20itinerari folk 2007 2 0 anninelmondo festival di musica acustica

Comune di Trento
Provincia autonoma di Trento
Regione autonoma
Trentino-Alto Adige
FO
LK
20
itinerari folk 2007
20 an n i n e l mon do
fe stival d i m us ica
acu sti ca etn i ca e
c o n t e m p o r a n e a
Centro Servizi culturali S.Chiara
Centro Servizi culturali S.Chiara
itinerari folk 2007
fe stival d i m us i ca
acu sti ca etn i ca e
c o n t e m p o r a n e a
Comune di Trento
Provincia autonoma di Trento
Regione autonoma Trentino-Alto Adige
FO
LK
20
20 an n i n e l mon do
Itinerari Folk 2007
Centro Servizi Culturali S. Chiara
Comune di Trento
Provincia autonoma di Trento
Regione autonoma Trentino Alto Adige
Un ringraziamento per la collaborazione
e la disponibilità all’organizzazione
di questa 20a edizione a
Flog-Musica dei Popoli, Leonardo D’Amico,
Circoscrizione Centro Storico-Piedicastello,
Luciana Chini, Giorgio Moser, Hedwig Kapeller,
Nicola Odorizzi, Monica Condini, Mirko Saltori,
Fondazione S. Perwer, Luigi Bolognese,
Sabina Schebrack, Gabriele Bonvicini,
Josean Martin, Balen Lopez de Munain,
Lluis Puig, Rashmi V. Bhatt, Luisa Parrelli,
Luigi Sidero, Vittorio Attanasio, Luciano Bertrand,
Dimiter Panev.
Un grazie particolare a tutta la rete di persone,
a partire dai funzionari e tecnici del Comune
di Trento e poi del Centro S. Chiara, ma anche
agli operatori, musicisti, amici che in questi
vent’anni hanno costruito con il loro contributo
anche piccolo la breve ma significativa storia
di questa manifestazione. Ricordarli tutti
occuperebbe molto spazio, ma soprattutto
il rischio di dimenticarne qualcuno.
Itinerari folk festival è collegato con
“Ande Bali e Cante” di Rovigo
e “Xong” Val Venosta.
Direzione artistica
Mauro Odorizzi
Testi
Mauro Odorizzi
Leonardo D’amico
Grafica
Giancarlo Stefanati
Info
Centro Servizi Culturali S. Chiara
via S. Croce 67
38100 Trento
0461 213834
No verde 800-013952
[email protected]
www.centrosantachiara.it
20 anni nel mondo
20 anni di musica etnica | Twenthy Years
around the world
Da vent’anni a Trento si rinnova l’appuntamento con una manifestazione dedicata alle
musiche etniche e di radice tradizionale che è divenuta piano piano un vero e proprio festival.
Una manifestazione popolare, ma di ricerca, che fa cultura e intrattenimento come servizio
pubblico. Non ci saranno festeggiamenti particolari, perché la festa sta tutta nel poter
continuare anno dopo anno, evitando il rischio del mordi e fuggi e dell’effimero che oggi
giorno dilaga, e costruire una storia ancorchè piccola di riflessioni e incontri.
La festa è soprattutto anche quest’anno nel disvelare il programma, ricco di stimoli e percorsi:
18 serate, dal 28 giugno al 17 luglio, tra cui 13 concerti e 6 film documentari.
Un giro del mondo tra nuove tendenze della world music, perle di antiche tradizioni, nuove
produzioni discografiche, incontri con culture e personalità di rilievo di cui il 2007
ci offre l’opportunità di parlare. In questo senso il primo capitolo di questa ventesima edizione
potrebbe essere titolato “musica e cultura”. Vi appartengono gli spettacoli di Sivan
Perwer,
,
una delle più belle voci del Medio Oriente, ambasciatore in esilio del popolo Kurdo; la ricerca
sulla vocalità femminile iraniana di Maryam Akhondy che apre una finestra sulla questione
femminile nel suo paese; e infine il progetto Ahura dedicato a Rumi, uno dei più grandi poeti
mistici del sufismo, nato nel 1207 in Afghanistan e comparato per la sua sensibilità
a San Francesco d’Assisi. Il secondo capitolo ci propone un’indagine sulle nuove tendenze:
ci entrano senza ombra di dubbio il combo Dobrek bistro, oggetto di culto nei locali viennesi
e gli occitano-baschi Xarnege che propongono un originale incontro acustico-elettronico
di minoranze pirenaiche; ma anche l’Africa raffinata e un po’ scandinava di Seckou Keita,
così come le canzoni di Guinga, un grande chitarrista brasiliano capace di assorbire
la dimensione del choro e del jazz reinventandole. Il terzo capitolo, che comprende
i formidabili percussionisti spagnoli Tactequetè e i pugliesi Uaragniaun, è l’occasione per far
ritornare due gruppi che hanno riscosso un grande e crescente successo e che hanno nuove
produzioni da presentarci. L’ultimo capitolo è un approfondimento non scontato sui balcani:
l’interessante viaggio da Faenza fino alle pianure iraniane di un gruppo di casa nostra
“Musica Officinalis”; l’incontro con la tradizione della Moldavia attraverso il grande violista
Anatol Stefanet; ed infine la succosa anteprima nazionale del concerto di Toni Kitanovski
e Cherkezi Gypsy Orchestra, macedoni, che ci regaleranno addirittura due esibizioni,
la seconda in piazza Dante, in collaborazione con la Circoscrizione centro storico, aprirà
Trento Estate 2007.
