Conservatorio di Musica
Domenico Cimarosa di Avellino
Istituto Superiore di Studi Musicali
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ContaminazioniJazz
II Edizione
3/6 Luglio 2013
Auditorium del Conservatorio “D.Cimarosa”
www.conservatoriocimarosa.org
Tra le arti nobili che ogni popolo possiede, c’è sicuramente la
musica. Essa è capace di visualizzare immagini senza dipingere, di
raccontare storie senza parlare, di lanciare un urlo di dolore senza
piangere, ma anche di far sorridere, di far danzare, di aggregare.
Un grande risultato ottenuto dalla comunicazione moderna è
quello di aver consentito, a chiunque, di poter accedere alle fonti
culturali più disparate, traendone spunto di riflessione. Di conseguenza, diventa sempre più usuale la possibilità di ascoltare musiche interetniche che rivelano nuove sensazioni in una fusione vera
e propria di culture, oltre che di tecniche e di strutture. Non va assolutamente dimenticato che è proprio dalle contaminazioni, dagli
incontri di culture lontane, che sono nati momenti espressivi di assoluta grandezza in alcuni casi sfociati, addirittura, in un nuovo genere musicale, come per il jazz.
Ma la cultura musicale di un popolo muta con il mutarsi del
popolo stesso, ne segue e ne rappresenta ogni aspetto che, infine,
prende corpo attraverso i ritmi, le scale,gli impasti sonori compositivi ed improvvisativi.
Un incontro musicale tra popoli, tra culture, è, quindi, un
modo per creare una grande opportunità di scambio, di crescita e
di diffusione delle proprie identità culturali che va affrontato nell’ottica del superamento e dell’integrazione delle “barriere delle
frontiere” culturali, per dar vita ad un percorso comune. Un viaggio
artistico e, dunque, spirituale, colmo di sorprese, le cui coordinate
creativo- espressive navigano tra globalità, storicità, contemporaneità, multiculturalità, multimedialità, per una più intensa, cosciente e vibrante umanità.
Pino Jodice
Conservatorio di Musica
“Domenico Cimarosa” di Avellino
Istituto Superiore di Studi Musicali
Il Presidente
Nicola Battista
Presentano
Il Direttore
Carmine Santaniello
ContaminazioniJazz
Rassegna di Concerti e Seminari a cura della classe di Jazz
del Conservatorio “Domenico Cimarosa di Avellino
II Edizione
3/6 Luglio 2013
Auditorium del Conservatorio “D.Cimarosa”
Direzione Artistica
Pino Jodice
Coordinamento: M° Carmelo Columbro
Addetto Stampa: Eleonora Davide
Progetto grafico: Pino Finizio
Il “Jazz Rock” ( chiamato anche “Fusion” ) è un genere musicale emerso alla fine degli anni '60 e primi anni '70 che
combina elementi di Jazz, Rock e Funk. Questo stile coniuga stilemi tipici del Jazz ad una strumentazione tipicamente Rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la
strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo
predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento dove linee tipicamente funk tendono a
sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia,
più in generale, nella struttura del pezzo. Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di
Frank Zappa (1969) e i due dischi In a Silent Way (1969)
ed il doppio album Bitches Brew (1970) di Miles Davis.
Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di
Wayne Shorter e del tastierista austriaco Joe Zawinul,
band fondata in Australia nel 1969 anche se è ancora caratterizzata da un jazz-rock ibrido. Ma a definire nel modo
migliore il termine "fusion" è il celebre Spectrum di Billy
Cobham considerato pioniere poiché è il primo album fusion con un chitarrista rock, Tommy Bolin. A metà degli
anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz
rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche
musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista
francese Jean Luc Ponty, gli inglesi, ex Canterburiani, Soft
Machine e i giapponesi Casiopea; in questa fase di transito,
iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità
commerciali del genere, propongono composizioni via via
più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di
arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di
estrazione jazz. Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i
raffinati The Crusaders (celebre la loro Street Life), il tastierista brasiliano Eumir Deodato, già attivo da diversi
anni con un jazz (bossa) rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento,
l'americano Jeff Lorber, influenzeranno ulteriormente lo
scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l'adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff
Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi
lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion
tra il grande pubblico. All'inizio degli anni ottanta nasce
la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben
presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in
circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita
ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente
di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso
commerciale che vuole essere il più vasto possibile. Molte
le formazioni che si sono cimentate con questo genere, sia
capeggiate da nomi famosi come gli Headhunters di Herbie Hancock, i Tribal Tech di Scott Henderson e Gary Willis, Chick Corea (con i Return to Forever e la Elektric
Band), John McLaughlin e la sua Mahavishnu Orchestra,
sia completamente nuove, come gli Yellowjackets, Spyro
Gyra, Uzeb, Steps Ahead, Chuck Mangione, e poi altri musicisti che tra collaborazioni e esperienze da leader hanno
reso popolare una branca importante della musica jazz,
tra i quali vanno senz'altro ricordati Pat Metheny, Mike
Stern, John Scofield, Frank Gambale, Marcus Miller e Allan
Holdsworth. A molti di questi musicisti si deve il merito
di aver saputo ricondurre questa forma più moderna e
commerciale del jazz allo spirito iniziale, salvandolo da
una certa banalizzazione e riconferendogli una dignità
strumentale e compositiva più autenticamente jazz. Tant'è
vero che in taluni casi si parla più propriamente di jazz fusion. Rocco Zifarelli è oggi una eccellenza italiana nel
mondo in questo genere.
