PROVINCIA DELL’OGLIASTRA COMUNE DI TORTOLÌ XVII EDIZIONE FESTIVAL internazionale ROCCE ROSSE E BLUES XVIi edizione 26 lug 31 ago 2008 ARBATAX piazzale Rocce Rosse ARBATAX Piazzale Rocce Rosse FESTIVAL ROCCE ROSSE XVII EDIZIONE E BLUES XVIi edizione 26 luglio JOHN LEE HOOKER JR 10 agosto ININTRO (rassegna gruppi sardi) 13 agosto LAPOLA 27 luglio PYENG THREADGILL · KNA 15 agosto BANDABARDÒ · ASKRA 1 agosto JOHNNY WINTER · RATAPIGNATA 16 agosto PAOLO MIGONE · DR. DRER & CRC POSSE 8 agosto VINICIO CAPOSSELA · MENHIR · MAMA JOE 9 agosto TAZENDA special guest FRANCESCO RENGA · RIPPERS programma 20 agosto CAPAREZZA 31 agosto SUD SOUND SYSTEM THE WAILERS XVII EDIZIONE Festival internazionale ROCCE ROSSE & BLUES Diciassettesima Edizione Arbatax 26 luglio - 31 agosto 2008 Ritorna sulle Rocce Rosse il festival ogliastrino: un’estate di blues, reggae, hip hop, canzone d’autore Ritorna al luogo d’origine: il piazzale degli Scogli Rossi. La più importante rassegna musicale dell’estate ogliastrina, dopo un forzato esilio si riappropria del magico scenario del piazzale antistante il porto di Arbatax, sullo sfondo delle Rocce Rosse. Una sorta di palcoscenico naturale per far risuonare i ritmi e il sound del miglior blues che arriva dagli States. Ancora hip hop, reggae, canzone d’autore italiana, con una attenzione particolare alle realtà musicali dell’isola già affermate o emergenti. Non mancherà, come di consueto, un intermezzo dedicato alla comicità. Il tutto incastonato in quel museo naturale che è l’Ogliastra. Un seducente angolo della Sardegna più selvaggia, sospeso tra mare e montagna. Un cartellone accattivante per la diciassettesima volta di Rocce Rosse e Blues: dieci appuntamenti spalmati dal 26 luglio al 31 agosto ad Arbatax. La parte del leone è riservata al grande blues internazionale. Saranno, infatti, i trascinanti giri armonici della band di John Lee Hooker Jr, a dare il via il sabato 26 luglio sul palcoscenico allestito nel piazzale degli Scogli Rossi, al ciclo di concerti riservati ad alcuni dei nomi più significativi della scena blues internazionale. Figlio dell’indimenticato e omonimo mostro sacro del blues, John Lee Hooker Jr, voce della band, si presenta sul palco con Brian James Vollreide, tastiere, Jeffery James Horan, chitarra, George Lacson, basso, Michael Rogers, batteria. “Due parti di R&B, una parte di jazz e down home blues". Questi sono gli ingredienti con i quali l’artista identifica la sua musica. Uno stile che mette a frutto l’eredità paterna e prima ancora del nonno con l’aggiunta del suo tocco personale capace di fondere la vecchia scuola del blues alle più moderne tendenze hip hop. Per proseguire sempre su questa lunghezza d’onda il giorno successivo, domenica 27 luglio, le luci dei riflettori si accenderanno per un doppio concerto con due ladies della scena blues americana, ancora due figlie d’arte: Pyeng Threadgill, figlia del grande Henry Threadgill e a seguire un’altra artista che ripercorre i passi del padre, lo scomparso bluesman texano Johnny Clide Copeland, ovvero la vocalist Shemekia Copeland. Con lei sul palco ci saranno Arthur Neilson (chitarra), Jeremy William Baum (tastiere), Kevin Jenkins (basso) e Roderick Leander Gross (batteria). Se il blues nero ha segnato i primi due appuntamenti della rassegna, venerdì 1 agosto è tutto riservato ad uno dei bianchi che più hanno inciso nella scena blues internazionale: Johnny Winter, il grande chitarrista dall’anima rockettara che da oltre COMUNICATO STAMPA trent’anni è sulla breccia con il suo spaziare tra boogie blues, Texas blues e brani più classici come quelli di uno dei padri storici del blues, l’indimenticabile B.B. King. Gli fanno da accompagnatori sul palcoscenico Paul Nelson (chitarra), Scott Spray (basso) e Tony Beard (batteria). Chiusa questa prima parentesi con musicisti internazionali, Rocce Rosse e Blues registra il gradito ritorno sui suoi palcoscenici di un cantautore tra i più acclamati. Venerdì 8 agosto infatti, è attesa una vecchia conoscenza del festival: Vinicio Capossela. L’artista tra i più apprezzati della musica italiana d’autore, con le sue Canzoni a Manovella e numerosissimi altri testi si rese protagonista indimenticabile in un concerto tra gli scenari suggestivi dei Tacchi d’Ogliastra. Ora l’artista irpino nato ad Hannover, ritorna sulle orme di Rocce Rosse con la musica e la poetica visionaria che mescola, forse anche grazie alle sue origini meticcie, mitteleuropee e mediterranee, influenze balcaniche di danze sfrenate e suggestioni latine, melodia tradizionale italiana e contaminazione “western”, soul e mariachi, cajun e frenesie tzigane. Serenate e ballate, invettive e divertissement, morbide dolcezze e bisbetiche ruvidezze in un rituale di parole, giochi di luce e ombre, maschere primordiali di legno e pelli d'animali. Dalla musica italiana d’autore si passa il giorno successivo, sabato 9 agosto, alle melodie etniche sarde dei Tazenda. Si presentato davanti al pubblico di Rocce Rosse con un ospite speciale: l’ex vocalist dei Timoria e da tempo cantautore raffinato e più che affermato sulla scena musicale italiana, Francesco Renga, che vanta origini sarde. Accanto a Gigi Camedda tastiere e voce e Gino Martelli storico chitarrista nonché autore dei testi della band sarda, ci sarà anche Beppe Dettori, il nuovo vocalist subentrato all’indimenticabile Andrea Parodi, dopo la sua scomparsa a ottobre del 2006. Al pubblico proporranno una carrellata di 20 anni di successo e brani tratti da “Vida”, il loro più recente album, in vetta alle classifiche. Sempre per restare in Sardegna il Festival, offre domenica 10 agosto Inintro, una rassegna di gruppi tra i più rappresentativi del ‘rock e dintorni’ isolano sotto la direzione artistica di Renzo Saporito, voce e leader della band storica dei Kenze Neke. Al ritmo di rap, hip hop e rock-folk made in Sardinia, si alterneranno sul palcoscenico per il piacere del pubblico più giovane, i gruppi di Siniscola KNA (rock acustico) e Askra (crossover), i cagliaritani Ratapignata (rocksteady), Dr.Drer & Crc Posse (raggamuffin) e Rippers (garage – rock ‘n roll), i nuoresi Menhir (hip hop) e la band capoterrese Mama Joe (rock). La lunga estate musicale di Rocce Rosse e Blues 2008, prosegue la sua rassegna di musica giovane a base di rap, hip hop e rock-folk invitando sul palco venerdì 15 agosto la Bandabardò, con tutta la carica esplosiva. Il gruppo fiorentino impegnato nel sociale e capace con i suoi testi di fondere insieme ideali di libertà, uguaglianza, rivalutazione dei rapporti umani e sviluppo di un mondo a misura di donna e di bambino. Questa lunga carrellata di musica come consuetudine già collaudata nelle passate edizioni di Rocce Rosse & Blues, lascia un piccolo spazio all’umorismo e alla voglia di ridere. Come già visto in passato nel cartellone della manifestazione anche quest’estate lo spazio per il cabaret sarà occupato mercoledì 13 agosto dal gruppo teatrale Lapola