“FEDERICO II E SAN LUIGI” PROF. MARCELLO PACIFICO Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi Indice 1 I PREPARATIVI DELLA CROCIATA ----------------------------------------------------------------------------------- 3 2 IL VIAGGIO DI LUIGI IX E L’INTERVENTO DI FEDERICO II ------------------------------------------------ 7 3 LA POLITICA ORIENTALE DEL PAPA E IL PROGETTO DI INVASIONE DELL’EGITTO ----------- 12 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 17 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi 1 I preparativi della crociata Nella primavera del 1248, Luigi IX completa gli ultimi preparativi per la crociata e decide di partire per l’estate, lasciandosi alle spalle il continente europeo, infiammato dalla guerra mossa dal papa all’imperatore deposto e scomunicato. Dimentico delle promesse fatte al re francese per l’impero, infatti, Innocenzo IV autorizza il nuovo re dei Romani, Guglielmo di Orange, a dirigere gli indomiti crociati frisoni - già pronti a partire per la Palestina - alla conquista di Aquisgrana,1 che è abbandonata dal figlio dell’imperatore, Corrado IV,2 e accusa ai cardinali tedeschi il comportamento blasfemo dello Svevo perché ha ordinato di celebrare gli uffici liturgici nelle terre interdette.3 Il papa minaccia di scomunicare e sequestrare i beni di tutti i fedeli corrotti nello spirito, siano essi cittadini Genovesi o frati teutonici,4 incarica il cardinale Ubaldini di lanciare l’anatema contro i familiari dello Svevo,5 il ordina al vescovo di Ratisbona di aiutare il crociato re di Boemia6 contro il figlio ribelle Venceslao,7 ed esorta il vescovo di Frisinga a predicare la croce in Germania con rinnovata determinazione.8 Durante la dura campagna diffamatoria nei confronti del sovrano scomunicato e dei suoi eredi,9 il papa conferma al conte di Friburgo la validità degli atti siglati dal 1 Lione, aprile 1248, cfr.: RPR, II, 1085. Il 22 giugno 1248, il priore dei Predicatori in Germania è pregato di prepararli alla partenza in Terra Santa per il marzo successivo, cfr.: Epistulae, II, 409. 2 Annales Erphordenses, 35; Annales S. Rudberti Salisburgenses, 790; Matthei Parisiensis, V, 25-27; (1249) Annales Stadenses, 372. 3 Lione, 18 aprile, cfr.: HB, 6/2, 614-617; (17) AA. ECC., 581-582. 4 26 aprile 1248, cfr.: HB, 6/2, 617-618. 5 27 aprile, cfr.: Ivi, 618-619. 6 1 maggio, cfr.: Ivi, 935. 7 Partigiano degli Imperiali nel 1248-9, cfr.: Annales S. Rudberti Salisburgenses, 790; Cosmae chronica Boemorum, 172. 8 5 maggio 1248, cfr.: Epistulae, II, 389-390; (4) AA. ECC., 582. 9 8 dicembre 1248, cfr.: HB, 6/2, 676-681. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi defunto re dei Romani, Enrico Raspe,10 rinnova la protezione della chiesa a Genova,11 e congela la decima raccolta per i Luoghi santi dall’arcivescovo di Magonza e dal vescovo di Spira.12 Da Lione, Innocenzo IV interviene a più riprese anche nell’Oriente latino dove le perdite di Ascalona e di Tiberiade avevano convinto i sudditi e i fedeli di Oltremare a rispettare nuovamente l’autorità di Federico II. Il papa ordina al patriarca di Gerusalemme di cacciare dalla contea di Tripoli il conte Tommaso di Acerra perché molesta i servi devoti della chiesa, di interdire i luoghi dove risiedono coloro che espongono lo stemma imperiale - come i Pisani, di impedire l’affitto ad Acri di case a pubbliche meretrici che devono essere espulse per non disgustare il Signore, di scomunicare chiunque nel regno di Gerusalemme porti consiglio o favore a Federico, un tempo imperatore, perché preferiscano con cuore contrito ottenere la grazia piuttosto che essere privati di ogni bene a seguito di un giusto processo del braccio secolare. Innocenzo IV invita il maestro del Tempio, il vice-maestro dell’Ospedale, il maestro dei Teutonici, i consoli di Genova, di Venezia, di Pisa e di Acri, prelati, baroni e cavalieri d’Oltremare a conservare la consueta benevolenza verso la sede apostolica, a contrastare con ogni mezzo la sedizione