EMISSIONE 229 (CD IN USCIT A IL 26 OTTOBRE) NOTIZIE UTILI GIANLUCA PETRELLA COMING TOMORROW – PART ONE SPACEBONE RECORDS 8015948301906 BONE 1001 DIGIPACK 2009 I maestri Franco D’Andrea ed Enrico Rava si trovano d’accordo su diversi aspetti riguardo la musica. Su uno in particolare non hanno dubbi: “Se dovessi scegliere un trombonista in tutto il mondo non avrei dubbi, prenderei Gianluca Petrella”. Non è un caso infatti che ch entrambi si esibiscano stabilmente con il trombonista barese, classe 1975. Come loro tanti altri lo hanno scelto in passato, da Roberto Gatto a Roberto Ottaviano. Ma soprattutto Gianluca Petrella oggi è un leader affermato e valoroso, persino la critica statunitense se ne è accorta, premiandolo e inneggiandolo ad ogni occasione. Così ha presentato un progetto inedito – ideato ultimamente e pensato già per il futuro immediato con un ulteriore sviluppo, affiancando alla musica letture di brani originali ispirati isp e dedicati a Sun Ra – concepito per un’orchestra di undici elementi. “Desidero trovare costantemente nuovi stimoli, così ero molto stimolato ad occuparmi di un organico variopinto, con quattro fiati, i sintetizzatori, la chitarra elettrica, il pianoforte pianof e la ritmica tradizionale affiancata alle percussioni”. L’incitamento più grande infatti è stato circondarsi di musicisti giovani, molti di loro poco conosciuti. “Non vorrei essere il promotore dei giovani, anche se è importante far conoscere nuovi volti. vo Sono tutti musicisti sotto i trent’anni, pescati nell’area bolognese, persone che suonano bene, stanno crescendo, sono volenterosi e adatti a quello che ho in mente.” Stile personale, competenza storica incredibile, propulsione innovativa, continua ricerca, ri Petrella è artista dalle multiple esperienze. “Passaggi fondamentali ce ne sono stati molti. Partirei ricordando i funerali, le marce funebri, vale a dire le mie prime esperienze ad undici anni, quando partivo con il trombone per i paesi della zona a suonare in occasione di qualche funerale. Poco dopo sono passato ai matrimoni, suonavo le tastiere così potevo capire l’armonia, gli accordi e le basi creative dell’improvvisazione. Naturalmente trasportai questi insegnamenti sul trombone. Nei primi anni Novanta ho partecipato alla florida scena Acid Jazz e Nu Jazz che si sviluppava vicino Bari attorno a produttori come Nicola Conte e qualche altro. Contemporaneamente Genere: jazz SPACEBONERECORDS PRESENTA PRE COMING TOMORROW PART ONE GIANLUCA PETRELLA COSMIC CO BAND, PRENDE PRESTO IL PASSO E GUADAGNA LE SEMBIANZE DEL LEADER GIANLUCA PETRELLA CON CO QUESTO APPASSIONATO OMAGGIO A SUN RA: GIANLUCA PETRELLA COSMIC CO BAND “COMING TOMORROW BAND— PART ONE”. IN CONCERTO Mercoledì, 20/10/2009 Feltrinelli Milano, 18,30h frequentavo il conservatorio che mi è servito per un discorso prettamente tecnico e di metodo”. Vive esperienze importanti, ad esempio in Germania dove risiede per qualche tempo e incrocia la scena radicale europea. “Dopodichè un’altra svolta nel 1997 quando Enrico Rava mi ha chiamato per suonare con lui”. Da lì in poi è storia di successi continui, di un’ascesa fulminante e di un’evoluzione che ben presto regalerà altri capitoli importanti. Tra i primi paragrafi certamente un secondo disco per Blue Note come "Kaleido" (2008) e del nuovo straordinario, incredibile, inaspettato lavoro discografico "Coming tomorrow - Pt. One" di cui sentiremo parlare a lungo. ANGELO VALORI NOTTURNO MEDITERRANEO EGEA 8015948001547 SCA 154 DELUXE DIGIPACK 2009 Che cos’è la musica mediterranea? Questa è la domanda che mi ha rivolto Gil Goldstein durante la registrazione di questo lavoro. Non riuscendo a trovare una risposta che descrivesse la miriade di culture musicali che convivono nel nostro mare – eppure di Mediterraneo mi interesso da quando, dopo aver percorso i primi faticosi gradini di giovane compositore di musica “d’avanguardia”, ho smesso per anni di scrivere musica – gli ho detto che il significato che ho voluto dare a questo lavoro è soprattutto melodico. Naturalmente mi sono pentito subito, pensando a quanto pregnante e ricca sia la tradizione ritmica di questa musica. Ma ho insistito: quello che interessa me della musica mediterranea è la straordinaria varietà melodica, con la ricchezza di scale ed inflessioni che caratterizza ogni area geografica. Il