NUMERO TRE GIUGNO 2007 la rivista di ambiente dell’associazione Zygena Sfogliamento Sogno di una notte di mezza estate LE SEZIONI ARTE Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura, in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali. Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione: guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo BIZZARRIE Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità, bizzarrie e notizie che sembrano incredibili. Perchè questa sezione? Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme viventi. NATURA Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile, tradizioni, biodiversità.. La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico ecosistema complesso e affascinante. LA REDAZIONE “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale “Zygena onlus”. registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07 Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Redattori: Nicoletta Bettini Simona Capogrosso Francesco Donati Fabrizio Fulco Gisella Paccoi Mauro Petrucci Alessia Vespa redazione: via del Cassero 5 - Terni [email protected] sommario Numero Tre - Giugno 2007 IN QUESTO NUMERO L’estate sta arrivando, anzi, secondo Shakespeare il 24 di giugno c’è addirittura la “notte di mezza estate”. Anche le ore notturne, ora, sono spazi da occupare, magari restando all’aperto ad osservare le stelle o a chiacchierare. Questo numero è ricco di spunti per tutti coloro che decideranno di trascorrere alcune sere fuori: il consueto appuntamento con la guida all’osservazione del cielo stellato, tante curiosità su animali e piante “di stagione”... e, stavolta ancora più del solito, degli ottimi argomenti di discussione. Vi presentiamo, infatti, due opinioni sui “grandi” temi, più o meno alti: la musica e l’evoluzione. Sono argomenti impegnativi, e ci piacerebbe sapere come la pensate. Presto sarà attivo un forum, nel quale potrete lasciare i vostri commenti e dal quale sarà possibile lanciare nuove proposte di discussione. In attesa di ciò... vi suggeriamo di approfittare dell’aria dolce e profumata di giugno per parlarne con i vostri amici, magari tra un canto di rana ed un tenue bagliore nel buio di un simpatico insettino estivo.... La redazione ARTE NATURALMENTE METAL 17 MANTIDE DIGITALE 11 ANIMALI MITOLOGICI DELL’ARTE CRETESE 20 UNA ROSA NON È SOLO UNA ROSA 20 L’ARTE DI DANZARE 24 MID.. SUMMER NIGHT DREAM 26 BIZZARRIE MEZZA ESTATE A GIUGNO? 5 LE MIRACOLOSE ERBE DI S.GIOVANNI 6 ROTATING TOWERS 10 LA SCIENZA IN BIANCO E NERO: DAL CALORE DEL SOLE AI GELATI 12 OPINIONI: INTELLIGENT DESIGN 21 NATURA LE PICCOLE LUNE TERRESTRI 7 LA FOTOGRAFIA 8 L’INSERTO DI ASTRONOMIA: FIRMAMENTO 13 NOE’ E’ TORNATO 19 RUBRICHE I POST-IT DEL MESE 4 NOTIZIA DELLE QUATTRO SETTIMANE 26 SFOGLIAMENTO RUBRICHE se e m l e d t i t s o ip pinguina "svergognata" compie una scappatella, nello zoo di Mosca…. e dà vita ad un cucciolo, diventando una “pinguina madre” l gatto selvatico conosce gli effetti di determinate piante e le usa per rinvigorirsi, curarsi o divertirsi... come la valeriana, che è allucinogena Le diatomee fossili scoperte sul fondo oceanico permettono di ricostruire nei dettagli il clima passato dell'Antartide Le meduse del Mar dei Carabi hanno sviluppato una vista verso l'alto, per evitare rami d'alberi in superficie per coccodrilli, alligatori e tartarughe marine… temperature estremamente basse o alte portano allo sviluppo di più femmine 4 GIUGNO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Mezza estate... a giugno? il midsummer day cade in questo mese DA “LUNARIO” DI ALFREDO CATTABIANI Il 24 cade la festa di San Giovanni, una tra le ricorrenze popolari più celebri e sentite, fin dal Medioevo, non tanto per la devozione al Battista quanto perchè coincide con i giorni solstiziali che nelle nostre tradizioni sono stati ritenuti un periodo sacro, di diretta comunicazione tra il visibile e l’invisibile grazie al sole che raggiunge nel cielo la sua massima declinazione positiva. Midsummer day, giorno di mezza estate, lo chiamano gli inglesi, perchè lo considerano il cuore dell’estate nonostante questa sia appena cominciata. Ma effettivamente i giorni solstiziali segnano il punto centrale del periodo in cui il sole percorre la parte settentrionale dello zodiaco celeste. Perchè questa festa solstiziale non coincide con il vero e proprio solstizio? Per due motivi: perchè anticamente in Occidente, prima che i Caldei e gli Egizi ci insegnassero la loro scienza astronomica e astrologica, si festeggiava come solstizio il giorno in cui si constatava a occhio nudo che il sole aveva invertito la sua marcia nel cielo: sia in dicembre, quando si era leggermente rialzato sull’orizzonte - e precisamente il 25, celebrandolo come Natalis Solis Invicti, Natale del Sole Invitto - sia in giugno, quando intorno al 24 cominciava a declinare. In quelle date i cristiani inserirono due solennità importanti, il Natale del Cristo e la festa di San Giovanni Battista. La seconda festa assunse così molte caratteristiche di una tipica tradizione precristiana, la celebrazione del solstizio d’estate che simboleggia la manifestazione dell’invisibile nella caverna cosmica, ed è la via attraverso la quale le anime si incarnano, tant’è vero che secondo la tradizione sapienziale l’Incarnato per eccellenza, colui per il quale tutto è stao creato, il Cristo, sarebbe nato in questo giorno. Si favoleggia che nella notte di San Giovanni le streghe passino a migliaia nei cieli recandosi al gran sabba che una volta si teneva sotto il Gran Noce di Benevento. Questo noce, che scomparve definitivamente nel secolo XVII, pare fosse molto vecchio perchè nel secolo VII, sotto il regno di Costante II, il vescovo Barbato l’aveva fatto sradicare per troncare alcune pratiche pagane che vi si celebravano in onore di qualche dea lunare, diffondendo la voce che era riuscito a cacciare il diavolo annidato in quell’albero. Ma dopo la sua morte un altro noce rispuntò nello stesso sito, e i convegni demoniaci ripresero intorno al suo tronco. Nonostante la definitiva morte del Noce di Benevento, le streghe hanno scelto, secondo la credenza popolare, un altro albero segreto verso il quale convergono regolarmente. Un tempo, per evitare che qualche strega sconsiderata si introducesse in casa, si ponevano davanti all’uscio rosmarino, ginepro, olivo benedetto, alloro, fico e noce; oppure semplicemente un barattolo di sale ed una scopa. Si diceva infatti che, prima di entrare, le streghe erano costrette a contare a uno a uno i granelli di sale e i fili di saggina della scopa, e non riuscivano mai a finire prima di mezzanotte, quando dovevano dileguarsi perchè cominciava il giorno tutelato dal santo. Chi invece si trovava per la strada si proteggeva infilandosi sotto la camicia le cosiddette erbe di San Giovanni, come l’iperico (anche detto “cacciadiavoli”), l’aglio, l’artemisia e la ruta. 5 GIUGNO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Le miracolose erbe di San Giovanni una notte di divinazioni e talismani DAL “LUNARIO” Accanto alle erbe “cacciastreghe” si possono cogliere quelle miracolose che San Giovanni offre nella sua notte: se ne annoverano per tutti i desideri. Anzitutto ci sono le erbe d’amore: per vincere la resistenza di una donna ritrosa si lancia verso di lei una polvere composta di foglie secche di maggiorana, valeriana, salvia e verbena, raccolte il 24 prima dell’alba e ancora stillanti rugiada. Quando invece si vuole sapere se un amore è corrisposto, si bruciacchia un cardo in piena fioritura raccolto alla vigilia e lo si espone durante la notte in un bicchiere d’acqua sul davanzale della finestra. Se si ravviva, l’amore è corrisposto. Per conoscere l’iniziale del futuro sposo si mettono a galleggiare in una bacinella d’acqua fiori d’ulivo che disegneranno la lettera agognata. Rischiosissima è invece un’altra divinazione: la fanciulla getta nella notte un garofano per la via, e la prima persona che, dopo l’alba, lo calpesta svela la famiglia dello sposo. Se invece la fanciulla esita tra più pretendenti, può mettere in una bacinella d’acqua dove si siano mescolati sandalo, rosmarino e malvarosa i bigliettini con i loro nomi e osservare quale si apre. Vi è poi un’erba che dona ai suoi fortunati scopritori non solo saggezza, ma addirittura la capacità di leggere passato e futuro, e permette loro persino di rendersi invisibili: è un misterioso fiore di felce che appare solo per un istante a mezzanotte in punto. Per coglierlo ci si deve recare in un bosco e sedere accanto ad una felce tracciando con un coltello un cerchio intorno ad essa e un altro intorno a sè. Le più ricercate sono tuttavia le erbe della buona salute, colte nella notte di San Giovanni, come la salvia e tutte le mente, che ricevono virtù miracolose dalla rugiada. Alla notte di mezza estate è collegato anche un albero dal cui frutto si ricava un liquore tipico, ossia il nocino. Secondo la tradizione, le donne devono staccare le noci per il liquore quando la drupa è ancora verde, nella notte di San Giovanni, con una falce o una lama di legno, mai di metallo. L’infusione darà un liquore considerato una panacea. 