Il verde pubblico a Foiano della Chiana (AR): una guida interattiva

Il verde pubblico a Foiano della Chiana (AR):
una guida interattiva ad alberi e arbusti
Pier Luigi Nimis, Stefano Martellos
Claudia Angiolini, Stefano Loppi
Foto di Andrea Moro
@ KeyToNature – 2009
Studio sulla composizione floristica di alcuni giardini del Nord-est
d’Italia
Carla Frare, Elisa Turco
Abstract: questo studio ha lo scopo di analizzare se la composizione floristica dei giardini urbani
del Nord-est d’Italia varia in relazione alla proprietà-gestione del giardino. Sono stati campionati 50
giardini pubblici, privati e scolastici. In essi sono state rilevate 148 specie di alberi ed arbusti. I dati
sono stati sottoposti ad analisi multivariata (ordinamento e classificazione). Le 3 categorie di
giardini si dispongono lungo un gradiente che va da quelli privati a quelli pubblici con i giardini
scolastici in posizione intermedia. Il fattore discriminante risulta essere la percentuale di specie
utili. La diversa composizione floristica dei giardini sembra essere influenzata dai diversi usi del
giardino e dal tipo di proprietà.
Keywords: analisi multivariata, specie autoctone, decidue, ornamentali, vegetazione.
Introduzione
I giardini urbani occupano dal 18 al 27% delle aree urbane di alcune città (Gaston et al. 2005b;
Loram et al. 2007). La loro presenza assicura il mantenimento della biodiversità in ambienti
altamente antropizzati. I giardini consentono di mantenere un’alta ricchezza di specie vegetali,
anche se si tratta di ambienti artificiali, la cui composizione floristica è influenzata dalle scelte
umane. Alberi e arbusti rappresentano rifugi per uccelli e piccoli mammiferi, sono fonte di cibo per
gli erbivori e possono anche creare un microclima. I giardini svolgono il ruolo di corridoi ecologici.
Assumono grande valore anche in relazione all’uomo: sono l’unico spazio di naturalità e l’unico
contatto del cittadino con l’ambiente naturale (Cannon 1999; Miller 2005).
Tali premesse hanno portato negli ultimi anni a un incremento degli studi sui giardini, tanto che nel
Regno Unito è stato avviato il progetto Biodiversity of Urban Gardens (BUGS II) (Loram et al.
2007), che analizza la composizione floristica dei giardini. In Italia non esistono studi di tale tipo né
su scala regionale né nazionale.
Lo scopo del lavoro è quello di valutare in quali e che tipo di specie caratterizzino i giardini del
Nord-est d’Italia e in che modo la composizione floristica sia influenzata dalle scelte umane.
Area di studio, dati e metodi
L’area di studio comprende giardini di aree urbanizzate e residenziali del Friuli Venezia Giulia e del
Veneto, regioni situate nel Nord-est d’Italia. L’area è caratterizzata da un clima omogeneo di tipo
temperato umido: le Alpi bloccano il passaggio delle correnti fredde settentrionali mentre
dall’Adriatico arriva lo scirocco che determina un’alta piovosità. Le precipitazioni variano tra i
3000 mm/anno della fascia prealpina, compresa tra le Alpi e Prealpi Giulie Occidentali e le Prealpi
Carniche Occidentali, e i 900-1000 mm/anno della fascia costiera. Comunemente l’altezza
pluviometrica annua supera i 1000 mm, con un gradiente che dalla fascia di massima piovosità
tende a decrescere verso sud, nord e ovest (ARPA 2009, Protezione Civile 2009).
I campionamenti sono stati svolti nell’ottobre 2008. Sono stati scelti 50 giardini appartenenti a 3
categorie: pubblici, privati e scolastici, senza tener conto della loro estensione o della ricchezza
specifica. Sono state rilevate le specie di alberi o arbusti di altezza superiore ai 50 cm. Le specie
sono state identificate mediante la chiave interattiva di Dryades (Nimis et al., 2008). Prima di
procedere all’analisi dei dati nella lista delle specie sono state escluse quelle rare (presenti in un
solo giardino). La matrice di presenza-assenza (Tab.1) è stata sottoposta ad analisi multivariata
mediante: trasformazione scalare (radice quadrata del valore assoluto), trasformazione vettoriale
per l’analisi di corrispondenza, funzione di somiglianza cross product without centering e analisi di
corrispondenza applicata ad entrambe le matrici (metodo normale). Per l’analisi multivariata è stato
usato programma Mulva 4 (Wildi, O. & Orloci, L., 1988). Per una migliore interpr
2
Il verde pubblico a Foiano della Chiana (AR);
una guida interattiva ad alberi e arbusti
Il Comune di Foiano della Chiana (Arezzo) è stato il il primo Comune d'Italia a divenire Membro Associato del
progetto europeo KeyToNature. Questa guida alle più comuni piante legnose presenti nel verde pubblico di Foiano è
stata creata per rendere tali aree fruibili anche come laboratorio didattico all'aperto per le scuole del Comune e per
qualsiasi cittadino interessato.
1
1
2
2
Foglie aghiformi o squamiformi
2
Foglie non aghiformi nè squamiformi
8
Foglie aghiformi
3
Foglie squamiformi
5
Foglie più lunghe di 10 cm, riunite alla base in fascetti di 2. Albero a forma di
3
ombrello
Pinus pinea L.
