Vocabolario il ustrato 2 2011 YLghD2LJfKyPRMIz1VoeDSX5lUMbMLfbkbw/UiPyP0QKCJTtXORrpw== 2ª EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA .OLTRE 760 VOCI, 26 TAVOLE ILLUSTRATE, 116 FOTO, 26 DISEGNI . I TERMINI SONO INERENTI ALLE SEGUENTI RUBRICHE DI VITA IN CAMPAGNA: GIARDINO, ORTO, FRUTTETO, CAMPO, VIGNETO E CANTINA, BOSCO, PICCOLI ALLEVAMENTI, APICOLTURA, PICCOLA MECCANIZZAZIONE SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2011 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. Vocabolario illustrato dei termini difficili Vocabolario il ustrato 2 2011 2ª EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA a cura di Autori vari L .OLTRE 760 VOCI, 26 TAVOLE ILLUSTRATE, 116 FOTO, 26 DISEGNI . I TERMINI SONO INERENTI ALLE SEGUENTI RUBRICHE DI VITA IN CAMPAGNA: GIARDINO, ORTO, FRUTTETO, CAMPO, VIGNETO E CANTINA, BOSCO, PICCOLI ALLEVAMENTI, APICOLTURA, PICCOLA MECCANIZZAZIONE SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2011 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. Apiscampo, brindillo, orecchiette di topo, pronubo, scacchiatura, taglio di ritorno... Tante volte leggendo Vita in Campagna e trovando una parola un po’ difficile forse avete fatto fatica a interpretare le istruzioni pratiche che il mensile vuol fornire. Nasce da qui l’idea di un vocabolario fatto su misura per voi grazie allo sforzo dei Collaboratori della rivista. a seconda edizione riveduta e aggiornata del «Vocabolario illustrato dei termini difficili» esce a distanza di 12 anni dalla prima del 1999 con lo scopo di aiutare i lettori a comprendere quei termini tecnici o difficili che talvolta i nostri Collaboratori si trovano nella necessità di utilizzare e che non rientrano tra quelli di uso comune per molti nostri lettori. Ed ecco qui il vostro illustratissimo vocabolario (con 116 fotografie, 26 disegni e 26 tavole), studiato appositamente per voi lettori. Il vocabolario non ha pretese di completezza, non si propone di dare la definizione delle tante parole difficili che ricorrono sulla carta stampata in generale, ma intende chiarire il significato di alcune parole appartenenti al linguaggio tecnico utilizzato da Vita in Campagna. E tutti i Collaboratori, che ringraziamo per la fattiva partecipazione alla stesura delle definizioni, sono stati invitati a non avvalersi d’ora in poi, nello scrivere i loro testi, di termini difficili al di fuori di quelli elencati nelle pagine che seguono. Riservate quindi un posto fisso della vostra biblioteca a questo vocabolario realizzato, lo diciamo ancora una volta, specificatamente per voi e che costituisce la chiave per chiarire le incertezze e facilitare la piena comprensione dei testi. Foto: © photogl - www.fotolia.it Rielaborazione grafica: Mauro Fianco VITA IN CAMPAGNA Mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADS) Fondato da Alberto Rizzotti Direttore Responsabile: Giorgio Vincenzi Redazione: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran, Alberto Locatelli Indirizzo: Via Bencivenga/Biondani, 16 37133 Verona Tel. 045 8057511 - Fax 045 8009240 E-mail: [email protected] Internet: www.vitaincampagna.it Editore: Edizioni L’Informatore Agrario srl Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona Presidente: Elena Rizzotti Presidente onorario: Alberto Rizzotti Amministratore delegato: Giuseppe Reali Direttore commerciale: Luciano Grilli Abbonamenti: C. 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Unione Stampa Periodica Italiana Vita in Campagna non è in vendita nelle edicole, viene inviata solo su abbonamento Questa Guida esce come supplemento del mensile «Vita in Campagna» n. 2/2011 La tiratura del presente numero è stata di 90.800 copie Vocabolario illustrato dei termini difficili utilizzati su Vita in Campagna A Abbruciamento: uso del fuoco per ripulire il terreno dalle ramaglie dopo il taglio di un bosco. Questa pratica è soggetta a limitazioni di legge per i pericoli di incendio e di inquinamento atmosferico che può provocare. Abiotico: contrario di biotico (vedi), si dice di ogni fattore di natura fisico-chimica (temperatura, umidità, salinità del terreno, eccetera) che può influenzare la vegetazione e la produzione delle piante. Acaro (1): organismo di piccole dimensioni (in genere la lunghezza non supera il mezzo millimetro) con corpo costituito da un solo pezzo non suddiviso in segmenti, portante a una estremità l’apparato boccale. Gli acari sono muniti di quattro paia di zampe (solo quelli appartenenti alla famiglia degli eriofidi ne hanno due) e non possiedono né ali né antenne. Esistono acari parassiti delle piante, quindi dannosi (per esempio il ragno rosso), e acari utili (per esempio Phytoseiulus persimilis) in quanto predatori di acari dannosi. Esistono anche acari che parassitano gli animali, per lo più a livello cutaneo, responsabili delle varie forme di rogna. Acaricida: prodotto fitosanitario (vedi) impiegato per combattere gli acari. Accestimento (2): periodo vegetativo, che caratterizza diverse piante, durante il quale dal fusto che si è formato per primo (fusto di primo ordine) si producono altri fusti. La pianta così assume la forma di cespo. L’accestimento interessa molte Graminacee (per esempio frumento, orzo, ecc., dal cui seme si possono pertanto formare più culmi e quindi più «spighe»), piante aromatiche, ornamentali, ecc. 3-Achenio (di girasole) 4 1-Acaro: Phytoseiulus persimilis, predatore del ragno rosso Achenio (3): frutto secco indeiscente (vedi) che di regola contiene un solo seme, con pericarpo (buccia) coriaceo e consistente (per esempio nel girasole, nella fragola, ecc.). Talvolta è provvisto di un’estensione anche piumosa («pappo») che ne favorisce la diffusione per mezzo del vento (per esempio nel tarassaco). Acidificazione: in enologia (vedi), aggiunta nei mosti o nei vini di determinate quantità di acido tartarico, acido malico e acido lattico con lo scopo di aumentare il valore di acidità totale. 2-Accestimento (di frumento tenero) 4-Acinellatura Acidità totale: in enologia (vedi), indica la quantità di tutti gli acidi presenti nel vino o nel mosto e viene espressa in grammi per litro di acido tartarico. Acidofila o calcifuga: si dice di pianta che ama i terreni acidi e non tollera quelli calcarei. Sono acidofile per esempio il rododendro e l’azalea. Acinellatura (4): alterazione di un grappolo d’uva che mostra acini grandi e acini piccoli, a seguito di disturbi climatici in fase di fioritura e allegagione, o a causa di caratterisctiche genetiche di alcuni vitigni (per esempio Lambrusco di Sorbara), oppure per carenze (vedi) nutrizionali quali la mancanza di boro in prefioritura. Acino (vedi tavola VIII): nome botanico del chicco d’uva. Aerobico: si dice di un organismo che per vivere necessita di ossigeno o di un fenomeno che si verifica solamente in presenza di ossigeno. Affinamento: in enologia (vedi), è il periodo di maturazione in botte o bottiglia necessario affinché il vino raggiunga un grado ottimale di equilibrio e di armonia. Affinità (5): condizione essenziale affinché, nell’innesto, si verifichi l’unione duratura tra portinnesto (vedi) e nesto (vedi); di solito è determinata dalla «vicinanza» botanica, nel senso che è completa fra due varietà della stessa specie, mentre diminuisce o è nulla quando si cerca di unire specie differenti o addirittura generi botanici diversi. Affrancamento (6): emissione di radici al di sopra del punto di innesto, quando questo viene a trovarsi interrato, e sviluppo di un nuovo apparato radicale direttamente dalla varietà innestata. Aficida: sostanza insetticida idonea per combattere in modo specifico gli afidi. Afide (7): insetto polifago (cioè che si ciba di sostanze diverse), volgarmente chiamato pidocchio o gorgoglione; danneggia le piante perché ne succhia la linfa e immette in esse saliva contenente sostanze tossiche. Agamica: si dice della propagazione (vedi) che non deriva da seme. La propagazione agamica viene chiamata anche moltiplicazione (vedi). Agricoltura biologica o organica: metodo di produzione agricola che mira all’eliminazione, o perlomeno alla riduzione, dell’impatto negativo dei prodotti chimici usati in agricoltura sull’ambiente e sulla salute dell’uomo; in particolare l’agricoltura biologica esclude SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 l’impiego di quasi tutti i mezzi di sintesi chimica sia per la difesa dai parassiti, sia per la fertilizzazione del terreno. Agricoltura ecocompatibile (o ecosostenibile): termine generico per definire un metodo di produzione agricola che mira a contenere entro limiti accettabili l’impatto negativo sull’ambiente dei prodotti chimici usati in agricoltura e nello stesso tempo tende a mantenere – o ristabilire – l’equilibrio ambientale diversificando colture e allevamenti, instaurando la rotazione delle coltivazioni, eseguendo regolari concimazioni organiche, piantando siepi, effettuando attente lavorazioni del terreno, adottando metodi irrigui in cui si ottenga il massimo risparmio di acqua. Agricoltura integrata: metodo di coltivazione che mira all’eliminazione, o perlomeno alla riduzione, dell’impatto negativo dei prodotti chimici usati in agricoltura sull’ambiente e sulla salute dell’uomo, attraverso la scelta dell’ambiente adatto alle coltivazioni e un uso razionale di tutti i mezzi di produzione disponibili, compresi quelli chimici. Agrofarmaco: vedi fitofarmaco (tavola XXI). Albero (vedi tavola X): ogni pianta con fusto eretto e legnoso che nella parte superiore si ramifica; per ogni parte che costituisce l’albero, indicata nella tavola X, vedi singola voce. Alburno (vedi tavola X): cerchia legnosa che si forma durante l’anno nel tronco, nelle branche e nei rami delle piante arboree ed è costituita da cellule viventi; in esso si trovano i canali attraverso i quali la linfa grezza sale dalle radici alle foglie. Alimentazione artificiale: in apicoltura, è l’alimento solido tipo candito (vedi) oppure liquido tipo sciroppo (vedi) che viene somministrato alle api in periodi critici per le colonie, come per esempio alla fine dell’inverno. Allegagione: fase in cui, a seguito dell’impollinazione e della fecondazio- 5-Affinità e disaffinità di innesto. A sinistra: affinità perfetta tra portinnnesto e nesto in un ciliegio dolce (il tratteggio indica il punto di innesto). A destra: la disaffinità (che può manifestarsi anche alcuni anni dopo l’innesto, come in questo albicocco) provoca talvolta lo scollamento improvviso del nesto dal portinnnesto a causa della discontinuità dei tessuti punto d’innesto 6-Affrancamento: le freccie indicano le radici sorte dalla varietà innestata 7-Afide: colonia di afide grigio del melo ne, ha inizio la formazione del frutto. Allergia: reazione avversa dell’organismo animale nei confronti di una o più particolari sostanze. Molto comuni sono le allergie causate da pollini. Allettamento (8): ripiegamento e caduta a terra della pianta a seguito di pioggia o vento. È tipico delle piante dei cereali specialmente se a culmo lungo o concimate con troppo azoto. Alloctona: contrario di autoctona (vedi), si dice di specie originaria di luoghi geografici lontani e diversi da quelli in cui si trova. Un sinonino di specie alloctona è «specie esotica». Alopecia: mancanza di pelo in aree più o meno circoscritte della pelle, dovuta a sofferenza della stessa per svariate cause. Alternanza di produzione (9): fenomeno per il quale una pianta perenne (specialmente da frutto) presenta un’annata di produzione abbondante seguita da una di produzione scarsa (soggetti al fenomeno sono, per esempio, melo, albicocco, olivo). Alveare: insieme delle api e della loro abitazione (arnia). Amento: infiorescenza a spiga (vedi) formata da fiori tutti uguali (maschili o 9-Alternanza di produzione Anno di «carica» Anno di «scarica» 8-Allettamento (di frumento tenero) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 5 femminili). Tipico l’amento del nocciòlo (costituito da soli fiori maschili). Ammendante: qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno. Amminoacidi: importantissime sostanze organiche, contenenti carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto, che costituiscono le proteine (vedi). Ampelografia: disciplina che descrive e classifica le numerosissime varietà di uva da vino e da tavola. Anaerobico: contrario di aerobico, si dice di organismo che vive, o di fenomeno che si verifica, solamente in assenza di ossigeno. Analisi del terreno: procedura chimica, fisica o biologica che determina la qualità e la quantità di elementi utili alle piante presenti nel terreno. Consente di giudicare se un terreno è adatto alla coltivazione di una data specie o se necessita di interventi che lo rendano tale. Anatomia: scienza che studia la struttura degli animali e dei vegetali, nelle parti che li costituiscono. Anchilosi: stato di immobilità permanente di un’articolazione in seguito al suo danneggiamento. Androceo: l’insieme delle parti maschili del fiore, cioè degli stami (vedi). 11-Apiario 12-Apiscampo A 10-Angolo di inserzione di una branca con il tronco Tavola I - Ape operaia A O P B C D N M L E F I H G A-Ala anteriore. B-Ala posteriore. C-Addome. D-Stigma. E-Pungiglione. FCestella. G-Zampe. H-Ligula. I-Mascella. L-Labbro inferiore. M-Mandibola. N-Labbro superiore. O-Antenna. P-Occhio composto 6 Anemofila (72): si dice dell’impollinazione (vedi) che avviene per opera del vento (per esempio nel mais, nel nocciòlo e nell’olivo). Angiosperme: raggruppamento di piante che presentano fiore, semi e frutti. Si suddividono in due classi: le Dicotiledoni (vedi) e le Monocotiledoni (vedi). Angolo di inserzione o angolo di impalcatura (10): l’angolo formato da un ramo con una branca o da una branca con il tronco nel punto d’inserzione; quando è stretto, è facile che si determini la scosciatura (vedi). Annuale: si dice di pianta che compie il suo ciclo di vita, dalla semina alla produzione dei frutti e quindi dei semi, nell’arco al massimo di un anno (o meglio della stessa stagione vegetativa); per esempio lattuga e impatiens sono specie annuali. Antèra (vedi tavola XII): parte superiore dello stame (vedi) nella quale si forma il polline. Antibiotico: sostanza naturale o di sintesi in grado di neutralizzare i batteri, uccidendoli direttamente o bloccandone la replicazione (cioè impedendo che riescano a moltiplicarsi). Taluni antibiotici sono attivi anche contro i funghi (come i lieviti della candidiosi) e contro alcuni parassiti (acari e vermi intestinali). Anticorpo: sostanza prodotta dal sistema immunitario degli animali capace di aggredire agenti estranei quali virus o batteri. Anticrittogamico o fungicida: prodotto impiegato per la difesa delle piante da agenti fungini (vedi crittogame) responsabili di malattie come la peronospora e il mal bianco della vite, la ticchiolatura delle pomacee, ecc. Antìgene: sostanza estranea all’organismo che sollecita le difese immunitarie. Antiparassitario (vedi tavola XXI): prodotto impiegato per difendere le piante dai parassiti di origine animale (insetti, acari) o vegetale (funghi) oppure da altri organismi viventi (esempio lumache, roditori). Sono antiparassitari gli insetticidi, i fungicidi, gli acaricidi, i limacidi, i rodenticidi ecc. Esistono antiparassitari cosiddetti di copertura (che agiscono sulla superficie della pianta), sistemici (che penetrano all’interno dei tessuti e, attraverso la linfa, si diffondono in tutta la pianta) e anche citotropici e translaminari (che penetrano all’interno della pianta e si distribuiscono solo localmente nei tessuti circostanti). In veterinaria vi sono antiparassitari usati per debellare i parassiti esterni degli animali domestici (pulci, acari, zecche, pidocchi, ecc.), o parassiti interni come i vermi, protozoi (vedi), ecc. che infestano l’apparato digerente e altri organi. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 13-Aratura. Nel particolare il solco aperto dall’aratro Ape (vedi tavola I): insetto sociale dell’ordine degli Imenotteri che produce miele, cera, propoli e pappa reale. – Ape bottinatrice: ape operaia (vedi), addetta alla raccolta di cibo (nettare e polline) sui fiori. – Ape figliatrice: ape operaia che, in condizioni di orfanità (vedi), effettua l’ovideposizione (vedi). Le uova deposte non sono fecondate e danno origine solamente a maschi (fuchi, vedi). – Ape guardiana: ape operaia addetta alla guardia dell’ingresso dell’alveare. – Ape nutrice: ape operaia di età compresa tra i 5 ed i 14 giorni dallo sfarfallamento, in grado di produrre la gelatina o pappa reale (vedi); viene chiamata nutrice appunto perché addetta alla nutrizione delle larvette giovani e dell’ape regina. – Ape operaia: femmina sterile che provvede a tutte le attività necessarie alla vita dell’alveare. – Ape regina: unica femmina feconda dell’alveare; dalla sua vitalità ed efficienza dipendono lo sviluppo e la forza della colonia. L’accoppiamento della regina con il maschio (fuco, vedi) avviene in volo, durante una bella giornata, alcuni giorni dopo lo sfarfallamento (vedi). Una regina fucaiola è un’ape regina vecchia che depone solo uova non fecondate e quindi produce solamente covata maschile. – Ape ventilatrice: ape operaia addetta a regolare la temperatura all’interno dell’alveare. Le api ventilatrici sono così chiamate perché si dispongono sul predellino vicino all’ingresso dell’alveare e battono incessantemente le ali tutte insieme; in questo modo esse permettono la concentrazione del miele immagazzinato, mediante la corrente d’aria che fanno circolare nel nido. Sono visibili prevalentemente negli alveari esposti al sole durante tutte le ore della giornata. Apiario (11): insieme di due o più alveari in unica postazione. Apicale: in botanica, si dice di ciò che è relativo all’apice (vedi) di un gerSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 moglio, di un ramo o di una radice; in modo generico la punta di un organo. Apice: in botanica, porzione terminale di un ramo, di un germoglio o di una radice. Apice vegetativo: parte apicale (vedi) di una gemma a legno che dà origine al gemoglio (vedi figura 68). Apireno: frutto che non contiene semi, come per esempio l’uva sultanina. Apiscampo (12): attrezzo impiegato per liberare i melari (vedi) dalla presenza delle api. Si usa prima della smielatura (vedi). Apparato radicale: è l’insieme delle radici (vedi) di una pianta. Aratura (13): lavorazione fondamentale del terreno, che si effettua per frantumarlo, con un rivoltamento da parziale a totale, generalmente a profondità superiori a 20 cm. Arboreo: si dice di tutto ciò che si rife- 15-Arieggiatore manuale 14-Arca per l’allevamento del maiale risce a un albero o a una coltura di alberi. Arboricoltura (da legno): coltivazione temporanea di alberi di specie forestali, al fine di produrre legname di pregio per l’industria oppure biomassa (vedi) per energia. Alla fine del ciclo colturale le superfici coltivate sono reversibili, ovvero destinabili di nuovo alle coltivazioni ordinarie, e non ricadono perciò nella definizione di «bosco» (vedi). Arbusto: pianta legnosa, ramificata fin dalla base, di limitate dimensioni (non oltre i 2 metri, come per esempio ribes, rosmarino, biancospino, nocciòlo, ligustro, ecc.). Arca (14): ricovero mobile destinato a ospitare animali domestici per il riposo notturno. Argilla: frazione del terreno costituita da particelle di diametro equivalente o inferiore a 0,002 mm. Arieggiatore (15): attrezzo che rigenera i tappeti erbosi vecchi o in deperimento. Tavola II - Le parti che compongono l’arnia Tetto Coprifavo Melario Telaini Nido Fondo mobile 7 Ariete: maschio della pecora. Arnia (vedi tavola II): costruzione, in genere di legno, impiegata per ospitare la colonia d’api; viene chiamata in tale modo la «cassetta» nuova prima che vi si introducano le api. Arricchimento: in enologia, pratica che serve ad aumentare il contenuto zuccherino di un mosto mediante l’aggiunta di mosto concentrato, mosto concentrato rettificato o saccarosio (quest’ultimo non è autorizzato in Italia). Artrosi: insieme di alterazioni di tipo degenerativo di un’articolazione (o giuntura) tali da comprometterne la funzionalità. Provoca quasi sempre dolori. Ascella della foglia: angolo superiore formato dal picciolo della foglia con il fusto o con il ramo. Ascesso: raccolta circoscritta di materiale purulento (vedi pus) nel sito in cui è in atto un’infezione (vedi). Assolcatura: lavoro consistente nell’aprire solchi nel terreno. Assuefazione: resistenza sviluppata da insetti, acari o funghi nei confronti della sostanza attiva di un antiparassitario, a seguito di trattamenti ripetuti. Assurgente (16): si dice del comportamento vegetativo di un albero i cui rami si sviluppano con andamento tendenzialmente verticale, per esempio in molte varietà di susino, di olivo e di ciliegio. Astone (17): albero giovanissimo, di uno o due anni di età. Può essere astone di un anno (o due anni) di innesto, quando è costituito dal portinnesto (vedi) e dal nesto (vedi) sviluppatosi per uno o due anni dopo l’innesto; oppure astone franco di piede (vedi), se costituito da una barbatella non innestata. Attecchimento: capacità di una pianta (erbacea o arborea), o di una sua parte (talea, nesto, ecc., vedi), di superare la crisi conseguente al trapianto o alla propagazione, di ricostituire l’apparato radicale e di riprendere l’accrescimento. Nel caso dell’innesto, per attecchimento si intende la saldatura dei due bionti (nesto e portinnesto, vedi). Autoctona: si dice di specie arborea o arbustiva originaria e tipica dei luoghi geografici in cui si trova. Autofertile o autocompatibile (vedi tavola IX): si dice di varietà il cui polline è capace di fecondare gli ovuli dei fiori della stessa varietà. Autoimpollinazione: vedi impollinazione. Autosessaggio: fenomeno genetico per cui i pulcini maschi e i pulcini femmine di alcune razze (o incroci) di polli presentano, già alla nascita, colore diverso tra essi, rendendo così possibile l’identificazione del sesso. Autosterile o autoincompatibile (vedi tavola IX): contrario di autofertile o 8 in ambito domestico (anatra, colombo, faraona, oca, pollo e tacchino). Avifauna: termine con il quale si indicano le specie avicole selvatiche di un determinato ambiente o regione geografica. Con lo stesso termine vengono indicate le specie avicole selvatiche che possono esse oggetto di allevamento: coturnice, fagiano, germano reale, quaglia, starna, ecc. Azotofissatori: microrganismi (batteri) presenti nel terreno e nelle radici delle Leguminose in grado di trasformare l’azoto elementare presente nell’aria in sostanze proteiche (vedi anche rizobio). 16-Assurgente: si dice, ad esempio, dello sviluppo in verticale tipico dei rami di molte varietà di susino (nella foto) Nesto Punto di innesto Portinnesto 17-Astone autocompatibile, si dice di varietà il cui polline non è capace di fecondare gli ovuli dei fiori della stessa varietà. Auxine: sostanze ormoniche presenti nelle piante che regolano la crescita dei loro organi. Avicoli: uccelli delle specie allevate 18-Bacca (pomodoro) B Bacca (18): frutto che contiene più semi all’interno della polpa spesso abbondante e succosa. La buccia di regola è di consistenza membranosa (per esempio acino dell’uva, melanzana, peperone, pomodoro). Baccello (19): frutto caratteristico delle Leguminose (fagiolo, fava, pisello, ecc.); da non confondere con la siliqua (vedi). Bagnante: sostanza coadiuvante (vedi) che riduce la tensione superficiale della miscela contenente il prodotto fitosanitario (vedi): aumenta in pratica l’area che una determinata quantità di liquido può ricoprire, permettendo una distribuzione più regolare del prodotto. Barbatella (20): nuova piantina che può essere derivata da una talea, da una margotta aerea o margotta di ceppaia, da pollone radicato, da propaggine, da capogatto, da ovolo. Può servire anche da portinnesto (barbatella innestata), come nel caso della vite. – Barbatella certificata o clonale: in viticoltura, giovane piantina, franca o innestata, ottenuta dal processo di selezione clonale (vedi) e commercializzata con etichetta di colore azzurro – Barbatella standard: in viticoltura, giovane piantina, franca o innestata, ottenuta dalla semplice selezione massale (vedi) e commercializzata con etichetta di colore arancio. Barbe: termine popolare che indica l’apparato radicale di una pianta erbacea o di una giovanissima pianta arborea. Barrique (21): termine francese che indica una particolare botte in rovere, della capacità di 225 litri, destinata alla fermentazione o all’invecchiamento di vini pregiati. Battericida: sostanza adatta per uccidere i batteri. Batterio: microrganismo costituito da una sola cellula grande fino a 1 micron (=1 millesimo di millimetro). I batteri sono diffusi ovunque in natura; molSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 19-Baccello (di fagiolo) ti di essi vivono a spese degli esseri più evoluti (piante ed animali) come ospiti innocui o addirittura benefici (vedi i batteri del rumine), ma anche come patogeni, cioè in grado di provocare malattie. I batteri patogeni delle piante penetrano attraverso gli stomi (vedi), o attraverso piccole lesioni delle foglie, delle radici o del fusto. Batteriosi: malattia causata da un batterio (vedi), per esempio la pullurosi del pollo e del tacchino (causata da Salmonella pullorum) e la rogna dell’olivo (causata da Pseudomonas savastanoi). Baulatura: sistemazione di un appezzamento di terreno fatta in modo che la sua superficie presenti una certa pendenza verso i lati lungo i quali corrono le scoline (vedi sistemazione del terreno alla «ferrarese», tavola XXVI). Becco: maschio della capra. Biennale: si dice di pianta che compie il suo ciclo vegetativo nell’arco di due anni: nel primo si formano le radici e l’apparato fogliare, nel secondo si producono fiori, frutti e semi. La barbabietola, la carota e la violacciocca, per esempio, sono piante biennali. Bifera: si dice di una pianta in grado di fiorire e fruttifcare due volte in un anno, come per esempio il lampone e il fico. Biodiversità: con questo termine si fa riferimento, in modo generico, al grandissimo numero di specie viventi che popolano attualmente il nostro pianeta, in seguito a un processo evolutivo molto lungo e che dura tuttora. In modo più tecnico viene considerata come l’insieme delle differenze che si possono riscontrare tra gli appartenenti a una stessa specie in relazione alle condizioni che si verificano nei loro ambienti di vita (habitat). Per esempio le differenze genetiche – altezza, conformazione esterna, durata del ciclo vitale, ecc. – tra le varietà di una stessa specie. Biomassa: termine generico per indicare il materiale vegetale, i residui di origine agricola e forestale, i reflui di origine zootecnica, i prodotti secondari e gli scarti dell’industria agro-alimentare. In ambito forestale si intende il legname cippato (vedi), ovvero ridotto in scaglie o frammenti di pochi centimetri, e utilizzato come combustibile nelle caldaie o usato nella produzione di pannelli per l’industria del mobile. Bionte: ciascuna delle parti che si uniscono nell’innesto. