24 — la cornice sinfonica
Michel Tabachnik
per Strauss,
Brahms e Berlioz
Alla Fenice la bacchetta
del direttore svizzero
I
di Chiara Squarcina
l 9 e 10 luglio a dirigere Orchestra e Coro del Teatro
la cornice sinfonica
La Fenice, salirà sul podio Michel Tabachnik, con un
programma che da Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione), poema sinfonico op. 24 di Richard Strauss,
proseguirà con Schicksalslied (Canto del destino) op. 54 di
Johannes Brahms, per approdare infine a Hector Berlioz
e alla sua Symphonie fantastique op. 14.
Direttore e compositore svizzero, Tabachnik – beniamino di Markevitch, Karajan e Boulez – dirige alcune
delle migliori orchestre del mondo come i Berliner Philharmoniker, l’Orchestra del Concertgebow d’Amsterdam, l’Orchestre de Paris, la NHK a Tokyo, ed è ospite abituale di manifestazioni internazionali come i festi-
no scosse dalla febbre; solo quando l’accesso del male si
placa, il suo pensiero può riprender forma e rivolgersi al
passato, agli anni della giovinezza. E la musica pare davvero esprimere, con i suoi mezzi ovviamente, questo tema di un’umanità che lotta e soffre, per la quale la morte sopravviene come una liberazione e, appunto, una trasfigurazione; è da notare in particolare come alcuni temi musicali, ben individuabili all’ascolto, corrispondano
chiaramente a vari momenti o immagini di questo programma: quello dell’infanzia, ad esempio, o quello della morte. Vale la pena sottolineare ancora un paio di circostanze che rendono peculiare questo lavoro straussiano. Anzitutto la partitura orchestrale del poema sinfonico, come spesso accadeva per questo genere musicale, si
presenta accompagnata da un testo letterario, un poema
di sessantadue versi scritto da Alexander Ritter. Verrebbe spontaneo immaginare che il testo poetico preesistesse, e che il lavoro sinfonico ne sia stato un sorta di realizzazione o trascrizione in musica: è esattamente il contrario! I versi furono scritti dopo, su proposta di Ritter, che
sicuramente fu aiutato dallo stesso Strauss a individuare
la traccia narrativa e concettuale che era stata alla
base della composizione. Verrebbe anche naturale attribuire all’opera qualche valenza autobiografica; ma fu lo stesso Strauss a negare ogni identificazione, sottolineando di non
essere a quell’epoca sopravvissuto a nessuna grave malatval di Aix-en-Provence, Lucerna e Salisburgo. Ha direttia (sarebbe successo, ma un paio d’anni dopo), e di non
to Lohengrin, Madama Butterfly, Carmen, The Rake’s Progress
aver ancora assistito alcun moribondo.
a Parigi, Ginevra, Zurigo, Copenaghen, Lisbona, MonNel suo Canto del destino Brahms ha l’ambizione di espritréal, Toronto, oltre ad aver inaugurato il Maggio Musimere qualcosa che il poeta tace: il Canto di Hyperione di
cale Fiorentino del 2007 con Antigone di Ivan Fedele, opeHölderlin si apre con la contemplazione della beatitudine
ra andata in scena con la regia di Mario Martone, rivelandegli spiriti eletti cui si contrappone la condizione umana
do il suo preminente interesse per la musica contempodominata dal dolore e dall’incertezza, e la musica segue il
ranea. Dal 2005 è direttore musicale della Noord Nedertesto aprendo con una lunga introduzione strumentale,
lands Orkest (NNO), con la quale è stato invitato a Parigi
serena e luminosa, che introduce il canto delle anime bealla Salle Pleyel, alla Cité de la Musique e alla Sagra Musiate. Le grida dell’umanità dolente spezzano la quiete, ma
cale Umbra nel 2009. Dal 2008 è anche direttore artistico
la musica non si ferma sulle parole disperate che il poeta
e musicale della Brussels Philharmonic (Orchestra della
pone in bocca agli uomini. Procede oltre riprendendo il
Radio Fiamminga), con la quale quest’anno è in tournée
luminoso brano strumentale dell’inizio che sigla il mesin Europa e in Asia.
saggio di speranza del compositore.
Per quel che riguarda il cartellone veneziano, Tod und
Infine, Berlioz e la sua Symphonie fantastique, cinque moVerklärung narra le ultime ore di un uomo che sempre ha
vimenti che hanno per soggetto un episodio della vita di
lottato per i più alti ideali. Malato, giace nel suo letto, e
un artista con un’idée fixe costituita dal leitmodorme respirando affannosamente, mentre
tiv del tema dell’amore. ◼
un sogno lieto disegna un sorriso sui suoi
tratti sofferenti. Poi si desta, la sofferenza lo Venezia – Teatro La Fenice
attanaglia nuovamente e le sue membra so9, 10 luglio, ore 20.00
Michel Tabachnik (foto di Fred Toulet Cité de la musique).
la cornice sinfonica — 25
Nasce l’Associazione
Mozart Italia
nazionali (Premio Casella, Concorso di Barcellona, Mozart Competition di Salisburgo, Palm Beach), ha suonato
nelle sale più prestigiose degli Stati Uniti (Lincoln Center, Jordan Hall, Kennedy Center) e in molti festival europei, esibendosi in alcuni dei templi sacri della musica
classica e della cultura: Konzerthaus di Vienna, Wigmore Hall di Londra, Louvre di Parigi, Herculessaal di Monaco e Festspielhaus di Salisburgo. Ha suonato con celebri orchestre, tra cui Royal Philharmonic Orchestra, Arthur Rubinstein Philharmonic di Lodz, Camerata Academica Salzburg, Mozarteum Orchestra, Südwestdeutsche Philharmonic, Czech Philharmonic OrVenezia – Ateneo Veneto
chestra e Münchner Symphoniker.
7 luglio, ore 20.00
Con la performance dei migliori
Venezia – San Giovanni Evangelista
corsisti,
il 7 luglio alle 20.00, sem18 settembre
pre in Ateneo, prende il suo avvio
Orchestra Musisches Gymnasium Salzburg
direttore e solista Letizia Michielon
la stagione concertistica 2010.
A Venezia le attività
e la stagione
del nuovo ente musicale
L’
inizio di questa nuova
la cornice sinfonica
estate porta con sé la nascita e l’inaugurazione dell’attività musicale dell’Associazione Mozart Italia (A.M.I.) di Venezia, realizzata sotto il patrocinio del
Mozarteum di Salisburgo e in col-
laborazione con l’Ateneo Veneto, la Scuola di San Giovanni Evangelista e il Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia.
