STAGIONE 2006/2007
CURVA
MINORE
LA MUSICA ATTRAVERSA/O I SUONI VI edizione
15 NOVEMBRE 2006/7 MARZO 2007
PALERMO/CATANIA/ENNA
FEMINA SAPIENS SSS
ESSERE È NON ESSERE
IMPROMUSIC
ERNST REIJSEGER ORCHESTRA VIRTUOSO
SBUTRÌO
NANOOK OF THE NORTH
MAN WITH A MOVIE CAMERA
PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN?
INCITTÀ
ARIA
TEMPS RÉEL - LA PRÉSENCE DU MONDE
ASK FATHER - BUMPING INTO BROADWAY
A SEA OF SOUNDS - UN MARE DI SUONI
LA MERIDIANA DEL CONVENTO
IL SUONO DEI SOLI EDIZIONE SPECIALE
DEDICATA A CORNELIUS CARDEW
MAGGIO 2007
STRADE DEL CINEMA
CONCORSO GIOVANI MUSICISTI EUROPEI
GIUGNO 2007
Sette quadri per voce e percussioni_
Concerto scenico per voce e contrabbasso_
Dutch/Sicilian Connection_
Dutch/Sicilian Connection_
New rockcontest_
Mike Cooper special dedication_
Mike Cooper special dedication_
Mike Cooper special dedication_
Performance su più dimensioni_
New rockcontest_
Performance Butoh_
Strade Del Cinema_
Dutch/Sicilian Connection_
Strade Del Cinema_
CURVA MINORE COMPIE 10 ANNI_
NEL PRESENTARE LA STAGIONE CONCERTISTICA 2006/2007 DESIDERIAMO SUBITO EVIDENZIARE CHE SI TRATTA DI UNA
STAGIONE MOLTO PARTICOLARE POICHÉ CI PREPARIAMO A TIRARE LE SOMME DI 10 ANNI D’INTENSA ATTIVITÀ CHE CI HA VISTO
PROTAGONISTI DI ALCUNE TRA LE PIÙ IMPORTANTI MANIFESTAZIONI INNOVATIVE LEGATE ALLA MUSICA DEI NOSTRI GIORNI.
INIZIATO IL NOSTRO CAMMINO NEL 1997, CON LA PRIMA EDIZIONE PRESSO LO SPASIMO DEL FESTIVAL CURVA MINORE PRATICHE INUSUALI DEL FARE MUSICA, ABBIAMO VISTO NASCERE SUCCESSIVAMENTE LA RASSEGNA DI MUSICA
CONTEMPORANEA DI SCRITTURA IL SUONO DEI SOLI, LA CUI PROSSIMA EDIZIONE SARÀ LA NUMERO NOVE, E LA MUSICA
ATTRAVERSA/O I SUONI PER UN PERCORSO TRASVERSALE ED ESTENSIVO DELL’UNIVERSO SONORO. ALCUNI APPROFONDIMENTI
SI SONO REALIZZATI CON DREAMIN’ CALIFORNIA, INCONTRO TRA LA MUSICA D’IMPROVVISAZIONE DELLA BAY AREA DI S.
FRANCISCO E QUELLA DI SICILIA; TREATISE PER LA REALIZZAZIONE DELLA MONUMENTALE PARTITURA GRAFICA DEL
COMPOSITORE INGLESE CORNELIUS CARDEW; NUOVE TRACCE E IL PENSIERO ELETTRONICO IN COLLABORAZIONE CON IL
TEATRO MASSIMO DI PALERMO E L’UNIVERSITÀ TOR VERGATA DI ROMA; IL SUONO ORGANIZZATO, NELLA CUI CIRCOSTANZA SI È
COSTITUITO L’ENSEMBLE SICILIAN MUSIC CREW; ASCOLTA PALERMO /PALERMO ASCOLTA - GIORNATE INTERNAZIONALI SUL
PAESAGGIO SONORO E TANTE ALTRE MANIFESTAZIONI. FESTEGGEREMO INSIEME, DURANTE IL MESE DI MAGGIO 2007.
Una Musica Sociale
Gli eventi di questa stagione tengono in buon conto
delle metodologie di divulgazione e dei principi messi in atto in
questi anni favorendo la fruibilità di quelle nuove geografie
dell’arte e della cultura formatesi grazie ai nuovi modi di
apprendimento delle risorse intelligenti. L’interdisciplinarietà della
conoscenza, con gli inevitabili riflessi nelle espressioni artistiche,
l’accelerazione informatica, il concetto di rete e di ipertesto, la
necessità di sviluppare forme di comunicazione interconnesse e
mediate da contenuti e linguaggi differenti: queste ed altre
possibili considerazioni ci hanno indotto a concepire e divulgare
non più gli aspetti di esclusivo dominio dei canoni di un linguaggio
sonoro universalmente (universalmente?...) riconosciuto, ma
anche ad aprire il mondo dei suoni ad idee che potessero
sviluppare relazioni, incontri, aperture, scambi, congiunzioni a
qualsiasi livello con le altre manifestazioni artistiche (l’idea della
contaminazione la scarterei, mi fa troppo pensare ai virus o alle
radiazioniJ). Ovviamente tutto ciò comporta una notevole quantità
di rischio sotto molti punti di vista: chi è abituato a fare
esperimenti sa benissimo cosa e come sia facile incorrere in
errori o fallimenti. È vero, ma è anche vero che, se non
provassimo ad incrociare continuamente nuove strade, non ci
sposteremmo dal punto di partenza, perdendo cioè il piacere ed il
gusto per l’avventura (perché no?!). Ciò che stiamo cercando di
fare in questi anni è porgere alcuni esperimenti sonori con una
certa continuità per dare, a questi nuovi modi, un senso di
regolarità, quasi a voler mostrare la possibilità di realizzare i
nostri sogni, le nostre invenzioni, la nostra voglia di creare nuovi
mondi, diverse concezioni del possibile, fuori dall’omologazione o
dall’interesse mediatico istituzionale.
Il coinvolgimento dei giovani e degli studenti, reale investimento
per il futuro della nostra società, è stato un punto focale cui
abbiamo rivolto la nostra attenzione, evitando di svolgere percorsi
di educazione musicale alternativi che spesso retoricamente
sottendono false politiche di trasformazione (tutto cambi purché
nulla cambi): stiamo, cioè, cercando di porgere strumenti di analisi
culturale e sociale dei fenomeni musicali così come si sono
succeduti e/o secolarizzati. Stimolare le capacità critiche può
anche avere il senso di stimolare visioni diverse da ciò che è
scontato, immobile, incontrovertibile: può avere il senso di
stimolare la fiducia verso un cambiamento dello stato delle cose.
L’idea di cambiamento cui ci riferiamo non vuole tendere ad un
rivoluzionamento di un sistema di valori (non cerchiamo di
fomentare utopiche quanto già viste rivoluzioni), ma ad una
cambiamento del metodo o del modo di poter concepire qualcosa
di diverso: contemplare l’idea del possibile, di qualcosa d’altro
del già conosciuto, come un modo per la continua (impossibile o
possibilissima) ricerca della verità. La verità della non esclusione
ma, al contrario, della accoglienza, della disponibilità alla
discussione, al mettersi in discussione, la verità del poter
pensare di pensare senza doversi necessariamente o
forzatamente adeguare ad una situazione di fatto o dominante,
anzi cercando di contribuire alla creazione di fatti altri, ulteriori,
diversi, per crescere in un continuo confronto tra idee portatrici di
senso, emotivo e razionale. Ciò può certamente aiutarci a
crescere. Non si può negare che la musica sia innanzitutto un
fenomeno sociale e che in quanto tale possieda implicitamente la
dimensione umana del comunicare, del fare insieme agli altri.
Non considerare questo aspetto come fondante, costitutivo, del
procedere attraverso i suoni, significa cancellare la ragione
primaria di un’espressione della Natura che attraversa e collega
tutte le geografie possibili prima ancora della formazione e
dell’affinamento del/i concetto/i di musica. Occorre innanzitutto
tener presente che musica e società stanno in rapporto di
integrazione fenomenica non solo quindi nel recupero di una
primordiale memoria storica, ma soprattutto per un’applicazione
attuale del fare musica. Ciò si avverte maggiormente nelle
musiche legate in qualche modo a contenuti di carattere
antropologico: pensiamo alle società africane dalle cui
espressioni, a contatto con certe identità euro-americane,
scaturirono, dopo secoli di schiavitù e di oppressione razziale
(ancora oggi ben presente) fenomeni e forme ‘tradizionali’ spirituals e blues - che condizioneranno fortemente la musica su
tutto il pianeta. Da questi, che sono espressione diretta di
problematiche sociali, si svilupperanno fenomeni più leggeri
come il rock’n roll - da cui prenderanno origine il rock ed il pop e, su altro versante il jazz, con tutta la complessa ed articolata
serie di periodi e stili che non resteranno fuori dalle
problematiche politico-sociali, ma anche esistenziali o estetiche
del Secolo XX. La musica cosiddetta euro-colta non resta proprio
completamente fuori dalle problematiche sociali: dobbiamo
considerare il diverso percorso evolutivo che società, politica e
cultura - in senso occidentale - avevano sviluppato nel Vecchio
Continente e la stretta relazione che, via via, si andava sempre
più consolidando tra filosofia e musica fino a raggiungere le più
alte, meravigliose, vette di un pensiero musicale in perfetta
congiunzione con le più avanzate e profonde acquisizioni della
conoscenza del Pensiero. Non sempre, però, le riflessioni e le
ricerche in campo estetico hanno manifestato interesse verso
l’ambito sociale, col rischio di verificare scollamenti tra evoluzione
del pensiero e sua applicazione pratica fino a giungere a punti di
non ritorno.
Ovviamente non è questa la sede per risolvere uno dei più difficili
conflitti socio-culturali dei nostri giorni, ma vale sicuramente la
pena di porre la riflessione per eventualmente esprimere, con i
mezzi di cui si dispone, il proprio contributo… nella speranza di
tendere ad un miglioramento del contesto in cui si opera.
Lelio Giannetto
LA MUSICA ATTRAVERSA/O I SUONI 2006/2007
∑
∑
∑
∑
∑
∑
∑
∑
Dutch/Sicilian connection
Mike Cooper special dedication
Performance su più dimensioni
Strade del Cinema
Concorso Giovani Musicisti Europei
Laboratorio d’improvvisazione
Creazione del circuito regionale
Co-produzioni internazionali
DUTCH/SICILIAN CONNECTION
Nel panorama della musica contemporanea, la scena olandese
ha rappresentato, a partire dagli anni ’60 un importante punto
di riferimento nella ricerca di un’identità europea allora
strettamente influenzata dalle esperienze della tradizione
jazzistica afro-americana. Proprio in Olanda, prendono corpo
movimenti musicali che cominciano a liberarsi da certe
pregiudiziali accademiche e che si orientano verso una sintesi
tra i nuovi linguaggi di derivazione accademica e le nuove
tendenze del Jazz, specialmente quelle sviluppatesi in
concomitanza con i movimenti culturali sorti proprio intorno al
’68. Proprio in quegli anni si attua un processo di rinnovamento
su modi nuovi di pensare la musica: si sviluppa uno stretto
rapporto tra la creatività musicale e le questioni sociali e
politiche, si portano le esecuzioni al di fuori delle cornici
tradizionali, si organizzano concerti all’aperto, si svolgono vere
e proprie irruzioni sonore in contesti non musicali, si coniugano
linguaggi differenti mettendo in gioco la possibilità del dialogo e
della concertazione tra cose diverse, e così via. La cultura
olandese sviluppa quindi una ventata di aria nuova partendo dal
jazz, ma cercando e creando nuovi rapporti con altri contesti
musicali. Molti importantissimi musicisti americani di Jazz, fin
dai primissimi anni del XX Secolo - come Coleman Hawkins, ma
anche sul nascere della New Thing, come Eric Dolphy - hanno
ritenuto che in Olanda si stavano sviluppando importanti quanto
originali mutamenti nel modo di pensare e fare la musica. Varie
generazioni di musicisti si sono intanto avvicendate in questa
sorta di continuo movimento che da un lato non rinnega l’antica
tradizione, ma dall’altro coniuga questa con elementi creativi
davvero importanti per la diversità e la forza dell’impatto sociale
e per un continuo rinnovamento del fenomeno musicale su
tematiche sempre attuali.
