tagliacozzoinfilm - Tagliacozzo Turismo

Presentazione
del 28° Festival
Internazionale
di Mezza Estate
di Tagliacozzo
D
a ventotto anni il Comune di Tagliacozzo organizza la manifestazione estiva e continua,
pur tra mille difficoltà, a reperire le risorse
necessarie all’organizzazione e a valorizzare una
produzione divenuta negli anni punto di riferimento nel territorio e per il territorio.
Sotto il patrocinio dell’Agis ( Agenzia Generale Italiana dello Spettacolo), il Festival di Mezza Estate
di Tagliacozzo fa parte di “Italia Festival”, insieme
a Ravello, Stresa, Emilia Romagna, Intercity, Spoleto, Ravenna…
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia concede
per il quinto anno il suo patrocinio, ed è stata presente in ogni edizione: l’Orchestra Barocca, il Sestetto Stradivari, l’Ensemble di Ottoni della
Accademia.
I Teatro dei Colori di Avezzano e l’Associazione
Amici del Festival di Mezza Estate continuano a
collaborare e sostenere l’impegno per il festival.
Abbiamo ospitato, in questi ultimi quattro anni
anni, artisti di rango internazionale, come Gidon
Kremer, Alessandro Carbonare, Aleksander Lonquich,, Roberto Prosseda, Francesco Cafiso, Fabrizio Bosso, Antonello Salis, Bobby Watson,
Stefano Di Battista, e promosso giovanissimi talenti come i vincitori del Premio Pianistico “Roma”
o del Premio Cajkovski.
Abbiamo proposto programmi classici, tradizionali
e novità assolute.
Attenti alla storia del nostro territorio abbiamo allestito prime assolute, come l’esecuzione dell’opera di Saint-Saens, “ Ascanio”, ispirata alla
storia di Ascanio De Mari, nato a Tagliacozzo.
Abbiamo fatto eseguire, in collaborazione con il
Coro Costanzo Porta di Cremona, per la prima
volta, il Codice Tagliacozzo del 1600, custodito da
quattro secoli presso il Convento di S.Francesco.
Forti di questa interessante esperienza, l’edizione
del 2012 vuole consolidare i risultati fin qui raggiunti seguendo le linee guida che hanno ispirato
il progetto sul festival: la qualità dell’evento e della
realizzazione di esso, la scelta ragionata dei luoghi
di interesse storico artistico, ideali contenitori
degli eventi, le collaborazioni prestigiose e necessarie,la promozione di giovani artisti.
All’interno della programmazione, tutta di altissimo livello qualitativo, preme segnalare, dopo il
Concerto della Banda Militare della Guardia della
Finanza che utilizziamo per annunciare nella storica Piazza dell’Obelisco l’inizio del Festival, uno
dei più prestigiosi complessi barocchi italiani:
1
L’Europa Galante di Fabio Biondi.
E poi, il Balletto del Teatro di Torino, l’Astra Roma
Ballet, Guy Touvron, European Wind Soloists...
E il jazz con Danilo Rea e i Bozen Brass.
E “La Serva Padrona” di Pergolesi, nell’allestimento prodotto dall’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia in collaborazione con Roma Sinfonietta, per
valorizzare i giovani di Opera Studio, la prestigiosa
scuola di Renata Scotto.
E il Teatro, con Sergio Castellitto e Margareth Mazzantini, con La Mansarda e con il Notturno d’autore... e con uno spettacolo eccezionale dedicato
alla nostra poetessa, Petronilla Paolini Massimi.
E, infine, la novità che realizza il desiderio più sentito: il coinvolgimento di giovani musicisti che collaboreranno alla direzione e alla produzione
artistica del XXVIII Festival di Mezzaestate, acquisendo le capacità e le competenze che permetteranno loro di essere il futuro del Festival, grazie
all’amministrazione che ha creduto in loro.
Per concludere un nota sul pubblico,che nelle
scorse edizioni ha dimostrato un adesione totale,
sincera e al di sopra di ogni aspettativa e che, speriamo, continuerà ad apprezzare le scelte artistiche
del Festival.
Per continuare a crescere, perché crescita culturale vuol dire crescita economica, civile, ed etica.
Lucia Bonifaci
Giuseppe Berardini
Gabriele Ciaccia
Direzione Artistica
2
TAGLIACOZZOINFILM
P
er innamorarmi del cinema non c’è voluto
molto. E’ bastato scoprire che esiste un
posto in cui tanti diventano uno solo. Un
luogo in cui, complice un buio primordiale, ci lasciamo scivolare, sottraendoci ai ritmi frenetici
delle nostre vite quotidiane, per accogliere la luce
della proiezione su un semplice schermo bianco
che si trasforma improvvisamente nello specchio
delle nostre esistenze.
La solitudine della nostra poltroncina di velluto,
della nostra sedia da arena estiva, del nostro posto
nel mondo cede il passo alla sensazione esaltante
della condivisione, della vita raccontata, dell’arte.
Si tratta di una scoperta che, come ben sappiamo,
ha origini lontane, in forme d’arte diverse ma che
tanto hanno in comune con il cinema perché in
gran parte lo nutrono: la musica, la danza, il teatro.
Nell’antica Grecia, all’apice della sua espressione
artistica, tra il quarto e il quinto secolo avanti Cristo, la tragedia rappresentava il massimo momento di condivisione sociale tra i cittadini della
polis su temi che ancora oggi noi consideriamo
universali e profondamente legati all’animo umano
e alla relazione con gli altri. Il cinema oggi - come
approfondiremo nell’incontro di domenica 5 agosto sullo sfondo scenografico di Piazza dell’Obelisco insieme a Giovanni Rizzoni, autore del libro
“La democrazia al cinema” - è certamente la più
“politica” delle arti, quella che più può essere in
grado di occuparsi della polis, ovvero della comunità in cui viviamo.
Mi è sembrato naturale quindi, nel viaggio che mi
ha condotto alla prima edizione di TAGLIACOZZOINFILM - esperienza custodita nell’alveo accogliente del Festival Internazionale di Mezza
Estate, del quale condivide l’ampio respiro di apertura al mondo e il desiderio di muoversi tra stili e
generi, senza paura - puntare l’obiettivo su due
aspetti che, nelle infinite forme che assumono
nelle nostre esistenze, ne scandiscono ritmi, emozioni, cambiamenti: la solitudine e la partecipazione.
Viviamo nell’epoca di internet, dei social network,
che accompagnano solitudini metropolitane alla
stessa velocità con cui attraversano lotte per la libertà di paesi vittime delle dittature o che sentono
l’ineludibile chiamata al cambiamento.
La comunicazione, l’informazione multimediale
che ci appare ormai “totale e immediata” rischia
di lasciare sempre più spesso solo il destinatario
passivo, il singolo individuo nella sua stanza.
Soli sono gli individui senza più diritti, sole le
donne che non li hanno mai avuti e tanto si sono
viste sfilare via in questi anni di ciò che con le unghie e coi denti avevano provato a conquistare.
Soli sono i bambini, non solo gli orfani reali, ma
anche quelli che sempre più spesso sono figli di
genitori costretti dai tempi a restare, essi stessi,
in una condizione di figliolanza prolungata illimitatamente. Sole le istituzioni abbandonate dai cittadini, i cittadini abbandonati dalle istituzioni. La
solitudine della vecchiaia, apparente luogo comune che rischia di diventare la condizione più diffusa nel nostro paese in perenne calo
demografico. La
solitudine dello
straniero, altra
faccia della medaglia di un paese
“anziano” come
l’Italia, che rischia
di restare isolato
fin dalla nascita,
dal momento che
gli viene rifiutata
la cittadinanza. La
solitudine del nostro territorio, di
un ambiente naturale e culturale tutto ancora da preservare.
Ma solitudine anche come stato di grazia per la
creatività, per la riflessione, per la visione lucida
in una prospettiva di ricongiungimento con l’altro,
prima o poi.
Solitudine del poeta, del ricercatore, dello scienziato, di chi decide di aprirsi al mondo, di chi è giovane e di chi lo è stato.
E poi, la partecipazione: l’incontro con l’altro, gli
altri, in una visione di contatto che superi la simulazione virtuale. La volontà di essere presenti e
contribuire a un progetto comune, di agire per gli
altri, insieme agli altri. Lo sguardo sull’altro, lo
sguardo dell’altro, il dialogo, la volontà di condividere un pezzo di strada, di salire e arrivare in cima
insieme, di costruire qualcosa insieme. Raccontare, rendere partecipe della bellezza chi amiamo
o chi ci viene incontro. Condividere la crisi e la fe3
licità. Solidarietà e confronto. Partecipazione il cui
valore è compreso attraverso la sua assenza e
viene evocata a gran voce dagli eventi, da uno
stato delle cose in continuo movimento, dagli individui che non possono più farne a meno.
Seguendo queste ipotesi di percorso,
TAGLIACOZZOINFILM - che nasce dalla volontà di
Gabriele Venturini, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Tagliacozzo di restituire ai
cittadini e ai frequentatori della cittadina marsicana
la magia del cinema - punta ad essere una manifestazione artistica che trova nella rassegna cinematografica il suo cuore e traino per una serie di
micro e macro eventi ad essa connessi che possano accompagnare gli spettatori in un viaggio
unico, avvincente, sorprendente nel cinema, verso
se stessi e verso gli altri.
Come la mostra L’attimo neorealista: fotogrammi
1941-1952, ospitata grazie alla preziosa collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, dedicata a uno dei momenti più alti del cinema
italiano e mondiale, quel Neorealismo che seppe
raccontare mirabilmente la tragica realtà di un
Paese devastato dal secondo conflitto mondiale e
di una popolazione ridotta allo stremo, ma mossa
da grande umanità, volontà di riscatto e desiderio
di lottare insieme per un futuro migliore.
Le pellicole della rassegna - protagoniste indiscusse con la loro storia, il loro background, il valore degli autori - saranno riunite sotto un intreccio
di stati d’animo, questioni antiche e scandagli
nell’attualità.
4
In chiusura, faro più luminoso nell’orizzonte di riferimento di TAGLIACOZZOINFILM è naturalmente
la città di TAGLIACOZZO stessa che, con la sua
forza e la sua bellezza, mix miracoloso di natura,
storia e arte, è stata fonte di ispirazione principale
e costante di tutta l’iniziativa, nella prospettiva di
un viaggio verso una dimensione sempre più consapevole di comunità di riferimento per il panorama culturale di tutto il territorio marsicano e
abruzzese, grazie al bagaglio di umanità, vitalità, e
desiderio di crescere ancora che attraversa lo
sguardo della sua gente.
Veronica Flora
Curatore artistico
TAGLIACOZZOINFILM
Concorso Musicale
Premio “Città di Tagliacozzo”
A
ll’interno del Festival di Mezza Estate 2012
si svolgerà la I edizione del Concorso Musicale “Premio Città di Tagliacozzo”.
Il concorso è rivolto agli allievi di strumenti a fiato
dei Conservatori e Licei Musicali abruzzesi e nasce
dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e
della Direzione artistica del Festival di promuovere
la cultura musicale abruzzese e offrire ai giovani
musicisti un sostegno in termini economici e di visibilità.
Andrea Caretta
Responsabile del Concorso
Saluto della
Amministrazione
Comunale
di Tagliacozzo
I
l Festival Internazionale di Mezza Estate è un
evento importantissimo non solo per Tagliacozzo ma per tutto il territorio.
E’ una manifestazione internazionale che offre
venti giorni di cultura e di arte ad altissimo livello.
Il tutto è impreziosito dalla cornice architettonica
che Tagliacozzo offre.
Gli spettacoli saranno distribuiti nei loghi più suggestivi del paese: la Piazza dell’Obelisco, il Chiostro di San Francesco, la Piazzetta Tre Molini, la
Chiesa di San Cosma e Damiano, il Teatro Talia, il
Palazzo Ducale, che finalmente riaprirà i battenti.
Quest’anno il Festival porterà degli elementi innovativi, infatti pur mantenendo l’impianto storico
delle sezioni della Musica, Teatro e Danza, saranno
introdotti un Premio Musicale “Città di Tagliacozzo” per strumenti a fiato, rivolto ai giovani musicisti dei Conservatori e delle scuole di musica
Abruzzesi, e una rassegna cinematografica.
Il tutto con la speranza che anche i giovani possano avvicinarsi a questa manifestazione così importante e così bella.
Gabriele Venturini
Assessore alla Cultura, al Turismo
e allo Spettacolo
Testo tratto dal video di presentazione del Festival,
disponibile su YouTube all’indirizzo:
http://youtu.be/61HGyrbsSsc
Piazza dell’Obelisco
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Calendario
Giovedi 26 Luglio | MuSICA
Mercoledi 1 Agosto | CInEMA
Piazza Obelisco, ore 21.15
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Concerto di presentazione
Banda Musicale della
Guardia di Finanza
Direttore: Ten. Col. M°
Leonardo Laserra Ingrosso
(Ingresso Libero)
Martedi 31 Luglio | MuSICA
Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15
Fabio Biondi
e Europa Galante
(Biglietto € 5)
Martedì 31 luglio | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
“Aspettando Melancholia:
la scienza introduce il cinema”
Associazione culturale Estrellas y Planetas
(Ingresso Libero)
Melancholia
di Lars von Trier
(Biglietto € 3)
Giovedì 2 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
1001 Irans
di Firouzeh Khosrovani
(Ingresso Libero)
Giovedi 2 Agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
una separazione
di Asghar Farhadi
(Biglietto € 3)
Venerdi 3 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Guy Touvròn e
I Flauti di Toscanini
Direttore: Paolo Totti
Tromba: Guy Touvròn
(Biglietto € 5)
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Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI
Domenica 5 Agosto | MuSICA
Teatro Talia, ore 17.00
Teatro Talia, ore 21.15
La fiaba dei tre
desideri ridicoli
La serva padrona
Drammaturgia: Roberta Sandias
Regia: Maurizio Azzurro
Ensemble roma Sinfonietta
Compagnia la Mansarda
(Ingresso Libero)
Sabato 4 Agosto | CInEMA
Santa Cecilia
opera Studio
Direttore: Fabio Maestri
Regia: Cesare Scarton
(Biglietto € 5)
Cesare deve morire
Lunedi 6 Agosto | CInEMA
Dell’ammazzare il maiale
di Wim Wenders
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
di Paolo e Vittorio Taviani
di Simone Massi
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Pina
(Biglietto € 3)
Cortometraggio di 7 min
(Biglietto € 3)
Domenica 5 agosto | CInEMA
Piazza dell’Obelisco, ore 18.00
Incontro con l’Autore:
“La democrazia al cinema”
di Giovanni rizzoni
(Ingresso Libero)
Martedi 7 Agosto | TEATro
Piazza Obelisco, ore 21.00
Mare al mattino
reading con
Sergio Castellitto
e Margaret Mazzantini
Dal romanzo omonimo di
Margaret Mazzantini
(Biglietto € 10)
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Mercoledi 8 agosto | CInEMA
Venerdi 10 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Palazzo Ducale, ore 18.00
zavorra e Cargo
di Francesca Balbo
(Ingresso Libero)
(Ingresso Libero)
Mercoledi 8 Agosto | DAnzA
Venerdi 10 Agosto | DAnzA
Piazza Obelisco, ore 21.15
Piazza Obelisco, ore 21.15
In Mozart +
Free Chocolate Love
BTT - Balletto del Teatro di Torino
(Biglietto € 10)
Giovedi 9 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Colours
Eleonora
Duse
arte, passione e mito
Astra roma Ballet
di Diana Ferrara
(Biglietto € 10)
Sabato 11 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Bakroman
Bozen Brass Quintet
di Gianluca e Massimiliano De Serio
(Biglietto € 5)
(Ingresso Libero)
Venerdi 10 Agosto|TEATro rAGAzzI
Sabato 11 Agosto | TEATro
Teatro Talia, ore 17.00
Palazzo Ducale, ore 21.15
Piccolo piccolissimo
grande grandissimo
Fatto Teatro un foglio
al mio pensiero
Regia: Gabriele Ciaccia
vita di Petronilla Paolini Massimi,
fra 3 stanze, sonetti e madrigali
Associazione Musamoi
(Ingresso Libero)
(Biglietto € 5)
Compagnia Teatro dei Colori
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Cadenas
di Vincenzo Mineo
Domenica 12 agosto | CInEMA
Lunedi 13 Agosto | MuSICA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Formato ridotto
di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi,
Paolo Simoni
Danilo rea
Piano Solo
(Ingresso Libero)
(Biglietto € 5)
Domenica 12 Agosto | MuSICA
Martedì 14 agosto | CInEMA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Il libro della giungla
orchestra Sinfonica Abruzzese
e Sergio Bustric
Direttore: Marcello Bufalini
Da R. Kipling
(Biglietto € 5)
Lunedì 13 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
“Dentro e fuori #occupyWallStreet:
forme di partecipazione contemporanea tra nuovi media e cinema”
(Ingresso Libero)
Lunedì 13 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.45
La battaglia di Algeri
di Gillo Pontecorvo
Palazzo Ducale, ore 18.00
Tahir Liberation Square
di Stefano Savona
(Ingresso Libero)
Martedi 14 Agosto | MuSICA
Palazzo Ducale, ore 21.15
Anche il Bello
deve morire!
Simone Vallerotonda
Tiorba e Chitarra spagnuola
(Biglietto € 5)
Mercoledi 15 Agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Quasi amici
di olivier nakache e Eric Toledano
(Biglietto € 3)
(Ingresso Libero)
9
Giovedi 16 Agosto | CInEMA
Sabato 18 Agosto | TEATro
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15
Diaz
di Daniele Vicari
notturno
d' Autore
un progetto di Federico Fiorenza
(Biglietto € 3)
e Antonia renzella
Venerdì 17 agosto | CInEMA
Spettacolo itinerante per turni
di spettatori ogni 25 minuti.
Palazzo Ducale, ore 18.00
(Ingresso Libero)
The Dark Side of The Sun
di Carlo Hintermann
Domenica 19 Agosto | DAnzA
(Ingresso Libero)
Piazza Obelisco, ore 21.15
Venerdi 17 Agosto | MuSICA
Palazzo Ducale, ore 21.15
European Wind
Soloists
(Biglietto € 5)
Sabato 18 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
CorTIeGEnTILI
not(t)e di Tango
Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)
Duo +2 Quartet
(Biglietto € 10)
Lunedi 20 Agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
riso amaro
di Giuseppe De Santis
(Ingresso Libero)
Rassegna di cortometraggi sull’Aquila
dopo il 6 aprile 2009
(Ingresso Libero)
Il programma potrà subire variazioni dovute a cause di forza maggiore.
In caso di pioggia gli spettacoli si terranno nel Teatro Talia.
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Eventi
Tagliacozzoinfilm
L’attimo neorealista:
fotogrammi 1941-1952
Mostra fotografica
Dal 31 luglio al 20 agosto 2012
Palazzo Ducale
Già presentata con grande successo in Italia e all’Estero
(a fine 2011 è ospitata all’Istituto Italiano di Cultura a Los
Angeles per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia), la
mostra L’attimo neorealista: fotogrammi 19411952 approda a Tagliacozzo nell’ambito della prima edizione della manifestazione del Comune marsicano
dedicata al cinema TAGLIACOZZOINFILM.
L’esposizione si compone di 82 fotografie che ritraggono
momenti di grande intensità tratti da 32 pellicole, scelte
fra le più importanti opere del Neorealismo e fra alcuni
dei film che ne anticiparono l’avvento (di qui l’arretramento al 1941 della data di partenza della selezione).
Realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia con la Fondazione Ente dello Spettacolo,
la mostra rende omaggio a cineasti come Rossellini, Visconti, De Sica, De Santis, ancora oggi circondati da
un’aura di leggenda, i cui film hanno descritto con impressionante realismo e grande maestria la condizione
di un’Italia devastata dalla guerra, guardando con grande
chiarezza e lucidità alla sua realtà politica e sociale.
