Un ponte verso la città C’è un piccolo paese in Toscana, Monticchiello, dove ogni anno la popolazione promuove uno spettacolo teatrale; i mesi invernali servono per studiare e preparare la rappresentazione che poi, in estate, tutti mettono in scena con diversi ruoli. Quest’anno il palcoscenico era posizionato in uno slargo vicino alla chiesa; le scenografie “aperte” come un ponte durante la giornata per far passare auto e cittadini sulla strada che scende dall’alto, “chiuse” poi la sera con le sedie ad occupare tutto lo spazio. Ho pensato che fosse un po’ la metafora della nostra storia; un gruppo di artisti e operatori culturali di Novara si riunisce per salvare, prima, e poi gestire un cinema e un teatro. Professionalità diverse in mezzo alla strada della cultura, un ponte gettato verso la città invitata a partecipare, un progetto ideale che prevede che un teatro possa diventare la casa della cultura. Una città che vive in un luogo che si mette in gioco per sopravvivere. La Fondazione persegue il suo obiettivo; e la “rete” sul territorio è stata lanciata, tanti ponti aperti verso gli Enti, le Istituzioni, le Associazioni e i singoli cittadini. Con questa stagione ne inauguriamo uno ed è solo un inizio. Il teatro torna alla città e la città al suo teatro Buon teatro e buona musica! Vanni Vallino Presidente Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Ci siamo! «La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano», scriveva Italo Calvino nelle Città invisibili; oggi con la riapertura dopo sedici anni del Teatro Faraggiana, Novara si riappropria di un segmento significativo della propria storia, di parte di quel patrimonio genetico novarese che si caratterizza per tutta una serie di valori, legati all’atmosfera, allo spirito e all’identità dei luoghi e dei suoi cittadini. La sfida, raccolta da un gruppo di appassionati professionisti della cultura, di novaresi che si sono presi a cuore questo progetto, richiederà una ri-significazione di un luogo storico per la città, restituendogli nuove funzioni, adeguandolo alle dinamiche sociali e alle esigenze dei nostri giorni: una vera e propria offensiva della formazione e del coinvolgimento culturale dei cittadini, con l’obiettivo di sollecitare tutte le istituzioni territoriali per costruire un pubblico nuovo per la cultura, capace di apprezzare i percorsi di senso prodotti dagli altri: dai grandi artisti ai nuovi talenti creativi, dalla contaminazione dei linguaggi alla sperimentazione delle arti, per offrirci prospettive sorprendenti sul mondo in cui viviamo. Il Faraggiana era e sarà ora ancora di più un centro di passione e di competenza, il luogo in cui i suoni, le immagini, i gesti racconteranno meglio a noi stessi e agli altri chi siamo e chi vogliamo essere, se solo sapremo guardare, ascoltare e diventare protagonisti dell’appassionante percorso di crescita culturale della nostra Città. Alessandro Canelli Sindaco di Novara Ci siamo, ce l’abbiamo davvero fatta ad aprirlo, il Teatro. Un nuovo Teatro Faraggiana. Ci siamo! Eccome se ci siamo: siamo un bel gruppo di persone, abbiamo sognato e ce l’abbiamo fatta. Sapevamo che non sarebbe stato un percorso facile, che la strada sarebbe stata in salita, ma alla prima vetta è già festa con i compagni di cordata e si guarda alla pianura, alle sue città, quelle piccole aiuole che ci fanno tanto feroci, con una vitalità nuova e tutta guadagnata. Ora si ha un solo desiderio: condividerla. Per questo la prima stagione teatrale del Faraggiana, dopo più di venti anni dall’ultima, è interamente dedicata alla città. Per questo ho intitolato il nostro spettacolo d’inaugurazione Canto alla città: ispirato alla Divina Commedia e alla sua Cantica in salita, il Purgatorio, la cantica della trasformazione, dell’ascesa, del canto. Dante maestro e guida del cammino e i ragazzi dell’orchestra giovanile della scuola di musica Dedalo, sessanta giovani musicisti sul palco. Una città che “canta”! Restituire un teatro alla città è imboccare un sentiero che non viene più battuto, ci vuole molto coraggio, ma gli artisti ci hanno sostenuti, ed è stato naturale che la stagione teatrale si costruisse intorno alla parte più vitale del teatro italiano fatta di grandi attori/autori, di gruppi teatrali giovani. La scelta di alternare musica, comicità impegnata, drammaturgia contemporanea, oltre al cinema, al lavoro con le scuole, ai progetti sulla danza, è precisa: questo teatro è da abitare, vivere, condividere. Una bella sfida per tutti: c’è ancora molta strada da fare. Ma sappiamo anche che il cuore si allena a camminare in salita. Il cervello si ossigena. La pelle respira. Lucilla Giagnoni Direttrice Artistica Teatro Teatro Inaugurazione Italia anni Dieci Canto alla città dalla Divina Commedia di Dante di e con Lucilla Giagnoni musiche eseguite dall’Orchestra Dedalo diretta da Andrea Raffanini Marianna Cappelli