violino

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Infiniti sono i momenti in
cui la musica - dall'antichità ai giorni nostri - è entrata
in contatto con la narrativa
e infinitamente diversificate le modalità in cui ciò è
avvenuto. Ora come mera
citazione, ora come momento catalizzatore di profonde esperienze di vita, ora
collocandosi essa stessa, con
i suoi protagonisti - musicisti, strumenti, composizioni, luoghi - al centro di memorabili intrecci letterari. *
* Tratto dalla quarta di copertina del libro “Racconti Musicali” a cura di Carlo Boccadoro, Giulio Einaudi Editore, Torino 2009
A distanza di un anno torna il violinista sul tetto. Il nostro violinista è ancora lì, in un equilibrio precario che cerca di fare
musica. Ancora lì, con un piede appoggiato ed uno in movimento, ad esplorare arte, musica, letteratura e cinema.
Il violino e il fare musica per aprire nuovi spazi nuove connessioni fra forme diverse di creatività: è l’eredità che la passata edizione ci ha consegnato.
Se lo scorso anno tutto precipitava attorno a un popolo, che del violino aveva fatto un simbolo fino ad eleggerlo compagno di fuga lungo percorsi instabili, i nuovi appuntamenti muovendo da un testo letterario trasformano parole e voce in
suoni e vibrazioni alla ricerca di un unica armonia. Se l’equilibrio è sempre instabile quest’anno, però, diviene anche diabolico; sempre di musica e letteratura parliamo con qualche invasione nel mondo del cinema e dell’arte, e pensando a
Cagnolati e La verità su Paganini con leggerezza ed ironia.
Con il primo appuntamento si apre lo sguardo alla creatività contemporanea: il racconto in musica Cagnolati, rappresenta
indubbiamente un tentativo di creare un nuovo genere che vede dialogare in pieno equilibrio musica e letteratura, e che
quindi coglie nell’essenza uno dei tratti caratterizzanti questa edizione del violinista sul tetto.
Tentativo che lo lega nella forma di rappresentazione agli appuntamenti successivi, la voce narrante e il racconto, lo strumento musicale e il suono. Dal violino di Rotschild, uno dei racconti più amati di Cechov dove ritroviamo l’instabilità del violinista sul tetto nelle vicende di vita del protagonista Jakov, al doppio ritratto riservato alla di Paganini, il musicista sciamano,
come lo definisce Carlo Boccadoro, che viene trasformato dalla scrittura leggera di Campanile in una figura esilarante per
ritornare all’immagine seducente che ci restituisce Robert Walser.
Infine non poteva mancare un omaggio a Stradivari nella biografia che Alberto Savinio in modo del tutto singolare tratteggia: raccontando all’inizio della confluenza del Nilo Azzurro e Bianco scesi entrambi per fecondare le terre di re Tot, e della
nascita del violino. Se Cagnolati vuole essere attenzione per forme poco esplorate di produzione artistica, gli altri appuntamenti hanno ancora una volta un legante che non poteva che essere il violino e la musica; Stradivari e Paganini, il liutaio e il
violinista per eccellenza; protagonisti di pagine di letteratura che trasmettono indubbiamente armonie sonore; il violino che
Jakov dona all’ebreo Rotscihld prima di morire riconduce alle atmosfere che hanno caratterizzato la precedente edizione del
violinista sul tetto.
Con Carlo Boccadoro, recente curatore per Einaudi del libro Racconti Musicali, vagheremo fra musica e testo, parleremo del
desiderio di ogni ascoltatore di sovrapporre alla musica un immagine. Ma con un fendente giungeremo alla considerazione
di come, nell’ Italia del dopoguerra, un’intera generazione di intellettuali di prim’ordine non ha mai dedicato alla musica
nulla di significativo all’interno della propria produzione. Una riflessione che ci porta alla considerazione che nella patria
della musica il grado medio di alfabetizzazione musicale è prossimo allo zero. Racconti musicali per aprire una riflessione
sullo stato della musica nel nostro paese. E quasi per contrappunto il violino nella letteratura tedesca, argomento della conferenza di Artemio Focher, testimonia come il tema della musica nel mondo tedesco, e in generale in tutto il mondo
anglosassone, sia ben presente nella produzione letteraria sia in prosa che in poesia. Raffaella Colace ci condurrà in un affondo dell’iconografia musicale nella pittura ripercorrendo la storia dell’arte dal medio-evo ai giorni nostri. Un’antologia delle
tendenze artistiche ricostruita attraverso la rappresentazione degli strumenti musicali.
Infine allo Studiolo le lezioni di cinema di Graziella Camurri. Tre film che costituiscono una vera eccezione, perchè tre grandi registi trasformano la musica nella vera protagonista del racconto cinematografico, musica che acquista maggior credito
in quanto non più solo sostegno di un impressione visiva.
