Presentazione del 28° Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo D a ventotto anni il Comune di Tagliacozzo organizza la manifestazione estiva e continua, pur tra mille difficoltà, a reperire le risorse necessarie all’organizzazione e a valorizzare una produzione divenuta negli anni punto di riferimento nel territorio e per il territorio. Sotto il patrocinio dell’Agis ( Agenzia Generale Italiana dello Spettacolo), il Festival di Mezza Estate di Tagliacozzo fa parte di “Italia Festival”, insieme a Ravello, Stresa, Emilia Romagna, Intercity, Spoleto, Ravenna… L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia concede per il quinto anno il suo patrocinio, ed è stata presente in ogni edizione: l’Orchestra Barocca, il Sestetto Stradivari, l’Ensemble di Ottoni della Accademia. I Teatro dei Colori di Avezzano e l’Associazione Amici del Festival di Mezza Estate continuano a collaborare e sostenere l’impegno per il festival. Abbiamo ospitato, in questi ultimi quattro anni anni, artisti di rango internazionale, come Gidon Kremer, Alessandro Carbonare, Aleksander Lonquich,, Roberto Prosseda, Francesco Cafiso, Fabrizio Bosso, Antonello Salis, Bobby Watson, Stefano Di Battista, e promosso giovanissimi talenti come i vincitori del Premio Pianistico “Roma” o del Premio Cajkovski. Abbiamo proposto programmi classici, tradizionali e novità assolute. Attenti alla storia del nostro territorio abbiamo allestito prime assolute, come l’esecuzione dell’opera di Saint-Saens, “ Ascanio”, ispirata alla storia di Ascanio De Mari, nato a Tagliacozzo. Abbiamo fatto eseguire, in collaborazione con il Coro Costanzo Porta di Cremona, per la prima volta, il Codice Tagliacozzo del 1600, custodito da quattro secoli presso il Convento di S.Francesco. Forti di questa interessante esperienza, l’edizione del 2012 vuole consolidare i risultati fin qui raggiunti seguendo le linee guida che hanno ispirato il progetto sul festival: la qualità dell’evento e della realizzazione di esso, la scelta ragionata dei luoghi di interesse storico artistico, ideali contenitori degli eventi, le collaborazioni prestigiose e necessarie,la promozione di giovani artisti. All’interno della programmazione, tutta di altissimo livello qualitativo, preme segnalare, dopo il Concerto della Banda Militare della Guardia della Finanza che utilizziamo per annunciare nella storica Piazza dell’Obelisco l’inizio del Festival, uno dei più prestigiosi complessi barocchi italiani: 1 L’Europa Galante di Fabio Biondi. E poi, il Balletto del Teatro di Torino, l’Astra Roma Ballet, Guy Touvron, European Wind Soloists... E il jazz con Danilo Rea e i Bozen Brass. E “La Serva Padrona” di Pergolesi, nell’allestimento prodotto dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in collaborazione con Roma Sinfonietta, per valorizzare i giovani di Opera Studio, la prestigiosa scuola di Renata Scotto. E il Teatro, con Sergio Castellitto e Margareth Mazzantini, con La Mansarda e con il Notturno d’autore... e con uno spettacolo eccezionale dedicato alla nostra poetessa, Petronilla Paolini Massimi. E, infine, la novità che realizza il desiderio più sentito: il coinvolgimento di giovani musicisti che collaboreranno alla direzione e alla produzione artistica del XXVIII Festival di Mezzaestate, acquisendo le capacità e le competenze che permetteranno loro di essere il futuro del Festival, grazie all’amministrazione che ha creduto in loro. Per concludere un nota sul pubblico,che nelle scorse edizioni ha dimostrato un adesione totale, sincera e al di sopra di ogni aspettativa e che, speriamo, continuerà ad apprezzare le scelte artistiche del Festival. Per continuare a crescere, perché crescita culturale vuol dire crescita economica, civile, ed etica. Lucia Bonifaci Giuseppe Berardini Gabriele Ciaccia Direzione Artistica 2 TAGLIACOZZOINFILM P er innamorarmi del cinema non c’è voluto molto. E’ bastato scoprire che esiste un posto in cui tanti diventano uno solo. Un luogo in cui, complice un buio primordiale, ci lasciamo scivolare, sottraendoci ai ritmi frenetici delle nostre vite quotidiane, per accogliere la luce della proiezione su un semplice schermo bianco che si trasforma improvvisamente nello specchio delle nostre esistenze. La solitudine della nostra poltroncina di velluto, della nostra sedia da arena estiva, del nostro posto nel mondo cede il passo alla sensazione esaltante della condivisione, della vita raccontata, dell’arte. Si tratta di una scoperta che, come ben sappiamo, ha origini lontane, in forme d’arte diverse ma che tanto hanno in comune con il cinema perché in gran parte lo nutrono: la musica, la danza, il teatro. Nell’antica Grecia, all’apice della sua espressione artistica, tra il quarto e il quinto secolo avanti Cristo, la tragedia rappresentava il massimo momento di condivisione sociale tra i cittadini della polis su temi che ancora oggi noi consideriamo universali e profondamente legati all’animo umano e alla relazione con gli altri. Il cinema oggi - come approfondiremo nell’incontro di domenica 5 agosto sullo sfondo scenografico di Piazza dell’Obelisco insieme a Giovanni Rizzoni, autore del libro “La democrazia al cinema” - è certamente la più “politica” delle arti, quella che più può essere in grado di occuparsi della polis, ovvero della comunità in cui viviamo. Mi è sembrato naturale quindi, nel viaggio che mi ha condotto alla prima edizione di TAGLIACOZZOINFILM - esperienza custodita nell’alveo accogliente del Festival Internazionale di Mezza Estate, del quale condivide l’ampio respiro di apertura al mondo e il desiderio di muoversi tra stili e generi, senza paura - puntare l’obiettivo su due aspetti che, nelle infinite forme che assumono nelle nostre esistenze, ne scandiscono ritmi, emozioni, cambiamenti: la solitudine e la partecipazione. Viviamo nell’epoca di internet, dei social network, che accompagnano solitudini metropolitane alla stessa velocità con cui attraversano lotte per la libertà di paesi vittime delle dittature o che sentono l’ineludibile chiamata al cambiamento. La comunicazione, l’informazione multimediale che ci appare ormai “totale e immediata” rischia di lasciare sempre più spesso solo il destinatario passivo, il singolo individuo nella sua stanza. Soli sono gli individui senza più diritti, sole le donne che non li hanno mai avuti e tanto si sono viste sfilare via in questi anni di ciò che con le unghie e coi denti avevano provato a conquistare. Soli sono i bambini, non solo gli orfani reali, ma anche quelli che sempre più spesso sono figli di genitori costretti dai tempi a restare, essi stessi, in una condizione di figliolanza prolungata illimitatamente. Sole le istituzioni abbandonate dai cittadini, i cittadini abbandonati dalle istituzioni. La solitudine della vecchiaia, apparente luogo comune che rischia di diventare la condizione più diffusa nel nostro paese in perenne calo demografico. La solitudine dello straniero, altra faccia della medaglia di un paese “anziano” come l’Italia, che rischia di restare isolato fin dalla nascita, dal momento che gli viene rifiutata la cittadinanza. La solitudine del nostro territorio, di un ambiente naturale e culturale tutto ancora da preservare. Ma solitudine anche come stato di grazia per la creatività, per la riflessione, per la visione lucida in una prospettiva di ricongiungimento con l’altro, prima o poi. Solitudine del poeta, del ricercatore, dello scienziato, di chi decide di aprirsi al mondo, di chi è giovane e di chi lo è stato. E poi, la partecipazione: l’incontro con l’altro, gli altri, in una visione di contatto che superi la simulazione virtuale. La volontà di essere presenti e contribuire a un progetto comune, di agire per gli altri, insieme agli altri. Lo sguardo sull’altro, lo sguardo dell’altro, il dialogo, la volontà di condividere un pezzo di strada, di salire e arrivare in cima insieme, di costruire qualcosa insieme. Raccontare, rendere partecipe della bellezza chi amiamo o chi ci viene incontro. Condividere la crisi e la fe3 licità. Solidarietà e confronto. Partecipazione il cui valore è compreso attraverso la sua assenza e viene evocata a gran voce dagli eventi, da uno stato delle cose in continuo movimento, dagli individui che non possono più farne a meno. Seguendo queste ipotesi di percorso, TAGLIACOZZOINFILM - che nasce dalla volontà di Gabriele Venturini, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Tagliacozzo di restituire ai cittadini e ai frequentatori della cittadina marsicana la magia del cinema - punta ad essere una manifestazione artistica che trova nella rassegna cinematografica il suo cuore e traino per una serie di micro e macro eventi ad essa connessi che possano accompagnare gli spettatori in un viaggio unico, avvincente, sorprendente nel cinema, verso se stessi e verso gli altri. Come la mostra L’attimo neorealista: fotogrammi 1941-1952, ospitata grazie alla preziosa collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, dedicata a uno dei momenti più alti del cinema italiano e mondiale, quel Neorealismo che seppe raccontare mirabilmente la tragica realtà di un Paese devastato dal secondo conflitto mondiale e di una popolazione ridotta allo stremo, ma mossa da grande umanità, volontà di riscatto e desiderio di lottare insieme per un futuro migliore. Le pellicole della rassegna - protagoniste indiscusse con la loro storia, il loro background, il valore degli autori - saranno riunite sotto un intreccio di stati d’animo, questioni antiche e scandagli nell’attualità. 4 In chiusura, faro più luminoso nell’orizzonte di riferimento di TAGLIACOZZOINFILM è naturalmente la città di TAGLIACOZZO stessa che, con la sua forza e la sua bellezza, mix miracoloso di natura, storia e arte, è stata fonte di ispirazione principale e costante di tutta l’iniziativa, nella prospettiva di un viaggio verso una dimensione sempre più consapevole di comunità di riferimento per il panorama culturale di tutto il territorio marsicano e abruzzese, grazie al bagaglio di umanità, vitalità, e desiderio di crescere ancora che attraversa lo sguardo della sua gente. Veronica Flora Curatore artistico TAGLIACOZZOINFILM Concorso Musicale Premio “Città di Tagliacozzo” A ll’interno del Festival di Mezza Estate 2012 si svolgerà la I edizione del Concorso Musicale “Premio Città di Tagliacozzo”. Il concorso è rivolto agli allievi di strumenti a fiato dei Conservatori e Licei Musicali abruzzesi e nasce dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e della Direzione artistica del Festival di promuovere la cultura musicale abruzzese e offrire ai giovani musicisti un sostegno in termini economici e di visibilità. Andrea Caretta Responsabile del Concorso Saluto della Amministrazione Comunale di Tagliacozzo I l Festival Internazionale di Mezza Estate è un evento importantissimo non solo per Tagliacozzo ma per tutto il territorio. E’ una manifestazione internazionale che offre venti giorni di cultura e di arte ad altissimo livello. Il tutto è impreziosito dalla cornice architettonica che Tagliacozzo offre. Gli spettacoli saranno distribuiti nei loghi più suggestivi del paese: la Piazza dell’Obelisco, il Chiostro di San Francesco, la Piazzetta Tre Molini, la Chiesa di San Cosma e Damiano, il Teatro Talia, il Palazzo Ducale, che finalmente riaprirà i battenti. Quest’anno il Festival porterà degli elementi innovativi, infatti pur mantenendo l’impianto storico delle sezioni della Musica, Teatro e Danza, saranno introdotti un Premio Musicale “Città di Tagliacozzo” per strumenti a fiato, rivolto ai giovani musicisti dei Conservatori e delle scuole di musica Abruzzesi, e una rassegna cinematografica. Il tutto con la speranza che anche i giovani possano avvicinarsi a questa manifestazione così importante e così bella. Gabriele Venturini Assessore alla Cultura, al Turismo e allo Spettacolo Testo tratto dal video di presentazione del Festival, disponibile su YouTube all’indirizzo: http://youtu.be/61HGyrbsSsc Piazza dell’Obelisco 5 Calendario Giovedi 26 Luglio | MuSICA Mercoledi 1 Agosto | CInEMA Piazza Obelisco, ore 21.15 Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Concerto di presentazione Banda Musicale della Guardia di Finanza Direttore: Ten. Col. M° Leonardo Laserra Ingrosso (Ingresso Libero) Martedi 31 Luglio | MuSICA Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15 Fabio Biondi e Europa Galante (Biglietto € 5) Martedì 31 luglio | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 “Aspettando Melancholia: la scienza introduce il cinema” Associazione culturale Estrellas y Planetas (Ingresso Libero) Melancholia di Lars von Trier (Biglietto € 3) Giovedì 2 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 1001 Irans di Firouzeh Khosrovani (Ingresso Libero) Giovedi 2 Agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 una separazione di Asghar Farhadi (Biglietto € 3) Venerdi 3 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Guy Touvròn e I Flauti di Toscanini Direttore: Paolo Totti Tromba: Guy Touvròn (Biglietto € 5) 6 Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI Domenica 5 Agosto | MuSICA Teatro Talia, ore 17.00 Teatro Talia, ore 21.15 La fiaba dei tre desideri ridicoli La serva padrona Drammaturgia: Roberta Sandias Regia: Maurizio Azzurro Ensemble roma Sinfonietta Compagnia la Mansarda (Ingresso Libero) Sabato 4 Agosto | CInEMA Santa Cecilia opera Studio Direttore: Fabio Maestri Regia: Cesare Scarton (Biglietto € 5) Cesare deve morire Lunedi 6 Agosto | CInEMA Dell’ammazzare il maiale di Wim Wenders Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 di Paolo e Vittorio Taviani di Simone Massi Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Pina (Biglietto € 3) Cortometraggio di 7 min (Biglietto € 3) Domenica 5 agosto | CInEMA Piazza dell’Obelisco, ore 18.00 Incontro con l’Autore: “La democrazia al cinema” di Giovanni rizzoni (Ingresso Libero) Martedi 7 Agosto | TEATro Piazza Obelisco, ore 21.00 Mare al mattino reading con Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini Dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini (Biglietto € 10) 7 Mercoledi 8 agosto | CInEMA Venerdi 10 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Palazzo Ducale, ore 18.00 zavorra e Cargo di Francesca Balbo (Ingresso Libero) (Ingresso Libero) Mercoledi 8 Agosto | DAnzA Venerdi 10 Agosto | DAnzA Piazza Obelisco, ore 21.15 Piazza Obelisco, ore 21.15 In Mozart + Free Chocolate Love BTT - Balletto del Teatro di Torino (Biglietto € 10) Giovedi 9 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Colours Eleonora Duse arte, passione e mito Astra roma Ballet di Diana Ferrara (Biglietto € 10) Sabato 11 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Bakroman Bozen Brass Quintet di Gianluca e Massimiliano De Serio (Biglietto € 5) (Ingresso Libero) Venerdi 10 Agosto|TEATro rAGAzzI Sabato 11 Agosto | TEATro Teatro Talia, ore 17.00 Palazzo Ducale, ore 21.15 Piccolo piccolissimo grande grandissimo Fatto Teatro un foglio al mio pensiero Regia: Gabriele Ciaccia vita di Petronilla Paolini Massimi, fra 3 stanze, sonetti e madrigali Associazione Musamoi (Ingresso Libero) (Biglietto € 5) Compagnia Teatro dei Colori 8 Cadenas di Vincenzo Mineo Domenica 12 agosto | CInEMA Lunedi 13 Agosto | MuSICA Palazzo Ducale, ore 18.00 Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Formato ridotto di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi, Paolo Simoni Danilo rea Piano Solo (Ingresso Libero) (Biglietto € 5) Domenica 12 Agosto | MuSICA Martedì 14 agosto | CInEMA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Il libro della giungla orchestra Sinfonica Abruzzese e Sergio Bustric Direttore: Marcello Bufalini Da R. Kipling (Biglietto € 5) Lunedì 13 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 “Dentro e fuori #occupyWallStreet: forme di partecipazione contemporanea tra nuovi media e cinema” (Ingresso Libero) Lunedì 13 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.45 La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo Palazzo Ducale, ore 18.00 Tahir Liberation Square di Stefano Savona (Ingresso Libero) Martedi 14 Agosto | MuSICA Palazzo Ducale, ore 21.15 Anche il Bello deve morire! Simone Vallerotonda Tiorba e Chitarra spagnuola (Biglietto € 5) Mercoledi 15 Agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Quasi amici di olivier nakache e Eric Toledano (Biglietto € 3) (Ingresso Libero) 9 Giovedi 16 Agosto | CInEMA Sabato 18 Agosto | TEATro Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15 Diaz di Daniele Vicari notturno d' Autore un progetto di Federico Fiorenza (Biglietto € 3) e Antonia renzella Venerdì 17 agosto | CInEMA Spettacolo itinerante per turni di spettatori ogni 25 minuti. Palazzo Ducale, ore 18.00 (Ingresso Libero) The Dark Side of The Sun di Carlo Hintermann Domenica 19 Agosto | DAnzA (Ingresso Libero) Piazza Obelisco, ore 21.15 Venerdi 17 Agosto | MuSICA Palazzo Ducale, ore 21.15 European Wind Soloists (Biglietto € 5) Sabato 18 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 CorTIeGEnTILI not(t)e di Tango Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini) Duo +2 Quartet (Biglietto € 10) Lunedi 20 Agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 riso amaro di Giuseppe De Santis (Ingresso Libero) Rassegna di cortometraggi sull’Aquila dopo il 6 aprile 2009 (Ingresso Libero) Il programma potrà subire variazioni dovute a cause di forza maggiore. In caso di pioggia gli spettacoli si terranno nel Teatro Talia. 10 Eventi Tagliacozzoinfilm L’attimo neorealista: fotogrammi 1941-1952 Mostra fotografica Dal 31 luglio al 20 agosto 2012 Palazzo Ducale Già presentata con grande successo in Italia e all’Estero (a fine 2011 è ospitata all’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia), la mostra L’attimo neorealista: fotogrammi 19411952 approda a Tagliacozzo nell’ambito della prima edizione della manifestazione del Comune marsicano dedicata al cinema TAGLIACOZZOINFILM. L’esposizione si compone di 82 fotografie che ritraggono momenti di grande intensità tratti da 32 pellicole, scelte fra le più importanti opere del Neorealismo e fra alcuni dei film che ne anticiparono l’avvento (di qui l’arretramento al 1941 della data di partenza della selezione). Realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia con la Fondazione Ente dello Spettacolo, la mostra rende omaggio a cineasti come Rossellini, Visconti, De Sica, De Santis, ancora oggi circondati da un’aura di leggenda, i cui film hanno descritto con impressionante realismo e grande maestria la condizione di un’Italia devastata dalla guerra, guardando con grande chiarezza e lucidità alla sua realtà politica e sociale. Elemento distintivo di questa esposizione è quello di essere composta esclusivamente da fotogrammi estrapolati dalle pellicole, non quindi fotografie di scena ma veri e propri istanti dei film. Questa scelta nasce dalla volontà di fornire una testimonianza significativa di uno dei momenti più alti della cinematografia italiana e mondiale, quel Neorealismo che seppe raccontare con sensibilità e partecipazione la tragica realtà di un Paese devastato dal secondo conflitto mondiale e di una popolazione ridotta allo stremo, ma anche la grande umanità e volontà di riscatto che il popolo italiano seppe dimostrare. Ecco allora immagini estrapolate dalle pellicole, in un bianco e nero di grande intensità emotiva che immortala l’indimenticabile Anna Magnani nella scena finale in Roma Città Aperta di Rossellini, le figure femminili vestite di nero della Terra trema di Visconti, fino allo sguardo disperato di Lamberto Maggiorani in Ladri di Biciclette di De Sica. La mostra, realizzata con il contributo dell’Archivio fotografico e iconografico della Cineteca Nazionale, vuole raccontare non solo la straordinaria bellezza delle situazioni, dei volti e dei paesaggi, ma anche il senso di un movimento artistico capace di aderire alla realtà italiana e contemporaneamente suscitare emozioni attraverso storie universali. 