via Mazza a Pesaro (PU). Le caratteristiche degli impianti saranno desumibili oltre che dagli elaborati grafici di progetto anche dalle descrizioni di seguito riportate. Art. 2 LEGGI e NORMATIVE di RIFERIMENTO La Ditta Appaltatrice, nell’esecuzione del presente contratto, è tenuta al rispetto di tutte le norme vigenti relative agli impianti ed in particolare al rispetto di tutte le disposizioni emanate ed eventualmente emanande, durante il corso dei lavori, da parte degli Enti e delle Autorità Locali. La realizzazione di ogni parte dell'impianto dovrà rispondere alle norme di seguito riportate. La Ditta Appaltatrice si dovrà attenere, senza peraltro esimersi dall'osservanza di quanto sopra stabilito; tali norme hanno valore come fossero integralmente riportate. • Il Regolamento e le prescrizioni comunali relative la zona di realizzazione dell'opera; • Tutte le norme relative gli impianti di cui trattasi, emanate da ISPESL, VV.FF., UNI, CTI, CEI, CIG, IMQ, ENPI, ASL, ecc.; • D.Lgs. 9 aprile 2008 n° 81 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”; • D.M. 22 gennaio 2008 n° 37 (ex Legge n° 46/90) " Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici"; • Legge n° 10 del 9 Gennaio 1991 " Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia"; • D.P.R. n° 412 del 26 Agosto 1993 "Regolamento di attuazione della Legge 10/91 in materia di risparmio energetico”; • D.P.R. n° 551 del 21 Dicembre 1999. “Regolamento recante modifiche al D.P.R. 26/08/1993 n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia”; • D.Lgs. n° 192 del 19/08/2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico dell’edilizia”; • D.Lgs. n° 311 del 29/12/2006 “ Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico dell’edilizia”; • D.P.R. 2 aprile 2009, n. 59 “Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettera a) e b) del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.” • Norma UNI 8199 (Ed. Novembre 98) “Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione – Linee guida contrattuali e modalità di misurazione”; • Norme o Leggi applicabili alle opere oggetto dell'appalto; • Tutte le Leggi, Decreti, Circolari, ecc, statali, regionali e comunali, che in qualche modo, direttamente o indirettamente, abbiano attinenza al presente appalto, ivi compresi i regolamenti edilizi, le leggi per la salvaguardia dell’ambiente ed altro. La Ditta Appaltatrice dovrà provvedere, ad ultimazione dei lavori, al rilascio di copia autentica di tutti quei certificati, garanzie e dichiarazioni di conformità necessarie per all’ottenimento del Certificato di agibilità e di Prevenzione Incendi. Art. 3 ESECUZIONE dei LAVORI Tutti i lavori dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, secondo le definizioni del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex Legge 46/90). VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI Durante l'esecuzione dei lavori si dovranno eseguire le verifiche e le prove preliminari qui di seguito elencate: • verifica della qualità dei materiali approvvigionati; 170 • prova preliminare per accertare che le condutture non diano luogo, nelle giunzioni, a perdite (prova idraulica a freddo); tale prova andrà eseguita prima della chiusura delle tracce, dei rivestimenti e pavimentazioni e verrà realizzata ad una pressione di 600 kPa (6 bar) ovvero superiore di 1,5 volte a quella di esercizio; • prova preliminare di tenuta a caldo e di dilatazione; con tale prova verrà accertato che l'acqua calda arrivi regolarmente a tutti i punti di utilizzo mantenendo una variazione di temperatura non superiore a 1°C; • verifica del montaggio degli apparecchi al fine di controllare la perfetta tenuta delle giunzioni e la totale assenza di qualunque tipo di inconveniente relativo la rubinetteria; • verifica finale per accertare il regolare funzionamento degli impianti completati di ogni particolare. Tale prova dovrà essere eseguita dopo che siano completamente ultimati tutti i lavori e le forniture; • prove di pressione della rete idrica ed antincendio e prova del gruppo di pressurizzazione idrico e antincendio. Le prove di cui sopra, eseguite a cura e spese della Ditta Appaltatrice, verranno verificate dalla DD.LL. in contraddittorio con la Ditta stessa, restando quest'ultima, anche nel caso di esito favorevole delle prove indicate, pienamente responsabile dei difetti o delle imperfezioni degli impianti installati fino al termine del periodo di garanzia. Di tali prove verranno redatti appositi verbali. La Ditta Appaltatrice dovrà demolire a proprie spese, quanto eseguito in difformità dalle prescrizioni del presente disciplinare e dal progetto esecutivo e sarà tenuta al risarcimento dei danni provocati. Solo ad insindacabile giudizio della DD.LL. tali opere potranno essere accettate; in tal caso, per la loro valutazione verrà definito un deprezzamento corrispondente al degrado prestazionale rispetto ai requisiti di contratto, restando a cura della Ditta Appaltatrice di eseguire, senza corrispettivo alcuno, gli eventuali lavori accessori complementari che gli fossero richiesti per l’accettazione delle opere suddette. Gli eventuali maggiori costi delle opere eseguite in difformità alle prescrizioni contrattuali, o comunque impartite, non saranno tenuti in considerazione agli effetti della contabilizzazione. Talora la Ditta Appaltatrice, nel proprio interesse o di sua iniziativa, anche senza l’opposizione della DD.LL., impiegasse materiali di lavorazione più accurata, o di maggior pregio rispetto a quanto previsto, e sempre che la DD.LL. accetti le opere così come eseguite, la Ditta non avrà diritto ad aver aumento dei prezzi contrattuali. Art. 4 QUALITA’ e PROVENIENZA dei MATERIALI Tutti i componenti degli impianti, degli apparecchi e i relativi dispositivi di sicurezza, regolazione e controllo che sono oggetto, per quanto riguarda i requisiti essenziali, di direttive europee recepite dallo Stato italiano, devono portare marcatura di conformità CE. In ogni caso dovranno essere realizzati secondo norme di buona tecnica (ovvero norme UNI, CNR, CEI). Resta comunque stabilito che tutti i materiali, componenti e parti di queste opere e manufatti, dovranno risultare rispondenti alle norme emanate dai vari organi, enti ed associazioni che ne abbiano titolo, in vigore al momento dell’aggiudicazione dei lavori o che vengano emanate prima dell’ultimazione dei lavori stessi. Ogni approvazione rilasciata dalla DD.LL. non costituisce implicita autorizzazione in deroga alle specifiche tecniche facenti parte degli elaborati contrattuali, a meno che tale eventualità non venga espressamente citata e motivata. La Ditta inoltre dovrà per tutti i materiali e gli apparecchi per i quali è prevista l’Omologazione, ai sensi degli artt. 7 e 9 della legge 46/90, fornire relativo certificato che sarà consegnato al Committente, prima della consegna dei lavori. La Ditta è tenuta ad impiegare esclusivamente i materiali riferiti alle presenti prescrizioni. Qualora risultassero momentaneamente non reperibili sul mercato uno o più materiali da installare, la Ditta Appaltatrice è tenuta a darne tempestiva comunicazione scritta al Committente, il quale si riserva a suo insindacabile giudizio, di autorizzare l'impiego di materiali alternativi e conseguentemente ad adeguarne i costi esposti nel preventivo. Qualora la DD.LL. rifiutasse dei materiali, ancorché messi in opera, perché a suo motivato giudizio non li ritenesse di qualità, lavorazione e funzionamento, adatti alla perfetta riuscita dell'impianto e quindi li ritenesse non accettabili secondo le indicazioni del presente capitolato, la Ditta Appaltatrice, a sua cura e spese, dovrà sostituirli con altre che soddisfino le condizioni prescritte. Art. 5 INDICAZIONI RELATIVE la RUMOROSITÀ degli IMPIANTI Il livello di rumore dell’impianto tecnico negli ambienti di lavoro, in tutte le fasi di funzionamento, non dovrà superare il valore di 35 dB(A): per la misurazione durante la fase di collaudo, si procederà secondo quanto indicato dalla norma UNI - 8199 edizione novembre 1998 "Misura in opera e valutazione del rumore prodotto negli ambienti dagli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione". Per quanto riguarda tutte le apparecchiature disposte all’esterno, si dovranno porre in opera tutti gli accorgimenti necessari al fine di rispettare i limiti previsti dal D.P.C.M. 01/03/95 relativamente al disturbo prodotto nei confronti degli ambienti circostanti. In particolare si prescrivono: • apparecchiature rotanti a basso numero di giri ed equilibrate staticamente e dinamicamente; • velocità di flusso (di acqua) su bassi valori, con assenza di strozzature e derivazioni brusche sulle linee che possano produrre vortici e rumori; 171 • inserimento di giunti afonici (in tela) e di manicotti in gomma rinforzata per l'isolamento delle reti (tubazioni acqua) e di tutte le apparecchiature principali (pompe, ecc.). Art. 6 GESTIONE e MANUTENZIONE degli IMPIANTI FINO al COLLAUDO FINALE Gli impianti tecnologici o parti di essi, potranno, ove necessario, essere messi in funzione ed utilizzati prima del completamento delle opere. Ciò premesso, resta stabilito ed accettato dal Committente che egli avrà come suoi oneri la gestione, la conduzione, la manutenzione ordinaria e straordinaria di tali impianti, fino ad avvenuto collaudo positivo delle opere. Le suddette azioni dovranno essere espletate con modalità e con personale abilitato ai sensi delle vigenti disposizioni legislative (DPR 412/93, DPR 551/99, D. Lgs. 192/05 e D. Lgs. 311/06). La conduzione degli impianti, dovrà garantire l’assoluta continuità di esercizio degli stessi in relazione alle esigenze del cantiere. Art. 7 ULTIMAZIONE dei LAVORI, CONSEGNA delle OPERE, COLLAUDO VERIFICHE E PROVE FINALI A lavori conclusi verranno eseguite ulteriori prove di funzionamento disposte dalla DD.LL. relative a tutti gli impianti eseguiti. Dopo le prove, che dovranno avere esito favorevole, ogni impianto dovrà essere consegnato perfettamente funzionante. La DD.LL. eseguirà un controllo qualitativo e quantitativo dei materiali installati, oltre al controllo della efficienza degli impianti nella loro globalità, senza con ciò esimere la Ditta da ogni obbligo di garanzia o responsabilità di fornitura. Per eseguire i collaudi, ove previsti, e per accertare la conformità degli impianti alle disposizioni della presente legge e della normativa vigente, i Comuni, le Unità sanitarie locali, i Comandi provinciali dei vigili del fuoco e l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) hanno facoltà di avvalersi della collaborazione dei liberi professionisti, nell’ambito delle rispettive competenze, di cui all’art. 5 del D.M. 22 gennaio n°37 (ex L.46/90). Il certificato di collaudo deve essere rilasciato entro tre mesi dalla presentazione della relativa richiesta. Il collaudo deve verificare la rispondenza dell’impianto realizzato alle norme di legge e al progetto depositato presso il Comune. Art. 8 DICHIARAZIONE di CONFORMITA’ degli IMPIANTI Al termine dei lavori, l’Appaltatore rilascerà al Committente la dichiarazione di conformità da depositare presso il Comune, nel rispetto di quanto all’art. 7 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90). Di tale dichiarazione, sottoscritta dal titolare dell’impresa e recante il numero di partita IVA e il numero di iscrizione all’albo delle imprese artigiane, sono parte integrante: • la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati e il progetto, ove previsto; • gli schemi finali dell’impianto come realizzato (as built); • documentazione fotografica di quanto realizzato in numero minimo di n. 2 per ogni locale interno appartamento e n. 5 per ogni locale tecnico condominiale esaustive delle opere realizzate. In caso di rifacimento parziale o di ampliamento di impianti, la dichiarazione di conformità e il progetto si riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto del rifacimento o dell’ampliamento. Nella dichiarazione di conformità dovrà essere espressamente indicata la compatibilità con gli impianti preesistenti. La dichiarazione di conformità è resa su modelli predisposti con il D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90) Allegato I. Le imprese artigiane sono abilitate all’esercizio delle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e/o di manutenzione degli impianti di cui all’art. 3 del D.M. 22 gennaio n°37 (ex L.46/90), se il tito lare o uno dei soci o il familiare collaboratore è in possesso di uno dei seguenti requisiti: a) diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una università statale o legalmente riconosciuta; b) diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa al settore delle attività di cui all’art. 1 del D.M. 22 gennaio n°37 (ex L.46/90), presso un istituto statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Il periodo di inserimento per le attività di cui all’articolo 1, comma 2, lettera d) è di un anno; c) titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione professionale, previo un periodo di inserimento, di almeno quattro anni consecutivi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Il periodo di inserimento per le attività di cui all’articolo 1, comma 2, lettera d) è di due anni; d) prestazione lavorativa svolta, alle dirette dipendenze di una impresa abilitata nel ramo di attività cui si 172 riferisce la prestazione dell’operaio installatore per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello computato ai fini dell’apprendistato e quello svolto come operaio qualificato, in qualità di operaio installatore con qualifica di specializzato nelle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all’articolo 1 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). I periodi di inserimento di cui alle lettere b) e c) e le prestazioni lavorative di cui alla lettera d) possono svolgersi anche in forma di collaborazione tecnica continuativa nell’ambito dell’impresa da parte del titolare, dei soci e dei collaboratori familiari. Si considerano, altresì, in possesso dei requisiti tecnico-professionali ai sensi dell’art.4 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90) il titolare dell’impresa, i soci ed i collaboratori familiari che hanno svolto attività di collaborazione tecnica continuativa nell’ambito di imprese abilitate del settore per un periodo non inferiore a sei anni. Per le attività di cui alla lettera d) dell’articolo 1, comma 2 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), tale period o non può essere inferiore a quattro anni. Art. 9 MANUTENZIONE degli IMPIANTI Gli impianti termici con potenza nominale superiore o uguale a 35 kW devono essere muniti di un “libretto di centrale” conforme all'allegato F del D.Lgs. 311/06; gli impianti termici con potenza nominale inferiore a 35 kW devono essere muniti di un "libretto di impianto” conforme all'allegato G del D.Lgs. 311/06. I modelli dei libretti di centrale e dei libretti d'impianto possono essere aggiornati dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato con proprio decreto. CONTROLLO e MANUTENZIONE Gli elementi da sottoporre a verifica periodica sono quelli riportati sul "libretto di centrale” o sul "libretto di impianto” di cui agli allegati F e G del D.Lgs. 311/06. Le suddette verifiche vanno effettuate almeno una volta l'anno, normalmente all'inizio del periodo di riscaldamento, per i generatori di calore con potenza oltre 35 kW, ogni due anni per impianti inferiori a 35 kW ma con generatore con anzianità superiore a 8 anni e almeno con periodicità quadriennale per i generatori di calore con potenza nominale inferiore a 35 kW. VERIFICA di RENDIMENTO In occasione delle verifiche di controllo e manutenzione vanno effettuate anche le verifiche di rendimento da riportare sul libretto di impianto come previsto dall’art. 11 comma 9 DPR 412/93. Le suddette verifiche vanno effettuate almeno una volta l’anno per i generatori con potenza uguale o superiore a 35 kW e con periodicità almeno quadriennale per i generatori con potenza inferiore a 35 kW. Per le C.T. alimentate a combustibile solido o liquido ovvero dotate di generatori con Pot. Termica nominale maggiore o uguale a 350 kW è prescritta una seconda determinazione del solo rendimento a metà del periodo di riscaldamento. DPR 412/93 Art 6: Responsabilità inerenti l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici. L'esercizio e la manutenzione degli impianti termici sono affidati al proprietario [...] o per esso ad un terzo [...] che se ne assume la responsabilità. L'eventuale atto di assunzione di responsabilità da parte del terzo (che lo espone alle sanzioni amministrative previste dal comma 5 dell'art. 34 Legge 9 gennaio 1991 n. 10) deve essere redatto in forma scritta e consegnato al proprietario. Il terzo eventualmente incaricato, non può delegare ad altri le responsabilità assunte, e può ricorrere solo occasionalmente al subappalto delle attività di sua competenza, fermo restando il rispetto del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90), per le attivit à di manutenzione straordinaria, e ferma restando la propria diretta responsabilità ai sensi degli art. 1667 e segg. del cod. civile. DPR 412/93 Art 8: Controllo tecnico periodico e manutenzione. Le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione dell'impianto termico devono essere eseguite conformemente alle istruzioni tecniche per la regolazione, l'uso e la manutenzione elaborate dal costruttore dell'impianto. Qualora non siano disponibili le istruzioni del costruttore le operazioni [...] devono essere eseguite conformemente alle istruzioni tecniche elaborate dal fabbricante ai sensi della normativa vigente, mentre le operazioni di controllo e manutenzione delle restanti parti dell'impianto termico e degli apparecchi e dispositivi per i quali non siano disponibili le istruzioni del fabbricante relative allo specifico modello, devono essere eseguite secondo le prescrizioni e con la periodicità prevista dalle vigenti normative UNI e CEI per lo specifico elemento o tipo di apparecchio o dispositivo. In mancanza di tali specifiche indicazioni, i controlli di cui all'allegato H devono essere effettuati almeno una volta l'anno, fermo restando quanto stabilito all’allegato L comma a), b) e c). Al termine delle operazioni di controllo e manutenzione dell'impianto, l'operatore ha l'obbligo di redigere e sottoscrivere un rapporto da rilasciare al responsabile dell'impianto, che deve sottoscriverne copia per ricevuta. L'originale del rapporto sarà da questi conservato ed allegato al libretto. DPR 412/93 Art 9: Comunicazione del terzo responsabile all’ente locale competente. Il terzo eventualmente nominato responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico comunica entro sessanta giorni la propria nomina all'ente locale competente per i controlli previsti al comma 3 dell'art. 31 Legge 9 gennaio 1991 n. 10. Al medesimo ente il terzo responsabile comunica immediatamente eventuali revoche o dimissioni dall'incarico, nonché eventuali variazioni sia di consistenza che di titolarità 173 dell'impianto. DPR 412/93 Art 10: Affidamento delle operazioni di controllo e manutenzione e delega delle responsabilità. Il responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto, ove non possieda i requisiti necessari o non intenda provvedere direttamente, affida le operazioni di cui al comma 4 a soggetti abilitati alla manutenzione straordinaria degli impianti di cui alla lettera c) dell'articolo 1, comma 2, del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Nel caso di impianti termici a gas il soggetto deve essere abilitato anche per gli impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e) del medesimo D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Nel caso di impianti termici unifamiliari con potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, la figura del responsabile dell'esercizio e della manutenzione si identifica con l'occupante che può, con le modalità di cui al comma 1, delegarne i compiti al soggetto cui e' affidata con continuità la manutenzione dell'impianto, che assume pertanto il ruolo di terzo responsabile, fermo restando che l'occupante stesso mantiene in maniera esclusiva le responsabilità di cui al comma 7. Al termine dell'occupazione e' fatto obbligo all'occupante di consegnare al proprietario o al subentrante il "libretto di impianto prescritto al comma 9, debitamente aggiornato, con gli eventuali allegati. DPR 412/93 Art 11: Compilazione dei libretti di centrale e d’impianto. La compilazione iniziale del libretto nel caso di impianti termici di nuova installazione sottoposti a ristrutturazione, e per impianti termici individuali anche in caso di sostituzione dei generatori di calore, deve essere effettuata all'atto della prima messa in servizio, previo rilevamento dei parametri di combustione, dalla ditta installatrice che, avendo completato i lavori di realizzazione dell'impianto termico, e' in grado di verificarne la sicurezza e funzionalità nel suo complesso, ed e' tenuta a rilasciare la dichiarazione di conformità di cui all'art. 7 D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), comprensi va, se del caso, dei riferimenti di cui alla nota 7 del modello di dichiarazione allegato al Decr. M.I.C.A. 20 febbraio 1992 (G.U. n. 49 del 28 febbraio 1992). Copia della scheda identificativa dell'impianto contenuta nel libretto, firmata dal responsabile dell'esercizio e della manutenzione, dovrà essere inviata all'ente competente per i controlli di cui al comma 18. La compilazione iniziale del libretto per impianti esistenti all'atto dell'entrata in vigore del presente regolamento nonché la compilazione per le verifiche periodiche previste dal presente regolamento e' effettuata dal responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico. Il libretto di centrale ed il libretto di impianto devono essere conservati presso l'edificio o l'unita' immobiliare in cui e' collocato l'impianto termico. In caso di nomina del terzo responsabile e successiva rescissione contrattuale, il terzo responsabile e' tenuto a consegnare al proprietario o all'eventuale terzo responsabile subentrante l'originale del libretto, ed eventuali allegati, il tutto debitamente aggiornato. Art. 10 GARANZIA degli IMPIANTI La Ditta Appaltatrice si impegna a garantire il Committente per la durata di due anni dalla data del collaudo, per i vizi e i difetti di qualsiasi grado e natura, che possono diminuire l’uso e l’efficienza dell’opera e che non si siano precedentemente manifestati. Per lo stesso periodo, la Ditta si obbliga a riparare tempestivamente tutti i guasti e le imperfezioni che si manifestino negli impianti e nelle opere per difetto di materiali o per difetto di montaggio, restando a suo carico tutte le spese sostenute per le suddette riparazioni (fornitura dei materiali, installazioni, verifiche, mano d’opera viaggi e trasferte del personale). Per tutti i materiali e le apparecchiature alle quali le case produttrici forniranno garanzie superiori a due anni, queste verranno trasferite al Committente. Art. 11 SANZIONI Le sanzioni amministrative, di cui all’art. 15, comma 1 e comma 2 del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L. 46/90), vengono determinate nella misura variabile tra il minimo e il massimo, con riferimento alla entità e complessità dell’impianto, al grado di pericolosità ed alle altre circostanze obiettive e soggettive della violazione. Le sanzioni amministrative sono aggiornate ogni cinque anni con regolamento del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, sulla base dell’evoluzione tecnologica in materia di prevenzione e sicurezza e della svalutazione monetaria. Le violazioni comunque accertate, anche attraverso verifica, a carico delle imprese installatrici sono comunicate alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, competente per territorio, che provvede all’annotazione nell’albo provinciale delle imprese artigiane o nel registro delle imprese in cui l’impresa inadempiente risulta iscritta, mediante apposito verbale. La violazione reiterata tre volte delle norme relative alla sicurezza degli impianti da parte delle imprese abilitate comporta altresì, in casi di particolare gravità, la sospensione temporanea dell’iscrizione delle medesime imprese dal registro delle imprese o dall’albo provinciale delle imprese artigiane, su proposta dei soggetti accertatori e su giudizio delle commissioni che sovrintendono alla tenuta dei registri e degli albi. 174 (SEZIONE 3°) PRESCRIZIONI GENERALI PER l’INSTALLAZIONE DELL’ IMPIANTO DI RISCALDAMENTO Art. 1 GENERALITA’ IMPIANTO di RISCALDAMENTO L’opera di risanamento conservativo in oggetto prevede l’installazione di n. 2 impianti centralizzati per il riscaldamento che saranno a servizio di altrettanti edifici (denominati Lotto A e Lotto B consistenti rispettivamente di n. 10 e n. 21 alloggi). Nel complesso edilizio è altresì presente un’ulteriore zona (denominata “Vani comuni”) che verrà climatizzata con un altro impianto indipendente dagli altri due. Gli impianti per il riscaldamento del Lotto A e del Lotto B saranno della stessa tipologia. La zona “Vani comuni” verrà invece climatizzata tramite condizionatori a parete funzionanti con sistema a pompa di calore con motocondensante interna agli ambienti climatizzati. L’ impianto di riscaldamento può essere teoricamente suddiviso in generazione del calore e distribuzione del fluido termovettore. Gli impianti per il riscaldamento dei Lotti A e B saranno della stessa tipologia. La generazione del calore, sarà garantita da generatori di calore a condensazione alimentati a metano di rete con modulazione della potenza in funzione della temperatura interna dei locali. La distribuzione del fluido termovettore, che nello specifico sarà acqua a bassa temperatura, sarà garantita da una tubazioni in acciaio e impianti a pannelli radianti con tubi in materiale polimerico affogati nel massetto dei pavimenti. La zona “vani comuni” verrà invece climatizzata tramite condizionatori a parete funzionanti con sistema a pompa di calore con motocondensante installata all’interno degli ambienti climatizzati. ELEMENTI DI PROGETTO Classificazione generale degli edifici per categorie (art. 3 DPR 412/93) E.1 Edifici adibiti residenza con carattere continuativo (Lotto A e Lotto B); E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili (Zona “Vani comuni”) Temperatura interna (art.4 DPR 412/93) La temperatura di progetto dell’aria interna dovrà essere di 20 °C (+2 °C); dovrà essere rispondente a tale valore ed essere uguale in tutti gli ambienti abitati e nei servizi, esclusi i ripostigli. Nelle condizioni di occupazione e di uso degli alloggi, le superfici interne delle parti opache delle pareti non dovranno presentare tracce di condensazione permanente. Temperatura esterna (p.to 2.1.1 UNI 5364/76) La temperatura di progetto dell’aria esterna da adottare per il dimensionamento degli impianti di riscaldamento deve essere quella indicata dal DPR 412/93 qui sotto riportata. Temperatura dell’aria esterna di progetto a Pesaro: -2° C. Fonti rinnovabili di energia (comma 22, articolo 4 del D.P.R. 59/09) Nel caso di edifici pubblici o ad uso pubblico di nuova costruzione ricadenti nelle tipologie elettivamente indicate, per l’applicazione delle fonti rinnovabili ed assimilate, all’allegato D del D.P.R. 412/93, è obbligatoria l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. L’impianto deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del consumo annuo di energia termica richiesta dall’utenza per la produzione di acqua calda sanitaria. Tale limite è ridotto al 20 % qualora l’edificio è ubicato al centro storico. L’eventuale impossibilità tecnica di rispettare la presente disposizione deve essere dettagliatamente motivata nella relazione tecnica di cui al comma 25 dell’articolo 4 del D.P.R. 59/09. Contenimento del consumo di energia (comma 25, art. 4 del D.P.R. 59/09) Il progettista dovrà inserire i calcoli e le verifiche previste dal presente allegato nella relazione attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento di consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici, che, ai sensi dell’art.28 L.10/91 il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le amministrazioni competenti secondo le disposizioni vigenti, in doppia copia, insieme alla denuncia dell’inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli art. 25 e 26 della stessa Legge. Art. 2 GENERATORE di CALORE Lotto A: Generatore termico per installazioni sia in luoghi interni che esterni parzialmente protetti (fino a -5°C) per solo riscaldamento da centrale termica, premiscelato a condensazione ad altissimo rendimento e bassissime emissioni inquinanti, funzionante a combustibile gassoso con potenza utile (P.C.I) pari a 73,5 kW (a dT 80°C- 60°C). Apparecchio premiscelato a condensazione a camera stagna a tiraggio forzato con struttura di tipo pensile costituito da un singolo focolare con portata termica di 75 kW. Modulazione continua della 175 potenza da 16,7 a 73,5 kW. Scambiatore in lega di alluminio a spirale a serpentino corrugato a basse perdite idrauliche ad elevata superficie di scambio in grado di lavorare con ad elevati dT (max 40°C). Gruppo di combustione a premiscelazione totale aria-gas con ventilatore a giri variabili, valvola gas pneumatica e bruciatore cilindrico in fibra metallica. Rendimento termico utile al massimo e minimo carico conforme ai requisiti di legge. Accensione elettronica con controllo di fiamma a ionizzazione. Circolatore per il riscaldamento a 3 velocità selezionabili con funzione di antibloccaggio. Sistema di controllo e regolazione generatore di tipo digitale a microprocessore con interfaccia utente a tastiera e display digitale. Funzionamento in regolazione climatica a temperatura scorrevole tramite collegamento di una sonda esterna. Dotato di segnale di comando in input tipo 0÷10V per il controllo della temperatura di mandata o della potenza di funzionamento sia per il singolo generatore che come generatore equivalente in batteria. Elettronica di caldaia in grado di gestire autonomamente fino a due circuiti di riscaldamento diretti. Controllo della temperatura di mandata a valle dell’eventuale separatore idraulico tramite sensore di mandata dedicato. Pressioni di esercizio in riscaldamento 6 bar (max) - 0,8 bar (min). Sul focolare sono presenti: termostato di sicurezza tarato a 100°C, sensori di temperatura di mandata e ritorno riscaldamento. Pressostato acqua tarato a 0,8 bar. Protezione elettronica antigelo riscaldamento tarata a 6°C. Protezione antibloccaggio pompa riscaldamento. Grado di protezione elettrica IPX5D. Classe di NOx (EN 297/A5): 5 La caldaia dovrà essere conforme a: • Direttiva Apparecchi a Gas 90/396/CEE • Direttiva Rendimenti 92/42/CEE • Direttiva Bassa Tensione 73/23/CEE-2006/95/CE • Direttiva Compatibilità Elettromagnetica 89/336/CEE-2004/108/CE Installazione su giunti base antivibranti. Si consiglia l’installazione di un modulo termico tipo “Lamborghini Futuria N 80” (o similare) Lotto B: Generatore termico per installazioni sia in luoghi interni che esterni parzialmente protetti (fino a -5°C) per solo riscaldamento da centrale termica, premiscelato a condensazione ad altissimo rendimento e bassissime emissioni inquinanti, funzionante a combustibile gassoso con potenza utile (P.C.I) pari a 113,7 kW (a dT 80°C- 60°C). Apparecchio premiscelato a condensazione a camera stagna a tiraggio forzato con struttura di tipo pensile costituito da un singolo focolare con portata termica di 116 kW. Modulazione continua della potenza da 24,7 a 113,7 kW. Scambiatore in lega di alluminio a spirale a serpentino corrugato a basse perdite idrauliche ad elevata superficie di scambio in grado di lavorare con ad elevati dT (max 40°C). Gruppo di combustione a premiscelazione totale aria-gas con ventilatore a giri variabili, valvola gas pneumatica e bruciatore cilindrico in fibra metallica. Rendimento termico utile conforme ai requisiti di Legge. Accensione elettronica con controllo di fiamma a ionizzazione. Circolatore per il riscaldamento a 3 velocità selezionabili con funzione di antibloccaggio. Sistema di controllo e regolazione generatore di tipo digitale a microprocessore con interfaccia utente a tastiera e display digitale. Funzionamento in regolazione climatica a temperatura scorrevole tramite collegamento di una sonda esterna. Dotato di segnale di comando in input tipo 0÷10V per il controllo della temperatura di mandata o della potenza di funzionamento sia per il singolo generatore che come generatore equivalente in batteria. Elettronica di caldaia in grado di gestire autonomamente fino a due circuiti di riscaldamento diretti. Controllo della temperatura di mandata a valle dell’eventuale separatore idraulico tramite sensore di mandata dedicato. Pressioni di esercizio in riscaldamento 6 bar (max) - 0,8 bar (min). Sul focolare sono presenti: termostato di sicurezza tarato a 100°C, sensori di temperatura di mandata e ritorno riscaldamento. Pressostato acqua tarato a 0,8 bar. Protezione elettronica antigelo riscaldamento tarata a 6°C. Protezione antibloccaggio pompa riscaldamento. Grado di protezione elettrica IPX5D. Classe di NOx (EN 297/A5): 5 La caldaia dovrà essere confome a: • Direttiva Apparecchi a Gas 90/396/CEE • Direttiva Rendimenti 92/42/CEE • Direttiva Bassa Tensione 73/23/CEE-2006/95/CE • Direttiva Compatibilità Elettromagnetica 89/336/CEE-2004/108/CE Installazione su giunti base antivibranti. Si consiglia l’installazione di un modulo termico tipo “Lamborghini Futuria N125. Locale “Vano comune”: Condizionatore autonomo a parete con sistema a pompa di calore e motocondensante installata all’interno dei locali riscaldati. Avente potenza in riscaldamento pari a 2,1 kW. Si consiglia l’installazione di condizionatore “Olimpia Splendid Unico 8.5 HP” (o similare). Art. 3 IMPIANTO A PAVIMENTO 176 Negli impianti di riscaldamento a pannelli radianti, il calore prodotto viene assorbito dal pavimento e poi ceduto in modo graduale ed uniforme all’ambiente. Il calore, in questo modo viene ceduto per irraggiamento, ovvero, trasmesso da una zona a temperatura più elevata (il pavimento caldo) verso una zona a temperatura inferiore (la stanza fredda), a differenza degli impianti a radiatori e a ventilconvettori, dove il calore viene ceduto fondamentalmente per convezione, creando correnti e moti convettivi. Il calore irradiato rende più veloce la termoregolazione del corpo umano ampliando la percezione di maggiore comfort termico. Inoltre, queste tipologie impiantistiche sono particolarmente indicate nei luoghi in cui vi sia presenza di persone allergiche alle polveri; infatti grazie alle basse temperature di esercizio non si viene a creare la microcombustione del pulviscolo presente nell’aria. Il sistema a pavimento consiste in specifici circuiti eseguiti con tubazione posata a serpentina sotto pavimento, con differenti interassi in funzione del fabbisogno termico del locale. L’impianto funzionerà con acqua a bassa temperatura e con una pressione max di esercizio di 3 bar. Sarà realizzato, progettato e collaudato secondo la normativa UNI EN 1264. La temperatura superficiale del pavimento dovrà essere adatta al benessere fisiologico delle persone e comunque non superiore a 29°C, ovvero ad una resa d ei pannelli pari ad un massimo di 100 W/mq. Per una corretta realizzazione dell’impianto, prima della posa dei pannelli sarà necessario verificare: • che sia completato l’intonaco interno e che siano chiuse tutte le aperture dell’edificio (come porte e finestre esterne), come da UNI EN 1264-4; • che gli spessori di progetto siano stati rispettati (la griglia metrica dovrà essere tracciata in tutti i locali); • che siano stati eseguiti gli allacciamenti idrici ed elettrici, le cui tubazioni dovranno essere ricoperte con un sottofondo di compensazione (in cemento alleggerito), per poter ottenere una superficie il più possibile planare per la posa del pannello isolante, come da UNI EN 1264-4; • che le tracce per le dorsali dell’impianto di riscaldamento e per l’alloggiamento dei collettori siano state eseguite; • che i passaggi indicati sui grafici di progetto siano praticabili e che non abbiano intralci o altri impedimenti. Il sistema dovrà essere costituito essenzialmente dai seguenti componenti: Striscia perimetrale in schiuma di polietilene a cellule chiuse, con banda in nylon trasparente termosaldata a metà altezza: permette di assorbire le dilatazioni termiche del massetto e di abbattere i ponti termici presenti nell’angolo fra la parete ed il muro. Posa in opera: dovrà essere posata con continuità lungo tutto il perimetro delle pareti e degli elementi costruttivi che delimitano il massetto. La striscia