ESZnews 63 febbraio2014 Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale Musica di numeri e timbri Cinque prime esecuzioni assolute per Alessandro Alessandro Solbiati Solbiati nella primavera 2014. S’inizia l’8 aprile, quando il Quartetto Diotima presenterà il Terzo Quartetto a Tours nella Salle Ockeghem dell’Atelier de la Touraine, committente dell’opera. Racconta l’Autore: «Da molti anni attendevo l’occasione di tornare a comporre un quartetto d’archi, l’organico “sacro” della musica occidentale, dopo il mio Secondo Quartetto (versione solo strumentale, senza la presenza d’una voce bianca, di Quartetto con Lied, 1991) e dopo la parentesi dei Sette pezzi del 1995. L’occasione mi è stata offerta da Anne Aubert, che mi ha commissionato un lavoro per il suo Atelier de la Touraine e per il Quartetto Diotima. Si tratta di un’arcata formale unica di circa 16 minuti, costituita da quattordici episodi, o, per meglio dire, da sette coppie di episodi. Il punto di partenza, il materialebase, è una sequenza di altezze con tre note principali, lab-do-re, presa da un brano recente, Gesang ist Dasein, per soprano e corno inglese. Essa viene sviluppata sette volte: in ogni coppia la parte A è in qualche modo la faccia luminosa, “positiva”, che viene ogni volta aggredita da una parte B viceversa corrosiva e “negativa”. Nel settimo caso, per giungere a una sorta di rovesciamento di climi più consono alla mia tendenza allo “happy end”, la prima parte è indicata come A7+B7, mentre la seconda parte è una Coda con profonda dolcezza. Penso che questo lavoro incarni bene lo sforzo profondo e intenso per ampliare i miei confini inventivi e immaginativi, come conviene a quella straordinaria palestra compositiva che è da sempre il quartetto d’archi». Il 15 aprile L’absente per dodici voci miste, pianoforte e percussioni è in cartellone all’Auditorium du Grand Chalon di Chalon sur Saône, nell’interpretazione del pianista Wilhem Latchoumia, di Jean Geoffroy alle percussioni e del Choeur Britten diretto da Nicole Corti. Solbiati spiega in questi termini genesi e caratteristiche del nuovo lavoro: «Il Coro Britten di Lyon ha voluto festeggiare i suoi trent’anni di attività con un ambizioso progetto che ha coinvolto un ampio numero di compositori chiamati ad aderire con un proprio lavoro a uno di tre programmi di concerto basati ciascuno su un differente organico e su un testo commissionato per l’occasione. Ho scelto l’organico di dodici voci miste, pianoforte e percussioni e un testo di ispirazione vistosamente proustiana della scrittrice Florence Delay, da cui ho tratto quattro frammenti, che Monografici e integrali Due prime esecuzioni cameristiche in programma nei Ivan Fedele prossimi mesi per Ivan Fedele. Il 17 marzo Francesco D’Orazio propone al Politeama Garibaldi di Palermo, per la rassegna degli Amici della Musica, Elettra nella nuova versione per violino elettrico a cinque corde e live electronics. Il 23 maggio spetterà ad Aldo Orvieto e Alvise Vidolin presentare una novità per due pianoforti e elettronica all’Auditorium Pollini di Padova. Tre concerti monografici – a Londra, Budapest e Tel Aviv – testimoniano, anche in associazione a progetti di masterclasses, l’affermazione di Ivan Fedele nel panorama internazionale. Il primo appuntamento, distribuito su tre giornate, si svolge al Royal College of Music – in occasione d’una masterclass del compositore –, dove saranno eseguiti, il 18 febbraio all’East Parry Room, Due notturni con figura per pianoforte e live electronics nell’interpretazione di Gwen Rouger e Michael Oliva, e il 19 febbraio, al Recital Hall, Levante, nella versione per violoncello, quintetto d’archi e pianoforte, Magic per quattro saxofoni, Études boréales per pianoforte, Windex per clarinetto e Donax per flauto, affidati al violoncello di Jane Lindsay e al Vasara Quartet. Infine, il 20 febbraio Marco Angius dirige all’Amaryllis Fleming Concert Hall il clarinettista Adrian Somogyi e la Royal College of Music Symphony Orchestra in Syntax 0.1 ([email protected]) per orchestra, Arco di vento per clarinetto e orchestra e Lexicon per orchestra. Nel mese di maggio l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest ospiterà un concerto ritratto in cui il Quartetto Krulik proporrà le Fünfzehn Bagatellen per pianoforte, violino e violoncello, Accents per pianoforte e quartetto d’archi, e il Primo Quartetto (“Per accordar”) Cinque prime si dipartono da simbologie numeriche e peculiarità timbriche, spesso legate a complessi e artisti committenti continua a pag. 2 per archi. Un’ulteriore masterclass con concerto monografico si terrà quello stesso mese a Tel Aviv. Il 2831 maggio Ivan Fedele animerà infatti con Dan Rappaport e Guy Feder i “Contemporary Encounters 2” per compositori e direttori d’orchestra, il cui concerto conclusivo, in programma il 31 maggio al Ran Baron Hall del Center for New Music, The Israel Conservatory of Music di Tel Aviv, sotto la direzione di Dan Rapaport, Guy Feder e Avishay Shalom, prevede l’esecuzione di Fünfzehn Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte, e di Immagini da Escher per ensemble. Numerose le occasioni di ascolto di musica di Ivan Fedele nei primi mesi del 2014. Il 17 gennaio Querida presencia e ¡Hasta siempre! da Paroles Y Palabras per soprano e violoncello sono stati proposti al Teatro Südpol di Lucerna, per la rassegna “Forum for New Music” dai solisti dell’Ensemble Ascolta. Michel Tabachnik dirige la Brussels Philharmonic il 6 febbraio allo Schouwburg Hasselt (Belgio) e il 7 febbraio al Bozar di Bruxelles in Syntax 0.1 ([email protected]). Il 10 febbraio la stagione della Giovine Orchestra Genovese propone al Teatro Carlo Felice di Genova Capt-actions per quartetto d’archi, accordeon e dispositivo elettronico in tempo reale nell’interpretazione di Claudio Jacomucci e del Quartetto Prometeo; il concerto è associato a una masterclass che il compositore terrà al Conservatorio “N. Paganini” di Genova. L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ospita il 25 febbraio l’esecuzione di tre pagine per flauto solo, Donax, Apostrofe e Dedica, affidate a Matteo Cesari. Il Contempoartensemble guidato da Mauro Ceccanti eseguirà il 6 marzo per il ContempoArteFestival al Teatro Studio Krypton di Scandicci (Firenze), La chute continua a pag. 3 Novità cameristiche, tre ritratti del compositore associati a masterclasses internazionali e due importanti uscite discografiche, tra cui l’integrale pianistica segue da pag. 1 (Solbiati: Musica di numeri e timbri) Bruno Maderna L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Fabio Maestri propone il 20 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna “Rai NuovaMusica”, Composizione n. 1 per orchestra: sarà la prima esecuzione italiana dopo la pubblicazione della partitura nell’edizione critica curata da Angela Ida De Benedictis. Roberto Fabbriciani esegue il 25 febbraio al Centro Mexicano para la Música y Artes Sonoras di Morelia Cadenza da Dimensioni III per flauto solo. Composizione n. 2 per orchestra è in cartellone il 1° aprile al Conservatorio Superior de Música de Aragón di Zaragoza, nell’interpretazione di Nacho de Paz alla testa dell’Orquesta dello stesso Conservatorio. L’11 e il 13 aprile Marco Angius dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice al Teatro Malibran di Venezia nell’Introduzione e passacaglia “Lauda Sion Salvatorem” per orchestra, prima esecuzione moderna di quest’opera giovanile dalla pubblicazione in edizione critica e dopo l’unica esecuzione attestata negli anni Quaranta. Infine lo Studio 2 dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ospita il 16 maggio Fabio Bagnoli in Aulodia per Lothar per oboe d’amore, per la serie di concerti “In My Life” della rassegna “Contemporanea”. 2 generano altrettante sezioni molto connesse allo spirito di quel frammento: a) “Dio crea i fiori per i giardini, i prati, i profumi” (l’evocazione di spazi e risonanze); b) “i fiori ritornano. Un attimo, un mese, un anno, venti anni dopo...” (differenti pulsazioni ritmiche accostate e sovrapposte, lo scorrere del tempo con differenti metri); c) “nel giardino d’inverno, abbandonato come un vecchio servitore” (il vuoto, la desolazione, l’assenza di risonanza, il suonorumore); d) “L’oblio avvelena. In un profumo ritorna l’assente” (l’eco, il ritorno evocato). Pianoforte e percussioni sono evidentemente assai utili ad avvolgere le voci in climi e in significati assai francesi...». Sarà l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid a ospitare il 22 maggio Ruggero Laganà nella prima esecuzione integrale delle Undici Variazioni per Ruggero per clavicembalo. Spiega l’Autore: «Ruggero Laganà è sicuramente il mio “amico del cuore”, colui con cui ho condiviso infinite esperienze personali e musicali, dagli studi con Franco Donatoni e Sandro Gorli in avanti. Ma a volte è proprio con gli amici più cari che i progetti di collaborazione rimangono a mezz’aria... Colpito dall’immensa musicalità con cui suona il clavicembalo, da quasi dieci anni ho in animo di dedicargli un lavoro ampio per il suo strumento, ma il progetto, nato nel lontano 2005 e che ha condotto a varie esecuzioni parziali, è rimasto appunto a metà strada, giungendo in porto ora, in vista di questo concerto madrileno. Tutto parte da un gioco di parole: il Ruggiero è una linea di basso sulla quale fin dal primo Rinascimento sono state scritte molte serie di variazioni. E allora perché non giocare sulla parola e anziché fare delle “Variazioni sul Ruggiero” fare delle “Variazioni per Ruggero”? Una seconda osservazione: Laganà è nato l’11 giugno: 11-6, dunque, e il 6 è il numero centrale dell’11. E allora perché non fare un secondo gioco compositivo, che molto ci colpì quando lo conoscemmo nel quartetto The Heart’s Eye composto da Franco Donatoni nel 1977, proprio quando eravamo suoi allievi? Si tratta di comporre le variazioni non “da sinistra a destra”, ma di partire dal centro, qui il numero sei, e aggiungere per cinque + cinque volte una variazione alternativamente prima e dopo la sesta, ricavandole l’una dall’altra, giungendo al numero undici, completando così la dedica e scardinando il rapporto temporale e percettivo tra antecedente e conseguente. Un modo per mettere in musica un’amicizia...». Sarà tenuto a battesimo il 25 maggio all’Auditorium Gruppo 24 Ore di Milano, per la rassegna “Rondò 2014”, No more! per gruppo di bambini e sette strumenti, commissione del Divertimento Ensemble e dei Piccoli Musici di Divertimento Ensemble, che l’interpreteranno sotto la guida di Sandro Gorli. Questo, nelle parole di Solbiati, il percorso che ha condotto alla prima: «Da alcuni anni Sandro Gorli chiede di volta in volta a un compositore di confrontarsi con una situazione compositiva insolita e affascinante: coinvolgere in un brano di durata “importante” per il suo Divertimento Ensemble un nutrito gruppo di bambini che non abbiano alcuna competenza musicale pregressa e renderli in qualche modo i “solisti” del brano. Si tratta evidentemente di una scommessa difficile. Ho innanzitutto scelto di evitare scappatoie che percepivo come un po’ “facili”, come il dare in mano ai bambini oggetti più o meno sonori, chiedere movimenti scenici “a effetto”, aggiungere un’elettronica “di copertura” etc. Mi sono concentrato quindi sulla voce dei bambini, in ogni sua determinazione e potenzialità, ma prima di tutto volevo dare un significato al brano, condurlo al di là del gioco. Quando ho incominciato il lavoro, la crisi siriana sembrava inevitabilmente condurre a una nuova guerra e l’appello incondizionato del nuovo Papa alla pace mi aveva molto colpito. Ho scelto così come testo un semplice motto “No more war! Peace!”, che sentivo ancora più forte se affidato a bambini. Nella prima parte del pezzo la semplice dizione del motto viene espansa a dismisura e ogni sua sillaba, lettera e fonema diviene occasione di un episodio: si inizia dal grido “No!” articolato in molti modi, poi la bocca chiusa della “m” di “more” genera un episodio morbido e sognante, mentre le due “r” viceversa suscitano, soprattutto nel caso legato alla parola “war”, sezioni aggressive e sarcastiche (arrotamenti ridondanti, risate...) e così via. Nella seconda parte ho voluto creare una sorta di teatro un po’ aleatorio, per “responsabilizzare” i bimbi: ensemble e gruppo di bambini devono dialogare-ammiccarsi-litigare, passandosi a sorpresa, e per una durata tutta da decidere, i materiali della prima parte, con un evidente omaggio a talune sezioni maderniane. Nella terza parte, intitolata “Passacaglia”, i bambini devono anche e finalmente imparare... a cantare: via via essi devono riprendere e trattenere vocalmente sette successive note proposte lentamente dall’ensemble, che si ripetono esattamente come un pattern di passacaglia, rivelando via via le sillabe del testo, ora ben riconoscibili». Il cammino di Elia per sei flauti a becco e sei flauti Paetzold sarà infine presentato il 27 maggio a Berlino dal Prime Recorder Ensemble diretto da Antonio Politano. Spiega l’Autore: «Da tempo pensavo di dedicare un mio lavoro all’amico Antonio Politano, formidabile musicista e vero “profeta” dei flauti a becco, o flauti dolci, e ancor più dei sorprendenti flauti Paetzold, sorta di canne d’organo di legno che, nel caso del più grave, il subcontrabbasso in fa, arriva fino all’ultimo fa del contrabbasso. Il mio brano, quindi, non è dedicato al Politano solista e virtuoso, ma al Politano appassionato mentore del suo impressionante gruppo di 12 giovani flautisti, il Prime Recorder Ensemble. La dimensione stessa di questo ensemble mi ha condotto a concepire un’ampia arcata formale di circa 12’, a conferire un respiro quasi “sinfonico” al brano e ad avere una spina dorsale formale, immaginativa e narrativa quasi da poema sinfonico, tratta da un brano del Vecchio Testamento (I Libro dei Re, cap.19) che da sempre amo particolarmente e su cui modellai già circa trent’anni fa il mio oratorio Nel deserto. Si tratta della fuga nel deserto di un profeta Elia minacciato, spaventato e propenso alla protesta contro Dio, dell’apparizione dell’angelo che gli chiede semplicemente di addentrarsi nel deserto e di un’emozionante teofania, in cui Dio è assente in poderose manifestazioni naturali (vento, fuoco, terremoto) ma è presente in un sottile soffio di vento. Come si vede, si tratta di una “storia di aria e di soffio” (il deserto, l’apparizione dell’angelo, il vento, il soffio di brezza) che può ben incarnarsi, in sette fasi, in un simile ensemble di insoliti strumenti a fiato». Il 26 marzo l’Indiana University, a Bloomington, ospiterà la ripresa di Corde per viola sola nell’esecuzione di Pierre-Henri Xuereb. Sempre nel mese di marzo Paola Perrucci eseguirà a Milano Vezelay per arpa sola. Nel mese di maggio uscirà per l’etichetta EMA Records il Cd realizzato da Les Six Voix Solistes sotto la direzione di Alain Goudard con la pianista Ancuza Aprodu, contenente il progetto “Vola alta, parola!” su poesie di Mario Luzi. Di Alessandro Solbiati il Cd, che sarà presentato a Firenze e a Bourg-en-Bresse, propone Durissimo silenzio per sei voci femminili e pianoforte. Il 19 maggio il Conservatoire di Tours propone, nell’ambito delle Journées d’Informatique Musicale di Bourges 