VI RACCONTO LA STORIA IN BREVE
IN UN VERDE PRATO
VIVEVA UNA COLONIA DI LUMACHE
QUANDO ARRIVAVANO I GIORNI DI PRIMAVERA
LE LUMACHE SI SVEGLIAVANO DAL LETARGO INVERNALE
E SCOPRIVANO CHE IL LORO BEL PRATO ERA COPERTO DI MORBIDA ERBA, FIORI COLORATI,
MA SOPRATTUTTO DI DENTI DI LEONE
, IL CIBO PER LORO
PIU’ SQUISITO! LE LUMACHE PIU’ ANZIANE CHIAMAVANO QUESTO PRATO “PAESE DEL DENTE DI LEONE” E
CHIAMAVANO “CASA” LA PIANTA DI CALICANTO
CHE CRESCEVA LI’ VICINO.
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LE LUMACHE NON AVEVANO UN NOME E FRA DI LORO SI CHIAMAVANO SEMPLICEMENTE “LUMACHE!”
TUTTE SAPEVANO DI ESSERE LENTE MA VI ERA TRA LORO UNA LUMACA MOLTO CURIOSA
CHE INVECE VOLEVA TANTO SAPERE PERCHE’ NESSUNA AVESSE UN NOME PROPRIO E
SOPRATTUTTO VOLEVA CONOSCERE IL MOTIVO DELLA LORO ENORME LENTEZZA.
LE SUE COMPAGNE NON LA VEDEVANO DI BUON OCCHIO E SPESSO MORMORAVANO PARLANDO MALE DI
LEI! UN GIORNO LA “LUMACA CURIOSA” SENTÌ DUE ANZIANE CHE PARLAVANO DEL GUFO CHE VIVEVA AI
MARGINI DEL PRATO, TRA LE FOGLIE DEL PIU’ ALTO FAGGIO
E DICEVANO CHE LUI SAPEVA TANTE COSE…LA LUMACA CURIOSA DECISE ALLORA DI CHIEDERE AL GUFO IL
MOTIVO DELLA LORO LENTEZZA, COSI’ SI DIRESSE AL FAGGIO E DISSE ALL’ANIMALE: “VORREI SAPERE
PERCHE’ SONO COSI’ LENTA!”
IL GUFO, DALL’ALTO DELLA SUA TANA
, RISPOSE:
” SEI LENTA, MOLTO LENTA, PERCHE’ HAI SULLE SPALLE UN GRAN PESO”!
MA LA LUMACA “CURIOSA” TROVO’ QUESTA RISPOSTA POCO CONVINCENTE:
IL SUO GUSCIO
NON LE ERA MAI SEMBRATO PESANTE!
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DOPO AVER PARLATO CON IL GUFO LA LUMACA “CURIOSA” TORNO’ LENTAMENTE ALLA PIANTA DI
CALICANTO E TROVO’ LE ALTRE LUMACHE IMPEGNATE “NELL’ABITUDINE”: L’ABITUDINE CONSISTEVA NEL
MANGIARE TUTTE INSIEME, LA SERA, SOTTO LE FOGLIE DEL CALICANTO.
GRAZIE ALL’ ABITUDINE OGNI SERA LE LUMACHE MANGIAVANO FOGLIE DI DENTE DI LEONE
E PARLAVANO DELLE FORMICHE E DELLE CAVALETTE
ATTRAVERSAVANO FREQUENTEMENTE IL PRATO.
LE LUMACHE TEMEVANO I BRUCHI ,
UMANI.
GLI SCARABEI
CHE
E GLI ESSERI
ANCHE LA LUMACA “CURIOSA” OGNI SERA PRENDEVA PARTE ALL’ABITUDINE E SPESSO CHIEDEVA PERCHE’
ERANO LENTE E NON AVESSERO UN NOME; UNA SERA, UNA LUMACA FRA LE PIU’ VECCHIE LE RISPOSE: “
SIAMO LENTE PERCHE’ NON SAPPIAMO SALTARE COME LE CAVALLETTE NE’ VOLARE COME LE FARFALLE,
E, IN QUANTO AL NOME, SOLO GLI ESSERI UMANI SANNO DARE UN NOME ALLE
COSE E AGLI ESSERI DEL PRATO; E POI SECCATA PER QUESTE CONTINUE DOMANDE AGGIUNSE: ”E ORA
SMETTILA DI FARE DOMANDE STUPIDE E INSENSATE”
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LA LUMACA SI DISPIACQUE MOLTO SOPRATTUTTO PERCHE’ LE ALTRE LUMACHE NON LA DIFENDEVANO E
ANZI QUALCUNA DICEVA CHE SAREBBE STATO MEGLIO SE FOSSE ANDATA VIA.
