44 LINEAVERDE Verde pubblico Metodologia di intervento su alberature di Pinus pinea in città Assai di frequente nelle alberature mediterranee stanno scomparendo gli impianti di Pinus pinea per ritrovarli solamente in formazioni boscose o all’interno di parchi. Analizziamo pregi e difetti di una delle specie paesaggisticamente più rappresentative e individuiamo una metodologia di intervento per il restauro attraverso un esempio pratico. ra le specie che caratterizzano l’alberata urbana in città mediterranee, il Pino domestico o pino da pinoli (Pinus pinea L.) è tra le specie paesaggisticamente più rappresentative e in grado di dare un’identità e valenze estetiche chiaramente individuabili allo spazio urbano. Specie eliofila1 originaria dell'Anatolia ma dal lungo indigenato, è assai frequente in zona litoranee dove caratterizza le formazioni a Pinete Mediterranee: in Toscana assai note sono quelle di Viareggio, S. Rossore (Pi), S. Vincenzo (Li), Follonica (Gr), Grosseto e Orbetello (Gr), e vi è una corrispondenza urbana poiché in queste città la specie è anche componente dominan- T di Stefano Mengoli *Docente di analisi e progettazione del verde urbano te delle alberate urbane. La specie la si ritrova in numerose città litoranee del centro-sud Italia, e dell’entroterra, dove costituisce all’interno del perimetro urbano aree a parco (come infrastruttura a pineta) e alberature urbane distribuite in varie zone urbane. Curiosamente, si può osservare che la specie è componente dell’alberata urbana generalmente in quelle città collegate a territori rurali con una filiera forestale legata ai boschi di pini mediterranei. Oltre a queste considerazioni collegate alla storia della città, dal punto di vista ecologico, l’uso come alberatura urbana lo si deve al suo temperamento legato alla luce, e di essere specie pioniera in grado di occupare terreni nudi, poco evoluti e LINEAVERDE 45 Sopra, alberata adulta di pino domestico. A sinistra, giovane impianto di pino domestico. degradati dall'azione dell'uomo, anche se la moderata frugalità e il possedere un seme 'pesante' ne fanno una specie di limitata capacità colonizzatrice; le condizioni ideali sono comunque di un suolo permeabile, sciolto, fresco, assai penetrabile alle radici, poco propenso al compattamento, dove in pieno sviluppo può raggiungere anche i 25/30 m di altezza. E' specie termofila, relativamente xerofila; non ha una grossa resistenza al freddo (danni si hanno a -15°/-18° C) ed è per tale motivo che vegeta in condizioni ideali nella fascia climatica delle latifoglie sempreverdi (Leccio); mal sopporta i venti marini, ed è specie a medio rapido accrescimento (Pavari 1955). Rappresenta una “scelta” per fare alberature urbane legata al passato, che oggi è messa in discussione per le problematiche gestionali che emergono soprattutto dalla relazione tra età adulta e avanzata delle piante (generalmente si osserva un forte decremento del ritmo di accrescimento dopo i 60-80 anni, su suolo urbano) e il contesto in cui queste si trovano (in viale su marciapiede pavimentato o su banchina permeabile a bordo strada; in formazioni a pineta con struttura coetaniforme non rinnovate). Il recupero di viali alberati monospecifici con Pino domestico Un aspetto da sottolineare è quello che pur essendo un tipo di infrastruttura assai frequente nei contesti urbani citati, la tendenza attuale è verso una progressiva diminuzione della presenza in città, relegandola alle sole formazioni boscose e ubicate all’interno di parchi e giardini con sufficiente superficie a disposizione. Tendenza confermata anche dal settore vivaistico, dove la specie, una volta specie regina dei cataloghi, oggi è relegata ad un ruolo secondario ed a minori investimenti in piantagioni, significando il minor “consumo” in unità rispetto al passato. Questa “tendenza” è sicuramente una conseguenza alle evidenti complicazioni derivanti dalla pericolosità e dalle difficoltà di gestire questo tipo di alberatura: siamo infatti al cospetto di alberature adulte poiché gli impianti si riferiscono generalmente al periodo post bellico, spesso assoggettate da ripetuti tagli dell’apparato radicale per il passaggio di linee tecniche sotterranee, dai “ricarichi” di asfalto sul colletto conseguenti alle ripetute asfaltature, agli effetti macroscopici legati alla risalita dell’apparato radicale che provoca la rottura dei piani nelle pavimentazioni stradali e nei marciapiedi; difficoltà gestionali che si manifestano con il dover intensificare i cicli di potatura di dirado sulle chiome per alleggerire piante che svettano anche 25-30 m fuori terra, di dover annualmente provvedere alla raccolta delle pigne (ricordo sperimentazioni di raccolta meccanizzata delle pigne in ambito urbano poco diffuse poiché mi pare non abbiano chiarito se ci possano essere eventuali conseguenze sullo stato di salute della pianta), di dover operare obbligatoriamente per legge alla lotta della processionaria, ad essere specie altamente allergogena, e al dover intensificare il controllo VTA delle piante poiché la casistica evidenzia che è specie con frequenti casi di crolli a terra per passaggi di fortunali che ne amplificano un deperimento biomeccanico in atto. Quindi è un tipo di infrastruttura che costa dover gestire, e che presenta un raffronto fortemente in negativo tra spesa della manutenzione ed età della pianta (cantieri onerosi per le dimensioni dei soggetti, frequenza degli interventi elevata) che amplificano sempre più il gap tra efficacia delle opere di manutenzione »» Gennaio 2007 46 LINEAVERDE Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città ed efficienza delle forme di gestione. Vi è un aspetto da sottolineare: l’alberata di Pino domestico rappresenta un pezzo di storia del verde urbano in Italia, ed è altresì specie dotata di forte valenza paesaggistica poiché ha la forza mediatica di proiettarci in un luogo specifico, d'origine, tipico, e di “governare” uno spazio dettando altresì un ideale corredo di specie compagne, ausiliari, simili o solitarie. Nella toponomastica delle città si trovano via dei Pini, viali dei Pini, e sono queste le tracce per un evidente richiamo alla tradizione rurale, cioè a quella di alberate tradizionalmente collocate lungo strade poderali. E’ ovvio che la loro eradicazione da un luogo crei dei forti contrasti, che però non sono provocati solo da ragioni di difesa dell’in- dividuo albero