ottobrata del 10/x/2010 - Rotary Club Orbetello

Rotary Club Orbetello
Costa d’Argento
Distretto 2070
Anno 2010-2011
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
2010 – 2011
PRESIDENTE
Efisio LUCIGNANI
VICE PRESIDENTE
PRESIDENTE INCOMING
Vittorio FIDATI
SEGRETARIO
Marcello GALEAZZI
TESORIERE
Alessandro TOMMASI
PREFETTO
Paolo BRAMA
CONSIGLIERI
L. .AGOSTIN; S. ALDI; A .BARBETTI; M. de CARO;
V. FIDATI; B. NOCERA; M. PANCRAZI;
C. SANTI; R. TORRI; I. VALIANI
COMMISSIONI:
GESTIONE DELL’EFFETTIVO
Enzo LA GAMBA
Membri: B. NOCERA; M. PANCRAZI
AMMINISTRAZIONE DEL CLUB
Alessandro TOMMASI
Membri: M. GALEAZZI; A. PAOLINI
FONDAZIONE ROTARY
Carlo MONETTI
Membri: A. BARBETTI; A. FEROCI
PUBBLICHE RELAZIONI
Fabrizio PARO VIDOLIN
Membri: M. de CARO; L. DESTEFANO
PROGETTI DI SERVIZIO
Gianfrancesco CASALINI
Membri: E. REVERBERI; I. VALIANI
AZIONE INTERNAZIONALE
Paolo BRAMA
Membri: B. .NOCERA; C. SANTI
INFORMATICA
Rodolfo TORRI
BOLLETTINO
Mario de CARO
Membri: A .MEOSSI; R. TORRI
ISTRUTTORE DEL CLUB
Angiolo FEROCI
numero 233
HANNO PRESIEDUTO IL CLUB
1969 - 1970
1970 - 1971
1971 - 1972
1972 - 1973
1973 - 1974
1974 - 1975
1975 - 1976
1976 - 1977
1977 - 1978
1978 - 1979
1979 - 1980
1980 - 1981
1981 - 1982
1982 - 1983
1983 - 1984
1984 - 1985
1985 - 1986
1986 - 1987
1987 - 1988
1988 - 1989
1989 - 1990
1990 - 1991
1991 - 1992
1992 - 1993
1993 - 1994
1994 - 1995
1995 - 1996
1996 - 1997
1997 - 1998
1998 - 1999
1999 - 2000
2000 - 2001
2001 - 2002
2002 - 2003
2003 - 2004
2004 - 2005
2005 - 2006
2006 - 2007
2007 - 2008
2008 - 2009
2009 - 2010
2010 - 2011
Ennio GRAZIANI
Ennio GRAZIANI
Luigi BINI
Angelo MURZI
Angelo MURZI
Piero SALVUCCI
Piero SALVUCCI
Dino SPANO
Antonio VISTOLI
Andrea BENTIVOGLIO
Franco FABBRI
Mario LABANCA
Gabriele GABELLI
Enzo BASTOGI
Gianfrancesco CASALINI
Renato GIORDANO
Marcello GALEAZZI
Raniero MICHELACCI
Tommaso CERULLI
Gian Luigi ALICICCO
Giuseppe D’ACCIO’
Giuseppe D’ACCIO’
Pierluigi BALLERANO
Gerardo MAIORINO
Fabrizio PARO VIDOLIN
Mario de CARO
Paolo BRAMA
Angiolo FEROCI
Bruno NOCERA
Carlo MONETTI
Raffaele DE LUCA
Alvaro MEOSSI
Paolo BRAMA
Paolo BRAMA
Raniero MICHELACCI
Gianfrancesco CASALINI
Armando ABBATE
Angiolo FEROCI
Claudio SANTI
Marcello PANCRAZI
Luca AGOSTINI
Efisio LUCIGNANI
ROTARY INTERNATIONAL
Service Above Self
Distretto 2070 - Italia
Emilia Romagna – Toscana - Repubblica di San Marino
VINICIO FERRACCI
Governatore 2010 – 2011
Lettera del Governatore n. 5 – novembre 2010
Care Amiche e cari Amici,
il mese di novembre è dedicato dal R.I. alla “Fondazione Rotary”, o meglio, alla
nostra “Fondazione”.
Nel 1917 il Presidente del Rotary International Arch Klumph annunciò ai
delegati convenuti ad Atlanta per il Congresso annuale che “sarebbe stato opportuno
accettare delle donazioni allo scopo di utilizzarle per fare del bene nel mondo”.
Nel 1928, la Fondazione fu ufficialmente costituita al Congresso di Minneapolis,
e, nel 1937, fu varato un primo grande progetto per la raccolta di fondi, ma la vera
svolta epocale avvenne nel 1947 dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Negli ultimi tempi ho ascoltato diverse domande relative agli eventi finanziari che
hanno coinvolto l’economia mondiale e, per forza di cose, negativamente interessando
anche le finanze della Fondazione.
Credo che molte risposte potrete trovarle nell’articolo dedicato alla Fondazione,
compreso nella Rivista Distrettuale, nel quale si possono leggere notizie relative ai
rendimenti ed agli investimenti.
Tali notizie appaiono sostanzialmente positive.
Vorrei ora riflettere insieme a Voi sul fatto che, se è vero che la Fondazione
dipende esclusivamente da donazioni spontanee, è altrettanto vero che nei quattro
requisiti che rendono un Club efficiente, è compreso anche il sostegno alla Fondazione,
intendendosi per sostegno non solo quello finanziario, ma anche la conoscenza e la
partecipazione ai programmi.
Pertanto si può serenamente concludere che noi rotariani, quando accettiamo di
far parte di un Club Rotary, assumiamo anche l’impegno morale di prestare attenzione
alla Fondazione Rotary.
Aggiungo che precise raccomandazioni vengono rivolte anche ai Governatori per
promuovere nei Club l’attenzione alla R.F., nel principio di:
conoscere la Fondazione per saperla usare.
Credo si possa tutti convenire che senza Fondazione avremmo un Rotary
certamente diverso e con minore visibilità nel mondo intero rispetto a quella attuale.
Mi preme ora parlarVi del progetto di Visone Futura, per il quale il nostro
Distretto è stato incluso fra i cento Distretti Pilota nel mondo per una sperimentazione
triennale, il che ha comportato un grande lavoro di informazione, che ha interessato in
modo particolare la Commissione Distrettuale R.F.
A tal fine ricordo i Seminari sulla Fondazione Rotary e Gestione delle
Sovvenzioni (SEFR e SEGS, Pistoia 27 marzo 2010), nonché l’ASDI, il SIPE,
l’Assemblea Distrettuale e le varie riunioni presso i Club, tutt’ora in corso.
A tal fine ringrazio i componenti della Commissione Distrettuale R.F. ed i
Rotariani che hanno partecipato ai vari incontri.
L’obiettivo del Piano di Visione Futura è quello di semplificare le procedure con
l’introduzione di alcune innovazioni:
-
affidare ai Distretti la selezione dei progetti;
delegare la gestione finanziaria delle Sovvenzioni Distrettuali ai Distretti, che
provvederanno a distribuirli ai Club secondo il District Grant;
consentire ai Club di realizzare più velocemente i progetti grazie al contributo
messo a disposizione dalla R.F. con le modalità che precedono.
Nel nostro Distretto la somma messa a disposizione per le Sovvenzioni
Distrettuali è pari a 174.000 USD, che ci auguriamo pervenga quanto prima, essendo
state assolte le richieste avanzate dalla Fondazione relativamente alle Sovvenzioni 20072008 e 2008-2009, il che ha comportato un faticoso lavoro nella struttura distrettuale e
nei Club.
Vi ricordo che gli obiettivi proposti nell’Assemblea Distrettuale di Bologna
prevedono il raggiungimento di una donazione individuale di 100 dollari da destinare al
Fondo Programmi e di allargare la raccolta per la Polio Plus anche con manifestazioni
all’esterno dei Club, il che darebbe grande visibilità al Rotary.
Care Amiche e cari Amici, confidando nella Vostra generosità, Vi porgo cari
saluti e buon Rotary.
Vinicio
Rotary Club Orbetello Costa d’Argento
Distretto 2070
Annata Rotariana 2010 – 2011
Il Presidente
1 novembre 2010
Carissimi,
il mese di ottobre è, in genere il preludio all'inverno e quindi un mese un po'
triste in cui si tirano i remi in barca. Per me, e spero anche per voi, quest'anno è
stato un mese molto piacevole e vissuto. Il primo grande avvenimento è stato
l'Ottobrata fatta al Monte dei Frati Passionisti. Sinceramente con le previsioni
che andavo a consultare tutti i giorni, pensavo ad una giornata avventurosa
perché il meteo aveva dato pioggia tutto il giorno, invece si è rivelata una
piacevolissima manifestazione vuoi per la numerosissima partecipazione sia di
soci che di invitati, vuoi per il pranzo che, a detta di tutti, è stato ottimo, vuoi per
la lotteria che ci ha dato un buon incasso di cui una parte è stata devoluta a due
scolare di Scansano che si trovano in situazioni a dir poco indigenti ma che,
come ci ha detto la Vice Preside nella nostra cena del 29 ottobre, al Cacciatore,
sono più che meritevoli di essere aiutate. La giornata dell’Ottobrata, poi,è stata
allietata da uno grandioso barbecue, gestito da Carlo Monetti; insomma è stato
un piccolo spettacolo che, il sole, coadiuvante, ci ha permesso di seguire fuori,
seduti comodamente.
Il 29 Ottobre, inoltre, si è tenuta la conviviale al Cacciatore. Una serata densa di
avvenimenti, e molto sentita da tutti noi e lo ha dimostrato, ancora una volta, la
vostra partecipazione di cui non finirò mai di ringraziarvi perché, organizzare
eventi con tante persone è la più bella risposta che si può dare ed è la spinta
principale a fare meglio.
