. WE BZ IN E DIST R IBUITO T R AMIT E IN T E R N E T il mensile dell’astronomo dilettante A S T R O F I L O numero 5 - aprile 2009 l’ Il movimento autocinetico delle stelle L’astronomia delle onde gravitazionali II PARTE AE Aurigae, la stella fuggitiva ® Instruments - Composites - Optics Ritchey Chrétien Cassegrain classici Dall Kirkham Newton Rifrattori acromatici Rifrattori aplanatici a contatto in olio intubazioni in compositi meccaniche di alta e altissima precisione produzione con progetti personalizzati e di serie ottiche a riflessione anche customizzate www.northek.it [email protected] NASA IMAGE - ASTROPUBLISHING.COM tel. +39 (0)1599521 ASTROFILO l’ anno II - numero 5 - aprile 2009 il mensile di scienza e tecnica dedicato all'astronomo dilettante direttore onorario Prof. Mario Cavedon IN COPERTINA direttore responsabile Le acque di Cape Canaveral riflettono il decollo dello shuttle Discovery dal Kennedy Space Center della NASA. Iniziava così la missione STS-119 alla volta dell’International Space Station. Per i dettagli rimandiamo alla rubrica curata da Paolo Laquale. [NASA/Tony Gray, Tom Farrar] Michele Ferrara direttore scientifico Enrico Maria Corsini editore, redazione, diffusione e pubblicità Astro Publishing di Pirlo L. Via Bonomelli, 106 25049 Iseo (BS) www.astropublishing.com [email protected] editoriale servizi internet di Enrico Maria Corsini Aruba S.p.A. P.zza Garibaldi, 8 52010 Soci (AR) registrazione Tribunale di Brescia n. 51 del 19/11/2008 mondo astrofilo AA.VV. abbonamento annuale 12 numeri telematici euro ZERO. La rivista viene distribuita gratuitamente. Per abbonarsi è sufficiente registrarsi sul nostro sito www.astropublishing.com copyright Tutti i diritti sono riservati. Né parte della rivista né l’intera rivista può essere copiata, riprodotta, rielaborata e diffusa senza il permesso scritto dell’editore. Qualunque violazione del copyright sarà perseguita a termini di legge. assistenza legale Il movimento autocinetico delle stelle 6 16 di Stefano Vezzani L’astronomia delle onde gravitazionali - II parte 24 di Gianfranco Benegiamo Studio Legale d'Ammassa & Associati. Milano - Via Alberto Mario, 26 Bologna - Via degli Orti, 44 AE Aurigae, la stella fuggitiva nota/note di Gianluca Rossi L’editore si rende disponibile con gli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche i cui titolari non siano stati individuati. The publisher makes available itself with having rights for possible not characterized iconographic sources. 4 software - VIRTUAL MOON ATLAS di Mario Dho 30 36 collaborazioni Per collaborare con questa rivista, gli autori possono inviare proposte dettagliate a: [email protected]. Non si garantisce la pubblicazione del materiale fornito. astronautica di Paolo Laquale 44 editoriale I grandi appuntamenti con Galileo 4 In quest’anno di celebrazioni galileiane, Padova, Firenze e Pisa, le tre città in cui lo scienziato visse e lavorò, hanno allestito tre grandi mostre che intrecciando passato, presente e futuro fanno luce sull’eredità culturale che Galileo ci ha lasciato. L’esposizione di Padova è dedicata agli studi a cui Galileo si dedicò nel corso degli anni, dall’astronomia alla caduta dei corpi, dalla scienza dei materiali all’ottica. Lo sviluppo di tutte queste discipline, dal passato fino al presente, viene mostrato partendo dagli strumenti inventati o perfezionati da Galileo e dai suoi allievi. Si tratta di un intinerario che, svelando lo stretto rapporto tra metodo scientifico, risultati sperimentali e ricadute tecnologiche, mostra l’attualità del pensiero galileiano, che ben si manifesta nel titolo stesso scelto per la mostra: “Il futuro di Galileo. Scienza e tecnica dal Seicento al terzo Millennio” (dal 28 febbraio al 14 giugno). A Firenze la mostra “Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio” (dal 13 marzo al 30 agosto) l ASTROFILO ’ propone un viaggio nel tempo e nello spazio sulle diverse rappresentazioni del cosmo che l’uomo ha concepito nel corso dei secoli. Vengono svelati i rapporti tra astronomia e cultura, attraverso esempi tratti dall’arte, dalla letteratura, dalla musica e dall’architettura, a testimonianza di come da sempre i fenomeni celesti abbiano esercitato il loro fascino sull’ispirazione di artisti e scienziati, tra cui naturalmente lo stesso Galileo, il cui cannocchiale è esposto nella mostra. Il rapporto tra l’affermazione della nuova scienza galileiana e la cultura europea del Seicento, che matura nella visione moderna del mondo, viene investigato a Pisa nella mostra “Il cannocchiale e il pennello. Nuova scienza e nuova arte nell’età di Galileo” (dal 9 maggio al 19 lu- glio). Scopriamo così che lo stesso Galileo fin dalla giovinezza aveva coltivato un grande interesse per il disegno e la pittura, che si manifesta sia nelle sue superbe rappresentazioni dei fenomeni celesti osservati al telescopio, dalle montagne lunari alle macchie solari, sia negli stretti rapporti che egli tenne con celebri artisti del suo tempo. Oltre che a Padova, Firenze e Pisa, la vita di Galileo è anche strettamente legata ad un’altra città, Roma, dove egli fu inizialmente accolto in trionfo e poi subì la sua condanna. Proprio a Roma, il 6 aprile, l’Accademia dei Lincei, di cui lo stesso Galileo fu socio, ha organizzato una giornata galileiana che avrà il suo avvio nella Biblioteca della Camera dei Deputati. Si tratta della stessa sala che un tempo era parte del Convento di Santa Maria sopra Minerva, di pertinenza dell’ordine domenicano e nel quale si svolse il processo di Galileo. Forse riecheggeranno le parole che Galileo ebbe a pronunciare, confrontandosi con Aristotele, a proposito del primato della ragione e della libertà della ricerca: «Aristotele fu un uomo, vedde con gli occhi, ascoltò con gli orecchi, discorse con il cervello. Io son uomo, veggo con gli occhi, e assai più che vedde lui: quanto al discorrere, credo che discorresse intorno a più cose di me; ma se più o meglio di me, intorno a quelle che abbiamo discorso ambedue, lo mostreranno le nostre ragioni, e non le nostre autorità». Il tempo gli ha dato ragione. Enrico Maria Corsini numero 5 - aprile 2009 www.startheatre.it mondo astrofilo Osservatorio astronomico di Tradate FOAM13 6 “Il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia, non poteva cominciare meglio per la Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate” - afferma il presidente della FOAM13 Roberto Crippa - “il perché è presto detto: durante le nostre ricerche abbiamo scoperto due nuove stelle variabili; per chiarire meglio il concetto preciso che la maggior parte delle stelle ha una luminosità quasi costante, come il nostro Sole; altre, quelle molto giovani o molto vecchie, hanno invece variazioni che possono essere piccole, grandi, regolari, irregolari o perfino distruttive a seconda del tipo di stella. Le due stelle variabili scoperte dai ricercatori della FOAM13 nelle date del 17 e del 19 febbraio 2009 sono state identificate la prima come stella Variabile RR Lyrae e la seconda come stella Variabile ad eclisse. La stella variabile RR Lyrae scoperta dalla FOAM13 è del tipo HADS/SXPhe e appartiene ad una importante classe di stelle giganti variabili; queste stelle sono di solito usate come candele standard su distanze galattiche oppure per misurare la distanza degli ammassi globulari, dove spesso si trovano; hanno massa inferiore a quella del Sole ma possiedono un raggio 4 o 5 volte superiore a quello della nostra stella diurna; queste stelle che prendono il loro nome dal prototipo della categoria, la stella variabile RR Lyrae che si trova nella costellazione della Lira, si dila- l ASTROFILO ’ tano e si contraggono con periodi di tempo inferiore alle 24 ore, e le loro pulsazioni radiali sono ancora oggetto di studio”. “La seconda stella variabile scoperta dalla FOAM13” - aggiunge Crippa – “è del tipo ad eclisse, in quanto la variazione della luminosità non è intrinseca, ma è dovuta al periodico passare delle due stelle, in orbita reciproca, una davanti all’altra lungo la nostra direzione d’osservazione; le due componenti del “sistema binario” si eclissano reciprocamente e la luce che vediamo varia nel tempo periodicamente”. “Studiare le stelle variabili” – continua il presidente della FOAM13 – “è importante poiché esse possono rivelarci molto in merito alla natura e alla proprietà delle evoluzioni stellari; inoltre i dati relativi alla distanza, alla massa, al raggio, alla struttura interna ed esterna, alla composizione, alla temperatura e alla luminosità di tutte le altre stelle possono essere determinate grazie allo studio proprio delle stelle variabili”. “Questo importante risultato raggiunto” – conclude con orgoglio il presidente Crippa – “è il frutto di campagne osservative scientifiche che la FOAM13 ha programmato e attuato dalla fine del 2007; questo primo successo ripaga della fatica di tante notti trascorse a osservare il cielo da parte di tutti i collaboratori della FOAM13, ma soprattutto mostra l’eccellente qualità del Telescopio Principale di 65 cm di diametro dell’Osservatorio Astronomico di Tradate, il più grande della provincia di Varese. Le due importanti scoperte fatte dalla Fondazione sono state realizzate in collaborazione con la Stazione Astronomica di Sozzago (SAS), l’osservatorio astronomico diretto dal Prof. Federico Manzini; i dati sono poi stati inviati all’Università numero 5 - aprile 2009 mondo astrofilo di Ginevra e al Dipartimento di Matematica e Statistica dell’Università di Helsinki, con cui la FOAM13 ha collaborazioni scientifiche per i dati fotometrici, non solo per le stelle variabili, ma anche per lo studio degli asteroidi e dei nuclei cometari. Il prestigioso risultato conseguito non ha fatto altro, poi, che spingere tutti noi della FOAM13 ad impegnarci ulteriormente nella speranza di nuovi successi in campo astronomico”. Giuseppe Palumbo (Responsabile Ufficio Stampa ed Eventi - Osservatorio Astronomico di Tradate “FOAM13”). Per avere maggiori informazioni sulle attività di ricerca e divulgazione della FOAM13, visitate il sito www.foam13.it. Saturno con l’Unione Astrofili Napoletani Il signore degli anelli: Saturno Un’iniziativa dell’Unione Astrofili Napoletani. Alla Città della Scienza (NA), un’osservazione da vicino del pianeta più affascinante del sistema solare. Ente organizzatore: Unione Astrofili Napoletani in collaborazione con Città della Scienza Data di inizio: 05/04/2009 Ora: 17:30 Luogo di svolgimento: Città della Scienza - Bagnoli Indirizzo: Via Coroglio CAP: 80100 Citta: Napoli Ingresso: a pagamento (7 €) L’Unione Astrofili Napoletani in collaborazione con Città della Scienza e col patrocinio morale numero 5 - aprile 2009 dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte organizza una proiezione multimediale dal tema “Saturno: il signore degli anelli”. Attraverso un filmato video realizzato con i nostri strumenti potrete vedere da vicino il pianeta e ascoltare un’interessante conferenza sul tema. Previsto biglietto di ingresso allo Science Center di Città della Scienza. Giornata dell’astronomia a Dugenta Una giornata dedicata all’astronomia e alle osservazioni. A Dugenta, una giornata dedicata all’astronomia con appuntamenti per le scuole e per il pubblico. Ente organizzatore: Comune di Dugenta Data di inizio: 02/04/2009 Ora: 17:30 Luogo di svolgimento: Dugenta Indirizzo: via Nazionale, 139 CAP: 82030 Citta: Dugenta (BN) Ingresso: libero Dugenta è un bel paesino in provincia di Benevento, facilmente raggiungibile sia da Napoli che da Caserta. Grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale e al sostegno tecnico di www.cielisereni.it il 2 aprile sarà una giornata interamente dedicata all’astronomia. Al mattino e al pomeriggio ci saranno delle proiezioni al planetario digitale itinerante riservate agli alunni delle scuole elementari e medie. Di pomeriggio i cittadini di Dugenta e quanti vi si recheranno in visita potranno assistere (previa prenotazione da effettuarsi presso il Comune) a due proiezioni al planetario. Di sera poi, sarà oscurata la piazza principale per dare a tutti l’opportunità di osservare al telescopio senza il disturbo delle luci cittadine. Settimana della cultura a Racconigi Nel suggestivo Castello di Racconigi, visite guidate alla scoperta delle rappresentazioni di miti e leggende legate al cielo. Data di inizio: 18/04/2009 Ora: 09:00 Data di fine: 26/04/2009 Luogo di svolgimento: Castello di Racconigi Citta: Racconigi (CN) La settimana dal 18 al 26 aprile è la Settimana della Cultura, giunta quest’anno alla sua XI edizione. Un’iniziativa di promozione voluta dal Ministero dei Beni Culturali e che prevede l’ingresso gratuito al patrimonio culturale italiano. A Racconigi, per l’occasione, si vuole celebrare l’Anno Internazionale dell’Astronomia, con il primo di una serie di appuntamenti al Castello dedicati alle stelle. Dal 18 al 26 aprile, il percorso di visita all’interno del Castello sarà arricchito con informazioni che richiamano il cielo e i miti e leggende ad esso correlati, che si ritrovano negli apparati decorativi della residenza sabauda tanto amata da Carlo Alberto. I prossimi appuntamenti “con le stelle” a Racconigi sono previsti per i sabati 30 maggio, 6, l ASTROFILO ’ 7 strumenti per astronomia www.tecnosky.it [email protected] tel. 0131772241 Dobson GSO 16” Truss Design, facilmente smontabile. Movimento in azimut su disco con cuscinetti a rulli e in altezza su cuscinetti a sfera. Cella del primario a 18 punti di appoggio flottanti con ventola di acclimatazione. Fornito con fuocheggiatore Crayford di precisione GSO con demoltiplica 1:10, cercatore 8x50, oculare GSO SW da 30 mm 65° da 2”, oculare Super Plössl GSO da 9 mm e filtro lunare. 