Con la nostra iniziativa Dutch/Sicilian Connection, abbiamo il
piacere di poter ascoltare alcuni dei più grandi esponenti di ciò
che è stato identificato come New Dutch Swing: Ab Baars, Ig
Henneman, Michael Moore, Michael Vatcher ed Ernst Reijseger.
Inoltre abbiamo anche promosso alcuni incontri tra i musicisti
nord-europei ed alcuni esponenti siciliani della musica attuale Miriam Palma, Stefano Zorzanello, Sandro Librio e Lelio
Giannetto - per la realizzazione in comune di opere che tengano
in considerazione alcuni degli aspetti creativi del fare musica
oggi. Speriamo che ciò possa dare un piccolo contributo ad
indicare, come sostenibile, la strada dell’incontro, della
partecipazione e del dialogo tra linguaggi, contesti ed
esperienze culturali diversi.
Curva Minore a Palermo e Purquapa a Catania stanno
cercando, con questa prima iniziativa in comune, di creare in
Sicilia una circuitazione di idee.
La scena olandese, definita come New Dutch Swing, ci proporrà
dapprima l’iper-virtuoso violoncellista Ernst Reijseger, famoso
per la versatilità del suo approccio musicale e capace di
trovarsi a proprio agio in contesti musicali più disparati: con i
Tenores a Concordu de Orosei così come con la famosa ICP di
Misha Mengelberg, con il Gerry Hemingway Quintet e il Trio
Clusone (con Michael Moore e Han Bennink), suonando come
solista ed in una grande varietà di combinazioni internazionali,
con artisti come Louis Sclavis, Trilok Gurtu, Franco D’Andrea e
Yo-Yo Ma. Il polistrumentista Ab Baars e la compositrice e
violista Ig Henneman incontreranno la straordinaria vocalist
siciliana Miriam Palma seguendo la prassi degli incontri
d’improvvisazione che solitamente si svolgono senza alcuna
prova precedente, mettendo in gioco tutto il rischio possibile e
immaginabile di creare la musica immediatamente sul luogo
della performance.
In modo diverso si articolerà il progetto A Sea Of Sounds – Un
Mare Di Suoni che sarà realizzato attraverso un incontro tra il
clarinettista e sassofonista californiano Michael Moore
residente da oltre 20 anni ad Amsterdam così come il batterista
Michael Vatcher che ha seguito l’amico in questa sorta di
emigrazione al contrario: questi, insieme ai musicisti residenti
in Sicilia, Stefano Zorzanello, Sandro Librio, Lelio Giannetto comporranno le musiche che verranno eseguite dal vivo durante
la proiezione di alcuni film siciliani e olandesi sul tema del
mare, che unisce entrambe le regioni mostrandone anche
differenti esperienze e pratiche di vita.
MIKE COOPER FESTIVAL - SPECIAL DEDICATION
Si tratta di un doveroso omaggio, in tre giornate consecutive,
dedicato all’opera di uno dei musicisti che, con una coerenza
esemplare, è riuscito a restare fuori da qualsiasi schema di
appartenenza ad un genere musicale. Il chitarrista inglese Mike
Cooper, infatti, oltre ad aver avuto l’opportunità di dedicarsi al
blues acustico secondo l’antica tradizione dei blues singer dei
primi del secolo (ricordiamo alcune sue collaborazioni con il
mitico Son House e successivamente con il bluesman elettrico
John Lee Hooker) ha svolto una carriera artistica davvero
imprevedibile collaborando con personalità della musica jazz di
avanguardia, tra i quali i sud-africani Dudu Pukwana, Harry
Miller, Louis Moholo e Mongezi Feza, il sassofonista britannico
Mike Osborne e il compositore e arrangiatore dello Zimbawe
Mike Gibbs.
Durante gli anni ‘80, è rimasto stabilmente sulla scena della
musica improvvisata, collaborando con membri del London
Musicians’ Collective, quali, ad esempio, Keith Rowe, Max
Eastley, Steve Beresford, Paul Burwell, David Toop.
È anche artista visivo e giornalista. È autore del capitolo sulle
Hawaii della Penguin Rough Guide to World Music, e collabora
costantemente con la rivista Folk Roots. Recentemente ha
completato il suo primo film Planet Pacific - Pieces of Heaven?,
film muto in super-otto sul Pacifico e su altri luoghi, che va
proiettato con la colonna sonora eseguita dal vivo dall’autore.
Oltre a questo film, grazie alla preziosa collaborazione di uno
dei suoi più abituali partner musicali, il musicista elettronico
Elio Martusciello, assisteremo anche alla proiezione di Nanook
of the North di Robert Flaherty, Man with a movie camera di
Dziga Vertovs musicati dal vivo. Insieme ad alcuni musicisti del
workshop che egli stesso condurrà, assisteremo anche alla
esecuzione di Beach Crossings - Pacific Footprints: una sua
composizione sulla canzone di Bob Dylan Masters Of War.
PERFORMANCE SU PIÙ DIMENSIONI
La stagione sarà anche fortemente caratterizzata da
performance in cui si confondono tra loro diverse espressioni
artistiche, gesto, immagini video, testo, luci catalizzate tutte
dall’elemento sonoro. È questo il caso dello spettacolo di
apertura della stagione, Femina Sapiens – performance in 7
quadri, tutti al femminile, per suoni vocali, strumenti a
percussione, costumi, scenografie, luci ed azioni sceniche,
senza alcun testo intelligibile, ideato e interpretato dalla
vulcanica performer etnea Daniela Orlando, già fondatrice del
gruppo di teatro di matrice situazionista Famiglia Sfuggita e
stretta collaboratrice del compositore Angelo Sturiale, ma anche
dalla percussionista Marina Borgo con la partecipazione
davvero straordinaria delle piccole Arianna e Lucilla Scalia. Così
come la performance sonora Essere È Non Essere in cui
elementi sonori, strumentali e vocali, si combineranno con un
testo liberamente tratto da Non Io di Samuel Beckett cantato
dall’attrice, vocalist, regista Marilena Mauro che proporrà
momenti di estrema densità grazie anche all’utilizzo di elementi
visivi per ricomporre lo spazio scenico - la meravigliosa cornice
della Mansarda della Chiesa del Montevergini - nella sua veste
naturale di ambiente acustico, in funzione interattiva anche
senza l’utilizzo di attrezzature elettroniche. Il paesaggio sonoro
della Città di Catania costituirà il tema attorno a cui si orienterà
Incittà, lo spettacolo di Biagio Guerrera e Stefano Zorzanello
con proiezioni video di animali acquatici e testi originali in
siciliano dello stesso Guerrera o di Robert Ashley tradotti in
vernacolo. Incittà sarà introdotto, durante il pomeriggio della
giornate precedente, da una serie di conferenze sul tema del
paesaggio sonoro in collaborazione con SSRG (Sicilian
Soundscape Research Group). Il danzatore parigino Moh Arussi
ci presenterà Temps Réel - la présence du monde in cui si
continuano a sviluppare momenti di produzione artistica
sviluppata in comune tra musicisti questa volta francesi e
siciliani uno spettacolo di danza buto realizzato con le musiche
eseguite dal vivo da Stefane Perraud multimedia, Vincent
Roudaut visual art, Andrea Pennisi sonorizzazione acustica,
Emiliano 5rui sonorizzazione elettronica. È il nuovo progetto del
performer buto Moh Aroussi, lavoro coreografico incentrato
sulla relazione tra spazio, tempo e nuove tecnologie.
STRADE DEL CINEMA
Altra importante novità è costituita dalla presenza del gruppo
Hectormann Music Crew composto dal contrabbassista Marko
Bonarius, dal pianista Mauro Schiavone e dal chitarrista
Francesco Guaiana che, dopo aver superato le selezioni locali
del Concorso Giovani Musicisti Europei, svoltesi a Palermo nel
giugno 2006 dietro l’iniziativa dall’Associazione Strade del
Cinema di Aosta in collaborazione con Curva Minore, hanno
successivamente vinto il primo premio del Concorso
Internazionale inserito all’interno di Strade Del Cinema - festival
internazionale del cinema muto musicato dal vivo. Questi
eseguiranno in prima assoluta le musiche dal vivo
contestualmente alla proiezione del film La Meridiana del
Convento (Italia, 1916) di Eleuterio Rodolfi dando inizio ad una
tournée che li condurrà a Torino, presso la sede del Museo
Nazionale del Cinema, quindi a Liegi ed infine ad Aosta durante
la prossima edizione del festival. Allo stesso Concorso, con una
menzione speciale, il giovanissimo, ventenne flautista di
Palermo Giulio Maddaloni, oltre ad aver superato le selezioni
locali, si è classificato al secondo posto della giuria popolare.
Giulio, dotato di un eccezionale talento, da solo con il suo
flauto, musicherà dal vivo, presso la Sala Polivalente di Enna,
due cortometraggi Ask Father (USA 1919, 15’) e Bumping into
Broadway (USA 1919, 25’)
CONCORSO GIOVANI MUSICISTI EUROPEI
(Selezioni 2007) Per il 2° anno consecutivo si svolgeranno a
Palermo le selezioni locali del Concorso Giovani Musicisti
Europei. Si tratta di un evento importante che vedrà la città di
Palermo - unica città per il Sud-Italia - sede delle selezioni
preliminari del concorso insieme ad Aosta, Firenze e Liegi. Ciò
garantirà, per regolamento, la presenza di almeno un gruppo, o
musicista solista, selezionato in questa sede, alla sezione del
Festival dedicata al Concorso che si svolgerà nella città di Aosta
nel prossimo mese di agosto 2007. La partecipazione è
riservata ai musicisti con età non superiore, alla data di inizio
del festival, di 35 anni (nel caso di ensemble si calcolerà la
media matematica dei componenti). La prova consisterà nella
musicazione dal vivo di un estratto di un film selezionato dalla
Direzione del Festival che sarà spedito dopo la iscrizione
ufficiale al Concorso. Per informazioni e iscrizioni:
[email protected] cell.347.6035179
LABORATORIO D’IMPROVVISAZIONE
I musicisti olandesi Ab Baars e Ig Henneman condurranno
mercoledì 20 e giovedì 21 dicembre, un laboratorio
d’improvvisazione per musica d’insieme aperto a tutti gli
strumenti (voce inclusa) della durata di 8 ore in due giorni. Per
partecipare occorre semplicemente una tecnica strumentale di
base e non è vincolante la pratica della lettura in notazione
musicale tradizionale. Il laboratorio svilupperà, attraverso un
lavoro collettivo, la capacità di comporre istantaneamente
secondo i criteri innovativi della prassi musicale nord-europea.
Potranno partecipare musicisti provenienti da diversi generi: dal
rock al jazz, dalla forma canzone, alla musica accademica
(rinascimentale, classica, contemporanea) senza preclusione
alcuna. Il costo del laboratorio è di 5
¤ 0 (¤35 per i soci di Cur va
Minore).
CREAZIONE DEL CIRCUITO REGIONALE
Iniziata durante la precedente stagione un primo timido
tentativo di decentramento di alcune delle attività promosse
dalla nostra programmazione, stiamo mettendo a punto la
creazione di un vero e proprio circuito regionale per la
divulgazione delle musiche attuali. I vantaggi sono molteplici:
dal creare un ponte culturale tra le città sedi delle medesime
rappresentazioni, alla possibilità di attivare produzioni artistiche
attraverso scambi ed incontri tra musicisti siciliani ed esteri per
sviluppare una circuitazione dapprima nella nostra Regione e
successivamente nelle regioni di appartenenza dei musicisti
ospiti, per creare sempre nuovi contatti e spazi di creatività.