Elemento distintivo di questa esposizione è quello di essere composta esclusivamente da fotogrammi estrapolati dalle pellicole, non quindi fotografie di scena ma veri
e propri istanti dei film. Questa scelta nasce dalla volontà
di fornire una testimonianza significativa di uno dei momenti più alti della cinematografia italiana e mondiale,
quel Neorealismo che seppe raccontare con sensibilità
e partecipazione la tragica realtà di un Paese devastato
dal secondo conflitto mondiale e di una popolazione ridotta allo stremo, ma anche la grande umanità e volontà
di riscatto che il popolo italiano seppe dimostrare.
Ecco allora immagini estrapolate dalle pellicole, in un
bianco e nero di grande intensità emotiva che immortala
l’indimenticabile Anna Magnani nella scena finale
in Roma Città Aperta di Rossellini, le figure femminili
vestite di nero della Terra trema di Visconti, fino allo
sguardo disperato di Lamberto Maggiorani in Ladri di
Biciclette di De Sica.
La mostra, realizzata con il contributo dell’Archivio fotografico
e
iconografico
della
Cineteca
Nazionale, vuole raccontare non solo la straordinaria
bellezza delle situazioni, dei volti e dei paesaggi, ma
anche il senso di un movimento artistico capace di aderire alla realtà italiana e contemporaneamente suscitare
emozioni attraverso
storie universali.
11
GIoVAnI
ProTAGonISTI
E’ evidente a Tagliacozzo l’accordo perfetto tra la cornice
architettonica del centro storico e le “immagini in movimento” sullo schermo cinematografico. La suggestione
suscitata da voci e suoni echeggianti nei diversi spazi tanto timidamente nascosti quanto potentemente evocativi di epoche e storie diverse - della cittadina marsicana.
Luoghi che hanno bisogno di tornare ad essere “abitati
culturalmente”, respirati e vissuti dalla gente con la
complicità dell’arte. E del cinema in particolare: necessario, oggi più che mai, alle falde della montagna, lungo
le stradine tortuose del centro storico.
Già, il cinema. L’arte popolare per eccellenza, l’arte del
ventesimo e del ventunesimo secolo che apre una rinnovata era di commistione di stili e generi, di tecniche
innovative. L’arte che spalanca la porta non più solo a
una luce rappresentata, dipinta, scolpita, ma che strappa
alla quotidianità la luce vera, la luce dell’immagine fotografica, scattata su una realtà di corpi in movimento così
vicini alla realtà da sembrare veri: la storia e la favola,
l’epica e la volontà documentaristica, commedia e tragedia, sacro e profano.
L’arte consacrata dall’unicità e dall’originalità dello
sguardo dietro la macchina da presa dei tanti autori affiancati dalle altrettanto numerose professionalità che
convergono dentro un’opera d’arte a portata di tutti, vista
per pochi soldi in piccole e grandi sale di proiezione in
tanta parte del mondo. L’inizio di una nuova e antichissima modalità di narrazione.
Il cinema che porta impressa sulla pellicola (e oggi sempre più spesso registrata su supporto digitale, e veicolata
attraverso le tecnologie multimediali) la storia delle storie. Un amore, una guerra, la nascita, la morte. La vita
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documentata, raccontata, deformata dall’occhio del regista, circondato dall’universo di mestieri che ancora
oggi, in maniera diversa certamente rispetto a oltre un
secolo fa, lo accompagnano nella creazione di un’opera.
L’opera cinematografica.
Qualcosa di diverso dal coinvolgimento voyeristico dello
spettacolo teatrale, dalla fisicità trascinante di un opera
di teatro-danza, dall’abbandono ritmico di un concerto,
dalla memoria silenziosa della lettura durante un incontro
letterario. Qualcosa di diverso eppure capace di riunire
al tempo stesso tutti questi elementi insieme, scaraventarli a mille chilometri di distanza, parlando dialetti sconosciuti e raccontando vite che non saranno mai vissute.
O che magari guardiamo in faccia ogni giorno.
Proprio in forza di tutte queste caratteristiche e di tante
altre, il cinema diventa il catalizzatore ideale per recepire un bisogno culturale ampio e complesso, ancora
in gran parte non appagato, intimamente legato alla carica creativa innovativa, di ricerca e sperimentazione
artistica che caratterizza un’ampia rappresentanza dei
giovani tagliacozzani, marsicani, più in generale
abruzzesi.
Talento e sensibilità artistica suscitati nei giovani non
solamente attraverso studi specifici e di genere, ma legati
a una riflessione sempre più profonda sulla storia e sulle
tradizioni locali in relazione alle realtà territoriali, nazionali e internazionali e agli eventi che - in una realtà sempre più glocal - li vedono coinvolti e proiettati in una
partecipazione attiva nell’esperienza di TAGLIACOZZOINFILM.
Sensibilità artistica talora coltivata in contesti apparentemente diversi (come quello scientifico, economico, sociale), ma nei quali, come accade da sempre, a
manifestarsi in maniera inequivocabile è il bisogno di
qualcosa che ci aiuti a ricercare - attraverso la manifestazione artistica - la natura, il mondo, gli altri, noi stessi.
Una storia: “Buio”, Andrea Parente, luglio 2012
unPLuGGED
Il cinema ama essere introdotto da arti sorelle. Come la
musica. Soprattutto quando batte forte nel cuore di chi
la scrive e chi la suona. Ad introdurre alcune proiezioni
di TAGLIACOZZOINFILM ci saranno musicisti e cantautori di talento del territorio marsicano che scateneranno
tutta la propria energia e passione per l’arte, la musica e
il cinema in brevi, intensi omaggi ai film della rassegna.
GIAMPAoLo PICCInInI
Cantante, musicista, poeta.
Sabato 18 agosto
Palazzo Ducale, ore 18.00
Lunedi 20 agosto
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15
PATrIzIo DE LuCA
Tagliacozzo 1996. Sulla staccionata (che ora non c’è più)
davanti alla sala giochi (che ora non c’è più) con un
gruppo di amici mette su il primo gruppo: i “Parca”. In
seguito, nel 2003, avvia un altro epico progetto tra Tagliacozzo e Avezzano: i “Soft Marble”. Segue l’esperienza
con la band “The Engine Drivers”, band tributo ai “The
Who”. Attraverso il lavoro svolto con i “Soft Marble” e
gli “Engine Drivers” affina la sua tecnica come cantante,
circondato da musicisti di livello. Trasferitosi a Pescara,
nel 2010 si unisce ai “Too Late To Wake”, con i quali, attualmente, sta lavorando a un LP in studio.
Sabato 4 agosto
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15
Giovedì 16 agosto
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15
Sabato 18 agosto
Palazzo Ducale, ore 18.00
DEGuSTAzIonE
FoToGrAMMA
Il cinema, le stelle e il profumo inebriante di un buon
vino locale.
Prima delle proiezioni e dei principali incontri di TAGLIACOZZOINFILM, sarà offerto agli spettatori un momento
di degustazione enogastronomica, volta a sollecitare nel
pubblico un approccio multisensoriale al film, a trovare
nuove strade del gusto, tra visione e degustazione.
Un momento di calda convivialità condivisa nell’attesa
trepidante di immergersi nel buio della proiezione e proseguire il viaggio nella poesia del cinema.
Partner di prestigio dell’iniziativa, che affonda vigorosamente le radici nel territorio marsicano, è la Cantina del
Fucino.
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Tutti gli spettacoli
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Giovedi 26 Luglio | MuSICA
Piazza Obelisco, ore 21.15
Concerto di presentazione
Banda Musicale
della Guardia
di Finanza
Direttore: Ten. Col.
M° Leonardo Laserra Ingrosso
G. Orsomando
G. Rossini
(tr. A. Vessella)
R. Wagner
(tr. G. Manente)
R. Chapì
(tr. I. Egea)
H. Zimmer
(arr. F. Bernaerts)
J. Williams
(tr. J. de Meij)
A. Marquez
(tr. J. Villodre)
Cuore abruzzese
Marcia sinfonica
Il Barbiere di Siviglia
Sinfonia dall’opera
La Cavalcata delle Walkirie
dal III atto de La Walkiria
El Tambor de Granaderos
Il Gladiatore
Star wars
Danzón. 2
La Banda Musicale della Guardia di Finanza
nasce ufficialmente nel 1926, riunendo in un'unica
compagine strumentale le diverse fanfare che fin
dal 1883 erano state istituite presso molti reparti
del Corpo.
Attualmente è un complesso artistico stabile composto da 102 elementi provenienti dai diversi conservatori italiani, accuratamente selezionati tramite
concorso nazionale.
Durante la sua lunga e intensa attività concertistica, la Banda si è esibita presso le più prestigiose
istituzioni musicali italiane, quali l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Scala di Milano, il San
Carlo di Napoli, il Teatro dell'Opera di Roma, il
Massimo di Palermo, la Fenice di Venezia, il Petruzzelli di Bari, il Rossini di Pesaro, il Bellini di Catania e l'Ariston di Sanremo. La Banda del Corpo
ha più volte collaborato con alcune delle più affermate orchestre sinfoniche italiane e internazionali,
come quella della RAI di Roma, quella del Maggio
Musicale Fiorentino - con la quale nel 1991 si è
esibita in mondovisione in un concerto diretto da
Zubin Metha - e quella del Festival dei Due Mondi
di Spoleto, con la quale assieme al coro di Washington ha partecipato nel 1993 al concerto di chiusura del Festival.
Recatasi ripetutamente all'estero, la Banda ha effettuato fortunate tournées in Germania, Lussemburgo, Svizzera, Belgio e Francia. Nel 2001, nel
2002 e nel 2007 è stata invitata a New York in occasione delle celebrazioni per il Columbus Day, durante le quali, nel 2002, ha tenuto un
applauditissimo concerto a Ground Zero, luogo
simbolo della coscienza nazionale americana, nel
quale fino ad allora si era esibita la sola Boston
Symphony Orchestra.
15
La Banda è stata diretta da illustri Maestri, quali
Giuseppe Manente, Antonio D'Elia, insigne compositore e accademico di Santa Cecilia, Olivio Di
Domenico, docente presso il Conservatorio di
Roma, Fulvio Creux e Gino Bergamini.
Dal 16 Aprile 2002, la Banda Musicale della Guardia di Finanza è diretta dal Maestro Tenente Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso.
Leonardo Laserra Ingrosso, nato ad Avetrana, in
provincia di Taranto, ha compiuto gli studi musicali contemporaneamente a quelli universitari, diplomandosi in Musica Corale e Direzione di Coro
presso il Conservatorio “Gioacchino Rossini” di
Pesaro, in Composizione presso il Conservatorio
“Niccolò Piccinni” di Bari, in Strumentazione per
Banda e Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila.
Dal 1991 al 1996 è stato docente di Composizione
al Liceo Musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto.
Vincitore del Concorso Nazionale per l’insegnamento di Armonia e Contrappunto nei Conservatori di Musica di Stato, nel 2002 diventa Maestro
Direttore della Banda Musicale della Guardia di Finanza.
È regolarmente invitato come giurato a importanti
concorsi nazionali e internazionali.
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Martedi 31 Luglio | MuSICA
Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15
Fabio Biondi
e Europa Galante
Fabio Biondi, violino
Andrea Rognoni, violino
Antonio Fantinuoli, violoncello
Giangiacomo Pinardi, tiorba
Paola Poncet, cembalo
“Apoteosi e Follia”:
A.Vivaldi
Sonata in re minore per due
violini e basso "La Follia"
F. Couperin
Apoteosi di Corelli Grande
Sonate en trio
M.Mascitti
Psyché
Sonata per violino op.5 n.12
***
A. Corelli
Sonata per violino e basso
La Follia in re minore
CPE Bach
Sonata per due violino e
basso "Sanguineus et
Malencholicus"
Europa Galante
Europa Galante nasce nel 1990 dal desiderio del
suo direttore artistico, Fabio Biondi di fondare un
gruppo strumentale italiano per le interpretazioni,
su strumenti d’epoca, del grande repertorio barocco e classico.L’ensemble ottiene un grande
successo fin dalla pubblicazione del primo disco,
dedicato alla produzione concertistica vivaldiana
(Premio Cini di Venezia, Choc de la Musique in
Francia). Negli anni seguenti il gruppo colleziona
un’eccezionale lista di riconoscimenti: 5 Diapason
d’Oro, Diapason d’Oro dell’anno in Francia, premio
RTL, nomina Disco dell’anno in Spagna, Canada,
Svezia, Francia e Finlandia, Prix du disque, tra i
tanti altri.Da allora Europa Galante si è esibita nelle
più importanti sale da concerto e teatri del mondo.
In Italia collabora con l’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia nel recupero di opere vocali del ‘700
italiano. Nell’ambito di questa collaborazione, nel
2009 è stata inaugurata la stagione a Roma con
l’Oratorio di A. Scarlatti “La Santissima Annunziata”.Europa Galante si è anche impegnata nella
diffusione del repertorio scarlattiano, con numerosi Oratori e Opere tra le quali, in collaborazione
con il Festival Scarlatti di Palermo, Massimo Puppieno, Il Trionfo dell’Onore, Carlo Re d’Alemagna
e La Principessa Fedele.
Nel 2002, Fabio Biondi ed Europa Galante hanno
ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana per l’insieme dell’attività concertistica e per
l’esecuzione del Trionfo dell’Onore. Di nuovo nel
2008 gli e' stato assegnato, insieme alla Compagnia Colla, il premio speciale Abbiati per Filemone
e Bauci di Haydn, per l'originalità e il pregio della
riscoperta di questo lavoro, che gli ha restituito il
pieno splendore strumentale e vocale.Nel 2004 il
Premio Scanno per la Musica è stato assegnato a
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Fabio Biondi ed Europa Galante in considerazione
dei meriti acquisiti da questa ensemble, che è diventato uno dei gruppi musicali più autorevoli in
campo internazionale. Oltre alle numerose date europee, Europa Galante sarà negli Stati Uniti per una
lunga tournèe di undici concerti con la Mezzo Soprano Vivica Genaux in sedi prestigiose quali la
Walt Disney Hall e la Carnegie Hall.
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Fabio Biondi
Nato a Palermo, Fabio Biondi inizia la sua carriera
internazionale all'età di dodici anni, con i primi
concerti solistici. A sedici anni viene invitato al Musikverein di Vienna per interpretare i Concerti per
violino di Bach. Da allora collabora quale primo
violino con i più famosi ensembles specializzati
nell'esecuzione di musica antica con strumenti e
prassi esecutiva originali: la Cappella Real, Musica
Antiqua Vienna, Il Seminario Musicale, La Chapelle
Royale e i Musiciens du Louvre (sin dalla sua fondazione).Nel 1990 la svolta decisiva: fonda Europa
Galante. Il suo sviluppo musicale orientato verso
un repertorio universale, ma anche incline alla riscoperta di compositori oggi poco eseguiti, si direziona verso una letteratura che copre trecento
anni di musica. La sua produzione discografica lo
conferma. Accanto alle Quattro Stagioni vivaldiane, Concerti Grossi di Corelli o le Sonate di
Schubert, Schumann o Bach, si evidenziano gli
sforzi (in veste direttoriale) tesi alla riscoperta
degli oratori, serenate e opere di Alessandro Scarlatti (La Messa di Natale, Clori, Dorino e Amore,
Massimo Puppieno e Il trionfo dell'onore) alle
opere di Haendel (Poro), come al repertorio violinistico del '700 italiano (Veracini, Vivaldi, Locatelli,
Tartini).Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della
perpetua ricerca dello stile, uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca
del linguaggio originale. Questa inclinazione lo
porta a collaborare in veste di solista e direttore
con orchestre quali: l’Orchestra di Santa Cecilia a
Roma, Orchestra da Camera di Rotterdam, l’Orchestra dell’Opera di Nizza, l’Orchestra dell’Opera
di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra
da Camera di Norvegia, Orchestra Mozarteum di
Salisburgo, la Mahler Chamber Orchestra, etc. Nel
2009 ha diretto l'orchestra del Teatro la Fenice,
presentando l'Agrippina di Haendel con un cast di
grande rilievo.Fabio Biondi è diventato, da marzo
del 2005, direttore stabile per la musica antica
della Stavanger Symphony Orchestra.Nella stagione 2011/2012 Fabio Biondi dirigerà l’Orchestra
della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale di
Montpellier, così come l’Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, l’Ensemble Orchestral
de Paris e la Tivoli Symphony Orchestra di Copenhagen. Dal 2011, Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Fabio Biondi suona un violino ‘Andrea Guarneri’
(Cremona,1686). Suona anche un violino ‘Carlo
Ferdinando Gagliano’ del 1766, già appartenuto al
suo Maestro Salvatore Cicero, e affettuosamente
messo a disposizione dall’omonima fondazione.
19
cento volte più sensibile dei migliori telescopi attualmente in funzione.
E-ELT amplierà enormemente la nostra conoscenza dell’astronomia permettendo, per esempio,
la scoperta di nuovi pianeti extra-solari simili alla
Terra, lo studio delle prime stelle e galassie, e la
Martedì 31 luglio | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
“Aspettando
Melancholia:
”
la scienza introduce il cinema
Incontro di divulgazione scientifica sui pianeti
extra solari in collaborazione con l’Associazione
culturale
Estrellas y Planetas
Perché “cinema e scienza”?
L’incontro nasce dalla volontà di TAGLIACOZZOINFILM di offrire al suo pubblico un punto di vista
scientifico che faccia da contrappunto agli scenari
apocalittici - sfondo ideale per l’indagine di natura
filosofica sulla condizione di solitudine connaturata dell’individuo - messi in scena nel film Melancholia di Lars von Trier, in programma
mercoledì 1 agosto.
L’intervento sarà curato dalla Dott.ssa Annalisa Calamida, membro dell’E-ELT Science Office, che illustrerà il progetto “E-ELT” e i suoi obbiettivi
scientifici, con particolare riferimento alla ricerca
di pianeti extra solari.
Lo European Extremely Large Telescope (E-ELT)
sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del
mondo. Con un diametro di 39 metri, E-ELT sarà
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misura diretta dell’espansione dell’universo. Un
tale telescopio potrebbe in futuro rivoluzionare la
nostra percezione dell’Universo, come fece il telescopio di Galileo 400 anni fa.
Il progetto è portato avanti dallo European Southern Observatory (ESO), un’organizzazione inter-
governativa europea per promuovere la scienza e
la tecnologia nel campo astronomico.
L’Associazione
culturale
Estrellas
y
Planetas di Montecompatri (Rm), si occupa dal
2009 di divulgazione della scienza con particolare
riferimento all’astronomia antica e all’astrofisica
contemporanea.
Avvalendosi di uno staff altamente qualificato, costituito esclusivamente da professionisti della ricerca scientifica, l’associazione coordina ed
organizza numerose attività; dal 2009 collabora
alle attività didattiche e divulgative dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Roma, organizza programmi didattici in collaborazione con importanti
Istituti Superiori di Roma, organizza eventi scientifici per i suoi associati.
Inoltre dal 2010 è nata una stretta collaborazione
con il Comune di Sante Marie (Aq), a pochissimi
chilometri di distanza da Tagliacozzo, grazie alla
quale sono già state realizzate numerose iniziative;
fiore all’occhiello di questa collaborazione è il nuovissimo Mu.M.A. (Museo Multimediale di Astrofisica) allestito presso Palazzo Colelli a Sante
Marie.
Il museo è visitabile previa prenotazione da gruppi
organizzati. Dalla prossima stagione scolastica si
avvierà un incremento delle attività che prevedranno anche eventi notturni con vere osservazioni astronomiche guidate da astronomi di
importanti centri di ricerca italiani e stranieri.
