consumatori
edizione reno n°5 giugno 2015
il mensile dei soci coop
EXPO, FUTURO PRESENTE
Alla manifestazione milanese, tanta curiosità
e grande successo per le sorprese del Future food district
40
Nelle pieghe
di un buon bilancio
Chiusura positiva per i conti di Coop Reno sia nella
gestione commerciale che in quella finanziaria.
Un risultato dovuto in primo luogo alla riduzione
dei costi e all'impegno del personale
Vivere, oggi
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consumatori
SOMMARIO
coop reno
sommario
seguici su facebook
e su www.consumatori.e-coop.it
Le pagine di
40 Nelle pieghe
di un buon bilancio
DI MARIO CIFIELLO
42 Il nostro primo anno
6 Expo, che successo!
Migliaia di visitatori ogni giorno nel supermercato del futuro
proposto da Coop all'interno della manifestazione milanese
di governance
DI ANDREA MASCHERINI
43 "Pieve di Cento, oggi"
12 La difesa del cibo buono e sano
Come tutelare i prodotti made in Italy da frodi e imitazioni:
ecco le ultime su una battaglia sempre d'attualità
18 La musica si fa "liquida"
DI DANIELA DALPOZZO
49 Ocarine d'Oriente
DI GILBERTO BIANCHINI
51 La sagra dell'albicocca
DI ALESSANDRA GIOVANNINI
Scopriamo come l'ascolto in rete sta mandando in pensione dischi
e Cd. Con una intervista a Samuel, cantante dei Subsonica
Coop Reno, telefono 051.8906011
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4 Lettere a
Consumatori
che successo!
6 DIExpo,
DARIO GUIDI
Expo
11 L'occasione
DI EUGENIO DEL TOMA
23 Davvero siamo
i più intelligenti?
DI MARIO TOZZI
9 La vignetta
DI ELLE KAPPA
difesa del cibo
12 DILaCLAUDIO
STRANO
26 Naturali
per abbronzarsi
28 Il fresco dell'estate
DI CLAUDIO STRANO
18 La musica si fa "liquida"
DI PIERFRANCESCO PACODA
17 DGastro-toponimi
I MASSIMO MONTANARI
32 Dal merluzzo allo stinco
DI HELMUT FAILONI
fascino delle piccole isole
34 IlDI GIUSEPPE
ORTOLANO
diventa fashion
36 L'eolico
DI M. CIRRI E F. SOLIBELLO
36 Mostre, libri e dischi
Intervista a Dimartino
DI G. OLDRINI E P. PACODA
Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]
Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,34 Abbonamento annuo euro 3,10
Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Daniele Moltrasio (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Alberto Martignone, Alessandro Medici,
Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Marisa Pecere, Silvia Sacchetti, Claudio Strano. Progetto grafico Glifo associati/Plumdesign Impaginazione e grafica Ilde Ianigro
Responsabile della pubblicità Lorenza Corazzari Stampa Coptip (Modena)
Coop Editrice Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908
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Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Massimo Bongiovanni (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente)
Gianna Brunelli, Mauro Bruzzone, Stefano Dalla Casa, Edwin Ferrari, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Daniele Moltrasio.
Il numero di maggio è stato stampato in 2.143.856 copie
Associato USPI, Unione stampa periodica italiana
Questo prodotto è stampato su carta certificata Fsc come pure tutta la catena di lavorazione
consumatori
giugno 2015
4
L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è:
redazione Consumatori, Viale aldo Moro, 16, 40127 Bologna
fax 051 6316908, oppure, [email protected]
i farmaci veterinari nei coop salute
Un'amica mi ha detto che nei corner Coop salute sono disponibili anche i farmaci
veterinari. Essendo proprietaria di un cane, ero interessata ad avere informazioni in
proposito e anche a sapere se serve una ricetta del veterinario per l'acquisto.
valeRia beRneschi - forlì
Risponde chiaRa faenza
responsabile sostenibilità e innovazione e valori
di Coop Italia:
Sì, nelle parafarmacie Coop è possibile trovare farmaci veterinari che possono servire per affrontare
tanti problemi dei nostri amici animali. I farmaci disponibili sono di vario tipo. Ci sono quelli senza prescrizione (otologici, ricostituenti vitaminici, antielmintici, trattamento delle pulci e repellenti generici),
quelli per i quali è invece necessaria la prescrizione
del veterinario (colliri, otologici, antielmintici, coadiuvanti antibatterici, trattamento pulci, trattamento
della filaria, dolori muscolo scheletrici, insufficienza
cardiaca, alterazioni pressorie, sedativi) e parafarmaci veterinari (igiene dell’animale, prodotti per
l’ambiente uso veterinario, alimentazione e dietetica).
Dunque davvero un’offerta ampia unita ad un prezzo
più conveniente rispetto a quello dello stesso prodotto
venduto al di fuori della rete Coop.
Per chi non abbia dimestichezza ricordiamo che le
norme riguardanti le prescrizioni dei medici veterinari sono piuttosto complesse ma per fortuna sulla
confezione di ogni prodotto sono chiaramente riportate le modalità con cui va utilizzato.
Le prescrizioni veterinarie possono essere in copia
unica o triplice e ripetibili o meno e la validità è differente in funzione del tipo di ricetta. La gestione
delle ricette veterinarie è del tutto simile (anche come
complessità) a quella delle ricette per i farmaci ad uso
umano in termini di timbri, firme , date , lotto, ecc.
Ricordiamo che vi è molta analogia tra farmaci umani
e farmaci veterinari anche sul piano della gestione e
della sicurezza. Infatti, anche tutti i medicinali veterinari vengono “tracciati” mediante numero di lotto
in entrata ed uscita dalle farmacie e deve essere registrata la documentazione relativa (separatamente da
quella per i farmaci ad uso umano). Anche per i farmaci veterinari vige un sistema di farmacovigilanza
ovvero i veterinari e i farmacisti hanno l'obbligo di comunicare al Ministero della salute e ai Centri Regionali di Farmacovigilanza ogni sospetta reazione che
crea problemi sull'animale o l'eventuale mancanza di
efficacia collegata all'utilizzo di un medicinale.
Il prezzo presente sulla confezione è il prezzo massimo al quale il medicinale veterinario può essere venduto al pubblico e le farmacie possono praticare sconti
sui prezzi di tutti i tipi di farmaci e prodotti venduti
pagati direttamente dai clienti, dandone adeguata informazione alla clientela.
È vietata la pubblicità al pubblico dei medicinali veterinari che sono dispensati soltanto dietro presentazione di ricetta medico-veterinaria oppure che contengono sostanze psicotrope o stupefacenti.
Per chi volesse saperne di più, sul sito del ministero è
presente una banca dati relativa ai prodotti veterinari:
http://www.salute.gov.it/farmaciVetWeb/.
l'avocado made in italy
Facendo la spesa nel mio supermercato ho trovato un avocado indicato come di
origine italiana. Davvero questi frutti si coltivano anche qui?
Renata beRedini - pIaCenza
Sì, è vero perché l’avocado per fruttificare ha bisogno di
un clima temperato e ben si presta al clima italiano. Fino
ad oggi i principali produttori sono stati alcuni paesi del
Sudamerica, assieme a Stati Uniti, Sudafrica, Israele e Spa-
gna, ma ora viene coltivato anche in Italia. Ricco di grassi
(89%) e povero di carboidrati (3%), era detto “il burro dei
marinai” perché gli equipaggi lo spalmavano sulle gallette
durante le traversate. I grassi presenti sono simili a quelli
5
dell’olio d’oliva monoinsaturi (75%), saturi (15%)e omega
6 (10%). Un avocado può restare sulla pianta anche vari
mesi perché le foglie della pianta producono sostanze che
ne inibiscono la maturazione. Difficilmente si trovano in
commercio frutti già maturi: il frutto è pronto per essere
consumato quando diventa leggermente morbido alla
pressione delle dita: per accelerarne la maturazione basta
tenerlo a temperatura ambiente, in un sacchetto di carta.
Per alcuni utilizzi è valido il bicarbonato sciolto in
acqua che ha potere sgrassante e smacchiante. Oppure l'aceto che è disinfettante ma può danneggiare
le guarnizioni degli elettrodomestici. Usiamo con
criterio le sostanze chimiche che entrano in casa per
evitare problemi di inquinamento, ma soprattutto di
allergie o irritazioni.
carni in etichetta
pulizie di casa
Forse ne avete già parlato, ma quali noviCome essere sicuri della pulizia delle
tà ci sono sulle etichette per le carni?
superfici domestiche soprattutto se in giro
maRina macheRelli - pesCar a
ci sono bambini piccoli ?
teResa peRego - BergaMo
Una sostanza come la candeggina ha come ingrediente
di base l'ipoclorito di sodio: è irritante, inquinante
anche se molto efficace nella pulizia. Quindi va usata
con attenzione. Anche se i produttori cercano di profumarla, l'odore di cloro non è eliminabile.
Altri prodotti che uccidono i microrganismi sono però
più inquinanti per l'ambiente e se utilizzati senza criterio provocano la comparsa di ceppi più resistenti.
Dal 1 aprile la nuova normativa europea rende obbligatoria l'etichetta di origine su tutta la carne fresca,
refrigerata, congelata di suino, ovino, volatili, mentre
era già obbligatoria per la carne di pollo. Oggi troviamo scritto il luogo dell'allevamento e della macellazione ma non quello della nascita come invece per i
bovini. In alternativa se l'animale è nato nello stesso
paese dove è stato allevato e macellato, possiamo
trovare la parola più generale “di origine” seguita dal
nome del paese.
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6
società
Migliaia di presenze ogni giorno e tantissime scolaresche per scoprire come
sarà (ma è già oggi possibile a Milano) far la spesa, tra robot, schermi pieni di
informazioni e prodotti di qualità. Con in più il calore di soci e dipendenti Coop
DI DARIO GUIDI
Expo, che successo!
Coop protagonista col supermercato del futuro
istruzioni per l'uso
Come arrivare,
cosa vedere...
Alcuni consigli utili per chi visiterà
l'Expo 2015. Per chi viaggia con
mezzi pubblici, la solzuione del
treno è molto comoda perché
l'ingresso ovest Triulza dell'Expo
si raggiunge direttamente dalla
stazione ferroviaria di Rho
Fiera Milano nella quale fer-
mano anche diversi treni ad Alta
velocità. La stazione ospita anche
la fermata della linea 1 della
metropolitana milanese che
collega con il centro città. Per chi
arriva in auto sono previsti diversi
parcheggi. Ulteriori info sul sito
www.expo2015.org.
Una volta dentro all'Expo, utilizzare bene il proprio tempo, specie
se si ha solo una giornata disposizione, non è cosa semplicissima. I
padiglioni da vedere sono decine
e in alcuni è facile trovare file
all'ingresso. Per avere un inquadramento generale sul senso della
manifestazione consigliamo di
vedere il Padiglione zero (nel
quale è raccontato in una dimensione mondiale il ciclo del cibo).
Altra cosa da vedere, oltre al supermercato del futuro di Coop, è il
padiglione Italia. Poi non c'è che
l'imbarazzo della scelta tra i tanti
paesi presenti.
Diecimila presenze al
giorno. Forse più. Dall’apertura
è stato un progressivo crescendo
che rende ancora difficile fare calcoli e medie. Per capire il grande
successo che il Supermercato
del futuro, proposto da Coop
all’interno dell’Expo di Milano,
sta riscuotendo, la cosa migliore
è affidarsi ai ragazzi e ragazze di
una delle tantissime scolaresche
in visita. Dai più piccoli, di prima
elementare agli adolescenti delle superiori. Basta seguire i loro
volti attenti e affascinati mentre
si aggirano tra gli scaffali, felici e
sorpresi di ritrovare anche in un
supermercato, pieno di latte, frutta, pasta e tanto altro, schermi e
strumenti propri di quel mondo
digitale di cui si sentono padroni.
E così, oltre alla scoperta di Yumi,
il mini robot che maneggia mele e
scatolette, li vedi affascinati, puntare il dito (perché questo basta
fare) verso un qualsiasi prodotto
e scoprire come, subito, sui grandi video che accompagnano tutta la merce esposta, compaiano
le informazioni proprio su quel
prodotto, sugli ingredienti che lo
compongono, sui valori nutrizionali e altro ancora. Tecnicamente
si chiama “realtà aumentata” ed è
un futuro diventato presente. Perché poi, quel prodotto lo prendi,
lo metti nel carrello e vai alla cassa
a pagarlo.
È questo che succede nel supermercato del futuro che Coop ha
immaginato e che viene proposto ai visitatori di Expo. E le prime settimane di apertura della
manifestazione milanese hanno
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consumatori
giugno 2015
7
indagine coop-Doxa su otto paesi
Il cibo tra presente e futuro
Una fotografia scattata in contemporanea sulla tavola
dei cittadini di otto paesi del mondo (Italia, Germania,
Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Cina, India e
Brasile, con 6.400 interviste realizzate a persone tra i 18
ed i 54 anni) per scoprire qual è il loro rapporto col cibo
oggi, ma anche come pensano che questo rapporto
evolverà domani. Parliamo della complessa e articolata
ricerca promossa da Coop assieme all’istituto Doxa
proprio in vista dell’Expo milanese.
Partiamo dal presente. Il cibo è un tema fondamentale,
che definisce le identità e, infatti, il 45% degli
intervistati di paesi così diversi, dichiara di avere un
proprio riconoscibile stile alimentare che significa
sostanzialmente seguire un qualche tipo di dieta
(dettata da esigenze di salute ma anche da convinzioni
culturali o religiose) o cercare prodotti di qualità in
prevalenza legati al proprio territorio. L'India svetta su
tutti e a pensare queste cose è addirittura l'84% dei
cittadini. Un 21% di indiani ammette di venir
condizionato dalla religione e qui la scelta vegetariana
o vegana arriva al 35%. Anche il Brasile sta sopra la
media con un 51% dei suoi cittadini che seguono uno
specifico stile alimentare. Cinesi e i tedeschi si
professano invece più reducetariani (cioè coloro che
cercano di ridurre il consumo di carne), mentre il 14%
dei russi si sottopone a diete salutiste e i vegetariani o
vegani sono l'8% degli abitanti del Regno Unito.
Se poi si guarda alla percezione che oggi si ha nei
confronti del cibo questo è sì, in primo luogo
nutrimento, ma è anche piacere e un modo per
mantenersi in salute. Alla preparazione del cibo si
dedicano in media 1,3 ore al giorno, si cucina a casa
mediamente 5,4 volte la settimana e quasi cinque giorni
su sette a tavola ci sono tutti i componenti della famiglia.
Quanto al futuro, gli intervistati sono sì preoccupati ma
non catastrofisti. Alla domanda sul futuro del pianeta
l’ottimismo non manca: per il 47% la situazione
potrebbe migliorare (un 15% dice decisamente), mentre
solo un 28% si dichiara pessimista. Tra paesi però ci
sono differenze e proprio in Germani e Italia la quota
dei negativi è la più alta (45% e 42% seguite col 38%
dagli inglesi). Sorridono al futuro invece i paesi
che hanno economie in ascesa: la Cina (84% di
giudizi positivi sul futuro) e l'India (74%). Tutti però si
mostrano consapevoli del cambiamento che ci aspetta
quando si parla di cibo: per il 64% sarà diverso (per un
18% radicalmente), mentre per un 34% cambierà solo
in parte. Ma quali sono i cambiamenti attesi? Metà del
campione chiama in causa le nuove tecnologie come
fattore che farà la differenza (soprattutto per russi e
cinesi). Il mondo però mostra anche una buona
coscienza verde: il 42% indica nei mutamenti climatici
la causa primaria del cambiamento e il 34% cita
l'inquinamento e la disponibilità delle risorse naturali. Il
30% infine non dimentica l'aumento della popolazione.
E tutto ciò genera preoccupazione.
Che la tecnologia possa non essere salvifica ma
addirittura un fattore di rischio lo temono soprattutto
gli italiani (il 70%) esattamente come i russi, seguono
tedeschi e brasiliani. Che l'inquinamento possa avere
ricadute sull'alimentazione lo denuncia il 66% degli
italiani e il 68% dei russi. Gli italiani temono più degli
altri la minaccia di poteri e logiche economiche (38%).
Il cibo che ci si aspetta sarà dunque, nelle previsioni
degli intervistati, geneticamente modificato (Ogm),
prodotto in laboratorio, ci saranno pillole e carne
sintetica, non mancheranno le alghe, ma sarà
comunque un cibo dalle proprietà nutrizionali
bilanciate. Se permangono dichiarazioni di ostilità, di
fronte a tali trasformazioni si registrano anche
aperture: i più inclini al cambiamento sono indiani,
cinesi e brasiliani, ma anche un 70% di italiani potrebbe
provare il cibo in pillole e il 44% dei nostri connazionali
non si tirerebbe indietro di fronte a un insetto.
8
primo piano società
BIglIettI d'Ingresso
peR i soci coop continUa lo sconto del 30%
Ricordiamo che per i soci coop
op continua ad essere
possibile acquistare i biglietti d’ingresso ad expo
ad un prezzo scontato del 30%. l’acquisto
acquisto può
avvenire sia direttamente alle casse dei punti
vendita (solo per alcuni tipi di biglietti a
data aperta), sia attraverso il sito
www.e-coop.it o lo specifico sito
www.coopexpo2015.it. il prezzo
varia a seconda che il biglietto sia con
data fissa o con data aperta.
nei biglietti a data fissa (disponibili
solo on line) l’ingresso giornaliero per i
soci costa 23,80 euro per un adulto (il prezzo
intero è di 34 euro), 16,80 euro per i senior con più
di 65 anni (prezzo intero 24 euro) e 11,20 euro per i
bambini da 4 a 13 anni (non disponibile on line per i non
soci). per i biglietti a data aperta il costo giornaliero
per socio adulto è di 27,30 euro (prezzo intero 39 euro),
23,10 euro per studente (prezzo intero 33 euro), 19,60
euro per i senior (prezzo intero 28 euro) e 11,20 euro
per bambini (prezzo intero 16 euro).
solo attraverso internet sono acquistabili altre
combinazioni come i biglietti famiglia (almeno 1
adulto più 1 un bambino) e biglietti per entrata in due
giorni consecutivi (sia a data aperta che a data
fissa).
a causa dell’elevatissimo numero di biglietti
venduti si sono verificati alcuni problemi,
specie relativi alle procedure internet per
fissare la data dei biglietti a data aperta.
pur non dipendendo questi
problemi da sua responsabilità
coop
c
ha stabilito, in accordo con
expo,
e
che per i biglieti a data aperta
acquistati presso i negozi coop, non sia
più obbligatoria la preventiva scelta di
una data di visita. il cliente potrà recarsi
direttamente presso la manifestazione anche
senza essersi registrato preventivamente sul sito e
senza aver compiuto la conversione del biglietto.
expo si è impegnata a segnalare sul proprio sito le
giornate non disponibili ad ingressi senza
prenotazione. per tanto è consigliabile consultare il
sito di expo (www.expo2015.org).
Ricordiamo infine che presso le biglietterie expo è
attivo un "Resolution point" dove il biglietto, in caso
di problematiche all’ingresso, verrà verificato ed
eventualmente sostituito.
confermato che la scommessa è stata vinta, che questo è uno degli spazi più gettonati e apprezzati dai visitatori. Sicuramente uno di quelli in cui c’è una declinazione concreta e comprensibile dei grandi temi
della manifestazione (nutrire il pianeta, il cibo, ecc.),
riferita a un gesto (il fare la spesa) che in tutte le famiglie quotidianamente si compie.