Il pino domestico è albero tipico delle zone circostanti al
mare Mediterraneo. In Italia probabilmente non è
autoctono, ma è stato coltivato da migliaia di anni per i
semi (pinoli). Per l'alto numero di esemplari presenti in
Italia viene spesso considerato tra gli alberi-simbolo del
Paese, tanto che nei paesi anglosassoni il pino domestico
viene denominato "Italian stone pine" ed in Francia "Pin
d'Italie". A Foiano è presente sia ai giardini del Campo
sportivo che a quelli del Castellare con numerosi individui
di grandi dimensioni.
Foglie più brevi di 10 cm, addensate su brevi
3 rametti laterali. Alberi non a forma di
ombrello
4 Foglie lunghe 1.5-2.5 cm. Pigne lunghe 3-8 cm
4
Cedrus atlantica (Endl.) Carrière
Il cedro dell'Atlante è un albero ornamentale da noi
estremamente diffuso in parchi e giardini. Il nome deriva
dalla sua origine e diffusione nella catena dell'Atlante in
Nord-Africa. Sono frequenti i cultivar con foglie verdiazzurre.
4 Foglie lunghe 2-3 cm. Pigne lunghe 7-13 cm
Cedrus libani A.Richard
3
Il cedro del Libano è un albero ornamentale molto diffuso
in Italia. Migliaia di anni fa estesi boschi dominati dal
cedro del Libano ricoprivano i pendii montuosi di tutto il
Vicino Oriente. Oggi nella sua zona di origine
sopravvivono solo poche centinaia di esemplari. È l'albero
che campeggia al centro della bandiera del Libano.
5 Rametti appiattiti, tendenti a disporsi in piani verticali. Pigne più lunghe che larghe
Thuja orientalis L.
Specie ornamentale proveniente dall'Estremo Oriente, con
scarsa tendenza ad inselvatichirsi ad opera degli uccelli
presso gli abitati e a volte in luoghi rupestri, come le cave
abbandonate. Tutte le parti della pianta sono tossiche a
causa della presenza di tuione. Esistono numerosi cultivar
diversi per colorazione del fogliame e portamento generale.
Il nome generico deriva dal Greco thuia o thyia, usato per
un arbusto resinoso.
Rametti non appiattiti, disposti in tutti i sensi.
Pigne sferiche
6 Arbusto prostrato. Pigne carnose, più strette di 1 cm
5
6
Juniperus horizontalis Moench
Il ginepro strisciante è un arbusto nano originario
dall'America del Nord (tutto il Canada e gli Stati Uniti
settentrionali). Viene ampiamente coltivato da noi in parchi
e giardini. Sono stati selezionati più di 100 diversi cultivar,
molti con foglie glauche o variegate.
6 Alberi. Pigne legnose, più larghe di 1 cm
7
7 Foglie verdi, ottuse ed appressate (rametti lisci se sfregati dall'alto verso il basso)
Cupressus sempervirens L.
4
Il cipresso comune è una specie del Mediterraneo orientale
ed Asia Minore, frequentemente coltivata da noi ma senza
alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Si trova presso gli
abitati, soprattutto nei cimiteri e nei parchi, a volte lungo le
strade. È l'albero tipico dei cimiteri perché le sue radici
hanno identica estensione e sviluppo dei rami:
scendendono quindi a fuso nella terra invece che
svilupparsi orizzontalmente (come succede con altre
conifere) e non creano inconvenienti con le tombe.
Presente sia al Castellare che presso il Campo sportivo di
Foiano, è l’albero simbolo del paesaggio agrario toscano e
anche nel territorio comunale è frequente come alberatura
di strade di campagna o viali di ville e poderi.
7
Foglie verdi-azzurre, acute, le laterali con punte divaricate (rametti ruvidi se sfiorati
dall'alto verso il basso)
Cupressus arizonica Greene
Specie originaria della parte sud-occidentale degli Stati
Uniti, da noi ampiamente coltivata in parchi e giardini, con
scarsissima o nulla tendenza a rinselvatichire. Si distingue
facilmente dagli altri cipressi per la colorazione verdeazzurra delle foglie.
Foglie opposte (attaccate a coppie una di
fronte all'altra)
8 Foglie non opposte
9 Pianta lianosa, rampicante
8
9
25
Clematis vitalba L.
Specie europea diffusa in tutta la regione sino alle faggete
più calde. È la liana più comune nelle boscaglie e nelle
siepi ove può formare intrichi impenetrabili, soprattutto in
forre fresche ed umide. Appare - spesso con l'edera - anche
in ambienti urbani. Con i rovi ricopre spesso i muretti a
secco, nell'estremo stadio di degradazione del mantello
forestale. La pianta è debolmente tossica in tutte le sue
parti per la presenza di protoanemonina.
9 Alberi o arbusti
10
10 Foglie lobate
11
10 Foglie non lobate (intere o composte)
13
11 Foglie a contorno non pentagonale. Petali bianchi, fusi tra loro. Frutto carnoso
Viburnum opulus L.
5
Questo viburno è originario dell'Europa e dell'Asia. In
Toscana è spontaneo, ma viene spesso anche coltivato
come pianta ornamentale per i suoi fiori e frutti, in diversi
cultivar. I frutti sono commestibili in piccole quantità: das
freschi hanno un gusto acido poco gradevole ma possono
essere usati per fare gelatine. Tuttavia, i frutti sono
leggermente tossici e possono causare vomito o diarrea se
consumati in grandi quantità. La corteccia essiccata veniva
utilizzata in alcuni paesi per preparare una tintura contro i
crampi mestruali. Il nome del genere era già usato ai tempi
dei Romani, e forse è di derivazione Etrusca. Anche il
nome specifico era già in uso ai tempi dei Romani, ed è di
etimologia molto incerta.
