Rotary Club Orbetello Costa d’Argento Distretto 2070 Anno 2010-2011 IL CONSIGLIO DIRETTIVO 2010 – 2011 PRESIDENTE Efisio LUCIGNANI VICE PRESIDENTE PRESIDENTE INCOMING Vittorio FIDATI SEGRETARIO Marcello GALEAZZI TESORIERE Alessandro TOMMASI PREFETTO Paolo BRAMA CONSIGLIERI L. .AGOSTIN; S. ALDI; A .BARBETTI; M. de CARO; V. FIDATI; B. NOCERA; M. PANCRAZI; C. SANTI; R. TORRI; I. VALIANI COMMISSIONI: GESTIONE DELL’EFFETTIVO Enzo LA GAMBA Membri: B. NOCERA; M. PANCRAZI AMMINISTRAZIONE DEL CLUB Alessandro TOMMASI Membri: M. GALEAZZI; A. PAOLINI FONDAZIONE ROTARY Carlo MONETTI Membri: A. BARBETTI; A. FEROCI PUBBLICHE RELAZIONI Fabrizio PARO VIDOLIN Membri: M. de CARO; L. DESTEFANO PROGETTI DI SERVIZIO Gianfrancesco CASALINI Membri: E. REVERBERI; I. VALIANI AZIONE INTERNAZIONALE Paolo BRAMA Membri: B. .NOCERA; C. SANTI INFORMATICA Rodolfo TORRI BOLLETTINO Mario de CARO Membri: A .MEOSSI; R. TORRI ISTRUTTORE DEL CLUB Angiolo FEROCI numero 233 HANNO PRESIEDUTO IL CLUB 1969 - 1970 1970 - 1971 1971 - 1972 1972 - 1973 1973 - 1974 1974 - 1975 1975 - 1976 1976 - 1977 1977 - 1978 1978 - 1979 1979 - 1980 1980 - 1981 1981 - 1982 1982 - 1983 1983 - 1984 1984 - 1985 1985 - 1986 1986 - 1987 1987 - 1988 1988 - 1989 1989 - 1990 1990 - 1991 1991 - 1992 1992 - 1993 1993 - 1994 1994 - 1995 1995 - 1996 1996 - 1997 1997 - 1998 1998 - 1999 1999 - 2000 2000 - 2001 2001 - 2002 2002 - 2003 2003 - 2004 2004 - 2005 2005 - 2006 2006 - 2007 2007 - 2008 2008 - 2009 2009 - 2010 2010 - 2011 Ennio GRAZIANI Ennio GRAZIANI Luigi BINI Angelo MURZI Angelo MURZI Piero SALVUCCI Piero SALVUCCI Dino SPANO Antonio VISTOLI Andrea BENTIVOGLIO Franco FABBRI Mario LABANCA Gabriele GABELLI Enzo BASTOGI Gianfrancesco CASALINI Renato GIORDANO Marcello GALEAZZI Raniero MICHELACCI Tommaso CERULLI Gian Luigi ALICICCO Giuseppe D’ACCIO’ Giuseppe D’ACCIO’ Pierluigi BALLERANO Gerardo MAIORINO Fabrizio PARO VIDOLIN Mario de CARO Paolo BRAMA Angiolo FEROCI Bruno NOCERA Carlo MONETTI Raffaele DE LUCA Alvaro MEOSSI Paolo BRAMA Paolo BRAMA Raniero MICHELACCI Gianfrancesco CASALINI Armando ABBATE Angiolo FEROCI Claudio SANTI Marcello PANCRAZI Luca AGOSTINI Efisio LUCIGNANI ROTARY INTERNATIONAL Service Above Self Distretto 2070 - Italia Emilia Romagna – Toscana - Repubblica di San Marino VINICIO FERRACCI Governatore 2010 – 2011 Lettera del Governatore n. 5 – novembre 2010 Care Amiche e cari Amici, il mese di novembre è dedicato dal R.I. alla “Fondazione Rotary”, o meglio, alla nostra “Fondazione”. Nel 1917 il Presidente del Rotary International Arch Klumph annunciò ai delegati convenuti ad Atlanta per il Congresso annuale che “sarebbe stato opportuno accettare delle donazioni allo scopo di utilizzarle per fare del bene nel mondo”. Nel 1928, la Fondazione fu ufficialmente costituita al Congresso di Minneapolis, e, nel 1937, fu varato un primo grande progetto per la raccolta di fondi, ma la vera svolta epocale avvenne nel 1947 dopo la fine della seconda guerra mondiale. Negli ultimi tempi ho ascoltato diverse domande relative agli eventi finanziari che hanno coinvolto l’economia mondiale e, per forza di cose, negativamente interessando anche le finanze della Fondazione. Credo che molte risposte potrete trovarle nell’articolo dedicato alla Fondazione, compreso nella Rivista Distrettuale, nel quale si possono leggere notizie relative ai rendimenti ed agli investimenti. Tali notizie appaiono sostanzialmente positive. Vorrei ora riflettere insieme a Voi sul fatto che, se è vero che la Fondazione dipende esclusivamente da donazioni spontanee, è altrettanto vero che nei quattro requisiti che rendono un Club efficiente, è compreso anche il sostegno alla Fondazione, intendendosi per sostegno non solo quello finanziario, ma anche la conoscenza e la partecipazione ai programmi. Pertanto si può serenamente concludere che noi rotariani, quando accettiamo di far parte di un Club Rotary, assumiamo anche l’impegno morale di prestare attenzione alla Fondazione Rotary. Aggiungo che precise raccomandazioni vengono rivolte anche ai Governatori per promuovere nei Club l’attenzione alla R.F., nel principio di: conoscere la Fondazione per saperla usare. Credo si possa tutti convenire che senza Fondazione avremmo un Rotary certamente diverso e con minore visibilità nel mondo intero rispetto a quella attuale. Mi preme ora parlarVi del progetto di Visone Futura, per il quale il nostro Distretto è stato incluso fra i cento Distretti Pilota nel mondo per una sperimentazione triennale, il che ha comportato un grande lavoro di informazione, che ha interessato in modo particolare la Commissione Distrettuale R.F. A tal fine ricordo i Seminari sulla Fondazione Rotary e Gestione delle Sovvenzioni (SEFR e SEGS, Pistoia 27 marzo 2010), nonché l’ASDI, il SIPE, l’Assemblea Distrettuale e le varie riunioni presso i Club, tutt’ora in corso. A tal fine ringrazio i componenti della Commissione Distrettuale R.F. ed i Rotariani che hanno partecipato ai vari incontri. L’obiettivo del Piano di Visione Futura è quello di semplificare le procedure con l’introduzione di alcune innovazioni: - affidare ai Distretti la selezione dei progetti; delegare la gestione finanziaria delle Sovvenzioni Distrettuali ai Distretti, che provvederanno a distribuirli ai Club secondo il District Grant; consentire ai Club di realizzare più velocemente i progetti grazie al contributo messo a disposizione dalla R.F. con le modalità che precedono. Nel nostro Distretto la somma messa a disposizione per le Sovvenzioni Distrettuali è pari a 174.000 USD, che ci auguriamo pervenga quanto prima, essendo state assolte le richieste avanzate dalla Fondazione relativamente alle Sovvenzioni 20072008 e 2008-2009, il che ha comportato un faticoso lavoro nella struttura distrettuale e nei Club. Vi ricordo che gli obiettivi proposti nell’Assemblea Distrettuale di Bologna prevedono il raggiungimento di una donazione individuale di 100 dollari da destinare al Fondo Programmi e di allargare la raccolta per la Polio Plus anche con manifestazioni all’esterno dei Club, il che darebbe grande visibilità al Rotary. Care Amiche e cari Amici, confidando nella Vostra generosità, Vi porgo cari saluti e buon Rotary. Vinicio Rotary Club Orbetello Costa d’Argento Distretto 2070 Annata Rotariana 2010 – 2011 Il Presidente 1 novembre 2010 Carissimi, il mese di ottobre è, in genere il preludio all'inverno e quindi un mese un po' triste in cui si tirano i remi in barca. Per me, e spero anche per voi, quest'anno è stato un mese molto piacevole e vissuto. Il primo grande avvenimento è stato l'Ottobrata fatta al Monte dei Frati Passionisti. Sinceramente con le previsioni che andavo a consultare tutti i giorni, pensavo ad una giornata avventurosa perché il meteo aveva dato pioggia tutto il giorno, invece si è rivelata una piacevolissima manifestazione vuoi per la numerosissima partecipazione sia di soci che di invitati, vuoi per il pranzo che, a detta di tutti, è stato ottimo, vuoi per la lotteria che ci ha dato un buon incasso di cui una parte è stata devoluta a due scolare di Scansano che si trovano in situazioni a dir poco indigenti ma che, come ci ha detto la Vice Preside nella nostra cena del 29 ottobre, al Cacciatore, sono più che meritevoli di essere aiutate. La giornata dell’Ottobrata, poi,è stata allietata da uno grandioso barbecue, gestito da Carlo Monetti; insomma è stato un piccolo spettacolo che, il sole, coadiuvante, ci ha permesso di seguire fuori, seduti comodamente. Il 29 Ottobre, inoltre, si è tenuta la conviviale al Cacciatore. Una serata densa di avvenimenti, e molto sentita da tutti noi e lo ha dimostrato, ancora una volta, la vostra partecipazione di cui non finirò mai di ringraziarvi perché, organizzare eventi con tante persone è la più bella risposta che si può dare ed è la spinta principale a fare meglio. In quest’occasione abbiamo avuto l'onore di aver affiliato due soci e cioè Pier Nicola Muscetta e Gianfranco Francia. Pier Nicola proviene da Rotary di Milano ed, avendo, fra le altre sue molteplici attività rotariane, aperto tre Rotary Club, due nel Distretto 2050 ed uno nel Distretto 2040, sicuramente sarà per noi un validissimo aiuto in ogni senso; Gianfranco è nuovo di questo Club e, vista la sua emozione, sono sicuro che ce la metterà tutta per aiutarci a raggiungere i nostri scopi. Grazie a tutti e due e benvenuti! C'è stata poi la consegna di un contributo alle due ragazze della Scuola di Sorano, somma che è stata direttamente messa nella mani della Vice Preside del Liceo dr.ssa Rosanna Cappagli, la quale ci ha molto ringraziato e ci ha promesso che ci terrà informati sull'andamento scolastico delle due studentesse. Dulcis in fundo, l'intervento della dr.ssa Lucia Goracci, giornalista e inviata di prima linea in tutte le parti del mondo dove accadono guerre e catastrofi, ci ha mostrato il suo lavoro dall'altra parte della barricata e cioè ci ha illustrato le innumerevoli difficoltà e rischi a cui vanno incontro giornalisti e operatori per poter descrivere al meglio i fatti, a rischio, talvolta, anche della propria vita. Quando le ho detto che la sua è una missione e non un lavoro mi ha risposto, con tanta semplicità: “E’ passione! lo volevo fare da bimba e ci sono riuscita!!". La