Programmi di sala - Museo del Metauro

Mercatello sul Metauro
8 luglio – 14 agosto 2008
Il 14 dicembre 2008 la Pro Loco Mercatellese festeggerà quarant’anni dalla sua istituzione, promossa da don Adamo Lucciarini, Egisto Sacchi e Sergio Bartolucci. L’attuale direttivo ricorda con affetto i suoi predecessori e ringrazia quanti hanno
contribuito in questi anni, con il loro impegno o con la loro partecipazione, alla riuscita
delle iniziative e manifestazioni promosse.
Elaborazione testi, ideazione grafica e impaginazione, Gabriele Muccioli.
La foto di copertina (Quartetto Klez, La travagliata gioia Klezmer nel chiostro trecentesco, 27 luglio 2007) è di Gabriele Muccioli. L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non identificate.
Stampa Arti Grafiche Stibu.
el 2005 il Museo di San Francesco è stato ampliato, adeguato, ordinato e riallestito,
proseguendo la sua trasformazione
dalla prima spontanea pinacoteca
inaugurata nel 1926 ad un moderno e
funzionale istituto museale, sempre più
vicino agli standard ministeriali di funzionamento e di sviluppo dei musei.
In questi ultimi anni ha aderito alla
rete Museo del Metauro (con le città di
Urbino e Urbania); ha prodotto pubblicazioni; realizzato supporti alla visita multilingue (guide, audio-guide, cartine
turistiche, sito web); ha allargato il percorso museale fino a comprendere tutto
il centro storico; ha organizzato convegni, eventi e manifestazioni culturali (su
tutte la stagione concertistica Musica&Musica: tempi, luoghi e culture a
confronto); ha investito sulla formazione
del personale e si è trasformato in un
museo piazza dilatando il suo perimetro
fino a comprendere spazi esterni sempre
aperti al pubblico ed ai residenti. Tutto
questo allo scopo di rendere il museo un
luogo di frequentazione abituale, vivo e
pulsante, capace di attrarre sempre
nuovi visitatori e inorgoglire la popolazione locale che in esso ritrova la sua
cultura, la sua storia e le sue radici.
La nuova disponibilità di spazi all’interno del complesso architettonico monumentale che lo ospita rende ora
possibile un ulteriore ampliamento e un
perfezionamento gestionale che metta
in primo piano l’utente (studioso, ricercatore, appassionato, turista o studente
che sia), la cui soddisfazione è il vero ed
unico indice in grado di valutare la qualità dell’offerta erogata.
N
Attuando il progetto l’istituto museale vedrà accrescere le sue collezioni
grazie all’assorbimento dell’altro museo
cittadino (quello della Collegiata, posto
in locali inadeguati e difficilmente visitabili), al recupero di opere dai ricchi depositi cittadini ed a nuove donazioni che
il rinnovato spirito ha saputo attrarre. I lavori consentiranno inoltre di rendere il
museo completamente accessibile a
persone con ridotta o impedita capacità motoria, di dotarsi di uffici, archivio,
fototeca, biblioteca specializzata, depositi, oltre che mettere a disposizione
spazi sufficienti a svolgere quell’attività
didattica indispensabile per presentare
ai più giovani in maniera istruttiva, propositiva, accattivante e divertente la
struttura architettonica ospitante, le
maggiori opere d’arte o i più modesti
beni culturali che essa conserva.
Promuovere in modo agile, leggero
e giocoso la conoscenza, la tutela e l’interesse per la storia, le tradizioni e l’arte,
ai bambini, ai ragazzi ed alle loro famiglie, ed allo stesso tempo ampliare e potenziare le esperienze e la capacità del
territorio di valorizzare le proprie risorse,
è un altro segno forte della vitalità dell’istituto museale ospitato nell’ex-complesso francescano mercatellese, non
limitato alla sola conservazione, tutela
ed esposizione del patrimonio culturale
ma reso disponibile a servire la società e
il suo sviluppo, aperto ad ogni tipo di
pubblico per studio, educazione, diletto,
svago o riposo.
