Montatura Vixen Sphinx Pro SXP

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Montatura Vixen Sphinx Pro SXP
di Federico Manzini
La montatura Vixen Sphinx Pro SXP viene
fornita di serie all-in-one con lo StarBook
Ten, che è la nuova generazione di un controller palmare con monitor LCD ad alta
definizione; la facilità d’uso è senza paragoni, visto che il maggior numero di montature che si trovano in commercio si affida al
Go-To cinese Synscan.
La Sphinx incorpora motori passo-passo
con immediata risposta ai comandi per un
preciso controllo nei puntamenti. Il controllo Vixen della movimentazione con
micro-passi rende la rotazione dei motori
molto accurata e “liscia” anche per grandi
percorrenze sulla volta celeste.
Le ruote di AR e Declinazione hanno 180
denti e 72 mm di diametro. Queste ruote e
le viti senza fine sono in ottone e lavorate ad
alta precisione con macchine CNC per un
inseguimento il più accurato possibile.
Gli alberi di AR e DEC sono in acciaio
carbonioso; le parti in rotazione della montatura SXP hanno ben 15 cuscinetti. In
questo modo, il movimento è fluido tanto
per l’inseguimento del movimento stellare,
quanto per lo spostamento verso l’oggetto
di destinazione.
Il corpo di declinazione della Sphinx è
una struttura unica che ha anche funzione
parziale di contrappeso; il tutto costituisce
quindi una montatura equatoriale altamente portatile, con una buona capacità di carico e altrettanto buona facilità d’uso.
Le correzioni per gli errori periodici dell’inseguimento (PEC, Periodic Error Corrections) vengono salvate all’interno dello StarBook anche se viene tolta l’alimentazione;
questa è una funzionalità importantissima,
che permette di correggere molti dei difetti
di inseguimento tipici dell’accoppiamento
corona/vite senza fine.
È presente anche una funzione veramente interessante, la Cross over Meridian, che
consente di “girare” automaticamente il
tubo ottico quando
dovrebbe passare al
meridiano: essendo infatti la Sphinx
una montatura “alla tedesca”, il telescopio sbatterebbe
contro la colonna
di sostegno o il
treppiede. È anche
possibile modificare i tempi di intervento per questa…
retromarcia.
Lo StarBook Ten
La Sphinx SXP porta di corredo lo Star
Book Ten, che è un palmarino a tutti gli
effetti: con questo dispositivo, si controlla
la montatura in ogni occasione e per ogni
scopo. La tipologia e la struttura di questo
accessorio sono veramente innovative (anche se si era visto qualcosa di simile prodotto dalla stessa Vixen) e rendono la Sphinx
SXP una montatura unica nel suo genere.
Il display a cristalli liquidi è un LCD TFT
da 5 pollici a colori. La risoluzione WVGA
(800×480, 65.535 colori) permette di osservare immagini vivide anche per le stelle, che
finalmente appaiono come dei veri puntini.
C’è inoltre una funzione di visione nottur-
Diversi piccoli carter coprono tutta la movimentazione, le viti senza fine e
le ruote dentate; è praticamente impossibile che penetri polvere o sporco.
L’estetica della Vixen Sphinx SXP è stata molto curata dalla casa madre:
sono lontani i tempi delle Super Polaris che parevano solo pezzi di tubo
assemblati.
Le frizioni sono comandate da pomelli di dimensioni generose che si
possono “trovare” con facilità anche nel buio della notte. Un unico
cavo entra nella montatura per comandarla, provenendo dal grande
palmare StarBook Ten.
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L’AZIENDA E I PREZZI
Produttore
In Italia
Indirizzo
Web
Mail
Prezzo
Vixen Co., Ltd.
SkyPoint
Via Zorutti,
33030 Campoformido (UD)
www.skypoint.it
[email protected]
€ 3721,00
na che illumina tutto lo schermo in rosso e
limita la luminosità per proteggere gli occhi
dell’osservatore.
Si può settare la luminosità su parecchi livelli, così da poter osservare il monitor anche durante il giorno. Anche nella visione
notturna le stelle appaiono ben delimitate,
e l’osservazione dello schermo è corretta e
non viene impedita in alcun modo.
Tutti i tasti di comando e di direzione possono essere retroilluminati anche in rosso,
per consentirne l’identificazione al buio, e
se ne può regolare l’intensità luminosa.