3A ANTARES ASTRONOMIK ATIK ATLANTI BAADER PLANETARIUM BELLINCIONI BRESSER CANON CELESTRON CORONADO GEOPTIK GUAN SHENG OPTICAL HOTECH IMAGING SOURCE MAGZERO MEADE RP ASTRO RP OPTIX SBIG SIEBERT OPTICS SKY COMMANDER SKYWATCHER TECNOSKY TELE-OPTIC THOUSAND OAKS VIXEN VORTEX WATEC WILLIAM OPTICS Astrografo Ritchey Chrétien 152/1370 mm f/8 di elevata qualità: lo schema ottico garantisce un campo piano e privo di coma, cromatismo e altre aberrazioni ottiche. La qualità ottica è superiore a 1/12λ sulla superficie con trattamento riflettente al 99%. Astrografo Ritchey Chrétien 203/1625 mm f/8 di elevata qualità: lo schema ottico garantisce un campo piano e privo di coma, cromatismo e altre aberrazioni ottiche. La qualità ottica è superiore a 1/12λ sulla superficie con trattamento riflettente al 99%. NASA IMAGE - ASTROPUBLISHING.COM vendita, assistenza tecnica, riparazioni e modifiche, accessori personalizzati mondo astrofilo 13 e 20 giugno, con un programma dettagliata che verrà diffuso a mezzo stampa e sul sito internet del Castello. Giorni di apertura e costi: In occasione della Settimana della Cultura, da sabato 18 a domenica 26 aprile, l’ingresso al Castello di Racconigi e al percorso di visita dedicato all’Anno dell’Astronomia saranno gratuiti, con orario 9-18:30, ad eccezione del lunedì, giorno di chiusura del Castello e del Parco Reale. Sun-day per gli astrofili dell’UAN L’Unione Astrofili Napoletani, nell’ambito delle manifestazioni relative all’anno internazionale dell’astronomia e in particolare del progetto “100 Ore di Astronomia”, organizza presso la Città della Scienza di Napoli, una giornata dedicata alle osservazioni del Sole. Ente organizzatore: Unione Astrofili Napoletani in collaborazione con Fondazione IDIS Città della Scienza Data di inizio: 05/04/2009 Ora: 10:30 Luogo di svolgimento: Città della Scienza - Bagnoli - Napoli Indirizzo: Via Coroglio - Bagnoli CAP: 80100 Citta: Napoli Ingresso: libero L’Unione Astrofili Napoletani in collaborazione con Città della Scienza e con il patrocinio morale dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte organizza una mattinata all’insegna del Sole. numero 5 - aprile 2009 Sarà possibile osservare il Sole attraverso i telescopi messi a disposizione e soddisfare tutte le curiosità. Osservazioni libere, previsto biglietto di ingresso per visita allo Science Center. Il “caso Galileo” a Milano A Milano, una conferenza dedicata a Galileo e in particolare alla vicenda del suo processo. Ente organizzatore: Circolo Astrofili di Milano Data di inizio: 22/04/2009 Ora: 21:00 Luogo di svolgimento: Planetario “U. Hoepli” Indirizzo: Corso di Porta Venezia, 57 CAP: 20121 Citta: Milano Provincia: MI Ingresso: libero Il Circolo Astrofili di Milano nasce nel 1932 ed è da allora che i suoi soci si dedicano, con passione, alla ricerca astronomica amatoriale e alla divulgazione dell’astronomia. Ha sede presso il Civico Planetario e le riunioni si tengono ogni 2 mercoledì, alla sera presso il Civico Planetario, con partecipazione gratuita. Nell’ambito dell’Anno Internazionale dell’Astronomia saranno organizzate osservazioni pubbliche del cielo e conferenze dedicate a diversi argomenti astronomici. Franco Bertucci, grande conoscitore del cielo e appassionato di Galileo, sarà il relatore di questa conferenza in cui si ripercorrerà lo storico processo a cui lo scienziato italiano fu sot- toposto come conseguenza della sua visione dell’Universo e del modo di fare scienza. Notte galileiana a Siena A Siena, conferenze e osservazione del cielo. Ente organizzatore: Dip. Ingegneria, Dip. Fisica, Osservatorio Astronomico - Università degli Studi di Siena Data di inizio: 03/03/2009 Ora: 20:30 Data di fine: 04/03/2009 Luogo di svolgimento: Siena, Facoltà di Ingeneria, Palazzo San Niccolò (complesso Porta Romana) Indirizzo: Via Roma 56 CAP: 53100 Citta: Siena Ingresso: libero PROGRAMMA Ore 20:30 “2009 Anno Internazionale dell’Astronomia: la Scienza degli astri è ancora la frontiera della Scienza” Prof. Vincenzo Millucci Nel 1609 Galileo realizzò il suo “occhiale a canna” e lo puntò al cielo, convinto che questo lo avrebbe aiutato a meglio comprendere la natura dei corpi celesti. Così è nato il Metodo Scientifico che ancora oggi ha nell’indagine sul Cosmo un’importante frontiera. Ore 21:15 Buffet. Ore 21:45 “Galileo ed il problema isoperimetrico” Prof. Stefano Campi. Tra i risultati presenti nelle opere di Galileo, si trova la dimostrazione di un teorema che riguarda una proprietà isoperimetrica del cerchio. Nel l ASTROFILO ’ 9 mondo astrofilo seminario sarà presentato questo contributo di Galileo, e verranno illustrati alcuni aspetti dei classici problemi isoperimetrici. Ore 22:30 Osservazioni guidate del cielo. Premio nazionale di astronomia FOAM13 edizione 2009 In occasione dell’IYA2009, la FOAM13, con il patrocinio dell’UNESCO, bandisce un Premio Nazionale di Astronomia sulla storia dell’astronomia. 10 Regolamento L’argomento è libero e può riguardare un personaggio o un evento o un’idea o una scoperta o un fenomeno relativi alla storia dell’astronomia, dalle origini sino ad oggi. Il concorso è diviso in quattro Sezioni: A) Scuole Primarie (Scuole Elementari) B) Scuole Secondarie di Primo Grado (Scuole Medie Inferiori) C) Scuole Secondarie di Secondo Grado (Scuole Medie Superiori) D) Singoli. Per le Sezioni a), b) e c) si partecipa al concorso come “classe” e l’elaborato deve essere firmato da almeno un docente della classe che partecipa al concorso e dal Dirigente Scolastico dell’Istituto a cui la classe appartiene. Gli elaborati devono essere redatti in lingua italiana e possono essere inviati o come “ricerche scritte” su fogli formato A4 oppure su supporti CD o DVD o pen drive, con file PowerPoint del pacchetto Office. Tutti gli elaborati devono essere inviati in tre copie (3 elaborati scritti o 3 CDC o 3 DVD o 3 pen drive). l ASTROFILO ’ Su un foglio a parte dovrà essere indicato il recapito (indirizzo, telefono, e-mail) del concorrente; inoltre dovrà essere indicato che il lavoro partecipante al concorso è inedito e non ha conseguito premi in altri concorsi. La data di scadenza per partecipare al concorso è fissata al 31 ottobre 2009 (fa fede il timbro postale). Non è prevista alcuna tassa di partecipazione al concorso. I lavori partecipanti al concorso non saranno restituiti. Il giudizio della giuria è inappellabile e i componenti la giuria saranno resi noti in occasione della premiazione. Saranno nominati vincitori e premiati i primi tre classificati di ogni Sezione. Premi: per i primi classificati di ogni Sezione una borsa di studio di 500 euro + una targa con medaglia; per i secondi e terzi classificati di ogni Sezione una targa con medaglia; la giuria si riserva di premiare anche lavori non classificati al primo, secondo e terzo posto di ogni Sezione. A tutti i partecipanti (classi e singoli) sarà rilasciato in occasione della premiazione un attestato di partecipazione al concorso. La premiazione avverrà domenica 13 dicembre 2009, alle ore 10:30, in Tradate, presso la sede della “FOAM13”; tutti i partecipanti riceveranno una comunicazione sull’esito del concorso. Le opere partecipanti al concorso devono essere inviate a: Segreteria del Premio Nazionale di Astronomia – “FOAM13” 2009, c/o Osservatorio Astronomico “FOAM13” via Ai Ronchi 21049 Tradate (VA). I premi e gli attestati dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori e dai partecipanti (o da persone munite di specifica de- lega); in caso di impossibilità a partecipare alla premiazione i premi e gli attestati saranno spediti tramite posta, con spedizione a carico del destinatario. Il giorno della premiazione gli intervenuti alla cerimonia avranno l’opportunità di visitare il moderno Osservatorio Astronomico “FOAM13”; inoltre sarà servito un rinfresco. La partecipazione al Premio implica l’accettazione del presente regolamento. La partecipazione al Premio, inoltre, costituisce espressa autorizzazione all’utilizzo, senza fini di lucro, dei lavori inviati e all’uso dei dati anagrafici unicamente ai fini delle comunicazioni inerenti il Premio stesso. Per ulteriori informazioni sul concorso si può telefonare al numero 0331 841 900 o inviare un’e-mail all’indirizzo [email protected]. Per raggiungere l’Osservatorio “FOAM13” di Tradate si può consultare il sito www.foam13.it. Il cielo nelle scuole di Campania e dintorni L’universo dove vuoi, quando vuoi ! Emozionare, appassionare, far conoscere le meraviglie dell’universo: questi gli obiettivi di cielisereni.it, un’organizzazione nata per operare nell’ambito della didattica e della divulga- numero 5 - aprile 2009 DVD ASTRONOMIA 90 € 1h2è,€ 14,90 anzic anzic GALILEO GALILEI CDV 6451 Durata: 112’ Audio e sottotitoli: italiano e inglese 90 € 1h2è,€ 14,90 90 € 1h2è,€ 14,90 90 € 1h2è,€ 14,90 anzic anzic 90 € 1h2è,€ 14,90 anzic L’OSSERVAZIONE DEL CIELO LA LUNA come non l’avete mai vista IL SOLE come non l’avete mai visto CDV 6027 Durata: 180’ Audio e sottotitoli: italiano e inglese CDV 6540 Durata: 60’ Audio e sottotitoli: italiano e inglese CDV 6539 Durata: 50’ CDV 6277 Durata: 150’ $DQQLGDOSULPRVEDUFR VXOOD/XQDLQTXHVWRVSHWWDFR ODUHSURJUDPPD%%&YHQJRQR DSSURIRQGLWLTXHVWLHGDOWUL DVSHWWLVFRQRVFLXWLGHOODQRVWUD DIIDVFLQDQWHFRPSDJQDGL YLDJJLRSHUFRQRVFHUHOD/XQD FRPHPDLSULPDG¶RUD ,QTXHVWRVSHWWDFRODUHSUR JUDPPD%%&FLSHUPHWWHGL DPPLUDUHODQRVWUDVWHOODSL YLFLQDFRPHPDLSULPDG¶RUD 'DLSULPLVWXGLGL*DOLOHR¿QR DOOHPRGHUQLVVLPHVRQGH 6RKRH7UDFHULSHUFRUULDPRLO SDVVDWRHLOIXWXURGHO6ROHDOOD VFRSHUWDGHLVXRLVHJUHWL ,O'9'qVXGGLYLVRLQWUH HSLVRGL,O%LJ%DQJHO¶RULJLQH GHOO¶8QLYHUVR/¶8QLYHUVR FRPHWHPHWHRULWLHEXFKLQHUL ,O6LVWHPD6RODUHLOIXWXURGHL pianeti. IO¿OPDWRLOOXPLQDODYLWDSULYDWD /DSULPDJXLGD'9'DOO¶RV e gli affetti di un gigante del VHUYD]LRQHGHOFLHORQRWWXUQR SHQVLHURULFRVWUXHQGRLPRPHQWL destinata non soltanto agli FKLDYHGHOODVXDELRJUD¿DFKH DVWUR¿OLPDDQFKHDTXDQWLYR DSULURQRODVWUDGDDOORVWXGLR JOLRQRFRQRVFHUHO¶RULJLQHHOH della luna e dei pianeti. FDUDWWHULVWLFKHGHJOLRJJHWWLFKH LOOXPLQDQRODYROWDFHOHVWH. IL DESTINO DELLO SPAZIO Audio e sottotitoli: italiano e inglese ANA COLL VD D DI 4 ,90 € 39 Collana “ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO” Audio e sottotitoli: italiano e inglese Audio e sottotitoli: italiano e inglese 90 € 1h2è,€ 14,90 anzic L’UNIVERSO ELEGANTE IL SISTEMA SOLARE 1 - CDV 6133 - Durata: 70’ CDV 6208 Durata: 150’ IL SISTEMA SOLARE 2 - CDV 6134 - Durata: 60’ ,VSLUDWDDGXQFHOHEUHEHVW VHOOHUHGLWRULDOHTXHVWD SURGX]LRQHGHVFULYHLQPRGR VHPSOLFHHFRLQYROJHQWHH FRQODUJRLPSLHJRGLFRPSXWHU JUD¿FDO¶DIIDVFLQDQWHPRQGR GHOOD¿VLFD,O¿OPDWRGD¶ è SUHVHQWDWRGD%ULDQ*UHHQH SURIHVVRUHDOOD&ROXPELD8QL YHUVLW\HGha vinto numerosi premi internazionali. ,O'9'qVXGGLYLVRLQFDSLWROLFLDVFXQRGHVWLQDWRDGXQRVSHFL¿FRDUJRPHQWRFRPHLQXQDYHUDYLGH oenciclopedia. Il Sole, Mercurio, Venere, Terra, Luna, Eclissi e aurore, Marte. ,O '9' FRPSOHWD LO VLVWHPD VRODUH SUHQGHQGR LQ FRQVLGHUD]LRQH L SLDQHWL HVWHUQL Gli asteroidi, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, Plutone, Le comete e la fascia di Oort. L’ESPLORAZIONE SPAZIALE - CDV 6135 Durata: 60’ Il DVD è suddiviso in 6 capitoli: Le costellazioni, Seimila anni di scoperte, L’uomo nello spazio, Satelliti all’opera, Navette e stazioni orbitanti, L’origine della vita sulla Terra. NASCITA ED EVOLUZIONE DEL COSMO - CDV 6136 - Durata: 70’ Il DVD è suddiviso in 7 capitoli: il Big Bang e l’espansione dell’universo, La nascita e la morte delle stelle, Galassie e buchi neri, La radioastronomia e i telescopi spaziali, Il futuro dell’universo. COME ORDINARE COME ORDINARE: Invia un fax: - stampa questa pagina 030-9822968 - compila il coupon - invia l’ordine al fax Manda una e-mail: 03 [email protected] 09 82 29 68 Astro Publishing di Pirlo L. - oppure all’indirizzo [email protected] 'HVLGHURRUGLQDUHL seguenti DVD: ___________________ ___________________ ___________________ ___________________ ___________________ ___________________ ___________________ Audio e sottotitoli: italiano e inglese 90 € 1h2è,€ 14,90 anzic MERAVIGLIE DEL COSMO DVD+LIBRO D&B 6224 Audio e sottotitoli: italiano e inglese Durata 100’ /DQDWXUDPLVWHULRVDGHLEXFKL QHULLPLVWHULGHOFRVPROD WHRULDGHOODUHODWLYLWj¿QR DOOHPRGHUQHULFHUFKHGHJOL DVWURQRPLGHO;;,VHFROR 6SHWWDFRODULLPPDJLQLGDLSL SRWHQWLWHOHVFRSLHGHODERUD]LR QLLQFRPSXWHUJUD¿FDGHVFUL YRQROHSLLPSRUWDQWLVFRSHUWH DVWURQRPLFKHHGLOOXVWUDQRL SULQFLSDOLIHQRPHQLFHOHVWL zione dell’astronomia. Forte di una dotazione di strumenti senza eguali e della competenza dei propri operatori, tutti con riconosciuta esperienza nella comunicazione della scienza, cielisereni.it porta l’astronomia ovunque sia possibile coinvolgere e appassionare: nelle scuole, nelle piazze, nei centri commerciali, negli agriturismo, nei villaggi turistici, presso campi scuola e centri di soggiorno. L’eccezionale planetario digitale itinerante offre a tutti la possibilità di vivere indimenticabili momenti sotto una volta stellata perfettamente riprodotta. Con la sua cupola gonfiabile di ben 6 metri e tre anelli in altezza, in grado di l ASTROFILO ’ ospitare fino a 25 persone comodamente sedute, e il proiettore DIGITALIS Alpha2, è il planetario itinerante più grande e tecnologicamente avanzato operante nel centro-sud Italia. Riproduce mi- gliaia di stelle, nebulose e galassie, con la definizione che solo la tecnologia digitale può offrire. I moti dei pianeti, della Luna e degli altri corpi celesti possono essere simulati per qualsiasi epoca del passato e del futuro. Le costellazioni sono raffigurate con i simboli di oltre 40 civiltà di tutte le epoche. È possibile proiettare filmati didattici e la riproduzione audio è garantita dal sistema Dolby Surround. I telescopi per l’osservazione del cielo sono quanto di meglio la tecnologia mette a disposizione. Con il riflettore Celestron CPC11, di ben 279 mm di diametro, sarà possibile esplorare gli oggetti celesti del profondo cielo, mentre con il rifrattore semiapocromatico SkyWatcher 80ED si esploreranno i pianeti del sistema solare e la superficie della Luna. Il Sole è invece il campo di osservazione per l’eccezionale Coronado SolarMax 60, un vero e proprio gioiello. Le protuberanze numero 5 - aprile 2009 mondo astrofilo e le altre formazioni solari saranno visibili con un dettaglio e una definizione senza eguali. Completano la dotazione strumentale un binocolo gigante 20x80, che offre la visioni di campi stellari di bellezza indescrivibile, un binocolo 10x50, strumenti per la ripresa, video didattici. Tutto questo viene portato direttamente presso gli utenti, siano essi scuole, agriturismo, centri commerciali, grazie al Laboratorio Mobile, un vero e proprio Science Center itinerante che permette non solo di offrire contenuti didattici di elevatissimo valore scientifico, ma anche di far vivere momenti indimenticabile osservando il cielo che da tempi immemorabili regala emozioni ed esperienze mozzafiato. Con l’ulteriore vantaggio di non doversi nemmeno preoccupare di spostarsi. Per contatti e prenotazioni: 338 352 2083 www.cielisereni.it 18 e 19 aprile 2009, i planetaristi a Napoli MEETING DEI PLANETARI ITALIANI Domenica 19 aprile a Napoli si svolgerà il XXIV Meeting dei Planetari Italiani, tra il pomeriggio di sabato 18 aprile e la giornata di domenica 19 aprile 2009, presso la “Città della Scienza” di Napoli per iniziativa dell’Associazione dei Planetari Italiani. Tutte le informazioni relative al meeting verranno aggiornate nelle news del sito www.planetaritaliani.it. Ulteriori informazioni si possono richiedere all’Associazione dei numero 5 - aprile 2009 Planetari Italiani, c/o Centro Studi e Ricerche Serafino Zani, via Bosca 24, 25066 Lumezzane (BS), tel. 030 872 164, fax 030 872 545, e-mail: [email protected]. A Nettuno gli studenti mostrano il cielo Gli studenti dell’Istituto Trafelli mostrano il cielo a Nettuno, una serata osservativa strumentale alla scoperta del cielo. Ente organizzatore: ITIS “Trafelli” di Nettuno (Roma) e Ass. Pontina di Astronomia - LatinaAnzio-Nettuno. Data di inizio: 02/04/2009 Ora: 20:30 Luogo di svolgimento: Nettuno (RM), campo di basket all’aperto, Palazzetto dello Sport Indirizzo: Palazzetto dello Sport - Via Miglioramento, snc CAP: 00042 Citta: Nettuno (RM) Ingresso: libero La manifestazione è stata promossa dall’Istituto Tecnico Industriale L. Trafelli di Nettuno, con la collaborazione tecnica dell’Associazione Pontina di Astronomia Latina-Anzio-Nettuno, per celebrare l’Anno Internazionale dell’Astronomia. La manifestazione si svolge con un intrattenitore che illustra gli oggetti e le costellazioni visibili in cielo. Corsi e conferenze a Barzago Il Gruppo Amici del Cielo presenta il suo calendario di corsi e conferenze di astronomia. Tutte le riunioni, ove non diversamente indicato, avranno luogo alle ore 21:00 in sede, via G. Leopardi, 1 – Barzago (LC). Ingresso libero. Giovedì 2 aprile Conferenza: “Le stelle binarie”. Relatore Mauro Merzaghi del C.A.T. (Circolo Astrofili Trezzano S/N). Giovedì 16 aprile Conferenza: “L’oggetto del mese: M82”. Relatore Davide Trezzi. Giovedì 30 aprile Corso di formazione. “Astronomia Pratica: 1a lezione”. Giovedì 14 maggio Conferenza: “Il cielo degli dèi, i calendari Maya”. Relatore Pierangelo Trezzi. Giovedì 28 maggio Corso di formazione. “Astronomia Pratica: 2a lezione”. Giovedì 11 giugno Conferenza: “Le comete”. Relatore Marco Beretta. Giovedì 25 giugno Corso di formazione. “Astronomia Pratica: 3a lezione”. Giovedì 9 luglio Conferenza “Combustibili fossili”. Relatrice Silvia Candido. Giovedì 23 luglio Riunione libera. Presentazione attività periodo settembre-dicembre. Eventuali cambiamenti saranno prontamente comunicati alle riunioni, in mailing-list e pubblicati sulla bacheca presso la sede e sul sito Internet: www.amicidelcielo.it. In particolare