Che cosa stavamo facendo prima, non lo sappiamo, forse dormivamo, forse vagavamo senza meta, ma non importa, perché ora, nel mezzo del buio, se guardiamo avanti possiamo scorgere una montagna lambita dalla luce. In noi si apre un barlume di speranza. Iniziamo la scalata: un piede dopo l’altro, un passo dopo l’altro... per salire bisogna prima scendere... La salita è qualcosa che ci dobbiamo guadagnare. Le città hanno voluto i teatri, che nell’antichità stavano tra il mercato, in basso, e l’acropoli con il tempio, in alto. Il teatro sta a metà strada tra gli uomini e il divino. La Divina Commedia è un pellegrinaggio verso l’alto, è l’esaltazione dell’andatura umana sollecitata nel procedere verso la sommità. È sul ritmo del passo che si scandisce il ritmo della poesia, che ci porta a un progressivo avvicinamento alla conoscenza, alla ragione e alla fiducia. Canto alla città con Lucilla Giagnoni e l’Orchestra Dedalo diretta da Andrea Raffanini è un viaggio con la Divina Commedia, perché un teatro che si apre alla città è un cammino in salita, faticoso, pieno d’inciampi e rischi di cadute, ma certamente anche un percorso d’ascesa e, si sa, quando si torna giù, sulla terra, non si è più gli stessi e si ha voglia di raccontarlo e condividerlo con gli altri. “il teatro sta a metà strada tra il tempio in alto e il mercato in basso…” domenica 6 novembre 2016 ore 21 di Edoardo Erba Regia: Serena Sinigaglia Con: Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan Musiche: Gipo Gurrado Scene: Maria Spazzi Costumi: Federica Ponissi Attrezzeria: Maria Paola Di Francesco Luci: Alessandro Verazzi Produzione: Teatro di Ringhiera ATIR Italia anni Dieci, frutto della collaborazione fra Serena Sinigaglia ed Edoardo Erba – un’eccellenza della drammaturgia nazionale e internazionale –, racconta la storia di un industriale sull’orlo del suicidio e della sua signora, di una madre protettiva, di una figlia eterna disoccupata, di un insegnante di salsa e di una badante albanese. Mentre la crisi economica, spietatamente, li denuda, i loro destini s’intrecciano in un susseguirsi di avvenimenti. In una società dove tutti i riferimenti stanno per saltare, dove le sicurezze del passato non esistono più e sul futuro si addensano nubi che nessuno ha il coraggio di scandagliare, le persone si muovono alla cieca, aggrappandosi a qualsiasi cosa che sembri una certezza per non affondare. Come in un film che gira al contrario, i segni s’invertono: non si lavora più per essere pagati, ma si paga per lavorare. E si balla sulle macerie, invece di raccoglierle e provare a ricostruire. Cinico, nevrotico, spietato, ma anche tenero e comico, Italia anni Dieci porta lo spettatore nell’occhio del ciclone. E facendolo vorticare nel dramma, restituisce un’immagine caleidoscopica e indelebile della crisi che stiamo attraversando. Serena Serrani venerdì 21 ottobre 2016 ore 21 Musica Teatro Simona Bencini Jazzin’on the dance floor Marco Paolini Numero primo Simona Bencini Voce Luca Giugno Chitarra Tony Casuscelli Piano Max Scoca Basso Martino Malacrida Batteria L’idea non poteva che venire a Simona Bencini, lead vocalist dei Dirotta su Cuba (la band del funky italiano per eccellenza), che da qualche anno ha scoperto anche la passione per il jazz: reinterpretare in chiave jazzistica la disco music degli anni Settanta, un fenomeno sociale e musicale di grande importanza, forse sottovalutato perché tacciato d’essere troppo frivolo, ma che comunque riuscì a condizionare un’intera epoca. Accompagnata da ottimi musicisti, Simona reinterpreta alcuni dei brani più famosi di quel periodo, scarnificando i ricchi arrangiamenti di archi, fiati e groove, con l’intento di far vivere solo le melodie, portandole musicalmente e vocalmente in un territorio più jazz. Si va dallo swing di September degli Earth, Wind & Fire a quello di Night fever dei Bee Gees, dalla ballad struggente di I will survive di Gloria Gaynor al ritmo incalzante di Don’t stop ’til you get enough di Michael Jackson. Un invito anche ad andare oltre i generi e le classificazioni: non c’è niente di troppo intellettuale o troppo popolare, esiste solo l’emozione che la musica può trasmettere. venerdì 25 novembre 2016 ore 21 Studio per un nuovo album di Gianfranco Bettin e Marco Paolini Produzione: Jolefilm Questo lavoro teatrale non sarà un monologo ma un album. Non so ancora quali storie conterrà, ma sarà un album. Riprenderà il filo di un racconto autobiografico a puntate cominciato con Adriatico e proseguito con altre storie (Tiri in porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito, Miserabili). Il filo di memorie, di luoghi, facce ed esperienze ha finora accompagnato la crescita del protagonista Nicola nella geografia e nella storia recente del nostro paese. Per alcuni gli album sono un racconto generazionale, uno sguardo ironico girato all’indietro, io stavolta