“Sì, siamo molto soddisfatti – spiega ernesto colombo, il caponegozio, che dopo la corsa contro il
tempo per riuscire a far partire e mettere a punto la
macchina, ora raccoglie i frutti di un lavoro che coinvolge una squadra di circa 100 persone – E sicuramente la cosa che ci dà più soddisfazione è proprio
il rapporto con i ragazzi delle scuole. Che conferma
due cose: da un lato il grande rapporto che Coop ha
storicamente con questo mondo, grazie alle attività
sull’educazione alimentare che da anni propone e
che coinvolgono migliaia di classi in tutta Italia. La
seconda cosa è che, nel momento in cui le scuole e gli
insegnanti scelgono, tra le tante cose che si possono
visitare all’Expo, di venire qui è evidente che stiamo
parlando di un qualcosa di concreto che riguarda la
vita di tutti”.
Nei primissimi giorni, nel grande spazio a gradoni
concepito da carlo Ratti, l’architetto torinese responsabile del Mit senseable city laboratory di Boston, rapiti dall’osservazione di questo ampio spazio,
consumatori
giugno 2015
9
LA VIGNETTA DI ELLEKAPPA
molti visitatori non pensavano neppure che si potesse davvero far la spesa. “Sì, all’inizio c’era chi si aggirava stupito tra le corsie – continua Colombo – pensando che fosse solo un’esposizione dimostrativa.
Invece ora la gente guarda, studia le tante cose che il
nostro supermercato propone, ma poi compra. Abbiamo due tipi di consumi, uno legato proprio alle
esigenze spicciole della visita, quindi acqua, bibite,
sandwich o altri cibi di pronto uso. Ma c’è una attenzione crescente verso le linee del prodotto Coop, dal
vivi verde al solidal e in particolare alla linea fior
fiore, quella che propone le eccellenze dell’agroalimentare del nostro paese. E dato che abbiamo predisposto un servizio apposito, aumenta chi compra e
poi si fa spedire i prodotti a casa sua, all’estero”.
In piena coerenza con lo spirito dell’Expo, il Supermercato Coop ha ovviamente definito un accordo
con la caritas milanese per affidare a quest’organizzazione che poi le distribuirà nei suoi centri, le eccedenze e i prodotti danneggiati o in scadenza. “L’accordo con Caritas è partito da subito – spiega ancora
Colombo – anche se abbiamo dovuto superare alcune difficoltà organizzative legate al fatto che Caritas
non era autorizzata a venire qui a ritirare i prodotti,
per cui abbiamo dovuto portarli fuori noi con nostri mezzi. Comunque, in queste prime settimane,
abbiamo già consegnato loro sei bancali di merce,
continua a pagina 10 >
ospItalItà
Turisti a casa dei milanesi
convivialità, relazione, partecipazione, narrazione del
territorio, visione sostenibile e innovativa della città,
concetti che ai soci coop stanno particolarmente a cuore
e che hanno spinto coop lombardia a sostenere,
condividendone a pieno la filosofia e l’approccio,
piacere, milano (www.piaceremilano.it). si tratta di
una nuova idea di accoglienza legata ad expo 2015 (ma
non solo), una proposta di turismo collaborativo,
un'occasione per conoscere la cucina locale direttamente
alla tavola dei milanesi e un modo alternativo di scoprire
la città insieme ai suoi abitanti. l'invito ai turisti viene
infatti dai milanesi stessi ed è rivolto a chi, per ragioni di
lavoro o di studio, o per una vacanza vorrebbe incontrare
i suoi abitanti e sedersi alla loro tavola per conoscere la
cucina locale. o per poi scoprire luoghi, itinerari e storie
inedite della città. per partecipare a piacere, milano
basta andare sul sito www.piaceremilano.it e iscriversi.
Raccontando chi sei, da dove vieni e segnalando sul
calendario le date di permanenza, così da poter essere
contattato per un invito. saranno i cittadini milanesi a
farsi vivi per un invito a cena o per proporre un itinerario
inedito e suggestivo della città. si può anche consultare
la mappa dei cittadini che aderiscono “piacere, milano”
e invia un “poke” ai milanesi che ti piacerebbe
incontrare. piacere, milano è un progetto interamente
gratuito sostenuto da coop lombardia e promosso da
Radio popolare.
10
primo piano società
soprattutto prodotti freschi”.
Dunque futuro, uso delle tecnologie, mondi digitali, attenzione allo
spreco, ma anche persone, uomicontinuano all'interno dell'expo
ni, passione. Perché questa è una
milanese anche una serie di incontri
organizzati da coop. in particolare
dimensione che nell’esperienza
nel mese di giugno segnaliamo per il Coop è fondamentale. Per questo
giorno di lunedì 22 l'assemblea
ad accogliere chi entra ci sono i
annuale di coop italia che sarà
soci volontari di Coop Lombardia
abbinata ad un incontro pubblico in
pronti a raccontarvi, con calore e
programma alle ore 15, cui
simpatia quel che c’è da vedere e,
parteciperanno, oltre al presidente
per chi non lo sa, a spiegare cosa
di coop italia marco pedroni, il
ministro dell'agricoltura maurizio
è Coop, cosa significa far parte di
martina e l'economista giacomo
una cooperativa. Poi ci sono i divaciago. nell'occasione sarà
pendenti, alcuni con anni di espepresentato il documento "il cibo che
rienza, altri arrivati proprio per
vogliamo" che riassume le posizioni
l’occasione di Expo. “Devo ringrae le iniziative di coop rispetto alle
ziare tutti, perché già l’allestimentematiche generali che sono al
centro della manifestazione
to è stata una sfida difficile - spiega
milanese dedicata a come sradicare
Ernesto Colombo - che abbiamo
la fame, garantire cibo buono e sano
dovuto affrontare in pochissimi
a tutto il pianeta, eliminando gli
giorni. E dunque siamo orgogliosprechi e combattendo l'obesità.
si di essere riusciti a farcela grazie a un grande lavoro di squadra.
L’altra cosa che voglio segnalare è
appuntamenti
coop aLL'expo
l’entusiasmo con cui tutti stanno
partecipando a quest’avventura.
C’è convinzione e c’è davvero felicità per il fatto che Coop sia qui,
protagonista in una vetrina mondiale. Pensi che, parlando con diverse delle persone che lavorano
qui, molti hanno già maturato la
convinzione che questa sarà l’esperienza professionale più importante della nostra vita, proprio
per la bellezza del progetto e per
la possibilità di mettere Coop in
contatto con milioni di persone”.
Se anche qui abbiamo parlato
molto del supermercato del futuro, per chi andrà all’Expo, è bene
ricordare che nel piazzale adiacente, diversi chioschi Coop offrono
anche soluzioni alimentari pronte
per l’uso e a buon prezzo (dai gelati alle pizze), il che, soprattutto per
chi non può permettersi costosi
ristoranti, è un'ottima e pratica soluzione. ●
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consumatori
giugno 2015
11
Bassi presidente
di ancc-coop
alfabeto alimentare
di
Eugenio del Toma
presidente onorario dell’associazione
italiana di dietetica e nutrizione clinica
nuovo presidente e un nuovo
organigramma al vertice
dell’associazione nazionale
cooperative di consumatori,
l’organismo nazionale di
rappresentanza istituzionale di coop.
È il risultato della 3ª assemblea
nazionale dei delegati coop, svoltasi
a firenze alla presenza di oltre 200
fra rappresentanti dei soci, quadri
e dirigenti delle più importanti
cooperative di consumatori italiane.
alla guida di ancc-coop sarà stefano
bassi (nella foto), 62 anni,
fiorentino, che ha già ricoperto
importanti incarichi nel movimento
cooperativo (dal 2009 al 2015 è stato
presidente di legacoop toscana).
lo affiancheranno due vicepresidenti:
enrico migliavacca, 62 anni
lombardo e massimo
bongiovanni, 63 anni, emiliano.
inevitabile e doveroso già nelle prime
parole del presidente bassi il
riferimento al tema della reputazione:
“la reputazione è il bene più prezioso
che ha la cooperazione italiana.
dobbiamo chiudere ogni varco che
può gettare discredito su di essa e
contrastare ogni contiguità con il
malaffare. la cooperazione di
consumo, forte dei valori che l’hanno
sempre animata sarà in prima fila in
questa azione, determinante per il
futuro e la credibilità dell’esperienza
cooperativa. allo stesso tempo
dovremo continuare, in tempi così
difficili, a difendere il potere
d’acquisto dei cittadini e la loro
aspirazione alla sicurezza e alla
qualità alimentare.
la vera sfida sarà quella di valorizzare
le nostre differenti esperienze
cooperative puntando a obiettivi
comuni per rafforzare la capacità
complessiva di coop di essere là dove
sono i problemi e le difficoltà della
gente comune, accanto ai nostri oltre
8 milioni di soci e contribuire così,
anche alla costruzione della nuova
alleanza delle cooperative italiane“.
L'occasione Expo
per discutere di alimentazione
Vorrei riferire ai miei lettori le prime impressioni di una visita professionale all’Expo2015 per uno dei tanti Convegni, tra lo scientifico e il
promozionale, che si terranno nei sei mesi di operatività di questa grandiosa maratona del buon mangiare, destinata a interessarsi anche dei risvolti
negativi, dagli sprechi del vitto alle preoccupazioni per la sostenibilità
mondiale delle future scelte alimentari.
Ho già accennato, in questa rubrica, che le finalità dell’appuntamento non
dovranno esaurirsi nell’aspetto fieristico, incentrato nella valorizzazione
dei cibi nostrani (in molti casi sapientemente lavorati ma non prodotti sul
suolo nazionale). L’Expo sottintende anche un confronto e un dibattito culturale su problemi vitali, dal diritto naturale all’acqua fino ai
pericoli della globalizzazione o della deforestazione imposta dalle monocolture più redditizie.
La posta in gioco non si limita a una compra-vendita di prodotti ma implica
una crescita culturale, in primo luogo degli stessi consumatori orientati
non più da suggestioni prevaricatrici ma dalla realtà scientifica a salvaguardare il cibo e il gusto senza preclusioni improprie e col buonsenso
necessario. Di questo, come è noto si è fatto paladino, con lungimiranza,
merito e tenacia, il movimento creato da Carlo Petrini e noto ovunque
per la possibile antitesi al dilagante fast food.
Come medico nutrizionista mi auguro che l’EXPO2015 non si esaurisca nella
pur legittima finalità di una grande fiera promozionale ma che responsabilizzi visitatori e produttori ai temi culturali dell’informazione. Ogni visitatore, dagli studenti, ai più raffinati gourmet, dovrebbe riportarne un
maggior senso critico sulle scelte alimentari più idonee (qualità,
quantità, costo) per il benessere ma anche per la ricaduta che le nostre scelte, giuste o sbagliate, avranno sulla sostenibilità planetaria.
In questo senso la mia relazione sul tema preventivo dello stile di vita attivo
(di cui la nutrizione è un aspetto più o meno adeguato), tenuta alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Presidente del Coni, ha rimarcato l’essenzialità di facilitare ai giovani l’accesso allo sport o comunque ad una
attività fisica che bilanci la sedentarietà forzata che è alla
base della pandemia di obesità, ancor più del contributo ipercalorico di
qualche singolo alimento consumato in eccesso.
Il prestigio e il consenso dei correlatori mi hanno ridato una fiducia che
troppe volte era andata delusa. Infatti, la solidarietà e gli accordi operativi
già in atto fra i due Enti citati, con l’impegno organizzativo assunto per l’occasione da una grande industria alimentare italiana, mi fanno sperare che
non si tratti di promesse ma di un impegno vero e ormai irrinunciabile.
Immagino che il consuntivo dell’Expo 2015 sarà comunque positivo, come
lasciano sperare le premesse di uno sforzo organizzativo tardivo ma che il
talento italiano ha saputo recuperare e tramutare in un evento grandioso e
accattivante. ●
12
primo piano consumi
LA DIFESA
del cibo buono e sano
Sull'altro lato della vetrina di Expo, che mette in luce giustamente le eccellenze del
cibo made in Italy, c'è l'illegalità che colpisce uno dei comparti produttivi principe
del paese: il business delle agromafie cresce del 10% in un anno raggiungendo i 15,4
miliardi di euro. E i danni dei falsi prodotti italiani superano i 60 miliardi di euro!
di Claudio Strano
Fa gola l'Expo a oltre
11 milioni di persone che hanno
programmato di visitarla. E fa gola più in generale il cibo, che oltre
ad essere al centro delle attenzioni planetarie in quanto diritto negato o per gli sprechi e gli abusi
che se ne fanno, è un piatto sempre più ghiotto per la criminalità
organizzata.
L'allarme sulle cosiddette "agromafie" lo lancia il 3° rapporto,
fresco di quest'anno, sui crimini
agroalimentari nato dalla collaborazione tra Eurispes, Coldiretti
e il suo Osservatorio dedicato a
questi temi. Di sicuro se ne parlerà
a Milano perché è un fenomeno in
crescita (del 10% in un anno, per
un fatturato che nel 2014 è stato
di 15,4 miliardi di euro contro
i precedenti 14 miliardi) e s'intreccia con la difesa del "food made in
Italy", ovvero dell'autenticità e della qualità alimentare. Sul tappeto
ci sono almeno due temi caldi: le
misure di contrasto (da adeguare
agli stratagemmi sempre "un passo avanti" del crimine) e le riforme
legislative (da fare, vedi intervista
qui a fianco).
L'obiettivo è di tenere testa ai "corsari delle frodi", che nei mari del
mercato globalizzato – su cui s'innestano tra opportunità e rischi i
negoziati di libero scambio Ttip
con gli States, che proprio nel cibo
hanno l'anello debole – scorrazzano indisturbati, aiutati da Internet.
La Coldiretti a commento del recente sequestro a Palermo di carne
adulterata con solfiti e nitrati parla
di "un incremento record del 277
del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate". L’agroalimentare nel suo complesso è un settore
emergente e particolarmente remunerativo. Non ha dubbi Gian
Carlo Caselli, l'ex procuratore
antimafia di Palermo e Torino che
adesso si occupa proprio di agromafie. "È un settore che ha dimostrato in questi anni non solo di
poter resistere alla crisi, ma di poter
crescere e rafforzarsi divenendo, di
conseguenza, ancor più appetibile
sul piano dell'investimento".
La novità sta proprio nel passaggio dal cosiddetto "italian laundering" (ovvero il riciclaggio del denaro sporco attraverso la finanza,
gli incroci e gli intrecci societari,
la conquista di marchi pregistiosi,
il condizionamento del mercato
con forme illegali) al "money dirting", nel quale non sono i capitali sporchi ad affluire nell'economia
sana, ma i capitali puliti ad indirizzarsi verso l'economia sporca ora
che sono crollati gli steccati della legalità che tenevano separati i
due mondi. Almeno un miliardo e
mezzo di euro, 120 milioni di euro
al mese, 4 milioni al giorno: è l'ipotesi "sottostimata" di questo travaso di denaro fuori controllo.
Dall'usura al web
Dietro c'è sempre il fortissimo appeal esercitato da "made in Italy".
continua a paina 14 >
consumatori
giugno 2015
13
I danni dell'italian sounding
(falso "made in Italy" agroalimentare)
60
miliardi di euro
il fatturato dei prodotti
"italian sounding"
venduti all'estero
24
miliardi di euro
il danno per l'industria
agroalimentare italiana solo
per i prodotti venduti negli Usa
50.000
300.000 70
le aziende agricole italiane
che hanno chiuso a causa
di tali pratiche sleali di vendita
i posti di lavoro
che si creerebbero con una
efficace azione di contrasto
le tipologie di prodotti contraffatti
e falsamente evocanti marchi italiani
di qualità, segnalate dai Carabinieri
fonte: 3° rapporto 2015 Eurispes e Coldiretti su agromafie e crimini agroalimentari
Caselli: "Leggi ad hoc per l'agroalimentare"
GIAN CARLO
CASELLI
presidente della
Commissione per
le riforme dei reati
agroalimentari
Si è insediata il 5 maggio
una nuova Commissione,
voluta dal ministro della
Giustizia Orlando, per la
messa a punto di proposte di
riforma dei reati in materia
agroalimentare. A presiederla c'è Gian Carlo Caselli,
l'ex procuratore che da anni
guida l'Osservatorio della
Coldiretti sulle agromafie.
Procuratore, i testi normativi su cui lavorerete che
tipo di risposte dovranno dare?
Il decreto sottolinea l’esigenza, in materia
alimentare, di una tutela penalistica moderna che tenga conto della “consistenza di beni
giuridici nuovi che richiedono l’anticipazione
dell’incriminazione già alla soglia del rischio
e, comunque, in funzione preventiva”. Un altro
obiettivo riguarda le persone giuridiche, per le
quali si richiede “un complessivo riesame delle
tipologie di sanzioni applicabili in vista delle
diverse offensività”, nel quadro di una “dimensione degli scambi allargata a un mercato globale”. Le proposte di intervento serviranno anche – indubbiamente – a realizzare una miglior
tutela del Made-In.
L'"italian sounding" rientra nel perimetro delle vostre competenze?
Siamo consapevoli che serviranno competenze
diverse da quelle della Commissione per affrontare questo grave fenomeno. Siamo in un ambito che attualmente è deregolato e a dimensione
internazionale. È molto importante intervenire
efficacemente però contro le falisificazioni. Significa lottare perché non sia erosa l’immagine
di uno degli asset centrali del nostro Paese. Significa difendere ricchezza e occupazione, consolidando le piattaforme produttive. Significa
tutelare la sicurezza dei prodotti alimentari e
ambientale, e stare dalla parte dei consumatori
e dei produttori onesti.
L'espansione delle mafie in quali settori dell'agroalimentare si insinua maggiormente?
Non vi sono zone franche rispetto a tale fenomeno. Ogni segmento – produzione, trasformazione,
trasporto, distribuzione, vendita e ristorazione – è
sempre più penetrato e condizionato dal potere
criminale, esercitato spesso in forme raffinate. Il
prezzo lo paghiamo tutti noi, cittadini e consumatori, perché – oltre a dover vivere in un ambiente
pervaso di corruzione e intimidazione – rischiamo
in termini di sicurezza alimentare e salute, mentre
la regolarità dei mercati è stravolta con penalizzazioni pesanti per gli operatori virtuosi.
14
primo piano consumi
autenticità alimentare e lotta alle frodi:
ecco come si muove coop
Sono tanti i fronti su cui Coop si muove per mettere
i consumatori al riparo da frodi e sofisticazioni. Il
laboratorio Coop è l'unico privato a partecipare su
invito ad alcuni specifici progetti ministeriali, in primis
al progetto carni per rilevare il Dna di specie diverse e
mettere a punto nuove strategie per lo smascheramento
delle principali frodi alimentari: dalla distinzione tra
suino e cinghiale alla identificazione di carni avicole
decongelate o mozzarelle non a norma.
È dal 2005 che il laboratorio scientifico di Casalecchio
di Reno affronta queste tematiche specifiche (ma
l'attenzione alle carni in Coop risale agli anni '80) per
verificare che le specie dichiarate sui packaging dei
prodotti corrispondano a quelle reali.
Le analisi vengono condotte con il sequenziamento e
l'amplificazione del Dna tramite real-time PCR (nome
dello strumento). Altre tecniche basate sul Dna vengono
applicate su matrici diverse per "scovare" le sostituzioni
non dichiarate: ad esempio di carne pregiata con carne
meno pregiata in macinati, sughi, paste ripiene, come ha
rivelato lo scandalo delle carni equine del 2013; o il latte
vaccino immesso fraudolentemente nelle mozzarelle di
bufala o nelle ricotte di pecora e capra.
A rimorchio della crisi e di annate
produttive particolarmente storte
come quella del 2014, gli agrocriminali si insinuano con attività illecite che spaziano dall'usura alla
falsificazione e allo sfruttamento
illegale dei nostri marchi.
Quanto al peso del web cui si
accennava, basta riflettere sui dati 2014 forniti dal Ministero delle
politiche agricole: dati che trovano riscontro nel rapporto Eurispes
che colloca l'agroalimentare al secondo posto, con una quota del
12%, nelle vendite su Internet.
