Da oltre 60 anni il cancro corticale (causato da un fungo microscopico denominato Seiridium cardinale) sta devastando i boschi e le alberature di cipresso di molti Paesi dell'area mediterranea (Foto 1 e 2). I danni arrecati da questo parassita fungino sono particolarmente severi in Italia, soprattutto in Toscana ed in Umbria dove il Cipresso (Cupressus sempervirens L.) è un elemento che caratterizza il paesaggio ed assume notevole importanza sia ornamentale che selvicolturale. Il cipresso è una pianta tipica del paesaggio italiano, lo si trova dai laghi pedemontani del Nord ai Colli Euganei, dalla Riviera Ligure alle Crete Senesi, dal Bosco degli Zappini (CE) fino alla Sicilia. La graduale perdita dei cipressi, oltre a determinare un danno biologico e naturalistico diretto, influisce non poco sulla salubrità dell'ambiente e sulla gradevolezza del paesaggio. L’azione del parassita Foto 1 - Cipresseta con piante infette da Seiridium cardinale Monte Morello (FI) In primavera ed autunno, quando le condizioni climatiche sono favorevoli, i conidi del fungo germinano ed il micelio penetra nei tessuti della pianta attraverso piccole ferite che si generano sulla corteccia. Queste ferite possono essere causate dall'abbassamento Foto 2 Piante di Cipresso con repentino delle temperature (danni disseccamenti da Seiridium cardinale da freddo), da eventi meteorici Montepulciano (SI) (grandine), da alcuni insetti, nonché dalle cure colturali e dalle Manipolazioni effettuate sulla pianta, ad iniziare dall'allevamento in vivaio fino alla messa a dimora. Le parti più giovani della pianta sono le più soggette all'infezione sia per la scarsa lignificazione che per l'abbondanza di tessuti corticali e parenchimatici. In questi ultimi si esalta la capacità di penetrazione fisica, oltre all'attività tossica ed enzimatica del patogeno, la cui azione necrotrofica (Foto 3) porta a circondare ed uccidere l'organo infettato. Sulla zona corticale uccisa dal patogeno, durante le stagioni più umide, si differenziano delle piccole pustole nere (acervuli) (Foto 4). Queste contengono migliaia di conidi (Foto 5), organi di riproduzione agamica del parassita. I conidi, veicolati dalle gocce di pioggia trasportate dal vento, dagli uccelli e dagli insetti, con particolare riferimento ai coleotteri scolitidi, vanno a causare nuove infezioni su altre parti della pianta o su altre piante raggiungibili dai vettori dell'infezione. Foto 3 - Cancro da Seiridium cardinale: processo necrotico all’interno dei tessuti corticali Foto 4 - Presenza di acervuli su tessuti corticali infetti Foto 5 - Conidi, organi di riproduzione agamica del parassita (ingrandimento x 25) La reazione della pianta Una volta che il micelio del parassita è penetrato nei tessuti corticali, la pianta reagisce cercando di ostacolarne la progressione. Il cipresso, per arrestare l'avanzata del processo infettivo, forma all'interno una barriera di cellule più o meno suberizzate ed emette resina verso l'esterno. La consistenza della reazione (pluristratificazione), la continuità, il grado di suberizzazione delle cellule e la velocità di formazione della barriera, contribuiscono a bloccare anche temporaneamente l'evoluzione del processo infettivo. Tali condizioni si verificano solo in pochissimi casi (piante resistenti), permettendo così al cambio di riparare il danno inferto dal patogeno (cicatrizzazione). Non tutte le piante hanno la stessa reazione nei confronti del parassita. Molto più spesso l'azione del parassita e l'inadeguata risposta della pianta danno luogo alla formazione di un'area necrotica, depressa e fessurata (cancro), dalla quale fuoriesce resina (Foto 6), principale sintomo di riconoscimento della malattia. Alcune piante muoiono più o meno velocemente e purtroppo queste sono la maggioranza della popolazione (84%), altre possiedono un livello di resistenza intermedio (15%) e solo l'1% sono resistenti. Questi dati sottolineano la devastante potenzialità distruttiva di questa malattia e sono confermati da quanto è accaduto in alcune zone della Grecia (Karistos nella penisola Eubea, Megalopolis nel Peloponneso) dove sono già morti