L’associazione Intermezzo presenta
XXIX Edizione
Cala Gonone Jazz Festival 2016
Dal 27 al 30 luglio
Cala Gonone (Dorgali)
S
i prospetta un luglio incandescente quello coordinato dall’infaticabile Associazione Intermezzo Nuoro che
dopo una lunga stagione di eventi artistici si appresta a
ripartire con la sua manifestazione più rappresentativa e longeva, il Cala Gonone Jazz Festival, alla sua 29esima edizione.
Anche quest’anno, la rassegna sarà in grado di imporsi come
vetrina d’eccellenza sia per il ricercato palinsesto, sia per la sua
capacità di esaltare in maniera intersezionale ogni peculiarità che
la compone e la genera partendo dalla musica, dalla tutela e la
celebrazione del territorio, dalla sua cultura e dalle tradizioni.
Le tre sedi adibite ai concerti si riconfermano ancora una volta
come i luoghi dell’anima del festival: le Grotte del Bue Marino,
con il suggestivo auditorium e un fascino ancestrale, per gli spettacoli della mattina; l’Acquario alla sera, dove il panorama del
golfo di Orosei si concilierà con le degustazioni dei prodotti tipici
dorgalesi e stabilirà con la musica un legame sensoriale da godersi in attesa del gran finale al Teatro Comunale di Cala Gonone,
dove i grandi eventi la fanno da padrone.
Questo è il fil rouge che congiunge gli aspetti più significativi del festival portato avanti con entusiasmo inesauribile, una fiamma viva
che non si estingue alle prime difficoltà. Il rinnovamento e l’amore
per questo mondo trova la sua più naturale gratificazione nelle cose
più semplici, in primis, la proverbiale ospitalità e il coinvolgimento
delle istituzioni locali, le quali non forniscono unicamente un supporto logistico, sono piuttosto parte attiva di un processo di promozione e diffusione degli aspetti simbolici della nostra terra.
Il valore aggiunto di questo trascinante processo è stato permettere anche agli ospiti del Cala Gonone Jazz Festival di conoscere
le potenzialità e il fermento dell’isola, consolidando delle relazioni
inestimabili grazie alle quali possiamo definirci meta prediletta e
fiore all’occhiello degli eventi concertistici sardi e altre forme di
produzione culturale come la letteratura e le arti visive, due settori che intendiamo coltivare con la dedizione che gli è dovuta.
E’ importante ricordare quanti hanno contribuito alla realizzazione
del festival: l’Assessorato Regionale dello spettacolo e Beni Culturali, l’Assessorato Regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, il Comune di Dorgali; la Fondazione di Sardegna; il nostro
radicato partenariato con la Cantina e il Caseificio di Dorgali, il
Nuovo Consorzio Trasporti Marittimi, i responsabili per la gestione delle Grotte del Bue Marino e l’Acquario di Calagonone.
Inizia al Teatro Comunale alle 19,00 la XXIX edizione del Cala Gonone Jazz Festival con in un’inaugurazione dedicata alle arti visive della
fotografia e della pittura. Come di consueto sarà presente la mostra
fotografica di Gino Crisponi “No flash please!” in uno spazio rinnovato, dedicato all’uomo che ha saputo creare e imprimere lo spirito del
festival sin dai suoi esordi.
L’esposizione sarà affiancata dalle opere degli artisti Mario Fois, con
“Quando divento bambino voglio fare il pittore” e Gina Tondo che ha
saputo incantare con gli occhi scuri e profondi degli uomini e delle
donne della nostra Sardegna, rappresentati con l’ausilio del rosso e
del nero, due colori preponderanti che nulla tolgono, ma esaltano la
vivacità e la ricchezza delle tele della pittrice.
La curatela delle opere è affidata a Fly Top Hair & Art Gallery il cui scopo, benché nasca dall’esigenza di scambio e di crescita degli artisti,
specialmente locali, muta e matura per raggiungere un obiettivo più
grande: prendersi cura degli artisti, farsi veicolo, interprete delle opere
e personalità così da rivelarli al mondo.
Si taglia il nastro con gli Yellow Jackets
(Russell Ferrante: Piano/Tastiere, Bob
Mintzer: Sax/Ewi, Dane Alderson: Basso Elettrico, Will Kennedy: Batteria),
storica e innarrestabile jazz fusion band
che da quasi quarant’anni persegue il
suo obiettivo di rivoluzionare le radici
dell’American folk song esplorandone
ogni forma espressiva.
