Comune di Trento Provincia autonoma di Trento Regione autonoma Trentino-Alto Adige FO LK 20 itinerari folk 2007 20 an n i n e l mon do fe stival d i m us ica acu sti ca etn i ca e c o n t e m p o r a n e a Centro Servizi culturali S.Chiara Centro Servizi culturali S.Chiara itinerari folk 2007 fe stival d i m us i ca acu sti ca etn i ca e c o n t e m p o r a n e a Comune di Trento Provincia autonoma di Trento Regione autonoma Trentino-Alto Adige FO LK 20 20 an n i n e l mon do Itinerari Folk 2007 Centro Servizi Culturali S. Chiara Comune di Trento Provincia autonoma di Trento Regione autonoma Trentino Alto Adige Un ringraziamento per la collaborazione e la disponibilità all’organizzazione di questa 20a edizione a Flog-Musica dei Popoli, Leonardo D’Amico, Circoscrizione Centro Storico-Piedicastello, Luciana Chini, Giorgio Moser, Hedwig Kapeller, Nicola Odorizzi, Monica Condini, Mirko Saltori, Fondazione S. Perwer, Luigi Bolognese, Sabina Schebrack, Gabriele Bonvicini, Josean Martin, Balen Lopez de Munain, Lluis Puig, Rashmi V. Bhatt, Luisa Parrelli, Luigi Sidero, Vittorio Attanasio, Luciano Bertrand, Dimiter Panev. Un grazie particolare a tutta la rete di persone, a partire dai funzionari e tecnici del Comune di Trento e poi del Centro S. Chiara, ma anche agli operatori, musicisti, amici che in questi vent’anni hanno costruito con il loro contributo anche piccolo la breve ma significativa storia di questa manifestazione. Ricordarli tutti occuperebbe molto spazio, ma soprattutto il rischio di dimenticarne qualcuno. Itinerari folk festival è collegato con “Ande Bali e Cante” di Rovigo e “Xong” Val Venosta. Direzione artistica Mauro Odorizzi Testi Mauro Odorizzi Leonardo D’amico Grafica Giancarlo Stefanati Info Centro Servizi Culturali S. Chiara via S. Croce 67 38100 Trento 0461 213834 No verde 800-013952 [email protected] www.centrosantachiara.it 20 anni nel mondo 20 anni di musica etnica | Twenthy Years around the world Da vent’anni a Trento si rinnova l’appuntamento con una manifestazione dedicata alle musiche etniche e di radice tradizionale che è divenuta piano piano un vero e proprio festival. Una manifestazione popolare, ma di ricerca, che fa cultura e intrattenimento come servizio pubblico. Non ci saranno festeggiamenti particolari, perché la festa sta tutta nel poter continuare anno dopo anno, evitando il rischio del mordi e fuggi e dell’effimero che oggi giorno dilaga, e costruire una storia ancorchè piccola di riflessioni e incontri. La festa è soprattutto anche quest’anno nel disvelare il programma, ricco di stimoli e percorsi: 18 serate, dal 28 giugno al 17 luglio, tra cui 13 concerti e 6 film documentari. Un giro del mondo tra nuove tendenze della world music, perle di antiche tradizioni, nuove produzioni discografiche, incontri con culture e personalità di rilievo di cui il 2007 ci offre l’opportunità di parlare. In questo senso il primo capitolo di questa ventesima edizione potrebbe essere titolato “musica e cultura”. Vi appartengono gli spettacoli di Sivan Perwer, , una delle più belle voci del Medio Oriente, ambasciatore in esilio del popolo Kurdo; la ricerca sulla vocalità femminile iraniana di Maryam Akhondy che apre una finestra sulla questione femminile nel suo paese; e infine il progetto Ahura dedicato a Rumi, uno dei più grandi poeti mistici del sufismo, nato nel 1207 in Afghanistan e comparato per la sua sensibilità a San Francesco d’Assisi. Il secondo capitolo ci propone un’indagine sulle nuove tendenze: ci entrano senza ombra di dubbio il combo Dobrek bistro, oggetto di culto nei locali viennesi e gli occitano-baschi Xarnege che propongono un originale incontro acustico-elettronico di minoranze pirenaiche; ma anche l’Africa raffinata e un po’ scandinava di Seckou Keita, così come le canzoni di Guinga, un grande chitarrista brasiliano capace di assorbire la dimensione del choro e del jazz reinventandole. Il terzo capitolo, che comprende i formidabili percussionisti spagnoli Tactequetè e i pugliesi Uaragniaun, è l’occasione per far ritornare due gruppi che hanno riscosso un grande e crescente successo e che hanno nuove produzioni da presentarci. L’ultimo capitolo è un approfondimento non scontato sui balcani: l’interessante viaggio da Faenza fino alle pianure iraniane di un gruppo di casa nostra “Musica Officinalis”; l’incontro con la tradizione della Moldavia attraverso il grande violista Anatol Stefanet; ed infine la succosa anteprima nazionale del concerto di Toni Kitanovski e Cherkezi Gypsy Orchestra, macedoni, che ci regaleranno addirittura due esibizioni, la seconda in piazza Dante, in collaborazione con la Circoscrizione centro storico, aprirà Trento Estate 2007. E poi i film