Oltre la già avviato rapporto con il Comune di Enna, dove già
dalla trascorsa stagione abbiamo iniziato una forma di
decentramento di alcune delle nostre attività, quest’anno si
allarga ulteriormente il nostro raggio di azione: grazie al nuovo
rapporto di collaborazione con Purquapa, abbiamo potuto
gemellare con Catania gli eventi legati alla Dutch/Sicilian
connection permettendo la circuitazione di tre manifestazioni
che vedranno esibire insieme musicisti olandesi e siciliani
CO-PRODUZIONI INTERNAZIONALI
Altra importantissima novità, che va assolutamente evidenziata,
consiste nelle relazioni istituzionali che stiamo realizzando con
Organismi Internazionali che hanno voluto sostenere e
condividere le nostre scelte artistiche. Siamo onorati di aver coprodotto buona parte degli eventi inseriti nella nostra
programmazione grazie alla partecipazione della
prestigiosissima Fondazione Orestiadi di Gibellina che da più di
25 anni svolge un imprescindibile ruolo nella produzione e
promozione dell’Arte, della Musica e della Società
contemporanea realizzando un progetto unico al mondo: la
ricostruzione, materiale e culturale, di una cittadina, rasa al
suolo verso la fine degli anni ’60 dal terribile sisma, grazie alla
realizzazione della più alta concentrazione di opere dei più
importanti artisti contemporanei di tutto il mondo, ponendo
continuamente la Valle del Belice e la Sicilia al centro
dell’interesse internazionale. Un ruolo importante è stato quello
avuto dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, dal Consolato
Olandese in Italia, del Dutch Cultural Fund e dalla Dutch Jazz
Connection che, insieme, hanno permesso la circuitazione in
Sicilia dei musicisti olandesi nella produttiva direzione
dell’incontro e dello scambio artistico-culturale. Ricordiamo
anche il Museo Interactivo de la Muscia de Malaga con cui,
insieme ad Ars Nova - Associazione Siciliana per la Musica da
Camera - svilupperemo il progetto di gemellaggio Sicilia
/Spagna sul tema del Paesaggio Sonoro.
mercoledì 15 novembre /Palermo /I Candelai
ore 21 performance su più dimensioni
FEMINA SAPIENS SSS_
SETTE QUADRI PER VOCE E PERCUSSIONI
…invocazione, Nuvola, Sangue, Cuore, Specchio, Ombra,
Mammifero, Nido, …torre
Daniela Orlando drammaturgia musicale e vocale,
scene, costumi e oggetti
Marina Borgo interprete musicale, vibrafono, tam-tam, gong,
china, ice bells, triangolo, dobachi giapponese, campanelle,
lastro-tuono, grancassa, darboukka, sangbà, tamburo basco,
tamburo a molla, ocean-drum, frusta, caxixi, sonagli di bambù,
conchiglie, gusci, gopi-yantra, rain-stick, nacchere, set
rumoristico
Domenico Di Gesù luci
Assia Turrisi, Regina Ulleri, Daniela Lo Re, Mariagrazia
Pellegrino realizzazione costumi ed oggetti scenici
Con la straordinaria partecipazione di Lucilla e Arianna Scalìa
I 7 QUADRI rappresentano il giro di boa di un lavoro di ricerca
sulla combinatorietà dei codici espressivi, iniziata nell’86 e
condotta all'insegna della sperimentazione come modalità
operativa ereditata dalla scena teatrale, dalla performing-art e
dalla musica contemporanea delle generazioni degli anni tra i
‘60 e gli ‘80, e che include il fascino dell'arte dell'estremo
oriente.
Formalmente i quadri hanno una struttura aperta nondefinitiva, infatti dal 2003 ad oggi sono state proposte
versioni rivisitate di ogni quadro, come variazioni necessarie
scaturite da uno scavo graduale che riserva nuove risorse che
chiedono di essere messe in gioco.
Si tratta di strutture aperte anche perché alla ricerca del
sottile equilibrio tra preordinazione e istantaneità, tra stabilito
ed estemporaneo, nell'esigenza di rendere l'evento il più
vitale possibile.
Rigorosamente acustico, lo spettacolo propone un ascolto
concreto e naturale dello spazio scenico sostenuto da una
appassionata ricerca timbrica, sia vocale che strumentale che
prevede un lavoro sull'acusticità peculiare di ogni spazio che
ci ospita.
Il materiale sonoro è utilizzato in maniera che la struttura sia
al servizio del suono e non viceversa. Il suono non è mai un
sottofondo o un riempivuoti rispetto a ciò che accade sulla
scena, ma continuamente tesse la trama del livello emotivo
dei personaggi, dialogando, evocando o raccontando per loro.
La vocalità è il perno, il canale privilegiato con il pubblico,
intorno al quale ruotano gli elementi scenici ed include
un'ampia tipologia di emissioni che vengono enfatizzate dalla
esclusione della parola, proprio per dare spazio alla ricchezza
espressiva che la voce possiede oltre il senso compiuto delle
parole, spaziando dal canto ai suoni più spuri.
Una partitura scenica quindi in cui si innestano tra loro il
livello iconico-dinamico, il livello acustico e quello emotivo,
senza gerarchie interne se non quelle dettate dalla necessità
espressiva. Si tende verso un risultato poetico, ma
l’ispirazione non nasce da un testo poetico, si nutre piuttosto
di Visionarietà e Ascolto, generando personaggi femminili
atemporali, onirici, mitici, presenze femminili pulsanti, emerse
da quell’humus di sedimentazione culturale e inconscia da
cui, figure simboliche archetipiche chiedono di venire alla luce
a consegnarci il loro prezioso tributo di conoscenza… o forse
da altre vite precedenti.
Ne risulta un teatro musicale essenziale con apparizioni brevi
e intense, un linguaggio diretto ed emozionale sfrondato di
tecnologia, che lascia tutto lo spazio possibile all’invenzione
dello spettatore.
Un lavoro del tempo in cui arte e vita si baciano.
Daniela Orlando
“Nell’essenza di un’immagine simbolica
è racchiusa una rivelazione” C.G.Trocchi
24,25,26,27,28,29 novembre /Palermo /Teatro Montevergini*
ore 21 (giorno 25 ore 18,30)
ESSERE È NON ESSERE_
CONCERTO SCENICO PER VOCE, CONTRABBASSO, ICONE,
IMMAGINI SONORE, SCENOGRAFIE VIDEO INTERATTIVE
Testo liberamente tratto da “Non Io” (Samuel Beckett)
Marilena Mauro voce, azione scenica, regia
Lelio Giannetto contrabbasso parlante, azione scenica, regia
con la partecipazione di
Valeria Fazzi campionamenti elettroacustici, live electronics
in collaborazione con Associazione Teatro LÜ
si ringrazia PalermoTeatroFestival
*
EX MANSARDA DELLA CHIESASPETTACOLO PER
20
SPETTATORI
A RAPPRESENTAZIONE (SI CONSIGLIA LA PRENOTAZIONE)
Si tratta di uno spettacolo multidimensionale ideato dalla
performer Marilena Mauro e dal contrabbassista Lelio Giannetto
che ne firmano insieme la regia e l’allestimento scenico. Il lavoro
di gruppo traspare anche per le musiche che saranno realizzate
dal vivo, attraverso una serie di composizione di idee, dagli stessi
performer con la collaborazione di Valeria Fazzi che utilizzerà
campionamenti elettoacustici controllati con un laptop. Una sorta
di teatro del suono o, a specchio, di suono del teatro dove l’unico
vero attore/personaggio è Bocca: la voce di Marilena si trasfonde,
si congiunge al suono del contrabbasso parlante di Lelio, mentre
le immissioni nello spazio scenico di elementi del paesaggio
sonoro, evocativo di luoghi e tempi decontestualizzati, vengono
manipolati da Valeria riportandoci ad una condizione quasi
primordiale o ancestrale dove essere e non essere sono
consustanziati in una forma achetipica di non-io divino o più
naturalmente umano. Le scene, di grande effetto scenico pur nella
semplicità della scelta fornita dal rigore scarno ma efficace di
Beckett, utilizzano anche elementi visuali, ma soprattutto
coinvolgeranno il pubblico in una forma quasi inconsapevole di
interattività. Il resto è segreto che verrà disvelato soltanto ai
presenti. Nell’anno delle celebrazioni di Samuel Beckett, uno dei
più grandi autori del XX Secolo che generazioni precedenti
ricorderanno per la più famosa pièce Aspettando Godot, ESSERE È
NON ESSERE si pone come un gioco fin dall’ideazione del titolo.
Questo infatti è una parafrasi del più noto testo di Shakespear,
altro imprescindibile autore della Storia del Teatro: in realtà il testo
utilizzato è liberamente tratto da “Non Io” di Beckett, inglese
anch’egli, ma che incarna e aggiunge alle considerazioni
shakespeariane sensibilità e problematiche più vicine alla vita di
oggi tentando un superamento della scelta amletica con
l’affermazione dell’esistenza parallela e possibile della negazione.
“…COSA?… CHI?… NO! LEI!…” Chi è Lei!? Dov’è Lei!? E chi è e
chi sono il suo e i suoi interlocutori!?
Quali le sue origini, la sua storia, quale il suo presente! “Niente di
Lei…” ovvero niente di compiuto che si snodi come racconto, che
si ramifichi come relazione e che si raccordi confluendo. Nel ‘qui
ed ora’ Lei sembra volere e poter essere solo suono. Un suono
ininterrotto e promiscuo, poco vincolato a se stesso che esplode
nella e dalla bocca invadendo spazio e tempo e che proprio in
virtù di questo suo modo di essere si trasforma in ogni sua
possibile forma senza perdere bellezza.
Ed è per questa non-via che Samuel Beckett conduce l’ascoltatore!
Lo pone a capo di una traiettoria poco prevedibile in cui il significato
delle parole lascia posto all’evocazione di una origine di senso che
trascende la perentorietà dell’intelletto.
Origine di senso! Non Io va verso la sensualità, si incammina verso
Eros e tramite lui si realizza. In questo viaggio non può sostare per
autocontemplarsi, può solo specchiarsi per farsi a pezzi…, per non
riconoscersi, per non identificarsi: si perde e lo fa ogni volta che si
ritrova perché questa è la sua vera ed ultima natura.
Marilena Mauro
Ogni elemento recita, è rappresentazione e testo che si integra e
ridiventa muto, respiro di un doppio senso di se stesso… Non io
è! non è negazione, ma recupero esistenziale dell’uno, non
dell’altro da se, ma della su propria e negabile identità che,
appunto, si perde per ritornare e ritrovarsi… e in questo perdersi
si congiunge e ricongiunge alle altre unità: le unità degli altri
uomini, l’unità dell’altro tempo e dell’altro spazio, dell’altra vita
che è semplicemente uguale a se stessa, eternamente legata al
gioco della negazione: senza soluzione umana, si è condannati ad
essere insieme alla propria negazione. In questo processo
continuo di relazione, l’io percepisce spazi, vive il tempo dei tempi
in un continuo respiro profondo e infinito come un’immagine
negata, ma proiettata su tutte le direzioni. Un rito, un rituale
magico, una ierofania. Non è sogno, ma senso. Il senso del tempo
che scorre immobile, ma vive in eterno.
