Interazione solenoide-solenoide ( corrente alternata ) mutua induzione: secondario senza carico, con carico, con anima. Occhio alle risonanze. Flusso (concatenato) variabile (magnete rotante, bobina orientabile, con carico?) (Faraday) Una coppia di magneti permanenti (a contatto) ruota in un piano verticale attorno ad un asse orizzontale con velocità angolare controllabile ( motore DC alimentato con tensione variabile ). Il centro di massa dei magneti coincide con il centro geometrico di una bobina giacente su un piano verticale. La rotazione del magnete causa una variazione del flusso magnetico concatenato alla bobina, generando una forza elettromotrice indotta che viene misurata in funzione della velocità di rotazione dei magneti. La orientazione del piano contenente la bobina può essere variata tramite rotazione attorno ad un asse verticale passante per il centro di massa dei magneti, consentendo di verificare il fattore di proiezione intrinseco alla definizione di flusso (prodotto scalare). Dalla dipendenza dalla velocità di rotazione della ampiezza della forza elettromotrice indotta si evidenzia facilmente il fattore moltiplicativo intrinseco alla derivazione. La velocità di rotazione può essere fatta variare linearmente nel tempo ( rampa ) con alimentatore programmabile. Non si sono fatte prove con carico sulla antenna ( bobina chiusa su una resistenza non infinita). Oscillatore forzato bobina magnete ( bobina eccitata DC AC ) Una bobina (di piccolo diametro interno), giacente in un piano orizzontale, viene alimentata in continua o con forme d’onda variabili, di cui si controlla frequenza e ampiezza. Un magnete è 14 inserito in un apposito contenitore; le estremità del contenitore sono fissate a due molle (identiche) il cui secondo estremo è ancorato a sensori di forza (a deformazione trascurabile). L’asse (verticale) del sistema molla-magnete-molla coincide con l’asse della bobina; il contenitore del magnete può oscillare lungo questo asse senza toccare la bobina. Si misura l’entità delle reazioni vincolari (accelerazione, forza applicata) in funzione del tempo, utilizzando come eccitazione onde triangolari, quadrate o sinusoidali. La risposta è quella di un oscillatore forzato, e sono osservabili fenomeni di risonanza. Cercare di monitorare anche la eccitazione (secondo canale PASCO?). Interazione magnete mobile-bobina fissa (altra bobina?, con carico?, trasduttore lineare) In questo caso il magnete è soggetto a moto armonico di traslazione in un piano orizzontale, moto che avviene lungo l‘asse di una bobina (fissa) giacente in un piano verticale. L’asse del magnete e della bobina coincidono. Si misura la tensione generata nella bobina, e se ne studia il l’andamento temporale in funzione della collocazione reciproca della posizione del punto medio del magnete e del centro della bobina. Monitorare anche il moto del magnete(seconda rotella). Da sviluppare. Caduta magnete in tubi isolanti e tubi conduttori (flusso concatenato) Un magnete è collocato in un contenitore, un cui estremo è fissato ad una fune. La fune è vincolata ad una puleggia connessa ad un sensore di rotazione (angolo). Il magnete, rilasciato sotto l’azione della forza di gravità, cade all’interno di un tubo verticale senza toccarne le pareti. Nel caso di un tubo di materiale isolante si osserva un andamento parabolico della posizione in funzione del tempo. Nel caso di un tubo di materiale conduttore (non ferromagnetico) si osserva 15 un comportamento riconducibile alla presenza di forze opposte alla gravità, dipendenti dalla velocità del grave (correnti indotte nel tubo) e, con qualche fatica, alla individuazione di un tratto di traiettoria percorso a velocità costante (velocità limite). (procurare il tubo isolante) Freno magnetico (flusso tagliato) Un disco di alluminio, fissato all’albero di un sensore di rotazione, può ruotare, in un piano verticale, anche fra due magneti allineati in direzione orizzontale. All’altra estremità dell’albero del sensore di rotazione è fissata una puleggia, sulla cui gola è avvolta una fune alla cui estremità si possono fissare carichi variabili. Si confronta il comportamento del sistema in presenza ed in assenza dei magneti, ottenendo nel primo caso un moto a velocità essenzialmente costante (forze dipendenti dalla velocità, velocità limite), nel secondo un moto uniformemente accelerato. Proposta contatore ENEL Stesso disco e rotella; due bobinette eccitate in alternata; tirare su un peso. Oscillatore smorzato magneticamente (flusso tagliato) Un pendolo composto di materiale conduttore non ferromagnetico è fissato all’albero di un sensore di rotazione. Il pendolo viene fatto oscillare, in un piano verticale, sotto l’azione