Prove Strumenti Montatura Vixen Sphinx Pro SXP di Federico Manzini La montatura Vixen Sphinx Pro SXP viene fornita di serie all-in-one con lo StarBook Ten, che è la nuova generazione di un controller palmare con monitor LCD ad alta definizione; la facilità d’uso è senza paragoni, visto che il maggior numero di montature che si trovano in commercio si affida al Go-To cinese Synscan. La Sphinx incorpora motori passo-passo con immediata risposta ai comandi per un preciso controllo nei puntamenti. Il controllo Vixen della movimentazione con micro-passi rende la rotazione dei motori molto accurata e “liscia” anche per grandi percorrenze sulla volta celeste. Le ruote di AR e Declinazione hanno 180 denti e 72 mm di diametro. Queste ruote e le viti senza fine sono in ottone e lavorate ad alta precisione con macchine CNC per un inseguimento il più accurato possibile. Gli alberi di AR e DEC sono in acciaio carbonioso; le parti in rotazione della montatura SXP hanno ben 15 cuscinetti. In questo modo, il movimento è fluido tanto per l’inseguimento del movimento stellare, quanto per lo spostamento verso l’oggetto di destinazione. Il corpo di declinazione della Sphinx è una struttura unica che ha anche funzione parziale di contrappeso; il tutto costituisce quindi una montatura equatoriale altamente portatile, con una buona capacità di carico e altrettanto buona facilità d’uso. Le correzioni per gli errori periodici dell’inseguimento (PEC, Periodic Error Corrections) vengono salvate all’interno dello StarBook anche se viene tolta l’alimentazione; questa è una funzionalità importantissima, che permette di correggere molti dei difetti di inseguimento tipici dell’accoppiamento corona/vite senza fine. È presente anche una funzione veramente interessante, la Cross over Meridian, che consente di “girare” automaticamente il tubo ottico quando dovrebbe passare al meridiano: essendo infatti la Sphinx una montatura “alla tedesca”, il telescopio sbatterebbe contro la colonna di sostegno o il treppiede. È anche possibile modificare i tempi di intervento per questa… retromarcia. Lo StarBook Ten La Sphinx SXP porta di corredo lo Star Book Ten, che è un palmarino a tutti gli effetti: con questo dispositivo, si controlla la montatura in ogni occasione e per ogni scopo. La tipologia e la struttura di questo accessorio sono veramente innovative (anche se si era visto qualcosa di simile prodotto dalla stessa Vixen) e rendono la Sphinx SXP una montatura unica nel suo genere. Il display a cristalli liquidi è un LCD TFT da 5 pollici a colori. La risoluzione WVGA (800×480, 65.535 colori) permette di osservare immagini vivide anche per le stelle, che finalmente appaiono come dei veri puntini. C’è inoltre una funzione di visione nottur- Diversi piccoli carter coprono tutta la movimentazione, le viti senza fine e le ruote dentate; è praticamente impossibile che penetri polvere o sporco. L’estetica della Vixen Sphinx SXP è stata molto curata dalla casa madre: sono lontani i tempi delle Super Polaris che parevano solo pezzi di tubo assemblati. Le frizioni sono comandate da pomelli di dimensioni generose che si possono “trovare” con facilità anche nel buio della notte. Un unico cavo entra nella montatura per comandarla, provenendo dal grande palmare StarBook Ten. novembre 2012 • n. 246 • ORIONE • 65 Prove Strumenti L’AZIENDA E I PREZZI Produttore In Italia Indirizzo Web Mail Prezzo Vixen Co., Ltd. SkyPoint Via Zorutti, 33030 Campoformido (UD) www.skypoint.it [email protected] € 3721,00 na che illumina tutto lo schermo in rosso e limita la luminosità per proteggere gli occhi dell’osservatore. Si può settare la luminosità su parecchi livelli, così da poter osservare il monitor anche durante il giorno. Anche nella visione notturna le stelle appaiono ben delimitate, e l’osservazione dello schermo è corretta e non viene impedita in alcun modo. Tutti i tasti di comando e di direzione