saranno osservati la Luna e il pianeta Saturno, ponendo particolare risalto alle prime osservazioni telescopiche che Galileo fece 400 anni fa degli stessi oggetti. l ASTROFILO ’ 13 mondo astrofilo COSMOS 2009 Viaggio alla scoperta dell’Universo 14 Per tutto il 2009, proclamato dall’UNESCO come anno internazionale dell’Astronomia, si svolgerà in Veneto, a Montebelluna, la grande mostra didattica di Astronomia Cosmos 2009. Essa sarà ospitata dal Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, tra le cento migliori istituzioni pubbliche italiane, citata dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione (prima per il Veneto) come esempio di innovazione e modernizzazione. La mostra illustra le conoscenze attuali sulla struttura, l’origine e l’evoluzione del cosmo, grazie ai testi del nastro grafico, ai modelli tridimensionali con piccoli esperimenti, all’uso di elettronica e di tecniche multimediali, alla suggestione di luci e immagini della nostra Via Lattea. Il visitatore che ama le esperienze interattive troverà gli esperimenti “quanto pesi sugli altri pianeti?”, “quanto è calda una stella”, “come vedo il cielo stanotte?” o si perderà nella realtà virtuale con occhiali-video con cui navigare nella galassia in 3D, muovendo un joystick o pedalando su una cyclette per imitare il viaggio del fotone dal Sole alla Terra. Chi ama la suggestione si troverà nello spazio all’interno “sala delle domande e dei numeri”, vedrà sé stesso pieno di luci in “siamo fatti di stelle” o camminerà su un pavimento con stampato il cielo australe, sotto una grande cupola luminosa con l’immagine del cielo boreale. Chi ama gli approfondimenti troverà i dettagli nei pannelli e nel libro/catalogo. Nella sala dell’astronomia ed l ASTROFILO ’ esplorazione spaziale ci saranno modelli di sonde spaziali e telescopi, inclusa una tuta spaziale indossabile. La mostra Cosmos 2009 sarà inaugurata sabato 22 novembre 2008 e durerà fino al 31 dicembre 2009 restando aperta tutti i giorni della settimana per il pubblico e le scuole. Informazioni varie Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna - Via Piave 51, 31044 Montebelluna (TV) tel. 0423 300 465 - fax 0423 602 284. Orario d’apertura: tutti i giorni ore 9:0012:00 e 14:30-18:00. Chiuso lunedì e nei giorni di Natale, Capodanno e Pasqua, del 1° maggio, del 2 giugno, del 15 agosto e del 1° novembre. BIGLIETTO D’INGRESSO Intero: 5,00 € - Ridotto: 3,00 € Pacchetto famiglia (2 adulti e 3 ragazzi al di sotto dei 18 anni): 12,00 € - Speciale offerta nonna/o e nipote (solo dal martedì al venerdì): 4,00 €. - Ogni nipote aggiunto: 1,00 € CATALOGO Cosmos. Viaggio alla scoperta dell’Universo. INGRESSI RIDOTTI PER LE SCUOLE Ridotto scolaresche: 2,50 € Visita guidata: 50,00 € + biglietto d’ingresso ridotto. Pacchetto speciale scuole (visita guidata + laboratorio): 70,00 € + biglietto d’ingresso ridotto. Ogni laboratorio didattico aggiuntivo: 30,00 € PRENOTAZIONI presso: Segreteria MAM (Musei Alta Marca) presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00. Tel. 0423 602 271 Fax 0423 602 284 E-mail:[email protected] www.museomontebelluna.it numero 5 - aprile 2009 mondo astrofilo Gruppo Astrofili Lariani - conferenze APRILE 2009 Venerdì 17 aprile: CONFERENZA “LA STAGIONE 2009 FRA LE STELLE SUL MONTE CALBIGA” Tradizionale conferenza, a cura di Luca Parravicini, di apertura della nuova stagione osservativa per la specola del Monte Calbiga, con presentazione degli appuntamenti in calendario. Inizio alle ore 21:15 presso il Centro Civico Rosario Livatino di Tavernerio. MAGGIO 2009 Venerdì 8 maggio: CONFERENZA “LE NUOVE FRONTIERE DEL SISTEMA SOLARE” Conferenza, accompagnata da immagini computerizzate, a cura di Mauro Broggi, Fabio Marchi e Walter Scarpone sulle nuove foto del Sistema Solare inviateci dalle sonde automatiche negli ultimi anni. Inizio alle ore 21:15 presso il Centro Civico Rosario Livatino di Tavernerio. Sabato 23 maggio: OSSERVAZIONE PUBBLICA presso l’osservatorio “Monte Calbiga” (Lenno). Prima apertura ufficiale, per la stagione 2009, interamente dedicata all’osservazione degli oggetti del profondo cielo primaverile, mentre quelli estivi ci terranno compagnia fino al termine dell’osservazione. Inizio osservazioni ore 21:00, appena buio. Venerdì 29 maggio: OSSERVAZIONE PUBBLICA “Telescopi Vs. spotting scope”. Osservazione della Luna e “sfida” fra telescopi e spotting scope, i cannocchiali per l’osservazione della natura che sempre più spesso vengono utilizzati in campo astronomico. Soci e simpatizzanti sono invitati a partecipare con i loro strumenti. Inizio alle ore 21:30 c/o il Centro Civico Rosario Livatino di Tavernerio. Per tutte le iniziative, in caso di maltempo proiezione di diapositive. Gruppo Astrofili Lariani Sede: Via Risorgimento 21, c/o Centro Civico Rosario Livatino, 22038 Tavernerio (CO). Tel: 328 097 6491 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21), e-mail: [email protected] sito:www.astrofililariani.org Ass. Astrofili Alta Valdera - conferenze Programma incontri AAAV aprile-maggio 2009. La AAAV, Ass.ne Astrofili Alta Valdera di Peccioli (PI) comunica il calendario dei prossimi incontri a tema che si svolge- ranno presso l’Osservatorio Astronomico di Libbiano di Peccioli (PI) con inizio alle ore 21:15 (ingresso libero). Chiunque fosse interessato alle attività del gruppo può contattare la AAAV ai numeri 340 591 5239 e 347 468 2035. Giovedì 9 aprile DEEP IMPACT! Dalla fantasia alla realtà: da Tunguska alla SL9, i crateri da impatto sul nontro pianeta (a cura di Paolo Bacci). Giovedì 7 maggio DA HUBBLE AD HUBBLE: 80 ANNI PER SCOPRIRE L’UNIVERSO Edwin Hubble scopre le prime galassie nel 1924. Dal 1990 ad oggi, il telescopio spaziale Hubble (a lui dedicato) allarga ogni giorno i confini dell’universo. (a cura di Alberto Villa) Giovedì 21 maggio I MOTI DEL NOSTRO PIANETA... LA TERRA GIRA! Il relatore ripropone l’esperimento del pendolo di Focault con un suo artefizio che consente di apprezzare in pochi secondi la rotazione della Terra. (a cura di Enzo Rossi) Per ulteriori informazioni sulle nostre attività potete visitare i siti: www.astrofilialtavaldera.com www.valdera.org e www.progettopeccioli.org Astrofili! questo spazio è a vostra disposizione, inviateci i calendari delle vostre iniziative, i vostri programmi osservativi e didattici, le foto dei vostri osservatori, planetari, strumenti vari, pubblicheremo tutto su queste pagine. Inviate a: [email protected] numero 5 - aprile 2009 l ASTROFILO ’ 15 mondo astrofilo Belluno: weekend tra cielo e natura alpina 16 Il volto della Luna: dall’immaginario collettivo all’immagine scientifica di Galileo Galilei (2009, Anno Internazionale dell’Astronomia). La manifestazione non è rivolta solo agli astrofili ma anche alla gente comune che può in una occasione di questo tipo ricevere un input per proseguire un percorso di conoscenza dell’astronomia. Quindi un weekend culturale di inizio primavera, nel quale l‘astronomia attraversa l’immaginario collettivo per arrivare all’immagine scientifica di Galileo Galilei senza trascurare l’aspetto sportivo che può offrire un rifugio di montagna. Sabato 4 aprile ore 15:30 Presentazione della manifestazione a cura di Alessandro Dario Vianello (www.lospecchioparabolico.it); ore 15:40 Laboratorio creativo - Disegnare la luna a cura di Anna Burighel – illustratrice; ore 18:00 Conferenza - Il bacio nella luna: da Galileo ai nostri giorni a cura di Gianpietro Favaro - Circolo Astrofili di Mestre G. Ruggieri (a seguire, la cena); ore 21:30 Osservazione della l ASTROFILO ’ Luna e altro. Saranno a disposizione alcuni telescopi per i partecipanti. Domenica 5 aprile ore 10:00 La magia della neve: passeggiata con le ciaspe nei dintorni del rifugio Scarpa. La passeggiata è organizzata con la collaborazione del CAI. Siete attesi con le ciaspe, il rifugio ne può noleggiare solo 15 paia. Il rifugio è raggiungibile in seggiovia con i seguenti orari: sabato ore 11:30 e 16:00 domenica ore 9:30 (per altri orari telefonare). Per informazioni e prenotazioni: Rifugio E. Scarpa - O. Gurekian - Frassenè Agordino Belluno - telefono: 043 767 010 Cell. 348 493 5967 - email: [email protected] sito web: www.seggioviafrassene.com Gruppo Astrofili W. Herschel - ATTIVITA’ 2009 28 aprile - Conferenza: “La non-località quantistica” Marco Genovese 12 maggio - Conferenza: “Astrobiologia - alla ricerca della vita nell’Universo” Giuseppe Murante 26 maggio - Conferenza: “La radioattività in astronomia” Paul Van Schalkwyk 9 giugno - Conferenza: “Presentazione del campo estivo 2009” Giancarlo Forno 19/20/21 giugno - CAMPO ESTIVO 2009 (vedere programma specifico sul sito www.gawh.net) 7 luglio - Conferenza: “Presentazione dell’eclissi totale di Sole del 22 luglio 2009” Giancarlo Forno 22 luglio - ECLISSI TOTALE DI SOLE (CINA e OCEANO PACIFICO) 15 settembre - Conferenza: “Come scegliere il telescopio” Paul Van Schalkwyk 22 settembre - Conferenza: “Come montare e stazionare il telescopio” Stefano Lazzaro 6 ottobre - Conferenza: “L’occhio come strumento di osservazione” Giacomo Barattia 13 ottobre - Conferenza: “L’osservazione degli oggetti deboli” Giancarlo Forno 20 ottobre - Conferenza: “L’osservazione visuale dei pianeti” Stefano Lazzaro 3 novembre - Conferenza: “L’osservazione delle stelle doppie e delle variabili” Sandro Bertoglio 17 novembre - Conferenza: “L’osservazione visuale della Luna” P.G. Barbero 1 dicembre - Conferenza: “Dallo star-hopping al go-to” G. Forno numero 5 - aprile 2009 [email protected] www.starnovel.com articoli Il movimento autocinetico delle stelle Se fissate per un tempo sufficiente, le stelle sembrano muoversi sulla volta celeste, percorrendo traiettorie imprevedibili: rette, curve, zigzaganti. La scienza non ha ancora spiegato appieno il fenomeno, ma una cosa è certa, non sono UFO! 18 N el cielo si verificano molti fenomeni che sono magari irrilevanti per l’astronomo, ma che rivestono una certa importanza per chi cerca di capire come funzionano le aree visive del nostro cervello. Uno di questi fenomeni è il movimento autocinetico. Esso fu osservato per la prima volta il 22 giugno 1799, poco prima dell’alba, a Tenerife dall’esploratore e naturalista tedesco Alexander von Humboldt, che così lo descrive: «Ad un’altezza di 10 700 piedi (circa 3 250 metri) sopra il livello del mare, vidi con i miei occhi nudi delle stelle basse sull’orizzonte in un meraviglioso movimento errante. Punti luminosi salivano, si muovevano lateralmente e tornavano alle loro posizioni originarie. Il fenomeno durò da 7 a 8 minuti, e si arrestò molto prima che il Sole apparisse sopra l’orizzonte. Lo stesso movimento poteva essere visto attraverso un telescopio; non rimane alcun dubbio che erano le stelle stesse che si muovevano». [von Humboldt A. (1850). Kosmos. Entwurf einer physischen Weltbeschreibung, vol. 3. Stoccarda: Cotta.] l ASTROFILO ’ di Stefano Vezzani Incolonnati a sinistra vediamo alcuni esempi di “UFO fotografici” che in qualche modo danno un’idea di ciò che può accadere osservando una stella brillante in particolari condizioni ambientali. numero 5 - aprile 2009 articoli L’ultimo ritratto del naturalista ed esploratore tedesco Alexander von Humboldt (1769-1859), al quale dobbiamo la prima descrizione del movimento autocinetico delle stelle. L’opera, del 1859, è di Julius Schrader. Humboldt vide dunque muoversi delle stelle, ed era convinto che il fenomeno fosse di natura fisica. L’effetto venne chiamato Sternschwanken (oscillazione stellare) e fu osservato più volte nei decenni successivi. Nel 1857, però, G. Schweizer, astronomo a Mosca, dimostrò che doveva necessariamente trattarsi di un effetto di natura soggettiva, visto che, se la stessa stella (Sirio, in quel caso) veniva fissata contemporaneamente da diverse persone, il movimento percepito da ciascun osservatore era molto diverso. Le osservazioni successive a quella di Humboldt, tuttavia, smentiscono in parte la sua descrizione delle condizioni in cui l’effetto si verifica. In particolare, dalla descrizione di Humboldt sembra che egli abbia osservato più stelle contemporaneamente in movimento, mentre in genere una sola stella è vista muoversi, e nelle sue vicinanze non deve trovarsi nessun altro oggetto né celeste né terrestre. È tipica questa descrizione che l’astronomo statunitense Arthur Searle, dell’osservatorio di Harvard, diede del fenomeno nel 1888: «La sera del 10 settembre 1888 la mia attenzione fu attratta da ciò che all’inizio supposi essere una meteora di notevole luminosità che si muoveva lentamente nei pressi del- numero 5 - aprile 2009 19 l’orizzonte di nord-est. In seguito attribuii ciò che vedevo al movimento instabile di un piccolo pallone infuocato che immaginavo essere stato fatto salire da qualche luogo nelle vicinanze, e passarono diversi minuti prima che mi convincessi che questo oggetto che sembrava muoversi era la stella Capella, vista qualche grado sopra un indefinito orizzonte oscuro. I movimenti osservati erano irregolari, e più estesi in azimut, nel complesso, che in elevazione. Nessuna traccia di essi poteva essere percepita in altre stelle visibili al momento, ma nessun’altra stella era visibile nelle vicinanze di Capella [...] [Il movimento] quasi cessò quando qualche stella più debole divenne visibile vicino a Capella, e queste stelle non sembravano muo- l ASTROFILO ’ articoli 20 versi. Quando esse furono oscurate da vaghe nubi sottili, il movimento di Capella fu visto nuovamente [...] Sono inclinato ad attribuire [il fenomeno] soltanto alla mancanza di chiari punti di riferimento vicini alla stella...» [Searle A. (1888). The apparent Instability of Stars near the Horizon (Sternschwanken), Astronomische Nachrichten, 120, p.109.] L’illusione, dunque, riguarda in genere solo stelle isolate, viste su uno sfondo quanto più possibile omogeneo. Essa può essere osservata molto facilmente ad occhio nudo, fissando una qualsiasi stella circondata da un’ampia porzione di cielo priva di altri oggetti visibili. Dopo non più di 20 secondi la stella comincerà a muoversi in modo irregolare. È necessario sforzarsi di tenere gli occhi fermi, ovvero di non seguire la stella nel suo movimento apparente. Si può escludere che il fenomeno abbia cause fisiche, come proposto in origine da Humboldt, e non solo per la già citata l ASTROFILO ’ ragione indicata da Schweizer. È vero che le stelle possono sembrare muoversi a causa di disomogeneità atmosferiche, ma solo al telescopio, mentre ad occhio nudo le stelle sembrano scintillare. È impensabile che l’atmosfera possa generare movimenti tanto ampi da essere percepiti ad occhio nudo. Il movimento autocinetico fu riscoperto in laboratorio da A. Charpentier nel 1886, facendo fissare ad alcune persone un punto debolmente luminoso in una stanza completamente buia. Da allora, l’effetto è stato oggetto di numerosi studi sperimentali, volti a stabilirne le condizioni e le cause. Per quanto riguarda le condizioni, le principali sono: 1. una stanza quanto più possibile buia; 2. una luce piccola e debole: l’effetto diminuisce all’aumentare delle dimensioni e dell’intensità della luce (ecco perché l’effetto non si verifica o è molto debole se si fissa la Luna anziché una stella); 3. uno sguardo fermo e stabile: movi- Il cielo come appariva a von Humboldt il 2 giugno 1799, mezz’ora prima dell’alba, quando osservò per la prima volta il movimento autocinetico a Tenerife, a 3250 m d’altezza. [Stellarium.org] numero 5 - aprile 2009 articoli lenbach K. M. (1928). A study of the menti oculari volontari distruggono l’ilautokinetic sensation. The American lusione; non è necessario che sia fissata Journal of Psychology, 40, pp. 83-91.] la luce, si può anche fissare lo sfondo Secondo un’altra teoria, il movimento