In quest’occasione abbiamo avuto l'onore di aver affiliato due soci e cioè Pier
Nicola Muscetta e Gianfranco Francia. Pier Nicola proviene da Rotary di Milano
ed, avendo, fra le altre sue molteplici attività rotariane, aperto tre Rotary Club,
due nel Distretto 2050 ed uno nel Distretto 2040, sicuramente sarà per noi un
validissimo aiuto in ogni senso; Gianfranco è nuovo di questo Club e, vista la
sua emozione, sono sicuro che ce la metterà tutta per aiutarci a raggiungere i
nostri scopi. Grazie a tutti e due e benvenuti! C'è stata poi la consegna di un
contributo alle due ragazze della Scuola di Sorano, somma che è stata
direttamente messa nella mani della Vice Preside del Liceo dr.ssa Rosanna
Cappagli, la quale ci ha molto ringraziato e ci ha promesso che ci terrà informati
sull'andamento scolastico delle due studentesse. Dulcis in fundo, l'intervento
della dr.ssa Lucia Goracci, giornalista e inviata di prima linea in tutte le parti del
mondo dove accadono guerre e catastrofi, ci ha mostrato il suo lavoro dall'altra
parte della barricata e cioè ci ha illustrato le innumerevoli difficoltà e rischi a cui
vanno incontro giornalisti e operatori per poter descrivere al meglio i fatti, a
rischio, talvolta, anche della propria vita. Quando le ho detto che la sua è una
missione e non un lavoro mi ha risposto, con tanta semplicità: “E’ passione! lo
volevo fare da bimba e ci sono riuscita!!". La dr.ssa Goracci è stata ammirata
per la tranquillità e la fermezza con cui commentava delle situazioni di guerra in
Afganistan, a Gaza; come illustrava il terremoto ad Haiti e anche per l'amore con
cui descriveva questa povera gente che deve convivere, spesso, con la morte
dietro la porta. Anche a te, Lucia, un grazie di cuore per la tua partecipazione e,
sperando di vederci ancora quando lo vorrai, ti facciamo tantissimi auguri per il
tuo lavoro.
Ho poi da annunciare una notizia tutta rosa e cioè: il 29 Ottobre è nata Flaminia,
la nipotina di Rodolfo e Vladimira Torri. Invio a tutta la famiglia, a nome del
Club, un grandissimo "AUGURI" e speriamo di vedere al più presto l'ultima
arrivata.
Questo mese non si sarebbe potuto concludere meglio di così. Mi auguro
di proseguire sempre in questo modo e vi ringrazio tutti di cuore.
Efisio
FACCIAMO I NOSTRI PIU’ FERVIDI AUGURI A
Serena Torri e a Filippo Biagi, ai nonni paterni, ai nonni materni,
Rodolfo e Wladimira, al bisnonno paterno, Antonio e alla bisnonna
materna, Ginevra, per la nascita di Flaminia, avvenuta a Grosseto,
sabato 30 ottobre 2010, alle ore 11,42.
Dal “Corriere di Maremma” di sabato 22 ottobre 2010
Riceviamo e pubblichiamo un articolo inviatoci da Pier Nicola Muscetta
3000 anni fa sulla Duna di Feniglia
(Un abitato per la produzione del sale e la lavorazione del pesce)
a cura di Pier Nicola Muscetta
Chi si fosse trovato a passare un giorno di quasi tremila anni fa lungo la costa alle spalle
di Orbetello, avrebbe notato un paesaggio molto diverso da quello attuale: lagune costiere
più estese, il tombolo di Giannella non ancora formato, rari villaggi in un territorio quasi
deserto. Gli abitanti che nei secoli precedenti avevano occupato la zona tra Talamone, le rive
lagunari dell’Argentario, a Punta degli Stretti e quelle costiere fino alle foci del Chiarone e
del Fiora, intorno al 1000 a.C. avevano abbandonato le loro sedi e si erano trasferiti sul
pianoro di Vulci, dove stava nascendo la futura grande città etrusca.
Non molto dopo, alla fine dell’VIII sec. a.C., sarebbero sorte Orbetello e Talamone.
Tuttavia il tombolo di Feniglia era già completamente formato, dall’attacco di
Ansedonia a quello dell’Argentario e due villaggi erano collocati alle due estremità: uno in
località Poggio Pertuso, attualmente sepolto sotto una spessa coltre di sabbia e quindi
difficilmente indagabile, l’altro dalla parte opposta, verso Ansedonia, in corso di scavo, che
abbiamo denominato “Duna Feniglia”.
Il sito datato ai secoli IX-VII a.C, è stato rinvenuto a seguito di una accurata
ricognizione; lo scavo iniziato nell’anno 2001, è tuttora in corso. I risultati permettono di
inserirlo in una serie di insediamenti costieri noti lungo la fascia tirrenica dalla zona di
Civitavecchia a quella di Populonia, dediti allo sfruttamento delle risorse marine, quali la
pesca e la conservazione dei prodotti ittici e/o l’estrazione e la lavorazione del sale.
Allo stato attuale delle ricerche il sito sembra finalizzato alla produzione del sale,
ottenuto per ebollizione in recipienti probabilmente prodotti sul posto. I vasi venivano poi
frantumati per estrarne il pane di sale così ottenuto e i frammenti gettati nella fossa di scarico
adiacente all’insediamento.
A Duna Feniglia le indagini hanno infatti
portato in luce quattro vasche in argilla cotta
(fig. 1) una delle quali in stato molto lacunoso,
caratterizzate da pianta ellittica (130 x 80 cm
circa), conservate per un’altezza massima di 1015 cm comunicanti tra loro. In quelle meglio
conservate si riconoscono pareti verticali, dello
spessore variabile da 6 a 10 cm, fondo in genere
piano, leggermente inclinato in quella più
meridionale o fortemente inclinato in senso EW
nelle altre due. La presenza sulle pareti e sul
fondo di tutte le strutture (anche di quella meno
conservata) di sottilissimi strati di calcare biancastro indica che al loro interno doveva trovarsi
o passare dell’acqua. E’ possibile si tratti di vasche per la decantazione dell’argilla con la
quale dovevano essere prodotte le grandi quantità di vasellame usate nelle attività svolte nel
sito.
Una struttura muraria in pietre a secco sembra
potersi interpretare come protezione di una fornace di
forma approssimativamente rettangolare (fig. 2), sui cui
margini e all’interno si trovano grosse pietre a forma di
rudimentali pilastrini; la loro funzione doveva essere
quella di sostenere un piano su cui appoggiare i vasi da cuocere, oppure le olle ricolme di
acqua marina per ricavarne il sale per ebollizione: il fuoco di legna veniva acceso tra i
pilastrini
Infine una grande fossa di dimensioni considerevoli (7,5 x 6 x 1,5 m) era riempita da un
consistente accumulo di materiali ceramici frammentari, frutto della rottura delle olle per
estrarne i pani di sale (fig. 3)
Nelle campagne 2009 e 2010 un
approfondimento dello scavo, nell’area
adiacente alle vasche, ha permesso di
individuare e portare in luce una nuova
capanna circolare con base infossata
(fig.4), sottostante alle strutture precedenti e
quindi più antica, individuata da un muretto
perimetrale realizzato con pietre a secco non
sbozzate, che si appoggia su uno strato di
argilla cotta, che isola il fondo
dell’abitazione. Il relativo piano di calpestio,
esplorato solo parzialmente, ha restituito,
raggruppati nello stesso punto, tre fusaiole di impasto e un vago di collana in pasta vitrea
(N.d.R. dopo aver chiesto lumi all’autore: trattasi dell’elemento di una collana, una “perla”,
ma fatta di vetro non soffiato) oltre ad altri numerosi frammenti ceramici.
Allo stato attuale l’interpretazione più convincente è che Duna Feniglia sia un villaggio
produttivo dipendente da Vulci, i cui abitanti avevano bisogno di alimenti a base di pesce per
integrare la loro dieta e di sale per la conservazione dei cibi e impedirne il deterioramento.
Il proseguimento delle ricerche (che potrebbero estendersi anche all’altro capo della
Feniglia, nella zona di Cala Galera, dove è stato localizzato un altro importante insediamento
preistorico, purtroppo sepolto sotto un notevole ammasso sabbioso) è messo in discussione
ogni anno, data la cronica carenza di finanziamenti, acuitasi in questi ultimi periodi. Il Centro
Studio che fa capo alla Prof..ssa Negroni confida che lo scavo possa continuare anche il
prossimo anno, e negli anni a venire secondo un programmato piano poliennale di ricerca,
grazie all’aiuto di Istituzioni ed Enti del territorio, in modo particolare del Comune di
Orbetello, e soprattutto del Rotary Club di Orbetello, di cui numerosi rappresentanti ogni
anno vengono a visitare gli scavi (fig. 5) unitamente a molti appassionati locali che
desiderano conoscere la loro storia più antica.
Curriculum della Prof.ssa Nuccia Negroni
Nuccia Catacchio Negroni (consorte del Prof.Ercole Negroni, docente all’Accademia di
Brera e Past-Presidente del RC Milano Porta Venezia) insegna attualmente Metodologia e
tecniche dello scavo archeologico alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano,
presso la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, e ha tenuto per
molti anni lo stesso corso all’Università degli Studi di Milano. Ha insegnato inoltre
“Preistoria e Protostoria” all’Università di Vercelli.
Ha diretto molti scavi, sia in Italia Settentrionale che in Etruria (bassa Toscana e alto Lazio):
tra i più importanti l’abitato protoetrusco di Sorgenti della Nova (VT) (circa 1000 a.C.), meta
di una visita guidata organizzata (settembre 2009) per i Rotary Club di Pitigliano, Orbetello
e Ducato di Castro – Lago di Bolsena, e inoltre la necropoli di Roccia (VT), con tombe a
camera (1600 a.C.) di recente scoperta.
In Toscana gli scavi più importanti riguardano un quartiere della antica città di Sovana,
(situato dietro la Cattedrale) in cui sono stati riportati in luce i successivi abitati, dalla fase
protostorica (circa 1000 a.C.) fino all’età tardo etrusca e romana, un’area poi abbandonata
e occupata da una necropoli alto medievale.
Più recente, e tuttora in corso, è la scavo di Duna Feniglia, iniziato nel 2001 di cui
all’articolo sopra riportato.
Un altro argomento di studi riguarda l’uso dell’ambra nell’antichità, una sostanza allora, e
ancora, molto amata, con cui si facevano gioielli per le ricche dame etrusche e romane e
oggetti di prestigio per i principi etruschi. Nuccia Negroni è la rappresentante dell’Italia nel
Comitato internazionale per lo studio dell’ambra nell’Antichità.