Fondata allo scopo di divulgare e approfondire, attraverso concerti, seminari e convegni, il pensiero e l’opera del compositore austriaco e di creare un ponte tra la
città lagunare e le più prestigiose istituzioni culturali salisburghesi, la nuova associazione sottolinea fin dall’inizio il proprio impegno innanzitutto nel settore della
formazione.
E sarà Nicola Frisardi, docente dell’Università Mozarteum di Salisburgo, a tenere una master class pianistica, che si svolgerà tra il 5 e il 7 luglio nell’Aula Magna
dell’Ateneo Veneto, sede legale dell’associazione. Allievo di Maria Teresa Somma, Frisardi si perfeziona al Mozarteum di Salisburgo sotto la guida di Hans Leygraf,
prendendo parte alle master class di Tatiana Nikolayeva,
György Sebök e Elizabeth Leonskaja. Vincitore di importanti riconoscimenti in numerose competizioni inter-
Il 18 settembre si svolgerà una serata di gala a San Giovanni Evangelista che avrà come protagonista l’Orchestra Musisches Gymnasium Salzburg, compagine salutata da entusiastici consensi durante le sue ultime tournée italiane. Ormai da quasi cinquant’anni l’Orchestra è parte importante della vita culturale di Salisburgo e partecipa all’attività concertistica promossa da enti quali il Festival di Salisburgo, Internationale Stiftung Mozarteum e Attività Culturali di Salisburgo, il Teatro di Stato e Salzburger Jazzherbstes. Numerose le tourneé in tutta Europa, Giappone e Canada.
Il programma della serata comprende il Divertimento
per archi KV136, il Concerto per pianoforte e orchestra KV 271
con Letizia Michielon, presidente dell'Associazione Mozart, nel duplice ruolo di direttore e solista, e la Sinfonia Concertante KV 297b, con l'interpretazione dei vincitori del Concorso Internazionale Audi Mozart 2010. (i.p.) ◼
L'orchestra Musisches Gymnasium Salzburg.
26 — la cornice sinfonica
Gli Amici
del Conservatorio
«Benedetto Marcello»
L
di Letizia Michielon
la cornice sinfonica
o scorso marzo si è costituita l’Associazione Ami-
ci del Conservatorio «Benedetto Marcello», di cui
si è fatto promotore Massimo Contiero, direttore dell’istituzione veneziana. Il comitato direttivo,
presieduto da Sonia Guetta Finzi, comprende al proprio interno Raffaello Martelli (vice presidente
e consigliere), il presidente del Conservatorio Stefano Vinti, il dottor Alfredo Baldi, l’ingegner
Antonio Paruzzolo e lo
stesso Contiero.
Direttore, come è nata l’idea di costituire questa
associazione?
I fondi che riceviamo
dal ministero per sostenere
la nostra attività sono stati decurtati del 50%; né gli enti pubblici,
né gli istituti bancari hanno contribuito per
aiutarci. Ho pensato allora che grazie alle ramificazioni
relazionali di professionisti noti, inseriti nel tessuto sociale, avrei potuto arrivare dove da solo non ce l’avrei fatta. Sono molte le sfide che ci aspettano: oltre all’attività
didattica, stiamo lavorando per l’attuazione della riforma che richiede l’inserimento di nuove competenze e nuovi corsi. L’incremento dell’attività produttiva rende necessario inoltre non solo il reperimento
di fondi ma anche il coinvolgimento di nuovo pubblico. L’associazione rappresenta in questo senso il nostro «braccio armato» sul
territorio.
Come pensa si possa articolare questa opera di diffusione?
I primi aiuti sono già arrivati. Grazie a una serie di sponsor sensibilizzati dall’associazione è stato possibile pubblicare il catalogo delle attività 2010. Ha avuto inizio il
21 maggio l’attività dei saggi, culminata il 17 giugno al
Malibran con il concerto dei
migliori solisti accompagnati
dall’Orchestra della Fenice; in
settembre ospiteremo la giornata inaugurale della Biennale Musica, mentre in novembre si svolgeranno gli omaggi a Chopin e a Schumann, comprendenti anche l’esibizione
della nostra orchestra al Malibran e l’allestimento del Manfred con Ottavia Piccolo vo-
ce recitante.
Un altro aspetto degli interventi necessari riguarda il restauro di
Palazzo Pisani.
In questo senso ci sta aiutando anche il presidente Fai
del Veneto, Camilla Bianchini D’Alberigo, che ha proposto una raccolta firme per poter segnalare Palazzo Pisani
come edificio da tutelare.
L
sempre alla formazione
culturale di Sonia Guetta Finzi, presidente della
neonata associazione, come detto all’inizio di questo articolo. Una passione trasmessale dal padre,
ex presidente degli Amici della Musica.
Per questa sua affezione alla musica, all’istituzione che ne rappresenta l’avvenire attraverso i giovani e per amore
verso Venezia, ha accolto con entusiasmo l’invito a diventare presidente degli Amici del
Conservatorio.
Quali sono in particolare
i progetti che vi impegneranno
nei prossimi mesi?
La nostra azione consisterà soprattutto nel sensibilizzare
la città nei confronti di un’istituzione
che è apparsa ultimamente un po’ dimenticata. Oltre all’attività di reperimento fondi, finalizzata a
sostenere la formazione attraverso borse e viaggi di studio e a contribuire, poco per volta, al ripristino dell’edificio e dei suoi interni, il nostro intento è quello di esercitare pressione sul demanio e sulla sovrintendenza
per avviare quanto prima i lavori di restauro.
Quale programmazione offrirete ai vostri soci?
Vorremmo contribuire a garantire buona visibilità ai diversi appuntamenti organizzati dal «Benedetto Marcello», dando vita a un pubblico di affezionati che voglia seguire la crescita dei ragazzi e gli
sforzi affrontati dall’istituto per
produrre cultura. Desideriamo
inoltre offrire ai nostri soci anche l’opportunità di partecipare a visite musicali, a partire ad esempio dai tesori contenuti nella biblioteca dello stesso Conservatorio veneziano.
Come si fa ad aderire all’associazione?