omogeneo; autocinetico si verifica, paradossal4. solo la luce deve essere visibile: come mente, proprio perché il soggetto riesce notava Searle, la presenza di punti di ria mantenere una buona fissazione. Duferimento vicini alla luce distrugge, o alrante la fissazione, infatti, i muscoli exmeno indebolisce, l’illusione. traoculari (quelli che muovono l’occhio Inoltre, l’illusione è molto facilitata da e lo tengono in posizione) si affaticano; uno stato di affaticamento, generale o alcuni di essi, però, si affaticano più di dei soli muscoli oculari. altri, per cui gli occhi tendono a deviare Se le condizioni del fenomeno sono in una direzione; il cervello invia allora chiare, non altrettanto si può dire delle sue cause. È stato ipotizzato che l’illusione dipenda da piccoli moviIl movimento indotto menti oculari involontari: tali movimenti deUn’altra illusione di movimento si verifica nel cielo quando terminerebbero uno spola Luna è circondata da nubi che si muovono lentamente; stamento della luce sulallora anche la Luna appare in movimento, ma in direzione la retina (dove si forma opposta a quella delle nubi. un’immagine del mondo Il fenomeno, che riguarda anche il Sole e le stelle, venne esterno), che il cervello descritto già da Lucrezio nel De rerum natura (I secolo attribuirebbe erroneaa.C.): «E quando per il cielo i venti trasportano rade nuvole mente ad uno spostanottetempo, allora gli splendidi astri sembrano scorrere mento reale della fonte contro i nembi e andare nell’alto in una direzione di gran di luce; le parti visive lunga diversa da quella in cui procedono veramente». del cervello, infatti, nulNei secoli successivi, il fenomeno venne descritto molte la sanno dei movimenti altre volte, anche se non sempre con riferimento agli astri. visivi involontari, di cui Nel Manoscritto Trivulziano (38 v.) di Leonardo da Vinci, ad dunque non possono esempio, si legge: «Il movimento della cosa visina alla tener conto quando incosa stabile fa spesse volte essa cosa stabile parere traterpretano ciò che avsmutarsi nel moto della cosa movente, e la cosa movente viene sulla retina. parere stabile e ferma». Quando muoviamo voQuesti sono esempi di movimento indotto, ovvero di un molontariamente gli occhi, vimento illusorio indotto in un oggetto immobile da un altro invece, il mondo non ci oggetto che invece si muove realmente. sembra certo in moto, Per una dimostrazione (non del tutto soddisfacente) del malgrado tutto si muomovimento indotto, si veda: va sulla retina: questo http://psychlab1.hanover.edu/Classes/Sensation/induced. avviene perché il cerPer un approfondimento, si veda: vello può tener conto http://ilcoloredellaluna.wordpress.com/category/percezionedel fatto che gli occhi si del-movimento. sono mossi, in quanto il loro movimento è stato ai muscoli extraoculari un segnale vovolontario. Tuttavia quest’ipotesi, per lontario che impedisce tale deviazione: quanto plausibile e spesso ripetuta, non se l’occhio tende a deviare verso sinispiega l’effetto autocinetico: piccoli mostra, viene inviato un segnale di movivimenti oculari involontari in effetti si mento oculare verso destra che converificano, ma non vi è alcuna correlasente di mantenere la fissazione. zione tra la loro direzione e la loro amSecondo la teoria in questione, la nepiezza e la direzione e l’ampiezza del cessità di tale segnale sarebbe interpremovimento illusorio. [Guilford J. P., Dal- numero 5 - aprile 2009 l ASTROFILO ’ 21 articoli Il percorso illusorio di una piccola luce circolare in una stanza completamente oscurata. Ciascun numero indica un diverso periodo di osservazione. [Guilford J. P., Dallenbach K. M., A study of the autokinetic sensation. The American Journal of Psychology, 1928, vol. 40, pp. 83-91] 22 tata dal cervello con la necessità di inseguire una luce che si sposta verso destra, per cui la luce viene appunto vista muoversi. Non ci sono prove a favore di questa teoria nella sua applicazione al movimento autocinetico, anche se appare molto probabile che il cervello tenga conto dei segnali che invia ai muscoli oculari quando interpreta l’input retinico: ad esempio, un soggetto che provi a muovere gli occhi verso destra avendo i muscoli oculari paralizzati avrà l’impressione che tutto il mondo si sposti verso destra. Nulla si è mosso, né i suoi occhi né il mondo, ma ciò che importa è il messaggio efferente che è partito dal cervello: poiché al cervello risulta che gli occhi si sono mossi in conseguenza di tale segnale, l’immobilità dell’immagine retinica può essere spiegata solo col fatto che il mondo si è mosso insieme agli occhi, ed è appunto questo che viene visto. Tuttavia, non vi sono prove che questa plausibile teoria spieghi il movimento autocinetico. Insomma, il movimento autocinetico riOttica di Euclide, teorema 52: «Se tra alcune cose che si muovono se ne mostra una che non si muove, quella che non si muove sembra muoversi all’indietro. Si muovano infatti Β e ∆, stia ferma Γ, e dall’occhio incidano i raggi ΖΒ, ΖΓ e Ζ∆. Dunque Β muovendosi si avvicinerà a Γ, mentre ∆ se ne allontanerà; quindi sembrerà che Γ si muoverà in senso opposto». Questa sembrerebbe la prima descrizione del movimento indotto (si veda il box a pag. 21), ma non tutti gli autori sono d’accordo su questo. l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 articoli I sei muscoli extraoculari che muovono gli occhi e li mantengono in posizione. Una parte degli studiosi ritiene che il movimento autocinetico sia causato (anche) dal fatto che alcuni di essi si affaticano più di altri. [R. Gregory, Occhio e cervello, Raffaello Cortina Editore, 1998] 23 mane un mistero. Questo però non gli impedisce di avere effetti notevoli. A causa sua, durante la Seconda guerra mondiale, ai piloti in volo notturno capitava di scambiare una stella, un pianeta, o una piccola luce terrestre immobile per un oggetto volante, e ciò provocava comportamenti inadeguati come l’inseguimento. [Graybiel A., Clark B. (1945). The Autokinetic Illusion and its Significance in Night Flying. Journal of Aviation Medicine, 16, pp. 111-151.] Anche una parte degli avvistamenti di UFO sono spiegabili col fatto che un astro sembra muoversi vistosamente, per cui viene scambiato per un oggetto volante (si veda ad esempio www.rens s e l a e r. e d u / ~ s o f k a m / p a p e r s / u f o talk.html). Infine, ma qui andiamo al di là delle e- numero 5 - aprile 2009 sperienze tipiche dell’astrofilo, nel 1917 J. Peterson sosteneva che probabilmente anche il cospicuo movimento che interessa quello strano fenomeno che sono i fuochi fatui è un caso di effetto autocinetico. [Peterson J. (1917). Some Striking Illusions of Movement of a Single Light on Mountains. The American Journal of Psychology, 28, pp. 476-485.] Stefano Vezzani è stato ricercatore di psicologia presso l’Università di MilanoBicocca, dove ha tenuto corsi di psicologia cognitiva. Ha pubblicato articoli di psicologia della percezione visiva su riviste scientifiche internazionali, e attualmente si occupa di divulgazione scientifica. l ASTROFILO ’ articoli L’astronomia delle onde gravitazionali seconda parte 24 È mile alla radiazione cosmica osservata già disponibile l’elenco dei sistemi nel campo delle microonde. astrofisici capaci di emettere onde Tra le sorgenti transienti più intense gravitazionali, ma probabilmente riserrientrano i sistemi binari, formati da verà delle sorprese molto interessanti stelle particolarmente dense e buchi l’impossibilità di prevedere in anticipo neri, giunti alla fase finale, in cui i comquali strani oggetti sono ancora nascosti ponenti sono prossimi alla fusione. Stelle nelle profondità dell‘universo. Prendendo di neutroni in rotazione come criterio di classifie sistemi binari, dove le cazione l’andamento delorbite hanno dimensioni l’intensità osservata nel In questa seconda abbastanza grandi ritempo, i segnali gravitaspetto agli oggetti coinzionali si possono distinparte vedremo verso volti, sono ritenute sorguere in almeno due tiquali sorgenti indigenti di minore intensità pologie principali: tranrizzare la ricerca che producono per lunsienti e periodici. I rapgo tempo segnali quasi presentanti del primo delle onde gravitaesattamente periodici. gruppo si manifestano zionali e come sono Nel corso dell’anno la in maniera del tutto imfatti i telescopi che frequenza delle onde prevedibile e hanno dugravitazionali dovrebbe rate relativamente brele osserveranno. variare, per l’effetto Dopvi, mentre i periodici mopler causato dal moto strano andamenti sinudi della Terra attorno al Sosoidali con frequenze Gianfranco Benegiamo le, con scostamenti tanche restano circa coto maggiori quanto più stanti per lunghi periodi. la direzione della sorOgni classe di segnali è gente si avvicina al piano dell’eclittica. correlata a ben definite sorgenti astrofiRilevare segnali transienti usando un siche: ad esempio, i transienti sono lesolo sensore, però, sembra un’impresa gati alle supernovae, mentre i periodici difficile perché risulterebbero indistinguialle stelle di neutroni e ai sistemi binari. bili dal rumore di fondo generato dallo Potrebbe sovrapporsi a questi segnali, strumento (ad esempio la dilatazione inoltre, un debole fondo primordiale si- l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 articoli La sensibilità complessiva del rivelatore Virgo (linea nera) è limitata dal rumore sismico (linea tratteggiata rossa) per frequenze inferiori a 3 Hz, mentre dipende principalmente dal rumore termico sino a 100 Hz e dal rumore shot per frequenze maggiori. [Progetto Virgo] termica). Se le sorgenti sono distribuite in maniera disomogenea, come atteso per l’addensamento di stelle binarie in direzione del centro galattico, si potrebbero riconoscere sensibili aumenti del segnale a seconda di come il rivelatore è orientato nello spazio. Le supernovae sono sorgenti particolarmente efficienti di onde gravitazionali transienti, ma il numero di quelle abbastanza intense da essere rilevabili è ancora incerto. Esplosioni di questo tipo all’interno della Galassia sono relativamente rare e dunque i progetti per la loro individuazione sono calibrati, come ad esempio è il caso di quello italo-francese denominato Virgo, per individuare le supernovae che si succedono con frequenza decisamente maggiore nel grande ammasso della Vergine. Sia pure con una precisione piuttosto modesta, la posizione occupata nel cielo dalle sorgenti transienti potrebbe essere determinata a condizione di collegare insieme più sensori situati a grandi distanze. Stabilire invece la direzione delle sorgenti periodiche con un solo rivelatore forse è possibile, ma a condizione di mantenerlo in funzione per periodi prolungati. Variando la posizione della stazione ricevente con il moto orbitale della Terra attorno al Sole, infatti, si riuscirebbe a individuare la provenienza di segnali periodici abbastanza stabili. Localizzare emissioni di breve durata, al contrario, rende indispensabile usare due o più rivelatori contemporaneamente per formare un interferometro: l’accuratezza del puntamento, in questi casi, è grosso modo paragonabile al valore della diffrazione limite che si ottiene dividendo la lunghezza d’onda per la distanza tra i sensori. Usando una linea di base pari al diametro della Terra e le frequenze attualmente accessibili al suolo, secondo i calcoli degli astronomi, la sorgente potrebbe essere localizzata con una precisione difficilmente superiore a qualche decina di minuti d’arco. Il Progetto italo-francese Virgo utilizza l’interferometro realizzato presso Cascina (Pisa), formato da due bracci lunghi 3 km, per catturare le onde gravitazionali. [Progetto Virgo] numero 5 - aprile 2009 l ASTROFILO ’ 25 articoli I telescopi gravitazionali 26 Lo stato attuale dell’astronomia a onde gravitazionali è in qualche modo paragonabile alla fase pionieristica che negli anni Sessanta del secolo passato aprì la strada all’impiego dei neutrini, le più inafferrabili particelle elementari, per studiare le reazioni che avvengono all’interno del Sole. La radiazione gravitazionale, però, a differenza dei neutrini che avevano nei reattori nucleari sorgenti molto intense su cui puntare i primi rudimentali sensori, potrà essere rivelata soltanto grazie all’aiuto di alcuni dei più singolari oggetti astrofisici conosciuti. Quanto sia difficile realizzare in laboratorio onde gravitazionali, almeno quelle di intensità rilevabile, si può facilmente intuire calcolando l’ordine di grandezza degli effetti attesi. Due masse pari a una tonnellata ciascuna, distanti 1 metro e oscillanti alla frequenza di 10 cicli al secondo, ad esempio, inducono nei rivelatori variazioni di lunghezza che sono quasi una ventina di ordini di grandezza inferiori al raggio efficace di un protone. Effetti tanto modesti, pertanto, costringono a rivolgere l’attenzione verso corpi celesti come buchi neri e stelle di neutroni che hanno masse enormemente più grandi di quelle utilizzabili negli esperimenti di laboratorio. Le principali caratteristiche dei sensori, già esistenti oppure in fase di progetto, consentono di individuare quattro principali campi d’indagine. I primi due comprendono le frequenze estremamente basse (10-18 e 10-15 Hz), ritenute particolarmente interessanti perché forse contengono informazioni sulle fluttuazioni gravitazionali che risalgono agli istanti immediatamente successivi al Big Bang, e le frequenze molto basse (10-9 e 10-7 l ASTROFILO ’ Il Progetto LISA, sviluppato congiuntamente dall’agenzia spaziale europea e dalla NASA, utilizzerà tre sonde, distanti 5 milioni di km e in orbita attorno al Sole, per rivelare le onde gravitazionali. [Progetto LISA] Hz) che potrebbero provenire da sorgenti dell’universo primordiale, come i sistemi binari di massa estremamente elevata. Il campo d’azione del progetto, sviluppato congiuntamente dall’ESA e dalla NASA, chiamato Laser Interferometer Space Antenna (LISA), per sistemare in orbita attorno al Sole un interferometro con bracci di lunghezza pari a 5 milioni di km, avrà invece accesso all’intervallo delle frequenze basse tra 10-4 e 1 Hz. Buona parte degli attuali rivelatori, infine, opera nel campo delle frequenze alte, indicativamente compreso tra 1 e 104 Hz. Variazioni indotte nelle dimensioni di un oggetto, così come nella distanza tra due o più masse lontane, rappresentano il fenomeno su cui si basano gli strumenti realizzati per individuare le onde gravitazionali. I sensori usati rientrano in due categorie principali che prendono il generico nome di barre risonanti e rivelatori interferometrici. Il primo gruppo di strumenti utilizza variazioni di lunghezza indotte dal passaggio delle onde gravitazionali: un sofisticato trasduttore converte la vibrazione meccanica in segnale elettrico che programmi di calcolo, dopo numero 5 - aprile 2009 articoli I migliori rivelatori attualmente disponibili forse hanno una sensibilità ancora 10 volte inferiore a quella necessaria per individuare onde gravitazionali particolarmente intense come quelle generate dalla supernova 1987A nel momento in cui esplose. [HST/NASA] essere stato amplificato, provvedono automaticamente ad analizzare. Il precursore di questi strumenti fu realizzato da Joseph Weber nel 1966 usando un cilindro di alluminio lungo 1,5 metri e pesante circa 3,5 tonnellate, che aveva la massima sensibilità centrata intorno alla frequenza di 1660 Hz. Lavorando in intervalli di frequenza molto ristretti, però, le barre risonanti risultano poco adatte per indagare l’ampio spettro di onde gravitazionali atteso dai molti fenomeni astrofisici conosciuti. Variazioni di lunghezza intorno a una parte su un miliardo di miliardi possono essere oggi distinte dai migliori sensori risonanti, ma nessuno tra