6 GIUGNO SFOGLIAMENTO NATURA Le piccole lune terrestri I segreti dell'unico insetto che per amore mette i lampeggianti NICOLETTA BETTINI Occhieggiano fra boschi e campi, sono ormai quasi rare a causa dell'agricoltura chimica. Gli antichi non riuscivano a spiegarsi il fenomeno della luce emessa, sicché ipotizzarono che si trattasse di un privilegio concesso dagli Dei. In passato i bimbi le ponevano sotto un bicchiere sperando di trovare, al mattino dopo, una moneta al loro posto. Fra i poeti che le fecero protagoniste dei loro canti, Giovanni Pascoli scriveva "Lucciole vanno per i solchi bruni/e nella sera, con ansar di lampo,/cercano il grano nel deserto campo". Nel Veneto ai bambini si canta invece questa filastrocca: "Lucciola, lucciola, vien da me, ti darò un pan del re, Pan del re e della regina lucciola, lucciola, vien vicina". In Sicilia sono chiamate "le candeline del pastore" perché illuminano le lunghe notti trascorse nei pascoli. L'astrofisica Margherita Hack dice che camminare in mezzo alle lucciole è come trovarsi dentro alla Via Lattea la quale, purtroppo, il progresso ha cancellato per sempre dai cieli "cittadini". Le lucciole, vero spettacolo della natura, sono gli unici animali terrestri ad emettere la luce, appartengono all'ordine dei coleotteri e alla famiglia dei Lampiridi. In Italia la specie più diffusa è la Luciola italica. Il maschio vola all'inizio dell'estate mentre la femmina non è in grado di farlo. Le sue ali sono ridotte a minuscole squame e, aspettando il maschio sugli steli delle piante, risponde ai suoi richiami luminosi con una luce continua. I maschi, allora, cominciano a volare sopra le femmine illuminandosi più spesso per poi accorrere nel giaciglio nuziale. La parte terminale del loro addome è trasparente, ed è seguito da uno strato formato da una proteina chiamata luciferina e da molti cristalli che hanno un'azione riflettente volta ad intensificare la luce. Attraverso una reazione chimica (ossidazione), le lucciole producono luce e per accendersi devono far arrivare ossigeno alle trachee addominali che a loro volta lo trasportano in tutto il corpo. La resa della luce è molto alta (pari al 90%) poiché solo il 10% di essa viene dispersa come calore. La presenza di acqua è importante perché avvenga la reazione e, proprio per questo motivo, le lucciole vivono in ambienti umidi. L'alimentazione di questi piccoli coleotteri (7-13 mm), è molto particolare. Sebbene possa apparire un insetto tranquillo e vegetariano, la lucciola è un carnivoro vorace e dai gusti raffinati. Ama nutrirsi delle chiocciole: pizzicandole con le mandibole, le inietta un anestetico che le paralizza per non farle ritrarre nel guscio. Le carni della chiocciola vengono predigerite da un enzima contenuto nell'anestetico, trasformando i muscoli in un liquido. La lucciola, quindi, lo succhierà usando le mandibole cave come una pompa aspirante. Invece una specie esotica predatrice ha escogitato un vero e proprio trucco: simula il segnale luminoso di altre specie per attrarre i maschi i quali, credendo di aver trovato una compagna per accoppiarsi, si trovano invece a fare una fine ben diversa da quella che si aspettavano! Come vedete, non è tutto amore quello che luccica….. 7 GIUGNO SFOGLIAMENTO NATURA la fotografia una fiaba inventata... ... o forse no SIMONA CAPOGROSSO Vorrei raccontare una storia. Marcello era un bimbo di 10 anni, un po' goffo e abituato a giocare da solo alla playstation. La mamma, quell'estate, decise di mandarlo in vacanza, con altri bambini, in una colonia sulle Alpi, nel parco nazionale del Gran Paradiso. Sarebbe stata per lui una vera scoperta! Ogni mattina era prevista una passeggiata, in montagna, per andare a scoprire i vari sentieri, per avvistare gli animali e catalogare i fiori. Ma, un giorno, i bambini scoprirono un buco insolito, in un luogo asciutto, su terreno solido, in un bel prato erboso lungo un leggero pendio della montagna. Erano andati fin lassù per giocare; e nessuno si accorse dell'impercettibile presenza di qualcuno che li stava osservando dal quel buco del terreno. Il pomeriggio, nel casale della colonia, Marcello riprese in mano il suo game-boy; mentre, su in montagna, qualcuno stava continuando a giocare, crogiolandosi al sole e rosicchiando le piante del prato. Nei giorni seguenti, la mattina era sempre dedicata alle passeggiate in montagna, all'osservazione delle piante e all'ascolto dei suoni; il pomeriggio gli altri bambini rielaboravano ciò che era stato fatto durante il giorno ma solo Marcello era disinteressato perché distratto dal suo game-boy. Quando, quel giorno, ritornarono in quel prato. Sentirono, all'improvviso, un fischio acuto e molto particolare, non molto intenso ma nel prato lungo il pendio non c'era nessuno. Scoprirono altri buchi, posti al riparo di una roccia o di un cespuglio, in precedenza, non notati. Tale circostanza incuriosì anche Marcello che, lasciato il suo game-boy, iniziò ad indagare chiedendosi la natura di quei suoni, il perché di tutte quelle tane e di che animale potesse trattarsi. Marcello non riuscì a dormire quella notte pensando e immaginando l'animale. Il giorno seguente, il nostro amico, iniziò a cercare informazioni, raccogliere notizie ed estese ad un guardiaparco i suoi pensieri. Scoprì che in quel pendio viveva una famiglia di marmotte e che poteva aver sentito il suo grido di allarme. Lesse che la marmotta costruisce, infatti, delle grandi tane, con tante "stanze" collegate da gallerie sotterranee; le tane estive sono poco profonde e con molte uscite, che consentono alle marmotte di mettersi in riparo dall'aquila quando caccia rasentando in volo il fianco della montagna. Le tane invernali sono più complesse e meglio strutturate. Le marmotte, prima di andare in letargo, preparano scrupolosamente la tana con una galleria d'accesso lunga parecchi metri e una grande camera, che ospiterà tutta la famiglia, riempita di fieno che le accoglierà durante i mesi di sonno profondo. Scoprì che la marmotta è un roditore che ama prendere il sole, in gruppo, ama giocare con le altre marmotte, dedica molto tempo a pulirsi sempre vicino, però, alla sua tana. E il suo game-boy rimase, spento, nel cassetto del comodino. Marcello e gli altri bambini decisero di svegliarsi presto per fare un appostamento alle marmotte e fotografarle. Arrivati al prato sull'altopiano, sentirono, però, il grido d'allarme della marmotta sentinella riuscendo anche a vederla mentre velocemente rientrava nella tana. Questa volta non giocano nel prato ma aspettano, e aspettano, e aspettano di poter fare una foto alla marmotta. Nulla. La marmotta non uscì più dalla tana in quelle ore. 8 GIUGNO SFOGLIAMENTO NATURA Fotografarono, però, sul terreno le sue impronte di plantigradi. Tornano giù. E lì sull'altopiano le marmotte erano intente ai loro riti di pulizia, di saluto o magari sdraiate al sole a godersi un momento di riposo. Marcello cercò altre informazioni sulla marmotta e scoprì che si nutre di erbe e germogli, radici, fiori e frutti e ama particolarmente le erbe aromatiche. E architettò un piano. Quella notte Marcello la