Mediterraneo che ho immaginato è molto diverso da quello solare dei mercati arabi o delle pizziche salentine; è un luogo intimo, notturno, nascosto, lunare, più vicino ai sassi di Gino Paoli che alle Tammurriate. Le melodie mettono in risalto i colori arcaici della nostra area: il Lidio di Canzone di terra, il Frigio di Altri cieli, nuove terre sono i poli estremi di una varietà di accenti che ho cercato di ricostruire all’interno di quel linguaggio “spurio” che è il jazz. […] Questo lavoro vede la luce in occasione dei Giochi del Mediterraneo che nel 2009 si tengono a Pescara […] Poco prima di registrare le composizioni è avvenuta la tragedia del terremoto in Abruzzo: alle 3 e 32 del 6 aprile stavo scrivendo gli arrangiamenti di questo disco e ho sentito distintamente la scossa. Ho cambiato il progetto originario, ed ho voluto lasciare una mia piccola testimonianza in questo lavoro con Il volo dell’Aquila ferita. NOTIZIE UTILI Genere: jazz EGEA PRESENTA NOTTURNO MEDITERRANEO DI ANGELO VALORI PROGETTO REGISTRATO NEL PERIODO DEL TERREMOTO IN ABRUZZO. L’AUTORE LASCIA UNA SUA TESTIMONIANZA CON IL VOLO DELL’AQUILA FERITA. FORMAZIONE: di Angelo Valori Gabriele Mirabassi Pietro Tonolo Marco Zurzolo Peo Alfonsi Erasmo Petringa Salvatore Maiore Antonio Mambelli Gil Goldstein Angelo Valori NOTIZIE UTILI PIPPO POLLINA FRA DUE ISOLE STORIE DI NOTE 9120033750145 IVESDN 001 FORMATO 2009 “Fra Due Isole”: un live con l’orchestra sinfonica del conservatorio di Zurigo, per festeggiare i 25 anni di carriera di Pippo Pollina. Un evento speciale, con un'orchestra di oltre settanta elementi per festeggiare i suoi primi venticinque anni di musica: ha deciso di fare le cose in grande Pippo Pollina per la realizzazione del suo nuovo album, intitolato Fra Due Isole, in uscita con Storie di Note. Sabato 5 settembre 2009 il cantautore è infatti salito sul palco della Volkshaus di Zurigo sostenuto dall'entusiasmo del suo affezionato pubblico per rievocare le emozioni di venticinque anni intensamente dedicati alla musica con il meglio del suo ricco repertorio di canzoni. Ora quel concerto è diventato un disco, una sorta di vero e proprio Best Of di Pippo Pollina, in cui ad esaltare le composizioni di Pollina è l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Zurigo, Ggià incontrata nel 2008 per due repliche dell'opera Ultimo volo Orazione Civile per Ustica, "La potenza e l'espressività di un'orchestra sinfonica" ammette lo stesso Pippo Pollina "con i suoi settanta elementi ha conferito alle mie canzoni una dimensione "classica" che mi ha affascinato anche grazie al sapiente lavoro del maestro Massimiliano Matesic, compositore e direttore dell'orchestra". Da una co-produzione italo-austriaca ecco un disco da non perdere per i tanti appassionati del cantautore palermitano. Una summa di tutta la sua opera in una straordinaria veste 'sinfonica' per chi invece ne ha perso qualche puntata. GERARDO BALESTRIERI UN TURCO NAPOLETANO A VENEZIA INTERBEAT 8015948302019 INT 02-09 JEWEL BOX 2009 L’idea di questo disco mi è acquaticamente balenata in mente un giorno quando in barca da San Marco guardando il bacino mi sono comparsi il Vesuvio e il Bosforo tra l'isola di San Giorgio e la Giudecca. Napoli, Venezia e Istanbul: armoniose, sincretiche, città…da far incontrare attraverso la musica. Ho scelto la forma canzone, quella napoletana che meglio conosco e che desideravo incidere da tempo per tentare il sogno: una nuova virtuosa battaglia di Lepanto o una pacifica invasione di Otranto. Napoli città storicamente aperta alle contaminazioni che s’imbatte nella Istanbul imperiale attraverso Venezia porta tra Oriente ed Occidente questa volta non in guerra…ma in musica Son partito da una canzone precisa che ha poi trascinato le altre in un vario repertorio: trattasi di "Scetate" la più "turca" di tutte Per “turco” non è da intendersi esclusivamente la Turchia/Istanbul come area d’incontro. L’aggettivo e la scontata citazione intendono in realtà un’area molto più ampia che va dal Maghreb alla Genere: cantautorato STORIE DI NOTE PRESENTA FRA DUE ISOLE LA POTENZA E L'ESPRESSIVITÀ DELL’ ORCHESTRA SINFONICA DI PIPPO POLLINA CON SETTANTA ELEMENTI CONFERISCE ALLE CANZONI UNA DIMENSIONE CLASSICA. NOTIZIE UTILI Genere: cantautorato INTERBEAT PRESENTA UN TURCO NAPOLETANO A VENEZIA REPERTORIO