PROGETTO ESECUTIVO - PROGRAMMA CCM 2001 DATI GENERALI DEL PROGETTO TITOLO: LISTERIOSI INVASIVA: ATTIVAZIONE DI UNA RETE DI SORVEGLIANZA INTEGRATA ENTE RESPONSABILE DELL’ESECUZIONE: Regione Lombardia NUMERO ID DA PROGRAMMA: 8 PROGETTO INTERREGIONALE 1 : SI NO DURATA PROGETTO: 2 anni COSTO: 70.000 € COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO: nominativo: PONTELLO MIRELLA MARIA struttura di appartenenza: Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Sanità Pubblica – Microbiologia - Virologia n. tel: 02.50315106 n. fax: 02.50315105 E-mail: [email protected] 1 Il progetto è da intendersi interregionale quando sono coinvolte Unità operative allocate in due o più Regioni. ANALISI STRUTTURATA descrizione ed analisi del problema La listeriosi, inquadrata tra le Food-and Waterborne Diseases (FWD), è una malattia di origine alimentare nella quasi totalità dei casi, caratterizzata da bassa incidenza nella popolazione generale, ma che nella forma invasiva risulta gravata da tassi di ricovero (92%) e da una letalità (24-52%) molto più elevati rispetto ad altre patologie di origine alimentare, tanto che in termini di analisi del rischio è collocabile nelle primissime posizioni. Dal punto di vista clinico si distinguono: - una forma non associata alla gravidanza: colpisce soprattutto soggetti anziani e/o immunodepressi; dal punto di vista clinico nei soggetti con sottostanti fattori di rischio (neoplasia, diabete, trapianto d’organo, …) prevalgono forme setticemiche e meningitiche, mentre in soggetti giovani e adulti sani immunocompetenti la malattia si presenta di regola come una sindrome simil-influenzale benigna; sono state descritte anche epidemie di listeriosi non invasiva (gastroenterite febbrile); - una forma associata alla gravidanza, che può manifestarsi clinicamente nella donna gravida, nel feto o nel neonato o anche in entrambi i soggetti; l'infezione da L.monocytogenes può intervenire durante tutti i mesi della gravidanza, ma è stata più frequentemente documentata nel 3° trimestre e può portare ad aborto, infezione amniotica, nascita di feto morto, parto prematuro o infezione nel neonato. Questa ultima si manifesta in due forme: infezione precoce (forma settica entro la prima settimana, in genere entro 24-48 ore dalla nascita) o tardiva del neonato (meningite dopo 1 o più settimane dalla nascita). Nella madre l'infezione può decorrere asintomatica o presentarsi come forma febbrile autolimitante, accompagnata da sintomi aspecifici (anche gastroenterici). Nel bambino l'infezione precoce è di regola trasmessa dalla madre al figlio per via ematogena, mentre la forma tardiva sarebbe conseguenza di un'esposizione al contagio al momento della nascita in presenza di un'infezione asintomatica delle vie genitali. Alcuni autori hanno anche ipotizzato un'origine nosocomiale della listeriosi tardiva del neonato. I casi di listeriosi possono presentarsi in forma sporadica o sotto forma di epidemie molto variabili sia per dimensione che per estensione spazio-temporale; nella popolazione sono presenti anche soggetti portatori (5%). Si ritiene che l'incidenza riportata a livello globale sia probabilmente sottovalutata. I dati della letteratura riferiscono per questa malattia un'incidenza nella popolazione generale pari a 0,2-1,1/100.000 abitanti, ma il tasso è 17 volte più alto nelle donne in gravidanza (12/100.000). In Italia negli anni 1996-2009 sono stati notificati complessivamente 819 casi di listeriosi invasiva (media = 58,5/anno); nello stesso periodo la Lombardia con un totale di 306 casi (21,8/anno) è risultata la regione dalla quale proviene il maggior numero di segnalazioni (37,3 % dei casi notificati a livello nazionale nello stesso periodo, a