3 Luglio 2013 ore 19.30
Esibizione allievi della classe di Jazz
Cimarosa Jazz Ensemble I
Pellegrino Lionetti / Sax Alto
Michele Greco / Sax Tenore
Marco Lace / Pianoforte
Andrea Gaita / Chitarra
Ciro Di Lorenzo / Basso elettrico
Giuseppe Polcaro / Batteria
Giovanni Di Benedetto / Batteria
Cantalupe Island (H.Hancock)
Mercy Mercy Mercy (C. Adderley)
Watermelon Man (H.Hancock)
The Chicken (J.Pastorius)
Cimarosa Jazz Ensemble II
Franco Forino / Sax Tenore e Soprano
Andrea Esposito / Violino
Gabriele Grifa / Chitarra
Bruno Salicone / Piano
Antonio De Luise / Basso elettrico
Marco Barbato / Batteria
Song For Bilbao (P.Metheny)
The Three Marias (W. Shorter)
What it is ( M.Davis (J.Scofield)
Concerto
“Il Rock incontra il Jazz”
“Rocco Zifarelli Jazz Rock Trio”
Rocco Zifarelli / Chitarra elettrica
Antonio De Luise / Basso elettrico
Lorenzo Petruzziello / Batteria
L'improvvisazione nell'arte musicale è la procedura
creativa con la quale i musicisti (generalmente un solista) sviluppano in maniera estemporanea un tema a
partire dal materiale melodico, armonico e ritmico contenuto nella partitura. La storia della musica è caratterizzata dall'emergere di diversi stili d'improvvisazione
che hanno caratterizzato l'evoluzione di questa forma
musicale.L'idea di improvvisazione risale ad epoche remote. È praticamente certo che la pratica improvvisativa, nella musica occidentale, fosse massicciamente
presente (e forse costituisse la parte dominante dell'esecuzione musicale) nell'epoca che va dalle origini
alla codifica gregoriana della musica sacra. Nell'Ars antiqua, prima della polifonia vera e propria, era praticata
la forma dell'organum, in cui alla melodia gregoriana
(vox principalis) veniva sovrapposta una seconda voce
(vox organalis), di solito improvvisata, che la accompagnava in forma libera ad intervalli variabili per poi concludere all'unisono. Anche nei secoli seguenti la pratica
improvvisativa fu sempre presente: ad esempio, certe
forme musicali classiche sono basate sull'improvvisazione, come i preludi, le toccate, le fantasie (la Fantasia
e fuga in sol minore - BWV 542) o la fuga a 3 che apre
l'Offerta musicale (BWV 1079) di Johann Sebastian
Bach sono probabilmente improvvisazioni trascritte successivamente su spartito). Molti grandi clavicembalisti
e organisti dal XVI secolo fino al XVIII secolo furono
maestri dell'arte improvvisativa, ad esempio Giovanni
Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Dietrich Buxtehude e
Johann Sebastian Bach. Non era raro assistere anche
a gare di improvvisazione (ad esempio fra Wolfgang
Amadeus Mozart e Muzio Clementi oppure tra Domenico Scarlatti e Georg Friedrich Haendel). Il giovane
Ludwig van Beethoven pianista a Vienna, partecipava
a serate in cui si tenevano gare di improvvisazione. Fino
all'inizio del XIX secolo, i compositori lasciavano talvolta
spazio all'improvvisazione nei loro spartiti, indicando
una cadenza cioè una parte melodica che doveva essere sviluppata dal solista: diversamente da altre forme
d'improvvisazione, questa veniva spesso scritta dal solista stesso prima del concerto. Dal 1800 in poi nella
musica classica moderna (escludendo l'avanguardia)
ed in generale nella musica colta occidentale l'improvvisazione è venuta ad essere considerata secondaria
rispetto alla fedeltà dell'interpretazione di quanto scritto
nelle partiture. In seguito, nella tradizione jazzistica questa visione viene stravolta: gli spartiti vengono messi in
secondo piano (spesso sono solo canovacci di accordi
e melodie principali, oppure non esistono proprio) e
quello che dona il senso ad una esecuzione è la sensibilità del musicista che improvvisa la sua "creazione
estemporanea". Molto spesso i brani eseguiti sono noti
e diffusi nell'ambiente jazzistico (i cosiddetti standards)
utilizzati come traccia comune per l'improvvisazione,
singola o collettiva, e possono essere modificati al punto
da risultare quasi irriconoscibili rispetto alle versioni precedenti. Questo richiede una condivisione delle convenzioni musicali da parte dei musicisti e, oltre all'inventiva,
una notevole padronanza dello strumento musicale e
dell'armonia (siano esse istintive o derivate dallo studio
teorico) da parte del jazzista. L'incontro tra il jazz e la
musica classica in questa serata può essere una “opportunità” per ambedue le correnti artistiche al fine di
rompere le “antiche barriere” create successivamente
da sterili pregiudizi. l'interazione della musica classica
con il jazz , se “genuina”, può solo dare valore aggiunto
alla musica, all'esecutore e a chi l'ascolta.
