Un ponte verso la città
C’è un piccolo paese in Toscana, Monticchiello, dove ogni
anno la popolazione promuove uno spettacolo teatrale; i mesi
invernali servono per studiare e preparare la rappresentazione
che poi, in estate, tutti mettono in scena con diversi ruoli.
Quest’anno il palcoscenico era posizionato in uno slargo vicino
alla chiesa; le scenografie “aperte” come un ponte durante la
giornata per far passare auto e cittadini sulla strada che scende
dall’alto, “chiuse” poi la sera con le sedie ad occupare tutto
lo spazio.
Ho pensato che fosse un po’ la metafora della nostra storia;
un gruppo di artisti e operatori culturali di Novara si riunisce
per salvare, prima, e poi gestire un cinema e un teatro.
Professionalità diverse in mezzo alla strada della cultura,
un ponte gettato verso la città invitata a partecipare,
un progetto ideale che prevede che un teatro possa diventare
la casa della cultura.
Una città che vive in un luogo che si mette in gioco per
sopravvivere.
La Fondazione persegue il suo obiettivo; e la “rete” sul territorio
è stata lanciata, tanti ponti aperti verso gli Enti, le Istituzioni,
le Associazioni e i singoli cittadini.
Con questa stagione ne inauguriamo uno ed è solo un inizio.
Il teatro
torna alla città
e la città
al suo teatro
Buon teatro e buona musica!
Vanni Vallino
Presidente Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana
Ci siamo!
«La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee
d’una mano», scriveva Italo Calvino nelle Città invisibili;
oggi con la riapertura dopo sedici anni del Teatro Faraggiana,
Novara si riappropria di un segmento significativo della propria
storia, di parte di quel patrimonio genetico novarese che si
caratterizza per tutta una serie di valori, legati all’atmosfera,
allo spirito e all’identità dei luoghi e dei suoi cittadini.
La sfida, raccolta da un gruppo di appassionati professionisti
della cultura, di novaresi che si sono presi a cuore
questo progetto, richiederà una ri-significazione di un luogo
storico per la città, restituendogli nuove funzioni, adeguandolo
alle dinamiche sociali e alle esigenze dei nostri giorni: una
vera e propria offensiva della formazione e del coinvolgimento
culturale dei cittadini, con l’obiettivo di sollecitare tutte le
istituzioni territoriali per costruire un pubblico nuovo per la
cultura, capace di apprezzare i percorsi di senso prodotti
dagli altri: dai grandi artisti ai nuovi talenti creativi, dalla
contaminazione dei linguaggi alla sperimentazione delle arti,
per offrirci prospettive sorprendenti sul mondo in cui viviamo.
Il Faraggiana era e sarà ora ancora di più un centro di
passione e di competenza, il luogo in cui i suoni, le immagini,
i gesti racconteranno meglio a noi stessi e agli altri chi
siamo e chi vogliamo essere, se solo sapremo guardare,
ascoltare e diventare protagonisti dell’appassionante
percorso di crescita culturale della nostra Città.
Alessandro Canelli
Sindaco di Novara
Ci siamo, ce l’abbiamo davvero fatta ad aprirlo, il Teatro.
Un nuovo Teatro Faraggiana.
Ci siamo! Eccome se ci siamo: siamo un bel gruppo
di persone, abbiamo sognato e ce l’abbiamo fatta.
Sapevamo che non sarebbe stato un percorso facile,
che la strada sarebbe stata in salita, ma alla prima vetta
è già festa con i compagni di cordata e si guarda alla
pianura, alle sue città, quelle piccole aiuole che ci fanno
tanto feroci, con una vitalità nuova e tutta guadagnata.
Ora si ha un solo desiderio: condividerla.
Per questo la prima stagione teatrale del Faraggiana,
dopo più di venti anni dall’ultima, è interamente dedicata
alla città. Per questo ho intitolato il nostro spettacolo
d’inaugurazione Canto alla città: ispirato alla Divina
Commedia e alla sua Cantica in salita, il Purgatorio,
la cantica della trasformazione, dell’ascesa, del canto.
Dante maestro e guida del cammino e i ragazzi
dell’orchestra giovanile della scuola di musica Dedalo,
sessanta giovani musicisti sul palco. Una città che “canta”!
Restituire un teatro alla città è imboccare un sentiero
che non viene più battuto, ci vuole molto coraggio,
ma gli artisti ci hanno sostenuti, ed è stato naturale che la
stagione teatrale si costruisse intorno alla parte più vitale
del teatro italiano fatta di grandi attori/autori, di gruppi
teatrali giovani.
La scelta di alternare musica, comicità impegnata,
drammaturgia contemporanea, oltre al cinema, al lavoro
con le scuole, ai progetti sulla danza, è precisa: questo
teatro è da abitare, vivere, condividere. Una bella sfida per
tutti: c’è ancora molta strada da fare. Ma sappiamo anche
che il cuore si allena a camminare in salita. Il cervello si
ossigena. La pelle respira.
Lucilla Giagnoni
Direttrice Artistica
Teatro
Teatro
Inaugurazione
Italia anni Dieci
Canto alla città
dalla Divina Commedia di Dante
di e con Lucilla Giagnoni
musiche eseguite dall’Orchestra Dedalo
diretta da Andrea Raffanini
Marianna Cappelli
Che cosa stavamo facendo prima, non lo sappiamo, forse dormivamo, forse vagavamo senza meta, ma non importa, perché ora, nel mezzo del buio, se guardiamo avanti possiamo
scorgere una montagna lambita dalla luce. In noi si apre un
barlume di speranza. Iniziamo la scalata: un piede dopo l’altro,
un passo dopo l’altro... per salire bisogna prima scendere...
