Scoperta ICGEB: batteri innocui possono sostenere e aggravare la malattia dell'olivo | Le Scienze Web News HOME LSWN PRIVACY RICONOSCIMENTI TEAM 27/09/11 16:42 CONTATTI IMPRESSUM Le Scienze Web News Scoperta ICGEB: batteri innocui possono sostenere e aggravare la malattia dell'olivo Biologia Comunicati stampa * Italiano Inviato da icgeb il Mar, 27/09/2011 - 10:09am Infezioni batteriche: una scoperta ICGEB rivela retroscena e complicità inaspettate. Nuove strategie terapeutiche contro la "Rogna dell'olivo" e altre patologie delle piante Che i batteri comunichino con gli altri membri della loro specie utilizzando un linguaggio loro proprio, era cosa già nota; ma che potessero esistere comunicazioni tra specie batteriche diverse non era ancora stato dimostrato. E che, poi, questo scambio di informazioni e messaggi potesse coinvolgere batteri innocui e comportare addirittura un aggravio della malattia, era del tutto inaspettato. È quanto ha scoperto, invece, l’équipe guidata da Vittorio Venturi, del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (ICGEB) di Trieste, in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia e con alcuni ricercatori dell’Istituto di Agraria e Medicina Veterinaria “Hassan II” di Agadir in Marocco. Immagine - 1 - Fluorescenza di batteri in galla su olivo Lo studio, per la peculiarità dei risultati, è stato pubblicato quest’estate sulle prestigiose riviste scientifiche internazionali Nature Middle East e ISME Journal (International Society for Microbial Ecology) del gruppo di NATURE. Spesso nei “gialli” e nella vita i complici di un crimine sono soggetti insospettabili; così capita che persone apparentemente inoffensive o addirittura amiche si rivelino, se spinte dal profitto, estremamente pericolose. Allo stesso modo, che ruolo gioca l’innocua flora batterica nell’insorgenza di una malattia? E’ una semplice spettatrice innocente o è di aiuto ai batteri patogeni? Ponendosi questa domanda, i ricercatori hanno esaminato le comunità batteriche delle piante e il loro comportamento durante le fasi di patogenesi e di propagazione dell’infezione. In particolare hanno tenuto sotto osservazione una malattia batterica molto comune e difficile da combattere, la cosiddetta “Rogna dell’olivo”, molto diffusa in Europa meridionale e in Medio Oriente, presente in tutte le regioni di coltivazione dell'olivo e segnalata già in epoche remote. La “Rogna dell’olivo” è causata dal batterio patogeno Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi che, distinguendosi in diverse varietà (pv. savastanoi, pv. fraxini e pv. neri), può colpire diverse specie di piante legnose, quali olivi, frassini e oleandri, inducendo una crescita eccessiva dei tessuti infetti e provocando galle, ulcere ed escrescenze di alcuni centimetri simili a verruche. L’infezione può attaccare oltre a fusto e rami anche foglie, frutti e radici, provocando un indebolimento della pianta e gravi danni all’agricoltura. I biologi sanno da oltre un decennio che le malattie batteriche sono il risultato di complesse interazioni tra il patogeno e la pianta ospite e che i batteri comunicano con gli altri membri della loro specie utilizzando una molecola-messaggio particolare a quella specie. Quando la concentrazione di questa molecola supera una certa soglia, i batteri patogeni iniziano ad attaccare il loro ospite. Immagine - 2 - Ramo di olivo prima e dopo la cura Poco studiate, invece, e soprattutto ancora poco comprese erano le possibili interazioni tra batteri patogeni e la flora microbica apparentemente innocua residente sulla pianta. «Con questo lavoro – spiega Vittorio Venturi, direttore del laboratorio di Batteriologia dell’ICGEB - abbiamo voluto scoprire se esiste e che ruolo svolge la comunicazione tra specie batteriche diverse nell’insorgenza di malattie batteriche. La “Rogna http://www.lswn.it/comunicati/stampa/2011/scoperta_icgeb_batteri_innocui_possono_sostenere_e_aggravare_malattia_olivo Pagina 1 di 2 Scoperta ICGEB: batteri innocui possono sostenere e aggravare la malattia dell'olivo | Le Scienze Web News 27/09/11 16:42 malattie batteriche. La “Rogna dell’olivo” si presta bene come modello di studio perché al batterio patogeno Pseudomonas savastanoi sono quasi sempre associate altre due specie di batteri, Pantoea agglomerans e Erwinia toletana, frequentemente diffuse in diversi habitat naturali e agricoli. Sono batteri stanziali, innocui, che vivono sulla supercie esterna delle piante (epifiti) o all’interno delle loro strutture (endofiti)». I risultati sono sorprendenti: la comunità batterica della “Rogna dell’olivo”, costituita dalla convivenza dei tre batteri all’interno della stessa nicchia ecologica, la galla infettiva, risulta essere un consorzio molto stabile che comunica al suo interno e che stimola e sostiene l’infezione e il propagarsi della malattia. Le tre specie batteriche, infatti, posseggono lo stesso sistema di comunicazione intercellulare che ne regola la crescita e la densità in risposta alle condizioni ambientali presenti. Non solo, ma producono anche gli stessi segnali chimici e utilizzano le stesse molecole-messaggio. Come dire, utilizzano lo stesso linguaggio e la stessa lingua. «E le sorprese non finiscono qui – aggiunge Venturi. – Gli esperimenti condotti dimostrano non solo che la virulenza di Pseudomonas savastanoi dipende criticamente dai segnali di comunicazione; ma addirittura che l’eventuale carenza di messaggi da parte di P. savastanoi può essere sostituita e compensata dai segnali prodotti da E. toletana o da P. agglomerans. Avevamo, infatti, inattivato il batterio patogeno in modo che non potesse rilasciare la sua molecola-messaggio e quindi non potesse comunicare, crescere di numero e infettare la pianta. In teoria, questo avrebbe dovuto fermare la diffusione della malattia. Abbiamo scoperto, invece, che i due batteri residenti agivano da supplenti fornendo le molecole-messaggio al patogeno, ristabilendo la comunicazione e ripristinando la capacità di scatenare l'infezione». Lo sviluppo della “Rogna dell’olivo”, è dunque, sicuramente aggravato dalla presenza delle altre due specie batteriche stanziali, che formano con il patogeno una squadra vincente; un consorzio microbico stabile, che collabora e condivide la stessa nicchia ecologica chiaramente per trarne un reciproco vantaggio legato alla condivisione di nutrienti e di messaggi. «Questi risultati - conclude Venturi - indicano che alcune malattie delle piante possono essere polimicrobiche e che per sconfiggerle, non potendo utilizzare in agricoltura terapie antibiotiche, dovremo sviluppare nuove strategie di lotta in grado di interrompere l’azione sinergica di entrambi i tipi di batteri, sia quelli patogeni sia quelli residenti, finora ritenuti innocui. Ora che conosciamo il loro sistema di comunicazione e le molecole-messaggio che utilizzano, inoltre, potremo contribuire per mettere a punto dei trattamenti terapeutici più efficaci contro la "Rogna dell'olivo" e altre patologie affini». Per informazioni: http://www.icgeb.org Mi piace Di' che ti piace prima di tutti i tuoi amici. http://www.lswn.it/comunicati/stampa/2011/scoperta_icgeb_batteri_innocui_possono_sostenere_e_aggravare_malattia_olivo Pagina 2 di 2