A chi spetta il primato negativo
delle contraffazioni? Ai formaggi
Dop (con i "cheese kit" per rifare
in tempi record i prodotti caseari
italiani con polveri, termometri e
colini), seguiti da creme spalmabili come la "Nugtella", dai salumi e
dai "Wine kit", i preparati solubili
in polvere con l'etichetta dei più
noti vini italiani che in alcuni paesi
del Nord, come l'Irlanda, sono del
tutto legali.
Dell'olio di oliva si occupa, invece, un altro raffinato
strumento, chiamato Heracles II, un gascromatografo
evoluto che abbinato a un potente software "annusa"
le sostanze volatili assegnando un profilo aromatico
utile alla classificazione dei prodotti. Ad oggi si è
in grado di distinguere con questo strumento l'olio
italiano dall'olio mediterraneo.
Coop, sempre alla ricerca di relazioni scientifiche
utili, porta la sua grande esperienza nell'analisi
finalizzata alla lotta delle frodi alimentari all'interno
di Foodintegrity, un progetto europeo di cui è
"stakeholder", per l'armonizzazione e la ricerca nella
lotta alle frodi alimentari nel campo dell'olio, degli
alcolici e dei prodotti ittici. Dopo il primo incontro,
che si è tenuto a Bilbao, è stato costituito un gruppo
di lavoro che la dice lunga sulla pericolosità delle
agromafie: il gruppo si occupa di seguire i costi delle
materie prime per cercare di capire in anticipo, come
alla borsa, dove il mercato delle frodi si stia spostando:
la scarsa reperibilità di una materia prima, infatti, e
quindi il suo aumento di prezzo, la espone fortemente
al rischio di "azioni fraudolente".
Ebbene, per capire la remuneratività elevatissima dei traffici online
bisogna pensare che contro i 110
mila controlli per oltre 60 milioni di euro di prodotti sequestrati
"a terra" dai quattro organismi ministeriali (Ispettorato repressione
frodi, Corpo forestale dello Stato,
Nucleo anticontraffazione dei Carabinieri e Capitanerie di portoGuardia di Finanza), si registrano
"appena" 160 interventi "on air",
cioè nel web, che però hanno un
controvalore quasi equivalente
pari a oltre 50 milioni di euro. I
flussi stroncati erano prevalentemente di commercio illegale nella
Ue di "finti" prodotti italiani.
Dell'Italia solo il "sound"
Lo chiamano "italian sounding", è
un bel nome musicale per intendere una delle forme più subdole
in cui si esprime l'illegalità coniugata al cibo. Parliamo di quello
che l'Ufficio italiano brevetti e
marchi, direzione generale Lotta
alla contraffazione, definisce un
"utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che
evocano l'Italia, per promozionare e commercializzare prodotti"
che con il Balpaese non c'azzeccano proprio. Il Parmigiano che
diventa Parmisan in Spagna, Parmesao in Brasile o Regianito in
Argentina è forse il caso più famoso. Ma anche il "San Daniele" più il
nome locale usato per il prosciutto o gli spaghetti "alla bolognese"
di cui sono pieni i menu di tutto
il mondo.
La falsificazione e imitazione dei
prodotti italiani è opera di aziende straniere, ma spesso anche italiane delocalizzate all’estero. E i
crimini agroalimentari di cui parliamo sono controversi, difficili
da contrastare. Nemmeno oggi
si possono classificare come frodi commerciali in senso stretto,
osservano Caselli e il presidente
di Eurispes Gian Maria Fara. Ma
fanno danni ingentissimi, e in
consumatori
giugno 2015
15
Olio di oliva "100% Italiano"
QUELLO COOp lo è SENZA ECCEZIONI: parola di heracles Ii
In caso di non conformità sarebbero scattati gli
approfondimenti: ispezioni, tracciabilità, nuovi controlli,
eventualmente il ritiro dagli scaffali. Ma non ce n'è stato
bisogno. Al termine di un anno di analisi di routine
effettuate dal laboratorio di Coop Italia, i risultati
sull'olio extravergine di oliva Coop "100% italiano" non
hanno richiesto infatti supplementi d'indagine:
"italiano" di nome e di fatto, questo il verdetto senza
eccezioni emesso da Heracles II, il gascromatografo
acquistato a metà 2013 e utilizzato da Coop Italia come
"naso elettronico" per stabilire l'autenticità di un
prodotto. Circa il 4% dei 300 campioni analizzati di olio
"100% italiano" non ha superato la prova con Heracles e
sono in corso gli approfondimenti: in tutti i casi era olio
extravergine non Coop. Da Martino Barbanera,
responsabile del laboratorio analisi di Coop Italia, e
Fernando Gottardi, che di Heracles II è l'esperto
"addestratore" (nella foto), ci siamo fatti spiegare come
si è giunti a questo importante risultato.
"Dal 2013 ad oggi Heracles è stato addestrato facendogli
'annusare' oli italiani di provenienza certa. Un lavoro
enorme di impostazione e validazione scientifica (senza
precedenti in Italia, ndr) fatto in collaborazione con le
crescita. A livello mondiale, il giro d'affari dell'"italian sounding"
che era stimato in 54 miliardi di
euro (dati Ufficio brevetti e marchi), ora ha superato i 60 miliardi di euro (Eurispes-Coldiretti),
quasi il doppio rispetto all'export
agroalimentare nazionale.
Se pensiamo che il nostro patrimonio enogastronomico è tra i
primi fattori di richiamo per il
turismo internazionale – a prescindere da un evento come Expo – capiamo facilmente l'impatto negativo dei "falsi" sul sistema
Italia: 50.000 aziende agricole
hanno dovuto chiudere con tanti
posti di lavoro inceneriti.
Cosa abbiamo noi in più
La difesa dei marchi e del prodotto italiano è dunque una priorità, assieme ad altri fattori quali la
tracciabilità, l'etichettatura e i controlli igienico-sanitari che coprono
da soli un terzo circa degli interventi repressivi delle autorità. Noi
Università di Udine,
Bologna e Barcellona.
Il gascromatografo
Heracles II lavora
restituendo
l'impronta aromatica
di un determinato
olio standard, che
assieme a un elevato
numero di campioni
con le stesse
caratteristiche va a
costruire un modello
di riferimento. Con questo modello successivamente
vengono confrontati i campioni 'incogniti' per stabilire
quanto siano similari statisticamente".
Ora che i modelli ci sono, le analisi proseguiranno con le
loro gambe e saranno estese ai 5 oli regionali dop e igp a
marchio Coop (Taggiasca, Toscano, Umbro dei colli
Martani, Terre di Bari e Val di Mazara) mentre in
parallelo – spiega Sonia Scaramagli che se ne occupa
– "si verificano altri prodotti come il miele, ad alto
rischio di frode e falsificazione".
italiani abbiamo tutto l'interesse
ad essere garantiti, perché abbiamo qualcosa come 271 prodotti
dop/igp e 415 vini doc/docg, a
voler sorvolare sulle quasi 5.000
specialità regionali e sul fatto che,
purtroppo, si aprono falle da tutte
le parti: molti marchi famosi vengono venduti all'estero e a noi restano solo i "simulacri"; gli stessi
ingredienti di tanto "italian food"
sono di incerta o dubbia provenienza e sfuggono anch'essi al "pedigree" di ciò che mangiamo e a
cui siamo estremamente sensibili.
Ma se da una parte il "falso made
in Italy" è un crimine sottovalutato e difficile da perseguire – nonostante la protezione giuridica
riservata dalla Ue ai vari marchi
Dop, Igp ecc. – dall'altra si può
rovesciare la domanda e chiedersi: è giustificabile tanta premura?
Cos'abbiamo noi, in più degli altri, per rivendicare con orgoglio
l'origine dei nostri prodotti?
Il caso dell'olio extravergine di
oliva è emblematico, trattandosi di uno dei prodotti trasformati
più frodati di sempre. In più siamo nell'"annus horribilis" dell'olio a causa del clima dello scorso
anno e della mosca olearia che
hanno ridotto fortemente la produzione. Le illegalità riguardano, principalmente, l'origine geografica e la commercializzazione
di miscele non autorizzate e con
additivi. Sulla qualità in senso
stretto, beh su quella ci sarebbe
quanto meno da discutere. Ogni
paese o regione, infatti, ha il suo
olio di punta e varie miscele di
media o bassa qualità. I professori in materia giurano che ci sono
oli spagnoli ma anche tunisini di
eccellenza, che nulla hanno da invidiare alle bottiglie più rinomate
in commercio: il clima mediterraneo in fondo è lo stesso...
A deporre a favore dell'olio italiano ci sono altri fattori che danno una diversa consistenza al
concetto di "qualità". Si va dalle
continua a paina 17 >
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consumatori
il mensile dei soci coop
consumatori
giugno 2015
caratteristiche dei terreni alla catena della distribuzione e dei controlli, passando per l'attenzione
che ci mette il produttore nell'evitare trattamenti non ammessi
e limitare l'uso di pesticidi. L'Italia vanta il maggior numero di
produttori biologici nella Ue con
appena lo 0,6% di sforamento dei
residui chimici ammessi contro
l'1,4% del totale comunitario e il
5,7% dei prodotti extracomunitari (elaborazione Coldiretti su
dati Efsa). A maggiore garanzia la
legislazione europea è più rigida
delle altre sia sul fronte degli antiparassitari, sia nella lotta ai contaminanti. Lotta che ha portato, ad
esempio, al bando degli ftalati nei
pvc di cui oggi non vi è traccia nei
contenitori usati per il trasporto
dell'olio in Italia.
"Poi c'è la parte dei controlli –
spiega martino barbanera, responsabile del laboratorio analisi di Coop Italia – e delle analisi
innovative. Nelle frodi più eclatanti infatti (olio contraffatto, vino adulterato, anabolizzanti nelle carni), dove la chimica ha un
ruolo molto forte e chi froda nove volte su dieci sa come eludere
i limiti di legge, una cosa è certa:
più la materia si fa complessa più è
importante l'integrazione di vari
metodi analitici anche non convenzionali. Se parliamo di distinguere con certezza una specie, allora il dna è la scelta migliore. Ma
se parliamo dell'origine geografica di un prodotto, serve la sinergia tra diversi approcci analitici
unita alla tracciabilità e ai controlli di filiera a fare la differenza".
C'è tutto questo e molto altro nel
concetto di qualità del "made in
Italy" agroalimentare. "L'origine
italiana – riassume Barbanera –
non è solo un discorso di caratteristiche organolettiche dei prodotti, ma anche e soprattutto la
garanzia data da un intero sistema di produzione". ●
primo piano consumi
17
cibo è cultura
di
Massimo Montanari
docente di storia medievale e di storia
dell’alimentazione, università
iversità di Bologna
"Gastro-toponimi"
Cibi e luoghi per riconoscersi
Ironicamente, e affettuosamente, li chiamiamo “gastro-toponimi” ovvero nomi di luogo che servono a designare prodotti gastronomici. Oggi ne siamo circondati: sono i “prodotti a denominazione di origine”, a marchio controllato, che garantiscono la provenienza della materia
prima, o la localizzazione del processo produttivo, o una qualche forma di
radicamento territoriale del prodotto. Queste espressioni significano almeno due cose.
Una più ovvia: il prodotto nasce in un determinato luogo. Una un po’ meno
ovvia: il prodotto circola, viene acquistato e consumato altrove. Pensiamoci: se il formaggio “parmigiano-reggiano” lo mangiassero solo a Parma e a Reggio, non si chiamerebbe così; sarebbe “formaggio” e basta.
Denominare un prodotto in base al luogo di origine ha senso, ed è utile, solo
quando esso abbandona quel luogo.
La frequenza dei gastro-toponimi, dunque, è direttamente proporzionale
alla circolazione delle culture locali, attraverso il gioco delle merci, delle
idee, delle persone che viaggiano. Non è un sintomo di localismo bensì, al
contrario, di movimento. È importante notarlo perché si tratta di una caratteristica originale, e originaria, della cultura italiana.
Fin dal Medioevo il nostro paese è stato particolarmente ricco di prodotti (e
ricette) a denominazione di origine, a testimonianza del fatto che prodotti
(e ricette) hanno contribuito a costruire una “rete” condivisa di
saperi, pratiche, gusti: è stata questa “rete” a mettere insieme l’Italia, ben
prima dell’unità politica, come spazio culturale. Così si è costruita l’identità
del paese, nel dialogo continuo fra “locale” e “nazionale”. Un dialogo dapprima riservato a pochi, poi, col passare dei secoli, esteso a un numero crescente di persone.
Il meccanismo funziona ancora oggi, anzi si è accentuato perché il cibo è un
formidabile segno di identità e, paradossalmente, proprio nell’epoca
della globalizzazione il desiderio di valorizzare le culture locali ha raggiunto il massimo di intensità. Ogni luogo ambisce a denominare i suoi prodotti
“tipici”, legati alle tradizioni produttive e alimentari del territorio, per ritagliarsi uno spazio di visibilità nel mare del mercato globale.
Il patrimonio che abbiamo ereditato dalla storia sembra avere invertito il
suo senso: non sono più i prodotti a diventare riconoscibili attraverso il
nome del luogo in cui sono nati, bensì i luoghi a diventare riconoscibili in virtù di un prodotto che è stato valorizzato, riscoperto, talvolta inventato. Chi conosceva il villaggio di Colonnata prima che il suo lardo ne varcasse impetuosamente i confini? Queste contraddizioni riscrivono
in modo diverso l’antica storia dei gastro-toponimi.
18
primo piano consumi
La Musica
si fa "liquida"
come l'ascolto in rete manda
in pensione dischi e cd
Quasi il 40% dei consumi musicali avviene attraverso sistemi digitali.
Da Spotify a Deezer, da Playmusic a Rdio, all'annunciato Beats: scopriamo i sistemi
che stanno guidando una rivoluzione che avanza a gran velocità
C'erano una volta i dischi in vinile, poi vennero i Cd.
La nostra musica, quella dei cantanti o dei gruppi preferiti abitava lì, in oggetti fisici che si correva a comprare appena usciva il
nuovo album. Ora siamo nell'era
del download e dello streaming.
Questi due termini sono sicurain rete
mente tra le parole inglesi di uso
maggiormente comune nella noI maggiori servizi di streaming
stra lingua negli ultimi anni. Due
musicale in Italia sono
espressioni che spiegano come la
Deezer: www.deezer.com
fruizione (ma anche la produzioPreviste versioni gratuite e a
ne) della musica sia radicalmenpagamento senza pubblicità con
te cambiata, rendendo i suoni un
abbonamento mensile
Spotify: www.spotify.com
oggetto ‘liquido’ che può fare a
Sostanzialmente simile a Deezer
meno, per essere ascoltato di aver
Rdio: www.rdio.com. Due diverse prima acquistato il disco o il Cd
opzioni di abbonamento. Una
permette di ascoltare la musica solo citati all'inizio.
La velocità del cambiamento è
sul pc, l’altra anche sul cellulare
stata impressionante. Pochi anni e
Gogleplay: music.google.com
previsto un abbonamento mensile.
il mondo digitale ha sfornato una
Un mese di prova gratis
nuova serie di offerte che hanno
Soundcloud: www.soundcloud.
combinato l'uso di strumenti di
com molta buona musica gratuita,
connessione alla rete sempre più
specie remix e inedite di musicisti
flessibili e portatili (lo smartphod’avanguardia
ne su tutti) a programmi e siti
Tidal: www.tidal.com solo a
pagamento per chi ama l’alta fedeltà con servizi specializzati, in gran
di pierfrancesco pacoda
Cercate qui...
parte basati sulle immense risorse
di memoria della rete e del cloud.
E ovviamente, specie tra i più giovani, la rivoluzione si è diffusa come la cosa più naturale. Dunque,
se certo che c'è chi ancora preferisce avere in mano il Cd o chi colleziona e non rinuncia ai "vecchi"
vinili (insieme queste due voci
rappresentano ancora il 62% del
fatturato complessivo del mercato
italiano) il futuro, o meglio il presente, va in tutt'altra direzione.
E se, sino a poco tempo fa il download era sinonimo della pratica di
scaricare, spesso illegalmente, dalla rete i nostri brani preferiti, intasando, le memorie dei computer
con materiali che spesso si accumulavano senza avere il tempo di
ascoltarli, lo streaming ha del tutto rivoluzionato il nostro approccio alla musica. Che può essere, in
qualsiasi momento ascoltata con
una dignitosa qualità di riproduzione semplicemente collegandosi alla rete. E in molti casi anche in
modalità offline. Nel rispetto della
legge e con poca spesa.
continua a pagina 20 >
consumatori
giugno 2015
19
“Oggi è la rete
che detta i tempi"
“Ora, col digitale,
mercato in ripresa”
Samule cantante dei Subsonica:
"Un albun dura sempre meno"
Rosi (Sony Music): "Dobbiamo
dialogare con questi sistemi"
Per i Subsonica la tecnologia è stata, sin dagli esordi la
maniera più efficace per declinare il proprio linguaggio
artistico. Adesso, a distanza
di anni dal loro primo album,
SAMUEL
la band torinese ha fatto
Cantante del gruppo
della rete uno strumento di
musicale Subsonica
comunicazione efficace per
la sua musica. Ma certamente non l’unico. Quest'estate
porteranno in tour il loro nuovo disco "In una foresta". Tra le tante date segnaliamo il 14 giugno a
Napoli, il 10 luglio a Pescara, l’11 saranno ospiti di
Umbria Jazz a Pescara con un progetto speciale.
La nostra, dice Samuel, il cantante dei Subsonica, è la prima generazione di musicisti cresciuta
nel periodo di passaggio dall’amore per il supporto fisico, il cd, all’avvento del digitale. Erano gli
anni di Napster, il primo servizio che rendeva disponibile la musica on line e noi scegliemmo di
rendere fruibile in rete liberamente il nostro primo album, perché non era, allora come adesso,
con le chiusure all’innovazione che si poteva affrontare questa sfida.
Andrea Rosi è il presidente
di Sony Music Italia.
Dottor Rosi, quanto l’avvento di servizi di streaming ha influito sul mercato
musicale?
ANDREA
I primi dati sono molto posiROSI
tivi, e in questi tempi di criPresidente Sony Music
si, è una grande soddisfaItalia
zione. Dopo anni finalmente
si registra nei fatturati delle
case discografiche una inversione di tendenza. E
la crescita è dovuta proprio alle vendite del digitale e allo streaming, che si avvia a superare i
download. La tecnologia si evolve e questa volta
le grandi case discografiche non hanno ripetuto
l’errore che fecero quando, con l’arrivo delle prime forme di download, non cercarono in alcun
modo di fare propri questi sistemi.
continua a pagina 21 >
continua a pagina 21 >
Questo si tradurrà in nuove opportunità occupazionali?
È già così. Sony Music quest’anno ha ricominciato ad assumere. Ci sarà sempre più bisogno di
persone specializzate nel web marketing.
consumatori
giugno 2015
20
Mercato musicale
in italia
71,8 milioni
75,4 milioni
32%
38%
43%
57%
nel 2013
nel 2013
Quota del digitale
nel 2014
ascolti in streaming
VENDITA DISCHI IN VINILE
Si tratta della trasformazione
profonda avvenuta con la diffusione internazionale dei servizi
che permettono di ascoltare canzoni da un repertorio praticamente infinito, senza depositarle sul
computer, con diverse modalità,
da quella gratuita (che comunque
è sempre molto ampia) con inserimenti pubblicitari a quelle che
prevedono un abbonamento.
I due servizi che si contendono la
parte più grande del mercato sono Spotify e Deezer, arrivano
uno dalla Svezia (fu lanciato da
una start up nel 2008) l’altro dalla Francia e in sostanza svolgono
la stessa funzione, mettendo a disposizione degli utenti (sia gratuitamente che a pagamento) un catalogo di decine di milioni di brani
acquisiti attraverso accordi con le
case discografiche, sia le multinazionali che le indipendenti.