A QUESTO PUNTO, LA LUMACA “CURIOSA” DISSE: ”AH SI? ALLORA ME NE VADO E TORNERO’ SOLTANTO
QUANDO SAPRO’ PERCHE’ SIAMO COSI’ LENTE E QUANDO AVRO’ UN MIO NOME!”
SENZA NEMMENO SMETTERE DI MANGIARE LE ALTRE LUMACHE LA GUARDARONO ALLONTANARSI.
MENTRE LA LUMACA PROCEDEVA LENTAMENTE, MOLTO LENTAMENTE, UN BELLISSIMO TRAMONTO
CEDETTE IL POSTO ALL’USCURITA’
E LA LUMACA “CURIOSA” DECISE DI CERCARE UN POSTO PER TRASCORRERE LA NOTTE E RIPOSARSI.
I SUOI MINUSCOLI OCCHI ASSONNATI
UN BUON RIFUGIO E PIAN PIANINO VI SI ARRAMPICO’ SOPRA
VIDERO UNA PIETRA CHE LE SEMBRO’
.
DENTRO IL GUSCIO TUTTO IL SUO CORPO SI ADDATTAVA ALLA PERFEZIONE MA, LA POVERINA, AVEVA
TROPPI PENSIERI PER RIUSCIRE AD ADDORMENTARSI: PENSAVA CHE FORSE AVEVA COMMESSO UN ERRORE
ABBANDONANDO IL GRUPPO E LA SICUREZZA DELLA PIANTA DI CALICANTO.
MENTRE ERA IMMERSA IN QUESTI SUOI PENSIERI LA LUMACA SENTI’ LA PIETRA MUOVERSI SOTTO DI SE’ E
UNA VOCE, MOLTO STANCA, CHE CHIEDEVA: ”MA CHI MI E’ SALITO ADDOSSO?”
LA LUMACA “CURIOSA”, RIMASE MOLTO MERAVIGLIATA NEL SENTIRE TALI PAROLE PROVENIRE DA UNA
PIETRA E CON UNA VOCINA TIMIDA RISPOSE: ” SONO UNA LUMACA E SONO TANTO STANCA PERCHE’ STO
FACENDO UN LUNGO VIAGGIO, MI SONO ATTACCATA A TE PER PASSARE LA NOTTE AL SICURO... POSSO
RIMANERE?”
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LA VOCE PROVENIENTE DAL BASSO RISPOSE GENTILMENTE DI SI!!!
A QUEL PUNTO LA LUMACA SI ADDORMENTO’… PASSO’ LA NOTTE E GIUNSE UNA NUOVA ALBA
E QUANDO LA LUMACA SI SVEGLIO’ SCESE, LENTAMENTE
MOLTO LENTAMENTE, FINO AL PRATO
E COSI'SCOPRI’ ……
DI AVER PASSATO LA NOTTE ATTACCATA AD UNA TARTARUGA!!!
.
I DUE ANIMALI COMINCIARONO AD AVANZARE INSIEME MA LA LUMACA DOVEVA FARE UNO SFORZO
ENORME PER NON RESTARE INDIETRO
E QUINDI CHIESE
ALLA TARTARUGA
IL PERMESSO DI SALIRE DI NUOVO SUL SUO CARAPACE!UNA
VOLTA SISTEMATA LI’ SOPRA LA LUMACA VIDE PASSARE L’ERBA DEL PRATO AD UNA VELOCITA’ A LEI DEL
TUTTO SCONOSCIUTA, ALLA VELOCITA’ DELLA LUCE!!!
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CAMMINANDO CAMMINANDO LA TARTARUGA LE RACCONTO’ CHE UNA VOLTA VIVEVA FELICE
IN UNA BELLISSIMA CASA
CON UNO SPLENDIDO GIARDINO
E CHE DEI PICCOLI DI UMANO
SI PRENDEVANO CURA DI LEI …
LE DAVANO TANTE COSE BUONISSIME DA MANGIARE ….
E GIOCAVANO INSIEME
!!!
