ESZnews Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale Visioni cangianti Sale prestigiose per due prime esecuzioni assolute di Stefano Gervasoni Stefano Gervasoni. Il 6 novembre il Wigmore Hall di Londra ospiterà Amor l’alma m’allaccia, primo tassello del ciclo Di dolci aspre catene, tre madrigali a cinque voci su testi di Torquato Tasso, nell’interpretazione dell’Exaudi Vocal Ensemble diretto da James Weeks. Questa nuova serie si collega idealmente al precedente ciclo di madrigali Se taccio, il duol s’avanza, per dodici voci soliste e violino, sempre su testi di Torquato Tasso. È in cartellone per il 20, 22 e 23 gennaio al Teatro alla Scala la prima di Heur, Leurre, Lueur per violoncello e orchestra, commissione dell’Ente scaligero. L’esecuzione sarà affidata, nel contesto della Stagione Sinfonica 2013/14, al solista Francesco Dillon e all’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Susanna Mälkki. In questi termini l’Autore introduce al nuovo lavoro: «Heur, Leurre, Lueur o della mutevolezza della visione, dell’inafferrabilità delle cose, della volubilità degli effetti psicologici associabili alla percezione. Le tre parole francesi che ho scelto per il titolo tengono insieme, in affinità di suono, queste tre diverse accezioni legate alla mobilità e alla fluidità della visione che, nel caso di questo pezzo, diventano trascolorare continuo da una situazione all’altra e capovolgimento continuo di ruoli tra solista e orchestra. “Heur”, dal latino “agurium” è l’occasione (della visione), la chance: psicologicamente parlando, né buona, né cattiva, ma potenzialmente trascolorante dal positivo al negativo e viceversa, da “bonheur” a “malheur”. “Lueur” (lucore) è un filo di luce che conduce la visione all’oggetto, luce che chiarisce e guida; oppure luce che inganna e confonde, com’è per la parola “leurre” (esca, illusione, trappola). 62 ottobre2013 Il violoncello è un viaggiatore curioso e inquieto, a volte incauto: sprofonda nell’oggetto della sua visione (l’orchestra che da lui deriva e a lui si rapporta), si fonde, confonde e, a volte, si perde. La prospettiva perciò si rovescia: l’orchestra diventa il solista esploratore, il violoncello solista il filo che l’orchestra segue e traduce in visioni ampie e solidamente-illusoriamente concrete, inglobandolo (il violoncello) al suo interno. Per questo motivo il mio lavoro non è un concerto per violoncello e orchestra. I ruoli di entrambi non sono così nettamente e dialetticamente definiti; e la ripartizione in sezioni o movimenti dominati da tali rapporti – in questo caso resi “deboli” – non è così chiaramente tracciabile». Il 3 ottobre la Casa della Musica di Parma ospita, per il Festival Traiettorie, la ripresa di Sonatinexpressive per violino e pianoforte, nell’interpretazione dei solisti dell’Ex Novo Ensemble Carlo Lazari e Aldo Orvieto, in programma anche il 14 dicembre allo Studio Haru di Nagoya (Giappone). Il 5 ottobre sarà proposto all’Espace Senghor di Bruxelles Recercar cromaticho post il credo per quartetto d’archi, affidato al Quatuor Tana. Il 17 ottobre la medesima compagine porterà al Centro Cultural de España di Lima, in Perù, Six lettres à l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archi. Sarà infine eseguito il 1° novembre al Paul Recital Hall della Juilliard School di New York Froward per sette strumenti, interprete il New Juilliard Ensemble diretto da Joel Sachs. È uscita nel frattempo, nel doppio Cd 30 ans de création musicale Accroche Note (L’empreinte digitale ED13236), la registrazione dal vivo di Due poesie francesi di Luca per voce e ensemble, su testi di Ghérasim Luca. Importante prima in cartellone per la Stagione sinfonica del Teatro alla Scala e altri madrigali tassiani Cortocircuiti tra arti È in cartellone il 10 ottobre al Konzerthaus di Vienna la Aureliano Cattaneo prima esecuzione assoluta del ciclo integrale di Parole di settembre per voci e strumenti su testi di Edoardo Sanguineti, commissione Klangforum Wien: l’ensemble interpreta il nuovo lavoro sotto la direzione di Michael Wendeberg, coi solisti Donatienne Michel-Dansac, soprano, Daniel Gloger, controtenore, e Otto Katzameier, baritono. L’esecuzione si avvale della composizione visiva e dell’installazione di Arotin & Serghei. Questi il contesto e le ragioni del nuovo, impegnativo progetto nelle parole dell’Autore: «Nel settembre del 2006, in occasione del V centenario della morte di Andrea Mantegna, si organizzò una grande mostra a Mantova, Padova e Verona. Per l’apertura della mostra si fece uno spettacolo in Piazza delle Erbe a Mantova per il quale Edoardo Sanguineti scrisse un ciclo di poesie ispirate a quadri di Mantegna. Durante lo spettacolo Sanguineti recitò il suo libro di poesie mentre io feci un’installazione sonora e l’artista Marco Nereo Rotelli delle proiezioni luminose sugli edifici medievali della piazza. Poco tempo dopo pensai che il testo di Sanguineti sarebbe stato perfetto per un grande ciclo vocale e ne parlai con lui che ne fu molto felice. Poi, per varie ragioni, non se ne parlò più fino al nostro ultimo incontro a Madrid nell’aprile 2010. Non ebbi tempo in seguito di parlare con lui su Mantegna, quali quadri avesse scelto, come aveva lavorato. Edoardo ci lasciò e così decisi di continuare questo dialogo, ormai nella lontananza, iniziando a lavorare a queste Parole di settembre. Dopo molte riflessioni ho deciso di dividere in tre parti il lavoro, che nel complesso dura circa un’ora. Per poter riflettere la grande varietà di umori, di registri e di linguaggi utilizzati da Sanguineti, caratteristica questa importantissima della sua poesia, ho pensato a una struttura che sfruttasse al massimo le possibilità di combinazioni vocali e strumentali. Infatti nei libri I e III l’ensemble non sarà utilizzato al completo, ma ci saranno anche numeri con diverse combinazioni. La difficoltà di un lavoro d’una durata simile è mantenere sempre la tensione e la direzione, e allo stesso tempo un’unitarietà. Sono state utilizzate tutte le quindici poesie di Sanguineti, alcune integralmente altre solo in modo parziale. Dei madrigali, scritti per le tre voci a cappella, quello introduttivo e quello finale impiegano l’introduzione e la chiusa del libro sanguinetiano». Il 10 gennaio è prevista la prima esecuzione italiana di Canto per ensemble, nel contesto della serata inaugurale della stagione “Rondò 2014” del Divertimento Ensemble, sotto la direzione di Sandro Gorli. In prima a Vienna il grande ciclo vocale su poesie di Sanguineti ispirate alla pittura di Mantegna Prosegue con un lavoro per flauto la serie delle Suites francesi e si moltiplicano riprese e incisioni Ivan Fedele Illuminazione progressiva È stata presentata in Giappone la Suite francese IV per flauto solo, in prima assoluta il 21 agosto al Contemporary Music Seminar & Festival di Akiyoshidai, con replica il 1° settembre all’International Contemporary Music Festival di Takefu, sempre nell’interpretazione di Mario Caroli. Il nuovo lavoro fa parte della serie di sei composizioni accomunate dallo stesso nome e dedicate a clavicembalo (I), violino (II), violoncello (III), arpa (V) e viola (VI). Il titolo indica da un lato la forma della composizione (articolata in più movimenti), dall’altro l’occasione che ne ha determinato la nascita (committenti o musicisti francesi per i quali il compositore ha scritto). Dal punto di vista estetico si evidenzia in queste composizioni la propensione dell’autore a considerare la forma non più dal punto di vista della metafora letteraria del racconto, bensì da quello della metafora plastica della scultura che gradualmente si rivela ai nostri occhi attraverso una graduale e multiprospettica illuminazione dell’oggetto nel tempo che ne svela tutte le sue proprietà: dalla densità della massa alla maggiore o minore rugosità della superficie, dal profilo più o meno curvilineo dei contorni alle qualità intrinseche del colore, dai volumi alle stesse ombre proiettate su superfici immaginarie. Numerose le riprese di lavori di Ivan Fedele nell’ultimo scorcio del 2013. Arcipelago Möbius per clarinetto, violino, violoncello e contrabbasso e Deystviya per bayan e quartetto d’archi, quest’ultimo in prima esecuzione italiana, sono in cartellone il 10 dicembre alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia per la stagione di Ex Novo Musica, che li eseguirà con Germano Scurti, bayan, e sotto la direzione di Filippo Perocco. Il 2 dicembre la Haute École de Musique - Conservatoire Supérieur de Musique de Genève ospiterà una masterclass di Ivan Fedele seguita da un concerto monografico degli allievi dell’istituzione, nel corso del quale è prevista l’esecuzione di una serie di lavori, tra cui Accents per pianoforte e quartetto d’archi, Correnti alternate per pianoforte e sette strumenti, Donacis ambra per flauto e elettronica, e Mixtim, musica rituale per sette strumenti. Il 22 settembre il Festival Musica di Strasburgo ha proposto alla Salle de la Bourse, in prima esecuzione francese, Fünfzehn Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte, nell’interpretazione del Trio Arbós. Flamen per quintetto di fiati è stato eseguito quello stesso 22 settembre dall’Ensemble Musagète alle Gallerie d’Italia di Vicenza, in Palazzo Leoni Montanari, e il 7 ottobre dall’ensemble della Tapiola Sinfonietta allo Helsinki Music Centre, nel quadro della rassegna Tapiola Sinfonietta Goes Klang. Syntax 0.1 ([email protected]) per orchestra da camera è in cartellone il 18 ottobre al Théâtre des Arts, Opéra de Rouen Haute Normandie, con replica il successivo 19 ottobre: l’orchestra dell’istituzione Un inedito volto dell’illustre contrappuntista, immerso nel mondo variopinto degli intermezzi 2 è diretta da Luciano Acocella. Il 20 ottobre il Conservatorio di Musica S. Cecilia ospita a Roma, nel quadro dell’EMUfest 2013, Due notturni con figura per pianoforte e elettronica, nell’interpretazione del pianista Francesco Prode e di Simone Conforti alla regia del suono. Gli Études Australes IV e V per pianoforte sono eseguiti il 30 ottobre al Trinity College di Dublino da Emanuele Torquati. Nohtar per orchestra d’archi viene proposto il 9 novembre alla Chapelle des Cordeliers di Clermont-Ferrand per il Festival Musiques Démesurées dall’Orchestre d’Auvergne, sotto la bacchetta di Roberto Forés Vases. Il successivo 10 novembre sarà possibile ascoltare a Basilea Phasing per due pianoforti e due percussionisti, nell’interpretazione del Makrokosmos Quartet. Gli Études boréales per pianoforte sono in programma quello stesso 10 novembre all’Aquila, per la Società Aquilana di Concerti “B. Barattelli”, interprete Mariangela Vacatello, e il 27 novembre a Tirana, Pianodrom, International Piano Festival, nell’esecuzione di Francesco Prode. Il Conservatoire à Rayonnement Régional de Rueil-Malmaison propone invece il 3 dicembre Erinni per pianoforte, cimbalom e vibrafono; la Fundación BBVA di Bilbao il 10 dicembre Pentalogon Quintet per quintetto d’archi, con l’Ensemble Laboratorium. Syntax 0.1 ([email protected]) è nuovamente in cartellone, nell’interpretazione di Michel Tabachnik alla testa della Brussels Philharmonic, il 6 febbraio allo Schouwburg Hasselt e il 7 febbraio al Bozar di Bruxelles. È uscito un Cd monografico, intitolato Two Moons (Stradivarius STR 33936), dedicato all’opera pianistica di Ivan Fedele. Maria Grazia Bellocchio vi esegue la Suite francese ed Études boréales per pianoforte solo, Two Moons per due pianoforti e due strumenti virtuali, e Due notturni con figura per pianoforte e elettronica. Vengono così indagati, attraverso lavori composti nell’arco di due interi decenni, tra il 1990 e il 2009, diversi orientamenti della creatività del compositore, dal riferimento a Cage, alle suggestioni pittoriche, al rapporto con l’elettronica, centrale in metà del programma registrato, messi alla prova sullo strumento d’elezione dell’allievo di Bruno Canino. La musica di Fedele compare in un secondo Cd di uscita recente, Tesela 1982-2012 (Verso VRS 2143), pubblicato in occasione del trentennale di attività dell’Orquesta Sinfónica de Euskadi, che include la registrazione live di Txalaparta (Folk Dance 2) per orchestra. La compagine è diretta da Andrey Boreyko. Un ulteriore Cd+Dvd, l’Integrale delle opere per pianoforte solo di Ivan Fedele, pubblicato da Limen (CDVD004 C004), si è aggiudicato l’edizione 2013 del Premio del Disco Amadeus come miglior Cd di musica contemporanea uscito nel 2012. Giovanni Battista Martini Maschere della commedia Cresce l’interesse per la produzione di Giovanni Battista Martini, universalmente noto come Padre Martini. Mentre è in corso il progetto di edizione critica delle partiture strumentali, di cui sono già disponibili presso le ESZ quaranta titoli tra sinfonie, concerti, sonate, danze e altre pagine isolate, del compositore, storico e teorico settecentesco sono stati recentemente riproposti anche due intermezzi comici, oggetto d’una registrazione e d’una tournée imminente. Il maestro di musica e Don Chisciotte, risalenti entrambi al 1746, restituiscono un’immagine inconsueta e imprevedibile dello stimatissimo luminare del contrappunto, consultato e venerato come un oracolo da generazioni di compositori, Mozart incluso. Perfettamente a proprio agio nel panorama del teatro comico per musica del primo Settecento, i due titoli affrontano temi prediletti di quelle scene: rispettivamente l’argomento metateatrale che mette alla berlina i professionisti dell’opera, e la grande miniera del romanzo umoristico di Cervantes: entrambi fonti d’ininterrotta ispirazione per tutto il secolo. I due intermezzi sono stati ora pubblicati in Dvd Deutsche Harmonia Mundi - Sony Music nella produzione andata in scena al Teatro Comunale di Bologna nell’ottobre 2011. Le due partiture, riproposte nell’edizione critica a cura di Federico Ferri e Daniele Proni, sono state interpretate dagli strumentisti dell’Accademia degli Astrusi diretti da Federico Ferri e da un cast comprendente Laura Polverelli, Aldo Caputo e Matteo Belli. La regia era affidata a Gabriele Marchesini, mentre la scenografia di Stefano Iannetta si basava su bozzetti originali di Dario Fo. I costumi erano di Claudia Pernigotti e le luci di Daniele Naldi. Lo spettacolo è in partenza per una tournée giapponese che toccherà Yokohama il 19 e il 20 ottobre e Kyoto il 23 ottobre. L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna sarà diretta da Hirofumi Yoshida. Alessandro