trascorse a sognare dell'incontro, chiedendosi se il suo piano avrebbe funzionato, se sarebbe riuscito a vederle, quanto avrebbe dovuto aspettare e se avrebbe ancora sentito quel fischio allarmato. Quanto potesse essere grande, se sono curiose, quante sono, se sarebbe riuscito a vedere i piccoli o quelle un po' più grandi; queste e tante altre domande lo accompagnarono nel sonno. Cosi, il mattino seguente, Marcello cercò e raccolse un po' di timo alpino. Lo sistemò nei dintorni della tana con la speranza di attirare la marmotta fuori dal nascondiglio, e con la sua macchinetta aspettò per poter scattare la sua foto. I bambini, posti in modo da non spaventare le marmotte e in attesa, vennero così premiati. Un batuffolo di pelliccia rossiccia si affacciò da uno dei buchi della tana e la marmotta, calma e tranquilla, si posizionò "seduta" sulle zampe posteriori, e nutrendosi del timo, assunse un atteggiamento di vigilanza. La gioia di Marcello esplose e iniziò a fare le fotografie. Ai bambini sembrò di vedere anche l'espressione della piccola marmotta e notarono i suoi incisivi, strumenti necessari per sminuzzare il cibo; a qualcuno sembrò di vedere anche una macchia bianca sopra il naso. Marcello tornò a casa felice di aver conosciuto la marmotta, orgoglioso della sua fotografia, contento della vacanza sulle montagne. A casa mostrò la fotografia alla sorella che lo prese in giro: "non si vede nulla, ti sei inventato tutto. Qui non si vede nessuna marmotta". La fotografia è, infatti, poco chiara ma Marcello sa di aver visto e sentito la marmotta. La marmotta rimarrà nel suo cuore e in quella fotografia. la marmotta di Marcello.... .... e la marmotta in primo piano 9 GIUGNO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Rotating towers il bio-grattacielo che produce energia dal vento NICOLETTA BETTINI Scegliere il panorama che si vuole vedere dalla propria finestra, o lasciare che sia una lenta ed impercettibile rotazione a farci godere il panorama circostante. Il nome è alquanto tecnologico e l'edificio funziona come un mulino a vento. Stiamo parlando di un grattacielo di 59 piani e alto 250 mt che sorgerà a Dubai nel 2009. E' stato progettato da David Fisher, Fabio Bettazzi, Marco Sala e Leslie Robertson, l'ingegnere statunitense del "World Trade Center" di New York. La torre ospiterà appartamenti e uffici di varie metrature e, negli ultimi piani, cinque ville da 1.500 mq ognuna. Ci saranno anche i posti auto: le automobili verranno trasportate ai vari piani da speciali ascensori. Mentre sul tetto troveranno posto una piscina e un giardino. Ogni piano si muoverà in maniera indipendente sfruttando, come detto in precedenza, la forza del vento e producendo energia sufficiente ad illuminare 20.000 appartamenti. Quarantotto turbine in perenne movimento verranno montate tra un piano e l'altro della torre. Per farle girare è sufficiente che il vento abbia una velocità di 10 km/h (a Dubai la velocità media del vento è di 16 km/h). Sui tetti verranno posti dei pannelli solari, anche loro in movimento ed esposti alla luce che, insieme alle ventole ed al movimento degli stessi piani, produrranno energia stimata in circa 190 milioni di kw, cioè 7 milioni di euro. Un complesso sistema di insonorizzazione impedisce che, anche nelle peggiori situazioni di vento, gli inquilini degli appartamenti vengano disturbati dai rumori o dalle vibrazioni degli elementi mobili della turbina o delle pale costruite in fibra di carbonio. Sarà antisismico grazie alla sua elasticità, e resisterà ad eventi violenti quali gli uragani: a seguito di forti raffiche, i piani si posizioneranno nella giusta direzione per non contrastare troppo il vento. La Rotating Tower avra' un nucleo centrale portante in cemento armato, su cui verranno installate meccanicamente unita' prefabbricate e finite, complete di impianti elettrici ed idraulici, che costituiranno gli appartamenti. Così facendo, un intero piano potra' essere assemblato in pochi giorni. Quindi, ancora una volta, l'uomo ha pensato di assecondare naturalmente le forze della natura, tenendo non solo conto dell'estetica degli edifici ma anche dell'ambiente che li circonda. 10 GIUGNO SFOGLIAMENTO NATURARTE Mantide digitale tecnologica? No.... grande come l’impronta di un pollice GISELLA PACCOI "Mamma, com'era papà?" "Croccante e gustoso, figliola". Le mantidi femmina, si sa, divorano il capo del maschio durante l'accoppiamento (sono tra i pochi esseri viventi, insieme tra gli altri alle cavallette, ad avere un gruppo di cellule nervose "indipendenti" che, in assenza di cervello, proseguano ed enfatizzino un movimento quale quello necessario per portare a termine l'atto). Questo comportamento, dovuto al bisogno di proteine nella rapida produzione di uova, avviene solo allo stato selvatico: in allevamento infatti, poichè la femmina è ben nutrita "risparmia" il maschio. Le larve della mantide in natura escono nel periodo di maggio/giugno, per diventare adulte nel mese d'agosto in cui è più facile reperirne esemplari. Le uova vengono deposte in ooteche, prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda. Ogni ooteca contiene in media 60-70 uova e può arrivare fino a 200. Le mantidi sono originarie dell'Africa e si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale. Si è diffusa anche in Nord America a partire dal 1899, sembra importata accidentalmente con un carico di piante da vivaio. La loro diffusione dipende soprattutto dalla richiesta di alte temperature: è notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi inesistente nell'Europa del Nord. In Germania infatti sono considerati animali protetti, e la cattura è vietata. Il nome "mantis" significa profetessa, e secondo molte credenze popolari il suo sguardo "portava male" a colui che venga fissato, tanto che a Roma si diceva, se qualcuno si ammalava, che "era stato guardato dalla mantide". In altre tradizioni, però, la mantide è un'indovina, e indica il cammino ai bambini smarriti perchè intuisce per istinto dove sia il lupo. Difficile attribuire qualunque "capacità", benefica o meno, a questo giovane esemplare, che agli inizi di maggio ha provato a chiedere un passaggio in macchina nella periferia romana. 11 GIUGNO SCIENZA IN BIANCO E NERO Dal calore del sole ai gelati C’è stato un momento in cui la scienza ai ragazzi si raccontava così... DA: ENCICLOPEDIA “IL TESORO”, 1939 Le vostre mani mi sono preziose in questo momento. Non ch’io voglia leggere sul loro palmo il vostro avvenire! Questo ve lo àuguro lieto e radioso, come voi lo meritate di certo. Voglio soltanto che le vostre mani mi aiutino a conoscere il calore dell’acqua che è in queste tre vaschette di vetro. Ecco: immergete la mano destra nell’acqua della vaschetta A, ove nuotano alcuni pezzetti di ghiaccio. Che ve ne pare? - Com’è diaccia! Che sensazione sgradevole di freddo! - voi dite. Immergete ora la mano sinistra nella vaschetta C. Ed ecco che vi vien fatto di esclamare: - Quest’acqua è calda sul serio! La mia mano è diventata persino rossa! E, adesso, il terzo atto.... Immergete tutte e due le mani nella vaschetta B. Che sensazione provate? Di caldo o di freddo? Risponderete certamente: - Con la mano destra provo una sensazione di caldo, con la sinistra mi sembra invece di sentir freddo. Ma allora? L’acqua della terza vaschetta è calda per una mano e fredda per l’altra? E’, in realtà, come la giudica la mano destra o come la sente la sinistra? La verità è che l’acqua è la stessa, sempre “tiepida”; e noi la giudichiamo diversamente secondo le condizioni delle nostre mani. Le nostre sensazioni sono, dunque, del tutto relative: i nostri sensi possono paragonarle tra loro, ma non sanno valutarle giustamente. Se noi diciamo, toccando un corpo: “è caldo”, lo constatiamo sempre in relazione alla temperatura che aveva in precedenza la nostra mano. E precisamente diremo che: un corpo è caldo se è “più caldo” del nostro corpo, che un corpo è freddo se è “meno caldo” del nostro corpo. 