La civiltà greca - Pianeta Scuola Gallery

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La civiltà greca
1 La religione
Dèi ed eroi
Secondo i Greci il mondo era cominciato
con un grande disordine, che essi chiamavano Caos. Il disordine durò finché da
Caos nacque Gea (la Madre Terra), la
quale partorì Urano (il Cielo) che divenne
poi suo marito. Ebbero molti figli, tra cui i
quattordici Titani. Uno di loro Cronos, il
Tempo, guidò una ribellione dei suoi fratelli contro suo padre e lo depose dal trono.
Cronos generò Zeus il quale, aiutato dai
suoi fratelli e dalle sue sorelle, affrontò i
Titani in battaglia e li sconfisse. Depose
Cronos e divenne il re dei nuovi dèi. Essi
La battaglia tra i Titani
e gli dèi olimpici.
scelsero di abitare sul Monte Olimpo, nel
nord della Grecia, la cui cima è invisibile
perché sempre coperta di nubi, e vennero
chiamati dèi olimpici.
GLI DÈI OLIMPICI
ZEUS • Era il re degli dèi e governava il Cielo. Era lo sposo infedele di sua
sorella Hera, che tradiva con numerose donne mortali, alle quali appariva sotto varie forme, per esempio come toro, cigno o neve dorata. In origine era stato la divinità degli
Indoeuropei, che lo chiamavano diàus,
da cui deriva il nostro termine “dio”.
HERA • Sorella e sposa di
Zeus, proteggeva le donne e i
matrimoni. Era bella, orgogliosa
ed eternamente risentita per i
tradimenti del marito. Spesso
perseguitava crudelmente le sue
amanti e i loro figli.
POSEIDONE • Fratello di Zeus, era il
dio del Mare. Quando non stava sull'Olimpo risiedeva in un palazzo sottomarino in cui allevava splendidi cavalli. Era stato un antico dio cretese e
i Greci lo ritenevano responsabile dei
terremoti.
ADES • Era il re del
mondo sotterraneo e
dei morti, che sorvegliava da vicino permettendo loro, ma raramente,
di tornare per qualche
ora tra i vivi. Possedeva
tutti i metalli e le pietre
preziose della Terra.
Rapì e sposò Persefone, figlia di Demetra.
HESTIA • Era la dea della Terra
e del focolare. Era gentile e pura e se ne stava in disparte durante i continui litigi degli altri
dèi. Rinunciò al suo posto nell’Olimpo, che fu quindi occupato da Dioniso. Ogni famiglia
greca aveva in casa un altarino
dedicato a lei.
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DEMETRA • Era la dea della
vegetazione. Quando sua figlia
Persefone fu rapita, trascurò
tutte le piante per cercarla e
così creò l’inverno. Poiché
Ades acconsentì a rimandarla
per qualche mese a sua madre, nacque l’estate.
AFRODITE • Dea dell’amore
e della bellezza, era nata dal
mare su una conchiglia. Era
sposata a Efesto, ma amava
Ares. Affascinava chiunque e
portava una cintura d’oro alla
quale nessuno poteva resistere.
ARES • Dio della guerra
e amante di Afrodite, era
violento e facile all’ira.
Secondo il mito, una volta fu chiamato dagli Ateniesi a giudicare un omicida sulla collina dell’Aeropago, che prese quindi
il nome da lui.
APOLLO • Fratello gemello di
Artemide, era il dio del Sole,
ma proteggeva anche la musica, la poesia e la scienza.
Quando era nella culla, a Delfi, uccise un pitone che voleva
strangolarlo. Da quel giorno
Apollo scelse Delfi come sede
del suo santuario.
ATENA • Un giorno Zeus
aveva un terribile mal di testa e ordinò a Efesto di
spaccargliela con un’ascia.
Dal suo cranio uscì Atena,
armata di elmo, scudo e
lancia. Divenne la dea della
saggezza e della guerra e
la protettrice della città di
Atene.
EFESTO • Era il dio-fabbro di
origine ittita e aveva la sua fucina nelle viscere dell’Etna, in
Sicilia. Costruì il trono e poi lo
scudo d’oro di Zeus, il quale
lo agitava per scatenare fulmini, tuoni e tempeste. Era zoppo e amava sua moglie Afrodite senza esserne riamato.