per rivedere le storie di Ravi Shankar e Bob Marley, per parlare del Brasile della rivoluzione tropicalista e del choro, mentre dall’Africa arrivano un profilo della più grande voce egiziana Uhm Khultum e del chitarrista cantante maliano Boubacar Traorè. itinerari folk 2007 giovedì 28 giugno Giardino S. Chiara Sivan Perwer , venerdì 29 giugno Giardino S. Chiara Maria Moramarco & Uaragniaun Italia Dobrek Bistro lunedì 2 luglio Piazza Battisti 20 an n i n e l mon do Kurdistan Polonia, Russia, Brasile, Austria martedì 3 luglio Giardino S. Chiara Musica Officinalis mercoledì 4 luglio Giardino S. Chiara Xarnege giovedì 5 luglio Piazza Battisti Tactequetè venerdì 6 luglio Giardino S. Chiara Ahura Project lunedì 9 luglio Piazza Battisti Anatol Stefanet Folk Band Moldavia Maryam Akhondy & Banu martedì 10 luglio Giardino S.Chiara Italia Vasconia Spagna Iran, India, Europa Iran 20 giovedì 12 luglio Piazza Battisti Seckou Keita Quartet venerdì 13 luglio Giardino S. Chiara Guinga & Paula Santoro lunedì 16 luglio Piazza Battisti Toni Kitanovski & Cherkezi Gypsy Orchestra Macedonia Toni Kitanovski & Cherkezi Gypsy Orchestra Macedonia martedì 17 luglio: Piazza Dante Senegal, Gambia, Italia, Egitto brasile Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30 - ingresso libero musica Sivan Perwer , K u r d i s ta n Sivan Perwer è nato il 23 dicembre 1955 a Sori, vicino a Viransehir, nei dintorni della città di Urfa che appartiene ai territori Kurdi amministrati dalla Turchia. Poeta, cantante e suonatore di tembur, è una delle voci più celebrate del Medio Oriente. Personalità carismaica, viene ammirato in patria sia dalle vecchie che dalle nuove generazioni, ed è riconosciuto in ogni parte del mondo come ambasciatore culturale del Kurdistan. Già negli anni settanta la sua fama di cantante lo porta ad esibirsi in concerti davanti a decine di migliaia di persone. E proprio a quell’epoca iniziano le difficoltà con le autorità turche che lo considerano un elemento socialmente indesiderato. La ragione principale è che Sivan canta in kurdo, un’identità culturale che deve essere dimenticata. Dopo arresti e incarcerazioni Sivan è costretto ad andare in esilio in Svezia e da qui in Germania dove tuttora risiede. 28 giugno, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Per molti anni le sue canzoni sono state bandite in Iraq, Iran, Siria e Turchia a causa del suo impegno sociale, politico, culturale ed economico a favore del popolo kurdo. Le registrazioni della sua musica venivano diffuse clandestinamente perchè il loro possesso comportava il rischio di andare in carcere. Nel 1991 ha partecipato al “ Simple Truth “ Live aid concert, esibendosi a fianco di Peter Gabriel, Sting, Paul Simon, Tom Jones, Gipsy Kings e altri artisti internazionali. I proventi di questo evento erano destinati ad aiutare le popolazioni kurde irachene durante la guerrra del Golfo . Nella sua ormai più che trentennale carriera Sivan Perwer ha pubblicato più di 25 Albums, oltre a video-clips, documentari e libri. Nel 2004 ha costituito a Francoforte una Fondazione internazionale di cultura che prende il suo nome, un’istituzione filantropica dedita alla promozione della cultura nella società. Principale Discografia Govenda Azadîxwazan (1975) Hevalê Bargiran im (1976) Herne Pês (1977) Ey Ferat (1978) Kîne Em (1979) Hay Dil (1980) Gelê Min Rabe (1981) Agirî (1982) Bilbilo / Ferzê (1983) Dotmam (1985) Lê Dîlberê (1986) Helebçe (1988) Xewna Min / Qasimlo (1991) Zembîlfiros (1992) Ya Sitar (1995) Nazê (1996) Hêviya Te (1999) Roj û Heyv (2000) Sarê (2001) Helbestên bijartî yên 1 /Kirîvê (2002) Helbestên bijartî yên 2/Klasîk (2003) Helbesten Bijarti yên 3 (2004) Min bêriya te kiriye (2004) Maria Moramarco & Uaragniaun i ta l i a Il gruppo nasce nel 1978 ad Altamura, con l’intento di riproporre le tradizioni popolari dell’Alta Murgia barese. I fondatori sono Maria Moramarco, Luigi Bolognese e Silvio Teot. Attorno a loro la formazione si modella, per una scelta esplicita, attraverso la collaborazione con diversi musicisti che portano sempre nuove idee e stimoli. Uaragniaun è l’antico nome del Garagnone, lo sperone di roccia che la leggenda vuole sia stato tagliato dallo spadone del prode Orlando. La splendida voce di Maria Moramarco affonda le radici nella conoscenza e frequentazione delle vecchie cantatrici contadine della Murgia di cui è divenuta la depositaria della cultura, dei canti e delle modalità espressive. Il lavoro del gruppo si sviluppa in un percorso rigoroso, sia culturale che estetico-musicale, che ha ricevuto favorevoli consensi dalla stampa specializzata ed è stato particolarmente apprezzato anche all’estero. Sei registrazioni prodotte, tra cui l’ottimo “Skuarrajazz” (2000), e la partecipazione a numerose compilation. 