2014, un’esecuzione e una conferenza di Alessandro Solbiati. Il 20 maggio è invece in programma al Modern Music Festival di Pechino Mari per cinque strumenti, affidato all’Ensemble Les Temps Modernes. Dal 26 al 31 maggio le due orchestre dei Piccoli Pomeriggi Musicali e dei Pomeriggi Musicali, entrambe sotto la direzione di Daniele Parziani, saranno impegnate al Teatro Dal Verme di Milano nelle prove e nella registrazione di tre brani orchestrali che andranno a comporre un Cd monografico in uscita nell’autunno per EMA Records, comprendente Crescendo, otto brevi pezzi per orchestra di formazione, Ianus per orchestra d’archi e Raggio per orchestra da camera. Il 31 maggio un’ulteriore esecuzione di musica di Solbiati è prevista al Conservatorio di Latina nell’ambito di una masterclass del compositore all’interno di una settimana dedicata alla musica d’oggi dal titolo “Le forme del suono”. Infine, Durissimo silenzio verrà ripreso il 1° giugno a Le Bourgetdu-Lac, per la rassegna Les Voix du Prieuré, dai medesimi interpreti del Cd EMA Records in uscita in quelle stesse settimane. Stefano Gervasoni Itinerari esistenziali L’ etichetta Winter & Winter ha pubblicato, in collaborazione con il WDR di Colonia, il Cd monografico di Stefano Gervasoni Dir - In dir (910 208-2), affidato all’interpretazione degli ensemble Exaudi e L’Instant Donné. In questi termini il compositore presenta il lavoro nelle note di copertina: «Concepiti entrambi come cicli, Dir - In dir e descdesesusf [il pezzo che completa il Cd] sono unificati dall’idea di forma musicale come viaggio iniziatico, cioè di percorso (rito) da compiere per ritrovare un sé rinnovato: in senso ascendente nel caso di Dir - In dir, tendente a un dio possibile o a un oltre-dio, da concepire però dentro di sé, scendendo nella propria interiore profondità […]. Alla base di questo lavoro, i testi poetici di Angelus Silesius, mistico tedesco del diciassettesimo secolo, con i suoi distici tratti dai sei libri del Cherubinischer Wandersmann per Dir - In dir […]. Qui il rapporto con la parola è estremamente mediato, ambiguo: non si tratta mai di cantare un testo o di trasporre un testo in musica. La parola è disseminata nella musica, vi si perde dentro, la rende parlante (al contrario della “prassi normale” che consiste nel non far cantare la parola), fino quasi a trasformarla in parvenza di significante. In Dir - In dir, l’intrecciarsi spiraleggiante del ciclo vocale con il ciclo strumentale a commento, ma in ordine rovesciato, dei distici cantati, finisce con il costruire un labirinto formale percettivo e mnemonico nel quale il testo si perde nella musica (si disperde in suono) e la musica si perde nella parola (in suono che sembra echeggiare o preannunciare fonemi e frammenti di parola)». Doppia presenza di Stefano Gervasoni, con altrettante prime, nella stagione “Rondò 2014” del Divertimento Ensemble. Il 5 maggio il Teatro Franco Parenti di Milano ospiterà la prima esecuzione assoluta di Whisper not - bis, due studi sintetici per viola e live electronics, nell’interpretazione della violista Maria Ronchini e con la realizzazione informatica musicale di Carmine Emanuele Cella. Si tratta della versione riveduta di Whisper Not, con una nuova realizzazione informatica della parte elettronica realizzata da Carmine Emanuele Cella. Il Divertimento Ensemble, guidato dal direttore selezionato dal X Corso di Direzione d’Orchestra promosso dalla compagine, proporrà la prima esecuzione italiana di Froward per segue da pag. 1 (Fedele: Monografici e integrali) de la Maison Usher, musica per il film omonimo di Jean Epsteinper voce femminile e ensemble. Il 9 marzo sarà possibile ascoltare al Dublin New Music Festival le Cadenze (IV-IX) per pianoforte nell’interpretazione di Andrew Zolinsky. I Due notturni con figura sono in cartellone il 9 maggio allo Studio 2 dell’Auditorium Parco della Musica per la rassegna Contemporanea, “In My Life”, affidati al pianista Lucio Perotti. Syntax 0.1 ([email protected]) è in programma, per la terza volta in pochi mesi, il 17 maggio al Großes Haus del Brandenburger Theater, nell’interpretazione di Andrea Pestalozza alla testa dei Brandenburger Symphoniker. Infine, Breath and Break per trio di ottoni e dispositivo elettronico sarà proposto il 27 maggio al Conservatorio di Ginevra dagli studenti della Haute École de Musique (HEM) della medesima istituzione. Due le novità discografiche. È uscito per l’etichetta Cuicatl Harmonia Mundi il cofanetto Musica della luce, seconda ensemble il 14 giugno al Teatro Comunale di Moncalvo (Asti) e il 18 giugno all’Auditorium Gruppo 24 Ore di Milano. La composizione era stata originariamente commissionata e presentata dal Kunstfest Weimar nell’agosto 2011 per il Festival “Pèlerinages”. In questi termini l’aveva presentata l’Autore: «L’etimologia della parola inglese “froward” associa al movimento controcorrente (“from - ward”, opposto quindi a quello diretto indicato dalle parole “toward” e “forward”) un ventaglio di significati di qualità non propriamente positivi come l’essere avverso, scomodo, refrattario, difficilmente piacevole, o l’avere una propensione ad andare contro ciò che è richiesto dalla ragione, dalle regole, dagli usi, e quindi un’inclinazione all’erranza, nel duplice senso di sbagliare qualcosa o di non trovare la giusta via. E “Capo Froward” è anche un luogo geografico, il punto più meridionale del continente sudamericano, scoperto nel 1587 dal navigatore inglese Thomas Cavendish, che così lo chiamò per il suo aspetto ostile. Tutto ciò non è senza riferimento alla motivazione lisztiana inerente la commissione dei “Pèlerinages - Kunstfest Weimar 2011”. La parabola esistenziale e artistica di Liszt si è compiuta attraverso la trasgressione e il compiacimento mondano accompagnati da uno spirito avveniristico (propri dell’esploratore che scopre nuove terre, varcando il capo mai prima oltrepassato) in un rapporto vivo, spesso contraddittorio e conflittuale, fino alla sublimazione finale, risolutrice e pacificante degli anni che seguirono il 1862, quando Liszt decise di ritirarsi nel monastero della Madonna del Rosario di Roma e poi prese gli ordini minori. “Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: Su te sia pace! Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene”: così recita il Salmo 122 (121), il “Canto delle salite” che nel 1884 Liszt scelse di musicare per coro misto, organo, due trombe, due tromboni e timpani, a cui nella mia composizione si fa, non esplicitamente, allusione». Una selezione dei Libri I e II dei Prés per pianoforte unitamente alla prima esecuzione di due nuovi brani dal Libro III, attualmente in progress, saranno presentati da Emanuele Torquati il 18 febbraio all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Il 31 maggio, infine, il Festival Risuonanze di Trieste ospiterà la prima esecuzione assoluta di Tre Canzoni Popolari, un trittico per voce e pianoforte affidato al duo Akiko Kozato e Adele D’Aronzo e composto da “Çe m’pe ti zog sod” (su un canto tradizionale arberëshë della Basilicata), “Think it” (tratto dall’opera Limbus-Limbo) e un nuovo lavoro (tratto da un canto popolare istriano). integrale, in 2 Cd, della produzione pianistica di Ivan Fedele, affidata alla marsigliese Pascale Berthelot. La registrazione propone, nell’ordine, Études boréales, Études australes, Toccata, Cadenze e Nachtmusik. Altrettanto fresco di stampa è il Cd dell’etichetta Dodicilune, che propone di Ivan Fedele, nell’interpretazione di Francesco Mangialardo e Sergio Rizzo, marimbe, e dell’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” diretta da Pasquale Corrado, le Folkdances per orchestra Artéteka e Txalaparta, quest’ultima in una versione per due marimbe realizzata appositamente per questa esecuzione. Un’importante uscita discografica e una prima italiana col Divertimento Ensemble approfondiscono il tema del viaggio interiore Luigi Dallapiccola Un’esecuzione in forma di concerto del Prigioniero, un prologo e un atto da La torture par l’espérance di Villiers de l’Isle Adam e La légende d’Ulenspiegel et Lamme Goedzak di Charles de Coster, è in programma nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 27, 28 e 29 aprile per la stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nell’interpretazione di Louis Otey, baritono, Stuart Skelton, tenore, Veronica Simeoni, soprano, e dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sotto la direzione di Antonio Pappano. Ennio Morricone Riccardo Muti dirige il 6, 7 e 8 febbraio al Symphony Center di Chicago i Chicago Symphony Choir and Orchestra in Voci dal silenzio per voce recitante, coro misto, voci registrate su nastro magnetico e orchestra. Studio per contrabbasso sarà proposto da Massimo Ceccarelli il 30 maggio allo Studio 2 dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per la serie di concerti “In My Life” della rassegna “Contemporanea”. 3 Commissione sinfonica del Teatro alla Scala, in cartellone sotto la bacchetta di Pappano Sándor Veress Riprese in tutta Europa per le Quattro danze transilvane per orchestra d’archi, eseguite dallo Schülerorchester der Musikschule Zürich Affoltern sotto la direzione di Jonathan Brett-Harrison il 31 gennaio allo Jugend Musikschule Knonaueramt im Ennetgraben Saal di Affoltern am Albis (Svizzera) e il 1° febbraio nella Neuen Ref. Kirche di Urdorf (Svizzera); dall’Orchestre Régional de Bayonne Côte Basque diretta da Xavier Gagnepain il 7 febbraio all’Église Saint-Vincent di Hendaye (Francia); da Andrea Mannucci alla testa del NED Ensemble il 13 aprile a Desenzano del Garda (Brescia) per la Stagione Concertistica “Città di Desenzano”. Hommage à Paul Klee, fantasie per due pianoforti e archi è in cartellone il 21 e il 22 febbraio al Cultuurcentrum di Mechelen (Belgio), affidato ai musicisti dello Stedelijk Coservatorium. Infine, Heinz Holliger dirige la Budapest Festival Orchestra in Orbis tonorum per orchestra da camera il 25 aprile al Budapest Music Center. 4 Riccardo Panfili L’ambiguità dell’utopia Commissione del Teatro alla Scala per Riccardo Panfili: L’Aurora, probabilmente per grande orchestra è in cartellone il 9, 10 e 11 aprile per la Stagione Sinfonica della sala del Piermarini, nell’interpretazione di Antonio Pappano alla testa della Filarmonica della Scala. In questi termini l’Autore racconta come ha affrontato il nuovo impegno: «Ho iniziato a scrivere L’Aurora nel pieno del lavoro con Hans Werner Henze. Per il Maestro la figura dell’assistente era ben altro che un semplice collaboratore. Il lavoro in senso stretto si riduceva al ricopiare al computer i suoi minuziosi manoscritti, perché per Henze scegliere al proprio fianco un giovane compositore significava avere la possibilità di trasmettere il proprio sterminato sapere musicale: guidare l’allievo all’interno del proprio processo compositivo, renderlo partecipe dei suoi segreti di straordinario artigiano musicale. Insegnare al di là dei vincoli delle Accademie, come nelle botteghe del Rinascimento. Con generosità e pazienza rare. Proprio mentre ero immerso in quella che è stata l’esperienza musicale più importante della mia vita, ho cominciato a lavorare con entusiasmo all’Aurora. Con entusiasmo insolito, perché potevo sperimentare e applicare suggestioni e insegnamenti che venivo apprendendo a fianco del Maestro. Parlavamo spesso di politica; di utopie, quelle “locomotive della storia” che non si arrendono all’ordine delle cose, che non si rassegnano al possibile. Chiamano in causa l’impossibile, il “principio speranza” che riscatta i marginali, che dà nome a generazioni di uomini senza nome e diritti. Discutendo di Cuba – dove aveva abitato qualche anno e aveva scritto la Sesta Sinfonia – Henze mi parlò di “rivoluzione fallita”, espressione usata da Gramsci per il Risorgimento italiano. È l’ambiguità statutaria, genetica di tutte le utopie: grandi motori di speranza e avanzamento sociale, stelle polari del riscatto per oppressi e marginali ma, al contempo, slanci votati alla disfatta e all’equivoco. Cuore di tenebra di tutte le utopie: la disposizione a tramutarsi in culto cieco, in violenza. In fede: quando l’ideale diventa credo e si svende alla volontà di verità (che è sempre “unica” ed appannaggio di qualche eletto). Sono i sospetti che da ragazzo trovai in Aurora (Morgenröte) di Nietzsche: un’alba che illumina la notte dei feticci illusori, delle morali, delle convinzioni e delle fedi. Demoliti gli idoli, rimane il deserto: “il grande meriggio”, l’ora in cui “le ombre sono più corte”, “il caos che danza su piedi leggeri”. Una danza su cui grava “il più terribile degli enigmi”: se fosse anch’essa frutto illusorio di una fede, abbaglio di una nuova utopia? L’Aurora è sempre probabile e impossibile al contempo; speranza e fallimento; liberazione e violenza. Nei sogni secolari di una vita migliore l’umanità immagina incessantemente l’alba di un tempo nuovo: ogni uomo, da sempre, si ritaglia un piccolo raggio di speranza. È la luce fioca dell’Aurora. Probabilmente». Il New Made Ensemble interpreterà la prima esecuzione assoluta di Vale per mezzosoprano, percussione e trio d’archi su un testo di tradizione orale nell’ambito del Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica che si terrà a Milano dal 18 al 22 marzo. Così Panfili svela il senso del nuovo lavoro: «Una meditazione sulla perdita; il discorso musicale che parte da un respiro si trasforma in lamento, in un canto che incessantemente si dissolve, ritornando al respiro e al silenzio. Il testo è ricavato da un canto di tradizione orale contadina, tratto dal volume La Valnerina ternana di Valentino Paparelli e Sandro Portelli. Insieme a L’Umbria cantata rappresenta il lavoro di una vita intera, frutto di una ricerca incessante che ha impegnato l’antropologo Valentino Paparelli per un quarantennio, dagli anni ’70 fino al 2013. Il risultato è il più grande archivio sonoro dei canti di tradizione orale dell’Umbria. Il testo scelto per Vale è una riflessione sulla durezza quotidiana della vita contadina, intrisa di un cupo fatalismo tale da far pensare alle brucianti lamentazioni teognidee: “E da piccolo fanciullo incominciai / de non avé più bene in vita mia / [...] la concolina dove mi lavorno / era bucata e l’acqua non teniva / li fasciatori dove mi fasciorno / erano pieni di malinconia”». Una terza novità di Riccardo Panfili è rappresentata da The Last Land per coro di voci bianche e ensemble su testi di tradizione orale ruandese, in cartellone il 12 Aprile al KKL di Lucerna nella stagione pasquale del Festival di Lucerna, ente committente del lavoro, nell’interpretazione della Human Rights Orchestra diretta da Alessio Allegrini. Nato dalla collaborazione con lo stesso Allegrini, già più volte interprete della musica di Panfili (come cornista ha creato a Berlino Out… per corno, percussioni e orchestra d’archi, e come direttore a Lucerna Letter Found in a Bottle), il progetto rientra nella settimana di iniziative dedicate dalla Human Rights Orchestra ai diritti umani violati e incentrata quest’anno sul Ruanda. The Last Land si articola in tre parti: “Dance”, “Elegy”, “Hymn”. I testi ruandesi sono cantati in lingua originale. Nel novembre 2013 il Comitato Direttivo della Henze-Stiftung (la fondazione nata dopo