La salita è qualcosa che ci dobbiamo guadagnare.
Le città hanno voluto i teatri, che nell’antichità stavano tra il
mercato, in basso, e l’acropoli con il tempio, in alto. Il teatro sta
a metà strada tra gli uomini e il divino.
La Divina Commedia è un pellegrinaggio verso l’alto, è l’esaltazione dell’andatura umana sollecitata nel procedere verso la
sommità. È sul ritmo del passo che si scandisce il ritmo della
poesia, che ci porta a un progressivo avvicinamento alla conoscenza, alla ragione e alla fiducia.
Canto alla città con Lucilla Giagnoni e l’Orchestra Dedalo diretta
da Andrea Raffanini è un viaggio con la Divina Commedia, perché
un teatro che si apre alla città è un cammino in salita, faticoso,
pieno d’inciampi e rischi di cadute, ma certamente anche un percorso d’ascesa e, si sa, quando si torna giù, sulla terra, non si è
più gli stessi e si ha voglia di raccontarlo e condividerlo con gli altri.
“il teatro sta a metà strada tra
il tempio in alto e il mercato in basso…”
domenica 6 novembre 2016 ore 21
di Edoardo Erba
Regia: Serena Sinigaglia
Con: Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa,
Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan
Musiche: Gipo Gurrado
Scene: Maria Spazzi
Costumi: Federica Ponissi
Attrezzeria: Maria Paola Di Francesco
Luci: Alessandro Verazzi
Produzione: Teatro di Ringhiera ATIR
Italia anni Dieci, frutto della collaborazione fra Serena Sinigaglia
ed Edoardo Erba – un’eccellenza della drammaturgia nazionale
e internazionale –, racconta la storia di un industriale sull’orlo del suicidio e della sua signora, di una madre protettiva, di
una figlia eterna disoccupata, di un insegnante di salsa e di una
badante albanese. Mentre la crisi economica, spietatamente,
li denuda, i loro destini s’intrecciano in un susseguirsi di avvenimenti.
In una società dove tutti i riferimenti stanno per saltare, dove
le sicurezze del passato non esistono più e sul futuro si addensano nubi che nessuno ha il coraggio di scandagliare, le
persone si muovono alla cieca, aggrappandosi a qualsiasi cosa
che sembri una certezza per non affondare. Come in un film
che gira al contrario, i segni s’invertono: non si lavora più per
essere pagati, ma si paga per lavorare. E si balla sulle macerie,
invece di raccoglierle e provare a ricostruire.
Cinico, nevrotico, spietato, ma anche tenero e comico, Italia
anni Dieci porta lo spettatore nell’occhio del ciclone. E facendolo vorticare nel dramma, restituisce un’immagine caleidoscopica e indelebile della crisi che stiamo attraversando.
Serena Serrani
venerdì 21 ottobre 2016 ore 21
Musica
Teatro
Simona Bencini
Jazzin’on the dance floor
Marco Paolini
Numero primo
Simona Bencini Voce
Luca Giugno Chitarra
Tony Casuscelli Piano
Max Scoca Basso
Martino Malacrida Batteria
L’idea non poteva che venire a Simona Bencini, lead vocalist
dei Dirotta su Cuba (la band del funky italiano per eccellenza),
che da qualche anno ha scoperto anche la passione per il jazz:
reinterpretare in chiave jazzistica la disco music degli anni Settanta, un fenomeno sociale e musicale di grande importanza,
forse sottovalutato perché tacciato d’essere troppo frivolo,
ma che comunque riuscì a condizionare un’intera epoca.
Accompagnata da ottimi musicisti, Simona reinterpreta alcuni dei brani più famosi di quel periodo, scarnificando i ricchi
arrangiamenti di archi, fiati e groove, con l’intento di far vivere
solo le melodie, portandole musicalmente e vocalmente in un
territorio più jazz.
Si va dallo swing di September degli Earth, Wind & Fire a
quello di Night fever dei Bee Gees, dalla ballad struggente di
I will survive di Gloria Gaynor al ritmo incalzante di Don’t stop ’til
you get enough di Michael Jackson. Un invito anche ad andare
oltre i generi e le classificazioni: non c’è niente di troppo intellettuale o troppo popolare, esiste solo l’emozione che la musica
può trasmettere.
venerdì 25 novembre 2016 ore 21
Studio per un nuovo album
di Gianfranco Bettin e Marco Paolini
Produzione: Jolefilm
Questo lavoro teatrale non sarà un monologo ma un album.
Non so ancora quali storie conterrà, ma sarà un album.
Riprenderà il filo di un racconto autobiografico a puntate
cominciato con Adriatico e proseguito con altre storie (Tiri in
porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito, Miserabili).
Il filo di memorie, di luoghi, facce ed esperienze ha finora accompagnato la crescita del protagonista Nicola nella geografia
e nella storia recente del nostro paese. Per alcuni gli album
sono un racconto generazionale, uno sguardo ironico girato
all’indietro, io stavolta vorrei cambiare registro.