RACCONTI MUSICALI
LE CONFERENZE
MUSEO CIVICO ALA PONZONE
SALA SAN DOMENICO
MUSEO CIVICO ALA PONZONE
SALA PUERARI
DOMENICA 25 MARZO - ORE 11
VENERDI 20 APRILE - ORE 17
Cagnolati
Carlo Boccadoro
presentazione del libro
racconto in musica
Racconti Musicali
testo di Daniele Benati
musiche di Gabrio Taglietti
GIOVEDI 18 OTTOBRE - ORE 17
per attore, soprano coloratura,
clarinetto con tacabanda e elettronica
Artemio Focher
Il violino nella letteratura tedesca
Dario Cantarelli attore
Sonia Visentin soprano
Roberta Gottardi clarinetto
Gabrio Taglietti elettronica
VENERDI 16 NOVEMBRE - ORE 17
DOMENICA 22 APRILE - ORE 11
Anton Čechov Il violino di
Dario Cantarelli voce recitante
Lorenzo Brufatto violino
Livio Salvatore Troiano violino
Rothschild
Raffaella Colace
Gli strumenti musicali nell’arte
LEZIONI DI CINEMA ALLO STUDIOLO
VIA BELTRAMI, 26
a cura di Graziella Camurri
MARTEDI 3 APRILE - ORE 17
DOMENICA 28 OTTOBRE - ORE 11
Il flauto magico
Alberto Savinio Antonio Stradivari
Dario Cantarelli voce recitante
Domenico Nordio violino
di Ingmar Bergman
MARTEDI 9 OTTOBRE - ORE 17
Prova d’orchestra
DOMENICA 25 NOVEMBRE - ORE 11
La verità su Paganini
Robert Walser Paganini
di Federico Fellini
Achille Campanile
Dario Cantarelli voce recitante
Domenico Nordio violino
MARTEDI 6 NOVEMBRE - ORE 17
Un cuore in inverno
di Claude Sautet
edizione 2012 - racconti musicali
DOMENICA 25 MARZO - ORE 11
Cagnolati
racconto in musica
testo di Daniele Benati
musiche di Gabrio Taglietti
per attore, soprano coloratura,
clarinetto con tacabanda e elettronica
Dario Cantarelli attore
Sonia Visentin soprano
Roberta Gottardi clarinetto
Gabrio Taglietti elettronica
1.
Preludio. Piccola fanfara portatile
8.
Lettura 4: Dottor Pisi?
2.
Lettura 1: Alla stazione di Park Street
9.
Arietta 2 (Canzonetta sull’aria)
3.
Interludio: Piccola fanfara
10. Lettura 5: Una nuova concezione didattica
4.
Lettura 2: Camillo It
11. Interludio cantabile e fanfara
5.
Arietta 1 (Ariel’s Song)
12. Lettura 6: Cagnolati!
6.
Lettura 3: La voce di una bella donna
13. Epilogo: Una casetta nel bosco
7.
Interludio brillante (La festa)
Un personaggio strampalato e dall’identità un po’ incerta arriva in America e casualmente vede nella metropolitana Cagnolati, un suo bizzarro conoscente di Reggio Emilia: che l’abbia seguito fin lì per ucciderlo? Nel frattempo il console italiano
lo invia come suo rappresentante alle feste di New York: il nostro amico accetta volentieri; ma perché il console lo chiama ogni
volta con un nome diverso? e perché gli chiede di raccontare i suoi ricordi? e come mai proprio adesso non gliene viene in
mente neanche uno?
La forma del racconto in musica parte dal tentativo di creare un nuovo genere in cui le due arti dialogano alla pari. Qui il confronto viene portato sul piano (raro nel panorama contemporaneo, ma tanto più stimolante) della comicità.
La comicità surreale di Benati è accompagnata da una musica fatta di sghembe fanfare affidate a un clarinetto con percussioni portatili che ci guida nella vicenda, melodie straniate affidate a un soprano coloratura metà sirena e metà automa e interludi di musica elettronica che creano uno sfondo alla lettura del racconto da parte di un attore.
Cagnolati è pubblicato da Quodlibet nella raccolta Silenzio in Emilia. “Nella narrativa di Daniele Benati - ha scritto Gianni Celati - non c’è più niente di soggettivo, qui è tutto un circolare di voci, una comunanza di sogni, visioni e apparizioni che formano
un intelletto collettivo”.
Gabrio Taglietti
Nato a Cremona, ha studiato composizione presso il Conservatorio di Milano con Davide Anzaghi e Giacomo Manzoni. Le sue
composizioni sono eseguite nei più importanti festival in Italia e all’estero (recentemente a Tokyo, Città del Messico, Buenos
Aires, Miami), ricevendo premi e segnalazioni in vari concorsi.
Sue musiche sono incise per la collana Ricordi Oggi (Marmi: Musica da camera 1981-1999) e per la Stradivarius (Studi per il XXI
secolo); il suo completamento dell’incompiuto Allegro con fuoco di Felix Mendelssohn-Bartholdy è inciso per la Decca ed è
stato eseguito in molte grandi sale concertistiche, tra cui la Kammerphilharmonie di Berlino e la Wigmore Hall di Londra. Insegna composizione presso il Conservatorio di Mantova.
Daniele Benati
Di Reggio Emilia ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e d’Irlanda. Ha collaborato alla rivista "Il Semplice” (199597) con Gianni Celati ed Ermanno Cavazzoni, dove ha pubblicato alcuni racconti e traduzioni.
Un suo racconto appare anche nell'antologia Narratori delle riserve, a cura di Celati. Ha tradotto opere di James Joyce, Flann
O’Brien e Tony Cafferky, e ha curato l’edizione americana del monologo teatrale di Raffaello Baldini Carta Canta. Ha pubblicato:
Silenzio in Emilia, Feltrinelli, 1997, nuova ed. Quodlibet, 2009), Cani dell'inferno, Feltrinelli, 2004, Un altro che non ero io, Aliberti,
2007, Baltica 9. Guida ai misteri d’oriente (con Paolo Nori), Laterza, 2009.
Dario Cantarelli
Inizia nel '73 col GRANTEATRO di Carlo Cecchi prendendo parte a spettacoli quali Woyzeck di Buchner, A morte dint'o'lietto
e Don Felice di A. Petito, La cimice di Majakovskij per la regia di Carlo Cecchi. Passa poi al GRUPPO DELLA ROCCA partecipando
a 23 svenimenti di Cechov, Il mandato di Erdman, Pulcinella capitano del popolo di L. Compagnone e Lazzarino da Tormes di
G. Celli a Spoleto per la regia di Egisto Marcucci. Torna al GRANTEATRO con Don Giovanni e il Borghese gentiluomo di Molière,
L'uomo, la bestia e la virtù di Pirandello per la regia di Carlo Cecchi e Il compleanno di Pinter.