e sabato 16 agosto dal comico livornese Paolo Migone. Dalle risate si ritorna alla musica di protesta con brani a metà strada tra rap, hip hop e il genere tutto suo ideato da Caparezza. Mercoledì 20 agosto il palcoscenico di uno degli ultimi appuntamenti dell’estate ogliastrina 2008, è tutto riservato al luna park musicale del cantante nativo di Molfetta e capace di mescolare atmosfere rock anni settanta alle nuove tendenze dell’elettropop. COMUNICATO STAMPA La chiusura della diciassettesima edizione della manifestazione si alternerà tra i ritmi e i suoni e i ritmi del reggae dei The Wailers e quello un po’ meno internazionale ma non per questo meno intenso dei salentini Sud Sound System. Al gruppo pugliese capeggiato da Nandu Popu, Don Rico e Terron Fabio, spetta il compito sabato 31 agosto di scaldare la scena e preparare il terreno per la band giamaicana. Al ritmo delle varie tarante e brani infuocati in lingua pugliese che racchiudono vere e proprie ondate di vitalità, si preparerà il concerto degli eredi di quel mito indiscusso del reggae che risponde al nome di Bob Marley. The Wailers già ospiti in passato di Rocce Rosse si ripresentano sul palcoscenico come quella grande band da sempre capace con una musica coinvolgente e ricca di calore e sfumature di incarnare il desiderio e il sogno di rivalsa delle popolazioni più ai margini. Superata con un trionfo di pubblico l’anteprima cagliaritana, allestita in collaborazione di Jazz in Sardegna: quattro serate speciali dal 22 giugno al 15 luglio all’Anfiteatro Romano con Ryuichi Sakamoto e Christian Fennesz, The best of Momix, Stefano Bollani e Caetano Veloso. Tutti gli eventi sono organizzati dall’associazione culturale Rocce Rosse & Blues con il contributo degli assessorati allo Spettacolo e Attività Culturali e Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Tortolì e Provincia Ogliastra. Ufficio stampa: Mariagrazia Marilotti [email protected] COMUNICATO STAMPA 08 XVII EDIZIONE JOHN LEE HOOKER JR Il Blues come rivincita sulla vita. John Lee Hooker Jr. non solo porta sulle spalle un nome tanto importante quanto ingombrante, ma anche 25 anni di vita particolarmente spericolata. ‘Cold As Ice’, il suo secondo CD per la Telarc segue a distanza di due anni “Blues With Vengeance” (Kent Records), quello che Hooker Jr. definisce la celebrazione della sua redenzione. Un album di “blues with soul” dominato dalla voce calda e profonda di Hooker il quale racconta in 12 brani le sue disavventure. Nel mezzo due tributi al padre: l’originale ‘Do Daddy’, un sofferto reggae con una chitarra solista in bella evidenza e un ritratto intimo e sentito di un padre dotato di una volontà impossibile da piegare; e la cover di ‘I’m In The Mood’, cantata con orgoglio da un figlio che non vuole essere schiacciato dalla personalità di un padre così famoso e mai dimenticato. John Lee Hooker Jr. è nato a Detroit con il Delta Blues nel sangue. A otto anni già si esibiva alla radio di Detroit WJBK; all’età di dieci anni va in tour con suo padre e a sedici anni ha già suonato in luoghi prestigiosi con musicisti acclamati quali ad esempio Jimmy Reed. Nel 1972, a diciotto anni, canta nell’album del padre “Live at Soledad Prison”. Sfortunatamente, mentre vive da bluesman, soccombe ai demoni che lo circondano; droghe, alcol, divorzio, carcere e morte distruggono la sua carriera promettente. Grazie al supporto della famiglia e degli amici, e ad un gruppo di musicisti pieni di talento che mai hanno smesso di credere in lui, Hooker Jr, ritrova l’intima ispirazione per esprimere la profondità delle emozioni vissute. Con “Blues with a Venegeance”, Hooker Jr. fa finalmente pace con sé stesso. L’album gli ha fruttato una Grammy nomination nella categoria Blues Tradizionale e la California Music Awards lo ha nominato come miglior album blues del 2004; la Bay Area Blues Society ha presentato Hokker jr. con un premio come miglior ritorno sulle scene dell’anno. Hooker Jr. e la sua band hanno condiviso il palco con leggende del calibro di BB King, Johnny e Edgar Winter, Lucky Peterson, Bo Diddley, Charlie Musselwhite, Koko Taylor, Johnny Johnson, Elvin Bishop, Ron Thompson, e Canned Heat, esibendosi in tutto il mondo. Con uno stile che egli definisce “2 parti di R&B, 1 parte di jazz e down home blues”, Hooker sta portando con sé l’eredità musicale secolare della famiglia (anche suo nonno, Will Moore, era un cantante e chitarrista blues). La sua musica è un omaggio al padre ma è anche la sua musica originale in cui non solo Hooker racconta la storia della sua vita, ma introduce nella tradizione musicale della famiglia elementi innovativi dove è evidente l’unione del blues funk vecchia scuola con una sensibilità alle odierne sonorità hip hop. Formazione: John Lee Hooker Jr.: voce; Brian James Vollreide: tastiere; Jeffery James Horan: chitarra; George Lacson: basso; Michael Rogers: batteria. 26 lug ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE PYENG TREADGILL Pyeng Threadgill ha ricevuto molti consensi dalla critica per il suo album di debutto "Sweet Home: the songs of Robert Johnson". "Innumerevoli artisti hanno inciso canzoni di Johnson, ha affermato il San Francisco Chronicle nel 2004, "…ma nessuno li ha resi tanto bene quanto la Threadgill". "Sweet Home" è stato considerato uno dei migliori debutti del 2004 dalla San Diego Union Tribune e C. Michael Bailey che nella sua recensione su "All about jazz" ha affermato: "Molto probabilmente questo album potrebbe essere la migliore registrazione del 2004 che rientra nei mie gusti". Pyeng, comunque afferma che la sua tendenza ad appropriarsi contemporaneamente del passato e del futuro è ciò che la porta a legare il vecchio con il nuovo: gli spirituals e i traditionals africani e americani, l'avanguardia, nonchè la sua personale esperienza nella musica moderna alternativa, in particolare, il soul e il r&b. Si tratta di una performance che va dal jazz recital al funky, che balla sul Delta blues e l’R&B, fino all'afro-latin pop: insomma un'autentica rivelazione nello stile e negli arrangiamenti. Nonostante le origini jazz, Pyeng definisce la sua musica come “progressive pop”, un efficace mix di jazz, blues, funk, R&B, soul, afro-cubano, reggae, bossanova, pop e musica popolare moderna. Le radici musicali della Threadgill sono profonde. Figlia del compositore jazz Henry Threadgill e della coreografa Christina Jones, Pyeng ha ricevuto la Bacherol of Arts in musica dal prestigioso Oberline College e si è aggiudicata una borsa di studio per studiare musica in Brasile. Pyeng ha continuato a studiare all' Institute For Audio Research e nel frattempo ha approfondito la Tecnica Alexander, un metodo di insegnamento nato con lo scopo di eliminare le tensioni quotidiane e gli automatismi e recuperare consapevolezza nei movimenti. Il suono di Pyeng va contro ogni tipo di categorizzazione. La sua voce, descritta come "un incrocio fra Jill Scott e Cassandra Wilson