12 GIUGNO SCIENZA IL CIELO STELLATO l’inserto di astronomia: FirmaMento Il cielo stellato al binocolo in giugno FRANCESCO DONATI L'estate è alle porte e come è intuibile questo è il periodo più piacevole per poter effettuare le osservazioni del cielo notturno. I cieli sono spesso sereni e privi di nuvole e soprattutto la temperatura mite consente di poter rimanere agevolmente fuori di casa con lo sguardo rivolto verso l'alto. Nei periodi di ferie poi si può decidere di restare ad osservare per più tempo durante la notte dato che non si ha il pensiero di svegliarsi presto la mattina seguente per recarsi a scuola o al lavoro. Prima di addentrarci nel vivo delle osservazioni di questo mese facciamo la conoscenza di una tipologia di stelle molto comune nell'universo. Le stelle doppie e multiple Osservando il cielo già con un binocolo si può notare che molte stelle non si presentano isolate come invece sembrerebbe guardandole ad occhio nudo. Spesso infatti esse sono accompagnate da altre stelle a formare dei sistemi stellari doppi, tripli ma anche multipli. In alcuni casi la natura doppia dei sistemi stellari è solo apparente e dovuta ad un effetto prospettico. La falsa impressione che le stelle siano disposte sulla volta celeste tutte sullo stesso piano porta l'osservatore a credere di osservare due stelle come poste alla stessa distanza dalla Terra quando nella realtà sono disposte a profondità molto diverse. In altri casi invece, e sono la maggior parte, le stelle costituiscono dei sistemi che sono fisicamente legati tra loro da forze gravitazionali; due o più stelle formano cioè un sistema in cui ognuna orbita attorno all'altra con un periodo che è proporzionale alla loro reciproca distanza. Nel primo caso si parla di stelle doppie di tipo ottico (o più semplicemente doppia ottica), nel secondo caso si parla di sistema binario (o doppia fisica). Se al sistema fisicamente "legato" partecipano da tre a più stelle si parla di sistemi multipli. Talvolta a questi sistemi multipli partecipano stelle in numero molto elevato. In questo caso si comincia a parlare progressivamente di associazioni stellari, di ammassi stellari e così via. Ciò che è importante studiare dei sistemi multipli è la distanza che separa i suoi componenti. La separazione che osserviamo tra due stelle guardandole qui da Terra è una separazione apparente che viene misurata in secondi d'arco (un angolo di cielo di un grado è composto da 60 minuti (') d'arco e in ogni minuto d'arco è composto da 60 secondi (") d'arco. Di conseguenza, un secondo d'arco equivale a 1/3600 di grado). Per avere dei riferimenti considerate che la Luna quando è piena ha un diametro apparente di circa mezzo grado (ossia 30' d'arco). Una delle cose che appassiona maggiormente gli astrofili, soprattutto ai primi passi, è la capacità di riuscire a risolvere i sistemi stellari doppi (ossia riuscire ad osservare le stelle che costituiscono un sistema doppio come puntini separati). Questo perché in molti casi questi sistemi sono formati da stelle di diversa temperatura superficiale e di conseguenza di diverso colore. Riuscire a risolvere sistemi molto stretti che si rivelano poi di colori piacevolmente contrastanti è fonte di grande soddisfazione per qualsiasi osservatore del cielo. La capacità di risolvere i sistemi multipli dipende molto dal tipo di strumento che si ha a disposizione per le osservazioni. È chiaro che le stelle doppie più "larghe" possono essere separate anche con i binocoli e i piccoli telescopi, ma le stelle doppie molto strette necessitano di strumenti ottici di potenza maggiore. In molti casi, per alcune stelle doppie, soprattutto quelle estremamente distanti e piccole, la natura doppia è stata scoperta solo indirettamente attraverso sofisticate analisi del loro spettro di emissione. 13 GIUGNO SCIENZA IL CIELO STELLATO Gli Ammassi stellari In molti casi le stelle si trovano associate a formare degli ammassi. Se la concentrazione delle stelle nell'ammasso non è eccessiva si hanno i cosiddetti Ammassi Aperti: generalmente hanno forma irregolare e sono costituiti mediamente da un migliaio di stelle. Essi si trovano principalmente localizzati nei bracci a spirale della nostra galassia. In alcuni casi gli ammassi aperti sono molto estesi in cielo e possono anche avere un diametro maggiore di quello della luna piena. Se invece la concentrazione delle stelle dell'ammasso è molto elevata si parla gli Ammassi Globulari. Questi hanno una forma molto più regolare e sferica e possono contenere anche centinaia di migliaia di stelle. Sono localizzati in maniera più o meno uniforme in un alone che circonda la nostra galassia e quindi, rispetto agli ammassi aperti, si trovano molto più lontani dalla Terra. Certo la loro lontananza fa sì che essi siano oggetti più difficili da localizzare e osservare. Un'altra caratteristica che distingue i due tipi di ammassi è data dall'età delle stelle che li costituiscono: gli ammassi aperti contengono stelle di più recente formazione, mentre i globulari sono oggetti più antichi e addirittura molti di essi contengono stelle tra le più vecchie di quelle conosciute. La costellazione dello Scorpione Lo Scorpione è senza dubbio una delle costellazioni più belle di tutto il cielo. La sua magnificenza la porta a rivaleggiare in bellezza con la costellazione invernale di Orione. Proprio con Orione, lo Scorpione è collegato dalla mitologia. Orione, il cacciatore, era estremamente vanitoso. Aveva convinto Diana che era in grado di cacciare ed uccidere qualsiasi animale. Allora Gea (la Terra) decise di punirlo e mandò uno scorpione che punse Orione uccidendolo. In cielo Orione e lo Scorpione sono quindi stati posti in zone opposte e non possono mai incontrarsi: quando sorge lo Scorpione, Orione sta tramontando e viceversa. Lo Scorpione è una tipica costellazione estiva mentre Orione è una tipica costellazione invernale. Lo Scorpione ha una declinazione molto meridionale e nell'Italia settentrionale non è quindi completamente visibile nella sua totalità La stella principale è Alfa Scorpii detta Antares. Il nome deriva dal greco (anti Ares) e significa "il rivale di Marte" a causa del suo colore rosso che la porta appunto a rivaleggiare con il pianeta del nostro sistema solare. In effetti Antares è una stella gigante il cui colore rosso come sappiamo indica una temperatura superficiale non molto elevata. Esiste anche il nome arabo di Calbalakrab ("Cuore dello Scorpione") ma è molto poco usato. Il diametro è circa 500 volte quello del nostro Sole e la sua magnitudine ha delle leggere oscillazioni comprese tra 0,9 e 1,1. La distanza stimata è di circa 600 anni luce. Inoltre Antares ha un compagno di magnitudine circa 6 di colore azzurrognolo ma non pensate che basti un binocolo per poterlo osservare; serve un telescopio di almeno 8cm di diametro. La luminosità complessiva di Antares è circa 10000 volte quella del nostro Sole e la sua temperatura superficiale è circa 3100 Kelvin. Nello Scorpione si trovano tanti sistemi stellari doppi e multipli. La testa dello Scorpione è costituita dalle stelle Beta, Nu e la doppia Omega. Beta Scorpii, Graffias (ossia "il granchio") è costituita da una coppia di stelle con magnitudini 3 e 5 separabili solo con piccoli telescopi. Dista 650 anni luce dalla Terra. Zeta Scorpii è invece una coppia di stelle molto larga già separabile ad occhio nudo. Le due stelle non sono fisicamente legate tra loro. Zeta 1 Scorpii ha magnitudine circa 5 ed è una stella supergigante di colore azzurro. Zeta 2 Scorpii è una gigante di colore arancione di magnitudine circa 4. Anche la coppia nu1, nu2 Scorpii è già separabile ad occhio nudo. Sono due stelle bianco azzurre rispettivamente di magnitudini 3 e 4. m1 è a sua volta una stella doppia la cui natura è stata scoperta studiando la variazione di luminosità quando la compagna passa davanti alla principale eclissandola (è questa una tipologia molto comune di stelle dette "Binarie ad eclisse"). Anche vi Scorpii è una stella doppia costituita da due componenti di magnitudini 4 e 6 separabili con piccoli telescopi. Chi possiede un telescopio di circa 7 cm può tentare di risolvere la stella di magnitudine 6 che è a sua volta doppia. 