TEATRO ARGENTINA 15/30 giugno 1977 II FESTIVAL DI TEATROMUSICA diretto da Francesco Carraro e Marcello Panni ln collaborazione coll'Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo del Gomune di Roma e col Teatro di Roma Associazione TEATROMUSICA Presidente Francesco Garraro - Direttore rnusicale Marcello Fanni L'Associazione TEATROML!§ICA è stata fondata da Francesco Carraro e lt4arcello Panni a Homa, nel 1972, per la diffusione e la promozione della musica contemporanea, costituendo un ensemble di solisti rapidamente affern-ratosi in ltalia e all'Estero, in numerosi Festival internazionali. Tra le produzioni di teatro musicale realizzate dall'Associazione ricordiamo: Luciano Berio l!, Homa, Teatro delle arti, .I973 Stoccarda, Suddeutscher Rundfunk, 1974 Laborintus Becital l, Sylvano B!.rssotti La Passion Selon Sade, Genova, Teatro Comunale, 1973 Sllence, Roma, Teatro delle Arti, 1973 John Gage Marcello Panni Klangfarbenspiel, Milano, Piccola Scala, 1973 La Partenza dell'Argonauta, Firenze, I\4aggio Musicale, 1976 Francesco Pennisi Silvia Sirnplex (Ornitoscopia), Venezia, Biennale, 1972 Dieter Schnebel Glossolalie, Venezia, Biennale, 1972 lgor Strawinsky F{istoire du Soldat, Rovereto, 1973 L'ensemble Teatronnusica ha realizzalodue dischi per Ia CBS italiana cqn musiche da camera di Petrassi, Maderna, Togni, Glementi, Donatoni. Il Primo Festival di Teatronnusica ha avuto luogo Arti nel 1973. a Roma al Teatro dellè FESTIVAT DI TEATRO.MU§ICA SECONDA EDIZIONE La prima edizione, al Teatro delle Arti, risale al novembre 1973, con autori ed opere di Cage, Bussotti, Berio, Schnebel ed altri ancora, ebbe un bel successo di appassionati e di pubblico giovane. Questa seconda edizione, in collaborazione con I'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e con il Teatro di Boma per le manifestazioni che avvengono all'Argentina, cade in un momento particolarmente vivo a Roma di iniziative spettacolari (dopo il vuoto di anni). Bisogna da questo punto di vista anche tener conto di una serie di iniziative di gruppi e di cantine, a testimonianza di un interesse a più livelli (dal Beat 72 al Politecnico) attorno alla nuova musica. Questo insieme di condizioni dovrebbero garantire il successo di questa seconda edizione del Festival, e ci si augura il suo proseguimento ed il suo ampliamento futuro. L'accesso all'Argentina con prezzi alla portata di tutti è un invito alla più ampia partecipazione di pubblico. ll teatro musicale è al centro oggi di uno scambio tra le varie arti ed è strumento al tempo stesso di ricerche convergenti; così una manifestazione che si renda continuamente testimone di passaggi di lavoro diventa importante ed in un certo senso indispensabile. La presenza degli americani: La Monte Young, Terry Riley, Marian Zarzeela e dell'indiano Pandit-Prah Nath (dopo la loro mitica comparsa di alcuni anni fa alla Contemporanea) nei loro interventi differenziati e tuttavia convergenti, nel modo di usare la voce e gli strumenti e di dare una visione (di qui I'influsso orientale ed il gusto dell'awolgimento ed il modo collettivo di proporsi) rappresentano una tendenza comune ad uscire dalla musica di autore e ad entrare in una zona collettiva di ricerca con un richiamo sia alla vita che alla cultura, nell'ambito di esperienze che ormai occupano uno spazio ineliminabile nella nuova sensibilità e che anzi finalmente vanno ramificandosi ed espandendosi presso tanti gruppi internazionali e italiani. La partenza dell'Argonauta: spettacolo di Agliotì, Panni e Perlini, già collaudato felicemente al Maggio Fiorentino dell'anno scorso, offre un esempio di partecipazione alla pari tra artisti di estrazione pittorica come Aglioti, musicisti sperimentali come Panni, registi di nuovo teatro come Perlini. L'assenza di una preventiva scrittura specifica, musicale, pittorica, teatrale che sia, permette all'opera di costruirsi sia all'interno di una progettazione che procede per interventi complici e contigui sia all'interno di una sintonia e di un'intesa tra i tre, in vista appunto di un teatro musicale non d'autore. D'altronde questa tendenza è a livello internazionale, almeno dal punto di vista del nuovo teatro, nel momento in cui il suono e Ia musica vengono ad assumere il ruolo di segni-guida in spettacoli di Wilson (collaborazione Glass) per esemoio, o in spettacoli di Serban (su rilievi di tragedie greche). I risultati della Partenza dell'Argonauta vanno considerati come un'occasione sperimentale e come un intervento collettivo, a guisa di laboratorio di nuove forme spettacolari che facciano tesoro di ricerche nei vari campi espressivi. I gruppi roinani invitati a partecipare a Teatromusica, da Alvin Curran al Gruppo Prima Materia, al Gruppo Edgar Varese (altri ancora egualmente significativi potranno essere invitati in ulteriori edizioni) appartengono al vasto e concreto fermento romano sulla materia musicale. la cui verifica a Iivello di rassegna internazionale e in un luogo come I'Argentina, fuori dai loro punti di comunicazione e di esperienza, è deqna di menzione e di sviluppo (per la serietà professionale e per la volontà di sperimentazione che li anima e li sorregge). concerto conclusivo dedicato a Sylvano Bussotti e a Paolo Castaldi allude soltanto alle Ioro intenzioni teatrali, al tempo stesso testimoniando la loro specifica ricerca musicale. La Passion selon Sade dall'edizione di Palermo a quella definitiva di Genova, costituisce del resto un esempio fondamentale di teatro musicale degli anni sessanta nella sua natura barocca e nella sua trascrizione musicale. nel suo movimento e nella sua rappresentazione (qui non verificabile peraltro). L'uso della voce e del pianoforte, come citazioni culturali, stanno dentro I'esercizio di Paolo Gastaldi, in qualità di riflessione alternativa ai modi dell'avanguardia. Lo spettacolo musicale organizzato dall'Accademia di Francia in collaborazione con il Groupe de Recherches Musicales di Parigi con la Dartecipazione dell'Ensemble 2e2m di Champigny e del quartetto d'archi di featro' musica si awale di un paesaggio naturale di grande suggestione e di una singolare rappresentatività, tali da suscitare interesse per se stesso oltre che per la qualità degli interpreti e della musica. ll Mercoledì 15 giugno ore 213A EVENING RAGAS concerto di musica indiana Pandit-Pran Nath, voce; Terry Riley, tabla; La Monte Young, Marian Zarzeela, tambouras