Alla sua XXXV edizione, Segni Barocchi Foligno Festival si conferma un punto di riferimento di grande prestigio per lo studio, l’approfondimento e la riproposizione della cultura barocca, un luogo di condivisione tra presente e passato che ha radici profonde nel territorio e che ha il pregio di aver dato vita anche a collaborazioni internazionali come il progetto triennale “Itinerari e Festival Barocchi”, ideato per favorire lo scambio culturale tra territori che vantano una serie di legami e affinità. Avviato nel 2012 dal Comune di Foligno con il Gal Valle Umbra e Sibillini, il Gal du Pays des Vosges Saônoises e il Gal di Pays Lunevillois, in collaborazione con il Festival Musique et Mémoire e con il Festival de Froville, il progetto europeo si conclude proprio nel 2014 con una serie di eventi dedicati alla cultura francese del XVI e del XVII secolo. Il primo appuntamento è in Francia, nella Basilique St Pierre di Luxeuil-les-Bains, in Alta Saona, con il concerto dell’ensemble Musica Perduta Cantate di Alessandro Scarlatti (1660-1725) nell’ambito del Festival Musique et Mémoire; mentre in “Omaggio alla Francia” Foligno presenta la mostra La Fiaba Barocca da Cenerentola a La Bella e la Bestia allestita a Palazzo Trinci, lo spettacolo Molière o Il Malato Immaginario all’Auditorium San Domenico e lo spettacolo itinerante Tornade della compagnia EliXir, durante la Notte Barocca. Un “Invito alla Francia” chiude l’edizione di quest’anno: la Chiesa di SS. Maria e Anna di Capodacqua di Foligno accoglie l’ensemble francese Les Timbres che esegue il concerto Jean-Philippe Rameau. Cantates et pièces de clavecin en concerts, realizzato in collaborazione con il Festival Musique et Mémoire. Per il resto il Festival prosegue sulle sue antiche strade (antiche, ma sempre nuove). La fiaba barocca in questi anni di approfondimento e di studio si è sviluppata a dismisura, tanto che ha bisogno della sua casa (reggia, castello incantato che dir si voglia). Gli amori degli dei troneggiano nei palazzi della città dove saremo invitati a recarci anche per ascoltare musiche e storie. Continuano le nostre gite nelle chiese straordinarie delle frazioni, quest’anno si va a Capodacqua. Non manca neppure l’appuntamento ormai sedimentato con il Lirico Sperimentale di Spoleto che manda in scena da noi Serpilla e Bacocco, ovvero Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona. Rita Barbetti Assessore alla Cultura e all’Istruzione 1 Segni Barocchi Foligno Festival Itinerari e Festival Barocchi in Europa 20 luglio e 4 - 21 settembre 2014 “… ‘l vero maestro della musica è Amore, né altri che Amore la ‘nsegna altrui…” Giovan Battista Marino, Dicerie sacre, 1614 Percorrendo una strada lunga e faticosa, sempre alla ricerca di nuove risorse finanziarie, per superare la precarietà e conquistare la stabilità, Segni Barocchi è giunto alla XXXV edizione, con la quale si conclude il progetto triennale “Itinerari e Festival Barocchi”, avviato nel 2012 dal Comune di Foligno con il Gal Valle Umbra e Sibillini, con il Gal du Pays des Vosges Saônoises e con il Gal du Pays Lunevillois, in collaborazione con il Festival Musique et Mémoire, che ospita domenica 20 luglio il concerto “Cantate di Alessandro Scarlatti (1660-1725)” dell’ensemble Musica Perduta (Luxeuil-les-Bains, Basilique St Pierre, ore 21.00), e con il Festival de Froville, noto per il Concours international de chant baroque. Il festival si apre a Foligno giovedì 4 settembre con due appuntamenti di “Omaggio alla Francia”: - alle ore 17.30 viene inaugurata a Palazzo Trinci, trasformato in Palazzo della Fiaba, fino al 21 settembre, la mostra “La Fiaba barocca da Cenerentola a La Bella e la Bestia” con illustrazioni, figure, maschere, dipinti, installazioni e video di Mariella Carbone, Francesca Greco, Barbara Lachi, Ugo Levita, Ayumi Makita. Il catalogo degli artisti è curato da Emanuele De Donno; - alle ore 21.15 l’Auditorium San Domenico ospita lo spettacolo “Molière o Il Malato immaginario”, coproduzione della Piccola Compagnia della Magnolia e del Théâtre de l’Epée de Bois-Cartoucherie de Vincennes di Parigi, con la regia di Antonio Díaz-Florián: un appuntamento da non perdere. Venerdì 5 settembre Musica Perduta, ensemble con strumenti originali, propone le “Cantate di Alessandro Scarlatti (16601725)” (Foligno, Auditorium Santa Caterina, ore 21.15). La Notte Barocca, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana, sabato 6 settembre. Il programma della IX edizione prevede le seguenti iniziative: - dalle 16.30, fino a domenica 14 settembre, l’Associazione 2 Segni Barocchi Foligno Festival Innamorati del Centro, in collaborazione con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato, propone la VII edizione di “Barocco e Neobarocco in vetrina”: la premiazione si terrà il 14 settembre alle ore 11.00 nella Sala Video dell’Auditorium San Domenico; - dalle 16.30, fino a domenica 21 settembre, le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” (Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro, Libreria Carnevali) metteranno in mostra, durante l’orario di apertura di ciascun esercizio, la cultura barocca; - alle 17.30, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta la conferenza spettacolo con degustazione “Alimentazione borghese e nobiliare nel teatro barocco e nelle opere di Molière”; - dalle 21.00 “Visioni d’incanto” illuminano Piazza della Repubblica; - alle 21.00 la compagnia Arakne Mediterranea presenta presso l’Auditorium San Domenico “Danzimania. Tarante e tarantelle dal 1500 ad oggi”, eccezionale e indimenticabile spettacolo di teatro totale con voci recitanti, danza, musica e teatro; - dalle 21.30 alle 01.00 sarà possibile visitare il Museo della città in Palazzo Trinci, il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi, il Museo Capitolare Diocesano e, attraverso gli itinerari barocchi “Gli Amori degli Dei”, i palazzi storici di Foligno animati da musiche e voci; - dalle 21.30, in collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali, l’Associazione Astronomica Antares propone visite guidate al Planetario di Via Isolabella, mentre osservazioni al telescopio sono previste all’Osservatorio Astronomico comunale della Torre dei Cinque Cantoni; - dalle 22.30, con replica alle 00.15, la Baracca dei Buffoni propone “TraNuvole”, spettacolo itinerante tra incanto e meraviglia; - dalle 23.15, con replica alle 01.00, la compagnia francese EliXir presenta “Tornade”, spettacolo itinerante con finale fisso in Piazza della Repubblica. Durante la Notte Barocca resteranno aperti negozi, ristoranti, musei e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti. Giovedì 11 settembre, alle 17.30 e alle 21.30, nella Multisala Supercinema di Foligno, viene proiettato il film “Venezia Salva” di Serena Nono, un omaggio a Simone Weil e alla bellezza di Venezia. 3 Segni Barocchi Foligno Festival Venerdì 12 settembre il festival si trasferisce a Trevi. Alle 17.30, presso La Piaggia, è prevista la visita guidata “Alla ricerca del Barocco”, con esecuzioni musicali di Nicola Nanni, fisarmonica; mentre alle 21.30, al Teatro Clitunno, Serpent Quartet con Michel Godard, Gavino Murgia, Luciano Biondini e Patrice Héral propone il concerto “Tracce di grazia”, con musiche da Monteverdi. Giovedì 18 settembre il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” presenta “Serpilla e Bacocco, ovvero Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona”, tre intermezzi di Giuseppe Maria Orlandini su libretto di Antonio Salvi, con la direzione di Francesco Massimi e la regia di Adamo Lorenzetti (Foligno, Auditorium Santa Caterina, ore 21.15). Venerdì 19 settembre Andrea Cortesi, violino, e Marco Venturi, pianoforte e clavicembalo, propongono “Johann Sebastian Bach - Sonate per clavicembalo e violino” (Foligno, Auditorium San Domenico, ore 21.15). Sabato 20 settembre, ore 21.15, l’ex Cinema Vittoria, ZUT!, ospita lo spettacolo “Lena, che è donna di Caravaggio”, spettacolo ideato da Monica La Torre, ispirato all’omonimo libro di Alessandra Masu, con la regia di Emiliano Pergolari. L’evento è preceduto dall’incontro con l’autrice del volume alle ore 17.00. Il festival si conclude domenica 21 settembre a Capodacqua di Foligno con due appuntamenti: - alle 16.00 è prevista una visita guidata alla Rocca dei Trinci, recentemente restaurata; - alle 18.00, in collaborazione con il Festival Musique et Mémoire, l’ensemble Les Timbres presenta nella Chiesa di Santa Maria e Anna, “Jean-Philippe Rameau. Cantates et pièces de clavecin en concerts”. Dal 1981 ad oggi abbiamo superato enormi e crescenti difficoltà, arrivando alla XXXV edizione, ma ora è giunto il momento di aprire una nuova fase per costruire un duraturo futuro al festival Segni Barocchi. Massimo Stefanetti Soprintendente Artistico 4 Segni Barocchi Foligno Festival Giovedì 4 settembre, ore 17.30 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra LA FIABA BAROCCA DA CENERENTOLA A LA BELLA E LA BESTIA Mostra Omaggio alla Francia Illustrazioni, figure, maschere, dipinti, installazioni e video di Mariella Carbone, Francesca Greco, Barbara Lachi, Ugo Levita, Ayumi Makita Allestimento, catalogo/libro d’artista a cura di Emanuele De Donno,VIAINDUSTRIAE La mostra resterà aperta fino al 21 settembre con il seguente orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 tutti i giorni, eccetto il lunedì La Fiaba barocca da Cenerentola a La Bella e la Bestia intende definire una idea di museo visivo/ letterario della fiaba barocca, con immagini, figure e opere tratte ed ispirate ai migliori testi, e le suggestioni nate dal ciclo di mostre svolte nelle precedenti 5 edizioni di Segni Barocchi. L’allestimento si propone di catturare alcune atmosfere dai 5 libri e dalle mostre di Mariella Carbone, Francesca Greco, Barbara Lachi, Ugo Levita, Ayumi Makita. Le scene, gli oggetti e le illustrazioni diventano rilettura contemporanea degli elementi e dei temi, presenti nelle favole barocche oggi rivisitate e ri-animate. Palazzo Trinci ospita, quale teatro ideale, il percorso illustrativo antologico di 5 anni di mostre che si apre nelle stanze, arredate dalle immagini e dagli oggetti dei racconti. Il percorso, composto da 5 stanze ognuna allestita dai 5 artisti, si coagula poi nei saloni collettivi con un mosaico 5 Segni Barocchi Foligno Festival di dettagli, frammenti, ingrandimenti, micro-gigantografie estratte dai loro libri illustrati. Il catalogo/libro d’artista, che viene editato per l’occasione, cerca di descrivere la trama visiva dei frammenti della mostra e costruire un vocabolario contemporaneo della fiaba barocca illustrata. Mariella Carbone, Francesca Greco, Barbara Lachi, Ugo Levita, Ayumi Makita, artisti ed illustratori, partecipano a mostre e rassegne italiane ed internazionali, in festival, musei e spazi culturali. Si dedicano anche all’illustrazione di favole e storie riattualizzate. Hanno pubblicato edizioni illustrate e d’artista. Emanuele de Donno, architetto e operatore culturale, è curatore della Biennale del Libro d’artista LIBEROLIBROdARTISTALIBERO e delle recenti mostre Artist’s Books by Sol LeWitt, Freebook/Practical Library, Sound Pages/John Cage’s publications. È fondatore e coordinatore di VIAINDUSTRIAE, associazionecollettivo creativo con cui come editore pubblica libri d’artista. 