dr.ssa Goracci è stata ammirata per la tranquillità e la fermezza con cui commentava delle situazioni di guerra in Afganistan, a Gaza; come illustrava il terremoto ad Haiti e anche per l'amore con cui descriveva questa povera gente che deve convivere, spesso, con la morte dietro la porta. Anche a te, Lucia, un grazie di cuore per la tua partecipazione e, sperando di vederci ancora quando lo vorrai, ti facciamo tantissimi auguri per il tuo lavoro. Ho poi da annunciare una notizia tutta rosa e cioè: il 29 Ottobre è nata Flaminia, la nipotina di Rodolfo e Vladimira Torri. Invio a tutta la famiglia, a nome del Club, un grandissimo "AUGURI" e speriamo di vedere al più presto l'ultima arrivata. Questo mese non si sarebbe potuto concludere meglio di così. Mi auguro di proseguire sempre in questo modo e vi ringrazio tutti di cuore. Efisio FACCIAMO I NOSTRI PIU’ FERVIDI AUGURI A Serena Torri e a Filippo Biagi, ai nonni paterni, ai nonni materni, Rodolfo e Wladimira, al bisnonno paterno, Antonio e alla bisnonna materna, Ginevra, per la nascita di Flaminia, avvenuta a Grosseto, sabato 30 ottobre 2010, alle ore 11,42. Dal “Corriere di Maremma” di sabato 22 ottobre 2010 Riceviamo e pubblichiamo un articolo inviatoci da Pier Nicola Muscetta 3000 anni fa sulla Duna di Feniglia (Un abitato per la produzione del sale e la lavorazione del pesce) a cura di Pier Nicola Muscetta Chi si fosse trovato a passare un giorno di quasi tremila anni fa lungo la costa alle spalle di Orbetello, avrebbe notato un paesaggio molto diverso da quello attuale: lagune costiere più estese, il tombolo di Giannella non ancora formato, rari villaggi in un territorio quasi deserto. Gli abitanti che nei secoli precedenti avevano occupato la zona tra Talamone, le rive lagunari dell’Argentario, a Punta degli Stretti e quelle costiere fino alle foci del Chiarone e del Fiora, intorno al 1000 a.C. avevano abbandonato le loro sedi e si erano trasferiti sul pianoro di Vulci, dove stava nascendo la futura grande città etrusca. Non molto dopo, alla fine dell’VIII sec. a.C., sarebbero sorte Orbetello e Talamone. Tuttavia il tombolo di Feniglia era già completamente formato, dall’attacco di Ansedonia a quello dell’Argentario e due villaggi erano collocati alle due estremità: uno in località Poggio Pertuso, attualmente sepolto sotto una spessa coltre di sabbia e quindi difficilmente indagabile, l’altro dalla parte opposta, verso Ansedonia, in corso di scavo, che abbiamo denominato “Duna Feniglia”. Il sito datato ai secoli IX-VII a.C, è stato rinvenuto a seguito di una accurata ricognizione; lo scavo iniziato nell’anno 2001, è tuttora in corso. I risultati permettono di inserirlo in una serie di insediamenti costieri noti lungo la fascia tirrenica dalla zona di Civitavecchia a quella di Populonia, dediti allo sfruttamento delle risorse marine, quali la pesca e la conservazione dei prodotti ittici e/o l’estrazione e la lavorazione del sale. Allo stato attuale delle ricerche il sito sembra finalizzato alla produzione del sale, ottenuto per ebollizione in recipienti probabilmente prodotti sul posto. I vasi venivano poi frantumati per estrarne il pane di sale così ottenuto e i frammenti gettati nella fossa di scarico adiacente all’insediamento. A Duna Feniglia le indagini hanno infatti portato in luce quattro vasche in argilla cotta (fig. 1) una delle quali in stato molto lacunoso, caratterizzate da pianta ellittica (130 x 80 cm circa), conservate per un’altezza massima di 1015 cm comunicanti tra loro. In quelle meglio conservate si riconoscono pareti verticali, dello spessore variabile da 6 a 10 cm, fondo in genere piano, leggermente inclinato in quella più meridionale o fortemente inclinato in senso EW nelle altre due. La presenza sulle pareti e sul fondo di tutte le strutture (anche di quella meno conservata) di sottilissimi strati di calcare biancastro indica che al loro interno doveva trovarsi o passare dell’acqua. E’ possibile si tratti di vasche per la decantazione dell’argilla con la quale dovevano essere prodotte le grandi quantità di vasellame usate nelle attività svolte nel sito. Una struttura muraria in pietre a secco sembra potersi interpretare come protezione di una fornace di forma approssimativamente rettangolare (fig. 2), sui cui margini e all’interno si trovano grosse pietre a forma di rudimentali pilastrini; la loro funzione doveva essere quella di sostenere un piano su cui appoggiare i vasi da cuocere, oppure le olle ricolme di acqua marina per ricavarne il sale per ebollizione: il fuoco di legna veniva acceso tra i pilastrini Infine una grande fossa di dimensioni considerevoli (7,5 x 6 x 1,5 m) era riempita da un consistente accumulo di materiali ceramici frammentari, frutto della rottura delle olle per estrarne i pani di sale (fig. 3) Nelle campagne 2009 e 2010 un approfondimento dello scavo, nell’area adiacente alle vasche, ha permesso di individuare e portare in luce una nuova capanna circolare con base infossata (fig.4), sottostante alle strutture precedenti e quindi più antica, individuata da un muretto perimetrale realizzato con pietre a secco non sbozzate, che si appoggia su uno strato di argilla cotta, che isola il fondo dell’abitazione. Il relativo piano di calpestio, esplorato solo parzialmente, ha restituito, raggruppati nello stesso punto, tre fusaiole di impasto e un vago di collana in pasta vitrea (N.d.R. dopo aver chiesto lumi all’autore: trattasi dell’elemento di una collana, una “perla”, ma fatta di vetro non soffiato) oltre ad altri numerosi frammenti ceramici. Allo stato attuale l’interpretazione più convincente è che Duna Feniglia sia un villaggio produttivo dipendente da Vulci, i cui abitanti avevano bisogno di alimenti a base di pesce per integrare la loro dieta e di sale per la conservazione dei cibi e impedirne il deterioramento. Il proseguimento delle ricerche (che potrebbero estendersi anche all’altro capo della Feniglia, nella zona di Cala Galera, dove è stato localizzato un altro importante insediamento preistorico, purtroppo sepolto sotto un notevole ammasso sabbioso) è messo in discussione ogni anno, data la cronica carenza di finanziamenti, acuitasi in questi ultimi periodi. Il Centro Studio che fa capo alla Prof..ssa Negroni confida che lo scavo possa continuare anche il prossimo anno, e negli anni a venire secondo un programmato piano poliennale di ricerca, grazie all’aiuto di Istituzioni ed Enti del territorio, in modo particolare del Comune di Orbetello, e soprattutto del Rotary Club di Orbetello, di cui numerosi rappresentanti ogni anno vengono a visitare gli scavi (fig. 5) unitamente a molti appassionati locali che desiderano conoscere la loro storia più antica. Curriculum della Prof.ssa Nuccia Negroni Nuccia Catacchio Negroni (consorte del Prof.Ercole Negroni, docente all’Accademia di Brera e Past-Presidente del RC Milano Porta Venezia) insegna attualmente Metodologia e tecniche dello scavo archeologico alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, presso la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, e ha tenuto per molti anni lo stesso corso all’Università degli Studi di Milano. Ha insegnato inoltre “Preistoria e Protostoria” all’Università di Vercelli. Ha diretto molti scavi, sia in Italia Settentrionale che in Etruria (bassa Toscana e alto Lazio): tra i più importanti l’abitato protoetrusco di Sorgenti della Nova (VT) (circa 1000 a.C.), meta di una visita guidata organizzata (settembre 2009) per i Rotary Club di Pitigliano, Orbetello e Ducato di Castro – Lago di Bolsena, e inoltre la necropoli di Roccia (VT), con tombe a camera (1600 a.C.) di recente scoperta. In Toscana gli scavi più importanti riguardano un quartiere della antica città di Sovana, (situato dietro la Cattedrale) in cui sono stati riportati in luce i successivi abitati, dalla fase protostorica (circa 1000 a.C.) fino all’età tardo etrusca e romana, un’area poi abbandonata e occupata da una necropoli alto medievale. Più recente, e tuttora in corso, è la scavo di Duna Feniglia, iniziato nel 2001 di cui all’articolo sopra riportato. Un altro argomento di studi riguarda l’uso dell’ambra nell’antichità, una sostanza allora, e ancora, molto amata, con cui si facevano gioielli per le ricche dame etrusche e romane e oggetti di prestigio per i principi etruschi. Nuccia Negroni è la rappresentante dell’Italia nel Comitato internazionale per lo studio dell’ambra nell’Antichità. La comunicazione dei risultati è affidata a numerose conferenze e ai Convegni biennali “Preistoria e Protostoria in Etruria”, giunti ormai alla 10a edizione e di cui sono stati pubblicati tutti gli Atti. Nuccia Negroni ha al suo attivo più di 200 pubblicazioni scientifiche, molte anche in riviste internazionali. Nel 1993 ha fondato il Centro Studi di Preistoria e Archeologia ( poi trasformato in Onlus), che ha come scopo quello di formare giovani ricercatori e di assisterli fino a che non trovano una collocazione definitiva. La loro gestione e quella di tutta l’attività di ricerca del Centro Studi è coordinata dal Prof. Massimo Cardosa, titolare del corso di Valorizzazione dei Beni Archeologici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, la cui famiglia è