La comunicazione dei risultati è affidata a numerose conferenze e ai Convegni biennali
“Preistoria e Protostoria in Etruria”, giunti ormai alla 10a edizione e di cui sono stati
pubblicati tutti gli Atti.
Nuccia Negroni ha al suo attivo più di 200 pubblicazioni scientifiche, molte anche in riviste
internazionali.
Nel 1993 ha fondato il Centro Studi di Preistoria e Archeologia ( poi trasformato in Onlus),
che ha come scopo quello di formare giovani ricercatori e di assisterli fino a che non trovano
una collocazione definitiva.
La loro gestione e quella di tutta l’attività di ricerca del Centro Studi è coordinata dal Prof.
Massimo Cardosa, titolare del corso di Valorizzazione dei Beni Archeologici presso
l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, la cui famiglia è originaria di Orbetello.
Lo scavo di Duna Feniglia è diretto sul campo dal Dott. Fabio Rossi, di Capalbio,
attualmente direttore del Museo di Preistoria di Valentano (VT).
CONVIVIALE DEL 1/X/2010 - RISTORANTE “IL CACCIATORE”
Erano presenti i soci:
Luca Agostini, Simone Aldi, Paolo Brama, Mario de Caro, Raffaele De Luca,
Fabrizio Fabbri, Vittorio Fidati, Marcello Galeazzi, Enzo La Gamba, Efisio
Lucignani, Alvaro Meossi, Carlo Monetti, Marcello Pancrazi, Antonio Paolini,
Fabrizio Paro Vidolin, Claudio Santi, Alessandro Tommasi, Rodolfo Torri,
Igino Valiani.
Prima della conviviale c’è stata la riunione del consiglio Direttivo nel
corso della quale si sono affrontati diversi temi. Il Presidente ha comunicato
subito ai consiglieri, che il nostro Governatore Vinicio Ferracci, ha inviato una
lettera con la quale chiede a tutti i club del Distretto, di segnalare,
perentoriamente, tra tutti i soci, un probabile candidato a Governatore del
Distretto per l’anno 2013/2014. I consiglieri, ad esclusione di Paolo Brama
presente, hanno concordato sulla presentazione della candidatura del nostro
Prefetto che non ha opposto obiezioni e che quindi ha dato, implicitamente, il
suo assenso all’eventuale impegnativo mandato. Ovviamente i motivi della
scelta sono chiari: “E’ giovane; è di belle speranze; è in grado di assumere un
incarico dirigenziale anche gravoso; ha fatto e continua a fare la sua gavetta; è
stato Presidente del Club per tre annate, ha ricevuto tre P.H. dal nostro Club ed
uno dal Club francese di Hyeres Les Palmiers; è responsabile, da diversi anni,
della Commissione dell’Azione Internazionale ed ha una moglie francese che
non guasta in un contesto di un eventuale incarico dirigenziale distrettuale dove i
contatti internazionali sono all’ordine del giorno”. Insomma Paolo Brama, per
alzata di mano dei consiglieri, è sembrato la persona adatta a sostenere la
candidatura della più importante carica distrettuale, per cui il Presidente Efisio
Lucignani gli ha consegnato il consistente formulario che deve essere compilato
dal candidato e consegnato quanto prima al Distretto. Auguri al nostro Prefetto!
Dopo quest’inizio pirotecnico, s’è passati, agli argomenti all’ordine del
giorno che sono stati i seguenti:
• Bilancio anno 2009/2010;
• Autorizzazione addebito in conto delle quote trimestrali;
• Entrata nuovi soci;
• Richiesta contributo della prof.ssa Negroni per gli scavi in Feniglia;
• Ultimo libro di Alvaro. Scelta coordinatore;
• Varie ed eventuali.
In merito al primo punto, il Tesoriere Sandro Tommasi ha illustrato i princìpi
base della compilazione del bilancio consuntivo 2009/2010, e ha osservato che il
documento contabile riferito alla Presidenza Agostini, ha avuto dei saldi
consistenti a causa della considerevole cifra, di circa 73.000 euro, transitata in
conto per l’incasso della lotteria “Vinci con noi”. Inoltre si è deciso che, per
l’avvenire, in caso di gite all’estero, i soci e i partecipanti in genere, verseranno
le quote di pertinenza, direttamente alle agenzie che organizzeranno i viaggi,
senza che queste somme vengano accreditate e poi riaddebitate al Club, poiché
tali cifre non costituiscono delle vere e proprie entrate ed uscite.
Per il secondo punto, Sandro Tommasi ha ribadito la necessità che tutti i soci
autorizzino l’addebito in conto delle quote trimestrali. Ciò per impedire che si
debbano fare continui solleciti e che, per incuria, i piccoli debiti in sospeso
debbano essere riportati a nuovo nel bilancio dell’anno seguente. Il Presidente
invierà, ai soci che non hanno ancora autorizzato l’addebito in conto, un e-mail
con la quale chiederà l’invio del codice bancario IBAN.
Il terzo punto ha riguardato l’incremento dell’organico tramite l’ingresso di
nuovi soci, per i quali saranno spedite le relative lettere di comunicazione ai
soci.
Per quanto riguarda la richiesta di un contributo pecuniario, avanzataci dalla
prof.ssa Giuseppina Negroni Batacchio, Direttrice degli Scavi in corso alla
“Duna Feniglia”, il Consiglio ha deliberato l’erogazione dell’importo di € 500
“una tantum”.
In merito alla questione della vendita dell’ultimo libro di Alvaro: “Il pozzo di
Moma”, e della scelta di un coordinatore che accentri la gestione della vendita, il
Consiglio ha dato mandato a Luca Agostini di gestire lui la faccenda, visto che è
stato anche colui che s’è impegnato di più per riuscire a far pubblicare il volume
entro la sua annata presidenziale.
Tra le “varie ed eventuali”, Marcello Pancrazi è stato delegato a mandare
avanti un progetto più volte preso in esame dal nostro club e poi arenatosi
sempre, e cioè quello di interessarsi per un piano che preveda ”l’abbattimento
delle barriere architettoniche per accedere al Duomo”. Poi, Paolo Brama ha
relazionato i consiglieri sul consistente lavoro fatto per organizzare la gita in
Turchia, ad Istanbul per i giorni dal 5 all’8 dicembre 2010. Ad oggi i
partecipanti del nostro club sono 45. Infine il Prefetto ha dato delle disposizioni
in merito all’organizzazione della prossima ottobrata che si terrà, presso il
Convento dei Frati Passionisti, domenica 10 corrente. Per ultimo, Paolo Brama
ha citato il caso di una famiglia albanese che ha avuto una serie di gravi
problematiche culminate con la morte della madre (a circa 40 anni) in un
incidente d’auto. Sono rimasti in Italia il padre, che fa il muratore, e due figlie
che studiano e lavorano. Di questa situazione è a conoscenza anche il club di
Pitigliano-Sorano-Manciano, perché la famiglia gravita nella loro zona di
competenza. Paolo, ha proposto di coordinare un’azione col nostro club
figlioccio per cercare di dare un’assistenza che permetta almeno di far
continuare la scuola in Italia alle due ragazze, altrimenti esse saranno costrette
ad abbandonare gli studi.
Terminato il Consiglio Direttivo, è iniziata la conviviale, mentre il saluto di
bentornato del Presidente Efisio è andato subito ad Alvaro che è ritornato tra
noi.
La cena è proseguita con la trattazione di argomenti vari.
Mario de Caro
OTTOBRATA DEL 10/X/2010 - CONVENTO DEI PASSIONISTI
Il nostro incontro annuale ottobrino, ha visto anche stavolta una folta
presenza di rotariani, parenti ed amici. Complessivamente saremmo stati circa 140.
La riunione è iniziata con la celebrazione, alle 11, della Santa Messa, in
memoria dei defunti dei rotariani. La piccola cappella del convento, conteneva, a
stento, la folta presenza degli orbetellani e degli ospiti “stranieri”, tra i quali una
nutrita schiera di soci del nostro Club figlioccio di Pitigliano-Sovana-Manciano.
Terminata la funzione religiosa, sono iniziati, nella piazzetta antistante la
chiesa, i capannelli di conoscenti che si incontravano e si salutavano, in un clima
atmosferico particolarmente rigido che si andava, man mano, sciogliendo in
presenza del calore affettivo che promanava, palesemente, dal piacere di ritrovarsi.
Poi, procedendo per gruppi, siamo scesi verso il prato antistante la cucina e la sala
mensa, accolti dal Prefetto Paolo Brama e dal Tesoriere Sandro Tommasi, che
ottemperavano al noioso ma essenziale incarico di raccogliere la “modesta”
mercede pecuniaria che dava diritto alla partecipazione all’evento. Il Prefetto e
molti soci addetti alla cucina, sfoggiavano eleganti grembiuli da chef, con emblema
rotariano, che abbiamo saputo erano stati donati loro dai consoci di Hyères,
nell’ultima gita che il nostro Club ha fatto in Sardegna con i francesi. Ricordiamo e
ringraziamo, subito, gli addetti alla cucina che lavoravano in sordina e s’erano dati
tanto da fare anche per l’acquisto delle derrate nei giorni precedenti. Tra tutti un
ringraziamento particolare va all’ormai famosa cugina di Efisio, Elena, all’amica
Maria (coadiuvate dai rispettivi mariti) e alla coordinatrice generale Carla
Lucignani, i quali non hanno mai messo la testa fuori dalla cucina, anche (e
soprattutto) durante il pranzo, ma che abbiamo potuto, fugacemente, veder
comparire sulla soglia della mensa, a fine pranzo, solo quando sono stati chiamati
“a furore di popolo” per ricevere il meritato applauso di riconoscimento del loro
impegno e bravura. Encomio solenne va al Prefetto Paolo Brama per la conduzione
generale dell’ottobrata, coadiuvato ovviamente dalla consorte Dominique, e a
Maria e Carlo Monetti, che non solo s’è preso la responsabilità di comprare tutto
quanto potesse occorrere per il barbecue, ma s’è impegnato nel gestire la cottura
alla griglia (cosa, che sappiamo, lo appaga in maniera indescrivibile, così come lo
stimola tutto ciò che ha a che fare con i fuochi, compresi quelli d’artificio). Carlo
ha avuto comunque due validissimi collaboratori, Claudio Santi e, in appoggio,
Fabrizio Fabbri (Ah! nei giorni seguenti, Claudio c’ha confidato, testualmente:
“Non so quanta energia abbia Carlo Monetti, ma io, il giorno dopo l’ottobrata, ho
dovuto farmi fare una puntura antidolorifica da mio figlio, perché non riuscivo a
salire neanche in macchina”). Ma torniamo a noi, e proseguiamo nella descrizione
del meeting. Man mano che gli ospiti arrivavano, dopo aver adempiuto al
pagamento dell’obolo, si recavano sul prato che, lentamente, il sole cominciava a
riscaldare; e qui, intorno agli ampi tavoli per l’aperitivo, hanno contribuito a
infervorare “gli animi”, gli stuzzichini e le bevande alcoliche. Così, dopo un po’, il
freddo non si sentiva più e tutti hanno cominciato ad essere briosamente allegri e
felici, soprattutto il sottoscritto che, in più, era allietato dalla presenza del figlio
Davide (che ha incontrato anche la prof.ssa di lettere del liceo, Annabella De
Carolis) e della nuora Letizia, che si spupazzavano l’infante Cecilia (dieci mesi il 9
ottobre), la quale a suo modo partecipava all’allegria generale, con alludenti
sorrisini e gioiosi gridolini, ogni volta che qualcuno le dava retta o attirava la sua
attenzione.