questi è ancora riuscito a registrare il passaggio di qualche onda gravitazionale. I segnali emessi dalla più nota supernova del 1987, esplosa nella vicina Grande Nube di Magellano, secondo i calcoli dei ricercatori avrebbero richiesto rivelatori con una sensibilità almeno 10 volte maggiore di quella attuale. Speciali barre risonanti, raffreddate con elio liquido per ridurre il rumore termico, sono impiegate da vari programmi di ricerca, e tra i principali, avviati in varie parti del mondo, si possono rammentare i seguenti: Nautilus (Frascati, Italia), Auriga (Legnaro, Italia), Explorer (Ginevra, Svizzera) e Allegro (Baton Rouge, USA). Rivelare onde gravitazionali mediante raggi di luce laser, invece, richiede un particolare interferometro Michelson con specchi sistemati su appositi supporti, per isolarli dalle vibrazioni prodotte dall’ambiente circostante. Lo schema ottico dello strumento prevede che la luce sia puntata su uno specchio semitrasparente, dov’è ripartita in due fasci tra loro perpendicolari. Ricombinando i raggi laser dopo innumerevoli viaggi di andata e ritorno da numero 5 - aprile 2009 Negli interferometri costruiti per rivelare la presenza di onde gravitazionali, la luce laser viaggia all’interno di tubazioni mantenute sotto vuoto spinto. [Progetto Ligo] altri specchi, sistemati a qualche chilometro di distanza, si ottengono indicazioni sulle minuscole variazioni di lunghezza subite dai bracci dello strumento. L’interferenza distruttiva dei due raggi di luce coerente, massima quando il tragitto da essi percorso ha accumulato una differenza pari a metà della lunghezza d’onda impiegata, si tradurrà in una variazione dell’intensità luminosa all’uscita dello strumento. Rivelatori del genere hanno il vantaggio di accedere a un campo di frequenze molto esteso, compreso tra circa 1 e 10 000 Hz, e di raggiungere sensibilità notevolmente superiori a quelle delle barre risonanti. Le migliori prestazioni offerte dagli interferometri laser hanno portato all’avvio di svariati progetti di ricerca, tra i quali si possono citare: Virgo (Pisa, Italia), GEO (Hannover, Germania), Ligo (Livingston e Hanford, USA) e Tama (Tokyo, Giappone). Il Progetto Virgo, nato da una collaborazione italo-francese, utilizza un interferometro con bracci lunghi 3 km realizzato presso Cascina (Pisa); la caratteristica che rende particolarmente interessante questo esperimento è la sua elevata sensibilità. Traffico veicolare e fenomeni sismici naturali generano un rumore che impedisce ai rivelatori, almeno a quelli sistemati sulla superficie terrestre, di studiare le onde l ASTROFILO ’ 27 articoli 28 quale aspetto dovrebbero avere le onde gravitazionali provenienti da vari sistemi binari, così come dall’esplosione di supernovae oppure dalla coalescenza di buchi neri. Due stelle che ruotano attorno al comune centro di gravità, quando le orbite sono abbastanza grandi e di forma quasi circolare, producono un segnale monocromatico di ampiezza e frequenza che si mantengono circa costanti nel corso dell’osservazione. Sistemi binari formati da masse molto diverse, come ad esempio capita quando una stella di neutroni è legata a un buco nero, probabilIl passaggio di onde gravitazionali modifica in mamente sono caratterizzati da orniera diversa la lunghezza dei due rami perpendicobite eccentriche e da onde lari dell’interferometro schematizzato in questa figura gravitazionali di forma assai più e ciò causa una variazione dell’intensità luminosa suirregolare. bita dalla luce laser dopo essere stata riflessa dagli Il nucleo di molte galassie, comspecchi posti all’estremità dei cammini ottici. preso quello attorno al quale ruota il Sole, ospita un buco nero formato da milioni o addirittura miliardi gravitazionali con frequenza inferiore a di masse solari: l’incontro di questi nuqualche hertz. Questa è una delle ragioni clei può condurre a sistemi astrofisici per cui i programmi futuri prevedono di formati da coppie di buchi neri, in orbita mettere in orbita attorno al Sole, forse uno attorno all’altro, la cui distanza digià nel corso del prossimo decennio, le venta sempre più piccola. tre sonde spaziali previste dal Progetto Secondo le previsioni dei ricercatori, le LISA: un sistema capace di individuare onde gravitazionali con frequenze comprese tra 1 e 10-4 Hz. Notevole è oggi l’impegno dedicato allo sviluppo delle tecnologie necessarie a catturare le deboli onde gravitazionali, soprattutto quelle emesse in questo intervallo di frequenze, per accedere a una regione dello spettro dove gli oggetti astrofisici di grande massa potrebonde gravitazionali prodotte dalla coalebero essere particolarmente “luminosi”. scenza di due buchi neri consentirebbero di riconoscere tre distinte fasi: la Immaginare l’onda per riconoscerla prima corrisponde al decadimento delle orbite, lungo percorsi a spirale, quando Uno dei compiti più gravosi affrontati dai i due oggetti sono ancora ben separaricercatori, per riconoscere se qualche ti; la seconda è la fusione, che inizia segnale utile emergerà dal rumore di quando la velocità degli oggetti coinvolti fondo, consiste nel definire in dettaglio l ASTROFILO ’ Il grafico più a sinistra mostra quali segnali potrebbero provenire nel secondo immediatamente precedente la fusione di un buco nero con una stella di neutroni (coincidente con t=0), mentre il dettaglio sulla destra evidenzia l’andamento tra 0,1 secondi prima e 0,025 secondi dopo la coalescenza. [William Henry Lee, NASA] numero 5 - aprile 2009 articoli Le simulazioni eseguite con computer particolarmente potenti hanno prodotto questa immagine che raffigura le onde gravitazionali emesse da una coppia di buchi neri, in orbita ravvicinata, poco prima di fondersi. [C.Henze, NASA] diventa relativistica e termina con l’unione dei buchi neri in uno fortemente distorto; infine la fase di risonanza, che coincide con lo “smaltimento” della deformazione che caratterizza da principio la singolarità dello spazio-tempo. Le onde provenienti da sistemi binari con componenti ben distanziate hanno frequenze facilmente mascherate dal rumore sismico e il loro studio potrà iniziare solo quando entreranno in funzione rivelatori sistemati nello spazio. Nell’intervallo compreso tra 1 e 1000 Hz, teoricamente accessibile anche ai sensori sistemati sulla superficie terrestre, cadono invece le frequenze delle pulsar. Le principali limitazioni alla rivelazione delle onde gravitazionali, per gli interferometri attualmente in funzione, sono dovute alle seguenti tipologie di rumore: sismico (prodotto da terremoti, fenomeni atmosferici e dalla circolazione degli autoveicoli); termico (generato dall’agitazione termica degli atomi); shot (legato alla quantizzazione della luce, così come la quantizzazione della carica elettrica è alla base del rumore elettronico); pressione di radiazione (causato dalla quantità di moto trasferita dai fotoni agli specchi); newtoniano (variazione del campo gravitazionale indotta dal rumore sismico); creep (provocato dall’allungamento anelastico e repentino dei materiali impiegati per la sospensione degli specchi). Il rumore sismico domina nell’intervallo compreso tra 1 e 10 Hz, quello legato alla pressione di radiazione confonde i segnali di bassa frequenza, mentre il rumore shot prevale alle alte frequenze. numero 5 - aprile 2009 La “cattura” delle onde gravitazionali, giunta oramai quasi alla portata degli strumenti disponibili, ha obbligato i ricercatori a creare un linguaggio completamente nuovo rispetto a quelli impiegati per decifrare i messaggi traspor- Il grafico mostra i segnali gravitazionali attesi da un sistema binario, formato da due identiche stelle di neutroni, durante le orbite finali che portano alla loro fusione. [Frederic Rasio e Joshua Faber, NASA] tati da radiazione elettromagnetica, raggi cosmici e neutrini. Proprio da questa diversità derivano le grandi attese riposte nell’astronomia gravitazionale: un campo d’indagine che potrebbe presto mettere a disposizione, analogamente a quanto capitò mezzo secolo addietro con la radioastronomia, informazioni capaci di rivoluzionare profondamente le attuali conoscenze. Gianfranco Benegiamo è nato a Genova nel 1953. Laureato in Chimica, lavora nel campo della tutela dell’ambiente naturale, ma da sempre coltiva un profondo interesse per l’astronomia e la storia della scienza. Ha pubblicato una cinquantina di articoli sulle principali riviste di divulgazione astronomica e altri suoi scritti sono ospitati nel sito web del Circolo Astrofili Talmassons. l ASTROFILO ’ 29 articoli 30 Gianluca Rossi AE Aurigae, la stella fuggitiva l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 articoli A sinistra, il campo stellare di AE Aurigae, con la nebulosa IC 405, ripreso dall’autore da Pereto (AQ). Riflettore Newton di 200 mm f/4, guidato con oculare a reticolo illuminato, mediante rifrattore in parallelo. Posa di 25 min su Kodak E200 a sviluppo nominale. Tra gli astri dinamicamente più insoliti sono annoverate le stelle fuggitive. Nelle notti di inizio primavera è possibile rintracciarne comodamente una nella costellazione dell’Auriga: è di 6a magnitudine ed è una delle tre stelle in fuga dalla costellazione di Orione. T ra le stelle di popolazione I, che possiamo contare numerose nel disco galattico, troviamo alcuni raggruppamenti di stelle giovani noti come associazioni stellari. A differenza degli ammassi aperti, che hanno una densità stellare superiore alle regioni galattiche circostanti e che sono costituiti da stelle di varie classi spettrali, le associazioni stellari mostrano come principale peculiarità l’essere costi- tuite da stelle di medesime caratteristiche fisiche, mentre la densità non è di norma superiore a quella che si riscontra nel disco galattico. La loro individuazione è quindi possibile mediante lo studio degli spettri delle stelle, che evidenzia in questi casi la presenza di un raggruppamento di astri delle medesime classi in un’area di cielo ristretta. Si conoscono due tipi principali di associazioni stellari: le associazioni di tipo OB, i cui membri hanno spettri di tipo O, B oppure quelli tipici delle numero 5 - aprile 2009 stelle di Wolf-Rayet, e le associazioni di tipo T, che includono stelle alle prime fasi evolutive, tra cui molte variabili di tipo T Tauri. A questi due tipi è stata proposta alla fine degli anni Sessanta una terza categoria, identificata dalla lettera R, che indica quei gruppi di stelle che si ritengono responsabili dell’illuminazione delle nebulose a riflessione. Poiché però alcune associazioni stellari mostrano caratteristiche ascrivibili a più classificazioni contemporaneamente, non è possibile catalogare queste formazioni celesti in maniera assolutamente univoca e le tipologie di cui sopra hanno, quindi, solo un valore di massima. Le associazioni stellari di tipo OB e T sono costituite da astri nascenti oppure da stelle giovani supermassive che si trovano nelle prime classi della Sequenza Principale del diagramma H-R. La loro durata è relativamente breve, solo alcuni milioni di anni, a causa della scarsa densità stellare che determina una maggiore predisposizione di questi insiemi di stelle all’azione disgregatrice conseguente al moto di rotazione della galassia. Ricon- Curva di luce storica di AE Aurigae dal 1946 al 2008. Come si vede è presente un andamento irregolare contenuto, anche se la dispersione delle misure è piuttosto notevole (si ringraziano l’AAVSO e gli osservatori che hanno contribuito alla realizzazione della curva). ducibili alle associazioni stellari sono, a volte, alcune stelle che mostrano un veloce moto proprio che le porta ad abbandonare rapidamente i suddetti gruppi, l ASTROFILO ’ 31 articoli Carta fotometrica in scala “a” dell’AAVSO con indicata la variabile AE Aurigae, le stelle di confronto e l’asterismo per giungere alla corretta identificazione della stella (cartina riprodotta con il permesso dell’AAVSO. Il sito www.aavso.org può essere utilizzato per altre cartine o per aggiornamenti periodici). 32 seguendo traiettorie che le fanno allontanare in altre regioni galattiche. Tra queste stelle in fuga vogliamo qui occuparci di un astro noto come AE Aurigae che, insieme alle stelle µ Columbae e 53 Arietis, sembra essere partito dall’associazione stellare di Orione OB1 circa 2,5 milioni di anni fa e in quest’arco temporale ha percorso una quarantina di gradi sulla sfera celeste. Benché i professionisti ritengano che il fenomeno delle stelle fuggitive sia relativamente comune, in particolare tra le stelle di classe spettrale O e B, e il numero di astri ascrivibili a questa categoria vada progressivamente aumentando (grazie anche alle rilevazioni del satellite Hipparcos e del telescopio spaziale Hubble), le tre stelle fuggitive sopra menzionate sono considerate esempi classici, soprattutto per le alte velocità di fuga e per la notevole distanza che avrebbero percorso dal l ASTROFILO ’ punto di origine. Per quanto riguarda AE Aurigae e µ Columbae è stato evidenziato che le due stelle potrebbero essere partite in contemporanea e in maniera diametralmente opposta dal punto originario (vicino alla grande nebulosa di Orione M42) con una velocità di oltre 100 km al secondo, mentre 53 Arietis, che mostra una velocità di fuga più contenuta (circa 70 km/s), deve essere partita con un anticipo numero 5 - aprile 2009 articoli di circa 2 milioni di anni dalla stessa regione. AE Aurigae è una stella gigante azzurra della Sequenza Principale, avente classe O9.5, grandi dimensioni, alta temperatura superficiale (35.000 K) e molto più massiccia del Sole (circa 17 masse solari). La sua distanza è valutata in circa 1500 anni luce e l’analisi spettroscopica rivela le righe tipiche della propria classe di appartenenza, unitamente ad altre righe di assorbimento che sono dovute a un complesso nebulare che la stella sta attraversando, parte del quale si frappone tra noi e l’astro. Una delle curiosità di AE Aurigae è proprio questo attuale passaggio nella nebulosa diffusa IC405, evento che si ritiene casuale essendo diverse le rispettive velocità. La nebulosa IC Ulteriore argo405 ripresa mentazione in dall’autore con favore della cala stessa strusualità dell’inmentazione contro è l’assendell’immagine za di tratti tipici CCD precedi nebulosa ad dente, ma con posa di 5 min emissione a sud attraverso un della stella a filtro H-α. causa del forte La nebulosa è moto proprio di ora chiaraAE Aurigae verso mente visibile. nord, e la man- canza di strutture nebulari intorno alle altre due stelle fuggitive, µ Columbae e 53 Arietis. Durante il suo viaggio in allontanamento dall’associazione stellare di origine in Orione, AE Aurigae si è trovata quindi ad attraversare questo complesso nebulare numero 5 - aprile 2009 che ha reso visibile ai nostri occhi, avendolo rischiarato con la propria luce. Parte della nebulosa è evidenziata dalla ionizzazione degli atomi conseguente al forte irraggiamento della stella, mentre altre zone, costituite da pulviscolo interstellare, sono rese visibili dal fenoL’elusività della nebulosa IC405, che è attraversata nelle epoche attuali dalla variabile AE Aurigae, è mostrata in questa ripresa CCD dell’autore di 30 sec attraverso un Newton di 200 mm f/4. meno della riflessione della luce. Tornando ad AE Aurigae, non è stato ancora chiarito del tutto il meccanismo che avrebbe portato l’astro ad allontanarsi velocemente dall’associazione stellare di origine. Esistono tuttora due modelli esplicativi del fenomeno delle stelle fuggitive. Il primo postula l’esplosione di una supernova all’interno di un sistema binario, la cui enorme energia lancerebbe letteral- l ASTROFILO ’ 33 articoli 34 mente nello spazio la componente superstite del sistema. Nel secondo