rispettivamente il 98% e l'88% dei Cipressi. L’influenza dell’ambiente L'ambiente, nel senso più ampio del termine, determina sia la diffusione epidemica della malattia che la risposta degli individui. La temperatura e l'umidità regolano, infatti, la formazione e l'apertura degli acervuli, nonché la produzione, la diffusione e la germinazione dei conidi. Per esempio, un clima primaverile caldoumido, con frequenti gelate tardive, favorisce la produzione, la diffusione e la germinazione dei conidi, così come l'eventuale presenza contemporanea di cretti da freddo facilita la penetrazione del fungo. Gli abbondanti tessuti corticali delle piante allevate in terreni fertili e ben strutturati, ricchi in tessuti parenchimatici, oppongono una minore resistenza alla penetrazione ed all'avanzata del patogeno. Su piante geneticamente identiche alle precedenti, ma poste a vivere in ambienti molto poveri, la velocità di crescita dei tessuti e lo viluppo del processo infettivo appaiono molto rallentati. L'irregolare conformazione del territorio italiano determina, nella stessa zona, un'elevata variabilità di condizioni climatico-edafiche (microclimi). Ciò fa si che, a parità di valore genetico delle popolazioni, alcune zone dello stesso territorio siano molto più soggette alla malattia rispetto ad altre. I vettori coinvolti nella diffusione della malattia Particolarmente attivi nella diffusione passiva della malattia sono alcuni scolitidi della corteccia (Phloeosinus aubei, P. thujae, P. armatus) (Foto 7) che compiono il loro ciclo biologico in parte su piante sane ed in parte su piante debilitate e/o morte. Foto 6 - Essudazione di resina su giovane tronco di cipresso infetto Foto 7 - Cipresso con numerosi disseccamenti causati da Phloeosinus spp. Gli adulti che sfarfallano in primavera, dopo uno sviluppo larvale avvenuto su piante malate, possono contaminarsi con conidi o frammenti di rosura infetta che trasportano su rametti sani e vigorosi di piante limitrofe verso le quali si spostano per nutrirsi (Foto 8). Il ripetersi e l'ampliarsi di questo meccanismo di trasporto ha contribuito notevolmente alla diffusione epidemica della malattia. Solo appropriati interventi di bonifica, nonché di eliminazione delle piante morte o ammalate, possono ricondurre la popolazione di scolitidi a livelli normali. Anche altri insetti come Orsillus maculatus, Megastigmus wachtli e Pseudococcix tessulatana possono contribuire alla diffusione passiva della malattia sui coni e sui semi del Cipresso, facendo aumentare notevolmente la produzione di acervuli e con essi la presenza potenziale di inoculo nell'ambiente. Foto 8 - Ferita da Phloeosinus sp. infettata da Seiridium cardinale I mezzi di lotta A causa dell'aggressività del patogeno, della suscettibilità della specie e della natura epidemica della malattia, la lotta risulta difficile e complessa e va intrapresa contemporaneamente su più fronti. Bonifica fitosanitaria Uno degli obiettivi della bonifica è quello di preservare dalla malattia le alberature ed i popolamenti esistenti. L'obiettivo può essere raggiunto con l'abbattimento delle piante morte o gravemente ammalate e con il risanamento delle piante infette, laddove questa operazione risulti esteticamente accettabile e tecnicamente e biologicamente possibile. L'esecuzione di queste operazioni comporta anche la distruzione col fuoco di tutto il materiale infetto di risulta. Purtroppo, per le difficoltà tecniche, per la mancanza di direttive legislative e per gli elevati costi da sostenere, la bonifica non può essere effettuata integralmente su ampie zone. Per questo motivo rimangono numerose aree infette sparse sul territorio (focolai di infezione) che funzionano da centri di diffusione della malattia. Spesso anche il risanamento delle piante ammalate, se non è eseguito alla comparsa dei primi sintomi (Foto 9) e con tecniche appropriate, diviene una banale, inefficace e costosa operazione di maquillage. Il risultato è legato al grado di preparazione tecnica degli operatori, per i quali è fondamentale l'aver seguito dei corsi specifici di formazione professionale. Foto 9 - Per il risanamento degli individui