Cineforum G. Verdi - Breganze
35°anno
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Motel Woodstock
(Taking Woodstock))
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: Ang Lee e James
Schamus
Fotografia: Eric Gautier
Scenografia: David Gropman
Costumi: Joseph G. Aulisi
Musica: Danny Elfman
Montaggio: Tim Squyres
Prodotto da: Celia D. Costas
(Usa, 2009)
Durata: 121'
Distribuzione cinematografica: Bim
PERSONAGGI E INTERPRETI
Elliot: Demetri Martin
Jake Teichberg: Henry Goodman
Sonia Teichberg: Imelda Staunton
Vilma: Liev Schreiber
Billy: Emile Hirsch
Il raduno pop più famoso della storia,
al centro dell’universo, dà vita ad una
esplosione di luce, la nascita di una
nuova stella o di una galassia. Di
fronte a questa visione, il giovane
Elliot, ispirato al 34enne che nella
realtà rese possibile il concerto, e che
non canta, non suona, non fuma erba,
vive l’esperienza che gli cambia la
vita. Ang Lee rivisita Woodstock e la
rivoluzione alla fine degli anni '60, ma
non aggiunge nulla all’interpretazione
storica,
rilegge
piuttosto
le
provocazioni,
gli
ideali,
le
sperimentazioni più o meno artistiche
dell’epoca dalla “prospettiva” di una
famiglia americana sull’orlo del
fallimento economico - perché il Motel
decrepito e scalcinato che gestisce
non rende – e, soprattutto, attraverso
la trasformazione interiore del figlio
Elliot, l’unico che la coppia di coniugi
accetta di tenere in casa. Si tratta di
un viaggio, verso il centro, verso la
musica la quale però non domina la
pellicola come ci si potrebbe
aspettare,
ma
sostiene
con
discrezione il racconto, senza mai
irrompere in modo travolgente. Quello
che al regista interessa è il punto di
22° film
vista di Elliot, che si aggira spaesato
nel suo Motel una volta che diventa
centro operativo e biglietteria dello
staff che allestisce il concerto per le
centinaia di migliaia di hippys attesi.
La musica passa sottotraccia, ma è la
vera anima inafferrabile della storia,
che echeggia da lontano sulle rive del
lago, dove Elliot si sente chiamato a
mettersi in cammino. I coniugi
Teichberg, tra cui primeggia l’attrice
Imelda Stauton che interpreta una
bisbetica indomita, contribuiscono a
segnare qualche passaggio ilare,
presi come sono dalla necessità di
gestire una cosa da loro lontana anni
luce. Elliot è il punto di vista sulla
realtà che attorno a lui si fa ben presto
Storia. L’interprete di una provincia
americana statica, depressa, fallita
che sarà travolta e stravolta prima
fuori e poi dentro. La prospettiva di
Elliot si sdoppia e triplica con l'uso
dello splet screen che divide
l'inquadrature in diverse immagini, a
rappresentare la frenesia e la
confusione, ma a esprimere anche il
suo
spaesamento
e
il
suo
disorientamento. L'attore D. Martin dà
vita
ad
un
personaggio
apparentemente ingenuo, idealista,
disponibile e flessibile, capace di
mediare tra le abitudini curiose dei
suoi genitori, le pretese dei propri
compaesani, le richieste di Michael
Lang, il magnetico, quasi inquietante
organizzatore del concerto. Proprio la
disponibilità di Elliot a sperimentare e
a mettersi in gioco è la condizione per
uscire dall'angolo della provincia
americana, in cui sarebbe finito per
morire, e seguire il richiamo della
musica.
Motel Woodstock è un film “leggero”,
una commedia che scorre piano,
senza momenti di forte tensione.
Emerge così l'idea di una rivoluzione
pacifica, di un viaggio comunque
sereno e positivo, lontano dalle
contraddizioni di un'epoca anche
violenta, quando gli ideali erano
ancora tali e dove anche i tanto temuti
hippys si rivelano sì eccentrici e
disinibiti, ma educati e rispettosi. Il '68
è montato piano, ma ha stravolto
costumi, giudizi e valori, liberando la
società dalle “prospettive” grette e
limitate che impediscono la vista
dell'universo, del Tutto. Una visione
un po' ottimista, ma che intende
rivelare il messaggio profondo di
pace, liberazione, amore e felicità, in
10 - 11 – 12 - 13 Marzo 2010
una società chiusa, segnata dal
pregiudizio latente, capace di
mandare l'uomo sulla luna, ma
incapace di tornarsene a casa dal
Vietnam.
Lo spunto illuminante
arriva quando un Elliot ormai deciso
a seguire la nuova strada chiede al
padre come abbia potuto vivere per
quarant'anni accanto a sua moglie.
