Il verde pubblico a Foiano della Chiana (AR): una guida interattiva ad alberi e arbusti Pier Luigi Nimis, Stefano Martellos Claudia Angiolini, Stefano Loppi Foto di Andrea Moro @ KeyToNature – 2009 Studio sulla composizione floristica di alcuni giardini del Nord-est d’Italia Carla Frare, Elisa Turco Abstract: questo studio ha lo scopo di analizzare se la composizione floristica dei giardini urbani del Nord-est d’Italia varia in relazione alla proprietà-gestione del giardino. Sono stati campionati 50 giardini pubblici, privati e scolastici. In essi sono state rilevate 148 specie di alberi ed arbusti. I dati sono stati sottoposti ad analisi multivariata (ordinamento e classificazione). Le 3 categorie di giardini si dispongono lungo un gradiente che va da quelli privati a quelli pubblici con i giardini scolastici in posizione intermedia. Il fattore discriminante risulta essere la percentuale di specie utili. La diversa composizione floristica dei giardini sembra essere influenzata dai diversi usi del giardino e dal tipo di proprietà. Keywords: analisi multivariata, specie autoctone, decidue, ornamentali, vegetazione. Introduzione I giardini urbani occupano dal 18 al 27% delle aree urbane di alcune città (Gaston et al. 2005b; Loram et al. 2007). La loro presenza assicura il mantenimento della biodiversità in ambienti altamente antropizzati. I giardini consentono di mantenere un’alta ricchezza di specie vegetali, anche se si tratta di ambienti artificiali, la cui composizione floristica è influenzata dalle scelte umane. Alberi e arbusti rappresentano rifugi per uccelli e piccoli mammiferi, sono fonte di cibo per gli erbivori e possono anche creare un microclima. I giardini svolgono il ruolo di corridoi ecologici. Assumono grande valore anche in relazione all’uomo: sono l’unico spazio di naturalità e l’unico contatto del cittadino con l’ambiente naturale (Cannon 1999; Miller 2005). Tali premesse hanno portato negli ultimi anni a un incremento degli studi sui giardini, tanto che nel Regno Unito è stato avviato il progetto Biodiversity of Urban Gardens (BUGS II) (Loram et al. 2007), che analizza la composizione floristica dei giardini. In Italia non esistono studi di tale tipo né su scala regionale né nazionale. Lo scopo del lavoro è quello di valutare in quali e che tipo di specie caratterizzino i giardini del Nord-est d’Italia e in che modo la composizione floristica sia influenzata dalle scelte umane. Area di studio, dati e metodi L’area di studio comprende giardini di aree urbanizzate e residenziali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, regioni situate nel Nord-est d’Italia. L’area è caratterizzata da un clima omogeneo di tipo temperato umido: le Alpi bloccano il passaggio delle correnti fredde settentrionali mentre dall’Adriatico arriva lo scirocco che determina un’alta piovosità. Le precipitazioni variano tra i 3000 mm/anno della fascia prealpina, compresa tra le Alpi e Prealpi Giulie Occidentali e le Prealpi Carniche Occidentali, e i 900-1000 mm/anno della fascia costiera. Comunemente l’altezza pluviometrica annua supera i 1000 mm, con un gradiente che dalla fascia di massima piovosità tende a decrescere verso sud, nord e ovest (ARPA 2009, Protezione Civile 2009). I campionamenti sono stati svolti nell’ottobre 2008. Sono stati scelti 50 giardini appartenenti a 3 categorie: pubblici, privati e scolastici, senza tener conto della loro estensione o della ricchezza specifica. Sono state rilevate le specie di alberi o arbusti di altezza superiore ai 50 cm. Le specie sono state identificate mediante la chiave interattiva di Dryades (Nimis et al., 2008). Prima di procedere all’analisi dei dati nella lista delle specie sono state escluse quelle rare (presenti in un solo giardino). La matrice di presenza-assenza (Tab.1) è stata sottoposta ad analisi multivariata mediante: trasformazione scalare (radice quadrata del valore assoluto), trasformazione vettoriale per l’analisi di corrispondenza, funzione di somiglianza cross product without centering e analisi di corrispondenza applicata ad entrambe le matrici (metodo normale). Per l’analisi multivariata è stato usato programma Mulva 4 (Wildi, O. & Orloci, L., 1988). Per una migliore interpr 2 Il verde pubblico a Foiano della Chiana (AR); una guida interattiva ad alberi e arbusti Il Comune di Foiano della Chiana (Arezzo) è stato il il primo Comune d'Italia a divenire Membro Associato del progetto europeo KeyToNature. Questa guida alle più comuni piante legnose presenti nel verde pubblico di Foiano è stata creata per rendere tali aree fruibili anche come laboratorio didattico all'aperto per le scuole del Comune e per qualsiasi cittadino interessato. 