31 agosto 2012 (f.f.) il lampone è molto conosciuto e apprezzato per

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31 agosto 2012
(f.f.) il lampone è molto conosciuto e apprezzato per il frutto che molti raccolgono per fare
marmellate o per consumare fresco. È molto diffuso sulle Apuane nelle radure dei boschi ed è
facilmente coltivabile anche al piano.
IL GENERE RUBUS
Famiglia Rosaceae
Rubus L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Rubus deriva dal latino rŭbus, i (= rovo, lampone). È chiara la derivazione
dall’aggettivo latino rŭbēr, bra, brum (= rosso) in riferimento al colore del frutto sia del lampone
che di altre piante del genere.
Il genere Rubus comprende piante erbacee o arbustive perenni, annuali o biennali. Esse sono
originarie dell’emisfero boreale, ma esistono anche specie australi.
Molte specie sono comuni anche in Italia nel sottobosco o negli incolti. Hanno fusti spinosi
striscianti o eretti e foglie pennate composte, caduche o persistenti con robuste radici pollonifere. I
fiori sono raccolti in infiorescenze e possono essere bianchi, rosa o rossi. L’infruttescenza è formata
da minuscole drupe commestibili che possono essere consumate fresche o in marmellate.
Alcune specie sono coltivate ai fini ornamentali e richiedono terreni semplici. .
Tra le specie più note in Italia ricordiamo. Rubus caesius: mora bluastra; Rubus idaeus: lampone,
Rubus saxatilis: mora rossa; Rubus ulmifolius: mora comune.
Le specie di Rubus hanno un numero base di 7 cromosomi con varie situazioni di poliploidia da 14
a 98 e grande facilità di ibridazione. Per questo esiste una branca della botanica, denominata
batologia (dal greco βάτος = rovo), che studia i rovi cercando di chiarirne la difficile situazione
sistematica. Attualmente si descrivono oltre 2000 specie distinte di cui un decimo presenti anche in
Italia.
Ricordiamo che il noto botanico italiano Pignatti 1 sostiene che sia illusorio sperare di riconoscere le
specie di rovo esistenti in natura.
RUBUS IDAEUS
Rubus idaeus L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente come: lampone
1
Sandro Pignatti (nato 1930) è un insigne botanico italiano vivente autore della “Flora d’Italia” considerata il trattato
più importante sulla flora del nostro paese.
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Il nome specifico idaeus deriva dall’aggettivo latino īdaeus, a, um (= ideo, dell’Ida). L’Ida è una
catena montuosa della Frigia (oggi Turchia centrale) centro del culto di Cibele 2 e teatro
dell’infausto giudizio di Paride e del rapimento di Ganimede3.
Il lampone è pianta ben diffusa in tutta Italia con portamento cespuglioso. Fiorisce da maggio a
giugno e fruttifica da agosto a settembre. È presente in radure e presso boschi abbastanza umidi,
colonizza opportunisticamente zone di bosco oggetto di incendi o di taglio degli alberi. .
La pianta è piuttosto variabile nella forma e dentatura delle foglie, nella presenza di spine e nel
colore del frutto che può essere anche bianco, giallo o nero. Inoltre può dare ibridi con altre specie
del genere Rubus.
Attraverso selezione artificiale si sono ottenute varietà a spinescenza ridotta e con frutti con qualità
superiore. È facilmente coltivabile nei climi temperati e si diffonde con facilità.
Il frutto rosso dolce-acidulo e profumato è molto
apprezzato per sciroppi, bibite, marmellate,
confetture, gelatine e per il consumo fresco.
La pianta contiene tannini (foglie) e vitamina C
(frutti), le foglie si usavano contro il mal di gola
e contro la diarrea. Inoltre l’infuso di foglie e
fiori era usato in gravidanza per tonificare i
muscoli dell’utero. Inoltre la pianta è anche
diuretica e colagoga.
Sulle Apuane è ben presente nelle radure dei
boschi in tutto il territorio e soffre le estate calde
e secche come la presente.