perimetrale parte dal solaio grezzo e prosegue fino oltre il pavimento, mentre la parte superiore dovrà essere rifilata solo dopo aver ultimato il pavimento. Pannello isolante in polistirene espanso ad alta densità, posato fra la soletta ed il massetto di sottofondo: limita il flusso di calore disperso verso il terreno e riduce l’inerzia termica dell’impianto. Posa in opera: dovrà essere posato a ridosso della striscia perimetrale sovrapponendogli la banda in nylon senza che si creino sacche d’aria. La superficie isolata non dovrà presentare né interruzioni né cavità; eventuali zone scoperte dovranno essere accuratamente sigillate con fogli di polietilene. La tubazione rappresenta l’elemento più importante di tutto l’impianto a pavimento perché essendo integrato nella struttura dovrà avere la capacità di resistere alle sollecitazioni termiche ed alla pressione oltre che agli agenti chimici per garantire una durata di almeno 50 anni. Le tubazioni in materiale plastico sono da preferirsi a quelle in metallo perché sono esenti dal rischio della corrosione e non consentono il formarsi delle incrostazioni. Le tubazioni in materiale plastico sono, per la loro struttura molecolare, permeabili ai gas, quindi anche all’aria. La norma UNI EN 1264-4 richiede che le tubazioni in materiale plastico per il riscaldamento a pannelli radianti 3 siano dotate di uno strato/barriera all’ossigeno che garantisca un grado di permeazione inferiore a 0.1 g/m d. Le tubazioni saranno quindi in polietilene reticolato ad alta densità del tipo PE-Xc, ovvero reticolate elettronicamente, dalle seguenti principali caratteristiche: • condizioni massime di esercizio: 95°C con 6 bar con punte fino a 110°C per brevi periodi; • elevata resistenza alle incrinature da tensioni interne; • buona resistenza alle aggressioni da additivi ed inibitori; • posa a freddo: • posa con raggi di curvatura stretti (raggio di curvatura minimo pari a 5 volte il diametro esterno); • elevata resistenza alla corrosione; • perite di carico minime e assenza di incrostazioni grazie alle superfici interne molto liscie; • buona resistenza all’abrasione; • resiliente anche alle basse temperature; • barriera antiossigeno in EVOH (alcool etilvinilico) arricchito con polvere di alluminio. Collettori in acciaio inox AISI 304 completi di: • valvole di intercettazione manuale 3/4’’ a sfera; 177 • rubinetti di carico e scarico; • valvole di sfiato aria; • detentori per la regolazione della portata di ogni circuito di mandata. Posa in opera: particolare cura dovrà essere posta alle tubazioni in uscita dal collettore dove, per una lunghezza di circa un metro, le tubazioni dovranno essere coibentate al fine di ridurre un sovrariscaldamento del pavimento in quella zona. E’ buona regola riportare su ogni derivazione di circuito una apposita targhetta con l’individuazione dei locali serviti. Art. 4 IMPIANTO a PANNELLI SOLARI Collettore Il collettore solare, salvo diverse prescrizioni, sarà costituito da una serie di tubi in vetro borosilicato a doppia intercapedine, saldati all’estremità, al cui interno è provocato il vuoto. L'intercapedine interna è resa selettiva per l’assorbimento della radiazione elettromagnetica solare per mezzo di una verniciatura metallica speciale multistrato, creata utilizzando prodotti completamente riciclabili. L’unità di assorbimento è formata da un circuito in rame curvato a forma di "U", posizionato a contatto con appositi assorbitori di calore in alluminio, che ne aumentano la superficie di scambio di calore. Tutta la lunghezza di ogni unità è racchiusa in un singolo tubo di vetro, ed ogni unità viene poi connessa in parallelo ad un collettore situato sulla testata del pannello, che raccoglie il fluido vettore che scorre in ogni circuito. Telaio metallico in profilato di adeguato spessore in alluminio elettrocolorato, come previsto dalle normative per una resistenza alla corrosione in nebbia salina; montaggio dei singoli elementi costituenti la struttura mediante speciali squadrette per un semplificato montaggio ad incastro. Struttura di protezione del collettore di distribuzione in rame realizzata in alluminio, avente le medesime caratteristiche del telaio, completamente isolato con particolare isolante incombustibile classe 0, idrorepellente e a bassa biopersistenza. Laminato riflettente a bassa iridescenza appositamente realizzato per riflettere con percentuale superiori al 90% della luce totale, sfruttando il sistema CPC (Compound Parabolic Concentrator). Ciascun pannello solare dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche: - numero tubi 21; - superficie totale: 3,75 mq. Tubazioni Le tubazioni di collegamento dovranno soddisfare le seguenti esigenze: • stabilità nel tempo della temperatura da -20 °C (periodo invernale) a +180 °C (periodo di stagnazione estiva); • resistenza costante alla pressione sino a 6 bar (pressione massima di esercizio); • inerzia chimica al contatto con glicole propilenico (fluido antigelo). Le tubazioni potranno essere in rame, acciaio, acciaio inox e tubi flessibili in acciaio inox. Non sono invece idonee tubazioni in materiale plastico a causa della insufficiente resistenza termica. Gli impianti solari devono essere protetti con adeguato antigelo. Il rapporto di miscela non dovrà mai essere inferiore al 30% di antigelo (per percentuali inferiori si annulla l’efficacia biocida ed anticorrosiva) e mai superiore al 55% di antigelo (aumenterebbero notevolmente le perdite di carico nel circuito con conseguente sovradimensionamento della pompa). I fluidi termovettori con antigelo devono essere periodicamente sottoposti a controllo di qualità, circa ogni 3 anni occorre fare il controllo del pH e percentuale di antigelo. Art. 5 IMPIANTO per la PRODUZIONE di ACQUA CALDA SANITARIA Sia per il Lotto A che per il Lotto B la produzione di acqua calda sanitaria sarà garantita da bollitore verticale del tipo con triplo scambiatore estraibile, per la produzione di acqua calda sanitaria per uso civile ed industriale, realizzato in acciaio smaltato. Gli scambiatori saranno in rame, di tipo estraibile fissati al bollitore tramite attacco flangiato, guarnizioni e bulloni. Il boiler dovrà essere completo di anodo di magnesio a protezione contro le corrosioni elettrochimiche, flangia di ispezione e pulizia, coibentazione in poliuretano espanso senza CFC e rivestimento esterno. II prelievo di acqua calda per le utenze sarà fatto nella parte alta del bollitore per poter sfruttare al massimo il beneficio dovuto alla stratificazione. La zona superiore deve, inoltre, servire allo scambio di calore dell’impianto di riscaldamento, mentre la parte inferiore sarà riservata al sistema solare. Il bollitore dovrà avere le seguenti principali caratteristiche: • • • • • • capacità bollitore 1500 lt; pressione massima di esercizio acqua 8 bar; pressione massima di esercizio riscaldamento 12 bar; pressione massima di esercizio solare 12 bar; superficie dello scambiatore lato solare (inferiore) 3 mq; superficie dello scambiatore lato riscaldamento (medio) 3 mq; 178 • superficie dello scambiatore lato riscaldamento (superiore) 2 mq. Sono previsti n. 1 boiler per l’impianto del Lotto A e n. 2 boiler per l’impianto del Lotto B. Art. 6 ELETTROPOMPE Elettropompe del tipo singolo o gemellare per acqua calda e refrigerata, esecuzione monoblocco in linea con rotore immerso, caratteristica variabile, temperatura d’impiego da -10/+130 °C, PN 6/10, completa di raccordi a tre pezzi oppure controflange con guarnizioni e bulloni, compresi i collegamenti idrici ed elettrici. Sono previste elettropompe gemellari per i circuiti secondari degli impianti di riscaldamento ed elettropompe singole per tutti gli altri circuiti (solare, ricircolo e circuito primario riscaldamento/a.c.s.). Art. 7 TUBAZIONI per DORSALI IMPIANTO di RISCALDAMENTO Tubazioni in acciaio nero Le tubazioni per la distribuzione di acqua calda e acqua refrigerata impiegati negli impianti potranno essere dei seguenti tipi: • tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo gas serie media, UNI 8863 fino al DN 40; • tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo liscio commerciale, UNI 7287/74, a partire dal DN 50; • curve stampate e raccordi speciali con le stesse caratteristiche delle tubazioni e dimensionate secondo le norme ISO. Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al cantiere in ottimo stato di conservazione. E' accettabile la presenza di una leggera patina di ossidazione molto superficiale. Prescrizioni per il montaggio Le giunzioni per le tubazioni di acciaio, dovranno essere eseguite con saldatura elettrica od ossioacetilenica, previa adeguata preparazione delle testate da saldare. Per quanto riguarda le curve, dovranno essere usate esclusivamente curve in acciaio stampato. Saranno ammesse curvature a freddo con macchina curvatubi per i diametri 1/2" e 3/4", solo per tubazioni incassate. Non saranno ammesse curvature eseguite a caldo. Le giunzioni fra tubi di differente diametro, dovranno essere effettuate mediante idonei raccordi conici e mai mediante innesto diretto di un tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore. I cambiamenti di sezione potranno avere raccordi assiali solo nel caso di colonne verticali, mentre fra le tubazioni orizzontali il raccordo tra due differenti diametri dovrà essere di tipo eccentrico con allineamento sulla generatrice superiore, per evitare formazione di sacche d'aria. Le derivazioni verranno eseguite utilizzando raccordi filettati oppure curve a saldare tagliate a scarpa. Le curve saranno posizionate in maniera che il loro verso sia concordante con la direzione di convogliamento dei fluidi. Nelle derivazioni nelle quali i tubi vengono giuntati mediante saldatura, non sarà comunque ammesso per nessuna ragione l'innesto del tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore. Nei collettori di distribuzione, i tronchetti di raccordo alle tubazioni potranno essere giuntati o con l'impiego di curve tagliate a scarpa o con innesti diritti. In tal caso tuttavia, i fori sul collettore dovranno essere svasati ad imbuto esternamente ed i tronchetti andranno saldati di testa sull'imbuto di raccordo. I tronchetti di diametro nominale inferiore ad 1", potranno essere giuntati con innesti diritti senza svasatura, ma curando ovviamente che il tubo di raccordo non penetri entro il tubo del collettore. Le tubazioni che debbono essere collegate ad apparecchiature che possono trasmettere vibrazioni all'impianto, dovranno essere montate con l'interposizione di idonei giunti elastici antivibranti. Per le tubazioni che convogliano acqua, i giunti saranno del tipo sferico in gomma naturale o sintetica, adatta per resistere alla massima temperatura di funzionamento dell'impianto e muniti di attacchi a flangia. Nei casi in cui le tubazioni siano da posarsi incassate nelle strutture, in prossimità dei rubinetti e dei collettori di raccolta, sarà installata una cassetta di contenimento dotata di pannello asportabile per l'ispezione. Tutte le colonne verticali dovranno essere fissate in modo da evitare carichi di punta o torsioni. Le tubazioni collegate a tutte le apparecchiature, dovranno essere supportate in modo da evitare sforzi eccessivi, deformazioni nel collegamento e consentire la rimozione delle apparecchiature in modo agevole, senza richiedere supporti provvisori ad avvenuto smontaggio. Ove necessario, saranno (anche se non indicati sui disegni di progetto), installati giunti elastici per evitare la trasmissione delle vibrazioni dalle macchine alle tubazioni. Negli attraversamenti di strutture, per diametri superiori a 2", le tubazioni dovranno essere intubate all'interno 179 di spezzoni di tubo in materiale plastico, atti a consentire all'interno di essi, il libero passaggio delle tubazioni e del relativo rivestimento isolante previsto. Sotto ogni valvola od accessorio che nell'usuale funzionamento dia origine a gocciolamenti (comunque dannosi alle strutture sottostanti) sarà installata una bacinella di protezione con scarico. Negli eventuali collegamenti tra tubazioni metalliche di materiale diverso, dovranno essere impiegati dei giunti dielettrici per prevenire la corrosione galvanica. Dove necessario, dovranno essere previsti giunti di dilatazione e punti fissi, in relazione al percorso (eventuali autocompensi), alla lunghezza del tratto rettilineo e alla escursione di temperatura. I compensatori di dilatazione per i tubi di ferro fino al diametro nominale di 1½", e per i tubi di rame fino al diametro esterno di 20 mm, potranno essere del tipo a U. Oltre tali diametri, i compensatori di dilatazione dovranno essere del tipo assiale, con soffietto metallico in acciaio inox e con le estremità dei raccordi del tipo a manicotto a saldare. Ogni compensatore dovrà essere compreso fra due punti fissi di ancoraggio della tubazione. La spinta agente sui punti fissi dovrà essere preventivamente calcolata e comunicata alla DD.LL. o al responsabile delle opere edili, che controlleranno se il valore indicato é compatibile con la resistenza delle strutture di supporto: in caso contrario dovranno essere impiegati giunti del tipo compensato. I punti di sostegno intermedi fra i punti fissi, dovranno permettere il libero scorrimento del tubo e, nel caso di giunti assiali, le guide non dovranno permettere alla tubazione degli spostamenti disassati che potrebbero danneggiare i giunti stessi. Tutti i punti alti delle reti di distribuzione dovranno (anche se non indicati sui disegni di progetto) essere dotati di barilotti di sfiato aria realizzati con tubi di acciaio con fondi bombati, e dotati alla sommità di valvole automatiche di sfiato aria, complete di rubinetto a sfera di intercettazione con volantino a galletto. Tutti i punti bassi dovranno essere dotati di dispositivi di scarico e spurgo, costituiti da rubinetti a sfera con attacco portagomma. Staffaggi e supporti Gli staffaggi (dove necessario) dovranno essere realizzati in modo da garantire la continuità della coibentazione, per evitare il realizzarsi di ponti termici e relative condensazioni per le tubazioni di acqua refrigerata. I modi di fissaggio degli staffaggi alle strutture, dovranno essere adeguati al carico ed in special modo alla tipologia di struttura su cui vengono applicati. Fermo restando tutte le prerogative di affidabilità, sono da preferirsi i sistemi ad espansione. Per i casi che si riterranno più delicati, il sistema dovrà essere scelto in accordo con la DD.LL. e sottoposto a campionatura per approvazione. Gli staffaggi di tubazioni a vista dovranno essere curati anche sotto il profilo estetico e di robustezza sempre proporzionale al carico da sopportare. Dovranno essere eseguiti in profilati d'acciaio e dotati di selle di guida per l'alloggiamento stabile del tubo, oppure potranno essere di tipo prefabbricato di serie a collare pensile regolabile. Per gli staffaggi costruiti in carpenteria, le tubazioni dovranno essere dotate di distanziatore saldato sulla tubazione per consentire la continuità dell'isolamento termico. Per brevi diramazioni, piccole colonne montanti, attacchi ad apparecchi terminali, saranno ammessi ancoraggi alle murature o alle strutture tramite collari in acciaio apribili e fissati con sistema ad espansione. Per le linee di tubazioni acqua calda fino al diametro di 1½", dovranno essere previste slitte di scorrimento fissate al tubo e libere di muoversi longitudinalmente sugli staffaggi. Per i diametri maggiori di 2", i supporti scorrevoli saranno del tipo a rullino, preferibilmente del tipo prefabbricato in serie. In caso di costruzione artigianale, la campionatura dovrà essere sottoposta alla DD.LL. I supporti e gli ancoraggi dovranno essere disposti ad un interasse non superiore ai seguenti: • 2,5 m per tubazioni da DN 15 a DN 32; • 3,5 m per tubazioni da DN 40 a DN 80; • 4,0 m per tubazioni DN 100 e oltre. I supporti dovranno comunque essere previsti in prossimità di valvole, cambiamenti di direzione od altri apparecchi che diano luogo a flessioni. Nell'installazione di compensatori di dilatazione, i supporti saranno realizzati secondo le raccomandazioni del costruttore. Verniciatura Tutte le tubazioni in acciaio, le carpenterie e gli staffaggi in materiale metallico non zincato, dovranno essere verniciati con due mani di antiruggine, di cui la prima di colore rosso, la seconda di colore grigio. Gli staffaggi 180 e le tubazioni non coibentate saranno verniciate con due mani di vernice di finitura. Le tubazioni avranno i colori previsti dalla DD.LL. per la identificazione dei fluidi convogliati. La verniciatura antiruggine delle tubazioni dovrà essere eseguita secondo le seguenti modalità: Preparazione a pié d'opera: • spazzolatura per asportazione delle tracce di ossidazione formatesi durante la permanenza più o meno lunga in cantiere, premettendo che all'arrivo in loco i tubi si dovranno presentare in ottimo stato; • esecuzione della prima mano di antiruggine rossa accuratamente stesa su tutta la superficie del tubo; • asportazione della vernice con energica spazzolatura nei punti di giunzione da saldare. Dopo la posa in opera delle tubazioni: • ripristino della prima mano di vernice sui tratti interessati dalle saldature; • esecuzione della seconda mano di antiruggine grigia. Targhette indicatrici e colorazioni distintive per le tubazioni In tutti i locali tecnici nei quali sono installate apparecchiature, dovrà essere prevista l'installazione di targhette indicatrici che consentano la corretta individuazione dei circuiti e dei componenti. Inoltre, dovranno essere accuratamente indicate le posizioni che dovranno assumere le valvole, gli interruttori, i selettori, ecc., nella stagione estiva ed in quella invernale. Tali targhette dovranno consentire una chiara interpretazione del funzionamento e guidare le manovre di gestione, anche da parte di personale non esperto. Le varie indicazioni dovranno essere concordate con la DD.LL. Tubazioni in rame Per la distribuzione di acqua calda o refrigerata, limitatamente a quanto riguarda gli allacciamenti ai corpi scaldanti(scaldasalviette), potranno essere usate tubazioni in rame ricotto in rotoli, di pezzatura e diametri commerciali. Per eventuali tratti in vista dovranno essere usate canne diritte in rame crudo. Le tubazioni in rame, dovranno rispondere ai requisiti delle norme relative la serie pesante, con spessore 1 mm per diametri esterni fino a 24 mm e spessore 1,5 mm per diametri superiori. Le giunzioni dovranno essere effettuate medianti raccordi a tenuta meccanica del tipo ad anello tagliente e "O-ring" a compressione per le tubazioni in rame flessibile in rotoli. Per le tubazioni rigide di rame crudo, le giunzioni saranno effettuate con raccordi a brasare, salvo nei punti di unione ai corpi scaldanti che, per garantirne la smontabilità, dovranno essere dotati di raccordi a tenuta meccanica o giunti a 3 pezzi. Non saranno accettate né saldature né raccordi nei tratti incassati a pavimento o nelle murature. Art. 8 ISOLAMENTI TERMICI PER TUBAZIONI IMPIANTO DI RISCALDAMENTO Prescrizioni generali di posa Tipologia: I materiali isolanti, dovranno avere gli spessori e le caratteristiche minime coma da tabella 1, allegato B del DPR 412/93. Tali materiali dovranno essere corredati di certificato di reazione al fuoco in classe 1 ed omologazione del Ministero degli interni. La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come ruggine, scorie o sporco saranno stati rimossi e le superfici saranno verniciate, pulite ed asciugate. In corrispondenza degli staffaggi, l'isolamento dovrà essere continuo: non saranno ammesse discontinuità di alcun genere. Modalità di posa I materiali isolanti dovranno essere posti a regola d'arte e nelle parti in cui sono presenti giunzioni e saldature, potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove di tenuta dei circuiti. Il suddetto isolante tubolare, dovrà essere posto in opera, ove é possibile, infilandolo sulla tubazione dall'estremità libera e facendolo quindi scorrere sul tubo stesso. La giunzione tra i vari tubolari é effettuata con l'uso di apposito adesivo. Nei casi in cui la posa in opera sopra descritta non sia possibile, si dovranno tagliare i tratti tubolari di isolante longitudinalmente, applicarli sulle tubazioni e saldare i due bordi con l'adesivo. Solo in casi di sagomature particolari, sarà accettato il rinforzo dell'incollaggio con appositi nastri adesivi. Art. 9 VALVOLAME per IMPIANTO di RISCALDAMENTO Generalità Tutte le valvole installate sulle tubazioni, dovranno essere idonee ad una pressione di esercizio non inferiore ad 1 volta la pressione di esercizio dell'impianto, e comunque non é ammesso l'impiego di valvole con pressione di esercizio inferiore alla pressione nominale di 5 bar. Le valvole di intercettazione saranno dei seguenti tipi: • fino a DN 40: a sfera a passaggio totale, filettate; • da DN 50 fino a DN 100: a sfera a passaggio totale, flangiate; 181 • oltre DN 100: a saracinesca in ghisa, flangiate. Le valvole di ritegno dovranno essere del tipo ad otturatore conico, a profilo idrodinamico e con chiusura a molla. Valvole a sfera • Corpo in bronzo e ghisa; • Sfera in ottone cromato o acciaio inox; • Guarnizioni delle sedi e guarnizioni di tenuta dello stelo in teflon; • Pressione di esercizio = 10 bar; • Temperatura di esercizio = 100 °C; • Giunzioni filettate o flangiate. Valvole a sfera a tre vie motorizzate Corpo valvola di caratteristiche analoghe alle corrispondenti valvole a sfera, dotate di servocomando a motoriduttore elettrico, avente le seguenti caratteristiche: • Tensione di alimentazione: 220 V o 24 V; • Assorbimento elettrico: 3.5 VA; • Grado di protezione: IP 55; • Collegamento elettrico di comando a 3 punti; • Microinterruttore ausiliario libero con contatto chiuso a valvola aperta. Valvole di sfiato aria Le valvole di sfiato aria automatiche, previste ovunque necessario nell'impianto di riscaldamento, sono del tipo a galleggiante con corpo in acciaio e galleggianti di materiale plastico, guarnizioni di gomma, seggio ed otturatore di ottone. Art. 10 APPARECCHIATURE ISPESL Organi di misura e/o controllo. Si dovranno prevedere strumenti di misura e controllo, aventi le caratteristiche sotto riportate, in ogni punto dei vari circuiti (composti sia da tubazioni che da condotte dell'aria) ove se ne ravvisi la necessità funzionale di controllo, e comunque nei punti ove sono indicati in progetto. Eventuali strumenti installati all’esterno saranno a tenuta stagna. Tutti gli strumenti dovranno avere una precisione, rispetto al fondo scala, non superiore al 5%. Termometri per tubazioni. Sono previsti del tipo a quadrante, con carica di mercurio e gambo sensibile in guaina immerso in pozzetto. La guaina, rigida in ottone, dovrà raggiungere il centro della tubazione e dovrà sporgere dall'isolamento termico. I termometri dovranno essere facilmente smontabili e la guaina dovrà essere tale da potervi inserire un termometro di controllo. I termometri dovranno presentare le seguenti scale: • tubazioni acqua calda e acqua calda sanitaria: 0° + 120°C; • tubazioni acqua refrigerata, acqua potabile fredda, acqua di pozzo: -20° + +50°C. Ove le normative vigenti lo prescrivano e ove indicato sui disegni di progetto, a fianco di ogni termometro dovrà essere installato un pozzetto termometrico per il controllo con il termometro campione. Non saranno ammessi termometri a contatto. Manometri ed Idrometri. Gli apparecchi dovranno essere a quadrante del diametro minimo di 80 mm, sistema "Bourdon", cassa in ottone cromato, attacchi filettati diametro 1/2" e lancetta di massima. Saranno completi di rubinetto di intercettazione con flangetta di attacco per manometro campione, a norme ISPESL. A monte e a valle delle pompe, dovranno essere previste due prese di pressione, ciascuna con intercettazione, ed un solo idrometro. II fondo scala sarà adatto alle pressioni del circuito secondo le indicazioni di progetto. In mancanza di specifiche indicazioni, si utilizzeranno apparecchi con fondo scala compreso tra 1,25 e 2 volte la massima pressione riscontrabile nel circuito. Vaso di espansione Saranno di tipo chiuso, autopressurizzato, serie cilindrica, a membrana di gomma con precarica di azoto, ed avente le caratteristiche tecniche specificate dalla DD.LL. Per i vasi di espansione aventi volume superiore a 24 lt, la Ditta Appaltatrice dovrà fornire, al termine dei lavori, il certificato di omologazione ISPESL. I vasi aventi capacità singola non superiore a 24 lt, anche se montati in batteria, dovranno essere sottoposti, a costruzione ultimata ed a cura del Costruttore, ad una prova idraulica non inferiore ad 1 volta la pressione di progetto. Art. 11 ALLACCIAMENTO ELETTRICO 182 Si dovrà prevedere un quadro elettrico per il comando e la protezione di ogni singolo motore da corto circuiti, abbassamenti di tensione, mancanza di fase e sovraccarichi prolungati. II quadro e gli impianti elettrici, nonché la messa a terra di tutte le parti metalliche, dovranno essere realizzati a regola d'arte, in rispondenza alle Leggi 1° marzo 1 968 n. 186 e D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Si considerano a regola d'arte gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI applicabili ed in particolare alla 64/2 inerente le centrali termiche in relazione alla tipologia di edificio, di locale o di impianto specifico oggetto del presente Capitolato. Art. 12 CONTABILIZZAZIONE E’ previsto il servizio di contabilizzazione del calore. Dovranno essere installati n. 3 contatori di calore in centrale termica e in sottocentrale termica. Un contatore di calore dovrà essere installato sul circuito primario per il riscaldamento per la misura del calore fornito dalla caldaia per la climatizzazione; un altro contatore dovrà essere installato sul circuito primario dell’acqua calda sanitaria per la contabilizzazione del calore fornito dal generatore di calore per il soddisfacimento di questo servizio. Un ultimo contabilizzatore dovrà essere installato sul circuito dell’impianto solare per la contabilizzazione del calore fornito dall’impianto solare. In ogni unità immobiliare dovranno essere installati: - un contatore di energia termica per la contabilizzazione del calore per il riscaldamento della singola unità immobiliare; - un conta litri per l’acqua sanitaria; - un conta litri per l’acqua fredda. Tutti gli apparecchi dovranno essere certificati CE/MID. Contatore di calore per riscaldamento in centrale termica (Lotto A): Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 3,5 mc/h; - attacco filettato G 1”1/4; - pressione nominale: PN 25; - campo di lavoro: 15-180 °C; - alimentazione a batterie. Contatore di calore per riscaldamento in centrale termica (Lotto B): Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 6,0 mc/h; - attacco filettato G 1”1/4; - pressione nominale: PN 16; - campo di lavoro: 15-180 °C; - alimentazione a batterie. Contatore di calore per acqua calda sanitaria in centrale termica (Lotto e Lotto B): Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni della stessa tipologia di quella prevista per il riscaldamento; vedi sopra per caratteristiche. Contatore di calore per impianto solare in sottocentrale termica (Lotto e Lotto B): Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 1,5 mc/h; - attacco filettato G 1”; - pressione nominale: PN 25; - campo di lavoro: 15-180 °C; - alimentazione a batterie. Contatore di calore per riscaldamento in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B): Dovrà essere installato un contatore di energia termica ad ultrasuoni comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 0,6 mc/h; - attacco filettato G 3/4”; 183 - pressione nominale: PN 16; - campo di lavoro: 15-105 °C; - alimentazione a batterie. Contalitri per acqua calda sanitaria in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B): Dovrà essere installato un conta litri meccanico universale di tipo comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 1,5 mc/h; - attacco filettato G 3/4”; - pressione massima: 10 bar; - temperatura massima: acqua: 90 °C; - alimentazione a batterie. Contalitri per acqua fredda sanitaria in singola unità immobiliare (Lotto e Lotto B): Dovrà essere installato un conta litri meccanico universale comprensivo di accessorio per invio dati di conteggio tramite uscita ad impulsi. Dati principali: - portata nominale: 1,5 mc/h; - attacco filettato G 3/4”; - pressione massima: 10 bar; - temperatura massima: acqua: 30 °C; - alimentazione a batterie. Art. 13 IMPIANTO ADDUZIONE GAS Si intende per impianto di adduzione del gas, l'insieme di dispositivi, tubazioni, ecc. che servono a fornire il gas agli apparecchi utilizzatori (caldaie). In conformità al D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90), l’impianto di adduzione del gas dovrà rispondere alle regole di buona tecnica: le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica. La DD.LL. ai fini della loro accettazione, procederà come segue: • verificherà l'insieme dell'impianto a livello di progetto, per accertarsi che vi sia la dichiarazione di confomità alla legislazione in materia di sicurezza, quali la Legge n. 1083 del 6/12/1971 e il D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90). Per il rispetto della Legge n. 1083/71, si dovranno adottare e rispettare tutte le norme UNI che i Decreti ministeriali hanno reso vincolanti ai fini del rispetto della legge stessa; • verificherà che la componentistica approvvigionata in cantiere risponda alle norme UNI-CIG, rese vincolanti dai Decreti ministeriali emanati in applicazione della Legge n. 1083/71 e del D.M. 22 gennaio 2008 n°37 (ex L.46/90) e, per la componentistica non soggetta a Decreto, la sua rispondenza alle norme UNI; questa verifica sarà effettuata su campioni prelevati in sito ed eseguendo prove, anche parziali, oppure richiedendo un attestato di conformità dei componenti e/o materiali alle norme UNI. Per alcuni componenti, la presentazione della dichiarazione di conformità è resa obbligatoria dai suddetti Decreti e può essere sostituita dai marchi IMQ e/o UNI-CIG; • verificherà, in corso d'opera ed a fine opera, che vengano eseguiti i controlli ed i collaudi di tenuta, pressione, ecc. previsti dalle norme tecniche rese vincolanti con i Decreti precitati. La Ditta Appaltatrice dovrà fornire, al termine dei lavori, il certificato di conformità. 184 (SEZIONE 4°) IMPIANTI MECCANICI QUALITA' DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI 1.1 MATERIALI IN GENERE Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, dovranno provenire da quelle località che l'Impresa Appaltatrice riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori, rispondenti alle caratteristiche e prestazioni di seguito indicate. Nel caso di prodotti industriali, la rispondenza al presente disciplinare tecnico potrà risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione. 1.2 GENERALITÁ: IMPIANTO IDRICO SANITARIO E DI SCARICO La distribuzione idrica sanitaria avverrà tramite distribuzione a "T" sia per le condotte di acqua calda che fredda. L'impianto idrico sanitario sarà dotato di idoneo impianto di ricircolo per la riduzione dei consumi di acqua calda a seguito della riduzione dei tempi di attesa. Saranno disposti, ove necessario, supporti antivibranti in neoprene per limitare la propagazione di vibrazioni. Ogni unità immobiliare sarà dotata di un modulo d'utenza per la contabilizzazione dei consumi idrici sanitari fornito di n.2 rubinetti di intercettazione per acqua calda e fredda. Dotazione di apparecchiature, punti idrici e scarichi per bagno tipo: n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavabo e relativo scarico; n.1 attacco completo (calda e fredda) per bidet e relativo scarico; n.1 attacco singolo (fredda) per vaso completo di sedile e cassetta incassata a doppio scatto e relativo scarico; n.1 attacco completo (calda e fredda) per piatto doccia 80x80 o 70x90 cm tipo profondo (escluso box) e relativo scarico. Dotazione di apparecchiature, punti idrici e scarichi per bagni accessibili da parte di diversamente abili: n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavabo sospeso per disabili e relativo scarico; n.1 attacco completo (calda e fredda) per bidet per disabili e relativo scarico; n.1 attacco singolo (fredda) per vaso per disabili completo di cassetta a doppio scatto e relativo scarico; n. 1 attacco completo (calda e fredda) per piatto doccia ad incasso a filo pavimento e relativo scarico. Tutte le rubinetterie dovranno essere dotate di frangi-getto, di dispositivi di apertura dell’erogazione d'acqua a doppio scatto, il tutto necessario per ridurre il consumo di acqua potabile. Dotazione punti idrici e scarichi per cucina tipo: n.1 attacco completo (calda e fredda) per lavello e relativo scarico; n.1 attacco singolo (fredda) per lavastoviglie e relativo scarico. Dotazione punti idrici e scarichi per lavanderia tipo: 1 attacco singolo (fredda) per lavatrice e relativo scarico; n. 1 attacco singolo (fredda) per pilozzo e relativo scarico. Dotazione per terrazzo P.T. privato tipo: n.1 attacco singolo (fredda) per punto idrico ad unità completo di rubinetto a pozzetto. 1.3 IMPIANTO IDRICO SANITARIO L’alimentazione dell’acqua necessaria al fabbisogno verrà derivata dalla rete idrica pubblica, da linea esistente già a monte del contatore generale, con interposizione di idoneo contatore volumetrico. Sarà prevista a valle del manometro di monitoraggio della pressione di esercizio dell'impianto, una derivazione con predisposizione al sistema di pressurizzazione condominiale, in caso di pressioni insufficienti. Il circuito a servizio dell'impianto idrico-sanitario dovrà essere munito di: n.2 valvole a sfera di intercettazione DN 2" poste a monte ed a valle dei successivi dispositivi; n. 1 filtro ad "Y" raccoglitore di impurità DN 2" PN 16; n.1 valvola di non ritorno DN 2" PN 16; n.1 contatore generale volumetrico a lettura frontale. 185 Il filtro dovrà essere installato per impedire che impurità presenti nell'impianto possano danneggiare apparecchi montati a valle quali valvole di regolazione, di chiusura, ecc.. Il cestello del filtro dovrà essere regolarmente pulito. Il filtro dovrà essere montato secondo la direzione del flusso indicato dalla freccia presente sul corpo. La valvola di non ritorno è un dispositivo di protezione idrica in grado di impedire il ritorno di acque inquinate nella rete dell'acquedotto dovuto a seguito di variazioni di pressione nella rete di distribuzione in modo da creare inversione di flusso. 1.3.1 TUBAZIONI IMPIANTO IDRICO SANITARIO Le tubazioni con acqua in pressione sia per le dorsali orizzontali che per le montanti verticali, interrate, a vista con staffaggio a soffitto nel locale garage o passanti nei cavedi tecnici dedicati, saranno in polipropilene random alimentare classe PN 16 isolate termicamente con guaine in elastomero estruso come da spessori di legge 10/91 e D.lgs 192/05. Il polipropilene dovrà essere della migliore qualità per la realizzazione delle reti di distribuzione idrica, nel rispetto delle norme vigenti (rispondente alle prescrizioni della Circolare n.102 del 12/02/78 del Ministero della Sanità). Tutti i componenti facenti parte dell’impianto e destinati al contatto diretto con l’acqua potabile dovranno essere costruiti secondo le norme DIN 1988 T2 per il trasporto di liquidi alimentari e acque potabili con tubazioni in materiale plastico secondo le raccomandazioni della normativa vigente in ambito di reti di distribuzione per acqua potabile calda e fredda nonché delle direttive specifiche per i requisiti di qualità e dimensionali per il trasporto di liquidi in pressione. Le tubazioni ed i raccordi in polipropilene PP-R non dovranno essere installati senza adeguata protezione, direttamente a contatto con la radiazione diretta dei raggi UV. La rete di distribuzione all'interno dello stabile costituente i due lotti A e B, sarà costituita da tubazioni in multistrato isolate termicamente con guaine in elastomero estruso come da spessori di legge 10/91 e D.lgs 192/05. Le tubazioni di mandata dovranno essere rivestite con guaina isolante in elastomero espanso di spessore tale da evitare fenomeni di condensa, il rivestimento isolante sarà protetto in modo idoneo dagli agenti atmosferici. Le tubazioni fredde sotto traccia, sia orizzontali che verticali, all'interno degli alloggi saranno protette con rivestimento isolante in elastomero espanso. I supporti della rete idrica sanitaria saranno realizzati in modo tale da non trasmettere rumori e vibrazioni e consentiranno l'esecuzione dell'isolamento senza interruzione. Tutte le colonne montanti all'interno dell'edificio dovranno essere intercettate alla base con valvole inclinate complete di rubinetto di scarico. Le valvole dovranno essere posizionate nelle zone comuni e protette contro le manomissioni. 