Non si tratta, però delle uniche possibilità di scelta per il
consumatore.
Per ascoltare buona musica, gratuitamente e in legalità, ci sono molti altri siti, che, spesso anche artisti
di grande rilievo ‘usano’ per presentare in anteprima ai propri fan
nuove produzioni e remix realizzati appositamente con, nel caso
dei dj, anche lunghe selezioni di
brani mixati.
È il caso di Soundcloud, nato a
Stoccolma e sviluppato a Berlino
nel 2014 + 5%
ascolti in download
in calo del 15% sul 2013
3%
intorno al 2007, pensato originariamente come piattaforma sulla quale i nuovi musicisti potevano caricare le proprie canzoni per
farsi conoscere senza passare attraverso le case discografiche (sul
modello della pionieristica azienda Myspace), ma in breve è diventato un servizio di streaming
capace di entrare in competizione con gli altri servizi più grandi.
Grazie al fatto di essere utilizzata
da superstar internazionali come
i Radiohead.
Alcune realtà, molto celebri all’estero, non sono ancora sbarcate in
Italia, ma sicuramente la conquista del mercato del nostro paese fa
parte dei lori piani.
Come Pandora, che pur essendo diffusa per adesso solo in Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda è arrivata alla consistente cifra
di circa 82 milioni(!) di utenti. Si
tratta, in realtà, non di una semplice offerta di streaming, ma, piuttosto, di una vera radio online che
ogni iscritto può modulare secondo i propri gusti, creando un palinsesto personale, e scegliendo da
un catalogo vastissimo. Anche in
questo caso, le versioni sono due,
una gratuita, con pubblicità, e una
senza annunci che costa 5 euro.
Un mercato, quello dello streaming, che ha suscitato l’attenzione, naturalmente, anche dei colossi del web.
Come Google, che ha lanciato
Playmusic, disponibile da tre
anni anche in Italia. Si tratta di un
negozio di musica on line (concorrente di ITunes, per intendersi), ma che prevede anche una versione ‘Unlimited’, che attraverso il
pagamento di un abbonamento
mensile, permette di ascoltare tutta la musica che c’è nel catalogo.
oltre 30 milioni di brani.
O Skype, i cui creatori hanno messo on line Rdio, più di 32 milioni
di brani e una doppia tariffa, se si
sceglie di ascoltare la musica solo
dal pc o anche dal telefono. Prevista una versione gratuita con la
pubblicità.
Mentre Tim, come faranno sempre di più in futuro, le grandi compagnie telefoniche, abbina alle
classiche funzioni di telefonia, anche lo streaming di brani musicali, con una piccola cifra mensile, e
senza che l’ascolto gravi sul traffico dati del cliente.
Poi ci sono le iniziative specifiche,
più piccole, ma dalle grandi ambizioni, come la recente Tidal, una
società svedese acquistata da un
gruppo di celebrità della musica,
tra cui Jay-Z (che è l’azionista di
maggioranza), Beyoncé, Madonna, Kanye West, Rihanna e Daft
Punk, che rifiuta il modello gratuito di Deezer e Spotify (che assicura agli artisti guadagni davvero minimi, fatto che ha causato alcuni
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primo piano consumi
21
(Segue intervista a Samuel dei Subsonica)
(segue intervista ad Andrea Rosi)
Un oggetto superato, oggi, il cd??
Certamente ai ragazzi più giovani il cd procura
meno piacere di quello che trasmetteva a noi. E
parlo proprio dell’aspetto ‘fisico’, della relazione
che si instaurava con il disco, con la sua tangibilità. Non è stato facile abituarsi alla cosiddetta
‘musica liquida’, impalpabile, ma non si poteva
fare altrimenti.
Ben venga lo streaming, quindi...
Certo, ormai la musica è davvero un’arte che ci
accompagna in qualsiasi momento della giornata, ovunque siamo. E questo apre per i musicisti,
e naturalmente anche per le case discografiche,
grandi possibilità. Si tratta di un mercato in divenire, migliorabile, con molti aspetti da rivedere,
ma è il futuro.
Adesso, con lo streaming siamo in una fase nuova
del consumo della musica...
Sì, abbiamo superato anche l’interesse per il
‘possesso’ della musica, che adesso è fruibile da
tutti, in qualsiasi momento, liberamente, senza
bisogno di essere scaricata e di riempire così le
memorie dei nostri computer o dei telefoni che,
sempre di più sono gli strumenti dell’ascolto. Solo se ti piace realmente decidi di fare il passo successivo e di comprare le canzoni.
Quali gli aspetti perfettibili, a suo avviso?
Sicuramente, ancora, le cifre che lo streaming
assicura ai musicisti sono di gran lunga inferiori
a quelle che derivavano dalla vendita dei cd, sono piuttosto assimilabili ai proventi per i diritti
d’autore. Questo è un aspetto che sarà al centro
della collaborazione futura tra noi e servizi di
streaming. E che richiederà maggiori approfondimenti. L’aspetto positivo è che, mai come ora, la
relazione tra la casa discografica e i musicisti è
strettissima, loro si sentono sempre più coinvolti
in prima persona anche nelle scelte strategiche,
di promozione, commerciali. C’è una condivisione degli obiettivi sino a pochi anni fa impensabile.
Queste nuove forme del consumo di musica influenzano a vostro avviso anche il contenuto?
No, anzi, sempre di più gl artisti dovranno misurarsi con la propria creatività, ideare progetti a
lungo respiro, con la consapevolezza che ormai
la vita di un album non è di un anno o più, ma di
pochi mesi e quindi bisogna adottare delle strategie per catalizzare continuamente l’attenzione
dell’ascoltatore. Immettendo ad esempio, con regolarità sulla rete canzoni inedite, versioni nuove, remix. Un lavoro che serve per preparare il
pubblico alla maniera migliore, almeno per noi
di fruire la musica, quella dei concerti.
Che, tra l’altro, per un musicista, sono ormai una
delle principali fonti di guadagno...
Sì, e proprio con l’allestimento del live un gruppo
deve dimostrare di saper davvero conquistare i
propri fan, ad esempio diversificando l’offerta.
Pensando a diversi generi di spettacoli per diversi ambienti, adattando il proprio suono a spazi
differenti, proponendosi, ad esempio, anche in
una versione che non è quella abituale, passando dagli show acustici a quelli nei club.
Cosa consigliereste a un ragazzo che vuole esordire nel mondo della musica digitale?
Non lasciarsi condizionare dalla vastità della rete. Non è necessario essere sul web a tutti i costi.
Pensate per sottrazione, usate la musica come
strumento di comunicazione, non lasciate che la
vostra autenticità sia snaturata dall’ossessione
della fugace celebrità su internet.
Ci sono nuovi attori del digitale pronti a scendere
in campo?
Certo, c’è grande attesa per i servizi che a breve
Apple lancerà sul mercato e ovviamente guardiamo tutti con molta attenzione a Tidal, che ha
dalla sua il fascino degli artisti che la promuovono.
Quali sono i progetti di un colosso come il vostro
per affrontare questa nuova era del consumo di
musica?
Il digitale rilancerà gli investimenti, noi, mai come adesso, siamo impegnai in attività di scouting, di ricerca di nuovi artisti, che non devono necessariamente provenite dai talent. Se tra i lettori
di Consumatori ci sono i nuovi Litfiba, si facciano
avanti. Noi ascoltiamo tutto con attenzione!
consumatori
giugno 2015
abbandoni o rifiuti di rendere le
proprie opere disponibili).
Tidal promette, per differenziarsi
dagli altri, e per giustificare il costo
richiesto agli utenti, un’alta qualità
della riproduzione, simile a quella di un cd, (ma su questo fronte
si è anche attrezzato Deezer con
un abbonamento particolare e
un accordo con una azienda specializzata), e la possibilità di avere
molte esclusive, che gli artisti che
ne detengono la proprietà offrirebbero ai propri clienti.
Per adesso il panorama della proposta è ancora molto ristretto, ma
Tidal conta molto, oltre che sui
tanti cultori dell hi-fi che hanno
a casa ottimi sistemi di diffusione
del suono, sulla capacità di attrattiva esercitata dai nomi che l’hanno lanciata, in aperta polemica
con le cifre davvero irrisorie che
lo streaming tradizionale garantisce ai musicisti. Grande promozione, una sezione redazionale
molto ben curata, appuntamenti
in stile hollywoodiano, ma ancora le tante attese "esclusive" sono
poche per giustificare un investimento mensile così consistente.
Tutte scelte che saranno condizionate dall’ingresso su questo
mercato di apple (previsto per
l’estate, se andranno a buon fine le
trattative in corso con diverse etichette discografiche che dovrebbero garantire all’azienda americana brani e artisti concessi, anche
in questo caso, in esclusiva), con il
sistema beats.
L’obiettivo è fissato a 75 milioni di
utenti che l’azienda californiana
vorrebbe convertire a un sistema
di abbonamenti sempre a pagamento, per porre fine alle polemiche di molti artisti che criticano i
bassissimi margini di guadagno
che lo streaming riserva loro. Alcuni, come la popstar americana
Taylor Swift, hanno nel frattempo
chiesto alla loro etichetta di ritirare i propri brani da Spotify.
E siamo solo all’inizio… ●
23
un pianeta da difendere
di
Mario Tozzi
primo ricercatore Cnr - Igag
e conduttore televisivo
Davvero siamo
i più intelligenti?
Dopo un viaggio nell’Europa dell’inizio del XX secolo, il mitico (e
forse inventato) Tuiavii di Tiavea, sovrano delle isole di Samoa,
metteva alla berlina molti aspetti del progresso occidentale riducendoli a
usanze strane e ridicole, come quella di suddividere il tempo, o malefiche,
come quella di venerare il denaro come unico dio. O bizzarre, come quella
di prender moglie senza averla prima mai vista nuda. In particolare non
comprendeva come chi possedesse di più non ne desse a chi non aveva
niente e, anzi, gliene facesse addirittura una colpa. Il capo indigeno concludeva la sua invettiva contro il papalagi (l’uomo bianco occidentale)
imponendo ai suoi sudditi di non recarsi mai in Europa, ché tanto non c’era
nulla da imparare.
Tuiavii aveva capito che c’è una differenza fondamentale fra i sapiens e tutti gli altri viventi, che spiega la nostra apparente supremazia e, insieme, il
nostro agitarsi dentro la crisi ecologica più grave che l’umanità abbia mai
attraversato. Questa differenza non sta nella nostra scatola cranica più
capace (se è per questo i neandertaliani avevano un cervello anche più
grosso, ma si sono ugualmente estinti), in una presunta superiore intelligenza e nell’uso delle mani (basti studiare gli elefanti e la loro proboscide,
straordinario strumento con un milione di nervi, altro che mano) o nella
capacità di comunicare (solo Bach regge il confronto di armoniche con le
balene). Questa differenza è diventata così pesante e persistente che non
permette di notare più quei paradossi della vita quotidiana che pure i nostri
antenati mostravano di conoscere.
Non è difficile, però, coglierla, è la stessa che non aveva invece compresa
l’ultimo indigeno dell’isola di Pasqua mentre tagliava l’ultimo albero: non
poteva ignorare che così facendo avrebbe condannato la sua gente alla
fine. Eppure lo ha fatto. Perché? A causa dell’accumulo e del profitto, sconosciuti al resto degli animali e dei vegetali, ma ben noti proprio
agli uomini, che più posseggono e più vorrebbero. Questa è di fatto l’unica
differenza che conta.
Una differenza così fondamentale da farci ignorare che le risorse finiscono più in fretta di quanto speriamo, e che noi siamo sempre di più e
abbiamo sempre maggiori esigenze su un pianeta che rimane lo stesso.
Neanche il cibo e l'acqua sono infiniti su un pianeta per definizione finito.
Una riconversione ecologica delle attività produttive dell’intera umanità è
quanto si dovrebbe e potrebbe ancora fare, ma perché gli uomini si dovrebbero impegnare in questa direzione? A cosa potrebbe servire? Facile, riduzione degli impatti umani, risparmio di acqua, riciclaggio dei rifiuti, energie rinnovabili, minor consumo di territorio servono semplicemente a
sopravvivere senza tagliare il ramo su cui siamo seduti. Sarebbe
già qualcosa.●
consumatori
giugno 2015
25
primo piano in breve
la miglior azienda dell'anno in perù
È la cooperativa che coltiva le banane solidal coop
Nel 1974, in una scuola che oggi
conta ben 1.470 alunni, nel lontano
paesino di Mallaritos nell'estremo
Nord del Perù, un gruppo di piccoli
produttori si proposero di
diventare esportatori di banane
biologiche. Era una sfida coltivare
banane in una zona semi desertica
che però si è rivelata un posto
incredibilmente adatto per questa
e altre colture tropicali, al riparo da
malattie funginee e altri problemi.
Ed è proprio in queste zone
"alternative" che Coop Italia ha
deciso di investire sostenendo
questo progetto non solo biologico
ma anche equo solidale certificato
da FLO (Fairtrade Labelling
Organization) e promosso da
Fairtrade Italia.
Grazie anche a Coop Italia, questo
piccolo nucleo di produttori ha
potuto condividere i suoi sogni con
tanti altri piccoli produttori locali e,
affiancato in primis da un
importatore italiano, OrganicSur,
promuovere il suo progetto che
oggi ha portato la Cooperativa
Apbosman alla vittoria
dell'importante premio di "Azienda
dell'anno 2014 del Perù" (http://
www.premioempresaperuana.
com/).
Il fatturato globale annuo della
Cooperativa Apbosman è di 5,4
milioni di dollari di cui il 90% è
destinato al mercato europeo ed il
10% al mercato americano. Per il
solo mercato italiano il fatturato
ammonta a circa 1,8 milioni di Euro
con un volume di circa 2.400.000
kg di banane (in media circa
130.000 cartoni da 18 kg/anno). Su
questo subtotale la filiera
Biosolidal di Coop Italia
rappresenta un’importante fetta
Week end low cost
Un libro di ortolano
alla scoperta dell'italia
Dal Trenino rosso del Bernina alle
antiche terme di Chia, dai vigneti
del Monferrato ai murales di
Diamante: sessanta mete
incantevoli tra arte, natura e
gastronomia per chi non rinuncia
alla magia del viaggio, anche in
tempo di crisi e anche solo per un
weekend. È questo che troverete
nel nuovo libro (si intitola "Weekend low cost in
Italia", edito da Bur, costo 12,90 euro) di Giuseppe
Ortolano, giornalista di viaggi e da anni
collaboratore della nostra rivista.
Infatti proprio quando il tempo a disposizione per
la vostra vacanza è ridotto, niente deve essere
lasciato al caso. Grazie a questa guida scoprirete
tante mete davvero interessanti e poco conosciute
sparse in tutta Italia, dal mare alla montagna alle
città d’arte: posti veri, dove la cucina, la cultura e
l’accoglienza turistica sono ancora genuine e a
buon mercato. Tanti itinerari semplici da
consultare, perfetti per chi sceglie la formula del
weekend (lungo e breve che sia) per i propri viaggi
di piacere. Ogni proposta è corredata da cartine e
dalle informazioni logistiche necessarie per
muoversi a colpo sicuro, da nord a sud, alla
scoperta di un’Italia bellissima e sostenibile.
con un controvalore di circa 1,2
milioni di Euro in acquisto per un
totale di 970.000 kg di banane/
anno che scaturiscono poi in
1.600.000 vassoi di banane che
ogni anno trovano la fiducia dei
consumatori Coop sensibili al
biologico ed al sociale.
coop for words
votando le opere in gara
si vince un weekend
a milano per expo
Ultimi giorni per partecipare a
“Coop for words” e vincere
tanti premi pensati per i giovani
talenti che amano scrivere e
disegnare. Il concorso –
promosso da Coop Adriatica,
Estense, Reno, Nordest, Liguria
e Lombardia – è riservato a ragazzi tra i 18 e i 35 anni
che abitano nei territori di presenza delle cooperative.
Le categorie sono “poesie”, “racconti”, “fumetti”,
“ricette bastarde” e “canzoni d’autore” (per testi da
comporre sulla base musicale del cantautore Paolo
Benvegnù). I 50 vincitori vedranno la propria opera
pubblicata in un’antologia e saranno premiati in
autunno a Expo. A valutare le opere sarà una giuria di
esperti (tra gli altri anche Carlo Lucarelli). Tutte le info
e il bando su www.coopforwords.it. Novità di
quest’anno la pagina Facebook del concorso www.
facebook.com/coopforwords.
Ma non finisce qui. Dal 21 giugno, infatti, i giovani
coetanei degli autori in concorso (quindi anch’essi
under 36) potranno votare le opere in gara sul sito di
“Coop for words”, e partecipare all’estrazione di due
fine settimana per due persone a Milano per Expo. Per
esprimere la propria preferenza – una per ogni sezione
del premio – c’è tempo fino al 12 luglio.
26
prodotto coop
Naturali
per abbronzarsi
Per esporsi al sole durante l'estate Coop presenta le nuove
creme della linea Vivi verde, realizzate per il 98% a base
di prodotti naturali, prive di coloranti e siliconi e con principi
attivi provenienti da agricoltura biologica: dal gel di aloe
all'olio di girasole, dall'olio di argan a quello di jojoba.
Poi c'è la linea di solari tradizionali che comprende
una gamma per bambini con fattore protettivo sino a 50
L’arrivo dell’estate si suppone (e soprattutto si spera) sia sinonimo di belle giornate, caldo sole
e, quindi, anche per chi non fosse particolarmente
appassionato, di abbronzatura. Anche se dovrebbe
essere ormai conoscenza acquisita, è bene ribadire
che l’esposizione al sole e il desiderio di abbronzatura vanno accompagnati da adeguate protezioni, di
modo da evitare che la nostra pelle debba subire inconvenienti. Parliamo di elementari precauzioni che
significano prevenzione sul piano della nostra salute, non solo nel breve ma anche nel lungo periodo.
Per questo l’esposizione al sole deve essere graduale, e crescere come durata nell’arco delle giornate
e comunque va accompagnata da adeguate creme protettive che andranno commisurate al tipo
di pelle e all’età, con una particolare attenzione ai
bambini più piccoli.
Coop si presenta al via dell’estate 2015 con alcune importanti novità in questo settore, avendo accompagnato alla linea convenzionale (e ormai storica) di creme protettive, una serie di prodotti della
linea Vivi verde che hanno caratteristiche naturali
decisamente importanti e alle quali un numero sempre più alto di consumatori pone attenzione.
La nuova linea di solari Vivi verde sviluppa infatti la filosofia che ha contraddistinto tutta la linea di
prodotti cosmetici Coop, con formule che contengono almeno il 98% di ingredienti di origine naturale e sono prive di oli minerali, parabeni, siliconi,
coloranti, peg e polimeri sintetici e non contengono
neppure filtri chimici, tiazolinoni e fenossietanolo.
Tutti i principi attivi sono provenienti da agricoltura biologica, parliamo di Gel di Aloe, ricco di polisaccaridi, proteine e aminoacidi, svolge un’azione
emolliente, lenitiva e rinfrescante; Olio di Girasole,
per l'elevato contenuto di vitamina E contrasta l’invecchiamento cutaneo e dona alla cute una sensazione di morbidezza; le vitamine A, C e D, proteggono l’epidermide; Olio di Argan ricco in tocoferoli
e vitamina E, assicura alla pelle idratazione, e protegge la cute dalle aggressioni dei raggi solari; Olio di
Jojoba, ricco di antiossidanti naturali, ha proprietà
ricostituenti ed elasticizzanti.
Le creme solari Vivi verde contengono un filtro
consumatori
giugno 2015
minerale a base di Biossido di Titanio, che riflette
i raggi solari e assicura una protezione efficace sia
dai raggi UVA che UVB. Ad oggi il fattore di protezione più alto è il 30, ma per i consumatori con
esigenze di protezione maggiore, è possibile attingere alla linea convenzionale dei solari Coop, che
all'interno della gamma bambini contiene un latte
con protezione 50.