ARTEMIDE • Era la dea della
Luna e la Signora degli animali.
Le piaceva cacciare e, quando
era arrabbiata, le sue frecce
causavano epidemie e pestilenze tra gli uomini. Proteggeva le adolescenti e le donne
incinte.
ERMES • Era un ragazzino
astuto e molto precoce, autore di trucchi e di scherzi.
Riuscì a rubare il gregge di
Apollo e inventò la lira, uno
strumento musicale a corde
molto amato dai Greci. Divenne il messaggero degli
dèi e il protettore dei viandanti e dei ladri. Si diceva
anche che avesse inventato
l’alfabeto, la matematica, l’astronomia e il pugilato.
DIONISO • Dio del vino e della
fertilità, percorreva il mondo insegnando agli uomini come coltivare la vite, accompagnato da donne ebbre e fanatiche. Divenne il
dodicesimo dio olimpico quando Hestia rinunciò al suo posto.
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2 Il tempio
Un luogo per custodire
le statue degli dèi
Come tutti i popoli sedentari, anche i Greci
costruirono statue che rappresentavano i
loro dèi e templi per ospitarle.
Esse erano collocate nelle celle interne che
erano chiuse a chiave e alle quali avevano
accesso solo i sacerdoti.
Le processioni di tutta la popolazione e i
privati in visita dovevano fermarsi fuori,
nella spianata antistante il tempio.
L’altare per i sacrifici
I sacrifici consistevano nell’uccidere su un
altare di pietra animali come agnelli o buoi
e nell’arrostirli: il fumo e il profumo – dicevano i Greci – arrivavano agli dèi ed erano il loro nutrimento; le carni, invece, venivano consumate dagli uomini durante il
banchetto rituale che seguiva il sacrificio.
Poiché nessuno, se non i sacerdoti, poteva
entrare nel tempio, l’altare si trovava fuori,
davanti all’ingresso.
IL TEMPIO DI ATENA A PAESTUM
TETTO
I templi sono coperti di tegole in
terracotta. Quelle tra i due spioventi
vengono chiamate “antefisse”.
SOFFITTO
Nel tempio di Atena
a Paestum è decorato
a cassettoni.
FRONTONE
È il coronamento della
facciata del tempio,
chiuso dai due
spioventi del tetto e
della trabeazione.
METOPE
Occupano la facciata
che sta sotto il
frontone. Sono
decorate con rilievi
colorati.
TIMPANO
Lo spazio triangolare
all’interno del frontone
occupato da bassorilievi.
PRONAO
Una seconda fila di colonne interne
introduce al pronao, anticamera della
cella. Lo spazio tra queste colonne è
chiuso da porte.
L’ALTARE
Due uomini sacrificano
un vitello sull’altare collocato
davanti al tempio.
(Coppa del V secolo a.C.,
Parigi, Museo del Louvre.)
ACROTERIO
L’elemento decorativo posto
sul culmine del frontone.
CELLA
Il cuore del tempio,
accessibile solo
ai sacerdoti. È qui che
viene custodita la statua
della divinità, spesso
decorata da oro
e gioielli.
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3 I grandi santuari
Uno spazio sacro a disposizione
dei cittadini
In tutto il mondo greco gli dèi non possedevano soltanto templi, ma anche dei santuari, cioè dei grandi spazi sacri attrezzati,
comprendenti uno o più templi, teatri, stadi, palestre, alberghi per i pellegrini e gli
atleti, cappelle votive, edifici chiamati “te-
sori” destinati a contenere le preziose offerte delle città e dei privati.
I Greci vi si recavano periodicamente, sia
per scopi privati, sia in occasione di grandi
cerimonie “panelleniche”, cioè di tutte le
città greche, che prevedevano sacrifici sugli altari, processioni, gare, premiazioni e
feste solenni.
LA PROCESSIONE.
La settimana lavorativa
greca non prevedeva
giorni di riposo.
In compenso le feste
religiose equivalevano
a duecento giorni all’anno.
Nelle feste le processioni
avevano un posto
centrale. Erano
particolarmente amate
dalle donne, per le quali
rappresentavano una
delle poche occasioni
per uscire in pubblico.