A Spoleto, per la regia di E. Job, con Trionfo e caduta dell'ultimo Faust di Ceronetti.
Con la compagnia di Glauco Mauri partecipa al Puntila e il suo servo Matti di Brecht per la regia di Egisto Marcucci.
Poi lavora all'ATER con Il vampiro di San Pietroburgo di Kobilin, La burla riuscita di Svevo per la regia di Egisto Marcucci.
Con la compagnia di Valeria Moriconi partecipa a Filumena Marturano di Eduardo de Filippo, Il cavaliere della rosa di Von Hoffmasthall regia di Marcucci, Antonio e Cleopatra di Shakespeare regia di G. Cobelli, Madame Sans-Gene di Sardou regia di Salveti, Alla meta di Bernhard regia di Pietro Maccarinelli, Interrogatorio della contessa Maria di Palazzeschi regia di Marcucci.
Con Glauco Mauri prende parte a Oblomov di Gonciarov prodotto dal Teatro Stabile di Trieste.
Per il cinema, partecipa a film quali Marcia trionfale per la regia di Bellocchio, Sogni d'oro, Bianca, La Messa è finita, Habemus
papam per la regia di Nanni Moretti, Domani accadrà e Il portaborse per la regia di Lucchetti, La notte di San Lorenzo per la
regia dei fratelli Taviani.
Per la televisione prende parte a dieci film della serie Un commissario a Roma con Nino Manfredi per la regia di Luca Manfredi
e Ignazio Agosta.
Sonia Visentin
Diplomata con il massimo dei voti, si è successivamente perfezionata con Carlo Bergonzi all’Accademia Chigiana di Siena e
con Rodolfo Celletti a Martina Franca e a Milano.
Ha debuttato in teatro ruoli principali come Lucia in Lucia di Lammermoor, Königin der Nacht in Die Zauberflöte, Corinna nel
Viaggio a Reims, Dinorah nell’omonima opera di Meyerbeer, Olympia in Les Contes d’Hoffmann, Mme Herz in Der Schauspieldirektor, Lucieta in I Quattro Rusteghi.
È stata ospite di stagioni d’opera e concertistiche presso il Regio di Parma, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, San Carlo di Napoli, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Palermo, Teatro Verdi di Firenze, Ponchielli di Cremona, Donizetti
di Bergamo, Grande di Brescia; all’estero al Teatro di St. Etienne e Vichy (Francia), allo Chatelet di Parigi, Teatro di Bastia (Corsica), Liceu di Barcelona, Teatro di Oviedo, Teatro di Avignone, Teatro di Lione, Festival Barocco Le Feste di Apollo (Parma) e ai
Festival di musica contemporanea di Reykjavik, Tourcoing (Francia), Ludwigsburg (Germania), Dordrecht (Olanda), Istanbul,
Budapest.
Roberta Gottardi
Gli interessi musicali di Roberta Gottardi spaziano dalla musica del tardo barocco, eseguita con strumenti storici e rispetto della prassi esecutiva del tempo, a quella di oggi, alla quale si dedica sia come solista sia in ensemble. È stata interprete di riferimento per lo spettacolo di teatro musicale Harlekin di Karlheinz Stockhausen, concepito per un unico clarinettista-danzatore-mimo, vincitrice del primo premio al concorso promosso proprio dalla Fondazione Stockhausen e collaboratrice di autori dei quali ha eseguito brani in prima assoluta o a lei dedicati: fra gli altri Mauricio Kagel, Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele, Fabio Cifariello Ciardi. È stata insignita del premio Cesare Barison per la musica da camera e si è esibita in alcune delle stagioni musicali e festival più importanti d’Europa dal Maggio Musicale Fiorentino alla Münchener Biennale, dal South Bank Centre di Londra al Bologna Festival e alla Biennale di Venezia, dal Gaudeamus Muziekweek di Amsterdam all’Autunno di Varsavia
e alla MusikTriennale di Colonia. È docente di clarinetto al Conservatorio di Bolzano.