della forza di gravità, ottenendo oscillazioni lievemente smorzate. Si fa oscillare lo stesso pendolo fra due magneti, la cui distanza è regolabile. Si ottengono oscillazioni smorzate, fortemente smorzate, criticamente smorzate. Proposta Genova (nuovo) Su disco rotante montare array regolare di magneti su circonferenza. Far ruotare disco con motore in continua a velocità variabile. Fare controdisco metallo non ferromagnetico, stesso diametro precedente, libero di ruotare attorno stesso asse disco magneti. Caricare controdisco con braccio e peso, con momento gravitazionale variabile. Trovare sistema per lettura angoli rotazione allo equilibrio del controdisco. Relazione fra velocità rotazione e posizione equilibrio. 16 Esperienze di OTTICA Propagazione in mezzi omogenei Snell e indice rifrazione ( semicilindro e deviazione angolare-angolo limite, prisma retto e deviazione laterale, trapezoidale deviazione laterale-angolo limite) Lenti sottili in approssimazione parassiale, occhialai. Lenti spesse. Collimazione. Distanza focale: minima confusione con fascio collimato, oggetto distante, Bessel e coppie coniugate. Ingrandimento. Vascone con acqua. Scatolini con fluido.( convergente, divergente, nessun effetto ). Dipendenza dalla lunghezza d’onda Dispersione e deviazione minima: luce bianca, sorgenti a righe, prismi solidi, prismi cavi con fluidi e miscele. Modelli di dispersione: oscillatore armonico smorzato forzato. Cauchy, Sellmeier, Sellmeier complesse. Riflettanza e trasmittanza: insufficienza della legge di Snell Equazioni di Fresnel, ( doppia riflessione). Mezzi isotropi :da Maxwell , sia ampiezza che fase. Riflettanza parallela e perpendicolare, angolo di Brewster, doppia riflessione da vetro” nero”, polarizzazione per riflessione. Il mondo non è isotropo Birifrangenza ( zaffiro prisma e finestra, calcite, lamine calcite, cristalli calcite e osservazioni di Huygens, titania ). [Potere rotatorio] Birifrangenza: zaffiro prisma, zaffiro finestra, calcite, Huygens, titania. Anche doppio Brewster (orizzontale, asse verticale o orizzontale ). Ritardi e sfasamenti. Polarizzazione Polarizzazione. Malus, lamine, compensatori. Mezzi anisotropi con propagazione perpendicolare all’asse: birifrangenza, ritardo e sfasamento Linearità e sovrapposizione. Carattere ondulatorio Interferenza [Biprisma di Fresnel],Fizeau riflessione, in divergente ( piana?) Michelson : taratura, stime di lunghezze d’onda, battimenti, luce bianca, prodotto nt . Twyman Green. [Mach Zehnder? ( visibilità ? )] Diffrazione e carattere ondulatorio Diffrazione alla Fresnel ( qualitativa ). ( Poisson spot? ). Diffrazione alla Fraunhöfer : aperture quadrate, rettangolari, circolari, fenditura singola, doppia, multiple, reticolo, doppio reticolo, controllo al microscopio, fotografie, trasformate? Comportamenti strani □ Effetto Pockels □ Effetto Kerr □ Effetto piezoottico □ Birifrangenza fotoindotta Esperimento di misura della velocità della luce Diffrazione della luce - Misura del diametro di un capello Materiale: 1 laser (anche un laser-pointer), 1 capello, 1 righello 1. Ponete un capello, teso, lungo il percorso del laser. Osservate le frange di diffrazione prodotte su uno schermo bianco (muro, foglio). 17 2. Dalla distanza Δxa tra due frange consecutive, ricavate il diametro del capello, utilizzando la relazione Δxa = λL /a dove λ è la lunghezza d’onda, L è la distanza tra lo schermo e il capello e a è il diametro del capello. Ricordate che il massimo centrale è largo il doppio degli altri. Diffrazione della luce - Distanza tra le tracce di un CD (o di un DVD) Materiale: 1 laser (anche un laser-pointer), 1 CD, 1 righello 1. Puntate il laser verso la superficie di un CD, facendo attenzione sia al fascio diretto che a quelli riflessi e diffratti ed osservate gli spot luminosi ottenuti su uno schermo. Il CD agisce da reticolo di diffrazione. 2. La geometria della misura deve essere tale che si formi un triangolo rettangolo (verticale) considerando il punto di incidenza del fascio sul cd, lo spot diffratto di ordine zero e quello di ordine 1 (occorre colpire il cd in modo che le tracce siano orizzontali e sfalsare il raggio incidente e rifratto nel piano orizzontale ruotando il cd di 45° lungo l’asse verticale). 