Ho un’età in cui non sento il bisogno di guardare indietro, di
ricostruire, preferisco sforzarmi d’immaginare il futuro, così farò
un album con nuovi personaggi (e forse manterrò qualcuno
dei vecchi). Parlerò della mia generazione alle prese con una
pervasiva rivoluzione tecnologica. Parlerò dell’attrazione e della
diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come
resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo
farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò
a puntate, come ho fatto con i primi album. Di più, per ora,
non so.
Marco Paolini
Ivana Porta
sabato 19 novembre 2016 ore 21
“questo lavoro teatrale non sarà
un monologo ma un album”
Musica
Teatro
Novara Gospel Festival, Winter edition
I Vicini
Isaac Simpson
Brotherhood Gospel Choir
Isaac Simpson Voce
Areignia Ryles Voce
Aaron Thomas Basso
Garren Smith Batteria
Edward Draine Tastiere
Roberto Colussi Chitarre
Paola Fizzotti
Josephine Kasera
Maria Carmela La Marca
Daniela Martorano
Michela Pozzato
Marco Pregnolato
Marica Sottile
Stefano Taccucci
Sonia Turcato
Paolo Viana
Giulia Violini
Il Novara Gospel Festival, che è organizzato dall’Associazione
Brotherhood Gospel Choir, sotto la direzione artistica di Paolo
Viana e Sonia Turcato, è giunto nel 2016 alla dodicesima edizione. Lo scorso maggio, a Padova, ha ricevuto il terzo Gospel
Music Award come “Miglior evento gospel in Italia”, un importante riconoscimento e una conferma della validità delle scelte
artistiche operate nelle precedenti edizioni, durante le quali ha
ospitato i più grandi nomi del gospel contemporaneo, come
Kirk Franklin, Richard Smallwood, Donnie McClurkin, Myron
Butler, Kurt Carr, Jonathan Nelson, i 21:03, J. Moss, Micah
Stampley, Israel Houghton & New Breed.
Il concerto al Teatro Faraggiana, nell’ambito della Winter
edition del festival, ospiterà il Brotherhood Gospel Choir
(“Miglior coro gospel italiano”, Gospel Music Awards 2016),
insieme a uno degli artisti più rappresentativi: il “Gospel Music
Academy Award” americano Isaac Simpson, accompagnato
dalla sua band. Originario della California, cantante, autore e
produttore, con all’attivo numerosi album di successo, Simpson
registrerà durante la serata, supportato dal Brotherhood, il CD
dal vivo Live in Italy.
giovedì 15 dicembre 2016 ore 21
di Fausto Paravidino
Regia: Fausto Paravidino
Con: Ris Fusetti, Davide Lorino, Fausto Paravidino,
Sara Putignano, Monica Samassa
Scene: Laura Benzi
Costumi: Sandra Cardini
Luci: Lorenzo Carlucci
Produzione: Teatro Stabile di Bolzano
I Vicini è una pièce sulle nostre paure. Sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. È una pièce su noi stessi e gli
altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, quello
che è immaginato, quello che è reale perché è immaginato. Un
po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro.
Lui avverte dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando
di non farsi sentire, va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa, glielo
dice: mentre lei non c’era, ha visto i vicini.
Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha
paura. Perché? E Greta? Greta no, non ha nessuna paura dei
vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura
della vecchia. Che vecchia? La vecchia che vede di notte. La
vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina
che c’era prima di morire. È un sogno? No. È un fantasma?
I vicini non sembrano pericolosi. Una sera li incontrano e
succedono cose strane, però non spiacevoli. Solo che la notte la
vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui sempre meno,
ormai lui va d’accordo con i vicini, si vedono di nuovo. I vicini
sono molto cambiati. In peggio. Perché?
“una pièce su noi stessi
e gli altri”
Valeria Tomasulo
sabato 3 dicembre 2016 ore 21
giovedì 22 dicembre 2016 ore 21
Natalino Balasso
Velodimaya
di Natalino Balasso
Scene: Rita Scarpinato
Produzione: Teatria srl
Come possiamo raccontare i drammi del contemporaneo senza cedere allo sconforto? Solo il teatro può farlo, attraverso la
commedia, attraverso la parola e l’arte della risata.
Velodimaya è una specie di mappa del pensiero contemporaneo, in un tempo indefinito, nel vortice degli uomini e delle
nazioni. Le nazioni moderne non sono nazioni, sono affari.
E in tutta questa compravendita qual è la verità?
Navighiamo attraverso il racconto dei desideri e delle paure
dei nostri attuali compagni d’avventura in questo lembo di terra.
Stiamo giocando e partecipando a un gioco in cui le carte sono
truccate e le regole tutte da scoprire, è un gioco antico che,
quando sembra fare un passo avanti, sta solo prendendo la
rincorsa per tornare al punto di partenza.
Siamo dentro un film, ciascuno di noi recita un personaggio,
chi meglio, chi peggio, ma tutti facciamo finta.
A questo punto il nostro personaggio è costretto a indagare,
come fosse un detective di un film giallo, ci sono solo prove
indiziarie, il quadro non è chiaro. Visti da lontano, in questo nostro affannarci, anche nel nostro inciampare, facciamo ridere.
Teatro
giovedì 12 gennaio 2017 ore 21
venerdì 13 gennaio mattina spettacolo per le scuole
Roberta Biagiarelli
Srebrenica
di Roberta Biagiarelli
Regia: Simona Gonella
Produzione: Babelia & C. – Progetti culturali
Consulenza: Luca Rastello
Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo-bosniaca attacca la
Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante.