passando per Nina Simone" (San Diego Union Tribune, 2004) è una chiara espressione del suo tentativo di legame fra vecchio e nuovo. A volte, ascoltando Pyeng può sembrare di sentire una delle più intense registrazioni di Billie Holiday e subito dopo di essere trasportati in una fumosa New York City che profuma di jazz. Dice la Threadgill: "I famosi cantanti jazz che ho ascoltato…Ella Fitzgerald, Nancy Wilson, Dinah Washington, Sarah Vaughan…stavano cantando la pop music dei loro tempi. E questo è proprio ciò che mi ha ispirato. Perciò continuo a incorporare quel repertorio nella mia musica cercando di arricchirlo con la mia esperienza in un tentativo di forte comunicazione con la mia generazione utilizzando tutte le influenze della mia gioventù a New York e dei miei cantanti e compositori preferiti". "Of the air" esprime lo stesso fascino, la stessa profondità passione, le stesse eccellenti qualità di "Sweet Home". Con l'introduzione di un nuovo cast di collaboratori "Of the Air" conferma tutte le aspettative. L’ultimo cd "Of the air" è la prima raccolta di brani originali interamente firmati dalla cantante e compositrice Pyeng Threadgill. "Sto cercando una sorta di continuità fra la musica jazz-pop e la musica popolare di oggi giocando con il continuo scambio fra questi due mondi che arricchisco con i suoni della vita di tutti i giorni. Una delle cose che mi rende orgogliosa e' regalare alla gente che ascolta qualcosa che risulti familiare e, quando accade questo capisco che sto riuscendo come artista”. 27 lug ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE SHEMEKIA COPELAND La sua voce, rocciosa e profonda, riesce a far venire la pelle d’oca. Shemekia Copeland dal vivo riesce a far tremare le pareti dei locali anche senza il bisogno dei microfoni, urlando “Ghetto Child”, canzone scritta dal padre. Figlia dello scomparso Johnny Clyde Copeland, tra i più affermati bluesmen texani, Shemekia Copeland (1979) inizia a cantare ad otto anni, al seguito del padre, in mezzo a mostri sacri come James Cotton, Gatemouth Brown, Etta James, Bobby Rush. Debuttante nel '98 con il primo cd per l'etichetta Alligator "Turn The Heat Up", Shemekia Copeland ha bruciato letteralmente le tappe della notorietà nel mondo del blues internazionale. All'età di vent'anni è già paragonata a Koko Taylor, Etta James e Ruth Brawn dai critici e dal pubblico. Shemekia, cresciuta nel cuore di Harlem, si è costruita una propria identità musicale in grado di filtrare in modo sorprendente tutti i diversi stili musicali presenti nell'ambiente urbano, in cui convivono il feeling nero che scorre nelle sue vene, con la grande passione per il rock. Già da giovanissima Shemekia, in tour con il padre Johnny Copeland, inizia in modo naturale ad aprire i suoi concerti fino a padroneggiare completamente lo show. Poco più tardi la vediamo debuttare ad armi pari con artisti del calibro di Joe Louis Walker, Bobby Rush, Gatemouth Brown, James Cotton. Si esibisce con la sua band nei più importanti festival e nei più prestigiosi club americani ed europei, ottenendo recensioni entusiastiche dalle testate specializzate. E’ del 2000 “Wicked”, suo secondo album, nel quale Shemekia, sembra aver acquisito una perfetta padronanza. Il suo coinvolgimento nel canto, la passione che ne traspare e la potenza che esprime rendono la sua musica vicina alle più grandi interpreti del blues contemporaneo. La voce dinamica e potente unita ad una vibrante presenza e ad una forte capacità comunicativa, la contraddistinguono sia alle prese con composizioni originali che con i classici del blues. Nel 2001 vince un Grammy Award. Nel 2003, con l’uscita di “Talking to strangers” (prodotto da Dr. John), Shemekia raggiunge la sua completa maturazione, firmando un prodotto assolutamente imperdibile. Il suo nuovo CD “The Soul Truth”, è il più funky ed il più profondo che finora ci ha regalato questa “leggenda in divenire”. Prodotto dal famoso chitarrista della Stax, Steve Cropper (che suona anche nell’album), il Cd rappresenta sia lo spirito del classico Soul di Memphis che la musica contemporanea. E’ un tour-de-force di rock, soul e blues, con cui, “The Soul Truth” racconta il Soul come è realmente, con profonda emozione, un potente ritmo e una musica originale, memorabile. Formazione: Shemekia Copeland: voce; Arthur Neilson: chitarra; Jeremy William Baum: tastiere; Kevin Jenkins: basso; Roderick Leander Gross: batteria. 27 lug ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE JOHNNY WINTER Johnny Winter è un eroe della chitarra che non ha eguali. Un chitarrista e cantante fenomenale che da oltre trent’anni incendia i palchi di tutto il mondo con il suo sound davvero unico. Dotato di una velocità pazzesca unita alla precisione con cui spazia dal Boogie Blues, al Texas Blues bello tirato fino a fare emergere la sua anima più rockettara, Winter continua a interpretare i classici del Blues come solo i grandissimi sanno fare. Il suo debutto per la Columbia nel 1969 fu uno dei più folgoranti della storia del blues con audaci cover dei classici del Blues (omaggi a B.B.King, Sonny Boy Williamson, Robert Johnson e Lightin' Hopkins) e due canzoni originali "Dallas" e "I'm Yours and I'm Hers," che vennero trasmesse in continuazione nelle radio underground. Nato e cresciuto a Beaumont (Texas) la città famosa per la “corsa all’oro”, ascolta molto la radio locale diventando un cultore del Rock & Roll, del Blues rurale e Cajun. Le tensioni razziali sono molto forti nella città che aveva ospitato la più grave rivolta razziale nella storia del Texas con l’esecuzione effettiva della legge marziale; ma Johnny è ben accetto nella comunità nera perché ritenuto sincero e genuinamente posseduto dal Blues. Nel 1962 riesce a salire sul palco di B.B. King e suonare la sua chitarra, ricevendo grandi ovazioni dal pubblico. Forma un power trio con il batterista Uncle John Turner e il bassista Tommy Shannon (in seguito solida colonna dei Double Trouble di Stevie Ray Vaughan), che lo assecondava nelle sue sfuriate selvagge eppure così legate alla tradizione, come ribadito dalla presenza in studio di Willie Dixon. Autenticamente devoto al Delta Blues, nelle sue vene scorre il Country Blues di Robert Johnson che mescola costantemente al British Blues–Rock e il Rock dell’America del Sud a la Allman Brothers. Durante gli anni ’70 e ’80 il chitarrista e cantante albino, scheletrico e dedito alle droghe, si apprestava a rilanciare la carriera dei suoi idoli Muddy Waters e John Lee Hooker. Ha il grande merito di aver introdotto il gigante Blues Muddy Waters alle nuove generazioni di ascoltatori producendo e suonando la chitarra in parecchi suoi album. Le collaborazioni sono state di un tale successo che Waters si è spesso riferito a Johnny come al suo figlio adottivo. Winter ha lavorato con la Columbia più di un decennio pubblicando album memorabili quali "Johnny Winter And" (1970), "Still Alive and Well" (1973) e "John Dawson Winter III" (1974). La sua recente nomination al Grammy con il disco della Virgin/EMI "I'm A Bluesman", ha esteso ancora la sua già grande reputazione raccontando questa volta la sua stessa storia. Formazione: Johnny Winter: chitarra e voce; Paul Nelson: chitarra; Scott Spray: basso; Tony Beard: batteria. 