fondato nel 1956 PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO n.3 maggio - giugno 2009 - Anno LIV - Redazione: 36078 Valdagno (Vicenza), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190 Bimestrale edito da : Associazione ProValdagno - Gratis ai soci - Registrazione al Tribunale di Vicenza n. 92 del 22 Dicembre 1956 Pubblicità inferiore al 70% - Stampa Litografia F.lli Danzo snc - 36073 Cornedo, via Monte Ortigara, 83 - Direttore Responsabile: Gianni Luigi Spagnolo - Spedizione in abbonamento postale Comma 20/b Art.2 L.662/96 - Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia. 254 Taxe percue (Tassa riscossa) all’Ufficio Postale di Vicenza - Italy 2,00 La nostra identità è intimamente legata al volto urbanistico e paesaggistico del territorio in cui abitiamo ESTATE... famosa canzone di Bruno Martino del 1960... U N ’ E S TAT E I TA L I A NA . . . ITALIA ‘90 Gianna Nannini ed Edoardo Bennato ESTATE IN CITTA’... Manifestazione ideata dalla ProValdagno Tre richiami che poco hanno a che fare tra di loro se non il fatto che la parola Estate, quale comune denominatore, ricorda avvenimenti che in qualche modo hanno lasciato il segno nei ricordi della gente. Scoprire, conoscere e valorizzare le caratteristiche, i pregi e i particolari che danno al nostro territorio, al nostro comune, quella specificità che li distingue e li rende inconfondibili. Non è solo una questione di immagine, di promozione della stessa, con eventuali risvolti commerciali, ma anche e sopratutto un percorso per riaffermare la propria identità collettiva, per dare senso e contenuto alle “radici” culturali di cui spesso si parla, più o meno a proposito. Ci abbiamo mai pensato? Il volto urbanistico e paesaggistico del nostro territorio è parte integrante del nostro volto e, viceversa, noi siamo componenti essenziali di un “panorama” che ingloba le nostre attività, le relazioni sociali, la nostra vita. Ogni anno, a Valdagno, tornano valdagnesi emigrati all’estero alcuni anche in continenti lontani - non solo per abbracciare parenti ed amici, ma anche per “rinfrescare” la propria identità originaria, quell’imprinting primario - direbbero i biologi - che ci accompagna fin dall’infanzia e struttura i nostri parametri di vedere e valutare il mondo e le diverse esperienze che facciamo nel tempo. Ben vengano quindi operazioni di “scavo fotografico” come quella compiuta da Bruno Vendramin e documentata in un volume edito dalla Litovald, con il patrocinio del Comune, per celebrare i 25 anni di Gianni Vencato Lane. Immagini di Valdagno antica e moderna, di architetture e di contrade, che fanno scoprire dettagli spesso inosservati, angolature inusuali, contesti di significativa civiltà urbanistica, suggestivi scorci paesaggistici. Giusto contributo ad una identità collettiva di cui possiamo, senza esagerazione, essere orgogliosi. Gianni L. Spagnolo Così vorrei fosse anche per questa manifestazione “ESTATE IN CITTA’”,voluta ed organizzata negli anni dalla Pro Valdagno e che con i suoi avvenimenti musicali ha ideologicamente caratterizzato il modo di trascorrere piacevolmente dei momenti dedicati al tempo libero. Bene, quel che è stato è stato, ora pensiamo invece, in vista del prossimo anno, ad inserire nei nostri avvenimenti estivi anche qualcosa che riguardi non solo i “mostri sacri” del mondo musicale, (ben vengano se possono portare novità e accrescimento anche culturale) ma vediamo di coinvolgere anche le nostre realtà locali a livello musicale fatte di giovani musicisti promettenti, di artisti di varie estrazioni culturali nel campo della letteratura, del teatro, della pittura, che chiedono solo di farsi conoscere e perché no, apprezzare dai loro concittadini. Vedremo di coinvolgere non solo il centro città, ma anche le Immagine - simbolo della città sociale progettata dall’architetto Bonfanti su commissione di Gaetano Marzotto, l’edificio conosciuto come DAM (Dopolavoro Aziendale Marzotto) presenta tutte le caratteristiche di un pensiero architettonico razionale e classico, ancora di grande modernità. È la Valdagno degli anni Trenta del secolo scorso, vivificata dall’obbiettivo fotografico di Bruno Vendramin (servizio a pagina 4) VA L DAG N O I N C O N T R A LA COLOMBIA Hanno avuto inizio con successo e buona partecipazione di pubblico le diverse iniziative del nuovo “Comitato per la COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DECENTRATA CITTA' DI VALDAGNO” attraverso alcuni incontri per far conoscere più da vicino i vari progetti di sviluppo proposti dai volontari valdagnesi, laici e religiosi, che operano da anni nei 5 Continenti. Il Comitato era stato presentato alla cittadinanza la serata del 19 dicembre scorso a Palazzo Festari - nella quale ognuno dei 12 gruppi di appoggio avevavano sinteticamente presentato i 12 progetti di sviluppo in stretto collegamento con l'Amministrazione Pubblica valdagnese. Era stato infatti il Consiglio Comunale a costituire il comitato stesso e fissarne scopi e finalità. Nel corso di questo primo semestre d'anno i vari gruppi si sono attivati con particolare impegno e sinergia cercando di sensibilizzare e incontrando la totalità degli studenti di tutte le scuole superiori della Città e promovendo serate specifiche gestite dai singoli referenti locali dei gruppi e, quando possibile, anche con i coordinatori e volontari internazionali come P. Vincenzo Brunelli in Bolivia, Carmelo Fioraso in Brasile, il medico Dr. Eugenio Visonà per il Salvador e Carlo Zattra per il Guatemala. Venerdi 29 Maggio 2009 è stata la volta della serata dedicata alla Colombia con il titolo "Valdagno incontra la Colombia" sul tema "Scuola e diritti: una altra infanzia è possibile!" con la presenza straordinaria dei diretti coordinatori FONDIARIA SAI DIVISIONE FONDIARIA Agenzia Generale di Valdagno Via S. Clemente, 10/12 36078 VALDAGNO (VI) Tel. 0445 409735 - 409933 - Fax 0445 406097 e-mail: [email protected] divisione FONDIARIA 2 il nostro campanile - maggio/giugno 2009 IL PUNTO - continua dalla prima pag. zone di periferia, appunto perché “Estate In Citta,” sia veramente di tutta la Città. Mi ricordo, quando ero molto giovane, anch’io facevo parte di un gruppo musicale denominato “I Pettirossi” e mi ricordo anche che “Nemo propheta in patria” dovevo il più delle volte esibirmi al di fuori del nostro territorio Comunale perché le occasioni per suonare a Valdagno erano veramente poche ed in parte venivano annullate... da cosa direte voi... pensateci un attimo... siamo a Valdagno... cosa succede spesso a Valdagno ? Piove.!!! Vorrei quindi che la prossima Estate In Città fosse parte di un progetto ad ampio respiro nel quale la Pro Valdagno sia parte integrante assieme all’Amministrazione Comunale, alle altre associazioni, alle persone che vogliono con noi autocoinvogersi, per raggiungere un obbiettivo comune che dovrebbe essere quello della partecipazione popolare a tutti i livelli. Coloro che, interessati e motivati, possono contattarci presso la nostra sede, saremo ben lieti di ascoltare, sviluppare e produrre assieme a loro, progetti idee e considerazioni. Un pensiero che mi viene spontaneo, a questo punto, è quello che la nostra Città ha potenzialità notevoli sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista ambientale e perché no anche dal punto di vista umano..., bisogna solamente saperle sfruttare adeguatamente mettendo magari da parte qualche bega di tipo ideologico oppure solamente caratteriale per arrivare allo scopo. Non voglio certamente fare il moralista ma certo è che nei tre mesi appena trascorsi dalla mia nomina, ho potuto rendermi conto che, nonostante tutto, queste piccole incongruenze ancora esistono. Parlare e non sparlare... discutere e non disconoscere... collaborare e non invidiare... pensare... esprimere... confrontare senza chiudersi nelle proprie ragioni. Io per primo cercherò di riconoscermi in questo e se per caso sbaglio sono pronto a chiedere scusa. Spero di portare a termine un progetto che è fin d’ora prerogativa indissolubile di tutto il consiglio di amministrazione e di tutti i soci che già ci stanno aiutando. Sono forse troppo idealista ? del tipo “vogliamoci tutti bene”... no... no... al contrario, cerco di essere realista e la realtà, come la verità, tutti dicono di professarla, ma poi pochi veramente ci riescono. A buon intenditor... Un cordiale saluto a tutti ed arrivederci a presto. Il Presidente della Pro Valdagno Andrea Ederosi È attivo il sito web: www. provaldagno.it Per inviare posta e leggere “Il nostro campanile” in formato elettronico (dalla prima “Valdagno incontra la Colombia”) Palazzo Festari, 29 maggio 2009. Il Presidente del Comitato, dr. Guido Novella (a destra), assieme a Cristiano Morsolin e la moglie, Ivonne. del progetto di sviluppo "Escuela Viajera" il valdagnese Cristiano Morsolin e sua moglie Ivonne Oviedo Poveda che veniva per la prima volta a Valdagno. Cristiano Morsolin opera da una decina d'anni come animatore ed educatore dei bambini di strada e bambini lavoratori nelle grandi città dell'America Latina, a Lima in Perù, a Quito in Ecuador e, da 3 anni, a Bogotà in Colombia. È autore di alcuni libri e diverse pubblicazioni per riviste europee nel settore pedagogico e socio-culturale. Alla presenza di una sala Soster sorprendemente gremita c'erano altri importanti appuntamenti sia in Valdagno che a Vicenza con l'inaugurazione del Festival Biblico 2009 - di tanti amici, le ex compagne di scuola e gli insegnanti del Luzzatti, parenti, cittadine colombiane e molti cittadini valdagnesi, Cristiano ha presentato loro la moglie Ivonne, colombiana di Bogotà, direttrice da vari anni di una scuola elementare parificata aperta ai bambini e bambine lavoratrici in situazioni molto precarie, di abbandono e di rischio. Attraverso alcune significative immagini hanno presentato al numeroso pubblico presente la difficile realtà della capitale colombiana, situata in un altopiano a 2.600 metri di altitudine, con un alto tasso d'inquinamento e una situazione economica-sociale molto difficile. Bogotà conta 8 milioni di abitanti, dei quali quasi 4 milioni sono "desplazados" - rifugiati interni - famiglie intere che, negli ultimi 10 anni, sono state costrette a lasciare in fretta le zone rurali di provenienza a causa dei narco-trafficanti, dei guerriglieri delle FARC e dei paramilitari arruolati dai latifondisti e dai proprietari terrieri (poche decine di ricche famiglie godono della proprietà del 70% delle terre fertili, una situazione questa molto diffusa in tutta l'America Latina). Ivonne Oviedo Morsolin ha presentato in lingua spagnola, con la traduzione simultanea di Cristiano, il loro nuovo progetto di sviluppo nel campo educativo "Escuela Viajera" ovvero "Scuola viaggiante" che consiste nell'utilizzo di un autobus-caravan molto attrezzato per avvicinare parte delle migliaia di bambini, bambine, adolescenti e giovani lavoratori che abitano nei sobborghi degradati della città e nelle aree agricole della periferia impossibilitati ad accedere alla scuola pubblica e permettere loro di frequentare nel pomeriggio una regolare scuola elementare con il diploma parificato. “Ma non si tratta tanto e solo di aiutarli a leggere e scrivere - affermano Ivonne e Cristiano - per noi l'obiettivo principale è quello di promuovere lo sviluppo umano e integrale dei bambini, delle bambine, degli adolescenti e giovani e le loro famiglie in situazioni di vulnerabilità, a partire dalla promozione e della difesa dei loro diritti attraverso un percorso di organizzazione dal basso, con proposte che rispondano alle loro necessità”. “Questa iniziativa - continuano - nasce da una loro lettura degli ultimi anni basata sull'esperienza di vita, di condivisione della realtà nei quartieri popolari, di