IASMA Notizie Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige ORTOFLOROFRUTTICOLTURA 12 maggio 2009 n. 10 IASMA Notizie - n. 26 - Anno VIII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002 LA DIFESA DAGLI ACARI SUL LAMPONE Gli acari sulla coltura del lampone sono un problema ben noto agli agricoltori. Spesso infatti negli anni scorsi i gravi attacchi del parassita hanno compromesso la produzione per la mancanza di acaricidi specifici autorizzati sulla coltura. DANNI Il danno è dato dalle punture di suzione sulle foglie; all’inizio dell’infestazione si notano punteggiature clorotiche ravvicinate, ben evidenti solo ad un controllo attento, mentre in seguito si assiste progressivamente alla decolorazione, al tipico aspetto bronzato, e nei casi più gravi al disseccamento e alla caduta delle foglie. La conseguente riduzione dell’attività fotosintetica, nonché la sottrazione di linfa hanno un effetto deprimente sulla vigoria della pianta, mentre sulla produzione determinano significative riduzioni della qualità e quantità, fino ad arrivare nei casi più gravi, all’arresto della maturazione, costringendo alla sospensione della raccolta. Foglia con sintomi di T. urticae a sinistra, e a destra, foglia indenne. 2 IASMA Notizie 12 maggio 2009 Femmina e uova di T. urticae. Le specie di acari presenti in Trentino sul lampone sono due: Ragnetto rosso comune o bimaculato (Tetranychus urticae) È la specie principale, da tempo conosciuta e diffusa nelle nostre coltivazioni. Prende il nome dall’aspetto delle femmine adulte, caratterizzate da due tipiche macchie scure sul dorso e da una colorazione rosso brunastra o verdastra per le generazioni estive e rosso carminio per la generazione svernante. Sverna come femmina fecondata, principalmente su erbe spontanee sempreverdi nell’interfila; in seguito, con la nascita dei nuovi polloni, lascia i siti di svernamento e colonizza le foglie basali del pollone. Sulle varietà unifere, generalmente raggiunge i getti laterali della pianta in seguito alla crescita dei polloni. Il danno tipico è rappresentato da punteggiature decolorate sulla pagina superiore, più o meno raggruppate tra di loro. Ragnetto del lampone (Neotetranychus rubi) Rilevato su lampone in Trentino solo nel 2005, a prima vista è simile a T. urticae; tuttavia la femmina si distingue per la colorazione completamente gialla nelle forme svernanti e verdastro-gialla in estate e per l’assenza delle due macchie brune sul dorso con 7 file di lunghe setole. Sverna anch’esso come femmina fecondata ma direttamente sul tralcio fruttifero, nelle ferite della corteccia sui tratti basali. Per questa ragione, colonizza più precocemente di T. urticae le foglie alla ripresa vegetativa (aprile), sviluppando popolazioni inizialmente anche più cospicue di quelle del ragno rosso. Gravi attacchi si registrano specialmente su impianti con vegetazione folta e ombreggiata. Anche il danno sulle foglie si distingue da quello del ragnetto rosso comune perchè le punteggiature clorotiche che provoca sulla pagina superiore sono più piccole e fitte e particolarmente concentrate lungo i margini, che appaiono chiaramente più pallidi del resto della superficie fogliare. Gli acari in frutticoltura sono il tipico esempio di parassiti indotti, in quanto le pullulazioni sono legate alle pratiche di coltivazione che modificano l’equilibrio tra gli acari e i loro predatori, i più importanti dei quali sono i fitoseidi, riconoscibili per essere di dimensioni simili agli acari fitofagi ma di aspetto piriforme e colorazione traslucida. In particolare, nelle colture protette, la copertura con film plastici, necessaria per salvaguardare la sanità della frutta, determina l’aumento della temperatura, la diminuzione dell’umidità relativa e uno scarso ricambio dell’aria, limitando l’attività dei fitoseidi che prediligono un clima fresco e umido e favorendo gli acari. Per gli stessi motivi, l’eccessiva lunghezza dei tunnel, gli interfilari pacciamati o non irrigati e la vegetazione troppo rigogliosa a causa di concimazione e irrigazioni eccessive aggravano lo squilibrio tra gli acari e i loro predatori. Allo stesso modo agiscono gli insetticidi a vasto spettro d’azione, in partico- Forma estiva di N. rubi. IASMA Notizie 12 maggio 2009 lare quelli persistenti come i piretroidi (lambda cialotrina) ed etofenprox; il loro impiego, fatto soprattutto in corrispondenza di periodi caldi e sotto copertura può essere il fattore scatenante le infestazioni da acari. DIFESA Acaro fitoseide nell’atto di predare un adulto di T. urticae. Il controllo degli acari, si basa prevalentemente sulla prevenzione attraverso il rispetto dei loro antagonisti naturali, e sul mantenimento di un microclima ideale. La realizzazione di tunnel corti, alti e ventilati, l’inerbimento dell’interfila e la sua irrigazione, la copertura eseguita con il nylon più tardi possibile, il ricorso ad insetticidi solo quando realmente necessario e la preferenza verso quelli più rispettosi degli equilibri naturali sono le prime e più valide strategie di difesa da mettere in atto. Accanto ad essi va rivalutata l’importanza dei controlli: solo individuando precocemente le infestazioni si può intervenire con efficacia; quando