Dopo l’aperitivo e i piacevoli colloqui nel prato, siamo passati alla sala
mensa, apparecchiata mirabilmente dalle consorti, sotto il coordinamento del
Prefetto che ha stilato anche l’elenco dei commensali per ciascun tavolo. Il menù è
stato il seguente: Antipasti: salame, soppressata, salsicce di cinghiale, capocollo
e formaggi; Primi piatti: pappardelle al cinghiale, penne con funghi e salsicce;
Secondi piatti: grigliata mista di salsiccia, ammazzafegati, rosticciana,
bistecchine; Contorno: fagioli; Vini: rosso e bianco.
cantuccini e vin santo; caffè e liquori.
Dolci delle signore;
Ricordiamo che la spesa per il pranzo (ad eccezione delle carni per la griglia,
acquistate da Carlo Monetti) e la preparazione dei piatti è stata gestita da Carla
Lucignani, la cugina di Efisio, Elena, con l’amica Maria (e rispettivi mariti),
Fiorenza Santi, Dominique Brama, Claudio Santi e Paolo Brama. Hanno servito ai
tavoli: Fiorenza Santi, Dominique Brama, Paolo Brama, Elena e Maria. Infine,
dopo i bagordi, si sono dedicate alla pulizia della cucina: Elena, Maria, Fiorenza,
Italia, Carla e Giovanna Tommasi.
Dopo il pranzo, sono passati tra i tavoli, per vendere i biglietti, di una
lotteria: Patrizia Fabbri, Katia Paolini, Nadia Brama, Anna Casalini, Luigi
Destefano ed Enzo La Gamba. Il ricavato della vendita dei biglietti, che è stato di €
1.250 circa, sarà dato a due ragazze albanesi, rimaste senza madre, per permettere
loro di proseguire gli studi in Italia. Il caso di queste ragazzine fu portato all’esame
del Consiglio, da Paolo Brama, nell’ultima riunione del 1/X/2010. I premi in palio
erano costituiti da generi alimentari quali prosciutti, salumi, caciotte, etc., ad
eccezione di due piante enormi e bellissime offerte da Luca Agostini che purtroppo
era assente per altri impegni. L’estrazione dei numeri vincenti, come al solito, è
stata delegata a Bruno Nocera che ormai è diventato un esperto e che, circondato da
un nugolo di ragazzini (perché come prescrive la tradizione partenopea
dell’estrazione del lotto, le mani di coloro che pescano i numeri devono appartenere
a bambini innocenti), si aggirava tra i tavoli per verificare la giusta identità dei
vincitori. Lo show di Bruno è sempre molto coinvolgente ed ha contribuito a
rallegrare ancor più l’atmosfera, se mai ce ne fosse stato bisogno.
Poi, tutti fuori sul prato, per degustare i dolci (preparati amorevolmente e
con buon gusto dalle consorti, che ringraziamo affettuosamente) e annaffiarli con le
bibite, i superalcolici e gli spumanti, posizionati, sui tavoli all’aperto, sui quali,
all’inizio, erano adagiati gli stuzzichini e gli aperitivi. E mentre il sole rinforzava il
tepore, abbiamo assistito al simpaticissimo spettacolo di un personaggio napoletano
da noi già conosciuto ed invitato da Bruno Nocera. Lo showman si chiama
Arcangelo Pastore ed ha messo in atto il suo nutrito repertorio di monologhi comici
con predominanza di sketch in cui imita il grande Massimo Troisi a cui assomiglia
fisicamente e di cui ricalca la mimica e la voce in maniera impressionante.
Terminato l’applaudito spettacolo, i convenuti si sono intrattenuti ancora per
molto tempo in piacevoli conversazioni, mentre continuavano a degustare dolci, a
bere e a scambiarsi indirizzi ed e-mail tra amici di nuova data. Abbiamo rivisto il
gruppo di rotariani di Pitigliano che avevamo incontrati ultimamente a Sovana per
l’Interclub del 12 settembre scorso; tra essi citiamo il Presidente in carica Carmine
Piunno, il Past President Leo Brugi e consorte e il Past President Antonio Sovani e
consorte. Infine c’ha fatto molto piacere rivedere di nuovo il socio del Club nr. 6 di
New York, con consorte (che avevamo conosciuti proprio a Sovana): Giovanni e
Rita Cicero. I due nuovi amici hanno accettato, volentieri, il nostro invito
all’ottobrata ed hanno avuto modo di stringere legami e familiarizzare con molti
altri soci del nostro club, tant’è che, in sede di commiato, una frase del socio
newyorchese, c’ha particolarmente colpito: “Posso dirvi che io sono nel Rotary
dall’86 e ne ho visti di Club: in Europa, nei Caraibi, in Canada, in Sud America; ma
questa giornata passata con voi è stata, in assoluto, la più piacevole e gratificante
delle mie giornate rotariane”. Ringraziamo di cuore Giovanni e Rita per questo loro
attestato di simpatia ed empatia, ma poiché, anche Gabriella Sovani, nel salutarci ci
ha detto: “Siete eccezionali, per come fate le conviviali! A me le vostre riunioni
piacciono tanto!”, ci va di pensare che oltre ad essere il nostro, un Club “100%
PHF”, potrà, forse, fregiarsi anche del riconoscimento di “100% simpatia”. Non vi
pare? Ah! Giovanni Cicero, che ci aveva riferito della identificabilità, per numero,
di tutti i Club rotariani, ha fatto la ricerca per noi e ci fa sapere che il nostro Club ha
il numero progressivo 12359; il che vuol dire che, nel 1969, anno della sua nascita,
il nostro sodalizio era il dodicimilatrecentocinquantanovesimo, dopo il primo,
sorto a Chicago nel 1905, ad opera di Paul Harris. Vi giro l’informazione.
Mario de Caro
Al termine del pranzo e dopo i dolci, abbiamo appreso che Fiorenza e Claudio Santi, quel giorno,
compivano 34 anni di matrimonio, per cui abbiamo brindato alla loro salute col Vinsanto e i
cantuccini di Prato offerti dalla simpaticissima coppia che il nostro attento fotoreporter, Vittorio
Fidati, ha voluto immortalare in un tenero atteggiamento. Vi proponiamo, le due istantanee.
CONVIVIALE DEL 29/X/2010 – RISTORANTE “IL
CACCIATORE”
Erano presenti i soci:
Luca Agostini con Roberta e Benedetta, Simone Aldi con Francesca, Italia
Baldi, Angelo Barbetti con Rossana, Dominique Brama, Gianfrancesco Casalini
con Anna, Riccardo Clemente con Silvia, Roberto Collantoni con Luciana;
Mario de Caro, Raffaele De Luca con Giovanna, Luigi Destefano con Cristina,
Fabrizio Fabbri con Patrizia, Angiolo Feroci con Gabriella, Vittorio Fidati con
Anna, Marcello Galeazzi con Alda, Efisio Lucignani con Carla, Alvaro Meossi,
Raniero Michelacci con Fernanda, Bruno Nocera con Serenella, Antonio Paolini
con Katia, Fabrizio Paro Vidolin con Luciana, Fabrizio Pianelli con Luisa, Ezio
Reverberi, Claudio Santi, Alessandro Tommasi, Igino Valiani con Gigliola.
Hanno partecipato gli ospiti:
la relatrice della serata, dr.ssa Lucia Goracci, con i genitori Lamberto e Rosanna
e i fratelli Cecilia e Stefano; il neosocio (a tutti gli effetti) Gianfranco Francia e
il neosocio del nostro club (ma veterano per militanza rotariana) Pier Nicola
Muscetta, con consorte Ica; il consocio del Club di New York nr. 6, Giovanni
Cicero con consorte Rita, la Vice Preside del Liceo Linguistico di Sorano,
prof.ssa Rossana Cappagli con le due studentesse albanesi Kadrie e Franzuela
Saliami; il dr. Francesco Spano, nipote di Ennio Graziani.
Conviviale ricca, per la molteplicità degli eventi succedutisi, di cui
faremo, per quanto possibile, una sintetica ricapitolazione.
Dopo aver suonata la campana, ed invitato i presenti all’ascolto degli inni
rotariani, il presidente Efisio Lucignani ha illustrato la scaletta della serata ed ha
passato il microfono ad Angiolo Feroci (che questa sera funge da Prefetto perché
Paolo Brama è impegnato in Albania) il quale ha elencato e salutato gli ospiti
della conviviale. Il Presidente Efisio, poi, ha fatto consegnare alle due ragazze
albanesi Kadrie e Franzuela, accompagnate dalla prof.ssa Cappagli, Vice Preside
della Scuola che le ospita, la somma di 1.250 euro, raccolta dal nostro club, con
una lotteria, durante l’ultima ottobrata del 10 scorso. Le due giovani, purtroppo,
hanno perso la madre, in un incidente d’auto, qualche mese fa e rischiano di
dover abbandonare la scuola in Italia, se non si provvede con qualche
sovvenzione, almeno per permettere loro di acquistare i libri di testo. Il nostro
Club, in accordo anche col club di Pitigliano-Sorano-Manciano ha in
programma una serie di iniziative per sopperire a questa bisogna. La prof.ssa
Cappagli ci ha ringraziato ed ha precisato che le due studentesse meritano
davvero di essere appoggiate perché sono due bravissime ragazze.