01 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE VINICIO CAPOSSELA Miglior cantautore italiano della sua generazione, Vinicio Capossela racconta di guitti e vicoli chiassosi, pagliacci e marajà, notti insonni e corvi torvi. Ama pseudonimi bizzarri, come Vic Damone. Ironico, sentimentale, straripante nel suo istrionismo, Vinicio Capossela è il più dotato tra i cantautori italiani della sua generazione. I suoi modelli più evidenti sono i blues aspri e deliranti di Tom Waits e le "chanson" jazzy di Paolo Conte. Ma nel suo repertorio convivono anche il teatro di Brecht e il surrealismo, melodie mediterranee e sonorità fragorose di chiara matrice balcanica, pantomime circensi e atmosfere crepuscolari che spaziano dalle tradizioni rebetiche al miglior Luigi Tenco. Artista errante, che - come Waits ha fatto del randagismo quasi una filosofia di vita, rabdomante senza requie, come è stato definito in una sua recente biografia, Capossela ha percorso tutte le tappe di una gavetta dura, da "emigrante". Ma per capire fino in fondo la carriera di Vinicio Capossela bisogna forse fare un viaggio a ritroso nel tempo. Passa infatti attraverso le mani del grande Francesco Guccini la fortuna artistica del cantautore. Nato ad Hannover nel 1965 da genitori di origine campana, nel 1990 Capossela riesce tramite l’artista emiliano a far arrivare al produttore Renzo Fantini un suo demotape. Giunge così al debutto l’allora venticinquenne Capossela che per la CGD pubblica l’album “All’una e trentacinque circa”. Il primo lavoro - un concentrato di canzoni sospese tra ironia e malinconia – si aggiudica la targa Tenco per il miglio esordio e l’anno dopo dà alle stampe “Modì”. Intanto Sergio Staino lo arruola nel cast del suo film Non chiamarmi Omar e il comico Paolo Rossi lo vuole come attore e autore nel suo spettacolo Pop e Rebelot. “Camera a sud”, uscito nel 1995, è un lavoro più maturo che svela una originale ricerca linguistica, viene pubblicato in Francia e dà il via a una serie lunghissima di concerti. “Il ballo di San Vito” (1996) è invece il suo disco più contaminato e contagioso - realizzato in collaborazione con gli ex-Lounge Lizards Evan Lurie (che firma gli arrangiamenti) e Marc Ribot, già chitarrista di Tom Waits – segna le prime incursioni balcaniche. Parallelamente alle uscite discografiche, Capossela si dedica ai reading. Dopo un esperimento dedicato a John Fante, l’artista ne realizza uno con i propri scritti e poesie che prenderà il titolo di "Accaniti nell'accolita". Esce nel 1998 l'album dal vivo "Liveinvolvo" mentre nel 1999 Capossela partecipa alle registrazioni di Nordest Cowboys degli Estra, va in tour con lo spettacolo Parole da altrove, in cui mescola brani altrui ed episodi del proprio repertorio, e sonorizza dal vivo il film Tempi Moderni di Charlie Chaplin. L'anno successivo arriva “Canzoni a manovella”, prodotto insieme a Pasquale Minieri, disco dai testi teatrali e dalle atmosfere bizzarre e surreali, che celebra il Novecento e i suoi protagonisti, famosi e misconosciuti. Il disco vende oltre 70mila copie nell'arco di due anni. Nel 2003 la CGD pubblica l'antologia “L’indispensabile”, contenente la cover in stile western di “Si è spento il sole” di Celentano. Il 2004 è l’anno dell’uscita del suo primo romanzo "Non si muore tutte le mattine" (Feltrinelli). I reading diventano progressivamente sempre più numerosi e importanti: le letture sono diventate ormai uno spettacolo. Dopo un viaggio in Sardegna nel 2005, in occasione dei carnevali barbaricini, e un'ulteriore trasferta sulla rotta Belgrado-Sarajevo-Sofia-Moska, Vinicio lavora all’album “Ovunque proteggi”, realizzato con la collaborazione di Pasquale Minieri. Le registrazioni avvengono in luoghi diversi e distanti, con musicisti scelti di volta in volta a seconda dei brani. 08 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE TAZENDA Gigi Camedda e Gino Marielli (con Andrea Parodi, nel gruppo fino al 1997) fondano nel 1988 uno dei primi gruppi di rock etnico in Italia: i Tazenda. Il loro primo lavoro, dal titolo omonimo, mostra subito un sound che non passa inosservato alla critica e alla gente: le launeddas, i tenores campionati, l’uso delle fisarmoniche diatoniche e delle chitarre elettriche che rimandano alle cornamuse, e non ultime le loro voci, li rendono immediatamente riconoscibili, al punto di parlare in seguito di un “sound Tazenda”: insomma un marchio di fabbrica unico. Da quel primo album del 1988, che vendette circa 60.000 copie, ne seguirono tanti altri: Murales (1991), Limba (1992), Il Popolo Rock (1993), Fortza Paris (1995), Il Sole di Tazenda (1997), Sardinia (1998), Bios (2001) e Bum-ba (2005). In tutto, sino ad ora, per quanto riguarda i loro CD si stimano oltre 500.000 copie vendute. Le loro collaborazioni farebbero invidia a qualsiasi artista: Gianni Morandi, Simple Minds, Fabrizio de Andrè, Pierangelo Bertoli, Mauro Pagani, Paola Turci, Intillimani, Maria Carta ed ancora tanti altri. Le loro hit: Spunta la luna dal monte, Pitzinnos in sa gherra, Nanneddu, Mamojada, Carrasecare, Preghiera Semplice, No potho reposare e ed altre ancora che entrano di prepotenza a far parte del repertorio classico dei successi nazionali e non solo: Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Belgio e Cuba sono alcuni tra i paesi che hanno ospitato i loro calorosissimi concerti. Impossibili da enumerare i premi ed i riconoscimenti ricevuti dalla band sarda, ne citiamo solo alcuni: due Dischi d’Oro, il Telegatto per il miglior gruppo italiano, Premio Tenco, Premio Nosside, Cantagiro. Tra le altre numerose partecipazioni nazionali ricordiamo il Festival di Sanremo per due anni consecutivi, Festivalbar, Canzoniere dell'anno, Vota la voce, Gran Premio, Top 20, Roxy Bar... Dall'uscita del leader Andrea Parodi nel '97 fino al 2005, i Tazenda hanno avuto e provato nuovi cantanti, senza però trovare quella linfa vitale che poteva portarli di nuovo al successo fuori dall'isola. Nel 2006 Gino e Gigi tornano a fare concerti chiamati "Tazenda Reunion" con il vecchio compagno, che poi scomparirà nel mese di ottobre. Adesso è entrato ufficialmente come nuovo cantante leader all'interno del gruppo il cantante Beppe Dettori, persona di grande carisma e carica emotiva, già conosciuto nell'ambiente musicale sardo e "continentale". 