6 Segni Barocchi Foligno Festival Omaggio alla Francia Giovedì 4 settembre, ore 21.15 MOLIÈRE O IL MALATO IMMAGINARIO Coproduzione della Piccola Compagnia della Magnolia e del Théâtre de l’Epée de Bois-Cartoucherie de Vincennes di Parigi Regia Antonio Dìaz-Florián Direzione d’attore Giorgia Cerruti con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Claudia Martore, Valentina Tullio, Luca Busnengo, Pierpaolo Congiu Ideazione costumi Abel Alba Realizzazione costumi Monica Vitello e Paola Bertello (Istituto di moda Mara Scalon di Torino), Bruna e Luisa Accornero (Atelier PCM) Scenografia David Léon Realizzazione maschere Claudia Martore Luci Quique Peña Teatro Foligno, Auditorium San Domenico Piccola Compagnia della Magnolia Il lavoro sulla pièce de Il Malato Immaginario ha messo in luce - dietro l’immagine stereotipata dell’autore di Commedie - l’avventura di un uomo di teatro adulato e detestato, cortigiano e sovversivo, applaudito e censurato, in un’epoca in cui gli ori di Versailles non riescono a nascondere l’odio delle coalizioni integraliste. Durante le prove, l’adattamento del testo si è indirizzato verso l’esigenza primaria di far ascoltare la voce di Molière, rivelando le realtà complesse che legano lo spettacolo ed il suo creatore, l’attore la propria vita. Argan si spoglia della maschera della Commedia dell’Arte - in cui il vecchio avaro e ipocondriaco affronta l’universo ridicolo dei medici - e si avvicina a Jean Baptiste Poquelin detto Molière, direttore di troupe e attore che recita gli ultimi istanti della sua vita incar7 Segni Barocchi Foligno Festival nando questo personaggio. La scena associa indissolubilmente Argan e Molière di fronte all’evoluzione della malattia ed al suo epilogo che culmina, come narra la biografia dell’autore, nella quarta rappresentazione de Il Malato Immaginario. La caratteristica di questa particolare versione de Il Malato Immaginario per la regia di Antonio Dìaz-Florián è il portare avanti contemporaneamente il filo classico della rappresentazione dell’opera teatrale e quello riguardante la vita del suo stesso autore, filo costruito sul terreno di un vissuto comune. Privata, come ormai quasi tutte le versioni odierne, dei due epiloghi e degli intermezzi, la commedia di Molière si presenta, in questa versione, perfettamente preservata nel suo spirito originario, pur con i necessari adattamenti. La parola drammaturgica è quella originale, filtrata da una traduzione sensibile e fedele, e così pure lo spirito che la pervade; l’unica differenza rispetto ad una versione più tradizionale de Il Malato Immaginario è che, a tratti, la vita vera, reale, tenta di irrompere sul palcoscenico, facendosi largo tra le maglie della rappresentazione teatrale e cogliendo di sorpresa non solo il pubblico ma gli stessi teatranti che, abituati a lavorare nella sicura alcova della finzione, si trovano spiazzati. Ciò è appena percepibile all’inizio della pièce ma diventa man mano più evidente fino a lasciare nello spettatore la sconcertante incertezza tra quello che sia il rappresentato e quello che sia il vissuto reale. Fino all’epilogo non più comico ma tragico in cui, tolta ogni maschera, i personaggi tornano ad essere persone e chiamano ogni cosa con il proprio nome, 8 Segni Barocchi Foligno Festival persino Argan che ridiventa, nel momento estremo della morte, reale e non apparente, Molière. È come se Argan e Molière si fossero scontrati sul palcoscenico, in un duello mortale in cui ciascuno chiedeva di vivere le propria storia, di esistere. E alla fine la ragione di Molière non vince e la follia di Argan non perde: e ad ogni nuova rappresentazione si rinnova sulla scena l’eterna lotta tra la vita e la morte. Piccola Compagnia della Magnolia La nostra “ricerca” (in questo senso e solo in questo amiamo definirci “compagnia di ricerca”: perché ricerchiamo qualcosa) prova a ragionare al presente, con una tensione/riflessione contemporanea, sui nodi umani irrisolti ed universali che sono il cuore pulsante di certa drammaturgia classica (classica in quanto ideale e fondamentale, non necessariamente antica), dove hanno sicuramente per noi un posto d’onore autore quali l’amato Shakespeare, e poi Lorca, Camus, Genet, Lope de Vega, Buchner. [...] Lavoriamo su un teatro antinaturalistico ed evocativo; un teatro “popolare”, che si prodighi per arrivare allo spettatore, senza quarta parete, un teatro dove sia sempre l’emozione a veicolare il senso. Il lavoro sulla vocalità, sulla parola insistita e scolpita, e sull’espressività della maschera facciale e del gesto sono elementi fondamentali nel percorso della compagnia. Poi coniugando il lavoro sui codici con il nostro sentire e pensare che è necessariamente nel presente, che sente l’urgenza e la responsabilità di dover comunicare, che è militante nello stare alla larga dall’imbarazzante “teatro da museo” così come dall’invadente tradimento tecnologico del teatro carnale e basico che tanto amiamo. Questo vorremmo essere e forse mai aderiremo completamente a quanto dichiariamo. Però possiamo affermare che in questa direzione si muove tutto il nostro lavoro, con ostinato rigore. Giorgia Cerruti Il Théâtre de l’Épée de Bois è stato fondato nel 1969 da Antonio Díaz-Florián e ha sede presso la Cartoucherie de Vincennes (Parigi), insieme al Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine. La troupe si caratterizza per una ricerca che combina il lavoro dell’attore, lo studio dello spazio scenico e il coinvolgimento dello spettatore. Gli autori che accompagnano la ricerca della troupe, sin dagli inizi, sono Shakespeare, Lope de Vega, Tirso de Molina, Camus, Lorca, Calderon, Marlowe. L’Épée de Bois si interessa inoltre a numerosi autori contemporanei, mettendo a confronto il lavoro della troupe con le contraddizioni dell’eredità storica della nostra società, attraverso una ricerca che unisce teatro e storia. 9 Segni Barocchi Foligno Festival Segni Barocchi in Francia Concerto Il concerto Cantate di Alessandro Scarlatti (1660-1725) è stato eseguito dall’ensemble Musica Perduta domenica 20 luglio alle ore 21.00, presso la Basilique St Pierre di Luxeuil-les-Bains, nell’ambito del Festival Musique et Mémoire Venerdì 5 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Musica Perduta, ensemble con strumenti originali CANTATE DI ALESSANDRO SCARLATTI (1660-1725) Mauro Borgioni, baritono Monika Toth, Danuta Zawada, violini Renato Criscuolo, violoncello Luca Marzetti, contrabbasso Michele Carreca, tiorba Alberto Bagnai, flauto dolce, clavicembalo Programma Alessandro Scarlatti (1660-1725) Concerto in Do maggiore per flauto dolce, archi e basso continuo Cantata Sotto l’ombra per basso, violini e bc Sonata in Re minore per violoncello e bc Cantata Immagini d’orrore per baritono, archi e bc Concerto in La minore per flauto, violini e bc Cantata Tu resti o mio bel Nume per basso, violini e bc Le tre cantate per basso di Alessandro Scarlatti (1660-1725) costituiscono una piccola parte del grande corpus di cantate scarlattiane. Si annoverano infatti sei cantate per basso con violini e basso continuo, tra cui le tre eseguite in questo programma, e tre per basso e basso continuo. Tra queste, Immagini d’orrore è l’unica autografa: il manoscritto, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, reca la data 16 Luglio 1710 ed è dedicata all’eccellentissimo Sig. Principe di San Severino ed è un lavoro molto coinciso ma potente e ricco di interessanti particolari, come la dettagliata realizzazione del continuo, assai frequente nei lavori di Alessandro Scarlatti. Dalla biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli proviene invece Tu resti o mio bel Nume, cantata con violini di Basso del Sig.re Cavaliere Alessandro Scarlatti. Essendo stato il compositore insignito del cavalierato nel 1716, possiamo datare questo lavoro nell’ultimo decennio della vita di Scarlatti. Uno splendido recitativo accompagnato apre la cantata, seguito da una siciliana. La seconda aria riprende il tema dell’accompagnato. Sotto l’ombra è una cantata pastorale che narra le pene d’amore del pastore Tirsi. Anche questo manoscritto si trova presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Il titolo, Cantata à voce sola con violini del Sig.r Cavaliere Alessandro 10 Segni Barocchi Foligno Festival Scarlatti, lascia presumere che l’opera sia posteriore al 1716. Nella non vastissima produzione strumentale del compositore palermitano, un posto di rilievo hanno i sei concerti per flauto, archi e basso continuo, che dimostrano l’estrema popolarità del flauto dritto come strumento solista in ambiente napoletano all’inizio del XVIII secolo, popolarità condivisa con il violoncello, destinatario di tre splendide sonate con il continuo che, in ambiente napoletano, supera addirittura il violino quanto a letteratura solistica. Renato Criscuolo Musica Perduta è un’associazione culturale fondata nel 2007 da Renato Criscuolo e Valerio Losito impegnata nella ricerca, in biblioteche ed archivi, di musica inedita o ancora poco conosciuta, di eminenti autori e di compositori, in prevalenza dei secoli XVII e XVIII che, nonostante il talento e la perizia compositiva, non hanno avuto giustizia dalla storia della musica e meritano di essere rivalutati. La musica ritrovata, una volta studiata, viene riproposta in concerto, spesso in prima esecuzione moderna, mediante l’utilizzo di strumenti originali barocchi o fedeli copie di essi. Musica Perduta, oltre a vantare la scoperta di inediti di compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Scarlatti, Pergolesi e Zuccari, è dedita allo studio organologico: la ricostruzione di strumenti musicali antichi oggi quasi del tutto dimenticati, quali il basso di violino, la lyra rinascimentale o il violino seicentesco. L’ensemble, costituito da esperti musicisti specializzati nella musica barocca, che hanno al loro attivo collaborazioni con alcuni dei più riconosciuti ensemble ed orchestre del settore, si è esibito in importanti festival nazionali, tra i quali si annoverano Barocco continuo-Festival del Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, Festival Barocco di San Gimignano, I concerti di Capri, Segni Barocchi Foligno Festival, Roma Festival Barocco. Musica Perduta ha organizzato per tre anni consecutivi una stagione di concerti spirituali presso la Sagrestia della Chiesa Nuova di Roma nella quale ha riproposto la musica dedicata a San Filippo Neri, scritta per l’Esercizio dell’Oratorio fondato e promosso dal Santo, di cui si propone di seguire lo spirito di fratellanza. Non a caso il suo primo CD, Intorno all’Oratorio di San Filippo Neri, pubblicato dalla rivista “Antiqua Classic Voice”, è imperniato proprio sulla musica dell’Oratorio di San Filippo a Roma tra Cinque e Seicento. L’ensemble ha inciso per Brilliant Classics, Urania Records e XG Publishing. Ha inoltre collaborato con il dipartimento di scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, nonché ha curato e registrato gli audio per l’applicazione per smartphone “i-MiBAC-Top 40”: la prima di una serie di applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate ai beni culturali, rilasciata da un ministero italiano: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 11 Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Segni Barocchi Foligno Festival NOTTE BAROCCA A FOLIGNO In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana sabato 6 settembre dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte” dalle ore 16.30 Foligno, Centro storico BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA Premiazione Domenica 14 settembre, ore 11.00 Auditorium San Domenico, Sala Video A cura dell’Associazione Innamorati del Centro In collaborazione con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato Il concorso Barocco e Neobaroco in vetrina, alla sua settima edizione, vede anche quest’anno i negozi del centro storico di Foligno arricchirsi di scenografie che richiamano il Barocco: stralci di vita quotidiana, labirinti, piume, personaggi viventi, cavalli e riproduzioni di quadri. Piccole opere d’arte, che riescono a valorizzare non 12 Segni Barocchi Foligno Festival sabato 6 settembre solo le vetrine, ma tutta la città. La giuria dell’edizione 2013 del concorso, composta da Stefania Menghini, membro della commissione artistica dell’Ente Giostra della Quintana, Franca Scarabattieri, presidente onorario dell’Associazione Convegni Culturali Maria Cristina di Savoia, e Giovanni Galardini, fotografo professionista, ha assegnato il primo premio a Ottica Moderna Ferrara, mentre il secondo e terzo posto sono stati attribuiti al ristorante La Spagnola e all’Occhialeria. dalle ore 16.30 Notte Barocca a Foligno Mostra mercato