Vocabolario il ustrato
2
2011
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2ª EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA
.OLTRE 760 VOCI, 26 TAVOLE ILLUSTRATE, 116 FOTO, 26 DISEGNI .
I TERMINI SONO INERENTI ALLE SEGUENTI RUBRICHE
DI VITA IN CAMPAGNA: GIARDINO, ORTO, FRUTTETO, CAMPO,
VIGNETO E CANTINA, BOSCO, PICCOLI ALLEVAMENTI,
APICOLTURA, PICCOLA MECCANIZZAZIONE
SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2011 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R.
Vocabolario illustrato
dei termini difficili
Vocabolario il ustrato
2
2011
2ª EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA
a cura di Autori vari
L
.OLTRE 760 VOCI, 26 TAVOLE ILLUSTRATE, 116 FOTO, 26 DISEGNI .
I TERMINI SONO INERENTI ALLE SEGUENTI RUBRICHE
DI VITA IN CAMPAGNA: GIARDINO, ORTO, FRUTTETO, CAMPO,
VIGNETO E CANTINA, BOSCO, PICCOLI ALLEVAMENTI,
APICOLTURA, PICCOLA MECCANIZZAZIONE
SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2011 - ANNO XXIX - ISSN 1120-3005 - MENSILE
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R.
Apiscampo, brindillo, orecchiette di topo, pronubo, scacchiatura, taglio di ritorno... Tante volte leggendo Vita in Campagna e trovando una parola un po’ difficile forse avete fatto fatica a interpretare
le istruzioni pratiche che il mensile vuol
fornire. Nasce da qui l’idea di un vocabolario fatto su misura per voi grazie allo
sforzo dei Collaboratori della rivista.
a seconda edizione riveduta e aggiornata del «Vocabolario illustrato dei termini difficili» esce a distanza di 12 anni dalla prima del 1999 con lo scopo di
aiutare i lettori a comprendere quei termini tecnici o difficili che talvolta i nostri Collaboratori si trovano nella necessità di utilizzare e che non rientrano tra quelli di uso comune per molti nostri lettori.
Ed ecco qui il vostro illustratissimo vocabolario (con 116 fotografie, 26 disegni e
26 tavole), studiato appositamente per voi lettori.
Il vocabolario non ha pretese di completezza, non si propone di dare la definizione
delle tante parole difficili che ricorrono sulla carta stampata in generale, ma intende chiarire il significato di alcune parole appartenenti al linguaggio tecnico utilizzato da Vita in Campagna. E tutti i Collaboratori, che ringraziamo per la fattiva partecipazione alla stesura delle definizioni, sono stati invitati a non avvalersi d’ora in
poi, nello scrivere i loro testi, di termini difficili al di fuori di quelli elencati nelle
pagine che seguono.
Riservate quindi un posto fisso della vostra biblioteca a questo vocabolario realizzato, lo diciamo ancora una volta, specificatamente per voi e che costituisce la chiave per chiarire le incertezze e facilitare la piena comprensione dei testi.
Foto: © photogl - www.fotolia.it
Rielaborazione grafica: Mauro Fianco
VITA IN CAMPAGNA
Mensile di agricoltura part-time con la maggior
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Come consultare il vocabolario
di Vita in Campagna
Per facilitare la consultazione del vocabolario (che contiene oltre 760 voci) e la
comprensione dei termini in esso riportati si è fatto largo uso di illustrazioni.
Il numero in neretto tra parentesi rimanda a una foto o a un disegno.
Il riferimento in colore verde (vedi tavola ...) rimanda a una delle numerose tavole
illustrative.
I rinvii ad altri vocaboli sono evidenziati con «vedi» tra parentesi.
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Questa Guida esce come supplemento del mensile «Vita in Campagna» n. 2/2011
La tiratura del presente numero è stata di 90.800 copie
Vocabolario illustrato dei termini difficili
utilizzati su Vita in Campagna
A
Abbruciamento: uso del fuoco per
ripulire il terreno dalle ramaglie dopo il
taglio di un bosco. Questa pratica è soggetta a limitazioni di legge per i pericoli
di incendio e di inquinamento atmosferico che può provocare.
Abiotico: contrario di biotico (vedi), si dice di ogni fattore di natura fisico-chimica (temperatura, umidità, salinità del terreno, eccetera) che può influenzare la vegetazione e la produzione
delle piante.
Acaro (1): organismo di piccole dimensioni (in genere la lunghezza non
supera il mezzo millimetro) con corpo
costituito da un solo pezzo non suddiviso in segmenti, portante a una estremità
l’apparato boccale. Gli acari sono muniti di quattro paia di zampe (solo quelli
appartenenti alla famiglia degli eriofidi
ne hanno due) e non possiedono né ali
né antenne. Esistono acari parassiti delle piante, quindi dannosi (per esempio il
ragno rosso), e acari utili (per esempio
Phytoseiulus persimilis) in quanto predatori di acari dannosi. Esistono anche
acari che parassitano gli animali, per lo
più a livello cutaneo, responsabili delle
varie forme di rogna.
Acaricida: prodotto fitosanitario (vedi) impiegato per combattere gli acari.
Accestimento (2): periodo vegetativo, che caratterizza diverse piante, durante il quale dal fusto che si è formato
per primo (fusto di primo ordine) si producono altri fusti. La pianta così assume
la forma di cespo. L’accestimento interessa molte Graminacee (per esempio
frumento, orzo, ecc., dal cui seme si possono pertanto formare più culmi e quindi più «spighe»), piante aromatiche, ornamentali, ecc.
3-Achenio (di girasole)
4
1-Acaro: Phytoseiulus persimilis,
predatore del ragno rosso
Achenio (3): frutto secco indeiscente (vedi) che di regola contiene un solo
seme, con pericarpo (buccia) coriaceo
e consistente (per esempio nel girasole, nella fragola, ecc.). Talvolta è provvisto di un’estensione anche piumosa
(«pappo») che ne favorisce la diffusione per mezzo del vento (per esempio nel
tarassaco).
Acidificazione: in enologia (vedi),
aggiunta nei mosti o nei vini di determinate quantità di acido tartarico, acido
malico e acido lattico con lo scopo di
aumentare il valore di acidità totale.
2-Accestimento (di frumento tenero)
4-Acinellatura
Acidità totale: in enologia (vedi), indica la quantità di tutti gli acidi presenti
nel vino o nel mosto e viene espressa in
grammi per litro di acido tartarico.
Acidofila o calcifuga: si dice di pianta che ama i terreni acidi e non tollera
quelli calcarei. Sono acidofile per esempio il rododendro e l’azalea.
Acinellatura (4): alterazione di un
grappolo d’uva che mostra acini grandi
e acini piccoli, a seguito di disturbi climatici in fase di fioritura e allegagione,
o a causa di caratterisctiche genetiche di
alcuni vitigni (per esempio Lambrusco
di Sorbara), oppure per carenze (vedi)
nutrizionali quali la mancanza di boro in
prefioritura.
Acino (vedi tavola VIII): nome botanico del chicco d’uva.
Aerobico: si dice di un organismo
che per vivere necessita di ossigeno o di
un fenomeno che si verifica solamente
in presenza di ossigeno.
Affinamento: in enologia (vedi), è il
periodo di maturazione in botte o bottiglia necessario affinché il vino raggiunga un grado ottimale di equilibrio e di
armonia.
Affinità (5): condizione essenziale
affinché, nell’innesto, si verifichi l’unione duratura tra portinnesto (vedi) e nesto
(vedi); di solito è determinata dalla «vicinanza» botanica, nel senso che è completa fra due varietà della stessa specie,
mentre diminuisce o è nulla quando si
cerca di unire specie differenti o addirittura generi botanici diversi.
Affrancamento (6): emissione di radici al di sopra del punto di innesto,
quando questo viene a trovarsi interrato,
e sviluppo di un nuovo apparato radicale direttamente dalla varietà innestata.
Aficida: sostanza insetticida idonea
per combattere in modo specifico gli afidi.
Afide (7): insetto polifago (cioè che
si ciba di sostanze diverse), volgarmente chiamato pidocchio o gorgoglione;
danneggia le piante perché ne succhia la
linfa e immette in esse saliva contenente
sostanze tossiche.
Agamica: si dice della propagazione
(vedi) che non deriva da seme. La propagazione agamica viene chiamata anche
moltiplicazione (vedi).
Agricoltura biologica o organica:
metodo di produzione agricola che mira
all’eliminazione, o perlomeno alla riduzione, dell’impatto negativo dei prodotti chimici usati in agricoltura sull’ambiente e sulla salute dell’uomo; in particolare l’agricoltura biologica esclude
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
l’impiego di quasi tutti i mezzi di sintesi chimica sia per la difesa dai parassiti,
sia per la fertilizzazione del terreno.
Agricoltura ecocompatibile (o ecosostenibile): termine generico per definire un metodo di produzione agricola
che mira a contenere entro limiti accettabili l’impatto negativo sull’ambiente
dei prodotti chimici usati in agricoltura
e nello stesso tempo tende a mantenere
– o ristabilire – l’equilibrio ambientale
diversificando colture e allevamenti, instaurando la rotazione delle coltivazioni,
eseguendo regolari concimazioni organiche, piantando siepi, effettuando attente lavorazioni del terreno, adottando
metodi irrigui in cui si ottenga il massimo risparmio di acqua.
Agricoltura integrata: metodo di
coltivazione che mira all’eliminazione,
o perlomeno alla riduzione, dell’impatto
negativo dei prodotti chimici usati in
agricoltura sull’ambiente e sulla salute
dell’uomo, attraverso la scelta dell’ambiente adatto alle coltivazioni e un uso
razionale di tutti i mezzi di produzione
disponibili, compresi quelli chimici.
Agrofarmaco: vedi fitofarmaco (tavola XXI).
Albero (vedi tavola X): ogni pianta
con fusto eretto e legnoso che nella parte superiore si ramifica; per ogni parte
che costituisce l’albero, indicata nella
tavola X, vedi singola voce.
Alburno (vedi tavola X): cerchia legnosa che si forma durante l’anno nel
tronco, nelle branche e nei rami delle
piante arboree ed è costituita da cellule
viventi; in esso si trovano i canali attraverso i quali la linfa grezza sale dalle radici alle foglie.
Alimentazione artificiale: in apicoltura, è l’alimento solido tipo candito
(vedi) oppure liquido tipo sciroppo (vedi) che viene somministrato alle api in
periodi critici per le colonie, come per
esempio alla fine dell’inverno.
Allegagione: fase in cui, a seguito
dell’impollinazione e della fecondazio-
5-Affinità e disaffinità di innesto. A sinistra: affinità perfetta tra portinnnesto
e nesto in un ciliegio dolce (il tratteggio indica il punto di innesto). A destra: la
disaffinità (che può manifestarsi anche alcuni anni dopo l’innesto, come in questo albicocco) provoca talvolta lo scollamento improvviso del nesto dal portinnnesto a causa della discontinuità dei tessuti
punto
d’innesto
6-Affrancamento:
le freccie indicano le radici
sorte dalla varietà innestata
7-Afide: colonia di afide grigio
del melo
ne, ha inizio la formazione del frutto.
Allergia: reazione avversa dell’organismo animale nei confronti di una o più
particolari sostanze. Molto comuni sono
le allergie causate da pollini.
Allettamento (8): ripiegamento e caduta a terra della pianta a seguito di
pioggia o vento. È tipico delle piante dei
cereali specialmente se a culmo lungo o
concimate con troppo azoto.
Alloctona: contrario di autoctona
(vedi), si dice di specie originaria di luoghi geografici lontani e diversi da quelli
in cui si trova. Un sinonino di specie alloctona è «specie esotica».
Alopecia: mancanza di pelo in aree
più o meno circoscritte della pelle, dovuta a sofferenza della stessa per svariate cause.
Alternanza di produzione (9): fenomeno per il quale una pianta perenne
(specialmente da frutto) presenta un’annata di produzione abbondante seguita
da una di produzione scarsa (soggetti al
fenomeno sono, per esempio, melo, albicocco, olivo).
Alveare: insieme delle api e della loro abitazione (arnia).
Amento: infiorescenza a spiga (vedi)
formata da fiori tutti uguali (maschili o
9-Alternanza di produzione
Anno di «carica»
Anno di «scarica»
8-Allettamento (di frumento tenero)
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
5
femminili). Tipico l’amento del nocciòlo (costituito da soli fiori maschili).
Ammendante: qualsiasi sostanza,
naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le
proprietà e le caratteristiche chimiche,
fisiche, biologiche e meccaniche di un
terreno.
Amminoacidi: importantissime sostanze organiche, contenenti carbonio,
idrogeno, ossigeno e azoto, che costituiscono le proteine (vedi).
Ampelografia: disciplina che descrive e classifica le numerosissime varietà
di uva da vino e da tavola.
Anaerobico: contrario di aerobico, si
dice di organismo che vive, o di fenomeno che si verifica, solamente in assenza
di ossigeno.
Analisi del terreno: procedura chimica, fisica o biologica che determina la
qualità e la quantità di elementi utili alle
piante presenti nel terreno. Consente di
giudicare se un terreno è adatto alla coltivazione di una data specie o se necessita di interventi che lo rendano tale.
Anatomia: scienza che studia la
struttura degli animali e dei vegetali,
nelle parti che li costituiscono.
Anchilosi: stato di immobilità permanente di un’articolazione in seguito
al suo danneggiamento.
Androceo: l’insieme delle parti maschili del fiore, cioè degli stami (vedi).
11-Apiario
12-Apiscampo
A
10-Angolo di inserzione
di una branca con il tronco
Tavola I - Ape operaia
A
O
P
B
C
D
N
M
L
E
F
I
H
G
A-Ala anteriore. B-Ala posteriore. C-Addome. D-Stigma. E-Pungiglione. FCestella. G-Zampe. H-Ligula. I-Mascella. L-Labbro inferiore. M-Mandibola.
N-Labbro superiore. O-Antenna. P-Occhio composto
6
Anemofila (72): si dice dell’impollinazione (vedi) che avviene per opera del
vento (per esempio nel mais, nel nocciòlo e nell’olivo).
Angiosperme: raggruppamento di
piante che presentano fiore, semi e frutti.
Si suddividono in due classi: le Dicotiledoni (vedi) e le Monocotiledoni (vedi).
Angolo di inserzione o angolo di impalcatura (10): l’angolo formato da un
ramo con una branca o da una branca
con il tronco nel punto d’inserzione;
quando è stretto, è facile che si determini la scosciatura (vedi).
Annuale: si dice di pianta che compie il suo ciclo di vita, dalla semina alla
produzione dei frutti e quindi dei semi,
nell’arco al massimo di un anno (o meglio della stessa stagione vegetativa);
per esempio lattuga e impatiens sono
specie annuali.
Antèra (vedi tavola XII): parte superiore dello stame (vedi) nella quale si
forma il polline.
Antibiotico: sostanza naturale o di
sintesi in grado di neutralizzare i batteri,
uccidendoli direttamente o bloccandone
la replicazione (cioè impedendo che riescano a moltiplicarsi). Taluni antibiotici
sono attivi anche contro i funghi (come
i lieviti della candidiosi) e contro alcuni
parassiti (acari e vermi intestinali).
Anticorpo: sostanza prodotta dal sistema immunitario degli animali capace
di aggredire agenti estranei quali virus o
batteri.
Anticrittogamico o fungicida: prodotto impiegato per la difesa delle piante da agenti fungini (vedi crittogame) responsabili di malattie come la peronospora e il mal bianco della vite, la ticchiolatura delle pomacee, ecc.
Antìgene: sostanza estranea all’organismo che sollecita le difese immunitarie.
Antiparassitario (vedi tavola XXI):
prodotto impiegato per difendere le
piante dai parassiti di origine animale
(insetti, acari) o vegetale (funghi) oppure da altri organismi viventi (esempio lumache, roditori). Sono antiparassitari gli
insetticidi, i fungicidi, gli acaricidi, i limacidi, i rodenticidi ecc. Esistono antiparassitari cosiddetti di copertura (che
agiscono sulla superficie della pianta),
sistemici (che penetrano all’interno dei
tessuti e, attraverso la linfa, si diffondono in tutta la pianta) e anche citotropici
e translaminari (che penetrano all’interno della pianta e si distribuiscono solo
localmente nei tessuti circostanti). In veterinaria vi sono antiparassitari usati per
debellare i parassiti esterni degli animali
domestici (pulci, acari, zecche, pidocchi,
ecc.), o parassiti interni come i vermi,
protozoi (vedi), ecc. che infestano l’apparato digerente e altri organi.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
13-Aratura. Nel particolare il solco
aperto dall’aratro
Ape (vedi tavola I): insetto sociale
dell’ordine degli Imenotteri che produce
miele, cera, propoli e pappa reale.
– Ape bottinatrice: ape operaia (vedi),
addetta alla raccolta di cibo (nettare e
polline) sui fiori.
– Ape figliatrice: ape operaia che, in
condizioni di orfanità (vedi), effettua
l’ovideposizione (vedi). Le uova deposte non sono fecondate e danno origine
solamente a maschi (fuchi, vedi).
– Ape guardiana: ape operaia addetta alla guardia dell’ingresso dell’alveare.
– Ape nutrice: ape operaia di età compresa tra i 5 ed i 14 giorni dallo sfarfallamento, in grado di produrre la gelatina o pappa reale (vedi); viene chiamata nutrice appunto perché addetta alla
nutrizione delle larvette giovani e dell’ape regina.
– Ape operaia: femmina sterile che
provvede a tutte le attività necessarie alla vita dell’alveare.
– Ape regina: unica femmina feconda
dell’alveare; dalla sua vitalità ed efficienza dipendono lo sviluppo e la forza
della colonia. L’accoppiamento della regina con il maschio (fuco, vedi) avviene
in volo, durante una bella giornata, alcuni giorni dopo lo sfarfallamento (vedi).
Una regina fucaiola è un’ape regina
vecchia che depone solo uova non fecondate e quindi produce solamente covata maschile.
– Ape ventilatrice: ape operaia addetta a
regolare la temperatura all’interno dell’alveare. Le api ventilatrici sono così
chiamate perché si dispongono sul predellino vicino all’ingresso dell’alveare e
battono incessantemente le ali tutte insieme; in questo modo esse permettono
la concentrazione del miele immagazzinato, mediante la corrente d’aria che
fanno circolare nel nido. Sono visibili
prevalentemente negli alveari esposti al
sole durante tutte le ore della giornata.
Apiario (11): insieme di due o più alveari in unica postazione.
Apicale: in botanica, si dice di ciò
che è relativo all’apice (vedi) di un gerSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
moglio, di un ramo o di una radice;
in modo generico la punta di un organo.
Apice: in botanica, porzione terminale di un ramo, di un germoglio
o di una radice.
Apice vegetativo: parte apicale
(vedi) di una gemma a legno che dà origine al gemoglio (vedi figura 68).
Apireno: frutto che non contiene semi, come per esempio l’uva sultanina.
Apiscampo (12): attrezzo impiegato
per liberare i melari (vedi) dalla presenza delle api. Si usa prima della smielatura (vedi).
Apparato radicale: è l’insieme delle
radici (vedi) di una pianta.
Aratura (13): lavorazione fondamentale del terreno, che si effettua per frantumarlo, con un rivoltamento da parziale a totale, generalmente a profondità
superiori a 20 cm.
Arboreo: si dice di tutto ciò che si rife-
15-Arieggiatore manuale
14-Arca per l’allevamento del maiale
risce a un albero o a una coltura di alberi.
Arboricoltura (da legno): coltivazione temporanea di alberi di specie forestali, al fine di produrre legname di pregio per l’industria oppure biomassa (vedi) per energia. Alla fine del ciclo colturale le superfici coltivate sono reversibili, ovvero destinabili di nuovo alle coltivazioni ordinarie, e non ricadono perciò
nella definizione di «bosco» (vedi).
Arbusto: pianta legnosa, ramificata
fin dalla base, di limitate dimensioni
(non oltre i 2 metri, come per esempio
ribes, rosmarino, biancospino, nocciòlo,
ligustro, ecc.).
Arca (14): ricovero mobile destinato
a ospitare animali domestici per il riposo notturno.
Argilla: frazione del terreno costituita da particelle di diametro equivalente o
inferiore a 0,002 mm.
Arieggiatore (15): attrezzo che rigenera i tappeti erbosi vecchi o in deperimento.
Tavola II - Le parti che compongono l’arnia
Tetto
Coprifavo
Melario
Telaini
Nido
Fondo mobile
7
Ariete: maschio della pecora.
Arnia (vedi tavola II): costruzione,
in genere di legno, impiegata per ospitare la colonia d’api; viene chiamata in tale modo la «cassetta» nuova prima che
vi si introducano le api.
Arricchimento: in enologia, pratica
che serve ad aumentare il contenuto zuccherino di un mosto mediante l’aggiunta di mosto concentrato, mosto concentrato rettificato o saccarosio (quest’ultimo non è autorizzato in Italia).
Artrosi: insieme di alterazioni di tipo
degenerativo di un’articolazione (o giuntura) tali da comprometterne la funzionalità. Provoca quasi sempre dolori.
Ascella della foglia: angolo superiore formato dal picciolo della foglia con
il fusto o con il ramo.
Ascesso: raccolta circoscritta di materiale purulento (vedi pus) nel sito in
cui è in atto un’infezione (vedi).
Assolcatura: lavoro consistente nell’aprire solchi nel terreno.
Assuefazione: resistenza sviluppata
da insetti, acari o funghi nei confronti
della sostanza attiva di un antiparassitario, a seguito di trattamenti ripetuti.
Assurgente (16): si dice del comportamento vegetativo di un albero i cui rami
si sviluppano con andamento tendenzialmente verticale, per esempio in molte varietà di susino, di olivo e di ciliegio.
Astone (17): albero giovanissimo, di
uno o due anni di età. Può essere astone
di un anno (o due anni) di innesto, quando è costituito dal portinnesto (vedi) e
dal nesto (vedi) sviluppatosi per uno o
due anni dopo l’innesto; oppure astone
franco di piede (vedi), se costituito da
una barbatella non innestata.
Attecchimento: capacità di una pianta (erbacea o arborea), o di una sua parte (talea, nesto, ecc., vedi), di superare la
crisi conseguente al trapianto o alla propagazione, di ricostituire l’apparato radicale e di riprendere l’accrescimento.
Nel caso dell’innesto, per attecchimento
si intende la saldatura dei due bionti (nesto e portinnesto, vedi).
Autoctona: si dice di specie arborea
o arbustiva originaria e tipica dei luoghi
geografici in cui si trova.
Autofertile o autocompatibile (vedi
tavola IX): si dice di varietà il cui polline è capace di fecondare gli ovuli dei
fiori della stessa varietà.
Autoimpollinazione: vedi impollinazione.
Autosessaggio: fenomeno genetico
per cui i pulcini maschi e i pulcini femmine di alcune razze (o incroci) di polli
presentano, già alla nascita, colore diverso tra essi, rendendo così possibile
l’identificazione del sesso.
Autosterile o autoincompatibile (vedi tavola IX): contrario di autofertile o
8
in ambito domestico (anatra, colombo,
faraona, oca, pollo e tacchino).
Avifauna: termine con il quale si indicano le specie avicole selvatiche di un
determinato ambiente o regione geografica. Con lo stesso termine vengono indicate le specie avicole selvatiche che
possono esse oggetto di allevamento:
coturnice, fagiano, germano reale, quaglia, starna, ecc.
Azotofissatori: microrganismi (batteri) presenti nel terreno e nelle radici delle Leguminose in grado di trasformare
l’azoto elementare presente nell’aria in
sostanze proteiche (vedi anche rizobio).
16-Assurgente: si dice, ad esempio,
dello sviluppo in verticale tipico dei rami
di molte varietà di susino (nella foto)
Nesto
Punto
di innesto
Portinnesto
17-Astone
autocompatibile, si dice di varietà il cui
polline non è capace di fecondare gli
ovuli dei fiori della stessa varietà.
Auxine: sostanze ormoniche presenti nelle piante che regolano la crescita
dei loro organi.
Avicoli: uccelli delle specie allevate
18-Bacca (pomodoro)
B
Bacca (18): frutto che contiene più
semi all’interno della polpa spesso abbondante e succosa. La buccia di regola
è di consistenza membranosa (per esempio acino dell’uva, melanzana, peperone, pomodoro).
Baccello (19): frutto caratteristico
delle Leguminose (fagiolo, fava, pisello,
ecc.); da non confondere con la siliqua
(vedi).
Bagnante: sostanza coadiuvante (vedi) che riduce la tensione superficiale
della miscela contenente il prodotto fitosanitario (vedi): aumenta in pratica
l’area che una determinata quantità di liquido può ricoprire, permettendo una
distribuzione più regolare del prodotto.
Barbatella (20): nuova piantina che
può essere derivata da una talea, da una
margotta aerea o margotta di ceppaia, da
pollone radicato, da propaggine, da capogatto, da ovolo. Può servire anche da
portinnesto (barbatella innestata), come
nel caso della vite.
– Barbatella certificata o clonale: in viticoltura, giovane piantina, franca o innestata, ottenuta dal processo di selezione clonale (vedi) e commercializzata
con etichetta di colore azzurro
– Barbatella standard: in viticoltura,
giovane piantina, franca o innestata, ottenuta dalla semplice selezione massale
(vedi) e commercializzata con etichetta
di colore arancio.
Barbe: termine popolare che indica
l’apparato radicale di una pianta erbacea
o di una giovanissima pianta arborea.
Barrique (21): termine francese che
indica una particolare botte in rovere,
della capacità di 225 litri, destinata alla
fermentazione o all’invecchiamento di
vini pregiati.
Battericida: sostanza adatta per uccidere i batteri.
Batterio: microrganismo costituito
da una sola cellula grande fino a 1 micron (=1 millesimo di millimetro). I batteri sono diffusi ovunque in natura; molSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
19-Baccello (di fagiolo)
ti di essi vivono a spese degli esseri più
evoluti (piante ed animali) come ospiti
innocui o addirittura benefici (vedi i batteri del rumine), ma anche come patogeni, cioè in grado di provocare malattie. I
batteri patogeni delle piante penetrano
attraverso gli stomi (vedi), o attraverso
piccole lesioni delle foglie, delle radici o
del fusto.
Batteriosi: malattia causata da un
batterio (vedi), per esempio la pullurosi
del pollo e del tacchino (causata da Salmonella pullorum) e la rogna dell’olivo
(causata da Pseudomonas savastanoi).
Baulatura: sistemazione di un appezzamento di terreno fatta in modo che
la sua superficie presenti una certa pendenza verso i lati lungo i quali corrono
le scoline (vedi sistemazione del terreno
alla «ferrarese», tavola XXVI).
Becco: maschio della capra.
Biennale: si dice di pianta che compie il suo ciclo vegetativo nell’arco di
due anni: nel primo si formano le radici
e l’apparato fogliare, nel secondo si producono fiori, frutti e semi. La barbabietola, la carota e la violacciocca, per
esempio, sono piante biennali.
Bifera: si dice di una pianta in grado di
fiorire e fruttifcare due volte in un anno,
come per esempio il lampone e il fico.
Biodiversità: con questo termine si
fa riferimento, in modo generico, al
grandissimo numero di specie viventi
che popolano attualmente il nostro pianeta, in seguito a un processo evolutivo
molto lungo e che dura tuttora. In modo
più tecnico viene considerata come l’insieme delle differenze che si possono riscontrare tra gli appartenenti a una stessa specie in relazione alle condizioni
che si verificano nei loro ambienti di vita (habitat). Per esempio le differenze
genetiche – altezza, conformazione
esterna, durata del ciclo vitale, ecc. – tra
le varietà di una stessa specie.