originaria di Orbetello. Lo scavo di Duna Feniglia è diretto sul campo dal Dott. Fabio Rossi, di Capalbio, attualmente direttore del Museo di Preistoria di Valentano (VT). CONVIVIALE DEL 1/X/2010 - RISTORANTE “IL CACCIATORE” Erano presenti i soci: Luca Agostini, Simone Aldi, Paolo Brama, Mario de Caro, Raffaele De Luca, Fabrizio Fabbri, Vittorio Fidati, Marcello Galeazzi, Enzo La Gamba, Efisio Lucignani, Alvaro Meossi, Carlo Monetti, Marcello Pancrazi, Antonio Paolini, Fabrizio Paro Vidolin, Claudio Santi, Alessandro Tommasi, Rodolfo Torri, Igino Valiani. Prima della conviviale c’è stata la riunione del consiglio Direttivo nel corso della quale si sono affrontati diversi temi. Il Presidente ha comunicato subito ai consiglieri, che il nostro Governatore Vinicio Ferracci, ha inviato una lettera con la quale chiede a tutti i club del Distretto, di segnalare, perentoriamente, tra tutti i soci, un probabile candidato a Governatore del Distretto per l’anno 2013/2014. I consiglieri, ad esclusione di Paolo Brama presente, hanno concordato sulla presentazione della candidatura del nostro Prefetto che non ha opposto obiezioni e che quindi ha dato, implicitamente, il suo assenso all’eventuale impegnativo mandato. Ovviamente i motivi della scelta sono chiari: “E’ giovane; è di belle speranze; è in grado di assumere un incarico dirigenziale anche gravoso; ha fatto e continua a fare la sua gavetta; è stato Presidente del Club per tre annate, ha ricevuto tre P.H. dal nostro Club ed uno dal Club francese di Hyeres Les Palmiers; è responsabile, da diversi anni, della Commissione dell’Azione Internazionale ed ha una moglie francese che non guasta in un contesto di un eventuale incarico dirigenziale distrettuale dove i contatti internazionali sono all’ordine del giorno”. Insomma Paolo Brama, per alzata di mano dei consiglieri, è sembrato la persona adatta a sostenere la candidatura della più importante carica distrettuale, per cui il Presidente Efisio Lucignani gli ha consegnato il consistente formulario che deve essere compilato dal candidato e consegnato quanto prima al Distretto. Auguri al nostro Prefetto! Dopo quest’inizio pirotecnico, s’è passati, agli argomenti all’ordine del giorno che sono stati i seguenti: • Bilancio anno 2009/2010; • Autorizzazione addebito in conto delle quote trimestrali; • Entrata nuovi soci; • Richiesta contributo della prof.ssa Negroni per gli scavi in Feniglia; • Ultimo libro di Alvaro. Scelta coordinatore; • Varie ed eventuali. In merito al primo punto, il Tesoriere Sandro Tommasi ha illustrato i princìpi base della compilazione del bilancio consuntivo 2009/2010, e ha osservato che il documento contabile riferito alla Presidenza Agostini, ha avuto dei saldi consistenti a causa della considerevole cifra, di circa 73.000 euro, transitata in conto per l’incasso della lotteria “Vinci con noi”. Inoltre si è deciso che, per l’avvenire, in caso di gite all’estero, i soci e i partecipanti in genere, verseranno le quote di pertinenza, direttamente alle agenzie che organizzeranno i viaggi, senza che queste somme vengano accreditate e poi riaddebitate al Club, poiché tali cifre non costituiscono delle vere e proprie entrate ed uscite. Per il secondo punto, Sandro Tommasi ha ribadito la necessità che tutti i soci autorizzino l’addebito in conto delle quote trimestrali. Ciò per impedire che si debbano fare continui solleciti e che, per incuria, i piccoli debiti in sospeso debbano essere riportati a nuovo nel bilancio dell’anno seguente. Il Presidente invierà, ai soci che non hanno ancora autorizzato l’addebito in conto, un e-mail con la quale chiederà l’invio del codice bancario IBAN. Il terzo punto ha riguardato l’incremento dell’organico tramite l’ingresso di nuovi soci, per i quali saranno spedite le relative lettere di comunicazione ai soci. Per quanto riguarda la richiesta di un contributo pecuniario, avanzataci dalla prof.ssa Giuseppina Negroni Batacchio, Direttrice degli Scavi in corso alla “Duna Feniglia”, il Consiglio ha deliberato l’erogazione dell’importo di € 500 “una tantum”. In merito alla questione della vendita dell’ultimo libro di Alvaro: “Il pozzo di Moma”, e della scelta di un coordinatore che accentri la gestione della vendita, il Consiglio ha dato mandato a Luca Agostini di gestire lui la faccenda, visto che è stato anche colui che s’è impegnato di più per riuscire a far pubblicare il volume entro la sua annata presidenziale. Tra le “varie ed eventuali”, Marcello Pancrazi è stato delegato a mandare avanti un progetto più volte preso in esame dal nostro club e poi arenatosi sempre, e cioè quello di interessarsi per un piano che preveda ”l’abbattimento delle barriere architettoniche per accedere al Duomo”. Poi, Paolo Brama ha relazionato i consiglieri sul consistente lavoro fatto per organizzare la gita in Turchia, ad Istanbul per i giorni dal 5 all’8 dicembre 2010. Ad oggi i partecipanti del nostro club sono 45. Infine il Prefetto ha dato delle disposizioni in merito all’organizzazione della prossima ottobrata che si terrà, presso il Convento dei Frati Passionisti, domenica 10 corrente. Per ultimo, Paolo Brama ha citato il caso di una famiglia albanese che ha avuto una serie di gravi problematiche culminate con la morte della madre (a circa 40 anni) in un incidente d’auto. Sono rimasti in Italia il padre, che fa il muratore, e due figlie che studiano e lavorano. Di questa situazione è a conoscenza anche il club di Pitigliano-Sorano-Manciano, perché la famiglia gravita nella loro zona di competenza. Paolo, ha proposto di coordinare un’azione col nostro club figlioccio per cercare di dare un’assistenza che permetta almeno di far continuare la scuola in Italia alle due ragazze, altrimenti esse saranno costrette ad abbandonare gli studi. Terminato il Consiglio Direttivo, è iniziata la conviviale, mentre il saluto di bentornato del Presidente Efisio è andato subito ad Alvaro che è ritornato tra noi. La cena è proseguita con la trattazione di argomenti vari. Mario de Caro OTTOBRATA DEL 10/X/2010 - CONVENTO DEI PASSIONISTI Il nostro incontro annuale ottobrino, ha visto anche stavolta una folta presenza di rotariani, parenti ed amici. Complessivamente saremmo stati circa 140. La riunione è iniziata con la celebrazione, alle 11, della Santa Messa, in memoria dei defunti dei rotariani. La piccola cappella del convento, conteneva, a stento, la folta presenza degli orbetellani e degli ospiti “stranieri”, tra i quali una nutrita schiera di soci del nostro Club figlioccio di Pitigliano-Sovana-Manciano. Terminata la funzione religiosa, sono iniziati, nella piazzetta antistante la chiesa, i capannelli di conoscenti che si incontravano e si salutavano, in un clima atmosferico particolarmente rigido che si andava, man mano, sciogliendo in presenza del calore affettivo che promanava, palesemente, dal piacere di ritrovarsi. Poi, procedendo per gruppi, siamo scesi verso il prato antistante la cucina e la sala mensa, accolti dal Prefetto Paolo Brama e dal Tesoriere Sandro Tommasi, che ottemperavano al noioso ma essenziale incarico di raccogliere la “modesta” mercede pecuniaria che dava diritto alla partecipazione all’evento. Il Prefetto e molti soci addetti alla cucina, sfoggiavano eleganti grembiuli da chef, con emblema rotariano, che abbiamo saputo erano stati donati loro dai consoci di Hyères, nell’ultima gita che il nostro Club ha fatto in Sardegna con i francesi. Ricordiamo e ringraziamo, subito, gli addetti alla cucina che lavoravano in sordina e s’erano dati tanto da fare anche per l’acquisto delle derrate nei giorni precedenti. Tra tutti un ringraziamento particolare va all’ormai famosa cugina di Efisio, Elena, all’amica Maria (coadiuvate dai rispettivi mariti) e alla coordinatrice generale Carla Lucignani, i quali non hanno mai messo la testa fuori dalla cucina, anche (e soprattutto) durante il pranzo, ma che abbiamo potuto, fugacemente, veder comparire sulla soglia della mensa, a fine pranzo, solo quando sono stati chiamati “a furore di popolo” per ricevere il meritato applauso di riconoscimento del loro impegno e bravura. Encomio solenne va al Prefetto Paolo Brama per la conduzione generale dell’ottobrata, coadiuvato ovviamente dalla consorte Dominique, e a Maria e Carlo Monetti, che non solo s’è preso la responsabilità di comprare tutto quanto potesse occorrere per il barbecue, ma s’è impegnato nel gestire la cottura alla griglia (cosa, che sappiamo, lo appaga in maniera indescrivibile, così come lo stimola tutto ciò che ha a che fare con i fuochi, compresi quelli d’artificio). Carlo ha avuto comunque due validissimi collaboratori, Claudio Santi e, in appoggio, Fabrizio Fabbri (Ah! nei giorni seguenti, Claudio c’ha confidato, testualmente: “Non so quanta energia abbia Carlo Monetti, ma io, il giorno dopo l’ottobrata, ho dovuto farmi fare una puntura antidolorifica da mio figlio, perché non riuscivo a salire neanche in macchina”). Ma torniamo a noi, e proseguiamo nella descrizione del meeting. Man mano che gli ospiti arrivavano, dopo aver adempiuto al pagamento dell’obolo, si recavano sul prato che, lentamente, il sole cominciava a riscaldare; e qui, intorno agli ampi tavoli per l’aperitivo, hanno contribuito a infervorare “gli animi”, gli stuzzichini e le bevande alcoliche. Così, dopo un po’, il freddo non si sentiva più e tutti hanno cominciato ad essere briosamente allegri e felici, soprattutto il sottoscritto che, in più, era allietato dalla presenza del figlio Davide (che ha incontrato anche la prof.ssa di lettere del liceo, Annabella De Carolis) e della nuora Letizia, che si spupazzavano l’infante Cecilia (dieci mesi il 9 ottobre), la quale a suo modo partecipava all’allegria generale, con alludenti sorrisini e gioiosi gridolini, ogni volta che qualcuno le dava retta o attirava la sua attenzione. Dopo l’aperitivo e i piacevoli colloqui nel prato, siamo passati alla sala mensa, apparecchiata mirabilmente dalle consorti, sotto il coordinamento del Prefetto che ha stilato anche l’elenco dei commensali per ciascun tavolo. Il menù è stato il seguente: Antipasti: salame, soppressata, salsicce di cinghiale, capocollo e formaggi; Primi piatti: pappardelle al cinghiale, penne con funghi e salsicce; Secondi piatti: grigliata mista di salsiccia, ammazzafegati, rosticciana, bistecchine; Contorno: fagioli; Vini: rosso e bianco. cantuccini e vin santo; caffè e liquori. Dolci delle signore; Ricordiamo che la spesa per il pranzo (ad eccezione delle carni per la griglia, acquistate da Carlo Monetti) e la preparazione dei piatti è stata gestita da Carla Lucignani, la cugina di Efisio, Elena, con l’amica Maria (e rispettivi mariti), Fiorenza Santi, Dominique Brama, Claudio Santi e Paolo Brama. Hanno servito ai tavoli: Fiorenza Santi, Dominique Brama, Paolo Brama, Elena e Maria. Infine, dopo i bagordi, si sono dedicate alla pulizia della cucina: Elena, Maria, Fiorenza, Italia, Carla e Giovanna Tommasi. Dopo il pranzo, sono passati tra i tavoli, per vendere i biglietti, di una lotteria: Patrizia Fabbri, Katia Paolini, Nadia Brama, Anna Casalini, Luigi Destefano ed Enzo La Gamba. Il ricavato della vendita dei biglietti, che è stato di € 1.250 circa, sarà dato a due ragazze albanesi, rimaste senza madre, per permettere loro di proseguire gli studi in Italia. Il caso di queste ragazzine fu portato all’esame del Consiglio, da Paolo Brama, nell’ultima riunione del 1/X/2010. I premi in palio erano costituiti da generi alimentari quali prosciutti, salumi, caciotte, etc., ad eccezione di due piante enormi e bellissime offerte da Luca Agostini che purtroppo era assente per altri impegni. L’estrazione dei numeri vincenti, come al solito, è stata delegata a Bruno Nocera che ormai è diventato un esperto e che, circondato da un nugolo di ragazzini (perché come prescrive la tradizione partenopea dell’estrazione del lotto, le mani di coloro che pescano i numeri devono appartenere a bambini innocenti), si aggirava tra i tavoli per verificare la giusta identità dei vincitori. Lo show di Bruno è sempre molto coinvolgente ed ha contribuito a rallegrare ancor più l’atmosfera, se mai ce ne fosse stato bisogno. Poi, tutti fuori sul prato, per degustare i dolci (preparati amorevolmente e con buon gusto dalle consorti, che ringraziamo affettuosamente) e annaffiarli con le bibite, i superalcolici e gli spumanti, posizionati, sui tavoli all’aperto, sui quali, all’inizio, erano adagiati gli stuzzichini e gli aperitivi. E mentre il sole rinforzava il tepore, abbiamo assistito al simpaticissimo spettacolo di un personaggio napoletano da noi già conosciuto ed invitato da Bruno Nocera. Lo showman si chiama Arcangelo Pastore ed ha messo in atto il suo nutrito repertorio di monologhi comici con predominanza di sketch in cui imita il grande Massimo Troisi a cui assomiglia fisicamente e di cui ricalca la mimica e la voce in maniera impressionante. Terminato l’applaudito spettacolo, i convenuti si sono intrattenuti ancora per molto tempo in piacevoli conversazioni, mentre continuavano a degustare dolci, a bere e a scambiarsi indirizzi ed e-mail tra amici di nuova data. Abbiamo rivisto il gruppo di rotariani di Pitigliano che avevamo incontrati ultimamente a Sovana per l’Interclub del 12 settembre scorso; tra essi citiamo il Presidente in carica Carmine Piunno, il Past President Leo Brugi e consorte e il Past President Antonio Sovani e consorte. Infine c’ha fatto molto piacere rivedere di nuovo il socio del Club nr. 6 di New York, con consorte (che avevamo conosciuti proprio a Sovana): Giovanni e Rita Cicero. I due nuovi amici hanno accettato, volentieri, il nostro invito all’ottobrata ed hanno avuto modo di stringere legami e familiarizzare con molti altri soci del nostro club, tant’è che, in sede di commiato, una frase del socio newyorchese, c’ha particolarmente colpito: “Posso dirvi che io sono nel Rotary dall’86 e ne ho visti di Club: in Europa, nei Caraibi, in Canada, in Sud America; ma questa giornata passata con voi è stata, in assoluto, la più piacevole e gratificante delle mie giornate rotariane”. Ringraziamo di cuore Giovanni e Rita per questo loro attestato di simpatia ed empatia, ma poiché, anche Gabriella Sovani, nel salutarci ci ha detto: “Siete eccezionali, per come fate le conviviali! A me le vostre riunioni piacciono tanto!”, ci va di pensare che oltre ad essere il nostro, un Club “100% PHF”, potrà, forse, fregiarsi anche del riconoscimento di “100% simpatia”. Non vi pare? Ah! Giovanni Cicero, che ci aveva riferito della identificabilità, per numero, di tutti i Club rotariani, ha fatto la ricerca per noi e ci fa sapere che il nostro Club ha il numero progressivo 12359; il che vuol dire che, nel 1969, anno della sua nascita, il nostro sodalizio era il dodicimilatrecentocinquantanovesimo, dopo il primo, sorto a Chicago nel 1905, ad opera di Paul Harris. Vi giro l’informazione. Mario de Caro Al termine del pranzo e dopo i dolci, abbiamo appreso che Fiorenza e Claudio Santi, quel giorno, compivano 34 anni di matrimonio, per cui abbiamo brindato alla loro salute col Vinsanto e i cantuccini di Prato offerti dalla simpaticissima coppia che il nostro attento fotoreporter, Vittorio Fidati, ha voluto immortalare in un tenero atteggiamento. Vi proponiamo, le due istantanee. CONVIVIALE DEL 29/X/2010 – RISTORANTE “IL CACCIATORE” Erano presenti i soci: Luca Agostini con Roberta e Benedetta, Simone Aldi con Francesca, Italia Baldi, Angelo Barbetti con Rossana, Dominique Brama, Gianfrancesco Casalini con Anna, Riccardo Clemente con Silvia, Roberto Collantoni con Luciana; Mario de Caro, Raffaele De Luca con Giovanna, Luigi Destefano con Cristina, Fabrizio Fabbri con Patrizia, Angiolo Feroci con Gabriella, Vittorio Fidati con Anna, Marcello Galeazzi con Alda, Efisio Lucignani con Carla, Alvaro Meossi, Raniero Michelacci con Fernanda, Bruno Nocera con Serenella, Antonio Paolini con Katia, Fabrizio Paro Vidolin con Luciana, Fabrizio Pianelli con Luisa, Ezio Reverberi, Claudio Santi, Alessandro Tommasi, Igino Valiani con Gigliola. Hanno partecipato gli ospiti: la relatrice della serata, dr.ssa Lucia Goracci, con i genitori Lamberto e Rosanna e i fratelli Cecilia e Stefano; il neosocio (a tutti gli effetti) Gianfranco Francia e il neosocio del nostro club (ma veterano per militanza rotariana) Pier Nicola Muscetta, con consorte Ica; il consocio del Club di New York nr. 6, Giovanni Cicero con consorte Rita, la Vice Preside del Liceo Linguistico di Sorano, prof.ssa Rossana Cappagli con le due studentesse albanesi Kadrie e Franzuela Saliami; il dr. Francesco Spano, nipote di Ennio Graziani. Conviviale ricca, per la molteplicità degli eventi succedutisi, di cui faremo, per quanto possibile, una sintetica ricapitolazione. Dopo aver suonata la campana, ed invitato i presenti all’ascolto degli inni rotariani, il presidente Efisio Lucignani ha illustrato la scaletta della serata ed ha passato il microfono ad Angiolo Feroci (che questa sera funge da Prefetto perché Paolo Brama è impegnato in Albania) il quale ha elencato e salutato gli ospiti della conviviale. Il Presidente Efisio, poi, ha fatto consegnare alle due ragazze albanesi Kadrie e Franzuela, accompagnate dalla prof.ssa Cappagli, Vice Preside della Scuola che le ospita, la somma di 1.250 euro, raccolta dal nostro club, con una lotteria, durante l’ultima ottobrata del 10 scorso. Le due giovani, purtroppo, hanno perso la madre, in un incidente d’auto, qualche mese fa e rischiano di dover abbandonare la scuola in Italia, se non si provvede con qualche sovvenzione, almeno per permettere loro di acquistare i libri di testo. Il nostro Club, in accordo anche col club di Pitigliano-Sorano-Manciano ha in programma una serie di iniziative per sopperire a questa bisogna. La prof.ssa Cappagli ci ha ringraziato ed ha precisato che le due studentesse meritano davvero di essere appoggiate perché sono due bravissime ragazze. Si è passati poi alla presentazione dei due soci che, da stasera, entrano ufficialmente nel nostro Club. Il Presidente Incoming, Vittorio Fidati, ha presentato Pier Nicola Muscetta (il cui lunghissimo curriculum, per motivi di spazio, siamo costretti a tagliare drasticamente): “Ho conosciuto Pier Nicola il 30 giugno del 2006, nella conviviale in cui sono entrato nel nostro Club. …. Pier Nicola è nato a Bari, ma nelle sue vene scorre buon sangue dell’Argentario ….. la mamma infatti apparteneva alla famiglia Meschini, una delle più antiche del