la morte di Hans Werner Henze per volontà dello stesso compositore) composto da Michael Kerstan, Peter Ruzicka, Johannes Debus e Siegfried Mauser, ha nominato Riccardo Panfili primo compositore in residence con borsa di studio biennale della HenzeStiftung a partire dal 2014 con questa motivazione: «Nel 2009, durante l’esecuzione di Danzario da parte dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano, Hans Werner Henze ebbe modo di apprezzare il giovane collega. Era oltremodo entusiasta di quella nuova composizione che rivelava lo stile fresco, spensierato e spavaldo del compositore. Nella primavera del 2011 Panfili ha accettato di diventare l’assistente di Hans Werner Henze durante la stesura delle sue due ultime composizioni, An den Wind e Ouverture zu einem Theater. Il Comitato artistico e il Consiglio direttivo della Fondazione sono assolutamente convinti che il Maestro sarebbe stato d’accordo con il conferimento della borsa di studio a Riccardo Panfili, poiché la scelta di premiare Panfili significa sostenere un artista che predilige uno stile personale estraneo a qualsiasi scuola o dottrina». Grazie alla borsa di studio, Riccardo Panfili intende realizzare due progetti: delle Variazioni per grande orchestra su un tema di Hans Werner Henze, e una versione moderna e attuale dell’Antigone destinata all’Ensemble El Cimarrón. È uscito infine il Cd Decca Invenzioni, interpretato da Alessandro Carbonare, clarinetto, e dall’ensemble di percussioni Tetraktis, contenente la registrazione di F for Fake. Javier Torres Maldonado Traslazioni idiomatiche Il 23 ottobre 2013 sono stati presentati all’Auditorium del Centro Culturale Ollin Yoliztli di Città del Messico, per la stagione di concerti della Sala Ollin Yoliztli, Im Windesweben II per corno solo e Im Windesweben III per quartetto di fiati (flauto, oboe, clarinetto e fagotto), commissione congiunta del Quintetto di Fiati di Città del Messico e del Conservatorio di Perpignan, nell’esecuzione del complesso committente e del solista Paul Miller. Spiega l’Autore: «I due brani possono essere eseguiti insieme secondo diverse possibilità che prevedono l’alternanza dei diversi movimenti che li conformano oppure indipendentemente. Uno dei materiali alla base di Im Windesweben II e Im Windesweben III è costituito dal gesto dell’ultima battuta che esegue il clarinetto in “Aria (Im Windesweben)”, quarto e ultimo brano di Segundo Libro del canto alado, consistente in una semplice figurazione in staccato-decelerando, eseguita su di un suono eolico ripetuto. La successione numerica dei titoli di entrambi i cicli allude a relazioni strutturali che hanno origine nelle trasformazioni operate dal compositore sul suddetto gesto. Il titolo Im Windesweben (“Nel mormorio del vento”) è una citazione del poema di Stefan George utilizzato da Anton Webern nel secondo Lied dell’op. 3 (Fünf Lieder aus “Der siebente Ring” ). Nonostante ciò in realtà non c’è alcuna allusione alla musica di Webern: la relazione è piuttosto data dall’immagine sonora, dalle sue qualità timbriche. Poiché negli ultimi anni mi sono interessato alla traslazione astratta di oggetti sonori provenienti dal mondo reale o a frammenti di essi, i materiali all’origine di Masih per quartetto di sassofoni e questi due ultimi cicli nascono, sì, da un gesto del clarinetto, ma anche da un affascinante ululato di vento registrato all’interno di una stanza. A partire da diverse analisi e traslazioni di tale suono ho ottenuto alcuni elementi musicali poi sottoposti a processi di trasformazione che hanno dato come risultato diverse “reazioni chimiche”. Sto attualmente lavorando a un breve brano per quintetto a fiati che potrebbe essere programmato a mo’ di conclusione: Im Windesweben IV». Il nuovo lavoro sarà ripreso dallo stesso Quintetto di Fiati di Città del Messico durante la masterclass del compositore che si svolgerà tra il 23 e il 26 aprile presso il Conservatorio di Perpignan. Una nuova versione del Segundo Libro del canto alado per clarinetto e quartetto d’archi viene presentata dall’Ensemble Sillages il 20 febbraio al Petit Théâtre Le Quartz, Scène Nationale de Brest e il 7 marzo a Parigi, all’Église de Saint-Merry. All’interno del progetto dei Libros del canto alado, che prevede un numero indefinito di libri scritti per differenti strumenti aerofoni nei quali il virtuosismo è una caratteristica importante, il secondo è destinato al clarinetto e al quartetto d’archi. Come già il primo, è diviso in quattro brani contrastanti, ciascuno dei quali ha per titolo un’immagine onirica o fantastica (I. “Vuelo” II. “Oiseaux sifflants” III. “Morgenlied” IV. “Aria [Im Windesweben I ]”. Così come succede nel Primer Libro, esiste una serie di rimandi ad altre opere del compositore: ognuno “recupera”, per così dire, materiali rimanenti da processi compositivi di altri lavori. Nel Segundo Libro approdano in particolare i materiali non utilizzati in Esferal per orchestra e elettronica nonché delle reminiscenze provenienti dal Primer Libro stesso. Puntualizza Torres Maldonado: «La prima versione del Segundo Libro del canto alado è stata scritta nel 2006, in occasione della nascita di mia figlia, cui l’opera è dedicata. Sebbene una prima versione, inedita, fosse stata eseguita dal clarinettista Luis Humberto Ramos e dal Cuarteto White in quell’anno, un forte senso autocritico e di autocensura mi aveva portato a scrivere una seconda versione, pubblicata alla fine del 2006. Così come è successo con altri pezzi, per diversi anni ho evitato di farlo eseguire. È stato grazie all’insistenza di Philippe ArriBlachette e dell’Ensemble Sillages che questa versione definitiva vede finalmente la luce». Infine, è prevista quello stesso 20 febbraio e sempre a Brest, al Centre d’Art Passerelle di Brest per il Festival Electr(o)cution, la prima di Huayra-Yana (Vento notturno), nella versione per saxofono baritono e elettronica, nell’interpretazione di Stéphane Sordet, saxofono. Racconta l’Autore: «È stato grazie allo studio delle diverse tecniche presenti in Masih, per quartetto di saxofoni, che mi sono convinto del fatto che una versione di Huayra Yana, opera originalmente scritta per flauto basso e elettronica, era non solo fattibile per il saxofono baritono ma avrebbe apportato aspetti nuovi e felici alle sonorità estremamente percussive della prima versione. Tuttavia riscrivere un’opera per un mezzo diverso da quello concepito in origine richiede uno sforzo di ripensamento che non può avvenire se non dall’interno della natura del mezzo stesso; risulta quindi indispensabile operare una traslazione idiomatica non solo riconsiderando il brano stesso sotto una lente diversa, ma operando delle trasformazioni vere e proprie, a volte così radicali da trasformare la struttura originale di alcuni passaggi o intere sezioni. In questo caso uno degli aspetti più interessanti si deve alla combinazione di tecniche strumentali utilizzate (la scrittura percussiva già citata in precedenza nonché il controllo dell’inspirazione ed espirazione dell’aria da parte dello strumentista) con tecniche di amplificazione dello strumento. Oltre a due microfoni esterni (uno sulla campana del saxofono, l’altro all’altezza della bocca dell’esecutore) c’è infatti un utilizzo particolare di due microfoni collocati all’interno del saxofono che permette di catturare tutte le sottigliezze percussive richieste, altrimenti impossibili da sentire in molti casi. L’opera è dedicata al saxofonista Stéphane Sordet». Di Javier Torres Maldonado è stato possibile ascoltare il 4 novembre 2013 al Grosser Saal della Hochschule für Musik di Basilea Espira I, II per violino, violoncello, pianoforte e chitarra, nell’esecuzione di Momoko Kawamoto, violino, Simon Thompson, violoncello, Sinforosa Petralia, pianoforte e Vittoria Pagani, chitarra. Il parigino Théâtre Dunois ha ospitato il 7 dicembre Dominique Clement, solista dell’Ensemble Aleph, in Desde el instante per clarinetto solo e lo stesso Ensemble, sotto la direzione di Michel Ponzmanter, in Hemisferios artificiales per due gruppi strumentali. Il 12 dicembre la Guggenheim Foundation di Bilbao ha proposto Masih per quartetto di saxofoni, nella versione senza elettronica, affidata al Sigma Project Quartet. Il violinista Ludwig Carrasco ha eseguito Invención per violino solo il 19 e il 20 dicembre alla Scuola superiore di musica di Lisbona, al Teatro Joaquim Benite di Setubal e al Centro Cultural Artes do Sul di Faro. Il 5 febbraio il Goethe Institut di Città del Messico propone un’esecuzione di Espira IV per flauto diritto, clarinetto basso, violino e violoncello, nell’interpretazione dell’Umbratono. L’Autore stesso alla regia del suono parteciperà all’esecuzione di El suspiro del angel per tre gruppi strumentali e sistema interattivo elettroacustico diretta il 3 aprile da José Luis Estellés al Taller de Música Contemporánea de Salamanca per il Festival de Primavera de la Usal. Iridiscente per pianoforte, percussione, sistema elettroacustico interattivo e video (video di Danio Catanuto) sarà eseguito il 16 maggio presso l’auditorium del CMMAS (Centro Messicano per la Musica e le Arti Sonore) di Morelia, e il 18 maggio presso la Sala Manuel M. Ponce del Palacio Nacional de las Bellas Artes, a Città del Messico, da Candida Felici (pianoforte) e da Yi-Ping Yang (percussioni). Al progetto, di cui sono ideatori Javier Torres Maldonado e l’équipe del GRAME, è stato assegnato il premio “Rutas Escenicas” (Messico/Unione Europea). Il 17 maggio Ivano Battiston interpreterà alla fisarmonica Lacrymosa I a Palazzo Tursi, a Genova. Il Cuarteto de cuerdas n. 1 per archi è in cartellone, nell’interpretazione del Quartetto Arditti, il 21 maggio presso il Palacio de las Bellas Artes di Città del Messico per il Foro de Música Nueva Manuel Enriquez. Esferal per orchestra e elettronica sarà eseguito in primavera dall’Orchestra Filarmonica di Città del Messico. Lo scorso dicembre è stato assegnato a Javier Torres Maldonado e al coreografo Jaciel Neri il Prestigioso premio Ibermusicas/Iberescena, attribuito dagli organismi intergovernativi di Spagna, Portogallo, Messico, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Uruguay e Repubblica Dominicana, destinato a un nuovo lavoro scenico per ensemble e danzatori, per il progetto Rostros de humo, che prevede una composizione per 16 strumenti e un danzatore. La prima esecuzione assoluta è prevista entro il 2014. Javier Torres Maldonado terrà dal 27 febbraio al 1° marzo un seminario di composizione e orchestrazione assistita da computer al Conservatorio Superiore di Castilla e Leon di Salamanca. Nuovi lavori e versioni alternative crescono da lavori preesistenti Michele Tadini La terza luce per percussione, violoncello, fagotto, live electronics, video e light performance è stato proposto il 25 gennaio a Valence, nell’interpretazione di Thibaut Weber, percussioni, Sophie Raynaud, fagotto, Marie Ythier, violoncello, Michele Tadini, live electronics, Françoise Henry, scenografia e luci, e Angelo Guiga, ricerca tecnologica. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Fabio Maestri propone il 20 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna “Rai NuovaMusica”, Je vous en Prix per orchestra. La prima esecuzione assoluta di Cielo, costruendo Babele per voce, chitarra elettrica, pianoforte, percussione e contrabbasso è prevista il 22 marzo a Digione, per l’ACTEM Musique de Chambre et Création. Scenario per chitarra elettrica e nastro magnetico sarà proposto da Luca Nostro il 28 marzo allo Studio 2 dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per la serie di concerti “In My Life” della rassegna “Contemporanea”. Argot - gergo per ottetto di contrabbassi e elettronica è in programma all’inizio di maggio a Bologna, affidato alla classe di Contrabbasso del CNSMD de Lyon, con l’Autore al live electronics. 5 Un nuovo lavoro teatrale scritto per il Conservatorio di Venezia e due concerti in veste di pianista Luca Mosca Eros cinese classico Prima rappresentazione assoluta per Il gioco del vento e della luna, opera cinese in un atto su libretto di Pilar García il 31 maggio nella Sala dei Concerti del Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, con repliche il 1° e il 3 giugno. Regia, scene e costumi sono di Francesco Bellotto; l’Ensemble del Conservatorio “B. Marcello” sarà diretto da Giovanni Mancuso. Spiega Mosca: «Il gioco del vento e della luna è un’opera in un atto della durata di 70 minuti circa scritta per il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, il cui libretto è liberamente ispirato agli episodi iniziali del classico della letteratura cinese Il tappeto da preghiera di carne. La partitura è scritta per dodici cantanti solisti, coro femminile di otto voci e un organico di dieci strumenti: due ottavini, due flauti, “Il gioco del vento e della luna”: Sinossi Goffredo Petrassi Il 16 e 17 marzo l’Auditorium della Conciliazione in Roma ospita l’Orchestra Sinfonica di Roma diretta da Francesco La Vecchia nel Divertimento in Do maggiore per orchestra. L’11 e il 13 aprile Marco Angius dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice al Teatro Malibran di Venezia in Frammento per orchestra. La festa per un trentennale diventa l’occasione per approfondire la ricerca sul nesso parola-musica Il timbro di flauti non consueti al centro di due nuovi lavori 6 Il Chierico della Prima Veglia, gentiluomo ricco e raffinato, particolarmente versato nei giochi erotici, decide di prender moglie, ma nessuna delle donne che conosce è in grado di soddisfare le sue aspettative. Decide quindi di dare a due paraninfe – Mamma Liu e Mamma Ma – l’incarico di trovare per lui la donna ideale, che egli non individua però neanche fra le numerose belle ragazze che vengono portate al suo cospetto. Dopo aver rifiutato per l’ennesima volta delle candidate – Perla senza Macchia e Gioiello senza Macchia – le due mezzane giocano l’ultima carta: una donna eccezionale, di straordinaria virtù e bellezza ci sarebbe, dicono al Chierico, ed è Nobile Profumo, ma c’è un grosso problema: suo padre, il taoista Porta di Ferro, non consente che sia vista prima che venga portata all’altare. Dapprima il Chierico rimane perplesso, non si sente di fare una scelta così azzardata, e solo dopo che le due paraninfe lo rassicurano sull’eccellenza di Nobile Profumo si dichiara pronto a correre un tale rischio. Vengono quindi preparate le nozze in quattr’e quattr’otto, la cerimonia ha luogo e quando il Chierico solleva il velo nuziale della sposa dopo il sì, ne rimane incantato; al colmo della gioia si sente attratto dalla Luca Antignani Vita d’un fiore P er festeggiare i propri trent’anni d’attività, il Choeur Britten ha commissionato a Luca Antignani Pour un bouquet fantôme per dodici voci, pianoforte e percussioni, su testi di Florence Delay. Il nuovo lavoro sarà presentato a Lione il 15 aprile, nell’interpretazione del Choeur Britten, di Wilhem Latchoumia, pianoforte, e di Jean Geoffroy, percussioni, sotto la direzione di Nicole Corti. Spiega l’Autore: «Pour un bouquet fantôme nasce dalla collaborazione con la scrittrice Florence Delay che ha ideato per l’occasione un trittico sul tema del fiore. Proseguendo la riflessione sulla scrittura vocale, al centro Francesco Hoch Flauti rari Due