STAGIONE 2006/2007 CURVA MINORE LA MUSICA ATTRAVERSA/O I SUONI VI edizione 15 NOVEMBRE 2006/7 MARZO 2007 PALERMO/CATANIA/ENNA FEMINA SAPIENS SSS ESSERE È NON ESSERE IMPROMUSIC ERNST REIJSEGER ORCHESTRA VIRTUOSO SBUTRÌO NANOOK OF THE NORTH MAN WITH A MOVIE CAMERA PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN? INCITTÀ ARIA TEMPS RÉEL - LA PRÉSENCE DU MONDE ASK FATHER - BUMPING INTO BROADWAY A SEA OF SOUNDS - UN MARE DI SUONI LA MERIDIANA DEL CONVENTO IL SUONO DEI SOLI EDIZIONE SPECIALE DEDICATA A CORNELIUS CARDEW MAGGIO 2007 STRADE DEL CINEMA CONCORSO GIOVANI MUSICISTI EUROPEI GIUGNO 2007 Sette quadri per voce e percussioni_ Concerto scenico per voce e contrabbasso_ Dutch/Sicilian Connection_ Dutch/Sicilian Connection_ New rockcontest_ Mike Cooper special dedication_ Mike Cooper special dedication_ Mike Cooper special dedication_ Performance su più dimensioni_ New rockcontest_ Performance Butoh_ Strade Del Cinema_ Dutch/Sicilian Connection_ Strade Del Cinema_ CURVA MINORE COMPIE 10 ANNI_ NEL PRESENTARE LA STAGIONE CONCERTISTICA 2006/2007 DESIDERIAMO SUBITO EVIDENZIARE CHE SI TRATTA DI UNA STAGIONE MOLTO PARTICOLARE POICHÉ CI PREPARIAMO A TIRARE LE SOMME DI 10 ANNI D’INTENSA ATTIVITÀ CHE CI HA VISTO PROTAGONISTI DI ALCUNE TRA LE PIÙ IMPORTANTI MANIFESTAZIONI INNOVATIVE LEGATE ALLA MUSICA DEI NOSTRI GIORNI. INIZIATO IL NOSTRO CAMMINO NEL 1997, CON LA PRIMA EDIZIONE PRESSO LO SPASIMO DEL FESTIVAL CURVA MINORE PRATICHE INUSUALI DEL FARE MUSICA, ABBIAMO VISTO NASCERE SUCCESSIVAMENTE LA RASSEGNA DI MUSICA CONTEMPORANEA DI SCRITTURA IL SUONO DEI SOLI, LA CUI PROSSIMA EDIZIONE SARÀ LA NUMERO NOVE, E LA MUSICA ATTRAVERSA/O I SUONI PER UN PERCORSO TRASVERSALE ED ESTENSIVO DELL’UNIVERSO SONORO. ALCUNI APPROFONDIMENTI SI SONO REALIZZATI CON DREAMIN’ CALIFORNIA, INCONTRO TRA LA MUSICA D’IMPROVVISAZIONE DELLA BAY AREA DI S. FRANCISCO E QUELLA DI SICILIA; TREATISE PER LA REALIZZAZIONE DELLA MONUMENTALE PARTITURA GRAFICA DEL COMPOSITORE INGLESE CORNELIUS CARDEW; NUOVE TRACCE E IL PENSIERO ELETTRONICO IN COLLABORAZIONE CON IL TEATRO MASSIMO DI PALERMO E L’UNIVERSITÀ TOR VERGATA DI ROMA; IL SUONO ORGANIZZATO, NELLA CUI CIRCOSTANZA SI È COSTITUITO L’ENSEMBLE SICILIAN MUSIC CREW; ASCOLTA PALERMO /PALERMO ASCOLTA - GIORNATE INTERNAZIONALI SUL PAESAGGIO SONORO E TANTE ALTRE MANIFESTAZIONI. FESTEGGEREMO INSIEME, DURANTE IL MESE DI MAGGIO 2007. Una Musica Sociale Gli eventi di questa stagione tengono in buon conto delle metodologie di divulgazione e dei principi messi in atto in questi anni favorendo la fruibilità di quelle nuove geografie dell’arte e della cultura formatesi grazie ai nuovi modi di apprendimento delle risorse intelligenti. L’interdisciplinarietà della conoscenza, con gli inevitabili riflessi nelle espressioni artistiche, l’accelerazione informatica, il concetto di rete e di ipertesto, la necessità di sviluppare forme di comunicazione interconnesse e mediate da contenuti e linguaggi differenti: queste ed altre possibili considerazioni ci hanno indotto a concepire e divulgare non più gli aspetti di esclusivo dominio dei canoni di un linguaggio sonoro universalmente (universalmente?...) riconosciuto, ma anche ad aprire il mondo dei suoni ad idee che potessero sviluppare relazioni, incontri, aperture, scambi, congiunzioni a qualsiasi livello con le altre manifestazioni artistiche (l’idea della contaminazione la scarterei, mi fa troppo pensare ai virus o alle radiazioniJ). Ovviamente tutto ciò comporta una notevole quantità di rischio sotto molti punti di vista: chi è abituato a fare esperimenti sa benissimo cosa e come sia facile incorrere in errori o fallimenti. È vero, ma è anche vero che, se non provassimo ad incrociare continuamente nuove strade, non ci sposteremmo dal punto di partenza, perdendo cioè il piacere ed il gusto per l’avventura (perché no?!). Ciò che stiamo cercando di fare in questi anni è porgere alcuni esperimenti sonori con una certa continuità per dare, a questi nuovi modi, un senso di regolarità, quasi a voler mostrare la possibilità di realizzare i nostri sogni, le nostre invenzioni, la nostra voglia di creare nuovi mondi, diverse concezioni del possibile, fuori dall’omologazione o dall’interesse mediatico istituzionale. Il coinvolgimento dei giovani e degli studenti, reale investimento per il futuro della nostra società, è stato un punto focale cui abbiamo rivolto la nostra attenzione, evitando di svolgere percorsi di educazione musicale alternativi che spesso retoricamente sottendono false politiche di trasformazione (tutto cambi purché nulla cambi): stiamo, cioè, cercando di porgere strumenti di analisi culturale e sociale dei fenomeni musicali così come si sono succeduti e/o secolarizzati. Stimolare le capacità critiche può anche avere il senso di stimolare visioni diverse da ciò che è scontato, immobile, incontrovertibile: può avere il senso di stimolare la fiducia verso un cambiamento dello stato delle cose. L’idea di cambiamento cui ci riferiamo non vuole tendere ad un rivoluzionamento di un sistema di valori (non cerchiamo di fomentare utopiche quanto già viste rivoluzioni), ma ad una cambiamento del metodo o del modo di poter concepire qualcosa di diverso: contemplare l’idea del possibile, di qualcosa d’altro del già conosciuto, come un modo per la continua (impossibile o possibilissima) ricerca della verità. La verità della non esclusione ma, al contrario, della accoglienza, della disponibilità alla discussione, al mettersi in discussione, la verità del poter pensare di pensare senza doversi necessariamente o forzatamente adeguare ad una situazione di fatto o dominante, anzi cercando di contribuire alla creazione di fatti altri, ulteriori, diversi, per crescere in un continuo confronto tra idee portatrici di senso, emotivo e razionale. Ciò può certamente aiutarci a crescere. Non si può negare che la musica sia innanzitutto un fenomeno sociale e che in quanto tale possieda implicitamente la dimensione umana del comunicare, del fare insieme agli altri. Non considerare questo aspetto come fondante, costitutivo, del procedere attraverso i suoni, significa cancellare la ragione primaria di un’espressione della Natura che attraversa e collega tutte le geografie possibili prima ancora della formazione e dell’affinamento del/i concetto/i di musica. Occorre innanzitutto tener presente che musica e società stanno in rapporto di integrazione fenomenica non solo quindi nel recupero di una primordiale memoria storica, ma soprattutto per un’applicazione attuale del fare musica. Ciò si avverte maggiormente nelle musiche legate in qualche modo a contenuti di carattere antropologico: pensiamo alle società africane dalle cui espressioni, a contatto con certe identità euro-americane, scaturirono, dopo secoli di schiavitù e di oppressione razziale (ancora oggi ben presente) fenomeni e forme ‘tradizionali’ spirituals e blues - che condizioneranno fortemente la musica su tutto il pianeta. Da questi, che sono espressione diretta di problematiche sociali, si svilupperanno fenomeni più leggeri come il rock’n roll - da cui prenderanno origine il rock ed il pop e, su altro versante il jazz, con tutta la complessa ed articolata serie di periodi e stili che non resteranno fuori dalle problematiche politico-sociali, ma anche esistenziali o estetiche del Secolo XX. La musica cosiddetta euro-colta non resta proprio completamente fuori dalle problematiche sociali: dobbiamo considerare il diverso percorso evolutivo che società, politica e cultura - in senso occidentale - avevano sviluppato nel Vecchio Continente e la stretta relazione che, via via, si andava sempre più consolidando tra filosofia e musica fino a raggiungere le più alte, meravigliose, vette di un pensiero musicale in perfetta congiunzione con le più avanzate e profonde acquisizioni della conoscenza del Pensiero. Non sempre, però, le riflessioni e le ricerche in campo estetico hanno manifestato interesse verso l’ambito sociale, col rischio di verificare scollamenti tra evoluzione del pensiero e sua applicazione pratica fino a giungere a punti di non ritorno. Ovviamente non è questa la sede per risolvere uno dei più difficili conflitti socio-culturali dei nostri giorni, ma vale sicuramente la pena di porre la riflessione per eventualmente esprimere, con i mezzi di cui si dispone, il proprio contributo… nella speranza di tendere ad un miglioramento del contesto in cui si opera. Lelio Giannetto LA MUSICA ATTRAVERSA/O I SUONI 2006/2007 ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ Dutch/Sicilian connection Mike Cooper special dedication Performance su più dimensioni Strade del Cinema Concorso Giovani Musicisti Europei Laboratorio d’improvvisazione Creazione del circuito regionale Co-produzioni internazionali DUTCH/SICILIAN CONNECTION Nel panorama della musica contemporanea, la scena olandese ha rappresentato, a partire dagli anni ’60 un importante punto di riferimento nella ricerca di un’identità europea allora strettamente influenzata dalle esperienze della tradizione jazzistica afro-americana. Proprio in Olanda, prendono corpo movimenti musicali che cominciano a liberarsi da certe pregiudiziali accademiche e che si orientano verso una sintesi tra i nuovi linguaggi di derivazione accademica e le nuove tendenze del Jazz, specialmente quelle sviluppatesi in concomitanza con i movimenti culturali sorti proprio intorno al ’68. Proprio in quegli anni si attua un processo di rinnovamento su modi nuovi di pensare la musica: si sviluppa uno stretto rapporto tra la creatività musicale e le questioni sociali e politiche, si portano le esecuzioni al di fuori delle cornici tradizionali, si organizzano concerti all’aperto, si svolgono vere e proprie irruzioni sonore in contesti non musicali, si coniugano linguaggi differenti mettendo in gioco la possibilità del dialogo e della concertazione tra cose diverse, e così via. La cultura olandese sviluppa quindi una ventata di aria nuova partendo dal jazz, ma cercando e creando nuovi rapporti con altri contesti musicali. Molti importantissimi musicisti americani di Jazz, fin dai primissimi anni del XX Secolo - come Coleman Hawkins, ma anche sul nascere della New Thing, come Eric Dolphy - hanno ritenuto che in Olanda si stavano sviluppando importanti quanto originali mutamenti nel modo di pensare e fare la musica. Varie generazioni di musicisti si sono intanto avvicendate in questa sorta di continuo movimento che da un lato non rinnega l’antica tradizione, ma dall’altro coniuga questa con elementi creativi davvero importanti per la diversità e la forza dell’impatto sociale e per un