Solbiati Sinfonia della risonanza A lessandro Solbiati partecipa alla Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, con la prima esecuzione italiana di Thai Song per 52 gong thailandesi (sei esecutori), in cartellone il 6 ottobre al Teatro delle Tese nell’interpretazione delle Percussions de Strasbourg. Spiega l’Autore: «Ho sempre sognato di poter comporre per Les Percussions de Strasbourg, anche perché da quando ho iniziato a comporre ho sempre adorato il suono mitico e archetipico delle percussioni. Quando ho conosciuto per la prima volta la sala prove del gruppo francese, a Strasburgo, ho avuto l’impressione di entrare in una sorta di cattedrale della creazione del suono. A quel punto ho deciso di utilizzare per il brano commissionatomi dal Ministero della Cultura Francese un solo timbro, il suono meraviglioso dei gong thailandesi, per concentrarmi meglio sulla composizione e sulla musica e non perdermi in un “supermercato del suono”. Thai Song è una sorta di ambiziosa “sinfonia” della risonanza, dello spazio, anche dei movimenti un po’ rituali che i musicisti, disposti ad arco sul palcoscenico, ciascuno con otto/nove gong a disposizione, devono compiere, avendo come punto di riferimento uno splendido e unico gong di Bali posto al centro del palco e che ciascun musicista può suonare almeno una volta. La risonanza, così naturale per dei gong, è viceversa nel mio brano qualcosa che deve essere “conquistato” a poco a poco, a partire dal suono smorzato dell’inizio, attraverso figure e forme musicali quali la melodia, le variazioni, il corale, fino alla sublimazione finale di un carillon. Ogni mio Luis de Pablo Studi da camera Quattro prime esecuzioni assolute per Luis de Pablo in quest’ultimo scorcio del 2013. Apre la serie, il 18 ottobre, Turris eburnea per chitarra, proposta alla Sala Joaquín Turina di Siviglia nel quadro del 4° Festival de la Guitarra de Sevilla nell’interpretazione di Adam Levin, committente della composizione, che l’Autore presenta in questi termini: «È un lavoro breve, di circa 7’, ma questa brevità non è sinonimo di opera minore: ha infatti una struttura complessa e difficoltà considerevoli. Ho voluto riassumere nella e per la chitarra, ovvero tenendo conto delle caratteristiche specifiche dello strumento, delle sue prerogative e dei suoi limiti, certi miei lavori recenti lontani anni luce dalla chitarra sola: Passio (per coro e orchestra), Recado (per organo e orchestra) ecc. Volendo, lo si può vedere come un esercizio di sublimazione più o meno impossibile, ma in ogni caso terribilmente stimolante (ricordiamoci Messiaen: “le charme des impossibilités”)». Fabián Panisello dirigerà invece il Plural Ensemble in Pentimento per sei strumenti l’11 novembre alla Sala Luis Gálvez dell’Auditorio de Zaragoza e il 1° dicembre alla Sala Santa Clara di Sevilla. Dichiara Luis de Pablo: «Terminata il 26 aprile 2013, l’opera è un esercizio (dando a questa parola la sua accezione più nobile) in contrasto e sottigliezza. Formata da frammenti molto diversi che vanno dall’“inudibile” al violento, la forma sembrerà caleidoscopica, o meglio “contraddittoria”, con certi riflessi di autoironia. È dedicata al Plural Ensemble, al suo direttore Fabián Panisello e all’amico José Luis Turina, che me ne ha suggerito il titolo». ringraziamento va dunque alle Percussions de Strasbourg che mi hanno dato la possibilità di realizzare un sogno». Il giorno seguente, 7 ottobre, la medesima rassegna ospita la ripresa di Nora per cimbalom e orchestra: Andrea Pestalozza dirige Mayumi Orai e l’Orchestra di Padova e del Veneto. Il 20 agosto il Festival Internazionale W.A. Mozart ha proposto To Whom? per soprano solo nel Cortile di Palazzo Alberti a Rovereto, solista Laura Catrani. Il Trio Magritte ha eseguito Notturno secondo per violino, violoncello e pianoforte il 12 settembre al Festival Internacional de piano “Guadalquivir” di Cordoba e il 26 settembre all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna per il Bologna Festival. Luigi Attademo porta Le sei corde di Nicolò per chitarra sola il 15 ottobre a Varsavia e il 16 ottobre a Poznan. Il Dèdalo Ensemble diretto da Vittorio Parisi esegue Pour Ph.B. per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte in Spagna, il 4 novembre al Centro Cultural Nicolás Salmerón di Madrid e il successivo 5 novembre all’Auditorio San Francisco di Avila. Il 26 novembre sarà possibile ascoltare a Kawasaki (Giappone) un Duetto da Piccoli canti per cymbalom e vibrafono, nell’interpretazione di Mayumi Orai e Genichiro Furukawa. Nora, nella versione per cimbalom, flauto, clarinetto e percussione, è stato inserito nel doppio Cd antologico 30 ans de création musicale Accroche Note (L’empreinte digitale ED13236), presentato al Festival Musica di Strasburgo. Infine, per tutto il mese di ottobre, a partire da sabato 5, il sabato e la domenica mattina dalle 9 alle 9:30 Radio3 trasmetterà un secondo ciclo di Lezioni di musica tenute da Alessandro Solbiati. In questo caso verranno analizzati brani del Novecento storico e contemporanei, da Ravel a Berg, da Maderna a Donatoni, Grisey e Benjamin. Infine, il Festival del G.A.M.O. (Gruppo Aperto Musica Oggi) ospiterà nella Sala del Buon Umore del Conservatorio Cherubini di Firenze il 15 dicembre un concerto da camera monografico che prevede, accanto alla ripresa di due pagine per flauto solo, Soliloquio e Per flauto, due prime esecuzioni assolute: Cuarteto concertante per due violini, viola e fagotto obbligato, e Per fagotto. Ne saranno interpreti Roberto Fabbriciani, flauto, Paolo Carlini, fagotto, Duccio Ceccanti ed Edoardo Rosadini, violino, e Carmelo Giallombardo, viola. Così Luis de Pablo presenta il Cuarteto concertante: «Terminato il 22 marzo 2013, è un lavoro d’una certa complessità. Si potrebbe pensare a un quartetto d’archi in cui il violoncello sia stato sostituito dal fagotto. Ma non è così. La forma tiene conto della natura dell’“intruso”. La scrittura, le idee ecc. cambiano di conseguenza. Da qui l’aggettivo “concertante”, contrapposto al sostantivo “quartetto”. In questo “squilibrio” stimolante sta il valore della composizione, dedicata al grande fagottista Paolo Carlini». Per fagotto è invece una composizione d’una dozzina di minuti, articolata in quattro movimenti: Soledad, Ráfaga, Cuartel e “Ez”. Il Segundo Trio è in programma il 21 ottobre al Museo de San Telmo di San Sebastián e il 22 ottobre alla Fundación BBVA di Bilbao nell’interpretazione del Trio Arbós. Una ripresa di Federico Mompou in memoriam per violino, violoncello e pianoforte ha luogo il 26 ottobre al Centro Galego de Arte Contemporánea di Santiago de Compostela, affidata al Grupo Cosmos 21. Prima italiana per 52 gong thailandesi alla Biennale e numerose riprese Christophe Bertrand Virya per flauto, clarinetto, pianoforte e percussione viene eseguito a Seattle dai Seattle Chamber Players il 22 settembre al Benaroya Hall e il 13 ottobre alla Seattle Public Library. Un’esecuzione parziale di Scales per orchestra da camera viene proposta il 2 ottobre a Magonza dal Philharmonisches Staatsorchester Mainz diretto da Hermann Bäumer al Kleines Haus dello Staatstheater. Dall’inferno per flauto, viola e arpa è in cartellone il 7 ottobre allo Helsinki Music Centre, per la rassegna Tapiola Sinfonietta Goes Klang, nell’esecuzione della Tapiola Sinfonietta. È in programma per il 31 ottobre al Royal Festival Hall di Londra, per la rassegna “Music of Today”, un concerto monografico che comprenderà Virya per flauto, clarinetto, pianoforte e percussione, Madrigal per soprano e ensemble, e Yet per ensemble. Ne saranno interpreti il soprano Yeree Suh e la Philharmonia Orchestra diretta da Alejo Perez. È uscita nel doppio Cd 30 ans de création musicale Accroche Note (L’empreinte digitale ED13236), che verrà presentato durante il Festival Musica di Strasburgo, la registrazione dal vivo di Madrigal per soprano e ensemble e Sanh per clarinetto basso, violoncello e pianoforte. Quattro nuovi lavori indagano le peculiarità di singoli strumenti 3 Un bilancio di mezzo secolo di attività attraverso una mostra, un libro e molte esecuzioni Franco Donatoni Lumen per sei strumenti è in cartellone il 19 ottobre alla Cité de la Musique di Parigi, proposto dai solisti dell’Ensemble Intercontemporain. Novità per grande orchestra commissionata dalla Fondazione per la Cultura del Brandeburgo Niccolò Castiglioni Tropi per complesso da camera è in cartellone il 6 ottobre al CBSO Centre di Birmingham, affidato al Birmingham Contemporary Music Group diretto da Oliver Knussen. 4 Francesco Hoch Sulla soglia di un’epoca I festeggiamenti per i settant’anni dell’Autore proseguono con l’inaugurazione, il 10 ottobre alla Biblioteca Cantonale di Lugano, della mostra “Il suono della società: Francesco Hoch, compositore”, aperta fino al 23 novembre 2013, in occasione della quale viene presentato il libro di Stefano Ragni Il suono della società ‘postuma’: Francesco Hoch, un musicista che pensa il futuro (Edizioni Guerra, Perugia - ELR, Locarno). Viene eseguita in quella sede la nuova versione di Musica per l’inaugurazione, nell’interpretazione di Massimiliano Pascucci, Piotr Nikiforoff, Denis Monighetti, Luciano Zampar. Il 15 ottobre lo Studio Ernest Ansermet della Radio de la Suisse Romande, ospiterà a Ginevra, per la stagione di Contrechamps l’esecuzione di Bicordo F.H. 1 per voce e ensemble, di Fragments à la fenêtre, da Duo per voci e strumenti, e di Bicordo F.H. 2 per voce e ensemble, nonché la prima esecuzione assoluta di Consumo di donna per soprano e tredici strumenti, commissione Contrechamps, su un testo tratto da Imago di Maria Rosaria Valentini. Ne saranno interpreti il soprano Barbara Zanichelli, il tenore Massimiliano Pascucci e Michael Wendeberg alla testa dell’Ensemble Contrechamps. I medesimi musicisti riproporranno l’intero programma il giorno dopo, 16 ottobre, alla Nuova Sala Studio Foce di Lugano, nel corso del concerto monografico “Francesco Hoch e Franco Donatoni: l’allievo e il suo maestro”. In questi termini il compositore presenta Fragments à la fenêtre: «In questa passeggiata attraverso alcuni decenni della mia ultima produzione, viene proposto di curiosare da brevi aperture di piccole finestre, con fugaci illuminazioni, una serie di frammenti di brani che si caratterizzano per l’intimità di un dialogo a due. Due voci, due strumenti, o una voce e uno strumento, non vengono infatti incomodati dal disturbo di un terzo e nemmeno dall’ascoltatore che sbircia solo da lontano, dall’esterno, per un attimo, per qualche minuto, verso questa Malika Kishino Nel profondo I l 20 settembre lo Staatstheater di Cottbus ha ospitato, con replica il 22 settembre, la prima esecuzione assoluta di Zur Tiefe per orchestra, commissione della Brandenburgische Kulturstiftung Cottbus: ha interpretato il nuovo lavoro Evan Christ alla testa del Philharmonische Orchester des Staatstheaters Cottbus. In questi termini l’Autrice presenta questa novità: «Come una goccia d’acqua raggiunto il suolo s’infiltra strato per strato, una pulsazione sonora entra in noi da una varietà di curve d’energia, filtrando nel tempo fino a raggiungere una profondità senza fondo. In Zur Tiefe ho voluto descrivere tramite l’energia sonora il fascino che esercita su di me l’abisso profondo, la profondità senza fondo, perfino mistica. Ho dato forma all’energia sonora della grande orchestra attraverso due gesti musicali. Il primo è caratterizzato da una pulsazione e da un’osmosi successiva. Corre verticale, come la goccia che dall’alto penetra nel suolo. L’altro, che imprime il flusso d’energia, presenta una direzione più orizzontale, come la pioggia che si diffonde sul terreno e scorre in ruscelli e fiumi in pianura. Entrambi i gesti vengono ripetuti in vari strati sonori e cadono progressivamente verso la profondità, nell’abisso della musica, raggiungendo la tranquillità. Secondo Shinichi Hisamatsu (1889-1980), filosofo giapponese seguace del buddismo zen, i caratteri generali delle espressioni culturali giapponesi nelle belle arti possono essere descritti secondo sette caratteristiche collegate tra loro: asimmetria, semplicità, austera sublimità, naturalezza, sottile profondità, libertà dall’attaccamento e tranquillità. Ogni arte bella potrebbe esposizione situata all’interno di una sorta di edificio museale. Ogni discorso in duo si giustappone a distanza e non si mescola con gli altri. Eppure ciascuno ammicca alla fine di un’epoca, alla fine delle avanguardie, diventate oramai tutte storiche, e in particolare alla fine di quella propulsività creativa rivolta al futuro. Si osserva quell’epoca da lontano nel suo tempo, come da un aldilà, dopo la sua morte. Tuttavia essa vive di questa morte facendosi storia e per noi attualmente viva tradizione». Nel contesto del concerto il bicordo F.H. (Fa-Si), eseguito sia prima che dopo Fragments à la fenêtre, possiede la funzione di firma musicale del compositore corrispondente al tritonus, considerato anticamente come diabolus in musica. In Consumo di donna, invece, il soprano incarna sette donne sfruttate nelle loro immagini da parte della pubblicità nella società di consumo. La riproposta di quell’immagine nei vari stereotipi imposti dall’industria odierna porta drammaticamente a un parossismo al limite della malattia e della follia. Sempre a Lugano, all’Auditorio Stelio Molo della RSI, verrà eseguito in prima assoluta il 31 gennaio, per la rassegna “Concerti dell’Auditorio”, Ex antiquo per due flauti di Pan e orchestra d’archi, affidato ai solisti Michel Tirabosco e Matthijs Koene, e al complesso I Barocchisti, diretto da Diego Fasolis. Per l’occasione Hoch ha collaborato coi due musicisti, tra i maggiori solisti di flauto di pan, sperimentando le notevoli raffinatezze e la ricchezza timbrica dello strumento, messo in dialogo con le sonorità dell’esecuzione filologica assicurata dai Barocchisti. I festeggiamenti di Lugano per Francesco Hoch contemplano infine anche la ripresa, il 21 novembre al Palazzo dei congressi, per i Concerti d’autunno di Rete Due, di Il mattino dopo per orchestra, con replica il giorno dopo, 22 novembre nella Sala del Fevi di Locarno: Antonello Manacorda dirige l’Orchestra della Svizzera Italiana. possedere tutte e sette le caratteristiche, che nella loro inseparabilità formano un intero perfetto. Io ora vivo in Europa e scrivo musica contemporanea, ma quando penso alla bellezza, la qualifico con