L’offensiva si protrae fino all’11 luglio, giorno in cui i serbo-bosniaci entrano in città. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di
civili, sepolture di vivi, un massacro di novemila persone.
Dopo tanti anni l’impegno professionale di Roberta Biagiarelli
persevera nel ricordo di una delle pagine più oscure del Novecento. I gravissimi fronti di guerra aperti oggi nel mondo, con
le emergenze umanitarie che causano, inducono a percepire il conflitto dei Balcani – nostri vicini di casa – come risolto
e lontano nel tempo, quando tutto invece è ancora aperto e
immobile, cristallizzato dentro a un presente fatto di macerie.
Un’attrice sola sul palco per più di un’ora diventa narratrice e
protagonista di una storia dove la ragione di Stato e gli interessi
di politica internazionale hanno giocato con la vita di decine di
migliaia di persone.
Questo spettacolo-testimonianza ricorda le vittime e punta
il dito sui carnefici. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti, ma
è comunque necessario tentare di dare una voce agli eventi.
Luigi Ottani
Teatro
“questo spettacolo-testimonianza
ricorda le vittime e punta il dito
sui carnefici”
Teatro
Musica
Le prénom
Crooner & Ladies
giovedì 19 gennaio 2017 ore 21
di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière
Versione italiana di Fausto Paravidino
sabato 21 gennaio 2017 ore 21
Walter Ricci – Ladies in Tune – Nova Big Band
Walter Ricci Voce
Regia: Antonio Zavatteri
Con: Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino,
Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò
Produzione: Teatro Stabile di Genova
Bepi Caroli
Serata conviviale in casa di due professori (liceo lei, università
lui) dichiaratamente di sinistra. Tra parenti e amici inizia un gioco di provocazione e di verità che si allarga sino a diventare
l’immagine di una generazione. Una sera come tante altre tra
cinque quarantenni appartenenti alla media borghesia. Con i
padroni di casa ci sono il fratello di lei, agente immobiliare, e
la sua compagna, in ritardo a causa di un impegno di lavoro;
l’amico single invece è trombonista in un’orchestra. Il fratello
comunica che diventerà padre. Felicitazioni e abbracci. Poi le
solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli darete?
Il futuro papà non ha dubbi – sarà maschio –, ma lo sconcerto
nasce quando rivela il nome che è stato scelto. Un nome che
evoca imbarazzanti memorie storiche. Il dubbio è che si tratti
di uno scherzo, ma la discussione degenera ben presto, investendo valori e scelte personali. Tra offese reciproche, che non
mancano di ferire tutti (nessuno escluso), prende forma il ritratto
di una generazione, in cui tutti hanno qualche segreto da nascondere o da rinfacciare.
Dal testo sono stati tratti due adattamenti cinematografici:
Cena tra amici (2012) e Il nome del figlio (2015).
“tra offese reciproche prende
forma il ritratto di una generazione”
LADIES IN TUNE
Sabrina Fiorella Voce
Alessia Turcato Voce
Laura Panetta Voce
NOVA BIG BAND
I Sax
Walter Calafiore
Tommaso Uncini
Wally Allifranchini
Claudio Guida
Giancarlo Porro
Le Trombe
Emilio Soana
Fabio Buonarota
I Tromboni
Rudy Migliardi
Giovanni Di Stefano
La Ritmica
Max Tempia Piano
Tommaso Bradascio Batteria
Carmelo Isgrò Basso
Un incontro di talenti per una serata speciale. Walter Ricci,
classe 1989, primo vincitore italiano del prestigioso New Wave
Festival, proveniente da una famiglia di musicisti, inizia a cantare all’età di otto anni. Appena quattordicenne si esibisce già
nei migliori club italiani e fa da subito parlare di sé. Nel 2009
l’incontro con Pippo Baudo e le collaborazioni con artisti di
fama mondiale, tra cui Michael Bublé, Mario Biondi, Stefano Di
Battista. Walter è un vero crooner del nostro tempo.
Le Ladies in Tune, tre voci ricche di mille sfumature differenti
e piene di swing, sono un unicum dal sapore vintage che incon­
tra la freschezza e la modernità di tre giovani donne. Ispira­te e
influenzate da famosi gruppi vocali come The Andrews Sisters
e il Trio Lescano, il loro repertorio attinge allo swing degli anni
Quaranta e Cinquanta, ma include arrangiamenti di brani contemporanei in chiave moderna, creando un mondo che unisce
e attraversa diverse generazioni. La Nova Big Band, infine, è
composta da musicisti d’eccezione, che non hanno bisogno
di presentazioni.
Teatro
Musica
Fratto_X
Serena Brancale
(mai) scritto da Antonio Rezza
Serena Brancale Voce
Dario Rosciglione Basso
Alfonso Deidda Piano
Dario Panza Batteria
giovedì 9 febbraio 2017 ore 21
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
Stefania Saltarelli
Con: Antonio Rezza e Ivan Bellavista
Habitat: Flavia Mastrella
Assistente alla creazione: Massimo Camilli
Disegno luci: Mattia Vigo
Organizzazione generale: Stefania Saltarelli
Produzione: RezzaMastrella, Fondazione TPE,
TSI La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello
Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? Due persone
discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla,
ha tempo per pensare: sospetta il tranello, ma non ne ha la
certezza. La manipolazione è alla base di un corretto stile di
vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza
espressiva. Mai come in questo caso, o ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema,
della letteratura è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a
chi muore. Bisognerebbe morire appena un po’ di più. Rocco
e Rita fanno uno il verso non dell’altro, ma dell’uno. A imitar se
stessi c’è sempre da imparare. L’ansia non è uno stato d’animo ma un errore posturale. Tra le dune di un deserto, uccelli
migratori volano felici sulla testa di due uomini sereni, lievemente turbati dall’arroganza del potente di turno. La cultura è
fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa
parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. Litiga con
la voce che lo tiene al mondo. Si ama non per sentimento ma
per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, si muore per
eccessiva semplificazione.
sabato 11 febbraio 2017 ore 21
Di origini pugliesi, Serena Brancale intraprende gli studi musicali da giovanissima, avvicinandosi prima al violino e poi al
pianoforte, coltivando parallelamente la sua passione per la
recitazione e la danza.