Tecnico del suono Giorgio Nottoli It CANTO Dl PRAN NATFI: lL SUONO E' DIO Non vorrebbe che lo paragonassi ad altri artisti del suo tempo, ma posso dire soltanto che non sono mai stato così profondamente commosso della musica lndiana. Ho ascoltato un gran numero di registrazioni di grandi cantanti e strumentisti, ma I'intonazione di Pran Nath, Ia sua immaginazione melodica, la sua capacità di creare uno stato d'animo, mi hanno fatto la più profonda impressione e mi hanno dato una delle esperienze musicali più stimolanti. Perché I'intonazione è così importante? Nella tradizione della musica modale un preciso tono viene continuato fino alla monotonia oppure ripetuto frequentemente, e un iimitato campo di frequenza-pausa, stabilito in rapporto con il tono, viene ripetuto in diverse variazioni melodiche attraverso una partico- lare esecuzione. Generalmente uno stato d'animo specifico o una condiziòne psicologica, viene attribuita a ciascuna di queste particolari esecuzioni. La teoria dei luoghi dell'identificazione tonale, presuppone che ogni volta che la stessa frequenza è ripetuta, essa è ricevuta nello stesso luogo della membrana basilare e trasmessa allo stesso punto fisso della corteccia cerebrale, presumibilmente dalla stessa corda e neurone del nervo acustico. La serie di teorie della percezione tonale afferma che una sequenza di impulsi elettrici viene inviata attraverso neuroni specifici del nervo acustico. Per frequenze fino a circa 2000H2 soltanto; questi impulsi provocano una riproduzione più o meno fedele della frequenza delle vibrazioni della membrana basilare nel caso di un'onda semplice, e una riproduzione piir o meno distorta dell'onda per segnali più complessi. Si presume che questa riproduzione sarà migliore per i suoni di bassa frequenza e meno buona per quelle più alta, dal momento che un singolo neurone non può sopportare vibrazioni più veloci di 300 Hz, Alle frequenze più basse un gruppo di neuroni che lavorano insieme potrebbe provvedere alla trasmissione di diverse pulsazioni per ogni ciclo, laddove alle frequenze più alte essi potrebbero prowedere soltanto alla trasmissione di un impulso nel corso di parecchi cicli. I contenuti della teoria dei luoghi e delle interazioni, suggeriscono che quando un gruppo specifico di frequenze in relazione armonica tra loro è continuo o ripetuto, e questo è spesso il caso della mia musica e della musica indiana, esso potrebbe produrre (o simulare) in modo più definitivo uno stato psicologico che può essere recepito dall'ascoltatore da quando il gruppo di frequenze in relazione armonica fra loro fa scattare continuamente un gruppo ben preciso di neuroni auditivi i quali a rotazione riprodurranno continuamente la stessa operazione di trasmissione di un modello periodico di impulsi al corrispondente gruppo di punti fissi della corteccia cerebrale. (Ho esposto questa teoria la prima volta in " Notes on the Continuous Periodic Composite Sound Wavefirm Environment Realization of Map of 49's Dream the two Systems of Eleven Sest of Galactic lntervals Ornamental Lightyeard Tracery "). Per produrre e mantenere uno stato d'animo è necessario ripetere ciascuna di queste altezze esattamente allo stessc posto ogni volta che si ripete. Più la regolazione è precisa più la struttura del Baga è rispettata, Lo stile Kirana comporta un sistema di note abbellimento assai sviluppato, due modi di accostare un tono, di avvicinarlo talvolta a partire da un altro tono, slittando ma sottolineando chiaramente su quale tono si comincia e si finisce e talvolta, sottolinenado quel tono, attraversandolo durante lo slittamento. Così non vi è ornamento che sia superficiale. Esso è fuso nella struttura della gamma e la struttura della sequenza melodica che fa parte del Raga. Pran Nath dice sempre che nello stile Kirana il Raga si crea tra i toni. Per esempio se prendete due Raga differenti, di cui ciascuno ha un " mood " che differisce un po', ma che entrambi utilizzano gli stessi toni, e se abbiamo una serle differente di progressione melodica e di accostamento delle note, idif- ferenti toni del Baga saranno più o meno predominanti. Quando penso alla sua prima esecuzione pubblica a New York, mi ricordo come si fosse impressionato per il fatto che le 500 persone circa che Io ascoltavano per la prima volta non fecero il minimo gesto durante il primo Raga di un'ora e mezza, e che nell'intervallo nessuno se ne andò. Al secondo Raga la chiesa era sempre piena da scoppiare. E' un esempio del suo potere di creare un'atmosfera con l'intonazione della sua voce e di mantenere itoni. è un gran maestro del canto Alap. Lo stile Alap è forse la più antica forma di musica classica lndù. Ouesto canto è eseguito essenzialmente senza Tabla. Alcr.rne parti del canto Alap sono libere e non hanno ritmo, sono sillabe trattenute o poche parole di un verso ripetuto in frasi " melismatiche ". E' uno stile di conversazione molto lento. Ai giorni nostri, le rappresentazioni indù classiche cominciano in questo modo, ma un piccolissimo numero soltanto mantiene questa solennità. Nel corso degli anni le influenze dell'Occidente e del Muslims hanno modificato la musica classica lndù. Una tendenza orientale verso il virtuosismo si è fatta luce, per desiderio di piacere al pubblico. Nei primi tempi si cantava per Dio. Ai nostri tempi si fanno esecuzioni per un uditorio, per una compagnia discografica, per un eventuale sowenzionatore, per un produttore della radio. Per questo I'accento è messo sul canto rapido, sugli arrangiamenti con la Tabla o le pretese discussioni (Pran Nath le chiama liti). Ouando Pran Nath utilizza veramente Ia Tabla, è in una maniera pura e semplice, come è stato dimostrato con arte da Faiyaz Khan tablista realmentè eminente che sa accompagnare un grande artista senza disturbarlo, fornendogli un supporto del 100o/o. Gli ho fatto ascoltare recentemente un disco di John Coltrane. Era molto impressionato dalla maniera di suonare di Coltrane! Diceva: Ah! come tutto questo somiglia alla mla musica, che anima! Che tristezza quando seppe che era morto poco tempo fa, ancora giovane. Gli ho fatto sentire anche un po' di Miles Davis. Gli piaceva molto. Era impressionato dalla semplicità, dalla freschezza dall'esposizione, . Ia pienezza del suono ", come diceva Iui. E'un uomo che ha le orecchie aperte alla musica veramente autentica. Pran Nath crede con una fede estrema che Ia