queste caratteristiche. Per me comporre è un modo di esprimere la bellezza col materiale sonoro nel tempo dato». Il 17 ottobre viene proposto all’Alti Concerto Hall di Kyoto Monochromer Garten V per un esecutore di koto, nell’interpretazione di Shoko Ohtani. Il 20 ottobre Jörg-Peter Mittmann e l’Ensemble Horizonte eseguiranno Aqua Vitae II per cinque strumenti al Kloster Marienmünster, con replica l’11 dicembre al Norddeutschland Rundfunk (NDR) Funkhaus di Hannover nel contesto del Festival Musik 21 in Niedersachsen. Épanouissement per violoncello è in cartellone il 9 novembre al Kunstraum di Tosterglope, affidato a Beverley Ellis, solista dell’Ensemble Aventure, che lo riproporrà il 19 novembre alla Elisabeth Schneider Stiftung di Freiburg i.B. Infine, Das Klarinetteduo (Beate Zelinsky e David Smeyers) eseguirà il 24 novembre nella chiesa di St. Nikolaus a Colonia-Dünnwald, Halo per due clarinetti. È in corso in questi mesi la produzione di un Cd monografico presso il Deutschlandfunk di Colonia: il 19-20 dicembre verrà registrato Rayons crépusculaires per 15 musicisti e live electronics, nell’interpretazione di Daniel Kawka alla testa di MusikFabrik e del Grame; il 21 dicembre sarà la volta di Monochromer Garten II per sassofono baritono, clarinetto basso e trombone, affidato a Marcus Weiss, Ernesto Molinari e Uwe Dierksen. Vittorio Montalti Inscenare l’incertezza Va in scena in prima rappresentazione assoluta alla Biennale di Venezia L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento, opera da camera per tre voci, ensemble e elettronica su libretto di Giuliano Compagno tratto dall’omonimo testo di Georges Perec. Commissione del 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, lo spettacolo è in cartellone il 9 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale, con Ljuba Bergamelli, soprano, Salvatore Grigoli, baritono, Jo Bulitt, performer, e l’Ensemble Nuovo Contrappunto diretto da Mario Ancillotti. Giancarlo Cauteruccio cura regia e scenografia. Una ripresa è già programmata con i medesimi interpreti per il 30 ottobre al Teatro Donizetti di Bergamo. In questi termini Montalti presenta questa esperienza di teatro musicale: «A livello compositivo il mio lavoro parte sempre dal concetto di figura; penso spesso agli elementi musicali che metto in gioco come a dei personaggi, che non necessariamente narrano una storia, ma la cui presenza esprime un senso se riferita a un universo irrazionale. Il testo parla di una delle situazioni più scomode che possano esistere per un impiegato, ossia presentarsi al proprio superiore chiedendo un aumento di paga. L’azione è semplice, ma provoca numerosi dubbi e incertezze in chi la deve compiere: tutta una serie di interrogativi che diventano un forte spunto immaginativo per lo scrittore francese che, anziché scegliere una delle possibili situazioni, decide di rappresentarle tutte, mettendo così in scena l’incertezza del povero impiegato. L’idea molto affascinante di Perec è stata quella di basare la struttura del racconto su un diagramma di flusso che contempla tutte le possibili soluzioni, scegliendo di percorrerle tutte. Il concetto di vincolo diventa così motore creativo: un procedimento che presenta una forte affinità con il mio modo di lavorare. Da sempre ho sentito un forte bisogno di formalizzare i processi compositivi, di non lasciare nulla al caso nella scrittura. Organizzo così il mio lavoro costruendo dei meccanismi che mi permettano di avanzare nella scrittura. Scrivere per la voce diventa una sorta di “analisi”. Una volta isolati i frammenti più significativi, passo a una scomposizione del testo in cui la comprensibilità del testo viene meno. Quello che m’interessa è che il vero significato si possa al limite intravedere ma che non sia mai esplicito. Il senso delle parole sarà incarnato da un organismo musicale di cui le macerie dell’elemento verbale saranno il seme. L’utilizzo dell’elettronica, la maggior parte in tempo differito, avverrà su più livelli: vorrei realizzare dei processi compositivi tramite Open Music che siano in relazione con le tecniche di scrittura dell’Oulipo. Partendo dalle diverse tipologie di vincoli utilizzate per la scrittura, vorrei provare a riportare questi procedimenti a livello compositivo». “L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento”: Sinossi Dopo lunghi ripensamenti, un impiegato si decide ad affrontare il capoufficio per chiedergli un aumento. Giunto sul posto di lavoro, esita tuttavia a farsi avanti. Per prender tempo, ascolta le telefonate della segretaria, va persino in cucina a informarsi sul menù del giorno. Risalito nell’ufficio del capoufficio, si accorge che questi ha contratto il morbillo. Lo rinchiude allora nella stanza e dà l’allarme. Il contagio è però già avvenuto. Peggio ancora, il capoufficio passa a miglior vita. L’impiegato rende omaggio alla salma, ma questa assume misteriosamente le sembianze del nuovo capoufficio, al quale l’impiegato può presentare ancora domanda di aumento. Contagiato dal morbillo, viene però messo in quarantena. Una volta guarito, è giunta l’ora del vagheggiato aumento, benché l’impiegato sia ormai prossimo alla pensione. Il capoufficio dichiara a quel punto di non avere il potere di concedere l’aumento richiesto e rimanda l’istanza dell’impiegato agli uffici competenti. Raffaele Grimaldi Psicoanalisi d’un compositore È in cartellone in prima rappresentazione assoluta alla Biennale di Venezia La macchina, opera da camera per tre cantanti, attore/performer, ensemble e elettronica su soggetto e libretto di Diego Giordano. Commissione del 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, lo spettacolo va in scena il 9 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale, con Mirella De Vita, soprano, Stephanie Lewis, mezzosoprano, Edoardo Hurtado, tenore, Jo Bulitt, performer, e l’Ensemble Nuovo Contrappunto diretto da Mario Ancillotti. Giancarlo Cauteruccio cura regia e scenografia. Una ripresa è già programmata con i medesimi interpreti per il 30 ottobre al Teatro Donizetti di Bergamo. Protagonista dello psicomelodramma è un paziente bipolare, interpretato da due cantanti/attori espressione di due personalità differenti e antitetiche, che ben presto si rivelerà essere un compositore. “La macchina”: Sinossi Un personaggio bizzarro, appollaiato sul ramo d’un albero in un bosco, in realtà uno psicanalista, inizia ad ascoltare il racconto d’un paziente, coadiuvato da un’assistente. Viene diagnosticato un disturbo della personalità, legato alle tendenze compositive del paziente, che viene invitato a entrare in una macchina. Questa inizia a emettere melodie e proiettare, su delle pareti che s’innalzano improvvisamente, immagini In questi termini Grimaldi presenta il nuovo lavoro: «Laddove le possibilità creative debordano i limiti della forma tradizionale e si trasformano in simboliche esasperate dalla tecnica, ipertrofiche e malate, dove il senso d’appartenenza si perde nei meandri della psiche e per mancanza d’ironia appare la Madonna, ci vorrà una macchina che ristabilisca il senso del pudore, che mostri la precarietà di ogni adulterazione estetica, e consenta di riprodurre un equilibrio artistico conforme alle possibilità di comprensione dell’essere umano. Un dottore e la sua assistente cercano di portare alla luce il difetto che congenitamente affligge la soggettività decomposta e scissa di un compositore di musica contemporanea. La terribile cura avrà lo scopo di ricondurlo alla ragione, al riconoscimento e all’accettazione sociale. Ovvero non essere esistiti». provenienti dall’inconscio del paziente, che intanto canta. Lo spazio ha assunto progressivamente l’aspetto d’uno studio medico. Con grande frastuono il portello della macchina si apre e ne esce un diverso personaggio stravagante che si mette a inseguire e malmenare lo psicanalista e la sua assistente, trascinandoli infine con sé nella macchina. Commissione di teatro musicale in cartellone alla Biennale ispirata ai procedimenti di scrittura del gruppo Oulipo Michele dall’Ongaro La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, ospita il 7 ottobre alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian il Quartetto n. 6 per archi, nell’interpretazione del Kairos Quartett. Giampaolo Coral RAPS XI per quartetto d’archi viene proposto in prima esecuzione italiana il 7 ottobre alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian nell’ambito della Biennale di Venezia e nell’interpretazione del Kairos Quartett. Nuova opera da camera in scena alla Biennale s’inoltra con ironia nei recessi della psiche d’un artista 5 Due prime esecuzioni indagano la natura del suono, anche investendola d’una forte carica metaforica di valore politico Jean-Luc Hervé Rêve de vol per clarinetto e viola è in cartellone il 16 ottobre a Colonia, al Kolumba Kunstmuseum des Erzbistums Köln, nell’interpretazione dell’E-MEX Ensemble. En mouvement per sette strumenti sarà invece proposto il 16 novembre al Millenium Hall del College of Music di Osaka da membri del College Opera House Orchestra. Infine 4 per due pianoforti e due percussionisti sarà eseguito il 16 gennaio 2014 dall’Ensemble 2e2m al Conservatoire à Rayonnement Régional de Paris. Prima sinfonica in Svezia va alle radici stesse dell’ispirazione del compositore negli ultimi anni 6 Javier Torres Maldonado Materia in movimento Due prime esecuzioni per Javier Torres Maldonado nella seconda parte di quest’anno. È stato presentato il 25 agosto, nel quadro della Quincena Musical de San Sebastián al Kursaal della città basca, Masih per quartetto di saxofoni, interpretato dal Sigma Project Quartet. Così racconta l’Autore la genesi del nuovo pezzo: «Una parte del lavoro creativo che ho sviluppato negli ultimi anni nasce dall’idea di stabilire un legame fra oggetti sonori provenienti dalla realtà e la loro manipolazione tramite tecniche compositive artigianali derivanti dall’orchestrazione e composizione assistita da computer. In questo senso la risintesi strumentale o mista (quest’ultima realizzata tramite strumenti musicali e dispositivo elettroacustico) costituisce un primo passaggio da cui, in un secondo momento, possono derivare processi compositivi fortemente vincolati alla struttura dell’oggetto sonoro di base, alle sue qualità percettibili. In questa prospettiva possono essere situate diverse delle opere che ho composto negli ultimi anni, fra cui Masih, per quartetto di saxofoni. Scritta fra il 2012 e il 2013 per il quinto anniversario del Sigma Project Quartet e dedicata ai musicisti che compongono questo gruppo, l’opera utilizza come materiale di base un affascinante campione di vento ululante registrato dall’interno di un’abitazione. A partire da analisi e trascrizioni sono stati derivati alcuni elementi musicali sottoposti a trasformazioni che hanno dato come risultato diverse “reazioni chimiche” dalle quali sono nate idee musicali contrastanti che pure conservano legami percettibili con l’oggetto sonoro di base. La forma, estremamente irregolare, deriva da una lettura per aumentazione estrema delle distanze fra i picchi di ampiezza più significativi, presenti nell’oggetto sonoro di base; così, in corrispondenza con le suddette durate, ho determinato la durata dei pannelli formali che compongono quest’opera, cioè facendoli derivare direttamente da caratteristiche implicite nella natura dell’oggetto sonoro stesso. Questi pannelli sono spesso facilmente riconoscibili grazie al fatto che prevedono cambiamenti bruschi di gestualità o transizioni da uno stato della materia sonora a un altro. In molti casi essi sono immediatamente preceduti da segnali formali consistenti in violenti attacchi di suoni eolici eseguiti da tutto il quartetto oppure da un’idea opposta: pause più o Giovanni Verrando meno brevi. L’opera è stata commissionata da Sigma Project Quartet e dal Sistema Nacional de Creadores de Arte del Messico. Ho scelto la parola Masih come titolo perché oltre a essere quasi un anagramma di Sigma (il nome del quartetto di saxofoni a cui è dedicata), in lingua indonesiana significa “ancora”: quasi una maniera di dire che la musica scritta per combinazioni strumentali che possiamo considerare ormai “classiche”, quali il quartetto di saxofoni, continuerà a vedere la luce grazie alla volontà non solo di chi la crea ma anche di gruppi come Sigma Project Quartet». Una nuova versione di Masih con elettronica sarà presentata in dicembre alla Guggenheim Foundation di Bilbao. Sarà invece in prima esecuzione europea il 13 ottobre alla Brandenburg Biennale Exabrupto per tre gruppi strumentali, pianoforte e percussione: Michael Helmrath vi dirigerà i Brandenburger Symphoniker. Spiega Torres Maldonado: «“Abbattere le pareti tra uomo e uomo, unire ciò che è stato separato”, è la citazione da Cántaro roto di Octavio Paz che ho posto in exergo a Exabrupto (1997-98), in memoria degli indiani messicani uccisi nel 1998 ad Acteal, nel Chiapas. La struttura interna del pezzo è basata sull’idea d’invasione, come il titolo suggerisce: Exabrupto consiste effettivamente di due movimenti in forte contrasto musicale, e specificamente ritmico, non eseguiti successivamente ma di fatto coesistenti, col secondo che gradualmente viene a rimpiazzare il primo, interrompendone il discorso attraverso l’introduzione d’una serie di frammenti che progressivamente si ampliano fino a coprirlo del tutto. Il modo in cui ciò avviene è molto teatrale e le fratture nel panorama sonoro sono improvvise e violente, cosicché il contrasto tra questi mondi sonori sembrerà quasi una metafora di quello tra la vita e la morte. Un contrasto anche visivo, poiché i quindici componenti dell’orchestra sono divisi in tre gruppi insoliti, separati dal pianoforte e dalle percussioni. È il ritmo, specialmente nel primo movimento, a determinare la direzione della musica». Il 4 giugno è stato eseguito al Théatre Dunois di Parigi, Ah, LE haPpy birtHday! per soprano, clarinetto basso, violino, violoncello, alcuni accessori e tre esecutori ad libitum, composto per celebrare il trentennale dell’Ensemble Aleph, che ne è stato il primo interprete. Universo molteplice Giovanni Verrando è presente il 5 dicembre nel cartellone della NorrlandsOperan a Umeå (Svezia) con una prima esecuzione assoluta: Multiplicity per quattro percussionisti e orchestra, interpretata dal Kroumata Ensemble e dalla NorrlandsOperan’s Symphony Orchestra, committenti del lavoro, sotto