Milano Teatro Dal Verme Orquesta de la Comunidad de Madrid José Ramón Encinar direttore Arne Deforce violoncello Mercoledì 22.IX.10 ore 21 Rihm Lachenmann ° 71 Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione SettembreMusica Wolfgang Rihm (1952) Verwandlung, per orchestra Prima esecuzione italiana ca 15 min. Bildlos/Weglos, per orchestra con sette voci femminili ca 15 min. Helmut Lachenmann (1935) Notturno (Musik für Julia), per orchestra da camera e violoncello Prima esecuzione italiana Schreiben, per orchestra ca 25 min. Orquesta de la Comunidad de Madrid José Ramón Encinar, direttore Arne Deforce, violoncello Soprani per Bildlos/Weglos: Celia Alcedo Águeda Fernández Corina Fernández Mercedes Lario Ana Cristina Marco Julieta Navarro Rocio Pérez ca 15 min. Rihm, Lachenmann: traiettorie e orientamenti La ‘trasformazione’ alla quale si riferisce il titolo di Verwandlung va intesa almeno in due direzioni. La prima è quella dello sviluppo sonoro continuo di cui vive tutto il brano, che sfrutta al massimo le risorse strumentali dell’orchestra per ottenere impasti sonori sempre cangianti. La raffinata orchestrazione di un’unica nota, il sol acuto che introduce il lavoro, ne è un esempio. Il procedimento viene impiegato anche per linee melodiche più ampie, dove combinazioni sempre diverse di strumenti si alternano nel proporre un unico disegno. La seconda trasformazione a cui assistiamo è invece più sottile, giocata, per così dire, sulla trasparenza delle idee musicali. Ci sembra infatti di udire continue emersioni di frammenti sinfonici provenienti da un tardo-romanticismo più o meno avanzato, un gioco di quinte teatrali da cui fanno capolino situazioni musicali già note eppure inedite in questo loro nascondersi, mascherarsi, fondersi, trasfigurarsi. A Rihm non interessano i modelli sinfonici, le derivazioni tematiche, le concatenazioni armoniche, l’articolazione formale. Per lui la musica trova il proprio sviluppo dall’interno, è in continua ricerca di sé (e in questo sta la sua inconfondibile firma e l’originalità del brano). Qui tuttavia egli sembra voler giocare col linguaggio e con lo stile, cercando una continuità tra gli idiomi apparentemente lontani di Bruckner, Mahler, Richard Strauss, Berg. In un’intervista egli racconta di mostrare spesso ai suoi allievi l’affinità di Schönberg, Wagner e Brahms aprendo sul leggio, uno accanto all’altro, i Klavierstücke op. 11, la riduzione pianistica del Tristano e l’Intermezzo in si minore op. 119 e aggiunge: «Si può saltare da una battuta di un brano alla successiva dell’altro brano senza accorgersene. È come un unico stile». Esagerato? Ascoltiamo Verwandlung per una dimostrazione. Rihm ha sempre insistito con forza sul fatto che la musica non dice, non significa, non rappresenta. Alla trasparenza del concetto e alla vividezza dell’immagine la musica oppone sempre un dislocamento, una sottrazione, una negazione: «Chi domanda “Che cosa dice la musica?” non ha dubbi sul fatto che dice qualcosa. Ma non potrebbe essere che già soltanto con questo tipo di domanda si crea una situazione distorta, come se si domandasse “Che cosa sta abbaiando il gatto?”, “Che cosa sta mugolando l’uccello, che cosa sta gracidando l’ape?”». Oppure: «Noi cerchiamo rifugio nelle immagini. Esse servono da strumento ausiliario per dare un posto a ciò che non si muove secondo la nostra fantasia». La musica non ha luogo (è ortlos), non suscita immagini (è bildlos), non disegna percorsi (è weglos). Bildlos/weglos è dunque innanzitutto un brano sul lato negativo della musica, sul vuoto che essa crea, sulla sottrazione di cui vive. Questa essenza apofatica della musica sconfina nel mistico: l’abolizione dell’immagine, della parola, del senso allude all’inesprimibile vuoto che, tuttavia, risuona. In questo vuoto, in questa risonanza fluttua la musica immateriale dei tre gruppi orchestrali disposti su livelli e distanze diverse, anche intorno al pubblico, quasi a voler cancellare anche l’immagine spaziale del suono disperdendolo nella profondità acustica. Questo, almeno, è l’effetto dell’uso intensivo di