ma anche perché dettate dalla tutela verso le tradizioni di un luogo, cioè da quel “campionario” di emozioni che comporta la dimensione di paesaggio. Considerato che la gestione del verde pubblico è operata soprattutto per rispondere alle esigenze di una collettività, quella di viali alberati tradizionalmente legati ad un modo passato di fare verde urbano, quali quelli monospecifici a Pino domestico, richiedono obbligatoriamente l’esigenza di trovare soluzioni che mediano i due estremi (gestionale e paesaggistico) nel tracciare una modalità d’intervento. Un approccio utile è quello di considerare l’intervento come opera di riqualificazione urbana, poiché si mira a riorganizzare – adeguare lo spazio INUS PINEA: SCHEDA DI UTILIZZAZIONE PAESAGGISTICA (Considerazioni sull’impiego della specie in chiave progettuale, ecologica, estetica della pianta e come infrastruttura verde) Progettazione Ecologia Estetica Infrastruttura verde Consente una stratificazione verticale dello spazio verde: piano delle chiome, del suolo e intermedio. Media velocità di accrescimento ed è specie abbastanza longeva, superando i 200 anni. Effetto corteccia Realizzazione di boschi o boschetti monospecifici (Pineta) o in formazione miste (Bosco mediterraneo disetaneo) Albero consigliato per impieghi isolati, in uso per allineamenti o per creare gruppi o macchie; si trapianta in inverno e pone diverse difficoltà per l'attecchimento. Buona resistenza alle gelate invernali (resiste da adulto ad abbassamenti oltre i -15° C), particolarmente sensibile a quelle precoci e tardive. Effetto di ombra e di lettiera Realizzazione di alberatura urbana monospecifica (coetanea o disetanea) o in formazione miste (disetanea) Pianta allergogena diretta (polline); crea problemi a causa di attacchi della processionaria, parassita che allo stadio larvale presenta sull'addome peli urticanti per l'uomo. Rischio di caduta di parti legnose (rami, pigne) per fenomeni naturali (autopotatura, cascola). Clima ideale quello mediterraneo con inverni miti e precipitazioni concentrate in primavera e autunno, richiede escursione media annua abbastanza contenuta; moderata resistenza alla siccità estiva: regime pluviometrico ideale, 450900 mm annui. Impiego per costruzione di paesaggi mediterranei Resistente al calcare, alle opere di manutenzione, alle interferenze urbane, allo scavo del terreno. Resistenza elevata al vento. ph da 5.5 a 8, tollera terreno calcare non tollera quello salino, tollera terreno astrutturato ma non quello compatto; esige terreno con media umidità e povero in humus (come tutte le conifere in genere). Gennaio 2007 LINEAVERDE urbano attraverso il “restauro” dell’alberata urbana: per delineare questa metodologia d’intervento, viene presentato un caso specifico a tre anni dalla conclusione dei lavori. Una metodologia d’intervento: lo studio per il restauro dell’alberatura di Pino Domestico nel Comune di Pieve a Nievole (PT) Descrizione infrastruttura verde. L’asse viario (via Fanciullacci) rappresenta il confine tra il comune di Pieve a Nievole e il comune di Montecatini terme, ed ha uno sviluppo complessivo di ca 440 m di lunghezza. La superficie a verde è un'alberata a doppio filare, con elementi sfalsati, di Pino Domestico o Pino da pinoli (Pinus pinea L.), originariamente impiantata secondo un sesto rigido di 8 m sulla fila e di 9 m tra le file, in zanelle di 80 x 80 cm ricavate da pavimentazione in asfalto posta in opera (come per la cordonatura) in epoca successiva a quella di piantumazione. Da documentazione storica, l'epoca d'impianto dell'alberatura di Pino risale al 1952-53, ed è stata eseguita probabilmente su un letto in terra battuta, dove una ditta esterna locale ha provveduto a sostituire l'alberatura di Ippocastano esistente. L'alberata è strutturata in piante coeve e unico piano delle chiome, di altezza indicativa di 10-12 m e diametro a 1.30 m da terra di 45-60 cm, e stadio vegetativo di pianta adulta tendenzialmente matura; su tutti i soggetti sono stati rilevati segni di potature eseguite in passato. Delle originarie 73 piante, ne rimangono 60 ad ombreggiare una sede stradale larga 12 m e comprensiva di due piani destinati a marciapiede, di 2/2.50 m di profondità, e con distanze del fronte degli edifici a partire da un minimo di 25 m. Destinazione d’uso e contesto insediativo. Si tratta di un tratto viario di raccordo sia alla viabilità principale ad alta intensità di traffico, che alla disseminazione in viabilità secondarie e accessi carrabili destinati ai complessi residenziali (tipologia: villa o villino monofamiliare con resede a giardino) e condominiali frontalieri; il viale termina con incrocio con un tratto di circonvallazione pedocollinare, quindi indirettamente si può parlare di connessione con il sistema rurale della collina agricola.; parte del viale alberato confina (con problemi di adduggiamento delle chiome) con la fascia boscata del parco termale delle sorgenti, storico stabilimento impiegato come centro benessere. Obbiettivi di progetto. Lo studio opera per la riqualificazione urbana e la ristrutturazione dei 47 sistemi viario/pedonale e verde urbano perseguendo l’indirizzo di creare un percorso urbano - passeggiata verde; in particolare, nella previsione di ridare una funzionalità organica al sistema del verde, sono curati gli innesti e i relativi ampliamenti a verde armonizzando le preesistenze di verde nel traffico (parcheggio con dotazione di prato alberato posto lateralmente l’asse viario; isola pedonale alberata in prossimità dell'innesto con strada provinciale). La realizzazione dell’intervento è intrapreso dall'amministrazione comunale di Pieve a Nievole attraverso la formula di applicare un progetto di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza dell'asse viario. Lo studio è stato configurato in due distinte fasi: analisi dello stato attuale dell'alberatura con specifico riferimento alle problematiche evidenziate di interferenza alle pavimentazioni stradali e pedonali e i relativi limiti d'uso da parte dell'utenza; studio per il recupero del sistema spazi verdi lungo asse viario. Analisi dello stato attuale dell'alberatura Individuazione delle problematiche progettuali: il trattamento dell'alberatura di Pino domestico e l'eliminazione dei fattori di disagio. • Attenuare l'effetto di risalita degli apparati radicali, concausa del deterioramento del manto stradale e