vorrei cambiare registro. Ho un’età in cui non sento il bisogno di guardare indietro, di ricostruire, preferisco sforzarmi d’immaginare il futuro, così farò un album con nuovi personaggi (e forse manterrò qualcuno dei vecchi). Parlerò della mia generazione alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate, come ho fatto con i primi album. Di più, per ora, non so. Marco Paolini Ivana Porta sabato 19 novembre 2016 ore 21 “questo lavoro teatrale non sarà un monologo ma un album” Musica Teatro Novara Gospel Festival, Winter edition I Vicini Isaac Simpson Brotherhood Gospel Choir Isaac Simpson Voce Areignia Ryles Voce Aaron Thomas Basso Garren Smith Batteria Edward Draine Tastiere Roberto Colussi Chitarre Paola Fizzotti Josephine Kasera Maria Carmela La Marca Daniela Martorano Michela Pozzato Marco Pregnolato Marica Sottile Stefano Taccucci Sonia Turcato Paolo Viana Giulia Violini Il Novara Gospel Festival, che è organizzato dall’Associazione Brotherhood Gospel Choir, sotto la direzione artistica di Paolo Viana e Sonia Turcato, è giunto nel 2016 alla dodicesima edizione. Lo scorso maggio, a Padova, ha ricevuto il terzo Gospel Music Award come “Miglior evento gospel in Italia”, un importante riconoscimento e una conferma della validità delle scelte artistiche operate nelle precedenti edizioni, durante le quali ha ospitato i più grandi nomi del gospel contemporaneo, come Kirk Franklin, Richard Smallwood, Donnie McClurkin, Myron Butler, Kurt Carr, Jonathan Nelson, i 21:03, J. Moss, Micah Stampley, Israel Houghton & New Breed. Il concerto al Teatro Faraggiana, nell’ambito della Winter edition del festival, ospiterà il Brotherhood Gospel Choir (“Miglior coro gospel italiano”, Gospel Music Awards 2016), insieme a uno degli artisti più rappresentativi: il “Gospel Music Academy Award” americano Isaac Simpson, accompagnato dalla sua band. Originario della California, cantante, autore e produttore, con all’attivo numerosi album di successo, Simpson registrerà durante la serata, supportato dal Brotherhood, il CD dal vivo Live in Italy. giovedì 15 dicembre 2016 ore 21 di Fausto Paravidino Regia: Fausto Paravidino Con: Ris Fusetti, Davide Lorino, Fausto Paravidino, Sara Putignano, Monica Samassa Scene: Laura Benzi Costumi: Sandra Cardini Luci: Lorenzo Carlucci Produzione: Teatro Stabile di Bolzano I Vicini è una pièce sulle nostre paure. Sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. È una pièce su noi stessi e gli altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, quello che è immaginato, quello che è reale perché è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro. Lui avverte dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando di non farsi sentire, va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa, glielo dice: mentre lei non c’era, ha visto i vicini. Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha paura. Perché? E Greta? Greta no, non ha nessuna paura dei vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura della vecchia. Che vecchia? La vecchia che vede di notte. La vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina che c’era prima di morire. È un sogno? No. È un fantasma? I vicini non sembrano pericolosi. Una sera li incontrano e succedono cose strane, però non spiacevoli. Solo che la notte la vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui sempre meno, ormai lui va d’accordo con i vicini, si vedono di nuovo. I vicini sono molto cambiati. In peggio. Perché? “una pièce su noi stessi e gli altri” Valeria Tomasulo sabato 3 dicembre 2016 ore 21 giovedì 22 dicembre 2016 ore 21 Natalino Balasso Velodimaya di Natalino Balasso Scene: Rita Scarpinato Produzione: Teatria srl Come possiamo raccontare i drammi del contemporaneo senza cedere allo sconforto? Solo il teatro può farlo, attraverso la commedia, attraverso la parola e l’arte della risata. Velodimaya è una specie di mappa del pensiero contemporaneo, in un tempo indefinito, nel vortice degli uomini e delle nazioni. Le nazioni moderne non sono nazioni, sono affari. E in tutta questa compravendita qual è la verità? Navighiamo attraverso il racconto dei desideri e delle paure dei nostri attuali compagni d’avventura in questo lembo di terra. Stiamo giocando e partecipando a un gioco in cui le carte sono truccate e le regole tutte da scoprire, è un gioco antico che, quando sembra fare un passo avanti, sta solo prendendo la rincorsa per tornare al punto di partenza. Siamo dentro un film, ciascuno di noi recita un personaggio, chi meglio, chi peggio, ma tutti facciamo finta. A questo punto il nostro personaggio è costretto a indagare, come fosse un detective di un film giallo, ci sono solo prove indiziarie, il quadro non è chiaro. Visti da lontano, in questo nostro affannarci, anche nel nostro inciampare, facciamo ridere. Teatro giovedì 12 gennaio 2017 ore 21 venerdì 13 gennaio mattina spettacolo per le scuole Roberta Biagiarelli Srebrenica di Roberta Biagiarelli Regia: Simona Gonella Produzione: Babelia & C. – Progetti culturali Consulenza: Luca Rastello Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo-bosniaca attacca la Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio, giorno in cui i serbo-bosniaci entrano in città. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi, un massacro di novemila persone. Dopo tanti anni l’impegno professionale di Roberta Biagiarelli persevera nel ricordo di una delle pagine più oscure del Novecento. I gravissimi fronti di guerra aperti oggi nel mondo, con le emergenze umanitarie che causano, inducono a percepire il conflitto dei Balcani – nostri vicini di casa – come risolto e lontano nel tempo, quando tutto invece è ancora aperto e immobile, cristallizzato dentro a un presente fatto di macerie. Un’attrice sola sul palco per più di un’ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la ragione di Stato e gli interessi di politica internazionale hanno giocato con la vita di decine di migliaia di persone. Questo spettacolo-testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti, ma è comunque necessario tentare di dare una voce agli eventi. Luigi Ottani Teatro “questo spettacolo-testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici” Teatro Musica Le prénom Crooner & Ladies giovedì 19 gennaio 2017 ore 21 di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière Versione italiana di Fausto Paravidino sabato 21 gennaio 2017 ore 21 Walter Ricci – Ladies in Tune – Nova Big Band Walter Ricci Voce Regia: Antonio Zavatteri Con: Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò Produzione: Teatro Stabile di Genova Bepi Caroli Serata conviviale in casa di due professori (liceo lei, università lui) dichiaratamente di sinistra. Tra parenti e amici inizia un gioco di provocazione e di verità che si allarga sino a diventare l’immagine di una generazione. Una sera come tante altre tra cinque quarantenni appartenenti alla media borghesia. Con i padroni di casa ci sono il fratello di lei, agente immobiliare, e la sua compagna, in ritardo a causa di un impegno di lavoro; l’amico single invece è trombonista in un’orchestra. Il fratello comunica che diventerà padre. Felicitazioni e abbracci. Poi le solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli darete? Il futuro papà non ha dubbi – sarà maschio –, ma lo sconcerto nasce quando rivela il nome che è stato scelto. Un nome che evoca imbarazzanti memorie storiche. Il dubbio è che si tratti di uno scherzo, ma la discussione degenera ben presto, investendo valori e scelte personali. Tra offese reciproche, che non mancano di ferire tutti (nessuno escluso), prende forma il ritratto di una generazione, in cui tutti hanno qualche segreto da nascondere o da rinfacciare. Dal testo sono stati tratti due adattamenti cinematografici: Cena tra amici (2012) e Il nome del figlio (2015). “tra offese reciproche prende forma il ritratto di una generazione” LADIES IN TUNE Sabrina Fiorella Voce Alessia Turcato Voce Laura Panetta Voce NOVA BIG BAND I Sax Walter Calafiore Tommaso Uncini Wally Allifranchini Claudio Guida Giancarlo Porro Le Trombe Emilio Soana Fabio Buonarota I Tromboni Rudy Migliardi Giovanni Di Stefano La Ritmica Max Tempia Piano Tommaso Bradascio Batteria Carmelo Isgrò Basso Un incontro di talenti per una serata speciale. Walter Ricci, classe 1989, primo vincitore italiano del prestigioso New Wave Festival, proveniente da una famiglia di musicisti, inizia a cantare all’età di otto anni. Appena quattordicenne si esibisce già nei migliori club italiani e fa da subito parlare di sé. Nel 2009 l’incontro con Pippo Baudo e le collaborazioni con artisti di fama mondiale, tra cui Michael Bublé, Mario Biondi, Stefano Di Battista. Walter è un vero crooner del nostro tempo. Le Ladies in Tune, tre voci ricche di mille sfumature differenti e piene di swing, sono un unicum dal sapore vintage che incon­ tra la freschezza e la modernità di tre giovani donne. Ispira­te e influenzate da famosi gruppi vocali come The Andrews Sisters e il Trio Lescano, il loro repertorio attinge allo swing degli anni Quaranta e Cinquanta, ma include arrangiamenti di brani contemporanei in chiave moderna, creando un mondo che unisce e attraversa diverse generazioni. La Nova Big Band, infine, è composta da musicisti d’eccezione, che non hanno bisogno di presentazioni. Teatro Musica Fratto_X Serena Brancale (mai) scritto da Antonio Rezza Serena Brancale Voce Dario Rosciglione Basso Alfonso Deidda Piano Dario Panza Batteria giovedì 9 febbraio 2017 ore 21 di Flavia Mastrella e Antonio Rezza Stefania Saltarelli Con: Antonio Rezza e Ivan Bellavista Habitat: Flavia Mastrella Assistente alla creazione: Massimo Camilli Disegno luci: Mattia Vigo Organizzazione generale: Stefania Saltarelli Produzione: RezzaMastrella, Fondazione TPE, TSI La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello, ma non ne ha la certezza. La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso, o ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Bisognerebbe morire appena un po’ di più. Rocco e Rita fanno uno il verso non dell’altro, ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. L’ansia non è uno stato d’animo ma un errore posturale. Tra le dune di un deserto, uccelli migratori volano felici sulla testa di due uomini sereni, lievemente turbati dall’arroganza del potente di turno. La cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. Litiga con la voce che lo tiene al mondo. Si ama non per sentimento ma per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, si muore per eccessiva semplificazione. sabato 11 febbraio 2017 ore 21 Di origini pugliesi, Serena Brancale intraprende gli studi musicali da giovanissima, avvicinandosi prima al violino e poi al pianoforte, coltivando parallelamente la sua passione per la recitazione e la danza. Dopo numerose presenze in festival e club rinomati, collabora con Michele Torpedine (storico manager di Bocelli, Zucchero, Giorgia, Il Volo), con il quale sigilla il suo primo lavoro discografico, e partecipa al festival di Sanremo 2015, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica. L’album Galleggiare, di cui Serena è autrice e arrangiatrice, accoglie e fonde vari generi, rappresentando un modello musicale totalmente nuovo, in cui il jazz e il soul incontrano la musica pop d’autore italiana. «Galleggiare è un dipinto dove la mia anima è protagonista a tutto tondo,» spiega Serena «cammina nuda tra le terre di Puglia, tra grano e vento. Ho aspettato tanto questo momento. Il momento in cui chiudi un capitolo importante della tua vita con un disco che ti riconosce appieno». “il jazz e il soul incontrano la musica pop d’autore italiana” Teatro Teatro venerdì 17 febbraio mattina spettacolo per le scuole venerdì 24 febbraio mattina spettacolo per le scuole Lucilla Giagnoni Il racconto di Chimera Aram Kian Mi chiamo Aram e sono italiano giovedì 16 febbraio 2017 ore 21 da La chimera di Sebastiano Vassalli Umberto Favretto Progetto e drammaturgia: Lucilla Giagnoni Scene e luci: Lucio Diana, Massimo Violato Musiche originali: Paolo Pizzimenti Costume di scena: Monica di Pasqua Segreteria artistica: Vittorio Pedrali, Elisa Zanino Produzione: CTB Centro Teatrale Bresciano Tratto dal romanzo di Sebastiano Vassalli, Il racconto di Chimera ricostruisce una vicenda che all’inizio del Seicento sconvolse la piccola città di Novara, quella della tragica vita di Antonia, abbandonata ancora bambina davanti alla porta della Casa della Carità e cresciuta poi da una coppia di contadini nel villaggio di Zardino. Accusata di essere una strega, venne processata e, dopo aver subito violenze e torture, fu condannata al rogo, sullo sfondo di un paesaggio storico dominato e oppresso dalla Controriforma e dall’Inquisizione e di un paesaggio naturale sul quale si staglia la grande roccia del Monte Rosa. Lucilla Giagnoni porta in scena una figura femminile di struggente bellezza e sensualità, attraverso un monologo serrato, quasi la condanna di un presente che continuiamo a vivere con dolore e sopportazione. L’autrice e interprete concilia l’umano troppo umano con la forza della natura, non si fa tentare da facili coordinate, si attiene ai fatti e mette nel racconto la sua passione etica e civile, per ricordarci che la notte (del cuore, dell’intelligenza) è sempre buia e la carne tenera. La Storia non ha bisogno di ripetersi: è. “l’autrice concilia l’umano troppo umano con la forza della natura” giovedì 23 febbraio 2017 ore 21 Storie da Synagosyty di Gabriele Vacis e Aram Kian Produzione: Teatro Regionale Alessandrino Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta d’inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’... «Io sono uno di quelli che si riempiono lo zainetto di esplosivo e fanno saltare la metropolitana di Londra... Se uno alto, biondo venisse qui a dirti: ho lo zainetto pieno di bombe, tu ti metteresti a ridere, no? Ma se te lo dico io? Un brivido ti viene, no?» In bilico fra incanto, ironia e tragedia, lo spettacolo racconta la storia dei nuovi italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette seconde generazioni. Attraverso la voce di Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce un testo che è uno stralcio di vita e di memoria e insieme uno sguardo al futuro di una società che impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”. Teatro Musica La Terra vista dalla Luna Tony Momrelle giovedì 9 marzo 2017 ore 21 di Vincenzo Picone Luciano Paselli Regia: Vincenzo Picone Con: Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi, Silvia Lamboglia, Gian Marco Pellecchia Testi: Nicola Bonazzi, Azzurra D’Agostino, Patrick Fogli, Milena