Biomassa: termine generico per indicare il materiale vegetale, i residui di
origine agricola e forestale, i reflui di
origine zootecnica, i prodotti secondari
e gli scarti dell’industria agro-alimentare. In ambito forestale si intende il legname cippato (vedi), ovvero ridotto in
scaglie o frammenti di pochi centimetri,
e utilizzato come combustibile nelle caldaie o usato nella produzione di pannelli per l’industria del mobile.
Bionte: ciascuna delle parti che si
uniscono nell’innesto.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Biostimolanti: sostanze che, estratte
da alcuni tipi di piante, sono capaci di
stimolare funzioni fisiologiche di altre
piante (per esempio capacità conferita
alle radici di utilizzare riserve idriche
del terreno anche molto modeste).
Biotico: si dice di ogni fattore di natura biologica (animale o vegetale) che
può influenzare la vegetazione e la produzione delle piante. Per esempio un insetto o un fungo parassita.
Biotrituratore: attrezzatura azionata
da motore a scoppio o elettrico, o dalla
presa di potenza del trattore, utilizzata
per sminuzzare residui di potatura, foglie e altro materiale organico.
Borraginacee: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartiene la borragine.
Borsa (vedi tavola
XXIII): ingrossamento dell’asse dell’infiorescenza (vedi), su cui è
attaccata una mela o una
pera, dovuto ad accumulo
20-Barbatella
(un mazzo
di barbatelle
di vite ottenute
da talea)
21-Barrique
22-Brattea
su spiga
(pannocchia)
di mais
(vedi freccia)
di sostanze di riserva. È una formazione
legnosa provvista di gemme (vedi) che
facilmente danno luogo a lamburde (vedi) o brindilli (vedi).
Bosco: per la legge è considerato bosco un terreno coperto da vegetazione
arborea e arbustiva di origine naturale o
artificiale (sono esclusi giardini pubblici
e privati, alberature stradali, castagneti
da frutto, impianti di frutticoltura e di
arboricoltura da legno) di estensione
non inferiore a 2.000 metri quadrati, larghezza media non inferiore a 20 metri e
copertura non inferiore al 20%.
Bozzolo: struttura costruita con seta
dalla larva al termine del suo sviluppo,
all’interno della quale la larva stessa si
trasforma in crisalide (vedi).
Branca (vedi tavola X): ramificazione legnosa di due o più anni di età. Sono
branche primarie quelle inserite sul
tronco, branche secondarie quelle inserite sulle branche primarie. Nel linguaggio comune si dicono «branchette» le
branche corte o giovani.
Brattea (22): foglia trasformata che
può compiere funzioni differenti, per
esempio quella di protezione nel caso
della spiga (di solito impropriamente
chiamata «pannocchia») del mais.
Brevidiurna: si dice di pianta che
può fiorire solo se riceve luce per un numero di ore inferiore alla durata della
notte (per esempio il crisantemo o la
stella di Natale).
Brindillo (vedi tavola XXIII): ramo
esile e di solito corto. Nelle pomacee
presenta gemme laterali prevalentemente a legno e gemma apicale mista; nelle
drupacee presenta gemme laterali prevalentemente a fiore e gemma apicale a legno (vedi gemma e sue singole voci).
Buca di sabbia: in avicoltura, buca
profonda generalmente 50 cm, grande
quanto basta per il bagno di sabbia degli
uccelli domestici e selvatici, necessaria
per consentire a essi di liberarsi dai parassiti esterni. Generalmente alla sabbia
si mescola della cenere di legna perché
sia più gradita agli animali.
Bulbillo (23): parte del bulbo di alcune piante (per esempio l’aglio) che può
emettere un germoglio e delle radici, e
dare origine a nuovi individui (nel caso
dell’aglio si chiama comunemente
«spicchio»). Nei gigli si trovano bulbilli
alla base delle foglie (ascella, vedi), fenomeno detto «viviparia».
Bulbo (24): fusto trasformato che
serve per contenere sostanze di riserva e
che si trova in genere sotto terra o a livello del terreno. È formato da una parte centrale chiamata «girello» avvolta da
foglie, a loro volta trasformate, dette
«catafilli», e da una base con una parte
denominata «disco» dove sono inserite
le radici. Il bulbo è avvolto da altre fo-
9
Caducifoglia: pianta che alla fine del
ciclo vegetativo (in autunno nei nostri climi) lascia cadere le foglie. Sono caducifoglie per esempio il pioppo, la vite, ecc.
Cadùco: si dice di organo che, dopo
aver compiuto la funzione per cui si è
formato, cade, come per esempio le foglie nelle specie caducifoglie o i petali
dei fiori di molte piante (ciliegio, melo)
dopo la fioritura.
Calcare: carbonato di calcio (CaCO3) presente nel terreno.
– Calcare attivo: carbonato di calcio in
particelle molto fini. La sua presenza nel
terreno può impedire l’assorbimento del
ferro da parte delle radici e provocare fenomeni di clorosi (clorosi ferrica o da
calcare, vedi clorosi).
Calciocianamide: concime semplice, ottenuto chimicamente, contenente
azoto (20-21%); il suo costituente principale è la calciocianamide, nonché ossido di calcio ed eventualmente esigue
quantità di sali d’ammonio e di urea.
Calice: la parte più esterna del fiore
che solitamente avvolge i petali e le parti riproduttive. È formato da foglie trasformate dette «sepali» (vedi).
Callo di cicatrizzazione (o di ferita):
tessuto indifferenziato che deriva dalla proliferazione delle cellule cambiali in prossimità di una ferita (causata da
tagli di potatura, da lavorazioni meccaniche, ecc.).
Callo d’innesto: tessuto indifferenziato che deriva dalla proliferazione delle cellule cambiali nei punti delle ferite
causate dai tagli per l’esecuzione degli
innesti. Riempie gli spazi fra nesto e
portinnesto e genera un nuovo tessuto
che collega il cambio (vedi) del nesto
con quello del portinnesto.
Calma: vedi marza.
Calore degli animali: periodo di recettività nei confronti dell’altro sesso. È
riferito in genere alle femmine.
Cambio (vedi tavola X): fascia sottile di tessuto delle piante superiori che
genera, verso l’esterno, i tessuti corticali («corteccia», vedi) – nei quali scende
la linfa elaborata dalle foglie – e, verso
l’interno, i tessuti legnosi; la zona più
esterna (giovane) di questi ultimi è detta
«alburno» (vedi).
Candito: in apicoltura, impasto di
zucchero e miele impiegato per l’alimentazione artificiale di fine inverno
delle colonie d’api. Per la sua preparazione si impastano circa 3 etti di miele
con 1 kg di zucchero a velo per ogni alveare. L’impasto, che ha la consistenza
della pasta di pane cruda, va posto sopra
i telaini attorno al glomere (vedi) oppure in un sacchetto di plastica opportunamente forato e messo sopra il foro del
coprifavo (vedi).
Cannibalismo: aggressione, capace
di determinare anche la morte, da parte
di un gruppo di animali nei confronti di
altri appartenenti alla stessa specie. Negli allevamenti questo fenomeno è frequente quando non si osservano, per
esempio, le esigenze di spazio degli animali. È sinonimo di «pica» (vedi).
Capezzagna: detta anche «cavedagna» o «capitagna», fascia di terreno ai
margini di un appezzamento (può essere
o meno coltivata) che serve al transito e
può servire a smaltire le acque di pioggia in eccesso.
Capillarità: in pedologia (vedi), movimento dell’acqua in direzione verticale dal basso verso l’alto (risalita capillare) attraverso i pori del terreno.
Capitozza: forma di allevamento e
gestione di una pianta che, fin da giovane, viene tagliata a una certa altezza (circa 1,5-2 metri). Serve a favorire lo sviluppo di molti rami da usare in diversi
27-Carenza di magnesio su vite
28-Cariosside (di grano duro)
29-Carotatura del tappeto erboso
23-Bulbillo (aglio)
24-Bulbo (cipolla)
25-Bulbo-tubero (gladiolo)
glie trasformate dette «tuniche» o comunemente veli. La cipolla è un esempio caratteristico di bulbo.
Bulbo-tubero (25): fusto trasformato che si trova di solito sotto terra
e che riunisce le caratteristiche del
bulbo e quelle del tubero (vedi), come quello per esempio del gladiolo.
C
10
26-Capogatto
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
modi: per foraggio, per la produzione di
vimini, oppure per mantenere una forma
e un portamento contenuto delle piante
lungo viali, fossi, bordi dei campi.
Capogatto (26): tipo di moltiplicazione, spontaneo o attuato appositamente,
assimilabile alla propaggine (vedi) e tipico di alcuni arbusti (per esempio rovo,
uva spina, mora giapponese) nel quale la
parte apicale (vedi) del ramo o del tralcio
che riesce a toccare terra (o viene messa
appositamentre coperta con essa) emette
radici avventizie (vedi) e un germoglio
che si sviluppa verso l’alto. Separando il
nuovo germoglio radicato dalla pianta da
cui ha avuto origine si ottiene una barbatella senza che sia stato necessario rispettare la polarità (vedi).
Carboidrati o idrati di carbonio: sostanze costituite da carbonio e idrogeno,
fornitrici di energia, prodotte dalle foglie e abbondantemente presenti nei
frutti e nei semi. Sono detti anche «zuccheri» o «glucidi».
Carenza (27): mancanza o insufficienza di qualcosa di necessario. Si chiamano «malattie da carenza» le alterazioni che si verificano nelle piante e negli
animali per l’assenza o l’insufficienza di
qualche elemento nutritivo.
Cariosside (28): frutto-seme caratteristico delle Graminacee e in particolare
dei cereali. Può essere avvolta da brattee
(glume e glumelle) e allora si dice vestita (per esempio nel riso) oppure esserne
priva e allora viene detta nuda (per
esempio nel frumento).
Carotatura (29): operazione di manutenzione del tappeto erboso eseguita
in caso di terreni compattati, al fine di
arieggiare il terreno in strati relativamente profondi stimolando la crescita
dell’apparato radicale. Consiste nel realizzare dei fori verticali profondi 10-15
centimetri per far arrivare l’aria in profondità. La macchina che esegue questa
operazione è detta «carotatrice»; gli organi che eseguono i fori vengono denominati «fustelle», sono cavi ed estraggono dal terreno dei cilindri di terra («carote»). Con il termine «carotatura» si intende anche il prelievo di campioni di
terreno da sottoporre ad analisi chimica,
eseguito con apposite trivelle manuali.
Carpofago: si dice di insetto che si
nutre di frutti (per esempio la mosca
dell’olivo, la carpocapsa delle pomacee, ecc.).
Cascola (30): caduta spontanea di
gemme, di fiori e soprattutto di frutti
dall’albero, qualunque sia lo stadio del
loro sviluppo.
Castrazione: operazione con la quale i maschi di mammiferi o uccelli vengono sterilizzati mediante l’asportazione dei testicoli.
Cavalcapoggio (vedi tavola XXVI):
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
30-Cascola di frutti di arancio
31-Ceduo: i polloni emessi
da una ceppaia di castagno.
32-Cella reale
33-Cereali fioccati
sistemazione di un terreno collinare in
fasce larghe 25-30 metri con pendenza
non superiore al 25-30%, nelle quali i filari degli alberi e/o le lavorazioni del terreno seguono le curve di livello sul dosso e le linee di massima pendenza ai lati di quello (come nel rittochino, vedi).
Ceduo (31): sistema di coltivazione e
gestione del bosco che prevede il periodico taglio delle piante presenti con o
senza rilascio di alberi in piedi; la ricrescita degli alberi nel bosco ceduo avviene per emissione di nuovi polloni dalle
ceppaie. A seconda della forma di trattamento applicata si parla di ceduo semplice (senza rilascio di esemplari) o di
ceduo matricinato (con rilascio di piante di buona dimensione in grado di fruttificare). Una forma intermedia tra ceduo e fustaia (vedi) è il ceduo composto,
qualora ci siano nello stesso bosco sia
piante di alto fusto, sia piante che si sono originate dalle ceppaie. Non tutte le
piante forestali sono in grado di adattarsi a questa forma di governo; le più adatte sono il castagno, il carpino, l’ontano,
il faggio, la robinia.
Cella reale (32): costruzione particolare che si rileva sul favo del nido e serve alla colonia d’api per l’allevamento
di una nuova ape regina.
– Cella reale di sciamatura: cella in cui
nasce la nuova ape regina che, nell’alveare, va a sostituire quella anziana uscita con lo sciame.
– Cella reale artificiale: cella costruita
con particolari cupolini di cera, collocati in telaini appositi dall’apicoltore che
alleva api regine. Viene prodotta da colonie d’api rese orfane e impiegate appositamente allo scopo.
– Cella reale di sostituzione: detta anche
«suppletiva», viene costruita dalle colonie che si trovano in stato di orfanità
(vedi); è di dimensioni più piccole rispetto a quella di sciamatura (vedi).
Cellula: unità fondamentale di tutti
gli esseri viventi.
Cellulosa: sostanza presente nelle
piante, in particolare nelle pareti che circondano la cellula (pareti cellulari).
Ceppaia (vedi tavola X): parte basale del tronco di un albero. È così chiamata, in particolare, quella di piante con
attitudine pollonifera (produzione di
polloni, vedi).
Cera: sostanza secreta da particolari
ghiandole (ghiandole «ceripare») presenti sul corpo dell’ape, con la quale
l’insetto costruisce i favi (vedi) per la
covata (vedi) e per le scorte di cibo. Sostanze cerose vengono prodotte anche
dalle piante (vedi pruina).
Cereali fioccati (33): cereali disidratati con procedimento termico e schiacciati meccanicamente per l’impiego nell’alimentazione animale.
11
Tavola III - Ciclo vegetativo
del frumento
Semina emergenza
34-Cespitoso
(nella foto: Deschampsia cespitosa)
Cespitoso (34): si dice di portamento
di una pianta costituita da numerosi steli addossati gli uni agli altri che hanno
origine da un’unica radice.
Cestelle (vedi tavola I): particolari
Accestimento
Levata
conformazioni delle zampe posteriori
dell’ape operaia, utilizzate dall’insetto
per il trasporto del polline dal fiore fino
all’alveare.
Chelato: sostanza chimica organica
Spigatura fioritura
Maturazione
che può legarsi con metalli. Composti
chelati artificiali si apportano talora al
terreno per aumentare, nello stesso, la
disponibilità di alcuni metalli, come per
esempio il ferro, e favorirne l’assorbi-
Fotografie: Renzo Angelini - Bayer CropScience
Tavola IV - Ciclo vegetativo del melo
12
Gemme ingrossate
Orecchiette di topo
Mazzetti affioranti
Bottoni rosa
Inizio fioritura
Piena fioritura
Caduta petali
Allegagione
Ingrossamento frutti
Frutto noce
Frutti sviluppati
Caduta delle foglie
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola V - Classificazione degli esseri viventi (semplificata)
Categorie
sistematiche
35-Cinorrodo (rosa)
mento da parte delle piante.
Chenopodiacee: famiglia botanica
della classe delle Dicotiledoni (vedi) a
cui appartengono bietole (da zucchero,
da foraggio, da costa, da orto, da ta-glio),
spinacio, spinacio della Nuova Zelanda.
Chioccia: gallina nello stato fisiologico della cova e dell’allevamento dei
pulcini.
Cianosi: colorito violaceo delle mucose (vedi) dovuto alla scarsa ossigenazione dei tessuti. Si riscontra spesso nel
corso delle malattie cardiache o polmonari, che compromettono un’adeguata
ossigenazione del sangue circolante.
Ciclo biologico o vitale: arco di tempo durante il quale si svolgono i processi di nascita, crescita, riproduzione e
morte di un determinato essere vivente.
Ciclo produttivo: periodo che intercorre tra la germinazione del seme (oppure il germogliamento nelle piante perenni) e la raccolta del prodotto nel momento in cui serve per l’alimentazione e/
o le attività umane. Tale ciclo sovente
non coincide né con quello biologico
(vedi) né con quello vegetativo (vedi).
Ciclo vegetativo (vedi tavole III e
IV): periodo che intercorre tra la germinazione del seme (oppure il germogliamento nelle piante perenni) e il riposo
vegetativo. Nelle piante arboree (per
esempio alberi da frutto) si parla di ciclo
annuale di vegetazione.
Cimatura (vedi tavola XX): asportazione della parte terminale erbacea della pianta o di un suo germoglio. Si pratica per conseguire un insieme di scopi,
come per esempio frenare lo sviluppo
del germoglio e/o favorire l’emissione
di germogli laterali (per esempio in frutticoltura) o per contenere la crescita in
altezza (per esempio nel pomodoro) e/o
far assumere alla pianta una forma più
globosa (per esempio nel crisantemo da
vaso e nella stella di Natale).
Cinorrodo (35): «falso frutto», tipico
delle rose, che deriva dall’ingrossamento del ricettacolo (vedi) del fiore.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Un esempio
tra i vegetali:
pomodoro
Un esempio
tra gli animali:
carpocapsa
Regno
Divisione (vegetali)
o Tipo (animali)
Vegetale
Angiosperme
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
Specie
Dicotiledoni
Solanales
Solanaceae
Lycopersicon
Lycopersicon esculentum
Animale
Artropodi
36-Clorosi ferrica su melo
Cippato: materiale legnoso (scaglie
di 2-5 cm) derivante dallo sminuzzamento del legno (fusto, rami, radici, cimali, ecc.) con appositi macchinari rimorchiabili in bosco (biotrituratori).
Cirro: vedi viticcio.
Citotropico: vedi antiparassitario.
Classificazione (vedi tavola V): in
biologia, sistema che ordina gli esseri
viventi in base a reciproche affinità. Ad
ogni categoria e specie (vedi) viene assegnato un posto preciso rispetto alle altre in modo da poterle individuare in
37-Coleotteri. Nella foto:
dorifora della patata
Insetti
Lepidotteri
Tortricidae
Cydia
Cydia pomonella
modo abbastanza agevole. I vegetali sono classificati soprattutto in base alle
modalità di riproduzione e alla conformazione degli organi riproduttivi stessi.
Clone: discendenza di un individuo
derivata da propagazione agamica (vedi
moltiplicazione) e frutto di un’attenta e
prolungata selezione genetica, morfologica e sanitaria (selezione clonale, vedi).
Clorofilla: sostanza colorante (pigmento) di colore verde, essenziale per
lo svolgimento della fotosintesi (vedi).
È contenuta in piccoli organi detti cloroplasti.
Clorosi (36): disfunzione delle piante a livello della clorofilla (vedi) per cui
le foglie perdono il colore o ingialliscono. Deriva principalmente da mancanza
di ferro (uno dei componenti della clorofilla) il cui assorbimento da parte delle radici è ostacolato dalla presenza di
carbonato di calcio (calcare) nel terreno
(clorosi ferrica).
Cloruro di potassio (cloruro potassico): concime semplice con un titolo (vedi) espresso in ossido di potassio (K2O)
del 60%.
Coadiuvante: qualsiasi sostanza aggiunta ad un prodotto fitosanitario (vedi)
che permetta di migliorare gli effetti del
principio attivo (vedi). I coadiuvanti si
dividono in: adesivanti, bagnanti (vedi),
emulsionanti, solventi, sospensivanti.
Coformulante: sostanza che serve a
ridurre la concentrazione del principio
attivo (vedi). Ne sono un esempio i diluenti o le sostanze inerti.
Coleotteri (37): vastissimo ordine di
insetti che vivono nei più svariati ambienti, prevalentemente alati e con il primo paio di ali trasformato in «elitre»
sclerificate, indurite e inadatte al volo,
che ricoprono come un astuccio il secondo paio di ali membranose e l’addome. Sono coleotteri per esempio le coccinelle, la dorifora, il maggiolino, ecc.
Collare elisabettiano (38): dispositivo in materiale plastico, conformato a
tronco di cono, da applicare attorno al
13
collo di un animale d’affezione (cane,
gatto, uccello, ecc.), allo scopo di impedire che con il muso (o il becco) questi
possa raggiungere altre parti del corpo
(e viceversa) ove siano presenti ferite,
medicazioni, suture chirurgiche, ecc.
che potrebbero venire danneggiate.
Colletto (vedi tavola X): la parte più
bassa del fusto al di sotto della quale inizia l’apparato radicale. Su di esso si possono sviluppare malattie molto gravi
che possono portare alla morte delle
piante (marciumi del colletto).
Colmatura: in enologia (vedi), operazione di cantina che consiste nell’aggiungere vino in un contenitore per compensare le perdite dovute all’evaporazione (contenitori in legno) o una variazione della temperatura del vino.
Colonia: insieme di insetti in un ambiente ristretto. In apicoltura, insieme
delle api che popolano un’arnia.
Colostro: prima secrezione delle
ghiandole mammarie dopo il parto. È
ricco di anticorpi e precursore del latte
vero e proprio.
Compattamento del terreno: diminuzione della porosità del terreno per
applicazione di una forza meccanica
(per esempio il calpestio dell’uomo o il
passaggio di macchine agricole).
Composite o Asteracee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni
(vedi) a cui appartengono carciofo, cardo, indivia riccia, indivia scarola, lattughe da cespo e da taglio, radicchio (cicoria) da cespo e da taglio (da foglie), estragone (dragoncello), radicchio da radici,
scorzobianca, scorzonera, tarassaco, topinambur, crisantemo, tagete, ecc.
Compost (39): ammendante che si ottiene dalla decomposizione e trasformazione completa di numerosi materiali organici. Può costituire un’utilissima fonte
di sostanze organiche utili per migliorare il terreno, che ci si può produrre da soli purché i materiali adoperati (per esem-
40-Confusione sessuale:
diffusore di feromoni
14
38-Collare elisabettiano
39-Compost
pio radici) non siano attaccati da parassiti (per esempio nematodi) che potrebbero venire ridistribuiti nel terreno.
Compostaggio: processo biologico
controllato che converte materiali organici, generalmente di rifiuto, in compost
(vedi) da impiegare come ammendante (vedi).
Concia: trattamento che si effettua
su sementi, bulbi, tuberi, rizomi per prevenire gli attacchi di malattie e insetti. I
prodotti conciati vengono vivacemente
colorati in modo che non si creino confusioni con derrate destinate all’alimentazione dell’uomo e degli animali.
Concimazione: pratica agronomica
che apporta al terreno sostanze di varia
natura (vedi concime) al fine di restituire le sostanze nutritive (azoto, fosforo,
potassio, ecc.) asportate dalle coltivazioni o dilavate dalle piogge e migliorare le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo.
– Concimazione di fondo: distribuzione
di concimi in un terreno destinato alla
piantagione di alberi o in terreni che
vengono sistemati o risistemati. Si effettua per assicurare la presenza di elementi nutritivi poco mobili (per esempio fosforo e potassio) nello strato di terreno
in cui si diffonderà la maggior parte delle radici.
– Concimazione fogliare: applicazione di una soluzione diluita di fertilizzanti alle foglie delle piante (da 2,5 a
50 grammi per 10 litri d’acqua a seconda del concime usato, raramente a dosi
più elevate).
– Concimazione in (di) copertura: applicazione di fertilizzanti sulla superficie del terreno, sovente senza interramento, in presenza della coltura.
– Concimazione localizzata: applicazione di quantità di concime, relativamente modeste, vicino al seme – o alla pianta coltivata – al fine di accelerarne la crescita.
Concime: sostanza di varia origine
(minerale o organica, naturale o sintetica), natura e composizione, capace di
apportare al terreno gli elementi nutritivi necessari alle piante (azoto, fosforo,
potassio, ecc.).
– Concime composto (o complesso): concime contenente due o più elementi nutritivi.
– Concime organico: sostanza contenente carbonio e uno o più elementi nutritivi
oltre a idrogeno e/o ossigeno (per esempio la pollina essiccata).
– Concime semplice: concime contenente uno solo degli elementi nutritivi principali (azoto, fosforo, potassio).
Confettatura: operazione mediante
la quale si ricoprono i semi di diverse
specie (bietole, lattuga, ecc.) con apposite sostanze, per farli diventare di dimensioni omogenee e consentire quindi
la semina meccanica di precisione. I semi confettati possono essere impiegati
pure per la semina manuale (per esempio in contenitore). Le sementi così trattate vengono dette anche pillole.
Confusione sessuale (40): metodo di
lotta contro gli insetti che consiste nel
diffondere nell’ambiente una dose elevata di attrattivo sessuale (vedi feromone), allo scopo di disorientare i maschi e
ostacolare così gli accoppiamenti. Differisce dalla distrazione sessuale (vedi)
per il rilascio di una maggiore quantità
di feromone.
Conidi: nei microrganismi fungini,
elementi di propagazione prodotti dal
micelio che germinando originano un
nuovo micelio.
Consanguineità: parentela diretta tra
due individui, che quindi hanno un patrimonio genetico molto simile. L’accoppiamento fra consanguinei si effettua in zootecnia per ottenere nella prole
caratteri costanti (si «fissa» un carattere). Con tale procedimento tuttavia compaiono anche con elevata frequenza
eventuali tare ereditarie; inoltre è provato che di generazione in generazione,
accoppiando sempre fra loro i consanguinei, si assiste a una progressiva riduzione della taglia e a un indebolimento
generale dei soggetti.
Consociazione: coltivazione contemporanea di piante diverse nello stesSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
so appezzamento di terreno. Solitamente, per quanto concerne gli ortaggi, si
mettono a dimora piante che hanno un
breve ciclo colturale assieme ad altre
che richiedono un periodo di maggiore
permanenza nel terreno (per esempio file di carote alternate a lattughe a cappuccio e a ravanelli; prima si raccolgono
i ravanelli, poi le lattughe e infine le carote). Per gli alberi da frutto la consociazione tra varietà è indispensabile in molti casi per assicurare l’impollinazione
incrociata, altrimenti è da evitare.
Contenitore alveolato (41): contenitori utilizzati per confezionare la frutta e
talora gli ortaggi (per esempio il pomodoro). Contenitori alveolati si utilizzano
anche per la produzione di piante con il
pane di terra (vedi); ne esistono di svariati tipi. Oggi si usano prevalentemente
quelli stampati in materiale plastico; il
numero di alveoli varia a seconda delle
dimensioni delle piantine che si vogliono ottenere e del tipo di coltura che si
desidera attuare.
Contoterzismo: attività esercitata da
imprese che forniscono, a terzi, servizi
agromeccanici: lavorazioni del terreno,
raccolta dei prodotti, ecc. In genere si ricorre al contoterzista per lavorazioni che
richiedono l’impiego di macchine di costo elevato e di grande potenza.
Conversione (periodo di): all’interno delle norme che regolano la produzione agricola con il metodo biologico
– Regolamento Ce n. 834/2007 e successive norme applicative (Reg. Ce n.
889/2008) – è il periodo che va dalla data di presentazione della notifica agli uffici agrari regionali o provinciali attraverso uno degli organismi di controllo
autorizzati dal Ministero delle politiche
alimentari e forestali, durante il quale le
produzioni non possono essere ancora
certificate come biologiche, pur essendo stato adottato il metodo biologico, e
durante il quale il produttore è comunque sottoposto al controllo. Scopo del
periodo di conversione è quello di assicurare, prima che il prodotto venga certificato come «biologico», che il terreno
si sia «depurato» da eventuali residui di
sostanze indesiderate (diserbanti, ecc.)
utilizzate prima della conversione.
Convolvulacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui
appartiene la batata o patata americana.