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Biostimolanti: sostanze che, estratte da alcuni tipi di piante, sono capaci di stimolare funzioni fisiologiche di altre piante (per esempio capacità conferita alle radici di utilizzare riserve idriche del terreno anche molto modeste). Biotico: si dice di ogni fattore di natura biologica (animale o vegetale) che può influenzare la vegetazione e la produzione delle piante. Per esempio un insetto o un fungo parassita. Biotrituratore: attrezzatura azionata da motore a scoppio o elettrico, o dalla presa di potenza del trattore, utilizzata per sminuzzare residui di potatura, foglie e altro materiale organico. Borraginacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartiene la borragine. Borsa (vedi tavola XXIII): ingrossamento dell’asse dell’infiorescenza (vedi), su cui è attaccata una mela o una pera, dovuto ad accumulo 20-Barbatella (un mazzo di barbatelle di vite ottenute da talea) 21-Barrique 22-Brattea su spiga (pannocchia) di mais (vedi freccia) di sostanze di riserva. È una formazione legnosa provvista di gemme (vedi) che facilmente danno luogo a lamburde (vedi) o brindilli (vedi). Bosco: per la legge è considerato bosco un terreno coperto da vegetazione arborea e arbustiva di origine naturale o artificiale (sono esclusi giardini pubblici e privati, alberature stradali, castagneti da frutto, impianti di frutticoltura e di arboricoltura da legno) di estensione non inferiore a 2.000 metri quadrati, larghezza media non inferiore a 20 metri e copertura non inferiore al 20%. Bozzolo: struttura costruita con seta dalla larva al termine del suo sviluppo, all’interno della quale la larva stessa si trasforma in crisalide (vedi). Branca (vedi tavola X): ramificazione legnosa di due o più anni di età. Sono branche primarie quelle inserite sul tronco, branche secondarie quelle inserite sulle branche primarie. Nel linguaggio comune si dicono «branchette» le branche corte o giovani. Brattea (22): foglia trasformata che può compiere funzioni differenti, per esempio quella di protezione nel caso della spiga (di solito impropriamente chiamata «pannocchia») del mais. Brevidiurna: si dice di pianta che può fiorire solo se riceve luce per un numero di ore inferiore alla durata della notte (per esempio il crisantemo o la stella di Natale). Brindillo (vedi tavola XXIII): ramo esile e di solito corto. Nelle pomacee presenta gemme laterali prevalentemente a legno e gemma apicale mista; nelle drupacee presenta gemme laterali prevalentemente a fiore e gemma apicale a legno (vedi gemma e sue singole voci). Buca di sabbia: in avicoltura, buca profonda generalmente 50 cm, grande quanto basta per il bagno di sabbia degli uccelli domestici e selvatici, necessaria per consentire a essi di liberarsi dai parassiti esterni. Generalmente alla sabbia si mescola della cenere di legna perché sia più gradita agli animali. Bulbillo (23): parte del bulbo di alcune piante (per esempio l’aglio) che può emettere un germoglio e delle radici, e dare origine a nuovi individui (nel caso dell’aglio si chiama comunemente «spicchio»). Nei gigli si trovano bulbilli alla base delle foglie (ascella, vedi), fenomeno detto «viviparia». Bulbo (24): fusto trasformato che serve per contenere sostanze di riserva e che si trova in genere sotto terra o a livello del terreno. È formato da una parte centrale chiamata «girello» avvolta da foglie, a loro volta trasformate, dette «catafilli», e da una base con una parte denominata «disco» dove sono inserite le radici. Il bulbo è avvolto da altre fo- 9 Caducifoglia: pianta che alla fine del ciclo vegetativo (in autunno nei nostri climi) lascia cadere le foglie. Sono caducifoglie per esempio il pioppo, la vite, ecc. Cadùco: si dice di organo che, dopo aver compiuto la funzione per cui si è formato, cade, come per esempio le foglie nelle specie caducifoglie o i petali dei fiori di molte piante (ciliegio, melo) dopo la fioritura. Calcare: carbonato di calcio (CaCO3) presente nel terreno. – Calcare attivo: carbonato di calcio in particelle molto fini. La sua presenza nel terreno può impedire l’assorbimento del ferro da parte delle radici e provocare fenomeni di clorosi (clorosi ferrica o da calcare, vedi clorosi). Calciocianamide: concime semplice, ottenuto chimicamente, contenente azoto (20-21%); il suo costituente principale è la calciocianamide, nonché ossido di calcio ed eventualmente esigue quantità di sali d’ammonio e di urea. Calice: la parte più esterna del fiore che solitamente avvolge i petali e le parti riproduttive. È formato da foglie trasformate dette «sepali» (vedi). Callo di cicatrizzazione (o di ferita): tessuto indifferenziato che deriva dalla proliferazione delle cellule cambiali in prossimità di una ferita (causata da tagli di potatura, da lavorazioni meccaniche, ecc.). Callo d’innesto: tessuto indifferenziato che deriva dalla proliferazione delle cellule cambiali nei punti delle ferite causate dai tagli per l’esecuzione degli innesti. Riempie gli spazi fra nesto e portinnesto e genera un nuovo tessuto che collega il cambio (vedi) del nesto con quello del portinnesto. Calma: vedi marza. Calore degli animali: periodo di recettività nei confronti dell’altro sesso. È riferito in genere alle femmine. Cambio (vedi tavola X): fascia sottile di tessuto delle piante superiori che genera, verso l’esterno, i tessuti corticali («corteccia», vedi) – nei quali scende la linfa elaborata dalle foglie – e, verso l’interno, i tessuti legnosi; la zona più esterna (giovane) di questi ultimi è detta «alburno» (vedi). Candito: in apicoltura, impasto di zucchero e miele impiegato per l’alimentazione artificiale di fine inverno delle colonie d’api. Per la sua preparazione si impastano circa 3 etti di miele con 1 kg di zucchero a velo per ogni alveare. L’impasto, che ha la consistenza della pasta di pane cruda, va posto sopra i telaini attorno al glomere (vedi) oppure in un sacchetto di plastica opportunamente forato e messo sopra il foro del coprifavo (vedi). Cannibalismo: aggressione, capace di determinare anche la morte, da parte di un gruppo di animali nei confronti di altri appartenenti alla stessa specie. Negli allevamenti questo fenomeno è frequente quando non si osservano, per esempio, le esigenze di spazio degli animali. È sinonimo di «pica» (vedi). Capezzagna: detta anche «cavedagna» o «capitagna», fascia di terreno ai margini di un appezzamento (può essere o meno coltivata) che serve al transito e può servire a smaltire le acque di pioggia in eccesso. Capillarità: in pedologia (vedi), movimento dell’acqua in direzione verticale dal basso verso l’alto (risalita capillare) attraverso i pori del terreno. Capitozza: forma di allevamento e gestione di una pianta che, fin da giovane, viene tagliata a una certa altezza (circa 1,5-2 metri). Serve a favorire lo sviluppo di molti rami da usare in diversi 27-Carenza di magnesio su vite 28-Cariosside (di grano duro) 29-Carotatura del tappeto erboso 23-Bulbillo (aglio) 24-Bulbo (cipolla) 25-Bulbo-tubero (gladiolo) glie trasformate dette «tuniche» o comunemente veli. La cipolla è un esempio caratteristico di bulbo. Bulbo-tubero (25): fusto trasformato che si trova di solito sotto terra e che riunisce le caratteristiche del bulbo e quelle del tubero (vedi), come quello per esempio del gladiolo. C 10 26-Capogatto SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 modi: per foraggio, per la produzione di vimini, oppure per mantenere una forma e un portamento contenuto delle piante lungo viali, fossi, bordi dei campi. Capogatto (26): tipo di moltiplicazione, spontaneo o attuato appositamente, assimilabile alla propaggine (vedi) e tipico di alcuni arbusti (per esempio rovo, uva spina, mora giapponese) nel quale la parte apicale (vedi) del ramo o del tralcio che riesce a toccare terra (o viene messa appositamentre coperta con essa) emette radici avventizie (vedi) e un germoglio che si sviluppa verso l’alto. Separando il nuovo germoglio radicato dalla pianta da cui ha avuto origine si ottiene una barbatella senza che sia stato necessario rispettare la polarità (vedi). Carboidrati o idrati di carbonio: sostanze costituite da carbonio e idrogeno, fornitrici di energia, prodotte dalle foglie e abbondantemente presenti nei frutti e nei semi. Sono detti anche «zuccheri» o «glucidi». Carenza (27): mancanza o insufficienza di qualcosa di necessario. Si chiamano «malattie da carenza» le alterazioni che si verificano nelle piante e negli animali per l’assenza o l’insufficienza di qualche elemento nutritivo. Cariosside (28): frutto-seme caratteristico delle Graminacee e in particolare dei cereali. Può essere avvolta da brattee (glume e glumelle) e allora si dice vestita (per esempio nel riso) oppure esserne priva e allora viene detta nuda (per esempio nel frumento). Carotatura (29): operazione di manutenzione del tappeto erboso eseguita in caso di terreni compattati, al fine di arieggiare il terreno in strati relativamente profondi stimolando la crescita dell’apparato radicale. Consiste nel realizzare dei fori verticali profondi 10-15 centimetri per far arrivare l’aria in profondità. La macchina che esegue questa operazione è detta «carotatrice»; gli organi che eseguono i fori vengono denominati «fustelle», sono cavi ed estraggono dal terreno dei cilindri di terra («carote»). Con il termine «carotatura» si intende anche il prelievo di campioni di terreno da sottoporre ad analisi chimica, eseguito con apposite trivelle manuali. Carpofago: si dice di insetto che si nutre di frutti (per esempio la mosca dell’olivo, la carpocapsa delle pomacee, ecc.). Cascola (30): caduta spontanea di gemme, di fiori e soprattutto di frutti dall’albero, qualunque sia lo stadio del loro sviluppo. Castrazione: operazione con la quale i maschi di mammiferi o uccelli vengono sterilizzati mediante l’asportazione dei testicoli. Cavalcapoggio (vedi tavola XXVI): SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 30-Cascola di frutti di arancio 31-Ceduo: i polloni emessi da una ceppaia di castagno. 32-Cella reale 33-Cereali fioccati sistemazione di un terreno collinare in fasce larghe 25-30 metri con pendenza non superiore al 25-30%, nelle quali i filari degli alberi e/o le lavorazioni del terreno seguono le curve di livello sul dosso e le linee di massima pendenza ai lati di quello (come nel rittochino, vedi). Ceduo (31): sistema di coltivazione e gestione del bosco che prevede il periodico taglio delle piante presenti con o senza rilascio di alberi in piedi; la ricrescita degli alberi nel bosco ceduo avviene per emissione di nuovi polloni dalle ceppaie. A seconda della forma di trattamento applicata si parla di ceduo semplice (senza rilascio di esemplari) o di ceduo matricinato (con rilascio di piante di buona dimensione in grado di fruttificare). Una forma intermedia tra ceduo e fustaia (vedi) è il ceduo composto, qualora ci siano nello stesso bosco sia piante di alto fusto, sia piante che si sono originate dalle ceppaie. Non tutte le piante forestali sono in grado di adattarsi a questa forma di governo; le più adatte sono il castagno, il carpino, l’ontano, il faggio, la robinia. Cella reale (32): costruzione particolare che si rileva sul favo del nido e serve alla colonia d’api per l’allevamento di una nuova ape regina. – Cella reale di sciamatura: cella in cui nasce la nuova ape regina che, nell’alveare, va a sostituire quella anziana uscita con lo sciame. – Cella reale artificiale: cella costruita con particolari cupolini di cera, collocati in telaini appositi dall’apicoltore che alleva api regine. Viene prodotta da colonie d’api rese orfane e impiegate appositamente allo scopo. – Cella reale di sostituzione: detta anche «suppletiva», viene costruita dalle colonie che si trovano in stato di orfanità (vedi); è di dimensioni più piccole rispetto a quella di sciamatura (vedi). Cellula: unità fondamentale di tutti gli esseri viventi. Cellulosa: sostanza presente nelle piante, in particolare nelle pareti che circondano la cellula (pareti cellulari). Ceppaia (vedi tavola X): parte basale del tronco di un albero. È così chiamata, in particolare, quella di piante con attitudine pollonifera (produzione di polloni, vedi). Cera: sostanza secreta da particolari ghiandole (ghiandole «ceripare») presenti sul corpo dell’ape, con la quale l’insetto costruisce i favi (vedi) per la covata (vedi) e per le scorte di cibo. Sostanze cerose vengono prodotte anche dalle piante (vedi pruina). Cereali fioccati (33): cereali disidratati con procedimento termico e schiacciati meccanicamente per l’impiego nell’alimentazione animale. 11 Tavola III - Ciclo vegetativo del frumento Semina emergenza 34-Cespitoso (nella foto: Deschampsia cespitosa) Cespitoso (34): si dice di portamento di una pianta costituita da numerosi steli addossati gli uni agli altri che hanno origine da un’unica radice. Cestelle (vedi tavola I): particolari Accestimento Levata conformazioni delle zampe posteriori dell’ape operaia, utilizzate dall’insetto per il trasporto del polline dal fiore fino all’alveare. Chelato: sostanza chimica organica Spigatura fioritura Maturazione che può legarsi con metalli. Composti chelati artificiali si apportano talora al terreno per aumentare, nello stesso, la disponibilità di alcuni metalli, come per esempio il ferro, e favorirne l’assorbi- Fotografie: Renzo Angelini - Bayer CropScience Tavola IV - Ciclo vegetativo del melo 12 Gemme ingrossate Orecchiette di topo Mazzetti affioranti Bottoni rosa Inizio fioritura Piena fioritura Caduta petali Allegagione Ingrossamento frutti Frutto noce Frutti sviluppati Caduta delle foglie SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola V - Classificazione degli esseri viventi (semplificata) Categorie sistematiche 35-Cinorrodo (rosa) mento da parte delle piante. Chenopodiacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono bietole (da zucchero, da foraggio, da costa, da orto, da ta-glio), spinacio, spinacio della Nuova Zelanda. Chioccia: gallina nello stato fisiologico della cova e dell’allevamento dei pulcini. Cianosi: colorito violaceo delle mucose (vedi) dovuto alla scarsa ossigenazione dei tessuti. Si riscontra spesso nel corso delle malattie cardiache o polmonari, che compromettono un’adeguata ossigenazione del sangue circolante. Ciclo biologico o vitale: arco di tempo durante il quale si svolgono i processi di nascita, crescita, riproduzione e morte di un determinato essere vivente. Ciclo produttivo: periodo che intercorre tra la germinazione del seme (oppure il germogliamento nelle piante perenni) e la raccolta del prodotto nel momento in cui serve per l’alimentazione e/ o le attività umane. Tale ciclo sovente non coincide né con quello biologico (vedi) né con quello vegetativo (vedi). Ciclo vegetativo (vedi tavole III e IV): periodo che intercorre tra la germinazione del seme (oppure il germogliamento nelle piante perenni) e il riposo vegetativo. Nelle piante arboree (per esempio alberi da frutto) si parla di ciclo annuale di vegetazione. Cimatura (vedi tavola XX): asportazione della parte terminale erbacea della pianta o di un suo germoglio. Si pratica per conseguire un insieme di scopi, come per esempio frenare lo sviluppo del germoglio e/o favorire l’emissione di germogli laterali (per esempio in frutticoltura) o per contenere la crescita in altezza (per esempio nel pomodoro) e/o far assumere alla pianta una forma più globosa (per esempio nel crisantemo da vaso e nella stella di Natale). Cinorrodo (35): «falso frutto», tipico delle rose, che deriva dall’ingrossamento del ricettacolo (vedi) del fiore. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Un esempio tra i vegetali: pomodoro Un esempio tra gli animali: carpocapsa Regno Divisione (vegetali) o Tipo (animali) Vegetale Angiosperme Classe Ordine Famiglia Genere Specie Dicotiledoni Solanales Solanaceae Lycopersicon Lycopersicon esculentum Animale Artropodi 36-Clorosi ferrica su melo Cippato: materiale legnoso (scaglie di 2-5 cm) derivante dallo sminuzzamento del legno (fusto, rami, radici, cimali, ecc.) con appositi macchinari rimorchiabili in bosco (biotrituratori). Cirro: vedi viticcio. Citotropico: vedi antiparassitario. Classificazione (vedi tavola V): in biologia, sistema che ordina gli esseri viventi in base a reciproche affinità. Ad ogni categoria e specie (vedi) viene assegnato un posto preciso rispetto alle altre in modo da poterle individuare in 37-Coleotteri. Nella foto: dorifora della patata Insetti Lepidotteri Tortricidae Cydia Cydia pomonella modo abbastanza agevole. I vegetali sono classificati soprattutto in base alle modalità di riproduzione e alla conformazione degli organi riproduttivi stessi. Clone: discendenza di un individuo derivata da propagazione agamica (vedi moltiplicazione) e frutto di un’attenta e prolungata selezione genetica, morfologica e sanitaria (selezione clonale, vedi). Clorofilla: sostanza colorante (pigmento) di colore verde, essenziale per lo svolgimento della fotosintesi (vedi). È contenuta in piccoli organi detti cloroplasti. Clorosi (36): disfunzione delle piante a livello della clorofilla (vedi) per cui le foglie perdono il colore o ingialliscono. Deriva principalmente da mancanza di ferro (uno dei componenti della clorofilla) il cui assorbimento da parte delle radici è ostacolato dalla presenza di carbonato di calcio (calcare) nel terreno (clorosi ferrica). Cloruro di potassio (cloruro potassico): concime semplice con un titolo (vedi) espresso in ossido di potassio (K2O) del 60%. Coadiuvante: qualsiasi sostanza aggiunta ad un prodotto fitosanitario (vedi) che permetta di migliorare gli effetti del principio attivo (vedi). I coadiuvanti si dividono in: adesivanti, bagnanti (vedi), emulsionanti, solventi, sospensivanti. Coformulante: sostanza che serve a ridurre la concentrazione del principio attivo (vedi). Ne sono un esempio i diluenti o le sostanze inerti. Coleotteri (37): vastissimo ordine di insetti che vivono nei più svariati ambienti, prevalentemente alati e con il primo paio di ali trasformato in «elitre» sclerificate, indurite e inadatte al volo, che ricoprono come un astuccio il secondo paio di ali membranose e l’addome. Sono coleotteri per esempio le coccinelle, la dorifora, il maggiolino, ecc. Collare elisabettiano (38): dispositivo in materiale plastico, conformato a tronco di cono, da applicare attorno al 13 collo di un animale d’affezione (cane, gatto, uccello, ecc.), allo scopo di impedire che con il muso (o il becco) questi possa raggiungere altre parti del corpo (e viceversa) ove siano presenti ferite, medicazioni, suture chirurgiche, ecc. che potrebbero venire danneggiate. Colletto (vedi tavola X): la parte più bassa del fusto al di sotto della quale inizia l’apparato radicale. Su di esso si possono sviluppare malattie molto gravi che possono portare alla morte delle piante (marciumi del colletto). Colmatura: in enologia (vedi), operazione di cantina che consiste nell’aggiungere vino in un contenitore per compensare le perdite dovute all’evaporazione (contenitori in legno) o una variazione della temperatura del vino. Colonia: insieme di insetti in un ambiente ristretto. In apicoltura, insieme delle api che popolano un’arnia. Colostro: prima secrezione delle ghiandole mammarie dopo il parto. È ricco di anticorpi e precursore del latte vero e proprio. Compattamento del terreno: diminuzione della porosità del terreno per applicazione di una forza meccanica (per esempio il calpestio dell’uomo o il passaggio di macchine agricole). Composite o Asteracee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono carciofo, cardo, indivia riccia, indivia scarola, lattughe da cespo e da taglio, radicchio (cicoria) da cespo e da taglio (da foglie), estragone (dragoncello), radicchio da radici, scorzobianca, scorzonera, tarassaco, topinambur, crisantemo, tagete, ecc. Compost (39): ammendante che si ottiene dalla decomposizione e trasformazione completa di numerosi materiali organici. Può costituire un’utilissima fonte di sostanze organiche utili per migliorare il terreno, che ci si può produrre da soli purché i materiali adoperati (per esem- 40-Confusione sessuale: diffusore di feromoni 14 38-Collare elisabettiano 39-Compost pio radici) non siano attaccati da parassiti (per esempio nematodi) che potrebbero venire ridistribuiti nel terreno. Compostaggio: processo biologico controllato che converte materiali organici, generalmente di rifiuto, in compost (vedi) da impiegare come ammendante (vedi). Concia: trattamento che si effettua su sementi, bulbi, tuberi, rizomi per prevenire gli attacchi di malattie e insetti. I prodotti conciati vengono vivacemente colorati in modo che non si creino confusioni con derrate destinate all’alimentazione dell’uomo e degli animali. Concimazione: pratica agronomica che apporta al terreno sostanze di varia natura (vedi concime) al fine di restituire le sostanze nutritive (azoto, fosforo, potassio, ecc.) asportate dalle coltivazioni o dilavate dalle piogge e migliorare le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo. – Concimazione di fondo: distribuzione di concimi in un terreno destinato alla piantagione di alberi o in terreni che vengono sistemati o risistemati. Si effettua per assicurare la presenza di elementi nutritivi poco mobili (per esempio fosforo e potassio) nello strato di terreno in cui si diffonderà la maggior parte delle radici. – Concimazione fogliare: applicazione di una soluzione diluita di fertilizzanti alle foglie delle piante (da 2,5 a 50 grammi per 10 litri d’acqua a seconda del concime usato, raramente a dosi più elevate). – Concimazione in (di) copertura: applicazione di fertilizzanti sulla superficie del terreno, sovente senza interramento, in presenza della coltura. – Concimazione localizzata: applicazione di quantità di concime, relativamente modeste, vicino al seme – o alla pianta coltivata – al fine di accelerarne la crescita. Concime: sostanza di varia origine (minerale o organica, naturale o sintetica), natura e composizione, capace di apportare al terreno gli elementi nutritivi necessari alle piante (azoto, fosforo, potassio, ecc.). – Concime composto (o complesso): concime contenente due o più elementi nutritivi. – Concime organico: sostanza contenente carbonio e uno o più elementi nutritivi oltre a idrogeno e/o ossigeno (per esempio la pollina essiccata). – Concime semplice: concime contenente uno solo degli elementi nutritivi principali (azoto, fosforo, potassio). Confettatura: operazione mediante la quale si ricoprono i semi di diverse specie (bietole, lattuga, ecc.) con apposite sostanze, per farli diventare di dimensioni omogenee e consentire quindi la semina meccanica di precisione. I semi confettati possono essere impiegati pure per la semina manuale (per esempio in contenitore). Le sementi così trattate vengono dette anche pillole. Confusione sessuale (40): metodo di lotta contro gli insetti che consiste nel diffondere nell’ambiente una dose elevata di attrattivo sessuale (vedi feromone), allo scopo di disorientare i maschi e ostacolare così gli accoppiamenti. Differisce dalla distrazione sessuale (vedi) per il rilascio di una maggiore quantità di feromone. Conidi: nei microrganismi fungini, elementi di propagazione prodotti dal micelio che germinando originano un nuovo micelio. Consanguineità: parentela diretta tra due individui, che quindi hanno un patrimonio genetico molto simile. L’accoppiamento fra consanguinei si effettua in zootecnia per ottenere nella prole caratteri costanti (si «fissa» un carattere). Con tale procedimento tuttavia compaiono anche con elevata frequenza eventuali tare ereditarie; inoltre è provato che di generazione in generazione, accoppiando sempre fra loro i consanguinei, si assiste a una progressiva riduzione della taglia e a un indebolimento generale dei soggetti. Consociazione: coltivazione contemporanea di piante diverse nello stesSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 so appezzamento di terreno. Solitamente, per quanto concerne gli ortaggi, si mettono a dimora piante che hanno un breve ciclo colturale assieme ad altre che richiedono un periodo di maggiore permanenza nel terreno (per esempio file di carote alternate a lattughe a cappuccio e a ravanelli; prima si raccolgono i ravanelli, poi le lattughe e infine le carote). Per gli alberi da frutto la consociazione tra varietà è indispensabile in molti casi per assicurare l’impollinazione incrociata, altrimenti è da evitare. Contenitore alveolato (41): contenitori utilizzati per confezionare la frutta e talora gli ortaggi (per esempio il pomodoro). Contenitori alveolati si utilizzano anche per la produzione di piante con il pane di terra (vedi); ne esistono di svariati tipi. Oggi si usano prevalentemente quelli stampati in materiale plastico; il numero di alveoli varia a seconda delle dimensioni delle piantine che si vogliono ottenere e del tipo di coltura che si desidera attuare. Contoterzismo: attività esercitata da imprese che forniscono, a terzi, servizi agromeccanici: lavorazioni del terreno, raccolta dei prodotti, ecc. In genere si ricorre al contoterzista per lavorazioni che richiedono l’impiego di macchine di costo elevato e di grande potenza. Conversione (periodo di): all’interno delle norme che regolano la produzione agricola con il metodo biologico – Regolamento Ce n. 834/2007 e successive norme applicative (Reg. Ce n. 889/2008) – è il periodo che va dalla data di presentazione della notifica agli uffici agrari regionali o provinciali