Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: inf,®festiva~~azzb,~,gna.it C.F./P.I. 02660981206 9° Edizione 28 ottobre --- 22 novembre 2014 Bologna ha ospitato una nuova edizione del Bologna Jazz Festival, la nona, che si è svolta dal 28 ottobre al 22 novembre. Anche quest’anno è stata una invasione di jazz a 360°: un intero mese a pieno ritmo, con grandi star per le serate nei principali teatri della città (cinque appuntamenti tra Teatro Manzoni, Teatro Arena del Sole, Teatro Duse e Unipol Auditorium) e un cast internazionale di grande richiamo anche per i numerosi concerti nei club (Cantina Bentivoglio e Bravo Caffè). Ferrara si è confermata poi città jazzisticamente gemellata con Bologna: tra Teatro Comunale Claudio Abbado e Torrione Jazz Club avrà la sua fetta di grande musica e sarà parte integrante della geografia del festival. Dee Dee Bridgewater, Bill Frisell, Charles Lloyd, John Scofield assieme a Medeski Martin & Wood, Steve Swallow: questi i ‘big’ che hanno calcato i teatri di Bologna. Jazz dalle mille sfumature espressive: accattivante con un tocco di glamour (Bridgewater), sofisticato e vintage (Frisell), spirituale e iperdinamico (Lloyd), groovy e adrenalinico (Medeski---Scofield---Martin & Wood), soulful e leggiadramente swingante (Swallow). Nomi altisonanti anche per il palcoscenico del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara, dove Ferrara Musica ha prodotto in co-promozione con il BJF due concerti con un focus speciale sul pianoforte: in chiave di virtuosismo mozzafiato con Hiromi (in solo) e di suadente classicità con Kenny Barron (in duo con Dave Holland). I tre club coinvolti nel festival, locali tra i più rinomati nel panorama musicale internazionale, hanno risposto con una programmazione di prim’ordine: Uri Caine & Han Bennink, Steve Kuhn, Fred Wesley, Robert Glasper, George Cables, Lou Donaldson, John Abercrombie, Anat Cohen, John Taylor, il Claudia Quintet con Chris Speed e John Hollenbeck. Alcuni degli artisti in programma nei jazz club sono stati ascoltati sia a Bologna che a Ferrara in giorni diversi. Il Bologna Jazz Festival 2014 è stato organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main sponsor Gruppo Hera. Il concerto inaugurale dell’edizione 2014 del Bologna Jazz Festival è avvenuto in ‘trasferta’, con una sorta di anteprima al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara: qui il martedì 28 ottobre la pianista giapponese Hiromi è stata protagonista in piano solo, il contesto probabilmente più adatto per rimanere folgorati dalle sue funamboliche rivisitazioni del repertorio jazzistico, oltre che dalla toccante bellezza delle sue composizioni originali. Il festival è tornato poi nel teatro ferrarese il lunedì 17 novembre, con un duo di musicisti che hanno dominato la scena jazzistica degli ultimi cinquant’anni, il pianista Kenny Barron e il contrabbassista Dave Holland: un organico intimista ma dalla colossale forza espressiva. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Il primo grande appuntamento teatrale a Bologna si è tenuto sabato 1 novembre, quando Dee Dee Bridgewater è salita sul palcoscenico di uno stipato Teatro Manzoni. Indiscussa jazz diva, la cantante, dopo anni di concerti ‘a tema’ incentrati sulle sue produzioni discografiche, si è concessa una serata a la carte: una libera esplorazione del suo ormai ampio repertorio, tra jazz, soul, canzoni d’autore... Le altre principali tappe nei teatri bolognesi, sono continuate martedì 4 novembre, presso il nuovo Unipol Auditorium di via Stalingrado (in zona Fiera) con il concerto di Bill Frisell, il guru della chitarra elettrica postmoderna. Assieme al suo più recente quartetto, Frisell ha eseguito il suo più recente progetto, “Guitar in the Space Age!”: una scorribanda nel repertorio dei chitarristi statunitensi degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, tra memorie di vintage jazzistico, pionieri del rock, folate di surf music e l’irresistibile richiamo del country. Venerdì 14 novembre il festival si è spostato al Teatro Arena del Sole, con il quartetto del sassofonista Charles Lloyd. Mito del jazz anni Sessanta, Lloyd sta ora vivendo una seconda giovinezza musicale: nelle sue performance si percepisce una vibrazione che pare l’eco della spiritualità coltraniana, all’interno di un jazz dalla matrice vigorosa e dallo slancio solistico decisamente anticonformista. La sua miscela d’incandescente post---bop, con aperture di sconvolgente lirismo, lo rende uno dei solisti dalla più intensa carica espressiva tra quelli in attività. Il Teatro Duse è stata la sede del concerto di giovedì 20 novembre, con il supergruppo che nasce dall’incontro tra la chitarra di John Scofield e il trio Medeski Martin & Wood. Riferimento assoluto della chitarra jazz degli ultimi tre decenni il primo, funamboli dell’avant---groove i secondi: il loro incontro è come un vulcano di musica hard boiled, tra jazz, rock, boogie, afro beat. Lo Swallow Quintet è stato protagonista dell’ultimo appuntamento dell’edizione 2014 del Bologna Jazz Festival: quasi una family musicale capitanata da Steve Swallow, pioniere e maestro indiscusso del basso elettrico jazz. Con lui, sabato 22 novembre all’Unipol Auditorium, c'era anche Carla Bley (all’organo). Forza e continuità del cartellone del Bologna Jazz Festival sono dovuti anche alla programmazione live nei jazz club (Cantina Bentivoglio e Bravo Caffè a Bologna, Torrione Jazz Club a Ferrara): una fitta serie di appuntamenti di tale rilevanza da dare vita a una sorta di festival nel festival. Tra Cantina Bentivoglio e Torrione si sono esibiti: il quartetto della clarinettista Anat Cohen, che ha dato prova della sempre più notevole creatività dei musicisti recentemente immigrati negli States da Israele (il 30 ottobre alla Cantina Bentivoglio e il 31 al Torrione); il trio del pianista Steve Kuhn, affiancato niente meno che da David Wong e Billy Drummond ha proposto una full immertion nella grande tradizione statunitense (il 10 novembre al Torrione e l’11 alla Cantina Bentivoglio); un chitarrista di culto come John Abercrombie in un trio all-leaders con Gary Versace e Adam Nussbaum (il 15 novembre al Torrione e in replica il 16 alla Cantina Bentivoglio); infine il quartetto di George Cables, pianista tra i più sopraffini: non per nulla è stato il prediletto di Sonny Rollins, Dexter Gordon, Art Pepper (per lui una tripletta di concerti: il 18 e il 19 novembre alla Cantina Bentivoglio, il 21 al Torrione). I concerti del gruppo di George Cables presso la Cantina Bentivoglio sono stati registrati per produrre un disco che celebrerà i venticinque anni di attività dello storico locale di Via Mascarella. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Ancora alla Cantina Bentivoglio, il 5 novembre, si è esibito il trio del pianista Eugenio Macchia: con questo concerto ha preso vita il gemellaggio del BJF con il Premio Massimo Urbani, un’ulteriore importante collaborazione nell’ambito della valorizzazione dei giovani talenti del jazz. Esclusivamente al Torrione si sono potuti inoltre ascoltare gli artisti più legati all’attualità jazzistica: il 3 novembre il duo Sonic Boom, ovvero gli slanci avanguardistici e iconoclasti del pianista Uri Caine e del batterista Han Bennink; il 7 novembre il Claudia Quintet, dietro il cui enigmatico nome si celano i talenti di Chris Speed, Matt Moran, Red Wierenga, Robert Landfermann e John Hollenbeck; l’8 novembre un piano solo di John Taylor, compositore e strumentista di riferimento per il modern jazz made in UK, che ha presentato il suo ultimo disco pubblicato dalla CAM Records. Il Bravo Caffè anche quest’anno ha rinnovato la partnership con il BJF, con un programma interamente incentrato sulla black music, nelle sue più ampie accezioni. Si è iniziato il 29 ottobre con il quartetto del sassofonista Lou Donaldson, un mito della più aurea stagione dell’hard bop e del soul jazz, protagonista di innumerevoli successi immortalati dalla Blue Note. Si è poi proseguito il 6 novembre con la band di Fred Wesley, il cui trombone ha lasciato una scia indelebile nel jazz e nel funk, soprattutto quando impegnato alla corte di James Brown. Ha concluso il trittico, il 12 novembre, Robert Glasper con i suoi Experiment, band con la quale l’apprezzato pianista afro-americano ha esplorato il lato più ribollente della sua creatività, tra neo---soul, hip---hop, jazz, gospel e R&B. Realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è giunto alla sua seconda edizione il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, che ha avuto il suo culmine il 9 novembre all’Oratorio San Filippo Neri in forma di saggio finale aperto al pubblico con un doppio concerto (pomeridiano e serale) degli allievi e docenti del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna, quest’anno coadiuvati da John Taylor. Entrambi gli spettacoli hanno proposto tre differenti sezioni: in apertura il Trio dei docenti Taylor-Torto-Siegel ha eseguito musiche originali di John Taylor, la parte centrale e conclusiva dello show hanno visto protagonisti il Combo e la Big Band del Conservatorio diretta da Massimo Morganti su musiche e arrangiamenti originali di Kenny Wheeler. In occasione della serata, ai migliori allievi del progetto didattico è stato consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in due borse borse di studio per le Master Class Internazionali di Siena Jazz 2015. Al fianco di questa impressionante sequenza di live, il BJF ha aggiunto due interessanti iniziative tra proiezioni cinematografiche e incontri musicologici. Lo schermo del Cinema Lumière, grazie alla collaborazione con la Cineteca di Bologna si è tinto di jazz in due occasioni: il 2 novembre con la proiezione di cortometraggi diretti da Gianni Amico e il 13 con il lungometraggio Charles Lloyd: Arrows Into Infinity, documentario dedicato al grande sassofonista che la sera seguente si è esibito all’Arena del Sole e che stato presente di persona alla proiezione assieme alla regista Dorothy Darr. Il pianista Emiliano Pintori ha invece tenuto una serie di accattivanti lezioni presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica a Palazzo Sanguinetti: quattro appuntamenti pomeridiani (nei giorni 8, 15, 22, 29 novembre) sempre stipati dedicati rispettivamente a Cab Calloway, Cole Porter, Ray Charles e John Coltrane. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 IL CALENDARIO DEL BOLOGNA JAZZ FESTIVAL 2014 28 ottobre, ore 20.30 – Teatro Comunale Abbado Ferrara: HIROMI PIANO SOLO 29 ottobre, ore 22,15 – Bravo Caffè: LOU DONALDSON QUARTET 30 ottobre -Cantina Bentivoglio e 31 ottobre - Il Torrione: ANAT COHEN QUARTET 1 novembre, ore 21,15 – Teatro Manzoni: DEE DEE BRIDGEWATER BAND 2 novembre, ore 22 – Cinema Lumière: Cortometraggi sul jazz di GIANNI AMICO 3 novembre, ore 21.30 – Il Torrione: SONIC BOOM (Uri Caine e Han Bennink) 4 novembre, ore 21.15 – Auditorium Unipol: BILL FRISELL “Guitar In The Space Age” 6 novembre, ore 22,15 – Bravo Caffè: FRED WESLEY AND THE NEW JBS 7 novembre, ore 21.30 – Il Torrione: THE CLAUDIA QUINTET 8 novembre, ore 21.30 – Il Torrione: JOHN TAYLOR Piano Solo 9 novembre – Oratorio San Filippo Neri: BOLOGNA CONSERVATOIRE BIG BAND 10 novembre - Il Torrione e 11 novembre Cantina Bentivoglio: STEVE KUHN TRIO 12 novembre, ore 22,15 – Bravo Caffè: ROBERT GLASPER EXPERIMENT 13 novembre, ore 22 – Cinema Lumière: CHARLES LLOYD “Arrows Into Infinity” 14 novembre, ore 21,15 – Teatro Arena del Sole: CHARLES LLOYD QUARTET 15 novembre - Il Torrione e 16 novembre Cantina Bentivoglio: JOHN ABERCROMBIE ORGAN TRIO 17 novembre, ore 20.30 – Teatro Comunale Abbado Ferrara: KENNY BARRON DAVE HOLLAND DUO 18 e 19 novembre -Cantina Bentivoglio e 21 novembre - Il Torrione: GEORGE CABLES QUARTET 20 novembre, ore 21,15 – Teatro Duse: MEDESKI – SCOFIELD MARTIN & WOOD 22 novembre, ore 21.15 – Auditorium Unipol: THE SWALLOW QUINTET Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 I LUOGHI DEL FESTIVAL: Teatro Auditorium Manzoni, Via de’ Monari 1---2, Bologna, tel. 051 6569672 www.auditoriumanzoni.it Teatro Duse, Via Cartoleria 42, Bologna , Tel. 051 231836 www.teatrodusebologna.it Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna, Tel. 051.2910910 www.arenadelsole.it Teatro Comunale di Ferrara, Corso Martiri della Libertà 5, Ferrara, tel. 0532 202675 www.ferraramusica.it / www.teatrocomunaleferrara.it Unipol Auditorium, Via Stalingrado 37, Bologna, Tel. 051.5076111 www.unipol.it Il Torrione San Giovanni, Via Rampari di Belfiore 167, Ferrara, Tel. 339 7886261 www.jazzclubferrara.com Cantina Bentivoglio, Via Mascarella 4/b, Bologna, tel. 051 265416 www.cantinabentivoglio.it Bravo Caffé, Via Mascarella, 1 – Bologna --- Tel. 051 266112 www.bravocafe.it Oratorio di San Filippo Neri, Via Manzoni 5, Bologna, tel. 051 225128 http://www.fondazionedelmonte.it/Oratorio---di---S---Filippo---Neri.aspx