4 Luglio 2013 ore 19.30
Esibizione allievi della classe di Jazz
Cimarosa Jazz Ensemble III
Alfina Scorza, Giuseppina Mitrano
Carmine De Luca, Davide Cerreta / Voce
Bruno Salicone / Pianoforte
Nicola Natella / Chitarra
Diego Jannaccone / Contrabbasso
Gianfranco Manna / Batteria
Aria sulla quarta corda (J.S. Bach)
All By My Self (Eric Carmen – S. Rachmaninoff)
All By My Self (I.Berlin)
Summertime (G. Gershwin)
Bourrè – Suite in SiM per Liuto (J.S. Bach)
Cimarosa Jazz Ensemble IV
Bruno Salicone / Pianoforte
Diego Jannaccone / Contrabbasso
Gianfranco Manna / Batteria
Pavane (G.Faurè)
Danseuses De Delphes (C. Debussy)
Francesco Nastro
Giuseppe Di Capua
Concerto
“La Musica Classica incontra il Jazz ”
“Two Pianos”
“Improvvisando su Bach, Brahms, Liszt”
Giuseppe Di Capua /Pianoforte
Francesco Nastro /Pianoforte
Running/Corrente
dalla Suite inglese in Sol minore (J.S.Bach)
Danze ungheresi nº 1-2-4-5 (J. Brahms)
Sogno d'amore (F. Liszt)
Giuliana Soscia
Il tango rappresenta
probabilmente una
della correnti cardine
della composizione
Pino Jodice
poetica e del pathos
sensazioni che ne hanno caratterizzato il gusto
estetico e poetico attraverso costruzioni dal sapore
mediterraneo.
Il quartetto è
già da tempo
suadente trasmesse
al lavoro su
in musica; è il movi-
questo
mento sinuoso di
vole
corpo e cuore; è ma-
sante progetto,
linconia
dal
quale
mento; è il colore del
hanno
tratto
fuoco e della notte,
anche tre CD:
una corrente che come poche altre riesce a travol-
“LATITANGO”, “ANTICHE PIETRE” e “IL TANGO
gere lo spirito umano per un’alchimia mistica con-
DA NAPOLI A BUENOS AIRES”. Tra i brani che
genita. Quando avviene l’incontro con il jazz
verranno eseguiti, spiccano i brani firmati intera-
questa sua valenza prosaica e romantica fiorisce
mente dai due musicisti, ma non mancheranno le
e si eleva nelle sue forme più colorate, sviscerato
riletture jazzistiche dei Maestri Roberto De Simone
e
senti-
della sua pulsione ad
immagini estemporanee,
movenze
im-
provvisative naturali
di un’istinto passionale. Il pianista Pino
Jodice e la fisarmonicista Giuliana Soscia,
con il loro quartetto,
ripercorrono gli armoniosi lineamenti del
tango traendone le
noteinteres-
e Astor Piazzolla.
5 Luglio 2013 ore 19.30
Esibizione allievi della classe di Jazz
Cimarosa Jazz Ensemble V
Simone Di Cataldi /Piano
Massimo Mastandrea / Contrabbasso
Gerardo Sapere / Batteria
Antonio Senesi / chitarra
Recordame (J.Henderson)
If You Never Come to me (C. Jobim)
Little sunflower (F.Hubbard)
Cimarosa Jazz Ensemble VI
Ciro Rea /Chitarra
Diego Iannaccone / Contrabbasso
Gianfranco Manna / Batteria
Andrea Esposito / Violino
Frevo (E.Gismonti)
Bebeto (H.Pascoal)
Spain (C.Corea)
Concerto
“L' America Latina incontra il Jazz”
“GIULIANA SOSCIA & PINO JODICE QUARTET”
in “Il Tango da Napoli a Buenos Aires”
Giuliana Soscia / Fisarmonica, piano e composizioni
Pino Jodice / Piano, Vibrandoneon, composizioni e arrangiamenti
Francesco Angiuli / Contrabbasso
Emanuele Smimmo / Batteria
Antiche Pietre (G.Soscia)
Migration (G.Soscia – G.Iodice)
La Camorra III (A.Piazzolla)
Freedom Tango (G.Iodice)
Passaggio dei Delfini (G.Soscia – G.Iodice)
Ricordando Buenos Aires (G.Soscia)
SUITE NAPOLI ANTICA
Si te credisse (G.B.Basile - R.De Simone)
Villanella di Cenerentola – tratto da:
“La Gatta Cenerentola” (R.De Simone)
Tarantella di Cenerentola – tratto da:
“La Gatta Cenerentola” (R.De Simone)
Kind of Blue venne pubblicato il 17 agosto 1959 su etichetta
Columbia Records negli Stati Uniti, sia in formato mono che
stereo. Da allora, Kind of Blue è stato spesso considerato il
capolavoro massimo di Davis e il suo album più acclamato,
ed è stato citato come il disco di jazz più venduto di sempre,
nonostante sia stato il più tardo Bitches Brew del 1969 il primo
album di Davis ad essere certificato disco d'oro dalla RIAA. Il
critico musicale Chris Morris definisce Kind of Blue "la punta
massima dell'arte di Davis". Kind of Blue viene anche considerato uno dei dischi più influenti della storia del jazz. Un recensore lo definì "un momento decisivo per la musica del
ventesimo secolo". Praticamente tutti i brani dell'album sono
diventati degli standard jazz. Infine Kind of Blue è costantemente indicato essere uno dei più grandi album di tutti i tempi.
Nel 1958, l'arrivo di Ornette Coleman sulla scena jazz, e la
pubblicazione di “The Shape of Jazz to come” l'anno successivo, sminuì l'iniziale impatto che aveva avuto Kind of Blue,
cosa che irritò Davis per il resto della sua vita. Sebbene sia
Davis che Coleman offrissero un'alternativa alle rigide regole
imposte dal bebop, Davis non si riconciliò mai con le innovazioni stilistiche tipiche del free jazz anche se avrebbe in seguito incorporato musicisti affini al movimento free nelle sue
formazioni degli anni sessanta, arrivando poi ad utilizzare stilemi "free" nella sua jazz fusion degli anni 1970. La reputazione che l'album si conquistò, si riflesse in gran parte anche
su tutti coloro che vi presero parte, molti dei quali proseguirono il loro percorso musicale al di fuori dell'orbita di Davis.