accompagnamento di un processo di protagonismo costruito insieme alle associazioni dei NATs, “Ninos Adolescentes Trabajadores” - bambini/e, adolescenti lavoratori - che si basa su esperienze pedagogiche adatte agli interessi di comunità di diversi settori sociali come l'infanzia, l'adolescenza e la gioventù più povera ed emarginata, "desplazada" e lavoratrice delle periferie urbane e rurali, con l'aiuto di educatori impegnati nella trasformazione della realtà”. Mentre la platea segue in silenzio e con particolare attenzione, Cristiano e Ivonne concludono il loro accorato intervento dicendo che “In questi tempi di "notte colombiana", che diventa sempre più oscura per i poveri, vogliamo portare con tutti Voi la luce dell'annuncio della "Buona Novella" perché un mondo più giusto è possibile. Questo cammino vuole portare speranza nelle comunità locali, contribuendo con sfide pedagogiche, che si adattino a un contesto imprevedibile e instabile, che allo stesso tempo possa rappresentare un esempio semplice e flessibile di alternative, di resistenza NON VIOLENTA dell'infanzia e della gioventù; in questo modo si sostiene lo sviluppo degli obiettivi per plasmare forme di vita possibili, creatrici di "donne e uomini nuovi", consapevoli e preparati, capaci di essere soggetti di diritti e protagonisti del cambiamento locale, "donne e uomini" che lavorano quotidianamente per la trasformazione della loro storia personale, familiare e sociale, la storia di cittadinanza attiva di una intera nazione, di un intero continente (quello latino-americano) che vuole scrivere nuove pagine cariche di Pace, di Giustizia e di Speranza". E un grande, prolungato applauso ha interrotto il prolungato silenzio del numeroso pubblico presente. È stato in quel momento che il Presidente del Comitato il Dr. Guido Novella ha ringraziato a nome di tutti Cristiano e la sua sposa per la difficile missione che stanno portando avanti e ha consegnato a Ivonne alcune recenti pubblicazioni su Valdagno e, a nome dell'amministrazione comunale e del Sindaco della nostra città - per lei ora città di adozione - una bella pergamena di Benvenuto e di Accoglienza con calore e con orgoglio tra la comunità valdagnese con l'impegno che i loro progetti saranno anche nel cuore dei Valdagnesi. Il maestro di musica recoarese Tiberio Bicego ha accompagnato la serata con alcune note canzoni latino-americane scritte da Violetta Parra. Con un fragoroso applauso e un commosso abbraccio finale è stato salutato Carmelo Fioraso, coordinatore del progetto agricolo in Brasile, che il mattino dopo rientrava nella sua missione in Pernambuco dopo un breve periodo di permanenza in famiglia. Ci si è dati l'appuntamento dopo l'estate per incontrare "L'Africa" attraverso la testimonianza del missionario saveriano P. Antonio Guiotto - per gli amici Toni Cinesin, figlio dell'indimenticato Nello Cinesin della Libreria Buona Stampa - che da 30 anni opera con grande dedizione nella martoriata terra della Sierra Leone nel Golfo della Guinea e che presenterà il progetto "Sorriso". E in quell'occasione sarà possibile sentire anche le testimonianze del prossimo viaggio di studio e lavoro che una decina di componenti il Comitato effetueranno in Brasile, a Santiago del Cile e a Calcutta in India. Mentre Cristiano e Ivonne ringraziavano commossi i presenti e i Valdagnesi tutti per la stima e l'amicizia sullo schermo era evidenziata uno scritto di un famoso scrittore e poeta brasiliano: "Temos que aprender a viver mais simplesmente para que os outros simplesmente possam viver" cioé: DOBBIAMO IMPARARE A VIVERE PIU' SEMPLICEMENTE PERCHE' ALTRI SEMPLICEMENTE POSSANO VIVERE! Florindo Morsolin REFER. PROGETTO COLOMBIA Associazione Provaldagno il nostro campanile Periodico di informazione della Valle dell’Agno Direttore Responsabile Gianni Luigi Spagnolo Direttore Vittorio Visonà Recapito Associazione Provaldagno IL NOSTRO CAMPANILE Viale Trento 4/6 - 36078 Valdagno e-mail: [email protected] Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Da sin.: Sergio Dal Medico coordinatore del gruppo d'appoggio "Vittorio Bicego" per la Guinea Bissau; Cristiano e Ivonne Morsolin e Carmelo Fioraso volontario in Brasile con il progetto agricolo "Mandala 2009". il nostro campanile - maggio/giugno 2009 3 BEPPE FORNASA: CINQUANT’ANNI DI AMORE PER L’ARTE FOTOGRAFICA Beppe Fornasa ha festeggiato, domenica 28 giugno, i suoi cinquant'anni di impegno con l'arte fotgrafica, esercitata con indubbia passione, con un cordiale, anzi amichevole, incontro, aperto a tutti, nel giardino di casa propria, allestendo su un breve muro antistante l'abitazione, una piccola mostra di opere fotografiche significative dei differenti momenti di creatività (per soggetti e conseguenti elaborazioni) manifestati e perseguiti con meticolosità, nel cinquantennio. Nelle fotografie di Beppe, anche in queste esposte per la ricorrenza, si avverte la ricerca profonda e forte, se non fosse per qualche “cedimento” romantico, di quell’espressionismo, anticlassico e antiretorico, eticamente ineccepibile nella sua essenza ed esteticamente inattaccabile alla verifica dei ritmi “cromatici” (anche se le foto sono rigorosamente in bianco-nero) suggeriti dalle forme solo apparentemente reali. Dunque, quali possono essere i soggetti-motivo di elaborazione fotografica? Le opere esposte, una decina in tutto, indurrebbero a pensare che tutto, o quasi, può essere oggetto di ricerca-elaborazione fotografica: la figura umana, gli animali, il cielo, il paesaggio, l'erba, i muri vecchi delle case con le loro macchie di muffa o altro, ecc. Un'attenzione particolare, tuttavia, sembrerebbe rivolta, da Beppe, ai vecchi “murales”: questi giganteschi elaborati bidimensionali grafico-pittorici che gli consentono una personale ricerca, che porta a produrre, sfruttando tecniche ed esperienze acquisite, opere fotografiche assolutamente