Conservatorio di Musica Domenico Cimarosa di Avellino Istituto Superiore di Studi Musicali Pr ese n ta ContaminazioniJazz II Edizione 3/6 Luglio 2013 Auditorium del Conservatorio “D.Cimarosa” www.conservatoriocimarosa.org Tra le arti nobili che ogni popolo possiede, c’è sicuramente la musica. Essa è capace di visualizzare immagini senza dipingere, di raccontare storie senza parlare, di lanciare un urlo di dolore senza piangere, ma anche di far sorridere, di far danzare, di aggregare. Un grande risultato ottenuto dalla comunicazione moderna è quello di aver consentito, a chiunque, di poter accedere alle fonti culturali più disparate, traendone spunto di riflessione. Di conseguenza, diventa sempre più usuale la possibilità di ascoltare musiche interetniche che rivelano nuove sensazioni in una fusione vera e propria di culture, oltre che di tecniche e di strutture. Non va assolutamente dimenticato che è proprio dalle contaminazioni, dagli incontri di culture lontane, che sono nati momenti espressivi di assoluta grandezza in alcuni casi sfociati, addirittura, in un nuovo genere musicale, come per il jazz. Ma la cultura musicale di un popolo muta con il mutarsi del popolo stesso, ne segue e ne rappresenta ogni aspetto che, infine, prende corpo attraverso i ritmi, le scale,gli impasti sonori compositivi ed improvvisativi. Un incontro musicale tra popoli, tra culture, è, quindi, un modo per creare una grande opportunità di scambio, di crescita e di diffusione delle proprie identità culturali che va affrontato nell’ottica del superamento e dell’integrazione delle “barriere delle frontiere” culturali, per dar vita ad un percorso comune. Un viaggio artistico e, dunque, spirituale, colmo di sorprese, le cui coordinate creativo- espressive navigano tra globalità, storicità, contemporaneità, multiculturalità, multimedialità, per una più intensa, cosciente e vibrante umanità. Pino Jodice Conservatorio di Musica “Domenico Cimarosa” di Avellino Istituto Superiore di Studi Musicali Il Presidente Nicola Battista Presentano Il Direttore Carmine Santaniello ContaminazioniJazz Rassegna di Concerti e Seminari a cura della classe di Jazz del Conservatorio “Domenico Cimarosa di Avellino II Edizione 3/6 Luglio 2013 Auditorium del Conservatorio “D.Cimarosa” Direzione Artistica Pino Jodice Coordinamento: M° Carmelo Columbro Addetto Stampa: Eleonora Davide Progetto grafico: Pino Finizio Il “Jazz Rock” ( chiamato anche “Fusion” ) è un genere musicale emerso alla fine degli anni '60 e primi anni '70 che combina elementi di Jazz, Rock e Funk. Questo stile coniuga stilemi tipici del Jazz ad una strumentazione tipicamente Rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo. Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di Frank Zappa (1969) e i due dischi In a Silent Way (1969) ed il doppio album Bitches Brew (1970) di Miles Davis. Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di Wayne Shorter e del tastierista austriaco Joe Zawinul, band fondata in Australia nel 1969 anche se è ancora caratterizzata da un jazz-rock ibrido. Ma a definire nel modo migliore il termine "fusion" è il celebre Spectrum di Billy Cobham considerato pioniere poiché è il primo album fusion con un chitarrista rock, Tommy Bolin. A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista francese Jean Luc Ponty, gli inglesi, ex Canterburiani, Soft Machine e i giapponesi Casiopea; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz. Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i raffinati The Crusaders (celebre la loro Street Life), il tastierista brasiliano Eumir Deodato, già attivo da diversi anni con un jazz (bossa) rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento, l'americano Jeff Lorber, influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l'adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico. All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile. Molte le formazioni che si sono cimentate con questo genere, sia capeggiate da nomi famosi come gli Headhunters di Herbie Hancock, i Tribal Tech di Scott Henderson e Gary Willis, Chick Corea (con i Return to Forever e la Elektric Band), John McLaughlin e la sua Mahavishnu Orchestra, sia completamente nuove, come gli Yellowjackets, Spyro Gyra, Uzeb, Steps Ahead, Chuck Mangione, e poi altri musicisti che tra collaborazioni e esperienze da leader hanno reso popolare una branca importante della musica jazz, tra i quali vanno senz'altro ricordati Pat Metheny, Mike Stern, John Scofield, Frank Gambale, Marcus Miller e Allan Holdsworth. A molti di questi musicisti si deve il merito di aver saputo ricondurre questa forma più moderna e commerciale del jazz allo spirito iniziale, salvandolo da una certa banalizzazione e riconferendogli una dignità strumentale e compositiva più autenticamente jazz. Tant'è vero che in taluni casi si parla più propriamente di jazz fusion. Rocco Zifarelli è oggi una eccellenza italiana nel mondo in questo genere. 