continuo rinnovamento del fenomeno musicale su tematiche sempre attuali. Con la nostra iniziativa Dutch/Sicilian Connection, abbiamo il piacere di poter ascoltare alcuni dei più grandi esponenti di ciò che è stato identificato come New Dutch Swing: Ab Baars, Ig Henneman, Michael Moore, Michael Vatcher ed Ernst Reijseger. Inoltre abbiamo anche promosso alcuni incontri tra i musicisti nord-europei ed alcuni esponenti siciliani della musica attuale Miriam Palma, Stefano Zorzanello, Sandro Librio e Lelio Giannetto - per la realizzazione in comune di opere che tengano in considerazione alcuni degli aspetti creativi del fare musica oggi. Speriamo che ciò possa dare un piccolo contributo ad indicare, come sostenibile, la strada dell’incontro, della partecipazione e del dialogo tra linguaggi, contesti ed esperienze culturali diversi. Curva Minore a Palermo e Purquapa a Catania stanno cercando, con questa prima iniziativa in comune, di creare in Sicilia una circuitazione di idee. La scena olandese, definita come New Dutch Swing, ci proporrà dapprima l’iper-virtuoso violoncellista Ernst Reijseger, famoso per la versatilità del suo approccio musicale e capace di trovarsi a proprio agio in contesti musicali più disparati: con i Tenores a Concordu de Orosei così come con la famosa ICP di Misha Mengelberg, con il Gerry Hemingway Quintet e il Trio Clusone (con Michael Moore e Han Bennink), suonando come solista ed in una grande varietà di combinazioni internazionali, con artisti come Louis Sclavis, Trilok Gurtu, Franco D’Andrea e Yo-Yo Ma. Il polistrumentista Ab Baars e la compositrice e violista Ig Henneman incontreranno la straordinaria vocalist siciliana Miriam Palma seguendo la prassi degli incontri d’improvvisazione che solitamente si svolgono senza alcuna prova precedente, mettendo in gioco tutto il rischio possibile e immaginabile di creare la musica immediatamente sul luogo della performance. In modo diverso si articolerà il progetto A Sea Of Sounds – Un Mare Di Suoni che sarà realizzato attraverso un incontro tra il clarinettista e sassofonista californiano Michael Moore residente da oltre 20 anni ad Amsterdam così come il batterista Michael Vatcher che ha seguito l’amico in questa sorta di emigrazione al contrario: questi, insieme ai musicisti residenti in Sicilia, Stefano Zorzanello, Sandro Librio, Lelio Giannetto comporranno le musiche che verranno eseguite dal vivo durante la proiezione di alcuni film siciliani e olandesi sul tema del mare, che unisce entrambe le regioni mostrandone anche differenti esperienze e pratiche di vita. MIKE COOPER FESTIVAL - SPECIAL DEDICATION Si tratta di un doveroso omaggio, in tre giornate consecutive, dedicato all’opera di uno dei musicisti che, con una coerenza esemplare, è riuscito a restare fuori da qualsiasi schema di appartenenza ad un genere musicale. Il chitarrista inglese Mike Cooper, infatti, oltre ad aver avuto l’opportunità di dedicarsi al blues acustico secondo l’antica tradizione dei blues singer dei primi del secolo (ricordiamo alcune sue collaborazioni con il mitico Son House e successivamente con il bluesman elettrico John Lee Hooker) ha svolto una carriera artistica davvero imprevedibile collaborando con personalità della musica jazz di avanguardia, tra i quali i sud-africani Dudu Pukwana, Harry Miller, Louis Moholo e Mongezi Feza, il sassofonista britannico Mike Osborne e il compositore e arrangiatore dello Zimbawe Mike Gibbs. Durante gli anni ‘80, è rimasto stabilmente sulla scena della musica improvvisata, collaborando con membri del London Musicians’ Collective, quali, ad esempio, Keith Rowe, Max Eastley, Steve Beresford, Paul Burwell, David Toop. È anche artista visivo e giornalista. È autore del capitolo sulle Hawaii della Penguin Rough Guide to World Music, e collabora costantemente con la rivista Folk Roots. Recentemente ha completato il suo primo film Planet Pacific - Pieces of Heaven?, film muto in super-otto sul Pacifico e su altri luoghi, che va proiettato con la colonna sonora eseguita dal vivo dall’autore. Oltre a questo film, grazie alla preziosa collaborazione di uno dei suoi più abituali partner musicali, il musicista elettronico Elio Martusciello, assisteremo anche alla proiezione di Nanook of the North di Robert Flaherty, Man with a movie camera di Dziga Vertovs musicati dal vivo. Insieme ad alcuni musicisti del workshop che egli stesso condurrà, assisteremo anche alla esecuzione di Beach Crossings - Pacific Footprints: una sua composizione sulla canzone di Bob Dylan Masters Of War. PERFORMANCE SU PIÙ DIMENSIONI La stagione sarà anche fortemente caratterizzata da performance in cui si confondono tra loro diverse espressioni artistiche, gesto, immagini video, testo, luci catalizzate tutte dall’elemento sonoro. È questo il caso dello spettacolo di apertura della stagione, Femina Sapiens – performance in 7 quadri, tutti al femminile, per suoni vocali, strumenti a percussione, costumi, scenografie, luci ed azioni sceniche, senza alcun testo intelligibile, ideato e interpretato dalla vulcanica performer etnea Daniela Orlando, già fondatrice del gruppo di teatro di matrice situazionista Famiglia Sfuggita e stretta collaboratrice del compositore Angelo Sturiale, ma anche dalla percussionista Marina Borgo con la partecipazione davvero straordinaria delle piccole Arianna e Lucilla Scalia. Così come la performance sonora Essere È Non Essere in cui elementi sonori, strumentali e vocali, si combineranno con un testo liberamente tratto da Non Io di Samuel Beckett cantato dall’attrice, vocalist, regista Marilena Mauro che proporrà momenti di estrema densità grazie anche all’utilizzo di elementi visivi per ricomporre lo spazio scenico - la meravigliosa cornice della Mansarda della Chiesa del Montevergini - nella sua veste naturale di ambiente acustico, in funzione interattiva anche senza l’utilizzo di attrezzature elettroniche. Il paesaggio sonoro della Città di Catania costituirà il tema attorno a cui si orienterà Incittà, lo spettacolo di Biagio Guerrera e Stefano Zorzanello con proiezioni video di animali acquatici e testi originali in siciliano dello stesso Guerrera o di Robert Ashley tradotti in vernacolo. Incittà sarà introdotto, durante il pomeriggio della giornate precedente, da una serie di conferenze sul tema del paesaggio sonoro in collaborazione con SSRG (Sicilian Soundscape Research Group). Il danzatore parigino Moh Arussi ci presenterà Temps Réel - la présence du monde in cui si continuano a sviluppare momenti di produzione artistica sviluppata in comune tra musicisti questa volta francesi e siciliani uno spettacolo di danza buto realizzato con le musiche eseguite dal vivo da Stefane Perraud multimedia, Vincent Roudaut visual art, Andrea Pennisi sonorizzazione acustica, Emiliano 5rui sonorizzazione elettronica. È il nuovo progetto del performer buto Moh Aroussi, lavoro coreografico incentrato sulla relazione tra spazio, tempo e nuove tecnologie. STRADE DEL CINEMA Altra importante novità è costituita dalla presenza del gruppo Hectormann Music Crew composto dal contrabbassista Marko Bonarius, dal pianista Mauro Schiavone e dal chitarrista Francesco Guaiana che, dopo aver superato le selezioni locali del Concorso Giovani Musicisti Europei, svoltesi a Palermo nel giugno 2006 dietro l’iniziativa dall’Associazione Strade del Cinema di Aosta in collaborazione con Curva Minore, hanno successivamente vinto il primo premio del Concorso Internazionale inserito all’interno di Strade Del Cinema - festival internazionale del cinema muto musicato dal vivo. Questi eseguiranno in prima assoluta le musiche dal vivo contestualmente alla proiezione del film La Meridiana del Convento (Italia, 1916) di Eleuterio Rodolfi dando inizio ad una tournée che li condurrà a Torino, presso la sede del Museo Nazionale del Cinema, quindi a Liegi ed infine ad Aosta durante la prossima edizione del festival. Allo stesso Concorso, con una menzione speciale, il giovanissimo, ventenne flautista di Palermo Giulio Maddaloni, oltre ad aver superato le selezioni locali, si è classificato al secondo posto della giuria popolare. Giulio, dotato di un eccezionale talento, da solo con il suo flauto, musicherà dal vivo, presso la Sala Polivalente di Enna, due cortometraggi Ask Father (USA 1919, 15’) e Bumping into Broadway (USA 1919, 25’) CONCORSO GIOVANI MUSICISTI EUROPEI (Selezioni 2007) Per il 2° anno consecutivo si svolgeranno a Palermo le selezioni locali del Concorso Giovani Musicisti Europei. Si tratta di un evento importante che vedrà la città di Palermo - unica città per il Sud-Italia - sede delle selezioni preliminari del concorso insieme ad Aosta, Firenze e Liegi. Ciò garantirà, per regolamento, la presenza di almeno un gruppo, o musicista solista, selezionato in questa sede, alla sezione del Festival dedicata al Concorso che si svolgerà nella città di Aosta nel prossimo mese di agosto 2007. La partecipazione è riservata ai musicisti con età non superiore, alla data di inizio del festival, di 35 anni (nel caso di ensemble si calcolerà la media matematica dei componenti). La prova consisterà nella musicazione dal vivo di un estratto di un film selezionato dalla Direzione del Festival che sarà spedito dopo la iscrizione ufficiale al Concorso. Per informazioni e iscrizioni: [email protected] cell.347.6035179 LABORATORIO D’IMPROVVISAZIONE I musicisti olandesi Ab Baars e Ig Henneman condurranno mercoledì 20 e giovedì 21 dicembre, un laboratorio d’improvvisazione per musica d’insieme aperto a tutti gli strumenti (voce inclusa) della durata di 8 ore in due giorni. Per partecipare occorre semplicemente una tecnica strumentale di base e non è vincolante la pratica della lettura in notazione musicale tradizionale. Il laboratorio svilupperà, attraverso un lavoro collettivo, la capacità di comporre istantaneamente secondo i criteri innovativi della prassi musicale nord-europea. Potranno partecipare musicisti provenienti da diversi generi: dal rock al jazz, dalla forma canzone, alla musica accademica (rinascimentale, classica, contemporanea) senza preclusione alcuna. Il costo del laboratorio è di 5 ¤ 0 (¤35 per i soci di Cur va Minore). CREAZIONE DEL CIRCUITO REGIONALE Iniziata durante la precedente stagione un primo timido tentativo di decentramento di alcune delle attività promosse dalla nostra programmazione, stiamo mettendo a punto la creazione di un vero e proprio circuito regionale per la divulgazione delle musiche attuali. I vantaggi sono molteplici: dal creare un ponte culturale tra le città sedi delle medesime rappresentazioni, alla possibilità di attivare