unisoni che attraversano continuamente le tre zone dello spazio sonoro creando continui scarti dinamici che aprono sempre nuove profondità di campo. Un effetto potenziato dall’entrata in scena, nella sezione finale del brano, dei sette soprani: il vocalizzo diafano, statico e senza testo apre ulteriori dimensioni all’indicibile, la musica sembra voler cancellare per un attimo il mondo e la mente. La conclusione è sospesa: non si ode più nulla, ma si intende che la musica continua nel non-luogo in cui sempre è. Il brano è stato scritto durante un soggiorno romano intensamente segnato dalla lettura di Vers une musique informelle di Adorno. È dedicato a due ‘viandanti senza luogo’, il compositore Luigi Nono e il regista Andrej Tarkowskij. 3 La dedica di Notturno alla figlia del compositore, Julia, in occasione della sua nascita non deve nascondere il ruolo decisivo di questo brano nello sviluppo artistico di Lachenmann. Questo grande dittico rappresenta infatti in modo eloquente il passaggio dalle composizioni giovanili, nelle quali la scoperta sonora rimaneva ancora rigorosamente irreggimentata dentro una costruzione di tipo seriale, e i brani della maturità, del pieno sviluppo della ‘musica concreta strumentale’. Ascolteremo dunque una prima parte, composta nel 1966, assai diversa dalla seconda, completata due anni dopo, nella quale il suono viene liberato da ogni convenzione e riportato al suo stato primigenio, concreto, dove è possibile osservarlo quasi al microscopio nella sua nascita e nelle sue infinite possibilità di sviluppo. Questo interesse, analogo a quello che Pierre Schaeffer aveva sviluppato nei confronti dei suoni registrati e poi rimontati su nastro (l’originale musique concrète sviluppata a Parigi negli anni Cinquanta), viene rivolto da Lachenmann alle possibilità timbriche degli strumenti tradizionali, dai quali egli trae sonorità che non di rado rimandano alla ricca plasticità timbrica della musica elettronica. Le due parti sono collegate da una sorta di cadenza solistica del violoncello, che esplora lo spazio sonoro muovendosi con circospezione in ampi silenzi e introducendo i nuovi materiali timbrici, quasi un catalogo delle nuove scoperte che Lachenmann faceva in quegli anni: oltre a pizzicati, glissati, colpi d’arco col legno o saltando, troviamo sviluppi interessanti come ricerca di armonicità cangianti, uso di diverse pressioni dell’arco, varianti di produzioni sonore intorno al ponticello, tutte tecniche ‘estese’ che vengono poi ricercate anche sugli strumenti dell’orchestra come, per esempio, le varietà di suoni ’atoni’, soffiati, del flauto. L’arricchimento timbrico è spesso determinato da un apporto di rumore, una categoria sonora che Lachenmann intende emancipare in modo più elaborato e sottile di un generico sperimentalismo o di una più o meno sgradevole provocazione. L’elaborazione timbrica nella quale egli trascina l’ascoltatore coglie il fenomeno acustico prima della distinzione di suono e rumore: un ‘prima’ nel quale scopriamo un fascino inatteso, un mondo inesplorato. Schreiben, cioè ‘scrivere’, è il verbo operativo del compositore, che molto più dello scrittore o dell’artista figurativo conosce l’insufficienza del segno che veicola la sua idea artistica. È il compositore che più di tutti è sempre costretto a piegare la scrittura a ciò che vuole, ad ampliarla per indicare nuove prassi esecutive, a precisarla perché nella labilità della traccia non si perda troppo facilmente anche il senso della costruzione musicale. Chi conosce le partiture di Lachenmann sa bene con quale impegno e ricchezza egli ‘scriva’ ogni dettaglio della sua musica. In questo ampio lavoro per orchestra, tuttavia, la scrittura espande le sue dimensioni metaforiche fino ad includere anche il gesto, il movimento fisico dello scrivere. Il direttore ‘scrive’ nell’aria la conduzione della musica alternando tempi e divisioni ritmiche, ma in alcuni momenti si ferma, lasciando all’iniziativa personale degli orchestrali la ‘scrittura’ del tempo per alcune battute. Gli strumenti sono spesso invitati a suonare ‘scrivendo’, o a