Lelio Giannetto
sabato 2 dicembre /Catania /ex Monastero Benedettini
mercoledì 6 dicembre /Palermo /La Cuba
ore 20 Fabio Caronna, Gigi Razete : conferenza
ore 21 concerto
ERNST REIJSEGER ORCHESTRA VIRTUOSO_
DUTCH/SICILIAN CONNECTION
Il New Dutch Swing di uno dei più grandi virtuosi del
violoncello
Ernst Reijseger violoncello
in collaborazione con Purquapa
In oltre trent'anni di carriera, Ernst Reijseger ha rivoluzionato l'uso
del violoncello. Definirlo un jazzista sarebbe uno stereotipo tanto
limitante quanto dire che i Paesi Bassi sono il paese dei mulini a
vento. È innegabile che la fama di Reijseger dovuta in primo luogo
alle sue frequentazioni della scena jazzistica olandese, e - in
particolare - alle sue collaborazioni con alcuni dei suoi capiscuola
come Misha Mengelberg o Han Bennink. Tuttavia un campionario
illimitato di tecniche estese sul violoncello, nonché un approccio
onnivoro alla musica, gli hanno consentito di suonare
praticamente di tutto e con tutti e di rimettersi continuamente in
gioco. Lo stile del violoncellista olandese, ad ogni modo, resta
perfettamente riconoscibile nonostante lo si possa trovare in
compagnia di Tenores sardi con la stessa facilità con cui
collabora con musicisti africani, oppure ascoltarlo reinterpretare
vecchi brani di jazz con Franco D'Andrea così come lanciarsi in
improvvisazioni radicali con Hamid Drake o Louis Sclavis. Questa
intervista analizza molti dei progetti in cui Reijseger stato
coinvolto, come pretesto per analizzare i vari aspetti della musica
di uno degli artisti più eclettici attualmente in attività.
L'attività musicale di Ernst Reijseger ha avuto da sempre, come
elemento caratterizzante, il desiderio di andare al di là di nozioni
precostituite su come le cose dovrebbero essere fatte e come la
musica dovrebbe essere suonata.
Questa ricerca, tuttavia, non è stata portata avanti da Reijseger
con le pose affettate di quegli intellettuali che si auto-nominano
innovatori e salvatori della creatività musicale; essa, al contrario,
rappresenta lo sbocco naturale del desiderio del violoncellista di
esprimere con la sua arte quello che egli sente. L'osservatore
casuale potrebbe, ad esempio, ritenere che la scelta di suonare il
violoncello in un contesto di musica improvvisata possa essere di
per sé un ‘manifesto’ del suo desiderio di sconfiggere facili
stereotipi. Reijseger tuttavia tiene a precisare che non cè nulla di
tutto questo nella sua musica. Per Reijseger “in fin dei conti,
l’improvvisazione non è nient’altro che un metodo. Non ha
nessuna importanza con quale tipo di strumento uno decide di
metterla in pratica. Non mi sono mai detto: «come le cose
dovrebbero essere; questo è il mio credo religioso».
L'improvvisazione non è altro che un metodo che mi piace
continuare ad utilizzare.
Combattere contro stili o formati musicali affermati? Non sento di
aver mai fatto una cosa del genere. Per me essere chiamato
‘jazzista’ è un onore. Allo stesso tempo - comunque - io suono il
violoncello, sono europeo, ascolto ogni musica... pop, folk, ogni
tipo di musica kitsch etc... Abbiamo la fortuna di vivere in un
momento estremamente interessante, grazie anche all'accesso di
cui godiamo - come ascoltatori - ad ogni tipo di stile musicale.”
Nonostante Ernst lo si possa ritrovare in un’infinità di progetti
artistici e con musicisti di qualsiasi parte del mondo, forse la
maniera migliore per apprezzare la sua musica è nei suoi concerti
in solo, visto che rappresentano un vero concentrato delle virtù e
qualità che il violoncellista olandese mette in mostra nelle sue
collaborazioni con altri musicisti. In poco più di un'ora e mezzo il
pubblico ha l’opportunità di scoprire la profonda musicalità di
Ernst Reijseger, spesso attraverso brani che sono tratti dal suo
ultimo album da solista, intitolato Colla Parte [Winter & Winter] una collezione di perle musicali che spaziano dal melanconico al
lirico con la abituale dose di umorismo che ognuno si aspetta.
“Ad essere sincero - continua Reijseger - non ho la più pallida
idea di quale sia il mio approccio verso il concerto solistico. Mi
limito a suonare e a concentrarmi sull’aspetto ‘audio’ della
performance. Sono a caccia di musica e la maggior parte delle
volte mi diverto moltissimo.”
Uno dei brani più belli di Colla Parte si intitola Giocoso, uno
sketch musicale pieno di musica ubriaca. Definire le performance
di Reijseger come ‘concerti’ è forse inappropriato in quanto non
si fa giustizia all'aspetto visivo che l'artista olandese mette ogni
sera in gioco. In molti hanno espresso riserve nei confronti di
questa caratteristica comune a molti degli esponenti della scena
jazzistica olandese, temendo che la parte più ‘teatrale’ della loro
arte possa distogliere l’attenzione dalla musica, e dubitando della
spontaneità di quella che a loro pare routine da teatranti.
Reijseger difende il ruolo di questi momenti extra-musicali dei
suoi concerti ma allo stesso tiene a considerarli come uno
strumento per dare una prospettiva alla sua musica e al suo
ruolo di musicista.
E.R.:
Ogni cosa che faccio sul palco è totalmente improvvisata. Non c’è
nulla di premeditato. Mi piace mettere tutto in dubbio. Il fatto è
che - se ci pensi bene - noi musicisti ci mettiamo in una
situazione del tutto surreale: ci sono tutte queste persone di
fronte a te che stanno lì a farsi suonare una musica molto
astratta spesso concepita in un momento temporalmente molto
distante da quello in cui l'ascoltano... Quello di cui mi voglio
assicurare è che l'aspetto ‘religioso’ di questa esperienza
d'ascolto sia evitato come la peste. Per me è un modo per
sottolineare quanto ridicola può essere quella situazione... il
mettersi su un palco suonando questo strano strumento col solo
scopo di emettere suoni che mi piacciano... Beh, in questi casi, a
volte il bambino che c’è dentro di me perde il controllo e non
riesce ad evitare di guardare al lato divertente della cosa.
“A me piace lavorare sugli estremi, su suoni che possono
risultare sbagliati, noiosi, sporchi o altissimi: non voglio
trascurare nessuna di queste possibilità. Ognuna di esse è
una forma di espressione, una qualità, sulla quale è doveroso
lavorare”
ESTRATTO DA UN’INTERVISTA DI LUIGI SANTOSUOSSO SU ALL ABOUT JAZZ
Ernst Reijseger_
è nato a Bussum, Olanda, nel 1954 e inizia a suonare il
violoncello all’età di otto anni. Dall’inizio degli anni ’70 inizia a
farsi coinvolgere nella musica d’improvvisazione, suonando con
Sean Bergin, Martin van Duynhoven, Derek Bailey, Michael
Moore, Alan Purves e Franky Douglas. Fa parte da molto
tempo del Theo Loevendie Consort, del Guus Janssen Septet e
dell’Amsterdam String Trio. Nel 1985 riceve il più importante
premio del jazz olandese, il Boy Edgar Prijs “per la sua
inarrivabile abilità di esecuzione e l’entusiasmante talento al
servizio dello sviluppo della musica d’improvvisazione…"
Numerose le sue collaborazioni: con l’orchestra ICP di Misha
Mengelberg, con il Gerry Hemingway Quintet e il Trio Clusone
(con Michael Moore e Han Bennink), suonando come solista
ed in una grande varietà di combinazioni internazionali, con
artisti come Louis Sclavis, Trilok Gurtu, Voches de Sardinna,
Franco D’Andrea e Yo-Yo Ma. Nel 1995 Ernst Reijseger è stato
premiato con il prestigioso Bird Award al North Sea Jazz
Festival. Ernst Reijseger continua a suonare con moltissimi
celebri musicisti in diverse ed eccitanti combinazioni, ma
riesce anche a trovare il tempo per insegnare il violoncello ai
bambini ed esibirsi in concerti da solista
lunedì 18 dicembre /Catania /ex Monastero dei Benedettini
giovedì 21 dicembre /Palermo /La Cuba
ore 20 Fabio Caronna : conferenza
ore 21 concerto
IMPROMUSIC_
DUTCH/SICILIAN CONNECTION
Il New Dutch Swing e la vocalità sperimentale in Sicilia
Ab Baars clarinetto
Ig Henneman viola
Miriam Palma voce
in collaborazione con Purquapa
Nel complesso e articolato mondo della musica liberamente
improvvisata, spesso si realizzano incontri musicali tra
musicisti provenienti da differenti aree geografiche che non si
sono mai personalmente conosciuti prima di trovarsi ad
effettuare ufficialmente il concerto in pubblico. Non è
dissimile il caso di questo incontro che, in realtà ha avuto un
precedente in una situazione non pubblica, durante l’estate
del 2005 in cui Ab Baars e Ig Henneman, due tra i più
importanti esponenti del cosiddetto New Dutch Swing,
trovandosi in una breve vacanza di monitoraggio sulle più
importanti realtà dedite all’improvvisazione in Sicilia,
provocarono un incontro che si realizzò nella terrazza
prospiciente via Dante dell’abitazione privata della
straordinaria vocalist, performer, regista e terapeuta Miriam
Palma, originaria di S. Stefano di Quisquina (Ag), ma residente
da anni a Palermo. Il sottoscritto non ebbe la possibilità di
presenziare a quella seduta che fu descritta da amici presenti
come una sorta di rito magico: a contatto con un contesto di
estrema ‘naturalità’ sotto un cielo stellato di una sera di
prima estate nel pieno centro della Città. Conoscendo
personalmente le doti, l’originalità, la coerenza stilistica e le
espressioni musicali dei singoli musicisti, mi riesce soltanto
di immaginare un flusso sonoro denso ed insieme elegante,
profondo e leggero, intimo ed espressivo come solo grandi
artisti dell’improvvisazione riescono a manifestare con
estrema naturalezza: come fosse assolutamente scritto o
immediatamente descrivibile dalle proprie condivisibili
ispirazioni poetiche.
LG
Ab Baars /Ig Henneman
sono tra i principali esponenti del cosidetto New Dutch
Swing ovvero la scena del jazz e della musica improvvisata
olandese. Dal ‘99 Ab Baars e Ig Henneman sono regolari
frequentatori della scena romana, entrambi hanno
partecipato alla storico festival di musica improvvisata
Controindicazioni e annualmente incontrano e suonano con
molti dei musicisti improvvisatori italiani. Ab Baars dirige i
suoi gruppi, in trio e quartetto, tra i cui impegni più recenti
vi è Kinda Dukish un progetto su musiche di Duke Ellington.
Da anni membro stabile della ICP di Misha Mengelberg e
Han Bennink è considerato tra i sassofonisti europei più
interessanti. Ig Henneman ha composto musiche e diretto
gruppi di varie formazioni, nei quali hanno transito musicisti
provenienti da aree diverse della musica di ricerca olandese,
dalla musica contemporanea accademica al punk,
all’improvvisazione radicale. Di recente insieme ad Ab Baars,
ha concluso una tournèe in Giappone ed ha partecipato con
il Queen Mab Trio allo storico Taktlos - festival di musica
improvvisata che si svolge in Svizzera da circa trenta anni
Miriam Palma
si è dedicata fin da giovanissima alla ricerca e
sperimentazione vocale, praticando diverse tecniche basate
sulla consapevolezza e controllo del respiro, sul canto
armonico, sull'emissione di diplo e triplofonie e altre diverse
potenzialità che la voce umana è in grado di esprimere,
accanto all'interesse e la pratica per la tradizione canora
sicula-mediorientale, alla lirica, dando vita ad un linguaggio
sonoro molto particolare, attento all'improvvisazione, alla
scrittura, alla ricerca poetica, narrativa e teatrale. Tenendo
conto del potere terapeutico della voce comincia un
percorso tra medicina e arte, approfondisce la conoscenza
della bioenergetica e integrazione posturale studiando con i
maestri Jack Penter e Francesco Vinci, mettendo in pratica
una propria tecnica che unisce integrazione posturale e
canto.