di laici ed ecclesiastici che altera l’equilibrio costituito nel regno di Gerusalemme con il chiaro intento di riportarlo nelle mani di Federico II, a non credere alla dolosa calliditas di Federico, un tempo imperatore, e a sostenere la madre chiesa perché nella tempesta l’unica ancora è la santa speranza. Mentre lo stesso maestro della milizia del Tempio di Gerusalemme è duramente redarguito ed è esortato ad esercitare la giustizia in modo esemplare e ad infliggere una giusta pena - affinché altri non ne prendono esempio – nei confronti di uno dei suoi frati, non amator sed fraternitatis ispius discipator, accusato insieme ad altri due frati dell’Ospedale di San Giovanni e della casa di Santa Maria dei Teutonici, di aver portato con presunzione e temerarietà delle lettere di Federico un tempo imperatore, Dei et 10 28 luglio 1248, cfr.: Ivi, 639-640. 5 novembre 1248, cfr.: Epistulae, 428. 12 9 dicembre 1248, cfr.: HB, 6/2, 682; Epistulae, II, 438. 11 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi sedis apostolice inimici, grazie alle quali lo stesso sovrano con ingannevoli promesse - riferite a viva voce dagli stessi - è riuscito ad allontanare prelati, baroni e religiosi dalla fedele devozione della madre chiesa e li ha portati in un rovinoso precipizio.13 I precetti papali, però, pur se accompagnati dalla minaccia della revoca delle antiche libertà e delle immunità concesse, risultano inefficaci e devono essere ripetuti nei mesi successivi finché la legazione è sottratta al patriarca di Gerusalemme e affidata al cardinale Oddone di Châteauroux - l’uomo che aveva organizzato l’elezione in Germania di Enrico Raspe e di Guglielmo d’Orange - perché conduca la nuova crociata orientale al fianco del sovrano francese, scomunichi e sequestri i beni di tutti i fraticavalieri conniventi con lo Svevo.14 Il 12 giugno 1248, Luigi IX intraprende l’iter hierosolymitanum da Parigi a Lione, per ricevere rassicurazioni sulla pace di Dio proclamata dal papato contro l’ambiziosa politica del sovrano inglese sul suolo francese, e un’informativa sul denaro raccolto dalla chiesa per la crociata.15 Per l’occasione tenta, invano, un’ultima mediazione in favore di quell’imperatore deposto16 che, soltanto qualche mese prima, aveva ordinato al conte di Caserta di provvedere nel regno siciliano ai vettovagliamenti dei crociati condotti dal «coraggioso athleta Christi»,17 senza per questo nasconderne la partenza al sultano egiziano.18 Alcuni storici francesi si soffermano sul rapporto cordiale tra il sovrano capetingio e normanno-svevo, uniti nella ricerca della pace e nella volontà di rendere accessibile il Sepolcro di Cristo ma separati sull’intervento da adottare per 13 28 maggio 1248, cfr.: Ivi, 399-401; HB, 6/2, 623-624; RPR, II, 1089; CGH, 668; RPRET, 132. Lettere inedite di Innocenzo IV, 143-145. 14 21 giugno 1248, cfr.: RPR, II, 1092. 14 luglio e 2 dicembre, cfr.: RPRET, 133. 21 luglio, cfr.: RPR, II, 1093. 15 1. 537.570 libbre, comprese le 200.000 raccolte per cinque anni dal re in Francia (1247-1252), cfr.: Strayer, The Crusade of Louis IX, in A History of the Crusade, II, 491; Richard, Saint Louis, 203; Riley Smith, Breve storia delle crociate, 217; Le Goff, San Luigi, 155. Il papa aveva scritto una lettera al conte Riccardo in cui lo ammoniva di intervenire presso il fratello per il rispetto della tregua con il re Inglese e due lettere ad Enrico III in cui gli chiedeva di rinnovare per sette anni la tregua con il re di Francia, e di rispondere a frate Giovanni e Roberto, cfr.: P. Sambin, Problemi politici attraverso lettere inedite di Innocenzo IV, 35, 38-39. 16 Matthei Parisiensis, V, 22-25. 17 Maggio 1248, cfr.: HB, 6/2, 626-627 ; AA. ECC., 586. 18 RRH, I, 306; Kitâb Ghâmi‘at tawârîh d‘al ‘Aynî, 257-258; BDC-Chroniques Arabes, 436, 448; Berger, Saint Louis et Innocent IV, 354. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi perseguire tale intento;19 altri paragonano l’azione del re santo a quella del maestro teutonico.20 Non bisogna tralasciare, tuttavia, che Luigi IX ricerca la pace tra il papa e l’imperatore per tutelare il suo regno dalle mire dei Plantageneti e per non compromettere la sua spedizione orientale che è votata alla conquista dell’Egitto e non al recupero della città santa, già aperta al culto cristiano e custodita dal sultano per conto dell’imperatore. Il fine della crociata, pertanto, diverge nei piani dell’imperatore, del pontefice e del suo duce: Innocenzo IV nell’individuare un autorevole capo della spedizione spera di trarne spunto per strappare la Terra santa all’influenza e all’autorità del sovrano scomunicato e di riportarla sotto la custodia della chiesa; Federico II, pronto a richiedere al sultano la consegna di Gerusalemme intende chiaramente invocare un nuovo giudizio di Dio per costringere il papa al compromesso, Luigi IX, infine, mira a perseguire quella politica territoriale che aveva spinto la corona francese già nel Mediterraneo per incrementare i suoi possessi territoriali in Egitto. Le trattative di pace del re di Francia, comunque, falliscono perché il papa si rifiuta di parlare con chi non si sottomette all’onore e alle condizioni della chiesa,21 ignorando le ultime preghiere del sovrano francese e le nuove promesse dell’imperatore22 - come è prontamente informato il re inglese Enrico III.23 Al termine del colloquio con il papa, Luigi IX decide di partire per l’Oriente con la moglie Margherita, i fratelli Carlo di Angiò e Roberto di Artois, e il legato Oddone di Châteauroux: il re si reca da pellegrino penitente a Sens per ricevere la benedizione dei frati minori riuniti nel Capitolo alla presenza del cronista Salimbene, e dispone quanto necessario per il regno durante la sua assenza.24 Martin, Quelques réflexions sur Frédéric II et la France, in Frédéric II et l’héritage normand de Sicile, 49; R. Fawtier, Saint Louis et Frédéric II, in Atti del Convegno Internazionale di Studi federiciani, 100. 20 Kantorowicz, Federico II imperatore, 571. 21 Bartholomaei Scribae annales, 225. 22 Asti, luglio 1248, cfr.: HB, 6/2, 640-641. 23 Agosto 1248, cfr.: Ivi, 644-646. 24 Cronica monasterii S. Bertini, 844. 19 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi 2 Il viaggio di Luigi IX e l’intervento di Federico II Il 25 agosto 1248, la flotta crociata comandata da Ugo Lercario e da Giacomo del Levante leva le ancore dal nuovo porto di Aigues-Mortes, e il 28 agosto 1248 prende il largo per Lemesos dove giunge il 17 settembre 1248 senza alcun scalo intermedio,25 due giorni prima della nave del principale cronista, testimone della spedizione, Jean signore di Joinville, che parte da Marsiglia nello stesso agosto e rischia di naufragare in Barbaria, a causa di una tempesta.26 Sebbene i pericoli di una navigazione in mare aperto siano sempre presenti, gli esperti ammiragli genovesi ingaggiati dal re evitano le coste e le usuali soste intermedie nelle isole di Sicilia o di Creta per non allarmare il papa, l’imperatore o il doge, e impiegano meno di venti giorni per attraversare il Mediterraneo. Per il compilatore degli Annales ecclesiastici, il successo del viaggio è una prova dell’elezione divina e una manifestazione della santità del sovrano,27 come riprendono anche gli storici moderni impressionati dall’iter penitenziale,28 quasi una parentesi anacronistica nel suo svolgimento storico, «mentre gli spiriti andavano verso altre concezioni di pensare i propri doveri d’uomini o credenti».29 Il re è accolto festosamente nel regno di Cipro, dove è ospitato da re Enrico di Lusignano ed è onorato da tutti i nobili d’Oltremare che si dichiarano pronti a seguirlo nella crociata, certi della riconsegna di Gerusalemme e ancora ignari del piano di invasione dell’Egitto.30 La sua sola presenza, come quella di Federico II vent’anni prima, porta sollievo, incute fiducia e speranza, e può ottenere la restituzione pacifica di Gerusalemme, obiettivo della crociata sancita dal 25 Matthei Parisiensis, V, 22-25; Salimbene de Adam, I, 317-321; Chronicon Hanoniense, 454; Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 356; Continuation de Guillaume de Tyr, 566-568; Annales de Terre Sainte, 442-443. Ménager, Amiratus – Àμηράς, 143; (27 o 28) Estoire, 436; Chronique du Templier de Tir, 147. Matteo Paris è il solo ad insinuare che siano lasciati mille balestrieri in difesa del papa. 26 Jean de Joinville, 62, 210. 