scrivere sui loro strumenti: tra i tanti esempi possiamo prendere lo strofinamento delle pelli dei timpani, la dislocazione dell’arco sulle corde dei violini o l’uso delle unghie sulle corde dei pianoforti. Più che mai, in questo brano, l’orchestra (de)scrive un messaggio per gli ascoltatori e questi, ascoltandolo, sono invitati a intenderne il senso. Nel titolo del brano, tuttavia, echeggia anche il riferimento a un momento dell’opera teatrale di Lachenmann La piccola fiammiferaia, dove compaiono le parole della terrorista Gudrun Ensslin «scrivete sulla nostra pelle», con le quali si sottolinea la disperazione di chi è nell’indigenza e non può trovare alcuna via d’uscita (e non ci si accontenta della soluzione angelicata di Andersen, per il quale la fiammiferaia pateticamente muore di freddo e va in cielo). Diversi punti della partitura si riallacciano musicalmente all’opera teatrale, quasi a 4 voler portare anche in questo lavoro una risonanza esistenziale e politica, un appello che diventa un urlo, così come il tedesco Schrei (grido) risuona nel titolo Schreiben. Pietro Mussino* *Ha compiuto studi musicali presso i Conservatori di Torino e Bologna e studi filosofici all’Università di Torino. È attivo come direttore di coro, compositore, didatta e musicologo. 5 Orquesta de la Comunidad de Madrid Dalla sua creazione nel 1987, l’Orquesta de la Comunidad de Madrid si è distinta per la sua programmazione innovatrice, che ha sempre coniugato le opere contemporanee più all’avanguardia con il repertorio tradizionale. I suoi concerti settimanali dell’Auditorio Nacional de Música sono diventati un punto di riferimento e di incontro di un pubblico quanto mai vario e dinamico, interessato a conoscere tutte le correnti musicali e ad assistere alle prime esecuzioni assolute di opere nuove che vi vengono regolarmente eseguite. La sua presenza è richiesta in eventi musicali di diverso carattere: le numerose esibizioni in sale come Palau de la Música di Valencia, Palacio de Festivales di Santander, Teatro Arriaga di Bilbao, Auditorium Manuel de Falla di Granada, Gran Teatro di Cordova, o in festival come Autunno di Madrid, Andrés Segovia, Musica Contemporanea di Alicante, sono sempre state accolte con grande entusiasmo, così come le sue registrazioni radio-televisive. Fra le tournée internazionali, immancabilmente applaudite con calore, spiccano in particolare quelle alla Carnegie Hall di New York e al Teatro Bellas Artes di Città del Messico; grande risonanza ha avuto la sua versione del Martirio di San Sebastiano di Debussy del 2002, con la direzione di Lorin Maazel. Il lavoro del direttore principale, José Ramón Encinar, è completato dalla regolare collaborazione con direttori ospiti del calibro di King, Karabtchevsky, Frühbeck de Burgos, Penderecki, Latham Koenig, Maag, Barshai, Rilling, e dalla presenza al suo fianco di solisti come Aldo Ciccolini, Plácido Domingo, Shlomo Mintz, Pascal Rogé, Rolando Villazón, Isabelle van Keulen. Dal 1998 è orchestra in residenza al Teatro Lirico de la Zarzuela. L’Orchestra si avvale del generoso patrocinio del Consiglio della Cultura Madrileno ed è membro dell’Associazione spagnola delle Orchestre Sinfoniche. Violini I Víctor Arriola (C) Chung Jen Liao (AC) Tochko Vasilev (AC) Peter Shutter Pandeli Gjezi Alejandro Kreiman Andras Demeter Ernesto Wildbaum Constantin Gîlicel Reynaldo Maceo Ema Alexeeva Margarita Buesa Gladys Silot Anna Gureva Violini II Paulo Vieira (S) Mariola Shutter (S) Osmay Torres (AS) Igor Mikhailov Irune Urrutxurtu Emilia Traycheva Magaly Baró Robin Banerjee Amaya Barrachina Caroline Von Bismarck Alexandra Krivoborodov Vicente Cueva 6 Viole Alexander Trotchinsky (S) Eva María Martín (S) Iván Martín (AS) Lourdes Moreno Vessela Tzvetanova Blanca Esteban José Antonio Martínez Dagmara Szydło Raquel Tavira Silvia Izquierdo Violoncelli John Stokes (S) Rafael Domínguez (S) Beate Altenburg (AS) Pablo Borrego Dagmar Remtova Edith Saldaña Benjamín Calderón Nuria Majuelo Contrabbassi Francisco Ballester (S) Luis Otero (S) Manuel Valdés Eduardo Anoz Jesús Higuero Victor Retuerta Juan Manuel