originali. Queste brevi osservazioni, sulle foto esposte, vengono spontanee. E se ne parla con i numerosi presenti alla riunione, che Beppe ha organizzato per festeggiare i suoi cinquant'anni di impegno nel campo fotografico. Intanto il coro “Amici dell'Obante” intona una bella canta: tutti allora ad ascoltare in silenzio l'esibizione, ineccepibile, dello storico gruppo, che ha voluto partecipare all'amichevole evento. Ma non è finita qui. Nel giardino-orto è stata imbandita una tavola con sopra ogni ben di dio. Ovviamente, la festa è continuata. Vittorio Visonà La ricerca storica di Maurizio Dal Lago VALDAGNO E I MARZOTTO: UN LEGAME COMPLESSO IN PARTE ANCORA DA COSTRUIRE Foto di copertina: Valdagno, 1930 - gli operai delle imprese Benetti e Guiotto davanti all’Ospedale in costruzione. Foto a destra: Valdagno, 6 settembre 1948 - Gaetano Marzotto con il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi in visita agli stabilimenti Marzotto. (Archivio Comunale di Valdagno) Un libro, scritto senza schemi precostituiti, attento ai dettagli, rigoroso nelle ricostruzioni. Leggendo il libro di Dal Lago frutto di un'accurata ricerca documentaria e ricco di particolari inediti - si entra in una prospettiva inedita della storia di Valdagno nel Novecento, scoprendo percorsi di lettura del nostro passato del tutto sconosciuti o sottovalutati dalla storiografia locale. Valdagno “feudo” dei Marzotto è sempre stato il punto di vista per così dire obbligato non solo per gli storici ma anche per larga parte dell’opinione pubblica, dentro e fuori la nostra città; in questo modo si è identificata la storia della “Fabbrica” con quella città, non valutando appieno gli eventi di cui i Marzotto non furono gli unici protagonisti, in particolare le vicende politiche e amministrative, in periodi molto difficili della storia nazionale, con due guerre che sconvolsero il nostro territorio. A complicare ulteriormente il filo del discorso storico ci sono poi le vicende interne della famiglia Marzotto: infatti nei primi tre decenni del Novecento i Marzotto erano divisi in rami ugualmente potenti e prestigiosi, a volte alleati, a volte in contrapposizione; vicende che influenzarono direttamente la vita economica e politica di Valdagno dell’epoca. Ecco quindi il pregio di questo libro, attento ai dettagli, rigoroso nelle ricostruzioni, che riesce a restituire una immagine “a tutto tondo” di un’epoca ricca di fermenti sociali e politici che finora non erano mai stati portati ad evidenza. Basti pensare, ad esempio, agli anni ‘10 e ‘20 del Novecento, quando nel 1914 si dovettero fare le elezioni amministrative anticipate per insanabili contrasti all’interno dei Marzotto; e ricordare che in quell’anno 5 consiglieri comunali su 30 erano Marzotto. Ma nel giro di pochi anni, nel 1920, scompare la vecchia classe dirigente liberale e in consiglio comunale troviamo 24 consiglieri del Partito Popolare - con il sindaco Girolamo Dalle Ore - e 6 socialisti. La costituzione del partito fascista (presente a Valdagno dall’aprile del ‘21) e la nascita a livello nazionale del partito comunista, poco dopo, porranno le premesse di tutte le vicende politiche che condizioneranno la vita cittadina fino agli anni ‘90 del secolo scorso. Sul fronte sociale viene ricostruito “il settembre nero” del 1921 con la serrata della manifattura di V.E. Marzotto, in risposta alle proteste operaie dovute alla riduzione del 30% della manodopera. Sempre in quel periodo, il ferimento a morte di Vittorio Emanuele Marzotto: un fatto legato a vicende interne alla famiglia, che cambiò profondamente l’assetto interno ed esterno di tutto il gruppo Marzotto. Ed ancora, la vicenda De Gasperi nel 1926, allorché il prestigioso esponente del Partito Popolare venne pesantemente inquisito dal Fascismo. A salvarlo da più gravi conseguenze intervenne Luciano Marzotto, deputato, che proprio per questo venne costretto alle dimissioni nel 1928 ed espulso dal partito fascista, perché “beghista”, cioé piantagrane, non allineato alle direttive del partito. Esempio in controtendenza rispetto a tutto un assetto politicosociale che in quegli anni, dal 1923 sotto la guida di Dalle Ore, effettuava una “transizione morbida” al Fascismo. A chiudere il libro, la questione della candidatura di Gaetano Marzotto al Senato, più volte riproposta, ma mai andata a buon fine, per il profondo cambiamento degli assetti politici del secondo dopoguerra. Come si vede, quello di Dal Lago è un libro denso di informazioni e di prospettive storiche inedite, scritto con quel giusto equilibrio che rifugge dalle scorciatoie polemiche e dalle strumentalizzazioni. Un libro prezioso per conoscere e capire la nostra storia, per meglio definire i contorni dell’identità della nostra comunità civile. Gianni L. Spagnolo 4 il nostro campanile - maggio/giugno 2009 VA L D A G N O Architettura e fotografia oggi Edizioni Litovald Pubblicazione edita per il 25° di Gianni Vencato Lane, con il Patrocinio del Comune di Valdagno; foto di Bruno Vendramin, poesie di Michele Vencato, traduzione in inglese di Marco Filippo Vencato. Per i soci Pro Valdagno, sconto del 10% sul prezzo di copertina ( 18,00) presso Libreria Buona Stampa, esibendo tessera socio. Le immagini in sequenza a partire dall’alto: Parco “La Favorita”, scorcio di corso Italia con veduta del campanile, particolare di un balcone, interno palazzo Nanti, particolari palazzo Mastini, piazza chiesa Ponte dei Nori Una carellata di immagini, suggestive, alcune di livello estetico, che ti fanno scoprire una Valdagno che non avresti mai pensato di vedere così bella... Eppure passiamo e ripassiamo per questi luoghi, da anni... Ma “l’occhio fotografico” di Bruno Vendramin scava in profondità degli edifici, delle piazze, delle vie, del paesaggio urbano e collinare, educando il nostro sguardo, spesso distratto o semplicemente svogliato, a cogliere