09 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE Il termine inINTRO in lingua sarda significa DENTRO, a simboleggiare significativamente un festival di band dell'isola sarda confezionato all'interno dell'isola stessa. I gruppi proposti, secondo una direzione che potrebbe essere intrapresa nel corso degli anni, rappresentano il meglio della scena sarda, nei diversi generi e sottogeneri del rock, hip hop, reggae ecc. La direzione artistica, che si occuperà dello svolgimento dell'intera giornata e nottata (organizzazione del palco, controllo e del service audio, accoglienza dei gruppi e loro vitto con eventuale alloggio), è affidata a Renzo Saporito (concept di Fabio Coronas . Thanitart), voce e leader della band storica dei Kenze Neke, presenti a inINTRO nei due progetti nati dalle loro ceneri: ASKRA e KNA. Il programma si articolerà a partire dalle h. 21,00, con un tempo medio di 35 minuti a gruppo e 25 minuti per i gruppi posse. inINTRO potrebbe diventare un appuntamento fisso all’interno del Festival Rocce Rosse, per la promozione delle band sarde di qualità e l’apertura contemporanea all’esterno attraverso la partecipazione all’evento di band internazionali inINTRO parte basso, forse, ma non è detto che non sappia volare. h. 21,00 to 21,25 MAMA JOE (rock) | capoterra (25min.) h. 23,50 to 00,25 ASKRA (crossover) | siniscola (35 min.) h. 21,40 to 22,05 DR. DRER & CRC POSSE (raggamuffin) | cagliari (25min.) h. 00,40 to 01,05 THE RIPPERS (garage – rock'n'roll) | cagliari (35 min.) h. 22,20 to 22,55 RATAPIGNATA (rocksteady) | cagliari (35 min.) h. 01,20 to 2,00 KNA | siniscola (rock acustico) (35/40 min.) h. 23,10 to 23,35 MENHIR (hip hop) | nuoro (25 min.) direzione artistica: Enzo Saporito (Kenze Neke) direzione tecnica: Homar Farina e Marco Cau (Askra) concept: Fabio Coronas (Thanitart | www.thanitart.com) 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE MAMA JOE Storia del gruppo Un gruppo di amici, la frequentazione, la nascita della band, nel 2006. I componenti vengono da esperienze diverse tra loro, sia musicali che personali; la scelta, da subito, è quella di comporre dei brani originali, sia nelle musiche che nei testi. Cominciano ad esibirsi in vari locali e piazze disseminate in Sardegna. Nel 2007 partecipano alla rassegna musicale Diapason contest a Sarroch, arrivando primi. Vincono la registrazione della loro prima demo. Graziano Sanniu: voce / Antonio Farigu: chitarra solista / Alessandro Garau: chitarra / Marco Loru: basso Adriano Garau: batteria / Graziano Sanniu: testi / Mama joe: musiche 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE DR . DRER & CRC POSSE DR.DRER & CRC POSSE è UNA STORICA BAND MILITANTE, il più longevo gruppo Sardo di rap e reggae, attivo sin dal 1991. Nati nel periodo d'oro delle posse, compongono da subito i loro testi di denuncia e protesta sia in sardo che in italiano. Nel frattempo negli anni hanno evoluto il loro suono verso una miscela di campionamenti a 360° da mezzo mondo (Giamaica, Sud America, Africa, ma sopratutto di casa nostra) e incursioni di musicisti locali reggae/ska, drum and bass, blues, etnici. Attualmente si presentano dal vivo con una nuova formazione e nuove canzoni che saranno pubblicate nel prossimo disco: alla vecchia posse, composta da dr.drer, Mau e dr.radio, (arrepadoris), da Alex P (consolle e drum machine), e Francesco Bachis (Ratapignata) alla tromba, si sono aggiunti Riccardo "Frichi" Dessì (Mucca Macca) al basso elettrico e Giorgia Loi (già Tanca Ruja, Andhira) come voce corista e solista. Quattro autoproduzioni ed oltre 160 concerti all'attivo: nel '93 producono il loro demo Love and Peace de Casteddu, 11 brani di rime rap e ragamuffin' in una autoproduzione artigianale ma efficace. del '99 "Ajò!" e del 2001 "Ajò! rmx". Invece è del 2005 il cd Sega Sa Cadena, completamente autoprodotto ed autodistribuito. Convinti sostenitori della libera circolazione della musica sul web, pubblicano i loro pezzi anche sulle loro pagine web: oltre 20mila downloads e oltre centomila ascolti dei loro files mp3 negli ultimi due anni. 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE ratapignata Ratapignata: abbardente (acquavite), zucchero di canna, ananas, limonello...e invece no!! 9 mandroni (scansafatiche) che dal '98 si divertono a makiori (da matti) con la musica in levare, reggae ska rocksteady dub in limba (lingua) sarda. Un primo disco "Sighi Sighi" (Vai avanti), uscito nel 2005 per la Upr, per raccontare il sole, il mare, un'isola strakka (stanca) ma ancora callenti (calda). Lele, Simone, Mimmo, Fede, Igor, Matteo, Maurizio, Francesco, Corrado per farvi saltare e divertire meda (molto) ma meda...perchè toccada a si movi cun sa ratapignata...bisogna muoversi con la ratapignata!! Attualmente la band sta lavorando alla produzione di un nuovo lavoro, che verrà anticipato da un singolo, in uscita solo per le emittenti radiofoniche, prevista per il Maggio 2008. Reggae in Lingua sarda, modernità e cori tradizionali, live ed elettronica, i Ratapignata sobo un ponte ideale per quanti amano il nuovo, senza dimenticare la forza delle radici. Per tutti coloro che vogliono una musica ricca di contenuto senza rinunciare alla componente ludica e “danzereccia”. Il gruppo nasce dalla mescolanza di interessi, modi di ascoltare, suonare e vivere la musica. Alla base della loro storia una grande amicizia e la passione verso la musica e la terra che li accomuna, la Sardegna. La loro originalità deriva dalle esperienze e dai gusti musicali lontani e diversi, di ogni componente. Influenze punk e jazz si fondono con le melodie dei fiati, con l’energia della batteria e con il sound elettronico delle tastiere. I testi dei Ratapignata, scritti rigorosamente in lingua sarda, evocano antiche tradizioni che si fondono con la modernità dei loro arrangiamenti. Antico e moderno, tradizione e cambiamento, tutto questo si ritrova nella produzione del gruppo cagliaritano. I testi raccontano storie di un popolo isolano che condivide gli stessi profumi della natura, gli stessi paesaggi, il sole, ma anche la crisi occupazionale i soprusi indiscriminati dei militari che martoriano il territorio costruendo basi militari. Lele Pittoni – Voce / Francesco Bachis – Tromba, chitarra acustica e voce / Federico Cabiddu – Basso acustico e voce / Igor Baglivi – Chitarra elettrica e voce / Simone Sedda – Batteria / Matteo Pedditzi – Tastiere / Massimo Mura – Percussioni / Maurizio Floris – sassofono / Corrado Loi – fonica e live eletronics 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE MENHIR Il gruppo che porta il nome Menhir si è costituito ufficialmente nel 1997 con le voci di Momak e Kappa, che sin dal 1990 avevano militato separatamente in due band diverse S.M.P. e W.A.R.. Risalgono al 1998 le prime pubblicazioni dei brani "Abbarratiche in dommo" e "Ignoto fantasma" nel cd autoprodotto dal titolo "Il nostro essere" di Momak e dj Qez. Nel 1999 durante una parentesi a Torino, durata circa 4 anni, abbiamo avuto il modo di far conoscere con svariati concerti in giro per l'Italia il nostro sound. Sempre a Torino, abbiamo registrato il nostro primo album dal titolo "Pecorino sardo" prodotto da dj Gruff per la Puruchan recording, con il quale siamo stati il primo gruppo ad