Foglie a contorno pentagonale. Petali assenti o
verdastri. Frutto secco, alato
12 Foglie più brevi di 10 cm. Frutti formanti una T con il peduncolo
11
12
Acer campestre L.
L'acero campestre è una specie europeo-asiatica
occidentale, diffusa in tutta la regione sino alla fascia
montana inferiore. Si accompagna a Cornus sanguinea,
Ligustrum vulgare, Ulmus minor etc. Rinvenuto solo nella
scarpate del Campo Sportivo, è molto comune in tutto il
territorio di Foiano sia in bordure arbustive circostanti i
campi coltivati che come sostegno “vivo” in vecchi vigneti
dove si ritrovano ancora le famose “viti maritate”. Il nome
generico, che deriva dal Latino acer = appuntito, acuto,
forse per la forma dei denti fogliari di A. platanoides, era
già in uso presso i Romani.
12 Foglie più lunghe di 10 cm. Frutti formanti una V con il peduncolo
Acer pseudoplatanus L.
L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale
diffuso in regione sino alla fascia montana. Cresce in
boschi freschi - soprattutto di forra - con tigli, frassino
maggiore e faggio, ma viene spesso coltivato anche in
parchi e giardini. Il legno è utilizzato anche nella
costruzione di strumenti ad arco. E’presente presso il
Campo Sportivo dove sicuramente è stato piantato. Allo
stato attuale delle conoscenze non è noto come spontaneo
in altre stazioni del Comune di Foiano.
13 Foglie composte (divise in tante foglioline)
Sambucus nigra L.
6
I sambuco è una specie subatlantico-sudeuropea comune in
tutta la regione sino alla fascia montana superiore. A
Foiano è comune ovunque. Originaria di boschi di forra
freschi ed umidi si è poi diffusa in ambienti disturbati ed è
oggi comunissima presso gli abitati. Cresce su suoli
limoso-argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi ed in
composti azotati, da neutri a subacidi. I fiori sono utilizzati
per preparare bevande, i frutti marmellate. Le foglie sono
invece tossiche.
13 Foglie non composte
14
Foglie bicolori, verdi di sopra, bianco- o
14
15
grigio-pelose di sotto
14 Foglie verdi su entrambe le facce
17
15 Margine della foglia intero. Fiori a simmetria bilaterale
Teucrium fruticans L. subsp. fruticans
Questa specie è diffusa nelle aree costiere calde della parte
occidentale del bacino del Mediterraneo, dalla Penisola
Iberica a quella Balcanica. Cresce spontaneo nella macchia
mediterranea, soprattutto su substrati calcarei, ma in Italia
centro-meridionale viene spesso anche coltivato a scopo
ornamentale in parchi e giardini. In erboristeria le foglie
vengono utilizzate in infuso come diuretico. A Foiano è
usato come siepe ai giardini del Castellare. Il territorio di
Foiano non è climaticamente adatto, per cui si ritiene che la
specie non sia diffusa spontaneamente nel territorio
comunale.
Margine della foglia dentato. Fiori a
16
simmetria raggiata
Foglie chiaramente picciolate. Fiori bianchi, disposti in corimbi a forma di ombrello.
16
Frutto carnoso
Viburnum lantana L.
15
Specie eurasiatico-submediterranea diffusa in regione sino
alla fascia montana inferiore. Cresce in boschi aperti,
arbusteti e siepi, su suoli limoso-argillosi da freschi a
subaridi, ricchi in basi. A volte viene coltivato in parchi e
giardini a scopo ornamentale. Quasi tutte le parti della
pianta sono debolmente tossiche, inclusi i frutti crudi, che
possono causare vomito e dissenteria se ingeriti in grande
quantità.Il nome del genere era già usato ai tempi dei
Romani, e forse è di derivazione Etrusca. Anche il nome
specifico era già in uso ai tempi dei Romani.
16
Foglie subsessili. Fiori violetti (raramente bianchi) disposti in racemi più lunghi che
larghi. Frutto secco
Buddleja davidii Franch.
7
Specie di origine orientale, da noi introdotta per scopi
ornamentali e spesso transfuga in ambienti seminaturali. In
regione è piuttosto diffusa ed in via di espansione, ma
ancora con ampie lacune. Cresce nei greti dei fiumi, ma
anche presso ruderi e macerie purché ombreggiate. A volte
viene coltivata a causa della vistosa fioritura. È chiamata
"pianta delle farfalle" in quanto queste sono
particolarmente attratte dai fiori. Il genere è dedicato al
botanico inglese Adam Buddle (1662-1715). Il nome
specifico ricorda il missionario padre Armand David
(1826-1900), scopritore di numerose specie botaniche
orientali.
17 Margine della foglia dentato o dentellato
17 Margine della foglia intero
18 Foglie più lunghe di 2 cm. Petali liberi
18
19
Euonymus japonicus L. f.
Specie originaria da Giappone, Corea e Cina, da noi
ampiamente coltivata in parchi e giardini a scopo
ornamentale. Esistono diversi cultivar, che differiscono
soprattutto nel colore delle foglie (verdi, giallastre,
variegate). I frutti contengono sostanze tossiche.