14 GIUGNO SCIENZA IL CIELO STELLATO Epsilon Scorpii è addirittura una stella quadrupla. Il sistema è costituito dalla principale di 4m, la sua compagna di 7m di colore arancio, e un paio di stelle di magnitudini 7 e 8 che sono connesse gravitazionalmente alla prima coppia. Fi Scorpii è una doppia ottica già separabile ad occhio nudo entrambe di magnitudini circa 5. Una stella è bianco azzurra, l'altra è gialla. La parte finale dello Scorpione è costituita ovviamente dal pungiglione che è formato dalle stelle Lambda Scorpii (Shaula) di magnitudine 1,6 e Upsilon Scorpii. Lambda e Upsilon sembrano un sistema doppio molto largo ma in realtà non c'è associazione fisica tra le due stelle, Upsilon è infatti molto più lontana. Oltre ai sistemi stellari lo Scorpione è anche molto noto in quanto in esso si trovano molti ammassi stellari. In particolare provate ad osservare con il binocolo gli ammassi M6 e M7 (molti oggetti non stellari sono nominati da una M seguita da un numero; questa nomenclatura si deve all'astronomo Charles Messier che catalogò un centinaio di questi oggetti del cielo). M6 e M7 si trovano vicino la coda dello Scorpione e sono già visibili ad occhio nudo ma diventano splendidi al binocolo o in un piccolo telescopio. In particolare M6 è costituito da circa una cinquantina di stelle intorno alla magnitudine 7 e più deboli che risultano disposte a formare una piccola catena. La stella che vi sembrerà un pò più luminosa delle altre è BM Scorpii, una gigante rossa di magnitudine circa 6. L'ammasso è distante circa 4000 anni luce. M7 è molto più largo e splendente e copre circa 1° di cielo. E' costituito da circa 50 stelle disposte a forma di croce e che possiedono magnitudine da 6 a superiore. La distanza stimata è circa 700 anni luce. Osservate poi l'ammasso NGC6231 (gli ammassi che non hanno denominazione M sono comunque classificati come NGC, da New General Catalogue of Nebulare and Cluster of Stars). E' visibile anch'esso già ad occhio nudo ed è costituito da oltre 100 stelle di magnitudini tra 6 e 9. Le stelle Zeta1 e Zeta2 Scorpii si pensa siano proprio membri di esso. Osservate bene questa zona di cielo con il binocolo, troverete tanti campi stellari interessanti e dalle forme molto varie: stelle allineate in fila o raggruppate tra loro, di colori e luminosità molto diverse. M4 è invece un ammasso globulare che si trova vicino ad Antares. E' molto difficile osservarlo al binocolo a causa della vicinanza di Antares che lo offusca con la sua luminosità. E' però uno degli ammassi globulari più vicini alla Terra la cui distanza è stimata in "soli" 6000 anni luce. Il pianeta del mese: Giove In questo mese, proprio sopra la costellazione dello Scorpione, potrete osservare un astro imponente e molto luminoso. Si tratta del pianeta Giove, il gigante del sistema solare. La facile localizzazione e la sua bellezza intrinseca ne faranno un oggetto veramente notevole da osservare. Su Giove ci sono molte cose da dire e tante particolarità. Non è brillante quanto Venere che abbiamo osservato il mese scorso ma ciò nonostante la sua luminosità fa comunque impallidire qualsiasi altra stella. È' il pianeta del sistema solare che possiede la massa maggiore, è un pianeta gassoso composto dagli stessi gas che compongono il Sole (idrogeno ed elio) tantè che alcuni astronomi lo considerano una vera e propria stella mancata: la sua massa è di poco inferiore alla massa minima necessaria ad "accendere" la fusione dell'idrogeno e quindi a far nascere una stella. Il pianeta compie una rotazione sul suo asse in sole 10 ore (non 24 come la nostra Terra). Questa alta velocità di rotazione fa sì che esso sia molto schiacciato ai poli. Il periodo di rivoluzione attorno al Sole è invece circa 12 anni. Il primo che osservò Giove con l'ausilio di strumenti ottici fu Galileo Galilei nei primi anni del XVII secolo e fu proprio Galileo che scoprì i 4 satelliti principali del pianeta: Io, Europa, Ganimede e Callisto (in ordine di distanza dal pianeta). In realtà Giove possiede un totale di 16 lune. 15 GIUGNO SCIENZA IL CIELO STELLATO Le 4 lune scoperte da Galileo furono dedicate alla famiglia de Medici e per questo spesso dette satelliti medicei. Sono 4 corpi celesti molto diversi tra loro. Io è un mondo vulcanico che viene continuamente riscaldato dalle forze mareali di Giove. Il suo vulcanismo è il più attivo di tutto il sistema solare. Europa ha le dimensioni della nostra Luna ma un potere riflettente della luce molto più elevato, ciò a causa del fatto che la sua superficie è ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio che la rende estremamente liscia (non a caso molti astronomi hanno dato ad Europa l'appellativo di "palla da biliardo"). Ganimede è il satellite più grande dei quattro ed anche il più brillante. La sua superficie è ricoperta di ghiaccio ma il suolo è meno liscio di Europa e risulta disseminato di crateri di varie dimensioni. Callisto infine è il satellite più esterno ed ha la densità minore tra i quattro. La sua superficie è disseminata da molti crateri ma non molto profondi. Questi quattro satelliti di Giove sono già osservabili al binocolo e in effetti l'attività di osservazione amatoriale del pianeta è principalmente volta ad osservare come variano le posizioni relative dei quattro satelliti sera dopo sera. Vi capiterà quindi di seguire la "danza" che queste quattro lune fanno ruotando intorno a Giove. Noterete che giorno dopo giorno le posizioni sono sempre diverse e spesso vi capiterà di osservare solo tre o due o uno solo dei satelliti nella circostanza che si verifica quando gli altri sono nascosti dietro il grosso disco del pianeta. LA COSTELLAZIONE DELLO SCORPIONE E GIOVE (INDICATO DAL SIMBOLO ENTRO IL CERCHIO VERDE) INTORNO ALLA MEZZANOTTE DEL 15 GIUGNO 2007. L'IMMAGINE È STATA ELABORATA CON IL PLANETARIO ON LINE WWW.FOURMILAB.CH/YOURSKY/ 16 GIUGNO SFOGLIAMENTO ARTE Naturalmente... metal la natura è fonte di ispirazione per molti generi diversi di musica FABRIZIO FULCO E ALESSIA VESPA La natura intesa non solo come bellezza, ma anche come forza maestosa sprigionata dai suoi elementi che sembrano muoversi in simbiosi con le sensazioni e i vari stati dell'animo umano. A queste tematiche gli Stratovarius, gruppo power-metal finnico con forti influenze classicheggianti (Stratovarius è l'unione letteraria di due parole Stratocaster - la mitica chitarra della Fender, e Stradivari - l'altrettanto mitico violino), hanno dedicato ben 2 albums tra il 2002 e il 2003: 'Elements' ed 'Elements part II'. La loro proposta musicale potente e raffinata allo stesso tempo, ben si presta ad esprimere l'empatia tra noi esseri umani ed il mondo che ci circonda, dapprima attraverso gli occhi di un'aquila come in 'Eagleheart' - cuore di aquila - (che è stato anche il primo singolo estratto da 'Elements') il cui testo sembra quasi esortarci a trarre forza dagli elementi per poter così vincere le nostre battaglie: '...cuore di aquila vola attraverso l'arcobaleno, in un nuovo mondo e trova il sole, spiega le sue ali su tutte le pene, la gloria del cuore di aquila....', e poi in maniera più intimista attraverso quelli di una delicata farfalla in 'Papillon' - farfalla in francese: '...guardo il mondo con curiosità, il mondo è la mia casa....non ho nessun dio, la vita è in me ed io sono la vita, sono la farfalla...' Animali come l'aquila o la farfalla sembrano già in simbiosi con la natura essendo loro parte della natura stessa, ma per noi uomini raggiungere questo stato di cose sembra più difficile e dobbiamo tornare ad uno stato basico di vita come avviene in 'Soul of a Vagabond' che parla di un uomo che non ha più niente e fa della natura la sua casa:'...il cielo è il mio tetto il mio riparo, le stelle mi illuminano la via, la Terra è il mio letto il mio altare, su questa strada che porta al nulla...'. Ma è nella title-track Elements, una suite di oltre 10 minuti, che vengono espressi chiaramente i concetti di cui sopra, come nel maestoso ritornello: '....Elementi - vento, fuoco, acqua, terra, Elementi - paura, rabbia, dispiacere, gioia....' e se ci fossimo scordati quanto di fronte a tutto ciò siamo piccoli e indifesi ci pensa 'A drop in the Ocean' - una goccia nell'oceano - a ricordarcelo: '...una goccia nell'oceano in cui navighiamo, gli angeli del paradiso stanno cantando questa canzone, solo anime nell'angolo del nostro universo, sembra che è tutto cio che siamo, una goccia nell'oceano...'