BAROCCO IN LIBRERIA Fino al 21 settembre presso le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” Editoriale Umbra (www.editorialeumbra.it) Il Formichiere (www.dalformichiere.it) Il Salvalibro (www.ilsalvalibro.com) Libreria Carnevali Bookshopping - ex Cinema Astra (www.libreriacarnevali.it) 13 Segni Barocchi Foligno Festival sabato 6 settembre Gli uomini del XVII sec., più che in ogni altro periodo storico, hanno preferito l’interpretazione della vita come spettacolo, teatro e, per realizzare al meglio tale visione del mondo, hanno dato spazio all’esaltazione delle sinergie d’idee e di modelli culturali, necessari a rappresentare tale gusto scenografico. Banchetti, feste di corte, cerimonie religiose, ma anche la guerra, la peste, la morte, in questo secolo così complesso, sono diventati elementi comuni e condivisi, e sono diventati momenti di rappresentazione pubblica e spettacolare. Ci si muove attraverso il Seicento sapendo che l’arte, la musica, le manifestazioni politiche, religiose e teatrali non possono essere considerate manifestazioni compiute in sé, ma realtà inclusive, ricche di allusioni e rimandi. Il teatro di Molière ne è un esempio palese. Quasi tutte le opere del commediografo francese, pur svolgendo una funzione di riflessione critica sui caratteri e i difetti umani universali e degli uomini del suo tempo, sono anche ricche di riferimenti alle mode culturali, alla musica, al balletto e alla società di corte. Nell’ambito di queste situazioni teatrali, inoltre, non possono mancare i riferimenti al gusto conviviale, al cibo e, infatti, le opere dell’autore francese contengono una gran messe di notizie concernenti l’alimentazione e informazioni dirette sul piacere della tavola all’epoca del Re Sole. Si può quasi ricostruire, praticando una lettura attenta delle pièces del grande commediografo, il gusto, il lessico gastronomico, il valore simbolico che gli uomini dell’epoca barocca attribuivano al cibo e al nutrirsi. Anzi il linguaggio gastronomico diventa nelle opere di Molière un tramite metaforico che, agendo sui sensi e sulla sensibilità, rende lo spettatore emotivamente partecipe di ciò che l’azione teatrale suggerisce. Le vicende rappresentate sul palcoscenico, basate spesso su parole e rimandi al cibo, facilitano l’immedesimazione con ciò che accade in scena e provocano la partecipazione diretta e immediata di chi assiste. Anche nei dialoghi amorosi il lessico del cibo, costantemente citato (“ti mangerei”, “ti succhierei”, “ti gusterei”), favorisce e accentua tale immedesimazione. Tramite questi continui richiami il grande autore mette in mostra e rileva l’origine sociale, i gusti, quasi i modi di essere e di pensare della complessa e varia umanità del suo tempo che rappresenta sul palcoscenico. Il cibo, inoltre, nel mondo messo in scena da Molière, aiuta a Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione Raffaele Riccio Notte Barocca a Foligno Ore 17.30 ALIMENTAZIONE BORGHESE E NOBILIARE NEL TEATRO BAROCCO E NELLE OPERE DI MOLIÈRE 14 15 Notte Barocca a Foligno comprendere i caratteri dei personaggi; evidenzia i loro difetti, li presenta per quelli che sono e li mette a nudo. Ne sono un chiaro esempio Arpagone, il personaggio principale dell’Avaro, e Monsieur Jourdain, il protagonista del Borghese gentiluomo. L’avarizia totale, rispetto al cibo ed al denaro, del primo protagonista e la fatua noncuranza del secondo, verso le spese e i banchetti, pur di apparire un nobile, mettono in luce i difetti dei due personaggi. Anzi proprio nel quarto atto del Borghese, in cui è descritto il banchetto fatto predisporre da Jourdain in onore della marchesa Dorimène, Molière pone sullo stesso piano semantico la buona ed equilibrata preparazione dei cibi e l’ordine delle vivande, con l’ordinata e ben funzionale organizzazione di una commedia. Ambedue le azioni devono tendere al benessere e al piacere di chi siede a tavola nel primo caso, o di chi siede in un salone di teatro, nel secondo. Va aggiunto ancora che i riferimenti al cibo fanno spesso da sfondo agli aspetti più comici o drammatici dello schema teatrale. Nell’Avaro il dialogo tra Arpagone e mastro Jaques, il cuoco di casa, per l’organizzazione del pranzo che il padrone deve offrire alla sua futura fidanzata e alla suocera, mette in luce gli aspetti più sordidi della spilorceria del padrone e trascina lo spettatore nel centro dell’azione comica della commedia. Le risposte del cuoco, invece, sono illuminanti per ricostruire un pranzo tipico della società borghese e parigina del tempo. Le ricette che il povero chef spera, almeno per una volta, di potere imbandire nella casa del grande avaro, rimandano ai libri di gastronomia più in voga, all’epoca di Anna d’Austria e del cardinale Mazzarino, mentre Arpagone vuole servire ai suoi ospiti piatti pesanti che nutrono, riempiono subito e fanno risparmiare. Arpagone non si cura di compiacere i suoi ospiti, pensa solo di sfamarli in fretta, per poter poi parlare di dote e di soldi. Al contrario i codici di comportamento sociali di mastro Jaques e di Molière rilevano il buon gusto di una società civile e raffinata, basata sul piacere reciproco che gli uomini sanno e possono offrirsi. A questo poteva servire un banchetto; doveva fornire il punto di partenza per una bella conversazione, per un incontro tra spiriti affini. Il mondo di Arpagone non ha bisogno di queste forme di socialità e tra il padrone e mastro Jacques si instaura un dialogo tra sordi. I personaggi di Molière permettono a noi moderni di entrare nel cuore della società barocca e di comprendere cosa desideravano i parigini dell’epoca del Re Sole, come agivano, quali passioni nutrivano ed anche come cambiava il loro gusto alimentare. La corte, già ai tempi di Anna d’Austria, ma soprat- sabato 6 settembre Foligno Festival Segni Barocchi Segni Barocchi Foligno Festival Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre tutto dopo la costruzione di Versailles, divenne il centro di ogni eccellenza in campo artistico e sociale e lo stesso Molière ed i suoi contemporanei reputavano il giudizio del sovrano e dei cortigiani un punto di riferimento assoluto. Non si trattava solo di piaggeria o adulazione. L’entourage del sovrano esprimeva l’eccellenza del gusto, raffinato dalla frequentazione di quanto di meglio la Francia allora poteva offrire; tale buon gusto prediligeva ciò che era raro e geniale e rifuggiva dalla pedanteria e, in una certa misura, dal bigottismo. Per questo il grande commediografo nella VI scena della Critica alla Scuola delle Mogli dichiara, tramite le parole di Dorando, che il successo delle sue commedie era stato decretato dalla corte e questo determinava la fine di ogni critica malevola. Il discorso sulla corte e sulle manie di imitazione del comportamento nobiliare si trasformerà poi in parodia snobistica nel Borghese gentiluomo. Il discorso di Molière si rivela in buona parte conservatore, ma anche molto sensato. Il buon gusto, non l’origine sociale, determinano la capacità di giudicare nell’ambito delle manifestazioni artistiche, che riguardano nel Seicento tutte le forme d’arte, inclusa la capacità di organizzare banchetti e spettacoli. Il gusto non era appannaggio solo dei ricchi e dei nobili, riguardava le capacità del singolo e solo a quest’attitudine, non alla ricchezza ostentata, farà appello Molière, tanto da fargli dire che l’applauso della corte e delle persone che s’intendevano di teatro valeva forse anche più dei benefici economici. Illuminante al riguardo si rivela il discorso del maestro di ballo di Monsieur Jourdain nella già citata commedia, il quale, al riguardo, si esprime in questo modo: “Io ho bisogno di sfamarmi anche con un po’ di gloria. Non ho paura di dirlo: sono sensibile agli applausi. Che gusto c’è a esibirsi davanti a persone stupide e volgari, tanto per dare una spolveratina alla loro incultura? È una gioia, altro che storie, incontrare la persona che capisce i segreti del tuo lavoro, che ha orecchio e sensibilità, che è capace di apprezzarti, che sa asciugarti il sudore con un rilievo appropriato o una lode stimolante”. Raffaele Riccio Raffaele Riccio è docente di Storia e Filosofia nei Licei. Si è occupato in modo particolare della cultura spagnola ed europea del tardo Cinquecento e del Seicento. Ha approfondito alcuni aspetti della filosofia umanistica (Per un’analisi del Simposio platonico e del “Convito o ver dialogo d’Amore” di Marsilio Ficino). Ha pubblicato saggi ed articoli in cui ha esaminato le problematiche connesse con la creatività dell’ingegno barocco (Huarte e Graciàn: medicina ed ingegno barocco). Ha curato inoltre la traduzione e la pubblicazione dell’opera Juan Huarte de San Juan, Esame degli Ingegni, Bologna 1993. Si interessa in modo particolare di storia dell’alimentazione e del rapporto intercorrente tra cibo e cultura (Filosofia e gusto alimentare nel XVIII sec.: Il cibo pitagorico); per i tipi della casa editrice Atesa di Bologna ha pubblicato i seguenti volumi: Il Barocco in Tavola, Bologna 2001, A tavola con i Borboni, Bologna 2002, Mangiar sano con la dieta mediterranea: La cucina del Cilento, Bologna 2004, e Astinenza o gola. A tavola con Cardinali, Abati e prelati, Bologna 2006. 16 Segni Barocchi Foligno Festival VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato Ore 21.00 Notte Barocca a Foligno Piazza della Repubblica sabato 6 settembre Ore 21.00 DANZIMANIA Tarante e Tarantelle dal 1500 ad oggi Spettacolo di teatro totale (voci recitanti, danza, musica, teatro) Lo spettacolo si articola in vari quadri (brevi scene), relativi alle rispettive arie musicali che vanno dalla fine del 1500 ai nostri giorni, eseguite dal vivo dagli stessi attori musici. Alcuni brani recitati dagli attori danzatori in abiti colorati e maschere, raccolti da fonti originali popolari, introducono o commentano i quadri scene e riportano lo spettatore in quell’ambiente seicentesco in cui si esprimevano le compagnie itineranti della Commedia dell’Arte che si spostavano frequentemente tra Napoli e le Puglie. Alle musiche originali, utilizzate per secoli nella cura contro il morso della famigerata Tarantola di Puglia, si accompagnano le trascinanti danze, espressione di un popolo sottomesso ma vivace e ricco di antiche culture che risentono di influenze greco-turchesche e afro-mediterranee. 