ESEGUITO CON STRUMENTI MEDIORIENTALI… COME SE FOSSE SUONATO COSÌ DA SEMPRE. Persia. Dalla struttura armonica, alle melodie, ai passaggi obbligati, all'uso di una scala musicale comune, ai ritmi, la canzone napoletana ha da sempre in sé qualcosa di profondamente “turco” Mi è sembrato naturale pensare ad un repertorio eseguito con strumenti mediorientali… …come se fosse suonato così da sempre Di Napoli ho scelto la canzone, dai “turchi”è arrivata la dolcezza e l’improvviso impeto, l’ospitale Venezia ha offerto le fondamenta per sostenere tutto questo Partendo dall' arte dell' incontro siamo arrivati dopo alcuni giorni di residenza in teatro all'incisione e allo spettacolo Una visione intorno alla canzone napoletana visitata con musicisti e strumenti provenienti dall’Azerbaijan, dall’Armenia, dall’Iran, dalla Tunisia, da Venezia, da Napoli, dalla Grecia, da Istanbul… con la voce di Paola Fernandez dell’Erba cantante argentina di origini lucane. Ho cercato di dare un ‘impronta diversa anche alla voce e alla lingua Il napoletano con la cadenza spagnola mi è sembrato il suono più adatto per questo progetto il cerchio che chiude e che apre secoli di mescolanze, le mie roche devozioni un tentativo di rendere la canzone napoletana più “blues” e meno melodica, più “greca” e meno “barocca”. Il repertorio nel suo preciso volare navigando tende a cancellare le differenze tra musica colta, popolare,sceneggiata, macchietta ecc.e a distinguere più le tematiche. Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Roberto De Simone,Renato Carosone e tanti altri autori su un comune tappeto volante lungo ed oltre il Mediterraneo E’ un invito all’ascolto, alla poesia, al rendersi conto attraverso la musica che il confine, la separazione Oriente Occidente talvolta è solo inganno e che come scriveva qualcuno “né un Dio, né un’idea potranno mai salvarci ma solo una relazione vitale” Gerardo Balestreri THE KLEZMATICS WONDER WHEEL FELMAY DIST. 8712618406427 MWCD 4064 JEWEL BOX 2009 Apparsi all'improvviso nel 1986 nell'East Village di New York THE KLEZMATICS fin da subito hanno dato una nuova giovinezza alla musica klezmer con un'energia e vitalità che si ritrova ancor'oggi nel loro sound. Il loro è un klezmer che nasce dallo spiritualismo ebraico e dalla tradizione dell'Europa dell'Est per incorporare temi come i diritti umani e la tolleranza anti-fondamentalista con influenze musicali che spaziano dal gospel and punk, dai ritmi balcanici a quelli arabi ed africani. Nel corso della loro carriera ventennale la band ha pubblicato sei album di musica selvaggia, spirituale, provocativa, meditativa, estatica e ballabile sempre ridefinendo e forzando le definizioni tradizionali. Dopo un concerto con Itzak Perlman, furono presentati a Nora Guthrie — figlia di Wody e sorella di Arlo. Il gruppo, però, vide in lei la nipote di NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA WONDER WHEEL Aliza Greenblatt, importante poetessa Yiddish, che visse a Coney Island, e madre della moglie ebrea di Woody Guthrie. Fino a quel momento Nora Guthrie non aveva capita l'importanza di sua nonna per coloro che apprezzavano la lingua e la cultura Yiddish sapeva però che suo padre aveva scritto una collezione di canzoni ebraiche che chiese alla registrare come era già avvenuto in precednza con Billy Bragg ed i Wilco (Mermaid Avenue I & II). Wonder Wheel, che ha impiegato sette anni per completarsi, riflette le urgenze politiche e sociali di Woody Guthrie in uno specchio più ampio e globale e porta un'icona della musica americana del XX° secolo in contatto con il pubblico del XXI°. TH E KLEZMATICS in modo appassionato danno vita ai testi di Woody con sonorità dell'Est Europa, Klezmer, Latine, Celtiche, Afro-Caraibiche e folk dandogli una vitalità universale. Con la collaborazione ddella cantante Celtica Susan McKeown e del multistrumentista Boo Reinerse, prodotto da GoodAndEvil (Sex Mob, Elysian Fields, Felix Da Housecat), Wonder Wheel è un'intensa combinazione di elementi famigliari ed esotici, ma soprattutto è completamente naturale ed intensamente umano. Queste poesie nate a Coney Island aggiungono una dimensione urbana, spesso ignorata, ad un uomo visto come l'incarnazione del suono rurale. Ma, come migliaia di altre sue canzoni, non erano fino ad oggi mai state registrate, mentre la