prime per Francesco Hoch sul finire di quest’inverno. All’Auditorio Stelio Molo della RSI di Lugano è stato eseguito il 31 gennaio, per la rassegna “Concerti dell’Auditorio”, Ex-antiquo per due flauti di Pan e orchestra d’archi, affidato ai solisti Michel Tirabosco e Matthijs Koene e al complesso I Barocchisti diretto da Diego Fasolis. Per l’occasione Hoch ha collaborato coi due musicisti, tra i maggiori solisti di flauto di Pan, sperimentando le notevoli raffinatezze e la ricchezza timbrica dello strumento, messo in dialogo con le sonorità dell’esecuzione filologica assicurata dai Barocchisti. Piume di senso per flauto dolce contralto viene invece chitarra, vibrafono, arpa, tastiera elettronica, pianoforte verticale preparato, pianoforte a coda». Il 16 febbraio il compositore eseguirà personalmente alla Cappella Paolina del Quirinale diciotto dei Ventiquattro Preludi per pianoforte in un recital, trasmesso in diretta radiofonica da Rai Radio3, in cui interpreterà anche pagine di Schönberg, Gershwin, Stravinsky, Bartók e Debussy. Luca Mosca disimpegnerà la parte solistica anche nel proprio Quinto Concerto - Undici frammenti in un girotondo per pianoforte e orchestra, in cartellone per la Stagione Sinfonica del Gran Teatro La Fenice l’11 e il 13 aprile al Teatro Malibran. L’Orchestra del Teatro La Fenice sarà diretta da Marco Angius. bellezza di lei e tutto sembra filare sul verso giusto. Tuttavia, dopo il tripudio di auguri e buoni auspici di genitori e parenti durante il banchetto, la prima notte di nozze si rivela tutt’altro che lieta, poiché Nobile Profumo, del tutto ignara delle pratiche erotiche, è sconvolta dall’eccitamento del suo sposo e lo respinge inorridita. A nulla servono i curiosi consigli della madre, Lucchetto di Ferro, accorsa a fare rinsavire la sposa. Il Chierico però non si perde d’animo e intraprende un efficace e paziente indottrinamento erotico della sposa, la quale cede quando egli le mostra i fantastici libri d’arte amorosa illustrati dagli antichi maestri, per aprirsi infine pienamente alle gioie dell’amore. Lei non è mai sazia di guardare le fantasiose illustrazioni né di metterle in atto, per cui chiede al Chierico di procurarsi ancora nuovi libri. Uscito per andare a cercarli, egli viene fermato per strada e arruolato come ufficiale dell’esercito di frontiera; il suo servo dà la ferale notizia a Nobile Profumo che rimane esterrefatta, affranta dal duro colpo. Eppure la recente scoperta della propria sensualità metterà le ali alla fantasia della ragazza e il lutto dei sensi non durerà poi tanto... della mia ricerca ormai da diversi anni, la composizione cerca di cogliere il senso intimo del poema e di riprodurne allusivamente le tematiche salienti: la messa in scena di uno sbocciare nevrotico, di un deperimento nostalgico e di un cadere “intatto” suggeriscono altrettanti percorsi immaginativi idealmente traducibili in musica. Parallelamente, la ricerca di assonanze fonetiche mi ha portato alla creazione di cortocircuiti sonori (e semantici) che ritengo essere il fulcro di ogni archetipo comunicativo». proposto dalla solista Giulia Genini il 4 febbraio al Conservatorio di Berna, nella rassegna della Fondazione Kiefer-Hablitzel. Con questi versi il compositore evoca il significato del nuovo lavoro: «Significati mobili / come barbe delicate di piume, / – appese / a un precario asse / nervatura flessibile, / interrotto segmento –, / si dissolvono e si raggrumano / giocano / s’appuntano, s’impettiscono, / esuberanti, brillanti / ferrose / rilassate, tremanti / scivolano in aree / gommose intime / saporose / appena accennate / lisce, / s’intrecciano / tremule nervose / lignee severe / ma sempre / come barbe delicate di piume, / piume di senso». Nicola Sani Metamorfosi e migrazioni Si avvicina la prima esecuzione assoluta, in programma il 9 maggio all’Auditorium Pollini di Padova, di Chemical Free (?). Un viaggio nel microcosmo della materia, complesso concerto multimediale per flauto iperbasso, pianoforte, contrabbasso, live electronics, motion capture, regia del suono multicanale e immagini video. Ne saranno interpreti Roberto Fabbriciani, flauto iperbasso, Aldo Orvieto, pianoforte, Daniele Roccato, contrabbasso; David Ryan ha la responsabilità del video, Alvise Vidolin del live electronics e della regia del suono. Si tratta d’un progetto del MIUR (Ministero dell’Istruzione Universitaria e della Ricerca), ideato in collaborazione con Nicola Bernardini (SaMPL, Padova), prodotto dal Conservatorio “C. Pollini” di Padova - SaMPL) e dal Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova, e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Chimiche e il CSC-DEI dell’Università di Padova, con la consulenza scientifica di Giulio Peruzzi. Il progetto affonda le radici nella ricerca attorno alle nuove tecnologie digitali per la musica e al rapporto tra suono e linguaggi delle arti elettroniche e intermediali condotta dal Conservatorio “C. Pollini” in collaborazione col Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione-DEI-CSC dell’Università di Padova, collaborazione che ha portato alla creazione del SaMPL (Sound and Music Processing Lab), un laboratorio di ricerca scientifica immerso nel contesto della musica e delle arti contemporanee. Chemical free (?) è un’esperienza di “teatralizzazione sonora e intermediale della scienza” legata al mondo della chimica, che si prefigge di dimostrare come la stretta collaborazione tra forme artistiche innovative e la divulgazione scientifica possa generare nuove forme di spettacolo di forte impatto sul pubblico. Chemical free (?) utilizza in particolare le più recenti conquiste della chimica e del computer creando un rapporto diretto tra queste e le trasposizioni delle formalizzazioni algoritmiche ad essa legate in ambito sonoro e visivo. La chimica moderna si avvale infatti anche di metodologie e di software sofisticati nei quali sono implementati equazioni ed algoritmi numerici efficaci. Il computer è così un vero laboratorio moderno dove si studiano reazioni chimiche di sistemi anche complessi e si predicono proprietà molecolari con elevata accuratezza. A partire da queste proprietà Chemical free (?) esplora, in un’affascinante performance intermediale, il viaggio e le migrazioni di atomi e frammenti da una molecola a un’altra, mettendo in evidenza il rapporto tra la metamorfosi dei suoni e la reattività chimica, cioè la capacità delle molecole di trasformarsi e combinarsi per dare vita a nuove molecole. Questa continua trasformazione e metamorfosi viene “eseguita” e messa in atto davanti al pubblico, che assiste a un evento dove arte, scienza e tecnologia sono continuamente collegate e unite da un’unica sintesi spettacolare. Chemical free (?) si sviluppa in tre sezioni, della durata di 20 minuti circa ciascuna: I. “C’è tanto spazio là in fondo” per contrabbasso e live electronics; II. “No Landscape” per pianoforte, motion capture e live electronics, III. “More is different” per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali, motion capture e live electronics. Ogni sezione è caratterizzata da uno dei tre strumenti “protagonisti”. I tre strumenti vengono utilizzati come “generatori di suoni”, con tecniche esecutive, di elaborazione in tempo reale e di spazializzazione estremamente suggestive e innovative. Il live electronics è applicato ai tre strumenti con sistema di spazializzazione a 8 diffusori con 8 linee di spazializzazione indipendenti. Le immagini sono basate su elaborazioni al computer di strutture molecolari e biomolecolari e consentono uno sguardo su un mondo che a volte sfugge all’esperimento. Il rapporto tra suono e immagine determina un’unica forma di drammaturgia sonora che “racconta” il viaggio delle strutture molecolari, le metamorfosi e le migrazioni dal mondo dell’endo e del nano alla nostra macroscopica realtà quotidiana. Un’ulteriore prima esecuzione assoluta avrà luogo il 15 maggio a Milano, in Palazzina Liberty, dove l’Ensemble Risognanze diretto da Tito Ceccherini interpreterà per la stagione degli Amici di Musica/Realtà Seascapes VI per ensemble strumentale. Nelle parole di Sani, si tratta di «un nuovo progetto sonoro nel percorso che unisce la ricerca timbrica dell’Autore alle immagini del grande artista giapponese Hiroshi Sugimoto. Un percorso che coinvolge nel suo sviluppo insiemi timbrici sempre diversi, che a loro volta generano possibilità di organizzazione sonora. La metamorfosi nei diversi organici strumentali del concetto di divisione del campo visivo in due campiture separate e congiunte dalla linea dell’orizzonte nella scala cromatica dei grigi fino alla totale oscurità, dà vita a forme sonore continuamente diverse; forme nelle quali si generano tensioni continuamente diverse che, lontane dallo spirito contemplativo, riverberano meditate riflessioni e migrazioni timbriche in spazi continuamente cangianti». La serie dei Seascapes proseguirà con la presentazione di Seascapes VII per quattro arpe con flauto al Festival “Forfest” di Kromeríz, (Repubblica Ceca, 24 giugno-8 luglio), affidato all’Adria Harp Quartet (Cristiana Passerini, Cristina Centa, Angelica Ferrari e Nicola Vendramin). Di Nicola Sani è stato eseguito il 25 gennaio a Hannover Non tutte le isole hanno intorno il mare - Isola I per viola amplificata e nastro magnetico, nell’interpretazione di Ulrich von Wrochem. Il 25 febbraio Roberto Fabbriciani propone I binari del tempo per flauto e nastro magnetico al Centro Mexicano para la Música y Artes Sonoras di Morelia (Messico). Sempre Fabbriciani eseguirà il 18 marzo al Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna Un souffle le soulève, les dunes du temps per flauto contralto e supporto digitale. Il 6 aprile il Teatro Regio di Parma ospiterà la ripresa di Lied - You have been lied to per flauto in Sol con distorsore, percussioni, percussioni elettroniche, live electronics, supporto digitale e video, nell’interpretazione del flautista Sandu Nagy e dell’Ensemble di percussioni dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”. Seascapes III Caieta per orchestra sarà proposto il 13 aprile al Teatro Comunale di Carpi dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Boni. Infine, l’Istituto di Musicologia dell’Università di Colonia ha in programma il 16 maggio un concerto ritratto di Nicola Sani con l’intervento del solista Roberto Fabbriciani, nel corso del quale saranno eseguiti il Preludio dall’opera Il tempo sospeso del volo per supporto digitale a 8 canali, I binari del tempo per flauto e nastro magnetico, Un souffle le soulève, les dunes du temps per flauto in Sol e supporto digitale, e Wassererinnerungen per flauto basso e supporto digitale a 8 canali. È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2014 delle Edizioni Suvini Zerboni. Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it. Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore. Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori, notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali. Il nesso tra musica e scienza al centro di un innovativo progetto interdisciplinare Aldo Clementi Il “Frammento I (Canoni 1-8)” e il “Frammento VIII (Canoni 3340)” dagli Otto Frammenti da una ballade di Charles d’Orléans sul tema de L’homme armé viene proposto nella versione per quartetto d’archi dal Bozzini Quartet il 1° febbraio allo Nordurljos Hall di Reykjavik (Islanda) e il 4 a Boras (Svezia) per la rassegna “Ny Musik”. I medesimi interpreti eseguiranno Momento per quartetto d’archi il 7 giugno alla Cité Francophone di Alberta (Canada) e il prossimo autunno registreranno a Radio Bremen l’integrale delle opere per quartetto d’archi in vista d’una produzione discografica. 7 Germina da un lavoro sinfonico la novità per ensemble scritto per il Festival Play It! Giovanni Verrando Miniatura accecante Il 28 marzo Tonino Battista dirige l’Ensemble dell’Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze, nell’ambito del Festival Play It!, nella prima esecuzione assoluta di Travelling Icon on Rabbit-skin Glue per ensemble. Spiega l’Autore: «Nella storia dell’iconografia sacra esiste una tradizione, soprattutto russa, che offriva al credente la possibilità d’un contatto costante con i propri protettori spirituali. È la tradizione dell’icona da viaggio, spesso un dittico o un trittico che contenevano immagini di santi, angeli, divinità, concepito in modo tale che il credente potesse non separarsi mai dall’immagine venerata, verso la quale sviluppava un contatto fisico e quasi carnale. Caratteristica delle icone da viaggio è frequentemente la vivacità dei colori, accecanti, forzati, luminosi: esse sono racchiuse da due valve che ne proteggono il contenuto, quasi a svelare un mondo al tempo stesso privato per il rito e iridescente per il contenuto. Travelling Icon on Rabbit-skin Glue (“Icona da viaggio su colla di coniglio”) è una miniatura di due movimenti del mio brano Multiplicity per percussioni e orchestra, trascritti qui per ensemble da camera, con l’intenzione appunto di svelarne la parte più rilucente, accecante, affrescata. In uno spazio più piccolo ho cambiato la struttura e l’orchestrazione, esplorando da vicino (in modo corporeo) le caratteristiche timbriche degli strumenti tradizionali e di quelli aggiunti per l’occasione, per sostituire la ponderosità della massa con l’eccezionalità dei singoli suoni». La rivista online “Artribune” (www.artribune.com) ha incluso il Cd di Giovanni Verrando Dulle Griet (Aeon AECD 1328) tra le cinque più pregevoli pubblicazioni discografiche di musica contemporanea del 2013. A seguire una breve rassegna stampa sul medesimo Cd. Rassegna Rassegna stampa stampa Franco Donatoni Nell’ambito dell’esecuzione integrale delle opere solistiche di Franco Donatoni (“Per Franco Donatoni”), in programma per la stagione “Rondò 2014” del Divertimento Ensemble al Museo del Novecento di Milano, sono in cartellone il 19 gennaio Estratto per pianoforte (solista Maria Grazia Bellocchio), il 2 febbraio Algo per chitarra (Elena Casoli), il 16 febbraio Babai per clavicembalo, Black and White n. 2 (Esercizi per le dieci dita) per strumenti a tastiera, Doubles per clavicembalo e Duetto per clavicembalo (Ruggero Laganà), il 16 marzo Musette per Lothar per musette (Luca Avanzi). Algo sarà proposto anche da Adriano Rullo il 21 marzo allo Studio 2 dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per la serie di concerti “In My Life” della rassegna “Contemporanea”. Stefan Drees, Neue Zeitschrift für Musik, 4/2013 […] Il Cd in questione, pendant d’una produzione discografica uscita nel 2001 per Stradivarius contenente i pezzi sinfonici di Verrando, mette a tema, attraverso lavori solistici, da camera e per ensemble degli anni 2001-2010, il lavoro di sintesi effettuato con qualità sonore di diverse origini. Il compositore mostra all’ascoltatore processi di sovrascrittura che si concentrano sul rapporto tra suono strumentale e rielaborazione sonora digitale. Il risultato è una sonorità ibrida, artificiale, che sottolinea in diversi modi vicinanza e distanza dal punto d’origine. Così l’ascoltatore sperimenta nel pezzo d’apertura, Dulle Griet per ensemble, stratificazioni di livelli sonori che derivano dallo straniamento di sonorità strumentali e dai processi