29 giugno 2007, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Ritornano a Trento per presentare il nuovo CD “U Diavule e l’Acqua Sande” (Felmay, 2007), illustrato dai disegni di Angelo Stano, l’autore di Dylan Dog. Un’immersione nei temi dei canti popolari tra religiosità popolare, vita contadina, amori e tradimenti, miseria e disperazione, preghiere e rimpianti, con la partecipazione tra gli altri di Riccardo Tesi e Daniele Sepe. Maria Moramarco voce, chitarrra Luigi Bolognese chitarra, mandoloncello, baglama, basso acustico Silvio Teot percussioni, harmonium Nico Berardi zampogna, flauti diritti, quena, charango, chitarra, fisarmonica Gianni Calia sax soprano Filippo Giordano violino Dobrek Bistro P o lo n i a , R u s s i a , br a s i l e , Au s tr i a Formazione di culto della scena musicale viennese degli ultimi anni, è guidata dal fisarmonicista polacco Krzysztof Dobrek e dal violinista russo Aliosha Biz, che hanno incrociato i loro destini come musicisti prestati al teatro. Con loro il multipercussionista brasiliano Luis Ribeiro e il contrabbassista austriaco Sascha Lackner che completano un quartetto di funamboli che colpiscono al primo ascolto. I brani proposti dal gruppo sono in gran parte farina del sacco di Dobrek e si sviluppano come suite ricche di atmosfere melanconiche, cambi di ritmo, scorci di virtuosismo mai fine a se stesso. 2 luglio, ore 21.30 Trento piazza C. Battisti Le melodie e i ritmi attingono alle radici balcaniche del musicista polacco, alla spirito gypsy e klezmer, e si mischiano alla musica europea, come il genere musette, e latinoamericana, come il tango, con influenze di musica classica e d’improvvisazione. La dimensione live esalta le capacità interpretative, l’estro e la passione di questo combo. La radice della parola Bistro, il caratteristico locale francese, è una termine russo “bystro” che significa svelto, veloce. Le ricette del maestro di cucina Krzysztof Dobrek vengono eseguite da prestigiosi gruppi della capitale austriaca come Mnozil Brass, Triology e i Wiener Concert Schrammeln. Musica Officinalis i ta l i a Il gruppo Musica Officinalis nasce a Faenza circa dieci anni fa con un preciso interesse per la musica antica e in particolare per la musica medioevale dei secoli dal XI al XIV. Di questo lavoro si possono apprezzare due produzioni discografiche “Aqua mater” (2000) e “Amorei, d’amore e di passione” (2004). I componenti dell’ensemble provengono da esperienze musicali eterogene: studi classici, scuole di musica popolare, la ricerca etnomusicologica sul campo. Da quest’approccio libero, di ricerca e sperimentazione ha preso avvio l’idea di un progetto legato alla musica etnica dei Balcani e del vicino Oriente. 3 luglio, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Un viaggio da Faenza fino al Kurdistan, attraverso la Bulgaria, la Macedonia, l’Albania, la Turchia, l’Azerbeydjan, per arrivare a Bingol, antica cittadina fondata da Alessandro Magno all’estremo oriente anatolico, autentica porta verso le pianure asiatiche iraniane. Questo percorso viene raccontato nel loro ultimo CD “Sedjanki, canti attorno al fuoco” che verrà presentato in concerto, una produzione curata nei suoni, negli arrangiamenti, nelle esecuzioni e coinvolgente nel ricreare la vitalità e le suggestioni delle danze e dei canti. Catia Gianessi voce, tamburello, duf, tapan, cimbali Massimo La Zazzera bouzouki, flauti dolci, bansuri, cialamello, voce Gabriele Bonvicini ghironda, nyckelharpa, saz, bouzouki, voc Walter Rizzo bombarde, oboe bretone, tarota, musette, ghironda Igor Niego kaval, gaida bulgara, clarinetto, tamburello Roberto Romagnoli duf, tapan, darbouka Xarnege Va s c o n i a Xarnege o sharnego è un termine guascone che indica la zona di confine tra il territorio basco e quello della guascogna, dove le due minoranze si incontrano e si mischiano e dove vengono usati indifferentemente i due diversi idiomi tradizionali. Questa dei contrabbandieri di cultura, che trafficano in lingue, danze e tradizioni è una intrigante riflessione sui confini e le minoranze. Il gruppo Xarnege ripropone con la musica l’incontro di questi due mondi culturali dei Pirenei occidentali. Nella formazione sono presenti tre fratelli della famiglia Baudoin, Joan, Mateu e Roman, accanto a due musicisti baschi Juan Ezeiza e Josean Martin Zarko. Tutti vantano già esperienze musicali nel panorama occitano e basco in gruppi di rilievo come “Verd e Blu”, “Familha Artus”, “Ganbara” e “Alboka”. 