3 Luglio 2013 ore 19.30 Esibizione allievi della classe di Jazz Cimarosa Jazz Ensemble I Pellegrino Lionetti / Sax Alto Michele Greco / Sax Tenore Marco Lace / Pianoforte Andrea Gaita / Chitarra Ciro Di Lorenzo / Basso elettrico Giuseppe Polcaro / Batteria Giovanni Di Benedetto / Batteria Cantalupe Island (H.Hancock) Mercy Mercy Mercy (C. Adderley) Watermelon Man (H.Hancock) The Chicken (J.Pastorius) Cimarosa Jazz Ensemble II Franco Forino / Sax Tenore e Soprano Andrea Esposito / Violino Gabriele Grifa / Chitarra Bruno Salicone / Piano Antonio De Luise / Basso elettrico Marco Barbato / Batteria Song For Bilbao (P.Metheny) The Three Marias (W. Shorter) What it is ( M.Davis (J.Scofield) Concerto “Il Rock incontra il Jazz” “Rocco Zifarelli Jazz Rock Trio” Rocco Zifarelli / Chitarra elettrica Antonio De Luise / Basso elettrico Lorenzo Petruzziello / Batteria L'improvvisazione nell'arte musicale è la procedura creativa con la quale i musicisti (generalmente un solista) sviluppano in maniera estemporanea un tema a partire dal materiale melodico, armonico e ritmico contenuto nella partitura. La storia della musica è caratterizzata dall'emergere di diversi stili d'improvvisazione che hanno caratterizzato l'evoluzione di questa forma musicale.L'idea di improvvisazione risale ad epoche remote. È praticamente certo che la pratica improvvisativa, nella musica occidentale, fosse massicciamente presente (e forse costituisse la parte dominante dell'esecuzione musicale) nell'epoca che va dalle origini alla codifica gregoriana della musica sacra. Nell'Ars antiqua, prima della polifonia vera e propria, era praticata la forma dell'organum, in cui alla melodia gregoriana (vox principalis) veniva sovrapposta una seconda voce (vox organalis), di solito improvvisata, che la accompagnava in forma libera ad intervalli variabili per poi concludere all'unisono. Anche nei secoli seguenti la pratica improvvisativa fu sempre presente: ad esempio, certe forme musicali classiche sono basate sull'improvvisazione, come i preludi, le toccate, le fantasie (la Fantasia e fuga in sol minore - BWV 542) o la fuga a 3 che apre l'Offerta musicale (BWV 1079) di Johann Sebastian Bach sono probabilmente improvvisazioni trascritte successivamente su spartito). Molti grandi clavicembalisti e organisti dal XVI secolo fino al XVIII secolo furono maestri dell'arte improvvisativa, ad esempio Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Dietrich Buxtehude e Johann Sebastian Bach. Non era raro assistere anche a gare di improvvisazione (ad esempio fra Wolfgang Amadeus Mozart e Muzio Clementi oppure tra Domenico Scarlatti e Georg Friedrich Haendel). Il giovane Ludwig van Beethoven pianista a Vienna, partecipava a serate in cui si tenevano gare di improvvisazione. Fino all'inizio del XIX secolo, i compositori lasciavano talvolta spazio all'improvvisazione nei loro spartiti, indicando una cadenza cioè una parte melodica che doveva essere sviluppata dal solista: diversamente da altre forme d'improvvisazione, questa veniva spesso scritta dal solista stesso prima del concerto. Dal 1800 in poi nella musica classica moderna (escludendo l'avanguardia) ed in generale nella musica colta occidentale l'improvvisazione è venuta ad essere considerata secondaria rispetto alla fedeltà dell'interpretazione di quanto scritto nelle partiture. In seguito, nella tradizione jazzistica questa visione viene stravolta: gli spartiti vengono messi in secondo piano (spesso sono solo canovacci di accordi e melodie principali, oppure non esistono proprio) e quello che dona il senso ad una esecuzione è la sensibilità del musicista che improvvisa la sua "creazione estemporanea". Molto spesso i brani eseguiti sono noti e diffusi nell'ambiente jazzistico (i cosiddetti standards) utilizzati come traccia comune per l'improvvisazione, singola o collettiva, e possono essere modificati al punto da risultare quasi irriconoscibili rispetto alle versioni precedenti. Questo richiede una condivisione delle convenzioni musicali da parte dei musicisti e, oltre all'inventiva, una notevole padronanza dello strumento musicale e dell'armonia (siano esse istintive o derivate dallo studio teorico) da parte del jazzista. L'incontro tra il jazz e la musica classica in questa serata può essere una “opportunità” per ambedue le correnti artistiche al fine di rompere le “antiche barriere” create successivamente da sterili pregiudizi. l'interazione della musica classica con il jazz , se “genuina”, può solo dare valore aggiunto alla musica, all'esecutore e a chi l'ascolta. 