la bellezza di un dettaglio, una prospettiva, una fuga di linee, l’armonia di un gesto architettonico, la dolcezza di un declivio, la magia di un tetto innevato. Un libro da sfogliare con calma, da tenere sul tavolino del salotto buono, perché ogni volta che lo apri ci trovi qualcosa di nuovo. il nostro campanile - maggio/giugno 2009 SPETTACOLI E CONCERTI DI OGNI TIPO MA SEMPRE DI ALTO LIVELLO ALLA FESTA DELLA MUSICA La cultura fa spettacolo. Deve far spettacolo, come impone la moda del momento, quella dei festival dedicata alla letteratura, alla filosofia, alla scienza e alla Bibbia (nella ormai consolidata formula vicentina). E anche Valdagno ha il suo Festival, o meglio, per esattezza, la Festa della Musica: un evento che è cresciuto per qualità e quantità negli ultimi anni e che nell’edizione del giugno 2009 ha registrato un buon afflusso di spettatori (malgrado il tempo non sempre clemente) e una partecipazione da parte di appassionati con pareri ampiamente positivi. D’altra parte la passione per la musica è strettamente connaturata alla tradizione culturale valdagnese, come è ampiamente testimoniato anche dalla recente celebrazione dei 125 anni del Complesso strumentale V.E. Marzotto, di cui abbiamo già parlato su questo periodico. Fare musica, conoscere ed apprezzare la musica in tutte le sue forme, dalla classica alla moderna, dal jazz al pop, al rock, significa aprirsi ad una dimensione culturale in grado di completare qualsiasi percorso formativo e di istruzione. Superando in concreto, la divisione del sapere tra l’indirizzo umanistico e quello tecnico scientifico; divisione tutta funzionale alle esigenze scolastiche, ma deleteria per una formazione completa dei giovani e non solo. UNA CARELLATA DI IMMAGINI E MOMENTI INDIMENTICABILI DELLA MANIFESTAZIONE In sequenza sotto, partendo da sinistra: 1) Marco Tamburini con l’Orchestra Jazz del Conservatorio di Musica di Rovigo; 2) Gruppi emergenti valdagnesi; 3) Serata di musica e danze spagnole; 4) Piero Toso, primo violino dell’Orchestra di Padova e del Veneto; 5) Concerto di Miranda Preto Neresini; 6) Lezione di Didattica musicale; 7) Stage per trombettisti; 8) M° Massimo Gonzo con Miranda Preto Neresini; 9) Orchestra Civica “Città di Gorizia” 5 Questo il messaggio di fondo di una manifestazione che ha messo insieme performances di interpreti professionisti e di allievi e dilettanti (in alcuni casi di ottimo livello). Tutti si sono “messi in gioco” docenti e allievi delle varie discipline artistiche e delle classi degli strumenti. Il risultato è stato ottimo, sicuramente centrato l’obiettivo di attirare l’attenzione del grande pubblico sulla musica, sui problemi e sulle prospettive dell’insegnamento musicale, su realtà, come quella di Progetto Musica e del Complesso Strumentale Marzotto, che meritano sostegno, apprezzamento e promozione anche oltre l’ambito locale. UNA VITA PER LA MUSICA Evento nell’evento, la serata dedicata a Miranda Preto Neresini. Un brivido di intensa commozione ha attraversato il folto pubblico dell’auditorium della Scuola di Musica, quando Miranda, brava insegnante e concertista di vaglia, ha eseguito il pezzo di Chopin a conclusione di un programma che ha spaziato da Schumann a Debussy, da Poulenc a Milhaud, interpretato assieme a Giulia Ferrari, Daniela Magaraggia, Francesca Cucciarrè. Ma Chopin, il “suo” Chopin eseguito con leggerezza e fluidità, ha dato appieno la misura di una classe interpretativa per nulla sminuita dal lungo esercizio dell’attività didattica e concertistica. E a questo i presenti (tra i quali un folto gruppo di ex allievi) hanno tributato una vera e propria ovazione, in omaggio ad una vita spesa, con passione e competenza, interamente per la musica. Gianni Luigi Spagnolo 6 il nostro campanile - lmaggio/giugno 2009 Molly, Bartolomeo e la notte di San Lorenzo Nella notte di San Lorenzo molte persone si erano date appuntamento presso l’osservatorio di Marana di Crespadoro per osservare le stelle in compagnia degli astrofili del gruppo “Cieli Perduti”, che in occasione dell’evento delle stelle cadenti avevano organizzato una serata osservativa aperta a tutti. Molte erano le famiglie presenti con i loro bambini che incuriositi ed eccitati facevano la spola correndo avanti e indietro dalla terrazza sopra l’aula didattica, alla cupola dell’osservatorio dove si trovava il grande telescopio. La notte era tiepida e serena, ma una bella bambina con le treccine bionde e i grandi occhi blu ricolmi di lacrime, se ne stava sola in un angolo con il nasino all’insù a guardare le stelle. La piccola era triste perché da poco aveva perduto una persona cara: il suo adorato nonno a cui la bambina era molto legata era volato in cielo, così le avevano raccontato i genitori, per raggiungere la nonna che lo stava da tempo aspettando. Poi all’improvviso una piccola ombra le si avvicinò di soppiatto e incominciò ad annusare le sue gambe e le sue scarpe con fare curioso. “Qui Laika! Qui!”. Strillò una voce argentina di bimba dietro le spalle della piccola Molly che si voltò sobbalzando di scatto per la sorpresa. “Non aver paura”, le disse la misteriosa bambina, “Laika è una cagnolina molto curiosa ma non è cattiva anzi, le piace fare amicizia con gli altri bambini per farsi coccolare”. Molly si chinò lentamente verso la cagnolina che la osservava incuriosita e allungò una mano per accarezzarle il pelo nero e liscio. “Io mi chiamo Anna Laura”, disse la nuova bambina. “E tu come ti chiami?”, chiese Anna Laura, “Io..io sono Molly”, rispose la piccola un po’ intimidita, mentre il cagnolino le scodinzolava intorno e le leccava le mani. “Bene Molly, ti va di giocare con me e Laika?”, le chiese a bruciapelo. “Va..va bene”, rispose Molly e insieme si allontanarono ridendo dalla terrazza seguite da Laika che saltellava esuberante di qua e di là. Le due bambine avevano familiarizzato subito e