d’ispessimento elettronico ad essi collegati. Analogamente il Cd si chiude con Triptych #2 per ensemble elettrificato, in cui le componenti sonore elettroniche acquisiscono qualità gestuali grazie all’impiego di diversi processi filtranti. Oltre a questi pezzi ai due estremi del Cd, altri due lavori includono possibilità di sovrascrittura elettronica: nel pezzo per flauto First Born Unicorn (Remind Me What We’re Fighting For) va in scena il contrasto tra il rafforzamento dei suoni dello strumento a fiato e del canto e le figurazioni stilizzate che ricordano il canto degli uccelli, mentre le distorte texture da tremolo che evocano una chitarra in Mi nel pezzo per violino Third Born Unicorn collocano il discorso musicale in un terreno di confine con la prassi esecutiva della musica rock. A questi pezzi si contrappongono tre composizioni (il Quartetto n. 3 per archi, il pezzo pianistico Second Born Unicorn e quello per ensemble Il ruvido dettaglio celebrato da Aby Warburg) che si basano esclusivamente sulle risorse delle sonorità strumentali, e tuttavia simulano al contempo, per via timbrica, delle componenti elettroniche. Il Quartetto per archi sfrutta in particolare diverse densità di texture prodotte dalla contrapposizione tra voci singole e registri, rievocando attraverso degli strati armonici le sonorità d’un prodotto Enarmonia Mundi 8 È in fase d’avvio il progetto “Enarmonia Mundi”, che contempla l’esecuzione in concerto di brani, destinati sia al cinema sia alle sale da concerto, da parte di compositori accomunati dall’aver scritto in entrambi i generi. Un primo programma viene presentato in prima assoluta alla prestigiosa Accademia “Liszt” di Budapest il 28 febbraio, quando verrà proposta la prima esecuzione assoluta del Concertino per violino e pianoforte di Fiorenzo Carpi, brano finora inedito e risalente agli anni Quaranta, così come trascrizioni per violino, clarinetto e pianoforte a quattro mani dalle Avventure di Pinocchio, musicale elettronico. Le texture straordinariamente mobili del pezzo pianistico danno anch’esse l’impressione d’uno strumento guidato dal computer, mentre nel pezzo per ensemble diversi processi di formazione sonora portano a commistioni sonore artificiali. Tramite la sequenza, accortamente selezionata, delle sette composizioni del programma, il Cd realizza un percorso d’ascolto molto vario, le cui singole tappe si relazionano a vicenda. Eccellente è anche la realizzazione musicale, disimpegnata da membri dell’Mdi Ensemble e dell’Ensemble RepertoireZero, sotto la direzione di Pierre-André Valade, il quale si dimostra, per la seconda volta, specialista esperto della musica di Verrando. Cesare Fertonani, Amadeus, n. 290, gennaio 2014 Questo Cd comprende sette lavori da camera o per ensemble di Giovanni Verrando risalenti agli anni 20012010, cioè al periodo che ha visto il passaggio tra quelle che il compositore stesso definisce le “due fasi” della sua esperienza creativa. Mentre la prima di queste due fasi si è estesa fino al 2005, caratterizzandosi per un sottile lavoro sui campi armonici, la seconda, che ha preso avvio a partire da quella data, si è concentrata invece sulla ricerca della parte inarmonica dello spettro acustico, sullo studio delle proprietà infinitesimali del suono, sulla saturazione e sul rumore. Questa seconda fase, che si pone in relazione organica con un’elaborazione teorica confluita in un volume intitolato La nuova liuteria: Orchestrazione, grammatica, estetica (2012), è tuttora in corso, aperta a un immaginario sonoro utopico e in continua trasformazione, proiettata verso una continua estensione del linguaggio. A ben ascoltare, si possono comunque scorgere già in alcuni dei pezzi precedenti al 2005 – o comunque in certe sezioni di essi – i prodromi della seconda fase, che appare perciò lineare e conseguente rispetto alla prima. […] Ammirevoli, da ogni punto di vista, le esecuzioni affidate allo Mdi Ensemble e a Repertorio Zero, con la limpida direzione di Pierre-André Valade. sempre di Carpi, e dal Clan dei siciliani di Ennio Morricone, del quale si esegue anche il Rag in frantumi per pianoforte solo. Il concerto è interpretato dal New Made Ensemble: Raffaello Negri, violino, Raffaele Bertolini, clarinetto, Alessandro Calcagnile e Rossella Spinosa, pianoforte. Questo primo concerto del progetto “Enarmonia Mundi”, nato dalla collaborazione tra il Centro Musica Contemporanea e le Edizioni Suvini Zerboni, sarà replicato a Milano nell’ambito del Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica che si terrà dal 18 al 22 marzo. Michele dall’Ongaro Per soli e orchestra L’etichetta Stradivarius dedica a Michele dall’Ongaro il Cd monografico Checkpoint (STR 33964), che include sei lavori composti tra il 1999 e il 2010, nell’interpretazione di Aldo Orvieto, pianoforte, Carlo Lazari, violino, Carlo Teodoro, violoncello, dell’Ex Novo Ensemble e dell’Orchestra di Padova e del Veneto diretti da Marco Angius. Il Cd propone un programma ricco e articolato che l’Autore descrive nei termini che seguono: «Freddo per violino, violoncello, pianoforte e orchestra, scritto per l’Ars Trio di Roma come una specie di preludio al Triplo Concerto di Beethoven, di cui condivide l’organico, è un piccolo concerto dove un’introduzione e una coda incorniciano sei sezioni che si snodano senza soluzione di continuità. Il pezzo si basa su un’idea semplice: pensare l’orchestra come una sorta di collezione di plug-in per i solisti. Festschrift per flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso, corno, tromba, trombone, vibrafono, pianoforte, due violini, viola, violoncello e contrabbasso, il cui materiale di partenza è campionato da Checkpoint per orchestra, ma qui la vita del pulviscolo frenetico è più estrema e conosce poi un esito diverso. Con questa parola tedesca si intende definire una pubblicazione celebrativa, che io ho dedicato a Enzo Restagno. Mise en abyme per flauto, clarinetto, violino, violoncello, percussioni e pianoforte, il cui titolo significa letteralmente “collocato nell’infinito” o “collocato nell’abisso” e indica un processo formale grazie al quale un’immagine contiene una piccola copia di se stessa. Punto di partenza della partitura è la figura dell’accompagnamento del celeberrimo Lied schubertiano Die Forelle: non si sente mai, non si Luis de Pablo Quattro quartetti È in cartellone a Madrid il 10 e il 12 febbraio, nell’interpretazione del Quartetto Arditti, l’integrale delle opere per quartetto d’archi di Luis de Pablo. Il programma della prima serata, che si svolge all’Auditorio del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e include Fragmento e Voluntad de flores, è impreziosito dalla prima esecuzione assoluta di Memoria, quarto quartetto per archi. Racconta il compositore: «Terminato l’8 marzo 2013, il lavoro è una commissione del Centro Nacional de Difusion Musical ed è dedicato ai vecchi e ammirati amici del Quartetto Arditti. È articolato in tre tempi, di cui gli ultimi due vanno eseguiti senza soluzione di continuità: “Conversación”, “Changüí” e “Quedo”. Per chi non lo sa, dirò che “Changüí” significa “scherzo amichevole” ed è Aureliano Cattaneo riconosce (forse), però c’è sin dall’inizio, scarnificata, ridotta a rumore e sospiro, fremito che progressivamente si fa suono. Zero per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, scritto per il 30° anniversario dell’Ex Novo, è un piccolo documentario acustico sui nostri amici musicisti. Ognuno di loro ha un breve ritratto, da solo, in associazioni multiple: illuminando i dettagli, alternando i diversi obiettivi della videocamera le figure offrono una diversa visione dell’insieme. Checkpoint per orchestra da camera è stato scritto su commissione della St. Paul Orchestra e di Roberto Abbado. Col titolo volevo rendere omaggio alla lingua del Paese committente, riferirmi a un aspetto formale e anche all’inaudita violenza esercitata nel mondo con la scusa dei controlli. Si tratta anche di una sorta di concerto per orchestra che vuole mettere in luce le qualità virtuosistiche del complesso. La Primavera per pianoforte e orchestra d’archi, infine, è un pezzo “neoclassico”, nel senso stretto e tecnico del termine, ovvero un pezzo dove tutti i parametri procedono sempre secondo un andamento parallelo. Un divertimento, una primavera allegra, scanzonata, adolescenziale, sul modello di quella che a sedici anni aspettavamo per bigiare canto corale la mattina in Conservatorio e raggiungere in gruppo la vicina Villa Borghese». Il Maggio Musicale Fiorentino proporrà in primavera la prima esecuzione assoluta di un nuovo lavoro per coro e orchestra di Michele dall’Ongaro, commissione dell’Ente, nell’interpretazione dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Juraj ValČuha. una parola di origine latinoamericana o africana. In quanto a “Quedo”, parola oggi desueta, significa “dolce”, “silenzioso”, “a bassa voce”. Con i miei altri tre quartetti d’archi forma un gruppo di lavori da camera abbastanza omogeneo, che ben riassume la mia evoluzione degli ultimi venticinque anni». Nella serata del 12 febbraio verranno invece eseguiti nella Sala de Cámara dell’Auditorio Nacional de Música Caligrafía serena e Flessuoso, col complemento del Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi. Il Quartetto Arditti è affiancato per l’occasione dal clarinettista José Luis Estellés. De Pablo è infine presente nel recentissimo Cd Bakarrizketak/Monólogos (Espacio Sinkro 06), registrato dal pianista Alfonso Gómez, con la terza Serie di Retratos y Transcripciones. Concerto bavarese Il Klangforum Wien diretto da Beat Furrer dedica a Aureliano Cattaneo un concerto monografico, in programma il 7 febbraio alla Muffathalle di Monaco di Baviera per la rassegna “musica viva Wochenende”. Verranno eseguiti Sabbia per undici strumenti, e, in prima esecuzione assoluta, commissione congiunta “musica viva des Bayerischen Rundfunks” e Klangforum Wien, la versione per violino e ensemble del Violinkonzert, con Sophie Schafleithner nella veste di solista. Spiega l’Autore: «Ho adattato per l’occasione il Violinkonzert, ovvero il mio primo pezzo per orchestra, nel quale mi ero posto contemporaneamente il problema della scrittura per orchestra e della relazione tra solo e gruppo. La mia risposta era stata, da una parte, un lavoro che cercava di dialogare con la tradizione della forma e dell’essenza del concerto e, dall’altra, un trattamento della compagine orchestrale spesso trasformata in un “super gruppo” da camera. Questa tensione solista-musica da camera-musica orchestrale presentava un nodo problematico nel Violinkonzert. Questa nuova versione ha voluto, senza sostituire la precedente, cercare una soluzione a questo problema, creandone un altro: come trattare un gruppo da camera con una scrittura orchestrale. In questo gioco di scritture incrociate la parte del violino è rimasta identica, ma il mondo costruito attorno a lui ha preso un colore distinto». Il 23 maggio Seeds per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello verrà eseguito al Werkhalle di Rottweil, nel corso della rassegna “ars nova, 28. Tage für Neue Musik” della Kunststiftung Erich Hauser, nell’interpretazione dell’Ensemble Aventure, che lo riproporrà il 24 maggio presso l’Elisabeth Schneider Stiftung di Freiburg im Breisgau. Esce per Stradivarius un ricco programma dedicato in gran parte a musica concertante Giunge a quattro titoli la serie dei quartetti per archi la cui integrale viene proposta dall’Arditti a Madrid Nuova versione per ensemble della prima pagina sinfonica del compositore 9 Novità concertistica per Rai NuovaMusica e una nuova uscita discografica Marco Momi Una ripresa di Ludica II per ensemble e elettronica è in programma il 21 marzo all’Espal di Le Mans, L’Espal, affidata all’Ensemble del Conservatoire du Mans. Nuova versione per l’OSN Rai d’una pagina nata per la bacchetta di Sinopoli Valerio Sannicandro Suono tridimensionale Il 20 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Fabio Maestri propone all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai NuovaMusica, la prima esecuzione assoluta di Cori per violino e orchestra. In questi termini Valerio Sannicandro presenta il nuovo lavoro: «Una voce sospesa, che a tratti ondeggia e si ripiega in veloci arpeggi, produce attorno a sé una serie di strati, colori, echi in continuo movimento. Il violino solista è il vertice di un prisma, l’orchestra, che accumula con lo scorrere del tempo una quantità e qualità sempre variabile di riflessi: i suoni si intersecano, si sovrappongono, si affiancano allo strumento solista e ne trasformano sia il timbro che la sua funzione, mentre il discorso musicale attraversa in modo ciclico diversi stati, dalla contemplazione di un lontano orizzonte a improvvise scosse, segno di una latente drammaticità. C’è un elemento che accomuna questo lavoro per violino solista e orchestra da camera con una composizione vocale (Anteterrae per 32 voci, composta nel 2005): la ricerca, nell’ambito d’un semplice profilo melodico, del maggior numero possibile di nuances timbriche che possano simulare continui cambi di prospettive e situazioni acustiche. Ivan Vandor Esperienza interiore Il 20 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Fabio Maestri propone all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai NuovaMusica, la prima esecuzione assoluta di Offrande per orchestra. In questi termini il compositore presenta il lavoro: «Questa composizione, scritta nel 1993, fu eseguita la prima volta quello stesso anno a Tel Aviv dalla Israel Philharmonic Orchestra diretta da Giuseppe Sinopoli, che me l’aveva commissionata e a cui è dedicata. La versione torinese ne è una recente revisione. Il titolo, non del tutto traducibile nell’italiano “offerta” e che abitualmente si riferisce al mondo religioso o rituale, in questo caso vuole invece indicare Apollinaire e le dinamiche della società contemporanea ispirano due novità 10 Se per le voci quest’idea si realizzava con tecniche vocali che “filtravano” l’emissione normale, nel caso di Cori sono soprattutto gli archi (con l’uso di sordine sia tradizionali che di metallo) e i corni (suoni aperti e chiusi) a simulare voci simili e dissimili attorno a un unico fulcro. Idealmente, come spesso avviene nella mia musica, l’immagine che guida questo tipo di orchestrazione è ancora una volta una certa idea di spazio e spazialità. Sebbene l’orchestra sia in posizione frontale, gli strumenti sono disposti in modo da amplificare al massimo l’effetto, quasi caleidoscopico, dei timbri in movimento nonché la simulazione di sorgenti sonore più o meno vicine all’ascoltatore “ideale” (come gli effetti di background o i bariolage, tremoli degli archi sullo stesso suono) che suggeriscono complessivamente un’idea di suono che amo chiamare “tridimensionale”». Il 10 gennaio Francesco D’Orazio e Giampaolo Nuti hanno interpretato, per gli Amici della Musica di Taranto, Renaissance per violino e pianoforte. Sonnet X chiude il Cd Death Be Not Proud (WERGO 20642), recentemente prodotto presso lo ZKM di Karlsruhe dedicato al repertorio per tuba ed elettronica. Ne sono interpreti Melvyn Poore alla tuba e Valerio Sannicandro al live electronics. Vittorio Montalti un’esperienza più