Evans formò il suo influente trio jazz con il bassista Scott LaFaro e il batterista Paul Motian; "Cannonball" Adderley diede
vita alla sua band con il fratello Nat; Kelly, Chambers, e Cobb
- dopo aver trascorso alcuni anni con Davis - continuarono a
suonare insieme in tour e in sala d'incisione (dove divennero
una delle sezioni ritmiche più richieste), suonando in supporto
a Coltrane e a Wes Montgomery, tra gli altri; Coltrane diventerà uno dei musicisti più rinomati ed innovativi della storia del
jazz. Persino più di Davis, Coltrane portò avanti l'approccio
modale sviluppandolo durante la sua carriera negli anni sessanta. L'influenza dell'album andò ben oltre i confini del jazz,
in quanto musicisti di altri generi come il rock e la musica classica furono massicciamente influenzati dall'opera, mentre la
critica in blocco lo reputò uno dei dischi più importanti di tutti
i tempi. Molti musicisti rock degli anni sessanta indicarono di
essere stati influenzati da Kind of Blue, insieme ad altri album
di Davis, come anche da My Favorite Things (1961) e A Love
Supreme (1965) di John Coltrane. Il chitarrista Duane Allman
dell'Allman Brothers Band disse che i suoi assoli in canzoni
come In Memory of Elizabeth Reed "provenivano da Miles e
Coltrane, ed in particolare da Kind of Blue". Il tastierista dei
Pink Floyd Richard Wright diceva che le progressioni degli accordi sull'album, avevano influenzato la struttura di loro brani
come Breathe in The Dark Side of the Moon (1973). Il celebre
produttore Quincy Jones, amico di vecchia data di Davis,
scrisse: «Quel "Kind of Blue" sarà sempre la mia musica.
Metto sul piatto del giradischi Kind of Blue ogni giorno, è la
mia spremuta d'arancia. Suona ancora fresco come se fosse
stato inciso ieri». Un aspetto significativo di Kind of Blue è che
l'intero disco, non solo una traccia, era rivoluzionario ma di facile presa. Insieme a Time Out del The Dave Brubeck Quartet
(1959) e Giant Steps di Coltrane (1959), Kind of Blue viene
spesso raccomandato dai critici ai "neofiti" del jazz, in quanto
anche se non sono ascolti facili e immediati, la musica presente su entrambi i dischi è melodica, e la rilassatezza delle
improvvisazioni è di facile comprensione per gli ascoltatori casuali senza che venga meno la sperimentazione artistica.
Anche in ambito rap il disco è trattato con rispetto, in una intervista il rapper Q-Tip ribadì che Kind of Blue è "come la Bibbia, devi averne almeno una copia in casa." Nel 2002, Kind of
Blue è stato uno dei 50 dischi scelti quell'anno dalla Biblioteca
del Congresso degli Stati Uniti per essere conservati per i posteri nel National Recording Registry.
6 Luglio 2013 ore 19.30
Esibizione allievi della classe di Jazz
Cimarosa Jazz Ensemble VII
Ciro Boccia /Pianoforte
Carmine Finelli / Chitarra
Diego Iannaccone / Contrabbasso
Carlo Di Nolfi / Batteria
Well You Needn't ( T.Monk)
Round Midnight (T.Monk)
Straight No chaser (T.Monk)
Prova finale degli allievi del corso di Composizione jazz
(Ciascun allievo dirigerà la CJOrchestra con una propria composizione per orchestra Jazz.)
Concerto
“Cimarosa Jazz Orchestra”
diretta e arrangiata dal M° Pino Jodice
Kind of Blue ( Miles Davis )
Special Guest : Giancarlo Schiaffini ( Trombone )
So What (M.Davis)
Freddie Freeloader (M.Davis)
Blue in Green (M.Davis – B.Evans)
All Blues (M.Davis)
Flamenco Sketches (M.Davis)
CJO - Cimarosa Jazz Orchestra
( Orchestra jazz del Conservatorio D.Cimarosa )
Trombe: Nicola Coppola, Nando Martella, Lorenzo Federici, Pino Melfi
Tromboni: Raffaele Carotenuto – Mario Tammaro – Vincenzo Orilio - Rocco Tisi
Sassofoni: Vincenzo Saetta, Roberta Chiocca, Bruno Soscia, Domenico Vellucci,
Salvatore Santaniello
Fisarmonica: Giuliana Soscia
Piano: Pino Jodice, Gianni Di Crescenzo
Chitarra: Gabriele Grifa
Contrabbassi: Francesco Angiuli, Marco De Tilla
Batteria: Lorenzo Petruzziello
SEMINARI
3 Luglio 2013 Seminario ore 11.00/14.00 : Rocco Zifarelli
Seminario di Chitarra Jazz Moderna.
Soluzioni melodiche ed armoniche della chitarra elettrica nel trio jazz
classico e moderno e nell'interpretazione della musica di
Joe Zawinul, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Steps Ahead, Michael Brecker etc.
Rocco Zifarelli
5 Luglio 2013 Seminario ore 11.00/14.00 : Emanuele Smimmo
Seminario di batteria Latin - Jazz. “Contemporary Latin Jazz - Interplay”
Tecniche di comping e di interazione con gli altri strumenti
nella musica latina in relazione al jazz
Emanuele Smimmo
6 Luglio 2013 Seminario ore 15.00/18.00 : Giancarlo Schiaffini
“L'improvvisazione non si improvvisa”.