sua musica ha la capacità di trasmettere il suo messaggio al mondo. Pensa che la sua musica è fatta per I'anima e che se si esegue perfettamente, un sentimento autentico va direttamente all'anima e commuove l'ascoltatore. Ouando canta è virtualmente in uno stato di " Samadhi ". Non canta per qualcuno, canta soltanto. ll suono è Dio. Pran Nath La Monte Young (New York, 1971) VILLA MEDICI - Trinità dei Monti Giovedi 16 giugno ore 21,45 JARDINS MUSICAUX Spettacolo rnusicale organizzato dall'Accademia di Francia in collaborazione con il " Groupe de Recherches Musicales » (GRM) di Parigi, con la partecipazione dell'" Ensemble 2 e 2 m,, di Champigny e del quartetto d'archi di TEATROMUSIGA. Manifestazione ad invito da ritirarsi presso Ia Segreteria dell'Accademia di Francia, Villa Medici, nei giorni precedenti il concerto. Telefono 68.90.30 Frangois Bayle Jeita I nastro magnetico nastro magnetico nastro magnetico 3 Divine Gomédie Trois réves d'oiseaux' Jacques Lejeune Chute d'lcare' nastro magnetico 3 Michaèl Levinas Ouvertures' nastro magnetico nastro magnetico pianoforte solo 3 1 Ghemin musical 2 Etude sur un piano espacet 3 3 3 solista: Michaèl Lévinas Appels Ensemble 2E2M solista: J.J. Justafret, coro Musique pour grottes'? nastro magnetico 3 nastro magnetico 3 Yvo Malec Ref Paul Méfano Eventails pour f!0te basse' solistal' Pierre-Yves Artaud Marc Monnet Pour Appeaux'] nastro magnetico lets 3 (solisti anonimi) Pièce pour bouche et quelques objets' Gilbert Bourson voce solista e Opus 133 attore Ensemble 2E2M 1 Boite Trist'an iardin'z nastro magnetico Bernard Parmegiani Kaleidoskope' nastro magnetico Claire §chapira 3 trombe e 3 tromboni' Ricercare e nastro Loin, pour flùte.contrebasse et bande magnétique 1 Monologues' 3 magnetico Ensemble 2E2M flauto: Pierre-Yves Artaud nastro magnetico nastro magnetico 3 a voce solista: Mario Hanioiies W. A. Mozart Eine kleine Nachtmusik quartetto Teatromusica I Prlma esecuzione in ltalia. 2 P,'ima esecuzione assoluta. 3Healizzazione a Bealizzazione -del nastro dal C.l.R.M. dal G.R.M. [CentrB- lnternational de Mu6icales, dirozlone: Jean-Etienne Marie). del nastro Becherches Venerdì f 7 giugno ore 21,30 CONCERTO DI TERRY RILEY TEBBY RILEY Anche a un esame molto affrettato la nuova musica americana sorta sulle rovine di quel serialismo integrale " alla Darmstadt " naufragato -alla fine degli anni Cinquanta sulle " secche " cagiane (e il debito verso Cage della nuova musica è troppo evidente per doverlo ancora sottolineare) - rivela subito alcuni filoni essenziali. ln primo luogo, I'adesione meditata al pensiero filosofico orientale, che diviene vera e propria forma mentis, è unità di misura attraverso cui n legparticolare quello dei suoni. Ne discende una concezione §ere " il mondo - in del tempo assolutamente rivoluzionaria, almeno rispetto alla tradizione occidentale: il tempo non è piùr considerato in senso lineare, e quindi come entità irreversibile (vedi Ie forme chiuse consacrate, con un inizio, un Hohepunkt, una conclusione), ma secondo schema circolare, attraverso l'itera- zione infinita di brevi cellule sonore, apparentemente sempre eguali ma in realtà in Ienta, impercettibile trasformazione (o forse la variazione è nel soggetto, nel diverso modo di reagire attimo dopo attimo?). L'effetto è comunque quello di una massa infinitamente mobile pur nelI'apparente staticità, di un universo sonoro che attraverso la pulsazione iterativa giunge a sfiorare I'atemporalità. Badicalmente mutato è anche il rapporto col suono: al suono il compositore si accosta con estrema attenzione e umiltà, quasi passivamente. Ogni nota è vista come un mondo a sè, in cui immergersi fino a scoprirne le minime caratteristiche (Tutto è suono, tutto nasce dal suono, come insegnano Ie antiche scritture orientali). E in maniera « passiva " è visto I'intero processo compositivo che il musicista si limita ad iniziare; dopo, è la musica che guida il compositore, e non viceversa. Così Steve Beich parla di musica progressiva e la paragona alla operazione con cui si mette in moto un pendolo, osservandone poi il graduale ritorno verso Io stato di immobilità. Altri elementi di chiara derivazione orientale sono il rilievo che assume la melodia rlspetto all'armonia, I'improwisazione rispetto all'opera completamente predeterminata. E si tratta di un. tipo di improwisazione assi complesso, che si sviluppa intorno ad un'idea musicale semplice l'esatto inverso della - della tradizione esecuzione lineare di una partitura complessa, tipica occidentale. L'ascolto di questa musica richiede a sua volta una concentrazione estrema: per arrivare a cogliere l'impercettibile variare di una nota occorre un affinamento delle facoltà percettive. L'ascolto di questa musica richiede a sua volta una concentrazione estrema: per arrivare a cogliere l'impercettibile variare di una nota occorre un affinamento delle facoltà percettive. Si deve infine sottolineare il legame strettissimo che unisce Ia nuova musica americana con altre forme dell'arte di oggi, in particolare con la pittura: da un lato con Ia minimal art Irivalutazione dei materiali considerati in se stessi, scomposti nelle componenti essenziali e Iasciati . parlare » senza forzature); dall'altra con la body art [tentativo di esprimere se stessi attraverso ciò che c'è di più personale: il proprio corpo). E'nato nel 1935 a Colfax, nella California. FIa studiato pianoforte con Duane Hampton, Adolf Baller e Vladimir Brenner; composizione con Robert Erickson, William Denny e Seymour Shiffrin; tabla con Phillip Ford, Kanai Dutta e Narayan Bao; canto e raga dell'lndia nord-occidentale con Pandit Pran Nath. Fin da quando comincia a tenere concerti, all'inizio degli anni Sessanta, Ia sua musica appare una delle più nettamente caratterizzate e in grado di esercitare un'enorme influenza. Sebbene sfugga per la sua stessa natura alle classificazioni, se ne può parlare come una musica essenzialmente modale, ciclica, basata sulla ripetizione di disegni melodici ordinati su piani diversi e in continuo slittamento tra di loro. In altre parole Biley sovrappone a una pulsazione iterativa di base piùr strati di figurazioni melodiche ripetitive che possono restare distinte, fondersi o accavallarsi dando vita a nuove combinazioni ritmiche e melodiche. Molte delle tecniche di Biley non sono altro che artifici contrappuntistici noti da secoli, applicati però in maniera