pedonale; • l'esigenza di realizzare dei filtri vegetali in modo da diminuire le fonti di disturbo all'utenza pedonale (polveri, gas di scarico, etc.)2; • attenuazione dei maggiori costi derivanti dal progressivo deperimento di alberatura adulta posta in condizione ambientali inadeguate; • messa in sicurezza dell'alberata di Pino e prevenzione verso eventuali manomissioni conseguenti ad interventi di scavo in prossimità delle radici; • comunicazione dell’intervento alla cittadinanza, avendo cura di rispondere ai quesiti formulati e in particolari quale disegno assumerà il viale e quali sono i motivi che hanno indotto a un determinato tipo di soluzione • inserimento di nuovi tratti di alberatura in grado d'interagire strutturalmente con quelli a Pino preesistenti, assai complesso a causa della pendenza dell'asse stradale: la strada presenta un dislivello tra i due punti d'innesto di ca 13 m, per una lunghezza complessiva del viale di 440 m ca, e una pendenza media del 3%.3 »» Gennaio 2007 48 LINEAVERDE Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città Individuazione delle problematiche progettuali: la necessità di migliorare funzionalità, qualità del verde pubblico e di attualizzarlo al contesto ambientale. • L'efficacia riconosciuta, nei sistemi stradali, nell'accompagnare i tratti pedonali da sistemi continui di verde con dimensione e volumi rapportati alla scala dell'uomo; • il recupero di una ripartizione equilibrata dei volumi vegetali con quelli urbani, al fine di migliorare prospettiva, profondità e proporzionalità del disegno urbano; • la ridotta qualità estetica del verde urbano e la relativa limitata connettivibilità4 a quello territoriale. Individuazione delle problematiche progettuali: una migliore ripartizione del verde pubblico all'interno dell'insediamento urbano. • Il verde come tratto unificatore dei percorsi urbani e come strumento per migliorare la qualità abitativa; • la creazione di nodi attrattivi attraverso l'organizzazione di un sistema degli spazi verdi. Individuazione delle problematiche progettuali: criteri di conservazione dell'alberatura esistente Nel caso specifico di un'alberatura adulta coetanea sono da prendere in considerazione alcuni parametri: • l'efficienza biologica delle piante, effettuata comparando l'analisi per difetto dello stato della chioma, del fusto e del colletto/radici; • l'intervento colturale per adeguare la distanza delle piante alla dimensione delle chiome; • la resistenza/tolleranza alle interferenze arrecate da opere di urbanizzazione primaria e secondaria; • la messa in sicurezza dell'alberatura, attenuando le fonti di rischio. Considerazioni sull'analisi sullo stato di conservazione dell'alberatura L'ispezione all'alberatura è stata portata a termine ai primi di giugno del 1999, ad opera di tecnici dottori forestali con esperienza di verifiche VTA su alberature urbane5, in condizioni meteo ideali e con andamento climatico del mese che presuppone la piena attività vegetativa delle piante in esame. Le piante hanno manifestato sintomi relativi ad un'alberatura urbana cresciuta con pavimentazione impermeabile in conglomerato bituminoso fino al colletto: anomalie ripetute del fusto (in torsione, curvo, inclinato) e chiome generalmente dense e asimmetriche, in gran parte compenetrate; in particolare, nel tratto frontale al parco termale delle sorgenti, le chiome delle piante si sono mostrate asimmetriche e in aggetto verso strada, in considerazione dell'ostacolo provocato dalla formazione boscata posta su rilievo e in posizione codominante al perimetro della proprietà. I risultati dell’indagine sono stati riassunti nella tabella a seguire, considerando che sono stati rilevati un esemplare 'morto in piedi' e diversi irreversibilmente compromessi. L’applicazione del metodo Vta ha consentito di effettuare una comparazione tra età di servizio6 dell’alberature con la qualità estetica, determinando un’opzione di scelta e di verifica finale ai termini di resistenza ed efficienza biologica alla base dell’indagine VTA operata sul campo. Lo studio per il recupero del sistema spazi verdi lungo l’asse viario: il recupero dell'alberata di Pino domestico Se si considera il dato numerico delle piante da abbattere, appare evidente la problematica derivante dall'applicazione di un cantiere di abbattimento e il forte impatto, anche emotivo, che questo comporta in ragione del radicale cambiamento percettivo. In tal senso è opportuno operare l'opzione di alcuni abbattimenti a medio termine, intendendoli eseguiti entro i 5/7 anni dai primi, in modo da mitigare in parte la drasticità dell'intervento. Le piante di Pino domestico lasciate in piedi, per numero e distribuzione, possono consentire di recu- Scheda CONSIDERAZIONI SULL'ANALISI SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DELL'ALBERATURA Y Nr. piante originale 73 % di X % di X % di X X Nr. piante rimaste piante da abbatte- piante da abbatte- piante da lasciare in piedi re, breve termine re, medio termine al 5/06/99 60 7% 72% Gennaio 2007 21% % di Y piante rimaste al 5/06/99 82% LINEAVERDE perare la funzionalità di viale alberato solo tramite l'inserimento di un nuova alberata, con dimensioni omogenee ma sicuramente ridotte rispetto a quelle del Pino; il risultato è una struttura alberata continua di tipo disetaneo che consenta di rispettare le condizioni ideali per la crescita del Pino. Può apparire quantomeno anomalo il recupero di un'alberata tramite l'abbattimento di molti soggetti, ma è necessario pensare che l'albero ha esigenze di spazio 'dinamico', sia a livello areico che di suolo, da prevedere in fase di progettazione, e che da adulto le proporzioni tra sviluppo verticale e orizzontale sono nettamente a favore del secondo; sono dinamiche che obbligano ad operare con abbattimenti laddove necessario, come ad esempio quando caratteristiche ambientali e il portamento delle piante manifestino condizionamenti esogeni e una ridotta stabilità biomeccanica. Gli interventi sull'alberata di Pino sono stati attuati secondo alcune prescrizioni: • il cantiere di abbattimento, effettuato con continuità e in giornate calde e non ventose, deve essere operato tramite depezzatura e caduta dei pezzi a terra guidata, e asporto completo della ramaglia opportunamente cippato in sito7; • una volta abbattuata la pianta, è necessario procedere contestualmente alla deceppatura meccanica, avendo cura di lasciare 