“Ci vuole talento, memoria, pratica e un po' di errore”
Giancarlo Schiaffini
Giuliana Soscia, artista versatile, nasce a Latina e si di-
ploma in pianoforte con il massimo dei voti presso il Conservatorio di musica “S.Cecilia” di Roma, studia con la
Prof.ssa A.M.Martinelli e il M°S.Cafaro.Vince numerosi
concorsi pianistici e intra
prende subito un’intensa attività concertistica. Contem
poraneamente intraprende lo studio della fisarmonica e
del jazz. Nel 2001 le viene assegnato il trofeo ”Sonerfisa”
Premio Internazionale città di Castelfidardo come migliore fisarmonicista italiana e nel 2007 il Premio alla carriera, nel 2005 il prestigio“XXXV Premio Personalità
Europea” presso il Campidoglio. Dal 2000 al 2008 è presente in vari programmi televisivi, in qualità di musicista
e di conduttrice su RAI UNO e Rai DUE . Nel 2006 fonda il
gruppo“Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet “col quale
inizia subito un’intensissima attività concertistica. Si esibisce come special guest per “Omaggio a Piazzolla” con la
con la SNJO Scottish National Jazz Orchestra diretta da
Tommy Smith presso la “Qeen’s Hall” di Edinburgh, il
“RSAMD”di Glasgow, il “Mac Robert Art Centre” di Stirling,
il Byre Theatre di St. Andrews,con la PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra diretta da Maurizio Giammarco presso
l’Auditorium Parco della Musica di Roma per il Progetto
“Il Viaggio Di Sindbad” arrangiato da Pino Jodice , con la
Power Jazz Unusual Orchestra diretta da Pino Jodice al Fiction Fest Awards 2010, con la Salerno Jazz Orchestra,
come solista/compositrice con la PMJO presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, come solista con le Orchestre d’Archi “Milano Classica”, “Rossini”, “Tartini”,
collaborando con i Direttori C.Lorenz. E’ inoltre leader del
“Giuliana Soscia Tango Sextet” composto da fisarmonica e
quintetto d’archi con repertorio jazzistico dedicato ad
A.Piazzolla e brani originali. Ha al suo attivo numerose incisioni come fisarmonicista solista e compositrice. Prima
fisarmonicista a partecipare al prestigioso Festival Lucca
Jazz Donna 2010, immagine del Lucca Jazz Donna 2011e
del vinile LJ Donna 2010 Vol.I.
Rocco Zifarelli, ha iniziato lo studio del solfeggio e del
pianoforte all'età di 8 anni, per continuare con la chitarra.
Dal 1985 al 1996 ha frequentato corsi e seminari specifici
di jazz con John Scofield (1985,1994 Ravenna); Pat Metheny(1991 Ravenna);Scott Henderson (1992 Ravenna);
Joe Diorio (1989 Ravenna, 1993 Roma; Bill Frisell (1996
Perugia), nonché i corsi della scuola americana Berkley
College of Music in Umbria Jazz, vincendo una menzione
speciale per una borsa di studio negli USA. Nel 1991 ha
vinto la prima edizione del concorso Eddie Lang Guitar
Contest, dedicato alle giovani generazioni di chitarristi
jazz. La sua attività poliedrica abbraccia tutti i campi artistici di prestigio della musica italiana ed
internazionale:dal 1997 collabora stabilmente col compositore e direttore ENNIO MORRICONE, sia nelle registrazioni delle colonne sonore, CD e DVD live, che nei concerti
dal vivo nei più importanti sale da concerto nel mondo
come Tokio, Londra, New York, Mosca, Parigi, Arena di Verona, Teatro alla Scala di Milano, Shanghai, Pechino, Seoul,
e molti altri, nonché presso la Sala dell’Assemblea generale
delle Nazioni Unite a New York;collabora con importanti
musicisti jazz quali Paul Mc Candless, Tony Scott, Bob Mintzer, Roberto Gatto, Gege' Telesforo, Pino e Pietro Iodice,
Massimo Urbani, Pippo Matino, Lester Bowie, Rosario
Giuliani, Steve Hunt, Linley Marthe, Hadrien Feraud, Dedè
Ceccarelli, Dario Deidda e tanti altri; nel campo della musica leggera con artisti come Giorgia, Adriano Celentano,
Ivano Fossati, Renato Zero, Cristiano De Andrè, Dulce Pontes, Teresa Salgueiro, Angelo Branduardi, ecc.è stato chitarrista aggiunto dell'orchestra della musica leggera della
RAI dal 1996 al 2006, partecipando a numerose trasmissioni quali Sanremo e Fantastico;dal 1998 è chitarrista aggiunto dell'orchestra nazionale di Santa Cecilia;dal 1996
al 1999 ha collaborato alle produzioni del Teatro Sistina
di Roma, realizzate da P. Garinei, su musiche di Gianni Ferrio;dal 1990 al 2004 ha svolto attività didattica presso importanti scuole di musica private italiane (l'Università
della Musica, Saint Louis Music College) ,dal 2005 al 2012
è stato docente esterno per i corsi di chitarra Jazz, Elettrica e Pop presso il Conservatorio di Bari e dal 2012 è titolare della Cattedra di Chitarra Jazz del Conservatorio di
Pescara;dal 1993 partecipa alla realizzazione di numerosissime colonne sonore di film italiani e stranieri, scritte
da E. Morricone, N. Piovani, S. Reali, L. Bacalov, M. Abeni,
H. Zerlett, ecc.è leader di una propria band, con la quale
svolge una intensa attività concertistica presso i maggiori
festival jazz italiani ed internazionali. Nel 2005 è stato invitato all' International Symposium presso le Nazioni
Unite di New York; nel 1998 pubblica il suo primo CD da
solista "Lyndon" con la collaborazione di Paco Sery, Matthew Garrison e Stefano di Battista, prodotto dalla ViaVe-
neto Jazz/Universal;nel 2005, dopo un'audizione a New
York, entra nella jazz-rock band americana Mahavishnu
Project, con la quale si è esibito in prestigiosi festival americani ed europei quali Vishnu Fest di New York e Summer
Jazz Festival di Varsavia;dal 2009, dopo un'audizione a Parigi, diventa il chitarrista stabile dei Defunkt, funk-jazzrock band del trombonista e cantante americano Joe
Bowie, partecipando ai più importanti festival jazz europei
collabora come consulente ed endorser di prestigiosi marchi internazionali quali DV-Mark Amplifier, Ernie Ball
Strings, Ableton Live, Agostin Custom Guitars, Yamaha e
Godin Guitars rappresentandoli presso i più importanti
eventi fieristici internazionali come il Music Messe di
Francoforte ed il NAMM di Los Angeles. Dal 2009 divide
la sua residenza tra Roma e Parigi.