1.4 IMPIANTO DI SCARICO L'impianto di scarico sarà costruito in conformità con quanto indicato nelle vigenti norme UNI – UNI EN, tenuto conto della specifica destinazione d’uso dell’edificio e del suo sviluppo planimetrico e altimetrico, al fine di garantire il regolare funzionamento. Il sistema di scarico utilizzato per lo smaltimento delle acque reflue di ogni servizio è del tipo a gravità e risulterà composto dalle seguenti colonne di scarico verticali: colonna acque grasse: acque reflue che non contengono materiale fecale o urina ma esclusivamente saponi e grassi di cucina; colonna acque nere: acque reflue che contengono materiale fecale o urine comprese le acque saponose provenienti da lavabi, bidet, docce e lavatoi. Al fine di limitare le variazioni di pressione all’interno del sistema di scarico (effetto pistone liquido), ogni colonna di scarico verticale, sopra l’innesto della diramazione più alta, verrà prolungata a tetto, con bocca di uscita all’aria aperta protetta dal vento con apposito cappello esalatore, avente la funzione di ventilazione primaria. 1.4.1 TUBAZIONI IMPIANTO DI SCARICO Tutti gli scarichi orizzontali e verticali completi di accessori, verranno realizzati con tubazioni in polietilene ad alta densità (PEAD) del tipo silenziato per il rispetto dei requisiti di cui al D.P.C.M. 05/12/1997, complete di rivestimento insonorizzante e termoisolante per evitare la trasmissione dei rumori in ambiente e la formazione di condensa, eseguito in classe uno di reazione al fuoco. Le colonne di scarico dovranno essere provviste alla base di elementi a tenuta per l’ispezione. Tutte le tubazioni di scarico dovranno essere fornite di adeguati sifoni con funzione di tappoidraulico contro la risalita di cattivi odori. I collettori sub orizzontali di raccolta delle colonne montanti (se oggetto di intervento) saranno realizzati con tubazioni in PVC rosso serie pesante con giunti ad innesto completi di guarnizione altrimenti, se a vista, in PEAD PN 6 con giunti a saldare. I tubi e i pezzi speciali in PVC dovranno avere caratteristiche rispondenti alla norma UNI EN 1401-1/98 tipo SN, contrassegnati con il marchio IIP che ne assicura la conformità alle norme UNI. Prima di procedere alla posa in opera, i tubi dovranno essere controllati uno ad uno per scoprire eventuali difetti. Le code, i bicchieri, le guarnizioni devono essere integre. 186 I tubi ed i raccordi dovranno essere sistemati sul letto di posa in modo da avere un contatto continuo con il letto stesso. I giunti di tipo rigido verranno impiegati solo quando il progettista lo riterrà opportuno. In questi casi si avrà cura di valutare le eventuali dilatazioni termiche lineari i cui effetti possono essere assorbiti interponendo appositi giunti di dilatazione ad intervalli regolari in relazione alle effettive condizioni di esercizio. 1. POSA DELLE TUBAZIONI La verifica e la posa in opera delle tubazioni dovrà essere conforme al Decreto Min. Lav. Pubblici del 12/12/1985. A tale scopo l'Impresa, indicherà la Ditta Fornitrice delle tubazioni, la quale dovrà dare libero accesso, nella propria azienda, agli incaricati dell'Amministrazione Appaltante perché questi possano verificare la rispondenza delle tubazioni alle prescrizioni di fornitura. Prima di ordinare i materiali l'Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Direzione dei Lavori, eventuali illustrazioni e/o campioni dei materiali che intende fornire, inerenti i tubi, il tipo di giunzione, i pezzi speciali, le flange ed eventuali giunti speciali, Insieme al materiale illustrativo disegni e campioni. All'esterno di ciascun tubo o pezzo speciale, in linea di massima, dovranno essere apposte in modo indelebile e ben leggibili le seguenti marchiature: marchio del produttore; sigla del materiale; data di fabbricazione; diametro interno o nominale; pressione di esercizio; classe di resistenza allo schiacciamento (espressa in kN/m per i materiali non normati); normativa di riferimento. 2.1 GUARNIZIONI PER FLANGE Le guarnizioni impiegate nell'impianto idrico sanitario dovranno essere realizzate esclusivamente con materiale atossico, secondo la Circolare Min. Sanità 02/12/78 n. 102 "Utilizzo di materie plastiche con acqua potabile". 2.2 SEGNALAZIONE DELLE CONDOTTE Prima del completamento del rinterro, nei tratti previsti dal progetto, dovrà essere steso apposito nastro di segnalazione, indicante la presenza della condotta sottostante. Il nastro dovrà essere steso ad una distanza compresa fra 40 e 50 cm dalla generatrice superiore del tubo per profondità comprese fra 60 e 110 cm mentre, per profondità inferiori della tubazione, la distanza tra il nastro e la generatrice superiore del tubo dovrà essere stabilita, d’accordo con la Direzione dei Lavori, in maniera da consentire l’interruzione tempestiva di eventuali successivi lavori di scavo prima che la condotta possa essere danneggiata. 2. APPARECCHI IDRAULICI In conformità alla normativa vigente, gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica. 3.1 APPARECCHI SANITARI Gli apparecchi sanitari, indipendentemente dalla loro forma e dal materiale costituente, dovranno soddisfare i seguenti requisiti: robustezza meccanica; durabilità meccanica; assenza di difetti visibili ed estetici; resistenza all'abrasione; pulibilità di tutte le parti che possono venire a contatto con l'acqua sporca; resistenza alla corrosione (per quelli con supporto metallico); funzionalità idraulica. Per gli apparecchi di ceramica, la rispondenza alle prescrizioni di cui sopra si intende comprovata se essi risponderanno alle seguenti norme: UNI 8949/1 per i vasi, UNI 4543/1 e 8949/1 per gli orinatoi, UNI 8951/1 per i lavabi, UNI 8950/1 per bidet. Per gli altri apparecchi dovrà essere comprovata la rispondenza alla norma UNI 4543/1, relativa al materiale ceramico ed alle caratteristiche funzionali. Per gli apparecchi a base di materie plastiche, la rispondenza alle prescrizioni di cui sopra si ritiene comprovata se essi risponderanno alle seguenti norme: UNI EN 263 per le lastre acriliche colate per vasche 187 da bagno e piatti doccia, norme UNI EN sulle dimensioni di raccordo dei diversi apparecchi sanitari ed alle seguenti norme specifiche: UNI 8194 per lavabi di resina metacrilica; UNI 8196 per vasi di resina metacrilica; UNI EN 198 per vasche di resina metacrilica; UNI 8192 per i piatti doccia di resina metacrilica; UNI 8195 per bidet di resina metacrilica. Sul corpo dell'apparecchio, ove possibile dovranno essere riportati in modo leggibile ed indelebile: Nome del produttore e/o marchio di fabbrica Diametro nominale (DN) Pressione nominale (PN) Sigla del materiale con cui è costruito il corpo Freccia per la direzione del flusso (se determinante). Tutti gli apparecchi ed i pezzi speciali dovranno uniformarsi alle prescrizioni di progetto e corrispondere esattamente ai campioni approvati dalla Direzione dei Lavori. Ogni apparecchio dovrà essere montato e collegato alla tubazione secondo gli schemi progettuali o di dettaglio eventualmente forniti ed approvati dalla Direzione dei Lavori, dagli stessi risulteranno pure gli accessori di corredo di ogni apparecchio e le eventuali opere murarie di protezione e contenimento. Tutte le superfici soggette a sfregamenti dovranno essere ottenute con lavorazione di macchina, i fori delle flange dovranno essere ricavati al trapano. L'Amministrazione Appaltante si riserva la facoltà di sottoporre a prove o verifiche i materiali forniti dall'Impresa Appaltatrice intendendosi a totale carico della stessa tutte le spese occorrenti per il prelevamento ed invio, agli istituti di prova, dei campioni che la direzione intendesse sottoporre a verifica ed il pagamento della relativa tassa di prova a norma delle vigenti disposizioni. L'impresa Appaltatrice non potrà mai accampare pretese di compenso per eventuali ritardi o sospensioni del lavoro che si rendessero necessarie per gli accertamenti di cui sopra. 3.2 RUBINETTI SANITARI I rubinetti sanitari sono quelli appartenenti alle seguenti categorie: rubinetti singoli, cioè con una sola condotta di alimentazione; gruppo miscelatore, avente due condotte di alimentazione e comandi separati per regolare e miscelare la portata d'acqua; miscelatore meccanico, elemento unico che sviluppa le stesse funzioni del gruppo miscelatore mescolando prima i due flussi e regolando dopo la portata della bocca di erogazione. I rubinetti sanitari di cui sopra, indipendentemente dal tipo e dalla soluzione costruttiva, dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche: inalterabilità dei materiali costituenti e non cessione di sostanze all'acqua; tenuta all'acqua e alle pressioni di esercizio; conformazione della bocca di erogazione in modo da erogare acqua con filetto a getto regolatore e, comunque, senza spruzzi che vadano all'esterno dell'apparecchio sul quale devono essere montati; proporzionalità fra apertura e portata erogata; minima perdita di carico alla massima erogazione; silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le condizioni di funzionamento; facile smontabilità e sostituzione di pezzi possibilmente con attrezzi elementari; continuità nella variazione di temperatura tra posizione di freddo e quella di caldo e viceversa (per i rubinetti miscelatori). La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per i rubinetti singoli e gruppi miscelatori, quando essi rispondono alla norma UNI EN 200 e ne viene comprovata la rispondenza con certificati di prova e/o con apposizione del marchio UNI. Per gli altri rubinetti si applica la norma UNI EN 200 per quanto possibile o si fa riferimento ad altre norme tecniche (principalmente di enti normatori esteri). 3.3 SCARICHI DI APPARECCHI SANITARI E SIFONI Gli elementi costituenti gli scarichi applicati agli apparecchi sanitari si intendono denominati e classificati come riportato nelle norme UNI 4542, sull'argomento. Indipendentemente dal materiale e dalla forma essi dovranno possedere caratteristiche di inalterabilità alle azioni chimiche ed all'azione del calore, realizzare la tenuta tra otturatore e piletta e possedere una regolazione per il ripristino della tenuta stessa (per scarichi a comando meccanico). La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta quando essi rispondono alle norme UNI EN 274 e UNI EN 329, comprovata da una attestazione di conformità. 3.4 TUBI DI RACCORDO RIGIDI E FLESSIBILI Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, essi dovranno rispondere alle caratteristiche seguenti: inalterabilità alle azioni chimiche ed all'azione del calore; non cessione di sostanze all'acqua potabile; 188 indeformabilità alle sollecitazioni meccaniche provenienti dall'interno e/o dall'esterno; superficie interna esente da scabrosità che favoriscano depositi; pressione di prova uguale a quella di rubinetti collegati. La rispondenza alle caratteristiche sopraelencate si intende soddisfatta se i tubi rispondono alla norma UNI 9035 e la rispondenza è comprovata da una dichiarazione di conformità. 3.5 RUBINETTI A PASSO RAPIDO, FLUSSOMETRI Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva essi devono rispondere alle caratteristiche seguenti: erogazione di acqua con portata, energia e quantità necessaria per assicurare la pulizia; dispositivi di regolazione della portata e della quantità di acqua erogata; costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito; contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento. La rispondenza alle caratteristiche predette dovrà essere comprovata dalla dichiarazione di conformità. 3.6 CASSETTE PER L'ACQUA Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, essi dovranno rispondere alle caratteristiche seguenti: troppopieno di sezione, tale da impedire in ogni circostanza la fuoriuscita di acqua dalla cassetta; rubinetto a galleggiante che regola l'afflusso dell'acqua, realizzato in modo tale che, dopo l'azione di pulizia, l'acqua fluisca ancora nell'apparecchio sino a ripristinare nel sifone del vaso il battente d'acqua che realizza la tenuta ai gas; costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte, per effetto di rigurgito; contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento. La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per le cassette dei vasi quando, in abbinamento con il vaso, soddisfano le prove di pulizia/evacuazione di cui alla norma UNI 8949/1. 3.7 TUBAZIONI E RACCORDI Le tubazioni utilizzate per realizzare gli impianti di adduzione dell'acqua e di scarico dovranno rispondere alle prescrizioni seguenti: il PVC ed il polietilene ad alta densità (PEad) dovranno rispondere rispettivamente alle norme UNI 7441 ed UNI 7612, UNI 7612 FA 1-94; entrambi dovranno essere del tipo almeno PN 10; il polipropilene dovrà risultare della migliore qualità per la realizzazione delle reti di distribuzione idrica, nel rispetto delle norme UNI vigenti (rispondente alle prescrizioni della Circolare n.102 del 12/02/78 del Ministero della Sanità); il multistrato dovrà risultare conforme alla norma UNI 10954. 3.8 VALVOLAME, VALVOLE DI NON RITORNO Le valvole a sfera per condotte d'acqua dovranno essere conformi alle norme di settore. Le valvole disconnettrici a tre vie contro il ritorno di flusso e zone di pressione ridotta dovranno essere conformi alla norma UNI 9157. Le valvole di sicurezza in genere dovranno rispondere alla norma UNI 909. La rispondenza alle norme suddette dovrà essere comprovata da dichiarazione di conformità completata con dichiarazioni di rispondenza alle caratteristiche specifiche previste dal progetto. 3. INDICAZIONI GENERALI 4.1 VENTILAZIONE BAGNI CIECHI I bagni ciechi saranno provvisti, in accordo con il regolamento di igiene, di un sistema di aspirazione centralizzato, in grado di assicurare un ricambio minimo di 70 mc/h a funzionamento continuo, composto da: condotti in PVC di sezione adeguata; valvole di ventilazione in polipropilene nei locali bagno; ventilatore di estrazione a torrino ubicato in copertura. I condotti verticali dell’impianto di aspirazione saranno composti da tubi in barre di lunghezza standard realizzati in PVC a sezione circolare a parete semplice, di spessore adeguato al diametro, giunzioni ad innesto maschio femmina con tenuta esterna realizzata mediante nastro in alluminio adesivo, completi di raccorderia e pezzi speciali. I condotti dovranno essere saldamente staffati all’interno dei cavedi per evitare qualsiasi fenomeno di vibrazione. 189 All’interno dei singoli bagni ciechi saranno installate le valvole di ventilazione in polipropilene di estrazione aria collegate ai condotti verticali mediate raccordi flessibili. In copertura saranno installati dei torrini di estrazione, uno per ogni colonna montante, completi di staffe antivibranti di appoggio. Sarà inoltre prevista l'installazione di insonorizzatori da inserire alla fine della tubazione di estrazione aria e prima del torrino di estrazione. 4.1 INTERFERENZA CON ALTRI SOTTOSERVIZI Se tra le tubazioni dell'acquedotto ed altri sottoservizi dovesse crearsi interferenza, dovrà essere tenuto in conto il rispetto della distanza regolamentare e comunque non inferiore a 30 cm. In ogni caso, la fognatura dovrà trovarsi ad una profondità maggiore rispetto alla tubazione dell'acquedotto. In prossimità del canale di raccolta delle acque di scolo dell’autorimessa, dovrà essere installato un separatore di liquidi infiammabili come previsto dal DM 01/02/1986. Gli effluvi da tale componente dovranno essere convogliati in fognatura. Qualora in corso d’opera si ricontrasse un dislivello in negativo della quota piano di calpestio dell’autorimessa rispetto alla quota della pubblica fognatura, a valle del separatore di liquidi dovrà essere previsto un ulteriore pozzetto di raccolta delle acque separate, nel quale dovrà essere installata una pompa di sollevamento dedicata e collegata idraulicamente alla linea fognaria. A tal scopo dovrà essere previsto ulteriore idoneo collegamento elettrico della eventuale pompa di sollevamento dal quadro elettrico generale. 4.2 COLLAUDO FINALE DEGLI IMPIANTI Prima della consegna dell’immobile, dovrà essere effettuato il collaudo di funzionamento degli impianti secondo la procedura indicata dalla Direzione dei Lavori e che comporta la taratura ed il bilanciamento dei circuiti idraulici connessi al satellite di zona, il corretto funzionamento degli strumenti di contabilizzazione sia del calore che dell’acqua calda sanitaria con loro relativa piombatura dopo l’effettuazione dell’azzeramento. Alla fine del positivo collaudo le figure incaricate (ditta appaltante, installatore idraulico, installatore elettrico e D.L. impianti) dovranno rilasciare verbale sottoscritto del corretto funzionamento di tutti gli impianti. 4.3 PRESCRIZIONI DI COMPLETAMENTO Tutte le quantità indicate nel presente capitolato sono puramente indicative. Sono comprese nell’appalto tutte le quantità necessarie per dare il lavoro finito e completo perfettamente funzionante. Le opere murarie di assistenza agli impianti sono a carico dell’Impresa Appaltatrice e pertanto escluse dall’appalto, resta in capo comunque all’impiantista il coordinamento e la garanzia che tali lavorazioni siano realizzate a regola d’arte, a norma di legge e come da prescrizioni particolari qui sotto citate. Tutte le tracce eseguite nelle murature per la realizzazione degli impianti, dovranno: essere eseguite in modo meno invasivo possibile; non dovranno mai in nessun caso forare completamente lo spessore dei laterizi; dovranno essere perfettamente riempite di malta. Dovranno, inoltre, evitarsi i ponti acustici originati dal posizionamento contrapposto di scatole di derivazione degli impianti. 190 (SEZIONE 5°) IMPIANTO ASCENSORE L’appalto comprende la fornitura e posa in opera dei seguenti impianti tecnologici: impianto ascensore del tipo oleodinamico. Le disposizioni che seguono sono valide solo ove sussista per l’Appaltatore l’obbligo di installazione di uno o di ambedue gli impianti sopra indicati. - a) IMPIANTO ASCENSORE L’impianto dovrà essere realizzato da personale specializzato. L’impianto dovrà essere di tipo silenziato che garantisca il rispetto dei limiti previsti dalla normativa ed in particolare L Acq ≤ 25dB (A). Caratteristiche impianto ascensore per nuove edificazioni residenziali (rispondente alle normative in vigore Vedi D.M. 26/10/2005 EN 81.80, Legge 13 D.M. 236, direttiva 95/16/CE, D.P.R. 162 del 30/04/99): - Tipo o categoria: Persone - Capienza persone: 6 - Portata kg.: 480 - Fermate max nr.: 5 - Velocità m/s: 0,62/0,15 - Corsa max m.: 15,00 circa - Testata mm.: 3.400 - Fossa mm.: 1.100 - Apertura porte mm.: 800/2000 - Tipo accesso: Singolo - Servizi nr.: 4 - Vano mm.: 1.500x1.700 - Tipo trazione: Oleodinamica - Alimentazione Volt: 380V – 50Hz - Posiz. Sala macch.: Adiacente/basso (distanza max m. 8,00) - Le misure di vano (Fossa, Corsa, Testata) verranno verificate in cantiere e aggiornate per la progettazione. b) CABINA Costruita con pareti in lamiera di acciaio zincato con le seguenti dimensioni L. 0,95 P. 1,30 H. 2,14 mt.. Rivestimento pareti in Skin Plate, colore a scelta della D.L.. Profili e zoccoli in acciaio inox scotch brite. Pavimento in linoleum, gomme a bolli colore a scelta della D.L. o predisposizione marmo parquet. Illuminazione con cielino luminoso a luce indiretta. Specchio tutta parete di fondo con marchio di omologazione più corrimano in acciaio. Architrave porta in acciaio inox lucido o satinato. Pannello di comando in acciaio inox lucido o satinato. Parete frontale stipi porta in acciaio inox lucido o satinato. Accessori e rifiniture interne in acciaio inox lucido o satinato. Cellula fotoelettrica incorporata nei montanti della cabina. Luce di emergenza. Luce temporizzata cabina. Areazione e ventilazione naturale come da normativa. c) PORTE DI CABINA Automatiche accoppiate con quelle di piano tipo Telescopiche da 800 x 2.000 mm.. Rivestimento porte come rivestimento cabina. Profili di battuta anteriori e rifiniture in acciaio inox lucido o satinato. Sistema anticesoiamento per riapertura porte. Soglie in alluminio pesante antiscivolamento. d) PORTE DI PIANO Automatiche accoppiate con la porta di cabina tipo Telescopiche da 800 x 2.000 mm. Portale completo con stipiti in Skin Plate di acciaio verniciati in antiruggine. Sistema anticesoiamento per riapertura porta. Soglia in alluminio pesante antiscivolamento. Antine in Skin Plate colore a scelta della D.L. Sistema di chiave di emergenza incorporato a tutti i piani secondo normativa in vigore. e) PULSANTIERA DI CABINA Pulsantiera a controllo elettronico situata a parete tramite controllo del tipo a. 191 Colonna pulsanti con dicitura numerica e Braille in acciaio inox lucido o satinato 2 mm. Di spessore. Pulsanti di comando con luce di conferma. Pulsanti di riapertura porte. Pulsante di emergenza/allarme. Pulsante per dispositivo bidirezionale combinatore telefonico per emergenza. Segnalazione allarme ricevuto. Segnalazione piani visivo con display e acustico con suoneria di avviso di arrivo al piano. Segnalazione di troppo carico. Citofono incorporato del tipo “parla e ascolta”. Luce di emergenza incorporata 12 Volt con durata di 3 ore come da normativa in vigore. f) PULSANTIERA DI PIANO Pulsantiera a controllo elettronico con dicitura numerica e Braille. Piastra in acciaio inox lucido o satinato 2 mm. Di spessore. Pulsanti di comando con luce occupato. Pulsante luminoso per allarme. Al piano principale Display segnalazione posizione cabina. g) MANOVRA Quadro di manovra elettronico di elevate prestazioni date dal microprocessore, con sensori magnetici ad alta precisione. Protetto in armadio metallico fonoassorbente. Tensione di utilizzo 380n Volt. 50 Hz. Sistema di protezione incorporato. Controllo e memorizzazione di tutti i problemi verificatisi anche in mancanza di tensione . Possibilità di programmazione a seconda del far bisogno. Manovra universale e pulsanti. Segnalazione visiva di impianto di piano al piano con spia luminosa con e senza tensione. Manovra di emergenza per il ritorno al piano più vicino in caso di mancanza di tensione di linea con riapertura porte. h) GRUPPO DI SOLLEVAMENTO Oleodinamico. Centralina oleodinamica con pompa a vite. Doppia velocità Valvola di emergenza con ritorno al piano in caso di mancanza di tensione di linea. Manometro pressione olio. Pompa a mano. Silenziatore e anti vibranti sotto il serbatoio. Regolazione della partenza, rallentamento e movimento. Pistone oleodinamico. Valvola di caduta. Sistema in taglia. Tubo recupero olio. Tubo mandata olio. i) IL CAPITOLATO COMPRENDE: Tasselli autoperforanti per fissaggio staffe sostegno guide di scorrimento, porte di piano e tutti gli altri materiali che necessitano il fissaggio con tasselli. Impianti di allarme interni al vano corsa. Impianto di messa a terra dalla testata alla fossa senza dispersore. Olio idraulico per l’impianto oleodinamico. Imballo, trasporto. Pulizia interna al vano di corsa e cabina a impianto ultimato (escluso vano in vetro). Progetto e relazione tecnica. Collaudo di primo impianto e spese disbrigo pratiche. Documentazione per collaudo da spedire all’Ente collaudatore. Assistenza all’atto del collaudo. Sirena elettronica di allarme a suono intenso con alimentatore. Staffe per sostegno guide di scorrimento al muro di calcestruzzo. Sistema in gomma anti vibrante per isolare il macchinario. Ammortizzatori di sicurezza in fondo fossa. Dispositivo pesa carico. Dispositivo bidirezionale combinatore telefonico GSM. 192 Tubazioni necessarie per il collegamento tra macchina di sollevamento e pistone. Ritorno al piano più vicino della cabina in mancanza di tensione di linea con riapertura porte. Mezzi di accesso (scale, botole, porte, scale a soffietto, ecc.). Eventuale manovalanza di aiuto ai montatori. Ponteggi, travi, tavolame per la messa in opera dell’impianto. Linea telefonica necessaria per legge al dispositivo bidirezionale da portare all’interno del locale macchine. Linea di dispersione a terra esterna al vano corsa. Energia di Forza Motrice per la movimentazione dell’impianto e dei relativi macchinari. Impianto di allarme all’esterno del vano corsa. Interruttore di emergenza sotto vetro al piano ingresso. Interruttori generali per Forza Motrice differenziali magnetotermici. Linee elettriche in genere esterne al vano corsa. Trasporto e scarico del materiale all’interno del cantiere. Il fornitore garantisce per 5 anni la qualità, la costruzione ed il montaggio dell’impianto e dei materiali particolari che lo compongono. l) ULTERIORI ONERI DELL’APPALTATORE 1) Sorveglianza degli impianti fino al termine della garanzia La sorveglianza degli impianti in corso di esecuzione o già ultimati per evitare danno o manomissioni, da parte di chiunque, ai materiali installati ed agli impianti tutti, con esonero dell’Appaltante di qualsiasi responsabilità al riguardo e fino alla consegna delle opere all’Appaltante. 2) Protezione e conservazione di ogni parte dell’impianto. La protezione, mediante coperture o fasciature, di tutte le parti degli impianti, degli apparecchi e di quanto altro non è agevole togliere d’opera, per difenderli da rotture, guasti, manomissioni, ecc., in modo che all’ultimazione di lavori ogni materiale venga consegnato come nuovo e lucidato nelle parti metalliche. 3) Coordinamento lavori. L’obbligo di coordinare e subordinare, secondo le disposizioni del Direttore Lavori, l’esecuzione delle opere alle esigenze e soggezioni di qualsiasi genere che dipendano dalla contemporanea effettuazione di tutte le altre lavorazioni affidate sia all’Appaltatore che ad altre ditte, oppure eseguite direttamente dall’Appaltante. 4) Varie Nel prezzo dell’impianto, che è compreso nell’importo totale dei lavori compensati a forfait, si intendono comprese e compensate tutte le opere, trasporti e provviste, necessarie a dare gli impianti completamente ultimati, funzionanti e collaudati in tutte le loro parti. Nel prezzo si intendono comprese: - il ricevimento in cantiere, lo scarico ed il trasporto dei materiali e delle apparecchiature nel luogo di deposito predisposto dall’Appaltatore; - la buona conservazione delle apparecchiature con la relativa sorveglianza; - la fornitura e posa in opera del cavo elettrico di idonea lunghezza, per la linea F.M. e luce, dai contatori al locale macchine, compreso il quadro elettrico portalampada portatile completa di gabbietta ed ogni altro materiale o apparecchiatura elettrica necessaria per dare l’impianto ascensore perfettamente completo e funzionante secondo le norme vigenti in materia; - l’Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese all’espletamento di tutte le pratiche relative al collaudo di primo impianto. m) RESPONSABILITÀ DELL’APPALTATORE L’Appaltatore è responsabile, civilmente e penalmente, nella maniera più ampia e completa, di ogni danno a persone o cose che dovesse derivare da errata o negligente realizzazione dell’impianto ascensore. 5/D) REQUISITI MINIMI DEI MATERIALI IMPIEGABILI NEI LAVORI DI CUI ALL’ART 5 193 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 Mandato M/100 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo Norma EN EN 1168 EN 1520 EN 12737 EN 12794 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 EN 12839 EN 12843 EN 13224 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 M/100 EN 14843 EN 14844 M/100 EN 15037-2 M/100 EN 15037-3 M/100 EN 15037-4 M/100 EN 15050 EN 13224 EN 13225 EN 13693 EN 13747 EN 13978-1 EN 14991 EN 14992 EN 15037-1 Titolo Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre alveolari Work Item EN 1168:2005 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) 1,2,5 2+ EN 1168:2005 +A1:2008 EN 1168:2005 +A2:2009 EN 1168:2005+A3:2011 Componenti prefabbricati armati di calcestruzzo alleggerito con struttura EN 1520:2002 aperta EN 1520:2002/AC:2003 EN 1520:2011 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per pavimentazioni di stalle EN 12737:2004 + A1:2007 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Pali di fondazione EN 12794:2005 EN 12794:2005 + A1:2007 EN 12794:2005 +A1:2007/ AC:2008 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per recinzioni EN 12839:2001 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Antenne e pali EN 12843:2004 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi nervati per solai EN 13224:2004 EN 13224:2004/AC:2005 EN 13224:2004 + A1:2007 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi nervati per solai EN 13224:2011 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi strutturali lineari EN 13225:2004 EN 13225:2004 /AC:2006 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi speciali per coperture EN 13693:2004 EN 13693:2004+ A1:2009 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per solai EN 13747:2005 EN 13747:2005 /AC:2006 EN 13747:2005 + A1:2008 EN 13747:2005 + A2:2010 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Garage prefabbricati di calcestruzzo EN 13978-1:2005 Parte 1: Requisiti per garage di calcestruzzo armato realizzati con elementi monolitici o composti da elementi singoli a tutta dimensione 1,2,5 1,2,5 1,2,5 1,2,3,5,6 2+ 2+ 2+ 2+,4 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 1,2 1 1 1,2 2+,4 2+,4 2+ 2+ 2+ 2+ 01/08/09 01/01/12 01/01/09 1 1 1,2 1,2 1,2 1,2 1 1 1,2,5 1,2,5 1,2,5 1,2,5 1,2,5 1,2,5 1,2,5 4 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 01/03/02 01/09/05 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Scale Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi scatolari 1,2,4,5 1 1 1 1 1,2,3,4,5 1,2,3,4,5 1,2,5 2+ 2+,4 2+,4 2+,4 2+ 2+,4 2+,4 2+ 01/01/08 1,2,5 1,2,5 EN 14843:2007 EN 14844:2006 EN 14844:2006 + A1:2008 EN 14844:2006 + A2:2011 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da fondazione EN 14991:2007 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da parete EN 14992:2007 EN 14992:2007+A1:2012 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 1: EN 15037-1:2008 Travetti Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 2: EN 15037-2:2009+A1:2011 Blocchi di calcestruzzo Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 3: EN 15037-3:2009+A1:2011 Blocchi di laterizio Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 4: EN 15037-4:2010 Blocchi di polistirene espanso Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da ponte Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI UNI EN 1168:2005 set-05 UNI EN 1168:2008 01/12/10 UNI EN 1168:2009 01/07/12 UNI EN 1168:2012 01/09/04 UNI EN 1520:2004 mag-08 apr-09 gen-12 gen-04 01/08/09 UNI EN 1520:2004 01/01/13 UNI EN 1520:2011 01/01/10 UNI EN 12737:2008 UNI EN 12794:2005 01/02/09 UNI EN 12794:2007 01/08/09 UNI EN 12794:2007 gen-04 apr-11 gen-08 lug-05 ott-07 ott-07 01/03/03 UNI EN 12839:2002 01/09/07 UNI EN 12843:2005 UNI EN 13224:2008 UNI EN 13224:2008 01/03/09 UNI EN 13224:2008 01/08/13 UNI EN 13224:2012 UNI EN 13225:2005 01/09/07 01/01/08 UNI EN 13225:2005 UNI EN 13693:2005 01/05/11 UNI EN 13693:2009 UNI EN 13747:2005 UNI EN 13747:2005 UNI EN 13747:2009 01/08/10 01/01/11 UNI EN 13747:2010 01/03/08 UNI EN 13978-1:2005 nov-02 gen-05 mar-08 mar-08 mar-08 gen-12 gen-05 gen-05 gen-05 set-09 ott-05 ott-05 gen-09 apr-10 set-05 01/08/09 01/09/12 01/01/08 01/01/08 01/04/13 01/01/10 01/01/09 UNI EN 14843:2007 UNI EN 14844:2006 01/08/10 UNI EN 14844:2009 01/09/13 UNI EN 14844:2012 01/01/09 UNI EN 14991:2007 01/05/10 UNI EN 14992:2007 01/07/13 UNI EN 14992:2012 01/01/11 UNI EN 15037-1:2008 set-07 dic-06 gen-09 feb-12 set-07 set-07 lug-12 set-08 2+ 01/12/11 01/12/12 UNI EN 15037-2:2011 apr-11 2+ 01/12/11 01/12/12 UNI EN 15037-3:2011 apr-11 1,2,5 2+ 01/11/10 01/11/11 UNI EN 15037-4:2010 feb-10 1,2 2+ 01/02/08 01/02/09 UNI EN 15050:2007 set-07 EN 15050:2007 194 01/12/09 01/07/12 01/09/03 01/02/08 01/08/09 01/03/08 01/08/12 01/09/05 01/01/08 01/05/10 01/08/09 01/01/11 01/03/06 data GURI Invio scheda a MSE 22/08/2006 01/08/2003 22/08/2006 22/08/2006 NO 22/08/2006 22/08/2006 NO 22/08/2006 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità EN 15050:2007+A1:2012 M/100 M/100 EN 15258 EN 15435 M/100 EN 15498 M/101 M/101 M/101 M/101 M/101 Porte, finestre e relativi prodotti EN 179 EN 1125 M/101 M/101 M/101 EN 1154 M/101 M/101 M/101 EN 1155 M/101 M/101 M/101 EN 1158 M/101 M/101 M/101 EN 1935 M/101 M/101 EN 12209 M/101 M/101 EN 14846 M/101 EN 13241-1 M/101 M/101 M/101 M/101 EN 13561 EN 13633 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per muri di sostegno EN 15258:2008 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo EN 15435:2008 normale e alleggerito - Proprietà e prestazioni dei prodotti Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo con EN 15498:2008 trucioli di legno - Proprietà e prestazioni dei prodotti Accessori per serramenti - Dispositivi per uscite di emergenza azionati EN 179:1997/ A1:2001 mediante maniglia a leva o piastra a spinta - Requisiti e metodi di prova EN 179:1997/ A1:2001/AC:2002 EN 179:2008 Accessori per serramenti - Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza EN 1125:1997/ A1:2001 azionati mediante una barra orizzontale - Requisiti e metodi di prova EN 1125:1997/ A1:2001/AC:2002 EN 1125:2008 Accessori per serramenti - Dispositivi di chiusura controllata delle porte - EN 1154:1996 Requisiti e metodi di prova EN 1154:1996/ A1:2002 EN 1154:1996/ A1:2002/AC:2006 Accessori per serramenti - Dispositivi elettromagnetici fermoporta per porte EN 1155:1997 girevoli - Requisiti e metodi di prova EN 1155:1997/ A1:2002 EN 1155:1997/ A1:2002/AC:2006 Accessori per serramenti - Dispositivi per il coordinamento della sequenza EN 1158:1997 di chiusura delle porte - Requisiti e metodi di prova EN 1158:1997/ A1:2002 EN 1158:1997/ A1:2002/ AC:2006 Accessori per serramenti - Cerniere ad asse singolo - Requisiti e metodi di EN 1935:2002 prova EN 1935:2002 /AC:2003 Accessori per serramenti - Serrature e chiavistelli - Serrature azionate EN 12209:2003 meccanicamente, chiavistelli e piastre di bloccaggio - Requisiti e metodi di prova EN 12209:2003/ AC:2005 Accessori per serramenti - Serrature e chiavistelli - Serrature azionate EN 14846:2008 elettromeccanicamente - Requisiti e metodi di prova Porte e cancelli industriali, commerciali e da garage - Norma di prodotto - EN 13241-1:2003 Parte 1: Prodotti senza caratteristiche di resistenza al fuoco o controllo del fumo EN 13241-1:2003+A1:2011 Tende esterne - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza Building hardware - Electricaly controled panic exit systems for use on escape routes - Requirements and test methods Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 1,2 2+ 01/12/12 01/12/12 UNI EN 15050:2012 mag-12 1,3 1,2,3,5,6 2+ 4 01/01/10 01/02/09 01/01/11 01/02/10 UNI EN 15258:2009 UNI EN 15435:2008 gen-09 set-08 1,2,3,5,6 4 01/02/09 01/02/10 UNI EN 15498:2008 set-08 2 1 UNI EN 179:2002 ott-02 2 1 2 2 1 1 2 1 2 2 1 1 01/01/09 01/10/03 2 2 1 1 2 2 2 UNI EN 179:2002 ott-02 UNI EN 179:2008 UNI EN 1125:2002 apr-08 ott-02 UNI EN 1125:2002 ott-02 01/01/10 01/10/04 UNI EN 1125:2008 UNI EN 1154:1999 apr-08 gen-99 01/10/03 01/01/10 01/10/04 01/01/10 UNI EN 1154:2003 UNI EN 1154:2003 nov-03 nov-03 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1155:1998 nov-98 1 1 01/10/03 01/01/10 01/10/04 01/01/10 UNI EN 1155:2003 UNI EN 1155:2003 nov-03 nov-03 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1158:2000 gen-00 2 2 1 1 01/10/03 01/06/06 01/10/04 01/06/06 UNI EN 1158:2003 UNI EN 1158:2003 nov-03 nov-03 2 1 01/10/02 01/12/03 UNI EN 1935:2004 gen-04 2 2,3 1 1 01/01/07 01/12/04 01/01/07 01/06/06 UNI EN 1935:2004 UNI EN 12209:2005 gen-04 mag-05 2,3 2,3 1 1 01/06/06 01/09/11 01/06/06 01/09/12 UNI EN 12209:2005 UNI EN 14846:2008 mag-05 dic-08 3,4,5,6 1,3 01/05/04 01/05/05 UNI EN 13241-1:2004 ott-08 3,,5,6 1,3 01/01/12 01/01/13 UNI EN 13241-1:2011 mag-11 4 4 4 4 01/08/10 UNI EN 13561:2004 UNI EN 13561:2009 ott-04 feb-09 EN 13561:2004 EN 13561:2004 + A1:2008 prEN 13633 195 01/01/09 01/08/09 01/01/10 data GURI Invio scheda a MSE Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 01/08/2003 67 21/03/2007 NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 01/08/2003 67 21/03/2007 NO Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 01/08/2003 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 NO NO NO NO 24/04/2008 27/03/2009 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/101 EN 13637 M/101 M/101 M/101 EN 13659 M/101 EN 15685 M/101 EN 15887 M/102 M/102 M/102 M/102 EN 14351-1 M/102 Membrane EN 13707 EN 13859-1 Titolo Building hardware - Electricaly controled exit systems for use on escape routes - Requirements and test methods Chiusure oscuranti - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza EN 13859-2 M/102 M/102 M/102 EN 13956 EN 13967 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE prEN 