Coprifavo (vedi tavola II): coperchio, generalmente di legno, che chiude
superiormente l’arnia e viene protetto, a
sua volta, da un altro coperchio rivestito
di lamiera.
Cordone permanente (42): termine
usato in viticoltura e frutticoltura (actinidia) per indicare una branca disposta
orizzontalmente sulla quale sono mantenuti speroni o corte branchette. Da
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
41-Contenitore alveolato: contenitori
alveolati con piantine di peperoncino
Tavola VI - Concimi minerali
indicati nei testi
di Vita in Campagna [1]
Concimi semplici azotati (N):
• nitrato di calcio-15
• solfato ammonico-20
• nitrato ammonico-26
• calciocianamide-20
• urea-46
Concimi semplici fosfatici (P):
• perfosfato semplice-19
• perfosfato triplo-46
• scorie Thomas-16
Concimi semplici potassici (K):
• cloruro di potassio-60
• solfato di potassio-50
• solfato potassico magnesiaco-30+10
Concimi composti binari:
• fosfato biammonico-18+46 (NP)
• nitrato di potassio-13+46 (NK)
• 0-20-20 (PK)
Concimi composti ternari (NPK):
• 8-24-24
• 12-12-12
• 15-15-15
• 20-10-10
• 10-5-15
• 14-10-20
• 18-18-18
• 15-9-15 + 2MgO
• 12-6-18 + 2MgO
• 14-6-18 + 2MgO
[1] I numeri indicano il titolo del concime, cioè la percentuale di elemento
in esso contenuta. Per esempio il solfato ammonico-20 contiene il 20% di
azoto (N) e pertanto 100 kg di concime apportano 20 kg di azoto.
N = azoto
P = fosforo
K = potassio
MgO = ossido di magnesio
questi ogni anno si generano tralci o rami fruttiferi.
Corimbo (vedi tavola XV): infiorescenza nella quale i peduncoli fiorali
partono dall’asse principale in posizioni diverse, ma si allungano in modo da
portare tutti i fiori più o meno alla stessa altezza (per esempio: melo, pero, patata, ecc.).
Corolla: parte del fiore costituita dai
petali (vedi) che sono foglie trasformate. Può avere forme, dimensioni, colori
estremamente variabili. Contiene le parti riproduttive del fiore e in molti casi ha
la funzione di attirare gli insetti – o altri
animali – che compiono l’impollinazione (vedi).
Correttivo: in agricoltura, qualsiasi
sostanza capace di migliorare la reazione (pH) del terreno (vedi).
Corteccia (vedi tavola X): detta anche «buccia» o «scorza», indica tutti i
tessuti esterni al cambio (vedi).
Cotiledone (vedi tavola XXIV): organo contenuto nel seme, del quale spesso
costituisce la parte più voluminosa. Ha
funzione di riserva; le sostanze in esso
contenute forniscono infatti la prima nutrizione al seme che germina. Subito dopo i cotiledoni si trasformano in foglie
(foglie cotiledonari) che spesso hanno
forma diversa da quella delle foglie definitive tipiche della pianta. Quando la
pianta cresce i cotiledoni esauriscono la
loro funzione e quindi cadono; se però la
caduta è precoce può significare che la
pianta è in stato di sofferenza. Nelle
piante Monocotiledoni (vedi) vi è un solo cotiledone, nelle Dicotiledoni (vedi)
ve ne sono due, nelle Conifere invece sono numerosi. In alcuni casi non emergono dal suolo, ma rimangono sotto terra
(germinazione ipogea, come per esempio nel caso del fagiolo di Spagna). Monocotiledoni e Dicotiledoni differiscono,
oltre per la presenza di uno o due cotiledoni, perché possiedono proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche.
Covata: in apicoltura, insieme delle
uova e delle larve delle api nei vari stadi
di crescita all’interno delle cellette di un
favo. In avicoltura, gruppo di pulcini na-
42-Cordone permanente in una vite
allevata a cordone speronato
15
ti contemporaneamente sotto la stessa
chioccia ovvero, riferendosi al ciclo riproduttivo, l’insieme di eventi costituiti
da deposizione delle uova, cova e allevamento dei nidiacei (ove presente).
Crisalide (43): stadio di sviluppo di
un lepidottero (farfalla) che segue quello di larva e precede quello di adulto.
Crittogame: raggruppamento di vegetali sprovvisti di fiori che si riproducono, in generale, per mezzo di spore
(alghe, funghi, licheni, ecc.).
Crucifere o Brassicacee: famiglia
botanica della classe delle Dicotiledoni
(vedi) a cui appartengono cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo
verza, cime di rapa, ravanello, rucola,
cavolo cinese, cavolo di Bruxelles, cavolo nero, cavolo rapa, cren, crescione
di fontana, crescione inglese, navone,
ramolaccio, rapa, senape, colza, ravizzone, violacciocca.
Cucurbitacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui
appartengono cocomero (anguria), cetriolo, melone (popone), zucca, zucchino, chayote (zucca centenaria), luffa
(zucca spugnosa), zucca lagenaria.
Culmo: fusto erbaceo, esile, per lo
più vuoto internamente, tipico delle Graminacee.
Cultivar: varietà coltivata (vedi varietà). Si abbrevia in cv.
Cute: sinonimo di pelle.
Cuticola: strato impermeabile prodotto dall’epidermide (vedi), costituito in
buona parte da sostanze cerose, che serve per impedire la fuoriuscita di liquidi e
gas dai tessuti sottostanti. È importantissima nelle parti giovani delle piante
(esempio foglie) perché evita la disidratazione dei tessuti stessi. Non è presente nelle radici poiché altrimenti non potrebbero assorbire acqua e sali minerali.
D
Dardo (vedi tavola XXIII): ramo
molto corto, caratteristico delle drupacee, provvisto di una gemma terminale a
legno; in certi casi (come spesso nel susino) la gemma terminale è sostituita da
a
43-Crisalide.
una spina (dardo spinoso).
– Dardo fiorifero o fruttifero: piccolo ramo delle drupacee che porta varie gemme a fiore e una a legno. Quando supera
i tre anni di età fornisce di solito frutti di
qualità scadente. È detto anche «mazzetto di maggio».
Decespugliatore (44): attrezzatura
A
B
C
D
E
44-Decespugliatore. Principali elementi che costituiscono il bordatore (a sinistra) e il decespugliatore
(a destra). A-Motore. B-Impugnatura. C-Asta. D-Guscio di protezione.
E-Organo di taglio
b
utilizzata per lo sfalcio dell’erba, il taglio
di cespugli, di sterpaglie e tronchi di piccolo diametro, nonché per la pulizia del
sottobosco. Con questo termine si intendono comunemente sia attrezzature destinate a un uso professionale – i decespugliatori veri e propri – dotati di motore a scoppio, polifunzionali, impiegabili,
con accessori appositi, anche per il taglio
o la potatura di siepi e arbusti, che a quello hobbistico – i bordatori – dotati di motore a scoppio o elettrico, impiegati solitamente per la rifinitura del lavoro di taglio dell’erba in prossimità di ostacoli o
in zone inaccessibili al rasaerba da giardino. L’organo di taglio è costituito da un
filo di nailon di diverso diametro o da un
disco dentato di forma variabile a seconda dell’impiego al quale è destinato.
Decibel: unità di misura (dB) adottata per l’intensità del rumore.
Deciduo: vedi cadùco.
Defogliazione o sfogliatura: eliminazione delle foglie intorno ai
frutti o ai grappoli d’uva da tavola
nell’intento di accelerare la colorazione della buccia. In viticoltura è una pratica sempre più diffusa, soprattutto nella
fase successiva alla fioritura. Effettuata
manualmente o con l’ausilio di moderne
macchine defogliatrici, preferibilmente
sul solo lato del filare meno soleggiato,
permette di ottenere grappoli meno compatti, maturi e sani, grazie alla facilità di
copertura con prodotti antiparassitari.
Deiscente: si dice di un frutto secco
che a maturità si apre spontaneamente
per liberare e lasciar cadere i semi.
Densità di piantagione: in frutticoltura, indica il numero di alberi presenti
nell’unità di superficie.
Densità di semina: indica il numero
di semi posti a dimora per metro quadrato di superficie.
Deriva: in apicoltura, fenomeno che
si verifica quando le api bottinatrici (vedi) entrano per errore in un alveare vicino. Può essere provocata da situazioni
particolari, per esempio quando gli alveari hanno lo stesso orientamento, lo
stesso colore e sono disposti troppo vicini l’uno all’altro.
Deriva di un antiparassitario: feno-
c2
45-Diradamento: diradamento dei frutticini di melo prima (a) durante (b) e dopo l’operazione (c)
16
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
meno che si verifica quando, in occasione
di un trattamento fitosanitario, il prodotto
distribuito viene trasportato dal vento al di
fuori della superficie da trattare.
Determinata (73): si dice di pianta
che blocca la propria crescita in altezza
dopo aver prodotto alcuni fiori o infiorescenze, per mancanza della gemma apicale, e che sviluppa delle branche laterali assumendo in genere una forma cespugliosa (per esempio molte varietà di
pomodoro da industria).
Diagnosi: individuazione della causa
di uno stato di malessere, ovvero identificazione della malattia.
Dicotiledoni: classe di piante i cui semi contengono due cotiledoni (vedi). Le
foglie presentano la pagina superiore e
inferiore ben diverse l’una dall’altra;
hanno inoltre nervature reticolate e non
parallele. La struttura di questo gruppo
di piante può essere tanto erbacea che arborea (alberi ed arbusti). Alla classe delle Dicotiledoni appartengono, ad esempio, il fagiolo, il melo, il pesco, ecc.
Difesa fitosanitaria: complesso di
azioni volte a distruggere i parassiti di
ogni genere che danneggiano le colture
o a contenerne i danni. È detta anche
«lotta antiparassitaria».
Dilavamento: fenomeno per il quale
le acque che percolano nel terreno asportano elementi nutritivi.
Dioica (vedi tavola IX): si dice di
specie botanica le cui piante posseggono
fiori con soli organi maschili o con soli
organi femminili, come per esempio
asparago, spinacio, actinidia, talune varietà di kaki.
Diradamento (45): in orticoltura e
giardinaggio, operazione colturale che
si esegue quando si semina direttamente
nelle aiole, per ottenere il numero voluto di piante per metro quadrato (cioè il
giusto investimento). Si esegue per diverse piante da orto, come per esempio
bietola da coste e da orto, carota, finocchio. In frutticoltura si effettua il diradamento dei frutticini per proporzionarne
il numero alla capacità dell’albero di
produrre frutta di qualità ed evitare l’alternanza di produzione (vedi).
Diraspatura: in enologia (vedi), operazione di separazione dei raspi (parte
erbacea del grappolo d’uva) dagli acini,
che si effettua in cantina prima o dopo la
pigiatura.
Disaffinità (5): termine usato per indicare mancanza di affinità (vedi) tra
portinnesto (vedi) e nesto (vedi). Quando non impedisce l’attecchimento dell’innesto, si manifesta successivamente
con uno stato di sofferenza della pianta
o con scarsa attività vegetativa seguita
spesso da morte prematura.
Diserbante o erbicida: sostanza chimica capace di distruggere o danneggiaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
47-Distrazione sessuale:
diffusore di feromoni
altezza delle piante.
Disinfestazione: intervento atto ad
eliminare animali dannosi (ratti, topi,
ecc.) o insetti nocivi (mosche, zanzare,
pulci, ecc.) o erbe infestanti (vedi).
Disinfezione: intervento atto a distruggere i microrganismi (virus, batteri, funghi), particolarmente quelli responsabili di produrre malattie. Viene
attuato per mezzo di disinfettanti, bollitura in acqua, vapore, ecc.
Disopercolazione (46): operazione
mediante la quale si toglie lo strato di cera (detto opercolo) che chiude le cellette
dei favi che contengono miele maturo.
Dispnea: respirazione difficoltosa.
Disseccante: prodotto diserbante
(vedi) che disattiva per contatto (dissecca) le parti aeree (cioè quelle verdi) delle piante infestanti irrorate.
Distale: contrario di prossimale (vedi), si dice della porzione di ramo più
lontana dalla base (intesa come punto di
inserzione del ramo stesso su una branca o sul fusto).
Distrazione sessuale (47): metodo di
lotta contro gli insetti basato sulla distribuzione nell’ambiente di numerosi erogatori di feromoni sessuali, in modo da
creare false piste attrattive, disorientare
i maschi e impedire gli accoppiamenti.
Differisce dalla confusione sessuale (vedi) per il rilascio di una minore quantità
di feromone.
Ditteri (48): ordine di insetti muniti
di un paio anteriore di ali regolarmente
sviluppate e di un paio posteriore di ali
trasformate in bilancieri stabilizzatori
del volo. Sono Ditteri, per esempio, la
mosca delle ciliegie, la mosca dell’olivo, ecc.
Divisione del ceppo (49): metodo di
moltiplicazione (vedi) delle piante che
consiste, di solito, nel dividere una pianta in diverse unità munite di radici e di
almeno una gemma (di solito più di
una). Si attua per molte piante: Graminacee, Cactacee e succulente, Bromeliacee (piante della stessa famiglia dell’ananas), specie alpine, perenni da fiore
48-Ditteri: adulto della mosca
dell’olivo
49-Divisione del ceppo
(nella foto rafano)
46-Disopercolazione
re gravemente le erbe infestanti (vedi).
Esistono erbicidi di contatto (diserbanti
che provocano danni alle piante nei punti in cui vengono a contatto con esse),
erbicidi di pre-emergenza (diserbanti distribuiti prima della nascita della coltura) ed erbicidi di post-emergenza (diserbanti applicati dopo la fase della nascita
della pianta coltivata; generalmente si
tratta di diserbanti selettivi nei confronti della coltura).
Disetaneo: si dice di popolamento di
alberi con età molto diversificate e, conseguentemente, con struttura non omogenea per quanto concerne diametro e
17
(vedi). Sono drupacee per esempio il pesco e la nettarina, il ciliegio (dolce e acido), il susino, l’albicocco, il mandorlo.
E
50-Drenaggio
(per esempio margherite, crisantemi,
delphinium), aromatiche, rizomi in genere (per esempio iris, bambù), specie
acquatiche, ecc.
Doc: sta per «Denominazione di origine controllata». Questa sigla viene riservata ai vini prodotti in aree delimitate,
con vitigni determinati e regolamentati
con severi disciplinari di produzione.
Docg: sta per «Denominazione di origine controllata e garantita». Questa sigla viene riservata al vino avviato al consumo in bottiglia munita di uno speciale
sigillo di garanzia (fascetta numerata
stampata dal Poligrafico dello Stato).
Dop: sta per «Denominazione di origine protetta». È un marchio di tutela giuridica della Comunità Europea per la denominazione dei prodotti agroalimentari
ottenuti in aree delimitate e regolamentati da disciplinari di produzione. Per il vino questa sigla non sostituisce la Doc e la
Docg ma il suo impiego è facoltativo.
Dorso: definizione convenzionale
per indicare, in un albero, la faccia di
una branca che è rivolta verso l’alto.
Drenaggio (50): tecnica che consente di allontanare in modo continuativo
l’acqua in eccesso presente nel terreno a
mezzo di materiale permeabile (pietrame, ghiaia, ecc.) o tubi forati.
Drupa (51): frutto che ha la parte
esterna (epicarpo, detto comunemente buccia) membranosa, quella intermedia (mesocarpo o polpa) polposa e quella interna (endocarpo o nòcciolo) legnosa; quest’ultima contiene il seme (per
esempio sono drupe la pesca, l’albicocca, la ciliegia, la susina, l’oliva). La drupa deriva dallo sviluppo dell’ovario (vedi) del fiore.
Drupacee: raggruppamento di specie
arboree da frutto della famiglia delle
Rosacee (vedi) il cui frutto è una drupa
18
Ecologia: scienza che studia le relazioni tra gli organismi e l’ambiente in
cui vivono.
Ecosistema: in ecologia, il complesso degli organismi viventi (animali e vegetali) e della materia non vivente (terreno, acqua, materia organica morta)
che costituisce un determinato ambiente
(foresta, lago, stagno, prato, ecc.).
Eczema: stato irritativo della pelle
dovuto in genere ad allergie o a ipersensibilità locale.
Edema: rigonfiamento dei tessuti dovuto a una eccessiva presenza di liquidi.
Ematofago: si dice di parassita che si
nutre del sangue dei suoi ospiti. Sono
ematofagi per esempio alcuni vermi intestinali dei carnivori (per esempio Trichiuris spp.), le pulci, le zecche, i tafani
e le zanzare.
Embrione: in botanica, parte del seme contenente gli abbozzi di radici, fusto e foglie (vedi tavola XXIV). In zoologia, individuo nei primissimi stadi del
suo sviluppo a partire dalla cellula uovo
materna fecondata.
Emergenza: nelle coltivazioni erbacee, stadio successivo alla germinazione
(vedi) del seme con la fuoriuscita della
piantina dal terreno.
Emorragia: perdita di sangue dovuta
a rottura dei vasi sanguigni.
Energia germinativa: velocità con
52-Erbaio di avena e veccia
53-Eriofide
peduncolo
nòcciolo
(o endocarpo)
buccia
(o epicarpo)
polpa
(o mesocarpo)
seme
51-Drupa (di ciliegio)
cui
avviene la germinazione (vedi) dei semi.
Endocarpo: tessuto più interno del
frutto che svolge una funzione protettiva
del seme (vedi). Può essere di consistenza carnosa (per esempio nell’uva) o legnosa (per esempio nelle drupacee o
nell’olivo), nel qual caso viene comunemente chiamato «nòcciolo».
Enologia: disciplina che studia le
tecniche di produzione e conservazione
del vino.
Entomofila (72): si dice dell’impollinazione (vedi) che avviene per opera
degli insetti,
Epicarpo: la parte esterna del frutto,
chiamata comunemente «buccia».
Epidermide: in botanica, tessuto che
riveste le parti giovani delle piante. In
zoologia, lo strato più esterno della pelle degli animali.
Epigeo: si dice di ciò che cresce sopra terra.
Erbacea: si dice di pianta, o parte di
essa, con le caratteristiche tipiche dei
tessuti teneri e/o appena formati. Anche
i germogli e, di regola, le parti verdi delle piante legnose hanno consistenza erbacea.
Erbaio (52): coltura di piante da foraggio che ha durata inferiore all’anno e,
più spesso, solo di alcuni mesi. In rapporto alla stagione in cui vengono attuati gli erbai si distinguono in primaverili,
primaverili-estivi, estivi, estivo-autunnali, autunno-invernali. Una delle specie
foraggere da erbaio più diffuse è la loiessa (Lolium italicum della famiglia delle
Graminacee).
Erbicida: vedi diserbante.
Eriofidi (53): gruppo di acari (vedi)
fitofagi (vedi) di piccolissime dimensioni (0,1-0,3 mm), di forma allungata e di
colore biancastro, dannosi per la vite, le
pomacee, le drupacee, gli agrumi, le Cucurbitacee, il noce, ecc.
Ermafrodito (vedi tavola IX): in botanica, fiore che contiene sia la parte riproduttiva maschile (stami, vedi) che
quella femminile (pistillo, vedi). Sono
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
54-Erpicatura
55-Esbosco
Estirpatura: rottura del terreno con
l’utilizzo di un estirpatore. Può essere
eseguita a profondità diversa da quella
usuale di aratura. L’estirpatura a profondità superiori a 40 cm è generalmente
definita «ripuntatura» (vedi).
Etologia: scienza che studia le caratteristiche comportamentali di un individuo di una determinata specie nonché i
rapporti che intercorrono tra individui
della stessa specie e tra individui di specie diverse. Questo tipo di conoscenze,
sia per quanto riguarda la fauna selvatica
che gli animali domestici, può servire a
migliorare le tecniche d’allevamento
estensivo e/o biologico e quindi le condizioni di vita degli animali, influendo di
conseguenza anche sulla produzione.
Ettaro: unità di misura delle superfici agrarie (simbolo «ha»), pari a 10.000
metri quadrati. I suoi sottomultipli sono
l’ara (simbolo «a»), pari a 100 metri
quadrati, e la centiara (simbolo «ca»),
pari a 1 metro quadrato.
Evapotraspirazione: perdita di acqua da una data area e in un certo periodo di tempo, per effetto combinato dell’evaporazione, dalla superficie del terreno, e della traspirazione, dalle piante.
Eziolamento: ingiallimento o imbianchimento delle parti verdi di una
pianta provocato dall’assenza di luce. Si
verifica quando una parte di pianta viene
posta al buio (per esempio coperta di terra o polietilene nero, ecc.). L’eziolamento favorisce l’emissione di radici da parte
delle talee. Vedi anche imbianchimento.
F
56-Escludiregina
curva, utilizzabile per un primo affinamento delle zolle oppure per la minima
lavorazione (vedi) del terreno. Esistono
estirpatori manuali molto utili per lavorare il terreno in piccole superfici.
epicarpo
(flavedo)
Falda freatica: acqua che si trova
sotto la superficie del terreno.
Fallanza: termine che indica il mancato attecchimento (vedi) di una (o più)
giovane piantina da frutto o forestale.
Falsa semina: tecnica di lotta alle erbe infestanti che consiste nella preparazione anticipata del letto di semina (vedi), così da consentire l’emergenza delle infestanti stesse. Queste vanno tempestivamente eliminate ai loro primissimi
stadi di sviluppo, prima della semina
Foto: Silvio Caltran
ermafroditi per esempio i fiori di pomodoro, peperone, cipolla, cavolo, pesco,
ciliegio. In zoologia, individuo che possiede organi riproduttivi sia maschili che
femminili; la condizione può essere naturale in alcune specie inferiori (vermi
piatti, chiocciole, ecc.) o dovuta a difetto genetico.
Erpicatura (54): operazione complementare di preparazione del letto di semina (vedi), utile per sminuzzare e lisciare
il terreno, controllare le malerbe o interrare materiali sparsi sulla superficie.
Erpice: attrezzo meccanico, generalmente portato da trattore, costituto da un
telaio e da una serie di utensili a forma
di dente (erpice a denti) o di disco (erpice a dischi), utilizzabile per l’affinamento del terreno e quindi per la preparazione del letto di semina (erpicatura). Vi sono erpici con denti montati a coppia su
un rotore che trasmette agli stessi un
moto di rotazione (erpice rotante) che
consente un’operazione di affinamento
delle zolle più energica. L’erpice rotante
e l’erpice a dischi possono essere utilizzati anche per la preparazione diretta del
letto di semina su terreno non lavorato o
sodo (minima lavorazione, vedi).
Esbosco (55): operazione di trasporto del legname dalla zona di abbattimento degli alberi fino alle strade forestali
principali o al luogo in cui può essere
caricato su mezzi di trasporto.
Escludiregina (56): speciale griglia
impiegata per confinare l’ape regina in
una zona dell’alveare. La distanza fra le
sbarrette della griglia è di 4,2 millimetri.
Esperidio (57): il frutto degli agrumi,
costituito da una particolare bacca (vedi) con epicarpo (vedi) – detto flavedo o
buccia – spesso e colorato in giallo o
arancio, mesocarpo (vedi) biancastro e
spugnoso – detto albedo –, endocarpo
(vedi) settato, cioè diviso in spicchi contenenti cellule ricche di succo e i semi.
Essudato: liquido più o meno denso
prodotto dai tessuti interessati da un’infezione (vedi).
Estirpatore (58): attrezzo meccanico, generalmente portato da trattore, costituito da un telaio e da una serie di
utensili a forma di lancia più o meno ri-
endocarpo
mesocarpo
(albedo)
57-Esperidio
58-Estirpatore
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
19
59-Favo nel telaino
(vedi) o del trapianto (vedi) della coltura, per mezzo di una lavorazione superficiale del terreno (erpicatura, vedi).
Famiglia: in botanica e in zoologia,
categoria sistematica che comprende
uno o più generi e un numero assai variabile di specie. In apicoltura, vedi colonia.
Fascicolato: si dice di apparato radicale formato da radici che hanno più o
meno la stessa lunghezza e lo stesso
spessore (per esempio quello del frumento, della cipolla, dell’asparago).
Favo (59): costruzione in cera, formata dall’insieme delle celle esagonali
dentro le quali le api allevano la covata
(vedi) e immagazzinano le scorte di miele e polline.
– Favo allargato: si parla di favo allargato quando aumenta la distanza (41
mm invece dei 38 mm comunemente
impiegati) fra centro e centro delle stecche dei portafavo nel nido dell’alveare;
così i telaini sono 9 invece di 10.
Feccia: in enologia (vedi), è il sedimento, più o meno abbondante, depositato dai mosti e dai vini giovani nelle botti
o nei serbatoi prima del loro travaso.
Fecondazione: fusione tra le cellule
riproduttive maschili e quelle femminili,
che dà origine a nuovi individui. Nelle
piante segue l’impollinazione (vedi).
Negli animali segue l’accoppiamento
naturale o viene guidata artificialmente
(per esempio nelle specie allevate in maniera intensiva come polli, bovini, suini,
conigli, ovicaprini).
Fecondazione dell’ape regina: l’accoppiamento della regina con il maschio
(fuco, vedi), che avviene in volo, durante una giornata di bel tempo, alcuni giorni dopo lo sfarfallamento dell’ape regina stessa.
Fecondità: in zootecnia, sta ad indicare l’efficienza dal punto di vista della
riproduzione. Per esempio, se su 10
scrofe fecondate si contano 8 parti, si ha
una fecondità dell’80%.
Fellogene (vedi tavola X): in botani-
20
ca, fascia molto sottile di tessuto posta
subito sotto il sughero, che ha la funzione di produrlo.
Feltro: relativamente al tappeto erboso, strato di sostanza organica indecomposta, costituita da materiale vegetale
vivo e morto (radici, stoloni, rizomi, fusti, foglie – vedi singole voci –, residui
del taglio, ecc.), che si frappone tra il
terreno e la parte verde del tappeto erboso. Si tratta di una barriera che ostacola
la penetrazione dell’acqua e degli elementi nutritivi nel terreno e impedisce
gli scambi gassosi. Se lo spessore del
feltro supera i 5-6 mm si deve procedere
alla sua asportazione, effettuando
l’arieggiatura per mezzo di apposite attrezzature (vedi arieggiatore).
Femminella (60): germoglio secondario (o anticipato) che si sviluppa da
gemme pronte (vedi), come nel pesco e
nella vite, e che in alcune piante orticole
(soprattutto nelle varietà indeterminate
di pomodoro) viene di regola asportato.
Fermentazione: processo provocato
da microrganismi (lieviti, batteri, ecc.)
che trasformano una sostanza chimica
(in genere carboidrati, vedi) in un’altra
con formazione di anidride carbonica.
– Fermentazione alcolica: in enologia, è
il processo biochimico tramite il quale
gli zuccheri contenuti nel mosto, per
azione dei lieviti, si trasformano in alcol, anidride carbonica e in altri prodotti secondari.
– Fermentazione malolattica: in enologia, fermentazione che trasforma l’acido
malico in acido lattico e anidride carbonica. Questo processo rende il vino più
morbido e biologicamente più stabile.
Feromone: sostanza secreta dagli insetti e da altri animali per comunicare tra
essi. Serve a portare messaggi per l’ac-
60-Femminella su pomodoro
(vedi freccia)
coppiamento, l’allarme, la coesione, ecc.
Fertilità: in zootecnia, il numero di
capi prodotti per ogni riproduttore o nucleo di riproduttori. In agronomia, la capacità di un terreno di offrire a una pianta la più elevata possibilità di estrinsecare le proprie caratteristiche vegetative e
produttive; è dovuta alla ricchezza di elementi nutritivi giustamente proporzionati e all’ottima natura fisica del suolo. In
viticoltura, numero medio di grappoli
per germoglio presente sulla vite.