17 Auditorium San Domenico Arakne Mediterranea Foligno Festival © Claudio Santaguida Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Segni Barocchi La colonna sonora dello spettacolo è una selezione di Tarantelle per danze (curative), dalla fine del 1500 ad oggi, frutto di una ricerca compiuta negli anni novanta da Giorgio Di Lecce, fondatore della compagnia Arakne Mediterranea, e dai suoi collaboratori. In apertura la prima Tarantella conosciuta con questo nome, trascritta da Foriano Pico nel 1608 e pubblicata a Napoli in una raccolta dal titolo Nuova scelta di Sonate per la Chitarra Spagnola. Seguono le 8 Clausole Armoniche pubblicate nel 1641 dal gesuita A. Kircher nel suo libro Magnes sive de arte magnetica, indicate come Arie musicali in uso per la cura di coloro che erano intossicati dalla Tarantola, originariamente trascritte dai padri Giovanni Paolo Nicolello da Lecce e Giovanni Battista Galliberto da Taranto e pubblicate in appendice del libro La Danzimania dal medico tedesco G.F.C. Hecker nel 1832. Quindi la serie 1/7 di Tarantelle italo spagnole del ‘700, incluso quella trascritta da S. Storace nel 1753, apparse nei libri di F. X. Cid, Tarantismo observado en España del 1787, e di M. Schneider, La danza de espadas y la tarantela, del 1948. E ancora un’Aria romantica, (Presto) tratta dalle 8 Airs de la tarentule del 1819, raccolte e pubblicate da A. Castellan, in Lettres sur l’Italie; e Il Ballo e Canto dei morsicati dalla Tarantola, raccolto da A. Majorano, a Lizzano (Taranto) nel 1950, e trascritto da S. Messia. Chiude una delle Arie delle Pizziche Tarante originali, usate nelle ultime danze curative da un’anziana donna (rintesa) di Scorrano (Lecce), raccolta a Galatina negli anni ‘90. Qui ripercorriamo in un viaggio musicale e coreutico le musichetarantelle a noi giunte, non solo per tradizione orale (a memoria d’uomo), e quindi risalenti a tre quattro generazioni indietro, ma anche per trascrizioni musicali colte e semi-colte. La costante comune è che sono tutte Tarantelle per danze, in particolare per danze curative o di guarigione, che dalla fine del Cinquecento giungono fino ad oggi. 18 Foligno Festival Arakne Mediterranea, compagnia fondata da Giorgio Di Lecce e diretta da Imma Giannuzzi, con sede a Martignano, nella Grecìa Salentina, opera da oltre vent’anni sul territorio del Salento in collaborazione con l’Università di Lecce, la Regione Puglia, le amministrazioni provinciali e locali, le associazioni. Si compone di artisti, studiosi e ricercatori che si propongono di preservare, diffondere e far conoscere le tradizioni, le danze, gli usi e i costumi delle espressioni popolari salentine e della Puglia. La compagnia Arakne deve il suo nome ad una giovane principessa greca che fu trasformata dalla dea Atena in ragno (secondo il mito descritto da Ovidio nelle Metamorfosi): Arakne vincitrice della gara di tessitura disputata con la dea, umiliata, voleva impiccarsi. Atena la perdonò e le concesse di vivere, ma trasformata in ragno, oggi Taranta. Arakne Mediterranea ha partecipato a numerosi festival e manifestazioni, tra i quali il Festival dei Caraibi a Santiago de Cuba nel 1993, il Festival di Babilonia a Bagdad in Iraq nel 1993, il Festival delle Televisioni a Pechino nel 1997, il Festival di Berlino nel 1998, il Festival di Musiche del Sud a Parigi nel 1998, la Festa Italiana della Tarantella in Giappone nel 1999 con spettacoli a Tokio ed Osaka, il Festival del Mediterraneo a Genova nel 1995, il Festival New Age di Trieste nel 2000, il Festival des Musiques des Iles a Djerba in Tunisia nel 2002, il Festival di Musica Sacra in Grecia con concerti a Kos, Olimpia, Atene e Salonicco nel 2003, il Festival di Manresa a Barcellona nel 2008, il Festival Salz & Zikaden a Vienna nel 2009, il progetto “Puglia Albania - due popoli un’amicizia” a Tirana nel 19 Notte Barocca a Foligno Danzimania, o mania della danza, era sin dal Medioevo per medici e uomini di Chiesa quel fenomeno di vera e propria epidemia coreutica che coinvolgeva moltitudini di persone in danze sfrenate che perduravano per interi giorni (nord Europa: ballo di San Vito e ballo di San Giovanni; meridione d’Italia: morso della Taranta, da cui Tarant-ismo o malattia della danza). Cfr. Hecker, La Danzimania-Malattia popolare nel Medioevo. © Emanuele Perucca Orfei sabato 6 settembre Segni Barocchi Foligno Festival © Emanuele Perucca Orfei 2010. Tra i riconoscimenti più importanti, il Premio Qualità Radiocorriere TV, vinto ad Ospedaletti nel 2002 al Festival Nazionale della Musica Dialettale. Il 27 agosto 2011, in diretta su Telenorba, Arakne Mediterranea è ospite del concertone finale di Melpignano per la 14° edizione del Festival della Notte della Taranta 2011. Del 26 aprile 2012 è la straordinaria partecipazione alla trasmissione televisiva greca The Atlati tis Gis ad Atene. Il 17 e 18 agosto 2013, insieme all’Orchestra della Magna Grecia, presenta a Matera e Taranto lo spettacolo Danzimania.Tarante e Tarantelle dal 1500 ad oggi. © Emanuele Perucca Orfei Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Segni Barocchi 20 Foligno Festival sabato 6 settembre Segni Barocchi dalle ore 21.30 alle ore 01.00 Gli amori degli Dei nei Palazzi di Foligno Mentre si instaura in città una cultura dell’antico ed i reperti del tempo passato arricchiscono i giardini, una fervida attività edilizia dà vita a quei palazzi signorili, decoro di un ceto emergente e segno tangibile dell’età moderna nell’assetto urbano di Foligno. Gli equilibri dei corpi e le nobili simmetrie delle facciate disegnano le direttrici principali della città, mentre nei tortuosi collegamenti interni restano i segni superstiti dell’evo medio. Ma è nelle pareti interne delle case che le belle favole del tempo andato dispiegano con continuità gli arazzi delle loro storie: storie mitologiche e storie bibliche. Nell’epitalamio “Espero e la Notte” Michelangelo Jacobilli invita ed accompagna gli sposi al talamo nuziale. Prima di spegnere le luci, però, dà un ultimo fugace sguardo alle immagini disegnate sulle pareti. È tale lo spirito di quei colori che i personaggi 21 © Emanuele Perucca Orfei © Emanuele Perucca Orfei Notte Barocca a Foligno GLI AMORI DEGLI DEI ITINERARI E CONCERTI NEI PALAZZI STORICI DELLA CITTÀ Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Segni Barocchi Foligno Festival sembrano poter parlare. Ma ormai, rassicura gli sposi, anche loro sono oppressi dal sonno e non possono far altro che tacere: Son le pareti di bei drappi ornate, Da cui pendon pitture illustri, e belle, L’opre eccelse son qui dell’Arpinate, Di Guido,Tiziano e Raffaelle; Deh, s’a l’occhio voi pur credenza date, Ha spirito il color; par che favelle; Ma le immagini rare opprime il sonno Perché è già Notte, e favellar non ponno. Non esiste un omaggio più bello alla pittura dei palazzi.Vale la pena percorrere brevemente questo itinerario, appena suggerito. Amore trionfa nella volta della sala che, a Palazzo Candiotti, ne celebra le imprese. Assiso sul cocchio trainato da cigni e amorini, ha ai suoi piedi alcune delle illustri vittime del suo imperscrutabile trascorrere nel mondo. Ercole, proprio lui, che tesse la tela per Onfale. Bacco che salva Arianna dal suo tragico destino di abbandono associandola al suo rumoroso e festante corteo. Diana, l’incorruttibile ed insensibile, estasiata davanti ad Endimione dormiente. Giove e Giunone simboli dell’amore coniugale, della maternità, ma anche delle inevitabili diatribe dell’amore. Infine Marte e Venere, la coppia più discussa proprio perché impossibile. Ma chi può giudicare i giochi dell’Amore? Il tema del suo trionfo, del resto, si ritrova a Foligno in altri due palazzi, con alcune interessanti varianti. A Palazzo Pierantoni si aggiungono le storie di Plutone e Proserpina, simbolo della grazia e dell’oscurità dell’amore, e di Nettuno ed Anfitrite, emblema della forza della passione, come di un’onda che si frange sugli scogli. In Palazzo LeziMarchetti l’aquila imperitura ed impenitente di Giove si posa sul formoso giovinetto Ganimede per portarlo in Olimpo e farne il Coppiere degli Dei. Ma un trionfo dell’amore (e che trionfo!) è anche quello raffigurato in Palazzo Canuti Barugi che ritrae Giove, Alcmena ed il loro figlioletto Ercole, frutto di un amplesso lungo tre notti. A Palazzo Trinci (il prototipo dei palazzi signorili folignati) si contano gli amori di Amore e Psiche, da cui nacque la Voluttà, Marte e Ilia, per Romolo e Remo, ed infine Giove e Dione da cui nacque Venere. E il loro atto d’amore è raffigurato senza veli nella Camera del Governatore. Infine Mercurio e Filologia… I palazzi della città: una festa per gli occhi che è anche del cuore. Piero Lai 22 Palazzo Trinci Visita guidata al Museo della città: ore 21.30 / 22.30 / 23.30 Corte di Palazzo Trinci FIABA BAROCCA PER VIOLINO E FANTASMI Ispirato a Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile Spettacolo per bambini: ore 21.30 / 23.00 Lo spettacolo vede protagoniste della scena una violinista e due fantasmi che, dall’epoca barocca, continuano ad aggirarsi a Palazzo Trinci. La povera violinista dovrà chiedere l’aiuto del pubblico per liberarsi delle due invadenti presenze. Luana Monachesi, violino Sabina Antonelli, Maria Luisa Morici, voci recitanti sabato 6 settembre Foligno Festival Notte Barocca a Foligno Segni Barocchi 23 Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Segni Barocchi Foligno Festival Palazzo Lezi-Marchetti AMORE BAROCCO Visita guidata e concerto: ore 21.30 / 22.30 / 23.30 Coplas Duo Elga Ciancaleoni, soprano Mauro Mela, chitarra Musiche di John Dowland e di Joaquin Rodrigo In collaborazione con la Sezione Musica del DLF Foligno Palazzo Candiotti BAROCCO IN JAZZ Visita guidata e concerto: ore 21.30 / 22.30 / 23.30 TJM Trio Manolo Rivaroli, voce, strumenti vari, elettronica Joe Rehmer, contrabbasso, elettronica Tommaso Muzzi, video 24 Dalle ore 21.30 alle ore 01.00 VISITA AL MUSEO CAPITOLARE DIOCESANO Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali,Via Isolabella IL CIELO DI SETTEMBRE AL PLANETARIO Planetari: ore 21.30 / 22.30 / 23.30 / 00.30 I planetari saranno diretti da Arnaldo Duranti In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares Visita guidata all’Osservatorio Astronomico comunale Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni sabato 6 settembre Foligno Festival Notte Barocca a Foligno Segni Barocchi Osservazione al telescopio degli oggetti visibili nella notte Proiezioni e conversazioni astronomiche In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares 25 LE COSTELLAZIONI DAGLI ORTI JACOBILLI Segni Barocchi Foligno Festival Spettacolo itinerante: Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica Baracca dei Buffoni TRANUVOLE Regia Orazio De Rosa Scene Francesco Rivista con Orazio De Rosa, Francesco Rivista, Gabriella Errico, Carla Carelli, Assunta Rosaria Criscuolo Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Ore 22.30 e replica alle ore 00.15 TraNuvole, donando amore Omaggio al clown bianco, a Fellini e alle nuvole Ogni luogo sarà scenario e il cielo il tetto dell’evento. Una performance itinerante davvero suggestiva, personaggi unici e surreali accompagnano lo spettatore in un mondo incantato, stupendoli con coreografie originali, invitandoli ad entrare nel fantastico mondo dei sogni. Cinque nuvole rappresentate con ombrelli e veli indossate da altrettanti clown bianchi, accompagnati da musica per carillon si fondono in uno spettacolo di teatro d’immagine dove incanto e meraviglia donano amore agli occhi di chi osserva. Baracca dei Buffoni nasce nel 1998 da una costola di un gruppo attivo nel teatro di ricerca. Dopo un’esperienza con la Carovana del Circo Immaginario, decide di dedicarsi completamente al teatro di strada, cercando di innovarne il linguaggio attingendo dalla tradizione. Inizialmente si dedica al 26 libero esercizio, girando l’Italia e l’Europa con spettacoli classici di arte di strada partecipando inoltre a numerosi festival del settore. I componenti si formano con: Carovana, Teatro Potlach, Colombaioni, Crasc, Familie Floz, Bruno Leone, Accademia Teatro Bellini, Danze Orientali. Dopo un tour in Canada, Cipro e Albania, dal 2006 la compagnia inizia una nuova avventura nel teatro d’immagine, sconvolgendo il linguaggio usato fino a quel momento e inizia a produrre nuovi spettacoli trovando nel clown la sua ispirazione. Dirige inoltre un festival ad Arzano, in provincia di Napoli, e vanta collaborazioni illustri con personaggi del calibro di Ermanno Olmi, Vinicio Capossela, Renzo Piano che dopo aver visto la Repubblica di Scartù ha definito il gruppo la sua “città invisibile”. Nel 2013 lo spettacolo Fleur, parata poetico sensoriale, si classifica terzo al concorso nazionale per le nuove produzioni Cantieri di Strada. Nello stesso anno la Corte della Formica assegna alla compagnia il premio speciale per i costumi presso il Teatro Bellini di Napoli per lo spettacolo TraNuvole. A ottobre 2013 cura la direzione artistica del Festival Internazionale del Teatro di Strada “Artisti in Chiazza” ad Arzano, Napoli. È inoltre ospite al Festival del Cinema di Locarno, Svizzera, e al Giffoni Film Festival. Nel dicembre 2012 la compagnia è all’udienza da Papa Benedetto XVI con lo spettacolo TraNuvole. sabato 6 settembre Foligno Festival Notte Barocca a Foligno Segni Barocchi 27 Segni Barocchi Foligno Festival Ore 23.15 e replica alle ore 01.00 Spettacolo itinerante con finale fisso: Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica Compagnie EliXir TORNADE Parade aérienne, lumineuse et sonorisée Il Vento degli Dei rivela i suoi angeli e altre creature vorticose. Una meravigliosa alchimia di comici, giocolieri, trampolieri