Il verbo nacque designato come tuono, stella canora, aurora
risuonante, canto luminoso
Lo sciamano, per entrare in contatto con le forze invisibili,
deve svuotarsi, diventare cassa di risonanza e modulare il
respiro per riprodurre con la voce il suono originario: il
tuono, il mareggiare, l’urlo bestiale
giovedì 19 dicembre /Enna /Centro Polivalente
ore 20 Lelio Giannetto : conferenza
ore 21 concerto
SBUTRÌO_
NEW ROCKCONTEST
Bruno Pitruzzella chitarra elettrica, composizione,
improvvisazione
Luca La Russa basso elettrico, composizione, improvvisazione
Giuseppe Montalbano batteria, composizione, improvvisazione
Sbutrìo
nasce nell’estate del 2004 quando i suoi componenti,
appena sedicenni, trovano una buona intesa musicale dando
vita a intense ore di improvvisazione di stampo jazz-rock.
Provenienti da studi classici e particolarmente attenti alla
scena sperimentale, i tre ragazzi riescono a coniugare le
differenti influenze e realizzano nell’arco di un anno i primi
cinque brani originali, tutti strumentali, che vengono
registrati nella prima demo Vespaio insieme a tre brani per
strumenti a solo. Molto importanti per lo sviluppo
dell’attuale stile i frequenti seminari cui il trìo partecipa,
spesso riguardanti sperimentazione e improvvisazione, tra i
quali un incontro con il chitarrista Pat Metheny, le numerose
partecipazioni all’attività dell’associazione Curva Minore,
come i workshop con Stefano Zorzanello e Dario Buccino, e
le lezioni del chitarrista Marco Cappelli.
La registrazione della demo consente al gruppo di esibirsi in
parecchie occasioni e concorsi, come l’Etno Music
Competition di Milano, dando vita a una serie di concerti:
dalle giornate di istituto presso alcune scuole di Palermo a
serate nei locali palermitani. Il trìo si aggiudica il primo
premio del concorso Palermo shock sound 2005,e del
Villafrati Rock Festival 2006. Recente la produzione di una
seconda demo, costituita da quattro brani originali e da una
lunga serie di improvvisazioni: questo secondo lavoro è
infatti basato maggiormente sulla composizione istantanea.
martedì 16 gennaio /Enna /Centro Polivalente
mercoledì 17 gennaio /Palermo /La Cuba
ore 20 Gigi Razete : conferenza
ore 21 performance
NANOOK OF THE NORTH_
MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION
Sonorizzazione dal vivo del film
Nanook of the North di Robert Flaherty (USA 1922, 65’)
Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica
Elio Martusciello guitar table, elettronica
NANOOK OF THE NORTH è stato il primo film di Robert
Flaherty, storia di vita e amore nell’Artico e lavoro chiave nella
storia del cinema e del film-documentario. Acclamato come un
capolavoro quando venne distribuito la prima volta, è
diventato un successo sia commerciale che della critica. Un
esotico che cattura, attraverso la pura bellezza delle sue
immagini e il potere della sua narrazione, lo spirito della
popolazione indigena Inuit. Carico di dettagli sulla vita, il
lavoro, le attività e l’epica lotta delle genti per sopravvivere
alle dure condizioni della natura.
Un capolavoro pioneristico e di grande influenza su ciò che
sarebbe diventato lo stile documentario del fare film. Il
paesaggio artico di questo film mi ha suggerito per lo più un
paesaggio sonoro lento.
MC
Mike Cooper
Nato a Reading, nel 1942, ha iniziato la carriera
musicale verso la fine degli anni ‘60 cantando e
suonando country blues con la chitarra bottleneck; è
stato uno dei pochi suonatori di blues acustico che
hanno avuto un ruolo pionieristico nel boom del blues
britannico. Durante questo periodo ha suonato con un
gran numero di affermati musicisti blues: Son House,
Fred McDowell, Bukka White, Howlin’ Wolf, John Lee
Hooker e Jimmy Reed. Durante gli anni ‘70, ha
prodotto una serie di dischi che mostrano un percorso
che, dal puro blues attraverso la scrittura di canzoni,
giunge alla collaborazione con personalità della
musica jazz, di quella improvvisata e di quella
d’avanguardia, tra i quali i sud-africani Dudu Pukwana,
Harry Miller, Louis Moholo e Mongezi Feza, il
sassofonista britannico Mike Osborne e il compositore
e arrangiatore dello Zimbabwe Mike Gibbs. Durante gli
anni ‘80, è rimasto stabilmente sulla scena della
musica d’avanguardia e improvvisata, collaborando
con membri del London Musicians’ Collective, quali,
ad esempio, Keith Rowe, Max Eastley, Steve
Beresford, Paul Burwell, David Toop, con la danzatrice
Joanna Pyne. Ha fondato con il sassofonista Lol
Coxhill e con il batterista Roger Turner il gruppo di
improvvisazione The Recedents. Con il chitarrista
francese Cyril Lefebvre, Lol Coxhill e Steve Beresford
ha fondato Uptowns Hawaiians, per eseguire musica
hawaiana per lap steel guitar di diverse epoche e
culture. Avants Roots è una sua recente
collaborazione col cantante Viv Dogan Corringham. Il
suo interesse per la musica e la cultura delle regioni
dell’Oceano Pacifico, nonché per la musica elettronica
e d’ambiente, si riflette nel suo più recente repertorio:
egli ha, ad esempio, eseguito dal vivo la musica per
due film muti classici sul Pacifico, Tabu (1931) di F.W.
Murnau e Moana (1923) di Robert Flaherty. Continua
a suonare come solista un’ampia gamma di musica,
acustica ed elettrica, dal blues rurale alla musica
hawaiana, fino alla nuova musica improvvisata e
contemporanea (Continental Drift realizzato nel 1985).
Un recente progetto per il programma radiofonico
italiano Audiobox ha portato, in compagnia
dell’improvvisatore francese Jean Marc Montera e del
compositore acusmatico e improvvisatore Elio
Martusciello, alla formazione dell’attuale trio di
chitarre ed elettronica. È anche artista visivo e
giornalista. È autore del capitolo sulle Hawaii della
Penguin Rough Guide to World Music, e collabora
costantemente con la rivista Folk Roots.
Recentemente ha completato il suo primo film Planet
Pacific - Pieces of Heaven?, film muto in super-otto sul
Pacifico e su altri luoghi, che va proiettato con la
colonna sonora eseguita dal vivo dall’autore. Il film è
una risposta al fatto che le isole del Pacifico sono
state l’ultimo luogo della Terra ad essere abitato
dall’uomo e stanno per diventare il primo luogo da lui
reso inabitabile.
Ha realizzato più di 60 dischi
Elio Martusciello
è musicista e compositore autodidatta. Insegna
Musica elettronica e Composizione elettroacustica
nel corso di laurea in Musica e Nuove Tecnologie al
Conservatorio di Cagliari. Ha ottenuto premi, menzioni
e selezioni in competizioni internazionali quali: Grands
Prix Internationaux de Musique Electroacoustique a
Bourges con le composizioni: Limite inferiore sinistro 1994, Movimento quietudine -1997, Proiezioni -1997,
Cattura magica -1997, Wave -1999, [email protected] 2000, Presenti successivi -2003; Luigi Russolo a
Varese con Cthulhu-1991, Anamnesi-1992, Ambra1994; Phonurgia nova a Arles con Peut-être-1997;
CIMESP a S. Paolo del Brasile con HZ - Limits of the
Technology -2001. È stato compositore residente al
Centre National de Création Musicale - GMEM
(Groupe de Musique Expérimentale de Marseille),
all'Institut International de Musique
Electroacoustique de Bourges (IMEB).
Oltre ad essere compositore elettroacustico, suona
dal vivo con live-electronics ed ha collaborato con
diversi musicisti del panorama internazionale come:
Eugene Chadbourne, Mathieu Chamagne, Ellen
Christie, Mike Cooper, Chris Cutler, Michel Doneda,
Pierre Favre, Wolfgang Fuchs, Michel Godard,
Fernando Grillo, Tim Hodgkinson, Pasquale Innarella,
Thomas Lehn, Christian Malfray, Sabina Meyer, JeanMarc Montera. Ha inoltre composto musica per il
collettivo di ricerca cinematografica Cane Capovolto.
Alcuni suoi saggi e articoli sono stati pubblicati su
libri e riviste musicali. Ha partecipato a diverse,
trasmissioni radiofoniche e festival come: Audiobox
RAI Radio3 (Italia); Musica Scienza CRM (Roma);
Anomalia (Roma); Biennale di Venezia (Venezia); RAI
Radio3Suite (Italia); Radio Bremen Neue Musik
(Germania); NPS Supplement (Olanda); Festival
Artmedia VII (Salerno); Other Worlds (Australia);
Festival Istantanea (Roma); Festival Sinthèse/01
(Bourges).
giovedì 18 gennaio /Palermo /La Cuba
ore 20 Piero Violante : conferenza
ore 21 performance
MAN WITH A MOVIE CAMERA_
MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION
Sonorizzazione dal vivo del film
Man With A Movie Camera di Dziga Vertov (URSS 1929, 69’)
Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica
Elio Martusciello guitar table, elettronica
MAN WITH A MOOVE CAMERA rappresenta un altro film
d’ambiente perfetto per un tipo di paesaggio sonoro
elettronico/industriale fatto con un campionatore e molti loop.
Il film fu girato a Mosca e ad Odessa e lascia immaginare un
giorno nella vita della città. Questo film ha anticipato di
almeno 50 anni ogni avanguardia cinematografica per ciò che
riguarda ripresa, stile, punto di vista e montaggio ed è tuttora
assolutamente moderno.
Recentemente ho letto da qualche parte che il film di Vertov
sia stato un insuccesso sotto il profilo del sonoro, non
essendo egli stato capace di realizzarne le musiche: ritengo
invece che, se a quei tempi fosse esistita una tecnologia di
registrazione adeguata, probabilmente avrebbe fatto un disco
invece del film. Questo film si può considerare come
un’avanguardistica sinfonia d’improvvisazione visuale.
MC
venerdì 19 gennaio /Palermo /La Cuba
ore 20 Mike Cooper : conferenza
ore 21 performance
PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN?_
MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION
Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione del film
Planet Pacific-Pieces Of Heaven? di Mike Cooper (Hawaii 1996, 35’)
A seguire esecuzione del brano Beach Crossings-Pacific
Footprints sulla canzone di Bob Dylan Masters of War
Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica
Elio Martusciello guitar table, elettronica
& musicisti dell’ensemble Mike Cooper special dedication
PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN? È il mio film viaggio e
rappresenta un lavoro in corso che ho cominciato nella metà
degli anni novanta. Si tratta di cortometraggi film girati in
super otto presso le isole Hawaii, Fiji, Tahiti, Bali, Malaysia,
Thailand, East Timorf, New Zealand e Australia:
contestualmente alla proiezione delle immagini realizzo la
musica dal vivo ed utilizzo anche testi scritti, letti e da me
stesso interpretati. Il testo è un insieme di fatti, racconti,
fantasie, aneddoti, aforismi e note di viaggio sul Pacifico e su
altri luoghi, tutti originariamente ispirati da un articolo del New
Internationalist che afferma: “Il Sud del Pacifico fu l’ultimo
luogo della terra ad essere insediato da esseri umani e ora
sta diventando il primo luogo ad essere inabitabile”.
La mia colonna sonora ha incluso tutti i miei interessi
musicali, includendo anche alcune canzoni.
BEACH CROSSINGS - PACIFIC FOOTPRINTS L’origine di
questo pezzo risale a quando Pino Saulo mi chiese di fare un
pezzo per la RAI di Roma. Io proposi qualcosa sulla canzone
di Bob Dylan Masters Of War. Ebbi come risposta che questa
era una delle sue canzoni preferite, ma l’idea gli piacque
ancora di più non appena gli proposi di provare a farla sullo
stile di Albert Ayler.