. Nel capitolo successivo 'Elements part II', disco musicalmente leggermente inferiore al precedente, tutto sembra più girare intorno alla figura dell'uomo, che una volta raggiunta la consapevolezza di far parte di 17 GIUGNO SFOGLIAMENTO ARTE un grande disegno cosmico può così liberarsi dall'oppressione di un'esistenza vuota e senza senso. In 'Alpha and Omega' infatti sembra che ci siano delle forze che regolano l'universo: '...sono l'Alpha e l'Omega, sono l'inizio e la fine del tempo...la mia creazione è di fronte a me stanotte...' mentre in 'Season of Faith's Perfection' - la stagione della perfezione della fede - l'uomo attraverso il meccanismo perfetto del susseguirsi delle stagioni percepisce l'armonia di un simile evento stabilendo così un rapporto più spirituale con la natura stessa: '...le stagioni vanno e vengono, osservandole nel loro fluire perfetto la mia vita cambia con loro, asciugando le mie lacrime lasciandole morire, nell'alba nasco ancora, nel tramonto muoio ancora...'. Il disco prosegue quindi in questa sorta di percorso dove gli elementi ci guidano per mano fino alla nostra illuminazione che avviene proprio nel brano 'Luminous' - luminoso: '...splendiamo luminosi come le stelle nel cielo della sera...luminosi nella morte quando morendo torniamo al grande oceano dell'energia che vive, è una chiamata, ascolta la chiamata...' come se il vagabondo di 'Soul of a Vagabond' del precedente capitolo non fossepiù smarrito e la sua strada non porta più al nulla bensì è pronto a liberarsi come avviene nella conclusiva 'Liberty': '..sono qui oggi e capisco che non c'è più motivo di nascondermi, c'è così tanto da vedere e da carpire, la mia vita non è invano....'. Ora siamo pronti a condividere la natura e il mondo che ci circonda, assaporando la loro forza, la loro bellezza, lasciando vivere noi in loro e loro in noi. Per maggiori informazioni sugli Stratovarius vi segnaliamo il sito www.stratovarius.com La musica è una componente della vita di ognuno di noi. Chi ascolta solo certi generi, chi ama sottolineare i momenti più o meno importanti della giornata con alcuni passaggi ed accordi.... La musica “ha” la natura in sè. Il testo di alcune canzoni può contenere dei riferimenti ad animali o piante, come nel caso appena citato, la musica può ispirarsi a certi ritmi oppure le armonie possono evocare immagini e paesaggi amati... Diteci come la pensate, e come la “vostra” musica si lega alla natura! Aspettiamo i vostri commenti: [email protected] 18 GIUGNO SFOGLIAMENTO NATURA Noè è tornato un’arca per salvare centinaia di rane GISELLA PACCOI Fermare l'estinzione degli anfibi: ecco la più grande sfida alla quale l'umanità sia mai stata chiamata. E questa sfida è in atto. Attualmente, tra un terzo e metà di tutte le specie di anfibi sono a rischio di estinzione, e probabilmente più di 120 specie si sono già estinte negli ultimi anni. Questo fenomeno è nettamente superiore a quanto accade in tutti gli altri ordini: si calcola che "solo" (anche se si tratta comunque di cifre terribili) il 12% delle specie di uccelli ed il 23% delle specie di mammiferi siano a rischio. Le cause di questa estinzione sono molteplici, e non possono essere tutte affrontate lasciando le specie libere in natura: è bene, in questo caso, che anche gli zoo si attivino per offrire asilo - almeno temporaneo, si spera - in attesa che le popolazioni selvatiche aumentino di dimensioni. Senza questa massiccia operazione di cattura ed allevamento di anfibi, infatti, centinaia di specie scompariranno in breve tempo. Per questo l'Associazione Mondiale di Zoo e Acquari (WAZA) si è unita a due branche dell'IUCN, il Gruppo per l'allevamento a scopo conservazionistico (CBSG) ed il Gruppo di Specialisti degli Anfibi (ASG) per creare l'Aark, l'Arca per gli Anfibi, un programma di conservazione ex-situ (ossia, non nei luoghi nei quali gli anfibi vivrebbero naturalmente, ma per l'appunto negli zoo e negli acquari) per salvare il maggior numero di specie possibile, in attesa - e con la speranza - che "la minaccia passi" e si possano reintrodurre negli ambienti "migliorati" gli individui salvati. Per gli scienziati, infatti, l´arca é semplicemente un utile ripiego per prendere tempo ed impedire l´estinzione di molte specie mentre i ricercatori studiano in natura come impedire la morte di massa degli anfibi L´arca degli anfibi chiede, quindi, ai giardini zoologici, agli orti botanici ed agli acquari di tutti i Paesi di ospitare almeno 500 rane di una specie minacciata per proteggerle, tra l'altro, dal fungo assassino chytrid. Ma c´é bisogno di 300/400 milioni di euro per completare il progetto ed "Amphibian Ark" sta lanciando una campagna di raccolta di fondi per l´anno prossimo.. Il 2008 vedrà l'Aark coordinare gli zoo in una campagna globale per sottolineare il problema: l'anno sarà "l'anno della rana". I fondi raccolti aiuteranno gli zoo a portare avanti i loro programmi di allevamento degli anfibi, oltre a sostenere il progetto Aark; si svolgeranno anche iniziative a livello regionale o locale come workshops, ricerche e attività di sensibilizzazione di ogni genere. Per maggiori informazioni sul programma “Amphibian ark” si può visitare il sito www.amphibianark.org 19 GIUGNO SFOGLIAMENTO ARTE LA NATURA NELL’ARTE LA FOTO DEL MESE Animali mitologici dell’arte cretese Una rosa non è solo una rosa Le forme eleganti di una civiltà che potè godere di un lungo periodo di pace e ricchezza In primavera i fiori richiamano gli insetti grazie ai loro colori sgargianti La civiltà cretese si sviluppa lungo le coste e nelle isole dell'Egeo dal II millennio al 1400 a.C. e prende il nome dall'isola di Creta, dove gli scavi archeologici, in epoca moderna, hanno portato alla luce le testimonianze più rilevanti di questa civiltà. Due grandi città, Knosso e Festo, si dividono inizialmente il territorio dell'isola che viene poi unificato sotto il dominio di Knosso. La civiltà cretese è agricola e marittima, ma la sua arte raffinata riflette soprattutto la lussuosa vita di corte. Rispetto alle manifestazioni artistiche dell'Egitto e della Mesopotamia, l'arte cretese appare meno monumentale e solenne ed i soggetti rappresentati nei dipinti hanno un significato più profano che religioso. Nel celeberrimo palazzo di Knosso sono stati rinvenuti affreschi raffiguranti animali; il più noto è la tauromachia, esercizio non cruento che consisteva in volteggi che un atleta compiva sulla schiena di un toro lanciato al galoppo. Tra gli oggetti scolpiti, compare già nel periodo cosiddetto "minoico antico" il rhyton, un contenitore di liquidi a testa di toro con occhi di cristallo di rocca e corna di legno dorato. Ogni fiore, che cresca in un ampio giardino, in una piccolissima tasca di suolo o che coraggiosamente si ricavi uno spazio tra le costruzioni, con la bella stagione diventa un luogo di osservazione preferenziale per gli appassionati di insetti. 