Gabriele Muccioli
(delegato per il Museo di San Francesco
dalla ProLoco Mercatellese )
Con il patrocinio di:
Comune di Mercatello sul Metauro
Associazione Pro Loco Mercatellese
Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro
In collaborazione con:
Alta Valle ... in musica, rete musicale territoriale
Coro Polifonico Icense Mercatello
I Colori della Musica, stagione concertistica
Parrocchia Santa Veronica Giuliani Mercatello
Scuola Italia, corsi intensivi di italiano in Italia
Direzione artistica, Gabriele Muccioli - Guerrino Parri
indice
PRESENTAZIONI
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G. Giovannini Presidente Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro
G. Pistola Sindaco Comune di Mercatello sul Metauro, A. Marchetti Assessore alla Cultura Comune di Mercatello sul Metauro
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G. Muccioli Delegato per la Cultura Pro Loco Mercatellese
PROGRAMMA
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MILLE VOCI UNO STRUMENTO: immersi nella cultura del
Metauro con lo sguardo dritto e aperto sul futuro. Coro Polifonico Icense, Mercatello - G. Parri direttore / Coro Polifonico
Durantino, Urbania - S. Spinaci direttore.
TEMPI LUOGHI E CULTURE A CONFRONTO: differenze e analogie fra arie e canzoni italiane, inglesi e americane. Cantanti
del programma lirico Music in the Marche di Scuola Italia J. Peterson direttore artistico.
RISCOPRIRE I BEATLES: per chi non li conosce e per chi li ha
aspettati, ascoltati, gridati, bruciati e poi scordati. Trio
d’archi Lennon - L. Marziali violino, R. Molinelli viola e arrangiamenti,
A. Culiani violoncello.
CULLATI DAL RESPIRO DEL CINEMA: una serata da sogno tra
suoni e immagini che ne hanno fatto la storia. Orchestra da
Camera delle Marche - L. Di Giandomenico direttore, pianista ed
arrangiatore.
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CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: un crescendo di note, voci e
sensazioni per vivere e scoprire un museo e una città. Orchestra Sinfonica Rossini – Coro Polifonico Icense - F. von Bothmer - L. Marcelletti direttore.
RITROVARSI NEL JAZZ: una festosa serata dedicata a quanti
amano Mercatello e se la portano nel cuore. Siena Jazz Big
Band - Klaus Lessmann direttore.
AMICI E SOSTENITORI
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Soci ordinari e sostenitori
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presentazioni
Maestro di Sant’Arduino, Madonna in trono con Bambino, affresco staccato (sec. XV), part.
Chiesa di San Francesco
ncora una volta a partire dal
mese di luglio, si aprirà a Mercatello una stagione musicale
di grande interesse che porterà questo
piccolo e nobile borgo ad essere per
qualche settimana un riferimento musicale di grande qualità.
In queste occasioni, ci si sente più che
mai onorati di essere cittadini di Mercatello, cittadini di un piccolo paese che è
sempre stato un faro colturale, artistico e
religioso per tutta l’alta valle del Metauro
raggiungendo livelli di grande prestigio
all’interno di quella antica e famosa
terra denominata “Massa Trabaria”.
Tanti sono stati i personaggi che nei
secoli hanno dato lustro e fama alla piccola cittadina incastonata fra il fiume
Metauro ed il torrente Sant’Antonio, elementi naturali, che da sempre hanno
rappresentato per Mercatello protezione e sostentamento.
Oggi la cittadina, superata la fase di
decadenza e di abbandono che ha
coinvolto tutti i paesi del nostro entroterra, vive un momento di grande splendore storico e culturale, innescato dalla
fase di recupero puntuale e qualificato
dei suoi tesori architettonici che va
avanti da oltre 25 anni e dalla valorizzazione del proprio patrimonio religioso
che con il recupero della chiesa di San
Francesco e dell’annesso museo ha raggiunto il suo apice.