Dopo numerose presenze in festival e club rinomati, collabora
con Michele Torpedine (storico manager di Bocelli, Zucchero,
Giorgia, Il Volo), con il quale sigilla il suo primo lavoro discografico, e partecipa al festival di Sanremo 2015, riscuotendo grande
successo di pubblico e di critica.
L’album Galleggiare, di cui Serena è autrice e arrangiatrice,
accoglie e fonde vari generi, rappresentando un modello musicale totalmente nuovo, in cui il jazz e il soul incontrano la musica pop d’autore italiana. «Galleggiare è un dipinto dove la mia
anima è protagonista a tutto tondo,» spiega Serena «cammina
nuda tra le terre di Puglia, tra grano e vento. Ho aspettato tanto
questo momento. Il momento in cui chiudi un capitolo importante della tua vita con un disco che ti riconosce appieno».
“il jazz e il soul
incontrano la musica
pop d’autore italiana”
Teatro
Teatro
venerdì 17 febbraio mattina spettacolo per le scuole
venerdì 24 febbraio mattina spettacolo per le scuole
Lucilla Giagnoni
Il racconto di Chimera
Aram Kian
Mi chiamo Aram e sono italiano
giovedì 16 febbraio 2017 ore 21
da La chimera di Sebastiano Vassalli
Umberto Favretto
Progetto e drammaturgia: Lucilla Giagnoni
Scene e luci: Lucio Diana, Massimo Violato
Musiche originali: Paolo Pizzimenti
Costume di scena: Monica di Pasqua
Segreteria artistica: Vittorio Pedrali, Elisa Zanino
Produzione: CTB Centro Teatrale Bresciano
Tratto dal romanzo di Sebastiano Vassalli, Il racconto di Chimera
ricostruisce una vicenda che all’inizio del Seicento sconvolse la
piccola città di Novara, quella della tragica vita di Antonia, abbandonata ancora bambina davanti alla porta della Casa della
Carità e cresciuta poi da una coppia di contadini nel villaggio di
Zardino. Accusata di essere una strega, venne processata e,
dopo aver subito violenze e torture, fu condannata al rogo, sullo sfondo di un paesaggio storico dominato e oppresso dalla
Controriforma e dall’Inquisizione e di un paesaggio naturale sul
quale si staglia la grande roccia del Monte Rosa.
Lucilla Giagnoni porta in scena una figura femminile di struggente bellezza e sensualità, attraverso un monologo serrato,
quasi la condanna di un presente che continuiamo a vivere con
dolore e sopportazione. L’autrice e interprete concilia l’umano
troppo umano con la forza della natura, non si fa tentare da
facili coordinate, si attiene ai fatti e mette nel racconto la sua
passione etica e civile, per ricordarci che la notte (del cuore,
dell’intelligenza) è sempre buia e la carne tenera. La Storia non
ha bisogno di ripetersi: è.
“l’autrice concilia
l’umano troppo umano
con la forza della natura”
giovedì 23 febbraio 2017 ore 21
Storie da Synagosyty
di Gabriele Vacis e Aram Kian
Produzione: Teatro Regionale Alessandrino
Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia
industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino
Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo
del nuovo secolo, fatta d’inconcludenti anni universitari e lavoro
che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo
che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un
padre iraniano, le cose si complicano un po’... «Io sono uno di
quelli che si riempiono lo zainetto di esplosivo e fanno saltare
la metropolitana di Londra... Se uno alto, biondo venisse qui a
dirti: ho lo zainetto pieno di bombe, tu ti metteresti a ridere, no?
Ma se te lo dico io? Un brivido ti viene, no?»
In bilico fra incanto, ironia e tragedia, lo spettacolo racconta la
storia dei nuovi italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette seconde generazioni. Attraverso la voce di Aram Kian, Gabriele Vacis
costruisce un testo che è uno stralcio di vita e di memoria e
insieme uno sguardo al futuro di una società che impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”.
Teatro
Musica
La Terra vista dalla Luna
Tony Momrelle
giovedì 9 marzo 2017 ore 21
di Vincenzo Picone
Luciano Paselli
Regia: Vincenzo Picone
Con: Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi,
Silvia Lamboglia, Gian Marco Pellecchia
Testi: Nicola Bonazzi, Azzurra D’Agostino, Patrick Fogli,
Milena Magnani, Vincenzo Picone, Valerio Varesi
Drammaturgia: Nicola Bonazzi e Vincenzo Picone
Make up maschere: Laura Soprani
Scene: Mario Fontanini
Video: Simon Barletti
Aiuto regia: Mattia De Luca e Teresa Vila
Produzione: Compagnia Teatro dell’Argine
In un luogo apparentemente abbandonato, somigliante a una
vecchia lavanderia a gettoni, si muovono alcuni personaggi
invecchiati dal tempo e dalle rughe. Il tempo sembra essersi
fermato a osservare la gravità della centrifuga, la gravità di una
terra lontana. La Terra vista dalla Luna – titolo di pasoliniana
memoria – muove le premesse drammaturgiche da alcuni testi
di Friedrich Dürrenmatt e in particolare da Ritratto di un pianeta,
dove alcuni biblici personaggi, con sguardo disinvolto e spesso incredulo, assistono come in una telecronaca calcistica al
disfacimento del mondo terrestre.
