Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa COME ORGANIZZARE L’ATTIVITÀ Indice LA PIANTA DEL BAMBÙ IL CICLO BIOLOGICO LA PROPAGAZIONE DEL BAMBÙ L’ESTENSIONE DELLA COLTIVAZIONE E LE POSSIBILI RESE IL CLIMA DOVE COLTIVARE IL BAMBÙ IL TERRENO LA PREPARAZIONE DEL TERRENO LA CONCIMAZIONE IL TRAPIANTO L’IRRIGAZIONE LA DIFESA ANTIPARASSITARIA LA POTATURA LA RACCOLTA DEI GERMOGLI LA RACCOLTA DEI CULMI LA CIPPATURA DEL LEGNO DI BAMBÙ LA COLTIVAZIONE IN VASO I FABBRICATI LE MACCHINE AGRICOLE E LE ATTREZZATURE LE MANSIONI I CONSORZI 1 5 6 8 10 11 13 13 16 17 19 20 21 21 23 24 28 29 31 42 45 La pianta del bambù Il bambù è una pianta vigorosa, a portamento arbustivo, sempreverde e con caratteristiche molto diverse a seconda della specie. Le piante di bambù appartengono alla famiglia delle Graminacee e alla sottofamiglia delle Bambuseae, che è formata da circa 100 generi differenti e oltre 1.400 specie. Tutti gli elementi delle piante di bambù sono costituiti da due tipi di segmenti, il nodo e l’internodo, che si alternano in continua successione. Il nodo è sede di una o più gemme, da cui si possono formare rami, rizomi, culmi, foglie e radici, mentre l’internodo è il segmento a forma tubolare che unisce due nodi a una determinata distanza. Nel rizoma l’internodo è costituito da legno pieno, mentre nel culmo è prevalentemente cavo. Fonte: balconygardenweb.com Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 1 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa A seconda della specie possono variare il colore del fusto e delle foglie, l’altezza e il diametro del fusto, la vigorosità complessiva della pianta. La differenza fisionomica tra le diverse specie di bambù è così evidente da far pensare a famiglie botaniche differenti. Tuttavia, ogni pianta appartenente a questa famiglia è composta da quattro parti essenziali: il rizoma, il fusto (o culmo), i rami e le foglie. Il rizoma. Dal punto di vista botanico, il rizoma è un fusto orizzontale modificato per la vita sotterranea che svolge funzione di riserva e accumulo dei sintetizzati fotosintetici, di ancoraggio al terreno e di supporto nella diffusione vegetativa della pianta. I rizomi di bambù formano, nel primo metro di terreno, un sistema a rete che stabilizza i pendii e contribuisce a combattere l’erosione prodotta da acqua, vento e smottamenti. Dal rizoma partono le radici, sottili e più o meno ramificate, che costituiscono l’unico elemento del bambù non segmentato e svolgono la funzione di ancoraggio nel terreno e di rifornimento di acqua ed elementi nutritivi. Il rizoma è composto dalla successione di nodi e internodi robusti. Presenta all’apice una gemma dominante, avvolta da una fascia di guaine appuntite, e gemme laterali su ciascuno dei nodi. La gemma apicale cresce in profondità nel suolo in senso orizzontale; le gemme laterali presenti sul nodo, invece, possono rimanere dormienti per molti mesi o anni prima di dare vita a un nuovo culmo o a un nuovo rizoma. Solitamente dopo circa 3 o 4 anni la capacità germinativa delle gemme si riduce. Il rizoma può avere due forme ed essere pachimorfo (simpodiale) o leptomorfo (monopodiale). La forma del rizoma determina il portamento della pianta, la sua capacità esplorativa del terreno e la più o meno elevata densità di culmi. Il rizoma pachimorfo è tipico di bambù tropicali e subtropicali riscontrabile come anche in i Bambusa, alcuni ma bambù è delle regioni temperate, come i Fargesia. È un rizoma corto, tozzo e ricurvo verso l’alto, che fuoriesce dal suolo per dare origine a un nuovo culmo vicino a quello esistente. Le piante con questa tipologia di rizoma crescono tra loro molto vicine ma, poiché aumentano di soli 10 - 15 centimetri all’anno, non sono considerate invasive. I rizomi leptomorfi presentano, invece, una forma cilindrica, sottile e allungata, hanno uno sviluppo indeterminato e in una sola stagione vegetativa possono crescere dai 15 centimetri fino Fonte: Mercedes J.R., Guia tecnica cultivo del Bambù, CEDAF anche orizzontale; ai 5 ogni metri. Si internodo sviluppano contiene in una gemma che può dare vita a un altro rizoma o a un culmo verticale. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 2 Come organizzare l’attività La maggior parte delle specie Kit Creaimpresa temperate, come quelle appartenenti ai generi Phyllostachys, Pleioblastus e Sasa, possiede un rizoma di tipo leptomorfo e, quindi, è classificata come invasiva. In base alle caratteristiche del rizoma è possibile distinguere due tipologie di piante di bambù. Le caratteristiche distintive sono riassunte in tabella. RIZOMA NASCITA DEL CULMO SVILUPPO DELLA PIANTA Pachimorfo corto e compatto Dalla gemma d’apice del rizoma, si sviluppa orizzontalmente. Le piante sono raccolte in gruppi concentrati, vicine le une alle altre. I culmi si configurano come arbusti compatti. Leptomorfo cilindrico e allungato Da una gemma laterale, si sviluppa verticalmente uscendo dal terreno. Le piante sono indipendenti e isolate, tendono a infestare vaste aree di suolo circostante. Il culmo. Il fusto del bambù è un culmo cilindrico, suddiviso in nodi e internodi alternati tra loro. Ogni nodo separa interamente le due cavità internodali che gli sono attigue con una membrana. Dagli anelli esterni si dipartono i rami. I culmi originano dall’apice di un rizoma o da una gemma laterale, a seconda della forma del rizoma. A seconda della specie, i culmi possono avere un’altezza diversa, da pochi centimetri fino a oltre 40 metri. Esternamente, il fusto risente delle variazioni di forma e di colore che caratterizzano i diversi generi e specie: i nodi possono essere molto prominenti o quasi invisibili, la parete esterna può essere liscia o ricoperta da una pellicola cerosa impermeabile ecc. Il portamento dei rami varia sensibilmente in base alla specie di appartenenza: possono essere eretti, eretti con estremità pendenti, ascendenti o largamente arcuati. I rami. Da circa metà dell’altezza del culmo fino al suo apice, ogni nodo presenta dei rami, emessi dalle gemme laterali. I rami si dividono in rametti e ramoscelli, seguendo sempre lo schema nodo-internodo. La punta del ramo è costituita da una gemma terminale avvolta da foglie generate dagli ultimi nodi apicali e sovrapposte in modo scalare. La zona del fusto in cui si formano le ramificazioni, le dimensioni e l’andamento di queste sono diverse a seconda del genere e, a volte, della specie. Dunque, attraverso il numero delle ramificazioni spesso si riesce a individuare il genere di appartenenza. I rami sono utili anche per definire l’età di una pianta di bambù. A differenza delle piante legnose (come conifere e latifoglie), infatti, l’età del bambù non può essere definita in base al diametro del culmo, che raggiunge la sua ampiezza definitiva pochi giorni dopo la sua nascita. Per capire l’età di una pianta si possono quindi osservare le cicatrici presenti sui rami al momento del rinnovo delle foglie. Generalmente, si formano nuove foglie ogni anno o anno e mezzo. Una pianta di due anni avrà, quindi, almeno una cicatrice; in una pianta di tre le cicatrici saranno almeno due e così in progressione. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 3 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Le foglie. I bambù sono piante sempreverdi. Le foglie si formano in corrispondenza di ogni nodo del rizoma o del fusto; tuttavia, per quanto riguarda quelle che si sviluppano nei rizomi e nella porzione inferiore del fusto non si parla di vere e proprie foglie, ma di brattee. Le foglie che, invece, crescono sulle porzioni superiori del fusto e sulle ramificazioni sono composte da una guaina, decorrente lungo il rametto, da una lamina, unita alla guaina, e da un peduncolo più o meno cilindrico, il picciolo. La lamina può avere forma variabile: ovale, lanceolata o lineare, mentre le nervature che la caratterizzano sono sempre parallele e connesse fra loro da nervature secondarie molto sottili. Nelle zone in cui le precipitazioni sono distribuite in modo uniforme durante l’intero arco dell’anno, le foglie sono prodotte continuamente, mentre nelle aree dove la piovosità è concentrata in determinate stagioni l’accrescimento dei fusti e la produzione di foglie si verificano solo in quei periodi. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 4 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Solitamente, le specie con rizoma leptomorfo cambiano il fogliame in primavera, mentre quelle con rizoma pachimorfo in inverno. La quantità di nutrimento assorbita attraverso le foglie influenza la crescita: le specie con foglie a lamina larga crescono infatti con maggior vigore. Il ciclo biologico Una delle problematiche principali legate all’avvio di un bambuseto riguarda il fatto che questa coltivazione necessita di un tempo piuttosto lungo per diventare produttiva. Se è vero che un germoglio può impiegare dai 40 ai 60 giorni a diventare un fusto, infatti, è altrettanto vero che per ottenere materia prima alimentare e lignea adatta alla trasformazione è necessario attendere un tempo molto più lungo. Per raggiungere la piena maturazione il bambuseto può impiegare tempi variabili, in base alla specie, alle condizioni pedoclimatiche e alla densità con cui sono posizionate le piante. Volendo schematizzare, in una coltivazione di bambù gigante il fusto raggiunge l’altezza massima dopo circa un anno dalla messa a dimora, ma per poter raccogliere i primi germogli si devono aspettare dai 3 ai 5 anni. A partire all’incirca dal quarto anno, i culmi possono essere utilizzati per la produzione di cippato. Per raggiungere la maturazione completa e consentire la raccolta di legname possono invece servire da 8 a 10 anni. Prima di questo tempo, i culmi sono, infatti, ancora solo parzialmente duri e consistenti. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 5 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Lo sviluppo di un bambuseto si può suddividere in diverse fasi, a seconda dell’età e dell’aspetto delle piante. Durate la prima fase di sviluppo, che dura all’incirca 180 giorni, il fusto inizia a crescere in altezza e si formano i primi nodi e internodi. Dal sesto al dodicesimo mese di vita della pianta, il culmo raggiunge l’altezza finale e inizia a emettere, da gemme laterali, i rami. Quindi, a sviluppo completo della ramificazione, il culmo emette le foglie. La maturazione e la continua emissione di foglie da parte del nuovo culmo sono segno dell’ormai raggiunta indipendenza dal resto del sistema bambù, che fino ad ora l’ha completamente sostenuto e nutrito attraverso il rizoma. Nella terza fase, quella della maturità, che comprende il lasso di tempo che va dall’anno ai 6-8 anni, il colore dei culmi vira al verde pallido e quindi al giallo, i rami sono completamente sviluppati e il legno diventa duro e resistente. La maturità di una foresta di bambù gigante si raggiunge entro gli 8-10 anni, a seconda delle condizioni climatiche e del terreno, e le singole piante possono vivere fino anche ai 120 anni. Dal momento della raggiunta maturità, il bambuseto non necessita più di alcuna lavorazione dedicata, come irrigazioni o concimazioni, in quanto grazie alla pacciamatura naturale data dalla muta delle foglie, si realizza un autosostentamento perenne. A maturità completa, però, la capacità riproduttiva dei bambù diminuisce rapidamente: i culmi con età superiore ai 5 anni non contribuiscono più alla propagazione. La propagazione del bambù La propagazione veloce del bambù è uno dei vantaggi di questa coltivazione. Con un investimento minimo, infatti, è possibile favorire la nascita di nuove piante di bambù che con il tempo diventeranno produttive. Se si sceglie, ad esempio, di trapiantare 400 piantine di bambù e si lascia loro a disposizione, anziché un ettaro, due ettari di terreno, dopo il primo anno il bambù si sarà moltiplicato fino ad occupare tutto lo spazio a sua disposizione. Lo sviluppo dei culmi di bambù inizia nel risveglio presenti sottosuolo, di una sul con delle rizoma, il gemme che solitamente avviene in autunno. La gemma, nutrita dal rizoma, con il trascorrere delle settimane comincia lentamente a gonfiarsi e si sviluppa in un piccolo germoglio, il cosiddetto turione, che contiene al proprio interno l’abbozzo dell’intera struttura di un culmo adulto, composto dalla successione di nodi e internodi. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 6 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Alla fine dell’inverno, con l’innalzarsi delle temperature, il turione riprende la propria attività in modo accelerato, aumentando il suo volume con la creazione della base del culmo e delle guaine fogliari, inserite su ogni nodo e avvolte una sull’altra a creare una sorta di cono appuntito. Quando la base del turione ha raggiunto il diametro definitivo, dagli internodi basali nascono numerosissime radici che, dirigendosi velocemente in profondità, iniziano a svolgere il loro compito di ancorare e nutrire il culmo in formazione. Contemporaneamente allo sviluppo delle radici, partendo dal basso verso l’alto in modo scalare, tra un nodo e l’altro si allungano gli internodi. Le distanze tra i nodi aumentano in modo accelerato con il risultato di un rapido allungamento telescopico del culmo. La guaina fogliare rimane saldamente attaccata al nodo con la funzione di proteggere l’internodo nella delicata fase di allungamento. Quando quest’ultimo si è irrobustito ed ha terminato il suo accrescimento, la guaina fogliare si secca e si stacca dal culmo cadendo al suolo. Dopo aver raggiunto l’altezza finale il culmo emette, da gemme laterali, i rami e solo dopo che il loro sviluppo è completo comincia ad emettere, dalle gemme apicali di ogni singolo ramo, le foglie. Verso la fine dell’estate a un anno dal risveglio della gemma che lo ha originato il bambù è già pronto a riprendere nuovamente il ciclo di crescita con lo sviluppo di nuovi rizomi che si espandono nel sottosuolo. Il rizoma si può originare dalle gemme dormienti presenti su un altro rizoma o, meno frequentemente, da una gemma posta alla base del culmo. Bambù con rizoma pachimorfo e bambù con rizoma leptomorfo hanno comportamenti diversi nella strategia di diffusione. Dalla gemma apicale dei primi quasi sempre si sviluppa un culmo, mentre dalle gemme laterali si originano nuovi rizomi. I bambù con rizoma leptomorfo, invece, crescono in modo orizzontale lungo l’asse centrale, ramificandosi ogni tanto ai lati; i culmi si sviluppano anch’essi ai lati e a distanza casuale, subito indirizzati verso l’alto. La diffusione sotterranea prosegue per tutta la stagione autunnale e, a causa dell’abbassamento delle temperature, rallenta per poi cessare completamente quando la temperatura del suolo scende sotto la soglia di 8°C. L’emissione di nuovi culmi richiama e mobilita risorse dai vecchi culmi con la conseguente massiccia caduta di foglie, che avviene proprio in primavera. Lo sviluppo dei nuovi culmi è quindi esclusivamente basato sulla forza vegetativa di quelli vecchi, finché i nuovi non raggiungeranno la piena autonomia che coincide con l’emissione delle foglie. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 7 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La propagazione può rappresentare un problema se la specie di bambù è infestante ed è posizionata nei pressi di altre colture. Una prima efficace soluzione per contenere il bambuseto consiste nella raccolta sistematica e controllata dei germogli. Un’operazione che si esegue anche se si sceglie di commercializzare questo prodotto. Nelle aree che delimitano il bambuseto e confinano con altri terreni è poi possibile interrare una barriera anti-rizomi in polipropilene, che sia di ostacolo alla loro vigorosa prolificazione. La barriera anti-rizomi dovrà essere interrata ad almeno due o tre metri e leggermente inclinata (da 15 a 30° circa), in modo tale che tutti i rizomi che incontrano questo ostacolo modifichino la loro crescita verso l’alto e possano essere tagliati se tentano di colonizzare il terreno oltre la barriera. Poiché il bambù può sviluppare rizomi dalle punte acuminate, si consiglia di utilizzare una barriera di polietilene ad alta densità di almeno 1 mm di spessore. Per posizionare la barriera, si procede scavando un canale intorno all’area di contenimento dei rizomi, che dovrà essere più profondo di circa 5 m rispetto alla larghezza della barriera. Quindi, una volta compattato il fondo del canale, si posiziona la barriera nel canale, chiudendo poi le estremità di questa utilizzando strisce di chiusura in acciaio che abbiano meno di 7,5 cm di sovrapposizione, oppure accavallando le estremità di almeno 1,20 m, sigillando le parti terminali sovrapposte. A questo punto, mantenendo la barriera inclinata, si potrà iniziare a riempire le zone attorno alla barriera, compattando il più possibile il terreno nella metà inferiore e lasciando la metà superiore più morbida. Al posto della barriera, infine, si potrà realizzare lungo tutto il perimetro del bambuseto un fosso di almeno 60/70 cm di profondità in modo da evitare la fuga dei rizomi. L’estensione della coltivazione e le possibili rese La scelta relativa alla superficie di terreno da adibire al bambuseto è determinata dall’estensione dei terreni disponibili, dal tipo di coltivazione che si intende intraprendere e dagli obiettivi imprenditoriali del coltivatore. Indicativamente, per farsi un’idea dell’estensione necessaria alla realizzazione di una coltivazione di bambù gigante da reddito è utile considerare che la densità di investimento è stimata a 400 piante ogni ettaro. La raccolta dei germogli inizia a partire dal quarto o quinto anno ma è limitata a circa il 10% della produzione a regime. Per la piena produttività dei germogli è necessario aspettare 8 anni e la produzione varia indicativamente tra i 5.000 e gli 8.500 kg. Per i culmi la produzione annuale può variare indicativamente tra 1.000 e 5.000 unità ad ettaro. Per quanto riguarda il cippato la produzione per ettaro varia in base alla varietà coltivata, al clima, all’età del bambuseto e a quanta produzione viene destinata a cippatura. La produzione indicativa di cippato varia da 500 a 1.500 quintali per ettaro. Il numero e la densità delle piante varia in base al sesto d’impianto scelto: più il sesto d’impianto è piccolo maggiore sarà il numero di piante per ettaro. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 8 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Nelle coltivazioni di bambù gigante generalmente si va da un massimo di 1.200 piante a ettaro (con un sesto d’impianto di 3x3m), ad un minimo di circa 400 piante a ettaro, con un sesto d’impianto di 5x5 metri. A parità di piante, un impianto con densità più alta non accresce il potere produttivo della coltivazione, ma anticipa di qualche anno la produttività del bambuseto perché le piante maturano prima se sono più vicine. Per una coltivazione di alta qualità, generalmente si sceglie una densità di 400 piante per ettaro con un sesto di impianto che prevede almeno cinque metri tra una pianta e l’altra e con la possibilità di lasciare estendere il bambù nei terreni confinanti, per favorire attraverso la propagazione la nascita di nuove piante produttive. A questo scopo è possibile ampliare la distanza tra le file di piante di bambù. Nella coltivazione di varietà di piccole o medie dimensioni, in cui le piante sono distanziate tra loro di circa 5 metri, la distanza interfilare non dovrebbe superare i 7 metri. Nel caso di piante di bambù gigante è invece possibile distanziare le fila anche di 9 metri. Sesto d’impianto e distanza interfilare adeguati servono a garantire il corretto sviluppo della pianta. Le foglie di bambù, infatti, una volta cresciute possono formare una siepe che, piegandosi verso l’esterno, potrà occupare anche tre metri di superficie. Per le attività di manutenzione e raccolta è necessario lasciare libera una striscia di terreno di almeno due metri di larghezza. Chi ha già un’azienda agricola e sceglie di coltivare il bambù in via sperimentale dovrebbe prevedere un terreno non inferire al mezzo ettaro. L’impianto di almeno 200 piante, infatti, è un buon banco di prova per testare l’attecchimento e la qualità dei cloni di bambù scelti, gli sbocchi di mercato e le potenzialità complessive di questa coltivazione. Fonte: Bamboo Garden Nursery, Oregon. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 9 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Il clima Il bambù è una pianta originaria del Sud Est Asiatico, che cresce rigogliosa in tutte le aree caratterizzate da un clima tropicale e subtropicale, caldo e umido. Non solo, dunque, in Asia, ma anche in America Latina, Africa e Oceania, a latitudini da 46° N a 47° S e fino a 4.000 metri di altitudine, dove crescono rigogliose molte specie spontanee. Sebbene in Europa la pianta del bambù non nasca naturalmente, in passato è stata introdotta con successo in molte aree temperate, Italia compresa. Nel 1884 il botanico toscano Orazio Fenzi sperimentò le prime coltivazioni di bambù in Italia, per poi emigrare in California e creare un’azienda per l’acclimatazione di specie provenienti da tutto il mondo. In realtà, alcune varietà di bambù possono essere coltivate anche in zone con un clima invernale anche molto rigido. Ad esempio il Moso, o bambù gigante – la varietà più coltivata in Europa e in Italia – può sopportare temperature molto fredde, fino a -15°C. Nel caso di località con inverni molto rigidi, un’accortezza per proteggere le radici delle piante e non pregiudicarne l’approvvigionamento idrico, è quella di lasciare sul terreno parte delle foglie secche che cadono naturalmente dai rami. La temperatura ideale per lo sviluppo iniziale dei fusti è compresa tra 9 e 36°C. Nonostante sia una pianta molto resistente e non tema le infestanti, il bambù può soffrire per alcune avversità di natura ambientale. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 10 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Il vento, ad esempio, se forte può lesionare la corteccia, mentre molto raramente spezza i culmi e può rovinare le foglie, aumentandone eccessivamente la traspirazione. In parte, questo problema può essere evitato mantenendo il terreno umido e sufficientemente ricco ed evitando l’eccessiva evaporazione dell’acqua. Anche la pioggia, se violenta, può causare l’adagiamento della pianta su se stessa, specie durante il primo stadio di sviluppo. Le grandinate, d’altro canto, possono aprire ferite superficiali, predisponendo le piante a malattie fungine, oppure lacerature profonde, rendendo inutilizzabile la fibra. Le brinate tardive possono danneggiare le giovani piantine, così come la siccità influisce tanto sulla produzione quanto sulla qualità del prodotto. Dove coltivare il bambù La scelta di avviare una coltivazione di bambù può nascere dalla disponibilità di un terreno di proprietà che è rimasto incolto, situato anche in zone di collina o di montagna che solitamente non si prestano alle coltivazioni tradizionali. Se invece si sceglie di cominciare avendo un’azienda agricola avviata, solitamente si opta per riadattare a bambuseto una zona che era coltivata diversamente, scegliendo di diversificare la produzione proponendo una coltura innovativa. In entrambi i casi, sia per l’aspirante imprenditore che dispone di un terreno sia per l’imprenditore agricolo nuovo alla coltivazione del bambù, non si pone il problema di scegliere la localizzazione dell’attività, ma di valutare quella a disposizione. L’aspetto della localizzazione è invece di primaria importanza per chi avvia l’attività potendo scegliere il terreno dove realizzare il bambuseto. Sia che si scelga di prenderlo in affitto sia che si preferisca comprarlo bisogna tenere conto di numerose variabili. Alcuni dei fattori principali da tenere in considerazione e che possono favorire il successo della nuova iniziativa sono i seguenti: disponibilità per l’irrigazione; esposizione solare; lontananza da fonti di inquinamento; sbocchi di mercato; accessibilità automobilistica e parcheggio. Disponibilità per l’irrigazione. Nei primi anni di vita la pianta di bambù ha bisogno di un buon apporto idrico, che potrà poi diminuire una volta raggiunta la piena maturità. È importante, in fase di scelta della localizzazione del bambuseto, verificare che l’area prescelta goda di una sufficiente disponibilità d’acqua per l’irrigazione della coltivazione. A tale scopo, sarà necessario verificare la disponibilità di pozzi, ma anche corsi d’acqua, nelle vicinanze del bambuseto, dai quali, attraverso una pompa, sarà possibile portare l’acqua direttamente nella coltivazione. Ricordiamo che l’approvvigionamento di acque pubbliche è regolato da norme ben precise e che per essere in regola è necessario chiederne la concessione alle autorità competenti. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 11 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Esposizione solare. La pianta di bambù necessita di una grande quantità di sole, in particolare nelle fasi iniziali della sua crescita. Per questo motivo sarebbe preferibile scegliere un’area che sia esposta per 8 o più ore al giorno. Allo stesso tempo, però, bisognerà tenere conto che alcune specie tropicali richiedono ombra durante i momenti più caldi della giornata. In particolare, l’ombra può essere molto importante durante l’inverno, quando la combinazione di gelo e luce solare diretta può disidratare velocemente le piante. Lontananza da fonti di inquinamento. La vicinanza ad autostrade o eventuali fonti inquinanti è una componente da valutare con cautela. Si deve dunque considerare la presenza, ad esempio, di colture frutticole trattate con pesticidi o di industrie che scaricano gas o acque inquinanti. A questo proposito occorrerà prestare attenzione alle acque utilizzate per irrigare il bambuseto, che se inquinate da scarichi a monte delle zone di utilizzo possono diventare un pericolo per la buona salute della coltivazione. Per verificare lo stato delle acque si può ricorrere a diverse analisi chimiche sull’acqua, che ne rivelino il pH, la salinità, il sodio, i carbonati e i bicarbonati, il cloro libero, gli anioni tossici e eventuali tracce di altri elementi. Sbocchi di mercato. Poiché, a livello nazionale, la filiera del bambù è ancora da sviluppare, potrebbe aiutare avviare il bambuseto in una zona dove sono presenti altre coltivazioni e Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 12 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa quindi questa pianta dai molti utilizzi inizi ad essere conosciuta, in modo che sia più facile uno sviluppo futuro della domanda e della filiera. Da verificare anche la presenza di attività di trasformazione, come mobilifici e aziende alimentari e cosmetiche, interessate a ritirare i prodotti e magari a produrre prodotti alimentari e cosmetici conto terzi a base di bambù. La localizzazione strategica della coltivazione vicino a imprese potenzialmente interessate ad acquistare la materia prima proveniente dal bambuseto, infatti, consente alla coltivazione di ampliare i propri sbocchi di mercato e impostare collaborazioni proficue e vantaggiose, risparmiando sui costi di trasporto. Accessibilità automobilistica e parcheggio. Nonostante sia localizzato in una zona extraurbana, il bambuseto dovrà essere agevolmente raggiungibile da macchine e altri automezzi di clienti, fornitori e personale. Sarebbe quindi preferibile scegliere un terreno con un accesso sulla strada e un piazzale ampio per parcheggiare. Il terreno Il bambù è una pianta piuttosto rustica, che ben si adatta a diverse tipologie di terreno, compresi quelli calcarei (molto presenti su suolo italiano) purché siano umidi ma ben drenati. Il bambù è una coltura ideale per recuperare i terreni marginali, che non si prestano alle altre colture. Il suo terreno ideale dovrebbe essere anche ricco di humus e di sostanza organica. In Italia, le zone migliori per impiantare un bambuseto sono le ex risaie e, in generale, tutte quelle aree caratterizzate da buona piovosità ma scarsa possibilità di neve. Il bambù cresce bene anche in terreni ripidi e gradisce anche una certa pendenza, stimata intorno al 15%. Nel caso di terreni scoscesi, per evitare il rischio di erosione, è importante eliminare le erbacce nello spazio circolare alla pianta, per un diametro di almeno 1,5 m. Alcune specie di bambù possono crescere in terreni con un pH fino a 3,5, ma in generale il pH ottimale è compreso tra 5 e 6,5. Il massimo che può sopportare è un pH pari a 9. Il bambù risente limitatamente dell’esposizione eccessiva alla luce solare diretta, tranne che nel periodo iniziale del suo sviluppo. Sono generalmente da evitare i suoli rocciosi, pesanti e freddi. La preparazione del terreno Nella maggior parte dei casi, chi decide di intraprendere un’attività di questo tipo è già titolare di un’azienda agricola oppure di un terreno di sua proprietà entro il quale avviare ex novo il bambuseto. In questo caso, sarà necessario adattare il terreno a disposizione alla coltivazione del bambù. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 13 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Se si dispone di un terreno che non presenta le caratteristiche ideali si può comunque ottenere un buon risultato adottando alcune accortezze, relative alla lavorazione e alla concimazione. Per meglio adattare il terreno alla coltivazione della pianta di bambù è fondamentale conoscerne le caratteristiche, determinate dall’insieme di una serie di elementi compositivi, fisico-meccanici, chimici e biologici. A questo scopo è possibile ricorrere alla consulenza di un agronomo esperto o effettuare alcuni test che rivelino più approfonditamente le caratteristiche del terreno. Anzitutto, si potrà verificare il pH del terreno e quello dell’acqua utilizzata per l’irrigamento che, se troppo alcalina, andrà filtrata. Dato che nel nostro Paese la maggior parte dei terreni è alcalina, si renderà probabilmente necessario procedere con la correzione, abbassandone il pH. Questa operazione può essere svolta addizionando al terreno sabbia da edilizia e gesso, che permettono un miglior drenaggio e aumentano le sacche d’aria che rompono le particelle di argilla. L’aggiunta di letame, compost e altro materiale organico fornisce alle piante i nutrienti necessari e abbassa il pH acidificandolo. È opportuno cercare di mescolare lo stesso quantitativo di sabbia da costruzione e materiale organico. Quindi, sarà importante verificare la capacità di drenaggio del terreno. A questo scopo è possibile effettuare un test di drenaggio, che consiste nello scavare una buca di circa 60 cm di profondità e 20 cm di larghezza e riempirla d’acqua. Una volta assorbita, la buca andrà nuovamente colmata di acqua. A questo punto, se il terreno impiega meno di 12 ore a drenare il liquido ha un ottimo drenaggio, se impiega dalle 12 alle 24 ore si tratta di un terreno più pesante e argilloso, mentre se sono Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 14 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa necessarie più di 24 ore si è in presenza di un suolo adatto al solo trapianto di alcune specie di alberi che tollerano occasionali alluvioni. Una volta valutate la composizione e la capacità di drenaggio del suolo sarà quindi possibile renderlo più adatto alla crescita del bambù. A questo scopo, è possibile ricorrere ad alcune lavorazioni colturali preliminari. Nella maggior parte dei casi si procede con una vangatura preliminare profonda, effettuata al fine di rimuovere le erbacce e i sassi e una successiva aggiunta di letame compostato e cornunghia, per nutrirlo in profondità. Per quanto riguarda il diserbo, è utile considerare che il bambù è una pianta molto resistente, in grado di sopraffare ogni alta pianta infestante presente nel terreno e rendere questo sgombro e pulito. Tale potere di miglioramento del terreno è attribuibile a diversi fattori. In primo luogo, i rizomi di bambù, raggiungendo notevoli profondità, assorbono nutrimenti che poi, con la perdita delle foglie, restituiscono al terreno. Inoltre, il bambù è in grado di proteggere i terreni dal dilavamento e, durante la fase vegetativa, trattenere notevoli quantità di azoto dal terreno, impedendone la percolazione. Per questi motivi, nei primi due anni di impianto non è necessario effettuare operazioni di diserbo. Nemmeno negli anni successivi è necessario il diserbo, dato che quando le piante sono abbastanza cresciute prendono il sopravvento e le infestanti smettono di ricacciare. La pacciamatura con le foglie cadute dai fusti consente, inoltre, di impedire alle erbe di rispuntare. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 15 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La concimazione Di norma il bambù non ha bisogno di grandi quantitativi di concime; si presta, infatti, ad un regime biologico a base di liquame o letame. Per svilupparsi al meglio, il bambù necessita praticamente solo di sufficienti quantità di sostanza organica. La quantità di concime, inoltre, influenza solo la produttività della coltivazione, ma non la qualità della materia prima agricola prodotta. Fra le operazioni che precedono il trapianto, può essere comunque utile effettuare una concimazione organica, in particolare se il terreno è argilloso. In questo caso, la sostanza organica (sia essa letame animale o artificiale) potrà migliorare la struttura del suolo, favorendo l’ossigenazione e rendendo più efficiente il drenaggio dell’acqua, mentre in quelli sabbiosi e sciolti ne attenua la porosità, riducendo la necessità idrica. Le piante di bambù in via di sviluppo apprezzano la fertilizzazione da inizio primavera a fine estate, una volta al mese con liquame da diluire nell’impianto di irrigazione. Si può utilizzare ad esempio un concime di tipo 10/5/5, questo significa che su 100 Kg di fertilizzante si hanno a disposizione 10 Kg di azoto (N), 5 di fosforo (P) e 5 di potassio (K). È importante tuttavia che il fertilizzante apporti anche micronutrimenti quali magnesio (Mg), ferro (Fe), manganese (Mn), rame (Cu), zinco (Zn), boro (B) e molibdeno (Mo). In un bambuseto che ha raggiunto la maturità è possibile concimare due volte l’anno: in primavera e alla fine dell’estate. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 16 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Il letame (bovino o equino) è il miglior ammendante per il terreno, nonché la miglior fonte di sostanze adatte alla crescita delle piante di bambù. Se non è possibile procurarsi del buon letame maturo, si possono acquistare dei preparati organici (come l’humus e la torba) o minerali (come la calce o lo zolfo). Una volta che il bambuseto è entrato in produzione, le sue piante richiederanno poche cure perché estremamente robuste. Una prima accortezza è garantire alle proprie piante una pacciamatura costante. La si può realizzare semplicemente non rimuovendo le foglie cadute dai rami. Nel caso di un terreno esposto a gelate, è infatti possibile proteggere le radici delle piantine con le foglie cadute dai rami. Queste, oltre a mantenere le radici delle piante fresche d’estate e calde d’inverno, costituiscono anche un ottimo pacciame che impedisce l’evaporazione dell’acqua dal terreno e, decomponendosi, arricchiscono il suolo del bambuseto di sostanza organica e humus. Affinché il pacciame favorisca della giusta areazione è possibile avvalersi del lavoro naturale dei lombrichi. Il trapianto Reperire le piantine da trapiantare è una fase molto importante. I cloni devono essere sani, di alta qualità e appartenenti alla specie scelta. Per avere la garanzia di un prodotto con queste caratteristiche è preferibile acquistare le piantine in un vivaio di fiducia, che abbia una comprovata esperienza in tema di bambù. In alternativa, è possibile rivolgersi ad un consorzio o a un altro coltivatore di bambù che garantiscano cloni di una varietà in grado di crescere rigogliosamente nelle condizioni pedoclimatiche della zona scelta per il bambuseto. Poiché in commercio esistono cloni ottenuti in laboratorio e di qualità scadente (perché provenienti da riproduzioni di massa) è importante saperli riconoscere ed evitare. Le probabilità di attecchimento di queste piantine, infatti, sono molto basse e il loro tasso di mortalità, dato dalla sterilità degli ambienti in cui vengono riprodotti, è elevato. Per lo stesso motivo, è preferibile evitare di acquistare piantine online o d’importazione senza conoscere il rivenditore. Senza contare che il trasporto può incidere