Si è passati poi alla presentazione dei due soci che, da stasera, entrano
ufficialmente nel nostro Club.
Il Presidente Incoming, Vittorio Fidati, ha presentato Pier Nicola Muscetta
(il cui lunghissimo curriculum, per motivi di spazio, siamo costretti a tagliare
drasticamente):
“Ho conosciuto Pier Nicola il 30 giugno del 2006, nella conviviale in cui sono
entrato nel nostro Club. …. Pier Nicola è nato a Bari, ma nelle sue vene
scorre buon sangue dell’Argentario ….. la mamma infatti apparteneva alla
famiglia Meschini, una delle più antiche del territorio. E’ sposato con Ica da
oltre vent’anni … non hanno figli ... ma in compenso hanno una cinquantina
di nipoti e pronipoti. … Si è laureato in chimica industriale a Roma, dove era
già stato Direttore del Centro Ricerche di una nota azienda romana
specializzata nel trattamento delle acque. … Nei primi anni ’70 si trasferisce
a Milano e a 35 anni è già dirigente. … per vent’anni è direttore dei Servizi
Ambientali dei principali gruppi petrolchimici nazionali: SIR-RUMIANCA ed
ENICHEM. … Negli anni 90 è attratto da un’industria emergente: quella del
recupero di materiali ed energia dai rifiuti. … Diviene Amministratore
Delegato di un’importante azienda milanese di servizi ambientali ed è
l’artefice della nascita di uno dei principali poli per il recupero del Poliestere,
del Polietilene e del PVC dai contenitori di plastica derivati dalla raccolta
differenziata. Terminata la parentesi ultratrentennale milanese, Pier Nicola,
che vive tra Ravenna, Roma e l’Argentario, decide di dedicarsi a ritmi di
lavoro e di vita più tranquilli ed oltre a consulenze nel settore ambientale, si
dedica allo studio dei fenomeni chimici che presiedono la preparazione e la
cottura degli alimenti. …. Divenuto, poi, anche sommelier di 3° livello,
estende i suoi studi al vino e al suo impegno in cucina.
Parliamo, ora, di Pier Nicola rotariano: Pier Nicola è semplicemente un
grande rotariano. Ammesso nel Rotary nel 1991, tra il ’92 e il ’95 è socio
fondatore di ben tre Rotary Club, due nel Distretto 2050 ed uno nel Distretto
2040: quest’ultimo è il R.C. Milano Porta Venezia, del quale è stato Presidente
nell’anno 2004-2005 e del quale è attualmente Socio Onorario. Ad oggi è
insignito di 6 Paul Harris Fellow. Ha la Citazione Presidenziale del Presidente
del R.I., un Attestato del Consiglio Centrale del R.I. e due Attestati del
Presidente della Rotary Foundation ... infatti il Club di Milano Porta Venezia,
durante la sua Presidenza, ha raggiunto, nel Distretto 2040, il 1° posto nella
contribuzione, sia come Club, sia come media pro capite fra i singoli soci. Pier
Nicola, nei suoi primi 20 anni di Rotary ha dimostrato il suo forte spirito
organizzativo ed il suo convinto impegno rotariano e sono certo che trasferirà
queste sue preziose doti nel nostro Club che con il suo ingresso avrà un sicuro
arricchimento. Benvenuto Pier Nicola!”
Pier Nicola Muscetta, al quale ovviamente non è stato dato il distintivo,
perché già lo possiede da sé, ha ringraziato Vittorio per l’affettuosa
presentazione ed ha ricordato che egli ha avuto modo di conoscere per la prima
volta il nostro Club nel marzo del 2005 quando portò il suo Club di Milano –
Porta Venezia, che egli allora dirigeva, ad incontrarsi con noi. La prima persona
che i soci milanesi incontrarono scendendo da pullman, fu Fabrizio Paro Vidolin
con ben evidente sulla giacca un enorme scudetto di Prefetto; infatti Fabrizio era
il Prefetto di Gianfrancesco Casalini che nel 2004-2005 dirigeva per la seconda
volta il nostro Club. Pier Nicola ha riferito che non conosceva di persona
Gianfrancesco, perché si erano scambiati solamente messaggi on line, sms e
telefonate per organizzare l’Interclub, poi hanno avuto modo di fare conoscenza
ed amicizia e Pier Nicola ha ricordato i meriti di Gianfrancesco Casalini per la
sua militanza di trentotto anni nel Rotary ed anche per il suo ultimo lavoro del
libro del quarantennale. Pier Nicola, quindi frequenta il nostro club da cinque
anni e partecipa alle nostre conviviali, lui ed Ica, ogni volta che vengono in
zona. Ha assistito a molte conviviali importanti del nostro Club ed ha conosciuto
molti soci, tra i quali ha ricordato anche la simpatia del compianto Romano
Emiliani. “Insomma - ha concluso Pier Nicola – credo di aver fatto un buon
tirocinio per essere ammesso nel nostro Club. Io adesso sono qui con voi, sono
vostro consocio e mi dedicherò a fare Rotary con voi, soprattutto in quei
programmi di Service nei quali dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi. Io
ci metterò il mio entusiasmo, la mia energia e penso che insieme non ci
annoieremo di certo”.
Poi c’è stata la presentazione di Gianfranco Francia da parte di Fabrizio
Fabbri:
“Gianfranco Francia è nato il 25 marzo del 1961 ad Orbetello. Risiede ad
Orbetello in via Palestro 16. E’ figlio unico. Il padre è deceduto nel 1997, la
madre ha 71 anni. Convive con Irene Costantini con la quale ha un figlio,
Gianluca, di sei anni che frequenta la prima elementare e che al momento,
presenta qualche problema di salute, ma ci penserà la mamma, che perciò non
ha potuto partecipare alla conviviale. Gianfranco ha studiato agraria a
Grosseto e s’è diplomato nel 1980. Ha fatto una breve esperienza
all’Università di Firenze nella Facoltà di Agraria. Nel 1982 presta il servizio
militare a Torino presso il Settimo Reggimento Artiglieria di Campagna
“Adria” ed è congedato con il grado di sergente. Nel 1984 inizia a lavorare nel
settore assicurativo con la stessa Compagnia con la quale lavora attualmente,
la Reale Mutua Assicurazioni, come collaboratore nell’Agenzia di Grosseto. Si
iscrive nuovamente all’Università, alla Facoltà di Giurisprudenza di Siena,
ma non è facile conciliare il lavoro con lo studio, perciò decide di buttarsi a
capofitto nel lavoro. Nel 1987 è nominato subagente su tutta la provincia e gli
viene assegnato un portafoglio che dovrà sviluppare. Nei cinque anni
successivi, si organizza e in breve tempo riesce a dare risultati molto
soddisfacenti, rendendo molto visibile il marchio rappresentato. Nel gennaio
del ’93, diventa titolare dell’Agenzia di Grosseto in società col dr. Nicosia con
rappresentanza a Follonica ed Orbetello. Nel giugno del 2000, supera l’esame
di promotore finanziario e comincia ad operare con la Banca Reale, banca del
gruppo Reale Mutua. Dall’aprile del 2004, gli viene affidata anche l’Agenzia
di Piombino con sportello anche a Venturina e il suo lavoro prosegue con
soddisfazione. Benvenuto Gianfranco!”
Gianfranco, dopo aver ricevuto il distintivo dal Presidente, ha rivolto un
ringraziamento, prima a tutti i soci del Club che hanno permesso il suo ingresso
nel nostro sodalizio, poi un ringraziamento particolare a Fabrizio Paro Vidolin
che ha conosciuto una ventina d’anni fa, e che è stato il primo a dargli la
possibilità di entrare in contatto con il nostro Club. Un ringraziamento
particolare anche al Presidente dell’anno scorso Luca Agostini, “che è un grande
amico e che s’è adoperato molto per farlo entrare a far parte della famiglia
rotariana”. Il terzo ringraziamento Gianfranco l’ha rivolto a Fabrizio Fabbri,
che, pur essendo un collega di lavoro, ma di un’altra Compagnia, quindi un
concorrente, ha ritenuto opportuno, fare proprio lui la presentazione per la sua
ammissione.
A questo punto è potuta iniziare la cena, che s’è protratta ben oltre i tempi
pronosticati, per cui solamente intorno alle 23, la giornalista Lucia Goracci,
dopo essere stata presentata da Italia Baldi La Banca, ha potuto prendere la
parola.
Vi riportiamo il suo curriculum, illustrato da Italia:
“Lucia Goracci, nasce ad Orbetello il 16 marzo 1969. Si laurea con 110 e lode
alla Luiss. Collabora con La Nazione di Firenze.
Nel 1992 ottiene una borsa di studio del Ministero degli affari Esteri per un
anno di studi sul Medio Oriente alla Hebrew University di Gerusalemme e una
scholarship della Commissione Scambi Culturali Italia - Stati Uniti, per un
anno di studi al dipartimento di Relazioni Internazionali della Boston
University, a Boston. Contemporaneamente supera il concorso pubblico della
Rai per un posto da praticante giornalista e sceglie quest’ultimo.
Dell’esperienza di ricerca all’Università le rimangono diverse pubblicazioni in
riviste di Relazioni Internazionali e un Manuale della Politica Estera Italiana,
Laterza 1995.
Prima destinazione di lavoro in Rai Tgr Sicilia (1995-99);
1999 RaiNews24, come conduttrice;
2003 TG3, prima in cronaca, poi agli esteri, dove diventa inviata. Sempre per
il Tg3, viaggia in: Africa (Angola, Repubblica Centrafricana, Zambia,
Rwanda, Niger, Sudafrica), Francia (crisi della banlieu 2005, elezioni
presidenziali 2007) e resto d’Europa e, ancora: Siria. Iraq, Afganistan,
Libano, Israele e territori palestinesi, Iran, Stati Uniti, India Spagna, Georgia,
Romania, Haiti, ecc. ecc. Dalla primavera del 2007 conduce il Tg3 della notte.
Conosce: l’inglese, il francese, lo spagnolo e, per una conversazione di base,
l’arabo.”