territorio. E’ sposato con Ica da oltre vent’anni … non hanno figli ... ma in compenso hanno una cinquantina di nipoti e pronipoti. … Si è laureato in chimica industriale a Roma, dove era già stato Direttore del Centro Ricerche di una nota azienda romana specializzata nel trattamento delle acque. … Nei primi anni ’70 si trasferisce a Milano e a 35 anni è già dirigente. … per vent’anni è direttore dei Servizi Ambientali dei principali gruppi petrolchimici nazionali: SIR-RUMIANCA ed ENICHEM. … Negli anni 90 è attratto da un’industria emergente: quella del recupero di materiali ed energia dai rifiuti. … Diviene Amministratore Delegato di un’importante azienda milanese di servizi ambientali ed è l’artefice della nascita di uno dei principali poli per il recupero del Poliestere, del Polietilene e del PVC dai contenitori di plastica derivati dalla raccolta differenziata. Terminata la parentesi ultratrentennale milanese, Pier Nicola, che vive tra Ravenna, Roma e l’Argentario, decide di dedicarsi a ritmi di lavoro e di vita più tranquilli ed oltre a consulenze nel settore ambientale, si dedica allo studio dei fenomeni chimici che presiedono la preparazione e la cottura degli alimenti. …. Divenuto, poi, anche sommelier di 3° livello, estende i suoi studi al vino e al suo impegno in cucina. Parliamo, ora, di Pier Nicola rotariano: Pier Nicola è semplicemente un grande rotariano. Ammesso nel Rotary nel 1991, tra il ’92 e il ’95 è socio fondatore di ben tre Rotary Club, due nel Distretto 2050 ed uno nel Distretto 2040: quest’ultimo è il R.C. Milano Porta Venezia, del quale è stato Presidente nell’anno 2004-2005 e del quale è attualmente Socio Onorario. Ad oggi è insignito di 6 Paul Harris Fellow. Ha la Citazione Presidenziale del Presidente del R.I., un Attestato del Consiglio Centrale del R.I. e due Attestati del Presidente della Rotary Foundation ... infatti il Club di Milano Porta Venezia, durante la sua Presidenza, ha raggiunto, nel Distretto 2040, il 1° posto nella contribuzione, sia come Club, sia come media pro capite fra i singoli soci. Pier Nicola, nei suoi primi 20 anni di Rotary ha dimostrato il suo forte spirito organizzativo ed il suo convinto impegno rotariano e sono certo che trasferirà queste sue preziose doti nel nostro Club che con il suo ingresso avrà un sicuro arricchimento. Benvenuto Pier Nicola!” Pier Nicola Muscetta, al quale ovviamente non è stato dato il distintivo, perché già lo possiede da sé, ha ringraziato Vittorio per l’affettuosa presentazione ed ha ricordato che egli ha avuto modo di conoscere per la prima volta il nostro Club nel marzo del 2005 quando portò il suo Club di Milano – Porta Venezia, che egli allora dirigeva, ad incontrarsi con noi. La prima persona che i soci milanesi incontrarono scendendo da pullman, fu Fabrizio Paro Vidolin con ben evidente sulla giacca un enorme scudetto di Prefetto; infatti Fabrizio era il Prefetto di Gianfrancesco Casalini che nel 2004-2005 dirigeva per la seconda volta il nostro Club. Pier Nicola ha riferito che non conosceva di persona Gianfrancesco, perché si erano scambiati solamente messaggi on line, sms e telefonate per organizzare l’Interclub, poi hanno avuto modo di fare conoscenza ed amicizia e Pier Nicola ha ricordato i meriti di Gianfrancesco Casalini per la sua militanza di trentotto anni nel Rotary ed anche per il suo ultimo lavoro del libro del quarantennale. Pier Nicola, quindi frequenta il nostro club da cinque anni e partecipa alle nostre conviviali, lui ed Ica, ogni volta che vengono in zona. Ha assistito a molte conviviali importanti del nostro Club ed ha conosciuto molti soci, tra i quali ha ricordato anche la simpatia del compianto Romano Emiliani. “Insomma - ha concluso Pier Nicola – credo di aver fatto un buon tirocinio per essere ammesso nel nostro Club. Io adesso sono qui con voi, sono vostro consocio e mi dedicherò a fare Rotary con voi, soprattutto in quei programmi di Service nei quali dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi. Io ci metterò il mio entusiasmo, la mia energia e penso che insieme non ci annoieremo di certo”. Poi c’è stata la presentazione di Gianfranco Francia da parte di Fabrizio Fabbri: “Gianfranco Francia è nato il 25 marzo del 1961 ad Orbetello. Risiede ad Orbetello in via Palestro 16. E’ figlio unico. Il padre è deceduto nel 1997, la madre ha 71 anni. Convive con Irene Costantini con la quale ha un figlio, Gianluca, di sei anni che frequenta la prima elementare e che al momento, presenta qualche problema di salute, ma ci penserà la mamma, che perciò non ha potuto partecipare alla conviviale. Gianfranco ha studiato agraria a Grosseto e s’è diplomato nel 1980. Ha fatto una breve esperienza all’Università di Firenze nella Facoltà di Agraria. Nel 1982 presta il servizio militare a Torino presso il Settimo Reggimento Artiglieria di Campagna “Adria” ed è congedato con il grado di sergente. Nel 1984 inizia a lavorare nel settore assicurativo con la stessa Compagnia con la quale lavora attualmente, la Reale Mutua Assicurazioni, come collaboratore nell’Agenzia di Grosseto. Si iscrive nuovamente all’Università, alla Facoltà di Giurisprudenza di Siena, ma non è facile conciliare il lavoro con lo studio, perciò decide di buttarsi a capofitto nel lavoro. Nel 1987 è nominato subagente su tutta la provincia e gli viene assegnato un portafoglio che dovrà sviluppare. Nei cinque anni successivi, si organizza e in breve tempo riesce a dare risultati molto soddisfacenti, rendendo molto visibile il marchio rappresentato. Nel gennaio del ’93, diventa titolare dell’Agenzia di Grosseto in società col dr. Nicosia con rappresentanza a Follonica ed Orbetello. Nel giugno del 2000, supera l’esame di promotore finanziario e comincia ad operare con la Banca Reale, banca del gruppo Reale Mutua. Dall’aprile del 2004, gli viene affidata anche l’Agenzia di Piombino con sportello anche a Venturina e il suo lavoro prosegue con soddisfazione. Benvenuto Gianfranco!” Gianfranco, dopo aver ricevuto il distintivo dal Presidente, ha rivolto un ringraziamento, prima a tutti i soci del Club che hanno permesso il suo ingresso nel nostro sodalizio, poi un ringraziamento particolare a Fabrizio Paro Vidolin che ha conosciuto una ventina d’anni fa, e che è stato il primo a dargli la possibilità di entrare in contatto con il nostro Club. Un ringraziamento particolare anche al Presidente dell’anno scorso Luca Agostini, “che è un grande amico e che s’è adoperato molto per farlo entrare a far parte della famiglia rotariana”. Il terzo ringraziamento Gianfranco l’ha rivolto a Fabrizio Fabbri, che, pur essendo un collega di lavoro, ma di un’altra Compagnia, quindi un concorrente, ha ritenuto opportuno, fare proprio lui la presentazione per la sua ammissione. A questo punto è potuta iniziare la cena, che s’è protratta ben oltre i tempi pronosticati, per cui solamente intorno alle 23, la giornalista Lucia Goracci, dopo essere stata presentata da Italia Baldi La Banca, ha potuto prendere la parola. Vi riportiamo il suo curriculum, illustrato da Italia: “Lucia Goracci, nasce ad Orbetello il 16 marzo 1969. Si laurea con 110 e lode alla Luiss. Collabora con La Nazione di Firenze. Nel 1992 ottiene una borsa di studio del Ministero degli affari Esteri per un anno di studi sul Medio Oriente alla Hebrew University di Gerusalemme e una scholarship della Commissione Scambi Culturali Italia - Stati Uniti, per un anno di studi al dipartimento di Relazioni Internazionali della Boston University, a Boston. Contemporaneamente supera il concorso pubblico della Rai per un posto da praticante giornalista e sceglie quest’ultimo. Dell’esperienza di ricerca all’Università le rimangono diverse pubblicazioni in riviste di Relazioni Internazionali e un Manuale della Politica Estera Italiana, Laterza 1995. Prima destinazione di lavoro in Rai Tgr Sicilia (1995-99); 1999 RaiNews24, come conduttrice; 2003 TG3, prima in cronaca, poi agli esteri, dove diventa inviata. Sempre per il Tg3, viaggia in: Africa (Angola, Repubblica Centrafricana, Zambia, Rwanda, Niger, Sudafrica), Francia (crisi della banlieu 2005, elezioni presidenziali 2007) e resto d’Europa e, ancora: Siria. Iraq, Afganistan, Libano, Israele e territori palestinesi, Iran, Stati Uniti, India Spagna, Georgia, Romania, Haiti, ecc. ecc. Dalla primavera del 2007 conduce il Tg3 della notte. Conosce: l’inglese, il francese, lo spagnolo e, per una conversazione di base, l’arabo.” La brava, professionale e preparata giornalista Lucia Goracci, ci ha intrattenuti sobriamente con quella che lei ha chiamato “una chiacchierata” e che s’è dimostrata essere la narrazione di esperienze di vita che per molte persone normali, anzi, diciamo, che per la maggior parte delle persone, sarebbero fonte di gravissimi traumi psicofisici. Lei narrava le cose dai teatri di guerra da dove i suoi colleghi cineoperatori la riprendevamo, mentre esponeva le cose dai campi di battaglia e da dove, istintivamente, mentre riferiva i servizi, che a noi in Italia arrivavano in televisione, magari davanti ai deschi imbanditi, ogni tanto, meccanicamente, abbassava la testa, mentre qualche aereo sorvolava la loro postazione. Questi filmati, veramente impressionati, sono resoconti