e ballerini si mette al servizio di un personaggio fantastico, Tornado. Un soffio, una parola, e il re dell’aria, tra mille peripezie acrobatiche, intrattiene la sua corte in una sfavillante parata aerea. EliXir, compagnia francese diretta da Sylvain Gauthier, nasce nel 1997. Gli artisti che compongono la troupe sperimentano sempre nuove forme espressive, per un teatro urbano in piena evoluzione. La compagnia dalla sua origine ha sede a Cusset nell’Allier. Notte Barocca a Foligno sabato 6 settembre Omaggio alla Francia 28 Foligno Festival Giovedì 11 settembre, ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema VENEZIA SALVA Di Serena Nono Italia, 2013, 78’ Cinema Segni Barocchi Si tratta di dissolvere quel mito, e la sua elaborata realtà, di perfetta vita politica - mirabile combinazione di monarchia, aristocrazia e democrazia nell’alchemico crogiuolo di vertice dogale, magistrature ristrette e base allargata del Maggior Consiglio - che Venezia riflette nelle sue acque, di cui rende testimonianza il noto e diffuso libro d’epoca De magistratibus et republica venetorum (15241534) del nobile cardinale veneziano Gasparo Contarini (1483-1542). Si tratta ancora di infrangere quel cristallo di repubblica, per istituzioni e leggi accomodata a bene e felicemente vivere, con una estesa rete di trame strategiche e colpi tattici, mobilitando il desiderio giovanile di conquista ed usurpazione. Quel mito e quel cristallo, in verità, erano entrambi il risultato di uno sforzo creativo congiunto di politici ed intellettuali, che per tutto il millecinquecento ed oltre cercarono di elaborare il trauma della battaglia di Agnadello (1509), per il quale Venezia, nella sconfitta, rinunciò definitivamente alla conquista di territori italiani di terraferma. Di queste luci, dopo la rinuncia, a svantaggio delle ombre, narra con un sondaggio critico puntuale lo storico Gino Benzoni nel suo semprevivo libro Gli affanni della cultura. Intellettuali e potere nell’Italia della Controriforma e barocca (1978). A questo rimando per la collocazione 29 Segni Barocchi Foligno Festival del contesto. Ma di che stiamo scrivendo? Di un evento storico particolare, accaduto a Venezia, in pochi mesi, tra il 1617 e il 1618, ricordato dalle cronache come la congiura di Bedmar, l’ambasciatore spagnolo in città e raccontato, con qualche tocco romanzesco, dallo storico savoiardo César Viscard de Saint-Réal (1639-1692) nel suo Conjuration des Espagnols contre la république de Venise (1674). Si trattava, con precise trame strategiche e puntuali colpi tattici, di sollevare una sommossa a Venezia, mediante la congiura di nobili spagnoli ivi residenti e di sostenerla poi con la flotta del viceré di Spagna a Napoli, per sottometterla definitivamente. Un evento nell’evento fa precipitare il tutto e causa la rovina dei congiurati: questo elemento che sta nell’ordine dell’imprevisto - un giovane congiurato, Baldassarre Jeuven, o Jeffier, rinuncia e denuncia - ha generato un interesse romanzesco, che è giunto fino a noi. Fino alla filosofa Simone Weil (1909-1943) che nel suo Venise sauvée (1940) cerca di volgere, come è nel suo sentire filosofico, il romanzesco in tragico. La progettata tragedia in tre atti, però, rimarrà incompiuta ed è leggibile ora come se fosse un oratorio di scienza soprannaturale della sventura, cui Cristina Campo (1923-1977) nella sua mirabile versione, pubblicata postmortem nel 1987, restituisce l’intensità poetica, aggiungendovi gli appunti weiliani per la sua edificazione. Serena Nono, pittrice, artista multimediale, al suo esordio nel lungometraggio (soltanto due precedenti video, Ospiti e Via della Croce del 2008 e del 2009, realizzati con gli ospiti della Casa dell’Ospitalità di S. Alvise a Venezia, un asilo notturno trasformato in casa dell’ospitalità) rilegge l’oratorio in forma di tableaux vivants, al cui centro si irradia la potenza della bellezza veneziana, la cui immagine mitica e cristallina spinge il congiurato alla rinuncia della violenza. Evento speciale alle Giornate degli Autori alla scorsa edizione del Festival cinematografico. Roberto Lazzerini 30 Segni Barocchi Foligno Festival Trevi, La Piaggia ALLA RICERCA DEL BAROCCO Incontro a Porta San Fabiano e visita guidata alle Chiese barocche del Crocifisso, di Santa Croce, di Santa Chiara a cura di Bernardino Sperandio, Sindaco del Comune di Trevi Concerto Venerdì 12 settembre, ore 17.30 Ore 19.00 Trevi, Chiesa Museo di San Francesco Esecuzioni musicali del maestro Nicola Nanni, fisarmonica In collaborazione con il Comune di Trevi Programma George Friedrich Händel (1685-1759) Pralludium, minuetto sarabanda Johan Sebastian Bach (1685-1750) Kleines harmonisches labyrint Arcangelo Corelli (1653-1713) Adagio Michel Praetorius (1571-1621) Postludium Felice Fugazza Preludio e fuga (Bach ispirazione) Adamo Volpi Preludio Opera 31 (ispirazione barocca) 31 Concerto Segni Barocchi Foligno Festival Venerdì 12 settembre, ore 21.30 Trevi, Teatro Clitunno Serpent Quartet con Michel Godard, Gavino Murgia, Luciano Biondini, Patrice Héral TRACCE DI GRAZIA Musiche da Monteverdi Jazz - world music incontrano l’ispirazione barocca per una creativa contemporaneità, poesia e virtuosismo in armonia Progetto a cura di Vito Trombetta In collaborazione con il Comune di Trevi Michel Godard, serpent, tuba, basso elettrico Gavino Murgia, sax soprano e baritono Luciano Biondini, accordion Patrice Héral, percussioni Il serpentone è uno straordinario strumento a fiato di legno, rivestito in cuoio, che nasce in Europa (forse in Francia) intorno al 1500. Oltre all’uso nelle chiese per accompagnare le funzioni liturgiche, era utilizzato come basso per accompagnare i cori e nelle formazioni di musica da camera. Michel Godard, da anni considerato uno dei più grandi virtuosi della tuba, ha da sempre caratterizzato il suo percorso affiancando alla tuba l’utilizzo del serpentone, del quale è divenuto uno dei più grandi specialisti, cercando nel contempo una commistione originale tra il jazz e la musica barocca della quale è un vero conoscitore. In questa ricerca vi è un particolare accostamento dei due mondi apparentemente lontani ma al contrario molto più vicini di quello che si potrebbe pensare. Godard in questo concerto, colmo di sonorità provenienti da tutta la storia della musica, si affianca ai musicisti Gavino Murgia, ai sassofoni e alla voce, Luciano Biondini, alla fisarmonica, e Patrice Héral, alle percussioni, con i quali collabora da tanti anni e con i quali ha costruito un suono originale. 32 Segni Barocchi Foligno Festival Michel Godard, nato vicino alla città di Belfort nella Franca Contea, è un musicista e compositore francese. È uno dei pochissimi solisti di tuba e probabilmente l’unico solista di serpentone che imbraccia per la prima volta nel 1979. Questo strumento, che nasce come il basso della famiglia dei cornetti, non aveva mai goduto di un repertorio solistico. Godard, sviluppando su questo strumento dimenticato il suo enorme talento tecnico, vi esegue un repertorio che va dalla musica del XVI secolo al jazz ed alla musica improvvisata. Come solista di musica classica, ha suonato e registrato con l’Orchestre Philarmonique de Radio France, con l’Orchestre National de France, con l’ensemble Musique Vivante, con l’Ensemble La Fenice di Parigi, con XVIII-21 Musique des lumières, con l’Ensemble Jacques Moderne. Nell’ambito del jazz, ha suonato, con Rabih Abou-Khalil, Christof Lauer, Luciano Biondini, Linda Bsiri, Michel Portal, Louis Sclavis, Henry Texier, Enrico Rava, Michael Riessler, Kenny Wheeler, Ray Anderson, Sylvie Courvoisier, Klaus König, Simon Nabatov, Wolfgang Puschnig, Linda Sharrock, Misha Mengelberg, Maria Pia De Vito, Willem Breuker, Herbert Joos, Dave Bargeron, Steve Swallow. Ha collaborato inoltre con la Bagad bro Kemperle, orchestra bretone di bombarde, cornamuse e percussioni di Quimperlé, assai nota soprattutto in Francia, con la star reggae Alpha Blondy, con la compagnia di danza contemporanea Taffantel, con i musicisti rock John Greaves e Pip Pyle, tra i protagonisti della Scena di Canterbury, e con la scrittrice Nancy Huston. Il primo progetto a suo nome è stato Le Chant du Serpent, del 1989, nel quale lo affiancano Philippe Deschepper alla chitarra, Jean-François Canape alla tromba e al flicorno, Jacques Mahieux alla batteria e la cantante Linda Bsiri. Tra i successivi progetti a suo nome sono soprattutto da ricordare Archangelica, in cui è accompagnato dall’Atelier des musiciens du Louvre, un gruppo di straordinari musicisti specializzati nella musica barocca e classica su strumenti originali; Castel del Monte, registrato nel 1998 appunto a Castel del Monte, l’imponente monumento costruito da Federico II presso Ruvo di Puglia, dove è affiancato tra gli altri dal clarinettista Gianluigi Trovesi, dal percussionista Pierre Favre, dal trombettista Pino Minafra e dalla cantante umbra di musica popolare Lucilla Galeazzi; e ancora Castel del Monte II: Pietre di Luce, nel quale i suoni del quintetto jazz, composto dalla Bsiri, dal clarinetto di Gabriele Mirabassi, dal violoncello di Vincent Courtois e dalla percussionista Marie-Ange Petit, molto nota in ambito classico, si mescolano a quelli delle voci e degli strumenti antichi del gruppo di musica medievale Ensemble Calixtinus. Come compositore, ha scritto brani per Radio France, per la Südwestrundfunk e per il Ministero della Cultura francese. Gavino Murgia, nuorese, inizia a suonare a dodici anni il sax alto. Grazie alla ben fornita discoteca del padre ha la possibilità di scoprire e crescere ascoltando il jazz e la musica classica. A quindici anni inizia a suonare con vari gruppi pop e funky e a collaborare con alcune compagnie teatrali in Sardegna, frequenta i seminari di Paolo Fresu a Nuoro e a Siena concorre a far 33 Segni Barocchi Foligno Festival parte dell’Orchestra Giovanile Italiana di Jazz come primo sax tenore. La Sardegna con le sue profonde radici musicali è costantemente presente nel suo percorso sonoro. Il canto a tenore nel ruolo di Bassu, praticato già in adolescenza, e lo studio tradizionale delle Launeddas si fondono nel tempo con la musica afroamericana trovando un percorso inedito e originale. Al sax soprano e tenore affianca anche il sax Baritono, Flauti e Duduk. Tra le sue collaborazioni: Rabih Abou Kalil, Bobby McFerrin, Michel Godard, Steve Swallow, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Hamid Drake, Mal Waldron, Djivan Gasparian, Salvatore Bonafede, Pietro Tonolo, Riccardo Lai, Famoudou Don Moye, Roswell Rudd, Sainko Namtcylak, Bebo Ferra, Danilo Rea, Paolo Fresu, Babà Sissokò, Badara Seck, Al di Meola, Paolo Angeli, Franck Tortiller, Luigi Cinque, Mauro Pagani, Gianna Nannini, Massimo Ranieri, Andrea Parodi, Vinicio Capossela, Piero Pelù, Piero Marras, Bertas, Tazenda, Elena Ledda, Solis String, Noa, Gil Dor, Zohar Fresco. Luciano Biondini, nato a Spoleto, inizia a studiare la fisarmonica all’età di 10 anni. Dopo una formazione orientata verso studi classici con numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali (Trophèe Mondial de l’Accordéon, Premio Internazionale di Castelfidardo, Premio Luciano Fancelli, Premio Internazionale di Recanati), si avvicina al jazz nel 1994 dopo aver conosciuto il chitarrista Walter Ferrero.Tra le sue collaborazioni:Tony Scott, Enrico Rava, Mike Turk, Ares Tavolazzi, Battista Lena, Gabriele Mirabassi, Roberto Ottaviano, Javier Girotto, Marteen Van der Grinten, Martin Classen, Enzo Pietropaoli, Michel Godard, Patrick Vaillant, Rabih Abou-Khalil. Patrice Héral, percussionista francese nato a Montpellier, nella ragione della Provenza, incontra il jazz e l’improvvisazione con Alain Joule e Barre Phillips. Tra le sue collaborazioni: Markus Stockhausen, Arild Andersen, Terje Rypdal, Tore Brunborg, Kirsten Brattenberg, N’guyen Lê, Renaud Garcia Fons, Franck Tortiller, Wolfgang Puschnig, Frederic Favarel, Max Nagl, Dhafer Youssef, Antonello Salis, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Tom Cora, Iva Bittova, Vienna Art Orchestra, Wolfgang Muthspiel, Michel Portal, Chano Dominguez, Charlie Mariano, Ferenc Snettberger, Lol Coxhill, Julie Tippetts, Steve Swallow, Ralph Towner, John Taylor, Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli, Carsten Dahl.Tra i festival ai quali ha partecipato: Jazz in Saalfelden (Austria), North Sea Jazz festival (Olanda), Berlino Jazz Tagen, Hamburg Musicfest (Germania), Tampere Jazz festival (Finlandia), Bath Jazz festival (Inghilterra), Roma, Bolzano, Monza Jazz festival (Italia), Jazz fest Wien (Austria), Assier Jazz festival, Figeac Avis de passage, Marsiglia, Mimi-Festival de Jazz Paris, festival di Radio France Montpellier ad Aix in Provenza, Le Mans Jazz festival, Rencontres Internationales de Nevers (France) Sarajevo Jazz festival (Bosnia), Jazz festival Beograd (Serbia), Copenhagen Jazz Tagen (Danimarca). 