Dopo aver ricevuto la proposta, affrontai una tournée in
Australia e Nuova Zelanda durante cui cominciai a cercare
ispirazione per affrontare il pezzo: trovandomi un giorno
presso il bookshop del Museo d’Arte Contemporanea di
Sydney con un mio amico e con Brent Clough, curatore del
settore arte presso la radio ABC, mi saltò tra le mani un libro
intitolato Beach Crossing di Greg Dening, lessi una pagina e lo
comprai.
Greg Dening, che ha passato la sua vita, tra le altre cose,
come scrittore di libri sulla storia delle isole del Pacifico,
assume uno stile letterario simile alla narrazione di un
continuo viaggio attraverso la cultura, il tempo e se stesso,
dando una visione ambivalente della spiaggia, dove questa è
la metafora di una realtà da attraversare. Uno spazio di
incontri e partenze su diversi livelli: il suo libro, Beach
Crossing, è principalmente incentrato sulle isole Marchesi, i
suoi abitanti e qualcuno tra i primi cittadini europei che
scelsero di vivere tra loro nel tardo ‘700.
Brent Clough, amico di vecchia data e mio compagno in quei
giorni, s’imbarcò per una missione di attraversamento della
spiaggia nella sua isola del Pacifico per fare una programma
per la ABC/BBC intitolata Pacific Footsteps. Il suo soggetto fu
il Pacifico 60 anni dopo la seconda Guerra Mondiale. Decisi
che era il mio argomento. Presi tre citazioni dal libro di Greg
Dening e poi cercai altre cose per realizzare un pezzo di
musica e testo per 12 musicisti e un lettore: il brano iniziava
con l’arrivo dei primi europei a Tahiti e si concludeva nel
ventesimo secolo con lo sgancio della bomba atomica su
Hiroshima. Il testo fu collegato alla musica, improvvisata da
un piccolo gruppo di musicisti che seguono segni grafici e
indicazioni da me prescritte, ed in diversi momenti includono
citazioni melodiche di Masters Of War.
I musicisti che hanno preso parte alla prima esecuzione
furono: Alvin Curran, Richard Nunns, Fabrizio Spera, Luca
Venitucci, Elio Martusciello, Toto Pilato, Mario Camporeale,
Enrica Vatteroni, Pasquale Innarella, Cristiano De Fabritiis e
Federica Santoro che fu la lettrice. Il pezzo è stato registrato il
31 maggio 2005 presso gli studi Rai di Roma/Italia prodotto
da Pino Saulo.
Mike Cooper
martedì 30 gennaio /Enna /Centro Polivalente
mercoledì 31 gennaio /Palermo /I Candelai
ore 20 Biagio Guerrera, Stefano Zorzanello : conferenza
ore 21 performance su più dimensioni
INCITTÀ_
Biagio Guerrera voce, testi, video
Stefano Zorzanello musica, registrazioni sul campo,
elettronica, strumenti a fiato
Pensieri e riflessioni sul cimitero
Salvo Scalia ideazione, parole e immagini video
Omu giallu cc’u cori alatu
Robert Ashley musiche e testi
traduzione in siciliano di Biagio Guerrera a partire da quella
italiana di Salvo Marano
Incittà è un progetto che unisce la scrittura poetica e vocale in
siciliano di Biagio Guerrera su luoghi e storie della città di
Catania al lavoro compositivo e sul paesaggio sonoro del
polistrumentista Stefano Zorzanello.
Incittà nasce all’interno di un più ampio laboratorio di ricerca
omonimo sul rapporto tra arti, scrittura e territori urbani.
AMMUNINNI? AMMUNINNI! Nell’estate del 1998 il Festival
Mappe Percorsi Urbani, produceva un volumetto titolato
Catania Sotterranea che raccoglieva scritture differenti - dalla
poesia alla saggistica - su alcuni storie e vicende note e meno
note della città etnea. Il filo rosso che le univa era uno
sguardo curioso e appassionato sulla città, l’interesse per i
luoghi e per i cataloghi, l’esigenza di “dissotterrare” alcune
vicende emblematiche e di sottrarrle alla doppia censura del
silenzio e delle celebrazioni.
Curato da Biagio Guerrera con il sostanziale aiuto di numerosi
amici - in primis Jacopo Leone, Nino Recupero e Toto
Roccuzzo - il volumetto vedeva numerosi contributi di scrittori
e saggisti per lo più catanesi.
A distanza di 8 anni, come l’Amenano che solo per brevi tratti
vede la luce ma non smette di scorrere verso il mare, questo
lavoro riaffiora sotto forma di un laboratorio/performance che
coinvolge alcuni di quei soggetti come Ignazio Lutri e Salvo
Scalia e ne incontra di nuovi, come Stefano Zorzanello,
musicista vicentino che vive a Catania dove ha avviato un
lavoro di “mappatura acustica” della città con il gruppo di
lavoro SSRG Sicilian Soundscape Research Group Catania o
l’urbanista e storico dell’architettura Roberto Zancan il
manipolatore sonoro Emiliano Cinquerrui e l’etnomusicologo e
musicista Luca Recupero.
Incittà ha debuttato a Catania - Zo Centro Culture
Contemporanee - il 20 Aprile 2006.
“la lingua creola non dice «la città bensì l'Incittà: l'Incittà
indica non una sorta di geografia umana ben reperibile, ma
essenzialmente un contenuto, ovvero una sorta di progetto. E
il progetto, qui, era esistere”.
Patrick Chamoiseau
mercoledì 7 febbraio /Enna /Centro Polivalente
ore 20 Davide Barbarino : conferenza
ore 21 concerto
ARIA_
NEW ROCKCONTEST
Mauro basso, voce, composizione
Vincenzo batteria, chitarra, composizione
Pietro chitarra, composizione
Ignazio chitarra solista, composizione
ARIA Nome semplice formato da 4 lettere, come la nuova
formazione di questo gruppo musicale unitasi nel 2003 e che
nel 2004 mette al mondo Metropolita, un demo-cd composto
da 7 brani inediti e autoprodotti che mettono in risalto
l'amalgama dei diversi backgrounds musicali da cui i quattro
musicisti palermitani, legati da un’amicizia pluriennale,
provengono: dal Crossover al Rock al Punk al Metal al Grunge.
Mauro e Vincenzo costituiscono il gruppo circa 10 anni
addietro, ma dopo vari avvicendamenti, il gruppo si stabilizza
con Pietro ed Ignazio. Dopo 2 demo-cd Fuoco (1996) e
Ossidazione (2000), Metropolita è quello che dà l’avvio ad
una lunga serie di concerti dal vivo ed interventi presso
diverse televisioni. Una loro composizione, Il Tempo è stata
inserita nella compilation dell’etichetta discografica
indipendente Sanarecords di Milano. Oggi AriA ha ultimato la
registrazione di Deviazioni con brani inediti di musica sempre
in continua evoluzione, ma la carica che esprimono questi 4
ragazzi è da assaporare dal vivo.
mercoledì 14 febbraio /Palermo /I Candelai
ore 21 performance su più dimensioni
TEMPS RÉEL - LA PRÉSENCE DU MONDE_
PERFORMANCE BUTOH
Moh Aroussi perfomer butoh
Stefane Perraud multimedia
Vincent Roudaut visual art
Andrea Lapsus Pennisi sonorizzazione acustica
Emiliano 5rrui sonorizzazione elettronica
si ringrazia Centre Culturel Francais de Palerme et de Sicile
È il nuovo progetto del performer butoh Moh Aroussi, lavoro
coreografico incentrato sulla relazione tra spazio, tempo e
nuove tecnologie. Temps Réel si può considerare come la
naturale prosecuzione di So(ze)ma, piéce di danza butoh di
Moh Aroussi prodotta da Purquapà, realizzato come work in
progress nel gennaio ‘05 al ‘magazzino artistico’ Majazè di
Catania con danzatori, musicisti e creatori di luce che
improvvisano alla maniera dei jazzmen.
Nelle diverse tappe del progetto, Moh Aroussi e Lapsus
creano un ponte tra artisti siciliani e parigini: il progetto viene
infatti replicato a Parigi, nel novembre 2005 presso lo Studio
de l'Ermitage all'interno della rassegna “Le bruit du sign” ed
anche presso l’Atelier Petahertz insieme a musicisti dell’area
sperimentale della capitale francese come Jacques Gandard
(violino), Tomas Feiterman (chitarra), David K (elettronica) ed i
siciliani Alessandro Arena (luci) insieme allo stesso Andrea
‘laspsus’ Pennisi (tromba, elettronica e suoni concreti).
TEMPS REEL In Temps Reel Moh Aroussi continua i suoi
incontri di commistione tra Arti e Artisti, qui con Stefane
Perraud (multimedia), Vincent Roudaut (visual art), Lapsus
(sonorizzazione), Emiliano 5rui (elettronica) mantenendo
aperto l’incontro con nuovi e differenti artisti attivi nella
pratica dell’improvvisazione. Una ricerca coreografica e
multimediale sulle ombre e la luce, il suono e il silenzio.
Il performer butoh, equipaggiato da ricettori fotosensibili
applicati sul proprio corpo, si muove molto lentamente su uno
o più fasci di luce. Ogni movimento determina una
perturbazione del segnale sonoro, suonato dal vivo. Nel
particolare la fonte sonora è creata dall’installazione sonora
di Andrea Lapsus, formata dalla cascata, di gocce d’acqua in
differenti catini, provocando una base ritmica dalle differenti
timbriche. Lapsus interviene sull’installazione interrompendo il
flusso dell’acqua così modulando la base sonora. Un po’
come lo scultore che interviene sulla pietra levando il
superfluo. Il suono viene rilevato da un microfono collegato ad
un computer che elabora in tempo reale (temps reel) le
movenze del danzatore. Il suono e la luce sono dunque
modulati e diretti dalla danza.
mercoledì 21 febbraio /Enna /Centro Polivalente
ore 20 conferenza
ore 21 performance
SÔ(ZE)MA Come l’acqua, il legno, la pietra o il vento, che
appartengono alla natura, il corpo è libero e primitivo.
Lasciato alla necessità dei suoi impulsi,
può ritrovare la condizione d’innocenza nella quale
una risposta della Natura nonè ancora contaminata
dall’abitudine del comportamento acquisito,
una risposta attraverso cui diviene visibile una sorta
di ‘paesaggio interiore’ che precede tutti i sensi
e si offre alla sua purezza.
Danzare vuol dire riconoscere il proprio paesaggio interiore e
lasciarsi immergere spontaneamente attraverso l’innocenza
dell’impulso: un corpo non ancora diviso, esposto al mondo,
nel suo contato innocente che diventa individuo come il primo
riflesso originario.
So(ze)Ma (contrazione di Soma, che indica il corpo, vuol dire
‘segno’ e ‘caduta’; e Zetei: conservare), viene dal greco
antico e indica insieme il segno e la caduta dell’anima.
Innocente è una parola latina per indicare quello che è
naturale, originale, libero.
Il ‘Nikutai’ è lo spazio nel quale si contengono tutte le
intenzioni, le esperienze vissute che colorano
e danno senso all’azione.