'aperta' la buca per almeno due settimane. Sulle piante da rilasciare, è necessario: • operare il taglio dell'attuale copertura di asfalto, come la successiva rimessa della pavimentazione, salvaguardando il più possibile le radici delle piante che verranno lasciate in sito nonché il pedale e il fusto (opportunamente da proteggere con sistemi antiurto), e avendo cura di rilasciare una fascia di rispetto di profondità perlomeno di 80 cm (vedere modalità di realizzazione di 'trincea di coltivazione'); • evitare scavi di profondità superiore al manto stradale in prossimità delle piante, comunque con una distanza minima consentita della luce netta di qualsiasi scavo, dal filo tronco, non inferiore a m 3 (tre); • eseguire l'arieggiatura del terreno mediante arieggiatore meccanico pneumatico con contemporanea distribuzione di soluzioni a sali rigenerativi e integratori naturali (estratti di alghe verdi) a livello radicale8; •evitare il costipamento come la vibratura dell'area definita dalla proiezione a terra delle chiome e obbligo di esecuzione di livellamenti a mano del 49 terreno nella medesima area; • effettuare dei sondaggi su direzione, densità e qualità delle radici di sostegno, onde evitare il loro danneggiamento a seguito di operazioni di scavo, e praticare un'accurata potatura di dimensionamento, e misure di conservazione dell'efficienza radicale come l'allestimento di strati a inerti stabilizzanti a tessitura grossolana e a basso peso specifico, eventualmente sostenuti da un telaio in ferro posto a copertura delle radici (si tratta di un telaio su cui sono inseriti dei denti mobili per azione di aerazione/decompattamento una volta infisso nel terreno, senza arrecare danno alle radici); • evitare di accendere fuochi in prossimità delle alberature, la posa anche temporanea di pavimentazioni impermeabili fino al pedale delle piante, l'infissione di chiodi o appoggi come l'installazione di corpi illuminanti e di cavi elettrici sugli alberi, l'imbragamento dei tronchi; • valutare la possibilità di utlizzare nuovi asfalti in sperimentazione ENI che assicurano una capacità drenante quindi la diminuzione della compattazione del terreno, oltre ad essere misura che abbatte notevolmente l'inquinamento acustico; • eseguire la spalcatura di 1/2 palchi e la potatura di rimonda sulle chiome, intesa come eliminazione dei rami secchi o malati e asporto delle pigne sia verdi che mature; se in epoca autunno/invernale, verificare la presenza di nidi di processionaria e provvedere al loro asporto e distruzione. Qualora si operi a distanze inferiori a quelle prescritte, è consigliata l'adozione di misure di prevenzione quali: • lo scavo a mano onde evitare il danneggiamento o l'amputazione delle radici principali; scavo che non può rimanere aperto più di due settimane, e in caso d'interruzione dei lavori è necessario provvedere provvisoriamente al riempimento con terra dello scavo o a coprire le radici con una stuoia; comunque le radici devono essere mantenute umide, e in caso di pericolo di gelo le pareti dello scavo nella zona delle radici sono da coprire con materiale isolante; il riempimento è da eseguire al più presto; • il taglio netto delle parti senza sfibrature con cesoie o motosega per radici di diametro non inferiore a cm 3 (tre) e il sottopasso con tubazioni delle radici più grosse e la loro protezione dal disseccamento (con teli di juta o PVC); • evitare il deposito di materiali terrosi, il ricaricamento e l'abbassamento del terreno nella predetta »» Gennaio 2007 50 Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città LINEAVERDE creare un armonizzazione tra uno scenario oramai tradizionale, e l’introduzione di nuove forme di giardineria da collocare in armonia con le preesistenti; in tal senso, la soluzione ideale per consentire di avere alta stabilità nel popolamento di Pino, perseguendo i riferimenti in “natura”, non può che essere quella di un alberata a struttura disetanea. Tipo A, siepe alberata semiformale di tipo mediterraneo. Tipo B, 'parterre' alberato con specie arbustive tappezzanti a copertura totale. area, come il deposito di materiale da costruzione, carburanti, macchine da cantiere, depositare o versare sali, acidi, basi, idrocarburi, o comunque sostanze fitotossiche, nonché l'acqua di lavaggio, in particolare quelle con polveri di cemento, necessariamente da convogliare lontano dalle radici; • la tempestiva disinfezione delle superfici da taglio con anticrittogamici distribuiti più volte sulle superfici e lasciati asciugare il tempo necessario (2 ore circa), e con principi attivi in formulati commerciali a specifica azione protettiva. Il “rilascio” delle piante è operato per piccoli raggruppamenti lungo brevi tratti: le piante rilasciate manifestano buone condizioni di crescita9 e ridotta interferenza ambientale, sia a misura di suolo, poiché non è manifestato il deterioramento del manto stradale o il rialzo del cordolo (ciò fa presupporre un franco per le radici profondo ed esteso), sia a livello areico, per l'ampia luce tra le chiome e la loro adeguata distanza dal fronte edifici. La perplessità di operare cercando un uso simbolico delle piante rilasciate in piedi non deve avere senso di essere, poiché si è chiamati a lavorare per Gennaio 2007 Lo studio per il recupero del sistema spazi verdi lungo l’asse viario: il restauro del viale alberato Dopo aver completato la prima fase, interamente dedicata al trattamento dell'alberata di Pino domestico, l'intervento successivo verte sulla ricostruzione del sistema a viale alberato. L’indagine si dipana partendo da alcune considerazioni di base: • realizzazione di una trincea di coltivazione continua per le piante, giocoforza interrotta solo in corrispondenza dei passi carrabili, dei raccordi e del termine del marciapiede, la quale deve inglobare la sede del pedale dei Pini e consentire l'apertura di un'area di pertinenza per le piante come misura atta a contenere la risalita degli apparati radicali; • realizzazione di infrastrutture a verde di tipo lineare, rifacenti a sistemi in uso nella giardineria con esigenze di decoro ed estetica legate al gusto naturalistico; • trasformazione da una struttura verde con un unico piano delle chiome ad una che ne prevede quattro, secondo lo schema tradizionale del disetaniforme ispirato alle strutture 'di margine' del bosco; • allineamento e prospettiva del viale regolato da fusti colonnari