diversa da quanto è stato fatto finora. Inoltre il musicista agisce elettronicamente sul suono mediante effetti di ritardo, playback, Ioops, nastro magnetico a anello, eccetera. E' chiaro che la sua musica non può essere definita né come aleatoria (è costruita su progressioni di note e battute estremamente delineatel, né d'altra parte come composizione in senso tradizionale (all'interprete è lasciata Ia decisione su molti aspetti musicali, Ia forma configurandosi soltanto nel corso del processo esecutivo). E' noto che Rilev è un improwisatore d'eccezione (strumenti a tastiera, sassofono soprano), il che spiega come pochissima della sua musica sia stata notata. Unica, vistosa eccezione ln C (ln Do), che, nata nel 1964, conta ormai oltre un centinaio di esecuzioni, anche da parte di orchestre sinfonìche. Biley ha tenuto concerti come solista in Europa e negli Stati Uniti. Neqli ultimi anni si è dedicato allo studio del raga e della musica vocale dell'lndia nord-occidentale, sotto Ia guida del maestro vocalista Pandit Pran Nath. (E' stato due volte a Nuova Delhi e nell'aprile del 1972 ha tenuto il suo primo concerto davanti a un pubblico indiano). Dal 1970 insegna musica occidentale e orientale presso il Mills College di Oakland. Sabato 18 giugno ore 2f ,30 LA MONTE YOUNG THE WELI..TUNED PIANO 7.V.75. 6:29:20 - 9=24 PM NYC Esecuzione integrale del nastro di 3 ore registrato dal vivo durante il DREAM FESTIVAL. Dia Art Foundation. New York City 1975 lnrpianto luminoso MARIAN ZARZEELA Se sl nreditasse di piit, ciò condurrebbe automaticamente a un cambiamento della situazione politica. Nessuno potrebbe meditare tutta la giornata. lo credo che è importante a lei che sia, di scoprire quale sia I'attività che realmente convenga di piÌt nella propria vita' per ciascuno, !ui La Monte young I'ANIMA DELLA PAROLA Se mi propongo di scrivere una parola io comincio al centro della pagina. La parola scritta per prima è sgraziata e pende un poco sulla sinistra. Proseguendo aggiungo lettere dalle caratteristiche curve che rendono le linee sempre più grevi. Le lettere si allargano costantemente estendendosi in tentacoli ondulati che si contrastano a vicenda, strofinandosi e seppellendo i loro germogli l'un l'altro, La parola comincia ad agire come una speciflca unità. Bipetute passate di mano rappresentano continui mutamenti mentre le let- tere si spostano e crescono. appena discernibile. Un rapido ornamento è applicato alla prima lettera che ora è perietta e non ha bisogno di alcuna rifinitura. Ora la ultima lettera deve avere uno svolazzo che va al di là della lunghezza necessaria per essere perfettamente centrata. Alcune lettere si sonò disposte in modo da crear linee agitate e l'equilibrio richiede ora una correzione compensativa. La parola ora si è diffusa fuori dalle sue'lettere. Le lettere sono sempre piùt oscure a mano a mano che lo scrivente procede. La parola allora non ha più importanza: può essere parlata. La parola è Ma la scrittura che viene fuori dalla parola è un drago che viene si pulisce la coda, la Iingua della parola prende fuoco e prende la forma della sua distruzione (che deve essere perfetta e giacente perfettamente al centro della pagina). Se àccade qualche volta, che le f iamme non sono soddisfatte dalla assunzione di una sola parola e continuano a disporsi ed incresparsi, allora l'anima della parola è prigioniera e deve essere liberata. E le fiamme devono atticciarsi lentamente all'angolo della pagina dove le fresche acque del mare Ie addolciranno e daranno loro riposo. Ouando le fiamme 'finiscono e solo la registrazione loro vivrà, l'anima della parola verrà trascinata in mare e nascerà di nuovo in una pioqgia. Cadendo in questa forma sulla terra essa percepisce tutto attraverso le lenti distorte dell'acqua; e mentre raggiungono il suolo tutte queste prevenzioni si perdono, L'anima della parola è disseccata e riscaldata dal sole e sentendosi assopire cade addormentata. Risvegliandosi ricorda due sogni: il primo è il sogno della sua vita, e riferi.sce delle grandi alture che raggiungerà come anima di una parola rispettata dalla gente e sulle cui lingue verrà portata nelle'ricche dimore di tutto il mondo e gentilmente sussurrata negli orecchi di nobili uomirli e di belle donne. ll Secondo sogno è la storia 'della sua vita passata, ma non viene piùr riconoscendosi per la sua forma passata. Parecchie vite ricorrono al di Ià dei sogni; e parecchi sogni ricorrono al di là della vita. divorandosi. Come un gatto che Marian Zazeéla :t] "' lsl .l Lunedì 20 giugno, martedì 21 giugno, mercoledì 22 giugno, giovedì 23 giugno, venerdì 24 giugno, ore 21,30 LA PARTENZA DELL'ARGONAUTA Opera di Antonello Aglioti, Marcello Panni, Memè Perlini tA MASCHEBA: Gian Carlo Anichini, Betty Berr, Bettina Best, Claudine Etienne, Dominique Koot, Franco Mazzi, Massimiliano Mitia, Rossel!a Or, Antonio Orfanò, Lorena Binda, Paola Puccini, Vittorio Vitolo, Vanessa Tamburi COMPAGNIA aiutoregia: Rita Tarnburi, aiutocostumista: Carolina Feruara Ensemble TEATBOMUSICA di Boma; Donella del Monaco, Carol Plantamura, John Patrick Thornas . cantanti Massimo Paris, viola: Luigi Lanzillotta, violoncello; Giro Scarponi, clarinetto; Massimo Bartoletti, tromba; Giancarlo Schiaffini, trombone; Fabio Maestri e Frederic Bzewski, tastiere Assistente musicale, Fabio Maestri Con Ia partecipazione della Banda del Corpo dei Vigili Urbani del Gomune di Roma Scene e costumi, Antonello Aglioti musica e direzione rnusicale, Marcello Panni regia, Memè Perlini NOTE PER tA PARTENZA DELL'ABGONAUIA t. Un esercizio alla pari, quello che Aglioti, Panni, Perlini ci propongono, all'insegna del teatro musicale (su un'idea-richiamo di quel geniale scrittore ed artista, ora doverosamente riabilitato, Alberto Savinio; e di quest'ultimo, nel fervore della riscoperta, si annuncia una mostra particolare, a cura di Maurizio Fagiolo; ma già Simone Carella con Antonello Neri, al Beat 72, aveva tratto dalle carte di Savinio un pezzo musicale; per non dire delle polemiche che sta suscitando la sua enciclopedia tra i letterati). I il. lntanto l'intervento musicale di Panni nella sua offerta di materiali e di momenti sonori e compositivi (il madrigale, la banda, per esempio, come citazioni e come espressione di sonorità e di tradizione, per un uso di contemporaneità) fa da scansione al movimento scenico e lo accompagna concretamente, per grazia e per