L’oracolo di Apollo a Delfi
Nel grande santuario dedicato ad Apollo a
Delfi si svolgevano i Giochi delfici (gare e
spettacoli teatrali). Soprattutto, però, a Delfi il dio rispondeva a coloro che venivano a
chiedergli consiglio dettando a una sacerdotessa chiamata Pizia i suoi oracoli, cioè i
suoi messaggi profetici orali.
La Pizia entrava in trance, cioè in uno stato di incoscienza, e mormorava o urlava risposte incoerenti che venivano interpretate dai sacerdoti di Apollo. Nonostante
questa interpretazione, gli oracoli erano
sempre ambigui, in modo da non risultare
mai errati.
LA PIZIA.
Nell’immagine la Pizia,
in trance, sta per
trasmettere l’oracolo
all’uomo in piedi che
ha interrogato Apollo.
È vestita di bianco, siede
su un alto tripode e tiene
in mano un ramo
di alloro, la pianta sacra
ad Apollo. (Coppa
del V sec. a.C., Berlino,
Staatliche Museum.)
il documento
L’ambiguità dell’oracolo
Nel 546 a.C. Creso, re di Lidia, il regno dell’Asia Minore in cui era stata inventata la
moneta, chiese all’oracolo se doveva dichiarare guerra a Ciro, re dei Persiani. La Pizia
gli rispose:
Se farai guerra ai Persiani distruggerai un
grande impero.
Come definiresti l’oracolo?
chiaro
ambiguo
Creso partì per la guerra, ma fu sconfitto e
fatto prigioniero. Quando accusò il dio di
averlo ingannato, la Pizia ribatté:
Avresti dovuto chiedere al dio di quale impero parlava: il tuo o quello di Ciro?
ERODOTO (460 ca-400 ca a.C.), Storie, I, 53 e 90
Come definiresti la risposta?
astuta
onesta
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128 MODULO 3 - Le civiltà del mare
I giochi olimpici
L’altro luogo sacro che rivestiva una
importanza fondamentale per i Greci era
il santuario di Zeus a Olimpia, dove si
svolgevano i giochi panellenici olimpici.
Giochi e gare atletiche affondavano le loro
origini nell’Età micenea, in cui gli eroi
dell’Iliade e dell’Odissea avevano l’abitudine di accompagnare i riti funebri per i
loro compagni morti con competizioni
sportive (per esempio Achille ne organizzò
di magnifiche in onore di Patroclo).
Anche dopo la fondazione della polis,
sport e ginnastica restarono la parte più
importante dell’educazione greca. Un
corpo ben allenato, infatti, era considerato
la necessaria preparazione alla guerra,
un’attività che occupava le città greche
quasi tutte le primavere, dato che ognuna di esse aveva periodicamente motivi di
ostilità nei confronti di ciascuna delle altre.
I giochi olimpici, fondati nel 776 a.C. durante i giochi funebri in onore di un eroe
caduto e celebrati in onore di Zeus, erano
i più importanti e, come hai già studiato,
da essi i Greci cominciavano a contare gli
anni della loro storia.
Duravano cinque giorni e si svolgevano
ogni quattro anni a Olimpia, dove era stato
costruito appositamente un numero impressionante di attrezzature sportive, templi per le cerimonie religiose, ostelli per gli
atleti e per gli spettatori.
Ai giochi partecipavano tutte le città greche e tutte le colonie asiatiche e italiche
per un totale di circa 500 delegazioni. In
quel periodo veniva proclamata una tregua che interrompeva tutte le guerre e permetteva alla popolazione di recarsi a Olimpia in condizioni di totale sicurezza.
RICOSTRUZIONE DEL SANTUARIO DI OLIMPIA
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IL RECINTO SACRO DI ZEUS
1.
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3.
4.
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6.
7.
Altare di Zeus
Tempio di Zeus
Tempio di Hera
Ulivo sacro
Statue consacrate dai vincitori
“Tesori” cioè offerte preziose delle diverse città
Fiamma sacra
GLI EDIFICI CHE OSPITANO LE GARE
8. Ginnasio: gare di corsa e di lancio
9. Palestra: salto e lotta
10. Palazzina per accogliere gli ospiti importanti
11. Sede del consiglio olimpico: qui gli atleti prestano giuramento
di lealtà
12. Area dell’ippodromo
13. Stadio (lunghezza 192,27 m.)
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LE DISCIPLINE ATLETICHE
Ecco le principali discipline in cui
si cimentavano gli atleti durante i
Giochi olimpici, così come appaiono dalle “pitture vascolari”, cioè
dalle pitture eseguite dai ceramisti
su vasi, tazze, anfore, bicchieri.