con diametro e cromatismo delle cortecce armonizzate, delegando al Pino il ruolo di presenza più significativa; • adozione di sistemi di decompattazione del terreno basati su una stratigrafia del terreno di coltivazione in grado di mantenere costante il rapporto aria/acqua, e sulla realizzazione di linee interrate per l'arieggiatura Il disegno del verde risultante è impostato su un alternanza, apparentemente casuale, e sullo sviluppo a due moduli compositivi, così distinti: tipo A, siepe alberata semiformale di tipo mediterraneo, con utilizzo per la siepe di essenze arbustive di pregio per la fioritura, il fogliame e la fruttificazione a volte edule, di richiamo per la fauna indigena; tipo B, 'parterre' alberato con specie arbustive tappezzanti a copertura totale, di pregio per il fogliame e la fioritura, e, in punti cardine, impiego di piante topiarie e di Cipressi piramidali in varietà resistenti all'agente del cancro del cipresso (Seiridium cardinale (Wag.) Sutt. E Gib.). LINEAVERDE La distribuzione del verde, stratificata su 4 piani, consente di armonizzare nel tempo e nello spazio uno sviluppo planimetrico e verticale del viale a partire dal 'rilascio' di strutture adulte, e a forte personalità, come quelle di Pino domestico. La continuità dell'alberatura è data da un reimpianto con essenze arboree di II°/III° grandezza10, mantendo il più possibile il sesto d'impianto originale, in modo da disporre, nei vuoti provocati dagli abbattimenti, una nuova quinta alberata, anch'essa monoplana ma di altezza inferiore a quella dei Pini; le essenze arboree selezionate sono qui riportate a seguire, e differenziate in specie principali (a maggiore presenza) da quelle accessorie o di accompagnamento e in Cipressi disposti sul 'parterre'. L'indicazione progettuale è quella di far acquisire nuove funzioni dell'alberatura, andando ad operare una divisione funzionale del piano strada con quello del marciapide. La continuità e la struttura verticale del verde consentono di creare una barriera-filtro igienico sanitaria, e in particolare verso polvere e piccoli inerti, grazie soprattutto alla densità delle siepi a sviluppo parzialmente libero. L'alternanza di tratti a disegno formale, con quelli a tema naturalistico, movimentano e rendono più attrattivo l'arredo verde come la qualità dello spazio urbano, in virtù di un'integrazione tra edile e compagine verde operata lungo tutto il percorso e in punti cardine opportunamente individuati: piste, raccordi e termine del marciapiede, 51 inizio e fine del viale. L'utilizzo di specie ad alta valenza ecologica (pianta da bacca, pianta con impollinazione entomofila, piante a chiome nidificabili, piante rinettanti) permette di equiparare l'infrastruttura a un 'corridoio' ecologico da e verso la collina, mentre la conservazione di un immaginario da paesaggio mediterraneo è operata tramite l'impiego di essenze arboree “tipiche” quali Leccio, Tamerice, Acero campestre e Cipresso. La funzione di ombreggiatura è assicurata da una scansione delle chiome che assicura a maturità i coni d'ombra 'non in contatto', in modo da riprodurre un effetto chiaro-scuro di invito a percorrere e attraversare l'infrastruttura. Il restauro diviene quindi anche azione di recupero di un uso prioritario, quello di percorso passeggiata alberata, che amplia i tracciati esistenti e pone in essere una soluzione ideale per tratti di collegamento tra assi viari a diversa intensità di traffico ma soprattutto interessati da densità abitativa e tipologia edilizia mono o bifamiliare. Le problematiche di gestione della nuova struttura I due moduli di verde previsti si diversificano anche per l'impegno e la qualità delle opere di manutenzione. Al tipo A, siepe alberata informale di tipo medi- »» Scheda ESSENZE ARBOREE Categoria Nome scientifico % presenze per categoria % presenze per specie Acer campestre 40 14 Quercus ilex 60 22 20 30 Accessorie Cercis siliquastrum 10 6 Pyrus calleriana "beech hill" 10 7 Tamarix pentandra 10 7 4 10 Parterre Cupressus sempervirens var. Bolgheri Totali Nr. piante per specie 36 60 Principale Nr. piante per categoria 4 60 100 Gennaio 2007 52 Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città terraneo, una volta che l'impianto è a regime e presenta un'adeguata attrezzatura tecnica per la coltivazione (irrigazione, arieggiatura, drenaggio), per il mantenimento sono necessarie: • potatura di contenimento della siepe, operata con forbici e tramite la tecnica del taglio di ritorno, in modo da limitare la volumetria entro lo spazio disponibile e asportare rami secchi, mutilati o malati o già fioriti; • potatura di rimonda delle alberature tramite semplice asportazione dei rami secchi, malati o mutilati, e nel caso dei Pini, l'asportazione delle pigne e dei nidi di processionaria; • asportazione dei cespiti di erbacce scappati dal controllo della siepe e del sistema pacciamante. Al tipo B, 'parterre' alberato con specie arbustive tappezzanti, sempre rispettando le condizioni standard suindicate, sono necessarie: • potatura di contenimento delle superfici tappezzanti, operata con forbici tagliasiepi, in modo da limitare la volumetria entro lo spazio disponibile e asportare rami secchi, mutilati o malati o già fioriti; • potatura di rimonda delle alberature tramite semplice asportazione dei rami secchi, malati o mutilati, e nel caso dei Pini, l'asportazione delle pigne e dei nidi di processionaria; • asportazione dei cespiti di erbacce scappati al controllo della siepe e del sistema pacciamante; • per le piante topiarie, esecuzione di nr. 2 interventi annui (a primavera e a fine estate) per il mantenimento della sagoma. Il piano di manutenzione della nuova infrastruttura presenta una logica diversa rispetto al passato: sono state ampliate le categorie di lavoro, poiché oltre al trattamento degli alberi è incluso quello di siepi, di superfici tappezzanti, di piante topiarie, ma è stato semplificata la procedura di lavoro, poiché sono introdotti, con una progettazione specifica, impianti a bassa manutenzione e a totale copertura di suolo, che, oltre ad aumentare notevolmente la superficie a verde pubblico complessiva, presenta costi di gestione economicamente vantaggiosi rispetto a quelli di un'alberatura matura e complessa. Gli interventi sono eseguibili da terra, senza ausilio di scale (tranne che per il Pino), e il lavoro di potatura ordinaria si limita semplicemente a