incisività, per tenerezza e per invenzione, muovendosi in zone di ricerca che non nuociono alla sua natura strettamente musicale, peraltro estendendosi e circolando negli elementi pittorici e scenici liberamente. In questo senso il movimento della musica gioca un ruolo di avvertenza e di attenzione, per le quali I'oggetto della rappresentazione ritorna musicale, pur distraendosi dalla specificità e dalla preziosità, con uno scambio e con un allacciamento di gran rilievo ai fini della necessità dell'opera nel suo insieme rappresentativo. III. l I Questo esercizio alla pari comporta per Aglioti la presenza di una serie di oggetti e di materiali che fanno da richiamo e da sostegno all'opera pittorica di Savinio (con allacciamenti-prolungamenti al De Chirico), sia per la loro referenza simbolica che per il loro senso reale: con una tendenza allo smisurato ed al riflessivo al tempo stesso, alla magnificenza ed all'essenzialità, nella loro composizione e nella Ioro neutralità. Ed eccoli questi oggetti-mostro incanalarsi e disperdersi nello spazio e farsi produttori di figure e di composizioni in una osmosi di pieni e di vuoti di scena; un po' stando a ridosso degli interpreti minacciosamente, un po' venendo forati dalle Iuci, un po' invadendo coloristicamente I'ambiente, come segno globale di travestimento e di rivelazione della realtà dell'opera (La partenza dell'Argonauta appunto). IV. Quale realtà scenica, quale scrittura rappresentativa? Bisognerà chiederlo a Memé Perlini, seppure già ci abbia abbondantemente informato attraverso i suoi spettacoli immaginari (da Pirandello: chi? a Locus Solus). Si è detto che l'immagine (nel suo caso) divora l'immaginario (o ne è divorata) se non si fa complice della realtà (o dalla realtà non è resa esplicita). Perlini divora se stesso (la sua memoria, con le angosce e con i desideri) senza tregua, per tensione, attraverso le immagini (in movimento esasperato); ed egli ci dà anche in questa partenza del!'Argonauta una sua ansia di anarchia e di precipitazione, dolorosamente pagata attraverso risarcimenti crudeli (di sè e degli attori tutt'assieme); altresì ci dà anche qui una sua resa di desiderio e di cancellazione, che combaci perfettamente (o ll piùr possibileJ con la sua nevrosi, e quindi la ricaccia indietro (con dovizia di elementi grammaticali di scrittura scenica). Da quest'ottica il rapporto immaglne-immaginario si giustifica e si yealizza in Perlini non soltanto per un suo riconoscimento di viaggio (lungo una ltalia della sua e nostra infanzia) ma anche per un suo riscontro collettivo [sia di segni dell'epoca saviniana sia di segni del proprio modo di produrre). E' superfluo qui elencare Ie modalità operative per le quali Perlini è maestro oramai: dall'uso della luce per sezioni-frantunnazioni di spazio, all'uso dell'immagine per affresco e per paesaggio, dall'uso dell'attore come segno e come ombra alternativamente, all'uso della ambientazione come finzione e come natura (qui la resa sonora peraltro è confermata e collaudata oltre che dalla coralità deoli interpreti anche dall'accompagnamento del materiale di Panni, ed essa fa da cornice e costituisce al tempo stesso l'impianto dell'opera). La partenza dell'Argonauta in tal modo, come strumento sonoro-visivorappresentativo, è un materiale di dibattito oltre che essere una proposta per l'uso dell'opera teatrale, e se si vuole del teatro-musica, in un'accezione compositiva aperta e di scambio di esperienze (si pensi a combinazioni tipo o ad altre più recenti tipo Wilson-Glass, od Rauschenberg- Cage-Cunningham), altre ancora di questi mesi della postmoderndance americana, sempre più convergenti orizzontalmente, senza privilegio di specifico e tuttavia determinanti un'operatività (che non è happening, e nemmeno performance) tendenzialmente nuova. Ouesta operatività sta dentro anche la partenza dell'Argonauta e ne costituisce la contemporaneità (anche nel quadro italiano tra esempi diversi come quelli di Berio e di Bussotti per citarne alcuni). Giuseppe Bartolucci Lunedì 27 giugno ore 21,30 GRUPPO PRIMA MATERIA ln verità, clue sono i Brahntan da nteclitare: cluello del suano e quello del non sLtono: Ora, il non-suono si rivela attraverso il suono ..... Questa, invero, è la strada. Questa è intntortalità. Ouesta è unione completa e pace. dalle Upanishad PRIMA MATEFIA è urr gruppo d'improvvisazione vocale, fondato nel 1973 a San Diego, California, da Roberto Laneri. Il gruppo, che a'rtualmcnte risiede a Roma, è composto intc:'arnente da rnusicisti che hanno sviluppato e ricreato indipendcntenrente, al cii fuori di qualsiasi training ortodosso ed accademico, le tecniclre vocali inconsuelc basate s'.rll'uso degli armonici - ".Iargamente che ne caratterizzano il " sound Né s'trumenti né rnanipolazioni elettronìche cntrano mai a far parte della fisionorria del gruppo, rcalizzata sempre con mezzi esclusivamente vocali. La musica di lrRiMA MATEIìlA può colpire per la sua profonda novità e tuttavia allo stesso telnpo ridesiare vibrazior-ri arcaiche ed evocare emozioni originali. Ciò non è casuale: ed infatti il nome stesso del gruppo indica una via ben precisa vale a dire lo svolgei-si ciel potenziale simbolico implicito qua!e rapprcsentazione di un i:rocesso trasformativo nell'irnmagine alchemica della coscienza. La rilevanza di tutto questo rispeito alla situazione della musica contemporanea è cvidente, considerando che l'attuale crisi della musica la più vasta crisi culturale e sociale. Vi sono parecchi sintomi che la coscienza occidentalc si trova alla finc di un ciclo, dopo aver consumati se stessa ed il rnondo attorno a se. ln musica, siamo stati testimoni di vari tentativi di " aprire nuovi mcrcati " mediante I'appropriazionc di atmosfere e procedimenti stilistici propri di culture extra-europee. Sfortunatamente riproduce fedelmente (o, forse, fortunaiamente). nessuna trasformazione reale, rnusicale o meno che sia, emergerà mai da simili tentativi, a meno che ali'atteggiamento di sfruttamento consueto, vero o pròprio " colonialismo culturale » non si sostituisca rrno di reintegrazione su scala personale e -lanetaria. ApDare quindi chiara I'insufficienza di far uso cli antiche tecnichc vocali orieniali corre di " nuovi materiali " per il compositore d'avanguardia, così come I'insufficienza di ripeterne la lettera scnza assimi!arne Io spirito, sotto il pretcstc cli conse:'varne la purezza. ancora