ASK FATHER - BUMPING INTO BROADWAY_
STRADE DEL CINEMA
Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione dei film
Ask Father di Harold Lloyd (USA 1919, 15’)
Bumping into Broadway di Harold Lloyd (USA 1919, 25’)
Giulio Maddaloni flauto, elettronica, composizione
in collaborazione con Associazione Strade del Cinema di Aosta
Giulio Maddaloni
è nato nel 1983 a Palermo, studia Arte e partecipa a mostre
collettive o anche personali. All’interesse per la pittura
accompagna anche quella per la musica e organizza nel
2003, con l’aiuto di artisti, giocolieri, giovani attori, pittori e
scultori, una manifestazione da strada, svoltasi per le vie
principali di Palermo, dove si mescolavano alla musica,
composta ed eseguita dal vivo dallo stesso organizzatore,
arte figurativa, prosa e poesia. Da questa esperienza Giulio
rafforza il desiderio e la voglia di esprimere la propria
creatività nel campo musicale facendo anche uso delle
nuove tecnologie informatiche. Come direttore artistico cura
nel 2004 e nel 2005 ToccoQuindiSono la sezione fotografica
del Palermo Film Festival componendo anche la colonna
sonora, di un cortometraggio che sarà eseguita dal vivo
durante l’ultima edizione del festival. Ha ricevuto la
menzione speciale al festival Strade del Cinema svoltosi ad
Aosta nell’agosto del 2006 giungendo secondo con i voti
della giuria popolare: in quella circostanza ha eseguito le
musiche da egli stesso composte dei film Harold Lloyd Ask
Father (USA 1919, 15’) e Bumping into Broadway (USA
1919, 25’).
mercoledì 28 febbraio /Palermo /La Cuba
giovedì 1 marzo /Catania /ex Monastero dei Benedettini
ore 20 Sergio Bonanzinga, Alessandro Rais : conferenza
ore 21 performance
A SEA OF SOUNDS - UN MARE DI SUONI_
DUTCH/SICILIAN CONNECTION
Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione dei film
Cacciatori sottomarini di Francesco Alliata (Sicilia 1946, 10’)
Lu tempo di li pisci spada di Vittorio De Seta (Sicilia 1954, 11’)
Pescherecci di Vittorio De Seta (Sicilia1958, 10’)
Amsterdam, Stad aan het Water di Max de Haas (Olanda 1957, 14’)
Geithoorn di Frans Dupont (Olanda 1958, 12’)
Storm op Zee di Wolfgang Martini (Olanda 1931, 11')
Zee di Otto van Neijenhoff (Olanda 1932, 10’)
Alice’s Day at Sea di Walt Disney (animazione 1924, 11’)
Stormy Seas di Ub Iwerks (animazione Olanda, 6’)
Michael Moore clarinetto, clarinetto basso, alto sax,
composizione
Stefano Zorzanello flauti, sax soprano, elettronica,
composizione
Sandro Librio violino
Lelio Giannetto contrabbasso
Michael Vatcher batteria
in collaborazione con Purquapà
I musicisti, provenienti da differenti culture geografiche (Olanda,
Stati Uniti, Sicilia) e musicali, dopo un periodo di lavoro creativo singolarmente e di gruppo - realizzano le musiche eseguite dal
vivo durante la proiezione di alcune pellicole aventi come oggetto
il tema del mare. Le composizioni saranno frutto delle risorse di
ogni singolo componente: Michael Moore e Stefano Zorzanello
comporranno le musiche che saranno alternate da momenti di
composizione istantanea realizzate da tutti i musicisti. Il lavoro di
musicazione non viene però svolto indipendentemente dalla
visione delle immagini filmiche, ma queste costituiranno parte
integrante della partitura stessa fornendo le esatte inflessioni
per la scelta delle espressioni sonore: si realizzerà un profondo
connubio tra la vibrazione della luce cinematografica e quella dei
suoni. Vista la tematica tradizionale ed antropologica, saranno
rigenerati temi della tradizione orale delle rispettive culture senza
però ricadere nella trasposizione pedissequa di temi etnici: si
tenderà al recupero di una forma attuale, contemporanea, di
percezione sensibile dei suoni o del suono ancestrale sotteso ad
ogni forma d’onda…
A SEA OF SOUNDS riflette una condizione che accomuna, da
diverse prospettive, i Paesi Bassi e la Sicilia. Questi due Paesi
hanno con il mare uno strettissimo rapporto segnato
storicamente dalla sopravvivenza che può essere intesa ora
come momento di ricerca e di conoscenza, ma anche di
conquista, di qualcosa d’altro, ora come attesa verso qualcosa
che dal mare possa arrivare per congiungersi, mescolarsi,
arricchire, rinnovare o trasformare lo stato delle cose in un gioco
di equilibrio naturale di scambio. Il mare ha rappresentato e
rappresenta tuttora il luogo/non-luogo dell’infinito e della libertà
dell’uomo dall’uomo e dalla sua schiavitù; l’altra realtà, il sogno,
l’avventura, la lotta primordiale dell’uomo e delle forze della
Natura, ma anche la grande placenta di vita e di morte, come
realmente dimostrano i fatti che in questi anni vedono la Sicilia
ambita porta per il ‘paradiso della sopravvivenza’.
Dal punto di vista della riduzione segnica, il mare come il suono
si ritrovano accomunati dallo stesso elemento minimo, l’onda,
che rappresenta, per i miti antropologici, il divino e l’origine delle
cose, per la fisica, il movimento nello spazio/tempo e quindi la
vita. La nostra esistenza quindi può dipendere da una frequenza
ondulatoria: si può considerare una funzione vibrante… Come il
suono. Mettere insieme alcuni musicisti olandesi e siciliani, le
cui aree geografiche e culturali sono state e sono legate
all’elemento minimo dell’onda, è un occasione che vale la pena
di perseguire per scorgere insieme il risultato di questo
incontro/scambio: realizzare, durante un periodo di tempo di
lavoro in comune, musiche originali, in simbiosi con le immagini
di alcuni registi siciliani e olandesi che vedono il mare attore
principale, sarà sicuramente un modo per verificare come si
riescano ad avere diverse sfaccettature, diverse possibilità di
relazione con lo stesso elemento naturale - reale o metaforico - e
come oggi continua ancora a vivere ed essere espressione
infinita di Se… Come il suono.
Michael Moore
(1954) è nato e cresciuto ad Arcata, California, Stati Uniti.
Dopo aver studiato con Jaki Byard, Gunther Schuller, Ran
Blake, Joe Allard, Tom McKinley, Gorge Russell e Joe Maneri
al New England Conservatory of Music, trascorre un anno a
New York, dove lavora presso uno studio commerciale,
presso classi di danza e un club di vela, prima di partire per
l’Europa, per la prima volta nell’estate del 1978, per suonare
con gli Available Jelly, accompagnamento musicale della
Great Salt Lake Mime Troupe. Dal 1982 vive ad Amsterdam
dove lavorare col teatro (Baal, Dogtroep, De Voorziening,
Teo Joling, Mug met de Golden Tand) e con la danza (Pauline
De Groot, Katie Duck, Alessandro Certini, Shusaku Takeuchi
e Virgilio Sieni) così come in vari contesti musicali quali Gijs
Hendricks’ Octet, Franky Douglas’Sunchild, Guus Janssen’s
Septet e Maarten Altena’s Quartet e Octet. In seguito suona
e registra con i gruppi di Mark Helias, Gerry Hemingway,
Evert Hekkema, Sean Bergin, Maurice Horsthuis, Gorge
Graewe, Klaus Konig, Burton Greene (Klezmokum), Simon
Nabatov, Dave Douglas, Myra Melford, Mark Dresser, Ig
Henneman e altri.
Nel 1986 riceve il premio Dutch jazz, il Boy Edgar Prijs. Nel
1997 Trio Clusone viene eletto primo gruppo acustico
(Talent Deserving Wider Recognition) al Down Beat’s Critics
Poll; nel 2000 – 2002 Moore viene eletto primo clarinettista
durante lo stesso concorso. Vince il “Bird Award” al
Northsea Jazz Festival nel 2000.
Michael Vatcher
vive ad Amsterdam ma è originario della California
negli Stati Uniti. Più di vent’anni fa è venuto in
Europa con Michael Moore costituendo il famoso
gruppo Available Jelly. Fortemente attratto
dall’Europa per le sue profonde radici culturali non ha
mai realmente pensato di tornare in America. Michael
Vatcher ha sviluppato la propria ricerca musicale in
differenti direzioni grazie anche alla sua tecnica
inimitabile e la sua espressione, nonché il suo senso
di scavare fin dentro al più piccolo suono per
evidenziarne la forte valenza di senso che si può
trovare in ogni fonte di vita sonora: ciò fa di Vatcher
uno dei batteristi più ricercato in Olanda e in Europa.
I suoi contributi sonori si possono trovare nelle
registrazioni di Maarten Altena, Michael Moore,
Franky Douglas, Mathilde Santing, John Zorn, The Ex
e molti altri.
Stefano Zorzanello
flautista, sassofonista e compositore, nato a Vicenza nel
1969. Dal 1988 ha vissuto a Bologna dove ha compiuto gli
studi universitari (DAMS). Nel ‘97 e ‘98 lavora anche come
operatore musicale di base nel carcere bolognese “La
Dozza”. Nel 1999 soggiorna per 2 mesi a Sydney e
Melbourne grazie alla borsa di studio Movin’Up, compiendo
una ricerca sull’immigrazione italiana in Australia che ha
dato luogo all’opera multicodice Voci Italia Australia - storie
di corrispondenza magnetica, prodotta da Link Project per
Bologna 2000 Città Europea della Cultura. Dal ’99 al 2003
si sposta a Roma collaborando con la scena locale dedita
alla sperimentazione, e nel 2003 si sposta nuovamente a
Catania assecondando una deriva che lo porta
costantemente verso Sud-Ovest. Ha suonato dal vivo e in
studio con musicisti quali: Dietmar Diesner, Chris Cutler, Phil
Minton, Jon Rose, Otomo Yoshihide, Giancarlo Schiaffini,
Fernando Grillo, Nicolas Roseeuw, Frank Schulte, Thomas
Lehn, Alvin Curran.... Inoltre ha suonato sotto la guida di
Fred Frith, Butch Morris, Eyvind Kang per l'esecuzione di
opere da loro composte e dirette (Pacifica, 1994,
Conduction 31, 1995, Virginal Co-Ordinates 2001). Stefano
Zorzanello è apparso più volte in trasmissioni radiofoniche
su RAI Radio3 per Radiotre Suite Oltre il Sipario e per
Audiobox con Mistress, Tiziano Popoli, Jon Rose, Centolire,
Storyville. Ha scritto le musiche originali per gli spettacoli
“Il risveglio” (Bologna, Link 1997) e “Barcas” (Oporto,
Teatro Nacional S.Joao, 2000), “Graal” (Roma Officine
Molliconi, 2000) e “Woyzzeck” (Venezia, La Biennale teatro
2001)per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Le sue
composizioni sono state eseguite da: Mistress, Fred Frith
Guitar Quartet, Fastilio, Eva Kant Ensemble, Orchestra
Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna, Strumentisti
dell’Orchestra dell’Arena di Verona, Playground Ensemble.
Negli ultimi anni s’interessa di environmental music,
soundscape composition, ecologia acustica e paesaggio
sonoro. È il presidente del Sicilian Soundscape Research
Group (Gruppo Siciliano di Ricerca sul Paesaggio Sonoro SSRG). Ha tenuto seminari presso l’Università di Palermo –
Facoltà di Lettere e Filosofia – su Ecologia dell’ambiente e
Paesaggio sonoro.
Sandro Librio
è nato ad Erice nel 1982, inizia lo studio del violino, del
pianoforte e della composizione. A Trapani incontra Giovanni
Sollima, incontro fondamentale per la sua formazione. Studia
a Genova con Giuseppe Gaccetta, a Marsala con Zoya
Nademliska, a Roma con Francesco Peverini ed a Trapani
con Enrico Orlando. Nel 2004 incontra Lelio Giannetto
attivando una stretta collaborazione con l’associazione per
la musica contemporanea Curva Minore con cui realizza,
durante ASCOLTA PALERMO /PALERMO ASCOLTA - giornate
internazionali sul paesaggio sonoro, la performance
sperimentale Tra Regni e Specie Diversi, una composizione
di Stefano Zorzanello per la sonorizzazione dell’Orto
Botanico di Palermo. Inizia lo studio della musica elettronica
dapprima con Domenico Sciajno poi con Francesco Galante,
nello stesso anno suona al Dar Bach Hamba (Tunisi) per la
Fondazione Orestiadi di Gibellina. Nel 2005 fonda il 38°
Parallelo, gruppo di lavoro sensibile all'avanguardia teatrale,
musicale e della video arte, per cui scrive lo spettacolo
teatrale Operazione Zero che andrà in scena ad Erice,
Palermo e Roma. A Palermo vince il primo premio al
concorso teatrale Agricantus scrivendo le musiche per lo
spettacolo Arabbi. Collabora stabilmente con il regista
Francesco Siro Brigiano curando tutta la produzione e la
post-produzione audio e scrivendo le musiche per i suoi
lavori.