Fertilizzante: sostanza di varia origine (minerale o organica, naturale o sintetica), natura e composizione che apporta al terreno gli elementi nutritivi necessari alle piante (azoto, fosforo, potassio, ecc.) o che migliora la fertilità del
terreno stesso.
– Fertilizzante minerale: sostanza fertilizzante che non contiene carbonio organico di origine biologica (per esempio
un concime minerale).
– Fertilizzante organico: sottoprodotto
degli allevamenti o della lavorazione di
sostanze animali o vegetali, che contiene nutrienti vegetali in quantità sufficiente per essere utilizzato come fertilizzante (per esempio i residui della lavorazione delle pelli).
Fertirrigazione: tipo di fertilizzazione che si effettua diluendo i concimi nell’acqua di irrigazione.
Feto: l’individuo (mammifero) nel
periodo in cui completa il suo sviluppo
all’interno dell’utero materno.
Fibra: in botanica, cellula allungata
con pareti ispessite e di solito lignificate
che contribuisce a dare solidità alla pianta. In zootecnia, elemento vegetale scarsamente nutriente la cui presenza nella
razione serve soprattutto a migliorare le
funzioni digestive. È fondamentale nell’alimentazione del coniglio e di molti
altri erbivori.
Filante: in enologia (vedi), alterazione batterica, causata da un’anomalia
nella fermentazione malolattica, che
rende il vino oleoso.
Filatura: crescita troppo accentuata
delle piante che produce tessuti deboli e
di colore verde poco intenso. Può essere
dovuta a diversi fattori, come scarsità di
luce negli ambienti di coltura, temperature elevate, eccesso di concimazioni e
irrigazioni, semine o impianti troppo fitti. Le piante filate sono più facilmente
attaccabili da malattie, si adattano male,
in caso di trapianto, alle nuove condizioni di coltivazione e spesso impiegano
molto tempo per riprendersi e vegetare
regolarmente.
Filtrazione: in enologia (vedi), tecnica per rendere limpido o brillante un vino. In base al materiale impiegato e al
suo grado di porosità di parla di filtrazione sgrossante, chiarificante, brillanSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
61-Fitocelle (contenenti
piantine di olivo)
tante o sterilizzante.
Fiore (vedi tavola XII): parte delle
piante più evolute che contiene gli organi adibiti alla riproduzione (vedi).
– Fiore bisessuato: fiore che possiede
insieme sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili (fiore ermafrodito).
– Fiore ermafrodito: vedi fiore bisessuato.
– Fiore unisessuato: fiore che possiede organi riproduttivi soltanto maschili (fiore
maschile) o soltanto femminili (fiore femminile).
Fioritura: periodo di tempo più o
meno lungo durante il quale nelle piante, a seguito dell’apertura dei fiori, inizia
la riproduzione. Prima di fiorire le piante stesse devono completare un periodo
di crescita vegetativa (spesso nelle specie arboree le parti che costituiscono il
fiore – abbozzi fiorali – si formano nell’anno che precede la fioritura) oppure
produrre un numero minimo di foglie.
Di solito, durante la fioritura, bisogna
sospendere i trattamenti antiparassitari
per favorire una regolare impollinazione
(con i trattamenti si possono disturbare
o addirittura eliminare gli insetti impollinatori) ed evitare danni agli organi che
costituiscono il fiore.
Fisiologia: scienza che studia le funzioni degli organismi e delle parti che li
compongono.
Fisiopatia: alterazione della pianta
non causata da organismi viventi ma da
carenze o eccessi di elementi nutritivi
nel terreno, squilibri fisiologici causati
per esempio da piogge o irrigazioni eccessive, danni causati da eventi climatici quali gelate o scottature, ecc.
Fito-: prefisso che significa «pianta»:
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
fitofarmaco, fitosanitario, fitofago, ecc.
Fitocella (61): sacchetto in materiale
plastico (polietilene nero), dotato di fori di drenaggio, impiegato nei vivai come contenitore per l’allevamento delle piantine.
Fitodepurazione: processo di depurazione delle acque basato sullo sfruttamento di processi naturali, in particolare dell’azione di piante e di microrganismi (vedi).
Fitofago: si dice di insetto (vedi) o
acaro (vedi) che si nutre di piante o di
materie vegetali in genere.
Fitofarmaco: prodotto specifico per
la lotta ai parassiti (vedi) fungini e animali delle piante coltivate.
Fitomizo: insetto (vedi) dotato di apparato boccale pungente-succhiatore
che si nutre succhiando la linfa (vedi)
dei vegetali (per esempio gli afidi).
Fitopatia: malattia o comunque stato
di sofferenza a carico di una pianta.
Fitoplasma: organismo unicellulare,
privo di parete cellulare ma rivestito di
una membrana di natura lipo-proteica
(costituita da grassi e proteine), con caratteristiche intermedie tra un virus (virus) e un batterio (vedi). I fitoplasmi sono diffusi da insetti e sono responsabili
di gravi malattie quali flavescenza dorata, legno nero, ecc.
Fitoregolatore: sostanza prodotta
dalle piante (ormoni vegetali o fitormoni o fitoregolatori naturali) o in laboratorio, capace di influenzare direttamente o
indirettamente i processi fisiologici dei
vegetali: accrescimento, differenziazione dei tessuti, attività dei meristemi (vedi), germinazione (vedi), maturazione,
ecc. Fitoregolatori vengono impiegati
nella pratica agricola per stimolare la
produzione di frutti quando le condizioni ambientali sono avverse, per facilitare la radicazione delle talee, per limitare
o favorire la cascola dei frutticini, per
consentire, in alcune piante, la formazione contemporanea dei fiori.
Fitosanitario: si dice di prodotto o di
intervento che serve a prevenire o a cu-
63-Foglio cereo
62-Fittone (di lattuga)
rare infezioni (vedi) e/o infestazioni (vedi) sulle piante.
Fitotossicità: azione dannosa del prodotto fitosanitario (vedi) sulla pianta, come per esempio defogliazione (vedi),
ustione, eccetera.
Fittonante: si dice di radice a fittone
(vedi).
Fittone (62): radice (vedi) principale,
in genere ingrossata, che cresce verticalmente. Talvolta è molto sviluppato e si
trasforma per contenere sostanze di riserva (carota, bietole). Negli alberi viene di solito sopraffatto dalle radici laterali dopo i primi anni di crescita.
Floema: tessuto prodotto dal cambio
(vedi) verso l’esterno, attraverso il quale passa la linfa (vedi) elaborata che raggiunge ogni parte della pianta.
Foglia (vedi tavola XI): organo, che
si presenta in forme molto diverse (semplice, composta, pennata, palmata, ecc.),
in cui avviene buona parte della fotosintesi clorofilliana (vedi).
Foglio cereo (63): in apicoltura, l’anima di cera in cui sono stampati gli abbozzi delle cellette esagonali. Viene preparato dall’apicoltore con apposito
stampo oppure può essere comperato in
negozi specializzati in prodotti apistici.
Va montato su un telaino nuovo per mezzo di un filo stagnato che lo sostiene e lo
rinforza.
Fondatrice: femmina di un afide nata da un uovo che ha svernato (uovo durevole, vedi), destinata a originare una
colonia di discendenti.
Formazione fruttifera: vedi ramo
fruttifero. Sono formazioni fruttifere per
esempio brindilli, lamburde, dardi fioriferi (vedi le singole voci).
Formazione legnosa: ogni ramifica-
21
zione non erbacea degli alberi.
Fotolabile: si dice di una sostanza
che si degrada o si distrugge se esposta
alla luce solare.
Fotoperiodo: totale delle ore di luce
(naturale o artificiale) nell’arco della
giornata. Per la riproduzione della maggior parte degli uccelli, domestici e selvatici, è necessario un fotoperiodo di almeno 14 ore al giorno. Nelle piante corrisponde al numero di ore di luce necessario perché avvenga la produzione dei
fiori (vedi brevidiurne e longidiurne).
Fotosintesi clorofilliana: funzione
per mezzo della quale è possibile la formazione (sintesi) di sostanze organiche
partendo da composti inorganici semplici (anidride carbonica, acqua, elementi
minerali) e sfruttando l’energia del sole.
Affinché possa verificarsi è essenziale la
presenza della clorofilla (vedi). A questa
funzione è legato il sistema vitale del
nostro pianeta non solo perché gli organismi fotosintetici sono il punto di partenza delle catene alimentari, ma anche
perché per mezzo loro viene immesso
ossigeno nell’atmosfera.
Franco: portinnesto (vedi) derivato
dal seme di una pianta della stessa specie che vi si innesta sopra.
– Franco di piede (franca di piede): pianta non innestata.
Frutto (vedi tavola XIII): parte della
pianta che si forma dopo che sono avvenute l’impollinazione (vedi) e la fecondazione (vedi). Deriva dall’ingrossamento dell’ovario (vedi), per esempio
nel caso di pesca, ciliegia, albicocca,
ecc., o dall’ingrossamento di altre parti
del fiore (per esempio ricettacolo) – e allora viene detto «falso frutto», – nel caso per esempio di mela, pera, zucca).
– Frutto composto: vedi infruttescenza.
Fuco (64): maschio dell’ape, presente negli alveari specialmente nel periodo
della sciamatura (vedi).
Fumaggine: muffa di colore nero fuligginoso che si forma in seguito allo sviluppo di diverse specie di funghi sulla
melata (vedi) prodotta da alcuni insetti.
La fumaggine può ricoprire talvolta completamente la vegetazione delle piante,
67-Garenna: nido all’interno
del recinto di allevamento
22
64-Fuco
65-Fustaia
66-Galla
riducendo la fotosintesi clorofilliana (vedi) e può di conseguenza ridurre la fioritura e la fruttificazione e, nei casi più
gravi, provocare defogliazione (vedi) e
disseccamento dei rami più giovani.
Fungo o micete: organismo che ha
caratteristiche intermedie tra pianta e animale (non compie la fotosintesi, produce
chitina, come gli insetti e altri animali, e
le sue riserve sono costituite da glicogeno, zucchero prodotto dai soli animali).
Per tali motivi oggi i funghi vengono
classificati in un regno a parte. Per vivere
questi organismi hanno bisogno di sostanza organica prodotta da altri esseri viventi, quindi sono parassiti (vedi) o saprofiti (vedi), e possono vivere in simbio-
si (vedi) con diverse piante. Particolare
simbiosi è quella che li lega alle alghe
formando i licheni. I funghi si moltiplicano, in genere, a mezzo di spore (vedi), ma
i loro sistemi di moltiplicazione sono talora piuttosto complessi e non ancora del
tutto chiari. Diversi funghi, soprattutto
microscopici, sono dannosi per le piante
(peronospora, ticchiolatura, oidio, ecc.),
mentre i saprofiti (vedi) e quelli che vivono in simbiosi sono utili. Ugualmente utili per l’uomo sono i funghi che producono antibiotici, quelli che fanno lievitare le
farine, quelli che trasformano lo zucchero in alcol, quelli che servono direttamente per l’alimentazione, ecc. Alcune specie
vengono selezionate e coltivate per questi
scopi. I funghi si chiamano anche «miceti» (vedi) e la disciplina che li studia si
chiama «micologia».
Fungicida: vedi anticrittogamico.
Fustaia (65): termine contrapposto a
«ceduo» (vedi), con cui si indica la forma
di governo degli alberi che costituiscono
questi tipi di boschi, ovvero piante che
(per piantagione o per nascita spontanea)
si sviluppano con un unico fusto.
Fusto: parte della pianta che collega
le radici con foglie, fiori, frutti (vedi le
singole voci) e che ha anche la funzione
di sostegno. Nelle piante arboree è detto
«tronco» (vedi).
G
Galla (66): alterazione dei tessuti vegetali provocata dalle sostanze iniettate da alcuni insetti al momento della deposizione di un uovo in un organo della pianta.
Galligeno: si dice di un organismo
(generalmente un insetto o un nematode) che è in grado di stimolare lo sviluppo di una galla.
Gamica: si dice di propagazione (vedi) delle piante per la quale si utilizzano i semi, derivati dalla riproduzione
sessuale.
Garenna (67): terreno recintato destinato all’allevamento a terra dei conigli.
Garretto: in frutticoltura, porzione
residua del portinnesto tagliato sopra
il punto di innesto; funge provvisoriamente da sostegno al germoglio del nesto (vedi) e viene eliminato con un’operazione detta «sgarrettatura». Negli animali il termine indica la regione dell’articolazione del tarso (vedi tavola XIV).
Gemma (vedi figura 68 e tavola VII):
struttura che contiene l’abbozzo delle
nuove parti della pianta che dovranno
svilupparsi in germogli (vedi) o in fiori
(vedi). La gemma è protetta da squame
dette «perule» (vedi).
– Gemma a fiore: gemma che schiudenSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
dosi dà luogo a un fiore o a un’infiorescenza (vedi).
– Gemma a frutto: gemma che dà origine a frutti; può essere a fiore o mista (vedi).
– Gemma a legno: gemma che schiudendosi dà luogo ad un germoglio (vedi).
– Gemma apicale: la gemma che si trova in cima al ramo.
– Gemma ascellare: gemma presente all’ascella di una foglia (vedi).
– Gemma avventizia: gemma che si sviluppa occasionalmente in un punto qualsiasi di un ramo o di una branca o del
tronco.
– Gemma dormiente: gemma che si
schiuderà nell’anno successivo a quello
in cui si è formata (è detta anche «gemma ibernante»).
– Gemma latente: gemma che rimane
dormiente per più di un anno.
– Gemma laterale o gemma ascellare:
gemma che si trova lungo il ramo all’ascella delle foglie.
– Gemma mista: gemma che, schiudendosi, dà luogo a un germoglio che porta
fiori o infiorescenze (vedi); gemme miste sono presenti per esempio nel melo,
pero, kaki e kiwi. Nella vite la gemma
mista è costituita da un apice (vedi) centrale e da due apici laterali (gemme «di
pèrule
A
B
a
b
c
68-Gemma a legno chiusa e in sezione. A-Gemma con, ben visibili, le
pèrule che racchiudono, proteggendolo, il prezioso contenuto. B-Contenuto della gemma visto in sezione: aapice vegetativo; b-foglioline; c-abbozzi delle future gemme laterali
controcchio»).
– Gemma pronta: gemma che si schiude nello stesso anno in cui si è formata
dando luogo ad un germoglio anticipato
o femminella (vedi).
– Gemme stipolari o sottogemme: gem-
me che si trovano all’ascella delle stipole (vedi); di solito sono poco o per niente visibili e si sviluppano in germogli solo se degenera la gemma a cui sono affiancate.
Genetica: scienza che studia l’ereditarietà dei caratteri, le loro variazioni e i
meccanismi che la regolano.
Gentile: vedi nesto.
Germinabilità: capacità che hanno i
semi di germinare. In agronomia si intende la percentuale di semi che germinano e viene riportata sul cartellino che
accompagna le confezioni di sementi.
Germinazione: emissione della radice da parte del seme e inizio dello sviluppo del fusticino. Può essere considerata
anche come la fase di passaggio dal seme
alla piantina capace di essere autonoma
cioè di effettuare la fotosintesi (vedi).
Germogliamento o germogliazione:
nei nostri climi, fase del ciclo vegetativo
in cui una pianta perenne, terminato il riposo invernale, emette nuovi germogli.
Germoglio: è così detta, finché resta
di natura erbacea, una ramificazione che
si sviluppa da una gemma a legno (vedi)
o da una gemma mista (vedi).
– Germoglio anticipato: vedi femminella.
Glabro: si dice di organo vegeta-
Tavola VII - Le gemme delle piante da frutto
a
b
Gemma a legno (pesco)
Gemma apicale a legno (a)
e gemme a fiore (b) (pesco)
Gemma a legno (melo)
Gemma mista (pero, appena schiusa)
Gemma mista (actinidia)
Gemma mista (vite)
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
23
69-Glomere
Tavola VIII - Grappolo
e acino d’uva
foglia
viticcio
tralcio
dell’anno
racimolo
buccia
pedicello
vinaccioli
rachide
polpa
tanica della classe delle Monocotiledoni a cui appartengono quasi tutti i cereali, il mais dolce che si usa come ortaggio, la canna da zucchero, molte piante
foraggere ed essenze per prati ornamentali. In vastissime aree della terra le Graminacee costituiscono una parte importante della flora.
Grappolo (vedi tavole VIII e XV):
infiorescenza (vedi) i cui fiori si inseriscono sull’asse (rachide, vedi) che li
porta, a mezzo di piccoli peduncoli (pedicelli) tutti più o meno della stessa lunghezza. Può essere semplice, se i peduncoli sono inseriti direttamente sull’asse (per esempio nel ribes) o composto se sono inseriti su ramificazioni dell’asse (per esempio nella vite) denominate «racemi».
Grassi: detti anche «lipidi», molecole che fungono da deposito di energia, presenti sia nei tessuti animali che
in quelli vegetali.
Guttazione: emissione di acqua dalle
foglie sotto forma di piccole gocce.
H
Habitat: ambiente in cui vive un determinato essere vivente (animale, pianta, ecc.).
Humus: l’insieme dei composti organici presenti nel terreno. Deriva dalla
decomposizione di resti vegetali e animali che si trovano o vengono portati nel
suolo. Incide positivamente sulla fertilità del terreno.
acini
I
le (per esempio foglia, fusto) senza peli né peluria.
Glauco: si dice di colore tra il verde
e il grigio-azzurro.
Glomere (69): particolare disposizione che le api assumono per superare
i periodi freddi. All’interno del glomere (detto anche «grappolo») le api mantengono una temperatura costante, compresa fra i 22 e i 36 °C, per proteggere
la regina.
Gimnosperme: raggruppamento di
piante legnose (alberi e arbusti) a seme
nudo (non protetto dall’ovario). Vi appartengono, per esempio, le conifere.
Girapoggio (vedi tavola XXVI): sistemazione di un terreno collinare con
pendenza non superiore al 25-30%, in
cui i filari degli alberi e/o le lavorazioni seguono l’andamento delle curve di
livello.
Gradazione alcolica: in enologia, la
percentuale in volume di alcol etilico
presente nel vino.
Graminacee o Poacee: famiglia bo-
Ibrido: termine usato per gli animali e per le piante a indicare il soggetto
derivato dall’unione di due individui di
specie differenti (negli animali di solito è sterile). Per esempio il «biricoccolo» è un ibrido derivato dall’unione di
un albicocco con un susino Mirabolano;
il portinnesto GF 677 è un ibrido tra pesco e mandorlo. È chiamata ibrido anche
la prima generazione che deriva dall’incrocio di due particolari selezioni, operate su varietà standard, dette «linee»; si
distingue con il simbolo F1. Vi sono diverse piante di cui si utilizzano comunemente gli ibridi, come il mais, il pomodoro, il melone, ecc. Negli ibridi vi è in
genere una esaltazione delle caratteristiche positive ancora superiore rispetto
alle selezioni delle varietà standard. Tra
gli animali tipico esempio di ibrido è il
mulo (asino x cavalla).
Ibrido produttore diretto: si dice di
varietà di vite che, essendo derivata da
un’ibridazione fra una vite europea e
una vite americana, ha ereditato dalla
24
prima la capacità di produrre uva commestibile e dalla seconda la resistenza alla fillossera. Ne è un esempio l’uva
fragola.
Idrico: di acqua oppure che riguarda l’acqua.
Idroponica (70): si dice di coltura
che si attua alimentando di continuo le
piante per mezzo di soluzioni in cui sono presenti tutti gli elementi minerali indispensabili. Le piante possono venir collocate in sacchetti (oppure in vasi)
riempiti di miscugli di torbe o di materiale inerte (perlite, lana di roccia, ecc.)
a cui vengono fatti arrivare, a mezzo dell’irrigazione a goccia, gli elementi nutritivi in percentuali calcolate in precedenza. Un altro modo di realizzare una
coltura idroponica è quello di isolare le
piante dal terreno stendendo degli appositi teli di plastica che formano delle canalette leggermente inclinate; nelle canalette vanno poste le piante e viene fatto quindi circolare un velo di soluzione
nutritizia (metodo detto Nutrient film technique-NFT). Le colture attuate con le
tecniche descritte vengono dette «fuori
suolo» o «senza suolo».
Ife: cellule allungate, disposte in modo
da formare filamenti, tipiche dei funghi.
70-Idroponica: coltura di pomodoro
71-Imbianchimento del radicchio
mediante legatura del cespo
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Igroscopicità del miele: capacità di
questo prodotto di assorbire umidità dall’aria. Per questo il miele non va conservato in locali umidi con recipienti aperti
o non a chiusura ermetica.
Imbianchimento (71): operazione
che serve a migliorare la qualità di alcuni ortaggi come radicchi, cardi, finocchi,
indivia riccia e altri, rendendo il prodotto più tenero e delicato. Si realizza con
tecniche diverse, come per esempio rincalzatura (vedi), legatura, copertura o rivestimento con materiali diversi, per impedire alla luce di arrivare, del tutto o in
parte, agli ortaggi, quindi per diminuire
o impedire la fotosintesi (vedi). In alcuni casi si opera una vera e propria «forzatura» in ambienti in cui si controllano
luce, temperatura, umidità (cicoria di
Bruxelles) e/o si sfrutta la temperatura
costante delle acque di risorgiva (radicchio di Treviso). Per la patata è praticamente obbligatorio utilizzare la tecnica
della «rincalzatura» (vedi), un particolare tipo di imbianchimento che consiste
nel «dare terra» alla pianta, altrimenti
molti tuberi risulterebbero verdi e quindi non commestibili.
Imenotteri: ordine di insetti di forme
e dimensioni varie, spesso alati, con due
paia di ali trasparenti e membranose, dotati di apparato boccale masticatorelambente o lambente-succhiante. Le
femmine sono provviste di ovopositore
trasformato talora in pungiglione. Alcune specie hanno comportamento sociale
(api, vespe, formiche).
Immunità: reazione protettiva dell’organismo nei confronti di germi o sostanze estranee operata da speciali cellule o da particolari molecole dette anticorpi (vedi).
Impalcatura: in frutticoltura e in arboricoltura, zona di inserzione delle
branche (vedi) principali sul tronco. Si
parla di impalcatura bassa quando le
branche sono inserite mediamente a una
distanza dal suolo inferiore a 50 cm, media quando la distanza è compresa fra 50
e 100 cm e alta quando tale distanza supera i 100 cm.
Impallinatura: fenomeno tipico della vite e dell’olivo sulle cui infiorescenze di solito si formano, a causa di difetti
di fecondazione (vedi) o di aborto dell’embrione (vedi), piccolissimi frutti
che derivano da un’iniziale crescita dell’ovario (vedi) dei fiori e che rimangono
piccoli e sferici fino alla fine del ciclo
produttivo annuale.
Impollinazione (vedi tavola IX e figura 72): funzione mediante la quale il
polline viene trasportato dalla parte maschile del fiore (antera, vedi) alla parte
terminale di quella femminile (stigma,
vedi). Viene detta autoimpollinazione
quando lo stigma di un fiore riceve il
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola IX - Impollinazione
Autofertile
o autocompatibile
Fiore bisessuato
ermafrodito
Possiede ambedue
gli organi sessuali:
maschile (stami
con polline)
e femminile (pistillo
con ovario e ovuli)
Fiore
monosessuato
Possiede o ha efficiente
uno solo degli organi
sessuali. È detto
maschile o
staminifero se produce
solo polline; femminile
o pistillifero
se possiede solo
il pistillo e non
produce polline
Il polline è capace
di fecondare
gli ovuli dello stesso fiore
(nella foto fiori di pesco)
Autosterile
o autoincompatibile
Il polline non è capace
di fecondare l’ovulo
dello stesso fiore; per avere
la fecondazione è
indispensabile l’impollinazione incrociata, cioè il
polline fecondante deve giungere da un’altra pianta (nella foto fiori di ciliegio)
Specie monoiche.
I fiori maschili e femminili
si trovano sulla stessa
pianta (nella foto,
infiorescenze
maschili e femminili,
nel particolare,
di nocciòlo)
Specie dioiche.
I fiori maschili e
femminili si trovano
su piante diverse; nella
foto in alto fiore
maschile di actinidia
e, nella foto in basso,
fiore femminile
polline dello stesso fiore; è detta invece
impollinazione incrociata quando avviene tra fiori diversi, presenti sulla stessa pianta o su piante differenti. Spesso
questa funzione viene compiuta dal vento e in tal caso si dice anemofila (vedi);
particolarmente importante è quella det-
ta entomofila (vedi), che avviene per
opera di insetti detti pronubi (vedi). In
altri climi possono svolgere questa funzione essenziale pure gli uccelli e i pipistrelli. Più rara invece è quella che avviene tramite l’acqua.
Impupamento: processo attraverso il
72-Impollinazione anemofila (a sinistra) e entomofila (a destra)
25
Tavola X - Albero da frutto
Tavola XI - Foglia
(l’esempio si riferisce alla foglia di ciliegio)
Foglie
Lamina
fogliare
Nervatura
principale
Frutti
Margine
fogliare
dentellato
Ghiandole
fogliari
Ramo
Nervature
secondarie
Branca
Picciòlo
Succhione
Tronco
Fiori
Polloni del pedale
Polloni radicali
Tavola XII - Fiore
(l’esempio si riferisce al fiore del melo e del pero)
Stigma
Colletto
Petali
Antere
Apparato radicale
Ovario
Ricettacolo
Ovulo
Pedale o ceppaia
Sepali
Stigma
Sezione del tronco
Antera
Fellogene
Pistillo provvisto
di 5 stili
Stame
Alburno
Tavola XIII - Frutto
(l’esempio si riferisce al frutto del melo,
che è un falso frutto)
Residui del calice,
degli stili e degli stami
Midollo
Loggia
Torsolo
(deriva dallo
sviluppo
dell’ovario)
Cerchie
legnose
Cambio
Floema o libro
Fascia sugherosa
Scorza o ritidoma
26
Corteccia
Polpa (deriva
dallo sviluppo
del ricettacolo)
Buccia
Seme
Peduncolo
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola XIV - Animali domestici: parti del corpo
Cavallo
2
3
4
Maiale
5
6
7
6
1
8
5
23
9
4
10
7
14
8
10
9
15
16
11
18
21
12 13
19
20
2
3
11
17
1
12
18
22
21
13
17
20
23
19 16
14
15
22
1-Testa. 2-Collo. 3-Garrese. 4-Dorso. 5-Lombi. 6-Groppa.
7-Spalla. 8-Punta della spalla. 9-Avambraccio. 10-Petto.
11-Costato. 12-Addome. 13-Piega della grassella. 14-Punta della natica. 15-Coscia. 16-Gamba. 17-Tarso o garretto.
18-Carpo o ginocchio. 19-Stinco. 20-Nodello. 21-Pastorale
o pastoia. 22-Zoccolo. 23-Coda
1-Grugno o grifo. 2-Orecchio. 3-Guancia. 4-Collo. 5-Spalla. 6-Dorso. 7-Lombi. 8-Groppa. 9-Coscia. 10-Coda.
11-Gamba. 12-Tarso. 13-Stinco. 14-Unghiello. 15-Unghione. 16-Addome. 17-Fianco. 18-Costato. 19-Mammelle.
