Epifania del Signore
i popoli tutti sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare
alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo
Nell’Epifania del Signore celebriamo un evento carico della grande speranza. Ogni uomo, a
qualunque latitudine e cultura egli appartenga, ogni inquieto cercatore di Dio, qualunque sia la
notte che attraversa, incontrerà Dio, perché Dio è già alla ricerca di lui. Il testo di Matteo,
racconta dei personaggi provenienti dall'Oriente, attorno ai quali si son create splendide storie
e tanta superba iconografia. Chi e quanti fossero, o a quali popoli appartenessero, i Vangeli
non lo dicono. Ci dicono molto di più: Dio chiama tutti i popoli a all’unica comunione fraterna
in Gesù, il bambino di Betlemme. In questo evento la presenza dello Spirito è chiara, quasi
palpabile; Colui che, con la sua potenza aveva plasmato nel grembo di Maria il Figlio di Dio, è lo
stesso che oggi lo rivela, e indica la strada che a lui conduce, anche a chi venga da molto
lontano. S. Tommaso D'Aquino ci conduce a vedere nel simbolo della stella, la luce dello
Spirito Santo; quello stesso Spirito che aleggiava sulle acque agli inizi della creazione e che,
nello scorrer dei tempi, aveva rivelato ai profeti d'Israele, la venuta del Messia, Salvatore,
Signore e Luce per tutti i popoli. In questa domenica, leggiamo appunto l'impareggiabile testo
di Isaia" Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni. Cammineranno
popoli alla tua luce, i re allo splendore, del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda, tutti
costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano. Uno stuolo di cammelli
ti invaderà, dromedari di Madían e di Efa', tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e
proclamando le glorie del Signore." ( Is 60,1 6 ) Sembra di intravedere il racconto del Vangelo,
in cui la speranza del Profeta troverà poi attuazione. I Magi dunque si mettono in cammino,
dopo aver visto il " segno luminoso" del grande evento, e giungono a Gerusalemme; qui
interrogano il Re; ma il Messia non è tra i potenti del momento; egli è in una piccola città,
considerata di poco conto e politicamente insignificante, anche se, al suo riguardo, esisteva, da
tempo, una profezia: " E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo
di Giudea: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo Israele." ( Mc.2,6)
Lì, a Betlemme, la stella si ferma, e lì, i tre Magi riconoscono in quel bimbo, apparentemente
come tanti, in compagnia di sua madre, Colui che cercavano: il " il re dei Giudei "; e Matteo
precisa: " provarono una grandissima gioia ". E' la gioia dell'incontro, dell'esperienza viva e
profonda, di Cristo, nostro re e salvatore, che attira a sé ogni uomo, che si metta in cammino
verso Lui, con cuore sincero e desiderio di Verità. La ricerca dei Magi è finita; lo Spirito li ha
condotti al Cristo, nuova Stella del mondo, Via, Verità, Vita, luce che rischiara ogni tenebra,
anche la più fitta. Si, tanta parte di umanità, ancora attende di conoscere, di incontrare, o di
ritornare a Cristo Signore e Salvatore Chi si farà " stella" per loro? Gli antichi Magi lo
riconobbero, lo adorarono e gli manifestarono tutta la loro gioia e devozione, in quei doni
simbolici, che la tradizione ricorda; ma oggi ogni battezzato deve ancora riconoscerlo,
annunciarlo e testimoniarlo, con umiltà, con chiarezza di vita e con amore, a tanti.
E' il " ministero di grazia " affidato ad ogni battezzato, e Paolo ce lo ricorda con queste parole:
" Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio a me affidato: che i
popoli tutti sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso
corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo." ( Ef 3, 2 3. 5 6 ) Con la
vocazione cristiana, questo stesso ministero, pur in forme diverse, è stato affidato a noi; la
conoscenza, l'esperienza del Mistero, dono di grazia, non è, infatti, per un godimento
intimistico e privato, ma è per la comunione, in Cristo, di altri, tutti coloro che si trovano in
cammino con noi, ma non hanno ancora avuto la gioia dell'amicizia personale con Cristo, Luce
che rischiara le molte tenebre della vita.
Dove inizia l'arcobaleno Deve esserci un luogo, fratello, Dove si potrà cantare ogni genere
di canzoni, E noi canteremo insieme, fratello, Tu ed io, anche se tu sei bianco e io non lo sono,
Sarà una canzone nuova, fratello, Perché non sappiamo come fa, Ed è difficile da imparare,
Ma possiamo riuscirci, fratello, tu ed io. Non esiste una canzone nera. Non esiste una canzone
bianca. Esiste solo musica, fratello, Ed è musica quella che canteremo. Dove inizia l'arcobaleno.