34 Foligno Festival Giovedì 18 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” SERPILLA E BACOCCO Teatro Lirico Segni Barocchi Ovvero Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona Tre Intermezzi di Giuseppe Maria Orlandini Libretto di Antonio Salvi (Prima esecuzione 1718) Revisione di Giuseppe Giusta e Amos Mattio (2003) Direttore Francesco Massimi Regia e allestimento Adamo Lorenzetti Cantanti vincitori del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Ensemble strumentale dell’O.T.Li.S Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Premessa Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona, come una miriade di composizioni del genere Intermezzo, è un’opera di cui non si legge sulle antologie di letteratura e di cui poco si scrive negli ordinari repertori musicali. Questo perché l’Intermezzo comico italiano, nato nei primi anni del ’700, ha giocato le sue carte nel giro di un paio di decenni ed è stato presto dimenticato quando l’opera comica ha preso piede con tutt’altra struttura e complessità: un genere minore quindi, ma ingranaggio necessario perché il grande meccanismo dell’evoluzione comica facesse il suo corso. Il nostro intermezzo, conosciuto anche come Serpilla e Bacocco, dal nome dei due protagonisti, fu tuttavia, come testimonia la lunga serie di rappresentazioni, tra i più popolari esempi del genere e tra le opere più durature e di maggior successo della produzione drammatica italiana del ’700. Toccò le maggiori capitali europee e introdusse a Parigi il germe della comicità italiana, avendo poi parte attiva, tra il 1752 e il 1754, nella nota querelle des Buffons, in cui si confrontavano lo stile “buffo” italiano con la tradizionale tragédie lyrique francese. Intendendo in primo luogo restituire il testo e la musica ‘originali’ (ovvero quelli avallati dagli autori), ci si è dovuti scontrare con i problemi connessi alla difficile reperibilità dei testimoni e alla ‘leggerezza’ con cui i can35 Segni Barocchi Foligno Festival tanti e gli editori trattavano gli Intermezzi in genere, soprattutto in un’epoca in cui il pasticcio era diventata una moda e un’abitudine. Come tutti i generi teatrali inoltre, anche l’Intermezzo Comico era soggetto a cambiamenti di routine: evoluzioni e adattamenti per il pubblico, per l’ambiente o per gli interpreti. Non si può pretendere pertanto di poter risalire all’ultimo testo licenziato dall’autore, criterio normalmente adottato nel campo degli altri generi letterari e musicali, perché il musicista, e tanto meno il librettista, non seguiva la compagnia per adottare personalmente i cambiamenti, e non sappiamo se e fino a che punto li condividesse. Secondo il più recente indirizzo della filologia nell’ambito dei libretti d’opera, abbiamo mirato pertanto a restituire la prima stesura, sia musicale che letteraria. Abbiamo quindi ricostruito lo spartito e il libretto della Prima (Venezia 1718) e fatto chiarezza sulla natura delle testimonianze superstiti e sui possibili rapporti genealogici e di dipendenza, eliminando gli interventi che non fossero attribuibili alla mano degli autori. Poiché però anche le singole fasi hanno avuto una importanza rilevante nella storia dell’opera, e spesso ne hanno decretato la fortuna (è il caso delle rappresentazioni di Ristorini e Ungarelli), registriamo a parte anche le variae lectiones e tutti i cambiamenti più significativi, accompagnandoli con un breve commento; per un’esatta ricostruzione dello sviluppo diacronico del testo e affinché il lettore possa ripercorrere il nostro lavoro e operare, all’occorrenza, scelte diverse dalle nostre. Il lavoro finale è frutto di una stretta collaborazione, solidale negli obiettivi che la presente edizione si prefigge e nel metodo con cui raggiungerli, pur nel rispetto delle singole competenze: Giuseppe Giusta ha curato la parte musicale, Amos Mattio quella testuale. Introduzione Gli Intermezzi, composti generalmente di due o tre scene, richiedevano una scenografia modesta e una compagnia di dimensioni molto ridotte. I personaggi erano infatti solitamente solo due (alla metà del ’700, mimi compresi, si arrivò a cinque-sei) con un ruolo che si appellava più all’abilità recitativa dell’attore che a quella vocale del cantante. Lo stesso realismo dell’argomento teatrale ne spiega in parte la ragione; nell’Intermezzo non sono più il virtuosismo vocale e la declamazione aulica a caratterizzare situazioni e personaggi: il quotidiano e il popolare sono rappresentati con relativa semplicità di mezzi sia musicali che poetici, mentre il gioco teatrale si svolge sull’intrinseca comicità che certe situazioni e certi ca36 Segni Barocchi Foligno Festival ratteri portano con sé. Il recitativo è preponderante ed impone ai cantanti un ritmo di recitazione e una vis comica determinanti nell’interpretazione dell’opera. Questi erano per lo più tipi fissi, con scarso spessore psicologico, come nella commedia dell’arte. La ridotta estensione del testo infatti non permetteva approfondimenti che deviassero dal fine essenzialmente ludico della rappresentazione, e personaggi fortemente caratterizzati favorivano lo svolgimento della trama comica, rendendola più leggera e godibile. I ruoli erano generalmente affidati a un basso buffo e ad un soprano, ma alcune eccezioni testimoniano l’utilizzo anche del tenore e del contralto, come lo stesso nostro Intermezzo. Questi fattori, insieme alla facilità di scrittura e all’esiguità dell’organico strumentale (archi e cembalo) favorirono senz’altro la diffusione del genere, ma ne decretarono anche la breve esistenza, dal momento che i suoi semplici meccanismi trovarono modo di evolversi e approfondirsi in generi più complessi, come l’Opera Buffa. I primi Intermezzi sembrano risalire agli anni attorno al 1706, nella città di Venezia, dove il genere si sviluppò fino ai primi anni venti, per spostarsi poi a Napoli. Venivano inizialmente rappresentati negli intervalli tra un atto e l’altro delle opere serie “per necessario interrompimento de la troppa serietà degli argomenti” (così scrive l’anonimo compilatore di una singolare Raccolta copiosa di Intermedj, stampata a Milano nel 1723, nell’avvertenza “A chi legge”), ma la fortuna che riscossero portò alla ribalta le istanze comiche, tanto che, secondo cronisti dell’epoca, il pubblico andava a teatro più per ascoltare gli Intermezzi che l’Opera. Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona, conosciuto anche come Serpilla e Bacocco, dal nome dei protagonisti, o come Il giocatore, è diviso in tre parti, dette a loro volta “intermezzi” (che d’ora in poi indicheremo sempre con la grafia minuscola). Vede i due personaggi, Bacocco e Serpilla, impegnati in un vorticoso scambio di ruoli, tra l’accusatore e l’accusato, per arrivare all’inevitabile lieto fine. Bacocco è il giocatore incallito che da anni scialacqua i denari suoi e della moglie, mentre Serpilla è la moglie bacchettona, che, ormai esasperata dopo l’ennesima notte che il marito trascorre fuori casa giocando alla bassetta (gioco di carte d’azzardo, di origine veneziana, citato anche da Goldoni in alcune delle sue commedie), vuole il divorzio. Con questa decisione irremovibile, cui seguono le preghiere di comprensione e gli spergiuri di Bacocco, si chiude la prima scena. Il secondo intermezzo si svolge in un tribunale: Bacocco è travestito da giudice per impedire alla moglie di attuare il suo proposito; Serpilla pur di «fare il divorzio» è disposta ad accettare il giudice come spasimante, ma a questo punto Bacocco si toglie la barba e la accusa a sua volta di ipocrisia e di infedeltà. Ora è lui a volere il divorzio e lei a implorare pietà. Una nuova scena appare con il terzo intermezzo: fuori dalla città Serpilla (che ha venduto i mobili di casa e ha con sé i soldi ricavati) è una pellegrina che 37 Segni Barocchi Foligno Festival vive di elemosina; Bacocco la raggiunge trafelato, con la ferma intenzione di giustiziarla (e soprattutto di prendersi i quattrini). Serpilla, che veste per un momento i panni dell’eroina tragica, con una sua commovente orazione muove a pietà il marito che la riaccoglie con sé. Il duetto finale è il trionfo dell’amore e dei buoni sentimenti. Il libretto è attribuito concordemente ad Antonio Salvi (Lucignano, prima metà sec. XVIII - Firenze, 1742), mentre a proposito della musica sono state fatte varie ipotesi. Il nome di Giuseppe Maria Orlandini (Bologna, 1675 o 1688 - Firenze, 1760) compare infatti sul frontespizio di tre partiture conservate a Vienna, a Rostock e a Firenze (d’ora in poi WI, RO e FI), e in un libretto stampato a Londra nel 1737. Sulla prima pagina dello spartito conservato a Wolfenbüttel (d’ora in poi WO) una mano ottocentesca fa invece il nome di Leonardo Vinci. Quest’ultimo nome si giustifica probabilmente con una tarda attribuzione di un bibliotecario, che però escludiamo possa corrispondere anche solo all’adattatore dell’opera per la specifica rappresentazione. L’attribuzione a Orlandini è inoltre confermata da Antonio Groppo che, nel suo Catalogo purgatissimo di tutti li drammi per musica recitatisi ne’ teatri di Venezia dall’anno MDXXXVII sin oggi [1767], fa il suo nome per le rappresentazioni del 1741 e del 1742 a Venezia. Non è quindi da prendere in considerazione la tarda attribuzione a Doletti del manoscritto parigino del 1752, che riporta la partitura delle arie. Gli studiosi concordano sul luogo della prima rappresentazione, Venezia, ma la data è controversa: alcuni parlano del 1719, altri del 1718. Va però anche segnalato un libretto che riporta sul frontespizio la data del 1715 e l’indicazione di Verona, conservato nella Biblioteca Braidense di Milano. Se quest’ultimo (come si vedrà in seguito) può essere escluso perché testimonia una redazione diversa e anteriore a quella definitiva, rimane da considerare l’incertezzatra 1718 e 1719. È tuttavia verosimile che sia stata la celebrità dei due cantanti Antonio Ristorini, tenore, e Rosa Ungarelli, soprano, i quali inscenarono l’Intermezzo nel 1719 nel Teatro di S. Angelo a Venezia, a far sì che la loro rappresentazione venisse identificata con la prima assoluta. È invece probabile che questa risalga in effetti al 1718. Avalla questa ipotesi l’esame dei libretti sopravvissuti e delle partiture musicali. I primi presuppongono infatti la presenza di un testimone scomparso anteriore al libretto veneziano del 1719, e attraverso gli spartiti si risale a una versione originariamente per contralto, e non per soprano, quindi non adatta alla Ungarelli. In seguito le repliche si moltiplicarono, in Italia e all’estero, tanto che Serpilla e Bacocco divenne uno degli Intermezzi più noti: toccò Vienna, Mosca, S. Pietroburgo, Praga, Amburgo, Potsdam, Copenaghen, Edimburgo, Londra, per oltre quarant’anni dopo la prima veneziana (e proprio dall’estero provengono quattro delle cinque partiture sopravvissute), ad opera di diverse compagnie, ma so38 Segni Barocchi Foligno Festival prattutto della già citata di Ristorini e Ungarelli, cui si deve la sua maggior fortuna. Furono infatti costoro, nel 1729, proprio con Serpilla e Bacocco, a portare per primi a Parigi l’Intermezzo Comico Italiano, che qui trovò pubblico ben disposto e terreno fertile ai dibattiti e alle imitazioni. Giuseppe Giusta e Amos Mattio Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” è stato fondato nel 1947 da Adriano Belli, avvocato e musicologo, al fine di avviare alla carriera artistica giovani cantanti che non hanno ancora debuttato. L’attività si svolge su base annuale in tre fasi: il Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea; il Corso di preparazione al debutto; la Stagione Lirica, che si svolge a Spoleto e in Umbria. Hanno iniziato la propria carriera artistica a Spoleto molti tra i più importanti artisti: Franco Corelli, Cesare Valletti, Antonietta Stella, Anita Cerquetti, Anna Moffo, Renato Bruson, Ruggero Raimondi, Leo Nucci, Mariella Devia, Lucia Aliberti, Elizabeth Norberg-Schulz, Giuseppe Sabbatini, Norma Fantini, Sonia Ganassi, Daniela Barcellona. Il Teatro Lirico Sperimentale realizza corsi di alta formazione per maestri collaboratori e professori d’orchestra. Dal 1993 viene organizzato il Concorso “Orpheus” per nuove opere di teatro musicale da camera, la cui Giuria per ben cinque edizioni è stata presieduta da Luciano Berio. Nel 2001 il Teatro Lirico ha realizzato il “Progetto Bach/Berio-L’Arte della Fuga” inerente la trascrizione, rielaborazione ed esecuzione del capolavoro bachiano. Il Teatro Lirico Sperimentale, oltre a collaborare con alcuni tra i maggiori teatri lirici italiani, è stato ospite con concerti ed opere anche in Austria, Spagna, Stati Uniti d’America, Svizzera, Giappone, Ungheria, Canada, Germania, Polonia, Cina, Russia, Qatar, Cuba, Romania, Turchia, Sudafrica, Inghilterra. 