In più, sempre nella linea Vivi verde è presente anche la crema viso protezione 30, perfetta da usare
anche in città per proteggere la pelle dai danni del
27
sole. Completa la linea un doposole con caratteristiche particolarmente lenitive, grazie all'aloe, al burro
di karitè e all'olio di argan.
La linea convenzionale dei solari Coop, che, come
detto, include una specifica gamma per bambini,
offre comunque prodotti assolutamente sicuri e di
ottima qualità. Per tutti i prodotti Coop di questa linea come di Vivi verde c’è poi una forte convenienza rispetto a prodotti di marca di standard qualitativi corrispondenti. Tutti i prodotti solari Coop sono
ovviamente resistenti all’acqua.
28
consumare informati elettrodomestici
il fresco dell'estate
a condizione che...
È tempo di climatizzatori per affrontare preparati le giornate di maggior
caldo. Quelli con pompa di calore beneficiano delle detrazioni fiscali del 65%
fino alla fine dell'anno. la qualità dell'aria, più in generale, è importante e
almeno fra le quattro mura domestiche, possiamo facilmente migliorarla
anche con purificatori e deumidificatori
di claUdio stRano
Per il "clima", nel senso
di climatizzazione, il 2014 non
è stato un anno favorevole. L'intero comparto "trattamento
aria" (che comprende condizionatori, raffrescatori, ventilatori,
ecc.) ha subito un contraccolpo
nelle vendite dovuto certamente all'estate insolitamente mite,
ma anche e non secondariamente a una minore disponibilità di
denaro nella gente che ha inciso soprattutto nelle vendite degli
impianti di climatizzazione fissi,
quelli che richiedono un maggiore investimento e pianificazione
nel tempo.
Ciò significa che troveremo
quest'anno i "nuovi arrivi" ad
estate inoltrata, ma grosse novità
non se ne prevedono comunque,
almeno per i climatizzatori.
compressore esterno e una, o più,
unità interne (multi-split) a parete; e i portatili (monoblocco o
anch'essi split, cioè con il motore
piazzato fuori in modo da ridurne la rumorosità). Questi ultimi
necessitano di un tubo che passa
per una finestra aperta (con inevitabile dispersione) o un apposito foro per espellere l'aria calda
Condizionatori. La prima di- "scambiata" con la fresca.
stinzione che li riguarda è sem- In commercio ci sono apparecchi
pre quella tra split fissi con fissi o portatili split con tubi anche
consumatori
giugno 2015
più stretti, di pochi centimetri,
per i centri storici o le aree vincolate, ma si tratta generalmente di
di prodotti di alta gamma.
Per quanto riguarda il dimensionamento e quindi la scelta
del "clima" da acquistare in base
all'immobile dove verrà collocato, la questione è complessa. Bisognerebbe tenere conto di vari fattori (esposizione, spessore
dei muri, finestre, fonti di calore
extra, latitudine dell'immobile,
ecc). A occhio e croce servono
circa 100 Btu (British thermal
unit) a metro cubo per il freddo e
circa 150 Btu per il caldo. Attenzione, metri cubi e non quadrati.
Ci sono modelli di clima che servono solo per rinfrescare e altri,
con pompa di calore, soggetti a
incentivazione fiscale (vedi box)
che permettono anche di riscaldare l'aria d'inverno. Sempre più
diffusi sono gli "inverter" che
mantengono stabile la temperatura con costi energetici anche
qui più ridotti.
Deumidificatori. Diverso, anzi
opposto è il discorso relativo ai
deumidificatori. Che ormai non
sono più prodotti esclusivamente stagionali: al pari delle asciugatrici, vengono ricercati un po'
tutto l'anno essendo l'umidità
una costante delle nostre giornate. Per entrambi il mercato mostra un segno positivo.
Come orientarsi nella scelta di
un deumidificatore? Bisogna
considerare anzitutto quanti litri di acqua riesce ad estrarre in
un ciclo di 24 ore. Un deumidificatore con capacità di 10 litri riesce a deumidificare, a spanne – e
considerando un'umidità relativa dell'80% – un ambiente di circa 30 metri quadrati, uno di 20
litri un ambiente di 60 metri quadrati e così via. L’umidità estratta viene raccolta in una vaschetta
che va svuotata frequentemente.
29
Chi imposta e mantiene l'umidità desiderata è una valvola chiamata umidostato.
Purificatori d'aria. Sempre in
tema di cambiamenti climatici
e... di abitudini di acquisto, c'è un
elettrodomestico che sta suscitando un crescente interesse sebbene non faccia grandi numeri e
l'aria la smuova sì (come un piccolo ventilatore) e la ripulisca da
odori e corpuscoli, ma non si può
dire che abbassi la temperatura di
casa. È il purificatore d'aria. Nella versione a torre oscillante o da
parete, è dotato di filtro Epa o
di altro genere in grado di trattenere polvere, pollini e fumo
ed è accessoriato spesso con un
sistema a raggi Uv in funzione
antibatterica.
Il suo interesse è legato all'aumento delle persone sofferenti
di asma, allergie e altri problemi
respiratori. Un altro motivo per
avercelo in casa è per difendersi
dallo smog almeno all'interno
delle quattro mura domestiche o
nei luoghi di lavoro.
Alcuni modelli oltre al filtro Hepa (che va lavato e sostituito periodicamente, in ragione dell'utilizzo che se ne fa) includono un
circuito ionizzante per rinforzare l'effetto anallergico.
le mani sul
portafogli
- Climatizzatore fisso: a partire
da 400 euro circa
- Climatizzatore fisso dual split: a
partire da 600 euro circa
- Climatizzatore portatile: a partire
da 300 euro circa
- Deumidificatore: a partire
da 80 euro circa
- Purificatore d'aria: a partire
da 60 euro circa
I prezzi sono indicativi e soggetti alle
variazioni del mercato
Bonus fiscale
Solo per i sistemi
con pompa di calore
C'è tempo fino al 31 dicembre di
quest'anno per avvalersi del bonus
fiscale massimo e non cumulabile
del 65% (per interventi di risparmio
energetico) e del 50%
(ristrutturazioni edilizie e bonus
arredi) spalmato in 10 rate annuali
di pari importo. Le agevolazioni
applicate al settore trattamento
aria riguardano "solo" i
climatizzatori con pompa di calore
(che hanno la doppia funzione di
riscaldamento e raffrescamento), a
condizione che essi siano di ultima
generazione classe A/A ad alto
risparmio energetico, e che vengano
installati in sostituzione di un
impianto di riscaldamento
preesistente. In questo caso la
detrazione previa bonifico è del
65%. In assenza dei suddetti
requisiti, si può valutare comunque
la possibilità di usufruire della
detrazione fiscale per le
ristrutturazioni edilizie (quella al
50%): ad esempio quando la pompa
di calore viene installata in
aggiunta, e non in sostituzione, di
un impianto di riscaldamento
esistente. Dietro l'apparente
"busillis" c'è il fatto che gli split per
il raffescamento dell'aria non
consentono certo di abbassare i
consumi generali di una casa, ma se
sono pompe di calore allora possono
formare, d'inverno, assieme alle
caldaie, un sistema integrato a
risparmio energetico. La pompa di
calore, infatti, fino a una
temperatura esterna non inferiore
ai 10°C garantisce un'efficienza
maggiore rispetto a una caldaia
tradizionale, mentre sotto i 10°
quest'ultima è più conveniente e va
messa in funzione.
Per maggiori informzioni consultare
i siti della Agenzia delle entrate e di
Enea.
Convenzioni
Parchi acquatici - vacanze natura
AQUALANDIA Lido di Jesolo (VE)
Tel. 0421.371648 - www.aqualandia.it
Aperto dal 13 giugno al 13 settembre 2015.
Per i soci Coop:
sconto 3 € su ingresso giornaliero.
Il vantaggio è esteso ad un accompagnatore del socio,
non è cumulabile con altre promozioni in corso ed è
valido solo per l’acquisto presso le casse del Parco.
Presentare la carta SocioCoop unitamente ad un documento
d'identità.
ONDALAND Vicolungo (NO)
Tel. 0321.855511 - www.ondaland.it
Aperto dal 6 giugno al 30 agosto 2015
dalle ore 10.00 alle 19.00.
Per i soci Coop:
sconto 3 € sul biglietto intero giornaliero.
Il vantaggio è al coniuge e agli eventuali figli che pagano
tariffa intera (a partire dai 13 anni). Sconto valido solo sulla
tariffa intera giornaliera e non cumulabile con altre
promozioni.
Presentare la carta SocioCoop unitamente ad un documento
d'identità.
AQUAFELIX Civitavecchia (RM)
Via Terme di Traiano - Località Casale Altavilla
Tel. 0766.32221 - www.aquafelix.it
Aperto dal 14 giugno al 6 settembre 2015.
Per i soci Coop:
ingresso 16,50 € anziché 20,00.
Il vantaggio è esteso ad un accompagnatore del socio.
ACQUA GARDEN Corfinio (AQ)
Tel. 0864.728293 – 338.1995984
www.parcoacquagarden.it
Per i soci Coop:
ingresso giornaliero (9.00-19.00) 8 € anziché 10;
ingresso mezza giornata (9.00-14.00 o 14.00-19.00)
6 € anziché 7.
Ingresso gratuito per bambini di età inferiore ai 3 anni.
Il vantaggio è esteso al nucleo familiare del socio.
PARKO ACQUATICO LE CARAVELLE Ceriale (SV)
Via S. Eugenio, 51
Tel. 0182.931755 - www.lecaravelle.com
[email protected]
Aperto dal 6 giugno al 6 settembre 2015.
dalle ore 10.00 alle 18.30.
Per i soci Coop:
ingresso adulti 19,50 € anzichè 23,50;
ingresso ragazzi di altezza compresa tra cm 100 e cm 140
15,50 € anziché 19,50;
ingresso gratuito per bambini di altezza inferiore a 100 cm.
Il vantaggio è esteso al nucleo familiare del socio
PARCO NATURALE LA MANDRIA Venaria Reale (TO)
Viale Carlo Emanuele II, 256
Tel. 011.4993381 - www.parchireali.gov.it
Per i soci Coop:
biglietto ridotto 6 € per ingresso agli appartamenti reali;
biglietto ridotto 6 € + 4 € per ingresso agli appartamenti
reali con visita guidata dal mercoledì al venerdì, ore 11 e ore 15.
Tariffe agevolate per la partecipazione ad attività
culturali e percorsi naturalistici.
PARCHI DELLA VAL DI CORNIA Piombino (LI)
Tel. 0565 226445 - www.parchivaldicornia.it
Per i soci Coop:
sconto 20% sul biglietto di ingresso per la visita
completa al Parco Archeologico di Baratti e di Populonia,
al Parco Archeominerario di San Silvestro, al Museo
Archeologico del territorio di Populonia, al Museo del
Castello e delle Ceramiche Medievali di Piombino.
Il vantaggio è esteso ad un accompagnatore del socio.
ENTE PARCO REGIONALE DELLA MAREMMA
Alberese (GR) - via del Bersagliere 7/9
Tel. 0564.407098 - www.parco-maremma.it
Per i soci Coop:
sconto 1 € per l’ingresso al Parco (percorsi a piedi e in
bicicletta) e all’Acquario della Laguna di Orbetello a
Talamone.
I biglietti devono essere acquistati presso i Centri Visite del
Parco. Lo sconto non è valido per le gite in canoa, in carrozza
e a cavallo.
Il vantaggio è esteso agli accompagnatori del socio.
PARCO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO DI VULCI
Canino e Montalto di Castro (VT)
Tel. 0766.879729 - Tel. Biglietteria 0766.89298
www.vulci.it
Per i soci Coop:
sconto 20% su VulciCard singola
(ingresso al parco e al museo) 8 € anziché 10;
sconto 20% su VulciCard Family
(ingresso al parco e al museo) valido per 2 adulti + max 3
bimbi di età inferiore a 13 anni 16 € anziché 20.
OASI WWF
www.wwf.it
Per conoscere in dettaglio l’elenco delle oasi, visita il sito
www.e-coop.it.
Per i soci Coop:
ingresso adulti 4 € anziché 6;
ingresso bambini e ragazzi sotto i 14 anni 3 € anziché 4
(secondo figlio ingresso gratuito).
Il vantaggio è esteso ad un accompagnatore del socio.
Visite guidate 4 € a persona (sia adulti che bambini).
Sconto 5% su tutti i servizi a pagamento presso i Punti di
vendita Wwf Oasi e sulla partecipazione a eventi.
Per aperture, orari e attività consultare il sito del Wwf.
Le convenzioni possono subire modifiche o annullamenti dopo l’uscita sul presente numero. È consigliabile, perciò, prendere
preventivamente sempre contatto direttamente con gli enti e le strutture convenzionate per avere conferma delle condizioni praticate.
Informazioni più dettagliate sulle convenzioni e su tutti i vantaggi riservati ai soci le trovi sul sito www.e-coop.it.
Ricorda di portare sempre con te la Carta Socio Coop.
32
cucina
un menu contro la crisi
di Helmut Failoni
Grandi sapori
dal merluzzo
allo stinco
Le proposte dello chef Claudio Sordi
che da un antipasto con merluzzo,
capperi e pomodorini ci porta ad un
risotto con zucchine e acciughe.
Per concludere con uno stinco glassato
Piatti pieni di sapori quelli
che propone Claudio Sordi, giovane e
(bravo) chef che è alla guida del
ristorante dello storico Hotel Baglioni
di Bologna (ora si chiama Majestic).
L'antipasto
Merluzzo dell’Adriatico con olive
taggiasche, capperi di salina e
pomodorini nostrani.
Ingredienti per 4 persone:
frutta e verdura
GIUGNO
LA STAGIONE DI..
Momento di transito fra la
primavera e l’estate. È ancora
periodo di asparagi (ma
attenzione sono gli ultimi) e si
possono trovare al meglio della
loro forma le bietole, i carciofi,
le fave, i piselli, i finocchi e
soprattutto i fagiolini. Ottimi
anche i cetrioli. È il periodo di
esplosione della frutta estiva:
oltre alle ciliegie, potrete
scegliere fra albicocche, datteri,
fichi, meloni, pesche, angurie.
600 gr di filetto di merluzzo pulito e
spinato, 300 gr di pomodorini, 1
cucchiaio di piccoli capperi di salina, 1
cucchiaio di olive nere taggiasche,
mezzo bicchiere di olio evo, mezzo
bicchiere di vino bianco fermo, 2
foglie di basilico, 1 spicchio d'aglio,
sale e pepe qb
Procedimento
Tagliare in quattro i pomodorini,
dissalare i capperi di salina e
sgocciolare le olive. Pulire lo spicchio
d’aglio, metterlo in padella con un filo
d’olio; e aggiungere le olive, i
pomodorini e i capperi, a fuoco vivo.
Dopo qualche minuto sfumare con il
vino bianco, coprire e lasciar cuocere il
tutto finché i pomodorini non sono
cotti, aggiungere basilico, sale e pepe.
A questo punto tagliare in 4 pezzi i
filetti e passarli per 5-6 minuti in
padella dalla parte della pelle, a fuoco
moderato (rendendola croccante ma
senza bruciarla). Quindi, metterli in
forno, a 180 gradi, per 5-6 minuti. Una
volta pronto il merluzzo, adagiarlo sul
piatto di portata, e finirlo con un paio
di generosi cucchiai della salsa
precedentemente fatta ed un filo
d'olio.
Il primo
Risotto Carnaroli del Monferrato con
crema di zucchine novelle, acciughe,
basilico e gocce di squacquerone
Ingredienti per 4 persone:
600 gr di riso Carnaroli, 1 lt di brodo
vegetale, 1 piccola cipolla dorata, 1
bicchiere di vino bianco, 10 zucchine
giovani, 5 filetti di acciughe sotto sale
(possibilmente di Cetara), mezzo
spicchio di aglio sbucciato, 10/15
foglie di basilico, 200 gr di
stracchino, 2 cucchiai di olio, una
noce di burro, sale e pepe qb
Procedimento
Tagliare le zucchine cercando di
eliminare il più possibile la parte
bianca, sbollentarle in acqua e una
volta morbide raffreddarle subito nel
ghiaccio. Mettere le zucchine in un
consumatori
giugno 2015
33
recipiente con l’aglio, le acciughe, il basilico, 1 cucchiaio di
olio, un pizzico di pepe e frullare molto bene fino a
rendere tutto in crema e conservare in frigorifero. Tritate la
cipolla e fate soffriggere in una casseruola con un filo di
olio, mettete il riso a tostare, sfumate con il vino bianco e
portate a cottura con il brodo, a questo punto togliete dal
fuoco e mantecate con la crema di zucchine, un filo di olio
ed una noce di burro, con l'aiuto di un cucchiaio adagiare
dei piccoli pezzetti di stracchino sul riso insieme ad una
foglia di basilico.
Il secondo
Stinco di mora romagnola glassato al lime con cipolla di
Medicina caramellata
Ingredienti per 4 persone:
4 stinchi di maiale da 350/400 gr l’uno, 4 grosse cipolle di
Medicina, 3 lime interi, 2 cucchiai di miele, 2 cucchiai di
zucchero, 1 noce di burro, 1 bicchiere di vino bianco secco, 1
cucchiaio di aceto di vino bianco, sale e pepe qb.
Procedimento
"Massaggiare" gli stinchi di maiale con un po’ di sale, pepe
e olio per una decina di minuti. Dopodiché, metterli in una
teglia e lasciarli cuocere per 25/30 minuti a 180° in forno,
con anche le bucce della cipolla, ricordarsi però dopo 15
minuti di bagnare la carne con il vino. Prendere le cipolle
sbucciate, e tagliarle fini a julienne, e cuocerle con olio, sale
e pepe fino a farle appassire; successivamente unire lo
zucchero e l’aceto, quindi mescolare bene e far cuocere per
qualche minuto, aggiungendo anche un lime a fette sottili.
A questo punto finire la cottura degli stinchi in padella, con
il sugo di cottura rimanente nella teglia, il miele e il succo
dei lime, continuando ad irrorare gli stinchi della salsa.
Appena gli stinchi saranno ben lucidi, impiattiamo.
Posizionare un cucchiaio abbondante di cipolla con sopra
uno stinco, una fetta di lime e coprire con la salsa.
Un menu contro la crisi
Ristorante I Carracci dell’Hotel Majestic
Via Manzoni 2, tel. 051 225445
Chef: Claudio Sordi
L'antipasto
Merluzzo dell'Adriatico con olive taggiasche, capperi
di salina e pomodorini nostrani
(costo: 9.00 euro per 4 persone)
Il primo
Risotto Carnaroli del Monferrato con crema di
zucchine novelle, acciughe, basilico e gocce di
squacquerone (costo: 12 euro per 4 persone)
Il secondo
Stinco di mora romagnola glassato al lime con cipolla
di Medicina caramellata (costo: 24 euro per 4 persone)
N. B. I prezzi sono riferiti al costo della materia prima acquistata
non al prezzo del piatto nei ristoranti di cui parliamo
Pera signora
della Val Sinni
La presenza della coltivazione delle pere nel
contesto agricolo del Metapontino è attestato almeno dal Settecento e riportato anche nella Statistica
Murattiana che prende in esame le produzioni presenti in epoca ottocentesca.
Le pere facevano parte del paesaggio tipico di questa zona collinare: ai margini dei campi di cereali i
pastori erano soliti innestare i perastri selvatici con
alcuni ecotipi di pere che venivano poi utilizzate alla
raccolta per alimentazione delle loro famiglie e degli
animali.
Muscarelle, Muone, Lardere, Sciesciuu, Granete, San
Giuvan sono alcune delle varietà locali presenti sul
territorio, alcune delle quali, di qualità organolettica elevata, fino agli anni ’50 erano vendute tramite
intermediari fino in zona di Napoli.