18 Foglie più brevi di 2 cm. Petali fusi tra loro
Abelia spp.
Il genere Abelia comprende circa 20 specie arbustive (più
numerosi ibridi) originarie dell'Asia e dell'America
utilizzate come piante ornamentali per macchie isolate o
siepi nei giardini, o per la coltura in vaso. La specie più
conosciuta è Abelia chinensis originaria della Cina e
importata in Italia nel 1844. Altre specie ornamentali sono
A. floribunda originaria del Messico, e A. triflora,
originaria dell'Himalaya. Il nome del genere deriva dal suo
scopritore, il medico Clarke Abel, che nei primi anni del
1800 giunse in Cina dove si dedicò anche allo studio della
flora, scoprendo, tra le altre, l'A. chinensis.
Foglie senza picciolo o con picciolo più breve
20
di 3 mm
19 Foglie con picciolo più lungo di 3 mm
21
Foglie sempreverdi, coriacee, ad apice ottuso o bilobo. Fiori giallastri, all'ascella delle
20
foglie
Buxus sempervirens L.
19
8
Il bosso è un arbusto mediterraneo-atlantico da noi
coltivato ovunque soprattutto per siepi e bordure, ma che
allo stato spontaneo non è molto comune. Il nome generico
deriva dal Greco pykos = saldo, per la durezza del legno.
Consacrato nell’antichità ad Ade e Cibele, il Bosso era e
resta simbolo funerario e di immortalità, perchè è
sempreverde. Veniva piantato nelle necropoli insieme a
cipressi e tassi ed era per questo sacro agli dei inferi e alla
dea madre Cibele. Ancora oggi si usa piantare rami di
bosso sulle tombe. Per i Greci era sacro a Plutone. Presso i
Galli simboleggiava l’immagine dell’eternità. Spesso il
legno di Bosso era utilizzato per realizzare scatolette lignee
e statuette di divinità. Nell’antica Grecia il legno di Bosso
era anche usato per fabbricare vasi per medicamenti. Il
vasetto o "bussolotto" in legno di bosso, a forma cilindrica,
fu il primo contenitore per i medicinali. Tutte le parti della
pianta sono tossiche, a causa del contenuto in alcaloidi
come la Bussina, un veleno tetanizzante. L’uso incongruo
di foglie, corteccia e frutti può provocare fenomeni di
avvelenamento anche mortale.
20 Foglie decidue, ad apice acuto. Fiori rosa (raramente bianchi), disposti in racemi
Lagerstroemia indica L.
La lagerstroemia è un albero-arbusto originario dell'Asia
orientale, che da noi viene frequentemente coltivato a
scopo ornamentale in parchi, giardini e per alberature
stradali. Caratteristico è il tronco particolarmente liscio, a
causa della corteccia precocemente caduca. Il nome
generico è dedicato ad un amico di Linneo, il mercante
svedese Magnus von Lagerstroem (1696-1759), che gli
inviò numerose piante dall'India (da qui il nome specifico,
che però è improprio, in quanto la pianta non cresce
spontaneamente in India).
21
Foglie chiaramente pelose di sotto. Fiori e frutti disposti in corimbi a forma di
ombrello
Viburnum tinus L. subsp. tinus
Il laurotino è una specie mediterranea spontanea in Toscana
lungo le coste e spesso coltivata in parchi e giardini a scopo
ornamentale. In natura cresce su suoli limoso-argillosi
ricchi scheletro, aridi d'estate, sia calcarei che marnosoarenacei purché ricchi in carbonati. Quasi tutte le parti della
pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere era
già usato ai tempi dei Romani, e forse è di derivazione
Etrusca. Il nome specifico ricorda quello usato dai Romani
(laurustinus). A Foiano è usato come elemento della siepe
ai giardini della Resistenza e allo stato attuale non è noto
come elemento spontaneo della flora del Comune.
Foglie glabre o quasi sotto. Fiori e frutti
21 disposti in racemi piramidali
22
22 Rami giovani finemente lanuginosi
Ligustrum vulgare L.
9
Il ligustro comune è una specie sudeuropea diffusa e
comune in tutta la regione sino alla fascia montana
inferiore. In natura cresce nei mantelli dei boschi termofili
ma anche nelle siepi e nel sottobosco, su suoli da
superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi. Tutte le parti
della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome
generico era già in uso presso i Romani.
22 Rami giovani glabri
23
Foglie larghe 2-5 cm. Tubo della corolla lungo meno di 4 mm. Infiorescenze larghe 623
14 cm
Ligustrum japonicum Thunb.
Specie originaria dal Giappone meridionale e Corea,
coltivata come specie ornamentale in parchi e giardini con
scarsa tendenza a rinselvatichire. Esistono diversi cultivar,
come "rotundifolium" a foglie arrotondate e "silver star" a
foglie striate di bianco ai margini. La specie è affine a L.
lucidum, da cui differisce per la taglia minore e per i frutti
allungati. Tutte le parti della pianta - soprattutto i frutti sono tossiche. Il nome generico era già in uso presso i
Romani.
Foglie larghe 1.5-3 cm. Tubo della corolla
lungo 5-6 mm. Infiorescenze larghe 3-8 cm
24 Foglie verdi
23
24
Ligustrum ovalifolium Hassk.