Nel 2006 insieme al violoncellista e compositore Giuseppe
Civiletti, realizza una tournèe di tre mesi che, dopo aver
attraversato le principali città italiane e spagnole si
concluderà a New York con il film musicale Ground Zero.
mercoledì 7 marzo /Palermo /I Candelai
ore 20 conferenza
ore 21 performance
LA MERIDIANA DEL CONVENTO_
STRADE DEL CINEMA
Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione del film
La Meridiana del Convento di Eleuterio Rodolfi (Italia 1916, 30’)
Prima assoluta
HECTORMANN MUSIC CREW
Marko Bonarius contrabbasso, composizione
Mauro Schiavone pianoforte, composizione
Francesco Guaiana chitarra, composizione
in collaborazione con Associazione Strade del Cinema di Aosta
si ringrazia il Museo Nazionale del Cinema di Torino
HECTOR MANN MUSIC CREW per “la freschezza, l'intelligente
uso dei timbri e la grande empatia con il personaggio di
Harold Lloyd” è il vincitore assoluto del “Concorso Giovani
Musicisti Europei” inserito all'interno della quinta edizione del
Festival Internazionale del Cinema Muto musicato dal vivo che
si è tenuto dal 3 al 12 agosto 2006 ad Aosta e che aveva
come tema una retrospettiva sull’attore comico Harold Lloyd.
Il trio, nato in occasione della partecipazione al festival ha
sonorizzato il film Haunted Spooks (USA, 1920) al Teatro
Romano di Aosta. Alla fase finale del concorso partecipavano
10 finalisti (da Italia, Francia, Svizzera e Belgio) selezionati
tra quasi 140 concorrenti durante precedenti selezioni tenute
ad Aosta, Firenze, Liegi e Palermo. La giuria del concorso era
formata da Michael Ismeni, Christian Thomas, Enrico
Montrosset, direttore del festival e anche da Ezio Bosso,
compositore noto per la musica del film Io non ho paura di
Gabriele Salvatores.
Per il 2007 e’ stata commissionata la sonorizzazione del film
muto La Meridiana del Convento
(Italia, 1916) di Eleuterio Rodolfi, messo a disposizione dal
Museo Nazionale del Cinema di Torino, che verrà eseguita dal
vivo a Palermo in prima esecuzione assoluta,Torino, Liegi ed
Aosta.
Francesco Guaiana
chitarrista e compositore, nato a Palermo nel 1973, si forma
musicalmente presso la scuola Musica Insieme e studia
anche chitarra classica col maestro Maurizio Norrito. Nel
1999 si trasferisce a Boston grazie a una borsa di studio e
si diploma al Berklee College of Music nel 2001, dove studia
chitarra jazz, arrangiamento, composizione, con Mick
Goodrick, Jon Damian, Ted Peace, Dave Samuels, Kurt
Rosenwinkel. Ha collaborato con artisti del calibro di Gary
Burton, Bob Moses, Paul Jeffrey, Jon Damian; ha fatto parte
dello staff docenti del Berklee College collaborando con Bob
Stoloff, Kevin Mahogany e Donna Mc Elroy. Dopo l’intensa
esperienza negli States tra Boston e New York rientra a
Palermo dove svolge a tempo a pieno attività didattica e
concertistica. Collabora di recente con la compagnia
CONTRORA di Trento e con visual e video artists come Matt
Ostrowsky, Roberto De Pol, Andrea Parkins, Santomatteo,
partecipando a diversi artist in residence come CESTA (Rep.
Ceca) e ART_CON _FUSION (presso il MART, Museo d’Arte
Contemporanea di Rovereto).
Mauro Schiamone
Nato a Palermo nel 1975, pianista e compositore, si è
diplomato in pianoforte nel ’95 col massimo dei voti e la
lode presso il Conservatorio di Musica V.Bellini di Palermo.
Ha conseguito diversi premi in numerosi concorsi pianistici,
tra i quali il premio speciale “Prokofiev award”
all’International Piano Competition Ibla Grand Prize 1992.
Contemporaneamente allo studio della musica accademica
si accosta ad altre forme d’espressione musicale come il
Jazz, il Rock e l’Etno Music, aprendo in tal modo una
brillante attività nei più svariati ambiti musicali. Dal ’95 è
pianista dell’Orchestra Jazz Siciliana”, insieme alla quale ha
suonato con musicisti di fama internazionale tra i quali:
Michael Torke, Michael Mantler, Toots Thelemans, Diane
Shuure, Arturo Sandoval, Bill Russo, Miky Howard, Bob
Mintzer e Jack Walrath. Ha partecipato a numerose
rassegne e Jazz Festivals tra cui Umbria jazz 2004, Montreal
jazz festival 2006, Siena jazz 2005, Zsàmbeck jazz open
2003, Baku Jazz Festival 2006. Inoltre ha suonato con:
Dave Liebman, Dusko Goycovich, Brad Wheeler, Joy Garrison,
Pietro Tonolo, Gianni Basso, Gegè Telesforo, Maurizio
Giammarco, Marco Tamburini, Gigi Cifarelli, Pietro Leveratto,
Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Jean-loup Longnon, Gianluca
Petrella, Francesco Cusa, Cristoph Monniot, Rosario
Giuliani, Enzo Randisi, Stefano D'anna, Gianni Gebbia,
Giuseppe Milici, Pavel Smetacek.
Marko Bonarius
è nato nel 1971 a Groningen, Olanda. Studia musica jazz al
conservatorio di Groningen sotto la guida del maestro Jan
Voogd. Lascia il conservatorio per conseguire le lauree in
psicologia e giurisprudenza all'Università di Groningen ed
Amsterdam. Suona, negli anni degli studi universitari, un
ampio repertorio sinfonico con diverse orchestre olandesi,
esibendosi al Concertgebouw di Amsterdam e nelle sale
concerto di Vienna, Barcellona, Helsinki, Praga, Cracovia,
Oxford e San Pietroburgo. Stabilitosi in Sicilia nel settembre
2002, da allora suona e collabora con tanti musicisti,
siciliani e non, in diversi ambiti musicali: classica,
contemporanea, jazz, musica etnica, teatro. Ha collaborato
con Ernie Watts, Dan Moretti, Wolter Wierbos, Mario Raja,
Gianni Gebbia, Orazio Maugeri, Paolo Sorge, Toni Cattano,
Stefano d’Anna, Christophe Moniot, Andrea Beneventano,
Raffaele Brancati, Fabrizio Puglisi, Ab Baars ed Ig
Henneman. Nei primi mesi del 2006 suona in Olanda con il
VI-Trio, in Svizzera con il gruppo di tango Cuarteto Palermo,
in Heidelberg con l’Accademia Musicale Palermo ed in Kenia
con il cantante Harry Kimani per il “North Sea Jazz salutes
Nairobi”.
Lelio Giannetto
direzione artistica
coordinamento della produzione
Valeria Fazzi
segreteria generale
Davide Barbarino
Guido Peri
Stefano Zorzanello
didattica
Alessandra Sciortino
Francesco Gallea
Giorgio Giannone
assistenza organizzativa
Daniele Piparo
Assistenza tecnica
Alice Panascia
riprese video
Davide Carrozza
fotografia
Gano Scancarello
ingegneria del suono
Antonino Mazzara
traduzioni
Corrado Salemi
sito web
Paolo Di Vita
progetto grafico e immagine
REGIONE SICILIANA
Salvatore Cuffaro
Presidente
Lino Leanza
Assessore BB CC AA e PI
FONDAZIONE ORESTIADI
Ludovico Corrao
Presidente
Calogero Pumilia
Segretario generale
Piero Violante
Consulente sez. musica
COMUNE DI ENNA
Rino Agnello
Sindaco
AMBASCIATA DEL REGNO DEI
PAESI BASSI
DUTCH CULTURAL FUND
DUTCH JAZZ CONNECTION
LICEO SCIENTIFICO
P. FARINATO /Enna
Anna Luigia Marmo
Preside
Elisabetta Arena
Maria Merlo
Docenti
LICEO-GINNASIO
N. COLAJANNI /Enna
Francesco Alessi
Preside
Gaetano Di Mario
Docente
LICEO SOCIO PEDAGOGICO
D. ALIGHIERI /Enna
Francesco Alessi
Preside
Giovanna Fussone
Antonello Castaldo
Docenti
LICEO-GINNASIO
G. GARIBALDI /Palermo
Antonio Martorana
Preside
Ignazio F.
Ezio Ciappa
Emanuele Lanzetta
Docenti
LICEO LINGUISTICO
A. LINCOLN
Aldo Petralia
Preside
ISTITUTO MAGISTRALE STATALE
R. MARGHERITA /Palermo
Concetta Guagenti
Preside
Enza Calca
Lucia Ievolella
Vice-preside
Barbara Evola
Filippo Cerniglia
Docenti
TEATRO LÜ
Maria Assunta Mauro
Presidente
LICEO ARTISTICO
G. ALMEYDA /Palermo
Lia Gerbino
Preside
Ezio Leone
Vice-preside
Maria Muratore
Giuseppina Attinasi
Docenti
I CANDELAI
Massimo Campagna
Presidente
STRADE DEL CINEMA
Enrico Montrosset
Presidente
Grazie a
Piero Violante
Sergio Bonanzinga
Lucio Augello
Fabio Caronna
Gigi Razete
Alessandro Rais
Alfio Scuderi
Cesare Gaudenti
Massimo Campagna
Bastiaan Ernst
Paul Gompes
Stefano Zorzanello
Heidi Sciacchitano
Elena Andolfi
Yousif Latif Jaralla
Eliana Mauro
Gisella Duci
Giovanni Damiani
Elisabetta Arena
Arnaldo Orlando
Gabriele Lentini
Lucia Bonaffino
Enrico Montrosset
Martino Lo Cascio
A VALERIA, GABRIELE E LUCA
SENZA IL CUI AFFETTO
NON AVREI MAI
POTUTO REALIZZARE
IL LAVORO DI QUESTI ANNI
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
Tessera Studente
Tessera Ordinario
Tessera Sostenitore
Ingresso Studenti
Ingresso intero
Laboratorio d’improvvisazione
euro
euro
euro
euro
euro
euro
35
60
100
5
8
50 (35 per i soci)
La tessera da diritto d’accesso a tutti gli spettacoli
si può acquistare presso:
Curva Minore__ via Monte S. Calogero 5, Palermo
oppure prima degli spettacoli:
La Cuba__corso Calatafimi 100, Palermo
Nuovo Teatro Montevergini__piazzetta Montevergini, Palermo
I Candelai__via dei Candelai 65, Palermo
Centro Polivalente__via dello Stadio, Enna
Info 347.6035179www.curvaminore.org_
[email protected]
DiVitaDesign
ASSESSORATO REGIONALE BB CC AA e PI
FONDAZIONE ORESTIADI
AMBASCIATA DEL REGNO DEI PAESI BASSI
DUTCH CULTURAL FUND
DUTCH JAZZ CONNECTION
COMUNE DI ENNA
PURQUAPA E LAPISBOOKING
TEATRO LÜ
STRADE DEL CINEMA
I CANDELAI
LICEO ARTISTICO ‘ALMEYDA’ PALERMO
LICEO GINNASIO ‘GARIBALDI’ PALERMO
ISTITUTO MAGISTRALE ‘MARGHERITA’ PALERMO