Conservatorio di Musica "Giovan Battista Martini" Piazza Rossini, 2, Bologna, tel. 051 221483 http://www.conservatorio-bologna.com Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 I GRANDI CONCERTI A TEATRO E LA PROGRAMMAZIONE NEI CLUBS Sabato 1 Novembre ore 21.15 Teatro Manzoni, Bologna DEE DEE BRIDGEWATER BAND Dopo anni di concerti ‘a tema’, incentrati sulle sue produzioni discografiche, Dee Dee Bridgewater calcherà il palcoscenico del Teatro Manzoni offrendo una selezione di canzoni a la carte: non più uno spettacolo ‘concept’ (come i precedenti omaggi a Billie Holiday, alla musica del Mali e alla chanson francese) bensì una libera esplorazione del suo ormai ampio repertorio, tra jazz, soul, canzoni d’autore... Oggi unanimemente riconosciuta come una delle migliori jazz singer in attività, Dee Dee Bridgewater ha avuto una carriera in parte ‘turbolenta’, specialmente per quanto riguarda la sua affermazione sulla scena statunitense. Nata Denise Eileen Garrett a Memphis nel 1950, prende poi il cognome del noto trombettista Cecil Bridgewater, col quale fu sposata all’inizio degli anni Settanta. A quel periodo risalgono anche le sue prime prove nella ‘serie A’ del jazz americano (con l’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Max Roach, Sonny Rollins) oltre che il suo primo ruolo in un musical teatrale. Ma la completa maturazione artistica di Dee Dee avviene nel corso degli anni Ottanta, dopo il suo trasferimento in maniera stabile in Francia. Oltre a raffinare le sue interpretazioni jazzistiche, flirta con la musica commerciale, riuscendo così a creare un forte legame col pubblico, mai venuto meno da allora. In Italia, in particolare, ‘sfonda’ grazie al duetto con Ray Charles al festival di Sanremo del 1989 e ad altre apparizioni sempre a Sanremo nei due anni successivi. Dee Dee Bridgewater, voce; Theo Croker, tromba; Irwin Hall, flauto e sassofoni; Sullivan Fortner, pianoforte; Eric Wheeler, contrabbasso; Kassa Overall, batteria Le poche e sporadiche prove discografiche sino alla fine degli anni Ottanta sono state probabilmente il motivo della mancata consacrazione statunitense della cantante. Le cose cambiano però improvvisamente a partire dagli anni Novanta: Dee Dee ottiene un contratto con la Verve e infila una lunga serie di dischi memorabili. Nell’ultimo decennio le sue prove discografiche si diradano, ma ogni volta arrivano coi crismi del grande evento: progetti curatissimi destinati ad avere lunga vita nelle tournée internazionali, dalle chanson francesi di J'ai deux amours (2005) alla musica del Mali di Red Earth (2007), sino a un rinnovato incontro col repertorio di Billie Holiday (Eleanora Fagan, del 2010). Con tutto ciò, Dee Dee è riuscita a stabilirsi nuovamente negli Stati Uniti, questa volta da grande diva del canto jazzistico. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Martedì 4 Novembre ore 21.15 Unipol Auditorium, Bologna BILL FRISELL “Guitar in the Space Age!” Bill Frisell, chitarra; Greg Leisz, mandolino e steel guitar; Tony Scherr, basso; Kenny Wollesen, batteria Tra la nostalgia e il modernariato, faccende entrambe molto emozionanti quando si tratta di scavare nella musica dei decenni passati: è qui che si porrà Bill Frisell col suo “Guitar in the Space Age!”, una scorribanda nel repertorio dei chitarristi statunitensi degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Dal primo ‘astronauta’ della chitarra jazz elettrificata (Charlie Christian) ai pionieri del rock (Chuck Berry, Duane Eddy, Link Wray), dalle folate della surf music (Dick Dale, i Beach Boys, i Ventures, gli Astronauts) ai richiami della musica country (Chet Atkins, Speedy West, Jimmy Bryant, Merle Travis): insomma tutto quanto colpì l’immaginazione del giovane Frisell instillando in lui il mito della Fender Telecaster. Per questo nuovo progetto (il cui debutto su disco è previsto per l’autunno 2014) Frisell convoca i membri del suo trio (il bassista Tony Scherr e il batterista Kenny Wollesen) oltre a un altro suo collaboratore di fiducia, Greg Leisz, che gli darà man forte nell’innalzare il voltaggio chitarristico del gruppo. Bill Frisell (nato a Baltimora nel 1951) è uno dei guitar heroes del jazz dagli anni Ottanta a oggi. Agli esordi in casa ECM sia come leader che come chitarrista ‘della casa’ (in particolare per Paul Motian e Jan Garbarek) sono seguiti gli anni della maturità con l’etichetta Nonesuch, che lo videro trasformarsi nel campione della svolta postmoderna della musica improvvisata. Frisell è riuscito a raggiungere una fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni con John Zorn e Tim Berne). Attratto da collaborazioni con le star del rock (Ginger Baker, Marianne Faithfull, Elvis Costello) e dalle musiche per il cinema (memorabili le sue sonorizzazioni dei film di Buster Keaton), ha poi imboccato una strada decisamente personale, esplorando le radici della musica americana (country, bluegrass) con i mezzi espressivi dell’improvvisazione jazzistica. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Venerdì 14 Novembre ore 21.15 Teatro Arena del Sole, Bologna CHARLES LLOYD QUARTET Charles Lloyd sta vivendo una seconda giovinezza musicale: nelle sue performance degli ultimi anni si percepisce una vibrazione che pare l’eco della spiritualità coltraniana, all’interno di un jazz dalla matrice vigorosa e dallo slancio solistico decisamente anticonformista. Ma riavvolgiamo il nastro: Lloyd nasce a Memphis nel 1938 e inizia a suonare il sax già all’età di nove anni. Suo primo mentore è Phineas Newborn, pianista tra i più stupefacenti (e non adeguatamente noti) della storia della musica afro-americana, che accoglie il giovane Charles nella sua band. Gli esordi sono comunque soprattutto nel giro del blues, quello giusto: appena dodicenne suona già al fianco di B. B. King, Howlin’ Wolf, Johnnie Ace. Dopo essersi trasferito in California (nel 1956) suona nell’orchestra di Gerald Wilson e, dal 1960 al ’63, in quella di Chico Hamilton, per il quale è anche direttore musicale e artefice di una virata dal jazz da camera a un vigoroso post-bop. Contemporaneamente guida uno dei suoi primi gruppi, con una line up da antologia del new jazz dell’epoca: Billy Higgins, Don Cherry, Bobby Hutcherson e Terry Trotter. Lloyd entra poi al servizio di uno dei gruppi di maggior successo degli anni Sessanta, quello di Cannonball Adderley. Nel 1966 si mette alla guida di un quartetto (con Keith