Il gruppo arriva a calcare le scene in
un momento di transizione per il jazz:
quando il genere cominciava a orientarsi verso una direzione più acustica,
loro optarono per sperimentare ogni
poliritmia del blues, del pop, del R&B e
del jazz. Con l’entrata di Bob Minzer al
sax e Wlliam Kennedy alla batteria, la
band subisce un’ulteriore evoluzione
artistica verso un old school jazz abilmente riadattato da sonorità elettroniche di Ferrante alle tastiere e Haslip al
basso elettrico. Tra numerosi riconoscimenti la loro carriera prosegue ininterrottamente con alcune sostituzioni
nell’organico sino all’entrata di Dane
Alderson, virtuoso del basso elettrico
nel 2015.
Nel 2016 esce la loro ultima fatica,
Cohearence, definito da Ferrante come
un lavoro al cui interno si celano “armonia, equilibrio, simmetria e omogeneità” introspettivo e personale nel suo
mescolare emozionanti risvolti classici
connessi ad un sentire appartenente
alla tradizione americana in pieno stile
Yellow Jackets.
Giovedì 28 alle 11,30 iniziamo a solcare il mare alla volta delle Grotte del
Bue Marino. Ad attenderci, l’armonica beatbox dell’astro nascente Simone Concas, in arte Moses, vincitore dell’ultima edizione dello show Italia’s
Got Talent, un ragazzo modesto capace di raccontarsi attraverso la sua
spontaneità e la modestia che lo contraddistinguono.
Le sue maestre, le strade londinesi, una vita scandita da sacrifici e una
vasta gamma di contrastanti emozioni che hanno saputo donargli un
eccezionale talento. Sempre alle Grotte del Bue Marino, i CGJ Trad (Carlo Boeddu: Organetto, Carlo Crisponi: Voce, Gianmichele Lai: Trunfa e
Voce, Fabio Calzia: Chitarra, Giuseppe Cillara: Percussioni), un ensemble che abbiamo imparato a conoscere, attenti allo stile tradizionale con
un occhio di riguardo per la musica contemporanea.
Nonostante la partecipazione a festival internazionali (Cala Gonone Jazz,
Time in Jazz, Gran Bal Trad, Capodanze e altri), le loro vogliono essere
composizioni dedicate alle danze per la piazza, instaurando un legame
indissolubile e sincero con gli ambienti rurali della Sardegna e la vivacità
delle loro feste.
Secondo appuntamento della giornata, alle 19,00 Acquario di Cala Gonone, la sede che funge da preludio di indimenticabili serate. La vista
mozzafiato e la degustazione dei vini e dei formaggi di Dorgali, saranno
accompagnate dall’organetto e dalle versatili e poliedriche launeddas
dell’istrionico Nicola Agus e la voce della giovanissima Alessia Sanna,
prima classificata nella categoria Jazz Soul Blues del Sardegna Music
Festival come miglior artista emergente.
Alle 22,00 si ritorna in Teatro con Mike Stern / Bill
Evans Band Featuring Keith Carlock & Darryl Jones (Mike Stern: Chitarra, Bill Evans: Sax, Darryl
Jones: Basso Elettrico, Keith Carlock: Batteria).
Il chitarrista statunitense sarà nuovamente a Cala
Gonone dopo quattro anni e il ricordo di una sala
gremita ed esultante, stavolta con il sassofonista
Bill Evans: i due musicisti combineranno la loro
naturale predisposizione all’improvvisazione con
i toni rock e jazz raggiungendo e superando ogni
confine imposto da categorizzazioni estranee alla
loro natura di rebels. Tra i più stimati chitarristi della sua generazione, Mike Stern si è distinto per la
sua partecipazione con i Blood Sweat & Tears, Billy Cobham, Miles Davis, Jaco Pastorius, i Brecker
Brothers e Joe Henderson, nonché come solista e
improvvisatore. Capace di combinare rock-fusion
con le armonie jazz più sofisticate, si lascia trasportare e guidare dagli spiriti dei suoi miti della chitarra,
Jimi Hendrix, Wes Montgomery, Jim Hall
e Albert King.
Bill Evans fa il suo debutto nel 1980 con
Miles Davis, un inizio sfavillante che lo
avvicina a grandi come Herbie
Hancock, John McLaughlin, Mick Jagger
e Willie Nelson. Con ventiquattro album all’attivo, un
premio Grammy e numerose e inestimabili collaborazioni, Evans esplora un’incredibile varietà di generi, avventurandosi in campi inesplorati come bandleader in diverse formazioni o con nomi del calibro
di Warren Haynes, Robben Ford (Soulgrass meets
Blues), Phil Lesh & Friends, The Stern/Evans Band,
Medeski Martin & Wood, The Allman Brothers Band,
Umphrey’s Mcgee, Moe, Blues Traveler, Galactic.
Attualmente ha iniziato un lungo tour per promuovere il suo ultimo album con la Bill Evans Band.