4 luglio, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara La musica di Xarnege è ricca di sonorità antiche e caratterizzata dall’uso di strumenti particolari, molti dei quali costruiti proprio da Joan Baudoin, ricercatore e liutaio. Ma l’elemento più interessante è una sapiente introduzione di suoni elettronici ed elettroacustici per ricercare effetti magici e di straniamento. Il repertorio comprende branle, gavotte, jauzis, segidas, rondeau, polkas, mutchikoak, walzer con i quali si mettono in evidenza gli elementi comuni e le differenze tra le due culture di confine. La proposta ha riscosso un notevole successo nei festival in Francia, così come il CD “Musica de Contrabanda” che documenta questo originale progetto musicale. Joan Baudoin boha, flauti, ghironda, tamborin e voce Roman Baudoin ghironda, flauti, caramera e voce Mateu Baudoin ghironda, flauti, tamborin, bendir e voce Josean Martin bouzouki, mandolino, chitarra e voce Juan Ezeiza violino e alboka Tactequetè s a pag n a Ritorna a Trento l’ensemble catalano che nel 2005 aveva entusiasmato, in anteprima nazionale, il pubblico di Itinerari folk. Si tratta di un progetto nato nel 1995 con il nome di “Guaranà” e basato su un’incredibile varietà di percussioni, oltre a fiati etnici e basso elettrico. L’evoluzione in “Tactequetè” si compie definitivamente nel 2004, con l’uscita del CD+DVD omonimo. Il successo di questo spettacolo è travolgente: energia, fantasia, gioco, grande abilità strumentale, metissage di sonorità da tutto il mondo, ne fanno un’esperienza assolutamente imperdibile per lo spettatore di qualsiasi età e gusto. Il palcoscenico si trasforma in un emporio di strumenti musicali che i musicisti fanno parlare magicamente, con estro creativo e gags esilaranti. Musica da vedere quindi oltre che da ascoltare. Musica dell’immaginazione e della scoperta che ci trasporta dalla giungla tropicale, ai ritmi africani, dalla sperimentazione ai giochi infantili. 5 luglio, ore 21.30 Trento piazza C. Battisti La formazione è composta da cinque percussionisti, con esperienze artistiche le più disparate alle spalle, Antonio Sanchez, Xavi Tasies, Aleix Tobias, Marc Vila e Tito Busquets, accompagnati dal basso di Guillermo Aguilar e dalla genialità di Xavi Lozano che riesce a produrre suoni da qualsiasi oggetto, oltre a presentare una serie di fiati popolari molto caratteristici e inusuali come il sac de gemecs, ovvero la cornamusa catalana, e il duduk, il suggestivo oboe armeno. Negli ultimi anni hanno collaborato con Kepa Junkera, Eliseo Parra, Miquel Gil, Misirli Ahmet, con la compagnia teatrale “La Fura dels Baus” e per il cinema nella colonna sonora dei film “Sexo por compaion” di Laura Mas e “Arachnid” di Jack Shoulder. Ahura Project Ir a n , i n d i a , e u r o pa Questo progetto Sufi world music nasce nel 1989 dal noto musicista persiano Eghbal Mohammad, ed è principalmente basato sulla poesia mistica del 1200 legata al sufismo, con particolare attenzione ai poeti persiani e turchi, come Rumi (di cui quest’anno si celebra l’800O della nascita) ed altri di grande valore filosofico, contemporanei a Dante e ai templari in occidente. La musica come veicolo di un messaggio profondo in questo caso è il risultato dell’incontro tra diversità: il sound tradizionale orientale e i motivi classici ed etnici dell’Iran e dell’India si mescolano ad altre tradizioni e a sonorità più moderne. Questa è in buona sostanza la ricerca che da anni Eghbal Mohammad porta avanti: il suo obiettivo è quello di unire i popoli attraverso la musica e la cultura. Gli strumenti usati in Ahura Project spaziano da Iran, Africa, Europa e Irlanda, fino ad arrivare in India. 6 luglio, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Mohammad Eghbal voce, ud, ney Christa Eghbal bhoemian harp, voce, small celtic harp Georg Degenhardt dombak, frame-drums, ney Doonya Eghbal violoncello Erwin Hörl ney, persian reed-flute Rashmi V. Bhatt percussioni, voce 1207-2007 - 800 anni dalla nascita di Rumi L‘Ordine dei dervisci Mevlevi ha avuto origine nel XIII secolo a Konia in Turchia. Gialal ad-Din RUMI, il fondatore, nacque a Balk nel Khorasan, attuale Afganistan, il 30 settembre 1207. All’età di cinque anni dovette espatriare al seguito del padre, il grande mistico Baha’ ad-Din Valad, soprannominato “Il Sultano dei Sapienti” e, dopo varie peregrinazioni, si stabilì definitivamente in Konia dove morì nel 1273 e dove ancora oggi la sua tomba è meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Si racconta che al suo funerale fu presente l’intera popolazione di Konia, non solo Musulmani, ma anche Cristiani ed Ebrei, in riconoscimento dell’immenso spirito dei tolleranza del Maestro. Comparato per la sua sensibilità e umiltà a San Francesco d’Assisi, è ritenuto da alcuni autori “il più grande poeta mistico di tutti