Specie di origine giapponese introdotta in Italia nel XIX
secolo ed oggi ampiamente coltivata in parchi e giardini al
posto della specie nativa Ligustrum vulgare. Tutte le parti
della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome
generico era già in uso presso i Romani.
24 Foglie screziate di bianco-giallastro
Ligustrum ovalifolium Hassk. cult. aureomarginatum
10
Un cultivar a foglie variegate frequentemente coltivato a
scopo ornamentale, derivante da una specie di origine
giapponese introdotta in Italia nel XIX secolo ed oggi
ampiamente coltivata in parchi e giardini. Tutte le parti
della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome
generico era già in uso presso i Romani.
Piante con spine sui fusti o al margine delle
foglie
25 Piante non spinose
26 Foglie profondamente lobate
25
26
32
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo
comunissimo in tutta la regione sino alla fascia montana
inferiore. E' diffuso negli arbusteti a bordo dei fossi di
scolo dei campi e lungo le scarpate in tutto il territorio del
Comune di Foiano. È uno dei principali costituenti di
boschi, boscaglie, macchie e siepi, ed appare in tutti gli
stadi dinamici della vegetazione legnosa, su suoli da
carbonatici a debolmente acidi. I frutti sono commestibili
ma poco saporiti. Il nome generico deriva dal Greco
krataios = saldo, robusto, a causa del legno particolarmente
duro. Quello specifico deriva dal Greco monos=uno solo e
gynos=femmina, alludendo ai frutti che contengono un solo
seme.
26 Foglie non lobate
27
27 Foglie intere
28
27 Foglie composte (divise in tante foglioline)
29
28 Foglie decidue. Fiori e frutti non disposti in corimbi a forma di ombrello. Frutto blu
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Arbusto eurasiatico-centroeuropeo diffuso in regione dalla
costa alla fascia montana. Nel territorio di Foiano è
comune. Cresce nelle siepi, ai margini dei boschi, in densi
popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli
argillosi da mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi
in composti azotati. E'uno dei primi arbusti a fiorire in
primavera. I frutti non sono velenosi ma sono fortemente
astringenti e quindi non molto commestibili. Essi
contengono però molta vitamina C e a volte - soprattutto in
passato - erano usati per produrre marmellate.
28
Foglie sempreverdi, coriacee. Fiori e frutti disposti in corimbi a forma di ombrello.
Frutto rosso
Pyracantha coccinea M. Roem.
11
Il genere è originario da un'area che va dall'Europa
sudorientale all'Asia sudorientale. Due specie sono da noi
ampiamente coltivate - a volte con tendenza a
rinselvatichire - sia per l'aspetto ornamentale che per
l'abbondante presenza di spine (siepi filo-di-ferro). Il nome
generico deriva dal Greco e significa "spine di fuoco"
alludendo ai frutti rossi ed alla presenza di spine.
29 Foglioline a margine intero. Fiori a simmetria bilaterale. Frutto secco (legume)
Robinia pseudacacia L.
La robinia è di origine nordamericana: fu introdotta a
Parigi dal Canada nel 1601 dai giardinieri di corte J. e V.
Robin e poi diffusasi ampiamente con tendenza
submediterraneo-continentale. In regione è comunissima
dalla costa ai fondovalle e nel territorio di Foiano è comune
ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come
scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le
linee ferroviarie, su suoli argillosi da freschi a subaridi.
Nonostante la sua invasività, la robinia è spesso utile, per
diversi motivi: a) cresce velocemente ed ha un apparato
radicale molto sviluppato per cui rafforza le scarpate
evitando che franino, b) ha valore ornamentale per i fiori a
grappolo, bianchi e profumati, c) è importante per la
produzione del cosiddetto “miele d’acacia”, d) il legno,
duro e pesante, resiste agli agenti atmosferici (pali, mobili
da esterno) ed è un ottimo combustibile, e) come tutte le
leguminose è azotofissatrice, per cui contribuisce alla
fertilità del terreno, f) i fiori sono commestibili: in alcune
parti d’Italia vengono consumati fritti in pastella dolce.
Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene
albumine tossiche per l’uomo. Diffusa spontaneamente
nelle scarpate delle strade e lungo gli argini fluviali in tutto
il Comune di Foiano, è presente sia ai giardini del
Castellare, con pochi individui, che in quelli del Campo
Sportivo, dove è diffusa nei declivi incolti circostanti il
campo stesso.
Foglioline a margine dentato. Fiori a
simmetria raggiata. Frutto carnoso
30 Foglie palmate o trifogliate. Frutto a mora
29
30
Rubus sp.
I rovi sono uno dei generi più difficili delle Angiosperme,
soprattutto a causa dell'alta frequenza di ibridi. E' spesso
quasi impossibile identificare a livello di specie un rovo
selvatico senza l'aiuto di uno dei pochissimi specialisti del
genere.