Al sito conseve.it, nel link Associazione Amici del Conservatorio, si trova il pdf del modulo
d’iscrizione. Abbiamo anche due
giornate di ricevimento nella Sala
di Presidenza al IV piano di Palazzo
Pisani: il lunedì dalle 15.30 alle 17.30
e il giovedì dalle 10.00 alle 12.00. ◼
a musica appartiene da
Sopra: particolare della decorazione settecentesca
degli interni del «Benedetto Marcello»;
sotto: scorcio del doppio cortile interno.
la cornice sinfonica — 27
Al via la iv edizione
del Festival
«Dino Ciani»
Sono un uomo di montagna, nato a duemila metri nel
sudovest americano. Ogni volta che vado a Cortina rimango ispirato, per via dei colori, del gioco dei volumi.
Fin dagli esordi di questo festival, ho voluto ci fosse una
forte presenza della cultura mitteleuropea e della musica
di quel magico periodo viennese che va dal 1890 fino alla
prima guerra mondiale. Quest’anno, per esempio, l’Ensemble della Scala presenterà un programma dedicato a
di Arianna Silvestrini
Mahler, che a lungo ha soggiornato a Dobbiaco. Ritrovo poi tra queste montagne un
arte a luglio, nella splendida corposto vicino all’Austria e alla cultura slava,
nice di Cortina d’Ampezzo, la quarta
all’Est, alla cultura del confine. Questo incroedizione del Festival «Dino Ciani». Il
Cortina d’Ampezzo
cio di tradizioni differenti è molto fertile. In
nuovo cartellone si articola in un ricco vendal 24 luglio al 28 agosto
questa nuova edizione, per la prima volta, detaglio di protagonisti, da Salvatore Accardo a
dichiamo un concerto alla tradizione locale:
Pietro De Maria, da Claudio Desderi ad Aleil 28 luglio si terrà lo spettacolo I monti pallidi – Lusor de
xander Lonquich, da Jeffrey Swann ai giovani pianisti
Luna, appuntamento sui miti legati alle Dolomiti al quadell’Accademia «Dino Ciani». Ed è proprio Swann, nelle parteciperanno il Coro e il Corpo Musicale di Cortina.
le vesti di direttore artistico della rassegna ampezzana, a
Un’impressione sulla figura di Dino Ciani?
raccontarci il programma, dedicato in parte a Chopin e
Una delle prime volte che venni a Cortina fu in occasioa Schumann, dei quali quest’anno ricorre il bicentenario
ne di un concerto con Martha Argerich, grandissima piadalla nascita.
la cornice sinfonica
P
«Per la storia della musica, e per i pianisti in particolare, è un caso straordinario che Chopin e Schumann siano
nati nello stesso anno. Mi sembrava essenziale celebrarli in modo adeguato, ma non ho voluto dedicare interamente a loro la nuova rassegna: nonostante l’importanza di festeggiare questi due amati nomi, un festival deve
avere anche una gamma interessante di varietà. Se ciascuno dei giovani pianisti dell’Accademia “Dino Ciani” presenta almeno un brano di Chopin e uno di Schumann – i
concerti a loro destinati sono davvero numerosi, quattro
in Val Cadore e una decina a Cortina – per quanto riguarda invece gli artisti più affermati, abbiamo lasciato loro
la possibilità di proporre il programma che preferiscono.
Credo che un festival abbia il compito di offrire la possibilità di ascoltare un repertorio non comune nella vita
concertistica normale».
C’è un’ispirazione particolare che viene dalle Dolomiti?
nista che ben conosceva Dino Ciani, la quale mi chiese
di accompagnarla alla tomba dell’amico. Provai un’emozione fortissima e quasi un senso di colpa, perché, essendo stato il vincitore della prima edizione del concorso a lui intitolato – evento che per me fu importantissimo, e che mi fece conoscere in Italia –, devo moltissimo a questo grande pianista scomparso in modo tragico. Dev’essere stata una persona meravigliosa. A Cortina in molti non l’hanno mai sentito suonare e lo conoscono solo nelle vesti di alpinista: mi hanno raccontato
di un uomo straordinario e simpaticissimo. Penso che
questo festival sia bello proprio perché fa rivivere Dino
Ciani e forse lo fa nel modo più giusto, dando ai giovani pianisti l’occasione di suonare, crescere e farsi conoscere. E questo tra le Dolomiti che lui tanto adorava. ◼
A sinistra Jaffrey Swannb (associazionedinociani.com), a destra Dino Ciani.
28 — la cornice sinfonica
L’Orchestra
del Teatro Olimpico
celebra
i suoi primi vent’anni
la cornice sinfonica
I
di Fiorenza Conti
l 2010 è un anno di anniversari per la Città del Palladio. La Società del Quartetto ha festeggiato un secolo di storia e l’Orchestra del Teatro Olimpico (Oto)
celebra i suoi primi vent’anni. Il suo debutto risale infatti al 14 luglio 1990 in occasione della «Notte della Musica», con l’esecuzione della Sinfonia n. 35 in re
maggiore «Haffner» K 385
di Mozart e della Sinfonia
n. 1 in do maggiore op. 21
di Beethoven, dirette da
Amedeo Monetti. È nata
per iniziativa del Comune
di Vicenza e di alcuni musicisti vicentini, raccogliendo le esperienze precedenti di altre formazioni cittadine e riunendo alcuni tra
i migliori esecutori veneti. L’idea di fondo era creare un organico riconoscibile con Vicenza, che divenisse punto di attrazione delle differenti potenzialità musicali. Il riferimento non poteva non cadere sull’Olimpico, e l’Orchestra, identificandosi nel
teatro coperto più antico
del mondo, palcoscenico
suggestivo e ambitissimo
da tutti gli artisti, manifestò così la volontà di impegnarsi a coinvolgere le varie realtà locali in diversi
progetti artistici.
L’appuntamento principale della Oto, avviato
nel 1992 e rilanciato felicemente nel 1995 da Giancarlo Andretta (poi direttore artistico e principale dal 1996 al 1999 e solo direttore
principale fino alla fine del 2002), è «Il Suono dell’Olimpico», rassegna sinfonica che si svolge da aprile a giugno.
E quest’anno ha dato il la alla manifestazione una serata
celebrativa, intitolata 20 anni di Oto, che il 22 aprile scorso ha riportando sul palco il violinista Giovanni Guglielmo, diretto da Giancarlo De Lorenzo.
«Siamo particolarmente lieti di aver avuto il privilegio
del patrocinio del Comune di Vicenza, che dà un rilievo
particolare al festeggiamento del ventennale dell’ensemble – ha dichiarato Livia Coppola, presidente dell’Oto dal
2008 –. Si tratta di un riconoscimento di cui siamo grati
all’Amministrazione e che per noi è il riscontro del ruolo
di attore principale e di promotore dell’attività musicale
che la nostra orchestra ha ottenuto in questi anni di presenza attiva in città».