La pera però più interessante e diffusa nella zona della Val Sinni era la Signora o Signura, delicata nel profumo e nella consistenza, da mangiare al momento
della raccolta oppure ottima per la trasformazione in
sciroppati, marmellate ed essiccata.
Una pera piccola, di peso variabile da 35 a 60 grammi, di colore giallo alla raccolta e screziature rosso
intenso che si sviluppano sull’epidermide con la sovramaturazione, polpa bianca, molto profumata a
maturazione.
Le pere sono significativamente scomparse dalle
aree agricole del Metapontino quando la meccanizzazione ha fatto il suo ingresso nella coltivazione
dei cereali, i campi coltivati sono diventati appezzamenti estesi e gli alberi che li delimitavano sono stati
abbattuti per non creare confini o impedimenti alla
movimentazione delle macchine agricole.
Le aree a vocazione frutticola si sono invece specializzate in pesco ed albicocco. Solo nelle aree marginali, meno interessate da questi fenomeni e dove gli
agricoltori e pastori hanno continuato a innestare i
peri selvatici con gli ecotipi locali la pera Signora e le
altre varietà non si sono perdute.
Oggi il presidio Slow Food vuole tutelare gli alberi
rimasti sul territorio e promuovere l'avvio di nuove
coltivazioni di pera Signora, per dare reddito all'agricoltura locale attraverso la valorizzazione della produzione tradizionale e dei suoi trasformati.
Responsabili del Presidio: Domenico di Matteo
tel. 349 2889292, [email protected];
Vito Trotta, tel. 340 6001837, [email protected]
34
vivere bene viaggi
di Giuseppe Ortolano
Fascino e bellezza
delle piccole isole d'Italia
Da Giannutri a Capraia, da Procida a Ventotene, dalle Tremiti a Panarea, da Filicudi
a Levanzo: scopriamo tanti gioielli nei mari che circondano la penisola
A misura d'uomo – e di
bambino – , affascinanti,
solitamente prive di grandi e
affollate spiagge ma immerse in
una natura ancora quasi intatta,
dove riscoprire il sottile piacere di
sentirsi circondati dal mare e
lontani dalle automobili. Sono le
piccole isole italiane,
mete ideali per una vacanza
estiva tutto mare.
Il viaggio può iniziare
nell'Arcipelago Toscano, con
Giannutri e Capraia. La
prima, lunga circa 5 chilometri e
larga 500 metri, è circondata da
un mare cristallino sul quale si
affacciano due spiagge di ciottoli
e i resti di una villa romana. L'isola
è priva di alberghi ma si può
alloggiare in camere e
appartamenti affittati ai turisti. I
suoi fondali sono ricchi di flora,
fauna e relitti di navi ed è
collegata dalla compagnia di
navigazione Mareglio a Porto
Santo Stefano e all'isola del Giglio.
Alcune zone all'interno sono
accessibili solo con visite guidate
dalle Guide Ambientali. Anche
l'isola vulcanica di Capraia è
circondata da un mare
limpidissimo e offre ai suoi ospiti
piccole calette con scogli,
comodamente raggiungibili con
un servizio di barca taxi che
propone anche tour dell'isola. Qui
si alloggia in alberghi e in camere
presso case private, nel centro
storico e al porto, oltre che in un
gradevole campeggio. Tante e
interessanti le escursioni
all'interno.
Ventotene è la più piccola tra
le isole abitate dell'arcipelago
Pontino, in Lazio. Qui si trovano
spiagge sabbiose, raggiungibili a
piedi dal centro abitato, e più
appartate calette, oltre a
interessanti siti archeologici
romani quali il porto, le cisterne,
la peschiera e i resti di Villa Giulia.
Sulla vicinissima isola disabitata
di Santo Stefano i resti di un
imponente carcere borbonico,
dove durante il Ventennio
vennero rinchiusi numerosi
antifascisti. Procida , la più
piccola delle isole campane,
affascina con i suoi borghi di
pescatori - le marine -, l'antico
centro abitato fortificato di Terra
Murata, i palazzi storici e le
cinque spiagge sabbiose,
particolarmente adatte alle
famiglie con bambini. Numerosi
gli alberghi e le altre possibilità di
alloggio, vivace la vita culturale
durante l'estate.
consumatori
giugno 2015
35
Tutte le info per il vostro viaggio
Per avere informazioni su come raggiungere, dove
alloggiare e cosa fare nelle isole minori italiane conviene
consultare il portale www.isoleitalia.it, interamente dedicato
alla promozione del turismo in queste località. Altri consigli
utili si possono trovare sui siti del Parco Nazionale Arcipelago
Toscano (www.islepark.it), dell'Agenzia Viaggi Parco
(www.isoladicapraia.it), di AmoVentotene (www.
amoventotene.it), di Procida.net (www.procida.net),
delle isole Tremiti (www.isoletremiti.it), di Panarea.com
(www.panarea.com) e Filicudi.it (www.filicudi.it) e di
Levanzo (www.egadiweb.it/Levanzo).
Al largo delle coste italiane ci sono altre isole che vale la
San Domino è l'isola più
grande dell'arcipelago delle
Tremiti, sul mare Adriatico.
Coperta da pini di Aleppo,
propone ai visitatori numerose
spiagge e possibilità di alloggio
per tutti i gusti, villaggio turistico
del Touring Club Italiano incluso.
Sulla vicina isola di San Nicola
si trovano una suggestiva abbazia
fortificata, torri, un castello e un
silenzioso cimitero dove sono
sepolti centinaia di libici qui
deportati durante le guerre
coloniali.
Panarea e Filicudi sono due
pena visitare. Come Ischia proposta ai soci Coop dalle
agenzie viaggio Robintur (www.robintur.it) e Viaggia con
Noi (www.viaggiaconnoi.it). L'offerta prevede soggiorni
settimanali in nove strutture alberghiere, nelle più
importanti località quali Ischia Porto, Lacco Ameno, Forio e
Barano.
I prezzi partono da 259 euro a persona, nella bassa stagione.
O come Lampedusa offerta dalle agenzie Planetario Viaggi
(www.planetarioviaggi.it) in formula roulette, sia hotel 3
stelle in mezza pensione che in appartamento in solo
pernottamento. Prezzi a partire da 440 euro, volo da
Verona, Bologna e Venezia compreso.
tra le più affascinanti isole
dell'arcipelago delle Eolie. La
prima è la più piccola, conta solo
200 abitanti residenti e vanta una
bella spiaggia sabbiosa e un paio
di calette facilmente raggiungibili
a piedi dai centri abitati, dove si
alloggia in alberghi, b&b e
camere. Per le immersioni sono
consigliati i fondali di alcuni
isolotti nelle vicinanze.
Filicudi è la più selvaggia delle
Eolie, da scoprire rigorosamente a
piedi o affittando una barca. Buone
le possibilità di alloggio e quattro
le spiagge di ciottoli arrotondati,
bagnate da un mare che incanta.
Levanzo è la meno conosciuta
tra le isole Egadi, nel cui mare
pare sia ritornata a nuotare anche
la rarissima foca monaca. Famosa
per la grotta del Genovese, con
graffiti preistorici, è attraversata
da un'unica mulattiera che collega
il piccolo centro abitato con il resto
dell'isola. Parte delle spiagge e
delle insenature sono raggiungibili
solo con le barche dei pescatori
che, nella bella stagione,
accompagnano i turisti alla
scoperta degli angoli più belli di
Levanzo.
In Sicilia (e non solo) nei campi di volontariato di Libera
C'è anche una grande isola – la Sicilia – tra le sedi dei
campi di volontariato e formazione sui beni confiscati alle
mafie. Promossi da Libera i campi “E!State Liberi” sono
aperti a ragazzi, studenti, giovani, anziani e gruppi che
vogliono essere protagonisti di un'esperienza all'insegna
della corresponsabilità e dell'impegno contro le mafie e la
corruzione. Da Isola Capo Rizzuto sulle proprietà
confiscate al clan Arena, alle terre un tempo appartenenti a
Brusca e Riina nel corleonese, passando per la Puglia sulle
tenute che erano della famiglia Screti, ai beni dei casalesi nel
casertano, i volontari saranno impegnati in attività agricole,
nella vendemmia e nei lavori di manutenzione del bene
confiscato. Durante il soggiorno i volontari incontreranno e
si confronteranno con familiari delle vittime di mafia,
giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e con gli
operatori delle cooperative sociali.
Informazioni su www.libera.it, [email protected],
tel. 06-69770335.
36
vivere bene cultura e oltre
a cura di Giorgio Oldrini
mostre
I mondi di Tamara de Lempicka
Sebastian Matta scultore
È sicuramente una delle mostre più
affascinanti e di successo di Torino
dove si espongono 100 opere di
Tamara de Lempicka, suddivise in sei
sezioni. Nella prima, I mondi di
Tamara, si raccontano le sue
esperienze nei due mondi in cui ha
vissuto, l’Europa e l’America,
scandite soprattutto dalle case in cui ha abitato. Nella
seconda sezione si espongono le nature morte, uno dei
temi attorno ai quali più ha lavorato l’artista. Devozione è
il titolo della terza tappa della mostra, particolarmente
sorprendente in una persona nota per la sua
trasgressione e la sua esibita natura ambivalente. Ma
Tamara de Lempicka è molto conosciuta per i suoi ritratti,
ai quali è dedicata la quarta sezione della esposizione. In
particolare quelli delle “amazones”, le sue amiche
lesbiche. Tra i ritratti anche quelli dei bambini e della
figlioletta Kizette. Il Nudo costituisce la quinta tappa del
cammino, mentre nell’ultima sezione c'è l’attività
dell’artista nel mondo della moda, a cominciare da
illustrazioni da lei create per riviste del settore.
È un evento collaterale alla 56ª
Biennale d'arte, la straordinaria
mostra che rende omaggio a Roberto
Sebastian Matta scultore. Un artista
che ha attraversato con successo la
pittura, la scrittura e la scultura. E che
ha anche saputo trarre ispirazioni
dalla sua vita di giramondo, nato in
Cile, vissuto in Francia, negli Stati Uniti e poi, negli ultimi
anni della sua vita, in una bella casa di Tarquinia. Di Matta,
André Breton ha scritto che “è colui che maggiormente
tiene fede alla sua stella, che forse è sulla strada migliore
per arrivare al segreto supremo: il controllo del fuoco”. E
questa virtù dell’artista nomade è evidente nella mostra
veneziana dove si possono ammirare le sculture in bronzo,
forgiate nel fuoco, visionarie, ma che nascono da episodi
reali e che si rifanno a fatti storici e a temi politici. Parlano
dei miti della Grecia antica e delle divinità magiche del Sud
America, fanno riferimento alle culture della Russia e
a quelle della Scandinavia. I titoli delle diverse opere sono
una guida al mondo, da “Mater Nostrum” a “Perù”, da
“Colomberos” a “Cromagnak”.
Tamara De Lempicka
Roberto Sebastian Matta, scultore
Palazzo Chiablese, Torino
Fino al 30 agosto 2015
Ingresso: 13 euro
Info: tel. 011-0240113, www.mostratamara.it
Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, Venezia
Fino al 15 ottobre
Ingresso libero
Info: www.maggioregam.com/56biennale_matta
tel. 041-5204077,
Italiani brava gente
di
Massimo Cirri e Filippo Solibello
conduttori radiofonici
L'eolico diventa fashion
anche i ricchi si convertono al rispetto dell'ambiente
Chi l'ha detto che tutela dell'ambiente deve
per forza far rima con “economico” o “bruttino”? Perché non possiamo riproporre gli stilemi di bellezza,
eleganza e raffinatezza, che hanno reso celebre l'Italia, anche quando produciamo energia pulita? Parliamo di pale eoliche, che a noi piacciono molto.
Ci piacevano i mulini a vento dell'Olanda, che
sono un po' i nonni dell'energia che viene dall'aria e ci
piacciono le distese di megapale dei mari del Nord. O
quelle tutte in fila nelle pianure tedesche, che le vedi
dall’aereo quando stai per atterrare a Berlino e ti viene
in mente la Merkel che le passa in rassegna in piedi su
un fuoristrada scoperto e prende a scudisciate quelle
più pigre, che girano meno delle altre.
Poi ci sono le polemiche, non poche nel nostro paese,
contro l'installazione di pale eoliche di dimensioni inadeguate in luoghi inadatti: crinali, colline, siti di
interesse naturalistico. Con il rischio di danneggiare,
consumatori
giugno 2015
37
libri
La Grecia di oggi è un giallo
Ripensare la Resistenza
La trilogia della crisi dello scrittore
greco Petros Markaris è finita prima
della minaccia di fallimento che
continua a perseguitare il suo Paese.
L’ultimo volume, intitolato, non a caso,
"Titoli di coda", prende l’avvio dal
suicidio di un imprenditore grecotedesco che apparentemente si fa
morire ad Atene. Ma presto all’Ambasciata tedesca arriva
una misteriosa lettera firmata “I Greci degli anni 50”, che
assicura si sia trattato in realtà di un omicidio. Il caso
viene assegnato al commissario Kostas Charitos,
l’abituale investigatore dei romanzi di Markaris, che in
sequenza si trova a fare i conti con altri omicidi. Ma la
trama gialla, ricca di suspense e di colpi di scena, è il
pretesto per parlare della Grecia di oggi travolta dalla
crisi. Attraverso i delitti e le indagini, Markaris ci parla del
disastro della scuola pubblica, schiacciata da quelle
private e il direttore di una di queste è simbolicamente
tra le vittime degli assassini. Ci spiega i metodi dei
fascisti di Alba dorata. Ci descrive la corruzione tra
pubblico e privato che inquina la vita nazionale. Il tutto
con una convinzione tragico ironica al fondo, che
“l’ottimismo è solo mancanza di informazione”.
Mentre si discute dei 70 anni dalla
Liberazione, Aldo Cazzullo affronta il
tema di cosa fu la Resistenza partendo
da una considerazione di fondo, che le
immagini contrapposte fino ad ora
dominanti, non corrispondono alla
verità. Non fu solo un’epopea comunista
senza macchia, non fu la vicenda di
vendicatori crudeli contro fascisti inermi. E lo fa
portando a testimonianza della sua idea episodi precisi,
nomi di persone e di luoghi, lettere e testimonianze
originali. Dimostra così che la Resistenza fu un grande
movimento di popolo, con slanci ed eroismi quotidiani e
straordinari, ed anche con episodi spietati. Ci parla delle
suore di Firenze che salvarono tanti perseguitati e del
comandante partigiano comunista Cino Moscatelli, dei
militari assassinati in massa dai nazisti a Cefalonia e di
don Ferrante Bagiardi che si fece fucilare insieme ai suoi
parrocchiani, degli internati in Germania e degli Alpini
della Val Chisone che si rifiutarono di cedere le loro
montagne ai nazisti. E non tace le pagine nere di Porzus
e di Codevigo. La Resistenza è così una lotta ripensata e
restituita ad una sua dimensione che Cazzullo ci
dimostra più vera.
Petros Markaris
Titoli di coda
Aldo Cazzullo
Possa il mio sangue servire
Bompiani Editore - pagg 320, euro 18,50
Rizzoli Editore - pagg 416, euro 19
per produrre energia pulita, un altro importante bene
comune: il paesaggio. Rendendolo più brutto.
È la questione dell'impatto ambientale. Un contributo
concreto al matrimonio dell'eolico con la bellezza viene
da Brendola, provincia di Vicenza. Qui Alberto Tessaro,
giovane imprenditore di 35 anni, diversificando l’attività
dell’azienda di famiglia ha dato vita a una start-up che si
chiama Enessere e produce solo pale eoliche bellissime.
Si parte dalla taglia, piccola, microeolico, poi, dice
Tessaro, “un design accattivante in grado di inserirsi
con armonia nel paesaggio, con un sistema ad asse verticale che non produce il tipico rumore creato dalle pale
ad asse orizzontale. Lo studio dei prodotti dal punto di
vista estetico per noi è essenziale”.
Tessaro fiuta le tendenze e vede lontano: si è accorto che
in California, il mercato più avanzato per le tecnologie
verdi, sta nascendo una nicchia che si chiama Green
Luxury. Perché ci sono sempre più ricconi che - vuoi per
convinzione, vuoi per moda, vuoi per noia o perché
comunque tutti i soldi che hai guadagnato da qualche
parte li devi pur spendere - cercano prodotti e servizi
“verdi” per la loro vita di tutti i giorni.
Ma verdi di alta gamma. Avete presente la Tesla? È
un’auto elettrica di super lusso e se sei un rampante
manager della Silicon Valley non puoi non averla. E
allora, si è detto Tessaro, se guidi una Tesla, se hai una
bella villa vicino a Hollywood - ma anche in Costa
Smeralda - potrebbe interessati piantare in giardino
la pala minieolica più bella del mondo. Anche per far
diventare verde d'invidia il vicino che non ce l'ha.
La pala si chiama Hercules, come un idrovolante degli
anni '40, ed è veramente bella. Un’opera d’arte e di
design: struttura in carbonio e titanio, pale in legno
scuro, interamente costruita in Italia con componenti
di piccole imprese artigiane: ”Le aziende coinvolte
hanno in media meno di venti dipendenti, dice Tessaro, come una pattuglia di botteghe medievali proiettate verso il rinascimento“.
Hercules è alta tra i 9 e gli 11 metri e ha una potenza di
5kW, quanto basta a una normale famiglia. È la Ferrari delle pale eoliche, la Gioconda delle Turbine, non costa poco perché si va dai 40 ai 70mila euro,
ma serve per convertire al rispetto dell’ambiente
anche i super ricchi. ●
consumatori
giugno 2015
38
a cura di Pierfrancesco Pacoda
musica da sentire...
Ludovico Einaudi in versione "salentina"
Stupisce e spiazza, il nuovo disco di Ludovico Einaudi. Il compositore, infatti
ha realizzato un lavoro pensato come dichiarazione d’amore per la musica
del Salento, terra dove ha diretto per due anni il festival "La Notte della
Taranta", una esperienza che ha influenzato la sua opera, al punto da
inserire nel suo ensemble molti musicisti che provengono da quei luoghi. La
sua idea di musica etnica racconta di una terra votata all’incontro e allo
scambio. Ed è quello che succede in ogni solco di "Taranta Project". C’è
l’Africa dei griiots, c’è l’Oriente delle notti di Istanbul, c’è persino il blues.
Radici che si intrecciano, alla ricerca di quella cultura che sembra essere il
segno della maturità di uno dei più importanti compositori contemporanei.
Ludovico einaudi
Taranta Project - Ponderosa
Il nostro giudizio: RRRR
Se ti piace ascolta: Ketama, Toumani Diabate
Tra la Siria e l'elettronica
Torna "Bella ciao"
Nashville, culla del country
Nella "musica del
mondo" il tribalismo
e la tecnologia
tentano un dialogo
possibile. I risultati,
spesso, sono
espressione di pura creatività. È il caso
del nuovo album di Omar Souleyman,
cantante siriano adorato dalla scena
elettronica contemporanea. Da Four Tet
a Gilles Peterson, l’esotismo irrompe
nel pop d’occidente.
Questo è un disco
prezioso. "Bella Ciao"
è la versione attuale
dello spettacolo
"leggendario" (si
passi il termine, per
una volta) allestito la prima volta nel
1964 al Festival dei Due Mondi di
Spoleto con Giovanna Marini e Ivan
della Mea. Con la cura di Riccardo Tesi il
repertorio classico della tradizione
popolare è adesso interpretato dalle
voci migliori della scena etnica italiana,
da Elena Ledda a Andrea Salvadori.