fronte di una popolazione pari al 16,4% della popolazione italiana). Sia a livello nazionale che lombardo è stato osservato un trend in progressivo aumento e tale dato sottende probabilmente sia un reale incremento dei casi sia una progressiva maggior sensibilità del sistema informativo. Sulla base dei dati MAINF (sistema informatizzato delle notifiche in Regione Lombardia), l’incidenza in Lombardia nel 2010 risulta pari a 0,68/10 5, mentre nel primo anno di introduzione del sistema MAINF (2005) era solo dello 0,27/10 5. A livello nazionale, riferendoci all’ultimo anno disponibile (2009)2, si può calcolare un’incidenza pari allo 0,18/105. A partire dai dati di notifica, le attività di sorveglianza e le inchieste mirano ad individuare i veicoli coinvolti, che possono variare significativamente da paese a paese in funzione delle abitudini alimentari) ed a riconoscere i focolai epidemici; tuttavia molti aspetti caratterizzanti l’epidemiologia della listeriosi rendono critico il raggiungimento di tali obiettivi . Infatti, l’ampia diffusione di L.monocytogenes a livello ambientale e in serbatoi animali rende possibile la contaminazione dei più svariati prodotti alimentari, sia di origine animale che vegetale, mentre le caratteristiche di crioed osmo-tolleranza di questo agente patogeno ne favoriscono la sopravvivenza lungo le filiere alimentari; ne deriva il coinvolgimento, quali veicoli di contagio, di alimenti di diversa tipologia: latte e latticini preparati con latte crudo, carni ed insaccati, pesce (in particolare pesce affumicato), alimenti vegetali, ed anche tutta la gamma di prodotti definiti ready-to-eat. Inoltre, rispetto ad altre patologie di origine alimentare, la ricostruzione delle catene di contagio ed il riconoscimento di eventuali focolai epidemici risultano particolarmente difficoltosi in relazione al lungo periodo di incubazione delle forme invasive (diverse settimane), e alla probabile presenza di casi asintomatici o paucisintomatici che sfuggono al’osservazione. Questi elementi fanno sì che, anche in caso di esposizione ad una stessa fonte di contagio, l’insorgenza dei casi, condizionata da fattori di rischio individuali, possa risultare molto sgranata nel tempo e nello spazio; ne deriva che gli eventi epidemici risultano di difficile individuazione, non potendosi escludere che anche i casi apparentemente isolati siano in realtà parte di cluster epidemici non identificati. Alle difficoltà connesse alle caratteristiche oggettive del caratterizzanti l’epidemiologia della listeriosi, si aggiungono problematiche organizzative del sistema di sorveglianza, prima di tutto la scarsa integrazione tra il sistema medico e veterinario che si traduce in un’inadeguata pianificazione dei campionamenti soprattutto in ambito domestico e, solo in caso di gravi sintomatologie, in un controllo retrospettivo sugli alimenti con un forte ritardo temporale, tale da compromettere la possibilità di stabilire link epidemiologici tra esposizione al consumo e insorgenza del/dei caso/i di malattia. Per la listeriosi si deve considerare che la quota di casi che viene riconosciuta e riportata dai sistemi informativi rappresenta solo la punta del’iceberg, ma è dalla parte emersa dell’iceberg che si deve partire per approfondire le conoscenze sulla diffusione di L.monocytogenes attraverso la catena alimentare; la rilevanza di tale obiettivo è 2 Dati del Ministero della salute, disponibili al sito http://www.salute.gov.it/malattieInfettive/datidefcons_malattie.jsp?opt=opt_regioni&contr_anno=no&anni=2009 2 documentata dal fatto che a livello europeo (ECDC) la specie L.monocytogenes è inclusa tra le priorità del Programme on food- and water-borne diseases and zoonoses (FWD). Ai fini della prevenzione e controllo della listeriosi le criticità qui sopra richiamate, ancor più che per le altre malattie a trasmissione alimentare, documentano quanto risulti decisivo il ruolo delle attività di sorveglianza basate sul laboratorio: tali attività devono prevedere lo svolgimento di analisi microbiologiche che consentano una caratterizzazione intraspecifica (“subtyping”)degli stipiti di L.monocytogenes isolati sia da casi di infezione nell’uomo sia dalle filiere alimentari, soprattutto sui prodotti di origine animale. Sono stati messi a punto e ampiamente descritte in letteratura diverse tecniche di analisi che permettono di “tipizzare” a livello feno-genotipico gli stipiti appartenenti alla specie L.monocytogenes. La tipizzazione “intraspecifica”, rappresenta oggi lo strumento indispensabile per identificare i cloni cellulari responsabili dei casi e di valutare il livello di correlazione con gli stipiti isolati da altre matrici (alimenti, ambiente, ecc.). Le più tradizionali tecniche di analisi su base fenotipica, sierotipia e fagotipia , sono rispettivamente caratterizzate da un insoddisfacente potere discriminante e da una modesta quota di isolati tipizzabili; negli anni più recenti queste tecniche sono state affiancate da tecniche di livello molecolare che indagano il DNA cromosomiale e plasmidico o anche altri componenti quali proteine enzimatiche, prodotti del metabolismo microbico, ecc. Tra le numerose metodiche ne citiamo alcune di più ampia applicazione: analisi plasmidica, ribotipia, Pulsed Field GelElectrophoresis (PFGE), Restriction Fragment Length Polymorphism Analysis (RFLP), single Enzyme Amplified Fragment Lenght Polymorfism (sAFLP), ecc.; in particolare la PFGE rappresenta oggi una specie di gold-standard . soluzioni proposte sulla base delle evidenze/prove scientifiche di provata efficacia L’insieme delle considerazioni qui sopra descritte rende evidente la necessità di creare un sistema integrato di sorveglianza che consenta di potenziare il sistema informativo ufficiale basato sulle notifiche dei casi di infezione invasiva nell’uomo attraverso un sistematico link sia con la sorveglianza speciale basata sulla rete dei laboratori ospedalieri sia con le attività di monitoraggio svolte dal settore veterinario e agro-alimentare. I dati raccolti attraverso la sorveglianza “speciale” di laboratorio sono integrabili con il sistema MAINF che in Lombardia rappresenta dal 2005 il sistema informatizzato di raccolta delle notifiche di malattia infettiva; utilizzando le due fonti informative si può inoltre applicare il metodo cattura-ricattura per valutare la sensibilità del sistema di sorveglianza. Per risultare efficace l’integrazione tra le fonti informative sui casi umani (notifiche + sorveglianza di laboratorio) e sulla prevalenza nel settore alimentare, deve assumere carattere sistematico, continuativo e tempestivo, così da poter individuare, in tempo utile ai fini preventivi, eventuali associazioni tra il consumo di un dato alimento e l’insorgenza di malattia nell’uomo. La possibilità di applicare tecniche di analisi standardizzata a livello internazionale quali la PFGE (Pulse-Net) e di condividere in internet i profili elettroforetici degli stipiti analizzati rende possibile in tempo reale il confronto tra isolati di diversa provenienza (da casi di infezione umana, da matrici alimentari, ambientali, ecc.) e di riconoscere quindi eventuali cloni “epidemici”, anche a diffusione internazionale. Tale possibilità è ben documentata dallo studio di diversi focolai epidemici: citiamo a titolo esemplificativo quello descritto da Gottlieb et al (“multistate outbreak”, Usa 2002) associato al consumo di carne di