attraverso uno degli organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle politiche alimentari e forestali, durante il quale le produzioni non possono essere ancora certificate come biologiche, pur essendo stato adottato il metodo biologico, e durante il quale il produttore è comunque sottoposto al controllo. Scopo del periodo di conversione è quello di assicurare, prima che il prodotto venga certificato come «biologico», che il terreno si sia «depurato» da eventuali residui di sostanze indesiderate (diserbanti, ecc.) utilizzate prima della conversione. Convolvulacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartiene la batata o patata americana. Coprifavo (vedi tavola II): coperchio, generalmente di legno, che chiude superiormente l’arnia e viene protetto, a sua volta, da un altro coperchio rivestito di lamiera. Cordone permanente (42): termine usato in viticoltura e frutticoltura (actinidia) per indicare una branca disposta orizzontalmente sulla quale sono mantenuti speroni o corte branchette. Da SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 41-Contenitore alveolato: contenitori alveolati con piantine di peperoncino Tavola VI - Concimi minerali indicati nei testi di Vita in Campagna [1] Concimi semplici azotati (N): • nitrato di calcio-15 • solfato ammonico-20 • nitrato ammonico-26 • calciocianamide-20 • urea-46 Concimi semplici fosfatici (P): • perfosfato semplice-19 • perfosfato triplo-46 • scorie Thomas-16 Concimi semplici potassici (K): • cloruro di potassio-60 • solfato di potassio-50 • solfato potassico magnesiaco-30+10 Concimi composti binari: • fosfato biammonico-18+46 (NP) • nitrato di potassio-13+46 (NK) • 0-20-20 (PK) Concimi composti ternari (NPK): • 8-24-24 • 12-12-12 • 15-15-15 • 20-10-10 • 10-5-15 • 14-10-20 • 18-18-18 • 15-9-15 + 2MgO • 12-6-18 + 2MgO • 14-6-18 + 2MgO [1] I numeri indicano il titolo del concime, cioè la percentuale di elemento in esso contenuta. Per esempio il solfato ammonico-20 contiene il 20% di azoto (N) e pertanto 100 kg di concime apportano 20 kg di azoto. N = azoto P = fosforo K = potassio MgO = ossido di magnesio questi ogni anno si generano tralci o rami fruttiferi. Corimbo (vedi tavola XV): infiorescenza nella quale i peduncoli fiorali partono dall’asse principale in posizioni diverse, ma si allungano in modo da portare tutti i fiori più o meno alla stessa altezza (per esempio: melo, pero, patata, ecc.). Corolla: parte del fiore costituita dai petali (vedi) che sono foglie trasformate. Può avere forme, dimensioni, colori estremamente variabili. Contiene le parti riproduttive del fiore e in molti casi ha la funzione di attirare gli insetti – o altri animali – che compiono l’impollinazione (vedi). Correttivo: in agricoltura, qualsiasi sostanza capace di migliorare la reazione (pH) del terreno (vedi). Corteccia (vedi tavola X): detta anche «buccia» o «scorza», indica tutti i tessuti esterni al cambio (vedi). Cotiledone (vedi tavola XXIV): organo contenuto nel seme, del quale spesso costituisce la parte più voluminosa. Ha funzione di riserva; le sostanze in esso contenute forniscono infatti la prima nutrizione al seme che germina. Subito dopo i cotiledoni si trasformano in foglie (foglie cotiledonari) che spesso hanno forma diversa da quella delle foglie definitive tipiche della pianta. Quando la pianta cresce i cotiledoni esauriscono la loro funzione e quindi cadono; se però la caduta è precoce può significare che la pianta è in stato di sofferenza. Nelle piante Monocotiledoni (vedi) vi è un solo cotiledone, nelle Dicotiledoni (vedi) ve ne sono due, nelle Conifere invece sono numerosi. In alcuni casi non emergono dal suolo, ma rimangono sotto terra (germinazione ipogea, come per esempio nel caso del fagiolo di Spagna). Monocotiledoni e Dicotiledoni differiscono, oltre per la presenza di uno o due cotiledoni, perché possiedono proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche. Covata: in apicoltura, insieme delle uova e delle larve delle api nei vari stadi di crescita all’interno delle cellette di un favo. In avicoltura, gruppo di pulcini na- 42-Cordone permanente in una vite allevata a cordone speronato 15 ti contemporaneamente sotto la stessa chioccia ovvero, riferendosi al ciclo riproduttivo, l’insieme di eventi costituiti da deposizione delle uova, cova e allevamento dei nidiacei (ove presente). Crisalide (43): stadio di sviluppo di un lepidottero (farfalla) che segue quello di larva e precede quello di adulto. Crittogame: raggruppamento di vegetali sprovvisti di fiori che si riproducono, in generale, per mezzo di spore (alghe, funghi, licheni, ecc.). Crucifere o Brassicacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cime di rapa, ravanello, rucola, cavolo cinese, cavolo di Bruxelles, cavolo nero, cavolo rapa, cren, crescione di fontana, crescione inglese, navone, ramolaccio, rapa, senape, colza, ravizzone, violacciocca. Cucurbitacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono cocomero (anguria), cetriolo, melone (popone), zucca, zucchino, chayote (zucca centenaria), luffa (zucca spugnosa), zucca lagenaria. Culmo: fusto erbaceo, esile, per lo più vuoto internamente, tipico delle Graminacee. Cultivar: varietà coltivata (vedi varietà). Si abbrevia in cv. Cute: sinonimo di pelle. Cuticola: strato impermeabile prodotto dall’epidermide (vedi), costituito in buona parte da sostanze cerose, che serve per impedire la fuoriuscita di liquidi e gas dai tessuti sottostanti. È importantissima nelle parti giovani delle piante (esempio foglie) perché evita la disidratazione dei tessuti stessi. Non è presente nelle radici poiché altrimenti non potrebbero assorbire acqua e sali minerali. D Dardo (vedi tavola XXIII): ramo molto corto, caratteristico delle drupacee, provvisto di una gemma terminale a legno; in certi casi (come spesso nel susino) la gemma terminale è sostituita da a 43-Crisalide. una spina (dardo spinoso). – Dardo fiorifero o fruttifero: piccolo ramo delle drupacee che porta varie gemme a fiore e una a legno. Quando supera i tre anni di età fornisce di solito frutti di qualità scadente. È detto anche «mazzetto di maggio». Decespugliatore (44): attrezzatura A B C D E 44-Decespugliatore. Principali elementi che costituiscono il bordatore (a sinistra) e il decespugliatore (a destra). A-Motore. B-Impugnatura. C-Asta. D-Guscio di protezione. E-Organo di taglio b utilizzata per lo sfalcio dell’erba, il taglio di cespugli, di sterpaglie e tronchi di piccolo diametro, nonché per la pulizia del sottobosco. Con questo termine si intendono comunemente sia attrezzature destinate a un uso professionale – i decespugliatori veri e propri – dotati di motore a scoppio, polifunzionali, impiegabili, con accessori appositi, anche per il taglio o la potatura di siepi e arbusti, che a quello hobbistico – i bordatori – dotati di motore a scoppio o elettrico, impiegati solitamente per la rifinitura del lavoro di taglio dell’erba in prossimità di ostacoli o in zone inaccessibili al rasaerba da giardino. L’organo di taglio è costituito da un filo di nailon di diverso diametro o da un disco dentato di forma variabile a seconda dell’impiego al quale è destinato. Decibel: unità di misura (dB) adottata per l’intensità del rumore. Deciduo: vedi cadùco. Defogliazione o sfogliatura: eliminazione delle foglie intorno ai frutti o ai grappoli d’uva da tavola nell’intento di accelerare la colorazione della buccia. In viticoltura è una pratica sempre più diffusa, soprattutto nella fase successiva alla fioritura. Effettuata manualmente o con l’ausilio di moderne macchine defogliatrici, preferibilmente sul solo lato del filare meno soleggiato, permette di ottenere grappoli meno compatti, maturi e sani, grazie alla facilità di copertura con prodotti antiparassitari. Deiscente: si dice di un frutto secco che a maturità si apre spontaneamente per liberare e lasciar cadere i semi. Densità di piantagione: in frutticoltura, indica il numero di alberi presenti nell’unità di superficie. Densità di semina: indica il numero di semi posti a dimora per metro quadrato di superficie. Deriva: in apicoltura, fenomeno che si verifica quando le api bottinatrici (vedi) entrano per errore in un alveare vicino. Può essere provocata da situazioni particolari, per esempio quando gli alveari hanno lo stesso orientamento, lo stesso colore e sono disposti troppo vicini l’uno all’altro. Deriva di un antiparassitario: feno- c2 45-Diradamento: diradamento dei frutticini di melo prima (a) durante (b) e dopo l’operazione (c) 16 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 meno che si verifica quando, in occasione di un trattamento fitosanitario, il prodotto distribuito viene trasportato dal vento al di fuori della superficie da trattare. Determinata (73): si dice di pianta che blocca la propria crescita in altezza dopo aver prodotto alcuni fiori o infiorescenze, per mancanza della gemma apicale, e che sviluppa delle branche laterali assumendo in genere una forma cespugliosa (per esempio molte varietà di pomodoro da industria). Diagnosi: individuazione della causa di uno stato di malessere, ovvero identificazione della malattia. Dicotiledoni: classe di piante i cui semi contengono due cotiledoni (vedi). Le foglie presentano la pagina superiore e inferiore ben diverse l’una dall’altra; hanno inoltre nervature reticolate e non parallele. La struttura di questo gruppo di piante può essere tanto erbacea che arborea (alberi ed arbusti). Alla classe delle Dicotiledoni appartengono, ad esempio, il fagiolo, il melo, il pesco, ecc. Difesa fitosanitaria: complesso di azioni volte a distruggere i parassiti di ogni genere che danneggiano le colture o a contenerne i danni. È detta anche «lotta antiparassitaria». Dilavamento: fenomeno per il quale le acque che percolano nel terreno asportano elementi nutritivi. Dioica (vedi tavola IX): si dice di specie botanica le cui piante posseggono fiori con soli organi maschili o con soli organi femminili, come per esempio asparago, spinacio, actinidia, talune varietà di kaki. Diradamento (45): in orticoltura e giardinaggio, operazione colturale che si esegue quando si semina direttamente nelle aiole, per ottenere il numero voluto di piante per metro quadrato (cioè il giusto investimento). Si esegue per diverse piante da orto, come per esempio bietola da coste e da orto, carota, finocchio. In frutticoltura si effettua il diradamento dei frutticini per proporzionarne il numero alla capacità dell’albero di produrre frutta di qualità ed evitare l’alternanza di produzione (vedi). Diraspatura: in enologia (vedi), operazione di separazione dei raspi (parte erbacea del grappolo d’uva) dagli acini, che si effettua in cantina prima o dopo la pigiatura. Disaffinità (5): termine usato per indicare mancanza di affinità (vedi) tra portinnesto (vedi) e nesto (vedi). Quando non impedisce l’attecchimento dell’innesto, si manifesta successivamente con uno stato di sofferenza della pianta o con scarsa attività vegetativa seguita spesso da morte prematura. Diserbante o erbicida: sostanza chimica capace di distruggere o danneggiaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 47-Distrazione sessuale: diffusore di feromoni altezza delle piante. Disinfestazione: intervento atto ad eliminare animali dannosi (ratti, topi, ecc.) o insetti nocivi (mosche, zanzare, pulci, ecc.) o erbe infestanti (vedi). Disinfezione: intervento atto a distruggere i microrganismi (virus, batteri, funghi), particolarmente quelli responsabili di produrre malattie. Viene attuato per mezzo di disinfettanti, bollitura in acqua, vapore, ecc. Disopercolazione (46): operazione mediante la quale si toglie lo strato di cera (detto opercolo) che chiude le cellette dei favi che contengono miele maturo. Dispnea: respirazione difficoltosa. Disseccante: prodotto diserbante (vedi) che disattiva per contatto (dissecca) le parti aeree (cioè quelle verdi) delle piante infestanti irrorate. Distale: contrario di prossimale (vedi), si dice della porzione di ramo più lontana dalla base (intesa come punto di inserzione del ramo stesso su una branca o sul fusto). Distrazione sessuale (47): metodo di lotta contro gli insetti basato sulla distribuzione nell’ambiente di numerosi erogatori di feromoni sessuali, in modo da creare false piste attrattive, disorientare i maschi e impedire gli accoppiamenti. Differisce dalla confusione sessuale (vedi) per il rilascio di una minore quantità di feromone. Ditteri (48): ordine di insetti muniti di un paio anteriore di ali regolarmente sviluppate e di un paio posteriore di ali trasformate in bilancieri stabilizzatori del volo. Sono Ditteri, per esempio, la mosca delle ciliegie, la mosca dell’olivo, ecc. Divisione del ceppo (49): metodo di moltiplicazione (vedi) delle piante che consiste, di solito, nel dividere una pianta in diverse unità munite di radici e di almeno una gemma (di solito più di una). Si attua per molte piante: Graminacee, Cactacee e succulente, Bromeliacee (piante della stessa famiglia dell’ananas), specie alpine, perenni da fiore 48-Ditteri: adulto della mosca dell’olivo 49-Divisione del ceppo (nella foto rafano) 46-Disopercolazione re gravemente le erbe infestanti (vedi). Esistono erbicidi di contatto (diserbanti che provocano danni alle piante nei punti in cui vengono a contatto con esse), erbicidi di pre-emergenza (diserbanti distribuiti prima della nascita della coltura) ed erbicidi di post-emergenza (diserbanti applicati dopo la fase della nascita della pianta coltivata; generalmente si tratta di diserbanti selettivi nei confronti della coltura). Disetaneo: si dice di popolamento di alberi con età molto diversificate e, conseguentemente, con struttura non omogenea per quanto concerne diametro e 17 (vedi). Sono drupacee per esempio il pesco e la nettarina, il ciliegio (dolce e acido), il susino, l’albicocco, il mandorlo. E 50-Drenaggio (per esempio margherite, crisantemi, delphinium), aromatiche, rizomi in genere (per esempio iris, bambù), specie acquatiche, ecc. Doc: sta per «Denominazione di origine controllata». Questa sigla viene riservata ai vini prodotti in aree delimitate, con vitigni determinati e regolamentati con severi disciplinari di produzione. Docg: sta per «Denominazione di origine controllata e garantita». Questa sigla viene riservata al vino avviato al consumo in bottiglia munita di uno speciale sigillo di garanzia (fascetta numerata stampata dal Poligrafico dello Stato). Dop: sta per «Denominazione di origine protetta». È un marchio di tutela giuridica della Comunità Europea per la denominazione dei prodotti agroalimentari ottenuti in aree delimitate e regolamentati da disciplinari di produzione. Per il vino questa sigla non sostituisce la Doc e la Docg ma il suo impiego è facoltativo. Dorso: definizione convenzionale per indicare, in un albero, la faccia di una branca che è rivolta verso l’alto. Drenaggio (50): tecnica che consente di allontanare in modo continuativo l’acqua in eccesso presente nel terreno a mezzo di materiale permeabile (pietrame, ghiaia, ecc.) o tubi forati. Drupa (51): frutto che ha la parte esterna (epicarpo, detto comunemente buccia) membranosa, quella intermedia (mesocarpo o polpa) polposa e quella interna (endocarpo o nòcciolo) legnosa; quest’ultima contiene il seme (per esempio sono drupe la pesca, l’albicocca, la ciliegia, la susina, l’oliva). La drupa deriva dallo sviluppo dell’ovario (vedi) del fiore. Drupacee: raggruppamento di specie arboree da frutto della famiglia delle Rosacee (vedi) il cui frutto è una drupa 18 Ecologia: scienza che studia le relazioni tra gli organismi e l’ambiente in cui vivono. Ecosistema: in ecologia, il complesso degli organismi viventi (animali e vegetali) e della materia non vivente (terreno, acqua, materia organica morta) che costituisce un determinato ambiente (foresta, lago, stagno, prato, ecc.). Eczema: stato irritativo della pelle dovuto in genere ad allergie o a ipersensibilità locale. Edema: rigonfiamento dei tessuti dovuto a una eccessiva presenza di liquidi. Ematofago: si dice di parassita che si nutre del sangue dei suoi ospiti. Sono ematofagi per esempio alcuni vermi intestinali dei carnivori (per esempio Trichiuris spp.), le pulci, le zecche, i tafani e le zanzare. Embrione: in botanica, parte del seme contenente gli abbozzi di radici, fusto e foglie (vedi tavola XXIV). In zoologia, individuo nei primissimi stadi del suo sviluppo a partire dalla cellula uovo materna fecondata. Emergenza: nelle coltivazioni erbacee, stadio successivo alla germinazione (vedi) del seme con la fuoriuscita della piantina dal terreno. Emorragia: perdita di sangue dovuta a rottura dei vasi sanguigni. Energia germinativa: velocità con 52-Erbaio di avena e veccia 53-Eriofide peduncolo nòcciolo (o endocarpo) buccia (o epicarpo) polpa (o mesocarpo) seme 51-Drupa (di ciliegio) cui avviene la germinazione (vedi) dei semi. Endocarpo: tessuto più interno del frutto che svolge una funzione protettiva del seme (vedi). Può essere di consistenza carnosa (per esempio nell’uva) o legnosa (per esempio nelle drupacee o nell’olivo), nel qual caso viene comunemente chiamato «nòcciolo». Enologia: disciplina che studia le tecniche di produzione e conservazione del vino. Entomofila (72): si dice dell’impollinazione (vedi) che avviene per opera degli insetti, Epicarpo: la parte esterna del frutto, chiamata comunemente «buccia». Epidermide: in botanica, tessuto che riveste le parti giovani delle piante. In zoologia, lo strato più esterno della pelle degli animali. Epigeo: si dice di ciò che cresce sopra terra. Erbacea: si dice di pianta, o parte di essa, con le caratteristiche tipiche dei tessuti teneri e/o appena formati. Anche i germogli e, di regola, le parti verdi delle piante legnose hanno consistenza erbacea. Erbaio (52): coltura di piante da foraggio che ha durata inferiore all’anno e, più spesso, solo di alcuni mesi. In rapporto alla stagione in cui vengono attuati gli erbai si distinguono in primaverili, primaverili-estivi, estivi, estivo-autunnali, autunno-invernali. Una delle specie foraggere da erbaio più diffuse è la loiessa (Lolium italicum della famiglia delle Graminacee). Erbicida: vedi diserbante. Eriofidi (53): gruppo di acari (vedi) fitofagi (vedi) di piccolissime dimensioni (0,1-0,3 mm), di forma allungata e di colore biancastro, dannosi per la vite, le pomacee, le drupacee, gli agrumi, le Cucurbitacee, il noce, ecc. Ermafrodito (vedi tavola IX): in botanica, fiore che contiene sia la parte riproduttiva maschile (stami, vedi) che quella femminile (pistillo, vedi). Sono SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 54-Erpicatura 55-Esbosco Estirpatura: rottura del terreno con l’utilizzo di un estirpatore. Può essere eseguita a profondità diversa da quella usuale di aratura. L’estirpatura a profondità superiori a 40 cm è generalmente definita «ripuntatura» (vedi). Etologia: scienza che studia le caratteristiche comportamentali di un individuo di una determinata specie nonché i rapporti che intercorrono tra individui della stessa specie e tra individui di specie diverse. Questo tipo di conoscenze, sia per quanto riguarda la fauna selvatica che gli animali domestici, può servire a migliorare le tecniche d’allevamento estensivo e/o biologico e quindi le condizioni di vita degli animali, influendo di conseguenza anche sulla produzione. Ettaro: unità di misura delle superfici agrarie (simbolo «ha»), pari a 10.000 metri quadrati. I suoi sottomultipli sono l’ara (simbolo «a»), pari a 100 metri quadrati, e la centiara (simbolo «ca»), pari a 1 metro quadrato. Evapotraspirazione: perdita di acqua da una data area e in un certo periodo di tempo, per effetto combinato dell’evaporazione, dalla superficie del terreno, e della traspirazione, dalle piante. Eziolamento: ingiallimento o imbianchimento delle parti verdi di una pianta provocato dall’assenza di luce. Si verifica quando una parte di pianta viene posta al buio (per esempio coperta di terra o polietilene nero, ecc.). L’eziolamento favorisce l’emissione di radici da parte delle talee. Vedi anche imbianchimento. F 56-Escludiregina curva, utilizzabile per un primo affinamento delle zolle oppure per la minima lavorazione (vedi) del terreno. Esistono estirpatori manuali molto utili per lavorare il terreno in piccole superfici. epicarpo (flavedo) Falda freatica: acqua che si trova sotto la superficie del terreno. Fallanza: termine che indica il mancato attecchimento (vedi) di una (o più) giovane piantina da frutto o forestale. Falsa semina: tecnica di lotta alle erbe infestanti che consiste nella preparazione anticipata del letto di semina (vedi), così da consentire l’emergenza delle infestanti stesse. Queste vanno tempestivamente eliminate ai loro primissimi stadi di sviluppo, prima della semina Foto: Silvio Caltran ermafroditi per esempio i fiori di pomodoro, peperone, cipolla, cavolo, pesco, ciliegio. In zoologia, individuo che possiede organi riproduttivi sia maschili che femminili; la condizione può essere naturale in alcune specie inferiori (vermi piatti, chiocciole, ecc.) o dovuta a difetto genetico. Erpicatura (54): operazione complementare di preparazione del letto di semina (vedi), utile per sminuzzare e lisciare il terreno, controllare le malerbe o interrare materiali sparsi sulla superficie. Erpice: attrezzo meccanico, generalmente portato da trattore, costituto da un telaio e da una serie di utensili a forma di dente (erpice a denti) o di disco (erpice a dischi), utilizzabile per l’affinamento del terreno e quindi per la preparazione del letto di semina (erpicatura). Vi sono erpici con denti montati a coppia su un rotore che trasmette agli stessi un moto di rotazione (erpice rotante) che consente un’operazione di affinamento delle zolle più energica. L’erpice rotante e l’erpice a dischi possono essere utilizzati anche per la preparazione diretta del letto di semina su terreno non lavorato o sodo (minima lavorazione, vedi). Esbosco (55): operazione di trasporto del legname dalla zona di abbattimento degli alberi fino alle strade forestali principali o al luogo in cui può essere caricato su mezzi di trasporto. Escludiregina (56): speciale griglia impiegata per confinare l’ape regina in una zona dell’alveare. La distanza fra le sbarrette della griglia è di 4,2 millimetri. Esperidio (57): il frutto degli agrumi, costituito da una particolare bacca (vedi) con epicarpo (vedi) – detto flavedo o buccia – spesso e colorato in giallo o arancio, mesocarpo (vedi) biancastro e spugnoso – detto albedo –, endocarpo (vedi) settato, cioè diviso in spicchi contenenti cellule ricche di succo e i semi. Essudato: liquido più o meno denso prodotto dai tessuti interessati da un’infezione (vedi). Estirpatore (58): attrezzo meccanico, generalmente portato da trattore, costituito da un telaio e da una serie di utensili a forma di lancia più o meno ri- endocarpo mesocarpo (albedo) 57-Esperidio 58-Estirpatore SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 19 59-Favo nel telaino (vedi) o del trapianto (vedi) della coltura, per mezzo di una lavorazione superficiale del terreno (erpicatura, vedi). Famiglia: in botanica e in zoologia, categoria sistematica che comprende uno o più generi e un numero assai variabile di specie. In apicoltura, vedi colonia. Fascicolato: si dice di apparato radicale formato da radici che hanno più o meno la stessa lunghezza e lo stesso spessore (per esempio quello del frumento, della cipolla, dell’asparago). Favo (59): costruzione in cera, formata dall’insieme delle celle esagonali dentro le quali le api allevano la covata (vedi) e immagazzinano le scorte di miele e polline. – Favo allargato: si parla di favo allargato quando aumenta la distanza (41 mm invece dei 38 mm comunemente impiegati) fra centro e centro delle stecche dei portafavo nel nido dell’alveare; così i telaini sono 9 invece di 10. Feccia: in enologia (vedi), è il sedimento, più o meno abbondante, depositato dai mosti e dai vini giovani nelle botti o nei serbatoi prima del loro travaso. Fecondazione: fusione tra le cellule riproduttive maschili e quelle femminili, che dà origine a nuovi individui. Nelle piante segue l’impollinazione (vedi). Negli animali segue l’accoppiamento naturale o viene guidata artificialmente (per esempio nelle specie allevate in maniera intensiva come polli, bovini, suini, conigli, ovicaprini). Fecondazione dell’ape regina: l’accoppiamento della regina con il maschio (fuco, vedi), che avviene in volo, durante una giornata di bel tempo, alcuni giorni dopo lo sfarfallamento dell’ape regina stessa. Fecondità: in zootecnia, sta ad indicare l’efficienza dal punto di vista della riproduzione. Per esempio, se su 10 scrofe fecondate si contano 8 parti, si ha una fecondità dell’80%. Fellogene (vedi tavola X): in botani- 20 ca, fascia molto sottile di tessuto posta subito sotto il sughero, che ha la funzione di produrlo. Feltro: relativamente al tappeto erboso, strato di sostanza organica indecomposta, costituita da materiale vegetale vivo e morto (radici, stoloni, rizomi, fusti, foglie – vedi singole voci –, residui del taglio, ecc.), che si frappone tra il terreno e la parte verde del tappeto erboso. Si tratta di una barriera che ostacola la penetrazione dell’acqua e degli elementi nutritivi nel terreno e impedisce gli scambi gassosi. Se lo spessore del feltro supera i 5-6 mm si deve procedere alla sua asportazione, effettuando l’arieggiatura per mezzo di apposite attrezzature (vedi arieggiatore). Femminella (60): germoglio secondario (o anticipato) che si sviluppa da gemme pronte (vedi), come nel pesco e nella vite, e che in alcune piante orticole (soprattutto nelle varietà indeterminate di pomodoro) viene di regola asportato. Fermentazione: processo provocato da microrganismi (lieviti, batteri, ecc.) che trasformano una sostanza chimica (in genere carboidrati, vedi) in un’altra con formazione di anidride carbonica. – Fermentazione alcolica: in enologia, è il processo biochimico tramite il quale gli zuccheri contenuti nel mosto, per azione dei lieviti, si trasformano in alcol, anidride carbonica e in altri prodotti secondari. – Fermentazione malolattica: in enologia, fermentazione che trasforma l’acido malico in acido lattico e anidride carbonica. Questo processo rende il vino più morbido e biologicamente più stabile. Feromone: sostanza secreta dagli insetti e da altri animali per comunicare tra essi. Serve a portare messaggi per l’ac- 60-Femminella su pomodoro (vedi freccia) coppiamento, l’allarme, la coesione, ecc. Fertilità: in zootecnia, il numero di capi prodotti per ogni riproduttore o nucleo di riproduttori. In agronomia, la capacità di un terreno di offrire a una pianta la più elevata possibilità di estrinsecare le proprie caratteristiche vegetative e produttive; è dovuta alla ricchezza di elementi nutritivi giustamente proporzionati e all’ottima natura fisica del suolo. In viticoltura, numero medio di grappoli per germoglio presente sulla vite. Fertilizzante: sostanza di varia origine (minerale o organica, naturale o sintetica), natura e composizione che apporta al terreno gli elementi nutritivi necessari alle piante (azoto, fosforo, potassio, ecc.) o che migliora la fertilità del terreno stesso. – Fertilizzante minerale: sostanza fertilizzante che non contiene carbonio organico di origine biologica (per esempio un concime minerale). – Fertilizzante organico: sottoprodotto degli allevamenti o della lavorazione di sostanze animali o vegetali, che contiene nutrienti vegetali in quantità sufficiente per essere utilizzato come fertilizzante (per esempio i residui della lavorazione delle pelli). Fertirrigazione: tipo di fertilizzazione che si effettua diluendo i concimi nell’acqua di irrigazione. Feto: l’individuo (mammifero) nel periodo in cui completa il suo sviluppo all’interno dell’utero materno. Fibra: in botanica, cellula allungata con pareti ispessite e di solito lignificate che contribuisce a dare solidità alla pianta. In zootecnia, elemento vegetale scarsamente nutriente la cui presenza nella razione serve soprattutto a migliorare le funzioni digestive. È fondamentale nell’alimentazione del coniglio e di molti altri erbivori. Filante: in enologia (vedi), alterazione batterica, causata da un’anomalia nella fermentazione malolattica, che rende il vino oleoso. Filatura: crescita troppo accentuata delle piante che produce tessuti deboli e di colore verde poco intenso. Può essere dovuta a diversi fattori, come scarsità di luce negli ambienti di coltura, temperature elevate, eccesso di concimazioni e irrigazioni, semine o impianti troppo fitti. Le piante filate sono più facilmente attaccabili da malattie, si adattano male, in caso di trapianto, alle nuove condizioni di coltivazione e spesso impiegano molto tempo per riprendersi e vegetare regolarmente. Filtrazione: in enologia (vedi), tecnica per rendere limpido o brillante un vino. In base al materiale impiegato e al suo grado di porosità di parla di filtrazione sgrossante, chiarificante, brillanSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 61-Fitocelle (contenenti piantine di olivo) tante o sterilizzante. Fiore (vedi tavola XII): parte delle piante più evolute che contiene gli organi adibiti alla riproduzione (vedi). – Fiore bisessuato: fiore che possiede insieme sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili (fiore ermafrodito). – Fiore ermafrodito: vedi fiore bisessuato. – Fiore unisessuato: fiore che possiede organi riproduttivi soltanto maschili (fiore maschile) o soltanto femminili (fiore femminile). Fioritura: periodo di tempo più o meno lungo durante il quale nelle piante, a seguito dell’apertura dei fiori, inizia la riproduzione. Prima di fiorire le piante stesse devono completare un periodo di crescita vegetativa (spesso nelle specie arboree le parti che costituiscono il fiore – abbozzi fiorali – si formano nell’anno che precede la fioritura) oppure produrre un numero minimo di foglie. Di solito, durante la fioritura, bisogna sospendere i trattamenti antiparassitari per favorire una regolare impollinazione (con i trattamenti si possono disturbare o addirittura eliminare gli insetti impollinatori) ed evitare danni agli organi che costituiscono il fiore. Fisiologia: scienza che studia le funzioni degli organismi e delle parti che li compongono. Fisiopatia: alterazione della pianta non causata da organismi viventi ma da carenze o eccessi di elementi nutritivi nel terreno, squilibri fisiologici causati per esempio da piogge o irrigazioni eccessive, danni causati da eventi climatici quali gelate o scottature, ecc. Fito-: prefisso che significa «pianta»: SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 fitofarmaco, fitosanitario, fitofago, ecc. Fitocella (61): sacchetto in materiale plastico (polietilene nero), dotato di fori di drenaggio, impiegato nei vivai come contenitore per l’allevamento delle piantine. Fitodepurazione: processo di depurazione delle acque basato sullo sfruttamento di processi naturali, in particolare dell’azione di piante e di microrganismi (vedi). Fitofago: si dice di insetto (vedi) o acaro (vedi) che si nutre di piante o di materie vegetali in genere. Fitofarmaco: prodotto specifico per la lotta ai parassiti (vedi) fungini e animali delle piante coltivate. Fitomizo: insetto (vedi) dotato di apparato boccale pungente-succhiatore che si nutre succhiando la linfa (vedi) dei vegetali (per esempio gli afidi). Fitopatia: malattia o comunque stato di sofferenza a carico di una pianta. Fitoplasma: organismo unicellulare, privo di parete cellulare ma rivestito di una membrana di natura lipo-proteica (costituita da grassi e proteine), con caratteristiche intermedie tra un virus (virus) e un batterio (vedi). I fitoplasmi sono diffusi da insetti e sono responsabili di gravi malattie quali flavescenza dorata, legno nero, ecc. Fitoregolatore: sostanza prodotta dalle piante (ormoni vegetali o fitormoni o fitoregolatori naturali) o in laboratorio, capace di influenzare direttamente o indirettamente i processi fisiologici dei vegetali: accrescimento, differenziazione dei tessuti, attività dei meristemi (vedi), germinazione (vedi), maturazione, ecc. Fitoregolatori vengono impiegati nella pratica agricola per stimolare la produzione di frutti quando le condizioni ambientali sono avverse, per facilitare la radicazione delle talee, per limitare o favorire la cascola dei frutticini, per consentire, in alcune piante, la formazione contemporanea dei fiori. Fitosanitario: si dice di prodotto o di intervento che serve a prevenire o a cu- 63-Foglio cereo 62-Fittone (di lattuga) rare infezioni (vedi) e/o infestazioni (vedi) sulle piante. Fitotossicità: azione dannosa del prodotto fitosanitario (vedi) sulla pianta, come per esempio defogliazione (vedi), ustione, eccetera. Fittonante: si dice di radice a fittone (vedi). Fittone (62): radice (vedi) principale, in genere ingrossata, che cresce verticalmente. Talvolta è molto sviluppato e si trasforma per contenere sostanze di riserva (carota, bietole). Negli alberi viene di solito sopraffatto dalle radici laterali dopo i primi anni di crescita. Floema: tessuto prodotto dal cambio (vedi) verso l’esterno, attraverso il quale passa la linfa (vedi) elaborata che raggiunge ogni parte della pianta. Foglia (vedi tavola XI): organo, che si presenta in forme molto diverse (semplice, composta, pennata, palmata, ecc.), in cui avviene buona parte della fotosintesi clorofilliana (vedi). Foglio cereo (63): in apicoltura, l’anima di cera in cui sono stampati gli abbozzi delle cellette esagonali. Viene preparato dall’apicoltore con apposito stampo oppure può essere comperato in negozi specializzati in prodotti apistici. Va montato su un telaino nuovo per mezzo di un filo stagnato che lo sostiene e lo rinforza. Fondatrice: femmina di un afide nata da un uovo che ha svernato (uovo durevole, vedi), destinata a originare una colonia di discendenti. Formazione fruttifera: vedi ramo fruttifero. Sono formazioni fruttifere per esempio brindilli, lamburde, dardi fioriferi (vedi le singole voci). Formazione legnosa: ogni ramifica- 21 zione non erbacea degli alberi. Fotolabile: si dice di una sostanza che si degrada o si distrugge se esposta alla luce solare. Fotoperiodo: totale delle ore di luce (naturale o artificiale) nell’arco della giornata. Per la riproduzione della maggior parte degli uccelli, domestici e selvatici, è necessario un fotoperiodo di almeno 14 ore al giorno. Nelle piante corrisponde al numero di ore di luce necessario perché avvenga la produzione dei fiori (vedi brevidiurne e longidiurne). Fotosintesi clorofilliana: funzione per mezzo della quale è possibile la formazione (sintesi) di sostanze organiche partendo da composti inorganici semplici (anidride carbonica, acqua, elementi minerali) e sfruttando l’energia del sole. Affinché possa verificarsi è essenziale la presenza della clorofilla (vedi). A questa funzione è legato il sistema vitale del nostro pianeta non solo perché gli organismi fotosintetici sono il punto di partenza delle catene alimentari, ma anche perché per mezzo loro viene immesso ossigeno nell’atmosfera. Franco: portinnesto (vedi) derivato dal seme di una pianta della stessa specie che vi si innesta sopra. – Franco di piede (franca di piede): pianta non innestata. Frutto (vedi tavola XIII): parte della pianta che si forma dopo che sono avvenute l’impollinazione (vedi) e la fecondazione (vedi). Deriva dall’ingrossamento dell’ovario (vedi), per esempio nel caso di pesca, ciliegia, albicocca, ecc., o dall’ingrossamento di altre parti del fiore (per esempio ricettacolo) – e allora viene detto «falso frutto», – nel caso per esempio di mela, pera, zucca). – Frutto composto: vedi infruttescenza. Fuco (64): maschio dell’ape, presente negli alveari specialmente nel periodo della sciamatura (vedi). Fumaggine: muffa di colore nero fuligginoso che si forma in seguito allo sviluppo di diverse specie di funghi sulla melata (vedi) prodotta da alcuni insetti. La fumaggine può ricoprire talvolta completamente la vegetazione delle piante, 67-Garenna: nido all’interno del recinto di allevamento 22 64-Fuco 65-Fustaia 66-Galla riducendo la fotosintesi clorofilliana (vedi) e può di conseguenza ridurre la fioritura e la fruttificazione e, nei casi più gravi, provocare defogliazione (vedi) e disseccamento dei rami più giovani. Fungo o micete: organismo che ha caratteristiche intermedie tra pianta e animale (non compie la fotosintesi, produce chitina, come gli insetti e altri animali, e le sue riserve sono costituite da glicogeno, zucchero prodotto dai soli animali). Per tali motivi oggi i funghi vengono classificati in un regno a parte. Per vivere questi organismi hanno bisogno di sostanza organica prodotta da altri esseri viventi, quindi sono parassiti (vedi) o saprofiti (vedi), e possono vivere in simbio- si (vedi) con diverse piante. Particolare simbiosi è quella che li lega alle alghe formando i licheni. I funghi si moltiplicano, in genere, a mezzo di spore (vedi), ma i loro sistemi di moltiplicazione sono talora piuttosto complessi e non ancora del tutto chiari. Diversi funghi, soprattutto microscopici, sono dannosi per le piante (peronospora, ticchiolatura, oidio, ecc.), mentre i saprofiti (vedi) e quelli che vivono in simbiosi sono utili. Ugualmente utili per l’uomo sono i funghi che producono antibiotici, quelli che fanno lievitare le farine, quelli che trasformano lo zucchero in alcol, quelli che servono direttamente per l’alimentazione, ecc. Alcune specie vengono selezionate e coltivate per questi scopi. I funghi si chiamano anche «miceti» (vedi) e la disciplina che li studia si chiama «micologia». Fungicida: vedi anticrittogamico. Fustaia (65): termine contrapposto a «ceduo» (vedi), con cui si indica la forma di governo degli alberi che costituiscono questi tipi di boschi, ovvero piante che (per piantagione o per nascita spontanea) si sviluppano con un unico fusto. Fusto: parte della pianta che collega le radici con foglie, fiori, frutti (vedi le singole voci) e che ha anche la funzione di sostegno. Nelle piante arboree è detto «tronco» (vedi). G Galla (66): alterazione dei tessuti vegetali provocata dalle sostanze iniettate da alcuni insetti al momento della deposizione di un uovo in un organo della pianta. Galligeno: si dice di un organismo (generalmente un insetto o un nematode) che è in grado di stimolare lo sviluppo di una galla. Gamica: si dice di propagazione (vedi) delle piante per la quale si utilizzano i semi, derivati dalla riproduzione sessuale. Garenna (67): terreno recintato destinato all’allevamento a terra dei conigli. Garretto: in frutticoltura, porzione residua del portinnesto tagliato sopra il punto di innesto; funge provvisoriamente da sostegno al germoglio del nesto (vedi) e viene eliminato con un’operazione detta «sgarrettatura». Negli animali il termine indica la regione dell’articolazione del tarso (vedi tavola XIV). Gemma (vedi figura 68 e tavola VII): struttura che contiene l’abbozzo delle nuove parti della pianta che dovranno svilupparsi in germogli (vedi) o in fiori (vedi). La gemma è protetta da squame dette «perule» (vedi). – Gemma a fiore: gemma che schiudenSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 dosi dà luogo a un fiore o a un’infiorescenza (vedi). – Gemma a frutto: gemma che dà origine a frutti; può essere a fiore o mista (vedi). – Gemma a legno: gemma che schiudendosi dà luogo ad un germoglio (vedi). – Gemma apicale: la gemma che si trova in cima al ramo. – Gemma ascellare: gemma presente all’ascella di una foglia (vedi). – Gemma avventizia: gemma che si sviluppa occasionalmente in un punto qualsiasi di un ramo o di una branca o del tronco. – Gemma dormiente: gemma che si schiuderà nell’anno successivo a quello in cui si è formata (è detta anche «gemma ibernante»). – Gemma latente: gemma che rimane dormiente per più di un anno. – Gemma laterale o gemma ascellare: gemma che si trova lungo il ramo all’ascella delle foglie. – Gemma mista: gemma che, schiudendosi, dà luogo a un germoglio che porta fiori o infiorescenze (vedi); gemme miste sono presenti per esempio nel melo, pero, kaki e kiwi. Nella vite la gemma mista è costituita da un apice (vedi) centrale e da due apici laterali (gemme «di pèrule A B a b c 68-Gemma a legno chiusa e in sezione. A-Gemma con, ben visibili, le pèrule che racchiudono, proteggendolo, il prezioso contenuto. B-Contenuto della gemma visto in sezione: aapice vegetativo; b-foglioline; c-abbozzi delle future gemme laterali controcchio»). – Gemma pronta: gemma che si schiude nello stesso anno in cui si è formata dando luogo ad un germoglio anticipato o femminella (vedi). – Gemme stipolari o sottogemme: gem- me che si trovano all’ascella delle stipole (vedi); di solito sono poco o per niente visibili e si sviluppano in germogli solo se degenera la gemma a cui sono affiancate. Genetica: scienza che studia l’ereditarietà dei caratteri, le loro variazioni e i meccanismi che la regolano. Gentile: vedi nesto. Germinabilità: capacità che hanno i semi di germinare. In agronomia si intende la percentuale di semi che germinano e viene riportata sul cartellino che accompagna le confezioni di sementi. Germinazione: emissione della radice da parte del seme e inizio dello sviluppo del fusticino. Può essere considerata anche come la fase di passaggio dal seme alla piantina capace di essere autonoma cioè di effettuare la fotosintesi (vedi). Germogliamento o germogliazione: nei nostri climi, fase del ciclo vegetativo in cui una pianta perenne, terminato il riposo invernale, emette nuovi germogli. Germoglio: è così detta, finché resta di natura erbacea, una ramificazione che si sviluppa da una gemma a legno (vedi) o da una gemma mista (vedi). – Germoglio anticipato: vedi femminella. Glabro: si dice di organo vegeta- Tavola VII - Le gemme delle piante da frutto a b Gemma a legno (pesco) Gemma apicale a legno (a) e gemme a fiore (b) (pesco) Gemma a legno (melo) Gemma mista (pero, appena schiusa) Gemma mista (actinidia) Gemma mista (vite) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 23 69-Glomere Tavola VIII - Grappolo e acino d’uva foglia viticcio tralcio dell’anno racimolo buccia pedicello vinaccioli rachide polpa tanica della classe delle Monocotiledoni a cui appartengono quasi tutti i cereali, il mais dolce che si usa come ortaggio, la canna da zucchero, molte piante foraggere ed essenze per prati ornamentali. In vastissime aree della terra le Graminacee costituiscono una parte importante della flora. Grappolo (vedi tavole VIII e XV): infiorescenza (vedi) i cui fiori si inseriscono sull’asse (rachide, vedi) che li porta, a mezzo di piccoli peduncoli (pedicelli) tutti più o meno della stessa lunghezza. Può essere semplice, se i peduncoli sono inseriti direttamente sull’asse (per esempio nel ribes) o composto se sono inseriti su ramificazioni dell’asse (per esempio nella vite) denominate «racemi». Grassi: detti anche «lipidi», molecole che fungono da deposito di energia, presenti sia nei tessuti animali che in quelli vegetali. Guttazione: emissione di acqua dalle foglie sotto forma di piccole gocce. H Habitat: ambiente in cui vive un determinato essere vivente (animale, pianta, ecc.). Humus: l’insieme dei composti organici presenti nel terreno. Deriva dalla decomposizione di resti vegetali e animali che si trovano o vengono portati nel suolo. Incide positivamente sulla fertilità del terreno. acini I le (per esempio foglia, fusto) senza peli né peluria. Glauco: si dice di colore tra il verde e il grigio-azzurro. Glomere (69): particolare disposizione che le api assumono per superare i periodi freddi. All’interno del glomere (detto anche «grappolo») le api mantengono una temperatura costante, compresa fra i 22 e i 36 °C, per proteggere la regina. Gimnosperme: raggruppamento di piante legnose (alberi e arbusti) a seme nudo (non protetto dall’ovario). Vi appartengono, per esempio, le conifere. Girapoggio (vedi tavola XXVI): sistemazione di un terreno collinare con pendenza non superiore al 25-30%, in cui i filari degli alberi e/o le lavorazioni seguono l’andamento delle curve di livello. Gradazione alcolica: in enologia, la percentuale in volume di alcol etilico presente nel vino. Graminacee o Poacee: famiglia bo- Ibrido: termine usato per gli animali e per le piante a indicare il soggetto derivato dall’unione di due individui di specie differenti (negli animali di solito è sterile). Per esempio il «biricoccolo» è un ibrido derivato dall’unione di un albicocco con un susino Mirabolano; il portinnesto GF 677 è un ibrido tra pesco e mandorlo. È chiamata ibrido anche la prima generazione che deriva dall’incrocio di due particolari selezioni, operate su varietà standard, dette «linee»; si distingue con il simbolo F1. Vi sono diverse piante di cui si utilizzano comunemente gli ibridi, come il mais, il pomodoro, il melone, ecc. Negli ibridi vi è in genere una esaltazione delle caratteristiche positive ancora superiore rispetto alle selezioni delle varietà standard. Tra gli animali tipico esempio di ibrido è il mulo (asino x cavalla). Ibrido produttore diretto: si dice di varietà di vite che, essendo derivata da un’ibridazione fra una vite europea e una vite americana, ha ereditato dalla 24 prima la capacità di produrre uva commestibile e dalla seconda la resistenza alla fillossera. Ne è un esempio l’uva fragola. Idrico: di acqua oppure che riguarda l’acqua. Idroponica (70): si dice di coltura che si attua alimentando di continuo le piante per mezzo di soluzioni in cui sono presenti tutti gli elementi minerali indispensabili. Le piante possono venir collocate in sacchetti (oppure in vasi) riempiti di miscugli di torbe o di materiale inerte (perlite, lana di roccia, ecc.) a cui vengono fatti arrivare, a mezzo dell’irrigazione a goccia, gli elementi nutritivi in percentuali calcolate in precedenza. Un altro modo di realizzare una coltura idroponica è quello di isolare le piante dal terreno stendendo degli appositi teli di plastica che formano delle canalette leggermente inclinate; nelle canalette vanno poste le piante e viene fatto quindi circolare un velo di soluzione nutritizia (metodo detto Nutrient film technique-NFT). Le colture attuate con le tecniche descritte vengono dette «fuori suolo» o «senza suolo». Ife: cellule allungate, disposte in modo da formare filamenti, tipiche dei funghi. 70-Idroponica: coltura di pomodoro 71-Imbianchimento del radicchio mediante legatura del cespo SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Igroscopicità del miele: capacità di questo prodotto di assorbire umidità dall’aria. Per questo il miele non va conservato in locali umidi con recipienti aperti o non a chiusura ermetica. Imbianchimento (71): operazione che serve a migliorare la qualità di alcuni ortaggi come radicchi, cardi, finocchi, indivia riccia e altri, rendendo il prodotto più tenero e delicato. Si realizza con tecniche diverse, come per esempio rincalzatura (vedi), legatura, copertura o rivestimento con materiali diversi, per impedire alla luce di arrivare, del tutto o in parte, agli ortaggi, quindi per diminuire o impedire la fotosintesi (vedi). In alcuni casi si opera una vera e propria «forzatura» in ambienti in cui si controllano luce, temperatura, umidità (cicoria di Bruxelles) e/o si sfrutta la temperatura costante delle acque di risorgiva (radicchio di Treviso). Per la patata è praticamente obbligatorio utilizzare la tecnica della «rincalzatura» (vedi), un particolare tipo di imbianchimento che consiste nel «dare terra» alla pianta, altrimenti molti tuberi risulterebbero verdi e quindi non commestibili. Imenotteri: ordine di insetti di forme e dimensioni varie, spesso alati, con due paia di ali trasparenti e membranose, dotati di apparato boccale masticatorelambente o lambente-succhiante. Le femmine sono provviste di ovopositore trasformato talora in pungiglione. Alcune specie hanno comportamento sociale (api, vespe, formiche). Immunità: reazione protettiva dell’organismo nei confronti di germi o sostanze estranee operata da speciali cellule o da particolari molecole dette anticorpi (vedi). Impalcatura: in frutticoltura e in arboricoltura, zona di inserzione delle branche (vedi) principali sul tronco. Si parla di impalcatura bassa quando le branche sono inserite mediamente a una distanza dal suolo inferiore a 50 cm, media quando la distanza è compresa fra 50 e 100 cm e alta quando tale distanza supera i 100 cm. Impallinatura: fenomeno tipico della vite e dell’olivo sulle cui infiorescenze di solito si formano, a causa di difetti di fecondazione (vedi) o di aborto dell’embrione (vedi), piccolissimi frutti che derivano da un’iniziale crescita dell’ovario (vedi) dei fiori e che rimangono piccoli e sferici fino alla fine del ciclo produttivo annuale. Impollinazione (vedi tavola IX e figura 72): funzione mediante la quale il polline viene trasportato dalla parte maschile del fiore (antera, vedi) alla parte terminale di quella femminile (stigma, vedi). Viene detta autoimpollinazione quando lo stigma di un fiore riceve il SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola IX - Impollinazione Autofertile o autocompatibile Fiore bisessuato ermafrodito Possiede ambedue gli organi sessuali: maschile (stami con polline) e femminile (pistillo con ovario e ovuli) Fiore monosessuato Possiede o ha efficiente uno solo degli organi sessuali. È detto maschile o staminifero se produce solo polline; femminile o pistillifero se possiede solo il pistillo e non produce polline Il polline è capace di fecondare gli ovuli dello stesso fiore (nella foto fiori di pesco) Autosterile o autoincompatibile Il polline non è capace di fecondare l’ovulo dello stesso fiore; per avere la fecondazione è indispensabile l’impollinazione incrociata, cioè il polline fecondante deve giungere da un’altra pianta (nella foto fiori di ciliegio) Specie monoiche. I fiori maschili e femminili si trovano sulla stessa pianta (nella foto, infiorescenze maschili e femminili, nel particolare, di nocciòlo) Specie dioiche. I fiori maschili e femminili si trovano su piante diverse; nella foto in alto fiore maschile di actinidia e, nella foto in basso, fiore femminile polline dello stesso fiore; è detta invece impollinazione incrociata quando avviene tra fiori diversi, presenti sulla stessa pianta o su piante differenti. Spesso questa funzione viene compiuta dal vento e in tal caso si dice anemofila (vedi); particolarmente importante è quella det- ta entomofila (vedi), che avviene per opera di insetti detti pronubi (vedi). In altri climi possono svolgere questa funzione essenziale pure gli uccelli e i pipistrelli. Più rara invece è quella che avviene tramite l’acqua. Impupamento: processo attraverso il 72-Impollinazione anemofila (a sinistra) e entomofila (a destra) 25 Tavola X - Albero da frutto Tavola XI - Foglia (l’esempio si riferisce alla foglia di ciliegio) Foglie Lamina fogliare Nervatura principale Frutti Margine fogliare dentellato Ghiandole fogliari Ramo Nervature secondarie Branca Picciòlo Succhione Tronco Fiori Polloni del pedale Polloni radicali Tavola XII - Fiore (l’esempio si riferisce al fiore del melo e del pero) Stigma Colletto Petali Antere Apparato radicale Ovario Ricettacolo Ovulo Pedale o ceppaia Sepali Stigma Sezione del tronco Antera Fellogene Pistillo provvisto di 5 stili Stame Alburno Tavola XIII - Frutto (l’esempio si riferisce al frutto del melo, che è un falso frutto) Residui del calice, degli stili e degli stami Midollo Loggia Torsolo (deriva dallo sviluppo dell’ovario) Cerchie legnose Cambio Floema o libro Fascia sugherosa Scorza o ritidoma 26 Corteccia Polpa (deriva dallo sviluppo del ricettacolo) Buccia Seme Peduncolo SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola XIV - Animali domestici: parti del corpo Cavallo 2 3 4 Maiale 5 6 7 6 1 8 5 23 9 4 10 7 14 8 10 9 15 16 11 18 21 12 13 19 20 2 3 11 17 1 12 18 22 21 13 17 20 23 19 16 14 15 22 1-Testa. 2-Collo. 3-Garrese. 4-Dorso. 5-Lombi. 6-Groppa. 7-Spalla. 8-Punta della spalla. 9-Avambraccio. 10-Petto. 11-Costato. 12-Addome. 13-Piega della grassella. 14-Punta della natica. 15-Coscia. 16-Gamba. 17-Tarso o garretto. 18-Carpo o ginocchio. 19-Stinco. 20-Nodello. 21-Pastorale o pastoia. 22-Zoccolo. 23-Coda 1-Grugno o grifo. 2-Orecchio. 3-Guancia. 4-Collo. 5-Spalla. 6-Dorso. 7-Lombi. 8-Groppa. 9-Coscia. 10-Coda. 11-Gamba. 12-Tarso. 13-Stinco. 14-Unghiello. 15-Unghione. 16-Addome. 17-Fianco. 18-Costato. 19-Mammelle. 20-Gomito. 21-Carpo. 22-Gola. 23-Pastorale Pecora Pollo 3 1 2 5 7 4 8 19 12 10 5 24 6 4 27 26 6 9 25 21 3 20 1 2 7 8 9 10 11 14 15 16 17 12 13 12 21 13 22 14 11 23 20 18 19 1-Narice. 