la direzione di Rumon Gamba. In questi termini l’Autore presenta questa novità: «Con la sola esclusione di poche ordinarie percussioni (grancassa, caisse claire...), in Multiplicity i musicisti del Kroumata Ensemble suonano strumenti utili a produrre suoni inarmonici e a interagire con i suoni acustici e elettronici prodotti dall’orchestra: questi strumenti sono, ad esempio, cazzuole, martelli, lastre metalliche, carta alluminio, capsule di plastica, violini senza corde né archetto e altri ancora. In mezzo agli strumenti dell’orchestra vi è un campionatore che esegue suoni preregistrati. Durante il brano i musicisti d’orchestra suonano strumenti alternativi, come piccoli fogli di cartone plastificato, percussion tubes accordati per quarti di tono, e così via. Il titolo si riferisce a una chiave di lettura, la molteplicità, utile a comprendere il mio approccio alla musica di questi ultimi anni. Mi occupo di molteplicità, infatti, quando analizzo la rappresentazione grafica degli spettri e dei suoni. Una volta deciso di spostarsi, durante l’atto compositivo, dal pentagramma allo spettrogramma, di osservare i suoni nei dettagli, il numero degli elementi da comporre cresce drasticamente e improvvisamente. La molteplicità è inoltre enfatizzata dall’emersione dell’inarmonico. Uno spettro inarmonico è per propria natura più complesso e ricco di dati di un suono prodotto da uno strumento acustico. E ancora, ci si confronta con la molteplicità quando si assume che la nozione di universalità del linguaggio musicale ha perso la propria validità. Sono interessato alla pluralità dei linguaggi, alla complessità dei diversi “io” artistici e alla loro messa in scena. Nel regno della molteplicità, la responsabilità individuale e la scelta consapevole assumono ancor più importanza. Affronto responsabilità e rischi, felice di farlo. Multiplicity è diviso in tre movimenti. L’intero brano è dedicato a Kroumata, mentre l’ultimo movimento è un’elegia in memoria di Luciana Abbado Pestalozza». Il 4 ottobre Giovanni Verrando interviene alla giornata di studi sulla musica di Fausto Romitelli, organizzata dal Festival Musica e dall’Università di Strasburgo, con un contributo intitolato Au-delà de l’imaginaire de la musique écrite. Il 10 ottobre partecipa invece alle giornate di studi sulla musica elettronica del Festival Oggimusica Lugano a proposito del tema Grammatica della nuova liuteria. Il 6 agosto scorso, Dulle Griet per ensemble amplificato è stato eseguito all’Aquila, nell’ambito dei “Cantieri dell’immaginario”, dall’ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro, in una versione coreografata da Irène Borguet-Kalbusch. Federico Gardella Voci interiori Dal 1° al 4 ottobre l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti registrerà in studio per Rai Radio3 all’Auditorium Rai di Torino Mano d’erba per orchestra, in prima esecuzione italiana. Spiega l’Autore: «Mano d’erba è una composizione pensata in analogia con la natura; si tratta di una natura immaginata come luogo di ascolto: come in un paesaggio, in cui ogni elemento contribuisce a formare una visione unitaria, in questa composizione la funzione di singoli strumenti dell’orchestra è quella di ricostruire uno “strumento” che sia anche espressione di una voce interiore. Pensare la musica in analogia con la natura significa anche riflettere sul rapporto tra la linearità della vita individuale e la ciclicità dei processi naturali; in Mano d’erba il confronto tra questi elementi si articola in una struttura in cui la logica vettoriale della microforma trova il suo compimento in un’organizzazione ciclica del livello macroformale. Penso che la struttura di una composizione non ne descriva semplicemente la cronologia, ma, a un livello più profondo, ne definisca il carattere: le diverse sezioni che costituiscono Mano d’erba si susseguono senza interruzioni, lasciando progressivamente emergere il suono di una vicenda individuale che, avvolta dal respiro degli strumenti, come un canto in lontananza scompare nel vento. Nel 2012 Mano d’erba è stata insignita a Tokyo del Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award». La Biennale di Venezia presenta il 12 ottobre alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian la prima esecuzione assoluta di Cinque notturni da braccio per viola d’amore, nell’interpretazione di Marco Fusi. Così Gardella: «Una musica notturna è una musica in cui il silenzio è pensato come fondamento di ogni possibilità di suono, è il bianco della tela in attesa della sua “scrittura”, è il taglio della pietra che prefigura la propria forma scolpita. È una musica da immaginare all’aria aperta, in spazi sterminati, ma che chiede di essere ascoltata da vicino, raccolti in una stanza. È una musica non lineare, in cui la forma non coincide con la cronologia dei suoi elementi, ma si definisce attraverso l’esplorazione di uno spazio sonoro indefinito. E così questi Cinque notturni da braccio raffigurano un’idea di tempo sospeso, racchiuso in una forma verticale e declinato nel suono di uno strumento lontano: la viola d’amore. Ma come accade per la voce delle persone, anche la voce degli strumenti si modifica nel tempo: la viola d’amore diventa allora, in questa musica notturna, strumento di una voce sussurrata, che Pasquale Corrado ancora risuona da lontano». La Chiesa di Santa Cristina di Bologna ospita il 30 ottobre Architetture di una lontananza, micro-dramma per due attori e strumenti, affidato al FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La Licata, regia di Claudio Longhi. L’esecuzione s’inquadra nel Progetto d’Annunzio promosso dall’Accademia Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del poeta, col coinvolgimento di sei compositori contemporanei. In questi termini il compositore descrive il lavoro: «Architetture di una lontananza è un microdramma per due attori e strumenti, basato su testi di Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse e Claudio Longhi. L’azione, immobile, è una cronaca dell’allontanamento di Eleonora Duse dal poeta, la sera della prima rappresentazione della tragedia La figlia di Iorio. La musica, che si alterna agli episodi recitati, non asseconda lo svolgersi della narrazione, ma è, al contrario, pensata come lo spazio sonoro (e al tempo stesso architettonico) in cui tutto accade. Immaginare una musica in analogia con la percezione di una struttura architettonica significa pensare a un luogo in cui tutto è già presente dal principio, in cui il concetto di sviluppo dei materiali musicali viene sostituito dall’idea di una forma “sincronica”. La struttura si articola, qui, in “stanze”, che sono luoghi della forma, ma anche spazi di risonanza in cui costruire quell’idea di lontananza che ha segnato le vite di Eleonora Duse e Gabriele d’Annunzio, che osserviamo attraverso una porta socchiusa». Quaderno di sabbia per tre gruppi di bambini e ensemble sarà eseguito il 2 e il 3 dicembre al Flagey di Bruxelles da Jean-Paul Dessy alla testa dell’Ensemble Musiques Nouvelles e dal Chœur d’Enfants de l’École Saint-Henri (Woluwé-Saint-Lambert) diretto da Sarah Goldfarb. Sempre la Goldfarb riprenderà il pezzo il 27 e 28 gennaio al Théâtre Royal di Mons, con l’Ensemble degli studenti del Conservatorio di Mons e il Chœur d’enfants de l’Externat Saint Joseph (Hyron). La Società Umanitaria di Milano ospita nel mese di ottobre un’esecuzione di Mikro-Lieder ohne Worte per voce femminile e chitarra, interpreti Ludmila Ignatova e Andrea Monarda. Infine i Tre studi sulla notte - Tre studi per riscoprire l’alba per pianoforte saranno proposti, limitatamente a una selezione, da Elisa D’Auria al Notre Dame de Sion Concert Hall di Istanbul nel mese di novembre, e integralmente da Alfonso Alberti al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone il 9 gennaio. Ritorno all’essenziale Dal 1° al 4 ottobre l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti registrerà in studio per Rai Radio3, all’Auditorium Rai, di Torino Sfera per orchestra, in prima esecuzione italiana. Così Pasquale Corrado presenta il nuovo lavoro: «Sfera è un viaggio all’interno di una materia dai contorni indefiniti e dalle sfumature incerte. È la descrizione d’una sola figura musicale e delle mille variazioni che la rendono sempre diversa e mutevole: le note Do Si ricorrono durante tutto l’arco del pezzo dando vita a situazioni sempre differenti, nuove. Proseguendo nel gesto musicale di Sovrainciso, pezzo per tredici strumenti, il brano approfondisce in forma più articolata il tema principale. La sua struttura narrativa si articola attraverso diversi movimenti e sequenze ritmiche, descrivendo l’evoluzione d’una cellula piccolissima, formata da due note, che dà origine al tutto. Man mano che le due note si sovrappongono, l’aspetto sincronico prevale su quello diacronico, e l’aspetto armonico su quello melodico». Il gruppo Klangforum Wien, diretto da Jean-Michaël Lavoie, esegue il 4 ottobre, per il Festival Musik Protokoll di Graz, Grain per ensemble. L’11 ottobre è invece in cartellone in prima esecuzione assoluta, al Teatro Piccolo Arsenale di Venezia, per il 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale, Pulse per ensemble, commissione Radio France, nell’interpretazione dell’Ensemble L’Instant Donné. Così l’Autore ci introduce a questa novità: «Cosa rende unico e imprevedibile un fenomeno (sia esso umano o naturale)? La follia? Il caso? Nulla sfugge alle ferree regole della natura, eppure a volte accade che la consuetudine venga interrotta nel corso degli eventi e ancora, che gli individui compiano scelte inaspettate, ridisegnando scenari secondo schemi imperscrutabili. Alcuni sostengono che sia il mistero alla base di questi fenomeni, altri imputano a Dio la responsabilità del caso. A me poco importa. Ciò che mi affascina e che ho voluto descrivere è ciò che sta all’origine di tutto: una pulsazione. Una sequenza irrazionale di gesti guidati dall’istinto della mia mano, alla ricerca dell’estetica dell’anti-logico e del paradossale. Pulse è la descrizione dell’istante instabile in cui tutto è possibile e da cui genera l’interruzione di un nuovo inizio. Pulse è un brano costruito sulla casualità della follia. Una frazione che dà origine all’energia; una singola cellula da cui scaturisce pura luce che si propaga in miriadi di direzioni, mutevoli, instabili, casuali (ma, forse, solo all’apparenza)». Due lavori alla ricerca di intime voci interiori e un micro-dramma per celebrare l’anniversario dannunziano Goffredo Petrassi Kyrie per coro e archi verrà eseguito il 25 ottobre alla Liszt Music Academy di Budapest dalla Symphony Orchestra of the Hungarian Radio. Nonsense nn. 1, 3, 5 per coro misto a cappella su poesie di E. Lear è in programma il 10 novembre al Conservatorio “G. Verdi”, col Coro Giovanile Italiano diretto da Lorenzo Donati e Dario Tabbia, con replica il 12 novembre. La cellula e l’impulso indagati nella loro funzione originaria in due nuovi lavori per la Rai e Radio France 7 Nell’arco di poche settimane, l’apertura del 65° Prix Italia e la conclusione della residenza presso l’Atelier Arts Sciences Francisco Guerrero Il 14 ottobre è possibile ascoltare, all’Auditorio del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, Vâda per due soprano e nove esecutori, su testo di Jorge Guillén, e Acte préalable per quattro percussionisti. Ne sarà interprete l’ensemble Koan 2 diretto da José Ramón Encinar. Il 16 novembre avrà luogo la prima esecuzione in Germania di Coma Berenices per orchestra, proposta allo Hegelsaal dei Liederhalle di Stoccarda nell’ambito della rassegna “attacca – Geistesgegenwart Musik”, nell’interpretazione del RadioSinfonieorchester Stuttgart des SWR sotto la direzione di Lucas Vis. Infine, il 28 dicembre Ars combinatoria per sei strumenti a fiato verrà eseguito al Tel Aviv Museum dagli Israel Contemporary Players diretti da Ilan Volkov. Accanto all’acquisizione delle opere giovanili, è ben avviato il progetto di registrazione dell’integrale pianistica 8 Michele Tadini Linguaggi plurisensoriali Due le prime esecuzioni assolute per Michele Tadini a chiusura di questo 2013. Il 21 settembre, diretta da Juraj ValČuha, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, committente del nuovo lavoro, ha presentato all’Auditorium Rai di Torino, nel contesto della cerimonia di apertura del 65° Prix Italia, Je vous en prix per grande orchestra. In questi termini il compositore racconta il percorso di questa novità: «Varie idee e schizzi si sono susseguiti. Poi la via si è imposta, da sola: rielaborare la brevissima sigla iniziale di La musica nascosta (Prix Italia 2008), partire quindi da un materiale orchestrale esistente ma sostanzialmente ineseguibile da umani. Non certo una semplice trasposizione (anche perché l’originale dura meno di un minuto): piuttosto, analogamente ad altre trascrizioni da me realizzate in passato, la partitura originale, in un patto di non tradimento, offre la sua anima alla rinascita. Tutto parte dall’analisi e dalla rielaborazione dei principii costitutivi dell’opera data, dalla semplice, profonda e impietosa osservazione di quello che c’è. Le feconde analisi hanno dato luce a una sorta di quadrato magico di numeri/relazioni che ha guidato, in seguito, tutte le mosse. Una sorta di passacaglia, mobile nel ritmo armonico, è intrinsecamente legata alle durate, ai ritmi e agli intervalli di tutta la composizione. Niente come un’architettura strutturale forte arriva a sostenere la libertà e l’ispirazione continua che la grande pagina d’orchestra offre. Questo succede quando, in cambio di quello che noi le abbiamo offerto in precedenza, la fatica del comporre ci dona qualcosa, muovendo le nostre mani e il nostro intuito». I Rencontres Biennale ArtsSciences ospitano l’11 e 12 ottobre al Théâtre Hexagone di Meylan, Scène Nationale de Grenoble, la prima esecuzione assoluta di La terza luce per percussione, violoncello, fagotto, live electronics, video Camillo Togni e light performance, commissione dell’ente stesso, con repliche il 14 novembre al Théâtre de la Renaissance di Oullins (Lyon) e il 25 gennaio al Lux, Scène Nationale de Valence. Ne saranno interpreti Thibaut Weber, percussioni, Sophie Raynaud, fagotto, Marie Ythier, violoncello, lo stesso Michele Tadini, live electronics, Françoise Henry, scenografia e luci, e Angelo Guiga, ricerca tecnologica. Il progetto sarà ripreso nel 2014 anche al Teatro Franco Parenti