La
risposta
si
allinea
solo
apparentemente con il messaggio
peace and love di Woodstock e
rivela invece come il giudizio
negativo sulla vecchia America e
quello positivo sulla nuova che
avanza sia semplicistico. In fondo,
quando il concerto termina, resta
una distesa di “macerie”, uno spazio
vuoto dove campeggia solo la
bandiera. Le rivoluzioni fanno
piazza pulita di tutto il passato,
buono e cattivo, consegnando a chi
verrà la responsabilità di iniziare
una nuova storia non senza
contraddizioni. “E ora?” chiede alla
fine Elliot. “Tutti se ne andranno in
giro per il mondo, magari dopo aver
litigato per i soldi”, risponde Michael
Lang.
Fabio Siviero
[email protected]
Il film della prossima settimana
Il mio amico Eric
di Ken Loach
Durata 116’
Eric Bishop un impiegato delle Poste
britanniche vede la sua vita andare a
rotoli. Separato da 30 anni dall'unica
donna che abbia mai amato, Lily, e
con profondi problemi coi figli avuti
dalla seconda moglie, si trova a dover
rifugiarsi nel suo antico amore per il
Manchester United e per per quello
che nel passato è stato il suo più
grande campione: Eric Cantona.
In preda al delirio per una situazione
disperata e agli effetti di uno spinello
Eric vedrà prender vita l'ex campione
del Manchester davanti a sé. Grazie
all'accompagnamento costante e ai
consigli del suo idolo Eric riuscirà ad
affrontare il nuovo incontro con l'ex
moglie e a riprendere in mano la sua
vita.
Loach si concentra questa volta su
una storia privata, in cui Eric Cantona
dà al film una marcia in più, sfruttando
le sue naturali doti autoironiche e il
suo prendersi alla leggera
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22° film
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Scheda film
10 - 11 – 12 - 13 Marzo 2010
IL REGISTA
Motel Woodstock
La locandina
L’ATTORE
La colonna sonora
Lo sguardo (sbilenco) di Ang Lee si posa sul
più grande evento nella storia della musica e
ne rivela i retroscena. Il palco di Woodstock,
nel film, non viene mai mostrato, ma la
colonna sonora offre qualche flashback della
tre giorni di amore, pace e musica
incaricandosi di raccontare anche il contesto
storico attraverso un paio di brani di artisti –
The Doors e Love – che a Woodstock non
misero mai piede. D’altronde il celebre
festival che ebbe luogo nello stato di New
York rappresenta molto di più che un semplice
raduno di rockstar e hippies e la canzone
introduttiva dell’album, nella sua richiesta di
libertà, spiega in parte le ragioni che spinsero
un gruppo di giovani pacifisti a organizzare
l’evento che a distanza di quarant’anni
continua ad avere la sua valenza, fosse anche
solo perché ha significato la fine di un’epoca,
la fine di un sogno. Le canzoni scelte come
commento sonoro al film, alcune delle quali
non vennero mai eseguite sul palco di
Woodstock (China Cat Sunflower dei Grateful
Dead, I Shall Be Released della Band e One
More Mile di Paul Butterfield Blues Band)
s’intrecciano lungo i solchi dell’album ai brani
strumentali realizzati appositamente per
l’opera di Lee da Danny Elfman. Il
compositore feticcio di Tim Burton s’immerge
totalmente nell’atmosfera di fine anni ’60 e
crea un tappeto sonoro che, oltre ad essere
perfettamente aderente all’epoca, è capace di
richiamare, nelle parti rock-psichedeliche, il
grande Jimi Hendrix di cui si nota l’assenza in
scaletta. Quanto agli artisti che hanno
vissuto Woodstock e le contestazioni sociali
di quegli anni sulla loro pelle, con la loro
musica hanno offerto un sogno di
cambiamento consegnando, allo stesso tempo,
alla storia alcune delle più belle canzoni di
protesta mai fatte. Viaggiare sulle frequenze
di Motel Woodstock vale il prezzo del
biglietto..
NOME: Ang Lee
DATA DI NASCITA: 23/10/1954
LUOGO DI NASCITA: Pingtung, Taiwan
(2009)
(2007)
(2005)
(2003)
(2001)
(2000)
(1999)
(1997)
(1995)
(1994)
(1993)
(1992)
Taking Woodstock
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NOME: Demetri Martin
DATA DI NASCITA: 25/05/1973
LUOGO DI NASCITA: New York, Stati
Uniti
(2009)
(2009)
(2007)
(2002)
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4,61
4,24
4,22
4,21
4,07
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3,33
3,29
2,95
2,19