eliminare rami di limitate dimensioni, quindi con tempi di lavoro (a pianta) contenuti e dell'ordine di pochi minuti, a fronte di quelli ben più lunghi della spalcatura dei Pini da eseguire in quota. Non di meno, è limitata l'incidenza dell'asporto e del taglio di Gennaio 2007 LINEAVERDE erbe come assai minori sono i rischi di traumi alle persone, o di danni alle cose, 'da caduta' di parti legnose. In ultimo, sono introdotte piante a legno più resistente e di altezza più contenuta, e l'eventuale sostituzione è resa molto più agevole ed economica, oltre che efficace esteticamente, dato che sono accorciati i tempi di attesa per raggiungere le dimensioni del predecessore. Le caratteristiche paesaggistiche L'intervento è orientato a mantenere un'identità mediterranea nella compagine verde, cercando di aumentarne funzionalità e modi d'uso. La profonda, e incisiva trasformazione, provocata dall'abbattimento del Pino, diviene operazione necessaria per migliorare la qualità del verde urbano e dare una precisa identità a questo tratto di città. Sulle attenzioni progettuali relative al tema ambientale si è fatta già ampia menzione, come delle opportunità di tracciare un percorso passeggiata in quest'area. Rimane l'aspetto di sostenibilità dell’intervento , da considerare sia in chiave ecologica che in chiave urbana. La realizzazione di una struttura biotica di tipo disetaneo equivale ad aumentare biodiversità e tolleranza delle limitazioni provocate da interferenze antropiche; l'opportunità è quella di ottenere una struttura 'naturalizzata' che esercita attrazione e rifugio verso elementi naturali desiderati (farfalle, lucciole, etc.), senza divenire coacervo per ospiti avversi, e che amplia la percezione di campagna in tratti fortemente urbanizzati; una aumento della qualità dell'abitare legata alla presenza di elementi e complessi vitali, e in buono stato di conservazione, a cui attribuire una qualità estetica oltremodo evocata da una cultura del luogo tradotta e facilmente leggibile. Tecnica costruttiva. L'impianto è eseguito in una trincea, ricavata sul piano dei marciapiedi, con soluzione di continuità in corrispondenza dei passi carrabili, dei raccordi e dei termini del marciapiede. Lungo la trincea sono assemblati i moduli, a lunghezza di 8 m, secondo una partitura che consente di produrre l'alberatura in un unico corpo. Oltre ad essere diversificati in tipo A e B, come precedentemente descritto, si differenziano per la specie arborea impiantata nel modulo; alla scansione dei moduli si sovrappone quindi la sequenza d'impianto degli alberi, piantumati rispettando in generale la distanza originale di 8 m, con opportune leggere traslazioni del sesto legate a risoluzione di specifiche problematiche (visuali d'innesto strada, LINEAVERDE impedimento passaggio, etc.). La sequenza base d'impianto degli alberi è di 5 piante, distinte in 4 principali e 1 accessoria11, ripetuta 12 volte in modo da coprire totalmente le fallanze provocate da abbattimenti recenti o del passato; alle teste dell'alberatura la pianta principale è sostituita dal Cipresso. La sezione della trincea presenta un riempimento con letto drenante e riporto a terreno vegetale, rifinito a cunetta convessa e discendente verso il lato interno del marciapiede, e un franco di coltivazione di 65 cm; in corrispondenza dei parterres il colmo della cunetta è ridotto onde consentire lo sviluppo in orizzontale della vegetazione. Il sistema di difesa delle piante prevede la stesura di cordonato preesistente, 16 x25, su fronte strada, e la realizzazione di una canaletta con sponda allungata in selciato a 'piè d'opera' e a sassi di fiume, sporcati di calce, a granulometria 4/6 cm di diametro, e il raccordo della canaletta con gli scarichi dei pluviali in opera. (vedere schema a seguire) Struttura. Il nuovo impianto si compone di un'alberata disetanea a doppio filare con controquinta di siepe intervallata da superficie a tappezzanti arbustive. La distribuzione è a verde stratificato con piani delle chiome, una volta a regime, preferenzialmente ripartiti a quote + 0.30/0.40 m, + 0.80/1.20 m, + 6/8 m, + 10/12 m rispetto al piano di battuta del marciapiede; le chiome del Pino, onde rispettarne il maggiore sviluppo planimetrico, sono in posizione dominante rispetto alle chiome degli alberi di nuovo impianto, generalmente a forma obovata. I fusti degli alberi sono amplessati da siepi 53 a medio sviluppo, a cui si alternano spazi a verde orizzontale. Sistema verde verticale. A sviluppo prevalentemente verticale, il modulo con infrastruttura a siepe alberata presenta il filare di alberi con chiome distribuite su due piani, e quello dei Pini in posizione dominante rispetto a quelle di nuova introduzione; le chiome sono impalcate lasciando un'altezza minima d'inserzione, da terra, di 4.50 m. Sistema verde orizzontale. A sviluppo prevalentemente orizzontale, il modulo parterre presenta una infrastruttura a coprisuolo operata a filo terreno da chiome a sviluppo orizzontale; è ubicato in prossimità degli accessi e dei termini dei marciapiedi, onde agevolare la visuale per l'innesto di autoveicoli. La dotazione di piante topiarie e Cipressi rappresenta elemento decorativo puntuale. L'utilizzo di solo piante arbustive è operato per ridurre al minimo il consumo di acqua durante i periodi di stress estivo ed invernale. Copertura. L'infrastruttura presenta una copertura del 100 % del terreno della trincea; per quanto riguarda la siepe e le superfici tappezzanti, una volta che queste sono a regime, lo sviluppo delle chiome presenta una profondità contenuta nei margini della trincea, avendo cura d'impiegare apposite tecniche di giardineria e la selezione di materiale a medio/basso ritmo di accrescimento. Finiture interne. Nell'infrastruttura sono adottati alcuni accorgimenti per agevolare la messa a regime dell'apparato: • teli pacciamanti di juta per il controllo delle erbe »» Schema PARTICOLARE TECNICO DELLO SCAVO DELLA TRINCEA Gennaio 2007 54 Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città infestanti e per favorire la crescita delle piante e la relativa copertura del terreno, onde favorirne l'integrazione cromatica; • l'impianto degli alberi e degli arbusti su cunetta, onde migliorare l'effetto prospettico e aumentare la densità delle chiome; • l'irrigazione a goccia sotto telo per ridurre danni da vandalismo alla rete tecnica e ottimizzare l'irrigazione