2-Bocca. 3-Dorso del naso. 4-Fronte. 5-Occhio. 6-Orecchio. 7-Collo. 8-Spalla. 9-Petto. 10-Braccio. 11-Carpo. 12-Stinco. 13-Gomito. 14-Torace. 15-Addome. 16-Inguine. 17-Ginocchio. 18-Pastorale. 19-Zoccolo. 20-Tarso o garretto. 21-Coda. 22-Coscia. 23-Gamba. 24-Groppa. 25-Lombi. 26-Dorso. 27-Garrese SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 16 17 22 23 18 15 24 26 27 31 25 30 29 28 1-Testa. 2-Becco. 3-Cresta. 4-Faccia. 5-Occhio. 6-Bargigli. 7-Orecchio. 8-Orecchione. 9-Penne della mantellina. 10-Gola. 11-Petto. 12-Colletto. 13-Spalla. 14-Arco dell’ala. 15-Penne di copertura dell’ala. 16-Penne secondarie dell’ala. 17-Penne primarie. 18-Penne di copertura primaria. 19-Dorso. 20-Cuscinetto. 21-Penne della coda. 22-Penne del corpo posteriore. 23-Peluria. 24-Penne della coscia inferiore. 25-Penne del garretto. 26-Stinco. 27-Sperone. 28-Piede. 29-Dita del piede. 30-Unghie delle dita del piede. 31-Centro dell’articolazione del garretto 27 quale la larva (vedi) di un insetto si trasforma in pupa (vedi). Inarniamento: introduzione di uno sciame in un’arnia (vedi). Incisione sopra gemma (vedi tavola XX): incisione effettuata al di sopra di una gemma a legno per favorirne il germogliamento (vedi). Incrocio: in genetica, metodo di accoppiamento che prevede l’unione tra individui appartenenti alla stessa specie ma a razze (o varietà) diverse, o a linee o famiglie diverse della stessa razza (o varietà). Incubazione: periodo che intercorre fra il termine dell’inoculazione (inizio dell’infezione) e la comparsa dei primi sintomi della malattia. In avicoltura, processo per cui l’embrione (vedi) si sviluppa all’interno dell’uovo e che termina con la schiusa dell’uovo stesso. Per tempo d’incubazione si intende il numero di giorni necessari per ottenere la schiusa. Indeiscente: si dice di frutto che una volta giunto a maturità non si apre spontaneamente e non lascia cadere i semi (per esempio la noce). Indeterminata (73): contrario di de- 73-Varietà indeterminata (a sinistra) e varietà determinata (a destra) di pomodoro terminata (vedi), si dice di pianta che cresce in continuazione e spesso ha bisogno, per svilupparsi in maniera corretta, di essere sorretta a mezzo di sostegni (per esempio molte varietà di pomodoro, in particolare quelle destinate al consumo fresco). Inerbimento: in frutticoltura, viticol- Tavola XV - Infiorescenze racemo semplice (o grappolo semplice) corimbo ombrella racemo composto (o grappolo composto o pannocchia) spiga Tavola XVI - Innesto portinnesto (o soggetto) scudetto (o nesto o gentile) portinnesto (o soggetto) Innesto a gemma 28 marza (o nesto o gentile) Innesto a marza tura e arboricoltura, tecnica colturale del terreno che prevede il mantenimento del cotico erboso, insediatosi naturalmente o derivato dalla semina di apposite essenze erbacee. Durante la stagione primaverile-estiva il cotico viene periodicamente sottoposto a falciatura o trinciatura dell’erba. Inerme: si dice di pianta o di ramo privi di spine e aculei. Infestante: pianta che mette in atto una pericolosa concorrenza per l’acqua, la luce, l’aria e le sostanze nutritive nei confronti delle coltivazioni. Il concetto di infestante ha significato solo in presenza di coltivazioni – quindi in ambienti modificati dall’uomo a scopi produttivi – poiché in realtà ogni pianta ha nell’ambiente un suo significato ed una propria funzione. Infestazione: presenza di organismi animali indesiderati (parassiti, vedi) su una coltura. In veterinaria, aggressione da parte di parassiti esterni come insetti, acari e zecche (vedi le singole voci), o interni come vermi e protozoi (vedi). Infezione: insediamento di un organismo patogeno (vedi), per esempio un virus, un batterio o un fungo (vedi le singole voci), in una pianta o in un animale. L’insorgere di una malattia è conseguenza dell’infezione. Infiorescenza (vedi tavola XV): insieme di fiori raggruppati su un asse, spesso ramificato, detto «rachide», secondo schemi variabili a seconda della specie a cui appartengono le diverse piante. In certi casi dà origine a un’infruttescenza (vedi). Ortaggi che producono infiorescenze sono per esempio il pomodoro, la cipolla, i cavoli; fra gli arbusti e gli alberi presentano infiorescenze la vite, il melo, il pero, il ciliegio. Infruttescenza: frutto composto, prodotto da un’infiorescenza (vedi), costituito da più frutti veri e propri. La fragola, per esempio, è un’infruttescenza, nella quale i veri frutti sono quelli disposti, simili a piccoli semi, sulla sua superficie. Innesto (vedi tavole XVI e XVIII): unione di parti di piante a costituire un unico individuo; è detto erbaceo se nesto (vedi) e portinnesto (vedi) sono di natura erbacea (non lignificati) e semilegnoso se uno dei bionti (vedi) non è lignificato. Nelle colture orticole si esegue soprattutto per consentire la coltivazione di alcuni ortaggi (per esempio pomodoro, melanzana, melone) in terreni in cui altrimenti verrebbero attaccati da gravi malattie (come fusariosi e verticilliosi); l’innesto viene eseguito su varietà resistenti (vedi resistenza) alla malattia o su specie resistenti affini alle piante suscettibili. In frutticoltura, viticoltura, vivaismo, floricoltura si esegue per molti scopi: moltiplicare le varietà, deSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 terminare la taglia – e la vigoria – delle piante (la frutticoltura moderna si basa soprattutto sull’impiego di portinnesti nanizzanti), adattare le varietà a terreni di diverso tipo (asciutti, umidi, calcarei, ecc.), opporsi a malattie e parassiti (fillossera, nematodi), conferire alla pianta la forma voluta (vivaismo ornamentale). – Innesto al tavolo: innesto che si esegue al banco, a mano o con apposite macchine. – Innesto-talea: innesto al tavolo (vedi) che consiste nell’applicare il nesto (vedi) su una talea (vedi). Molto usato per preparare barbatelle (vedi) di vite innestate. Innesto delle larve o traslarvo: in apicoltura, operazione con la quale si preleva – con uno strumento, chiamato picking o coglilarva – una larvetta di covata femminile di età inferiore ai tre giorni dalla celletta dove è nata, per collocarla in un cupolino artificiale al fine di allevare un’ape regina (vedi) oppure per produrre pappa reale (vedi). Inoculazione: nelle colture erbacee, operazione di concia del seme delle Leguminose con il rizobio (vedi). Si effettua in particolare per la soia ed è indispensabile laddove questa specie non è mai stata coltivata. Insetticida: prodotto impiegato per difendere le piante dagli insetti dannosi. Gli insetticidi possono agire per contatto (l’insetto muore venendo a contatto con il prodotto), per ingestione (l’insetto muore ingerendo, insieme alla vegetazione, anche il prodotto) o per asfissia (l’insetto muore inalando il prodotto allo stato di vapore). Insetti (vedi tavola XVII): classe di animali appartenete al tipo Artropodi, comprendente diversi ordini. Gli insetti hanno il corpo diviso in tre regioni – capo, torace e addome – e sono muniti di sei zampe; altri suoi organi caratteristici sono le antenne (portate dal capo) e le ali (non sempre evidenti). Gli ordini di maggiore interesse agrario sono gli Isotteri (per esempio termiti), gli Ortotteri (per esempio cavallette), i Tisanotteri (per esempio tripidi), i Rincoti o Emitteri (per esempio afidi), i Lepidotteri (per esempio carpocapsa), i Ditteri (per esempio mosca dell’olivo), i Coleotteri (per esempio maggiolino) e gli Imenotteri (per esempio ape, vespa). Interfertile o intercompatibile: si dice di varietà capaci di fecondarsi reciprocamente. Intersterile o interincompatibile: contrario di interfertile o intercompatibile, si dice di varietà non capaci di fecondarsi reciprocamente. Intermediario: varietà inserita fra potinnesto (vedi) e nesto (vedi) per superaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola XVII - Insetto: ciclo di sviluppo (lepidottero) d a c b L’esempio qui riportato si riferisce al ciclo di sviluppo della Sfinge testa di morto (Acherontia atropos). a-Uova. b-Larva. c-Crisalide. d-Adulto (farfalla) di piante coltivate presenti in un metro quadrato o in un ettaro. Questo numero viene calcolato in rapporto alle caratteristiche delle specie e delle varietà (sviluppo, esigenze nutritive, ecc.) e alla tecnica d’impianto in modo che si possa ottenere la migliore produzione, tanto qualitativa che quantitativa, e non si verifichi, di regola, il fenomeno della competizione tra le piante. La competizione viene creata appositamente in piante da fibra (canapa, lino) per far sì che le piante stesse crescano in altezza e si ottengano quindi fibre più lunghe). Inzaffardatura (75): immersione dell’apparato radicale di una pianta in un miscuglio di terra fine, letame fresco e acqua subito prima del trapianto. Ha lo scopo di favorire l’attecchimento. Ipogeo: si dice di ciò che cresce sotto terra. L re la disaffinità (vedi) esistente fra i due oppure per ridurre la vigoria del nesto. Internodo: parte di fusto o di ramo che si trova tra due nodi successivi. Interramento: copertura con il terreno di dreni, tubazioni, cavi, residui vegetali e concimi. Invaiatura (74): fase del ciclo di sviluppo dei frutti durante la quale il colore della buccia passa dal verde al giallo, al rosa, al rossiccio, al violaceo a seconda della specie e della varietà. Invernamento: serie di operazioni che si devono effettuare negli alveari prima dell’inverno, per prepararli al periodo di freddo e di inattività esterna. Investimento: in agricoltura, numero Labiate o Lamiacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono basilico, issopo, melissa, menta, origano, rosmarino, salvia, santoreggia, timo. Lamburda (vedi tavola XXIII): ramo cortissimo, caratteristico delle pomacee. Se termina con una gemma a legno (vedi) è detta lamburda vegetativa (in piante giovani o vigorose la gemma a legno può essere sostituita da una spina e in questo caso si parla di lamburda spinosa); se termina con una gemma mista (vedi) è detta lamburda fiorifera. Lamina fogliare (vedi tavola XI): parte espansa della foglia, appiattita e percorsa da nervature; è detta anche «lembo». Lanceolata: si dice di una foglia la cui lamina (vedi) ha forma allungata, a «lancia». Larva (76): forma immatura di un in- 74-Invaiatura in un grappolo d’uva 75-Inzaffardatura 29 76-Larva (dorifora della patata) setto nata dall’uovo, che subirà un processo di trasformazione (metamorfosi) al termine del quale si avrà la forma adulta. Larvicida: sostanza insetticida che agisce contro le larve degli insetti. Latice: liquido talvolta denso contenuto in appositi vasi linfatici (vedi), caratteristico di molte piante coltivate come per esempio la lattuga, la stella di Natale, il fico, e spontanee, come per esempio la celidonia maggiore (Chelidonium majus). Può avere colore variabile, ma è per lo più bianco o giallo. Legaccio: cavetto di materiale plastico, spago, rafia, rametto di salice (vimini), ecc., che serve per fissare le piante o loro parti ai sostegni. Legno o tessuto legnoso: tessuto vegetale costituito da cellule, fibre e vasi conduttori con pareti lignificate. Leguminose: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono fagiolo (comune, di Spagna, di Lima), fagiolino, fava, pisello, arachide, cece, fagiolo asparago, fagiolo dall’occhio, lenticchia, soia, erba medica, trifoglio, sulla, lupino, lupinella e molte altre piante erbacee, arbustive (per esempio ginestra) e arboree (per esempio acacia). Le leguminose sono una delle famiglie botaniche più importanti perché annovera piante che forniscono proteine agli animali e all’uomo. Nelle radici sono presenti degli ingrossamenti (tubercoli radicali) che contengono batteri (rizobi, vedi) capaci di fissare l’azoto dell’aria, il quale in seguito ha la possibilità di venire utilizzato dalle piante. Lenticella: piccola apertura che consente a radici, fusti, rami, frutti, ecc., di avere scambi gassosi con l’esterno (in particolare di ossigeno per permettere la respirazione). Lepidotteri (vedi tavola XVII): ordine di insetti dotati di due paia di ali membranose, di varie dimensioni e spesso con colorazioni e disegni vistosi, e di apparato boccale generalmente di tipo succhiante («spiritromba»). Sono Lepidotteri le farfalle e le falene. Letame: ammendante organico deri- 30 vato dalla mescolanza delle deiezioni solide e liquide degli animali allevati (bovini, ovicaprini, equini, ecc.) con i materiali utilizzati come lettiera (in genere paglia, ma anche stocchi di mais, foglie e altri residui vegetali). Nel letame fresco (con meno di 3 mesi di maturazione) la materia vegetale è ancora ben distinguibile dalle deiezioni animali; il letame maturo (con almeno 9-10 mesi di maturazione) presenta invece la materia vegetale in buona parte decomposta dai microrganismi. Il letame bovino maturo contiene mediamente il 16% di sostanza organica, lo 0,4% di azoto, lo 0,1% di fosforo (come anidride fosforica)e lo 0,3% di potassio (come ossido di potassio). – Letame essiccato: concime organico ottenuto dall’essiccamento e trasformazione di deiezioni animali con o senza lettiera. Lettiera: relativamente al bosco, strato superficiale dei terreni forestali che non è in avanzato stato di decomposizione, solitamente composto da foglie cadute da poco, aghi, ramoscelli, steli, cortecce e frutti. In zootecnia, strato di 10-15 cm di materiale per lo più di origine vegetale (paglia, truciolo, fogliame secco, tutolo di mais, pula di riso, ecc.) che viene usato per ricoprire il pavimento di ambienti chiusi dove vengono allevati gli animali; assorbe e consente la fermentazione delle feci contribuendo a creare un idoneo ambiente d’allevamento. Letto di semina: strato superficiale del terreno che viene preparato in modo tale da favorire la germinazione (vedi) dei semi e l’emergenza (vedi) delle piante. Libro (vedi tavola X): l’insieme dei piccolissimi tubi (vasi) che trasportano la linfa (vedi) elaborata. Si trova all’esterno del cambio (vedi). Lieviti: microrganismi (vedi) fungini unicellulari caratterizzati dalla capacità di provocare fermentazioni (vedi) e, pertanto, utilizzati in enologia, nella produzio- 78-Manichetta per l’irrigazione 77-Limaccia ne della birra, nella panificazione, ecc. Ligula: «lingua» dell’ape. L’ape presenta un apparato boccale «lambentesucchiante», adatto alla raccolta del nettare (vedi) dai fiori. Liliacee: famiglia botanica della classe delle Monocotiledoni (vedi) a cui appartengono aglio, asparago, cipolla (e cipollina), porro, cipolletta d’inverno, erba cipollina, muscari (cipollaccio o lampagione), scalogno. Limaccia (77): mollusco terrestre privo di conchiglia (noto anche con il termine «lumaca») appartenente alla classe dei Gasteropodi e alla famiglia dei Limacidi. Limacida: prodotto che serve per uccidere le lumache (o limacce) e le chiocciole dannose alle colture Limite di tolleranza (residuo massimo ammesso): quantità massima (espressa in ppm = parti per milione) di residuo di prodotto fitosanitario (vedi), stabilita per legge, che si può tollerare su un vegetale o prodotto vegetale al momento della commercializzazione. Limo: frazione del terreno costituita da particelle di diametro compreso tra 0,02 e 0,002 millimetri. Mediamente è presente nei suoli in quantità variabili dal 25 al 40%. Linfa: liquido che contiene sostanze nutritive e che scorre in tutte le parti vitali della pianta. Viene distinta in: linfa grezza o ascendente composta da acqua e sali minerali, che dalle radici si porta alle foglie passando per l’alburno (vedi); linfa elaborata o discendente contenente le sostanze prodotte dalla fotosintesi (vedi), in particolare zuccheri, che dalle foglie si distribuisce a tutti gli organi della pianta attraverso il floema (vedi). Liquame: concime organico derivato dalla mescolanza delle deiezioni liquide e solide – talvolta anche delle acque di lavaggio – degli allevamenti di bovini, suini, ecc. in cui non viene impiegata la lettiera (vedi). Lisciviazione: rimozione di materiali solubili da una zona del terreno e loro trasporto in un’altra attraverso il movimento dell’acqua lungo il profilo del terreno. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Longidiurna: contrario di brevidiurna (vedi), si dice di pianta che produce fiori solo se riceve luce per un elevato numero di ore al giorno e rimane al buio per poche ore (per esempio bietola, radicchio). che provocano rammollimento e disfacimento completo dei tessuti; può colpire un po’ tutte le parti della pianta ed è particolarmente pericolosa quando attacca le piantine appena germinate o trapiantate (marciume del colletto) perché può provocare il fallimento della coltura già dal suo inizio. Margotta (vedi tavola XVIII): ramo che viene indotto a sviluppare radici mentre è ancora attaccato alla pianta. Il margottaggio è un metodo di moltiplicazione (vedi) delle piante. Si distinguono la margotta aerea, che si ottiene facendo emettere radici a un ramo della chioma, e la margotta di ceppaia, che si ottiene facendo radicare (dopo averli coperti con terra o altro) i germogli che sorgono alla base della pianta dopo averla tagliata vicino a terra. Marza (vedi tavola XVI): detta anche «calma», porzione di pianta (ramo, germoglio, parte superiore di un fusticino, ecc.), provvista di una o più gemme, che si utilizza per effettuare un innesto (vedi). Matricina (80): albero da non sotto- porre al taglio per più turni (vedi), che si sceglie all’interno di un bosco sia con funzione di produzione di legname sia per produzione di seme. Le normative di carattere forestale impongono quasi sempre il «rilascio» (mantenimento) di un certo numero di matricine per ettaro. Maturatore (81): recipiente, generalmente di acciaio inox, in cui si lascia decantare il miele dopo la smielatura (vedi) per liberarlo dalle bollicine d’aria e dalle impurità (pezzi di cera, propoli, ecc.). Mazzetto di maggio (vedi tavola XXIII): vedi dardo fiorifero. Melario (vedi tavola II): parte mobile dell’arnia (vedi) contenente i telaini (vedi) che servono per la raccolta del miele. Melata: sostanza zuccherina emessa da alcuni insetti (per esempio afidi, cocciniglie, Metcalfa pruinosa, ecc.). Meristema: tessuto vegetale in grado di produrre altri tessuti. I meristemi che si trovano negli apici vegetativi del fusto e delle radici («meristemi primari») consentono la crescita in lunghezza della pianta; quelli che sono collocati nel fusto e nelle radici (cambio e fellogene, detti «meristemi secondari») consentono la crescita in larghezza. Metabolismo: insieme dei processi fisiologici (vedi fisiologia) di un organismo vivente atti a produrre energia, a costruire nuove cellule e a eliminare le sostanze di scarto. Metamorfosi: complesso di trasformazioni che un insetto subisce per raggiungere la forma adulta. Metastasi: propagazione di un tumore (vedi) al di fuori dell’organo in cui ha avuto inizio il suo sviluppo. Meteorismo: eccessiva presenza di gas all’interno del canale digerente. 80-Matricina 81-Maturatore M Macroelementi: elementi presenti nelle piante in quantità di regola superiori allo 0,1% della sostanza secca. Questi elementi sono azoto, calcio, carbonio, fosforo, idrogeno, magnesio, potassio, zolfo, ossigeno. In passato si riteneva che il buon risultato di una coltura fosse influenzato specialmente dalla presenza nel terreno di azoto, fosforo e potassio, ma diversi studi hanno confermato l’importanza non trascurabile di altri elementi presenti nel suolo (per esempio l’importanza del magnesio per le Cucurbitacee). Maggese: pratica consistente nel lasciare il terreno non coltivato e libero da malerbe, o coperto da uno specifico vegetale per almeno una stagione di coltivazione. L’obiettivo di tale pratica può essere quello di controllare le malerbe o quello di accumulare acqua e/o nutrienti assimilabili dalle colture. Malvacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono per esempio il cotone, la malva, l’ibisco. Manichetta (78): tubo in materiale plastico flessibile, in genere forato, impiegato per l’irrigazione. Le manichette vengono poste sotto la pacciamatura (vedi) o a livello del terreno. Ne esistono di tipi assai diversi (semplicemente forate, porose, con gocciolatori, ecc.) tali da poter essere utilizzate nelle più differenti situazioni di coltivazione. Hanno diversi pregi, tra cui quello di far risparmiare acqua e quello di non bagnare la parte aerea delle piante. Manna: particolare melata (vedi) che le api raccolgono in montagna, quando l’apiario viene collocato in prossimità di boschi di larice (Larix decidua) e abete rosso (Picea abies). Cristallizza direttamente nei favi (vedi) creando difficoltà all’apicoltore nella fase di smielatura (vedi). Marcatura dell’ape regina (79): operazione che consiste nel colorare la parte superiore del torace dell’ape regina al fine di riconoscerne l’età. Esiste una convenzione internazionale per la quale si alternano i seguenti colori: bianco, giallo, rosso, verde, blu (che si ripetono, in quest’ordine, ogni cinque anni. Nel 2011 si utilizza il colore bianco, nel 2012 il giallo, e così di seguito). Marciume: malattia causata da funghi (vedi) microscopici o batteri (vedi) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 79-Marcatura dell’ape regina 31 82-Micelio di Fusarium (su piastra) 83-Micorriza 84-Micropropagazione 85-Mignolatura Micelio (82): l’insieme delle ife (vedi) di un fungo (vedi). Micete: vedi fungo. Micoplasma: parassita (vedi) con caratteristiche intermedie tra un virus (ve- di) e un batterio (vedi). Alcune specie di micoplasmi sono causa di malattie negli animali, in particolare negli avicoli (micoplasmosi aviarie). Micorriza (83): simbiosi (vedi) tra la radice di una pianta e un fungo: la pianta fornisce al fungo sostanze elaborate e il fungo mette a disposizione della pianta composti minerali che quest’ultima non sarebbe capace di assorbire. Il rigoglio dei boschi anche in terreni ingrati è dovuto in buona parte a questo tipo di simbiosi. Micosi: malattia causata da funghi (vedi) che proliferano nei tessuti degli ospiti. Microelementi o elementi micronutritivi: elementi chimici presenti in genere nel suolo in quantità limitate e indispensabili alle piante in quantità molto ridotte. Sono elementi micronutritivi (detti pure elementi oligodinamici) ferro, boro, cloro, manganese, molibdeno, rame, zinco. Micropropagazione o propagazione in vitro (84): tecnica di laboratorio in cui si impiegano poche cellule (vedi) vegetali, spesso – ma non di regola – prelevandole dalle parti che consentono l’accrescimento delle piante (meristemi, vedi) per dare origine a nuovi individui. Ha diversi scopi tra cui quello di ottenere, in tempi relativamente brevi, moltissimi soggetti con caratteristiche praticamente identiche tra loro e quello di risanare, con appropriati accorgimenti, piante compromesse da gravi malattie (esempio virus, vedi). È impiegata in tutti i settori della coltivazione dei vegetali, dalla frutticoltura alla floricoltura, dalla viticoltura all’orticoltura. Tavola XVIII - Moltiplicazione delle piante Innesto Margotta di ceppaia 32 Talea (vari tipi) Propaggine semplice Margotta aerea Propaggine multipla SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Microrganismo: organismo vivente animale o vegetale (protozoo, alga, batterio, virus, ecc., vedi le singole voci), infinitamente piccolo, per lo più unicellulare, visibile solo al microscopio. Miele: prodotto dell’alveare derivato dal nettare (vedi), dalla melata (vedi) e da ogni altra sostanza zuccherina raccolta sulle piante, arricchito di sostanze provenienti dal corpo dell’ape, trasformato, deposto nei favi (vedi) e lasciato maturare. Mignola: è così detta l’infiorescenza (grappolo, vedi) dell’olivo. Mignolatura (85): fase in cui compaiono le «mignole», cioè le infiorescenze (vedi) a grappolo dell’olivo. Minima lavorazione: metodo di coltivazione del terreno che prevede il minimo utilizzo delle lavorazioni principali o complementari, per il quale si utilizzano attrezzi tipo erpice a denti elastici, erpice a dischi, erpice rotante (vedi erpice). Minzione: atto di emissione dell’urina. Miscela di fertilizzanti: mescolanza fisica di fertilizzanti granulari solidi, realizzata per ottenere concimi composti con titoli (vedi) e rapporti specifici, in cui i singoli granuli della miscela contengono sostanze nutritive differenti. Si distingue dai concimi composti ottenuti per reazione chimica in quanto in questi ultimi ogni granulo tutti gli elementi fertilizzanti nella stessa proporzione. Miscibilità: proprietà reciproca di due sostanze (per esempio due prodotti fitosanitari) di unirsi in miscela senza perdere le rispettive capacità di azione, cioè senza alterarsi né generare interazioni dannose. Moltiplicazione (vedi tavola XVIII): produzione di nuove piante mediante l’utilizzo di loro parti diverse dal seme (cioè per talea, per innesto, per propaggine, per margotta, per divisione di ceppi, vedi le singole voci). È detta anche propagazione agamica (vedi). Monitoraggio: controllo ricorrente e sistematico di una situazione, come per esempio l’andamento di un’infezione (vedi), di un’infestazione (vedi) o di un fenomeno naturale (temperatura, piovosità, ecc.) in un determinato ambiente (allevamento, frutteto, vigneto, ecc.) al fine di programmare un intervento (cure veterinarie, trattamento antiparassitario, irrigazione, ecc.). Monocoltura: coltivazione di una sola specie su tutta la superficie di un’azienda o di una zona. Monocotiledoni: classe di piante nel cui seme è contenuto un solo cotiledone, (vedi). Non hanno il cambio (vedi); le foglie hanno la pagina superiore ed inferiore praticamente uguali e con nervature parallele; la struttura delle piante è prevalentemente erbacea tranne che nelle palme. Le famiglie delle Graminacee SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 86-Motoagricola (oggi meglio definita come «trattrice C con pianale di carico»). A-Motore. B-Assi. C-Pianale di carico fisso o ribaltabile. D-Rete di protezione. E-Roll-bar (telaio di protezione in caso di ribaltamento) fisso o abbattibile. F-Posto di guida B E A B 87-Motocoltivatore. A-Motore. B-Stegole. C-Telaio portante. D-Attrezzo accoppiato (in questo caso una zappatrice). E-Asse C A e delle Liliacee, per esempio, appartengono alla classe delle Monocotiledoni. Monofago: si dice di un organismo che si nutre di una