E poi i film per rivedere le storie di Ravi Shankar e Bob Marley, per parlare del Brasile
della rivoluzione tropicalista e del choro, mentre dall’Africa arrivano un profilo della più grande
voce egiziana Uhm Khultum e del chitarrista cantante maliano Boubacar Traorè.
itinerari folk 2007
giovedì 28 giugno
Giardino S. Chiara
Sivan
Perwer
,
venerdì 29 giugno
Giardino S. Chiara
Maria Moramarco & Uaragniaun Italia
Dobrek Bistro lunedì 2 luglio
Piazza Battisti
20 an n i n e l mon do
Kurdistan
Polonia, Russia, Brasile, Austria
martedì 3 luglio
Giardino S. Chiara
Musica Officinalis mercoledì 4 luglio
Giardino S. Chiara
Xarnege
giovedì 5 luglio
Piazza Battisti
Tactequetè venerdì 6 luglio
Giardino S. Chiara
Ahura Project
lunedì 9 luglio
Piazza Battisti
Anatol Stefanet Folk Band Moldavia
Maryam Akhondy & Banu martedì 10 luglio
Giardino S.Chiara
Italia Vasconia
Spagna
Iran, India, Europa
Iran
20
giovedì 12 luglio
Piazza Battisti
Seckou Keita Quartet
venerdì 13 luglio
Giardino S. Chiara
Guinga & Paula Santoro lunedì 16 luglio Piazza Battisti
Toni Kitanovski & Cherkezi
Gypsy Orchestra Macedonia
Toni Kitanovski & Cherkezi
Gypsy Orchestra Macedonia
martedì 17 luglio: Piazza Dante
Senegal, Gambia, Italia, Egitto
brasile
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30 - ingresso libero
musica
Sivan Perwer
,
K u r d i s ta n
Sivan Perwer è nato il 23 dicembre 1955 a Sori,
vicino a Viransehir, nei dintorni della città di Urfa
che appartiene ai territori Kurdi amministrati dalla
Turchia.
Poeta, cantante e suonatore di tembur, è una
delle voci più celebrate del Medio Oriente.
Personalità carismaica, viene ammirato in patria
sia dalle vecchie che dalle nuove generazioni,
ed è riconosciuto in ogni parte del mondo come
ambasciatore culturale del Kurdistan.
Già negli anni settanta la sua fama di cantante
lo porta ad esibirsi in concerti davanti a decine
di migliaia di persone. E proprio a quell’epoca
iniziano le difficoltà con le autorità turche
che lo considerano un elemento socialmente
indesiderato. La ragione principale è che Sivan
canta in kurdo, un’identità culturale che deve
essere dimenticata. Dopo arresti e incarcerazioni
Sivan è costretto ad andare in esilio in Svezia e
da qui in Germania dove tuttora risiede.
28 giugno, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Per molti anni le sue canzoni sono state
bandite in Iraq, Iran, Siria e Turchia a causa
del suo impegno sociale, politico, culturale
ed economico a favore del popolo kurdo. Le
registrazioni della sua musica venivano diffuse
clandestinamente perchè il loro possesso
comportava il rischio di andare in carcere.
Nel 1991 ha partecipato al “ Simple Truth “ Live
aid concert, esibendosi a fianco di Peter Gabriel,
Sting, Paul Simon, Tom Jones, Gipsy Kings e altri
artisti internazionali. I proventi di questo evento
erano destinati ad aiutare le popolazioni kurde
irachene durante la guerrra del Golfo .
Nella sua ormai più che trentennale carriera
Sivan Perwer ha pubblicato più di 25 Albums,
oltre a video-clips, documentari e libri.
Nel 2004 ha costituito a Francoforte una
Fondazione internazionale di cultura che prende
il suo nome, un’istituzione filantropica dedita alla
promozione della cultura nella società.
Principale Discografia
Govenda Azadîxwazan (1975)
Hevalê Bargiran im (1976)
Herne Pês (1977)
Ey Ferat (1978)
Kîne Em (1979)
Hay Dil (1980)
Gelê Min Rabe (1981)
Agirî (1982)
Bilbilo / Ferzê (1983)
Dotmam (1985)
Lê Dîlberê (1986)
Helebçe (1988)
Xewna Min / Qasimlo (1991)
Zembîlfiros (1992)
Ya Sitar (1995)
Nazê (1996)
Hêviya Te (1999)
Roj û Heyv (2000)
Sarê (2001)
Helbestên bijartî yên 1 /Kirîvê (2002)
Helbestên bijartî yên 2/Klasîk (2003)
Helbesten Bijarti yên 3 (2004)
Min bêriya te kiriye (2004)
Maria Moramarco
& Uaragniaun
i ta l i a
Il gruppo nasce nel 1978 ad Altamura, con
l’intento di riproporre le tradizioni popolari
dell’Alta Murgia barese. I fondatori sono Maria
Moramarco, Luigi Bolognese e Silvio Teot.
Attorno a loro la formazione si modella, per una
scelta esplicita, attraverso la collaborazione
con diversi musicisti che portano sempre
nuove idee e stimoli. Uaragniaun è l’antico
nome del Garagnone, lo sperone di roccia
che la leggenda vuole sia stato tagliato dallo
spadone del prode Orlando. La splendida
voce di Maria Moramarco affonda le radici
nella conoscenza e frequentazione delle
vecchie cantatrici contadine della Murgia di
cui è divenuta la depositaria della cultura, dei
canti e delle modalità espressive. Il lavoro del
gruppo si sviluppa in un percorso rigoroso,
sia culturale che estetico-musicale, che ha
ricevuto favorevoli consensi dalla stampa
specializzata ed è stato particolarmente
apprezzato anche all’estero. Sei registrazioni
prodotte, tra cui l’ottimo “Skuarrajazz” (2000),
e la partecipazione a numerose compilation.