amalgamare i suoni della tradizione sarda a quelli moderni dell'hip hop, cantando rigorosamente in sardo ed ottenendo una miscela musicale unica ed originale. Nel 2003, tornati definitivamente in Sardegna, abbiamo partecipato al 5° festival della canzone sarda conquistando il primo posto con il pezzo "Balla custu dillu". In questi anni abbiamo continuato a portare avanti il nostro spettacolo in lungo e largo per tutta l'isola con diverse apparizioni nel circuito nazionale e adesso abbiamo pronto un nuovo cd uscito nel mese di Agosto 07 col nome omonimo "MENHIR" che vede le partecipazioni del tenores Angelo Caria, Gavino Murgia, dj Gruff ed altri musicisti nostrani. I testi delle nostre canzoni passano da un argomento all'altro tenendo fede al sociale che per noi costituisce un importante filo conduttore. Le basi invece, spaziano dal funk/jazz più melodico e accattivante con il supporto di musicisti, sino ad arrivare a campionamenti che traggono spunto dalla musica folkloristica sarda. Crediamo sia significativo e distintivo del nostro gruppo un uso studiato della voce tendente a riprodurre tecniche vocali che richiamano alla mente la gutturalità dei canti a tenores. 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE ASKRA La parola ASKRA significa in lingua sarda "frammento". La band è di Siniscola, in provincia di Nuoro. L'album "A sa muta!" degli esordi è un ricordo lontano, considerando la notevole maturazione del gruppo negli anni, che lo ha portato a superare il gap che lo vedeva come il fratello minore della rock band Kenze Neke, anch'essa di Siniscola. Dopo l'uscita del disco "Yabastat", a fine gennaio 2004 gli ASKRA, entrano in studio di registrazione per il terzo lavoro, intitolato “Hijos”. È tangibile la maturazione di tutto il gruppo e si nota soprattutto dal fatto che l’album presenta 14 tracce di genere musicale abbastanza diverse fra loro. dal rock melodico della canzone d'apertura che dà anche il titolo all’opera, "Hijos" all'elettronica di Ghissadub, alle tradizionali Cant dels Occels e Tramontis, all crossover Chin Sos Ocros Tuos e Gramsci (dedicato al pensatore sardo), al reggae di Ghissat, Le Deserteur di Boris Vian, Deyr Yasin e Istuta!, il tango nucleare di Nucleartango, un brano per un amico scomparso, “In Viazu”. L’attuale formazione degli ASKRA consta di otto elementi sul palco: Sandro Usai - Batteria, Voce / Marco Cau - Voce, Chitarra /Alessandro Chighini - Chitarra Solista, Cori - Mirko Carbini - Basso / Luciano Sezzi – Sax / Stefano Ferrando – Voce, Cori, Tromba / Homar Farjna - Voce, Cori, Cianfrusaglie / Sergio Putzu - Fisarmonica, Organetto. 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE the rippers Sono la più rozza ed incompromissoria band italiana di garage punk. Vengono dalla Sardegna, terra che già in passato ci aveva regalato cult-bands dedite al recupero del sixties sound, dai più soft Mellowtones di Joe Perrino (mid-eighites, preistoria) sino ai più selvaggi Sleepwalkers, passando per piccole leggende come Five for garage, Uninvited e Insensibile Eggs. Ed è proprio ai medi anni 80 che i rippers rimandano sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico. La scelta di tenere nascosti i propri veri nomi (si sa che sono in quattro, due di Cagliari e due di Ales,provincia di Oristano) è un esplicito richiamo agli Unclaimed di Shelly Ganz, e il suono è un 60’s punk purissimo alla Gruesomes-Primates-Gravedigger Five con forti inflessioni R’n’B europee alla Q65/Outsiders. Una magica fusione tra il teen punk USA più sconvolto (posate la puntina su un brano a caso da uno dei volumi di Back from the grave, alzate il volume al massimo e preparatevi a difendervi dai vicini) ed il british sound killer di stampo Stones/Pretties. In sintesi: la musica perfetta. E, oggi, più che mai fuori moda. Ma i rippers se ne infischiano. Insieme dall’inizio del 2001, hanno pubblicato il 7” d’esordio “Tracks from beyond” l’anno successivo per la Shake your ass records. Nel circuito garage internazionale quel singolo ha avuto riscontri positivi, a volte entusiastici, tanto da far muovere due piccole grandi istituzioni del sixties sound mondiale, la tedesca Screaming apple e l’australiana Corduroy. Alla fine l’ha spuntata la Screaming apple. Con questi biglietti da visita pesanti i rippers, dopo essersi guadagnati senza troppa fatica il titolo di miglior band italiana di garage punk, possono estendere le proprie mire al mercato internazionale. Hanno il talento e la giusta attitudine per rinverdire i fasti del sixties sound di origine controllata. Il più nocivo, il più malsano, quello che non trovi su MTV. Hanno già suonato sul “continente”, come dicono dalle loro parti, e stanno per tornarci. E’ in uscita un loro brano all’interno di una raccolta della giapponese 1+2, ed entro natale sarà disponibile il loro quarto singolo, il secondo per la Shake your ass. Luca Frazzi 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 KNA XVII EDIZIONE Il progetto KNA nasce nel 2006 dall’ incontro, in veste acustica, tra alcuni componenti di due distinte realtà musicali sarde: Kenze Neke e Askra. Punto coalizzante è stato da subito la rivisitazione del vasto repertorio delle due band, dando così frutto a liriche melodiche spoglie delle originarie sonorità elettriche, in una miscela di accattivanti ballate, che traggono forza dall’utilizzo di testi sempre impregnati dell’ancestrale legame a tematiche di rilievo socio-politico. Il ventisette settembre del 2006 la prima uscita dei KNA a Sassari in P.za S.Caterina, e il 25 novembre di scena al Titty Twister di Selargius, concerto questo che darà vita al primo lavoro del gruppo che si intitola “Ruju”(live). L’estate del 2007 è ricca di concerti tra i quali si annoverano quelli di Pisa (cortile ex Macchia Nera) e Bologna(Villa Angeletti). In autunno cresce l’esigenza di lavorare su nuovi brani inediti . L’ispirazione per le musiche non manca di certo, e la disastrosa situazione politica mondiale, che ha forti ripercussioni anche a livello regionale, non fa altro che acuire la rabbia per una condizione umana sempre più alla mercè dei poteri economici mondiali. L’amore di un padre verso il proprio figlio, vissuto nel timore, che questi possa essere oggetto di ricatti morali, se nella naturale spinta vitale, non si abbassi ad essere merce di scambio, rendendone il futuro assai incerto. La perdurante frustrazione alla quale sono soggetti i lavoratori, traditi anche, dalle organizzazioni sindacali sempre più asservite al potere. Il devastante e subdolo operare del Fondo Monetario Internazionale che raccoglie onnipotenza seminando fame e miseria. Le grandi ondate migratorie, di genti spogliate della loro stessa dignità che recano altrove per poter sopravvivere. L’emarginazione vissuta da un immigrato, quando le responsabilità maggiori dovrebbero invece ricadere sullo Stato ospitante che, non rispetta mai gli accordi internazionali nel doversi attivare per