produzioni artistiche attraverso scambi ed incontri tra musicisti siciliani ed esteri per sviluppare una circuitazione dapprima nella nostra Regione e successivamente nelle regioni di appartenenza dei musicisti ospiti, per creare sempre nuovi contatti e spazi di creatività. Oltre la già avviato rapporto con il Comune di Enna, dove già dalla trascorsa stagione abbiamo iniziato una forma di decentramento di alcune delle nostre attività, quest’anno si allarga ulteriormente il nostro raggio di azione: grazie al nuovo rapporto di collaborazione con Purquapa, abbiamo potuto gemellare con Catania gli eventi legati alla Dutch/Sicilian connection permettendo la circuitazione di tre manifestazioni che vedranno esibire insieme musicisti olandesi e siciliani CO-PRODUZIONI INTERNAZIONALI Altra importantissima novità, che va assolutamente evidenziata, consiste nelle relazioni istituzionali che stiamo realizzando con Organismi Internazionali che hanno voluto sostenere e condividere le nostre scelte artistiche. Siamo onorati di aver coprodotto buona parte degli eventi inseriti nella nostra programmazione grazie alla partecipazione della prestigiosissima Fondazione Orestiadi di Gibellina che da più di 25 anni svolge un imprescindibile ruolo nella produzione e promozione dell’Arte, della Musica e della Società contemporanea realizzando un progetto unico al mondo: la ricostruzione, materiale e culturale, di una cittadina, rasa al suolo verso la fine degli anni ’60 dal terribile sisma, grazie alla realizzazione della più alta concentrazione di opere dei più importanti artisti contemporanei di tutto il mondo, ponendo continuamente la Valle del Belice e la Sicilia al centro dell’interesse internazionale. Un ruolo importante è stato quello avuto dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, dal Consolato Olandese in Italia, del Dutch Cultural Fund e dalla Dutch Jazz Connection che, insieme, hanno permesso la circuitazione in Sicilia dei musicisti olandesi nella produttiva direzione dell’incontro e dello scambio artistico-culturale. Ricordiamo anche il Museo Interactivo de la Muscia de Malaga con cui, insieme ad Ars Nova - Associazione Siciliana per la Musica da Camera - svilupperemo il progetto di gemellaggio Sicilia /Spagna sul tema del Paesaggio Sonoro. mercoledì 15 novembre /Palermo /I Candelai ore 21 performance su più dimensioni FEMINA SAPIENS SSS_ SETTE QUADRI PER VOCE E PERCUSSIONI …invocazione, Nuvola, Sangue, Cuore, Specchio, Ombra, Mammifero, Nido, …torre Daniela Orlando drammaturgia musicale e vocale, scene, costumi e oggetti Marina Borgo interprete musicale, vibrafono, tam-tam, gong, china, ice bells, triangolo, dobachi giapponese, campanelle, lastro-tuono, grancassa, darboukka, sangbà, tamburo basco, tamburo a molla, ocean-drum, frusta, caxixi, sonagli di bambù, conchiglie, gusci, gopi-yantra, rain-stick, nacchere, set rumoristico Domenico Di Gesù luci Assia Turrisi, Regina Ulleri, Daniela Lo Re, Mariagrazia Pellegrino realizzazione costumi ed oggetti scenici Con la straordinaria partecipazione di Lucilla e Arianna Scalìa I 7 QUADRI rappresentano il giro di boa di un lavoro di ricerca sulla combinatorietà dei codici espressivi, iniziata nell’86 e condotta all'insegna della sperimentazione come modalità operativa ereditata dalla scena teatrale, dalla performing-art e dalla musica contemporanea delle generazioni degli anni tra i ‘60 e gli ‘80, e che include il fascino dell'arte dell'estremo oriente. Formalmente i quadri hanno una struttura aperta nondefinitiva, infatti dal 2003 ad oggi sono state proposte versioni rivisitate di ogni quadro, come variazioni necessarie scaturite da uno scavo graduale che riserva nuove risorse che chiedono di essere messe in gioco. Si tratta di strutture aperte anche perché alla ricerca del sottile equilibrio tra preordinazione e istantaneità, tra stabilito ed estemporaneo, nell'esigenza di rendere l'evento il più vitale possibile. Rigorosamente acustico, lo spettacolo propone un ascolto concreto e naturale dello spazio scenico sostenuto da una appassionata ricerca timbrica, sia vocale che strumentale che prevede un lavoro sull'acusticità peculiare di ogni spazio che ci ospita. Il materiale sonoro è utilizzato in maniera che la struttura sia al servizio del suono e non viceversa. Il suono non è mai un sottofondo o un riempivuoti rispetto a ciò che accade sulla scena, ma continuamente tesse la trama del livello emotivo dei personaggi, dialogando, evocando o raccontando per loro. La vocalità è il perno, il canale privilegiato con il pubblico, intorno al quale ruotano gli elementi scenici ed include un'ampia tipologia di emissioni che vengono enfatizzate dalla esclusione della parola, proprio per dare spazio alla ricchezza espressiva che la voce possiede oltre il senso compiuto delle parole, spaziando dal canto ai suoni più spuri. Una partitura scenica quindi in cui si innestano tra loro il livello iconico-dinamico, il livello acustico e quello emotivo, senza gerarchie interne se non quelle dettate dalla necessità espressiva. Si tende verso un risultato poetico, ma l’ispirazione non nasce da un testo poetico, si nutre piuttosto di Visionarietà e Ascolto, generando personaggi femminili atemporali, onirici, mitici, presenze femminili pulsanti, emerse da quell’humus di sedimentazione culturale e inconscia da cui, figure simboliche archetipiche chiedono di venire alla luce a consegnarci il loro prezioso tributo di conoscenza… o forse da altre vite precedenti. Ne risulta un teatro musicale essenziale con apparizioni brevi e intense, un linguaggio diretto ed emozionale sfrondato di tecnologia, che lascia tutto lo spazio possibile all’invenzione dello spettatore. Un lavoro del tempo in cui arte e vita si baciano. Daniela Orlando “Nell’essenza di un’immagine simbolica è racchiusa una rivelazione” C.G.Trocchi 24,25,26,27,28,29 novembre /Palermo /Teatro Montevergini* ore 21 (giorno 25 ore 18,30) ESSERE È NON ESSERE_ CONCERTO SCENICO PER VOCE, CONTRABBASSO, ICONE, IMMAGINI SONORE, SCENOGRAFIE VIDEO INTERATTIVE Testo liberamente tratto da “Non Io” (Samuel Beckett) Marilena Mauro voce, azione scenica, regia Lelio Giannetto contrabbasso parlante, azione scenica, regia con la partecipazione di Valeria Fazzi campionamenti elettroacustici, live electronics in collaborazione con Associazione Teatro LÜ si ringrazia PalermoTeatroFestival * EX MANSARDA DELLA CHIESASPETTACOLO PER 20 SPETTATORI A RAPPRESENTAZIONE (SI CONSIGLIA LA PRENOTAZIONE) Si tratta di uno spettacolo multidimensionale ideato dalla performer Marilena Mauro e dal contrabbassista Lelio Giannetto che ne firmano insieme la regia e l’allestimento scenico. Il lavoro di gruppo traspare anche per le musiche che saranno realizzate dal vivo, attraverso una serie di composizione di idee, dagli stessi performer con la collaborazione di Valeria Fazzi che utilizzerà campionamenti elettoacustici controllati con un laptop. Una sorta di teatro del suono o, a specchio, di suono del teatro dove l’unico vero attore/personaggio è Bocca: la voce di Marilena si trasfonde, si congiunge al suono del contrabbasso parlante di Lelio, mentre le immissioni nello spazio scenico di elementi del paesaggio sonoro, evocativo di luoghi e tempi decontestualizzati, vengono manipolati da Valeria riportandoci ad una condizione quasi primordiale o ancestrale dove essere e non essere sono consustanziati in una forma achetipica di non-io divino o più naturalmente umano. Le scene, di grande effetto scenico pur nella semplicità della scelta fornita dal rigore scarno ma efficace di Beckett, utilizzano anche elementi visuali, ma soprattutto coinvolgeranno il pubblico in una forma quasi inconsapevole di interattività. Il resto è segreto che verrà disvelato soltanto ai presenti. Nell’anno delle celebrazioni di Samuel Beckett, uno dei più grandi autori del XX Secolo che generazioni precedenti ricorderanno per la più famosa pièce Aspettando Godot, ESSERE È NON ESSERE si pone come un gioco fin dall’ideazione del titolo. Questo infatti è una parafrasi del più noto testo di Shakespear, altro imprescindibile autore della Storia del Teatro: in realtà il testo utilizzato è liberamente tratto da “Non Io” di Beckett, inglese anch’egli, ma che incarna e aggiunge alle considerazioni shakespeariane sensibilità e problematiche più vicine alla vita di oggi tentando un superamento della scelta amletica con l’affermazione dell’esistenza parallela e possibile della negazione. “…COSA?… CHI?… NO! LEI!…” Chi è Lei!? Dov’è Lei!? E chi è e chi sono il suo e i suoi interlocutori!? Quali le sue origini, la sua storia, quale il suo presente! “Niente di Lei…” ovvero niente di compiuto che si snodi come racconto, che si ramifichi come relazione e che si raccordi confluendo. Nel ‘qui ed ora’ Lei sembra volere e poter essere solo suono. Un suono ininterrotto e promiscuo, poco vincolato a se stesso che esplode nella e dalla bocca invadendo spazio e tempo e che proprio in virtù di questo suo modo di essere si trasforma in ogni sua possibile forma senza perdere bellezza. Ed è per questa non-via che Samuel Beckett conduce l’ascoltatore! Lo pone a capo di una traiettoria poco prevedibile in cui il significato delle parole lascia posto all’evocazione di una origine di senso che trascende la perentorietà dell’intelletto. Origine di senso! Non Io va verso la sensualità, si incammina verso Eros e tramite lui si realizza. In questo viaggio non può sostare per autocontemplarsi, può solo specchiarsi per farsi a pezzi…, per non riconoscersi, per non identificarsi: si perde e lo fa ogni volta che si ritrova perché questa è la sua vera ed ultima natura. Marilena Mauro Ogni elemento recita, è rappresentazione e testo che si integra e ridiventa muto, respiro di un doppio senso di se stesso… Non io è! non è negazione, ma recupero esistenziale dell’uno, non dell’altro da se, ma della su propria e negabile identità che, appunto, si perde per ritornare e ritrovarsi… e in questo perdersi si congiunge e ricongiunge alle altre unità: le unità degli altri uomini, l’unità dell’altro tempo e dell’altro spazio, dell’altra vita che è semplicemente uguale a se stessa, eternamente legata al gioco della negazione: senza soluzione umana, si è condannati ad essere insieme alla propria negazione. In questo processo continuo di relazione, l’io percepisce spazi, vive il tempo dei tempi in un continuo respiro profondo e infinito come un’immagine negata, ma proiettata su tutte le direzioni. Un rito, un rituale magico, una ierofania. Non è sogno, ma senso. Il senso del tempo che scorre immobile, ma vive in eterno. Lelio