«Il Suono dell’Olimpico» è il fulcro dell’attività concertistica della Oto, che in occasione dei festeggiamenti ha
predisposto tre serate speciali. Nella prima, il 26 aprile scorso, ha portato in scena La serva padrona di Giovan
Battista Pergolesi (nel terzo centenario della nascita), rappresentata per la prima volta a Napoli il 28 agosto 1733 e
considerata come il prototipo dell’opera comica. Nella seconda soiré (4 maggio) si è dedicata allo straordinario Canto Della Terra (Das Lied von der Erde) di Gustav Mahler.
E infine il 7 maggio ha dato il meglio di sé nel concerto
Oto in Jazz, inserito nel cartellone di «New Conversation Vicenza Jazz», di cui
ha inaugurato la XV edizione. Il concerto, diretto
ancora da De Lorenzo, ha
riportato per la sesta volta
all’Olimpico la fisarmonica di Richard Galliano, ed
è stato indimenticabile, travolgente e ricco di pathos.
Quindici minuti di applausi hanno fatto capire che
il pubblico avrebbe voluto che non finisse, oltre a
confermare che l’Orchestra, assai amata in città, è
cresciuta e può affrontare
ogni genere di programma, entrando subito in sintonia con direttori, musicisti ospiti e soprattutto partiture eterogenee.
«“Il Suono dell’Olimpico” è da sempre un momento di celebrazione. Innanzitutto della musica
tout court, che nel teatro palladiano, scrigno di perfetta acustica, trova una collocazione ideale, ma anche
della città di Vicenza, culla della nostra orchestra.
In questo periodo stiamo
lavorando per costruire la
prossima stagione sinfonica, che oggi è ancora in
via di definizione, ma anche tutta la circuitazione dell’Oto a livello provinciale,
regionale e nazionale. Abbiamo confermato la collaborazione pluriennale con “I Pomeriggi Musicali” e quindi una nostra data al Teatro Dal Verme di Milano (sede
dei “Pomeriggi”) per il prossimo marzo», ha commentato dal canto suo Giancarlo De Lorenzo, direttore artistico della Oto dal 2003.
Per ripercorrere sin dalle sue origini l’evoluzione musicale di questa formazione, abbiamo sentito la testimonianza del suo direttore generale, il maestro Roberto De
Maio, già coordinatore artistico e segretario dal 2005, che
la cornice sinfonica — 29
Seconda). Dal 2001 in poi abbiamo approfondito questo
filone romantico confrontandoci con solisti quali Shlomo Mintz, Uto Ughi, Misha Maisky, Philippe Entremont,
Brigitte Engerer. Nel 2007, a riconoscimento del lavoro
svolto, l’Orchestra è divenuta responsabile della Stagione
sinfonica della Fondazione Teatro Città di Vicenza. Il nostro obiettivo futuro, a partire dalla stagione 2010-2011, è
quello di espanderci capillarmente nel territorio provinciale e regionale. Vogliamo che la gente ci segua!»
L’ensemble berico ha al suo attivo una serie di importanti collaborazioni con direttori e solisti quali Peter Maag,
Massimo De Bernart, Paul Angerer, Umberto Benedetti Michelangeli, Daniel Lipton, André Bernard, Bernard
Viti e con solisti come Alexander Lonquich, Benedetto Lupo, Joaquin Achucarro, Maria Tipo, Antonio Balli-
fare musica assieme e divertirsi facendola, nell’ottica della crescita. Del gruppo iniziale solo quindici elementi ne
fanno ancora parte, sui quaranta-cinquanta che compongono oggi l’orchestra, che costituisce in realtà un’esperienza di passaggio, in quanto i musicisti lavorano a progetto e non hanno uno stipendio. Molti giovani del nucleo originario hanno vinto concorsi e attualmente suonano in orchestre prestigiose sia in Italia che all’estero. A
livello tecnico l’orchestra è cresciuta molto in dimensioni
e qualità. In questi vent’anni ha tracciato un percorso artistico che, nei primi dieci, partendo dal tardo classicismo
e dal barocco, lavorando su Mozart e Haydn, è arrivato a
Stravinskij e ad alcune opere del Novecento. Dal ’98-’99,
con il maestro Andretta abbiamo affrontato le sinfonie
di Beethoven e con il Giubileo abbiamo concluso il ciclo
con la Nona. Poi è venuto il periodo romantico di Schubert, Schumann, Brahms, Dvorak e Cajkovskij (del quale abbiamo eseguito tutte le sinfonie eccetto la Prima e la
sta, José Carreras, Cecilia Gasdia, Renato Bruson, Denia
Gavazzeni Mazzola, Claudio Desderi, Mario Brunello,
Giovanni Guglielmo, Jean Guillou, Narciso Yepes, JeanMarc Luisada, Milan Turkovic, Enrico Bronzi, Hansjorg
Schellenberger, Giuliano Carmignola. Eseguendo musiche del nostro tempo, significativi e prestigiosi sono stati gli incontri con il già citato Astor Piazzolla, Enrico Rava, Ralph Towner e Lee Konitz.
L’Oto in questi vent’anni ha suonato nelle principali sale italiane ed europee, partecipando regolarmente a prestigiosi festival e si è esibita in tournée in Francia, Germania, Spagna, Grecia, Norve­g ia e Finlandia. Spiccano poi le frequenti presenze negli Usa, a Philadelphia e
New York (Carnegie Hall, Barge Music, Merkin Hall). ◼
la cornice sinfonica
inizia a parlarci delle sue esperienze proprio partendo da
quella con Galliano.
«Richard lo conosciamo da quindici anni. Era il decimo
concerto che facevamo con lui. Nel ’91 avevamo suonato con Astor Piazzolla, poco prima che lui morisse, e subito dopo abbiamo realizzato il primo concerto con Galliano. È un artista disponibile, semplice, umile, privo di
ogni elemento divistico e con la sua simpatia mette a proprio agio l’orchestra». Ma che cos’era vent’anni fa la Oto?
«All’inizio – De Maio – è stata una speranza e un forte
punto aggregativo (la Oto nacque come costola dell’Orchestra “Pedrollo” del Maestro Guglielmo). Ho dedicato
tutta la mia adolescenza e la mia giovinezza a questa compagine orchestrale, che poi è divenuta la Oto. La sua forza
sta nello spirito che l’ha sempre animata, ovvero quello di
L'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza
(a fronte foto di Roberta Cozza;
sopra di Paolo Marzocchella Bottega del Sale).