negli impianti ornamentali è di fondamentale importanza l’individuazione precoce della malattia e l'eliminazione dei rami infetti Lotta chimica Il trattamento preventivo delle piante adulte con prodotti chimici è decisamente sconsigliato per l'incertezza del risultato e per problemi di inquinamento. Anche la lotta chimica curativa non ha mai dato buoni risultati ed è quindi sconsigliabile per il recupero dei cipressi colpiti da cancro. A conferma delle difficoltà che si incontrano nella lotta chimica possiamo ricordare anche l'elevato numero d'interventi che sono necessari per prevenire le infezioni ed assicurare un sufficiente periodo di copertura alla pianta. Devono, infatti, essere messe in conto le difficoltà tecniche di esecuzione dei trattamenti legate alla tipica compattezza della chioma del cipresso ed alla scarsa penetrazione del prodotto. Non sono inoltre da sottovalutare sia i costi elevati dei trattamenti che il rischio di "deriva" dei fitofarmaci con il conseguente impatto sull'ambiente circostante. Viceversa, nei vivai, la lotta chimica mantiene una notevole importanza perché le piante sono di piccole dimensioni e sono riunite in gruppi uniformi. Essendo fondamentale immettere sul mercato piante assolutamente sane, si può perseguire tale obiettivo con tre interventi annui (due in primavera ed uno in autunno) con prodotti a base di Azoxystrobin, miscelato o alternato con Tiofanate-metil. Miglioramento genetico Dal 1975 l'IPP (Istituto per la Protezione delle Piante) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) sta lavorando alla ricerca di individui resistenti al Seiridium cardinale. L'uso di soggetti resistenti è uno dei metodi di lotta più consigliati ed è considerato il primo forte deterrente contro la diffusione della malattia. Ad oggi sono state selezionate e brevettate sette piante di Cipresso resistenti al parassita, sei di Cupressus sempervirens ed uno di Cupressus glabra. Le prime due selezioni di C. sempervirens 'Florentia' ed 'Etruria', brevettate e messe in commercio nel 1986, hanno avuto scarsa diffusione per il colore troppo chiaro del fogliame e per la forma troppo espansa della chioma. Nel 1990 sono stati brevettati altri due cipressi: 'Bolgheri' e 'Agrimed n° 1', oggi molto noti, i quali hanno caratteristiche decisamente superiori ai precedenti per il livello di resistenza, per il portamento, per il colore della chioma e per la velocità d'accrescimento. Il cipresso ‘Bolgheri' (Foto 10) ha un portamento colonnare stretto, rami corti, sottili, numerosi ed addossati al tronco. Possiede un'ottima resistenza al cancro, un ottimo accrescimento, una buona tolleranza al freddo ed è mediamente sensibile agli scolitidi. È particolarmente consigliato per impianti ornamentali. Il cipresso Agrimed n°1' (Foto 11) è dotato di un portamento leggermente aperto, con forma a fiamma. La chioma, formata da rami assurgenti, è più espansa alla base e tendenzialmente addossata al tronco nel terzo superiore. Vanta un'elevata resistenza al cancro confermata anche in diversi Paesi del bacino del Mediterraneo, nonché una buona tolleranza al freddo invernale. E' poco sensibile agli scolitidi ed è particolarmente consigliato per siepi frangivento, nonché per alberature ornamentali. Negli ultimi anni la selezione per la resistenza di cloni ornamentali è stata orientata verso alcuni caratteri che rendono le piante ancora più rispondenti all'uso cui sono destinate, come la ridotta produzione di polline e di galbule (coni), anche se questi caratteri sono influenzati da innumerevoli variabili e soprattutto dalle condizioni ambientali. Nel primo caso l'obiettivo è quello di far fronte ai frequenti casi di allergia da polline di cipresso che si registrano durante il periodo della fioritura (febbraio-marzo). Nel secondo caso il criterio di selezione risponde ad esigenze di tipo estetico e funzionale per ridurre la divaricazione dei rami rispetto al fusto, causata dall'appesantimento della massa verde per la presenza delle galbule. Foto 10 - ‘Bolgheri’: selezionato e brevettato per l’elevata resistenza al Seiridium cardinale Foto 11 - ‘Agrimed 1’: selezionato e brevettato