Lotta biologica alla processionaria del pino e della

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Lotta biologica alla processionaria del pino e della quercia
Autore : Manuela Serio
La processionaria del pino è un parassita pericoloso per alcune
coltivazioni arboree. Vediamo come intervenire con mezzi
biotecnologici: con i batteri entomopatogeni, con le trappole di
feromoni oppure, nella quercia, con il coleottero carabide
calosoma sycophanta
La processionaria del pino è un lepidottero che, nella fase larvale precedente lo sviluppo
completo dell'insetto, si dispone in fila indiana e danneggia alcune coltivazioni arboree. Questo
parassita procura notevoli danni alle foglie, fino a compromettere la vita stessa della pianta. Le
larve, attive defogliatrici, presentano peli urticanti che a contatto con il derma o con le mucose
dell'uomo e degli animali possono scatenare gravi reazioni. La lotta a questo fitofago non solo è
obbligatoria ma è anche disciplinata da regolamenti comunali.
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LA PROCESSIONARIA DEL PINO, DEL LARICE E DEL CEDRO
La Processionaria (Thaumetopoea pityocampa Schiff.) è un lepidottero dannoso per il pino
(colpisce le moltissime specie appartenenti al genere Pinus), per il larice (Larix europaea) e il
cedro. Questo parassita forma i suoi nidi in cima alle piante, avvolgendo numerosi aghi con
morbidi fili sericei misti a escrementi. Le larve, di colore rossastro e ricoperte di peli,
raggiungono la maturità a giugno e rodono le foglie producendo danni così gravi da
compromettere la stessa vitalità delle piante. Questo fitofago nella fase larvale procede sempre
in fila indiana formando lunghe e tortuose catene come in una processione, da cui il nome, e il
suo incrisalidamento ha luogo nel terreno alla fine di aprile. Gli adulti, invece, hanno le ali
anteriori di colore grigio bruno e addome di colore arancio. Questi sfarfallano in luglio, periodo
durante il quale avviene anche l'accoppiamento e l'ovideposizione. Le giovani larve iniziano la
loro attività defogliatrice in agosto, scheletrizzando le foglie e costruendo i nidi estivi, dove
trovano riparo durante il giorno. Con l'inizio della stagione fredda le larve di questo pericoloso
lepidottero, che sviluppa una generazione all'anno, costruiscono i nidi invernali dove
sverneranno.
LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA
La processionaria (Thaumetopoea processionea L.) che colpisce le specie appartenenti al
genere Quercus differisce da quella del pino per l'ibernamento allo stato di uovo, che inizia a
schiudersi verso la fine di aprile. I nidi contengono i noti peli urticanti e solitamente si trovano
vicino al suolo. Per questa ragione potrebbero essere facilmente raggiungibili da cani e bambini
con conseguenze anche gravi date da infiammazioni e reazioni allergiche. Le larve, che
compaiono in giugno, si presentano di colore grigio e riscoperte di peli, sono attive nelle ore
notturne, si muovono in processione e sono facilmente visibili sui tronchi dalla primavera
all'inizio dell'estate. Il danno provocato dalle larve è dato dalla defogliazione anche completa
della pianta ospite, che porta a gravi squilibri fisiologici e conseguente indebolimento della
stessa. Le larve maturano a partire dalla fine di giugno. Gli adulti sono farfalle che
compaiono tra la fine di luglio e agosto, si presentano con ali anteriori di tonalità grigia e
addome ricoperto da una fitta peluria.
PROCESSIONARIA DEL PINO COME COMBATTERLA
La lotta biologica alla processionaria detta del pino è di due tipi: meccanica e con mezzi
biotecnologici. L'intervento meccanico consta nella raccolta manuale dei nidi entro marzo e
nella loro successiva distruzione. Bisognerà fare molta attenzione a non inalare i peli urticanti e
a non venirne a contatto. Una soluzione di lotta alternativa, prevede il ricorso al più famoso dei
batteri entomopatogeni: il Bacillus thuringiensis.
IL BACILLUS THURINGIENSIS SSP. KURSTAKI
L'intervento con il Bacillus thuringiensis utilizzato come insetticida microbiologico, avviene
con irrorazioni sulle giovani larve e sulla chioma. Il Bacillus Thuringiensis Berliner è un
batterio a forma di bastoncino descritto agli inizi del 1900 dal tedesco Berliner. Ad oggi sono
stati individuate oltre 80 subspecie o varietà. Il Bacillus Thuringiensis agisce per ingestione a
seguito della quale si attiva una tossina che nel caso del subspecie Kurstaki, quella attiva sui
lepidotteri, paralizza la muscolatura intestinale e l'apparato boccale delle larve di
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processionaria, che smettendo di nutrirsi muoiono entro 5 giorni. Il Bacillus Thuringiensis deve
essere applicato immediatamente nella fase di schiusura delle uova e su larve giovani.