tacchino. fattibilità/criticità delle soluzioni proposte La proposta di costruzione di un network integrato, finalizzato alla sorveglianza della listeriosi, è oggi realizzabile in Lombardia in quanto: dal 2006 è attiva, su base volontaria, una rete di sorveglianza speciale per la listeriosi avviata per iniziativa congiunta della Regione Lombardia e del Centro Enterobatteri dell’Università degli Studi di Milano (in seguito chiamato CEPIS). Il sistema prevede da parte dei laboratori ospedalieri l’invio al CEPIS di tutti i ceppi di L. monocytogenes isolati e la compilazione di una scheda informativa (modello concordato con l’ISS), mentre da parte del laboratorio regionale è prevista l’esecuzione della PFGE; ad oggi sono stati raccolti stipiti di L.monocytogenes relativi a 193 casi di malattia invasiva , di cui 17 correlati con la gravidanza. - l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia - Romagna, con le sue sezioni provinciali capillarmente distribuite sul territorio, non solo svolge una sistematica attività di sorveglianza sulle filiere alimentari, ma ha anche una esperienza consolidata in ambito di tipizzazione molecolare degli stipiti batterici mediante ribotipizzazione automatica (Riboprinter); a questa tecnica, nell’ambito del progetto qui presentato, l’IZS prevede di affiancare anche la tipizzazione mediante PFGE. L’elaborazione dei risultati ottenuti in laboratorio si avvale di un software avanzato e specifico, già in dotazione sia presso l’Unità operativa del Dipartimento universitario che presso l’IZS di Brescia. Le criticità che si possono prospettare sono soprattutto riferibili al livello di sensibilità degli accertamenti diagnostici in ambito clinico e della sorveglianza in ambito veterinario: nel primo caso la perdita di casi da parte del sistema potrebbe riguardare soprattutto la casistica correlata con la gravidanza (quanti casi non vengono riconosciuti per la mancata esecuzione dell’esame colturale? per esempio in presenza di sintomatologia febbrile aspecifica nella madre o in occasione di morte fetale in utero) o derivare dalle difficoltà connesse con i piani di campionamento delle matrici alimentari, spesso frammentari e non sufficientemente adeguati alla determinazione dei livelli di prevalenza. A questo proposito è interessante richiamare i risultati ottenuti di recente da uno specifico piano di monitoraggio organizzato dalla Regione Lombardia e finalizzato a stabilire i livelli di prevalenza di Listeria monocytogenes sui formaggi molli: è stata messa in evidenza una prevalenza intorno all’8%, a fronte di un 3% previamente stabilito in assenza di specifici piani di campionamento. 3 bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. Allerberger F, Wagner M. Listeriosis: a resurgent foodborne infection. Cl. Microbiol. and Infec. 2010; 16:16-23. de Valk H, Jacquet C, Goulet V, Vaillant V, Perra A, Simon F, et al. Surveillance of Listeria infections in Europe. Euro Surveill. 2005;10(10):251-5. EFSA/ECDC. The European Union summary report on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents and foodborne outbreaks in 2009 EFSA Journal 2011;9(3):2090 [378 pp.]. Gianfranceschi MV, Gattuso A, D’Ottavio MC, Fokas S, Aureli P. 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OBIETTIVO SPECIFICO 3: valutazione del grado di correlazione filogenetica tra i “tipi” di L.monocytogenes tipizzati (v. obiettivo specifico 2) e confronto dei profili molecolari degli stipiti di L.monocytogenes con quelli inseriti nelle librerie internazioni. OBIETTIVO SPECIFICO 4: analisi congiunta dei dati acquisiti attraverso la sorveglianza speciale della listeriosi con quelli derivati dalle notifiche dei casi (sistema MAINF) per stimare l’incidenza e verificare i trend epidemiologici e le distribuzioni spazio-temporali della malattia nella Regione Lombardia. 