Lo StarBook Ten ha una CPU con velocità
di clock di 324 MHz, quindi circa cinque
volte più maggiore di quella del precedente
StarBook; tutto ciò produce mappe stellari
più nitide e veloci da caricare, anche quando
si richiamano aree di cielo vastissime.
È possibile richiamare menu di oggetti
celesti in modalità Scope o in modo cartografico, per poter indirizzarvi lo strumento
o solo per vedere l’oggetto in mappa, ma
è anche possibile scegliere la destinazione
facendo scorrere la medesima mappa stel-
FACILE E DIFFICILE
Facile e bello
Ottima robustezza
Estetica accattivante
Movimentazione silenziosa
Uso della tastiera molto comodo
lare in modalità cartografica. I menu usati
frequentemente sono assegnati a 10 tasti, e
ciò consente di richiamarli in modo velocissimo.
Lo StarBook Ten contiene più di 270 mila
oggetti celesti, tra cui 258.977 stelle del
catalogo SAO, 109 oggetti Messier, 7840
oggetti NGC, 5386 oggetti del catalogo IC
e fornisce indicazioni di posizione ad alta
precisione del Sole, della Luna e dei pianeti.
È possibile richiamare gli oggetti anche con
il loro nome comune.
Si possono immettere gli elementi orbitali
di satelliti artificiali per poi puntarli, inseguirli automaticamente ed eventualmente
fotografarli durante il loro passaggio sulla
nostra testa. Gli elementi orbitali, fino a un
massimo di dieci satelliti, si possono inserire sullo StarBook Ten direttamente o anche
tramite un PC e una connessione LAN.
La stessa procedura è valida anche per nuove comete e per gli “oggetti-utente”. La
velocità del movimento per il puntamento
può essere aumentata fino a risultare 800
volte maggiore della velocità siderale e raggiungere anche i 1000x, senza che i motori
subiscano danni; questa velocità può essere diminuita per
salvare le batterie
(se non si usa un
Un palmare di dimensioni generose equipaggia la Vixen Sphinx SXP: è lo
StarBook Ten. Grazie a esso, si può comandare e calibrare perfettamente
ogni movimento della montatura. Il display da 5 pollici permette di vedere
distintamente mappe stellari create da un database di quasi 260 mila
stelle e di puntare in modo interattivo gli oggetti della volta celeste.
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Difficile e forse complicato
Apprendere velocemente l’uso dello Starbook Ten
Capire la filosofia della movimentazione
alimentatore connesso alla rete), ma c’è anche una saving option che minimizza l’uso
di corrente elettrica da parte dei motori di
inseguimento, se questa proviene dal pacco
di batterie.
Le correzioni degli errori di inseguimento
per migliorare la precisione del moto orario vengono salvate e conservate anche se
si spegne l’alimentazione, così che i dati
P-PEC (Permanent-Period Error Correction) possono essere richiamati per una successiva nottata osservativa.
È anche possibile compensare il backlash dei
movimenti sui due assi per un inseguimento più dolce inoltre, alla montatura, si può
associare una autoguida che dispone di una
porta di accesso personalizzata sul corpo
dello StarBook Ten (con un expansion module in opzione).
È poi possibile modificare la velocità di
inseguimento secondo il tipo di oggetto
da osservare. Il movimento del Sole, della
Luna, dei pianeti o di una cometa può essere seguito indipendentemente dalla velocità
siderale.
Si può ottenere un accurato allineamento
con lo StarBook Ten scegliendo due stelle
a caso distanti più di 10° (Mount Type →
Equatorial without Polar Setting). Se la stella supplementare per l’allineamento non è
Il display di StarBook Ten; stranamente, per essere una produzione
giapponese, “parla” anche italiano: un plauso agli importatori!
La configurazione iniziale è importante, perché, se salvata correttamente,
permetterà puntamenti molto precisi in ogni punto del cielo notturno.
VIXEN: DA BABBO NATALE AI TELESCOPI
La vigilia di Natale, ogni anno, un gruppo di renne traina la slitta su cui Babbo Natale si sposta con un sacco pieno di regali. Secondo una raccolta
di poesie scritte da Clement Clarke Moore, tutte le renne hanno dei nomi, uno dei quali è Vixen. La società Vixen Co. prende appunto il nome da
questa renna, messaggero di felicità.