di pochi minuti (mediamente un minuto) nei quali si devono compendiare le notizie, cercando di essere quanto più attendibili possibile. E la nostra relatrice, c’ha mostrato tutta la sua bravura nell’esposizione dei fatti e nei commenti, molto obiettivi e soprattutto umanitari, che le scaturivano spontanei, quando rivedeva, assieme a noi, le registrazioni di servizi svolti presso le nazioni di quella povera gente (in Iran, In Iraq, a Gaza, ad Haiti) esposta ad eventi bellici o a calamità naturali, e con la quale ha convissuto molte volte e per molti giorni, durante i suoi reportage. La nostra giovane giornalista, ha esordito dicendo che il lavoro di questa categoria di giornalisti di cui lei fa parte, è basato sulla rapidità d’azione e di spostamento, e sulla sinteticità, per quanto più possibile attendibile, della narrazione degli eventi. Infatti, ultimamente, era appena rientrata dal Cile, dove ha potuto assistere alla fortunata conclusione positiva del salvataggio dei 33 minatori, e subito è stata inviata ad Avetrana, in Puglia, a seguire il caso della povera Sarah Scazzi. E di là è destinata a spostarsi, dove l’attenzione del mondo si concentra per nuovi eventi e dove la Direzione del suo Giornale ritiene che si debba andare a testimoniare gli avvenimenti. La nostra relatrice ci ha confessato di essere stata attratta, da questo mestiere, in età molto giovanile, conquistata dai libri di Oriana Fallaci (che possiamo considerare un’antesignana delle giornaliste inviate nei teatri di guerra). E quindi Lucia Goracci s’è incamminata sulle orme della sua ispiratrice e ci ha rilevato che, col trascorrere del tempo questo tipo di lavoro, ha subìto una grande evoluzione. Le guerre contemporanee, sono sempre più rapide, sempre più crudeli mentre le vittime coinvolte sono costituite nel 90% da civili; e l’inviato giornalista queste cose le vive ogni giorno, per cui, c’è sempre un rapporto un po’ conflittuale tra chi le guerre le fa, le decide, e il commentatore reporter. Pertanto è sempre più difficile, per un giornalista, presentarsi sui campi di battaglie, stare vicino alle vittime involontarie di queste situazioni e mantenere, contemporaneamente, uno sguardo lungimirante sulla descrizione della guerra. La dr.ssa Goracci ha portato un esempio emblematico delle difficoltà che incontra un giornalista del suo settore, nel cercare svolgere il proprio lavoro e ci ha parlato della guerra di Gaza, del 2009, una guerra molto complessa in cui, in quasi 20 giorni, morirono circa 1300 palestinesi. La relatrice ha premesso che non ha niente contro Israele, che anzi considera la sua seconda patria d’adozione, quindi non è coartata da alcun’ideologia, ma ha narrato le enormi difficoltà che incontrarono i giornalisti, in quest’occasione, per cercare di avvicinarsi al teatro di guerra che fu loro tassativamente vietato. Sembrava impossibile – ha osservato la relatrice – che uno stato così democratico, come quello israeliano, impedisse di accedere al campo di battaglia per documentare gli avvenimenti. In questo Israele fu molto imparziale ed equilibrata, cioè impedì l’accesso al teatro delle operazioni non solo ai giornalisti italiani ed europei, ma anche ai grandi network internazionali. E soltanto alla fine del conflitto, cioè a tregua avvenuta, poterono entrare in campo per raccontare solo il dopoguerra. Ci furono proteste e petizioni da parte della stampa mondiale, ma le cose andarono così. Poi sono continuati, con la visione dei relativi filmati, i racconti sulle elezioni presidenziali iraniane dell’anno scorso, in cui non si poté documentare granché in quanto i giornalisti non erano liberi di muoversi anzi correva spesso la voce che si rischiava di essere messi dentro o di vedersi revocati i permessi di permanenza. Abbiamo visto filmati ed ascoltato racconti e considerazioni sulle problematiche dell’Iraq e sull’ultima votazione ufficiale, e infine sul terremoto devastante di Haiti avvenuto nel gennaio scorso. Poi la dr.ssa Goracci ha fatto delle considerazioni molto pertinenti sull’etica giornalistica, concludendo che, per essere un bravo giornalista si deve essere prima di tutto una brava persona, e questo lo abbiamo trovato abbastanza veritiero, se teniamo presenti certe trasmissioni televisive in cui in maniera abbastanza plateale si vede il gioco sporco di alcuni subdoli conduttori che impostano i loro programmi in maniera che debbano dimostrare esclusivamente le loro tesi e se durante la trasmissione, per puro caso, viene fuori qualcosa che contraddica le loro “preconcette verità”, piuttosto che approfondire la faccenda, si fuorvia il discorso verso altri lidi, ignorando di proposito la nuova idea che avrebbe potuto prendere piede. Al termine della sua piacevolissima “chiacchierata”, la dr.ssa Lucia Goracci ha ricevuto un calorosissimo, compiacente applauso. Poi il Presidente le ha donato il guidoncino del nostro club e i due libri di Alvaro Meossi: “Alle capanne da Aspasia” e “Il pozzo di Moma”. La bandierina del club è stata consegnata anche all’amico Giovanni Cicero del Club nr. 6 di New York, al quale avevo già fatto avere, in precedenza, i due libri di Alvaro che si leggerà nella sua permanenza a New York. Infine Efisio ha comunicato che Raffaele De Luca offriva lo spumante per festeggiare il suo compleanno, ricorrente proprio oggi. Abbiamo alzato i calici alla salute di Raffaele; e in questo clima di festosa allegria, terminava la straordinaria conviviale di fine ottobre. Mario de Caro LEGGENDE, MAGIE, CURIOSITA’ E COSE SERIE DI ROMA MIA di Vittorio Fidati IL PONTE DELLA MUSICA (II parte) Nel bollettino 220 del settembre dello scorso anno, abbiamo visto lo stato dei lavori (iniziati alla fine 2008) del Ponte che unirà il Lungotevere Maresciallo Cadorna, sulla riva destra del Tevere, con Piazza Gentile da Fabriano, sulla riva sinistra; il ponte è chiamato Ponte della Musica, poiché da piazza Gentile da Fabriano inizia via Guido Reni che prosegue con via Pierre de Coubertin dove è allocato l’Auditorium della Musica di Renzo Piano. La struttura unirà i quartieri Della Vittoria e Flaminio e, pur se inizialmente è stato indicato come “ponte pedonale”, avrà, quasi certamente, una corsia centrale che dovrebbe consentire il passaggio di veicoli ad uso pubblico (autobus, taxi, etc.). Nell’articolo del settembre 2009 ho allegato due foto del luglio precedente che mostravano i lavori di realizzazione delle due piattaforme in cemento armato sulle quali vanno ad appoggiarsi gli estremi del ponte. Vediamo adesso il procedere dei lavori dall’inizio del 2010 fino al mese scorso: foto 1 – le piattaforme in cemento armato sotto la neve del 12 febbraio 2010 foto 2 - estremità del ponte sulla riva destra durante la piena del Tevere del 16/05/2010 (notare la gru di colore giallo - sulla sinistra - parzialmente sommersa dalle acque.) foto 3 - del 22/06/2010: sono iniziati i lavori anche dell’estremità del ponte sulla riva sinistra. foto 4 - del 7/09/2010: sulle due estremità del ponte sono state montate due alte torri in traliccio di acciaio che, con appositi cavi, sorreggeranno successivamente le parti centrali che si vedono in costruzione sulla sponda (una alla base della gru di colore scuro, a destra, l’altra alla base della gru di colore rosso, a sinistra) foto 5 - del 28/09/2010: la struttura è stata quasi completata; manca soltanto l’ultimo pezzo che vediamo a destra sulla sponda e che, con l’altissima gru di colore giallo, verrà trasportato fino ad unire le due parti. foto 6 - del 5/10/2010: finalmente le due sponde sono collegate (vedi al centro della foto - in basso- la bandiera tricolore); il responsabile del procedimento Arch.Alessandro Di Silvestre spiega: ”i pezzi stanno arrivando da Treviso. A dicembre il ponte sarà montato; poi ci saranno i lavori di rifinitura: la realizzazione dei parapetti, la pavimentazione in legno e la verniciatura”. foto 7- vi ripropongo un’immagine del progetto del ponte come lo vedremo una volta ultimato. Nel settembre 2009 scrivevo: ”La data di fine lavori dovrebbe essere a metà del 2010 ma, a mio avviso, slitterà di diversi mesi” … come volevasi dimostrare … slitterà di molti mesi … si arriverà a metà del 2011! Il Sindaco Gianni Alemanno, in visita al cantiere il 28 luglio scorso, ha dichiarato: “Sarà inaugurato nella primavera 2011; questo ponte è diventato particolarmente importante perché si inserisce nel progetto del Parco fluviale olimpico e diventa la porta sud del Foro Italico, collegando gli impianti sportivi e culturali del Flaminio (N.d.R. Auditorium, Museo MAXXI, Palazzetto dello Sport, Stadio Flaminio) con quelli del Foro Italico”.