una volta, sia sul piano musiCiò di cui si awerte il bisogno - dallo stato di coscienza * orizzontale " è il salto di qualità nel quale atla causa seque I'effetto, al punto di vista sincronistico che il Suono inieso come Veicolo è in gpado di farci ragqiunoere. Oggi che la " fine della musica, (in senso ciclico) e l'avvento r:li una " Nuova Era " cominciano ormai a configurarsi chiaramente, è forse possibile restituire Ia musica a quella " dimensione naturale " del Suono che I'arte occidentale ha sistematicamente violato. Da un punto di vista sia storico che assoluto, l'alba della Nuova Era è legata allo sviluppo di soluzioni musicali radicalrnente nuove, e tuttavia sempre presenti come possibilità evolutive in dimensioni delle quali comincale che altrove ciamo ad essere coscienti. soluzioni possibili. ll grr-rppo PRIMA MATEBIA rappresenta crne delle SUSAN EILEEN HENDRICKS Nata a San Diego, California, il 23 ottobre 1949, è laureata in letteratura all'Università di california. Ha studiato musica privatamente (pianoforte, organo), proseguendo poi lo studio alla Università di California con Keith Humble e Cecil Lytle [piàno); ed Elizabeth Hàmilton (clavicembalo); attualmente sta completando la sua tesi di laurea con un lavoro sui rapporti tia musica ed astrologia. Già organista della chiesa di San Diego cte Alcala (la più antica chiesa della costa occidentale), ha suonato con la Jclltr Civic Orchestra, per il Festlval Music of the Americas e per la serie dei Mini-Concerts all'Atheneum di La Jolla. Ha studiato Hatha Yoga con lndra Devi e Manuela Fìenosto, e fa parte di PRTMA |\4ATERIA dail'inizio deit'attività del àruppo. BOBERIO IANEBI Nato ad Arzignano, Vicenza il 25 marzo 1945, ha studiato filosofia all'Università di Roma e si è diplomato in clarinetto al Conservatorio Santa Cecilia di Boma. Nel 1968 si è recato neqli Stati Uniti, rimanendovi per un periodo di sette anni, e laureandosi in composizione alla State University of New York at Buffalo e, recentemente, conseguendo il Ph. D. all'Universita di California con una tesi sul suono come veicolo di stati di coscienza . diversi ". Molto attivo come esecutore di musica contemporanea, ha fatto parte a Buffalo del Center for the Creative & Arts e del SEM Ensemble, come clarlnettista e compositore- Compositore della danza Company of l\,4an, ha suonato per i Monday Evening Concerts di Los Angeles parte ed ha iatto dello Extenden Vocal Techniques Group presso il Center for Music Experihent dell'Università di California. Fondatore del gruppo PBIMA IVATERIA, è recentemente tornato ln Italia, dove svolge anche un'intensa attività con il gruppo jazz SUONOSFERA. lnsegna al ConPerforming compagnia di servatorio di Pesaro. MABIA MONTI Nata a Milano. inizia a cantare in vari locaii della sua città, pagnia di avanspettacolo. Ha la sua prima parte di protagonista e, come attrice, in una comnel film a puntate perla TV primi per Pericolosa Svolta Nel 1960 incide i dischi la RCA; nel 1964 i Canti della guerra " ". Civile Spagnola per la Ricordi ecl un L.P. di Canzonr Popolari ltaliane; " Canzoni del No , per i Dischi del Sole e Canti di Lavoro e di Protesta. Dal 1964 al 1967 parlecipa a vari spettacoli con Giancarlo Cobelli, Paolo Poli e Carmelo Bene. Esegue anche muslche di Sylvano Bussotti e Vittorio Gelmetti. Dopo una pausa di tre anni, riprende a lavorare nel 1970: cinema, radio, TV e dischi per Ia Cetra e la Bi-Fi IMemorie di Milano; Maria Monti e i Controautori "). Nel 1974 incide " Bestiario " con Alvin Curran e Ste\,e Lacy; nel 1975 partecipa al film Novecento di Bernardo Bertolucci, oltre che alla commedia di Goldoni lmpresario delle Smirne, per la regla di Giancarlo Cobelli. Nello stesso anno presenta il lavoro di Alvin Curran " Mosaici ", propo§to in segulto a varie rassegne di musica contemporanea, tra cui I'Autunno musicale di Como ed il Festlval dl Bolzano. Nel 1970 partecipava al film Oh Serafina di Alberto Lattuada, registra un suo special per la TV ed incide il L.P. , Muraglie ". Nel 1977 inizia a cantare con PHIMA MATEBIA. GIANNI NEBBIOSI Nato a Roma nel 1944, ha studiato medicina all'Univsrsità di Roma e, privatamente, clarinetto con Fernando Gambacurta, dedicandosi in seguito per vari anni allo studio della musica popolare italiana. ln questo campo ha collaborato con il Nuovo Ganzoniere ltaliano [GioyaDna Marini, Paolo Pietrangeli, lvan della Mea) ed ha suonato per un anno con il Canzoniere del'Lazio. Con quest'ultimo gruppo ha inclso un L.P. " Lassa Sta La Me Creatura ,. Come cantaritore, attività musicale che gli piace ricordare ma soltanto ricordare ha inciso per i DiSchi del Sole il 45 giri . E Ti Chiamaron Matta - che si ispira alle sue- esperienze di psichiatria aperta, e, più recentemente, il L.P. . lvlentre ", La Gente Se Crede Che Vola ". Fa parte di PRIMA MATEBIA stabilmente dal 1975. CLAUDIO RICCIABDI Nato a Roma il I dicembre 1945, ha iniziato ad interessarsi di musica durante il liceo, suo. nando il contrabasso in vari complessi jazz. ln segulto ha abbandonato il contrabasso per lo studio della Biologis, specializzandosi in Etologia e comportamento anlmale. Borsista da alcuni anni presso l'lstituto Superiorè di Sanità e attualmente prossimo a laurearsi. Da molti anni si interessa di psicologia analitica ne ha intrapreso il training professlonale. Attualmente collabora con la Hivista di Psicologia Analitica, ed ha collaborato ad un numero monografco della rivista Bianco e Nero con una interpretazione psicoanalitica del film "Nostra SiOnora dei Turchi , dl Carmelo Bene. Ha iniziato lo studio dellc Yoga dal no.rembre 1975, e poco dopo ha inizlato a cantare nel gruppo PHIMA MATERIA. Martedì 28 giugno ore 21,30 Gruppo di Sperimentazione Musicale EDGAR VARESE diretto da Giancarlo Bizzi Gianni Trova!usci Giancarlo Matcovich Giorgio Battistelli 'a pazziella 'mmano 'e criature malamu likembe cantico dei cantici Giorgio Battistelli Paolo Giuliani Francesco Piazza Boberto Marafante calcolo pròrorema crypsis akropolis A vent'anni ho trovato una definizione della musica che tolse subito ogni incertezza alle mie aspirazioni verso una musica che sentivo possibile. Era quella di Hoene lUronsky, lisico, chimico, musicologo e fÌlosofo della prima metà del secolo XIX; egli def ini Ia musica conte la " corporiticazìone della intelligenza Ìnsita nei suoni ". Vi trovai per la prima volta una detinizione della musica perfettamente