L'applicazione deve essere effettuata con piante asciutte, preferibilmente di sera e in
assenza di pericolo di precipitazioni. Le dosi d'impiego vanno da 5 a 40 gr per 100 mq di
coltura, a seconda dei ceppi utilizzati e della concentrazione dei formulati. Questo batterio si
trova in commercio sotto varie forme e l'applicazione viene effettuata con atomizzatori e pompe
a spalla. Il Bacillus Thuringiensis, nonostante sia uno degli insetticidi più selettivi in commercio e
quindi innocuo per gli insetti utili, è un prodotto irritante, non miscibile con poltiglia bordolese o
con altre sostanze a reazione alcalina.
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IL COLEOTTERO CARABIDE CALOSOMA SYCOPHANTA CONTRO LA
PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA
L'uso di questo coleottero nella lotta biologica fu sperimentato da un geniale professore di fisica
dell'Università di Toulouse, Jean Pierre Thomas Boisgiraud, che intorno al 1840 liberò alcuni
esemplari in un viale di pioppi di Poitiers per combattere la Lymantria dispar L. (la comune
Bombice dispari) riportando risultati assolutamente positivi. Oggi questo iridescente e bellissimo
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coleottero è protetto in molti paesi, tra cui l'Italia, le cui Regioni possono disciplinarne la
salvaguardia, come ad esempio la legge speciale n. 56 del 2000 della Regione Toscana. È
pertanto di difficile reperibilità anche nelle biofabbriche specializzate. Ad ogni modo, in presenza
di processionaria sarà lui a comparire perché ne è particolarmente attratto. Importante è quindi
non allontanarlo sia a causa del liquido irritante che emette quando è in pericolo, sia soprattutto
perché un adulto di questo coleottero può divorare anche 450 esemplari tra bruchi e crisalidi.
GLI ENTOMOFAGI CONTRO LA PROCESSIONARIA DEL PINO
Sono numerosi in natura gli insetti entomofagi utili nella lotta biologica alla processionaria. Tra
questi ricordiamo le numerose specie del genere Formica L., presenti soprattutto sulle Alpi e le
Prealpi e utili in grandi appezzamenti. Tra queste specie spiccano quelle del gruppo rufa, che si
rinviene tra i 350 e 1900 mt. A questo gruppo appartengono altre specie quali: la polyctena
(frequente a quote comprese tra i 700 e i 1800 mt, preferisce i boschi ricchi di abeti rossi), la
lugubris (diffusa in tutto l'arco alpino, tra i 700 e i 2200 mt, colonizza i boschi in cui le specie
dominanti sono l'abete rosso e il larice), l'aquilonia (meno diffusa ma altrettanto utile). L'impiego
di queste specie entomofaghe contro la processionaria risale al 1949. La loro presenza è
segnalata da grandi nidi scavati nel terreno e ricoperti di aghi di conifere. Queste specie sono
protette con leggi regionali (Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino) che vietano
l'asportazione, la detenzione e la commercializzazione di nidi, uova, larve e adulti, salvo
autorizzazione del Corpo Forestale dello Stato al solo scopo di attuare programmi di lotta
biologica. Vi sono anche altre specie entomofaghe utili nella lotta biologica alla processionaria
quali: l'Erigorgus femorator, l'Imenottero Icneumonide, gli Imenotteri Calcidoidei, i parassitoidi
oofagi, la Phryxe caudata, la Compsilura concinnata. Tutti difficilmente reperibili anche on-line.
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I REGOLATORI DELLO SVILUPPO CHITINO-INIBITORI
Anche questo è un insetticida biotecnologico che agisce per ingestione, ha azione ovicida e
interferisce con il metabolismo dell'insetto, bloccandone la muta. Dovrebbe essere utilizzato
durante l'ovideposizione, alla schiusura delle uova e in presenza delle giovani larve (in agosto
per il pino), la formulazione è una polvere bagnabile le cui dosi sono di 50 gr/hl.
LE TRAPPOLE NEI GRANDI SPAZI
La tecnica con trappole sessuali e con ferormoni è molto utile nei grandi spazi. Consiste nella
cattura dei maschi con conseguente deposizione di uova non fecondate da parte delle femmine.
Queste trappole a forma di imbuto, si posizionano a partire da metà giugno e fino alla fine di
luglio, a mezza chioma, ai margini delle coltivazioni e con una densità di 1 ogni 100 metri,
avendo cura di rinnovare il principio attivo ogni 3-4 settimane.
OBBLIGO DELLA LOTTA ALLA PROCESSIONARIA: ORDINANZE COMUNALI
E AMMENDE
La lotta alla processionaria disciplinata sin dal 1926, oggi è regolata dal D.Lgs. 214/2005 e dal
D.M. 30/10/2007. Questi Decreti impongono al cittadino la lotta obbligatoria in quelle aree
indicate dalle strutture regionali che svolgono le funzioni del Servizio Fitosanitario ed in cui è
stabilito che la presenza dell'insetto minacci seriamente la produzione e la sopravvivenza del
popolamento arboreo. I regolamenti possono prevedere sanzioni amministrative fino a 1000
euro; pertanto, sulla base del principio “ignorantia legis non excusat”, informarsi presso il
proprio comune oltre che un dovere civico è soprattutto un obbligo.
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