DOMENICA 22 APRILE - ORE 11
Anton Čechov Il violino di Rothschild
musiche di
H. Wieniawsky, S. Prokofiev, B. Bartók
Dario Cantarelli voce recitante
Lorenzo Brufatto violino
Livio Salvatore Troiano violino
“Il violino di Rotschild”, uno dei racconti più amari di Cechov. La storia è quasi banale; la morte imprevista di Marfa, la moglie
del protagonista Jakov, artigiano costruttore di bare e violinista “a richiesta”, e la successiva morte del protagonista stesso pochi giorni dopo: probabilmente di tifo entrambi. Lo scenario: quello di una Russia che procedeva a rilento dalla liberazione dalla “servitù della gleba” (e correva quindi velocemente verso la rivoluzione di ottobre). Questo racconto descrive un uomo tanto segnato da una vita fino ad averne né consapevolezza né memoria; fino a realizzare la bara a misura per la moglie ancora
morente, segnando due rubli e 40 copechi nel quaderno delle perdite… Eppure quando anche Jakov, che scaricava abitualmente la sua rabbia sul povero Rotschild, suonatore di flauto e colpevole solo di essere Ebreo, arriva a sentire la febbre e
la presenza della morte, all’improvviso rivive la sua vita, la durezza sempre dimostrata con Marfa e ricordar una piccola bimba bionda, sua figlia, morta così prematuramente e scomparsa persino dalla sua memoria… Anche questo era stato dimenticato, mentre si faceva strada il pensiero che dalla morte non avrebbe avuto altro che vantaggio: non bisognava più né
mangiare né bere, né pagare le tasse, né offendere la gente e… poiché l’uomo giace nella sua piccola fossa per migliaia e migliaia di anni, … se si fosse fatto il conto, ne sarebbe risultato un vantaggio enorme. E allora il violino di Jakov comincia a suonare, mentre il povero Rotschild si avvicina timoroso e arriva fino a una tesa da lui, rapito dalle note che sgorgavano senza fine. Quando, la sera, il prete gli chiede se avesse qualche peccato sulla coscienza, Jakov, sforzando la memoria che si indeboliva,
tornò solo a rammentarsi il viso di Marfa morente e il grido disperato di Rotschild cui, giorni prima, aveva aizzato contro un
cane. E cede all’ultimo “passivo” della vita, dicendo solamente al prete: “Il violino datelo a Rotschild”. E così tutti si chiedono da
dove sia venuto a Rotschild un così bel violino, e perché non suoni più il flauto, ma sempre quelle note che erano sgorgate dal
violino di Jakov e che toccano tutti così tanto nel profondo… Dalla vita viene all’uomo la perdita, dalla morte l’utile.
A volte, anche questo può essere vero.
Lorenzo Brufatto
Inizia lo studio del violino al Conservatorio J. Tomadini di Udine, proseguendo poi a Gorizia nella classe di Carlo Grandi e diplomandosi a Cremona, al Conservatorio C. Monteverdi. Segue numerosi corsi di perfezionamento: a Piacenza con Marco Fornaciari, a Vienna con Leonid e Marina Sorokow, a Bergamo con Dejan Bogdanovic, a Riva del Garda con Francesco Manara, a
Milano all'Accademia della Scala con Francesco De Angelis e Francesco Manara e a Siena allAccademia Chigiana con Giuliano
Carmignola, dove ottiene il diploma di merito. Nel 2007 viene ammesso alla Hochschule für musik di Lucerna, nella classe di
Giuliano Carmignola, e nel 2008 consegue il Konzertdiplom. Parallelamente agli studi violinistici consegue la laurea specialistica in musicologia con il massimo dei voti e la lode allUniversità di Pavia, sede di Cremona, specializzandosi nello studio
della musica violinistica del 700, 800 e 900 storico. E’ stato premiato nel 1997 e nel 1999 con la borsa di studio Rodolfo Lipizer, a Gorizia, nel 1998 ha vinto il concorso per giovani musicisti dellAccademia di Fiesole, è stato premiato al III Concorso di
esecuzione musicale di Riccione e al premio Carlo Mosso di Alessandria. Nel 2005 è stato finalista della Nona rassegna musicale
dei migliori diplomati d’Italia a Castrocaro ed ha ottenuto il diploma di merito al concorso TIM. Come solista con l’orchestra
si è esibito in diverse parti dItalia con prestigiose orchestre: Orchestra da Camera di Gorizia, Orchestra Philarmonia Italiana,
Concentus Musicus Patavinus eseguendo i concerti per violino e orchestra di Vivaldi, Mozart, Bruch, Mendelssohn, Vieuxtemps
e Paganini. Ha esordito a sedici anni eseguendo un recital comprendente musiche di Mozart, Dvorak e Paganini; due anni dopo si è esibito in quartetto per il Presidente della Repubblica Ciampi; nel 2002 ha partecipato alla manifestazione Perugia Classica. Nel 2007 ha suonato al Festival Mozart di Rovereto le Sonate per violino solo di Ysaÿe e Hindemith e nello stesso anno
è stato invitato dal comune di Cremona a suonare lo Stradivari "Vesuvio" al Teatro di Montichiari. Suona in diverse orchestre:
Orchestra da camera Milano Classica (primo violino di spalla), Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala (concertino
dei violini primi), Orchestra 1813 di Como, Orchestra Classica di Alessandria, Orchestra del FVG, Orchester Zentralschweiz con
le quali ha suonato in prestigiosi teatri e sale da concerto (Teatro alla Scala di Milano, Filarmonica di S. Pietroburgo, Teatro Bolshoj di Mosca, KKL Luzern, Teatro degli Arcimboldi di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Comunale di Modena, Teatro Sistina di Roma, Teatro Grande di Brescia, Teatro Sociale di Como, Teatro Nuovo G. da Udine), sotto la direzione di grandi
direttori e solisti quali Jonathan Nott, Antonello Allemandi, Marco Guidarini, Daniele Rustioni, Lang Lang, Renato Bruson,
Giuseppe Sabbatini, Alexander Lonquich, David Garret, Michele Pertusi, Il Quartetto della Scala, Danilo Rossi. Si dedica anche
alla musica da camera con Matteo Andri (pianoforte) con il quale ha studiato allAccademia del Trio di Trieste a Duino sotto la
guida del Trio di Parma. E' stato fondatore e primo violino del Quartetto della facoltà di Musicologia. Con il QFM ha eseguito
in prima mondiale il Quartetto op. 3 n. 3 di Bertoni al Convegno Internazionale su Mozart tenutosi a Cremona, ha suonato alla presenza di John Eliott Gardiner al teatro Ponchielli di Cremona ed in prestigiose manifestazioni e sale da concerto a
Cremona (convegno su Frank Martin), a Lucerna (Saal Dreilinden) e a Torino (Fondazione Einaudi). Nel 2011 è entrato a far parte dell'Ensemble da camera dell'Accademia del Teatro alla Scala con il quale ha suonato in diretta Euroradio ai concerti del Quirinale, alla presenza di Giorgio Napolitano.