LOTTA
LANCIO DEL DISCO
SALTO IN LUNGO
LANCIO DEL GIAVELLOTTO
EQUITAZIONE
Mirone, Il discobolo
(copia romana,
Roma, Museo
Nazionale romano).
CORONA
DELLA VITTORIA
PUGILATO
CORSA
il documento
La tregua olimpica
Grazie alle regole dei giochi, noi osserviamo una tregua tra le città e mettiamo a tacere i nostri odi personali
per riunirci in uno stesso luogo in cui
ricordiamo le nostre comuni origini
compiendo insieme sacrifici e recitando preghiere.
ISOCRATE (436-338 a.C.),
Panegirico, 43
Dopo aver letto il brano, barra con
una crocetta il quadratino esatto e
riempi le righe.
1. La necessità di una tregua lascia
pensare che:
le città greche fossero amiche
fra loro.
le città greche fossero spesso in
guerra fra loro.
2. Lo scopo delle Olimpiadi era di
riunire i Greci in uno stesso luogo
per:
1 ......................................................
2 ......................................................
3 ......................................................
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4 I Greci d’Occidente
La colonizzazione dell’Italia
I “Greci d’Occidente” sono quei Greci che
tra l’VIII e il VI secolo a.C. partirono dalle
loro città-madri (metropoli come Atene,
Sparta, Corinto e tante altre) e fondarono
colonie in Sicilia e nell’Italia meridionale,
la quale divenne così ricca di splendide
città da essere chiamata Magna Grecia,
“Grande Grecia”. Quegli emigrati, una
volta giunti a destinazione, mostrarono una
competenza tecnica e un senso della politica da far invidia a chi era rimasto in patria.
Leggi democratiche
In Italia i coloni si distinsero dando alle poleis che avevano fondato leggi più giuste e
decidendo di distribuire fra loro la terra
in parti uguali. Nelle isole Lipari questo
atteggiamento democratico fu talmente
ugualitario che alcuni storici hanno parlato
di “comunismo delle isole Lipari”.
Una vita lussuosa
I coloni seppero sfruttare al massimo l’eccezionale fertilità del suolo italico: il
grano di Lentini fu celebrato dai poeti perché rendeva cinque volte il peso del seminato e Omero racconta enfaticamente l’effetto che Catania produsse su Ulisse: «Gli
abitanti – dice l’eroe – non fanno nulla con
le loro mani. Tutto spunta senza seminare,
senza rivoltare la terra: il grano, l’orzo, le
vigne cariche di grossi grappoli che il cielo
gonfia con la sua pioggia».
Approfittando di queste ricchezze agricole
e incrementandole con l’artigianato e i
LE BOTTEGHE
DEI BRONZISTI
Un cratere di bronzo per il
vino ritrovato a Vix, in Francia, dove era stato esportato
da una bottega di Taranto.
Un elegante schiaccianoci
in bronzo e oro a forma di
mani incrociate.
PAESTUM.
Veduta aerea dei templi.
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commerci, i coloni inaugurarono una vita
lussuosa, molto diversa da quella che si
conduceva nella madre patria. Le loro tombe sono piene di ornamenti d’oro e di pietre preziose, la quantità di vasi che produssero testimonia che amavano i grandi banchetti e la vita sociale, le ricette dei loro cibi ci dicono che seguivano un’alimentazione ricca e ben più elaborata di quella greca.
Il lusso e i divertimenti di Sibari, la città
calabrese, divennero leggendari tanto che
“sibarita” indica ancora oggi un gaudente,
un amante della bella vita.
Benessere e aumento
della popolazione
Alcune cifre confermano questo benessere.
Dove erano approdate poche centinaia di
coloni, un secolo dopo ne ritroviamo decine di migliaia. Alla fine del V secolo a.C.
Agrigento aveva ben 200 000 abitanti.