musica andava persa. Abbastanza stranamente Wonder Wheel non ha mai avuto una pubblicazione ufficiale in Europa e oggi questo gap è colmato dalla casa olandese Music & Words che ha arricchito questa versione con 4 bonus tracks finora inedite. VARTTINA 25 FELMAY DIST. 4047179214124 CD 87171 SUPERJEWEL BOX 2009 VÄRTTINÄ, il famoso gruppo di folk contemporaneo finlandese, celebra i 25 anni di esistenza. Questa antologia, «25», comprende 22 tracce rimasterizzate provenienti dagli 11 album del gruppo, dal DVD «Archive Live», ed un brano pubblicato solo in Finlandia. «25» contiene inoltre i testi delle varie canzoni, la traduzione in inglese e foto che illustrano la carriera della band. VÄRTTINÄ sono oggi considerate il fenomeno mondiale in ambito folk, della Finlandia. Formatosi nel 1983 come gruppo di 21 elementi, ridotti a 10 nel 1990 ed oggi a 9, questo gruppo estremamente trascinate e dinamico con una front line di tre cantanti ed una band di 6 strumentisti ha registrato 10 album, sei dei quali hanno raggiunto la vetta della World Charts europee, americane e giapponesi ed uno dei quali ha raggiunto il disco di platino. Il loro stile fortemente innovativo ed originale che trae ispirazione dalle tradizioni Ugro-Finiche e della Karelia ha stupito il pubblico di tutto il mondo con concerti e tournee in NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA 25 DI NUOVO INSIEME AL PRODUTTORE JANNE HAAVISTO, CON L'AGGIUNTA DELLA NUOVA CANTANTE JOHANNA VIRTANEN. Giappone, Australia, Nord e Sud America ed in tutta Europa. Il loro ultimo Cd, «6.12 (live 2001)», ha ricevuto unanimi consensi su tutte le principali riviste mondiali. Il decimo album «iki», realizato in occasione della celebrazione dei 20 anni di carriera della band è stato un altro punto fermo nella discografia del gruppo. Di nuovo insieme al produttore Janne Haavisto, con l'aggiunta della nuova cantante Johanna Virtanen, il ritorno del violinista originale Lassi Logren, il nuovo bassista Hannu Rantaen e nuovo percussionista Jaakko Lukkarinen, le Värttinä sono tornate alla semplicità degli inizi mostrando un'inaspettata varietà e versatilità melodica. ORCHESTRA BAILAM HAREM BAILAM FELMAY 8021750815326 FY 8153 DIGIPACK 2009 L’ORCHESTRA BAILAM si ripresenta con un album dal vivo, registrato nel corso di uno spettacolo tenutosi nel celebre Teatro della Tosse di Genova nel marzo 2009. Harem Bailam è utile non soltanto a fare il punto su un viaggio in musica che dura ormai dal 1988, ma anche, per i neofiti, a collocare la formazione in quella che è senz’altro la sua dimensione più congeniale, il live. L’acusticissima ORCHESTRA BAILAM si è sempre contraddistinta per un approccio essenziale e misurato al suo repertorio, senza che questo abbia mai significato distacco dalla materia o scarsa partecipazione emotiva. L’album-concerto si apre con Mamma li turchi e Gatto morto, due brani assai dinamici a firma di Franco Minelli, chitarrista e suonatore di oud dell’ensemble, che richiamano alla mente, rispettivamente, le scorribande klezmer dell’Europa orientale e i serrati ritmi balcanici. Senza un attimo di tregua si passa subito dopo a Rumenia Rumenia (di Aaron Lebedeff) che racconta una divertente storiella ebraica, la cui morale è universalmente valida. La quarta composizione, Semai nahawand lamma bada, introduce una sorta di ampia suite che omaggia la tradizione mediorientale con tracce quali Enta aumri (un brano in passato reso immortale dalla divina Oum Kalsum), Cimbali (un tradizionale), L’anima ha preso tutto in gioventù (su testo del poeta del XII secolo Ibn Hamdis) e Longa farahfaza (di Ismail Haqqi bey). Ne risulta un’atmosfera tra il colto e il popolare che ci fa passare davanti agli occhi con molto garbo danzatrici del ventre e orchestrone d’archi e di plettri arabe, harem popolati di flessuose bellezze e frequenze radio che s’involano la sera verso il deserto. Secondo il medesimo stile orientaleggiante è affrontata la splendida cover di Il volto della vita, brano con cui Caterina Caselli si presentò al Cantagiro del 1968 e che qui è cantato da Roberta Alloisio. Nell’occasione del concerto all’ORCHESTRA BAILAM (formata oltre al citato Minelli da Luciano Ventriglia, percussioni e batteria; NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA HAREM BAILAM L’ACUSTICISSIMA ORCHESTRA BAILAM SI