Info: www.estrellasplanetas.org
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Mercoledì 1 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Melancholia
Danimarca, Svezia, Francia, Germania, 2011, 130
min
rEGIA Lars von Trier
SCENEGGIATURA Lars von Trier
FOTOGRAFIA Manuel Alberto Claro
MONTAGGIO Morten Højbjerg, Molly Marlene
Stensgaard
PRODUZIONE Zentropa Entertainments
DISTRIBUZIONE Bim
CAST Kirsten Dunst (Justine), Charlotte Gainsbourg (Claire), Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling,
John Hurt, Udo Kier
SINOSSI
Justine sposa Michael nella lussuosa residenza di
sua sorella Claire. Proprio in quei giorni il gigantesco pianeta Melacholia si sta avvicinando alla
Terra e sta per schiantarvisi contro. Mentre Justine
cerca rifugio nella certezza del matrimonio per
sfuggire al terrore della fine, Claire non si rassegna
all’ineluttabilità della morte…
ABOUT
Melancholia è il film “gancio” della rassegna,
22
quello che ha suggerito che TAGLIACOZZOINFILM
ruotasse attorno al binomio solitudine-partecipazione. La visione apocalittica rispetto alle sorti
dell’umanità su questa Terra è per il regista danese, come lo era stato all’epoca, mutatis mutandis, per suoi celebri predecessori - dallo Stanley
Kubrick di 2001: Odissea nello spazio (1968) al
Ridley Scott di Blade Runner (1982), dove è il futuro in sé ad essere apocalittico - una prospettiva
speciale per indagare una condizione umana di solitudine connaturata quanto più essa è calata nella
rete delle relazioni sociali - borghesi, nel caso dei
protagonisti della storia - in relazione ad un ambiente circostante naturale vivo e ben più capace
rispetto all’individuo di accettare e lasciarsi attraversare, modificando se stesso, dal cambiamento,
anche quando esso volge verso ciò che noi umani
convenzionalmente chiamiamo “fine”.
Con il suo spirito provocatorio, disturbing, e al
tempo stesso profondamente sentimentale - “romantico” nell’ispirazione letteraria, musicale più
classicamente tedesca ma ancor di più, dal punto
di vista cinematografico, devotamente “viscontiana” che lo caratterizza - Lars von Trier propone
un moderno affresco di apocalisse, con la sua particolare attenzione alla qualità femminile, espressa
in particolare nelle finestre sull’animo rappresentate dalle due sorelle, Justine e Claire, specchio
una dell’altra. Di fronte alla fine del mondo, la solitudine vissuta al limite della depressione di Justine (Kirsten Dunst) trova la sua dimensione
ideale: il turbamento che sempre l’accompagna
davanti a un infinito “leopardiano” si acquieta e ritrova un senso più umano di condivisione con l’altro. Tra i firmatari negli anni ’90 del manifesto del
cinema DOGMA per un utilizzo nel cinema del digitale teso, al di là della finzione della messa in
scena, alla rappresentazione delle possibili e diverse verità del contingente, von Trier anima l’ambiente naturale artefatto ma spietatamente
autosufficiente che circonda le vite dei protagonisti
reinterpretando l’immaginario pittorico, musicale,
letterario di capolavori dell’arte - da John Everett
Millais a Pieter Bruegel, da Richard Wagner a Caravaggio - traformandolo gradualmente in soggetto vivo, agente e dialogante con chi può
finalmente ascoltarlo (Justine e il nipotino e, gradualmente, Claire). (Veronica Flora)
FESTIVAL E PREMI
Miglior film, migliori scenografie e miglior fotografia alla
24esima edizione degli European Film Awards, l’Oscar
europeo
Kirsten Dunst, miglior attrice al Festival di Cannes 2011
INTRODUCE IL FILM
KATIA IPPASO
(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica
teatrale, cinematografica e drammaturgia presso
la Sapienza, Università di Roma)
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Giovedì 2 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
1001 Irans
Spagna, Italia, 2010, 42 min
rEGIA Firouzeh Khosrovani
FOTOGRAFIA Paolo Guglielmo Sulpasso (Rome),
Mehran Tamadon (Paris), David Rengel Borreguero (Madrid), Ivan Bricio (Madrid), Lukas Seibel
(Chicago), Marcos Ruisaba (Tenerife), Firouzeh
Khosrovani (San Diego)
MONTAGGIO Babak Karimi
MUSICA Mohammad Reza Mortazavi
SUONO Paolo Segat
ABOUT
“Sono iraniana”. Dodici anni fa, quando sono arrivata in Italia, non ero consapevole del peso di
quest’identità, complessa, irriducibile: per me era
semplice, come respirare il proprio nome senza
chiederne il senso.
Improvvisamente mi sono ritrovata a dover sostenere tutto il carico di essere figlia di tre decenni di
Rivoluzione Islamica.
Come se fossi il prodotto di questo sistema, come
se fossi costretta a indossare una maschera di
rappresentanza ufficiale; ma non avevo le conoscenze, né le intenzioni, né la capacità di far fronte
a quelle domande serrate che mi chiedevano di
24
chiarire nero su bianco il senso di quell’Iran islamizzato e tanto minaccioso agli occhi degli occidentali.
Potrei dire che sono state le tante reazioni e domande che mi sono state rivolte nel corso della
mia permanenza, in Italia e in Europa, a far sorgere
in me la coscienza di un’identità da definire volta
per volta e difendere.
Vedevo bene come nell’Italia di quegli anni l’Iran
era soprattutto un attore politico, che, volente o
nolente, ero chiamata a rappresentare in modo
tanto netto da non lasciar spazio a ombra di dubbio:
giudicavano il mio paese, ma ero io stessa a sentirmi
giudicata in prima persona, come se non intercorresse nessuna differenza tra la mia identità personale e l’identità generica del paese da cui
provenivo.
L’immagine che ha l’occidente dell’Iran è il frutto
delle notizie che diffondono i mass media internazionali, o del cinema iraniano: entrambi hanno
contribuito ai luoghi comuni più ricorrenti. Se la
Persia millenaria era lo scenario da mille e una
notte con i tappeti volanti, i fasti imperiali, la parola
Iran ormai è associata al nero dei chador, l’islam
politicizzato, agli ayatollah, al governo teocratico,
le scuole coraniche e la bomba atomica.
Questi stereotipi e le contraddittorie affermazioni
degli europei sul mio paese mi hanno suggerito la
necessità di realizzare un film sull’immaginario pittoresco o grottesco che l’Iran d’oggi evoca in occidente; che in alcune occasioni si avvicina alla
realtà, altre volte ne riflette frammenti parziali o
addirittura se ne allontana, fino ad assurde fantasie.
Il film raccoglie e confronta le differenti risposte
spontanee all’affermazione d’identità “sono iraniana” oppure “sono persiana”.
In vari paesi europei, il film intervista persone di
diversa estrazione sociale e professionale - dal
venditore ambulante al professore universitario.
La prima domanda rivolta loro è che immagine associano alla parola Iran.
Le loro reazioni variano dall’ammirazione per la
ricchezza culturale (cinema, poesia, letteratura, patrimonio archeologico) alla disapprovazione per la
censura sociale, la discriminazione sessuale e la
repressione politica vista ad esempio durante le
pacifiche manifestazioni del movimento “verde”
dopo le contestate elezioni.
Le voci raccolte nelle diverse lingue in cui si esprimono gli intervistati in Italia, Spagna, Gran Breta-
gna e Francia, acquistano valore nell’alternarsi con
le immagini selezionate. Rivoluzione, monarchia,
guerra, paesaggi e vita quotidiana in Iran scorrono
in foto e filmati che insieme illustrano e contrastano i giudizi espressi nelle interviste.
Mille e un Iran, cerca di avvicinarsi all’Iran contemporaneo, un paese complesso di settanta milioni d’abitanti, con un profondo divario tra la
società e la classe dirigente, che non rappresenta
il comune sentire. Una realtà non riassumibile in
visioni schematiche, parziali e monolitiche. (Firouzeh Khosrovani)
INTRODUCE IL FILM
BIANCA MARIA FILIPPINI
(Professoressa di Letteratura Persiana, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di
Cinema Iraniano)
25
Giovedì 2 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
una separazione
Iran, 2011, 123 min
rEGIA Asghar Farhadi
SCENEGGIATURA Asghar Farhadi
FOTOGRAFIA Mahmoud Kalari
MONTAGGIO Hayedeh Safiyari
PRODUZIONE Asghar Farhadi
DISTRUBUZIONE Sacher Distribuzione
CAST Peyman Moadi (Nader), Leila Hatami
(Simin), Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh
SINOSSI
Nader e Simin hanno ottenuto il visto per lasciare
l’Iran ma Nader si rifiuta di partire e lasciare il
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padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere
il divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh
e, nel frattempo, torna a vivere da sua madre.
Nader deve assumere una giovane donna, Razieh,
che possa prendersi cura del padre mentre lui lavora, ma non sa che la donna, molto religiosa, non
solo è incinta ma sta anche lavorando senza il permesso del marito. Ben presto Nader si troverà
coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti, mentre la sua separazione va avanti e sua
figlia deve scegliere da che parte stare e quale futuro avere...
ABOUT
C’è una paese sempre al centro dell’attenzione
mondiale: l’Iran. E una ben nota censura, nel nostro caso cinematografica, che è solo uno dei tanti
strumenti per mettere a tacere voci diverse, della
politica come della cultura, come quella di Jafar
Panahi, autore di film importanti come Il palloncino bianco (1995) e Il Cerchio (2000): otto ritratti
di donne, otto storie di quotidiana sopravvivenza
in una società estremamente codificata e punitiva
per la condizione delle donne che stride con la magnificenza di un’eredità culturale antica come
quella persiana e la vitalità della sua gente.
Nei confronti di Panahi - condannato nel 2010 a 6
anni di reclusione, con la preclusione di poter dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno
dell’Iran per 20 anni - Farhadi, autore di Una separazione, ha espresso, come moltissimi artisti a
livello internazionale, solidarietà. Solidarietà a un
uomo e a un popolo che annovera alcuni dei più
grandi registi della storia del cinema mondiale:
Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf e sua figlia Samira Makhmalbaf, Babak Payami, Bahman
Ghobadi, l’illustratrice e regista Marjane Satrapi
autrice dell’incantevole “Persepolis”, solo per citare i più noti.
Asghar Farhadi conferma in questo film il talento
già emerso in About Elly (2010) e un gusto particolare per la ricerca di una verità che, se anche esiste, non è mai una sola. Così, partendo
dall’interrogativo di una ragazzina se scegliere di
restare in Iran o se trasferirsi all’estero (distacco
dalla propria terra solo “immaginato” nel film ma
presente nelle sensazioni e nelle azioni dei protagonisti) Farhadi parla di altre storie di “separazione”, in cui i diversi muri più o meno virtuali
eretti dalla società allontanano gli individui gli uni
dagli altri, gli uomini dalle donne, i poveri dai ricchi, la legge dalla giustizia. Separazione che allontana dalla propria patria o, se vogliamo,
nell’etimologia tedesca di heimat, dalla propria
“matria”, in un gioco di parole che rivela il continuo oscillare della ragazzina protagonista tra la figura paterna e quella materna verso la formazione
di una propria identità, nel contesto di un’universale incomunicabilità tra madre e figlia, schiacciate
entrambe dal peso dei loro conflitti interiori, della
condizione femminile in una società teocratica e
maschilista, di cui è eccezione emblematica la figura umanissima del padre che si rivela più “femminile” di entrambe, nel loro continuo far ricorso
alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni
giorno.
Una separazione è un film universale perché, sebbene profondamente calato nella realtà iraniana,
parla per certi versi - per molti versi - anche del
nostro paese, di noi. In un intreccio di questioni
umane e sociali, private e comuni spiate da un
buco della serratura neorealista. La sensazione di
solitudine qui è fortissima, insita nel concetto
stesso di “separazione”, che vede persone vicine
non più in grado di ascoltarsi, di comunicare. Solitudine ancora più drammatica e angosciante perché palpabile rispetto alle istituzioni da un lato e
alla religione dall’altro, in una società in cui regna
un senso antico di comunità, solidarietà familiare,
di quartiere, ecc. ma che non pare sufficiente a
non far sentire l’individuo, persino una ragazzina,
nelle sue scelte, completamente abbandonata a se
stessa. Sola.
FESTIVAL E PREMI
Festival di Berlino 2011:
Orso d’Oro: Miglior Film
Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Femminile.
Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Maschile, Ecumenical Jury Prize, Peace Award College
Premio Oscar 2012 come Miglior film straniero
XII Asiatica Film Mediale (Roma 12 - 22 ottobre 2011) film d’apertura
INTRODUCE IL FILM
BIANCA MARIA FILIPPINI
(Professoressa di Letteratura Persiana, Università
degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema Iraniano)
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Venerdi 3 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Guy Touvròn
e I Flauti di
Toscanini
Direttore: Paolo Totti
Tromba: Guy Touvròn
Flauti in Do Luigi Rodorigo, Athena Picarelli, Silvia
La Rocca, Martina De Longis, Annamaria Lanciani,
Marcella Piccinini, Marco Bruni, Romana Rubeo,
Laura D’Amico, Mauro Baiocchi, Fabrizia Urbani,
Giselda Baratta, Eleonora Milana
Flauti in Sol Lucrezia Cortilli, Marica Tirone, Simona Carbone, Emilio Incerto
Flauti Bassi Giulia Cellini, Ida Paris
Flauto Contrabbasso Francesca Grosso
H. Roman
G.Ph. Telemann
J.S. Bach
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Drottningholm Suite
Allegro – Minuetto – Lento –
Allegro – Minuetto
Sonata da Concerto in Re
Maggiore per Tromba e
Orchestra TWV 41:3
Moderato – Largo – Vivace
Aria sulla IV corda dalla Suite
in Re Maggiore per Orchestra
W.A. Mozart
V. Bellini
G. Veneri
G. Rossini
A. Piazzolla
A. Marcello
BWV 1068
Allegro dalla Serenata in Sol
Maggiore per Archi KV525
‘Eine Kleine Nachtmusik’
Sinfonia da ‘Norma’
Puffetto e Primavera dalla
‘Suite per Orchestra di Flauti’
Ouverture da ‘Il barbiere
di Siviglia’
Violentango
Concerto in do minore per
Tromba e Orchestra
Andante e Spiccato – Adagio
– Presto
Ensemble I Flauti di Toscanini
Nata nell’ambito della Associazione Arturo Toscanini di Avezzano nel 2003, l’Orchestra ha svolto
un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero
(Tunisia, Spagna, Francia).
Nel Maggio 2010 l’ensemble è ospite per un concerto presso il Conservatorio di Siviglia, che ha
visto usare, prima orchestra in Italia, il flauto contrabbasso, commissionato e fatto costruire apposta dall’artigiano olandese Jelle Hogenhuis.
Paolo Totti
Nato a Roma nel 1972 ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio S. Cecilia di Roma.
Ha suonato praticamente in tutte le formazioni previste nel repertorio del flauto traverso sotto l’egida
della Comunità Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle Istituzioni nazionali più
importanti in ambito musicale.
Ha inciso quattro cd con repertorio in prima assoluta.
Fondatore e Presidente da quindici anni della Associazione Culturale Arturo Toscanini, è istitutore
e direttore dell’orchestra “I Flauti di Toscanini”, di
cui cura tutte le trascrizioni.
Docente di flauto traverso nella scuola media ad
indirizzo musicale.
Guy Touvron
La passione, il rigore e la generosità sono le chiavi
di volta della carriera di Guy Touvron.
Dai grandi Premi internazionali (da 1971 a 1975)
alle partecipazioni prestigiose effectuate oggi nel
mondo intero, Guy Touvron è un artista perfetto,
"completo" come lo descrive quello che fù il suo
Maestro al Conservatorio Superiore di Musica di
Parigi : Maurice ANDRE.
Guy Touvron ha suonato con le più famose orchestre.
Guy Touvron percorre il mondo dei festival : Lille,
Prades (Francia), Lanaudière (Canada), Ansbach
(Germania), Polllença (Sapgna), Stresa (Italia), Salisburgo (Austria), Montreux (Svizzera).
Suona anche regolarmente in ASIA (7 tournée in
Giappone), e negli Stati Uniti.... Ha inciso finora
più di 75 dischi, e compiuto i 40 anni di carriera
con oltre 3000 concerti.
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Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI
Teatro Talia, ore 17.00
La fiaba dei
tre desideri ridicoli
Compagnia la Mansarda
Drammaturgia: Roberta Sandias
Regia: Maurizio Azzurro
Da una antica fiaba tedesca
Musiche originali Maria Gabriella Marino
Drammaturgia: Roberta SandiasRegia: Maurizio
Azzurro
Musiche originali: Maria Gabriella Marino
Scene e Costumi: Ennio Ecuba e Veronica Netti
Attori in scena: Maurizio Azzurro; Roberta Sandias
Menzione speciale della Giuria al PREMIO RIBALTA 2007
Teatro Parioli- Roma
Premio Miglior attore Festival Nazionale di teatro per ragazzi TEATRO PINOCCHIO 2007 IV EDIZIONE
30
Lo spettacolo è tratto da una antica fiaba popolare
tedesca, dove protagonista è una coppia che vive
ai margini del bosco, sbarcando il lunario in piccole faccende quotidiane dal sapore antico: tagliar
legna, attingere acqua al pozzo e sbrigare mille
altre attività rituali che scandiscono le loro giornate, sempre uguali.
Due caratteri in contrapposizione: una moglie, Carlotta, allegra e solare, un marito, Gervaso, buio e
brontolone: i due formano una coppia teatrale di
sicuro impatto, che innesca continuamente contrasti e piccoli battibecchi, vorticose situazioni comiche e dialoghi serrati, dal vago sapore del teatro
dell’assurdo, in una rappresentazione teatrale dal
ritmo coinvolgente e di grande impatto comico.
Nell’ambientazione e nella forte caratterizzazione
dei personaggi ci si è ispirati alle atmosfere del
Tingel Tangel di Karl Valentin, regalando allo spettacolo toni surreali e sopra le righe: una comicità
fisica, oltre che verbale.
Come in tutte le fiabe che si rispettino, c’è l’elemento magico: a rompere la quotidianità della coppia, accade un evento inaspettato: una vecchia
maga, capitata nei pressi della loro bicocca un po’
per caso e un po’ per ventura, concede ad uno
scettico Gervaso la possibilità di realizzare tre desideri… Cosa accadrà?
Lo sviluppo imprevedibile della storia, che ha un
finale inaspettato, lascia aperta una riflessione sul
tema del desiderio e della sua realizzazione.
L’allestimento della fiaba, è arricchito da momenti
musicali e canzoni coinvolgenti.
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Sabato 4 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Dell’ammazzare
il maiale
Italia, 2011, (cortometraggio di 7 min)
IDEAzIonE e rEGIA Simone Massi
RIPRESE Julia Gromskaya
MUSICA Stefano Sasso con la consulenza di Larry
Sider
PRODUZIONE Production Simone Massi
DISEGNI Pastelli a olio su carta - Bianco, nero e
rosso
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SINOSSI
Mentre viene trascinato fuori dalla stalla il maiale
ha modo di vedere il cielo e le cose del mondo
ABOUT
Con il suo tratto definitivo dalla memoria ancestrale, Simone Massi ci offre un piccolo teorema
sulla vita e sulla morte in una realtà contadina dove
la natura detta legge e la mano dell’uomo prova
sempre a intervenire su di essa. Visioni e mise à
l’abîme che molto hanno a che fare con la società
contemporanea. (Veronica Flora)
FESTIVAL E PREMI
David di Donatello 2012 (Miglior cortometraggio)
Sabato 4 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Cesare deve morire
Italia, 2012, 76 min
rEGIA Paolo e Vittorio Taviani
REGIA DELLE SCENE TEATRALI Fabio Cavalli
SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Saviani, con la
collaborazione di Fabio Cavalli
FOTOGRAFIA Simone Zampagni
MONTAGGIO Roberto Perpignani
MUSICA Giuliano Taviani, Carmelo Travia
FONICI Benito Alchimede e Brando Mosca
PRODUZIONE Kaos Cinematografica srl, in associazione con Stemal Entertainment srl, Le Talee,
La Ribalta – Centro Studi E.M. Salerno; in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE Sacher Distribuzione
CAST Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano
(Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare), Antonio Frasca
(Marcantonio), Juan Dario sonetti (Decio), Vittorio
Parrella (Casca), Rosario Majorana (Metello), Vincenzo Gallo (Lucio), Francesco De Masi (Trebonio), Gennaro Solito (Cinna), Francesco Carusone
(Indovino), Fabio Rizzato (Stratone), Maurilio Giaffreda (Ottavio)
SINOSSI
Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione
di Giulio Cesare di Shakespeare ha fine fra gli applausi. Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati. Vengono scortati e chiusi nelle loro celle.