29 giugno 2007, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Ritornano a Trento per presentare il nuovo CD
“U Diavule e l’Acqua Sande” (Felmay, 2007),
illustrato dai disegni di Angelo Stano, l’autore
di Dylan Dog. Un’immersione nei temi dei canti
popolari tra religiosità popolare, vita contadina,
amori e tradimenti, miseria e disperazione,
preghiere e rimpianti, con la partecipazione tra
gli altri di Riccardo Tesi e Daniele Sepe.
Maria Moramarco voce, chitarrra
Luigi Bolognese chitarra, mandoloncello,
baglama, basso acustico
Silvio Teot percussioni, harmonium
Nico Berardi zampogna, flauti diritti, quena,
charango, chitarra, fisarmonica
Gianni Calia sax soprano
Filippo Giordano violino
Dobrek Bistro
P o lo n i a , R u s s i a , br a s i l e , Au s tr i a
Formazione di culto della scena musicale
viennese degli ultimi anni, è guidata
dal fisarmonicista polacco Krzysztof Dobrek
e dal violinista russo Aliosha Biz, che hanno
incrociato i loro destini come musicisti prestati
al teatro. Con loro il multipercussionista
brasiliano Luis Ribeiro e il contrabbassista
austriaco Sascha Lackner che completano
un quartetto di funamboli che colpiscono
al primo ascolto.
I brani proposti dal gruppo sono in gran parte
farina del sacco di Dobrek e si sviluppano
come suite ricche di atmosfere melanconiche,
cambi di ritmo, scorci di virtuosismo mai fine
a se stesso.
2 luglio, ore 21.30
Trento
piazza C. Battisti
Le melodie e i ritmi attingono alle radici
balcaniche del musicista polacco, alla
spirito gypsy e klezmer, e si mischiano alla
musica europea, come il genere musette, e
latinoamericana, come il tango, con influenze
di musica classica e d’improvvisazione.
La dimensione live esalta le capacità
interpretative, l’estro e la passione di questo
combo. La radice della parola Bistro,
il caratteristico locale francese, è una termine
russo “bystro” che significa svelto, veloce.
Le ricette del maestro di cucina Krzysztof
Dobrek vengono eseguite da prestigiosi gruppi
della capitale austriaca come Mnozil Brass,
Triology e i Wiener Concert Schrammeln.
Musica Officinalis
i ta l i a
Il gruppo Musica Officinalis nasce a Faenza
circa dieci anni fa con un preciso interesse
per la musica antica e in particolare per
la musica medioevale dei secoli dal
XI al XIV. Di questo lavoro si possono
apprezzare due produzioni discografiche
“Aqua mater” (2000) e “Amorei, d’amore
e di passione” (2004). I componenti
dell’ensemble provengono da esperienze
musicali eterogene: studi classici,
scuole di musica popolare,
la ricerca etnomusicologica sul campo.
Da quest’approccio libero, di ricerca
e sperimentazione ha preso avvio l’idea
di un progetto legato alla musica etnica
dei Balcani e del vicino Oriente.
3 luglio, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Un viaggio da Faenza fino al Kurdistan,
attraverso la Bulgaria, la Macedonia, l’Albania,
la Turchia, l’Azerbeydjan, per arrivare a Bingol,
antica cittadina fondata da Alessandro Magno
all’estremo oriente anatolico, autentica porta
verso le pianure asiatiche iraniane.
Questo percorso viene raccontato nel loro
ultimo CD “Sedjanki, canti attorno al fuoco”
che verrà presentato in concerto,
una produzione curata nei suoni, negli
arrangiamenti, nelle esecuzioni e coinvolgente
nel ricreare la vitalità e le suggestioni
delle danze e dei canti.
Catia Gianessi voce, tamburello, duf, tapan,
cimbali
Massimo La Zazzera bouzouki, flauti dolci,
bansuri, cialamello, voce
Gabriele Bonvicini ghironda, nyckelharpa, saz,
bouzouki, voc
Walter Rizzo bombarde, oboe bretone, tarota,
musette, ghironda
Igor Niego kaval, gaida bulgara, clarinetto,
tamburello
Roberto Romagnoli duf, tapan, darbouka
Xarnege
Va s c o n i a
Xarnege o sharnego è un termine guascone
che indica la zona di confine tra il territorio
basco e quello della guascogna, dove le due
minoranze si incontrano e si mischiano e dove
vengono usati indifferentemente i due diversi
idiomi tradizionali. Questa dei contrabbandieri
di cultura, che trafficano in lingue, danze
e tradizioni è una intrigante riflessione sui
confini e le minoranze. Il gruppo Xarnege
ripropone con la musica l’incontro di questi
due mondi culturali dei Pirenei occidentali.
Nella formazione sono presenti tre fratelli
della famiglia Baudoin, Joan, Mateu e Roman,
accanto a due musicisti baschi Juan Ezeiza
e Josean Martin Zarko.
Tutti vantano già esperienze musicali nel
panorama occitano e basco in gruppi di rilievo
come “Verd e Blu”, “Familha Artus”, “Ganbara”
e “Alboka”.