5 ENTE RESPONSABILE: Regione LOMBARDIA CAPO PROGETTO: PONTELLO MIRELLA MARIA Unità Operativa 1 UNITA’ OPERATIVE COINVOLTE Referente 1) Università degli Studi di Pontello Mirella Maria Milano Dipartimento di Sanità PubblicaMicrobiologica – Virologia Unità Operativa 2 2) IZS Istituto Zooprofilattico Sperimentale Reparto Tecnologia Acidi Nucleici app. alimenti Unità Operativa …. Referente Losio Nadia Compiti 1.1.organizzazione del sistema di raccolta e analisi delle informazioni epidemiologiche e degli stipiti di L.monocytogenes; 1.2.raccolta degli stipiti di L.monocytogenes isolati dall’uomo e relative schede di accompagnamento; 1.3.tipizzazione feno-geno-tipica degli stipiti; 1.4.collezione degli stipiti e mantenimento in apposita ceppoteca; 1.5. archiviazione in un database ad hoc costruito delle informazioni relative ai casi (riportate sulle schede di accompagnamento) e dei risultati delle analisi microbiologiche; 1.6.analisi ed elaborazione dei dati congiunti con quelli di provenienza veterinaria; 1.7.applicazione della tecnica cattura-ricattura per la valutazione dell’incidenza della listeriosi; 1.8.stesura e diffusione dei report informativi. Compiti 2.1.organizzazione del sistema di raccolta e Referente analisi delle informazioni epidemiologiche e degli stipiti di L.monocytogenes; 2.2.raccolta di ceppi di L. monocytogenes isolati da alimenti; 2.3.tipizzazione feno-geno-tipica degli stipiti; 2.4.collezione degli stipiti e mantenimento in apposita ceppoteca; 2.5.archiviazione in un database (ad hoc costruito) delle informazioni relative ai campioni di origine agroalimentare analizzati e dei risultati delle analisi microbiologiche. Compiti 3) Direzione Generale Sanità Regione Lombardia- Struttura Tutela della persona, promozione della salute e igiene degli alimenti Gramegna Maria supporto alle attività del sistema di sorveglianza delle malattie infettive per integrare le azioni di competenza dei Dipartimenti di Prevenzione medica delle ASL e dei laboratori delle strutture ospedaliere. 4) Direzione Generale Sanità Regione Lombardia Struttura Prevenzione sanità veterinaria e controlli sugli alimenti di origine animale Frazzi Piero supporto alla costruzione della rete per facilitare l’integrazione delle attività di sorveglianza sulla listeriosi da parte dei servizi veterinari. 6 PIANO DI VALUTAZIONE OBIETTIVO GENERALE Indicatore/i di risultato Standard di risultato OBIETTIVO SPECIFICO 1 Indicatore/i di risultato Standard di risultato OBIETTIVO SPECIFICO 2 Indicatore/i di risultato Standard di risultato Realizzazione di una rete integrata medico/veterinaria tra laboratori per potenziare il sistema di sorveglianza della listeriosi con la creazione di un database descrittivo riguardante i “tipi” di Listeria monocytogenes agenti di malattia nell’uomo e presenti nelle filiere alimentari. Incidenza della listeriosi invasiva calcolata mediante l’applicazione del metodo cattura-ricattura sulla base di due fonti informative: il sistema di sorveglianza speciale e il sistema di notifica Prevalenza di L.monocytogenes nei prodotti alimentari Distribuzione dei “feno-geno-tipi” di L.monocytogenes tra gli stipiti provenienza umana e quelli di origine agroalimentare Redazione di report e diffusione delle conoscenze acquisite - sulla incidenza della listeriosi in Lombardia e confronto con quella riportata dai paesi occidentali (incidenza attesa ~ 1/105) - sulla prevalenza di L.monocytogenes nei prodotti alimentari e paragone con i dati riferiti in Letteratura - sulla distribuzione di feno-geno-tipi di Listeria monocytogenes in regione Lombardia (non è definibile uno