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INDIE EYE
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“Nihilist suicide pop”, è questa la definizione, in tre semplici componenti simboliche che, gli Spiritual Front,
affermata formazione Romana dal crescente successo internazionale, danno della loro musica o, meglio,
diedero. Una definizione bizzarra e affascinante rimarcata oggi, con l’uscita di Rotten Roma Casinò, dalla
perfetta coerenza del concetto malinconico di “Suicide” e dal gusto “pop” delle nuove composizioni, meno
evidente il nichilismo, in una band fortemente romantica che, tuttavia, non fa peccato a sognarsi così, visto il
profondo radicamento alla scena Wave storica. Reduce del positivo riscontro Europeo, del prestigioso
passaggio nella trasmissione tedesca WDR Rockpalas, gli Spiritual Front sembrano essersi affrancati quasi
completamente dal NeoFolk; Rotten Roma Casinò è un album molto prodotto, curatissimo negli
arrangiamenti, concepito da Simone e compagni come un classico contemporaneo, questo si sente ed è
evidente fin da subito, o quasi. Scrivo “quasi” perchè la prima traccia, completa di video vitalistico-sensuale e
super-patinato, farebbe pensare ad un lavoro assai più piano e Mainstream del reale, in realtà, saremo lieti
di definire Darkroom Friendship fondamentalmente uno scherzo, un tributo alla poetica bisessuale un po’
promiscua del frontman, il resto dell’album attraversa invece un territorio compatto, dalle molteplici
declinazioni (specie parlando di influenze), ma comunque coerente e ottimamente sviluppato. Sad almost a
Winner è una ballata romantica dall’incedere epico e decadente tutta giocata attorno ad una atmosfera, si
tratta del secondo brano completo di videoclip, un videoclip molto diverso dal precedente, idealmente
ispirato a Fassbinder. C’è tutto il patetismo di una storia privata, animata da caratteri perduti come i
sentimenti di cui si canta, si delinea allora il primo fantasma, quello di Morrisey e degli Smiths, forse la prima
ispirazione dei romani, quanto meno a livello poetico.Gli episodi interessanti non mancano, My erotic
sacrifice è probabilmente il pezzo migliore dell’album, sono le aperture a stupire, quelle di una band
incredibilmente tagliata per la melodia, quì declinate ad un pop britannico distorto che richiama i Gene come
gli Strangelove e si chiude in un’amalgnama di voce e chitarra ad evocare (inconsulto?) i Coldplay di Low
Bolo. Kiss The girls and make them dye cambia sostanzialmente direzione e porta l’atmosfera nel territorio
della rivisitazione-cabaret già, diversamente, attraversati da Cinema Strange e Dresden Dolls ma non manca
di aprirsi sulle consuete linee malinconiche degli Spiritual Front, un punto focale del progetto, non stupisca,
dunque, l’evidente parallelismo fra la linea vocale di questo brano qe quella di Darkroom Frienship, si tratta
di un raccordo, della redenzione della prima, eccentrica, composizione. The days of angers introduce una
seconda influenza dichiarata, Morricone e Rota (senza contare il delinearsi di altre due illustri influenze,
Tuxedomoon e Psychedelic Furs) è invece in German Boys che i romani si mettono a giocare con una
oscenità vagamente marziale e recuperano gli smiths nell’interpretazione.Proprio la voce è l’elemento più
interessante di Song for Jonny, trattata, rituale, come nel celebre inizio di capolavoro come Catastrophe
Ballet, il tutto limitato ai momenti di resa atmosferica, Cold love on a Cold coffin pare una dichiarazione
d’amore (e d’intenti?) a Nick Cave (quello di My sorrowfull Wife) e a Tom Waits ma non manca neppure la
reverie sadomasochista di Bare Knuckle Boy. Altro pezzo degno di nota è Overkilled Heart, in collaborazione
con Sonja Braushose, un pezzo romantico e passionale che rende perfettamente la dimensione di moderno
classico di cui parlava il frontman. In fine, ci si può sbilanciare, scrivere che la maturazione degli spiritual
Front, già abbastanza evocata grazie ad Armageddon Gigolò, è giunta ad un punto di svolta (God Forgive me
if I tell you how to hide it.)Il DVD contenuto nella prima versione limitata dell’album chiama in causa
Majakovskij, Pasolini e Pavese. Un qualunque testo di Dark entries nei primi ’80 sarebbe sembrato più affine
alla poetica vitalistico-violenta di un maestro come Pasolini, eppure, non è un male il romanticismo “Rotten”
degli Spiritual Front, la poetica dei romani, in fondo, non è che un riflesso della disperata ricerca di
personaliltà, di verità, dell’uomo contemporaneo, un uomo con un nuovo, inconsueto, dramma in più, una
imbarazante purezza persino nell’estasi dalla più becera Dark Room, del più marcio Casinò romano.
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DAGHEISHA
http://www.dagheisha.com/music_section/cd.asp?idus=5023
Ho adorato ‘Armageddon Gigolò’. Non so quante volte l’ho ascoltato e le sue canzoni ormai sono parte
integrante del mio patrimonio genetico. E so di non essere l’unico a trovarmi in questa condizione. Allo
stesso modo ritengo che Simone Salvatori e gli Spiritual Front fossero coscienti di come quel lavoro, a suo
modo, fotografasse una certa tipologia di perfezione e bilanciamento che non poteva essere superata sullo
stesso campo di battaglia. La scelta, come già accaduto in passato, è quindi stata quella di andare oltre,
mutando direzione creativa e spostando il baricentro dell’indagine sonora, ma senza allontanarsi
palesemente da un’identità che il gruppo ha saputo costruirsi nel corso degli anni e che deve giustamente
essere preservata, perché costituisce un tratto distintivo importante. La volontà è stata quella di puntare in
modo più marcato sulla melodia di natura pop, mai prevedibile o frutto di facili soluzioni compositive. E se il
primo singolo estratto dal disco, ‘Darkroom Friendship’, aveva “scandalizzato” qualcuno, proprio per il suo
essere sfacciatamente easy, lasciatemi dire che si tratta invece di un pezzo adorabile e che non stanca mai,
anche se lo sto assorbendo da mesi. E allo stesso modo gli altri undici brani si susseguono con un uniforme
mood, ma sapendo diversificarsi per natura strutturale ed espressiva e con una comune sensibilità, che
prende la decadenza malinconica del passato e la traspone in un contesto maggiormente “allegro/allegorico”
e dove il collante è rappresentato da un feeling cinematografico, che ondeggia costantemente tra acustico
ed elettrico. ‘Roma Rotten Casino’ sa confrontarsi con i sentimenti dell’ascoltatore, rendendolo non solo
partecipe della musica, ma facendolo sentire parte di essa, perché la musica riesce a fornire una
rappresentazione - romantica, cinica, sensuale, cruda e reale - della vita. L’interpretazione vocale di Simone
Salvatori è brillante e la tavolozza di suoni da cui attingere mescola naturalmente stili (folk, rock, country,
gothic, tango, cabaret sound, neoclassica, new wave, swing e cantautorato noir) e strumenti (piano, tromba,
tastiere, un quartetto d’archi, oltre a basso, chitarra e batteria). Alla realizzazione dell’opera hanno
contribuito musicisti dell’orchestra di Ennio Morricone, oltre a Tying Tiffany, Sonja Kraushofer di L’Ame
Immortelle e Tomas Pettersson di Ordo Rosarius Equilibrio, ma è nella professionalità e nella maturità con
cui gli Spiritual Front hanno affrontato la genesi di ‘Roma Rotten Casino’ che è insita la sua stessa
grandezza.
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MUSICAOLTRANZA
http://www.musicaoltranza.net/index.php?option=com_content&view=article&id=5442:spiritual-frontqrotten-roma-casinoq&catid=174:rece-pop&Itemid=468
Classe, eleganza e rigore. Gli Spiritual Front con "Rotten Roma Casino" tornano ad altissimi livelli con un
disco di elegantissimo pop folk, citazionista e sperimentale al punto giusto per poter aspirare ad una bellezza
di classico innovante ed innovativo, un capolavoro annunciato.
Cinque anni, non uno o due, bensì cinque, tra il precedente lavoro, “Armageddon Gigolo”, e la nuova uscita.