compaiono i sintomi più tipici, come la bronzatura, la situazione è ormai compromessa. I controlli quindi, devono iniziare in epoca prefiorale; vanno eseguiti su un campione di almeno 100 foglie per appezzamento, scelte a caso su tutto l’appezzamento ma comprendenti sia quelle dei polloni che dei tralci fruttiferi, in posizione basale, mediana e apicale, controllando e contando in pagina inferiore la presenza di acari giovani ed adulti (forme mobili), nonché di fitoseidi predatori. Il momento decisionale è comunque quello della prefioritura. Gli interventi da mettere in atto variano in base al loro esito e quindi all’entità della popolazione 3 ritrovata. Le soglie da adottare sono al momento solo teoriche e necessitano di una validazione nella pratica; tuttavia dalle osservazioni effettuate in passato e dalle indicazioni della sperimentazione si può considerare quanto segue: in caso di assenza di fitoseidi indigeni sarà bene effettuare rilasci precoci (fine maggio/ inizio giugno) di predatori commerciali, preferendo l’impiego di Amblyseius californicus e utilizzando una confezione da 2.000 individui per 1-2 tunnel da 20 m. In alternativa, è possibile effettuare dei rilasci di fitoseidi indigeni provenienti da altre colture di lampone o vite che ne siano dotate; in caso di presenza di fitoseidi e presenza di acari inferiore a 0,5-1 individuo per foglia si consiglia di ripetere il controllo a cadenza settimanale; con presenza di acari superiore ad 0,5-1 individuo per foglia, e numero di foglie occupate da acari superiore a quelle occupate dai fitoseidi, si consiglia il ricorso ad acaricidi. Recentemente sono stati autorizzati all’impiego sul lampone e mora due acaricidi da tempo impiegabili sulla fragola e altre colture frutticole: exitiazox (per es. Matacar FL) ad azione ovicida e sterilizzante sulle femmine adulte, attivo per contatto e ingestione, con tempo di carenza di 7 giorni e dose di 20 ml/hl; abamectina (per es. Vertimec EC, Pickill EC, Zamir 18), ad azione adulticida, attivo per ingestione, con tempo di carenza di 7 giorni e dose 50-75 ml/hl. È particolarmente efficace in caso di impiego primaverile e a causa della sensibilità alla luce va adoperato preferibilmente di sera e con il proprio bagnante specifico. In conseguenza del loro diverso modo di azione, è opportuno effettuare la miscela di entrambi gli acaricidi. Va ricordato che benché questi prodotti siano ora impiegabili il loro uso va limitato al necessario e con la dovuta accortezza per diminuire il pericolo di creare resistenze nelle popolazioni dei parassiti, che è particolarmente frequente nel caso degli acari. Nella generalità dei casi, un solo intervento prefiorale è stato sufficiente a mantenere il controllo per tutta la stagione. Le soglie proposte fanno riferimento alla varietà Tulameen coltivata in suolo e all’epoca prefiorale; in coltura programmata l’attenzione dovrà essere ancora maggiore, in considerazione delle condi- 4 IASMA Notizie 12 maggio 2009 zioni climatiche più calde del periodo prefiorale, e del maggior periodo di copertura con nylon, adottando prudenzialmente una soglia di 0,5 individui per foglia. Inoltre, nei casi di svernamento dei polloni sotto paglia i controlli vanno iniziati in anticipo, poco dopo il germogliamento. Il lampone rifiorente si dimostra più tollerante alla presenza di acari, soprattutto in raccolta, e in seguito alla fioritura più tardiva consente ai fitoseidi più tempo per recuperare l’equilibrio e all’agricoltore per intervenire. Tuttavia delle nuove varietà introdotte negli ultimi anni deve essere ancora accertata la reale sensibilità agli acari. Anche in questo caso, il momento decisionale per la difesa è rappresentato dalla prefioritura. Anche relativamente al controllo degli acari, è buona norma eliminare il primo flusso di polloni. Dopo la raccolta la quantità di acari sopportata dalla coltura è sicuramente più elevata, e non deve allarmare una presenza limitata del parassita; inoltre va sempre verificato che in corrispondenza degli eventuali sintomi esso sia ancora realmente presente. Tuttavia, in caso di infestazioni elevate, è possibile intervenire con gli acaricidi anche in questa fase. Si sottolinea che: gli acaricidi non possono essere usati in fioritura; vanno rispettati i tempi di carenza prima della raccolta; poiché sul lampone la fioritura è scalare e spesso termina quando è già cominciata la raccolta, si ribadisce l’importanza del controllo prefiorale. T.urticae Fitoseide IMPORTANTE Dal 27 marzo 2009 è entrata in vigore l’ultima riorganizzazione dei Codici di Avviamento Postale. Al fine di provvedere quanto prima ad aggiornare i nostri indirizzari, sia per consentire a Poste Italiane di offrire un servizio di recapito più preciso e veloce, sia per recepire i cambiamenti della toponomastica del territorio nazionale e provinciale, chiediamo la vostra collaborazione nel controllare l’indirizzo con il quale vi viene recapitato IASMA Notizie e nel segnalarci qualsiasi eventuale inesattezza o variazione: nel CAP, nella sigla della provincia, nella denominazione di comuni, frazioni, strade, numeri civici. Potete inviare una e-mail a [email protected], oppure telefonare, al mattino, a Vania Caneppele 0461 615465.