11 GIoVAnI ProTAGonISTI E’ evidente a Tagliacozzo l’accordo perfetto tra la cornice architettonica del centro storico e le “immagini in movimento” sullo schermo cinematografico. La suggestione suscitata da voci e suoni echeggianti nei diversi spazi tanto timidamente nascosti quanto potentemente evocativi di epoche e storie diverse - della cittadina marsicana. Luoghi che hanno bisogno di tornare ad essere “abitati culturalmente”, respirati e vissuti dalla gente con la complicità dell’arte. E del cinema in particolare: necessario, oggi più che mai, alle falde della montagna, lungo le stradine tortuose del centro storico. Già, il cinema. L’arte popolare per eccellenza, l’arte del ventesimo e del ventunesimo secolo che apre una rinnovata era di commistione di stili e generi, di tecniche innovative. L’arte che spalanca la porta non più solo a una luce rappresentata, dipinta, scolpita, ma che strappa alla quotidianità la luce vera, la luce dell’immagine fotografica, scattata su una realtà di corpi in movimento così vicini alla realtà da sembrare veri: la storia e la favola, l’epica e la volontà documentaristica, commedia e tragedia, sacro e profano. L’arte consacrata dall’unicità e dall’originalità dello sguardo dietro la macchina da presa dei tanti autori affiancati dalle altrettanto numerose professionalità che convergono dentro un’opera d’arte a portata di tutti, vista per pochi soldi in piccole e grandi sale di proiezione in tanta parte del mondo. L’inizio di una nuova e antichissima modalità di narrazione. Il cinema che porta impressa sulla pellicola (e oggi sempre più spesso registrata su supporto digitale, e veicolata attraverso le tecnologie multimediali) la storia delle storie. Un amore, una guerra, la nascita, la morte. La vita 12 documentata, raccontata, deformata dall’occhio del regista, circondato dall’universo di mestieri che ancora oggi, in maniera diversa certamente rispetto a oltre un secolo fa, lo accompagnano nella creazione di un’opera. L’opera cinematografica. Qualcosa di diverso dal coinvolgimento voyeristico dello spettacolo teatrale, dalla fisicità trascinante di un opera di teatro-danza, dall’abbandono ritmico di un concerto, dalla memoria silenziosa della lettura durante un incontro letterario. Qualcosa di diverso eppure capace di riunire al tempo stesso tutti questi elementi insieme, scaraventarli a mille chilometri di distanza, parlando dialetti sconosciuti e raccontando vite che non saranno mai vissute. O che magari guardiamo in faccia ogni giorno. Proprio in forza di tutte queste caratteristiche e di tante altre, il cinema diventa il catalizzatore ideale per recepire un bisogno culturale ampio e complesso, ancora in gran parte non appagato, intimamente legato alla carica creativa innovativa, di ricerca e sperimentazione artistica che caratterizza un’ampia rappresentanza dei giovani tagliacozzani, marsicani, più in generale abruzzesi. Talento e sensibilità artistica suscitati nei giovani non solamente attraverso studi specifici e di genere, ma legati a una riflessione sempre più profonda sulla storia e sulle tradizioni locali in relazione alle realtà territoriali, nazionali e internazionali e agli eventi che - in una realtà sempre più glocal - li vedono coinvolti e proiettati in una partecipazione attiva nell’esperienza di TAGLIACOZZOINFILM. Sensibilità artistica talora coltivata in contesti apparentemente diversi (come quello scientifico, economico, sociale), ma nei quali, come accade da sempre, a manifestarsi in maniera inequivocabile è il bisogno di qualcosa che ci aiuti a ricercare - attraverso la manifestazione artistica - la natura, il mondo, gli altri, noi stessi. Una storia: “Buio”, Andrea Parente, luglio 2012 unPLuGGED Il cinema ama essere introdotto da arti sorelle. Come la musica. Soprattutto quando batte forte nel cuore di chi la scrive e chi la suona. Ad introdurre alcune proiezioni di TAGLIACOZZOINFILM ci saranno musicisti e cantautori di talento del territorio marsicano che scateneranno tutta la propria energia e passione per l’arte, la musica e il cinema in brevi, intensi omaggi ai film della rassegna. GIAMPAoLo PICCInInI Cantante, musicista, poeta. Sabato 18 agosto Palazzo Ducale, ore 18.00 Lunedi 20 agosto Piazzetta Tre Molini,ore 21.15 PATrIzIo DE LuCA Tagliacozzo 1996. Sulla staccionata (che ora non c’è più) davanti alla sala giochi (che ora non c’è più) con un gruppo di amici mette su il primo gruppo: i “Parca”. In seguito, nel 2003, avvia un altro epico progetto tra Tagliacozzo e Avezzano: i “Soft Marble”. Segue l’esperienza con la band “The Engine Drivers”, band tributo ai “The Who”. Attraverso il lavoro svolto con i “Soft Marble” e gli “Engine Drivers” affina la sua tecnica come cantante, circondato da musicisti di livello. Trasferitosi a Pescara, nel 2010 si unisce ai “Too Late To Wake”, con i quali, attualmente, sta lavorando a un LP in studio. Sabato 4 agosto Piazzetta Tre Molini,ore 21.15 Giovedì 16 agosto Piazzetta Tre Molini,ore 21.15 Sabato 18 agosto Palazzo Ducale, ore 18.00 DEGuSTAzIonE FoToGrAMMA Il cinema, le stelle e il profumo inebriante di un buon vino locale. Prima delle proiezioni e dei principali incontri di TAGLIACOZZOINFILM, sarà offerto agli spettatori un momento di degustazione enogastronomica, volta a sollecitare nel pubblico un approccio multisensoriale al film, a trovare nuove strade del gusto, tra visione e degustazione. Un momento di calda convivialità condivisa nell’attesa trepidante di immergersi nel buio della proiezione e proseguire il viaggio nella poesia del cinema. Partner di prestigio dell’iniziativa, che affonda vigorosamente le radici nel territorio marsicano, è la Cantina del Fucino. 13 Tutti gli spettacoli 14 Giovedi 26 Luglio | MuSICA Piazza Obelisco, ore 21.15 Concerto di presentazione Banda Musicale della Guardia di Finanza Direttore: Ten. Col. M° Leonardo Laserra Ingrosso G. Orsomando G. Rossini (tr. A. Vessella) R. Wagner (tr. G. Manente) R. Chapì (tr. I. Egea) H. Zimmer (arr. F. Bernaerts) J. Williams (tr. J. de Meij) A. Marquez (tr. J. Villodre) Cuore abruzzese Marcia sinfonica Il Barbiere di Siviglia Sinfonia dall’opera La Cavalcata delle Walkirie dal III atto de La Walkiria El Tambor de Granaderos Il Gladiatore Star wars Danzón. 2 La Banda Musicale della Guardia di Finanza nasce ufficialmente nel 1926, riunendo in un'unica compagine strumentale le diverse fanfare che fin dal 1883 erano state istituite presso molti reparti del Corpo. Attualmente è un complesso artistico stabile composto da 102 elementi provenienti dai diversi conservatori italiani, accuratamente selezionati tramite concorso nazionale. Durante la sua lunga e intensa attività concertistica, la Banda si è esibita presso le più prestigiose istituzioni musicali italiane, quali l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Teatro dell'Opera di Roma, il Massimo di Palermo, la Fenice di Venezia, il Petruzzelli di Bari, il Rossini di Pesaro, il Bellini di Catania e l'Ariston di Sanremo. La Banda del Corpo ha più volte collaborato con alcune delle più affermate orchestre sinfoniche italiane e internazionali, come quella della RAI di Roma, quella del Maggio Musicale Fiorentino - con la quale nel 1991 si è esibita in mondovisione in un concerto diretto da Zubin Metha - e quella del Festival dei Due Mondi di Spoleto, con la quale assieme al coro di Washington ha partecipato nel 1993 al concerto di chiusura del Festival. Recatasi ripetutamente all'estero, la Banda ha effettuato fortunate tournées in Germania, Lussemburgo, Svizzera, Belgio e Francia. Nel 2001, nel 2002 e nel 2007 è stata invitata a New York in occasione delle celebrazioni per il Columbus Day, durante le quali, nel 2002, ha tenuto un applauditissimo concerto a Ground Zero, luogo simbolo della coscienza nazionale americana, nel quale fino ad allora si era esibita la sola Boston Symphony Orchestra. 15 La Banda è stata diretta da illustri Maestri, quali Giuseppe Manente, Antonio D'Elia, insigne compositore e accademico di Santa Cecilia, Olivio Di Domenico, docente presso il Conservatorio di Roma, Fulvio Creux e Gino Bergamini. Dal 16 Aprile 2002, la Banda Musicale della Guardia di Finanza è diretta dal Maestro Tenente Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso. Leonardo Laserra Ingrosso, nato ad Avetrana, in provincia di Taranto, ha compiuto gli studi musicali contemporaneamente a quelli universitari, diplomandosi in Musica Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio “Gioacchino Rossini” di Pesaro, in Composizione presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, in Strumentazione per Banda e Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila. Dal 1991 al 1996 è stato docente di Composizione al Liceo Musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto. Vincitore del Concorso Nazionale per l’insegnamento di Armonia e Contrappunto nei Conservatori di Musica di Stato, nel 2002 diventa Maestro Direttore della Banda Musicale della Guardia di Finanza. È regolarmente invitato come giurato a importanti concorsi nazionali e internazionali. 16 Martedi 31 Luglio | MuSICA Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15 Fabio Biondi e Europa Galante Fabio Biondi, violino Andrea Rognoni, violino Antonio Fantinuoli, violoncello Giangiacomo Pinardi, tiorba Paola Poncet, cembalo “Apoteosi e Follia”: A.Vivaldi Sonata in re minore per due violini e basso "La Follia" F. Couperin Apoteosi di Corelli Grande Sonate en trio M.Mascitti Psyché Sonata per violino op.5 n.12 *** A. Corelli Sonata per violino e basso La Follia in re minore CPE Bach Sonata per due violino e basso "Sanguineus et Malencholicus" Europa Galante Europa Galante nasce nel 1990 dal desiderio del suo direttore artistico, Fabio Biondi di fondare un gruppo strumentale italiano per le interpretazioni, su strumenti d’epoca, del grande repertorio barocco e classico.L’ensemble ottiene un grande successo fin dalla pubblicazione del primo disco, dedicato alla produzione concertistica vivaldiana (Premio Cini di Venezia, Choc de la Musique in Francia). Negli anni seguenti il gruppo colleziona un’eccezionale lista di riconoscimenti: 5 Diapason d’Oro, Diapason d’Oro dell’anno in Francia, premio RTL, nomina Disco dell’anno in Spagna, Canada, Svezia, Francia e Finlandia, Prix du disque, tra i tanti altri.Da allora Europa Galante si è esibita nelle più importanti sale da concerto e teatri del mondo. In Italia collabora con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel recupero di opere vocali del ‘700 italiano. Nell’ambito di questa collaborazione, nel 2009 è stata inaugurata la stagione a Roma con l’Oratorio di A. Scarlatti “La Santissima Annunziata”.Europa Galante si è anche impegnata nella diffusione del repertorio scarlattiano, con numerosi Oratori e Opere tra le quali, in collaborazione con il Festival Scarlatti di Palermo, Massimo Puppieno, Il Trionfo dell’Onore, Carlo Re d’Alemagna e La Principessa Fedele. Nel 2002, Fabio Biondi ed Europa Galante hanno ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana per l’insieme dell’attività concertistica e per l’esecuzione del Trionfo dell’Onore. Di nuovo nel 2008 gli e' stato assegnato, insieme alla Compagnia Colla, il premio speciale Abbiati per Filemone e Bauci di Haydn, per l'originalità e il pregio della riscoperta di questo lavoro, che gli ha restituito il pieno splendore strumentale e vocale.Nel 2004 il Premio Scanno per la Musica è stato assegnato a 17 Fabio Biondi ed Europa Galante in considerazione dei meriti acquisiti da questa ensemble, che è diventato uno dei gruppi musicali più autorevoli in campo internazionale. Oltre alle numerose date europee, Europa Galante sarà negli Stati Uniti per una lunga tournèe di undici concerti con la Mezzo Soprano Vivica Genaux in sedi prestigiose quali la Walt Disney Hall e la Carnegie Hall. 18 Fabio Biondi Nato a Palermo, Fabio Biondi inizia la sua carriera internazionale all'età di dodici anni, con i primi concerti solistici. A sedici anni viene invitato al Musikverein di Vienna per interpretare i Concerti per violino di Bach. Da allora collabora quale primo violino con i più famosi ensembles specializzati nell'esecuzione di musica antica con strumenti e prassi esecutiva originali: la Cappella Real, Musica Antiqua Vienna, Il Seminario Musicale, La Chapelle Royale e i Musiciens du Louvre (sin dalla sua fondazione).Nel 1990 la svolta decisiva: fonda Europa Galante. Il suo sviluppo musicale orientato verso un repertorio universale, ma anche incline alla riscoperta di compositori oggi poco eseguiti, si direziona verso una letteratura che copre trecento anni di musica. La sua produzione discografica lo conferma. Accanto alle Quattro Stagioni vivaldiane, Concerti Grossi di Corelli o le Sonate di Schubert, Schumann o Bach, si evidenziano gli sforzi (in veste direttoriale) tesi alla riscoperta degli oratori, serenate e opere di Alessandro Scarlatti (La Messa di Natale, Clori, Dorino e Amore, Massimo Puppieno e Il trionfo dell'onore) alle opere di Haendel (Poro), come al repertorio violinistico del '700 italiano (Veracini, Vivaldi, Locatelli, Tartini).Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della perpetua ricerca dello stile, uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca del linguaggio originale. Questa inclinazione lo porta a collaborare in veste di solista e direttore con orchestre quali: l’Orchestra di Santa Cecilia a Roma, Orchestra da Camera di Rotterdam, l’Orchestra dell’Opera di Nizza, l’Orchestra dell’Opera di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra da Camera di Norvegia, Orchestra Mozarteum di Salisburgo, la Mahler Chamber Orchestra, etc. Nel 2009 ha diretto l'orchestra del Teatro la Fenice, presentando l'Agrippina di Haendel con un cast di grande rilievo.Fabio Biondi è diventato, da marzo del 2005, direttore stabile per la musica antica della Stavanger Symphony Orchestra.Nella stagione 2011/2012 Fabio Biondi dirigerà l’Orchestra della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale di Montpellier, così come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Ensemble Orchestral de Paris e la Tivoli Symphony Orchestra di Copenhagen. Dal 2011, Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Fabio Biondi suona un violino ‘Andrea Guarneri’ (Cremona,1686). Suona anche un violino ‘Carlo Ferdinando Gagliano’ del 1766, già appartenuto al suo Maestro Salvatore Cicero, e affettuosamente messo a disposizione dall’omonima fondazione. 19 cento volte più sensibile dei migliori telescopi attualmente in funzione. E-ELT amplierà enormemente la nostra conoscenza dell’astronomia permettendo, per esempio, la scoperta di nuovi pianeti extra-solari simili alla Terra, lo studio delle prime stelle e galassie, e la Martedì 31 luglio | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 “Aspettando Melancholia: ” la scienza introduce il cinema Incontro di divulgazione scientifica sui pianeti extra solari in collaborazione con l’Associazione culturale Estrellas y Planetas Perché “cinema e scienza”? L’incontro nasce dalla volontà di TAGLIACOZZOINFILM di offrire al suo pubblico un punto di vista scientifico che faccia da contrappunto agli scenari apocalittici - sfondo ideale per l’indagine di natura filosofica sulla condizione di solitudine connaturata dell’individuo - messi in scena nel film Melancholia di Lars von Trier, in programma mercoledì 1 agosto. L’intervento sarà curato dalla Dott.ssa Annalisa Calamida, membro dell’E-ELT Science Office, che illustrerà il progetto “E-ELT” e i suoi obbiettivi scientifici, con particolare riferimento alla ricerca di pianeti extra solari. Lo European Extremely Large Telescope (E-ELT) sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del mondo. Con un diametro di 39 metri, E-ELT sarà 20 misura diretta dell’espansione dell’universo. Un tale telescopio potrebbe in futuro rivoluzionare la nostra percezione dell’Universo, come fece il telescopio di Galileo 400 anni fa. Il progetto è portato avanti dallo European Southern Observatory (ESO), un’organizzazione inter- governativa europea per promuovere la scienza e la tecnologia nel campo astronomico. L’Associazione culturale Estrellas y Planetas di Montecompatri (Rm), si occupa dal 2009 di divulgazione della scienza con particolare riferimento all’astronomia antica e all’astrofisica contemporanea. Avvalendosi di uno staff altamente qualificato, costituito esclusivamente da professionisti della ricerca scientifica, l’associazione coordina ed organizza numerose attività; dal 2009 collabora alle attività didattiche e divulgative dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Roma, organizza programmi didattici in collaborazione con importanti Istituti Superiori di Roma, organizza eventi scientifici per i suoi associati. Inoltre dal 2010 è nata una stretta collaborazione con il Comune di Sante Marie (Aq), a pochissimi chilometri di distanza da Tagliacozzo, grazie alla quale sono già state realizzate numerose iniziative; fiore all’occhiello di questa collaborazione è il nuovissimo Mu.M.A. (Museo Multimediale di Astrofisica) allestito presso Palazzo Colelli a Sante Marie. Il museo è visitabile previa prenotazione da gruppi organizzati. Dalla prossima stagione scolastica si avvierà un incremento delle attività che prevedranno anche eventi notturni con vere osservazioni astronomiche guidate da astronomi di importanti centri di ricerca italiani e stranieri. Info: www.estrellasplanetas.org 21 Mercoledì 1 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Melancholia Danimarca, Svezia, Francia, Germania, 2011, 130 min rEGIA Lars von Trier SCENEGGIATURA Lars von Trier FOTOGRAFIA Manuel Alberto Claro MONTAGGIO Morten Højbjerg, Molly Marlene Stensgaard PRODUZIONE Zentropa Entertainments DISTRIBUZIONE Bim CAST Kirsten Dunst (Justine), Charlotte Gainsbourg (Claire), Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, John