Jarrett, Cecil McBee e Jack DeJohnette) che lo impone definitivamente all’attenzione generale: la miscela di bop, free e world music sfonda ben al di là del mondo del jazz (dal vivo la band condivide il palco con Jimi Hendrix, Janis Joplin, i Cream, i Grateful Dead...). Nel 1970, dopo lo scioglimento di questo meraviglioso quartetto, Lloyd si ritira dalle scene jazzistiche. Per un intero decennio le sue apparizioni sono assai scarse e comunque principalmente concentrate nel mondo del rock: lo si può sentire coi Doors, i Canned Heat e, più frequentemente, coi Beach Boys. Charles Lloyd, flauto e sassofoni; Gerald Clayton, pianoforte; Joe Saunders, contrabbasso; Eric Harland, batteria Fu l’incontro con Michel Petrucciani, nel 1981, a spingere nuovamente Lloyd verso la pratica jazzistica in maniera sporadica e poi, dal 1989, con una rinnovata costanza unita a una ritrovata forza espressiva. L’etichetta ECM ha documentato questa nuova fase creativa di Lloyd, ancora saldamente legata alla sua esperienza degli anni Sessanta ma con un suono più brunito e sinuoso, che ha ulteriormente messo in risalto le sue strabilianti doti anche sui tempi più ariosi. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Giovedì 20 Novembre ore 21.15, Teatro Duse, Bologna MEDESKI-SCOFIELD-MARTIN & WOOD Tutto iniziò nel 1998 con A Go Go, un disco formalmente a nome di John Scofield, che però sanciva una nuova collaborazione destinata a dare ulteriori frutti negli anni a venire: quella tra il chitarrista e i funamboli dell’avant-groove Medeski Martin & Wood. Da allora i ‘fantastici quattro’ si sono periodicamente riuniti per tour e nuove registrazioni discografiche, a partire da quella, finalmente a nome collettivo, di Out Louder (2006), che tra l’altro fu il primo disco prodotto dalla Indirecto, l’etichetta discografica di proprietà di MM&W. Più recente è In Case the World Changes Its Mind, dal vivo. Musica hard boiled, tra jazz, rock, boogie, afro beat: MM&W, con Scofield, dilatano i confini dell’improvvisazione e dei ritmi contemporanei. Il sodalizio di Medeski Martin & Wood prese forma nel 1991 a New York, dalle parti di Brooklyn, dove Medeski e Wood erano da poco giunti, provenienti da una delle scuole di musica più prestigiose del paese, il New England Conservatory di Boston. Le scelte musicali furono poi dettate dall’istinto: i ritmi più contemporanei, come l’hip hop, furono usati in strutture armonicamente ricche e aperte all’improvvisazione, come nel jazz. Le sonorità ipnotiche del trio si muovevano su una libertà ritmica tipicamente jazzistica ma il beat era ben più innovativo. Iniziò così l’avventura del gruppo, proseguita poi in maniera inarrestabile: alle prime produzioni discografiche per piccole etichette indipendenti seguì una serie di fortunati dischi per la Blue Note. Nel frattempo l’attività live, da sempre la preferita dai tre musicisti, si era allargata dalla scena della East Coast all’intero pianeta. John Scofield, chitarra; John Medeski, tastiere e organo; Chris Wood, basso e chitarra; Billy Martin, batteria MM&W si sono spesso aperti a collaborazioni con artisti di spicco di generi anche diversi dal loro: da John Zorn a Maceo Parker e Natalie Merchant. Non stupisce quindi il successo del sodalizio con John Scofield. Nato in Ohio nel 1951, dopo un apprendistato nei gruppi di Gerry Mulligan con Chet Baker, Billy Cobham & George Duke, Charles Mingus, Gary Burton e Dave Liebman, nel corso degli anni Ottanta, oltre a far parte della band di Miles Davis, Scofield inizia una inarrestabile ascesa in qualità di leader, imponendosi come uno dei chitarristi jazz più influenti sino a oggi. Scofield è un ferratissimo solista post-bop da sempre aperto alle seduzioni della fusion, il funky, il soul jazz. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Sabato 22 Novembre ore 21.15, Unipol Auditorium, Bologna THE SWALLOW QUINTET Maestro indiscusso, anzi, addirittura pioniere del basso elettrico nel jazz: Steve Swallow lo imbraccia dalla fine degli anni Sessanta, quando era membro del quartetto di Gary Burton, agli albori della fusion tra jazz e rock. Prima di allora Swallow (nato nel 1940 nel New Jersey) si era cimentato naturalmente col contrabbasso, legandosi ad alcuni musicisti che assieme a lui avrebbero segnato la storia del jazz d’avanguardia di quel periodo: Paul Bley e Jimmy Giuffre. La sua presenza nei Jimmy Giuffre 3, già nel 1960, gettava le basi per una collaborazione che si sarebbe ripetuta nel corso dei decenni successivi. Ancora investe acustica, Swallow transita anche nei gruppi di Art Farmer, Stan Getz, George Russell. Poi la svolta elettrica, senza più ritorno al contrabbasso: sul nuovo strumento Swallow trova uno stile personale e sorprendente, scevro dagli influssi rock che accompagnarono l’apparizione dei Fender bass nel jazz sessantottino. Il suo approccio è invece quasi chitarristico, concentrato sul registro superiore dello strumento. Gli anni Settanta furono per Swallow un periodo di ‘transizione’. Alla fine di questo decennio riemerse nuovamente grazie alla collaborazione con Carla Bley, i cui gruppi da allora sono stati il palcoscenico principale di Swallow (senza per altro escludere altre collaborazioni di grande rilievo, come quelle con Paul Motian e John Scofield). Steve Swallow, basso; Carla Bley, organo; Chris Cheek, sax tenore; Steve Cardenas, chitarra; Jorge Rossy, batteria Col nuovo millennio Swallow ha continuato una infaticabile attività concertistica, ma sentirlo investe di leader non è cosa di tutti i giorni: a parte due notevoli trii all leaders (quello con Carla Bley e Andy Sheppard e i We3 con Adam Nussbaum e Dave Liebman), Swallow ha dato vita a un quartetto diventato poi, con l’aggiunta di Jorge Rossy, l’attuale quintetto. Questa ancor giovane formazione, che si avvale di Carla Bley all’organo, ha comunque già lasciato il segno: Into the Woodwork, pubblicato nel 2013 dalla ECM/ExtraWatt. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Martedì 28 Ottobre ore 20,30, Teatro Abbado, Ferrara Lunedì 17 novembre ore 20,30 Teatro Abbado, Ferrara HIROMI PIANO SOLO una produzione di Ferrara Musica BARRON-HOLLAND DUO una produzione di Ferrara Musica Kenny Barron, pianoforte; Dave Holland, contrabbasso Hiromi Uehara, pianoforte Formatasi in Giappone alla Yamaha School of Music e, successivamente, al Berklee College of Music di Boston, Hiromi viene immediatamente proiettata dal suo mentore Amahd Jamal sotto la luce dei riflettori internazionali. A distanza di dieci anni dall’esordio, dopo le collaborazioni eccellenti con Chick Corea e Stanley Clarke, numerosi cd a suo nome e diversi premi della critica, Hiromi si è imposta tra le più acclamate star del jazz mondiale. Quando si incontrano due giganti dei rispettivi strumenti come Kenny Barron e Dave Holland, in un contesto così intimo, cameristico e centrato sull’interplay che deve svilupparsi nel dialogo a due tra pianoforte e contrabbasso, non ci si può che aspettare uno spettacolo che abbracci l’intero universo espressivo della musica jazz: una convivenza di energia e raffinatezza, rigore testuale ed esigenza improvvisativa, tecnica straripante e senso della melodia, swing e blues feeling. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Giovedì 30 ottobre Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 22:00 Venerdì 31 ottobre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 Lunedì 3 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 SONIC BOOM ANAT COHEN QUARTET Uri Caine, pianoforte e piano elettrico; Han Bennink, batteria Anat Cohen, clarinetto e sax tenore; Jason Lindner, pianoforte; Joe Martin, contrabbasso; Daniel Freedman, batteria Nata e cresciuta in Israele ma residente a New York dalla fine degli anni Novanta, Anat Cohen (classe 1975) è senza dubbio la più interessante e personale clarinettista attualmente attiva sulla scena jazz. Non è un caso infatti se l’influente Jazz Journalists Association statunitense l’ha premiata come “clarinettista dell’anno” ininterrottamente dal 2008. Una presenza scenica carismatica, un notevole virtuosismo sempre al servizio della più coinvolgente espressività, una profonda conoscenza dei più svariati linguaggi musicali; tutto concorre a fare di Anat una delle figure più interessanti dell’attualità jazzistica. Nella sua musica convivono senza soluzione di continuità il jazz tradizionale, la sperimentazione, la musica classica e la tradizione folklorica sudamericana. Oltre che per il quartetto di cui è leader, Anat si è fatta apprezzare coni 3 Cohens, superlativo gruppo creato assieme ai fratelli Avishai (tromba) e Yuval (sax): una famiglia in cui evidentemente scorre il gene del talento musicale. Dinamiche che salgono e scendono come onde d’un mare in tempesta, ballad improvvisamente squarciate dal tuonare delle percussioni: con Uri Caine e Han Bennink la libera improvvisazione diventa un coinvolgente e teatrale gioco delle parti, intenso, imprevedibile e anche scherzoso. Il loro “Sonic Boom” è già documentato su disco (su etichetta 816 Music) ma sentirli assieme dal vivo è un avvenimento abbastanza raro. Uri Caine (Filadelfia, 1956) è uno dei jazzisti più enciclopedici che sia dato ascoltare: la vastità dei suoi interessi si riflette nelle numerose direzioni verso cui ha indirizzato la propria scrittura musicale, le formazioni da lui stesso guidate, le collaborazioni con altri musicisti (dei più diversi: Don Byron, Dave Douglas, John Zorn, Terry Gibbs, Clark Terry, Paolo Fresu...). Pianista sopraffino quando si tratta di suonare jazz senza fronzoli, Uri Caine ha però raggiunto la più ampia popolarità soprattutto perla sua fervida immaginazione come compositore e creatore di gruppi e progetti musicali. In essi Caine riversa la sua poliedrica ispirazione, la versatilità di un musicista aperto a tutti gli stimoli, pronto a cimentarsi con i ritmi più moderni (col suo trio Bedrock) come con la tradizione ebraica, oppure a rimettere mano sulla storia della musica europea, riscrivendone e rivoluzionandone le pagine più rappresentative: Mahler, Bach, Schumann, Beethoven, Verdi... Nominando Han Bennink (classe 1942) si pensa subito a uno dei batteristi più iconoclasti, pittoreschi e imprevedibili. La sua incontenibile fantasia applicata al free dona alla musica completamente improvvisata una forte valenza narrativa. Ma non va dimenticato che il batterista olandese ha dato prove di magistrale virtuosismo a 360° in campo jazzistico, dal dixieland allo swing al mainstream moderno (anche con Dexter Gordon e Sonny Rollins). Rimane comunque il paladino della fervida avanguardia olandese e del jazz progressista ingenerale (assieme a Eric Dolphy, Steve Lacy, Don Cherry, Misha Mengelberg, il Clusone Trio...). Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Venerdì 7 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 Sabato 8 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 THE CLAUDIA QUINTET JOHN TAYLOR PIANO SOLO Chris Speed, clarinetto e sax tenore; Matt Moran, vibrafono; Red Wierenga, fisarmonica; Robert Landfermann, contrabbasso; John Hollenbeck, batteria Nato dall’incontro tra il leader, il percussionista John Hollenbeck, e altri quattro noti protagonisti della scena downtown newyorkese, The Claudia Quintet (nome ispirato a una fantomatica donna che lega le fila del gruppo in maniera immaginaria) si può di diritto considerare uno dei più influenti e originali esempi di post---jazz dell’ultimo decennio: un sound in grado di includere in una matrice jazz accenti minimali e progressive, musica da camera contemporanea ed elettronica. John Taylor, pianoforte Uno dei massimi maestri del jazz inglese di sempre, John Taylor può vantare una carriera costellata di collaborazioni eccellenti, in particolare con Kenny Wheeler, con cui ha stretto un lungo e proficuo sodalizio che lo ha proiettato ai vertici del jazz mondiale. Tra i numerosi contesti in cui lo si può ascoltare, il piano solo è sicuramente uno dei più esaltanti per poterne comprendere appieno l’estetica musicale e godere della sua tecnica cristallina e del suo peculiare lirismo espressivo. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Sabato 15 novembre Lunedì 10 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 Martedì 11 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 Domenica 16 Novembre Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 22:00 Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 13:00 STEVE KUHN TRIO ABERCROMBIE---VERSACE---NUSSBAUM ORGAN TRIO Steve Kuhn, pianoforte; David Wong, contrabbasso; Billy Drummond, batteria Steve Kuhn, nato a New York nel 1938, iniziò a farsi notare in uno dei momenti più elettrizzanti della storia del jazz, il 1959, quando una nuova generazione di musicisti si apprestava a lasciare il segno. Era un periodo in cui le nuove leve imparavano direttamente dai Grandi: per Steve Kuhn i mentori furono Kenny Dorham, John Coltrane e Stan Getz. Così, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, Kuhn fu tra i protagonisti dell’evoluzione del linguaggio del modern jazz a fianco anche di Joe Henderson e Art Farmer. Steve Kuhn è stato tra l’altro pianista dello storico quartetto di Coltrane, il primo creato da Trane dopo che lasciò la band di Miles Davis: una formazione completata da Pete La Roca e Steve Davis. Cronologicamente, ereditò lo sgabello che fu di Red Garland e che poi sarebbe stato di McCoy Tyner. Questo percorso formativo svolto sin dall’inizio nella serie A del jazz ha portato Kuhn verso la scoperta di una sua personale voce strumentale e all’individuazione di un contesto d’elezione per farla emergere: il piano trio, format nel quale Kuhn ha svolto quasi per intero la sua carriera da leader. Le numerose ritmiche di cui si è avvalso negli anni hanno sempre ospitato musicisti di primo piano, tra i quali è sufficiente menzionare Steve Swallow, Chuck Israels, Ron Carter, Buster Williams, Eddie Gomez, Pete La Roca, Jack DeJohnette e Al Foster. Una galleria di talenti nella quale ben figurano i suoi due attuali partner: David Wong e Billy Drummond. Brunch & Jazz John Abercrombie, chitarra; Gary Versace, organo; Adam Nussbaum, batteria John Abercrombie (Portchester, NY, 1944) è una delle più intense personalità jazzistiche legate alla celeberrima etichetta discografica ECM, che pubblica ininterrottamente i suoi dischi dal 1975 a oggi: un certo camerismo jazz, molto in voga all’ECM, lo ha praticamente inventato lui. Grazie a questa sua poderosa produzione discografica Abercrombie è diventato un riferimento chitarristico imprescindibile per il jazz d’impronta cameristica, pur avendo dato prova di muoversi pienamente a suo agio anche in contesti schiettamente straight ahead nonché in quelli più marcatamente elettrificati. Dopo gli studi al Berklee College of Music di Boston, Abercrombie muove i primi passi al fianco dell’organista Johnny ‘Hammond’ Smith e dei fratelli Brecker. Poi, a partire dagli anni Settanta, la sua carriera decolla: suona con Chico Hamilton, Gil Evans, Gato Barbieri, Ralph Towner, Kenny Wheeler, Charles Lloyd, Enrico Rava, John Surman. Inizia a presentarsi anche come band leader, attirando nei suoi gruppi musicisti del calibro di Dave Holland e Jack DeJohnette. Formatosi come pianista, Gary Versace (originario del Connecticut, classe 1968) è oggi noto soprattutto per il suo lavoro sull’organo, strumento che ha iniziato a suonare poco prima di trasferirsi a New York, nel 2002. Pluripremiato come “Rising Star” dal referendum della rivista DownBeat, Versace vanta ormai un’interminabile lista di prestigiose collaborazioni: Maria Schneider, Jerry Bergonzi, John Scofield, Lee Konitz, Seamus Blake, Jason Marsalis, Joey Baron, Peter Bernstein... Adam Nussbaum (nato nel 1955 in Connecticut) è uno dei batteristi più ambiti del mainstream moderno: dagli anni Settanta a oggi se lo sono conteso Sonny Rollins, John Scofield, Gil Evans, Stan Getz, Eliane Elias e Randy Brecker, Gary Burton, Toots Thielemans, Michael Brecker. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Martedì 18 novembre e Mercoledì 19 novembre Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 22:00 Venerdì 21 novembre Ferrara, Torrione Jazz Club, ore 21:30 GEORGE CABLES QUARTET George Cables, pianoforte; Piero Odorici, sassofoni; Darryl Hall, contrabbasso; Victor Lewis, batteria Il fraseggio elegante, il tocco raffinato e percussivo, un eccellente senso del blues e un’incredibile vena compositiva hanno fatto di George Cables uno dei più importanti pianisti oggi in attività. George Andrew Cables è nato il 14 novembre 1944 a New York. Dopo avere ricevuto un’educazione musicale di tipo classico alla New York High School of Performing Arts (quella poi resa celebre dalla serie televisiva Saranno famosi), continua lo studio del pianoforte al Mannes College. Durante i due anni passati al Mannes muove i primi passi nell’ambiente jazz, entrando a far parte dei Jazz Samaritans, nei cui ranghi sfilarono al fianco di Cables altri giovani destinati a un grande avvenire: Billy Cobham, Lenny White, Clint Houston, Steve Grossman. La facilità con cui Cables sa adattare la sua sbalorditiva tecnica alle necessità espressive del jazz gli permettono di collaborare da subito con i più grandi artisti del momento, come Paul Jeffrey, Max Roach e, nel 1969, Art Blakey. Sempre nel 1969 entra nel gruppo di Sonny Rollins, col quale raggiunge la West Coast, dove decide quindi di stabilirsi. Durante il suo periodo californiano sviluppa importanti collaborazioni con Joe Henderson (dal 1969 al 1971), Freddie Hubbard (dal 1971 al 1976), Woody Shaw e Bobby Hutcherson, coltivando nel frattempo la propria attività da band leader. All’apice della sua carriera, Cables viene chiamato dal leggendario Dexter Gordon, col cui quartetto incide anche diversi dischi per la Columbia (197779). Nello stesso periodo collabora anche con George Benson e, soprattutto, con Art Pepper. Il sodalizio con Pepper, durato dal 1979 sino al 1982, anno della scomparsa del sassofonista, è documentato su una serie di dischi per le etichette Contemporary e Galaxy considerati pietre miliari della storia del jazz moderno (su tutti il disco in duo Goin' Home). Da allora Cables ha proseguito alla testa di proprie formazioni, soprattutto trii, ma anche ensemble più ampi. Cables è uno dei più importanti pianisti del nostro tempo, come dimostrano anche le collaborazioni sia dal vivo che su disco con Elvin Jones, Nat Adderley, John Abercrombie, Gary Bartz, Bob Berg, Ray Brown, Ron Carter, Tony Williams, Joe Chambers, Don Cherry, Stanley Clarke, Jimmy Cobb, Billy Cobham, Jack DeJohnette e innumerevoli altri. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Mercoledì 29 ottobre Bologna, Bravo Caffè, ore 22:15 Mercoledì 12 novembre Bologna, Bravo Caffè, ore 22:15 LOU DONALDSON QUARTET Lou Donaldson, sax alto; Randy Johnston, chitarra; Akiko Tsuruga, organo; Fukushi Tainaka, batteria ROBERT GLASPER EXPERIMENT Lou Donaldson ha coniugato la lezione di Charlie Parker con un’attenzione sempre viva per i colori sanguigni del blues e del funky. Protagonista della stagione dell'hard bop con Art Blakey, Jimmy Smith e Clifford Brown, Donaldson si è conquistato una duratura fama negli anni Sessanta e Settanta, scalando le classifiche della black music al fianco dei maestri del soul. Proprio a quel fortunato periodo è ispirato il repertorio carico di groove che presenterà a Bologna a capo del suo collaudato Organ Quartet. Giovedì 6 novembre Bologna, Bravo Caffè, ore 22:15 FRED WESLEY AND THE NEW JBs Fred Wesley, trombone e voce; Garry Winters, tromba; Erinie Fields, sassofoni; Reggie Ward, chitarra; Peter Madsen, tastiere; Dwayne Dolphin, basso; Bruce Cox, batteria Il compositore, arrangiatore e trombonista Fred Wesley è considerato uno dei massimi ispiratori di sempre del mondo del funky. Dopo avere iniziato la carriera con Ike e Tina Turner, è entrato a far parte della band di James Brown (1968---1975) e in seguito ha dato vita a un altro fortunato sodalizio con George Clinton (Parliament e Funkadelic), prima di unirsi all’orchestra di Count Basie, ampliando ulteriormente il suo orizzonte artistico. Robert Glasper, pianoforte e tastiere; Casey Benjamin, sassofoni e vocoder; Derrick Hodge, basso elettrico; Mark Colenburg, batteria Cresciuto a Houston ascoltando gospel, blues e jazz, Robert Glasper, trasferitosi a New York, ha saputo imporsi nella scena che conta grazie alla sua capacità di sintesi dei più svariati linguaggi musicali afroamericani. Si presenterà al Bravo Caffè alla guida del suo gruppo Experiment, un quartetto la cui perfetta miscela di elementi derivanti da jazz, hip---hop, funk e più in generale dalla black music è stata premiata nel 2013 con il Grammy Award per il “Best R&B Album”. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 IL PROGETTO DIDATTICO “MASSIMO MUTTI” Domenica 9 novembre Bologna, Oratorio San Filippo Neri, ore 17:30 e ore 21:30 THE BOLOGNA CONSERVATOIRE BIG BAND “plays the music of Kenny Wheeler & John Taylor” featuring John Taylor, Diana Torto e Julian Siegel direzione: Massimo Morganti e John Taylor Per il secondo anno, durante il Bologna Jazz Festival, l’Associazione Culturale Bologna in Musica, con il Contributo della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con il Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, ha promosso il progetto didattico intitolato e dedicato al ricordo di Massimo Mutti. Il progetto si è articolato in una settimana di workshop in cui gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Bologna hanno approfondito composizioni e estetica musicale di due fondamentali maestri del modern jazz britannico: Kenny Wheeler e John Taylor. Alle lezioni hanno partecipato in qualità di uditori anche gli allievi del Liceo Musicale “Lucio Dalla” di Bologna. A coronamento del percorso didattico gli allievi hanno tenuto un doppio concerto originale sotto la guida dei docenti del dipartimento jazz Diana Torto, Massimo Morganti e Massimo Greco coordinati da Tomaso Lama e dallo stesso John Taylor, per l'occasione coadiuvati dal sassofonista Julian Siegel. Le Master Class L'edizione 2014 ha visto la residenza settimanale di John Taylor, Julian Siegel, Diana Torto e Massimo Morganti che hanno svolto, presso la sede del Dipartimento Jazz del Conservatorio felsineo, clinics di strumento, master class di arrangiamento e messa a punto dello spettacolo originale “Plays the Music Of Kenny Wheeler and John Taylor” per Big Band e Combo degli studenti e Trio dei docenti. Il Concerto A coronamento dell'attività didattica, docenti e allievi, domenica 9 novembre, presso l'Oratorio San Filippo Neri di Bologna, hanno dato vita a un doppio spettacolo (alle 17.30 e alle 21.30) dal titolo "Plays the Music Of Kenny Wheeler and John Taylor” Entrambi gli spettacoli hanno proposto 3 differenti sezioni: in apertura il Trio dei docenti TaylorTorto-Siegel ha eseguito musiche originali di John Taylor, la parte centrale e conclusiva dello show hanno visto protagonisti il Combo e la Big Band del Conservatorio diretta da Massimo Morganti su musiche e arrangiamenti originali di Kenny Wheeler. Il Premio Massimo Mutti In occasione della serata concertistica conclusiva, sono state assegnate dalla giuria composta dai Docenti coinvolti nel progetto e da una commissione del Bologna Jazz Festival, due Borse di Studio che consentiranno agli allievi selezionati del Dipartimento Jazz del Conservatorio di partecipare ai Corsi Internazionali di Perfezionamento estivi 2015, realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 STRUMENTI DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE L’Associazione Bologna in Musica si è avvalsa: 1) Delle strutture d’ufficio in Bologna in via Castellaccio nr. 7 e dell’intero staff del Bologna Jazz Festival. 2) Di un ufficio stampa curato da Daniele Cecchini. 3) Di uno studio grafico bolognese, Nicola Benetti, che in stretto contatto con l’intero reparto comunicazione ha prodotto tutto il materiale di promozione e divulgazione in maniera coordinata. Il reparto grafica e comunicazione ha curato e creato: Lay out del sito internet della manifestazione (bolognajazzfestival.it), aggiornando i contenuti quali il programma, le schede degli artisti, costi e promozioni dei biglietti, le informazioni per i soci e abbonati, gallerie fotografiche, i “press kit” e tutte le news inerenti il Bologna Jazz Festival. Studio dei materiali cartacei: manifesti formato (60x90), manifesti formato (30x40), programma della manifestazione a 32 pagine (25.000 pezzi), volantino a due facciate (15.000 pezzi), striscione (800x100) promozionale del Festival esposto in via Indipendenza durante il festival, vele rollup informative poste all’ingresso dei teatri e dei locali (85x200), carpette per la conferenza stampa, pass personalizzati per i teatri e locali ad uso di giornalisti, fotografi, staff e guest. I materiali cartacei sono stati stampati presso la tipografia “Grafica dell’Artiere”, ad esclusione dei pass, carpette (Grafica Asterisco), vele (Flyeralarm). 4) Della sempre maggiore mailing list del Bologna Jazz Festival, costituita da appassionati che hanno ricevuto costanti aggiornamenti sulla programmazione, ivi compresi i sottoscrittori della “Bologna Jazz Card”, ai quali sono stati riservati servizi dedicati. 5) Di tutto il supporto possibile in termini di comunicazione dai partner come i club e teatri (mailing list, comunicazione sui propri siti internet, materiale cartaceo, etc). 6) Della collaborazione dei media partner (v. sintesi mediatica) con costanti aggiornamenti sul Festival (passaggi radiofonici, pubblicazione di schede ed interviste agli artisti, calendario, approfondimenti). 