La Vixen è stata fondata nel 1949 come produttore di dispositivi ottici, quali telescopi, binocoli e microscopi, ma ha assunto questo nome definitivo
nel 1970.
Nel corso della sua storia aziendale, la Vixen ha prodotto il primo telescopio astronomico al mondo con un sistema automatico Go-To, il famoso
SkySensor. La tecnologia Vixen per costruire telescopi astronomici è utilizzata anche per la produzione di binocoli e microscopi: ciò ha portato alla
creazione di nuovi dispositivi, come il sistema Digiscope, in grado di scattare fotografie tanto con un telescopio astronomico, quanto con un microscopio per mezzo di una fotocamera digitale.
Chi poi non conosce le montature Super Polaris che hanno “equatorializzato” il mondo dell’astronomia? E i binocoli Ultima? E le montature Atlux?
E lo SkySensor 2000? Sono tutte produzioni Vixen!
In qualità di produttore leader di questi strumenti, la Vixen continua a migliorare la tecnologia per la realizzazione di accessori e prodotti di qualità,
e il suo nome è tuttora sinonimo di continuità e di serietà nel mondo intero.
Attualmente, la Vixen ha sede a Saitama, in Giappone, ed è diretta da membri della famiglia Tsuchida e Niitsuma.
Vixen ha anche un web shop, ma purtroppo è scritto tutto in giapponese! Il contenuto del sito ufficiale della casa madre è però tradotto in inglese
all’indirizzo www.vixen.co.jp/en
VIXEN SPHINX STARBOOK TEN
Struttura
Display
Software
Luminosità
Illuminazione
Funzioni
Oggetti
Altre funzioni
Funzionalità
aggiuntiva
Alimentazione
Connettore
Dimensioni
Porte
Computer di puntamento con processore RISC a 32 bit 324 MHz
TFT 5", WVGA 800x480px, 65.536 colori
Interamente in italiano con aggiornamento disponibile
Regolabile e modalità diurna/notturna
Regolazione retroilluminazione rossa dei tasti
Planetario con cartografia celeste fino a 1', calcolo posizione di Luna,
pianeti, satelliti, asteroidi e comete. Mappa lunare. Simulazione delle
eclissi lunari con avanzamento ombra terrestre sul display in real time
272.342 con catalogo fotografico
Funzioni ibernazione, PEC, compensazione backlash
Video imaging integrato per riprese planetarie
12 V CC, consumo 0,4 – 2,5 A
12 V DC EIAJ, RC5320A, Classe 4 (polarità positive al centro)
154x169x30 mm, 13 tasti (9 alfanumerici, 4 di direzione, 2 di controllo)
Autoguida esterna, LAN (10 base-T), connessione cavo (D-sub 9pin
maschio)
adatta per migliorare la precisione, viene
marcata e non viene inclusa nel computo;
è possibile inserire dati di posizione riguardanti fino a un massimo di 20 stelle nella
memoria di backup, dove le informazioni di
allineamento possono appunto essere memorizzate.
Per un puntamento preciso e una migliore accuratezza dell’inseguimento, si deve
ricorrere al puntamento con allineamento
corretto al Polo (Mount Type → Equatorial
with Polar Setting); in questo caso, durante
l’inseguimento non si toccherà, o quasi, il
pulsante della declinazione.
I puntamenti al di sotto dei 30° dall’orizzonte diventano ancora più precisi se poi si
tiene conto del valore della rifrazione atmosferica con l’apposita funzione.
Insomma, c’è tutta una serie di funzionalità
che il progettista del software dello StarBook
Ten ha pensato, non… per fare impazzire
l’acquirente di questa bella
montatura, ma per aiutarlo
in ogni occasione durante
le osservazioni notturne,
sia visuali che fotografiche.
Tutto è spiegato con dovizia all’interno del manuale
allegato (vedi il box), dove
si trova anche una serie di
immagini e di figure che
permettono di capire “al
volo” come si possano attivare le singole funzioni.
La prova sul
campo
Il cannocchialino polare ha sede nell’albero di AR: si tratta di un 6x20 mm con angolo di campo di 8° circa, ben sufficienti
per trovare un giusto allineamento polare. Nella versione europea, monta una ghiera che permette di calibrare la propria
posizione in longitudine fra 20° W e 20° E. Qui ha sede anche la livella per mettere preventivamente in bolla la montatura.