1 1 2 2 Foglie aghiformi o squamiformi 2 Foglie non aghiformi nè squamiformi 8 Foglie aghiformi 3 Foglie squamiformi 5 Foglie più lunghe di 10 cm, riunite alla base in fascetti di 2. Albero a forma di 3 ombrello Pinus pinea L. Il pino domestico è albero tipico delle zone circostanti al mare Mediterraneo. In Italia probabilmente non è autoctono, ma è stato coltivato da migliaia di anni per i semi (pinoli). Per l'alto numero di esemplari presenti in Italia viene spesso considerato tra gli alberi-simbolo del Paese, tanto che nei paesi anglosassoni il pino domestico viene denominato "Italian stone pine" ed in Francia "Pin d'Italie". A Foiano è presente sia ai giardini del Campo sportivo che a quelli del Castellare con numerosi individui di grandi dimensioni. Foglie più brevi di 10 cm, addensate su brevi 3 rametti laterali. Alberi non a forma di ombrello 4 Foglie lunghe 1.5-2.5 cm. Pigne lunghe 3-8 cm 4 Cedrus atlantica (Endl.) Carrière Il cedro dell'Atlante è un albero ornamentale da noi estremamente diffuso in parchi e giardini. Il nome deriva dalla sua origine e diffusione nella catena dell'Atlante in Nord-Africa. Sono frequenti i cultivar con foglie verdiazzurre. 4 Foglie lunghe 2-3 cm. Pigne lunghe 7-13 cm Cedrus libani A.Richard 3 Il cedro del Libano è un albero ornamentale molto diffuso in Italia. Migliaia di anni fa estesi boschi dominati dal cedro del Libano ricoprivano i pendii montuosi di tutto il Vicino Oriente. Oggi nella sua zona di origine sopravvivono solo poche centinaia di esemplari. È l'albero che campeggia al centro della bandiera del Libano. 5 Rametti appiattiti, tendenti a disporsi in piani verticali. Pigne più lunghe che larghe Thuja orientalis L. Specie ornamentale proveniente dall'Estremo Oriente, con scarsa tendenza ad inselvatichirsi ad opera degli uccelli presso gli abitati e a volte in luoghi rupestri, come le cave abbandonate. Tutte le parti della pianta sono tossiche a causa della presenza di tuione. Esistono numerosi cultivar diversi per colorazione del fogliame e portamento generale. Il nome generico deriva dal Greco thuia o thyia, usato per un arbusto resinoso. Rametti non appiattiti, disposti in tutti i sensi. Pigne sferiche 6 Arbusto prostrato. Pigne carnose, più strette di 1 cm 5 6 Juniperus horizontalis Moench Il ginepro strisciante è un arbusto nano originario dall'America del Nord (tutto il Canada e gli Stati Uniti settentrionali). Viene ampiamente coltivato da noi in parchi e giardini. Sono stati selezionati più di 100 diversi cultivar, molti con foglie glauche o variegate. 6 Alberi. Pigne legnose, più larghe di 1 cm 7 7 Foglie verdi, ottuse ed appressate (rametti lisci se sfregati dall'alto verso il basso) Cupressus sempervirens L. 4 Il cipresso comune è una specie del Mediterraneo orientale ed Asia Minore, frequentemente coltivata da noi ma senza alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Si trova presso gli abitati, soprattutto nei cimiteri e nei parchi, a volte lungo le strade. È l'albero tipico dei cimiteri perché le sue radici hanno identica estensione e sviluppo dei rami: scendendono quindi a fuso nella terra invece che svilupparsi orizzontalmente (come succede con altre conifere) e non creano inconvenienti con le tombe. Presente sia al Castellare che presso il Campo sportivo di Foiano, è l’albero simbolo del paesaggio agrario toscano e anche nel territorio comunale è frequente come alberatura di strade di campagna o viali di ville e poderi. 7 Foglie verdi-azzurre, acute, le laterali con punte divaricate (rametti ruvidi se sfiorati dall'alto verso il basso) Cupressus arizonica Greene Specie originaria della parte sud-occidentale degli Stati Uniti, da noi ampiamente coltivata in parchi e giardini, con scarsissima o nulla tendenza a rinselvatichire. Si distingue facilmente dagli altri cipressi per la colorazione verdeazzurra delle foglie. Foglie opposte (attaccate a coppie una di fronte all'altra) 8 Foglie non opposte 9 Pianta lianosa, rampicante 8 9 25 Clematis vitalba L. Specie europea diffusa in tutta la regione sino alle faggete più calde. È la liana più comune nelle boscaglie e nelle siepi ove può formare intrichi impenetrabili, soprattutto in forre fresche ed umide. Appare - spesso con l'edera - anche in ambienti urbani. Con i rovi ricopre spesso i muretti a secco, nell'estremo stadio di degradazione del mantello forestale. La pianta è debolmente tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. 9 Alberi o arbusti 10 10 Foglie lobate 11 10 Foglie non lobate (intere o composte) 13 11 Foglie a contorno non pentagonale. Petali bianchi, fusi tra loro. Frutto carnoso Viburnum opulus L. 5 Questo viburno è originario dell'Europa e dell'Asia. In Toscana è spontaneo, ma viene spesso anche coltivato come pianta ornamentale per i suoi fiori e frutti, in diversi cultivar. I frutti sono commestibili in piccole quantità: das freschi hanno un gusto acido poco gradevole ma possono essere usati per fare gelatine. Tuttavia, i frutti sono leggermente tossici e possono causare vomito o diarrea se consumati in grandi quantità. La corteccia essiccata veniva utilizzata in alcuni paesi per preparare una tintura contro i crampi mestruali. Il nome del genere era già usato ai tempi dei Romani, e forse è di derivazione Etrusca. Anche il nome specifico era già in uso ai tempi dei Romani, ed