4 luglio, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
La musica di Xarnege è ricca di sonorità antiche
e caratterizzata dall’uso di strumenti particolari,
molti dei quali costruiti proprio da Joan
Baudoin, ricercatore e liutaio. Ma l’elemento
più interessante è una sapiente introduzione
di suoni elettronici ed elettroacustici per
ricercare effetti magici e di straniamento.
Il repertorio comprende branle, gavotte, jauzis,
segidas, rondeau, polkas, mutchikoak, walzer
con i quali si mettono in evidenza gli elementi
comuni e le differenze tra le due culture
di confine. La proposta ha riscosso un notevole
successo nei festival in Francia, così come
il CD “Musica de Contrabanda” che documenta
questo originale progetto musicale.
Joan Baudoin boha, flauti, ghironda, tamborin e voce
Roman Baudoin ghironda, flauti, caramera e voce
Mateu Baudoin ghironda, flauti, tamborin, bendir e voce
Josean Martin bouzouki, mandolino, chitarra e voce
Juan Ezeiza violino e alboka
Tactequetè
s a pag n a
Ritorna a Trento l’ensemble catalano che
nel 2005 aveva entusiasmato, in anteprima
nazionale, il pubblico di Itinerari folk.
Si tratta di un progetto nato nel 1995 con il
nome di “Guaranà” e basato su un’incredibile
varietà di percussioni, oltre a fiati etnici
e basso elettrico. L’evoluzione in “Tactequetè”
si compie definitivamente nel 2004, con l’uscita
del CD+DVD omonimo. Il successo di questo
spettacolo è travolgente: energia, fantasia,
gioco, grande abilità strumentale, metissage
di sonorità da tutto il mondo, ne fanno
un’esperienza assolutamente imperdibile
per lo spettatore di qualsiasi età e gusto.
Il palcoscenico si trasforma in un emporio
di strumenti musicali che i musicisti fanno
parlare magicamente, con estro creativo
e gags esilaranti. Musica da vedere quindi oltre
che da ascoltare. Musica dell’immaginazione
e della scoperta che ci trasporta dalla giungla
tropicale, ai ritmi africani, dalla sperimentazione
ai giochi infantili.
5 luglio, ore 21.30
Trento
piazza C. Battisti
La formazione è composta da cinque
percussionisti, con esperienze artistiche le più
disparate alle spalle, Antonio Sanchez,
Xavi Tasies, Aleix Tobias, Marc Vila e Tito
Busquets, accompagnati dal basso di
Guillermo Aguilar e dalla genialità di Xavi
Lozano che riesce a produrre suoni da qualsiasi
oggetto, oltre a presentare una serie di fiati
popolari molto caratteristici e inusuali come
il sac de gemecs, ovvero la cornamusa
catalana, e il duduk, il suggestivo oboe armeno.
Negli ultimi anni hanno collaborato con Kepa
Junkera, Eliseo Parra, Miquel Gil, Misirli Ahmet,
con la compagnia teatrale “La Fura dels Baus”
e per il cinema nella colonna sonora dei film
“Sexo por compaion” di Laura Mas e “Arachnid”
di Jack Shoulder.
Ahura Project
Ir a n , i n d i a , e u r o pa
Questo progetto Sufi world music nasce
nel 1989 dal noto musicista persiano Eghbal
Mohammad, ed è principalmente basato sulla
poesia mistica del 1200 legata al sufismo,
con particolare attenzione ai poeti persiani e
turchi, come Rumi (di cui quest’anno si celebra
l’800O della nascita) ed altri di grande valore
filosofico, contemporanei a Dante e ai templari
in occidente. La musica come veicolo
di un messaggio profondo in questo caso
è il risultato dell’incontro tra diversità:
il sound tradizionale orientale e i motivi classici
ed etnici dell’Iran e dell’India si mescolano
ad altre tradizioni e a sonorità più moderne.
Questa è in buona sostanza la ricerca che
da anni Eghbal Mohammad porta avanti:
il suo obiettivo è quello di unire i popoli
attraverso la musica e la cultura. Gli strumenti
usati in Ahura Project spaziano da Iran, Africa,
Europa e Irlanda, fino ad arrivare in India.
6 luglio, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Mohammad Eghbal voce, ud, ney
Christa Eghbal bhoemian harp, voce,
small celtic harp
Georg Degenhardt dombak,
frame-drums, ney
Doonya Eghbal violoncello
Erwin Hörl ney, persian reed-flute
Rashmi V. Bhatt percussioni, voce
1207-2007 - 800 anni dalla nascita di Rumi
L‘Ordine dei dervisci Mevlevi ha avuto origine
nel XIII secolo a Konia in Turchia. Gialal ad-Din
RUMI, il fondatore, nacque a Balk nel Khorasan,
attuale Afganistan, il 30 settembre 1207. All’età
di cinque anni dovette espatriare al seguito del
padre, il grande mistico Baha’ ad-Din Valad,
soprannominato “Il Sultano dei Sapienti” e, dopo
varie peregrinazioni, si stabilì definitivamente in
Konia dove morì nel 1273 e dove ancora oggi la
sua tomba è meta di pellegrinaggi da ogni parte
del mondo. Si racconta che al suo funerale fu
presente l’intera popolazione di Konia, non solo
Musulmani, ma anche Cristiani ed Ebrei,
in riconoscimento dell’immenso spirito dei
tolleranza del Maestro. Comparato per la sua
sensibilità e umiltà a San Francesco d’Assisi,
è ritenuto da alcuni autori “il più grande poeta
mistico di tutti i tempi” (Nicholson 1925-’37, trad.