Notizie vere e inventate si susseguono in una serie di quadri
grotteschi e surreali. Le situazioni che si presentano allo sguardo attonito dei seleniti corrispondono a categorie umane rilette
in chiave astronomica, come i rapporti amorosi alle leggi che
regolano le distanze tra le galassie, mentre le leggi gravitazionali trovano un corrispettivo umano nella morte. Forse solo attraverso la consapevolezza della nostra infinitamente piccola
insensatezza è possibile ritrovare la bellezza del mondo. Guardarlo dalla Luna significa mutare prospettiva, sorridendo delle
sue contraddizioni.
sabato 18 marzo 2017 ore 21
Tony Momrelle Voce solista
Francisco Sales Chitarra
Julian Crampton Basso
Emiliano Pari Piano
Francesco Mendolia Batteria
Il londinese Tony Momrelle è attualmente uno degli artisti più
interessanti della scena soul e R&B internazionale.
Inizia a studiare musica all’età di otto anni, muovendo i suoi
primi passi, come la maggior parte dei cantanti di colore, nel
gospel. Dopo una breve parentesi hip hop, a diciotto anni inizia una lunga collaborazione con Gloria Estefan e in seguito
con Whitney Houston, Elton John, i Take That, il gruppo di
Contemporary Gospel Seven, e Sade, con la quale lavora tuttora.
Dal 2002 è il cantante principale della storica band degli
Incognito, con i quali affronta ogni anno tour internazionali.
Ha all’attivo cinque album, che lo hanno lanciato tra i primi
posti delle classifiche soul inglesi, e una nomination ai SoulTracks Awards come Best Male Vocalist. Negli ultimi anni ha
continuato, parallelamente alle collaborazioni internazionali, il
suo progetto come cantante solista. Attualmente porta in tour
il suo ultimo lavoro: Keep pushing.
Tony Momrelle
porta in tour il suo
ultimo lavoro:
Keep pushing
Teatro
Teatro
giovedì 23 marzo mattina spettacolo per le scuole
venerdì 7 aprile mattina spettacolo per le scuole
Eugenio Allegri
Novecento
Acquadoro
giovedì 23 marzo 2017 ore 21
di Alessandro Baricco
Regia: Gabriele Vacis
Scenografia e luci: Lucio Diana e Roberto Tarasco
Costumi: Elena Gaudio
Produzione: ArtQuarium
La necessità di un lavoro personale si concretizza per Eugenio
Allegri nell’incontro a tre con Gabriele Vacis e Alessandro
Baricco. Tre torinesi producono quello che è un grande successo ancora oggi sulla cresta dell’onda, Novecento, monologo teatrale scritto da Baricco, come precisato nella prefazione
al testo pubblicato da Feltrinelli, «per un attore, Eugenio Allegri,
e un regista, Gabriele Vacis».
Dopo il debutto al Festival di Asti nel giugno 1994, sono ormai oltre cinquecento le repliche e più di duecentomila gli spettatori di un’opera divenuta un cult della scena italiana.
Oggi Novecento prosegue la sua rotta attraccando nei porti
di piccole e grandi città, ripartendo dagli andamenti musicali
della parola, dai gesti surreali, dalle evocazioni magnetiche che
al debutto lo fecero apprezzare dalla critica e amare dal grande
pubblico.
Rimane insolitamente emozionante la prova di Eugenio
Allegri, che in qualche modo, per via indiretta, riesce a dar vita
a due personaggi diversi – lo stupito narratore e lo stesso
Novecento – pur interpretandone uno solo. Una prova d’attore intensa, che dai risvolti di un’intonazione sostanzialmente
comico-grottesca sa ottenere una tensione continua e persino
profonda.
giovedì 6 aprile 2017 ore 21
da L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli
con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni
Progetto: Lucilla Giagnoni
Musiche: Marco Tamagni e Paolo Pizzimenti
Collaborazione alla drammaturgia: Maura Riccardi
In collaborazione con: Enaip Piemonte
Con il sostegno di Regione Piemonte e Provincia di Novara
e con il contributo della Fondazione della Comunità Novarese Onlus
e della Banca Popolare di Novara
All’indomani della Seconda guerra mondiale molte persone patirono la fame. Il lavoro scarseggiava e la promessa di un nuovo sviluppo economico tardava a realizzarsi. Lungo le sponde
del Ticino i cercatori d’oro tornarono a setacciare la sabbia,
per una stagione tanto breve quanto decisiva nella storia italiana, una stagione di cambiamento: la diffusione capillare del
telefono, l’avvento della televisione, l’acqua corrente in tutte le
case...
Acquadoro nasce dalla necessità di raccontare il territorio e
il testo da cui parte è L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli,
che con lucidità traccia i contorni di una storia e dei suoi personaggi, tra eroicità e meschinità: i cercatori, i trasportatori di
pietre, gli operai delle concerie, i venditori a domicilio, i reduci
sono solo alcune delle figure che intrecciano le loro vite in una
locanda vicino al fiume.
