Il Clima
È l'andamento annuale del tempo in una data
zona. Viene valutato facendo la "media" dei climi
che si sono succeduti nell'arco di 30 anni.
Il tempo atmosferico è la situazione
meteorologica di quel momento: tipicamente i
suoi elementi sono la temperatura (fa
caldo…freddo..!), il vento, l'acqua nelle sue varie
forme (umidità, nebbia, nuvolosità, pioggia,
neve…).
Le cause dei vari "tempi" meteorologici che si verificano in una certa zona sono:
• Latitudine
• Altitudine
• Distanza dal mare
• Presenza di catene montuose
Anche l’attività vulcanica e la presenza di grandi estensioni di foreste riescono a influire sul clima,
in particolare sull’assorbimento della radiazione solare e sull’umidità.
La Latitudine
La Latitudine: naturalmente più ci si allontana dall'Equatore più i raggi solari arrivano al suolo
inclinati e meno scaldano. Inoltre aumenta progressivamente la differenza tra la durata del dì e della
notte tra il periodo estivo e quello invernale. Quindi la quantità di calore che arriva direttamente dal
cielo varia da zona a zona e tra Estate e Inverno: semplificando un poco possiamo dire che
all'Equatore e ai Poli fa sempre o caldo o freddo mentre nelle zone temperate intermedie esistono le
stagioni, cioè ci si accorge di più della differenza tra l'Estate e l'Inverno.
L’altitudine
In pratica le zone il quota (montagne o altopiani) hanno,
rispetto alle zone di pianura di
uguale latitudine, una
escursione termica diurna e
annuale maggiore dovuta
all'abbassamento delle
minime.
Inoltre le precipitazioni sono
più consistenti (specie quelle
nevose) e anche il vento è più presente (specie le brezze),
contribuendo a mantenere "più pulito" il cielo
Nota: gli strati di atmosfera più vicini al suolo sono i più
densi e quindi quelli che assorbono più radiazioni: è evidente
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che più si va verso l'alto meno aria dovrà essere attraversata dalle radiazioni e minore sarà il loro
assorbimento. Quindi i raggi saranno più "potenti", specie per le radiazioni UV.
Ma il maggiore riscaldamento del suolo non significa anche maggiore riscaldamento dell'aria:
infatti con l'altitudine diminuisce progressivamente la CO2, principale gas che assorbe le radiazioni
infrarosse emesse dal terreno riscaldato. Di conseguenza l'aria si scalda meno.
Anche il vapore acqueo, cioè l'umidità, normalmente è più ridotto (soprattutto perché fa più freddo
e il punto di rugiada è più basso). Quindi di giorno l'aria si scalda un po' meno.
La grande differenza però c'è di notte: infatti la scarsa presenza del vapore acqueo e della CO2 unita
spesso alla scarsa nuvolosità fanno sì che il terreno si raffreddi facilmente per irraggiamento.
Inoltre le temperature più basse facilitano la formazione di idrometeore da condensamento e
brinamento di masse d'aria umida che provengono dalla pianura o siano contenute in venti che
tentino di superare (innalzandosi) la barriera della montagna. Inoltre la diversa insolazione dei
versanti determina la formazione di brezze che contribuiscono alla diluizione dell'umidità dell'aria.
La distanza dal mare
L'acqua ha una enorme capacità termica, quindi ci mette
molto tempo a scaldarsi ma altrettanto a raffreddarsi. La zone
che si trovano vicino al mare o a grandi laghi hanno una
escursione termica minore in quanto in Estate fa più fresco e
in Inverno fa più caldo. Inoltre la presenza delle brezze tende
a mantenere l'atmosfera abbastanza limpida, con l'eccezione
della stagione fredda in cui è più facile la formazione di
nebbie. Se l'acqua è relativamente calda, come succede anche
nelle correnti marine calde (come quella
NordAtlantica o del Golfo, vedi) aumenta
l'evaporazione e quindi l'umidità e, di conseguenza, il volume delle precipitazioni
(scarse o nulle quelle nevose).
Se invece le coste sono bagnate da correnti marine fredde (come la corrente di
Humboldt (vedi) che scorre lungo le coste pacifiche del Sud America) la piovosità
sarà scarsa o nulla e la temperatura media più bassa di quel che dovrebbe essere
secondo la latitudine.
All'opposto si parla di continentalità per indicare le caratteristiche generali delle
zone interne, lontane da mare e monti, con escursioni termiche giornaliere/annuali
forti.
Le catene montuose
Una catena montuosa blocca o comunque riduce
il passaggio dei venti che possono portare caldo o
freddo, secco o umido..
Le Alpi ad esempio sono in posizione favorevole
per l’Italia del Nord perché bloccano i venti
freddi e secchi del Nord; gli Appennini invece
tendono a bloccare i venti caldo umidi del Sud,
così le zone adriatiche sono un poco più fredde
delle corrispondenti tirreniche.
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Grande è l’influenza delle catene dell’Himalaya, Indukush e
Karakorum sull’Asia che, bloccando i venti caldo-umidi dell’Oceano
Indiano di fatto rendono le parti interne fredde e estremamente aride
(deserto del Takla-maklan e di Gobi…).
Anche gli USA presentano una grande catena montuosa lungo il
versante pacifico, le Montagne Rocciose (rafforzate da varie catene
costiere nella zona Sud), mentre lungo la costa atlantica le catene
(meno elevate ma sempre importanti) degli Appalachi-Allegheny).
Di fatto tutta la parte centrale è molto più arida di quanto potrebbe
essere per l’effetto di sbarramento dei venti umidi oceanici mentre
può essere percorsa da Nord a Sud e viceversa da venti freddi o caldi
che possono modificare notevolmente la situazione meteo, scaldando il Nord e ghiacciando il sud…
Cicloni e anticicloni
Fino a qualche anno fa la situazione meteo italiana era relativamente semplice: in Inverno una
grande zona di Alta Pressione, l’Anticilone Russo-Siberiano, lentamente si estendeva da quelle zone
(N-E) fino al Nord-Italia (sostanzialmente la parte continentale) formando un enorme “cuscino” di
aria fredda che stabilizzava il tempo: soleggiato e freddo, senza vento.La stessa cosa capitava in
Estate quando un’altra zona di Alta Pressione, l’Anticiclone delle Azzorre, si spostava
dall’Atlantico fino a comprendere tutta l’Italia, portando tempo bello e caldo. L’alta pressione
impediva l’arrivo dei venti freddi e/o umidi che “scivolavano” lungo i bordi portando maltempo in
altre zone: è per questo che, ad esempio, in Inverno il Nord-Italia ha un tempo stabile mentre il
Centro e il Sud sono molto interessate dal maltempo.
Nelle stagioni intermedie Autunno e Primavera le due zone anticloniche “oscillavano”, ovvero si
spostavano così l’Italia poteva temporaneamente trovarsi “in mezzo” alle due zone di Alta
Pressione e in quel momento c’era un alternarsi “settimanale” di bello e cattivo tempo. (anche in
Inverno le rare perturbazioni arrivano per lo stesso motivo).
Negli ultimi anni la forza dell’Anticiclone Russo Siberiano si è ridotta e dal Sud è “risalito”
l’Anticiclone Africano che in Inverno spesso ci invade portando tempo più caldo e piovoso…
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