La brava, professionale e preparata giornalista Lucia Goracci, ci ha
intrattenuti sobriamente con quella che lei ha chiamato “una chiacchierata” e che
s’è dimostrata essere la narrazione di esperienze di vita che per molte persone
normali, anzi, diciamo, che per la maggior parte delle persone, sarebbero fonte
di gravissimi traumi psicofisici. Lei narrava le cose dai teatri di guerra da dove i
suoi colleghi cineoperatori la riprendevamo, mentre esponeva le cose dai campi
di battaglia e da dove, istintivamente, mentre riferiva i servizi, che a noi in Italia
arrivavano in televisione, magari davanti ai deschi imbanditi, ogni tanto,
meccanicamente, abbassava la testa, mentre qualche aereo sorvolava la loro
postazione. Questi filmati, veramente impressionati, sono resoconti di pochi
minuti (mediamente un minuto) nei quali si devono compendiare le notizie,
cercando di essere quanto più attendibili possibile. E la nostra relatrice, c’ha
mostrato tutta la sua bravura nell’esposizione dei fatti e nei commenti, molto
obiettivi e soprattutto umanitari, che le scaturivano spontanei, quando rivedeva,
assieme a noi, le registrazioni di servizi svolti presso le nazioni di quella povera
gente (in Iran, In Iraq, a Gaza, ad Haiti) esposta ad eventi bellici o a calamità
naturali, e con la quale ha convissuto molte volte e per molti giorni, durante i
suoi reportage.
La nostra giovane giornalista, ha esordito dicendo che il lavoro di questa
categoria di giornalisti di cui lei fa parte, è basato sulla rapidità d’azione e di
spostamento, e sulla sinteticità, per quanto più possibile attendibile, della
narrazione degli eventi. Infatti, ultimamente, era appena rientrata dal Cile, dove
ha potuto assistere alla fortunata conclusione positiva del salvataggio dei 33
minatori, e subito è stata inviata ad Avetrana, in Puglia, a seguire il caso della
povera Sarah Scazzi. E di là è destinata a spostarsi, dove l’attenzione del mondo
si concentra per nuovi eventi e dove la Direzione del suo Giornale ritiene che si
debba andare a testimoniare gli avvenimenti. La nostra relatrice ci ha confessato
di essere stata attratta, da questo mestiere, in età molto giovanile, conquistata dai
libri di Oriana Fallaci (che possiamo considerare un’antesignana delle
giornaliste inviate nei teatri di guerra). E quindi Lucia Goracci s’è incamminata
sulle orme della sua ispiratrice e ci ha rilevato che, col trascorrere del tempo
questo tipo di lavoro, ha subìto una grande evoluzione. Le guerre
contemporanee, sono sempre più rapide, sempre più crudeli mentre le vittime
coinvolte sono costituite nel 90% da civili; e l’inviato giornalista queste cose le
vive ogni giorno, per cui, c’è sempre un rapporto un po’ conflittuale tra chi le
guerre le fa, le decide, e il commentatore reporter. Pertanto è sempre più
difficile, per un giornalista, presentarsi sui campi di battaglie, stare vicino alle
vittime involontarie di queste situazioni e mantenere, contemporaneamente, uno
sguardo lungimirante sulla descrizione della guerra. La dr.ssa Goracci ha portato
un esempio emblematico delle difficoltà che incontra un giornalista del suo
settore, nel cercare svolgere il proprio lavoro e ci ha parlato della guerra di
Gaza, del 2009, una guerra molto complessa in cui, in quasi 20 giorni, morirono
circa 1300 palestinesi. La relatrice ha premesso che non ha niente contro Israele,
che anzi considera la sua seconda patria d’adozione, quindi non è coartata da
alcun’ideologia, ma ha narrato le enormi difficoltà che incontrarono i giornalisti,
in quest’occasione, per cercare di avvicinarsi al teatro di guerra che fu loro
tassativamente vietato. Sembrava impossibile – ha osservato la relatrice – che
uno stato così democratico, come quello israeliano, impedisse di accedere al
campo di battaglia per documentare gli avvenimenti. In questo Israele fu molto
imparziale ed equilibrata, cioè impedì l’accesso al teatro delle operazioni non
solo ai giornalisti italiani ed europei, ma anche ai grandi network internazionali.
E soltanto alla fine del conflitto, cioè a tregua avvenuta, poterono entrare in
campo per raccontare solo il dopoguerra. Ci furono proteste e petizioni da parte
della stampa mondiale, ma le cose andarono così.
Poi sono continuati, con la visione dei relativi filmati, i racconti sulle
elezioni presidenziali iraniane dell’anno scorso, in cui non si poté documentare
granché in quanto i giornalisti non erano liberi di muoversi anzi correva spesso
la voce che si rischiava di essere messi dentro o di vedersi revocati i permessi di
permanenza. Abbiamo visto filmati ed ascoltato racconti e considerazioni sulle
problematiche dell’Iraq e sull’ultima votazione ufficiale, e infine sul terremoto
devastante di Haiti avvenuto nel gennaio scorso.
Poi la dr.ssa Goracci ha fatto delle considerazioni molto pertinenti
sull’etica giornalistica, concludendo che, per essere un bravo giornalista si deve
essere prima di tutto una brava persona, e questo lo abbiamo trovato abbastanza
veritiero, se teniamo presenti certe trasmissioni televisive in cui in maniera
abbastanza plateale si vede il gioco sporco di alcuni subdoli conduttori che
impostano i loro programmi in maniera che debbano dimostrare esclusivamente
le loro tesi e se durante la trasmissione, per puro caso, viene fuori qualcosa che
contraddica le loro “preconcette verità”, piuttosto che approfondire la faccenda,
si fuorvia il discorso verso altri lidi, ignorando di proposito la nuova idea che
avrebbe potuto prendere piede.
Al termine della sua piacevolissima “chiacchierata”, la dr.ssa Lucia
Goracci ha ricevuto un calorosissimo, compiacente applauso. Poi il Presidente le
ha donato il guidoncino del nostro club e i due libri di Alvaro Meossi: “Alle
capanne da Aspasia” e “Il pozzo di Moma”. La bandierina del club è stata
consegnata anche all’amico Giovanni Cicero del Club nr. 6 di New York, al
quale avevo già fatto avere, in precedenza, i due libri di Alvaro che si leggerà
nella sua permanenza a New York.
Infine Efisio ha comunicato che Raffaele De Luca offriva lo spumante per
festeggiare il suo compleanno, ricorrente proprio oggi. Abbiamo alzato i calici
alla salute di Raffaele; e in questo clima di festosa allegria, terminava la
straordinaria conviviale di fine ottobre.
Mario de Caro
LEGGENDE, MAGIE, CURIOSITA’ E COSE SERIE DI ROMA MIA
di Vittorio Fidati
IL PONTE DELLA MUSICA (II parte)
Nel bollettino 220 del settembre dello scorso anno, abbiamo visto lo stato
dei lavori (iniziati alla fine 2008) del Ponte che unirà il Lungotevere Maresciallo
Cadorna, sulla riva destra del Tevere, con Piazza Gentile da Fabriano, sulla riva
sinistra; il ponte è chiamato Ponte della Musica, poiché da piazza Gentile da
Fabriano inizia via Guido Reni che prosegue con via Pierre de Coubertin dove è
allocato l’Auditorium della Musica di Renzo Piano.
La struttura unirà i quartieri Della Vittoria e Flaminio e, pur se
inizialmente è stato indicato come “ponte pedonale”, avrà, quasi certamente, una
corsia centrale che dovrebbe consentire il passaggio di veicoli ad uso pubblico
(autobus, taxi, etc.).
Nell’articolo del settembre 2009 ho allegato due foto del luglio precedente
che mostravano i lavori di realizzazione delle due piattaforme in cemento armato
sulle quali vanno ad appoggiarsi gli estremi del ponte.
Vediamo adesso il procedere dei lavori dall’inizio del 2010 fino al mese
scorso:
foto 1 – le piattaforme
in cemento armato
sotto la neve del 12
febbraio 2010
foto 2 - estremità del ponte sulla riva destra durante la piena del Tevere del
16/05/2010 (notare la gru di colore giallo - sulla sinistra - parzialmente sommersa
dalle acque.)
foto 3 - del 22/06/2010: sono iniziati i lavori anche dell’estremità del ponte sulla
riva sinistra.
foto 4 - del 7/09/2010: sulle due
estremità del ponte sono state
montate due alte torri in traliccio
di acciaio che, con appositi cavi,
sorreggeranno successivamente le
parti centrali che si vedono in
costruzione sulla sponda (una alla
base della gru di colore scuro, a
destra, l’altra alla base della gru
di colore rosso, a sinistra)
foto 5 - del 28/09/2010: la struttura è
stata quasi completata; manca soltanto
l’ultimo pezzo che vediamo a destra
sulla sponda e che, con l’altissima gru
di colore giallo, verrà trasportato fino
ad unire le due parti.
foto 6 - del 5/10/2010: finalmente le
due sponde sono collegate (vedi al
centro della foto - in basso- la bandiera
tricolore); il responsabile del procedimento
Arch.Alessandro Di Silvestre spiega:
”i pezzi stanno arrivando da Treviso.
A dicembre il ponte sarà montato; poi ci
saranno i lavori di rifinitura: la realizzazione
dei parapetti, la pavimentazione in legno e
la verniciatura”.
foto 7- vi ripropongo
un’immagine del progetto
del ponte come lo vedremo
una volta ultimato.
Nel settembre 2009 scrivevo: ”La data di fine lavori dovrebbe essere a
metà del 2010 ma, a mio avviso, slitterà di diversi mesi” … come volevasi
dimostrare … slitterà di molti mesi … si arriverà a metà del 2011!
Il Sindaco Gianni Alemanno, in visita al cantiere il 28 luglio scorso, ha
dichiarato: “Sarà inaugurato nella primavera 2011; questo ponte è diventato
particolarmente importante perché si inserisce nel progetto del Parco fluviale
olimpico e diventa la porta sud del Foro Italico, collegando gli impianti sportivi e
culturali del Flaminio (N.d.R. Auditorium, Museo MAXXI, Palazzetto dello
Sport, Stadio Flaminio) con quelli del Foro Italico”.(N.d.R. - Stadio del nuoto,
Stadio Olimpico, Stadio dei marmi e il futuro Museo dello Sport Italiano).
Un paro de proverbi romaneschi
Tristo ar monno chi se mostra guitto (poveraccio)
Chi paga, chi strapaga e chi magna … aggratise.