È SEMPRE CONTRADDISTINTA PER UN APPROCCIO ESSENZIALE E MISURATO AL SUO REPERTORIO, SENZA CHE QUESTO ABBIA MAI SIGNIFICATO DISTACCO DALLA MATERIA O SCARSA PARTECIPAZIONE EMOTIVA. Edmondo Romano sax e clarinetto; Roberto Piga violino; Luca Montagliani fisarmonica e tastiere; Tommaso Rolando basso) si sono uniti, tra gli altri, il trio degli Arcotrafficanti, Marco Fadda alle percussioni, Cosimo Francavilla al sax. e le voci di Marco Beasley e Eyal Lerber. NUVOLEINCANTO NON PER UN DIO (MA NEMMENO PER GIOCO) FELMAY 8021750301225 FY 3012 DIGIPACK 2009 A dieci anni esatti dalla morte, il mito De André appare più saldo che mai nella considerazione del pubblico. Allo stesso modo, e non certo per denaro quanto semmai per amore, sono tanti i musicisti e gli artisti che, considerandolo ancora e sempre “uno di loro”, non hanno mancato di rendergli omaggio in questo anniversario. NUVOLEINCANTO – che non è soltanto una band ma anche uno spettacolo nato per ricordare gli eroi di De André, realizzato con la regia di Lucio Diana e il contributo della voce recitante di Michele Di Mauro – si inserisce a pieno titolo in questo filone proponendo con il disco Non per un Dio (ma nemmeno per gioco) un originale percorso rievocativo. La formazione è composta da strumentisti che vantano un ampio bagaglio di esperienze e rispondono ai nomi di Fabrizio Cotto (chitarra e voce), Gigi Venegoni (chitarre), Piero Mortara (fisarmonica e pianoforte), Angelo Ieva (basso) e Fabrizio Gnan (percussioni). I brani di De André oggetto di interesse da parte del gruppo provengono soprattutto dagli album Non al denaro, non all’amore né al cielo (1971) e Fabrizio De André (Indiano) (1981) e, fermo restando il rispetto per le melodie, si possono ascoltare in versioni davvero particolari. È lo stesso Fabrizio Cotto a spiegare che nel disco «abbiamo costruito un percorso sui temi a lui [De André] più cari: l’amore, la guerra, la religione. Abbiamo rielaborato in chiave leggermente più rock, inventando ritmiche e arrangiamenti più consoni al nostro modo di suonare, molte canzoni della produzione precedente alla svolta etnica di Crêuza de mä» (“Sistema Musica”, n. 7, 2009).La canzone dell’amore perduto assume così i tratti della ballata pop, Franziska muta pelle e si colora di umori latinoamericani, La città vecchia viene rallentata dal suono di una fisarmonica dal puro charme francese, Geordie cambia decisamente aspetto abbandonando i suoi caratteri cinquecenteschi per travestirsi in un blues (acustico) dai toni caldi e coinvolgenti. Quasi sul finale dell’incisione, un’articolata introduzione pianistica di derivazione classica mette in moto una rimarchevole cover di Bocca di Rosa. Essenziale ma non semplicistico, assai prossimo allo spirito irrequieto di De André, molto curato nella produzione, Non per un Dio (ma nemmeno per gioco) si pone senz’altro come termine di paragone a venire per chi intenda intraprendere una rilettura NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA NON PER DIO (MA NEMMENO PER GIOCO) dell’opera del cantautore genovese. LA MORESCA AMMORE, TRIVOLO, CURRIVO E DEVOZIONE FELMAY 8021750815425 FY 8154 DIGIPACK 2009 Torna a noi LA MORESCA, formazione campana di riconosciuto valore e grande spessore artistico, che si ripresenta all’attenzione del suo pubblico dopo un lungo silenzio discografico. Ammore, trivolo, currivo e devozione (sottotitolo vota la rota de la mia vita… e s’avota la rota n’auta vota) è il titolo della nuova opera, concepita a otto anni distanza dal notevole Senza cchiù terra. Avvalendosi della direzione artistica di Rosario Del Duca, l’ensemble formato da Alfredo Notarloberti (violino), Fabio Roselli (darbouka, djembé, percussioni, zarb), Giovanni Migliaccio (voce, chitarra classica, flamenco e battente, mandolino, basso, bouzouki, tammorre, tamburello, djembé), Paolo Di Giorgio (chitarra classica e battente, oud, mandoloncello), Salvatore Zeno (flauto traverso e dolce, ottavino, ciaramella), Tilde Punzo e Vittorio Acone (voci) ci offrono un ampio sguardo sulla tradizione musicale radicata nella loro regione con opportuni allargamenti mediterranei. L’album, come si evince dal titolo, presenta al suo interno una suddivisione quadripartita, segnata da tre intermezzi. Il primo capitolo è dedicato all’amore, qui rappresentato tanto dall’innamoramento