V-VI, p. XIII). Legato all’Afganistan per nascita,
all’Iran per la lingua persiana usata nelle sue opere
scritte ed alla Turchia ove visse e fu sepolto,
con il suo insegnamento è oggi, come egli volle,
un patrimonio culturale sentito da tutti, che
avvicina i popoli e accomuna ogni credo:
“Non giudeo sono nè cristiano, nè ghebro
o musulmano! / Nè orientale nè occidentale...
Non di Persia o Babilonia, nè del Khorosan io
sono! / ...il mio luogo è l’Oltrespazio, il mio Segno
è il senza Segno, /...Uno cerco, Uno conosco,
Uno canto, Uno contemplo! / ...ed infine: “dopo
la morte, non cercate la tomba mia nella terra:
nel petto degli uomini santi è il mio sepolcro”
Il suo poema mistico -Masnavi-, un’opera in
persiano di più di ventiseimila versi doppi in sei
volumi, è la base culturale per l’Ordine che a lui
si riferisce. Una copia dell’originale conservata a
Konia è stata donata al “Centro Italo Egiziano” per
il restauro ove è attualmente esposta al pubblico.
La sua raccolta di poesie -Divan- (Canzoniere)
chiamato anche Divan-i Kabir (grande
Canzoniere) è un’opera immensa dedicata a
Shams-i Tabriz, il suo maestro spirituale.
Anatol Stefanet Folk Band
M o l dav i a
Anatol Stefanet è uno dei musicisti più famosi
e rappresentativi della Moldavia. Nel mondo
dei Lautari, le tradizionali famiglie di suonatori
zigani, si distingue per il fatto di utilizzare la
viola, chiamata anche bratsch, anzichè il violino.
La interpreta con una tecnica tanto virtuosistica
e originale da meritarsi l’appellativo di
“Jimi Hendrix of the viola”. E queste capacità
gli hanno consentito di valicare l’ambito della
musica tradizionale e di affermarsi in tutta
Europa anche come musicista jazz con
il gruppo “Trigon”, una formazione moldava
da lui stesso fondata. Con il fratello Edgar
appartiene ad una antica stirpe di suonatori
popolari professionisti e, nonostante
la contrarietà dei loro predecessori, i due fratelli
Anatol e Edgar affrontarono molti anni di studio
prima di avviare la loro carriera.
Già dal 1999 con il CD “Anatol Stefanet
– Bratsch solo” pubblicato in Francia,
la sua fama diventa internazionale, ottenendo
vari riconoscimenti come il premio Shock
di Le Monde de la Musique e il premio
dell’Accademia francese delle arti.
Nell’attuale sestetto con cui propone
il repertorio di musiche della tradizione moldava
i fratelli Stefanet sono affiancati da autentici
fuoriclasse come Vali Boghean, ai fiati,
Sandu Sura, vincitore nel 2006 di una
competizione al festival “Mamaia -06”
e considerato uno dei migliori suonatori
di cymbalom dei balcani, Ivan Croitoru,
al contrabbasso e Andrei Prohnitchi alla
chitarra.
9 luglio, ore 21.30
Anatolie Stefanet viola
Vali Boghean tromba, kaval, ocarina e fiati
Edgar Stefanet fisarmonica
Sandu Sura cymbalom
Ivan Croitoru contrabasso
Andrei Prohnitchi chitarra
Trento
piazza C. Battisti
Maryam Akhondy & Banu
Ir a n
Maryam Akhondy, internazionalmente nota
per essere stata componente della Schäl
Sick Brass Band, gruppo che ha vinto diversi
Awards, è un’artista di Teheran, emigrata
in Germania. Scoperta dal celebre attore
Ostad Esmail Mehrtasch quando aveva
18 anni, è indirizzata agli studi di canto classico
all’Accademia delle Arti di Teheran.
Studia il radif, speciale sistema musicale
iraniano, fino a conseguire il massimo dei voti e
diventare così una delle migliori cantanti
del suo paese.
Banu (parola persiana per designare una donna
di rango) è l’ensemble costituito nel 1999
e con il quale Maryam ha sviluppato un progetto
di riscatto della vocalità femminile che nel suo
paese è praticamente bandita come espressività
autonoma.
“Volevo dare voce alle donne – sono
parole di Maryam Akhondy - ma in maniera
completamente indipendente. All’inizio Banu
era un gruppo di musiciste che suonavano
musica classica iraniana con strumenti.
Poi ho deciso di recuperare i canti che parlano
di amore, di matrimoni, di vita di coppia
ma anche quelli delle mondine nelle risaie
del Mar Caspio, delle tessitrici di tappeti
di Hamedan, canti semplici accompagnati
solamente dalle percussioni.
10 luglio, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Questi canti sono tradizionali, antichi anche
di centinaia di anni e non sono mai stati cantati
in pubblico prima d’ora, sono solamente stati
eseguiti privatamente da donne e tra donne.
I testi sono il risultato di anni di ricerca e studi
nelle diverse regioni del paese.”
Nell’Iran, l’apparizione pubblica di cantanti
donne è molto contrastata e, al di fuori
di contesti religiosi (i rituali chiamati Tazieh),
non è consentito alle donne fare e ascoltare
musica. È pure vietata agli uomini la possibilità
di ascoltare una donna cantare. “Io avevo
cominciato come cantante alla radio – racconta
Maryam - ma poi, a causa dei divieti, persi
il lavoro. Ancora oggi, una donna può cantare
insieme ad un uomo, ma mai, nemmeno
un minuto, da solista.”