è di etimologia molto incerta. Foglie a contorno pentagonale. Petali assenti o verdastri. Frutto secco, alato 12 Foglie più brevi di 10 cm. Frutti formanti una T con il peduncolo 11 12 Acer campestre L. L'acero campestre è una specie europeo-asiatica occidentale, diffusa in tutta la regione sino alla fascia montana inferiore. Si accompagna a Cornus sanguinea, Ligustrum vulgare, Ulmus minor etc. Rinvenuto solo nella scarpate del Campo Sportivo, è molto comune in tutto il territorio di Foiano sia in bordure arbustive circostanti i campi coltivati che come sostegno “vivo” in vecchi vigneti dove si ritrovano ancora le famose “viti maritate”. Il nome generico, che deriva dal Latino acer = appuntito, acuto, forse per la forma dei denti fogliari di A. platanoides, era già in uso presso i Romani. 12 Foglie più lunghe di 10 cm. Frutti formanti una V con il peduncolo Acer pseudoplatanus L. L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale diffuso in regione sino alla fascia montana. Cresce in boschi freschi - soprattutto di forra - con tigli, frassino maggiore e faggio, ma viene spesso coltivato anche in parchi e giardini. Il legno è utilizzato anche nella costruzione di strumenti ad arco. E’presente presso il Campo Sportivo dove sicuramente è stato piantato. Allo stato attuale delle conoscenze non è noto come spontaneo in altre stazioni del Comune di Foiano. 13 Foglie composte (divise in tante foglioline) Sambucus nigra L. 6 I sambuco è una specie subatlantico-sudeuropea comune in tutta la regione sino alla fascia montana superiore. A Foiano è comune ovunque. Originaria di boschi di forra freschi ed umidi si è poi diffusa in ambienti disturbati ed è oggi comunissima presso gli abitati. Cresce su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi ed in composti azotati, da neutri a subacidi. I fiori sono utilizzati per preparare bevande, i frutti marmellate. Le foglie sono invece tossiche. 13 Foglie non composte 14 Foglie bicolori, verdi di sopra, bianco- o 14 15 grigio-pelose di sotto 14 Foglie verdi su entrambe le facce 17 15 Margine della foglia intero. Fiori a simmetria bilaterale Teucrium fruticans L. subsp. fruticans Questa specie è diffusa nelle aree costiere calde della parte occidentale del bacino del Mediterraneo, dalla Penisola Iberica a quella Balcanica. Cresce spontaneo nella macchia mediterranea, soprattutto su substrati calcarei, ma in Italia centro-meridionale viene spesso anche coltivato a scopo ornamentale in parchi e giardini. In erboristeria le foglie vengono utilizzate in infuso come diuretico. A Foiano è usato come siepe ai giardini del Castellare. Il territorio di Foiano non è climaticamente adatto, per cui si ritiene che la specie non sia diffusa spontaneamente nel territorio comunale. Margine della foglia dentato. Fiori a 16 simmetria raggiata Foglie chiaramente picciolate. Fiori bianchi, disposti in corimbi a forma di ombrello. 16 Frutto carnoso Viburnum lantana L. 15 Specie eurasiatico-submediterranea diffusa in regione sino alla fascia montana inferiore. Cresce in boschi aperti, arbusteti e siepi, su suoli limoso-argillosi da freschi a subaridi, ricchi in basi. A volte viene coltivato in parchi e giardini a scopo ornamentale. Quasi tutte le parti della pianta sono debolmente tossiche, inclusi i frutti crudi, che possono causare vomito e dissenteria se ingeriti in grande quantità.Il nome del genere era già usato ai tempi dei Romani, e forse è di derivazione Etrusca. Anche il nome specifico era già in uso ai tempi dei Romani. 16 Foglie subsessili. Fiori violetti (raramente bianchi) disposti in racemi più lunghi che larghi. Frutto secco Buddleja davidii Franch. 7 Specie di origine orientale, da noi introdotta per scopi ornamentali e spesso transfuga in ambienti seminaturali. In regione è piuttosto diffusa ed in via di espansione, ma ancora con ampie lacune. Cresce nei greti dei fiumi, ma anche presso ruderi e macerie purché ombreggiate. A volte viene coltivata a causa della vistosa fioritura. È chiamata "pianta delle farfalle" in quanto queste sono particolarmente attratte dai fiori. Il genere è dedicato al botanico inglese Adam Buddle (1662-1715). Il nome specifico ricorda il missionario padre Armand David (1826-1900), scopritore di numerose specie botaniche orientali. 17 Margine della foglia dentato o dentellato 17 Margine della foglia intero 18 Foglie più lunghe di 2 cm. Petali liberi 18 19 Euonymus japonicus L. f. Specie originaria da Giappone, Corea e Cina, da noi ampiamente coltivata in parchi e giardini a scopo ornamentale. Esistono diversi cultivar, che differiscono soprattutto nel colore delle foglie (verdi, giallastre, variegate). I frutti contengono sostanze tossiche. 