Per una band al suo terzo LP, è un lusso poter attendere così tanto. All'inizio era "Nihilist Cocktails for
Calypso Inferno": un disco anni luce distante dalle musiche di adesso, perso ancora in tentativi di
sperimentalismi elettronici ambientali; poi venne una prima svolta, con "Nihil EP", in cui la direzione artistica
cominciò ad avvicinarsi più al "suicide pop" dell'acclamatissimo "Armageddon Gigolo", rilasciato dalla tedesca
Trisol Records nel 2006. Un lasso di tempo colmato da concerti in tutta Europa, un successo inarrestabile e
piccoli traguardi che poche altre band italiane possono dire di aver mai raggiunto, come esibirsi in un
programma televisivo tedesco, WDR Rockpalast, che in più di trent'anni di programmazione mai aveva
invitato nessun italiano; essere invitati come serie di testa nei festival più importanti dell’area dark folk in
Europa; addirittura veder finire un proprio brano, "Jesus Died In Las Vegas", in un episodio di una serie tv
americana "Las Vegas".
“Rotten Roma Casino”, però, fin dal prime battute si dimostra un esperimento che sposta l’asticella ben più
in alto dei propositi di qualche anno fa, quando la band era sostanzialmente costituita da un unico elemento,
il cantante e chitarrista Simone Salvatori, e che si dedicava ad un neofolk di ispirazione Death In June, dalle
tinte fosche apocalittiche. Oggi la band, che è un quintetto, si manifesta attraverso influenze complementari
ma assolutamente non scontate. Dalle tinte morriconiane di “Days Of Anger”, allo spettro di Morrisey e gli
Smiths che aleggia in più tracce, al british pop di “German Boys”, fino alla ballata coheniana di “Odete”, al
madrigale per Johnny Cash, “Song For Johnny”, al nu-tango della morbosa ed a suo modo epica “Cold Love”.
Interpretazioni vocali sempre molto coinvolte, liriche (post)romantiche e talvolta beffarde, sardoniche:
“Rotten Roma Casino” al primo ascolto incuriosisce, al terzo ammalia, al decimo t’innamora. E poi gli
arrangiamenti: talvolta bizzarri ed inattesi, come le linee di fiati su “German Boys”, o il mandolino in “Kiss
The Girls And Make Them Die”, talvolta “classici” in un senso eternante della musica: come Elvis, Leonard
Cohen, Marc Almond e Morrissey.
Il disco si apre con il brano forse meno interessante, "Darkroom Friendship", che di buono sfodera un
ritornello molto catchy e delle rifiniture negli arrangiamenti in background molto stilosi, ma è poca cosa
rispetto a delle perle come "Sad Almost Winner" e "My Erotic Sacrifice", due esempi eccellenti della maturità
raggiunta dalla penna di Salvatori, che non attende più il ritornello per aprire al pathos, ma mostra di saper
calibrare parola per parola l'emozione, da vero crooner con l'afflato pop.
"Kiss The Girls And Make Them Die", "German Boys" e "Black Dogs Of Mexico" mostrano un lato della band
che vuole suonare più rockeggiante senza ricorrere ai watt di un Marshall, è l'intenzione, infatti, che rende
questi brani folk rock moderni ed "indie" nel loro incedere, così carichi di citazioni extramusicali e ricchi di
lavoro di fino in sottofondo: la cura del particolare, ecco un altro tassello fondamentale di questo disco.
"Song For Johnny" e "Cold Love", già note in versioni alternative uscite su release minori, segnano senza
dubbio l'apice creativo di un disco destinato a crescere con gli ascolti ed a rimanere nel tempo. Azzardo una
previsione: se "Armageddon Gigolo" poteva essere considerato il primo "vero" album degli Spiritual Front,
"Rotten Roman Casino" segna altresì una maggiore maturità compositiva e negli arrangiamenti, lasciando
spazio per immaginare un ulteriore margine di crescita della band che, ne siamo certi, non mancherà ad
arrivare nel breve periodo.
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SHIVER
http://shiverwebzine.com/2010/09/21/spiritual-front-roma-rotten-casino-2010-trisol-music-group/
Dopo il successo di Armageddon Gigolò, dato alle stampe ormai quattro anni orsono, l’attesa attorno al
nuovo album degli Spiritual Front è divenuta, di anno in anno, sempre più pressante.
L’uscita del nuovo Roma Rotten Casinò è stata preceduta dal singolo “Darkroom Friendship”: complice un
video alquanto discutibile, al primo ascolto sembrò preoccupante la patinata svolta catchy pop del brano.
Con il susseguirsi degli ascolti, e lasciato da parte l’orribile video, il brano riesce a coinvolgere grazie al suo
sofisticato pop, all’ottima produzione ed alla melodia lineare ma non banale, in bilico tra i Love di Arthur Lee
e lontani echi neo folk disciolti in trame pop in stile Divine Comedy più orchestrali.
“Darkroom Friendship” rimane comunque un’eccezione nel disco per due motivi fondamentali: il primo è che
rappresenta la base melodica e compositiva riconoscibile poi in tutti i brani successivi; il secondo è che tutti i
brani successivi sono diversi, soprattutto nel mood, dal brano di apertura.
Già con “Sad Almost A Winner” si ha un salto emotivo rispetto al brano iniziale, addentrandosi in territori che
ricordano più da vicino il passato neo-folk da un lato e gli Smiths dall’altro. “My Erotic Scrifice” si sviluppa in
maniera diversa: aperture melodiche che si riallacciano alla migliore tradizione pop degli anni 80, ancora una
volta con gli Smiths in primo piano, ma con una maggiore attenzione all’orchestrazione melodica, mai
banale, mai scontata. Gli archi, qui come in molti altri brani, non risultano mai patetici, mai anonimi, sia
quando fanno da contrappunto, sia quando sostengono la melodia principale; “My Erotic Sacrifice” è
sicuramente uno dei brani migliori dell’album. Si continua con il cabaret noir di “Kiss the Girls And Make
Them Die”, e poi con le manifeste influenze morriconiane di “The Days Of Anger”, con un costante ritmo
marziale che accompagna tutto il pezzo, collante ideale col passato del gruppo; “German Boys” riprende di
petto il pop anni 80 dell’accoppiata Morrissey/Marr filtrandolo con i Psychedelic Furs.
Si entra nella seconda metà del disco con “Odete”, vagamente somigliante a “Sad Almost A Winner”,
soprattutto nel ritornello, ma caratterizzata da un umore più nero; si continua con “Black Dogs Of Mexico”,
dove Smiths e Nino Rota vanno a braccetto, per arrivare a “Song For Johnny”, una delle canzoni con
l’interpretazione vocale più interessante: la voce di Salvatori si trova perfettamente a suo agio
nell’accompagnare le stupende melodie di questo brano, probabilmente il migliore di tutto il disco. “Bare
Knuckle Boy” si addentra più di ogni altro brano nell’indie pop inglese, impreziosito da un ritornello che si
farà fatica a dimenticare; “Cold Love (In A Cold Coffin)”, il pezzo più sinfonico del disco, perso tra Morricone,
gli Smiths e Nino Rota, sarebbe la degna conclusione del disco. Conclusione purtroppo affidata alla scontata
“Overkilled Heart”, che è la summa di tutti i difetti di questo nuovo lavoro degli Spiritual Front.
Infatti, se da un lato si rimane favorevolmente colpiti dal lavoro melodico portato avanti dalla band romana,
che quasi mai si abbandona in cliché pseudo-romantici, dall’altro non si può notare che la voce di Salvatori, a
parte in brani che ricordano più da vicino Armageddon Gigolò come “Song For Johnny”, sembra persa, priva
di incisività. In “Overkilled Heart” questa poca attenzione all’amalgama voce-musica, raggiunge il suo apice,
a causa della non brillante prova di Sonja Kraushofer: una quasi fuori luogo accompagnata da una melodia
insufficiente. Un vero peccato perchè Roma Rotten Casinò si mantiene, per la quasi totalità del disco, a livelli
compositivi e melodici decisamente alti. Gli Spiritual Front si confermano, comunque, un gruppo solido con
standard compositivi molto alti, una spanna sopra il modesto scenario italiano.
SHIVER(Interview)
http://shiverwebzine.com/2010/10/28/la-morte-avra-i-tuoi-occhi-intervista-a-simone-salvatori-spiritual-front/
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INDIE MUSIC
http://indiemusic.blogosfere.it/2010/10/spiritual-front-nuovi-bagliori-di-pop-malinconico-oltre-gli-stilemineofolk-in-rotten-roma-casino.html
Ha i contorni di "Rotten Roma Casino" (Trisol Records) il quarto lavoro degli Spiritual Front. Un disco che
conferma l'ispirazione decadente del gruppo capitolino guidato da Simone H.Salvatori ma nello stesso tempo
apre nuovi percorsi di pop creativo e malinconicamente post wave.