adolescenziale (Ajeri sera virietti roi stelle), quanto da quello materno (La ninna ri la ria), per finire in una satirica Burlata a sfondo sessuale. Segue il paragrafo delle tribolazioni: il lamento della Terra violata, i tentativi di tenere lontano il dolore (sulle note di una Danza arabesca gitana cantata in spagnolo), . la disperazione di una donna in carcere (Dint’a a la Vicaria, un brano ottocentesco). Poi è la volta della collera: per la libertà maltrattata e per il tradimento di una bella che si è maritata a un riccone. Una rabbia che si trasforma in odio come esprime bene una libera trascrizione dal sonetto di Cecco Angiolieri S’i’ fosse fuoco. Infine, al termine del viaggio, ecco il ritorno, tra ironia e serietà, al sacro, alla santità e alla saggezza, concetti che LA MORESCA fa rivivere sempre in chiave concreta, popolare e “democratica”, lontano tanto dai riti istituzionali quanto dalle superstizioni. Ammore, trivolo, currivo e devozione è una sorta di concept-album che non si dimentica del passato e allo stesso tempo risulta profondamente calato nella realtà (come testimonia, ad esempio, l’improvvisazione di Marcello Colasurdo in Traditor’) e che sa accompagnare testi sempre pregnanti con un intreccio strumentale sovente vicino alla perfezione. NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA AMMORE, TRIVOLO, CURRIVO E DEVOZIONE MASSIMO FERRANTE JAMU FELMAY 8021750815821 FY 8158 JEWEL BOX 2009 Dopo i sorprendenti U Ciucciu (fy 8090) del 2005 e Ricuordi (fy 8113) dell’anno successivo, ecco in uscita la nuova e originale prova di MASSIMO FERRANTE, che con Jamu prosegue nel suo impegno teso a perlustrare ad ampio raggio la realtà musicale e sociale dell’Italia del Sud. Il suo canto inconfondibile e il suono altrettanto riconoscibile di una chitarra a 12 corde marcano un’incisione che vive di accostamenti stilistici arditi. L’apertura e la chiusura del disco sono affidate alla ripresa (suddivisa in due parti) di una celebre poesia di Ignazio Buttitta, Lingua e dialettu, tramutata in canzone grazie all’arrangiamento e ai corposi interventi strumentali di Antonello Paliotti (chitarra classica, fisarmonica, mandolino, basso). L’ incipit è celebre (Un popolo / mettetelo in catene / spogliatelo / tappategli la bocca, / è ancora libero), non meno che la prosecuzione (Un popolo / diventa povero e servo / quando gli rubano la lingua / ricevuta dai padri: / è perso per sempre). Appartengono sempre a Buttitta le parole di Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali, dedicati al sindacalista ucciso dalla mafia in Sicilia nel 1955, che FERRANTE interpreta accompagnandosi con la chitarra catanese. Un recupero importante è la Strina du judeo, un tradizionale calabro proposto con belle variazioni da Ferrante in compagnia di Lutte Berg alla chitarra elettrica, Lello Petrarca al basso e Enrico Del Gaudio alla batteria. Le strine sono canti augurali eseguiti in genere durante il periodo natalizio, ma quella in oggetto si caratterizza per i toni arrabbiati e caustici indirizzati verso le istituzioni civili e religiose. Ari cincu è invece un canto joggese trasposto in stile bandistico, in cui, tra i fiati, si ascolta il clarinetto di Francesco Banchini. Si prosegue con l’amaro e ironico Ha detto De Gasperi a tutti i divoti, interpretato in “bianco e nero” dal solo FERRANTE alla maniera dei vecchi cantastorie, e con Tu compagno, un brano scritto in origine dal Canzoniere delle Lame, che FERRANTE dedica ai politici di sinistra odierni e a cui Lutte Berg aggiunge azzeccati suoni “rumoristici”. E sempre il chitarrista nato in Svezia ma di padre calabrese è responsabile del bel fraseggio jazzato presente nel salace ’U monacu. E se non può mancare una sostenuta tarantella (Tarantella minore), FERRANTE nemmeno si scorda delle minoranze occitane di Guardia piemontese, in provincia di Cosenza, riprendendo una surreale canzone in lingua d’oc (La piov e la fa soulelh). NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA JAMU GATTAMOLESTA CZELESTE FELMAY 8021750815920 fy 8159 DIGIPACK 2009 file under> world music I GATTAMOLESTA sono senza dubbio tra le migliori formazioni di (power) folk venute allo scoperto negli ultimi anni in Italia e Czeleste, la loro terza prova discografica dopo l’ep I pesci, i pani e gli esemplari e l’album Alla festa del