13637 4 4 3,4,5,6 4 4 1,3,4 01/08/09 01/02/07 UNI EN 13659:2004 01/08/10 UNI EN 13659:2009 01/02/10 UNI EN 14351-1:2006 ott-04 feb-09 lug-06 3,4,5,6 1,3,4 01/12/10 01/12/10 UNI EN 14351-1:2010 apr-10 2,3 1,2+,3,4 UNI EN 13707:2007 mar-07 20/11/2007 2,3 2,3 2,3 1,2+,3,4 1,2+,3,4 1,3,4 UNI EN 13707:2007 01/10/10 UNI EN 13707:2009 UNI EN 13859-1:2005 mar-07 ago-09 ago-05 20/11/2007 01/04/10 EN 13859-1:2005 + A1:2008 EN 13859-1:2010 EN 13859-2:2004 2,3 1,3,4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13859-1:2009 gen-09 2,3 2,3 1,3,4 1,3,4 01/04/11 01/04/12 UNI EN 13859-1:2010 UNI EN 13859-2:2005 lug-10 mar-05 EN 13859-2:2004 + A1:2008 EN 13859-2:2010 EN 13956:2005 2,3 1,3,4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13859-2:2009 gen-09 2,3 2,3 1,3,4 1,2+,3,4 01/04/11 01/07/06 01/04/12 UNI EN 13859-2:2010 01/07/07 UNI EN 13956:2006 lug-10 feb-06 EN 13956:2005 /AC:2006 EN 13956:2012 EN 13967:2004 2,3 2,3, 2,3 1,2+,3,4 1,2,+3,4 1,2+,3,4 01/01/07 01/10/13 01/10/05 01/01/07 UNI EN 13956:2006 01/10/13 UNI EN 13956:2013 01/10/06 UNI EN 13967:2007 feb-06 feb-13 mar-07 EN 13967:2004 /A1:2006 EN 13967:2012 EN 13969:2004 2,3 2,3 2,3 1,2+,3,4 1,2+3,4 1,2+,3,4 01/01/08 01/03/13 01/09/05 01/01/09 UNI EN 13967:2007 01/07/13 UNI EN 13967:2012 01/09/06 UNI EN 13969:2007 mar-07 giu-12 mar-07 20/11/2007 EN 13969:2004 /A1:2006 EN 13970:2004 2,3 2,3 1,2+,3,4 1,3,4 01/01/08 01/09/05 01/01/09 UNI EN 13969:2007 01/09/06 UNI EN 13970:2007 mar-07 mar-07 20/11/2007 20/11/2007 EN 13970:2004 /A1:2006 Membrane flessibili per impermeabilizzazione—Strati di plastica e gomma EN 13984:2004 per il controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche 2,3 2,3 1,3,4 1,3,4 01/01/08 01/09/05 01/01/09 UNI EN 13970:2007 01/09/06 UNI EN 13984:2007 mar-07 mar-07 20/11/2007 Building Hardware - Locks and latches - Multipoint locks and their locking prEN 15685 plates - Requirements and test methods Building hardware - Uncontrolled Door Closing Devices for single action prEN 15887 doors - Requirements and test methods Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose EN 13707:2004 armate per l'impermeabilizzazione di coperture - Definizioni e caratteristiche EN 13707:2004 /A1:2006 EN 13707:2004+A2:2009 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Definizioni e caratteristiche EN 138591:2005 dei sottostrati - Parte 1: Sottostrati per coperture discontinue Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Definizioni e caratteristiche dei sottostrati — Parte 2: Sottostrati murari M/102 M/102 M/102 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 13659:2004 EN 13659:2004 + A1:2008 Finestre e porte - Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali - Parte 1: EN 14351-1:2006 Finestre e porte esterne pedonali senza caratteristiche di resistenza al fuoco e/o di tenuta al fumo EN 14351-1:2006+A1:2010 M/102 M/102 M/102 Work Item Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale plastico e di gomma per l'impermeabilizzazione delle coperture Definizioni e caratteristiche Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale plastico e di gomma impermeabili all'umidità incluse membrane di materiale plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo Definizioni e caratteristiche M/102 M/102 M/102 EN 13969 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Membrane bituminose destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo — Definizioni e caratteristiche M/102 M/102 EN 13970 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Strati bituminosi per il controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche M/102 M/102 EN 13984 196 27/03/2009 27/03/2009 27/03/2009 27/03/2009 NO Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI M/102 EN 13984:2004 /A1:2006 2,3 1,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13984:2007 mar 07 M/102 M/102 EN 14891:2012 Prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi da utilizzare sotto le piastrellature di ceramica incollate con adesivi - Requisiti, metodi di prova, valutazione della conformità, classificazione e designazione EN 13984:2013 EN14891:2012 2,3 3 1,3,4 3 01/11/13 01/03/13 01/11/14 01/03/14 UNI EN 139842013 UNI EN 14891:2012 mar-13 giu-12 M/102 M/102 EN 14909 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità Definizioni e caratteristiche EN 14891:2012/AC:2012 EN 14909:2006 3 2,3 3 1,3,4 01/03/13 01/02/07 01/03/13 01/02/08 UNI EN 14891:2012 UNI EN 14909:2006 giu-12 ago-06 M/102 M/102 EN 14967 2,3 2,3 1,3,4 1,3,4 01/03/13 01/03/07 01/07/13 01/03/08 UNI EN 14909:2012 UNI EN 14967:2006 giu-12 nov-06 01/08/13 01/08/14 UNI EN 15814:2013 mag-13 UNI EN 13162:2003 giu-03 UNI EN 13162:2003 UNI EN 13162:2009 UNI EN UNI EN13162.:2013 13163:2003 giu-03 feb-09 mar-13 giu-03 UNI EN 13163:2003 UNI EN 13163:2009 UNI EN 13163:2013 UNI EN 13164:2006 giu-03 feb-09 mar-13 mar-06 M/102 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 15814 M/103 Prodotti per l'isolamento termico EN 13162 EN 13163 EN 13164 M/103 EN 14909:2012 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose per EN 14967:2006 muratura destinate ad impedire la risalita di umidità - Definizioni e caratteristiche Rivestimenti per impermeabilizzazione di elevato spessore a base di EN 15814:2011+A1:2012 bitume modificato con polimeri - Definizioni e requisiti Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in EN 13162:2001 fabbrica - Specificazione EN 13162:2001/ AC:2005 EN 13162:2008 EN 13162:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso ottenuti in EN 13163:2001 fabbrica - Specificazione EN 13163:2001/ AC:2005 EN 13163:2008 EN 13163:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) EN 13164:2001 ottenuti in fabbrica - Specificazione EN 13164:2001 /A1:2004 2,3 1,3,4 2,3,5,6 1,3,4 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 01/09/09 01/09/13 01/09/09 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13164:2006 mar-06 EN 13164:2001/ AC:2005 EN 13164:2008 EN 13164:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) EN 13165:2001 ottenuti in fabbrica – Specificazione EN 13165:2001 /A1:2004 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 UNI EN 13164:2006 UNI EN 13164:2009 UNI EN 13164-2013 UNI EN 13165:2006 mar-06 feb-09 mar-13 mar-06 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13165:2006 mar-06 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 UNI EN 13165:2006 UNI EN 13165:2006 UNI EN 13165:2009 UNI EN 13165:2013 UNI EN 13166:2006 mar-06 mar-06 feb-09 mar-13 mar-06 M/103 EN 13165:2001 /A2:2004 EN 13165:2001/ AC:2005 EN 13165:2008 EN 13165:212 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di resine fenoliche espanse ottenuti in EN 13166:2001 fabbrica – Specificazione EN 13166:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13166:2006 mar-06 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13166:2001/ AC:2005 EN 13166:2008 EN 13166:2012 EN 13167:2001 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 UNI EN 13166:2006 UNI EN 13166:2009 UNI EN 13166:2013 UNI EN 13167:2006 mar-06 mar-09 mar-13 mar-06 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13165 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13166 EN 13167 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in fabbrica - Specificazione 197 01/09/09 01/09/13 01/09/09 01/09/13 01/09/09 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 data GURI Invio scheda a MSE 27/03/2009 Decreto 5 marzo 2007 66 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 NO 20/03/2007 09/04/2004 NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO NO NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO NO Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI EN 13167:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13167:2006 mar-06 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13167:2001/ AC:2005 EN 13167:2008 EN 13167:2012 EN 13168:2001 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 UNI EN 13167:2006 UNI EN 13167:2009 UNI EN 13167:2013 UNI EN 13168:2006 mar-06 mar-09 mar-13 mar-06 M/103 EN 13168:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13168:2006 mar-06 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13168:2001/ AC:2005 EN 13168:2008 EN 13168:2012 EN 13169:2001 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 UNI EN 13168:2006 UNI EN 13168:2009 UNI EN 13168:2013 UNI EN 13169:2006 mar-06 mar-09 mar-13 mar-06 M/103 EN 13169:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13169:2006 mar-06 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13169:2001/ AC:2005 EN 13169:2008 EN 13169:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di sughero espanso ottenuti in fabbrica EN 13170:2001 – Specificazione EN 13170:2001/ AC:2005 EN 13170:2008 EN 13170:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di fibre di legno (WF) ottenuti in EN 13171:2001 fabbrica – Specificazione EN 13171:2001 /A1:2004 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 01/09/09 01/09/13 UNI EN 13169:2006 UNI EN 13169:2009 UNI EN 13169:2013 UNI EN 13170:2003 mar-06 mar-09 mar-13 giu-03 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 01/09/09 01/09/13 UNI EN 13170:2003 UNI EN 13170:2009 UNI EN 13170:2013 UNI EN 13171:2006 giu-03 mar-09 mar-13 mar-06 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13171:2006 mar-06 EN 13171:2001/ AC:2005 EN 13171:2008 EN 13171:2012 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di aggregati leggeri di argilla espansa EN 14063-1:2004 realizzati in situ - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima della messa in opera EN 14063-1:2004 /AC:2006 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 01/09/10 01/09/13 01/06/06 UNI EN 13171:2006 UNI EN 13171:2009 UNI EN 13171:2013 UNI EN 14063-1:2005 mar-06 mar-09 mar-13 mar-05 NO 01/09/09 01/09/13 01/06/05 2,3,5,6 1,3,4 01/01/08 01/01/08 UNI EN 14063-1:2005 mar-05 NO M/103 M/103 M/103 M/103 EN 13168 EN 13169 EN 13170 EN 13171 M/103 M/103 M/103 M/103 M/103 EN 14063-1 M/103 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana di legno (WW) ottenuti in fabbrica - Specificazione Isolanti termici per edilizia - Prodotti di perlite espansa (EPS) ottenuti in fabbrica - Specificazione 01/09/09 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 01/09/10 01/09/13 M/103 EN 14064-1 Isolanti termici per l'edilizia - Prodotti sfusi di lana minerale (MW) realizzati EN 140641:2010 in sito - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima dell'installazione 2,3,5,6 1,3,4 01/12/10 01/12/11 UNI EN 14064-1:2010 apr-10 M/103 EN 14303 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14303:2010 gen-10 M/103 M/103 EN 14304 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 01/08/12 UNI EN 14303:2013 mar-13 UNI EN 14304:2010 gen-10 M7103 M/103 EN 14305 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14303:2009 Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in fabbrica - Specificazione EN 14303:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14304:2009 Prodotti di espanso elastomerico flessibile (FEF) ottenuti in fabbrica Specificazione EN 14304:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14305:2009 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 01/08/12 UNI EN 14304:2013 UNI EN 14305:2010 mar-13 gen-10 2,3,5,6 1,3,4 01/11/13 01/11/13 UNIEN 14305:2013 mar-13 Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in fabbrica - Specificazione M/103 EN 14305:2009+A1:2013 198 66 20/03/2007 Invio scheda a MSE M/103 01/09/09 01/09/13 Decreto 5 marzo 2007 data GURI NO NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO NO Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 NO Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 09/04/2004 66 20/03/2007 NO Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ M/103 Mandato Norma EN EN 14306 M/103 M/103 EN 14307 M/103 M/103 EN 14308 M/103 M/103 EN 14309 M/103 M/103 EN 14313 M/103 M/103 EN 14314 M/103 M/103 EN 14315-1 M/103 EN 14316-1 M/103 EN 14317-1 Titolo Work Item EN 14318-1 M/103 EN 14319-1 M/103 EN 14320-1 M/103 EN 14933 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14306:2009 Prodotti di silicato di calcio (CS) ottenuti in fabbrica - Specificazione EN 14306:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14307:2009 Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) ottenuti in fabbrica Specificazione EN 14307:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14308:2009 Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e di poliisocianurato espanso (PIR) ottenuti in fabbrica - Specificazione EN 14308:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14309:2009 Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica - Specificazione 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14306:2010 gen-10 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 UNI EN 14306:2013 01/08/12 UNI EN 14307:2010 mar-13 gen-10 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 UNI EN 14307:2013 01/08/12 UNI EN 14308:2010 mar-13 gen-10 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 UNI EN 14308:2013 01/08/12 UNI EN 14309:2010 mar-13 gen-10 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14313:2009 Prodotti di polietilene espanso (PEF) ottenuti in fabbrica - Specificazione EN 14313:2009+A1:2013 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14314:2009 Prodotti di resine fenoliche espanse (PF) ottenuti in fabbrica Specificazione EN 14314:2009+A1:2013 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e EN 143151:2013 di poliisocianurato espanso rigido (PIR) spruzzati e formati in sito - Parte 1: Specifiche per il sistema espanso rigido a spruzzo prima dell'installazione 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14313:2010 gen-10 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/08/10 01/11/13 UNI EN 14313:2013 01/08/12 UNI EN 14314:2010 mar-13 gen-10 2,3,5,6 2,3,5,6 1,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/13 01/11/13 UNI EN 14314:2013 01/11/14 UNI EN 14315:2013 mar-13 mar-13 Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di perlite espansa (EP) - Parte 1: Specifiche per i prodotti legati e sfusi prima della messa in opera Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di vermiculite espansa (EV) - Parte 1: Specifiche per i prodotti legati e sfusi prima della messa in opera EN 14316-1:2004 2,3,5,6 1,3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 14316-1:2005 mar-05 EN 14317-1:2004 2,3,6 3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 14317-1:2005 mar-05 2,3,6 3,4 UNI EN 14317-1:2007 lug-07 2,3,5,6 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 14318-1:2013 feb-13 2,3,5,6 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 14319-1:2013 feb-13 2,3,5,6 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 14320-1:2013 feb-13 2,3,5,6 1,3,4 01/07/08 01/07/09 UNI EN 14933:2008 apr-08 EN 14317-1:2007 M/103 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e EN 143181:2013 di poliisocianurato espanso rigido (PIR) formati in sito per iniezione - Parte 1: Specifiche per il sistema espanso rigido per iniezione prima dell’installazione Thermal insulating products for building equipment and industrial EN 14319-1:2013 installations - In-situ formed dispensed rigid polyurethane (PUR) and polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1: Specification for the rigid foam dispensed system before installation Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14320-1:2013 Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e di poliisocianurato espanso rigido (PIR) spruzzati e formati in sito - Parte 1: Specifiche per il sistema espanso rigido a spruzzo prima dell’installazione Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14933:2007 ingegneria civile - Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica Specificazione 199 data GURI Invio scheda a MSE Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/103 EN 14934 M/103 EN 15101-1 M/103 Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14934:2007 ingegneria civile - Prodotti di polistirene estruso (XPS) ottenuti in fabbrica Specificazione Thermal insulation products for buildings - In-situ formed loose - fil prEN 15101-1 cellulose products - Part 1: Specification for the products before installation 2,3,5,6 1,3,4 01/07/08 01/07/09 UNI EN 14934:2008 apr-08 EN 15599-1 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni industriali EN 15599-1:2010 Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di perlite espansa (EP) Parte 1: Specifiche per i prodotti legati e sfusi prima della messa in opera 2,3,5,6 1,3,4 01/04/11 01/04/12 UNI EN 15599-1:2010 set-10 M/103 EN 15600-1 2,3,5,6 1,3,4 01/04/11 01/04/12 UNI EN 15600-1:2010 set-10 M/103 EN 15732 2,3,5,6 1,3,4 01/08/13 01/08/14 UNI EN 15732:2012 nov-12 M/103 EN 16069 2,3,5,6 1,3,4 01/09/2014 UNI EN 16069:2013 lug-13 M/104 M/104 Appoggi strutturali EN 1337-3 Isolamenti termici pr gli impianti degli edifici e le installazioni industriali - EN 15600-1:2010 Isolamento termico realizzato in sito con prodotti di vermiculite espansa (EV) - Parte 1 Specifiche pr i prodotti legati e sfusi prima della messa in opera Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 15732:2012 ingegneria civile (CEA) - Prodotti di aggregati leggeri di argilla espansa (LWA) Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polietilene espanso (PEF) ottenuti in EN 16069:2012 fabbrica - Specificazione Appoggi strutturali - Parte 3: Appoggi elastomerici EN 1337-3:2005 1 1,3 01/01/06 01/01/07 UNI EN 1337-3:2005 lug-05 M/104 EN 1337-4 Appoggi strutturali - Parte 4: Appoggi a rullo M/104 01/09/2013 EN 1337-4:2004 1 1,3 01/02/05 01/02/06 UNI EN 1337-4:2004 ott-04 EN 1337-4:2004/ AC:2007 1 1,3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 1337-4:2004 ott-04 M/104 EN 1337-5 Appoggi strutturali - Parte 5: Appoggi a disco elastomerico EN 1337-5:2005 1 1,3 01/01/06 01/01/07 UNI EN 1337-5:2005 lug-05 M/104 EN 1337-6 Appoggi strutturali - Parte 6: Appoggi a contatto lineare EN 1337-6:2004 1 1,3 01/02/05 01/02/06 UNI EN 1337-6:2004 ott-04 M/104 EN 1337-7 Appoggi strutturali - Parte 7: Appoggi sferici e cilindri di PTFE EN 1337-7:2004 1 M/104 M/105 EN 1337-8 M/105 Camini, condotti e EN 416-1 prodotti specifici EN 621 M/105 M/105 EN 777-1 M/105 EN 777-2 M/105 EN 777-3 M/105 EN 777-4 Appoggi strutturali - Parte 8: Guide e ritegni EN 1337-8:2007 Apparecchi di riscaldamento a gas, a tubo radiante sospeso, con bruciatore EN 4161:2009 singolo per uso non domestico - Parte 1: Sicurezza Generatori d'aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 621:2009 ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, senza ventilatore nel circuito d combustione Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-1:2009 Parte 1: Sistema D, sicurezza Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-2:2009 Parte 2: Sistema E, sicurezza Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-3:2009 Parte 3: Sistema F, sicurezza Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-4:2209 Parte4: Sistema H, sicurezza 1,3 01/12/04 01/06/05 UNI EN 1337-7:2004 ago-04 1 3,4 1,3 2+, 4 01/01/09 01/12/09 01/01/10 01/12/10 UNI EN 1337-8:2007 UNI EN 416-1:2009 dic-07 lug-09 1,2,3,4 2+,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 621:2010 gen-10 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-1:2009 lug-09 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-2:2009 lug-'09 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-3:2009 lug-09 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-4:2009 lug-09 200 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 11 aprile 2007 data GURI Invio scheda a MSE NO 91 19/04/2007 01/08/2003 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/105 EN 778 M/105 EN 1020 M/105 EN 1319 M/105 EN 1457 Titolo Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 778:2009 ambienti domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere calorifico inferiore, non maggiore di 70 kW, senza ventilatore nel circuito di combustione Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 1020:2009 ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, equipaggiati con ventilatore nel circuito di combustione Generatori di aria calda a convezione forzata alimentati a gas, per il EN 1319:2009 riscaldamento di ambienti domestici, equipaggiati con bruciatore munito di ventilatore, con portata termica nominale riferita al potere calorifico inferiore non maggiore di 70 kW Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Requisiti e metodi di provaEN 1457:1999 EN 1457-1 M/105 EN 1457-2 M/105 EN 1806 M/105 EN 1856-1 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 M/105 EN 1856-2 EN 1857 EN 1858 EN 12446 EN 13063-1 M/105 M/105 EN 13063-2 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 1,2,3,4 2-,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 778:2009 nov-09 1,2,3,4 2+,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 1020:2009 dic-09 1,2,3,4 2+,4 01/10/10 01/10/11 UNI EN 1319:2010 feb-10 1,2,3,4 2+ 01/08/03 01/08/04 UNI EN 1457:2004 feb-04 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 2+ 2+ 2+ 01/08/03 01/01/07 01/01/08 UNI EN 1457:2004 01/08/04 01/01/07 UNI EN 1457:2004 01/01/08 UNI EN 1457:2004 feb-04 feb-04 feb-04 Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Parte 1: Condotti di terracotta/ceramica operanti a secco - Requisiti e metodi di prova Camini - Conodtti interni di terracotta/ceramica - Parte 2: Condotti di EN 1457-2:2012 terracotta/ceramica operanti in condizioni umide - Requisiti e metodi di prova Camini - Blocchi di laterizio/ceramica per camini a parete singola - Requisiti EN 1806:2006 e metodi di prova Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 1: Prodotti per sistemi di EN 1856-1:2003 camini EN 1856-1:2003 /A1:2006 EN 1856-1:2009 Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 2: Condotti interni e canali da EN 18562:2004 fumo metallici EN 1856-2:2009 Camini - Componenti - Condotti fumari di calcestruzzo EN 1857:2003 EN 1857:2003/ AC:2005 EN 1857:2003/ AC:2007 EN 1857:2003 + A1:2008 EN 1857:2010 Camini - Componenti - Blocchi di calcestruzzo EN 1858:2003 EN 1858:2008 EN 1858:2008 + A1:2011 Camini - Componenti - Elementi esterni di calcestruzzo EN 12446:2003 EN 12446:2011 Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 1: EN 13063-1:2005 Requisiti e metodi di prova per la resistenza al fuoco da fuliggine EN 13063-1:2005 +A1:2007 1,2,3,4 2+ 01/11/12 01/11/13 UNI EN 1457-1:2012 mar-12 1,2,3,4 2+ 01/11/12 01/11/13 UNI EN 1457-2:2012 mar-12 1,2,3,4 2+ 01/05/07 01/05/08 UNI EN 1806:2006 nov-06 1,2,3,4 2+,4 UNI EN 1856-1:2005 apr-05 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 2+,4 2+,4 2+ UNI EN 1856-1:2007 01/03/11 UNI EN 1856-1:2009 UNI EN 1856-2:2006 nov-07 nov-09 gen-06 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 1,2,3,4 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ 01/03/10 01/03/11 UNI EN 1856-2:2009 UNI EN 1857:2005 UNI EN 1857:2005 UNI EN 1857:2005 01/01/10 UNI EN 1857:2008 01/01/12 UNI EN 1857:2010 UNI EN 1858:2005 01/09/10 UNI EN 1858:2009 01/04/13 01/02/05 UNI EN 12446:2005 01/04/13 UNI EN 12446:2011 UNI EN 13063-1:2006 nov-09 mag-05 mag-05 mag-05 lug-08 mag-10 mag-05 apr-09 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-1:2007 nov-07 Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 2: Requisiti e metodi di prova in condizioni umide 1,2,3,4 2+ UNI EN 13063-2:2005 set-05 M/105 M/105 M/105 M/105 Work Item EN 1457:1999/ A1:2002 EN 1457:1999/ AC:2006 EN 1457:1999/ A1:2002/AC:2007 EN 1457-1:2012 EN 13063-2:2005 201 01/03/10 01/01/09 01/01/11 01/09/09 01/04/12 01/02/04 01/04/12 mag-05 set-11 feb-06 data GURI Invio scheda a MSE NO NO 22/08/2006 NO NO Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/105 Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 13063-2:2005 +A1:2007 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-2:2007 nov-07 M/105 EN 13063-3 Camini - Sistemi camino con condotti interni di terracotta/ceramica - Parte EN 13063-3:2007 3: Requisiti e metodi di prova per sistemi camino a flusso bilanciato 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-3:2007 nov-07 M/105 EN 13069 1,2,3,4 2+ 01/05/06 01/05/07 UNI EN 13069:2005 set-05 22/08/2006 M/105 EN 13084-5 Camini - Rivestimenti esterni in terracotta/ceramica per camini sistema - EN 13069:2005 Requisiti e metodi di prova Camini strutturalmente indipendenti - Parte 5: Materiali per condotti interni EN 13084-5:2005 di mattoni - Specifiche di prodotto EN 13084-5:2005 /AC:2006 1,2,3,4 2+ 01/04/06 01/04/07 UNI EN 13084-5:2005 set-05 22/08/2006 1,2,3,4 2+ 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13084-5:2005 set-05 NO Camini strutturalmente indipendenti - Parte 7: Specifiche di prodotto applicabili ad elementi cilindrici di acciaio da utilizzare per camini di acciaio a parete singola e per pareti interne di acciaio EN 13084-7:2005 1,2,3,4 2+ 01/08/06 01/08/07 UNI EN 13084-7:2006 gen-06 M/105 EN 13084-7:2005/ AC:2009 1,2,3,4 2+ 01/08/09 01/08/09 UNI EN 13084-7:2006 gen-06 M/105 M/105 M/105 EN 13502 EN 14471 EN 13084-7:2012 EN 13502:2002 EN 14471:2005 1,2,3,4 3 1,2,3,4 2+ 4 1,2+,3,4 01/09/13 01/08/03 01/06/06 01/09/13 UNI EN 13084-7:2013 01/08/04 UNI EN 13502:2004 01/06/07 UNI EN 14471:2005 mar-13 mar-04 nov-05 M/105 EN 14989-1 EN 14989-1:2007 2,3,4 2+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14989-1:2007 giu-07 M/105 EN 14989-2 EN 14989-2:2007 2,3,4 2+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 14989-2:2008 apr-08 EN 520:2004 1,2,3,4,5,6 3,4 EN 520:2004/A1:2009 EN 12859:2001 1,2,3,4,5,6 2,5,6 3,4 3,4 2,5,6 3,4 2,5,6 2,5,6 2 3,4 3,4 3,4 2,3 3,4 M/105 M/105 M/106 M/106 M/106 EN 13084-7 M/106 Prodotti di gesso EN 520 Camini - Requisiti e metodi di prova per terminali di terracotta/ceramica Camini - Sistemi di camini con condotti interni di plastica - Requisiti e metodi di prova Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a tenuta stagna - Parte 1: Terminali verticali aria/fumi per apparecchi di tipo C6 Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a tenuta stagna - Parte 2: Condotti per fumi e aria comburente per apparecch a tenuta stagna Lastre di gesso - Definizioni, specificazioni e metodi di prova EN 12859 Blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi di prova M/106 M/106 M/106 M/106 M/106 EN 12859:2001/ A1:2004 EN 12860 EN 12859:2008 EN 12859:2011 Adesivi a base di gesso per blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi EN 12860:2001 di prova EN 12860:2001/AC:2002 202 UNI EN 520:2005 01/06/10 mag-05 01/12/10 UNI EN 520:2009 UNI EN 12859:2002 ott-09 ott-02 UNI EN 12859:2008 feb-08 01/01/09 01/12/11 01/04/02 01/01/10 UNI EN 12859:2008 01/12/12 UNI EN 12859:2011 01/04/03 UNI EN 12860:2002 set-08 mar-11 nov-02 01/01/10 01/01/10 UNI EN 12860:2002 nov-02 22/08/2006 NO (nessuna risposta da OT competente ) NO (nessuna risposta da OT competente NO) (nessuna risposta da OT competente ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) M/106 EN 13279-1 Leganti e intonaci a base di gesso - Parte 1: Definizioni e requisiti EN 13279-1:2005 2,5,6 3,4 M/106 M/106 EN 13658-1 EN 13279-1:2008 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 1: Intonaci EN 13658-1:2005 interni 2,5,6 2 3,4 3,4 M/106 EN 13658-2 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 2: Intonaci EN 13658-2:2005 esterni 2 M/106 EN 13815 Intonaco a base di gesso rinforzato con fibre - Definizioni, requisiti e metodi EN 13815:2006 di prova M/106 EN 13915 M/106 EN 13950 M/106 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI UNI EN 13279-1:2006 gen-06 01/10/09 01/03/06 01/10/10 UNI EN 13279-1:2008 01/03/07 UNI EN 13658-1:2005 dic-08 nov-05 3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13658-2:2005 nov-05 2,3,4,5,6 1,3,4 01/06/07 01/06/08 UNI EN 13815:2007 mag-07 Pannelli prefabbricati di lastre di cartongesso con nido d'ape di cartone - EN 13915:2007 Definizioni, requisiti e metodi di prova Lastre di gesso rivestito accoppiate con pannelli isolanti termo/acustici - EN 13950:2005 Definizioni, requisiti e metodi di prova 2,3,4,5,6 3,4 01/06/08 01/06/09 UNI EN 13915:2007 dic-07 2,3,4,5,6 3,4 01/09/06 01/09/07 UNI EN 13950:2006 feb-06 EN 13963 Sigillanti per lastre di gesso rivestito - Definizioni, requisiti e metodi di provaEN 13963:2005 2,4 3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13963:2005 nov-05 M/106 M/106 EN 14190 Prodotti di trasformazione secondaria di lastre di gesso - Definizioni, requisiti e metodi di prova 2,4 1,2,3,4,5,6 3,4 3,4 01/01/07 01/04/06 01/01/07 UNI EN 13963:2005 01/04/07 UNI EN 14190:2006 nov-05 gen-06 M/106 EN 14195 Componenti di intelaiature metalliche per sistemi a pannelli di gesso Definizioni, requisiti e metodi di prova 2,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 14195:2005 lug-05 M/106 M/106 EN 14209 Cornici di gesso sagomate - Definizioni, requisiti e metodi di prova 2,4 2,4 3,4 3,4 01/01/07 01/09/06 01/01/07 UNI EN 14195:2005 01/09/07 UNI EN 14209:2006 lug-05 feb-06 M/106 EN 14246 Elementi di gesso per controsoffitti - Definizioni, requisiti e metodi di prova 2,3,4,5,6 3,4 01/04/07 01/04/08 UNI EN 14246:2006 nov-06 M/106 M/106 EN 14353 Profili metallici per impiego con lastre di gesso - Definizioni, requisiti e metodi di prova EN 14246:2006/ AC:2007 EN 14353:2007 2,3,4,5,6 2,4 3,4 3,4 01/01/08 01/01/09 01/01/08 UNI EN 14246:2006 01/01/10 UNI EN 14353:2008 nov-06 apr-08 EN 14353:2007+A1:2010 2,4 3,4 01/11/10 01/11/10 UNI EN 14353:2010 feb-10 M/106 EN 13963:2005 /AC:2006 EN 14190:2005 EN 14195:2005 EN 14195:2006 /AC:2006 EN 14209:2005 EN 14246:2006 203 data GURI Invio scheda a MSE NO (nessuna risposta da OT competente ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente NO) (nessuna risposta da OT competente NO) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente NO) NO (nessuna risposta da OT competente NO) (nessuna risposta da OT competente NO) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item M/106 EN 14496 Adesivi a base di gesso per pannelli accoppiati termo/acustici e lastre di EN 14496:2005 gesso rivestite - Definizioni, requisiti e metodi di prova M/106 EN 14566 Elementi di collegamento meccanici per sistemi a pannelli di gesso Definizioni, requisiti e metodi di prova M/106 EN 15283-1 M/106 M/106 EN 15283-2 M/106 M/107 M/107 Geotessili EN 13255 UNI EN 14566:2009 UNI EN 15283-1:2008 ott-09 lug-08 1,2,3,4,5,6 3,4 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15283-1:2009 ott-09 Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-2:2008 Parte 2: Lastre di gesso con fibre EN 15283-2:2008+A1:2009 1,2,3,4,5,6 3,4 UNI EN 15283-2:2008 lug-08 1,2,3,4,5,6 3,4 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15283-1:2009 ott-09 EN 13249:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13249:2005 set-05 EN 13249:2000/ A1:2005 EN 13250:2000 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/11/05 01/10/01 01/11/06 01/10/02 UNI EN 13249:2005 UNI EN 13250:2005 set-05 set-05 EN 13250:2000/ A1:2005 EN 13251:2000 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13250:2005 UNI EN 13251:2005 set-05 set-05 EN 13251:2000/ A1:2005 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei sistem EN 13252:2000 drenanti EN 13252:2000/ A1:2005 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle EN 13253:2000 opere di controllo dell'erosione (protezione delle coste, rivestimenti di sponda) EN 13253:2000/ A1:2005 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13254:2000 costruzione di bacini e dighe EN 13254:2000/ AC:2003 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13251:2005 UNI EN 13252:2005 set-05 ago-05 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13252:2005 UNI EN 13253:2005 ago-05 ott-05 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13253:2005 UNI EN 13254:2005 ott-05 ago-05 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13254:2005 ago-05 EN 13254:2000/ A1:2005 EN 13255:2000 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13254:2005 UNI EN 13255:2005 ago-05 ago-05 EN 13255:2000/ AC:2003 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13255:2005 ago-05 EN 13255:2000/ A1:2005 EN 13256:2000 1,3,4 1,4 2+,4 2+ 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13255:2005 UNI EN 13256:2005 ago-05 ott-05 EN 13256:2000/ AC:2003 1,4 2+ 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13256:2005 ott-05 EN 13256:2000/ A1:2005 EN 13257:2000 1,4 1,3,4 2+ 2+,4 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13256:2005 UNI EN 13257:2005 ott-05 ago-05 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella costruzione di canali M/107 M/107 M/107 EN 13256 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo M/107 M/107 M/107 EN 13257 apr-08 01/11/10 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle costruzioni di terra, nelle fondazioni e nelle strutture di sostegno M/107 M/107 UNI EN 14566:2008 01/05/10 EN 13251 M/107 feb-06 4 3,4 M/107 M/107 EN 13254 UNI EN 14496:2006 2,4 1,2,3,4,5,6 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella costruzione di ferrovie M/107 M/107 01/09/07 EN 14566:2008+A1:2009 Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-1:2008 Parte 1: Lastre di gesso rinforzate con rete EN 15283-1:2008+A1:2009 EN 13250 EN 13253 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 4 M/107 M/107 M/107 M/107 Norma UNI 2,4 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego in discariche per rifiuti solidi EN 14566:2008 204 01/09/06 Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) 3,4 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella costruzione di strade e di altre aree soggette a traffico (escluse ferrovie e l'inclusione in conglomerati bituminosi) EN 13252 Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) 1,2,3,4,5,6 EN 13249 M/107 M/107 Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità data GURI Invio scheda a MSE N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 91 19/04/2007 NO Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 91 19/04/2007 NO Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 91 19/04/2007 NO Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE M/107 EN 13257:2000/ AC:2003 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13257:2005 ago-05 M/107 M/107 EN 13257:2000/ A1:2005 EN 13265:2000 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+ 01/06/06 01/10/01 01/06/07 01/10/02 UNI EN 13257:2005 UNI EN 13265:2005 ago-05 set-05 EN 13265:2000/ AC:2003 1,3,4 2+ 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13265:2005 set-05 EN 13265:2000/ A1:2005 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13361:2004 nella costruzione di bacini e di dighe EN 13361:2004 /A1:2006 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13362:2005 nella costruzione di canali Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13491:2004 come barriere ai fluidi nella costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo 1,3,4 1,3 2+ 2+ 01/06/06 01/09/05 01/06/07 01/09/06 UNI EN 13265:2005 UNI EN 13361:2005 set-05 nov-05 22/08/2006 1,3 1,3 2+ 2+ 01/06/07 01/02/06 01/06/08 01/02/07 UNI EN 13361:2008 UNI EN 13362:2005 mar-08 nov-05 22/08/2006 1,3 2+ 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13491:2005 nov-05 22/08/2006 EN 13491:2004 /A1:2006 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13492:2004 nella costruzione di discariche per smaltimento, di opere di trasferimento o di contenimento secondario di rifiuti liquidi EN 13492:2004 /A1:2006 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13493:2005 nella costruzione di discariche per accumulo e smaltimento di rifiuti solidi 1,3 1,3 2+ 2+ 01/06/07 01/09/05 01/06/08 01/09/06 UNI EN 13491:2008 UNI EN 13492:2005 feb-08 nov-05 22/08/2006 1,3 1,3 2+ 2+ 01/06/07 01/03/06 01/06/08 01/03/07 UNI EN 13492:2008 UNI EN 13493:2005 feb-08 nov-05 22/08/2006 Geosintetici e prodotti affini - Requisiti per l'impiego in pavimentazioni e EN 15381:2008 strati di usura Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego in EN 15382:2008 infrastrutture di trasporto Facciate continue - Norma di prodotto EN 13830:2003 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 2: Centrale di EN 54-2:1997 controllo e segnalazione 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15381:2008 nov-08 1,3 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15382:2008 nov-08 2,3,4,5,6 2,3 1,3 1 01/12/04 01/01/08 01/12/05 01/08/09 UNI EN 13830:2005 UNI EN 54-2:1999 apr-05 mar-99 22/11/2005 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-2:1997/ A1:2006 2,3 1 01/01/08 01/08/09 UNI EN 54-2:2007 mar-07 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-2:1997/ AC:1999 2,3 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 54-2:2007 mar-07 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-3:2001 2,3 1 01/04/03 01/06/09 UNI