Sei mesi prima il direttore del carcere e il regista
teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto: Giulio Cesare.
Prima tappa: i provini. Seconda tappa l’incontro
col testo. Il linguaggio universale di Shakespeare
aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi. Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco.
Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro
notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è
Giovanni che interpreta “Cesare”? Chi è Salvatore
“Bruto”? Per quale colpa sono stati condannati? Il
film non lo nasconde. Frasi scritte centinaia di anni
fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva loro nel saggio del 1964 dal titolo “Shakespeare, nostro contemporaneo”.
ABOUT
Il carcere rappresenta nell’immaginario comune il
luogo di solitudine per eccellenza. Aprendo le
porte all’arte e alla cultura, i detenuti si trovano davanti agli occhi un temporaneo varco sulla vita, sul
mondo, costruito su una ritrovata, diversa relazione con l’altro, sia esso il proprio compagno, il
regista, il pubblico. Una ventata di vita racchiusa
in un elaborato progetto artistico, quello della
compagnia teatrale che opera nel carcere di Rebibbia, capace di mantenerne intatta l’autenticità,
la complessità, la vertigine in un contesto carcerario generalmente monotono a tratti estraniante
dove si lavora per la riabilitazione di individui che,
33
secondo la legge vigente, hanno compiuto reati
che li hanno resi non più adatti alla vita nella società civile.
L’arte come anche lo studio - nell’etimologia latina
di studium, amore, passione - rappresentato in
carcere dalle istituzioni scolastiche, universitarie,
dalle iniziative delle associazioni di volontariato può certamente risvegliare sensi intorpiditi dalla
condizione di costrizione di esseri umani reali, vivi
nella maggior parte dei casi, come accade fuori,
dotati di grande sensibilità, talento, intelligenza.
Anche quando hanno scritto sulla propria condanna “fine pena: mai”.
Nonostante la tematica e l’ambientazione, certamente non facile, e una messa in scena che si avvale di un bianco e nero capace di scavare
magistralmente nei volti e nell’anima dei protagonisti, il film, come ha rilevato lo stesso Nanni Moretti che ne è il distributore, mantiene, complice
probabilmente anche l’esperienza sul campo del
regista Fabio Cavalli, una freschezza e una verità
che spesso emanano le opere prime.
Questo film, insieme a Pina di Wim Wenders, altra
34
pellicola che vedremo nella nostra rassegna lunedì
6 agosto, sottolinea la capacità del cinema di “leggere” e far vivere altre arti attraverso una diversa
forma comunicativa, differenti strumenti creativi.
Nella messa in scena del “Cesare” shakespeariano,
non vi è solo l’immagine edificante di un gruppo
di individui che fa teatro come terapia verso il cambiamento. Il Cesare di questi detenuti è un opera
teatrale a tutti gli effetti, che porta in sé tutta la potenza della riflessione politica, sociale, umana
dell’opera del Bardo.
(Veronica Flora)
FESTIVAL E PREMI
Orso d’oro Festival di Berlino 2012
David di Donatello 2012 per Miglior film, Miglior regia,
Miglior montaggio, Miglior fonico in presa diretta, Miglior produzione
Nastri d’argento 2012 Premio per il Miglior cast
INTRODUCE IL FILM
SALVATORE STRIANO
(Attore)
Domenica 5 agosto | CInEMA
Piazza dell’Obelisco, ore 18.00
Incontro con l’Autore:
“La democrazia
al cinema”
di Giovanni rizzoni
Il cinema può ancora oggi definirsi la più politica
delle arti.
Un film ben riuscito non ci trasmette solo emozioni, ma riesce spesso a sollevare, in forma coinvolgente e diretta - a volte con una sola,
indimenticabile immagine - anche grandi questioni
della politica contemporanea, facendoci riflettere
sulle difficoltà del nostro stare insieme, sui labirinti
del potere, sui dilemmi della democrazia.
A questi temi è dedicato l’incontro con Giovanni
Rizzoni, un autore che si è particolarmente dedicato al tema dei rapporti fra arti visive e cultura
politica e giuridica.
Partendo dagli spunti contenuti nel suo libro, La
democrazia al cinema - i dilemmi del costituzionalismo in cinque film, Rizzoni discuterà con il
pubblico alcune delle domande che pongono in
questione il governo democratico contemporaneo:
quali sono oggi le difficoltà della deliberazione
pubblica? La democrazia partecipativa costituisce
un’alternativa a quella rappresentativa? L’ampliamento delle forme di democrazia diretta è oggi finalmente possibile? Perché abbiamo bisogno di
una Costituzione?
Le immagini e le storie di alcuni grandi film - compresi quelli in programmazione nella rassegna TAGLIACOZZOINFILM - ci faranno da guida per
esplorare le possibili risposte ad alcune di queste
grandi domande. (Giovanni Rizzoni)
GIOVANNI RIZZONI
Insegna Comparative Constitutional Law alla Facoltà di scienze politiche dell’Università LUISS
Guido Carli a Roma ed è consigliere parlamentare.
E’ autore di numerose pubblicazioni in materia di
diritto parlamentare e costituzionale. Ha partecipato in qualità di esperto a una serie di progetti di
cooperazione promossi dell’OCSE e della Commissione europea per il sostegno e la valutazione di
processi di riforma istituzionale e legislativa in
paesi europei ed extraeuropei.
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Domenica 5 Agosto | MuSICA
Teatro Talia, ore 21.15
La serva padrona
Santa Cecilia
opera Studio
Ensemble roma Sinfonietta
Direttore: Fabio Maestri
Regia: Cesare Scarton
Intermezzo in due parti di
Gennaro Antonio Federico
Musica di Giovanni Battista Pergolesi
(edizione critica di Fabio Maestri)
Personaggi e Interpreti
Serpina
Damiana Mizzi, soprano
Uberto
Dario Ciotoli, baritono
Vespone
Nicola Ciulla, mimo
Ensemble Roma Sinfonietta
Violini: David Simonacci, Mervit Nesnas
Viola: Lorenzo Rundo
Violoncello: Marco Simonacci
Contrabbasso: Marco Piccirillo
Cembalo: Silvia Paparelli
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SANTA CECILIA OPERA STUDIO
L'iniziativa di istituire un programma di alto perfezionamento in canto lirico dedicato alla formazione professionale di giovani cantanti presso una
struttura adeguata e funzionale nasce dall'esigenza
di salvaguardare quanto resta di un patrimonio
culturale straordinario, quello dell'Opera e del Belcanto, vero vanto della civiltà italiana dall'inizio del
Seicento in poi, che corre il rischio di scomparire
in tutto il mondo. La problematica situazione delle
scuole di canto, non sempre in grado di assicurare
ai giovani una preparazione soddisfacente, gli innumerevoli e spesso inutili concorsi, le difficoltà
di inserimento nel mercato del lavoro, il non facile
reperimento da parte dei teatri lirici di compagnie
di canto adeguate, anche per opere di grande repertorio, sono dimostrazioni più che evidenti della
gravità della crisi. Ciò nonostante, il nostro paese
continua a essere meta di giovani artisti provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di una idonea
preparazione.
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che vanta
una illustre tradizione di corsi di alto perfezionamento in campo strumentale, ha raccolto questa
sfida dando vita a Santa Cecilia Opera Studio, una
scuola di canto di alto livello che mira a completare
tutti gli aspetti della formazione professionale del
cantante, da quelli più spiccatamente musicali e di
tecnica vocale, a quelli della presenza scenica sul
palcoscenico, della corretta dizione e della scelta
del repertorio. L'intento è anche di sottrarre gli ar-
tisti alle leggi di un mercato non di rado spietato
nello sfruttamento dei giovani talenti, soprattutto
nella delicata fase dell'avvio alla carriera professionale. Non ultimo dei problemi è infatti il prematuro logoramento dei mezzi vocali di molti pur
dotati giovani a causa di scelte sbagliate di repertorio.
Dalla prima sessione tenuta nel 2004, gli allievi effettivi di Santa Cecilia Opera Studio sono stati diverse centinaia, provenienti da ogni parte del
mondo, molti dei quali hanno poi iniziato importanti carriere solistiche. Una parte fondamentale
del percorso formativo di Santa Cecilia Opera Studio è infatti la creazione di concrete opportunità
professionali, grazie alla programmazione di concerti e recital nel corso dell’anno, alla realizzazione
di progetti di teatro musicale e alle numerose collaborazioni con teatri e festival in Italia e all’estero.
L’attività di Santa Cecilia Opera Studio è resa possibile grazie al generoso contributo di Laurel
Schwartz, che da anni sostiene e segue con passione e disinteressata attenzione lo sviluppo del
progetto e la crescita dei tanti giovani che vi partecipano. Altrettanto importante è la collaborazione
con la Fondazione Boris Christoff, che contribuisce
alla realizzazione delle sessioni di studio e delle attività artistiche programmate nel corso dell'anno.
Santa Cecilia Opera Studio beneficia inoltre del
prezioso contributo di Infocamere, che da alcuni
anni promuove la produzione di CD e DVD dei concerti e delle opere realizzate, e della Fondazione Ettore Paratore. Prosegue, infine, nella cornice dello
splendido Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, la frut-
tuosa collaborazione con il Reate Festival iniziata
nel 2009 all'insegna del Belcanto. Grazie alla partecipazione al progetto europeo Euroclassical, di
cui l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è membro, i concerti degli artisti di Santa Cecilia Opera
Studio saranno fruibili sul sito www.classicalplanet.com.
L’Ensemble Roma Sinfonietta si è costituito in
seno all’Orchestra Roma Sinfonietta- che dal 1993
svolge un’intensa attività concertistica collaborando con i maggiori esponenti della musica per
il cinema e non solo (Ennio Morricone, Nicola Piovani, Luis Bacalov, Quincey Jones, Roger Waters,
Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Michael Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio e
presso l ‘Università di Roma Tor Vergata - per approfondire e diffondere un repertorio raro.
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Lunedì 6 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Pina
Germania, 2011, 100 min
rEGIA Wim Wenders
SCENEGGIATURA Wim Wenders
FOTOGRAFIA Hélène Louvart
SCENOGRAFIA Péter Pabst
COSTUMI Rolf Börzik, Marion Cito
MONTAGGIO Toni Froschhammer
MUSICA Thom Hanreich
PRODUTTORE Gian-Piero Ringel, Wim Wenders
DISTRIBUZIONE BiM Distribution
CAST Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Bénédicte Billet, Ales
Cucek, Clementine Deluy, Josephine Ann Endicott,
Lutz Förster
SINOSSI
Il film è un tributo alla celebre coreografa tedesca
Pina Bausch e alla sua compagnia di teatrodanza
a Wuppertal. Il progetto inizia nel 2008 e prosegue
anche dopo la morte di Pina Bausch, avvenuta
nell’estate del 2009.
ABOUT
Pina è un film speciale per diversi motivi. È innan38
zitutto un’occasione per conoscere una delle figure
più straordinarie della danza del Novecento, Pina
Bausch; e farlo attraverso lo sguardo poetico di un
grande cineasta, che ha saputo cogliere e rendere
sullo schermo il senso più intimo del lavoro della
coreografa tedesca, celebre per aver creato a partire dalla fine degli anni settanta un nuovo genere
di danza, estraneo sia ai codici del balletto che a
quelli della danza moderna di allora.
Il progetto del film nasceva nel 1985 quando Wenders vide per la prima volta e in modo del tutto casuale la compagnia tedesca del Wuppertal
Tanztheater in scena al teatro la Fenice di Venezia;
fu un incontro travolgente fino alle lacrime con la
potenza di un linguaggio del corpo che non immaginava minimamente fosse in grado di affascinarlo, tanto da cambiargli la vita - dice lo stesso
Wenders - e portandolo a pensare addirittura che
forse neanche tutta la storia del cinema gli avesse
mai restituito tanta verità sulla vita.
Per quanto scosso da quell’esperienza, il regista
sentì di passare alla realizzazione del progetto solo
dopo la scoperta della soluzione tecnologica del
3D, ossia dopo oltre vent’anni di amicizia fra i due
artisti, anni in cui l’idea di fare un film insieme
aveva iniziato a prendere forma concretizzandosi
poi nel 2008 con la selezione del materiale su cui
lavorare.
Sono quattro le coreografie che Pina aveva scelto
come base per il documentario - “Café Müller”, “Le
Sacre du Printemps”, “Vollmond” e “Kontakthof”
- e non a caso le prime due sono le stesse che
Wenders vide quella volta a Venezia. Ma nel giugno 2009, a un passo dall’inizio delle riprese, la
coreografa morì improvvisamente, lasciando nelle
mani del regista e dei suoi danzatori la concezione
dell’impianto drammaturgico del film.
Il film è un ulteriore approfondimento da parte di
Wenders dell’opera rivoluzionaria di Pina Bausch.
Il regista, infatti, gira per intero le coreografie
scelte, ma decide di imperniare la sua ricerca sugli
assoli dei danzatori, e per costruirli adotta la stessa
modalità della coreografa, probabilmente la chiave
innovativa di tutto il suo lavoro, di rivolgere loro
delle domande personali, chiedendo di rispondere
con il solo movimento del corpo. Non mancano le
voci dei danzatori, ma esse sono lasciate rigorosamente fuori campo mentre l’inquadratura fissa
sul primo piano di ognuno ne analizza il ritratto.
Quelle di Wenders sono domande su Pina ovviamente e gli assoli, dunque, costituiscono le risposte dei danzatori su di lei, sequenze di grande
impatto emozionale, in cui certamente giocano un
ruolo determinante la colonna sonora molto suggestiva e il serrato ritmo visivo dato dal contrasto
delle ambientazioni. In uno sfondo di volta in volta
industriale, naturale, metropolitano, teatrale in cui
i corpi bauschiani in abiti da sera dall’inconfondibile eleganza lottano, desiderano, amano, esprimono gioia, ma anche dolore, comunicano
insomma un’interiorità. La macchina da presa ne
scruta il movimento in rapporto a uno spazio che
per lo spettatore diviene avvolgente, realizzando
quella compenetrazione fra linguaggio cinematografico e coreografico che è senza altro una delle
cifre più caratteristiche di questo film. (Annamaria
Corea)
FESTIVAL E PREMI
Deutscher Filmpreis 2011: Miglior documentario
È stato inoltre presentato fuori concorso alla 61ª edizione
del Festival Internazionale del cinema di Berlino il 13 febbraio 2011. In Italia è stato presentato nella sezione
Eventi speciali della 6ª edizione del Festival Internazionale
del Film di Roma.
INTRODUCE IL FILM
ANNAMARIA COREA
(Dottore di ricerca in “Tecnologie digitali e metodologie per la ricerca sullo spettacolo”, esperta
di danza, Sapienza, Università di Roma)
39
Martedi 7 Agosto | TEATro
Piazza Obelisco, ore 21.00
Mare al mattino
reading con
Sergio Castellitto
e Margaret Mazzantini
Dal romanzo omonimo di
Margaret Mazzantini
Farid è un bambino libico, la sua casa è circondata
dal deserto, il suo migliore amico è una gazzella
che lo guarda teneramente. Quando tutto sembra
perduto, la madre giovane e bella, Jamila, cerca di
fuggire via mare su una piccola barca, insieme a
molti altri, in cerca di libertà da una dittatura feroce. Farid non aveva mai visto il mare, questa
grande, superficie blu che non mantiene la promessa di una nuova vita, diventando invece il loro
carcere. Vito è un ragazzo siciliano che è cresciuto
ascoltando le storie raccontate da sua madre e sua
nonna, appartenenti alla comunità italiana che
Gheddafi ha cacciato da Tripoli negli anni Settanta.
Vito sta guardando lo stesso tratto di mare tra Italia e Libia, ma dalla spiaggia di un'isola sul lato opposto. Un racconto di toccante intensità, Mare al
mattino affronta il tema universale della migrazione delle persone, il destino di coloro che diventano esiliati dalla loro case, dai parenti e dalle
40
radici, la violenza della guerra e della natura, la
forza delle donne, quando si deve difendere il futuro dei loro figli, la speranza del genere umano
per una vita migliore. Un'opera che conferma il talento di Margaret Mazzantini come scrittrice vicino
al cuore dei lettori, che sa descrivere con il linguaggio terso della letteratura gli aspetti più oscuri
della nostra presenza, con l'impegno di difendere
il diritto di tutti gli esseri umani alla dignità e di rispettare e valorizzare il dovere di tutte le persone
adulte di far crescere figli che siano felici.
MARGARET MAZZANTINI
E’ nata a Dublino in Irlanda dallo scrittore Carlo
Mazzantini e la pittrice Anne Donnelly. Terza di
quattro figlie vive l’infanzia in giro per l’Europa, in
Spagna e a Tangeri, fino a stabilirsi a Tivoli, nella
campagna alle porte di Roma. Frequenta l'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma
dove si diploma nel 1982. A vent’anni debutta al
Teatro Olimpico di Vicenza interpretando Ifigenia
nell’omonima tragedia di Wolfgang Goethe e continua la sua formazione attraverso testi fondamentali, come Tre sorelle di Chechov al Teatro di
Genova, Antigone di Sofocle al teatro Greco di Taormina con Turi Ferro, Mon Faust di Paul Valéry
nel 1987 al Piccolo di Milano con Tino Carraro,
Bambino di Susan Sontag e Praga Magica di Angelo Maria Ripellino al Festival dei due Mondi di
Spoleto. Nel 1987 si sposa con l’attore Sergio Castellitto con cui inizierà anche un importante percorso artistico. Nel 1992 e 1993, con Castellitto,
ha interpretato, fra l’altro, la fortunata pièce A piedi
nudi nel parco di Neil Simon. Il suo esordio in letteratura è del 1994 con Il catino di zinco (Marsilio)
che vince il Premio Selezione Campiello. Seguono
Manola (Mondadori, 1999) e nel 2001 Non ti muovere (Mondadori) con cui vince nel 2002 il premio
Strega e, tra gli altri, il premio Grinzane Cavour e
il premio internazionale Zepter come miglior libro
europeo. Non ti muovere è stato un caso editoriale
da quasi due milioni di copie ed è stato tradotto in
35 paesi. Nel 2003 lavora a Zorro - un eremita sul
marciapiede (Mondadori), un monologo teatrale
interpretato da Sergio Castellitto. Nel novembre
2008, sempre per l’editore Mondadori, pubblica
Venuto al mondo che vince il premio Campiello
2009 ed è in fase di preparazione il progetto di realizzazione del film. Nessuno si salva da solo, pubblicato da Mondadori nel 2011, è il suo ultimo
romanzo. Attualmente vive a Roma con il marito e
i loro quattro figli.
SERGIO CASTELLITTO
Attore , sceneggiatore e regista tra i più importanti
del cinema italiano. Originario di Campobasso,
frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Lavora in teatro con Luigi
Squarzina e Aldo Trionfo. Inizia poi la sua carriera
cinematografica come attore accanto a Marcello
Mastroianni, segue poi il film “La famiglia” di Ettore Scola. Nel 1990 vince il David di Donatello
come attore per il film di Carlo Vanzina “Tre colonne in cronaca”, e il premio Nastro d’argento per
il ruolo interpretato nel film di F. Archibugi “Il
grande cocomero”. Con “L’uomo delle stelle” di G.
42
Tornatore vince il secondo Nastro d’argento. Nel
2002 è protagonista del film di M. Bellocchio
“L’ora di religione”. Come regista esordisce al cinema con il film “Libero burro” presentato alla
Mostra di Venezia e nel 2004 dirige il film “Non ti
muovere” tratto dall’omonimo romanzo della moglie Margaret da lui interpretato a fianco di Penelope Cruz. Acclamato dal pubblico e dalla critica il
film, presentato al Festival di Cannes, vince numerosi premi, tra cui il David di Donatello a Penelope
Cruz, il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, il Globo d’oro 2005 come miglior film e 5 Nastri d’argento 2005. Nel 2005 torna a lavorare con
Bellocchio ed è protagonista nel film ”Il regista di
matrimoni” presentato a Cannes (un certain renard) . Lavora poi nel film di Gianni Amelio “La
stella che non c’è “ e nel 2008 è nella megaproduzione americana di “Le cronache di Narnia:Il principe Caspian”, secondo capitolo della fortunata
serie. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia
con il film di V.Terracciano “Tris di donne e abiti
nuziali”. Attualmente sta lavorando all’uscita del
suo prossimo film tratto dal romanzo di Margaret
“Venuto al mondo”.