Per questo nuovo capitolo dopo, Songs For The Will. Nihilist Cocktails for Calypso Inferno e Armageddon
Gigolo gli Spiritual Front hanno collaborato con musicisti dell' orchestra di Morricone, oltre alla presenza di
ospiti come Tying Tiffany, Sonja Krasuhofer (L' Ame Immortelle, Persephone), Tomas Petterson (Ordo
Rosarius Equilibrio), Antonia Plastique (Welle Erdball).
L'artwork è stato realizzato con le illustrazioni dell' artista americano Chris Askew, e il layout di Paolo
Soellern dei Klimt 1918.L' album uscirà come doppio cd insieme ad un dvd che conterrà videoclip, intervista
e letture di testi di Pasolini, Majakovskij e Pavese ad opera dall' attore romano Alessandro Tiberi
(protagonista di Boris, Generazione 1000 Euro, etc) e della attrice e performer burlesque Manuela Nitti.
INDIE ZONE
http://www.indie-zone.it/r.asp?id=2991
Gli Spiritual Front sono uno di quei gruppi che fin quando non senti l’accento romano del cantante non ti
rendi conto che in realtà sono italiani, italiani doc. Pensare che persino wikipedia uk ha una banca dati
impressionante sulla band, manco fossero nativi del piccolo grande Regno Unito. Vengono definiti neofolk
ma la band stessa definisce il proprio sound un nihilist suicide pop, che non sto qui a tradurvi nel dettaglio. Il
quarto lavoro del quintetto romano si intitola Roma Rotten Casino e come ogni gruppo neofolk di rispetto
troviamo di tutto e di più; archi, pianole, fiati (mi sembra), lamenti, tormenti. Un miscuglio voluttuoso di
parole sovrapposte a musica ben confezionata. Ci vuole un ottimo orecchio per apprezzare questo gruppo;
un orecchio un po’ troppo sopraffino. Un senso di annebbiamento e una pigrizia infinita che possa far
lasciare inosservata la noia prodotta. Non è essere cattivi in questo caso, ma essere obiettivi. E quando ciò
che vuoi è solamente cliccare “skip”, come per dire, “Passo, speriamo che la prossima vada meglio”, vuol
dire che c’è qualcosa che non quadra. Tuttavia ci sono dei pezzi ottimi che anche il mio orecchio così cattivo
e frustrato ha voluto salvare ed elogiare. Ritengo che “Darkroom Friendship” sia un’ottima sviolinata;
“MyErotic Sacrifice”, ricorda le passeggiate in bicicletta in campi di grano nelle estati più bollenti, e per
quanto mi riguarda la similitudine con i Baustelle è forte e chiara. “The Days Of Anger” e “Black Dogs Of
Mexico” ricordano a sprazzi i film degli Spaghetti Western, con quel sound fatto di violini che un po’ celebra il
vecchio whiskey dei saloon. Scusate l’accostamento, ma non ho resistito. “Song For Johnny” è la più bella,
così depressa e tetra e allo stesso tempo dinamica e allegra; un’ amalgama di generi differenti che plasma la
traccia migliore del disco in assoluto. C’è anche tempo per un piccolo e timido omaggio ai Gotan Project :
“Cold Love( In a Cold Coffin)”, titolo ispirato all’amore ultraterreno confinato negli spazi angusti di una
fredda e umida tomba. Ci sono ancora una volta gli archi e gli immancabili suoni caldi e lievemente latini.
“Overkilled Heart” è l’ultimo brano. Si tratta di una collaborazione con la cantante del gruppo austriaco
L'Âme Immortelle, Sonja Kraushofer. Il brano è molto bello e interpretato con passione e sentimento da
entrambi; un ottimo finale per un album che, unico nel suo genere, è difficile da apprezzare ai primi ascolti,
ma che forse al quarto o al quinto vi saprà cogliere alla sprovvista. Vi accorgerete che sono italiani, e dunque
c’è da apprezzarli questi ragazzi. Quali band nel nostro paese fanno musica del genere, così raffinata e
ricercata? Questa è la domanda che mi ha spinto al mio sesto ascolto, ed è stato quello che finalmente ha
fatto breccia. Amen.
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INDIE FOR BUNNIES(Live Review)
http://www.indieforbunnies.com/2010/10/19/spiritual-front-live-circolo-degli-artisti-roma-02102010/
Alcune cover dei Joy Division a volume un po’ troppo alto coprono la voce indolente di Sergio Gilles Lacavalla
assorto nella lettura di alcuni brani tratti dal suo libro di recente uscita “Rockriminal, storie di rock balordo e
maledetto”. Neanche una decina di persone assiste al reading un po’ sfortunato dello scrittore. Capisco che
Lacavalla sta parlando di Ian Curtis, ma riesco a cogliere solo qualche stralcio di frase. Peccato, avrei voluto
saperne di più. Poi è il turno dei Confield, autori di uno show davvero potente e intrigante a base di postpunk sì notturno ma mai troppo introverso, e il Circolo è già quasi tutto pieno. I cinque romani hanno
pubblicato a maggio di quest’anno un interessante EP di cinque tracce e addirittura saranno al fianco di
Peter Hook nelle date italiane della “Unknown Pleasures Celebration”. Speriamo di sentire parlare di loro al
più presto.
Dopo non molto salgono sul palco i protagonisti della serata, gli Spiritual Front di un Simone ‘Hellvis’
Salvatori ormai sempre più icona virile e peccaminosa del rock a tinte scure. Dietro alla band si alternano
scene di vecchi film d’autore che l’hanno ispirata, mentre sulla parete destra del club per tutto il concerto si
alternano l’indecente video della poppeggiante Darkroom Friendship e quello (ben più riuscito) della
splendida “Sad Almost A Winner”, inframezzati da una costruitissima intervista al bel tenebroso Salvatori .
Reduce dalla mezza delusione per il recente “Rotten Roma Casino”, che aveva in buona parte abbandonato i
tenebrosi scenari protagonisti degli altri lavori che lo hanno preceduto, temo di stare per assistere ad un live
fiacco. E invece non sarà così.
Questo è il terzo concerto del combo capitolino a cui assisto, e alla fine risulterà essere il più avvincente.
Salvatori è al massimo della forma. Scherza col pubblico un po’ meno del solito (non posso dimenticare le
grandi risate degli altri concerti…), anche se non può non fare qualche battuta quando viene lanciato sul
palco un porno-bambolo gonfiabile con tanto di fallo eretto. Le ormai classiche “Jesus Died In Las Vegas”,
“Walking The Deadline” e “Bastard Angel”, riproposte in maniera eccellente, fanno sfigurare il sopraccitato
singolo pop “Darkroom Friendship”, che tuttavia dal vivo non è così male come su disco. La band poi va a
tirare fuori dal cilindro “Song For The Old Man”, non molto conosciuta gemma tratta dallo split del 2005 con
gli Ordo Rosarius Equilibrio, e vedo più di un fan degli Spiritual sospirare, come a dire ‘erano altri tempi!’.
Rimane comunque intatto il carisma di una band che, in ambito gotico, ha saputo imporsi anche e
soprattutto a livello internazionale.
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LANKELOT(Review+Interview)
http://www.lankelot.eu/musica/spiritual-front-roma-rotten-casino-intervista.html
Li aspettavamo dal 2006, da quell'album maledetto e splendido che è stato Armageddon Gigolo. Dopo un'attesa lunga e
sofferta ed una data di pubblicazione a lungo posticipata esce Roma Rotten Casino e ritorna il suicide pop. Line-up
rivoluzionata, Hellvis in perfetta forma ed una svolta più pop: ecco il tributo alla città eterna, con canzoni che tracciano le
ombre e l'immaginario cantautoriale di Simone Salvatori e rinnovano il sound del gruppo che, ormai, viaggia in direzioni
più indie che neo-folk.Che qualcosa era cambiato l'avevamo capito da "Darkroom Friendship", primo singolo estratto:
non per il video, che ha fatto arricciare più di un naso a qualche purista del bianconero, ma per gli arrangiamenti
orchestrali che rendono irresistibili le già raffinate melodie. Salvatori racconta di rapporti clandestini, di una carezza
invisibile ricevuta in una darkroom con la complicità accondiscendente dell'oscurità. Mentre il secondo singolo "Sad
almost a winner" riprende le sonorità del caro e imperituro Nick Cave in una ballata amara e fassbinderiana, "My erotic
sacrifice" si muove su delicati tocchi di violino, in un dichiarato omaggio a Pier Paolo Pasolini. "Kiss the girls and make
them die", carica di ironia, riprendendo il titolo di uno spy movie degli anni '50, sembra un cabaret lussurioso e sguaiato.