possono essere retroilluminati anche in rosso, per consentirne l’identificazione al buio, e se ne può regolare l’intensità luminosa. Lo StarBook Ten ha una CPU con velocità di clock di 324 MHz, quindi circa cinque volte più maggiore di quella del precedente StarBook; tutto ciò produce mappe stellari più nitide e veloci da caricare, anche quando si richiamano aree di cielo vastissime. È possibile richiamare menu di oggetti celesti in modalità Scope o in modo cartografico, per poter indirizzarvi lo strumento o solo per vedere l’oggetto in mappa, ma è anche possibile scegliere la destinazione facendo scorrere la medesima mappa stel- FACILE E DIFFICILE Facile e bello Ottima robustezza Estetica accattivante Movimentazione silenziosa Uso della tastiera molto comodo lare in modalità cartografica. I menu usati frequentemente sono assegnati a 10 tasti, e ciò consente di richiamarli in modo velocissimo. Lo StarBook Ten contiene più di 270 mila oggetti celesti, tra cui 258.977 stelle del catalogo SAO, 109 oggetti Messier, 7840 oggetti NGC, 5386 oggetti del catalogo IC e fornisce indicazioni di posizione ad alta precisione del Sole, della Luna e dei pianeti. È possibile richiamare gli oggetti anche con il loro nome comune. Si possono immettere gli elementi orbitali di satelliti artificiali per poi puntarli, inseguirli automaticamente ed eventualmente fotografarli durante il loro passaggio sulla nostra testa. Gli elementi orbitali, fino a un massimo di dieci satelliti, si possono inserire sullo StarBook Ten direttamente o anche tramite un PC e una connessione LAN. La stessa procedura è valida anche per nuove comete e per gli “oggetti-utente”. La velocità del movimento per il puntamento può essere aumentata fino a risultare 800 volte maggiore della velocità siderale e raggiungere anche i 1000x, senza che i motori subiscano danni; questa velocità può essere diminuita per salvare le batterie (se non si usa un Un palmare di dimensioni generose equipaggia la Vixen Sphinx SXP: è lo StarBook Ten. Grazie a esso, si può comandare e calibrare perfettamente ogni movimento della montatura. Il display da 5 pollici permette di vedere distintamente mappe stellari create da un database di quasi 260 mila stelle e di puntare in modo interattivo gli oggetti della volta celeste. 66 • ORIONE • n. 246 • novembre 2012 Difficile e forse complicato Apprendere velocemente l’uso dello Starbook Ten Capire la filosofia della movimentazione alimentatore connesso alla rete), ma c’è anche una saving option che minimizza l’uso di corrente elettrica da parte dei motori di inseguimento, se questa proviene dal pacco di batterie. Le correzioni degli errori di inseguimento per migliorare la precisione del moto orario vengono salvate e conservate anche se si spegne l’alimentazione, così che i dati P-PEC (Permanent-Period Error Correction) possono essere richiamati per una successiva nottata osservativa. È anche possibile compensare il backlash dei movimenti sui due assi per un inseguimento più dolce inoltre, alla montatura, si può associare una autoguida che dispone di una porta di accesso personalizzata sul corpo dello StarBook Ten (con un expansion module in opzione). È poi possibile modificare la velocità di inseguimento secondo il tipo di oggetto da osservare. Il movimento del Sole, della Luna, dei pianeti o di una cometa può essere seguito indipendentemente dalla velocità siderale. Si può ottenere un accurato allineamento con lo StarBook Ten scegliendo due stelle a caso distanti più di 10° (Mount Type → Equatorial without Polar Setting). Se la stella supplementare per l’allineamento non è Il display di StarBook Ten; stranamente, per essere una produzione giapponese, “parla” anche italiano: un plauso agli importatori! La configurazione iniziale è importante, perché, se salvata correttamente, permetterà puntamenti molto precisi in ogni punto del cielo notturno. VIXEN: DA BABBO