3. Misurate la distanza Δxi tra gli spot luminosi di rifrazione all’ordine zero e al primo ordine ed utilizzatela per ricavare la distanza tra le tracce del CD, utilizzando le relazioni valide per l’interferenza tra fenditure: Δxi = λL/d dove Δxi è la distanza tra i due spot, L la distanza tra il CD e lo schermo, λ la lunghezza d’onda della luce e d la ditsanza tra le tracce del cd. 18 Realizzazione di uno spettrometro utilizzando un CD e una webcam. Materiale: 1 CD (o DVD), 1 lente convergente, 1 webcam, 1 fenditura Il CD agisce da reticolo di diffrazione, la geometria curva delle frange di diffrazione puo’ venire rettificata da una lente convergente, la ccd della webcam viene utilizzata come rivelatore. Il software della webcam permette di salvare immagini bitmap, in cui l’intensità luminosa è proporzionale al valore numerico di ogni pixel. Se la luce viene dispersa nella direzione “x” della ccd, sommando tutti i valori dei pixel con la stessa x e diversa y si ottiene un vettore che rappresenta l’intensità della luce in funzione di x, cioè lo spettro della luce che abbiamo fatto incidere sul cd. Per controllare la geometria e per selezionare la sorgente luminosa, possiamo utilizzare una fenditura di larghezza variabile in ingresso. Sorgente Webcam Fenditura CD Lente 19 Spettroscopio a prisma Microscopio ottico interfacciato – Studio del Moto Browniano Misura tramite microscopio ottico, telecamera e scheda frame-grabber dell’agitazione termica di particelle colloidali di dimensione micrometrica sospese in acqua. Misurato lo spostamento quadratico medio delle particelle in funzione del tempo trascorso, tramite l’analisi di Einstein, è possibile ricavare una stima del numero di Avogadro. 20 Esperienze di FISICA MODERNA Taratura di una termocoppia L’obiettivo dell’esperimento è di tarare una termocoppia costituita da due fili conduttori di materiale differente (p.e. ferro e costantana) saldati tra loro. Se le estremità vengono mantenute a due temperature diverse, nel circuito si genera una forza elettromotrice: per ogni differenza di temperatura si misura quindi una diversa differenza di potenziale. La termocoppia può quindi essere tarata individuando la relazione ΔV = f ( ΔT ) . Per realizzare diverse condizioni sperimentali, un’estremità della termocoppia viene mantenuta a temperatura costante (0°C) ponendola all’interno di un contenitore con del ghiaccio fondente. L’altra estremità della termocoppia viene immersa in campioni di varia natura, di cui si sfrutta il fatto che durante un cambiamento di stato un corpo mantiene la sua temperatura costante. Poichè le temperature dei cambiamenti di stato considerati sono tabulate, misurando le differenze di potenziale durante queste fasi, è quindi possibile costruire la curva di taratura. Cubo di Leslie Il corpo nero Con questa esperienza si può verificare la dipendenza dell’intensità di radiazione emessa per unità di tempo e di superficie dalla quarta potenza della temperatura (legge di Stefan-Boltzman) e la dipendenza dell’intensità di radiazione assorbita dall’inverso del quadrato della distanza dalla sorgente. La strumentazione è composta da un banco ottico sul quale sono posizionati un sensore costituito da una termopila ed una lampadina, approssimabile ad alte temperature come un corpo nero. Si possono variare la temperatura della lampadina e la distanza relativa tra sensore e lampadina. Corpo Nero IR In questa versione "IR" dell'esperimento, si misura la distribuzione spettrale (planckiana) della densità di energia nell’infrarosso nella regione 400-8000 cm^-1 , con una sorgente a temperatura variabile tra RT e 1600K ed uno spettrofotometro, la cui efficienza spettrale dovrà essere misurata. 21 Corpo nero visibile Si misura la planckiana caratteristica di un corpo nero a temperatura tra 800K e 3300K, misurandone l'emissione spettrale nel range di lunghezze d'onda dal visibile a 1100nm Effetto fotoelettrico Esperimento classico in versione didascalica, permette di osservare la natura corpuscolare della radiazione elettromagnetica e di misuare la costante di Planck, note le righe spettrali della sorgente a mercurio ed il valore della carica elementare. Di questo esperimento esistono due versioni, una delle quali si trova presso la mostra microcosmo con vista. Decadimento radioattivo di un campione di torio (contatore Geiger) L’esperienza consiste nell’effettuare misure del decadimento radioattivo di un campione di Torio. Per fare ciò, si utilizza un contatore Geiger opportunamente interfacciato con un computer, che conta il numero di decadimenti in un intervallo di tempo prefissato. Il fine dell’esperimento è quello di verificare se il fenomeno è ben descritto dalla statistica di Poisson. Esperimento di Thompson misura di e/m. Esperimento classico, in versione didascalica, permette- pur con molta imprecisione- di valutare il rapporto e/m o “carica specifica” dell’elettrone. Camera di Millikan Classico esperimento, presentato in versione didascalica, permette di calcolare con una certa approssimazione il valore della carica elettrica elementare. 