"The days of anger" - uno dei brani migliori dell'album - affronta uno dei temi cari a Hellvis, quello del cameratismo
omosessuale: ricca di citazioni cinematografiche già dal titolo - quello di un vecchio western di Tonino Valeri - mostra la
nuova capacità compositiva degli SF, con intermezzi chitarristici di rara eleganza.Proprio il wester e il tex mex sembra
essere la fonte d'ispirazione più forte dell'intero album, non solo a livello d'immaginario, ma soprattutto sul sound e sui
ritmi. "Black dogs of Mexico" ne è la prova: un sound indiavolato, chitarre e banjo intrecciati a formare una melodia
irresistibile che ti entra nella carne, per quello che è il pezzo migliore dell'album. Ad abbassare i toni - si fa per dire - ci
pensa "Song for Johnny", una commovente dichiarazione d'amore a Johnny Cash, con un'apertura pianistica accarezzata
e un testo meraviglioso - why did you believe in God? / There's no heaven to thank / Why did you believe in America? /
There's just a mouth of fire to kiss. Il disco va avanti a livelli altissimi, bilanciato tra Smith, Nick Cave e originalità
d'autore. Peccato per la scelta del pezzo di chiusura, l'anonima "Overkilled Heart", che certamente non rappresenta la
degna conclusione per un album intenso e sofferto. Roma Rotten Casino non è immediato come il suo predecessore: le
tracce non godono dell'omogeneità stilistica di Armageddon Gigolo ma sono frutto di una rara libertà creativa che
portano gli SF alle vette della martoriata scena itali(e)na. Un grande album.
OUTUNE
http://www.outune.net/dischi/hard/neo-folknew-wave-spiritual-front-rotten-roma-casino-2010.html
Il NeoFolk è una bestia strana e multiforme: paganesimo, perversioni sessuali, un'amara passione per le uniformi e per
l'oscurità della natura. Non sono cose per tutti, non sono temi facili, né da digerire, né da masticare.Da dieci anni, in
Italia, gli Spiritual Front ce ne danno una versione più cabarettistica e popolare, come se il Fellini di “Roma” e il
Fassbinder di “Querelle de Brest” venissero fusi insieme, con Ennio Morricone (alcuni membri della sua orchestra
suonano nelle tracce di questo disco) a scriverne la colonna sonora. I temi sono da espressionismo tedesco, una città
malata, puttana, un mondo in bilico fra tecnologia e voglia di primitivismo, il sesso, tanto sesso: nel dvd allegato al disco
i video ci mostrano corpi nudi, nani deliranti e poesie di Majakovskij e Pasolini che dettano il tempo e i modi alle undici
melodie.La più grande pecca di “Rotten Roma Casino” è quella di essere un innesto pop su qualcosa che pop non è e
non può essere, perché Majakovskij non è pop, Pasolini non è pop, e soprattutto parafilia e simili non sono pop.Così va
che i video presentati in accompagnamento al disco siano troppo patinati, e che la musica sia troppo levigata e troppo
discosta dalle atmosfere alle quali avevano abituato tutti: un pezzo come “Darkroom Friendship” è poco digeribile, a tutti
i livelli, ed è un peccato, perché andando avanti la sostanza si trova. “Black Dogs Of Mexico”, “Kiss the Girls and Make
Them Die”, “Cold Love (In a Cold Coffin)”, sono tutti pezzi che recuperano il vecchio smalto, quello spocchioso e
provocatorio che più si confà alla complicata personalità di Simone Salvatori.Sarebbe stato bello avere un disco un po'
più puro, meno a metà, ma si sa, le transizioni sono complicate, di sicuro la prossima volta sarà veramente quella buona,
per capire dove gli Spiritual Front
abbiano intenzione di arrivare.
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ROCKSHOCK
http://www.rockshock.it/spiritual-front-recensione-rotten-roma-casino/
Shakespearianamente parlando, che ci sia del marcio in Danimarca è cosa ormai ampiamente risaputa,
almeno da oltre quattrocento anni. Quello che oggi, invece, colpevolmente ci si ostina a non voler vedere (e
di conseguenza, a non comprendere), è l’olezzo che va diffondendosi tra le pieghe della nostra
compromessa, corrotta ed assuefatta società, sempre più invischiata in un putridume morale, politico e
culturale dal quale sembra impossibile affrancarsi.
Direttamente dal cuore dell’impero, i romani Spiritual Front provano a raccontarci il marciume nel quale
stiamo affondando con il loro Rotten Roma Casino, l’attesissimo lavoro che segue a cinque anni di distanza
quell’Armageddon Gigolò che li ha consacrati come una delle band italiane più rispettate e conosciute
all’estero.
E’ chiaro che nulla può esserci di più oscuro della fine del mondo, ma anche in queste nuove dodici tracce
post-apocalisse di luce continua a filtrarne davvero pochina, sebbene l’avvio spiazzante di Darkroom
Friendship sembrerebbe annunciare il contrario. Già dalla successiva Sad Almost A Winner, infatti, complice
la rinnovata e collaudata collaborazione con i musicisti dell’orchestra di Ennio Morricone, una struggente
sinfonia d’archi ci fa piombare nel bel mezzo di un polveroso vortice di tristezza. Ancora più smaccatamente,
le influenze di un certo cinema di frontiera solennizzano l’avvio di The Days Of Anger, malinconica cavalcata
dall’ampio respiro (spaghetti) western in cui, tra i deserti di Almeria e l’Italia centrale, sembrano rimbombare
echi di Calexico infiocchettati da un ritornello brit pop dalla trascinante melodia.
Compra i tuoi dischi preferiti su IBSTra un episodio e l’altro, la voce del carismatico leader e deus ex
machina del progetto Spiritual Front, Simone Hellvis Salvatori, sorretta dal basso di Federico Amorosi, dalla
batteria di Andrea Freda e dalla chitarra elettrica di Giorgio Maria Condemi, risulta sufficientemente evocativa
e convincente nel cantato in inglese, profonda e blues in Song for Johnny, più malleabile e duttile in Cold
Love (In A Cold Coffin), macabro tango da saloon condito da colpi di pistola (o da schiocchi di frusta?),
alcuni dei momenti più intensi dell’intero disco. Intensità che non si rinnova nella successiva, e conclusiva,
Overkilled Heart così esageratamente romantica, così eccessivamente patetica, così dannatamente fuori
luogo in un album che, pur permeato da venature suicide pop, riesce a mantenere sempre sotto il livello di
guardia la tormentata malinconia che lo pervade.
Seppur meno selvatico ed impulsivo dei lavori precedenti, Roma Rotten Casinò sprigiona quarantacinque
minuti di musica che non mancherà di affascinare cum juicio anche gli adepti della prima ora,
accompagnata, almeno nella limited edition, anche da un dvd all’interno del quale videoclip, performance
burlesque, interviste, testi di Pasolini, Majakovskj e Pavese, vi (tele)trasporteranno in quell’oscuro groviglio
di peccato ed espiazione da cui le decadenti melodie di una delle band più atipiche del panorama musicale
italiano prendono corpo e sostanza, gonfiandosi di malcelata disperazione.
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SPAZIO ROCK
http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=1383
Certo che a volte il mondo della musica è proprio strano! Ormai capita sempre più spesso di porsi
l’interrogativo del perché band di sicuro valore artistico, trovano sempre maggiori difficoltà nell’imporsi
all’attenzione del pubblico nostrano. E il quarto album degli italianissimi Spiritual Front non fa altro che
confermare tale tendenza; un vero peccato perché sempre più spesso gli ascoltatori italiani si affrettano ad
acquistare lavori di artisti stranieri, spesso di qualità mediocre, trascurando opere di sicuro valore
confezionate da artisti di casa nostra. E’ il consumato stereotipo che “l’erba del vicino è sempre più verde”!
Ci sembra quindi più che doveroso richiamare la vostra attenzione su “Rotten Roma Casinò”, album che
senza ombra di dubbio catturerà l’interesse dei nostalgici del pop-rock anni Ottanta “made in UK”.