NATALE AI TELESCOPI La vigilia di Natale, ogni anno, un gruppo di renne traina la slitta su cui Babbo Natale si sposta con un sacco pieno di regali. Secondo una raccolta di poesie scritte da Clement Clarke Moore, tutte le renne hanno dei nomi, uno dei quali è Vixen. La società Vixen Co. prende appunto il nome da questa renna, messaggero di felicità. La Vixen è stata fondata nel 1949 come produttore di dispositivi ottici, quali telescopi, binocoli e microscopi, ma ha assunto questo nome definitivo nel 1970. Nel corso della sua storia aziendale, la Vixen ha prodotto il primo telescopio astronomico al mondo con un sistema automatico Go-To, il famoso SkySensor. La tecnologia Vixen per costruire telescopi astronomici è utilizzata anche per la produzione di binocoli e microscopi: ciò ha portato alla creazione di nuovi dispositivi, come il sistema Digiscope, in grado di scattare fotografie tanto con un telescopio astronomico, quanto con un microscopio per mezzo di una fotocamera digitale. Chi poi non conosce le montature Super Polaris che hanno “equatorializzato” il mondo dell’astronomia? E i binocoli Ultima? E le montature Atlux? E lo SkySensor 2000? Sono tutte produzioni Vixen! In qualità di produttore leader di questi strumenti, la Vixen continua a migliorare la tecnologia per la realizzazione di accessori e prodotti di qualità, e il suo nome è tuttora sinonimo di continuità e di serietà nel mondo intero. Attualmente, la Vixen ha sede a Saitama, in Giappone, ed è diretta da membri della famiglia Tsuchida e Niitsuma. Vixen ha anche un web shop, ma purtroppo è scritto tutto in giapponese! Il contenuto del sito ufficiale della casa madre è però tradotto in inglese all’indirizzo www.vixen.co.jp/en VIXEN SPHINX STARBOOK TEN Struttura Display Software Luminosità Illuminazione Funzioni Oggetti Altre funzioni Funzionalità aggiuntiva Alimentazione Connettore Dimensioni Porte Computer di puntamento con processore RISC a 32 bit 324 MHz TFT 5", WVGA 800x480px, 65.536 colori Interamente in italiano con aggiornamento disponibile Regolabile e modalità diurna/notturna Regolazione retroilluminazione rossa dei tasti Planetario con cartografia celeste fino a 1', calcolo posizione di Luna, pianeti, satelliti, asteroidi e comete. Mappa lunare. Simulazione delle eclissi lunari con avanzamento ombra terrestre sul display in real time 272.342 con catalogo fotografico Funzioni ibernazione, PEC, compensazione backlash Video imaging integrato per riprese planetarie 12 V CC, consumo 0,4 – 2,5 A 12 V DC EIAJ, RC5320A, Classe 4 (polarità positive al centro) 154x169x30 mm, 13 tasti (9 alfanumerici, 4 di direzione, 2 di controllo) Autoguida esterna, LAN (10 base-T), connessione cavo (D-sub 9pin maschio) adatta per migliorare la precisione, viene marcata e non viene inclusa nel computo; è possibile inserire dati di posizione riguardanti fino a un massimo di 20 stelle nella memoria di backup, dove le informazioni di allineamento possono appunto essere memorizzate. Per un puntamento preciso e una migliore accuratezza dell’inseguimento, si deve ricorrere al puntamento con allineamento corretto al Polo (Mount Type → Equatorial with Polar Setting); in questo caso, durante l’inseguimento non si toccherà, o quasi, il pulsante della declinazione. I puntamenti al di sotto dei 30° dall’orizzonte diventano ancora più precisi se poi si tiene conto del valore della rifrazione atmosferica con l’apposita funzione. Insomma, c’è tutta una serie di funzionalità che il progettista del software dello StarBook Ten ha pensato, non… per fare impazzire l’acquirente di questa bella montatura, ma per aiutarlo in ogni occasione durante le osservazioni notturne, sia visuali che fotografiche. Tutto è spiegato con dovizia all’interno del manuale allegato (vedi il box), dove si trova anche una serie di immagini e di figure che permettono di capire “al volo” come si possano attivare le singole funzioni. La