Hernández Fernando Leria Flauti Cinta Varea (S) Mª José Muñoz (P) Vicente Cintero Oboi Juan Carlos Báguena (S) Vicente Fernández (S) Ana Mª Ruiz Dimas Ruiz Clarinetti Justo Sanz (S) Pablo Fernández Salvador Salvador Fagotti Arpa Laura Hernández Pianoforte Francisco José Segovia Gonzalo Manzanares Assistenti dell’orchestra Adrián Melogno Jaime López Ispettori Eduardo Triguero Archivio Alaitz Monasterio Francisco Más (S) Eduardo Alaminos Coordinamento della produzione Corni Segreteria tecnica Joaquín Talens (S) Antonio Rodríguez(S) Ángel G. Lechago José Antonio Sánchez Trombe César Asensi (S) Eduardo Díaz (S) Faustí Candel Oscar Grande Carmen Lope Valentina Granados Direttore amministrativo Roberto Ugarte Direttore principale José Ramón Encinar Tromboni José Álvaro Martínez (S) Francisco Sevilla (AS) Pedro Ortuño Miguel José Martínez Tube Vicente Castelló José Luis Ricart Percussioni Concepción San Gregorio (S) Oscar Benet (AS) Alfredo Anaya (AS) Eloy Lurueña Jaime Fernández Juan Carlos Pelufo Luis Manuel Cuartero 7 José Ramón Encinar, direttore José Ramón Encinar è nato a Madrid nel 1954. Dopo gli studi al Conservatorio si è perfezionato a Milano e a Siena con Franco Donatoni, di cui è stato assistente all’Accademia Chigiana. Ha diretto la maggior parte delle orchestre spagnole e con alcune di esse è in rapporto costante, come con l’Orchestra Sinfonica di Madrid e l’Orchestra Sinfonica di Galizia. All’estero si è presentato alla testa di diverse compagini internazionali, quali la Filarmonica del Messico, l’Orchestra Nazionale di Portorico, l’Orchestra Nazionale Argentina, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra Arturo Toscanini di Parma e molte altre. Dalla stagione 2000/2001 è direttore principale e direttore artistico dell’Orquesta y Coro de la Comunidad de Madrid. Nel campo dell’opera lirica si è distinto, oltre che per la sua dedizione alla musica contemporanea, per aver restituito al pubblico opere poco eseguite come La Clementina di Boccherini, La zapatera prodigiosa di Juan José Castro e Los amantes de Teruel di Bréton, nonché per aver diretto nuove produzioni di opere di Mozart, Salieri, Hindemith, Menotti, Stravinskij, Henze e Maderna in Spagna e all’estero. È egli stesso compositore: dal suo vasto catalogo spiccano in particolare alcuni titoli, come Cum plenum forem enthousiasmo, El aire de saber cerrar los ojos, Almost on stage, Io la mangio con le mani, Proyecto e Mise-en-scène. È stato insignito di numerosi premi e onorificenze ed è membro delle Accademie Reali di Belle Arti di Granada e di San Fernando. Si ringrazia l’Hotel Milano Scala per l’ospitalità offerta al Maestro José Ramó Encinar 8 Arne Deforce, violoncello Arne Deforce (Ostenda, 1962) ha compiuto gli studi di violoncello e musica da camera ai Conservatori di Gand e Bruxelles e si è specializzato in musica contemporanea. La sua cultura musicale comprende soprattutto l’avanguardia storica del XX secolo. Il suo interesse per la musica contemporanea e sperimentale va al di là dell’esecuzione accademica convenzionale e include il live-electronic, fra gli altri in duo con i compositori e interpreti Richard Barrett e Karlheinz Essl, oltre che in collaborazione con il Centre de Recherches et de Formation Musicales de Wallonie di Liegi (del quale è direttore artistico dal 2005), senza trascurare le improvvisazioni sperimentali con interventi multimediali. Membro dell’Ensemble Champ d’Action, oggi si dedica soprattutto all’attività di solista e alla musica da camera (con opere di Scelsi, Xenakis, Ferneyhough, Rihm) che interpreta nei grandi festivals europei (Ars Musica, Agora Paris, Archipel Genève, Musica Strasbourg, Huddersfield Contemporary Music Festival, Wien Modern). Dal 2002 al 2004, Arne Deforce è stato artista in residenza al Concertgebouw di Bruges. Nel 2005 ha debuttato con la BBC Scottish Symphony Orchestra, con il Concerto per violoncello di Jonathan Harvey, del quale ha poi eseguito la prima rappresentazione assoluta di una nuova versione appositamente composta per lui. Nell’ambito dell’Holland Festival 2005 ha presentato il