30 — la cornice sinfonica
Al Teatro de la Sena
un suono
«Ffortissimo»
L’edizione 2010 del festival si aprirà l’8 luglio all’insegna di quella che probabilmente è l’antitesi per eccellenza
nella storia del pensiero musicale (e non solo): Classicismo
o Romanticismo?. Protagonista del concerto, con musiche
di Haydn, Mozart e Dvořák, l’Orchestra di Padova e del
Veneto (con il violino principale di Paolo Chiavacci), orchestra da camera forgiata dal gesto di un gigante dell’interpretazione classica come Peter Maag e oggi protagonista di un significativo approdo a una dimensione compiutamente sinfonica.
«Giù il cappello, signori: un genio!», il celebre incipit
della pagina con la quale Schumann recensì entusiastidi Alberto Castelli *
camente le Variazioni op. 2 del coetaneo Chopin, è il titolo del récital pianistico (13 luglio) con il quale
all’8 al 29 luglio, il Teatro de
Ffortissimo festeggia il CC anniversario della
la Sena a Feltre sarà il prestigioso
Feltre – Teatro de la Sena
nascita dei due grandi compositori. Sul palcontenitore di Ffortissimo Feltre Fedall’8 al 29 luglio
coscenico della Sena la giovanissima pianistival, un cartellone di quattro concerti che
sta Leonora Armellini, recentemente amdalla musica antica arriveranno ai linguaggi
messa tra trecentosettanta pianisti da tutto il
contemporanei, e che vedranno ospiti alcumondo alla sessione finale (ottobre 2010)
ni tra i più interessanti artisti del panoradel Concorso «Chopin» di Varsavia.
ma concertistico internazionale.
Con il terzo appuntamento in
Il Teatro de la Sena, ovvero «delprogramma (22 luglio) il testila scena», è collocato al primo
mone del festival passerà a un
piano del Palazzo della Ragiointerprete di caratura internane, dove fin dal 1621 è docuzionale, il clavicembalista Mamentata la presenza di «una
han Esfahani, che, nato a TeSena per recitar commedie in
heran 26 anni fa, nel 2009 ha
Carnevale». L’attuale strutturicevuto due tra i riconoscira è il risultato dell’intervento
menti più ambiti a livello mondell’architetto Gianantonio Seldiale: il Borletti-Buitoni Trust e il New
va, già progettista del Teatro la FeGeneration Artist della BBC. Reduce
nice di Venezia, che nel 1802 seguì
dai successi dei récital londinesi alla Wigpersonalmente la ristrutturazione dello
more Hall e al City of London Festival, Esfahaspazio, mentre le decorazioni pittoriche furoni («magnifico» per il «Daily Telegraph», «stupefacente»
no realizzate nel 1843 da Tranquillo Orsi, già autore nel
per «Early Music America») interpreterà per FFortissimo
1837 delle decorazioni neoclassiche del teatro veneziano:
pagine di Louis e Francois Couperin, Domenico Scarlatper questo la Sena è noto anche come «la piccola Fenice».
ti e Johann Sebastian Bach.
Chiuso nel 1929 per inagibilità, è stato definitivamente riAncora Robert Schumann, infine, per il concerto di
aperto nel 2009 dopo un lungo e accurato restauro.
chiusura (29 luglio), con una suggestione dalle celebri
Ffortissimo Feltre Festival, fortemente voluto dall’AssessoKinderszenen op. 15 (la bella pagina Fast zu Ernst, Quasi tropre alle Politiche della Cultura della Città di Feltre, Ennio
po serio) che ispira e titola il primo album di uno tra i più
Trento, e reso possibile grazie al sostegno della Regione
interessanti pianisti jazz italiani, il diciannovenne romadel Veneto, è stato ideato nel 2008 proprio con l’obiettino Enrico Zanisi, che si esibirà a Feltre in trio con il batvo di proporre alla Sena un ciclo di concerti di alto livelterista Ettore Fioravanti e il contrablo qualitativo, ed è affidato per la sua realizbassista Francesco Ponticelli.◼
zazione a un team di associazioni attive sul territorio, coordinate dall’Associa* Direttore artistico
zione Musicale
del Ffortissimo Feltre Festival
Feltrina «Giovanni BattiNell'ovale,
sta Maffioletil Teatro de la Sena (foto
ti», che ne cuDalla Giustina Archivio
ra anche la proComune di Feltre).
grammazione
artistica.
A fianco, l'Orchestra di
Quattro concerti estivi
nella «piccola Fenice» di Feltre
la cornice sinfonica
D
Padova e del Veneto
(padovacultura.padovanet.it).
Este capitale della
musica da camera
con il Quartetto
Auryn
P
er una settimana sarà Este la capitale veneta della musica da camera. Con la quarta edizione degli «Incontri internazionali di musica da camera»
il Quartetto Auryn conferma infatti la propria presenza
nella cittadina padovana proponendo un nuovo cartellone all’insegna della ricercatezza della proposta e dall’ottimo livello esecutivo che fin dalla prima edizione hanno
caratterizzato gli appuntamenti del festival.
Fino al 4 luglio, nell’affascinante cornice medievale della Chiesa di San Martino, i quattro musicisti dell’Auryn
(Matthias Lingenfelder e Jens Oppermann, violini, Stewart Eaton, viola e Andreas Arndt, violoncello) insieme
ad alcuni tra i solisti più interessanti del panorama internazionale saranno i protagonisti di cinque concerti (che
hanno avuto inizio a fine giugno) che ruoteranno intorno alla figura e all’opera di Robert Schumann.
Tra i più longevi quartetti del mondo (è attivo nella stessa formazione da quasi trent’anni), il Quartetto Auryn si è esibito in tutti i principali centri della vita musicale internazionale e nei festival più
rinomati. Sul versante discografico la collaborazione con l’etichetta Tacet è stata
premiata con il «Diapason d’Or» per l’integrale dei quartetti di Schubert, con il
«Preis der Deutschen Schallplattenkritik» per le opere di Hugo Wolf e con il
cd Classic Award per i Quartetti di Beethoven; il primo volume dell’integrale dei Quartetti di Joseph Haydn, recentemente pubblicato, ha ricevuto nel
2009 il prestigioso «Echo Klassik».
Ed è accanto all’intensa attività concertistica e discografica che il Quartetto Auryn ha
fondato nel 2007 gli «Incontri Internazionali di musica da camera» di Este. Lo spirito del festival
è ben illustrato dallo stesso
Quartet-
to: «L’idea è quella di lavorare e suonare con altri musicisti, astraendoci dalla nostra frenetica routine di concerti,
invitando amici, parenti e conoscenti da tutto il mondo a
partecipare e a godere di una settimana di grande musica. Aver tempo per provare insieme, ma anche semplicemente per stare insieme, godendo della piacevolissima atmosfera del Veneto e della sua gente, è diventato il tipico
“benvenuto” del programma: una vera e propria oasi musicale nello scompiglio della quotidianità concertistica».