Pino Jodice, nasce a Napoli e si diploma in pianoforte
nel 1987 al Conservatorio D.Cimarosa di Avellino. Durante
gli studi di composizione mostra le sue attitudini al jazz e
successivamente studia pianoforte jazz con Franco D'Andrea. Si diploma in Jazz presso il Conservatorio di Musica
O.Respighi di Latina con il massimo dei voti. E' autodidatta
come arrangiatore, direttore e compositore per orchestra
jazz e mostra immediatamente il suo talento vincendo numerosi concorsi internazionali in Italia e all'estero di composizione e arrangiamento per orchestra jazz. Ha svolto
attività didattica presso il Conservatorio di Musica S.Cecilia di Roma ( Composizione e Arrangiamento jazz II Livello), il Conservatorio di Musica G.Martucci di Salerno (
Pianoforte Jazz, Composizione e Arrangiamento Jazz, I e II
Livello), il Conservatorio di Musica C.G. Da Venosa di Potenza ( Pianoforte Jazz Cattedra annuale, Composizione e
Arrangiamento Jazz, I e II Livello). Attualmente e’ docente
di Composizione Jazz presso il Conservatorio di Musica
D.Cimarosa di Avellino. Fondatore e Direttore della “Power
Jazz Unusual Orchestra”, collabora anche come pianista,
compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra con l’Orchestra Jazz dell’Auditorium Parco della Musica di Roma
la PMJO, con la Scottish National Jazz Orchestra SNJO, con
la Salerno Jazz Orchestra SJO, con l’Orchestra Jazz della
Sardegna OJS, Cimarosa Jazz Orchestra CJO.
Premi :
1° premio “Scrivere in jazz 2000” (Sassari)
2°
premio
“Barga
jazz
2000”
(Barga)
1° premio “Concorso internazionale di composizione per
orchestra Sinfonica 2Agosto 2001” (Bologna)
1° premio “Castel dei Mondi - Andria” 2002 ( Andria)
1°
premio
“Barga
jazz
2002”
(Barga)
1° premio “Scrivere in jazz 2004” (Sassari)
1° premio “Piacenza jazz Arrangers 2006” (Piacenza)
1° premio “ArtEZ Composition Contest 2012” ( Enschede - Olanda )
“Premio Positano Jazz 2002” Miglior Nuovo Talento Italiano ( Napoli )
“Premio Palazzo Valentini Jazz 2002” Miglior Nuovo
Talento Italiano ( Roma )
Svolge una intensa attività concertistica, collaborando
come pianista e arrangiatore con i più grandi jazzisti internazionali tra i quali: P.Mc Candless ( con il quale registra un CD dal titolo “Terre” con il gruppo Xenia ) M.Stern,
T.Smith, K.Weelher, Y.Lateef, D.Oatts, B.Holmann, R.Galliano, G.Garzone, F.Tiberi, U.Cane, G.Burton, J.Scofield,
M.Portal, B.Brookmayer, M. Schneidr, Rick Margitza, D.Di
Piazza, Dee Dee Bridgewater, E.Rava, P.Fresu, M.Giammarco, P.Damiani, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Dino
e Franco Piana. Nel mondo pop come : Mina, Gino Paoli,
Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Renato Zero, Gianni Morandi, Fiorello, Cristian De Sica, Gianni Ferrio. Per il Cinema con : Ennio Morricone, Andrea Guerra, Paolo Vivaldi,
Armando Trovaioli e tanti altri. E’ leader di un suo trio
(PJTRIO) con il quale pubblica il CD “New Steps” e di un
quintetto ( PJ5ET ) internazionale con il quale pubblica i
cd “Suspended” e “High Tension” con l’alto sax Dick Oatts
e il tenor sax Tommy Smith. Ha al suo attivo numerose incisioni come pianista, compositore e arrangiatore. Attualmente è cooleader insieme alla fisarmonicista, pianista e
compositrice Giuliana Soscia del “Giuliana Soscia & Pino
Jodice Quartet” con il quale incide cinque cd e svolge una
intensa attività concertistica in Italia ( Auditorium Parco
Della Musica, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Trieste,
Teatro Argentina di Roma, Teatro Mercadante di Napoli,
Teatro Augusteo di Napoli, Umbria Jazz, Teatro Nuovo
G.Menotti di Spoleto, ecc...) e all’estero suonando tra l'altro in: Germania, Francia, Argentina, Mexico, Perù, Etiopia,
Vietnam, Scozia, Turchia, Tunisia, Polonia e tanti altri
paesi nel mondo.
Giancarlo Schiaffini, compositore-trombonista-tubista,
nato a Roma nel 1942, si è laureato in fisica presso quella università nel 1965. Autodidatta in musica, ha partecipato alle
prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore
nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 ha
studiato a Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar e ha
fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore.