Venerdì 29 alle 11,30 l’auditorium delle Grotte del Bue Marino è il turno di
Mauro Usai con il progetto “Ethnico, my wind instruments”, inciso nel
2015, tramite il quale Usai convoglia le diverse esperienze di teatro, danza, video e concerti canalizzandoli nella sua passione per gli strumenti
a fiato (flauto traverso, sax tenore e soprano, quena, sikus, bansuri, dizi,
pipjolos). La sua è una curiosità che gli ha consentito di muoversi verso
strade ancora mai battute, percependo la magia del soffio che si tramuta
in suono, articolandosi verso la complessità della musica. Un atto che lui
definisce simile a quello dell’artigiano, che crea, plasma, dà forma.
Diplomato in flauto traverso a Sassari, studia sassofono e improvvisazione ai Seminari Jazz nuoresi, collaborando con diverse formazioni
musicali, dalla classica alla musica etnica, passando per il jazz e il pop e
componendo colonne sonore per teatro, documentari e video per WWF
Italia, Regione Sardegna, Rai 3, collaborando con compagnie e registi locali. Nel 2013 ha partecipato al Festival Internazionale di Namur, in Belgio, in un progetto per la Sardegna intitolato “Le chant sur le lèvres”.
Le degustazioni all’Acquario, alle 19,00 saranno da godersi insieme al
Trio MUM (Mario Massa: tromba, Michele Uccheddu: percussioni, Valter Mascia: sax soprano) in un’esibizione che riunisce diversi ambienti
sonori in un meticciato che ha come background il jazz, la musica classica e l’etnica. Direttore artistico del Festival Kontakte, Mario Massa, compositore e trombettista, è un artista attento all’interazione della musica
con altre espressioni artistiche. Ha al suo attivo svariate collaborazioni
e ha suonato, tra gli altri, con l’Orchestra delia Columbia Pictures e con
Michel Petrucciani. Michele Uccheddu (percussioni) nasce a Carbonia
nel 1982. Studia pianoforte, dal 1988 e dal 1990 nutre la passione per
le percussioni, specializzandosi in musica Latina e Afro Cubana, approfondendo questa passione nei corsi di studio a Lima e Managua (Nicaragua). Nel 2015 Entra a far parte di “Sottosuono” come performer Percussioni/Elettronica. Valter Mascia, sassofonista, nel 2004 frequenta a
Sant’Anna Arresi i seminari jazz Marcello Melis e nel 2007 partecipa ai
seminari di Nuoro Jazz frequentando la classe di sassofono di Tino Tracanna e la master class di Dave Liebman. Ha suonato in alcuni festival
di musica contemporanea e di jazz (InterAzioni, festival internazionale di
Performing Arts, Video e Installazioni, SIGNAL - Performing Arts, Festival
Spaziomusica, Sant’Anna Arresi Jazz Festival, L’immagine del Suono)
Il Teatro Comunale apre le sue porte alle 22,00. Sul palco Mauro Sigura 4et
(Mauro Sigura – oud, Gianfranco Fedele – piano ed elettronica, Alessandro
Cau – batteria, sbirofono ed elettronica, Tancredi Emmi – contrabbasso)
con una concezione del blues e della world music reinterpretata anche grazie
all’ausilio di strumenti che appartengono a tradizioni lontane ed esotiche. Dal
2013, Mauro Sigura inizia a lavorare con Gianfranco Fedele, Alessandro Cau
e Tancredi Emmi al progetto MAURO SIGURA 4et: “The Colour identity”, un
progetto in cui le sue composizioni -insieme a quelle di Gianfranco Fedele,
Tancredi Emmi e Alessandro Cau- si icontrano in un caleidoscopio di suoni,
colori e linee di frontiera per tracciare una linea musicale immaginaria capace
di unire le sonorità Mediterranee e i ritmi africani con le atmosfere sonore del
Nord Europa.
Mauro Sigura nasce a Torino e, dopo la laurea in Filosofia, si dedica a tempo
pieno alla chitarra e al bouzouki, Nella sua carriera musicale ha collaborato e
si è esibito con diversi artisti tra cui: Erik Truffaz, gli Agricantus, Tonj Acquaviva, Rosie Wiederkehr, l’orchestra multietnica di Porta Palazzo, Lutte Berg, lo
scrittore Antonio Pascale e la poetessa siriana Maram Al-Masri.
Nel 2003 inizia la sua collaborazione con il gruppo Vinagro nel progetto internazionale ‘Ventu di Mari’ grazie al quale ottiene un’enorme risonanza mediatica che lo a vincere il Greenage festival, concorso per musicisti emergenti.
Nel 2005 si trasferisce in Sardegna, dove entra in contatto con il folk e il jazz
sardo, tale incontro risulterà importantissimo per la crescita del musicista.