degli apparati radicali; • la stesura in profondità di una linea di drenaggio onde eliminare i ristagni d'acqua e nel contempo arieggiare il terreno, aumentandone così la resistenza al compattamento. Tecnica gestionale. Il piano di manutenzione dell'infrastruttura, una volta a regime, non presenta particolari difficoltà e oneri di prestazioni per le quali è richiesta una specifica professionalità o dotazione strumentale ad alto profilo di meccanizzazione. Il piano deve prevedere: • la potatura di rimonda e di contenimento delle chiome arbustive e arboree; • la tosatura delle piante topiarie; • il controllo fitosanitario ed eventuali interventi di profilassi nei confronti di agenti patogeni particolarmente virulenti; • il controllo sull'attecchimento e l'eventuale sosti- Gennaio 2007 LINEAVERDE tuzione di fallanze o piante deperienti o piante danneggiate; • l'asporto delle foglie e di parti secche Durata dell'impianto. La durata dell'impianto è determinata prevalentemente dall'età di servizio delle alberature. In questo caso, dove sono accostati ai Pini adulti alberature a ciclo medio-lungo e a ciclo medio-breve, è ipotizzabile una durata di 2550 anni di età, avendo attenzione a mantenere nel tempo la struttura disetanea creata dal progetto. Il nuovo assetto strutturale e la viabilità d'area Il progetto introduce per via Fanciullacci un criterio compositivo legato ai percorsi-passeggiata lungo assi viari a intenso traffico. Di fatto l'infrastruttura verde progettata non pone limiti d'uso, integra gli attuali impieghi dell'asse e ne migliora la fruibilità andando a dividere nettamente i tratti percorribili dai soli pedoni, concorrendo all'abbattimento delle barriere architettoniche; anche in prospettiva di completare le operazioni di riqualificazione urbana, qualora l'amministrazione comunale volesse procedere alla realizzazione di una pista ciclabile, l'infrastruttura a verde possiede già le caratteristiche necessarie per 'arredare' tale opera. Considerato che l'apparato d'illuminazione per l'a- LINEAVERDE 55 Sopra, immagine del viale a 4 anni dalla conclusione dei lavori. In evidenza, l’incontro tra il modulo a siepe alberata e il modulo a parterre. rea rimane quello già in essere, la soluzione strutturale adottata consente di migliorare il livello di illuminamento della sede stradale, avendo diradato le chiome di Pino e inserito chiome che non impattano gli apparecchi in uso. Rimangono i limiti per la pavimentazione pedonale, indicati dall'amministrazione in asfalto bituminoso, poiché perlomeno nei tratti pedonalizzati è quantomai utile ed efficace l'adozione di pavimentazioni permeabili, con una colorazione vivace e con un'orditura degli elementi che catturino l'orizzonte e facilitano l'integrazione tra parte edile e opere a verde. I centri di costo dell’intervento hanno richiesto una ripartizione (su un’area d’intervento di 700 mq, coti iva esclusa) di: • costi edili - 18,59 euro al mq • costi di giardineria, interventi migliorativi su alberata di Pini – 33,60 euro al mq • costi di giardineria, interventi realizzativi - 33,60 euro al mq • costi di giardineria, manutenzione post impianto – 10,33 euro al mq. A qualche anno dall’impianto, le soluzioni intro- Particolare della siepe informale. dotte hanno mostrato pregi e difetti: tra i primi, apprezzamento da parte dell’utenza per la soluzione adottata e condivisione verso la fase di abbattimento dei Pini; tra i difetti, vandalismo e uso non appropriato dello spazio verde (in questo comune non esiste un regolamento del verde o stralci in altri regolamenti) con imbrattamento dei cani e furto delle piante, hanno allungato la fase di manutenzione post-impianto per portare a regime le superfici di verde progettate. L’aspetto rimarchevole è la complessità di uno studio che deve saper indicare una modalità d’intervento sulle alberature adulte urbane senza banalizzarlo, come avviene quando è affrontato semplicemente con la sostituzione dei soggetti vetusti o malridotti con esemplari più giovani e della stessa specie, ma attraverso un atteggiamento progettuale che affronta il tema in chiave di recupero paesaggistico di un’infrastruttura verde ■ storica per il tessuto urbano. Gennaio 2007 56 LINEAVERDE Metodologia di intervento su alberature di pinus pinea in città Note al testo 1 Si riferisce a piante che hanno la crescita condizionata dalla libera esposizione alla luce, poiché poco tolleranti l'aduggiamento. 2 A riguardo esiste un'abbandonante bibliografia scientifica in materia. 3 In una tale situazione corrisponde una maggiore quota del piano di appoggio del verde di 25 cm ca ogni 8 m di strada percorsa in direzione Nord; quindi, nel caso del recupero dell'alberatura esistente, è evidente la difficoltà strutturale di compensare le dimensioni dell'esistente con quelle del nuovo impianto, considerando altresì le discrepanze originate dai i ritmi di crescita delle piante che giocoforza si attenuano con il progredire dell'età delle piante. 4 Il principio di connettività è qui formulato secondo la riflessione di creare un collegamento fisico e un collegamento trofico tra la vegetazione spontanea presente nella collina rurale posta nelle immediate vicinanze, e la vegetazione che comporrà l’infrastruttura verde studiata per il restauro del viale; nella parte distale del viale si trovano infatti lembi di incolti e verde ripariale, rilasciati dallo sviluppo urbano come frange a ridosso delle infrastrutture e dell’edificato, e che potrebbero essere interessati da apposito ragionamento di recupero, come il recupero dell’alberata deve tenere conto di presentare una “predisposizione” in previsione di un possibile intervento su queste aree. 5 L'indagine è stata espletata mediante l'applicazione parziale del metodo V.T.A (Visual Tree Assesment), elaborato nel 1990 dall'Università di Karlsruhe, prof. Mattheck; l'analisi normalmente è suddivisa in una prima fase di individuazione visiva dei sintomi di anomalie esterne manifestate dalle piante e relativa schedatura, e di una seconda fase, operata solo sui soggetti ritenuti critici alla prima, effettuata tramite l'utilizzo di tre diver- FATTORI LIMITANTI L’IMPIEGO DI UN’ALBERATA URBANA A PINO DOMESTICO: A LIVELLO DI SUOLO - l'attraversamento di reti tecniche sotterranee e la loro manutenzione che arrecano forti limiti di sviluppo e danno alle radici; - la scarsa fertilità agronomica e lo stato astrutturato del