CURIOSITA’ NELLE PIEGHE DELLA SCIENZA
di Alvaro Meossi
L’origine della struttura
A partire da una distribuzione quasi del tutto uniforme, poco dopo il Big
Bang, la materia ha formato aggregati di ogni dimensione possibile: gli ammassi
e i superammassi giganti di galassie, le galassie che li compongono, le stelle
presenti a miliardi in ogni galassia e tutti gli oggetti di dimensioni inferiori – i
pianeti, con i loro satelliti, gli asteroidi, le comete – che orbitano intorno a molte
di quelle stelle.
L’Universo si sta espandendo dai tempi del Big Bang, opponendosi alla
naturale tendenza della materia di aggregarsi per effetto della gravità.
A partire da 380.000 anni dopo il Big Bang, e per circa 200 milioni di
anni, la materia continuò ad aggregarsi, anche se l’universo restava buio perché
non erano ancora nate le prime stelle. Durante questo evo oscuro, l’universo
conteneva solamente quello che era stato capace di sviluppare nei suoi primi
minuti di vita: idrogeno, elio e tracce di litio.
In assenza di elementi pesanti: carbonio, ossigeno, sodio, calcio e altri
elementi, il cosmo era privo degli atomi e delle molecole comunemente capaci
di assorbire la luce di una stella che cominci a splendere. Oggi, che questi atomi
e queste molecole sono presenti, la luce di una stella appena nata esercita su di
essi una pressione che spinge all’esterno quantità di gas che altrimenti
ricadrebbero sulla stessa stella.
Ci sembra probabile, oggi, che ogni galassia gigante ospiti un buco nero
supermassivo, che può aver funzionato da germe gravitazionale attorno al quale
si è raccolto il resto della materia. Tutta l’energia delle orbite di tutte le stelle e
delle nubi di gas che compongono una galassia, impallidisce di fronte all’energia
sprigionata da un buco nero. Il buco nero che sta al centro di ogni galassia
gigante, oggi invisibile ma un tempo luminoso, costituisce un nesso nascosto, la
spiegazione fisica dell’aggregazione della materia in un sistema complesso di
miliardi di stelle orbitanti attorno a un centro comune. Che cosa ha portato alla
nascita di miliardi di stelle in una galassia? Sempre la gravità, capace di
produrre centinaia di migliaia di stelle in una singola nube.
L’origine delle stelle
Polvere alla polvere. Se vi capita di guardare il cielo in una notte serena, lontano
dalle luci della città, noterete immediatamente una fascia debolmente luminosa
simile a una nube, interrotta qua e là da chiazze scure, che va da un capo
all’altro dell’orizzonte. E’ come una via lattea che raggruppa in sé la luce di un
numero inimmaginabile di stelle e nebulose gassose. Sarebbero dovuti passare
tre secoli prima che qualcuno si rendesse conto che le macchie scure nella via
lattea erano ben lungi dall’essere dei buchi, e che si trattava invece di dense nubi
di gas e polvere che oscuravano le distese stellate più distanti.
Sappiamo che una nube interstellare “vuole” collassare, sotto l’azione
della propria gravità, e dare vita così a una o più stelle. La rotazione della nube,
però, unita agli effetti del moto turbolento del gas al suo interno, vi si oppone.
Insieme alle centinaia di miliardi di stelle nella nostra galassia, chiamata Via
Lattea, a causa della striscia luminosa visibile nei nostri cieli, nubi gassose
gigantesche orbitano intorno al centro galattico. Le nubi di gas, sono enormi, si
estendono per centinaia di anni luce e la loro massa è dell’ordine di un milione
di masse solari.
Le stelle nascono quando le forze che fanno aumentare la densità di una
nube finiscono per provocarne il collasso gravitazionale, nel corso del quale
ogni parte della nube attira a sé tutte le altre. Poiché un gas caldo si oppone alla
compressione e al collasso meglio di un gas freddo, ci troviamo in una
situazione critica. Dobbiamo prima raffreddare una nube perché essa possa poi
riscaldarsi dando vita a una stella.
Possiamo però affermare che all’interno delle regioni più profonde, scure
e dense di una nube interstellare, dove le temperature scendono fino a 10 gradi
al di sotto dello zero assoluto, la forza di gravità provoca effettivamente il
collasso di sacche di gas, vincendo la resistenza offerta da campi magnetici. La
contrazione converte in calore l’energia gravitazionale della sacca. La crescita
repentina della temperatura all’interno di ognuna di queste regioni – destinate a
diventare il nucleo delle stelle che stanno per nascere – provoca la
disintegrazione di tutte le particelle di polvere che si scontrano nelle immediate
vicinanze. A un certo punto la temperatura nella regione centrale della sacca che
sta collassando raggiunge i fatidici 10 milioni di gradi assoluti.
La fusione termonucleare (“termo” perché avviene ad alte temperature, e
“nucleare” perché fonde più particelle in un nucleo unico) dà origine a nuclei di
elio. La massa che sparisce durante la fusione si trasforma in energia. Man mano
che l’energia prodotta dalla fusione nucleare si diffonde verso l’esterno della
nube, il gas si scalda sempre più.
Se osservate la nebulosa di Orione, situata subito sotto le tre stelle brillanti
della cintura di Orione, più o meno a metà della Spada del Cacciatore, un po’
più fioca, potrete vedere una “nursery“ stellare. Al suo interno centinaia di
stelle, già nate, e altre centinaia che aspettano di nascere, per creare un
gigantesco ammasso stellare la cui visibilità aumenta man mano che la nebulosa
si dissolve. Le più massicce tra le nuove stelle, raggruppate in quello che viene
chiamato comunemente il Trapezio di Orione, sono impegnate a fare un buco
gigantesco nel bel mezzo della nube dalla quale si sono formate. Le immagini
provenienti dal telescopio di Hubble rivelano centinaia di nuove stelle solo in
questa zona; ogni neonata è avvolta dall’abbozzo di un disco protoplanetario
formato da polvere e da altre molecole provenienti dalla nube originale,
all’interno del quale sta nascendo un sistema planetario.
Dieci miliardi di anni dopo la formazione della Via Lattea, la genesi
stellare continua in molte regioni della nostra galassia, e possiamo assistere alla
formazione continua di nuovi astri per molti miliardi di anni a venire.
Quanti anni hanno le stelle? Tra tutti i mezzi che gli astrofisici hanno
messo a punto per individuare l’età delle stelle, gli spettri costituiscono lo
strumento più affidabile per analizzare in dettaglio i diversi colori della luce
emessa. Ogni colore – ogni lunghezza d’onda e ogni frequenza delle onde
luminose che osserviamo – ci racconta come la materia ha dato origine alla luce,
o come l’ha influenzata mentre stava lasciando la stella, o sul suo percorso tra la
stella e noi.
Gli astrofisici hanno imparato a leggere lo spettro di un corpo celeste
come se fosse un’impronta digitale, e sono in grado di dedurre la composizione
chimica, la temperatura, la densità e la pressione di questa materia interstellare.
La temperatura negli strati più esterni di una stella non può eccedere i 3.000
gradi Celsius. A temperature maggiori le molecole si muovono così rapidamente
che le collisioni le scindono negli atomi che le compongono. Gli astrofisici
utilizzano uno soltanto degli atomi, per risalire all’età delle stelle più giovani; si
tratta del litio. Ogni stella nasce con la sua giusta quota di litio e le reazioni
nucleari all’interno della stella lo consumano lentamente e regolarmente. La
regola da seguire per riconoscere le stelle più giovani è semplicissima: bisogna
cercare le stelle con la maggior abbondanza di litio.
Sono passati ormai quasi cinque miliardi di anni dalla nascita della nostra
stella. Di tutte la stelle della Via Lattea e delle altre galassie, quelle dotate di una
massa piccola consumano il proprio combustibile così lentamente da vivere
praticamente in eterno. Le stelle di massa intermedia, come il nostro Sole,
finiscono per trasformarsi in giganti rosse, espandendo gli strati gassosi più
esterni fino a cento volte la loro dimensione originaria nel loro inesorabile
cammino verso l’estinzione.
Il ciclo continuo di fusione termonucleare, permette alle stelle molto
massicce di fabbricare, al proprio interno, dozzine di elementi, partendo
dall’idrogeno per arrivare a elio, carbonio, azoto, ossigeno, neon, magnesio,
silicio, calcio e così via fino al ferro. Altri elementi vengono forgiati
nell’esplosione finale, chiamata dagli astrofisici “supernova”. L’energia
esplosiva di una supernova disperde gli elementi vecchi e nuovi in tutta la
galassia, aprendo squarci nella sua distribuzione di gas e arricchendo le nubi più
vicine. Noi terrestri viviamo del prodotto dell’esplosione di innumerevoli stelle,
avvenuto miliardi di anni fa. Banalizzando il ciclo vitale di una stella di massa
elevata, possiamo affermare che ogni stella vive producendo e rilasciando al
proprio interno l’energia che le permette di resistere all’azione di gravità. Senza
l’energia prodotta attraverso la fusione termonucleare, il gas di ogni stella
finirebbe semplicemente per collassate sotto il proprio peso.
Dopo aver convertito tutto l’idrogeno in elio, il nucleo di una stella
massiccia comincerà a fondere l’elio per produrre carbonio, poi userà il carbonio
per produrre ossigeno, l’ossigeno per produrre il neon e così via fino al ferro.
Visto che nulla dura per sempre, la stella finisce per dover affrontare un
problema enorme: invece di produrre energia, la fusione del ferro la assorbe. A
questo punto, improvvisamente, la stella implode, e la sua temperatura cresce
così rapidamente da provocare un’esplosione gigantesca che disintegra l’astro.
Sì! La Terra e la vita che essa ospita nascono dalla polvere di stelle.
TRADUZIONE DI STRALCI DAI BOLLETTINI DI HYERES
a cura di Gigliola VALIANI
Bollettino nr. 3040 del 23 settembre 2010
Cena al Ristorante "Le Campus"
Durante la serata, piacevolissima, si illustra l'escursione alle calanche di
Cassis con la promessa di una giornata indimenticabile alla scoperta del luogo,
della sua storia, della sua fauna e della sua flora.