Accanto alla parola, la musica dal vivo è un sottofondo continuo: canzoni popolari, successi dell’epoca e composizioni
blues che riscoprono l’autenticità stessa del genere, parlando
del lavoro nella lingua dei lavoratori, il dialetto. Acquadoro è la
narrazione, in forma di recital, di un mito che fa vivere la terra e
la racconta, cercandone i suoni e le voci.
“la narrazione di un mito
che fa vivere la terra e la racconta”
Teatro
gio 20 I ven 21 aprile 2017 ore 21
Mozart secondo la Banda Osiris
con la Banda Osiris e l’Orchestra Dedalo
Sandro Berti
Gianluigi Carlone
Roberto Carlone
Giancarlo Macrì
PERFORMING ARTS
Orchestra Dedalo diretta da Andrea Raffanini
Giampiero Marchiori
La Compagnia di San Paolo per lo spettacolo dal vivo
Con la Scadenza unica 2016 per le Performing Arts la ComIl 27 gennaio 1756 nasceva a Salisburgo uno dei più grandi
pagnia di San Paolo rinnova la modalità di sostegno alle macompositori di tutti i tempi, un uomo che avrebbe cambiato la
nifestazioni culturali più qualificate di spettacolo dal vivo del
storia della musica: Wolfgang Amadeus Mozart.
Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, per rispondere a un contesto
La Banda Osiris non poteva lasciarsi sfuggire la possibilità di
PERFORMING
ARTS allo sviluppo dell’offerta culin trasformazione
e per contribuire
un omaggio al grande musicista divenuto l’emblema della geturale del territorio, in termini di valenza artistica delle proposte
nialità e della passione e, al tempo stesso, dell’impertinenza e
La Compagnia
di San
Paolo
per lo di
spettacolo
dal vivodi sviluppo.
e di capacità
delle
medesime
essere strumento
della ribellione. E così, con l’aiuto di un’orchestra compiacente,
PERFORMING ARTS
affronta un viaggio che ripercorre le tappe salienti della Con
vita di
la Scadenza unica Ferma
2016 perrestando
le Performing
Arts ladei
Compagnia
San Paolo
rinnova la
la qualità
progettidiartistici,
l’attenzione
manifestazioni culturali più qualificate di spettacolo dal vivo del
Mozart. La serata sarà arricchita da estratti musicali dellamodalità
vasta di sostegno alle
viene
focalizzata
su aspetti ritenuti
imprescindibili:
la capacitàdal vivo
La
Compagnia
di
San
Paolo
per
lo
spettacolo
Liguria e Valle d’Aosta, per rispondere a un contesto in trasformazione e per
opera mozartiana, tra i quali la Sinfonia in sol minore n. Piemonte,
40, la
enti diculturale
fare rete
altri soggetti
sistema;
cacontribuire allo sviluppo degli
dell’offerta
del con
territorio,
in terminie dicreare
valenza
artisticaladelle
Piccola serenata notturna (Eine kleine Nachtmusik) e l’ouverture
pacità
di
rafforzare
e
rinnovare
il
contesto
territoriale
e
artistico
Con
la
Scadenza
unica
2016
per
le
Performing
Arts
la
Compagnia
di San Pa
proposte e di capacità delle medesime di essere strumento di sviluppo.
di Don Giovanni.
modalità
di sostegno
alle manifestazioni
culturali
più qualificate
di spettacol
di
appartenenza;
l’abilità
a integrare azioni
e linguaggi
diversi
Ma a corrompere la sacralità del rito penserà l’irrefrenabile
Piemonte,
Liguria
e Valle
d’Aosta,
rispondere
uncoinvolgicontesto
arricchimento
culturale
eviene
unper
più
consapevole
Ferma restando la qualitàper
deiun
progetti
artistici,
l’attenzione
focalizzata
sua aspetti
ritenuti in trasfor
contribuire
allo
sviluppo
dell’offerta
delsistema;
inproposta
termini
follia della Banda Osiris, che addentrandosi nel complesso
imprescindibili: la capacità
degli del
enti pubblico;
di fare
rete la
con
altri soggetti
e creare
la capacità
di di valenz
mento
capacità
diculturale
rinnovare
laterritorio,
propria
proposte
di capacità
medesime
di essere
strumento
rafforzare e rinnovare ilculturale
contestoe territoriale
edelle
artistico
dilettura
appartenenza;
l’abilità
asviluppo.
integrare
mozartiano, intrecciando, tagliando, cucendo musica classica
grazie
a un’adeguata
del contesto
edidel
proprio
azioni e linguaggi diversiposizionamento.
per un arricchimento culturale e un più consapevole coinvolgimento
e leggera, trasformando semplici strumenti musicali in Regine
restando
la qualità
dei progetti
artistici,
viene
focalizzata su
pubblico; la capacità Ferma
di rinnovare
la propria
proposta
culturale
graziel’attenzione
a un’adeguata
lettura
della Notte, esplorando i meandri di un enorme Orecchio del
Assodel contesto e del proprio imprescindibili:
posizionamento.la capacità degli enti di fare rete con altri soggetti e creare sistem
La
Scadenza
unica
per
le
Performing
Arts
si
configura
dunque
luto, e addirittura sintetizzando l’opera di Mozart in tre minuti,
rafforzare e rinnovare il contesto territoriale e artistico di appartenenza; l’abi
lo
strumento
di elezione
della
Compagnia
die San
Paolo
azioni
e linguaggi
diversi
per un
arricchimento
unelezione
più
consapevole
riuscirà a creare un ironico quanto imprevedibile percorso
La soScadenza unica per lecome
Performing
Arts si
configura
dunque
come
lo culturale
strumento
di
la valorizzazione
dei linguaggi
scenici,
daculturale
quelli
tradel
pubblico;
capacitàdiffusa
di rinnovare
la propria
proposta
grazie a un’a
noro e visivo alla scoperta del più grande genio della musica.