per l’elevata resistenza al Seiridium cardinale Nel 2004 sono stati brevettate due nuove varietà di Cupressus sempervirens: - ’Italico' è caratterizzato da portamento fastigiato e colonnare con base ampia, fusto monopodiale, chioma molto compatta ed uniforme, soprattutto nella metà inferiore, di colore verde piuttosto acceso e di una tale fittezza che riesce a coprire i rami ed il fusto fino a terra. Rispetto al clone 'Bolgheri' presenta rami lunghi e sottili con aspetto pettinato, produzione di fiori maschili e di coni variabile in relazione all'andamento stagionale ma generalmente più scarsa, accrescimento più elevato e chioma con diametro più ampio. Tali caratteri conferiscono alla pianta le caratteristiche ideali sia per la realizzazione di piccoli gruppi, sia per alberature ed impianti a valenza ornamentale. Mostra un elevato grado di resistenza al cancro e buona tolleranza ai freddi invernali. - ‘Mediterraneo' è caratterizzato da portamento fastigiato e colonnare, fusto monopodiale con chioma piuttosto compatta. Rispetto al clone 'Bolgheri' presenta una produzione di fiori maschili e di coni molto più modesta, un ritmo di accrescimento uguale o superiore, una chioma di colore molto intenso, fitta e di maggior diametro. Tali caratteri gli conferiscono un impatto visivo importante sia quando viene utilizzata come pianta singola, sia quando viene impiegata in formazioni a filare od a valenza ornamentale. Possiede un elevato grado di resistenza al cancro e una buona tolleranza ai freddi invernali. Nelle due località dell'Italia centrale dove è stata effettuata la sperimentazione, i due cloni sono risultati inoltre esenti da attacchi di insetti e di altri funghi patogeni Nel corso della più che venticinquennale collaborazione con il vivaio "Il Castellaccio", gestito dall'Azienda Vivaistica Regionale UmbraFlor s.r.l., l'IPP ha impiantato, nei terreni del vivaio posti al centro della Valle Umbra in provincia di Perugia, circa 20 ettari di giovani piante di Cipresso derivate da incroci controllati e da innesto. Queste sono tuttora in fase di studio per la resistenza al S. cardinale. Un buon numero di tali cipressi, adatti per scopi ornamentali, per barriere frangivento e per impianti forestali, sono già stati individuati per la loro capacità di resistenza al cancro. Sono inoltre allo studio le attitudini combinatorie di una serie di piante madri capaci di fornire un'elevata percentuale di discendenze resistenti al S. cardinale. Con le migliori piante madri sono stati costituiti arboreti per la produzione di “seme d'élite” da utilizzare per impianti forestali. Questo lungo lavoro di collaborazione fra patologi, genetisti e vivaisti ha dato eccellenti risultati che fanno ben sperare per il futuro del Cipresso. - R. DANTI *, G. DELLA ROCCA *, M. MORALDI ** * Istituto per la Protezione delle Piante Via Madonna del Piano 10 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) Tel. +39 055 5225583; +39 055 5225663 ; Fax +055 5225666 http://www.ipp.cnr.it e-mail: [email protected] ; [email protected] ** UmbraFlor s.r.l. Azienda Vivaistica Regionale Via Castellaccio, 6 - 06038 Spello (PG) - Tel. e Fax 0742.315007 Cell. 349.8963580 http://www.umbraflor.it/ e-mail: [email protected] Tutte le piante di cipresso brevettate dal CNR, Istituto per la Protezione delle Piante e moltiplicate da UmbraFlor s.r.l. Azienda Vivaistica Regionale, nel vivaio "Il Castellaccio" di Spello (PG), sono poste sul mercato sempre accompagnate dall'esclusivo cartellino di identificazione numerato progressivamente che garantisce la specie, il clone il vivaio produttore e l'autenticità della pianta resistente al Cancro. La propagazione in vivaio viene eseguita per innesto, su piante ottenute da seme, la cui provenienza è sempre certificata a norma del D.lgs. 386/2003 e successive modifiche ed integrazioni. Per quanto detto le piante di cipresso ‘Bolgheri’ , ‘Agrimed 1’, ‘Italico’ e ‘Mediterraneo’ commercializzate da UmbraFlor s.r.l. Azienda Vivaistica Regionale, possono fregiarsi della doppia garanzia di qualità: - per la provenienza del portainnesto ottenuto da seme certificato ai sensi del D.lgs. 386/2003 - per la resistenza al Cancro (Seiridium cardinale) della pianta innestata, garantita dal C.N.R. CIPRESSO 'BOLGHERI’ (brevetto vegetale n° 096/NV 90) Il ‘Bolgheri’, costituito dall'Istituto per la Protezione delle Piante del C.N.R. di Firenze, è stato ottenuto dalla pianta madre n°86 di Cupressus sempervirens L., selezionata come fenotipicamente resistente al cancro in un grave focolaio della malattia situato in località Capannuccia del Comune di Bagno a Ripoli (FI). Il ‘Bolgheri’ ha un portamento colonnare con chioma stretta e addossata al tronco. Fusto monopodiale a sezione rotonda coperto alla vista dalla base fino alla cima, con corteccia di colore grigioverde tendente allo scuro. Rami laterali sottili, numerosi, con diametro inferiore ad 1/5 rispetto al tronco principale nel punto d'inserzione. Rami principali assurgenti, con angolo compreso fra i 45° e i 60°, tendenti ad avvicinarsi subito al tronco. Rami secondari tendenzialmente corti, di colore verde chiaro nella parte in vegetazione e bruno-rossiccio sulle parti più vecchie. Ramuli arrotondati della lunghezza media di 2 cm. Foglie di colore piuttosto scuro, embricate, con dorso convesso e ghiandole dorsali non evidenti, che non essudano resina e non emettono odori particolari. Chioma di colore verde scuro e di forma piramidale stretta. Fiori monoici con microsporofilli non abbondanti a fiortura precoce e contemporanea a quella dei macrosporofilli. I coni sono poco numerosi in terreni freschi, più abbondanti in quelli siccitosi. Sono riuniti in gruppi di 3-5 o solitari, di dimensioni piuttosto grandi (34 mm di lunghezza e 26 mm di larghezza), di forma oblunga e arrotondata con 12 squame ed umbone non molto marcato. Seme abbondante della lunghezza di 4-5 mm con tegumento duro di forma ellittica, marrone scuro, mucronato e dotato di ilo tendenzialmente chiaro. Il ‘Bolgheri’ vanta un'elevata resistenza al Cancro (Seiridium cardinale), buona tolleranza ai freddi e ridotta suscettibilità al Phloeosinus spp.. E’ di rapido accrescimento soprattutto nella fase giovanile e, per tale motivo, al fine di evitare eventuali rischi legati al trapianto, è importante garantire un buon rifornimento idrico in tutte le stagioni immediatamente successive alla messa a dimora. I periodi consigliati per le operazioni di impianto sono limitati alla tarda primavera ed alla fine dell’estate. E’ molto adatto per la costituzione di viali e per la formazione di gruppi di CIPRESSO 'AGRIMED n° 1’ (brevetto vegetale n° 096/NV 90) ‘Agrimed n° 1’, costituito dall'Istituto per la Protezione delle Piante del C.N.R. di Firenze, è stato ottenuto dalla pianta madre n° 70 di Cupressus sempervirens L. selezionata come fenotipicamente resistente in un grave focolaio della malattia situato in località Capannuccia del Comune di Bagno a Ripoli (FI). Il clone ha un portamento colonnare con chioma a forma di "fiamma", addossata al tronco, ma più espansa soprattutto alla base rispetto al ‘Bolgheri’. Fusto monopodiale a sezione rotondeggiante, coperto alla vista, dalla base alla cima, dalla compattezza della chioma. Rami principali di diametro inferiore a 1/6 rispetto al tronco nel punto di inserzione. Rami laterali numerosi, sottili, semi-eretti, rigidi e lunghi, con angolo di inserzione compreso tra 45° e 60° che nella zona apicale della pianta si avvicinano di più al tronco. Rami secondari piuttosto corti e ruvidi, di colore verde giallastro nella parte in vegetazione e bruno-rossiccio nelle parti più vecchie. Ramuli arrotondati, subtetragonali, della lunghezza media di 1,8 cm. Foglie di colore verde tendenti allo scuro, strettamente embricate, con dorso convesso e ghiandole resinifere dorsali non evidenti, che non essudano resina e non emanano odori particolari. Chioma di colore verde scuro addossata al tronco nel terzo superiore e più espansa alla base. Fiori monoici e diclini con microsporofilli a fioritura medio-precoce situati tendenzialmente nella parte più bassa della chioma; macrosporofilli poco abbondanti a fioritura tardiva. I coni, in gruppi di 2-4 o solitari, sono di dimensioni medio-grandi (28 mm di lunghezza e 25 mm di larghezza), di forma