di Milano. Il progetto, Prix A.R.T.S. 2011, nelle intenzioni dell’Autore intende allargare la ricerca sulle possibili interazioni tra suono e luce, secondo diversi punti di vista: fisico, percettivo, cognitivo e compositivo. Il concerto corona due anni di residenza di Tadini all’Atelier Arts Sciences, dove ha potuto collaborare col ricercatore Angelo Guiga. A un tempo stesso costrizione e libertà per il compositore, la percezione sinestetica offre un campo d’esplorazione poetica immensa. Si tratta di trovare una grammatica della vibrazione comune tra suono e luce, esplorare la loro possibile relazione. Ispirato dal ritmo, dalle sfumature e dal movimento spaziale della luce, ogni strumento rappresenta un modo singolare d’interagirvi. La forma musicale fa riferimento a diversi tipi di musica: contemporanea, minimalista, arcaica, elettronica e rock progressivo. Tra il gesto musicale e il trattamento informatico dei comandi, Françoise Henry interviene come scenografa per concepire uno spazio astratto, propizio alla materializzazione della luce. È proprio la sinergia di competenze e immaginari differenti che modifica il processo di ricerca e porta a una nuova forma di scrittura in cui dati fisici e matematici e necessità oniriche tessono, rispondendosi, un linguaggio comune. Questa “terza luce” invita lo spettatore a interrogarsi anche sul suo modo di percepire una creazione plurisensoriale. Riscoperte dell’artista giovane Le ESZ proseguono col piano di acquisizioni degli inediti giovanili di Camillo Togni in collaborazione con la Fondazione Cini: iniziativa finalizzata principalmente al progetto d’incisione dell’opera pianistica del compositore. Le acquisizioni, più o meno recenti, ammontano già a una trentina di lavori scritti tra il 1936 e il ’54, con qualche puntata verso gli anni Sessanta. Inaugura questo tesoro giovanile il gruppo costituito dalla Ballata in Fa minore, dal Preludio e dallo Studio in La bemolle maggiore, tutti per pianoforte solo, del 1936, seguito da un nucleo importante composto tra il 1938 – l’anno della scoperta di Schönberg, in occasione di un concerto di Arturo Benedetti Michelangeli a Brescia – e il ’40, anno che inaugura la serie delle sette Serenate per pianoforte solo, che accompagnano Togni per quasi tutta la durata della guerra, fino al 1944. Notevoli alcuni titoli cameristici, come i Tre studi per “Mort sans sépulture” di J.P. Sartre op. 31 (1950) per soprano e pianoforte, o il monumentale Trio op. 14b (1942) per violino, violoncello e pianoforte. Le due composizioni sono state pubblicate in un Cd Naxos (8.572074) dedicato alla produzione cameristica di Togni, comprendente anche la Sonata per flauto e pianoforte e la Sonata per violino pianoforte, nell’interpretazione del soprano Lorna Windsor e dell’Ex Novo Ensemble. Per quanto riguarda la musica pianistica è già uscito in Cd il primo volume del progetto Complete Piano Music (Naxos 8.5722990), affidato all’interpretazione di Aldo Orvieto, comprendente l’importante serie dei Tre Capricci op. 38 (1954, 1956 e 1957), la breve versione pianistica di Per Maila (1982), l’ancor più fulmineo, tardo Aforisma (1985), la Seconda partita corale. Trascrizione per pianoforte di cinque preludi corali per organo di J.S. Bach (1976), la serie dei Tre Preludi op. 28 (1947), il Ricercare op. 28b, sempre del 1947, e infine la Fantasia op. 25, del 1944: un Cd che esplora lungo oltre un trentennio l’«arte lenta» di Togni, come la definisce Gian Paolo Minardi nelle note d’accompagnamento. Un secondo Cd è già stato registrato ed è attualmente in produzione. Conterrà la Prima Serenata per pianoforte op.10, composta nel 1940, momento chiave in cui ha inizio il dialogo con l’eredità schönberghiana, i Sei Preludi op. 21, compiuti nel 1944, la Prima Partita Corale op. 29, trascrizione bachiana del 1948, il Quarto Capriccio (Ottave) scritto nel 1969 su richiesta di Antonio Ballista, il Quinto capriccio (Omaggio a Bellini), composto nel 1987 per il XIV Congresso Internazionale di Musicologia, il Sesto Capriccio (Aforisma sul nome di Sylvano Bussotti), l’ultima opera per pianoforte solo di Togni composta in tre giorni tra il 12 e il 14 settembre 1991. Due dei lavori registrati nel primo Cd saranno presentati a breve in concerto, rispettivamente il Ricercare op. 28 bis il 3 ottobre alla Casa della musica di Parma, nel quadro del Festival Traiettorie, nell’interpretazione di Aldo Orvieto, e la Suite op. 14a il 24 novembre a Brescia, nell’ambito della rassegna “Sulle Ali del Novecento”, affidata a Elena Pasotti del Dèdalo Ensemble. Eric Maestri Indagare la sorgente La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, presenta il 5 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale la nuova versione di Visioni per ensemble e dispositivo elettroacustico, nell’interpretazione dell’Ensemble L’Imaginaire. Il progetto di Eric Maestri prevede l’esecuzione consecutiva di un brano esclusivamente elettroacustico di Daniele Ghisi (un acusmonium virtuale con venti sorgenti sul palco e venti ammassi di cose) e appunto quella di Visioni, brano strumentale ed elettronico che col primo forma una sola opera. Visioni è il frutto di una collaborazione stretta tra i compositori, gli interpreti e i registi. In questi termini Maestri presenta il nuovo lavoro: «E se ciò che percepiamo come strumento o sorgente sonora non lo fosse? Se la trasparenza della produzione fosse disturbata da oggetti che funzionano come simboli? Evocare questa esperienza, che è quella della separazione del suono dalla sua sorgente (o della separazione funzionale), permette di mettere in scena uno dei misteri dell’ascolto. Visioni è un brano sonoro e visivo, che si basa sulla relazione e il mistero di questa alchimia. Racconteremo la storia del passaggio da un’ipotesi di sorgente alla sorgente vera e propria: il passaggio da un oggetto che suona ipoteticamente a un suono reale, il passaggio da un’assenza a una presenza. Gli oggetti, prima inanimati, si animano attraverso il suono. Il gioco di rappresentazione evoca per noi la finzione alla base della percezione, la relazione alla tecnologia e alle macchine. La scena presenta gli strumenti, pianoforte e percussione in particolare. In fondo. La scena è molto profonda. Quattordici metri. Gli oggetti sono in primo piano, i musicisti, gli strumenti, dietro, nascosti, nel nero. I musicisti sono forse già in scena, seduti e immobili come manichini. Venti sorgenti sonore sono in primo piano. Ciascuna associata a un oggetto o a un ammasso di oggetti. Gli oggetti, o ammassi di tali oggetti, nascondono gli altoparlanti dispersi sulla scena. Il gioco comincia. Le luci sono orientate sugli oggetti e definiscono una sorgente sonora ipotetica. L’idea dell’elettronica è quella di macchine immaginarie, di oggetti metallici e di legno che poco a poco cominciano a muoversi fino a umanizzarsi. Tra la prima e la seconda parte i musicisti stessi cominciano a muoversi, Nicola Sani Volo su Berlino Il Festival Ultraschall di Berlino ripropone il 26 gennaio al Großer Sendesaal dello Haus des Rundfunks Al folle volo per orchestra. La composizione per orchestra di Nicola Sani, commissionata dal Land tedesco della Turingia, viene eseguita per la prima volta a Berlino dalla prestigiosa Deutsches Symphonie-Orchester, con la direzione di Lothar Zagrosek. Nelle parole dell’Autore «Al folle volo è basato su un progetto di stratificazioni timbriche e si sviluppa come in un dialogo serrato fatto di contrasti tra materiali e agglomerati sonori, attraverso relazioni di frequenza, timbro e dinamica. L’ascoltatore è avvolto da una musica grigia e roca, che lo proietta in una dimensione lontana e allo stesso tempo primordiale, al limite tra suono e materia. Una specifica attenzione, anche in funzione della drammaturgia della composizione, è rivolta alla produzione dei suoni, con l’utilizzazione della scordatura microtonale dei violini e delle multifonie nei fiati. La disposizione dell’orchestra, con gli archi disposti su un fronte sonoro lineare, le frequenze gravi al centro e due trombe disposte dietro agli ascoltatori, genera uno spazio acustico di inaudite diafonie e geometrie sonore. emettere suoni dai vari strumenti. Prima percussione, pianoforte e poi i fiati. La transizione è una sorta di animazione degli oggetti. Immaginare di frammentare un suono tra gli oggetti, la luce segue la frammentazione. La parte strumentale è piena, vortici di suono e luce, accumulazioni che portano a fondere il piano sonoro e quello luminoso». Prima esecuzione assoluta, sempre alla Biennale, l’11 ottobre al Piccolo Arsenale, per Tre case per clarinetto, trio d’archi e pianoforte, commissione di Radio France. Il pezzo, che è stato presentato nel numero scorso di «ESZ News», viene eseguito dall’Ensemble L’Instant Donné. Tre case è già stato trasmesso in produzione radiofonica per la serie “Alla breve” di Radio France dal 9 al 15 settembre. Una terza novità di Eric Maestri è in cartellone il 26 ottobre al Konzerthaus di Berlino: Four Walls per due pianoforti, due percussionisti e elettronica, interpretato dal committente, l’Ensemble Berlin PianoPercussion. Spiega l’Autore: «Four Walls sono note accostate l’una all’altra. I timbri sono cercati e variati a ogni battuta, come delle caselle accostate. Accostare oggettivamente una nota all’atra, come si possono accostare delle superfici lisce, dei muri o dei pezzi di muro. L’accostamento è ipotetico. Adesso lavoro per essenze accostate e diverse velocità. Essenze puramente sonore o emotive, il suono arricchito. L’essenza del pianoforte, del suono elettronico, della potenza, l’essenza della dinamica; l’essenza del forte e del piano. Una tra le cose più difficili, e pericolose, è lavorare con le essenze delle emozioni musicali. L’essenza della tristezza, dell’impatto emotivo, trasformare del materiale inerte in materiale volatile che vada al di là della percezione istantanea diventando emozione». È possibile ascoltare Natura degli affetti per pianoforte il 30 ottobre al Trinity College di Dublino, affidato a Emanuele Torquati; lo stesso pezzo, insieme a Ritratto voce per voce femminile (in prima esecuzione italiana), è in programma il 17 novembre alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, per la rassegna “Pomeriggio tra le Muse”, nell’interpretazione di solisti dell’Ensemble Musagète: Patrizia Vaccari, soprano, e Gabriele Dal Santo, pianoforte. Il titolo, che esprime l’idea di esplorazione dell’inaudito, deriva da un passo celeberrimo del Canto XXVI dell’Inferno di Dante, in cui il poeta incontra l’anima di Ulisse, avvolta nelle fiamme “...e volta nostra poppa nel mattino, / de’ remi facemmo ali al folle volo, / sempre acquistando dal lato mancino...”». Il 23 ottobre Selene Framarin e Alfonso Alberti presenteranno a Milano, nell’Aula magna dell’Università Bocconi, la prima esecuzione della versione per clarinetto basso e pianoforte di Come una specie di infinito, nell’ambito d’un concerto promosso dall’Università stessa e dall’Associazione Musica/Realtà. Il 13 settembre Concetto spaziale, attese per pianoforte amplificato e nastro magnetico è stato eseguito al Suginami Public Hall di Tokyo da un solista del Tokyo Gen’On Project. Il 3 ottobre, sempre in Giappone, all’Aichi Triennale di Nagoya, Kumi Uchimoto propone A Lina Bucci Fortuna per pianoforte solo. Verso un altro occidente per flauto, clarinetto, viola, pianoforte e percussioni è invece in cartellone, con la Camerata Alberta diretta da Felix Krieger, il 20 ottobre al SESC Vila Mariana di San Paulo (Brasile), per l’Associação De Cultura Educacional Santa Marcelina. Un progetto ambizioso vede la sua realizzazione definitiva alla Biennale, dove è proposta anche un’ulteriore prima esecuzione Aldo Clementi Ideogrammi n. 1 per sedici strumenti è in programma al Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo il 6 ottobre. Duetto per flauto e clarinetto con due strumenti in eco è in cartellone per il 9 novembre alle Gallerie d’Italia di Milano per il 22° Festival di Milano Musica, interprete l’Mdi Ensemble. Variazioni per viola sola sarà eseguito il 12 novembre da Stéphanie Bozzini per la serie Ny Musik al Konstmuseum di Borås, in Svezia. Approda nella capitale tedesca l’ambiziosa partitura sinfonica commissione del Land della Turingia La lirica di Mario Luzi accompagna e ispira la ricerca Andreacara Manzoli di confine al compositore Immobile per clarinetto è in cartellone il 27 ottobre alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza, per la rassegna Pomeriggio tra le Muse, nell’interpretazione di Luigi Marasca, solista dell’Ensemble Musagète. 9 Tre prime dedicate alle qualità di singoli strumenti e dei loro interpreti Luigi Dallapiccola Il Prigioniero, un prologo e un atto da La torture par l’espérance di Villier de L’Isle Adam e da La légende d’Ulenspiegel et Lamme Goedzak di Charles de Coster, è in cartellone in forma di concerto alla Philharmonie di Monaco di Baviera il 3 ottobre, con replica il 4 ottobre. Ne saranno interpreti Paoletta Marrocu, soprano, Gerald Finley, baritono, il Coro e l’Orchestra sinfonica della Radio Bavarese diretti da EsaPekka Salonen. Commiato per una voce di soprano e quindici esecutori viene proposto il 3 ottobre all’Auditorio Stelio Molo della RSI a Lugano dall’Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Marc Kissoczy, e il 21 ottobre al Musikverein di Vienna dall’Ensemble Kontrapunkte diretto da Peter Keuschnig. In quest’ultima occasione il soprano sarà Alda Caiello. I Goethe Lieder per voce femminile e tre clarinetti sono in programma il 9 ottobre al Muziekgebouw di Amsterdam, nel quadro dello AAA Festival Muziek en Kunst, nell’interpretazione di Lauren Armishaw, soprano, e dell’Asko|Schönberg Ensemble diretto da Etienne Siebens. Infine sarà possibile ascoltare Preghiere per baritono e orchestra da camera su poesie di Murilo Mendes il 5 novembre al Brahms-Saal del Musikverein di Vienna, nell’ambito della rassegna Wien Modern, con Martin Winkler, baritono, e l’Ensemble Kontrapunkte diretto da Peter Keuschnig. 