4 Luglio 2013 ore 19.30 Esibizione allievi della classe di Jazz Cimarosa Jazz Ensemble III Alfina Scorza, Giuseppina Mitrano Carmine De Luca, Davide Cerreta / Voce Bruno Salicone / Pianoforte Nicola Natella / Chitarra Diego Jannaccone / Contrabbasso Gianfranco Manna / Batteria Aria sulla quarta corda (J.S. Bach) All By My Self (Eric Carmen – S. Rachmaninoff) All By My Self (I.Berlin) Summertime (G. Gershwin) Bourrè – Suite in SiM per Liuto (J.S. Bach) Cimarosa Jazz Ensemble IV Bruno Salicone / Pianoforte Diego Jannaccone / Contrabbasso Gianfranco Manna / Batteria Pavane (G.Faurè) Danseuses De Delphes (C. Debussy) Francesco Nastro Giuseppe Di Capua Concerto “La Musica Classica incontra il Jazz ” “Two Pianos” “Improvvisando su Bach, Brahms, Liszt” Giuseppe Di Capua /Pianoforte Francesco Nastro /Pianoforte Running/Corrente dalla Suite inglese in Sol minore (J.S.Bach) Danze ungheresi nº 1-2-4-5 (J. Brahms) Sogno d'amore (F. Liszt) Giuliana Soscia Il tango rappresenta probabilmente una della correnti cardine della composizione Pino Jodice poetica e del pathos sensazioni che ne hanno caratterizzato il gusto estetico e poetico attraverso costruzioni dal sapore mediterraneo. Il quartetto è già da tempo suadente trasmesse al lavoro su in musica; è il movi- questo mento sinuoso di vole corpo e cuore; è ma- sante progetto, linconia dal quale mento; è il colore del hanno tratto fuoco e della notte, anche tre CD: una corrente che come poche altre riesce a travol- “LATITANGO”, “ANTICHE PIETRE” e “IL TANGO gere lo spirito umano per un’alchimia mistica con- DA NAPOLI A BUENOS AIRES”. Tra i brani che genita. Quando avviene l’incontro con il jazz verranno eseguiti, spiccano i brani firmati intera- questa sua valenza prosaica e romantica fiorisce mente dai due musicisti, ma non mancheranno le e si eleva nelle sue forme più colorate, sviscerato riletture jazzistiche dei Maestri Roberto De Simone e senti- della sua pulsione ad immagini estemporanee, movenze im- provvisative naturali di un’istinto passionale. Il pianista Pino Jodice e la fisarmonicista Giuliana Soscia, con il loro quartetto, ripercorrono gli armoniosi lineamenti del tango traendone le noteinteres- e Astor Piazzolla. 5 Luglio 2013 ore 19.30 Esibizione allievi della classe di Jazz Cimarosa Jazz Ensemble V Simone Di Cataldi /Piano Massimo Mastandrea / Contrabbasso Gerardo Sapere / Batteria Antonio Senesi / chitarra Recordame (J.Henderson) If You Never Come to me (C. Jobim) Little sunflower (F.Hubbard) Cimarosa Jazz Ensemble VI Ciro Rea /Chitarra Diego Iannaccone / Contrabbasso Gianfranco Manna / Batteria Andrea Esposito / Violino Frevo (E.Gismonti) Bebeto (H.Pascoal) Spain (C.Corea) Concerto “L' America Latina incontra il Jazz” “GIULIANA SOSCIA & PINO JODICE QUARTET” in “Il Tango da Napoli a Buenos Aires” Giuliana Soscia / Fisarmonica, piano e composizioni Pino Jodice / Piano, Vibrandoneon, composizioni e arrangiamenti Francesco Angiuli / Contrabbasso Emanuele Smimmo / Batteria Antiche Pietre (G.Soscia) Migration (G.Soscia – G.Iodice) La Camorra III (A.Piazzolla) Freedom Tango (G.Iodice) Passaggio dei Delfini (G.Soscia – G.Iodice) Ricordando Buenos Aires (G.Soscia) SUITE NAPOLI ANTICA Si te credisse (G.B.Basile - R.De Simone) Villanella di Cenerentola – tratto da: “La Gatta Cenerentola” (R.De Simone) Tarantella di Cenerentola – tratto da: “La Gatta Cenerentola” (R.De Simone) Kind of Blue venne pubblicato il 17 agosto 1959 su etichetta Columbia Records negli Stati Uniti, sia in formato mono che stereo. Da allora, Kind of Blue è stato spesso considerato il capolavoro massimo di Davis e il suo album più acclamato, ed è stato citato come il disco di jazz più venduto di sempre, nonostante sia stato il più tardo Bitches Brew del 1969 il primo album di Davis ad essere certificato disco d'oro dalla RIAA. Il critico musicale Chris Morris definisce Kind of Blue "la punta massima dell'arte di Davis". Kind of Blue viene anche considerato uno dei dischi più influenti della storia del jazz. Un recensore lo definì "un momento decisivo per la musica del ventesimo secolo". Praticamente tutti i brani dell'album sono diventati degli standard jazz. Infine Kind of Blue è costantemente indicato essere uno dei più grandi album di tutti i tempi. Nel 1958, l'arrivo di Ornette Coleman sulla scena jazz, e la pubblicazione di “The Shape of Jazz to come” l'anno successivo, sminuì l'iniziale impatto che aveva avuto Kind of Blue, cosa che irritò Davis per il resto della sua vita. Sebbene sia Davis che Coleman offrissero un'alternativa alle rigide regole imposte dal bebop, Davis non si riconciliò mai con le innovazioni stilistiche tipiche del free jazz anche se avrebbe in seguito incorporato musicisti affini al movimento free nelle sue formazioni degli anni sessanta, arrivando poi ad utilizzare stilemi "free" nella sua jazz fusion degli anni 1970. La reputazione che l'album si conquistò, si riflesse in gran parte anche su tutti coloro che vi presero parte, molti dei quali proseguirono il loro percorso musicale al di fuori dell'orbita di Davis. Evans formò il suo influente trio jazz con il bassista Scott LaFaro e il batterista Paul Motian; "Cannonball" Adderley diede vita alla sua band con il fratello