arrotondata con 9 squame ed umbone centrale non molto evidente. Seme abbondante, lungo 6-7 mm e largo 3-4 mm, con tegumento duro di colore marrone-rossiccio, di forma ellittica, mucronato, con ilo chiaro. Agrimed n ° 1 h a un'elevata resistenza al cancro (Seiridium cardinale) riscontrata in diversi Paesi. La pianta tollera i freddi invernali, ma presenta una certa sensibilità agli attacchi di Phloeosinus spp.. E’ dotata di buon accrescimento, più evidente nella fase giovanile. Per tale motivo, al fine di evitare eventuali rischi legati al trapianto, è importante garantire un buon rifornimento idrico in tutte le stagioni immediatamente successive alla messa a dimora. I periodi consigliati per le operazioni di impianto sono limitati alla tarda primavera ed alla fine dell’estate. E’ particolarmente indicata per alberature ornamentali, per siepi frangivento, nonché per barriere antipolvere ed antirumore. CIPRESSO 'ITALICO' (brevetto CNR n. RM2004NV000009) Il clone denominato 'Italico' costituito da P. Raddi, A. Panconesi, R. Danti e V. Di Lonardo, è stato ottenuto dalla pianta madre n° 2440 di Cupressus sempervirens L., selezionata per il pregio estetico e per l'assenza di malattie, nella loc. Montecucco del comune di Poggio del Sasso (SI). La descrizione e la valutazione della resistenza al cancro corticale si è basata sull'osservazione, nelle località Roselle (GR) e Antella (FI), di 10 ramet durante i 10 anni seguiti all'innesto su franco di C. sempervirens. Il clone 'Italico' ha portamento fastigiato (colonnare) stretto, con chioma compatta. Il diametro della chioma, sulla pianta adulta, è più largo rispetto a quello del clone 'Bolgheri'. Tale carattere, unito alla presenza di rami lunghi e sottili ad aspetto pettinato, conferisce alla pianta un impatto visivo che la rende molto adatta sia per la formazione di piccoli gruppi, sia per realizzare filari e viali con valenza ornamentale. Il fusto è monopodiale, tendente alla biforcazione a circa 1,50 m da terra, con sezione rotonda e ben coperto dal verde della chioma fino alla base. Corteccia di colore grigio con tonalità al verde e con chiazzature rossicce, quando è ancora priva di fessurazioni. Rami principali eretti, con angolo d'inserzione variabile tra 30 e 45 gradi, tendenti a rimanere addossati al fusto, numerosi e disposti in modo irregolare, piuttosto lunghi, con diametro inferiore ad 1/5 rispetto al diametro del tronco nel punto d'inserzione. Rami secondari tendenzialmente corti rispetto al ramo principale su cui sono inseriti. Foglie embricate non essudanti resina, di colore verde intenso non molto scuro, con il dorso convesso, prive di ghiandole dorsali evidenti e di odori particolari. Fiori monoici che, dalle osservazioni fatte su piante di 10 anni dopo l'innesto, danno luogo ad una modesta produzione di microsporofilli e di macrosporofilli; maturazione contemporanea in febbraio-marzo sia dei fiori maschili che femminili. Coni prodotti in quantità più modesta rispetto al clone 'Bolgheri', solo nella metà superiore della chioma, solitari o in gruppi di 2-5 elementi, oblunghi a maturità, di dimensioni piuttosto grandi (in media 40 x 37 mm), costituiti da 12 squame caratterizzate da breve peduncolo ed umbone poco marcato od assente. Semi abbondanti per ciascun cono, di colore bruno scuro con tonalità rossicce, aventi dimensioni medie di 7-8 x 4-5 mm, di forma ellittica, a tre facce di cui quella basale convessa, mucronati, con ilo chiaro e privi di ghiandole resinifere. L’ 'Italico' è caratterizzato da un ottimo grado di accrescimento, superiore a 'Bolgheri' (92-102 cm di incremento medio annuo in altezza e 1-1,42 cm di incremento diametrico annuo a 30 cm dal suolo misurati su piante di 11 anni, contro 74 e 1,1 cm di 'Bolgheri'). Vanta un elevato grado di resistenza al cancro corticale del cipresso (Seiridium cardinale). Durante il periodo di sperimentazione ha mostrato buona tolleranza ai freddi invernali ed è risultato esente da attacchi dell'afide Cinara cupressi, dei coleotteri del genere Phloeosinus e di altri patogeni fungini. CIPRESSO MEDITERRANEO (brevetto CNR n. RM2004NV000008) Il clone denominato 