39 Concerto Segni Barocchi Foligno Festival Venerdì 19 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico JOHANN SEBASTIAN BACH SONATE PER CLAVICEMBALO E VIOLINO Andrea Cortesi, violino Marco Venturi, clavicembalo, pianoforte Programma Johann Sebastian Bach (1685-1750) Sonata N. 3 in Mi maggiore BWV 1016 Adagio, Allegro, Adagio ma non tanto, Allegro Sonata N. 4 in Do minore BWV 1017 Largo, Allegro, Adagio, Allegro Sonata N. 2 in La maggiore BWV 1015 Dolce, Allegro, Andante un poco, Presto Sonata N. 1 in Si minore BWV 1014 Adagio, Allegro, Andante, Allegro Possiamo considerare le 6 Sonate per Clavicembalo e Violino di Bach una sorta di prototipo del duo violino e pianoforte, in anticipo sulla sonata classica. Il clavicembalo riveste il ruolo portante, suo il basso e la parte obbligata, mentre il violino ha un ruolo, come intitola inizialmente Bach, concertato, quindi si ha un suono da triosonata, che va da momenti di più alta purezza melodica a “battaglie” virtuosistiche e fughe ricche di soluzioni contrappuntistiche interessanti. Carl Philipp Emmanuel Bach scrive che i sei Trii sono “tra i migliori lavori di mio padre”. Andrea Cortesi e Marco Venturi presentano le prime quattro Sonate, offrendo la doppia prospettiva del clavicembalo-pianoforte, cercando un ponte ideale tra passato e presente. Andrea Cortesi e Marco Venturi sono due musicisti brillanti dalla spiccata personalità, con una visione musicale personale ed autentica, che si traduce in esecuzioni emozionanti. Il repertorio del duo spazia a 360 gradi da Bach fino alle novità del presente, con la costante ricerca dell’espressione ideale. I primi due CD incisi, Lontanissimo e La Macchina del Tempo, che contengono brani di Beethoven, Silvestrov, Schnittke, Piazzolla e Pärt, evocano anche nei titoli lo slancio ideale che sostiene il percorso musicale intrapreso: un’idea di perfezione impossibile da raggiungere che diventa una forza motrice creativa e che 40 Segni Barocchi Foligno Festival produce bellezza, e il rapporto con il tempo, dove ogni brano diventa una finestra temporale verso un passato che riprende vita nell’istante dell’esecuzione. Il debutto discografico con Brilliant Classics, con la seconda registrazione mondiale della Sonata per Violino di Philip Glass, e brani di Giya Kancheli ed Erkki-Sven Tüür, li premia per i risultati ottenuti con i primi due album, proiettando il duo in ambito internazionale. Andrea Cortesi, violinista dallo stile personale, si distingue per un repertorio poco convenzionale maturato con il contatto con importanti compositori viventi e una spontanea propensione per i lavori dei compositori più interessanti delle ultime generazioni di cui ha realizzato prime nazionali ed assolute. Marco Venturi, che inizia sin da giovanissimo l’attività concertistica, è un pianista con un tocco ricchissimo di sfumature, intelligenza musicale e doti eccezionali nella musica da camera. Al pianoforte affianca anche le attività di compositore, organista e direttore d’orchestra. Il duo ha in cantiere progetti discografici, e quindi future opportunità di fissare un pensiero musicale in un CD come in una fotografia, ma con una parallela e insostituibile attrazione per il palco, dove incontrare il pubblico senza mediazione. Di prossima uscita il quarto CD del duo, il secondo per Brilliant Classics, con l’integrale delle sonate di Robert Schumann. 41 Segni Barocchi Foligno Festival Teatro Sabato 20 settembre, ore 17.00 Foligno, ZUT! ex Cinema Vittoria, Corso Cavour Presentazione del volume LENA, CHE È DONNA DI CARAVAGGIO di Alessandra Masu, ed. etgraphiae Interverranno Alessandra Masu, autrice ricercatrice, storica dell’arte Maria Cristina Galassi, docente di Museologia e critica artistica e del restauro, Università degli Studi di Perugia Francesco Federico Mancini, docente di Storia dell’Arte Moderna, Università degli Studi di Perugia Ore 21.15 Foligno, ZUT! ex Cinema Vittoria, Corso Cavour LENA, CHE È DONNA DI CARAVAGGIO Tratto dall’omonimo romanzo di Alessandra Masu, ed. etgraphiae Spettacolo ideato da Monica La Torre Regia Emiliano Pergolari Adattamento sonoro Michele Branca Riduzione del testo originale Pamela Tabarrini, Emiliano Pergolari con Pamela Tabarrini, Stefano Staffa In nome dell’altissimo Dio e gloriosa Vergine Maria e di tutti li Santi della corte del Cielo che ce fanno la grazia di vivere bene et honestamente in questo mondo. Questo sarà un libro de memoria delle cose che sono occorse a me, Lena, scritto nell’anno 1610, adì diciotto di luglio. Così inizia il diario di Lena, la modella, anzi, la Madonna caravaggesca. È la vigilia del 18 luglio 1610. Lei attende invano il ritorno di Michelangelo da Caravaggio, destinato a perire quella stessa notte. Donna e modella preferita finché l’artista non lasciò Roma, resosi colpevole d’un delitto, è la sua voce che nel maggio del 1606 racconta la storia del rapporto tra i due, prima dell’esilio del pittore e della separazione. In una notte e una mattina di veglia scandite dalle ore canoniche, Lena, a torto ritenuta per secoli una prostituta, si spoglia dalle vesti sacre che ci 42 Segni Barocchi Foligno Festival hanno tramandato la sua immagine, per narrare in prima persona la vita e gli amori di una donna del Seicento. Alessandra Masu, archivista e studiosa di Caravaggio, autrice del volume al quale la rappresentazione si ispira, ha permesso che la sua opera, frutto di severe ricerche documentali, desse vita all’adattamento teatrale omonimo Lena, che è donna di Caravaggio. Lo spettacolo Lena, interpretata da Pamela Tabarrini, è emblema di un femminino barocco carnale e popolare, di un amore sensuale che diventa ragione di vita. Un amore che appare come unica via di fuga dagli orrori del quotidiano, ivi rappresentato dal supplizio dei Cenci: episodio che coincise con il primo incontro tra il Maestro e la modella. Eppure non è sola in questa fuga: bensì trova il suo contrappunto nell’apparizione in scena di una seconda creatura nata dal rifiuto del reale: Musa, ultraterrena e squisitamente profana, anche lei figlia della volontà di fuga e dell’astrazione, che vive e canta in direzione “ostinata e contraria”. Un alter ego, un opposto astrale, una creatura lirica, che impersona l’amore ambiguo, la creatura di corte, la maschera allegorica razionale, siderale ed eccessiva, la donna Dea. La Musa, appunto, che sorregge ed ispira. Una divina, meravigliosa e scenica protagonista del melodramma e della produzione lirica barocca. Creatura senza sesso e senza età, nata per stupire ma non per sedurre, il femminino piegato ad arte per usi di corte, si oppone prepotentemente, attraverso le arie barocche, alla Passio di Lena. L’unicità interpretativa del contralto Stefano Staffa, la cui estensione vocale ibrida, caratteristica rara, lo ha proiettato “per forza e per amore” nel melodramma, si intreccia in quella notte di suggestioni e ricordi potenti con la carnalità di Lena e le sue vicende squisitamente terrene. E lo spettacolo nasce da questi contrasti improvvisi e dirompenti: un affresco sulla dualità del femminino barocco, vissuto nei suoi aspetti più antitetici: il mito ed i sensi, l’eros e lo stupore. Il pianto ed il canto. Monica La Torre 43 Segni Barocchi Foligno Festival Invito alla Francia Domenica 21 settembre, ore 16.00 Concerto Capodacqua di Foligno ROCCA DEI TRINCI Visita guidata Ore 18.00 Capodacqua di Foligno, Chiesa di Santa Maria e Anna Ensemble Les Timbres JEAN-PHILIPPE RAMEAU Cantates et pièces de clavecin en concerts In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire Julia Kirchner, soprano Yoko Kawakubo, violino Myriam Rignol, viola da gamba Julien Wolfs, clavicembalo Programma Jean-Philippe Rameau (1683-1764) Premier Concert des Pièces de clavecin en concerts, avec un Violon [...], et une Viole (Paris, 1741) La Coulicam, Rondement; La Livri, Rondeau gracieux; Le Vézinet, Gaiement, sans vîtesse Cantate pour le jour de la Saint Louïs Cantate pour soprano, violon et basse continue Prélude andante-récitatif; Air andante; Récitatif; Air gratieux et vif; Récitatif; Air vif Troisième Concert La Lapopliniere, Rondement; La Timide, Per Rondeau gracieux2e Rondeau gracieux; Per Tambourin-2e Tambourin en Rondeau Quatrième Concert La Pantomime, Loure vive; L’Indiscrette,Vivement; La Rameau Orphée Cantate à une voix avec symphonie (soprano, violon, viole de gambe et basse continue) Récitatif; Air très gai; Récitatif; Air gracieux; Récitatif; Air gai L’opera e Jean-Philippe Rameau sembrano inseparabili: come non pensare immediatamente a Indes Galantes, a Hippolyte et Aricie, a Castor et Pollux e a molte altre, fino a Boréades? Ma Rameau è un uomo di paradossi: è solo all’età di 50 anni che otterrà il suo primo successo in questo genere, con Hippolyte et Aricie, rappresentato trentadue volte nel 44 Segni Barocchi Foligno Festival 1733 e, sebbene la sua musica sia abbastanza rivoluzionaria, soprattutto per il trattamento dell’armonia - la grande passione della sua vita - egli sceglie di scrivere in un tipo di formula ereditata dal secolo precedente. In scala minore, la cantata Orphée, composta nel 1721 o precedentemente, illustra proprio questo.Tale cantata per soprano, violino, viola (che esegue sia la propria parte, sia il basso continuo con il clavicembalo) per quanto sia tradizionale nella forma, permette di vedere che le opere liriche successive non provengono dal nulla e che, in forma sintetica, le caratteristiche che rendono inimitabile lo stile di Rameau sono già presenti. Della prima cantata di questo programma, pour le jour de la Saint Louïs, non sappiamo quasi nulla: si pensa che sia stata scritta nel 1730, durante la prima grande epoca lirica di Rameau, o subito dopo. La modesta strumentazione (soprano, violino e basso continuo) fa pensare ad una cantata dedicata ad una esecuzione domestica, durante la festa di un certo Louis. Si potrebbe trattare di Luigi XV? La questione rimane aperta. Pubblicato a Parigi nel 1741, Pièces de clavecin en concerts occupa un posto importante non solo nel repertorio relativo al clavicembalo, ma in generale nella storia della musica. Rameau dice nel suo Avis aux concertants che fa da prefazione all’opera: “il successo delle Sonate, che sono apparse recentemente in Pièces de clavecin con un violino, ha dato vita al desiderio di seguire più o meno lo stesso piano nei nuovi Pièces de clavecin che oggi mi appresto a portare alla luce in forma di piccoli concerti con il clavicembalo, un violino o un flauto e una viola o un secondo violino [...]”