Note a cura di Antonia Renzella
Mercoledi 8 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Cargo
zavorra
Italia, 2010, 48 min
Italia, 2012, 50 min
FOTOGRAFIA Bruno Fundarò
MONTAGGIO Dario Indelicato
SUONO Alessandro Boscolo
MUSICA Linda Maria Bongiovanni
PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria Visual Art. In collaborazione con Associazione Culturale Bogotà
CAST Il cast del documentario è composto dall’equipaggio della nave INDIGO POINT – PB TANKERS
rEGIA Vincenzo Mineo
FOTOGRAFIA Bruno Fundarò
MONTAGGIO Dario Indelicato
SUONO Alessandro Boscolo
PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria Visual Art. In collaborazione con Associazione Culturale Bogotà
CAST Il cast è composto dal personale e dagli anziani ospiti dei centri geriatrici di Trapani
SINOSSI
Spesso le persone anziane vivono in isolamento,
ai margini di una condizione sociale e affettiva, e
gli ospizi sono un grande aiuto in questo senso,
perché offrono loro sostegno e cure, la possibilità
di avere compagnia e conforto.
FESTIVAL E PREMI
Finalista David di Donatello – Documentari di lungometraggio 2012
rEGIA Vincenzo Mineo
SINOSSI
CARGO vuole rendere testimonianza non solo del
lavoro svolto a bordo da ufficiali e marinai, ma
vuole anche sentire le loro storie, le loro solitudini
e i momenti di aggregazione, il tempo libero e i
contatti con la terraferma. Tutto questo per far conoscere il piacere e le difficoltà di un lavoro svolto
sul mare, su una nave che diventa anch’essa protagonista, un’isola in movimento vissuta da una
eterogenea comunità-equipaggio in “isola-mento”,
con le sue gerarchie e i suoi equilibri, con i suoi
sogni e i suoi desideri.
FESTIVAL E PREMI
In concorso Documentari – David di Donatello 2010
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Mercoledi 8 Agosto | DAnzA
Piazza Obelisco, ore 21.15
In Mozart +
Free Chocolate
Love
BTT - Balletto del
Teatro di Torino
Direttore: Loredana Furno
In MozArT
Musiche
MICHAEL NYMAN
da Drowning by Numbers
FrEE CHoCoLATE LoVE
Un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art
Musiche
DAVID SHEA + SCANNER
Coreografie
MATTEO LEVAGGI
Danzatori
Kristin Furnes, Manuela
Maugeri, Viola Scaglione,
Denis Bruno, Giuseppe
Inga, Vito Pansini
Luci, Fabio Sajiz
Produzione
Balletto Teatro di Torino
Co-produzione
Lavanderia a Vapore
di Collegno
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Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende
oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori del Balletto Teatro di Torino.
La Michael Nyman Band debutta al National Thea-
tre di Londra, eseguendo il famoso brano In Re
Don Giovanni, in cui le prime 16 battute dall'Aria
del Don Giovanni venivano smontate e riassemblate in una originale combinazione di musica
classica occidentale, rock'n'roll e minimalismo. Da
allora Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart
nelle sue colonne sonore e nelle sue composizioni.
Il primo è proprio quello della colonna sonora del
film Drowning by Numbers di Peter Greenaway,
una "esplorazione" delle qualità ritmiche, melodiche e armoniche che Nyman trovò così misteriosamente attraenti nel lento movimento della
Sinfonia Concertante per violino e viola di Mozart.
Ne nasce un pezzo musicale esplosivo, ricco di
suoni e suggestioni, in cui far immergere una
danza ben ancorata al vocabolario classico, come
del resto è qui la musica, ma attraversata da un
grande sentire contemporaneo.
La seconda parte della serata riprende in una
nuova forma, il primo lavoro coreografico di Levaggi per ensemble, ispirato al mito della Pop Art,
Andy Warhol.
Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica
musica dell’americano David Shea e dell’inglese
Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui
i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i
ruoli, trascinando il pubblico in un vortice di danza
e musica elettronica per giovani amanti (come gli
autori stessi la defininiscono) e un mondo Glamour.
Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole
and me!
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Giovedi 9 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Colours
Bozen Brass Quintet
In the Stone (Earth, Wind and Fire)
La Vie en Rose (Edith Piaf)
Sonate 3 in C Moll (Gottfried Finger)
Schlagerparade (Potpourri)
Duetto buffo di due gatti (Gioacchino Rossini)
Von Fremden Ländern und Menschen (R. Schumann)
***
Child's Anthem (Toto)
Bad Girl (Jamiroquai)
She's a Maniac (Michael Sembello)
Billy Jean (M. Jackson)
Time of my life (Bill Medley)
Englishman in New York (Sting)
Nocturne (F. Mendelssohn)
Not Yet (Michel Camillo)
I Bozen Brass sono un quintetto di
ottoni che non si può classificare
secondo le comuni categorie. Si potrebbero definire innanzitutto curiosi, i cinque sudtirolesi, e sempre
pronti a sorprendere.
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Norbert Fink al corno, Stefan Mahlknecht al trombone, Robert Neumair alla tromba, Toni Pichleralla
tuba e Anton Ludwig Wilhalm alla tromba sono nel
gruppo dal 2003, e da allora sono in cammino, insieme, verso traguardi alti e lontani.Basilare è la
solida formazione musicale che sorregge ognuno
dei componenti, acquisita presso le migliori istituzioni musicali in patria e all'estero, accompagnata da un'esperienza esecutiva multiforme, tra
orchestre ed ensemble di respiro internazionale.
Ulteriori importanti ingredienti sono l'amore per la
musica e il puro piacere nel praticarla, che in qualità di insegnanti riescono pure a trasmettere bene
ai loro allievi. Essi offrono agli ascoltatori un arco
di proposte musicali davvero ricco, attraverso ogni
epoca della storia della musica e passando per
ogni stile.
Venerdì 10 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Cadenas
Italia, 2012, 60 min
rEGIA Francesca Balbo
SCENEGGIATURA Francesca Balbo
FOTOGRAFIA Francesca Balbo e Andrea Turri
MONTAGGIO Carlotta Cristiani e Bruno Oliviero
MUSICA Dario Miranda
SUONO Mirko Guerra, Alberto Gallo
COORDINAMENTO DISTRIBUZIONE Antonietta
Bruni
PRODUTTORE Alessandro Borrelli
PRODUZIONE La Sarraz Pictures srl
Realizzato con il contributo del MiBAC - Direzione
Generale per il Cinema-Film d’interesse culturale
ABOUT
In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu corre un
treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da
piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde
e rossa, le “guarda-barriera”.
Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni.
Bloccano il traffico al passare del treno, poche
centinaia di chilometri di rotaie secondarie che in-
crociano strade secondarie percorse da macchine,
trattori, pecore e apecar.
Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino fluorescente il macchinista tira una corda
e alza il braccio per salutare. Il treno supera con
un fischio la “guarda-barriera” e corre via nella
polvere, scomparendo dietro una curva: uomini,
macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari.
Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti
a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e
strette gole di montagna.
Il film racconta queste donne, le “guarda-barriera”
sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita,
il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio
della Ferrovia.
Sono donne che, come molte altre donne nel
mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per
una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse nell’attesa, circondate da una natura immobile, dove ogni elemento del progresso
rappresenta una minaccia.
FESTIVAL E PREMI
Vincitore del Premio di sceneggiatura per il documentario “Solinas 2009”
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Venerdi 10 Agosto|TEATro rAGAzzI
Teatro Talia, ore 17.00
Piccolo
piccolissimo
grande
grandissimo
Compagnia Teatro dei Colori
Per gli alunni grandi della scuola dell’infanzia e
della scuola primaria
Testo, spazio, regia: Gabriele Ciaccia
da ‘Cipì’ di Mario Lodi
Interpreti: Gabriele Ciaccia, Monica Di Bernardo,
in collaborazione Valentina Ciaccia
Diapositive :Giuseppe Pantaleo
Suono - Luci: Roberto Santavicca
Figure: Bartolomeo Giusti
Musiche : Maria Rita Fracassi
Produzione: Gabriella Montuori
Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le
difficoltà della natura, della città, la paura degli animali più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e
scoprirà la libertà in un mondo che va tutto capito
e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il
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temporale sono grandi forze attraverso le quali si
giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova.
Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino
alle nuvole, per diventare sempre più uniti per abbracciarsi e per amarsi, e stare fermi a guardare
due stelle scese dal cielo che raccontano della
notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e
dal loro maestro, descrive gli avvenimenti scoperti
nella natura, dove emergono esperienze che vivono parallelamente a quelle dei bambini. In questo processo di identificazione si scopre un po’
della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo si costruisce intorno a due attori-narratori che
giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive, oggetti ingranditi dalle ombre, trasformando così lo spazio del racconto in un grande
luogo immaginario. “Cipì” e stato scritto da un
maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme
ai suoi alunni, è uno dei classici della letteratura
per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura dei bambini, per costruire una visione diversa
del mondo.
Associazione Teatro dei Colori Onlus
L’Associazione TEATRO DEI COLORI Onlus, Centro
di Ricerca e Pedagogia nello Spettacolo, nasce nel
1987 ad Avezzano, Presidente e Legale rappresentante la dott.sa Gabriella Montuori, Direttore Artistico il prof. Gabriele Ciaccia.
Gode del riconoscimento del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo
Spettacolo dal Vivo sin dal 1987 .
Dal 1994 è socia AGIS (Associazione Generale Ita-
liana Spettacolo) nell'ambito della Federazione dei
Teatri d’Arte Contemporanea , sezione Associazione Nazionale delle Compagnie e delle Residenze
di Innovazione Teatrale.
Ha collaborato e collabora inoltre con Università,
Accademie e Centri di ricerca.
Svolge attività di tournèe e partecipa a festival e
rassegne teatrali su tutto il territorio nazionale.
L’ Associazione Teatro Dei Colori Onlus ha ottenuto
il primo posto nell'ambito dell' Osservatorio Cri-
tico dell' E.T.I. (Roma 1988) con lo spettacolo “Colori...immaginare l'immagine” , ed ha vinto il “Premio Ribalta” con lo spettacolo “Il mago dei
Numeri” da H.M. Enzesberger.
Ha realizzato con il F.S.E. POR Regione Abruzzo i
Progetti di Alta formazione “Il gioco del teatro” e
”Dalle mani al teatro” nell’anno 2000; “Il corpo,
l’oggetto, lo spazio” nell’anno 2002; “Spettacolo:
creazione, progettazione, comunicazione” nel periodo 2007 – 2008.
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Venerdi 10 Agosto | DAnzA
Piazza Obelisco, ore 21.15
Eleonora Duse
arte, passione e mito
Astra roma Ballet
di Diana Ferrara
Coreografie: Sabrina Massignani
Assistente IreneVincoletto
Musica di G.Kremer, M.Richter, G.Fauré, E.Morricone, Hans Zimmer
Ricerca e collaborazione letteraria di FILIPPO CABURLOTTO
Sceneggiatura di FRANCESCA ANZALONE
Costumi di LORENZA SAVOINI
Direzione organizzativa ed artistica Diana Ferrara
“l’arte è la vita”
L’arte per Eleonora Duse, è indissolubilmente legata alla vita. Lo spettacolo vuole ripercorrere in
modo emozionale la costante dicotomia e contraddittorietà sentimentale che ha caratterizzato l’intera
vita della Divina, indissolubilmente legata al palcoscenico. Il balletto vuole quindi omaggiarla presentandola in momenti di forte coinvolgimento
emozionale percorrendo tre aspetti suggeriti già
nel titolo stesso, arte, passione e mito.
L’arte è la vita. Eleonora Duse, simbolo indiscusso
50
del teatro moderno non è solo artista, ma capocomico, manager di una sua compagnia, musa ispiratrice e soggetto artistico, donna di grande
tenacia e forti passioni ma contemporaneamente
vittima e carnefice della sua stessa personalità.
Le passioni. Donna dal temperamento passionale,
dal grande coinvolgimento artistico si lega a uomini di cultura, di arte, di spettacolo. Si innamora
dell’artista prima ancora che dell’uomo.
Il mito. La vita per lei è palcoscenico, recitazione,
finzione, illusione, personaggi. E’ la Divina, è la
grande Eleonora Duse, la tragica, colei che ha
cambiato il modo di recitare, la donna moderna,
l’innovatrice, l’anticonformista.
Interpreti: Eleonora Duse Beatrice Munarin
e con Alexandra Ben Karaa, Aurora Licitra, Giulia
Torri/ Agnese Zanetti, Tommaso Avezzano Comes,
Elidon Zemblaku, Giorgio Iacono.
Astra Roma Ballet
La Compagnia ASTRA ROMA BALLET creata nel
1985 da Diana Ferrara, Prima Ballerina Etoile del
Teatro dell’Opera di Roma e sostenuta in parte dal
contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è formata da un gruppo di giovani danzatori
in grado di affrontare i più diversi stili di danza.
La freschezza e l’agilità del gruppo consentono di
diffondere in maniera capillare lo spettacolo di
danza, sia nelle grandi città italiane ed estere, che
nei piccoli centri, avvicinando così il più vasto pubblico al balletto classico, al neoclassico e al contemporaneo.
L’ASTRA ROMA BALLET ha ormai al suo attivo più
di settecento rappresentazioni nei grandi teatri italiani, nelle rassegne, nei Festival, nonché all’estero:
in Canadà, Stati Uniti, Senegal, Scozia, Germania,
Svizzera, Tunisia, Marocco, Guatemala, Panama,
Spagna, Siria, Corea, Ungheria, Cipro, Algeria.
Ha lavorato con affermati coreografi come Luciano Cannito, Massimo D’Orazio, Marcia Plevin,
Paolo Mohovic, Attila Silvester, Pieter van der
Sloot, Alessandro Vigo, Loris Petrillo, Donella
Bucca, Enrico Morelli, Daniela Megna, Veronica
Frisotti, Roberto Sartori, Sabrina Massignani.
Novità assoluta 2012 “ELEONORA DUSE, l’arte, la
passione, il mito” coreografia di Sabrina Massignani.
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Sabato 11 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Bakroman
Italia, 90 minuti, 2010
rEGIA Gianluca De Serio,
Massimiliano De Serio
SCENEGGIATURA Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio
FOTOGRAFIA Gianluca De Serio
MONTAGGIO Stefano Cravero
SUONO Andrea Viali
PRODUZIONE Alessando Borrelli - La Sarraz Pictures s.r.l.; in collaborazione con Kivanis International
CAST Tasserè, Aziz, Omar, Sofie e i Ragazzi di
Strada del “Sindacato” di Ouaga
“Bakroman”
è
stato
sostenuto
da:
Film
Commission
Torino
Piemonte
Piemonte Doc Film Fund (Fondo Regionale per il
Documentario - Sviluppo Settembre 2009)
SINOSSI
In lingua moré (Burkina Faso) “bakroman” significa “ragazzo di strada”: nelle strade di Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) più di seicento
ragazzi vivono senza niente da mangiare, né un
tetto sotto cui dormire.
Eppure, si sono uniti in un “sindacato”, per difen52
dere i propri diritti e coltivare le proprie speranze.
Per poter uscire, un giorno, dalla strada.
FESTIVAL E PREMI
Premio Migliore Documentario Italiano – Torino Film Festival
Gianluca e Massimiliano De Serio
I loro cortometraggi hanno ottenuto candidature
al Globo d’Oro e ai David di Donatello (2005 e
2006) e vinto tre Nastri d’Argento (2004, 2005,
2006).
Il loro ultimo film SETTE OPERE DI MISERICORDIA (2011) con Roberto Herlitzka ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il
Premio della Giuria al Film Festival di Marrakech e diverse candidature ai Nastri d’argento
2012.
SOLIDARIETA’
In occasione della proiezione di BAKROMAN nell’ambito di TAGLIACOZZOINFILM è prevista la possibilità di offrire un contributo per la causa del
“Sindacato” dei Ragazzi di Strada di Ouaga attraverso l’Associazione Ajer con il Progetto BAKROMAN del CISV. http://www.cisvto.org/
Sabato 11 Agosto | TEATro
Palazzo Ducale, ore 21.15
Fatto Teatro un
foglio al mio pensiero
vita di Petronilla Paolini Massimi,
fra 3 stanze, sonetti e madrigali
Associazione Musamoi
Drammaturgia e regia: Maria Luisa Bigai
da testi editi inediti e documenti storici
Con Maria Luisa Bigai e Maria Teresa Pintus e
Nicola Pisani (sax), Carlo Cimino (contrabbasso)
Ricerca immagini e collaborazione alla drammaturgia Maria Teresa Pintus
Ricerca musicale e musiche originali dal vivo
di Nicola Pisani e Carlo Cimino
Petronilla Paolini Massimi è innanzitutto una delle
poche autrici del Settecento annoverate in tutte le
più prestigiose antologie della letteratura Italiana.
Ma leggendo le sue lettere, le testimonianze, gli
atti processuali che hanno a che fare con la sua vicenda umana e personale - oltre che i suoi sonetti,
i madrigali, i racconti e le pagine di cronaca- si
scopre che Petronilla è soprattutto una donna straordinaria, piena di intelligenza, forza d'animo, di
coraggio e determinazione.
Sullo sfondo di una Roma Barocca che alterna violentissimi carnevali a castighi papali, Petronilla ha
che fare con i più noti personaggi dell'epoca: dal
Cardinale Altieri alla Regina Cristina di Svezia, dalla
famiglia dei Massimi, a quella dei Colonna e vive
una vicenda personale che sembra essa stessa un
romanzo pieno di colpi di scena.
In un' epoca di Papi sovrani, di nobili squattrinati
ed ambiziosi secolo di menzogne, agguati e pubblico decoro, una Signora ebbe il gravissimo difetto di amare la letteratura..
Prodotto da Mùsamoi per il Festival di Mezzestate di Tagliacozzo (AQ), questo progetto restituisce voce e suono alla straordinaria vicenda di
una donna che senza muovere in piedi gira il
mondo e con la scrittura si salva la vita e diviene
“Immortale”...
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Il progetto di restituire voce e suono a queste vicende e ai versi di Petronilla, ha preso le mosse
due anni orsono da un'idea di Lucia Bonifaci. Trovandosi per le mani i volumi di documenti e testi
editi e inediti della scrittrice Petronilla Paolini Masimi, curati dall' associazione Marsiaverde, (col
contributo della regione Abruzzo e il patrocinio del
Comune di Tagliacozzo), come direttore artistico
del Festival di Mezzestate di Tagliacozzo, ha sentito
necessario valorizzare tanta significativa ricchezza,
e promuovere la memoria ancor prima che il lustro
di questa poetessa abruzzese che ebbe l'onore e il
vanto di far parte dell'Arcadia e di varie prestigiose
accademie letterarie, e venne riconosciuta già ai
suoi tempi come una delle penne e delle personalità più significative di un'epoca.
La vitalità e vivacità di questo personaggio scavalca i tempi e cerca lo spazio: Petronilla si racconta con tutta se stessa, entrando e uscendo
dalla pagina e dal suo tempo, e cercando nel
suono della voce, e nei ritmi del contemporaneo,
un sentiero verso la propria identità più profonda.
Per la realizzazione di questa serata si interseca la
decennale collaborazione di Maria Luisa Bigai con
Maria Teresa Pintus, apprezzata in tanti progetti e
drammaturgie, in scena fra l'altro nell'ambito dell'Estate Romana (fra tutte: varie edizioni di PAXione a Fontanonestate), con la ricerca di Bigai tra
parola e suono -dal melologo classico alle forme
di ricerca contemporanea- che procede nella collaborazione con il compositore Nicola Pisani e il
musicista Carlo Cimino.