Ormai distanti dal folk degli esordi, gli Spiritual Front ci consegnano una release che sicuramente non brilla
di originalità e che senza ombra di dubbio risente fortemente delle sonorità di mostri sacri del genere come
The Smiths e il Morrissey più ispirato, ma bisogna dare atto alla band capitolina di avere colto il meglio da
tali ispirazioni e di averle amalgamate alla perfezione con trame sonore di stampo romantico-decadente. Ed
in questo caso sono venute in aiuto le influenze di Tom Waits e Nick Cave, riscontrabili in brani come “Cold
Love (In A Cold Coffin)”, senza tralasciare l’affascinante “Overkilled Heart”, song di sicuro impatto cantata in
compagnia di Sonja Kraushofer degli austriaci L'Âme Immortelle. Ma la particolarità dell’album è l’incredibile
atmosfera musicale che la band è riuscita a creare, grazie soprattutto ad una produzione perfetta e curata in
ogni minimo particolare, oltre che alla meticolosità con la quale sono stati composti gli arrangiamenti
musicali, capaci di catapultare l’ascoltatore indietro nel tempo di almeno 25 anni, il tutto eseguito in maniera
impeccabile da un’orchestra veramente da applausi. Senza tralasciare poi l’aspetto per così dire letterario
della proposta: un songwriting particolarmente ispirato, che lascia intravedere suggestioni letterarie e
cinematografiche non indifferenti, le quali non fanno altro che accrescere il valore dell’opera. Ma soprattutto
emerge il lato più intimista del frontman Simone Salvatori, autore di tutti i testi dell’album, il quale mostra
attitudini di scrittura non indifferenti in pieno stile romantico-decadente, trattando temi mai facili da
affrontare ma che sono i capisaldi della poetica artistica della band: l’uomo contemporaneo e la sua
disperata ricerca della verità e della propria personalità. L’edizione limitata poi contiene anche un DVD di
sicuro valore artistico, con chiari riferimenti alle opere di Pasolini e Fassbinder.
Un lavoro quindi importante, non banale né tanto meno scontato, che però avrà facile presa sull’ascoltatore
grazie all’appeal melodico che scorre nelle vene di “Rotten Roma Casinò”. Certo, quando inserirete l’album
nel vostro lettore, una certa sensazione di già sentito potrà pervadere la vostra mente; come del resto
dobbiamo sottolineare che gli Spiritual Front con questa release non hanno sicuramente inventato nulla di
nuovo in ambito musicale. Ma allo stesso tempo, e con la stessa decisione, bisogna dare atto alla band di
averci regalato un’opera non banale, costruita e curata minuziosamente in ogni aspetto; ma soprattutto è
importante sottolineare la carica artistica dell’album, che permetterà a “Rotten Roma Casinò” di non passare
inosservato nel panorama musicale internazionale.
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AUDIODROME
http://www.audiodrome.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=6843
Al di là di ciò che possano aver rappresentato ideologicamente e in musica gli Spiritual Front finora, Rotten
Roma Casinò rompe con il passato e si impone come una prova riuscita, densa di spunti e dall'afflato più
“indie” che dark/goth, nonostante una certa gelida rigorosità si agiti ancora costantemente sotto traccia in
certi cantati (“Sad Almost A Winner), coniugata però a intuizioni a la Marc Ribot in salsa pop (“Kiss The Girls
And Make Them Die”) , Calexico in trasferta a Berlino e arrangiamenti orchestrali mai eccessivi e stentorei.
Un approccio più easy e orientato a una fruibilità più morbida, senza eccessi di zuccheri o di cupi intrugli da
posa, rendono Rotten Roma Casinò un gradevole e inaspettato ritorno. Evidente l'importanza della
collaborazione con l'orchestra di Morricone e piacevoli le ospitate di Tying Tiffany, Sonja Krasuhofer (questa
magari troppo sopra le righe e fuori posto nel nuovo contesto sonoro), Tomas Petterson e Antonia Plastique.
A corredo, un dvd con il make of e video di varia natura, a testimoniare la progettualità a trecentosessanta
gradi del tutto.
IMPATTO SONORO
http://www.impattosonoro.it/2010/11/25/recensioni/spiritual-front-rotten-roma-casino/
I romani Spiritual Front sono senza dubbio una delle gemme migliori del nutrito sottobosco musicale italico,
quel composito panorama underground che accomuna, per sorte ed intenti, i più disparati ensemble
musicali. In questo caso siamo nei territori d’origine del neo-folk, anche se, a mio avviso giustamente, la
band preferisce definire la propria proposta come Nihilist suicide pop.
Analizzando il termine non si può che notare quanto intelligentemente il termine pop, popolare, nella suo
significato di accessibile fruibilità, sia accostato al suicidio e al nichilismo, cioè quanto di meno pop e
commerciale ci sia. Questa scelta descrittiva crea un corto circuito di senso, nel quale è racchiusa un po’
tutta la poetica del gruppo romano, ovvero la capacità, non comune, di scrivere brani coerentemente
malinconici ma commerciali, patinati ma suicidi.
Tale sapiente uso della propria espressività non deriva dal nulla, ma trova fondamento nel percorso musicale
che, dal 1999, attraverso tappe che sanno di alchemico, hanno portato il gruppo a scremare, sublimare il
suono, perdendo progressivamente i connotati più tradizionalmente dark-folk, in favore di un approdo, o un
ritorno, a modelli più genuinamente pop-rock, su tutti Morrisey, Nick Cave, Cinema Strange, per citare tre
nomi illustri.I prodromi di questo grande cambiamento, sebbene percepibili già nel precedente Armageddon
Gigolo (2006), diventano, giunti ora al traguardo del quarto album in studio, centrali, necessari e
indispensabili, ponendosi come spartiacque fra l’era dark/folk apocalittica e la moderna classicità
riscontrabile in questa dozzina di brani.Evoluzione o involuzione, dipende come sempre dai punti di vista,
quel che è certo è come, a fronte di un’indubbia semplificazione strutturale dei brani, mai così diretti e
asciutti, non abbia matematicamente fatto seguito una semplificazione dei contenuti, che anzi, sia a livello
musicale che lirico, rimangono sempre di alto profilo.Il retroterra folk è ancora percepibile, come sottotesto,
ma la metamorfosi ormai compiuta dal gruppo permette loro la composizione di brani ora più aderenti alla
forma-canzone, raffinati ed eleganti, che sanno essere sia passionali che oscuri, sempre vagamente
cinematografici negli intenti e mitteleuropei nelle sfumature, elementi da sempre nelle cifre stilistiche della
band.Al di la del primo singolo, la spiazzante Darkroom Friendship, l’album si muove su toni abbastanza
compatti e omogenei, e ha in brani come The Days Of Anger, Song For Johnny e Cold Love (In A Cold
Coffin) i suoi highlight assoluti.Aperture melodiche, arrangiamenti raffinati, omaggi ai propri idoli musicali, in
Rotten Roma Casino ci sono tutti questi componenti, impastati in un sound suadente e decadente, che non
perde un grammo della visionaria capacità interpretativa del leader Simone ‘Hellvis’ Salvatori, espressivo e
comunicativo come sempre.Con questo loro quarto album (del quale è impossibile non citare con un plauso
anche il bellissimo artwork) pare che gli Spiritual Front abbiano imboccato l’unica strada possibile per uscire,
entro tempo massimo, dalle pastoie di sound che li ha visti nascere e crescere, ma che, evidentemente, da
tempo aveva iniziato ad andar loro stretto. Come sempre fa sorridere pensare quanto realtà così belle e
valide siano poco conosciute e messe in risalto in Italia, in favore invece di una musica pop sterile imitazione
di modelli esteri, e di come, per converso, band come gli Spiritual Front ci vengano invidiate fuori confine.
Stranezze di questo strano paese.
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LIVEROCK
http://www.liverock.it/tuttarec.php?chiave=1105&chiave2=Spiritual^Front
Gli Spiritual Front sono una di quelle formazioni italiane apprezzate più fuori dai nostri che confini che
all'interno di questi. Attivo sin dal 1999, il collettivo romano guidato da Simone Salvatori è diventato un
nome di rilievo nella scena che in un qualche modo possiamo definire "neofolk". La musica degli Spiritual
Front è stata definita dagli stessi componenti della band come "nihilist suicide pop", definizione che
racchiude almeno due delle componenti del suono del progetto: da un lato l'aspetto più melodico del gruppo
che proprio in questo nuovo album Rotten Roma Casinò emerge ancora più fortemente e dall'altro, invece, la
componente più oscura e wave, figlia di Nick Cave come del folk più nero. In questo nuovo disco gli Spiritual
Front si presentano in una veste estremamente più melodica che potrebbe spaesare i fan della prima ora: i
richiami a Morrissey sono continui, come i punti in comune con certe cose recenti in un qualche modo altcountry alla maniera degli Okkervil River. Il tono generale comunque rimane ben saldo nelle origini scure del
gruppo, ma le scelte più in superficie sembrano volersi distaccare dall'alveo fin qui frequentato. Il disco si
apre con Darkroom friendship, il brano più spiazzante del lotto - e non a caso il più discusso online -, un
pezzo a dir poco catchy sorretto da un incedere che non lesina strizzate d'occhio al mainstream che diventa
paradigma per il resto del disco, o quasi. Le dodici tracce saranno scomponibili tra aperture melodiche ben
riuscite (My erotic sacrifice, ad esempio, il probabile brano migliore del lotto) e quel tono ombroso e
sofferente cui accennavamo prima. Il disco appare inoltre molto ma intelligentemente prodotto, il che è
sintomo di sicura professionalità, esperienza e, perchè no, sano mestiere. Se la fama degli Spiritual Front nel
circuito wave era già ben established, c'è da chiedersi come possa essere recepito ora un disco del genere.