Nel 2007 gli «Incontri» furono dedicati ad Antonin
Dvořák; nel 2008 hanno festeggiato il CLXXV compleanno di Johannes Brahms, mentre nel 2009 hanno celebrato il CC anniversario della morte di Joseph Haydn.
L’edizione del 2010 è invece dedicata a Robert Schumann, nel CC anniversario della nascita. «Quest’anno il
canto farà il suo debutto al festival – commenta Matthias
Lingenfelder, primo violino del Quartetto – e la famosa
soprano Ruth Ziesak ha accettato il nostro invito a cantare i Lieder di Mahler e Schumann nonché il meraviglioso Stabat Mater di Boccherini. Ma altri straordinari musicisti si uniranno a noi per il festival di quest’anno: Volker Jacobsen, ex violista dell’Artemis Quartet, Jens Peter
Maintz del Trio Fontenay, nonché Szymon Marciniak,
solista, musicista da camera e attuale contrabbasso della
Hague Philharmonic, affiancheranno il nostro Quartetto per suonare opere di Schumann, Schubert, Bruckner e
Richard Strauss che vanno dal quintetto al settimino.
Il pianista Peter Orth, già applauditissimo interprete nelle edizioni passate del Festival, ci delizierà con opere del suo repertorio camerisitico e solistico e con la prima esecuzione
mondiale di un brano del compositore
americano Jeremy Gill».
Il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Este, con
l’Associazione Polesine Musica e con
l’Avam-Associazione Veneta Amici della Musica. Il programma completo del festival è disponibile nel sito
web del Quartetto Auryn alla pagina
www.aurynquartet.com/este (a.c.). ◼
Este (Pd) – Chiesa di San Martino
Incontri internazionali di musica da camera
fino al 4 luglio
Robert Schumann nel 1839.
Il Quartetto Auryn.
la cornice sinfonica
la cornice sinfonica — 31
32 — la cornice sinfonica
Portogruaro
fa il «Doppio»
La xxviii edizione
dell’Estate Musicale
I
17 agosto prossimo si inaugura la XXVIII Estate Musicale di Portogruaro, il Festival Internazionale di Musica organizzato dalla Fondazione Musicale «Santa Cecilia». Abbiamo incontrato il violoncellista
Enrico Bronzi, chiamato a dirigere la rassegna per il terzo anno consecutivo.
Il tema centrale di questa edizione del festival è il «Doppio». Com’è
nata l’idea?
Nel 2010 si festeggiano due anniversari molto importanti: il bicentenario dalla nascita di Schumann e di Chopin. Ma mentre la maggior parte delle istituzioni musicali, specialmente quelle che organizzano cicli pianistici, ha
dato ampio spazio alla celebrazione di Chopin, abbiamo
voluto invece dare più rilievo al discorso schumanniano.
Ogni anno puntiamo la lente su un compositore: di solito
si tratta di autori importanti ma non molto noti. In questo caso, anche per un mio amore per Robert Schumann,
usciamo dalle regole degli anni scorsi per concentrarci
su questo straordinario artista. C’è una sorta di atteggiamento compositivo che lo contraddistingue, e il «Doppio» è uno dei temi più amati da Schumann. Sono note le figure di Florestano e di Eusebio, che incarnano le
due nature opposte del compositore, il quale afferma di
aver scritto certi brani dando voce alternatamente a uno
dei due aspetti che compongono la sua personalità. Il tema del «Doppio» è nato essenzialmente dall’immaginazione di Jean Paul, forse lo scrittore più amato da Schumann, che ha fatto sua l’idea che la molteplicità possa vivere dentro una sola anima. I protagonisti del romanzo
L’età della stupidera (titolo che riflette molto bene il tema
scanzonato e ironico del libro) sono due gemelli in realtà
tra loro molto diversi per carattere, ispiratori della scrittura di Florestano e di Eusebio.
Pur essendo un tema che attraversa tutta la storia della musica e che ha avuto moltissime elaborazioni anche
qualità questa rassegna è rinomata. Portogruaro è semnel Novecento, il «Doppio» rimane un argomento pretpre stato un crocevia di personalità di rilievo internaziotamente romantico e, pertanto, questa edizione del festinale. Quest’anno ci sarà la partecipazione di nuovi arval sarà incentrata su questo periodo. Giocheremo sul tetisti, che prenderanno parte sia all’attività didattica che
ma in modo volutamente aperto, ad esempio utilizzando
a quella concertistica. La mia idea è quella di realizzatitoli che possano essere letti in più modi o in modo, apre un festival che sia allo stesso tempo internazionale
punto, doppio: ci saranno concerti di pianoforte a quate locale: penso sia un errore escludere a priori uno dei
tro mani ed esibizioni con strumenti gemelli. Un evendue aspetti. Parteciperanno artisti italiani e stranieri, e
to speciale sarà quello della festa delle ance doppie, una
in special modo artisti giovani, come Filippo Gamba,
folle giornata in cui le ance verranno rappresentate sia sepianista veneziano della nuova generazione, e il Quarcondo la tradizione colta che secondo quella popolare.
tetto Minetti, formazione emergente molto interessanSarà una festa in cui il doppio sarà… ulteriormente dopte. Portogruaro si confermerà il palcoscenico ideale per
piato nell’interpretazione di canti devozionali accompagiovani artisti al loro debutto e per giovani studenti ingnati da oboi, fagotti, zampogne, ciaramelle e altri struteressati a partecipare a uno dei tredici corsi attivati. ◼
menti (cfr. p. 33).
Quali saranno gli ospiti principali di questa
edizione?
Tra gli ospiti d’eccezione ci sarà il concerPortogruaro
dal 17 agosto al 2 settembre
Enrico Bronzi (foto di Andrea Sacchi KS).
to a quattro mani di Alexander Lonquich e
l
la cornice sinfonica
di Arianna Silvestrini
della sua compagna Cristina Barbuti. Il concerto di chiusura è stato affidato all’Accademia dell’Orchestra di Mozart e al maestro Sergej Krylov nel suo doppio ruolo di
solista e di direttore. Festeggeremo anche i vent’anni anni del Trio di Parma, formazione della quale faccio parte
e che nella sua storia non ha mai cambiato elementi. Abbiamo tentato di sfruttare la globalità del tema del «Doppio» e contestualmente di presentare un programma il
più variegato possibile, proponendo in cartellone manifestazioni di natura diversa: concerti cameristici, un ciclo
pianistico, concerti di musica antica.