(N.d.R. - Stadio del nuoto, Stadio Olimpico, Stadio dei marmi e il futuro Museo dello Sport Italiano). Un paro de proverbi romaneschi Tristo ar monno chi se mostra guitto (poveraccio) Chi paga, chi strapaga e chi magna … aggratise. CURIOSITA’ NELLE PIEGHE DELLA SCIENZA di Alvaro Meossi L’origine della struttura A partire da una distribuzione quasi del tutto uniforme, poco dopo il Big Bang, la materia ha formato aggregati di ogni dimensione possibile: gli ammassi e i superammassi giganti di galassie, le galassie che li compongono, le stelle presenti a miliardi in ogni galassia e tutti gli oggetti di dimensioni inferiori – i pianeti, con i loro satelliti, gli asteroidi, le comete – che orbitano intorno a molte di quelle stelle. L’Universo si sta espandendo dai tempi del Big Bang, opponendosi alla naturale tendenza della materia di aggregarsi per effetto della gravità. A partire da 380.000 anni dopo il Big Bang, e per circa 200 milioni di anni, la materia continuò ad aggregarsi, anche se l’universo restava buio perché non erano ancora nate le prime stelle. Durante questo evo oscuro, l’universo conteneva solamente quello che era stato capace di sviluppare nei suoi primi minuti di vita: idrogeno, elio e tracce di litio. In assenza di elementi pesanti: carbonio, ossigeno, sodio, calcio e altri elementi, il cosmo era privo degli atomi e delle molecole comunemente capaci di assorbire la luce di una stella che cominci a splendere. Oggi, che questi atomi e queste molecole sono presenti, la luce di una stella appena nata esercita su di essi una pressione che spinge all’esterno quantità di gas che altrimenti ricadrebbero sulla stessa stella. Ci sembra probabile, oggi, che ogni galassia gigante ospiti un buco nero supermassivo, che può aver funzionato da germe gravitazionale attorno al quale si è raccolto il resto della materia. Tutta l’energia delle orbite di tutte le stelle e delle nubi di gas che compongono una galassia, impallidisce di fronte all’energia sprigionata da un buco nero. Il buco nero che sta al centro di ogni galassia gigante, oggi invisibile ma un tempo luminoso, costituisce un nesso nascosto, la spiegazione fisica dell’aggregazione della materia in un sistema complesso di miliardi di stelle orbitanti attorno a un centro comune. Che cosa ha portato alla nascita di miliardi di stelle in una galassia? Sempre la gravità, capace di produrre centinaia di migliaia di stelle in una singola nube. L’origine delle stelle Polvere alla polvere. Se vi capita di guardare il cielo in una notte serena, lontano dalle luci della città, noterete immediatamente una fascia debolmente luminosa simile a una nube, interrotta qua e là da chiazze scure, che va da un capo all’altro dell’orizzonte. E’ come una via lattea che raggruppa in sé la luce di un numero inimmaginabile di stelle e nebulose gassose. Sarebbero dovuti passare tre secoli prima che qualcuno si rendesse conto che le macchie scure nella via lattea erano ben lungi dall’essere dei buchi, e che si trattava invece di dense nubi di gas e polvere che oscuravano le distese stellate più distanti. Sappiamo che una nube interstellare “vuole” collassare, sotto l’azione della propria gravità, e dare vita così a una o più stelle. La rotazione della nube, però, unita agli effetti del moto turbolento del gas al suo interno, vi si oppone. Insieme alle centinaia di miliardi di stelle nella nostra galassia, chiamata Via Lattea, a causa della striscia luminosa visibile nei nostri cieli, nubi gassose gigantesche orbitano intorno al centro galattico. Le nubi di gas, sono enormi, si estendono per centinaia di anni luce e la loro massa è dell’ordine di un milione di masse solari. Le stelle nascono quando le forze che fanno aumentare la densità di una nube finiscono per provocarne il collasso gravitazionale, nel corso del quale ogni parte della nube attira a sé tutte le altre. Poiché un gas caldo si oppone alla compressione e al collasso meglio di un gas freddo, ci troviamo in una situazione critica. Dobbiamo prima raffreddare una nube perché essa possa poi riscaldarsi dando vita a una stella. Possiamo però affermare che all’interno delle regioni più profonde, scure e dense di una nube interstellare, dove le temperature scendono fino a 10 gradi al di sotto dello zero assoluto, la forza di gravità provoca effettivamente il collasso di sacche di gas, vincendo la resistenza offerta da campi magnetici. La contrazione converte in calore l’energia gravitazionale della sacca. La crescita repentina della temperatura all’interno di ognuna di queste regioni – destinate a diventare il nucleo delle stelle che stanno per nascere – provoca la disintegrazione di tutte le particelle di polvere che si scontrano nelle immediate vicinanze. A un certo punto la temperatura nella regione centrale della sacca che sta collassando raggiunge i fatidici 10 milioni di gradi assoluti. La fusione termonucleare (“termo” perché avviene ad alte temperature, e “nucleare” perché fonde più particelle in un nucleo unico) dà origine a nuclei di elio. La massa che sparisce durante la fusione si trasforma in energia. Man mano che l’energia prodotta dalla fusione nucleare si diffonde verso l’esterno della nube, il gas si scalda sempre più. Se osservate la nebulosa di Orione, situata subito sotto le tre stelle brillanti della cintura di Orione, più o meno a metà della Spada del Cacciatore, un po’ più fioca, potrete vedere una “nursery“ stellare. Al suo interno centinaia di stelle, già nate, e altre centinaia che aspettano di nascere, per creare un gigantesco ammasso stellare la cui visibilità aumenta man mano che la nebulosa si dissolve. Le più massicce tra le nuove stelle, raggruppate in quello che viene chiamato comunemente il Trapezio di Orione, sono impegnate a fare un buco gigantesco nel bel mezzo della nube dalla quale si sono formate. Le immagini provenienti dal telescopio di Hubble rivelano centinaia di nuove stelle solo in questa zona; ogni neonata è avvolta dall’abbozzo di un disco protoplanetario formato da polvere e da altre molecole provenienti dalla nube originale, all’interno del quale sta nascendo un sistema planetario. Dieci miliardi di anni dopo la formazione della Via Lattea, la genesi stellare continua in molte regioni della nostra galassia, e possiamo assistere alla formazione continua di nuovi astri per molti miliardi di anni a venire. Quanti anni hanno le stelle? Tra tutti i mezzi che gli astrofisici hanno messo a punto per individuare l’età delle stelle, gli spettri costituiscono lo strumento più affidabile per analizzare in dettaglio i diversi colori della luce emessa. Ogni colore – ogni lunghezza d’onda e ogni frequenza delle onde luminose che osserviamo – ci racconta come la materia ha dato origine alla luce, o come l’ha influenzata mentre stava lasciando la stella, o sul suo percorso tra la stella e noi. Gli astrofisici hanno imparato a leggere lo spettro di un corpo celeste come se fosse un’impronta digitale, e sono in grado di dedurre la composizione chimica, la temperatura, la densità e la pressione di questa materia interstellare. La temperatura negli strati più esterni di una stella non può eccedere i 3.000 gradi Celsius. A temperature maggiori le molecole si muovono così rapidamente che le collisioni le scindono negli atomi che le compongono. Gli astrofisici utilizzano uno soltanto degli atomi, per risalire all’età delle stelle più giovani; si tratta del litio. Ogni stella nasce con la sua giusta quota di litio e le reazioni nucleari all’interno della stella lo consumano lentamente e regolarmente. La regola da seguire per riconoscere le stelle più giovani è semplicissima: bisogna cercare le stelle con la maggior abbondanza di litio. Sono passati ormai quasi cinque miliardi di anni dalla nascita della nostra stella. Di tutte la stelle della Via Lattea e delle altre galassie, quelle dotate di una massa piccola consumano il proprio combustibile così lentamente da vivere praticamente in eterno. Le stelle di massa intermedia, come il nostro Sole, finiscono per trasformarsi in giganti rosse, espandendo gli strati gassosi più esterni fino a cento volte la loro dimensione originaria nel loro inesorabile cammino verso l’estinzione. Il ciclo continuo di fusione termonucleare, permette alle stelle molto massicce di fabbricare, al proprio interno, dozzine di elementi, partendo dall’idrogeno per arrivare a elio, carbonio, azoto, ossigeno, neon, magnesio, silicio, calcio e così via fino al ferro. Altri elementi vengono forgiati nell’esplosione finale, chiamata dagli astrofisici “supernova”. L’energia esplosiva di una supernova disperde gli elementi vecchi e nuovi in tutta la galassia, aprendo squarci nella sua distribuzione di gas e arricchendo le nubi più vicine. Noi terrestri viviamo del prodotto dell’esplosione di innumerevoli stelle, avvenuto miliardi di anni fa. Banalizzando il ciclo vitale di una stella di massa elevata, possiamo affermare che ogni stella vive producendo e rilasciando al proprio interno l’energia che le permette di resistere all’azione di gravità. Senza l’energia prodotta attraverso la fusione termonucleare, il gas di ogni stella finirebbe semplicemente per collassate sotto il proprio peso. Dopo aver convertito tutto l’idrogeno in elio, il nucleo di una stella massiccia comincerà a fondere l’elio per produrre carbonio, poi userà il carbonio per produrre ossigeno, l’ossigeno per produrre il neon e così via fino al ferro. Visto che nulla dura per sempre, la stella finisce per dover affrontare un problema enorme: invece di produrre energia, la fusione del ferro la assorbe. A questo punto, improvvisamente, la stella implode, e la sua temperatura cresce così rapidamente da provocare un’esplosione gigantesca che disintegra l’astro. Sì! La Terra e la vita che essa ospita nascono