profondamente spirituale e introversa, sottolineata anche da una quasi citazione di un passo della Terza Sinfonia di Mahler in cui il contralto canta un testo tratto da Così parlò Zarathustra di Nietzsche. Da un punto di vista più tecnico-musicale, la composizione contiene elementi di vario tipo – tonali, politonali, atonali con totale cromatico – che privilegiano gli intervalli di seconda maggiore e minore (di un tono e di mezzo tono) che ne costituiscono l’ossatura strutturale. Nell’ultima delle sezioni di cui l’opera è composta si dispiega un tema che porta la composizione alla sua naturale conclusione: un tradizionale bicordo di terza maggiore». Il senso e la macchina Due prime esecuzioni assolute per Vittorio Montalti ad apertura del 2014. Il 2 gennaio l’Istituto Italiano di Cultura ha ospitato il duo Ljuba Bergamelli e Franco Venturini in Bestiaire Remix per voce femminile e pianoforte. L’esecuzione è avvenuta nell’ambito della residenza del compositore nel mese di dicembre presso l’ente culturale, allo scopo di elaborare un progetto che sarà realizzato fra un anno. Spiega Montalti: «Bestiaire Remix è un piccolo ciclo di quattro pezzi per voce e pianoforte, quattro trascrizioni di alcuni brani che compongono il mio Bestiaire per voce e percussioni. Partendo da due poesie di Apollinaire (Ibis e L’écrevisse), ho lavorato sulla frammentazione del testo, isolandone i passaggi che mi sono parsi particolarmente significativi sul piano semantico e fonetico». Commissione della Fondazione Teatro La Fenice, Unnamed Machineries per orchestra viene proposto in prima esecuzione assoluta il 7 e l’8 febbraio al Teatro Malibran di Venezia da John Axelrod alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Afferma Montalti: «Diverse immagini si rivelano ai nostri occhi senza spiegazioni apparenti, come in un sogno. Non ne cogliamo le logiche né la geometria; ne intravediamo il senso solo a un livello più alto, quello della macchina che gestisce il susseguirsi di queste figure musicali. Il brano è una sorta di metafora kafkiana della società in cui l’individuo è sovrastato da una fredda macchina, enorme e invisibile, che si muove inesorabilmente e lentamente lo schiaccia, costringendolo a una lotta continua contro un organismo senza corpo. Per dirla con Kundera “La burocrazia è diventata onnipresente e in nessun luogo le sfuggiremo”». Il pianista Franco Venturini ha eseguito Don’t Shoot the Piano Players per pianoforte il 1° dicembre alla Sala Piatti di Bergamo, per il Festival Armonie della Sera, e il 29 dicembre alle Torri dell’Acqua di Budrio. Malika Kishino Coesistenze e opposizioni Due prime assolute e una italiana per Malika Kishino. Lamento per due violini, scritto in memoria del terremoto e dello tsunami di Tÿhoku su una canzone popolare di Fukushima, è in programma il 12 marzo nell’interpretazione del Duo Retorica al Centro culturale cittadino Koriyama di Fushima, nel quadro del Fukushima Music Bond Project. Così l’Autrice presenta il nuovo lavoro: «La composizione è stata scritta per il Cd Symbiosis prodotto da Future Trust e interpretato dal Duo Retorica. Il Giappone è stato da sempre benedetto da una natura meravigliosa ma ha anche dovuto convivere con minacce naturali come tifoni, terremoti e vulcani attivi. Questo pensiero mi ha ispirato il concetto di simbiosi e ho composto il mio pezzo basandomi sul concetto di coesistenza tra natura e uomo. L’impulso della natura è rappresentato dal pizzicato dei violini. Il flusso dell’energia è realizzato dall’impiego dei violini col legno. Per contrasto, per rappresentare l’umanità ho citato una canzone popolare di Fukushima, Sohma Nagareyama. Il testo esprime il desiderio della patria e lo scorrere del tempo. Questa canzone rappresenta nelle mie intenzioni il paesaggio del cuore. Il motivo viene suonato dagli armonici dei violini, che ho visualizzato come un flusso di color seppia. Lavorando al pezzo mi è venuto in mente un ulteriore elemento, con cui l’uomo non può mai coesistere pacificamente: l’energia nucleare. Dagli anni Cinquanta noi giapponesi abbiamo fatto sempre più affidamento sull’energia nucleare come fonte d’energia. Ci siamo concentrati sui suoi vantaggi, evitando di considerarne i rischi finché non è accaduto l’incidente. Il prezzo che abbiamo pagato è stato troppo alto e troppo doloroso. Dedico Lamento a tutti coloro che hanno sofferto e continuano a soffrire per queste tragedie». Lamento viene registrato dal Duo Retorica per il Cd benefico Symbiosis il 2 febbraio all’Angelo Studio di Londra. Il 19 marzo Dialogue invisible per nove voci femminili a cappella è in cartellone al Théâtre Laurent Terzieff de l’Ensatt, nel quadro della rassegna Biennale Musiques en Scène di Lione, nell’interpretazione del Choeur Britten diretto da Nicole Corti. Il nuovo lavoro celebra il trentennale del Choeur Britten, committente della composizione. Malika Kishino ha scelto, all’interno del testo poetico scritto da Florence Delay appositamente per l’occasione, il dialogo tra una ragazza e un fantasma. Spiega la compositrice: «Ho cercato di impiegare diversi parametri musicali, come l’impiego delle parole (composte e scomposte), timbri (respiri e voce naturale), dinamiche (p, fff), così come l’impiego dello spazio. Ad esempio, il ritornello del fantasma è caratterizzato da tre parametri che muovono dalla voce muta alla voce normale e di nuovo al mutismo; da frammenti di parole scomposte; dal movimento del suono nello spazio. I cantanti sono divisi in quattro gruppi e disposti in ciascun angolo della sala da concerto. Il soprano dà invece voce alle repliche della ragazza, ed è posto al centro del palco. La voce inizia timidamente, da sola, ma si fonde gradualmente nel gruppo di voci fantasma e cresce sempre più. Ho cercato di creare una drammaturgia tramite il contrasto tra opposizione e fusione». Prima italiana invece per Zur Tiefe per orchestra, che l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai esegue, sotto la bacchetta di Pietro Mianiti, il 24 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai NuovaMusica. Infine, Vague de Passion per due percussionisti è proposto in prima esecuzione giapponese il 22 marzo al Kenmin Kyosai Mirai Hall di Yokohama, nel quadro della “Percussion Ensemble Festa 2014”, affidato a Kari Tozaki, marimba, e Masaya Takagi, vibrafono. Carmine Emanuele Cella Prospettive sulla realtà Tre diverse prime per Carmine Emanuele Cella questa primavera. Il 26 marzo Fabio Maestri dirige l’Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze, nell’ambito del Festival Play It!, nella prima esecuzione italiana The Manhattan Distance per orchestra. Spiega l’Autore: «Il pezzo s’ispira alla geometria. Nel mondo reale pensiamo che sia una soltanto la strada più breve tra due punti. Nella geometria avanzata questo si è dimostrato falso: seguendo alcune regole è possibile definire più d’una strada. Tali strade si chiamano “distanze” e un’importante misura di distanza è la cosiddetta “distanza di Manhattan”. Utilizzando questo tipo di distanza, si trovano sempre almeno due strade per collegare due punti. Questo pezzo cerca di creare un equivalente musicale della geometria di Manhattan: anche qui c’è sempre la possibilità di raggiungere la meta attraverso due strade, vi sono cioè due soluzioni per lo stesso problema. Sul piano formale il pezzo è organizzato in due sezioni che rappresentano le strade che collegano i due punti: ciascuna sezione costituisce lo sviluppo musicale di queste idee. Non vi è un unico modo di guardare alla realtà: questo pezzo tenta di esprimere l’idea che è sempre possibile trovare almeno due prospettive diverse sulle cose». Il 5 maggio la rassegna “Rondò” propone al Teatro Franco Parenti di Milano la prima esecuzione assoluta di Improvviso statico II per saxofono e live electronics, nell’interpretazione di Mario Marzi, solista del Divertimento Ensemble. Con queste parole Cella descrive il nuovo lavoro: «Questo Improvviso è il secondo pezzo di un ciclo per strumento solista e elettronica live (Improvviso statico I era stato creato a Roma da Enzo Filippetti nel 2012) in cui l’idea principale è costruire un mondo sonoro ibrido e contaminato in cui non esiste più lo strumento solista o l’elettronica ma la fusione dei due. L’intera elettronica si basa sul concetto di “resistività”, in cui la reazione del computer agli eventi strumentali non è istantanea bensì “fisica” e dunque portatrice di una certa resistenza; lo stesso principio era stato applicato al lavoro Reflets de l’ombre per grande orchestra e elettronica del 2013». Il 10 maggio Daniel Kawka interpreterà, alla testa dell’Ensemble Orchestral Contemporain all’Auditorium Marcel Landowski del Conservatoire à Rayonnement Régional de Paris Mémoire de l’eau per nove strumenti, con replica il 19 maggio all’Auditorio del Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Il pezzo è tratto da un lavoro in corso di composizione: un’opera da camera con elettronica legata alla residenza di Cella presso l’Académie de France à Madrid - Casa de Velazquez, che racconta una storia partigiana accaduta durante la seconda guerra mondiale. Spiega l’Autore: «Mémoire de l’eau è un episodio strumentale concepito per una delle scene culminanti e più toccanti dell’opera. Il titolo è ispirato dal fatto che tale scena si svolge in riva al mare, presso a un ceppo: i tre principali protagonisti, tre partigiani catturati dalle forze fasciste, vengono fucilati dopo essere stati obbligati a spogliarsi nudi e dopo aver scavato le proprie fosse. L’acqua diventa perciò testimone e memoria dell’accaduto. La forma del brano sperimenta una sorta di “rarefazione continua”, nella quale l’idea musicale viene diluita sempre di più, come una goccia di sangue nell’acqua». Una tragedia del Giappone moderno e l’anniversario d’attività d’un coro francese ispirano due novità Carlos Roqué Alsina Voie avec voix per quartetto d’archi sarà eseguito il 12 marzo a Buenos Aires dal Quartetto d’archi dell’Università Nazionale Tres de Febrero. La geometria, l’elettronica e la guerra ispirano altrettanti nuovi lavori Francisco Guerrero L’Ensemble Sillages esegue il Concierto de camara per flauto, clarinetto, basso e quartetto d’archi il 20 febbraio al Théâtre Le Quartz, Scène Nationale de Brest, e il 7 marzo all’Église de Saint-Merry di Parigi. 11 Ispirate alla poetessa americana Sylvia Plath le due novità di questa primavera Daniela Terranova A Sylvia Prima esecuzione assoluta per Daniela Terranova al Festival Play It: Stasis in Darkness. Then the Blue per orchestra verrà interpretato il 26 marzo al Teatro Verdi di Firenze da Fabio Maestri alla testa dell’Ensemble dell’Orchestra della Toscana, ente committente del nuovo lavoro. In questi termini lo presenta la compositrice: «Il titolo del componimento richiama i primi versi della poesia Ariel, uno dei testi più controversi di Sylvia Plath (grande voce poetica del Novecento anglofono, vincitrice postuma del Pulitzer Prize 1982, nata a Boston, ma naturalizzata inglese, morta suicida a soli trent’anni nel 1963), per ricchezza di significati e difficoltà interpretative. Vi si racconta una folle corsa a cavallo: metafora della vita stessa, della corsa che ha come meta la morte. “Stasis in Darkness”: un respiro, seguito da una strappata lacerante degli archi che apre uno squarcio sull’immobilità della notte, dalla quale ci si stacca lentamente, per costruire un ultimo grande slancio verso la luce». Un’ulteriore prima verrà proposta il 5 maggio al Teatro Franco Parenti di Milano, nell’ambito della stagione Rondò, dal Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli, con la coreografia di Ariella Vidach: Lying Down on the Horizon, per flauto (anche flauto in Sol), clarinetto (anche clarinetto basso), violino, viola, violoncello, Novità per ensemble ispirata alle riflessioni e alla pittura del manierista Pontormo Federico Gardella Ut pictura musica Prima esecuzione assoluta per Federico Gardella al Festival Play It!: Ossessioni di Pontormo per due gruppi strumentali e percussioni verrà interpretato il 26 marzo al Teatro Verdi di Firenze da Fabio Maestri alla testa dell’Ensemble dell’Orchestra della Toscana, ente committente del nuovo lavoro. In questi termini ne chiarisce le implicazioni il compositore: «Tra il 1554 e il 1556 Jacopo Carucci, detto il Pontormo, tenne un diario. Non si tratta di un diario inteso in senso letterario, quanto piuttosto di un resoconto, minuziosamente dettagliato, delle sue ossessioni: in queste pagine accurate descrizioni delle abitudini alimentari (annotate in relazione a considerazioni di carattere medico) trovano posto al fianco degli studi per gli affreschi del Coro della Basilica di San Lorenzo a Firenze, capolavoro a cui Pontormo stava lavorando in quegli anni e che non riuscì a portare a termine. La pittura di Pontormo è un’arte abitata dalle proprie ossessioni ed è in questo che risiede la sua modernità. Ho iniziato a comporre queste Ossessioni di Pontormo, per due gruppi strumentali e percussioni, con in mente queste riflessioni: come immaginare una musica Novità incentrata sulla spazializzazione sonora alla Biennale di Lione 12 pianoforte e due danzatori – commissione del Divertimento Ensemble col supporto della Ernst von Siemens Music Foundation –, nelle parole dell’Autrice «è stato concepito fin dall’inizio con l’intento di operare una convergenza tra musica e danza, rifiutando la dipendenza nella collaborazione tra i due diversi linguaggi espressivi. Il punto d’incontro è stato raggiunto grazie alla condivisione dell’idea astratta alla base della composizione, suggeritami dalla poesia visionaria di Sylvia Plath. La dimensione naturale dell’uomo sembrerebbe essere verticale – “I’m vertical”, recita in apertura di un suo famoso componimento la scrittrice – ma talvolta la vita ci spinge a desiderare un abbandono, una resa, il raggiungimento di una dimensione orizzontale che è quella del sonno/sogno e infine della morte. Il riferimento al testo è metaforico, trascende le vicende propriamente biografiche per cogliere la dimensione universale dell’esperienza. I corpi dei ballerini sembrano dare forma a un rito, muovendosi nel groviglio di una texture inizialmente secca, arida, “legnosa”, che a poco a poco acquista risonanza e profondità». La composizione verrà ripresa nel mese di luglio, sempre dal Divertimento Ensemble, in Finlandia, nel contesto del Festival “Time of Music” di Viitasaari. Jean-Luc Hervé Come un’eco Prima esecuzione assoluta per Jean-Luc Hervé alla Biennale Musique en Scène: De près per cinque strumenti e elettronica verrà interpretato il 29 marzo al Temple du Change di Lione dall’Ensemble Les Temps Modernes. In questi termini il compositore presenta il nuovo lavoro: «La disposizione spaziale del pezzo è costituita da un ensemble di cinque musicisti sulla scena e da un sistema di diffusione sonora con degli altoparlanti disposti tra il pubblico. La musica suonata dai musicisti è trattata in tempo reale attraverso altoparlanti più vicini. Il pezzo fa dialogare così due situazioni d’ascolto opposte: un ascolto abituale, da concerto, cioè quello capace di riverberare quelle ossessioni? Come rendere invisibili le “figure” dando corpo ai loro sguardi? Ho pensato, allora, di dividere l’ensemble