EN 54-3:2002 ott-02 EN 54-3:2001/A1:2002 EN 54-3:2001/ A2:2006 2,3 2,3 1 1 01/04/03 01/03/07 30/06/05 01/06/09 UNI EN 54-3:2007 UNI EN 54-3:2007 set-07 set-07 EN 54-4:1997 2,3 1 01/10/03 01/08/09 UNI EN 54-4:1999 mar-99 EN 54-4:1997/ A1:2002 2,3 1 01/10/03 01/08/09 UNI EN 54-4:2003 set-03 EN 13265 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei progetti di contenimento di rifiuti liquidi M/107 M/107 M/107 EN 13361 M/107 M/107 EN 13362 M/107 EN 13491 M/107 M/107 EN 13492 M/107 M/107 EN 13493 M/107 EN 15381 M/107 EN 15382 M/108 M/109 M/108 Facciate continue EN 13830 EN 54-2 M/109 Sistemi di rivelazione, di segnalazione e di lotta all'incendio M/109 M/109 M/109 EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 3: Dispositivi sonori di allarme incendio M/109 M/109 M/109 M/109 EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 4: Apparecchiatura di alimentazione 205 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 NO Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 01/08/2003 91 19/04/2007 NO Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI di recepimento GURI Invio scheda a MSE M/109 EN 54-4:1997/ A2:2006 2,3 1 01/06/07 01/08/09 UNI EN 54-4:2007 nov-07 NO (opzione NPD non prevista) M/109 EN 54-4:1997/ AC:1999 2,3 1 01/06/05 01/06/05 UNI EN 54-4:2007 nov-07 NO (opzione NPD non prevista) Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 5: Rivelatori di EN 54-5:2000 calore - Rivelatori puntiformi EN 54-5:2000/ A1:2002 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 7: Rivelatori di EN 54-7:2000 fumo - Rilevatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione EN 54-7:2000/ A1:2002 EN 54-7:2000/ A2:2006 2,3 1 01/04/03 30/06/05 UNI EN 54-5:2002 giu-02 2,3 2,3 1 1 01/04/03 01/04/03 30/06/05 01/08/09 UNI EN 54-5:2003 UNI EN 54-7:2002 mar-03 mar-02 2,3 2,3 1 1 01/04/03 01/05/07 30/06/05 01/08/09 UNI EN 54-7:2003 UNI EN 54-7:2007 mar-03 nov-07 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 10: Rivelatori di EN 54-10:2002 fiamma - Rivelatori puntiformi 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 5410:2003 set-03 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-10:2002/ A1:2005 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 5410:2006 set-06 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-11:2001 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 5411:2003 apr-03 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-11:2001/ A1:2005 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 5411:2006 set-06 NO (opzione NPD non prevista) Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 12: Rivelatori di EN 54-12:2002 fumo - Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 16: EN 54-16:2008 Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale 2,3 1 01/10/03 31/12/05 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 5412:2003 UNI EN 5416:2008 M/109 M/109 M/109 EN 54-5 EN 54-7 M/109 M/109 M/109 EN 54-10 M/109 M/109 EN 54-11 M/109 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 11: Punti di allarme manuali 66 20/03/2007 22/08/2006 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 M/109 EN 54-12 M/109 EN 54-16 M/109 EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 17: Isolatori di EN 54-17:2005 corto circuito 2,3 1 01/10/06 01/12/08 UNI EN 5417:2006 gen-06 NO (opzione NPD non prevista) M/109 EN 54-18 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi di EN 5418:2005 ingresso/uscita 2,3 1 01/10/06 01/12/08 UNI EN 5418:2006 feb-06 NO (opzione NPD non prevista) 2,3 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 5418:2006 feb-06 NO (opzione NPD non prevista) Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 20: Rivelatori di EN 54-20:2006 fumo ad aspirazione 2,3 1 01/04/07 01/07/09 UNI EN 5420:2006 ott-06 NO (opzione NPD non prevista) EN 54-20:2006/ AC:2008 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 21: EN 54-21:2006 Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione remota di guasto e avvertimento 2,3 2,3 1 1 01/08/09 01/03/07 01/08/09 01/06/09 UNI EN 54UNI20:2006 EN 5421:2006 ott-06 ott-06 M/109 EN 54-18:2005 /AC:2007 M/109 EN 54-20 M/109 M/109 EN 54-21 206 ott-03 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 ago-08 NO (opzione NPD non prevista) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/109 EN 54-22 M/109 EN 54-23 M/109 EN 54-24 M/109 EN 54-25 M/109 M/109 M/109 EN 54-26 M/109 M/109 EN 54-27 EN 671-1 M/109 M/109 M/109 EN 671-2 M/109 M/109 M/109 EN 12094-1 M/109 EN 12094-10 M/109 EN 12094-11 M/109 EN 12094-12 M/109 EN 12094-13 M/109 M/109 EN 12094-2 M/109 EN 12094-3 Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Fire detection and fire alarm system - Part 22: Resettable line type heat prEN 54-22 detectors Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 23: Dispositivi EN 54-23:2010 visuali di allarme incendio Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 24: Componenti EN 5424:2008 di sistemi di allarme vocale - Altoparlanti Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 25: Componenti EN 5425:2008 che utilizzano collegamenti radio EN 54-25:2008/AC:2010 EN 54-25:2008/AC:2012 Fire detection and fire alarm systems - Part 26: Point fire detectors using prEN 54-26 carbon monoxide sensors Fire detection and fire alarm systems - Part 27: Duct smoke detectors prEN 54-27 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - EN 671-1:2001 Parte 1: Naspi antincendio con tubazioni semirigide EN 671-1:2001 /AC:2002 Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 2,3 1 01/12/10 01/03/13 UNI EN 54-23:2010 apr-10 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 54-24:2008 ago-08 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 54-25:2008 ago-08 2,3 2,3 1 1 01/01/11 01/07/12 01/01/11 01/07/12 UNI EN 54-25:2008 UNI EN 54-25:2008 ago-08 ago-08 2 1 01/02/02 01/04/04 UNI EN 671-1:2003 apr-03 2 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 671-1:2003 apr-03 EN 671-1:2012 EN 671-2:2001 2 2 1 1 01/03/13 01/02/02 01/07/13 01/04/04 UNI EN 671-1:2012 UNI EN 671-2:2003 nov-12 apr-03 EN 671-2:2001 /A1:2004 2 1 01/03/07 01/03/08 UNI EN 671-2:2004 set-04 EN 671-2:2012 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120941:2003 a gas - Parte 1: Requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatici di comando e gestione spegnimento e di ritardo Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209410:2003 a gas - Parte 10: Requisiti e metodi di prova per manometri e pressostati 2 2 1 1 01/03/13 01/02/04 01/07/13 01/05/06 UNI EN 671-2:2012 UNI EN 12094-1:2004 nov-12 mag-04 2 1 01/02/04 01/05/06 UNI EN 12094-10:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209411:2003 a gas - Parte 11: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di pesatura meccanici Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209412:2003 a gas - Parte 12: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di allarme pneumatici Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 1209413:2001 a gas - Parte 13: Requisiti e metodi di prova per valvole di ritegno e valvole di non ritorno EN 12094-13:2001/AC:2002 2 1 01/01/04 01/09/05 2 1 01/01/04 2 1 2 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120942:2003 a gas - Parte 2: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici automatici di comando e gestione spegnimento e di ritardo Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120943:2003 a gas - Parte 3: Requisiti e metodi di prova per dispositivi manuali di azionamento e di bloccaggio Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni Parte 2: Idranti a muro con tubazioni flessibili 207 data GURI Invio scheda a MSE Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 66 20/03/2007 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 mag-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 UNI EN 12094-11:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 01/09/05 UNI EN 12094-12:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12094-13:2002 nov-02 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 1 01/01/10 01/01/10 UNI EN 12094-13:2002 nov-02 2 1 01/02/04 01/05/06 UNI EN 12094-2:2004 apr-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-3:2004 apr-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/109 EN 12094-4 M/109 EN 12094-5 M/109 M/109 EN 12094-6 M/109 M/109 EN 12094-7 Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI 01/08/07 UNI EN 12094-4:2004 dic-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 20/11/2007 UNI EN 12094-5:2004 mar-04 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 UNI EN 12094-5:2006 nov-06 UNI EN 12094-6:2003 dic-03 Invio scheda a MSE Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120944:2004 a gas - Parte 4: Requisiti e metodi di prova per complesso valvola di scarica e rispettivi attuatori Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120945:2000 a gas - Parte 5: Requisiti e metodi di prova per valvole direzionali e loro attuatori per sistemi a CO2 in alta e bassa pressione EN 12094-5:2006 2 1 2 1 2 1 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120946:2000 a gas - Parte 6: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici di messa fuori servizio per sistemi a CO2 EN 12094-6:2006 2 1 2 1 01/02/07 01/05/09 UNI EN 12094-6:2006 nov-06 Sistemi fissi antincendio - Componenti per sistemi a CO2 - Parte 7: Requisiti e metodi di prova per gli ugelli 2 1 01/10/01 01/04/04 UNI EN 12094-7:2005 set-05 2 1 01/11/05 01/11/06 UNI EN 12094-7:2005 set-05 NO (opzione NPD non prevista) NO (opzione NPD non prevista) M/109 EN 12094-7:2000 EN 12094-7:2000 /A1:2005 01/05/05 Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) 01/02/07 01/05/09 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 M/109 EN 12094-8 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120948:2006 a gas - Parte 8: Requisiti e metodi di prova per raccordi 2 1 01/02/07 01/05/09 UNI EN 12094-8:2006 nov-06 M/109 EN 12094-9 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 120949:2003 a gas - Parte 9: Requisiti e metodi di prova per rivelatori di incendio speciali 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-9:2004 mag-04 M/109 EN 12101-1 Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 1: Specifiche per le barriere antifumo 2 1 01/06/06 01/09/08 UNI EN 12101-1:2006 lug-06 NO (opzione NPD non prevista) 2 1 01/12/06 01/09/08 UNI EN 12101-1:2006 lug-06 NO (opzione NPD non prevista) 2 1 01/10/06 01/05/12 UNI EN 1210110:2006 feb-06 NO (opzione NPD non prevista) 2 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 1210110:2006 feb-06 NO (opzione NPD non prevista) EN 12101-2:2003 2 1 01/04/04 01/09/06 UNI EN 12101-2:2004 dic-04 EN 12101-3:2002 2 1 01/04/04 01/04/05 UNI EN 12101-3:2004 feb-04 2 1 01/01/06 01/01/06 UNI EN 12101-3:2004 feb-04 NO (opzione NPD non prevista) 2 1 01/04/06 01/04/07 UNI EN 12101-6:2005 set-05 NO (opzione NPD non prevista) M/109 M/109 EN 12101-1:2005 /A1:2006 EN 1210110 Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 10: Apparecchiature di EN 1210110:2005 alimentazione M/109 EN 12101-10:2005 /AC:2007 M/109 EN 12101-2 M/109 EN 12101-3 M/109 M/109 EN 12101-1:2005 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 2: Specifiche per gli evacuatori naturali di fumo e calore Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Specifiche per gli evacuatori forzati di fumo e calore EN 12101-3:2002 /AC:2005 EN 12101-6 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 6: Sistemi di controllo del EN 12101-6:2005 fumo per differenza di pressione - Kit 208 Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 67 21/03/2007 23/03/2005 66 20/03/2007 23/03/2005 66 20/03/2007 NO (opzione NPD non prevista) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/109 Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità EN 12101-6:2005 /AC:2006 M/109 EN 12101-7 M/109 EN 12101-8 M/109 EN 12259-1 M/109 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 2: Valvole di allarme idraulico Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI di recepimento GURI Invio scheda a MSE 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 12101-6:2005 set-05 2 1 01/02/12 01/02/13 UNI EN 12101-7:2011 giu-11 2 1 01/02/12 01/02/13 UNI EN 12101-8:2011 giu-11 2 1 01/04/02 01/09/05 UNI EN 12259-1:2005 apr-05 2 1 01/03/05 01/03/06 UNI EN 12259-1:2005 apr-05 NO (opzione NPD non prevista) EN 12259-1:1999 + A1:2001/A3:2006 2 1 01/11/06 01/11/07 UNI EN 12259-1:2007 giu-07 NO (opzione NPD non prevista) NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 Decreto 5 marzo 2007 66 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-2:2002 set-02 EN 12259-2:1999 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-2:2002 set-02 M/109 EN 12259-2:1999 /AC:2002 2 1 01/06/05 01/06/05 UNI EN 12259-2:2002 set-02 NO (opzione NPD non prevista) M/109 EN 12259-2:1999 /A2:2005 2 1 01/09/06 01/08/07 UNI EN 12259-2:2006 lug-06 NO (opzione NPD non prevista) EN 12259-3:2000 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-3:2002 lug-02 M/109 EN 12259-3:2000 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-3:2002 lug-02 M/109 EN 12259-3:2000 /A2:2005 2 1 01/09/06 01/08/07 UNI EN 12259-3:2006 lug-06 EN 12259-4:2000 2 1 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12259-4:2002 lug-02 EN 12259-4:2000 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12259-4:2002 lug-02 EN 12259-5:2002 2 1 01/07/03 01/09/05 UNI EN 12259-5:2003 giu-03 EN 14339:2005 2 1 01/05/06 01/05/07 UNI EN 14339:2006 mar-06 NO (opzione NPD non prevista) EN 14384:2005 2 1 01/05/06 01/05/07 UNI EN 14384:2006 mar-06 NO (opzione NPD non prevista) M/109 EN 12259-4 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 3: Valvole d'allarme a secco Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 4: Allarmi a motore ad acqua M/109 M/109 EN 12259-5 M/109 EN 12259-8 M/109 EN 12259-12 M/109 EN 14339 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 5: Indicatori di flusso Fire protection - Components for automatic sprinkler systems - Part 8: Pressure switches Fixed firefighting systems - Sprinkler and water spray systems - Part 12: Sprinkler pumps Idranti antincendio sottosuolo M/109 EN 14384 Idranti antincendio a colonna soprasuolo Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 EN 12259-2:1999 EN 12259-3 66 20/03/2007 M109 M/109 EN 12259-2 Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) 2 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 7: Condotte per il EN 12101-7:2011 controllo dei fumi Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 8: Serrande per il EN 12101-8:2011 controllo dei fumi EN 12259-1:1999 + A1:2001 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 1: Sprinklers EN 12259-1:1999 + A1:2001/A2:2004 M/109 M/109 Work Item 20/03/2007 23/03/2005 23/03/2005 NO (opzione NPD non prevista) Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 Decreto 5 marzo 2007 66 20/03/2007 23/03/2005 prEN 12259-8 prEN 12259-12 209 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/109 EN 14604 Rivelatori autonomi di fumo con avvisatore acustico M/109 M/109 M/110 EN 15650 EN 997 Ventilazione degli edifici - Serrande tagliafuoco Apparecchi sanitari - Vasi indipendenti e vasi abbinati a cassetta, con sifone integrato M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/110 M/111 M/111 M/111 M/110 Apparecchi sanitari EN 12764 EN 13310 EN 13407 EN 14055 EN 14296 EN 14428 EN 14516 EN 14527 EN 14528 EN 14688 M/111 Attrezzature stradali EN 40-4 EN 40-5 M/111 EN 40-6 M/111 EN 40-7 M/111 EN 1317-5 M/111 M/111 M/111 M/111 EN 1317-6 M/111 EN 1423 M/111 M/111 EN 1423 M/111 EN 1463-1 M/111 Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 14604:2005 EN 14604:2005/ AC:2008 EN 15650:2010 EN 997:2003 EN 997:2003 /A1:2006 EN 997:2012 EN 997:2012/AC:2012 Apparecchi sanitari - Specifica per bagni idromassaggio EN 12764:2004 EN 12764:2004 + A1:2008 Lavelli da cucina - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 13310:2003 Orinatoi a parete - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 13407:2006 Cassette di scarico per vasi e orinatoi EN 14055:2010 Apparecchi sanitari - Lavabi a canale EN 14296:2005 Pareti doccia - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14428:2004 EN 14428:2004 + A1:2008 Vasche da bagno per impieghi domestici EN 14516:2006 + A1:2010 Piatti doccia per usi domestici EN 14527:2006 + A1:2010 Bidé - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14528:2005 Apparecchi sanitari - Lavabi - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14688:2006 EN 14528:2007 Pali per illuminazione pubblica - Parte 4: Requisiti per pali per illuminazione EN 404:2005 di calcestruzzo armato e precompresso EN 40-4:2005 /AC:2006 Pali per illuminazione pubblica - Parte 5: Specifiche per pali per EN 40-5:2002 illuminazione pubblica di acciaio Pali per illuminazione pubblica - Parte 6: Requisiti per pali per illuminazione EN 406:2002 pubblica di alluminio Pali per illuminazione pubblica - Parte 7: Specifiche per pali per EN 40-7:2002 illuminazione pubblica di compositi polimerici fibrorinforzati Barriere di sicurezza stradali - Parte 5: Requisiti di prodotto e valutazione di EN 13175:2007 conformità per sistemi di trattenimento veicoli EN 1317-5:2007+A1:2008 EN 1317-5:2007+A2:2012 EN 13175:2007/A2:2012/AC:2012 Road restraint systems - Pedestrian restraint systems - Part 6: Pedestrian prEN 1317-6 Parapet Materiali per segnaletica orizzontale - Materiali da postspruzzare EN 1423:1997 Microsfere di vetro, granuli antiderapanti e loro miscele EN 1423:1997/ A1:2003 EN 1423:2012/AC:2013 Materiali per segnaletica orizzontale - Materiali da postspruzzare EN 1423:2012 Microsfere di vetro, granuli antiderapanti e loro miscele Materiali per segnaletica orizzontale - Inserti stradali catarifrangenti - Parte EN 1463-1:1997/ A1:2003 1: Requisiti delle prestazioni iniziali EN 1463-1:2009 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE 2 1 01/05/06 01/08/08 UNI EN 14604:2005 ott-05 2 1 3,4,5 1 2 4 01/08/09 01/09/11 01/12/04 01/08/09 UNI EN 14604:2005 01/09/12 UNI EN 15650:2010 01/12/06 UNI EN 997:2007 ott-05 mag-10 mar-07 3,4,5 3,4,5 3,4,5 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4,5 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3 3,4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 1 01/01/08 01/12/12 01/03/13 01/01/08 01/01/08 01/10/06 01/01/09 UNI EN 997:2007 01/06/13 UNI EN 997:2012 01/03/13 UNI EN 997:2012 UNI EN 12764:2005 01/01/10 UNI EN 12764:2008 01/02/06 UNI EN 13310:2004 01/01/09 UNI EN 13407:2007 01/09/12 UNI EN 14055:2011 01/03/08 UNI EN 14296:2005 UNI EN 14428:2005 01/01/10 UNI EN 14428:2008 01/05/12 UNI EN 14516:2010 01/05/12 UNI EN 14527:2010 UNI EN 14528:2008 01/01/09 UNI EN 14688:2007 UNI EN 14528:2008 01/01/09 01/10/07 UNI EN 40-4:2006 mar-07 giu-12 ago-12 apr-05 mag-08 apr-04 gen-07 gen-11 ago-05 mar-05 mag-08 set-10 set-10 gen-08 feb-07 gen-08 nov-06 4 4 1 1 01/01/07 01/02/03 01/01/07 UNI EN 40-4:2006 01/02/05 UNI EN 40-5:2003 nov-06 mag-03 4 1 01/02/03 01/02/05 UNI EN 40-6:2004 gen-04 4 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 40-7:2008 gen-08 4 1 UNI EN 1317-5:2007 lug-07 27/03/2009 4 4 4 1 1 1 01/04/09 01/01/13 01/03/13 01/01/11 UNI EN 1317-5:2008 01/01/13 UNI EN 1317-5:2012 01/03/13 UNI EN 1317-5:2012 ott-08 mag-12 mag-12 27/03/2009 4 1 01/05/04 01/05/05 UNI EN 1423:1999 apr-99 22/11/2005 4 4 4 1 1 1 01/05/04 01/07/13 01/11/12 01/05/04 UNI EN 1423:2004 01/07/13 UNI EN 1423:2012 01/11/12 UNI EN 1423:2012 mar-04 mar-13 mar-12 4 1 UNI EN 1463-1:2004 apr-04 4 1 01/01/11 UNI EN 1463-1:2009 mag-09 210 01/01/09 01/02/04 01/01/08 01/09/11 01/03/06 01/01/09 01/05/11 01/05/11 01/01/10 NO (opzione NPD non prevista) 22/08/2006 27/03/2009 22/08/2006 27/03/2009 27/03/2009 27/03/2009 27/03/2009 NO 23/03/2005 23/03/2005 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/111 M/111 M/111 EN 1790 EN 1871 EN 12352 M/111 M/111 EN 12368 EN 12676-1 M/111 M/111 EN 12899-1 M/111 EN 12899-2 M/111 EN 12899-3 M/111 EN 12966-1 M/111 M/111 M/112 M/112 EN 14388 M/112 Prodotti di legno strutturale e accessori Road marking materials - Preformed road markings prEN 1790:1998 rev Road marking materials - Physical properties EN 1871:2000 rev Attrezzatura per il controllo del traffico - Dispositivi luminosi di pericolo e di EN 12352:2006 sicurezza Attrezzatura per il controllo del traffico - Lanterne semaforiche EN 12368:2006 Schermi anti-abbagliamento per strade - Parte 1: Prestazioni e EN 12676-1:2000 caratteristiche EN 12676-1:2000 /A1:2003 1 01/02/07 01/02/08 UNI EN 12352:2006 4 4 1 3 01/02/07 01/02/04 01/02/08 UNI EN 12368:2006 01/02/06 UNI EN 12676-1:2002 4 3 01/02/04 01/02/06 EN 12676-1:2004 feb-04 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-1:2008 gen-08 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-2:2008 gen-08 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-3:2008 gen-08 4 1 01/02/06 lug-05 4 1 01/08/10 4,5 4,5 1,2,3 3 3 1 01/05/06 01/01/09 01/04/06 01/02/07 UNI CEI EN 129661:2005 01/08/10 UNI CEI EN 129661:2010 01/05/07 UNI EN 14388:2005 01/01/09 UNI EN 14388:2005 01/12/11 UNI EN 14080:2005 nov-05 giu-11 ott-05 1,2 2+ 01/09/06 01/09/12 UNI EN 14081-1:2006 apr-06 1,2 2+ 01/10/11 01/10/12 UNI EN 14081-1:2011 mar-11 EN 14229:2010 EN 14250:2004 1,2,3 1,2 2+ 2+ 01/09/11 01/09/05 01/09/12 UNI EN 14229:2010 01/10/10 UNI EN 14250:2005 nov-10 mag-05 EN 14250:2010 Legno strutturale - LVL - Requisiti EN 14374:2004 Strutture di legno - Connettori - Requisiti EN 14545:2008 Strutture di legno - Elementi di collegamento di forma cilindrica - Requisiti EN 14592:2008 1,2 1,2,3 1 1 2+ 1 2+, 3 3 01/11/10 01/09/05 01/08/09 01/08/09 01/11/10 UNI EN 14250:2010 01/09/06 UNI EN 14374:2055 01/08/10 UNI EN 14545:2009 01/08/10 UNI EN 14592:2009 mar-10 mag-05 gen-09 gen-09 1 3 01/03/13 01/07/13 UNI EN 14592:2012 lug-12 1,2,3,5,6 1,2+,3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 13986:2005 mag-05 1 1+ 01/04/01 01/04/02 UNI EN 197-1:2001 giu-01 1 1 1+ 1+ 01/02/05 01/04/08 01/07/12 01/02/06 UNI EN 197-1:2006 01/04/09 UNI EN 197-1:2007 01/07/13 UNI EN 197-1:2011 mar-06 nov-07 ott-11 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 1: Segnali EN 12899-1:2007 permanenti Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 2: EN 12899-2:2007 Delineatori di ostacolo transilluminati (TTB) Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 3: EN 12899-3:2007 Delineatori di margine e dispositivi rifrangenti Segnaletica verticale per il traffico stradale - Pannelli a messaggio variabile EN 12966-1:2005 Parte 1: Norma di prodotto EN 12966-1:2005/A1:2009 Dispositivi per la riduzione del rumore da traffico stradale - Specifiche EN 14388:2005 EN 14388:2005/ AC:2008 EN 14080:2005 Strutture di legno - Legno lamellare incollato - Requisiti M/112 M/112 M/112 M/112 EN 14374 EN 14545 EN 14592 M/112 M/112 EN 15497 M/113 Pannelli a base di EN 13986 legno M/114 Cemento, calci da EN 197-1 costruzione e altri leganti idraulici EN 197-1 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 4 Strutture di legno - Legno strutturale con sezione rettangolare classificato EN 14081-1:2005 secondo la resistenza - Parte 1: Requisiti generali EN 14081-1:2005+A1:2011 EN 14229 EN 14250 M/114 M/114 M/114 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 14081-1 M/112 M/112 M/114 Work Item EN 14080 M/112 M/113 Titolo Legno strutturale - Pali di legno per linee aeree Strutture di legno — Requisiti di prodotto per elementi strutturali prefabbricati assemblati con elementi di collegamento di lamiera metallica punzonata EN 14592:2008/A1:2012 Finger jointed structural timber - Performance requirements and minimum prEN 15497 production requirements Pannelli a base di legno per l'utilizzo nelle costruzioni - Caratteristiche, EN 13986:2004 valutazione di conformità e marcatura Cemento - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1971:2000 cementi comuni EN 197-1:2000/ A1:2004 EN 197-1:2000/ A3:2007 Cemento - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1971:2011 cementi comuni 211 giu-06 data GURI Invio scheda a MSE 27/03/2009 giu-06 mag-02 feb-10 su ed. 19-6-12 non ci sono NO 22/11/2005 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/114 EN 197-4 M/114 EN 413-1 M/114 M/114 EN 459-1 M/114 M/114 M/114 EN 13282-1 M/114 EN 14216 M/114 EN 14647 M/114 M/114 EN 15368 M/114 EN 15743 M/115 M/115 M/115 M/115 M/116 M/116 M/116 M/116 M/115 Acciaio da armatura e da precompressione EN 523 EN 10138-1 EN 10337 EN 10348 M/116 Muratura e relativi EN 771-1 prodotti EN 771-2 Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE Cemento - Parte 4: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 1974:2004 cementi d'altoforno con bassa resistenza iniziale Cemento da muratura - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di EN 413-1:2004 conformità EN 413-1:2011 Calci da costruzione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità EN 459-1:2001 1 1+ 01/02/05 01/02/06 UNI EN 197-4:2005 gen-05 1 1+ 01/12/04 01/12/05 UNI EN 413-1:2004 dic-04 1 1 1+ 2 01/02/12 01/08/02 01/02/13 UNI EN 413-1:2011 01/08/03 UNI EN 459-1:2002 mag-11 set-02 EN 459-1:2001/AC:2002 EN 459-1:2010 Leganti idraulici per impieghi stradali - Parte 1: Leganti idraulici per impiegh EN 132821:2013 stradali a indurimento rapido - Composizione, specifiche e criteri di conformità Cemento - Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi EN 14216:2004 speciali a calore di idratazione molto basso Cemento alluminoso - Composizione, specificazioni e criteri di conformità EN 14647:2005 1 1 1 2 2 2+ 01/01/10 01/06/11 01/11/13 01/01/10 UNI EN 459-1:2002 01/06/11 UNI EN 459-1:2010 01/11/14 UNI EN 13282-1:2013 set-02 ott-10 apr-13 1 1+ 01/02/05 01/02/06 UNI EN 14216:2005 giu-05 22/11/2005 1 1+ 01/08/06 01/08/07 UNI EN 14647:2006 gen-06 27/03/2009 EN 14647:2005 /AC:2006 Legante idraulico per applicazioni non strutturali - Definizione, specifiche e EN 15368:2008+A1:2010 criteri di conformità Cemento sovrasolfatato - Composizione, specifiche e criteri di conformità EN 15743:2010 1 1 1+ 2+ 01/01/08 01/09/11 01/01/08 UNI EN 14647:2006 01/09/12 UNI EN 15638:2011 gen-06 mag-11 1 1+ 01/11/10 01/11/11 UNI EN 15743:2010 feb-10 Guaine in fogli di acciaio per cavi di precompressione - Terminologia, prescrizioni, controllo della qualità EN 523:2003 1 4 01/06/04 01/06/05 UNI EN 523:2005 giu-05 Prestressing steels - Part 1: General requirements Zinc and zinc alloy coated prestressing steel wires and strands Steel for the reinforcement of concrete - Galvanized reinforcing steel Specifica per elementi per muratura - Parte 1: Elementi per muratura di laterizio prEN 10138-1 prEN 10337 prEN 10348 EN 771-1:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-1:2005 giu-05 EN 771-1:2003/ A1:2005 EN 771-1:2011 EN 771-2:2003 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 2+,4 2+,4 2+,4 01/04/05 01/02/12 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-1:2005 01/02/13 UNI EN 771-1:2011 01/04/06 UNI EN 771-2:2005 giu-05 giu-11 giu-05 EN 771-2:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-2:2005 giu-05 EN 771-2:2011 EN 771-3:2003 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 2+,4 2+,4 01/02/12 01/04/05 01/02/13 UNI EN 771-2:2011 01/04/06 UNI EN 771-3:2005 giu-11 giu-05 EN 771-3:2003/ A1:2005 EN 771-3:2011 EN 771-4:2003 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 2+,4 2+,4 2+,4 01/04/05 01/02/12 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-3:2005 01/02/13 UNI EN 771-3:2011 01/04/06 UNI EN 771-4:2005 giu-05 giu-11 giu-05 Specifica per elementi per muratura - Parte 2: Elementi di muratura di silicato di calcio M/116 M/116 M/116 EN 771-3 Specifica per elementi per muratura - Parte 3: Elementi per muratura di calcestruzzo vibrocompresso (aggregati pesanti e leggeri) M/116 M/1116 M/116 EN 771-4 Specifica per elementi per muratura - Parte 4: Elementi di muratura di calcestruzzo aerato autoclavato 212 elim sos da 197-111 22/11/2005 27/03/2009 09/04/2004 NO 20/11/2007 20/11/2007 N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente ) 22/11/2005 20/11/2007 N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/116 M/116 M/116 EN 771-5 M/116 Specifica per elementi per muratura - Parte 5: Elementi per muratura di pietra agglomerata Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Essenziali Attestazion in vigore come norma secondo il e di mandato Conformità armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di Norma UNI scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI EN 771-4:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-4:2005 giu-05 EN 771-4:2011 EN 771-5:2003 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 2+,4 2+,4 01/02/12 01/04/05 01/02/13 01/04/06 UNI EN 771-4:2011 UNI EN 771-5:2005 giu-11 giu-05 EN 771-5:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-5:2005 giu-05 M/116 M/116 EN 771-6 EN 771-5:2011 Specifica per elementi di muratura - Parte 6: Elementi di muratura di pietra EN 7716:2005 naturale 1,2,3,5,6 1,2,3,5,6 2+,4 2+,4 01/02/12 01/08/06 01/02/13 01/08/07 UNI EN 771-5:2011 UNI EN 771-6:2006 giu-11 feb-06 M/116 M/116 EN 771-6:2011 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 1: Connettori EN 845-1:2003 trasversali, incatenamenti orizzontali, ganci e mensole di sostegno 1,2,3,5,6 1,2,3 2+,4 3 01/02/12 01/02/13 EN 845-1 UNI EN 771-6:2011 UNI EN 845-1:2004 giu-11 mar-04 M/116 M/116 EN 845-2 EN 845-1:2003 + A1:2008 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 2: Architravi EN 845-2:2003 1,2,3 1,2,3,5,6 3 3 01/01/09 01/02/04 UNI EN 845-1:2008 UNI EN 845-2:2004 lug-08 mar-04 M/116 EN 845-3 1 3 UNI EN 845-3:2004 mar-04 M/116 M/116 EN 998-1 M/116 M/116 M/116 M/116 M/116 M/118 EN 998-2 M/118 EN 15824 EN 124 M/118 Prodotti per l'ingegneria delle acque di scarico EN 295-1 M/118 EN 295-4 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 3: Armatura di EN 845-3:2003 acciaio per giunti orizzontali EN 845-3:2003 + A1:2008 Specifiche per malte per opere murarie - Parte 1: Malte per intonaci interni EN 9981:2003 ed esterni EN 998-1:2003/ AC:2005 EN 998-1:2010 Specifiche per malte per opere murarie - Parte 2: Malte da muratura EN 998-2:2003 EN 998-2:2010 Specifiche per intonaci esterni ed interni a base di leganti organici EN 15824:2009 Guly tops and manhole tops for vehicular and pedestrian areas prEN 124 rev Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2951:2013 reflue - Parte 1: Requisiti per tubi, elementi complementari e sistemi di giunzione Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2954:2013 reflue - Parte 4: Requisiti per adattatori, connessioni e collegamenti flessibili 01/01/10 01/04/06 1 2,3,4,6 3 4 01/01/09 01/02/04 01/01/10 01/02/05 UNI EN 845-3:2008 UNI EN 998-1:2004 lug-08 mar-04 2,3,4,6 2,3,4,6 1,2,3,6 1,2,3,6 2,3,4,6 4 4 2+,4 2+,4 1,3,4 01/06/06 01/06/11 01/02/04 01/06/11 01/04/10 01/06/06 01/06/12 01/02/05 01/06/12 01/04/11 UNI EN 998-1:2004 UNI EN 998-1:2010 UNI EN 998-2:2004 UNI EN 998-2:2010 UNI EN 15824:2009 mar-04 ott-10 mar-04 ott-10 ago-09 2,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/14UNI EN 295-1:2013 mar-13 2,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/14UNI EN 295-4:2013 mar-13 213 data GURI Invio scheda a MSE NO (nessuna risposta da OT competente ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente N O ( n e ss u n a) r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) 27/03/2009 NO 27/03/2009 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI M/118 EN 295-5 Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2955:2013 reflue - Parte 5: Requisiti per tubi perforati ed elementi complementari 2,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 295-5:2013 mar-13 M/118 EN 295-6 Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2956:2013 reflue - Parte 6: Requisiti dei componenti per pozzetti e camere di ispezione 2,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 295-6:2013 mar-13 M/118 EN 295-7 2,3,4 1,3,4 01/11/13 01/11/14 UNI EN 295-7:2013 mar-13 M/118 EN 295-10 M/118 EN 588-2 Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque EN 2957:2013 reflue - Parte 7: Requisiti per tubi e sistemi di giunzione di gres per tubazioni con posa a spinta Tubi ed elementi complementari di gres e relativi sistemi di giunzione, EN 295-10:2005 destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami Parte 10: Requisiti di prestazione Tubi di fibrocemento per fognature e sistemi di scarico - Parte 2: Pozzetti e EN 5882:2001 camere di ispezione M/118 EN 858-1 M/118 M/118 EN 1433 M/118 M/118 EN 1825-1 M/118 M/118 EN 1916 M/118 M/118 M/118 M/118 EN 1917 M/118 M/118 M/118 M/118 EN 12050-1 M/118 EN 12050-2 M/118 EN 12050-3 M/118 EN 12050-4 Impianti di separazione per liquidi leggeri (per esempio benzina e petrolio) - EN 858-1:2002 Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e prove sul prodotto, marcatura e controllo qualità EN 858-1:2002/ A1:2004 Canalette di drenaggio per aree soggette al passaggio di veicoli e pedoni - EN 1433:2002 Classificazione, requisiti di progettazione e di prova, marcatura e valutazione di conformità EN 1433:2002 /A1:2005 Separatori di grassi - Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e EN 1825-1:2004 prove, marcatura e controllo qualità EN 1825-1:2004 /AC:2006 Tubi e accessori di calcestruzzo non armato, rinforzato con fibre di acciaio EN 1916:2002 e con armature tradizionali EN 1916:2003 /AC:2003 EN 1916:2003 /AC:2006 EN 1916:2003 /AC:2008 Pozzetti e camere di ispezione di calcestruzzo non armato, rinforzato con EN 1917:2002 fibre di acciaio e con armature tradizionali EN 1917:2002 /AC:2003 EN 1917:2002 /AC:2006 EN 1917:2002 /AC:2008 Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-1:2001 per costruzione e prove - Parte 1: Impianti di sollevamento per acque reflue contenenti materiale fecale Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-2:2000 per costruzione e prove - Parte 2: Impianti di sollevamento per acque reflue prive di materiale fecale Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-3:2000 per costruzione e prove - Parte 3: Impianti di sollevamento per acque reflue contenenti materiale fecale ad applicazione limitata Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-4:2000 per costruzione e prove - Parte 4: Valvole di non ritorno per acque reflue prive di materiale fecale e per acque reflue contenenti materiale fecale 214 data GURI Invio scheda a MSE 3,4 4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 295-10:2005 lug-05 DGD00917 3,4 4 01/10/02 01/10/03 UNI EN 588-2:2003 mag-03 NO (nessun interesse) 2,3,4 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 858-1:2005 ago-05 2,3,4 3,4 3,4 3 01/09/05 01/08/03 01/09/06 01/08/04 UNI EN 858-1:2005 UNI EN 1433:2004 ago-05 apr-04 3,4 2,3,4 3 3,4 01/01/06 01/09/05 01/01/06 01/09/06 UNI EN 1433:2008 UNI EN 1825-1:2005 feb-08 gen-05 2,3,4 3,4 3,4 4 01/01/07 01/08/03 01/01/07 23/11/04 UNI EN 1825-1:2005 UNI EN 1916:2004 gen-05 giu-04 NO 23/03/2005 3,4 3,4 3,4 3,4 4 4 4 4 01/01/09 23/11/04 UNI EN 1916:2004 UNI EN 1916:2004 UNI EN 1916:2004 UNI EN 1917:2004 giu-04 giu-04 giu-04 giu-04 NO NO 01/01/09 01/08/03 3,4 3,4 3,4 3,4,5 4 4 4 3 01/01/09 01/11/01 01/01/09 01/11/02 UNI EN 1917:2004 UNI EN 1917:2004 UNI EN 1917:2004 UNI EN 12050-1:2003 giu-04 giu-04 giu-04 dic-03 01/08/2003 3,4,5 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-2:2002 set-02 01/08/2003 3,4 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-3:2001 ott-01 01/08/2003 3,4,5 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-4:2001 nov-01 N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) 23/03/2005 NO NO Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) NO (nessuna risposta da OT competente ) M/118 EN 12380 Valvole di ingresso aria per sistemi di scarico - Requisiti, metodi di prova e EN 12380:2002 valutazione di conformità 3,4 4 01/10/03 01/10/04 UNI EN 12380:2004 apr-04 M/118 EN 12566-1 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 1: Fosse settiche prefabbricate 3,4 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 12566-1:2002 mar-02 3,4 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 12566-1:2004 lug-04 EN 12566-3 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 3: Impianti di trattamento preassemblati e/o assemblati in sito delle acque reflue domestiche 3,4 3 UNI EN 12566-3:2005 ott-05 3,4 3 01/11/09 01/11/10 UNI EN 12566-3:2009 apr-09 M/118 EN 12566-4 3,4 3 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12566-4:2008 gen-08 M/118 EN 12566-6 3,4 3 01/11/13 01/11/14 UNI EN 12566-6:2013 mar-13 M/118 EN 13101 4 4 01/08/03 01/08/04 UNI EN 13101:2004 gen-04 DGD00915 M/118 M/118 M/118 EN 13564-1 EN 14396 EN 15229 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 4: EN 12566-4:2007 Fosse settiche assemblate in sito da kit prefabbricati Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 