terreno urbano, con conseguente impermeabilità e compattamento, che amplificano la risalita degli apparati radicali; - l'interferenza derivata dall'antropizzazione e dall'incidenza delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, come interruzioni delle falde e dello scambio gassoso a causa di pavimentazioni impermeabili, che causano una forte limitazione ad una 'piattaforma radicale' necessariamente estesa in profondità e lateralmente a causa di chiome particolarmente ampie in natura; A LIVELLO SOPRASSUOLO: - condizionamento dei ritmi e delle direzioni di crescita degli assi vegetativi per impedimenti od ombreggiamento o potature: a riguardo è necessario tenere in considerazione che è specie eliofila dal portamento espresso dalla marcata basitonia12 portata però apicalmente, alla quale si deve la caratteristica forma ad ombrella della chioma: diretta conseguenza è una capacità di autopotatura, relativa all'ombreggiamento, operato sui rami più vecchi (difatti la tradizionale potatura, la spalcatura, è usata per aspor- tare le branche prossimali inserite lungo il fusto e per 'alzare' progressivamente la chioma); - l'attraversamento di reti tecniche aeree e la loro manutenzione che arrecano limiti di sviluppo e danno a chiome generalmente estese, e che per dimensione e densità risentono più di altre specie di eventuali tagli limitati a singoli settori della chioma, andando ad incidere sul portamento e la stabilità delle piante. A LIVELLO DI SISTEMA PIANTA: - una maturità anticipata e un deperimento progressivo che hanno come causa d’innesco i forti limiti colturali imputabili sia alla sterilità del suolo urbano che all'incidenza delle opere di manutenzione (e in particolare le potature) - una maggiore sensibilità in ambiente urbano a fisiopatie e fitopatie in generale correlabili al processo di deperimento: a riguardo è noto che il Pino domestico è abbastanza cagionevole alle sostanze inquinanti (soprattutto anidride solforosa), e tra i patogeni particolarmente aggressivi sono la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocamapa Denis et Schiffermüller), il Heterobasidion annosum (Fr.) Bref. e l'Armillaria sp., agenti di marciume radicale. E' opportuno altresì considerare i fattori di rischio legati Gennaio 2007 LINEAVERDE se misurazioni strumentali a confronto. Queste misurazioni devono essere in grado di individuare la presenza di cavità o aree di legno in degradazione (Martello Elettronico), la resistenza alla penetrazione del legno (Resistografo) e la resistenza a rottura di campioni di legno estratti dalla pianta (Frattometro), in modo da stimare il grado di alterazione del legno e il coefficiente naturale di resistenza della pianta 6 Età che sancisce il momento culminante del ciclo di accrescimento della pianta a cui far corrispondere l'età di abbattimento sulla base di una valutazione di convenienza economica/colturale. 7 Il legname, in toppi di 2 o 4 m, può avere interesse da parte di ditte di legname; il cippato è destinabile ad impresa che macera il legno. 8 Misura che prevede l'applicazione di fori lungo il perimetro della proiezione a terra della chioma, comunque a distanza non superiore a 5 m dal fusto, a intervalli fissi di 1 m, avendo cura di lasciare aperto il foro a conclusione dei lavori 9 Relative a quelle riscontrabili in ambiente urbano. 10 Altezze delle piante comprese tra 8 e 14 m o inferiori di 8 m 11 La sequenza base è: °1------°2-----°3-------°4-----°5, dove 1 e 4 sono Lecci - 2 e 5 sono Acero Campestre, mentre il n° 3 sarà albero accessorio; al variare dell'accessoria si trovano diverse sequenze così identificabili: A, con pianta °3 data da CERCIS SILIQUASTRUM, B con pianta °3 data da TAMARIX PENTANDRA, C, con pianta °3 data da PYRUS CALLERIANA "BEECH HILL" Quindi la disposizione delle sequenze: partendo da via pistoiese e salendo per il tratto sx di via fanciullacci sarà: A,C,A,C,A,B; Lato dx, ridiscendendo, A,B,C,B,C,B; all'inizio e alla fine del viale il cipresso toscano piramidale; nei punti di raccordo invece tappezzanti con piante piramidali basse tipo camelia 12 Termine botanico che sta ad indicare un maggiore sviluppo delle ramificazione procedendo dalla base verso l'apice. alla coltivazione della specie in filare e lungo percorsi urbani, brevemente riassumibili in: - crolli e caduta di parti di chioma dovuto al distacco di assi legnosi disseccati, caduta sia di origine naturale o provocata da fattori esogeni (vento, urti, pioggia, etc.); - l'abbondante presenza di frutti a consistenza legnosa (la pigne o cono), a causa di una maturazione con ciclo triennale, che espone per tutto l'anno a rischio di caduta; - la siccità estiva ed invernale che accresce il rischio di cedimenti strutturali su branche ancorpiù se incurvate a causa della competizione luminosa; - alberi con baricentro fuori asse, per cause imputabili alla direzione di crescita o per urti meccanici, e lo sviluppo di chiome asimmetriche, che diminuiscono il coefficiente naturale di resistenza delle piante a sollecitazione biomeccaniche, sia tipo flessioni statiche che dinamiche; come una variabilità genetica o indotta con le potature in vivaio che frequentemente propone un portamento degli alberi con fusti bi o triforcati, e sulla cui relativa incidenza sulla capacità di resistere alle sollecitazioni esterne c’è ampia discussione tra i tecnici. Bibliografia: F. Naves Vinãs, l'albero in giardineria e paesaggismo, Barcellona 1995 C. Mollie Stefulescu, L’urbanisme végétal en France, des plantations pour le plaisir et l’agrément, atti Workshop «Le identità del giardino» (Viterbo, 2005) F. Segur, Les arbres dans le Grand Lyon, atti Workshop «Le identità del giardino» (Viterbo, 2005) I. Jansana, Un model de desenvolupament urbà de qualitat: el cas de Vitoria-Sp, atti 1°Congresso Europe Città Verde (Barcellona, 2005) AA.vv, Jardin – vocabulaire typologique et tecnique, Monum – editino du patrimoine (Paris, 2000) A Vanzo et all., Manuale per tecnici del verde urbano, Torino 1997 Si ringrazia l’Amministrazione Comunale di Pieve a Nievole, nelle persone dell’ Ing. A. Rizziello e del Geom. B. Monelli, per la collaborazione prestata in sede di compimento dell’incarico conferito dal comune per lo studio del recupero dell'alberatura di pino domestico; i tecnici Stefano Bini e Lorenzo Gambi per la revisione del lavoro sull’analisi dello stato di conservazione dell’alberata urbana. Gennaio 2007 57