Giannetto sabato 2 dicembre /Catania /ex Monastero Benedettini mercoledì 6 dicembre /Palermo /La Cuba ore 20 Fabio Caronna, Gigi Razete : conferenza ore 21 concerto ERNST REIJSEGER ORCHESTRA VIRTUOSO_ DUTCH/SICILIAN CONNECTION Il New Dutch Swing di uno dei più grandi virtuosi del violoncello Ernst Reijseger violoncello in collaborazione con Purquapa In oltre trent'anni di carriera, Ernst Reijseger ha rivoluzionato l'uso del violoncello. Definirlo un jazzista sarebbe uno stereotipo tanto limitante quanto dire che i Paesi Bassi sono il paese dei mulini a vento. È innegabile che la fama di Reijseger dovuta in primo luogo alle sue frequentazioni della scena jazzistica olandese, e - in particolare - alle sue collaborazioni con alcuni dei suoi capiscuola come Misha Mengelberg o Han Bennink. Tuttavia un campionario illimitato di tecniche estese sul violoncello, nonché un approccio onnivoro alla musica, gli hanno consentito di suonare praticamente di tutto e con tutti e di rimettersi continuamente in gioco. Lo stile del violoncellista olandese, ad ogni modo, resta perfettamente riconoscibile nonostante lo si possa trovare in compagnia di Tenores sardi con la stessa facilità con cui collabora con musicisti africani, oppure ascoltarlo reinterpretare vecchi brani di jazz con Franco D'Andrea così come lanciarsi in improvvisazioni radicali con Hamid Drake o Louis Sclavis. Questa intervista analizza molti dei progetti in cui Reijseger stato coinvolto, come pretesto per analizzare i vari aspetti della musica di uno degli artisti più eclettici attualmente in attività. L'attività musicale di Ernst Reijseger ha avuto da sempre, come elemento caratterizzante, il desiderio di andare al di là di nozioni precostituite su come le cose dovrebbero essere fatte e come la musica dovrebbe essere suonata. Questa ricerca, tuttavia, non è stata portata avanti da Reijseger con le pose affettate di quegli intellettuali che si auto-nominano innovatori e salvatori della creatività musicale; essa, al contrario, rappresenta lo sbocco naturale del desiderio del violoncellista di esprimere con la sua arte quello che egli sente. L'osservatore casuale potrebbe, ad esempio, ritenere che la scelta di suonare il violoncello in un contesto di musica improvvisata possa essere di per sé un ‘manifesto’ del suo desiderio di sconfiggere facili stereotipi. Reijseger tuttavia tiene a precisare che non cè nulla di tutto questo nella sua musica. Per Reijseger “in fin dei conti, l’improvvisazione non è nient’altro che un metodo. Non ha nessuna importanza con quale tipo di strumento uno decide di metterla in pratica. Non mi sono mai detto: «come le cose dovrebbero essere; questo è il mio credo religioso». L'improvvisazione non è altro che un metodo che mi piace continuare ad utilizzare. Combattere contro stili o formati musicali affermati? Non sento di aver mai fatto una cosa del genere. Per me essere chiamato ‘jazzista’ è un onore. Allo stesso tempo - comunque - io suono il violoncello, sono europeo, ascolto ogni musica... pop, folk, ogni tipo di musica kitsch etc... Abbiamo la fortuna di vivere in un momento estremamente interessante, grazie anche all'accesso di cui godiamo - come ascoltatori - ad ogni tipo di stile musicale.” Nonostante Ernst lo si possa ritrovare in un’infinità di progetti artistici e con musicisti di qualsiasi parte del mondo, forse la maniera migliore per apprezzare la sua musica è nei suoi concerti in solo, visto che rappresentano un vero concentrato delle virtù e qualità che il violoncellista olandese mette in mostra nelle sue collaborazioni con altri musicisti. In poco più di un'ora e mezzo il pubblico ha l’opportunità di scoprire la profonda musicalità di Ernst Reijseger, spesso attraverso brani che sono tratti dal suo ultimo album da solista, intitolato Colla Parte [Winter & Winter] una collezione di perle musicali che spaziano dal melanconico al lirico con la abituale dose di umorismo che ognuno si aspetta. “Ad essere sincero - continua Reijseger - non ho la più pallida idea di quale sia il mio approccio verso il concerto solistico. Mi limito a suonare e a concentrarmi sull’aspetto ‘audio’ della performance. Sono a caccia di musica e la maggior parte delle volte mi diverto moltissimo.” Uno dei brani più belli di Colla Parte si intitola Giocoso, uno sketch musicale pieno di musica ubriaca. Definire le performance di Reijseger come ‘concerti’ è forse inappropriato in quanto non si fa giustizia all'aspetto visivo che l'artista olandese mette ogni sera in gioco. In molti hanno espresso riserve nei confronti di questa caratteristica comune a molti degli esponenti della scena jazzistica olandese, temendo che la parte più ‘teatrale’ della loro arte possa distogliere l’attenzione dalla musica, e dubitando della spontaneità di quella che a loro pare routine da teatranti. Reijseger difende il ruolo di questi momenti extra-musicali dei suoi concerti ma allo stesso tiene a considerarli come uno strumento per dare una prospettiva alla sua musica e al suo ruolo di musicista. E.R.: Ogni cosa che faccio sul palco è totalmente improvvisata. Non c’è nulla di premeditato. Mi piace mettere tutto in dubbio. Il fatto è che - se ci pensi bene - noi musicisti ci mettiamo in una situazione del tutto surreale: ci sono tutte queste persone di fronte a te che stanno lì a farsi suonare una musica molto astratta spesso concepita in un momento temporalmente molto distante da quello in cui l'ascoltano... Quello di cui mi voglio assicurare è che l'aspetto ‘religioso’ di questa esperienza d'ascolto sia evitato come la peste. Per me è un modo per sottolineare quanto ridicola può essere quella situazione... il mettersi su un palco suonando questo strano strumento col solo scopo di emettere suoni che mi piacciano... Beh, in questi casi, a volte il bambino che c’è dentro di me perde il controllo e non riesce ad evitare di guardare al lato divertente della cosa. “A me piace lavorare sugli estremi, su suoni che possono risultare sbagliati, noiosi, sporchi o altissimi: non voglio trascurare nessuna di queste possibilità. Ognuna di esse è una forma di espressione, una qualità, sulla quale è doveroso lavorare” ESTRATTO DA UN’INTERVISTA DI LUIGI SANTOSUOSSO SU ALL ABOUT JAZZ Ernst Reijseger_ è nato a Bussum, Olanda, nel 1954 e inizia a suonare il violoncello all’età di otto anni. Dall’inizio degli anni ’70 inizia a farsi coinvolgere nella musica d’improvvisazione, suonando con Sean Bergin, Martin van Duynhoven, Derek Bailey, Michael Moore, Alan Purves e Franky Douglas. Fa parte da molto tempo del Theo Loevendie Consort, del Guus Janssen Septet e dell’Amsterdam String Trio. Nel 1985 riceve il più importante premio del jazz olandese, il Boy Edgar Prijs “per la sua inarrivabile abilità di esecuzione e l’entusiasmante talento al servizio dello sviluppo della musica d’improvvisazione…" Numerose le sue collaborazioni: con l’orchestra ICP di Misha Mengelberg, con il Gerry Hemingway Quintet e il Trio Clusone (con Michael Moore e Han Bennink), suonando come solista ed in una grande varietà di combinazioni internazionali, con artisti come Louis Sclavis, Trilok Gurtu, Voches de Sardinna, Franco D’Andrea e Yo-Yo Ma. Nel 1995 Ernst Reijseger è stato premiato con il prestigioso Bird Award al North Sea Jazz Festival. Ernst Reijseger continua a suonare con moltissimi celebri musicisti in diverse ed eccitanti combinazioni, ma riesce anche a trovare il tempo per insegnare il violoncello ai bambini ed esibirsi in concerti da solista lunedì 18 dicembre /Catania /ex Monastero dei Benedettini giovedì 21 dicembre /Palermo /La Cuba ore 20 Fabio Caronna : conferenza ore 21 concerto IMPROMUSIC_ DUTCH/SICILIAN CONNECTION Il New Dutch Swing e la vocalità sperimentale in Sicilia Ab Baars clarinetto Ig Henneman viola Miriam Palma voce in collaborazione con Purquapa Nel complesso e articolato mondo della musica liberamente improvvisata, spesso si realizzano incontri musicali tra musicisti provenienti da differenti aree geografiche che non si sono mai personalmente conosciuti prima di trovarsi ad effettuare ufficialmente il concerto in pubblico. Non è dissimile il caso di questo incontro che, in realtà ha avuto un precedente in una situazione non pubblica, durante l’estate del 2005 in cui Ab Baars e Ig Henneman, due tra i più importanti esponenti del cosiddetto New Dutch Swing, trovandosi in una breve vacanza di monitoraggio sulle più importanti realtà dedite all’improvvisazione in Sicilia, provocarono un incontro che si realizzò nella terrazza prospiciente via Dante dell’abitazione privata della straordinaria vocalist, performer, regista e terapeuta Miriam Palma, originaria di S. Stefano di Quisquina (Ag), ma residente da anni a Palermo. Il sottoscritto non ebbe la possibilità di presenziare a quella seduta che fu descritta da amici presenti come una sorta di rito magico: a contatto con un contesto di estrema ‘naturalità’ sotto un cielo stellato di una sera di prima estate nel pieno centro della Città. Conoscendo personalmente le doti, l’originalità, la coerenza stilistica e le espressioni musicali dei singoli musicisti, mi riesce soltanto di immaginare un flusso sonoro denso ed insieme elegante, profondo e leggero, intimo ed espressivo come solo grandi artisti dell’improvvisazione riescono a manifestare con estrema naturalezza: come fosse assolutamente scritto o immediatamente descrivibile dalle proprie condivisibili ispirazioni poetiche. LG Ab Baars /Ig Henneman sono tra i principali esponenti del cosidetto New Dutch Swing ovvero la scena del jazz e della musica improvvisata olandese. Dal ‘99 Ab Baars e Ig Henneman sono regolari frequentatori della scena romana, entrambi hanno partecipato alla storico festival di musica improvvisata Controindicazioni e annualmente incontrano e suonano con molti dei musicisti improvvisatori italiani. Ab Baars dirige i suoi gruppi, in trio e quartetto, tra i cui impegni più recenti vi è Kinda Dukish un progetto su musiche di Duke Ellington. Da anni membro stabile della ICP di Misha Mengelberg e Han Bennink è considerato tra i sassofonisti europei più interessanti. Ig Henneman ha composto musiche e diretto gruppi di varie formazioni, nei quali hanno transito musicisti provenienti da aree diverse della musica di ricerca olandese, dalla musica contemporanea accademica al punk, all’improvvisazione radicale. Di recente insieme ad Ab Baars, ha concluso una tournèe in Giappone ed ha partecipato con il Queen Mab Trio allo storico Taktlos - festival di musica improvvisata che si svolge in Svizzera da circa trenta anni Miriam Palma si è dedicata fin