i tempi” (Nicholson 1925-’37, trad. V-VI, p. XIII). Legato all’Afganistan per nascita, all’Iran per la lingua persiana usata nelle sue opere scritte ed alla Turchia ove visse e fu sepolto, con il suo insegnamento è oggi, come egli volle, un patrimonio culturale sentito da tutti, che avvicina i popoli e accomuna ogni credo: “Non giudeo sono nè cristiano, nè ghebro o musulmano! / Nè orientale nè occidentale... Non di Persia o Babilonia, nè del Khorosan io sono! / ...il mio luogo è l’Oltrespazio, il mio Segno è il senza Segno, /...Uno cerco, Uno conosco, Uno canto, Uno contemplo! / ...ed infine: “dopo la morte, non cercate la tomba mia nella terra: nel petto degli uomini santi è il mio sepolcro” Il suo poema mistico -Masnavi-, un’opera in persiano di più di ventiseimila versi doppi in sei volumi, è la base culturale per l’Ordine che a lui si riferisce. Una copia dell’originale conservata a Konia è stata donata al “Centro Italo Egiziano” per il restauro ove è attualmente esposta al pubblico. La sua raccolta di poesie -Divan- (Canzoniere) chiamato anche Divan-i Kabir (grande Canzoniere) è un’opera immensa dedicata a Shams-i Tabriz, il suo maestro spirituale. Anatol Stefanet Folk Band M o l dav i a Anatol Stefanet è uno dei musicisti più famosi e rappresentativi della Moldavia. Nel mondo dei Lautari, le tradizionali famiglie di suonatori zigani, si distingue per il fatto di utilizzare la viola, chiamata anche bratsch, anzichè il violino. La interpreta con una tecnica tanto virtuosistica e originale da meritarsi l’appellativo di “Jimi Hendrix of the viola”. E queste capacità gli hanno consentito di valicare l’ambito della musica tradizionale e di affermarsi in tutta Europa anche come musicista jazz con il gruppo “Trigon”, una formazione moldava da lui stesso fondata. Con il fratello Edgar appartiene ad una antica stirpe di suonatori popolari professionisti e, nonostante la contrarietà dei loro predecessori, i due fratelli Anatol e Edgar affrontarono molti anni di studio prima di avviare la loro carriera. Già dal 1999 con il CD “Anatol Stefanet – Bratsch solo” pubblicato in Francia, la sua fama diventa internazionale, ottenendo vari riconoscimenti come il premio Shock di Le Monde de la Musique e il premio dell’Accademia francese delle arti. Nell’attuale sestetto con cui propone il repertorio di musiche della tradizione moldava i fratelli Stefanet sono affiancati da autentici fuoriclasse come Vali Boghean, ai fiati, Sandu Sura, vincitore nel 2006 di una competizione al festival “Mamaia -06” e considerato uno dei migliori suonatori di cymbalom dei balcani, Ivan Croitoru, al contrabbasso e Andrei Prohnitchi alla chitarra. 9 luglio, ore 21.30 Anatolie Stefanet viola Vali Boghean tromba, kaval, ocarina e fiati Edgar Stefanet fisarmonica Sandu Sura cymbalom Ivan Croitoru contrabasso Andrei Prohnitchi chitarra Trento piazza C. Battisti Maryam Akhondy & Banu Ir a n Maryam Akhondy, internazionalmente nota per essere stata componente della Schäl Sick Brass Band, gruppo che ha vinto diversi Awards, è un’artista di Teheran, emigrata in Germania. Scoperta dal celebre attore Ostad Esmail Mehrtasch quando aveva 18 anni, è indirizzata agli studi di canto classico all’Accademia delle Arti di Teheran. Studia il radif, speciale sistema musicale iraniano, fino a conseguire il massimo dei voti e diventare così una delle migliori cantanti del suo paese. Banu (parola persiana per designare una donna di rango) è l’ensemble costituito nel 1999 e con il quale Maryam ha sviluppato un progetto di riscatto della vocalità femminile che nel suo paese è praticamente bandita come espressività autonoma. “Volevo dare voce alle donne – sono parole di Maryam Akhondy - ma in maniera completamente indipendente. All’inizio Banu era un gruppo di musiciste che suonavano musica classica iraniana con strumenti. Poi ho deciso di recuperare i canti che parlano di amore, di matrimoni, di vita di coppia ma anche quelli delle mondine nelle risaie del Mar Caspio, delle tessitrici di tappeti di Hamedan, canti semplici accompagnati solamente dalle percussioni. 