20 Gli entomologi in erba non possono ignorare la “corsa al pasto” che si svolge in questo periodo, quando i fiori barattano la loro sopravvivenza come specie con un gustoso dono zuccherino. Con un po’ di pazienza ed una buona guida si potranno associare insetti a fiori, per divertirsi a scoprire qual’è... il “ristorante più ambito”! GIUGNO SFOGLIAMENTO OPINIONI Intelligent design Chi ha fatto il test d'intelligenza al Disegno Intelligente? MAURO PETRUCCI Durante gli anni novanta del secolo scorso nella città di Seattle (USA) (la stessa dove si trova la Microsoft di Bill Gates) è stata formulata una nuova "teoria" sulla comparsa e l'evoluzione della vita sul Pianeta Terra, denominata Intelligent Design (ID), la cui traduzione letterale sarebbe Progetto Intelligente, ma è più nota in Italia con il termine Disegno Intelligente. In base alle sue affermazioni la spiegazione della natura, della sua evoluzione e del suo funzionamento, offerta dalla teoria Neodawiniana sarebbe errata; questa infatti non sarebbe in grado, attraverso i meccanismi di mutazione e selezione naturale, di spiegare la formazione di alcuni sistemi biologici (ad es. la cellula o il flagello di alcuni protisti) presenti in natura essendo essi troppo complessi. L'unica spiegazione che si può dare è che essi siano stati creati così come sono da un atto di intelligenza superiore, sulla base di un progetto, che viene definito appunto intelligente, elaborato e realizzato in natura da una non specificata entità extranaturale, per adempiere ad uno scopo preciso. Tale teorema ha trovato il parere favorevole, oltre che di alcune confessioni religiose statunitensi, anche delle più alte sfere della Gerarchia Cattolica, a cominciare dal Papa, Benedetto XVI, il quale ha riconosciuto come avente dignità tale ipotesi. Sebbene non tutti i prelati siano d'accordo con essa (come quello della Specola Vaticana, il quale tra l'altro dopo avere affermato che il disegno di Dio sarebbe molto più intelligente di quanto non affermi il Progetto Intelligente, è stato rimosso dall'incarico!!!), la tendenza generale è quella di seguirne lo sviluppo perché, a detta di molti religiosi, potrebbe essere un'arma contro il materialismo introdotto dalla teoria dell'evoluzione, la quale sostiene la presenza di un mondo che può essere spiegato non facendo riferimento a Dio. Il tasto dolente, come sempre naturalmente, non è tanto la natura in generale, quanto il "problema" uomo e il suo ruolo nella natura: pensare che l'essere umano, con la sua "intelligenza" e la sua morale, sia il risultato "soltanto" dell'evoluzione naturale, senza che vi sia stato alcun intervento divino che lo possa così differenziare in maniera netta rispetto al resto del creato e, quindi, porlo in una situazione di "superiorità" rispetto a tutto il mondo biologico. Forse il cercare comunque una ragione che ponga l'uomo un gradino più in alto rispetto a tutti gli altri organismi viventi, è spinto dalla paura di rendersi conto che tutto sommato l'intelligenza umana non è poi così intelligente, ma molto naturale e limitata, così come lo è qualsiasi essere umano della specie Homo sapiens; oppure forse dalla paura di vedersi negata la giustificazione per dire e, soprattutto, compiere azioni che possano essere sciolte dalle leggi natura, sia in senso negativo (modificare la natura a proprio piacimento secondo i propri desideri o capricci) che positivo (l'essere umano, in quanto prodotto unico in natura, di Dio, è il custode del mondo, il giardiniere del giardino). Cominciamo con il dire che lo scopo di ID non è quello di portare prove sull'identità del progettista; essi non entrano nel merito della sua identità, potendo essere una qualsiasi forza soprannaturale, o meglio extra-naturale. l'Ipotesi non sarebbe altro, a detta dei suoi sostenitori, che il frutto di una spiegazione del tutto scientifica che emerge spontanea osservando i dati. 21 GIUGNO SFOGLIAMENTO OPINIONI In questo caso ci sono diversi punti da chiarire: 1) L'espressione "spiegazione scientifica", è interpretata dalla nostra cultura, a partire dagli insegnamenti di Galileo, di Bacone, di Newton, di Darwin, Einstein, solo per citare i pilastri della scienza come spiegazione degli eventi naturali spiegabili con leggi che, interpretando i dati, offrono un modello che possa predire anche eventi futuri, e che è sciolto da fenomeni sovrannaturali, presi come mere giustificazioni per dare spiegazioni su ciò che non si conosce. Secondo i fautori di ID è proprio questa definizione di Scienza che deve essere cambiata, inserendo nelle cause che anche gli eventi soprannaturali, per potere essere meno limitata e più universale. 2) ID, per auto definirsi spiegazione scientifica, non indaga l'identità del progettista, che non può essere fatta risalire dai dati; in questo modo, come essi stessi affermano, chiunque, o qualunque cosa, potrebbe essere l' autore del progetto intelligente (Dio, Demiurgo, UFO, Dei vari…….). 3) I fautori di ID, non negano l'evoluzione; essi affermano che l'evoluzione delle specie c'è stata e c'è ancora, ma che, durante la storia del Pianeta Terra, il progettista sarebbe intervenuto in natura, inserendo nei punti e nei momento giusti delle organizzazioni biologiche perfette, che, altrimenti, non avrebbero potuto sorgere spontanee, indirizzando in questo modo l'evoluzione. Alla luce di questi tre punti, a mio giudizio di fondamentale importanza, si può affermare come, sostanzialmente l'ipotesi ID sia un ritorno ad un mondo prescientifico, in cui ogni fenomeno incomprensibile per la mente umana è spiegabile solo in termini di intervento divino o, meglio ancora, extranaturale. Le confessioni religiose vedono con entusiasmo questa ipotesi perché, come già accennato, sarebbe una spiegazione che si contrappone, in maniera "razionale", al materialismo introdotto nella natura da parte della scienza in generale e della Biologia Evoluzionistica di stampo darwiniano in particolare. Ora, a mio parere, o non si rendono conto delle conseguenze di questo atteggiamento, oppure fanno il ragionamento del meno peggio. Tuttavia, prendendo le difese di tale modello compiono un autogol spaventoso, perché assecondando un discorso basato su presupposti falsamente razionali, permettono che un ventaglio estremamente ampio di credenze irrazionali prendano piede e trovino giustificazione in una teoria pseudoscientifica. Tutto il fenomeno new-age, largamente e ripetutamente osteggiato dalla chiesa cattolica, avrebbe di che gioire se prendesse piede ID, soprattutto se dovesse malauguratamente essere insegnato nelle scuole come "valida teoria scientifica!". Ci sarebbe una lotta ancora più cruenta per stabilire chi possa essere la divinità che ha progettato tutto, e soltanto chi ha il progettista più potente, potrebbe vincere la battaglia. Ma quello che secondo me è ancor più grave, è che alla base di tutto c'è sempre il disperato bisogno dell'essere umano di essere al centro di ogni cosa. Come affermano i fautori di ID, ci rendiamo conto che dietro un sistema biologico c'è un progetto, perché percepiamo che la sua complessità non può essere altro che il risultato dell'azione di un essere intelligente, COME VEDENDO UN QUALSIASI MECCANISMO UMANO SAPPIAMO CHE È PRODOTTO DALL'UOMO INTELLIGENTE!!! Lo smisurato desiderio umano di decidere di ogni cosa sia in natura che al di fuori di essa è frutto della sua paura di rendersi conto di non essere l'organismo prediletto. figlio di un dio di cui, costantemente, pretende di descrivere carattere, intelligenza e moralità, e, soprattutto, lo scopo per cui ha creato il mondo. ID, e tutti quelli che lo sostengono o che solo lo accettano, non fanno altro che creare ogni giorno un dio differente, che si piega ai bisogni dell'uomo. Il pericolo è che si ritorni ad una visione della natura di cui l'uomo non sarà più soltanto una parte, come invece abbiamo imparato, anche se non ancora del tutto e con moltissimi sforzi, in seguito alle teorie darwiniane e agli studi successivi sulla natura, ma il solo che possa dettarne le regole. Il sonno della ragione genera mostri, speriamo che almeno possano evolvere naturalmente!!!! 