Ora che la fase di ristrutturazione si sta
completando, deve continuare con
forza la fase di valorizzazione e deve
prendere piede la fase forse più difficile
cioè quella che dovrà porre le basi per
ridare vitalità alle strutture e renderle di
nuovo completamente integrate con la
vita di tutti i giorni aperte ai turisti, ai Mercatellesi ed a tutti coloro che amano
l’Arte, la Storia, la Cultura, la Musica.
Per fare questo c’è bisogno di un lavoro di squadra che integri le varie potenzialità dei mercatellesi sicuramente di
A
grande qualità, alle potenzialità del nostro splendido territorio che va dalla
“Massa Trabaria” a tutto il Montefeltro;
c’è bisogno che Amministrazioni, Associazioni, professionisti e cittadini tutti, lavorino insieme per trovare una gestione
sostenibile di tutto ciò che è stato recuperato facendo sinergia e rete.
La partecipazione ai progetti di rete
(Sistema bibliotecario, Museo del Metauro) coordinati dalla Comunità Montana, vanno sicuramente in questa
direzione ed aprono la strada per favorire una maggiore fruizione dei tesori architettonici di Mercatello. La recente
adesione di Mercatello a quella che per
ora rimane ancora poco più di un’idea
progettuale di costruire un progetto integrato per tutto il territorio comunitario
che abbia come filo conduttore la musica, denota l’interesse che i Mercatellesi hanno nello sviluppare progetti
intercomunali che vanno sicuramente
verso una maggiore valorizzazione del
proprio patrimonio umano e culturale.
Questo progetto “Alta valle in Musica”
mettendo insieme varie manifestazioni
musicali del territorio si propone di fornire
al pubblico un’offerta culturale di sempre maggiore qualità.
La pregevole manifestazione “Musica&Musica”, si inquadra in questa cornice con l’arduo compito di far riscoprire
a Mercatellesi e non, i luoghi che da
sempre hanno caratterizzato le giornate
dei loro avi i quali, nella loro grande ricchezza di spirito e desiderio di conoscenza, hanno saputo trasmetterci la
forza e la determinazione per far nuovamente vibrare con la musica quelle austere chiese che un tempo godevano
quotidianamente delle dolci note degli
organi suonati da mani esperte.
Gabriele Giovannini
(Presidente Comunità Montana
dell’Alto e Medio Metauro)
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uando d’inverno, magari di
sera, passeggiamo lungo le
strette vie del nostro centro storico, non è difficile far volare la nostra immaginazione e immersi in quel profondo
silenzio vedere tutto animarsi, quasi per
incanto. Il tessuto urbano, essenziale
nelle sue linee architettoniche, frutto di
un’estrema attenzione a non caricarlo di
elementi ed aggiunte ridondanti e inopportune, ci fa pensare alla pace, alla serenità e alla giusta qualità della vita.Non
cercare l’impossibile è certamente nella
stessa nostra natura, nel nostro dna, nella
stessa nostra cultura. Passando di fronte
alla Chiesa di San Francesco siamo stimolati ormai a pensare non solo a quel
straordinario contenitore di opere d’arte
che è, ma anche alla musica e alle
tante importanti rappresentazioni che
da alcuni anni in essa sono ospitate.
Abbiamo visto alternarsi musici, orchestre, cori, e cantanti, tutti molto coinvolgenti e preparati in un crescendo
continuo fino ad arrivare a vere e proprie
opere. Musica&Musica è entrata ormai
a pieno titolo nel panorama culturale
estivo dell’Alto Metauro e si è posta sempre più negli anni l’obiettivo di essere
considerata una delle manifestazioni di
musica, classica, operistica, corale e leggera più importanti e più complete dell’intera nostra provincia.
Pur consapevoli che non sarebbe
stato facile inizialmente avere un importante riscontro di pubblico per una serie
Q
di eventi culturalmente impegnati, abbiamo poi constatato che la risposta è
stata molto positiva e che possiamo contare su un pubblico attento e preparato.
Abbiamo visto partecipare persone di
ogni generazione e abbiamo voluto diversificare l’offerta musicale in modo da
soddisfare qualsiasi aspettativa.
