Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 IL DESIDERIO DELLA FELICITÀ La sfida La sete La sapienza Ritiro con i giovani, avvento 2013 1 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 Il desiderio della felicità sabato pm Che cosa significa “desiderio” Dalla letteratura. Nel De Bello Gallico di Giulio Cesare i desiderantes erano i soldati che aspettavano sotto le stelle i compagni che non erano ancora tornati dal campo di battaglia. Più precisamente l’etimologia della parola “desiderio” deriva dallo stare sotto il cielo a osservare le stelle in un atteggiamento di attesa e di ricerca della via per tornare a casa. Sidera significa, infatti, in latino, stelle, mentre il de privativo indica l’impossibilità di trovare quella stella perché manca. Il desiderio non ha una stella che funzioni come bussola sicura, che ci garantisca di non perderci, di trovare l’orientamento certo. Il desiderio costeggia sempre il rischio dello smarrimento, di perdersi. Il desiderio indica, così, la fatica di seguire la rotta segnata dalle stelle, perché quella “mia” non c’è. Il desiderio rivela una condizione di disorientamento, di perdita di riferimenti, di nostalgia, di lontananza, ma da esso si sprigiona la forza della ricerca; dall’avvertimento della mancanza di ciò che è necessario alla vita, è generata l’attesa e, insieme, la ricerca della propria stella per essere felice. Dunque, i desiderantes, di Giulio Cesare, sono persone in attesa ma anche disorientate, ferme ma pronte a cercare e mettersi in cammino. Poi, sono uomini in campo di battaglia (non in casa) e hanno bisogno di trovare una strada, una via per il ritorno in patria, verso la terra della casa, della famiglia, della “città” – loro porto sicuro, loro felicità - e organizzare il viaggio. Loro, sanno, che c’è una fine all’attesa e un inizio del cammino, quando la luce dell’alba farà “scomparire” le stelle, si metteranno in cammino e cercheranno, pur sapendo che le stelle torneranno a palesarsi con la notte, sperando che appaia quella giusta. In ogni caso, i desiderantes sono tali, di notte come di giorno, perché vivono l’assenza di altre persone, non di cose. Il desiderio, dunque, configura tanto la dimensione di un progetto individuale, che quella di un progetto di socialità e così ritorna il tema della felicità come progetto personale e comunitario insieme. Alcune contraddizioni del desiderio. Prima contraddizione: mio ma non mio! Il desiderio è un’esperienza singolare, è l’incontro con la mia intimità più radicale. Il desiderio, non il capriccio, parte dal profondo della mia identità, per questo motivo rivela un tratto o dei tratti della mia identità più autentica tanto da avere la forza di orientare una vita intera. Ma allo stesso tempo il desiderio non si da mai 2 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 completamente, e ci supera, ci sovrasta, va al di là di noi. È intimo a noi stessi, ma va aldilà di noi stessi. Abita me, ma è oltre di me. Un esempio? L’esperienza dell’innamoramento: esperienza che prende il singolo, lo chiama, lo provoca, lo spinge a scegliere, a correre verso l’altro, a investire energie, ma non lo può mai possedere completamente. Seconda contraddizione: il desiderio trova risposta nella relazione con l’altro, ma esige un percorso proprio. Il desiderio umano cerca sempre la relazione con altro, meglio con un altro. Proprio perché si tratta di desiderio umano, non animale, esso cerca e trova risposta in un volto ben preciso, di una vita particolare con nome e cognome. Il desiderio umano, per sua natura, non può trovare appagamento attraverso un pezzo del corpo dell’altro, ma solo nella sua presenza totale. Nel desiderio c’è in gioco la vita, la totalità della presenza dell’altro e la vita ha bisogno che qualcuno risponda, che le dia senso. Ma il desiderio esige di realizzarsi in proprio. La mia vita vuole realizzarsi come singolarità. Vuole una propria via, un proprio percorso. La vita felice è la vita di chi percorre la via del desiderio. Terza contraddizione: il desiderio appagandosi non si appaga e apre dei mondi nuovi! Il desiderio umano è sempre desiderio d’altro, di altri oggetti, genera