comprensibile e, insieme, nuova e stimolante. E' senza dubbio grazie ad essa che cominciai a concepire la musica come ente spaziale, come organizzazione di corpi sonori mobilt nelio spazio, concezioni che sviluppai gradualmente e che poi ho fatto mia. Allora cominciai anche a carezzare I'idea di liberare la musica dal sistema temperato, da tutte le limÌtazioni imposte ad essa dagli strumenti in uso e da quegli anni di cattive abitudini che, a torto, vengono chiamate " tradizione ". Edgar Varèse L'occhio aperto e l'orecchio vigile trasformano le piit piccole scosse in grandi esperienze. Da tutte le parti affluiscono voci e il mondo risuona. Come esploratori che si addentrano in paesi nuovi e sconosciuti, noi lacciamo scoperte nel " mondo quotidiano ", e il nostrc ambiente, altrimenti muto, comincia a parlare in un linguaggio sempre piit chiaro. Cos i segni morti diventano simboli viventi, e ciò che è morto diventa vivo. Vasilij Kandinskii Se si estrae gradualmente un oggetto dallo stretto cerchio della sua eflicacia abituale, le sue proprietà interne, che fino a quel momento erano rimaste silenziose, acquistano Ltn suono che cresce sempre piit. Queste proprietà tensioni intetne emergono una dopo l'altra dalla profondità del suo essere -e irradiano le loro -forze. E i loro effetti e influssi sull'uomo superano sempre più facilmente gli ostacoli. ln breve, il punto morto si trasforma ln essere vivente. Vasilii Kandinskij Mercoledì 29 giugno ore 21,30 CONCERTO DI ALVIN CURRAN Fiori chiari, fiori oscuri per ocarina, voce, pianoforte, sintetizzatore e nastro magnetico !-iglzt Flowers, Dark Flowers (1974) è la seconda delle tre solo-performances cominciate nel '1973 con Magnetic Garden e seguite nel 1975-76 da Harmony Books. Ciascuna di queste opere ha una durata di un'ora e mezza, due ore, e mescola strumenti tradizionali, voce, e strumenti elettronici con nastri magnetici. Lavorando con " what's at hand " ho cominciato a fare un pezzo per ocarina e toy piano, voci di bambini e uccelli. Siccome ho ritrovato interesse nel piano ho lasciato la parie centrale a questo strumento e ho aggiunto l'opera conclusiva Rounds per voce [con la mia voce al registratore). La musica è di improvvisazione-strutturata in cui I'accompagnamento dei nastri determina la forma e il cui contenuto vitale varia da performance a performance. La musica può indicare una trama ma la trama apparterebbe all'ascoltatore. Altrove i suoni naturali sono impiegati come altri musicisti che improwisano la loro musica. Alvin Curran è nato nel 1938 a Providence, Rhode lsland IUSAJ presso una famiglia dedita alla musica. Fin dalla prima età ha studiato piano e trombone. Ha cominciato i suoi studi di composizione all'Università di Brown con Ron Nelson e li ha completati alla Yale School of Music con Elliott Carter, ricevendo il Master degree (1963) e vincendo i premi BMI e Bearns. Dopo aver partecipato nei primi anni al " Young Artists in Residence Program " a Berlino (1964) si è stabilito a Boma dove, con Frederic Rzewski, Hichard Teitelbaum, Bryant, Phetteplace e Vandor è stato tra i fondatori del gruppo Musica Elettronica Viva, conosciuto come uno dei primi gruppi che ha esplorato a fondo gli inizi della musica elettronica e collettiva. Mescolando I'esperienza della MEV con la sua disponibilità al registratore, suoni naturali, e aperto a fare musica con whats's at hand, negli ultimi anni ha lavorato esclusivamente a produrre una serie di solo-performance. Queste opere sono via via composte, improvvisate; tonali, non tonali; meditative, emotive; elettroniche e non elettroniche, spesso riflettendo e integrando i suoi particolarmente variati backgrounds nel fare musica come: trombone nelle bande di scuola, pianista di jazz, compositore di film, teatro e musica da camera, e membro originario dei gruppi Mev e Prima Materia. A.C. Giovedì 30 giugno ore 21,30 CASTALDI / BUSSOTTI PFIMA PABTE Goncerto del pianista Carlo Levi Minzi con la partecipazione di Paolo Castaldi Paolo Castaldi LEFT (1971) per pianoforte MODERATO (1975) per pianoforte GARDINI - solfeggio parlante per voce sola (1973) vocalista, Paolo Gastaldi il concerto verrà presentato dall'autore SECONDA PARTE Sylvano Bussotti FRAGMENTATIONS per un esecutore di due arpe arpista Glaudia Antonelli LA PASSION SELON SADE (extraits de concert) soprano, Elise Ross Ensemble TEATROMUSICA diretto da Marcello Panni Paolo castaldi è nato nel lg30 a Milano. Ha studiato al conservatorio .loc.ale. H.a frequentato. per tre anni la facorta o;ingegneiià à poliiéànico ai Milano. Ha seguito altri corsi di . composizione all'Accademia di siena, a ;OO ,OSt.-Olpiòmà di maturità classica. e all'lnternationales Musiktnstiiut Darmstadt tdal àì Diploma di composizione e direzione dbrcÀestrà. succes- caltni,_Solfegqio partante t19731; lnnere Stimme (1924); Sunday niornrng D.arlington sivamente autodidatta. Composiz'roni recenti: Frase (1960); Monotone (jg61_6g); Glausola (1961); Tendre (1-962); Fac_simile (1902); Anfragé ltSOCl, -Oiktàt ttsosii M-oll (1964); Elisa [1964-67); Schoenberg A.B-C (i962); Gàncàrto J'*silò irsozii Allegretto -(1e68); L'Oro^(i968); Gtausòla (2" aisuni. 196s); T;;à its-6-ei; Crid (1969); Definizione di (1969); Doktor Fausr (1969);'Sigla-(tbO-S); lnven. "Grid, (1969); zione (1969); Dieci Discanti I53 (1969); Filarmonica-(rS'6g-Zòi; Scale 'Finaie (1970); K. 522 (1970); left (1971]; studio (1971); Notturno trszri; ii'sz1-7i1. (1971'74); Romanza Esercizio (1971); Garo Babbo (192à); L'Eserciziò (1923); (1975); Es (1975); Moderato (J975); Goethe (1975-76); Àltra'nomania'(1925-76[ Ultima Romanza (1976): Simile (1976); ldem (19761; Battente ff Si6-Zil. MODERATO Ninnananna del penslero. c'è un diesls flsso in chiave. musichetta è. assordante (chiudo la finestra). Vediamo di mantenere ouesta L'equilibrio-. Anche il titolo... Sono stanco, passerà. " classica serenità -- ouella sporca ultima meta " (anticopertina di Goethe) di spiegarmi, di semplificare e ài profondermi, ortre' tutto,' ioirà à- vanvera. Se non mi capisco, quasi, neanche io. ,la tine. .." Potrà.,darsi I'impressione, nei pesanti ondeggiamenti della materia verso dell'opera, che qualche cosa fosse veraménte per cambiare... L'esecu- si dia la sensazione iisica che al di fuori del suo lavoro, non ha da vivere che la propiia indegnità " (Kraus) (anticopertina di questo). . Apatia: elogio della. Ma altra cosa è sentirsi