prova sul campo Il cannocchialino polare ha sede nell’albero di AR: si tratta di un 6x20 mm con angolo di campo di 8° circa, ben sufficienti per trovare un giusto allineamento polare. Nella versione europea, monta una ghiera che permette di calibrare la propria posizione in longitudine fra 20° W e 20° E. Qui ha sede anche la livella per mettere preventivamente in bolla la montatura. Non c’è bisogno di illuminatori esterni per visualizzare il reticolo interno al cannocchialino: è presente un LED che svolge questa funzione in tutta semplicità. Per apprendere tutte le funzioni che questa montatura porta con sé penso che non siano sufficienti tre notti di lavoro astronomico, sebbene già dalla prima serata osservativa si novembre 2012 • n. 246 • ORIONE • 67 Prove Strumenti Il treppiede Vixen SXG-HAL130 svolge le sue funzioni in modo dignitoso. Una colonna o un pilastro fisso ospiterebbero meglio questa bella montatura, ma per un uso sul campo il treppiedi è comodissimo. La sua vaschetta portaoggetti (che conferisce anche stabilità al tutto, rendendolo solidale e rigido) è un accessorio a pagamento! possa riuscire a osservare visualmente con una certa facilità e anche tentare qualche prova di ripresa fotografica. Ciò va a favore della Sphinx SXP, che è stata studiata apposta per permettere una buona utilizzazione multivalente. Per il test, sviluppato in più di quattro notti osservative, è stato associato alla montatura un rifrattore apocromatico Zen da 150 mm di diametro e 1000 mm di focale (di proprietà dell’Osservatorio di Tradate), uno strumento pesante, ma compatibile con la portata dichiarata per questa Sphinx; insomma, un telescopio le cui caratteristiche probabilmente sono molto simili a quelle della media degli strumenti che saranno in- Fra gli accessori presenti nella confezione della Sphinx SXP, si trova una piccola pila piatta CR2032 da inserire nello StarBook Ten, il palmare che si vede a lato, per tenere la memoria dell’orologio. Nell’elenco dei materiali della confezione (in inglese), si trovano indicate quattro Allen Wrenches, che non sono altro che le chiavi per viti a brugola. stallati dagli acquirenti della montatura. Nel settaggio iniziale va scelta la lingua: pochi sanno il giapponese, quindi bisogna fare attenzione a questa fase iniziale che poi viene memorizzata nello StarBook Ten per le successive sessioni assieme alla latitudine e alla longitudine del luogo (ma non era più semplice mettere un piccolo lettore GPS?). Per imparare a salvare questi dati (che tengono conto anche della luminosità dei tasti e del display) è occorsa più di un’ora: per la montatura ci trovavamo sempre in Giappone, e si rifiutava di andare dove le chiedevamo… Poco male: ciò significa che il sistema è a prova di danneggiamento involontario. Ogni funzione della Sphinx SXP viene comandata tramite lo StarBook Ten: bisogna Il disegno meccanico che riproduce uno spaccato della VIXEN Sphinx SXP chiarisce molto bene le modalità costruttive di questa montatura. 68 • ORIONE • n. 246 • novembre 2012 quindi studiare bene il manuale di istruzioni (cosa che noi non abbiamo fatto, come il 99% degli astrofili italiani che la acquisteranno). Nonostante questo errore, che si esorta a non ripetere, siamo riusciti a far muovere la montatura ragionando in modo intuitivo, per lasciare a una successiva sessione l’approfondimento delle funzionalità aggiuntive. Come l’Enterprise È bellissimo vedere la Sphinx muoversi con un rumore dei motori che ricorda quello dell’astronave Enterprise e si può dire che “schizza” realmente da una parte all’altra del cielo; del resto, se la velocità siderale è di 1° ogni 4 minuti, con la SXP a 800x si percorrono 10° in 3 secondi e 180° in 54 secondi. Un test fondamentale è appunto quello della capacità della montatura di muoversi e di puntare correttamente il secondo oggetto di ricerca. La Sphinx SXP è stata veramente performante: passare da Antares (Alfa Scorpii) a Deneb (Alfa Cygni) richiedeva uno spostamento di 97°, con rovesciamento della montatura, perché la prima stella era a W del meridiano e la seconda a E; perciò il telescopio avrebbe colpito le gambe del treppiede, con un movimento eseguito in una unica direzione. Il movimento completo è stato compiuto in 39 secondi, con la seconda stella che campeggiava perfettamente in centro all’oculare. Un ulteriore test di puntamento sui 100° di distanza fra Schedar (Alfa Cassiopeiae) e l’ammasso globulare M12 ha richiesto 30 secondi, ma la montatura non ha dovuto invertire la posizione del telescopio, movimento che porta via qualche secondo. VIXEN SPHINX PRO SXP Schema Modello Contrappesi Materiale Corone dentate Cannocchiale polare Assi Alimentazione Motori Testa Accessori disponibili Montatura equatoriale motorizzata, con Go-To Testa monolitica con elettronica e motori integrati. Peso 11 kg (contrappesi esclusi) e capacità di carico di 18 kg (per fotografia) Asta contrappeso retraibile, contrappesi inclusi da 1,9 kg e 3,7 kg Lega di alluminio Corone dentate di AR e DEC da 72 mm, 180 denti, in ottone di alta qualità Cannocchiale 6x20 con illuminatore incorporato. Precisione di allineamento inferiore a 2' AR e DEC in acciaio da 40 mm di diametro e 15 cuscinetti reggispinta 12 V CC Velocità massima di 800x, gestione con 300 impulsi/s Piatto in declinazione per slitte tipo Vixen o Losmandy con attacchi opzionali. Possibilità di usare attacchi a doppia coda di rondine Vixen/ Losmandy o attacchi fuori standard Attacchi portaslitta Vixen o Losmandy, piastra porta accessori, treppiede da campo, mezza colonna SX, colonna 85 cm, valigia, alimentatore 220 V, contrappeso 2,8 kg, contrappeso 3,7 kg, Advance Unit Il test di movimento inverso, ovvero da M22 a Schedar, ha dato gli stessi risultati e sempre con gli oggetti perfettamente al centro del campo di un oculare da 110x. Visti questi risultati (e tanti altri, perché la prova si è sviluppata per più di un’ora), bisogna fare i complimenti al progettista del software di puntamento, anche se forse siamo partiti favoriti, disponendo di un rifrattore ben intubato; magari un riflettore avrebbe mostrato qualche errorino in più per le sue flessioni interne. Ce lo diranno i lettori che avranno il piacere di possedere la Sphinx SXP. Il palmare StarBook Ten si tiene bene in mano; i tasti sono ben distanziati e sensibili al tocco, e si potrà benissimo lavorarci anche d’inverno e con i guanti, senza rischiare di premere due o tre tasti contemporaneamente. Molti lettori vorranno sapere come si comporta la Sphinx nell’inseguimento “fotografico”: questo è stato oggetto di un prolungato test all’osservatorio di Tradate con riprese multiple, lungo l’arco di due nottate. Purtroppo, non si è potuta testare a fondo la funzione di parking, che permetterebbe di riprendere nuove immagini della medesima area di cielo il giorno seguente, perché si è dovuta riporre la montatura che non era di proprietà; un paio di prove veloci con interruzioni di scarso conto hanno però mostrato che lo StarBook Ten “ricorda” correttamente la posizione dello strumento. È necessaria l’autoguida Come tutte le montature prodotte in serie, anche questa necessita di una autoguida per poter Sul piatto porta slitta possono essere ospitate slitte di tipo Vixen e Losmandy. L’OTTIMO MANUALE In che modo ci si approccia ad un nuovo strumento che è costato denaro, che è stato scelto accuratamente fra tanti altri e che, nella nostra mente, promette risultati che non abbiamo mai ottenuto? In due momenti: il primo è fisico, con la reale apertura della scatola contenente il nostro acquisto; il secondo consiste nella lettura del manuale che dovrebbe corredare (anche per legge) ogni prodotto. Ebbene, il manuale di questa montatura Vixen SXP mi ha veramente soddisfatto: scritto bene, da persone competenti, con contenuti qualificati