da giovanissima alla ricerca e sperimentazione vocale, praticando diverse tecniche basate sulla consapevolezza e controllo del respiro, sul canto armonico, sull'emissione di diplo e triplofonie e altre diverse potenzialità che la voce umana è in grado di esprimere, accanto all'interesse e la pratica per la tradizione canora sicula-mediorientale, alla lirica, dando vita ad un linguaggio sonoro molto particolare, attento all'improvvisazione, alla scrittura, alla ricerca poetica, narrativa e teatrale. Tenendo conto del potere terapeutico della voce comincia un percorso tra medicina e arte, approfondisce la conoscenza della bioenergetica e integrazione posturale studiando con i maestri Jack Penter e Francesco Vinci, mettendo in pratica una propria tecnica che unisce integrazione posturale e canto. Il verbo nacque designato come tuono, stella canora, aurora risuonante, canto luminoso Lo sciamano, per entrare in contatto con le forze invisibili, deve svuotarsi, diventare cassa di risonanza e modulare il respiro per riprodurre con la voce il suono originario: il tuono, il mareggiare, l’urlo bestiale giovedì 19 dicembre /Enna /Centro Polivalente ore 20 Lelio Giannetto : conferenza ore 21 concerto SBUTRÌO_ NEW ROCKCONTEST Bruno Pitruzzella chitarra elettrica, composizione, improvvisazione Luca La Russa basso elettrico, composizione, improvvisazione Giuseppe Montalbano batteria, composizione, improvvisazione Sbutrìo nasce nell’estate del 2004 quando i suoi componenti, appena sedicenni, trovano una buona intesa musicale dando vita a intense ore di improvvisazione di stampo jazz-rock. Provenienti da studi classici e particolarmente attenti alla scena sperimentale, i tre ragazzi riescono a coniugare le differenti influenze e realizzano nell’arco di un anno i primi cinque brani originali, tutti strumentali, che vengono registrati nella prima demo Vespaio insieme a tre brani per strumenti a solo. Molto importanti per lo sviluppo dell’attuale stile i frequenti seminari cui il trìo partecipa, spesso riguardanti sperimentazione e improvvisazione, tra i quali un incontro con il chitarrista Pat Metheny, le numerose partecipazioni all’attività dell’associazione Curva Minore, come i workshop con Stefano Zorzanello e Dario Buccino, e le lezioni del chitarrista Marco Cappelli. La registrazione della demo consente al gruppo di esibirsi in parecchie occasioni e concorsi, come l’Etno Music Competition di Milano, dando vita a una serie di concerti: dalle giornate di istituto presso alcune scuole di Palermo a serate nei locali palermitani. Il trìo si aggiudica il primo premio del concorso Palermo shock sound 2005,e del Villafrati Rock Festival 2006. Recente la produzione di una seconda demo, costituita da quattro brani originali e da una lunga serie di improvvisazioni: questo secondo lavoro è infatti basato maggiormente sulla composizione istantanea. martedì 16 gennaio /Enna /Centro Polivalente mercoledì 17 gennaio /Palermo /La Cuba ore 20 Gigi Razete : conferenza ore 21 performance NANOOK OF THE NORTH_ MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION Sonorizzazione dal vivo del film Nanook of the North di Robert Flaherty (USA 1922, 65’) Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica Elio Martusciello guitar table, elettronica NANOOK OF THE NORTH è stato il primo film di Robert Flaherty, storia di vita e amore nell’Artico e lavoro chiave nella storia del cinema e del film-documentario. Acclamato come un capolavoro quando venne distribuito la prima volta, è diventato un successo sia commerciale che della critica. Un esotico che cattura, attraverso la pura bellezza delle sue immagini e il potere della sua narrazione, lo spirito della popolazione indigena Inuit. Carico di dettagli sulla vita, il lavoro, le attività e l’epica lotta delle genti per sopravvivere alle dure condizioni della natura. Un capolavoro pioneristico e di grande influenza su ciò che sarebbe diventato lo stile documentario del fare film. Il paesaggio artico di questo film mi ha suggerito per lo più un paesaggio sonoro lento. MC Mike Cooper Nato a Reading, nel 1942, ha iniziato la carriera musicale verso la fine degli anni ‘60 cantando e suonando country blues con la chitarra bottleneck; è stato uno dei pochi suonatori di blues acustico che hanno avuto un ruolo pionieristico nel boom del blues britannico. Durante questo periodo ha suonato con un gran numero di affermati musicisti blues: Son House, Fred McDowell, Bukka White, Howlin’ Wolf, John Lee Hooker e Jimmy Reed. Durante gli anni ‘70, ha prodotto una serie di dischi che mostrano un percorso che, dal puro blues attraverso la scrittura di canzoni, giunge alla collaborazione con personalità della musica jazz, di quella improvvisata e di quella d’avanguardia, tra i quali i sud-africani Dudu Pukwana, Harry Miller, Louis Moholo e Mongezi Feza, il sassofonista britannico Mike Osborne e il compositore e arrangiatore dello Zimbabwe Mike Gibbs. Durante gli anni ‘80, è rimasto stabilmente sulla scena della musica d’avanguardia e improvvisata, collaborando con membri del London Musicians’ Collective, quali, ad esempio, Keith Rowe, Max Eastley, Steve Beresford, Paul Burwell, David Toop, con la danzatrice Joanna Pyne. Ha fondato con il sassofonista Lol Coxhill e con il batterista Roger Turner il gruppo di improvvisazione The Recedents. Con il chitarrista francese Cyril Lefebvre, Lol Coxhill e Steve Beresford ha fondato Uptowns Hawaiians, per eseguire musica hawaiana per lap steel guitar di diverse epoche e culture. Avants Roots è una sua recente collaborazione col cantante Viv Dogan Corringham. Il suo interesse per la musica e la cultura delle regioni dell’Oceano Pacifico, nonché per la musica elettronica e d’ambiente, si riflette nel suo più recente repertorio: egli ha, ad esempio, eseguito dal vivo la musica per due film muti classici sul Pacifico, Tabu (1931) di F.W. Murnau e Moana (1923) di Robert Flaherty. Continua a suonare come solista un’ampia gamma di musica, acustica ed elettrica, dal blues rurale alla musica hawaiana, fino alla nuova musica improvvisata e contemporanea (Continental Drift realizzato nel 1985). Un recente progetto per il programma radiofonico italiano Audiobox ha portato, in compagnia dell’improvvisatore francese Jean Marc Montera e del compositore acusmatico e improvvisatore Elio Martusciello, alla formazione dell’attuale trio di chitarre ed elettronica. È anche artista visivo e giornalista. È autore del capitolo sulle Hawaii della Penguin Rough Guide to World Music, e collabora costantemente con la rivista Folk Roots. Recentemente ha completato il suo primo film Planet Pacific - Pieces of Heaven?, film muto in super-otto sul Pacifico e su altri luoghi, che va proiettato con la colonna sonora eseguita dal vivo dall’autore. Il film è una risposta al fatto che le isole del Pacifico sono state l’ultimo luogo della Terra ad essere abitato dall’uomo e stanno per diventare il primo luogo da lui reso inabitabile. Ha realizzato più di 60 dischi Elio Martusciello è musicista e compositore autodidatta. Insegna Musica elettronica e Composizione elettroacustica nel corso di laurea in Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di Cagliari. Ha ottenuto premi, menzioni e selezioni in competizioni internazionali quali: Grands Prix Internationaux de Musique Electroacoustique a Bourges con le composizioni: Limite inferiore sinistro 1994, Movimento quietudine -1997, Proiezioni -1997, Cattura magica -1997, Wave -1999, [email protected] 2000, Presenti successivi -2003; Luigi Russolo a Varese con Cthulhu-1991, Anamnesi-1992, Ambra1994; Phonurgia nova a Arles con Peut-être-1997; CIMESP a S. Paolo del Brasile con HZ - Limits of the Technology -2001. È stato compositore residente al Centre National de Création Musicale - GMEM (Groupe de Musique Expérimentale de Marseille), all'Institut International de Musique Electroacoustique de Bourges (IMEB). Oltre ad essere compositore elettroacustico, suona dal vivo con live-electronics ed ha collaborato con diversi musicisti del panorama internazionale come: Eugene Chadbourne, Mathieu Chamagne, Ellen Christie, Mike Cooper, Chris Cutler, Michel Doneda, Pierre Favre, Wolfgang Fuchs, Michel Godard, Fernando Grillo, Tim Hodgkinson, Pasquale Innarella, Thomas Lehn, Christian Malfray, Sabina Meyer, JeanMarc Montera. Ha inoltre composto musica per il collettivo di ricerca cinematografica Cane Capovolto. Alcuni suoi saggi e articoli sono stati pubblicati su libri e riviste musicali. Ha partecipato a diverse, trasmissioni radiofoniche e festival come: Audiobox RAI Radio3 (Italia); Musica Scienza CRM (Roma); Anomalia (Roma); Biennale di Venezia (Venezia); RAI Radio3Suite (Italia); Radio Bremen Neue Musik (Germania); NPS Supplement (Olanda); Festival Artmedia VII (Salerno); Other Worlds (Australia); Festival Istantanea (Roma); Festival Sinthèse/01 (Bourges). giovedì 18 gennaio /Palermo /La Cuba ore 20 Piero Violante : conferenza ore 21 performance MAN WITH A MOVIE CAMERA_ MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION Sonorizzazione dal vivo del film Man With A Movie Camera di Dziga Vertov (URSS 1929, 69’) Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica Elio Martusciello guitar table, elettronica MAN WITH A MOOVE CAMERA rappresenta un altro film d’ambiente perfetto per un tipo di paesaggio sonoro elettronico/industriale fatto con un campionatore e molti loop. Il film fu girato a Mosca e ad Odessa e lascia immaginare un giorno nella vita della città. Questo film ha anticipato di almeno 50 anni ogni avanguardia cinematografica per ciò che riguarda ripresa, stile, punto di vista e montaggio ed è tuttora assolutamente moderno. Recentemente ho letto da qualche parte che il film di Vertov sia stato un insuccesso sotto il profilo del sonoro, non essendo egli stato capace di realizzarne le musiche: ritengo invece che, se a quei tempi fosse esistita una tecnologia di registrazione adeguata, probabilmente avrebbe fatto un disco invece del film. Questo film si può considerare come un’avanguardistica sinfonia d’improvvisazione visuale. MC venerdì 19 gennaio /Palermo /La Cuba ore 20 Mike Cooper : conferenza ore 21 performance PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN?_ MIKE COOPER SPECIAL DEDICATION Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione del film Planet Pacific-Pieces Of Heaven? di Mike Cooper (Hawaii 1996, 35’) A seguire esecuzione del brano Beach Crossings-Pacific Footprints sulla canzone di Bob Dylan Masters of War Mike Cooper voce, chitarra hawaiana, elettronica Elio Martusciello guitar table, elettronica & musicisti dell’ensemble Mike Cooper special dedication PLANET PACIFIC - PIECES OF HEAVEN? È il mio film viaggio e rappresenta un lavoro in corso che ho cominciato nella metà degli anni novanta. Si tratta di cortometraggi film girati in super otto presso le isole Hawaii, Fiji, Tahiti, Bali, Malaysia, Thailand, East Timorf, New Zealand e Australia: contestualmente alla proiezione delle immagini realizzo la musica dal vivo ed utilizzo anche testi scritti, letti e da me stesso interpretati. Il testo è un insieme di fatti, racconti, fantasie, aneddoti, aforismi e note di viaggio sul Pacifico e su altri luoghi, tutti originariamente ispirati da un articolo del New Internationalist che afferma: “Il Sud del Pacifico fu l’ultimo luogo della terra ad essere insediato da esseri umani e ora sta diventando il primo luogo ad essere inabitabile”. La mia colonna sonora ha incluso tutti i miei interessi musicali, includendo anche alcune canzoni. BEACH CROSSINGS - PACIFIC FOOTPRINTS L’origine di questo pezzo risale a quando Pino Saulo mi chiese di fare un pezzo per la RAI di Roma. Io proposi qualcosa sulla canzone di Bob Dylan Masters Of War. Ebbi come risposta che questa era una delle sue canzoni preferite, ma l’idea gli piacque ancora di più non appena gli proposi di provare a farla sullo stile di Albert Ayler. Dopo aver ricevuto la proposta, affrontai una tournée in Australia e Nuova Zelanda durante cui cominciai a cercare ispirazione per affrontare il pezzo: trovandomi un giorno presso il bookshop del Museo d’Arte Contemporanea di Sydney con un mio amico e con Brent Clough, curatore del settore arte presso la radio ABC, mi saltò tra le mani un libro intitolato Beach Crossing di Greg Dening, lessi una pagina e lo comprai. Greg Dening, che ha passato la sua vita, tra le altre cose, come scrittore di libri sulla storia delle isole del Pacifico, assume uno stile letterario simile alla narrazione di un continuo viaggio attraverso la cultura, il tempo e se stesso, dando una visione ambivalente della spiaggia, dove questa è la metafora di una realtà da attraversare. Uno spazio di incontri e partenze su diversi livelli: il suo libro, Beach Crossing, è principalmente incentrato sulle isole Marchesi, i suoi abitanti e qualcuno tra i primi cittadini europei che scelsero di vivere tra loro nel tardo ‘700. Brent Clough, amico di vecchia data e mio compagno in quei giorni, s’imbarcò per una missione di attraversamento della spiaggia nella sua isola del Pacifico per fare una programma per la ABC/BBC intitolata Pacific Footsteps. Il suo soggetto fu il Pacifico 60 anni dopo la seconda Guerra Mondiale. Decisi che era il mio argomento. Presi tre citazioni dal libro di Greg Dening e poi cercai altre cose per realizzare un pezzo di musica e testo per 12 musicisti e un lettore: il brano iniziava con l’arrivo dei primi europei a Tahiti e si concludeva nel ventesimo secolo con lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima. Il testo fu collegato alla musica, improvvisata da un piccolo gruppo di musicisti che seguono segni grafici e indicazioni da me prescritte, ed in diversi momenti includono citazioni melodiche di Masters Of War. I musicisti che hanno preso parte alla prima esecuzione furono: Alvin Curran, Richard Nunns, Fabrizio Spera, Luca Venitucci, Elio Martusciello, Toto Pilato, Mario Camporeale, Enrica Vatteroni, Pasquale Innarella, Cristiano De Fabritiis e Federica Santoro che fu la lettrice. Il pezzo è stato registrato il 31 maggio 2005 presso gli studi Rai di Roma/Italia prodotto da Pino Saulo. Mike Cooper martedì 30 gennaio /Enna /Centro Polivalente mercoledì 31 gennaio /Palermo /I Candelai ore 20 Biagio Guerrera, Stefano Zorzanello : conferenza ore 21 performance su più dimensioni INCITTÀ_ Biagio Guerrera voce, testi, video Stefano Zorzanello musica, registrazioni sul campo, elettronica, strumenti a fiato Pensieri e riflessioni sul cimitero Salvo Scalia ideazione, parole e immagini video Omu giallu cc’u cori alatu Robert Ashley musiche e testi traduzione in siciliano di Biagio Guerrera a partire da quella italiana di Salvo Marano Incittà è un progetto che unisce la scrittura poetica e vocale in siciliano di Biagio Guerrera su luoghi e storie della città di Catania al lavoro compositivo e sul paesaggio sonoro del polistrumentista Stefano Zorzanello. Incittà nasce all’interno di un più ampio laboratorio di ricerca omonimo sul rapporto tra arti, scrittura e territori urbani. AMMUNINNI? AMMUNINNI! Nell’estate del 1998 il Festival Mappe Percorsi Urbani, produceva un volumetto titolato Catania Sotterranea che raccoglieva scritture differenti - dalla poesia alla saggistica - su alcuni storie e vicende note e meno note della città etnea. Il filo rosso che le univa era uno sguardo curioso e appassionato sulla città, l’interesse per i luoghi e per i cataloghi, l’esigenza di “dissotterrare” alcune vicende emblematiche e di sottrarrle alla doppia censura del silenzio e delle celebrazioni. Curato da Biagio Guerrera con il sostanziale aiuto di numerosi amici - in primis Jacopo Leone, Nino Recupero e Toto Roccuzzo - il volumetto vedeva numerosi contributi di scrittori e saggisti per lo più catanesi. A distanza di 8 anni, come l’Amenano che solo per brevi tratti vede la luce ma non smette di scorrere verso il mare, questo lavoro riaffiora sotto forma di un laboratorio/performance che coinvolge alcuni di quei soggetti come Ignazio Lutri e Salvo Scalia e ne incontra di nuovi, come Stefano Zorzanello, musicista vicentino che vive a Catania dove ha avviato un lavoro di “mappatura acustica” della città con il gruppo di lavoro SSRG Sicilian Soundscape Research Group Catania o l’urbanista e storico dell’architettura Roberto Zancan il manipolatore sonoro Emiliano Cinquerrui e l’etnomusicologo e musicista Luca Recupero. Incittà ha debuttato a Catania - Zo Centro Culture Contemporanee - il 20 Aprile 2006. “la lingua creola non dice «la città bensì l'Incittà: l'Incittà indica non una sorta di geografia umana ben reperibile, ma essenzialmente un contenuto, ovvero una sorta di progetto. E il progetto, qui, era esistere”. Patrick Chamoiseau mercoledì 7 febbraio /Enna /Centro Polivalente ore 20 Davide Barbarino : conferenza ore 21 concerto ARIA_ NEW ROCKCONTEST Mauro basso, voce, composizione Vincenzo batteria, chitarra, composizione Pietro chitarra, composizione Ignazio chitarra solista, composizione ARIA Nome semplice formato da 4 lettere, come la nuova formazione di questo gruppo musicale unitasi nel 2003 e che nel 2004 mette al mondo Metropolita, un demo-cd composto da 7 brani inediti e autoprodotti che mettono in risalto l'amalgama dei diversi backgrounds musicali da cui i quattro musicisti palermitani, legati da un’amicizia pluriennale, provengono: dal Crossover al Rock al Punk al Metal al Grunge. Mauro e Vincenzo costituiscono il gruppo circa 10 anni addietro, ma dopo vari avvicendamenti, il gruppo si stabilizza con Pietro ed Ignazio. Dopo 2 demo-cd Fuoco (1996) e Ossidazione (2000), Metropolita è quello che dà l’avvio ad una lunga serie di concerti dal vivo ed interventi presso diverse televisioni. Una loro composizione, Il Tempo è stata inserita nella compilation dell’etichetta discografica indipendente Sanarecords di Milano. Oggi AriA ha ultimato la registrazione di Deviazioni con brani inediti di musica sempre in continua evoluzione, ma la carica che esprimono questi 4 ragazzi è da assaporare dal vivo. mercoledì 14 febbraio /Palermo /I Candelai ore 21 performance su più dimensioni TEMPS RÉEL - LA PRÉSENCE DU MONDE_ PERFORMANCE BUTOH Moh Aroussi perfomer butoh Stefane Perraud multimedia Vincent Roudaut visual art Andrea Lapsus Pennisi sonorizzazione acustica Emiliano 5rrui sonorizzazione elettronica si ringrazia Centre Culturel Francais de Palerme et de Sicile È il nuovo progetto del performer butoh Moh Aroussi, lavoro coreografico incentrato sulla relazione tra spazio, tempo e nuove tecnologie. Temps Réel si può considerare come la naturale prosecuzione di So(ze)ma, piéce di danza butoh di Moh Aroussi prodotta da Purquapà, realizzato come work in progress nel gennaio ‘05 al ‘magazzino artistico’ Majazè di Catania con danzatori, musicisti e creatori di luce che improvvisano alla maniera dei jazzmen. Nelle diverse tappe del progetto, Moh Aroussi e Lapsus creano un ponte tra artisti siciliani e parigini: il progetto viene infatti replicato a Parigi, nel novembre 2005 presso lo Studio de l'Ermitage all'interno della rassegna “Le bruit du sign” ed anche presso l’Atelier Petahertz insieme a musicisti dell’area sperimentale della capitale francese come Jacques Gandard (violino), Tomas Feiterman (chitarra), David K (elettronica) ed i siciliani Alessandro Arena (luci) insieme allo stesso Andrea ‘laspsus’ Pennisi (tromba, elettronica e suoni concreti). TEMPS REEL In Temps Reel Moh Aroussi continua i suoi incontri di commistione tra Arti e Artisti, qui con Stefane Perraud (multimedia), Vincent Roudaut (visual art), Lapsus (sonorizzazione), Emiliano 5rui (elettronica) mantenendo aperto l’incontro con nuovi e differenti artisti attivi nella pratica dell’improvvisazione. Una ricerca coreografica e multimediale sulle ombre e la luce, il suono e il silenzio. Il performer butoh, equipaggiato da ricettori fotosensibili applicati sul proprio corpo, si muove molto lentamente su uno o più fasci di luce. Ogni movimento determina una perturbazione del segnale sonoro, suonato dal vivo. Nel particolare la fonte sonora è creata dall’installazione sonora di Andrea Lapsus, formata dalla cascata, di gocce d’acqua in differenti catini, provocando una base ritmica dalle differenti timbriche. Lapsus interviene sull’installazione interrompendo il flusso dell’acqua così modulando la base sonora. Un po’ come lo scultore che interviene sulla pietra levando il superfluo. Il suono viene rilevato da un microfono collegato ad un computer che elabora in tempo reale (temps reel) le movenze del danzatore. Il suono e la luce sono dunque modulati e diretti dalla danza. mercoledì 21 febbraio /Enna /Centro Polivalente ore 20 conferenza ore 21 performance SÔ(ZE)MA Come l’acqua, il legno, la pietra o il vento, che appartengono alla natura, il corpo è libero e primitivo. Lasciato alla necessità dei suoi impulsi, può ritrovare la condizione d’innocenza nella quale una risposta della Natura nonè ancora contaminata dall’abitudine del comportamento acquisito, una risposta attraverso cui diviene visibile una sorta di ‘paesaggio interiore’ che precede tutti i sensi e si offre alla sua purezza. Danzare vuol dire riconoscere il proprio paesaggio interiore e