30 Foglie pennate. Frutto diverso da una mora
12
31
31 Spine sui fusti. Fiori più larghi di 3 cm
Rosa sp. (numerosissimi cultivar)
Le rose spontanee, da cui sono derivate le rose coltivate, si
sono sviluppate nelle regioni dell'emisfero boreale e hanno
fiori con 5 petali. Le più importanti fra le rose antiche da
giardino hanno avuto origine da Rosa gallica L. (l'unica fra
le rose antiche con petali rossi), Rosa phoenicea Boiss.,
Rosa canina L., e da altre entità comunemente riunite sotto
il nome di Rosa moschata s.l. L'introduzione in Inghilterra
dalla Cina di R. chinensis Jacq., verso la fine del 1700, ha
determinato una totale rivoluzione nella coltivazione delle
rose, tanto che il 1800 può essere considerato la linea di
demarcazione fra le rose antiche da giardino e quelle
moderne. Dall'ibridazione delle rose cinesi con R. gallica,
R. damascena, R. alba e R. moschata sono derivate le rose
moderne da giardino, che presentano il fenomeno della
rifiorenza (legata ad un gene recessivo introdotto nelle rose
moderne dalle rose cinesi). In particolare, le Rose Tè (rose
con il profumo di tè) hanno concorso alla produzione di
una vasta gamma di colori.
31 Spine limitate al margine della foglia. Fiori più stretti di 3 cm
Mahonia aquifolium (Pursh) Nutt.
Mahonia è un genere di circa 70 specie di arbusti
sempreverdi originari dell'Asia orientale, Himalaya, Nord
America e America Centrale. M. aquifolium, spontanea in
N America lungo la costa del Pacifico, è spesso coltivata da
noi scopo ornamentale. Il genere è dedicato all’orticoltore
di Philadelphia McMahon Bernard (1775-1816), che iniziò
a coltivare la pianta a partire da esemplari raccolti da M.
Lewis e W. Clark nella loro famosa spedizione (1804–
1806) lungo le coste del Pacifico in N America. Il nome
della specie allude alla somiglianza delle foglie con quelle
dell’agrifoglio (Ilex aquifolium).
32 Piant lianose, rampicanti
33
32 Alberi o arbusti
34
33 Foglie verdi. Foglie giovani con piccoli peli bianchi almeno di sotto (usare la lente!)
Hedera helix L. s.l.
L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in
regione sino alle faggete della fascia montana inferiore.
Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui
raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con
altre liane come Clematis vitalba, Fallopia baldschuanica e
Parthenocissus quinquefolia. E' comunissima anche in
ambienti urbani, come a Foiano. È velenosa (saponine) e
può originare reazioni fotoallergiche.
33 Foglie screziate di bianco. Foglie giovani con peli rossastri
Hedera algeriensis Hibberd.
13
Diverse specie di edera, provenienti ad esempio dalle Isole
Canarie, dal Nord Africa o dalla Colchide, da secoli sono
state oggetto di selezione come piante ornamentali. Ciò ha
generato una ricca serie di ibridi e di cultivar (che spesso
coinvolgono alche l'unica specie spontanea in Italia:
Hedera helix), di difficilissima identificazione. L'Edera
spontanea (Hedera helix) è comunissima a Foiano, ma nei
giardini appaiono anche i cultivar. Anche essi sono tossici
(saponine) e possono generare reazioni fotoallergiche.
34 Foglie lobate
34 Foglie non lobate
35 Fiori senza petali. Frutto una ghianda
35
36
Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens
La roverella è una delle querce più diffuse in Italia.
Resistente all'aridità è facilmente riconoscibile d'inverno in
quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a
differenza di altre querce. In passato il nostro paesaggio era
caratterizzato da maestosi esemplari di roverella, ma il
disboscamento hanno causato nel giro di pochi decenni la
scomparsa di gran parte di questi patriarchi arborei. La
creazione della rete ferroviaria fu una delle principali
cause, in quanto richiedeva traversine di legno
preferibilmente di quercia. Il legno è poco apprezzato, ed
utilizzato come legno d'ardere: ha ottimo valore calorifico e
lenta combustione. Le ghiande venivano utilizzate per
l'alimentazione dei maiali. A Foiano è presente in città solo
nei dintorni del campo sportivo, ma è, insieme al cerro,
l’albero più frequente nei boschi del territorio comunale
dove è anche presente con individui di notevoli dimensioni
sia a formare filari al bordo dei campi sia come quercia
camporile isolata.
35 Fiori con petali. Frutto una capsula
Hibiscus syriacus L.
L'ibisco (Hibiscus L.) è un genere delle Malvaceae che
comprende circa 300 specie tra piccoli alberi, arbusti e
piante erbacee annuali o perenni. L'Hibiscus syriacus,
nativo dell’Asia (è il fiore nazionale della Corea del Sud)
viene utilizzato nei giardini e in vaso sui terrazzi, come
alberello isolato o per la formazione di siepi fiorite.
36 Foglie composte (divise in tante foglioline)
36 Foglie non composte
37 Foglioline più brevi di 4 cm. Frutto a legume
37
39
Robinia pseudacacia L.
14
La robinia è di origine nordamericana: fu introdotta a
Parigi dal Canada nel 1601 dai giardinieri di corte J. e V.
Robin e poi diffusasi ampiamente con tendenza
submediterraneo-continentale. In regione è comunissima
dalla costa ai fondovalle e nel territorio di Foiano è comune
ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come
scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le
linee ferroviarie, su suoli argillosi da freschi a subaridi.
Nonostante la sua invasività, la robinia è spesso utile, per
diversi motivi: a) cresce velocemente ed ha un apparato
radicale molto sviluppato per cui rafforza le scarpate
evitando che franino, b) ha valore ornamentale per i fiori a
grappolo, bianchi e profumati, c) è importante per la
produzione del cosiddetto “miele d’acacia”, d) il legno,
duro e pesante, resiste agli agenti atmosferici (pali, mobili
da esterno) ed è un ottimo combustibile, e) come tutte le
leguminose è azotofissatrice, per cui contribuisce alla
fertilità del terreno, f) i fiori sono commestibili: in alcune
parti d’Italia vengono consumati fritti in pastella dolce.
Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene
albumine tossiche per l’uomo.
Almeno la fogliolina terminale più lunga di 4
37 cm. Frutto diverso da un legume
38
38 Foglioline meno di 9, arrotondate all'apice
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed
Asia occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel
Neolitico (archeofita) e spesso subspontaneo. In regione è
diffuso dalla costa alla fascia montana. I frutti sono
commestibili e con il mallo (la parte carnosa che circonda
la noce) si prepara un liquore (nocino). Il nome generico
deriva dal Latino Jovis glans, cioè noce di Giove.
38 Foglioline più di 9, acute all'apice
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
Pianta asiatica introdotta in Francia a metà del '700 come
cibo per una farfalla malese (Philosamia cyntia) allevata
per la seta. Oggi è fra gli arbusti più infestanti in Europa
meridionale. In regione è comunissima sotto la fascia
montana presso gli abitati, lungo le vie, in prati
abbandonati ove ritarda la ricostituzione dei boschi. La sua
invasività è dovuta all'enorme numero di semi (sino a
250.000 all'anno), alla riproduzione anche vegetativa,
all'eliminazione della concorrenza per allopatia. Semi e
scorza sono tossici. Il nome del genere deriva dal
Moluccano e significa "albero del cielo". E' abbastanza
frequente nel Comune di Foiano come infestante invasiva
dei margini stradali.
39 Base della foglia non simmetrica
Ulmus minor Mill. subsp. minor
15
L'olmo comune è un albero sudeuropeo diffuso in regione
dalla costa alla fascia montana inferiore. Cresce in boschi e
siepi su suoli argillosi, ricchi in basi ed in composti azotati,
da freschi a periodicamente sommersi, ma è spesso
coltivato in ambienti urbani. Talvolta nelle siepi compare la
var. suberosa, con rami muniti di larghe ali sugherose. E'
frequente in tutto il territorio del comune di Foiano in zone
di accumulo di suolo al bordo di scarpate anche con alberi
di buone dimensioni.
39 Base della foglia simmetrica
40 Foglie a contorno triangolare o romboidale
Foglie a contorno non romboidale nè
40
triangolare
41 Corona allargata
40
41
42
Populus nigra L.
Il pioppo nero è un albero eurasiatico-sudeuropeo diffuso
in tutta la regione sino ai fondovalle. Viene spesso confuso
con ibridi introdotti chiamati Populus x canadensis,
coltivati per la produzione di legno da carta. Cresce in
stazioni umide ma spesso anche in luoghi disturbati, su
suoli da ghiaioso-sabbiosi a limoso-argillosi. A Foiano è
diffuso nelle zone umide, sia presso la “Colmatina di
Foiano” che lungo i canali.
41 Corona cilindrica, colonnare, simile a quella del cipresso
Populus nigra L. var. italica Moench
Il pioppo cipressino (o pioppo lombardo) fu selezionato in
Lombardia nel XVII secolo e si caratterizza per la forma
molto stretta della corona. Si adatta ad estati calde e secche
ed è meno legato ad ambienti umidi della varietà nominale.
Si tratta di un clone di sesso maschile, che non si riproduce
per seme.
42 Foglie a base cuoriforme
Tilia americana L.
16
Oltre alle specie autoctone Tilia cordata e T. platyphyllos,
vengono spesso coltivati in viali, parchi e giardini doversi
ibridi e la specie originaria dal N America, T. americana,
con i suoi diversi cultivar. Tutti i tigli posseggono legno
biancastro, omogeneo, leggero, usato per lavori di intaglio,
intarsio, scultura, parti di strumenti musicali, soprattutto
chitarre. I fiori forniscono il nettare per un ottimo miele, e
vengono utilizzati per la preparazione di infusi e tisane. Il
nome generico era già usato dai Romani. Il tiglio
americano è l’unica specie, insieme al leccio, presente in
tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza,
Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura del
viale dei giardini del Castellare.
42 Foglie arrotondate od attenuate verso la base
43 Margine della foglia dentato o dentellato
43 Margine della foglia intero
44 Piante decidue con foglie non coriacee
44 Piante sempreverdi con foglie coriacee
45 Foglie verdi. Fiori bianchi. Frutto bluastro
43
44
48
45
46
Prunus domestica L. subsp. domestica
Il susino, proveniente dall'Asia minore, è oggi coltivato in
Europa in diverse varietà derivanti anche da incroci. In
regione è diffuso dalla costa ai fondovalle. A Foiano viene
spesso coltivato per i frutti.
45 Foglie rossastre. Fiori rosa. Frutto rossastro
Prunus cerasifera Ehrh. var. pissardii (Carrière) L.H.Bailey
Una varietà del Prunus cerasifera a fiori rosa e foglie
arrossate, da noi comunemente coltivato in parchi, giardini
ed alberature stradali a scopo decorativo. Sembra che
questa varietà derivi da un esemplare presente nei giardini
dello Scià di Persia a Tehran. Essa è dedicata al giardiniere
capo dello Scià, un francese di nome M. Pissard, che la
introdusse in Francia nel 1880.
46 Foglie solitamente più lunghe di 15 cm. Fiori e frutti disposti in racemi cilindrici
Prunus laurocerasus L.