e qualificanti per tutto ciò che si vorrebbe sapere e “bisogna” sapere. Sono ben 102 pagine in formato cartaceo oppure in PDF per chi vuole leggerselo su un tablet o sul monitor di un PC. La Skypoint (www.skypoint.it) di Campoformido (UD), che importa la montatura di cui abbiamo testato le potenzialità, ha tradotto in italiano tutte queste pagine, e quindi anche chi non mastica l’inglese potrà capire a fondo ogni funzione della Sphinx SXP e dello StarBook Ten associato ad essa. Ottima nel manuale è la presenza di disegni meccanici e di tutta una serie di immagini che conducono il lettore all’apprendimento, molto di più di innumerevoli parole. Tipica dimostrazione della precisione giapponese: a pagina 18 vi sono addirittura otto disegni che mostrano quanti chilogrammi potrebbe portare la montatura in rapporto al numero e alla posizione (misurata in mm!) dei contrappesi impiegati. Brava, Vixen! effettuare delle pose lunghe, perché la serie di accoppiamenti fra motore e albero di AR (vite senza fine, frizione, ruota dentata, ulteriore frizione) mostra i comuni difetti La sovrapposizione di 50 immagini da 1 m a intervalli di 30 s, ottenute durante la prima notte di sessione astrofotografica, mostra che la velocità del motore in AR non era ben settata; inoltre, si ha un piccolo shift in declinazione, dovuto a un allineamento polare non troppo corretto. Rifrattore Zen D. 150 mm, F. 1000 mm, camera Canon 450D a 800 ISO. novembre 2012 • n. 246 • ORIONE • 69 Prove Strumenti La somma di 25 immagini da 1 minuto di posa, traslate ciascuna di 6 pixel rispetto alla precedente (per mostrare meglio eventuali errori di inseguimento), evidenzia un errore periodico nel trascinamento; è perfettamente correggibile con l’attuazione del PEC. Non si evidenziano errori spuri. meccanici: non conosco montatura che ne sia esente. Le immagini riprese durante i test, rigorosamente senza autoguida per studiare la qualità della Sphinx SXP, sono poi state sommate fra di loro e hanno mostrato un periodismo di circa 8 minuti nel trascinamento (corrispondenti al passaggio di 1 dente della corona): questa periodicità può venire annullata completamente con la memorizzazione del PEC, che funziona in modo assai soddisfacente. Permangono alcuni errori random, sulle cui ragioni non abbiamo indagato per motivi di tempo hanno rovinato un paio di immagini su 10 in pose da un minuto, e 2 o 3 riprese su 10 con pose da 5 minuti. Ci tengo a ribadire che le prove sono state eseguite senza autoguida: con questo accessorio (indispensabile, vista la lunghezza media dei tempi di posa) ogni cosa sarebbe andata a posto, e l’inconveniente sarebbe stato ancor più limitata con l’uso di uno strumento con focale più corta. Il treppiede opzionale Il treppiede da campo è un accessorio acquistabile in opzione, se un acquirente non possiede già una sua colonna o un treppiede dove piazzare la montatura: è stabile, le gambe scorrono fluidamente fino alla massima estensione, anche se durante le sessioni fotografiche non conviene sfruttarle alla 70 • ORIONE • n. 246 • novembre 2012 massima altezza per ragioni di staUna posa di 5 min centrata su Eta Aquilae (immagini non corrette con bilità. Appare un flat e dark) mostrano un campo molto ricco di oltre 1° di diagonale; non buon accessorio dal sono presenti falsi movimenti, e le stelle appaiono piuttosto ben seguite. prezzo contenuto. Nel riquadro in basso: un ingrandimento della regione bordata in rosso Devo però racmostra le stelle lievemente elongate; un’autoguida avrebbe risolto contare una parbrillantemente l’inseguimento. ticolarità comica (forse tipicamente giapponese): la vaLa giusta spesa per schetta porta ocuun’ottima strumentazione lari, che normalmente si applica fra le gamChi deve affrontare la spesa per l’acquisto be del treppiede e che ne aumenta la stabilidi una montatura deve avere già in mente tà strutturale, è un accessorio in opzione: va il setup finale con cui conquisterà il cielo: si acquistato a parte! IL “GUPPO DI TEST” DELL’OSSERVATORIO DI TRADATE La prova di questo strumento nasce da una analisi collaborativa fra l’autore Federico Manzini e il “Gruppo di Test” dell’Osservatorio di Tradate (www.foam13.it), che si è formato con lo specifico compito di provare in modo qualitativo telescopi e strumentazioni (vedi l’articolo di presentazione su Nuovo Orione, febbraio 2012, pag. 39). Gli autori dei test hanno la loro libertà interpretativa, dovuta all’esperienza accumulata nello studio e nel “lavoro” sul campo astronomico, ma contano sull’aiuto fornito dai risultati scaturiti dalle prove al banco. Il numero di test e di analisi effettuate dal GdT andrà aumentando con il tempo, per fornire una completa analisi ottico/meccanica degli strumenti in prova. Il GdT dell’Osservatorio di Tradate La documentazione tecnica del Gruppo di Test di FOAM13 TEST DEL TREPPIEDE SXG-HAL130 Lunghezza gambe Max estensione: 129,5 cm Senza estrazione: 80,5 cm Altezza max base di sostegno 115,5 cm da terra Altezza min base di sostegno 73,0 cm da terra Altezza max montatura 151 cm da terra Raggio di ingombro dei piedini Alla max estensione: 70,5 cm (diametro: 141,0 cm) Senza estrazione: 46 cm (diametro: 92,0 cm) Peso del treppiede 5,6 kg Massimo carico Non misurabile direttamente (quantizzabile in circa 35 kg totali) TEST DEL CANNOCCHIALE POLARE Cannocchiale polare Angolo di campo Estrazione pupillare Reticolo Vetrino Co-assialità Livella TEST DELLA MECCANICA Tipo di montatura Ingombro totale Posizione baricentro (fulcro) Ingombro totale Altezza max del porta slitta Diametro alberi Corone dentate Viti senza fine Motori Dimensioni piatto superiore Altezza del baricentro Flessioni Peso della montatura Peso dei contrappesi in dotazione Max estensione barra contrappesi Barra contrappesi Slittamento durante il movimento Diametro 20 mm, ingrandimento 6x 8,2° circa Nessuna, occhio a contatto Illuminato da LED interno Segnalazione di stelle e costellazioni da traguardare Ottima Presente, posta sulla carrozzeria del cannocchialino Alla tedesca, con contrappeso laterale Da piatto porta slitta ad apice asta contrappeso: 61 cm 98 mm dal piatto porta slitta Da baricentro ad apice albero contrappesi totalmente estratto: 471 mm 359 mm dalla base della montatura AR = 40 mm, DEC = 40 mm, in acciaio AR = 72 mm, 180 denti, in ottone DEC = 72 mm, 180 denti, in ottone Sui 2 assi: diametro 9 mm, in ottone Passo-passo con 300 PPS (passi al secondo) 88 mm Per angolo di 45°, 280 mm ca. Per angolo di 38°, 260 mm ca. Nessuna flessione osservabile 10,9 kg senza contrappesi 1900 g e 3750 g 264 mm Diametro 20 mm, in acciaio Forza di 2 kg⋅m al limite della barra contrappesi Fori filettati sulla testa N. 8 fori, filetto M8 (passo 1,25 mm), profondità foro: 11 mm Condizioni atmosferiche: cielo sereno, t=21°C, U=65%, P=1035 mb acquista una montatura per associarvi un certo tipo di strumento, al quale - a sua volta - sono associati una camera CCD o una fotocamera digitale e un telescopio di guida con una camera di autoguida. La Vixen indica in 16 kg il limite di portata “fotografica” per questa Sphinx SXP; con tutti gli strumenti di cui si diceva, bisognerà stare al di sotto di questo valore: ecco perché un rifrattore corto da 150 mm o un riflettore da 200 mm sono (solo indicativamente) gli strumenti di massima dimensione che si possono considerare per spendere bene i propri denari e avere risultati di qualità con la SXP. I tipici rifrattori attuali, apocromatici più corti e più leggeri saranno ospiti di eccellenza per questa montatura! Per scopi di osservazione solo visuale, la Sphinx SXP dimostra poi di essere eccezionale anche con strumenti importanti, come quello che vi era montato durante le prove, e pure ad alto ingrandimento. Insomma, un’ottima spesa per un’ottima strumentazione. novembre 2012 • n. 246 • ORIONE • 71