Il Festival di Portogruaro ha una storia molto gloriosa. Anche quest’anno ci saranno i corsi estivi, per la cui
la cornice sinfonica — 33
Incontri eno-culturali
introducono i concerti
R
itornano, dopo il successo
delle scorse edizioni
e per il terzo anno consecutivo, le attese Penombre,
la serie di incontri eno-culturali dell’Estate Musicale di Portogruaro (cfr. pagina a fianco), ideati per offrire al pubblico la possibilità di approfondire gli appuntamenti serali attraverso interventi di musicologi e critici
musicali. Si rinnova dunque lo stretto connubio tra musica e vino, inaugurato dall’edizione 2008 della rassegna
curata da Enrico Bronzi, che anche quest’anno si avvale
della collaborazione di alcune prestigiose realtà aziendali
vitivinicole del Veneto e del Friuli. Il pubblico avrà quindi la possibilità di ascoltare le introduzioni ai concerti, tenute da autorevoli musicologi, sorseggiando selezionati
vini che verranno descritti e presentati in forma di erudita degustazione.
Il gioco ironico sulla parola «ombra», che in veneto indica il bicchiere di vino, è il senso profondo di un’iniziativa che intende fornire degli «assaggi» all’udito e al gusto, prima del momento concertistico. A questo scopo, l’edizione 2010 ospita ancora una volta alcuni tra i massimi esponenti della cultura musicale italiana. L’operazione sinestetica di Penombre, curata dal musicologo Umberto Berti, si avvarrà infatti degli interventi di noti esperti e studiosi, tra cui Nicola Scaldaferri, Roberto Calabretto e Quirino Principe,
tra i più importanti musicologi e germanisti italiani, nonché scrittore e critico.
Oltre alle Penombre sono anche previsti, nel corso del
festival, altri momenti di «parole sulla musica». Di tutte queste iniziative diamo un breve elenco, sottolineando che le date indicate possono essere suscettibili di variazioni, e che il cartellone definitivo lo si potrà scaricare dal sito www.fmsantacecilia.it a partire dal 20 luglio.
Il 17 agosto alle 20.00 nel Foyer della Magnolia, Alexander Lonquich ed Enrico Bronzi saluteranno l’apertura del festival con un’introduzione alla nuova rassegna
e un brindisi. Il 21 agosto si potrà assistere al Doppio nello specchio del Lied, con Quirino Principe nelle vesti di relatore e voce recitante, il tenore Alessandro Cortello e Andrea Rucli al pianoforte. Il giorno seguente, alle 18.00 al
Collegio Marconi, si terrà la conferenza introduttiva al
concerto dell’Ensemble De Labyrintho. Il 30 agosto, alle 21.00 nell’Abbazia di Summaga, si svolgerà la conferenza-concerto su Ludwig Schunke, un «doppio» di Robert Schumann, con Renato Principe relatore e pianista,
e il mezzosoprano Alessia Franco. Inoltre, in data e luogo ancora da destinarsi, Giuseppe Modugno terrà una
conferenza-concerto su Chopin, in occasione del bicentenario della nascita.
Per quel che riguarda più da vicino le Penombre, il 20 agosto nel Foyer della Magnolia alle 19.00, si festeggeranno «Vent’anni col Trio di Parma», con un’introduzione
ai concerti – e una degustazione enologica – che ancora
una volta vedrà protagonista Quirino Principe, prezioso amico del festival da molti anni. Alle 21.00 ci si potrà
spostare nella sala del Teatro Comunale «Luigi Russolo»
per ascoltare il violino di Ivan Rabaglia, il violoncello di
Enrico Bronzi e il pianoforte di Alberto Miodini – il Trio
di Parma, appunto – in un concerto che proporrà musiche di Schumann e di Schubert.
Il 28 agosto, tra il Foyer della Magnolia e il Municipio,
a partire dalle 19.00, Nicola Scaldaferri parlerà di «Ance doppie, fra tradizione colta e popolare»; e alle 21.00 al
«Luigi Russolo», Luca Macias Navarro e Jaime Gonzàlez all’oboe, Paolo Carlini al fagotto, Christine Hoock al
contrabbasso, Francesco Saverio Pedrini al clavicembalo,
con lo stesso Scaldaferri e formazioni di ance doppie della Val d’Agri e del Cilento presenteranno parte del repertorio di Jan Dismas Zelenka, musiche per il ballo e canti
religiosi e devozionali eseguiti con accompagnamento di zampogne e ciaramelle.
