Omelia dell’Epifania Milano, il 6 gennaio 2015 Cardinale Philippe Barbarin Fratelli e sorelle, Dal tempo della nostra infanzia e nel corso degli anni, i Magi per noi sono divenuti degli amici e dei modelli. Essi osservano, contemplano il cielo... Le loro intelligenze sono disponibili, accettano l’imprevisto, sono capaci di rinunciare a tutto per andare verso una destinazione sconosciuta. Essi hanno fiducia! Sono dei personaggi insoliti e non sopportiamo facilmente di conoscerli tanto male! Magi, cosa vuole significare? Panettiere, poliziotto, medico, queste sono professioni che si conoscono... Ma, magi ! Da qui, si è voluto renderli dei re, senza dubbio in conseguenza del salmo 72 : “I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte”. Si è anche deciso che fossero tre, col pretesto che recano dell’oro, dell’incenzo e della myrra. Ma i tre doni possono anche essere portati da due persone come da una carovana di dieci mila ! In Francia, e forse anche da loro, sono stati dati addirittura dei nomi : Merchiorre, Baltassarre e Gasparre...Ma ecco, in effetti, non sono re e nemmeno tre, non sappiamo nulla di loro... e forse è meglio così. C’è qualche cosa di affascinante in questi personaggi misteriosi. Allorchè il Papa Benedetto XVI (decimo sesto) è venuto per le GMG (Giornate Mondiali della Gioventù) nel 2005 a Colonia, questa città, anche lei come la loro legata ai Magi, ci ha parlato di loro dicendo che essi erano « Il primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio (…). È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine1 ». Ed è in questo corteo che ognuno di noi può oggi introdursi con la propria intelligenza vigile, la propria fiducia abbandonata alla chiamata di Dio, il suo legame fraterno con quanti si mettono in cammino nella Chiesa e nella grande famiglia umana... Lasciamoci guidare dalla stella. Ciascuno di noi è capace di riconoscere bene le stelle che Dio ha messo sul proprio cammino, i primi testimoni nella fede che ci precedono, nei quali abbiamo fiducia e che, come lo dice la Chiesa, si sono fermati giusto sopra il luogo dove si trova il DioBambino. “Al vedere la stella,dice il Vangelo, essi provarono una grandissima gioia” Non dimentichiamo fratelli e sorelle, di ringraziare il Signore e di esprimere la nostra gioia per quanti ci hanno messo in cammino e che ci hanno permesso l’incontro personale con il Cristo che ci ha completamente trasformato. * Ma i Magi sono per noi dei modelli, soprattutto per questa cascata di verbi che costellano il Vangelo di questa festa e che ci precisano l’itinerario spirituale che ci attende. 1 Veglia con i giovani. Discorso del Santo Padre Benedetto XVI, Sabato, 20 agosto 2005. 1 « Entrati nella casa .» La Chiesa è la Casa di Dio sulla terra e le sue porte sono spalancate a tutti i figli della famiglia umana. Chi teme di non entrare! Tutti hanno un proprio posto nella Chiesa e se ci è difficile di trovarlo da soli, altri possono indicarcelo. Essa è una casa dove ciascuno deve riscoprire la missione che l’attende e il luogo della sua ricarica e del suo riposo. « Poi videro il bambino ». Nel cristianesimo, bisogna avere gli occhi aperti, saper contemplare tutti i dettagli della vita di Gesù, “L’Astro al di sopra di tutto”. A Lione, la figura del beato Antoine Chevrier, fondatore del Prado, ci invita a leggere e a studiare il Vangelo ogni giorno, seguendo Gesù da vicino, ascoltando ciascuna delle sue parole e contemplando ciascuno dei dettagli della sua vita. E’ in Lui che noi troviamo tutto l’equipaggiamento di cui abbiamo bisogno per seguire la nostra strada. “Con Maria sua Madre”: la tenerezza di una Madre, il suo sguardo dolce sul bambino, tutti i suoi gesti materni. Sì, noi rendiamo grazie per tutto quello che Gesù ha ricevuto da Maria e sappiamo bene che Lei, la Madre della Chiesa, è la sola idonea a farci crescere nell’amore di Cristo. « E prostratisi lo adorarono. » Ecco allora il Salvatore del mondo, il Re dell’Universo, Dio eterno venuto fino a noi nella nostra carne! Adorare, è il primo dei comandamenti della Torah. “Noi siamo venuti per adorarlo”, è la frase del Vangelo di questo giorno che era stata scelta per le GMG del 2005 a Cologna. In effetti è l’attitudine dei Magi quando domanderanno ingenuamente a Erode : “ Dov’è il re dei Giudei che è nato? ... Siamo venuti per adorarlo.” Cari fratelli e sorelle, questa prima ‘parola di vita’, il comandamento dell’adorazione non dovrebbe essere, ogni giorno, anche il nostro primo impulso interiore? « Aprirono i loro scrigni » Sappiamo bene che tutto deve essere aperto davanti a Dio, anche ciò che è il più segreto o il più doloroso delle nostre vite che solo Lui può guarire. Ed è questa stessa l’attidutine della confessione che caratterizza un cristiano : ogni giorno, come se fosse l’ultimo, lo si presenta a Dio “spalancando tutte le porte”. Tutto ciò che si vive nel segreto agli occhi degli uomini , noi lo viviamo sullo sguardo di Dio, nell’apertura del cuore. « Gli offrirono in dono » : oro, incenzo e myrra. Diciamo che l’oro simbolizza la regalità, l’incenzo la divinità e la myrra l’immortalità. Questi doni possono essere visti sia dalla parte di chi li offre, ma anche di chi li porta. L’oro, l’incenzo e la myrra, è l’uomo tutto intero: corpo, anima e spirito, che si presenta a Dio. “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale “ (Rm 12, 1). Dopo i nostri corpi, c’è la nostra vita personale, il dispiegamento della nostra vita intellettuale e professionale, delle nostre ricerche, dei nostri progressi... Tutto deve essere offerto al Re del mondo, e soprattutto, infine, il mistero della nostra vita spirituale, la grazia che segna ogni esistenza umana come una luce di eternità. Tutti questi doni interiori che noi abbiamo ricevuto dalla sua Parola e dai Sacramenti che sono nello stesso tempo il nostro tesoro e il nostro segreto. * Cari fratelli e sorelle, che dunque i Magi rimangano nostri amici. Nella fatica del cammino, ci doneranno il coraggio che qualche volta ci manca, e nell’incontro con Gesù e Maria, Sua Madre, ci aiuteranno a trovare l’attitudine giusta di quelli che hanno finalmente scoperto il Re dell’Universo. 2 Quanto alla stella che in essi provoca una così grande gioia perchè si è fermata sul luogo dove si trova Gesù, che ci conservi nella riconoscenza per tutti quelli che il Signore ha messo sulla nostra strada per aiutare a scoprirla. Senza dubbio, la gioia ci è anche donata, a nostra insaputa, per essere una stella per gli altri. Sia benedetto Dio se ciò aiuta loro a crescere nel Suo Amore e a vivere nel rendimento di grazie! 3