Nel 1972 ha studiato musica elettronica con Franco Evangelisti,
collaborando con il Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza fino al 1983. Nel 1975 ha fondato il Gruppo Romano di Ottoni, con repertorio di musica rinascimentale e contemporanea.
Fa parte della Italian Instabile Orchestra. Ha tenuto corsi e seminari in Italia, presso la Hochschule di Freiburg i. B., Melba e
Monash University (Melbourne) e la New York University. Ha insegnato per più di 30 anni presso il conservatorio “A. Casella”
dell’Aquila e nei corsi estivi di Siena Jazz (strumento, improvvisazione, composizione) Ha collaborato con John Cage, Karole
Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Ha partecipato, come
compositore ed esecutore, a numerosi festival e stagioni concertistiche presso : Teatro alla Scala, Accademia di S. Cecilia, Biennale Musica di Venezia, Autunno Musicale di Como, IRCAM, Upic
e Festival d’Automne di Parigi, Reina Sofia di Madrid, Ars Musica
di Bruxelles, Europa jazz Festival du Mans, Jazz a Mulhouse,
Tramway (Rouen), Wien Modern, Aspekte di Salisburgo, Donaueschinger Musiktage, Moers, Tage fuer Neue Musik di Zurigo,
Fondazione Gulbenkian di Lisbona, Alte Oper di Francoforte, Filarmonica di Berlino, Festival di Gibellina, FIMAV di Victoriaville
(Canada), Nuova Consonanza, Bimhuis di Amsterdam, JazzYatra
(India), Darmstadter Ferienkurse, Pomeriggi Musicali e Musica
del nostro tempo (Milano), UNEAC di Cuba, Maggio Musicale Fiorentino, Lincoln Center e Hunter College (New York), New Music
Concerts di Toronto e molti altri. Dal 1988 collabora con la cantante e autrice di testi Silvia Schiavoni per la composizione ed
esecuzione di performances multimediali originali e su letteratura, pittura (Joyce, Gauguin, Ibsen, Boccioni, Ammaniti e altri),
con immagini di Ilaria Schiaffini. Nel 2000 è stato Composer in
Residence presso l’”International Composers & Improvisers
Forum Munich”. Ha registrato per le radio nazionali in Italia,
Austria, Canada, Olanda, Messico, Germania, Francia, Svezia, Spagna. Sono state a lui dedicate composizioni da numerosi autori
come Scelsi, Nono, Alandia, Amman, Castagnoli, Dashow, Guaccero, Laneri, Mencherini, Renosto, Ricci, Villa-Rojo. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records,
Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. BMG,
Curci, Edipan, Pentaflowers, Ricordi hanno pubblicato sue com-
posizioni. Ricordi ha anche pubblicato un suo trattato sulle tecniche del trombone nella musica contemporanea. A Giancarlo
Schiaffini è stata dedicata una voce dalla Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della
Musica (Utet/Garzanti).
Emanuele Smimmo, ha studiato Batteria e percussioni
negli Stati Uniti con Gary Chaffee e in Italia con Horacio Hernandez e Alberto D’anna. Inoltre ha studiato percussioni classiche
con Giorgio Angelini (1° percussionista dell’orchestra di S.Cecilia
di Roma) pianoforte classico complementare con Stefano Fratini
e composizione con Greg Burk. Ha registrato oltre 40 cd collaborando con una moltitudine di artisti di fama internazionale
sia in ambito jazz, latin e pop come Phil Markowitz, Andy Sheppard, Cuong Vu, Zach Brock, Fabrizio bosso, Tommy Emmanuel,
Aires Tango, Wasabi trio, Lenine, Salvatore Bonafede, Pino Jodice
- Giuliana Soscia & Italian Tango quartet, Javier Girotto, Chiara
Civello, Eddy Palermo, Peppe Servillo, John Benitez, PMJO
(Parco della musica Jazz Orchestra), Paolo Damiani, Roy Paci,
Louis Bacalov, Massimo Nunzi all star jazz orchestra, Dario
Deidda, Maurizio Giammarco, Ares Tavolazzi, Julian Oliver Mazzariello, Paolo Recchia, Daniele Bonaviri- Juan Carlos Albelo &
Diadema quartet, Marco Rinalduzzi, Alexander Abreu, Sandro
Deidda, Marco Siniscalco – EnricoZanisi e S.Z.S.Trio, Federica
Zammarchi & Jazz Oddity, Eric Daniel, Aldo Bassi, Roberto Evangelisti, Natalio Mangalavite, Manolin “el medico de la salsa” Giovanni Amato, Samuel Formel, Aidan Zummit, Joe Amoruso, Giusy
Ferreri, Ornella Vanoni, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Teresa De
Sio, Alessandro Haber e tantissimi altri.
Salvatore Santaniello, nato a Lauro, si è diplomato in clarinetto e didattica della musica presso il Conservatorio Statale di
Musica " D. Cimarosa " di Avellino. Allo studio del clarinetto ha
affiancato quello del sassofono sotto la guida del M° Antonio Balsamo, caposcuola del sassofono moderno in Italia. Vincitore di concorso per l'insegnamento di . e di Sassofono e Musica Jazz nei
Conservatori Statali, è stato insegnante di sassofono nei Conservatori di Avellino e Potenza e di Musica Jazz nei Conservatori di
Cosenza, Potenza, Benevento ed Avellino dove attualmente è titolare di cattedra. Ha pubblicato studi ed arrangiamenti per clarinetto
e sassofono, ha composto musiche per film e lavori teatrali. Ha suonato, come aggiunto, con l' Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli
e con l' orchestra ritmica della R.A.I. per laquale ha registrato, come
solista, numerose colonne sonore per sceneggiati radiofonici e
films. Ha collaborato con numerosi artisti italiani e stranieri con i
quali ha effettuato numerose tournee in Italia ed all'estero.