standard per quanto attiene la frequenza attesa dei diversi “feno-geno-tipi”) Organizzazione della rete di raccolta dei dati epidemiologici e degli stipiti di L.monocytogenes, ivi compresa la definizione dei flussi operativi, la predisposizione degli strumenti informativi e di analisi. Grado di completezza e tempestività delle informazioni raccolte, con particolare riferimento alla tempestività nella individuazione di sospetti cloni epidemici In base ai dati della letteratura non sono definibili standard di riferimento Studio delle caratteristiche sierologiche e molecolari (mediante PFGE e ribotipia) degli stipiti di L.monocytogenes isolati sia da casi di infezione (correlati e non alla gravidanza) sia da campioni provenienti dalle filiere agroalimentari Numero di siero- ribo- pulso-tipi identificati nella serie di stipiti umani e in quelli di stipiti di provenienza agroalimentare Si possono solo definire i risultati attesi in base ai dati della letteratura che documenta soprattutto la distribuzione dei sierotipi nelle infezioni umane e nei prodotti alimentari (maggiore prevalenza dei tre sierotipi:1/2a, 1/2b e 4b); è anche nota – ma merita conferma - la maggiore frequenza di stipiti appartenenti alla linea genetica I e II. 7 OBIETTIVO SPECIFICO 3 Indicatore/i di risultato Standard di risultato OBIETTIVO SPECIFICO 4 Indicatore/i di risultato Standard di risultato Valutazione del grado di correlazione filogenetica tra i “tipi” di L.monocytogenes tipizzati (v. obiettivo specifico 2) e confronto dei profili molecolari degli stipiti di L.monocytogenes con quelli inseriti nelle librerie internazioni (software BioNumerics), Grado di correlazione tra gli stipiti di provenienza umana ed agroalimentare calcolato dal software BioNumerics e numero di sospetti cloni epidemici identificati e numero di profili molecolari individuati presenti nelle banche dati internazionali In base ai dati della letteratura non sono definibili standard di riferimento Analisi congiunta dei dati acquisiti attraverso la sorveglianza speciale della listeriosi con quelli derivati dalle notifiche dei casi (sistema MAINF) per stimare l’incidenza e verificare i trend epidemiologici e le distribuzioni spazio-temporali della malattia nella Regione Lombardia sensibilità del sistema di sorveglianza speciale rispetto a quella del sistema ufficiale di notifica (metodo cattura-ricattura) presenza e diffusione di report agli operatori del SSN interessati 8 CRONOGRAMMA Definizione delle attività in funzione degli obiettivi ed Unità operative coinvolte: obiettivi specifico 1. Organizzazione della rete di raccolta dei dati epidemiologici e degli stipiti di L.monocytogenes, ivi compresa la definizione dei flussi operativi, la predisposizione degli strumenti informativi e di analisi: attività 1. organizzazione della rete di raccolta delle informazioni epidemiologiche e degli stipiti di L.monocytogenes: UUOO 1, 2, 3, 4 attività 2. costruzione del database e definizione dei flussi informativi e delle modalità di trasferimento dei dati: UUOO 1 e 2 attività 3. definizione dei protocolli di lavoro per la tipizzazione degli stipiti di L.monocytogenes (revisione e perfezionamento delle tecniche di analisi, anche se già in uso): UUOO 1 e 2 attività 4. valutazione della rete di sorveglianza: UUOO 1, 2, 3, 4 obiettivo specifico 2. Studio delle caratteristiche sierologiche e molecolari (mediante PFGE e ribotipia) degli stipiti di L.monocytogenes isolati sia da casi di infezione (correlati e non alla gravidanza) sia da campioni provenienti dalle filiere agroalimentari: attività 1. raccolta degli stipiti di L.monocytogenes di origine umana e da matrici agroalimentari: UUOO 1e2 attività 2. sub tipizzazione feno- e