20-Gomito. 21-Carpo. 22-Gola. 23-Pastorale
Pecora
Pollo
3
1
2
5
7
4
8
19
12
10
5
24
6
4
27
26
6
9
25
21
3
20
1
2
7
8
9
10
11
14 15 16 17
12
13
12
21
13
22
14
11
23
20
18
19
1-Narice. 2-Bocca. 3-Dorso del naso. 4-Fronte. 5-Occhio.
6-Orecchio. 7-Collo. 8-Spalla. 9-Petto. 10-Braccio. 11-Carpo. 12-Stinco. 13-Gomito. 14-Torace. 15-Addome. 16-Inguine. 17-Ginocchio. 18-Pastorale. 19-Zoccolo. 20-Tarso o
garretto. 21-Coda. 22-Coscia. 23-Gamba. 24-Groppa.
25-Lombi. 26-Dorso. 27-Garrese
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
16
17
22
23
18
15
24
26
27
31
25
30
29
28
1-Testa. 2-Becco. 3-Cresta. 4-Faccia. 5-Occhio. 6-Bargigli.
7-Orecchio. 8-Orecchione. 9-Penne della mantellina.
10-Gola. 11-Petto. 12-Colletto. 13-Spalla. 14-Arco dell’ala. 15-Penne di copertura dell’ala. 16-Penne secondarie
dell’ala. 17-Penne primarie. 18-Penne di copertura primaria. 19-Dorso. 20-Cuscinetto. 21-Penne della coda. 22-Penne del corpo posteriore. 23-Peluria. 24-Penne della coscia
inferiore. 25-Penne del garretto. 26-Stinco. 27-Sperone.
28-Piede. 29-Dita del piede. 30-Unghie delle dita del piede.
31-Centro dell’articolazione del garretto
27
quale la larva (vedi) di un insetto si trasforma in pupa (vedi).
Inarniamento: introduzione di uno
sciame in un’arnia (vedi).
Incisione sopra gemma (vedi tavola
XX): incisione effettuata al di sopra di
una gemma a legno per favorirne il germogliamento (vedi).
Incrocio: in genetica, metodo di accoppiamento che prevede l’unione tra
individui appartenenti alla stessa specie
ma a razze (o varietà) diverse, o a linee
o famiglie diverse della stessa razza (o
varietà).
Incubazione: periodo che intercorre
fra il termine dell’inoculazione (inizio
dell’infezione) e la comparsa dei primi
sintomi della malattia. In avicoltura,
processo per cui l’embrione (vedi) si
sviluppa all’interno dell’uovo e che termina con la schiusa dell’uovo stesso.
Per tempo d’incubazione si intende il
numero di giorni necessari per ottenere
la schiusa.
Indeiscente: si dice di frutto che una
volta giunto a maturità non si apre spontaneamente e non lascia cadere i semi
(per esempio la noce).
Indeterminata (73): contrario di de-
73-Varietà indeterminata
(a sinistra) e varietà determinata
(a destra) di pomodoro
terminata (vedi), si dice di pianta che
cresce in continuazione e spesso ha bisogno, per svilupparsi in maniera corretta, di essere sorretta a mezzo di sostegni
(per esempio molte varietà di pomodoro, in particolare quelle destinate al consumo fresco).
Inerbimento: in frutticoltura, viticol-
Tavola XV - Infiorescenze
racemo
semplice
(o grappolo
semplice)
corimbo
ombrella
racemo
composto
(o grappolo
composto
o pannocchia)
spiga
Tavola XVI - Innesto
portinnesto
(o soggetto)
scudetto
(o nesto o gentile)
portinnesto
(o soggetto)
Innesto a gemma
28
marza
(o nesto o gentile)
Innesto a marza
tura e arboricoltura, tecnica colturale del
terreno che prevede il mantenimento del
cotico erboso, insediatosi naturalmente
o derivato dalla semina di apposite essenze erbacee. Durante la stagione primaverile-estiva il cotico viene periodicamente sottoposto a falciatura o trinciatura dell’erba.
Inerme: si dice di pianta o di ramo
privi di spine e aculei.
Infestante: pianta che mette in atto
una pericolosa concorrenza per l’acqua,
la luce, l’aria e le sostanze nutritive nei
confronti delle coltivazioni. Il concetto
di infestante ha significato solo in presenza di coltivazioni – quindi in ambienti modificati dall’uomo a scopi produttivi – poiché in realtà ogni pianta ha nell’ambiente un suo significato ed una
propria funzione.
Infestazione: presenza di organismi
animali indesiderati (parassiti, vedi) su
una coltura. In veterinaria, aggressione
da parte di parassiti esterni come insetti,
acari e zecche (vedi le singole voci), o
interni come vermi e protozoi (vedi).
Infezione: insediamento di un organismo patogeno (vedi), per esempio un
virus, un batterio o un fungo (vedi le singole voci), in una pianta o in un animale. L’insorgere di una malattia è conseguenza dell’infezione.
Infiorescenza (vedi tavola XV): insieme di fiori raggruppati su un asse,
spesso ramificato, detto «rachide», secondo schemi variabili a seconda della
specie a cui appartengono le diverse
piante. In certi casi dà origine a un’infruttescenza (vedi). Ortaggi che producono infiorescenze sono per esempio il
pomodoro, la cipolla, i cavoli; fra gli arbusti e gli alberi presentano infiorescenze la vite, il melo, il pero, il ciliegio.
Infruttescenza: frutto composto, prodotto da un’infiorescenza (vedi), costituito da più frutti veri e propri. La fragola,
per esempio, è un’infruttescenza, nella
quale i veri frutti sono quelli disposti, simili a piccoli semi, sulla sua superficie.
Innesto (vedi tavole XVI e XVIII):
unione di parti di piante a costituire un
unico individuo; è detto erbaceo se nesto (vedi) e portinnesto (vedi) sono di
natura erbacea (non lignificati) e semilegnoso se uno dei bionti (vedi) non è
lignificato. Nelle colture orticole si esegue soprattutto per consentire la coltivazione di alcuni ortaggi (per esempio pomodoro, melanzana, melone) in terreni
in cui altrimenti verrebbero attaccati da
gravi malattie (come fusariosi e verticilliosi); l’innesto viene eseguito su varietà resistenti (vedi resistenza) alla malattia o su specie resistenti affini alle piante suscettibili. In frutticoltura, viticoltura, vivaismo, floricoltura si esegue per
molti scopi: moltiplicare le varietà, deSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
terminare la taglia – e la vigoria – delle piante (la frutticoltura moderna si basa soprattutto sull’impiego di portinnesti nanizzanti), adattare le varietà a terreni di diverso tipo (asciutti, umidi, calcarei, ecc.), opporsi a malattie e parassiti (fillossera, nematodi), conferire alla pianta la forma voluta (vivaismo ornamentale).
– Innesto al tavolo: innesto che si esegue al banco, a mano o con apposite
macchine.
– Innesto-talea: innesto al tavolo (vedi) che consiste nell’applicare il nesto
(vedi) su una talea (vedi). Molto usato
per preparare barbatelle (vedi) di vite
innestate.
Innesto delle larve o traslarvo: in apicoltura, operazione con la quale si preleva – con uno strumento, chiamato
picking o coglilarva – una larvetta di covata femminile di età inferiore ai tre
giorni dalla celletta dove è nata, per collocarla in un cupolino artificiale al fine
di allevare un’ape regina (vedi) oppure
per produrre pappa reale (vedi).
Inoculazione: nelle colture erbacee,
operazione di concia del seme delle Leguminose con il rizobio (vedi). Si effettua in particolare per la soia ed è indispensabile laddove questa specie non è
mai stata coltivata.
Insetticida: prodotto impiegato per
difendere le piante dagli insetti dannosi.
Gli insetticidi possono agire per contatto (l’insetto muore venendo a contatto
con il prodotto), per ingestione (l’insetto muore ingerendo, insieme alla vegetazione, anche il prodotto) o per asfissia
(l’insetto muore inalando il prodotto allo stato di vapore).
Insetti (vedi tavola XVII): classe di
animali appartenete al tipo Artropodi,
comprendente diversi ordini. Gli insetti
hanno il corpo diviso in tre regioni – capo, torace e addome – e sono muniti di
sei zampe; altri suoi organi caratteristici
sono le antenne (portate dal capo) e le
ali (non sempre evidenti). Gli ordini di
maggiore interesse agrario sono gli Isotteri (per esempio termiti), gli Ortotteri
(per esempio cavallette), i Tisanotteri
(per esempio tripidi), i Rincoti o Emitteri (per esempio afidi), i Lepidotteri (per
esempio carpocapsa), i Ditteri (per
esempio mosca dell’olivo), i Coleotteri
(per esempio maggiolino) e gli Imenotteri (per esempio ape, vespa).
Interfertile o intercompatibile: si dice di varietà capaci di fecondarsi reciprocamente.
Intersterile o interincompatibile:
contrario di interfertile o intercompatibile, si dice di varietà non capaci di fecondarsi reciprocamente.
Intermediario: varietà inserita fra potinnesto (vedi) e nesto (vedi) per superaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola XVII - Insetto: ciclo
di sviluppo (lepidottero)
d
a
c
b
L’esempio qui riportato si riferisce
al ciclo di sviluppo della Sfinge testa
di morto (Acherontia atropos). a-Uova. b-Larva. c-Crisalide. d-Adulto
(farfalla)
di piante coltivate presenti in un metro
quadrato o in un ettaro. Questo numero
viene calcolato in rapporto alle caratteristiche delle specie e delle varietà (sviluppo, esigenze nutritive, ecc.) e alla
tecnica d’impianto in modo che si possa
ottenere la migliore produzione, tanto
qualitativa che quantitativa, e non si verifichi, di regola, il fenomeno della competizione tra le piante. La competizione
viene creata appositamente in piante da
fibra (canapa, lino) per far sì che le
piante stesse crescano in altezza e si
ottengano quindi fibre più lunghe).
Inzaffardatura (75): immersione
dell’apparato radicale di una pianta in
un miscuglio di terra fine, letame fresco e acqua subito prima del trapianto.
Ha lo scopo di favorire l’attecchimento.
Ipogeo: si dice di ciò che cresce sotto terra.
L
re la disaffinità (vedi) esistente fra i due
oppure per ridurre la vigoria del nesto.
Internodo: parte di fusto o di ramo
che si trova tra due nodi successivi.
Interramento: copertura con il terreno di dreni, tubazioni, cavi, residui vegetali e concimi.
Invaiatura (74): fase del ciclo di sviluppo dei frutti durante la quale il colore della buccia passa dal verde al giallo,
al rosa, al rossiccio, al violaceo a seconda della specie e della varietà.
Invernamento: serie di operazioni
che si devono effettuare negli alveari
prima dell’inverno, per prepararli al periodo di freddo e di inattività esterna.
Investimento: in agricoltura, numero
Labiate o Lamiacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono basilico, issopo,
melissa, menta, origano, rosmarino, salvia, santoreggia, timo.
Lamburda (vedi tavola XXIII): ramo cortissimo, caratteristico delle pomacee. Se termina con una gemma a legno (vedi) è detta lamburda vegetativa
(in piante giovani o vigorose la gemma
a legno può essere sostituita da una spina e in questo caso si parla di lamburda
spinosa); se termina con una gemma mista (vedi) è detta lamburda fiorifera.
Lamina fogliare (vedi tavola XI):
parte espansa della foglia, appiattita e
percorsa da nervature; è detta anche
«lembo».
Lanceolata: si dice di una foglia la
cui lamina (vedi) ha forma allungata, a
«lancia».
Larva (76): forma immatura di un in-
74-Invaiatura in un grappolo d’uva
75-Inzaffardatura
29
76-Larva (dorifora della patata)
setto nata dall’uovo, che subirà un processo di trasformazione (metamorfosi) al termine del quale si avrà la forma adulta.
Larvicida: sostanza insetticida che
agisce contro le larve degli insetti.
Latice: liquido talvolta denso contenuto in appositi vasi linfatici (vedi), caratteristico di molte piante coltivate come per esempio la lattuga, la stella di
Natale, il fico, e spontanee, come per
esempio la celidonia maggiore (Chelidonium majus). Può avere colore variabile, ma è per lo più bianco o giallo.
Legaccio: cavetto di materiale plastico, spago, rafia, rametto di salice (vimini), ecc., che serve per fissare le piante o
loro parti ai sostegni.
Legno o tessuto legnoso: tessuto vegetale costituito da cellule, fibre e vasi
conduttori con pareti lignificate.
Leguminose: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono fagiolo (comune, di Spagna,
di Lima), fagiolino, fava, pisello, arachide, cece, fagiolo asparago, fagiolo dall’occhio, lenticchia, soia, erba medica,
trifoglio, sulla, lupino, lupinella e molte
altre piante erbacee, arbustive (per esempio ginestra) e arboree (per esempio
acacia). Le leguminose sono una delle
famiglie botaniche più importanti perché annovera piante che forniscono proteine agli animali e all’uomo. Nelle radici sono presenti degli ingrossamenti (tubercoli radicali) che contengono batteri
(rizobi, vedi) capaci di fissare l’azoto
dell’aria, il quale in seguito ha la possibilità di venire utilizzato dalle piante.
Lenticella: piccola apertura che consente a radici, fusti, rami, frutti, ecc., di
avere scambi gassosi con l’esterno (in
particolare di ossigeno per permettere la
respirazione).
Lepidotteri (vedi tavola XVII): ordine di insetti dotati di due paia di ali
membranose, di varie dimensioni e spesso con colorazioni e disegni vistosi, e di
apparato boccale generalmente di tipo
succhiante («spiritromba»). Sono Lepidotteri le farfalle e le falene.
Letame: ammendante organico deri-
30
vato dalla mescolanza delle deiezioni
solide e liquide degli animali allevati
(bovini, ovicaprini, equini, ecc.) con i
materiali utilizzati come lettiera (in genere paglia, ma anche stocchi di mais,
foglie e altri residui vegetali). Nel letame fresco (con meno di 3 mesi di maturazione) la materia vegetale è ancora
ben distinguibile dalle deiezioni animali; il letame maturo (con almeno 9-10
mesi di maturazione) presenta invece la
materia vegetale in buona parte decomposta dai microrganismi. Il letame bovino maturo contiene mediamente il 16%
di sostanza organica, lo 0,4% di azoto,
lo 0,1% di fosforo (come anidride
fosforica)e lo 0,3% di potassio (come
ossido di potassio).
– Letame essiccato: concime organico
ottenuto dall’essiccamento e trasformazione di deiezioni animali con o senza
lettiera.
Lettiera: relativamente al bosco, strato superficiale dei terreni forestali che
non è in avanzato stato di decomposizione, solitamente composto da foglie cadute da poco, aghi, ramoscelli, steli, cortecce e frutti. In zootecnia, strato di 10-15
cm di materiale per lo più di origine vegetale (paglia, truciolo, fogliame secco,
tutolo di mais, pula di riso, ecc.) che viene usato per ricoprire il pavimento di
ambienti chiusi dove vengono allevati gli
animali; assorbe e consente la fermentazione delle feci contribuendo a creare un
idoneo ambiente d’allevamento.
Letto di semina: strato superficiale
del terreno che viene preparato in modo tale da favorire la germinazione (vedi) dei semi e l’emergenza (vedi) delle piante.
Libro (vedi tavola X): l’insieme dei
piccolissimi tubi (vasi) che trasportano
la linfa (vedi) elaborata. Si trova all’esterno del cambio (vedi).
Lieviti: microrganismi (vedi) fungini
unicellulari caratterizzati dalla capacità
di provocare fermentazioni (vedi) e, pertanto, utilizzati in enologia, nella produzio-
78-Manichetta per l’irrigazione
77-Limaccia
ne della birra, nella panificazione, ecc.
Ligula: «lingua» dell’ape. L’ape presenta un apparato boccale «lambentesucchiante», adatto alla raccolta del nettare (vedi) dai fiori.
Liliacee: famiglia botanica della
classe delle Monocotiledoni (vedi) a cui
appartengono aglio, asparago, cipolla (e
cipollina), porro, cipolletta d’inverno,
erba cipollina, muscari (cipollaccio o
lampagione), scalogno.
Limaccia (77): mollusco terrestre
privo di conchiglia (noto anche con il
termine «lumaca») appartenente alla
classe dei Gasteropodi e alla famiglia
dei Limacidi.
Limacida: prodotto che serve per uccidere le lumache (o limacce) e le chiocciole dannose alle colture
Limite di tolleranza (residuo massimo ammesso): quantità massima (espressa in ppm = parti per milione) di residuo
di prodotto fitosanitario (vedi), stabilita
per legge, che si può tollerare su un vegetale o prodotto vegetale al momento
della commercializzazione.
Limo: frazione del terreno costituita
da particelle di diametro compreso tra
0,02 e 0,002 millimetri. Mediamente è
presente nei suoli in quantità variabili
dal 25 al 40%.
Linfa: liquido che contiene sostanze
nutritive e che scorre in tutte le parti vitali della pianta. Viene distinta in: linfa
grezza o ascendente composta da acqua
e sali minerali, che dalle radici si porta
alle foglie passando per l’alburno (vedi);
linfa elaborata o discendente contenente le sostanze prodotte dalla fotosintesi
(vedi), in particolare zuccheri, che dalle
foglie si distribuisce a tutti gli organi
della pianta attraverso il floema (vedi).
Liquame: concime organico derivato
dalla mescolanza delle deiezioni liquide
e solide – talvolta anche delle acque di
lavaggio – degli allevamenti di bovini,
suini, ecc. in cui non viene impiegata la
lettiera (vedi).
Lisciviazione: rimozione di materiali
solubili da una zona del terreno e loro trasporto in un’altra attraverso il movimento dell’acqua lungo il profilo del terreno.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Longidiurna: contrario di brevidiurna
(vedi), si dice di pianta che produce fiori
solo se riceve luce per un elevato numero
di ore al giorno e rimane al buio per poche ore (per esempio bietola, radicchio).
che provocano rammollimento e disfacimento completo dei tessuti; può colpire
un po’ tutte le parti della pianta ed è particolarmente pericolosa quando attacca
le piantine appena germinate o trapiantate (marciume del colletto) perché può
provocare il fallimento della coltura già
dal suo inizio.
Margotta (vedi tavola XVIII): ramo
che viene indotto a sviluppare radici
mentre è ancora attaccato alla pianta. Il
margottaggio è un metodo di moltiplicazione (vedi) delle piante. Si distinguono
la margotta aerea, che si ottiene facendo emettere radici a un ramo della chioma, e la margotta di ceppaia, che si ottiene facendo radicare (dopo averli coperti con terra o altro) i germogli che
sorgono alla base della pianta dopo averla tagliata vicino a terra.
Marza (vedi tavola XVI): detta anche «calma», porzione di pianta (ramo,
germoglio, parte superiore di un fusticino, ecc.), provvista di una o più gemme, che si utilizza per effettuare un innesto (vedi).
Matricina (80): albero da non sotto-
porre al taglio per più turni (vedi), che si
sceglie all’interno di un bosco sia con
funzione di produzione di legname sia
per produzione di seme. Le normative di
carattere forestale impongono quasi
sempre il «rilascio» (mantenimento) di
un certo numero di matricine per ettaro.
Maturatore (81): recipiente, generalmente di acciaio inox, in cui si lascia decantare il miele dopo la smielatura (vedi) per liberarlo dalle bollicine d’aria
e dalle impurità (pezzi di cera, propoli, ecc.).
Mazzetto di maggio (vedi tavola
XXIII): vedi dardo fiorifero.
Melario (vedi tavola II): parte mobile dell’arnia (vedi) contenente i telaini
(vedi) che servono per la raccolta del
miele.
Melata: sostanza zuccherina emessa
da alcuni insetti (per esempio afidi, cocciniglie, Metcalfa pruinosa, ecc.).
Meristema: tessuto vegetale in grado
di produrre altri tessuti. I meristemi che
si trovano negli apici vegetativi del fusto
e delle radici («meristemi primari») consentono la crescita in lunghezza della
pianta; quelli che sono collocati nel fusto e nelle radici (cambio e fellogene,
detti «meristemi secondari») consentono la crescita in larghezza.
Metabolismo: insieme dei processi
fisiologici (vedi fisiologia) di un organismo vivente atti a produrre energia, a
costruire nuove cellule e a eliminare le
sostanze di scarto.
Metamorfosi: complesso di trasformazioni che un insetto subisce per raggiungere la forma adulta.
Metastasi: propagazione di un tumore (vedi) al di fuori dell’organo in cui ha
avuto inizio il suo sviluppo.
Meteorismo: eccessiva presenza di
gas all’interno del canale digerente.
80-Matricina
81-Maturatore
M
Macroelementi: elementi presenti
nelle piante in quantità di regola superiori allo 0,1% della sostanza secca.
Questi elementi sono azoto, calcio, carbonio, fosforo, idrogeno, magnesio, potassio, zolfo, ossigeno. In passato si riteneva che il buon risultato di una coltura
fosse influenzato specialmente dalla presenza nel terreno di azoto, fosforo e potassio, ma diversi studi hanno confermato l’importanza non trascurabile di altri
elementi presenti nel suolo (per esempio
l’importanza del magnesio per le Cucurbitacee).
Maggese: pratica consistente nel lasciare il terreno non coltivato e libero da
malerbe, o coperto da uno specifico vegetale per almeno una stagione di coltivazione. L’obiettivo di tale pratica può
essere quello di controllare le malerbe o
quello di accumulare acqua e/o nutrienti assimilabili dalle colture.
Malvacee: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono per esempio il cotone, la
malva, l’ibisco.
Manichetta (78): tubo in materiale
plastico flessibile, in genere forato, impiegato per l’irrigazione. Le manichette
vengono poste sotto la pacciamatura
(vedi) o a livello del terreno. Ne esistono di tipi assai diversi (semplicemente
forate, porose, con gocciolatori, ecc.) tali da poter essere utilizzate nelle più differenti situazioni di coltivazione. Hanno
diversi pregi, tra cui quello di far risparmiare acqua e quello di non bagnare la
parte aerea delle piante.
Manna: particolare melata (vedi)
che le api raccolgono in montagna,
quando l’apiario viene collocato in prossimità di boschi di larice (Larix decidua) e abete rosso (Picea abies). Cristallizza direttamente nei favi (vedi) creando difficoltà all’apicoltore nella fase di
smielatura (vedi).
Marcatura dell’ape regina (79): operazione che consiste nel colorare la parte superiore del torace dell’ape regina
al fine di riconoscerne l’età. Esiste una
convenzione internazionale per la quale si alternano i seguenti colori: bianco, giallo, rosso, verde, blu (che si ripetono, in quest’ordine, ogni cinque anni.
Nel 2011 si utilizza il colore bianco, nel
2012 il giallo, e così di seguito).
Marciume: malattia causata da funghi (vedi) microscopici o batteri (vedi)
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
79-Marcatura dell’ape regina
31
82-Micelio di Fusarium (su piastra)
83-Micorriza
84-Micropropagazione
85-Mignolatura
Micelio (82): l’insieme delle ife (vedi) di un fungo (vedi).
Micete: vedi fungo.
Micoplasma: parassita (vedi) con caratteristiche intermedie tra un virus (ve-
di) e un batterio (vedi). Alcune specie di
micoplasmi sono causa di malattie negli
animali, in particolare negli avicoli (micoplasmosi aviarie).
Micorriza (83): simbiosi (vedi) tra la
radice di una pianta e un fungo: la pianta
fornisce al fungo sostanze elaborate e il
fungo mette a disposizione della pianta
composti minerali che quest’ultima non
sarebbe capace di assorbire. Il rigoglio dei
boschi anche in terreni ingrati è dovuto in
buona parte a questo tipo di simbiosi.
Micosi: malattia causata da funghi
(vedi) che proliferano nei tessuti degli
ospiti.
Microelementi o elementi micronutritivi: elementi chimici presenti in genere nel suolo in quantità limitate e indispensabili alle piante in quantità molto
ridotte. Sono elementi micronutritivi
(detti pure elementi oligodinamici) ferro, boro, cloro, manganese, molibdeno,
rame, zinco.
Micropropagazione o propagazione
in vitro (84): tecnica di laboratorio in
cui si impiegano poche cellule (vedi) vegetali, spesso – ma non di regola – prelevandole dalle parti che consentono
l’accrescimento delle piante (meristemi,
vedi) per dare origine a nuovi individui.
Ha diversi scopi tra cui quello di ottenere, in tempi relativamente brevi, moltissimi soggetti con caratteristiche praticamente identiche tra loro e quello di risanare, con appropriati accorgimenti, piante compromesse da gravi malattie (esempio virus, vedi). È impiegata in tutti i
settori della coltivazione dei vegetali,
dalla frutticoltura alla floricoltura, dalla
viticoltura all’orticoltura.
Tavola XVIII - Moltiplicazione delle piante
Innesto
Margotta di ceppaia
32
Talea (vari tipi)
Propaggine semplice
Margotta aerea
Propaggine multipla
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Microrganismo: organismo vivente
animale o vegetale (protozoo, alga, batterio, virus, ecc., vedi le singole voci),
infinitamente piccolo, per lo più unicellulare, visibile solo al microscopio.
Miele: prodotto dell’alveare derivato
dal nettare (vedi), dalla melata (vedi) e da
ogni altra sostanza zuccherina raccolta
sulle piante, arricchito di sostanze provenienti dal corpo dell’ape, trasformato, deposto nei favi (vedi) e lasciato maturare.
Mignola: è così detta l’infiorescenza
(grappolo, vedi) dell’olivo.
Mignolatura (85): fase in cui compaiono le «mignole», cioè le infiorescenze (vedi) a grappolo dell’olivo.
Minima lavorazione: metodo di coltivazione del terreno che prevede il minimo utilizzo delle lavorazioni principali o
complementari, per il quale si utilizzano
attrezzi tipo erpice a denti elastici, erpice
a dischi, erpice rotante (vedi erpice).
Minzione: atto di emissione dell’urina.
Miscela di fertilizzanti: mescolanza
fisica di fertilizzanti granulari solidi,
realizzata per ottenere concimi composti
con titoli (vedi) e rapporti specifici, in
cui i singoli granuli della miscela contengono sostanze nutritive differenti. Si
distingue dai concimi composti ottenuti
per reazione chimica in quanto in questi
ultimi ogni granulo tutti gli elementi fertilizzanti nella stessa proporzione.
Miscibilità: proprietà reciproca di
due sostanze (per esempio due prodotti
fitosanitari) di unirsi in miscela senza
perdere le rispettive capacità di azione,
cioè senza alterarsi né generare interazioni dannose.
Moltiplicazione (vedi tavola XVIII):
produzione di nuove piante mediante
l’utilizzo di loro parti diverse dal seme
(cioè per talea, per innesto, per propaggine, per margotta, per divisione di ceppi, vedi le singole voci). È detta anche
propagazione agamica (vedi).
Monitoraggio: controllo ricorrente e
sistematico di una situazione, come per
esempio l’andamento di un’infezione
(vedi), di un’infestazione (vedi) o di un
fenomeno naturale (temperatura, piovosità, ecc.) in un determinato ambiente
(allevamento, frutteto, vigneto, ecc.) al
fine di programmare un intervento (cure
veterinarie, trattamento antiparassitario,
irrigazione, ecc.).
Monocoltura: coltivazione di una
sola specie su tutta la superficie di
un’azienda o di una zona.
Monocotiledoni: classe di piante nel
cui seme è contenuto un solo cotiledone,
(vedi). Non hanno il cambio (vedi); le
foglie hanno la pagina superiore ed inferiore praticamente uguali e con nervature parallele; la struttura delle piante è
prevalentemente erbacea tranne che nelle palme. Le famiglie delle Graminacee
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
86-Motoagricola (oggi meglio
definita come «trattrice
C
con pianale di carico»).