10 luglio, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Questi canti sono tradizionali, antichi anche di centinaia di anni e non sono mai stati cantati in pubblico prima d’ora, sono solamente stati eseguiti privatamente da donne e tra donne. I testi sono il risultato di anni di ricerca e studi nelle diverse regioni del paese.” Nell’Iran, l’apparizione pubblica di cantanti donne è molto contrastata e, al di fuori di contesti religiosi (i rituali chiamati Tazieh), non è consentito alle donne fare e ascoltare musica. È pure vietata agli uomini la possibilità di ascoltare una donna cantare. “Io avevo cominciato come cantante alla radio – racconta Maryam - ma poi, a causa dei divieti, persi il lavoro. Ancora oggi, una donna può cantare insieme ad un uomo, ma mai, nemmeno un minuto, da solista.” Il concerto è una sorta di itinerario musicale nelle differenti regioni e culture dell’Iran, ed offre uno spaccato particolare sulle culture cantate e sulle tradizioni della donna persiana. Nella maggior parte dei casi si tratta di canzoni piene di energia, divertenti piene di ironia, che danno la reale dimensione della vita privata della donna iraniana. Questo repertorio è in buona parte contenuto nel CD “Songs of Persian Women” edito da Laika Records. Seckou Keita Quartet S e n e g a l , G a m b i a , Eg i tto , Ita l i a Seckou Keita è nato nel sud del Senegal ed è cresciuto imparando la kora, il canto e le percussioni come membro della famiglia Griot Cissokho. La sua carriera internazionale è iniziata in Norvegia sotto la guida dello zio Solo Cissokho che lo ha portato ad incontrare e collaborare con artisti scandinavi, cubani e più tardi con il noto violinista indiano L. Subramaniam. In Inghilterra la sua fama si è consolidata portandolo sui palcoscenici di Womad e come supporter delle star africane Youssou N’Dour e Salif Keita. Con il suo attuale quartetto - che unisce musicisti provenienti da Senegal, Italia, Egitto e Gambia - presenta il nuovo CD “Tama-Silo” (2006). L’ensemble ha debuttato nel 2004 con l’album “Acoustic Vibes”, e successivamente ha suonato nei più grandi festival del Regno Unito e in Canada al “Montreal Jazz Festival”. Strumentista brillante e carismatico Seckou Keita ha saputo confezionare un esplosivo cocktail di Afro-Mandinka soul music, che unisce Africa ed Europa. 12 luglio, ore 21.30 Trento piazza C. Battisti Seckou Keita Kora, voce Davide Mantovani contrabbasso Sammy Bishai violino Surahata Susso congas e calabash Guinga & Paula Santoro B ras i le La collaborazione tra Guinga (il cui vero nome è Carlos Althier de Souza Lemos Escobar) e Paula Santoro nasce da una lunga tournèe brasiliana che il duo ha realizzato per presentare il CD “Casa de Vila”, album dedicato a Villa-Lobos, uscito per l’etichetta Biscoito Fino nel 2006. La chitarra di Guinga si è già affermata in Italia negli ultimi anni in decine di concerti ad altissimo livello tra cui una memorabile serata ad Umbria Jazz con Gabriele Mirabassi. E soprattutto in un disco capolavoro come “Graffiando Vento”edito da Egea. Il sodalizio con la voce calda e sensibile di Paula Santoro è invece un’anteprima assoluta dell’estate italiana 2007. Scopriremo il Giunga compositore di canzoni, così come è principalmente conosciuto in Brasile. Le sue canzoni, composte con parolieri come Paulo César Pinheiro, Aldir Blanc e Chico Buarque, sono state registrate da molti nomi importanti, fra cui Elis Regina, Michel Legrand, Sérgio Mendes, Chico Buarque, Clara Nunes, Ivan Lins, Leila Pinheiro. 13 luglio, ore 21.30 Trento Giardino S. Chiara Tra tanti brani va ricordata “Chá de Panela” che ha vinto il Prêmio Sharp 1996 come migliore musica popolare brasiliana. Nato a Rio de Janiero nel 1950, già all’età di 17 anni ha iniziato la carriera di musicista e compositore divenendo uno dei grandi nomi della chitarra e della canzone carioca. Del suo CD “Noturno Copacapana” (2003), Chico Buarque ha dichiarato: “è la musica del secolo”. Partecipa al film “Brasileirinho” (di Mika Kaurismaki), in programma domani sera, che celebra i protagonisti e la storia del choro la più caratteristica delle musiche popolari del Brasile. Paula Santoro, originaria di Minas Gerais, ha esordito nel panorama discografico brasiliano nel 1996, ha già cantato in Europa e nel 2005 si è segnalata con un disco che porta il suo nome nel quale interpreta musiche di Moacir Santos & Vinicius de Moraes e Chico Buarque, con la partecipazione dello stesso Chico, Toninho Horta e Milton Nascimento. Toni Kitanovski & Cherkezi Gypsy Orchestra M ac e d o n i a è un nuovo progetto tutto made in Macedonia che riunisce la sensibilità avanguardista del chitarrista Toni Kitanovski e la tradizione delle Gypsy brass band interpretata dalla famiglia Cherkezi. Due anni di lavoro insieme, per produrre il nuovo CD “Borderlands”, un cocktail creativo che apre nuovi orizzonti per la world music di matrice balcanica. Toni Kitanovski è la mente artistica di questo innovativo ensemble. A Vienna si è esibito con personaggi dell’avanguardia musicale come Vinny Golia, ha fatto parte di band all star di balkan jazz accanto a virtuosi come Teodosi Spassov, oltre a frequentare in continuazione le orchestre da matrimonio. Ha sviluppato uno stile chitarristico e una originale vena compositiva che lo hanno fatto apprezzare