Siracusa, con i suoi 300 000, fu per molto
tempo la città più popolosa del mondo ellenico; la sua cinta di mura misurava 32 chilometri.
La grande arte dei Greci italici
I Greci d’Occidente non impiegarono le loro ricchezze solo per mangiare e bere. Essi
produssero una grande arte che si manifestò nell’architettura, nella pittura, nella scultura, nella ceramica e nell’oreficeria.
Di essa vedi alcuni campioni nelle illustrazioni di queste pagine. La sua importanza
per noi è enorme, perché è vero che la sua
origine è greca, ma è anche vero che essa
fu prodotta da uomini e donne che ormai
erano diventati italici. Essa perciò è arte
nostra, fa parte della civiltà del nostro Paese, la prima che fiorisca sul suolo italiano,
quella che lascerà la sua impronta su tutta
la sua storia successiva.
LA PITTURA
LA CERAMICA
Due squarci di gaia vita quotidiana: un allegro banchetto tra amici
e un tuffo nello splendido mare campano (dalla “Tomba del tuffatore” a Paestum).
Questo bicchiere a forma di muso di cavallo è un capolavoro dell’arte lucana. Serviva
a bere il vino aspro proveniente da vitigni
greci, corretto da acqua, miele e spezie.
Lo abbiamo riprodotto anche perché i Lucani furono i protagonisti di una grande civiltà italica molto anteriore all’arrivo dei
Greci, sulla quale gli archeologi stanno lavorando intensamente (Museo di Melfi).
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5 L’abbigliamento
Il costume maschile
Il capo base dell’abbigliamento maschile
era un rettangolo di lana senza cuciture,
che in origine serviva da abito di giorno e
da coperta di notte.
Da questo rettangolo a doppio uso derivò
la tunica corta, chiamata chitone, fermata
da una spilla sulla spalla destra (la spalla
sinistra rimaneva libera) e stretta alla vita
da una cintura. Tolta la cintura, questa
tunica serviva da veste da notte; coperta da
una corazza faceva invece parte della divisa militare; infine, allungata fino ai piedi,
veniva utilizzata come abito da cerimonia
dai personaggi importanti e come vestito
da inverno contro il freddo.
Dal rettangolo primitivo nacquero anche il
mantello o himátion, una pezza di lana di
grandi dimensioni (2 metri per 3) e la clamide, più corta.
Gli schiavi avvolgono
intorno ai fianchi
un “perizoma”.
I giovani
portano una
tunica corta
(chitone).
Il costume femminile
Fra uomini e donne le differenze nell’abbigliamento erano impercettibili. Grazie a
Omero sappiamo che, presso le popolazioni doriche, esisteva un costume chiamato
peplo, che non era altro che il rettangolo di
lana usato dagli uomini.
Ad Atene questo costume dorico cedette
il passo a quello ionico, costituito dalla
tunica di lino, chiamata chitone come
quella maschile ma in genere lunga fino a
terra.
Sopra la tunica le donne indossavano lo
stesso mantello degli uomini che fermavano su una spalla, facendone ricadere sul
petto l’estremità.
L’austero chitone
spartano fermato
sulle spalle
con delle spille.
Gli uomini
maturi portano
una tunica o
chitone lunga
fino ai polpacci.
I giovani
e i soldati
si avvolgono
in un mantello
corto, la clamide.
I Greci portavano cappelli e cappucci
contro il freddo e, ai piedi, sandali leggeri ed eleganti che lasciavano il piede quasi nudo o scarpe alte contro le intemperie.
I sandali più ricercati erano di stoffa color
porpora e avevano fibbie a forma di fiori.
L’himátion si
indossa con o
senza tunica e
lasciando
scoperta una
spalla.
Il leggiadro
chitone
ateniese.
La cintura.
L’himátion della
festa può essere
leggero
e trasparente.
Cappelli
e calzature
L’himátion
da viaggio
è di lana pesante.
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8 - La civiltà greca 133
6 La casa
Di case greche se ne sono conservate poche, perciò non sappiamo esattamente quale aspetto avessero.
Certamente, come le case sumeriche ed
egiziane, erano costruite intorno a un cortile centrale scoperto sul quale si affacciavano le porte di tutte le stanze.