A-Motore. B-Assi.
C-Pianale di carico
fisso o ribaltabile.
D-Rete di
protezione.
E-Roll-bar
(telaio
di protezione
in caso
di ribaltamento)
fisso o abbattibile.
F-Posto di guida
B
E
A
B
87-Motocoltivatore. A-Motore.
B-Stegole. C-Telaio portante.
D-Attrezzo accoppiato
(in questo caso
una zappatrice).
E-Asse
C
A
e delle Liliacee, per esempio, appartengono alla classe delle Monocotiledoni.
Monofago: si dice di un organismo
che si nutre di una sola specie di animali o vegetali. È riferito in particolare a
insetti (vedi) e acari (vedi) parassiti che
vivono a spese di una sola specie coltivata (mosca delle olive, fillossera della
vite, ecc.).
Monoica (vedi tavola IX): si dice di
specie che presenta contemporaneamente nello stesso individuo fiori aventi solo
la parte riproduttiva maschile e fiori aventi solo quella femminile. Esempi di specie monoica sono il melone e il mais.
Monosuccessione: coltivazione della
stessa specie sullo stesso appezzamento
per due o più anni.
Mosto concentrato: mosto di uva ottenuto dalla disidratazione parziale del
mosto di uve fresche, mediante concentrazione a caldo o a freddo. Viene impiegato per aumentare la gradazione zuc-
F
D
D
E
cherina dei mosti o dolcificare i vini.
– Mosto concentrato rettificato: mosto
concentrato – di colore bianco trasparente come lo sciroppo di zucchero –
privato di tutte le sostanze coloranti, dei
sali e degli acidi. Viene impiegato per
aumentare la gradazione zuccherina dei
mosti o dolcificare i vini.
Motoagricola (86): oggi meglio definita come «trattrice con pianale di carico», è una macchina semovente dotata di
un pianale di carico posteriore, e di presa
di potenza per l’azionamento di macchine operatrici (caricafieno, spandiletame,
botte con pompa irroratrice, verricello,
ecc.), accoppiabili in generale all’attacco
a tre punti o al gancio di traino.
Motocoltivatore (87): macchina semovente multifunzionale (grazie alle notevoli possibilità di accoppiamento con
molte attrezzature differenti), di dimensioni ridotte, adatta per lavorazioni di
estensioni limitate di terreno, impiegata
33
E
88-Motofalciatrice. A-Motore.
B-Barra falciante. C-Asse. D-Ruote.
E-Stegole di guida e comandi
A
C
D
B
molto frequentemente sia nel settore
agricolo tradizionale che in quello della
cura del verde e delle colture protette, a
livello professionale e hobbistico. In
unione con una zappatrice (o, più raramente, con un aratro) viene utilizzato
spesso per le lavorazioni del terreno, per
una profondità massima di 20 cm, principalmente nelle fasi di preparazione del
letto di semina ed eliminazione delle infestanti. Accoppiandolo ai diversi accessori disponibili lo si può però trasformare agevolmente anche in falciaerba, seminatrice, spazzaneve, ranghinatore per
la gestione del foraggio, trinciasarmenti,
ruspa, biotrituratore, ecc.
Motofalciatrice (88): attrezzatura
agricola semovente utilizzata per sfalciare l’erba. È costituita da un telaio, di
solito in alluminio pressofuso che sostiene il motore, il quale provvede al
movimento della macchina e dell’apparato falciante. Quest’ultimo può essere
di tipo alternativo (falciatrice a barra falciante) oppure di tipo rotativo (falciatrice a dischi).
Mucosa: tessuto di rivestimento delle cavità naturali del corpo.
Mulching: termine inglese per indicare la pacciamatura (vedi) con materiale vegetale. Relativamente al tappeto erboso, taglio con rilascio dell’erba sul
prato dopo un’intensa triturazione, attuato con rasaerba dotati di un apposito
apparato di taglio.
Mustelidi: famiglia di mammiferi
carnivori, di piccola taglia, con dentatura robusta e bella pelliccia. Sono mustelidi la faina, la donnola, ecc.
Muta: in avicoltura è il rinnovamento periodico delle penne degli uccelli
34
Il movimento
dell’apparato
falciante può essere
di tipo alternativo
(falciatrice a barra
falciante, a sinistra),
oppure di tipo rotativo
(falciatrice a dischi, in alto)
89-Mutazione gemmaria (su arancio)
che avviene annualmente di solito verso
la fine dell’estate. Negli insetti è il processo di rinnovamento della cuticola
(vedi) con la formazione di un nuovo rivestimento del corpo. Nei mammiferi è
il ricambio periodico del pelo, più evi-
90-Nematodi: galle comparse
sulle radici in seguito all’attacco
dente in primavera.
Mutazione: cambiamento che può
avvenire, spesso in modo improvviso,
negli esseri viventi. Interessa i caratteri
ereditari e porta all’affermazione di nuovi caratteri. Le mutazioni vengono considerate fenomeni di base per l’evoluzione degli organismi.
– Mutazione gemmaria (89): mutazione
che avviene su una gemma (vedi). Se
questa è una gemma a legno, il ramo che
ne deriva si può utilizzare per dare origine ad una nuova varietà.
N
Neanide: insetto (vedi) appena nato
che si presenta in una forma più o meno
simile a quella dell’insetto adulto (per
esempio cocciniglie).
Necrosi: processo che porta alla morte di singole cellule o di tessuti di organismi viventi.
Nematocida: prodotto antiparassitario
in grado di uccidere i nematodi (vedi).
Nematodi (90): microrganismi (vedi)
animali dannosi alle piante, comunemente noti con il nome di «anguillule».
Negli animali vi sono numerosi nematodi che parassitano l’intestino (per esempio ascaridi, capillarie, ecc.) o l’apparato cardio-circolatorio (come per esempio la filaria).
Neoplasia: sinonimo di tumore, è la
crescita in un organismo vivente di cellule (vedi) anormali e molto aggressive che,
nel replicarsi, distruggono i tessuti sani.
Nervatura (vedi tavola XI): parte
molto evidente delle foglie contenente i
vasi che trasportano le linfe (vedi).
Nestaio: appezzamento del vivaio nel
quale si eseguono gli innesti (vedi), su semenzali (vedi) o su barbatelle (vedi).
Nesto o gentile (vedi tavola XVI): è
la varietà che si innesta su un portinnesto (vedi).
Nettare: liquido zuccherino, prodotto
da particolari ghiandole (nettàri, vedi)
presenti nel calice (vedi) dei fiori che rappresenta il nutrimento per molti insetti.
Questi, visitando i fiori per raccoglierlo,
favoriscono l’impollinazione (vedi).
Nettario: organo che si trova in molti fiori e produce il nèttare (vedi).
Nido: in apicoltura, parte dell’arnia
in cui la colonia alleva la covata (vedi
singole voci).
Nido-trappola (91): in avicoltura,
meccanismo di autocattura che, applicato ai nidi per la ovideposizione, consente di catturare gli animali che vi entrano
per deporre le uova. Viene utilizzato per
l’identificazione degli animali più produttivi e nei programmi di selezione dei
riproduttori.
Ninfa: stadio finale della muta (vedi)
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
nello sviluppo giovanile di alcuni insetti (per esempio le cavallette) prima della
formazione dell’adulto. La ninfa ha un
aspetto simile a quello dell’adulto, in
quanto presenta già la suddivisione del
corpo in capo, torace e addome, anche
se non ha completamente sviluppati alcuni organi (per esempio le ali e gli organi riproduttori) e ha ancora una consistenza molle perché non si è completamente formato lo scheletro esterno (esoscheletro).
Nitrati: composti semplici che contengono azoto. La maggior parte delle
piante assorbe azoto sotto forma di nitrati.
– Nitrato ammonico: concime semplice
azotato, ottenuto chimicamente e contenente in alcuni casi diluenti quali roccia
calcarea macinata, solfato di calcio, roccia dolomitica macinata, solfato di magnesio, kieserite. Generalmente contiene dal 26 al 33% di azoto ed ha un’azione piuttosto pronta.
– Nitrato di calcio: concime semplice
azotato, ottenuto chimicamente e contenente solitamente il 15% di azoto; ha un
effetto molto pronto sulla nutrizione
delle colture.
Nodo: punto del fusto o del ramo in
cui sono inserite le gemme (vedi) o le parti che da queste si sono sviluppate (foglie,
fiori, germogli, vedi le singole voci).
Nomadismo: detto anche «transumanza», «apicoltura nomade o pastorale». In apicoltura, trasferimento degli alveari da una zona all’altra (per esempio
dalla pianura alla montagna) per sfruttare le fioriture che si verificano in successione e incrementare così la produzione
di miele.
Non lavorazione (92): procedura secondo la quale la coltura è seminata direttamente nel terreno, senza lavorazioni
principali o complementari, dopo la raccolta della coltura precedente. Generalmente è necessaria una specifica seminatrice per preparare un piccolo letto di
semina immediatamente attorno all’area
ove sarà posto il seme. Talora, per facilitare la semina e la crescita delle prime radici, si pratica la non lavorazione
in combinazione con discissioni in profondità (vedi ripuntatura), in maniera da
lasciare la superficie indisturbata, con la
sola esclusione di piccole fessure lungo
i percorsi dell’attrezzo discissore.
Nucleo: in avicoltura, miscela di cereali e farine ad alto tenore proteico. Il
nucleo viene mescolato, in varie percentuali, con cereali aziendali (mais, grano,
ecc.) per la realizzazione di razioni alimentari adatte alle varie specie in allevamento. Come nucleo, oltre ai preparati
appositamente realizzati (36% o 42% di
proteine), possono anche essere utilizzati i mangimi per i primi giorni d’allevaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
una piccola colonia d’api contenuta in
pochi telaini (4-5 telaini tra scorte e covata). Il termine viene usato anche per
identificare una famiglia d’api preparata
dall’apicoltore, con ape regina (vedi) di
età certificata, a differenza dello sciame
naturale dove non sempre è possibile risalire all’età della regina.
O
91-Nido-trappola
92-Non lavorazione: semina dei cereali
con seminatrice per terreno sodo
93-Opercoli
mento di polli (23% di proteine) o fagiani (27% di proteine). In apicoltura, sinonimo di colonia o famiglia, ma riferito a
94-Ovolo
con tre germogli
Ogm: sta per Organismo geneticamente modificato. Questa sigla è comunemente usata per indicare piante transgeniche (vedi transgenico).
Ombrellifere o Apiacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni
(vedi) a cui appartengono carota, finocchio, prezzemolo, sedano, aneto, anice,
cerfoglio, coriandolo, pastinaca, prezzemolo da radice, sedano rapa. Il loro nome deriva dal fatto che producono una
caratteristica infiorescenza (vedi) a forma di ombrella.
Opercolo (93): in apicoltura, strato
sottile di cera che chiude ogni cella del
favo (vedi).
Orfanità: in apicoltura, condizione
anomala di una colonia (vedi) d’api priva dell’ape regina. In questa situazione
le api sono irrequiete e, se viene aperto
l’alveare, si nota il fenomeno del battito
d’ali generalizzato a tutte le api operaie
presenti nell’alveare stesso.
Ormone vegetale: vedi fitoregolatore.
Ornitologia: ramo della zoologia che
studia gli uccelli.
Ossidazione: in enologia (vedi), processo di natura chimica che provoca nel
tempo notevoli trasformazioni del vino
sia nel colore sia nelle caratteristiche organolettiche.
Ovaio: organo femminile deputato
alla produzione delle cellule riproduttive (ovuli). I mammiferi ne possiedono
due, gli uccelli solamente uno.
Ovario (vedi tavola XII): parte dell’apparato femminile del fiore, di solito
ingrossata, che contiene l’ovulo (vedi) o
gli ovuli; questi, una volta fecondati, daranno origine ai semi (vedi).
Ovideposizione o ovodeposizione:
processo di deposizione delle uova da
parte di un insetto o di un uccello.
Ovolo (94): formazione rotondeggiante che si trova alla base del tronco
degli olivi (ceppaia o pedale, vedi) e che
genera nuovi germogli e nuove radici.
Può essere staccato dal pedale e utilizzato come talea (vedi) per produrre una
nuova pianta.
Ovulo: in botanica, corpuscolo contenuto nell’ovario (vedi) del fiore che,
dopo la fecondazione (vedi), dà luogo al
seme. In zoologia, cellula riproduttiva
femminile prodotta dall’ovaio (vedi).
35
95-Pacciamatura
96-Pane di terra (cetriolo)
P
Pacciamatura (95): tecnica che consiste nel ricoprire il terreno coltivato con
materiali diversi (teli plastici, foglie secche, paglia, erba fresca, ecc.) per impedire lo sviluppo di piante infestanti, contenere l’evaporazione di acqua dal terreno, evitare che i frutti si sporchino a
contatto con il suolo, ecc. Si può impiegare tanto in coltura protetta che in pieno campo.
Palmato: si dice di ciò che è disposto
a ventaglio come le dita aperte del palmo della mano. Dicesi per esempio del
piede degli uccelli acquatici, in cui le dita sono collegate fra loro da una membrana di pelle che le rende più efficienti
nel nuoto.
Palmipedi: uccelli dotati di dita palmate (vedi palmato) atte al nuoto. Sono
palmipedi l’oca, l’anatra, il cigno, ecc.
Pane di terra (96): terra o terriccio
che rimane aderente all’apparato radicale di una pianta quando questa viene tolta dal luogo in cui si trovava (vivaio, vasetti, ecc.). In orticoltura e in floricoltura
le piantine con il pane di terra non subi-
36
scono, al momento del trapianto, gli inconvenienti delle piantine a radice nuda (elevata mortalità delle piante messe a dimora) e hanno rapido e uniforme
attecchimento, ripresa vegetativa veloce, regolarità di accrescimento, maggiore precocità e più elevata produttività. Il pane di terra si può chiamare «pane di torba» quando è costituito da questo materiale.
Pannocchia: tipo di racemo (vedi)
composto a ramificazione multipla (ne è
un tipico esempio l’infiorescenza maschile del mais).
Pappa reale: detta anche «gelatina
reale», è l’alimento per le giovani larve
di api nei primi tre giorni di vita e per le
api regine (vedi) nell’arco di tutta la vita. Viene secreta da particolari ghiandole delle api operaie (vedi) nutrici.
Paraffinatura (97): pratica che consiste nel ricoprire con paraffina (a bassa
temperatura di fusione) una parte di
pianta per evitare la perdita di umidità.
Si usa per esempio per proteggere gli innesti-talea (vedi) di vite.
Parassita: essere vivente che vive a
spese di un altro organismo vivente. Sono parassiti per esempio, tra i vegetali,
la cuscuta, pianta che si nutre delle sostanze prodotte da altre piante come
l’erba medica, la patata e diverse altre, e,
tra gli animali, le cocciniglie, insetti che
si nutrono della linfa delle piante su cui
si insediano.
Parassitoide: organismo il cui sviluppo avviene a spese di un solo individuo animale ospite: gli adulti del parassitoide depongono le uova all’interno
del corpo o delle uova dell’ospite, e le
larve del parassitoide, che nascono dalle
uova deposte, divorano poi lentamente
l’ospite durante il loro sviluppo. Alcuni
parassitoidi sono utili all’uomo perché
eliminano parassiti (vedi) nocivi.
Parenterale: si dice della via di somministrazione di un farmaco che viene
somministrato per iniezione (sottocutanea, intramuscolare, endovenosa, intradermica, ecc.).
Partenocarpia (98): in botanica, produzione di un frutto senza che sia avvenuta la fecondazione (vedi) degli ovuli (vedi) contenuti nell’ovario (vedi). I
frutti derivati da partenocarpia possono essere completamente privi di semi
(apireni).
Pascolo: appezzamento di terreno in
cui gli animali da allevamento si nutrono direttamente delle erbe presenti (cioè
pascolano). A seconda della zona in cui
si trovano, esistono pascoli di valle, di
mezza montagna, di alta montagna.
Spesso vengono suddivisi in aree (per
esempio con recinti elettrici) per una più
razionale utilizzazione della superficie.
Quando la prima erba che si forma (il
primo taglio e a volte anche il secondo)
viene falciata per farne foraggio e poi si
lascia pascolare il bestiame, l’appezzamento si chiama «prato-pascolo».
Patogeno: qualsiasi agente responsabile di produrre una malattia ai danni di
un organismo vivente.
Pedale: vedi ceppaia.
Pedologia: scienza che studia la formazione, la costituzione e l’utilizzo
agrario dei terreni (o suoli).
Pedologico: si dice di ciò che è relativo al terreno (o suolo).
Peduncolo (vedi tavola XIII): parte
del fiore, e poi del frutto, che serve a sostenere fiori e frutti e a collegarli al ramo. All’interno del peduncolo si trovano
i vasi che trasportano la linfa (vedi).
Peli assorbenti o peli radicali: minutissimi peli che, nelle radici giovanissime, provvedono all’assorbimento di acqua e sali minerali.
Pennata: si dice di foglia composta,
formata da tante foglioline disposte ai
lati dell’asse centrale (rachide, vedi) il
quale può terminare con una fogliolina
97-Paraffinatura delle barbatelle di vite
98-Partenocarpia (pera)
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola XIX - pH del terreno
Classificazione dei terreni in base alla loro reazione
Foto: Silvio Caltran
(foglia imparipennata) oppure senza fogliolina (foglia paripennata).
Perenne: si dice di pianta, di consistenza erbacea o arborea, che vive per più
di due anni. Asparago e carciofo, per
esempio, sono perenni. Le piante erbacee
vengono dette anche «vivaci» (specialmente quando sopravvivono per mezzo
di un rizoma, di un bulbo, di un tubero).
Quelle legnose sono dette: «suffrutici»,
se hanno un fusto parzialmente lignificato alla base, come per esempio la salvia;
«frutici» o «arbusti», se hanno consistenza legnosa e sono ramificate fin dalla base, come per esempio il biancospino; «alberi», se presentano un solo fusto lignificato detto tronco, munito generalmente
di rami, come per esempio il melo.
Perfosfato semplice (perfosfato minerale): concime semplice fosfatico (a
base di fosforo), prodotto per reazione
di rocce fosfatiche con acido solforico.
Generalmente contiene dal 18 al 20% di
anidride fosforica; contiene anche gesso
(solfato di calcio) ed è quindi una importante fonte di zolfo per le colture.
Perfosfato triplo: concime semplice
fosfatico, detto anche «triplape». È prodotto per reazione di rocce fosfatiche con
acido fosforico e generalmente contiene
dal 46 al 48% di anidride fosforica.
Perlage: in enologia, «fontanella» di
bollicine di anidride carbonica che si
forma in un bicchiere di spumante. Più
fini e continue sono, migliore è la qualità dello spumante.
Permeabilità del terreno: facilità con
cui i gas o i liquidi penetrano o passano attraverso una massa o uno strato di
terreno.
Pèrula: foglia trasformata, a forma
di squama, che protegge la gemma (vedi) durante il riposo vegetativo.
Pesticida: pessima espressione con
cui si designano i prodotti fitosanitari (vedi) in genere. Tale termine deriva dall’inglese «pesticides» con il quale
si intendono appunto i prodotti velenosi
utilizzati contro animali, vegetali e microrganismi dannosi (detti in inglese pests). Sono da preferire le dizioni antiparassitario (vedi), agrofarmaco o fitofarmaco (vedi).
Petalo (vedi tavola XII): parte che
costituisce la corolla (vedi) del fiore.
Talvolta i petali sono molti vistosi e colorati, altre volte si notano appena.
pH (vedi tavola XIX): in agricoltura,
simbolo che indica se il terreno è neutro,
alcalino (o basico) oppure acido. Con
pH uguale a 7 il suolo è neutro, con valori di pH superiori a 7 è alcalino, con
valori inferiori a 7 è acido; più ci si allontana da 7 e più alcalino o più acido
diventa il terreno.
Pianta madre: nome generico per indicare le piante da cui si ricavano marze
99-Pianto (actinidia)
100-Pica
(vedi) o gemme (vedi) per un innesto,
oppure talee (vedi), o piante che vengono moltiplicate per margotta, propaggine, divisione (vedi le singole voci). Sono «piante madri» anche quelle che forniscono semi per eseguire selezioni e
miglioramenti delle varietà.
Pianto (99): linfa (vedi) grezza che
sgorga da un ramo tagliato all’inizio della
ripresa vegetativa primaverile (come suc-
cede per esempio nella vite, nel kiwi).
Pica (100): fenomeno di beccaggio
reciproco fra uccelli, acquisito per imitazione, dovuto a eccessiva aggressività,
sovraffollamento, limitata disponibilità
di mangiatoie o squilibri dietetici. È sinonimo di cannibalismo (vedi).
Picchettatura: vedi rimpiolatura.
Picciolo (vedi tavola XI): parte della
foglia che serve a sostenere e collegare
la parte allargata (lamina, vedi) al fusto
o al ramo; al suo interno si trovano i vasi che trasportano la linfa (vedi).
Picnidio: piccolo corpo fruttifero di
un microrganismo (vedi) fungino che
emerge da un tessuto vegetale e che libera elementi (conidi) di propagazione.
Pigmento: sostanza che conferisce il
colore a molti tessuti animali e vegetali.
Nelle piante la clorofilla (vedi), di colore verde, è il pigmento più importante
perché è indispensabile per la fotosintesi (vedi).
Pirodiserbo (101): metodo di eliminazione delle erbe infestanti (vedi) attraverso il calore. Si può utilizzare anche
per il diserbo selettivo, che salvaguarda
la coltura sfruttando la diversa sensibilità al calore della specie coltivata rispetto alle erbe infestanti.
Pistillo (vedi tavola XII): apparato
riproduttore femminile del fiore (gine-
101-Pirodiserbo
37
ceo) formato da ovario, stilo, stigma
(vedi le singole voci).
Plantaginacee: famiglia botanica
della classe delle Dicotiledoni (vedi) a
cui appartiene, per esempio, il coronopo
o barba dei frati.
Polarità: condizione da rispettare
nelle operazioni di propagazione (vedi).
Si rispetta la polarità di una marza o di
una talea mantenendo rivolta verso il
basso l’estremità che nel ramo era più
vicina alla base.
Polifago: si dice di un organismo che
si può nutrire di numerose specie di animali o vegetali. È riferito in particolare
a insetti (vedi) e acari (vedi) parassiti
(vedi) che vivono a spese di diverse
piante coltivate e non (anarsia, rodilegno, diverse specie di afidi, ecc.)
Polifenoli: in enologia, tutte le sostanze coloranti e tanniche presenti nel
mosto e nel vino. Per la maggior parte
derivano dall’uva e in minima parte dal
legno delle botti. Comprendono i tannini
(catechine, ecc.), le sostanze coloranti
(antociani e flavoni) e gli acidi fenolici.
Poligonacee: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono, per esempio, l’acetosa e il
rabarbaro.
Pollina: concime organico formato
dagli escrementi di volatili domestici,
con o senza lettiera. Generalmente contiene il 2-3% di azoto e altrettanto di
anidride fosforica.
Polline (102): insieme di piccolissi-
102-Polline di Citrus
(fortemente ingrandito)
mi granuli prodotti dalle antere (vedi), i
quali contengono il nucleo fecondativo
maschile delle piante. Può essere di diversi colori: giallo, bianco, azzurro, rosso, nero. Le api lo raccolgono per alimentare la covata (vedi). Raccolto con
speciali trappole ed essiccato dall’apicoltore viene impiegato nell’alimentazione umana.
Pollone (vedi tavola X): ramo che
sorge al di sotto del colletto (vedi) di una
pianta o da una radice.
Pomacee: specie arboree da frutto
della famiglia delle Rosacee (vedi) il cui
frutto (falso frutto) è un pomo (per esempio: melo, pero, sorbo, cotogno).
Pomo: «falso frutto», come la mela e
la pera, nel quale il vero frutto, derivato
dall’accrescimento dell’ovario (vedi), è
rappresentato dal torsolo. La parte polposa che si mangia deriva in realtà dall’accrescimento del ricettacolo (vedi).
Portinnesto: pianta che fornisce l’apparato radicale di una pianta innestata.
Posatoio: asta generalmente di legno
dove vanno a riposare polli, faraone e
tacchini. È un elemento indispensabile
che deve essere presente, dalla decima
settimana di vita in poi, nei ricoveri di
questi animali.
Postarella: vedi semina.
Potassa: termine utilizzato comunemente per indicare il potassio o i fertilizzanti potassici.
Potatura (vedi tavola XX): insieme
di operazioni – rappresentate da tagli,
asportazioni, cambiamenti di posizione
di rami o altre parti di alberi e arbusti –
volte a ottenere dalle piante reazioni utili all’uomo.
– Potatura secca (o invernale o al bruno): potatura eseguita durante il riposo
vegetativo di alberi a foglia caduca.
– Potatura verde: potatura eseguita durante il periodo vegetativo degli alberi.
Potere assorbente: proprietà che ha
il terreno di fissare e trattenere i sali minerali contenuti nella soluzione circolante (vedi). Se ne deve tener conto per
una corretta applicazione delle tecniche
di concimazione. Per esempio il fosforo
e il potassio, che sono trattenuti dal potere assorbente e vengono ceduti gradatamente alla soluzione circolante, si devono somministrare in anticipo rispetto
Tavola XX - Potatura: i termini più usati
Cimatura
Foto: Riccardo Castaldi
Taglio di ritorno
Scacchiatura
38
Spollonatura (vite)
Incisione sopra gemma
Spuntatura
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
al momento dell’effettivo utilizzo da
parte della pianta, al fine di costituire
una riserva di fertilizzante. L’azoto nitrico, invece, sfugge al potere assorbente
del terreno e deve essere somministrato
quando le piante sono presenti e in grado di assorbirlo, pena la perdita per dilavamento (vedi). L’azoto ammoniacale
viene trattenuto fintanto che subisce un
processo di trasformazione in azoto nitrico da parte di batteri presenti nel suolo: permane quindi un po’ più a lungo
nel terreno e, rispetto all’azoto nitrico, è
minore il rischio di dilavamento.
Prati: colture da foraggio che durano
più di un anno. Si dicono permanenti o
perenni quando la loro durata è di un numero indefinito di anni oppure temporanei se durano un numero prestabilito di
anni. Sono naturali quando si originano
in modo spontaneo (inerbimento naturale), mentre si chiamano artificiali se ven-
103-Predatore: larva di coccinella
mentre preda una colonia di afidi
gono seminati dall’uomo. Possono essere costituiti da una sola specie (monofiti,
per esempio erba medica), da poche specie (oligofiti, per esempio erba medica
ed erba mazzolina) o da molte specie
(polifiti). Se vengono irrigati sono detti
irrigui, viceversa sono chiamati asciutti.
Accanto ai prati intesi come colture
agrarie, sono sempre più importanti i
prati ornamentali, quelli dove si svolgono attività sportive, oppure quelli impiegati per rinsaldare scarpate, argini, piste
da sci, ecc., per bonificare zone incolte
e/o degradate, ecc.
Predatore (103): animale (per esempio un insetto, vedi) che si nutre di individui di altre specie, divorandoli o succhiando la parte interna del loro corpo.
Principio attivo: sostanza che esercita un’azione nociva contro malattie o
parassiti o un’azione benefico-stimolante nei riguardi di una pianta o di un suo
organo.