18 Foglie più brevi di 2 cm. Petali fusi tra loro Abelia spp. Il genere Abelia comprende circa 20 specie arbustive (più numerosi ibridi) originarie dell'Asia e dell'America utilizzate come piante ornamentali per macchie isolate o siepi nei giardini, o per la coltura in vaso. La specie più conosciuta è Abelia chinensis originaria della Cina e importata in Italia nel 1844. Altre specie ornamentali sono A. floribunda originaria del Messico, e A. triflora, originaria dell'Himalaya. Il nome del genere deriva dal suo scopritore, il medico Clarke Abel, che nei primi anni del 1800 giunse in Cina dove si dedicò anche allo studio della flora, scoprendo, tra le altre, l'A. chinensis. Foglie senza picciolo o con picciolo più breve 20 di 3 mm 19 Foglie con picciolo più lungo di 3 mm 21 Foglie sempreverdi, coriacee, ad apice ottuso o bilobo. Fiori giallastri, all'ascella delle 20 foglie Buxus sempervirens L. 19 8 Il bosso è un arbusto mediterraneo-atlantico da noi coltivato ovunque soprattutto per siepi e bordure, ma che allo stato spontaneo non è molto comune. Il nome generico deriva dal Greco pykos = saldo, per la durezza del legno. Consacrato nell’antichità ad Ade e Cibele, il Bosso era e resta simbolo funerario e di immortalità, perchè è sempreverde. Veniva piantato nelle necropoli insieme a cipressi e tassi ed era per questo sacro agli dei inferi e alla dea madre Cibele. Ancora oggi si usa piantare rami di bosso sulle tombe. Per i Greci era sacro a Plutone. Presso i Galli simboleggiava l’immagine dell’eternità. Spesso il legno di Bosso era utilizzato per realizzare scatolette lignee e statuette di divinità. Nell’antica Grecia il legno di Bosso era anche usato per fabbricare vasi per medicamenti. Il vasetto o "bussolotto" in legno di bosso, a forma cilindrica, fu il primo contenitore per i medicinali. Tutte le parti della pianta sono tossiche, a causa del contenuto in alcaloidi come la Bussina, un veleno tetanizzante. L’uso incongruo di foglie, corteccia e frutti può provocare fenomeni di avvelenamento anche mortale. 20 Foglie decidue, ad apice acuto. Fiori rosa (raramente bianchi), disposti in racemi Lagerstroemia indica L. La lagerstroemia è un albero-arbusto originario dell'Asia orientale, che da noi viene frequentemente coltivato a scopo ornamentale in parchi, giardini e per alberature stradali. Caratteristico è il tronco particolarmente liscio, a causa della corteccia precocemente caduca. Il nome generico è dedicato ad un amico di Linneo, il mercante svedese Magnus von Lagerstroem (1696-1759), che gli inviò numerose piante dall'India (da qui il nome specifico, che però è improprio, in quanto la pianta non cresce spontaneamente in India). 21 Foglie chiaramente pelose di sotto. Fiori e frutti disposti in corimbi a forma di ombrello Viburnum tinus L. subsp. tinus Il laurotino è una specie mediterranea spontanea in Toscana lungo le coste e spesso coltivata in parchi e giardini a scopo ornamentale. In natura cresce su suoli limoso-argillosi ricchi scheletro, aridi d'estate, sia calcarei che marnosoarenacei purché ricchi in carbonati. Quasi tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere era già usato ai tempi dei Romani, e forse è di derivazione Etrusca. Il nome specifico ricorda quello usato dai Romani (laurustinus). A Foiano è usato come elemento della siepe ai giardini della Resistenza e allo stato attuale non è noto come elemento spontaneo della flora del Comune. Foglie glabre o quasi sotto. Fiori e frutti 21 disposti in racemi piramidali 22 22 Rami giovani finemente lanuginosi Ligustrum vulgare L. 9 Il ligustro comune è una specie sudeuropea diffusa e comune in tutta la regione sino alla fascia montana inferiore. In natura cresce nei mantelli dei boschi termofili ma anche nelle siepi e nel sottobosco, su suoli da superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi. Tutte le parti della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome generico era già in uso presso i Romani. 22 Rami giovani glabri 23 Foglie larghe 2-5 cm. Tubo della corolla lungo meno di 4 mm. Infiorescenze larghe 623 14 cm Ligustrum japonicum Thunb. Specie originaria dal Giappone meridionale e Corea, coltivata come specie ornamentale in parchi e giardini con scarsa tendenza a rinselvatichire. Esistono diversi cultivar, come "rotundifolium" a foglie arrotondate e "silver star" a foglie striate di bianco ai margini. La specie è affine a L. lucidum, da cui differisce per la taglia minore e per i frutti allungati. Tutte le parti della pianta - soprattutto i frutti sono tossiche. Il nome generico era già in uso presso i Romani. Foglie larghe 1.5-3 cm. Tubo della corolla lungo 5-6 mm. Infiorescenze larghe 3-8 cm 24 Foglie verdi 23 24 Ligustrum ovalifolium Hassk. Specie di origine giapponese introdotta in Italia nel XIX secolo ed oggi ampiamente coltivata in parchi e giardini al posto della specie nativa Ligustrum vulgare. Tutte le parti della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome generico era già in uso presso i Romani. 24 Foglie screziate di bianco-giallastro Ligustrum ovalifolium Hassk. cult. aureomarginatum 10 Un cultivar a foglie variegate frequentemente coltivato a scopo ornamentale, derivante da una specie di origine giapponese introdotta in Italia nel XIX secolo ed oggi ampiamente coltivata in parchi e giardini. Tutte le parti della pianta - soprattutto i frutti - sono tossiche. Il nome generico era già in uso presso i Romani. Piante con spine sui fusti o al margine delle foglie 25 Piante non spinose 26 Foglie profondamente lobate 25 26 32 Crataegus monogyna Jacq. Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo comunissimo in tutta la regione sino alla fascia montana inferiore. E' diffuso negli arbusteti a bordo dei fossi di scolo dei campi e lungo le scarpate in tutto il territorio del Comune di Foiano. È uno dei principali costituenti di boschi, boscaglie, macchie e siepi, ed appare in tutti gli stadi dinamici della vegetazione legnosa, su suoli da carbonatici a debolmente acidi. I frutti sono commestibili ma poco saporiti. Il nome generico deriva dal Greco krataios = saldo, robusto, a causa del legno particolarmente duro. Quello specifico deriva dal Greco monos=uno solo e gynos=femmina, alludendo ai frutti che contengono un solo seme. 26 Foglie non lobate 27 27 Foglie intere 28 27 Foglie composte (divise in tante foglioline) 29 28 Foglie decidue. Fiori e frutti non disposti in corimbi a forma di ombrello. Frutto blu Prunus spinosa L. subsp. spinosa Arbusto eurasiatico-centroeuropeo diffuso in regione dalla costa alla fascia montana. Nel territorio di Foiano è comune. Cresce nelle siepi, ai margini dei boschi, in densi popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli argillosi da mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati. E'uno dei primi arbusti a fiorire in primavera. I frutti non sono velenosi ma sono fortemente astringenti e quindi non molto commestibili. Essi contengono però molta vitamina C e a volte - soprattutto in passato - erano usati per produrre marmellate. 28 Foglie sempreverdi, coriacee. Fiori e frutti disposti in corimbi a forma di ombrello. Frutto rosso Pyracantha coccinea M. Roem. 11 Il genere è originario da un'area che va dall'Europa sudorientale all'Asia sudorientale. Due specie sono da noi ampiamente coltivate - a volte con tendenza a rinselvatichire - sia per l'aspetto ornamentale che per l'abbondante presenza di spine (siepi filo-di-ferro). Il nome generico deriva dal Greco e significa "spine di fuoco" alludendo ai frutti rossi ed alla presenza di spine. 29 Foglioline a margine intero. Fiori a simmetria bilaterale. Frutto secco (legume) Robinia pseudacacia L. La robinia è di origine nordamericana: fu introdotta a Parigi dal Canada nel 1601 dai giardinieri di corte J. e V. Robin e poi diffusasi ampiamente con tendenza submediterraneo-continentale. In regione è comunissima dalla costa ai fondovalle e nel territorio di Foiano è comune ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie, su suoli argillosi da freschi a subaridi. Nonostante la sua invasività, la robinia è spesso utile, per diversi motivi: a) cresce velocemente ed ha un apparato radicale molto sviluppato per cui rafforza le scarpate evitando che franino, b) ha valore ornamentale per i fiori a grappolo, bianchi e profumati, c) è importante per la produzione del cosiddetto “miele d’acacia”, d) il legno, duro e pesante, resiste agli agenti atmosferici (pali, mobili da esterno) ed è un ottimo combustibile, e) come tutte le leguminose è azotofissatrice, per cui contribuisce alla fertilità del terreno, f) i fiori sono commestibili: in alcune parti d’Italia vengono consumati fritti in pastella dolce. Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene albumine tossiche per l’uomo. Diffusa spontaneamente nelle scarpate delle strade e lungo gli argini fluviali in tutto il Comune di Foiano, è presente sia ai giardini del Castellare, con pochi individui, che in quelli del Campo Sportivo, dove è diffusa nei declivi incolti circostanti il campo stesso. Foglioline a margine dentato. Fiori a simmetria raggiata. Frutto carnoso 30 Foglie palmate o trifogliate. Frutto a mora 29 30 Rubus sp. I rovi sono uno dei generi più difficili delle Angiosperme, soprattutto a causa dell'alta frequenza di ibridi. E' spesso quasi impossibile identificare a livello di specie un rovo selvatico senza l'aiuto di uno dei pochissimi specialisti del genere. 30 Foglie pennate. Frutto diverso da una mora 12 31 31 Spine sui fusti. Fiori più larghi di 3 cm Rosa sp. (numerosissimi cultivar) Le rose spontanee, da cui sono derivate le rose coltivate, si sono sviluppate nelle regioni dell'emisfero boreale e hanno fiori con 5 petali. Le più importanti fra le rose antiche da giardino hanno avuto origine da Rosa gallica L. (l'unica fra le rose antiche con petali rossi), Rosa phoenicea Boiss., Rosa canina L., e da altre entità comunemente riunite sotto il nome di Rosa moschata s.l. L'introduzione in Inghilterra dalla Cina di R. chinensis Jacq., verso la fine del 1700, ha determinato una totale rivoluzione nella coltivazione delle rose, tanto che il 1800 può essere considerato la linea di demarcazione fra le rose antiche da giardino e quelle moderne. Dall'ibridazione delle rose cinesi con R. gallica, R. damascena, R. alba e R. moschata sono derivate le rose moderne da giardino, che presentano il fenomeno della rifiorenza (legata ad un gene recessivo introdotto nelle rose moderne dalle rose cinesi). In particolare, le Rose Tè (rose con il profumo di tè) hanno concorso alla produzione di una vasta gamma di colori. 