Il concerto è una sorta di itinerario musicale
nelle differenti regioni e culture dell’Iran,
ed offre uno spaccato particolare sulle culture
cantate e sulle tradizioni della donna persiana.
Nella maggior parte dei casi si tratta di canzoni
piene di energia, divertenti piene di ironia,
che danno la reale dimensione della vita privata
della donna iraniana.
Questo repertorio è in buona parte contenuto
nel CD “Songs of Persian Women” edito
da Laika Records.
Seckou Keita Quartet
S e n e g a l , G a m b i a , Eg i tto , Ita l i a
Seckou Keita è nato nel sud del Senegal
ed è cresciuto imparando la kora, il canto
e le percussioni come membro della famiglia Griot
Cissokho. La sua carriera internazionale è iniziata
in Norvegia sotto la guida dello zio Solo Cissokho
che lo ha portato ad incontrare e collaborare con
artisti scandinavi, cubani e più tardi con il noto
violinista indiano L. Subramaniam. In Inghilterra
la sua fama si è consolidata portandolo sui
palcoscenici di Womad e come supporter
delle star africane Youssou N’Dour e Salif Keita.
Con il suo attuale quartetto - che unisce musicisti
provenienti da Senegal, Italia, Egitto e Gambia
- presenta il nuovo CD “Tama-Silo” (2006).
L’ensemble ha debuttato nel 2004 con l’album
“Acoustic Vibes”, e successivamente ha suonato
nei più grandi festival del Regno Unito
e in Canada al “Montreal Jazz Festival”.
Strumentista brillante e carismatico Seckou Keita
ha saputo confezionare un esplosivo cocktail
di Afro-Mandinka soul music, che unisce Africa
ed Europa.
12 luglio, ore 21.30
Trento
piazza C. Battisti
Seckou Keita Kora, voce
Davide Mantovani contrabbasso
Sammy Bishai violino
Surahata Susso congas e calabash
Guinga & Paula Santoro
B ras i le
La collaborazione tra Guinga (il cui vero nome
è Carlos Althier de Souza Lemos Escobar)
e Paula Santoro nasce da una lunga tournèe
brasiliana che il duo ha realizzato per
presentare il CD “Casa de Vila”, album dedicato
a Villa-Lobos, uscito per l’etichetta Biscoito
Fino nel 2006. La chitarra di Guinga si è già
affermata in Italia negli ultimi anni in decine
di concerti ad altissimo livello tra cui una
memorabile serata ad Umbria Jazz con
Gabriele Mirabassi. E soprattutto in un disco
capolavoro come “Graffiando Vento”edito da
Egea. Il sodalizio con la voce calda e sensibile
di Paula Santoro è invece un’anteprima
assoluta dell’estate italiana 2007. Scopriremo
il Giunga compositore di canzoni, così come
è principalmente conosciuto in Brasile. Le sue
canzoni, composte con parolieri come Paulo
César Pinheiro, Aldir Blanc e Chico Buarque,
sono state registrate da molti nomi importanti,
fra cui Elis Regina, Michel Legrand, Sérgio
Mendes, Chico Buarque, Clara Nunes,
Ivan Lins, Leila Pinheiro.
13 luglio, ore 21.30
Trento
Giardino S. Chiara
Tra tanti brani va ricordata “Chá de Panela”
che ha vinto il Prêmio Sharp 1996 come
migliore musica popolare brasiliana. Nato a Rio
de Janiero nel 1950, già all’età di 17 anni ha
iniziato la carriera di musicista e compositore
divenendo uno dei grandi nomi della chitarra e
della canzone carioca. Del suo CD “Noturno
Copacapana” (2003), Chico Buarque ha
dichiarato: “è la musica del secolo”.
Partecipa al film “Brasileirinho” (di Mika
Kaurismaki), in programma domani sera,
che celebra i protagonisti e la storia del choro
la più caratteristica delle musiche popolari
del Brasile. Paula Santoro, originaria di Minas
Gerais, ha esordito nel panorama discografico
brasiliano nel 1996, ha già cantato in Europa
e nel 2005 si è segnalata con un disco
che porta il suo nome nel quale interpreta
musiche di Moacir Santos & Vinicius de Moraes
e Chico Buarque, con la partecipazione
dello stesso Chico, Toninho Horta e Milton
Nascimento.
Toni Kitanovski
& Cherkezi Gypsy Orchestra
M ac e d o n i a
è un nuovo progetto tutto made in Macedonia
che riunisce la sensibilità avanguardista del
chitarrista Toni Kitanovski e la tradizione delle
Gypsy brass band interpretata dalla famiglia
Cherkezi. Due anni di lavoro insieme, per
produrre il nuovo CD “Borderlands”, un cocktail
creativo che apre nuovi orizzonti per la world
music di matrice balcanica. Toni Kitanovski
è la mente artistica di questo innovativo
ensemble. A Vienna si è esibito con personaggi
dell’avanguardia musicale come Vinny Golia,
ha fatto parte di band all star di balkan jazz
accanto a virtuosi come Teodosi Spassov, oltre
a frequentare in continuazione le orchestre da
matrimonio. Ha sviluppato uno stile chitarristico
e una originale vena compositiva che lo hanno
fatto apprezzare da molti artisti e dalla critica.