Nat; Kelly, Chambers, e Cobb - dopo aver trascorso alcuni anni con Davis - continuarono a suonare insieme in tour e in sala d'incisione (dove divennero una delle sezioni ritmiche più richieste), suonando in supporto a Coltrane e a Wes Montgomery, tra gli altri; Coltrane diventerà uno dei musicisti più rinomati ed innovativi della storia del jazz. Persino più di Davis, Coltrane portò avanti l'approccio modale sviluppandolo durante la sua carriera negli anni sessanta. L'influenza dell'album andò ben oltre i confini del jazz, in quanto musicisti di altri generi come il rock e la musica classica furono massicciamente influenzati dall'opera, mentre la critica in blocco lo reputò uno dei dischi più importanti di tutti i tempi. Molti musicisti rock degli anni sessanta indicarono di essere stati influenzati da Kind of Blue, insieme ad altri album di Davis, come anche da My Favorite Things (1961) e A Love Supreme (1965) di John Coltrane. Il chitarrista Duane Allman dell'Allman Brothers Band disse che i suoi assoli in canzoni come In Memory of Elizabeth Reed "provenivano da Miles e Coltrane, ed in particolare da Kind of Blue". Il tastierista dei Pink Floyd Richard Wright diceva che le progressioni degli accordi sull'album, avevano influenzato la struttura di loro brani come Breathe in The Dark Side of the Moon (1973). Il celebre produttore Quincy Jones, amico di vecchia data di Davis, scrisse: «Quel "Kind of Blue" sarà sempre la mia musica. Metto sul piatto del giradischi Kind of Blue ogni giorno, è la mia spremuta d'arancia. Suona ancora fresco come se fosse stato inciso ieri». Un aspetto significativo di Kind of Blue è che l'intero disco, non solo una traccia, era rivoluzionario ma di facile presa. Insieme a Time Out del The Dave Brubeck Quartet (1959) e Giant Steps di Coltrane (1959), Kind of Blue viene spesso raccomandato dai critici ai "neofiti" del jazz, in quanto anche se non sono ascolti facili e immediati, la musica presente su entrambi i dischi è melodica, e la rilassatezza delle improvvisazioni è di facile comprensione per gli ascoltatori casuali senza che venga meno la sperimentazione artistica. Anche in ambito rap il disco è trattato con rispetto, in una intervista il rapper Q-Tip ribadì che Kind of Blue è "come la Bibbia, devi averne almeno una copia in casa." Nel 2002, Kind of Blue è stato uno dei 50 dischi scelti quell'anno dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere conservati per i posteri nel National Recording Registry. 6 Luglio 2013 ore 19.30 Esibizione allievi della classe di Jazz Cimarosa Jazz Ensemble VII Ciro Boccia /Pianoforte Carmine Finelli / Chitarra Diego Iannaccone / Contrabbasso Carlo Di Nolfi / Batteria Well You Needn't ( T.Monk) Round Midnight (T.Monk) Straight No chaser (T.Monk) Prova finale degli allievi del corso di Composizione jazz (Ciascun allievo dirigerà la CJOrchestra con una propria composizione per orchestra Jazz.) Concerto “Cimarosa Jazz Orchestra” diretta e arrangiata dal M° Pino Jodice Kind of Blue ( Miles Davis ) Special Guest : Giancarlo Schiaffini ( Trombone ) So What (M.Davis) Freddie Freeloader (M.Davis) Blue in Green (M.Davis – B.Evans) All Blues (M.Davis) Flamenco Sketches (M.Davis) CJO - Cimarosa Jazz Orchestra ( Orchestra jazz del Conservatorio D.Cimarosa ) Trombe: Nicola Coppola, Nando Martella, Lorenzo Federici, Pino Melfi Tromboni: Raffaele Carotenuto – Mario Tammaro – Vincenzo Orilio - Rocco Tisi Sassofoni: Vincenzo Saetta, Roberta Chiocca, Bruno Soscia, Domenico Vellucci, Salvatore Santaniello Fisarmonica: Giuliana Soscia Piano: Pino Jodice, Gianni Di Crescenzo Chitarra: Gabriele Grifa Contrabbassi: Francesco Angiuli, Marco De Tilla Batteria: Lorenzo Petruzziello SEMINARI 3 Luglio 2013 Seminario ore 11.00/14.00 : Rocco Zifarelli Seminario di Chitarra Jazz Moderna. Soluzioni melodiche ed armoniche della chitarra elettrica nel trio jazz classico e moderno e nell'interpretazione della musica di Joe Zawinul, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Steps Ahead, Michael Brecker etc. Rocco Zifarelli 5 Luglio 2013 Seminario ore 11.00/14.00 : Emanuele Smimmo Seminario di batteria Latin - Jazz. “Contemporary Latin Jazz - Interplay” Tecniche di comping e di interazione con gli altri strumenti nella musica latina in relazione al jazz Emanuele Smimmo 6 Luglio 2013 Seminario ore 15.00/18.00 : Giancarlo Schiaffini “L'improvvisazione non si improvvisa”. “Ci vuole talento, memoria, pratica e un po' di errore” Giancarlo Schiaffini Giuliana Soscia, artista versatile, nasce a Latina e si di- ploma in pianoforte con il massimo dei voti presso il Conservatorio di musica “S.Cecilia” di Roma, studia con la Prof.ssa A.M.Martinelli e il M°S.Cafaro.Vince numerosi concorsi pianistici e intra prende subito un’intensa attività concertistica. Contem poraneamente intraprende lo studio della fisarmonica e del jazz. Nel 2001 le viene assegnato il trofeo ”Sonerfisa” Premio