geno-tipica degli stipiti di cui al punto precedente (mediante PFGE e ribotipia ed eventuali altre tecniche): UUOO 1 e 2 attività 3. allestimento della collezione di stipiti: UUOO 1 e 2 obiettivo specifico 3. Valutazione del grado di correlazione filogenetica tra i “tipi” di L.monocytogenes tipizzati (v. obiettivo specifico 2) e confronto dei profili molecolari degli stipiti di L.monocytogenes con quelli inseriti nelle librerie internazioni: attività 1. inserimento ed analisi dei dati mediante il software specificamente dedicati: UUOO 1 e 2 attività 2. definizione dei profili caratterizzanti gli stipiti ed individuazione di eventuali cluster: UUOO 1 e2 attività 3. confronto con le banche date internazionali (PulseNet): UUOO 1 e 2 obiettivo specifico 4. Analisi congiunta dei dati acquisiti attraverso la sorveglianza speciale della listeriosi con quelli derivati dalle notifiche dei casi (sistema MAINF) per stimare l’incidenza e verificare i trend epidemiologici e le distribuzioni spazio-temporali della malattia nella Regione Lombardia: attività 1. incrocio sistematico dei dati raccolti nel database della sorveglianza speciale con quelli archiviati il sistema MAINF: UO 1 attività 2. analisi (ogni 12 mesi) dei dati delle due fonti informative di cui al punto precedente mediante applicazione del metodo cattura-ricattura:UO 1 attività 3. elaborazione ed interpretazione dei dati di natura epidemiologica e microbiologica; compilazione dei rapporti tecnici semestrali, della relazione finale report come previsto: UUOO 1 e 2 9 Obiettivo specifico 1 Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Attività 1 Attività 2 Attività 3 Attività 4 Obiettivo specifico 2 Attività 1 Attività 2 Attività 3 Obiettivo specifico 3 Attività 1 Attività 2 Attività 3 Attività 2 Attività 3 Rendicontazione Obiettivo specifico 4 Attività 1 10 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Allegato 4 TRASFERIMENTI FINANZIARI A CIASCUNA UNITA’ OPERATIVA Unità Operativa 1 Università degli Studi di Milano / Dipartimento di Sanità Pubblica - Microbiologica – Virologia ANNO ANNO Totale in Risorse 1 2 € 0 0 0 Personale Beni e servizi - acquisto di materiale di consumo (reagenti, sieri, enzimi, altro materiale di laboratorio) - acquisto di cancelleria - organizzazione di workshop o seminari 16.000 500 16.000 500 3.000 32.000 1.000 3.000 Missioni - spese di trasferta per personale dedicato al progetto 1.000 1.000 2.000 Spese generali - telefono, posta, collegamenti telematici, servizio corriere per invio materiale microbiologico 1.000 1.000 2.000 18.500 Totale 21.500 40.000,00 Unità Operativa 2 IZS Istituto Zooprofilattico Sperimentale - Reparto Tecnologia Acidi Nucleici app. alimenti Totale Risorse ANNO 1 ANNO 2 in € Personale - borsa i studio 15.000 7.000 22.000 Beni e servizi - acquisto materiale di consumo 3.000 3.000 6.000 Missioni - spese di trasferta per personale dedicato al progetto 500 500 1.000 Spese generali 500 500 1.000 19.000 11.000 30.000 totale 11 Unità Operativa 3 Direzione Generale Sanità - Regione Lombardia - Struttura Tutela della persona, promozione della salute e igiene degli alimenti ANNO 1 ANNO 2 Personale - - Totale in € - Beni e servizi - - - Missioni - - - Spese generali - - - Risorse Unità Operativa 4 Direzione Generale Sanità - Regione Lombardia - Struttura Prevenzione sanità veterinaria e controlli sugli alimenti di origine animale ANNO 1 ANNO 2 Personale - - Totale in € - Beni e servizi - - - Missioni - - - Spese generali - - - Anno 1 Anno 2 Totale in € Risorse TRASFERIMENTO FINANZIARIO GENERALE Risorse Personale 15.000 7.000 22.000 Beni e servizi 19.500 22.500 42.000 Missioni 1.500 1.500 3.000 Spese generali 1.500 1.500 3.000 37.500 32.500 70.000 Totale 12