Livio Salvatore Troiano
Nato nel 1982, inizia i suoi studi con la M° Blagovesta Zahova all’età di 11 anni. Diplomatosi col massimo dei voti, lode e
menzione speciale presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sotto la guida del M° Daniele Gay, ha ottenuto, in seguito, la laurea di secondo livello con 110 lode e menzione. Ha partecipato a Corsi di Alto Perfezionamento e Masterclass con i M° Shlomo Mintz, Giuliano Carmignola, Mariana Sirbu. Ha proseguito i suoi studi con il M° Salvatore Accardo e Ilya Grubert e attualmente con Francesco Manara.
È stato vincitore di numerose borse di studio, tra cui: “Lions Club” di Milano e “Terme di Castrocaro” nella rassegna dei migliori
diplomati d’Italia 2003. È stato premiato in diversi Concorsi, tra i quali il Concorso Nazionale “Lorenzo Perosi” di Biella, dove ha
ottenuto il Primo Premio Assoluto, il Concorso “Città di Schio” Primo Premio Assoluto, il Concorso “Città di Savona”, il Concorso “I giovani per i giovani” di Ravenna, dove ha ottenuto il Secondo Premio con primo non assegnato.
Si è esibito per importanti Enti concertistici quali l’Ente Triennale di Cremona, il Festival Pontino presso il Castello “Caetani” di
Sermoneta, per la “Società dei Concerti” di Milano nella sala Verdi del Conservatorio, per il Teatro Olimpico di Vicenza, per la
Casa della Musica di Parma,per il teatro Manzoni di Bologna, per il teatro “Lauro Rossi” di Macerata, per il Teatro Ponchielli di
Cremona e il Teatro di Asmara (Eritrea), sia in veste di camerista che di solista.
In ambito cameristico ha ottenuto diversi Primi Premi Assoluti in duo col pianista Alberto Carnevale Ricci (Città di Biella,
Jupiter, Città di Schio, Città di Arenzano, Riviera Etrusca), ed altri riconoscimenti col “Quartetto Solari”, tra cui la borsa di studio
intitolata alla memoria di Paolo Borciani.
Attualmente è componente del Trio Maurice, premiato in diversi concorsi cameristici (Rospigliosi, Riviera Etrusca, Rovere
d’oro, Val Tidone, Charles Hennen Holland) finalista al Premio Gui 2007, allievo del Trio di Parma e del Trio di Trieste. Ha partecipato come miglior formazione cameristica ai Corsi Internazionali di Weikersheim e Lockenhaus studiando con il Quartetto
Artemis, il Quartetto Vogler, Alfredo Perl e M. Spangenberg. Si è esibito in diretta radiofonica per SWR2 e Radio Classica e ha
partecipato ai Corsi Estivi dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena ottenendo il diploma di merito. Si perfeziona attualmente
presso l’UDK a Berlino sotto la guida del Quartetto Artemis.
Da marzo 2008 Livio Troiano è spalla dei primi violini dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala con la quale si è esibito presso il Teatro alla Scala e in tournè in tutta italia, negli Emirati Arabi, di recente in Russia (teatro Bolshoi, filarmonica di
s.pietroburgo) e con cui ha realizzato, sempre presso il Teatro Scaligero, la produzioni di “Così fan tutte” e “Le Nozze di Figaro”
di W. A. Mozart.
Da gennaio 2010 è primo violino del sestetto d’archi dell’accademia della Scala col quale ha debuttato per “ravello festival
2010” e ha in programma per il 2011 una tourneè in Sudamerica (BuenosAires, Montevideo, Santiago delCile, Rio de janeiro)
in ottobre, una tourneè in Cina(Shangai, Pechino) in giugno e concerti presso “Teatro alla Scala”,“Tuscan Sun Festival”,“estate
musicale chigiana”.
Nell’ambito del contemporaneo collabora con il Divertimento Ensemble, registrando per Stradivarius, e l’ensemble “Limen”.
Fa parte dell’OCI (Orchestra da Camera Italiana) diretta dal m° Salvatore Accardo. Suona un Giovanni Grancino (1665, Milano).
musiche di Geminiani, Tartini, Corelli e Locatelli
DOMENICA 28 OTTOBRE - ORE 11
Alberto Savinio Antonio Stradivari
musiche di
Germiniani, Tartini, Corelli e Locatelli
Dario Cantarelli voce recitante
Domenico Nordio violino
Alberto Savinio dal racconto Antonio Stradivari
… Antonio Stradivari nascque da peste e carestia. Mi spiegherò meglio. Tra il 1628 e il 1629 una terribile carestia devastò Cremona. Poi nel 1630, a cavallo su una brenna pezzata come la pelle della rana, la falce in ispalla e in mano il martello di legno,
Peste fece il suo ingressso nella capitale della liuteria.
Chi poteva scappare scappò. Per quale ragione Alessandro Stradivari si sarebbe indugiato nella città in cui la morte nera andava bussando di porta in porta? L’amicizia forse… Ma Gerolamo Amati, sua moglie, le sue figliole già erano caduti sotto la
falce della terribile cavaliera.
Allora Alessandro Stradivari raccolse moglie e figli e se ne andò lontano… Ove in data altrettanto oscura nacque colui che dall’acero, dalla vernice e da quattro budellucci tesi, doveva trarre la voce del pianto e quella dell’amore.