Internazionale città di Castelfidardo come migliore fisarmonicista italiana e nel 2007 il Premio alla carriera, nel 2005 il prestigio“XXXV Premio Personalità Europea” presso il Campidoglio. Dal 2000 al 2008 è presente in vari programmi televisivi, in qualità di musicista e di conduttrice su RAI UNO e Rai DUE . Nel 2006 fonda il gruppo“Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet “col quale inizia subito un’intensissima attività concertistica. Si esibisce come special guest per “Omaggio a Piazzolla” con la con la SNJO Scottish National Jazz Orchestra diretta da Tommy Smith presso la “Qeen’s Hall” di Edinburgh, il “RSAMD”di Glasgow, il “Mac Robert Art Centre” di Stirling, il Byre Theatre di St. Andrews,con la PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra diretta da Maurizio Giammarco presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma per il Progetto “Il Viaggio Di Sindbad” arrangiato da Pino Jodice , con la Power Jazz Unusual Orchestra diretta da Pino Jodice al Fiction Fest Awards 2010, con la Salerno Jazz Orchestra, come solista/compositrice con la PMJO presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, come solista con le Orchestre d’Archi “Milano Classica”, “Rossini”, “Tartini”, collaborando con i Direttori C.Lorenz. E’ inoltre leader del “Giuliana Soscia Tango Sextet” composto da fisarmonica e quintetto d’archi con repertorio jazzistico dedicato ad A.Piazzolla e brani originali. Ha al suo attivo numerose incisioni come fisarmonicista solista e compositrice. Prima fisarmonicista a partecipare al prestigioso Festival Lucca Jazz Donna 2010, immagine del Lucca Jazz Donna 2011e del vinile LJ Donna 2010 Vol.I. Rocco Zifarelli, ha iniziato lo studio del solfeggio e del pianoforte all'età di 8 anni, per continuare con la chitarra. Dal 1985 al 1996 ha frequentato corsi e seminari specifici di jazz con John Scofield (1985,1994 Ravenna); Pat Metheny(1991 Ravenna);Scott Henderson (1992 Ravenna); Joe Diorio (1989 Ravenna, 1993 Roma; Bill Frisell (1996 Perugia), nonché i corsi della scuola americana Berkley College of Music in Umbria Jazz, vincendo una menzione speciale per una borsa di studio negli USA. Nel 1991 ha vinto la prima edizione del concorso Eddie Lang Guitar Contest, dedicato alle giovani generazioni di chitarristi jazz. La sua attività poliedrica abbraccia tutti i campi artistici di prestigio della musica italiana ed internazionale:dal 1997 collabora stabilmente col compositore e direttore ENNIO MORRICONE, sia nelle registrazioni delle colonne sonore, CD e DVD live, che nei concerti dal vivo nei più importanti sale da concerto nel mondo come Tokio, Londra, New York, Mosca, Parigi, Arena di Verona, Teatro alla Scala di Milano, Shanghai, Pechino, Seoul, e molti altri, nonché presso la Sala dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York;collabora con importanti musicisti jazz quali Paul Mc Candless, Tony Scott, Bob Mintzer, Roberto Gatto, Gege' Telesforo, Pino e Pietro Iodice, Massimo Urbani, Pippo Matino, Lester Bowie, Rosario Giuliani, Steve Hunt, Linley Marthe, Hadrien Feraud, Dedè Ceccarelli, Dario Deidda e tanti altri; nel campo della musica leggera con artisti come Giorgia, Adriano Celentano, Ivano Fossati, Renato Zero, Cristiano De Andrè, Dulce Pontes, Teresa Salgueiro, Angelo Branduardi, ecc.è stato chitarrista aggiunto dell'orchestra della musica leggera della RAI dal 1996 al 2006, partecipando a numerose trasmissioni quali Sanremo e Fantastico;dal 1998 è chitarrista aggiunto dell'orchestra nazionale di Santa Cecilia;dal 1996 al 1999 ha collaborato alle produzioni del Teatro Sistina di Roma, realizzate da P. Garinei, su musiche di Gianni Ferrio;dal 1990 al 2004 ha svolto attività didattica presso importanti scuole di musica private italiane (l'Università della Musica, Saint Louis Music College) ,dal 2005 al 2012 è stato docente esterno per i corsi di chitarra Jazz, Elettrica e Pop presso il Conservatorio di Bari e dal 2012 è titolare della Cattedra di Chitarra Jazz del Conservatorio di Pescara;dal 1993 partecipa alla realizzazione di numerosissime colonne sonore di film italiani e stranieri, scritte da E. Morricone, N. Piovani, S. Reali, L. Bacalov, M. Abeni, H. Zerlett, ecc.