L’entusiasmo che anima gli organizzatori e il notevole riscontro di pubblico e
di critica ci suggeriscono di proseguire
sulla strada intrapresa, investendoci pur
con le limitate risorse disponibili. Con noi
credono a questa iniziativa tanti Enti territoriali che contribuiscono in modo importante e continuativo. Vogliamo
condividere con i loro rappresentanti istituzionali le gioie ed i positivi riscontri con
la certezza di proseguire in futuro con la
stessa passione e lo stesso entusiasmo. Ci
sentiamo quindi di ringraziare l’Associazione Pro Loco Mercatellese per tutto ciò
che sta realizzando in modo encomiabile e con la quale oggi più che mai intratteniamo rapporti quotidiani di
grande collaborazione.
Anche quest’anno il cartellone della
manifestazione è ricco e di grande qualità ed anche per questo invitiamo tutti i
cittadini ad essere presenti ad ogni
evento.
Giovanni Pistola
(Sindaco del Comune di Mercatello)
Alfiero Marchetti
(Vicesindaco e Assessore alla Cultura)
Ignoto umbro-marchigiano, Madonna in trono col Bambino, i Santi Ludovico da Tolosa e Caterina
d’Alessandria, il Padre Eterno e Angeli, affresco (fine sec. XV), part.
chiesa di S. Francesco
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Giovan Battista Clarici, Incoronazione della Vergine e Santi, tela (1574), part.
Museo di San Francesco
nche nel 2008 il cartellone musicale ricalcherà le linee guida
segnate negli anni precedenti,
che tante soddisfazioni hanno portato
agli organizzatori ed agli Enti patrocinanti. I miglioramenti suggeriti dall’esperienza potranno essere valutati durante
la stagione mentre si vuol subito sottolineare una novità: la fattiva e fondamentale partecipazione alla formazione
di una rete musicale a scala territoriale
più ampia promossa dalla Comunità
Montana dell’Alto e Medio Metauro.
È infatti ferma convinzione comune
che per valorizzare il ricco patrimonio
storico-culturale, artistico e naturalistico
occorrono iniziative come la nostra, capaci di sottolineare la forte identità territoriale e di renderla immediatamente
riconoscibile e fruibile nella sua interezza
e nella sua ricchezza. I musei, i monumenti, i teatri, le vie, le piazze e le bellezze naturali; per vivere, pulsare,
diventare centri di educazione e veicoli
promozionali, hanno infatti bisogno di
iniziative collaterali, scambi, eventi, giornate propagandistiche, capaci di attirare nuovo pubblico, accogliere e
riaccogliere amichevolmente i cittadini
e mostrarsi loro come punto di riferimento e partenza per la scoperta del
territorio circostante, con tutto il potenziale evocativo, educativo ed economico che possono avere.
Il mezzo suggerito da Musica&Musica
per aprire e riaprire in maniera continuativa le porte di musei e monumenti, ma
anche per evidenziare e far guardare
con orgoglio e sotto aspetti sempre diversi scorci dei centri storici o paesaggi
rurali, è quello di utilizzarli come sorprendenti palcoscenici. La musica è infatti il
partner ideale di “tutto quanto fa cultura”, capace di sottolineare e rinnovare ogni volta le nostre bellezze senza
sopraffarle; di adattarsi con ritmi, strumenti, tempi e generi a momenti e situazioni diverse che abbracciano tutto il
nostro patrimonio conoscitivo: dalla letteratura all’arte culinaria, passando per
la pittura, la scultura, l’architettura, l’urbanistica e l’agricoltura.
A
Gli artisti coinvolti nel tentativo di avvicinare un pubblico sempre più vasto a
godere disinvoltamente e quotidianamente di musiche, spazi architettonici
ed opere d’arte, saranno oltre centocinquanta e si divideranno in sei serate
concentrate tra luglio e agosto.