. Indubbiamente è utile collocare l’uscita di questa opera. In effetti, quando scrisse Pièces de clavecin en concerts, Rameau aveva già pubblicato, tra il 1706 e il 1728, tre libri di parti per clavicembalo. Inoltre, a partire dal secondo libro, troviamo un clavicembalo dal virtuosismo senza pari in Francia, come se Rameau volesse spingere sempre più lontano i limiti dello strumento (il titolo Les trois Mains des Nouvelles suites è a tale proposito eloquente). Ma nel 1734 escono le sonate di cui parla Rameau nel suo Avis: si tratta dell’Opus 3 di Jean-Joseph Cassanéa de Mondonville (1711-1772), nelle quali la parte del clavicembalo si arricchisce di un accompagnamento del violino, tratto del tutto innovativo nella storia della musica da camera. Questo nuovo modo di scrivere per il clavicembalo, consentendo di aumentare la tavolozza sonora, ha subito dovuto tentare il Rameau dell’opera. Spingendosi ancora oltre, egli aggiunse al clavicembalo non solo un violino, ma anche una viola, in modo da ampliare tutte le sue possibilità. Lungi dall’essere temporaneo, questo nuovo modo di scrivere per tastiera con uno o più strumenti godrà successivamente di un grande successo e farà nascere il trio à clavier del periodo classico. I Pièces de clavecin en concerts possono essere quindi considerati allo stesso tempo come l’ultimo libro di pezzi per clavicembalo di Rameau e come i primi trio à clavier della storia della musica. 45 Segni Barocchi Foligno Festival PROGRAMMA “Segni Barocchi in Francia”* Domenica 20 luglio, ore 21.00 Luxeuil-les-Bains, Basilique St Pierre Musica Perduta, ensemble con strumenti originali CANTATE DI ALESSANDRO SCARLATTI (1660-1725) In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire “Omaggio alla Francia”* Giovedì 4 settembre, Ore 17.30 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione mostra LA FIABA BAROCCA DA CENERENTOLA A LA BELLA E LA BESTIA Illustrazioni, figure, maschere, dipinti, installazioni e video di Mariella Carbone, Francesca Greco, Barbara Lachi, Ugo Levita, Ayumi Makita Allestimento, catalogo/libro d’artista a cura di Emanuele De Donno, VIAINDUSTRIAE Fino al 21 settembre, orario: 10.00-13.00 e 15.00-19.00, eccetto il lunedì Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione e negli altri giorni con modalità di accesso al Museo di Palazzo Trinci “Omaggio alla Francia”* ORE 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Piccola Compagnia della Magnolia MOLIÈRE O IL MALATO IMMAGINARIO Coproduzione della Piccola Compagnia della Magnolia e del Théâtre de l’Epée de Bois - Cartoucherie de Vincennes di Parigi Regia Antonio Dìaz-Florián Ingresso libero Venerdì 5 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Musica Perduta, ensemble con strumenti originali CANTATE DI ALESSANDRO SCARLATTI (1660-1725) Ingresso € 10,00 - Ridotto € 8,00 NOTTE BAROCCA A FOLIGNO in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana SABATO 6 SETTEMBRE dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte” Dalle ore 16.30 Foligno, Centro storico BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA A cura dell’Associazione Innamorati del Centro In collaborazione con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato La premiazione della vetrina vincitrice avverrà domenica 14 settembre, ore 11.00, presso la Sala Video dell’Auditorium San Domenico Dalle ore 16.30 Mostra mercato BAROCCO IN LIBRERIA Fino al 21 settembre presso le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria”: Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro, Libreria Carnevali Bookshopping - ex Cinema Astra Ore 17.30 Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione Raffaele Riccio ALIMENTAZIONE BORGHESE E NOBILIARE NEL TEATRO BAROCCO E NELLE OPERE DI MOLIÈRE Ingresso libero 46 Segni Barocchi Foligno Festival Ore 21.00 Piazza della Repubblica VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato Ore 21.00 Auditorium San Domenico Arakne Mediterranea DANZIMANIA Tarante e tarantelle dal 1500 ad oggi Spettacolo di teatro totale (voci recitanti, danza, musica, teatro) Ingresso € 10,00 - Ridotto € 8,00 Dalle ore 21.30 alle ore 01.00 VISITA AL MUSEO DELLA CITTA’ IN PALAZZO TRINCI Visita guidata: ore 21.30/22.30/23.30 Dalle ore 21.30 alle ore 01.00 GLI AMORI DEGLI DEI ITINERARI E CONCERTI NEI PALAZZI STORICI DELLA CITTÀ Corte di Palazzo Trinci Fiaba barocca per violino e fantasmi Ispirato a Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile Spettacolo per bambini: ore 21.30/23.00 (Luana Monachesi, violino; Sabina Antonelli e Maria Luisa Morici, voci recitanti) Palazzo Lezi-Marchetti Amore barocco Visita guidata e concerto: ore 21.30/22.30/23.30 (Coplas Duo: Elga Ciancaleoni, soprano; Mauro Mela, chitarra) In collaborazione con la Sezione Musica del DLF Foligno Palazzo Candiotti Barocco in Jazz Visita guidata e concerto: ore 21.30/22.30/23.30 (TJM Trio: Manolo Rivaroli, voce, strumenti vari, elettronica; Joe Rehmer, contrabbasso, elettronica; Tommaso Muzzi, video) Dalle ore 21.30 alle ore 01.00 VISITA AL MUSEO CAPITOLARE DIOCESANO Ore 21.30 Via Isolabella Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali IL CIELO DI SETTEMBRE AL PLANETARIO Planetari: ore 21.30/22.30/23.30/00.30 I planetari saranno diretti da Arnaldo Duranti In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero a gruppi di 40 persone Ore 21.30 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni Visita guidata all’Osservatorio Astronomico comunale LE COSTELLAZIONI DAGLI ORTI JACOBILLI Osservazione al telescopio degli oggetti visibili nella notte. Proiezioni e conversazioni astronomiche In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero Ore 22.30 e replica alle ore 00.15 Spettacolo itinerante Corso Cavour-Largo Carducci-Piazza della Repubblica Baracca dei Buffoni TRANUVOLE 47 Segni Barocchi Foligno Festival “Omaggio alla Francia”* Ore 23.15 e replica alle ore 01.00 Spettacolo itinerante con finale fisso Corso Cavour-Largo Carducci-Piazza della Repubblica Compagnie EliXir TORNADE Parade aérienne, lumineuse et sonorisée Resteranno aperti negozi, ristoranti e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti Giovedì 11 settembre, ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema VENEZIA SALVA di Serena Nono (Italia, 2013, 79’) Ingresso unico € 4,50 Venerdì 12 settembre, Ore 17.30 Trevi, La Piaggia ALLA RICERCA DEL BAROCCO Visita guidata alle Chiese barocche del Crocifisso, di Santa Croce, di Santa Chiara a cura di Bernardino Sperandio, Sindaco del Comune di Trevi con esecuzioni musicali di Nicola Nanni, fisarmonica In collaborazione con il Comune di Trevi Ingresso libero Ore 21.30 Trevi, Teatro Clitunno Serpent Quartet con Michel Godard (serpent, tuba, basso elettrico), Gavino Murgia (sax soprano e baritono), Luciano Biondini (accordion), Patrice Héral (percussioni) TRACCE DI GRAZIA Musiche da Monteverdi Progetto a cura di Vito Trombetta In collaborazione con il Comune di Trevi Ingresso libero Giovedì 18 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” SERPILLA E BACOCCO Ovvero Il Marito Giocatore e la Moglie Bacchettona Tre Intermezzi di Giuseppe Maria Orlandini Libretto di Antonio Salvi (prima esecuzione 1718) Revisione di Giuseppe Giusta e Amos Mattio (2003) Cantanti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Ensemble strumentale dell’O.T.Li.S diretto da Francesco Massimi Regia e allestimento Adamo Lorenzetti Ingresso € 10,00 - Ridotto € 8,00 Venerdì 19 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Andrea Cortesi, violino Marco Venturi, pianoforte e clavicembalo JOHANN SEBASTIAN BACH SONATE PER CLAVICEMBALO E VIOLINO Ingresso € 10,00 - Ridotto € 8,00 Sabato 20 settembre, ore 17.00 Foligno, ZUT! ex Cinema Vittoria, Corso Cavour Presentazione del volume LENA, CHE È DONNA DI CARAVAGGIO di Alessandra Masu Incontro con l’autrice Ingresso libero 48 Segni Barocchi Foligno Festival ore 21.15 Foligno, ZUT! ex Cinema Vittoria, Corso Cavour LENA, CHE È DONNA DI CARAVAGGIO di Alessandra Masu Ideato da Monica La Torre Regia Emiliano Pergolari Adattamento sonoro Michele Branca Riduzione del testo originale Pamela Tabarrini, Emiliano Pergolari con Pamela Tabarrini, Stefano Staffa Ingresso € 10,00 - Ridotto € 8,00 Domenica 21 settembre, Ore 16.00 Capodacqua di Foligno ROCCA DEI TRINCI Visita guidata “Invito alla Francia”* Ore 18.00 Capodacqua di Foligno, Chiesa di SS. Maria e Anna Ensemble Les Timbres JEAN-PHILIPPE RAMEAU Cantates et pièces de clavecin en concerts In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire Ingresso libero * Tutti gli spettacoli contrassegnati da asterisco sono inseriti nel progetto “Itinerari e Festival Barocchi” in collaborazione con il Gal Valle Umbra e Sibillini Il programma indicato potrebbe subire variazioni per sopravvenute esigenze organizzative BIGLIETTI Nei luoghi di spettacolo dalle ore 18.00 (per la proiezione cinematografica di giovedì 11 settembre Multisala Supercinema, orario botteghino) Riduzioni Spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni Abbonati alla Stagione Teatrale di Foligno 2013/2014 Soci associazioni di Foligno, Amici della Musica, Archeoclub, Associazione Astronomica Antares, Il Muro di Bottom e Pro Foligno: Titolari di tessera Ostello per la Gioventù e Touring Club Gruppi organizzati superiori a 10 persone INFORMAZIONI Auditorium San Domenico Largo F. Frezzi n. 8 - Foligno Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30 - Tel. e fax 0742.344563 [email protected] - www.comune.foligno.pg.it Ufficio Relazioni con il Pubblico Piazza della Repubblica n.10 - Foligno Dal lunedì al venerdì ore 9.00-12.30, sabato 9.30-12.30, martedì e giovedì 15.30-17.30 Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282 [email protected] - www. comune.foligno.pg.it IAT Foligno Porta Romana, Corso Cavour n.126 Dal lunedì al sabato ore 9.00-13.00 e 15.00-19.00, domenica ore 9.00-13.00 Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545 [email protected] - www. comune.foligno.pg.it 49 I luoghi del Festival 1 Auditorium San Domenico 2 3 4 5 6 7 8 9 Largo F. Frezzi 8 Laboratorio di Scienze Sperimentali Via Isolabella Multisala Supercinema Corso Cavour 84 Osservatorio Astronomico Torre dei Cinque Cantoni Via Bolletta 18 Palazzo Trinci Piazza della Repubblica Palazzo Lezi-Marchetti Via B. Cairoli 36-42 Palazzo Candiotti Largo F. Frezzi 2 ZUT! ex Cinema Vittoria Corso Cavour Auditorium Santa Caterina Via Santa Caterina 4 5 2 7 1 Librerie Umbra A Editoriale Via Pignattara 34 B IlViaFormichiere Cupa, S.Eraclio di Foligno C IlViaSalvalibro G. da Foligno 80 Libreria Carnevali Bookshopping D Ex Cinema Astra Via G. Mazzini 47 50 9 Segni Barocchi Foligno Festival Capodacqua di Foligno 4 C 5 A 8 D 3 6 9 B Trevi S. Eraclio 51 Segni Barocchi Foligno Festival La GIOSTRA della QUINTANA La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo che risale al XVII secolo e che si proponeva di determinare l’ordine di priorità per un cavaliere d’onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi dieci cavalieri, che rappresentano i dieci rioni di Foligno, misurano la loro abilità nel cercare di infilare una serie di anelli di diametro via via più piccolo, impugnando una lancia su un cavallo in corsa. Questa gara all’anello ha esiti altamente spettacolari. La sera precedente la competizione, che si tiene nello stadio comunale, un corteo di seicento personaggi in costume sfila per le vie della città. Programma Venerdì 29 agosto - Sabato 13 settembre Apertura delle taverne Domenica 31 agosto dalle ore 17.00 alle ore 24.00 Centro Storico Fiera dei Soprastanti Sabato 13 settembre ore 21.45 Vie del centro storico Corteo delle rappresentanze rionali ore 23.00 Piazza della Repubblica Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri Domenica 14 settembre ore 15.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti” Giostra della Quintana “La Rivincita” 52