è leader di una propria band, con la quale svolge una intensa attività concertistica presso i maggiori festival jazz italiani ed internazionali. Nel 2005 è stato invitato all' International Symposium presso le Nazioni Unite di New York; nel 1998 pubblica il suo primo CD da solista "Lyndon" con la collaborazione di Paco Sery, Matthew Garrison e Stefano di Battista, prodotto dalla ViaVe- neto Jazz/Universal;nel 2005, dopo un'audizione a New York, entra nella jazz-rock band americana Mahavishnu Project, con la quale si è esibito in prestigiosi festival americani ed europei quali Vishnu Fest di New York e Summer Jazz Festival di Varsavia;dal 2009, dopo un'audizione a Parigi, diventa il chitarrista stabile dei Defunkt, funk-jazzrock band del trombonista e cantante americano Joe Bowie, partecipando ai più importanti festival jazz europei collabora come consulente ed endorser di prestigiosi marchi internazionali quali DV-Mark Amplifier, Ernie Ball Strings, Ableton Live, Agostin Custom Guitars, Yamaha e Godin Guitars rappresentandoli presso i più importanti eventi fieristici internazionali come il Music Messe di Francoforte ed il NAMM di Los Angeles. Dal 2009 divide la sua residenza tra Roma e Parigi. Pino Jodice, nasce a Napoli e si diploma in pianoforte nel 1987 al Conservatorio D.Cimarosa di Avellino. Durante gli studi di composizione mostra le sue attitudini al jazz e successivamente studia pianoforte jazz con Franco D'Andrea. Si diploma in Jazz presso il Conservatorio di Musica O.Respighi di Latina con il massimo dei voti. E' autodidatta come arrangiatore, direttore e compositore per orchestra jazz e mostra immediatamente il suo talento vincendo numerosi concorsi internazionali in Italia e all'estero di composizione e arrangiamento per orchestra jazz. Ha svolto attività didattica presso il Conservatorio di Musica S.Cecilia di Roma ( Composizione e Arrangiamento jazz II Livello), il Conservatorio di Musica G.Martucci di Salerno ( Pianoforte Jazz, Composizione e Arrangiamento Jazz, I e II Livello), il Conservatorio di Musica C.G. Da Venosa di Potenza ( Pianoforte Jazz Cattedra annuale, Composizione e Arrangiamento Jazz, I e II Livello). Attualmente e’ docente di Composizione Jazz presso il Conservatorio di Musica D.Cimarosa di Avellino. Fondatore e Direttore della “Power Jazz Unusual Orchestra”, collabora anche come pianista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra con l’Orchestra Jazz dell’Auditorium Parco della Musica di Roma la PMJO, con la Scottish National Jazz Orchestra SNJO, con la Salerno Jazz Orchestra SJO, con l’Orchestra Jazz della Sardegna OJS, Cimarosa Jazz Orchestra CJO. Premi : 1° premio “Scrivere in jazz 2000” (Sassari) 2° premio “Barga jazz 2000” (Barga) 1° premio “Concorso internazionale di composizione per orchestra Sinfonica 2Agosto 2001” (Bologna) 1° premio “Castel dei Mondi - Andria” 2002 ( Andria) 1° premio “Barga jazz 2002” (Barga) 1° premio “Scrivere in jazz 2004” (Sassari) 1° premio “Piacenza jazz Arrangers 2006” (Piacenza) 1° premio “ArtEZ Composition Contest 2012” ( Enschede - Olanda ) “Premio Positano Jazz 2002” Miglior Nuovo Talento Italiano ( Napoli ) “Premio Palazzo Valentini Jazz 2002” Miglior Nuovo Talento Italiano ( Roma ) Svolge una intensa attività concertistica, collaborando come pianista e arrangiatore con i più grandi jazzisti internazionali tra i quali: P.Mc Candless ( con il quale registra un CD dal titolo “Terre” con il gruppo Xenia ) M.Stern, T.Smith, K.Weelher, Y.Lateef, D.Oatts, B.Holmann, R.Galliano, G.Garzone, F.Tiberi, U.Cane, G.Burton, J.Scofield, M.Portal, B.Brookmayer, M. Schneidr, Rick Margitza, D.Di Piazza, Dee Dee Bridgewater, E.Rava, P.Fresu, M.Giammarco, P.Damiani, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Dino e Franco Piana. Nel mondo pop come : Mina, Gino Paoli, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Renato Zero, Gianni Morandi, Fiorello, Cristian De Sica, Gianni Ferrio. Per il Cinema con : Ennio Morricone, Andrea Guerra, Paolo Vivaldi, Armando Trovaioli e tanti altri. E’ leader di un suo trio (PJTRIO) con il quale pubblica il CD “New Steps” e di un quintetto ( PJ5ET ) internazionale con il quale pubblica i cd “Suspended” e “High Tension” con l’alto sax Dick Oatts e il tenor sax Tommy Smith. Ha al suo attivo numerose incisioni come pianista, compositore e arrangiatore. Attualmente è cooleader insieme alla fisarmonicista, pianista e compositrice Giuliana Soscia del “Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet” con il quale incide cinque cd e svolge una intensa attività concertistica in Italia ( Auditorium Parco Della Musica, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Trieste, Teatro Argentina di Roma, Teatro Mercadante di Napoli, Teatro Augusteo di Napoli, Umbria Jazz, Teatro Nuovo G.Menotti di Spoleto, ecc...) e all’estero suonando tra l'altro in: Germania, Francia, Argentina, Mexico, Perù, Etiopia, Vietnam, Scozia, Turchia, Tunisia, Polonia e tanti altri paesi nel mondo. Giancarlo Schiaffini, compositore-trombonista-tubista, nato a Roma nel 1942, si è laureato in fisica presso quella università nel 1965. Autodidatta in musica, ha partecipato alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 ha studiato a Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar e ha fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore. Nel 1972 ha studiato musica elettronica con Franco Evangelisti, collaborando con il Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza fino al 1983. Nel 1975 ha fondato il Gruppo Romano di Ottoni, con repertorio di musica rinascimentale e contemporanea. Fa