Le finestre sulla strada erano pochissime e
venivano sbarrate da persiane per dare alla
casa intimità e sicurezza. La porta d’ingresso era di legno, a volte rinforzata con
borchie di bronzo. Le mura erano fatte di
mattoni asciugati al sole, molto friabili e
soggetti a crolli.
Le scale erano esterne: partivano dal cortile e portavano al piano superiore dove si
trovavano le stanze da letto e i quartieri
degli schiavi.
Uomini e donne vivevano in parti separate
della casa; la parte riservata alle donne si
chiamava gineceo.
La colazione consiste
in una fetta
di pane inzuppata
nel vino.
Il pasto principale è la cena:
una zuppa di verdure
e cereali.
Il pranzo è uno spuntino
di pane e formaggio
o di olive e fichi.
COLAZIONE, PRANZO E CENA DI UNA FAMIGLIA POVERA.
LA POSSIBILE RICOSTRUZIONE DI UNA CASA GRECA SIGNORILE
Il tetto è fatto di
tegole di ceramica.
Gli alloggi femminili vengono
chiamati “gineceo”.
Le donne passano
la maggior parte del loro
tempo in queste stanze,
organizzando il lavoro
della servitù, filando,
tessendo e intrattenendo
le loro amiche.
Stanza degli schiavi.
I muri sono solitamente dipinti
a colori chiari, e sono spesso
ornati da arazzi con disegni
a colori vivaci.
Camera da letto.
In cucina vi è
un fuoco acceso
che serve
per cucinare.
Gli uomini mangiano
e intrattengono i loro
amici in una stanza
chiamata andron.
Sono sdraiati su letti
e vengono serviti
dagli schiavi.
In alcune stanze
del V secolo a.C.
i pavimenti sono
realizzati con sassi
colorati disposti
a mosaico.
Le stanze vengono
riscaldate con
bracieri di metallo
portatili.
Altare.
Nel cortile spesso vi è
un altare per la preghiera.
Nei cortili di alcune case
c’è anche un pozzo che
fornisce acqua.
Spesso le case hanno una
stanza dove la famiglia può
riunirsi intorno a un focolare che
ha la funzione del nostro tinello.
La stanza
da bagno contiene
una vasca
di terracotta con
un canale di scolo
che termina
all’esterno.
Per lavarsi le mani
e il viso viene
utilizzata una
bacinella.
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134 MODULO 3 - Le civiltà del mare
7 La vita artistica e letteraria
Nel V secolo a.C. Atene era diventata la
capitale culturale del mondo greco. Autori
ateniesi inventarono il teatro; autori provenienti dalle colonie d’Asia e d’Italia fondarono la storia e la filosofia.
1. Le gradinate
2. L’altare dedicato al dio Dioniso
3. L’orchestra: area circolare
in cui canta e danza il coro
4. Il proscenio: vi recitano gli attori
5. La scena: davanti serve da
scenografia; dietro serve agli
attori per cambiarsi
5
4
1
3
2
Uno spettacolo nuovo. I testi teatrali (tragedie e commedie) furono scritti originariamente per i festival che ogni quattro anni si
tenevano ad Atene in onore del dio Dioniso.
Da Atene il teatro fu poi esportato in tutto
il mondo greco. Per consentire le rappresentazioni furono costruiti edifici all’aperto adatti a contenere un gran numero di
spettatori e concepiti in modo che l’acustica fosse perfetta.
Gli spettacoli erano riservati ai cittadini
maschi ed erano gratuiti perché considerati
di alto valore educativo: una vera e propria
scuola di valori politici, religiosi e morali.
Venivano offerti e finanziati da privati cittadini ricchi. In ognuna delle giornate del
festival venivano rappresentate tre tragedie
e una commedia.
Gli spettatori passavano a teatro l’intera
giornata, mangiando spuntini venduti dagli
ambulanti, commuovendosi o ridendo con
un altissimo grado di coinvolgimento.
IL TEATRO DI EPIDAURO.
Epidauro è una piccola
città del Peloponneso.
Il suo teatro, costruito
verso il 360 a.C., poteva
contenere 12 000
spettatori. La sua acustica
è resa perfetta dalla
barriera di colline di fronte
al teatro, che fa rimbalzare
i suoni: il rumore di due
sassolini percossi sul
proscenio si sente fino
ai sedili più alti delle
gradinate.