Giuseppe Di Capua, è nato a Vico Equense nel 1967 e si è
diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode nel
1987 presso il Conservatorio di musica di Salerno sotto la
guida di Adriana Mannara. Ha poi seguito vari corsi di perfezionamento pianistico,tra cui quelli del M° Carlo Lapegna e
della pianista Laura De Fusco. Dall’età di 15 anni si è dedicato
alla attività concertistica sia come solista che in formazioni da
camera,tenendo oltre 300 concerti. Dal 1996 si è occupato del
repertorio corale del ‘900 (prediligendo gli autori dell’Europa
dell’Est) dirigendo diverse formazioni tra cui l’ensemble vocale
“I cantori della corte di Re Ferdinando” ,da lui fondato (Napoli,
Maggio dei monumenti 2000 e 2002) e il coro “The Joyful Singers” (Napoli, Basilica di S.Lorenzo Maggiore).
E’ attualmente molto attivo nel campo della musica da camera ,
sia come pianista accompagnatore di numerosi cantanti lirici
che in duo con il M° Lorenzo Fiscella, con il quale ,nella formazione “Dumbarton Oaks”, si occupa della produzione per pianoforte a 4 mani del ‘900 francese. Ha inoltre esplorato le
possibilità di rivisitazione in chiave jazzistico-etnica dei classici della canzone napoletana con “Acousticænsemble”,la cui
voce solista è la cantante Marina Bruno;con quest’ultima ha
percorso gli itinerarii del gospel e delle spiritual-songs in numerosi concerti in tutta Italia sia in duo che con il “Marina
Bruno gospel quartet”. Recente è la collaborazione con il pianista Francesco Nastro, con il quale ha elaborato “ Flying on
classics” una “incursione” jazzistica nel repertorio colto, da
Bach a Faurè a Scriabin. Nel 2006 ha registrato agli Air Studios
di Londra con la London Simphony Orchestra brani inediti al
pianoforte con il tenore italiano Francesco Malapena.
Ha sempre lavorato alla sperimentazione di nuove metodologie di insegnamento e di divulgazione musicale ed è particolarmente sensibile alla evoluzione della musica nei suoi aspetti
multimediali. Dal 1999 è titolare di cattedra per l’insegnamento di Teoria,Ritmica e Percezione presso l’ Istituto di Alta
Formazione Artistica e Musicale “Domenico Cimarosa” di Avellino, dove insegna anche nell’ambito dei corsi di laurea di II livello in Discipline musicali le materie Acustica e psicoacustica,
Pratica della notazione antica e contemporanea, Elementi di
pianoforte a orientamento jazzistico, Improvvisazione e didattica dell’improvvisazione, Prassi esecutiva e repertorio jazz,
Storia della registrazione audio-video, Intonazione, ritmica e
lettura cantata, Teoria della musica rinascimentale e barocca,
Tecniche di realizzazione di specifici assetti ritmo/fonici.
Francesco Nastro, nato a Castellammare di Stabia (NA) il
5 Sett. ’67, si e’ diplomato in pianoforte nel 1989 ed ha conseguito il compimento inferiore di composizione nel 1991 presso
il conservatorio di Salerno. Ha seguito un corso di perfezionamento con il maestro Adrian Costantin Baciu (musica classica)
nel 1987. Si interessa di jazz gia’ dal 1985.Nel 1993 ha partecipato al concorso internazionale “Citta di Stresa” nella categoria
“improvvisazione jazz”, vincendo il primo premio “Clara Barberis” . Tra il 1991 ed il 1993 ha collaborato con il maestro Bruno
Tommaso all’attivita’ dell’ orchestra Utopia partecipando ad
importanti festivals e rassegne (Roccella Jonica, Berchidda, Taranto, Campobasso) ed incidendo anche un cd live all’Europa
jazz festival di Noci, con ospiti quali Gianluigi Trovesi, PaolFresu, Evan Parker. Ha frequentato a Bologna un seminario su
John Coltrane curato dal maestro Dave Liebman con il quale ha
poi tenuto due concerti uno a Bologna e l’altro a Cremona.
Ha registrato a Napoli con GARY PEACOCK (bass) e PETER ERSKINE (drums ) un disco dal titolo “TRIO DIALOGUES” uscito
per la etichetta ”jazzclubbillevans” in cui sono contenute composizioni sia di Nastro che di Peacock ed Erskine.
Maggio 1997 ha registrato un disco con il gruppo “Francesco
Nastro a tempi alterni quintet” ed ha girato vari festivals per
promuovere il disco fra cui Pomigliano, Fano jazz, Pisa ,
Sessa,Como,Roccella Jonica, ecc. Agosto ’97 gli e’ stato commissionato dal Direttore del Conservatorio di Napoli M° Roberto
De Simone un arrangiamento per orchestra di un corale; inoltre ha sviluppato jazzisticamente lo stesso corale nella versione bachiana, eseguendolo in Trio + Orchestra in occasione
del festival jazz di “Roccella Jonica”. Attualmente svolge intensa
attivita’ didattica in Campania, ha insegnato nell’anno 2000-01
al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino e dal 2004 al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, e’ ospite presso
varie scuole italiane per tenere dei seminari; in contemporanea collabora stabilmente con il quintetto di Pietro Condorelli,
il quartetto di Aldo Vigorito e con il suo trio gira vari festival
italiani ed europei per promuovere l’ultimo lavoro.
ContaminazioniJazz
Conservatorio di Musica
“ Domenico Cimarosa “
Istituto Superiore di Studi Musicali
Via Circumvallazione,156
Avellino
www.conservatoriocimarosa.org