27 AA. ECC., 586. 28 Richard, Saint Louis, 206-208; Le Goff, San Luigi, 142. 29 Cahen, Saint Louis et l’Islam, 8; Idem, Orient et occident au temps des croisades, 185. 30 Chronicon Hanoniense, 454. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi Concilio di Lione. Tra l’ottobre e il dicembre 1248, giungono a Nicosia dalla Palestina i marescialli del Tempio e dell’Ospedale, Ugo de Jury e Pietro de Biaune, e riportano la notizia della dura lotta in corso tra i sultani di Egitto e di Aleppo per il controllo della Siria, e della volontà del sultano alSâlih Ayyûb di inviare un autorevole ambasciatore alla corte del re francese per siglare una pace,31 quello sceicco Fakhr al-Dîn che merita molto rispetto perché porta «nella sua bandiera le armi dell’imperatore, del sultano di Aleppo e di Babilonia», e che si vanterà di aver mangiato alla tavola del re per la festività di san Sebastiano.32 Dovrebbe essere l’occasione buona per riprendere i termini del trattato di Ascalona, come aveva suggerito Federico II per evitare una guerra inutile e dispendiosa,33 ma Luigi IX non ha mobilitato l’esercito per siglare un trattato di pace; la ribellione dei principi musulmani al sultano, anzi, lo conforta nella ferma decisione di rifiutarne l’alleanza34 e di attaccare il regno egiziano, vero obiettivo della sua spedizione come lo era stato per re Amerigo o il legato Pelagio.35 Si comprende, allora, perché il vicario imperiale in Terra santa, Tommaso di Acerra, non si presenti a Cipro e perché gli impreparati nobili gerosolimitani chiedano al sovrano francese di rinviare l’attacco e di trascorrere l’inverno nell’isola per pianificare bene l’invasione e difendere le roccaforti del regno di Gerusalemme da eventuali azioni di rappresaglia. Il re santo non è spinto dal fervore religioso, tema che sarà ripreso a posteriori per avvalorare quella vocazione al martirio tanto cara ai francescani e la sua vocazione alla santità, ma dal desiderio di conquista delle fertili terre del Nilo, rese accessibili dalle lotte dinastiche sorte in seno alla dinastia ayyûbita. D’altronde, il destino di Gerusalemme era stato sempre deciso al Cairo e in caso d’esito negativo, lo Svevo avrebbe potuto sempre richiedere al suo amico sultano tutti i Luoghi santi, senza alcun spargimento di sangue. L’emiro Scecedin, il figlio dello Sceicco, il saggio, figlio del saggio, cfr.: RRH, I, 307. 20 gennaio 1249, cfr.: Jean de Joinville, 98. 33 Eddé, La principauté ayyubide d’Alep, 145. 34 Jean de Joinville, 64, 66. 35 Richard, Saint Louis, 216. 31 32 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi Il soggiorno del re nell’isola di Cipro è lungo e sofferto perché il piano di invasione desta entusiasmo nella nobiltà d’Oltremare per le ricche aspettative di bottino e molta preoccupazione per le ripercussioni in Terra santa. Le abbondanti provviste raccolte dal sergente francese Nicola di Soisi36 nella spiaggia di Lemesos in colline miste di orzo, di frumento e di uva si guastano per la lunga esposizione alle intemperie, e provocano nel campo crociato una pericolosa carestia che nel nuovo anno degenera in una violenta epidemia:37 muoiono Arcembaus il Giovane e altri 240 cavalieri,38 tra cui Guglielmo di Marly, Giovanni di Montfort, il conte di Vendôme, Guglielmo di Bar, Giovanni di Dreux, Roberto di Beauvais; lo stesso principe Carlo di Angiò si salva per miracolo da una febbre quartana.39 Per fronteggiare la crisi, Luigi IX, disperato, invia i nobili Tibaldo II di Bar e Umberto di Beaujeu dai Veneziani delle isole dell’Egeo per recuperare i