Hurt, Udo Kier SINOSSI Justine sposa Michael nella lussuosa residenza di sua sorella Claire. Proprio in quei giorni il gigantesco pianeta Melacholia si sta avvicinando alla Terra e sta per schiantarvisi contro. Mentre Justine cerca rifugio nella certezza del matrimonio per sfuggire al terrore della fine, Claire non si rassegna all’ineluttabilità della morte… ABOUT Melancholia è il film “gancio” della rassegna, 22 quello che ha suggerito che TAGLIACOZZOINFILM ruotasse attorno al binomio solitudine-partecipazione. La visione apocalittica rispetto alle sorti dell’umanità su questa Terra è per il regista danese, come lo era stato all’epoca, mutatis mutandis, per suoi celebri predecessori - dallo Stanley Kubrick di 2001: Odissea nello spazio (1968) al Ridley Scott di Blade Runner (1982), dove è il futuro in sé ad essere apocalittico - una prospettiva speciale per indagare una condizione umana di solitudine connaturata quanto più essa è calata nella rete delle relazioni sociali - borghesi, nel caso dei protagonisti della storia - in relazione ad un ambiente circostante naturale vivo e ben più capace rispetto all’individuo di accettare e lasciarsi attraversare, modificando se stesso, dal cambiamento, anche quando esso volge verso ciò che noi umani convenzionalmente chiamiamo “fine”. Con il suo spirito provocatorio, disturbing, e al tempo stesso profondamente sentimentale - “romantico” nell’ispirazione letteraria, musicale più classicamente tedesca ma ancor di più, dal punto di vista cinematografico, devotamente “viscontiana” che lo caratterizza - Lars von Trier propone un moderno affresco di apocalisse, con la sua particolare attenzione alla qualità femminile, espressa in particolare nelle finestre sull’animo rappresentate dalle due sorelle, Justine e Claire, specchio una dell’altra. Di fronte alla fine del mondo, la solitudine vissuta al limite della depressione di Justine (Kirsten Dunst) trova la sua dimensione ideale: il turbamento che sempre l’accompagna davanti a un infinito “leopardiano” si acquieta e ritrova un senso più umano di condivisione con l’altro. Tra i firmatari negli anni ’90 del manifesto del cinema DOGMA per un utilizzo nel cinema del digitale teso, al di là della finzione della messa in scena, alla rappresentazione delle possibili e diverse verità del contingente, von Trier anima l’ambiente naturale artefatto ma spietatamente autosufficiente che circonda le vite dei protagonisti reinterpretando l’immaginario pittorico, musicale, letterario di capolavori dell’arte - da John Everett Millais a Pieter Bruegel, da Richard Wagner a Caravaggio - traformandolo gradualmente in soggetto vivo, agente e dialogante con chi può finalmente ascoltarlo (Justine e il nipotino e, gradualmente, Claire). (Veronica Flora) FESTIVAL E PREMI Miglior film, migliori scenografie e miglior fotografia alla 24esima edizione degli European Film Awards, l’Oscar europeo Kirsten Dunst, miglior attrice al Festival di Cannes 2011 INTRODUCE IL FILM KATIA IPPASO (Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica teatrale, cinematografica e drammaturgia presso la Sapienza, Università di Roma) 23 Giovedì 2 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 1001 Irans Spagna, Italia, 2010, 42 min rEGIA Firouzeh Khosrovani FOTOGRAFIA Paolo Guglielmo Sulpasso (Rome), Mehran Tamadon (Paris), David Rengel Borreguero (Madrid), Ivan Bricio (Madrid), Lukas Seibel (Chicago), Marcos Ruisaba (Tenerife), Firouzeh Khosrovani (San Diego) MONTAGGIO Babak Karimi MUSICA Mohammad Reza Mortazavi SUONO Paolo Segat ABOUT “Sono iraniana”. Dodici anni fa, quando sono arrivata in Italia, non ero consapevole del peso di quest’identità, complessa, irriducibile: per me era semplice, come respirare il proprio nome senza chiederne il senso. Improvvisamente mi sono ritrovata a dover sostenere tutto il carico di essere figlia di tre decenni di Rivoluzione Islamica. Come se fossi il prodotto di questo sistema, come se fossi costretta a indossare una maschera di rappresentanza ufficiale; ma non avevo le conoscenze, né le intenzioni, né la capacità di far fronte a quelle domande serrate che mi chiedevano di 24 chiarire nero su bianco il senso di quell’Iran islamizzato e tanto minaccioso agli occhi degli occidentali. Potrei dire che sono state le tante reazioni e domande che mi sono state rivolte nel corso della mia permanenza, in Italia e in Europa, a far sorgere in me la coscienza di un’identità da definire volta per volta e difendere. Vedevo bene come nell’Italia di quegli anni l’Iran era soprattutto un attore politico, che, volente o nolente, ero chiamata a rappresentare in modo tanto netto da non lasciar spazio a ombra di dubbio: giudicavano il mio paese, ma ero io stessa a sentirmi giudicata in prima persona, come se non intercorresse nessuna differenza tra la mia identità personale e l’identità generica del paese da cui provenivo. L’immagine che ha l’occidente dell’Iran è il frutto delle notizie che diffondono i mass media internazionali, o del cinema iraniano: entrambi hanno contribuito ai luoghi comuni più ricorrenti. Se la Persia millenaria era lo scenario da mille e una notte con i tappeti volanti, i fasti imperiali, la parola Iran ormai è associata al nero dei chador, l’islam politicizzato, agli ayatollah, al governo teocratico, le scuole coraniche e la bomba atomica. Questi stereotipi e le contraddittorie affermazioni degli europei sul mio paese mi hanno suggerito la necessità di realizzare un film sull’immaginario pittoresco o grottesco che l’Iran d’oggi evoca in occidente; che in alcune occasioni si avvicina alla realtà, altre volte ne riflette frammenti parziali o addirittura se ne allontana, fino ad assurde fantasie. Il film raccoglie e confronta le differenti risposte spontanee all’affermazione d’identità “sono iraniana” oppure “sono persiana”. In vari paesi europei, il film intervista persone di diversa estrazione sociale e professionale - dal venditore ambulante al professore universitario. La prima domanda rivolta loro è che immagine associano alla parola Iran. Le loro reazioni variano dall’ammirazione per la ricchezza culturale (cinema, poesia, letteratura, patrimonio archeologico) alla disapprovazione per la censura sociale, la discriminazione sessuale e la repressione politica vista ad esempio durante le pacifiche manifestazioni del movimento “verde” dopo le contestate elezioni. Le voci raccolte nelle diverse lingue in cui si esprimono gli intervistati in Italia, Spagna, Gran Breta- gna e Francia, acquistano valore nell’alternarsi con le immagini selezionate. Rivoluzione, monarchia, guerra, paesaggi e vita quotidiana in Iran scorrono in foto e filmati che insieme illustrano e contrastano i giudizi espressi nelle interviste. Mille e un Iran, cerca di avvicinarsi all’Iran contemporaneo, un paese complesso di settanta milioni d’abitanti, con un profondo divario tra la società e la classe dirigente, che non rappresenta il comune sentire. Una realtà non riassumibile in visioni schematiche, parziali e monolitiche. (Firouzeh Khosrovani) INTRODUCE IL FILM BIANCA MARIA FILIPPINI (Professoressa di Letteratura Persiana, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema Iraniano) 25 Giovedì 2 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 una separazione Iran, 2011, 123 min rEGIA Asghar Farhadi SCENEGGIATURA Asghar Farhadi FOTOGRAFIA Mahmoud Kalari MONTAGGIO Hayedeh Safiyari PRODUZIONE Asghar Farhadi DISTRUBUZIONE Sacher Distribuzione CAST Peyman Moadi (Nader), Leila Hatami (Simin), Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh SINOSSI Nader e Simin hanno ottenuto il visto per lasciare l’Iran ma Nader si rifiuta di partire e lasciare il 26 padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere il divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh e, nel frattempo, torna a vivere da sua madre. Nader deve assumere una giovane donna, Razieh, che possa prendersi cura del padre mentre lui lavora, ma non sa che la donna, molto religiosa, non solo è incinta ma sta anche lavorando senza il permesso del marito. Ben presto Nader si troverà coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti, mentre la sua separazione va avanti e sua figlia deve scegliere da che parte stare e quale futuro avere... ABOUT C’è una paese sempre al centro dell’attenzione mondiale: l’Iran. E una ben nota censura, nel nostro caso cinematografica, che è solo uno dei tanti strumenti per mettere a tacere voci diverse, della politica come della cultura, come quella di Jafar Panahi, autore di film importanti come Il palloncino bianco (1995) e Il Cerchio (2000): otto ritratti di donne, otto storie di quotidiana sopravvivenza in una società estremamente codificata e punitiva per la condizione delle donne che stride con la magnificenza di un’eredità culturale antica come quella persiana e la vitalità della sua gente. Nei confronti di Panahi - condannato nel 2010 a 6 anni di reclusione, con la preclusione di poter dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno dell’Iran per 20 anni - Farhadi, autore di Una separazione, ha espresso, come moltissimi artisti a livello internazionale, solidarietà. Solidarietà a un uomo e a un popolo che annovera alcuni dei più grandi registi della storia del cinema mondiale: Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf e sua figlia Samira Makhmalbaf, Babak Payami, Bahman Ghobadi, l’illustratrice e regista Marjane Satrapi autrice dell’incantevole “Persepolis”, solo per citare i più noti. Asghar Farhadi conferma in questo film il talento già emerso in About Elly (2010) e un gusto particolare per la ricerca di una verità che, se anche esiste, non è mai una sola. Così, partendo dall’interrogativo di una ragazzina se scegliere di restare in Iran o se trasferirsi all’estero (distacco dalla propria terra solo “immaginato” nel film ma presente nelle sensazioni e nelle azioni dei protagonisti) Farhadi parla di altre storie di “separazione”, in cui i diversi muri più o meno virtuali eretti dalla società allontanano gli individui gli uni dagli altri, gli uomini dalle donne, i poveri dai ricchi, la legge dalla giustizia. Separazione che allontana dalla propria patria o, se vogliamo, nell’etimologia tedesca di heimat, dalla propria “matria”, in un gioco di parole che rivela il continuo oscillare della ragazzina protagonista tra la figura paterna e quella materna verso la formazione di una propria identità, nel contesto di un’universale incomunicabilità tra madre e figlia, schiacciate entrambe dal peso dei loro conflitti interiori, della condizione femminile in una società teocratica e maschilista, di cui è eccezione emblematica la figura umanissima del padre che si rivela più “femminile” di entrambe, nel loro continuo far ricorso alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni giorno. Una separazione è un film universale perché, sebbene profondamente calato nella realtà iraniana, parla per certi versi - per molti versi - anche del nostro paese, di noi. In un intreccio di questioni umane e sociali, private e comuni spiate da un buco della serratura neorealista. La sensazione di solitudine qui è fortissima, insita nel concetto stesso di “separazione”, che vede persone vicine non più in grado di ascoltarsi, di comunicare. Solitudine ancora più drammatica e angosciante perché palpabile rispetto alle istituzioni da un lato e alla religione dall’altro, in una società in cui regna un senso antico di comunità, solidarietà familiare, di quartiere, ecc. ma che non pare sufficiente a non far sentire l’individuo, persino una ragazzina, nelle sue scelte, completamente abbandonata a se stessa. Sola. FESTIVAL E PREMI Festival di Berlino 2011: Orso d’Oro: Miglior Film Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Femminile. Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Maschile, Ecumenical Jury Prize, Peace Award College Premio Oscar 2012 come Miglior film straniero XII Asiatica Film Mediale (Roma 12 - 22 ottobre 2011) film d’apertura INTRODUCE IL FILM BIANCA MARIA FILIPPINI (Professoressa di Letteratura Persiana, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema Iraniano) 27 Venerdi 3 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Guy Touvròn e I Flauti di Toscanini Direttore: Paolo Totti Tromba: Guy Touvròn Flauti in Do Luigi Rodorigo, Athena Picarelli, Silvia La Rocca, Martina De Longis, Annamaria Lanciani, Marcella Piccinini, Marco Bruni, Romana Rubeo, Laura D’Amico, Mauro Baiocchi, Fabrizia Urbani, Giselda Baratta, Eleonora Milana Flauti in Sol Lucrezia Cortilli, Marica Tirone, Simona Carbone, Emilio Incerto Flauti Bassi Giulia Cellini, Ida Paris Flauto Contrabbasso Francesca Grosso H. Roman G.Ph. Telemann J.S. Bach 28 Drottningholm Suite Allegro – Minuetto – Lento – Allegro – Minuetto Sonata da Concerto in Re Maggiore per Tromba e Orchestra TWV 41:3 Moderato – Largo – Vivace Aria sulla IV corda dalla Suite in Re Maggiore per Orchestra W.A. Mozart V. Bellini G. Veneri G. Rossini A. Piazzolla A. Marcello BWV 1068 Allegro dalla Serenata in Sol Maggiore per Archi KV525 ‘Eine Kleine Nachtmusik’ Sinfonia da ‘Norma’ Puffetto e Primavera dalla ‘Suite per Orchestra di Flauti’ Ouverture da ‘Il barbiere di Siviglia’ Violentango Concerto in do minore per Tromba e Orchestra Andante e Spiccato – Adagio – Presto Ensemble I Flauti di Toscanini Nata nell’ambito della Associazione Arturo Toscanini di Avezzano nel 2003, l’Orchestra ha svolto un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero (Tunisia, Spagna, Francia). Nel Maggio 2010 l’ensemble è ospite per un concerto presso il Conservatorio di Siviglia, che ha visto usare, prima orchestra in Italia, il flauto contrabbasso, commissionato e fatto costruire apposta dall’artigiano olandese Jelle Hogenhuis. Paolo Totti Nato a Roma nel 1972 ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio S. Cecilia di Roma. Ha suonato praticamente in tutte le formazioni previste nel repertorio del flauto traverso sotto l’egida della Comunità Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle Istituzioni nazionali più importanti in ambito musicale. Ha inciso quattro cd con repertorio in prima assoluta. Fondatore e Presidente da quindici anni della Associazione Culturale Arturo Toscanini, è istitutore e direttore dell’orchestra “I Flauti di Toscanini”, di cui cura tutte le trascrizioni. Docente di flauto traverso nella scuola media ad indirizzo musicale. Guy Touvron La passione, il rigore e la generosità sono le chiavi di volta della carriera di Guy Touvron. Dai grandi Premi internazionali (da 1971 a 1975) alle partecipazioni prestigiose effectuate oggi nel mondo intero, Guy Touvron è un artista perfetto, "completo" come lo descrive quello che fù il suo Maestro al Conservatorio Superiore di Musica di Parigi : Maurice ANDRE. Guy Touvron ha suonato con le più famose orchestre. Guy Touvron percorre il mondo dei festival : Lille, Prades (Francia), Lanaudière (Canada), Ansbach (Germania), Polllença (Sapgna), Stresa (Italia), Salisburgo (Austria), Montreux (Svizzera). Suona anche regolarmente in ASIA (7 tournée in Giappone), e negli Stati Uniti.... Ha inciso finora più di 75 dischi, e compiuto i 40 anni di carriera con oltre 3000 concerti. 29 Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI Teatro Talia, ore 17.00 La fiaba dei tre desideri ridicoli Compagnia la Mansarda Drammaturgia: Roberta Sandias Regia: Maurizio Azzurro Da una antica fiaba tedesca Musiche originali Maria Gabriella Marino Drammaturgia: Roberta SandiasRegia: Maurizio Azzurro Musiche originali: Maria Gabriella Marino Scene e Costumi: Ennio Ecuba e Veronica Netti Attori in scena: Maurizio Azzurro; Roberta Sandias Menzione speciale della Giuria al PREMIO RIBALTA 2007 Teatro Parioli- Roma Premio Miglior attore Festival Nazionale di teatro per ragazzi TEATRO PINOCCHIO 2007 IV EDIZIONE 30 Lo spettacolo è tratto da una antica fiaba popolare tedesca, dove protagonista è una coppia che vive ai margini del bosco, sbarcando il lunario in piccole faccende quotidiane dal sapore antico: tagliar legna, attingere acqua al pozzo e sbrigare mille altre attività rituali che scandiscono le loro giornate, sempre uguali. Due caratteri in contrapposizione: una moglie, Carlotta, allegra e solare, un marito, Gervaso, buio e brontolone: i due formano una coppia teatrale di sicuro impatto, che innesca continuamente contrasti e piccoli battibecchi, vorticose situazioni comiche e dialoghi serrati, dal vago sapore del teatro dell’assurdo, in una rappresentazione teatrale dal ritmo coinvolgente e di grande impatto comico. Nell’ambientazione e nella forte caratterizzazione dei personaggi ci si è ispirati alle atmosfere del Tingel Tangel di Karl Valentin, regalando allo spettacolo toni surreali e sopra le righe: una comicità fisica, oltre che verbale. Come in tutte le fiabe che si rispettino, c’è l’elemento magico: a rompere la quotidianità della coppia, accade un evento inaspettato: una vecchia maga, capitata nei pressi della loro bicocca un po’ per caso e un po’ per ventura, concede ad uno scettico Gervaso la possibilità di realizzare tre desideri… Cosa accadrà? Lo sviluppo imprevedibile della storia, che ha un finale inaspettato, lascia aperta una riflessione sul tema del desiderio e della sua realizzazione. L’allestimento della fiaba, è arricchito da momenti musicali e canzoni coinvolgenti. 31 Sabato 4 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Dell’ammazzare il maiale Italia, 2011, (cortometraggio di 7 min) IDEAzIonE e rEGIA Simone Massi RIPRESE Julia Gromskaya MUSICA Stefano Sasso con la consulenza di Larry Sider PRODUZIONE Production Simone Massi DISEGNI Pastelli a olio su carta - Bianco, nero e rosso 32 SINOSSI Mentre viene trascinato fuori dalla stalla il maiale ha modo di vedere il cielo e le cose del mondo ABOUT Con il suo tratto definitivo dalla memoria ancestrale, Simone Massi ci offre un piccolo teorema sulla vita e sulla morte in una realtà contadina dove la natura detta legge e la mano dell’uomo prova sempre a intervenire su di essa. Visioni e mise à l’abîme che molto hanno a che fare con la società contemporanea. (Veronica Flora) FESTIVAL E PREMI David di Donatello 2012 (Miglior cortometraggio) Sabato 4 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Cesare deve morire Italia, 2012, 76 min rEGIA Paolo e Vittorio Taviani REGIA DELLE SCENE TEATRALI Fabio Cavalli SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Saviani, con la collaborazione di Fabio Cavalli FOTOGRAFIA Simone Zampagni MONTAGGIO Roberto Perpignani MUSICA Giuliano Taviani, Carmelo Travia FONICI Benito Alchimede e Brando Mosca PRODUZIONE Kaos Cinematografica srl, in associazione con Stemal Entertainment srl, Le Talee, La Ribalta – Centro Studi E.M. Salerno; in collaborazione con Rai Cinema DISTRIBUZIONE Sacher Distribuzione CAST Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano (Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare), Antonio Frasca (Marcantonio), Juan Dario sonetti (Decio), Vittorio Parrella (Casca), Rosario Majorana (Metello), Vincenzo Gallo (Lucio), Francesco De Masi (Trebonio), Gennaro Solito (Cinna), Francesco Carusone (Indovino), Fabio Rizzato (Stratone), Maurilio Giaffreda (Ottavio) SINOSSI Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione di Giulio Cesare di Shakespeare ha fine fra gli applausi. Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati. Vengono scortati e chiusi nelle loro celle. Sei mesi prima il direttore del carcere e il regista teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto: Giulio Cesare. Prima tappa: i provini. Seconda tappa l’incontro col testo. Il linguaggio universale di Shakespeare aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi. Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco. Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è Giovanni che interpreta “Cesare”? Chi è Salvatore “Bruto”? Per quale colpa sono stati condannati? Il film non lo nasconde. Frasi scritte centinaia di anni fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva loro nel saggio del 1964 dal titolo “Shakespeare, nostro contemporaneo”. ABOUT Il carcere rappresenta nell’immaginario comune il luogo di solitudine per eccellenza. Aprendo le porte all’arte e alla cultura, i detenuti si trovano davanti agli occhi un temporaneo varco sulla vita, sul mondo, costruito su una ritrovata, diversa relazione con l’altro, sia esso il proprio compagno, il regista, il pubblico. Una ventata di vita racchiusa in un elaborato progetto artistico, quello della compagnia teatrale che opera nel carcere di Rebibbia, capace di mantenerne intatta l’autenticità, la complessità, la vertigine in un contesto carcerario generalmente monotono a tratti estraniante dove si lavora per la riabilitazione di individui che, 33 secondo la legge vigente, hanno compiuto reati che li hanno resi non più adatti alla vita nella società civile. L’arte come anche lo studio - nell’etimologia latina di studium, amore, passione - rappresentato in carcere dalle istituzioni scolastiche, universitarie, dalle iniziative delle associazioni di volontariato può certamente risvegliare sensi intorpiditi dalla condizione di costrizione di esseri umani reali, vivi nella maggior parte dei casi, come accade fuori, dotati di grande sensibilità, talento, intelligenza. Anche quando hanno scritto sulla propria condanna “fine pena: mai”. Nonostante la tematica e l’ambientazione, certamente non facile, e una messa in scena che si avvale di un bianco e nero capace di scavare magistralmente nei volti e nell’anima dei protagonisti, il film, come ha rilevato lo stesso Nanni Moretti che ne è il distributore, mantiene, complice probabilmente anche l’esperienza sul campo del regista Fabio Cavalli, una freschezza e una verità che spesso emanano le opere prime. Questo film, insieme a Pina di Wim Wenders, altra 34 pellicola che vedremo nella nostra rassegna lunedì 6 agosto, sottolinea la capacità del cinema di “leggere” e far vivere altre arti attraverso una diversa forma comunicativa, differenti strumenti creativi. Nella messa in scena del “Cesare” shakespeariano, non vi è solo l’immagine edificante di un gruppo di individui che fa teatro come terapia verso il cambiamento. Il Cesare di questi detenuti è un opera teatrale a tutti gli effetti, che porta in sé tutta la potenza della riflessione politica, sociale, umana dell’opera del Bardo. (Veronica Flora) FESTIVAL E PREMI Orso d’oro Festival di Berlino 2012 David di Donatello 2012 per Miglior film, Miglior regia, Miglior montaggio, Miglior fonico in presa diretta, Miglior produzione Nastri d’argento 2012 Premio per il Miglior cast INTRODUCE IL FILM SALVATORE STRIANO (Attore) Domenica 5 agosto | CInEMA Piazza dell’Obelisco, ore 18.00 Incontro con l’Autore: “La democrazia al cinema” di Giovanni rizzoni Il cinema può ancora oggi definirsi la più politica delle arti. Un film ben riuscito non ci trasmette solo emozioni, ma riesce spesso a sollevare, in forma coinvolgente e diretta - a volte con una sola, indimenticabile immagine - anche grandi questioni della politica contemporanea, facendoci riflettere sulle difficoltà del nostro stare insieme, sui labirinti del potere, sui dilemmi della democrazia. A questi temi è dedicato l’incontro con Giovanni Rizzoni, un autore che si è particolarmente dedicato al tema dei rapporti fra arti visive e cultura politica e giuridica. Partendo dagli spunti contenuti nel suo libro, La democrazia al cinema - i dilemmi del costituzionalismo in cinque film, Rizzoni discuterà con il pubblico alcune delle domande che pongono in questione il governo democratico contemporaneo: quali sono oggi le difficoltà della deliberazione pubblica? La democrazia partecipativa costituisce un’alternativa a quella rappresentativa? L’ampliamento delle forme di democrazia diretta è oggi finalmente possibile? Perché abbiamo bisogno di una Costituzione? Le immagini e le storie di alcuni grandi film - compresi quelli in programmazione nella rassegna TAGLIACOZZOINFILM - ci faranno da guida per esplorare le possibili risposte ad alcune di queste grandi domande. (Giovanni Rizzoni) GIOVANNI RIZZONI Insegna Comparative Constitutional Law alla Facoltà di scienze politiche dell’Università LUISS Guido Carli a Roma ed è consigliere parlamentare. E’ autore di numerose pubblicazioni in materia di diritto parlamentare e costituzionale. Ha partecipato in qualità di esperto a una serie di progetti di cooperazione promossi dell’OCSE e della Commissione europea per il sostegno e la valutazione di processi di riforma istituzionale e legislativa in paesi europei ed extraeuropei. 35 Domenica 5 Agosto | MuSICA Teatro Talia, ore 21.15 La serva padrona Santa Cecilia opera Studio Ensemble roma Sinfonietta Direttore: Fabio Maestri Regia: Cesare Scarton Intermezzo in due parti di Gennaro Antonio Federico Musica di Giovanni Battista Pergolesi (edizione critica di Fabio Maestri) Personaggi e Interpreti Serpina Damiana Mizzi, soprano Uberto Dario Ciotoli, baritono Vespone Nicola Ciulla, mimo Ensemble Roma Sinfonietta Violini: David Simonacci, Mervit Nesnas Viola: Lorenzo Rundo Violoncello: Marco Simonacci Contrabbasso: Marco Piccirillo Cembalo: Silvia Paparelli 36 SANTA CECILIA OPERA STUDIO L'iniziativa di istituire un programma di alto perfezionamento in canto lirico dedicato alla formazione professionale di giovani cantanti presso una struttura adeguata e funzionale nasce dall'esigenza di salvaguardare quanto resta di un patrimonio culturale straordinario, quello dell'Opera e del Belcanto, vero vanto della civiltà italiana dall'inizio del Seicento in poi, che corre il rischio di scomparire in tutto il mondo. La problematica situazione delle scuole di canto, non sempre in grado di assicurare ai giovani una preparazione soddisfacente, gli innumerevoli e spesso inutili concorsi, le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro, il non facile reperimento da parte dei teatri lirici di compagnie di canto adeguate, anche per opere di grande repertorio, sono dimostrazioni più che evidenti della gravità della crisi. Ciò nonostante, il nostro paese continua a essere meta di giovani artisti provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di una idonea preparazione. L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che vanta una illustre tradizione di corsi di alto perfezionamento in campo strumentale, ha raccolto questa sfida dando vita a Santa Cecilia Opera Studio, una scuola di canto di alto livello che mira a completare tutti gli aspetti della formazione professionale del cantante, da quelli più spiccatamente musicali e di tecnica vocale, a quelli della presenza scenica sul palcoscenico, della corretta dizione e della scelta del repertorio. L'intento è anche di sottrarre gli ar- tisti alle leggi di un mercato non di rado spietato nello sfruttamento dei giovani talenti, soprattutto nella delicata fase dell'avvio alla carriera professionale. Non ultimo dei problemi è infatti il prematuro logoramento dei mezzi vocali di molti pur dotati giovani a causa di scelte sbagliate di repertorio. Dalla prima sessione tenuta nel 2004, gli allievi effettivi di Santa Cecilia Opera Studio sono stati diverse centinaia, provenienti da ogni parte del mondo, molti dei quali hanno poi iniziato importanti carriere solistiche. Una parte fondamentale del percorso formativo di Santa Cecilia Opera Studio è infatti la creazione di concrete opportunità professionali, grazie alla programmazione di concerti e recital nel corso dell’anno, alla realizzazione di progetti di teatro musicale e alle numerose collaborazioni con teatri e festival in Italia e all’estero. L’attività di Santa Cecilia Opera Studio è resa possibile grazie al generoso contributo di Laurel Schwartz, che da anni sostiene e segue con passione e disinteressata attenzione lo sviluppo del progetto e la crescita dei tanti giovani che vi partecipano. Altrettanto importante è la collaborazione con la Fondazione Boris Christoff, che contribuisce alla realizzazione delle sessioni di studio e delle attività artistiche programmate nel corso dell'anno. Santa Cecilia Opera Studio beneficia inoltre del prezioso contributo di Infocamere, che da alcuni anni promuove la produzione di CD e DVD dei concerti e delle opere realizzate, e della Fondazione Ettore Paratore. Prosegue, infine, nella cornice dello splendido Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, la frut- tuosa collaborazione con il Reate Festival iniziata nel 2009 all'insegna del Belcanto. Grazie alla partecipazione al progetto europeo Euroclassical, di cui l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è membro, i concerti degli artisti di Santa Cecilia Opera Studio saranno fruibili sul sito www.classicalplanet.com. L’Ensemble Roma Sinfonietta si è costituito in seno all’Orchestra Roma Sinfonietta- che dal 1993 svolge un’intensa attività concertistica collaborando con i maggiori esponenti della musica per il cinema e non solo (Ennio Morricone, Nicola Piovani, Luis Bacalov, Quincey Jones, Roger Waters, Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Michael Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio e presso l ‘Università di Roma Tor Vergata - per approfondire e diffondere un repertorio raro. 37 Lunedì 6 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Pina Germania, 2011, 100 min rEGIA Wim Wenders SCENEGGIATURA Wim Wenders FOTOGRAFIA Hélène Louvart SCENOGRAFIA Péter Pabst COSTUMI Rolf Börzik, Marion Cito MONTAGGIO Toni Froschhammer MUSICA Thom Hanreich PRODUTTORE Gian-Piero Ringel, Wim Wenders DISTRIBUZIONE BiM Distribution CAST Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Bénédicte Billet, Ales Cucek, Clementine Deluy, Josephine Ann Endicott, Lutz Förster SINOSSI Il film è un tributo alla celebre coreografa tedesca Pina Bausch e alla sua compagnia di teatrodanza a Wuppertal. Il progetto inizia nel 2008 e prosegue anche dopo la morte di Pina Bausch, avvenuta nell’estate del 2009. ABOUT Pina è un film speciale per diversi motivi. È innan38 zitutto un’occasione per conoscere una delle figure più straordinarie della danza del Novecento, Pina Bausch; e farlo attraverso lo sguardo poetico di un grande cineasta, che ha saputo cogliere e rendere sullo schermo il senso più intimo del lavoro della coreografa tedesca, celebre per aver creato a partire dalla fine degli anni settanta un nuovo genere di danza, estraneo sia ai codici del balletto che a quelli della danza moderna di allora. Il progetto del film nasceva nel 1985 quando Wenders vide per la prima volta e in modo del tutto casuale la compagnia tedesca del Wuppertal Tanztheater in scena al teatro la Fenice di Venezia; fu un incontro travolgente fino alle lacrime con la potenza di un linguaggio del corpo che non immaginava minimamente fosse in grado di affascinarlo, tanto da cambiargli la vita - dice lo stesso Wenders - e portandolo a pensare addirittura che forse neanche tutta la storia del cinema gli avesse mai restituito tanta verità sulla vita. Per quanto scosso da quell’esperienza, il regista sentì di passare alla realizzazione del progetto solo dopo la scoperta della soluzione tecnologica del 3D, ossia dopo oltre vent’anni di amicizia fra i due artisti, anni in cui l’idea di fare un film insieme aveva iniziato a prendere forma concretizzandosi poi nel 2008 con la selezione del materiale su cui lavorare. Sono quattro le coreografie che Pina aveva scelto come base per il documentario - “Café Müller”, “Le Sacre du Printemps”, “Vollmond” e “Kontakthof” - e non a caso le prime due sono le stesse che Wenders vide quella volta a Venezia. Ma nel giugno 2009, a un passo dall’inizio delle riprese, la coreografa morì improvvisamente, lasciando nelle mani del regista e dei suoi danzatori la concezione dell’impianto drammaturgico del film. Il film è un ulteriore approfondimento da parte di Wenders dell’opera rivoluzionaria di Pina Bausch. Il regista, infatti, gira per intero le coreografie scelte, ma decide di imperniare la sua ricerca sugli assoli dei danzatori, e per costruirli adotta la stessa modalità della coreografa, probabilmente la chiave innovativa di tutto il suo lavoro, di rivolgere loro delle domande personali, chiedendo di rispondere con il solo movimento del corpo. Non mancano le voci dei danzatori, ma esse sono lasciate rigorosamente fuori campo mentre l’inquadratura fissa sul primo piano di ognuno ne analizza il ritratto. Quelle di Wenders sono domande su Pina ovviamente e gli assoli, dunque, costituiscono le risposte dei danzatori su di lei, sequenze di grande impatto emozionale, in cui certamente giocano un ruolo determinante la colonna sonora molto suggestiva e il serrato ritmo visivo dato dal contrasto delle ambientazioni. In uno sfondo di volta in volta industriale, naturale, metropolitano, teatrale in cui i corpi bauschiani in abiti da sera dall’inconfondibile eleganza lottano, desiderano, amano, esprimono gioia, ma anche dolore, comunicano insomma un’interiorità. La macchina da presa ne scruta il movimento in rapporto a uno spazio che per lo spettatore diviene avvolgente, realizzando quella compenetrazione fra linguaggio cinematografico e coreografico che è senza altro una delle cifre più caratteristiche di questo film. (Annamaria Corea) FESTIVAL E PREMI Deutscher Filmpreis 2011: Miglior documentario È stato inoltre presentato fuori concorso alla 61ª edizione del Festival Internazionale del cinema di Berlino il 13 febbraio 2011. In Italia è stato presentato nella sezione Eventi speciali della 6ª edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. INTRODUCE IL FILM ANNAMARIA COREA (Dottore di ricerca in “Tecnologie digitali e metodologie per la ricerca sullo spettacolo”, esperta di danza, Sapienza, Università di Roma) 39 Martedi 7 Agosto | TEATro Piazza Obelisco, ore 21.00 Mare al mattino reading con Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini Dal romanzo omonimo di Margaret Mazzantini Farid è un bambino libico, la sua casa è circondata dal deserto, il suo migliore amico è una gazzella che lo guarda teneramente. Quando tutto sembra perduto, la madre giovane e bella, Jamila, cerca di fuggire via mare su una piccola barca, insieme a molti altri, in cerca di libertà da una dittatura feroce. Farid non aveva mai visto il mare, questa grande, superficie blu che non mantiene la promessa di una nuova vita, diventando invece il loro carcere. Vito è un ragazzo siciliano che è cresciuto ascoltando le storie raccontate da sua madre e sua nonna, appartenenti alla comunità italiana che Gheddafi ha cacciato da Tripoli negli anni Settanta. Vito sta guardando lo stesso tratto di mare tra Italia e Libia, ma dalla spiaggia di un'isola sul lato opposto. Un racconto di toccante intensità, Mare al mattino affronta il tema universale della migrazione delle persone, il destino di coloro che diventano esiliati dalla loro case, dai parenti e dalle 40 radici, la violenza della guerra e della natura, la forza delle donne, quando si deve difendere il futuro dei loro figli, la speranza del genere umano per una vita migliore. Un'opera che conferma il talento di Margaret Mazzantini come scrittrice vicino al cuore dei lettori, che sa descrivere con il linguaggio terso della letteratura gli aspetti più oscuri della nostra presenza, con l'impegno di difendere il diritto di tutti gli esseri umani alla dignità e di rispettare e valorizzare il dovere di tutte le persone adulte di far crescere figli che siano felici. MARGARET MAZZANTINI E’ nata a Dublino in Irlanda dallo scrittore Carlo Mazzantini e la pittrice Anne Donnelly. Terza di quattro figlie vive l’infanzia in giro per l’Europa, in Spagna e a Tangeri, fino a stabilirsi a Tivoli, nella campagna alle porte di Roma. Frequenta l'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma dove si diploma nel 1982. A vent’anni debutta al Teatro Olimpico di Vicenza interpretando Ifigenia nell’omonima tragedia di Wolfgang Goethe e continua la sua formazione attraverso testi fondamentali, come Tre sorelle di Chechov al Teatro di Genova, Antigone di Sofocle al teatro Greco di Taormina con Turi Ferro, Mon Faust di Paul Valéry nel 1987 al Piccolo di Milano con Tino Carraro, Bambino di Susan Sontag e Praga Magica di Angelo Maria Ripellino al Festival dei due Mondi di Spoleto. Nel 1987 si sposa con l’attore Sergio Castellitto con cui inizierà anche un importante percorso artistico. Nel 1992 e 1993, con Castellitto, ha interpretato, fra l’altro, la fortunata pièce A piedi nudi nel parco di Neil Simon. Il suo esordio in letteratura è del 1994 con Il catino di zinco (Marsilio) che vince il Premio Selezione Campiello. Seguono Manola (Mondadori, 1999) e nel 2001 Non ti muovere (Mondadori) con cui vince nel 2002 il premio Strega e, tra gli altri, il premio Grinzane Cavour e il premio internazionale Zepter come miglior libro europeo. Non ti muovere è stato un caso editoriale da quasi due milioni di copie ed è stato tradotto in 35 paesi. Nel 2003 lavora a Zorro - un eremita sul marciapiede (Mondadori), un monologo teatrale interpretato da Sergio Castellitto. Nel novembre 2008, sempre per l’editore Mondadori, pubblica Venuto al mondo che vince il premio Campiello 2009 ed è in fase di preparazione il progetto di realizzazione del film. Nessuno si salva da solo, pubblicato da Mondadori nel 2011, è il suo ultimo romanzo. Attualmente vive a Roma con il marito e i loro quattro figli. SERGIO CASTELLITTO Attore , sceneggiatore e regista tra i più importanti del cinema italiano. Originario di Campobasso, frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Lavora in teatro con Luigi Squarzina e Aldo Trionfo. Inizia poi la sua carriera cinematografica come attore accanto a Marcello Mastroianni, segue poi il film “La famiglia” di Ettore Scola. Nel 1990 vince il David di Donatello come attore per il film di Carlo Vanzina “Tre colonne in cronaca”, e il premio Nastro d’argento per il ruolo interpretato nel film di F. Archibugi “Il grande cocomero”. Con “L’uomo delle stelle” di G. 42 Tornatore vince il secondo Nastro d’argento. Nel 2002 è protagonista del film di M. Bellocchio “L’ora di religione”. Come regista esordisce al cinema con il film “Libero burro” presentato alla Mostra di Venezia e nel 2004 dirige il film “Non ti muovere” tratto dall’omonimo romanzo della moglie Margaret da lui interpretato a fianco di Penelope Cruz. Acclamato dal pubblico e dalla critica il film, presentato al Festival di Cannes, vince numerosi premi, tra cui il David di Donatello a Penelope Cruz, il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, il Globo d’oro 2005 come miglior film e 5 Nastri d’argento 2005. Nel 2005 torna a lavorare con Bellocchio ed è protagonista nel film ”Il regista di matrimoni” presentato a Cannes (un certain renard) . Lavora poi nel film di Gianni Amelio “La stella che non c’è “ e nel 2008 è nella megaproduzione americana di “Le cronache di Narnia:Il principe Caspian”, secondo capitolo della fortunata serie. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia con il film di V.Terracciano “Tris di donne e abiti nuziali”. Attualmente sta lavorando all’uscita del suo prossimo film tratto dal romanzo di Margaret “Venuto al mondo”. Note a cura di Antonia Renzella Mercoledi 8 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Cargo zavorra Italia, 2010, 48 min Italia, 2012, 50 min FOTOGRAFIA Bruno Fundarò MONTAGGIO Dario Indelicato SUONO Alessandro Boscolo MUSICA Linda Maria Bongiovanni PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria Visual Art. In collaborazione con Associazione Culturale Bogotà CAST Il cast del documentario è composto dall’equipaggio della nave INDIGO POINT – PB TANKERS rEGIA Vincenzo Mineo FOTOGRAFIA Bruno Fundarò MONTAGGIO Dario Indelicato SUONO Alessandro Boscolo PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria Visual Art. In collaborazione con Associazione Culturale Bogotà CAST Il cast è composto dal personale e dagli anziani ospiti dei centri geriatrici di Trapani SINOSSI Spesso le persone anziane vivono in isolamento, ai margini di una condizione sociale e affettiva, e gli ospizi sono un grande aiuto in questo senso, perché offrono loro sostegno e cure, la possibilità di avere compagnia e conforto. FESTIVAL E PREMI Finalista David di Donatello – Documentari di lungometraggio 2012 rEGIA Vincenzo Mineo SINOSSI CARGO vuole rendere testimonianza non solo del lavoro svolto a bordo da ufficiali e marinai, ma vuole anche sentire le loro storie, le loro solitudini e i momenti di aggregazione, il tempo libero e i contatti con la terraferma. Tutto questo per far conoscere il piacere e le difficoltà di un lavoro svolto sul mare, su una nave che diventa anch’essa protagonista, un’isola in movimento vissuta da una eterogenea comunità-equipaggio in “isola-mento”, con le sue gerarchie e i suoi equilibri, con i suoi sogni e i suoi desideri. FESTIVAL E PREMI In concorso Documentari – David di Donatello 2010 43 Mercoledi 8 Agosto | DAnzA Piazza Obelisco, ore 21.15 In Mozart + Free Chocolate Love BTT - Balletto del Teatro di Torino Direttore: Loredana Furno In MozArT Musiche MICHAEL NYMAN da Drowning by Numbers FrEE CHoCoLATE LoVE Un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art Musiche DAVID SHEA + SCANNER Coreografie MATTEO LEVAGGI Danzatori Kristin Furnes, Manuela Maugeri, Viola Scaglione, Denis Bruno, Giuseppe Inga, Vito Pansini Luci, Fabio Sajiz Produzione Balletto Teatro di Torino Co-produzione Lavanderia a Vapore di Collegno 44 Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori del Balletto Teatro di Torino. La Michael Nyman Band debutta al National Thea- tre di Londra, eseguendo il famoso brano In Re Don Giovanni, in cui le prime 16 battute dall'Aria del Don Giovanni venivano smontate e riassemblate in una originale combinazione di musica classica occidentale, rock'n'roll e minimalismo. Da allora Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart nelle sue colonne sonore e nelle sue composizioni. Il primo è proprio quello della colonna sonora del film Drowning by Numbers di Peter Greenaway, una "esplorazione" delle qualità ritmiche, melodiche e armoniche che Nyman trovò così misteriosamente attraenti nel lento movimento della Sinfonia Concertante per violino e viola di Mozart. Ne nasce un pezzo musicale esplosivo, ricco di suoni e suggestioni, in cui far immergere una danza ben ancorata al vocabolario classico, come del resto è qui la musica, ma attraversata da un grande sentire contemporaneo. La seconda parte della serata riprende in una nuova forma, il primo lavoro coreografico di Levaggi per ensemble, ispirato al mito della Pop Art, Andy Warhol. Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica musica dell’americano David Shea e dell’inglese Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i ruoli, trascinando il pubblico in un vortice di danza e musica elettronica per giovani amanti (come gli autori stessi la defininiscono) e un mondo Glamour. Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole and me! 45 Giovedi 9 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Colours Bozen Brass Quintet In the Stone (Earth, Wind and Fire) La Vie en Rose (Edith Piaf) Sonate 3 in C Moll (Gottfried Finger) Schlagerparade (Potpourri) Duetto buffo di due gatti (Gioacchino Rossini) Von Fremden Ländern und Menschen (R. Schumann) *** Child's Anthem (Toto) Bad Girl (Jamiroquai) She's a Maniac (Michael Sembello) Billy Jean (M. Jackson) Time of my life (Bill Medley) Englishman in New York (Sting) Nocturne (F. Mendelssohn) Not Yet (Michel Camillo) I Bozen Brass sono un quintetto di ottoni che non si può classificare secondo le comuni categorie. Si potrebbero definire innanzitutto curiosi, i cinque sudtirolesi, e sempre pronti a sorprendere. 46 Norbert Fink al corno, Stefan Mahlknecht al trombone, Robert Neumair alla tromba, Toni Pichleralla tuba e Anton Ludwig Wilhalm alla tromba sono nel gruppo dal 2003, e da allora sono in cammino, insieme, verso traguardi alti e lontani.Basilare è la solida formazione musicale che sorregge ognuno dei componenti, acquisita presso le migliori istituzioni musicali in patria e all'estero, accompagnata da un'esperienza esecutiva multiforme, tra orchestre ed ensemble di respiro internazionale. Ulteriori importanti ingredienti sono l'amore per la musica e il puro piacere nel praticarla, che in qualità di insegnanti riescono pure a trasmettere bene ai loro allievi. Essi offrono agli ascoltatori un arco di proposte musicali davvero ricco, attraverso ogni epoca della storia della musica e passando per ogni stile. Venerdì 10 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Cadenas Italia, 2012, 60 min rEGIA Francesca Balbo SCENEGGIATURA Francesca Balbo FOTOGRAFIA Francesca Balbo e Andrea Turri MONTAGGIO Carlotta Cristiani e Bruno Oliviero MUSICA Dario Miranda SUONO Mirko Guerra, Alberto Gallo COORDINAMENTO DISTRIBUZIONE Antonietta Bruni PRODUTTORE Alessandro Borrelli PRODUZIONE La Sarraz Pictures srl Realizzato con il contributo del MiBAC - Direzione Generale per il Cinema-Film d’interesse culturale ABOUT In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu corre un treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde e rossa, le “guarda-barriera”. Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni. Bloccano il traffico al passare del treno, poche centinaia di chilometri di rotaie secondarie che in- crociano strade secondarie percorse da macchine, trattori, pecore e apecar. Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino fluorescente il macchinista tira una corda e alza il braccio per salutare. Il treno supera con un fischio la “guarda-barriera” e corre via nella polvere, scomparendo dietro una curva: uomini, macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari. Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e strette gole di montagna. Il film racconta queste donne, le “guarda-barriera” sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita, il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio della Ferrovia. Sono donne che, come molte altre donne nel mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse nell’attesa, circondate da una natura immobile, dove ogni elemento del progresso rappresenta una minaccia. FESTIVAL E PREMI Vincitore del Premio di sceneggiatura per il documentario “Solinas 2009” 47 Venerdi 10 Agosto|TEATro rAGAzzI Teatro Talia, ore 17.00 Piccolo piccolissimo grande grandissimo Compagnia Teatro dei Colori Per gli alunni grandi della scuola dell’infanzia e della scuola primaria Testo, spazio, regia: Gabriele Ciaccia da ‘Cipì’ di Mario Lodi Interpreti: Gabriele Ciaccia, Monica Di Bernardo, in collaborazione Valentina Ciaccia Diapositive :Giuseppe Pantaleo Suono - Luci: Roberto Santavicca Figure: Bartolomeo Giusti Musiche : Maria Rita Fracassi Produzione: Gabriella Montuori Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le difficoltà della natura, della città, la paura degli animali più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e scoprirà la libertà in un mondo che va tutto capito e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il 48 temporale sono grandi forze attraverso le quali si giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova. Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino alle nuvole, per diventare sempre più uniti per abbracciarsi e per amarsi, e stare fermi a guardare due stelle scese dal cielo che raccontano della notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e dal loro maestro, descrive gli avvenimenti scoperti nella natura, dove emergono esperienze che vivono parallelamente a quelle dei bambini. In questo processo di identificazione si scopre un po’ della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo si costruisce intorno a due attori-narratori che giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive, oggetti ingranditi dalle ombre, trasformando così lo spazio del racconto in un grande luogo immaginario. “Cipì” e stato scritto da un maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme ai suoi alunni, è uno dei classici della letteratura per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura dei bambini, per costruire una visione diversa del mondo. Associazione Teatro dei Colori Onlus L’Associazione TEATRO DEI COLORI Onlus, Centro di Ricerca e Pedagogia nello Spettacolo, nasce nel 1987 ad Avezzano, Presidente e Legale rappresentante la dott.sa Gabriella Montuori, Direttore Artistico il prof. Gabriele Ciaccia. Gode del riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo sin dal 1987 . Dal 1994 è socia AGIS (Associazione Generale Ita- liana Spettacolo) nell'ambito della Federazione dei Teatri d’Arte Contemporanea , sezione Associazione Nazionale delle Compagnie e delle Residenze di Innovazione Teatrale. Ha collaborato e collabora inoltre con Università, Accademie e Centri di ricerca. Svolge attività di tournèe e partecipa a festival e rassegne teatrali su tutto il territorio nazionale. L’ Associazione Teatro Dei Colori Onlus ha ottenuto il primo posto nell'ambito dell' Osservatorio Cri- tico dell' E.T.I. (Roma 1988) con lo spettacolo “Colori...immaginare l'immagine” , ed ha vinto il “Premio Ribalta” con lo spettacolo “Il mago dei Numeri” da H.M. Enzesberger. Ha realizzato con il F.S.E. POR Regione Abruzzo i Progetti di Alta formazione “Il gioco del teatro” e ”Dalle mani al teatro” nell’anno 2000; “Il corpo, l’oggetto, lo spazio” nell’anno 2002; “Spettacolo: creazione, progettazione, comunicazione” nel periodo 2007 – 2008. 49 Venerdi 10 Agosto | DAnzA Piazza Obelisco, ore 21.15 Eleonora Duse arte, passione e mito Astra roma Ballet di Diana Ferrara Coreografie: Sabrina Massignani Assistente IreneVincoletto Musica di G.Kremer, M.Richter, G.Fauré, E.Morricone, Hans Zimmer Ricerca e collaborazione letteraria di FILIPPO CABURLOTTO Sceneggiatura di FRANCESCA ANZALONE Costumi di LORENZA SAVOINI Direzione organizzativa ed artistica Diana Ferrara “l’arte è la vita” L’arte per Eleonora Duse, è indissolubilmente legata alla vita. Lo spettacolo vuole ripercorrere in modo emozionale la costante dicotomia e contraddittorietà sentimentale che ha caratterizzato l’intera vita della Divina, indissolubilmente legata al palcoscenico. Il balletto vuole quindi omaggiarla presentandola in momenti di forte coinvolgimento emozionale percorrendo tre aspetti suggeriti già nel titolo stesso, arte, passione e mito. L’arte è la vita. Eleonora Duse, simbolo indiscusso 50 del teatro moderno non è solo artista, ma capocomico, manager di una sua compagnia, musa ispiratrice e soggetto artistico, donna di grande tenacia e forti passioni ma contemporaneamente vittima e carnefice della sua stessa personalità. Le passioni. Donna dal temperamento passionale, dal grande coinvolgimento artistico si lega a uomini di cultura, di arte, di spettacolo. Si innamora dell’artista prima ancora che dell’uomo. Il mito. La vita per lei è palcoscenico, recitazione, finzione, illusione, personaggi. E’ la Divina, è la grande Eleonora Duse, la tragica, colei che ha cambiato il modo di recitare, la donna moderna, l’innovatrice, l’anticonformista. Interpreti: Eleonora Duse Beatrice Munarin e con Alexandra Ben Karaa, Aurora Licitra, Giulia Torri/ Agnese Zanetti, Tommaso Avezzano Comes, Elidon Zemblaku, Giorgio Iacono. Astra Roma Ballet La Compagnia ASTRA ROMA BALLET creata nel 1985 da Diana Ferrara, Prima Ballerina Etoile del Teatro dell’Opera di Roma e sostenuta in parte dal contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è formata da un gruppo di giovani danzatori in grado di affrontare i più diversi stili di danza. La freschezza e l’agilità del gruppo consentono di diffondere in maniera capillare lo spettacolo di danza, sia nelle grandi città italiane ed estere, che nei piccoli centri, avvicinando così il più vasto pubblico al balletto classico, al neoclassico e al contemporaneo. L’ASTRA ROMA BALLET ha ormai al suo attivo più di settecento rappresentazioni nei grandi teatri italiani, nelle rassegne, nei Festival, nonché all’estero: in Canadà, Stati Uniti, Senegal, Scozia, Germania, Svizzera, Tunisia, Marocco, Guatemala, Panama, Spagna, Siria, Corea, Ungheria, Cipro, Algeria. Ha lavorato con affermati coreografi come Luciano Cannito, Massimo D’Orazio, Marcia Plevin, Paolo Mohovic, Attila Silvester, Pieter van der Sloot, Alessandro Vigo, Loris Petrillo, Donella Bucca, Enrico Morelli, Daniela Megna, Veronica Frisotti, Roberto Sartori, Sabrina Massignani. Novità assoluta 2012 “ELEONORA DUSE, l’arte, la passione, il mito” coreografia di Sabrina Massignani. 51 Sabato 11 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Bakroman Italia, 90 minuti, 2010 rEGIA Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio SCENEGGIATURA Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio FOTOGRAFIA Gianluca De Serio MONTAGGIO Stefano Cravero SUONO Andrea Viali PRODUZIONE Alessando Borrelli - La Sarraz Pictures s.r.l.; in collaborazione con Kivanis International CAST Tasserè, Aziz, Omar, Sofie e i Ragazzi di Strada del “Sindacato” di Ouaga “Bakroman” è stato sostenuto da: Film Commission Torino Piemonte Piemonte Doc Film Fund (Fondo Regionale per il Documentario - Sviluppo Settembre 2009) SINOSSI In lingua moré (Burkina Faso) “bakroman” significa “ragazzo di strada”: nelle strade di Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) più di seicento ragazzi vivono senza niente da mangiare, né un tetto sotto cui dormire. Eppure, si sono uniti in un “sindacato”, per difen52 dere i propri diritti e coltivare le proprie speranze. Per poter uscire, un giorno, dalla strada. FESTIVAL E PREMI Premio Migliore Documentario Italiano – Torino Film Festival Gianluca e Massimiliano De Serio I loro cortometraggi hanno ottenuto candidature al Globo d’Oro e ai David di Donatello (2005 e 2006) e vinto tre Nastri d’Argento (2004, 2005, 2006). Il loro ultimo film SETTE OPERE DI MISERICORDIA (2011) con Roberto Herlitzka ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio della Giuria al Film Festival di Marrakech e diverse candidature ai Nastri d’argento 2012. SOLIDARIETA’ In occasione della proiezione di BAKROMAN nell’ambito di TAGLIACOZZOINFILM è prevista la possibilità di offrire un contributo per la causa del “Sindacato” dei Ragazzi di Strada di Ouaga attraverso l’Associazione Ajer con il Progetto BAKROMAN del CISV. http://www.cisvto.org/ Sabato 11 Agosto | TEATro Palazzo Ducale, ore 21.15 Fatto Teatro un foglio al mio pensiero vita di Petronilla Paolini Massimi, fra 3 stanze, sonetti e madrigali Associazione Musamoi Drammaturgia e regia: Maria Luisa Bigai da testi editi inediti e documenti storici Con Maria Luisa Bigai e Maria Teresa Pintus e Nicola Pisani (sax), Carlo Cimino (contrabbasso) Ricerca immagini e collaborazione alla drammaturgia Maria Teresa Pintus Ricerca musicale e musiche originali dal vivo di Nicola Pisani e Carlo Cimino Petronilla Paolini Massimi è innanzitutto una delle poche autrici del Settecento annoverate in tutte le più prestigiose antologie della letteratura Italiana. Ma leggendo le sue lettere, le testimonianze, gli atti processuali che hanno a che fare con la sua vicenda umana e personale - oltre che i suoi sonetti, i madrigali, i racconti e le pagine di cronaca- si scopre che Petronilla è soprattutto una donna straordinaria, piena di intelligenza, forza d'animo, di coraggio e determinazione. Sullo sfondo di una Roma Barocca che alterna violentissimi carnevali a castighi papali, Petronilla ha che fare con i più noti personaggi dell'epoca: dal Cardinale Altieri alla Regina Cristina di Svezia, dalla famiglia dei Massimi, a quella dei Colonna e vive una vicenda personale che sembra essa stessa un romanzo pieno di colpi di scena. In un' epoca di Papi sovrani, di nobili squattrinati ed ambiziosi secolo di menzogne, agguati e pubblico decoro, una Signora ebbe il gravissimo difetto di amare la letteratura.. Prodotto da Mùsamoi per il Festival di Mezzestate di Tagliacozzo (AQ), questo progetto restituisce voce e suono alla straordinaria vicenda di una donna che senza muovere in piedi gira il mondo e con la scrittura si salva la vita e diviene “Immortale”... 