dopo neanche un’ora erano già diventate amiche. Sdraiate sul prato dietro l’osservatorio con il naso all’insù, scrutavano il cielo e facevano a gara a chi riusciva a catturare il maggior numero di stelle cadenti. In realtà ciò che le bimbe vedevano sfrecciare luminosi nel cielo erano frammenti di meteoriti o pezzi di ghiaccio e polvere stellare sfuggiti dalla scia di qualche cometa, i quali penetrata l’atmosfera si infiammavano disintegrandosi prima di raggiungere la superficie terrestre. Alcuni di questi frammenti hanno una luminosità tale da sembrare un fuoco d’artificio e a volte il loro passaggio è accompagnato anche da un sonoro boato. Tali oggetti stellari sono noti in astronomia con il nome di bolidi. Seguendo le regole della tradizione, per ogni stella cadente che vedevano sfrecciare nel cielo le due bambine esprimevano segretamente un desiderio. Molly in particolare custodiva nel suo cuoricino un desiderio a lei tanto caro e sperava che almeno in questa notte magica qualcuno lassù nel cielo esaudisse la sua preghiera. Quando il nonno era ancora vivo, egli abitava in una casetta che si trovava in una contrada vicino al paese dove era sorto l’osservatorio. Il nonno andava spesso là a passeggiare e ogni tanto portava anche Molly che così vedeva crescere l’edificio mattone dopo mattone. Durante le loro passeggiate a volte li seguiva anche Bartolomeo, un gattone dal pelo rossiccio che il nonno un bel giorno aveva portato a casa quando era ancora un cucciolo arruffato e piagnucoloso. Il gatto crescendo si era così affezionato al vecchio che lo seguiva ovunque lui andasse, perfino quando si spostava con l’automobile. A Bartolomeo piaceva molto spostarsi con l’auto del nonno: si accomodava dietro i morbidi sedili posteriori e se ne stava lì a dormicchiare tranquillo mentre l’auto correva lungo la strada. Ultimamente poi il vecchio aveva preso l’abitudine di uscire tutte le sere più o meno alla stessa ora. Egli saliva in macchina e percorreva un breve tratto di strada che conduceva presso un capitello dedicato alla Vergine Maria. Lì il vecchio si fermava e sostava per un paio d’ore, poi ripartiva e tornava a casa, e così il giorno seguente e il giorno dopo ancora. Il gatto Bartolomeo saliva con lui sull’auto, si accovacciava sui sedili posteriori e lì vi rimaneva per tutta la durata di quell’insolito giro che il vecchio faceva tutte le sere. D’estate poi quando i finestrini dell’auto rimanevano abbassati, Bartolomeo sgusciava fuori dal finestrino posteriore e andava a sgranchirsi le zampe fino alla sorgente che sgorgava lì vicino al capitello, si sedeva sopra il muro di pietra e restava lì a godersi il fresco della sera, tra il canto dei grilli e lo stormire delle fronde degli alberi accarezzati dalla lieve brezza estiva. Spesso il vecchio lo raggiungeva, si sedeva accanto a lui e si rinfrescava il volto accaldato con l’acqua della sorgente. Bartolomeo scrutava l’uomo con i suoi grandi e penetranti occhioni gialli, lo vedeva diventare sempre più vecchio e malinconico, e ultimamente i suoi occhi erano sempre arrossati. Bartolomeo che era un micio molto sensibile, intuiva che il padrone non stava bene ma non capiva il perché. Da un po’ di tempo non vedeva più la piccola Molly girare per casa, forse il vecchio ne sentiva la mancanza e per questo si sentiva tanto triste. Poi una sera tornando a casa il padrone gli disse: «Caro Bartolomeo, spero tanto che il Cielo esaudisca le nostre preghiere e ci restituisca la nostra Molly». E mentre parlava accarezzava dolcemente la testolina del gatto che rispondeva facendo le fusa. La bambina in quel periodo era trattenuta in ospedale a causa di una grave malattia e così il nonno si recava tutti i giorni presso il vicino capitello della Vergine a pregare per la salute della sua adorata nipotina. Poi un bel giorno il sorriso tornò ad illuminare il volto del vecchio con gran sollievo per Bartolomeo che presto vide di nuovo sgambettare sotto il tavolo le vivaci gambette della piccola Molly. Passarono alcuni anni, il nonno di Molly si faceva ogni giorno sempre più vecchio e stanco, finché un giorno si addormentò sulla sua solita poltrona che si trovava nel soggiorno della sua casa e non si risvegliò più. Quando i vicini di casa e i genitori di Molly lo trovarono, Bartolomeo era accoccolato ai suoi piedi e lo vegliava. Nel trambusto e la confusione che ne seguì, nessuno si curò del povero micio che scomparve senza lasciare alcuna traccia. Solo Molly non aveva dimenticato Bartolomeo e così quella sera mentre guardava il cielo chiese di poter ritrovare il suo amico perduto. A qualche chilometro di distanza nei pressi del capitello dedicato alla Vergine, un gatto rosso si aggirava da quelle parti come se stesse cercando insistentemente qualcosa, o forse qualcuno. Poi si diresse verso la sorgente e si arrampicò sopra il muro di pietre che la recintava e lì si fermò in attesa. Il fatto ormai si ripeteva da diversi giorni come una sorta di rituale. Anche quella sera il gatto se ne stava lì seduto sul muro di pietra davanti alla sorgente e aspettava. Poi dal buio della notte sbucarono due fari luminosi di un’auto che si fermò proprio all’altezza del capitello. Il gatto vide l’auto e le andò incontro come se l’avesse riconosciuta. Dalla macchina scesero una donna e una bambina. La piccola si nascose dietro a dei cespugli per fare i suoi bisogni, poi fece per ritornare in auto quando vide il gatto avanzare verso di lei. Molly si chinò a guardarlo e notò che aveva lo stesso pelo rosso di Bartolomeo. Anche il gatto la guardava, sentiva che la piccola creatura che le stava davanti aveva un odore familiare che aveva già sentito altre volte in casa del suo vecchio padrone. Anche l’auto gli era familiare così si avvicinò per guardarla meglio: l’odore dei sedili, il loro colore, tutto corrispondeva, era la macchina del suo vecchio padrone. “Finalmente!”, pensò