vettovagliamenti necessari, pur cosciente della difficoltà della missione, a causa dei tempi ristretti, dei costi elevati e delle ingenti risorse richieste. Su invito del re francese, nella primavera del 1249 deve intervenire personalmente l’imperatore per garantire il grano siciliano, sbloccare le trattative di compravendita e permettere l’arrivo a Cipro di sei vascelli veneziani pieni di viveri di ogni specie, scortati da altri siciliani.40 Il re francese e la regina-madre hanno parole di riconoscenza per questo grande benefattore che il papa continua a combattere.41 Dopo la fallita mediazione del conte Amedeo d’Aosta,42 infatti, Federico II si sfoga, invano, con il basileus Vatatzés al quale denuncia questi «sacerdoti dell’Occidente» che complottano contro i principi eletti da Dio e si accaniscono «contro la sua persona».43 nel nuovo anno, Innocenzo IV, incurante dello zelo mostrato dall’imperatore scomunicato per la crociata, autorizza re Guglielmo d’Olanda a infeudare il 36 Giunto un anno prima con cinquanta cavalli, cfr.: Estoire, 436. Jean de Joinville, 64. 38 Chronicon Hanoniense, 454; Richeri Gesta Senoniensis ecclesiae, 305. 39 Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 356. 40 Marzo, aprile 1249, cfr.: Matthei Parisiensis, V, 70; BDC-Suite des chroniques de France, 826; Annales Stadenses, 372. 41 HB, 6/2, 710-713. 42 8 novembre 1248, cfr.: Ivi, 657-658. 43 Dicembre, cfr: Ivi, 684-686. 37 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi marchese di Baden del ducato di Austria44 e ad invadere il regno siciliano per rimetterlo nelle mani della santa sede apostolica.45 L’eletto re dei Romani, designato dal papato è il solo che possa guidare un esercito in Italia e liberare il regno siciliano dal giogo degli Svevi per consentire alla chiesa di nominare un nuovo reggente, forse il funzionario Pier della Vigna, quel cancelliere, medico, consigliere e gran giustiziere, sorpreso mentre avvelena con una medicina il bagno dell’imperatore, morto suicida con la testa sfracellata a una colonna prima della consegna agli odiati pisani.46 Il fedele alter ego federiciano, l’artefice di tanti libelli, il caposcuola della retorica politica di corte cade probabilmente in disgrazia nel clima generale di sospetti che regna alla corte del sovrano dopo la scoperta dei primi complotti, e il colloquio privato avuto con il papa durante il Concilio di Lione.47 La nuova ferita, inferta negli affetti più cari, turba profondamente Federico II che interrompe il dialogo sempre ricercato e avverte tutti i principi della cristianità dell’assoluta necessità di convocare un concilio per riformare la chiesa corrotta e condotta alla perdizione, dove nominare un degno pastore dei fedeli di Cristo.48 La reazione della chiesa è immediata: il cardinale Ranieri apostrofa lo Svevo «vicario di Satana, annunciatore dell’Anticristo, artefice e mandante di tutte le crudeltà possibili, figlio del Demonio» e lo accusa «di aver messo alla forca il vescovo di Arezzo, esponendo il corpo al ludibrio, di aver permesso ai Saraceni di profanare le chiese e di violentare vergini, vedove e donne, di aver fatto fallire la crociata di Damietta e di aver fatto catturare il cardinale Giovanni Colonna dal Comneno, di aver protetto i nemici di Cristo».49 Il nuovo legato per tutta la Penisola, il cardinale Pietro di San Giorgio in Velabro, rettore di Campania, Maritima e Romania con potere su ducato di Spoleto e marca di Ancona, Patrimonio di San Pietro e regno di Sicilia, è autorizzato da Lione a rimuovere e trasferire i prelati indegni, a 44 Lione, 31 gennaio 1249, cfr.: Ivi, 690-691. Castrum presso Ingelheim, 19 febbraio 1249, cfr.: Ivi, 692-694. 46 Matthei Parisiensis, V, 68-69. 47 Salimbene de Adam, I, 288-289. La lettera di Pierre de la Vigne contro chi parla mala di lui e la dura dell’imperatore, cfr.: Huillard-Bréholles, Vie et correspondance de Pierre de la Vigne, Paris 1865, 321-323. 48 Marzo 1249, cfr.: HB, 6/2, 705-709. 