in due gruppi strumentali, senza però arrivare a definirli attraverso una dialettica delle parti; al contrario, i due gruppi “dicono” quasi la stessa musica, si conformano quasi attraverso gli stessi “gesti”, ma è proprio in questa sottile alterità che prende forma il carattere ossessivo di una musica pensata in analogia con la pittura di Pontormo». Nel mese di febbraio si offrono due occasioni per ascoltare la musica di Federico Gardella. Voice of Wind per voce femminile (Utai) e flauto basso è in programma il 23 febbraio al Daniel Recital Hall della California State University a Long Beach (California), nell’interpretazione del duo Ryoko Aoki e John Barcellona. Il 24 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti propone all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai NuovaMusica, la prima esecuzione italiana di Mano d’erba per orchestra, dopo la registrazione in studio realizzata sempre dall’OSN Rai a Torino lo scorso ottobre (cfr. ESZ News n. 62). degli strumenti sulla scena di fronte al pubblico, e uno vicino, quello dei suoni diffusi dagli altoparlanti che si trovano presso il pubblico. Diffusi a basso volume, i suoni che provengono dagli altoparlanti risuonano come un’eco degli strumenti, bisbigliati all’orecchio degli spettatori». De près sarà ripreso il 21 settembre dall’Ensemble Recherche a Royaumont, nel quadro d’un concerto monografico che comprenderà anche la prima esecuzione assoluta di un nuovo brano per organo e elettronica. En mouvement per sette strumenti è invece in programma il 16 febbraio allo Studio 106 di Radio France, a Parigi, nel quadro del Festival Présences, affidato all’Ensemble Mosaïk diretto da Enno Poppe. Giorgio Colombo Taccani Ostinatamente vitale Due prime esecuzioni per Colombo Taccani nei prossimi mesi. Il 23 febbraio, presso lo Spazio Aref di Brescia, Piercarlo Sacco, dedicatario del brano, presenterà in prima assoluta Piazzaforte per violino solo. Dice il compositore: «Composta su invito dell’Associazione Culturale Aref e di Mauro Montalbetti, Piazzaforte vede la luce collegandosi esplicitamente al quarantennale della strage di Piazza della Loggia a Brescia. Le ragioni strettamente musicali e compositive si fondono, più che in altre occasioni, con la testimonianza etica e morale, con il desiderio di opporre con forza un argine alla barbarie e alla sopraffazione. Il canto antifascista Siam del popolo gli arditi, in alcuni suoi frammenti e comunque mai citato direttamente, diviene quindi base dell’intero lavoro, non solo come sorgente di elementi strutturali, di proporzioni e di spunti costruttivi, ma anche come spinta ideale verso la conservazione della memoria e un orizzonte di giustizia. “Con immutata convinzione” è l’indicazione con cui si apre la partitura, e questa, più di verbose descrizioni puntuali, è certo la sintesi più opportuna per identificare l’intera traiettoria del lavoro, sempre affermativa e ostinatamente vitale». Il 18 marzo sarà invece Roberto Fabbriciani a eseguire per la prima volta Eyeless Dark per flauto basso solo presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Spiega Colombo Taccani: «Eyeless Dark segue a distanza di un anno circa Restless White per flauto, scritto sempre per Roberto Fabbriciani, e con questo precedente lavoro crea relazioni di simmetria e di Andrea Manzoli complementarità. All’immediato contrasto fornito dal timbro profondo del flauto basso si aggiunge un clima tendenzialmente statico e risonante, assai lontano dalla mobilità inquieta del brano gemello. Pochi suoni si alternano, appena increspati da piccole fluttuazioni e solo raramente incisi da brevissimi momenti di isolata tensione. Solo nel finale il percorso trova un episodio di violenta assertività, caratterizzato dalla conquista del registro acuto dello strumento da parte di un gesto ripetuto con maniacale energia. Si tratta tuttavia di una parentesi presto richiusa, terminando il brano, nelle poche battute successive, con un rapido e definitivo ritorno alla fissità iniziale». Alcuni lavori di Colombo Taccani verranno ripresi in questo periodo: Restless White verrà eseguito il 25 febbraio da Roberto Fabbriciani al Centro Mexicano para la Música y Artes Sonoras di Morelia (Messico) e l’11 marzo da Paola Fre al Teatro Grande di Brescia nell’ambito di un concerto dell’ensemble Sentieri Selvaggi. R’lyeh per chitarra elettrica sarà riproposto da Sergio Sorrentino il 16 marzo a Torino per la stagione “I Cinque Concerti” dell’Associazione Sviluppo, Arte e Musica. Il 30 marzo Akiko Kozato e Adele D’Aronzo eseguiranno Zaul per voce e pianoforte presso la Nanko Sunset Hall di Osaka. Ancora Akiko Kozato e Misato Suzuki interpreteranno Diana, Luna il 1° aprile al La Forte Hall di Tokyo. Il 20 maggio il pianista Moritz Ernst proporrà I muri bianchi di Endenich al BKA di Berlino. Immagini musicali I l 28 marzo Tonino Battista dirige l’Ensemble dell’Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze, nell’ambito del Festival Play It!, nella prima esecuzione assoluta di Blooming per nove strumenti. Spiega l’Autore: «Una delle tecniche musicali di proliferazione materica che più mi hanno interessato fin dai primi studi di composizione è la variazione (intesa come elemento nuovo e rigeneratore piuttosto che come artificio virtuosistico/decorativo). In Blooming, attraverso il concetto di variazione cerco di riappropriarmi, di rileggere e di riscrivere un’idea musicale lievemente appuntata diverso tempo fa, ma mai formalizzata. L’idea centrale del brano è quella di raccogliere all’interno di un’unica arcata narrativa diverse immagini musicali tutte riconducibili ad una successione accordale rappresentante il materiale “primordiale”. Momenti sincronici (accordi “armonici” e “inarmonici” secondo l’accezione spettralista) e momenti diacronici (linee e profili melodici) vengono messi in continua relazione dialettica attraverso i parametri dell’eterofonia (ritmica ed armonica) e della risonanza (integrale o selettiva)». La musica di Andrea Manzoli ha partecipato all’International Film Festival Rotterdam come colonna sonora del lungometraggio Mancanza – Inferno Christophe Bertrand di Stefano Odoardi, proiettato per la prima volta il 28 gennaio. Per il film Manzoli ha composto Dieci elegie per un microcosmo per soprano e accompagnamento di percussioni, affidate all’interpretazione di Valentina Coladonato. Con queste parole il compositore racconta la sua esperienza: «Era da tempo che conoscevo personalmente il regista Stefano Odoardi ma non avevo mai avuto modo di collaborare con lui. Meno di un anno fa mi chiese di scrivere le musiche per il film Mancanza – Inferno, e proprio in quella proposta trovai degli stimoli interessanti e a dir poco inconsueti rispetto al “classico” lavoro di commento sonoro. Come riferimento testuale non ho avuto una sceneggiatura ma alcuni estratti dalle Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke, scelti da Stefano e che rappresentano la mera base drammaturgica, senza alcun vincolo legato al sincrono con l’immagine. Insomma, un lavoro che pone sullo stesso piano regista e compositore e che svincola il pensiero artistico dalle ferree logiche percettive dell’ascoltatore. Dieci elegie per un microcosmo sono state scritte autonomamente, avendo come “vincolo” un testo che funge da perno generatore dell’intero film». Omaggio a un autore amico Hommage à Christophe Bertrand è il titolo d’una produzione che Radio France ha dedicato alla memoria del compositore scomparso nel 2010. Il 18, 19 e 25 gennaio si sono svolte le sessioni di registrazione di un Cd monografico in uscita la prossima primavera per l’etichetta Motus, mentre il 20 gennaio lo Studio 105 della Maison de Radio France ha ospitato un concerto ritratto, interpretato dagli ensemble Court-circuit e In Extremis (quest’ultimo partner di Bertrand) sotto la direzione di Jean Deroyer, trasmesso in diretta sulla rete France Musique nel corso della trasmissione “Le Concert Contemporain”. Il programma, tanto del Cd quanto del concerto, ha proposto Sanh per clarinetto basso, violoncello e pianoforte, Arashi per viola sola, Skiai per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, Treis per violino, violoncello e pianoforte, Ektra per flauto solo, e Satka per flauto, clarinetto, violino, violoncello, percussione e pianoforte. Due pagine per strumento solo commemorano la Strage della Loggia e arricchiscono il catalogo per flauto Henri Pousseur Roberto Fabbriciani esegue il 25 febbraio al Centro Mexicano para la Música y Artes Sonoras di Morelia Zeus joueur de flûtes per flauto e nastro magnetico. Lavori di ricerca in sala da concerto e al cinema Radio France dedica un concerto, una trasmissione e un Cd alla musica per ensemble 13 Due Cd monografici offrono uno sguardo ad ampio spettro sul mondo creativo del compositore Giorgio Gaslini Ritratti d’autore L a pianista Alessandra Garosi ha ideato e realizzato per l’etichetta EMA Records un articolato progetto discografico dal titolo Chansons et Carillons. Concepito come un omaggio monografico a Giorgio Gaslini, l’album comprende Les carillons fou per flauto e pianoforte, Suite elisabettiana per traversiere, voce e pianoforte, Moto velocetto perpetuo per flauto e pianoforte, Myanmar Suite per quartetto di flauti, Trittico popolare per voce femminile e pianoforte su canti popolari italiani e la chanson Il drago tratta dal Songbook. Completano il Cd due lavori della stessa Garosi, tra cui Le carillon perdu, dedicato allo stesso Gaslini. Interpretano il programma Francesca Breschi, voce, Stefano Parrino, flauto, Paolo Corsi, percussioni, e Alessandra Garosi al pianoforte. Il Cd verrà presentato il 15 febbraio alla trasmissione “Piazza Verdi” di Rai Radio3, nel corso della quale saranno suonati in diretta alcuni brani dalla Suite elisabettiana e dal Trittico popolare, oltre alla chanson Il drago. Al progetto è Tre prime costellano altrettanti festival questa primavera Gilberto Bosco Incontri sonori Il Festival Play It! ha in cartellone il 29 marzo al Teatro Verdi di Firenze la prima esecuzione assoluta di Dal deserto per otto strumenti, nell’interpretazione dell’Ensemble dell’Orchestra della Toscana diretto da Francesco Lanzillotta. Spiega Gilberto Bosco: «Alcuni frammenti, quasi dei “paesaggi musicali”, si susseguono senza soluzione di continuità. La lontananza temporale dal viaggio qui forse ripercorso e la suggestione di una serie di opere pittoriche e di immagini fotografiche sovrapposte ai ricordi collegano astrazione e realtà, esperienza vissuta e finzione». Essercizio per due flauti è il titolo d’una seconda novità di Gilberto Bosco, in programma in aprile al Festival “Suoni inauditi” di Livorno. Chiarisce l’Autore: «Il titolo ovviamente rimanda a Domenico Scarlatti, qui presente e insieme forse anche assente. Una serie di emissioni diverse, di combinazioni ottotoniche, di incontri contrappuntistici, di “melodie” rese Novità per elettronica frutto d’una commissione parigina 14 Maurilio Cacciatore Timbri artificiali Commissione della Fondazione “Cœur du Cinq” con il sostegno della città di Parigi, Hörspiel n. 6 per elettronica a sei canali sarà proposto in prima esecuzione assoluta il 24 maggio all’Auditorium du Collège de Bernardins di Parigi, affidato all’assistenza informatica di Marco Liuni. Spiega Cacciatore: «Questo pezzo per sola elettronica continua la serie di radio racconti che ha avuto inizio con il mio precedente lavoro per orchestra. Il progetto è frutto della collaborazione nata con la Fondazione committente del brano sull’inclusione di persone socialmente deboli nella città di Parigi in una creazione artistica. Allora ho pensato di potere usare un testo poetico di chi coltivasse la scrittura e, tra le varie proposte avute, ho scelto la poesia Je me suis fait la belle di Samuel Samuel, clochard dall’adolescenza. Questo brano ha due versioni: una da concerto, per impianto stereo a sei canali (tre per lato), e una versione radiofonica in cui la posizione degli altoparlanti sarà simulata con opportuni filtraggi. Nella versione da concerto la posizione non convenzionale degli altoparlanti del formato stereo (non tutti gli altoparlanti sono uguali tra loro e non tutti si rivolgono verso il pubblico) permette di ottenere una ricca varietà di timbri e una sensazione di visione frontale “allargata”: il perfezionamento di queste tecniche è tra i miei principali interessi nelle mie nuove vesti di ricercatore tra gli studi di Musica Elettronica di Basilea e l’Università Cattolica di collegata anche una piccola tournée concertistica: il 18 marzo alla Stagione della Fondazione Busoni di Empoli verrà proposto un programma che comprende Les carillons fou, Suite elisabettiana, Trittico popolare e Il drago; il 25 aprile la Garosi interpreterà Piano Felix alla Villa Seidlar di Monaco di Baviera. Nel mese di maggio una selezione dalla Suite elisabettiana verrà interpretata dalla voce di Maria Calabretta e dal pianoforte di Vanessa Cangemi all’interno della rassegna “I Suoni del Fiume” di Loro Ciuffenna. Un secondo Cd dell’etichetta Tactus (TC 920701) propone invece l’integrale delle opere per flauto di Giorgio Gaslini interpretate da Roberto Fabbriciani. Buona parte del programma è composta da lavori recentissimi: risalgono infatti al 201112 Aria con figure e Les carillons fou per flauto e pianoforte, Traiettorie per tre flauti e Concerto per flauto, archi, arpa e percussioni. Fabbriciani è coadiuvato da Massimiliano Damerini al pianoforte e dall’Orchestra Filarmonica di Roma sotto la direzione di Ezio Monti. poco o tanto esplicite, di ricordi e nostalgie, percorrono il lavoro. Un omaggio (forse più per assenza che per presenza!) a un lavoro di Goffredo Petrassi». Una terza manifestazione – il Festival Risuonanze di Trieste – propone un’ulteriore prima di Gilberto Bosco: Ritorno per voce e pianoforte sarà eseguito il 31 maggio dal duo Akiko Kozato e Adele D’Aronzo. Si chiede il compositore: «Come si può scrivere un lied “romantico”? Ritorno si pone (presuntuosamente) questa domanda e ne costituisce una assai parziale e lacunosa risposta. Il testo d’amore da un lato rimanda a Schumann, dall’altro provoca madrigalismi e immagini riflesse. Per chi non ama i ricordi: un solo incontro verticale, in tutto il brano, è consonante, la nota perno, ossessivamente echeggiante (sarà forse l’immagine di cui parla il poeta?) non è in alcun modo una “tonica”». Porto. L’attenzione al formato radiofonico rimane tra i miei interessi principali attuali: la radio richiede una cura particolare nel saper tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore e presenta dinamiche proprie, che si riflettono sia nella forma sia nei contenuti della musica. Hörspiel cerca di mantenere un contatto con la tradizione tedesca dei radiodrammi, ma allo stesso tempo prende le distanze da un “classicismo” che non mi riguarda. D’altronde, come in tanti miei lavori vocali, l’uso del testo va più nel senso dell’articolazione dell’aria che della trasmissione effettiva del senso del testo stesso. Anche qui la sua comprensione sarà ardua: l’ascoltatore potrebbe considerare la comprensione delle parole, più che un invito a seguire la musica, una conquista per rivendicare il senso convenzionale del linguaggio. Quando poi sarà chiaro il