31 Spine limitate al margine della foglia. Fiori più stretti di 3 cm Mahonia aquifolium (Pursh) Nutt. Mahonia è un genere di circa 70 specie di arbusti sempreverdi originari dell'Asia orientale, Himalaya, Nord America e America Centrale. M. aquifolium, spontanea in N America lungo la costa del Pacifico, è spesso coltivata da noi scopo ornamentale. Il genere è dedicato all’orticoltore di Philadelphia McMahon Bernard (1775-1816), che iniziò a coltivare la pianta a partire da esemplari raccolti da M. Lewis e W. Clark nella loro famosa spedizione (1804– 1806) lungo le coste del Pacifico in N America. Il nome della specie allude alla somiglianza delle foglie con quelle dell’agrifoglio (Ilex aquifolium). 32 Piant lianose, rampicanti 33 32 Alberi o arbusti 34 33 Foglie verdi. Foglie giovani con piccoli peli bianchi almeno di sotto (usare la lente!) Hedera helix L. s.l. L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in regione sino alle faggete della fascia montana inferiore. Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con altre liane come Clematis vitalba, Fallopia baldschuanica e Parthenocissus quinquefolia. E' comunissima anche in ambienti urbani, come a Foiano. È velenosa (saponine) e può originare reazioni fotoallergiche. 33 Foglie screziate di bianco. Foglie giovani con peli rossastri Hedera algeriensis Hibberd. 13 Diverse specie di edera, provenienti ad esempio dalle Isole Canarie, dal Nord Africa o dalla Colchide, da secoli sono state oggetto di selezione come piante ornamentali. Ciò ha generato una ricca serie di ibridi e di cultivar (che spesso coinvolgono alche l'unica specie spontanea in Italia: Hedera helix), di difficilissima identificazione. L'Edera spontanea (Hedera helix) è comunissima a Foiano, ma nei giardini appaiono anche i cultivar. Anche essi sono tossici (saponine) e possono generare reazioni fotoallergiche. 34 Foglie lobate 34 Foglie non lobate 35 Fiori senza petali. Frutto una ghianda 35 36 Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens La roverella è una delle querce più diffuse in Italia. Resistente all'aridità è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a differenza di altre querce. In passato il nostro paesaggio era caratterizzato da maestosi esemplari di roverella, ma il disboscamento hanno causato nel giro di pochi decenni la scomparsa di gran parte di questi patriarchi arborei. La creazione della rete ferroviaria fu una delle principali cause, in quanto richiedeva traversine di legno preferibilmente di quercia. Il legno è poco apprezzato, ed utilizzato come legno d'ardere: ha ottimo valore calorifico e lenta combustione. Le ghiande venivano utilizzate per l'alimentazione dei maiali. A Foiano è presente in città solo nei dintorni del campo sportivo, ma è, insieme al cerro, l’albero più frequente nei boschi del territorio comunale dove è anche presente con individui di notevoli dimensioni sia a formare filari al bordo dei campi sia come quercia camporile isolata. 35 Fiori con petali. Frutto una capsula Hibiscus syriacus L. L'ibisco (Hibiscus L.) è un genere delle Malvaceae che comprende circa 300 specie tra piccoli alberi, arbusti e piante erbacee annuali o perenni. L'Hibiscus syriacus, nativo dell’Asia (è il fiore nazionale della Corea del Sud) viene utilizzato nei giardini e in vaso sui terrazzi, come alberello isolato o per la formazione di siepi fiorite. 36 Foglie composte (divise in tante foglioline) 36 Foglie non composte 37 Foglioline più brevi di 4 cm. Frutto a legume 37 39 Robinia pseudacacia L. 14 La robinia è di origine nordamericana: fu introdotta a Parigi dal Canada nel 1601 dai giardinieri di corte J. e V. Robin e poi diffusasi ampiamente con tendenza submediterraneo-continentale. In regione è comunissima dalla costa ai fondovalle e nel territorio di Foiano è comune ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie, su suoli argillosi da freschi a subaridi. Nonostante la sua invasività, la robinia è spesso utile, per diversi motivi: a) cresce velocemente ed ha un apparato radicale molto sviluppato per cui rafforza le scarpate evitando che franino, b) ha valore ornamentale per i fiori a grappolo, bianchi e profumati, c) è importante per la produzione del cosiddetto “miele d’acacia”, d) il legno, duro e pesante, resiste agli agenti atmosferici (pali, mobili da esterno) ed è un ottimo combustibile, e) come tutte le leguminose è azotofissatrice, per cui contribuisce alla fertilità del terreno, f) i fiori sono commestibili: in alcune parti d’Italia vengono consumati fritti in pastella dolce. Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene albumine tossiche per l’uomo. Almeno la fogliolina terminale più lunga di 4 37 cm. Frutto diverso da un legume 38 38 Foglioline meno di 9, arrotondate all'apice Juglans regia L. Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita) e spesso subspontaneo. In regione è diffuso dalla costa alla fascia montana. I frutti sono commestibili e con il mallo (la parte carnosa che circonda la noce) si prepara un liquore (nocino). Il nome generico deriva dal Latino Jovis glans, cioè noce di Giove. 38 Foglioline più di 9, acute all'apice Ailanthus altissima (Mill.) Swingle Pianta asiatica introdotta in Francia a metà del '700 come cibo per una farfalla malese (Philosamia cyntia) allevata per la seta. Oggi è fra gli arbusti più infestanti in Europa meridionale. In regione è comunissima sotto la fascia montana presso gli abitati, lungo le vie, in prati abbandonati ove ritarda la ricostituzione dei boschi. La sua invasività è dovuta all'enorme numero di semi (sino a 250.000 all'anno), alla riproduzione anche vegetativa, all'eliminazione della concorrenza per allopatia. Semi e scorza sono tossici. Il nome del genere deriva dal Moluccano e significa "albero del cielo". E' abbastanza frequente nel Comune di Foiano come infestante invasiva dei margini stradali. 39 Base della foglia non simmetrica Ulmus minor Mill. subsp. minor 15 L'olmo comune è un albero sudeuropeo diffuso in regione dalla costa alla fascia montana inferiore. Cresce in boschi e siepi su suoli argillosi, ricchi in basi ed in composti azotati, da freschi a periodicamente sommersi, ma è spesso coltivato in ambienti urbani. Talvolta nelle siepi compare la var. suberosa, con rami muniti di larghe ali sugherose. E' frequente in tutto il territorio del comune di Foiano in zone di accumulo di suolo al bordo di scarpate anche con alberi di buone dimensioni. 39 Base della foglia simmetrica 40 Foglie a contorno triangolare o romboidale Foglie a contorno non romboidale nè 40 triangolare 41 Corona allargata 40 41 42 Populus nigra L. Il pioppo nero è un albero eurasiatico-sudeuropeo diffuso in tutta la regione sino ai fondovalle. Viene spesso confuso con ibridi introdotti chiamati Populus x canadensis, coltivati per la produzione di legno da carta. Cresce in stazioni umide ma spesso anche in luoghi disturbati, su suoli da ghiaioso-sabbiosi a limoso-argillosi. A Foiano è diffuso nelle zone umide, sia presso la “Colmatina di Foiano” che lungo i canali. 41 Corona cilindrica, colonnare, simile a quella del cipresso Populus nigra L. var. italica Moench Il pioppo cipressino (o pioppo lombardo) fu selezionato in Lombardia nel XVII secolo e si caratterizza per la forma molto stretta della corona. Si adatta ad estati calde e secche ed è meno legato ad ambienti umidi della varietà nominale. Si tratta di un clone di sesso maschile, che non si riproduce per seme. 42 Foglie a base cuoriforme Tilia americana L. 16 Oltre alle specie autoctone Tilia cordata e T. platyphyllos, vengono spesso coltivati in viali, parchi e giardini doversi ibridi e la specie originaria dal N America, T. americana, con i suoi diversi cultivar. Tutti i tigli posseggono legno biancastro, omogeneo, leggero, usato per lavori di intaglio, intarsio, scultura, parti di strumenti musicali, soprattutto chitarre. I fiori forniscono il nettare per un ottimo miele, e vengono utilizzati per la preparazione di infusi e tisane. Il nome generico era già usato dai Romani. Il tiglio americano è l’unica specie, insieme al leccio, presente in tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza, Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura del viale dei giardini del Castellare. 42 Foglie arrotondate od attenuate verso la base 43 Margine della foglia dentato o dentellato 43 Margine della foglia intero 44 Piante decidue con foglie non coriacee 44 Piante sempreverdi con foglie coriacee 45 Foglie verdi. Fiori bianchi. Frutto bluastro 43 44 48 45 46 Prunus domestica L. subsp. domestica Il susino, proveniente dall'Asia minore, è oggi coltivato in Europa in diverse varietà derivanti anche da incroci. In regione è diffuso dalla costa ai fondovalle. A Foiano viene spesso coltivato per i frutti. 45 Foglie rossastre. Fiori rosa. Frutto rossastro Prunus cerasifera Ehrh. var. pissardii (Carrière) L.H.Bailey Una varietà del Prunus cerasifera a fiori rosa e foglie arrossate, da noi comunemente coltivato in parchi, giardini ed alberature stradali a scopo decorativo. Sembra che questa varietà derivi da un esemplare presente nei giardini dello Scià di Persia a Tehran. Essa è dedicata al giardiniere capo dello Scià, un francese di nome M. Pissard, che la introdusse in Francia nel 1880. 