6: EN 12566-6:2013 Unità prefabbricate di trattamento per effluenti di fosse settiche Gradini per camere di ispezione sotterranee - Requisiti, marcatura, prove e EN 13101:2002 valutazione di conformità Dispositivi anti-allagamento per edifici - Parte 1:Requisiti EN 13564-1:2002 Gradini fissi per pozzetti di ispezione EN 14396:2004 Plastics piping systems - Piping systems for nonpressure underground prEN 15229 drainage and sewerage - Performance requirements for thermoplastics manholes and inspection chambers Masselli di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova EN 1338:2003 3,4 4 4 4 01/05/03 01/12/04 01/05/04 UNI EN 13564-1:2003 01/12/05 UNI EN 14396:2004 apr-03 mag-04 23/03/2005 DGD00916 2,3,4,6 4 01/03/04 01/03/05 UNI EN 1338:2004 nov-04 20/11/2007 2,3,4,6 4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1338:2004 nov-04 20/11/2007 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 4 4 4 4 4 4 01/03/04 01/01/07 01/02/04 01/01/07 01/10/02 01/03/05 UNI EN 1339:2005 01/01/07 UNI EN 1339:2005 01/02/05 UNI EN 1340:2004 01/01/07 UNI EN 1340:2004 01/10/03 UNI EN 1341:2003 feb-05 feb-05 apr-04 apr-04 apr-03 20/11/2007 20/11/2007 20/11/2007 20/11/2007 01/08/2003 4 4 4 4 01/09/13 01/10/02 01/09/13 UNI EN 1341:2013 01/10/03 UNI EN 1342:2003 gen-13 apr-03 01/08/2003 4 4 4 4 01/09/13 01/10/02 01/09/13 UNI EN 1342:2013 01/10/03 UNI EN 1343:2003 gen-13 apr-03 01/08/2003 4 2,3,4,6 2,4,6 4 4 3,4 01/09/13 01/01/03 01/09/05 01/09/13 UNI EN 1343:2013 01/01/04 UNI EN 1344:2003 01/09/06 UNI EN 12058:2005 gen-13 ott-03 mar-05 20/11/2007 24/04/2008 M/118 EN 12566-1:2000 /A1:2003 M/118 M/118 M/119 M/119 M/119 M/119 M/119 M/119 M/119 M/119 EN 12566-1:2000 EN 12566-3:2005 EN 12566-3:2005/ A1:2009 M/119 Pavimentazioni EN 1338 EN 1339 EN 1340 EN 1341 M/119 M/119 EN 1342 M/119 M/119 EN 1343 M/119 M/119 M/119 EN 1344 EN 12058 EN 1338:2003 /AC:2006 prEN 1338 rev EN 1339:2003 EN 1339:2003 /AC:2006 Cordoli di calcestruzzo - Requisiti e metodi di prova EN 1340:2003 EN 1340:2003 /AC:2006 Lastre di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN 1341:2001 prova EN 1341:2012 Cubetti di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN 1342:2001 prova EN 1342:2012 Cordoli di pietra naturale per pavimentazione esterne - Requisiti e metodi di EN 1343:2001 prova EN 1343:2012 Elementi per pavimentazione di laterizio - Requisiti e metodi di prova EN 1344:2002 Prodotti di pietra naturale - Lastre per pavimentazioni e scale - Requisiti EN 12058:2004 Lastre di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova 215 NO (nessuna risposta da OT competente ) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item M/119 EN 13454-1 Leganti, leganti compositi e miscele realizzate in fabbrica per massetti a EN 13454-1:2004 base di solfato di calcio - Parte 1: Definizioni e requisiti M/119 M/119 EN 13748-1 Piastrelle di graniglia - Parte 1: Piastrelle di graniglia per uso interno M/119 M/119 EN 13748-2 EN 13813 M/119 EN 14016-1 Piastrelle di graniglia - Parte 2: Piastrelle di graniglia per uso esterno EN 13748-2:2004 Massetti e materiali per massetti - Materiali per massetti - Proprietà e EN 13813:2002 requisiti Leganti per massetti a base di magnesite - Magnesia caustica e cloruro di EN 14016-1:2004 magnesio - Parte 1: Definizioni, requisiti M/119 EN 14041 M/119 M/119 EN 14342 M/119 M/119 M/119 M/119 EN 14904 EN 15285 M/119 M/119 M/119 M/121 M/119 M/121 M/119 M/121 M/121 M/120 M/120 M/120 M/120 M/119 Pavimentazioni M/121 Finiture di pareti interne ed esterne e di soffitti EN 12057 EN 14411 M/120 Prodotti strutturali metallici e accessori EN 1090-1:2009 EN 10025-1 M/120 EN 10088-4 M/120 EN 10088-5 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) data GURI Invio scheda a MSE N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) 2,3,4 1,3,4 01/07/05 01/07/06 UNI EN 13454-1:2005 gen-05 EN 13748-1:2004 EN 13748-1:2004 /A1:2005 2,3,4,6 2,3,4,6 4 4 01/06/05 01/04/06 01/10/06 UNI EN 13748-1:2005 01/10/06 UNI EN 13748-1:2005 set-05 set-05 EN 13748-1:2004 /AC:2005 2,3,4,6 4 01/06/05 01/06/05 UNI EN 13748-1:2005 set-05 NO 2,3,4,6 2,3,4,5,6 4 1,3,4 01/04/05 01/08/03 01/04/06 UNI EN 13748-2:2004 01/08/04 UNI EN 13813:2004 nov-04 gen-04 22/11/2005 2,4 3,4 01/12/04 01/12/05 UNI EN 14016-1:2004 mag-04 2,3,4,6 1,3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 14041:2004 dic-04 2,3,4,6 2,3,4,6 1,3,4 3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 14041:2004 UNI EN 14342:2005 dic-04 ago-05 27/03/2009 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4 2,3,4,6 3,4 1,3,4 1,3 1,3,4 UNI EN 14342:2008 01/03/10 UNI EN 14342:2008 01/02/08 UNI EN 14904:2006 01/01/10 UNI EN 15285:2008 ott-08 ott-08 lug-06 lug-08 NO 01/03/09 01/02/07 01/01/09 2,3,4,6 2,3,4,5,6 1,3,4 3,4 01/01/09 01/09/05 01/01/09 UNI EN 15285:2008 01/09/06 UNI EN 12057:2005 lug-08 mar-05 EN 14411:2003 2,3,4,6 3,4 UNI EN 14411:2004 giu-04 EN 14411 :2006 2,3,4,6 3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14411:2007 mag-07 2,3,4,6 1,2,3 3,4 2+ 01/07/13 01/01/11 01/07/14 UNI EN 14411:2012 01/07/12 UNI EN 1090-1:2009 nov-12 ag-09 1,2,3 1,2,3 1 2+ 2+ 2+ 01/01/11 01/09/12 01/09/05 01/01/11 UNI EN 1090-1:2009 01/07/14 UNI EN 1090-1:2012 01/09/06 UNI EN 10025-1:2005 gen-11 feb-12 apr-05 1 2+ 01/02/10 01/02/11 UNI EN 10088-4:2009 lug-09 1 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10088-5:2009 giu-09 Rivestimenti resilienti, tessili e laminati per pavimentazioni - Caratteristiche EN 14041:2004 essenziali EN 14041:2004 /AC:2006 Pavimentazioni di legno - Caratteristiche, valutazione di conformità e EN 14342:2005 marcatura EN 14342:2005/ AC:2007 EN 14342:2005 + A1:2008 Superfici per aree sportive - Superfici multi-sport per interni - Specifiche EN 14904:2006 Lapidei agglomerati - Marmette modulari per pavimentazioni e scale EN 15285:2008 (interne ed esterne) EN 15285:2008/ AC:2008 Prodotti di pietra naturale - Marmette modulari - Requisiti EN 12057:2004 Piastrelle di ceramica - Definizioni, classificazione, caratteristiche e marcatura Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI EN 14411:2012 Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 1: Requisiti per la EN 1090-1:2009 valutazione di conformità dei componenti strutturali EN 1090-1:2009/AC:2010 EN 1090-1:2009+A1:2011 Prodotti laminati a caldo di acciaio per impieghi strutturali — Parte 1: EN 10025-1:2004 Condizioni tecniche generali di fornitura Acciai inossidabili - Parte 4: Condizioni tecniche di fornitura per EN 10088-4:2009 fogli/lamiere e nastri di acciai resistenti alla corrosione da utilizzare nelle costruzioni Acciai inossidabili - Parte 5: Condizioni tecniche di fornitura per barre, EN 10088-5:2009 vergella, filo, profilati e prodotti finiti a freddo di acciai resistenti alla corrosione da utilizzare nelle costruzioni 216 N O ( n e ss u n a r is p os ta d a OT c o mp e te n te ) 27/03/2009 24/04/2008 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE M/120 EN 10210-1 1 2+ 01/02/07 01/02/08 UNI EN 10210-1:2006 nov-06 M/120 EN 10219-1 1 2+ 01/02/07 01/02/08 UNI EN 10219-1:2006 nov-06 1 1 1 2+ 2+ 2+ 01/01/10 01/01/10 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10340:2008 01/01/10 UNI EN 10340:2008 01/01/11 UNI EN 10343 ott-08 ott-08 giu-09 1,3 2+ 01/10/05 01/10/06 UNI EN 13479:2006 gen-06 1,3 2+ 01/01/06 01/10/07 UNI EN 14399-1:2005 mag-05 1,3 2+ 01/01/08 01/10/09 UNI EN 15048-1:2007 ago-07 1,3 2+ 01/10/06 01/10/07 UNI EN 15088:2006 apr-06 2,3,4,5,6 1,3,4 01/11/05 01/11/06 UNI EN 438-7:2005 lug-05 22/08/2006 2,3,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 492:2007 gen-07 20/11/2007 2,3,4 2,3,4 2,3,4 2,3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 01/01/06 01/07/07 01/07/13 01/01/07 UNI EN 492:2007 01/07/08 UNI EN 492:2007 01/07/13 UNI EN 492:2012 UNI EN 494:2007 gen-07 gen-07 nov-12 gen-07 20/11/2007 20/11/2007 2,3,4 2,3,4 2,3,4 2,3,4 2,3,4,5,6 2,3,4 2,3,4 2,3,4 2,3,4 2,3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 3,4 1,3,4 gen-07 gen-07 dic-07 nov-12 mag-05 gen-07 gen-07 gen-07 ott-12 mar-09 20/11/2007 20/11/2007 01/01/08 01/08/13 01/07/05 01/01/06 01/01/06 01/07/07 01/07/13 01/07/10 UNI EN 494:2007 UNI EN 494:2007 01/01/09 UNI EN 494:2007 01/08/13 UNI EN 494:2012 01/07/06 UNI EN 1469:2005 01/01/07 UNI EN 12467:2007 01/01/07 UNI EN 12467:2007 01/07/08 UNI EN 12467:2007 01/07/13 UNI EN 12467:2012 01/07/12 UNI EN 13245-2:2009 2,3,4 1,3,4 01/07/10 01/07/10 UNI EN 13245-2:2009 mar-09 2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/05 01/07/07 UNI EN 13964:2007 M/121 Profilati cavi finiti a caldo di acciai non legati e a grano fine per impieghi EN 10210-1:2006 strutturali - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine per strutture EN 102191:2006 saldate - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura EN 10248-1 Hot-roled steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions prEN 10248-1 EN 10249-1 Cold formed steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions prEN 10249-1 EN 10340 Getti di acciaio per impieghi strutturali EN 10340:2007 EN 10340:2007/AC:2008 EN 10343 Acciai da bonifica da utilizzare nelle costruzioni - Condizioni tecniche di EN 10343:2009 fornitura EN 13479 Materiali d'apporto per la saldatura - Norma generale di prodotto per i EN 13479:2004 metalli d'apporto e per i flussi utilizzati nella saldatura per fusione dei materiali metallici EN 14399-1 Elementi di collegamento strutturali ad alta resistenza adatti al precarico - EN 14399-1:2005 Parte 1: Requisiti generali EN 15048-1 Bulloneria strutturale non a serraggio controllato - Parte 1: Requisiti EN 15048-1:2007 generali EN 15088 Alluminio e leghe di alluminio - Prodotti per applicazioni di strutture per le EN 15088:2005 costruzioni - Condizioni tecniche di controllo e di fornitura EN 438-7 Laminati decorativi ad alta pressione (HPL) — Pannelli a base di resine EN 438-7:2005 termoindurenti (generalmente chiamati laminati) — Parte 7: Laminati stratificati e pannelli compositi HPL per applicazioni su pareti interne ed esterne e su soffitti EN 492 Lastre piane di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN 492:2004 metodi di prova EN 492:2004 /A1:2005 EN 492:2004 /A2:2006 EN 492:2012 EN 494 Lastre nervate di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN 494:2004 metodi di prova EN 494:2004 /A1:2005 EN 494:2004 /A2:2006 EN 494:2004 /A3:2007 EN 494:2012 EN 1469 Prodotti di pietra naturale - Lastre per rivestimenti - Requisiti EN 1469:2004 EN 12467 Lastre piane di fibrocemento - Specifiche di prodotto e metodi di prova EN 12467:2004 EN 12467:2004 /A1:2005 EN 12467:2004 /A2:2006 EN 12467:2012 EN 13245-2:2008 Materie plastiche - Profilati di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) EN 13245-2:2008 per applicazioni edilizie - Parte 2: Profilati di PVC-U e di PVC-UE per finiture su pareti interne ed esterne e su soffitti EN 13245-2:2008/AC.2009 M/121 EN 13964 M/120 M/120 M/120 M/120 M/120 M/120 M/120 M/120 M/120 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 Finiture di pareti interne ed esterne e di soffitti Controsoffitti - Requisiti e metodi di prova EN 13964:2004 217 lug-07 20/11/2007 24/04/2008 20/11/2007 20/11/2007 20/11/2007 NO (nessuna risposta da OT competente) Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/121 Work Item EN 13964:2004 /A1:2006 01/01/09 UNI EN 13964:2007 lug-07 2,3 1,3,4 01/01/05 01/10/06 UNI EN 14716:2005 mar-05 2,3,5,6 1,3,4 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14915:2006 dic-06 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,5,6 2,3,4 1,3,4 1,3,4 1,3,4 3,4 01/01/08 01/01/10 01/07/12 01/09/05 01/01/08 UNI EN 14915:2006 UNI EN 15102:2008 01/01/11 01/07/12 UNI EN 15102:2011 01/06/07 UNI EN 490:2005 dic-06 gen-08 nov-11 mar-05 2,3,4 3,4 01/08/12 01/08/12 UNI EN 490:2011 nov-11 2,3,4 3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 490:2006 dic-06 EN 534:2006 1,2,3,4,6 1,3,4 01/04/07 01/04/08 UNI EN 534:2006 nov-06 EN 534:2006+A1:2010 1,2,3,4,6 1,3,4 01/01/11 01/01/11 UNI EN 534:2010 apr-10 1,2,3,4 3,4 01/10/06 01/10/07 UNI EN 544:2006 feb-06 1,2,3,4 1,2,3,4,6 3,4 1,3,4 01/04/12 01/09/13 01/04/12 UNI EN 544:2011 01/09/14 UNI EN 1013:2013 ago-11 gen-13 1,2,3 3,4 01/02/06 01/02/07 UNI EN 1304:2005 set-05 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/10/10 UNI EN 14509:2007 mar-07 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 14509:2007 mar-07 2,3,4 3,4 01/11/06 01/11/07 UNI EN 14782:2006 apr-06 27/03/2009 2,3 3,4 01/07/07 UNI EN 14783:2007 01/07/08 mag-07 27/03/2009 1,2,3,4,6 1,3,4 01/01/14 01/01/15 UNI EN 16153:2013 apr-13 2,4 3 01/11/06 01/11/07 UNI EN 516:2006 apr-06 2,4 2,3,4 3 1,3,4 01/12/06 01/10/06 01/12/07 UNI EN 517:2006 01/10/09 UNI EN 1873:2006 apr-06 mag-06 M/121 EN 14915 Rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi di legno massiccio - EN 14915:2006 Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura EN 14915:2006/ AC:2007 Rivestimenti murali decorativi - Prodotti in rotoli e pannelli EN 15102:2007 EN 15102:2007+A1:2011 Tegole di calcestruzzo e relativi accessori per coperture e rivestimenti - EN 490:2004 Specifiche di prodotto M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/121 M/122 M/122 M/122 M/122 EN 534 EN 544 EN 1013 EN 1304 EN 14509 EN 14782 EN 14783 EN 16153 M/122 Coperture, lucernai EN 516 e relativi prodotti EN 517 EN 1873 EN 14716:2004 Tegole di calcesturtto e relativi accessori per coperture e rivestimenti murar EN 490:2011 - Specifiche di prodotto EN 490:2004/ A1:2006 Lastre bituminose ondulate - Specifica di prodotto e metodi di prova Tegole bituminose con aggiunta di minerali e/o sintetici - Specifica di prodotto e metodi di prova Invio scheda a MSE 01/01/08 Plafoni in tensione — Requisiti e metodi di prova M/121 Finiture di pareti EN 490 interne ed esterne e di soffitti M/122 Coperture, lucernai e relativi prodotti EN 490 data GURI 1,3,4 EN 14716 EN 15102 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 2,3,4,5,6 M/121 M/121 M/121 M/121 M/121 M/122 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 544:2005 EN 544:2011 Lastre traslucide profilate di materia plastica, per coperture interne ed EN 1013:2012 esterne, pareti e soffitti - Requisiti e metodi di prova Tegole di laterizio per coperture discontinue - Definizioni e specifiche di EN 1304:2005 prodotto Pannelli isolanti autoportanti con doppia faccia metallica - Prodotti fabbricat EN 14509:2006 in stabilimento - Specifiche EN 14509:2006/ AC:2008 Lastre metalliche autoportanti per coperture, rivestimenti esterni e interni - EN 14782:2006 Specifica di prodotto e requisiti Lastre e nastri metallici totalmente supportati per coperture, rivestimenti EN 14783:2006 esterni e interni - Specifica di prodotto e requisiti Lastre traslucide piane multistrato di policarbonato (PC) per coperture, EN 16153:2013 pareti e soffitti interni ed esterni - Requisiti e metodi di prova Accessori prefabbricati per coperture - Installazioni per l'accesso al tetto - EN 516:2006 Passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede Accessori prefabbricati per coperture - Ganci di sicurezza da tetto EN 517:2006 Accessori prefabbricati per coperture - Cupole monolitiche di materiale EN 1873:2005 plastico - Specifica di prodotto e metodi di prova 218 NO (nessuna risposta da OT competente NO) (nessuna risposta da OT competente ) NO 20/11/2007 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/122 EN 12326-1 M/122 EN 12951 M/122 EN 14963 M/122 M/124 M/124 M/124 M/124 M/124 Materiali stradali EN 14964 EN 12271 EN 12273 EN 12591 EN 13108-1 Titolo EN 13108-2 M/124 M/124 EN 13108-3 M/124 M/124 EN 13108-4 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 1: Conglomerato bituminoso prodotto a caldo Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 2: Conglomerato bituminoso per strati molto sottili Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 4: Conglomerato bituminoso chiodato Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI 1,2,3 3,4 01/05/05 01/05/08 UNI EN 12326-1:2004 2,4 3 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12951:2005 mag-05 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/08/09 01/08/12 UNI EN 14963:2007 gen-07 1,2,3,5,6 1,4,5 1,2,4,5 1,3,4 1,3,4 2+ 2+ 2+ 01/01/08 01/01/08 01/01/09 01/01/10 01/01/09 UNI EN 14964:2007 01/01/11 UNI EN 12271:2007 01/01/11 UNI EN 12273:2008 01/01/11 UNI EN 12591:2009 feb-07 feb-07 set-08 giu-09 EN 13108-1:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-1:2006 lug-06 EN 13108-1:2006/ AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-1:2006 lug-06 EN 13108-2:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-2:2006 lug-06 EN 13108-2:2006 /AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-2:2006 lug-06 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-3:2006 lug-06 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-3:2006 lug-06 EN 13108-4:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-4:2006 lug-06 EN 13108-4:2006 /AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-4:2006 lug-06 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 3: Conglomerato con EN 131083:2006 bitume molto tenero EN 13108-3:2006 /AC:2008 M/124 M/124 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Ardesia e prodotti di pietra per coperture discontinue e rivestimenti - Parte EN 12326-1:2004 1: Specifiche di prodotto Accessori prefabbricati per coperture — Scale permanentemente fissate EN 12951:2004 per coperture — Specifica di prodotto e metodi di prova Coperture - Lucernari continui di materiale plastico con o senza basamenti - EN 14963:2006 Classificazione, requisiti e metodi di prova Sottostrati rigidi per coperture discontinue - Definizioni e caratteristiche EN 14964:2006 Trattamenti superficiali di irruvidimento - Requisiti EN 12271:2006 Trattamenti superficiali con malte a freddo - Requisiti EN 12273:2008 Bitume e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi per applicazioni stradali EN 12591:2009 M/124 M/124 Work Item data GURI Invio scheda a MSE dic-04 27/03/2009 24/04/2008 27/03/2009 27/03/2009 27/03/2009 EN 13108-5 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 5: Conglomerato bituminoso antisdrucciolo chiuso EN 13108-5:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-5:2006 lug-06 EN 13108-5:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-5:2006 lug-06 M/124 M/124 EN 13108-6 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 6: Asfalto colato EN 13108-6:2006 EN 13108-6:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2,4,5 1,2+,3,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/01/09 01/03/08 UNI EN 13108-6:2006 01/01/09 UNI EN 13108-6:2006 lug-06 lug-06 27/03/2009 M/124 EN 13108-7 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 7: Conglomerato bituminoso ad elevato tenore di vuoti EN 13108-7:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-7:2006 lug-06 20/11/2007 EN 13108-7:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-7:2006 lug-06 M/124 EN 13808 1,3 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13808:2005 ott-05 M/124 EN 13877-3 Bitumi e leganti bituminosi - Quadro delle specifiche per le emulsioni EN 13808:2005 cationiche bituminose Pavimentazioni a base di calcestruzzo — Parte 3: Specifiche per elementi EN 138773:2004 di collegamento da utilizzare nelle pavimentazioni a base di calcestruzzo 1 4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13877-3:2005 M/124 EN 13924 EN 13924:2006 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13924:2006 lug-06 EN 13924:2006/AC:2006 EN 14023:2010 1,3,4 1,3,4 2+ 2+ 01/01/10 01/01/11 01/01/10 01/01/12 UNI EN 14023:2010 mag-10 M/124 M/124 M/124 M/124 EN 14023 Bitumi e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi di grado duro per pavimentazioni Bitumi e leganti bituminosi - Quadro delle specifiche riguardanti i bitumi modificati da polimeri 219 mar-05 24/04/2008 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/124 EN 14188-1 M/124 EN 14188-2 M/124 EN 14188-3 M/124 EN 14695 M/124 EN 15322 Titolo Requisiti Sistema Essenziali Attestazion secondo il e di mandato Conformità Data di entrata in vigore come norma armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI EN 14188-1:2004 1 4 01/07/05 01/01/07 UNI EN 14188-1:2004 nov-04 EN 14188-2:2004 1 4 01/10/05 01/01/07 UNI EN 14188-2:2005 apr-05 EN 14188-3:2006 1 4 01/11/06 01/11/07 UNI EN 14188-3:2006 gen-06 EN 14695:2010 1,4 2+ 01/10/10 01/10/11 UNI EN 14695:2010 feb-10 EN 15322:2009 1,4 2+ 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15332:2009 ott-09 EN 12620:2002 1,3,4 2+,4 UNI EN 12620:2003 ott-03 EN 12620:2002 + A1:2008 EN 13043:2002 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/01/09 01/07/03 01/01/10 01/06/04 UNI EN 12620:2008 UNI EN 13043:2004 set-08 gen-04 EN 13043:2002/ AC:2004 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13043:2004 gen-04 EN 13055-1:2002 1,3,4 2+,4 01/03/03 01/06/04 UNI EN 13055-1:2003 apr-03 EN 13055-1:2002/AC:2004 1,3,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13055-1:2003 apr-03 EN 13055-2:2004 1,3,4 2+,4 01/05/05 01/05/06 UNI EN 13055-2:2005 gen-05 EN 13139:2002 1,3,4 2+,4 01/03/03 01/06/04 UNI EN 13139:2003 mar-03 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13139:2003 UNI EN 13242:2004 mar-03 mar-04 1,3,4 2+,4 UNI EN 13242:2004 mar-04 EN 13242:2002 + A1:2007 EN 13383-1:2002 1,3,4 1,3,4 2+,4 2+,4 01/01/09 01/03/03 01/01/10 01/06/04 UNI EN 13242:2008 UNI EN 13383-1:2003 mar-08 ott-03 M/125 EN 13383-1:2002/AC:2004 1,3,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13383-1:2003 ott-03 M/125 M/125 prEN 13383-1 rev EN 13450:2002 1,4 2+,4 01/10/03 01/06/04 UNI EN 13450:2003 nov-03 EN 13450:2002 /AC:2004 1,4 2+,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13450:2003 nov-03 M/125 M/125 Aggregati M/125 M/125 EN 12620 EN 13043 Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 1: Specifiche per materiali per la sigillatura applicati a caldo Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 2: Specifiche per materiali per la sigillatura applicati a freddo Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 3: Specifiche per materiali per la sigillatura di giunti preformati Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose armate per l'impermeabilizzazione di impalcati di ponte di calcestruzzo e altre superfici di calcestruzzo soggette a traffico - Definizioni e caratteristiche Bitumi e leganti bituminosi - Quadro di riferimento delle specifiche dei leganti bituminosi fluidificati e flussati Aggregati per calcestruzzo Work Item Aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico M/125 M/125 EN 13055-1 Aggregati leggeri - Parte 1: Aggregati leggeri per calcestruzzo, malta e malta per iniezione M/125 M/125 EN 13055-2 M/125 EN 13139 M/125 M/125 EN 13242 M/125 M/125 M/125 EN 13383-1 EN 13450 M/125 M/127 M/127 M/127 M/127 M/127 Adesivi EN 12004 Aggregati leggeri - Parte 2: Aggregati leggeri per miscele bituminose, trattamenti superficiali e per applicazioni in strati legati e non legati Aggregati per malta EN 13139:2002/AC:2004 Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego EN 13242:2002 in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade EN 13242:2002 /AC:2004 Aggregati per opere di protezione (armourstone) - Parte 1: Specifiche Aggregati per massicciate per ferrovie Adesivi per piastrelle - Requisiti, valutazione di conformità, classificazione EN 12004:2001/ A1:2002 e designazione EN 12004:2001/ A1:2002/AC:2002 EN 12004:2007 EN 12004:2007/A1:2012 220 Decreto 11 aprile 2007 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 16 novembre 2009 Decreto 11 aprile 2007 91 data GURI 19/04/2007 Invio scheda a MSE 09/04/2004 23/03/2005 24/04/2008 91 19/04/2007 09/04/2004 91 19/04/2007 09/04/2004 Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 NO 91 19/04/2007 NO Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 09/04/2004 Decreto 11 aprile 2007 Decreto 11 aprile 2007 91 19/04/2007 23/03/2005 91 19/04/2007 NO Decreto 16 novembre 2009 Decreto 11 aprile 2007 4 3 UNI EN 12004:2003 mar-03 22/11/2005 4 3 UNI EN 12004:2003 mar-03 22/11/2005 4 4 3 3 UNI EN 12004:2007 UNI EN 12004:2012 dic-07 lug-12 01/06/08 01/04/13 01/06/10 01/07/13 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item M/127 EN 15274 M/127 EN 15275 Adesivi per imgieghi generali negli assemblaggi strutturali - Requisiti e metodi di prova Adesivi strutturali - Caratterizzazione di adesivi anaerobici per l'assemblaggio metallico coassiale in edifici e in strutture di ingegneria civile EN 450-1 EN 15275:2007/AC:2010 Ceneri volanti per calcestruzzo - Parte 1: Definizione, specificazioni e criteri EN 4501:2005 di conformità M/127 M/128 M/128 M/128 M/128 M/128 Prodotti relativi a calcestruzzo, malta e malta per iniezione EN 934-2 M/128 M/128 M/128 M/128 EN 934-3 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Additivi per calcestruzzo - Parte 2: Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed etichettatura Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE EN 15274:2007 1,2,3 2+ 01/04/10 01/04/11 UNI EN 15274:2008 mag-08 EN 15275:2007 1,2,3 2+ 01/04/10 01/04/11 UNI EN 15275:2008 mag-08 1,2,3 1,3 2+ 1+ 01/01/11 01/01/11 UNI EN 15275:2008 UNI EN 450-1:2005 mag-08 giu-05 22/08/2006 1,3 1,3 1 1+ 1+ 2+ 01/01/09 01/05/13 01/01/10 UNI EN 450-1:2007 01/05/14 UNI EN 450-1:2012 UNI EN 934-2:2002 dic-07 ott-12 mag-02 23/03/2005 1 1 1 1 1 2+ 2+ 2+ 2+ 2+ UNI EN 934-2:2007 UNI EN 934-2:2007 01/03/11 UNI EN 934-2:2009 01/09/13 UNI EN 934-2:2012 UNI EN 934-3:2004 set-07 set-07 sett '09 lug-12 ago-04 22/08/2006 1 1 1 1 2+ 2+ 2+ 2+ UNI EN 934-3:2004 01/05/11 UNI EN 934-3:2009 01/09/13 UNI EN 934-3:2012 UNI EN 934-4:2002 ago-04 ott-09 ago-12 apr-02 NO 01/05/10 01/03/13 1 1 2+ 2+ 01/03/10 01/01/09 01/03/11 UNI EN 934-4:2009 01/01/10 UNI EN 934-5:2008 sett '09 gen-08 EN 450-1:2005 + A1:2007 EN 450-1:2012 EN 934-2:2001 EN 934-2:2001/ A1:2004 EN 934-2:2001/ A2:2005 EN 934-2:2009 EN 934-2:2009/A1:2012 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 3: Additivi per EN 9343:2003 malte per opere murarie - Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed etichettatura EN 934-3:2003 /AC:2005 EN 934-3:2009 EN 934-3:2009/A1:2012 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 4: Additivi per EN 9344:2001 malta per cavi di precompressione - Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed etichettatura EN 934-4:2009 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 5: Additivi per EN 9345:2007 calcestruzzo proiettato - Definizioni, specificazioni e criteri di conformità 01/03/10 01/03/13 22/08/2006 M/128 M/128 M/128 M/128 EN 934-4 M/128 EN 934-5 M/128 EN 1504-2 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-2:2004 calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 2: Sistemi di protezione della superficie di calcestruzzo 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/09/05 01/01/09 UNI EN 1504-2:2005 feb-05 22/08/2006 M/128 EN 1504-3 EN 1504-3:2005 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/10/06 01/01/09 UNI EN 1504-3:2006 feb-06 24/04/2008 M/128 EN 1504-4 EN 1504-4:2004 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/09/05 01/01/09 UNI EN 1504-4:2005 apr-05 22/08/2006 M/128 EN 1504-5 EN 1504-5:2004 1,3 2+,4 01/10/05 01/01/09 UNI EN 1504-5:2005 giu-05 22/08/2006 M/128 EN 1504-6 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 3: Riparazione strutturale e non strutturale Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 4: Incollaggio strutturale Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 5: Iniezione del calcestruzzo Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 6: Ancoraggio dell'armatura di acciaio EN 1504-6:2006 1,2,3 1,2+,3,4 01/06/07 01/01/09 UNI EN 1504-6:2007 gen-07 24/04/2008 221 23/03/2005 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN Titolo M/128 EN 1504-7 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità - Parte 7: Protezione contro la corrosione delle armature M/128 EN 12878 M/128 EN 13263-1 M/128 M/128 EN 14889-1 M/128 EN 14889-2 M/128 EN 15167-1 M/129 EN 1 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 Apparecchi di riscaldamento EN 442-1 EN 12809 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 EN 12815 EN 13229 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 M/129 EN 13240 M/129 EN 14037-1 Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) EN 1504-7:2006 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE 1,3 2+,4 01/06/07 01/01/09 UNI EN 1504-7:2007 gen-07 24/04/2008 Pigmenti per la colorazione di materiali da costruzione a base di cemento EN 12878:2005 e/o calce - Specifiche e metodi di prova Fumi di silice per calcestruzzo - Parte 1: Definizioni, requisiti e criteri di EN 13263-1:2005 conformità EN 13263-1:2005/ A1:2009 1,3 2+ 01/03/06 01/03/07 UNI EN 12878:2005 ago-05 27/03/2009 1,3 1+ UNI EN 13263-1:2005 set-05 1,3 1+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13263-1:2009 giu-09 Fibre per calcestruzzo - Parte 1: Fibre di acciaio - Definizioni, specificazioni EN 148891:2006 e conformità Fibre per calcestruzzo - Parte 2: Fibre polimeriche - Definizioni, EN 14889-2:2006 specificazioni e conformità Loppa d'altoforno granulata macinata per calcestruzzo, malta e malta per EN 15167-1:2006 iniezione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità Stufe alimentate ad olio con bruciatori a vaporizzazione EN 1:1998 1,3 1,3 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14889-1:2006 dic-06 27/03/2009 1,3 1,3 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14889-2:2006 dic-06 27/03/2009 1,3 1+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 15167-1:2006 dic-06 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/09 UNI EN 1:2000 apr-00 EN 1:1998 + A1:2007 EN 442-1:1995 EN 442-1:1995/ A1:2003 Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido - Potenza termica EN 12809:2001 nominale non maggiore di 50 kW - Requisiti e metodi di prova EN 12809:2001/ AC:2006 EN 12809:2001/ A1:2004/AC:2006 EN 12809:2001/ A1:2004/AC:2007 EN 12809:2001/ A1:2004 Termocucine a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 12815:2001 EN 12815:2001/ A1:2004 EN 12815:2001/ AC:2006 EN 12815:2001/ A1:2004/AC:2007 Inserti e caminetti aperti a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 13229:2001 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 3 3 3 3 01/01/08 01/12/04 01/12/04 01/07/05 01/01/09 UNI EN 1:2007 01/12/05 UNI EN 442-1:1997 01/12/05 UNI EN 442-1:2004 01/07/07 UNI EN 12809:2004 set-07 mar-97 dic-04 nov-04 2,3,4,6 2,3,4,6 3 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12809:2004 UNI EN 12809:2004 nov-04 nov-04 22/08/2006 NO 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12809:2004 nov-04 NO 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 3 3 3 3 3 01/07/05 01/07/05 01/07/05 01/01/07 01/01/08 01/07/07 UNI EN 12809:2004 01/07/07 UNI EN 12815:2006 01/07/07 UNI EN 12815:2006 01/01/07 UNI EN 12815:2006 01/01/08 UNI EN 12815:2006 nov-04 feb-06 feb-06 feb-06 feb-06 22/08/2006 22/08/2006 22/08/2006 22/08/2006 NO 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 13229:2006 ago-06 22/08/2006 EN 13229:2001/ A1:2003 EN 13229:2001/ AC:2006 EN 13229:2001/ A2:2004 EN 13229:2001/ A2:2004/AC:2007 Stufe a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 13240:2001 EN 13240:2001/ AC:2006 EN 13240:2001/ A2:2004 EN 13240:2001/ A2:2004/AC:2007 Strisce radianti a soffitto alimentate con acqua a temperatura minore di 120 EN 14037-1:2003 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 3 3 3 3 01/06/06 01/07/07 01/07/05 01/01/08 01/06/07 UNI EN 13229:2006 01/07/07 UNI EN 13229:2006 01/07/07 UNI EN 13229:2006 01/01/08 UNI EN 13229:2006 ago-06 ago-06 ago-06 set-06 22/08/2006 22/08/2006 22/08/2006 NO 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 2,3,4,6 3 3 3 3 01/07/05 01/01/07 01/07/05 01/01/08 01/07/07 UNI EN 13240:2006 01/01/07 UNI EN 13240:2006 01/07/07 UNI EN 13240:2006 01/01/08 UNI EN 13240:2006 mar-06 mar-06 mar-06 mar-06 22/08/2006 22/08/2006 22/08/2006 NO 2,3,4,6 3 01/02/04 01/02/05 UNI EN 14037-1:2005 mag-05 22/11/2005 Radiatori e convettori - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti °C - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti 222 22/11/2005 22/08/2006 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/129 EN 14785 M/129 EN 15250 M/129 EN 15821 M/131 M/131 M/131 M/131 Tubazioni, serbatoi EN 331 e accessori non a contatto con acqua destinata al consumo umano EN 681-1 M/131 M/131 M/131 M/131 EN 681-2 M/131 M/131 M/131 EN 681-3 M/131 M/131 M/131 EN 681-4 M/131 M/131 M/131 EN 682 M/131 EN 877 M/131 M/131 M/131 EN 969 M/131 EN 1057 M/131 Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE Apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati con pellet di legno - EN 14785:2006 Requisiti e metodi di prova Apparecchi domestici a lento rilascio di calore alimentati a combustibili EN 15250:2007 solidi - Requisiti e metodi di prova Stufa per sauna a carica multipla alimentata con ciocchi di legno - Requisiti EN 15821:2010 e metodi di prova Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando EN 331:1998 manuale, per impianti a gas negli edifici 2,3,4,6 3 01/01/10 01/01/11 UNI EN 14785:2006 ott-06 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/10 UNI EN 15250:2007 nov-07 2,3,4,6 3 01/07/11 01/07/12 UNI EN 15821:2010 nov-10 2,3,4,5 1,3 01/09/11 01/09/12 UNI EN 331:1999 giu-99 EN 331:1998/A1:2010 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6811:1996 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 1: Gomma vulcanizzata EN 681-1:1996/ A1:1998 EN 681-1:1996/ A2:2002 EN 681-1:1996/ A3:2005 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6812:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 2: Elastomeri termoplastici EN 681-2:2000/ A1:2002 EN 681-2:2000/A2:2005 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6813:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 3: Materiali cellulari di gomma vulcanizzata EN 681-3:2000/ A1:2002 EN 681-3:2000/ A2:2005 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 6814:2000 nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 4: Elementi di tenuta di poliuretano colato EN 681-4:2000/ A1:2002 EN 681-4:2000/ A2:2005 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali elastomerici EN 682:2002 utilizzati in tubi e raccordi per il trasporto di gas e idrocarburi fluidi EN 682:2002/A1:2005 Tubi e raccordi di ghisa, loro assemblaggi e accessori per l'evacuazione EN 877:1999 dell'acqua dagli edifici - Requisiti, metodi di prova e assicurazione della qualità EN 877:1999 /A1:2006 EN 877:1999/ A1:2006/ AC:2008 Tubi, raccordi ed accessori di ghisa sferoidale e loro assemblaggio per EN 969:2009 condotte di gas - Prescrizioni e metodi di prova Rame e leghe di rame - Tubi rotondi di rame senza saldatura per acqua e EN 1057:2006 gas nelle applicazioni sanitarie e di riscaldamento EN 1057:2006+A1:2010 2,3,4,5 3,4 1,3 4 01/09/11 01/01/03 01/09/12 UNI EN 331:2011 01/01/09 UNI EN 681-1:2004 feb-11 feb-04 NO 3,4 3,4 3,4 3,4 4 4 4 4 01/01/03 01/01/03 01/01/08 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-1:2006 01/01/04 UNI EN 681-1:2006 01/01/09 UNI EN 681-1:2006 01/01/04 UNI EN 681-2:2005 dic-06 dic-06 dic-06 nov-05 NO NO 3,4 3,4 3,4 4 4 4 01/01/03 01/01/10 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-2:2005 01/01/10 UNI EN 681-2:2005 01/01/04 UNI EN 681-3:2005 nov-05 nov-05 nov-05 NO 3,4 3,4 3,4 4 4 4 01/01/03 01/07/12 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-3:2005 01/07/12 UNI EN 681-3:2005 01/01/04 UNI EN 681-4:2005 nov-05 nov-05 nov-05 NO 3,4 3,4 3,4 4 4 3 01/01/03 01/07/12 01/10/02 01/01/04 UNI EN 681-4:2005 01/07/12 UNI EN 681-4:2005 01/12/03 UNI EN 682:2002 nov-05 nov-05 ott-02 NO 3,4 2,3,4 3 4 01/07/12 01/01/08 01/07/12 UNI EN 682:2006 01/09/09 UNI EN 877:2007 nov-06 gen-07 2,3,4 2,3,4 4 4 01/01/08 01/01/09 01/09/09 UNI EN 877:2007 01/01/09 UNI EN 877:2007 gen-07 gen-07 3,4 3 01/01/10 01/01/11 UNI EN 969:2009 giu-09 2,3,4 1,3,4 01/03/07 01/03/09 UNI EN 1057:2006 lug-06 2,3,4 1,3,4 01/12/10 01/12/10 UNI EN 1057:2010 mar-10 223 NO Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/131 EN 1123-1 M/131 M/131 EN 1124-1 M/131 M/131 EN 1254-1 M/131 EN 1254-2 M/131 EN 1254-5 M/131 EN 10224 M/131 M/131 EN 10255 M/131 EN 10311 M/131 EN 10312 M/131 M/131 EN 12285-2 M/131 M/131 EN 13160-1 EN 13341 M/131 M/131 EN 13349 M/131 EN 13616 Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) Data pubb. Decreto nazionale di recepimento n° data GURI GURI Invio scheda a MSE Tubi e raccordi di tubi di acciaio rivestiti a caldo con saldatura longitudinale EN 11231:1999 con giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte: 1 Requisiti, prove e controllo qualità EN 1123-1:1999/ A1:2004 Tubi e raccordi di acciaio inossidabile con saldatura longitudinale con EN 1124-1:1999 giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte 1: Requisiti, prove e controllo di qualità EN 1124-1:1999/ A1:2004 Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 1: Fittings with ends for FprEN 12541 capilary soldering or capilary brazing to copper tubes Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 2: Fittings with FprEN 1254-2 compression ends for use with copper tubes Copper and copper aloys - Plumbing fittings - Part 5: Fittings with short FprEN 1254-5 ends for capilary brazing to copper tubes Tubi e raccordi di acciaio non legato per il convogliamento di acqua e di EN 10224:2002 altri liquidi acquosi - Condizioni tecniche di fornitura EN 10224:2002 /A1:2005 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni EN 10255:2004 +A1:2007 tecniche di fornitura Giunzioni per la connessione di tubi e raccordi di acciaio per il trasporto di EN 10311:2005 acqua e altri liquidi acquosi Tubi saldati di acciaio inossidabile per il convogliamento di liquidi acquosi EN 10312:2002 incluso l'acqua per il consumo umano - Condizioni tecniche di fornitura 2,3,4 4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1123-1:2005 ott-05 2,3,4 2,3,4 4 4 01/06/05 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1123-1:2005 01/06/06 UNI EN 1124-1:2005 ott-05 ott-05 2,3,4 ?? 