mondo sonoro attorno a questo testo combattuto, l’ascoltatore forse deciderà se continuare lo sforzo di comprensione, oppure sublimarlo nella sua replica fatta tramite i miei timbri artificiali». Refrain in extenso per violino, viola, violoncello e pianoforte – il brano vincitore del 14° Premio Trio di Trieste, Concorso Internazionale di Musica da camera (Sezione Quartetto) –, verrà ripreso per la prima volta il 26 marzo all’Auditorium Limen Music & Arts di Milano nell’interpretazione dell’Ensemble Taras. Pasquale Corrado Iniziazione adolescenziale Va in scena il 2 e 3 maggio in prima rappresentazione assoluta ai Cantieri Koreja di Lecce Alice Special Guest, opera lirica per tre voci, tre attori e orchestra su libretto di Ugo Giacomazzi, Julio Garcia e Luigi Di Gangi da Lewis Carroll, scene e regia di Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi, costumi di Giulia Giannino. L’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” di Lecce sarà diretta dall’Autore. Spiega Corrado: «In questo viaggio nell’inconscio adolescenziale verso una metaforica “festa”, luogo dell’affrancamento di Alice dal mondo dell’infanzia cui ancora si sente relegata, tutte le figure che incontra (personaggi inventati ma che conservano molte qualità degli archetipi di Carroll) offrono alla protagonista un’esperienza che direttamente o indirettamente riguarda il raggiungimento di questo obiettivo, dapprima inconsapevole ma via via sempre più Carlo Ciceri chiaro. È un viaggio quindi attraverso i conflitti, i desideri, le angosce dell’iniziazione adolescenziale: l’alcol, le droghe, l’apparenza dell’estetica, il divertimento da sballo, l’amore, sono temi trattati nel tentativo di entrare in empatia con questo mondo e con i suoi reali ostacoli che consentono ad Alice di uscirne più matura, o per lo meno con una visione, sebbene onirica, più articolata e complessa». Il 24 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti propone all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai NuovaMusica, la prima esecuzione italiana di Sfera per orchestra, dopo la registrazione in studio realizzata sempre dall’OSN Rai a Torino lo scorso ottobre (cfr. ESZ News n. 62). Tensioni e trasformazioni Tre esecuzioni consecutive per una novità di Carlo Ciceri: Criteria insorge per trio d’archi viene proposto in prima esecuzione assoluta dal Mondrian Ensemble di Basilea, committente del lavoro, il 20 febbraio allo Schlössli Wartegg di Lucerna con riprese il 21 febbraio alla Gare du Nord di Basilea e il 23 febbraio al Kunstraum di Zurigo. Spiega l’Autore: «Criteria Insorge è la personalizzazione di una figura che tenta l’eccesso e l’estremo come chiavi per tendersi verso il controllo, l’impossessamento, verso una scrittura desiderata e al contempo madre stessa di forze instabili dalla velocità cruda e dalle funzionalità imprevedibili. I tre archi sono il luogo su cui impiantare, trapiantare, incrociare materiali che si trasformano, generando distanze e reazioni fisiche tali da obbligare i corpi a riprodursi in gesti dalla Maurizio Ferrari spersonalizzazione meccanica, ad accettare l’alterazione da sforzo adattativo, a riplasmarsi sullo strumento». Il 22 marzo RepertorioZero eseguirà al Festival di Archipel di Ginevra Cruda per trio d’archi elettrici e elettronica, nel quadro del progetto “Ubiquity”. Nel mese di novembre 2013 è stato proiettato per la prima volta il progetto di video-danza Trajet Laryngo-claviculaire, realizzato con compagnia LaBrèche, presso il festival Exp. Edition 01, Biennale de Danse en Lorraine, Arsenal - Metz en Scènes. Per questo progetto Ciceri ha composto una traccia audio sulla quale Aurélie Gandit ha realizzato la coreografia. Il video sarà riproposto il 3 Marzo al Trois C-L - Banannefabrik di Lussemburgo per il Festival 3 du Trois. Da un campo armonico Quartetto d’archi con voce, novità di Maurizio Ferrari su testi di Salvatore Quasimodo, è stato proposto in prima esecuzione assoluta il 23 gennaio alla Palazzina Liberty di Milano dal soprano Matilde Bondioli e dal Quartetto di Musica/Realtà, per la rassegna di quest’ultima Associazione. Così presenta l’Autore questa fatica recente: «Introduzione strumentale: da un suono si genera un campo armonico, i cui elementi costruttivi percorrono tutta la composizione determinandone il “colore” armonico e il divenire formale. Segue un momento contrappuntistico, nel quale le parti strumentali Ottorino Respighi Antiche danze L e ESZ pubblicano in revisione critica due pagine cameristiche inedite di Ottorino Respighi destinate all’organico di violino e pianoforte al quale il compositore dedicò un’importante Sonata. Dei due pezzi – una Giga in Si minore e un Allegretto vivace in Do maggiore – non è nota la data di composizione, benché si presuma debbano rientrare nella produzione del compositore giovane. Vi è già evidente – e destinato a decisivi sviluppi futuri – l’intento di rifarsi alle forme preromantiche dell’antica tradizione italiana per rifondare la musica strumentale d’un Paese che per un secolo si era concentrato quasi s’intrecciano creando un amalgama sonoro denso e compatto, dal quale emergono frammenti melodici; al fondo persiste lo “spettro” del campo armonico iniziale. Segue la parte centrale con la voce, formalmente divisa in tre parti: “Introduzione”, “Passacaglia” – costruita sui primi suoni uditi all’inizio del brano – e “Finale” per voce sola. La composizione termina con una parte per soli archi (tutti con sordina): un breve Adagio malinconico, che confluisce nel finale sugli stessi suoni che avevano dato avvio al quartetto, ma “lontani”, inudibili». esclusivamente sul teatro d’opera. In queste pagine estroverse e brillanti il trattamento dei due strumenti è paritario e la condotta delle parti sempre sorvegliata. Il manoscritto, custodito presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, è stato rivisto per la stampa da Emy Bernecoli e Massimo Giuseppe Bianchi. I due musicisti ne hanno già realizzato una registrazione all’interno del Cd Naxos (8.573129) di recente uscita che rappresenta il primo volume d’una serie dedicata all’integrale della produzione per violino e pianoforte di Ottorino Respighi. Il mito di Alice rivive aggiornato in un nuovo lavoro di teatro musicale Novità per trio d’archi proposta in tre capoluoghi svizzeri Novità cameristica ispirata a una lirica di Salvatore Quasimodo Le ESZ rendono disponibili due pagine inedite per violino e pianoforte 15 Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute FEBBRAIO Francesco Hoch PIUME DI SENSO per flauto dolce contralto Berna, Stiftung Kiefer-Hablitzel, Konservatorium, 4 febbraio Giulia Genini, flauto dolce Aureliano Cattaneo VIOLINKONZERT Versione per violino e ensemble (Commissione musica viva des Bayerischen Rundfunks e Klangforum Wien) München, musica viva Wochenende, Muffathalle, 7 febbraio Sophie Schafleithner, violino Klangforum Wien dir.: Beat Furrer Vittorio Montalti UNNAMED MACHINERIES per orchestra (Commissione Fondazione Teatro La Fenice) Venezia, Teatro Malibran, 7 febbraio Orchestra del Teatro La Fenice dir.: John Axelrod Luis de Pablo MEMORIA Quarto quartetto per archi Madrid, Auditorio del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, 10 febbraio Arditti Quartet Stefano Gervasoni PRÉS per pianoforte (Prima esecuzione assoluta di due “Prés” Libro III) Parigi, Istituto Italiano di Cultura, 18 febbraio Emanuele Torquati, pianoforte Javier Torres Maldonado SEGUNDO LIBRO DEL CANTO ALADO per clarinetto e quartetto d’archi Brest, Petit Théâtre Le Quartz, Scène Nationale de Brest, 20 febbraio Ensemble Sillages Valerio Sannicandro CORI per violino e orchestra Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai, 20 febbraio Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dir.: Fabio Maestri Ivan Vandor OFFRANDE (Prima esecuzione della versione riveduta) Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai, 20 febbraio Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dir.: Fabio Maestri Javier Torres Maldonado HUAYRA-YANA (Vento notturno) Versione per saxofono baritono e elettronica Brest, Festival Electr(o)cution, Centre d’Art Passerelle, 20 febbraio Stéphane Sordet, saxofono Carlo Ciceri CRITERIA INSORGE per trio d’archi Luzern, Schlössli Wartegg, 20 febbraio Mondrian Ensemble Giorgio Colombo Taccani PIAZZAFORTE per violino solo Brescia, Spazio Aref, 23 febbraio Piercarlo Sacco, violino MARZO Malika Kishino LAMENTO Based on a folk song from Fukushima per due violini Fukushima, Music Bond Project, Koriyama Civil Cultural Center, 12 marzo Violin Duo Retorica Ivan Fedele ELETTRA Versione per violino elettrico a cinque corde Palermo, Amici della Musica, Politeama Garibaldi 17 marzo Francesco D’Orazio, violino Giorgio Colombo Taccani EYELESS DARK per flauto basso solo Bologna, Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, Centro La Soffitta, 18 marzo Roberto Fabbriciani, flauto basso Riccardo Panfili VALE per mezzosoprano, percussione e trio d’archi su un testo di tradizione orale Milano, Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica, 18-22 marzo New Made Ensemble Malika Kishino DIALOGUE INVISIBLE per coro femminile Lyon, Biennale Musique en Scène, Théâtre Laurent Terzieff, 19 marzo Chœur Britten dir.: Nicole Corti Michele Tadini CIELO, COSTRUENDO BABELE per voce, chitarra elettrica, pianoforte, percussione e contrabbasso Dijon, ACTEM Musique de Chambre et Création, 22 marzo Federico Gardella OSSESSIONI DI PONTORMO per due gruppi strumentali e percussioni (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 marzo Ensemble dell’ORT dir.: Fabio Maestri Daniela Terranova STASIS IN DARKNESS. THEN THE BLUE per orchestra (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 marzo Orchestra della Toscana dir.: Fabio Maestri Giovanni Verrando TRAVELLING ICON ON RABBIT-SKIN GLUE per ensemble (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 28 marzo Ensemble dell’ORT dir.: Tonino Battista Andrea Manzoli BLOOMING per nove strumenti (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 28 marzo Ensemble dell’ORT dir.: Tonino Battista Gilberto Bosco DAL DESERTO per otto strumenti Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 29 marzo Ensemble dell’ORT dir.: Francesco Lanzillotta Jean-Luc Hervé DE PRÈS per cinque strumenti e elettronica Lyon, Biennale Musique en Scène, Temple du Change, 29 marzo Ensemble Les Temps Modernes APRILE Alessandro Solbiati TERZO QUARTETTO per archi (Commissione dell’Atelier de la Touraine) Tours, Atelier de la Touraine, Salle Ockeghem, 8 aprile Quatuor Diotima Riccardo Panfili L’AURORA, PROBABILMENTE per grande orchestra (Commissione del Teatro alla Scala) Milano, Teatro alla Scala, Stagione Sinfonica, 9 aprile Filarmonica della Scala dir.: Antonio Pappano Riccardo Panfili THE LAST LAND per coro di voci bianche e ensemble su testi di tradizione orale ruandese Luzern, KKL, 12 aprile Human Rights Orchestra dir.: Alessio Allegrini Alessandro Solbiati L’ABSENTE per dodici voci miste, pianoforte e percussioni Chalon sur Saône, Auditorium du Grand Chalon, 15 aprile Choeur Britten Wilhem Latchoumia, pianoforte Jean Geoffroy, percussioni dir.: Nicole Corti Luca Antignani POUR UN BOUQUET FANTÔME per dodici voci, pianoforte e percussioni Chalon sur Saône, Auditorium du Grand Chalon, 15 aprile Choeur Britten Wilhem Latchoumia, pianoforte Jean Geoffroy, percussioni dir.: Nicole Corti Gilberto Bosco ESSERCIZIO per due flauti Livorno, Festival Suoni Inauditi, aprile [data da definire] MAGGIO Pasquale Corrado ALICE SPECIAL GUEST Opera lirica per tre voci, tre attori e orchestra Libretto di Ugo Giacomazzi, Julio Garcia e Luigi Di Gangi da Lewis Carroll Scene e Regia: Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi Costumi: Giulia Giannino Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” di Lecce dir.: Pasquale Corrado Daniela Terranova LYING DOWN ON THE HORIZON per ensemble, danzatori e elettronica, (Commissione Divertimento Ensemble) Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio Divertimento Ensemble dir.: Sandro Gorli Ariella Vidach, coreografia ESZ Carmine Emanuele Cella IMPROVVISO STATICO II per saxofono e live electronics Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio Solista del Divertimento Ensemble: Mario Marzi, saxofono Stefano Gervasoni WHISPER NOT - bis Due studi sintetici per viola e live electronics Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio Solista del Divertimento Ensemble: Maria Ronchini, viola Realizzazione informatica musicale: Carmine Emanuele Cella Nicola Sani CHEMICAL FREE (?) Un viaggio nel microcosmo della materia Opera multimediale I: “C’è tanto spazio là in fondo” per contrabbasso e live electronics II: “No Landscape” per pianoforte, motion capture e live electronics III: “More is different” per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali, motion capture e live electronics Padova, Auditorium Pollini, 9 maggio Roberto Fabbriciani, flauto iperbasso Aldo Orvieto, pianoforte Daniele Roccato, contrabbasso David Ryan, video Alvise Vidolin, live electronics e regia del suono Carmine Emanuele Cella MÉMOIRE DE L’EAU per ensemble Paris, Conservatoire à Rayonnement Régional de Paris, Auditorium Marcel Landowski, 10 maggio Ensemble Orchestral Contemporain dir.: Daniel Kawka Nicola Sani SEASCAPES VI per ensemble Milano, Amici di Musica/Realtà, Palazzina Liberty, 15 maggio Ensemble Risognanze dir.: Tito Ceccherini Alessandro Solbiati UNDICI VARIAZIONI PER RUGGERO per clavicembalo (Prima esecuzione integrale) Madrid, Istituto Italiano di Cultura, 22 maggio Ruggero Laganà, clavicembalo Ivan Fedele NOVITA’ per due pianoforti e live electronics Padova, Auditorio Pollini, 23 maggio Aldo Orvieto, pianoforte Alvise Vidolin, regia del suono news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Maurilio Cacciatore HÖRSPIEL N. 6 per elettronica a sei canali Paris, Auditorium du Collège de Bernardins, 24 maggio Marco Liuni, assistente informatico Alessandro Solbiati NO MORE! per gruppo di bambini e sette strumenti (Commissione Divertimento Ensemble) Milano, Rondò, Auditorium Gruppo 24 Ore, 25 maggio Divertimento Ensemble I Piccoli Musici di Divertimento Ensemble dir.: Sandro Gorli Alessandro Solbiati IL CAMMINO DI ELIA per sei flauti a becco e sei flauti Paetzold Berlino, 27 maggio Prime Recorder Ensemble dir.: Antonio Politano Luca Mosca IL GIOCO DEL VENTO E DELLA LUNA Opera cinese in un atto Libretto di Pilar García Venezia, Sala dei Concerti del Conservatorio “B. Marcello”, 31 maggio Ensemble del Conservatorio “B. Marcello” di Venezia dir. Giovanni Mancuso Regia, scene e costumi: Francesco Bellotto Gilberto Bosco RITORNO per voce e pianoforte Trieste, Festival Risuonanze, 31 maggio Akiko Kozato, voce Adele D’Aronzo, pianoforte Stefano Gervasoni TRE CANZONI POPOLARI per voce e pianoforte Trieste, Festival Risuonanze, 31 maggio Akiko Kozato, voce Adele D’Aronzo, pianoforte Michele dall’Ongaro NOVITA’ per coro e orchestra (Commissione del Maggio Musicale Fiorentino) Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, [data da definire] Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino dir.: Juraj Valãuha Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet: www.esz.it Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991