inquietudine. Quello che ho non è mai sufficiente, è ipnotizzato dal nuovo. Il desiderio umano non si accontenta mai. Ci porta da un oggetto all’altro senza che nessun oggetto, possa davvero soddisfare la nostra vita. Siamo un vaso forato e il buco non si chiude, per quanto lo si possa riempire. È un desiderio inconcludente, ma in questo desiderio d’altro troviamo la dimensione di apertura del desiderio, apertura dei mondi, si respira la trascendenza del desiderio. C’è un nuovo senso nel desiderio che possiamo tradurre in queste dimensioni: la preghiera, la veglia, il panico, l’attesa, la rivolta! Desiderio e responsabilità A questo punto possiamo affermare che il desiderio, poiché “mio ma non mio”, infatti mi supera continuamente, significa che proviene da altro, o da qualcun’altro. Ma se il desiderio trascende l’uomo continuamente, pur donandogli degli orientamenti, significa che ci è donato da un altro e questo altro noi, cristiani, lo chiamiamo Dio. E se il desiderio proviene da Dio domanda di essere cercato e corrisposto, invoca la nostra singolare responsabilità, la nostra possibile risposta. Ma come essere responsabili di una forza che ci attraversa e ci supera? Come si può essere responsabili di qualcosa senza esserne padroni? Una bella sfumatura della parola desiderio è la sua traduzione in VOTO, ossia vocazione, orientamento singolare di una vita. Ciascuna vita è animata da una 3 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 vocazione singolare e se il desiderio è una vocazione che orienta la vita in una certa direzione, allora il desiderio non è il capriccio, non va confuso con esso, non è fare quello che si vuole. Se il desiderio è una vocazione lo si deve pensare come una “legge di felicità” e quando qualcuno rinuncia ad ascoltare la chiamata del proprio desiderio e intraprende altre vie la vita stessa si ammala. Se non si tradisce la vocazione del proprio desiderio si giunge a una vita felice, realizzata. Ma dove appare la vocazione? La vocazione si nasconde nella vite storta. Le storture della vita, le attitudini, ciascuno ha le proprie originalità. Le sensibilità particolari non vanno in tutte le direzioni, vanno in certe direzioni, ciascuno ha il proprio talento e questo va coltivato; “un albero si riconosce dai frutti”, l’albero si riconosce da ciò che produce: cosa hai fatto del tuo talento? Hai fatto un fico secco della tua vita o c’è stata capacità di generazione, di fruttificare. E si fruttifica quando il soggetto entra in un rapporto coerente con il proprio desiderio nel senso della legge e no del capriccio. Il desiderio non è trasgressione, ma il tuo desiderio profondo non opprime la vita ma la rende feconda, felice e genera. Il desiderio sta nel fatto che il quella scelta, che è orientata dal desiderio, ne va di tutta la mia esistenza. Alcune domande per la riflessione… 1. Hai fatto fatica nel decidere i tre desideri all’inizio della proposta? Sei ancora capace di desiderare qualcosa di bello per la tua vita? 2. Alla luce dei tre desideri che hai scelto, con quali atteggiamenti li vivi? (ansia, preghiera, veglia, spinta, motivazione, orientamento,... ) 3. Il desiderio nella sua accezione più alta è la vocazione stessa: come ti poni davanti a questa considerazione? Come sta rispondendo? Per gli appunti personali __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ 4 Perché tu viva e sia felice! 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Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 Preghiera della sera Canto Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall’umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria vergine,al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen Sal 106,14 Arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa. Sal 112,10 Il malvagio vede e va in collera, digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio dei malvagi va in rovina. Sal 119,20 Io mi consumo nel desiderio dei tuoi giudizi in ogni momento. Sal 145,16 Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. Sal 145,19 Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Chi vuole legge un versetto… Sal 10,17 Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio, Sal 21,3 Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. Sal 38,10 Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. Lettura O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. (Isaia 55,1-3.6.10-11) Insieme Ora lascia, o Signore, che il tuo servo, vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele. Canto 6 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 domenica am Preghiera del mattino Canto, seguono le lodi (vedi libretto della Liturgia delle ore) Lettura biblica per le lodi Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. (Luca 1, 26-38) La sfida - La sete - La sapienza Awake my soul Risveglia la mia anima Awake my soul You were made to meet your maker Awake my soul, awake my soul Awake my soul You were made to meet your makerYou were made to meet your maker How fickle my heart and how woozy my eyes I struggle to find any truth in your lies And now my heart stumbles on things I don’t know This weakness I feel I must finally show Quanto è mutevole il mio cuore e quanto storditi sono i miei occhi Lotto per trovare una qualche verità nelle tue bugie Ed ora il mio cuore si imbatte nelle cose che non so Questa debolezza che sento dovrò mostrarla alla fine Lend me your hand and we’ll conquer them all But lend me your heart and I’ll just let you fall Lend me your eyes I can change what you see But your soul you must keep, totally free Har har, har har, har har, har har Dammi una mano e li conquisteremo tutti Ma prestami il tuo cuore e ti farò innamorare. Prestami i tuoi occhi, posso mutare quel che vedi Ma devi mantenere la tua anima completamente libera In these bodies we will live, in these bodies we will die Where you invest your love, you invest your lifeIn these bodies we will live, in these bodies we will dieWhere you invest your love, you invest your life Awake my soul, awake my soul 7 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 Har har, har har, har har, har har Risveglia la mia anima, risveglia la mia anima Risveglia la mia anima Sei stato creato per incontrare il tuo creatore Risveglia la mia anima, risveglia la mia anima Risveglia la mia anima Sei stato creato per incontrare il tuo creatore Sei stato creato per incontrare il tuo creatore. In questi corpi vivremo, in questi corpi moriremo Dove investi il tuo amore, dove investi la tua vita in questi corpi vivremo, in questi corpi moriremo Dove investi il tuo amore, dove investi la tua vita Premessa: felicità e Dio Nel mondo greco, felici sono gli dei. Tutte le divinità sono beate, sono felici, perché sono sazie, vivono nell’abbondanza, non hanno bisogno di nulla, non hanno penuria, non devono chiedere, non sono sottomesse a nessuno. Felice vuol dire pieno, colmo, non gli manca nulla. La parola usata è macarios che è la traduzione greca di felicità. I macarioi erano gli dei per due ragioni: non devono lavorare per vivere e sono immortali, non hanno scarsità di tempo, non invecchiano. Come fa l’uomo a essere felice? Nella misura in cui si riesce a ghermire (prendere) la condizione di Dio, nella misura in cui ci si contagia con la divinità, si riesce a essere davvero felice. Quindi il felice è colui che sta più vicino a Dio, ossia il Re. Re Artaserse. Felicità come sfida (dignità) cfr. Dal libro di Ester 1, 1ss 1s Dopo queste cose, al tempo di Artaserse - quell'Artaserse che regnava dall'India sopra centoventisette province -, 2proprio in quel tempo il re Artaserse, che regnava nella città di Susa, 3l'anno terzo del suo regno fece un banchetto per gli amici e per quelli delle altre nazionalità, per i nobili dei Persiani e i dei Medi e per i prefetti delle province […]. Il vino era abbondante e dolce e lo stesso re ne beveva. 8Si poteva bere senza limiti: così infatti aveva voluto il re, ordinando ai camerieri di soddisfare il desiderio suo e degli altri.9Anche Vasti, la regina, tenne un banchetto per le donne nella stessa reggia di Artaserse. 10Il settimo giorno il re, euforico per il vino, ordinò ad Aman, Bazan, Tarra, Borazè, Zatoltà, Abatazà, Tarabà, i sette eunuchi che erano al servizio del re Artaserse, 11di far venire davanti a lui la regina per intronizzarla, ponendole sul capo il diadema, e per mostrare ai prìncipi e alle nazioni la sua bellezza: era infatti molto bella. 