Una commissione di
esperti viaggiò per tutta
la Grecia prima di trovare
questo luogo ideale
in cui il teatro fu costruito.
LE MASCHERE.
Per essere riconoscibili anche
dagli spettatori più distanti,
gli attori portavano una maschera
che oltre ad avere la funzione
di amplificare la voce (una sorta
di megafono), caratterizzava
il loro personaggio: giovane,
vecchio, tragico, comico.
Ogni attore, usando maschere
diverse, poteva recitare varie parti
nella stessa rappresentazione.
A sinistra, maschera da Lipari
rappresentante la “Ragazza”
e a destra il “Giovane”.
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8 - La civiltà greca 135
CONSERVARE LA MEMORIA DEL PASSATO: L’INVENZIONE DELLA STORIA
il documento
Perché la storia?
ERODOTO
Erodoto espone qui il frutto della sua ricerca [in greco
historìa] per impedire che le azioni compiute dagli uomini, Greci e Barbari, vengano dimenticate a causa del
passare del tempo.
ERODOTO, Premessa alle Storie
TUCIDIDE
Per ciò che riguarda gli eventi che si sono verificati durante la Guerra del Peloponneso, o ne sono stato testimone io stesso oppure ho investigato su ciascuno di es-
si con la massima esattezza possibile. Tuttavia è stato
difficile stabilirli, perché i testimoni di ciascun evento
ne presentavano versioni differenti.
TUCIDIDE (460 ca-400 ca a.C.),
La guerra del Peloponneso, I, 22, 2-3
Da questi due brani puoi ricavare i fondamenti del
metodo storico. Rifletti e rispondi alle domande.
Per quale motivo Erodoto scrisse le Storie?
.........................................................................................
Come agì Tucidide per stabilire l’esatta successione
degli eventi?
.........................................................................................
L’UOMO E LA POLITICA: L’INVENZIONE DELLA FILOSOFIA
il documento
A. Si tenta di dare una definizione dell’uomo
Il mondo è pieno di meraviglie, ma nessuna meraviglia
è più grande dell’uomo. Egli è l’essere che sa attraversare
il grigio mare e che si avventura negli abissi spalancati
dalle onde che si sollevano. Egli è l’essere che tormenta la Terra, con i suoi aratri che la solcano ogni anno senza riposo. Parola, pensiero e ogni altra cosa, egli l’ha imparata da solo, così come, costruendosi una dimora, ha
saputo liberarsi del gelo e della pioggia. Però, maestro
di un sapere le cui possibilità sono infinite, è libero di
intraprendere la via del bene come quella del male.
SOFOCLE (496-406 a.C.), Antigone
B. Qual è il regime politico ideale?
La democrazia è davvero il regime ideale che assicura ai
cittadini felicità e giustizia? Questo problema fu appassionatamente dibattuto ad Atene dai filosofi, che si domandavano se il popolo era veramente capace di prendere le decisioni migliori.
Quando bisogna discutere del governo della città, ognuno si alza per dare il suo parere: il falegname, il fabbro,
il calzolaio, il negoziante ... tutta gente che non ha studiato e non conosce il problema di cui parla.
PLATONE (427-347 a.C.), Protagora, 319
Un’assemblea di persone, ciascuna delle quali non possiede che una parte delle qualità necessarie per ben governare, può tuttavia essere capace di farlo meglio di
gente particolarmente dotata, perché l’intelligenza di
ciascuno si aggiunge a quella degli altri formando una
sorta di intelligenza collettiva che in tal mondo diventa
superiore.
ARISTOTELE (384-322 a.C.), La Politica, III, 11, 1-2
Platone dialoga con Aristotele (al centro del quadro), Raffaello,
La Scuola di Atene (Roma, Musei Vaticani).
Nel brano al punto A, quali sono le attività che rendono l’uomo una meraviglia? Tra quelle elencate qui di
seguito, sottolinea quelle citate da Sofocle.
sa cacciare – sa coltivare la terra – sa parlare e pensare
– sa costruire strumenti – sa navigare – sa costruire una
casa – sa combattere – sa scalare le montagne – può
fare del bene come del male
Nei brani al punto B sottolinea le frasi che, a tuo parere, sintetizzano rispettivamente il giudizio di Platone e
quello di Aristotele sulla democrazia; quindi indica
con una crocetta la risposta corretta.