caso si ipotizza che esistano fenomeni di eiezione dinamica che potrebbero generarsi per interazione tra due o più stelle, e in particolare nel caso di incontro tra due sistemi binari. Sono stati compiuti molti studi nell’ultimo decennio in merito alla verifica di questi due modelli e molti astronomi sono giunti alla conclusione che essendo entrambi validi a spiegare il fenomeno delle stelle fuggitive è probabile che queste ultime possano derivare indistintamente dall’uno o dall’altro evento. Il primo modello sembra adattarsi, ad esempio, alla stella ζ Ophiuchi, ritenuta una fuggitiva dall’associazione stellare Scorpius OB2, nella cui atmosfera si rileva una certa abbondanza di elio, indice di un possibile scambio di materia in un sistema binario stretto, che potrebbe essersi dissolto con l’esplosione in supernova dell’altra componente. Studi sulla cinematica di ζ Ophiuchi e della pulsar PSR J1932+1059 mostrano che i due oggetti potrebbero essere stati molto vicini in un lontano passato, proprio all’interno della associazione stellare Scorpius OB2, e forse facevano parte dello stesso sistema binario. Per quanto attiene AE Aurigae, viene invece proposta la seconda spiegazione. In particolare, analisi condotte sui moti propri delle stelle dell’associazione di Orione OB1 attraverso il satellite Hipparcos sembrerebbero indicare anche un possibile coinvolgimento dell’attuale sistema binario ι Orionis. Oltre a queste rilevazioni, il mancato riscontro in AE Aurigae di abbondanza di elio rispetto alla classe spettrale di appartenenza e il moto proprio diametralmente opposto a µ Columbae fanno ipotizzare che l’evento che avrebbe generato le due stelle fuggitive sia in realtà una gigantesca forza dinamica creatasi dall’incontro ravvicinato di 4 stelle (si stima entro 4 l ASTROFILO ’ parsec), che costituivano allora forse due distinti sistemi binari, con il risultato dell’espulsione delle due fuggitive e della formazione del sistema ι Orionis, che mostra una forte eccentricità e un moto proprio quasi ad angolo retto rispetto alle due stelle in fuga. Tra le principali stelle fuggitive, AE Aurigae è l’unica di cui si sia parlato di variabilità luminosa. Benché osservazioni protratte per molti anni dimostrino l’esistenza di una leggera fluttuazione luminosa (circa 0,3 mag. su tempi irregolari), la questione della variazione luminosa rimane tuttora controversa. In particolare, osservazioni condotte da astronomi professionisti all’inizio degli anni Ottanta, con il fotometro fotoelettrico, sembrano portare alla conclusione che AE Aurigae non sia una stella variabile, essendo l’incertezza delle misure comparabile con le variazioni osservate. Per contro la curva di luce storica, costruita con osservazioni amatoriali nel corso di decenni, mostra una lieve escursione fotometrica irregolare dell’astro, anche se la dispersione delle varie stime (fenomeno noto come scatter) è molto Immagini CCD comparate di AE Aurigae ripresa attraverso filtri fotometrici V (sopra) e B (a destra) rispettivamente. Stessa strumentazione delle riprese di IC 405, ma con pose di 30 sec per i canali V e B. L’utilizzo di filtri fotometrici differenti rende possibile studiare la stella in maggior dettaglio, oltre a poter applicare i coefficienti di trasformazione. [Gianluca Rossi] numero 5 - aprile 2009 articoli elevata. In ogni caso la piccola variazione luminosa che interessa AE Aurigae, che non si trova in una fase di instabilità del diagramma H-R, è spiegata con l’età particolarmente giovane della stella, che potrebbe mostrare dei piccoli brillamenti forse anche legati ad emissione di materia. A livello amatoriale risulta comunque interessante individuare la stella in cielo e, anche adoperando il metodo visuale, tentare una misura del flusso luminoso. La stella oscilla, secondo la classificazione attuale, tra le mag. 5,78 e 6,08 e quindi basta il minimo aiuto ottico per poterla rilevare. Per prima cosa si identifichino gli astri che compongono la costellazione dell’Auriga e si ponga particolare attenzione alle stelle ι Aurigae e β Tauri, che prenderemo “in prestito” per chiudere il poligono celeste. Da queste due stelle tracceremo due linee ideali per formare un triangolo pressoché rettangolo, avente per base un gruppetto di stelline di 6a magnitudine. A questo punto, prendendo un binocolo e consultando la cartina fotometrica in scala “a” dell’AAVSO sarà numero 5 - aprile 2009 semplice trovare AE Aurigae, che formerà un nuovo triangolo rettangolo con le due componenti più luminose del gruppetto di stelle in precedenza trovato. Vista la piccola variazione luminosa, gli strumenti più utili rimangono i fotometri fotoelettrici e anche alcune misure CCD riprese con tecniche opportune. Le stime visuali sono comunque possibili per tentare un monitoraggio di massima dell’astro. Trattandosi però di misure un po’ al limite, per via di oscillazioni così piccole, è utile seguire i seguenti consigli: 1) scegliere due stelle di confronto e mantenerle come unici punti di riferimento per tutte le misure nel tempo; 2) utilizzare stelle di confronto che abbiano indice di colore il più possibile simile ad AE Aurigae; 3) verificare che le stelle di confronto non appaiano variare nel tempo confrontando anche queste con altre stelle di campo; 4) fare in modo che la differenza luminosa tra le stelle di confronto sia il più contenuta possibile. Sul sito AAVSO è disponibile anche una tavola fotometrica con le magnitudini di molte stelle nelle varie bande fotometriche, utili anche per il calcolo degli indici di colore. Per quanto concerne la nebulosa IC405, è un oggetto molto elusivo per via della bassa luminosità superficiale ed è quindi necessario ricorrere alle riprese CCD o a lunga posa con la pellicola per averne una visione ricca di dettagli. Gianluca Rossi è nato a Roma nel 1967. Socio fondatore del Gruppo Astrofili Romani collabora attivamente con l’AAVSO nello studio delle stelle variabili. è appassionato di tecniche empiriche di fotometria visuale e dello studio dell’evoluzione delle stelle. Si interessa altresì di astrofotografia e di software astronomici. l ASTROFILO ’ 35 software Virtual Moon Atlas Compie sette anni uno dei più completi atlanti virtuali della Luna, utilizzato, fra l’altro, nella preparazione della missione lunare Chandrayaan 1. Già oltre mezzo milione le persone che lo hanno scaricato gratuitamente dal sito www.ap-i.net/avl/en/download. I 36 l Virtual Moon Atlas è stato scelto dall’Indian Space Research Organisation, l’agenzia nazionale indiana per la ricerca spaziale, per ottimizzare la pianificazione della missione Chandrayaan 1, una sonda lunare lanciata il 22 ottobre 2008 dal Satish Dhawan Space Centre. Il programma che stiamo per conoscere è frutto di una collaborazione fra Patrick Chevalley, autore di Cartes du Ciel, il planetario di cui ci eravamo occupati sul numero di dicembre di questo webzine, e Christian Legrand osservatore della Luna nonché editore e autore. Migliaia di dati, voci e immagini fotografiche inerenti alla superficie selenica sono messi a disposizione degli astronomi dilettanti e professionisti in uno strumento potente e versatile ideato in base alle necessità pratiche di chi si dedica seriamente e con criterio all’osservazione e allo studio del satellite naturale della Terra. Alla pagina web www.ap-i.net/avl/ en/start si trovano tutte le informazioni sul software, il download e l’utilizzo, oltre ai link per accedere a tutorial e guide online disponibili in numerose lingue, tra le quali l’italiano. Il programma funziona con Windows 95/98/Me/ T/ 2000/XP/Vista ma, all’occorrenza, può risultare operativo e stabile anche su altre piattaforme come Linux con Wine, Mac PPC con VirtualPC e Mac x86 con Wine. I pacchetti applicativi disponibili (alla pagina www.ap-i.net/avl/it/ download) sono ben tre: - VMA “Light” di 6,2 MB - VMA “Expert” di 14 MB - VMA “Pro” di 422 MB. Una serie di miglioramenti e implementazioni ai programmi base possono essere Date le cospicue dimensioni della versione “Pro”, il cui download potrebbe creare non pochi problemi agli utenti privi di linee veloci a banda larga, è prevista la commercializzazione della stessa su supporto CD-R, www.api.net/avl/it/order. l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 a cura di Mario Dho scaricati e installati in un secondo tempo. L’utilizzatore ha una ampia gamma di immagini da integrare, eventualmente, a quelle inserite nel database del pacchetto di installazione. Più in dettaglio questi sono i gruppi di file offerti: -BEST OF AMATEURS (28 MB delle migliori immagini lunari ottenute dagli astrofili) - LUNAR (33,1 MB di foto scattate dalla sonda Lunar Orbiter 4) - APOLLO MAPPING CAMERAS (147 MB di fotografie estratte dalle raccolte delle missioni Apollo 15, 16 e 17) - LUNAR ASTRONAUTICAL CHARTS e LUNAR MAPS (105,6 MB di immagini fotografiche estratte delle Lunar Astronautical Charts e dalle Lunar Maps) - CONSOLIDATED LUNAR ATLAS (59,4 MB di fotografie delle formazioni lunari rese disponibili dal Lunar and Planetary Institute) - APOLLO MISSIONS (9,9 MB di immagini delle formazioni lunari riprese dalle missioni Apollo 8, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16 e 17) - PROBES LUNA, RANGER, LUNAR ORBITER 1, 2, 3, 5 and SURVEYOR (47 MB di foto riprese dalle sonde americane e sovietiche Ranger 8 e 9, Surveyor 1, 3, 5, 6 e 7, Lunar Orbiter 1, 2, 3 e 5, Luna 9, 13, 17 e 21) - CLEMENTINE PROBE (4,2 MB di immagini ottenute per mezzo della sonda Clementine). Per rendere la versione “Pro” accessibile anche a coloro che non possono usufruire di una connessione Internet a banda larga, considerando le proibitive dimensioni numero 5 - aprile 2009 del pacchetto di installazione, è stato realizzato un apposito CD-R che può essere richiesto agli autori, previa un versamento di 20 euro. L’ordinazione si esegue online direttamente dal sito www.api.net/avl/it/order. La versione “Light” presenta le mappe in 2D ed è consigliabile se si utilizzano computer di potenza limitata; la versione “Expert” richiede calcolatori di media potenza e consente di visualizzare le mappe in 3D, mentre la versione completa “Pro” si può usare solo con computer piuttosto potenti. La finestra principale di Virtual Moon Atlas assume la classica struttura prevista dal sistema operativo Windows e, come tale, può essere ridotta facilmente a icona o a una dimensione desiderata semplicemente agendo sui tre tasti presenti all’estrema destra della barra del titolo. La barra dei menu e degli strumenti si trova nella parte superiore e si compone di 4 voci (‘File’, ‘Configuration’, ‘Help’ e ‘Zoom’) e 37 La pagina principale di Virtual Moon Atlas versione “Pro” così come appare di default al primo lancio del programma. 12 pulsanti che attivano altrettante funzioni: - 1:1 - Label Color - Center - Flip N-S - Flip E-O - Full Globe - Show Fase - Show Libration - Neighbor - Picture - Database - 2nd Window. Quasi due terzi dello spazio sono riservati alla visualizzazione della mappa lunare. Quest’area non può essere spostata o ridimensionata e, se il livello di ingrandimento impostato lo richiede, può presentare due barre di scorrimento per mezzo delle quali è possibile rendere visibile sullo l ASTROFILO ’ software Visualizzazione speculare della mappa lunare per renderla facilmente leggibile e consultabile in caso di osservazioni telescopiche con strumenti a rifrazione, a riflessione o misti. 38 schermo la formazione selenica desiderata. Di default la mappa lunare è orientata realisticamente e rappresenta il satellite naturale proprio come lo si vede dalla Terra a occhio nudo o attraverso un binocolo. Se si utilizza la mappa come guida per osservazioni telescopiche all’oculare o per mezzo di rivelatori digitali, questa può essere visualizzata in modalità speculare o capovolta in modo da adattarla alle visioni attraverso telescopi rifrattori, Maksutov, Cassegrain, Newton etc. Lo spazio rimanente a destra della mappa, circa un terzo dell’area totale della finestra principale di Virtual Moon Atlas, è dedicato alla visualizzazione di dati e informazioni che sono fornite in base alla selezione di uno fra i seguenti menu: - Information - Notes l ASTROFILO ’ - Ephemeris - Terminator - Tools - Setup. La prima operazione da eseguire subito dopo l’installazione del software è l’inserimento dei valori di latitudine e longitudine che contraddistinguono la località di osservazione. L’area di dialogo, denominata ‘Observatory’, si raggiunge selezionando la voce ‘General’ dal menu ‘Configuration’. Se l’utilizzatore desidera vedere sullo schermo il globo lunare come apparirebbe a un osservatore posizionato sulla congiungente centro Terra – centro Luna, deve spuntare l’opzione ‘Geocentric position’. Per ultimare il primo basilare settaggio è, inoltre, necessario definire la data e l’orario nel settore ‘Date/Time’ indicando la fascia di fuso orario (valori positivi per luoghi situati a est di Greenwich e valori negativi per località poste a ovest del meridiano fondamentale) oppure spuntando la checkbox adiacente alla voce ‘Use Computer Date and Time Zone’. I linguaggi originari, inclusi nel pacchetto di installazione, sono il francese e l’inglese ma, alla pagina www.api.net/avl/it/translation, si possono scaricare i file di traduzione in ben 14 altre lingue tra le quali figura anche l’italiano. Una volta terminato il download del file “avllangIT.exe”, la cui dimensione è di poco meno di 5 MB, è necessario eseguirne l’installazione nella medesima directory in cui si trova il software. Una nutrita serie di caselle di controllo gestisce e filtra la quantità e la tipologia delle etichette e dei dati impiegati nelle rappresentazioni della mappa lunare; in particolare si segnalano due raggruppamenti di opzioni denominati, rispettivamente, ‘Database’ e ‘Display’. A tutt’oggi Virtual Moon Atlas implementa 6 basi di dati che, complessivamente, contemplano più di 8000 voci così distribuite: - Near Side Named Formation (1100 voci di formazioni della fac- numero 5 - aprile 2009 software cia visibile) - Near Side Indexed Craters (5300 voci di crateri indicizzati della faccia visibile) - Far Side Named Formation (650 voci di formazioni della faccia nascosta) - Fare Side Indexed Craters (1200 voci di zionati dall’utente. Tre comandi a cursore contrassegnati dalle diciture ‘Penumbra’, ‘Diffuse’, e ‘Specular’, azionabili con il pulsante sinistro del mouse, consentono di La prima è basata sui disegni realizzati con un aerografo da un gruppo di lavoro del Jet Propulsion Laboratory coordinato da David Seal. I disegni presentano un’om- Prima di iniziare a utilizzare il Virtual Moon Atlas è indispensabile inserire correttamente le coordinate geografiche del sito osservativo e l’ora di riferimento. crateri indicizzati della faccia nascosta) - Historical Sites (50 voci di siti storici sulle due facce) - Pyroclastic deposits (100 voci di depositi piroclastici). I dati inerenti alle formazioni presenti sulla faccia nascosta della Luna sono disponibili solo a partire dalla versione “Expert” e quelli dei crateri indicizzati della faccia nascosta sono presenti nella sola versione “Pro”. Gli autori aggiornano costantemente i database ed è pertanto prevedibile che in futuri update saranno presenti altri checkbox spuntabili. Le caselle di controllo della visualizzazione distribuite nell’area ‘Dis-play’ sono identiche in tutte le versioni dell’atlante lunare. Abilitando la funzione ‘Show the phase’ il programma genera una zona di penombra sul disco lunare che è delimitata dalla linea del terminatore in corrispondenza del luogo, del giorno e dell’ora sele- numero 5 - aprile 2009 39 personalizzare la visione intervenendo sulla diffusione della penombra, sull’intensità