…“La demolizione di San Domenico faceva rapidi progressi. L’abside, la torre, la cappella del Rosario. Il piccone attaccà la
cupola del Malosso, il soffitto di Cattapane. Che strazio! Mi par di vedere ancora Aurelio Betri, il fotografo…
Soffrono i violini? Le perle, si dice, riprendono vita sulla pelle della padrona…
Perché non muoiano di suono , riprendano coloro che ne sono degni gli Stradivari in petto.
Tratto da Narrate, uomini, la vostra storia, raccolta di brevi biografie.
Savinio tratteggia la vita del liutaio cremonese arricchendola non solo di notizie biografiche ma anche di vicende storiche della città di Cremona.
Domenico Nordio
È considerato ormai da tempo uno degli Artisti italiani di punta.
Allievo di Corrado Romano e di Michéle Auclair, ex bambino prodigio (ha tenuto il suo primo recital a dieci anni), a sedici anni ha vinto il Concorso Internazionale "Viotti" di Vercelli con il leggendario Yehudy Menuhin Presidente di Giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio dell'Eurovisione ottenuto nel 1988 gli ha dato immediata popolarità grazie anche alla finale trasmessa in tutta Europa in diretta televisiva dal Concertgebow di Amsterdam. Nordio è l'unico vincitore italiano nella storia del Concorso.
Nella sua ormai ventennale carriera si è esibito con London Symphony, la National de France, la National Symphony of Ireland,
l'Orchestre de la Suisse Romande, la Sinfonica Verdi di Milano, l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, la Camerata Bariloche,
la Petrobras di Rio de Janeiro, l'Enescu Philharmonic di Bucarest, l'Orchestra Nazionale della RAI, la Filarmonica Toscanini, l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, del San Carlo di Napoli e del Teatro dell'Opera di Roma, l'Orchestra Borusan di
Istanbul, l'Orchestra Nazionale di Spagna. Tra i Direttori con i quali ha collaborato vi sono Menuhin, Mercier, Maag, Flor, Steinberg, Tabakov, Lazarev, Tabachnik, Casadesus, Benedetti Michelangeli, Luisi, Karabtchevskij, Aykal.
Nordio è concertista molto noto all'estero e larga parte della sua attività si svolge in lunghi tour internazionali. Ha suonato,
tra l'altro, a Tokyo (Suntory Hall), Ginevra (Victoria Hall), Madrid (Teatro Monumental), Dublino (National Concert Hall), Londra
(Barbican Center), Parigi (Salle Pleyel), Mosca (Conservatorio Tchaikovskij e la Casa della Musica), New York (Carnegie Hall), Vienna (Konzerthaus), Zurigo (Tonhalle), Praga (Festival della Primavera), Milano (Teatro alla Scala), Buenos Aires (Teatro Colon).
In Italia è presente in tutti i principali cartelloni. Particolarmente privilegiato è il suo rapporto con le Serate Musicali di Milano, che ogni anno ospitano suoi recital e che hanno coprodotto il suo debutto al Ravenna Festival 2010.
Domenico Nordio è dedicatario di composizioni di Facchinetti, Semini, Scannavini. Ha tenuto a battesimo brani di Donatoni
(durante la Settimana Musicale Senese) e Boccadoro (Cadillac Moon, Concerto per Violino eseguito con l'Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e registrato dal vivo per Rai Trade). Proprio Carlo Boccadoro ha recentemente scritto per lui "Grip", pezzo per violino solo che ha eseguito in Prima Assoluta al Teatro Bonci di Cesena. Ad Aprile 2011 suonerà un nuovo pezzo di Michele dall'Ongaro commissionato dagli Amici della Musica di Ancona.
E' il direttore artistico del Concorso Internazionale di Violino "Città di Brescia", membro della WFIMC.
Dal 2005 incide per DECCA.
DOMENICA 25 NOVEMBRE - ORE 11
Achille Campanile La verità su Paganini
Robert Walser Paganini
musiche di
N. Paganini
Dario Cantarelli voce recitante
Domenico Nordio violino
“Molti critici mi proclamarono l’interprete della idiozia sublime, di quella idiozia che è la sola fuga possibile da questo mondo troppo logico, dove esistono troppe cose insolubili e troppe domande senza risposta; e dove esiste un’arte che la sola logica non può avviare alle soluzioni estreme”.
Queste parole che Ettore Petrolini scriveva all’inizio degli anni Trenta, al culmine del successo, potrebbero illustrare l’arte di
Achille Campanile, al tempo già popolarissimo come autore di romanzi umoristici di stampo del tutto originale e di lavori teatrali a dir poco sorprendenti, fra i quali le celebri Tragedie in due battute.
L“idiozia sublime” di Petrolini, vista quale inusuale mezzo per arrivare là dove la ragione è costretta ad arrendersi, oltre “l’ostacolo” della logica, non appare lontana da quanto Campanile, pur senza dichiararlo, ha sperimentato nel corso della sua lunga e prolifica carriera di scrittore.
Per quanto non estraneo al clima del Futurismo, Campanile fu fin dall’inizio fedele solo al proprio estro libero e naturale; la sua
irresistibile propensione a scoprire e boicottare (per superarli o semplicemente per farsene beffe) i limiti dell’ordinario buon
senso rende la sua opera vicina, di fatto, anche ad altre avanguardie del Novecento, compreso il teatro dell'assurdo di Ionesco, di cui fu un anticipatore, come riconosciuto, in seguito, dallo stesso scrittore franco-rumeno.
E’ stato giustamente osservato che l’umorismo di Campanile, senza rinunciare a graffiare, non è mai aggressivo; con tono distaccato ed elegante, la sua opera ridicolizza i piccoli vizi, i tics, le manie, le rigidità, gli stereotipi, i qui pro quo, i contrattempi,
le convenzioni e le costrizioni che sovente intralciano la vita quotidiana e, spingendoli alle estreme conseguenze, ci mostra come non farcene troppo condizionare: prendendoli alla lettera ce ne indica il potenziale (a volte pericoloso) di assurdità;
esasperandone la portata, ci aiuta con il sorriso a liberarci dalla loro fastidiosa influenza.