Non c’è bisogno di illuminatori esterni per visualizzare il reticolo interno al cannocchialino: è presente un LED che svolge
questa funzione in tutta semplicità.
Per apprendere tutte le
funzioni che questa montatura porta con sé penso
che non siano sufficienti
tre notti di lavoro astronomico, sebbene già dalla
prima serata osservativa si
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Il treppiede Vixen SXG-HAL130 svolge le sue funzioni in modo
dignitoso. Una colonna o un pilastro fisso ospiterebbero meglio questa
bella montatura, ma per un uso sul campo il treppiedi è comodissimo.
La sua vaschetta portaoggetti (che conferisce anche stabilità al tutto,
rendendolo solidale e rigido) è un accessorio a pagamento!
possa riuscire a osservare visualmente con
una certa facilità e anche tentare qualche
prova di ripresa fotografica.
Ciò va a favore della Sphinx SXP, che è stata studiata apposta per permettere una buona utilizzazione multivalente.
Per il test, sviluppato in più di quattro notti
osservative, è stato associato alla montatura un rifrattore apocromatico Zen da 150
mm di diametro e 1000 mm di focale (di
proprietà dell’Osservatorio di Tradate), uno
strumento pesante, ma compatibile con la
portata dichiarata per questa Sphinx; insomma, un telescopio le cui caratteristiche
probabilmente sono molto simili a quelle
della media degli strumenti che saranno in-
Fra gli accessori presenti nella confezione della Sphinx SXP, si trova una piccola
pila piatta CR2032 da inserire nello StarBook Ten, il palmare che si vede a lato,
per tenere la memoria dell’orologio. Nell’elenco dei materiali della confezione
(in inglese), si trovano indicate quattro Allen Wrenches, che non sono altro che
le chiavi per viti a brugola.
stallati dagli acquirenti
della montatura.
Nel settaggio iniziale va scelta la lingua:
pochi sanno il giapponese, quindi bisogna
fare attenzione a questa fase iniziale che poi
viene memorizzata nello StarBook Ten per le
successive sessioni assieme alla latitudine e
alla longitudine del luogo (ma non era più
semplice mettere un piccolo lettore GPS?).
Per imparare a salvare questi dati (che tengono conto anche della luminosità dei tasti
e del display) è occorsa più di un’ora: per la
montatura ci trovavamo sempre in Giappone, e si rifiutava di andare dove le chiedevamo…
Poco male: ciò significa che il sistema è a
prova di danneggiamento involontario.
Ogni funzione della Sphinx SXP viene comandata tramite lo StarBook Ten: bisogna
Il disegno meccanico che riproduce uno spaccato della VIXEN Sphinx SXP chiarisce molto bene le
modalità costruttive di questa montatura.
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quindi studiare bene il manuale di istruzioni (cosa che noi non abbiamo fatto, come
il 99% degli astrofili italiani che la acquisteranno). Nonostante questo errore, che
si esorta a non ripetere, siamo riusciti a far
muovere la montatura ragionando in modo
intuitivo, per lasciare a una successiva sessione l’approfondimento delle funzionalità
aggiuntive.
Come l’Enterprise
È bellissimo vedere la Sphinx muoversi con
un rumore dei motori che ricorda quello
dell’astronave Enterprise e si può dire che
“schizza” realmente da una parte all’altra del
cielo; del resto, se la velocità siderale è di 1°
ogni 4 minuti, con la SXP a 800x si percorrono 10° in 3 secondi e 180° in 54 secondi.
Un test fondamentale è appunto quello della capacità della montatura di muoversi e di
puntare correttamente il secondo oggetto di
ricerca. La Sphinx SXP è stata veramente
performante: passare da Antares (Alfa Scorpii) a Deneb (Alfa Cygni) richiedeva uno
spostamento di 97°, con rovesciamento della montatura, perché la prima stella era a W
del meridiano e la seconda a E; perciò il telescopio avrebbe colpito le gambe del treppiede, con un movimento eseguito in una
unica direzione. Il movimento completo è
stato compiuto in 39 secondi, con la seconda stella che campeggiava perfettamente in
centro all’oculare.