SOSPIRANDO LA TARTARUGA LE DISSE ANCHE CHE PERO’, COL TRASCORRERE DEL TEMPO,
I PICCOLI DI UMANO ERANO DIVENTATI PRIMA GIOVANI E POI ADULTI
… E PIAN PIANO SI ERANO DIMENTICATI DI LEI!!!
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LA POVERA TARTARUGA SI DIRIGEVA ORMAI IN UN LUOGO VAGO E SCONOSCIUTO, CHE SI CHIAMAVA
“ESILIO”
!
LA LUMACA “CURIOSA” ALLORA LE RACCONTO’ LA SUA STORIA, LE SPIEGO’ CHE LA SUA DOMANDA E IL
SUO DESIDERIO IRRITAVANO LE ALTRE LUMACHE E CHE, ADDIRITTURA, AVEVANO MINACCIATO DI
CACCIARLA DAL PAESE DEL DENTE DI LEONE!
LA TARTARUGA, APPREZZANDO IL SUO CARATTERE DECISO, LE DIEDE IL NOME DI “RIBELLE” E LE DISSE CHE
A LEI GLI UMANI L’AVEVANO CHIAMATA “MEMORIA”
PERCHE’ NON DIMENTICAVA MAI LA STRADA DI ANDATA E QUELLA DI RITORNO E PERCHE’ SI RICORDAVA
TUTTO, PROPRIO COME GLI ELEFANTI!!!
LA TARTARUGA DECISE DI PROSEGUIRE INSIEME ALLA LUMACA PERCHE’ ERANO COMPAGNE DI STRADA FIN
DA PRIMA DI CONOSCERSI, VISTO CHE ENTRAMBE ERANO DEGLI ESSERI “LENTI”.
LENTAMENTE, MOLTO LENTAMENTE, LE DUE AMICHE ARRIVARONO AL LIMITE DEL PRATO DOVE INIZIAVA
UNA STRISCIA NERA, LISCIA, CHE SI STENDEVA SUL TERRENO.
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DALL’ALTRA PARTE DELLA STRISCIA SCURA SI VEDEVANO DEGLI ESSERI UMANI E LA TARTARUGA SPIEGO’
CHE QUEGLI UMANI STAVANO COSTRUENDO CASE PER ALTRI UMANI, E LE DISSE ANCHE CHE LA STRISCIA
SCURA SI CHIAMAVA “STRADA” O “VIA”.
RIBELLE VIDE UMANI CHE COPRIVANO DI ASFALTO IL PRATO E PROVO’ UNA GRANDE PAURA!!!
MEMORIA, CON MOVIMENTI LENTI, RITORNO’ VERSO IL PRATO; MENTRE SI SPOSTAVA CON LA LUMACA
SUL DORSO LE SPIEGO’ CHE NON BISOGNA AVER PAURA!
QUANDO ARRIVO’ LA NOTTE LE STELLE
CONSIGLIARONO DI INTERROMPERE LA MARCIA E DI RIPOSARE: RIBELLE CERCAVA DI ADDORMENTARSI MA
FU ASSALITA DAI DUBBI E DISSE A MEMORIA: ” NON SO SE VOGLIO ANCORA CONOSCERE I MOTIVI DELLA
MIA LENTEZZA OPPURE SE E’ PIU’ IMPORTANTE TORNARE DALLE MIE COMPAGNE E AVVERTIRLE DEL
PERICOLO”.
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MEMORIA MASTICANDO LE MARGHERITINE
LA FECE RIFLETTERE E LE FECE
CAPIRE UNA COSA MOLTO IMPORTANTE: SE LEI FOSSE STATA VELOCE COME UN NIBBIO
O COME UNA VESPA
NON SAREBBE MAI STATO POSSIBILE L’INCONTRO FRA DI LORO!
A QUESTO PUNTO RIBELLE CAPI’ CHE LA COSA PIU’ IMPORTANTE DA FARE ERA AVVERTIRE LE SUE
COMPAGNE …
SI ADDORMENTARONO L’UNA VICINA ALL’ALTRA
MA
QUANDO RIBELLE SI SVEGLIO’ SI ACCORSE CHE MEMORIA NON C’ERA PIU’; MORMORO’ ALLORA DELLE
PAROLE RIVOLTE ALLA SUA AMICA TARTARUGA: ”GRAZIE MEMORIA, TI PORTERO’ SEMPRE CON ME”!!
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