della Compagnia di Sanper
Paolo
per la lavalorizzazione
diffusa
dei
linguaggi
scenici,
da quelli
del contesto
e del
proprio
posizionamento.
dizionali
a quelli
contemporanei,
aumentino
e si qualitradizionali a quelli contemporanei,
affinché
aumentino
e affinché
si qualifichino
le occasioni
a
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le occasioni
a disposizione
delcosì
pubblico
per conoscerli
disposizione del pubblico
per conoscerli
e apprezzarli
e influire
sulla formazione
degli
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Performing
Arts si configura
comeelo strume
individui e sulla comprensione
del presente.
eLaapprezzarli
e influire
sulla formazione
deglidunque
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della Compagnia di San Paolo per la valorizzazione diffusa dei linguaggi sc
sulla
comprensione del presente.
quelli
contemporanei,
affinché allo
aumentino
si vivo
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Grazie all’integrazione tratradizionali
la Scadenzaaunica
e altri
strumenti di sostegno
spettacoloe dal
disposizione
del pubblico
peratto
conoscerli
apprezzarli
e influire
così sulla fo
e ai linguaggi contemporanei,
la all’integrazione
Compagnia
mette tra
in
nel NordeOvest
un’azione
sistemica,
Grazie
la
Scadenza
unica
e
altri
strumenti
comprensione
presente.e a promuovere creatività di
che mira a rafforzare sul individui
territorio elesulla
realtà
più solide edel
dinamiche
e
sostegno allo spettacolo dal vivo e ai linguaggi contemporanei,
progettazioni innovative.
la
Compagnia
mette
in
atto
nel
Nord
Ovest
un’azione
sistemica,
Grazie
all’integrazione tra la Scadenza unica e altri strumenti di sostegno allo spe
e ai mira
linguaggi
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Nord Ovest un’az
che
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sul territorio
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e dinami innovative.
a rafforzare sul
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che mira
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creatività
progettazioni
progettazioni
innovative.
Compagnia di San Paolo CSP_live c
ompagniadisanpaolo Co
@compagniadisanpaolo www.compagniadisanpaolo.it @Compagnia di San Paolo CS
co
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w
ww.compagniadisanpaolo.it www.compagniadisanpaolo.it
@C
ACCESSIBILITÀ
Il Civico Teatro Faraggiana è situato all’angolo fra corso della Vittoria
e via dei Caccia, gli accessi principali sono posizionati su via dei Caccia
dove è collocata l’area di carico e scarico riservata al Teatro.
Un ampio marciapiede garantisce agevole accesso all’area biglietteria
e agli ambienti posti al piano terra: foyer, guardaroba, platea e servizi igienici.
Tutti gli arredi e gli spazi situati al piano dell’ingresso sono fruibili
autonomamente da persone su carrozzina. Le porte degli ingressi
principali sono tre, a doppio battente da cm 230 (totale).
Alla platea si accede mediante porte posizionate lungo l’ampio corridoio
(cm 220); sono tre, a doppio battente da cm 140 (totale). I posti riservati
sono due, in esterno alle file P.
SERVIZIO GUARDAROBA
All’interno del Teatro è in funzione il servizio guardaroba gratuito.
È obbligatorio depositare ombrelli, cappelli, caschi, zaini, macchine
fotografiche e apparecchi di registrazione audio video.
L’attività del Teatro Faraggiana è organizzata dalla
Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Onlus.
Finito di stampare: Ottobre 2016
Progetto grafico ed impaginazione: Antonella Trevisan
Stampa: Italgrafica, Novara
Si ringraziano: Alberto Antonini, Attilio Barlassina, Silvana Bartoli, Eraldo Bocca,
Federico Bottomicca, Eleonora Calamita, Elena Casagrande, Davide Catanese,
Chiara Binotti, Luciano Coppola, Renzo Crivelli, Ferdinando Crosta,
Fiammetta Fazio, Antonella Ferrari, Elena Ferrari, Raffaele Fiore,
Mariarosa Franchini, Giulia Ghigo, Lucilla Giagnoni, Giuliana Lanzavecchia,
Paolo Migliavacca, Raffaele Molinari, Roberta Montafia, Roberto Negro,
Raffaella Pasquali, Valeria Piasentà, Roberto Pronzello, Roberta Realini,
Maura Riccardi, Mariano Rognoni, Carlo Roncaglia, Marco Scardigli,
Giorgio Stefanelli, Dante Tanzi, Roberto Tognetti, Antonella Trevisan,
Sonia Turcato, Claudio Ungaro, Vanni Vallino, Marco Vallino, Paolo Viana,
Marcello Vignola, Giulia Violini, Franco Zanetta, Paolo Zanforlin.
MAGGIOR SOSTENITORE
PATROCINI
UN RINGRAZIAMENTO A
PARTNER TECNICO