sola specie di animali o vegetali. È riferito in particolare a insetti (vedi) e acari (vedi) parassiti che vivono a spese di una sola specie coltivata (mosca delle olive, fillossera della vite, ecc.). Monoica (vedi tavola IX): si dice di specie che presenta contemporaneamente nello stesso individuo fiori aventi solo la parte riproduttiva maschile e fiori aventi solo quella femminile. Esempi di specie monoica sono il melone e il mais. Monosuccessione: coltivazione della stessa specie sullo stesso appezzamento per due o più anni. Mosto concentrato: mosto di uva ottenuto dalla disidratazione parziale del mosto di uve fresche, mediante concentrazione a caldo o a freddo. Viene impiegato per aumentare la gradazione zuc- F D D E cherina dei mosti o dolcificare i vini. – Mosto concentrato rettificato: mosto concentrato – di colore bianco trasparente come lo sciroppo di zucchero – privato di tutte le sostanze coloranti, dei sali e degli acidi. Viene impiegato per aumentare la gradazione zuccherina dei mosti o dolcificare i vini. Motoagricola (86): oggi meglio definita come «trattrice con pianale di carico», è una macchina semovente dotata di un pianale di carico posteriore, e di presa di potenza per l’azionamento di macchine operatrici (caricafieno, spandiletame, botte con pompa irroratrice, verricello, ecc.), accoppiabili in generale all’attacco a tre punti o al gancio di traino. Motocoltivatore (87): macchina semovente multifunzionale (grazie alle notevoli possibilità di accoppiamento con molte attrezzature differenti), di dimensioni ridotte, adatta per lavorazioni di estensioni limitate di terreno, impiegata 33 E 88-Motofalciatrice. A-Motore. B-Barra falciante. C-Asse. D-Ruote. E-Stegole di guida e comandi A C D B molto frequentemente sia nel settore agricolo tradizionale che in quello della cura del verde e delle colture protette, a livello professionale e hobbistico. In unione con una zappatrice (o, più raramente, con un aratro) viene utilizzato spesso per le lavorazioni del terreno, per una profondità massima di 20 cm, principalmente nelle fasi di preparazione del letto di semina ed eliminazione delle infestanti. Accoppiandolo ai diversi accessori disponibili lo si può però trasformare agevolmente anche in falciaerba, seminatrice, spazzaneve, ranghinatore per la gestione del foraggio, trinciasarmenti, ruspa, biotrituratore, ecc. Motofalciatrice (88): attrezzatura agricola semovente utilizzata per sfalciare l’erba. È costituita da un telaio, di solito in alluminio pressofuso che sostiene il motore, il quale provvede al movimento della macchina e dell’apparato falciante. Quest’ultimo può essere di tipo alternativo (falciatrice a barra falciante) oppure di tipo rotativo (falciatrice a dischi). Mucosa: tessuto di rivestimento delle cavità naturali del corpo. Mulching: termine inglese per indicare la pacciamatura (vedi) con materiale vegetale. Relativamente al tappeto erboso, taglio con rilascio dell’erba sul prato dopo un’intensa triturazione, attuato con rasaerba dotati di un apposito apparato di taglio. Mustelidi: famiglia di mammiferi carnivori, di piccola taglia, con dentatura robusta e bella pelliccia. Sono mustelidi la faina, la donnola, ecc. Muta: in avicoltura è il rinnovamento periodico delle penne degli uccelli 34 Il movimento dell’apparato falciante può essere di tipo alternativo (falciatrice a barra falciante, a sinistra), oppure di tipo rotativo (falciatrice a dischi, in alto) 89-Mutazione gemmaria (su arancio) che avviene annualmente di solito verso la fine dell’estate. Negli insetti è il processo di rinnovamento della cuticola (vedi) con la formazione di un nuovo rivestimento del corpo. Nei mammiferi è il ricambio periodico del pelo, più evi- 90-Nematodi: galle comparse sulle radici in seguito all’attacco dente in primavera. Mutazione: cambiamento che può avvenire, spesso in modo improvviso, negli esseri viventi. Interessa i caratteri ereditari e porta all’affermazione di nuovi caratteri. Le mutazioni vengono considerate fenomeni di base per l’evoluzione degli organismi. – Mutazione gemmaria (89): mutazione che avviene su una gemma (vedi). Se questa è una gemma a legno, il ramo che ne deriva si può utilizzare per dare origine ad una nuova varietà. N Neanide: insetto (vedi) appena nato che si presenta in una forma più o meno simile a quella dell’insetto adulto (per esempio cocciniglie). Necrosi: processo che porta alla morte di singole cellule o di tessuti di organismi viventi. Nematocida: prodotto antiparassitario in grado di uccidere i nematodi (vedi). Nematodi (90): microrganismi (vedi) animali dannosi alle piante, comunemente noti con il nome di «anguillule». Negli animali vi sono numerosi nematodi che parassitano l’intestino (per esempio ascaridi, capillarie, ecc.) o l’apparato cardio-circolatorio (come per esempio la filaria). Neoplasia: sinonimo di tumore, è la crescita in un organismo vivente di cellule (vedi) anormali e molto aggressive che, nel replicarsi, distruggono i tessuti sani. Nervatura (vedi tavola XI): parte molto evidente delle foglie contenente i vasi che trasportano le linfe (vedi). Nestaio: appezzamento del vivaio nel quale si eseguono gli innesti (vedi), su semenzali (vedi) o su barbatelle (vedi). Nesto o gentile (vedi tavola XVI): è la varietà che si innesta su un portinnesto (vedi). Nettare: liquido zuccherino, prodotto da particolari ghiandole (nettàri, vedi) presenti nel calice (vedi) dei fiori che rappresenta il nutrimento per molti insetti. Questi, visitando i fiori per raccoglierlo, favoriscono l’impollinazione (vedi). Nettario: organo che si trova in molti fiori e produce il nèttare (vedi). Nido: in apicoltura, parte dell’arnia in cui la colonia alleva la covata (vedi singole voci). Nido-trappola (91): in avicoltura, meccanismo di autocattura che, applicato ai nidi per la ovideposizione, consente di catturare gli animali che vi entrano per deporre le uova. Viene utilizzato per l’identificazione degli animali più produttivi e nei programmi di selezione dei riproduttori. Ninfa: stadio finale della muta (vedi) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 nello sviluppo giovanile di alcuni insetti (per esempio le cavallette) prima della formazione dell’adulto. La ninfa ha un aspetto simile a quello dell’adulto, in quanto presenta già la suddivisione del corpo in capo, torace e addome, anche se non ha completamente sviluppati alcuni organi (per esempio le ali e gli organi riproduttori) e ha ancora una consistenza molle perché non si è completamente formato lo scheletro esterno (esoscheletro). Nitrati: composti semplici che contengono azoto. La maggior parte delle piante assorbe azoto sotto forma di nitrati. – Nitrato ammonico: concime semplice azotato, ottenuto chimicamente e contenente in alcuni casi diluenti quali roccia calcarea macinata, solfato di calcio, roccia dolomitica macinata, solfato di magnesio, kieserite. Generalmente contiene dal 26 al 33% di azoto ed ha un’azione piuttosto pronta. – Nitrato di calcio: concime semplice azotato, ottenuto chimicamente e contenente solitamente il 15% di azoto; ha un effetto molto pronto sulla nutrizione delle colture. Nodo: punto del fusto o del ramo in cui sono inserite le gemme (vedi) o le parti che da queste si sono sviluppate (foglie, fiori, germogli, vedi le singole voci). Nomadismo: detto anche «transumanza», «apicoltura nomade o pastorale». In apicoltura, trasferimento degli alveari da una zona all’altra (per esempio dalla pianura alla montagna) per sfruttare le fioriture che si verificano in successione e incrementare così la produzione di miele. Non lavorazione (92): procedura secondo la quale la coltura è seminata direttamente nel terreno, senza lavorazioni principali o complementari, dopo la raccolta della coltura precedente. Generalmente è necessaria una specifica seminatrice per preparare un piccolo letto di semina immediatamente attorno all’area ove sarà posto il seme. Talora, per facilitare la semina e la crescita delle prime radici, si pratica la non lavorazione in combinazione con discissioni in profondità (vedi ripuntatura), in maniera da lasciare la superficie indisturbata, con la sola esclusione di piccole fessure lungo i percorsi dell’attrezzo discissore. Nucleo: in avicoltura, miscela di cereali e farine ad alto tenore proteico. Il nucleo viene mescolato, in varie percentuali, con cereali aziendali (mais, grano, ecc.) per la realizzazione di razioni alimentari adatte alle varie specie in allevamento. Come nucleo, oltre ai preparati appositamente realizzati (36% o 42% di proteine), possono anche essere utilizzati i mangimi per i primi giorni d’allevaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 una piccola colonia d’api contenuta in pochi telaini (4-5 telaini tra scorte e covata). Il termine viene usato anche per identificare una famiglia d’api preparata dall’apicoltore, con ape regina (vedi) di età certificata, a differenza dello sciame naturale dove non sempre è possibile risalire all’età della regina. O 91-Nido-trappola 92-Non lavorazione: semina dei cereali con seminatrice per terreno sodo 93-Opercoli mento di polli (23% di proteine) o fagiani (27% di proteine). In apicoltura, sinonimo di colonia o famiglia, ma riferito a 94-Ovolo con tre germogli Ogm: sta per Organismo geneticamente modificato. Questa sigla è comunemente usata per indicare piante transgeniche (vedi transgenico). Ombrellifere o Apiacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono carota, finocchio, prezzemolo, sedano, aneto, anice, cerfoglio, coriandolo, pastinaca, prezzemolo da radice, sedano rapa. Il loro nome deriva dal fatto che producono una caratteristica infiorescenza (vedi) a forma di ombrella. Opercolo (93): in apicoltura, strato sottile di cera che chiude ogni cella del favo (vedi). Orfanità: in apicoltura, condizione anomala di una colonia (vedi) d’api priva dell’ape regina. In questa situazione le api sono irrequiete e, se viene aperto l’alveare, si nota il fenomeno del battito d’ali generalizzato a tutte le api operaie presenti nell’alveare stesso. Ormone vegetale: vedi fitoregolatore. Ornitologia: ramo della zoologia che studia gli uccelli. Ossidazione: in enologia (vedi), processo di natura chimica che provoca nel tempo notevoli trasformazioni del vino sia nel colore sia nelle caratteristiche organolettiche. Ovaio: organo femminile deputato alla produzione delle cellule riproduttive (ovuli). I mammiferi ne possiedono due, gli uccelli solamente uno. Ovario (vedi tavola XII): parte dell’apparato femminile del fiore, di solito ingrossata, che contiene l’ovulo (vedi) o gli ovuli; questi, una volta fecondati, daranno origine ai semi (vedi). Ovideposizione o ovodeposizione: processo di deposizione delle uova da parte di un insetto o di un uccello. Ovolo (94): formazione rotondeggiante che si trova alla base del tronco degli olivi (ceppaia o pedale, vedi) e che genera nuovi germogli e nuove radici. Può essere staccato dal pedale e utilizzato come talea (vedi) per produrre una nuova pianta. Ovulo: in botanica, corpuscolo contenuto nell’ovario (vedi) del fiore che, dopo la fecondazione (vedi), dà luogo al seme. In zoologia, cellula riproduttiva femminile prodotta dall’ovaio (vedi). 35 95-Pacciamatura 96-Pane di terra (cetriolo) P Pacciamatura (95): tecnica che consiste nel ricoprire il terreno coltivato con materiali diversi (teli plastici, foglie secche, paglia, erba fresca, ecc.) per impedire lo sviluppo di piante infestanti, contenere l’evaporazione di acqua dal terreno, evitare che i frutti si sporchino a contatto con il suolo, ecc. Si può impiegare tanto in coltura protetta che in pieno campo. Palmato: si dice di ciò che è disposto a ventaglio come le dita aperte del palmo della mano. Dicesi per esempio del piede degli uccelli acquatici, in cui le dita sono collegate fra loro da una membrana di pelle che le rende più efficienti nel nuoto. Palmipedi: uccelli dotati di dita palmate (vedi palmato) atte al nuoto. Sono palmipedi l’oca, l’anatra, il cigno, ecc. Pane di terra (96): terra o terriccio che rimane aderente all’apparato radicale di una pianta quando questa viene tolta dal luogo in cui si trovava (vivaio, vasetti, ecc.). In orticoltura e in floricoltura le piantine con il pane di terra non subi- 36 scono, al momento del trapianto, gli inconvenienti delle piantine a radice nuda (elevata mortalità delle piante messe a dimora) e hanno rapido e uniforme attecchimento, ripresa vegetativa veloce, regolarità di accrescimento, maggiore precocità e più elevata produttività. Il pane di terra si può chiamare «pane di torba» quando è costituito da questo materiale. Pannocchia: tipo di racemo (vedi) composto a ramificazione multipla (ne è un tipico esempio l’infiorescenza maschile del mais). Pappa reale: detta anche «gelatina reale», è l’alimento per le giovani larve di api nei primi tre giorni di vita e per le api regine (vedi) nell’arco di tutta la vita. Viene secreta da particolari ghiandole delle api operaie (vedi) nutrici. Paraffinatura (97): pratica che consiste nel ricoprire con paraffina (a bassa temperatura di fusione) una parte di pianta per evitare la perdita di umidità. Si usa per esempio per proteggere gli innesti-talea (vedi) di vite. Parassita: essere vivente che vive a spese di un altro organismo vivente. Sono parassiti per esempio, tra i vegetali, la cuscuta, pianta che si nutre delle sostanze prodotte da altre piante come l’erba medica, la patata e diverse altre, e, tra gli animali, le cocciniglie, insetti che si nutrono della linfa delle piante su cui si insediano. Parassitoide: organismo il cui sviluppo avviene a spese di un solo individuo animale ospite: gli adulti del parassitoide depongono le uova all’interno del corpo o delle uova dell’ospite, e le larve del parassitoide, che nascono dalle uova deposte, divorano poi lentamente l’ospite durante il loro sviluppo. Alcuni parassitoidi sono utili all’uomo perché eliminano parassiti (vedi) nocivi. Parenterale: si dice della via di somministrazione di un farmaco che viene somministrato per iniezione (sottocutanea, intramuscolare, endovenosa, intradermica, ecc.). Partenocarpia (98): in botanica, produzione di un frutto senza che sia avvenuta la fecondazione (vedi) degli ovuli (vedi) contenuti nell’ovario (vedi). I frutti derivati da partenocarpia possono essere completamente privi di semi (apireni). Pascolo: appezzamento di terreno in cui gli animali da allevamento si nutrono direttamente delle erbe presenti (cioè pascolano). A seconda della zona in cui si trovano, esistono pascoli di valle, di mezza montagna, di alta montagna. Spesso vengono suddivisi in aree (per esempio con recinti elettrici) per una più razionale utilizzazione della superficie. Quando la prima erba che si forma (il primo taglio e a volte anche il secondo) viene falciata per farne foraggio e poi si lascia pascolare il bestiame, l’appezzamento si chiama «prato-pascolo». Patogeno: qualsiasi agente responsabile di produrre una malattia ai danni di un organismo vivente. Pedale: vedi ceppaia. Pedologia: scienza che studia la formazione, la costituzione e l’utilizzo agrario dei terreni (o suoli). Pedologico: si dice di ciò che è relativo al terreno (o suolo). Peduncolo (vedi tavola XIII): parte del fiore, e poi del frutto, che serve a sostenere fiori e frutti e a collegarli al ramo. All’interno del peduncolo si trovano i vasi che trasportano la linfa (vedi). Peli assorbenti o peli radicali: minutissimi peli che, nelle radici giovanissime, provvedono all’assorbimento di acqua e sali minerali. Pennata: si dice di foglia composta, formata da tante foglioline disposte ai lati dell’asse centrale (rachide, vedi) il quale può terminare con una fogliolina 97-Paraffinatura delle barbatelle di vite 98-Partenocarpia (pera) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola XIX - pH del terreno Classificazione dei terreni in base alla loro reazione Foto: Silvio Caltran (foglia imparipennata) oppure senza fogliolina (foglia paripennata). Perenne: si dice di pianta, di consistenza erbacea o arborea, che vive per più di due anni. Asparago e carciofo, per esempio, sono perenni. Le piante erbacee vengono dette anche «vivaci» (specialmente quando sopravvivono per mezzo di un rizoma, di un bulbo, di un tubero). Quelle legnose sono dette: «suffrutici», se hanno un fusto parzialmente lignificato alla base, come per esempio la salvia; «frutici» o «arbusti», se hanno consistenza legnosa e sono ramificate fin dalla base, come per esempio il biancospino; «alberi», se presentano un solo fusto lignificato detto tronco, munito generalmente di rami, come per esempio il melo. Perfosfato semplice (perfosfato minerale): concime semplice fosfatico (a base di fosforo), prodotto per reazione di rocce fosfatiche con acido solforico. Generalmente contiene dal 18 al 20% di anidride fosforica; contiene anche gesso (solfato di calcio) ed è quindi una importante fonte di zolfo per le colture. Perfosfato triplo: concime semplice fosfatico, detto anche «triplape». È prodotto per reazione di rocce fosfatiche con acido fosforico e generalmente contiene dal 46 al 48% di anidride fosforica. Perlage: in enologia, «fontanella» di bollicine di anidride carbonica che si forma in un bicchiere di spumante. Più fini e continue sono, migliore è la qualità dello spumante. Permeabilità del terreno: facilità con cui i gas o i liquidi penetrano o passano attraverso una massa o uno strato di terreno. Pèrula: foglia trasformata, a forma di squama, che protegge la gemma (vedi) durante il riposo vegetativo. Pesticida: pessima espressione con cui si designano i prodotti fitosanitari (vedi) in genere. Tale termine deriva dall’inglese «pesticides» con il quale si intendono appunto i prodotti velenosi utilizzati contro animali, vegetali e microrganismi dannosi (detti in inglese pests). Sono da preferire le dizioni antiparassitario (vedi), agrofarmaco o fitofarmaco (vedi). Petalo (vedi tavola XII): parte che costituisce la corolla (vedi) del fiore. Talvolta i petali sono molti vistosi e colorati, altre volte si notano appena. pH (vedi tavola XIX): in agricoltura, simbolo che indica se il terreno è neutro, alcalino (o basico) oppure acido. Con pH uguale a 7 il suolo è neutro, con valori di pH superiori a 7 è alcalino, con valori inferiori a 7 è acido; più ci si allontana da 7 e più alcalino o più acido diventa il terreno. Pianta madre: nome generico per indicare le piante da cui si ricavano marze 99-Pianto (actinidia) 100-Pica (vedi) o gemme (vedi) per un innesto, oppure talee (vedi), o piante che vengono moltiplicate per margotta, propaggine, divisione (vedi le singole voci). Sono «piante madri» anche quelle che forniscono semi per eseguire selezioni e miglioramenti delle varietà. Pianto (99): linfa (vedi) grezza che sgorga da un ramo tagliato all’inizio della ripresa vegetativa primaverile (come suc- cede per esempio nella vite, nel kiwi). Pica (100): fenomeno di beccaggio reciproco fra uccelli, acquisito per imitazione, dovuto a eccessiva aggressività, sovraffollamento, limitata disponibilità di mangiatoie o squilibri dietetici. È sinonimo di cannibalismo (vedi). Picchettatura: vedi rimpiolatura. Picciolo (vedi tavola XI): parte della foglia che serve a sostenere e collegare la parte allargata (lamina, vedi) al fusto o al ramo; al suo interno si trovano i vasi che trasportano la linfa (vedi). Picnidio: piccolo corpo fruttifero di un microrganismo (vedi) fungino che emerge da un tessuto vegetale e che libera elementi (conidi) di propagazione. Pigmento: sostanza che conferisce il colore a molti tessuti animali e vegetali. Nelle piante la clorofilla (vedi), di colore verde, è il pigmento più importante perché è indispensabile per la fotosintesi (vedi). Pirodiserbo (101): metodo di eliminazione delle erbe infestanti (vedi) attraverso il calore. Si può utilizzare anche per il diserbo selettivo, che salvaguarda la coltura sfruttando la diversa sensibilità al calore della specie coltivata rispetto alle erbe infestanti. Pistillo (vedi tavola XII): apparato riproduttore femminile del fiore (gine- 101-Pirodiserbo 37 ceo) formato da ovario, stilo, stigma (vedi le singole voci). Plantaginacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartiene, per esempio, il coronopo o barba dei frati. Polarità: condizione da rispettare nelle operazioni di propagazione (vedi). Si rispetta la polarità di una marza o di una talea mantenendo rivolta verso il basso l’estremità che nel ramo era più vicina alla base. Polifago: si dice di un organismo che si può nutrire di numerose specie di animali o vegetali. È riferito in particolare a insetti (vedi) e acari (vedi) parassiti (vedi) che vivono a spese di diverse piante coltivate e non (anarsia, rodilegno, diverse specie di afidi, ecc.) Polifenoli: in enologia, tutte le sostanze coloranti e tanniche presenti nel mosto e nel vino. Per la maggior parte derivano dall’uva e in minima parte dal legno delle botti. Comprendono i tannini (catechine, ecc.), le sostanze coloranti (antociani e flavoni) e gli acidi fenolici. Poligonacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono, per esempio, l’acetosa e il rabarbaro. Pollina: concime organico formato dagli escrementi di volatili domestici, con o senza lettiera. Generalmente contiene il 2-3% di azoto e altrettanto di anidride fosforica. Polline (102): insieme di piccolissi- 102-Polline di Citrus (fortemente ingrandito) mi granuli prodotti dalle antere (vedi), i quali contengono il nucleo fecondativo maschile delle piante. Può essere di diversi colori: giallo, bianco, azzurro, rosso, nero. Le api lo raccolgono per alimentare la covata (vedi). Raccolto con speciali trappole ed essiccato dall’apicoltore viene impiegato nell’alimentazione umana. Pollone (vedi tavola X): ramo che sorge al di sotto del colletto (vedi) di una pianta o da una radice. Pomacee: specie arboree da frutto della famiglia delle Rosacee (vedi) il cui frutto (falso frutto) è un pomo (per esempio: melo, pero, sorbo, cotogno). Pomo: «falso frutto», come la mela e la pera, nel quale il vero frutto, derivato dall’accrescimento dell’ovario (vedi), è rappresentato dal torsolo. La parte polposa che si mangia deriva in realtà dall’accrescimento del ricettacolo (vedi). Portinnesto: pianta che fornisce l’apparato radicale di una pianta innestata. Posatoio: asta generalmente di legno dove vanno a riposare polli, faraone e tacchini. È un elemento indispensabile che deve essere presente, dalla decima settimana di vita in poi, nei ricoveri di questi animali. Postarella: vedi semina. Potassa: termine utilizzato comunemente per indicare il potassio o i fertilizzanti potassici. Potatura (vedi tavola XX): insieme di operazioni – rappresentate da tagli, asportazioni, cambiamenti di posizione di rami o altre parti di alberi e arbusti – volte a ottenere dalle piante reazioni utili all’uomo. – Potatura secca (o invernale o al bruno): potatura eseguita durante il riposo vegetativo di alberi a foglia caduca. – Potatura verde: potatura eseguita durante il periodo vegetativo degli alberi. Potere assorbente: proprietà che ha il terreno di fissare e trattenere i sali minerali contenuti nella soluzione circolante (vedi). Se ne deve tener conto per una corretta applicazione delle tecniche di concimazione. Per esempio il fosforo e il potassio, che sono trattenuti dal potere assorbente e vengono ceduti gradatamente alla soluzione circolante, si devono somministrare in anticipo rispetto Tavola XX - Potatura: i termini più usati Cimatura Foto: Riccardo Castaldi Taglio di ritorno Scacchiatura 38 Spollonatura (vite) Incisione sopra gemma Spuntatura SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 al momento dell’effettivo utilizzo da parte della pianta, al fine di costituire una riserva di fertilizzante. L’azoto nitrico, invece, sfugge al potere assorbente del terreno e deve essere somministrato quando le piante sono presenti e in grado di assorbirlo, pena la perdita per dilavamento (vedi). L’azoto ammoniacale viene trattenuto fintanto che subisce un processo di trasformazione in azoto nitrico da parte di batteri presenti nel suolo: permane quindi un po’ più a lungo nel terreno e, rispetto all’azoto nitrico, è minore il rischio di dilavamento. Prati: colture da foraggio che durano più di un anno. Si dicono permanenti o perenni quando la loro durata è di un numero indefinito di anni oppure temporanei se durano un numero prestabilito di anni. Sono naturali quando si originano in modo spontaneo (inerbimento naturale), mentre si chiamano artificiali se ven- 103-Predatore: larva di coccinella mentre preda una colonia di afidi gono seminati dall’uomo. Possono essere costituiti da una sola specie (monofiti, per esempio erba medica), da poche specie (oligofiti, per esempio erba medica ed erba mazzolina) o da molte specie (polifiti). Se vengono irrigati sono detti irrigui, viceversa sono chiamati asciutti. Accanto ai prati intesi come colture agrarie, sono sempre più importanti i prati ornamentali, quelli dove si svolgono attività sportive, oppure quelli impiegati per rinsaldare scarpate, argini, piste da sci, ecc., per bonificare zone incolte e/o degradate, ecc. Predatore (103): animale (per esempio un insetto, vedi) che si nutre di individui di altre specie, divorandoli o succhiando la parte interna del loro corpo. Principio attivo: sostanza che esercita un’azione nociva contro malattie o parassiti o un’azione benefico-stimolante nei riguardi di una pianta o di un suo organo. Prodotto fitosanitario (vedi tavola XXI e tavola XXII): prodotto impiegato per la difesa e la protezione delle piante Tavola XXI - Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività svolta Prodotti fitosanitari Azione svolta Attività specifica fungicidi o anticrittogamici insetticidi proteggono le piante o i loro prodotti da organismi nocivi acaricidi (vegetali e animali) nematocidi molluschicidi o limacidi rodenticidi eliminano le erbe indesideDiserbanti o erbicidi rate erbicidi – alleganti – anticascola favoriscono o regolano i pro ces si Fitoregolatori – diradanti vitali delle piante (ormoni) – nanizzanti – antigermoglianti prevengono o curano le fisiopatie (alterazioni fisiologiche delle piante non dovute a organismi prodotti preventivi e cuFisiofarmaci viventi ma a fattori climatici, ri- rativi delle alterazioni fidotta o eccessiva