Un ulteriore test di puntamento sui 100°
di distanza fra Schedar (Alfa Cassiopeiae) e
l’ammasso globulare M12 ha richiesto 30
secondi, ma la montatura non ha dovuto
invertire la posizione del telescopio, movimento che porta via qualche secondo.
VIXEN SPHINX PRO SXP
Schema
Modello
Contrappesi
Materiale
Corone dentate
Cannocchiale
polare
Assi
Alimentazione
Motori
Testa
Accessori
disponibili
Montatura equatoriale motorizzata, con Go-To
Testa monolitica con elettronica e motori integrati. Peso 11 kg
(contrappesi esclusi) e capacità di carico di 18 kg (per fotografia)
Asta contrappeso retraibile, contrappesi inclusi da 1,9 kg e 3,7 kg
Lega di alluminio
Corone dentate di AR e DEC da 72 mm, 180 denti, in ottone di alta
qualità
Cannocchiale 6x20 con illuminatore incorporato. Precisione di
allineamento inferiore a 2'
AR e DEC in acciaio da 40 mm di diametro e 15 cuscinetti reggispinta
12 V CC
Velocità massima di 800x, gestione con 300 impulsi/s
Piatto in declinazione per slitte tipo Vixen o Losmandy con attacchi
opzionali. Possibilità di usare attacchi a doppia coda di rondine Vixen/
Losmandy o attacchi fuori standard
Attacchi portaslitta Vixen o Losmandy, piastra porta accessori,
treppiede da campo, mezza colonna SX, colonna 85 cm, valigia,
alimentatore 220 V, contrappeso 2,8 kg, contrappeso 3,7 kg,
Advance Unit
Il test di movimento inverso, ovvero da
M22 a Schedar, ha dato gli stessi risultati
e sempre con gli oggetti perfettamente al
centro del campo di un oculare da 110x.
Visti questi risultati (e tanti altri, perché
la prova si è sviluppata per più di un’ora),
bisogna fare i complimenti al progettista
del software di puntamento, anche se forse
siamo partiti favoriti, disponendo di un rifrattore ben intubato; magari un riflettore
avrebbe mostrato qualche errorino in più
per le sue flessioni interne. Ce lo diranno i
lettori che avranno il piacere di possedere la
Sphinx SXP.
Il palmare StarBook Ten si tiene bene in
mano; i tasti sono ben distanziati e sensibili
al tocco, e si potrà benissimo lavorarci anche d’inverno e con i guanti, senza rischiare
di premere due o tre tasti contemporaneamente.
Molti lettori vorranno sapere come si comporta la Sphinx nell’inseguimento “fotografico”: questo è stato oggetto di un prolungato test all’osservatorio di Tradate con riprese
multiple, lungo l’arco di due nottate.
Purtroppo, non si è potuta testare a fondo la
funzione di parking, che permetterebbe di
riprendere nuove immagini della medesima
area di cielo il giorno seguente, perché si è
dovuta riporre la montatura che non era di
proprietà; un paio di prove veloci con interruzioni di scarso conto hanno però mostrato che lo StarBook Ten “ricorda” correttamente la posizione dello strumento.
È necessaria l’autoguida
Come tutte le montature prodotte in serie,
anche questa necessita di una autoguida per poter
Sul piatto porta slitta possono essere ospitate slitte di tipo Vixen e
Losmandy.
L’OTTIMO MANUALE
In che modo ci si approccia ad un nuovo
strumento che è costato denaro, che è stato
scelto accuratamente fra tanti altri e che,
nella nostra mente, promette risultati che
non abbiamo mai ottenuto?
In due momenti: il primo è fisico, con la
reale apertura della scatola contenente il
nostro acquisto; il secondo consiste nella
lettura del manuale che dovrebbe corredare
(anche per legge) ogni prodotto.
Ebbene, il manuale di questa montatura Vixen SXP mi ha veramente soddisfatto: scritto bene, da persone competenti, con contenuti qualificati e qualificanti per tutto ciò
che si vorrebbe sapere e “bisogna” sapere.
Sono ben 102 pagine in formato cartaceo
oppure in PDF per chi vuole leggerselo su
un tablet o sul monitor di un PC.