Chi, fra i due filosofi, è favorevole alla democrazia?
Platone
Aristotele
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136 MODULO 3 - Le civiltà del mare
Pagine operative
1 Nel disegno ognuno degli dèi olimpici è collegato al suo campo d’intervento o al suo attributo principale. I nomi degli dèi, a loro volta, sono collegati con una freccia a un numero, che
ritrovi nelle righe puntinate sottostanti. Su ciascuna riga riporta il nome del dio e spiega brevemente le sue caratteristiche.
APOLLO
1
ZEUS
ARTEMIDE
HERA
2
DEMETRA
3
4
5
6
POSEIDONE
AFRODITE
ERMES
7
8
ERMES
DIONISO
ARES
9
ATENA
ADES
EFESTO
12
13
ARES
10
AFRODITE
11
1 ........................................................................................................................................................................
2 ........................................................................................................................................................................
Apollo: dio del Sole, proteggeva la musica, la poesia e la scienza.
3 ........................................................................................................................................................................
4 ........................................................................................................................................................................
5 ........................................................................................................................................................................
6 ........................................................................................................................................................................
7 ........................................................................................................................................................................
8 ........................................................................................................................................................................
9 ........................................................................................................................................................................
10 ........................................................................................................................................................................
11 ........................................................................................................................................................................
12 ........................................................................................................................................................................
13 ........................................................................................................................................................................
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8 - La civiltà greca 137
Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
2
Le celle che contenevano le statue
degli dèi erano collocate all’interno
dei templi.
V
F
Le celle venivano aperte in occasione
delle processioni.
V
F
Il fumo e il profumo degli animali
sacrificati erano sgraditi agli dèi.
V
F
L’altare dove venivano sacrificati
gli animali era collocato all’interno
del tempio.
V
F
I santuari erano grandi spazi sacri
attrezzati.
V
F
Completa lo schema seguente.
I Giochi Olimpici
Nel santuario di Delfi il dio Apollo dettava
V F
i suoi oracoli a una sacerdotessa.
Gli oracoli erano risposte precise
e dettagliate.
3
V
F
duravano
e si svolgevano ogni
...............
...............
a
.......................
dove erano stati
costruiti
.......................
...............
...............
che
ospitavano
...............
Completa la seguente tabella, relativa alla vita degli emigrati greci che fondarono le colonie
della Magna Grecia.
4
In Italia i coloni diedero alle loro poleis leggi ................... e distribuirono
fra loro la terra in ................... .
La vita
nella Magna
Grecia
Seppero sfruttare l’eccezionale ................... del suolo e incrementarono
le ricchezze agricole con ................... .
Inaugurarono una vita ................... e il benessere provocò un aumento
della ................... .
I Greci d’Occidente impiegarono le loro ricchezze anche per produrre
una grande arte, che si manifestò nell’..................., nella ceramica e nell’oreficeria.
5
Descrivi nella seguente tabella l’abbigliamento dell’uomo e della donna greci.
Abbigliamento maschile
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
Abbigliamento femminile
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
............................................................................
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138 MODULO 3 - Le civiltà del mare
6
Rispondi alle seguenti domande.
Su che cosa si affacciavano le stanze della casa greca?
.............................................................................
Come si chiamava la parte della casa riservata
alle donne?
.............................................................................
Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
7
Gli spettacoli teatrali si svolgevano
all’aperto.
Gli spettacoli erano gratuiti.
I festival venivano finanziati dallo Stato.
Le rappresentazioni duravano un’intera
giornata.
V
F
V
F
V
F
V
F
Al termine di questa unità sulla civiltà greca ti proponiamo di comporre un breve testo scegliendo l’argomento che preferisci e seguendo la scaletta che ti suggeriamo.
8
1. La religione
– Miti e caratteristiche degli dèi principali
– Che cosa conteneva un tempio
– Che cosa avveniva davanti a un tempio
– Le cerimonie dei due principali santuari greci
2. I Greci d’Occidente
– Caratteristiche della colonizzazione greca dell’Italia
3. La vita culturale
– Il teatro
– La fondazione della storia
– La riflessione dei filosofi
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