brigante, ne è una conferma probante. Si tratta naturalmente di un folk atipico, irregolare e bizzarro, che tiene conto e interagisce con i suoni del mondo, com’è giusto che sia nel nostro tempo. La formazione proviene da Forlì, città che li ha visti muovere i primi passi nel 2006. La loro musica è scesa sin da subito nelle strade, preferendo l’immediatezza del contatto con il pubblico alle sedute di studio al chiuso. Un modo ineccepibile per provare e provarsi, per valutare la tenuta di un brano e cogliere in tempo reale la risposta emozionale di chi ascolta. Così, da una piazza all’altra, da una piccola festa paesana al Buskers festival di Barcellona e ai palchi delle rassegne jazz, GATTAMOLESTA si è costruita una solida reputazione di band sanguigna e travolgente. Il front-man e ideatore del gruppo è Andrea Gatta, cantante e chitarrista dall’indubbio appeal, che grazie al suo carisma è in grado di stabilire un’immediata complicità con i presenti. A completare il quartetto troviamo musicisti di ottimo livello quali Nicolò Fiori al contrabbasso, Jader Nonni alla batteria e Luigi Flocco alla fisarmonica. Se amici e ospiti non mancano mai durante gli spettacoli dal vivo, lo stesso accade in Czeleste, dove si ascoltano il trombettista Eusebio Martinelli, Aleksandar Rajkovic al bombardino e Fabrizio «Biccio» Benevelli ai sassofoni e clarinetti. Il suono di GATTAMOLESTA è vivo e pulsante sin dai titoli (Estasiatica, Polka Punk. Boia Giuda Criminale) e nei brani, tutti originali e firmati dal capobanda, si percepisce forte e chiara, a livello strumentale, la fascinazione per i mille rivoli della musica balcanica sia del passato sia del presente (Bregovic, Kusturica, Gogol Bordello), nonché in generale il debito verso l’estetica gitana. I testi, rigorosamente in italiano, rivelano invece la tensione verso il superamento dei cliché del cantautorato del Bel Paese, proponendo versi surreal-dadaisti ubriachi di ironia e sentimenti forti, contestualizzabili in una linea d’autore che da Tom Waits arriva sino a Vinicio Capossela. Un canto libero, quello dispiegato dai romagnoli GATTAMOLESTA, che testimonia come la musica possa ancora essere vissuta, anche nella nuova era glaciale e digitale, sotto una forma semplice ma dal contenuto traboccante di umanità. NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA CZELESTE LALGUDI VIJAYALAKSHMI VADHYA SUNADHA PRAVAHAM FELMAY 0885016815226 FY 8152 DIGIPACK 2009 file under> world music Il rinnovamento della musica indiana di ascendenza classica passa anche attraverso incisioni come Vadhya Sunadha Pravaham, in cui si può ascoltare un trio al femminile di grande qualità e originalità. La novità è rappresentata dalla particolare scelta strumentale della formazione, che vede implicato il violino, il flauto e la veena (un cordofono a pizzico di grandi dimensioni provvisto, oltre che di una cassa armonica semisferica, anche di un secondo risuonatore posto al di sotto del cavigliere); quest’ultimo, qui presente nella tipologia saraswati, rappresenta lo strumento che nell’India del Sud meglio incarna la tradizione carnatica. Le esecutrici implicate sono rispettivamente LALGUDI VJ VIJAYALAKSHMI, MALA CHANDRASHEKAR e JAISHREE JAIRAJ, impegnate in un repertorio di grande bellezza e attrattiva che non manca di coinvolgere l’ascoltatore sin dalle prime note. Il progetto ripropone quello che negli anni 60 fu uno dei gruppi storici della musica carnatica. Lalgudi G Jayaraman, padre di Vijayalakshmi e uno dei grandi del violino del secolo scorso, aveva infatti costituito un gruppo comprendente anche Dr N Ramani, flauto, e R. Venkatraman, veena accompagnati da due suonatori di mridangam. Una vera rivoluzione musicale e concettuale nella musica carnatica. A distanza di 40 anni VJ h ripreso quell'idea e ce la ripropone in una versione tutta femminile mantenendo intatta la carica innovativa ed emozionale del gruppo originario. Anche chi non ha particolare dimestichezza con la musica indiana, e in particolare con quella carnatica, viene subito reso partecipe dello svolgersi degli a solo e dei momenti collettivi. Purezza di suono, precisione di tocco o di emissione, trasporto emotivo consentono al trio di dispiegare una particolare energia creativa. In particolare si nota come il dialogo fra i tre strumenti si sviluppi alla pari, con