49 Matthei Parisiensis, V, 61-67. 45 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi privare gli infedeli frati-cavalieri teutonici dei privilegi detenuti, e ad invitare i frati minori a predicare con maggiore passione la croce, per preparare l’invasione dell’antico feudo della chiesa.50 Anche i Templari sono esortati a combattere per Cristo contro lo spergiuro sovrano,51 mentre la decima raccolta da frate Guglielmo di Eika in Germania per la crociata anti-sveva è affidata al fedele re Guglielmo d’Orange per la conquista dell’impero, e il denaro ricavato dalla permuta del voto per la Terra santa è congelato in attesa di nuovi eventi.52 50 Lione, 17 aprile 1249, cfr.: Epistulae, II, 499. Ivi, 397. 52 11 maggio, cfr.: Ivi, 531. 51 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi 3 La politica orientale del papa e il progetto di invasione dell’Egitto La lotta tra il papato e l’impero investe tutto lo spazio euro-mediterraneo e il regno di Gerusalemme dove Luigi IX constata personalmente i minacciosi risvolti per la sua spedizione: il papa avoca a sé la giurisdizione sulla chiesa di San Marco a Tiro e revoca ai Veneziani l’esenzione dal pagamento delle decime e dei diritti dovuti e minaccia di privare il re di Cipro, Enrico di Lusignano, dei diritti sul trono di Gerusalemme, quando chiede al cardinale legato Oddone di aprire un’inchiesta per indagare sulla possibilità di nominare al suo posto, come dominus hierosolymitanus, la principessa Melisenda di Lusignano, erede più prossima della dinastia dei Boulogne.53 È chiaro che Innocenzo IV vuole intimorire sia i Veneti, che sono ritornati alla benevolenza imperiale, sia il sovrano di Cipro. La politica orientale del papa, indirizzata a destabilizzare l’Oriente latino rimasto fedele all’imperatore, però, spacca ancora una volta la cristianità orientale proprio nel momento in cui è necessaria un’azione unitaria tesa a rinnovare la pace tra Cristiani e Musulmani: ad Acri, il legato apostolico invita il balivo dei Genovesi a provocare allo scontro i Pisani filo-imperiali che lo percuotono, per aizzare una rissa che degenera ben presto in uno scontro armato per le vie della città, nei quartieri abitati dalla popolazione italica. Sebbene i Veneziani e gli altri nobili d’Oltremare rimangano neutrali sotto gli occhi vigili del vicario imperiale Tommaso di Acerra, la guerra tra Genovesi e Pisani ad Acri - che affonda le sue radici nei motivi di contrasto sorti già venticinque anni prima e a suo tempo risolti dall’imperatore blocca per tre settimane l’importante porto cristiano dell’Egitto finché non si ottiene una tregua tra i due contendenti di tre anni, costringe Luigi IX a rinviare di altri due mesi l’invasione dell’Egitto e i 53 24 marzo 1249, cfr.: HB, 6/2, 709-710. Melisenda, vedova del principe di Antiochia, è figlia di Amerigo II e di Isabella di Boulogne. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi nobili d’Oltremare a non poter approfittare del conflitto in corso nella Siria musulmana.54 Il sultano al-Sâlih Ayyûb, infatti, in un inverno particolarmente freddo aveva inviato l’atabek Fakhr al-Dîn ad Homs, con balestre in grado di lanciare pietre di 140 libbre siriane, per liberare la città dell’assedio montato dall’emiro Shams al-Dîn Lûlû, su ordine del principe ribelle al-Nâsir Yûsûf.55 Nella primavera, però, dopo esser stato informato della prossima invasione dell’Egitto dagli emissari dell’imperatore,56 e del rifiuto della pace offerta al re francese dal suo ambasciatore, il sultano abbandona la campagna siriana per guadagnare Il Cairo, accogliendo l’appello all’unità dell’islam, lanciato dal califfo per difendere l’Oriente musulmano dal pericolo imminente. Dopo aver lasciato al principe di Aleppo le città di Palmira, di al-Rahba e di Homs, il sultano d’Egitto, peraltro ammalato, si reca ad al Ghaûr, da dove invia l’emiro ‘Osâma al-Dîn ibn ‘Abî ‘Alî al-Hadbânî in Egitto con la carica di vicerè,57 e l’emiro Djâmâl al-Dîn a Damasco come governatore.58 