22 Franck-Hertz Il classico esperimento in versione didascalica, ulteriormente automatizzato dallo Staff dei Laboratori Didattici, permette di evidenziare la quantizzazione dei livelli energetici dell’atomo. Questo esperimento fornisce inoltre un esempio di spettroscopia non convenzionale. Dimostrazione uso Microscopio a Scansione (Forza Atomica, Forza Magnetica) La microscopia a scansione consente di visualizzare le superfici dei materiali in modo dettagliatissimo, al punto che in taluni casi è possibile visualizzare la disposizione degli atomi in superficie. Nel caso il materiale sia magnetico si riesce anche, nello stesso tempo e con opportuni accorgimenti, a visualizzare la sua struttura magnetica. In questa dimostrazione, illustreremo le potenzialità del metodo attraverso l’osservazione di strati di molecole e di bit magnetici scritti nei dischi rigidi dei calcolatori. Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) (c/o IMEM-CNR) 23 Spettri di assorbimento molecolari e di solidi La radiazione elettromagnetica può essere assorbita dalla materia solamente se viene verificata la condizione di risonanza ΔE = hν tra la separazione tra i livelli energetici e la frequenza della radiazione. Con questa esperienza si verifica l’esistenza di bande di assorbimento discrete in molecole organiche in soluzione. Spettri di assorbimento verranno effettuati anche su campioni allo stato solido per evidenziare la presenza delle strutture a bande. Emissione di fluorescenza solidi e liquidi Livelli energetici elettronici localizzati come in molecole organiche oppure in centri di colore possono portare ad emissione di fotoni da livelli energetici eccitati. Con questa esperienza si determineranno spettri di emissione di fluorescenza di molecole organiche in soluzione. Si verificherà la presenza di emissione di luminescenza in matrici solide. Camera a Nebbia Esperimenti disponibili presso la mostra Costruita da Wilson nel 1911 ( premio Nobel nel 1926), ha avuto molta importanza sin dall’inizio nell’esplorazione dei fenomeni del mondo subatomico. Rivela le tracce di particelle α (nuclei di elio), 24 particelle β (elettroni e positroni), muoni e altre particelle subatomiche cariche. Permette la rivelazione dei raggi cosmici. Camera a Scintille: Ponendo due placche metalliche in un mezzo gassoso, placche che siano assai vicine tra loro, ed applicando tra esse una forte tensione, al passaggio di una particella ionizzante, cioè elettrizzate, scocca una piccola scintilla. Collegando insieme più camere è possibile seguire la traiettoria della particella con mezzi ottici o elettronici Tubo a raggi catodici Esperimento di diffrazione degli elettroni Radiometro Mette in evidenza la cosiddetta pressione della radiazione luminosa, ovvero una forza per unità di superficie che nasce per il fatto che la faccia è colpita da radiazione luminosa Sfera al Plasma Un fenomeno simile al fulmine riprodotto ‘in vitro’ in questa sfera, in cui un nucleo ad alto potenziale elettrico, immerso in un gas a bassa pressione, produce scariche di elettroni chiaramente visibili. 25 L’esperimento numerico La Fisica computazionale utilizza gli strumenti del calcolo numerico per risolvere problemi fisici. Questo può voler dire in grana grossa almeno due cose, accomunate dalla stessa presa d’atto che esistono problemi troppo difficili per una soluzione analitica. In primo luogo, è possibile che una teoria abbia un quadro concettuale chiaro, che porta ad una formulazione matematicamente assolutamente precisa, ma che risulta in equazioni troppo difficili per una trattazione analitica. Un caso di questo tipo è quello della cosiddetta Relatività Numerica: le equazioni di Einstein, soprattutto in taluni regimi, non si prestano a soluzioni esatte, ma possono essere a certe condizioni integrate numericamente. Di sotto si vede un cluster di PC, ovvero una installazione di un numero rilevante di PC (in questo caso dell’ordine di svariate decine, di tecnologia tale da poter essere installati in schede di calcolo di ridotte dimensioni da impilarsi in armadi, ben visibili in figura). Questi PC sono in grado di comunicare fra di loro per la esecuzione di processi “in parallelo”: è uno dei paradigmi, appunto, di calcolo parallelo. Ci sono altri casi in cui, in svariate forme, prima ancora di muoversi nella direzione di una soluzione numerica, è necessario riformulare un problema in un linguaggio lievemente diverso da quello originario. Un tipico esempio è fornito dallo studio di taluni temi in fisica delle particelle: la teoria di campo che descrive la teoria che si vuole studiare è riformulata su uno spazio-tempo discreto, ovvero definito da un reticolo di punti. Una volta che questo sia stato fatto, la teoria può essere, come si dice, simulata per mezzo di processi stocastici. 26