Il 29 agosto, ancora una volta nel Foyer
della Magnolia alle 19.00, sarà la volta di
Roberto Calabretto, che, sempre nella zona dedicata alle Penombre, introdurrà il concerto che alle 21.00 Enrico Bronzi e Filippo Gamba terranno nel Teatro di Portogruaro,
tra Beethoven e Schumann. (i.p.) ◼
la cornice sinfonica
Nuove «Penombre»
per il Festival
di Enrico Bronzi
34 — la cornice sinfonica
Il gesto musicale
di Claudio Abbado
Il maestro
al Festival di Lucerna
tra Mahler e Beethoven
arti
non è il lussuoso risultato della ricchezza sociale, bensì è
vero il contrario: solo il raffinamento della cultura crea ricchezza». È il
credo politico-culturale di Claudio
Abbado espresso nell’istruttivo volume a lui dedicato e curato dal sovrintendente delle Berliner Festwochen Ulrich Eckardt per Il Saggiatore (2003), un pensiero forte e attuale che segna non solo ogni suo
progetto, ma ogni suo gesto e ogni
evoluzione del pensiero musicale,
concerti o opere. La forza espressiva del libero pensiero artistico
si sprigiona da ogni performance: con Abbado non si penetra solo nel cuore dei nessi e delle problematiche di una composizione, ma si
va sempre oltre l’orizzonte delle attese. Per Claudio Abbado – che il
26 giugno scorso ha compiuto settantasette anni – «la mia cosiddetta carriera è sempre stata un viaggio
di esplorazione, di scoperta»; e così, ritornare su alcuni colonne portanti del passato musicale diventa
sempre fonte di nuove scoperte. Le
apparizioni di Abbado sono misurate e accuratamente profonde, rimangono punti fissi i concerti con
l’Orchestra Mozart, alcuni concerti con la Mahler Chamber Orchestra (MCO) e con l’Orchestra giovanile del Venezuela «Simon Bolivar»,
e i due appuntamenti estivi al Festival di Lucerna (dal 12 agosto al 18
settembre, www.lucernefestival.ch,
[email protected]), dove Abbado inaugura la rassegna in qualità di direttore dell’orchestra del Festival, composta da prime parti di
alcune delle migliori compagini europee e da grandi solisti. L’idea centrale è che a Lucerna «il fare musica con l’orchestra – scriveva Peter Hagmann – rappresenti fondamentalmente
un modo più ampio di fare musica da camera». Quest’anno è la volta di Fidelio di Beethoven il 12 e 15 agosto, dopo le recite proposte l’anno scorso con la MCO con un
Fidelio tanto ancorato al classicismo quanto alla limpida
«
la cornice sinfonica
I
di Mirko Schipilliti
e olimpica chiarezza di linee e compenetrazioni tra voci
e orchestra. Seguono due esecuzioni della Nona sinfonia
di Mahler (20 e 21 agosto), titolo su cui Abbado ritorna
spesso – con nostra grande gioia, in replica il 20 ottobre
alla Salle Pleyel di Parigi – dopo la registrazione con la
Berliner Philharmoniker del 2002 e le esecuzioni con la
Mahler Jugende Orchester (con relativo cvc al Parco della Musica di Roma), di cui è ancora vivo il ricordo del lungo silenzio alla fine dell’esecuzione. «Mantenere il silenzio significa aver ascoltato in modo particolarmente intenso». E il critico musicale Gerhard R. Koch ricorda come «alla domanda su quale fosse il pubblico da lui prefe-
l libero sviluppo delle
rito, quello milanese, viennese oppure berlinese, Abbado esitò per un attimo, poi rispose che forse esisteva un
criterio per giudicare la capacità di recepire un prodotto
artistico: la pausa tra la fine della Sinfonia n. 9 di Mahler e
l’inizio dell’applauso del pubblico». Se Eros è il titolo del
festival di Lucerna per il 2010, proponendo l’amore co-
la cornice sinfonica — 35
po l’Orchestra Mozart, la Giovanile Italiana e l’orchestra
Cherubini, unite a Bologna per il Te Deum di Berlioz nel
2008, ecco la Mozart e l’Orchestra «Haydn» di Bolzano
e Trento fuse l’anno scorso nella Settima di Bruckner, secondo la capacità taumaturgica abbadiana di portare tutti su una medesima idea di suono e di pensiero. «Quello che conta alla fine è l’esecuzione. In quel caso il direttore ha solo le mani e gli occhi per comunicare. È in quel
momento che deve realizzarsi il magnetismo, la tensione
che si trasmette all’orchestra». Dopo Lucerna, ritornano
alcuni titoli: lo Stabat Mater di Pergolesi insieme a estratti dalle Passioni bachiane il 18 e 19 settembre a Bologna,
in replica il 21 all’Aquila per l’inaugurazione del nuovo
Auditorium (prosegue infatti il progetto «Orchestra Mozart per l’Abruzzo» per la raccolta di fondi destinati alla
rinascita della musica all’Aquila). Nel bicentenario schumanniano, programma monografico col ritorno di Radu
la cornice sinfonica
me espressione poetica degli opposti, del contrasto e del
ricongiungimento, Fidelio è un ottimo biglietto da visita,
mentre la riscoperta di Mahler, proseguendo a Lucerna
l’appuntamento annuale con le sinfonie, trova in Abbado
un cardine dell’interpretazione d’oggi e un mondo sonoro mai udito prima d’ora.
La grande sorpresa era per il ritorno di Abbado alla Scala di Milano (a ventiquattro anni di distanza dai diciotto vissuti come direttore musicale del teatro, dal 1968 al
1986) previsto per il 4 e 6 giugno scorsi, dove, insieme
all’Orchestra Mozart, la Filarmonica scaligera fondata proprio da Abbado avrebbe eseguito la Sinfonia n.2 di
Mahler, con cui Abbado debuttò nel ’63 alla Scala. Concerti sospesi per un improvviso «stato di grave affaticamento seguito ai tre con la Filarmonica di Berlino» del
maggio scorso (dove aveva diretto Schubert, Schönberg
e Brahms), e si spera in corso di riprogrammazione per
il futuro in «un nuovo
progetto artistico con
il Teatro».
Anche se, con un
estratto dal terzo concerto di Beethoven,
Abbado aveva diretto la Filarmonica della
Scala a Che tempo che fa il
3 dicembre scorso con
Daniel Barenboim solista, l’assenza a Milano non ha solo rimandato uno dei concerti più attesi dell’anno,
mettendo in discussione anche i progetti intercorsi col Comune,
poiché il cachet era insolitamente costituito
da novantamila alberi
per ripopolare di verde la città, con pioppi, cipressini e magnolie secondo un progetto coordinato da Renzo Piano.
Cancellata anche la
direzione del concerto con l’Orchestra Mozart per il festival di
Ravenna, l’ultima esibizione italiana prima
del consueto appuntamento annuo berlinese erano stati i concerti a Ferrara e Reggio Emilia, con l’Ottava di Beethoven, le Variazioni su un tema di Paganini e il secondo
concerto di Rachmaninov con la cinese Yuja Wang: bastava l’incipit del Concerto n.2 con la MCO, pochi secondi,
tre note, per capire l’intensità della penetrante concertazione di Abbado. È come quando nel buio più profondo
si accende all’improvviso la luce.
«Ci saranno sempre nuovi progetti, è una delle mie malattie», citava il «Corriere della Sera» riguardo ai concerti della Scala, e accanto al legame col Venezuela e le sue
orchestre, ai concerti con l’Orchestra «Simon Bolivar» a
Caracas e Lucerna, Abbado ha sempre proseguito progetti di fusione e compenetrazione tra orchestre. Do-
Lupu (nel concerto di Schumann), il 21 novembre a Bologna e il 23 a Ferrara, e poi Beethoven, a Bologna il 28
novembre, con la Quinta sinfonia e il concerto per violino insieme a Isabelle Faust (www.orchestramozart.com).
Proprio in Beethoven, dalle sinfonie a Fidelio, vive con
Abbado l’incredibile equilibrio nel porgerne non solo le
connessioni con classicismo e romanticismo, ma soprattutto la forza dirompente di un pensiero innovativo. ◼
Claudio Abbado
(a fronte, foto di Marco Caselli Nirman;
in questa pagina, di Georg Anderhub).