Achille Festa Campanile dal racconto La verità su Paganini
Di Paganini si raccontano cose straordinarie. - Che non ripeteva? - Questo è niente.
Sai che nei suoi concerti (naturalmente non nei concerti altrui, perché non glielo avrebbero permesso), prima di attaccare un pezzo, spezzava tre corde del violino e poi suonava su una corda sola? - Meraviglioso. - Pensa che ogni suo concerto costava un occhio del capo solo di corde rotte. - E’ straordinario. - Perché lui le spezzava sempre. Era più la spesa per le corde spezzate che l’incasso. Gli impresari avevano un diavolo per capello. - Lo credo bene. Ma invece di spezzare le corde prima di suonare… - Non poteva spezzarle dopo, vuoi dire? - No. Dico: non poteva presentarsi con un violino a una corda sola? - Monocorde, intendi? - Me l’hai tolto dalla bocca. - Fortuna che non era un concertista d’arpa. - Ma Paganini ha fatto cose ben più straordinarie. - Non tenti
per caso di fare impressione sulle anime semplici con ragguagli mendaci? - No. Una volta, mentre eseguiva un concerto, strappò
prima una corda, poi un’altra, indi la terza e all’ultimo la quarta. E continuò a suonare. - Senza corde? - Se ti dico che le aveva strappate! E poi strappò gli applausi. - Lui strappava tutto. - Tutto. Non si salvava niente. Una volta, pensa, dopo aver strappato le
corde, si strappò persino le falde della marsina e continuò a suonare. - A Parigi? - Non so se a Parigi o nei dintorni. - Era un diavolo. Un’altra volta, dopo aver strappato le corde, si strappò i capelli. - Per la disperazione di non avere altro da strappare? - No, perché
non poteva suonare. Un’altra volta suonò con un violino rotto. A Parigi, dopo aver strappato le corde, spezzò l’archetto e continuò
a suonare. A Vienna ruppe anche il pianoforte dell’accompagnatore, e continuò a suonare. - Lui continuava sempre a suonare. Sempre. Non smetteva nemmeno con le cannonate. - Magnifico, superbo, immenso. - Umile, serafico, sentimentale. Quanto più poteva rompere più era contento. Ma la maggior impresa, la cosa più straordinaria la fece a Lucca. - Sentiamo. Ardo. - Prima di
cominciare un concerto, spezzò le corde, infranse l’archetto, sfondò il violino in testa al pianista, prese a calci tutti gli spettatori della prima fila e poi suonò un bellissimo pezzo. - Con un altro violino? - Questo non te lo so dire. - Comunque, è sempre una cosa meravigliosa. - Indubbiamente. Una volta strappò tre corde ed eseguì la Sesta di Beethoven sulla quarta, una terza sotto per la seconda
volta a una prima. - Dove? - A Ottawa.
Robert Walser dal racconto Paganini
Paganini non sapeva mai prima che cosa e come avrebbe suonato; tanto meno suonava come se dovesse o volesse fare musica per
un rispettabile pubblico. No, egli suonava come fosse per sé stesso o per nessuno; suonava come in estasi e appena aveva cominciato dimenticava che stava suonando.
[Paganini] suonava come fosse lo schiavo del suo magico suono, e il suono il demoniaco mago. Non tanto lui era il demone, quanto piuttosto il suono, esso soltanto. Ed egli − l'artista − era il soggiogato.
VENERDI 20 APRILE - ORE 17
Carlo Boccadoro
presentazione del libro Racconti Musicali
Carlo Boccadoro
Nato a Macerata nel 1963, ha studiato al Conservatorio di Milano dove si è diplomato in pianoforte e percussioni e dove ha
studiato Composizione con Paolo Arata, Bruno Cerchio, Ivan Fedele e Marco Tutino.
Dal 1990 la sua musica è presente in tutte le più importanti stagioni musicali italiane (Teatro alla Scala, Biennale di Venezia,
Regio di Torino, Comunale di Bologna, Maggio Musicale Fiorentino, Massimo di Palermo, Cantiere di Montepulciano, Carlo Felice di Genova, Unione Musicale di Torino, Accademia Filarmonica Romana, Settembre Musica di Torino, Piccolo Teatro di
Milano, Aterforum di Ferrara, Pomeriggi Musicali, Orchestra della Toscana, Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano,
Orchestra di Padova e del Veneto, Orchestra “A. Toscanini”dell’Emilia Romagna, Amici della Musica di Palermo, ecc.) ed è stata eseguita, tra gli altri, da direttori e solisti come Martyn Brabbins, Yuri Bashmet, Andrea Lucchesini, Moni Ovadia, I Solisti della Scala, Antonio Ballista, Bruno Canino, Enrico Dindo, I Virtuosi Italiani, Il Quintetto Bibiena, Gianluigi Trovesi, Bruno Campanella.