Aprirà il tradizionale incontro del Coro
Polifonico Icense di Mercatello con altre
realtà corali che partecipano alla rassegna nell’intento di fondere con esso i diversi percorsi sonori, approcci ed
esperienze. Ospite di quest’anno il Coro
Polifonico Durantino di Urbania. / La
Scuola Italia di Urbania, già protagonista
lo scorso anno di un riuscitissimo spettacolo, proporrà poi una serie di popolarissime canzoni anglosassoni messe a
confronto con altre estrapolate dal patrimonio italiano. / Seguirà la riproposizione del concerto del Trio Lennon, uno
dei più bei ricordi delle stagioni passate,
legato all’esecuzione di brani dei Beatles magnificamente riarrangiati dal
maestro Roberto Molinelli. / Le musiche
da film saranno quindi protagoniste del
concerto che l’Orchestra da Camera
delle Marche e il maestro Luciano Di
Giandomenico eseguiranno con l’ausilio
di un grande schermo cinematografico.
/ Una carrellata di notissimi brani tratti
quasi interamente da opere, per lo più
scritte da Gioacchino Rossini, celebrerà
invece il ritorno a Mercatello dei tanti
che lo hanno lasciato per motivi di lavoro e che saranno protagonisti nei
giorni seguenti di una serie di iniziative a
loro dedicate. Il noto direttore e pianista
brasiliano Lanfranco Marcelletti dirigerà
l’Orchestra Sinfonica Rossini, il tenore tedesco Ferdinand von Bothmer ed il Coro
Polifonico Icense. / Una lunga sequenza
di arrangiamenti originali scritti da Kluaus
Lessmann per la Siena Jazz Big Band,
farà infine ripercorrere le varie età del
Jazz, salutando chi sarà voluto tornare al
paese di origine o avrà seguito gli appuntamenti della rassegna musicale.
Gabriele Muccioli
(delegato per la Cultura
della Pro Loco Mercatellese)
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IMaestro Giuseppe Sabbatini - Musica&Musica 2007
Giovanni da Rimini, Crocifisso, tavola (1309) - Girolamo Genga, Evangelisti, affresco (sec. XVI)
programma
martedì 8 luglio
ore 21,15 chiesa di San Francesco
MILLE VOCI UNO STRUMENTO: immersi nella cultura del
Metauro con lo sguardo dritto e aperto sul futuro
Coro Polifonico Icense - Mercatello sul Metauro
Guerrino Parri
. . . . . . . . . . . . . . . . . direttore
Orazio Vecchi (1550-1605)
So ben mi ch’a bon tempo - 1590
Josquin Desprez (1450-1521)
El Grillo - 1505
Pierre Attaignant (1494-1551)
Tourdion - 1530
Ariel Ramirez (1921)
Los Reyes Magos - 1963
Coro Polifonico Durantino “don A. Mangani” - Urbania
Simone Spinaci
Anonimo (sec. XVI)
Verbum caro factum est
Anonimo (sec. XVI)
Gaudete!
Leif Johansson
En kalla till liv - 1957
Urmas Sisask (1960)
da “Gloria Patri ...” - 1988
I. Surrexit Christus
II. Omnis una
Benjamin Britten (1913-1976)
A hymn to the Virgin - 1930
Igor Stravinskij (1882-1971)
Pater noster - 1926
William Albright (1944-1997)
Alleluja super-round - 1973
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. . . . . . . . . . . . . . . direttore
Bruno Bettinelli (1913-2004)
da “Tre espressioni madrigalistiche” - 1939
I. Già mi trovai di maggio
Maurice Ravel (1875-1937)
da “Trois Chansons” - 1916
III. Ronde
Folke Rabe (1935)
Rondes - 1964
Maximino Zumalave (1953)
Cada noite - 1996
Ernst Toch (1887-1964)
Geographical Fugue - 1930
Fats Waller (1904-1943)
arr. Kirby Shaw
Ain’t misbehavin’ - 1940
a stagione concertistica Musica&Musica si apre quest’anno,
come già era successo nel 2007,
con un appuntamento vocale suggestivo e ricco di significati. Il Coro Polifonico Icense, nell’ormai tradizionale
confronto che ci propone nel periodo
estivo con altre formazioni similari, ha voluto infatti invitare una corale, come
quella “Durantina”, che con la sua tradizione e la sua trentennale esperienza,
rappresenta un esempio e un invito a
tutti, nella nostra valle metaurense, nel
ritrovarsi ed emozionarsi con la musica.