lasciarsi immergere spontaneamente attraverso l’innocenza dell’impulso: un corpo non ancora diviso, esposto al mondo, nel suo contato innocente che diventa individuo come il primo riflesso originario. So(ze)Ma (contrazione di Soma, che indica il corpo, vuol dire ‘segno’ e ‘caduta’; e Zetei: conservare), viene dal greco antico e indica insieme il segno e la caduta dell’anima. Innocente è una parola latina per indicare quello che è naturale, originale, libero. Il ‘Nikutai’ è lo spazio nel quale si contengono tutte le intenzioni, le esperienze vissute che colorano e danno senso all’azione. ASK FATHER - BUMPING INTO BROADWAY_ STRADE DEL CINEMA Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione dei film Ask Father di Harold Lloyd (USA 1919, 15’) Bumping into Broadway di Harold Lloyd (USA 1919, 25’) Giulio Maddaloni flauto, elettronica, composizione in collaborazione con Associazione Strade del Cinema di Aosta Giulio Maddaloni è nato nel 1983 a Palermo, studia Arte e partecipa a mostre collettive o anche personali. All’interesse per la pittura accompagna anche quella per la musica e organizza nel 2003, con l’aiuto di artisti, giocolieri, giovani attori, pittori e scultori, una manifestazione da strada, svoltasi per le vie principali di Palermo, dove si mescolavano alla musica, composta ed eseguita dal vivo dallo stesso organizzatore, arte figurativa, prosa e poesia. Da questa esperienza Giulio rafforza il desiderio e la voglia di esprimere la propria creatività nel campo musicale facendo anche uso delle nuove tecnologie informatiche. Come direttore artistico cura nel 2004 e nel 2005 ToccoQuindiSono la sezione fotografica del Palermo Film Festival componendo anche la colonna sonora, di un cortometraggio che sarà eseguita dal vivo durante l’ultima edizione del festival. Ha ricevuto la menzione speciale al festival Strade del Cinema svoltosi ad Aosta nell’agosto del 2006 giungendo secondo con i voti della giuria popolare: in quella circostanza ha eseguito le musiche da egli stesso composte dei film Harold Lloyd Ask Father (USA 1919, 15’) e Bumping into Broadway (USA 1919, 25’). mercoledì 28 febbraio /Palermo /La Cuba giovedì 1 marzo /Catania /ex Monastero dei Benedettini ore 20 Sergio Bonanzinga, Alessandro Rais : conferenza ore 21 performance A SEA OF SOUNDS - UN MARE DI SUONI_ DUTCH/SICILIAN CONNECTION Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione dei film Cacciatori sottomarini di Francesco Alliata (Sicilia 1946, 10’) Lu tempo di li pisci spada di Vittorio De Seta (Sicilia 1954, 11’) Pescherecci di Vittorio De Seta (Sicilia1958, 10’) Amsterdam, Stad aan het Water di Max de Haas (Olanda 1957, 14’) Geithoorn di Frans Dupont (Olanda 1958, 12’) Storm op Zee di Wolfgang Martini (Olanda 1931, 11') Zee di Otto van Neijenhoff (Olanda 1932, 10’) Alice’s Day at Sea di Walt Disney (animazione 1924, 11’) Stormy Seas di Ub Iwerks (animazione Olanda, 6’) Michael Moore clarinetto, clarinetto basso, alto sax, composizione Stefano Zorzanello flauti, sax soprano, elettronica, composizione Sandro Librio violino Lelio Giannetto contrabbasso Michael Vatcher batteria in collaborazione con Purquapà I musicisti, provenienti da differenti culture geografiche (Olanda, Stati Uniti, Sicilia) e musicali, dopo un periodo di lavoro creativo singolarmente e di gruppo - realizzano le musiche eseguite dal vivo durante la proiezione di alcune pellicole aventi come oggetto il tema del mare. Le composizioni saranno frutto delle risorse di ogni singolo componente: Michael Moore e Stefano Zorzanello comporranno le musiche che saranno alternate da momenti di composizione istantanea realizzate da tutti i musicisti. Il lavoro di musicazione non viene però svolto indipendentemente dalla visione delle immagini filmiche, ma queste costituiranno parte integrante della partitura stessa fornendo le esatte inflessioni per la scelta delle espressioni sonore: si realizzerà un profondo connubio tra la vibrazione della luce cinematografica e quella dei suoni. Vista la tematica tradizionale ed antropologica, saranno rigenerati temi della tradizione orale delle rispettive culture senza però ricadere nella trasposizione pedissequa di temi etnici: si tenderà al recupero di una forma attuale, contemporanea, di percezione sensibile dei suoni o del suono ancestrale sotteso ad ogni forma d’onda… A SEA OF SOUNDS riflette una condizione che accomuna, da diverse prospettive, i Paesi Bassi e la Sicilia. Questi due Paesi hanno con il mare uno strettissimo rapporto segnato storicamente dalla sopravvivenza che può essere intesa ora come momento di ricerca e di conoscenza, ma anche di conquista, di qualcosa d’altro, ora come attesa verso qualcosa che dal mare possa arrivare per congiungersi, mescolarsi, arricchire, rinnovare o trasformare lo stato delle cose in un gioco di equilibrio naturale di scambio. Il mare ha rappresentato e rappresenta tuttora il luogo/non-luogo dell’infinito e della libertà dell’uomo dall’uomo e dalla sua schiavitù; l’altra realtà, il sogno, l’avventura, la lotta primordiale dell’uomo e delle forze della Natura, ma anche la grande placenta di vita e di morte, come realmente dimostrano i fatti che in questi anni vedono la Sicilia ambita porta per il ‘paradiso della sopravvivenza’. Dal punto di vista della riduzione segnica, il mare come il suono si ritrovano accomunati dallo stesso elemento minimo, l’onda, che rappresenta, per i miti antropologici, il divino e l’origine delle cose, per la fisica, il movimento nello spazio/tempo e quindi la vita. La nostra esistenza quindi può dipendere da una frequenza ondulatoria: si può considerare una funzione vibrante… Come il suono. Mettere insieme alcuni musicisti olandesi e siciliani, le cui aree geografiche e culturali sono state e sono legate all’elemento minimo dell’onda, è un occasione che vale la pena di perseguire per scorgere insieme il risultato di questo incontro/scambio: realizzare, durante un periodo di tempo di lavoro in comune, musiche originali, in simbiosi con le immagini di alcuni registi siciliani e olandesi che vedono il mare attore principale, sarà sicuramente un modo per verificare come si riescano ad avere diverse sfaccettature, diverse possibilità di relazione con lo stesso elemento naturale - reale o metaforico - e come oggi continua ancora a vivere ed essere espressione infinita di Se… Come il suono. Michael Moore (1954) è nato e cresciuto ad Arcata, California, Stati Uniti. Dopo aver studiato con Jaki Byard, Gunther Schuller, Ran Blake, Joe Allard, Tom McKinley, Gorge Russell e Joe Maneri al New England Conservatory of Music, trascorre un anno a New York, dove lavora presso uno studio commerciale, presso classi di danza e un club di vela, prima di partire per l’Europa, per la prima volta nell’estate del 1978, per suonare con gli Available Jelly, accompagnamento musicale della Great Salt Lake Mime Troupe. Dal 1982 vive ad Amsterdam dove lavorare col teatro (Baal, Dogtroep, De Voorziening, Teo Joling, Mug met de Golden Tand) e con la danza (Pauline De Groot, Katie Duck, Alessandro Certini, Shusaku Takeuchi e Virgilio Sieni) così come in vari contesti musicali quali Gijs Hendricks’ Octet, Franky Douglas’Sunchild, Guus Janssen’s Septet e Maarten Altena’s Quartet e Octet. In seguito suona e registra con i gruppi di Mark Helias, Gerry Hemingway, Evert Hekkema, Sean Bergin, Maurice Horsthuis, Gorge Graewe, Klaus Konig, Burton Greene (Klezmokum), Simon Nabatov, Dave Douglas, Myra Melford, Mark Dresser, Ig Henneman e altri. Nel 1986 riceve il premio Dutch jazz, il Boy Edgar Prijs. Nel 1997 Trio Clusone viene eletto primo gruppo acustico (Talent Deserving Wider Recognition) al Down Beat’s Critics Poll; nel 2000 – 2002 Moore viene eletto primo clarinettista durante lo stesso concorso. Vince il “Bird Award” al Northsea Jazz Festival nel 2000. Michael Vatcher vive ad Amsterdam ma è originario della California negli Stati Uniti. Più di vent’anni fa è venuto in Europa con Michael Moore costituendo il famoso gruppo Available Jelly. Fortemente attratto dall’Europa per le sue profonde radici culturali non ha mai realmente pensato di tornare in America. Michael Vatcher ha sviluppato la propria ricerca musicale in differenti direzioni grazie anche alla sua tecnica inimitabile e la sua espressione, nonché il suo senso di scavare fin dentro al più piccolo suono per evidenziarne la forte valenza di senso che si può trovare in ogni fonte di vita sonora: ciò fa di Vatcher uno dei batteristi più ricercato in Olanda e in Europa. I suoi contributi sonori si possono trovare nelle registrazioni di Maarten Altena, Michael Moore, Franky Douglas, Mathilde Santing, John Zorn, The Ex e molti altri. Stefano Zorzanello flautista, sassofonista e compositore, nato a Vicenza nel 1969. Dal 1988 ha vissuto a Bologna dove ha compiuto gli studi universitari (DAMS). Nel ‘97 e ‘98 lavora anche come operatore musicale di base nel carcere bolognese “La Dozza”. Nel 1999 soggiorna per 2 mesi a Sydney e Melbourne grazie alla borsa di studio Movin’Up, compiendo una ricerca sull’immigrazione italiana in Australia che ha dato luogo all’opera multicodice Voci Italia Australia - storie di corrispondenza magnetica, prodotta da Link Project per Bologna 2000 Città Europea della Cultura. Dal ’99 al 2003 si sposta a Roma collaborando con la scena locale dedita alla sperimentazione, e nel 2003 si sposta nuovamente a Catania assecondando una deriva che lo porta costantemente verso Sud-Ovest. Ha suonato dal vivo e in studio con musicisti quali: Dietmar Diesner, Chris Cutler, Phil Minton, Jon Rose, Otomo Yoshihide, Giancarlo Schiaffini, Fernando Grillo, Nicolas Roseeuw, Frank Schulte, Thomas Lehn, Alvin Curran.... Inoltre ha suonato sotto la guida di Fred Frith, Butch Morris, Eyvind Kang per l'esecuzione di opere da loro composte e dirette (Pacifica, 1994, Conduction 31, 1995, Virginal Co-Ordinates 2001). Stefano Zorzanello è apparso più volte in trasmissioni radiofoniche su RAI Radio3 per Radiotre Suite Oltre il Sipario e per Audiobox con Mistress, Tiziano Popoli, Jon Rose, Centolire, Storyville. Ha scritto le musiche originali per gli spettacoli “Il risveglio” (Bologna, Link 1997) e “Barcas” (Oporto, Teatro Nacional S.Joao, 2000), “Graal” (Roma Officine Molliconi, 2000) e “Woyzzeck” (Venezia, La Biennale teatro 2001)per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Le sue composizioni sono state eseguite da: Mistress, Fred Frith Guitar Quartet, Fastilio, Eva Kant Ensemble, Orchestra Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna, Strumentisti dell’Orchestra dell’Arena di Verona, Playground