La Skypoint (www.skypoint.it) di Campoformido (UD), che importa la montatura di cui
abbiamo testato le potenzialità, ha tradotto
in italiano tutte queste pagine, e quindi anche chi non mastica l’inglese potrà capire
a fondo ogni funzione della Sphinx SXP e
dello StarBook Ten associato ad essa.
Ottima nel manuale è la presenza di disegni
meccanici e di tutta una serie di immagini
che conducono il lettore all’apprendimento,
molto di più di innumerevoli parole.
Tipica dimostrazione della precisione giapponese: a pagina 18 vi sono addirittura otto
disegni che mostrano quanti chilogrammi
potrebbe portare la montatura in rapporto
al numero e alla posizione (misurata in
mm!) dei contrappesi impiegati.
Brava, Vixen!
effettuare delle pose lunghe, perché la serie di accoppiamenti fra motore e albero di
AR (vite senza fine, frizione, ruota dentata,
ulteriore frizione) mostra i comuni difetti
La sovrapposizione di 50 immagini da 1 m a intervalli di 30 s, ottenute
durante la prima notte di sessione astrofotografica, mostra che la velocità
del motore in AR non era ben settata; inoltre, si ha un piccolo shift in
declinazione, dovuto a un allineamento polare non troppo corretto.
Rifrattore Zen D. 150 mm, F. 1000 mm, camera Canon 450D a 800 ISO.
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Prove Strumenti
La somma di 25 immagini da 1 minuto di posa, traslate ciascuna di
6 pixel rispetto alla precedente (per mostrare meglio eventuali errori
di inseguimento), evidenzia un errore periodico nel trascinamento; è
perfettamente correggibile con l’attuazione del PEC. Non si evidenziano
errori spuri.
meccanici: non conosco montatura che ne
sia esente.
Le immagini riprese durante i test, rigorosamente senza autoguida per studiare la
qualità della Sphinx SXP, sono poi state
sommate fra di loro e hanno mostrato un
periodismo di circa 8 minuti nel trascinamento (corrispondenti al passaggio di
1 dente della corona): questa periodicità
può venire annullata completamente con la
memorizzazione del PEC, che funziona in
modo assai soddisfacente.
Permangono alcuni errori random, sulle cui
ragioni non abbiamo indagato per motivi
di tempo hanno rovinato un paio di immagini su 10 in pose da un minuto, e 2 o 3
riprese su 10 con pose da 5 minuti. Ci tengo a ribadire che le prove sono state eseguite senza autoguida: con questo accessorio
(indispensabile, vista la lunghezza media
dei tempi di posa) ogni cosa sarebbe andata
a posto, e l’inconveniente sarebbe stato ancor più limitata con l’uso di uno strumento
con focale più corta.
Il treppiede opzionale
Il treppiede da campo è un accessorio acquistabile in opzione, se un acquirente non
possiede già una sua colonna o un treppiede dove piazzare la montatura: è stabile, le
gambe scorrono fluidamente fino alla massima estensione, anche se durante le sessioni fotografiche non conviene sfruttarle alla
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massima altezza
per ragioni di staUna posa di 5 min centrata su Eta Aquilae (immagini non corrette con
bilità. Appare un
flat e dark) mostrano un campo molto ricco di oltre 1° di diagonale; non
buon accessorio dal
sono presenti falsi movimenti, e le stelle appaiono piuttosto ben seguite.
prezzo contenuto.
Nel riquadro in basso: un ingrandimento della regione bordata in rosso
Devo però racmostra le stelle lievemente elongate; un’autoguida avrebbe risolto
contare una parbrillantemente l’inseguimento.
ticolarità comica
(forse tipicamente
giapponese): la vaLa giusta spesa per
schetta porta ocuun’ottima strumentazione
lari, che normalmente si applica fra le gamChi deve affrontare la spesa per l’acquisto
be del treppiede e che ne aumenta la stabilidi una montatura deve avere già in mente
tà strutturale, è un accessorio in opzione: va
il setup finale con cui conquisterà il cielo: si
acquistato a parte!
IL “GUPPO DI TEST” DELL’OSSERVATORIO DI TRADATE
La prova di questo strumento nasce da una analisi collaborativa fra l’autore Federico Manzini e il
“Gruppo di Test” dell’Osservatorio di Tradate
(www.foam13.it), che si è formato con lo specifico compito di provare in modo qualitativo
telescopi e strumentazioni (vedi l’articolo di
presentazione su Nuovo Orione, febbraio 2012,
pag. 39).