da molti artisti e dalla critica. La Cherkezi Gypsy Orchestra prende il nome dal suo leader, il settantenne trombettista Cerkez Rashid. Con lui i due figli Asan (tromba) e Ali (sax alto) e altri musicisti provenienti da famiglie devote da generazioni alla tradizione musicale macedone. Anteprima nazionale di una delle più interessanti proposte balcaniche del momento. Anteprima nazionale 16 luglio, ore 21.30 Trento - piazza C. Battisti Trento Estate 17 luglio, ore 21.30 Trento - piazza Dante itinerari folk 2007 20 an n i n e l mon do domenica 1 luglio Piazza Battisti Ravi Shankar. Between two Worlds sabato 7 luglio Piazza Battisti Umm Kulthum: a voice likr Egypt Brasil: la rivoluzione tropicalista domenica 8 luglio Piazza Battisti sabato 14 luglio Piazza Battisti domenica 15 luglio Piazza Battisti Mark Kidel india, USa, francia, 2001, 89’ Michael Goldman Egitto, 1996, 67’ Yves Billon & Dominique Dreyfus Brasile, 2002, 52’ 20 Rebel music. The Bob Marley Story Jeremy Marre Giamaica, 2001, 89’ Brasileirinho Mika Kaurismaki brasile, 2005, 90’ Canterò per te (Boubacar Traorè) Jaques Sarasin Mali, 2001, 76’ Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30 - ingresso libero Film documentari sulle musiche del mondo cinema Ravi shankar. BETWEEN TWO WORLDS Mark Kidel, 2001, 89’ - India/Usa/Francia Il documentario – frutto di due anni di riprese e prodotto dalla BBC - racconta la figura di Ravi Shankar, il leggendario compositore e suonatore di sitar, il più grande ambasciatore della musica indiana. Con sequenze uniche ed esclusive il regista Mark Kidel testimonia della grande umanità oltre che dell’abilità musicale di questa straordinaria figura della musica classica indiana, nato in una famiglia di brahmini nel 1920, trasferitosi giovanissimo a Parigi negli anni Trenta per esibirsi nella compagnia di danza del suo fratello maggiore. Nove anni dopo diventa allievo del grande musicista Baba Allaudin Khan: è l’inizio di una lunga e brillante carriera. Il ritratto di Mark Kidel è uno straordinario lavoro che cerca di ristabilire gli equilibri, iniziando con l’infanzia di Ravi a Benares, i suoi primi scontri con le celebrità nella Hollywood degli anni ’40, i suoi anni di studio del sitar e la conseguente fama in India, i suoi lavori con Satyajit Ray in “Pther Panchali” e le sue collaborazioni con Yehudi Menhuin, John Coltrane e innumerevoli altri grandi musicisti. Il ritratto è completato da una registrazione recente in cui Ravi Shankar suona con la figlia Anoushka e le immagini che riprendono il completamento della costruzione della Fondazione Ravi Shankar, l’ashram che il maestro ha sempre sognato. Una storia affascinante, raccontata con un abile uso di sequenze d’archivio e interviste a Ravi, che adesso ha 82 anni, la cui sconfinata passione per la musica rimane inalterata, come si evince dalle sue parole: “Dio è stato generoso con me. Il viaggio spirituale nella musica è l’unica cosa che è stata veramente importante nella mia vita”. UMM KULTHUM: A VOICE LIKE EGYPT Michael Goldman, 1996, 67’ - Egitto Narrato da Omar Sharif, il film è il primo documentario fatto per celebrare la diva del mondo arabo al pubblico americano. Riempito con spezzoni di concerti, aneddoti coloriti e sequenze di film tratte da film classici egiziani su Umm Kulthum, il documentario di Goldman posiziona la vita e la carriera di Umm Kulthum nel contesto della storia egiziana del XX secolo. La macchina da presa esplora la straordinaria attrattiva che esercitava sugli ascoltatori, facendoci entrare nel suo villaggio nel Delta del Nilo e nei caffè, nei mercati e nelle strade del Cairo, dove lei viveva e lavorava. Dal premio Nobel Naguib Mahfouz alla ragazzina dodicenne di un ristorante all’aperto, tutti parlano dell’importanza della musica di Umm Kulthum nella loro vita, cantano le sue canzoni davanti alla macchina da presa; il suo ricordo è ancora vivo e la sua persona rimarrà a lungo leggendaria. BRASIL: LA rivoluzione TROPICALISTA Yves Billon & Dominique Dreyfus, 2002, 52’ - Brasile C’è nella storia della musica brasiliana un movimento musicale a parte, che appare allo stesso tempo come testimone e come attore della storia: il Tropicalismo, la cui esplosione è stata tanto effimera quanto incisiva dal momento che i suoi effetti perdurarono nel tempo. Un movimento che ha scombussolato in un solo anno d’esistenza (dal novembre del ‘67 al dicembre del ‘68), tutta la fisionomia della musica brasiliana, in un momento in cui emergevano le contraddizioni di un periodo particolarmente agitato. Con un impatto simile a quello del Maggio del ‘68 in Francia, di cui fu in un certo modo la versione brasiliana, il Tropicalismo mise in discussione le