continui interscambi, un call and response a “triangolo” continuamente variato e perfezionato. La violinista Lalgudi VIJAYALAKSHMI appartiene a una famiglia di musicisti e insieme al padre e maestro Lalgudi G Jayaraman e al fratello Lalgudi Krishnan si è resa già protagonista di altre incisioni per la nostra etichetta (Singing Violins, fy 8094; Bow to the Violins, fy 8105; Violin Soul, fy 8121; Violin Waves, fy 8130), che testimoniano del suo stile unico e assai rappresentativo, ai nostri giorni, del filone musicale carnatico. Mala CHANDRASHEKAR è una eccellente suonatrice di flauto, abile tanto a perpetuare i dettami classicisti del suo strumento quanto a cogliere e a soddisfare le esigenze del pubblico davanti al quale si trova ad esibirsi. La suonatrice di veena Jaishree JAIRAJ è cresciuta alla scuola di importanti maestri, i cui insegnamenti le hanno permesso in breve di divenire una NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA VADHYA SUNADHA PRAVAHAM delle artista di punta di All India Radio. Insieme al marito Jeyaraaj Krishnan è solita tenere concerti di duetti per veena che la stanno facendo conoscere anche all’estero. Kallidaikurichi Sivakuma al mrudangam e N. Guruprasad al ghatam sono i due accompagnatori alle percussioni, discreti e precisi quanto serve a contribuire alla riuscita di un disco davvero unico nel suo genere. USTAD ALI AHMAD HUSSAIN KHAN & PARTY SERENITY FELMAY 0885016814625 FY 8146 DIGIPACK 2009 file under> world music Protagonista di Serenity è lo shehnai, un strumento a fiato a doppia ancia apparentabile, nel mondo occidentale, alla famiglia dell'oboe. È costituito di una canna in legno (sulla quale vengono praticati fino a nove fori, che possono essere in parte chiusi con cera in occasione dell’esecuzione di particolari raga) e di una campana metallica Pur essendo originario dell’India del Nord è diffuso anche nel Sud del Paese, d ove assume la denominazione di nadhaswaram e presenta caratteristiche leggermente differenti (in genere ha dimensioni maggiori). In ogni luogo venga suonato è conosciuto per essere uno strumento in grado di “portare fortuna”, ed è per tale ragione che viene utilizzato in occasione di grandi cerimonie e nei matrimoni. Non è raro che l’esecutore adotti la tecnica cosiddetta della “respirazione circolare”, al fine di poter meglio sostenere i passaggi più lunghi e veloci dei raga. Quando si pensa a un maestro di shehnai non si può fare a meno di citare il grandissimo Bismillah Khan, vera autorità in materia, scomparso nel 2006 all'età di 90 anni. Chi ne conosce e apprezza l’arte non potrà comunque fare a meno di considerare con favore le performances contenute in Serenity, opera di USTAD ALI AHMAD HUSSAIN KHAN. Nato a Kolkata nel 1939 ed appartenente a una famiglia di musicisti pluripremiati, il maestro si rivela qui uno specialista dimostrando di essere oggi il più grande esponente dello strumento. Oltre a conoscere alla perfezione la tradizione di uno strumento che nel corso del tempo ha mutato le sue origini popolari e folkloriche in forme d’arte classica, ALI AHMAD HUSSAIN KHAN ha saputo introdurre innovazioni nella scelta del repertorio, impiegando lo shehnai in raga anche molto complessi ed atipici. Il primo brano presentato (Raga Jhinjhoti) si contraddistingue per il calore avvolgente ma trattenuto della melodia, che si dipana, sinuosa, a ondate progressive. La seconda traccia, Raga MadhumadSarang, non è tra i raga più conosciuti, ma dispone di uno sviluppo accattivante e incisivo, ed è tutto giocato su tempi rapidi ed essenziali, capaci di catturare l’orecchio di chi ascolta sin dal primo istante. Infine, Mishra Bhairavi, un raga NOTIZIE UTILI Genere: world music FELMAY PRESENTA SERENITY molto popolare ed apprezzato per l’insieme di spiritualità e gioia che sa suscitare. Insieme al leader partecipa un ampio ensemble costituito da Ahmed Abbas Khan e Hassan Haider Khan (shehnai di “bordone”), Pandit Subhen Chatterjee e Pandit Sandip Banerjee (dukkar, tabla), Mohammad Ali (sharmandal), Ahmad Ali e Debal Mukherjee (tampura), Kyasar Hussain Rizvi (swarpeti). Grazie dell’attenzione e cordiali saluti da EGEA Records & Distribution. Silvia Valderrama Ufficio Stampa - EGEA Music C.so Mazzini, 12 - 12037 SALUZZO (CN) Tel. +39 0175 217323 Fax. +39 0175 475154 http://www.egeamusic.com