luminosa e sull’illuminazione solare. Una windows di personalizzazione, denominata ‘Configuration - Texture’, consente all’utilizzatore di interagire col software permettendogli di migliorare la definizione dei dettagli della superficie della Luna visualizzata sullo schermo, incrementare la resa grafica nelle zone di librazione (spuntando l’opzione ‘Texture interpolation’), di decidere il tipo di definizione superficiale fra tre distinte opzioni: ‘Clementine Aerograph’, ‘Clementine Photographic’ e ‘LOPAM Photographic’. breggiatura molto uniforme e, impostando la risoluzione massima, rappresentano la superficie lunare come la si vedrebbe attraverso un telescopio del diametro di 5 pollici. Mettendo il check nella casella contraddistinta dalla dicitura ‘Clementine Photographic’, sullo schermo del PC appare una mappa lunare costituita da un mosaico di fotografie riprese dalla sonda Clementine. L’assemblaggio dei tanti frame, la cui risoluzione media è di 500 metri/pixel, è stato realizzato da un team capeggiato dal professore Mark Robinson della Northwestern University. Il risultato finale costituisce la rappre- l ASTROFILO ’ software 40 sentazione della superficie della Luna con albedo più precisa al momento disponibile, anche se l’elaborazione ha generato alcune distorsioni e sfasamenti delle formazioni che si trovavano ai bordi delle lastre originarie. La posizione di alcuni elementi del paesaggio selenico può essere, pertanto, leggermente spostata rispetto a quella reale per cui è consigliabile eseguire un confronto con la rappresentazione aerografica per avere un riscontro attendibile e una migliore precisione. Per coloro che intendono visualizzare una mappa con ombreggiatura, Virtual Moon Atlas ne implementa una fra le più accurate al momento disponibili. È sufficiente selezionare l’opzione ‘LOPAM Photographic’ per consultare un mosaico di fotografie originali ottenute dalle sonde Lunar Orbiter 1, 2, 3, 4 e 5. La risoluzione è abbastanza variabile secondo i settori e, nel migliore dei casi, raggiunge i 1000 metri/pixel. Ricordiamo ai lettori che, anche in questa tipologia di rappresentazione, le immagini sono state scontornate, adattate, ruotate e ridimensionate per cui la posizione dei dettagli della superficie potrebbe non essere sempre accurata. Le definizioni delle formazioni presenti sulla faccia nascosta della Luna, che solitamente non sono studiate, se non per curiosità, dal momento che non sono materialmente osservabili dalla Terra, possono essere settate a piacere ed l ASTROFILO ’ eventualmente impostate al minimo valore per rendere più veloce la consultazione della mappa e l’esecuzione dei comandi impartiti quando si utilizzano computer non particolarmente prestanti o, comunque, datati. Nella versione più completa del Virtual Moon Atlas, la “Pro”, è presente un’area “Overlay” strutturata in modo tale da poter sovrapporre alla classica rappresentazione superficiale delle trasposizioni grafiche di rilevamenti, misurazioni e dati scientifici acquisiti dalle missioni spaziali Clementine e Lunar Prospector. Questa finestra si compone di una checkbox, una casella di selezione, un tasto di scorrimento e una zona di preview. Per abilitare questa particolare metodologia di visualizzazione occorre spuntare la casella ‘Show overlay’ rintrac- ciabile seguendo il percorso ‘Barra dei menu>Configuration>Overlay’. Le scelte disponibili al momento della stesura di questo articolo La rappresentazione della superficie lunare nella modalità ‘Clementine Photographic’, con una risoluzione pari a 500 metri/pixel, costituisce la mappa con albedo più precisa attualmente disponibile. sono ben 18: - Albedo - Altitude - Clementine ratio - Colors false - Colors natural - Crust thickness - Geoid anomalies - Geology - Gravity Bouger - Gravity Free-air numero 5 - aprile 2009 software - Hydrogen - Iron - Neutrons broad band - Neutrons epithermal - Neutrons fast - Neutrons thermal - Potassium - Thorium. Il livello di trasparenza delle sovrapposizioni applicate alle rappresentazioni ordinarie della superficie lunare si può scegliere in modo graduale e dolce per mezzo di un comodo pulsante a scorrimento. Quando il cursore si trova all’estrema sinistra della sua area di scorrimento, la sovraimpressione copre quasi completamente la mappa sottostante mentre quando si trova all’estremità destra la sovrapposizione è molto tenue e quasi impercettibile. L’utilizzatore ha un range di impostazioni molto ben distribuito che gli consente di impostare il livello di trasparenza ottimale per distinguere contemporaneamente i dettagli sottostanti da quelli sovrastanti. Se si clicca su una particolare formazione lunare col tasto sinistro del mouse, a destra della mappa sono immediatamente visualizzate tutte le relative informazioni scientifiche, i dati, i rilevamenti più importanti. Per ogni target selezionato sono riportati consigli utili per l’osservazione ottimale, il tipo e l’origine geologica della formazione, la posizione sul disco lunare, le dimensioni e la descrizione, le pagine dei principali atlanti lunari in cui è contemplata la formazione in questione. Un database davvero enorme che ha richiesto una gran mole di lavoro per essere reso facilmente consultabile nel Virtual Moon Atlas. Christian Legrand invita gli utenti a segnalare eventuali errori o imprecisioni che si riscontrassero durante l’utilizzo dell’atlante in modo tale da renderlo sempre più corretto, preciso e affidabile. Con il Virtual Moon Atlas, si possono anche “scattare fotografie” di dettagli della mappa lunare per poterli successivamente stampare su supporto cartaceo da consultare direttamente sul campo di osservazione o da usare come strumento didattico. Per fare questo occorrono pochi click del mouse: dopo aver visualizzato nell’area della mappa la formazione o il settore lunare che si desidera stampare su carta, è sufficiente abilitare la voce ‘Snapshot’ dal menu principale ‘File’ e, in seguito, salvare lo shot acquisito (in formato JPG o BMP) lanciando la funzione ‘Save as’ e selezionando il percorso per raggiungere la directory di destinazione del file. A questo punto con un qualunque software di manipolazione di immagini si potrà aprire e stampare quanto salvato. Volendo è possibile stampare direttamente la mappa utilizzando la funzione ‘Print’ avendo l’accortezza di settare opportunamente i parametri di stampa dal sottomenu ‘Print preview’. Cliccando sull’opzione Una mappa geologica della Luna ottenuta con i dati disponibili sul sito Internet dell’USGS Astrogeology/Webgis. numero 5 - aprile 2009 l ASTROFILO ’ 41 software 42 Per ogni struttura geologica, oltre alle dettagliate informazioni riportate a destra della mappa, sono disponibili immagini catturate dalle missioni e dalle sonde che hanno esplorato il satellite naturale della Terra. ‘Ephemeris’, a destra della rappresentazione mappale, si apre una window che riporta dati e immagini schematizzate riguardanti la posizione della Luna nel cielo e lungo la sua orbita intorno alla Terra, in un istante temporale impostato a piacere dall’utente. Ora e data di osservazione desiderate si possono impostare nelle apposite caselle ‘Date’ e ‘Time’ andandole a digitare direttamente oppure facendole scorrere con gli adiacenti tasti di scorrimento. L’azionamento del comando a pulsante ‘Compute’ impartisce al l ASTROFILO ’ software l’input di calcolo della posizione lunare, della fase e dei punti di librazione: la mappa è aggiornata, come pure i dati calcolati e riportati nell’area posta al- l’estrema destra della finestra principale del Virtual Moon Atlas. Fra le informazioni più importanti segnaliamo l’ascensione retta e la declinazione, il diametro apparente, la distanza, l’angolo di fase, le ore della levata, del transito e del tramonto, la librazione in latitudine e in longitudine. Per pianificare le osservazioni è consigliabile consultare il calendario delle fasi lunari, posto nella parte superiore destra della pagina principale quando è impostata l’opzione ‘Ephemeris’, per mezzo del quale si possono velocemente calcolare le principali fasi nei mesi e negli anni a venire. Un paio di bottoni ‘>>’ e ‘<<’ avviano una visualizzazione conti- nua dell’evoluzione del disco consentendo di apprezzare le variazioni di fase e gli effetti della librazione. Di un certo interesse, per gli osservatori, è la routine ‘Terminator’ per il calcolo delle formazioni che si trovano in prossimità del terminatore. La lista può essere stilata in base al nome delle regioni, al diametro dello strumento utilizzato, alla latitudine e all’interesse, semplicemente spuntando una delle seguenti voci: - Name - Instrument - Interest - Latitude. Aprendo la scheda ‘Tools’ e abilitando la funzione ‘Measure the distance’ il cursore del mouse visualizzato sullo schermo assume una forma particolare a croce studiata per effettuare delle misurazioni di distanza fra due punti sulla mappa. Occorre posizionare il centro dell’indicatore sul primo punto da cui si vuole far partire la misurazione, cliccare e mantenere premuto il tasto sinistro del mouse, trascinando la croce fino al punto di arrivo, raggiunto il quale si rilascia il tasto. Il tratto disegnato è riportato sulla mappa come una linea rossa, mentre i risultati delle misurazioni sono espressi in unità lineari e angolari in due distinte caselle denominate rispettivamente ‘Real Distance’ e ‘Apparent Distance’. Chilometri e minuti d’arco visualizzati tengono conto della sfericità della Luna, per cui a segmenti di uguale estensione sulla mappa potrebbero corri- numero 5 - aprile 2009 software Glossario Clementine Sonda lanciata nel gennaio del 1994, che permise di mappare la maggior parte della superficie lunare ottenendo immagini a varie lunghezze d’onda e varia risoluzione per mezzo dei cinque strumenti di rivelazione di immagini che portava a bordo. JPL Acronimo di Jet Propulsion Laboratory. Il laboratorio, che ha avuto origine negli anni Trenta del secolo scorso, si trova nei pressi di Pasadena in California. Si occupa della progettazione e della realizzazione delle sonde spaziali della NASA prive di equipaggio. È pure stato promotore di svariate missioni di mappatura della Terra. Librazione Cambio di orientazione della superficie lunare rispetto a un osservatore posto sulla Terra. Le librazioni si distinguono in due categorie: latitudinali e longitudinali. Le prime sono dovute all’inclinazione del piano orbitale della Luna rispetto al piano dell’eclittica, le seconde alla differente velocità del satellite lungo la sua orbita intorno alla Terra. L’effetto libratorio consente agli osservatori terrestri di osservare più della metà del disco lunare, anche se i moti di rivoluzione e rotazione sono sincroni. Terminatore Con questo termine, in riferimento alla Luna, si identifica la linea di separazione fra la zona in ombra e quella illuminata dal Sole. È in prossimità di questa linea che risaltano al meglio le formazioni e i crateri presenti sulla superficie selenica. numero 5 - aprile 2009 spondere misure reali e angolari diverse. Tutte le versioni del Virtual Moon Atlas implementano un menu ‘Help’ che raggruppa alcune voci che rimandano a funzioni che consentono di usare al meglio l’atlante. Oltre a un help in linea particolarmente completo e dettagliato si trova un glossario con più di un centinaio di parole ed espressioni inerenti alla Luna e alle modalità di osservazione. La window del glossario, suddivisa in quattro settori, si apre lanciando il sottomenu ‘Glossary’. Nella parte superiore sinistra si trovano le lettere dell’alfabeto cliccando sulle quali si accede direttamente alle voci relative riportate nel settore inferiore sinistro della finestra. È possibile scorrere le terminologie utilizzando un paio di pulsanti situati in alto a destra. Le definizioni, con eventuali link di approfondimento, sono riportate nell’area di destra in basso. Alla versione “Pro” di Virtual Moon Atlas, gli autori hanno aggiunto un gestore di dati per mezzo del quale si può selezionare con precisione una o più formazioni lunari e localizzarle sulla mappa dell’atlante. La finestra principale chiamata ‘DATLUN’, che si apre attivando l’apposito pulsante posto sulla destra della barra degli strumenti superiori ‘Database’, presenta una complessa lista di funzioni e di comandi distribuiti in cinque menu principali: - File - Selection - Columns - Mark Selection on Map - Help. Si possono importare o esportare liste di formazioni lunari in formato CSV, utilizzabile dalla maggior parte degli esecutivi di fogli elettronici come, ad esempio, Excel di Microsoft. L’utente può creare a proprio piacere una selezione di crateri, di promontori, di valli, di mari, di ejecta, di golfi, di solchi, di dorsali, di scarpate, di montagne e importarli direttamente nel database originario. Suggeriamo ai lettori interessati a questa particolare metodologia funzionale di consultare l’ottimo help online e di iscriversi al gruppo di discussione dedicato al Virtual Moon Atlas, www.api.net/avl/it/forum, dove si potranno trovare o richiedere tutte le informazioni di cui si necessita per usare al meglio le innumerevoli funzioni e opzioni offerte dall’atlante lunare. Eventuali problemi, bug o anomalie funzionali possono essere segnalate accedendo alla pagina www.ap-i.net/avl/it/bugtracker. Lo scrivente non ha riscontrato particolari problemi durante una serie piuttosto intensa di test e di utilizzo del software. Nel corso di un’installazione su un notebook, sul quale erano stati configurati i dispositivi di filtraggio antivirus al livello di massima guardia, ha ricevuto un messaggio di allarme rivelatosi successivamente infondato. La causa si è dimostrata essere un contatore di accessi implementato sul sito dal quale si esegue il download. Il file innescante, IT_Encyclopedia.html, può essere tranquillamente cancellato anche se è sicuro e non contiene alcun virus. Virtual Moon Atlas è l’atlante lunare più completo in circolazione. Il suo utilizzo è relativamente semplice e intuitivo. È, nel complesso, un ottimo strumento di consultazione, di didattica e di complemento per osservazioni telescopiche mirate. l ASTROFILO ’ 43 astronautica Primo comandante europeo per la ISS 44 L’astronauta belga Frank De Winne (nella foto) dell’ESA è stato scelto per essere il primo comandante europeo di una Expedition sulla International Space Station. La missione avrà una durata nominale di 6 mesi ed è stata ufficialmente denominata OasISS. De Winne ha all’attivo una missione sulla ISS svolta dal 30 ottobre al 10 novembre 2002 come ingegnere di bordo. Partito con la Soyuz TMA-1, primo volo del nuovo modello della capsula russa, rientrò a Terra con la Soyuz TM34. Durante la missione, De Winne condusse 23 esperimenti nel campo delle scienze della vita e della fisica, con particolare attenzione alla educazione e divulgazione. Il nome della missione, OasISS, rappresenta lo spirito di esplorazione condotta dall’uomo nella sua storia e riporta l’attenzione al nostro pianeta, la Terra, e alla stazione spaziale viste come oasi nel- l’universo in cui il bene primario è l’acqua. L’astronauta europeo è anche ambasciatore UNICEF e il 2009 è, fra l’altro, l’anno dedicato all’acqua e alla sua importanza per la vita. Nel corso della missione si darà importanza a una campagna dell’UNICEF per la salvaguardia dell’acqua. L’acqua a bordo della ISS è un bene prezioso per la vita del suo equipaggio e l’uso responsabile insieme al riciclo sono fondamentali. Tutto ciò in previsione dello sviluppo di varie tipologie di applicazioni anche per la nostra vita sulla Terra. De Winne sarà il comandante della Expedition 21, la prima missione con 6 astronauti a bordo della ISS, e partirà con la Soyuz