Nel 2009 intraprende lo studio dell’OUD, iniziando un percorso nella musica
mediterranea. Al momento è impegnato in un progetto su Italo Calvino, in cui,
il musicista sardo-piemontese, collaborerà con diversi artisti tra cui la nota
disegnatrice di sabbia SILVIA EMME -sand-animation.
L’ultima alba del Cala Gonone Jazz Festival sorge sabato 30 luglio e alle
Grotte del Bue Marino ci accoglieranno i ritmi griot di Baba Sissoko, innamoratosi già durante la sua esibizione del 2014 di questo palco naturale,
quando il polistrumentista maliano si era lasciato ispirare da ogni piccola
sfumatura del suono ottenendo in questo modo la partecipazione degli
spettatori, tra cui anche alcuni bambini con cui ha condiviso canti infantili
e grandi sorrisi. Sissoko ritorna desideroso di poter far risuonare ancora
una volta il suo Tama e il Ngoni. Abile depositario della tradizione orale
dell’Africa occidentale, in chiave jazz, blues e soul, il musicista rafforza
l’immagine identitaria e culturale del suo ruolo di narratore con l’ausilio
di strumenti popolari. La nostalgia per la terra, il vagare interminabile, le
esperienze in terre esotiche e il dovere di preservare la memoria culturale,
sono i costituenti primari dell’attività di una vita di questo straordinario
artista. Oggi è leader di diverse formazioni: Baba Sissoko Afroblues –
African Griot Groove; Baba Sissoko & Mali Tamani Revolution & Taman
Kan; Baba Sissoko Black Rock; inoltre si dedica all’insegnamento delle
percussioni in Belgio e Italia.
All’Acquario alle 19,00 una serata particolare, da apprezzare rigorosamente con un buon bicchiere di vino e dell’ottimo formaggio dorgalesi.
La musica del compositore Stefano Guzzetti e del suo Ensemble incontrano, interrompono, accompagnano, placano e accendono la narrazione dello scrittore Francesco Abate e dell’attrice Francesca Saba.
Una storia di madri d’altri tempi tratta dall’ultimo romanzo per Einaudi
di Abate “Mia madre e altre catastrofi”. Francesco Abate ha scritto la
tragicommedia del rapporto sentimentale piú dolce e ingarbugliato di
tutti, Stefano Guzzetti ha composto e rintracciato il miglior contrappunto
musicale per questo recital, Francesca Saba ne ha trovato il giusto tono
e la perfetta voce.
Cala il sipario anche per quest’edizione e il Teatro chiude lentamente le
sue cortine alle 22,00 con il Michael Blake 4et. È un sax senza briglie e
infuso di una grande energia quello del visionario Blake che coinvolgerà
il piano danzante di Giovanni Guidi, l’eclettismo della batteria di Fabrizio
Sferra ferra e il caldo suono del contrabbasso di Joe Rehmer.
Da trent’anni, il compositore e sassofonista Michael Blake suscita ancora sentimenti di meraviglia e stupore tra pubblico e critica. Le sue performance sono scandite dal suono puro e robusto del suo soprano, con
uno stile distintivo, energico e originale. Nato a Montreal e cresciuto a
Vancouver, da venticinque anni ha fatto di New York il suo rifugio, una
città che gli fornisce un flusso d’ispirazione continuo.
Nel 2013 ha ricevuto la Chamber Music America’s New Jazz Works
Grant e a Vancouver gli è stata commissionata una suite per il 100esimo anniversario della tragedia canadese di Kamagata Maru, avvenuta
nel 1914. Con la pubblicazione di dodici album come leader, Blake vanta
innumerevoli collaborazioni e sessioni live improvvisate magistrali: nel
2010 registra Hellbent accanto alle selvagge percussioni di Calvin Weston, la tromba di Steven Bernstein e la tuba di Marcus Rojas. Blake è alla
continua ricerca di nuovi modi di entrare in contatto con gli altri artisti e i
loro strumenti e - con il batterista Kresten Osgood - incide Control This,
un album in duo che al pari di Kingdom of Champa è considerato uno dei
suoi capolavori.
Ha fatto parte, come compositore, della residenza artistica Jazz Composers Collective, un’organizzazione no-profit in cui ha presentato molti
dei suoi lavori e nello stesso periodo entra a far parte dei Slow Poke, una
formazione rock. Blake esercita anche l’insegnamento e organizza dei
seminari negli Stati Uniti, Canada, Asia, Brasile e Europa, lavora inoltre
alla Fondazione Siena Jazz dal 2009 dove gli vengono riconosciute una
grande tempra, pazienza, entusiasmo e umorismo, mentre lui raccoglie
e diffonde l’aneddotica dell’esperienza come docente nel suo blog.
Prevendita: Box Office Sardegna WWW.BOXOFFICESARDEGNA.IT