'Mediterraneo' costituito da P. Raddi, A. Panconesi, R. Danti e V. Di Lonardo, è stato ottenuto dalla pianta madre n° 2546 di Cupressus sempervirens L. selezionata per il pregio estetico e per il buono stato di salute, nel comune di Chiusi (SI). La descrizione e la valutazione della resistenza al cancro corticale si è basata sull'osservazione in località Roselle (GR) e Antella (FI) di 10 ramet durante i 10 anni seguiti all'innesto su franco di C. sempervirens. Il 'Mediterraneo' ha portamento fastigiato stretto, con chioma piuttosto cilindrica, compatta e coprente, in particolare nella parte superiore. Il diametro della chioma sulla pianta adulta, soprattutto alla base, è più largo e di un colore verde molto più intenso rispetto a quello degli altri cloni brevettati dal C.N.R. per la resistenza al Seiridium cardinale. Tali caratteri gli conferiscono un impatto visivo importante sia quando viene utilizzato come pianta singola, sia quando viene impiegato in filari od in viali a valenza ornamentale. Fusto monopodiale, con sezione rotonda, ben coperto alla vista dall'esterno, di colore grigio verde con chiazzature rossicce, quando la corteccia è ancora priva di fessurazioni. I numerosi rami principali sono eretti, con angolo d'inserzione variabile tra 30 e 50 gradi, piuttosto lunghi ed addossati al tronco, disposti in modo irregolare con diametro inferiore ad 1/5 rispetto al diametro del tronco nel punto d'inserzione. I rami secondari sono piuttosto corti rispetto ai rami principali. Foglie embricate non essudanti resina, di colore verde intenso non molto scuro, con il dorso convesso, prive di ghiandole dorsali evidenti e di odori particolari. Fiori monoici che, dalle osservazioni fatte su piante di 10 anni dopo l'innesto, presentano una modesta produzione di microsporofilli e modestissima di macrosporofilli; maturazione contemporanea in febbraio-marzo sia di fiori maschili che femminili. I coni, presenti in numero ridotto nel terzo medio della chioma, sono generalmente solitari o riuniti in gruppi di 2-4 elementi, sono piuttosto oblunghi a maturità, di dimensioni abbastanza grandi (in media 33 x 25 mm), costituiti da 12 squame caratterizzate da umbone poco marcato od assente. Semi abbondanti per ciascun cono, di colore bruno scuro con tonalità rossicce, dimensioni medie di 6-7 x 3-5 mm, a tre facce di cui quella basale convessa, mucronati, con ilo chiaro e privi di ghiandole resinifere. Il cipresso ‘Mediterraneo' è caratterizzato da buon accrescimento (76-80 cm di incremento medio annuo in altezza e 0,7-1,2 cm di incremento diametrico annuo a 30 cm dal suolo misurati su piante di 11 anni). Vanta un elevato grado di resistenza al cancro corticale del cipresso (Seiridium cardinale) ed una buona tolleranza ai freddi invernali. Durante il periodo di sperimentazione, non ha mostrato attacchi dell'afide Cinara cupressi, di coleotteri del genere Phloeosinus e di altri patogeni fungini. VIVAIO FORESTALE “LA TORRACCIA” GUBBIO (PG) - Loc. San Secondo Tel./fax 075.9221122 Cell. 335.1225759 Piante selezionate e certificate ai sensi del D.lgs. 386/2003 per impianti forestali e per arboricoltura da legno Una vasta gamma di specie per il Ripristino ambientale e per l’arredo verde urbano, pubblico e privato Cipressi ’Bolgheri’, ‘Agrimed 1’, ‘Italico’ e ‘Mediterraneo’ brevettati dall’ IPP - CNR, resistenti al cancro VIVAIO “IL CASTELLACCIO” SPELLO (PG) - Strada prov. 410 km 3,300 Stazione Cannara Tel./fax 0742.315007 Cell. 349.8963580 Pioppi “maschi” che non producono il pappo (lanugine) Noci innestati per frutticoltura e per arboricoltura da legno Piante micorrizate con tartufi di provenienza controllata e certificate dalla Università di Perugia Olmi ‘Plinio’ e ‘San Zanobi’ brevettati dall’ IPP - CNR, resistenti alla grafiosi Per raggiungere il vivaio “Il Castellaccio” della UmbraFlor s.r.l. Azienda Vivaistica Regionale: - con navigatore GPS impostare: Via Castellaccio, 6 - 06038 Spello (PG); - con carta stradale: uscire allo svincolo n. 9 della superstrada S.S.75 (uscita per Capodacqua - Cannara - Terme Francescane) e proseguire in direzione di Cannara sulla strada provinciale 410 fino al Km 3,300.