Magnani, Vincenzo Picone, Valerio Varesi Drammaturgia: Nicola Bonazzi e Vincenzo Picone Make up maschere: Laura Soprani Scene: Mario Fontanini Video: Simon Barletti Aiuto regia: Mattia De Luca e Teresa Vila Produzione: Compagnia Teatro dell’Argine In un luogo apparentemente abbandonato, somigliante a una vecchia lavanderia a gettoni, si muovono alcuni personaggi invecchiati dal tempo e dalle rughe. Il tempo sembra essersi fermato a osservare la gravità della centrifuga, la gravità di una terra lontana. La Terra vista dalla Luna – titolo di pasoliniana memoria – muove le premesse drammaturgiche da alcuni testi di Friedrich Dürrenmatt e in particolare da Ritratto di un pianeta, dove alcuni biblici personaggi, con sguardo disinvolto e spesso incredulo, assistono come in una telecronaca calcistica al disfacimento del mondo terrestre. Notizie vere e inventate si susseguono in una serie di quadri grotteschi e surreali. Le situazioni che si presentano allo sguardo attonito dei seleniti corrispondono a categorie umane rilette in chiave astronomica, come i rapporti amorosi alle leggi che regolano le distanze tra le galassie, mentre le leggi gravitazionali trovano un corrispettivo umano nella morte. Forse solo attraverso la consapevolezza della nostra infinitamente piccola insensatezza è possibile ritrovare la bellezza del mondo. Guardarlo dalla Luna significa mutare prospettiva, sorridendo delle sue contraddizioni. sabato 18 marzo 2017 ore 21 Tony Momrelle Voce solista Francisco Sales Chitarra Julian Crampton Basso Emiliano Pari Piano Francesco Mendolia Batteria Il londinese Tony Momrelle è attualmente uno degli artisti più interessanti della scena soul e R&B internazionale. Inizia a studiare musica all’età di otto anni, muovendo i suoi primi passi, come la maggior parte dei cantanti di colore, nel gospel. Dopo una breve parentesi hip hop, a diciotto anni inizia una lunga collaborazione con Gloria Estefan e in seguito con Whitney Houston, Elton John, i Take That, il gruppo di Contemporary Gospel Seven, e Sade, con la quale lavora tuttora. Dal 2002 è il cantante principale della storica band degli Incognito, con i quali affronta ogni anno tour internazionali. Ha all’attivo cinque album, che lo hanno lanciato tra i primi posti delle classifiche soul inglesi, e una nomination ai SoulTracks Awards come Best Male Vocalist. Negli ultimi anni ha continuato, parallelamente alle collaborazioni internazionali, il suo progetto come cantante solista. Attualmente porta in tour il suo ultimo lavoro: Keep pushing. Tony Momrelle porta in tour il suo ultimo lavoro: Keep pushing Teatro Teatro giovedì 23 marzo mattina spettacolo per le scuole venerdì 7 aprile mattina spettacolo per le scuole Eugenio Allegri Novecento Acquadoro giovedì 23 marzo 2017 ore 21 di Alessandro Baricco Regia: Gabriele Vacis Scenografia e luci: Lucio Diana e Roberto Tarasco Costumi: Elena Gaudio Produzione: ArtQuarium La necessità di un lavoro personale si concretizza per Eugenio Allegri nell’incontro a tre con Gabriele Vacis e Alessandro Baricco. Tre torinesi producono quello che è un grande successo ancora oggi sulla cresta dell’onda, Novecento, monologo teatrale scritto da Baricco, come precisato nella prefazione al testo pubblicato da Feltrinelli, «per un attore, Eugenio Allegri, e un regista, Gabriele Vacis». Dopo il debutto al Festival di Asti nel giugno 1994, sono ormai oltre cinquecento le repliche e più di duecentomila gli spettatori di un’opera divenuta un cult della scena italiana. Oggi Novecento prosegue la sua rotta attraccando nei porti di piccole e grandi città, ripartendo dagli andamenti musicali della parola, dai gesti surreali, dalle evocazioni magnetiche che al debutto lo fecero apprezzare dalla critica e amare dal grande pubblico. Rimane insolitamente emozionante la prova di Eugenio Allegri, che in qualche modo, per via indiretta, riesce a dar vita a due personaggi diversi – lo stupito narratore e lo stesso Novecento – pur interpretandone uno solo. Una prova d’attore intensa, che dai risvolti di un’intonazione sostanzialmente comico-grottesca sa ottenere una tensione continua e persino profonda. giovedì 6 aprile 2017 ore 21 da L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni Progetto: Lucilla Giagnoni Musiche: Marco Tamagni e Paolo Pizzimenti Collaborazione alla drammaturgia: Maura Riccardi In collaborazione con: Enaip Piemonte Con il sostegno di Regione Piemonte e Provincia di Novara e con il contributo della Fondazione della Comunità Novarese Onlus e della Banca Popolare di Novara All’indomani della Seconda guerra mondiale molte persone patirono la fame. Il lavoro scarseggiava e la promessa di un nuovo sviluppo economico tardava a realizzarsi. Lungo le sponde del Ticino i cercatori d’oro tornarono a setacciare la sabbia, per una stagione tanto breve quanto decisiva nella storia italiana, una stagione di