garantire l’uguaglianza tra le razze. L’amore di un uomo nei confronti di una donna e il forte desiderio di possederla, decantandone le sue virtù. La sintesi di sconforto per la situazione politica in Sardegna, ma con la voglia di difendere a propria dignità da qualsiasi attacco. La spensieratezza e l’allegria di una canzone messicana cantata da un gruppo di amici in festa attorno ad un focolare. Un inno alla guinness sotto il cielo d’Irlanda, dove le grandi bevute accomunavano tutti, dopo le cruente battaglie per l’indipendenza. Il puro e semplice grido di “voglio vivere”, “voglio amare”, “voglio cantare” alla ricerca di RISPETU E AMORE. Chircana “Rispetu e Amore”: Enzo Saporito chin sa oke e sa chitarra / Marco Cau chin sa oke e sa chitarra / Homar Farina chin sa oche e sos colores / Alessandro Chighini chin sa chitarra / Claudio Roccia chin su bassu / Antonello Camboni chin sa chitarra / Luciano Sezzi chin su sassofono / Sergio Putzu chin sa fisarmonica / Walter Patimo chin sa batteria / Francesco Bachis chin sa trumba / Daniele Cuccu chin sa trunfa. 10 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE bandabardo La Bandabardò nasce l'8 marzo 1993. Enrico "Erriquez" Greppi, cantante franco-lussemburghese-fiorentino riesce a convincere A.M. Finazzo (detto Finaz), allora virtuoso chitarrista elettrico, a buttare via ogni amplificatore e a fondare una band che proponesse canzoni che si potessero cantare tra amici. L’obiettivo era quello di trasportare sul palco la stessa atmosfera delle suonate tra amici, e all’insegna di questo la neonata band comincia un tour in Italia e in Francia suonando per locali e anche per strada. Il primo album, Il circo mangione esce nel 1996 ed ottiene un ottimo successo, vincendo anche il Premio Ciampi. Il successo é confermato col secondo album, Iniziali Bì-Bì, seguito a ruota da un live in edizione limitata, Barbaro tour. Nel 2000 esce Mojito Football Club, apprezzato dalla critica e segnalato come disco del mese da “Rockerilla”. L’anno successivo viene pubblicato un’altro live, Se mi rilasso... collasso, che contiene anche l’inedita Manifesto. Ma é con “Bondo! Bondo!” nel 2002 che la band ottiene un successo internazionale con un apprezzato tour in Spagna, Francia e Svizzera. Nello stesso anno Paolino esce dal gruppo (ora suona con Piero Pelù) e viene sostituito nel tour invernale da Ughito, giá percussionista dei Malfunk. Dal 2003 entra a far parte della formazione Jose Ramon Caravallo Armas, meglio conosiuto come Ramon, ai fiati e alle percussioni. Gli altri componenti della band sono Orla (terza chitarra acustica), Donbachi (basso e contrabbasso, suonava nell'Orchestra Regionale della Toscana) e il giovane Nuto (batteria). Nel 2004 esce “Tre passi avanti”. Nello stesso anno é stata pubblicata anche l’autobiografia della Banda, scritta con Massimo Cotto e intitolata Vento in faccia, dall’omonima canzone (Ed. Arcana). “Vento in faccia” é anche il titolo del DVD che contiene il concerto di apertura del tour per l’ultimo album, a Firenze, oltre a riprese di backstage e messaggi dei fans. Il gruppo ha collaborato, tra gli altri, con Daniele Silvestri, Max Gazzé e Paola Turci. Nel 2006 l’ ultimo cd “Fuori orario” racchiude tutte le caratteristiche musicali e tematiche tipiche dei Bandabardò: ha tutta la solarità e la poesia della band fiorentina, il tipico intreccio di leggerezza e spessore delle loro canzoni. Fuori orario è un invito a vivere la vita pienamente, a essere indulgenti con se stessi senza mai perdere di vista la ricerca di cose autentiche, senza mai tralasciare di vivere sino in fondo ogni possibile emozione. Un inno alla vita e ciò che essa può offrire, un invito accorato ad affrontare tutto  fischiettando allevia il peso da ogni fatica (la fatica è una storia che non mi riguarda). 15 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE paolo migone Mettete Paolo Migone su un palcoscenico ed il palcoscenico diverrà una fucina di invenzioni senza sosta. Paolo Migone è uno degli autori-attori comici più geniali ed innovativi del panorama nazionale. Non ha confini nella sua fantasia, ci sorprende con continue deviazioni della narrazione, ci illumina con trovate verbali, ci folgora con lampi di improvvisazione, corre con l’umorismo come un torrente in piena che percorre la valle, risaie, maremme, dirupi, prati fioriti e quando arriva al mare, il mare non sa più che pesci pigliare. Nel nuovo spettacolo “È inutile...non scendo!” c’è verismo, surrealismo, malinconismo, risatismo, è un labirinto intricato come la mente di Paolo Migone, nella quale ci si può infilare senza paura, perchè in fondo si trova sempre l’uscita...o l’entrata di un nuovo labirinto. Siamo sicuri di non perderci nella fantasia di Paolo Migone, anche perchè è lui stesso a lanciarci delle cime per salvarci dalle tempeste della sua mente. Il pericolo è che non si sa mai quando questo gioco ha fine; infatti lo spettacolo non ha una sua durata, potendo potenzialmente durare l’intera notte ed il giorno successivo. Dice Paolo “La tessitura dello spettacolo ricorda una fisarmonica da orchestra, la durata è un boomerang tra i novanta e i duecento minuti in linea d’aria, tra i quali non pochi quelli vissuti in apnea dal protagonista e il pubblico”. 16 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 caparezza XVII EDIZIONE “Le dimensioni del mio caos” è il titolo del nuovo album di Caparezza in uscita l’11 aprile in tutti i negozi di dischi e in digitale. Il disco, definito da Caparezza “il primo fonoromanzo nella storia della musica italiana", trae ispirazione da un racconto presente nel suo primo libro dal titolo “Saghe Mentali” in uscita il 3 aprile per Rizzoli. L’album, diviso in 14 audiocapitoli, racconta le avventure di Caparezza e di due personaggi singolari: Ilaria Condizionata, una giovane hippie sessantottina alle prese con il mondo d’oggi, e il muratore Luigi delle Bicocche. I brani sono raccordati l’uno all’altro da momenti recitati, affidati a doppiatori professionisti (tra cui riconoscerete le voci di Anthony Hopkins, Nicolas Cage, Clint Eastwood ecc.) e vari personaggi tra cui iettatori, speaker tv e lo stesso Caparezza. Oltre ad essere il primo fonoromanzo della musica italiana, “Le dimensioni del mio caos” è anche un nuovo viaggio nel mondo di Caparezza. Un luna park musicale dove il rock anni settanta in stile Jimi Hendrix (nel brano “La rivoluzione del sessintutto”) si mescola alle atmosfere elettropop da sigla cartoni tv di “Cacca nello spazio” e la patchanka dolce amara di “Vieni a ballare in Puglia” lascia spazio all’atmosfera intensa ed ispirata del primo singolo “Eroe (La Vera Storia di Luigi delle Bicocche)”, storia di un eroe contemporaneo, muratore precario, che difende la famiglia dagli strozzini e combatte ogni giorno per la pensione. Il disco ha il suo completamento ideale con il libro “Saghe Mentali”. Il mondo stralunato e surreale di Caparezza, l’erede italiano di Frank