notevolmente sulle possibilità di sviluppo delle piantine. Le piantine dovrebbero essere trapiantate all’età di 3 o 4 mesi. Nulla vieta, per velocizzare l’entrata in produzione del bambù, di trapiantare piantine più mature, ad esempio di uno o due anni. Questa operazione, tuttavia, pone alcune problematiche: in primo luogo, è maggiore il rischio che le piante più sviluppate non riescano ad attecchire bene. Inoltre, il costo di trasporto di piante di grandi dimensioni può essere significativo e annullare i vantaggi dell’operazione. Sempre in ragione dei costi, non conviene tentare la semina in semenzaio del bambù; è invece molto più economico trapiantare i cloni di piccole dimensioni. Il periodo migliore per l’impianto di bambù è tra la fine dell’estate e l’autunno, poiché proprio in questo periodo il terreno risulta essere sufficientemente riscaldato dal sole dei Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 17 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa mesi estivi per permettere uno sviluppo rapido e vigoroso dei rizomi, consentendo l’attecchimento del bambù in poco tempo. In primavera, invece, il terreno è ancora freddo e non permette un rapido sviluppo radicale. Inoltre, poiché è il periodo in cui la pianta del bambù solitamente sviluppa i suoi turioni, il trapianto rischierebbe di danneggiarli. Una volta preparato il terreno con la vangatura e la concimazione, si scaverà per ogni pianta una buca che può essere lunga 70 cm, larga 50 e profonda 30. Nel posizionare la piantina bisogna fare attenzione a slegare leggermente le radici – che possono essere intricate nella zolla di terra del vaso – e porre la parte superiore della zolla a livello del terreno. A questo punto si riempirà nuovamente la buca con la terra, annaffiando abbondantemente per compattare naturalmente il terreno. L’innaffiatura potrà essere resa più facile ed efficace formando una sorta di cratere intorno alla pianta, che consentirà di bagnare completamente la zolla. Per quanto riguarda le distanze d’impianto, il sesto d’impianto più adottato è di 5x5 m considerando sentieri di passaggio larghi dai 3 ai 4 metri, che consentano non solo il passaggio del personale, ma anche il trasporto della produzione con trattori e carrelli. Per densità di impianto più alte, nei bambuseti giganti a macchia le piantine possono essere distanziate di 3 o 4 m, mentre negli impianti in linea la distanza va da 1,5 m a 2. Una volta impiantate le piante madri è possibile concimarle, ricoprendole di paglia umida. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 18 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Generalmente, le operazioni di trapianto sono svolte manualmente. Tuttavia, nel bambuseto più grande d’Italia, quello di 37 ettari di San Michele al Tagliamento, è stata recentemente brevettata una macchina per il trapianto meccanico. I pionieri dell’impianto meccanico di bambù svolgono questa operazione anche conto terzi. L’irrigazione A seconda della specie e delle condizioni, il fabbisogno idrico medio annuo delle piante di bambù può variare da 1.200 mm e fino a oltre 4.000 millimetri. Per i primi sei mesi, inoltre, la pioggia è decisiva per garantire lo sviluppo della coltivazione: la quantità ideale è di almeno 100 mm al mese. Per quanto riguarda l’irrigazione artificiale, durante il primo anno dalla messa a dimora, questa dovrà essere abbondante e regolare: circa 15/20 litri d’acqua ogni 15 giorni. In seguito, le piante saranno abbastanza vigorose per resistere a siccità estive, e si renderà necessaria un’annaffiatura solo in caso di siccità prolungata. In caso di forte vento il fabbisogno anche se idrico il aumenta bambuseto è maturo. È importante, infine, evitare i ristagni idrici. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 19 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La difesa antiparassitaria I parassiti animali più pericolosi per il bambù sono gli insetti fitofagi. Se si rende necessario è possibile contrastare la loro azione praticando un trattamento con un insetticida biologico: i più efficaci sono l’estratto dell’albero di Neem, il piretro, il bacillus thuringiensis, la bentonite, l’equiseto e il silicato di sodio. Descriviamo brevemente di seguito le principali caratteristiche degli insetti fitofagi. Fillofagi. Si nutrono delle foglie del bambù, causando defogliazioni, e sono soprattutto ortotteri oppure larve di lepidotteri, coleotteri crisomelidi e imenotteri tentrèdinidi. Le piante attaccate dispongono di una minore superficie fogliare per compiere la fotosintesi clorofilliana e, di conseguenza, mostrano scarsa vigoria e sviluppo stentato. Sebbene molti fillofagi rimangono generalmente in basse popolazioni e, perciò, non sono considerati particolarmente dannosi, occasionali fluttuazioni posso causare gravi o addirittura totali defogliazioni. Fitomizi. I fitomizi sono rappresentati da acari tetranichidi oppure da emitteri quali afidi, cimici e cocciniglie appartenenti prevalentemente a famiglie Pseudococcidae, Asterolecaniidae e Diaspididae. Essi sottraggono la linfa alle piante e svuotano le cellule causando inizialmente l’indebolimento della pianta e, poi, la defogliazione, l’appassimento dei giovani germogli e, in caso di forti attacchi, anche la morte della pianta stessa. Xilofagi. Gli xilofagi colpiscono principalmente il legno e sono rappresentati da coleotteri curculionidi, crisomelidi e cerambicidi, lepidotteri nottuidi. L’attacco da parte di questi insetti può causare una minore produzione di culmi e di germogli, l’assottigliamento dei culmi, la perdita della loro consistenza solida e, talvolta, la loro curvatura. Un culmo danneggiato non può essere utilizzato ai fini produttivi, con una conseguente perdita economica. Tuttavia, l’attacco da parte di xilofagi è grave solo nei primi mesi di crescita del culmo. Rizofagi. Gli insetti rizofagi, nutrendosi di radici e rizomi, riducono la capacità di assorbimento della pianta, ne causano l’appassimento, la perdita di stabilità e la maggiore suscettibilità al vento. Tuttavia, si tratta di poche specie appartenenti per lo più a ditteri psilidi, coleotteri elateridi e scarabeidi. Spermofagi. Gli insetti spermofagi possono influenzare la produzione di semi e compromettere la rinnovazione naturale e la semina di nuove piantagioni di bambù. L’unica specie nota per svilupparsi a spese dei semi di bambù è l’emittero pentatomide udonga montana. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 20 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La potatura La potatura annuale dei bambù va effettuata quando i nuovi germogli hanno terminato la loro crescita e quando iniziano a svilupparsi le nuove foglie. Di norma, si può quindi prevedere un’unica potatura annuale in inverno. Consiste nell’eliminare le canne secche e, se necessario, anche i rami mal disposti, per conservare solo quelli più robusti. La potatura può modificare il portamento della pianta in base a particolari esigenze e provoca un infittimento delle foglie. É possibile che la potatura debba essere fatta in più riprese, poiché non tutti i germogli crescono contemporaneamente. Naturalmente resistenti al freddo, i bambù possono tuttavia patire il vento e il gelo intenso, che provocano una bruciatura del fogliame. In questo caso, si consiglia di tagliare in primavera le parti troppo rovinate: il nuovo fogliame si svilupperà molto rapidamente. La raccolta dei germogli I germogli possono essere raccolti durante tutto il ciclo vitale del bambuseto che ha raggiunto la giusta maturazione. A seconda della specie coltivata e delle condizioni pedoclimatiche della coltivazione, sarà quindi possibile ottenere i primi germogli adatti all’alimentazione umana a partire dal terzo o dal quinto anno successivo all’impianto. La raccolta avviene generalmente a partire da maggio e dura un tempo variabile tra 50 e 70 giorni; si possono valutare per questa operazione circa 60 giornate di lavoro annue. La prima accortezza è prelevare dal terreno solo i germogli molto giovani, che si sono estesi solo per pochi centimetri al di sopra del suolo. Quelli più alti, infatti, non saranno più sufficientemente teneri per essere consumati. L’età ideale è 15 giorni, i germogli di 30 giorni risultano già troppo maturi. La raccolta avviene manualmente, rimuovendo le foglie che ricoprono il germoglio e tagliandolo circolarmente nel punto di inserzione. Per facilitare l’operazione si può scavare tutto attorno al germoglio una buca profonda 30-40 cm. Allo scopo di non rovinare il rizoma sottostante, è anche possibile estrarli con un movimento rotatorio simile a quello effettuato durante la raccolta dei funghi. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 21 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Quindi, possono essere raggruppati in cassette di legno o ceste di vimini e trasportati nel locale di conservazione. Prima del consumo è necessario tagliare la punta che ha un cattivo gusto. I germogli freschi appena raccolti dovranno essere conservati in un locale refrigerato o in una cella frigorifera, per un periodo di tempo di una settimana al massimo, e confezionati in tempi brevi, per essere certi che nessun agente esterno ne alteri le proprietà. In alternativa, i germogli possono essere sottoposti a bollitura e confezionati giù cotti. Una pratica ancora poco diffusa in Europa prevede l’essiccazione dei germogli freschi. Generalmente si tratta di un’essicazione naturale, al sole, in cui i germogli sono appesi al soffitto di serre o magazzini adattati all’uso. Per essere pronti al consumo, i germogli secchi devono subire un lungo ammollo in acqua. I germogli freschi destinati a essere venduti sfusi al dettaglio potranno essere confezionati in pratiche buste in plastica, avvolti in carta alimentare o rustica carta paglia o venduti in cassette di legno (quelle comunemente utilizzate per l’ortofrutta). In alternativa, possono essere confezionati sottovuoto in sacchetti di plastica. Poiché i germogli freschi e cotti possono essere destinati sia alla vendita al dettaglio sia alle attività di trasformazione, potranno essere confezionati tramite tecniche e con imballaggi differenti. Per i grandi quantitativi di germogli destinati alle attività di trasformazione si possono, ad esempio, utilizzare imballaggi quali scatole di cartone, di plastica o di polistirolo. Tutti gli imballaggi destinati alla vendita devono indicare, sul dorso o sul fondo, la data di confezionamento e quella di scadenza del prodotto. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 22 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La raccolta dei culmi I culmi raggiugono la loro altezza massima durante il primo anno di sviluppo. L’altezza media delle specie più coltivate nel nostro Paese varia dagli 8 ai 15 metri, il diametro del fusto – che è più largo alla base e via via sia assottiglia – va da 5 a 12 cm. Nonostante questo rapido sviluppo, ci vogliono molti anni prima di poter raccogliere i culmi per la produzione di legno e l’estrazione della fibra, perché è necessario attendere che siano maturi per la lavorazione. A seconda della specie e del tipo di lavorazione a cui è destinato il legname, per raccogliere i primi fusti sarà necessario attendere da 4 fino a 10 anni. Le canne di 4 anni, in particolare, possono essere utilizzate per produrre cippato; mentre il bambù destinato alla trasformazione in mobili, oggettistica, pavimentazioni ecc. deve aver raggiunto la completa maturità. Il peso di una canna a piena maturazione oscilla tra i 20 e 25 kg. Il taglio dei culmi è generalmente effettuato da settembre a febbraio, anche in più riprese. La raccolta dovrà preferibilmente essere eseguita con clima asciutto e luna calante o piena, nelle prime ore del mattino, quando l’attività della pianta è ridotta. I culmi vengono solitamente sezionati a una lunghezza di 4 metri circa, che è il taglio commerciale internazionale del bambù, in modo da velocizzare le procedure di vendita sul mercato. La raccolta può essere manuale o automatica, molto dipende dal tipo di terreno su cui sorge la coltivazione. Nel caso di un terreno in piano, la raccolta può avvenire utilizzando dei macchinari dedicati al disboscamento. Questi, tuttavia, sono molto costosi e ingombranti e necessitano di molto spazio tra un filare e l’altro. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 23 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Se i terreni sono scoscesi o presentano altre irregolarità, si rende invece necessario procedere con la raccolta manuale delle canne. Si può utilizzare un decespugliatore a lama che tagli le canne disponendole una sull’altra. Un secondo operatore seguirà il primo per creare i blocchi di canne da 4 metri. In alternativa si può utilizzare una motosega. In questo caso i tempi stimati dagli operatori del settore sono di circa un’ora ogni 8/10 culmi. Uno dei vantaggi del bambù è che, una volta che la canna ha raggiunto il suo colore marrone, il legno è considerato stagionato. L’azienda agricola non ha quindi bisogno di approntare un locale per la stagionatura della canne ma può rivenderle direttamente. Per garantire un prodotto di alta qualità, però, è necessario che lo stoccaggio segua alcune regole. Le canne andrebbero stoccate in un luogo ombreggiato, asciutto e ventilato. Nonostante la camera d’aria all’interno del culmo riesca a proteggerlo dall’umidità anche se stoccato a terra, è preferibile posizionare le canne su un ripiano a un’altezza dal pavimento di 20-30 cm e una distanza dalle pareti di 5-10 cm, con un sufficiente passaggio d’aria tra i culmi. Lo stoccaggio dei culmi dovrà essere fatto già nella pezzatura di vendita. I culmi potranno essere stoccati già legati insieme tramite corde o fascette in plastica, in base al quantitativo richiesto dal cliente. È importante non utilizzare contenitori chiusi per il trasporto e lo stoccaggio del bambù, in quanto sono un habitat perfetto per funghi e insetti. La cippatura del legno di bambù Dalla raccolta dei culmi di circa quattro anni è possibile ottenere un cippato di alta qualità, che può essere utilizzato per il riscaldamento civile e industriale. A questo scopo si possono utilizzare anche le foglie e, se sono necessarie operazioni di contenimento, anche i ceppi delle piante di bambù. La cippatura è il processo di riduzione dei materiali legnosi di vario tipo e forma in scaglie (chips) di piccole dimensioni. Una volta raccolte le canne e i rami del bambù destinati a diventare cippato queste andranno poste all’interno di uno strumento di taglio, a martelli o a coltelli, che è detto appunto cippatrice. La cippatura del bambù avverrà sul luogo di raccolta delle materie prime, avvalendosi di una cippatrice mobile. È importante, a questo scopo, che la coltivazione sia carrozzabile. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 24 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa In questo modo, il trattore può seguire la cippatrice direttamente sul luogo di caduta per essere caricato. La mobilità tutto terreno che possono garantire questi mezzi riduce di molto i costi e i tempi della lavorazione. Se il bambuseto non è carrozzabile sarà invece necessario allestire una piattaforma di cippatura, nei pressi dell’rea di stoccaggio dei culmi. Dato il peso limitato delle canne di bambù e degli scarti della lavorazione, la cippatrice può essere alimentata anche manualmente da un operatore. In alternativa, se il macchinario è di tipo industriale si può utilizzare una piccola gru, che può essere installata sulla cippatrice o avere una motrice separata. Una volta riempita, la cippatrice inizia il suo lavoro di riduzione in scaglie di piccole dimensioni dei materiali legnosi raccolti. Il materiale ottenuto può essere scaricato direttamente in un rimorchio agricolo, a terra o, se la produzione è molto consistente, utilizzando degli appositi container. Infine, si passa all’essiccazione e allo stoccaggio del cippato di bambù. Nella maggior parte dei casi sarà necessario effettuare l’essicazione di un prodotto fresco, caratterizzato da una componente idrica pari al 50-55%. In alternativa è possibile cippare le canne già secche e asciutte, con tenore di umidità compreso tra il 30 e il 35%. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 25 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa A seconda del prodotto e della conformazione del bambuseto è possibile provvedere all’essiccazione e maturazione attraverso due procedimenti alternativi: l’allestimento di cumuli di cippato all’aperto, con copertura mediante telo traspirante, o l’allestimento di cumuli di materiale sotto tettoie areate. Nell’allestimento in cumulo all’aperto con copertura mediante telo traspirante, il cippato fresco dovrà essere ricoperto con un apposito telo in grado di far traspirare l’umidità e, allo stesso tempo, di impedire la filtrazione dell’acqua piovana, mentre il cippato già stagionato potrà avere una copertura di comune telo in PVC per uso agricolo. Nel sistemare il telo, è importante ricordare che la superficie del cumulo della biomassa di bambù deve essere ben inclinata, per evitare l’accumulo e la permeazione dell’acqua piovana attraverso il telo. Inoltre, la superficie di asfalto o cemento su cui deve poggiare il cumulo non deve presentare concavità, ma dovrà essere inclinata quanto basta per permettere all’acqua piovana un rapido scorrimento. Il cippato posto al di sotto del telo inizia a fermentare, con un conseguente aumento della temperatura e l’evaporazione dell’acqua contenuta nel legno di bambù, fino alla completa maturazione. Poiché, in questa fase, lo sviluppo di temperature troppo elevate all’interno della catasta può provocare fenomeni di autocombustione, la dimensione del cumulo non dovrebbe superare i 5.000 metri cubi. Per quanto riguarda, invece, l’allestimento in cumuli sotto tettoie areate, il cippato – disposto anche in questo caso su una superficie impermeabile di cemento e/o asfalto – è protetto da una copertura localizzata fissa, in una zona soleggiata e ventilata. In questo modo il cumulo rimarrà asciutto sia in superficie sia nella parte a contatto con il terreno. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 26 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa A questo scopo si può utilizzare l’area con tettoia in cui sono stoccati i culmi da stagionare. I tempi necessari per la maturazione del cippato con questo allestimento variano a seconda della stagione di partenza e delle caratteristiche climatiche della zona. Poiché il legno di bambù è caratterizzato da un più basso livello di umidità, generalmente i tempi di maturazione sono compresi tra un minimo di qualche settimana e un massimo di quattro/cinque mesi. Il cippato prodotto può essere venduto direttamente in azienda, ma sono rari i casi in cui è il cliente ad attrezzarsi per ritirarlo. L’impresa dovrà quindi farsi carico della consegna presso i clienti, i distributori e gli impianti centralizzati. La consegna del cippato è, di solito, eseguita tramite camion o trattori con rimorchi ribaltabili o a pavimenti mobili. Quando si tratta di consegne a domicilio che vanno a servire impianti centralizzati, il metodo di consegna più semplice prevede lo scarico del prodotto, mediante ribaltamento, direttamente in un locale sotterraneo o seminterrato. Per la vendita di piccole quantità di cippato, invece, si possono utilizzare comode reti e sacchi in tessuto da 5, 10 o 15 kg. Il processo di cippatura offre innumerevoli vantaggi: anzitutto, consente di aumentare la superficie esposta del legno, accelerando la combustione e permettendo così al cippato di bruciare meglio di un normale tronchetto di legno. In secondo luogo, la cippatura valorizza i residui delle utilizzazioni del bambuseto e aumenta la resa ad ettaro, grazie al recupero di quel materiale che altrimenti non sarebbe sfruttato. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 27 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa La coltivazione in vaso Per un periodo iniziale o per sperimentare l’offerta di altri prodotti è possibile affiancare al bambuseto una coltivazione in vaso. A questo scopo si possono scegliere, ad esempio, varietà ornamentali nane o di medie dimensioni oppure varietà da germogli, in particolare se la zona in cui sorge il bambuseto è caratterizzata da un clima molto freddo. Il bambù in vaso può essere posizionato in una serra a tunnel, oppure all’aperto. La serra è indispensabile se si sceglie di coltivare bambù a partire dal seme. Generalmente, i culmi del bambù coltivato in vaso non dovrebbero superare l’altezza di 2 metri e il rinvaso è necessario ogni due anni, all’inizio della primavera. La grandezza massima del vaso potrebbe essere di 1 metro di profondità e 50 cm di diametro. Può trattarsi di un semplice vaso in plastica il cui volume va, a seconda della varietà, da un litro a più di 1.000 litri. Se si intraprende anche questo tipo di coltivazione, si deve tenere conto di due fattori di notevole importanza per la corretta crescita delle piante: il drenaggio e il tipo di substrato utilizzato. Il drenaggio è essenziale per evitare che la pianta di bambù muoia per asfissia, cosa che accade nel caso in cui il substrato resta per diversi giorni saturo d’acqua. Dunque, è fondamentale che il vaso sia dotato di uno o più fori per eliminare l’acqua in eccesso. Lo sfiato può essere facilitato anche dalla posa, sul fondo del vaso, di un letto di ghiaia ricoperto da un feltro da giardinaggio, che farà in modo che gli interstizi non si colmino d’acqua. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 28 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Anche il substrato dovrà facilitare il drenaggio, pur trattenendo l’umidità. Dunque, torba bionda o fibra di cocco possono costituire la base della miscela (in quantità del 40/60%), alla quale si potrà aggiungere un 10/20% di terriccio e una miscela composta da sabbia e corteccia di pino. Il tutto, quindi, potrà essere fertilizzato con un concime a lenta cessione di azoto. I fabbricati Per lo svolgimento di questa attività i fabbricati non sono indispensabili, ma possono facilitare lo stoccaggio di culmi e germogli e ospitare lo spaccio aziendale. Nel caso in cui si sia già in possesso di una azienda agricola e si disponga di una struttura in muratura inutilizzata, si potrà suddividere questa nei locali necessari. In alternativa, è possibile acquistare alcuni prefabbricati, tipo container o in legno, da adibire a seconda delle necessità. Può trattarsi anche solo di semplici box di pochi metri quadri, da posizionare all’interno o nelle vicinanze del bambuseto. Il dimensionamento dei fabbricati dovrebbe variare in base alla produzione e ai servizi offerti. In linea di massima nei fabbricati dovrebbero essere presenti i seguenti spazi: area coperta per lo stoccaggio; area per la cippatura; ricovero macchine e magazzino; spaccio aziendale; area ufficio e servizi igienici. Area coperta stoccaggio. I per lo culmi di bambù raccolti e pezzati a 4 metri possono stoccati, in essere attesa del trasporto e della vendita, in un capannone, anche privo di pareti provvisto laterali di tettoria. ma In alternativa, si può utilizzare un qualsiasi esistente, ad fabbricato esempio un fienile o un magazzino in disuso. Questo locale dovrebbe essere fresco e asciutto. Per evitare che le canne siano appoggiate a terra è possibile posizionare dei ripiani in legno, la cui ampiezza varia in base ai quantitativi prodotti. L’area di stoccaggio potrà ospitare anche i sacchi di cippato e, eventualmente, un tavolo di cernita per i germogli e il materiale necessario al loro confezionamento. È importante che questo spazio sia sfruttato al massimo, con un utilizzo degli spazi efficiente e con un arredo funzionale. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 29 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Area per la cippatura. In linea di massima la cippatura delle canne di bambù può avvenire all’aperto, ai margini della coltivazione. La soluzione più economica è quella di cippare direttamente nel bambuseto e utilizzare un rimorchio agricolo per trasportare il cippato da essiccare nel piazzale antistante l’area di stoccaggio. Se la coltivazione produce grandi quantità, per il deposito del cippato essiccato si possono utilizzare dei silos. I silos sono grosse costruzioni cilindriche, realizzate su diametri standard, con capacità di stoccaggio che vanno dai 3 ai 300 metri cubi. In alternativa ai silos è possibile acquistare o noleggiare rimorchi di tipo agricolo e/o container da 15/40 metri cubi da utilizzare come deposito. Ricovero macchine e magazzino. È il luogo di ricovero dei macchinari agricoli e delle attrezzature che servono alle diverse pratiche colturali. Le dimensioni ottimali del ricovero/magazzino dipendono dal numero e dalla tipologia di macchine e di attrezzi, che a loro volta dipendono dalla dimensione del bambuseto e dalle lavorazioni introdotte. Comunque sia, è importante che questo spazio sia sfruttato al massimo, con un utilizzo degli spazi efficiente e con un arredo funzionale. Se l’attività agricola svolge attività didattica, in particolare con i bambini, è importante che il magazzino degli attrezzi sia chiuso a chiave. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 30 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Spaccio aziendale. Per la vendita diretta di canne, cippato, germogli e altri eventuali prodotti è possibile allestire nei pressi della coltivazione un’area di vendita. Se si effettua la vendita diretta è indispensabile posizionare in quest’area un bancone dotato di registratore di cassa. Se si vendono anche prodotti alimentari e cosmetici al bambù si potranno esporre dotandosi di alcuni scaffali. Anche se non si tratta di un vero e proprio negozio, gli articoli dovranno essere posizionati in modo ben visibile, affinché i clienti riescano a prenderne visione, eventualmente anche senza l’aiuto del personale. Area ufficio e servizi igienici. Può essere utile allestire un piccolo ufficio nel quale occuparsi dei rapporti con fornitori e clienti e in generale della gestione dell’attività. Sono sufficienti una o più scrivanie, qualche sedia ergonomica, delle scaffalature e qualche armadietto. L’ufficio dovrà essere dotato di un telefono fisso, una segreteria telefonica, un fax, un computer e una stampante. In questa zona possono essere predisposti anche i servizi igienici a disposizione del personale, che devono rispettare le norme sanitarie previste dall’Azienda Sanitaria Locale. Devono quindi essere dotati di antibagno e ben arieggiati. Le macchine agricole e le attrezzature Prima di descrivere le attrezzature necessarie per un bambuseto va premesso che chi già possiede un’azienda agricola e sceglie di coltivare il bambù come ampliamento dell’attività e integrazione di reddito avrà già in dotazione molte delle attrezzature di seguito elencate. Solo chi avvia l’attività ex-novo dovrà acquistare tutti i macchinari e gli attrezzi necessari. Poiché alcune attrezzature sono costose, per limitare l’investimento di avvio è possibile acquistarle usate. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 31 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Macchine e attrezzature agricole per la coltivazione trattore; rimorchio agricolo; fresa o vangatrice; macchina automatica per il trapianto; attrezzi per la potatura; coltelli per la raccolta dei germogli; motosega; decespugliatore a lama; cippatrice; Attrezzature e arredi fabbricati insegna e cartelli; impianto di illuminazione; tavoli da lavoro; imballaggi e confezioni; arredo magazzino; arredo spaccio aziendale; automezzo; arredo ufficio; telefoni cellulari; telefono fisso e segreteria telefonica; computer; software; stampanti; altre attrezzature informatiche. Macchine e attrezzature agricole per la coltivazione Trattore. Il trattore si utilizza nello svolgimento delle varie fasi di preparazione del terreno su cui impiantare il bambuseto, per le concimazioni, per le operazioni di trasporto della materia prima raccolta e del cippato di bambù ecc. I trattori agricoli professionali di ultima generazione, macchine molto potenti ma anche estremamente leggere, sono in grado di muoversi con abilità su ogni tipo di terreno e di svolgere allo stesso tempo pesanti operazioni di traino ma anche precisi lavori con il sollevatore. L’ergonomia d’avanguardia di questi trattori consente una guida non lontana a quella di una buona auto fuoristrada, con il sedile regolabile, il volante telescopico, lo sterzo idrostatico, la piattaforma integrale. Hanno in dotazione moderni dispositivi di sicurezza e possono essere già equipaggiati con i principali attrezzi da lavoro, come ad esempio frese e vanghe. Per fare un esempio di modello, il motore a 6 cilindri, con 24 valvole, turbocompressore e iniezione Common Rail, permette una notevole flessibilità di impiego. I propulsori sono supportati da un robusto telaio in ghisa, che contribuisce a isolare la cabina da vibrazioni e rumore. La trasmissione prevede 4 marce sotto carico e il cambio è Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 32 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa gestito elettronicamente tramite pulsanti sul joystick multifunzione; è anche disponibile la funzione di cambio automatico, particolarmente utile per il trasporto su strada. La gestione elettronica dell’innesto garantisce un avvio graduale degli attrezzi del trattore, a vantaggio del comfort del guidatore e della buona manutenzione della trattrice e degli attrezzi. Il circuito idraulico a centro chiuso dispone di una pompa con una portata variabile a seconda dei modelli. Il sollevatore posteriore elettronico garantisce una capacità di sollevamento fino a 9.000 kg con il sensore di sforzo sui tiranti inferiori; è disponibile anche un sensore radar per le lavorazioni più impegnative. Su richiesta, è possibile dotare questi trattori anche di un sollevatore anteriore. Rimorchio agricolo. Un rimorchio agricolo è utile in molte fasi di lavorazione del bambuseto: per trasportare i cloni da trapiantare, per lo spostamento di macchinari e attrezzature, per trasportare le canne raccolte e il cippato ecc. Esiste una vasta gamma di rimorchi agricoli di dimensioni e portate varie, in funzione delle proprie esigenze e del dimensionamento dell’attività. Per un bambuseto è anche possibile acquisire un particolare rimorchio adattato al trasporto delle canne. Esso è, infatti, dotato di una struttura centrale dalla quale partono, su entrambi i lati, una serie di sostegni cilindrici posti obliquamente su più livelli. Su di essi, si incolonnano i culmi di bambù, che, grazie all’inclinazione dei sostegni, non hanno bisogno di essere legati né ancorati e possono essere trasportati in totale sicurezza e praticità. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 33 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Fresa o vangatrice. La fresa serve per lo sminuzzamento delle zolle nella preparazione del terreno per l’impianto e per la pulizia del terreno. Nella fresa l’organo lavoratore è formato da un rotore ad asse orizzontale al quale sono collegate le zappette che provvedono alla lavorazione del terreno. Le zappette possono avere diverse forme, a seconda del terreno da lavorare. In alternativa alla fresa è possibile dotarsi di una vangatrice. La vangatrice è una macchina agricola destinata al dissodamento del terreno. Funziona secondo lo stesso principio della vanga manuale, ed effettua cioè il rovesciamento completo della zolla di terreno. Viene portata posteriormente o anteriormente dal trattore e riceve il moto dalla presa di potenza. Poiché la gestione di un bambuseto prevede un’unica, preliminare fresatura del terreno, da effettuare prima del trapianto delle piantine, per contenere l’investimento è possibile noleggiarla o affidare l’operazione a contoterzisti. Attrezzature per il trapianto. L’impianto delle piantine di bambù avviene generalmente a mano. Tuttavia, nei bambuseti che coprono grandi estensioni, può rendersi necessario velocizzare le operazioni utilizzando una trapiantatrice semiautomatica adattata alla coltivazione del bambù. La fa da pioniere, in questo senso, l’imprenditore agricolo di San Michele al Tagliamento, titolare del bambuseto più grande d’Italia (ben 37 ettari). Per quest’impianto si è utilizzata una trapiantatrice trainata da trattore, dotata di pannelli posti all’interno di guide di caricamento entro i quali posizionare le piantine. Questo macchinario è in grado di estrarre automaticamente gli alveoli mediante espulsori e afferrare le piante tramite pinze mobili, che provvedono a depositarle automaticamente nel solco di terra. La distanza tra le interfila, così come quella sulle fila, è regolabile. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 34 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Presumibilmente questo macchinario sarà brevettato e reso disponibile anche agli altri coltivatori di bambù. Per il momento, questo imprenditore si mette a disposizione per trapiantare conto terzi nella provincia di Venezia e zone limitrofe. In alternativa, è possibile realizzare un proprio prototipo a partire da una trapiantatrice semi automatica per ortaggi. Queste attrezzature, in genere, consentono all’operatore di lavorare restando in piedi e sveltiscono sensibilmente le operazioni di impianto. Attrezzi per la potatura. Per la rimozione dei rami dal tronco vengono solitamente utilizzate una sega manuale o un machete. La sega a dorso è utilizzata per i rami più grossi. È caratterizzata da una lama a forma rettangolare, molto sottile e con il bordo inferiore seghettato. Viene detta a dorso poiché, sul lato superiore, presenta un profilo d’acciaio a U che la rende rigida e consente di tagliare con precisione. Un’altra tipologia di sega manuale è il seghetto, più indicato per i piccoli tagli, dotato di una lama a forma trapezoidale dentata sul lato inferiore e comodo manico in gomma. Il seghetto può essere integrato con una comoda asta telescopica, per arrivare con praticità anche ai rami più alti. Il machete, infine, è ottimo per tagliare, con un solo colpo netto, i rami più sottili. È dotato di una impugnatura metallica e una lama non seghettata lunga dai 32,5 ai 60 cm e spessa fino a 3 mm. Ha una caratteristica forma più stretta alla base, vicino all’impugnatura, e più larga sulla punta; inoltre, è leggermente ricurva verso l’alto. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 35 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Motosega. Per tagliare ed abbattere i culmi di bambù, per segare i rami e per effettuare legname, la si può pezzatura del utilizzare una motosega. Questa è dotata di un gruppo motore, un organo di taglio e una comoda e sicura impugnatura. Il motore, a due tempi e monocilindrico, è racchiuso in un carter e collegato da un tubo di scarico al contiene silenziatore. anche il Il carter serbatoio di carburante – una miscela di benzina e olio – e di lubrificante per l’organo di taglio. All’esterno del carter, una manopola di avviamento con una corda auto avvolgente permette di accendere la motosega. Tramite un pignone, il moto viene trasmesso dall’albero taglio. motore Questo a all’organo di sua è volta composto da una barra di guida su cui scorre una catena costituita da maglie di guida, maglie di collegamento e maglie di taglio, unite tra loro tramite rivetti. Infine, le motoseghe hanno un’impugnatura anteriore e una posteriore che consentono di sostenere agevolmente tutto il corpo dell’attrezzo e lavorare in completa sicurezza, grazie alle protezioni. Sull’impugnatura posteriore sono posizionati l’interruttore di avviamento e arresto, un dispositivo di avviamento a freddo – o starter – e un grilletto acceleratore che consente il bloccaggio di sicurezza della motosega ed evita azionamenti involontari. Generalmente, le motoseghe utilizzate per il taglio del legno hanno una cilindrata compresa tra i 40 e i 65 cm cubi, una potenza di 2-5 kW e una barra lunga tra i 40 e i 50 cm. Decespugliatore a lama. Al posto della motosega, per le canne di dimensioni più ridotte, è possibile utilizzare un decespugliatore elettrico a lama, dotato di una tagliente lama a quattro denti realizzata in acciaio che, ruotando, genera un flusso d’aria verso il basso e consente di lavorare ad una altezza dal terreno di 2-3 cm. L’asta, dotata di un’impugnatura regolabile, consente all’operatore di svolgere il lavoro in totale sicurezza e comodità, mentre il motore elettrico da 1.200 W è dotato di un sistema intelligente della calibrazione della potenza, che regola automaticamente il numero di giri in base allo sforzo di taglio. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 36 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Cippatrice. La cippatrice è costituita da un robusto telaio sul quale è montato un organo di taglio. Nel caso si scelga di produrre cippato di bambù è preferibile dotarsi di una cippatrice mobile. Si tratta di un macchinario semovente o automovente, che consente di raggiungere direttamente il luogo di raccolta dei materiali legnosi da cippare. Le più comuni cippatrici mobili sono provviste di motore diesel con raffreddamento ad aria o ad acqua, carrellabili per il traino da parte di un trattore. Oggi sul mercato esistono diversi modelli di cippatrici, che differiscono tra loro per capacità produttiva oraria in termini di cippato che riescono a produrre (dai 12 fino anche a 180 metri cubi l’ora), per le dimensioni dei materiali legnosi che sono in grado di triturare, per le caratteristiche del cippato ottenibile e per le caratteristiche dell’organo di taglio. In base al tipo di organo di taglio si distingue tra cippatrici a disco, cippatrici a tamburo e cippatrici a vite senza fine. Nelle cippatrici a disco l’organo tagliente è costituito da un pesante volano in acciaio su cui sono montati da 2 a 4 coltelli in posizione radiale. Il disco ha un diametro minimo di 80 centimetri e ruota attorno a un asse orizzontale, o inclinato di 40-45°. Vicino ai coltelli, il disco presenta delle piccole fessure attraverso le quali passa il materiale tagliato. Le dimensioni delle chips possono essere variate regolando manualmente la sporgenza dei coltelli. La materia prima legnosa, introdotta manualmente, arriva alle lame in posizione obliqua e, quindi, tagliata a becco di flauto. Poi, il materiale triturato viene espulso attraverso il convogliatore di scarico, dotato di deflettore orientabile che permette di direzionarne il flusso a terra, o verso un contenitore. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 37 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Le cippatrici a disco possono essere azionate sia idraulicamente, sia con motore autonomo a benzina, diesel, oppure elettrico. Nelle cippatrici a tamburo l’organo di taglio è, invece, costituito da un cilindro che ruota attorno al proprio asse longitudinale, posto a sua volta su un piano orizzontale. I coltelli, da 1 a 4, sono montati sulla superficie esterna del cilindro. Variando la loro sporgenza, si regola la dimensione delle chips prodotte. Il diametro minimo del tamburo è compreso tra i 30 centimetri – nelle cippatrici più piccole – e 100-150 centimetri – nei modelli più grandi. Nel momento in cui si desidera variare la pezzatura del cippato, è sufficiente sostituire la griglia di vaglio del materiale. Anche le cippatrici a tamburo, come quelle a disco, possono essere azionate idraulicamente, con motore autonomo a benzina o diesel oppure elettricamente. Infine, nelle cippatrici a vite senza fine l’organo di taglio è costituito da una spirale che ruota attorno a un asse orizzontale. Questa non è regolabile, motivo per cui con questa tipologia di cippatrice non è possibile variare la grandezza delle chips, che in genere sono lunghe dai 50 agli 80 mm. L’espulsione del cippato avviene grazie a una ventola posta dietro l’organo di taglio, che soffia il materiale attraverso un collo d’oca. Attrezzature e arredi fabbricati Insegna e cartelli. La scelta dell’insegna è molto importante, perché permette ai potenziali clienti di identificare e riconoscere il bambuseto a distanza impressione e trasmette generale una prima dell’attività. Trattandosi di un’attività ancora poco diffusa a livello nazionale, il bambuseto ha bisogno di farsi conoscere e riconoscere dalla clientela. L’immagine scelta per l’insegna deve dunque rispecchiare, attraverso un logo curato e ben riconoscibile, la particolarità dell’attività e le sue caratteristiche. Esistono diversi tipi di insegna, di forme e colori diversi, ma data la natura agricola dell’attività si potrebbe puntare su decorazioni in stile rustico o su un’insegna in legno o ferro battuto fatta a mano. Può valere la pena di scegliere un’insegna luminosa esclusivamente se il bambuseto è situato a bordo strada o se è visibile dalle auto che transitano in autostrada o strada provinciale. Per promuovere la vendita diretta presso la coltivazione, poiché questa si troverà presumibilmente in una zona extra-urbana, si possono installare anche una serie di cartelli segnaletici che conducano alla strada di accesso. In questo modo, si renderà più visibile la propria attività e si consentirà ai clienti di raggiungerla con maggiore facilità. Impianto di illuminazione. Ci si riferisce in questa sede ai sistemi d’illuminazione interna dei fabbricati dell’azienda agricola e esterna del bambuseto. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 38 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Nel primo caso, se si vendono anche prodotti alimentari e cosmetici a base di bambù, l’area che necessita di più accortezze è lo spaccio aziendale, per rendere l’ambiente più piacevole e funzionale. È necessario quindi predisporre un impianto che permetta una corretta e sana visibilità, evitando la penombra o le luci accecanti e mettendo in risalto l’assortimento di prodotti in vendita. I negozi ricorrono spesso ad una illuminazione intensa e chiara, ottenuta per mezzo di fari al neon o agli ioduri metallici che garantiscono una buona resa di colori. Questi possono essere da incasso, “regista” o collocati all’interno di lampadari o, in alcuni casi, all’interno delle strutture espositive. Per un maggior risparmio energetico, è possibile anche ricorrere, anche in questo locale, ad una illuminazione a LED. Per quanto riguarda l’esterno, non si tratta di un’illuminazione funzionale dato che, di norma, il bambuseto non richiede attività colturali da svolgersi in notturna. Se questo si configura come giardino atto a ospitare visite guidate, eventualmente serali, può comunque rivelarsi proficuo allestire lungo sentieri e percorsi lampioni e lampade, in grado di creare atmosfera e valorizzare un ambiente già molto suggestivo. Tavoli da lavoro. Possono essere utili per mondare e imballare i germogli e per tagliare le canne nei formati previsti dai trasformatori. A seconda del loro utilizzo, i tavoli potranno avere dimensioni differenti ed essere realizzati in acciaio inox o legno. Nel caso della manipolazione della materia prima alimentare, il piano dei tavoli deve essere liscio, cioè privo di scanalature che potrebbero incanalare fastidiosi residui di materia prima, ampio e, eventualmente, carrellato, per facilitarne lo spostamento. Per la riduzione delle canne, invece, può bastare un piano d’appoggio molto resistente. Imballaggi e confezioni. I prodotti andranno imballati in maniera differente a seconda della tipologia. Di seguito descriviamo brevemente le principali tipologie di contenitori, imballaggi e confezioni che si possono utilizzare per la raccolta e il confezionamento dei vari prodotti del bambuseto. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 39 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Cassoni e ceste. Di varie dimensioni e forme, sono utilizzati per il trasporto dei germogli e delle foglie raccolte dal bambuseto ai locali per la cernita e mondatura o per i trasporti successivi. I cassoni sono in plastica dura, mentre le ceste sono realizzate in vimini, rattan, giunco o midollo. Sacchi. Per lo stoccaggio e la vendita all’ingrosso delle foglie essiccate, ma anche per il cippato, si possono utilizzare dei sacchi. Questi possono avere capienza da 5 a 15 kg e possono essere in plastica, in rete o in tessuto. Sacchetti di plastica e confezioni flow pack. Per conservare e vendere i germogli è possibile imballarli in appositi sacchetti in plastica dotati di cerniera per la chiusura ermetica. Una tipologia di confezione particolarmente utilizzata è quella definita flow pack in cui un film plastico avvolge interamente il prodotto. Si tratta di una confezione in grado di garantire elevata ermeticità, poiché la testa e la coda della confezione sono saldate quando il prodotto è già all’interno della plastica. Arredo magazzino. Se si ha a disposizione un locale dove riporre gli attrezzi, i prodotti di consumo e gli imballaggi, è pratico allestirlo con scaffali e ripiani robusti, realizzati in metallo o legno. Arredo spaccio aziendale. Se si vendono prodotti alimentari e cosmetici al bambù, per allestire un piccolo spaccio sono sufficienti un bancone per il registratore di cassa e alcune scaffalature per esporre i prodotti in vendita. A seconda dell’immagine e dello stile che si intende conferire allo spaccio, gli arredi possono essere di diversi materiali. Data la natura del bambuseto è da preferire il legno o il ferro battuto, ma, trattandosi di un’attività innovativa nel nostro Paese, si possono utilizzare anche moderne strutture in materiale plastico (noto con il nome commerciale di perspex o plexiglass), alluminio ecc. Anche forme e dimensioni possono essere molto varie. Automezzo. trasporto Un può mezzo di sicuramente essere utile per consegnare i prodotti ai trasformatori e ai clienti finali. Vista la tipologia di prodotti, è importante scegliere un mezzo che consenta il trasporto anche di carichi consistenti, può trattarsi ad esempio di un furgone telonato. Per limitare l’investimento, è possibile acquistare un mezzo usato. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 40 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Arredo ufficio. Sono sufficienti una o più scrivanie, qualche sedia ergonomica, delle scaffalature e qualche armadietto. Telefoni cellulari. Un telefono cellulare aziendale è utile per essere reperibili ovunque e in ogni momento. Esiste una vasta gamma di modelli e marche tra cui scegliere il proprio telefono cellulare o smartphone, anche in funzione di quanto si è disposti a spendere e delle funzionalità desiderate e che sono più utili alla gestione del lavoro. Telefono fisso e segreteria telefonica. È consigliabile avere una linea e una segreteria telefonica, soprattutto per i contatti con rappresentanti, fornitori, banche e altri interlocutori nei momenti in cui il personale è impegnato e non può rispondere al telefono. La segreteria inoltre è utile per informare i clienti sull’orario in cui l’area di vendita è aperta e per lasciare eventuali messaggi nelle ore di chiusura. Computer. Si utilizza per la gestione della contabilità, per fare gli ordini ai fornitori, per creare volantini e vario materiale informativo da distribuire ai clienti potenziali, per gestire l’eventuale sito internet e i social ecc. Per l’acquisto non c’è che l’imbarazzo della scelta tra decine di modelli e tipi. Per un’attività come quella considerata, non è necessario utilizzare computer particolarmente sofisticati. Software. Per una corretta gestione dell’attività e per tenere la contabilità, sarà sufficiente disporre di: - un programma che utilizzi fogli elettronici, come, per esempio, Excel per fare le operazioni minime di contabilità; - un programma di videoscrittura, come per esempio Word per Windows; - un programma per archivi che consenta di registrare e di gestire le schede dei clienti. Si può acquistare, ad esempio, Access. Stampanti. Considerato l’abbassamento dei costi che, in questi ultimi anni, ha caratterizzato le stampanti laser, è consigliabile acquistarne una che consenta di ottenere stampe di qualità in bianco e nero e a colori. La stampante può essere utilizzata anche per produrre materiale pubblicitario di buona qualità, ad esempio semplici volantini con l’elenco dei prodotti in vendita e dei servizi offerti. A seconda dell’utilizzo effettivo si può prevedere anche l’acquisto di un modello multifunzione dotato di fax e scanner. Il fax può essere utile per dare la possibilità ai clienti, soprattutto nel caso delle attività di trasformazione della materia prima, di ordinare i prodotti via fax. Altre attrezzature informatiche. Per altre attrezzature informatiche si possono intendere: memorie esterne, chiavette USB, microfoni, auricolari, casse audio, webcam ecc. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 41 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Le mansioni Il personale necessario alla gestione di un bambuseto varia in relazione alla dimensione e all’organizzazione dell’attività, alla gamma dei servizi e dei prodotti offerti e alla suddivisione delle mansioni. Nella maggior parte dei casi il bambuseto è avviato in modo graduale, e sono comunque necessari diversi anni prima di avere i primi prodotti vendibili. Di conseguenza, il lavoro nei primi anni è limitato e la gestione può essere completamente svolta dal titolare. È inoltre possibile che chi avvia la coltivazione di bambù sia già titolare di un’azienda agricola, e possa quindi contare su personale già qualificato e in grado di svolgere le varie mansioni, sia nelle fasi iniziali di impianto che per gli anni a seguire. Quando il bambuseto inizierà a produrre (a seconda dei prodotti, dal quarto anno in avanti), il lavoro aumenterà. Oltre al personale interno (titolare, soci o coadiuvanti familiari), possono essere necessari alcuni operatori saltuari che aiutino nelle fasi della raccolta, del confezionamento, delle consegne e in generale nei momenti in cui si concentra la maggior parte del lavoro. Ciò premesso, le mansioni, che dovranno essere organizzate al meglio e distribuite, nei diversi periodi dell’anno, sulla base del personale a disposizione, possono essere: coltivazione del bambù; gestione dell’attività; raccolta e confezionamento; vendita e consegne; attività di consulenza/workshop. Coltivazione del bambù. Trattandosi di un’attività agricola, sarà il titolare a svolgere in misura prevalente le lavorazioni necessarie per la gestione del bambuseto. Egli dovrà avere le competenze necessarie per lavorare e preparare il terreno, dovrà essere a conoscenza delle caratteristiche botaniche e delle esigenze della specie di bambù coltivata, del suo ciclo vegetativo, delle tecniche di trapianto, delle pratiche di concimazione più appropriate ecc. Se si tratta di un agricoltore, potrà specializzarsi nella coltivazione di bambù seguendo organizzati i corsi dai di consorzi formazione e dalle associazioni di categoria o informandosi presso altri eventuali bambuseti della zona. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 42 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Queste fonti potranno illustrargli i metodi di coltivazione da adottare in relazione alla tipologia del terreno e al clima dell’area entro la quale si vuole avviare l’attività, le varietà più appropriate in base al fine per il quale il bambù viene coltivato e i periodi più adatti per il trapianto e la raccolta di legno e germogli. Nelle fasi di trapianto e raccolta, quando si rende necessaria una manodopera più intensa, il titolare potrà essere aiutato da uno o più collaboratori – in genere familiari nel caso di impresa familiare. Gestione dell’attività. La gestione di un bambuseto nella sua parte imprenditoriale è un ruolo solitamente rivestito dal titolare. Stiamo parlando di tutte quelle mansioni non strettamente “tecniche”, ma fondamentali per la gestione e la buona riuscita dell’attività, che diventano sempre più importanti con l’ampliarsi delle superfici coltivate e del volume d’affari. Si tratta, quindi, di promuovere i prodotti sul mercato locale, attraverso le azioni più efficaci per trovare sempre nuovi clienti e fidelizzare quelli acquisiti, di gestire il rapporto con i fornitori, di occuparsi delle norme igieniche e di sicurezza da rispettare e in generale della burocrazia, di decidere quali prodotti e servizi offrire, di controllare l’andamento generale dell’attività, di tenere la contabilità dell’azienda, di mantenere i contatti con le banche, il commercialista, gli eventuali consorzi, di coordinare il lavoro dei collaboratori. Per svolgere correttamente queste mansioni è molto importante essere predisposti ai rapporti interpersonali e al contatto diretto con i clienti. In particolare se si vende, oltre che al consumatore finale, anche alle attività di trasformazione o se si organizzano visite guidate. Raccolta e confezionamento. Come per la maggior parte delle attività agricole, una richiede maggiore delle operazioni che disponibilità di tempo e di personale è la raccolta. Nel caso di una coltivazione di bambù che produce sia i germogli che le canne è positivo il fatto che le due raccolte avvenendo primavera non si una e sovrappongano, principalmente l’altra in autunno in e inverno. In ogni caso, se il bambuseto è molto esteso può essere necessario avvalersi di personale supplementare. I germogli possono essere raccolti manualmente anche da operatori che non hanno particolare esperienza nella pratica agricola; è un lavoro duro, ma che può essere adatto ai collaboratori familiari dell’imprenditore. Lo stesso vale per il confezionamento. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 43 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Nel caso delle canne, invece, l’operazione è più complessa e, se è effettuata con il decespugliatore, sarà necessario utilizzare due operatori per volta. Anche l’utilizzo della motosega, tuttavia, può porre delle problematiche; è quindi preferibile affidare l’operazione a personale esperto. Lo stoccaggio delle canne, infine, non prevede particolari complessità e può essere svolto dal titolare coadiuvato da alcuni collaboratori. Vendita e consegne. Per quanto riguarda la vendita alle attività di trasformazione, il titolare potrà accordarsi direttamente con i responsabili di queste e definire le modalità di consegna, i prezzi e gli imballaggi. Si potrà organizzare un sistema di ritiro della materia prima in azienda oppure occuparsi delle consegne al cliente. Per quanto riguarda la vendita diretta in azienda, è possibile scegliere se aprire lo spaccio solo quando arrivano clienti, facendo in modo di essere avvisati tramite un campanello/citofono/telefono, se vendere in orari e giorni prestabiliti o se servire il cliente in orari più lunghi o in qualsiasi momento della giornata. Chi si occupa della vendita si occupa anche di rifornire gli scaffali in cui sono esposti i prodotti, di tenere in ordine il locale ecc. Non sono necessarie particolari competenze, fatta salva la conoscenza dei prodotti in vendita e le necessarie cortesia e disponibilità. Attività di consulenza/workshop. È una mansione da svolgere nel caso in cui si decida di organizzare visite didattiche e ricreative al fine di far conoscere il proprio bambuseto e consulenze ad altri agricoltori per aiutarli nell’avvio di una nuova coltivazione di bambù. Anche se non esistono titoli di studio o autenticazioni che attestino la competenza e l’esperienza nella coltivazione di questa pianta, fare parte di un consorzio di produttori o essere produttori certificati rappresenta un’attestazione di competenza credibile e spendibile. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 44 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa I consorzi Il ruolo dei consorzi è decisivo per lo sviluppo e il corretto funzionamento della maggior parte delle filiere agricole, in particolare di quelle che propongono prodotti di eccellenza, che seguono disciplinari complessi e si certificano con gli organismi di controllo nazionali ed europei. In Italia, un esempio di filiera diretta da consorzi territoriali molto competenti e attivi è lo zafferano, che ha conosciuto una repentina e sorprendente crescita nel 2014, rilanciando un prodotto della nostra tradizione anche all’estero. Anche nel settore del bambù, ancora in fase embrionale, il ruolo dei consorzi sarà probabilmente decisivo. In particolare, nell’ottica della costruzione di impianti di lavorazione del legno e della fibra che rendano il prodotto finito tecnologicamente e economicamente competitivo con i prodotti di importazione. È quindi indispensabile, per chi sceglie di operare in questo settore, conoscere direttamente i consorzi già attivi, le loro politiche e le azioni intraprese per un concreto sviluppo della filiera nel suo complesso. A livello nazionale, l’associazione più radicata è Consorzio Bambù Italia che si occupa di fornire piante di bambù gigante selezionate e certificate ai neo coltivatori (la specie è Phyllostachys Edulis o Moso). Queste sono registrate e commercializzate con la dicitura Onlymoso. Consorzio Bambù Italia propone un’affiliazione che garantisce ai produttori di bambù associati il ritiro della produzione di germogli e canne al miglior prezzo di mercato, una volta che il legno ha raggiunto il grado di maturità ideale alle lavorazioni. A fronte di un investimento iniziale dell’agricoltore, che acquista le piante di Moso direttamente dal consorzio, quest’ultimo si impegna a seguirne tutta la filiera produttiva, dal ritiro alla lavorazione e la vendita sul mercato italiano e su quelli esteri con lo scopo di abbattere i costi e creare un mercato per questo prodotto. Al momento, i prodotti Onlymoso disponibili anche online sono il carbone vegetale e una bevanda a base di foglie di bambù. I germogli delle coltivazioni affiliate saranno disponibili a partire dal 2017/2018. Per favorire l’investimento iniziale, il consorzio assiste gli affiliati nella stipula delle convenzioni con gli istituti di credito. Onlymoso, infine, assiste i propri associati nella coltivazione e cura dei bambuseti attraverso i propri consulenti e si propone di promuovere e valorizzare il bambù italiano presso le varie filiere commerciali (alimentare, cosmetica, del legno, della carta, energetica, tessile, delle costruzioni ecc.) in Italia e all’estero. Una realtà differente che è utile considerare in questo contesto è Madake Italian Network, nato allo scopo di promuovere la filiera nazionale del bambù Phyllostachys Bambusoides (Madake) e rivolto non solo ai produttori, ma anche a trasformatori e rivenditori. Madake Italian Network non è una vera e propria associazione, ma un network che non prevede adesioni a pagamento, né quote sociali o altre forme di contributo. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 45 Come organizzare l’attività Kit Creaimpresa Al contrario, l’impegno degli aderenti è quello di mettere a disposizione del coordinamento la propria esperienza e competenza, nonché, naturalmente, la materia prima per sviluppare un know-how scientifico di questa coltura e sperimentare lavorazioni economiche e sostenibili. Madake Italian Network si propone di coordinare coltivatori e imprenditori che restano del tutto liberi, ma condividono la gestione della materia prima con l’obiettivo di promuovere e diffondere il bambù prodotto in Italia come reale alternativa sostenibile alla legna boschiva. In questo caso, gli organizzatori non hanno alcun ritorno economico dalla rete. Qualunque imprenditore può aderire a questo progetto in maniera completamente gratuita, mettendo a disposizione anche solo 100 mq di bambuseto. Lo sviluppo del settore nel suo complesso e di questi consorzi è ancora in fase iniziale. Solo quando la coltivazione del bambù avrà raggiunto numeri soddisfacenti sarà possibile testare la validità delle diverse formule e ciascun agricoltore potrà valutare quella che più si adatta alle sue possibilità e capacità. Per il momento, infatti, il lungo periodo che la coltivazione impiega ad entrare a regime complica i rapporti tra i coltivatori e i consorzi che si offrono di ritirare la produzione. L’impossibilità di testare concretamente l’operato dei consorzi nazionali (che al momento sono ancora in attesa che le coltivazioni dei loro affiliati diventino produttive) ha contribuito allo sviluppo di una seconda filiera, in questo caso corta, che unisca direttamente il coltivatore al consumatore interessato a prodotti disponibili nel medio periodo, come i germogli alimentari e il cippato di bambù. È possibile, in linea generale, lo sviluppo di realtà ibride, che vendono al consumatore germogli e cippato e che si accordano con i consorzi per la gestione della produzione da legno e fibra. Tutti i diritti riservati. È vietato qualsiasi utilizzo o riproduzione del presente contenuto in qualsiasi forma senza autorizzazione scritta di Genesis s.r.l. 46