Una raccolta
pensata come
accompagnamento
musicale alla mostra
alla Country Music
Hall of Fame a
Nashville per celebrare l’importanza
della città americana nella nascita del
new country, quando Dylan registrò
qui il suo album "Blonde on Blonde" del
1966. Da Cash a Leonard Coen, dai
Byrds alla Steve Miller Band, un ritratto
meraviglioso di un luogo che ha
cambiato la musica tradizionale.
Autori vari
Autori vari
Bella ciao - Viavai
Il nostro giudizio: RRR
Se ti piace ascolta: Nuovo Canzoniere
Italiano, Ambrogio Sparagna
Dylan, Cash and the Nashville Cats’
- Legacy
Il nostro giudizio: RRRRR
Se ti piace ascolta: Allman Brothers
Omar Souleyman
Bahdemi Nami - Monketown.
Il nostro giudizio: RRRR
Se ti piace ascolta: Cheb Mami,
Tinariven
R da dimenticare - RRsufficiente - RRRbuono - RRRRottimo - RRRRR capolavoro
... da leggere
Napoli anni '80, che musica!
Le ultime ore di Luigi Tenco
Un racconto ricco di passione che ci riporta
in una città che negli anni 80, tornò ad
essere uno dei centri della più creativa
musica italiana. Napoli in quel periodo era
attraversata da una frenesia sonora che si
staccava nettamente dalla tradizione e
anche dal "Neapolitan Sound" di gruppi
come Napoli Centrale, sperimentando il
piacere della ricerca, del punk che si mescolava con la black
musica. Sergio Maglietta di quell’epoca è stato uno dei
protagonisti, con la sua band, i Bisca, che passarono dal jazz
avant garde al rock più impegnato, tra politica, vita di strada
e feste infinite. C’è, nel libro una città agitata dalle tante
musiche che la invadevano, in un continuo incontro tra le arti,
come il teatro di Mario Martone.
Il genere che unisce la storia del rock alla
crime story è, da sempre, molto affollato. Le
vite (e le fini tragiche) di molte rockstar si
prestano a ricostruzioni di carattere
investigativo, tra tesi e verità che si
sovrappongono. In questo filone si inserisce
il libro di Ferdinando Molteni, "L’ultimo
giorno di Luigi Tenco", che racconta i giorni
alla vigilia della finale del festival di Sanremo del 1967.
Suicidio, come spiegarono le indagini di polizia. Il volume
aggiunge testimonianze di alcune delle persone vicine al
cantante, intrecciandole con materiali di archivio che ci
portano in un’epoca di forti passioni, quando la musica
sembrava essere solo intrattenimento. E invece si
identificava con la vita stessa. Sino a epiloghi tragici.
Sergio Maglietta Terremoti - Vololibero Editore
F. Molteni L’ultimo giorno di Luigi Tenco - Giunti
vivere bene cultura e oltre
39
l’intervista
Dimartino
Il titolo del suo ultimo album, Un paese ci vuole
sono di Cesare Pavese. Un omaggio di Dimartino, voce
tra le più originali della nuova scena della canzone
d’autore italiana, alla scrittura di un romanziere che
lo ha profondamente influenzato. ‘"l paese inteso non
solo come luogo geografico, ma soprattutto come
condizione umana in estinzione - spiega Dimartino
- quello che ti porti dentro ovunque tu vada, il paese
necessario a conservare i ricordi".
Che dischi vuoi consigliare ai lettori tra
quelli che hai ascoltato di recente?
Inizio con With a Little Help From My Fwends dei
Flaming Lips. É il quattordicesimo album in studio per
il gruppo di Wayne Coyne. Si tratta della rivisitazione
psico - lisergica di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club
Band dei Beatles. Nel disco ci sono molti musicisti
celebri come Miley Cyrus & Moby in Lucy in the Sky
with Diamonds. Poi, Cavalo di Rodrigo Amarante,
esponente di spicco della nuova scena cantautorale
brasiliana, fondatore della storica band Los Hermanos.
Amarante scrive un disco intimo in cui la tradizione
si fonde dolcemente con la contemporaneità. Infine
Dardust, dell'italiano, Dario Faini. Un progetto
strumentale che ha il pianoforte al centro, attorno a cui
gira un'elettronica leggera e mai banale.
Quali le letture che più ti sono piaciute
negli ultimi mesi?
Geografia Commossa dell’Italia interna di
Franco Arminio. Lui ama definirsi un paesologo
e questo è un libro che ogni sindaco di un paese
il festival
Rock in Roma
È diventato davvero un appuntamento di rilievo
internazionale, Rock in Roma, il grande festival che si svolge
all’Ippodromo delle Capannelle dal 14 giugno.
Un cast che porta in scena suoni molto diversi, mettendo
insieme le superstar del rock con gruppi della nuova ondata.
Ci sono le nuove rivelazioni del rock inglese, gli Alt-J, (14
giugno) che presenteranno il loro ultimo album, e ci sono i
grandi nomi, come Slash, l’ex leader dei Guns n‘ Roses (il 23
giugno). Il 30 giugno in programma il gruppo di punta della
recente ondata folk rock Mumford & Sons e l’1 luglio
Damian Marley, in un concerto dedicato alle radici della
musica giamaicana. Ma l’attesa è tutta per il duo inglese dei
Chemical Brothers (nella foto), che suoneranno al festival il 2
luglio, con il nuovo spettacolo che porta sul palco le canzoni
dell’ultimo album. Il festival prosegue sino al 27 luglio con
artisti come Robin Williams, Stromae e Noel Gallagher.
Per informazioni: tel. 06 54220870.
dovrebbe leggere, piccole frasi da ricordare o da
dimenticare per sempre. Consiglio anche Stoned,
la biografia di Andrew Loog Oldham lo scopritore,
manager e discografico dei Rolling Stones. Tutte le
trovate più assurde di un genio che trasforma un
gruppo di squattrinati nella più grande rock band del
mondo.
E i film?
Affascinante Il sale della terra di Wim Wenders.
Il regista tedesco incontra il fotografo Sebastiao
Salgado. Dalle immagini crude del Ruanda a quelle
surreali e nere del Quait fino alla rinascita nella
foresta impiantata nella sua fattoria di famiglia.
Mi ha affascinato anche Nella casa di Francois Ozon,
uno dei più illuminati registi del nostro tempo che
realizza un film sull'imprevedibilità della scrittura. Ho
amato Via castellana Bandiera di Emma Dante.
La regista teatrale palermitana si misura col cinema
e non delude. Due donne, una storia semplice che
nasconde una verità complessa. Bellissima la scena
finale con la musica dei Fratelli Mancuso.
40
le pagine di
coop reno
Nelle pieghe di
un buon bilancio
Nonostante il perdurare della crisi che si è riflessa in una diminuzione delle vendite
(- 5% la spesa media dei soci nel 2014), i conti dell'esercizio scorso di Coop Reno si
sono chiusi positivamente sia per la gestione commerciale sia per quella finanziaria.
Merito soprattutto della forte riduzione dei costi e dell'impegno del personale
DI MARIO CIFIELLO
presidente del Consiglio
di sorveglianza di Coop Reno
Nel mese di maggio, come sempre, si stanno svolgendo le
Assemblee separate della nostra
cooperativa. Quest’anno, raccogliendo le richieste di molti soci,
abbiamo significativamente aumentato il loro numero, portandole a 39 per consentire una più
ampia e agevole partecipazione.
Veniamo quindi ai contenuti del
Bilancio 2014.
Anzitutto il Consiglio di sorveglianza della cooperativa ha
espresso soddisfazione per un risultato che vede un utile netto di
esercizio della cooperativa pari a
821.496 euro. Questo risultato consentirà, se le Assemblee lo
delibereranno, un ristorno ai soci
pari allo 0,30% sulle spese da essi effettuate durante l’anno.
In conseguenza di tutto questo, il
patrimonio netto di Coop Reno
si attesterebbe su una cifra pari a
oltre 45.782.000 euro, con un aumento di oltre un milione di euro
rispetto all’esercizio precedente.
Già queste cifre sono estremamente significative, perché esprimono una capacità di tenuta della
nostra cooperativa in un momento di profonda crisi economica.
Proviamo a “scavare” meglio su
questo risultato.
Scavando nei numeri
Le vendite (162 milioni) hanno
subito un decremento di 4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, nonostante le due nuove
aperture avvenute in corso d’anno (Argelato e Castello d’Argile).
La crisi dei consumi ha colpito
duramente il potere di acquisto
dei consumatori: in Coop Reno
la spesa media dei nostri soci è diminuita del 5%.
Il margine commerciale ha “tenuto”, anche se va notato che all’inizio della crisi era del 26,72% e nel
2014 è sceso poco sopra al 25%,
per effetto degli investimenti fatti
sulla convenienza.
A causa della flessione delle vendite il costo del lavoro è significativamente cresciuto, superando
la soglia del 13% nonostante l’impegno profuso per ottimizzare la
nostra organizzazione.
Anche la gestione commerciale,
oltre a quella finanziaria, vede un
segno positivo.
La ragione principale di questo
nostro buon risultato va ricercato nella forte riduzione dei costi
che siamo riusciti a realizzare;
grazie al lavoro intenso della nostra struttura, si è giunti ad oltre
500.000 euro di risparmio sui
costi sia di negozio che della sede centrale. Mi sento in dovere di
consumatori
giugno 2015
41
esprimere un forte apprezzamento per l’impegno di tutta la “squadra” della cooperativa, a partire
dal Consiglio di gestione e del
personale tutto, che ha recepito
pienamente la sfida che abbiamo
davanti a noi.
Sul piano sociale, va ricordato
che i soci di Coop Reno hanno
avuto anche per il 2014 un significativo vantaggio pari a 16,1 milioni di euro attraverso iniziative
promozionali, offerte specifiche
ecc., mentre il prestito sociale è
ammontato al 31 dicembre 2014
a 84.826.000 euro con un incremento di 2,8 milioni sull’anno
precedente.
Il lavoro del personale
Il forte radicamento sul territorio è poi testimoniato dalle quasi
1.300 iniziative sociali effettuate nei diversi comuni ove Coop
Reno è presente. Ultima importante considerazione riguarda
il personale della cooperativa:
anche quest’anno il bilancio potrà consentire l’erogazione di un
premio aziendale a tutti i dipendenti, a testimoniare concretamente il riconoscimento per il
lavoro svolto.
Indubbiamente questi numeri confermano l’ottimo stato
di salute della cooperativa, che
continua a presentare risultati
economici positivi: una cooperativa sana e su cui i soci possono
contare.
Non è affatto scontato, in una
profonda crisi economica come
quella che stiamo vivendo, che i
dati economici siano così positivi.
Particolarmente utile (lo voglio
ancora una volta sottolineare) è il
lavoro molto forte effettuato sulla
riduzione dei costi, a cui il Consiglio di gestione ha dedicato tante energie e che ha trovato una
collaborazione attiva e creativa
in tutti i nostri dipendenti sia nei
punti vendita che in sede. Bisogna essere efficienti ancora più di
prima perché le sfide che il mercato ci propone sono molto difficili, e Coop Reno ha dimostrato la
giusta reattività.
Forte impegno
Il bilancio 2014 è però solo una
premessa per il lavoro ancora
molto impegnativo che ci aspetta per l’anno in corso. Non occorre assolutamente abbassare
la guardia: il forte impegno che
stiamo realizzando per abbassare i prezzi (il “Costa meno”
che potete verificare a negozio)
ci impone ancora una volta di aumentare la nostra efficienza e migliorare ancora la nostra politica
di offerta che deve meglio comprendere i bisogni dei nostri soci
consumatori.
Anche se vi sono timidissimi segnali di ripresa economica, i consumi sono ancora stagnanti e dovremo convivere con momenti
duri. La capacità dimostrata, con
questo bilancio, di reagire positivamente alle difficoltà ci lascia
ben sperare anche per il futuro.
Siamo una cooperativa attenta
ai propri conti, ma sensibile allo
“scambio mutualistico” che deve realizzarsi con la nostra base
sociale.
Come detto, il vantaggio del socio a fare la spesa in Coop Reno
è ammontato a 16,1 milioni di
euro pari al 13,2% della spesa effettuata, a cui occorrerà aggiungere il ristorno che dovrà essere deliberato dall’Assemblea di
bilancio.
La crisi non ha fatto assolutamente allentare il legame tra cooperativa e socio, e abbiamo cercato di
fare ogni sforzo per dare convenienza e risparmio, senza cedere
di un millimetro sul terreno della
qualità e sicurezza alimentare.
Come abbiamo sempre detto,
è quando i soci hanno maggior
bisogno che la Coop Reno deve
dare il meglio di sé.
Pensiamo per il 2014 di averlo fatto e intendiamo raccogliere questa sfida anche per quest’anno.
42
primo piano coop reno
Il nostro primo anno
di governance
Un anno complesso che il nuovo consiglio di gestione di Coop Reno ha affrontato
introducendo numerosi elementi di discontinuità con il passato. Siamo sulla strada
giusta e la volontà di miglioramento è sotto gli occhi di tutti. Il 20 giugno, intanto,
è in calendario l'assemblea generale dei soci delegati: dentro un museo
punto di vista organizzativo, dal altre ancora da sistemare, molte
punto di vista delle scelte strate- persino da rivoluzionare; alcune
giche, dal punto di vista del mo- scelte hanno dato dei risultati, aldo di operare in diversi contesti tre probabilmente saranno da rilavorativi, e anche dal punto di vedere e correggere. Ma credo sia
vista della scelta delle persone a sotto gli occhi di tutti la volontà
cui sono stati conferiti nuovi in- di migliorare. I risultati che stiacarichi e responsabilità.
mo portando a casa ci confortaNon tutti questi cambiamen- no che siamo sulla strada giusta.
ti hanno portato risultati visibili
DI ANDREA MASCHERINI
presidente del Consiglio
immediatamente, non tutti han- Il "triplete"
di gestione di Coop Reno
no la stessa rilevanza in termini Sotto il profilo dei risultati, siaeconomici, ma sono ugualmen- mo ovviamente soddisfatti per
Si sta concludendo il pri- te importanti in termini di effi- essere una delle poche cooperamo anno della nuova "governan- cienza di alcuni processi. Ci sono tive del mondo del consumo che
ce": un anno molto complesso, sia molte cose da migliorare e molte riesce a realizzare il “triplete”:
per le dinamiche nostre interne,
sia per l’evoluzione del contesto
di settore che segna cambiamenti epocali nel mondo della grande distribuzione, con il progetto
di fusione delle tre grandi cooperative del Distretto Adriatico,
Coop Adriatica, Coop Estense e
Coop Consumatori Nordest.
Un anno fa ci siamo presi l’impegno di affrontare con determinazione le nuove sfide che questo
mondo economico e sociale in
continua evoluzione ci poneva di
fronte, rimettendo all’occorrenza in discussione anche situazioni consolidate nel tempo con metodi nuovi.
Questo primo anno di gestione ha segnato, quindi, diversi Il Museo Bargellini a Pieve di Cento dove il 20 giugno è in programma l'assemblea
elementi di discontinuità, dal generale dei soci delegati di Coop Reno
consumatori
giugno 2015
cioè gestione caratteristica positiva, erogazione del ristorno
ai soci e distribuzione di un premio aziendale ai dipendenti.
Un altro elemento di grande positività riguarda il riavvio di un
confronto costruttivo con le organizzazioni sindacali, che ha
portato in questi giorni a sottoscrivere un importante accordo sul salario variabile che ci
auguriamo potremo distribuire
anche per il bilancio 2015.
Siamo tutt i consapevoli che il
calo continuo delle vendite e
la crescita di pari passo di tanti nuovi concorrenti sul nostro
territorio, in particolare discount, siano elementi di grande preoccupazione. Così come abbiamo detto all’inizio di
una discussione sul rinnovo del
contratto nazionale, chi gestisce come noi strutt ure di supermercati di piccole dimensioni,
siano esse 40 o 100, a prescindere dal fatt urato complessivo
ha problematiche organizzative e di costo da sostenere molto diverse da una cooperativa
che gestisce ipermercati o supermercati nelle grandi città.
Sul riconoscimento di questa
distintività e diversità si giocherà molto del futuro non solo
di Coop Reno, ma dell’insegna
Coop su tanti territori.
43
Le assemblee
Si stanno svolgendo in questi
giorni le assemblee separate. Anche in questo caso abbiamo deciso di ripensare completamente il
modo di coinvolgimento e partecipazione, coniugando tradizione e innovazione, e stiamo avendo risultati eccezionali, non solo
in termini di presenze, ma anche
di qualità delle assemblee stesse.
Lo testimoniano interventi di soci, rappresentanti delle istituzioni
e del mondo del volontariato che
portano il loro contributo sui tanti progetti sociali che costruiamo
insieme grazie alla nostra grande
squadra di soci volontari.
Per chi crede, come noi, che il
rapporto sociale con il territorio rappresenti un punto di forza
anche del nostro essere impresa
cooperativa, questa grande partecipazione e coinvolgimento è
onestamente motivo di grande
soddisfazione. Ci stiamo sforzando in tutti i modi di raccontare
sempre più e sempre meglio quello che facciamo dal punto di vista
sociale, e sentire dalla viva voce
di un sindaco, piuttosto che di
un insegnante, di un referente di
una associazione o del presidente
di una pro loco, quanto siamo riusciti a fare insieme, è la migliore
fotografia che possiamo scattare
per descrivere chi è Coop Reno.
Il 20 giugno presso il Museo
Bargellini di Pieve di Cento ci ritroveremo per l’assemblea generale dei delegati. Anche la
scelta di individuare in un museo del nostro territorio, il luogo dove svolgere la tradizionale assemblea generale, è uno dei
tanti segni di cambiamento che
vogliamo rimarcare, ancora una
volta non per il gusto di cambiare
ma perché crediamo che anche
attraverso queste scelte concrete
si possa valorizzare il territorio in
cui operiamo come impresa.
Note di ottimismo
In un clima di grande incertezza
e difficoltà economica, mi piace pensare infine che l’impegno
profuso quest’anno per rendere
Coop Reno sempre più impresa
e sempre più cooperativa, abbia
come colonna sonora di sottofondo le note di Bob Dylan che
danno un senso di ottimismo alla nostra vita quotidiana.
Nel ritornello della sua canzone
più famosa infatti – rivolto metaforicamente a un ipotetico amico – di fronte a tutte le difficoltà
viene data una risposta che lascia uno spiraglio all'ottimismo:
una risposta che c'è, e a portarla
basterà un soffio di vento. “The
answer my friend is blowin' in
the wind”.
44
primo piano coop reno
"Pieve di Cento, oggi"
Intervista al suo sindaco
DI DANIELA DALPOZZO
Abbiamo rivolto a Sergio
Maccagnani alcune
domande per tracciare
l'identikit di un territorio
unico, al centro fra
tre diverse province,
nel quale Coop Reno
inaugurerà un nuovo
supermercato.
"Consentendoci di
qualificare – dice
il sindaco – un'area
strategica dismessa
da oltre 20 anni dando
lavoro ai giovani"
Cittadina dell’EmiliaRomagna in provincia di Bologna, Pieve di Cento sorse
nel X secolo intorno alla chiesa di Santa Maria Maggiore,
sviluppando
un’urbanistica
a pianta rettangolare con vie
simmetriche e porticate. Unita a Cento fu, però, durante il
periodo rinascimentale, divisa
da questa dal fiume Reno, che
nel 1458 mutò corso passando tra le due cittadine. Fino al
1929 fece parte della provincia di Ferrara per passare poi
definitivamente sotto l’attuale
provincia di Bologna. In questo territorio in settembre Coop Reno inaugurerà un nuovo
supermercato. Abbiamo rivolto al giovane sindaco, Sergio
Maccagnani, alcune domande
sul suo territorio.
Galliera. Pieve di Cento è un
comune quindi ben radicato
nella propria storia ma anche
aperto alla modernità: proprio
recentemente siamo stati il primo comune di piccole-medie
dimensioni in Emilia Romagna a garantire la banda ultralarga a tutti i cittadini e alle imprese del territorio.