parte della Italian Instabile Orchestra. Ha tenuto corsi e seminari in Italia, presso la Hochschule di Freiburg i. B., Melba e Monash University (Melbourne) e la New York University. Ha insegnato per più di 30 anni presso il conservatorio “A. Casella” dell’Aquila e nei corsi estivi di Siena Jazz (strumento, improvvisazione, composizione) Ha collaborato con John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Ha partecipato, come compositore ed esecutore, a numerosi festival e stagioni concertistiche presso : Teatro alla Scala, Accademia di S. Cecilia, Biennale Musica di Venezia, Autunno Musicale di Como, IRCAM, Upic e Festival d’Automne di Parigi, Reina Sofia di Madrid, Ars Musica di Bruxelles, Europa jazz Festival du Mans, Jazz a Mulhouse, Tramway (Rouen), Wien Modern, Aspekte di Salisburgo, Donaueschinger Musiktage, Moers, Tage fuer Neue Musik di Zurigo, Fondazione Gulbenkian di Lisbona, Alte Oper di Francoforte, Filarmonica di Berlino, Festival di Gibellina, FIMAV di Victoriaville (Canada), Nuova Consonanza, Bimhuis di Amsterdam, JazzYatra (India), Darmstadter Ferienkurse, Pomeriggi Musicali e Musica del nostro tempo (Milano), UNEAC di Cuba, Maggio Musicale Fiorentino, Lincoln Center e Hunter College (New York), New Music Concerts di Toronto e molti altri. Dal 1988 collabora con la cantante e autrice di testi Silvia Schiavoni per la composizione ed esecuzione di performances multimediali originali e su letteratura, pittura (Joyce, Gauguin, Ibsen, Boccioni, Ammaniti e altri), con immagini di Ilaria Schiaffini. Nel 2000 è stato Composer in Residence presso l’”International Composers & Improvisers Forum Munich”. Ha registrato per le radio nazionali in Italia, Austria, Canada, Olanda, Messico, Germania, Francia, Svezia, Spagna. Sono state a lui dedicate composizioni da numerosi autori come Scelsi, Nono, Alandia, Amman, Castagnoli, Dashow, Guaccero, Laneri, Mencherini, Renosto, Ricci, Villa-Rojo. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. BMG, Curci, Edipan, Pentaflowers, Ricordi hanno pubblicato sue com- posizioni. Ricordi ha anche pubblicato un suo trattato sulle tecniche del trombone nella musica contemporanea. A Giancarlo Schiaffini è stata dedicata una voce dalla Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti). Emanuele Smimmo, ha studiato Batteria e percussioni negli Stati Uniti con Gary Chaffee e in Italia con Horacio Hernandez e Alberto D’anna. Inoltre ha studiato percussioni classiche con Giorgio Angelini (1° percussionista dell’orchestra di S.Cecilia di Roma) pianoforte classico complementare con Stefano Fratini e composizione con Greg Burk. Ha registrato oltre 40 cd collaborando con una moltitudine di artisti di fama internazionale sia in ambito jazz, latin e pop come Phil Markowitz, Andy Sheppard, Cuong Vu, Zach Brock, Fabrizio bosso, Tommy Emmanuel, Aires Tango, Wasabi trio, Lenine, Salvatore Bonafede, Pino Jodice - Giuliana Soscia & Italian Tango quartet, Javier Girotto, Chiara Civello, Eddy Palermo, Peppe Servillo, John Benitez, PMJO (Parco della musica Jazz Orchestra), Paolo Damiani, Roy Paci, Louis Bacalov, Massimo Nunzi all star jazz orchestra, Dario Deidda, Maurizio Giammarco, Ares Tavolazzi, Julian Oliver Mazzariello, Paolo Recchia, Daniele Bonaviri- Juan Carlos Albelo & Diadema quartet, Marco Rinalduzzi, Alexander Abreu, Sandro Deidda, Marco Siniscalco – EnricoZanisi e S.Z.S.Trio, Federica Zammarchi & Jazz Oddity, Eric Daniel, Aldo Bassi, Roberto Evangelisti, Natalio Mangalavite, Manolin “el medico de la salsa” Giovanni Amato, Samuel Formel, Aidan Zummit, Joe Amoruso, Giusy Ferreri, Ornella Vanoni, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Teresa De Sio, Alessandro Haber e tantissimi altri. Salvatore Santaniello, nato a Lauro, si è diplomato in clarinetto e didattica della musica presso il Conservatorio Statale di Musica " D. Cimarosa " di Avellino. Allo studio del clarinetto ha affiancato quello del sassofono sotto la guida del M° Antonio Balsamo, caposcuola del sassofono moderno in Italia. Vincitore di concorso per l'insegnamento di . e di Sassofono e Musica Jazz nei Conservatori Statali, è stato insegnante di sassofono nei Conservatori di Avellino e Potenza e di Musica Jazz nei Conservatori di Cosenza, Potenza, Benevento ed Avellino dove attualmente è titolare di cattedra. Ha pubblicato studi ed arrangiamenti per clarinetto e sassofono, ha composto musiche per film e lavori teatrali. Ha suonato, come aggiunto, con l' Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e con l' orchestra ritmica della R.A.I. per laquale ha registrato, come solista, numerose colonne sonore per sceneggiati radiofonici e films. Ha collaborato con numerosi artisti italiani e stranieri con i quali ha effettuato numerose tournee in Italia ed all'estero. Giuseppe Di Capua, è nato a Vico Equense nel 1967 e si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode nel 1987 presso il