7) Social Network. Il Bologna Jazz Festival è presente sul web, oltre alla pagina ufficiale, su Twitter, Facebook, Instagram e Google+. Questi quattro strumenti hanno permesso di incrementare il flusso di informazione e di visitatori del festival, costituendo delle valide opportunità di promozione della manifestazione sia a livello locale che internazionale. Inoltre, attraverso questi mezzi, è stato possibile coinvolgere il pubblico del festival in un progetto di social media reporting pensato in collaborazione con Gruppo Hera e Bologna Welcome, il servizio d’informazione e accoglienza turistica della città di Bologna. 8) Dell’allestimento, grazie alla collaborazione dell’azienda dei trasporti locale TPER e del main partner HERA, di due autobus di linea con grafiche del Bologna Jazz Festival su tutti gli esterni, una mostra fotografica all’interno dei bus con foto inedite dell’archivio storico del Festival e diffusione di musica jazz. PIANO DI DISTRIBUZIONE ADOTTATO I manifesti 30x40 e 60x90 sono stati distribuiti a sponsor e luoghi convenzionati: Teatri e club della manifestazione, negozi di musica, punti d’ interesse turistico come Bologna Welcome in Piazza Maggiore. I nr. 25.000 programmi a 32 pagine, unitamente a 15.000 volantini prodotti sono stati distribuiti capillarmente dal nostro personale su Bologna e provincia, Ferrara e Modena (bar, cinema, locali, università, aeroporto, Conservatorio di Bologna, cinema Lumiere, URP, Ufficio del Turismo, hotels, negozi, biblioteche, etc.). Molte le spedizioni effettuate per posta a IAT e URP della Regione. I nr. 25.000 programmi a 28 pagine, unitamente a circa 20.000 cartoline prodotte sono stati distribuiti capillarmente da nostro personale su Bologna (bar, cinema, locali, università, aeroporto, cinema Lumiere, URP, Ufficio del Turismo, hotels ecc.). Molte le spedizioni effettuate per posta a IAT e URP della Regione. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Sintesi mediatica Il 2014 è stato un anno importante dal punto di vista mediatico per il Bologna Jazz Festival. La nona edizione della kermesse bolognese ha infatti mirato a un alto profilo di immagine sulla stampa nazionale, centrandolo in pieno. Andando ben al di là delle classiche e immancabili riviste di settore, sia specificamente jazzistiche che musicali in generale (Musica Jazz, Giornale della Musica, Buscadero, Drumset Mag, Suono...), il BJF è stato segnalato, il più delle volte con articoli di dimensioni assai generose sulle più importanti testate nazionali. Tra i numerosi mensili ad alta tiratura hanno assunto un particolare rilievo quelli del settore viaggi/turismo (Touring, MarcoPolo, Caravan e Camper, La Freccia – diffuso su Eurostar e alta velocità di Trenitalia –, Ita Eventi – distribuito sui treni Italo –, Spazio Italia – sui voli della Air Dolomiti –). Quasi incredibile è poi la presenza del BJF sui settimanali nazionali, spaziando dagli allegati dei grandi quotidiani, alla stampa di taglio più culturale sino a quella decisamente nazional-popolare a vastissima diffusione: D (la Repubblica), Sette (Corriere della Sera), Alias (Il Manifesto), Oggi, Famiglia Cristiana, Internazionale, Left, Film TV, Vero, Visto, Di Tutto, Settimanale Nuovo). In piena sintonia con tutto ciò è la presenza del BJF sui quotidiani nazionali, solitamente irraggiungibili per un festival jazz: dal Corriere della Sera (con ben tre diverse pubblicazioni), a la Repubblica (con due diversi articoli, uno dei quali a tutta pagina), Il Sole 24 Ore, Avvenire, Il Fatto Quotidiano e, addirittura, La Gazzetta dello Sport. Non minori soddisfazioni vengono dal fronte radio-televisivo. Dagli innumerevoli passaggi su Sky Arte HD, a quelli a loro volta a ripetizione su importanti radio nazionali: Radio 24, Radio Popolare... Notevole la presenza del BJF sulle reti radiofoniche della RAI, a partire dalle segnalazioni in numerose trasmissioni di RAI Radio Due e RAI Radio Tre. Inoltre ben sei concerti del BJF sono stati registrati per venire trasmessi integralmente in differita su RAI Radio Tre (nel 2015, con tre passaggi per ciascuno nel programma “Radio Tre Suite). Pervasiva è poi la presenza del BJF sulla stampa cittadina e regionale: dalle riviste mensili, speso distribuite gratuitamente in un elevata tiratura, sino a una esaustiva copertura da parte dei quotidiani, le radio e le tv locali. Ha fatto sensazione la presenza del BJF su TrovaBologna, inserto speciale distribuito gratuitamente con l’edizione bolognese del quotidiano la Repubblica: un numero di quasi un centinaio di pagine, più della metà delle quali dedicate al festival bolognese, copertina compresa. Il web è stata un’ulteriore cassa di risonanza per il BJF. La vastità della rassegna stampa telematica è tale da rendere impensabile una sintesi dei siti sui quali il festival è apparso: si va da quelli di argomento musicale a quelli turistici e generalisti, passando per i siti legati alle grandi testate dell’informazione nazionale sino ai siti delle istituzioni pubbliche. Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: inf,®festiva~~azzb,~,gna.it C.F./P.I. 02660981206 N° e data : 40043 - 24/10/2014 Diffusione : 477910 Pagina 122 : Periodicità : Settimanale Corriere71_40043_122_26.pdf Dimens.35.1 : % 210 cm2 Sito web: http://www.corriere.it 1/1 Copyright (Sette) Riproduzione vietata Ass. Bologna in Musica Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206 Le Presenze del pubblico TEATRO MANZONI -Bologna – nr. 1123 TEATRO DUSE -Bologna nr. 965 TEATRO ARENA DEL SOLE – Bologna nr. 681 UNIPOL AUDITORIUM – Bologna nr. 902 CANTINA BENTIVOGLIO- Bologna nr. 750 IL TORRIONE –Ferrara nr. 750 TEATRO SAN FILIPPO NERI – Bologna nr. 500 TEATRO COMUNALE – Ferrara nr. 800 “...un festival ricco di proposte che si sono snodate in ventisei giorni, tra Bologna e Ferrara, con un bel successo di pubblico, segno che c'è voglia di jazz soprattutto se, come in questa edizione, spazia tra più generi come una tavolozza sonora. Per il futuro ci sentiremmo di suggerire una maggiore attenzione verso i musicisti italiani, magari anche con progetti originali, un rapporto con il mondo universitario, anche con iniziative dedicate, e una programmazione di concerti anche al di fuori del periodo della manifestazione, perché il BJF è ormai un marchio di qualità..” Gianni Gherardi, Repubblica 22/11/2014 Associazione Culturale Bologna in Musica Via Michelino 67 40127 Bologna Tel 051-510542 fax 051-4202000 e mail: [email protected] C.F./P.I. 02660981206