Rotten Roma Casinò è però a nostro dire il disco di una band con più di dieci anni di carriera che smorza
alcune spigolosità mantenendole come sfondo di un percorso più ampio, esprimendosi in una manciata di
canzoni noir che non stanca, ma non accende particolari luci.
LOUDVISION
http://www.loudvision.it/musica-dischi-spiritual-front-roma-rotten-casino--4399.html
Roma romantica e puttana
"Rotten Roma Casinò" inizia come ogni album degli Spiritual Front, con quella sensazione di disagio unito a
sorpresa dovuta alla pronunzia inglese non proprio perfetta del buon Simone Salvatori.
Distante anni luce dal folk apocalittico degli esordi, il disco si presenta in una veste più pop e diretta rispetto
al passato, senza però mai scadere in inutili canzonette, facendo proprio un retroterra musicale vasto e di
tutto rispetto che ha le sue origini nel folk, il country e la musica da film.
L'album è accompagnato da un DVD che contiene, oltre a videoclip e brevi estratti di poesie filmate,
un'interessante ed esaustiva intervista a Salvatori sulla realizzazione del disco.
Al centro del nuovo platter ritorna il concetto d'identità, un'identità che si manifesta come conflitto tra natura
e cultura, una battaglia contro le imposizioni della società in ambito sessuale, politico e religioso, ma anche
un rapporto ambiguo con le proprie radici, quelle radici che hanno il nome di Roma, la città eterna dell'odi et
amo, quella Roma, romantica e puttana.
PRO
* Varietà di stili e registri
CONTRO
* L'anglofonia di Simone Salvatori
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EXTRAMUSIC
http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffair.aspx?ID=10805
Dopo tanti anni di servizio presso il reparto dark-folk italiano, con tutte le storie che si sono raccontante intorno a questa
band e al suo carismatico leader, Spiritual Front sembra voler decisamente tagliare un bel po' di ponti con il passato e
dare una svolta al suo mondo musicale.È la prima cosa che si percepisce appena inserito il loro nuovo album Rotten
Roma Casino' nel proprio lettore cd.Il primo brano che ci porta in questa nuova scelta di stile è Darkroom Friendship, da
cui è stato anche tratto il primo video. Gli archi in Darkroom Friendship vengono utilizzati in maniera decisamente
peculiare, c'è un organetto che fa dei sound molto strani rispetto a quelli tipici della band, una tromba che ricorda il
country-folk americano, l'utilizzo degli strumenti in Rotten Roma Casino' è diventato completamente diverso rispetto al
precedente sound della band e questa, direi, che potrebbe essere definita la prima nuova caratteristica di Spiritual
Front.Il nuovo sound da subito ci fa pensare a una sonorità più filo-americana, quasi ogni tanto bisognasse ritrovarsi a
cavalcare lungo il Gran Canyon, o in giri in macchina nella notte di Las Vegas. È chiara qui la decisione di rendere il
prodotto Spiritual Front più popolare, e fruibile dalle masse del rock e del pop.A confermare queste novità come secondo
brano parte subito Sad Almost A Winner, diventato secondo singolo e secondo video per il lancio del nuovo lavoro della
band. Qui ci accorgiamo di come il modus e il sound della voce di Simone Salvatori abbiano preso una direzione
completamente inaspettata; lo ricordiamo in tutti i suoi lavori precedenti per le tonalità basse e morbide, il chiaroscuro
della voce di Simone è sempre stato una delle caratteristiche che avevano un valore inestimabile nella performance di
Spiritual Front; qui ora sentiamo una voce più chiara, tendente a tonalità molto alte, da musica leggera maschile.Questa
è sicuramente la seconda, e forse più importante, caratteristica di Rotten Roma Casino', la voce di Salvatori è diventata
un mondo a parte rispetto al passato, possiamo leggere chiaramente la decisione di salire con le tonalità e lasciare i
bassi a parentesi più ristrette, caratterizzando in maniera completamente nuova il sound di Spiritual Front per
intero.Quello che ci chiediamo è se questo dovrebbe spaventare o meno i fruitori, o se la decisione di cambiare il modus
di cantare sia profondamente radicata nel nuovo stile della band, insieme ai cori femminili che appaiono qua e là e che a
volte spaventano un po' veramente.Quando arriva My Erotic Sacrifice ci troviamo scaraventati in un genere di musica che
non pensavamo avremmo mai sentito uscire da Spiritual Front, qui gli archi sono assolutamente da musica leggera pop,
le chitarre e la batteria ne mantengono anche gli stilemi tipici. Subito dopo appare Kiss The Girls And Make Them Die, la
prima in cui ci sorprendiamo di sentire aprire di nuovo le tonalità basse della voce di Salvatori, il sound torna a quello
dell'America citata precedentemente con delle chitarre che sottolineano il fattore pop-cowboy-country.Ora con l'entrata
di The Days Of Anger si ha assolutamente un trauma dal doppio effetto. Sentiamo delle sonorità da ex Spiritual Front
fondersi con quelle più pop-cowboy-country ricercate invece nel nuovo sound musicale. Il trauma è abbastanza forte, ma
il risultato forse è quello più bilanciato che finora si riesce a sentire in tutto album. Di certo Sad Almost A Winner è un
capolavoro, come sempre, anche nel suo modo di essere leggera, ma The Days Of Anger finora è quella che mi ha
portato a comprendere pienamente il lavoro che Spiritual Front sta cercando di fare con questo nuovo album, un lavoro
di ristrutturazione e ricostruzione coraggioso, che non è facile sicuramente da portare avanti, dopo aver passato tanti
anni in una scena dove ormai si era diventati una istituzione.Conferma l'idea di The Days Of Anger il brano che lo segue,
German Boys.German Boys è arioso, aperto, diremmo allegro se escludiamo il testo e - a parte gli “ehi oh”, che non
posso proprio passare! - direi che a questo punto dell'album qualsiasi ascoltatore, appassionato o meno, deve decidere
se accettare i nuovi Spiritual Front o meno.Spezziamo intanto un lancia in favore dei cambiamenti; è chiaro che Spiritual
Front con questo nuovo album abbia deciso di arrivare ad un pubblico più ampio di quello che lo ha seguito finora;
ampio si intende proprio il pubblico che fruisce il rock in tutte le sue forme senza ghettizzarsi in uno stile particolare,
strizzando decisamente l'occhio al pop. Una parte di questo risultato è stato, sicuramente, ottenuto. Un cambiamento
coraggioso per una band con tanti anni di storia alle spalle e con una performance live che è sempre di grande impatto
raccogliendo centinaia di spettatori. Quindi, anche agli ascoltatori più duri, vorrei veicolare il messaggio di ascoltare bene
questo album e poi di andare ad ascoltare altrettanto attentamente il live di questi brani.L'invito arriva anche dalla stessa
band con Odete, che sembra proprio uscita da uno dei vecchi lavori di Spiritual Front, ma siamo ancora a metà
dell'ascolto di Rotten Roma Casino', e la ballata di Odete è una specie di disimpegno in questo caso, come a ricordare
che oggi siamo quello che siamo grazie a quello che eravamo e che saremo sempre.Subito dopo Black Dogs Of Mexico ci
porta nuovamente alla nuova linea musicale, con le corse nelle steppe del Messico. L'arrivo di Song For Johnny non fa
altro che confermare questa linea, con la riapertura di Bare Knuckle Boy. Cold Love In A Cold Coffin, è il secondo mix
old-new Spiritual Front, qui sentiamo delle suggestioni arrivare direttamente da Armageddon Gigolò misto a Rotten
Roma Casinò.Arrivati all'ultima track dell'album ci troviamo di fronte a Overkilled Heart, featuring Sonja Kraushofer,
cantante di L'Âme Immortelle, direttamente dal passato dark di Spiritual Front e lanciata in un brano quasi da bar
all'americana; questo è forse il brano che potrebbe creare più perplessità in tutto l'intero album e, in chiusura, ci fa
sollevare qualche dubbio.In generale Rotten Roma Casino' è un ottimo prodotto, sia a livello di produzione stessa, che di
idee che emergono dalla nuova veste musicale della band.Spiritual Front sta cercando un nuovo equilibrio e sembra
averlo trovato in una conformazione musicale del tutto diversa da quella che chiunque si sarebbe aspettato.Sta ora ai fan
e ai nuovi ascoltatori accogliere questo nuovo album all'interno del loro ascolto e accettare il nuovo stile della band.