GIOVEDI 18 OTTOBRE - ORE 17
Artemio Focher
Il violino nella letteratura tedesca
Artemio Focher
Insegna Letteratura tedesca presso la Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia. Si è occupato di Beethoven pubblicando il volume Ludwig van Beethoven. 26 - 29 marzo 1827 (LIM 2001) e curando le edizioni italiane delle memorie beethoveniane di G. von Breuning (Dalla casa degli spagnoli neri. Beethoven nei miei ricordi giovanili, SE 1990), F.G. Wegeler e F. Ries (Beethoven Appunti biografici dal vivo, Moretti & Vitali 1993), F. Grillparzer (Beethoven, SE 1995). Sulla presenza del violino nella letteratura tedesca ha realizzato il volume Sotto il tiglio accordai il violino. Violino e violinisti nella letteratura tedesca (Cremonabooks
2004). Ha inoltre curato la prima edizione italiana dei seguenti volumi: Johannes Brahms, Album letterario o Lo scrigno del
giovane Kreisler (EDT, 2007), Franz Grillparzer, Epigrammi (Marietti 2008), Hans Deichelmann, Ho visto morire Königsberg. 19451948: memorie di un medico tedesco (Mursia 2010). Ha numerosi saggi di argomento letterario o storico-musicale su riviste italiane e tedesche.
VENERDI 16 NOVEMBRE - ORE 17
Raffaella Colace
Gli strumenti musicali nell’arte
Raffaella Colace
Dopo aver compiuto gli studi classici, si laurea in Lettere Moderne (110/110) all’Università Cattolica di Milano con una tesi sul
pittore settecentesco cremonese Giacomo Guerrini e presso la stessa università si specializza in Storia dell’Arte (70/70 con lode) con una tesi sul pittore fiammingo Roberto de Longe con la quale ha vinto il XL premio “Agostino Gemelli” come migliore
diplomata della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università Cattolica per l’anno 1999.
Accanto agli studi sulla pittura cremonese approfondisce l’arte fiamminga e olandese e avvia una fitta collaborazione con l’Istituto Olandese di Storia dell’Arte di Firenze per il quale attualmente è responsabile del progetto Repertory of Catalogues
of Public Auctions in Italy 1800-1914/Corpus of Art Works Sold in Italy during the years 1800-1914.
Ha al suo attivo svariate pubblicazioni, tra cui una monografia su Robert de Longe e contributi (schede e/o saggi) in cataloghi di mostre (Le Stanze dei Magio... Cremona 1997; Luci del Nord. Dipinti fiamminghi e olandesi del Museo di Cremona, Cremona 1998; Da Caravaggio a Ceruti. La scena di genere...Milano 1998; Ut Pictura ita Visio. Dipinti olandesi del secolo d’oro, Torino 1999; Fiamminghi e Olandesi. Dipinti dalle collezioni lombarde, Milano 2001; Da Raffaello a Ceruti. Capolavori della pittura dalla Pinacoteca Tosio-Martinengo, Conegliano 2004; Vermeer. La ragazza alla spinetta..., Firenze 2007; Fiamminghi e Olandesi a Firenze. Disegni dalle collezioni degli Uffizi, Firenze 2008; Lo sguardo sulla natura.. Luce e paesaggio da Lorrain a Turner,
Milano 2008; Botticelli, Bellini, Guardi…Chefs-d’œuvre de l'Accademia Carrara de Bergame, Paris 2010); è curatrice, insieme
a Eugenia Bianchi, della collana Artisti cremonesi dal Cinquecento al Novecento.
Ha collaborato e collabora ai cataloghi dei dipinti dei maggiori musei lombardi: Pinacoteca Ambrosiana di Milano, Pinacoteca
del Castello Sforzesco di Milano, Museo Poldi Pezzoli di Milano, Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, Pinacoteca Alessandra dei Musei Mazzucchelli di Ciliverghe (Brescia), Museo Borgogna di
Vercelli.
Altre notizie: E' membro del CODART (International Council for Curators of Dutch and Flemish art); è perito d’arte della Camera
di Commercio di Cremona e consulente tecnico del Tribunale di Cremona; è tra i soci fondatori e membro del comitato
scientifico dell’associazione “Studia&Artes” con sede a Milano, via Nino Bixio 21.
LEZIONI DI CINEMA ALLO STUDIOLO
VIA BELTRAMI, 26
a cura di Graziella Camurri
MARTEDI 3 APRILE - ORE 17
Il flauto magico
di Ingmar Bergman
MARTEDI 9 OTTOBRE - ORE 17
Prova d’orchestra
di Federico Fellini
MARTEDI 6 NOVEMBRE - ORE 17
Un cuore in inverno
di Claude Sautet
Graziella Camurri
Tra cinema e musica esiste un rapporto strettissimo, nato fin dall'epoca dei film muti, quando il sonoro non esisteva, ma
ogni pellicola aveva un accompagnamento musicale, talvolta opera originale di musicisti importanti, eseguito normalmente da un pianista che stava sotto lo schermo.
Da sempre dunque tutti i film, o quasi tutti, hanno un commento musicale che sottolinea e amplifica le emozioni suscitate
dalle immagini dello schermo, quando addirittura non supplisce alle difficoltà di espressione del regista o degli interpreti.
Le pellicole di cui parleremo in questa piccola rassegna però hanno con la musica un rapporto diverso e più intenso, sia che
essa ne costituisca l'intero contenuto, come quando un grande regista porta sullo schermo un' opera lirica, sia che faccia da
sfondo, quasi da contenitore ad una vicenda minimalista di sentimenti privati, sia che diventi metafora dell'armonia nella vita e nella politica.
CREMONA
GRAFICA|FORMAT
i luoghi
Museo Civico “Ala Ponzone”
Sala San Domenico - Sala Puerari
via Ugolani Dati, 4 Cremona
http://musei.comune.cremona.it
Lo Studiolo
via Beltrami, 26 Cremona
informazioni
Cremonabooks
tel. 0372 31743 - [email protected]
Bookshop Museo
tel. 0372 803622 - [email protected]
prevendita per le audizioni e i concerti
Bookshop Museo e Libreria Cremonabooks
biglietto di ingresso al museo
fino ad esaurimento posti
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