10 Giorgio Colombo Taccani Tre soli Tre prime esecuzioni di brani solistici per Colombo Taccani nei prossimi mesi. La prima è prevista il 2 ottobre nell’ambito del Festival delle Nazioni presso il Teatro di Marcello di Roma, quando Adele D’Aronzo presenterà In controluce per pianoforte, a lei dedicato. Dice l’Autore: «Negli ultimi anni ho infierito sui pianisti che mi avevano chiesto nuovi lavori con brani di difficoltà spesso elevatissima. Fortuna ha poi sempre voluto che gli stessi pianisti fossero dotati di talento fuori dal comune e che quindi ne venissero a capo in maniera egregia; da tempo tuttavia sentivo il bisogno e la voglia di misurarmi con un lavoro che si ponesse come limite una chiara e tranquilla semplicità esecutiva. Pur conoscendo bene le doti di virtuosismo di Adele D’Aronzo, a questa sua nuova richiesta ho risposto con questo breve ciclo di cinque pezzi che, con diverse sfaccettature e intenzioni, prendono spunto dall’ultimo accordo della Suite op. 14 di Bartók ricavandone, come mio solito, ogni elemento costruttivo, dalle proporzioni generali alla sostanza armonica e così via (fra le pieghe – aspetto per me insolito – l’elemento bartókiano di origine determina qua e là anche qualche sottile allusione stilistica). Resta da aggiungere questo: al sottotitolo, che originariamente parlava di “cinque pezzi facili” alla fine del lavoro ho aggiunto un “quasi”…». Il 1° novembre presso la Sala Convegni del Santuario di Sant’ Antonio di Polla (Salerno), sarà presentato R’lyeh, primo lavoro di Colombo Taccani per chitarra elettrica; ne sarà interprete Sergio Sorrentino per il quale è stato scritto; l’esecuzione avverrà all’interno del Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro. «Nell’immaginario narrativo di H.P. Lovecraft», questa la presentazione del compositore, «la città di R’lyeh occupa una posizione centrale: “La città-cadavere, da incubo, costruita incalcolabili eoni prima della storia conosciuta, da enormi, ripugnanti forme che gocciolarono dalle stelle oscure. Ivi si stabilirono il grande Cthulhu e le sue orde, nascosti in verdi, limacciosi sotterranei”; mostra “ampi angoli e superfici di pietra, troppo grandi per appartenere a qualcosa proprio di questo pianeta, ed empie quanto orrende immagini e disturbanti geroglifici”; la geometria di R’lyeh è “anormale, non euclidea e repulsiva, sa di sfere e dimensioni diverse dalle nostre”. In questa città “il morto Cthulhu attende sognando” di ritornare padrone della terra. Questa l’ambientazione espressiva ed evocativa (certo non rilassante…) del mio primo lavoro per chitarra elettrica, dovuto a una richiesta dell’ottimo Sergio Sorrentino, e tutto ciò mi pare ben più utile per l’ascolto – almeno in questo caso – rispetto ad asettiche informazioni strutturali e compositive (si potrebbe dire molto anche su questo fronte, ma confido nella fiducia di chi legge). Un solo aspetto va comunque ricordato, per inquadrare al meglio la sezione conclusiva del pezzo, sprofondata in zone gravissime: nel 1997, non lontano dalla zona in cui Lovecraft ipotizza l’esistenza di R’lyeh venne rilevato dalle apparecchiature un suono sottomarino di frequenza ultrabassa; simile al profilo audio di un animale, sarebbe dovuto appartenere, se vero, a una creatura infinitamente più grande rispetto alla balenottera azzurra…». Sarà invece Carlo Boccadoro, nella stagione del Teatro Spazio89 di Milano, a presentare in prima assoluta il 10 novembre Di mare per pianoforte, scritto dietro suo invito. Dice Colombo Taccani: «Nell’esperienza musicale di ognuno di noi compaiono, a certe svolte dell’età, brani che, pur provenendo da ambiti diversissimi fra loro, segnano in maniera definitiva il nostro percorso. Irrilevante è spesso la qualità o il valore assoluto di questi brani, quanto invece risulta fondamentale il fatto di averci incontrati e di essersi messi in fase con tutte le nostre tensioni del momento e di averle incanalate verso una dimensione superiore. Di mare, breve pagina per pianoforte scritta con entusiasmo e riconoscenza per Carlo Boccadoro, si lega appunto a uno di questi brani-snodo, sul quale in passato già ho realizzato Il mare immobile per tre flauti dolci bassi; poco importa qui dichiarare di cosa si tratti, perché chi legge queste righe ne rimarrebbe sicuramente deluso o quanto meno perplesso rispetto ai gusti del sottoscritto (anche se, occorre segnalarlo, l’incontro avvenne in età preadolescenziale…). La sovrapposizione di due accordi del brano ispiratore (e il primo dei due, che apre anche il mio lavoro, mantiene per me a distanza di decenni una forza evocativa grandissima) dettano le regole strutturali della pagina, determinandone sia la successione delle sezioni sia la configurazione di ogni minimo dettaglio; su tutta la durata del pezzo, dilatata e assimilata di volta in volta alle caratteristiche delle sezioni attraversate, si stende, non riconoscibile se non a tratti, l’intera linea melodica del brano originario». Sono inoltre previste numerose riprese di altri lavori: Ier…, riverberazione selettiva del “Poveretto” di G. Verdi, sarà rieseguita da Renata Campanella e dall’Ensemble Nuove Musiche diretto da Guido Maria Guida l’8 ottobre presso l’Auditorium di Milano; seguirà un ciclo di esecuzioni negli Stati Uniti che toccherà Philadelphia il 12 ottobre (Caplan Centre for the Performing Arts), Washington il 15 ottobre (Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura presso l’Ambasciata d’Italia), Chicago il 16 ottobre (Logan Centre for the Arts, University of Chicago e Boston il 18 ottobre (Sanders Theatre, Harvard University); in queste date statunitensi la cantante sarà Jaime Korkos; seguirà quindi, il 27 gennaio, un’ulteriore esecuzione del brano al Teatro Vittoria di Torino con la parte vocale affidata nuovamente a Renata Campanella, nell’ambito della stagione dell’Accademia Stefano Tempia. In ottobre a Pasian di Prato (Udine) Sergio Bernetti e Adele D’Aronzo ripresenteranno Obake per trombone e pianoforte. Il 16 novembre, presso la Sala Grande dell’Istituto Reale Superiore di Musica di Stoccolma (KMH), Elena Imparato e Francesco Moretti presenteranno Diario di viaggio per violino e fisarmonica. Watcher per sei strumenti, già rieseguito il 6 agosto scorso all’Aquila nell’ambito del Festival “I Cantieri dell’Immaginario”, verrà ripresentato in dicembre a Firenze all’interno della stagione G.A.M.O.; esecutori ne saranno sempre i componenti dell’Ensemble Sentieri Selvaggi sotto la direzione di Carlo Boccadoro. Il 26 gennaio il duo formato da Michele Ambrosi e Andrea Monarda ripresenterà A Perfect Beat Of per due chitarre al Salone degli Affreschi dell’Umanitaria di Milano. Ricordiamo infine che Spectrum, in una versione leggermente modificata per corno inglese e saxofono baritono, è stato eseguito l’8 giugno scorso alla Musik Akademie Basel all’interno della rassegna “Happy New Ears II”; ne sono stati esecutori Raphael Ilg e Romain Chaumont. È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2013 delle Edizioni Suvini Zerboni. Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it. Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore. Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori, notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali. Giorgio Gaslini Maestro d’astrazione L a produzione pianistica di Giorgio Gaslini propone in questi mesi tre momenti di spicco. Innanzitutto l’uscita del Cd Stradivarius Giorgio Gaslini - Piano Works, interpretato da Alfonso Alberti. Il Cd include una serie di brani per pianoforte solo, composti tutti nel 2012, con la sola eccezione di Piano Felix, del 2009: Sonata per pianoforte, Seven Epiphanies for Piano, Piano Felix, Fiori musicali e Nella foresta degli alberi sonanti. Scrive lo stesso interprete nelle note di accompagnamento del Cd, intitolate La musica per pianoforte di Giorgio Gaslini, ossia l’arte del graffito: «Nell’ora di musica compresa nel presente Cd, Giorgio Gaslini svela se stesso come maestro dell’astrazione. Spesso, astrazione lirica. Cioè, questo indirizzo si applica anche a quell’ambito delicatissimo che è la cantabilità; muovendosi, lì, sul crinale esile che definisce un lirismo intenso eppure enigmaticamente controllato. Qual è il senso di questo sottrarre, di questo asciugare all’osso e stilizzare? Un primo senso riguarda l’ascolto musicale: Giorgio Gaslini chiede a chi sta “dall’altra parte” un approccio attivo e complice. Quell’immagine completa che il compositore è così restio a fornire, da qualche parte deve pur venir fuori: è proprio la mente dell’ascoltatore a doverla creare, come in quei diffusi giochi di enigmistica dove il solutore prende una matita e riunisce fra loro una miriade di puntini fino a comporre un’immagine riconoscibile. Un secondo senso riguarda invece il problema del significato musicale. La musica è già di per sé la più astratta delle arti, nella quale non viene garantita alcuna associazione automatica fra un significante (come nel linguaggio verbale è per esempio la parola “matita”) e un significato (l’immagine mentale di quell’oggetto di legno e grafite con la punta, che viene usato per scrivere). Se poi il compositore decide di sottrarre dei dettagli, l’ambiguità aumenta ancora. […] Un ultimo senso della stilizzazione di questa musica, strettamente legato ai due precedenti, riguarda l’idea che il compositore ha della propria attività creativa. Chi ha vergato quei segni scarni non Ivan Vandor assomiglia certo al pittore d’accademia dalla pazienza certosina. Quelle non sono pennellate; piuttosto, forse, dei graffi. Il compositore chiede all’ascoltatore di scuotersi (laddove tanta altra parte di mondo preferirebbe lasciarlo nel suo torpore), prendendo coscienza della molteplicità dei significati possibili (laddove per taluni è molto più utile indirizzare l’uomo lungo binari prestabiliti, proponendogli solo le interpretazioni della realtà che sono consentite – perché inoffensive – e non altre): i graffiti di Giorgio Gaslini non sono fatti per cadere nell’indifferenza, anzi sono fatti proprio per scardinarla. È, quella di Gaslini, una musica che nella scelta delle sue tecniche e delle sue forme svela un originario intento civile». Quest’autunno avranno luogo le prime esecuzioni assolute di due dei brani inclusi nel Cd, sempre affidate ad Alfonso Alberti, che il 19 ottobre presenta all’Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano, per la rassegna dell’Associazione Secondo Maggio, le Seven Epiphanies for Piano, e il 19 novembre eseguirà al Center for New Music di San Francisco la Sonata per pianoforte. Il primo lavoro si rifà alle Epiphanies di James Joyce (1900-04), paginette che Virginia Woolf ha definito “momenti dell’essere”. Seven Epiphanies for Piano è infatti la trasposizione in musica di altrettante rivelazioni di fulminee immagini della memoria, momenti dell’essere del tutto personali. Nelle sette pagine l’Autore ha adottato la scrittura su tre doppi pentagrammi, in corrispondenza con le tre gamme timbriche del pianoforte, basso/medio/alto, sulle quali, in modo alterno, si distende il tessuto compositivo. Sette visioni sonore di ritrovate epifanie. La Sonata per pianoforte si basa invece sull’insolita forma “alphabetical”, ovvero è composta di 21 sequenze pianistiche quante sono appunto le 21 lettere dell’alfabeto della lingua italiana: sequenze di carattere diverso che vanno eseguite di seguito, in funzione dell’unità inscindibile della composizione. Libero contrappunto Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice ospitano il 4 dicembre, nel quadro della rassegna “Ex Novo Musica”, la prima esecuzione assoluta di Invenzioni a sei voci per flauto, clarinetto, pianoforte, percussioni, viola e violoncello, nell’interpretazione dell’Ex Novo Ensemble diretto da Alberto Caprioli. Così l’Autore presenta il nuovo lavoro: «Invenzioni a sei voci è stato scritto per l’Ex Novo Ensemble e terminato nella Luca Mosca primavera di quest’anno. Il titolo allude sia alla presenza di sei esecutori, sia all’aspetto contrappuntistico (retrogradazioni, rovesciamenti ecc.) delle singole “voci” come dell’insieme, sia infine a una certa libertà formale. Il pezzo infatti consta di varie sezioni (“invenzioni”) che si succedono senza soluzione di continuità e che sono inoltre spesso basate su elementi tematici della parte iniziale del flauto e del clarinetto». All’ascoltatore ideale Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice ospitano il 4 dicembre, nel quadro della rassegna “Ex Novo Musica”, la prima esecuzione assoluta di Per Ernesto, nove frammenti per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, nell’interpretazione dell’Ex Novo Ensemble. Così Luca Mosca: «Per Ernesto è una composizione scritta per l’Ex Novo Ensemble e dedicata al mio carissimo amico recentemente scomparso Ernesto Rubin de Cervin, uomo di eccezionale sensibilità, creatività e intelligenza. Con lui c’era un’intesa, specie musicale, davvero rara, magnifica, per fonte inesauribile di stimoli e sollecitazioni; quando scrivevo, avevo in lui l’ascoltatore ideale, e quando gli facevo sentire un mio pezzo, il suo giudizio era sempre chiarificatore. Con questa composizione, suddivisa in nove brevi frammenti, ho voluto rendergli omaggio per tutto il bene da lui ricevuto». Esce un Cd monografico dedicato all’opera pianistica recentissima Henri Pousseur Mnemosyne I, monodia per una voce sola è in programma l’11 ottobre alla Casa della Musica di Parma per il festival Traiettorie, nell’interpretazione di Truike van der Poel, mezzosoprano dei Neue Vocalsolisten. Fantaisie et fugue - Dicté par... n. 1b (Arnold Schönberg 1930) per violoncello e pianoforte è in cartellone il 19 ottobre per i Weingartner Musiktage junger Künstler a Weingarten (Baden), affidato a solisti del Texture Ensemble. Prima cameristica per l’Ex Novo Ensemble Paolo Castaldi Left per pianoforte sarà eseguito da Alfonso Alberti il 19 novembre eseguirà al Center for New Music di San Francisco. Novità cameristica in memoriam 11 Riproposta per la prima volta la fiaba radiofonica su testo di Gozzi, mentre esce un prezioso Cd dedicato alla produzione per flauto Luciano Berio Thema (Omaggio a Joyce) per nastro magnetico sarà proposto da Francesco Giomi alla regia del suono il 12 ottobre nella Limonaia di Villa Strozzi, a Firenze, per il Tempo Reale Festival, il 19 ottobre alla Cité de la Musique di Parigi, e il 7 e 8 novembre, in questo caso abbinato a Perspectives per nastro magnetico, al Festival RomaEuropa. Il Quartetto per archi è in cartellone, sempre con l’interpretazione dello Stadler Quartett, il 9 novembre allo Small Hall of the Redutam di Bratislava, per il Festival Melos Ethos, e l’11 novembre, nell’ambito del 22° Festival di Milano Musica. La Sequenza I per flauto è in programma il 10 novembre alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, per la rassegna Ex Novo Musica, interprete Daniele Ruggieri. Esce un Cd dedicato a un ciclo realizzato ad apertura di millennio Bruno Maderna Fiaba filosofica Ha avuto luogo il 30 settembre al Cortile Federico II di Cremona la prima esecuzione in forma di concerto del radiodramma L’augellino belverde su testo di Carlo Gozzi adattato per la radio da Vittorio Sermonti, realizzata dall’Associazione Studenti di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia (Sede di Cremona) e dagli strumentisti del Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia, sulla base dell’edizione – attualmente in preparazione per le ESZ – a cura di Angela Ida De Benedictis. Mentre la fortuna dell’Augellino Belverde, “fiaba filosofica del Signor Carlo Gozzi, nobile veneto” (1765) dura ancora oggi grazie all’opera di compagnie teatrali, nella critica letteraria e in altre forme artistiche (come il cortometraggio d’animazione di Emanuele Luttazzi), pressoché sconosciuta è invece la versione radiofonica che, a partire dal medesimo testo, fu realizzata da Bruno Maderna e Vittorio Sermonti e messa in onda dalla Rai di Milano nel 1958. Centro artistico e culturale d’eccellenza, la sede Rai milanese ospitava allora uno tra i più avanzati centri di musica elettronica del mondo, lo Studio di Fonologia Musicale, laboratorio per la produzione di musica elettroacustica d’arte e d’uso fondato da Luciano Berio e Bruno Maderna. Proprio quest’ultimo fu autore delle musiche per questa fiaba radiofonica, scritte per un ensemble di dieci strumenti, con Mozart e il suo teatro come referente ideale. Il testo fu adattato alle esigenze del nuovo mezzo da Vittorio Sermonti, che ne curò inoltre la regia radiofonica. Com’è costume per le produzioni radiofoniche, musiche e testo de L’Augellino Belverde non furono licenziati a stampa, sebbene Maderna avesse depositato le musiche della commedia musicale presso il proprio editore. Queste fonti manoscritte, insieme alla registrazione della radiocommedia depositata negli archivi della Rai, sono state studiate dalla musicologa Angela Ida De Benedictis in un volume della sua tesi di dottorato, dedicata alla storia della musica per radio in Italia, divenuto in seguito la base per l’edizione a stampa in preparazione dell’Augellino Belverde. Serenata n. 2 per undici strumenti e Musica su due Roberto Fabbriciani Tre flauti per quattro elementi È uscito di recente il Cd monografico Brilliant Classics Alchemies (9446), dedicato a Roberto Fabbriciani nella duplice veste di compositore e di interprete. L’album presenta un ciclo di quattro brani dedicati all’illustre simbologia dei quattro elementi, dal titolo appunto di Alchemies, e composto tra il 2000 e il 2004. I quattro pezzi, intitolati rispettivamente Mercury (Water), Salt (Earth), Sulphur (Air) e The Imponderable (Fire), pur Valerio Sannicandro Novità per ensemble ispirata agli antichi miti metamorfici 12 dimensioni per flauto e nastro magnetico saranno proposte dall’Asko|Schönberg Ensemble diretto da Etienne Siebens il 9 ottobre al Muziekgebouw di Amsterdam, nel quadro dell’AAA Festival Muziek en Kunst, e il 18 ottobre al Vredenburg Leeuwenbergh di Utrecht. Musica su due dimensioni verrà ripreso, sempre al Muziekgebouw, il 12 ottobre da Jeannette Landré, solista dell’Asko|Schönberg Ensemble. La Casa del Suono di Parma ospiterà invece il 16 novembre, nell’ambito del Festival Traiettorie, tre composizioni per nastro magnetico: Continuo, Le rire e Notturno. È uscito recentemente il Cd monografico Bruno Maderna. Music in Two Dimensions: Works for Flute (Mode 260), pubblicato a New York e prodotto e interpretato da Roberto Fabbriciani. L’album indaga la presenza del flauto nel mondo creativo di Maderna, proponendo una nutrita serie di composizioni: Musica su due dimensioni per flauto e nastro magnetico (nelle due versioni del 1952 e del 1957), Divertimento in due tempi per flauto e pianoforte (1953), il Concerto per flauto e orchestra (1954), commissionato da Wolfgang Steinecke e ripreso per la prima volta – dopo la prima di Severino Gazzelloni a Darmstadt nell’anno della composizione – nel 1981 da Roberto Fabbriciani a cui l’aveva affidato lo stesso Maderna, Honeyrêves per flauto e pianoforte (1961), la Cadenza per flauto da Dimensioni III (1963), Serenata per un satellite per ensemble, realizzata nella presente registrazione con l’impiego di cinque flauti diversi, sovrapposti tramite la tecnica della sovraincisione, e infine il dittico di miniature composto da Maderna per le figlie: Per Caterina per violino e pianoforte (1963), e Serenata für Claudia per violino e clavicembalo (1968), trascritte da Fabbriciani per flauto e pianoforte. Coadiuvano Fabbriciani Massimiliano Damerini in tutte le composizioni che contemplano il pianoforte, Alvise Vidolin alla direzione sonora nelle due versioni di Musica su due dimensioni, l’Orchestra Filarmonica “G. Monaco” diretta da Marcello Panni nel Concerto per flauto e orchestra, e la flautista Luisella Botteon in Serenata per un satellite. Rinascita silvestre Il 27 settembre Valerio Sannicandro ha diretto a Detmold l’Ensemble Horizonte, dedicatario del nuovo pezzo, nella prima esecuzione assoluta di Silvae per flauto, clarinetto, corno inglese, trio d’archi e arpa. In questi termini l’Autore descrive questa novità: «È interessante scoprire come nel mito antico i boschi fossero sempre il luogo in cui avvenivano le trasformazioni da essere umano ad albero avvalendosi tutti del contributo di una parte elettronica, sono destinati a flauti diversi: Mercury è concepito per flauto iperbasso, i centrali Salt e Sulphur per flauto tradizionale, mentre il conclusivo The Imponderable richiede sia il flauto di coloratura, sia il flauto iperbasso. La ricerca timbrica si colloca così al centro dell’ispirazione di questo ciclo unitario, ma al contempo profondamente differenziato al proprio interno. o pianta, immerse in un ambiente magico e misterioso. Nelle Metamorfosi di Ovidio tali trasformazioni sono a un tempo crudeli e piene di grazia, legate alla morte e al tempo stesso alla compassione degli dèi, che offre, in luogo della fine della vita, una nuova rinascita». … All Shadows of Red and Yellow per flauto in sol, viola e arpa è in cartellone il 7 ottobre allo Helsinki Music Centre, per la rassegna Tapiola Sinfonietta Goes Klang, nell’esecuzione della Tapiola Sinfonietta. Andrea Mannucci Diffrazioni letterarie Tre prime esecuzioni assolute nell’autunno di Andrea Mannucci. Il 27 settembre Sara Minelli e Marco Vincenzi hanno presentato nella Chiesa di San Rocco di Piove di Sacco (Padova) 4 Aforismi per flauto e organo, brano a loro dedicato, che l’Autore così introduce: «Nella successione flauto e organo, flauto solo, organo solo e l’ultimo ancora per flauto e organo, i quattro aforismi si basano su altrettanti diversi componimenti poetici brevissimi, appunto aforismi letterari di varia natura, tratti da autori come A. Ginsberg, E. Estin, G. Ungaretti e W. Burroughs. Attraverso una tecnica compositiva, in cui ogni singola sillaba genera una nota, si ottiene una selezione di scale elaborate secondo criteri di circolarità e simultaneità. Su questo materiale si lascia che la suggestione letteraria eserciti la sua influenza sulla musica». Seconda novità dell’autunno è Homunculus, melologo per voce recitante e quintetto di fiati su testo di Marco Ongaro, in programma il 26 ottobre per la XVI Edizione della rassegna “Microludi” a Cislago (Varese), il successivo 27 ottobre alla Galleria d’Arte Contemporanea di Torino per la XXVIII stagione di “Musica in mostra”, e infine il 24 novembre all’Auditorium Celesti di Desenzano del Garda (Brescia), per la Stagione Concertistica “Città di Desenzano”, VI Festival del Ned Ensemble. Ne saranno interpreti Marco Ongaro, voce recitante, e il Quintetto di fiati del Ned Ensemble. Non a caso il protagonista del melologo, un incrocio tra l’Homunculus alchemico e il Golem rabbinico, si chiama Ogololem. Leggendo il suo nome al contrario si può riconoscere il melologo invertito, scoprendo così che la prima creatura cui gli autori cercano di dare un’anima è la loro opera. Partendo dal mistero di un nome e dalla “materia sciocca” venuta al mondo all’ombra di un muro che evoca quello del Pianto, quello di Berlino, la Muraglia cinese come pure Wall Street, Mannucci e Ongaro Daniela Terranova Amore e morte La Chiesa di Santa Cristina di Bologna ospita il 30 ottobre la prima esecuzione assoluta di Asfodeli. Immagini dell’amore e della morte per soprano, flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, affidato al soprano Valentina Coladonato e al FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La Licata. L’esecuzione s’inquadra nel Progetto d’Annunzio promosso dall’Accademia Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del poeta, col coinvolgimento di sei compositori contemporanei. In questi termini la compositrice descrive il nuovo lavoro: «Asfodeli. Immagini dell’Amore e della Morte trae ispirazione da alcuni versi del sonetto La Visitazione di Gabriele d’Annunzio (pubblicato per la prima volta in «Lettere ed Arti» nel 1889). Il testo era stato incluso, subito dopo un Prologo, all’interno d’un canzoniere d’amore, ma restava volutamente isolato, quasi come “ammonimento funebre su la porta d’un luogo dilettoso”. Il Vate vi immagina l’incontro di Amore e Morte: Riccardo Panfili portano letteralmente alla luce il miracolo della realtà alimentata dal sogno, della paura riscattata dal desiderio, della schiavitù liberata dall’intelligenza. Con l’andatura di una fiaba, la storia accumula l’uno sull’altro leitmotiv che si nutrono di sé e ingigantiscono come la creatura sapienziale prodotta dalla superbia umana di cui si narra. La musica dei fiati sottolinea, accende, meraviglia e sostiene come l’alito stesso della vita una struttura altrimenti magmatica e insensata. La Musica è l’anima delle parole, la parola rivela il prodigio musicale. Il Verbo soffia negli strumenti e gli strumenti, dopo esserne stati il mezzo, ne diventano il fine. È affidata inoltre a Claudio Scimone e ai Solisti Veneti, committenti del nuovo lavoro, la prima esecuzione assoluta di Preghiera per orchestra da camera, in programma in dicembre. Spiega l’Autore: «La composizione Preghiera, per flauto, oboe, clarinetto e orchestra d’archi, scritta su commissione dei Solisti Veneti e dedicata al M° Claudio Scimone, si lega e s’ispira a tre salmi tratti dalla Bibbia cristiana, ognuno dei quali rappresenta un inno di vario genere: lode, supplica e meditazione. I testi dei tre salmi, celati e nascosti, vengono utilizzati per rappresentare una doppia drammaturgia, musicale e scenica, attraverso l’architettura della parola che genera suoni, campi armonici, agglomerati ritmici e timbrici. Dal testo germina anche una sorta di forma divisa in tre tempi, senza soluzione di continuità, una prima parte elaborata su successioni ritmiche e dinamiche contrastanti a cui segue un movimento lento e meditativo. La terza parte si staglia su una sorta di danza con trio e ripresa. La composizione si chiude con un momento salmodico in cui gli strumenti a fiato riecheggiano antiche melodie ebraiche, mentre il finale, breve e dirompente, trova la sua soluzione letteraria e musicale utilizzando alcuni versi tratti dalla Pietà di G. Ungaretti». un voluttuoso abbandono che si scolora nel bianco pallore dell’asfodelo, fiore sacro a Proserpina e simbolo degli Inferi. La voce del soprano incarna l’ambiguità del doppio, alternando la dolcezza e la forza del canto al sussurro, sempre più fragile e scuro, avvolto dal respiro dell’intero ensemble». È uscita intanto la registrazione in Dvd dell’opera L’Orfeo. Immagini di una lontananza, riscrittura di Daniela Terranova dell’Orfeo secentesco di Luigi Rossi. Lo spettacolo era andato in scena a Martina Franca nel contesto del XXXVIII Festival della Valle d’Itria, come progetto della Fondazione Paolo Grassi e col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia. Per l’occasione Carlo Goldstein aveva diretto l’Ensemble dell’Orchestra Internazionale d’Italia e un cast guidato da Ilham Nazarov, Kristel Pärtna, Candida Guida e Giampiero Cicino. La regia era affidata a Fabio Ceresa, le scene a Benito Leonori e i costumi a Massimo Carlotto. Riascoltare d’Annunzio L a Chiesa di Santa Cristina di Bologna ospita il 30 ottobre Vaterland, per clarinetto, violino e pianoforte, affidato al FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La Licata. L’esecuzione s’inquadra nel Progetto d’Annunzio ideato da Claudio Longhi e promosso dall’Accademia Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del poeta, con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di compositori contemporanei. Il progetto realizza un viaggio attraverso la parola del poeta decadente con un percorso articolato in un Incipit e in sei Sequenze, espressione di momenti centrali nell’esperienza del Vate: Poesia/Fama, Guerra, Musica, Donne, (Eleonora) Duse, Poesia/Morte, ciascuna delle quali organizzata tramite una serie di testi dannunziani e uno o più interventi musicali di altrettanti compositori. Il contributo di Riccardo Panfili, cui spetta la seconda sezione, dedicata alla guerra, proporrà due interventi distinti ad accompagnare testi (di Filippo Tommaso Marinetti, oltre che dannunziani) legati all’impresa di Fiume, luogo chiave della biografia del poeta. Aforismi, salmi e un melologo ispirano la scrittura strumentale di tre “prime” Sándor Veress Le Quattro danze transilvane per orchestra d’archi sono in cartellone il 17 ottobre a Budapest nell’interpretazione dell’Óbuda Danubia Symphonic Orchestra. Threnos (In memoriam Béla Bartók) per orchestra sarà eseguito dalla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer il 18, 19 e 20 ottobre, sempre a Budapest, al Béla Bartók National Concert Hall, il 29 ottobre a Parigi e il 31 ottobre ad Atene. Sonorità ambigue ispirate a un sonetto dannunziano Novità cameristica in occasione dell’anniversario dannunziano 13 Novità orchestrale ispirata alle modalità peculiari dell’ascolto radiofonico e Cd monografico cameristico Maurilio Cacciatore Da una porta socchiusa Il 18 novembre l’Orchestre National d’Île de France diretto da Pierre-André Valade registrerà in studio a Alfortville, per il progetto “Alla breve” di Radio France, committente del lavoro, Radio racconti appena accennati per orchestra, in