Zappa, non si esprime solo nei dischi, nei concerti, nei video, nel suo coloratissimo sito internet. Oggi diventa un libro (impaginato dallo stesso grafico, Stefano Ciannamea, che ha realizzato il sito) in cui ogni sezione si rifà a un album della discografia ufficiale. C’è il primo, ?!, in cui le canzoni vengono raccontate e spiegate come fossero pagine di un finto diario segreto con foto e documenti mai pubblicati prima d’ora (grazie al cielo). Nel secondo, Verità supposte, i brani sono favole assurde senza nemmeno l’ombra di un lieto fine. Il terzo, Habemus Capa, è una personalissima versione dell’Inferno dantesco, con tanto di note a piè di pagina e tavole di un Gustave Doré in preda agli acidi (opera della brillante illustratrice Laura Spianelli). E c’è il quarto e ultimo, Le dimensioni del mio caos, che uscirà subito dopo il libro: qui le canzoni sono i capitoli di un romanzo di fantascienza (un “fonoromanzo”) della storica collana “Urania”. Quattro tomi per un unico libro, un nuovo territorio nell’universo fantastico di Caparezza. 20 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE sud sound system Una serata di reggae puro cantato in salentino. Una fusione di ritmi che riecheggiano tra Mediterraneo e mar dei Caraibi attraverso il linguaggio universale dell’idioma di Salento: una lingua di terra racchiusa tra due mari e crocevia di mille culture. E’ quanto promettono i Sud Sound System, ospiti della diciasettesima edizione di Rocce Rosse Blues. Il festival dell’estate ogliastrina si è ritagliata una sorta di ‘piccola isoletta musicale’ dove approdano il Reggae giamaicano e il ricco patrimonio popolare tradizionale di questo angolo di Puglia: due sud del mondo che esprimono calore, entusiasmo, vivacità. Nandu Popu, Don Rico, Terron Fabio, saliranno sul palco accompagnati dalla Bag A Riddim Band. Un’esplosione di vitalità pura con i brani proposti in successione uno dietro l’altro in una sorta di onda energetica. I Sud Sound System vantano collaborazioni con i maggiori esponenti in campo internazionale della scena roots reggae e ragamuffin: Macka B e Mad Professor, Little Owie, Linton Kwesi Johnson, Asher D, Chubby Rankin, Daddy Freddy, Thriller Jenna, Wailers. Vasta e variegata la produzione discografica. Dall’esordio tra il ’91 con il 12 pollici "Fuecu/T'a sciuta bona", e un anno seguente con altri due che racchiudono "Reggae Internazionale" e "Punnu Ieu" "Turcinieddhri" e "Chiappalu", destinati a diventare due classici. Ancora l’autoprodotto "Salento Showcaso'94" fino al loro primo album del '96 “Comu na Petra”, realizzato assieme ai tamburellisti salentini per dar forma con i brani "Afro ragga taranta jazz" e "Crisce". l raggamuffin intriso di pizzica. L’attività prosegue nel ‘97 con “No playback" che contiene brani estratti dall'album "Comu na petra" remixati da importanti artisti della scena reggae-hip hop. E’ del ’99 “Reggae Party”. Nel 2000 nasce la Salento Sound System S.r.l., con l'uscita dell'album di Gopher (ex cantante e batterista del gruppo), che vede la collaborazione degli stessi cantanti SSS e di numerosi protagonisti della scena hip hop italiana. A giugno dello stesso anno esce la seconda produzione della neonata etichetta: una compilation dal titolo “Salento Showcase 2000”. E’ del 2001 l’album “Musica Musica”. A novembre il gruppo incide la canzone per la squadra dell' U.s. Lecce, “Giallurussu”. el 2003 con l’album “Lontano”, si aggiudicano il primo posto al Premio Tenco 2003 come miglior lavoro dialettale italiano. Il 2004 è l’anno della compilation “Fuescu Su Fuescu”, che racchiude “the best of” degli ultimi tre LP dei Sud Sound System oltre a due inediti. Il 2005 vede la nascita di “Acqua pe sta terra”, realizzata col supporto di artisti internazionali del calibro di Luciano, Chico, Anthony Jonhson, General Levy. A seguire l’album di Marina, giovane talento femminile reggae salentino ed una produzione “Salento Showcase 2005” per dare voce all’ardente scena reggae pugliese. noltre, nella produzione del cartone animato di Edoardo Bennato i Sud Sound System interpretano il brano “Il topo mangia tutto”, inserito nella colonna sonora del cartoon. 31 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE 08 XVII EDIZIONE the wailers Sarà anche una frase fatta, ma davvero qui non c’è bisogno di presentazioni. The Wailers sono la formazione che ha raccolto l’eredità ideale, spirituale e concreta di Bob Marley, il primo artista del sud del mondo ad imporre dettami stilistici e persino commerciali alle grandi multinazionali del disco, l’uomo e l’eroe del riscatto dei reietti, diventato leggenda nel 1981, anno della morte per un tumore al cervello, a soli 36 anni. La Giamaica dove è cresciuto Marley era una terra fertile, culturalmente ricettiva e giovane. Negli anni Cinquanta le radio americane diffondono jazz, soul, blues e R&B: principalmente musica nera e artisti come Ray Charles, Sam Cooke, i Drifters, Otis Redding, ma anche il rock’n’roll primigenio ed Elvis Presley. Dall’incontro del R&B con le percussioni rasta nasce lo Ska e la sua versione rallentata, il rock Steady. The Wailers (Wailin’Wailers, coloro che si lamentano, il nome è stato ispirato a Marley dalla Bibbia) erano negli anni Sessanta la formazione vocale dello stesso Marley, di Peter (Mc In)Tosh e “Bunny” Livingston. Quando i tre, dopo aver preso le misure della musica nordamericana e dello ska, incontrano negli anni Settanta la sezione ritmica in levare dei fratelli Barrett, Aston e Carlton, comincia a prendere forma il reggae nella versione che tutti conoscono e che in breve tempo raggiungerà una popolarità mondiale. Sia Tosh che “Bunny” lasciano il gruppo, Marley e i suoi firmano per la Island del geniale Chris Blackwell che li lancia nel 1973 con “Catch a Fire”, facendoli uscire artisticamente dal ristretto ambito povero e/o esotico. E la Giamaica, con i suoi colori solari, la Giamaica dei dreadlocks, della ganja, del ritmo, del dub, la Giamaica dei rastafari, del mito di Jah e dell’Africa Terra Promessa diventa cultura collettiva. Nel 1975 il gruppo prende il nome definitivo di Bob Marley & the Wailers e produce tre capisaldi dello stile reggae: Natty dread del 1975 (contiene la celeberrima No Woman, No Cry), “rastaman Vibration” del 1976 ed Exodus del 1977. Oggi Aston “Familyman” Barrett è il leader e il portacolori del gruppo giamaicano più famoso, l’ultimo dei Wailers e l’unico che consente che la profezia di Marley si avveri in pieno (“La mia musica vivrà per sempre. Forse è stupido dirlo, ma quando sono sicuro delle cose, io le dico. La mia musica vivrà per sempre”), non soltanto negli scaffali dei dischi di tutto il mondo o attraverso le onde radio ma anche negli spettacoli dal vivo, con la formazione voluta da Marley e amata dai fans in tutto il mondo. 31 AGO ARBATAX PIAZZALE ROCCE ROSSE Archivio Fotografico della Provincia Ogliastra XVII EDIZIONE FESTIVAL internazionale ROCCE ROSSE E BLUES XVIi edizione