4 ?? ?? ?? 01/06/06 UNI EN 1124-1:2005 UNI EN 1254-1 ott-05 gen-00 ?? ?? ?? ?? UNI EN 1254-2 gen-00 ?? ?? ?? ?? UNI EN 1254-5 gen-00 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10224:2006 mar-06 20/11/2007 2,3,4 2,3,4 4 3,4 01/04/06 01/01/10 01/04/07 UNI EN 10224:2006 01/01/11 UNI EN 10255:2007 mar-06 ago-07 20/11/2007 2,3 4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 10311:2005 ott-05 20/11/2007 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10312:2007 feb-07 20/11/2007 EN 10312:2002 /A1:2005 Serbatoi di acciaio prefabbricati - Parte 2: Serbatoi orizzontali cilindrici a EN 12285-2:2005 singola e a doppia parete per depositi fuori-terra di liquidi infiammabili e non infiammabili che possono inquinare l'acqua Sistemi di rivelazione delle perdite - Parte 1: Principi generali EN 13160-1:2003 Serbatoi statici di materiale termoplastico per immagazzinaggio fuori terra EN 13341:2005 di oli combustibili domestici, cherosene e gasolio - Serbatoi di polietilene fabbricati per soffiaggio (blow moulded), di polietilene fabbricati per stampaggio rotazionale e di poliammide 6 fabbricati tramite polimerizzazione anionica - Requisiti e metodi di prova EN 13341:2005+A1:2011 Copper and copper aloys - Pre-insulated copper tubes with solid covering prEN 13349 rev 2,3,4 1,3 4 1,3,4 01/04/06 01/01/06 01/04/07 UNI EN 10312:2007 01/01/08 UNI EN 12285-2:2005 feb-07 giu-05 20/11/2007 3,4 1,2,3,4 3,4 3 01/03/04 01/01/06 01/03/05 UNI EN 13160-1:2004 01/01/09 UNI EN 13341:2005 gen-04 lug-05 22/08/2006 1,2,3,4 3 01/10/11 01/10/11 UNI EN 13341:2011 mar-11 3 3,4 01/05/05 01/05/06 UNI EN 13616:2004 ott-04 Dispositivi di troppopieno per serbatoi statici per combustibili liquidi derivati EN 13616:2004 dal petrolio 01/06/05 22/08/2006 NO (opzione NPD non prevista) M/131 M/131 EN 14680 M/131 EN 14800 M/131 EN 14814 EN 13616:2004/ AC:2006 Adesivi per sistemi di tubazioni non sotto pressione di materiale EN 14680:2006 termoplastico - Specifiche Assemblaggi di tubi metallici ondulati di sicurezza per il collegamento di EN 14800:2007 apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi Adesivi per sistemi di tubazioni di materiale termoplastico per liquidi sotto EN 14814:2007 pressione - Specifiche 3 3,4 3,4 4 01/06/06 01/01/08 01/06/06 UNI EN 13616:2004 01/01/09 UNI EN 14680:2007 ott-04 gen-07 2,3,4 1,3 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14800:2007 ott-07 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14814:2007 dic-07 224 27/03/2009 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ Mandato Norma EN M/131 EN 15013 M/131 EN 15069 M/131 EN 15070 M/132 M/135 M/132 Dispositivi antisismici M/135 Vetro in edilizia EN 15129 EN 572-9 M/135 EN 1036-2 M/135 EN 1051-2 M/135 EN 1096-4 M/135 EN 1279-5 M/135 M/135 M/135 EN 1748-1-2 M/135 EN 1748-2-2 M/135 EN 1863-2 M/135 EN 12150-2 M/135 EN 12337-2 M/135 EN 13024-2 M/135 EN 14178-2 M/135 EN 14179-2 M/135 EN 14321-2 M/135 EN 14449 M/135 M/135 EN 15681-2 M/135 EN 15682-2 Titolo Work Item Plastics piping systems - Non-pressure drainage and sewerage systems prEN 15013 buried in ground - Performance characteristics for pipes, fittings and their joints Assemblaggi di valvole di sicurezza gas per tubi metallici utilizzati per il EN 15069:2008 collegamento di apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi Elastomeric packed metalic stripwound safety gas hose assemblies for the prEN 15070 connection of domestic appliances using gaseous fuels Dispositivi antisismici EN 15129:2009 Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del norma periodo di secondo il e di mandato Conformità armonizzata coesistenza (inizio (inizio marcatura CE marcatura CE volontaria) obbligatoria) 2,3,4 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 15069:2009 Data pubb. Decreto nazionale n° di recepimento GURI data GURI Invio scheda a MSE gen-09 1 1,3 01/08/10 01/08/11 UNI EN 15129:2009 dic-09 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 9 EN 572-9:2004 Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Specchi di vetro float argentato per uso in interni - Parte EN 1036-2:2008 2: Valutazione di conformità; norma di prodotto Vetro per edilizia - Mattoni di vetro per pareti e pavimentazioni - Parte 2: EN 1051-2:2007 Valutazione di conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetri rivestiti - Parte 4: Valutazione della EN 1096-4:2004 conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetrate isolanti - Parte 5: Valutazione della conformità EN 1279-5:2005 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 572-9:2005 feb-05 2,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1036-2:2008 mag-08 2,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1051-2:2008 gen-08 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1096-4:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 UNI EN 1279-5:2005 set-05 20/11/2007 EN 1279-5:2005/ A1:2008 EN 1279-5:2005+A2:2010 Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Vetri borosilicati - Parte 1-2: EN 1748-1-2:2004 Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Parte 2-2: Vetro ceramica - EN 1748-2-2:2004 Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito termicamente - EN 1863-2:2004 Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico di sicurezza temprato EN 12150-2:2004 termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito chimicamente - EN 12337-2:2004 Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di borosilicato di sicurezza temprato termicamente EN 13024-2:2004 Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro a matrice alcalina - Parte 2: EN 14178-2:2004 Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato EN 14179-2:2005 termicamente e sottoposto a "heat soak test" - Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza a matrice alcalina temprato EN 14321-2:2005 termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza EN 14449:2005 Valutazione della conformità/Norma di prodotto EN 14449:2005/ AC:2005 Glass in building - Basic alumino silicate glass products - Part 2: prEN 15681-2 Evaluation of conformity/Product standard Glass in building - Heat soaked thermally toughened alkaline earth silicate prEN 156822 safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard 2,4,5,6 2,4,5,6, 2,4,5,6 1,3,4 1,3,4 1,3,4 01/09/09 01/02/11 01/09/05 01/09/10 UNI EN 1279-5:2009 01/02/12 UNI EN 1279-5:2010 UNI EN 1748-1-2:2005 01/09/06 mar-09 mag-10 gen-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1748-2-2:2005 gen-05 27/03/2009 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1863-2:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12150-2:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12337-2:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13024-2:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 14178-2:2005 feb-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 14179-2:2005 set-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 14321-2:2006 feb-06 27/03/2009 2,4,5,6 1,3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 14449:2005 set-05 20/11/2007 2,4,5,6 1,3,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 14449:2005 set-05 20/11/2007 225 20/11/2007 Marcatura CE dei prodotti da costruzione (Regolamento 305/2011) Norme armonizzate 12/09/2013 1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma M/ M/135 M/136 M/136 Mandato Norma EN EN 15683-2 Prodotti da costruzione a EN 598 contatto con acqua destianata a consumo umano Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Essenziali Attestazion in vigore come secondo il e di norma mandato Conformità armonizzata (inizio marcatura CE volontaria) Data di scadenza del periodo di coesistenza (inizio marcatura CE obbligatoria) Norma UNI Data pubb. Glass in Building - Thermaly toughened soda lime silicate channel shaped prEN 156832 safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard Tubi, raccordi e accessori di ghisa sferoidale e loro giunti per fognatura - EN 598:2007 Requisiti e metodi di prova EN 598:2007+A1:2009 3,4 4 1,4 4 226 01/04/10 01/04/11 UNI EN 598:2007 dic-07 UNI EN 598:2009 set-09 Decreto nazionale n° data GURI di recepimento GURI Invio scheda a MSE C A P O II° ART. 6 - NORME DI MISURAZIONE (omissis) ART. 7 - OSSERVANZA DEL CAPITOLATO GENERALE, DELLE LEGGI E DEI REGOLAMENTI L’appalto è soggetto alla esatta osservanza di tutte le condizioni e norme stabilite dal Codice dei CC.PP., dal Capitolato Generale di Appalto dei lavori pubblici (D.M. 19/04/2000, n° 145 ed eventuali successive varianti e/o integrazioni), nonché, per le parti ancora vigenti, di quelle stabilite dal Regolamento approvato con D.P.R. 05/10/2010 n.207 ed in generale di tutte le normative vigenti in materia di lavori pubblici. L'Appaltatore ed i suoi dipendenti si intendono obbligati all'osservanza di tutte le norme regolamentari e delle disposizioni emanate ai sensi di legge, dalle competenti Autorità Governative, Provinciali e Comunali che hanno giurisdizione sui luoghi in cui debbono eseguirsi i lavori. In ogni caso il contratto d'appalto dovrà essere eseguito nel puntuale rispetto di tutte le disposizioni di legge vigenti all'atto dell'esecuzione dei lavori. ART. 8 - CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO - Dichiarazioni dell'Appaltatore Per il solo fatto di partecipare alla gara d’appalto, l'Appaltatore ammette e riconosce pienamente, ai sensi del già art. 106, comma 2, del D.P.R. 207/10, di aver esaminato tutti gli elaborati progettuali, compreso il calcolo sommario della spesa o il computo metrico estimativo, di essersi recati sul luogo di esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni locali, della viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità, compatibili con i tempi di esecuzione previsti, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche autorizzate, nonché di tutte le circostanze generali e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle condizioni contrattuali e sull'esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori stessi realizzabili, ed i prezzi nel loro complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto. L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata conoscenza di condizioni e la sopravvenienza di elementi non considerati a meno che tali nuovi elementi appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore contemplati nel Codice Civile e non escluse da altre norme del presente Capitolato e che si riferiscono a condizioni soggette a revisione per esplicita dichiarazione del presente Capitolato. Resta stabilito inoltre che in caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto, varrà la soluzione più favorevole alla Stazione Appaltante a giudizio insindacabile della direzione dei lavori. Nell'accettare i lavori oggetto del contratto ed indicati dal presente Capitolato, l'Appaltatore afferma incondizionatamente di: a) essersi recato sul luogo dove devono eseguirsi i lavori e di aver preso conoscenza delle condizioni locali, nonché di tutte le circostanze generali e particolari che in qualche modo, direttamente o indirettamente, possano avere influenza sull'organizzazione del cantiere e sull'andamento dei lavori, attestando la loro eseguibilità in coerenza con le previsioni progettuali, nei tempi e con le modalità poste a base di gara; b) aver accuratamente valutato, accettandoli, tutti gli obblighi, soggezioni ed oneri contenuti nei documenti e nei loro allegati posti a base di gara, ivi compresi quelli riferiti ai termini di inizio lavori, all’eventualità di consegne di lavori per parti successive, al compimento dei lavori, agli oneri assicurativi ed alle altre condizioni cui é assoggettato l'appalto; c) aver visionato e verificato tutti gli elaborati progettuali inerenti l'opera di cui si tratta e di averli accettati e fatti propri senza riserva alcuna, volendone conseguentemente assumere l'intera responsabilità dell'esecuzione; 227 d) aver formulato l'offerta tenendo conto di tutti gli obblighi ed oneri ricompresi nell'elencazione che precede e nei documenti tutti di gara; e) aver preso atto che l’indicazione delle voci e delle quantità di cui al computo metrico estimativo (per la parte a corpo) non ha effetto sull’importo complessivo dell’offerta a corpo che, seppur determinato attraverso l’applicazione dei prezzi unitari offerti alle quantità delle varie lavorazioni, resta fisso ed invariabile e che le quantità di cui al computo metrico (per la parte a misura) sono comunque da intendersi come indicative: saranno contabilizzate e riconosciute all’impresa le quantità effettivamente realizzate; f) essere a conoscenza dell’obbligo, ex art. 119 comma 5 del D.P.R. n. 207/10, di controllare le voci riportate nella lista, attraverso l’esame degli elaborati progettuali, comprendenti anche il computo metrico estimativo a corpo, posti in visione ed acquisibili e,a seguito ditale verifica, che è tenuto ad integrare o ridurre le quantità che valuta carenti o eccessive e ad inserire le voci e relative quantità che ritiene mancanti, rispetto a quanto previsto negli elaborati grafici e nel capitolato speciale nonché negli altri documenti che è previsto facciano parte integrante del contratto, alle quali applica i prezzi unitari che ritiene di offrire; f) aver preso visione del progetto esecutivo degli impianti e di ritenerli completi e corretti in tutte le loro parti e, di conseguenza, di farli propri volendone con ciò assumere tutte le relative responsabilità; g) aver preso atto che i prezzi di cui al computo metrico estimativo non hanno alcuna influenza o rilevanza contrattuale, sarà onere dell'impresa formulare l'offerta di prezzi unitari a seguito di proprie verifiche di mercato sul prezzario di listino o mediante apposita analisi dei prezzi. h) avere effettuato una verifica della disponibilità della manodopera necessaria per l’esecuzione dei lavori, nonché della disponibilità di attrezzature adeguate all’entità e alla tipologia e categoria dei lavori in appalto; i) accettare senza riserve che il pagamento dei lavori che andrà ad eseguire verrà subordinato alla stipula del contratto, stipula a sua volta condizionata alla dimostrazione dell’effettivo possesso di tutti i requisiti di idoneità tecnica e morale, alla consegna delle polizze fidejussorie ed assicurative previste nel capitolato speciale d’appalto e nel presente disciplinare, nonché al rispetto del piano di sicurezza nei cantieri edili; j) impegnarsi, nell’esecuzione dei lavori, all'osservanza delle norme e prescrizioni dei contratti collettivi nazionali e di zona stipulati tra le parti sociali firmatarie di contratti collettivi nazionali comparativamente più rappresentative, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, sicurezza, salute, assicurazione assistenza, contribuzione e retribuzione dei lavoratori di cui all'art. 4, c. 1 del D.P.R. n. 207/2010; k) la fattibilità dell’opera e di avere i mezzi necessari per procedere all'esecuzione dei lavori secondo le migliori norme e sistemi costruttivi nei tempi ed al prezzo pattuito. 228 l) L'Appaltatore non potrà quindi eccepire durante l'esecuzione dei lavori la mancata conoscenza di elementi non valutati, tranne che tali elementi si configurino come cause di forza maggiore contemplate dal Codice Civile che non siano escluse da altre norme del presente Capitolato o si riferiscano a condizioni soggette a possibili modifiche espressamente previste nel contratto. In considerazione di quanto sopra, l'Appaltatore dichiara pertanto di avere la possibilità ed i mezzi necessari per procedere all'esecuzione dei lavori secondo le migliori norme e sistemi costruttivi nei tempi ed al prezzo pattuito. ART. 9 - SICUREZZA DEI LAVORATORI E RISPETTO DELLE NORME DEI C.C.N.L. Nella esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, la Impresa aggiudicataria si obbliga ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle Aziende Industriali edili ed affini, e negli accordi locali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori suddetti; inoltre deve assolvere gli specifici obblighi inerenti la Cassa Edile e gli enti scuola, deve osservare le norme sugli ambienti di lavoro e le disposizione dei CCNL sulla stessa materia, deve garantire una adeguata formazione ed informazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali in merito ai rischi d'infortunio e di malattie professionali che la realizzazione dell'opera presenta nelle diverse fasi. L'appaltatore dovrà scrupolosamente rispettare tutte le norme di cui al D.Lgs. 81/08 ed in particolare le misure generali di tutela previste dall'art.18 del medesimo decreto. L'Impresa si obbliga, altresì, ad applicare il contratto e gli accordi medesimi, anche dopo la scadenza e fino alla loro sostituzione e, se cooperative, anche nei rapporti con i soci. I suddetti obblighi vincolano l'Impresa anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti e receda da esse ed indipendentemente dalla natura industriale ed artigianale, dalla struttura e dimensione dell'impresa stessa e da ogni altra qualificazione giuridica, economica e sindacale. L'Impresa è responsabile in rapporto alla Stazione Appaltante, dell'osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto. Il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato non esime l'Impresa dalla responsabilità di cui al comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione Appaltante. In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel presente articolo, accertata dalla Stazione Appaltante o ad essa segnalata dagli Organi Competenti, si procederà ad un intervento sostitutivo della Stazione Appaltante ai sensi dell’art. 4, comma 2, del Regolamento, trattenendo i pagamenti in acconto se i lavori sono in corso di esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento del saldo se i lavori sono ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia dell'adempimento degli obblighi di cui sopra. Il pagamento all'impresa delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente adempiuti. Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra l'Impresa non può opporre eccezione alla Stazione Appaltante, non ha titolo a risarcimento danni, né alla corresponsione di interessi. Il Direttore dei lavori procederà alla verifica periodica del possesso e la regolarità, da parte dell’esecutore e dei subappaltatori, della documentazione prevista dalle leggi vigenti in materia di obblighi nei confronti dei dipendenti (Art. 101,c.3, lettera a) del Codice dei CC.PP.) o dal Contratto per il pagamento delle rate di acconto o del saldo finale. Prima dell’inizio dei lavori L’Appaltatore dovrà fornire alla Stazione Appaltante la seguente documentazione prevista dall’art. 90, comma 9, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm., allegato XVII comprovante la sua idoneità tecnico-professionale: PER LE IMPRESE: - Copia del certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A.; Dichiarazione dell’organico medio annuo distinto per qualifica; Dichiarazione riportante il tipo di Contratto Collettivo, stipulato dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti; 229 - Documento Unico di Regolarità Contributiva (D.U.R.C.); Documento di valutazione dei rischi o autocertificazione di cui all’art. 29, comma 5, del D.Lgs. 81/08 e ss. mm.; Specifica documentazione attestante la conformità al D.Lgs. 81/08 e ss. mm., di macchine, attrezzature e opere provvisionali; Elenco dispositivi di protezione individuali; Nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione; Nominativo/i del/i rappresentante/i dei lavoratori per la sicurezza; Attestati inerenti la formazione delle suddette figure e dei lavoratori; Elenco dei lavoratori risultanti dal libro matricola e relativa idoneità sanitaria; Dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o interdettivi di cui all’art. 14 del D.Lgs. 81/08 e ss. mm. PER I LAVORATORI AUTONOMI (solo per i subappalti): - - Copia del certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A.; Documento Unico di Regolarità Contributiva (D.U.R.C.); Specifica documentazione attestante la conformità al D.Lgs. 81/08 e ss. mm., di macchine, attrezzature e opere provvisionali; Elenco dei dispositivi di protezione individuali in dotazione; Attestati inerenti la propria formazione e la relativa idoneità sanitaria. All'atto della consegna dei lavori l'Appaltatore dovrà fornire la prova dell'avvenuta assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per tutta la durata dei lavori appaltati, nonché l’avvenuta denuncia del cantiere ad INPS, INAIL e Cassa Edile competente per territorio. Tutte le regole precedenti valgono anche per i subappaltatori: in particolare la verifica della regolarità contributiva verrà effettuata in occasione dell’emissione dei pagamenti; i documenti dall’art. 90, comma 9, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm., allegato XVII comprovante la sua idoneità tecnico-professionale, e di avvenuta denuncia del cantiere, dovranno essere acquisiti e trasmessi al Comune prima dell’inizio delle rispettive lavorazioni, debitamente autorizzate. Oltre a provvedere alle assicurazioni e previdenze di obbligo nei modi e termini di legge, rimanendo la Stazione Appaltante completamente estranea a tali pratiche ed ai relativi oneri, rimangono ad esclusivo carico dell'Appaltatore il soccorso ai feriti, ivi comprese le prime immediate cure di assistenza medica e farmaceutica. In caso di trascuratezza da parte dell'Appaltatore nell’adempimento degli obblighi di cui al presente articolo, vi provvederà la Stazione Appaltante, avvalendosi delle ritenute sui pagamenti, senza pregiudizio, in alcun caso, delle eventuali peggiori responsabilità dell'Appaltatore verso gli aventi diritto. Qualora gli importi trattenuti non risultassero in grado di coprire l’intero debito dell’appaltatore verso gli istituti assicurativi e previdenziali, ovvero qualora l’inadempienza venga accertata dopo l’ultimazione dei lavori, potranno essere fatte ulteriori ritenute sul credito dell'Appaltatore (sulla rata di saldo, sulle ritenute di garanzia, sulla cauzione) fino a raggiungere l'importo della somma necessaria. ART. 9 bis – LAVORI IN QUOTA E MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO, DEI PONTEGGI DI CUI AL CAPO II, ARTT. 105-157, DEL D.LGS. 81/08 e ss. mm.. Nella voce di computo metrico prevista per il nolo dei ponteggi, si intende compresa nel prezzo la documentazione di valutazione di rischio, costituito da un progetto e da una relazione tecnica di cui all’art. 131 e seguenti, e del piano operativo di sicurezza (P.O.S.), per ciò che concerne il lavoro di montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi, redatto ai sensi del D.Lgs. e s.m.i., nonché del piano di montaggio, uso e smontaggio (PIMUS) di cui agli artt. 133,134,136 del D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm.. Le indicazioni riportate nel piano di montaggio, uso e smontaggio (PIMUS) del ponteggio sono di ausilio al responsabile della sicurezza in fase di esecuzione per la valutazione del rischio, come previsto nel piano di sicurezza e coordinamento (P.S.C.) di cui al D.Lgs. 81/08. L’esonero dalla redazione del documento è subordinata all’utilizzo di un ponteggio conforme al D.P.R. n. 164/1956 nei casi disciplinati dal D.Lgs. n. 81/08 e ss. mm.. Gravi e ripetute violazioni di quanto sopra da parte dell’appaltatore, previa formale costituzione in mora, costituiscono causa di rescissione del contratto in danno dell’appaltatore medesimo. ART. 10 - PIANI DI SICUREZZA ED APPLICAZIONE DEL D.Lgs 81/08 e ss. mm.. 230 Per le finalità di cui all'art.90 del D.Lgs. 81/08 e ss. mm., si specifica che nel cantiere oggetto del presente appalto si prevede la presenza in cantiere, anche non contemporanea, di più imprese e l'esecuzione di talune lavorazioni comportanti rischi particolari di cui al citato Decreto. Per quanto sopra, il cantiere rientra nelle fattispecie di cui al suddetto art.90 e quindi la Stazione Appaltante ha nominato il Coordinatore per la progettazione e nominerà prima dell'affidamento dell'appalto il coordinatore per la esecuzione dei lavori. Il piano di sicurezza e coordinamento redatto dal Coordinatore per la progettazione viene messo a disposizione delle imprese partecipanti alla gara ed allegato al contratto di appalto. I datori di lavoro sia dell'impresa appaltatrice che delle ditte subappaltatrici durante l'esecuzione dell'opera devono osservare le misure generali di tutela di cui all'art.90 del D.Lgs.81/08 e ss. mm.. Ogni datore di lavoro dovrà inoltre mettere il piano di sicurezza e coordinamento a disposizione del rappresentante della sicurezza almeno 10 gg. prima dell'inizio dei lavori. Entro 30 giorni dall'aggiudicazione e comunque prima dell'inizio dei lavori l'appaltatore consegna alla stazione appaltante: - Eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e coordinamento, per adeguarne i contenuti alle proprie tecnologie produttive; - Un piano operativo di sicurezza, per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei lavori, da considerare quale piano di dettaglio del piano redatto per conto del Committente. Copia della NOTIFICA PRELIMINARE dovrà essere affissa in cantiere in posizione visibile e custodita a disposizione dell'organo di vigilanza. Gravi e ripetute violazioni dei piani di cui sopra da parte dell'appaltatore, previa formale costituzione in mora, costituiscono causa di rescissione del contratto in danno dell'appaltatore medesimo. ART. 11 - GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE Tutte le polizze assicurative e le fidejussioni indicate nel presente articolo dovranno essere conformi agli schemi tipo di cui al D.M. 12/03/2004 n. 123 o ad eventuali successivi schemi approvati con decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e preventivamente concordato con le banche e le assicurazioni o loro rappresentanze. CAUZIONE PROVVISORIA (SCHEMA TIPO 1.1): L'offerta per l'affidamento dell'appalto è corredata da una cauzione pari al 2% dell'importo dei lavori, da prestare anche mediante fidejussione bancaria o assicurativa; la cauzione copre la mancata sottoscrizione del contratto e viene svincolata automaticamente al momento della sottoscrizione del contratto medesimo. Tale cauzione provvisoria, se presentata in forma di fidejussione bancaria o assicurativa, rilasciata ai sensi dell’art. 93 del Codice dei CC.PP., deve essere corredata dall'impegno del fidejussore a rilasciare la cauzione definitiva di cui al punto seguente, qualora l'offerente risultasse aggiudicatario, inoltre deve avere validità per almeno 180 giorni dalla data di presentazione dell'offerta. CAUZIONE DEFINITIVA (SCHEMA TIPO 1.2): Al momento della stipulazione del contratto l'impresa aggiudicataria dovrà conferire la cauzione definitiva, in forma di garanzia fidejussoria, ai sensi dell'art.103 del Codice dei CC.PP. nella misura del 10% dell'importo netto di contratto da costituire nei modi e nelle forme previste dalle leggi vigenti; in caso di ribasso d'asta superiore al 10% la garanzia fidejussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti la predetta percentuale di ribasso; ove il ribasso sia superiore al 20% sarà applicato un aumento ulteriore di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20%. Si precisa che ai fini del calcolo dell’importo prevale la formulazione indicata all’art. 103, comma 1, del Codice dei CC.PP. su quella dello schema 1.2 del D.M. 123/2004. La garanzia fidejussoria è progressivamente svincolata a misura dell’avanzamento dell’esecuzione, nel limite massimo del 80 per cento dell’iniziale importo garantito. Lo svincolo, nei termini e per le entità anzidetti, è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la sola condizione della preventiva consegna all’istituto garante, da parte dell’appaltatore o del concessionario, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l’avvenuta esecuzione. Il rimanente 20% della garanzia cessa di avere effetto solo alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o di regolare esecuzione e dopo che l'appaltatore avrà dimostrato il completo esaurimento degli obblighi contrattuali e l'estinzione di tutti i crediti nei suoi confronti, 231 inclusi i versamenti degli oneri sociali previsti dalle norme vigenti e dai contratti collettivi nazionali di lavoro o comunque decorsi 12 mesi dalla ultimazione dei lavori accertata con il relativo verbale. La mancata costituzione della garanzia determina la revoca dell'affidamento, che viene aggiudicato al concorrente che segue nella graduatoria. Nel caso di inadempienze contrattuali, l’ente appaltante avrà diritto di avvalersi di propria autorità della cauzione definitiva ed inoltre l'Appaltatore dovrà reintegrarla nel termine che gli sarà prefissato. ENTRAMBE LE FIDEJUSSIONI bancarie o polizze assicurative, di cui ai punti precedenti, dovranno prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale, la rinuncia all’eccezione di cui all’art. 1957, secondo comma, del codice civile, nonché l’operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della stazione appaltante. INOLTRE PER ENTRAMBE LE CITATE GARANZIE L'importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del 50 per cento per gli operatori economici ai quali venga rilasciata, da organismi accreditati, ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN 45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione del sistema di qualità conforme alle norme europee della serie UNI CEI ISO9000. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture, l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30 per cento, anche cumulabile con la riduzione di cui al primo periodo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), ai sensi del regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009, o del 20 per cento per gli operatori in possesso di certificazione ambientale ai sensi della norma UNI ENISO14001. Nei contratti relativi a servizi o forniture, l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 20 percento, anche cumulabile con la riduzione di cui ai periodi primo e secondo, per gli operatori economici in possesso, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso, del marchio di qualità ecologica dell'Unione europea (Ecolabel UE) ai sensi del regolamento (CE) n. 66/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture, l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o un'impronta climatica (carbon footprint) di prodotto ai sensi della norma UNI ISO/TS 14067. Per fruire delle riduzioni di cui al presente comma, l'operatore economico segnala, in sede di offerta, il possesso dei relativi requisiti e lo documenta nei modi prescritti dalle norme vigenti. Nei contratti di servizi e forniture, l'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30 per cento, non cumulabile con le riduzioni di cui ai periodi precedenti, per gli operatori economici in possesso del rating di legalità o della attestazione del modello organizzativo, ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001 o di certificazione social accountability 8000, o di certificazione del sistema di gestione a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, o di certificazione OHSAS 18001, o di certificazione UNI CEI EN ISO 50001 riguardante il sistema di gestione dell'energia o UNI CEI 11352 riguardante la certificazione di operatività in qualità di ESC (Energy Service Company) per l'offerta qualitativa dei servizi energetici e per gli operatori economici in possesso della certificazione ISO 27001 riguardante il sistema di gestione della sicurezza delle informazioni. POLIZZA PER DANNI DI ESECUZIONE E R.C. VERSO TERZI (SCHEMA TIPO 2.3): L'appaltatore deve stipulare una polizza di assicurazione (CAR), ai sensi dell’art. 103, comma 7, del Codice dei CC.PP., che copra i danni subiti dalla stazione appaltante per il danneggiamento e la distruzione parziale o totale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell'esecuzione dei lavori, per un importo totale di € 2.500.000,00 (importo a base d’asta compresi oneri della sicurezza) dedotto del ribasso percentuale offerto dalla ditta aggiudicataria. Tale polizza deve inoltre assicurare la stazione appaltante contro la responsabilità civile per danni a terzi nel corso dell'esecuzione dei lavori per un massimale di € 1.500.000,00. Detta copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o di regolare esecuzione o comunque decorsi 12 mesi dalla data di ultimazione dei lavori. Copia della polizza deve essere trasmessa alla stazione appaltante almeno 10 giorni prima della consegna dei lavori. 232 FIDEJUSSIONE A GARANZIA DELL’ANTICIPAZIONE (SCHEMA TIPO 1.3): L’erogazione dell’anticipazione è subordinata alla costituzione di garanzie fideiussorie, bancarie o assicurative, di importo pari all’anticipazione maggiorata del tasso di interesse legale applicato al periodo necessario al recupero dell’anticipazione stessa secondo il cronoprogramma dei lavori. L’importo della garanzia viene gradualmente ed automaticamente ridotto nel corso dei lavori in rapporto al progressivo recupero dell’anticipazione da parte della Stazione Appaltante. Se l’esecuzione dei lavori non procede secondo i tempi contrattuali, il beneficiario decade dall’anticipazione FIDEJUSSIONE A GARANZIA DEL SALDO (SCHEMA TIPO 1.4): L'erogazione della rata di saldo è subordinata alla costituzione di garanzia fidejussoria, bancaria o assicurativa, di importo pari al saldo maggiorato del tasso di interesse legale applicato al periodo intercorrente fra il collaudo (o certificato di regolare esecuzione) provvisorio ed il collaudo definitivo di durata biennale (art. 103, comma 6, del Codice dei CC.PP.) FIDEJUSSIONE A GARANZIA DEI SERVIZI SUCCESSIVI ALL’APPALTO (SCHEMA TIPO 1.4): -FACOLTATIVA- Il concorrente che in sede di gara ha offerto di assicurare i servizi di manutenzione agli impianti oggetto dell’appalto per un certo numero di anni dovrà obbligatoriamente in sede di erogazione della rata di saldo presentare una polizza indennitaria di durata pari agli anni offerti o decennale. La polizza indennitaria decennale a copertura dei rischi di rovina totale o parziale dell'opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi, deve contenere la previsione del pagamento in favore del committente non appena questi lo richieda, anche in pendenza dell'accertamento della responsabilità e senza che occorrano consensi ed autorizzazioni di qualunque specie. Il limite di indennizzo della polizza decennale è pari al venti per cento del valore dell'opera realizzata. L'esecutore dei lavori è altresì obbligato a stipulare, per i lavori di cui al presente comma una polizza di assicurazione della responsabilità civile per danni cagionati a terzi, con decorrenza dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione e per la durata di dieci anni e con un indennizzo di € 500.000,00 (art. 103, comma 8, del Codice dei CC.PP.) ART. 12 - CONSEGNA, TRACCIAMENTO E SVOLGIMENTO DEI LAVORI Le disposizioni del presente articolo hanno valore fino all’emanazione delle linee guida di cui all’art. 111, comma 1, del Codice dei CC.PP. Prima dell'inizio dei lavori l'appaltatore deve presentare un programma esecutivo ai sensi dell'art.43 comma 10 del Regolamento, nonché la documentazione di avvenuta denuncia agli enti previdenziali, incluso la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici ai sensi dell'art. 118 del D.Lgs. 163/06. La consegna dei lavori dovrà risultare da apposito verbale, entro 45 giorni dalla stipula del contratto. Resta comunque salva per l'appaltante la facoltà di procedere ad una consegna d'urgenza o frazionamento dei lavori appaltati, come al Capitolo III delle Linee Guida emanate dall’ANAC, senza che al riguardo l'appaltatore possa pretendere indennità o risarcimenti di sorta. (vedi eventualmente norme sulla consegna frazionata – già art.130, co.6, del Reg.) Per le modalità e procedure della consegna si fa riferimento alle Linee Guida emanate dall’ANAC. Prima di porre mano ai lavori l'Appaltatore dovrà stabilire a sua cura e spese e con l'onere della prestazione degli strumenti topografici occorrenti, il tracciato particolareggiato dell'opera progettata, in modo che il tracciato stesso possa riuscire di sicura guida nell'esecuzione di tutte le opere da costruire sia per l'impianto che per lo sviluppo delle opere; egli sarà responsabile della conservazione dei segnali e dei capisaldi, ripristinandoli se asportati o modificati. L'inizio e lo svolgimento dei lavori non potrà essere rinviato, rallentato o sospeso dall'Appaltatore senza un motivo di forza maggiore. In caso contrario, la Stazione Appaltante procederà alla risoluzione del contratto in danno dell'Appaltatore ai sensi delle norme vigenti, il quale appaltatore risponderà dei danni causati dalla sua inadempienza. L'appaltatore non può introdurre variazioni o addizioni di sorta senza averne ricevuto ordine dal direttore dei lavori. 