Maria Luisa Bigai
Diploma e Perfezionamento in Recitazione presso
Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio
D'Amico" Roma.
Diploma in Regia presso Accademia Nazionale
d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" Roma.
Regista e drammaturga lavora in Teatro, con particolare attenzione alla scrittura femminile e ha allestito Opere classiche e contemporanee. La sua
regia di L'Ultima Notte di Salomè presentata al
Cafè La Mama di New York è stata scelta per The
Best Plays Theater Yearbook di Jeffrey Eric Jen-
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Musica di Stato (Pescara, Matera, Trento, e Cosenza, dove riveste l'inarico di coordinatore del dipartimento di canto e teatro musicale).
Docente presso Università della Calabria nell'a.a.
2011/2012, con il modulo Musica e Poesia, per il
corso Musica e Narrazione del DAMS.
kins.
Ha allestito e recitato in molti luoghi tra cui Roma,
Milano, Parigi, Lisbona, Utrecht, New York.
Ha lavorato per la RAI-radiotelevisione italiana,
come attrice, regista, sceneggiatrice.
Attrice è stata diretta da Luca Ronconi, Andrea Camilleri Duccio Tessari, Roberto Guicciardini.
Docente per oltre dieci anni presso l’ Accademia
Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di
Roma. Insegna Arte Scenica nei Conservatori di
Maria Teresa Pintus
Diretta da R.Guicciardini, Ugo Gregoretti, M.Panici, L.Damiani, Emanuela Giordano, Maria Inversi,
Attilio Corsini, Bruno Maccallini, F.Staasch, Ennio
Coltorti, Walter Pagliaro affronta classici (Eschilo,
Aristofane, Moliere, Goldoni, Manzoni, Strindberg,
F. Garcia Lorca) e testi contemporanei (Wesker, Ionesco, Eliot, N.Ginzburg, E.Vaime, R.Binosi Manfridi) e di autori emergenti italiani e stranieri tra cui
Massini, Palladino, Fratus, Barbosa, Neilson.
In televisione in varie fiction e per sei puntate a La
Squadra , al cinema con L. Wertmuller, Luca e
Marco Mazzieri, E.Giordano.
Continua una ricerca sul rapporto tra parola e musica come autrice e regista in spettacoli come
“Tosca e le altre”, “Don Giovanni”, “Beating” e
l’istallazione video con voce e musica “Spiriti D’Acqua” collaborando con P.Cangialosi, Solis Quartet,
Filippo Saccucci, Carlo Alberto Neri, Roberto Fabbriciani.
Dal 2005 collabora con l'Accademia della Crusca
di Firenze con lo spettacolo “Chi vuol esser lieto
sia” con Paolo Poli, Virginio Gazzolo, Enrico Bonavera, Vincenzo Versari in varie città europee in
collaborazione con gli istituti di cultura italiana all'estero.
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Domenica 12 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Formato ridotto
Libere riscritture
di cinema amatoriale
Italia, 2012, 52 min
rEGIA realizzazione a cura di Antonio
Bigini, Claudio Giapponesi, Paolo Simoni
MATERIALE VIDEO immagini Archivio Nazionale
del Film di Famiglia in formato HD da 9,5mm,
16mm, 8mm, Super8
TESTI Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio
Clementi, Ugo Cornia, Wu Ming 2
ANIMAZIONE Luca Magi
MONTAGGIO Claudio Giapponesi
MUSICA Massimiliano Amatruda, Massimo Carozzi, Fabio Cimatti/Gruppo Yaezir
SUONO Diego Schiavo
PRODUTTORE un progetto di Home Movies – prodotto da Kiné Società Cooperativa in collaborazione con la Regione Emilia Romagna
SINOSSI
Un film collettivo che segna l’incontro tra Home
Movies e un gruppo di celebri scrittori.
Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Cle56
menti, Ugo Cornia e Wu Ming 2 hanno elaborato
dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di
sperimentare nuove tecniche narrative. Grazie ad
approcci molto diversi tra loro in un’opera unica
convergono cinque storie dagli esiti sorprendenti,
singoli episodi di corta durata, di volta in volta trasfigurati in saggio, racconto, cronaca e divagazione. Forme del cinema documentario
accomunate da una matrice comune: il variegato
universo emiliano-romagnolo.
SOLIDARIETA’
In occasione della proiezione di Formato Ridotto
è prevista la possibilità di offrire un contributo che
verrà devoluto da parte del Comune di Tagliacozzo
alle zone dell’Emilia-Romagna colpite dal sisma.
Domenica 12 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Il libro
della giungla
orchestra Sinfonica Abruzzese
e Sergio Bustric
Direttore: Marcello Bufalini
Dal racconto di R. Kipling
Libero adattamento scenico di Bustric
(edizione: Broude Brothers, New York)
W. A. Mozart
G. Rossini
G. Rossini
Così fan tutte, Overture
Il Barbiere di Siviglia,
Sinfonia
Il matrimonio segreto,
Sinfonia
L’Italiana in Algeri, Sinfonia
***
Miklos Rozsa
Il libro della Giungla
D. Cimarosa
ORCHESTRA SINFONICA ABRUZZESE
L’ISA, che è una delle tredici Istituzioni Concertistico-Orchestrali Italiane riconosciute dallo Stato,
attraverso la sua Orchestra ha aperto all’Abruzzo
il repertorio sinfonico in anni in cui a quelle latitudini era possibile ascoltare soltanto orchestre
d’importazione, nello stesso tempo costituendo un
qualificato sbocco professionale per le generazione di strumentisti che via via venivano formandosi nei Conservatori abruzzesi.
Le sue programmazioni, che spaziano dal tradizionale repertorio sinfonico alla musica contemporanea, fino a toccare generi di contaminazione e
nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo
podio direttori importanti come Riccardo Muti,
Carlo Zecchi, Gianluigi Gelmetti, Bruno Aprea,
Piero Bellugi, Donato Renzetti, Massimo Freccia,
Nino Antonellini, Philippe Bender, Mario Gusella,
Renè Klopfestein, Massimo De Bernard e tanti
altri. Come si sono esibiti con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese artisti del valore internazionale di
Vladimir Ashkenazy, Barbara Hendriks, Katia Ricciarelli, Milva, Renato Bruson, Placido Domingo,
Carmela Remigio, Andrea Bocelli, Ivo Pogorelich,
Salvatore Accardo, Uto Ughi, Milan Turcovic, Maurice André, Hermann Baumann, Nina Belina, Severino Gazzelloni, Enrico Rava, Rudolf Firkusny,
Leonid Kogan, Pierre Amoyal, Bernard Soustrot,
Paul Tortellier, Gabriel Tachinò, Stefano Grondona,
Massimiliano Damerini, Michele Campanella,
Bruno Canino, Maria Tipo, Jorge Demus, Mario
Brunello, Sylvano Bussotti, Boris Petruschansky,
Massimo Quarta, Pavel Berman.
L’Orchestra ha inciso per numerose importanti
case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon, Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed
ha registrato per la RAI - Radio Televisione Italiana
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numerose volte, comprendendo nei programmi
prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi
compositori contemporanei.
Dall’ottobre 2009 solista principale è il maestro Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.
Al maestro Vittorio Antonellini, direttore artistico
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dell’ISA dalla fondazione, succede nell’incarico il
maestro Ettore Pellegrino dal gennaio 2011.
L’ISA si avvale della collaborazione del prof. Francesco Sanvitale in qualità di consulente per l’opera
lirica e i programmi inerenti la vocalità.
Direttore principale ospite è il maestro Marcello
Bufalini.
MARCELLO BUFALINI
E’ nato a Roma. Dal suo debutto, nel 1994, con
l’Orchestra Sinfonica di Graz, di cui fu subito nominato primo Direttore ospite, ha avuto inizio
un'intensa attività internazionale, che lo ha visto
frequente ospite di prestigiosi complessi come
l'Orchestra della Suisse Romande, l'Orchestra del
Mozarteum di Salisburgo, l'Orchestra della Radio
di Monaco di Baviera, la Mitteldeutsches Rundfunkorchester, l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di
Milano, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra
dell’Arena di Verona, la Tonkünstlerorchester e la
Radio Symphonieorchester di Vienna e altre ancora, in sale come il Musikverein e il Konzerthaus
di Vienna, il Grosses Festspielhaus di Salisburgo,
il Gewandhaus di Lipsia. E’ docente di direzione
d'orchestra al Conservatorio "A. Casella" dell'Aquila. Nel 2006, su commissione del pianista
Roberto Prosseda, ha realizzato il completamento
e la ricostruzione dell’inedito Concerto in mi minore per pianoforte e orchestra di Mendelssohn,
che nel 2009 è stato registrato da Riccardo
Chailly con l’Orchestra
del Gewandhaus di Lipsia per la Decca
(2009); oltre che a Lipsia, il Concerto è stato
già eseguito nelle più
importanti sale da concerto in Europa, Giappone, Canada.
SERGIO BINI, in arte BUSTRIC
Laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. Frequenta a Parigi la Scuola di
Circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e quella di
pantomima di Etienne Decroux e a Roma la Scuola
di Roy Bosier.
Poi un periodo di studi con Jon Strasberg dell’Actor Studio. Crea la compagnia teatrale la “Compagnia Bustric” con la quale scrive e interpreta
spettacoli che mette in scena usando varie tecniche: dal gioco di prestigio, alla pantomima, al
canto e alla recitazione, in un ritmo narrativo che
riempie le sue storie di sorprese, di cose buffe e
inattese. E’ un teatro “colorato e comico, a volte
poetico, certamente unico”.
Con i suoi spettacoli è stato in gran parte nei paesi
Europei, e nel mondo: in Somalia, Cile, Argentina,
Brasile, Uruguay, America del Nord, recitando in
italiano, inglese e francese. Interpreta la parte
dell’amico poeta “Ferruccio” di Benigni nel Film da
Oscar “La Vita è bella” del 1999.
Attore nei Films: “Quartiere”, di Silvano Agosti,
“Marcellino Pane e Vino” di Comencini. “Il Mnemonista” Studio Azzurro, “Il Papa Buono” di Ricky
Tognazzi.
Personaggio, attore, intrattenitore e conduttore di
alcuni programmi televisivi: “Lo Zio d’America”
con Cristian De Sica, “Vita da Leoni” con Luca Barbareschi, “Questa casa non è un albergo” con Sabina Ciuffini, “Paese che vai” con Corrado
Tedeschi e Licia Colò. Spot pubblicitari: Carne
Montana, Estathè... e tanto, tanto altro.
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Lunedì 13 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
“Dentro e fuori
#occupyWallStreet:
forme di partecipazione contemporanea tra nuovi media e cinema”
Perché attualità e cinema?
Perché il cinema, come forma d’arte, non può vivere senza affacciarsi alla vita, respirare gli eventi
che muovono il mondo, e lasciarsi scuotere da
essi, se non vuole rischiare di diventare un contenitore asfittico di storie artefatte. Quando si innalza
poi alla forma straordinaria che sa assumere il cinema-documentario può diventare strumento fondamentale per cercare di indagare e interpretare la
realtà, per aiutarci ad affrontare il futuro. “L’arte
rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle
scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” (epigrafe di autore sconosciuto incisa sull'architrave del portico del Teatro Massimo,
Palermo)
#OccupyWallStreet, (in italiano «occupiamo Wall
Street») è un movimento di contestazione pacifica,
nato per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario, che si è concretizzato in una serie di dimostrazioni nella città di New York presso Zuccotti
Park.
I partecipanti alla dimostrazione manifestano prin60
cipalmente contro l'inequità economica e sociale
sviluppatasi a seguito della crisi economica mondiale, ispirandosi alle Proteste nel Nordafrica e
Medio Oriente del 2010-2011, in particolare alle
proteste tunisine.
Dalla partenza a Puerta del Sol Madrid il 30 maggio 2011, al Cile il 13 giugno, fino all’approdo negli
Stati Uniti, dove il 13 luglio furono chiamati all’azione su Twitter. Dimostrazioni simili si sono
svolte in altre 70 città degli Stati Uniti e di seguito
anche in Canada, Australia, Regno Unito a Londra
ed in Italia.
Se non all’azione, certamente all’ascolto, per cercare di percepire il battito sottostante il movimento
degli “indignados” d’America, si è sentita chiamata una “creatura del web 2.0”: Claudia Vago,
alias “Tigella”. Tra le voci più fresche e appassionate di quell’incontrollabile, complesso, fertile laboratorio di idee e scambio di conoscenze che è
la rete, sarà lei a raccontarci la sua esperienza di
testimone, attraverso tutti i suoi network - Tumblr,
Flavors, blog, Facebook, Twitter, “sponsor” quest’ultimo della sua avventura americana - delle
proteste internazionali. Come ha scritto
L’Espresso, sul web, i suoi “cinguettii” sono
spesso al centro delle cose. Anche Wired, la celebre rivista sulle “innovazioni che cambiano il
mondo” ha inserito il suo Twitter tra i 50 che fanno
tendenza.
Insieme a lei, a raccontarci l’esperienza da “insider” di #OccupyWallStreet - fenomeno che rivela
già nel nome, connotato da un “hashtag”, l’identità
fortemente attraversata e caratterizzata dai nuovi
media - uno degli organizzatori del movimento di
Zuccotti Park, l’americano Shawn Carrié scrittore,
attivista di OWS, esperto in comunicazione multimediale.
Per spiegare il “movimento indignato” è stato
scritto molto in tutti i giornali dell’Occidente, interpellati esperti, spediti inviati. Ad oggi non esiste
un film, un documentario definitivo su #OccupyWallStreet. Ma tante voci diverse che cercano di
raccontare questa grande espressione di volontà
di partecipazione. Tra immagini video, testimonianze dirette e soprattutto tanti interrogativi, proviamo a parlarne insieme.
A seguire, il film Leone D’Oro alla 31esima Mostra
del Cinema di Venezia, La battaglia di Algeri di
Gillo Pontecorvo (1966), sulla difficile conquista
della libertà e della identità individuale e di popolo.
Claudia Vago
Dopo gli studi in Storia dell’Arte e Storia del Cinema, sviluppa la propria presenza online attraverso canali e forme differenti di comunicazione,
tutte con la stessa impronta originale e indipen-
dente: Tigella. Opera nel settore della comunicazione turistica online, scrive per diverse testate di
società, ambiente, politica, cultura…vita! Appassionata di informazione, si è specializzata nel ruolo
di social media curator, in particolare su Twitter.
Mobile journalist (l’informazione ha trovato nuove
strade per viaggiare grazie a internet mobile, smartphone e tablet rendendo la realtà un territorio d’indagine molto più vasto e accessibile) esperta di
crowdsourcing, ha discusso come relatore su temi
come la mobilità, evoluzioni e prospettive di newsmaking e giornalismo partecipativo al Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia 2012.
Tigella gli eventi prima li tocca davvero, poi li comunica: da OWS al Sud Sudan, da dove è appena
tornata. L’ultimo progetto che ha coordinato è il
sito internet yearinhashtag.com, una rassegna
multimediale dei principali avvenimenti del 2011
attraverso tweet, foto e video circolati sui social
media, lavoro che riconosce il ruolo svolto dal citizen journalism nel racconto dei fatti.
Shawn Carrié
E’ un attivista, scrittore, speaker, e specialista in
comunicazione tecnologica interpersonale. E’ stato
coinvolto nella rivolta #OccupyWallStreet dal settembre 2011, lavorando a stretto contatto con i
gruppi di lavoro sui media, stampa, organizzazione, azione diretta. Ritiene che il recupero degli
spazi pubblici per il consenso, la cultura e l’aiuto
reciproco possa portare un mondo migliore costruito su una democrazia orizzontale e diretta.
Non è un idealista.
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Lunedì 13 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.45
La battaglia
di Algeri
ITALIA, ALGERIA, 1966,121 min
rEGIA Gillo Pontecorvo
SCENEGGIATURA Gillo Pontecorvo,
Franco Solinas
FOTOGRAFIA Marcello Gatti
MONTAGGIO Mario Morra,
Mario Serandrei
PRODUTTORE Antonio Musu,
Yacef Saadi
MUSICA Ennio Morricone,
Gillo Pontecorvo
SCENOGRAFIA Sergio Canevari
DISTRIBUZIONE
CAST Brahim Hadjadj (Ali La Pointe), Jean Martin
(Colonnello Philippe Mathieu), Yacef Saadi (Saari
Kader), Samia Kerbash (una delle ragazze), Ugo
Paletti (Capitano), Fusia El Kader (Halima), Mohamed Ben Kassen (Omar Yacef)
SINOSSI
Nell’ottobre 1957, mentre i paracadutisti del colonnello Mathieu rastrellano la Casbah, Ali La
Pointe, uno dei capi della guerriglia algerina, rievoca il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte
62
di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi,
le delazioni. Ali La Pointe è ucciso, ma tre anni
dopo, in dicembre, il popolo algerino scende in
piazza, proclamando la propria volontà di indipendenza. Rievocazione di taglio documentaristico
sulla base di una solida sceneggiatura di Franco
Solinas che, con forte coralità, mostra una guerra
di popolo, spiegando anche le ragioni del “nemico”, i francesi. Leone d’oro a Venezia, il film
ebbe vasta risonanza internazionale. Musica di
Ennio Morricone e splendido bianconero scope di
Marcello Gatti.
FESTIVAL E PREMI
Nastro d’argento al Miglior regista
31ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: Leone d’oro al Miglior film
3 Nomination al Premio Oscar per Film straniero, Regista
e Sceneggiatura originale
Lunedi 13 Agosto | MuSICA
Chiostro di San Francesco, ore 21.15
Danilo
rea
Piano Solo
Danilo Rea
Trasferitosi a Roma sin da piccolo, consegue il diploma di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, debuttando nel 1975 nella musica jazz con il
Trio di Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto).
Si fa strada nell'ambiente jazzistico sino a suonare
con alcuni tra i più grandi solisti statunitensi, come
Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano.
Nel 1989 partecipa al lavoro di Roberto De Simone, Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato al teatro San Carlo di Napoli per la
direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno pubblica assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi.
Nel 1997 dà vita, con il contrabbassista Enzo Pietropaoli e il batterista Fabrizio Sferra ai Doctor 3,
un trio che da un decennio calca i più importanti
palcoscenici del jazz italiani. Il suo disco The Tales
of Doctor 3 viene premiato miglior disco di jazz
italiano nel 1998, mentre il lavoro successivo The
songs remain the same vince il titolo di miglior
disco jazz di Musica&Dischi nel 1999.
In Italia sono numerose le sue performance nell'ambito del pop, come pianista di fiducia di artisti
quali Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele e come
collaboratore, tra gli altri, di Domenico Modugno,
Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato
Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nel
2006 prende parte al Concerto per l'Europa, sull'isola di Ventotene, che lo vede protagonista assieme a Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov.
Nella stagione 2007-2008 partecipa allo spettacolo
Uomini in frac insieme ad altri musicisti come
Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimì Ciaramella
degli Avion Travel, Fabrizio Bosso, Furio Di Castri,
Javier Girotto, Gianluca Petrella e Cristiano Calcagnile. Lo spettacolo è stato allestito per festeggiare
i cinquant'anni di Nel blu dipinto di blu e per l'occasione il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico Modugno.
Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi
repertorio, sono apprezzate durante i concerti che
tiene nelle tournée in giro per il mondo e durante
i principali festival jazz.
Nel 2009 è uno dei 70 artisti ospiti del doppio cd
di Baglioni, Q.P.G.A., dove Rea suona il pianoforte
nella canzone "Centocelle". Nel 2010 crea le musiche per lo spettacolo "Commedia" di e con Giorgio
Barberio Corsetti. I video sono di Cristian Taraborrelli.