prima esecuzione assoluta. Spiega l’Autore: «Radio racconti appena accennati sono cinque estratti di pezzi. I primi due e l’ultimo sono degli inizi, il terzo è un finale, il quarto una parte di mezzo. L’inizio e la fine sono convenzioni che ci siamo dati per raccontare le cose del mondo in maniera più semplice. Questi brani ricalcano quello che succede nei sogni: essi non cominciano “dall’inizio”, semplicemente noi ci ritroviamo dentro; non terminano con la “fine”: il risveglio ci strappa all’immaterico mondo parallelo, spezzando un incanto o salvandoci dall’agonia d’un incubo. Il passaggio non è dolce e non aspetta la fine della storia: la narrazione nei sogni non si mette d’accordo con la sveglia. Una musica accennata è ciò che possiamo ascoltare con lo spirito di chi si accosta alla radio accesa su una stazione e poi perde il segnale; la sua esistenza è rivelata ma non è completa, come se sbirciassimo dallo spazio stretto di una porta socchiusa. L’idea e la forma di questi pezzi sono intimamente correlati con il formato radiofonico a Esce un Cd monografico dedicato al ricco panorama della produzione cameristica Marco Momi Spazio transizionale È uscito di recente il Cd monografico Stradivarius Almost Pure (STR 33950), dedicato a composizioni di vario formato, ma latamente cameristiche, che coprono in modo omogeneo il periodo 2005-2012 della produzione di Marco Momi. Ne sono interpreti David Brutti, saxofono, Matteo Cesari, flauto, Valentina Valente, soprano, e l’Mdi Ensemble diretto da Marino Formenti. Il campionario d’una stagione relativamente ampia della produzione recente e recentissima del compositore propone sei pezzi di consistenza simile, ma dall’organico diversificato. Si spazia dall’ensemble corposo di Le mots (2005) per soprano, flauto, clarinetto, tromba, percussione, pianoforte e trio d’archi, a formazioni più contenute, come quelle impiegate in Iconica (2007) per flauto, clarinetto, pianoforte e trio d’archi, in Almost Pure for E.P. (2011) per quartetto d’archi, e in Cinque Nudi (2012) per saxofono tenore e stomp boxes. Un unico strumento solista prevede Almost Vanishing for E.P. (2011) per flauto solo, mentre la voce umana è contemplata soltanto in Iconica III (2009) per sei voci, unico pezzo registrato live. Nelle Novità per violino e pianoforte al Teatro La Fenice 14 cui per ora sono destinati: ogni brano è diffuso prima singolarmente, poi i cinque sono ridiffusi in ordine tutti insieme. La doppia articolazione microforma/macroforma è uno degli assi portanti del lavoro: se da un lato alcuni materiali sono riproposti in contesti differenti, agendo nella musica differentemente, dall’altro svolgono un’azione collante per dare coesione al lavoro nella sua integrità». Concertino per clarinetto e live electronics in otto micromovimenti è in cartellone il 16 novembre al Festival Novelum di Toulouse, affidato al clarinettista Jean-Jaques Godron e allo Studio éOle. Il 15 settembre è stato pubblicato il Cd monografico Lo spazio apparente. (In)strumental E-Music, prodotto dalla M.A.P. di Milano. L’album, che dà conto del percorso recente di Maurilio Cacciatore in ambito cameristico, con o senza elettronica, tra il 2007 e quest’anno, contiene IV Anfibio per flauto amplificato, Tre lacrime per saxofono soprano amplificato, Concertino per clarinetto e live electronics in otto micromovimenti e il recentissimo Corpo d’aria per flauto basso e live electronics. Ne sono interpreti Matteo Cesari, flauto, Philippe Kœrper, saxofono, Alice Caubit, clarinetto, Maruta Starovaitova, flauto basso, e l’Autore al live electronics. Martino Traversa note d’accompagnamento al Cd, così Pierluigi Basso Fossali presenta questa produzione del compositore: «La musica di Momi si situa in uno spazio che potremmo dire transizionale, ossia uno spazio che resta modulato attorno al corpo che lo sperimenta (produttivamente o ricettivamente). Testare il suono è anche un po’ tastarlo, familiarizzarlo pur nella sua selvaggia provenienza o nella sua induzione eterodossa (rispetto ai canoni strumentali). […] Con un ossimoro, potremmo dire che la musica di Momi è di un nitore lattiginoso: ogni affermazione sonora si sgrana, si estende, esibendo una testura. Non solo i suoni vengono ricondotti a configurazioni in miniatura, ma di ciascuno si persegue l’esplorazione micro-composizionale della sua consistenza frastagliata. La forma compiuta è colta solo di passaggio, nel trasferimento continuo tra focalizzazioni che l’indefiniscono; in tal senso, anche la stabilità iconica, il pattern pur sempre presente, è evanescente o comunque multistabile (per ogni figura tante costellazioni di appartenenza)». Evocatore d’immagini Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice ospitano il 15 dicembre, nel quadro della rassegna “Ex Novo Musica”, la prima esecuzione assoluta d’una novità per violino e pianoforte, nell’interpretazione di Marco Rogliano e Aldo Orvieto. Quest’ultimo così presenta l’attuale ispirazione di Martino Traversa: «Come afferma Yves Bonnefoy le forme “sbarrano più di quanto non aprano la strada all’intuizione poetica: sostituendo un’attività del linguaggio rinchiusa per sempre su se stessa al pieno incontro con ciò che è”. Ma, al tempo stesso, “se la forma è in tal modo una barriera, il muro dietro cui si può soltanto presentire che ci siano degli alberi, essa è anche il fato che l’essere parlante, se non rifiuta di sapere che parlare lo rende solidale con esistenze diverse dalla sua, non può che subire”. Ho citato queste meravigliose parole di uno dei massimi poeti contemporanei perché sintetizzano alcuni tratti fondanti della musica di Martino Traversa: rendersi “solidale” con esistenze diverse dalla sua, cioè superare quella indifferenza verso l’arte che “è un segno tangibile dello smarrimento dell’uomo non più in grado di essere-nel-mondo”; al tempo stesso non lasciarsi invischiare nell’attività del linguaggio “rinchiusa per sempre su se stessa”, cioè allontanarsi dalla trappola di costruirsi un linguaggio la cui messa a punto anteceda il momento creativo. Ciò “significa l’abbandono totale del logocentro, la perdita di quel principio per cui sempre un’idea dovrebbe essere l’antecedente della musica” (Luigi Nono, 1985) che per Traversa vuol dire operare in modo “simile alle api che pur saccheggiando fiori qua e là, danno poi un miele che appartiene soltanto a loro” (Montaigne). Confrontarsi a viso aperto con le musiche del passato per dischiuderne il mondo, svelarne i misteri, riportare alla luce qualcosa che ha già fatto parte della nostra esperienza, ed è quindi in grado di trasmetterci quel processo di mutazione dinamica del linguaggio, senza il quale l’ascolto assume forme di labirintica perdita di coscienza critica. In sostanza evocare (forse anche provocare) nell’ascoltatore alcune immagini sonore, alcuni “reperti” legati alla memoria». Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute OTTOBRE Giorgio Colombo Taccani IN CONTROLUCE per pianoforte Roma, Festival delle Nazioni, Teatro di Marcello, 2 ottobre Adele D’Aronzo, pianoforte Eric Maestri VISIONI per ensemble e dispositivo elettroacustico Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro Piccolo Arsenale, 5 ottobre Ensemble L’Imaginaire Vittorio Montalti L’ARTE E LA MANIERA DI AFFRONTARE IL PROPRIO CAPO PER CHIEDERGLI UN AUMENTO Opera da camera per tre voci, ensemble e elettronica da un testo di Georges Perec Libretto di Giuliano Compagno Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro Piccolo Arsenale, 9 ottobre Ljuba Bergamelli, soprano Salvatore Grigoli, baritono Jo Bulitt, performer Ensemble Nuovo Contrappunto dir.: Mario Ancillotti Giancarlo Cauteruccio, regia e scenografia Raffaele Grimaldi LA MACCHINA Opera da camera per tre cantanti, attore/performer, ensemble e elettronica su soggetto e libretto di Diego Giordano Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro Piccolo Arsenale, 9 ottobre Mirella De Vita, soprano Stephanie Lewis, mezzosoprano Edoardo Hurtado, tenore Jo Bulitt, performer Ensemble Nuovo Contrappunto dir.: Mario Ancillotti Giancarlo Cauteruccio, regia e scenografia Aureliano Cattaneo PAROLE DI SETTEMBRE per voci e strumenti su testi di Edoardo Sanguineti Wien, Konzerthaus, 10 ottobre Donatienne Michel-Dansac, soprano Daniel Gloger, controtenore Otto Katzameier, baritono Klangforum Wien dir.: Michael Wendeberg Pasquale Corrado PULSE per ensemble Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro Piccolo Arsenale, 11 ottobre Ensemble L’Instant Donné Giorgio Gaslini SEVEN EPIPHANIES per pianoforte Milano, Associazione Secondo Maggio, Auditorium Di Vittorio, Camera del Lavoro, 19 ottobre Alfonso Alberti, pianoforte Michele Tadini LA TERZA LUCE per percussione, violoncello, fagotto, live electronics, video e light performance Meylan, Théâtre Hexagone, Scène Nationale de Grenoble, Rencontres Biennale Arts-Sciences, 11 ottobre Thibaut Weber, percussioni Sophie Raynaud, fagotto Marie Ythier, violoncello Michele Tadini, live electronics Françoise Henry, scenografia e luci Angelo Guiga, ricerca tecnologica Eric Maestri FOUR WALLS per due pianoforti, due percussionisti e elettronica Berlin, Konzerthaus, 26 ottobre Ensemble Berlin Piano Percussion Eric Maestri TRE CASE per clarinetto, trio d’archi e pianoforte Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro Piccolo Arsenale, 11 ottobre Ensemble L’Instant Donné Federico Gardella CINQUE NOTTURNI DA BRACCIO per viola d’amore Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, 12 ottobre Marco Fusi, viola d’amore Francesco Hoch CONSUMO DI DONNA per soprano e tredici strumenti Genève, Contrechamps, Radio de la Suisse Romande, Studio Ernest Ansermet, 15 ottobre Barbara Zanichelli, soprano Ensemble Contrechamps dir.: Michael Wendeberg Luis de Pablo TURRIS EBURNEA per chitarra Sevilla, 4° Festival de la Guitarra de Sevilla, Cajasol, Sala Joaquín Turina, 18 ottobre Adam Levin, chitarra Nicola Sani COME UNA SPECIE DI INFINITO Versione per clarinetto basso e pianoforte Milano, Musica Realtà, Aula Magna dell’Università Bocconi, 23 ottobre Selene Framarin, clarinetto basso Alfonso Alberti, pianoforte Andrea Mannucci HOMUNCULUS Melologo per voce recitante e quintetto di fiati su testo di Marco Ongaro Cislago (Varese), Rassegna “Microludi”, XVI Edizione, 26 ottobre Marco Ongaro, voce recitante Quintetto di fiati del Ned Ensemble: Tommaso Benciolini, flauto Enrico Calcagni, oboe Alessandro Beverari, clarinetto Manuel Cester, fagotto Oreste Campedelli, corno Carmine Emanuele Cella MUTA, GLI OCCHI D’OMBRA per suoni di sintesi Roma, EMUfest 2013, Conservatorio di Musica S. Cecilia, 26 ottobre Federico Gardella ARCHITETTURE DI UNA LONTANANZA Micro-dramma per due attori e strumenti su testi di Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse e Claudio Longhi Bologna, Chiesa di Santa Cristina, 30 ottobre FontanaMix Ensemble dir.: Francesco La Licata Riccardo Panfili VATERLAND per clarinetto, violino e pianoforte Bologna, Chiesa di Santa Cristina, 30 ottobre FontanaMix Ensemble dir.: Francesco La Licata Daniela Terranova ASFODELI. IMMAGINI DELL’AMORE E DELLA MORTE per soprano, flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte su un testo di Gabriele d’Annunzio Bologna, Chiesa di Santa Cristina, 30 ottobre Valentina Coladonato, soprano FontanaMix Ensemble dir.: Francesco La Licata NOVEMBRE Giorgio Colombo Taccani R’LYEH per chitarra elettrica Polla (Salerno), Sala Convegni del Santuario di Sant’Antonio, Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro, 1 novembre Sergio Sorrentino, chitarra elettrica Stefano Gervasoni “Amor l’alma m’allaccia”da: DI DOLCI ASPRE CATENE Tre madrigali a cinque voci su testi di Torquato Tasso London, Wigmore Hall, 6 novembre EXAUDI Vocal Ensemble dir.: James Weeks Giorgio Colombo Taccani DI MARE per pianoforte Milano, Teatro Spazio89, 10 novembre Carlo Boccadoro, pianoforte Luis de Pablo PENTIMENTO per sei strumenti Zaragoza, Auditorio de Zaragoza, Sala Luis Gálvez 11 novembre Plural Ensemble dir.: Fabián Panisello Maurilio Cacciatore RADIO RACCONTI APPENA ACCENNATI per orchestra (Studio recording per la serie “Alla breve”) Alfortville, 18 novembre Orchestre National d’Île de France dir.: Pierre-André Valade ESZ Giorgio Gaslini SONATA per pianoforte San Francisco, Center for New Music, 19 novembre Alfonso Alberti, pianoforte Martino Traversa NOVITA’ per violino e pianoforte Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del Teatro La Fenice, 15 dicembre Marco Rogliano, violino Aldo Orvieto, pianoforte DICEMBRE Luca Mosca PER ERNESTO Nove frammenti per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del Teatro La Fenice, 4 dicembre Ex Novo Ensemble Ivan Vandor INVENZIONI A SEI VOCI per flauto, clarinetto, pianoforte, percussioni, viola e violoncello Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del Teatro La Fenice, 4 dicembre Ex Novo Ensemble dir.: Alberto Caprioli Giovanni Verrando MULTIPLICITY per quattro percussionisti e orchestra Umeå (Svezia), NorrlandsOperan, Konsertsalen, 5 dicembre 2013 Kroumata, percussioni NorrlandsOperan’s Symphony Orchestra dir.: Rumon Gamba Luis de Pablo PER FAGOTTO per fagotto solo Firenze, G.A.M.O., Conservatorio “L. Cherubini”, Sala del Buon Umore, 15 dicembre Paolo Carlini, fagotto Luis de Pablo CUARTETO CONCERTANTE per due violini, viola e fagotto obbligato Firenze, G.A.M.O., Conservatorio “L. Cherubini”, Sala del Buon Umore, 15 dicembre Paolo Carlini, fagotto Duccio Ceccanti, violino Edoardo Rosadini, violino Carmelo Giallombardo, viola news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Javier Torres Maldonado MASIH Versione per quartetto di saxofoni e elettronica Bilbao, Guggenheim Foundation, dicembre (data da definire) Sigma Project Quartet Andrea Mannucci PREGHIERA per orchestra da camera dicembre (data da definire) I Solisti Veneti dir.: Claudio Scimone GENNAIO Stefano Gervasoni HEUR, LEURRE, LUEUR per violoncello e orchestra Milano, Teatro alla Scala, Stagione Sinfonica 2013/14, 20 gennaio Francesco Dillon, violoncello Orchestra Filarmonica della Scala dir.: Susanna Mälkki Francesco Hoch EX-ANTIQUO per due flauti di Pan e orchestra d’archi Lugano, Auditorio Stelio Molo della RSI, Concerti dell’Auditorio, 31 gennaio Michel Tirabosco e Matthijs Koene, flauti di Pan I Barocchisti dir.: Diego Fasolis Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet: www.esz.it Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991