apatico, altra farne I'elogio: che no-n può estendersi adeguatamente senza uscirne. oéttò. torsé,;ltretutto, male. Mi dispiace, scusatemi. _ o. sta benissimo, la carcassa. Dormo enormemente... Non ho altro da dirvi , (Flaubert). Peccato; anche il diluvio non è riuscito: c'è restaio rn-ro.no. zione dev'essere costantemente assordante... l'artista, tEFT E' ciò che rimane, what is left, dalla parte della mano sinistra, verso il .basso, i toni più gravi. La preclusione radicale del canto, conduce dove non hanno luogo conflitti: coerentemente, nessun turbato dissenso, o divertita re.lazione alle.musiche passate; e sempre meno alle presenti. Mà ci si rende allora conto che, come qià il suo uso, la rinuncia al preesistente non rappresenta,.anche per il signific?to-, un_a garanzia d.i alcunché. pure, elidendo ancora, ci awicineremo sempre più familiarmente alla composizione classica, del che saremo riconoscenti. A chi ben sapesse guardare, mostreremmo però che non stiamo rinunciando a nulla, nemmeno al principio filosofale deila trasformazione. come il libro sul parlare .TEMA, LEFT è una composizione sul comporre che. adopera i significati, e non le forme, in senso formale, e non significàtivo. l. significati non sono in musica materie, bensì sostanza. compre§o questo, il comporre trascende senza tensione a una transustanziazione ài ordine successivo, o trasformazione come prima detto. CARDINII 6s6. " Eseguire un solfeggio parlato molta difficile. Scegliere tra Pozzoli, Ciriaco, ". (Giancarlo' Cardini) Ho realizzato compositivamente, nel minimo dettaglio prescrivendo (1) la interpretazione del povero testo (i nomi delle nostre note) all'esecutore vocaIista, questa azione " concettuale " di G.C. II risultato non affatto coincide con essa, ma la rappresenta, quasi rinchiusa e levigata. O forse meglio borgesianamente all'inverso ne è rappresentato, come da una mappa immaginaria creare, edificare e popolare, e vivificare nei suoi rnoti diversi e paesaggi, quel territorio inesistente. lndifesa operazione, però condotta su paesaggi e moti interiori, e forse dunque tanto più! temibile quanto meno interessata o priva infine, come tutto ciò che è intimamente olimpico, di osservante catrma, e fatalmente di crudeltà. [-'ago del!a bilancia. Si travesta dunque dal mio interprete l'animo ripetutamente, Io si mottiplichi in questi specchi inclinati senza armonizzare e senza (mai) fermarsi a mediare, corne per esercizio spirituale giungendo, con disinvoltura disancorata, deliberatamente eccess!va, al sapere fare di tutto. " Ah, que c'est beau I'amour bien imitél " Oggi non c'è più vento, ma Ia rnareggiata continua. Paolo eastaldi B{,S§OTT!: LA PASSION SELON SADE I primi saggi Ii composizione di Sylvano Bussotti - nato a Firenze risalgono al 1937, prima ancora della sua entrata al Conservatorio Cherubini- di Firenze dove ha seguito studi di violino, di armonia, di contrappunto e di piano. Violinista prodigio, egli tuttavia si orienta verso la composìzione alla quale lavora da autodidatta a partire dal 1949. Il suo incontro con [e prime partiture di Boulez e un anno di studi presso Max Deutsch, a Parigi, saranno determinanti nella sua formazione, come la scoperta di John Cage a Darmstadt nel '1958. Dal 1961 ha sostenuto parecchie volte i corsi di composizione della Società lnternazionale per la Musica Contemporanea. Dal 1962 è rappresentato al Festival di Palermo e alla Biennale di Zagabria" Nel 1964 è invitato come compositore negli Stati Uniti dalla Fondazione nel 193'l Rockfel er. I La sua " Passione secondo Sade " cosiituisce l'avvenimento del Festival di .P.alermo.l..965, la cui creazione costituì un grande scandalo prima dj essere rappresentata un po' dappertutto. Dal 1969 il Festival di Venezia riserva regolaimente un momehto particolare alle partiture di Bussotti; la sua opera " Lorenzaccio ", da Musset, vi è rappresentata nel 1972" Corne reEista ha realizzal"o numerose produzioni liriche nei principali teatri d'opera italiani. Le Giornate di Musica Conternporanea Ci Parigi gli hanno consacrato, nel 1970, ben sei concertl e il Festival di Royan 1974 lo ha scelto come suo Presidente d'onore. I teatri d'opera di Berlino, Amburgo, Stoccoltna hanno realizzato sue opere teatrali. E' attualmente direttore artistico della Fenice di Venezia. ['1J Le prescrizioni, qui come in Moll, non sono tecnico-musica!i ma psicologiche. Nietzsche [1888, Grepuscolo degli idoli): " L'ozio è il padre di ogni psìcologia. Come ? La psicologia sarebbe dunque un vizio ? ". è certamente l'opera che ha dato ii di popolarità all'autore, nonostante un disconoscimento generale della partitura. Creata a Palermo nel 1965, mentre ancora non era terminata, doveva conoscere, in seguito, una serie di massacri deliberati. Bisogna darne colpa all'autore stesso, troppo debole per imporre il rispetto della sua opera, o agli organizzatori dei concerti che vi trovavano il mezzo di procurarsi a basso costo un'opera teatrale alla moda? Tra le esecuzioni più ignobili dell'opera, bisogna citare quelia del Domaine Musical, nel 1966, e quella della Juillard Schoo'i a New York. Soltanto atiraverso l'Opera di Stoccolrna, e alla modesta Opera di Karlsrùhe, nel 1968 e nel 1969, che " La Passion selon Sade " ha cominciato ad essere rispettata. La versione definitiva è stata presentata a Genova nel '1g73. L'opera è dedicata al critico tedesco Heinz-Klaus Metzger. La partitura include un beliissimo poema di Louise Labé (1526-1566) " O Beaux yeux bruns, 6 régards détournés... ". La versione qui presentata è destinata a concerto, senza rappresentazione. Essa si richiama ad una voce solista e a un insieme !-a Fassion selon Sade [1965-1966) massimo musicale. s.B. O Beaux yeux bruns, ò regards détournés, Ò chauds soupirs, 6 larmes épandues, Ò noires nuits vainement attendues, 6 jours luisants vainentent retournés ! O frlsfes plaintes, ò désirs obstinés. Ò mille morts en mille réts tendues, ò pires maux contre moi destinés, O ris, Ò fronts, cheveux, bras, mains et doigts ! ò luth, plaintif, viole, archet et voix ! tant de flambeaux pour ardre une femelle ! De toi me plaint que tant de feux sortant, en tant d'endroits d'iceus mon coeur tàtant n'en est sur toi voler quelque étincelle. !l rnateriale di questo pr@Eramma i:er il ll Festival di Teatrornusica è stato curato e redatto da Giuseppe Bartolucci graf ica Lamberto Lambertini Stampa Tlpogr.tl& Opèrala RomÉns