Quest’incontro di voci, di passioni, di
stili, che è l’anima della rassegna “Mille
voci uno strumento”, esprime così ancora una volta un volto fresco e gioioso
di come la musica possa divenire fonte
di cultura e crescita artistica, oltre a favorire il fondamentale scambio umano.
La chiesa di San Francesco rappresenta così ancora una volta l’approdo
principe di un viaggio ideale lungo le
rive del nostro fiume Metauro, e sottolinea ancora una volta questa meravigliosa valle ricca di storia, tradizioni e
cultura. Questo rispettando e rimarcando gli intendimenti fortemente voluti
e sostenuti dalla rete museale Museo del
Metauro che vede protagoniste le comunità ed i territori di Urbania e Merca-
L
tello, promossa e sostenuta dalla Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro. Ente che si è dimostrato
particolarmente sensibile anche al progetto portato avanti dalla nostra rassegna che intende far rivivere con la
musica luoghi e monumenti cittadini,
dando impulso ad un nuovo circuito territoriale che parte quest’anno a livello
sperimentale con l’adesione della nostra rassegna assieme ad altre realtà vicine organizzate e condotte con
metodi e finalità anche diverse.
L’auspicio è che la musica possa diventare da questa sera e per tutta la durata della stagione concertistica, il
cuore pulsante di un nuovo meraviglioso
incontro tra l’arte, i residenti e quanti
vorranno trascorrere dei piacevoli momenti in nostra compagnia.
Il programma della serata viene
aperto dal coro mercatellese con una
breve ma incisiva introduzione all’esibizione della formazione vocale ospite. La
scelta del repertorio proposto è volutamente antitetica a quella che seguirà e
incentrata su autori e brani che riemergono dal passato più profondo della
storia della musica ma che mostrano
ancora la loro sfavillante freschezza
anche grazie alla paziente opera che il
M° Parri ha svolto negli ultimi anni.
Giovan Francesco Guerrieri, S. Filippo Neri, tela (1647), part.
chiesa di S. Maria del Metauro
Maurice Ravel
Igor Stravinskij
Ariel Ramirez
Josquin Desprez
Bruno Bettinelli
Benjamin Britten
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Orazio Vecchi
Folke Rabe
Ernst Toch
Urmas Sisask
Maximino Zumalave
Fats Waller
William Albright
Con un lavoro certosino il direttore
mercatellese è infatti riuscito a far progredire il proprio coro, composto quasi
totalmente da amatori privi di qualsiasi
conoscenza del pentagramma, fino a
farlo diventare padrone di polifonie
sempre più marcate ed ardite e perfettamente calato nell’atmosfera tardo-rinascimentale e barocca.
La conclusione della breve esibizione
sarà invece un aggancio ai temi più moderni proposti dal coro ospite e riservata
ad un estratto dalla Navidad Nuestra
dell’argentino Ariel Ramirez: Los reyes
magos. Brano che, anche attraverso i
versi di Felix Luna, ben esemplifica il successo di una forma popolaresca che
pur mantenendo le caratteristiche
ispano-americane, ha saputo acquisire
un valore e uno spessore universale.
La sequenza musicale proposta dal
Coro Polifonico Durantino, se si eccettuano i due brani di apertura – breve,
doveroso omaggio al repertorio del periodo rinascimentale ed aggancio all’esibizione precedente - vuole invece
offrire una panoramica significativa,
anche se non esaustiva, dell’affascinante percorso di rinnovamento musicale e corale in particolare, che ha visto
come protagonisti molti dei più importanti compositori del novecento, sino ai
nostri giorni.
Ciò che dovrebbe emergere da questo repertorio è un’idea di suono in continua evoluzione che, senza rinnegare gli
importanti legami con la tradizione, ne
raccoglie e ne rinnova le principali
istanze espressive.