il gatto, “Il mio padrone è tornato a riprendermi.” E con un balzo saltò sui sedili posteriori e si accovacciò al suo posto come d’abitudine, sotto lo sguardo carico di meraviglia degli altri umani che lo fissavano stupiti. Sotto la fioca luce della lampadina dell’abitacolo Molly vide che il gatto aveva il pelo rosso come il suo Bartolomeo. Gli si avvicinò esitante e provò a chiamarlo. «Bartolomeo...Bartolomeo... sei proprio tu?». Il gatto sentendo pronunciare il suo nome di battesimo rispose con un sommesso mugolio, si sollevò sulle zampette anteriori e protese la testolina per farsi accarezzare. «Oh ma allora sei proprio tu, il mio piccolo Bartolomeo!» esclamò la bambina al culmine della felicità e tese le braccia per abbracciarlo. Bartolomeo appoggiò la testolina sul petto di Molly e si mise a fare le fusa. «Sapessi quanto ti ho cercato. Finalmente ti ho ritrovato. Non ci lasceremo mai più», sussurrò la piccola Molly. “Mai più!”, pensò Bartolomeo e finalmente dopo tanto tempo si rilassò, abbandonandosi tra le morbide braccia di Molly che seduta sui sedili posteriori dell’auto lo stringeva forte a sé. racconto di Elisa Ercego S.R.M. s.n.c. di Randon Ilario - Zini Pietro società riparazioni e costruzioni metalmeccaniche Via Campagna, 53 36078 Valdagno (VI) Tel. e Fax 0445/431359 D A il nostro campanile -maggio/giugno 2009 7 VALDAGNO FESTEGGIA GLI OTTANT’ANNI DELLA SEZIONE A.N.A. Il labaro verde della sezione ANA di Valdagno lievemente ondeggia, orgogliosamente innalzato dall'alfiere, capofila di ben oltre un migliaio di Penne Nere inquadrate ed in marcia in successione per gruppi, ventidue in tutto, provenienti dalle varie località della vallata. E' indubbiamente uno spettacolo coinvolgente questa sfilata straordinaria, organizzata come solo la sapienza alpina sa fare, che fa parte dei festeggiamenti per gli ottanta anni di fondazione della sezione valdagnese dell’Associazione Nazionale Apini (ANA). E la gente ha risposto all'invito degli alpini ad assistere alla loro sfilata, domenica 15 giugno, disponendosi numerosa e partecipativa lungo tutto il tragitto, dal parco La Favorita, a viale Trento, viale Regina Margherita, corso Italia, piazza del Mercato e infine piazza del Comune, salutando e sollecitando l'attenzione dei partecipanti, quasi a voler comunicare non solo un caloroso saluto, ma il senso più profondo di stima e riconoscenza nei loro confronti per l'impegno che profondono, quando chiamati, nelle urgenze e nelle calamità, purtroppo non rare, ovunque esse si manifestino in tutta la loro gravità, procurando sostegno ai colpiti, quanto più possibile con le disponibilità reali. Perché gli alpini, dopo la naja, mantenendo spirito di corpo e senso altruistico, hanno saputo dotarsi di mezzi per offrire servizi, attraverso organizzazioni operanti nel sociale, là dove chiamati dall'impellenza. E' stata sicuramente una "bella" e non breve fatica quella impiegata dagli organizzatori valdagnesi per mettere insieme tutta la complessa manifestazione, che comprendeva momenti aggregativi diversi (tra sabato e domenica). Gli incontri, prima in sede sezionale, col Presidente nazionale ANA e, successivamente, insieme al direttivo sezionale, in sala consigliare del municipio, con i sindaci di Valdagno, Recoaro Terme, Comedo Vicentino, Brogliano, Altissimo, Castelgomberto e Trissino, con discorsi di rito e scambio di doni e attestazioni di merito. Tra l'altro anche la presentazione del libro, curata dal Centro Studi della Sezione Ana, "Primissima Valdagno accolse gli Alpini d'Italia", che ricostruisce in modo puntuale la lunga tradizione che lega la Città di Valdagno e tutta la Valle dell'Agno al Corpo degli Alpini. Una lapide in pietra, posta su una parete della torre campa- naria dell'Ospedale Vecchio S. Lorenzo (prima caserma alpina in Valdagno) ricorda che “Qui nel 1875, primissima Valdagno accolse Vigili scolte al patrio confine, GLI ALPINI D'ITALIA, ... più che Uomini Giganti... più che Soldati Eroi... eterni nella Gloria”. Un sabato sera, in città, con bande e cori, bancarelle e gastronomia, mentre al parco La Favorita, sotto l'ampio tendone, si sprigiona altra musica proposta da giovani bands. Ed ecco il "Gran giorno", la domenica mattina con l'alza bandiera davanti al monumento ai caduti della Grande Guerra, presso l'Ospedale S. Lorenzo e poi Ia S. Messa nella chiesa di San Gaetano affollata e finalmente, al pomeriggio, la grande sfilata con oltre millecinque cento alpini, tutti con la divisa del gruppo di appartenenza e con il cappello alpino: Valdagno Centro, Altissimo, Castelgomberto, Cereda, Brogliano, San Quirico, Recoaro, Castelvecchio, Cornedo, Massignani Alti, Novale, Piana, Valle di Castelgomberto, Campotamaso, Muzzolon, Montepulgo, Maglio di Sopra, Ponte dei Nori, Cerealto, Trissino, Fongara, Castello. Sfilata aperta dai gonfaloni dei comuni aderenti alla sezione alpini di Valdagno, dalle bande musicali di Castelgomberto e Muzzolon a ritmare il passo di marcia della "Trentatré", bandiere, gagliardetti e labari di gruppi e sezioni provenienti anche da luoghi lontani a sottolineare, con la propria testimonianza, tutta l'importanza di questa festa. Fiori e ancora bandiere alle finestre e balconi delle abitazioni lungo il tragitto. E poi, in piazza del Comune, fragorosi applausi all'arrivo degli alpini veterani della seconda Guerra. Tra questi, il più anziano, Felice Cunegatti, classe 1909. Il susseguirsi dei discorsi ufficiali, quelli del sindaco di Valdagno Alberto Neri, del presidente nazionale ANA Corrado Perona e del presidente sezionale Nazario Campi: da tutti ricordi, ringraziamenti, esortazioni, auguri, saluti. La festa continua, anche dopo l'ammaina bandiera al monumento ai caduti, nelle piazze e nei tanti luoghi di ritrovo a ripercorrere, finalmente sollevati dai tanti pensieri, che tutto filasse liscio, i vari momenti di un evento che è già significativa pagina di storia di questo amato territorio. 