fondamenta stessa della società urbana, agendo come un detonatore, come il catalizzatore di una vera rivoluzione dei costumi, della mentalità e della idea stessa di identità brasiliana. Queste ‘perturbazioni’ marcarono definitivamente la cultura nazionale e contribuirono a far precipitare il corso degli eventi che caratterizzarono uno dei capitoli più sinistri della storia del paese. REBEL MUSIC. THE BOB MARLEY STORY Jeremy Marre, 2001, 89’ - Giamaica Un intrigante ritratto della vita e dell’opera di Bob Marley, la cui potente musica e la cui personalità hanno portato la cultura giamaicana sulla ribalta internazionale. Il film guarda dentro la situazione politica e gli eventi storici che hanno dato forma alla sua personalità artistica durante i primi anni in Giamaica. Il film mostra anche le tensioni nei Carabi che incidono sulla presa di coscienza e sulla situazione politica in Giamaica, i movimenti per la libertà dell’Africa e il movimento rastafari con i suoi legami storici e spirituali con la madrepatria. Segue l’evoluzione della musica di Marley attraverso la sua lotta per irrompere nel business della musica e la sua crescita nelle celebrità con l’etichetta Island Records, quando ha sviluppato la sua distintiva forma di musica reggae con il suo messaggio che ha riverberato in tutto il mondo. Le sequenze filmiche di Marley, alcune delle quali mai viste, includono anche alcune riprese fatte in casa in Giamaica, le prime registrazioni in studio, interviste riscoperte di recente, sequenze di concerti. Brasileirinho Mika Kaurismaki, 2005, 90’ - Brasile Ancora poco conosciuto fuori dal Brasile, il Choro è la prima musica urbana totalmente brasiliana. Nato verso la fine del XIX secolo, rappresenta la base e l’origine di tutte le musiche del Brasile, come il samba o la bossa nova e, nel contempo, rappresenta la modernità della musica brasiliana contemporanea. Il choro è spesso considerato come il “jazz brasiliano”, di cui Pixinguinha è stato uno dei maggiori compositori… Presentato l’anno scorso al festival del cinema di Berlino, il film-documentario di Mika Kaurismaki “Brasileirinho”, ci fa scoprire i più grandi interpreti del choro, della vecchia e nuova generazione. Infatti, non è un film storico sul choro, ma piuttosto un viaggio con quelli che fanno vivere questa musica al quotidiano, tra sonorità raffinate di musica classica e improvvisazioni: “Rodas de Choro” nelle piazze, nei teatri, nelle scuole di periferia e nelle gafinheiras, i bar popolari del quartiere Lapa. CANTERO’ PER TE” (BOUBACAR TRAORE’) Jacques Sarasin, 2001, 76’ - Mali Negli anni ’60, la gente del Mali si svegliava ogni mattina al suono della voce di Boubacar “KarKar” Taorè alla radio, che cantava l’indipendenza. Tutti in Mali ricordano di aver ballato sui suoi successi. Ma da quando la sua musica era suonata solo alla radio, non guadagnava abbastanza soldi per vivere e dovette smettere di suonare per lavorare come sarto e come commerciante per nutrire la sua famiglia. Qualche anno dopo, ebbe un brutto colpo: la morte della moglie, Pierrette. Disorientato, KarKar partì per la Francia, lavorando nell’edilizia e cantando nel weekend nei rifugi parigini per immigrati, che sono adesso la sua casa. In Mali, tutti pensavano che KarKar fosse morto. Anni dopo, un produttore musicale ha trovato una sua vecchia registrazione…. itinerari folk 2007 20 20 an n i n e l mon do immagini Fotografie | Monique Foto Birkin Fusion Earth Wheel Sky Band Hamilton de Holanda Franca Masu I Musicalia Fausto Beccalossi Alberto Massi Ljiljana Buttler & Mostar Sevdah Reunion Lo Cor de la Plana Lo Cor de la Plana Mont-joia / Silvio Peron Mont-joia / Patrick Verdiè Trioamaro / Carlo La Manna Carlo Rizzo Orchestra dei miracoli / laboratori di musica popolare Trioamaro / Giuliano Cramerotti Alboka Appenzeller Echo Appenzeller Echo / Josef Rempfler Les Souffleurs de reves / Brigitte Mouchel Ariondassa/El Pont d’Arcalis Les Souffleurs de reves / Alain Charriè Orquestina del Fabirol / Elena Requejo La Portatil FM / Francesc Marimon Les Violines Simone Lambregts Anna Carnè I Musicanti di Riva presso Chieri La Kinkerne Christian Abriel / Jean-Marc Jacquier Milladoiro / Roi Casal Milladoiro / Xosè V. Ferreiros Milladoiro / Xosè Mendez Milladoiro / Claudia Ferronato Miquel Gil Rosa Zaragoza Orquestina del Fabirol / Pepin Banzo Symphonia quartet I Musicanti di Riva presso Chieri Symphonia quartet Tactequetè Abdalla Mohamed & ONS Baba Sissoko Ikhwan Al-Hadra Dobet Gnahorè Master Drummers of Burundi Orquestra arab de Barcelona OrchExtra-Terrestre / Tico da Costa Stella Chiweshe quartet Pape Kanoutè Finito di stampare nel mese di giugno 2007 da Litografia Stella, Rovereto (Tn)