Così riporta
Pellegrini4:
il
botanico
apuano
Pietro
485. – Rubus idaeus – L.
(luoghi in cui è stata osservata:)
In territorio di Pontremoli a Montelungo e alla
Cisa e nella valle del Verde a Grondola, a
Figura 1: Rubus idaeus, i frutti
Navola, a Bratto, a Pracchiola. Presso i prati di
Logarghena e al M. Orsaio, al M. Brusa presso Rocca Sigillina, ad Arzelato di Zeri, nei monti di
Parana a Mulazzo, a Mommio e Vendaso presso fivizzano. Citato nelle Alpi Apuane in veri punti
del Sagro e nella valle del Catino (Bert.). Sopra Vinca, alla Tambura, nella valle del Lucido tra
Torre di Monzone e il Balzone, sopra il Forno presso Massa.
Volg. Lampone. Fiorisce in luglio. Pianta erbacea perenne.
2
Cibele è la Grande Madre, dea della Natura e dei luoghi selvatici.
Il rapimento del giovane e bellissimo ragazzo fu operato da Zeus che lo portò sull’Olimpo e ne fece il suo amante.
4
Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite,
avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari,
con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia
anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di
Carrara. Pag. 107-108.
3
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Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Rubus caesius- L. b - acheruntinus (Ten.) [Rubus
caesius L. s.l.]; Rubus caesius – L. c – acquaticus (Weih. Et Need.) [Rubus caesius L. s.l.]; Rubus
caesius – L. a – arvalis (Rchb.); [Rubus caesius L. s.l.]; Rubus discolor Weith et Nees. [Rubus
ulmifolius Schott]; Rubus discolor – Weith et Nees. K – glandulosus (Ball.) [Rubus glandulosus
Bellardii]; Rubus discolor – Weith. et Nees. ι - incanescens (Bert.) [Rubus incanescens (DC.)
Bertol.]; Rubus discolor - Weith. et Nees. δ – praecox (Bert.) [Rubus procerus P.J. Muller]; Rubus
discolor – Weith. et Nees. χ – tomentosus (Borkh.) [Rubus canescens DC.]; Rubus discolor –
Weith. et Nees. ξ – thyrsoideus – Wimm. [Rubus candicans Weihe ex Reichb.].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione:
Spermatophyta;
Divisione:
Magnoliophyta;
Classe:
Magnoliopsida;
Sottoclasse:
Rosidae;
Ordine:
Rosales;
Famiglia:
Rosideae;
Genere:
Rubus; Specie: Rubus idaeus
Forma biologica: Nano-fanerofita
(simbolo: NP). Le fanerofite
(simbolo P) sono piante perenni e
legnose con gemme svernanti poste
a un’altezza maggiore di 30 cm dal
suolo. Le nano-fanerofite hanno le
gemme poste tra 30 cm e 2 metri
Figura 2: Rubu idaeus
d’altezza.
Possiede anche le caratteristiche delle: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o
cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.
Descrizione: arbusto cespuglioso alto fino a 2 metri. Dal rizoma strisciante si alzano fusti eretti,
cilindrici con piccoli aculei. I rami muoiono il secondo anno, dopo la fruttificazione. Le foglie sono
caduche, imparipennate e composte da 3 o 5 elementi ovato-lanceolati con margine seghettato,
verde chiaro nella pagina superiore e bianco tomentoso nella pagina inferiore. I piccoli fiori sono
raccolti in racemi terminali e hanno 5 petali di colore biancastro. L’infruttescenza (drupecetum) è
pendente e globosa ed è formata da numerose piccole drupe verdi e rosse a maturazione.
Antesi: maggio - luglio
Tipo corologico: circum-boreale. Zone fredde e temperato-fredde di Eurasia e Nord-America.
Presente in tutte le regioni italiane sui rilievi, ma è più rara al sud e nelle isole.
Habitat: vegeta in radure e a margine dei boschi umidi di montagna su terreno ben drenato fino a
2000 metri. Sopporta bene il freddo, ma soffre climi caldi e secchi.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali
protette.
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