La Cherkezi Gypsy Orchestra prende il nome
dal suo leader, il settantenne trombettista
Cerkez Rashid. Con lui i due figli Asan
(tromba) e Ali (sax alto) e altri musicisti
provenienti da famiglie devote da generazioni
alla tradizione musicale macedone.
Anteprima nazionale di una delle più
interessanti proposte balcaniche del momento.
Anteprima nazionale
16 luglio, ore 21.30
Trento - piazza C. Battisti
Trento Estate
17 luglio, ore 21.30
Trento - piazza Dante
itinerari folk 2007
20 an n i n e l mon do
domenica 1 luglio
Piazza Battisti Ravi Shankar. Between two Worlds sabato 7 luglio
Piazza Battisti
Umm Kulthum: a voice likr Egypt
Brasil: la rivoluzione tropicalista
domenica 8 luglio
Piazza Battisti
sabato 14 luglio
Piazza Battisti
domenica 15 luglio
Piazza Battisti
Mark Kidel
india, USa, francia, 2001, 89’
Michael Goldman Egitto, 1996, 67’
Yves Billon & Dominique Dreyfus
Brasile, 2002, 52’ 20
Rebel music. The Bob Marley Story
Jeremy Marre
Giamaica, 2001, 89’
Brasileirinho
Mika Kaurismaki brasile, 2005, 90’
Canterò per te (Boubacar Traorè)
Jaques Sarasin
Mali, 2001, 76’
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30 - ingresso libero
Film documentari
sulle musiche del mondo
cinema
Ravi shankar. BETWEEN TWO WORLDS Mark Kidel, 2001, 89’ - India/Usa/Francia
Il documentario – frutto di due anni di riprese
e prodotto dalla BBC - racconta la figura
di Ravi Shankar, il leggendario compositore
e suonatore di sitar, il più grande ambasciatore
della musica indiana. Con sequenze uniche
ed esclusive il regista Mark Kidel testimonia
della grande umanità oltre che dell’abilità musicale
di questa straordinaria figura della musica classica
indiana, nato in una famiglia di brahmini nel 1920,
trasferitosi giovanissimo a Parigi negli anni Trenta
per esibirsi nella compagnia di danza del suo
fratello maggiore. Nove anni dopo diventa allievo
del grande musicista Baba Allaudin Khan:
è l’inizio di una lunga e brillante carriera. Il ritratto di
Mark Kidel è uno straordinario lavoro che cerca di
ristabilire gli equilibri, iniziando con l’infanzia di Ravi
a Benares, i suoi primi scontri con le celebrità nella
Hollywood degli anni ’40, i suoi anni
di studio del sitar e la conseguente fama in India,
i suoi lavori con Satyajit Ray in “Pther Panchali”
e le sue collaborazioni con Yehudi Menhuin, John
Coltrane e innumerevoli altri grandi musicisti.
Il ritratto è completato da una registrazione recente
in cui Ravi Shankar suona con la figlia Anoushka
e le immagini che riprendono il completamento
della costruzione della Fondazione Ravi Shankar,
l’ashram che il maestro ha sempre sognato.
Una storia affascinante, raccontata con un abile
uso di sequenze d’archivio e interviste a Ravi, che
adesso ha 82 anni, la cui sconfinata passione per
la musica rimane inalterata, come si evince dalle
sue parole: “Dio è stato generoso con me.
Il viaggio spirituale nella musica è l’unica cosa
che è stata veramente importante nella mia vita”.
UMM KULTHUM: A VOICE LIKE EGYPT Michael Goldman, 1996, 67’ - Egitto
Narrato da Omar Sharif, il film è il primo
documentario fatto per celebrare la diva
del mondo arabo al pubblico americano.
Riempito con spezzoni di concerti, aneddoti coloriti
e sequenze di film tratte da film classici egiziani
su Umm Kulthum, il documentario di Goldman
posiziona la vita e la carriera di Umm Kulthum
nel contesto della storia egiziana del XX secolo.
La macchina da presa esplora la straordinaria
attrattiva che esercitava sugli ascoltatori, facendoci
entrare nel suo villaggio nel Delta del Nilo
e nei caffè, nei mercati e nelle strade del Cairo,
dove lei viveva e lavorava.
Dal premio Nobel Naguib Mahfouz alla ragazzina
dodicenne di un ristorante all’aperto, tutti
parlano dell’importanza della musica di Umm
Kulthum nella loro vita, cantano le sue canzoni
davanti alla macchina da presa; il suo ricordo
è ancora vivo e la sua persona rimarrà a lungo
leggendaria.
BRASIL: LA rivoluzione TROPICALISTA Yves Billon & Dominique Dreyfus, 2002, 52’ - Brasile
C’è nella storia della musica brasiliana
un movimento musicale a parte, che appare
allo stesso tempo come testimone e come attore
della storia: il Tropicalismo, la cui esplosione
è stata tanto effimera quanto incisiva dal momento
che i suoi effetti perdurarono nel tempo.
Un movimento che ha scombussolato in un solo
anno d’esistenza (dal novembre del ‘67 al dicembre
del ‘68), tutta la fisionomia della musica brasiliana,
in un momento in cui emergevano le contraddizioni
di un periodo particolarmente agitato.
Con un impatto simile a quello del Maggio del ‘68
in Francia, di cui fu in un certo modo la versione
brasiliana, il Tropicalismo mise in discussione le
fondamenta stessa della società urbana, agendo
come un detonatore, come il catalizzatore di una
vera rivoluzione dei costumi, della mentalità e
della idea stessa di identità brasiliana. Queste
‘perturbazioni’ marcarono definitivamente la cultura
nazionale e contribuirono a far precipitare il corso
degli eventi che caratterizzarono uno dei capitoli
più sinistri della storia del paese.