Siamo sinceramente curiosi di vedere e sentire quali saranno i prossimi passi musicali di questa band, che ha già segnato
la storia della musica underground e ora è pronta a raggiungere altri traguardi verso un ascolto più popolare nella sua
accezione positiva.Rotten Roma Casinò, al di là del suo packaging, tipico Spiritual Front, ci ha veramente sorpresi e,
crediamo, che meritasse un'analisi approfondita per ogni suo brano; il resto sta a voi.
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MIUZIK
http://www.miuzik.it/cgi-bin/it/news/viewnews.pl?newsid1290639600,16918,
Nuovamente convocati per gli arrangiamenti orchestrali musicisti che collaborano con Ennio Morricone; tra
gli ospiti ritroviamo Tying Tiffany, Sonja Krasuhofer (L’Ame Immortelle, Persephone), Tomas Petterson
(Ordo Rosario Equilibrio), Antonia Plastique (Welle Erdball); in aggiunta al CD c’è un DVD contenente dei
videoclip, un’intervista e letture di testi tratti da alcuni scritti di Pasolini,Majakoskij e Pavese.
“Rotten Roma Casino” (che segue “Armageddon Gigolo” del 2006), quarto album per la formazione
capitolina guidata da Simone ‘Hellvis’ Salvatori,molto promette ma ben poco mantiene.
Dove sono finite le ombrosità folk, le introspezioni gothic e le turbolenze new wave? Non lo sappiamo, ma
certo è che il nuovo lavoro risulta essere fin troppo levigato, pulito, pop, orchestrato, ragionato.
E sul finale, il duro colpo di grazia (la mielosa eimproponibile “Overkilled Heart”).
(2.5/5)
OUTUNE (Intervista)
http://www.outune.net/livetune/interviste/spiritual-front-simone-h-salvatori-il-neofolk-un-amorebalordo.html
ACCORDO (Intervista)
http://musica.accordo.it/articles/2010/12/45985/il-lato-oscuro-del-pop-intervista-a-spiritual-front.html
ROCKIT(Intervista)
http://www.rockit.it/intervista/969/spiritual-front-cuore-di-tenebra
KALPORZ
http://www.kalporz.com/wp/2010/12/spiritual-front-roma-rotten-casino-tristol-music-group-2010/
Il gruppo romano Spiritual Front, dopo i buonissimi riscontri del precedente “Armageddon Gigolo” (2006),
approda una ad una nuova fase della propria maturità espressiva, contrassegnata da una maggiore
caratterizzazione pop e “classica” di melodie ed arrangiamenti. Il tocco raffinato e colto di Simone Salvatori e
compagni si arricchisce di elementi che mettono in secondo piano le atmosfere più dark-noir o anche folk
apocalittiche delle passate stagioni (“nihilist suicide pop” fu infatti la definizione coniata a suo tempo dalla
band) , in favore di aperture sontuose alla canzone, in cui si ritrovano oltre ai rimandi più o meno consueti a
Nick Cave, Scott Walker e Leonard Cohen, nuovi e significativi elementi stilistici più vicini a Smiths,
Commotions, Tindersticks ma anche a piccoli gruppi di culto del sottobosco inglese anni Novanta come
Gene, Strangelove o Jack.
Sullo sfondo di una mamma Roma pasolinianamente peccatrice, sodomita, corrotta e a tratti impietosa,
imbevuta di un ombroso e cinico immaginario fassbinderiano, si snocciolano i motivi di un canzoniere
disinibito e stilisticamente ricco, che ingloba al proprio interno suggestioni di tango argentino, mirabili spunti
swing-soul (con punte di cabaret country-western vagamente cinematografico in “The Days Of Anger”),
spleen da canzone francese (“Kiss The Girls And Make Tem Die”), così come anche romantiche fascinazioni
new wave in odore di Marc Almond (“Sad Almost A Winter”, “My Erotic Sacrifice”). Su tutto vai poi ad
adagiarsi uno spolvero di maledettismo decadente, d’impronta assai dandistica e bohemein, del tutto
compatibile con l’approccio altamente estetizzante e letterario del gruppo, approccio che tuttavia non diventa
mai stucchevole o artificioso.
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KD COBAIN
http://www.kdcobain.it/pagine/recensioni/spiritualfront.htm
Tornano con il loro quarto disco gli Spiritual Front, la band italiana più vicina allo stile di Nick Cave. Il trio
romano confeziona una nuova perla nella propria discografia con questo titolo "Rotten Roma Casino” che
evoca elementi dell’immaginario dark, ma senza dimenticare un ricordo alla propria città. C’è già chi lo
definisce il disco più pop tra quelli che la band ha composto finora e in un certo senso le basi per questo
giudizio ci sono tutte a cominciare dal singolo che anticipa l’uscita dell’album, ovvero "Darkroom friendship”,
che fonde chitarre surf a violini e un cantato alquanto melodico rispetto al passato.
"Rotten Roma Casino” è un disco di svolta per lo stile della band e tra i brani più riusciti non si può non
citare "Cold love (in a cold coffin)” che incarna proprio tutto lo spirito dark folk che la band vuole portare al
grande pubblico. Come tutte le grandi band anche gli Spiritual Front hanno un grande seguito all’estero, ma
anche in Italia stanno riscuotendo un discreto successo. Questo nuovo album grazie alla sua immediatezza
potrebbe costituire un nuovo trampolino di lancio per raggiungere chi ancora non conosce una delle band
più interessanti del panorama dark italiano.
METAL.IT
http://www.metal.it/album.aspx/13075/10583/
Gli Spiritual Front stanno raccogliendo molto, ovviamente dopo aver seminato molto, ed è un bene che una
realtà simile riesca ad imporsi nei mercati musicali "alternativi", dando ampia rappresentanza alla musica
italiana, e magari aprendo le porte a tante altre realtà simili. Ovviamente si sta parlando in una prospettiva
estera, perchè se ben guardiamo quello che stanno raccogliendo gli Spiritual Front in patria c'è da farsi
prendere un poco dallo sconforto, difficilmente si riesce ad uscire dal giro dei soliti noti, di quel pubblico che
ti segue incondizionatamente, eppure un album come Rotten Roma Casinò possiede tutte le capacità per
arrivare a toccare la sensibilità musicale di chi ascolta tutto tranne che il Military Pop, il Neo-Folk apocalittico
e via discorrendo. Ad essere onesti questi ragazzi si stanno allontanando dalle etichette stilistiche che ho
citato poco sopra, si stanno aprendo a sonorità che pescano da un Pop elegante (e in questo non c'è
assolutamente nulla di sconvolgente), in alcuni momenti pure da un certo Rock leggero e ancora intimista,
del resto non ce li vedo gli Spiritual Front fare il verso agli Ac/Dc. Per quanto mi riguarda Rotten Roma
Casinò è il loro album più maturo e meglio concepito, perchè al suo interno mette in mostra una moltitudine
di elementi che non vi lasceranno indifferenti, da Darkroom Friendship con il suo tiro appetibile, alla
bellissima Sad Almost A Winner, oppure tanto per citarne altre due My Erotic Sacrifice e Song For Johnny,
ossia il perfetto mix fra tradizione Neo-Folk e novità, che loro stessi hanno definito come Suicide Pop
(etichetta che calza a pennello). Quello che comunque non bisogna mai sottovalutare è il concept, come al
solito ricco di sfumature e di metafore, tanto basta da stuzzicare l'immaginario dell'ascoltare per lasciargli
ampi margini di interpretazione personale. Il ritorno degli Spiritual Front è in definitiva un disco elegante,
passionale, caldo, assolutamente ricco di personalità e di valide idee.
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ROCKIT
http://www.rockit.it/album/13975/spiritual-front-rotten-roma-casin-e-ograve
Non è da tutti dare una virata decisa al proprio stile come quella che gli Spiritual Front imprimono con
"Rotten Roma Casino", specie se reduci da un instant classic come "Armageddon gigolò", che li aveva portati
con prepotenza alla ribalta nella scena dark europea e non. Eppure, a distanza di quattro anni, le ballate
scure e morbose del gruppo romano capitanato da Simone Salvatori si sono evolute dando più spazio a
quello che era il loro afflato pop. Quali gli esiti?