Notturno per violoncello e orchestra di Lachenmann sotto la direzione de Peter Eötvös. Nel 2006 è stato invitato al Festival Agora per realizzare all’IRCAM una nuova versione automatizzata di Time and Motion Study II di Brian Ferneyhough. Il suo primo cd Advaya, realizzato nel 2005 in collaborazione con Jonathan Harvey, è stato un grande successo; un disco dedicato a Giacinto Scelsi Trilogia: Les trois stades de l’homme è stato presentato al Festival Archipel 2007 a Ginevra. Nei suoi programmi vi sono le incisioni dell’opera integrale per violoncello e pianoforte di Morton Feldman e opere di Xenakis, Rihm e Berio. Arne Deforce insegna musica contemporanea, storia della musica e musica da camera al Conservatorio di Bruges. 9 Il FAI presenta i luoghi di MITO SettembreMusica Teatro Dal Verme Il Teatro prende il nome dall’antica famiglia dei Dal Verme, che nel XIX secolo abitava nei palazzi affacciati sulle vie San Giovanni sul Muro e Puccini. Nel 1864, di fronte a queste strade, venne eretto un precario stabile in legno dal Circo Ciniselli, che provocava continue proteste tra gli abitanti del quartiere. I Dal Verme, qualche anno dopo, decisero di acquistarlo per abbatterlo e di utilizzare l’area per erigervi un teatro che portasse il nome del casato. Il progetto fu affidato dal conte Francesco Dal Verme all’architetto milanese Giuseppe Pestagalli, il quale concepì un edificio capiente circa tremila posti e con le caratteristiche dell’architettura teatrale del pieno Ottocento: la consueta forma a ferro di cavallo, molto ampia, e due ordini di palchi, sormontati da una profondissima loggia che conteneva da sola circa millequattrocento persone. L’edificio fu inaugurato il 14 settembre 1872, dopo un anno e mezzo di lavori, con la rappresentazione degli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer. Il teatro, destinato prevalentemente all’opera lirica, pur lasciando spazio anche alla prosa e a spettacoli popolari, vide il debutto del giovane Giacomo Puccini con Le Villi nel 1884 e la prima rappresentazione dei Pagliacci di Ruggero Leoncavallo nel 1892. I bombardamenti del 1943 distrussero gli interni e la splendida cupola originaria, spogliata dagli occupanti tedeschi. Negli anni Cinquanta il teatro, trasformato in cinematografo già da alcuni anni, venne destinato per qualche tempo a ospitare le riviste musicali e saltuariamente i congressi politici. Nel 1964 gli architetti Ernesto Rogers e Marco Zanuso approntarono un progetto che ne prevedeva l’utilizzazione come nuova sede del Piccolo Teatro. L’intervento, però, non andò in porto, soprattutto a causa di difficoltà finanziarie. Nel 1981 il Comune e la Provincia di Milano divennero proprietari del Teatro e nel 1987 firmarono una convenzione con la RAI per la ristrutturazione e la trasformazione in auditorium. I lavori subirono una battuta d’arresto nel 1994 con lo scioglimento dell’Orchestra della RAI, che nel 1998 riconsegnò la struttura al Comune e alla Provincia. I lavori di ristrutturazione, avviati nel 1999, si sono conclusi con l’inaugurazione del 5 aprile 2001, che ha segnato la riapertura definitiva di questo importante teatro milanese. Si ringrazia 10 MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero® Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale. Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo. Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR. Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival *È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto. In collaborazione con 11 MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi... … in metro Tutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM. … in stazione Martedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni. … nei parchi Tutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione. … nelle piazze e nelle strade della periferia milanese Nei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica. … nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centro Concerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica. … nelle Università Tre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca. … in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia. Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html 12 13 MITO SettembreMusica Promosso da Città di Milano Letizia Moratti Sindaco Massimiliano Finazzer Flory Assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia Comitato di coordinamento Presidente Francesco Micheli Presidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco Vicepresidente Angelo Chianale Presidente Fondazione per le Attività Musicali Torino Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale Enzo Restagno Direttore artistico Francesca Colombo Segretario generale Coordinatore artistico Claudio Merlo Direttore generale Realizzato da Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro Parenzo Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman Comitato di Patronage Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi Consiglio Direttivo Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada Collegio dei revisori Marco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artistico Stefania Brucini Responsabile biglietteria Marta Carasso Vice-responsabile biglietteria Carlotta Colombo Responsabile produzione Federica Michelini Assistente Segretario generale Luisella Molina Responsabile organizzazione Letizia Monti Responsabile promozione Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione 14 Lo Staff del Festival Per la Segreteria generale Chiara Borgini con Eleonora Tallarigo Per la Comunicazione Livio Aragona Responsabile edizioni / Marco Ferullo Ufficio stampa Marta Francavilla Responsabile redazione web / Roberta Punzi Referente partner e sponsor / Uberto Russo Ufficio comunicazione con Elisabetta Villa e Francesca Carcucci / Cristina Castiglioni / Lorenza Giacardi Margherita Maltagliati / Valentina Meotti / Francesco Monti / Maddalena Pais Alberto Raimondo / Daniela Valle Per la Produzione Ludmilla Faccenda Responsabile logistica produzione / Nicola Giuliani, Matteo Milani Andrea Minetto Direttori di produzione con Grazia Bilotta / Francesco Bollani Niccolò Bonazzon / Angelica Buoncore / Stefano Coppelli / Paola Rimoldi e Elisa Abba / Claudio Bardini / Giacomo Carabellese Stefano Chiabrando / Diego Dioguardi / Consuelo Di Pietro / Laura Ginepri Marta Masnaghetti / Bianca Platania Per la Promozione Alice Fantasia / Federica Mulinelli e Lea Carlini Per la Biglietteria Monica Montrone Responsabile gestione del pubblico Andrea Rizzi Responsabile infopoint con Alberto Corielli / Giulia De Brasi Silvia Masci / Marida Muzzalupo / Chiara Sacchi e Arjuna Das Irmici via Dogana, 2 – Scala E, II piano 20123 Milano telefono +39.02.88464725 / fax +39.02.88464749 [email protected] / www.mitosettembremusica.it 15 I concerti di domani e dopodomani Giovedì 23.IX ore 15 antica Duomo di Milano Imago Virginis Numero e pittura musicale nei mottetti mariani di Josquin Musiche di Josquin Des Près Johannes Ockeghem Loyset Compère Odhecaton Ensemble Paolo Da Col, direttore Ingresso libero ore 21 classica Teatro Dal Verme Manuel de Falla Danza ritual del fuego da “El Amor brujo” Noches en los jardines de España El sombrero de tres picos Orquesta de la Comunidad de Madrid José Ramón Encinar, direttore Celia Alcedo, soprano Javier Perianes, pianoforte Posti numerati € 25, 35 ore 22 crossover Fiera Milano City – MIC, Sala Plenaria Around the World Closing Party Señor Coconut and his Orchestra featuring Argenis Brito “10 years anniversary” Posti in piedi € 10 www.mitosettembremusica.it Responsabile editoriale Livio Aragona Progetto grafico Studio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano 16 MITO SettembreMusica Quarta edizione È un progetto di Realizzato da Con il sostegno di I Partner del Festival partner istituzionale Sponsor Media partner Sponsor tecnici Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar Si ringrazia • per l’accoglienza degli artisti Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A. • per l’abbigliamento dello staff • per il sostegno logistico allo staff GF FERRÉ BikeMi -5 Milano Torino unite per l’Expo 2015