dalla polvere di stelle. TRADUZIONE DI STRALCI DAI BOLLETTINI DI HYERES a cura di Gigliola VALIANI Bollettino nr. 3040 del 23 settembre 2010 Cena al Ristorante "Le Campus" Durante la serata, piacevolissima, si illustra l'escursione alle calanche di Cassis con la promessa di una giornata indimenticabile alla scoperta del luogo, della sua storia, della sua fauna e della sua flora. Si ringraziano calorosamente tutti coloro che, in massa, hanno contribuito alla preparazione del Dépot-Vente; si ricorda che il reinserimento dell'amico JeanMichel Escure avverrà ai primi di Novembre, che il viaggio in Tunisia (al quale parteciperanno anche gli amici rotariani di Orbetello) si svolgerà nei giorni 14-21 maggio 2011 Note di lettura di Antoine Carvalho Lo scrittore Naim Kattan Autore massimo della letteratura del Quebec Dall'Irak al Canada Nato a Bagdad nel 1928, Naim Kattan fa parte di quel popolo giudaico impiantato in Mesopotamia nella notte dei tempi. Scrittore di nascita o quasi (basti leggere Adieu Babylone per rendersene conto) egli scrive dapprima in arabo, la sua lingua materna, poi in francese, quando sceglie di continuare i suoi studi di letteratura alla Sorbona, a Parigi, e di emigrare in Canada nel 1954, dove esercita il mestiere di giornalista nel Nouveau Journal nel 1961 e nelle pagine letterarie del Devoir di cui è ancora cronista. Oggi è uno degli scrittori maggiori della letteratura del Quebec di cui è stato per numerosi anni un promotore infaticabile, soprattutto quando dirigeva il Conseil des Arts del Canada. Tra tutte le sue opere letterarie (una quarantina in tutto) suggeriamo la lettura di quattro tra esse; - Le Réel et le Theatral,pubblicato presso Denoel in Francia, un saggio per cercare di inquadrare i due mondi che l'abitano,l'Oriente e l'Occidente; - Adieu Babylone,pubblicato presso Julliard nel 1975 con una prefazione di Michel Tournier, un romanzo ispirato alla sua giovinezza in Irak e che bene illustra la situazione, mal conosciuta, degli Ebrei dell'Irak in quel periodo; - La Fiancée promise, pubblicato presso Hurtubise nel 1983, è un romanzo potente nel contenuto con riflessioni sottili e profonde sui contrasti di identità che si possono vivere quando si sbarca e ci si trasferisce a Montrèal. - Infine L'Anniversaire, pubblicato nel 2000 dalle edizioni Québec-Amerique, un romanzo epistolare, adatto a una riflessione tanto più profonda di qualsiasi lettera si trovi oggi messa in causa da una sorte di "contro-lettera"che dice il "reale" e contraddice il "teatrale". Il suo contributo alla diffusione della lingua francese nel mondo gli ha consentito di ricevere nel 2007 il Prix Hervé Deluen dall'Accademia Francese. Aggiungiamo che è il corrispondente della rivista letteraria Riveneuve Continents. " io non ho mai sostenuto di non essere un esiliato. C'è nei versetti della Bibbia e negli scritti religiosi ebrei una nostalgia di ritornare a Gerusalemme, ma ci sono anche, in Geremia, dei versetti che dicono: - bisogna celebrare il paese in cui si è, anche se siete stati costretti ad andarci, bisogna celebrarlo perché è là che si svolge la vostra vita ed è il benessere di questo paese che potrà essere il vostro benessere. -Io ho preso le due versioni e mi sono detto che per me c'era una memoria e che la memoria mi salva dall'esilio." Bollettino nr. 3041 del 30 settembre 2010 Cena con familiari al ristorante Le Colombe presso Pascal Bonamy. Una serata ufficiale in un ambiente accogliente sia per l'arredamento che per la qualità del cibo, annaffiato dallo champagne offerto dai coniugi Gruel. Dopo la consegna di due assegni, uno per continuare ad aiutare Amandine nei suoi studi di infermiera e l'altro per l'orfanotrofio del Bénin, dopo le felicitazioni alle mogli organizzatrici del Dépot-Vente che quest'anno, battendo ogni record, ha registrato la somma di 3700 euro, dopo la presentazione del calendario delle attività, si passa la parola al Prefetto M. Hardy la cui conferenza ha per tema: A cosa serve un prefetto? M.Hardy ha diviso la conferenza in tre parti: prima di tutto smentire le false idee (una, tra tante, è che il prefetto non possa fare carriera in una prefettura. Lui, dal suo canto è stato responsabile di gabinetto di un ministro delle finanze, direttore al Ministero degli Interni, ha avuto un posto nelle collettività locali ed è stato anche PDG d'Escota.), secondo, descrivere le funzioni principali di un prefetto (controllare la legalità degli atti delle collettività locali, controllare che la quantità e le remunerazioni del personale dei comuni restino in un ambito accettabile, gestire le crisi come sequestri, scioperi, tafferugli con le forze dell'ordine ecc..) Terzo, mostrare che si tratta di una professione a geometria variabile (in funzione del territorio e della personalità del prefetto) Importante è il ruolo della moglie che ha, tra i vari compiti quello di organizzare i ricevimenti, risolvere gli imprevisti, e dare uno stile all'èquipe. Ribadisce poi che la funzione del prefetto non è politica, che la sua scelta è solo in base alle sue competenze, che la sua vita si svolge a contatto con tutti gli ambienti sociali,i sindacati e i lavoratori. Bollettino nr. 3042 del 7 ottobre 2010 Presso il Riviera Beach Club Durante la riunione statutaria viene presentata l'AVODD, associazione che si occupa dell'organizzazione della dialisi a domicilio. Il fine di tale associazione è di: - accrescere il numero di pazienti trattati a domicilio (al momento sono 274) e migliorare la loro autonomia. - creare e sviluppare tutte le modalità sia della dialisi che del trapianto. L'associazione lavora in 5 siti tra i quali Hyères. Opera anche sull'educazione dei pazienti apportando aiuto (morale, materiale, culturale) e partecipando alla ricerca. Si appoggia soprattutto su tre persone, uno psicologo, un dietista e un segretario medico. Lo scopo è di rimediare ai contrattempi pratici nel quotidiano dei pazienti: le tre mezze giornate di trattamento provocano fatica e stress. Vengono messi in evidenza tre modi per lottare contro il cattivo vivere:1) ridare progetti di vita ai pazienti (viaggi, divertimenti); 2) sviluppare le attività fisiche e soprattutto la marcia. Le attività fisiche sono benefiche per i malati sotto tutti i punti di vista: permettono di abbassare lo stress e accrescono gli effetti della dieta; 3) occupare i pazienti durante le sedute di trattamento soprattutto con le letture. A tal proposito il Club di Hyères ha portato il suo contributo per l'acquisto di un supporto che permette ai pazienti di poter leggere con un solo braccio libero. Ma si può fare meglio e di più. - Migliorare le condizioni di viaggio dei pazienti (soprattutto con mezzi più rapidi come l'aereo); è allo studio un progetto di viaggio in Croazia. - Sviluppare le attività fisiche e forse permettere l'accesso, per certi pazienti, ai giochi nazionali di dializzati e di trapiantati. - Acquistare nuovi supporti mp3 e libri sonori. Tra le altre comunicazioni: la raccolta cospicua di soldi per l'Operazione Xynthia in aiuto a quanti hanno avuto danni dalla tempesta sulla costa atlantica, soprattutto nei dipartimenti della Vandea e della Loira Atlantica, la messa a punto dell'organizzazione per il Salone dell'Auto e per il Salone High Tech, l'iscrizione per la gita alla scoperta dei calanchi di Cassis, per il concerto Musi'sep a favore della sclerosi, per il viaggio in Tunisia al quale parteciperanno anche membri del Club di Orbetello....... PROSSIME RIUNIONI Venerdì 5/XI/2010 – ore 19,30 - Ristorante “Il Cacciatore” Riunione del Consiglio Direttivo - a seguire – ore 20,30 Conviviale per soli soci. Relazione di Raniero Michelacci Venerdì 12/XI/2010 – ore 19,30 – Sede “Il Cacciatore” Caminetto Sabato 13/XI/2010 – ore 20,30 – Marina di Grosseto – Cena con ballo c/o Circolo Ufficiali - 4° Stormo – per raccolta fondi, per acquisto generatore d’ossigeno per l’Ospedale di Kimbondo in Congo; iniziativa promossa dall’Interclub: Follonica-Grosseto-Massa Marittima-Orbetello,Costa d’Argento-Pitigliano,Sorano,Manciano. Venerdì 19/XI/2010 ore 20,30 - Ristorante “Il Cacciatore” Riunione con familiari. Relazione del Comandante di Porto di Porto Santo Stefano, dr.ssa Giorgia Capozzella Venerdì 27/XI/2010 – ore 19,30 – Sede “Il Cacciatore” Caminetto I NOSTRI SOCI AGOSTINI ALDI ANDREINI BALDI BARBETTI BRAMA CASALINI CLEMENTE COLLANTONI de CARO DE LUCA DESTEFANO FABBRI FEROCI FIDATI FRANCIA GALEAZZI LA GAMBA LUCIGNANI MEOSSI MICHELACCI MONETTI MURZI MUSCETTA NOCERA PANCRAZI PAOLINI PARO VIDOLIN PIANELLI REVERBERI SANTI TAMBELLI TOMMASI TORRI VALENTI VALIANI Luca Simone Ferdinando Antonio Italia Angelo Paolo Gianfrancesco Riccardo Roberto Mario Raffaele Luigi Fabrizio Angiolo Vittorio Gianfranco Marcello Enzo Efisio Alvaro Raniero Carlo Angelo Pier Nicola Bruno Marcello Antonio Fabrizio Fabrizio Ezio Claudio Giulio Alessandro Rodolfo Maurizio Igino SOCI ONORARI BRAMA GRAZIANI MAIORINO Salvatore Ennio Gerardo Roberta Francesca Fiorella Rossana Dominique Anna Silvia Luciana Giovanna Cristina Patrizia Gabriella Anna Irene Alda Eliana Carla Nada Fernanda Maria Roberta Ica Serenella Ida Katia Luciana Luisa Hilde Fiorenza Caterina Giovanna Vladimira Alessandra Gigliola Luigina