Come si presenta il territorio
dal punto di vista economico?
Dal punto di vista economico,
Pieve di Cento vanta 651 imprese attive. Di queste il 35%
opera nel settore industriale, il
30% nel commercio e pubblici esercizi, il 24% nei servizi
e il 10% nell’agricoltura. È un
comune quindi fortemente incentrato sui servizi e sul commercio, che vanta allo stesso
tempo un’importante zona
Sindaco Maccagnani, come produttiva-artigianale
con
possiamo descrivere Pieve?
aziende oggi riconosciute a liCome un comune "al centro" vello internazionale.
fra Bologna, Ferrara e Modena. Le tre città distano infatti La rete dell'associazionismo è
30 km ciascuna. È un comu- ben sviluppata? Quali sono le
ne di 7.000 abitanti che ruo- varie tipologie?
ta tutto intorno al suo centro L’associazionismo è uno dei tratstorico di impianto medioeva- ti caratterizzanti della nostra cole. In esso sono ubicati alcuni munità. Una comunità molto
importanti poli di attrazione coesa che non essendosi svisovracomunale, come il Cor- luppata molto nel corso degli
so triennale di infermieristica anni vanta un tessuto sociale
e l’Asp Galluppi-Ramponi che molto attivo e attento alle esioggi opera sull’intera Reno genze del territorio. Pieve non
consumatori
giugno 2015
45
è una città dormitorio. Ad oggi si possono contare oltre 50
associazioni, la maggior parte
delle quali impegnate nell’ambito sociale, culturale e sportivo. In questi anni alcune realtà
sono cresciute molto: dalla Pro
Loco che organizza, insieme al
Comune, le principali manifestazioni del paese (Festa dei
Giovani, Mercatini antiquariato, Sagra del Maccherone, Carnevale) al nuovo Circolo Arci
Kino, promotore di importanti
iniziative culturali, alla Scuola
di Liuteria del Cento Pievese
che porta avanti la tradizione
liutaia del territorio, al Rugby
Pieve 1971 che oggi vanta oltre
200 bambini iscritti, al Calcio
e al Tennis.
E la vita culturale del paese?
Esercitate un certo richiamo
mi pare.
La vita culturale di Pieve è senza
dubbio la nostra caratteristica che
più ci contraddistingue dagli altri
comuni. Vantiamo la presenza
di tre musei, oltre al Museo Magi '900 di Giulio Bargellini; sono cinque le chiese presenti nel
solo centro storico.
Molto ricca, da diversi anni, si
presenta la stagione degli eventi, che va dalla stagione Teatrale presso il Teatro Alice Zeppilli (gioiello del 1856), alla
stagione estiva nella cornice di
Piazza Andrea Costa, ai Mercatini dell’antiquariato che si
svolgono ogni quarta domenica del mese nel centro storico, fino al Carnevale e alla Festa dei Giovani. Diciamo che a
Pieve non ci si annoia mai: la vivacità culturale è il risultato
di precise scelte politiche che,
nel corso dei decenni, gli amministratori hanno perseguito
per caratterizzare e valorizzare
Pieve di Cento.
Sergio Maccagnani, sindaco di Pieve di Cento
Come si configura la nuova
presenza di Coop Reno in questo contesto?
L’insediamento di Coop Reno
contribuirà ad arricchire l’offerta commerciale del nostro
territorio e i servizi per i cittadini. Soprattutto in un momento di crisi come questo,
l’intervento di Coop Reno,
che insedierà la piastra commerciale in un ambito dismesso da oltre 20 anni, ci consentirà di riqualificare un’area
strategica per Pieve, al confine
fra il centro storico e la circonvallazione, andando anche a
migliorare il traffico con la realizzazione di una rotatoria. Infine l’insediamento della cooperativa contribuirà a favorire
l’occupazione di molti giovani
del territorio che purtroppo
stanno vivendo sulla propria
pelle gli effetti della crisi e di
politiche sbagliate perseguite a
livello nazionale negli anni '80
e '90 del secolo scorso.
46
associazionismo coop reno
CARRELLO AMICO
insieme a Coop Reno
L'assistenza alle famiglie indigenti e gli altri progetti a cura dell'associazione
Opere di Misericordia di Molinella. Tra solidarietà e lotta allo spreco
DI DEBORA AMADORI
vicepresidente dell'associazione
Opere di Misericordia
L'associazione Opere di
Misericordia Onlus nasce a Molinella nel 2009 per aiutare famiglie
e persone disagiate, in particolare
per cercare di garantire un aiuto
in generi alimentari primari. Sin
dall'inizio ha trovato appoggio
nell'associazione Dolce Acqua di
Mascarino che l'ha sostenuta in
ogni modo affinché questo sogno
divenisse realtà. In poco meno di
un anno, a maggio 2010 siamo
stati riconosciuti come onlus.
Inizia così una diretta collaborazione col Banco Alimentare di
Imola che mensilmente rifornisce
il magazzino di consistenti quantità di prodotti vari, in particolare pasta, biscotti, fette biscottate,
riso e latte. Settimanalmente con
l’A.S.P. "Opera Pia Poveri Vergognosi" di Bologna avviene la fornitura di frutta e verdura e spesso
si ha un doppio appuntamento, il
che garantisce una maggior freschezza e varietà dei prodotti.
Da subito ci hanno sostenuto alcune attività di Molinella e dintorni come il panificio Dolce Forno, il supermercato Conad e il bar
Snoopy, le aziende Feba di Medicina e Pizzoli di Budrio. In seguito, grazie alla nuova amministrazione comunale di Molinella,
sono molte le attività che si sono
aggiunte a sostegno, fornendo vari generi alimentari e garantendo
una sempre maggiore varietà e
qualità del materiale distribuito. Ricordo in particolare i supermercati Coop Reno e Despar
(Fallani), il Supercarni Golinelli ,
l’azienda F.lli Romagnoli e il Panificio dei fratelli Spoto.
La collaborazione con Coop Reno di Molinella, attraverso il progetto “Carrello Amico” ha dato
un importante contributo, non
solo per la grande quantità di prodotti donati (sempre in ottimo
stato), ma soprattutto per la qualità e importanza a livello nutrizionale come ad esempio la carne.
I pacchi-sporta
Appuntamento importante è
quello del martedì sera: una decina di soci-volontari si ritrovano
a confezionare i "pacchi-sporta"
che verranno donati alle famiglie
assistite. Con l’esperienza si è scelto di diversificarli in più formati e
tipi: una prima distinzione avviene in base al numero dei componenti del nucleo familiare così che
il rifornimento sia proporzionato
alle reali esigenze; una seconda,
ma non meno importante, distinzione è per cultura e religione: in
particolare viene posta maggiore
attenzione alla distribuzione di
prodotti contenenti alool e derivati del maiale. In genere ogni sporta contiene pasta, passata, biscotti, legumi, bibite, frutta e verdura
di stagione, latte, tonno o salumi,
quando possibile formaggio, olio,
zucchero, marmellata, sale, farina,
fette biscottate, dolciumi. Il loro contenuto e quantitativo può
variare secondo le disponibilità del magazzino. L’associazione inoltre è sempre disponibile a
cercare di soddisfare le particolari richieste in base alle esigenze dei componenti dei vari nuclei
familiari, ad esempio la richiesta
di omogeneizzati o prodotti per
l’infanzia, di prodotti che rispettano le intolleranze e/o allergie
alimentari (scorte di magazzino
permettendo).
La distribuzione dei pacchi avviene da quest'anno all'interno del
magazzino che il Comune ci ha
concesso in uso gratuito. Opere
di Misericordia vive anche grazie alle donazioni dei Comuni di
Molinella, Malalbergo, alle quote sociali, alle donazioni di singoli cittadini e tutti coloro che vogliono donare il 5x1.000 (C.F.
91317030376).
A seguito dell’ultimo Consiglio
direttivo Opere di Misericordia
ha iniziato ad accogliere nuovi volontari che scelgono la nostra associazione per poter seguire un
progetto di “formazione riparatrice“ presentato e approvato dal
Tribunale, che permette la loro
riabilitazione nei confronti della
legge dedicandosi a lavori socialmente utili. In marzo abbiamo ricevuto dal Resto del Carlino un
importante riconoscimento: il secondo premio ex aequo in ricordo
di Marco Biagi: un attestato e un
assegno di 1.000 euro.
consumatori
giugno 2015
Ad aprile, in collaborazione con
Volabo (Centro Servizi per il Volontariato di Bologna), abbiamo
presentato un progetto nelle classi aderenti della scuola secondaria
di I grado di Molinella. Progetto
denominato "Dallo Spreco alla solidarietà" perché crediamo
che i giovani siano molto sensibili a questi argomenti e soprattutto
più recettivi e portati a cambiare le proprie abitudini, facendosi
portavoce verso parenti ed amici.
Mercoledì alla stazione
Da ottobre 2011 la nostra associazione collabora ad un progetto per
aiutare in particolare i senzatetto
che ogni mercoledì sera si ritrovano presso la stazione centrale
di Bologna per la distribuzione di
viveri di pronto consumo (panini,
pizze e dolci) e bevande calde, per
combattere il freddo dell'inverno. Opere di Misericordia ogni
mercoledì sera distribuisce circa
150 sacchetti confezionati dalle
nostre volontarie e differenziati in
panini con salumi, panini con formaggio (per chi non mangia maiale), pizze e dolci (paste o biscotti);
tutto ciò grazie ai nostri donatori.
Spesso ci adoperiamo anche nella
consegna di prodotti per l’igiene
personale e, non meno importante, partecipiamo alla raccolta di
indumenti usati e in buono stato
e coperte che vengono consegnati direttamente a chi ce lo richiede. Ad oggi, a detta di alcuni assistiti, siamo l’associazione, assieme
alle Suore di Calcutta nella serata
della domenica, che distribuisce
il maggior numero di pasti, di cui
si apprezza qualità e quantità, durante l’intera settimana e siamo
apprezzati anche perché sempre
stati presenti nonostante festività,
periodi di ferie e intemperie. Al di
là dell'impegno di distribuzione
non è da sottovalutare lo scambio
di calore umano che avviene tra
volontari e bisognosi.
47
LOTTA ALLO SPRECO
DONATI 30.000 EURO
DI PRODOTTI IN UN ANNO
Coop Reno attraverso il progetto Carrello Amico vuole dare il proprio
contributo alla lotta allo spreco alimentare. Questa iniziativa, che
consiste nella donazione di cibo non più vendibile alle onlus del territorio,
è attiva nei punti vendita di Altedo, Argelato, Bagnara di Romagna,
Casalfiumanese, Castel Guelfo di Bologna, Medicina, Molinella,
Monghidoro, Osteria Grande, Riolo Terme, Sant’Agata Bolognese, San
Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Vergato. Nel 2014 sono stati donati
prodotti per un valore di 30.010 euro, un dato in sensibile aumento
rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto all’estensione delle
categorie di referenze cedibili. Il rapporto con Opere di Misericordia fa
parte di questo progetto. "Come presidente della sezione soci di Molinella
sono molto contento della collaborazione creatasi con l'associazione
presieduta da Lorenzo Amadori", dice Stefano Mantovani. "E come
cittadino di Molinella sono orgoglioso che nel nostro territorio operi
questa associazione che valorizza l'impegno di tanti volontari in una
dimensione che va ben al di là della nostra comunità".
L'attestato ricevuto dal Resto del Carlino, premio "Marco Biagi"
Il terremoto del 2012
Il senso di solidarietà, la voglia
di tendere la mano si sono manifestati durante il terremoto
del 2012, dando un importante
sostegno ai comuni di Camposanto, Cavezzo e Finale Emilia,
impegnandosi nella raccolta di
generi vari, di materiale per pulizie, prodotti per l’igiene personale, carne e soprattutto donando ingenti quantità di frutta e
verdura di stagione, pane, pizze
e biscotti, preparati appositamente con grande entusiasmo
dalla signora Paola di Dolce
Forno.
Ne è nata una stretta collaborazione tra Opere di Misericordia e i Comuni di Camposanto,
di Cavezzo e Finale Emilia. La
distribuzione dei materiali si è
conclusa il 9 ottobre 2012 solo
dopo aver smontato le tendopoli
allestite dopo la prima scossa di
terremoto.
noi_salute_poster_reno.pdf
i_salute_poster_reno.pdf
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30/10/14
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consumatori
giugno 2015
49
associazionismo coop reno
Ocarine d'Oriente
Grande successo e ottimi piazzamenti per il Gruppo Ocarinistico di Molinella
che è stato in Corea del Sud, dove è scoppiata la moda per questo strumento
DI GILBERTO BIANCHINI
responsabile Direzione soci
In pochi sanno che in
questi ultimi anni a Molinella è
sorto un gruppo di giovani con
la passione per uno strano strumento musicale: l’ocarina.
Il Gruppo Ocarinistico Molinellese è costituito da nove ragazze e ragazzi, tutt i polistrumentisti, di età fra i 14 e i 17
anni (con due soli fuori quota)
formatisi alla scuola di musica
Adriano Banchieri di Molinella, che da circa due anni oltre
al primo strumento hanno abbracciato l’ocarina.
In poco tempo risultati concertistici particolarmente positivi hanno fatto conoscere il
Gruppo al di là del territorio
emiliano, viatico per l’approdo
in Oriente, guidati dal maestro
Emiliano Bernagozzi, coordinatore del Gruppo Ocarinistico Molinellese e accompagnatore d’eccezione.
Infatt i il Gruppo a metà novembre 2014 ha effett uato una
tournée a Honseong, in Corea
del Sud, a circa 9 mila chilometri dall’Italia, dove ha riscosso
un notevole successo.
A dire il vero in Estremo
Oriente da alcuni anni è scopiata una vera e propria “ocarino-mania” e i migliori talenti
nazionali di questo tradizionale strumento della Bassa Bolognese vi sono sbarcati a più riprese: prima in Corea, poi in
Giappone e recentemente in
Cina.
A tracciare la rotta è stato il
Gruppo Ocarinistico Budriese
(Gob) e i suoi due solisti, Emiliano Bernagozzi e Fabio Galliani, impegnati da alcuni anni,
con concerti e masterclass, nello sviluppo e nella promozione
dell’ocarina in Asia.
Opera di proselitismo che ha
consentito, a novembre, anche
al Gruppo Ocarinistico Molinellese di approdare in Corea
del Sud per un concorso internazionale e due concerti (6 e 8
novembre) di grande impatto,
che hanno tenuto alto il nome
della musica popolare italiana
in luoghi davvero lontani per
cultura e tradizione.
Il repertorio del Gruppo è
composto da un pot-pourri di
Rossini, Shostakovic e Mozart
fra i classici, Billi e Lucchini
per la tradizione emiliana, poi
il senza-tempo Morricone, ma
anche Hisaisni, Kimura e la
musica popolare coreana.
Dietro la tournée
La tournée in Corea del Sud
ha visto oltre al successo del
Gruppo anche i risultati positivi del concorso per singoli
ocarinisti, al quale potevano
partecipare i soli ragazzi maggiorenni. Performance culminate con il primo posto di
Luca Quaglia e con il terzo di
Selena Gasparro.
La tournée è stata possibile
grazie al supporto di molti, prima fra tutt i Coop Reno che da
subito ha sostenuto e incoraggiato quest’iniziativa, in grado
di off rire a dei giovani un’opportunità di crescita culturale
nel senso più ampio del termine. I patrocini dei Conservatori “Martini” di Bologna e “Frescobaldi” di Ferrara, del Liceo
musicale “Laura Bassi” di Bologna, oltreché dell’Amministrazione Comunale e della
Scuola di Musica “Banchieri”
di Molinella hanno dato forza
al progetto del Gruppo Ocarinistico Molinellese, che ora
guarda al futuro con prospett ive di un certo interesse.
Il Gruppo dall’1 al 3 maggio
ha partecipato a Budrio, casa
madre dello strumento, al Festival Internazionale dell’Ocarina, un importante palcoscenico musicale, qualificandosi
fra i migliori.
consumatori
giugno 2015
51
vivere bene coop reno
DI ALESSANDRA GIOVANNINI
La sagra dell'albicocca
Il 28 giugno a Casalfiumanese (Bo) giornata di festa e approfondimento sul frutto
tipico di queste zone. E il giorno prima un convegno con studiosi e tecnici
Appuntamento domenica 27 giugno nel centro sportivo di Casalfiumanese con la
45ª edizione della Sagra dell’Albicocca. L’iniziativa è stata istituita nel 1970 dall’assessorato
all’Agricoltura del Comune di
Casalfiumanese per valorizzare
la principale produzione agricola delle colline toccate dal fiume
Santerno.
Le prime coltivazioni si svilupparono nel comune della Vallata
circa un secolo fa e da allora la
produzione è continuata impegnando diverse aziende agricole di medie e grandi dimensioni,
i magazzini per la raccolta della
frutta e la sua distribuzione in
tutta Italia. Una giornata di festa
quella di giugno, ma anche di
approfondimento. Accanto agli
intrattenimenti per grandi e piccoli e a uno stand gastronomico
ci sarà, infatti, spazio per la mostra pomologica con la presentazione delle nuove varietà
di albicocco. Anche quest’anno,
poi, nella giornata antecedente la sagra si svolgerà un convegno tematico che riporterà
il frutto al centro dell’interesse di diversi studiosi e tecnici
del territorio. Un’occasione per
parlare delle innovazioni varietali e di migliorie negli aspetti
tecnico-scientifici. Ospite anche per questa nuova edizione,
una rappresentanza del Comune di Rotondella in provincia
di Matera, città gemellata con
Casalfiumanese e impegnata
tutti gli anni nell’organizzazione
di una mostra pomologica con
sagra dell’albicocca. Durante la
festa funzionerà uno stand con
dolci, confetture, succhi e naturalmente... albicocche.
LA RICETTA
IERI E OGGI
Per 6 persone: 3 kg di albicocche, 800 g di
zucchero, 400 g di acqua, 1,5 l di Albana
dolce, 4 cucchiai di garofano, 1 pezzetto di
cannella.
Si lavano le albicocche e si fanno asciugare.
Dopo averle tagliate a metà, si liberano del
nocciolo, si collocano nel vaso e si coprono
con lo sciroppo. Questo si prepara facendo
bollire lo zucchero e l’acqua; quando si porta
via dal fuoco si aggiungono l’Albana dolce
di buona gradazione alcolica, la scorza di
limone, i chiodi di garofano ed un pezzetto di
cannella. Quando è freddo, si filtra attraverso
un panno e si versa sulla frutta. Si chiude
il vaso, si fa sterilizzare a bagnomaria e si
conserva in un luogo fresco e scuro almeno
per 2-3 mesi prima di iniziarne il consumo.
I romani chiamavano l’albicocca la "mela armena" perché
pensavano che venisse dall’Armenia. Ma in realtà il frutto cui
venivano paragonate le guance delle fanciulle in fiore, viene
dalla Persia se non dalla Cina. Nel comprensorio imolese le prime
coltivazioni di albicocco si svilupparono a Casalfiumanese circa
un secolo fa. Nel 1870 furono piantate a titolo sperimentale
dal prof. Mario Neri, nel podere Vallette a Pieve S. Andrea.
Proprio in queste colline si sono sviluppate aziende altamente
specializzate, che hanno valorizzato terreni fino a ieri marginali
o di calanco. Anzi, proprio la coltura dell’albicocco ha consentito
lo sfruttamento dei calanchi meno scoscesi, portando ricchezza
là dove fino a ieri non era possibile nemmeno il pascolo. La
produzione nazionale di albicocche nell’ultimo decennio è quasi
raddoppiata e nella vallata del Santerno la superficie coperta è
in maggior parte nel territorio di Casalfiumanese. Alcune delle
varietà più rinomate, la Reale di Imola e la Bella di Imola, già nel
nome dicono quanto l’albicocco debba a questa terra.
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