46 Foglie solitamente più lunghe di 15 cm. Fiori e frutti disposti in racemi cilindrici Prunus laurocerasus L. 17 Il lauroceraso origina da un'area che va dal Mar Nero all'Asia sud-occidentale. Introdotto in Italia a metà del '500 è oggi coltivato quasi ovunque in parchi e giardini, con scarsa tendenza a rinselvatichire. Tutte le parti della pianta contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica, che danno loro il caratteristico sapore di mandorle amare. Foglie più brevi di 15 cm. Fiori e frutti non disposti in racemi cilindrici 47 Foglie glabre o quasi. Fiori con petali. Frutto carnoso rosso 46 47 Arbutus unedo L. Il corbezzolo è una pianta tipicamente mediterranea. Ha la particolarità di presentare tutti assieme i fiori (bianchi), i frutti (rossi) e le foglie (verdi): in alcuni testi scolastici viene ancora presentato come un simbolo della bandiera Italiana. Il nome specifico deriva dal Latino "unum tantum edo" (=ne mangio solo uno), per l'inspipidezza dei frutti. Il corbezzolo è presente allo stato spontaneo all’interno dei boschi di cerro termofili ed acidofili presenti nel territorio comunale di Foiano. 47 Foglie fortemente pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda) Quercus ilex L. subsp. ilex Il leccio, assieme all'olivo, è l'albero mediterraneo per eccellenza: domina la vegetazione arborea del Mediterraneo, dalla Grecia al Marocco. Ha un legno duro, compatto e pesante, soggetto ad imbarcarsi, difficile da lavorare e da stagionare, utilizzato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Il leccio è l’unica specie, insieme a Tilia americana, presente in tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza, Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura dei giardini della Resistenza. E’ rara nei boschi del Comune essendo una sclerofilla sempreverde legata prevalentemente a zone con clima mediterraneo. 48 Foglie fortemente grigio-pelose di sotto. Frutto a ghianda Quercus ilex L. subsp. ilex 18 Il leccio, assieme all'olivo, è l'albero mediterraneo per eccellenza: domina la vegetazione arborea del Mediterraneo, dalla Grecia al Marocco. Ha un legno duro, compatto e pesante, soggetto ad imbarcarsi, difficile da lavorare e da stagionare, utilizzato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Il leccio è l’unica specie, insieme a Tilia americana, presente in tutte le 3 aree a verde pubblico di Foiano (Resistenza, Castellare, Campo sportivo). Costituisce l’alberatura dei giardini della Resistenza. E’ rara nei boschi del Comune essendo una sclerofilla sempreverde legata prevalentemente a zone con clima mediterraneo. Foglie verdi su entrambe le facce. Frutto diverso da una ghianda 49 Foglie con forte odore di alloro se sfregate tra le dita 48 49 Laurus nobilis L. L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico di antica introduzione all'inerno della Toscana, ove è coltivato ovunque e - anche grazie ai merli che ne diffondono i semi - è diffuso anche allo stato subspontaneo. Le foglie sono notissime come condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in profumeria. La pianta è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la "laurea" prende il nome dalla corona d'alloro posta sulla testa del "laureato". 49 Foglie senza odore di alloro 50 Pianta sempreverde con foglie coriacee 50 Prunus laurocerasus L. Il lauroceraso origina da un'area che va dal Mar Nero all'Asia sud-occidentale. Introdotto in Italia a metà del '500 è oggi coltivato quasi ovunque in parchi e giardini, con scarsa tendenza a rinselvatichire. Tutte le parti della pianta contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica, che danno loro il caratteristico sapore di mandorle amare. 50 Piante decidue con foglie non coriacee 51 51 Foglie più larghe di 4 cm. Fiori bianchi, più larghi di 3 cm Magnolia stellata (Siebold & Zucc.) Maxim. 19 Magnolia è un genere con oltre 80 specie arboree e arbustive a lento accrescimento con interessanti fioriture, originarie del Nord e Centro America dell'Asia e dell'Himalaya. M. stellata, originaria dell'Asia orientale, si distingue dalle altre specie decidue per i petali nastriformi. Il nome del genere è stato dedicato da Charles Plumier, a Pierre Magnol (1638-1715) medico e botanico francese, direttore del giardino botanico di Montpellier, che introdusse la nozione di famiglia nella classificazione botanica. Foglie più strette di 4 cm. Fiori non bianchi, 52 più stretti di 3 cm 52 Foglie opache di sopra. Fiori gialli, a simmetria bilaterale. Frutto un legume Spartium junceum L. 51 La ginestra odorosa è una specie mediterranea, in regione spontanea ma spesso anche coltivata a scopi ornamentali e talvolta inselvatichita. Cresce su suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi d'estate, da subacidi a neutri. Contiene un alcaloide tossico (citisina). 52 Foglie un po' lucide di sopra. Fiori rosa, a simmetria raggiata. Frutto diverso da un legume Lagerstroemia indica L. La lagerstroemia è un albero-arbusto originario dell'Asia orientale, che da noi viene frequentemente coltivato a scopo ornamentale in parchi, giardini e per alberature stradali. Caratteristico è il tronco particolarmente liscio, a causa della corteccia precocemente caduca. Il nome generico è dedicato ad un amico di Linneo, il mercante svedese Magnus von Lagerstroem (1696-1759), che gli inviò numerose piante dall'India (da qui il nome specifico, che però è improprio, in quanto la pianta non cresce spontaneamente in India). © 2009 KeyToNature. 20