2 3 4 5 6 7 8 9 Vittorio Visonà Ceolato PREFABBRICATI IN C.A.P. - COSTRUZIONI EDILI CEOLATO PREFABBRICATI SPA - Via Nori, 10 - Valdagno (VI) Telefono 0445 401111 (3 l.r.a.) - Fax 0445 401550 e-mail: [email protected] 1 www.ceolatoprefabbricati.it A partire dall’alto, da sinistra a destra: 1) S. Messa nella chiesa parrocchiale di San Gaetano celebrata da mons. Giuseppe De Santi, con la partecipazione del coro alpino di Novale. 2 e 3) Le bande musicali di Muzzolon e Castelgomberto. 4,5,6) Momenti della sfilata degli alpini della sezione di Valdagno 7) I sindaci di Brogliano, Altissimo, Valdagno, Cornedo, Recoaro, Trissino e Castelgomberto presenti alla manifestazione per gli 80 anni della sezione alpini di Valdagno 8) Il presidente nazionale ANA Corrado Perona 9) L’ammaina bandiera al monumento ai caduti della Grande Guerra. 8 il nostro campanile - maggio/giugno 2009 LE TRASPARENZE DI MARTA PETRUCCI Una suggestiva mostra allo studio Zen di Valdagno per documentare un percorso artistico in continua evoluzione Il lavoro ad'acquerello, una tecnica che consente una grande libertà espressiva con risultati di sorprendente freschezza da parte di chi riesce a dominarla con sapiente equilibrio, permette, conoscendo il mezzo artistico, di affinare il senso del colore e alleggerire la resa della forma. La mostra, costituita esclusivamente da acquerelli, è indicativa della flessibilità con cui la pittrice interviene nelle diverse manifestazioni della sua creatività. Marta Petrucci, raffinata artista valdagnese, laureata in lettere, indirizzo artistico all'Università di Padova con il professor Lionello Puppi, presenta in questa personale una copiosa serie di opere realizzate con questa tecnica. Pitture cariche di emozioni e tracce perfino storicizzate. Carte colorate percorse da "velature", da trasparenti superfici atmosferiche che inducono ai ricordi per la natura con le sue tante manifestazioni: caldo, freddo, acqua, vegetazione, forme, colori. Forme e colori. Forme in contrapposizione e sospese dentro fluttuanti trasparenze (e anche il titolo della mostra) in apparenti concretismi, fuori peraltro da una qualsiasi classificazione accademica: figurativo, astratto, informale. "Figure" ispirate e originali tracciate dopo silenziose pause dentro spazi delineati morbidamente dallo scorrere sicuro del pennello,che traccia segni precisi ed eleganti, non troppo marcati ma visibili, e che costruisce con sapienza architetture aeree, modulate su un sentire naturalistico, dove ricorre, quasi sempre, la ricerca di linee rette intersecantesi con linee curve a formare un intricato reticolo. Marta, esaurientemente spiega che nei suoi acquerelli «vi è una ricerca di organizzazione: linee rette e curve, una incorniciatura delle stesso spazio colorato, ma complice l’acqua, il risultato di libertà è dato non solo dalla gamma più estesa e gioiosa dei colori stesi più spontaneamente, ma anche dalla loro calcolata espansione, delle sgocciolature, dalla dilatazione sulla carta e dal diverso assorbimento che rende differenti le trasparenze dei colori stessi». Sono quindi abilità, non sono ammessi ripensamenti, e gioco del colore a manifestare alla fine l'opera. Ma un interrogativo si pone alla mente, osservando queste campiture dai toni caldi, ma soffusi in un luminoso impasto e vivace orchestrazione. E l'interrogativo scaturisce proprio nell’osservare tali cromaticità scelte: colori che saporano di antico e presente, di classico e contemporaneo. Raffinate stesure sapienti, ma "vivaci" e "dissacranti". A macchia, anche, senza ricorrere al macchiaiolismo, anche se l'effetto chiaroscurale e resa atmosferica spingerebbero a pensare alla pittura macchiaiola toscana. In fondo in Marta, per parte paterna, scorre sangue toscano. E in queste belle opere e impossibile non percepire nelle atmosfericità senza precedenti, vere potenzialità luminose, il chiarore assorto dell'ora meridiana, l'umore-odore della terra, lo spettro della luce che filtra attraverso la natura, la freschezza di una "foglia" o il buio di una ombra. Elaborazioni tutte eseguite con sicurezza compositiva dentro equilibri di forme, se non liriche geometrie bidimensionali, in un ordine ideale suscettibile e reso manifesto in una fase di estrema rarefazione, ma di assiduo impegno. Pittura di memoria dove spirano soffi di liberta interiore, oltre il documento visibile, che riporta l'esperienza, fremiti di una emozionalità accesa, quasi pratica divinatoria, sempre disposta a recepire nuovi messaggi riverberati dalla storia, quella vissuta attraverso il contatto immediato con gli eventi non solo naturali, seguendo l'onda ritmica e necessariamente armonica (non vi sono mai nelle opere di Marta stridori, aritmie o dissonanze) originata dal movimento dell'acqua, dell'aria, della musica, del silenzio. Composizione 24; 2000, cm. 66x66 «Ora, in questi guazzi (scrive Maria Lucia Ferraguti, nella presentazione "Giochi d' acqua" 2008 a Vicenza) in questi ultimi guazzi, tutto si risolve nello spazio indeterminato ed esteso. Un abbandono a figure bidimensionali immediate, di una pittura sciolta nella vivacità del ritmo, felicissima nella scoperta delicata di forme..., attraversate da un variato mosaico sfumato di morbide superfici. Piccoli formati da luoghi dell'invenzione, risposte alla sensibilità ed al pensiero in spazi instabili urgentemente dipinti su pagine attraversate da punti focali intensi, squillanti blu e verdi, arrivi di gialli imponenti e poi soffi di viola». Improvvise “Trasparenze”: ora concentrate, ora diluite e fievoli, quasi romantiche, gioiosamente sospese nella lucentezza. Vittorio Visonà Composizione 188; 2006, cm. 50x50 Festa della Musica, giugno 2009: una suggestiva immagine tratta dallo spettacolo di danza contemporanea con la Compagnia Kronos “Segreti Percorsi”.