22 GIUGNO SFOGLIAMENTO ARTE Matite e ulivi un’altra creazione “Simonet” Quando si osserva la natura con l’occhio dell’artista, non si può non notare l’ulivo, con il suo tronco ricurvo, le sue foglie dal colore unico e con tutta la storia che è legata a questa pianta, al suo frutto e al prezioso olio che se ne estrae. Le origini dell'olivo sono legate all'intensa attività mercantile del popolo Fenicio, tra il IX e l'VIII secolo a.C., che selezionò l'oleastro, dai frutti aspri e piccoli, derivante dall'Asia Minore dove cresceva in modo selvatico. Nel Medio Evo, nel corso delle guerre, le piante di ulivo venivano tagliate nel corso delle scorribande delle popolazioni nemiche. L’ulivo cresce molto lentamente, e sono necessari degli anni perchè diventi un albero: solo popolazioni che avessero vissuto in pace per molti anni potevano ostentare dei grandi rami con foglie. Ecco perchè l’ulivo è stato scelto come simbolo della pace. 23 GIUGNO SFOGLIAMENTO BIZZARTE L’arte di danzare Grazie ad un radar la danza delle api non è più misteriosa GISELLA PACCOI Negli anni ‘60, l’entomologo Karl von Frisch ipotizzò che il movimento che le api bottinatrici compiono davanti all’alveare indicasse il luogo in cui recarsi per trovare un bel campo di fiori. La reazione delle altre api, ossia una rapida uscita dall’alveare verso quel campo, sembrava confermare questa ipotesi, ma non era sufficiente. Frisch aveva ipotizzato che le api trasmettessero un complesso sistema di istruzioni - in stretta relazione con il sole - su come trovare una ricca fonte di nettare, e che l'intensità dello scuotimento dell'addome variasse con la distanza. Alcuni scienziati non erano convinti che le api che osservavano seguissero veramente le istruzioni. Innanzitutto, poichè il tempo impiegato a trovare il campo fiorito era notevole, il dubbio riguardava la capacità di chi lo riceveva di decodificare il segnale. Sembrava strano, però: api in grado di trasmettere segnali complessi... e allo stesso tempo incapaci di comprenderli, da osservatrici? Altre ipotesi avanzate sostenevano invece che la danza fosse fatta per attirare l'attenzione delle altre api nello sciame, in modo da spingerle a raggrupparsi attorno all'ape danzante e sentire il profumo del nettare appena visitato. Grazie ad un piccolissimo radar, ora è possibile affermare che l’ipotesi di von Frisch era giusta. Per prima cosa, sono state allestite delle postazioni artificiali con del cibo, e monitorato il modo in cui la danza descriveva il luogo del cibo. Quindi, sono stati fissati dei trasmettitori radar sulle api che avevano assistito alla danza, per tracciare il loro tragitto fino al cibo, e ciò ha permesso di verificare che queste volavano dritte esattamente verso il luogo indicato. Infine, le api “reclutate” sono state prese e rilasciate in luoghi lontani 250 metri dallo sciame e hanno volato dove la stazione-cibo sarebbe dovuta essere, se non fossero state spostate, solo seguendo le istruzioni della danza. Ciò conferma l'ipotesi di von Frisch perché in questo caso non c'era alcuna possibilità che le api stessero seguendo un tragitto regolare o l'odore lasciato nell'aria dalla danzatrice. 24 GIUGNO SFOGLIAMENTO BIZZARTE Se il cibo si trova in un raggio di 100 metri, l’ ape esploratrice fa dei rapidi movimenti circolari, invertendo frequentemente il verso: in senso orario e in senso antiorario. Se il cibo è più lontano, l’ esploratrice fa una danza un po’ più complessa, la “danza dell’addome”, compiendo un percorso a forma di 8 in senso verticale in cui i due cerchi sono uniti da un tratto rettilineo, agitando l’addome tanto più freneticamente quanto più è vicina la fonte di cibo. La direzione è indicata dal tragitto rettilineo tra i due cerchi dell’otto: se è verticale verso l’alto vuol dire che il cibo è in direzione del sole se è verticale verso il basso vuol dire che è in direzione opposta al sole rispetto all’alveare 25 GIUGNO SFOGLIAMENTO ARTE Mid... summer night dream la notte di San Giovanni secondo Shakespeare Non si sa con certezza quando la commedia "Sogno di una notte di mezza estate" fu scritta o messa in scena per la prima volta, ma si presume tra il 1594 e il 1596. Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che potrebbe essere stata scritta nel febbraio del 1596 per una rappresentazione in occasione del matrimonio tra Sir Thomas Berkeley ed Elizabeth Carey. Non è certo quale genere abbia ispirato la trama, anche se alcuni spunti sono rintracciabili nella letteratura classica; ad esempio, la storia di Piramo e Tisbe è raccontata nelle Metamorfosi di Ovidio, mentre la trasformazione di Bottom in un asino è tratta da L'asino d'oro di Apuleio. La trama di Piramo e Tisbe si ritrova quasi interamente anche nel "Romeo e Giulietta", scritto all'incirca in contemporanea con il Sogno, e c'è chi vede nelle due opere le "due facce", comica e tragica, di una stessa storia. La commedia presenta tre storie intrecciate, collegate tra loro dalla celebrazione del matrimonio tra Teseo, duca di Atene e Ippolita, regina delle Amazzoni. Due giovani ateniesi, Lisandro e Demetrio, sono entrambi innamorati della stessa donna, Ermia; quest'ultima ama Lisandro, mentre la sua amica Elena è innamorata di Demetrio. Ma il padre di Ermia impone alla figlia di sposare Demetrio. Allora lei fugge con Lisandro nei boschi, seguiti da Elena e Demetrio, ma si perdono nel buio e nelle loro schermaglie amorose. Nel frattempo, Oberon, re delle fate, e la moglie Titania giungono nel medesimo bosco per partecipare alle nozze imminenti. Al rifiuto di quest'ultima di permettere ad Oberon di usare il suo paggio indiano per sorreggergli la veste, egli cerca di punirla per la sua disobbedienza facendole spremere sugli occhi il succo della viola del pensiero, che fa innamorare della prima persona che si incontra al risveglio. Nello stesso tempo, una combriccola di artigiani che, per festeggiare il matrimonio, vuole mettere in scena una rappresentazione popolare sul tema di Piramo e Tisbe, si riunisce nella foresta per le prove dello spettacolo. Fra di loro spicca Nick Bottom, il Tessitore, uno dei più apprezzati personaggi comici di Shakespeare. Oberon ingaggia il furbo Puck, chiamato anche Hobgoblin, o Robin Goodfellow, affinché lo aiuti a riconquistare l'amore di Titania. Puck gioca uno scherzo a Bottom, che scopre che la sua testa è stata trasformata in quella di un asino. Sarà proprio Bottom la prima persona di cui si innamorerà Titania, al suo risveglio, a causa dell'effetto della viola del pensiero. L'opera si conclude con Puck che entra in scena e dice che se lo spettacolo non è piaciuto al pubblico, questo può aver fatto finta di dormire, e che questi può considerarlo come un prodotto dei sogni, e che se lo lasceranno fare, Puck farà ammenda dei danni. 26 GIUGNO SFOGLIAMENTO RUBRICHE La notizia delle quattro settimane Caffè per via epidermica Vi fa fatica perfino preparare il caffè, appena svegli? Allora la saponetta alla caffeina è quello che fa per voi. Creata da un gruppo di inventori inglesi, la "shower shock" fornisce l'equivalente, in caffeina, di due tazze di caffè. La caffeina presente nella saponetta viene assorbita dalla pelle, e fornirebbe la carica necessaria per svegliarsi rapidamente, oltre ad un gradevole profumo dovuto alla presenza di olio alla menta. Il tutto per soli cinque euro. Il becco a bussola Piccioni dal senso dell'orientamento "di ferro"? E' proprio il caso di dirlo, dato che è stato scoperto che il becco di piccioni e colombi contiene tracce di due metalli, maghemite e magnetite, grazie alle quali questi volatili possono percepire il campo magnetico terrestre. Nel becco dei columbidi si nasconde un vero e proprio magnetometro a tre assi, in grado di analizzare separatamente le tre componenti spaziali dei vettori del campo magnetico Pioppi transgenici... e addio allergie Non solo Casablanca: ora anche Pechino diventerà famosa per i cambiamenti di sesso…. ma solo dei pioppi! Queste operazioni impediranno agli oltre 300.000 alberi femmina di pioppo di produrre il polline "che invade la città e crea problemi di allergia e di asma alla popolazione della metropoli”. “Il polline di pioppo peggiora la qualità dell'aria ed è dannoso per la salute, per questo le autorità cittadine devono fare qualcosa per affrontare il problema", ha dichiarato un esperto forestale cinese. La Cina continua a interferire con la natura…. Foreste a New York? Si, m solo fossili Sono stati ritrovati, nello stato di New York, fossili di alberi con tronco, rami, ramoscelli e corona praticamente intatti: in poche parole, la foresta più antica del mondo, formata da alberi simili a felci risalenti a circa 385 milioni di anni fa. I frammenti ritrovati della Wattieza, un albero simile alla felce, dimostrano che raggiunsero un'altezza di almeno otto metri e formarono la prima foresta conosciuta sulla Terra L'importantissima scoperta ha permesso di ricreare i primi ecosistemi delle foreste. 27 GIUGNO Periodico on-line della Associazione Zygena Onlus Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Coordinatore di redazione: Gisella Paccoi Impaginato il 30/05/2007 [email protected]