53 Il progetto di restituire voce e suono a queste vicende e ai versi di Petronilla, ha preso le mosse due anni orsono da un'idea di Lucia Bonifaci. Trovandosi per le mani i volumi di documenti e testi editi e inediti della scrittrice Petronilla Paolini Masimi, curati dall' associazione Marsiaverde, (col contributo della regione Abruzzo e il patrocinio del Comune di Tagliacozzo), come direttore artistico del Festival di Mezzestate di Tagliacozzo, ha sentito necessario valorizzare tanta significativa ricchezza, e promuovere la memoria ancor prima che il lustro di questa poetessa abruzzese che ebbe l'onore e il vanto di far parte dell'Arcadia e di varie prestigiose accademie letterarie, e venne riconosciuta già ai suoi tempi come una delle penne e delle personalità più significative di un'epoca. La vitalità e vivacità di questo personaggio scavalca i tempi e cerca lo spazio: Petronilla si racconta con tutta se stessa, entrando e uscendo dalla pagina e dal suo tempo, e cercando nel suono della voce, e nei ritmi del contemporaneo, un sentiero verso la propria identità più profonda. Per la realizzazione di questa serata si interseca la decennale collaborazione di Maria Luisa Bigai con Maria Teresa Pintus, apprezzata in tanti progetti e drammaturgie, in scena fra l'altro nell'ambito dell'Estate Romana (fra tutte: varie edizioni di PAXione a Fontanonestate), con la ricerca di Bigai tra parola e suono -dal melologo classico alle forme di ricerca contemporanea- che procede nella collaborazione con il compositore Nicola Pisani e il musicista Carlo Cimino. Maria Luisa Bigai Diploma e Perfezionamento in Recitazione presso Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" Roma. Diploma in Regia presso Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" Roma. Regista e drammaturga lavora in Teatro, con particolare attenzione alla scrittura femminile e ha allestito Opere classiche e contemporanee. La sua regia di L'Ultima Notte di Salomè presentata al Cafè La Mama di New York è stata scelta per The Best Plays Theater Yearbook di Jeffrey Eric Jen- 54 Musica di Stato (Pescara, Matera, Trento, e Cosenza, dove riveste l'inarico di coordinatore del dipartimento di canto e teatro musicale). Docente presso Università della Calabria nell'a.a. 2011/2012, con il modulo Musica e Poesia, per il corso Musica e Narrazione del DAMS. kins. Ha allestito e recitato in molti luoghi tra cui Roma, Milano, Parigi, Lisbona, Utrecht, New York. Ha lavorato per la RAI-radiotelevisione italiana, come attrice, regista, sceneggiatrice. Attrice è stata diretta da Luca Ronconi, Andrea Camilleri Duccio Tessari, Roberto Guicciardini. Docente per oltre dieci anni presso l’ Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma. Insegna Arte Scenica nei Conservatori di Maria Teresa Pintus Diretta da R.Guicciardini, Ugo Gregoretti, M.Panici, L.Damiani, Emanuela Giordano, Maria Inversi, Attilio Corsini, Bruno Maccallini, F.Staasch, Ennio Coltorti, Walter Pagliaro affronta classici (Eschilo, Aristofane, Moliere, Goldoni, Manzoni, Strindberg, F. Garcia Lorca) e testi contemporanei (Wesker, Ionesco, Eliot, N.Ginzburg, E.Vaime, R.Binosi Manfridi) e di autori emergenti italiani e stranieri tra cui Massini, Palladino, Fratus, Barbosa, Neilson. In televisione in varie fiction e per sei puntate a La Squadra , al cinema con L. Wertmuller, Luca e Marco Mazzieri, E.Giordano. Continua una ricerca sul rapporto tra parola e musica come autrice e regista in spettacoli come “Tosca e le altre”, “Don Giovanni”, “Beating” e l’istallazione video con voce e musica “Spiriti D’Acqua” collaborando con P.Cangialosi, Solis Quartet, Filippo Saccucci, Carlo Alberto Neri, Roberto Fabbriciani. Dal 2005 collabora con l'Accademia della Crusca di Firenze con lo spettacolo “Chi vuol esser lieto sia” con Paolo Poli, Virginio Gazzolo, Enrico Bonavera, Vincenzo Versari in varie città europee in collaborazione con gli istituti di cultura italiana all'estero. 55 Domenica 12 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Formato ridotto Libere riscritture di cinema amatoriale Italia, 2012, 52 min rEGIA realizzazione a cura di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi, Paolo Simoni MATERIALE VIDEO immagini Archivio Nazionale del Film di Famiglia in formato HD da 9,5mm, 16mm, 8mm, Super8 TESTI Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia, Wu Ming 2 ANIMAZIONE Luca Magi MONTAGGIO Claudio Giapponesi MUSICA Massimiliano Amatruda, Massimo Carozzi, Fabio Cimatti/Gruppo Yaezir SUONO Diego Schiavo PRODUTTORE un progetto di Home Movies – prodotto da Kiné Società Cooperativa in collaborazione con la Regione Emilia Romagna SINOSSI Un film collettivo che segna l’incontro tra Home Movies e un gruppo di celebri scrittori. Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Cle56 menti, Ugo Cornia e Wu Ming 2 hanno elaborato dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di sperimentare nuove tecniche narrative. Grazie ad approcci molto diversi tra loro in un’opera unica convergono cinque storie dagli esiti sorprendenti, singoli episodi di corta durata, di volta in volta trasfigurati in saggio, racconto, cronaca e divagazione. Forme del cinema documentario accomunate da una matrice comune: il variegato universo emiliano-romagnolo. SOLIDARIETA’ In occasione della proiezione di Formato Ridotto è prevista la possibilità di offrire un contributo che verrà devoluto da parte del Comune di Tagliacozzo alle zone dell’Emilia-Romagna colpite dal sisma. Domenica 12 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Il libro della giungla orchestra Sinfonica Abruzzese e Sergio Bustric Direttore: Marcello Bufalini Dal racconto di R. Kipling Libero adattamento scenico di Bustric (edizione: Broude Brothers, New York) W. A. Mozart G. Rossini G. Rossini Così fan tutte, Overture Il Barbiere di Siviglia, Sinfonia Il matrimonio segreto, Sinfonia L’Italiana in Algeri, Sinfonia *** Miklos Rozsa Il libro della Giungla D. Cimarosa ORCHESTRA SINFONICA ABRUZZESE L’ISA, che è una delle tredici Istituzioni Concertistico-Orchestrali Italiane riconosciute dallo Stato, attraverso la sua Orchestra ha aperto all’Abruzzo il repertorio sinfonico in anni in cui a quelle latitudini era possibile ascoltare soltanto orchestre d’importazione, nello stesso tempo costituendo un qualificato sbocco professionale per le generazione di strumentisti che via via venivano formandosi nei Conservatori abruzzesi. Le sue programmazioni, che spaziano dal tradizionale repertorio sinfonico alla musica contemporanea, fino a toccare generi di contaminazione e nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo podio direttori importanti come Riccardo Muti, Carlo Zecchi, Gianluigi Gelmetti, Bruno Aprea, Piero Bellugi, Donato Renzetti, Massimo Freccia, Nino Antonellini, Philippe Bender, Mario Gusella, Renè Klopfestein, Massimo De Bernard e tanti altri. Come si sono esibiti con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese artisti del valore internazionale di Vladimir Ashkenazy, Barbara Hendriks, Katia Ricciarelli, Milva, Renato Bruson, Placido Domingo, Carmela Remigio, Andrea Bocelli, Ivo Pogorelich, Salvatore Accardo, Uto Ughi, Milan Turcovic, Maurice André, Hermann Baumann, Nina Belina, Severino Gazzelloni, Enrico Rava, Rudolf Firkusny, Leonid Kogan, Pierre Amoyal, Bernard Soustrot, Paul Tortellier, Gabriel Tachinò, Stefano Grondona, Massimiliano Damerini, Michele Campanella, Bruno Canino, Maria Tipo, Jorge Demus, Mario Brunello, Sylvano Bussotti, Boris Petruschansky, Massimo Quarta, Pavel Berman. L’Orchestra ha inciso per numerose importanti case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon, Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed ha registrato per la RAI - Radio Televisione Italiana 57 numerose volte, comprendendo nei programmi prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi compositori contemporanei. Dall’ottobre 2009 solista principale è il maestro Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra della Fondazione Teatro alla Scala di Milano. Al maestro Vittorio Antonellini, direttore artistico 58 dell’ISA dalla fondazione, succede nell’incarico il maestro Ettore Pellegrino dal gennaio 2011. L’ISA si avvale della collaborazione del prof. Francesco Sanvitale in qualità di consulente per l’opera lirica e i programmi inerenti la vocalità. Direttore principale ospite è il maestro Marcello Bufalini. MARCELLO BUFALINI E’ nato a Roma. Dal suo debutto, nel 1994, con l’Orchestra Sinfonica di Graz, di cui fu subito nominato primo Direttore ospite, ha avuto inizio un'intensa attività internazionale, che lo ha visto frequente ospite di prestigiosi complessi come l'Orchestra della Suisse Romande, l'Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, l'Orchestra della Radio di Monaco di Baviera, la Mitteldeutsches Rundfunkorchester, l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra dell’Arena di Verona, la Tonkünstlerorchester e la Radio Symphonieorchester di Vienna e altre ancora, in sale come il Musikverein e il Konzerthaus di Vienna, il Grosses Festspielhaus di Salisburgo, il Gewandhaus di Lipsia. E’ docente di direzione d'orchestra al Conservatorio "A. Casella" dell'Aquila. Nel 2006, su commissione del pianista Roberto Prosseda, ha realizzato il completamento e la ricostruzione dell’inedito Concerto in mi minore per pianoforte e orchestra di Mendelssohn, che nel 2009 è stato registrato da Riccardo Chailly con l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia per la Decca (2009); oltre che a Lipsia, il Concerto è stato già eseguito nelle più importanti sale da concerto in Europa, Giappone, Canada. SERGIO BINI, in arte BUSTRIC Laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. Frequenta a Parigi la Scuola di Circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e quella di pantomima di Etienne Decroux e a Roma la Scuola di Roy Bosier. Poi un periodo di studi con Jon Strasberg dell’Actor Studio. Crea la compagnia teatrale la “Compagnia Bustric” con la quale scrive e interpreta spettacoli che mette in scena usando varie tecniche: dal gioco di prestigio, alla pantomima, al canto e alla recitazione, in un ritmo narrativo che riempie le sue storie di sorprese, di cose buffe e inattese. E’ un teatro “colorato e comico, a volte poetico, certamente unico”. Con i suoi spettacoli è stato in gran parte nei paesi Europei, e nel mondo: in Somalia, Cile, Argentina, Brasile, Uruguay, America del Nord, recitando in italiano, inglese e francese. Interpreta la parte dell’amico poeta “Ferruccio” di Benigni nel Film da Oscar “La Vita è bella” del 1999. Attore nei Films: “Quartiere”, di Silvano Agosti, “Marcellino Pane e Vino” di Comencini. “Il Mnemonista” Studio Azzurro, “Il Papa Buono” di Ricky Tognazzi. Personaggio, attore, intrattenitore e conduttore di alcuni programmi televisivi: “Lo Zio d’America” con Cristian De Sica, “Vita da Leoni” con Luca Barbareschi, “Questa casa non è un albergo” con Sabina Ciuffini, “Paese che vai” con Corrado Tedeschi e Licia Colò. Spot pubblicitari: Carne Montana, Estathè... e tanto, tanto altro. 59 Lunedì 13 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 “Dentro e fuori #occupyWallStreet: forme di partecipazione contemporanea tra nuovi media e cinema” Perché attualità e cinema? Perché il cinema, come forma d’arte, non può vivere senza affacciarsi alla vita, respirare gli eventi che muovono il mondo, e lasciarsi scuotere da essi, se non vuole rischiare di diventare un contenitore asfittico di storie artefatte. Quando si innalza poi alla forma straordinaria che sa assumere il cinema-documentario può diventare strumento fondamentale per cercare di indagare e interpretare la realtà, per aiutarci ad affrontare il futuro. “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” (epigrafe di autore sconosciuto incisa sull'architrave del portico del Teatro Massimo, Palermo) #OccupyWallStreet, (in italiano «occupiamo Wall Street») è un movimento di contestazione pacifica, nato per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario, che si è concretizzato in una serie di dimostrazioni nella città di New York presso Zuccotti Park. I partecipanti alla dimostrazione manifestano prin60 cipalmente contro l'inequità economica e sociale sviluppatasi a seguito della crisi economica mondiale, ispirandosi alle Proteste nel Nordafrica e Medio Oriente del 2010-2011, in particolare alle proteste tunisine. Dalla partenza a Puerta del Sol Madrid il 30 maggio 2011, al Cile il 13 giugno, fino all’approdo negli Stati Uniti, dove il 13 luglio furono chiamati all’azione su Twitter. Dimostrazioni simili si sono svolte in altre 70 città degli Stati Uniti e di seguito anche in Canada, Australia, Regno Unito a Londra ed in Italia. Se non all’azione, certamente all’ascolto, per cercare di percepire il battito sottostante il movimento degli “indignados” d’America, si è sentita chiamata una “creatura del web 2.0”: Claudia Vago, alias “Tigella”. Tra le voci più fresche e appassionate di quell’incontrollabile, complesso, fertile laboratorio di idee e scambio di conoscenze che è la rete, sarà lei a raccontarci la sua esperienza di testimone, attraverso tutti i suoi network - Tumblr, Flavors, blog, Facebook, Twitter, “sponsor” quest’ultimo della sua avventura americana - delle proteste internazionali. Come ha scritto L’Espresso, sul web, i suoi “cinguettii” sono spesso al centro delle cose. Anche Wired, la celebre rivista sulle “innovazioni che cambiano il mondo” ha inserito il suo Twitter tra i 50 che fanno tendenza. Insieme a lei, a raccontarci l’esperienza da “insider” di #OccupyWallStreet - fenomeno che rivela già nel nome, connotato da un “hashtag”, l’identità fortemente attraversata e caratterizzata dai nuovi media - uno degli organizzatori del movimento di Zuccotti Park, l’americano Shawn Carrié scrittore, attivista di OWS, esperto in comunicazione multimediale. Per spiegare il “movimento indignato” è stato scritto molto in tutti i giornali dell’Occidente, interpellati esperti, spediti inviati. Ad oggi non esiste un film, un documentario definitivo su #OccupyWallStreet. Ma tante voci diverse che cercano di raccontare questa grande espressione di volontà di partecipazione. Tra immagini video, testimonianze dirette e soprattutto tanti interrogativi, proviamo a parlarne insieme. A seguire, il film Leone D’Oro alla 31esima Mostra del Cinema di Venezia, La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), sulla difficile conquista della libertà e della identità individuale e di popolo. Claudia Vago Dopo gli studi in Storia dell’Arte e Storia del Cinema, sviluppa la propria presenza online attraverso canali e forme differenti di comunicazione, tutte con la stessa impronta originale e indipen- dente: Tigella. Opera nel settore della comunicazione turistica online, scrive per diverse testate di società, ambiente, politica, cultura…vita! Appassionata di informazione, si è specializzata nel ruolo di social media curator, in particolare su Twitter. Mobile journalist (l’informazione ha trovato nuove strade per viaggiare grazie a internet mobile, smartphone e tablet rendendo la realtà un territorio d’indagine molto più vasto e accessibile) esperta di crowdsourcing, ha discusso come relatore su temi come la mobilità, evoluzioni e prospettive di newsmaking e giornalismo partecipativo al Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia 2012. Tigella gli eventi prima li tocca davvero, poi li comunica: da OWS al Sud Sudan, da dove è appena tornata. L’ultimo progetto che ha coordinato è il sito internet yearinhashtag.com, una rassegna multimediale dei principali avvenimenti del 2011 attraverso tweet, foto e video circolati sui social media, lavoro che riconosce il ruolo svolto dal citizen journalism nel racconto dei fatti. Shawn Carrié E’ un attivista, scrittore, speaker, e specialista in comunicazione tecnologica interpersonale. E’ stato coinvolto nella rivolta #OccupyWallStreet dal settembre 2011, lavorando a stretto contatto con i gruppi di lavoro sui media, stampa, organizzazione, azione diretta. Ritiene che il recupero degli spazi pubblici per il consenso, la cultura e l’aiuto reciproco possa portare un mondo migliore costruito su una democrazia orizzontale e diretta. Non è un idealista. 61 Lunedì 13 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.45 La battaglia di Algeri ITALIA, ALGERIA, 1966,121 min rEGIA Gillo Pontecorvo SCENEGGIATURA Gillo Pontecorvo, Franco Solinas FOTOGRAFIA Marcello Gatti MONTAGGIO Mario Morra, Mario Serandrei PRODUTTORE Antonio Musu, Yacef Saadi MUSICA Ennio Morricone, Gillo Pontecorvo SCENOGRAFIA Sergio Canevari DISTRIBUZIONE CAST Brahim Hadjadj (Ali La Pointe), Jean Martin (Colonnello Philippe Mathieu), Yacef Saadi (Saari Kader), Samia Kerbash (una delle ragazze), Ugo Paletti (Capitano), Fusia El Kader (Halima), Mohamed Ben Kassen (Omar Yacef) SINOSSI Nell’ottobre 1957, mentre i paracadutisti del colonnello Mathieu rastrellano la Casbah, Ali La Pointe, uno dei capi della guerriglia algerina, rievoca il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte 62 di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi, le delazioni. Ali La Pointe è ucciso, ma tre anni dopo, in dicembre, il popolo algerino scende in piazza, proclamando la propria volontà di indipendenza. Rievocazione di taglio documentaristico sulla base di una solida sceneggiatura di Franco Solinas che, con forte coralità, mostra una guerra di popolo, spiegando anche le ragioni del “nemico”, i francesi. Leone d’oro a Venezia, il film ebbe vasta risonanza internazionale. Musica di Ennio Morricone e splendido bianconero scope di Marcello Gatti. FESTIVAL E PREMI Nastro d’argento al Miglior regista 31ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: Leone d’oro al Miglior film 3 Nomination al Premio Oscar per Film straniero, Regista e Sceneggiatura originale Lunedi 13 Agosto | MuSICA Chiostro di San Francesco, ore 21.15 Danilo rea Piano Solo Danilo Rea Trasferitosi a Roma sin da piccolo, consegue il diploma di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, debuttando nel 1975 nella musica jazz con il Trio di Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto). Si fa strada nell'ambiente jazzistico sino a suonare con alcuni tra i più grandi solisti statunitensi, come Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano. Nel 1989 partecipa al lavoro di Roberto De Simone, Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato al teatro San Carlo di Napoli per la direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno pubblica assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi. Nel 1997 dà vita, con il contrabbassista Enzo Pietropaoli e il batterista Fabrizio Sferra ai Doctor 3, un trio che da un decennio calca i più importanti palcoscenici del jazz italiani. Il suo disco The Tales of Doctor 3 viene premiato miglior disco di jazz italiano nel 1998, mentre il lavoro successivo The songs remain the same vince il titolo di miglior disco jazz di Musica&Dischi nel 1999. In Italia sono numerose le sue performance nell'ambito del pop, come pianista di fiducia di artisti quali Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele e come collaboratore, tra gli altri, di Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nel 2006 prende parte al Concerto per l'Europa, sull'isola di Ventotene, che lo vede protagonista assieme a Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov. Nella stagione 2007-2008 partecipa allo spettacolo Uomini in frac insieme ad altri musicisti come Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimì Ciaramella degli Avion Travel, Fabrizio Bosso, Furio Di Castri, Javier Girotto, Gianluca Petrella e Cristiano Calcagnile. Lo spettacolo è stato allestito per festeggiare i cinquant'anni di Nel blu dipinto di blu e per l'occasione il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico Modugno. Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi repertorio, sono apprezzate durante i concerti che tiene nelle tournée in giro per il mondo e durante i principali festival jazz. Nel 2009 è uno dei 70 artisti ospiti del doppio cd di Baglioni, Q.P.G.A., dove Rea suona il pianoforte nella canzone "Centocelle". Nel 2010 crea le musiche per lo spettacolo "Commedia" di e con Giorgio Barberio Corsetti. I video sono di Cristian Taraborrelli. Il 15 giugno del 2011, insieme a Paolo Damiani e Rashmi V. Bahtt, al crepuscolo, ha improvvisato un memorabile concerto sui tetti di Roma. l'intero incasso è stato devoluto ad Emergency, la ONLUS di Gino Strada 63 Danilo Rea 64 Martedì 14 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 Tahir Liberation Square Francia, Italia, 2011, 91 min rEGIA Stefano Savona FOTOGRAFIA Stefano Savona MONTAGGIO Penelope Bortoluzzi MONTAGGIO SUONA E MIX Jean Mallet PRODUTTORE Penelope Bortoluzzi e Marco Alessi COPRODUZIONE Picofilms e Dugong con la partecipazione di Rai 3, Alter Ego - Cécile Lestrade, Périphérie (Centre de création cinématographique) SINOSSI Cairo, febbraio 2011. Tahrir è un film scritto con i volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza. La prima cronaca in tempo reale della rivoluzione, a fianco dei suoi protagonisti. Uno spettacolo insieme tragico ed esaltante. Il racconto inedito e appassionato di una scoperta: la forza dirompente dell’agire in comune. Un ragazzo ferito alla testa si regge su un bastone davanti alle barricate della Piazza assediata; incita i compagni a continuare la lotta, li sprona ad andare là dove i mercenari di Mubarak stanno attaccando. Non grida, parla con la determinazione serena di chi si trova esattamente nel punto dove voleva essere e dove non avrebbe mai pensato di arrivare. Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani di poco più di vent’anni. Una settimana fa sono scesi a manifestare contro il regime di Mubarak e si sono ritrovati ad essere gli attori di una rivoluzione. Sono venuti da tutto l’Egitto, da Alessandria, da Luxor, da Suez. Occupano la Piazza notte e giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre migliaia di egiziani tutto quello che non hanno mai potuto dire apertamente. Le repressioni sanguinose del regime rinforzano la protesta; in Piazza Tahrir si resiste, si lotta, si impara a discutere e a lanciare pietre per difendersi, a inventare slogan e a curare i feriti, a sfidare l’esercito e a preservare il territorio appena conquistato: uno spazio di libertà, un centro di democrazia in cui si dorme poco, si discute di politica, si intavolano dibattiti con degli sconosciuti, ci si ubriaca di parole. Diciotto giorni in Piazza Tahrir cambiano la vita a tutti, ma soprattutto ai giovani che questa rivoluzione l’hanno iniziata uscendo dal mondo virtuale di facebook dove per la prima volta si erano riuniti. ABOUT E’ facile dire che in Egitto, dopo diversi mesi da quei giorni incredibili, è ancora tutto in sospeso, che la situazione è complessa e rischiosa, che siamo ancora lontani dal conseguimento dello scopo delle proteste e dell’avvento della democrazia. Le manifestazioni del resto continuano, i gio65 gono con gli altri. In questo senso, niente forse è mai stato più libero della Piazza Tahrir, in cui perfetti sconosciuti intavolavano lunghi dibattiti, in cui dopo 30 anni tutti potevano esprimersi e niente e nessuno poteva fermare questo flusso inarrestabile di parola. Il cinema documentario è il mezzo ideale per rendere conto della forza dirompente dell’azione collettiva: la letteratura o il giornalismo ne possono parlare in dettaglio, ma c’è qualcosa di sfuggente e effimero che solo il cinema può tentare di fissare, raccogliere. Quella di Tahrir non è solo una folla, sono persone che diventano tutte insieme consapevoli della loro forza, sono un gruppo che agisce all’unisono. “Una mano sola”, come dice uno dei tanti motti di questa Rivoluzione. (Stefano Savona) vani protagonisti del mio film scendono ancora in Piazza per far capire all’Esercito che non si sono riaddormentati. Ma quello che il mio film vuole comunicare è che un evento come questo lascia comunque una traccia indelebile e inalterabile; solo i mezzi cinematografici possono cogliere questo aspetto per forza di cose sfuggente, mostrando lo spettacolo entusiasmante di una rivoluzione e testimoniando della sua irreversibilità, qualunque cosa succeda dopo. Solo il cinema documentario può cogliere quegli istanti in cui appare allo stato più puro la libertà: quel senso di compiutezza che si annida nel dialogo, nelle relazioni che grazie alla parola si strin66 FESTIVAL E PREMI David di Donatello 2012 per il Miglior documentario Nastro d’argento 2012 per il Miglior documentario Martedi 14 Agosto | MuSICA Palazzo Ducale, ore 21.15 Anche il Bello deve morire! Simone Vallerotonda Tiorba e Chitarra spagnuola La consapevolezza barocca del disordine e dell'opacità del destino dell'uomo, trova nell'esasperazione della forma musicale e nella sperimentazione, la modalità espressiva più rappresentativa della caducità umana, del limite, della fusione dello Spirituale col Materiale. [cit. Nänie di F. Schiller] Bellerofonte Castaldi (1581-1649) Capricci a due stromenti, Modena, 1622 Tasteggio soave Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro IV d'intavolatura di Chitarone, Roma, 1640 Toccata II, Capona - Passacaglia Robert de Visée (1650-1725) Manuscript Vaudry de Sainzenay, Paris, 1699 Prelude - Les Sylvains - Menuet - La Monsernill rondeau Marin Marais (1656-1728) Livre IV de pièces de viole, Paris, 1717 Muzette - Le Badinage Robert de Visée (1650-1725) La Villanelle Francesco Corbetta (1615-1681) Varii capricii per la ghittara spagnuola, Milano, 1643 Folias Varii scherzi di sonate per la chitara spagnola, Bruxelles, 1648 Passacaglia per la X Francesco Corbetta (1615-1681) La Guitarre Royale, Parigi, 1674 Preludio - Caprice de chacone - Sarabande Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar, Mexico, 1730 Jacaras - Cumbees « Non si può dare alcuna regola oggettiva del gusto ». Così Immanuel Kant chiude il dibattito estetico nel 1790 nella sua Critica del Giudizio. Di fronte a tale asserzione potremmo superficialmente rimanere indifferenti e, anzi, non trovarvi nulla di nuovo, ma se andassimo in profondità, vi scorgeremmo una ricerca filosofica che affonda le sue radici nel Barocco. Non vi è infatti secolo più ricco, controverso, contraddittorio ed umano del Barocco. L'artista del '600 tende verso il Sublime, inteso come ciò che è al di là della forma, come tensione verso l'infinito, l'informe, l'inesauribile, partendo però dalla materia più bassa, comune, quotidiana. Da ciò nasce l'esigenza di stupire, di meravigliare con mezzi “umani” che aprono squarci sul “divino”. Questa continua spiritualizzazione del materiale e materializzazione dello spirituale, culla 67 l'uomo come se stesse seduto su un pendolo, che oscilla ogni volta qualche centimetro oltre la sua azione, oltre i suoi limiti. E proprio la rottura di tali limiti è ciò che distanzia dal passato, rimescolando i canoni classici del Rinascimento sotto nuove forme. Il non finito, l'intuizione, l'accostamento di elementi apparentemente distanti: queste sono le provocazioni e le sfide del Barocco, il quale ci porta in alto fino all'estasi, per ricordarci che siamo limitati, finiti, caduchi. Di fragil vetro è la nostra vita ché più si spezza allor, che più risplende e tal ricco di merci è sul mattin, che nudo erra la sera ai lidi intorno. Compagno è il precipizio a la salita e van quasi del par ruina e volo. a cura di Simone Vallerotonda SIMONE VALLEROTONDA Nato a Roma ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra moderna. Affascinato dalla musica antica ha intrapreso lo studio del liuto con Andrea Damiani al Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove si è diplomato col massimo dei voti. Ha successivamente conseguito il diploma di Master su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo dei voti presso la Staatliche Hochschule fur Musike di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand. Ha suonato in importanti rassegne concertistiche e presso prestigiose sale da concerto. Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti presso l'Università “Tor Vergata” di Roma e si è 68 specializzato in Estetica col massimo dei voti e la lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica e i Philosophes. Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione Solisti, al Concorso Nazionale di Musica Antica “Maurizio Pratola” (AQ) e vincitore, in formazione Duo B.L.U. ensemble, della selezione italiana REMA (Réseau Européen de Musique Ancienne). Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive quali: BBC, RAI, France Musique, Radio4, Radio Clara, Kulturradio, Radio Vaticana e ha inciso per Naïve, Amadeus, E Lucevan Le Stelle Records, Tesori Musicali di Roma. Collabora in qualità di solista e continuista con vari ensembles tra cui: Modo Antiquo, Cantar Lontano, Le Parlement de Musique, EUBO (European Baroque Orchestra), Academia Montis Regalis, Musica Antiqua Roma, Les Ambassadeurs, Soqquadro Italiano, Il Pomo D’Oro. Mercoledì 15 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Quasi amici Francia, 2011, 113 min rEGIA olivier nakache, Éric Toledano SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Éric Toledano FOTOGRAFIA Mathieu Vadepied SCENOGRAFIA Olivia Bloch-Lainé MONTAGGIO Dorian Rigal-Ansous MUSICA Ludovico Einaudi PRODUTTORE Quad Productions, Chaocorp, Gaumont DISTRIBUZIONE Medusa Film CAST François Cluzet, Omar Sy SINOSSI Quasi amici (Intouchables) è il secondo film di maggior successo francese di tutti i tempi (in numero di spettatori) al botteghino francese, dietro il film del 2008 Giù al nord. Il film racconta, celata dalla finzione, una storia vera: quella di Philippe Pozzo di Borgo (autore di Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, e del suo rapporto con Yasmin Abdel Sellou, suo aiuto domestico. La vita difficile di banlieu di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, cambia improvvisamente quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia, Driss non tiene a freno la sua personalità allegra e debordante. Diventa così l'elemento perturbatore di un ordine alto borghese fatto di regole e paletti. Il giovane riuscirà ad azzerare la distanza che lo divide dal suo capo, stringendo con lui un legame di sincera amicizia, che cambierà a entrambi la vita. ABOUT Dovremo abituarci. Dovremo abituarci a film sempre più abili e sempre più furbi. Tanto divertenti quanto lontani dalla nostra esperienza. Per nulla interessati a rendere più acuto il nostro sguardo, ma pronti a donarci meravigliose illusioni. Tra cui, felicità suprema, l’illusione della profondità. È il segreto di Benvenuti al Sud (e del suo modello francese) e ora del nuovo record d’incassi in Francia, Quasi amici (in originale, con più coraggio, Les intouchables). In America, dove la società è insieme più rigida e più aperta, film così se ne fanno da sempre. In Europa suonano nuovi. Certo, se un aristocratico di mezz’età ricchissimo, coltissimo, paralizzato dal collo in giù, assume come badante un giovane africano delle periferie poverissimo, simpaticissimo, ignorantissimo (almeno in termini di cultura ufficiale), lo schermo si accende di mille trovate, spesso irresistibili, e di mille metafore. Anche perché il buon Driss (l’impagabile Omar Sy) è energico, audace, disinibito, un Eddie Murphy o 69 un Will Smith di banlieue che per metà film fa scintille e per l’altra metà si adegua al programma: evacuare la realtà per venderci un sogno. Va bene divertirsi, ma si potrebbe essere più esigenti. Soprattutto avendo a che fare con una storia vera. (Fabio Ferzetti) 70 FESTIVAL E PREMI Premi César 2012: Miglior attore (Omar Sy) Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy) Tokyo International Film Festival 2011: Grand Prix al Miglior film, Premio per il Miglior attore (François Cluzet e Omar Sy) Giovedì 16 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 Diaz Italia, 2012, 120 min rEGIA Daniele Vicari SOGGETTO Daniele Vicari SCENEGGIATURA Daniele Vicari, Laura Paolucci PRODUZIONE Fandango, Le Pacte, Mandragora Movie. DISTRIBUZIONE Fandango FOTOGRAFIA Gherardo Gossi MONTAGGIO Benni Atria MUSICHE Teho Teardo SCENOGRAFIA Marta Maffucci COSTUMI Roberta Vecchi, Francesca Vecchi CAST Claudio Santamaria (Max Flamini), Jennifer Ulrich (Alma Koch), Elio Germano (Luca Gualtieri), Davide Iacopini (Marco) SINOSSI Diaz è il nome della scuola di Genova, diventata tristemente celebre nel luglio 2001 in occasione del Vertice G8. Il film narra l’intervento della polizia nella scuola Diaz di Genova, edificio in cui si trovavano i manifestanti contro il summit internazionale, nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001. Nelle dichiarazioni, Daniele Vicari racconta di aver lavorato alla ricostruzione dei fatti tenendosi strettamente vicino alle testimonianze e ai resoconti dei processi. Il film si sviluppa attraverso l’intreccio delle vicende di alcuni protagonisti. Il regista Vicari ha spiegato: “Dopo la sentenza di primo grado che assolveva i vertici della Polizia, con Domenico Procacci abbiamo avvertito l’urgenza di capire. Una volta letti gli articoli e visti tutti i documentari, ci siamo resi conto di quanto questo non bastasse. Serviva una chiave di lettura, qualcosa che fosse all’altezza dell’accaduto: la Diaz somiglia a un atto di guerra e come nelle guerre abbiamo rintracciato i destini incrociati e la pluralità delle esperienze”. ABOUT Tutta la concitazione, l’affanno, l’orrore del penultimo atto del G8, in un film ammirevole per ambizione produttiva, controllo del racconto, accuratezza dell’esecuzione. Tutto ciò che fino a ieri sapevamo dagli atti giudiziari, dalle inchieste e dai libri dedicati all’inferno della Diaz, travasato nelle immagini di un film espanso e corale che aggiorna la lezione della Battaglia di Algeri di Pontecorvo o di Z-L’orgia del potere di Costa-Gavras, all’epoca delle videocamere portatili, dell’informazione sempre più diffusa e sempre più controllata, delle verità così scioccanti da sfidare la rappresentazione. Perché è difficilissimo dare forma a tragedie come queste senza semplificare i fatti, ricattare lo spettatore, o viceversa addolcire i toni. E il potente J’accuse di Daniele Vicari è un’impresa senza 71 precedenti in Italia, anche se sarebbe stato impensabile senza i documentari di Francesca Comencini (Carlo Giuliani, ragazzo) di Carlo Bachschmidt (Black Block) e altri. Come in tutti i film-catastrofe una serie di personaggi molto diversi e ignari gli uni degli altri convergono verso il gorgo della tragedia. Sono giornalisti (Elio Germano), manifestanti italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, un sindacalista di mezz’età e un manager francese che si interessa di economia solidale (Renato Scarpa e Fabrizio Rongione), alla Diaz quasi per caso, alcuni black block, perché a Genova c’erano anche loro. Solo che qui il Fato si chiama polizia, governo, questura, e nulla accade per caso ma tutto viene pianificato e provocato, sfruttando le pieghe della legge (in presenza di un’aggressione, magari simulata, non serve il permesso del magistrato per ordinare una carica) e l’esasperazione dei poliziotti. Diaz non mostra (senza peraltro calcare la mano) solo i pestaggi, le umiliazioni, il sadismo, talvolta le torture subite da giovani inermi, ma insiste sulle manovre, le prove fabbricate ad arte, le armi e mo- 72 lotov introdotte nella Diaz dalla polizia, i dubbi di chi avrebbe voluto usare i lacrimogeni, i timidi e subito zittiti cenni di dissenso fra i poliziotti, i funzionari che dettano le verità ufficiali alla stampa, le divisioni e le ingenuità del movimento. E soprattutto non smette di interrogare e interrogarsi, esibendo i meccanismi del racconto. Com’è potuto accadere tutto questo? Cosa c’era dietro? Possibile che il Parlamento abbia respinto due volte la richiesta di una commissione d’inchiesta? Ci vuole coraggio per vedere Diaz. Ma ce ne voleva molto di più per farlo. (Fabio Ferzetti) FESTIVAL E PREMI La pellicola, presentata al 62º Festival internazionale del cinema di Berlino il 12 febbraio 2012 fuori concorso nella sezione “Berlinale Special” ha vinto il premio del pubblico della sezione Panorama. INTRODUCE IL FILM KATIA IPPASO (Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica teatrale, cinematografica e drammaturgia presso la Sapienza, Università di Roma) Venerdì 17 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 The Dark Side of The Sun Italia, 2011, 94 min rEGIA Carlo Shalom Hintermann REGIA ANIMAZIONE Lorenzo Ceccotti SCENEGGIATURA ANIMAZIONE Carlo Shalom Hintermann, Lorenzo Ceccotti, Bambini di Camp Sundown FOTOGRAFIA Giancarlo Leggeri MONTAGGIO Piero Lassandro MUSICA Mario Salvucci, Federico Pascucci/Errichetta Underground, “My Eyes Close” composta da Michael Cashmore cantata da Antony della band “Antony and the Johnsons” SUONO Giuseppe D’Amato PRODUZIONE Citrullo International e Rainbow, in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con NHK, DR TV, YLE, in associazione con Lorenzo Ceccotti, Michele Petochi, con il supporto del programma Media dell’Unione Europea DISTRIBUZIONE Film Transit CAST Rachel Shipton, Dan Mahar, Katie Mahar, Caren Mahar, Patrick Mahar, Mackenzie Valgardson, Shannon Valgardson, Dawson Valgardson, Christopher Soto, Meghan Elyse, Fatima Toumli, Hannah Watkoske, Kim Watkoske SINOSSI Per pochi bambini il sole è un nemico mortale. Una rara malattia, Xeroderma Pigmentosum, li costringe a vivere isolati, lontani dal mondo diurno dei loro coetanei. Questo non accade però a Camp Sundown, un campo estivo nello stato di New York creato dall’immaginazione e dalla tenacia dei loro genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo. Qui prende forma un universo rovesciato, colmo d’incanto. La vita di questa piccola comunità notturna si intreccia con i sogni che prendono forma nell’animazione, ideata dagli stessi bambini. Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio: vivere appieno la propria vita, nonostante la malattia. FESTIVAL E PREMI Menzione speciale Premio Solinas Documentario per il cinema 2009, in collaborazione con Apollo 11 29esimo SULMONACINEMA FILM FESTIVAL - Premio Soundtrack 73 Clarinetti: Alfonso Giancaterina, Antonio Di Vittorio Fagotti: Patrick De Ritis, Vincenzo Felicioni Corni: David Kanarek, Andrea Caretta Venerdi 17 Agosto | MuSICA Palazzo Ducale, ore 21.15 European Wind Soloists C. GOUNOD J. FRANCAIX ) ) Petite Symphonie Sette Danze sul balletto “Les Malheurs de Sophie” G. PUCCINI/M. MANGANI Tosca Fantasy P. MASCAGNI/M.MANGANI Cavalleria Rusticana *** Fantasie G.ROSSINI/M.MANGANI Sinfonia da “La Cenerentola” Flauti: Alessia Vall’Asta, Sacha De Ritis Oboi: Paolo Grazia, Giovanni Pantalone 74 Il gruppo di fiati European Wind Soloists nasce nel 1993 per volontà del M° Patrick De Ritis , I° fagotto dei Wiener Symphoniker. Dell’Ensemble fanno parte musicisti proveniente dalla “London Symphony”, “BBC”, “Wiener Symphoniker” e di altre importanti orchestre. Questo gruppo, formato da due oboi, due clarinetti, due fagotti, e due corni a cui si aggiungono a seconda del repertorio due flauti, contrabbasso e violoncello è nato per valorizzare e proporre un repertorio poco conosciuto che va da Mozart fino alla musica contemporanea passando per autori quali Dvorak, Schubert, R. Strauss. La capacità di fondersi in uno squisito equilibrio sonoro, la varietà e l’originalità del repertorio hanno permesso al gruppo di partecipare a numerose manifestazioni concertistiche riscuotendo ovunque successo di pubblico e di critica. ) Sabato 18 agosto | CInEMA Palazzo Ducale, ore 18.00 CorTIeGEnTILI rassegna di cortometraggi sull’Aquila dopo il 6 aprile 2009 CORTIeGENTILI è una piccola rassegna di cortometraggi realizzati da autori giovani, alcuni dei quali hanno già ottenuto riconoscimenti di rilievo, altri ancora nel pieno del proprio percorso formativo. Tutti con un unico intento: raccontare con le immagini alcuni punti di vista sulla vita nel capoluogo abruzzese dopo il terremoto dell’Aquila: sia nel primissimo periodo di stretta emergenza dopo l’immane tragedia, sia nei mesi, poi anni successivi, cercando di cogliere frammenti di una quotidianità nuova, tutta da reinventare, che fa necessariamente i conti con il ricordo di quella precedente il 6 aprile 2009. La città, le persone, gli equilibri spezzati e le nuove dinamiche umane, sociali che si sono venute a creare in una comunità che ha ritrovato, per causa di forza maggiore, un senso più profondo di sé legato alla propria terra, al carattere degli individui e a un forza tenera e gentile che, se anche piegata, non si spezzerà mai. CON LA PARTECIPAZIONE DI: MARCO INCAGNOLI Docente di tecnica della ripresa cinematografica e tv presso la Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Roma e di L’Aquila, ex docente de L’Accademia de L’Immagine fino al 2009 e docente nell’ambito di seminari e stage presso le Università di Roma, Perugia e Palermo. Operatore cinematografico dal 1968. E’ prevista la partecipazione di alcuni autori dei corti tra cui Enrico Maria Artale (I giganti dell’Aquila) e Diego La Chioma (L’essenziale è invisibile agli occhi). IMMoTA MAnET Italia, 2009, 10 minuti Realizzato dagli allievi del corso di regia del documentario dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila L’ESSEnzIALE E’ InVISIBILE AGLI oCCHI Italia, 2009, 12 minuti Realizzato dagli allievi dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila AnnA Italia, 2010, 17 min Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Abruzzo 75 LA CITTA’ VuoTA I GIGAnTI DELL’AQuILA Italia, 2011, 18 min Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Abruzzo Italia, 2010, 55 min REGIA Enrico Maria Artale MIrACoLo AQuILAno Italia, 2011,18 min Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Abruzzo Italia, 2010, 15 min REGIA Stefano Mutolo e Marco Iannini Lo STAzzo RINGRAZIAMENTI SPECIALI A: Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale di Cinematografia - Sede Abruzzo 76 Sabato 18 Agosto | TEATro Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15 notturno d' Autore un progetto di Federico Fiorenza e Antonia renzella Spettacolo itinerante per turni di spettatori ogni 25 minuti. Passeggiando nel centro storico di Tagliacozzo, da Piazza dell’Obelisco al Chiostro di S. Francesco, a Palazzo Ducale, gli spettatori, guidati dagli attori, percorreranno “a lume di candela” i vicoli del borgo, scoprendone gli scorci, gli anfratti misteriosi, gli angoli più caratteristici, seguendo un itinerario che li porterà a incontrare personaggi del teatro e della letteratura indimenticabili, figure eternamente inquiete, custodi di segreti inconfessabili, di rimorsi, di passioni indomite. Le loro anime si confesseranno allo spettatore di turno.. complice l’oscurità della notte! Il pubblico assiste allo spettacolo in gruppi di 30 spettatori ogni 20 minuti. Partenza gruppi da piazza Obelisco. Simone FALOPPA Prologo Le Guide Attore, regista, drammaturgo, una laurea in filoso- fia, specializzazioni in biomeccanica teatrale, mimo, teatro - movimento, frequenta “l’Ecole Jaques Lecocq” di Parigi, balletto classico, composizione coreografica e teatro danza, movimento scenico e canto leggero, commedia dell’arte, scuola arte drammatica “Vasil’ev” di Mosca. Ha lavorato in teatro con Pierpaolo Sepe, Giuseppe Marini, Marco Baliani. Ha vinto premi per le arti sceniche. Nel cinema e in tv è attore sotto la direzione di Riccardo Milani, Andrea Manni, Paolo Vari, Francesco Pavolini. In Notturno d’autore è il maestro di Cerimonie, l’attore che incontrerete per primo, quello che vi intrigherà rendendo piacevole l’ingresso in uno dei borghi più belli d’Italia affidandovi poi alle Guide. David GALLARELLO L’Inquisitore Diploma Accademia Nazionale S. D’Amico; attore e regista in vari spettacoli, con il Teatro Stabile d’Abruzzo in Love&Crash, è protagonista nel musical Mission, musiche di Ennio Morricone (nel ruolo che fu di Robert De Niro) nella prima mondiale a Seul. Attore in allestimenti con il Teatro Stabile di Genova, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro di Roma, accanto a Mario Scaccia. Già interprete dostoevskijano in Delitto e Castigo nel ruolo di Raskolnikov, qui nelle vesti dell’ Inquisitore, monologo tratto dal romanzo “I Fratelli Karamazov” in cui L’Inquisitore si reca a trovare Cristo tornato sulla terra dopo quindici secoli dalla sua morte. La regia è di Luciano Melchionna dallo spettacolo di successo Dignità Autonome di Prostituzione. 77 Valerio CAMELIN Ilaria FALINI Er fattaccio der vicolo der Moro Clitennestra Giovane attore si forma come interprete di primi ruoli shakespeariani e di testi contemporanei in diverse compagnie anche sperimentali. Nel 2011 debutta nel ruolo di Emone nell’Antigone con Luca Biagini e Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito in programmazione questa stagione. E’ un accanito occupante del Teatro Valle di Roma. Qui interpreta un celebre cavallo di battaglia di Gigi Proietti “Er fattaccio der vicolo der Moro” che l’autore Roberto Lerici scrisse in versi romaneschi ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto a Romanella celebre via trasteverina. E’ attrice in diversi allestimenti del Teatro Stabile dell’Umbria, nello spettacolo “La forma delle cose”, e in altri allestimenti shakespeariani. Partecipa alla Masterclass diretto da Luca Ronconi e frequenta i laboratori di Valerio Binasco e di Cristina Pezzoli. Ha avuto partecipazioni TV in “Carabinieri 2”, regia di R. Mertes; in cinema ne “Immaturi” regia P. Genovese e ne “ La Tassista” regia D.Sanchez. Ruolo di Ismene nell’Antigone regia di F. Vigorito. La vedrete in una Clitennestra modernamente riscritta da Marguerite Yourcenaur nel raccontare il cruento omicidio del marito Agamennone, tornato dalla guerra di Troia, reso celebre nella trilogia dell’Orestiade di Sofocle. Federica STEFANELLI Salomè Ha lavorato con diversi registi tra cui Peter Stein ne “ I Demoni” in un tour internazionale di grandi festival, con Emanuela Giordano ne “ Le Invisibili” prodotto dal TSA, con Luciano Melchionna è “ Giulietta” in Dignità autonome di Prostituzione, e ancora con registi come Mario Scaccia, Marco Mattolini, Adriana Martino e Renato Giordana. E’ Lady Anna nel Riccardo III° del Love&Crash del TSA, esperienze in cinema e televisione. In Notturno è nelle vesti della Salomè di Oscar Wilde, celebre per aver fatto tagliare la testa a Giovanni perché non ha voluto baciare la sua bellissima bocca. 78 Luigi PISANI Ettore Attore in cinema e in teatro, con straordinarie esperienze e un successo già consolidato. Con il Tsa in Love&Crash nel ruolo di Macbeth; interpreta uno dei protagonisti nel film sul Risorgimento di Mario Martone “Noi credevamo”; ricopre ruoli importanti negli sceneggiati per la TV con Massimo Ranieri nella Filumena Marturano e in Napoli Milionaria nella nuova edizione televisiva. Esperto docente PON in varie annualità. Protagonista di diversi Spot in TV. Qui è Ettore, personaggio mitico dell’Iliade di Omero, riproposta in chiave moderna nella riscrittura di Alessandro Baricco. Caroline PAGANI Hamletelia Attrice e drammaturga poliglotta. Laureata in Storia del teatro inglese e specializzata in drammaturgia e come attrice allo Stella Adler Studio of Acting di New York. Ha lavorato come attrice con Calixto Bieito, Peter Greenway, Davide Livermore, Teatro Stabile del Veneto. Hamletelia è la riscrittura dall’Amleto di Shakespeare dal punto di vista del fantasma di Ofelia che si risveglia in un cimitero dopo quattro secoli e rievoca tutti i personaggi del play, svelando retroscena sulla corte di Elsinore. Lo spettacolo ha vinto numerosi premi in Italia e all’estero. Sarà ospite alla prossima edizione del Fringe Festival di Edimburgo e Avignone Public off. Antonia RENZELLA non si sa come Ha debuttato in teatro con Giancarlo Sepe e la compagnia Catalana Els Comedians, ha lavorato in diverse produzioni del Tsa e con altri registi (Renato Giordano, Riccardo Vannuccini, Adriana Martino, Beppe Arena..) e ne “I Demoni” del regista Peter Stein. Laurea all’Università La Sapienza in Storia del Teatro. E’ nell’Antigone di Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito in scena questa stagione. Per la TV ha partecipato alla sitcom Colpi di Sole e a I Cesaroni. Qui presenta una parte tratta da una celebre opera di Luigi Pirandello “Non si sa come” in cui il protagonista dell’ opera racconta cosa accadde in un lontano pomeriggio assolato. Vi accompagneranno la voce e chitarra di: Miriam FORESTI e Augusto MARRA Nelle riletture da: Fëdor Dostoevskij, Roberto Lerici Oscar Wilde, Marguerite Yourcenar, Iliade di Alessandro Baricco, Shakespeare, Luigi Pirandello Miriam Foresti, nata a Roma ma di adozione aquilana, è una cantautrice ed interprete poliedrica. E’ reduce dal tour abruzzese ‘Viaggio sinfonico attraverso la canzone’ in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Lo scorso maggio è stata la voce solista nello spettacolo di e con Michele Placido, ‘Un incontro tra cinema e teatro’, con Davide Cavuti, in programma nella rassegna Aspettando Giffoni. Nel 2010 partecipa al programma televisivo Nuovi Talenti all’interno di Uno Mattina Estate andato in onda su Raiuno. Nel 2007 partecipa al tour italiano di Jekyll & Hyde, il musical con Giò Di Tonno e Simona Molinari prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo. Tra le voci dei Phonema Gospel Choir, lavora con Mario Biondi, e con leggende del blues come Bob Stroger, Jimmy Holden e Pippo Guarnera. 79 Domenica 19 Agosto | DAnzA Piazza Obelisco, ore 21.15 not(t)e di Tango Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini) Duo +2 Quartet FABIO BATTISTELLI clarinetto FABIO GEMMITI fisarmonica SANDRO GEMMITI pianoforte CLAUDIO CAMPADELLO contrabbasso R. Galliano F. Canaro A. Piazzolla A. Villoldo A. Piazzolla C. Gardel A. Piazzolla M. Mores A. Piazzolla Tango pour Claude La Milonga de Buenos Aires La muerte del angel Vuelvo al sur El Choclo Adios Nonino Pour una Cabeza Ave Maria Taquito militar Oblivion Libertango Una notte dedicata al miracolo del Tango Argentino.Una vertigine di musica e ballo vi accompagnerà nei sentieri più intimi dell'abbraccio....per sentire più forte il profumo dell'altro. La musica e il ballo per definire il profilo di un mito moderno dentro il quale è possibile ritrovare un 80 nostro gesto, una nostra tenerissima, in certi casi elementare, emozione. Tango e nostalgia, tango e donne, tango e amore, sudore, albe, penombre, fiori alle finestre e nuvole di fumo, sesso e tenerezze, lacrime e volgarità, coltelli e colombe infreddolite... Il tango è tutto questo, e soprattutto è Buenos Aires. Inscindibili tra loro, come sottolineava lo stesso Borges: "Si direbbe che senza i crepuscoli e le notti di Buenos Aires non possa nascere un tango, e che in cielo attende, noi argentini, l'idea platonica del tango, la sua forma universale...". Lunedi 20 agosto | CInEMA Piazzetta Tre Molini, ore 21.15 riso amaro Italia, 1949, 108 min rEGIA Giuseppe De Santis SCENEGGIATURA Corrado Alvaro, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli, Gianni Puccini FOTOGRAFIA Otello Martelli SCENOGRAFIA Carlo Egidi MONTAGGIO Gabriele Varriale MUSICA Armando Trovajoli, Goffredo Petrassi PRODUTTORE Dino De Laurentiis per Lux Film CAST Silvana Mangano (Silvana Meliga), Doris Dowling (Francesca), Vittorio Gassman (Walter Granata) SINOSSI Francesca, giovane cameriera d’albergo, istigata dal suo amante Walter, ruba la collana di una cliente. Fuggono entrambi, e Francesca si mescola alle mondine, che partono in treno. Nel dormitorio delle mondariso, Francesca viene derubata della collana da una compagna, Silvana. Sul luogo del lavoro giunge Walter, il quale avendo appreso che Silvana è presumibilmente in possesso della collana, la circuisce. Silvana non è insensibile alle at- tenzioni del lestofante e, abbandonato un sergente che l’ama, diviene l’amante di Walter, mentre il sergente fa la corte a Francesca, che si è pentita ormai del male fatto. Walter, avendo scoperto che la collana rubata è falsa, decide, per rifarsi, di rubare il riso accumulato nei magazzini come premio finale per le mondariso... Definito il capolavoro neorealista di De Santis, fu girato nelle campagne vercellesi, più precisamente nella Cascina Veneria (comune di Lignana) e nella Tenuta Selve (Salasco). ABOUT Steven Spielberg ha recentemente dichiarato che quando fa il professore di cinema, mostra agli allievi sempre lo stesso film, Riso amaro. E ha ragione: innanzitutto perché si tratta di un capolavoro, e poi perché all’inizio degli anni ‘50, proiettato negli USA, il film ottenne un grandissimo successo. Come nacque Riso amaro? Dal Neorealismo, senza dubbio, anche se il regista Giuseppe De Santis, nativo di Fondi, Ciociaria, non ha nulla a che vedere con Zavattini e De Sica. Un esempio per tutti, il divismo. Agli attori non professionisti, egli predilige le stelle dello schermo, lanciando in questo film una modella di nemmeno venti anni, di nome Silvana Mangano, al centro del firmamento del cinema. Riso amaro nacque una notte d’estate, alla stazione di Milano. De Santis sta rientrando in Italia da Parigi, quando si trova circondato da due con81 vogli ferroviari carichi di ragazze, le mondariso, che cantano e gridano senza sosta. Ne resta affascinato. Assieme a Carlo Lizzani, De Santis si reca subito in Piemonte a svolgere un’inchiesta sul fenomeno della raccolta del riso, e da lì viene scritto il soggetto, da cui poi è realizzato il film. Riso amaro, anno 1948, sembra davvero girato da Steven Spielberg, magari con la collaborazione di Orson Welles. Film di personaggi - per questo servono i grandi attori, che la macchina da presa mette al centro della scena - e al tempo stesso film di luoghi, che l’occhio di De Santis trasfigura in dimensioni epiche, colossali, pur mantenendo la genuinità dello spazio e la sincerità dell’ambiente. La comunità, variopinta e conflittuale, delle mondariso, è filmata dal comunista De Santis come si trattasse di un western, una “sfida all’O.K. Corral”: fattorie, capanni, treni, mura di cinta, pianure allagate, boschi, il paesaggio è un paesaggio di frontiera, in cui gli eroi, quelli del bene e quelli del male, si fronteggiano e combattono la battaglia del futuro. De Santis, infatti, innesta nel neorealismo ciò che al neorealismo di De Sica e Visconti riesce difficile raccontare: il futuro. Il futuro è nel popolo, che la civiltà moderna incipiente sta trasformando in massa. Riso amaro racconta questa frontiera: le mondine, ultime amazzoni del mondo contadino, masticano chewing gum, ascoltano musica americana, leggono i fotoromanzi di Grand Hotel. Il futuro è la frontiera tra una cultura popolare, antica e forte, e una cultura di massa, nuovissima e forse più forte ancora. De Santis individua qui il centro della contraddizione, lo spartiacque tra ciò 82 che è e quello che sarà, e vi proietta la sua cinepresa come il cow-boy fa volteggiare il lazo sopra il cappello. Successo straordinario di pubblico. Quello che purtroppo mancò a tanti altri capolavori della breve stagione neorealista. (Flavio De Bernardinis) FESTIVAL E PREMI Presentato in concorso al 3º Festival di Cannes Nomination all’Oscar nel 1951, per “Miglior soggetto” INTRODUCE IL FILM FLAVIO DE BERNARDINIS (Docente di Storia del cinema presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, sedi di Roma e L’Aquila, scrittore, regista) 28° FESTIVAL InTErnAzIonALE DI MEzzA ESTATE 26 luglio - 20 agosto 2012 TAGLIACOZZO Comune di Tagliacozzo Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Abruzzo Provincia dell’Aquila Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila Micron Foundation I Marsi Centro Commerciale Banca di Credito Cooperativo di Roma Banca dell'Adriatico Accademia Nazionale di Santa Cecilia Fondazione Santa Cecilia Opera Studio Cantina del Fucino Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema - Centro Sperimentale di Cinematografia In collaborazione con il Dipartimento di Storia dell'Arte e Spettacolo, Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza, Università di Roma Il Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo è socio di ItaliaFestival (Agis) e di European Festivals Association (EFA). Per TAGLIACOZZOINFILM è stata stipulata la convenzione JOBSOUL con la Sapienza, Università di Roma. Direzione Artistica Lucia Bonifaci Giuseppe Berardini Gabriele Ciaccia Curatore Artistico TAGLIACOZZOINFILM Veronica Flora Responsabile Premio Musicale Città di Tagliacozzo Andrea Caretta Organizzazione Associazione Amici del Festival di Mezza Estate Tel./Fax 0863.66715 [email protected] www.amicidelfestival.it Progetto Grafico ATLANTIDE Design & Comunicazione P.zza Obelisco, 1 - 67069 Tagliacozzo (AQ) [email protected] | www.atlantide-design.it Video di Marco Di Gennaro Logo di Alessandro Asci 83 Informazioni TELEFONO 0863.614203 328.3261778 Comune di Tagliacozzo Carlo De Sanctis EMAIL [email protected] [email protected] WEB www.comune.tagliacozzo.aq.it www.tagliacozzoturismo.it Tagliacozzoinfilm TELEFONO 388.6121726 Veronica Flora EMAIL tagliacozzoinfi[email protected] WEB www.tagliacozzoturismo.it/cinema TWITTER twitter.com/tagliacozinfilm www.tagliacozzoturismo.it Il video di presentazione del Festival è disponibile su YouTube all’indirizzo http://youtu.be/61HGyrbsSsc 84 Stampato nel mese di Luglio 2012