disponibilità siologiche di elementi nutritivi minerali, ristagni d’acqua, ecc.) Antiparassitari Repellenti allontanano i parassiti dalle piante grazie a sapore, odore, prodotti repellenti colore particolari Biotecnologici proteggono i vegetali o i loro prodotti da organismi nocivi (animali e vegetali) mediante l’uso dei feromoni, delle tecniche di disorientamento o confusione sessuale, attrazione e cattura, dei regolatori di sviluppo, delle strategie di tipo genetico SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Avversità per le quali vengono impiegati microrganismi fungini: oidio, peronospora, ticchiolatura, ecc. insetti: afidi, cocciniglie, mosche, tignole, carpocapsa, ecc. acari: ragnetto rosso, ragnetto giallo, eriofidi, ecc. nematodi lumache senza guscio (limacce) e lumache con guscio (chiocciole) roditori: arvicole, talpe, topi erbe infestanti – mancata allegagione – caduta a terra dei frutti – eccessiva allegagione – eccessivo sviluppo – germogliamento – carenze (insufficienze) nutrizionali – asfissia radicale – danni da basse temperature – danni da elevate temperature danni da uccelli, roditori e altri animali selvatici – bioinsetticidi – bioacaricidi – biofungicidi insetti, acari, microrganismi fungini – feromoni – regolatori di sviluppo 39 La legislazione vigente suddivide i prodotti per la difesa delle piante in relazione alla loro tossicità per l’uomo e gli animali; pertanto, tutti i prodotti fitosanitari posti in commercio (compresi quelli ammessi in agricoltura biologica) riportano in etichetta le indicazioni fornite in questa tabella. Nella colonna di destra riportiamo la dicitura adottata nei testi di Vita in Campagna ogni volta che viene citato un principio attivo o un prodotto per la difesa delle piante. Classificazione [1] (simboli e diciture presenti in etichetta) Indicazioni di pericolo Indicazioni fornite nei testi di Vita in Campagna T+ molto tossico MOLTO TOSSICO 104-Pronubo: un’ape bottinatrice su un fiore di melo T tossico TOSSICO Xn nocivo Xi irritante NOCIVO IRRITANTE NON CLASSIFICATO non classificato [1] Per l’acquisto e l’impiego dei prodotti contrassegnati come «molto tossico», «tossico» e «nocivo» è necessario il «patentino», rilasciato dalle Autorità regionali o provinciali preposte dopo che il richiedente ha frequentato uno specifico corso di aggiornamento e dopo che ha superato positivamente uno specifico esame. Il patentino non è invece necessario per l’acquisto e l’impiego dei prodotti contrassegnati come «irritante» o «non classificato». e dei loro prodotti da organismi nocivi (animali o vegetali). Profilassi: prevenzione di una malattia, sia tramite accorgimenti igienici ambientali, che tramite somministrazioni di vaccini o sostanze farmaceutiche direttamente agli individui che si vogliono proteggere. Prognosi: giudizio clinico sull’evoluzione futura di una malattia (anche in termini di tempo). Pronubo (104): si dice di animale che compie la funzione dell’impollinazione (per esempio insetti, uccelli, pipistrelli). Propagazione: produzione di nuove piante attraverso il seme (vedi riproduzione) o attraverso una parte di pianta (vedi moltiplicazione). Propaggine (vedi tavola XVIII): ramo che viene parzialmente interrato affinché emetta radici nella parte interrata. Propoli (105): sostanza resinosa raccolta dalle api sulle gemme di talune piante. Prossimale: contrario di distale, si dice della porzione di ramo più vicina 105-Propoli 106-Pupa (di dorifora della patata) 40 Foto: Silvio Caltran Tavola XXII - Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla loro tossicità alla base (punto di inserzione del ramo stesso su una branca o sul fusto). Proteine: costituenti fondamentali dei tessuti viventi, presenti sia negli alimenti di origine animale che nei vegetali. La loro presenza nella dieta è particolarmente importante durante la crescita. Protozoo: essere vivente unicellulare, poco più grande di un batterio (vedi), di cui esistono innumerevoli specie in natura, per lo più adattate all’ambiente acquatico. Molte specie di protozoi vivono senza arrecare grossi disturbi all’interno dell’apparato digerente dei mammiferi (per esempio i protozoi del rumine), ma alcuni sono patogeni (vedi) e possono causare gravi malattie (per esempio coccidiosi, toxoplasmosi, istomoniasi). Pruina: sostanza cerosa che si trova sulle parti giovani delle piante (specialmente foglie e frutti). Ha la funzione di allontanare l’acqua per impedire danni ai tessuti sottostanti. Puerperio: periodo di tempo che segue immediatamente il parto nelle femmine dei mammiferi. Pulcinaia: ambiente chiuso e riscaldato destinato a ospitare avicoli e avifauna durante le prime settimane d’allevamento. Pungiglione: detto anche «aculeo», organo di difesa delle api e di tanti altri insetti Imenotteri. Nell’alveare solamente i fuchi (vedi) sono privi di pungiglione. L’ape regina (vedi) lo impiega per eliminare le rivali nello stesso alveare, mentre l’ape operaia (vedi) lo usa per difendere la famiglia dai nemici. Pupa (106): stadio di un insetto (vedi) che talora è protetto all’interno di una struttura prodotta dall’ultimo stadio larvale (vedi larva) e che originerà la forma adulta. Pupario: struttura, solitamente di consistenza simile a quella della pergamena, che protegge la pupa (vedi) presente nel suo interno. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Tavola XXIII - Rami fruttiferi Pomacee lamburda vegetativa lamburda fiorifera lamburda fiorifera gemma a legno Drupacee gemma a legno gemma a fiore gemma a legno borsa dardo zampa di gallo lamburda fiorifera Pus: sostanza più o meno fluida, di vario colore (generalmente biancastra) che si produce nel corso di un’infezione circoscritta (come per esempio un ascesso); è costituito da batteri morti, cellule della difesa immunitaria e materiali necrotici (vedi necrosi). Q Quiescenza: stato di sospensione delle funzioni vitali di un organismo. Quinconce (vedi tavola XXV): sistema d’impianto in cui le piante vengono messe a dimora ai vertici di un triangolo equilatero. R Racemo (vedi tavola XV): vedi grappolo. Rachide: in botanica, asse dell’infiorescenza (vedi). In zoologia, asse di sostegno centrale della penna dei volatili. Radice o apparato radicale (vedi tavola X): organo fondamentale delle piante che ha la funzione di assorbire dal terreno acqua e sali minerali e contenere sostanze di riserva. Le radici permettono alla pianta di restare ancorata al suolo e nello stesso tempo esercitano su questo la preziosa funzione di trattenuta. Di solito si sviluppano sotto terra, ma in alcune piante (per esempio il mais) possono crescere fuori dal terreno, nella parte bassa del fusto. – Radice avventizia: radice che sorge in parti diverse dall’apparato radicale, per SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 brindillo ramo misto brindillo dardo fiorifero (mazzetto di maggio) esempio in un qualunque punto di un ramo, ma specialmente a livello dei nodi. Sono radici avventizie anche quelle che si formano dalle nervature delle foglie (alcune begonie, violetta africana), in alcune talee delle radici stesse, da sezione di bulbi e tuberi, ecc. Ramo (vedi tavola X): formazione legnosa di un anno di età. – Ramo fruttifero (vedi tavola XXIII): ramo provvisto di una o più gemme a fiore, che ha quindi la possibilità di portare frutti. Rampicante: si dice di pianta che per sorreggersi ha bisogno di appoggiarsi a dei sostegni; per questo possiede appositi organi – detti cirri o viticci (vedi) come nel caso della vite o speciali radici nel caso dell’edera – indispensabili per attaccarsi saldamente ai tutori. Vi sono piante come il fagiolo e il luppolo che non possiedono questi organi, ma per sostenersi avvolgono il loro stesso fusto, a spirale, attorno ai tutori. Raspo: l’insieme costituito dall’asse 107-Rider ramo misto principale, dai racimoli laterali e dai pedicelli dell’infiorescenza o infruttescenza a grappolo (vedi singole voci) della vite. Razza: insieme di individui appartenenti alla medesima specie, con uguali caratteristiche morfologiche, selezionati dall’uomo (a volte in seguito a mutazioni spontanee) a scopo produttivo e/o per fini estetici. Reazione del terreno: vedi pH. Reinnesto: operazione di innesto che si compie su una pianta adulta per cambiare varietà. Resistenza: capacità di una pianta di bloccare l’attacco di un determinato parassita (vedi), arrivando anche a evitare ogni danno alla produzione. Una pianta resistente a una data malattia non si ammala neppure cambiando ambiente e tecniche di coltivazione. Ricettacolo (vedi tavola XII): parte del fiore, portata dal peduncolo (vedi), in cui si inseriscono gli altri componenti del fiore stesso: calice (vedi), corolla (vedi), parti riproduttive. Viene detto anche «talamo». Rider (107): rasaerba con conducente a bordo per il taglio e la cura del tappeto erboso. Differisce dal trattorino rasaerba per la posizione posteriore (generalmente dietro il sedile del conducente), anziché anteriore, del motore. I rider si suddividono in due gruppi contraddistinti dalla posizione dell’apparato di taglio: anteriore nei modelli di maggiori dimensioni, ventrale negli altri modelli. Rifiorente: si dice di pianta che nell’arco dell’anno fiorisce più di una volta (per esempio alcune varietà di fragola e di lampone). 41 108-Rifrattometro 109-Rincote (adulto di cimice verde) Rifrattometro (108): strumento ottico che serve a misurare la percentuale di zuccheri (grado zuccherino) contenuti in un liquido. Rimonta: in zootecnia, il gruppo degli animali giovani destinati a sostituire quelli giunti a fine carriera. Rimpiolatura: trapianto di piantine nate da seme per assicurare a esse maggiore spazio, consentirne il regolare sviluppo e favorire l’emissione di radici laterali sul fittone (vedi). Il termine deriva dal fatto che si utilizza un piolo per preparare nel terreno un foro in cui porre la radice della piantina. È detta anche «picchettatura» o «ripicchettatura». Rincalzatura: operazione di coltivazione che consiste nell’accostare terreno («dare terra») alle piante coltivate, soprattutto a file. Ha vari scopi: dare maggiore sostegno alle piante, favorire l’imbianchimento in alcuni ortaggi, favorire l’emissione di nuove radici. Durante i lavori di rincalzatura eseguiti quando la coltura è in atto vengono di solito estirpate o interrate la maggior parte delle piante infestanti presenti nel terreno. Il solco che deriva dall’esecuzione della rincalzatura può servire per lo scorrimento di acqua di irrigazione. Rincoti (109): o Emitteri, ordine di insetti con ali membranose o sclerificate e apparato boccale pungente-succhiante. Sono Rincoti, per esempio, gli afidi, le cimici, le cocciniglie, ecc. Ripopolamento: intervento teso a rendere di nuovo popolato un ambiente rimasto privo di popolazione o scarsamente popolato. Generalmente sono oggetto di ripopolamento faunistico le seguenti specie: coturnice, fagiano, lepre, pernice rossa, starna. Riproduzione: perpetuazione della specie grazie alla nascita di nuovi individui. In botanica, metodo di produzione delle piante attraverso il seme. Ripuntatore o scarificatore (110): attrezzo meccanico, portato dal trattore, costituito da un telaio e da una serie di utensili molto robusti a forma di lancia più o meno ricurva, utilizzabile per la lavorazione profonda del terreno (50-60 cm). Ripuntatura o scarificatura: lavoro effettuato con il ripuntatore (vedi). Consiste nello smuovere in profondità il terreno senza rivoltarlo. Ristoppio: coltivazione di una specie erbacea o arborea che succede a se stessa nello stesso terreno. Rittochino: sistemazione di un terreno collinare in cui i filari degli alberi o le lavorazioni seguono le linee di massima pendenza. Rizobi (111): nome comune collettivo dei batteri del genere Rhizobium (vedi voce successiva), in grado di vivere, in simbiosi (vedi), nelle radici delle Leguminose da cui ricevono energia. Una volta insediati questi batteri provocano la formazione di ingrossamenti a forma di sferule (tubercoli radicali), fissano l’azoto presente nell’aria e lo cedono successivamente alla pianta, rendendo così inutile l’apporto di concimi azotati. Rizobio: prodotto in polvere o liquido contenente microrganismi (batteri) 42 110-Ripuntatore che si stabiliscono nelle radici delle specie Leguminose. Il rizobio viene comunemente chiamato «inoculo». Rizoma (112): fusto trasformato che si trova spesso sotto terra e che può contenere sostanze di riserva (sono dotati di rizoma per esempio gramigna, iris). Rodenticida: sostanza tossica o velenosa in grado di provocare la morte dei roditori considerati nocivi. Viene distribuita nell’ambiente sotto forma di esche. Rosacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono la fragola, il melo, il pero, il nashi, il cotogno, il nespolo, l’azzeruolo, il sorbo, il lampone, la mora, il pesco, l’albicocco, il susino, il ciliegio, la rosa. Rosetta (113): particolare disposizione delle foglie che risultano addossate le une alle altre in modo simile a quello dei petali della rosa (per esempio nelle lattughe e nelle primule). Se si trova alla base della pianta, in genere addossata al terreno, viene detta «rosetta basale». Rotazione: tecnica agronomica tra le più importanti che prevede la coltivazione nello stesso appezzamento, in anni successivi, di piante con caratteristiche (per esempio l’apparato radicale e/o quello aereo) ed esigenze (concimazioni, irrigazioni, lavorazioni) differenti. La rotazione consente di mantenere la fertilità del suolo nel tempo, perché impedisce o attenua gli attacchi di malattie e parassiti animali, l’invasione di piante infestanti specifiche, l’accumulo nel terreno di sostanze tossiche prodotte dalle radici delle piante stesse, lo sfruttamento sempre dei medesimi strati del terreno; oltre a ciò consente una migliore utilizzazione dei concimi organici e minerali. Rustica: si dice di pianta che tollera avversità meteorologiche e attacchi parassitari, e si adatta con facilità ai terreni meno fertili. In zootecnia si dice di razza robusta, adattabile e poco esigente. Rutacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni a cui appartengono la ruta e gli agrumi (arancio, arancio amaro, cedro, chinotto, clementino, kumquat – o fortunella o mandarino cinese – limetta, limone, mandarino, pomelo, pompelmo, tangerino). 112-Rizoma di iris 111-Rizobi SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 S SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 115-Scalzatura 116-Scheletro in un terreno ghiaioso 117-Scosciatura 113-Rosetta basale di una pianta di papavero erpice rotante, o dischi girevoli, o un piccolo vomere e dotate di tastatore meccanico o pneumatico che consente di aggirare i fusti delle viti e gli eventuali tutori. Scasso: operazione che precede l’impianto di un arboreto e che si esegue con 114-Sarchiatura Foto: Silvio Caltran Sabbia: frazione del terreno costituita da particelle di diametro compreso tra 0,2 e 0,002 millimetri (sabbia fine) e tra 2 e 0,2 millimetri (sabbia grossa). Mediamente è presente nei suoli in quantità variabili dal 40 al 70%. Sali minerali: in zootecnia, componenti importantissimi della razione alimentare, essenziali per il corretto andamento delle funzioni vitali degli animali. Salinità: quantità di sali presente nel terreno o nelle acque di irrigazione, di solito espressa in percentuali riferite a mille (‰) o per mezzo di misurazioni convenzionali (micromhos). Ortaggi sensibili alla salinità sono il fagiolo, la lattuga e in genere tutte le giovani piante, tolleranti sono invece le bietole e l’asparago. Tuttavia anche in terreni tendenzialmente salini e/o irrigando con acque saline si possono ottenere produzioni, magari in quantità limitata, ma di elevata qualità (per esempio pomodoro Camone, melone invernale). Per i sistemi con cui viene misurata viene detta anche «conducibilità». Saprofita: si dice di organismo (generalmente un microrganismo o un fungo) che vive di sostanze organiche morte o che residuano dalle funzioni vitali di altri esseri viventi (per esempio foglie cadute, escrementi). Sarchiatura (114): lavorazione poco profonda del terreno effettuata con attrezzi manuali o con l’ausilio di apposite attrezzature (sarchiatrici) per creare condizioni che favoriscano l’aerazione, l’infiltrazione e la conservazione dell’acqua o per controllare le malerbe. Sarchiatrice: attrezzatura meccanica portata dal trattore, costituita da un telaio e da una serie di utensili a forma di dente o di disco o da zappette rotative, utilizzabile per l’eliminazione delle erbe infestanti tra le file delle colture erbacee seminate a file spaziate (mais, girasole, ecc.). Può essere utilizzata anche per interrare il concime sparso in copertura o per distribuirlo e interrarlo direttamente. Molte sarchiatrici sono infatti dotate anche di tramoggia e di distributore per concimi. Sarmento: ramo lungo e flessibile (per esempio, nella vite). Sarmentosa: si dice di pianta con ramificazioni lunghe e flessibili (per esempio la vite). Scacchiatura (vedi tavola XX): operazione che consiste nell’asportare a mano giovanissimi germogli, staccandoli nel punto di inserzione. Scalzatura (115): in viticoltura, controllo delle erbe infestanti lungo il filare attuata con attrezzature munite di testata di lavoro costituita da una fresatrice, o un mezzi meccanici (aratri, ripuntatori) per smuovere ed eventualmente rivoltare il terreno per uno spessore corrispondente a quello che verrà esplorato dalle radici degli alberi. È totale quando interessa tutta la superficie dell’appezzamento; è parziale (a fosse, a buche) quando interessa solo una parte dello stesso. Sceratrice: particolare attrezzatura impiegata per l’estrazione della cera dai favi vecchi. Generalmente funziona con il calore del sole. Scheletro (116): porzione del terreno comprendente tutte le parti superiori a 2 millimetri. A seconda delle dimensioni delle parti si distingue il ghiaino, la ghiaia, i sassi o ciottoli, i massi. In terreni particolarmente difficili lo scheletro può toccare e superare il 70% (quando ne contengono oltre il 40% i suoli vengono detti pietrosi o ghiaiosi oppure ciottolosi). Sciamatura: fenomeno mediante il quale le colonie d’api si moltiplicano. Avviene nei mesi di marzo-aprile nella fascia mediterranea e più tardi nelle zone più fredde. L’ape regina (vedi) di un alveare, prima che la nuova regina sfarfalli dalla cella reale (vedi), assieme ad un gruppo più o meno numeroso di operaie (vedi) e fuchi, abbandona la colonia (vedi) e si posa momentaneamente su un ramo d’albero, formando uno sciame che viene di norma catturato dall’apicoltore e collocato in un’altra arnia. Sciroppo: in apicoltura, alimentazione liquida per le colonie d’api da somministrare come stimolante dell’ovideposizione circa 50-55 giorni prima del raccolto sui fiori delle piante. Scolina: piccolo canale che corre ai lati degli appezzamenti di terreno ed è destinato a raccogliere o smaltire le acque di pioggia in eccesso. Scorie Thomas: concime semplice fosfatico (16% di anidride fosforica). È un sottoprodotto della produzione dell’acciaio, contenente calcio, fosforo e piccole quantità di altri elementi nutritivi per le piante, quali zolfo, manganese e ferro. Scosciatura (117): distacco di una 43 branca nel punto della sua inserzione; si verifica facilmente, soprattutto nelle drupacee, sotto il peso della vegetazione e/o della produzione, quando l’angolo di impalcatura (vedi) è stretto. Selezione: la scelta degli individui migliori, all’interno di un gruppo di animali o di piante, da destinare alla riproduzione (animali) o alla propagazione (vegetali) per ottenere soggetti a loro volta migliori per uno o più caratteri. – Selezione clonale: valutazione comparativa di cloni (vedi) nell’ambito di una cultivar (vedi) per scegliere il migliore e moltiplicarlo. – Selezione massale: all’interno di un grande numero di piante della stessa specie vengono scelte quelle che hanno le caratteristiche (di produttività, aspetto esteriore, ecc.) più idonee alle coltivazioni che si vogliono attuare. È praticata fin dagli albori dell’attività agricola per moltissime colture. Seme (vedi tavola XXIV): organo contenente già la pianta che si svilupperà (embrione, vedi) e le sostanze di riserva necessarie per la germinazione; è circondato da strati di regola più consistenti (tegumento, nòcciolo) che servono a proteggerlo. Semenzaio: appezzamento di terreno in cui si producono piantine tramite il seme. Nei vivai di piante da frutto il semenzaio è destinato a produrre piante da utilizzare come portinnesti. Nel vivaio orticolo è l’appezzamento dove si preparano le piantine per il successivo trapianto; le piante che si ottengono sono a radice nuda e per questo l’importanza del semenzaio (la cui tecnica di realizzazione talvolta non è semplice) sta diventando sempre minore; viene ancora uti- Tavola XXIV - Seme (l’esempio si riferisce al seme di fagiolo) rivestimento protettivo (tegumenti) cicatrice del punto di attacco del seme al frutto (ilo) 118-Semina di precisione lizzato abbastanza diffusamente per produrre piantine di cipolle e porri. Semenzale: pianta ottenuta da un seme. Semina: operazione che consiste nel disporre i semi nel terreno. – Semina a spaglio o alla volata: operazione che consiste nello spargere sulla superficie del terreno i semi nel modo più uniforme possibile. Tavola XXV - Sesto di impianto delle piante da frutto 44 Quadrato Rettangolo Quinconce Settonce tegumenti embrione (piantina che dovrà svilupparsi) foglioline embrionali (cotiledoni) – Semina a righe o a file: operazione che consiste nel collocare il seme su file tracciate a mano (ci si può aiutare con un segnarighe) oppure dagli appositi organi della seminatrice (assolcatori, falcioni, scarpette). – Semina a postarella: operazione che consiste nel praticare delle buchette nel terreno lavorato e nel collocarvi più semi (da 2 a 7), diradando poi le piantine nate, qualora il loro numero risultasse troppo elevato per la riuscita della coltura. – Semina di precisione (118): operazione che consiste nel collocare sulla fila i semi alla distanza voluta in modo che vi sia un preciso numero di piante per metro quadrato. Si attua per diverse colture quali mais, bietola, carota. – Semina su sodo: semina di una coltura su terreno non lavorato, effettuata con apposite attrezzature, dette appunto seminatrici da sodo. Sempreverde: si dice di pianta che al temine del ciclo vegetativo non fa cadere le foglie, le quali possono rimanere anche per anni attaccate alla pianta stessa (per esempio abeti, pini, alloro, olivo, ecc.). Il ricambio, cioè la caduta delle foglie che hanno compiuto la loro funzione, può avvenire nell’arco di diversi mesi. Sepalo (vedi tavola XII): foglia trasformata che compone il calice (vedi) dei fiori. Sessaggio: pratica manuale o chirurgica per riconoscere il sesso di un animale. Sessile: si dice di foglia o di fiore attaccati al ramo o all’asse dell’infiorescenza (vedi) senza, rispettivamente, picciolo o peduncolo. Sesto di impianto (vedi tavola XXV): disposizione delle piante in genere, ma soprattutto di quelle arboree, sul terreno rispettando determinate distanze. La disposizione può essere a quadrato, a rettangolo, a quinconce (vedi) o a settonce (vedi) a seconda che gli alberi siano posti rispettivamente agli angoli di un quadrato, di un rettangolo, di un triangolo isoscele o di un triangolo equilatero. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 119-Siliqua: colza, nel particolare il frutto aperto Set aside: termine anglosassone per indicare la messa a riposo dei terreni cioè la loro «non coltivazione» (tale pratica viene imposta e/o incentivata dall’Unione europea per prevenire produzioni eccedenti). Setticemia: estensione di un processo infettivo a tutto l’organismo tramite circolazione sanguigna. Settonce (vedi tavola XXV): sistema d’impianto in cui le piante vengono messe a dimora ai vertici di un triangolo isoscele. Sfarfallamento: fuoriuscita dell’insetto adulto dall’involucro ninfale (vedi ninfa) o pupale (vedi pupa) una volta completata l’ultima muta (vedi). Sfeltratura: relativamente al tappeto erboso, l’operazione di asportazione del feltro (vedi). Sfemminellatura: operazione che consiste nell’eliminare le femminelle (vedi) o rami anticipati. È un’operazione di potatura verde (vedi) molto comune sulla vite. Sfogliatura: vedi defogliazione. Sgarrettatura: termine vivaistico usato per indicare l’eliminazione del garretto (vedi). Siliqua (119): frutto deiscente (vedi) caratteristico delle Crucifere (colza, senape, ecc.); da non confondere con il baccello (vedi). Simbionte: organismo che vive in simbiosi (vedi). Simbiosi: vita in comune di due organismi che traggono un vantaggio reciproco da questo modo di vivere (per esempio i batteri che vivono nelle radici delle Leguminose o i funghi che si trovano su molte specie arboree e arbustive dei boschi). Sistemazioni del terreno (vedi tavola XXVI): modificazioni apportate alla superficie del terreno per assicurare lo smaltimento dell’acqua in eccesso e favorire le operazioni meccaniche (lavoSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 razioni, trattamenti fitosanitari, potatura, raccolta, ecc.). Sistemico: vedi antiparassitario. Slupatura: particolare tecnica di potatura che mira a liberare il tronco e le branche dell’olivo dai tessuti morti in seguito alla carie (o lupa). Smielatore (120): attrezzo impiegato per estrarre il miele dai favi (vedi); opera per forza centrifuga dopo che le cellette dei favi sono state disopercolate (vedi disopercolazione). Smielatura: operazione di estrazione del miele dai favi (vedi) del melario (vedi). Soggetto: vedi portinnesto. Solanacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono melanzana, patata, peperone, pomodoro, alchechengi, tamarillo, tabacco. Solarizzazione (121): riscaldamento del suolo lavorato e abbondantemente irrigato che si effettua stendendo un telo di materiale plastico trasparente e lasciandolo sul posto, d’estate, per circa due mesi. Il riscaldamento continuo – a temperature di 50-55 °C in superficie e di 40-45 °C a 15-20 centimetri di profondità – ostacola la vita di molti parassiti ani- 121-Solarizzazione 120-Smielatore mali e di malattie che colpiscono gli ortaggi e altre piante coltivate. Solco: scavo, di norma non molto profondo, che segue generalmente una linea retta. Si effettua con una zappa o un assolcatore trainato, a seconda delle dimensioni, a mano o da un attrezzo a motore. I solchi più superficiali (0,5-12 cm) servono per la semina o l’impianto di diverse colture, quelli più profondi per rincalzare le colture e irrigare per infiltrazione laterale. Solfato ammonico: concime semplice azotato, ottenuto chimicamente o come prodotto collaterale di altre produzioni, contenente circa il 20% di azoto; ha effetto non immediato ma abbastanza pronto. Solfato di potassio (solfato potassico): concime semplice contenente potassio, ottenuto chimicamente da sali di potassio, con basso contenuto di cloruri. Generalmente contiene il 50% di ossido di potassio. Soluzione circolante: l’insieme del- Tavola XXVI - Sistemazioni del terreno girapoggio rittochino cavalcapoggio alla «ferrarese» 45 123-Speratura con sperauovo l’acqua che circola nel terreno e dei sali in essa disciolti. La soluzione circolante viene assorbita dalle radici delle piante eventualmente presenti. Sovescio (122): pratica agronomica che consiste nella coltivazione di specie erbacee le quali, una volta raggiunto il massimo sviluppo vegetativo, vengono interrate con lo scopo principale di apportare sostanza organica al terreno. Sovrinnesto: innesto effettuato in vivaio, su una giovane pianta già innestata con un intermediario (vedi). Si effettua di solito per superare la disaffinità (vedi) esistente tra un soggetto e una varietà oppure per ridurre la vigoria di questa grazie a un intermediario debole. Specie (vedi tavola V): categoria sistematica per la distinzione degli organismi viventi (classificazione). Comprende individui simili tra loro per caratteri biologici e morfologici e indefinitamente fecondi tra loro (cioè danno sempre origine ad una discendenza feconda). Ad ogni specie viene dato per convenzione un nome scientifico latino che serve per individuarla anche nell’ambito della categoria a cui è stata assegnata. Per esempio, per quanto riguarda il nome scientifico della patata, Solanum tuberosum, il termine Solanum identifica il genere e il termine tuberosum identifica la specie, per distinguerla da una specie vicina Solanum melongena (nome scientifico della melanzana). Il nome scientifico è molto importante, perché consente il riconoscimento di una determinata specie in tutti i Paesi, sia in ambito scientifico che commerciale. Speratura (123): operazione attraverso la quale è possibile verificare se vi è sviluppo embrionale (vedi embrione) all’interno di un uovo in incubazione (vedi). Questa operazione, che viene fatta generalmente 5-7 giorni dopo l’inizio dell’incubazione, consiste nell’illuminare l’uovo con un fascio di luce per rendere il guscio trasparente e verificare così l’eventuale presenza di un embrione vivo. Sperauovo: attrezzo che permette di effettuare la speratura (vedi) delle uova. Spermatozoo: cellula riproduttiva maschile prodotta dal testicolo dotata di 46 Foto: Riccardo Castaldi 122-Sovescio 124-Sperone su vite movimenti attivi (grazie alla presenza di una «coda») che facilitano l’incontro con l’ovulo femminile e la penetrazione al suo interno. Speronare: l’azione di tagliare molto corto – a due o tre gemme – un ramo o un tralcio, ottenendone uno sperone (vedi). Sperone (124): breve porzione di ramo, provvista di una o due gemme (vedi), che viene lasciata attaccata alla branca al momento della potatura. In zootecnia dito soprannumerario collocato poco sopra il piede negli arti posteriori dei carnivori, sulla loro faccia interna, oppure unghia superiore delle zampe dei galli. Spiga: infiorescenza a grappolo (vedi) con fiori sessili (vedi). Spollonatura: eliminazione dei polloni (vedi). In viticoltura indica l’elimipianta madre pianta nata da stolone stolone 125-Stolone (fragola) nazione dei germogli che sorgono sul fusto della vite. Spora: piccola unità di propagazione di un fungo (vedi) che, germinando, origina una nuova struttura fungina. Stame (vedi tavola XII): organo maschile del fiore. È di solito formato da un filamento che sostiene l’antera (vedi). In questa si produce il polline (vedi). Stanchezza del terreno: incapacità di un terreno di consentire il normale sviluppo di un albero. Si manifesta nei casi di ristoppio (vedi) e si ritiene prevalentemente dovuta allo sviluppo di parassiti animali o vegetali e all’accumulo di tossine rilasciate dalla coltura precedente, che direttamente o indirettamente ostacolano lo sviluppo delle radici. Stelo: fusto delle piante erbacee. Stero (metro): unità di misura della legna da ardere in catasta e del legno sminuzzato. Il metro stero (ms) è il volume complessivo di 1 metro cubo (metri 1 × 1 × 1) di pezzi di legno, comprensivo anche degli spazi vuoti. La quantità di legno contenuta in un metro stero dipende da molti fattori: forma e dimensione dei pezzi, cura con cui sono stati accatastati, specie legnosa, umidità relativa. Se i pezzi di legna non sono stati accatastati regolarmente si parla di «metro stero alla rinfusa» (msr). Stigma (vedi tavola XII): parte del pistillo (vedi) che ha forma allargata come la capocchia di un chiodo o come una piccola piuma (o aspetto simile) su cui si posa e germina il polline (vedi). Perché questo venga meglio trattenuto, spesso sullo stigma vi sono dei rilievi (papille) e vi è l’emissione di sostanze vischiose. Viene chiamato anche «stimma». Stilo (vedi tavola XII): parte del pistillo (vedi) che collega l’ovario (vedi) allo stigma (vedi). Stipola: fogliolina di dimensioni variabili che, in alcune piante, si trova alla base del picciolo (vedi) della foglia da entrambi i lati (per esempio nel pisello e nel ciliegio). Stipsi: scarsità o difficoltà di espulsione delle feci. Stolone (125): fusto sottile e strisciante cui, in corrispondenza dei nodi (vedi), si sviluppano radici, foglie e poi fiori e frutti; dai nodi si possono ottenere quindi piantine per dare l’avvio a nuove colture (come succede per esempio con la fragola). Stomatite: infiammazione a carico della mucosa (vedi) che riveste la cavità della bocca. Stomi: aperture che si trovano in tutte le parti giovani della pianta tranne che nelle radici. Sono formati da due cellule, dette «di guardia», da un’apertura (apertura stomatica) e da una camera sottostomatica; le cellule di guardia reSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 golano l’apertura e la chiusura degli stomi e quindi permettono o impediscono gli scambi con l’ambiente esterno. Vi sono tipi di stomi detti «acquiferi», situati di solito nella parte più esterna della foglia, che sono sempre aperti ed eliminano l’acqua in eccesso sotto forma liquida (vedi guttazione). Stress idrico: stato di sofferenza di una pianta per temporanea mancanza di acqua. Substrato: strato (o supporto di coltivazione) costituito da terra, terriccio e/o altri materiali, nel quale si pongono semi o piante o parti di queste per ottenerne la germinazione (vedi) o la radicazione. Succhione (vedi tavola X): ramo vigoroso che sorge sul tronco o sulle branche. Deve essere asportato appena possibile, salvo nel caso in cui serva per costituire una nuova branca. Succulenta: in botanica, pianta che si è adattata agli ambienti aridi, caratterizzata da tessuti in grado di immagazzinare grandi quantità di acqua. Sono piante succulente, per esempio, il fico d’India, l’agave, il cactus, ecc. Sughero: tessuto che si trova di preferenza all’esterno delle parti lignificate di molte piante. È impermeabile ai gas, all’acqua e alle sostanze liquide in genere. Suola di lavorazione (126): strato compatto che si forma in un terreno che viene abitualmente lavorato alla stessa profondità, specialmente con attrezzi che polverizzano la terra. Ostacola il drenaggio dell’acqua e la circolazione dell’aria a danno delle radici. Superfetazione: capacità delle femmine di lepre di iniziare una seconda gestazione anche prima che termini la precedente. Sutura: chiusura simile a una cucitura – effettuata dal medico o dal veterinario – di una ferita accidentale o chirurgica per mezzo di speciali fili biocompatibili che ne mantengono uniti i margini fino alla cicatrizzazione spontanea. In botanica, linea particolarmente evidente sui frutti delle drupacee; corrisponde alla zona di congiunzione delle due valve che costituiscono il frutto. Svinatura: operazione che consiste nel separare, al termine della fermentazione alcolica, il vino dalle bucce, dai vinaccioli (vedi) e dalla feccia di fermentazione. a b 126-Suola di lavorazione: lo strato compatto (in colore più scuro) causato da lavorazioni meccaniche eseguite sempre alla stessa profondità (a). Ostacola il drenaggio dell’acqua (b) e il passaggio dell’aria 127-Tafàno Telaino TIT (Telaino Indicatore Trappola): strumento ideato per la lotta biomeccanica all’acaro varroa (vedi). Tempera: condizione del suolo in cui l’umidità non è né troppo elevata (cioè il terreno non si impasta) né troppo bassa (cioè il terreno non diventa polvere): è il momento più adatto per eseguire le lavorazioni. Lo stato di tempera varia da suolo a suolo ma si è valutato che possa corrispondere a un contenuto in acqua del 40-50% facendo riferimento alla capacità di trattenere acqua (capacità idrica) del suolo stesso. Tempo di sicurezza o tempo di carenza: intervallo minimo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il momento in cui si esegue un trattamento fitosanitario e il momento della raccolta. Per quanto riguarda i trattamenti su derrate alimentari in magazzino, è l’intervallo di tempo che deve intercorrerre fra il trattamento stesso e l’immissione in commercio del prodotto trattato. Il suo rispetto è stabilito per legge e deve essere riportato sulle etichette. Il tempo di sicurezza garantisce una presenza di prodotti fitosanitari inferiore ai limiti di tolleranza fissati dalla legge (residui). Tempo di sospensione: in zootecnia, periodo di tempo che deve intercorrere per legge fra il termine di un trattamento con determinati farmaci e la possibilità di macellare l’animale o di destinare alla mensa le sue produzioni (latte, uova, ecc.) affinché non si possano riscontrare residui dei farmaci. Tepalo (130): fusione di sepalo e pe- 128-Tartrati 129-Telaino branca subito al di sopra di una branca più giovane o di un ramo vigoroso allo scopo di riavvicinare la periferia della chioma al centro della stessa. Talea (vedi tavola XVIII): porzione di ramo o di radice o di foglia che, posta in adatte condizioni di umidità, temperatura e luce, emette radici e sviluppa germogli originando una nuova pianta chiamata sovente «barbatella» (vedi), ma anche «talea radicata». Tannini: in enologia, sostanze polifenoliche (vedi polifenoli) dal sapore astringente presenti nelle uve, nei vini rossi e in piccola parte nei vini bianchi. Tartrati (128): in enologia, cristalli che si formano per la combinazione dell’acido tartarico con il potassio e il calcio presenti nel vino. Telaino (129): in apicoltura, supporto in legno di forma rettangolare su cui viene fissato il foglio cereo (vedi) mediante un’opportuna armatura di filo di ferro. T Tafàno (127): insetto appartenente all’ordine dei Ditteri, ematofago (vedi), che nei mesi caldi tormenta il bestiame pungendolo ripetutamente per nutrirsi. Taglio di ritorno (vedi tavola XX): taglio di potatura che si esegue su una SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 47 talo caratteristico di molte piante Monocotiledoni (vedi) che hanno spesso fiori vistosi (per esempio tulipano). Terapia: insieme di provvedimenti (farmacologici e non) atti a combattere una malattia. Terrazzamento (131): sistemazione dei terreni in forte pendenza, costituita da una serie di ripiani pianeggianti realizzati lungo le curve di livello, spesso sostenuti da muretti in pietra. Terreno: strato più esterno della crosta terreste, di spessore variabile, interessato dall’attività degli organismi viventi. Ha origine dalla frantumazione e dalla decomposizione chimica e biologica della roccia sottostante (roccia madre) e dei residui vegetali ed animali che si accumulano in superficie. – Terreno acido (vedi tavola XIX): terreno con pH (vedi) inferiore a 7. – Terreno alcalino (vedi tavola XIX): terreno con pH (vedi) superiore a 7. – Terreno calcareo: terreno contenente carbonato di calcio e altri carbonati liberi in quantità sufficienti a produrre effervescenza, visibile quando il terreno viene trattato a freddo con acido cloridrico. – Terreno leggero: terreno con un alto contenuto in sabbia (oltre il 50%) e, pertanto, caratterizzato da facilità di lavorazione e da elevata permeabilità, ridotta ritenzione dell’acqua e degli elementi nutritivi (azoto in particolare). – Terreno neutro (vedi tavola XIX): terreno con pH (vedi) compreso tra 6,6 e 7,3. – Terreno pesante: terreno con elevato contenuto di particelle fini, in particolare argilla (vedi). Richiede elevati sforzi di trazione e pertanto è difficilmente lavorabile, soprattutto quando è umido. È il contrario di terreno leggero. Terriccio: terra ricca di elementi organici parzialmente decomposti (esempio: terriccio di bosco). Terriccio artificiale: in genere mescolanza di torbe con la presenza talvolta di altri materiali come argille, lana di roccia, ecc. Sovente viene concimato. Sono disponibili terricci appositi per la coltivazione di diversi tipi di piante (ciclamini, stelle di Natale, primule, acido- file) e per la produzione di giovani piante da orto e da fiore. Per terriccio si intende anche quello che si ottiene dalla permanenza in concimaia del letame e/o di altre sostanze organiche per molti mesi (anche oltre 18); solitamente quest’ultimo viene detto «terriccio di letame». Tessitura del terreno: composizione del terreno e sua classificazione in base al contenuto percentuale di sabbia, limo, argilla (che formano la terra fine) e di scheletro (in cui vengono raggruppati i costituenti – sassi, pietre, ghiaino – di diametro superiore ai 2 mm). Vedi anche le singole voci: argilla, limo, sabbia, scheletro. I terreni vengono definiti in 132-Tessuto non tessuto 133-Torba 48 130-Tepalo (tulipano) 131-Terrazzamento base alle differenti percentuali con cui i componenti sono presenti nei terreni stessi (per esempio sabbioso, limoso-argilloso, argillo-sabbioso-limoso, ecc.). Tessuto non tessuto (132): velo di materiale plastico (polipropilene, poliestere) prodotto con apposite tecnologie che permette il passaggio della luce e dell’acqua. Può avere numerosi impieghi come quello di riparare le piante dal freddo, consentire una migliore germinazione (vedi), creare una barriera per impedire gli attacchi di insetti o i danni causati da animali. Può essere impiegato anche in superfici molto limitate. Titolo dei fertilizzanti: quantità percentuale minima garantita dei principali elementi nutritivi contenuti in un fertilizzante semplice o composto. Tolleranza: capacità di una pianta di sopportare l’attacco di uno specifico parassita (la pianta riesce a vegetare e produrre sebbene l’attacco si sia verificato). Una varietà tollerante quindi si ammala in minore misura (o talvolta con maggiore ritardo) rispetto a una non tollerante. Esistono vari gradi di tolleranza. Di regola le varietà tolleranti forniscono produzioni nettamente superiori rispetto alle varietà non tolleranti. Attualmente le varietà tolleranti vengono dette «con resistenza intermedia». Tomentoso: si dice di vegetale, o parte di vegetale, ricoperto di leggera peluria corta, folta e intrecciata (tomento), così da formare una specie di leggerissimo feltro (per esempio la «peluria» che ricopre la buccia delle pesche di molte varietà). Torba (133): sostanza composta da materiale organico che contiene vegetali ancora parzialmente indecomposti perché si sono venuti a trovare in un ambiente privo di aria (paludoso). Viene usata nella produzione di vari tipi di piante. È anche un combustibile. – Torba bionda: sostanza composta da materiale organico in cui le parti vegetali originarie (fibre) sono riconoscibili. Il suo colore va dal biondo al bruno-rossastro, a seconda dei tipi. – Torba scura: sostanza formata da materiale organico molto decomposto in cui le parti vegetali originarie non sono riconoscibili. Contiene una più alta percentuale di sostanza minerale ed è solitamente di colore più scuro della torba bionda. Tossicità (vedi tavola XXII): grado di pericolosità di un prodotto fitosanitario (vedi), o comunque di una sostanza chimica, su di un essere vivente. Si distinguono una tossicità acuta, che genera sintomi e disturbi entro breve tempo dal momento in cui il prodotto pericoloso è stato ingerito o assorbito per via respiratoria o cutanea, e una tossicità cronica, che non genera sintomi appariscenti, ma provoca disturbi dopo un certo tempo, SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 anche per l’accumulo di sostanze tossiche nell’organismo in seguito a ripetuti assorbimenti o contatti. Tralcio: ramificazione tipica della vite e dell’actinidia. Transgenico: si dice di una varietà nella quale sono stati inseriti, attraverso un intervento di ingegneria genetica, uno o più geni prelevati da altre specie vegetali o da microrganismi e che ha acquisito, per esempio, resistenze ad avversità naturali (parassiti, freddo, siccità, ecc.). Gli organismi geneticamente modificati vengono indentificati con la sigla «ogm» (vedi). Translaminare: vedi antiparassitario. Trapianto: operazione che consiste nel trasferire una pianta da una dimora a un’altra, spesso definitiva. Trappola cromotropica (134): dispositivo costituito da fogli di plastica (solitamente di colore giallo) cosparsi di colla, atto ad attrarre e invischiare gli adulti di alcune specie di insetti. Trappola sessuale (135): dispositivo per la cattura dei maschi di determinate specie di insetti. Traspirazione: funzione mediante la quale le piante eliminano acqua sotto forma di vapore. Trattamento a pieno campo: trattamento effettuato uniformemente su un’intera area coltivata. Trattamento di pulizia totale: in apicoltura, intervento effettuato ad inizio inverno, in assenza di covata (vedi), per abbattere il maggior numero possibile di acari varroa (vedi). Trattamento localizzato: l’applicazione di un prodotto fitosanitario (vedi) su zone definite di coltivazione (fasce, bande) o su aree della pianta. Trattamento preventivo: applicazione di un prodotto fitosanitario prima che si verifichi l’infezione (vedi) o l’infestazione (vedi). Trattamento tampone: in apicoltura, intervento effettuato per contenere la popolazione di acaro varroa (vedi) durante la stagione primaverile-estiva. Travaso: in enologia, operazione con la quale si trasferisce un vino da un recipiente all’altro. In apicoltura, operazione mediante la quale viene cambiata dimora a una colonia (vedi) d’api, per esempio da un’arnia (vedi) all’altra. Trofallassi: scambio di cibo fra diversi individui dell’alveare. È fondamentale per la vita della colonia in quanto permette ai componenti della famiglia di essere sempre in contatto tra di essi. È un comportamento comune a tutti gli insetti sociali (api, formiche, tèrmiti, ecc.). Tronco (vedi tavola X): porzione dell’albero compresa fra il colletto (vedi) e l’inserzione delle branche (vedi) più vicine a terra. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 134-Trappola cromotropica 136-Tuberi di patata 135-Trappola sessuale no i turni e che vanno rispettate. Tutore: sostegno collocato vicino ad una pianta per sorreggerla. Tutto pieno - Tutto vuoto: tecnica applicata negli allevamenti ed estensibile alle colture protette, che consiste nel far seguire, a un periodo in cui la struttura (stalla, serra) è completamente utilizzata, un periodo al termine dell’allevamento stesso o della coltivazione in cui la struttura è totalmente vuota. Questo secondo periodo serve soprattutto per disinfettare-disinfestare le strutture («vuoto sanitario», vedi), pulirle a fondo, eseguire manutenzioni ordinarie e straordinarie, predisporre tutto quanto necessario per un nuovo ciclo di allevamento o di coltivazione. Tubero (136): fusto trasformato che si sviluppa sotto terra e che contiene sostanze di riserva. Presenta gemme ben evidenti. Un esempio di tubero è la patata. Tumore: vedi neoplasia. Turione (137): germoglio che si sviluppa da un organo che si trova sotto terra (per esempio rizoma, vedi). Talvolta può assumere dimensioni ragguardevoli come nel caso dell’asparago. Turno: riferito al bosco, è il lasso di tempo che deve intercorrere tra un taglio e l’altro. I turni vanno da un minimo di 5-6 anni per i boschi di robinia, salice e nocciòlo, fino a 20 anni per i boschi di quercia o di faggio. Ogni regione italiana ha delle norme specifiche che regola- Umificazione: insieme di processi che, nel terreno, determinano la formazione di humus (vedi). L’umificazione viene attuata soprattutto da microrganismi che vivono nel suolo e che trasformano (degradano) le sostanze organiche. Unifera: si dice di pianta o varietà in grado di fiorire e fruttificare una sola volta in un anno. Ungulati (138): mammiferi erbivori 137-Turioni di asparago 138-Ungulati (capriolo) U 49 139-Varroa 140-Virosi (sharka su pesche) le cui falangi sono rivestite da zoccoli anziché da unghie. Appartengono a questo gruppo il cervo, il capriolo, il daino, il muflone, ecc. Uovo durevole: uovo di un afide che, deposto dalla femmina fecondata, è destinato a superare l’inverno. Urea: concime semplice azotato, ottenuto per via chimica, contenente il 46% di azoto. Ha effetto non immediato, ma abbastanza pronto. V Vaccinazione: stimolazione artificialmente indotta dell’immunità (vedi) nei confronti di una malattia, tramite introduzione nell’organismo di un vaccino (vedi) per via parenterale (vedi), orale o inalatoria. Vaccino: preparato a base di germi morti (inattivati), attenuati (indeboliti), o parti di essi, che si somministra agli animali allo scopo di indurre la produzione di specifici anticorpi (vedi) protettivi. Valerianacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartiene, per esempio, la valerianella Varietà: entità botanica, appartenente a una determinata specie, che vive in condizioni naturali. Quando viene coltivata, e quindi subisce l’influenza di interventi vari oltre a quelli dell’ambiente naturale, viene detta «cultivar» (parola composta da due termini inglesi abbreviati: cultivated variety, vedi). Varroa (139): acaro (Varroa jacobsoni) parassita delle api sia adulte che agli stadi di larva (vedi) e pupa (vedi). Vasi linfatici: in botanica, piccolissimi canali attraverso i quali sale la linfa (vedi) grezza verso le foglie (vasi legnosi) o passa la linfa elaborata (vasi del floema o floematici). Vaso conduttore: in botanica, piccolissimo tubo o canale attraverso il quale si sposta la linfa (vedi) della pianta. Ventre: definizione convenzionale per indicare, in un albero, la faccia di una branca che è rivolta verso il basso. 50 141-Xilofago (larva di tarlo asiatico) Vinacciolo: seme della vite. Vinificazione: l’insieme delle operazioni di cantina (pigiatura, diraspatura, pressatura, sfecciamento, ecc.) che trasformano l’uva in mosto e successivamente in vino tramite la fermentazione alcolica (vedi). – Vinificazione in bianco: tecnica di produzione per ottenere da uva bianca o rossa un vino bianco; si esegue fermentando il mosto senza le bucce. – Vinificazione in rosso: tecnica di produzione per ottenere da uva rossa un vino rosso; si esegue fermentando il mosto con le bucce per estrarne il colore. Virosi (140): gruppo di malattie causate da virus (vedi) e trasmesse da nematodi (vedi), insetti (afidi, cocciniglie, ecc.) o tramite moltiplicazione vegetativa (per esempio con l’innesto). Per esempio, nella vite le virosi più diffuse 142-Zecca sono l’arricciamento o malformazione infettiva, l’accartocciamento fogliare e il legno riccio, nel pesco la sharka, ecc. Virus: organismo in grado di esercitare un’azione parassitaria (vedi parassita) replicandosi in cellulle viventi. È il più piccolo organismo, considerato vivente perché in grado di replicarsi (moltiplicarsi). Viticcio (vedi tavola VIII): foglia trasformata che permette ad alcune piante di sorreggersi perché riesce ad attaccarsi a diversi tipi di sostegni. I viticci, detti anche «cirri», sono presenti in diverse piante coltivate tra cui pisello, melone, vite. Vitigno: varietà coltivata di vite. Vivace: in botanica, si dice di pianta erbacea perenne. Vivaio: appezzamento di terreno o coltura protetta, anche riscaldata, dove si producono piante di vari tipi e dimensioni che in seguito andranno messe a dimora. A seconda del tipo di piante prodotte si possono individuare vari tipi di vivaio: orticolo, floricolo, frutticolo, ornamentale, forestale, ecc. Voliera: superficie recintata con rete, sia lateralmente che superiormente, destinata all’allevamento di avifauna (vedi) durante il periodo di ambientamento. Vuoto biologico: periodo non inferiore a 8 giorni, che intercorre tra lo svuotamento e il ripopolamento di un ambiente d’allevamento. Vuoto sanitario: periodo, non inferiore ai 3 giorni, che intercorre tra la fine delle operazioni di pulizia e disinfezione e l’introduzione di nuovi animali nell’ambiente di allevamento. Per un corretto vuoto sanitario si consiglia un periodo di due settimane. X Xilofago (141): si dice di animale (per lo più un insetto) che si nutre di legno sia vivo che morto (per esempio il tarlo). Z Zampa di gallo (vedi tavola XXIII): tipica formazione del melo e del pero dovuta al sorgere di più lamburde (vedi) su una borsa (vedi). Il più delle volte sulle zampe di gallo si ha una produzione di qualità scadente. Zecca (142): acaro (vedi) parassita di mammiferi, uccelli e rettili che sopravvive succhiando il sangue dei suoi ospiti. Ne esistono numerose specie. Zoonosi: ogni malattia trasmissibile dagli animali all’uomo e viceversa. Zootecnia: disciplina che studia gli animali domestici per un utilizzo economico. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011 Sconto 10% per gli abbonati che Realizzazione, gestione e cura del piccolo pollaio REALIZZAZIONE, GESTIONE E CURA DEL PICCOLO POLLAIO CONSIGLI PRATICI E RICETTE PER CONSERVARE GLI ORTAGGI Guide pratiche CONSIGLI PRATICI E RICETTE PER CONSERVARE LA FRUTTA di M. Arduin 104 PAGINE - 171 ILLUSTRAZIONI di R. Bacchella 64 PAGINE - 269 ILLUSTRAZIONI di R. 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