Ensemble. Negli ultimi anni s’interessa di environmental music, soundscape composition, ecologia acustica e paesaggio sonoro. È il presidente del Sicilian Soundscape Research Group (Gruppo Siciliano di Ricerca sul Paesaggio Sonoro SSRG). Ha tenuto seminari presso l’Università di Palermo – Facoltà di Lettere e Filosofia – su Ecologia dell’ambiente e Paesaggio sonoro. Sandro Librio è nato ad Erice nel 1982, inizia lo studio del violino, del pianoforte e della composizione. A Trapani incontra Giovanni Sollima, incontro fondamentale per la sua formazione. Studia a Genova con Giuseppe Gaccetta, a Marsala con Zoya Nademliska, a Roma con Francesco Peverini ed a Trapani con Enrico Orlando. Nel 2004 incontra Lelio Giannetto attivando una stretta collaborazione con l’associazione per la musica contemporanea Curva Minore con cui realizza, durante ASCOLTA PALERMO /PALERMO ASCOLTA - giornate internazionali sul paesaggio sonoro, la performance sperimentale Tra Regni e Specie Diversi, una composizione di Stefano Zorzanello per la sonorizzazione dell’Orto Botanico di Palermo. Inizia lo studio della musica elettronica dapprima con Domenico Sciajno poi con Francesco Galante, nello stesso anno suona al Dar Bach Hamba (Tunisi) per la Fondazione Orestiadi di Gibellina. Nel 2005 fonda il 38° Parallelo, gruppo di lavoro sensibile all'avanguardia teatrale, musicale e della video arte, per cui scrive lo spettacolo teatrale Operazione Zero che andrà in scena ad Erice, Palermo e Roma. A Palermo vince il primo premio al concorso teatrale Agricantus scrivendo le musiche per lo spettacolo Arabbi. Collabora stabilmente con il regista Francesco Siro Brigiano curando tutta la produzione e la post-produzione audio e scrivendo le musiche per i suoi lavori. Nel 2006 insieme al violoncellista e compositore Giuseppe Civiletti, realizza una tournèe di tre mesi che, dopo aver attraversato le principali città italiane e spagnole si concluderà a New York con il film musicale Ground Zero. mercoledì 7 marzo /Palermo /I Candelai ore 20 conferenza ore 21 performance LA MERIDIANA DEL CONVENTO_ STRADE DEL CINEMA Sonorizzazione dal vivo durante la proiezione del film La Meridiana del Convento di Eleuterio Rodolfi (Italia 1916, 30’) Prima assoluta HECTORMANN MUSIC CREW Marko Bonarius contrabbasso, composizione Mauro Schiavone pianoforte, composizione Francesco Guaiana chitarra, composizione in collaborazione con Associazione Strade del Cinema di Aosta si ringrazia il Museo Nazionale del Cinema di Torino HECTOR MANN MUSIC CREW per “la freschezza, l'intelligente uso dei timbri e la grande empatia con il personaggio di Harold Lloyd” è il vincitore assoluto del “Concorso Giovani Musicisti Europei” inserito all'interno della quinta edizione del Festival Internazionale del Cinema Muto musicato dal vivo che si è tenuto dal 3 al 12 agosto 2006 ad Aosta e che aveva come tema una retrospettiva sull’attore comico Harold Lloyd. Il trio, nato in occasione della partecipazione al festival ha sonorizzato il film Haunted Spooks (USA, 1920) al Teatro Romano di Aosta. Alla fase finale del concorso partecipavano 10 finalisti (da Italia, Francia, Svizzera e Belgio) selezionati tra quasi 140 concorrenti durante precedenti selezioni tenute ad Aosta, Firenze, Liegi e Palermo. La giuria del concorso era formata da Michael Ismeni, Christian Thomas, Enrico Montrosset, direttore del festival e anche da Ezio Bosso, compositore noto per la musica del film Io non ho paura di Gabriele Salvatores. Per il 2007 e’ stata commissionata la sonorizzazione del film muto La Meridiana del Convento (Italia, 1916) di Eleuterio Rodolfi, messo a disposizione dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, che verrà eseguita dal vivo a Palermo in prima esecuzione assoluta,Torino, Liegi ed Aosta. Francesco Guaiana chitarrista e compositore, nato a Palermo nel 1973, si forma musicalmente presso la scuola Musica Insieme e studia anche chitarra classica col maestro Maurizio Norrito. Nel 1999 si trasferisce a Boston grazie a una borsa di studio e si diploma al Berklee College of Music nel 2001, dove studia chitarra jazz, arrangiamento, composizione, con Mick Goodrick, Jon Damian, Ted Peace, Dave Samuels, Kurt Rosenwinkel. Ha collaborato con artisti del calibro di Gary Burton, Bob Moses, Paul Jeffrey, Jon Damian; ha fatto parte dello staff docenti del Berklee College collaborando con Bob Stoloff, Kevin Mahogany e Donna Mc Elroy. Dopo l’intensa esperienza negli States tra Boston e New York rientra a Palermo dove svolge a tempo a pieno attività didattica e concertistica. Collabora di recente con la compagnia CONTRORA di Trento e con visual e video artists come Matt Ostrowsky, Roberto De Pol, Andrea Parkins, Santomatteo, partecipando a diversi artist in residence come CESTA (Rep. Ceca) e ART_CON _FUSION (presso il MART, Museo d’Arte Contemporanea di Rovereto). Mauro Schiamone Nato a Palermo nel 1975, pianista e compositore, si è diplomato in pianoforte nel ’95 col massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica V.Bellini di Palermo. Ha conseguito diversi premi in numerosi concorsi pianistici, tra i quali il premio speciale “Prokofiev award” all’International Piano Competition Ibla Grand Prize 1992. Contemporaneamente allo studio della musica accademica si accosta ad altre forme d’espressione musicale come il Jazz, il Rock e l’Etno Music, aprendo in tal modo una brillante attività nei più svariati ambiti musicali. Dal ’95 è pianista dell’Orchestra Jazz Siciliana”, insieme alla quale ha suonato con musicisti di fama internazionale tra i quali: Michael Torke, Michael Mantler, Toots Thelemans, Diane Shuure, Arturo Sandoval, Bill Russo, Miky Howard, Bob Mintzer e Jack Walrath. Ha partecipato a numerose rassegne e Jazz Festivals tra cui Umbria jazz 2004, Montreal jazz festival 2006, Siena jazz 2005, Zsàmbeck jazz open 2003, Baku Jazz Festival 2006. Inoltre ha suonato con: Dave Liebman, Dusko Goycovich, Brad Wheeler, Joy Garrison, Pietro Tonolo, Gianni Basso, Gegè Telesforo, Maurizio Giammarco, Marco Tamburini, Gigi Cifarelli, Pietro Leveratto, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Jean-loup Longnon, Gianluca Petrella, Francesco Cusa, Cristoph Monniot, Rosario Giuliani, Enzo Randisi, Stefano D'anna, Gianni Gebbia, Giuseppe Milici, Pavel Smetacek. Marko Bonarius è nato nel 1971 a Groningen, Olanda. Studia musica jazz al conservatorio di Groningen sotto la guida del maestro Jan Voogd. Lascia il conservatorio per conseguire le lauree in psicologia e giurisprudenza all'Università di Groningen ed Amsterdam. Suona, negli anni degli studi universitari, un ampio repertorio sinfonico con diverse orchestre olandesi, esibendosi al Concertgebouw di Amsterdam e nelle sale concerto di Vienna, Barcellona, Helsinki, Praga, Cracovia, Oxford e San Pietroburgo. Stabilitosi in Sicilia nel settembre 2002, da allora suona e collabora con tanti musicisti, siciliani e non, in diversi ambiti musicali: classica, contemporanea, jazz, musica etnica, teatro. Ha collaborato con Ernie Watts, Dan Moretti, Wolter Wierbos, Mario Raja, Gianni Gebbia, Orazio Maugeri, Paolo Sorge, Toni Cattano, Stefano d’Anna, Christophe Moniot, Andrea Beneventano, Raffaele Brancati, Fabrizio Puglisi, Ab Baars ed Ig Henneman. Nei primi mesi del 2006 suona in Olanda con il VI-Trio, in Svizzera con il gruppo di tango Cuarteto Palermo, in Heidelberg con l’Accademia Musicale Palermo ed in Kenia con il cantante Harry Kimani per il “North Sea Jazz salutes Nairobi”. Lelio Giannetto direzione artistica coordinamento della produzione Valeria Fazzi segreteria generale Davide Barbarino Guido Peri Stefano Zorzanello didattica Alessandra Sciortino Francesco Gallea Giorgio Giannone assistenza organizzativa Daniele Piparo Assistenza tecnica Alice Panascia riprese video Davide Carrozza fotografia Gano Scancarello ingegneria del suono Antonino Mazzara traduzioni Corrado Salemi sito web Paolo Di Vita progetto grafico e immagine REGIONE SICILIANA Salvatore Cuffaro Presidente Lino Leanza Assessore BB CC AA e PI FONDAZIONE ORESTIADI Ludovico Corrao Presidente Calogero Pumilia Segretario generale Piero Violante Consulente sez. musica COMUNE DI ENNA Rino Agnello Sindaco AMBASCIATA DEL REGNO DEI PAESI BASSI DUTCH CULTURAL FUND DUTCH JAZZ CONNECTION LICEO SCIENTIFICO P. FARINATO /Enna Anna Luigia Marmo Preside Elisabetta Arena Maria Merlo Docenti LICEO-GINNASIO N. COLAJANNI /Enna Francesco Alessi Preside Gaetano Di Mario Docente LICEO SOCIO PEDAGOGICO D. ALIGHIERI /Enna Francesco Alessi Preside Giovanna Fussone Antonello Castaldo Docenti LICEO-GINNASIO G. GARIBALDI /Palermo Antonio Martorana Preside Ignazio F. Ezio Ciappa Emanuele Lanzetta Docenti LICEO LINGUISTICO A. LINCOLN Aldo Petralia Preside ISTITUTO MAGISTRALE STATALE R. MARGHERITA /Palermo Concetta Guagenti Preside Enza Calca Lucia Ievolella Vice-preside Barbara Evola Filippo Cerniglia Docenti TEATRO LÜ Maria Assunta Mauro Presidente LICEO ARTISTICO G. ALMEYDA /Palermo Lia Gerbino Preside Ezio Leone Vice-preside Maria Muratore Giuseppina Attinasi Docenti I CANDELAI Massimo Campagna Presidente STRADE DEL CINEMA Enrico Montrosset Presidente Grazie a Piero Violante Sergio Bonanzinga Lucio Augello Fabio Caronna Gigi Razete Alessandro Rais Alfio Scuderi Cesare Gaudenti Massimo Campagna Bastiaan Ernst Paul Gompes Stefano Zorzanello Heidi Sciacchitano Elena Andolfi Yousif Latif Jaralla Eliana Mauro Gisella Duci Giovanni Damiani Elisabetta Arena Arnaldo Orlando Gabriele Lentini Lucia Bonaffino Enrico Montrosset Martino Lo Cascio A VALERIA, GABRIELE E LUCA SENZA IL CUI AFFETTO NON AVREI MAI POTUTO REALIZZARE IL LAVORO DI QUESTI ANNI CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE Tessera Studente Tessera Ordinario Tessera Sostenitore Ingresso Studenti Ingresso intero Laboratorio d’improvvisazione euro euro euro euro euro euro 35 60 100 5 8 50 (35 per i soci) La tessera da diritto d’accesso a tutti gli spettacoli si può acquistare presso: Curva Minore__ via Monte S. Calogero 5, Palermo oppure prima degli spettacoli: La Cuba__corso Calatafimi 100, Palermo Nuovo Teatro Montevergini__piazzetta Montevergini, Palermo I Candelai__via dei Candelai 65, Palermo Centro Polivalente__via dello Stadio, Enna Info 347.6035179www.curvaminore.org_ [email protected] DiVitaDesign ASSESSORATO REGIONALE BB CC AA e PI FONDAZIONE ORESTIADI AMBASCIATA DEL REGNO DEI PAESI BASSI DUTCH CULTURAL FUND DUTCH JAZZ CONNECTION COMUNE DI ENNA PURQUAPA E LAPISBOOKING TEATRO LÜ STRADE DEL CINEMA I CANDELAI LICEO ARTISTICO ‘ALMEYDA’ PALERMO LICEO GINNASIO ‘GARIBALDI’ PALERMO ISTITUTO MAGISTRALE ‘MARGHERITA’ PALERMO