17
Il lauroceraso origina da un'area che va dal Mar Nero
all'Asia sud-occidentale. Introdotto in Italia a metà del '500
è oggi coltivato quasi ovunque in parchi e giardini, con
scarsa tendenza a rinselvatichire. Tutte le parti della pianta
contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad
azione tossica, che danno loro il caratteristico sapore di
mandorle amare.
Foglie più brevi di 15 cm. Fiori e frutti non
disposti in racemi cilindrici
47 Foglie glabre o quasi. Fiori con petali. Frutto carnoso rosso
46
47
Arbutus unedo L.
Il corbezzolo è una pianta tipicamente mediterranea. Ha la
particolarità di presentare tutti assieme i fiori (bianchi), i
frutti (rossi) e le foglie (verdi): in alcuni testi scolastici
viene ancora presentato come un simbolo della bandiera
Italiana. Il nome specifico deriva dal Latino "unum tantum
edo" (=ne mangio solo uno), per l'inspipidezza dei frutti. Il
corbezzolo è presente allo stato spontaneo all’interno dei
boschi di cerro termofili ed acidofili presenti nel territorio
comunale di Foiano.
47 Foglie fortemente pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio, assieme all'olivo, è l'albero mediterraneo per
eccellenza: domina la vegetazione arborea del
Mediterraneo, dalla Grecia al Marocco. Ha un legno duro,
compatto e pesante, soggetto ad imbarcarsi, difficile da
lavorare e da stagionare, utilizzato soprattutto come
combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Il
leccio è l’unica specie, insieme a Tilia americana, presente
in tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza,
Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura dei
giardini della Resistenza. E’ rara nei boschi del Comune
essendo
una
sclerofilla
sempreverde
legata
prevalentemente a zone con clima mediterraneo.
48 Foglie fortemente grigio-pelose di sotto. Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
18
Il leccio, assieme all'olivo, è l'albero mediterraneo per
eccellenza: domina la vegetazione arborea del
Mediterraneo, dalla Grecia al Marocco. Ha un legno duro,
compatto e pesante, soggetto ad imbarcarsi, difficile da
lavorare e da stagionare, utilizzato soprattutto come
combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Il
leccio è l’unica specie, insieme a Tilia americana, presente
in tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza,
Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura dei
giardini della Resistenza. E’ rara nei boschi del Comune
essendo
una
sclerofilla
sempreverde
legata
prevalentemente a zone con clima mediterraneo.
Foglie verdi su entrambe le facce. Frutto
diverso da una ghianda
49 Foglie con forte odore di alloro se sfregate tra le dita
48
49
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico di antica
introduzione all'inerno della Toscana, ove è coltivato
ovunque e - anche grazie ai merli che ne diffondono i semi
- è diffuso anche allo stato subspontaneo. Le foglie sono
notissime come condimento. I frutti contengono olii
essenziali ed un grasso impiegato in profumeria. La pianta
è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la
"laurea" prende il nome dalla corona d'alloro posta sulla
testa del "laureato".
49 Foglie senza odore di alloro
50 Pianta sempreverde con foglie coriacee
50
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso origina da un'area che va dal Mar Nero
all'Asia sud-occidentale. Introdotto in Italia a metà del '500
è oggi coltivato quasi ovunque in parchi e giardini, con
scarsa tendenza a rinselvatichire. Tutte le parti della pianta
contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad
azione tossica, che danno loro il caratteristico sapore di
mandorle amare.
50 Piante decidue con foglie non coriacee
51
51 Foglie più larghe di 4 cm. Fiori bianchi, più larghi di 3 cm
Magnolia stellata (Siebold & Zucc.) Maxim.
19
Magnolia è un genere con oltre 80 specie arboree e
arbustive a lento accrescimento con interessanti fioriture,
originarie del Nord e Centro America dell'Asia e
dell'Himalaya. M. stellata, originaria dell'Asia orientale, si
distingue dalle altre specie decidue per i petali nastriformi.
Il nome del genere è stato dedicato da Charles Plumier, a
Pierre Magnol (1638-1715) medico e botanico francese,
direttore del giardino botanico di Montpellier, che
introdusse la nozione di famiglia nella classificazione
botanica.
Foglie più strette di 4 cm. Fiori non bianchi,
52
più stretti di 3 cm
52 Foglie opache di sopra. Fiori gialli, a simmetria bilaterale. Frutto un legume
Spartium junceum L.
51
La ginestra odorosa è una specie mediterranea, in regione
spontanea ma spesso anche coltivata a scopi ornamentali e
talvolta inselvatichita. Cresce su suoli limoso-argillosi
ricchi in scheletro, aridi d'estate, da subacidi a neutri.
Contiene un alcaloide tossico (citisina).
52
Foglie un po' lucide di sopra. Fiori rosa, a simmetria raggiata. Frutto diverso da un
legume
Lagerstroemia indica L.
La lagerstroemia è un albero-arbusto originario dell'Asia
orientale, che da noi viene frequentemente coltivato a
scopo ornamentale in parchi, giardini e per alberature
stradali. Caratteristico è il tronco particolarmente liscio, a
causa della corteccia precocemente caduca. Il nome
generico è dedicato ad un amico di Linneo, il mercante
svedese Magnus von Lagerstroem (1696-1759), che gli
inviò numerose piante dall'India (da qui il nome specifico,
che però è improprio, in quanto la pianta non cresce
spontaneamente in India).
© 2009 KeyToNature.
20