Se Guglielmo de Nangis e Joinville ritengono che la malattia sia la conseguenza di un tentativo di avvelenamento ordito durante una partita di scacchi e il motivo del ritiro del sultano nella piana di Gaza,59 i cronisti arabi, invece, riportano le lamentele degli emiri per il carattere irascibile del sultano e il consiglio di Fakhr al-Dîn di aspettare l’ultimo stadio della tisi per liberarsi del figlio di al-Kâmil senza alcuna violenza, qualora muoia, o per controllarlo, qualora viva da moribondo.60 La lunga attesa snerva i crociati che sono accampati in una terra straniera e privi delle risorse programmate, e fa nascere diversi screzi con la popolazione locale e con gli Italici: i L’Ibelin è reintegrato nel settembre con il consenso di re Enrico, cfr.: Annales de Terre Sainte, 442-443; Estoire, 436-437; Andrea Dandolo, 302; Richard, Saint Louis, 212. 55 Alla morte del signore della città, al-Mansûr. 56 Il sultano riceve frequenti aggiornamenti sulla marcia del re dei Franchi, forniti dall’imperatore, re di Lombardia e di Puglia, che ha conservato con lui delle buone relazioni come con il padre, cfr.: Extraits du Livre du Collier de Perles, 200. 57 Nâ‘îb al-saltânah. 58 Al-Makin ibn al-‘Amîd, 83; Al-Maqrîzî, XI, 199-200; Abou’l-Feda, 125-126. Al-Maqrîzî annota anche la morte di al-Muzaffar Ghâzî, figlio di al-‘Adîl II e principe di Edessa, a cui succede al-Kâmil Mohammad, oltre la conquista di La Mecca da parte del sultano dello Yemen, al-Mansûr Ibn Rasûl. 59 Jean de Joinville, 70-72; Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 366. Il mancato assassinio del sovrano francese è frutto di propaganda tesa ad esaltare l’elezione divina del sovrano (Ivi, 370). 60 Al-Maqrîzî, XI, 205 54 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi Veneziani si scontrano con il balivo cipriota e i Genovesi coi balestrieri del visconte di Beaumont.61 Luigi IX trascorre il suo tempo accogliendo i numerosi ambasciatori che si alternano alla sua corte. Il 21 maggio 1249,62 finalmente, la flotta di Luigi IX può fare vela per l’Egitto, forte delle 118 tra grandi e piccole imbarcazioni, tra cui capienti dromoni. La nave del re, chiamata Montjoie in onore del monte da cui i pellegrini avvistano Gerusalemme, si unisce al largo di Lemesos alle galee del duca di Borgogna, e a quelle del principe di Morea e senescalco di Romania.63 Il viaggio dovrebbe durare qualche giorno ma i forti venti contrari provenienti dall’Africa che spesso soffiano nei caldi mesi estivi sulla costa cipriota e una violenta tempesta disperdono le navi nel Mar di Levante, poco al largo di Lemesos. Il 24 maggio, il re con soli 700 cavalieri rimasti al suo fianco dei 2800 partiti dalla Provenza, riparte per la costa egiziana senza attendere i dispersi con l’intenzione di attaccare Damietta alle cui porte giunge il 4 giugno 1249,64 dopo aver sostato per una settimana nel mare antistante.65 Probabilmente Luigi IX vuole subito scontrarsi con l’emiro Fakhr al-Dîn per sfruttare l’effetto sorpresa dovuta alla falsa notizia di un attacco ad Alessandria, se bisogna credere che Damietta sia stata scelta fortuitamente per le intemperie sopravvenute, come riferisce un certo cavaliere Guido66 al magister parigino Bernardo di Chartres.67 Il sultano al-Sâlih Ayyûb, comunque, attende l’invasione dei 50.000 uomini del Ridefrans, re dei Francesi (al-Fransîs) uno dei popoli più grandi dei Franchi, a cui si erano uniti i cavalieri della Palestina: il sultano, tra il 16 aprile e il 15 maggio 1249, raggiunge l’Egitto e si accampa nel canale di Ashmûm-Tannâh, ordinando al viceré di Egitto di preparare le navi e di raccogliere viveri ed armi, e all’atabek di accamparsi nel lago (bohayra) di Damietta che è difesa da macchine da guerra e dalla valorosa tribù 61 Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 368. Il venerdì di Pentecoste e non la vigilia dell’Ascensione che cade il 12 maggio (Matthei Parisiensis, V, 163). 63 Giunto dall’isola di Rodi, temporaneamente occupata dai Genovesi. 