Il 15 giugno del 2011, insieme a Paolo Damiani e
Rashmi V. Bahtt, al crepuscolo, ha improvvisato
un memorabile concerto sui tetti di Roma. l'intero
incasso è stato devoluto ad Emergency, la ONLUS
di Gino Strada
63
Danilo Rea
64
Martedì 14 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
Tahir Liberation
Square
Francia, Italia, 2011, 91 min
rEGIA Stefano Savona
FOTOGRAFIA Stefano Savona
MONTAGGIO Penelope Bortoluzzi
MONTAGGIO SUONA E MIX Jean Mallet
PRODUTTORE Penelope Bortoluzzi e Marco Alessi
COPRODUZIONE Picofilms e Dugong con la partecipazione di Rai 3, Alter Ego - Cécile Lestrade,
Périphérie (Centre de création cinématographique)
SINOSSI
Cairo, febbraio 2011. Tahrir è un film scritto con i
volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza.
La prima cronaca in tempo reale della rivoluzione,
a fianco dei suoi protagonisti. Uno spettacolo insieme tragico ed esaltante. Il racconto inedito e appassionato di una scoperta: la forza dirompente
dell’agire in comune.
Un ragazzo ferito alla testa si regge su un bastone
davanti alle barricate della Piazza assediata; incita
i compagni a continuare la lotta, li sprona ad andare là dove i mercenari di Mubarak stanno attaccando. Non grida, parla con la determinazione
serena di chi si trova esattamente nel punto dove
voleva essere e dove non avrebbe mai pensato di
arrivare.
Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani di
poco più di vent’anni. Una settimana fa sono scesi
a manifestare contro il regime di Mubarak e si
sono ritrovati ad essere gli attori di una rivoluzione. Sono venuti da tutto l’Egitto, da Alessandria,
da Luxor, da Suez. Occupano la Piazza notte e
giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre
migliaia di egiziani tutto quello che non hanno mai
potuto dire apertamente. Le repressioni sanguinose del regime rinforzano la protesta; in Piazza
Tahrir si resiste, si lotta, si impara a discutere e a
lanciare pietre per difendersi, a inventare slogan e
a curare i feriti, a sfidare l’esercito e a preservare
il territorio appena conquistato: uno spazio di libertà, un centro di democrazia in cui si dorme
poco, si discute di politica, si intavolano dibattiti
con degli sconosciuti, ci si ubriaca di parole. Diciotto giorni in Piazza Tahrir cambiano la vita a
tutti, ma soprattutto ai giovani che questa rivoluzione l’hanno iniziata uscendo dal mondo virtuale
di facebook dove per la prima volta si erano riuniti.
ABOUT
E’ facile dire che in Egitto, dopo diversi mesi da
quei giorni incredibili, è ancora tutto in sospeso,
che la situazione è complessa e rischiosa, che
siamo ancora lontani dal conseguimento dello
scopo delle proteste e dell’avvento della democrazia. Le manifestazioni del resto continuano, i gio65
gono con gli altri. In questo senso, niente forse è
mai stato più libero della Piazza Tahrir, in cui perfetti sconosciuti intavolavano lunghi dibattiti, in cui
dopo 30 anni tutti potevano esprimersi e niente e
nessuno poteva fermare questo flusso inarrestabile di parola. Il cinema documentario è il mezzo
ideale per rendere conto della forza dirompente
dell’azione collettiva: la letteratura o il giornalismo
ne possono parlare in dettaglio, ma c’è qualcosa
di sfuggente e effimero che solo il cinema può tentare di fissare, raccogliere. Quella di Tahrir non è
solo una folla, sono persone che diventano tutte
insieme consapevoli della loro forza, sono un
gruppo che agisce all’unisono.
“Una mano sola”, come dice uno dei tanti motti di
questa Rivoluzione.
(Stefano Savona)
vani protagonisti del mio film scendono ancora in
Piazza per far capire all’Esercito che non si sono
riaddormentati. Ma quello che il mio film vuole comunicare è che un evento come questo lascia comunque una traccia indelebile e inalterabile; solo i
mezzi cinematografici possono cogliere questo
aspetto per forza di cose sfuggente, mostrando lo
spettacolo entusiasmante di una rivoluzione e testimoniando della sua irreversibilità, qualunque
cosa succeda dopo.
Solo il cinema documentario può cogliere quegli
istanti in cui appare allo stato più puro la libertà:
quel senso di compiutezza che si annida nel dialogo, nelle relazioni che grazie alla parola si strin66
FESTIVAL E PREMI
David di Donatello 2012 per il Miglior documentario
Nastro d’argento 2012 per il Miglior documentario
Martedi 14 Agosto | MuSICA
Palazzo Ducale, ore 21.15
Anche il Bello
deve morire!
Simone Vallerotonda
Tiorba e Chitarra spagnuola
La consapevolezza barocca del disordine e dell'opacità del destino dell'uomo, trova nell'esasperazione della forma musicale e nella
sperimentazione, la modalità espressiva più rappresentativa della caducità umana, del limite, della
fusione dello Spirituale col Materiale.
[cit. Nänie di F. Schiller]
Bellerofonte Castaldi (1581-1649) Capricci a due
stromenti, Modena, 1622
Tasteggio soave
Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro IV
d'intavolatura di Chitarone, Roma, 1640
Toccata II, Capona - Passacaglia
Robert de Visée (1650-1725) Manuscript Vaudry
de Sainzenay, Paris, 1699
Prelude - Les Sylvains - Menuet - La Monsernill
rondeau
Marin Marais (1656-1728) Livre IV de pièces de
viole, Paris, 1717
Muzette - Le Badinage
Robert de Visée (1650-1725)
La Villanelle
Francesco Corbetta (1615-1681) Varii capricii per
la ghittara spagnuola, Milano, 1643
Folias
Varii scherzi di sonate per la chitara spagnola, Bruxelles, 1648
Passacaglia per la X
Francesco Corbetta (1615-1681) La Guitarre Royale, Parigi, 1674
Preludio - Caprice de chacone - Sarabande
Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar,
Mexico, 1730
Jacaras - Cumbees
« Non si può dare alcuna regola oggettiva del
gusto ». Così Immanuel Kant chiude il dibattito
estetico nel 1790 nella sua Critica del Giudizio. Di
fronte a tale asserzione potremmo superficialmente rimanere indifferenti e, anzi, non trovarvi
nulla di nuovo, ma se andassimo in profondità, vi
scorgeremmo una ricerca filosofica che affonda le
sue radici nel Barocco. Non vi è infatti secolo più
ricco, controverso, contraddittorio ed umano del
Barocco. L'artista del '600 tende verso il Sublime,
inteso come ciò che è al di là della forma, come
tensione verso l'infinito, l'informe, l'inesauribile,
partendo però dalla materia più bassa, comune,
quotidiana.
Da ciò nasce l'esigenza di stupire, di meravigliare
con mezzi “umani” che aprono squarci sul “divino”. Questa continua spiritualizzazione del materiale e materializzazione dello spirituale, culla
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l'uomo come se stesse seduto su un pendolo, che
oscilla ogni volta qualche centimetro oltre la sua
azione, oltre i suoi limiti. E proprio la rottura di tali
limiti è ciò che distanzia dal passato, rimescolando
i canoni classici del Rinascimento sotto nuove
forme. Il non finito, l'intuizione, l'accostamento di
elementi apparentemente distanti: queste sono le
provocazioni e le sfide del Barocco, il quale ci
porta in alto fino all'estasi, per ricordarci che
siamo limitati, finiti, caduchi.
Di fragil vetro è la nostra vita
ché più si spezza allor, che più risplende
e tal ricco di merci è sul mattin,
che nudo erra la sera ai lidi intorno.
Compagno è il precipizio a la salita
e van quasi del par ruina e volo.
a cura di Simone Vallerotonda
SIMONE VALLEROTONDA
Nato a Roma ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra moderna. Affascinato dalla musica antica ha
intrapreso lo studio del liuto con Andrea Damiani
al Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove si è diplomato col massimo dei voti.
Ha successivamente conseguito il diploma di Master su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo
dei voti presso la Staatliche Hochschule fur Musike di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.
Ha suonato in importanti rassegne concertistiche
e presso prestigiose sale da concerto.
Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti
presso l'Università “Tor Vergata” di Roma e si è
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specializzato in Estetica col massimo dei voti e la
lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica e i Philosophes.
Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione Solisti, al Concorso Nazionale di Musica Antica “Maurizio Pratola” (AQ) e vincitore, in
formazione Duo B.L.U. ensemble, della selezione
italiana REMA (Réseau Européen de Musique Ancienne).
Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive quali: BBC, RAI, France Musique, Radio4,
Radio Clara, Kulturradio, Radio Vaticana e ha inciso per Naïve, Amadeus, E Lucevan Le Stelle Records, Tesori Musicali di Roma.
Collabora in qualità di solista e continuista con vari
ensembles tra cui: Modo Antiquo, Cantar Lontano,
Le Parlement de Musique, EUBO (European Baroque Orchestra), Academia Montis Regalis, Musica
Antiqua Roma, Les Ambassadeurs, Soqquadro
Italiano, Il Pomo D’Oro.
Mercoledì 15 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Quasi amici
Francia, 2011, 113 min
rEGIA olivier nakache,
Éric Toledano
SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Éric Toledano
FOTOGRAFIA Mathieu Vadepied
SCENOGRAFIA Olivia Bloch-Lainé
MONTAGGIO Dorian Rigal-Ansous
MUSICA Ludovico Einaudi
PRODUTTORE Quad Productions, Chaocorp, Gaumont
DISTRIBUZIONE Medusa Film
CAST François Cluzet, Omar Sy
SINOSSI
Quasi amici (Intouchables) è il secondo film di
maggior successo francese di tutti i tempi (in numero di spettatori) al botteghino francese, dietro
il film del 2008 Giù al nord.
Il film racconta, celata dalla finzione, una storia
vera: quella di Philippe Pozzo di Borgo (autore di
Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, e del suo
rapporto con Yasmin Abdel Sellou, suo aiuto domestico.
La vita difficile di banlieu di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con
la famiglia, cambia improvvisamente quando, a
sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di
stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia, Driss non tiene a freno la
sua personalità allegra e debordante. Diventa così
l'elemento perturbatore di un ordine alto borghese
fatto di regole e paletti. Il giovane riuscirà ad azzerare la distanza che lo divide dal suo capo, stringendo con lui un legame di sincera amicizia, che
cambierà a entrambi la vita.
ABOUT
Dovremo abituarci. Dovremo abituarci a film sempre più abili e sempre più furbi. Tanto divertenti
quanto lontani dalla nostra esperienza. Per nulla
interessati a rendere più acuto il nostro sguardo,
ma pronti a donarci meravigliose illusioni. Tra cui,
felicità suprema, l’illusione della profondità. È il segreto di Benvenuti al Sud (e del suo modello francese) e ora del nuovo record d’incassi in Francia,
Quasi amici (in originale, con più coraggio, Les
intouchables). In America, dove la società è insieme più rigida e più aperta, film così se ne fanno
da sempre. In Europa suonano nuovi. Certo, se un
aristocratico di mezz’età ricchissimo, coltissimo,
paralizzato dal collo in giù, assume come badante
un giovane africano delle periferie poverissimo,
simpaticissimo, ignorantissimo (almeno in termini
di cultura ufficiale), lo schermo si accende di mille
trovate, spesso irresistibili, e di mille metafore.
Anche perché il buon Driss (l’impagabile Omar Sy)
è energico, audace, disinibito, un Eddie Murphy o
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un Will Smith di banlieue che per metà film fa scintille e per l’altra metà si adegua al programma:
evacuare la realtà per venderci un sogno. Va bene
divertirsi, ma si potrebbe essere più esigenti. Soprattutto avendo a che fare con una storia vera.
(Fabio Ferzetti)
70
FESTIVAL E PREMI
Premi César 2012: Miglior attore (Omar Sy)
Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy)
Tokyo International Film Festival 2011: Grand Prix al Miglior film, Premio per il Miglior attore (François Cluzet e
Omar Sy)
Giovedì 16 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
Diaz
Italia, 2012, 120 min
rEGIA Daniele Vicari
SOGGETTO Daniele Vicari
SCENEGGIATURA Daniele Vicari,
Laura Paolucci
PRODUZIONE Fandango, Le Pacte,
Mandragora Movie.
DISTRIBUZIONE Fandango
FOTOGRAFIA Gherardo Gossi
MONTAGGIO Benni Atria
MUSICHE Teho Teardo
SCENOGRAFIA Marta Maffucci
COSTUMI Roberta Vecchi,
Francesca Vecchi
CAST Claudio Santamaria (Max Flamini), Jennifer
Ulrich (Alma Koch), Elio Germano (Luca Gualtieri),
Davide Iacopini (Marco)
SINOSSI
Diaz è il nome della scuola di Genova, diventata
tristemente celebre nel luglio 2001 in occasione
del Vertice G8.
Il film narra l’intervento della polizia nella scuola
Diaz di Genova, edificio in cui si trovavano i manifestanti contro il summit internazionale, nella notte
tra il 21 e il 22 luglio 2001. Nelle dichiarazioni, Daniele Vicari racconta di aver lavorato alla ricostruzione dei fatti tenendosi strettamente vicino alle
testimonianze e ai resoconti dei processi.
Il film si sviluppa attraverso l’intreccio delle vicende di alcuni protagonisti. Il regista Vicari ha
spiegato: “Dopo la sentenza di primo grado che
assolveva i vertici della Polizia, con Domenico Procacci abbiamo avvertito l’urgenza di capire. Una
volta letti gli articoli e visti tutti i documentari, ci
siamo resi conto di quanto questo non bastasse.
Serviva una chiave di lettura, qualcosa che fosse
all’altezza dell’accaduto: la Diaz somiglia a un atto
di guerra e come nelle guerre abbiamo rintracciato
i destini incrociati e la pluralità delle esperienze”.
ABOUT
Tutta la concitazione, l’affanno, l’orrore del penultimo atto del G8, in un film ammirevole per ambizione produttiva, controllo del racconto,
accuratezza dell’esecuzione. Tutto ciò che fino a
ieri sapevamo dagli atti giudiziari, dalle inchieste e
dai libri dedicati all’inferno della Diaz, travasato
nelle immagini di un film espanso e corale che aggiorna la lezione della Battaglia di Algeri di Pontecorvo o di Z-L’orgia del potere di Costa-Gavras,
all’epoca delle videocamere portatili, dell’informazione sempre più diffusa e sempre più controllata,
delle verità così scioccanti da sfidare la rappresentazione. Perché è difficilissimo dare forma a tragedie come queste senza semplificare i fatti, ricattare
lo spettatore, o viceversa addolcire i toni. E il potente J’accuse di Daniele Vicari è un’impresa senza
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precedenti in Italia, anche se sarebbe stato impensabile senza i documentari di Francesca Comencini
(Carlo Giuliani, ragazzo) di Carlo Bachschmidt
(Black Block) e altri.
Come in tutti i film-catastrofe una serie di personaggi molto diversi e ignari gli uni degli altri convergono verso il gorgo della tragedia. Sono
giornalisti (Elio Germano), manifestanti italiani,
francesi, tedeschi, spagnoli, un sindacalista di
mezz’età e un manager francese che si interessa
di economia solidale (Renato Scarpa e Fabrizio
Rongione), alla Diaz quasi per caso, alcuni black
block, perché a Genova c’erano anche loro. Solo
che qui il Fato si chiama polizia, governo, questura, e nulla accade per caso ma tutto viene pianificato e provocato, sfruttando le pieghe della
legge (in presenza di un’aggressione, magari simulata, non serve il permesso del magistrato per
ordinare una carica) e l’esasperazione dei poliziotti.
Diaz non mostra (senza peraltro calcare la mano)
solo i pestaggi, le umiliazioni, il sadismo, talvolta
le torture subite da giovani inermi, ma insiste sulle
manovre, le prove fabbricate ad arte, le armi e mo-
72
lotov introdotte nella Diaz dalla polizia, i dubbi di
chi avrebbe voluto usare i lacrimogeni, i timidi e
subito zittiti cenni di dissenso fra i poliziotti, i funzionari che dettano le verità ufficiali alla stampa, le
divisioni e le ingenuità del movimento. E soprattutto non smette di interrogare e interrogarsi, esibendo i meccanismi del racconto. Com’è potuto
accadere tutto questo? Cosa c’era dietro? Possibile che il Parlamento abbia respinto due volte la
richiesta di una commissione d’inchiesta? Ci vuole
coraggio per vedere Diaz. Ma ce ne voleva molto
di più per farlo. (Fabio Ferzetti)
FESTIVAL E PREMI
La pellicola, presentata al 62º Festival internazionale del
cinema di Berlino il 12 febbraio 2012 fuori concorso nella
sezione “Berlinale Special” ha vinto il premio del pubblico della sezione Panorama.
INTRODUCE IL FILM
KATIA IPPASO
(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica
teatrale, cinematografica e drammaturgia presso
la Sapienza, Università di Roma)
Venerdì 17 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
The Dark Side
of The Sun
Italia, 2011, 94 min
rEGIA Carlo Shalom Hintermann
REGIA ANIMAZIONE Lorenzo Ceccotti
SCENEGGIATURA ANIMAZIONE Carlo Shalom
Hintermann, Lorenzo Ceccotti, Bambini di Camp
Sundown
FOTOGRAFIA Giancarlo Leggeri
MONTAGGIO Piero Lassandro
MUSICA Mario Salvucci, Federico Pascucci/Errichetta Underground, “My Eyes Close” composta
da Michael Cashmore cantata da Antony della
band “Antony and the Johnsons”
SUONO Giuseppe D’Amato
PRODUZIONE Citrullo International e Rainbow, in
collaborazione con Rai Cinema, in associazione
con NHK, DR TV, YLE, in associazione con Lorenzo
Ceccotti, Michele Petochi, con il supporto del programma Media dell’Unione Europea
DISTRIBUZIONE Film Transit
CAST Rachel Shipton, Dan Mahar, Katie Mahar,
Caren Mahar, Patrick Mahar, Mackenzie Valgardson, Shannon Valgardson, Dawson Valgardson,
Christopher Soto, Meghan Elyse, Fatima Toumli,
Hannah Watkoske, Kim Watkoske
SINOSSI
Per pochi bambini il sole è un nemico mortale. Una
rara malattia, Xeroderma Pigmentosum, li costringe a vivere isolati, lontani dal mondo diurno
dei loro coetanei. Questo non accade però a Camp
Sundown, un campo estivo nello stato di New York
creato dall’immaginazione e dalla tenacia dei loro
genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo.
Qui prende forma un universo rovesciato, colmo
d’incanto. La vita di questa piccola comunità notturna si intreccia con i sogni che prendono
forma nell’animazione, ideata dagli stessi bambini.
Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio: vivere appieno la propria vita, nonostante
la malattia.
FESTIVAL E PREMI
Menzione speciale Premio Solinas Documentario per il
cinema 2009, in collaborazione con Apollo 11
29esimo SULMONACINEMA FILM FESTIVAL - Premio
Soundtrack
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Clarinetti: Alfonso Giancaterina, Antonio Di Vittorio
Fagotti: Patrick De Ritis, Vincenzo Felicioni
Corni: David Kanarek, Andrea Caretta
Venerdi 17 Agosto | MuSICA
Palazzo Ducale, ore 21.15
European
Wind Soloists
C. GOUNOD
J. FRANCAIX
)
)
Petite Symphonie
Sette Danze sul balletto
“Les Malheurs de Sophie”
G. PUCCINI/M. MANGANI
Tosca Fantasy
P. MASCAGNI/M.MANGANI Cavalleria
Rusticana
***
Fantasie
G.ROSSINI/M.MANGANI
Sinfonia da “La
Cenerentola”
Flauti: Alessia Vall’Asta, Sacha De Ritis
Oboi: Paolo Grazia, Giovanni Pantalone
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Il gruppo di fiati European Wind Soloists nasce
nel 1993 per volontà del M° Patrick De Ritis , I°
fagotto dei Wiener Symphoniker. Dell’Ensemble
fanno parte musicisti proveniente dalla “London
Symphony”, “BBC”, “Wiener Symphoniker” e di
altre importanti orchestre. Questo gruppo, formato
da due oboi, due clarinetti, due fagotti, e due corni
a cui si aggiungono a seconda del repertorio due
flauti, contrabbasso e violoncello è nato per valorizzare e proporre un repertorio poco conosciuto
che va da Mozart fino alla musica contemporanea
passando per autori quali Dvorak, Schubert, R.