"Rotten Roma casino" si presenta estremamente curato. L'edizione limitata è accompagnata da un dvd con
video, letture di Pasolini, Pavese (la bella "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi") e Majakovskij. La realizzazione
dei nuovi pezzi si distingue per qualità, con una produzione attenta, arrangiamenti cesellati, una rinnovata
collaborazione con il quartetto d'archi di Morricone ed ospiti nazionali e non a dar man forte, tra cui Tying
Tiffany, Tomas Pettersson degli Ordo Rosarius Equilibrio, Sonja Krasuhofer de L'Ame Immortelle ed Antonia
Pastique dai Welle Erdball.
Tutto da copione, da successo annunciato. Ed ecco che la sorpresa arriva con "Darkroom friendship", pezzo
d'apertura del disco e primo singolo estratto. Un'inedita e solare accessibilità prende con sè chitarre, archi e
fiati, aprendo un nuovo mondo di possibilità al gruppo. Un momento di rottura, che sicuramente lascerà il
segno su alcuni dei fan più ortodossi, ma in fin dei conti una rottura assolutamente benefica. Il cantautorato
dannato, il tango, le calde atmosfere western e morriconiane, gli Smiths e Johnny Cash sono tutt'altro che
nel passato, e brani come "Odete" o "The days of anger" sono qui a dimostrarlo. Tuttavia la nuova e
liberatoria vena pop che percorre il materiale di questo "Rotten Roma Casino" li rilegge in una nuova luce, li
reimpiega lungo nuove linee di fuga.
E, cosa forse più importante di tutte, gli Spiritual Front si confermano capaci di scrivere belle canzoni, pezzi
personali dalle melodie riuscite e dagli arrangiamenti ricercati e ricchi di rimandi. La qualità elevata e solida
di tutti i brani del nuovo disco non può che colpire, così come la loro evoluzione ad ascolti ripetuti. E se
episodi come "German boys" o ancor di più la conclusiva "Overkilled heart" forse si sbilanciano troppo verso
la melodia, l'equilibrio di altri, come la stupenda e già citata "Odete", è esemplare.
La sensazione è che si respiri aria nuova sul fronte capitolino. Certo per chi adorava "Armageddon gigolò" si
tratta di una dipartita difficile da assimilare, ma la dedizione e gli ascolti ripetuti risultano premianti. Diversi
ma fedeli a se stessi, gli Spiritual Front firmano sulla lunga distanza un altro disco pop invidiabile. Certo non
apocalittico come una volta, ma facilmente tra i migliori dell'anno.
ONDAROCK
http://ondarock.it/recensioni/2010_spiritualfront.htm
Peccato. Un vero peccato l'occasione mancata da Spiritual Front in "Rotten Roma Casino", ultimo episodio a
firma dell'ensemble romano guidato dal carismatico Simone Salvatori che, ahimè, fallisce nel tentativo di
replicare le vette di straordinaria bellezza raggiunte in "Armageddon Gigolò". Se nel precedente lavoro i
nostri erano infatti riusciti a dar voce a un'ottima poetica pop ammantata di quel prezioso e sanguigno
intimismo acustico sviluppato da Salvatori dai tempi dell'Ep "Nihilist", nella nuova opera l'elemento pop - di
nuovo preponderante tra i solchi di queste dodici tracce - si tramuta in una mediocre farsa nazionalpopolare.
Episodi come l'apripista "Darkroom Friendship", "German Boys" o "Kiss The Girls And Make Them Die"
hanno, difatti, clamorosamente smarrito quella straordinaria capacità di coordinazione tra il rilucente smalto
melodico e quelle tipiche lascivie private che caratterizzavano le precedenti perle del repertorio di Salvatori.
Pregevole la rilettura di "My Erotic Sacrifice", canzone ripresa da Spiritual Front per "Rotten Roma Casino" e
che in passato figurava tra i brani presenti nel tributo a Pier Paolo Pasolini curato da Rustblade.
Viene riproposta in una solare dimensione corale la bellissima "A Cold Love In A Cold Coffin" originariamente concepita per solo pianoforte e voce nello split condiviso da Salvatori con Naevus - mentre
timidi segnali di continuità con i fasti del recente passato si intravedono in "Song For Johnny", attimi che,
tuttavia, si smarriscono a fronte del melenso e pacchiano appello di "Sad Almost A Winner".
Episodio prescindibile per la band romana, su cui si spera possa tornare di nuovo a risplendere il vecchio
ardore nichilista che fu.
::: PROMORAMA ::: PRESS :::
SPIRITUAL FRONT
TITLE: ROTTEN ROMA CASINO
LABEL: TRISOL RECORDS - PAG.
38
SPAZIO ROCK
http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=1383
Certo che a volte il mondo della musica è proprio strano! Ormai capita sempre più spesso di porsi
l’interrogativo del perché band di sicuro valore artistico, trovano sempre maggiori difficoltà nell’imporsi
all’attenzione del pubblico nostrano. E il quarto album degli italianissimi Spiritual Front non fa altro che
confermare tale tendenza; un vero peccato perché sempre più spesso gli ascoltatori italiani si affrettano ad
acquistare lavori di artisti stranieri, spesso di qualità mediocre, trascurando opere di sicuro valore
confezionate da artisti di casa nostra. E’ il consumato stereotipo che “l’erba del vicino è sempre più verde”!
Ci sembra quindi più che doveroso richiamare la vostra attenzione su “Rotten Roma Casinò”, album che
senza ombra di dubbio catturerà l’interesse dei nostalgici del pop-rock anni Ottanta “made in UK”.
Ormai distanti dal folk degli esordi, gli Spiritual Front ci consegnano una release che sicuramente non brilla
di originalità e che senza ombra di dubbio risente fortemente delle sonorità di mostri sacri del genere come
The Smiths e il Morrissey più ispirato, ma bisogna dare atto alla band capitolina di avere colto il meglio da
tali ispirazioni e di averle amalgamate alla perfezione con trame sonore di stampo romantico-decadente. Ed
in questo caso sono venute in aiuto le influenze di Tom Waits e Nick Cave, riscontrabili in brani come “Cold
Love (In A Cold Coffin)”, senza tralasciare l’affascinante “Overkilled Heart”, song di sicuro impatto cantata in
compagnia di Sonja Kraushofer degli austriaci L'Âme Immortelle. Ma la particolarità dell’album è l’incredibile
atmosfera musicale che la band è riuscita a creare, grazie soprattutto ad una produzione perfetta e curata in
ogni minimo particolare, oltre che alla meticolosità con la quale sono stati composti gli arrangiamenti
musicali, capaci di catapultare l’ascoltatore indietro nel tempo di almeno 25 anni, il tutto eseguito in maniera
impeccabile da un’orchestra veramente da applausi. Senza tralasciare poi l’aspetto per così dire letterario
della proposta: un songwriting particolarmente ispirato, che lascia intravedere suggestioni letterarie e
cinematografiche non indifferenti, le quali non fanno altro che accrescere il valore dell’opera. Ma soprattutto
emerge il lato più intimista del frontman Simone Salvatori, autore di tutti i testi dell’album, il quale mostra
attitudini di scrittura non indifferenti in pieno stile romantico-decadente, trattando temi mai facili da
affrontare ma che sono i capisaldi della poetica artistica della band: l’uomo contemporaneo e la sua
disperata ricerca della verità e della propria personalità. L’edizione limitata poi contiene anche un DVD di
sicuro valore artistico, con chiari riferimenti alle opere di Pasolini e Fassbinder.
Un lavoro quindi importante, non banale né tanto meno scontato, che però avrà facile presa sull’ascoltatore
grazie all’appeal melodico che scorre nelle vene di “Rotten Roma Casinò”. Certo, quando inserirete l’album
nel vostro lettore, una certa sensazione di già sentito potrà pervadere la vostra mente; come del resto
dobbiamo sottolineare che gli Spiritual Front con questa release non hanno sicuramente inventato nulla di
nuovo in ambito musicale. Ma allo stesso tempo, e con la stessa decisione, bisogna dare atto alla band di
averci regalato un’opera non banale, costruita e curata minuziosamente in ogni aspetto; ma soprattutto è
importante sottolineare la carica artistica dell’album, che permetterà a “Rotten Roma Casinò” di non passare
inosservato nel panorama musicale internazionale.
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