12Ma la regina Vasti rifiutò di andare con gli eunuchi […]. 16 Mucheo disse in presenza del re e dei prìncipi: «La regina Vasti ha mancato non solo nei confronti del re, ma anche nei confronti di tutti i prìncipi e i capi del re 17 - infatti costui aveva riferito loro le parole della regina e come ella aveva risposto al re - e, come ella ha risposto al re Artaserse, 18così oggi le altre principesse dei capi dei Persiani e dei Medi, avendo udito ciò che ella ha detto al 8 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 re, oseranno disprezzare allo stesso modo i loro mariti. 19Se dunque sembra bene al re, sia emanato un decreto reale, scritto secondo le leggi dei Medi e dei Persiani e irrevocabile, secondo il quale la regina non possa più comparire davanti a lui, e il re conferisca la dignità a una donna migliore di lei. 20E l'editto emanato dal re sia fatto conoscere nel suo regno e così tutte le donne rispetteranno i loro mariti, dal più povero al più ricco». 21La proposta piacque al re e ai prìncipi […]. Apparire per essere felici. Vasti non vuole apparire e non apparendo si taglia fuori. Perché Vasti non trova felicità in quella felicità? Come mai tutto questo scenario di felicità cade? Se uno solo dice no, viene meno tutta l’impalcatura, allora che felicità era questa? Di apparenza. Una felicità fatta di ciò che si vede, di superficie. Ma c’è una debolezza in questa felicità di superficie, basta far mancare una tessera del mosaico, basta un no e tutto cade in frantumi! È una felicità che si fonda sul dire di sì, perché se non ci stai non esisti. Questo tipo di felicità è un sistema nel quale “tu” non sei una persona, ma qualcuno che dice sì per la paura di essere cancellato, dimenticato. Ma Vasti, è una donna profondamente libera, e dice no, perché non accetta di essere una pedina e non si presenta, rivendicando la propria una dignità. Come dire, felicità è, pure, dignità. Vasti è divorziata e perde tutto. Re Saul. Felicità come sete (relazioni) cfr. Dal libro di Samuele 16, 1ss 14 Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul e cominciò a turbarlo un cattivo spirito, venuto dal Signore. 15Allora i servi di Saul gli dissero: «Ecco, un cattivo spirito di Dio ti turba. 16Comandi il signore nostro ai servi che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il cattivo spirito di Dio sarà su di te, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio». 17Saul rispose ai ministri: «Ebbene, cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». 18Rispose uno dei domestici: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bell'aspetto, e il Signore è con lui». 19Saul mandò messaggeri a dire a Iesse: «Mandami tuo figlio Davide, quello che sta con il gregge». Saul e il male oscuro. Saul è triste, perché Dio si era ritirato. Ha una tristezza che non ha una ragione, una malinconia. Sembra che nulla possa appagare la sete di questa inquietudine che in qualsiasi luogo era, lo accompagnava. Allora si cerca di risolvere questa sua tristezza, e si trova un uomo, Davide, che suonerà la cetra e quando giunge l’infelicità. Una sorta di placebo, per dimenticare la tristezza, che è un non saper reggere l’oscurità apparentemente immotivata. La musica riempie, ti fa dimenticare, e copre questo vuoto. Così Saul accetta perché il re non può essere triste. 9 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 Ma perché Saul è triste? perché ci vuole un contatto con il cuore per essere felice. Saul faceva tutto da solo, dimenticando che il Re non è il salvatore del popolo, è il Messia, ossia colui che rende presente l’alleanza di Dio con il suo popolo. Al suo fianco, poi, c’è la presenza del profeta che richiama al Re la giustizia, al quale nemmeno lui può essere sciolto e questa giustizia prevedeva la fedeltà di Dio al popolo e il promuovere il benessere di tutto il popolo. Ogni re è vicino a Dio se è servo di Dio, ma Saul non attende il parere del profeta, fa tutto da solo e questa scelta lo rende infelice e muore suicida (cfr. 1 Sam 31,4: Saul disse al suo scudiero: "Sfodera la spada, e trafiggimi, affinché questi incirconcisi non vengano a trafiggermi ed a farmi oltraggio". Ma lo scudiero non volle farlo, perch’era còlto da gran paura. Allora Saul prese la propria spada e vi si gettò sopra). Quindi, nella Bibbia l’infelice è l’isolato, chi non ha relazioni, a prescindere che uno sia un re o un lebbroso. L’isolato è un infelice. La felicità è sete di relazioni autentiche e belle, chi si priva di questo è un infelice. Saul ha dimenticato che ogni governo è condivisione, ognuno deve fare la sua parte. La felicità sta nell’intessere dei legami, di essere parte di un popolo e qui affonda le sue radici l’idea di un Dio che si incarna (il Dio che è nei cieli rinuncia alla sua felicità e si incarna, si svuota della sua pienezza di felicità). Felicità e la sapienza (la felicità è una via di vita) Salmo 1 1 Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,non resta nella via dei peccatorie non siede in compagnia degli arroganti, 2 ma nella legge del Signore trova la sua gioia,la sua legge medita giorno e notte. 3 È come albero piantato lungo corsi d'acqua,che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. 4 Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; 5 perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell'assemblea dei giusti, 6 poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,mentre la via dei malvagi va in rovina. Nella legge del Signore trova la sua gioia. Il felice secondo la bibbia, non è il re in senso assoluto, ma chi vive e pratica nella giustizia. Il Salmo 1, che abbiamo appena letto, indica una via di giustizia, una via di beatitudine e, quindi, una via di felicità. La parola beato potrebbe, infatti, essere tradotta con felice. Secondo il Salmo, per essere beati/felici, la vita dell’uomo deve combaciare con la Torah e se si è fedeli alla Legge, è possibile essere felici. È felice chi medita la sua legge giorno e notte. L’uomo è beato perché il suo orecchio forma un tutt’uno con la bocca di Dio. La sazietà, infatti, viene dalla parola. Come se Dio dicesse all’uomo: “apri il tuo orecchio, così, lo riempio con la mia parola; fatti colmare dalla mia parola, perché la mia parola raggiunge il cuore e 10 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 toglie la tristezza”. Ecco la via della Sapienza: riempirsi della parola di Dio, per non essere colpiti dalla tristezza. La Sapienza invita a un cammino e insegna che la felicità non è l’emozione di un attimo, ma è una via di vita, è qualcosa a cui ci si deve dedicare totalmente: il lavoro, il tempo, la ricerca, le scelte, gli affetti. Ed è - come ormai abbiamo compreso - una scuola condivisa, perché la felicità non è mai un fatto personale. La via della felicità come via di fedeltà, come cura, come apertura verso, come rispetto di qualcosa che cresce con la parola di un altro. È come un albero piantato e fecondo. Infatti, vive di un’acqua che gli è donata, non è sospeso in aria, è piantato, in contatto con la terra, e, quindi, darà frutto e il frutto è un’esuberanza di felicità, è il surplus della felicità, è il “figlio”. I malvagi, come pula. L’uomo infelice, il malvagio che non segue la Legge, è come pula, leggera. È sbattuto qua e là dal vento, al contrario di chi è felice che invece è stabile, perché ci si fonda su questo rapporto con la Parola che lo mette in relazione con Dio e gli uomini. E il Signore veglia sul suo cammino, e ne custodisce la felicità. Alcune domande per la riflessione… 1. Nella tua vita chi sono le “Vasti” che ti aiutano a scoprire e realizzare i tuoi desideri di felicità? 2. Saul era posseduto dalla tristezza e dalla solitudine. Quali sono le tue tristezze che rallentano il tuo passo? Quali, invece, sei riuscito a superare? 3. Felice l’uomo che fa combaciare la sua vita con la Parola di Dio. Quanto è presente e viva la Parola nel tuo cammino? Per gli appunti personali __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ 11 Perché tu viva e sia felice! Catechesi con i Giovani, 14-15 dic. ‘13 __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ __________________________________________________________ 12