Si ringraziano calorosamente tutti coloro che, in massa, hanno contribuito
alla preparazione del Dépot-Vente; si ricorda che il reinserimento dell'amico JeanMichel Escure avverrà ai primi di Novembre, che il viaggio in Tunisia (al quale
parteciperanno anche gli amici rotariani di Orbetello) si svolgerà nei giorni 14-21
maggio 2011
Note di lettura di Antoine Carvalho
Lo scrittore Naim Kattan
Autore massimo della letteratura del Quebec
Dall'Irak al Canada
Nato a Bagdad nel 1928, Naim Kattan fa parte di quel popolo giudaico
impiantato in Mesopotamia nella notte dei tempi. Scrittore di nascita o quasi (basti
leggere Adieu Babylone per rendersene conto) egli scrive dapprima in arabo, la
sua lingua materna, poi in francese, quando sceglie di continuare i suoi studi di
letteratura alla Sorbona, a Parigi, e di emigrare in Canada nel 1954, dove esercita
il mestiere di giornalista nel Nouveau Journal nel 1961 e nelle pagine letterarie del
Devoir di cui è ancora cronista.
Oggi è uno degli scrittori maggiori della letteratura del Quebec di cui è stato per
numerosi anni un promotore infaticabile, soprattutto quando dirigeva il Conseil des
Arts del Canada.
Tra tutte le sue opere letterarie (una quarantina in tutto) suggeriamo la lettura
di quattro tra esse;
- Le Réel et le Theatral,pubblicato presso Denoel in Francia, un saggio per
cercare di inquadrare i due mondi che l'abitano,l'Oriente e l'Occidente;
- Adieu Babylone,pubblicato presso Julliard nel 1975 con una prefazione di
Michel Tournier, un romanzo ispirato alla sua giovinezza in Irak e che bene
illustra la situazione, mal conosciuta, degli Ebrei dell'Irak in quel periodo;
- La Fiancée promise, pubblicato presso Hurtubise nel 1983, è un romanzo
potente nel contenuto con riflessioni sottili e profonde sui contrasti di identità che
si possono vivere quando si sbarca e ci si trasferisce a Montrèal.
- Infine L'Anniversaire, pubblicato nel 2000 dalle edizioni Québec-Amerique,
un romanzo epistolare, adatto a una riflessione tanto più profonda di qualsiasi
lettera si trovi oggi messa in causa da una sorte di "contro-lettera"che dice il
"reale" e contraddice il "teatrale".
Il suo contributo alla diffusione della lingua francese nel mondo gli ha
consentito di ricevere nel 2007 il Prix Hervé Deluen dall'Accademia Francese.
Aggiungiamo che è il corrispondente della rivista letteraria Riveneuve Continents.
" io non ho mai sostenuto di non essere un esiliato. C'è nei versetti della Bibbia e
negli scritti religiosi ebrei una nostalgia di ritornare a Gerusalemme, ma ci sono
anche, in Geremia, dei versetti che dicono: - bisogna celebrare il paese in cui si è,
anche se siete stati costretti ad andarci, bisogna celebrarlo perché è là che si
svolge la vostra vita ed è il benessere di questo paese che potrà essere il vostro
benessere. -Io ho preso le due versioni e mi sono detto che per me c'era
una memoria e che la memoria mi salva dall'esilio."
Bollettino nr. 3041 del 30 settembre 2010
Cena con familiari al ristorante Le Colombe presso Pascal Bonamy.
Una serata ufficiale in un ambiente accogliente sia per l'arredamento che per la
qualità del cibo, annaffiato dallo champagne offerto dai coniugi Gruel.
Dopo la consegna di due assegni, uno per continuare ad aiutare Amandine nei
suoi studi di infermiera e l'altro per l'orfanotrofio del Bénin, dopo le felicitazioni alle
mogli organizzatrici del Dépot-Vente che quest'anno, battendo ogni record,
ha registrato la somma di 3700 euro, dopo la presentazione del calendario delle
attività, si passa la parola al Prefetto M. Hardy la cui conferenza ha per tema: A
cosa serve un prefetto?
M.Hardy ha diviso la conferenza in tre parti: prima di tutto smentire le false idee
(una, tra tante, è che il prefetto non possa fare carriera in una prefettura. Lui, dal
suo canto è stato responsabile di gabinetto di un ministro delle finanze, direttore al
Ministero degli Interni, ha avuto un posto nelle collettività locali ed è stato anche
PDG d'Escota.), secondo, descrivere le funzioni principali di un prefetto
(controllare la legalità degli atti delle collettività locali, controllare che la quantità e
le remunerazioni del personale dei comuni restino in un ambito accettabile, gestire
le crisi come sequestri, scioperi, tafferugli con le forze dell'ordine ecc..)
Terzo, mostrare che si tratta di una professione a geometria variabile (in funzione
del territorio e della personalità del prefetto)
Importante è il ruolo della moglie che ha, tra i vari compiti quello di organizzare i
ricevimenti, risolvere gli imprevisti, e dare uno stile all'èquipe.
Ribadisce poi che la funzione del prefetto non è politica, che la sua scelta è solo in
base alle sue competenze, che la sua vita si svolge a contatto con tutti gli ambienti
sociali,i sindacati e i lavoratori.
Bollettino nr. 3042 del 7 ottobre 2010
Presso il Riviera Beach Club
Durante la riunione statutaria viene presentata l'AVODD, associazione che si
occupa dell'organizzazione della dialisi a domicilio. Il fine di tale associazione è di:
- accrescere il numero di pazienti trattati a domicilio (al momento sono 274) e
migliorare la loro autonomia.
- creare e sviluppare tutte le modalità sia della dialisi che del trapianto.
L'associazione lavora in 5 siti tra i quali Hyères. Opera anche sull'educazione dei
pazienti apportando aiuto (morale, materiale, culturale) e partecipando alla ricerca.
Si appoggia soprattutto su tre persone, uno psicologo, un dietista e un segretario
medico.
Lo scopo è di rimediare ai contrattempi pratici nel quotidiano dei pazienti: le tre
mezze giornate di trattamento provocano fatica e stress.
Vengono messi in evidenza tre modi per lottare contro il cattivo vivere:1) ridare
progetti di vita ai pazienti (viaggi, divertimenti); 2) sviluppare le attività fisiche e
soprattutto la marcia. Le attività fisiche sono benefiche per i malati sotto tutti i
punti di vista: permettono di abbassare lo stress e accrescono gli effetti della
dieta; 3) occupare i pazienti durante le sedute di trattamento soprattutto con le
letture. A tal proposito il Club di Hyères ha portato il suo contributo per l'acquisto di
un supporto che permette ai pazienti di poter leggere con un solo braccio libero.
Ma si può fare meglio e di più.
- Migliorare le condizioni di viaggio dei pazienti (soprattutto con mezzi più rapidi
come l'aereo); è allo studio un progetto di viaggio in Croazia.
- Sviluppare le attività fisiche e forse permettere l'accesso, per certi pazienti, ai
giochi nazionali di dializzati e di trapiantati.
- Acquistare nuovi supporti mp3 e libri sonori.
Tra le altre comunicazioni: la raccolta cospicua di soldi per l'Operazione Xynthia in
aiuto a quanti hanno avuto danni dalla tempesta sulla costa atlantica, soprattutto
nei dipartimenti della Vandea e della Loira Atlantica, la messa a punto
dell'organizzazione per il Salone dell'Auto e per il Salone High Tech, l'iscrizione
per la gita alla scoperta dei calanchi di Cassis, per il concerto Musi'sep a favore
della sclerosi, per il viaggio in Tunisia al quale parteciperanno anche membri del
Club di Orbetello.......
PROSSIME RIUNIONI
Venerdì 5/XI/2010 – ore 19,30 - Ristorante “Il Cacciatore”
Riunione del Consiglio Direttivo - a seguire – ore 20,30 Conviviale per soli soci. Relazione di Raniero Michelacci
Venerdì 12/XI/2010 – ore 19,30 – Sede “Il Cacciatore”
Caminetto
Sabato 13/XI/2010 – ore 20,30 – Marina di Grosseto –
Cena con ballo c/o Circolo Ufficiali - 4° Stormo – per raccolta fondi,
per acquisto generatore d’ossigeno per l’Ospedale di Kimbondo in
Congo; iniziativa promossa dall’Interclub: Follonica-Grosseto-Massa
Marittima-Orbetello,Costa d’Argento-Pitigliano,Sorano,Manciano.
Venerdì 19/XI/2010 ore 20,30 - Ristorante “Il Cacciatore”
Riunione con familiari. Relazione del Comandante di Porto di Porto
Santo Stefano, dr.ssa Giorgia Capozzella
Venerdì 27/XI/2010 – ore 19,30 – Sede “Il Cacciatore”
Caminetto
I NOSTRI SOCI
AGOSTINI
ALDI
ANDREINI
BALDI
BARBETTI
BRAMA
CASALINI
CLEMENTE
COLLANTONI
de CARO
DE LUCA
DESTEFANO
FABBRI
FEROCI
FIDATI
FRANCIA
GALEAZZI
LA GAMBA
LUCIGNANI
MEOSSI
MICHELACCI
MONETTI
MURZI
MUSCETTA
NOCERA
PANCRAZI
PAOLINI
PARO VIDOLIN
PIANELLI
REVERBERI
SANTI
TAMBELLI
TOMMASI
TORRI
VALENTI
VALIANI
Luca
Simone
Ferdinando Antonio
Italia
Angelo
Paolo
Gianfrancesco
Riccardo
Roberto
Mario
Raffaele
Luigi
Fabrizio
Angiolo
Vittorio
Gianfranco
Marcello
Enzo
Efisio
Alvaro
Raniero
Carlo
Angelo
Pier Nicola
Bruno
Marcello
Antonio
Fabrizio
Fabrizio
Ezio
Claudio
Giulio
Alessandro
Rodolfo
Maurizio
Igino
SOCI ONORARI
BRAMA
GRAZIANI
MAIORINO
Salvatore
Ennio
Gerardo
Roberta
Francesca
Fiorella
Rossana
Dominique
Anna
Silvia
Luciana
Giovanna
Cristina
Patrizia
Gabriella
Anna
Irene
Alda
Eliana
Carla
Nada
Fernanda
Maria
Roberta
Ica
Serenella
Ida
Katia
Luciana
Luisa
Hilde
Fiorenza
Caterina
Giovanna
Vladimira
Alessandra
Gigliola
Luigina