64 Continuation de Guillaume de Tyr, 568-571. La data è confermata dalla lettera di Roberto di Artois alla madre (25 giugno), in cui accenna alla nascita di un figlio della contessa di Angiò a Cipro, cfr.: Matthei Parisiensis, V, 152154. 65 Jean de Joinville, 72. 66 Della famiglia del visconte di Melun. 67 Matthei Parisiensis, V, 155-162. 62 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi araba dei Banû-Kanâna.68 Il sovrano francese prima dell’invasione avrebbe, persino, l’ardire di dire al sultano di esser pronto a conquistare il suo regno e di essersi portato gli attrezzi per coltivare la terra egiziana.69 Le parole del re sono rese ancora più oltraggiose dal cronista al-Mâqrîzî per giustificare la futura punizione divina: «sebbene i Musulmani della Andalusia ci paghino dei tributi, noi li trattiamo come bestie, uccidendo gli uomini, rendendo vedove le donne, lasciando deserta la terra, e anche se tu mi riconoscessi come sovrano e ti presentassi circondato da preti e monaci, tenendo un cero nelle mani in adorazione della Croce, ciò non mi impedirebbe di marciare contro di te e di combatterti fino alle parti estreme del tuo impero. Perché, se non m’impadronirò dei tuoi Stati, quale ricco dominio avrei acquisito? […] La mia armata copre le montagne e riempie le valli, il numero dei suoi soldati è simile a quello delle pietre». Il cadì Bahâ al-Dîn Zohaîr riporterebbe la risposta sprezzante del sultano al-Sâlih Ayyûb: «abbiamo ricevuto la tua lettera in cui ci minacci del numero infinito delle truppe e della moltitudine dei tuoi eroi, ma noi siamo i maestri delle spade. […] la tua insolenza sarà causa della sconfitta».70 Durante una guerra la propaganda si fa sempre più accesa, ma a differenza della prima crociata di Damietta quando il clima messianico era stato il tema dominante e la campagna militare era iniziata nelle terre palestinesi per continuare nelle terre del Faraone con il chiaro obiettivo di riprendere Gerusalemme, ora nella nuova campagna d’Egitto, vissuta come una conquista militare, i toni delle testimonianze si fanno più crudi e pungenti. Il desiderio di conquista di Luigi IX offusca ogni timido tentativo di pace nell’Oriente arabo-cristiano e alimenta una dura propaganda che deve legittimare agli occhi degli uomini un’impresa condotta nel nome della croce ma nell’interesse della corona di Francia, come ben sanno i fedeli dell’imperatore: dagli esperti marinai veneziani o pisani preoccupati per i privilegi detenuti nei porti egiziani – e in quel momento in lotta con i marinai genovesi, agli impavidi cavalieri teutonici 68 Al-Makin ibn al-‘Amîd, 83; Al-Maqrîzî, XI, 200, 201; Abou’l-Feda, 126; Extraits du Livre du Collier de Perles, 201. 69 70 Matthei Parisiensis, V, 163; RRH, I, 309; BDC-Chroniques Arabes, 449-451. Al-Maqrîzî, XI, 202-203. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi distintisi nel valore militare proprio trent’anni prima sotto re Giovanni di Brienne, e ora mesti attori delle nuove operazioni militari del re santo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 17 Università Telematica Pegaso Federico II e San Luigi Bibliografia Strayer, J. R., The Crusade of Louis IX, in Setton, K.M, A History of the Crusade, vol. II, University of Pennsylvania Press, London 1962 Richard, J., Saint Louis. Roi d’une France féodale, soutien de la Terre sainte, ed. Fayard, 1983; trad. ingl., Cambridge 1992 Riley-Smith J.-S.-C., The Crusades. Idea and Reality, London 1981; trad. fr. di F. Deléris, Paris 1990 Le Goff, J., San Luigi, trad. it. di A. Serafini, Einaudi, Torino 1996 Kantorowicz E., Kaiser Friedrich der Zweite: Ergänzungsband, Berlin 1931; trad. it. di G. Pilone Colombo, Milano 1939, 1981, 2001; trad. ingl. di E. O. Lorimer, London 1957; trad. franc. di A. Kohn, Paris 1987; trad. fr. di A. Boureau, Paris 2000 Cahen, C., Saint Louis et l’Islam, in Journal Asiatique, CCLVIII, 1970, pp. 3-12 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 17