233 ART. 13 - DIRETTORE DEI LAVORI Le disposizioni del presente articolo hanno valore fino all’emanazione delle Linee Guida di cui all’art. 111, comma 1, del Codice dei CC.PP. Alla consegna dei lavori, la stazione appaltante, designerà un ufficio di direzione dei lavori, costituito da un direttore lavori ed eventualmente da direttori operativi e da ispettori di cantiere, ai sensi delle Linee Guida dell’ANAC. Si evidenzia che la direzione lavori oltre all'espletamento di tutti gli altri compiti previsti dalle norme: - acquisisce prima dell'inizio dei lavori copia della documentazione di avvenuta denuncia agli Enti Previdenziali, inclusa la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici; - annota nel verbale di consegna l'avvenuta predisposizione del piano operativo di sicurezza (nonché eventualmente ove richiesto del piano di sicurezza art. 118 del D.Lgs. 163/06, in sostituzione del piano di sicurezza e coordinamento), verificando nel contempo la firma dello stesso da parte dell'Impresa e del Direttore Tecnico di cantiere; - segnala alla Stazione Appaltante l'esecuzione dei lavori da parte di imprese non autorizzate, la accertata violazione delle norme contrattuali o sulla tutela dei lavoratori (fermo restando le responsabilità civili e penali previste dalle vigenti norme a carico dell'Impresa e del Direttore Tecnico di Cantiere); - acquisisce e controlla in sede di emissione dei certificati di pagamento, e comunque periodicamente ogni 120 gg., le certificazioni attestanti l'avvenuto versamento dei contributi previdenziali, antinfortunistici, Cassa Edile, (D.U.R.C. rilasciato dalla Cassa Edile competente per territorio); - cura la costante verifica di validità del programma di manutenzione, dei manuali d'uso e di manutenzione, modificandone ed aggiornandone i contenuti a lavori ultimati; - cura l'aggiornamento del cronoprogramma generale (funzione del direttore operativo se nominato). La voce "direzione lavori" che appare in altri articoli del Capitolato si riferisce alla direzione lavori per conto della stazione appaltante. ART. 14 - DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO E/O COTTIMO E' fatto espresso divieto all'appaltatore di cedere o subappaltare nella quota superiore al 30% dell’importo del contratto d’appalto, lavorazioni sull’opera assunta (art. 105 del Codice dei CC.PP.) La categoria di lavoro prevalente nonché le ulteriori categorie previste sono indicate all'art.4 del capo I del presente Capitolato. L'affidamento in subappalto o cottimo di opere è sottoposto alle condizioni indicate dall'art. 105 del Codice dei CC.PP. e successive modifiche ed integrazioni. La qualificazione delle imprese subappaltatrici deve ovviamente essere verificata con le disposizioni prescritte dal Codice in relazione alla prestazione subappaltata. Deve essere allegata al contratto di subappalto una dichiarazione circa la non sussistenza di forme di controllo o collegamento a norma dell’art.2359 del Codice Civile con il sub-contraente. Qualora le lavorazioni oggetto di sub-contratto riguardasse una delle seguenti attività: Trasporto di materiali alla discarica; Trasporto e smaltimento di rifiuti; Fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; Fornitura e trasporto di calcestruzzo, fornitura e trasporto di bitume; Fornitura di ferro lavorato; Fornitura con posa in opera; Noli a freddo di macchinari Noli a caldo; Autotrasporti; Guardiania di cantieri; si rammenta che, ai sensi del DPCM 18/04/2013, la ditta sub-contraente dovrà essere iscritta negli elenchi dei fornitori, prestazioni di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa, di cui all’articolo 1, comma 52, della legge 6 novembre 2012, n. 190. L’impresa dovrà preventivamente richiedere l’autorizzazione al subappalto alla stazione appaltante, indicando: l’importo e la categoria delle opere che intende affidare, la ditta subappaltatrice, il possesso da parte della stessa dei requisiti di qualificazione previsti dalle vigenti 234 normative in materia di esecuzione di opere pubbliche, nonché l'iscrizione alla Camera di Commercio nelle relative categorie. Si rammenta inoltre l'obbligo ai soggetti aggiudicatari di trasmettere entro 20 giorni dalla data di ciascun pagamento, effettuato nei loro confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti da essi corrisposti al subappaltatore o cottimista, con l’indicazione delle ritenute di garanzia effettuate. Non sono considerati subappalti le commesse date dall'impresa ad altre ditte per la semplice fornitura di materiali; invece sono soggetti alla stessa procedura autorizzativa del subappalto i noli a caldo, le forniture con posa in opera ed i contratti similari che prevedono l'impiego di mano d'opera da parte dell'impresa affidataria, se singolarmente superiori al 2% dell'importo dei lavori affidati o di importo superiore a 100.000 Euro e qualora l'incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50% dell'importo del sub-contratto da affidare. Non si configura inoltre come subappalto l’affidamento delle seguenti attività specifiche (art. 105 c.3): a) l'affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi, per le quali occorre effettuare comunicazione alla stazione appaltante; b) la subfornitura a catalogo di prodotti informatici; c) l'affidamento di servizi di importo inferiore a 20.000,00 euro annui a imprenditori agricoli nel comuni classificati totalmente montani di cui all'elenco dei comuni italiani predisposto dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), ovvero ricompresi nella circolare del Ministero delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993, pubblicata nel supplemento ordinario n. 53 alla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana n. 141 del 18 giugno 1993, nonché nei comuni delle isole minori di cui all'allegato A annesso alla legge 28 dicembre 2001, n. 448. E' fatto obbligo all'appaltatore di comunicare alla stazione appaltante, per tutti i sub-contratti di fornitura con posa in opera, nolo a caldo e affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi stipulati, anche se non costituiscono subappalti, il nome del sub-contraente, l'importo del contratto, l'oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati. Si applicano anche nei confronti delle ditte subappaltatrici tutte le norme del precedente art.9, in particolare si evidenzia che tramite l'Appaltatore le imprese subappaltatrici dovranno trasmettere all'Amministrazione, prima dell'inizio dei lavori, la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa Edile, assicurativi ed antinfortunistici, nonché copia del piano delle misure per la sicurezza fisica dei lavoratori; in caso di mancato rispetto di tali norme si procederà alla contestazione degli addebiti e all’assegnazione di un termine non inferiore a 15 giorni per la presentazione delle controdeduzioni e contestuale sospensione del pagamento dell’acconto e dell'intero saldo nei confronti dell'appaltatore principale. La stazione appaltante corrisponde direttamente al subappaltatore, al cottimista, al prestatore di servizi ed al fornitore di beni o lavori, l'importo dovuto per le prestazioni dagli stessi eseguite nei seguenti casi: a) quando il subappaltatore o il cottimista è una microimpresa o piccola impresa; b) in caso inadempimento da parte dell'appaltatore; c) su richiesta del subappaltatore e se la natura del contratto lo consente; ART. 15 - ONERI E RESPONSABILITA' DELL'APPALTATORE Sono a carico dell'Appaltatore e si intendono inclusi nel prezzo di appalto e compensati con i prezzi contrattuali, oltre alle spese di cui al già art. 32 del Regolamento, i seguenti oneri e relative spese: 01) La fornitura posa in opera e manutenzione del cartello di cantiere (delle dimensioni minime di m. 2,00x1,00 in conformità alla Circ. Min. LL.PP. N. 1729/UL del 1/6/90). 02) L'accesso al cantiere, il libero passaggio nello stesso e nelle opere costruite od in costruzione, alle persone dipendenti da qualunque altra ditta o impresa, alla quale siano stati affidati lavori non compresi nel presente appalto ed alle persone che seguono i lavori per conto diretto della Stazione Appaltante, facilitandone in ogni modo l'esecuzione dei lavori stessi, nonché a richiesta della Direzione Lavori, l'uso gratuito da parte delle citate ditte dei ponti, impianti di servizio, impalcature, costruzioni provvisorie ed apparecchi di sollevamento per tutto il tempo occorrente all'esecuzione dei lavori che la Stazione Appaltante intenderà direttamente eseguire 235 03) 04) 05) 06) 07) 08) 09) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) a mezzo di altre ditte, dalle quali come dalla Stazione Appaltante, l'Appaltatore non potrà pretendere compensi di sorta. Il ricevimento in cantiere, secondo le disposizioni della Direzione dei Lavori, la buona conservazione e la perfetta custodia dei materiali, delle forniture e delle opere escluse dal presente appalto, provviste ed eseguite da altre ditte per conto della Stazione Appaltante. I danni che, per cause dipendenti dalla negligenza, fossero apportati ai materiali forniti ed ai lavori compiuti da altre ditte, dovranno essere riparati a carico esclusivo dell'Appaltatore. Gli oneri che potessero derivare dalla particolare ubicazione del cantiere anche posto nel centro abitato e dalle eventuali difficoltà di limitazione del traffico stradale. L'esecuzione, la custodia e l'invio di tutti i modelli e campioni dei lavori e materiali, obbligatori per legge o che venissero richiesti dalla direzione dei lavori. L'esecuzione, presso gli Istituti incaricati, di tutte le esperienze, prove ed assaggi che verranno in ogni tempo ordinati dalla direzione dei lavori sui materiali impiegati e da impiegarsi nella costruzione in correlazione a quanto prescritto circa l'accettazione dei materiali stessi. Potrà essere ordinata la conservazione dei campioni muniti di sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell'Impresa, nei modi più adatti a garantirne l'autenticità. Tutte le prove di carico delle varie strutture che venissero ordinate dalla Direzione dei Lavori, sia in elevazione che in fondazione, compresa la fornitura dei materiali, dei mezzi d'opera, delle maestranze occorrenti, nonché, qualora occorressero, l’impiego dei flessimetri o altri strumenti di misurazione del tipo scelto dalla Direzione dei Lavori. Tutte le prove inerenti la verifica dei requisiti acustici passivi dell’edificio che venissero disposti dalla Direzione dei Lavori. L'aggottamento delle acque che si raccogliessero negli scavi di fondazione, lo sgombero delle nevi, le opere occorrenti a riparare il cantiere dalle acque e dal gelo, nonché le opere eventualmente occorrenti per impedire i danni ai fabbricati contigui. L'innaffiamento delle eventuali demolizioni per impedire efficacemente il sollevarsi della polvere. Le spese per gli allacciamenti provvisori e relativi contributi e diritti, nonché le spese di utenza, per i servizi di acqua, elettricità, gas, telefono e fognature per l’esecuzione dei lavori ed il funzionamento del cantiere. Tutti gli oneri derivanti dal rispetto ed applicazione integrale della normativa e degli adempimenti previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende industriali edili ed affini e degli accordi locali integrativi del contratto stesso, vigenti al momento dell’esecuzione dei lavori. Lo spostamento di linee elettriche aeree o sotterranee che impediscano o intralcino la realizzazione dell’opera. La pulizia dei locali in costruzione od in corso di ultimazione e del cantiere in genere. L'onere per la protezione dei marmi, delle pietre artificiali e naturali in lastre o blocchi e degli infissi di qualsiasi specie, l'onere per la rimozione di dette opere di protezione a richiesta della Direzione dei Lavori. Lo sgombero del cantiere entro 15 giorni dal verbale di ultimazione dei lavori, dei mezzi d'opera ed impianti di sua proprietà. Il risarcimento di eventuali danni arrecati a proprietà pubbliche o private o alle persone, durante lo svolgimento dei lavori. La direzione tecnica di cantiere per tutta la durata dei lavori. La dichiarazione di conformità per l'impianto elettrico di cantiere ai sensi della Legge 5/3/1990 n. 46 e successivi aggiornamenti La redazione e presentazione, prima dell'inizio dei lavori, di un programma esecutivo. La redazione e presentazione, prima dell'inizio dei lavori, di un piano operativo di sicurezza ai sensi dell'art. 101 e ss.mm. del D.Lgs. 81/08. ART. 16 - DIRETTORE DI CANTIERE DELL'IMPRESA E DOMICILIO DELL'APPALTATORE A norma dell'art.4 del Capitolato Generale di Appalto, l'Appaltatore che non conduce i lavori personalmente deve farsi rappresentare per mandato con rappresentanza da persona, fornita dei requisiti di idoneità tecnici e morali, alla quale deve conferire le facoltà necessarie per l'esecuzione dei lavori a norma del contratto. Tale rappresentante nominato dall'Impresa assume anche il compito di direttore di cantiere di cui all'art.28 della L.R. 05/11/92 n.49 così come modificata dalla L.R. 25/95, all'art.6 del Capitolato Generale e al comma 3 dell’art. 87 del D.P.R. 207/10, assumendo tutte le responsabilità previste da tali norme. 236 L'impresa ha l'obbligo di comunicare al responsabile del procedimento della Stazione appaltante, prima dell'inizio dei lavori il nome del direttore di cantiere. Ogni sostituzione del direttore di cantiere deve essere comunicata con lettera raccomandata alla stazione appaltante, pena la sospensione dei lavori (tale periodo di sospensione non modifica il termine di ultimazione degli stessi). L'Appaltatore aggiudicatario dovrà inoltre, a norma dell'art.2 del Capitolato Generale di Appalto, eleggere e dichiarare il proprio domicilio nel luogo in cui ha sede l'Ufficio che ha la direzione dei lavori appaltati, ovvero nell'ambito della Provincia di Pesaro e Urbino. ART. 16 bis – MARCATURA “CE” DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE Relativamente ai materiali ed ai semilavorati che figurano nell’elenco di cui al punto 5/D, desunto dal Regolamento CE dei prodotti da costruzione 305/2011, l’impresa si obbliga ad utilizzare prodotti con marchio “CE”. L’appaltatore dovrà fornire la documentazione attestante il certificato di conformità di tali prodotti. ART. 16 ter – TOLLERANZE Sono ammesse le seguenti tolleranze sulle lavorazioni elencate: Murature: Dimensioni max. 20 mm sull’intero edificio; planarità max. 20 mm su 10 ml (+-2‰); verticalità max. 10 mm su 3 ml di altezza (+-3‰) con un massimo di 3 cm per l’intero edificio. Strutture in c.a.: Dimensioni max. 20 mm sull’intero edificio; planarità max. 20 mm su 10 ml (+2‰); verticalità max. 10 mm su 3 ml di altezza (+-3‰) con un massimo di 3 cm per l’intero edificio. Intonaci: Planarità max. 3 mm su 3 ml (+-1‰); verticalità max. 5 mm su 3 ml di altezza (+-1,67‰). Pavimenti: Planarità max. 1 mm su 1 ml (+-1‰). Rivestimenti: Planarità max. 1 mm su 1 ml (+-1‰); verticalità max. 1 mm su 1 ml di altezza (+-1‰) Massetti e sottofondi: spessore max. 5 mm; planarità max. 20 mm su 10 ml (+-2‰) ART. 17 - ELENCO PREZZI, INVARIABILITA' I prezzi contrattualmente convenuti, che s'intendono accettati dall'appaltatore, sono fissi ed invariabili per tutta la durata del lavoro (fatto salvo quanto indicato al successivo art.18) e comprendono tutte le opere, i lavori ed ogni altro onere, anche non previsti dal contratto e dal presente capitolato, necessari a dare compiute a regola d'arte le opere appaltate. I materiali provenienti dalle demolizioni o dagli scavi devono essere, a spese dell'appaltatore, trasportati e smaltiti alla pubblica discarica (materiali delle demolizioni) ovvero in apposite cave di deposito (terreni di scavo), salvo che non siano utili per l'esecuzione dell'opera, a giudizio del direttore dei lavori, per cui dovranno essere accatastati e conservati nell'ambito del cantiere, intendendosi ciò compensato coi prezzi fissati contrattualmente per le demolizioni e gli scavi relativi. I lavori appaltati a corpo saranno pagati con il prezzo globalmente convenuto del forfait al netto del ribasso offerto dall'impresa aggiudicataria in sede di gara. Gli oneri per le misure di sicurezza di cantiere saranno compensati a forfait con il prezzo appositamente indicato nel presente capitolato e nel contratto. I prezzi sopra citati comprendono: a) Materiali: tutte le spese per la fornitura, trasporto, imposte, perdite, nessuna eccettuata, per darli pronti all'impiego a piè d'opera, in qualsiasi punto del lavoro; b) Operai e mezzi d'opera: tutte le spese per fornire operai, attrezzi e macchinari idonei allo svolgimento dell'opera nel rispetto della normativa vigente in materia assicurativa, antinfortunistica e del lavoro; c) Lavori: le spese per la completa esecuzione di tutte le categorie di lavoro, impianti ed accessori compresi nell'opera; compreso i ponteggi di servizio per qualsiasi lavorazione. Si precisa che il compenso stabilito in sede contrattuale per il blocco di opere da valutare a forfait rimane fisso ed invariabile e non potrà subire mutazioni per effetto della misura delle quantità effettivamente eseguite; l'impresa inoltre non potrà utilizzare i prezzi unitari per dimostrare l'incongruità del prezzo delle opere a forfait , per il quale ha precedentemente riconosciuto la piena congruità, ai sensi del precedente art.8. 237 Inoltre l'Impresa per l'esecuzione di tutte le opere dovrà attenersi alla descrizione delle singole voci dell'elenco prezzi integrate con le disposizioni del presente capitolato. ART. 18 - NUOVI PREZZI Qualora nel corso dell'appalto vi fosse necessità di eseguire varianti che introducono nuove categorie di lavori la direzione lavori procederà alla determinazione dei nuovi prezzi, con apposito verbale, prima della esecuzione di tali lavori, sulla base di criteri comparativi riferiti ai prezzi di contratto, oppure redigendo una dettagliata analisi dei nuovi prezzi, considerando le spese generali e l'utile d'impresa alle percentuali rispettivamente del 13% e 10%. Tali nuovi prezzi, per cui si fa riferimento alle norme e procedure previste dall’art. 106, lettera a) del Codice dei CC.PP. e alla Linea Guida dell’ANAC, non potranno essere applicati in contabilità se non dopo l'approvazione superiore, ma saranno già impegnativi per l'Impresa, previa una sua formale accettazione nelle forme previste. L'appaltatore non potrà sospendere i lavori o rifiutarsi di eseguire le nuove categorie di opere, ma avrà comunque facoltà di formulare riserve in merito nei modi e tempi previsti dalle vigenti norme in materia di lavori pubblici. ART. 19 - MODIFICHE AL CONTRATTO DURANTE IL PERIODO DI EFFICACIA Sono consentite modifiche e varianti non sostanziali al contratto d’appalto in corso di validità ai sensi dell’art. 106, comma 1, lettera e). Le modifiche e le varianti devono essere autorizzate dal RUP con le modalità previste dall’ordinamento della Stazione Appaltante. La modifica del valore dell’opera può essere consentita se il valore della modifica è al di sotto delle seguenti soglie: a) Non supera la soglia fissata dall’art. 35; b) Il 20% del valore iniziale del contratto (art. 106, comma 12, del Codice dei CC.PP.); c) La modifica non estende l’ambito di applicazione del contratto, quindi deve oscillare entro i seguenti valori: € 1.500.000,00 in diminuzione ed € 2.582.000,00 in aumento. ART. 20 - COMPENSI ALL'APPALTATORE PER DANNI CAUSATI DA FORZA MAGGIORE Gi eventuali danni alle opere per causa di forza maggiore dovranno essere denunciati entro 5 giorni dalla data dell'evento, in modo che si possa procedere alle constatazioni opportune (vedasi art.166 del Regolamento). Saranno considerati danni di forza maggiore quelli provocati alle opere da eventi imprevedibili o eccezionali e per i quali l'appaltatore non abbia trascurato le ordinarie precauzioni. ART. 21 - TEMPO UTILE PER LA ULTIMAZIONE DEI LAVORI L'Appaltatore dovrà aver compiuto interamente i lavori appaltati in giorni 1095 (millenovantacinque) naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna; tale termine è stato calcolato in base al cronoprogramma allegato al contratto. La data di effettiva ultimazione dei lavori dovrà risultare da apposito verbale redatto in contraddittorio tra le parti entro e non oltre i 10 giorni successivi alla data in cui l'appaltante riceve comunicazione scritta dalla controparte dell'avvenuta ultimazione dei lavori. Per ogni giorno in più che l'Appaltatore impiegasse nei lavori oltre i termini convenuti dovrà sottostare ad una penale di Euro 750,00. La riscossione della penale si farà mediante ritenuta sul conto finale. Nel computo del tempo contrattuale si è già tenuto conto dell'incidenza dei giorni di andamento stagionale sfavorevole nella misura delle normali previsioni. Per tali giorni non potranno pertanto essere concesse proroghe per recuperare soste o rallentamenti dei lavori. L'importo della penale, ai sensi dell'art.145 del Regolamento, non potrà essere complessivamente superiore al 10% dell'ammontare netto contrattuale; qualora il ritardo nell'esecuzione lavori sia tale da determinare un importo della penale superiore a tale limite il responsabile del procedimento promuove immediatamente l'avvio della risoluzione del contratto per grave ritardo. ART. 22 - SOSPENSIONE E RIPRESA DEI LAVORI 238 Quando circostanze speciali impediscano temporaneamente che i lavori procedano utilmente a regola d'arte, la Stazione Appaltante avrà la facoltà di ordinarne la sospensione, salvo farli riprendere non appena saranno cessate le ragioni che hanno determinato tale provvedimento. Per le motivazioni, la durata, le modalità, le eventuali conseguenze ed in particolare la quantificazione dei danni relativi alle citate sospensioni si fa pieno riferimento all’art. 107 del Codice dei CC.PP.. ART. 23 - PROROGHE Le proroghe sono concesse nei seguenti casi: a) In relazione a particolari difficoltà di esecuzione incontrate dall'appaltatore ed a lui non imputabili o per maggiori lavori, il responsabile del procedimento, previa richiesta di quest'ultimo, può concedere proroghe al termine di ultimazione dei lavori previsti in contratto, senza che ciò costituisca titolo per l'appaltatore ad ottenere indennizzi o risarcimenti di sorta per il prolungamento dei tempi di esecuzione. In ogni caso la proroga deve essere richiesta con congruo anticipo rispetto al termine di ultimazione contrattualmente fissato; per dar modo alla stazione appaltante di rispettare il termine di cui all'art.107 del Codice dei CC.PP. la richiesta deve pervenire almeno 30 giorni prima della scadenza contrattuale. b) Quando la proroga è limitata al tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure necessarie per l’individuazione di un nuovo contraente. In tal caso il contraente è tenuto all’esecuzione delle prestazioni previste nel contratto agli stessi prezzi, patti e condizioni o più favorevoli per la stazione appaltante (art. 106, comma 11) ART. 24 – TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI La ditta appaltatrice si impegna a mettere in atto le procedure previste dall’articolo 3 della L. 136/2010 in ordine alla tracciabilità dei pagamenti. A tal fine la ditta appaltatrice si impegna a comunicare alla stazione appaltante gli estremi identificativi dei conti correnti dedicati entro sette giorni dalla loro emissione e/o variazione. Entro lo stesso termine la ditta appaltatrice si impegna a comunicare le generalità ed il codice fiscale delle persone delegate ad operare. Tale obbligo è esteso anche agli eventuali subappaltatori e/o subcontraenti. I pagamenti a favore dell’impresa appaltatrice, discendenti dall’esecuzione del presente lavoro, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 3, L. 136/2010, saranno effettuati esclusivamente con bonifico bancario o postale sul conto corrente dedicato comunicato dalla ditta nelle modalità sopra richiamate. Ai sensi dell’art. 3, comma 9-bis, Legge 136/2010, e ss.mm., qualora i pagamenti di cui all’art. 3 della citata Legge dovessero avvenire con modalità diverse da quelle consentite per assicurare la tracciabilità, il contratto potrà essere risolto. FATTURAZIONE ELETTRONICA Il Decreto Ministeriale n. 55 del 03/04/2013, ai sensi della Legge 244/2007, art. 1, commi da 209 a 214, impone che le fatture, perché vengano accettate dalla Pubblica Amministrazione, siano trasmesse secondo il formato di cui all’allegato A “Formato della fattura elettronica” del citato D.M. 55/2013. Le fatture elettroniche emesse sei confronti di questo Ente dovranno riportare il seguente Codice Univoco Ufficio: Nome Ufficio Codice Univoco Ufficio Ragioneria – Pesaro e Urbino OP94VB Le fatture inoltre, ai sensi dell’art. 25 del D.L. n. 66/2014, dovranno riportare nei rispettivi campi del tracciato: il Codice Identificativo Gara (CIG) il Codice Unico di Progetto (CUP) ART. 25 – DOCUMENTO UNICO DI REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA (D.U.R.C.) Per documento unico di regolarità contributiva si intende il certificato che attesta contestualmente la regolarità di un operatore economico per quanto concerne gli adempimenti INPS, INAIL, nonché cassa edile per i lavori, verificati sulla base della rispettiva normativa di riferimento. 239 L’amministrazione aggiudicatrice acquisisce d’ufficio, anche attraverso strumenti informatici, il documento unico di regolarità contributiva in corso di validità per: a) il pagamento degli stati avanzamento lavori o delle prestazioni relative a servizi e forniture; b) il certificato di collaudo, il certificato di regolare esecuzione, il certificato di verifica di conformità, l’attestazione di regolare esecuzione, e il pagamento del saldo finale L’amministrazione aggiudicatrice acquisisce d’ufficio il documento unico di regolarità contributiva in corso di validità relativo ai subappaltatori per le medesime finalità e con le medesime procedure adottate per l’appaltatore principale. In caso di inadempienza contributiva risultante dal documento unico di regolarità contributiva relativo a personale dipendente dell'affidatario o del subappaltatore o dei soggetti titolari di subappalti e cottimi di cui all’articolo 105, impiegato nell’esecuzione del contratto, la stazione appaltante trattiene dal certificato di pagamento l’importo corrispondente all’inadempienza per il successivo versamento diretto agli enti previdenziali e assicurativi, compresa, nei lavori, la cassa edile. Sull’importo netto progressivo delle prestazioni è operata una ritenuta dello 0,50 per cento; le ritenute possono essere svincolate soltanto in sede di liquidazione finale, dopo l'approvazione da parte della stazione appaltante del certificato di collaudo o di verifica di conformità, previo rilascio del documento unico di regolarità contributiva. In caso di ritardo nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale di cui al comma 5, il responsabile unico del procedimento invita per iscritto il soggetto inadempiente, ed in ogni caso l’affidatario, a provvedervi entro i successivi quindici giorni. Ove non sia stata contestata formalmente e motivatamente la fondatezza della richiesta entro il termine sopra assegnato, la stazione appaltante paga anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’affidatario del contratto ovvero dalle somme dovute al subappaltatore inadempiente nel caso in cui sia previsto il pagamento diretto ai sensi dell’articolo 105 del Codice dei CC.PP.. ART. 26 - PAGAMENTI IN ACCONTO ED A SALDO I lavori eseguiti saranno documentati da stati di avanzamento indicanti: qualità, prezzo ed importo dei lavori, secondo le risultanze dei libretti di misure e dei registri di contabilità firmati dalla direzione dei lavori e dall'appaltatore. L’appaltatore avrà diritto a pagamenti in acconto in corso d’opera ogni qualvolta il suo credito, al netto delle ritenute e del ribasso d’asta, avrà raggiunto la somma di € 250.000,00 (diconsi Euro duecentocinquantamila/00) Per l'importo risultante dagli stati di avanzamento, la Stazione Appaltante redigerà certificati di pagamento con deduzione del ribasso di asta, delle ritenute di garanzia pari allo 0,50% (art.30, comma 5 del D.Lgs. 50/16) e degli eventuali acconti già corrisposti. La stazione appaltante, ai sensi dell'art.28 L.R. 49/92 provvederà a liquidare gli stati d'avanzamento lavori solo dopo aver ottenuto le certificazioni indicate all'art.9 del presente capitolato. L'importo di ogni rata risulterà dalle somme delle seguenti partite: a) Acconto dei compensi sul forfait globale secondo le seguenti percentuali: Il compenso forfettario per le categorie di lavoro è il fattore ottenuto dal prezzo della categoria e ribassato secondo l’offerta dell’aggiudicatario, così come individuato nella tabella dell’art. 3 del presente Capitolato: - Compenso forfettario per Demolizioni e rimozioni OG 1 7,76% - Compenso forfettario per Ponteggi OG 1 1,00% - Compenso forfettario per Impermeabilizzazioni -Isolamenti - Controsoffitti OG 1 10,19% - Compenso forfettario per Opere murarie OG 1 7,92% - Compenso forfettario per Massetti OG 1 4,13% - Compenso forfettario per Intonaci OG 1 5,35% - Compenso forfettario per Tinteggiature OG 1 6,50% 240 - Compenso forfettario per Pavimenti - Rivestimenti OG 1 5,44% - Compenso forfettario per Infissi - Opere da lattoniere - Opere da fabbro OG 1 16,40% - Compenso forfettario per Impianti elettrici OS 30 - OG 11 9,37% - Compenso forfettario per Impianti termici OS 28 - OG 11 9,83% - Compenso forfettario per Impianti idrosanitari e scarichi OS 3 - OG 11 6,23% - Compenso forfettario per Elevatore OS 30 - OG 11 0,91% - Compenso forfettario per Domotica OG 30 - OG 11 2,23% - Compenso forfettario per Prevenzione incendi OG 1 0,35% - Compenso forfettario per Fognatura via pubblica OG 1 0,38% - Compenso forfettario per Fognatura privata OG 1 0,75% - Compenso forfettario per Giardino - opere varie OG 1 4,31% - Compenso forfettario per Giardino - impianto elettrico OG 1 0,85% - Compenso forfettario per Giardino - impianto irrigazione OG 1 0,11% b) Acconto del compenso a corpo per la sicurezza di cantiere: valutato in proporzione ai lavori liquidati Gli stati d'avanzamento ed i certificati di pagamento saranno emessi, in conformità delle vigenti disposizioni, entro e non oltre 45 giorni dall'esecuzione dei relativi lavori. Il pagamento delle rate di acconto avverrà tramite mandato di pagamento da effettuarsi presso la tesoreria dell’E.R.A.P. Marche Presidio di Pesaro e Urbino, entro 30 giorni dall'emissione del certificato di cui sopra, nelle modalità richiamate all’art. 23 del presente capitolato. Il pagamento della rata di saldo avverrà entro 90 giorni dall'emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione previa presentazione delle garanzie previste dalle norme. Si stabilisce, quale clausola contrattuale, che la rata di saldo, da liquidare dopo l’approvazione del certificato di collaudo provvisorio, ovvero di regolare esecuzione, sarà pari almeno al 5% dell’importo contrattuale originale, oltre alle trattenute dello 0,5% effettuate su ogni stato d’avanzamento a garanzia della regolarità contributiva. Il pagamento di tale rata sarà garantito dalla fidejussione di cui al precedente art. 11. ART. 26/a – ANTICIPAZIONI L’appaltatore ha diritto all’anticipazione del prezzo pattuito pari al 20% del valore stimato dell’opera entro quindici giorni dall’effettivo inizio dei lavori. L’erogazione dell’anticipazione è subordinata alla costituzione di garanzia fideiussoria bancaria (art. 35, comma 18, del Codice dei CC.PP.) Il recupero dell’anticipazione avverrà progressivamente entro l’ultimo SAL. ART. 27- CONTO FINALE Entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori la Stazione Appaltante provvederà alla compilazione del conto finale corredato da tutti i documenti contabili prescritti. L'Appaltatore dovrà sottoscrivere per accettazione il conto finale, entro il termine perentorio fissato dal direttore lavori, comunque non superiore a giorni 30 (trenta), salva la facoltà di iscrivere le sue riserve sul medesimo documento. In caso che in detto periodo l'Appaltatore non abbia firmato il conto finale il conto stesso si intenderà definitivamente accettato dall'Appaltatore e non saranno prese in considerazione osservazioni presentate in forma diversa da quella prescritta dalle norme vigenti per l'esecuzione dei lavori pubblici e dal presente capitolato. ART. 28 - RITARDI NEI PAGAMENTI 241 In caso di ritardo nella emissione dei certificati di pagamento o dei titoli di spesa, si applicheranno le norme già previste dagli artt.142 e 144 del Regolamento. Al di fuori dei casi rientranti nell'applicazione dell'art.1460 del codice civile l'appaltatore non potrà sospendere o rallentare l'esecuzione dei lavori anche in caso di ritardo nei pagamenti degli acconti. Gli interessi ed i diritti di cui alle norme citate nel primo comma non sono dovuti nel caso e per il tempo in cui il pagamento non possa essere effettuato per impedimento imputabile all'appaltatore medesimo, ovvero per causa di forza maggiore. ART. 29 - PREZZO CHIUSO Sui prezzi di contratto non verrà riconosciuta alcuna revisione prezzi, né è applicabile il primo comma dell'art.1664 del Codice Civile. Si applica all'elenco dei prezzi di contratto e al "forfait" il cosiddetto "prezzo chiuso" così come già definito dall’art. 172 del D.P.R. 207/10. ART. 30 - FALLIMENTO DELL'IMPRESA APPALTATRICE o RISOLUZIONE DEL CONTRATTO In caso di fallimento dell'Impresa Appaltatrice, o risoluzione del contratto per grave inadempimento, l'Ente Appaltatore si avvarrà, salvi ed impregiudicati ogni altro diritto ed azione a tutela dei propri interessi, della procedura prevista dall’art. 136 del Codice dei CC.PP., quindi affiderà i lavori residui ad un soggetto classificato successivamente nella graduatoria della procedura di gara, ai sensi dell’art. 140 del Codice dei CC.PP.. ART. 31 – RISERVE L’esecutore è sempre tenuto ad uniformarsi alle disposizioni del direttore dei lavori senza poter sospendere o ritardare il regolare sviluppo dei lavori, quale che sia la contestazione che egli iscriva negli atti contabili. Le riserve, a pena di decadenza, sono iscritte nelle forme, tempi e modi, previsti dalle Linee Guida dell’ANAC. ART. 32 – CONTENZIOSO Qualora, a seguito dell’iscrizione di riserve sui documenti contabili l’importo economico dell’opera possa variare in misura sostanziale e in ogni caso compreso tra il 5% e il 15% dell’importo contrattuale, si procederà alla definizione della controversia in base alle norme dell’art. 205 del Codice dei CC.PP., previa valutazione da parte del responsabile del procedimento della ammissibilità e non manifesta infondatezza delle medesime riserve. ART. 33 – RECESSO Fermo restando quanto previsto dagli articoli 88, comma 4-ter, e 92, comma 4, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, la stazione appaltante può recedere dal contratto in qualunque tempo previo il pagamento dei lavori eseguiti o delle prestazioni relative ai servizi e alle forniture eseguiti nonché del valore dei materiali utili esistenti in cantiere nel caso di lavoro o in magazzino nel caso di servizi o forniture, oltre al decimo dell'importo delle opere, dei servizi o delle forniture non eseguite. Il decimo dell'importo delle opere non eseguite è calcolato sulla differenza tra l'importo dei quattro quinti del prezzo posto a base di gara, depurato del ribasso d'asta e l'ammontare netto dei lavori, servizi o forniture eseguiti. 242