Prodotto fitosanitario (vedi tavola
XXI e tavola XXII): prodotto impiegato
per la difesa e la protezione delle piante
Tavola XXI - Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività svolta
Prodotti fitosanitari
Azione svolta
Attività specifica
fungicidi
o anticrittogamici
insetticidi
proteggono le piante o i loro
prodotti da organismi nocivi acaricidi
(vegetali e animali)
nematocidi
molluschicidi
o limacidi
rodenticidi
eliminano
le
erbe
indesideDiserbanti o erbicidi rate
erbicidi
– alleganti
– anticascola
favoriscono
o
regolano
i
pro
ces
si
Fitoregolatori
– diradanti
vitali delle piante (ormoni)
– nanizzanti
– antigermoglianti
prevengono o curano le fisiopatie (alterazioni fisiologiche delle
piante non dovute a organismi prodotti preventivi e cuFisiofarmaci
viventi ma a fattori climatici, ri- rativi delle alterazioni fidotta o eccessiva disponibilità siologiche
di elementi nutritivi minerali,
ristagni d’acqua, ecc.)
Antiparassitari
Repellenti
allontanano i parassiti dalle
piante grazie a sapore, odore, prodotti repellenti
colore particolari
Biotecnologici
proteggono i vegetali o i loro prodotti da organismi nocivi (animali e vegetali) mediante l’uso
dei feromoni, delle tecniche di
disorientamento o confusione
sessuale, attrazione e cattura,
dei regolatori di sviluppo, delle
strategie di tipo genetico
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Avversità per le quali vengono impiegati
microrganismi fungini: oidio, peronospora,
ticchiolatura, ecc.
insetti: afidi, cocciniglie, mosche, tignole,
carpocapsa, ecc.
acari: ragnetto rosso, ragnetto giallo, eriofidi, ecc.
nematodi
lumache senza guscio (limacce) e lumache
con guscio (chiocciole)
roditori: arvicole, talpe, topi
erbe infestanti
– mancata allegagione
– caduta a terra dei frutti
– eccessiva allegagione
– eccessivo sviluppo
– germogliamento
– carenze (insufficienze) nutrizionali
– asfissia radicale
– danni da basse temperature
– danni da elevate temperature
danni da uccelli, roditori e altri animali selvatici
– bioinsetticidi
– bioacaricidi
– biofungicidi
insetti, acari, microrganismi fungini
– feromoni
– regolatori di sviluppo
39
La legislazione vigente suddivide i prodotti per la difesa delle piante in relazione
alla loro tossicità per l’uomo e gli animali; pertanto, tutti i prodotti fitosanitari posti in commercio (compresi quelli ammessi in agricoltura biologica) riportano in
etichetta le indicazioni fornite in questa tabella. Nella colonna di destra riportiamo la dicitura adottata nei testi di Vita in Campagna ogni volta che viene citato
un principio attivo o un prodotto per la difesa delle piante.
Classificazione [1]
(simboli e diciture
presenti in etichetta)
Indicazioni
di pericolo
Indicazioni fornite nei testi
di Vita in Campagna
T+
molto tossico
MOLTO TOSSICO
104-Pronubo: un’ape bottinatrice
su un fiore di melo
T
tossico
TOSSICO
Xn
nocivo
Xi
irritante
NOCIVO
IRRITANTE
NON CLASSIFICATO
non classificato
[1] Per l’acquisto e l’impiego dei prodotti contrassegnati come «molto tossico»,
«tossico» e «nocivo» è necessario il «patentino», rilasciato dalle Autorità regionali o provinciali preposte dopo che il richiedente ha frequentato uno specifico
corso di aggiornamento e dopo che ha superato positivamente uno specifico esame. Il patentino non è invece necessario per l’acquisto e l’impiego dei prodotti
contrassegnati come «irritante» o «non classificato».
e dei loro prodotti da organismi nocivi
(animali o vegetali).
Profilassi: prevenzione di una malattia, sia tramite accorgimenti igienici ambientali, che tramite somministrazioni di
vaccini o sostanze farmaceutiche direttamente agli individui che si vogliono
proteggere.
Prognosi: giudizio clinico sull’evoluzione futura di una malattia (anche in
termini di tempo).
Pronubo (104): si dice di animale che
compie la funzione dell’impollinazione
(per esempio insetti, uccelli, pipistrelli).
Propagazione: produzione di nuove
piante attraverso il seme (vedi riproduzione) o attraverso una parte di pianta
(vedi moltiplicazione).
Propaggine (vedi tavola XVIII): ramo che viene parzialmente interrato affinché emetta radici nella parte interrata.
Propoli (105): sostanza resinosa raccolta dalle api sulle gemme di talune
piante.
Prossimale: contrario di distale, si
dice della porzione di ramo più vicina
105-Propoli
106-Pupa (di dorifora della patata)
40
Foto: Silvio Caltran
Tavola XXII - Classificazione dei prodotti fitosanitari
in base alla loro tossicità
alla base (punto di inserzione del ramo
stesso su una branca o sul fusto).
Proteine: costituenti fondamentali
dei tessuti viventi, presenti sia negli alimenti di origine animale che nei vegetali. La loro presenza nella dieta è particolarmente importante durante la crescita.
Protozoo: essere vivente unicellulare,
poco più grande di un batterio (vedi), di
cui esistono innumerevoli specie in natura, per lo più adattate all’ambiente acquatico. Molte specie di protozoi vivono senza arrecare grossi disturbi all’interno dell’apparato digerente dei mammiferi (per
esempio i protozoi del rumine), ma alcuni sono patogeni (vedi) e possono causare gravi malattie (per esempio coccidiosi,
toxoplasmosi, istomoniasi).
Pruina: sostanza cerosa che si trova
sulle parti giovani delle piante (specialmente foglie e frutti). Ha la funzione di
allontanare l’acqua per impedire danni
ai tessuti sottostanti.
Puerperio: periodo di tempo che segue immediatamente il parto nelle femmine dei mammiferi.
Pulcinaia: ambiente chiuso e riscaldato destinato a ospitare avicoli e avifauna durante le prime settimane d’allevamento.
Pungiglione: detto anche «aculeo»,
organo di difesa delle api e di tanti altri
insetti Imenotteri. Nell’alveare solamente i fuchi (vedi) sono privi di pungiglione. L’ape regina (vedi) lo impiega
per eliminare le rivali nello stesso alveare, mentre l’ape operaia (vedi) lo usa per
difendere la famiglia dai nemici.
Pupa (106): stadio di un insetto (vedi) che talora è protetto all’interno di
una struttura prodotta dall’ultimo stadio larvale (vedi larva) e che originerà
la forma adulta.
Pupario: struttura, solitamente di
consistenza simile a quella della pergamena, che protegge la pupa (vedi) presente nel suo interno.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
Tavola XXIII - Rami fruttiferi
Pomacee
lamburda
vegetativa
lamburda
fiorifera
lamburda
fiorifera
gemma
a legno
Drupacee
gemma
a legno
gemma
a fiore
gemma
a legno
borsa
dardo
zampa di gallo
lamburda
fiorifera
Pus: sostanza più o meno fluida, di
vario colore (generalmente biancastra)
che si produce nel corso di un’infezione
circoscritta (come per esempio un ascesso); è costituito da batteri morti, cellule
della difesa immunitaria e materiali necrotici (vedi necrosi).
Q
Quiescenza: stato di sospensione
delle funzioni vitali di un organismo.
Quinconce (vedi tavola XXV): sistema d’impianto in cui le piante vengono
messe a dimora ai vertici di un triangolo
equilatero.
R
Racemo (vedi tavola XV): vedi grappolo.
Rachide: in botanica, asse dell’infiorescenza (vedi). In zoologia, asse di sostegno centrale della penna dei volatili.
Radice o apparato radicale (vedi tavola X): organo fondamentale delle
piante che ha la funzione di assorbire dal
terreno acqua e sali minerali e contenere sostanze di riserva. Le radici permettono alla pianta di restare ancorata al
suolo e nello stesso tempo esercitano su
questo la preziosa funzione di trattenuta.
Di solito si sviluppano sotto terra, ma in
alcune piante (per esempio il mais) possono crescere fuori dal terreno, nella
parte bassa del fusto.
– Radice avventizia: radice che sorge in
parti diverse dall’apparato radicale, per
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
brindillo
ramo misto
brindillo
dardo
fiorifero
(mazzetto di maggio)
esempio in un qualunque punto di un ramo, ma specialmente a livello dei nodi.
Sono radici avventizie anche quelle che
si formano dalle nervature delle foglie
(alcune begonie, violetta africana), in alcune talee delle radici stesse, da sezione
di bulbi e tuberi, ecc.
Ramo (vedi tavola X): formazione
legnosa di un anno di età.
– Ramo fruttifero (vedi tavola XXIII): ramo provvisto di una o più gemme a fiore,
che ha quindi la possibilità di portare
frutti.
Rampicante: si dice di pianta che per
sorreggersi ha bisogno di appoggiarsi a
dei sostegni; per questo possiede appositi organi – detti cirri o viticci (vedi) come nel caso della vite o speciali radici
nel caso dell’edera – indispensabili per
attaccarsi saldamente ai tutori. Vi sono
piante come il fagiolo e il luppolo che
non possiedono questi organi, ma per
sostenersi avvolgono il loro stesso fusto,
a spirale, attorno ai tutori.
Raspo: l’insieme costituito dall’asse
107-Rider
ramo misto
principale, dai racimoli laterali e dai pedicelli dell’infiorescenza o infruttescenza
a grappolo (vedi singole voci) della vite.
Razza: insieme di individui appartenenti alla medesima specie, con uguali
caratteristiche morfologiche, selezionati
dall’uomo (a volte in seguito a mutazioni spontanee) a scopo produttivo e/o per
fini estetici.
Reazione del terreno: vedi pH.
Reinnesto: operazione di innesto che
si compie su una pianta adulta per cambiare varietà.
Resistenza: capacità di una pianta di
bloccare l’attacco di un determinato parassita (vedi), arrivando anche a evitare
ogni danno alla produzione. Una pianta
resistente a una data malattia non si ammala neppure cambiando ambiente e
tecniche di coltivazione.
Ricettacolo (vedi tavola XII): parte
del fiore, portata dal peduncolo (vedi),
in cui si inseriscono gli altri componenti del fiore stesso: calice (vedi), corolla
(vedi), parti riproduttive. Viene detto anche «talamo».
Rider (107): rasaerba con conducente a bordo per il taglio e la cura del tappeto erboso. Differisce dal trattorino rasaerba per la posizione posteriore (generalmente dietro il sedile del conducente), anziché anteriore, del motore. I rider
si suddividono in due gruppi contraddistinti dalla posizione dell’apparato di taglio: anteriore nei modelli di maggiori
dimensioni, ventrale negli altri modelli.
Rifiorente: si dice di pianta che nell’arco dell’anno fiorisce più di una volta
(per esempio alcune varietà di fragola e
di lampone).
41
108-Rifrattometro
109-Rincote (adulto di cimice verde)
Rifrattometro (108): strumento ottico che serve a misurare la percentuale di
zuccheri (grado zuccherino) contenuti in
un liquido.
Rimonta: in zootecnia, il gruppo degli animali giovani destinati a sostituire
quelli giunti a fine carriera.
Rimpiolatura: trapianto di piantine
nate da seme per assicurare a esse maggiore spazio, consentirne il regolare sviluppo e favorire l’emissione di radici laterali sul fittone (vedi). Il termine deriva
dal fatto che si utilizza un piolo per preparare nel terreno un foro in cui porre la
radice della piantina. È detta anche «picchettatura» o «ripicchettatura».
Rincalzatura: operazione di coltivazione che consiste nell’accostare terreno
(«dare terra») alle piante coltivate, soprattutto a file. Ha vari scopi: dare maggiore sostegno alle piante, favorire l’imbianchimento in alcuni ortaggi, favorire
l’emissione di nuove radici. Durante i
lavori di rincalzatura eseguiti quando la
coltura è in atto vengono di solito estirpate o interrate la maggior parte delle
piante infestanti presenti nel terreno. Il
solco che deriva dall’esecuzione della
rincalzatura può servire per lo scorrimento di acqua di irrigazione.
Rincoti (109): o Emitteri, ordine di
insetti con ali membranose o sclerificate
e apparato boccale pungente-succhiante.
Sono Rincoti, per esempio, gli afidi, le
cimici, le cocciniglie, ecc.
Ripopolamento: intervento teso a
rendere di nuovo popolato un ambiente
rimasto privo di popolazione o scarsamente popolato. Generalmente sono oggetto di ripopolamento faunistico le seguenti specie: coturnice, fagiano, lepre,
pernice rossa, starna.
Riproduzione: perpetuazione della
specie grazie alla nascita di nuovi individui. In botanica, metodo di produzione delle piante attraverso il seme.
Ripuntatore o scarificatore (110): attrezzo meccanico, portato dal trattore, costituito da un telaio e da una serie di utensili molto robusti a forma di lancia più o
meno ricurva, utilizzabile per la lavorazione profonda del terreno (50-60 cm).
Ripuntatura o scarificatura: lavoro
effettuato con il ripuntatore (vedi). Consiste nello smuovere in profondità il terreno senza rivoltarlo.
Ristoppio: coltivazione di una specie
erbacea o arborea che succede a se stessa nello stesso terreno.
Rittochino: sistemazione di un terreno collinare in cui i filari degli alberi o
le lavorazioni seguono le linee di massima pendenza.
Rizobi (111): nome comune collettivo dei batteri del genere Rhizobium (vedi voce successiva), in grado di vivere, in
simbiosi (vedi), nelle radici delle Leguminose da cui ricevono energia. Una volta insediati questi batteri provocano la
formazione di ingrossamenti a forma di
sferule (tubercoli radicali), fissano l’azoto presente nell’aria e lo cedono successivamente alla pianta, rendendo così inutile l’apporto di concimi azotati.
Rizobio: prodotto in polvere o liquido contenente microrganismi (batteri)
42
110-Ripuntatore
che si stabiliscono nelle radici delle specie Leguminose. Il rizobio viene comunemente chiamato «inoculo».
Rizoma (112): fusto trasformato che
si trova spesso sotto terra e che può contenere sostanze di riserva (sono dotati di
rizoma per esempio gramigna, iris).
Rodenticida: sostanza tossica o velenosa in grado di provocare la morte dei
roditori considerati nocivi. Viene distribuita nell’ambiente sotto forma di esche.
Rosacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono la fragola, il melo, il pero, il
nashi, il cotogno, il nespolo, l’azzeruolo,
il sorbo, il lampone, la mora, il pesco,
l’albicocco, il susino, il ciliegio, la rosa.
Rosetta (113): particolare disposizione delle foglie che risultano addossate le
une alle altre in modo simile a quello dei
petali della rosa (per esempio nelle lattughe e nelle primule). Se si trova alla base
della pianta, in genere addossata al terreno, viene detta «rosetta basale».
Rotazione: tecnica agronomica tra le
più importanti che prevede la coltivazione nello stesso appezzamento, in anni
successivi, di piante con caratteristiche
(per esempio l’apparato radicale e/o quello aereo) ed esigenze (concimazioni, irrigazioni, lavorazioni) differenti. La rotazione consente di mantenere la fertilità
del suolo nel tempo, perché impedisce o
attenua gli attacchi di malattie e parassiti
animali, l’invasione di piante infestanti
specifiche, l’accumulo nel terreno di sostanze tossiche prodotte dalle radici delle
piante stesse, lo sfruttamento sempre dei
medesimi strati del terreno; oltre a ciò
consente una migliore utilizzazione dei
concimi organici e minerali.
Rustica: si dice di pianta che tollera
avversità meteorologiche e attacchi parassitari, e si adatta con facilità ai terreni
meno fertili. In zootecnia si dice di razza
robusta, adattabile e poco esigente.
Rutacee: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni a cui appartengono la ruta e gli agrumi (arancio, arancio amaro, cedro, chinotto, clementino,
kumquat – o fortunella o mandarino cinese – limetta, limone, mandarino, pomelo, pompelmo, tangerino).
112-Rizoma di iris
111-Rizobi
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
S
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
115-Scalzatura
116-Scheletro in un terreno ghiaioso
117-Scosciatura
113-Rosetta basale
di una pianta di papavero
erpice rotante, o dischi girevoli, o un piccolo vomere e dotate di tastatore meccanico o pneumatico che consente di aggirare i fusti delle viti e gli eventuali tutori.
Scasso: operazione che precede l’impianto di un arboreto e che si esegue con
114-Sarchiatura
Foto: Silvio Caltran
Sabbia: frazione del terreno costituita da particelle di diametro compreso tra
0,2 e 0,002 millimetri (sabbia fine) e tra
2 e 0,2 millimetri (sabbia grossa). Mediamente è presente nei suoli in quantità
variabili dal 40 al 70%.
Sali minerali: in zootecnia, componenti importantissimi della razione alimentare, essenziali per il corretto andamento delle funzioni vitali degli animali.
Salinità: quantità di sali presente nel
terreno o nelle acque di irrigazione, di
solito espressa in percentuali riferite a
mille (‰) o per mezzo di misurazioni
convenzionali (micromhos). Ortaggi
sensibili alla salinità sono il fagiolo, la
lattuga e in genere tutte le giovani piante, tolleranti sono invece le bietole e
l’asparago. Tuttavia anche in terreni tendenzialmente salini e/o irrigando con
acque saline si possono ottenere produzioni, magari in quantità limitata, ma di
elevata qualità (per esempio pomodoro
Camone, melone invernale). Per i sistemi con cui viene misurata viene detta
anche «conducibilità».
Saprofita: si dice di organismo (generalmente un microrganismo o un fungo) che vive di sostanze organiche morte o che residuano dalle funzioni vitali di
altri esseri viventi (per esempio foglie
cadute, escrementi).
Sarchiatura (114): lavorazione poco
profonda del terreno effettuata con attrezzi manuali o con l’ausilio di apposite attrezzature (sarchiatrici) per creare
condizioni che favoriscano l’aerazione,
l’infiltrazione e la conservazione dell’acqua o per controllare le malerbe.
Sarchiatrice: attrezzatura meccanica
portata dal trattore, costituita da un telaio
e da una serie di utensili a forma di dente
o di disco o da zappette rotative, utilizzabile per l’eliminazione delle erbe infestanti tra le file delle colture erbacee seminate a file spaziate (mais, girasole, ecc.).
Può essere utilizzata anche per interrare il
concime sparso in copertura o per distribuirlo e interrarlo direttamente. Molte
sarchiatrici sono infatti dotate anche di
tramoggia e di distributore per concimi.
Sarmento: ramo lungo e flessibile
(per esempio, nella vite).
Sarmentosa: si dice di pianta con ramificazioni lunghe e flessibili (per esempio la vite).
Scacchiatura (vedi tavola XX): operazione che consiste nell’asportare a
mano giovanissimi germogli, staccandoli nel punto di inserzione.
Scalzatura (115): in viticoltura, controllo delle erbe infestanti lungo il filare
attuata con attrezzature munite di testata
di lavoro costituita da una fresatrice, o un
mezzi meccanici (aratri, ripuntatori) per
smuovere ed eventualmente rivoltare il
terreno per uno spessore corrispondente
a quello che verrà esplorato dalle radici
degli alberi. È totale quando interessa
tutta la superficie dell’appezzamento; è
parziale (a fosse, a buche) quando interessa solo una parte dello stesso.
Sceratrice: particolare attrezzatura
impiegata per l’estrazione della cera dai
favi vecchi. Generalmente funziona con
il calore del sole.
Scheletro (116): porzione del terreno
comprendente tutte le parti superiori a 2
millimetri. A seconda delle dimensioni
delle parti si distingue il ghiaino, la
ghiaia, i sassi o ciottoli, i massi. In terreni particolarmente difficili lo scheletro
può toccare e superare il 70% (quando
ne contengono oltre il 40% i suoli vengono detti pietrosi o ghiaiosi oppure
ciottolosi).
Sciamatura: fenomeno mediante il
quale le colonie d’api si moltiplicano.
Avviene nei mesi di marzo-aprile nella
fascia mediterranea e più tardi nelle zone più fredde. L’ape regina (vedi) di un
alveare, prima che la nuova regina sfarfalli dalla cella reale (vedi), assieme ad
un gruppo più o meno numeroso di operaie (vedi) e fuchi, abbandona la colonia
(vedi) e si posa momentaneamente su un
ramo d’albero, formando uno sciame
che viene di norma catturato dall’apicoltore e collocato in un’altra arnia.
Sciroppo: in apicoltura, alimentazione liquida per le colonie d’api da somministrare come stimolante dell’ovideposizione circa 50-55 giorni prima del
raccolto sui fiori delle piante.
Scolina: piccolo canale che corre ai
lati degli appezzamenti di terreno ed è
destinato a raccogliere o smaltire le acque di pioggia in eccesso.
Scorie Thomas: concime semplice fosfatico (16% di anidride fosforica). È un
sottoprodotto della produzione dell’acciaio, contenente calcio, fosforo e piccole
quantità di altri elementi nutritivi per le
piante, quali zolfo, manganese e ferro.
Scosciatura (117): distacco di una
43
branca nel punto della sua inserzione; si
verifica facilmente, soprattutto nelle
drupacee, sotto il peso della vegetazione
e/o della produzione, quando l’angolo di
impalcatura (vedi) è stretto.
Selezione: la scelta degli individui
migliori, all’interno di un gruppo di animali o di piante, da destinare alla riproduzione (animali) o alla propagazione
(vegetali) per ottenere soggetti a loro
volta migliori per uno o più caratteri.
– Selezione clonale: valutazione comparativa di cloni (vedi) nell’ambito di una
cultivar (vedi) per scegliere il migliore e
moltiplicarlo.
– Selezione massale: all’interno di un
grande numero di piante della stessa
specie vengono scelte quelle che hanno
le caratteristiche (di produttività, aspetto esteriore, ecc.) più idonee alle coltivazioni che si vogliono attuare. È praticata
fin dagli albori dell’attività agricola per
moltissime colture.
Seme (vedi tavola XXIV): organo
contenente già la pianta che si svilupperà (embrione, vedi) e le sostanze di riserva necessarie per la germinazione; è circondato da strati di regola più consistenti (tegumento, nòcciolo) che servono a
proteggerlo.
Semenzaio: appezzamento di terreno
in cui si producono piantine tramite il
seme. Nei vivai di piante da frutto il semenzaio è destinato a produrre piante da
utilizzare come portinnesti. Nel vivaio
orticolo è l’appezzamento dove si preparano le piantine per il successivo trapianto; le piante che si ottengono sono a
radice nuda e per questo l’importanza
del semenzaio (la cui tecnica di realizzazione talvolta non è semplice) sta diventando sempre minore; viene ancora uti-
Tavola XXIV - Seme
(l’esempio si riferisce al seme di fagiolo)
rivestimento protettivo
(tegumenti)
cicatrice
del punto di attacco
del seme al frutto (ilo)
118-Semina di precisione
lizzato abbastanza diffusamente per produrre piantine di cipolle e porri.
Semenzale: pianta ottenuta da un seme.
Semina: operazione che consiste nel
disporre i semi nel terreno.
– Semina a spaglio o alla volata: operazione che consiste nello spargere sulla
superficie del terreno i semi nel modo
più uniforme possibile.
Tavola XXV - Sesto di impianto delle piante da frutto
44
Quadrato
Rettangolo
Quinconce
Settonce
tegumenti
embrione
(piantina che
dovrà
svilupparsi)
foglioline
embrionali
(cotiledoni)
– Semina a righe o a file: operazione che
consiste nel collocare il seme su file
tracciate a mano (ci si può aiutare con
un segnarighe) oppure dagli appositi organi della seminatrice (assolcatori, falcioni, scarpette).
– Semina a postarella: operazione che
consiste nel praticare delle buchette nel
terreno lavorato e nel collocarvi più semi
(da 2 a 7), diradando poi le piantine nate,
qualora il loro numero risultasse troppo
elevato per la riuscita della coltura.
– Semina di precisione (118): operazione che consiste nel collocare sulla fila i
semi alla distanza voluta in modo che vi
sia un preciso numero di piante per metro quadrato. Si attua per diverse colture
quali mais, bietola, carota.
– Semina su sodo: semina di una coltura
su terreno non lavorato, effettuata con
apposite attrezzature, dette appunto seminatrici da sodo.
Sempreverde: si dice di pianta che al
temine del ciclo vegetativo non fa cadere
le foglie, le quali possono rimanere anche
per anni attaccate alla pianta stessa (per
esempio abeti, pini, alloro, olivo, ecc.). Il
ricambio, cioè la caduta delle foglie che
hanno compiuto la loro funzione, può avvenire nell’arco di diversi mesi.
Sepalo (vedi tavola XII): foglia trasformata che compone il calice (vedi)
dei fiori.
Sessaggio: pratica manuale o chirurgica per riconoscere il sesso di un animale.
Sessile: si dice di foglia o di fiore attaccati al ramo o all’asse dell’infiorescenza (vedi) senza, rispettivamente,
picciolo o peduncolo.
Sesto di impianto (vedi tavola XXV):
disposizione delle piante in genere, ma
soprattutto di quelle arboree, sul terreno
rispettando determinate distanze. La disposizione può essere a quadrato, a rettangolo, a quinconce (vedi) o a settonce
(vedi) a seconda che gli alberi siano posti rispettivamente agli angoli di un quadrato, di un rettangolo, di un triangolo
isoscele o di un triangolo equilatero.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
119-Siliqua: colza, nel particolare
il frutto aperto
Set aside: termine anglosassone per
indicare la messa a riposo dei terreni
cioè la loro «non coltivazione» (tale pratica viene imposta e/o incentivata dall’Unione europea per prevenire produzioni eccedenti).
Setticemia: estensione di un processo infettivo a tutto l’organismo tramite
circolazione sanguigna.
Settonce (vedi tavola XXV): sistema d’impianto in cui le piante vengono
messe a dimora ai vertici di un triangolo isoscele.
Sfarfallamento: fuoriuscita dell’insetto adulto dall’involucro ninfale (vedi
ninfa) o pupale (vedi pupa) una volta
completata l’ultima muta (vedi).
Sfeltratura: relativamente al tappeto
erboso, l’operazione di asportazione del
feltro (vedi).
Sfemminellatura: operazione che
consiste nell’eliminare le femminelle
(vedi) o rami anticipati. È un’operazione di potatura verde (vedi) molto comune sulla vite.
Sfogliatura: vedi defogliazione.
Sgarrettatura: termine vivaistico
usato per indicare l’eliminazione del
garretto (vedi).
Siliqua (119): frutto deiscente (vedi)
caratteristico delle Crucifere (colza, senape, ecc.); da non confondere con il
baccello (vedi).
Simbionte: organismo che vive in
simbiosi (vedi).
Simbiosi: vita in comune di due organismi che traggono un vantaggio reciproco da questo modo di vivere (per
esempio i batteri che vivono nelle radici
delle Leguminose o i funghi che si trovano su molte specie arboree e arbustive
dei boschi).
Sistemazioni del terreno (vedi tavola XXVI): modificazioni apportate alla
superficie del terreno per assicurare lo
smaltimento dell’acqua in eccesso e favorire le operazioni meccaniche (lavoSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
razioni, trattamenti fitosanitari, potatura, raccolta, ecc.).
Sistemico: vedi antiparassitario.
Slupatura: particolare tecnica di potatura che mira a liberare il tronco e le
branche dell’olivo dai tessuti morti in
seguito alla carie (o lupa).
Smielatore (120): attrezzo impiegato
per estrarre il miele dai favi (vedi); opera per forza centrifuga dopo che le cellette dei favi sono state disopercolate
(vedi disopercolazione).
Smielatura: operazione di estrazione del miele dai favi (vedi) del melario (vedi).
Soggetto: vedi portinnesto.