Conservatorio di musica di Salerno sotto la guida di Adriana Mannara. Ha poi seguito vari corsi di perfezionamento pianistico,tra cui quelli del M° Carlo Lapegna e della pianista Laura De Fusco. Dall’età di 15 anni si è dedicato alla attività concertistica sia come solista che in formazioni da camera,tenendo oltre 300 concerti. Dal 1996 si è occupato del repertorio corale del ‘900 (prediligendo gli autori dell’Europa dell’Est) dirigendo diverse formazioni tra cui l’ensemble vocale “I cantori della corte di Re Ferdinando” ,da lui fondato (Napoli, Maggio dei monumenti 2000 e 2002) e il coro “The Joyful Singers” (Napoli, Basilica di S.Lorenzo Maggiore). E’ attualmente molto attivo nel campo della musica da camera , sia come pianista accompagnatore di numerosi cantanti lirici che in duo con il M° Lorenzo Fiscella, con il quale ,nella formazione “Dumbarton Oaks”, si occupa della produzione per pianoforte a 4 mani del ‘900 francese. Ha inoltre esplorato le possibilità di rivisitazione in chiave jazzistico-etnica dei classici della canzone napoletana con “Acousticænsemble”,la cui voce solista è la cantante Marina Bruno;con quest’ultima ha percorso gli itinerarii del gospel e delle spiritual-songs in numerosi concerti in tutta Italia sia in duo che con il “Marina Bruno gospel quartet”. Recente è la collaborazione con il pianista Francesco Nastro, con il quale ha elaborato “ Flying on classics” una “incursione” jazzistica nel repertorio colto, da Bach a Faurè a Scriabin. Nel 2006 ha registrato agli Air Studios di Londra con la London Simphony Orchestra brani inediti al pianoforte con il tenore italiano Francesco Malapena. Ha sempre lavorato alla sperimentazione di nuove metodologie di insegnamento e di divulgazione musicale ed è particolarmente sensibile alla evoluzione della musica nei suoi aspetti multimediali. Dal 1999 è titolare di cattedra per l’insegnamento di Teoria,Ritmica e Percezione presso l’ Istituto di Alta Formazione Artistica e Musicale “Domenico Cimarosa” di Avellino, dove insegna anche nell’ambito dei corsi di laurea di II livello in Discipline musicali le materie Acustica e psicoacustica, Pratica della notazione antica e contemporanea, Elementi di pianoforte a orientamento jazzistico, Improvvisazione e didattica dell’improvvisazione, Prassi esecutiva e repertorio jazz, Storia della registrazione audio-video, Intonazione, ritmica e lettura cantata, Teoria della musica rinascimentale e barocca, Tecniche di realizzazione di specifici assetti ritmo/fonici. Francesco Nastro, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 5 Sett. ’67, si e’ diplomato in pianoforte nel 1989 ed ha conseguito il compimento inferiore di composizione nel 1991 presso il conservatorio di Salerno. Ha seguito un corso di perfezionamento con il maestro Adrian Costantin Baciu (musica classica) nel 1987. Si interessa di jazz gia’ dal 1985.Nel 1993 ha partecipato al concorso internazionale “Citta di Stresa” nella categoria “improvvisazione jazz”, vincendo il primo premio “Clara Barberis” . Tra il 1991 ed il 1993 ha collaborato con il maestro Bruno Tommaso all’attivita’ dell’ orchestra Utopia partecipando ad importanti festivals e rassegne (Roccella Jonica, Berchidda, Taranto, Campobasso) ed incidendo anche un cd live all’Europa jazz festival di Noci, con ospiti quali Gianluigi Trovesi, PaolFresu, Evan Parker. Ha frequentato a Bologna un seminario su John Coltrane curato dal maestro Dave Liebman con il quale ha poi tenuto due concerti uno a Bologna e l’altro a Cremona. Ha registrato a Napoli con GARY PEACOCK (bass) e PETER ERSKINE (drums ) un disco dal titolo “TRIO DIALOGUES” uscito per la etichetta ”jazzclubbillevans” in cui sono contenute composizioni sia di Nastro che di Peacock ed Erskine. Maggio 1997 ha registrato un disco con il gruppo “Francesco Nastro a tempi alterni quintet” ed ha girato vari festivals per promuovere il disco fra cui Pomigliano, Fano jazz, Pisa , Sessa,Como,Roccella Jonica, ecc. Agosto ’97 gli e’ stato commissionato dal Direttore del Conservatorio di Napoli M° Roberto De Simone un arrangiamento per orchestra di un corale; inoltre ha sviluppato jazzisticamente lo stesso corale nella versione bachiana, eseguendolo in Trio + Orchestra in occasione del festival jazz di “Roccella Jonica”. Attualmente svolge intensa attivita’ didattica in Campania, ha insegnato nell’anno 2000-01 al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino e dal 2004 al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, e’ ospite presso varie scuole italiane per tenere dei seminari; in contemporanea collabora stabilmente con il quintetto di Pietro Condorelli, il quartetto di Aldo Vigorito e con il suo trio gira vari festival italiani ed europei per promuovere l’ultimo lavoro. ContaminazioniJazz Conservatorio di Musica “ Domenico Cimarosa “ Istituto Superiore di Studi Musicali Via Circumvallazione,156 Avellino www.conservatoriocimarosa.org