Strauss. La capacità di fondersi in uno squisito
equilibrio sonoro, la varietà e l’originalità del repertorio hanno permesso al gruppo di partecipare
a numerose manifestazioni concertistiche riscuotendo ovunque successo di pubblico e di critica.
)
Sabato 18 agosto | CInEMA
Palazzo Ducale, ore 18.00
CorTIeGEnTILI
rassegna di cortometraggi
sull’Aquila dopo il 6 aprile 2009
CORTIeGENTILI è una piccola rassegna di cortometraggi realizzati da autori giovani, alcuni dei
quali hanno già ottenuto riconoscimenti di rilievo,
altri ancora nel pieno del proprio percorso formativo. Tutti con un unico intento: raccontare con le
immagini alcuni punti di vista sulla vita nel capoluogo abruzzese dopo il terremoto dell’Aquila: sia
nel primissimo periodo di stretta emergenza dopo
l’immane tragedia, sia nei mesi, poi anni successivi, cercando di cogliere frammenti di una quotidianità nuova, tutta da reinventare, che fa
necessariamente i conti con il ricordo di quella
precedente il 6 aprile 2009.
La città, le persone, gli equilibri spezzati e le nuove
dinamiche umane, sociali che si sono venute a
creare in una comunità che ha ritrovato, per causa
di forza maggiore, un senso più profondo di sé legato alla propria terra, al carattere degli individui
e a un forza tenera e gentile che, se anche piegata,
non si spezzerà mai.
CON LA PARTECIPAZIONE DI:
MARCO INCAGNOLI
Docente di tecnica della ripresa cinematografica
e tv presso la Scuola Nazionale di Cinema del
Centro Sperimentale di Roma e di L’Aquila, ex
docente de L’Accademia de L’Immagine fino al
2009 e docente nell’ambito di seminari e stage
presso le Università di Roma, Perugia e Palermo.
Operatore cinematografico dal 1968.
E’ prevista la partecipazione di alcuni autori dei
corti tra cui Enrico Maria Artale (I giganti dell’Aquila) e Diego La Chioma (L’essenziale è invisibile agli occhi).
IMMoTA MAnET
Italia, 2009, 10 minuti
Realizzato dagli allievi del corso di regia del documentario dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila
L’ESSEnzIALE E’
InVISIBILE AGLI oCCHI
Italia, 2009, 12 minuti
Realizzato dagli allievi dell’Accademia
dell’Immagine dell’Aquila
AnnA
Italia, 2010, 17 min
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia –
Sede Abruzzo
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LA CITTA’ VuoTA
I GIGAnTI DELL’AQuILA
Italia, 2011, 18 min
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia –
Sede Abruzzo
Italia, 2010, 55 min
REGIA Enrico Maria Artale
MIrACoLo AQuILAno
Italia, 2011,18 min
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia –
Sede Abruzzo
Italia, 2010, 15 min
REGIA Stefano Mutolo e Marco Iannini
Lo STAzzo
RINGRAZIAMENTI SPECIALI A:
Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale
di Cinematografia - Sede Abruzzo
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Sabato 18 Agosto | TEATro
Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15
notturno
d' Autore
un progetto di Federico Fiorenza
e Antonia renzella
Spettacolo itinerante per turni di spettatori
ogni 25 minuti.
Passeggiando nel centro storico di Tagliacozzo, da
Piazza dell’Obelisco al Chiostro di S. Francesco, a
Palazzo Ducale, gli spettatori, guidati dagli attori,
percorreranno “a lume di candela” i vicoli del
borgo, scoprendone gli scorci, gli anfratti misteriosi, gli angoli più caratteristici, seguendo un itinerario che li porterà a incontrare personaggi del
teatro e della letteratura indimenticabili, figure
eternamente inquiete, custodi di segreti inconfessabili, di rimorsi, di passioni indomite.
Le loro anime si confesseranno allo spettatore di
turno.. complice l’oscurità della notte!
Il pubblico assiste allo spettacolo in gruppi di 30
spettatori ogni 20 minuti.
Partenza gruppi da piazza Obelisco.
Simone FALOPPA
Prologo
Le Guide
Attore, regista, drammaturgo, una laurea in filoso-
fia, specializzazioni in biomeccanica teatrale,
mimo, teatro - movimento, frequenta “l’Ecole Jaques Lecocq” di Parigi, balletto classico, composizione coreografica e teatro danza, movimento
scenico e canto leggero, commedia dell’arte,
scuola arte drammatica “Vasil’ev” di Mosca. Ha lavorato in teatro con Pierpaolo Sepe, Giuseppe Marini, Marco Baliani. Ha vinto premi per le arti
sceniche. Nel cinema e in tv è attore sotto la direzione di Riccardo Milani, Andrea Manni, Paolo
Vari, Francesco Pavolini.
In Notturno d’autore è il maestro di Cerimonie, l’attore che incontrerete per primo, quello che vi intrigherà rendendo piacevole l’ingresso in uno dei
borghi più belli d’Italia affidandovi poi alle Guide.
David GALLARELLO
L’Inquisitore
Diploma Accademia Nazionale S. D’Amico; attore
e regista in vari spettacoli, con il Teatro Stabile
d’Abruzzo in Love&Crash, è protagonista nel musical Mission, musiche di Ennio Morricone (nel
ruolo che fu di Robert De Niro) nella prima mondiale a Seul. Attore in allestimenti con il Teatro Stabile di Genova, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro
di Roma, accanto a Mario Scaccia. Già interprete
dostoevskijano in Delitto e Castigo nel ruolo di Raskolnikov, qui nelle vesti dell’ Inquisitore, monologo tratto dal romanzo “I Fratelli Karamazov” in
cui L’Inquisitore si reca a trovare Cristo tornato
sulla terra dopo quindici secoli dalla sua morte. La
regia è di Luciano Melchionna dallo spettacolo di
successo Dignità Autonome di Prostituzione.
77
Valerio CAMELIN
Ilaria FALINI
Er fattaccio der vicolo der Moro
Clitennestra
Giovane attore si forma come interprete di primi
ruoli shakespeariani e di testi contemporanei in diverse compagnie anche sperimentali. Nel 2011 debutta nel ruolo di Emone nell’Antigone con Luca
Biagini e Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito in programmazione questa stagione. E’ un accanito occupante del Teatro Valle di Roma.
Qui interpreta un celebre cavallo di battaglia di Gigi
Proietti “Er fattaccio der vicolo der Moro” che l’autore Roberto Lerici scrisse in versi romaneschi
ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto a Romanella celebre via trasteverina.
E’ attrice in diversi allestimenti del Teatro Stabile
dell’Umbria, nello spettacolo “La forma delle
cose”, e in altri allestimenti shakespeariani. Partecipa alla Masterclass diretto da Luca Ronconi e
frequenta i laboratori di Valerio Binasco e di Cristina Pezzoli. Ha avuto partecipazioni TV in “Carabinieri 2”, regia di R. Mertes; in cinema ne
“Immaturi” regia P. Genovese e ne “ La Tassista”
regia D.Sanchez. Ruolo di Ismene nell’Antigone
regia di F. Vigorito. La vedrete in una Clitennestra
modernamente riscritta da Marguerite Yourcenaur
nel raccontare il cruento omicidio del marito Agamennone, tornato dalla guerra di Troia, reso celebre nella trilogia dell’Orestiade di Sofocle.
Federica STEFANELLI
Salomè
Ha lavorato con diversi registi tra cui Peter Stein
ne “ I Demoni” in un tour internazionale di grandi
festival, con Emanuela Giordano ne “ Le Invisibili”
prodotto dal TSA, con Luciano Melchionna è “ Giulietta” in Dignità autonome di Prostituzione, e ancora con registi come Mario Scaccia, Marco
Mattolini, Adriana Martino e Renato Giordana. E’
Lady Anna nel Riccardo III° del Love&Crash del
TSA, esperienze in cinema e televisione.
In Notturno è nelle vesti della Salomè di Oscar
Wilde, celebre per aver fatto tagliare la testa a Giovanni perché non ha voluto baciare la sua bellissima bocca.
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Luigi PISANI
Ettore
Attore in cinema e in teatro, con straordinarie
esperienze e un successo già consolidato. Con il
Tsa in Love&Crash nel ruolo di Macbeth; interpreta
uno dei protagonisti nel film sul Risorgimento di
Mario Martone “Noi credevamo”; ricopre ruoli importanti negli sceneggiati per la TV con Massimo
Ranieri nella Filumena Marturano e in Napoli Milionaria nella nuova edizione televisiva. Esperto docente PON in varie annualità. Protagonista di
diversi Spot in TV.
Qui è Ettore, personaggio mitico dell’Iliade di
Omero, riproposta in chiave moderna nella riscrittura di Alessandro Baricco.
Caroline PAGANI
Hamletelia
Attrice e drammaturga poliglotta. Laureata in Storia del teatro inglese e specializzata in drammaturgia e come attrice allo Stella Adler Studio of Acting
di New York. Ha lavorato come attrice con Calixto
Bieito, Peter Greenway, Davide Livermore, Teatro
Stabile del Veneto. Hamletelia è la riscrittura dall’Amleto di Shakespeare dal punto di vista del fantasma di Ofelia che si risveglia in un cimitero dopo
quattro secoli e rievoca tutti i personaggi del play,
svelando retroscena sulla corte di Elsinore. Lo
spettacolo ha vinto numerosi premi in Italia e all’estero. Sarà ospite alla prossima edizione del
Fringe Festival di Edimburgo e Avignone Public
off.
Antonia RENZELLA
non si sa come
Ha debuttato in teatro con Giancarlo Sepe e la
compagnia Catalana Els Comedians, ha lavorato in
diverse produzioni del Tsa e con altri registi (Renato Giordano, Riccardo Vannuccini, Adriana Martino, Beppe Arena..) e ne “I Demoni” del regista
Peter Stein. Laurea all’Università La Sapienza in
Storia del Teatro. E’ nell’Antigone di Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito in scena questa stagione. Per la TV ha partecipato alla sitcom Colpi di
Sole e a I Cesaroni. Qui presenta una parte tratta
da una celebre opera di Luigi Pirandello “Non si sa
come” in cui il protagonista dell’ opera racconta
cosa accadde in un lontano pomeriggio assolato.
Vi accompagneranno la voce e chitarra di:
Miriam FORESTI e Augusto MARRA
Nelle riletture da:
Fëdor Dostoevskij, Roberto Lerici
Oscar Wilde, Marguerite Yourcenar,
Iliade di Alessandro Baricco, Shakespeare,
Luigi Pirandello
Miriam Foresti, nata a Roma ma di adozione aquilana, è una cantautrice ed interprete poliedrica.
E’ reduce dal tour abruzzese ‘Viaggio sinfonico attraverso la canzone’ in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Lo scorso maggio è
stata la voce solista nello spettacolo di e con Michele Placido, ‘Un incontro tra cinema e teatro’,
con Davide Cavuti, in programma nella rassegna
Aspettando Giffoni. Nel 2010 partecipa al programma televisivo Nuovi Talenti all’interno di Uno
Mattina Estate andato in onda su Raiuno. Nel 2007
partecipa al tour italiano di Jekyll & Hyde, il musical con Giò Di Tonno e Simona Molinari prodotto
dal Teatro Stabile d’Abruzzo. Tra le voci dei Phonema Gospel Choir, lavora con Mario Biondi, e con
leggende del blues come Bob Stroger, Jimmy Holden e Pippo Guarnera.
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Domenica 19 Agosto | DAnzA
Piazza Obelisco, ore 21.15
not(t)e di Tango
Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)
Duo +2 Quartet
FABIO BATTISTELLI clarinetto
FABIO GEMMITI fisarmonica
SANDRO GEMMITI pianoforte
CLAUDIO CAMPADELLO contrabbasso
R. Galliano
F. Canaro
A. Piazzolla
A. Villoldo
A. Piazzolla
C. Gardel
A. Piazzolla
M. Mores
A. Piazzolla
Tango pour Claude
La Milonga de Buenos Aires
La muerte del angel
Vuelvo al sur
El Choclo
Adios Nonino
Pour una Cabeza
Ave Maria
Taquito militar
Oblivion
Libertango
Una notte dedicata al miracolo del Tango Argentino.Una vertigine di musica e ballo vi accompagnerà nei sentieri più intimi dell'abbraccio....per
sentire più forte il profumo dell'altro.
La musica e il ballo per definire il profilo di un mito
moderno dentro il quale è possibile ritrovare un
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nostro gesto, una nostra tenerissima, in certi casi
elementare, emozione.
Tango e nostalgia, tango e donne, tango e amore,
sudore, albe, penombre, fiori alle finestre e nuvole
di fumo, sesso e tenerezze, lacrime e volgarità,
coltelli e colombe infreddolite...
Il tango è tutto questo, e soprattutto è Buenos
Aires. Inscindibili tra
loro, come sottolineava
lo stesso Borges: "Si direbbe che senza i crepuscoli e le notti di
Buenos Aires non possa
nascere un tango, e che
in cielo attende, noi argentini, l'idea platonica
del tango, la sua forma
universale...".
Lunedi 20 agosto | CInEMA
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15
riso amaro
Italia, 1949, 108 min
rEGIA Giuseppe De Santis
SCENEGGIATURA Corrado Alvaro, Giuseppe De
Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli,
Gianni Puccini
FOTOGRAFIA Otello Martelli
SCENOGRAFIA Carlo Egidi
MONTAGGIO Gabriele Varriale
MUSICA Armando Trovajoli, Goffredo Petrassi
PRODUTTORE Dino De Laurentiis per Lux Film
CAST Silvana Mangano (Silvana Meliga), Doris
Dowling (Francesca), Vittorio Gassman (Walter
Granata)
SINOSSI
Francesca, giovane cameriera d’albergo, istigata
dal suo amante Walter, ruba la collana di una
cliente. Fuggono entrambi, e Francesca si mescola
alle mondine, che partono in treno. Nel dormitorio
delle mondariso, Francesca viene derubata della
collana da una compagna, Silvana. Sul luogo del
lavoro giunge Walter, il quale avendo appreso che
Silvana è presumibilmente in possesso della collana, la circuisce. Silvana non è insensibile alle at-
tenzioni del lestofante e, abbandonato un sergente
che l’ama, diviene l’amante di Walter, mentre il sergente fa la corte a Francesca, che si è pentita ormai
del male fatto. Walter, avendo scoperto che la collana rubata è falsa, decide, per rifarsi, di rubare il
riso accumulato nei magazzini come premio finale
per le mondariso...
Definito il capolavoro neorealista di De Santis, fu
girato nelle campagne vercellesi, più precisamente
nella Cascina Veneria (comune di Lignana) e nella
Tenuta Selve (Salasco).
ABOUT
Steven Spielberg ha recentemente dichiarato che
quando fa il professore di cinema, mostra agli allievi sempre lo stesso film, Riso amaro. E ha ragione: innanzitutto perché si tratta di un
capolavoro, e poi perché all’inizio degli anni ‘50,
proiettato negli USA, il film ottenne un grandissimo successo.
Come nacque Riso amaro? Dal Neorealismo,
senza dubbio, anche se il regista Giuseppe De
Santis, nativo di Fondi, Ciociaria, non ha nulla a
che vedere con Zavattini e De Sica. Un esempio
per tutti, il divismo. Agli attori non professionisti,
egli predilige le stelle dello schermo, lanciando in
questo film una modella di nemmeno venti anni,
di nome Silvana Mangano, al centro del firmamento del cinema.
Riso amaro nacque una notte d’estate, alla stazione di Milano. De Santis sta rientrando in Italia
da Parigi, quando si trova circondato da due con81
vogli ferroviari carichi di ragazze, le mondariso,
che cantano e gridano senza sosta. Ne resta affascinato. Assieme a Carlo Lizzani, De Santis si reca
subito in Piemonte a svolgere un’inchiesta sul fenomeno della raccolta del riso, e da lì viene scritto
il soggetto, da cui poi è realizzato il film.
Riso amaro, anno 1948, sembra davvero girato da
Steven Spielberg, magari con la collaborazione di
Orson Welles. Film di personaggi - per questo servono i grandi attori, che la macchina da presa
mette al centro della scena - e al tempo stesso film
di luoghi, che l’occhio di De Santis trasfigura in dimensioni epiche, colossali, pur mantenendo la genuinità dello spazio e la sincerità dell’ambiente.
La comunità, variopinta e conflittuale, delle mondariso, è filmata dal comunista De Santis come si
trattasse di un western, una “sfida all’O.K. Corral”:
fattorie, capanni, treni, mura di cinta, pianure allagate, boschi, il paesaggio è un paesaggio di frontiera, in cui gli eroi, quelli del bene e quelli del
male, si fronteggiano e combattono la battaglia del
futuro. De Santis, infatti, innesta nel neorealismo
ciò che al neorealismo di De Sica e Visconti riesce
difficile raccontare: il futuro. Il futuro è nel popolo,
che la civiltà moderna incipiente sta trasformando
in massa. Riso amaro racconta questa frontiera:
le mondine, ultime amazzoni del mondo contadino, masticano chewing gum, ascoltano musica
americana, leggono i fotoromanzi di Grand Hotel.
Il futuro è la frontiera tra una cultura popolare, antica e forte, e una cultura di massa, nuovissima e
forse più forte ancora. De Santis individua qui il
centro della contraddizione, lo spartiacque tra ciò
82
che è e quello che sarà, e vi proietta la sua cinepresa come il cow-boy fa volteggiare il lazo sopra
il cappello.
Successo straordinario di pubblico. Quello che
purtroppo mancò a tanti altri capolavori della
breve stagione neorealista.
(Flavio De Bernardinis)
FESTIVAL E PREMI
Presentato in concorso al 3º Festival di Cannes
Nomination all’Oscar nel 1951, per “Miglior soggetto”
INTRODUCE IL FILM
FLAVIO DE BERNARDINIS
(Docente di Storia del cinema presso il Centro
Sperimentale di Cinematografia, sedi di Roma e
L’Aquila, scrittore, regista)
28° FESTIVAL
InTErnAzIonALE
DI MEzzA ESTATE
26 luglio - 20 agosto 2012
TAGLIACOZZO
Comune di Tagliacozzo
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Abruzzo
Provincia dell’Aquila
Fondazione Cassa di Risparmio
della Provincia dell’Aquila
Micron Foundation
I Marsi Centro Commerciale
Banca di Credito Cooperativo di Roma
Banca dell'Adriatico
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Fondazione
Santa Cecilia Opera Studio
Cantina del Fucino
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema - Centro Sperimentale di Cinematografia
In collaborazione con il Dipartimento di Storia
dell'Arte e Spettacolo, Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza, Università di Roma
Il Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo è socio di ItaliaFestival (Agis) e di European Festivals Association (EFA).
Per TAGLIACOZZOINFILM è stata stipulata la convenzione JOBSOUL con la Sapienza, Università di Roma.
Direzione Artistica
Lucia Bonifaci
Giuseppe Berardini
Gabriele Ciaccia
Curatore Artistico TAGLIACOZZOINFILM
Veronica Flora
Responsabile Premio Musicale Città di Tagliacozzo
Andrea Caretta
Organizzazione
Associazione Amici del Festival di Mezza Estate
Tel./Fax 0863.66715
[email protected]
www.amicidelfestival.it
Progetto Grafico
ATLANTIDE Design & Comunicazione
P.zza Obelisco, 1 - 67069 Tagliacozzo (AQ)
[email protected] | www.atlantide-design.it
Video di Marco Di Gennaro
Logo di Alessandro Asci
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Informazioni
TELEFONO
0863.614203
328.3261778
Comune di Tagliacozzo
Carlo De Sanctis
EMAIL
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[email protected]
WEB
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www.tagliacozzoturismo.it
Tagliacozzoinfilm
TELEFONO
388.6121726
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EMAIL
tagliacozzoinfi[email protected]
WEB
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TWITTER
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www.tagliacozzoturismo.it
Il video di presentazione del Festival
è disponibile su YouTube all’indirizzo
http://youtu.be/61HGyrbsSsc
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Stampato nel mese di
Luglio 2012