Semi e semenzaio - Fondazione Slow Food

Progetto 10.000 or ti in Africa
© Oliver Migliore
Semi e semenzaio
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Come scegliere i semi per l’orto
È importante privilegiare i semi tradizionali o antichi, ossia le varietà derivanti da libera impollinazione che abbiano almeno 50 anni di storia alle spalle e che, quindi, siano bene acclimatate nel proprio
territorio. È possibile recuperare questi semi da altri agricoltori, dai vicini o da conoscenti: spesso le
varietà più interessanti sono tramandate di padre in figlio.
Se invece si sceglie di coltivare varietà di altri territori o varietà comparse sul territorio di recente, è
meglio evitare gli ibridi e privilegiare comunque i semi di varietà selezionate attraverso l’impollinazione naturale: queste ultime hanno una maggiore variabilità e producono semi che è possibile riseminare l’anno seguente. Si possono trovare questo semi presso altri agricoltori, vivaisti, istituti agrari,
banche del germoplasma.
Una volta scelta la varietà, è bene piantare tanti semi diversi. La monotonia è nemica dell’orto, della
tavola e della salute.
Bisogna conservare i semi in condizioni ottimali, perché sono organismi vivi e sempre attivi, anche nella fase di dormienza: devono essere al riparo dalla luce, da temperature troppo alte e dall’umidità. L’ideale è riporli nella carta (sulla quale, per sicurezza, si può scrivere il nome della varietà) e poi chiuderli in
contenitori ermetici, meglio se di latta, o in alternativa di vetro (ma in questo caso, attenzione alla luce).
Perché fare un semenzaio?
Nell’orto è importante costruire un piccolo semenzaio per seminare, far germinare e realizzare dei
piantini. Questa operazione consente di evitare di piantare direttamente i semi nell’orto ed è importante soprattutto per alcune specie, come ad esempio pomodoro, melanzana, peperone, peperoncino, gombo.
I vantaggi del semenzaio sono:
• migliore resa dei semi piantati e, quindi, più piantine a disposizione;
• risparmio di tempo, perché non bisogna aspettare le condizioni esterne adatte per seminare (temperatura, acqua), ma si può fare con un paio di mesi di anticipo ottenendo piante già pronte da
trapiantare quando le condizioni esterne saranno quelle giuste;
• risparmio sull’acquisto di semi/piantine;
• certezza di utilizzare solo semi scelti e prodotti naturalmente dalle colture dell’anno prima.
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Come fare un semenzaio?
Per ogni paese e/o area climatica, e in collaborazione con i tecnici e le comunità locali, durante le
formazioni sarà necessario stilare delle proposte
di semenzaio che prendano in considerazione le
tradizioni locali, la possibilità di reperimento/moltiplicazione dei semi, la vocazionalità ambientale.
Ti suggeriamo di coinvolgere la comunità nella
realizzazione di disegni che permettano di visualizzare dei semenzai già realizzati, semplici e facilmente replicabili.
Prima di realizzare un semenzaio, scegliete con cura il luogo: deve essere caldo, ben esposto alla luce
solare e riparato dalle piogge troppo abbondanti, altrimenti i semi non germinano oppure, in carenza di luce, le piantine crescono male e deboli. È necessario realizzare una piccola serra o cassone (con
materiali di recupero) con i lati liberi, per permettere il passaggio della luce e con il coperchio mobile
per facilitare innaffiature quotidiane.
Il terriccio per un semenzaio deve essere soffice, sminuzzato, friabile e molto drenante.
Inoltre deve essere il più possibile pulito (privo quindi di parassiti e di eventuali funghi che danneggerebbero i semi e le piantine). Per sterilizzare il suolo si può mettere della terra in un contenitore di
alluminio e infornarlo a 130-150° per 5 minuti.
I semi hanno bisogno di umidità, ma bisogna evitare assolutamente ristagni d’acqua. Per questo
motivo si può aggiungere della sabbia al terreno, per facilitare il defluire dell’acqua e agevolare la
penetrazione delle radici nel terreno.
Nel semenzaio si può realizzare un letto uniforme di terra oppure si possono collocare vasi e vasetti
con i vari semi.
Nel primo caso, occorre livellare il terreno e poi collocare seme per seme (delimitando le varietà con piccoli solchi)
oppure seminare a spaglio (separando
poi le piantine più vicine, facendo attenzione a non rovinare le radici, quando
saranno alte circa 6/7 cm).
Nel secondo caso, all’interno del semenzaio si sistemano i vasetti (si possono
usare anche bicchieri di plastica o bottigliette di recupero) e si inseriscono
uno o due semi per ogni contenitore, in
modo che sia facile separare poi le piantine.
Nelle zone più fredde è necessario riscaldare il semenzaio. Per produrre calore, si
può realizzare uno strato di circa 20 cm
di concime non maturo sotto la base del
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semenzaio. Le reazioni chimiche della sua decomposizione riscaldano il letto del semenzaio e migliorano la germinazione dei semi.
Il trapianto richiede molta cura e qualche precauzione.
Innanzitutto occorre acclimatare le giovani piantine per ridurre al minimo la cosiddetta crisi da trapianto. Ecco alcuni passaggi fondamentali.
• Scegliere il momento adatto: le piantine sono pronte per il trapianto quando hanno almeno 4 o 5
foglie e un adeguato apparato radicale.
• Qualche ora prima del trapianto, innaffiare leggermente il terreno che deve accogliere le piante,
per favorire l’aderenza tra il terreno e il pane di terra dei piccoli ortaggi.
• Eseguire il trapianto dopo il tramonto o durante una giornata nuvolosa, mai sotto pieno sole.
• Per rendere più accoglienti le buchette che accoglieranno le giovani piante, spargervi del compost
ben maturo.
• Sistemare le piantine nelle buchette, o nei solchetti, con il fusticino bene in verticale e le radici
ben distese. Il colletto (la parte della pianta tra radice e fusto) normalmente deve trovarsi al livello
del suolo. Bisogna fare molta attenzione a non lesionare le radici (delicate e sottili), altrimenti non
potranno assorbire l’acqua dal terreno. Se le radici sono troppo lunghe, è meglio accorciarle leggermente, piuttosto che torcerle o piegarle.
• Ci sono varietà di ortaggi (come il porro, i pomodori e alcune varietà di cavoli) che devono essere
piantati più in profondità; altre invece devono essere posizionate più in superficie (come le insalate,
i sedani, le cipolle).
• Comprimere bene, ma con delicatezza, la terra intorno alle piantine, assicurandosi che non restino
sacche di aria tra il pane di terra e il terreno dell’orto; in questo modo le piantine acquisteranno
stabilità e attecchiranno più facilmente.
• Innaffiare con generosità e delicatezza, non sopra la pianta, ma bagnando il terreno tutto intorno.
Se si teme un periodo di siccità, bisogna scavare una piccola conca intorno alla pianta, in modo che
l’acqua possa sostare più a lungo; nei periodi di pioggia, invece, è meglio creare un monticello, da
dove l’acqua fluirà più velocemente.
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