TMA-15. Durante la permanenza a bordo dell’intero equipaggio verranno condotti vari esperimenti scientifici, sviluppati e proposti da vari paesi europei ed extraeuropei. In particolare si realizzeranno programmi didattici e dimostrazioni tecnologiche dei due bracci robotici installati sulla stazione: il Canadarm 2 e il braccio robotico installato sul modulo giapponese Kibo. Fallimento per OCO Il satellite della NASA Orbiting Carbon Observatory (OCO) non è riuscito a raggiungere l’orbita operativa subito dopo il lancio, terminando il suo breve viaggio sul fondo dell’oceano nei pressi dell’Antartide. OCO, lungamente atteso dalla comunità scientifica internazionale, era stato progettato per studiare il ciclo del carbonio nell’atmosfera terrestre. “Una grossa delusione per la comunità scientifica” ha dichiarato John Brunschweiler, della Orbital Sciences che ha costruito la navicella. Il satellite era partito dalla Vandenberg Air Force base in California a bordo del razzo a 4 stadi Taurus. In base alla telemetria, i primi tre stadi hanno funzionato correttamente; successivamente veniva inviato il segnale di apertura dei petali dell’ogiva del razzo che racchiudevano il satellite. La telemetria riportava che l’apertura non era avvenuta: l’ogiva rimaneva agganciata al quarto stadio del razzo e a causa del peso maggiore ne riduceva la velocità orbitale decretando un abbassamento della quota di volo e, infine, Rappresentazione grafica di come sarebbe una caduta nei pressi della costa antartica. La NASA ha istituito stato in orbita il satellite OCO. [NASA/JPL] subito una commissione d’inchiesta per determinare le cause della mancata apertura dei petali dell’ogiva e del conseguente fallimento del lancio. OCO era uno strumento vitale per comprendere meglio i cambiamenti del clima terrestre. Una volta in orbita avrebbe dovuto misurare il livello del biossido di carbonio nell’atmosfera terrestre completando l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 a cura di Paolo Laquale una mappa globale della distribuzione di questo gas ogni 16 giorni. Secondo alcuni studi scientifici, il biossido di carbonio emesso dalle attività umane nell’atmosfera terrestre non rimane presente in essa, ma viene catturato dagli oceani terrestri e dalle terre emerse. Una delle missioni del satellite era quella di indagare, ricercare e trovare le zone dove avvenisse questo processo, per permettere agli scienziati di capirne il procedimento di inclusione e poter predire l’evoluzione e i futuri livelli in atmosfera di questo gas, nonché il suo contributo ai mutamenti climatici futuri. OCO era la missione complementare del satellite giapponese Ibuki lanciato all’inizio dell’anno e pertanto gli scienziati stanno determinando la fattibilità e i costi per rimpiazzarlo con un’altra unità. è iniziata la missione Kepler Lo scorso 7 marzo è iniziata con un lancio perfetto la missione del telescopio spaziale Kepler, destinata a cercare e identificare pianeti extrasolari con dimensioni paragonabili a quelle della Terra. Dopo COROT, il satellite Kepler, così denominato in onore del grande astronomo Keplero, è divenuto il secondo satellite destinato alla ricerca di pianeti extrasolari. Durante la sua missione di 4 anIntegrazione del satellite Keni, mediante un telepler nell’ogiva del razzo Delta scopio di 1,4 metri di II. [NASA] diametro, dotato di fotometro, osserverà la luminosità di 100 000 stelle per rilevare eventuali transiti di pianeti sul loro disco stellare. Il transito di un pianeta sul disco stellare ne oscura parte della luce, e la periodicità del fenomeno permette di identificare la presenza del pianeta, le dimensioni e l’orbita. Dalla forma dell’orbita, poi, e dalle proprietà chimico-fisiche della stella attorno alla quale ruota, si può determinare se il pianeta giace nella “fascia di abitabilità” della sua stella. La fascia abitabile è quella zona di spazio, intorno a una stella, in cui un eventuale pianeta in orbita attorno ad essa, può avere e mantenere l’acqua allo stato liquido. Il lancio è avvenuto con un razzo Delta II-7925, dotato di 9 booster laterali a propellente solido, dalla Pad SLC-17B di Cape Canaveral. Il satellite pesa 1052 kg è alto 4,66 metri ed è alimentato da 4 panelli solari che forniscono 1100 W di potenza elet- numero 5 - aprile 2009 trica. Le comunicazioni con la Terra saranno trasmesse in banda Ka e il tutto, compresa una notevole camera CCD da 95 megapixel, verrà gestito da un computer PowerPC contenuto in un particolare schermo antiradiazioni. Il mondo scientifico attende impaziente le prime scoperte. 45 Il lancio del satellite Kepler. [NASA] l ASTROFILO ’ astronautica Nuovi test per Orion a White Sands 46 Presso il White Sands Missile Range dell’USAF, in New Mexico, è terminata la costruzione di una rampa di lancio il cui utilizzo sarà quello dello sviluppo del sistema di aborto della missione per le capsule pilotate Orion del Programma Constellation. La rampa, denominata LC-32 East Launch Complex, è stata realizzata tramite un accordo fra la NASA e l’USAF. Quest’ultimo gestirà la logistica. Il comLe nuove installazioni per Orion presso la base plesso è costituito USAF di White Sands. [NASA] dalla rampa, un edifico per l’assemblaggio e integrazione del sistema LAS (Launch Abort System), la struttura di accesso e i vari dispositivi di terra. Il primo test, previsto per l’estate prossima sarà un Pad Abort Test, La torre di salvataggio in preparazione il PA-1, in cui partendo dal livello del terreno, il LAS a propulsione per i test con la capsula Orion. [NASA] solida lancerà il “boilerplate” (termine che in missilistica indica una capsula non funzionante), denominato Pathfinder, a una altezza di oltre 1000 metri, per poi effettuare un rientro sicuro con i paracadute. Il Pathfinder sarà dotato solamente di sensori per le analisi del volo. Attualmente il programma di collaudi prevede 5 test, e a seconda dei risultati ottenuti si opterà per eventuali ripetizioni con variazioni sui parametri di lancio, volo e recupero. Astronauti à gogo L’Agenzia spaziale canadese (CSA) ha iniziato, nel maggio dello scorso anno, una nuova selezione di candidati astronauti tra i quali scegliere gli elementi più idonei per i futuri voli sulla ISS. Il presidente della CSA, ex astronauta, Steve MacLean ha presentato alla stampa i 16 candidati finalisti da cui verranno in seguito selezionate le due persone che entreranno nel Corpo Astronauti Canadese e che si aggiungeranno ai tre attualmente ancora attivi: Robert Thirsk, Julie Payette e Chris Hadfield. Le persone che hanno presentato domanda al bando di selezione sono state 5351 e a partire dall’inizio del percorso di selezione, tutti i candidati sono stati sottoposti a una serie complessa di valutazioni psicofisiche, con particolare riguardo agli aspetti medici. Entro la fine del maggio prossimo, la CSA annunzierà i nomi dei due prescelti. Anche in oriente Giappone e Cina non sono state da meno. La JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, ha selezionato Kimiya Yui, 39 anni, attualmente in carico al Ministero della Difesa Giapponese, e Tayuka Onishi, 33 anni, attualmente alla All Nippon Airways. Nei prossimi mesi, i due can- l ASTROFILO ’ didati si addestreranno dapprima in Giappone per poi proseguire con il conseguimento della qualifica di astronauti presso la NASA. I due nuovi astronauti sono stati selezionati come personale specializzato nella esecuzione degli esperimenti scientifici da svolgersi all’interno del modulo Kibo della ISS e di costruzione nipponica. Erano partiti in 963. L’agenzia spaziale giapponese, nel corso della sua attività, ha selezionato in totale 10 astronauti: tre nel 1985, uno nel 1992, uno nel 1996, tre nel 1999 e infine i due di quest’anno. Dal canto suo, la Cina, impegnata in un programma spaziale dalle grandi aspettative, sta iniziando lo sviluppo in proprio della sua prima stazione spaziale. Per questo motivo sono iniziate le selezioni per un nuovo gruppo di astronauti da impiegare per le missioni sulla stazione. Dalle notizie pervenute, pare che si voglia raggiungere un numero da 5 a 7 persone e che in esse ci saranno sicuramente delle donne. Il gruppo attuale, invece, rimarrà coinvolto per eventuali altre missioni di sviluppo della capsula Shenzhou o come equipaggi di riserva per le nuove leve. In tutto ciò, si attende anche la fine della selezione degli astronauti europei iniziata lo scorso anno. numero 5 - aprile 2009 astronautica Flyby della sonda Dawn con Marte Il 18 febbraio scorso, alle 00:28 GMT, la sonda Dawn ha effettuato un flyby con Marte a una altezza di 550 km dalla superficie. La manovra di assistenza gravitazionale ha permesso alla sonda di aumentare la sua velocità di 9330 km/h e le permetterà di raggiungere la fascia principale degli asteroidi, dove nel settembre La zona di Tempe Terra, ripresa da Dawn nel vicino IR durante il flyby con Marte dello scorso febbraio. L’immagine ricopre un’area di 55 km2. [NASA/JPL/MPS/DLR/IDA/Dawn Flight Team] 2011 incontrerà Vesta, per poi proseguire e raggiungere nel 2015 Ceres. Dawn è propulsa da motori a ioni di xeno e “senza il gravity-assist la missione non sarebbe stata realizzabile” ha dichiarato Marc Rayman, capo ingegnere per la missione presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Lanciata nel 2007, la sonda Dawn trasporta vari strumenti per investigare due dei corpi più grandi della fascia degli asteroidi. Questi dispositivi serviranno per rilevarne e misurarne la forma, per rilevare la presenza di minerali contenenti acqua, la composizione mineralogica della superficie, la rilevazione di una eventuale tettonica mediante lo studio della topografia superficiale, la misura della loro massa e della presenza di un eventuale campo magnetico. Il flyby con Marte ha permesso anche di effettuare dei test sul corretto funzionamento della strumentazione di bordo e conseguenti tarature. Gli strumenti che hanno avuto qualche problema sono stati gli Star-Tracker (dispositivi ottici che, a seguito di riprese, riconoscono i campi stellari e desumono l’orientamento del veicolo nello spazio). Infatti nel momento di massimo avvicinamento, questi dispositivi sono stati abbagliati dalla luce riflessa da Marte, avvertendo con un segnale di allarme i tecnici a terra. Il tutto era ovviamente atteso ed è stato prontamente risolto. Invece, uno degli strumenti che ha lavorato ampiamente, lasciando poco spazio in memoria per le riprese fotografiche, è stato lo strumento GRaND, un rilevatore di raggi gamma e neutroni che misura le radiazioni ad alta energia che pervadono lo spazio quando è particolarmente vicino ai corpi celesti. Il test è servito per effettuare la calibrazione necessaria in vista della missione primaria. A partire dal termine del flyby e per i successivi tre mesi, Dawn manterrà i contatti con la Terra e riattiverà la spinta a ioni, momentaneamente spenta per effettuare il flyby. In seguito si ritornerà alla routine di missione nominale con un collegamento alla settimana. Chang’e-1 impatta la Luna Domenica 1° marzo la sonda cinese Chang’e-1 ha terminato la sua missione con un impatto contro la superficie lunare. La notizia ha creato scalpore anche perché sembrava che tutto funzionasse correttamente. Infatti è stata volutamente rimossa dall’orbita in cui operava per una mappatura tridimensionale della superficie lunare e inviata a schiantarsi sul nostro satellite naturale. Lanciata nel 2007 mediante un razzo Lunga Marcia 3-A doveva operare per un anno. La missione era stata successivamente estesa grazie anche al perfetto funzionamento dei sistemi di bordo. I successi ottenuti hanno aperto la strada alla seconda missione denominata Chang’e-2, il cui lancio è previsto tra il 2010 e il 2011. Per gli anni a seguire la Cina ha in programma anche un allunaggio morbido, una raccolta di campioni da riportare a Terra e si parla anche di rover semoventi per estendere le esplorazioni in superficie. L’impatto è avvenuto alle 08:13 GMT in una zona poco a sud dell’equatore lunare. numero 5 - aprile 2009 l ASTROFILO ’ 47 astronautica Lancio riuscito per GOCE Il satellite europeo GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer) è stato lanciato con successo dalla Pad LC-133 del Cosmodromo di Plesetsk con un razzo Rockot alle 14:21 GMT del 17 marzo scorso. Il razzo ha posto il suo caRappresentazione grafica del satellite GOCE in orbita. [ESA] 48 rico sull’orbita operativa prevista: inclinazione di 96,7° e quota di 280 km. La missione di GOCE è quella di misurare il campo gravitazionale terrestre con una risoluzione mai raggiunta in precedenza per permettere agli scien- ziati di studiare e comprendere meglio la circolazione negli oceani e i cambiamenti nel livello delle acque, con l’obiettivo finale di comprendere i fenomeni alla base dei cambiamenti climatici. Il satellite è stato costruito da un team di industrie europee, tra le quali spiccano la Thales Alenia Space e la EADS Astrium, e verrà controllato dall’ESOC (European Space Operations Centre) di Darmstadt, in Germania, che è il centro che controlla tutti i satelliti scientifici dell’agenzia spaziale europea. Il razzo Rockot, invece, deriva dalla trasformazione ad uso civile degli ex ICBM SS-19 (Stiletto), operazione che viene condotta da una società tedesca chiamata Eurockot. Discovery, finalmente in orbita è partita domenica 15 marzo la missione STS-119 dello Shuttle Discovery verso la stazione spaziale internazionale. Il lancio è avvenuto come di consueto da Cape Canaveral, alle 23:43 GMT. I sette astronauti a bordo, Lee Archambault, Tony Antonelli, Steve Swanson, John Phillips, Joseph Acaba, Richard Arnold e il giapponese Koichi Wakata, dopo aver raggiunto la ISS hanno installato il Truss Segment S6, ossia l’ultimo set di pannelli solari di grandi dimensioni che contribuiranno all’alimentazione elettrica del complesso orbitale e gli conferiranno piena autonomia anche quando sarà ultimata la sua costruzione. La missione ha subito più di un mese di ritardo a causa di alcune perdite di idrogeno che hanno poi fatto individuare ai tecnici una più importante rottura nelle valvole del combustibile. La sostituzione, quindi, di questi componenti ha fatto ritardare il lancio. A causa dell’accumularsi di tali ritardi, la missione è stata limitata nel tempo, con la riduzione delle quattro EVA previste originariamente, ciò a causa della concomitanza del lancio della Soyuz TMA-14 con il Paolo Laquale, nato nel 1971 ad Altamura, ha iniziato a interessarsi all’astronautica all’età di cambio di equipaggio (Expedition 10 anni vedendo in TV il primo lancio dello 19). Wakata rimarrà a bordo della Lancio notturno dello Shuttle Shuttle. Si è laureato in Ingegneria Elettronica ISS, rimpiazzando Sandra Magnus Discovery, missione STSpresso il Politecnico di Bari, con una tesi svolta presso il Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI a (che rientrerà così a terra con lo 119. [NASA, Scott Andrews] Matera. Ha frequentato il Master in Astronautica Shuttle, dopo oltre quattro mesi di e Scienze da Satellite presso il CISAS dell’Unipermanenza sulla stazione spaziale) e divenendo così il primo versità di Padova e un Master in Tecnologie per il Telerilevamento Spaziale presso il Dipartiastronauta giapponese a condurre una missione di lunga durata mento di Fisica dell’Università di Bari. Ha lavosulla ISS. Fino a giugno, quando dovrebbe rientrare a terra, rato per la Galileo Avionica sullo strumento LI l’astronauta nipponico si occuperà di una serie ambiziosa di espeper i futuri satelliti Meteosat di terza generazione. rimenti all’interno del laboratorio Kibo. l ASTROFILO ’ numero 5 - aprile 2009 per la tua pubblicità su questa rivista: [email protected]