Solanacee: famiglia botanica della
classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui appartengono melanzana, patata, peperone, pomodoro, alchechengi, tamarillo,
tabacco.
Solarizzazione (121): riscaldamento
del suolo lavorato e abbondantemente irrigato che si effettua stendendo un telo di
materiale plastico trasparente e lasciandolo sul posto, d’estate, per circa due
mesi. Il riscaldamento continuo – a temperature di 50-55 °C in superficie e di
40-45 °C a 15-20 centimetri di profondità – ostacola la vita di molti parassiti ani-
121-Solarizzazione
120-Smielatore
mali e di malattie che colpiscono gli ortaggi e altre piante coltivate.
Solco: scavo, di norma non molto
profondo, che segue generalmente una
linea retta. Si effettua con una zappa o
un assolcatore trainato, a seconda delle
dimensioni, a mano o da un attrezzo a
motore. I solchi più superficiali (0,5-12
cm) servono per la semina o l’impianto
di diverse colture, quelli più profondi
per rincalzare le colture e irrigare per infiltrazione laterale.
Solfato ammonico: concime semplice
azotato, ottenuto chimicamente o come
prodotto collaterale di altre produzioni,
contenente circa il 20% di azoto; ha effetto non immediato ma abbastanza pronto.
Solfato di potassio (solfato potassico): concime semplice contenente potassio, ottenuto chimicamente da sali di
potassio, con basso contenuto di cloruri.
Generalmente contiene il 50% di ossido
di potassio.
Soluzione circolante: l’insieme del-
Tavola XXVI - Sistemazioni del terreno
girapoggio
rittochino
cavalcapoggio
alla «ferrarese»
45
123-Speratura con sperauovo
l’acqua che circola nel terreno e dei sali
in essa disciolti. La soluzione circolante
viene assorbita dalle radici delle piante
eventualmente presenti.
Sovescio (122): pratica agronomica
che consiste nella coltivazione di specie
erbacee le quali, una volta raggiunto il
massimo sviluppo vegetativo, vengono
interrate con lo scopo principale di apportare sostanza organica al terreno.
Sovrinnesto: innesto effettuato in vivaio, su una giovane pianta già innestata
con un intermediario (vedi). Si effettua
di solito per superare la disaffinità (vedi)
esistente tra un soggetto e una varietà oppure per ridurre la vigoria di questa grazie a un intermediario debole.
Specie (vedi tavola V): categoria sistematica per la distinzione degli organismi
viventi (classificazione). Comprende individui simili tra loro per caratteri biologici e morfologici e indefinitamente fecondi tra loro (cioè danno sempre origine
ad una discendenza feconda). Ad ogni
specie viene dato per convenzione un nome scientifico latino che serve per individuarla anche nell’ambito della categoria
a cui è stata assegnata. Per esempio, per
quanto riguarda il nome scientifico della
patata, Solanum tuberosum, il termine
Solanum identifica il genere e il termine
tuberosum identifica la specie, per distinguerla da una specie vicina Solanum melongena (nome scientifico della melanzana). Il nome scientifico è molto importante, perché consente il riconoscimento di
una determinata specie in tutti i Paesi, sia
in ambito scientifico che commerciale.
Speratura (123): operazione attraverso la quale è possibile verificare se vi è
sviluppo embrionale (vedi embrione) all’interno di un uovo in incubazione (vedi). Questa operazione, che viene fatta generalmente 5-7 giorni dopo l’inizio dell’incubazione, consiste nell’illuminare
l’uovo con un fascio di luce per rendere il
guscio trasparente e verificare così l’eventuale presenza di un embrione vivo.
Sperauovo: attrezzo che permette di
effettuare la speratura (vedi) delle uova.
Spermatozoo: cellula riproduttiva
maschile prodotta dal testicolo dotata di
46
Foto: Riccardo Castaldi
122-Sovescio
124-Sperone su vite
movimenti attivi (grazie alla presenza di
una «coda») che facilitano l’incontro
con l’ovulo femminile e la penetrazione
al suo interno.
Speronare: l’azione di tagliare molto
corto – a due o tre gemme – un ramo o un
tralcio, ottenendone uno sperone (vedi).
Sperone (124): breve porzione di ramo, provvista di una o due gemme (vedi),
che viene lasciata attaccata alla branca al
momento della potatura. In zootecnia dito soprannumerario collocato poco sopra
il piede negli arti posteriori dei carnivori,
sulla loro faccia interna, oppure unghia
superiore delle zampe dei galli.
Spiga: infiorescenza a grappolo (vedi) con fiori sessili (vedi).
Spollonatura: eliminazione dei polloni (vedi). In viticoltura indica l’elimipianta madre
pianta nata
da stolone
stolone
125-Stolone
(fragola)
nazione dei germogli che sorgono sul
fusto della vite.
Spora: piccola unità di propagazione
di un fungo (vedi) che, germinando, origina una nuova struttura fungina.
Stame (vedi tavola XII): organo maschile del fiore. È di solito formato da un
filamento che sostiene l’antera (vedi). In
questa si produce il polline (vedi).
Stanchezza del terreno: incapacità di
un terreno di consentire il normale sviluppo di un albero. Si manifesta nei casi
di ristoppio (vedi) e si ritiene prevalentemente dovuta allo sviluppo di parassiti animali o vegetali e all’accumulo di
tossine rilasciate dalla coltura precedente, che direttamente o indirettamente
ostacolano lo sviluppo delle radici.
Stelo: fusto delle piante erbacee.
Stero (metro): unità di misura della
legna da ardere in catasta e del legno
sminuzzato. Il metro stero (ms) è il volume complessivo di 1 metro cubo (metri 1 × 1 × 1) di pezzi di legno, comprensivo anche degli spazi vuoti. La quantità
di legno contenuta in un metro stero dipende da molti fattori: forma e dimensione dei pezzi, cura con cui sono stati
accatastati, specie legnosa, umidità relativa. Se i pezzi di legna non sono stati
accatastati regolarmente si parla di «metro stero alla rinfusa» (msr).
Stigma (vedi tavola XII): parte del pistillo (vedi) che ha forma allargata come
la capocchia di un chiodo o come una
piccola piuma (o aspetto simile) su cui si
posa e germina il polline (vedi). Perché
questo venga meglio trattenuto, spesso
sullo stigma vi sono dei rilievi (papille) e
vi è l’emissione di sostanze vischiose.
Viene chiamato anche «stimma».
Stilo (vedi tavola XII): parte del pistillo (vedi) che collega l’ovario (vedi)
allo stigma (vedi).
Stipola: fogliolina di dimensioni variabili che, in alcune piante, si trova alla
base del picciolo (vedi) della foglia da
entrambi i lati (per esempio nel pisello e
nel ciliegio).
Stipsi: scarsità o difficoltà di espulsione delle feci.
Stolone (125): fusto sottile e strisciante cui, in corrispondenza dei nodi (vedi), si sviluppano radici, foglie e
poi fiori e frutti; dai nodi si possono ottenere quindi piantine per dare l’avvio a
nuove colture (come succede per esempio con la fragola).
Stomatite: infiammazione a carico
della mucosa (vedi) che riveste la cavità della bocca.
Stomi: aperture che si trovano in tutte le parti giovani della pianta tranne che
nelle radici. Sono formati da due cellule, dette «di guardia», da un’apertura
(apertura stomatica) e da una camera
sottostomatica; le cellule di guardia reSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
golano l’apertura e la chiusura degli stomi e quindi permettono o impediscono
gli scambi con l’ambiente esterno. Vi
sono tipi di stomi detti «acquiferi», situati di solito nella parte più esterna della foglia, che sono sempre aperti ed eliminano l’acqua in eccesso sotto forma
liquida (vedi guttazione).
Stress idrico: stato di sofferenza di
una pianta per temporanea mancanza
di acqua.
Substrato: strato (o supporto di coltivazione) costituito da terra, terriccio e/o
altri materiali, nel quale si pongono semi
o piante o parti di queste per ottenerne la
germinazione (vedi) o la radicazione.
Succhione (vedi tavola X): ramo vigoroso che sorge sul tronco o sulle branche. Deve essere asportato appena possibile, salvo nel caso in cui serva per costituire una nuova branca.
Succulenta: in botanica, pianta che
si è adattata agli ambienti aridi, caratterizzata da tessuti in grado di immagazzinare grandi quantità di acqua. Sono
piante succulente, per esempio, il fico
d’India, l’agave, il cactus, ecc.
Sughero: tessuto che si trova di preferenza all’esterno delle parti lignificate di
molte piante. È impermeabile ai gas, all’acqua e alle sostanze liquide in genere.
Suola di lavorazione (126): strato
compatto che si forma in un terreno che
viene abitualmente lavorato alla stessa
profondità, specialmente con attrezzi
che polverizzano la terra. Ostacola il
drenaggio dell’acqua e la circolazione
dell’aria a danno delle radici.
Superfetazione: capacità delle femmine di lepre di iniziare una seconda gestazione anche prima che termini la precedente.
Sutura: chiusura simile a una cucitura – effettuata dal medico o dal veterinario – di una ferita accidentale o chirurgica per mezzo di speciali fili biocompatibili che ne mantengono uniti i margini
fino alla cicatrizzazione spontanea. In
botanica, linea particolarmente evidente
sui frutti delle drupacee; corrisponde alla zona di congiunzione delle due valve
che costituiscono il frutto.
Svinatura: operazione che consiste
nel separare, al termine della fermentazione alcolica, il vino dalle bucce, dai
vinaccioli (vedi) e dalla feccia di fermentazione.
a
b
126-Suola di lavorazione: lo strato compatto (in colore più scuro) causato da lavorazioni meccaniche eseguite sempre alla stessa profondità (a). Ostacola il drenaggio dell’acqua (b) e il passaggio dell’aria
127-Tafàno
Telaino TIT (Telaino Indicatore Trappola): strumento ideato per la lotta
biomeccanica all’acaro varroa (vedi).
Tempera: condizione del suolo in cui
l’umidità non è né troppo elevata (cioè il
terreno non si impasta) né troppo bassa
(cioè il terreno non diventa polvere): è il
momento più adatto per eseguire le lavorazioni. Lo stato di tempera varia da
suolo a suolo ma si è valutato che possa
corrispondere a un contenuto in acqua
del 40-50% facendo riferimento alla capacità di trattenere acqua (capacità idrica) del suolo stesso.
Tempo di sicurezza o tempo di carenza: intervallo minimo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il
momento in cui si esegue un trattamento
fitosanitario e il momento della raccolta. Per quanto riguarda i trattamenti su
derrate alimentari in magazzino, è l’intervallo di tempo che deve intercorrerre fra il trattamento stesso e l’immissione in commercio del prodotto trattato. Il
suo rispetto è stabilito per legge e deve
essere riportato sulle etichette. Il tempo
di sicurezza garantisce una presenza di
prodotti fitosanitari inferiore ai limiti di
tolleranza fissati dalla legge (residui).
Tempo di sospensione: in zootecnia,
periodo di tempo che deve intercorrere
per legge fra il termine di un trattamento con determinati farmaci e la possibilità di macellare l’animale o di destinare
alla mensa le sue produzioni (latte, uova, ecc.) affinché non si possano riscontrare residui dei farmaci.
Tepalo (130): fusione di sepalo e pe-
128-Tartrati
129-Telaino
branca subito al di sopra di una branca
più giovane o di un ramo vigoroso allo
scopo di riavvicinare la periferia della
chioma al centro della stessa.
Talea (vedi tavola XVIII): porzione
di ramo o di radice o di foglia che, posta
in adatte condizioni di umidità, temperatura e luce, emette radici e sviluppa
germogli originando una nuova pianta
chiamata sovente «barbatella» (vedi),
ma anche «talea radicata».
Tannini: in enologia, sostanze polifenoliche (vedi polifenoli) dal sapore
astringente presenti nelle uve, nei vini
rossi e in piccola parte nei vini bianchi.
Tartrati (128): in enologia, cristalli
che si formano per la combinazione dell’acido tartarico con il potassio e il calcio presenti nel vino.
Telaino (129): in apicoltura, supporto
in legno di forma rettangolare su cui viene fissato il foglio cereo (vedi) mediante
un’opportuna armatura di filo di ferro.
T
Tafàno (127): insetto appartenente
all’ordine dei Ditteri, ematofago (vedi),
che nei mesi caldi tormenta il bestiame
pungendolo ripetutamente per nutrirsi.
Taglio di ritorno (vedi tavola XX):
taglio di potatura che si esegue su una
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
47
talo caratteristico di molte piante Monocotiledoni (vedi) che hanno spesso fiori
vistosi (per esempio tulipano).
Terapia: insieme di provvedimenti
(farmacologici e non) atti a combattere
una malattia.
Terrazzamento (131): sistemazione
dei terreni in forte pendenza, costituita
da una serie di ripiani pianeggianti realizzati lungo le curve di livello, spesso
sostenuti da muretti in pietra.
Terreno: strato più esterno della crosta terreste, di spessore variabile, interessato dall’attività degli organismi viventi. Ha origine dalla frantumazione e
dalla decomposizione chimica e biologica della roccia sottostante (roccia madre) e dei residui vegetali ed animali che
si accumulano in superficie.
– Terreno acido (vedi tavola XIX): terreno con pH (vedi) inferiore a 7.
– Terreno alcalino (vedi tavola XIX):
terreno con pH (vedi) superiore a 7.
– Terreno calcareo: terreno contenente
carbonato di calcio e altri carbonati liberi in quantità sufficienti a produrre effervescenza, visibile quando il terreno viene trattato a freddo con acido cloridrico.
– Terreno leggero: terreno con un alto
contenuto in sabbia (oltre il 50%) e, pertanto, caratterizzato da facilità di lavorazione e da elevata permeabilità, ridotta
ritenzione dell’acqua e degli elementi
nutritivi (azoto in particolare).
– Terreno neutro (vedi tavola XIX): terreno con pH (vedi) compreso tra 6,6 e 7,3.
– Terreno pesante: terreno con elevato
contenuto di particelle fini, in particolare argilla (vedi). Richiede elevati sforzi
di trazione e pertanto è difficilmente lavorabile, soprattutto quando è umido. È
il contrario di terreno leggero.
Terriccio: terra ricca di elementi organici parzialmente decomposti (esempio: terriccio di bosco).
Terriccio artificiale: in genere mescolanza di torbe con la presenza talvolta di altri materiali come argille, lana di
roccia, ecc. Sovente viene concimato.
Sono disponibili terricci appositi per la
coltivazione di diversi tipi di piante (ciclamini, stelle di Natale, primule, acido-
file) e per la produzione di giovani piante da orto e da fiore. Per terriccio si intende anche quello che si ottiene dalla
permanenza in concimaia del letame e/o
di altre sostanze organiche per molti mesi (anche oltre 18); solitamente quest’ultimo viene detto «terriccio di letame».
Tessitura del terreno: composizione
del terreno e sua classificazione in base
al contenuto percentuale di sabbia, limo,
argilla (che formano la terra fine) e di
scheletro (in cui vengono raggruppati i
costituenti – sassi, pietre, ghiaino – di
diametro superiore ai 2 mm). Vedi anche
le singole voci: argilla, limo, sabbia,
scheletro. I terreni vengono definiti in
132-Tessuto non tessuto
133-Torba
48
130-Tepalo (tulipano)
131-Terrazzamento
base alle differenti percentuali con cui i
componenti sono presenti nei terreni
stessi (per esempio sabbioso, limoso-argilloso, argillo-sabbioso-limoso, ecc.).
Tessuto non tessuto (132): velo di
materiale plastico (polipropilene, poliestere) prodotto con apposite tecnologie
che permette il passaggio della luce e
dell’acqua. Può avere numerosi impieghi come quello di riparare le piante dal
freddo, consentire una migliore germinazione (vedi), creare una barriera per
impedire gli attacchi di insetti o i danni
causati da animali. Può essere impiegato anche in superfici molto limitate.
Titolo dei fertilizzanti: quantità percentuale minima garantita dei principali
elementi nutritivi contenuti in un fertilizzante semplice o composto.
Tolleranza: capacità di una pianta di
sopportare l’attacco di uno specifico parassita (la pianta riesce a vegetare e produrre sebbene l’attacco si sia verificato).
Una varietà tollerante quindi si ammala
in minore misura (o talvolta con maggiore ritardo) rispetto a una non tollerante. Esistono vari gradi di tolleranza.
Di regola le varietà tolleranti forniscono
produzioni nettamente superiori rispetto
alle varietà non tolleranti. Attualmente
le varietà tolleranti vengono dette «con
resistenza intermedia».
Tomentoso: si dice di vegetale, o parte
di vegetale, ricoperto di leggera peluria
corta, folta e intrecciata (tomento), così da
formare una specie di leggerissimo feltro
(per esempio la «peluria» che ricopre la
buccia delle pesche di molte varietà).
Torba (133): sostanza composta da
materiale organico che contiene vegetali ancora parzialmente indecomposti
perché si sono venuti a trovare in un ambiente privo di aria (paludoso). Viene
usata nella produzione di vari tipi di
piante. È anche un combustibile.
– Torba bionda: sostanza composta da
materiale organico in cui le parti vegetali originarie (fibre) sono riconoscibili. Il
suo colore va dal biondo al bruno-rossastro, a seconda dei tipi.
– Torba scura: sostanza formata da materiale organico molto decomposto in cui le
parti vegetali originarie non sono riconoscibili. Contiene una più alta percentuale
di sostanza minerale ed è solitamente di
colore più scuro della torba bionda.
Tossicità (vedi tavola XXII): grado di
pericolosità di un prodotto fitosanitario
(vedi), o comunque di una sostanza chimica, su di un essere vivente. Si distinguono una tossicità acuta, che genera
sintomi e disturbi entro breve tempo dal
momento in cui il prodotto pericoloso è
stato ingerito o assorbito per via respiratoria o cutanea, e una tossicità cronica,
che non genera sintomi appariscenti, ma
provoca disturbi dopo un certo tempo,
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
anche per l’accumulo di sostanze tossiche nell’organismo in seguito a ripetuti
assorbimenti o contatti.
Tralcio: ramificazione tipica della vite e dell’actinidia.
Transgenico: si dice di una varietà
nella quale sono stati inseriti, attraverso
un intervento di ingegneria genetica,
uno o più geni prelevati da altre specie
vegetali o da microrganismi e che ha acquisito, per esempio, resistenze ad avversità naturali (parassiti, freddo, siccità, ecc.). Gli organismi geneticamente
modificati vengono indentificati con la
sigla «ogm» (vedi).
Translaminare: vedi antiparassitario.
Trapianto: operazione che consiste
nel trasferire una pianta da una dimora a
un’altra, spesso definitiva.
Trappola cromotropica (134): dispositivo costituito da fogli di plastica
(solitamente di colore giallo) cosparsi di
colla, atto ad attrarre e invischiare gli
adulti di alcune specie di insetti.
Trappola sessuale (135): dispositivo
per la cattura dei maschi di determinate
specie di insetti.
Traspirazione: funzione mediante la
quale le piante eliminano acqua sotto
forma di vapore.
Trattamento a pieno campo: trattamento effettuato uniformemente su un’intera area coltivata.
Trattamento di pulizia totale: in
apicoltura, intervento effettuato ad inizio inverno, in assenza di covata (vedi),
per abbattere il maggior numero possibile di acari varroa (vedi).
Trattamento localizzato: l’applicazione di un prodotto fitosanitario (vedi)
su zone definite di coltivazione (fasce,
bande) o su aree della pianta.
Trattamento preventivo: applicazione di un prodotto fitosanitario prima che
si verifichi l’infezione (vedi) o l’infestazione (vedi).
Trattamento tampone: in apicoltura,
intervento effettuato per contenere la
popolazione di acaro varroa (vedi) durante la stagione primaverile-estiva.
Travaso: in enologia, operazione con
la quale si trasferisce un vino da un recipiente all’altro. In apicoltura, operazione mediante la quale viene cambiata dimora a una colonia (vedi) d’api, per
esempio da un’arnia (vedi) all’altra.
Trofallassi: scambio di cibo fra diversi individui dell’alveare. È fondamentale
per la vita della colonia in quanto permette ai componenti della famiglia di essere
sempre in contatto tra di essi. È un comportamento comune a tutti gli insetti sociali (api, formiche, tèrmiti, ecc.).
Tronco (vedi tavola X): porzione dell’albero compresa fra il colletto (vedi) e
l’inserzione delle branche (vedi) più vicine a terra.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2011
134-Trappola cromotropica
136-Tuberi di patata
135-Trappola sessuale
no i turni e che vanno rispettate.
Tutore: sostegno collocato vicino ad
una pianta per sorreggerla.
Tutto pieno - Tutto vuoto: tecnica
applicata negli allevamenti ed estensibile alle colture protette, che consiste nel
far seguire, a un periodo in cui la struttura (stalla, serra) è completamente utilizzata, un periodo al termine dell’allevamento stesso o della coltivazione in
cui la struttura è totalmente vuota. Questo secondo periodo serve soprattutto
per disinfettare-disinfestare le strutture
(«vuoto sanitario», vedi), pulirle a fondo, eseguire manutenzioni ordinarie e
straordinarie, predisporre tutto quanto
necessario per un nuovo ciclo di allevamento o di coltivazione.
Tubero (136): fusto trasformato che si
sviluppa sotto terra e che contiene sostanze di riserva. Presenta gemme ben evidenti. Un esempio di tubero è la patata.
Tumore: vedi neoplasia.
Turione (137): germoglio che si sviluppa da un organo che si trova sotto terra (per esempio rizoma, vedi). Talvolta
può assumere dimensioni ragguardevoli
come nel caso dell’asparago.
Turno: riferito al bosco, è il lasso di
tempo che deve intercorrere tra un taglio
e l’altro. I turni vanno da un minimo di
5-6 anni per i boschi di robinia, salice e
nocciòlo, fino a 20 anni per i boschi di
quercia o di faggio. Ogni regione italiana ha delle norme specifiche che regola-
Umificazione: insieme di processi
che, nel terreno, determinano la formazione di humus (vedi). L’umificazione
viene attuata soprattutto da microrganismi che vivono nel suolo e che trasformano (degradano) le sostanze organiche.
Unifera: si dice di pianta o varietà in
grado di fiorire e fruttificare una sola
volta in un anno.
Ungulati (138): mammiferi erbivori
137-Turioni di asparago
138-Ungulati (capriolo)
U
49
139-Varroa
140-Virosi (sharka su pesche)
le cui falangi sono rivestite da zoccoli
anziché da unghie. Appartengono a questo gruppo il cervo, il capriolo, il daino,
il muflone, ecc.
Uovo durevole: uovo di un afide che,
deposto dalla femmina fecondata, è destinato a superare l’inverno.
Urea: concime semplice azotato, ottenuto per via chimica, contenente il
46% di azoto. Ha effetto non immediato, ma abbastanza pronto.
V
Vaccinazione: stimolazione artificialmente indotta dell’immunità (vedi)
nei confronti di una malattia, tramite introduzione nell’organismo di un vaccino
(vedi) per via parenterale (vedi), orale o
inalatoria.
Vaccino: preparato a base di germi
morti (inattivati), attenuati (indeboliti), o
parti di essi, che si somministra agli animali allo scopo di indurre la produzione
di specifici anticorpi (vedi) protettivi.
Valerianacee: famiglia botanica della classe delle Dicotiledoni (vedi) a cui
appartiene, per esempio, la valerianella
Varietà: entità botanica, appartenente a una determinata specie, che vive in
condizioni naturali. Quando viene coltivata, e quindi subisce l’influenza di interventi vari oltre a quelli dell’ambiente
naturale, viene detta «cultivar» (parola
composta da due termini inglesi abbreviati: cultivated variety, vedi).
Varroa (139): acaro (Varroa jacobsoni) parassita delle api sia adulte che
agli stadi di larva (vedi) e pupa (vedi).
Vasi linfatici: in botanica, piccolissimi canali attraverso i quali sale la linfa
(vedi) grezza verso le foglie (vasi legnosi) o passa la linfa elaborata (vasi del
floema o floematici).
Vaso conduttore: in botanica, piccolissimo tubo o canale attraverso il quale
si sposta la linfa (vedi) della pianta.
Ventre: definizione convenzionale
per indicare, in un albero, la faccia di
una branca che è rivolta verso il basso.
50
141-Xilofago (larva di tarlo asiatico)
Vinacciolo: seme della vite.
Vinificazione: l’insieme delle operazioni di cantina (pigiatura, diraspatura,
pressatura, sfecciamento, ecc.) che trasformano l’uva in mosto e successivamente in vino tramite la fermentazione
alcolica (vedi).
– Vinificazione in bianco: tecnica di produzione per ottenere da uva bianca o
rossa un vino bianco; si esegue fermentando il mosto senza le bucce.
– Vinificazione in rosso: tecnica di produzione per ottenere da uva rossa un vino rosso; si esegue fermentando il mosto
con le bucce per estrarne il colore.
Virosi (140): gruppo di malattie causate da virus (vedi) e trasmesse da nematodi (vedi), insetti (afidi, cocciniglie,
ecc.) o tramite moltiplicazione vegetativa (per esempio con l’innesto). Per
esempio, nella vite le virosi più diffuse
142-Zecca
sono l’arricciamento o malformazione
infettiva, l’accartocciamento fogliare e
il legno riccio, nel pesco la sharka, ecc.
Virus: organismo in grado di esercitare un’azione parassitaria (vedi parassita) replicandosi in cellulle viventi. È il
più piccolo organismo, considerato vivente perché in grado di replicarsi (moltiplicarsi).
Viticcio (vedi tavola VIII): foglia trasformata che permette ad alcune piante di
sorreggersi perché riesce ad attaccarsi a
diversi tipi di sostegni. I viticci, detti anche «cirri», sono presenti in diverse piante coltivate tra cui pisello, melone, vite.
Vitigno: varietà coltivata di vite.
Vivace: in botanica, si dice di pianta
erbacea perenne.
Vivaio: appezzamento di terreno o
coltura protetta, anche riscaldata, dove
si producono piante di vari tipi e dimensioni che in seguito andranno messe a
dimora. A seconda del tipo di piante
prodotte si possono individuare vari tipi
di vivaio: orticolo, floricolo, frutticolo,
ornamentale, forestale, ecc.
Voliera: superficie recintata con rete,
sia lateralmente che superiormente, destinata all’allevamento di avifauna (vedi)
durante il periodo di ambientamento.
Vuoto biologico: periodo non inferiore a 8 giorni, che intercorre tra lo
svuotamento e il ripopolamento di un
ambiente d’allevamento.
Vuoto sanitario: periodo, non inferiore ai 3 giorni, che intercorre tra la fine delle operazioni di pulizia e disinfezione e l’introduzione di nuovi animali
nell’ambiente di allevamento. Per un
corretto vuoto sanitario si consiglia un
periodo di due settimane.
X
Xilofago (141): si dice di animale (per
lo più un insetto) che si nutre di legno sia
vivo che morto (per esempio il tarlo).
Z
Zampa di gallo (vedi tavola XXIII):
tipica formazione del melo e del pero
dovuta al sorgere di più lamburde (vedi)
su una borsa (vedi). Il più delle volte
sulle zampe di gallo si ha una produzione di qualità scadente.
Zecca (142): acaro (vedi) parassita di
mammiferi, uccelli e rettili che sopravvive succhiando il sangue dei suoi ospiti. Ne esistono numerose specie.
Zoonosi: ogni malattia trasmissibile
dagli animali all’uomo e viceversa.
Zootecnia: disciplina che studia gli
animali domestici per un utilizzo economico.
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144 PAGINE - 255 ILLUSTRAZIONI
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