cambiamento: la diffusione capillare del telefono, l’avvento della televisione, l’acqua corrente in tutte le case... Acquadoro nasce dalla necessità di raccontare il territorio e il testo da cui parte è L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli, che con lucidità traccia i contorni di una storia e dei suoi personaggi, tra eroicità e meschinità: i cercatori, i trasportatori di pietre, gli operai delle concerie, i venditori a domicilio, i reduci sono solo alcune delle figure che intrecciano le loro vite in una locanda vicino al fiume. Accanto alla parola, la musica dal vivo è un sottofondo continuo: canzoni popolari, successi dell’epoca e composizioni blues che riscoprono l’autenticità stessa del genere, parlando del lavoro nella lingua dei lavoratori, il dialetto. Acquadoro è la narrazione, in forma di recital, di un mito che fa vivere la terra e la racconta, cercandone i suoni e le voci. “la narrazione di un mito che fa vivere la terra e la racconta” Teatro gio 20 I ven 21 aprile 2017 ore 21 Mozart secondo la Banda Osiris con la Banda Osiris e l’Orchestra Dedalo Sandro Berti Gianluigi Carlone Roberto Carlone Giancarlo Macrì PERFORMING ARTS Orchestra Dedalo diretta da Andrea Raffanini Giampiero Marchiori La Compagnia di San Paolo per lo spettacolo dal vivo Con la Scadenza unica 2016 per le Performing Arts la ComIl 27 gennaio 1756 nasceva a Salisburgo uno dei più grandi pagnia di San Paolo rinnova la modalità di sostegno alle macompositori di tutti i tempi, un uomo che avrebbe cambiato la nifestazioni culturali più qualificate di spettacolo dal vivo del storia della musica: Wolfgang Amadeus Mozart. Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, per rispondere a un contesto La Banda Osiris non poteva lasciarsi sfuggire la possibilità di PERFORMING ARTS allo sviluppo dell’offerta culin trasformazione e per contribuire un omaggio al grande musicista divenuto l’emblema della geturale del territorio, in termini di valenza artistica delle proposte nialità e della passione e, al tempo stesso, dell’impertinenza e La Compagnia di San Paolo per lo di spettacolo dal vivodi sviluppo. e di capacità delle medesime essere strumento della ribellione. E così, con l’aiuto di un’orchestra compiacente, PERFORMING ARTS affronta un viaggio che ripercorre le tappe salienti della Con vita di la Scadenza unica Ferma 2016 perrestando le Performing Arts ladei Compagnia San Paolo rinnova la la qualità progettidiartistici, l’attenzione manifestazioni culturali più qualificate di spettacolo dal vivo del Mozart. La serata sarà arricchita da estratti musicali dellamodalità vasta di sostegno alle viene focalizzata su aspetti ritenuti imprescindibili: la capacitàdal vivo La Compagnia di San Paolo per lo spettacolo Liguria e Valle d’Aosta, per rispondere a un contesto in trasformazione e per opera mozartiana, tra i quali la Sinfonia in sol minore n. Piemonte, 40, la enti diculturale fare rete altri soggetti sistema; cacontribuire allo sviluppo degli dell’offerta del con territorio, in terminie dicreare valenza artisticaladelle Piccola serenata notturna (Eine kleine Nachtmusik) e l’ouverture pacità di rafforzare e rinnovare il contesto territoriale e artistico Con la Scadenza unica 2016 per le Performing Arts la Compagnia di San Pa proposte e di capacità delle medesime di essere strumento di sviluppo. di Don Giovanni. modalità di sostegno alle manifestazioni culturali più qualificate di spettacol di appartenenza; l’abilità a integrare azioni e linguaggi diversi Ma a corrompere la sacralità del rito penserà l’irrefrenabile Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, rispondere uncoinvolgicontesto arricchimento culturale eviene unper più consapevole Ferma restando la qualitàper deiun progetti artistici, l’attenzione focalizzata sua aspetti ritenuti in trasfor contribuire allo sviluppo dell’offerta delsistema; inproposta termini follia della Banda Osiris, che addentrandosi nel complesso imprescindibili: la capacità degli del enti pubblico; di fare rete la con altri soggetti e creare la capacità di di valenz mento capacità diculturale rinnovare laterritorio, propria proposte di capacità medesime di essere strumento rafforzare e rinnovare ilculturale contestoe territoriale edelle artistico dilettura appartenenza; l’abilità asviluppo. integrare mozartiano, intrecciando, tagliando, cucendo musica classica grazie a un’adeguata del contesto edidel proprio azioni e linguaggi diversiposizionamento. per un arricchimento culturale e un più consapevole coinvolgimento e leggera, trasformando semplici strumenti musicali in Regine restando la qualità dei progetti artistici, viene focalizzata su pubblico; la capacità Ferma di rinnovare la propria proposta culturale graziel’attenzione a un’adeguata lettura della Notte, esplorando i meandri di un enorme Orecchio del Assodel contesto e del proprio imprescindibili: posizionamento.la capacità degli enti di fare rete con altri soggetti e creare sistem La Scadenza unica per le Performing Arts si configura dunque luto, e addirittura sintetizzando l’opera di Mozart in tre minuti, rafforzare e rinnovare il contesto territoriale e artistico di appartenenza; l’abi lo strumento di elezione della Compagnia die San Paolo azioni e linguaggi diversi per un arricchimento unelezione più consapevole riuscirà a creare un ironico quanto imprevedibile percorso La soScadenza unica per lecome Performing Arts si configura dunque come lo culturale strumento di la valorizzazione dei linguaggi scenici, daculturale quelli tradel pubblico; capacitàdiffusa di rinnovare la propria proposta grazie a un’a noro e visivo alla scoperta del più grande genio della musica. della Compagnia di Sanper Paolo per la lavalorizzazione diffusa dei linguaggi scenici, da quelli del contesto e del proprio posizionamento. dizionali a quelli contemporanei, aumentino e si qualitradizionali a quelli contemporanei, affinché aumentino e affinché si qualifichino le occasioni a fichino le occasioni a disposizione delcosì pubblico per conoscerli disposizione del pubblico per conoscerli e apprezzarli e influire sulla formazione degli Scadenza unica per le così Performing Arts si configura comeelo strume individui e sulla comprensione del presente. eLaapprezzarli e influire sulla formazione deglidunque individui della Compagnia di San Paolo per la valorizzazione diffusa dei linguaggi sc sulla comprensione del presente. quelli contemporanei, affinché allo aumentino si vivo qualifichino Grazie all’integrazione tratradizionali la Scadenzaaunica e altri strumenti di sostegno spettacoloe dal disposizione del pubblico peratto conoscerli apprezzarli e influire così sulla fo e ai linguaggi contemporanei, la all’integrazione Compagnia mette tra in nel NordeOvest un’azione sistemica, Grazie la Scadenza unica e altri strumenti comprensione presente.e a promuovere creatività di che mira a rafforzare sul individui territorio elesulla realtà più solide edel dinamiche e sostegno allo spettacolo dal vivo e ai linguaggi contemporanei, progettazioni innovative. la Compagnia mette in atto nel Nord Ovest un’azione sistemica, Grazie all’integrazione tra la Scadenza unica e altri strumenti di sostegno allo spe e ai mira linguaggi contemporanei, la Compagnia mette atto nel Nord Ovest un’az che a rafforzare sul territorio le realtà piùinsolide e dinami innovative. a rafforzare sul territorioe le realtà più solide e dinamiche e a promuov che mira e a promuovere creatività progettazioni progettazioni innovative. Compagnia di San Paolo CSP_live c ompagniadisanpaolo Co @compagniadisanpaolo www.compagniadisanpaolo.it @Compagnia di San Paolo CS co @c w ww.compagniadisanpaolo.it www.compagniadisanpaolo.it @C ACCESSIBILITÀ Il Civico Teatro Faraggiana è situato all’angolo fra corso della Vittoria e via dei Caccia, gli accessi principali sono posizionati su via dei Caccia dove è collocata l’area di carico e scarico riservata al Teatro. Un ampio marciapiede garantisce agevole accesso all’area biglietteria e agli ambienti posti al piano terra: foyer, guardaroba, platea e servizi igienici. Tutti gli arredi e gli spazi situati al piano dell’ingresso sono fruibili autonomamente da persone su carrozzina. Le porte degli ingressi principali sono tre, a doppio battente da cm 230 (totale). Alla platea si accede mediante porte posizionate lungo l’ampio corridoio (cm 220); sono tre, a doppio battente da cm 140 (totale). I posti riservati sono due, in esterno alle file P. SERVIZIO GUARDAROBA All’interno del Teatro è in funzione il servizio guardaroba gratuito. È obbligatorio depositare ombrelli, cappelli, caschi, zaini, macchine fotografiche e apparecchi di registrazione audio video. L’attività del Teatro Faraggiana è organizzata dalla Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Onlus. Finito di stampare: Ottobre 2016 Progetto grafico ed impaginazione: Antonella Trevisan Stampa: Italgrafica, Novara Si ringraziano: Alberto Antonini, Attilio Barlassina, Silvana Bartoli, Eraldo Bocca, Federico Bottomicca, Eleonora Calamita, Elena Casagrande, Davide Catanese, Chiara Binotti, Luciano Coppola, Renzo Crivelli, Ferdinando Crosta, Fiammetta Fazio, Antonella Ferrari, Elena Ferrari, Raffaele Fiore, Mariarosa Franchini, Giulia Ghigo, Lucilla Giagnoni, Giuliana Lanzavecchia, Paolo Migliavacca, Raffaele Molinari, Roberta Montafia, Roberto Negro, Raffaella Pasquali, Valeria Piasentà, Roberto Pronzello, Roberta Realini, Maura Riccardi, Mariano Rognoni, Carlo Roncaglia, Marco Scardigli, Giorgio Stefanelli, Dante Tanzi, Roberto Tognetti, Antonella Trevisan, Sonia Turcato, Claudio Ungaro, Vanni Vallino, Marco Vallino, Paolo Viana, Marcello Vignola, Giulia Violini, Franco Zanetta, Paolo Zanforlin. MAGGIOR SOSTENITORE PATROCINI UN RINGRAZIAMENTO A PARTNER TECNICO