REBEL MUSIC. THE BOB MARLEY STORY Jeremy Marre, 2001, 89’ - Giamaica
Un intrigante ritratto della vita e dell’opera di Bob
Marley, la cui potente musica e la cui personalità
hanno portato la cultura giamaicana sulla ribalta
internazionale. Il film guarda dentro la situazione
politica e gli eventi storici che hanno dato forma
alla sua personalità artistica durante i primi anni
in Giamaica. Il film mostra anche le tensioni nei
Carabi che incidono sulla presa di coscienza e sulla
situazione politica in Giamaica, i movimenti per
la libertà dell’Africa e il movimento rastafari con
i suoi legami storici e spirituali con la madrepatria.
Segue l’evoluzione della musica di Marley
attraverso la sua lotta per irrompere nel business
della musica e la sua crescita nelle celebrità
con l’etichetta Island Records, quando ha
sviluppato la sua distintiva forma di musica reggae
con il suo messaggio che ha riverberato in tutto
il mondo. Le sequenze filmiche di Marley, alcune
delle quali mai viste, includono anche alcune
riprese fatte in casa in Giamaica, le prime
registrazioni in studio, interviste riscoperte
di recente, sequenze di concerti.
Brasileirinho Mika Kaurismaki, 2005, 90’ - Brasile
Ancora poco conosciuto fuori dal Brasile,
il Choro è la prima musica urbana totalmente
brasiliana. Nato verso la fine del XIX secolo,
rappresenta la base e l’origine di tutte le musiche
del Brasile, come il samba o la bossa nova
e, nel contempo, rappresenta la modernità
della musica brasiliana contemporanea.
Il choro è spesso considerato come il “jazz
brasiliano”, di cui Pixinguinha è stato uno
dei maggiori compositori…
Presentato l’anno scorso al festival del cinema
di Berlino, il film-documentario di Mika Kaurismaki
“Brasileirinho”, ci fa scoprire i più grandi interpreti
del choro, della vecchia e nuova generazione.
Infatti, non è un film storico sul choro, ma piuttosto
un viaggio con quelli che fanno vivere questa
musica al quotidiano, tra sonorità raffinate di musica
classica e improvvisazioni: “Rodas de Choro” nelle
piazze, nei teatri, nelle scuole di periferia e nelle
gafinheiras, i bar popolari del quartiere Lapa.
CANTERO’ PER TE” (BOUBACAR TRAORE’) Jacques Sarasin, 2001, 76’ - Mali
Negli anni ’60, la gente del Mali si svegliava ogni
mattina al suono della voce di Boubacar “KarKar”
Taorè alla radio, che cantava l’indipendenza.
Tutti in Mali ricordano di aver ballato sui suoi
successi. Ma da quando la sua musica era
suonata solo alla radio, non guadagnava
abbastanza soldi per vivere e dovette smettere
di suonare per lavorare come sarto e come
commerciante per nutrire la sua famiglia.
Qualche anno dopo, ebbe un brutto colpo:
la morte della moglie, Pierrette. Disorientato,
KarKar partì per la Francia, lavorando
nell’edilizia e cantando nel weekend nei rifugi
parigini per immigrati, che sono adesso
la sua casa. In Mali, tutti pensavano
che KarKar fosse morto. Anni dopo,
un produttore musicale ha trovato una sua
vecchia registrazione….
itinerari folk 2007
20
20 an n i n e l mon do
immagini
Fotografie | Monique Foto
Birkin Fusion
Earth Wheel Sky Band
Hamilton de Holanda
Franca Masu
I Musicalia
Fausto Beccalossi
Alberto Massi
Ljiljana Buttler
& Mostar Sevdah Reunion
Lo Cor de la Plana
Lo Cor de la Plana
Mont-joia / Silvio Peron
Mont-joia / Patrick Verdiè
Trioamaro / Carlo La Manna
Carlo Rizzo
Orchestra dei miracoli / laboratori di musica popolare
Trioamaro / Giuliano Cramerotti
Alboka
Appenzeller Echo
Appenzeller Echo / Josef Rempfler
Les Souffleurs de reves / Brigitte Mouchel
Ariondassa/El Pont d’Arcalis
Les Souffleurs de reves / Alain Charriè
Orquestina del Fabirol / Elena Requejo
La Portatil FM / Francesc Marimon
Les Violines
Simone Lambregts
Anna Carnè
I Musicanti di Riva presso Chieri
La Kinkerne
Christian Abriel / Jean-Marc Jacquier
Milladoiro / Roi Casal
Milladoiro / Xosè V. Ferreiros
Milladoiro / Xosè Mendez
Milladoiro / Claudia Ferronato
Miquel Gil
Rosa Zaragoza
Orquestina del Fabirol / Pepin Banzo
Symphonia quartet
I Musicanti di Riva
presso Chieri
Symphonia quartet
Tactequetè
Abdalla Mohamed & ONS
Baba Sissoko
Ikhwan Al-Hadra
Dobet Gnahorè
Master Drummers of Burundi
Orquestra arab de Barcelona
OrchExtra-Terrestre / Tico da Costa
Stella Chiweshe quartet
Pape Kanoutè
Finito di stampare
nel mese di giugno 2007
da Litografia Stella, Rovereto (Tn)