Gli autori dei test hanno la loro libertà interpretativa, dovuta all’esperienza accumulata nello
studio e nel “lavoro” sul campo astronomico, ma
contano sull’aiuto fornito dai risultati scaturiti dalle prove al banco.
Il numero di test e di analisi effettuate dal GdT andrà aumentando con il tempo, per fornire una
completa analisi ottico/meccanica degli strumenti in prova.
Il GdT dell’Osservatorio di Tradate
La documentazione tecnica del Gruppo di Test di FOAM13
TEST DEL TREPPIEDE SXG-HAL130
Lunghezza gambe
Max estensione: 129,5 cm
Senza estrazione: 80,5 cm
Altezza max base di sostegno
115,5 cm da terra
Altezza min base di sostegno
73,0 cm da terra
Altezza max montatura
151 cm da terra
Raggio di ingombro dei piedini
Alla max estensione: 70,5 cm (diametro: 141,0 cm)
Senza estrazione: 46 cm (diametro: 92,0 cm)
Peso del treppiede
5,6 kg
Massimo carico
Non misurabile direttamente (quantizzabile in circa 35 kg totali)
TEST DEL CANNOCCHIALE POLARE
Cannocchiale polare
Angolo di campo
Estrazione pupillare
Reticolo
Vetrino
Co-assialità
Livella
TEST DELLA MECCANICA
Tipo di montatura
Ingombro totale
Posizione baricentro (fulcro)
Ingombro totale
Altezza max del porta slitta
Diametro alberi
Corone dentate
Viti senza fine
Motori
Dimensioni piatto superiore
Altezza del baricentro
Flessioni
Peso della montatura
Peso dei contrappesi in dotazione
Max estensione barra contrappesi
Barra contrappesi
Slittamento durante il movimento
Diametro 20 mm, ingrandimento 6x
8,2° circa
Nessuna, occhio a contatto
Illuminato da LED interno
Segnalazione di stelle e costellazioni da traguardare
Ottima
Presente, posta sulla carrozzeria del cannocchialino
Alla tedesca, con contrappeso laterale
Da piatto porta slitta ad apice asta contrappeso: 61 cm
98 mm dal piatto porta slitta
Da baricentro ad apice albero contrappesi totalmente estratto: 471 mm
359 mm dalla base della montatura
AR = 40 mm, DEC = 40 mm, in acciaio
AR = 72 mm, 180 denti, in ottone
DEC = 72 mm, 180 denti, in ottone
Sui 2 assi: diametro 9 mm, in ottone
Passo-passo con 300 PPS (passi al secondo)
88 mm
Per angolo di 45°, 280 mm ca.
Per angolo di 38°, 260 mm ca.
Nessuna flessione osservabile
10,9 kg senza contrappesi
1900 g e 3750 g
264 mm
Diametro 20 mm, in acciaio
Forza di 2 kg⋅m al limite della barra contrappesi
Fori filettati sulla testa
N. 8 fori, filetto M8 (passo 1,25 mm), profondità foro: 11 mm
Condizioni atmosferiche: cielo sereno, t=21°C, U=65%, P=1035 mb
acquista una montatura per associarvi un
certo tipo di strumento, al quale - a sua volta - sono associati una camera CCD o una
fotocamera digitale e un telescopio di guida
con una camera di autoguida.
La Vixen indica in 16 kg il limite di portata
“fotografica” per questa Sphinx SXP; con
tutti gli strumenti di cui si diceva, bisognerà
stare al di sotto di questo valore: ecco perché
un rifrattore corto da 150 mm o un riflettore da 200 mm sono (solo indicativamente)
gli strumenti di massima dimensione che
si possono considerare per spendere bene i
propri denari e avere risultati di qualità con
la SXP. I tipici rifrattori attuali, apocromatici più corti e più leggeri saranno ospiti di
eccellenza per questa montatura!
Per scopi di osservazione solo visuale, la
Sphinx SXP dimostra poi di essere eccezionale anche con strumenti importanti, come
quello che vi era montato durante le prove,
e pure ad alto ingrandimento.
Insomma, un’ottima spesa per un’ottima
strumentazione.
novembre 2012 • n. 246 • ORIONE • 71
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