Questo percorso si esprime con stili
compositivi e linguaggi anche molto diversi tra di loro ma tutti accomunati da
una preciso assunto: la voce umana,
nonostante i limiti oggettivi che la natura
le impone, rimane uno strumento di incomparabile bellezza e di grande fascino grazie alla qualità intrinsecamente
emotiva che essa sa esprimere rispetto
agli altri strumenti musicali.
La voce è una forza molto profonda e
molto potente e può davvero dare
emozioni che non abbiamo parole per
descrivere …
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Coro Polifonico Icense
Il Coro Polifonico Icense si è costituito
da quasi trent’anni, nel 1980, grazie alla
passione per la musica e il canto di molti
Mercatellesi e all’opera generosa di
Don Adamo Lucciarini.
Dopo alcuni anni di attività i concerti
andarono via via diradandosi fino a
scomparire. L'entusiasmo e la volontà di
alcuni suoi componenti e dell’attuale
presidente Fabio Bricca, hanno però
permesso al Coro Polifonico Icense di ricostituirsi nel periodo di avvento dell'anno 2004.
L’attuale corale, costituita da 34 elementi e diretta dal Maestro Guerrino
Parri, nel suo pur breve periodo di vita,
ha avuto l'onore, grazie alla preparazione di un repertorio sacro di grande
qualità e alla preziosa collaborazione
musicale con l'organista Lorenzo Antinori, di esibirsi: nella Basilica di San Pietro
a Roma, nella Basilica Inferiore di San
Francesco in Assisi, nella Basilica della
Santa Casa di Loreto e nella Basilica
Cattedrale di Urbino.
Coro Polifonico Icense
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L’entusiasmo e il consenso unanime
hanno spinto la corale ad organizzare la
rassegna corale Mille voci uno strumento, punto fermo della stagione concertistica mercatellese Musica&Musica
e giunta quest’anno alla sua terza edizione. All’interno del meraviglioso spazio
acustico e architettonico della chiesa di
San Francesco, si sono così esibite assieme ad essa formazioni nazionali di
grande valore e spessore.
Lo studio di un repertorio che spazia
tra vari generi musicali di epoche diverse ha consentito al Coro Polifonico
Icense di partecipare alla stagione concertistica regionale I colori della Musica,
alla Rassegna Corale Autunnale della
città di Pergola e di esibirsi con successo
accompagnata dall’Orchestra da Camera delle Marche diretta dal Maestro
Antonio Cavuoto.
Oggi la corale si presenta a questa
nuova edizione della rassegna attenta
a vivere con entusiasmo la propria evoluzione artistica musicale e aperta a future importanti collaborazioni.
Guerrino Parri
La sua preparazione e sensibilità musicale si formano al conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro sotto la guida
del Maestro Federico Mondelci, con cui
studia Sassofono e consegue il Diplomino del corso quinquennale.
L’interesse verso l’aspetto creativo e
compositivo musicale lo vedranno, dal
1990 al 1996, comporre e realizzare “musica per immagine” per vari ambiti creativi artistici e televisivi (TeleMontecarlo e
RAI), e collaborare con il compositore
mercatellese Lanfranco Perini.
Nel 1996 prepara e dirige il Piccolo
Coro Pop (coro di bambini a voci polifoniche) con cui registrerà il lavoro discografico La vera storia di Babbo
Natale (di Lanfranco Perini ed Enrico
Iacchetti) e con il quale sarà ospite alla
trasmissione televisiva Buona Domenica
di Canale 5.
Nel 1997 arrangia, compone e realizza il lavoro discografico Culla Sonora a
cura di Maurizio Spaccazocchi (docente di Pedagogia della Musica al
Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro), distribuito dalla Sony Music.
Nel 1998 fonda Arte in Musica, un progetto musicale volto a far scoprire ai
bambini e ai ragazzi l’affascinante
mondo della musica.
Dal 2004 è il direttore artistico e musicale del Coro Polifonico Icense.
Coro Polifonico Durantino
Il Coro Polifonico Durantino Don Antonio Mangani è stato fondato nel 1970
dal Maestro Don Antonio Mangani,
scomparso prematuramente nel 1983, e
da un gruppo di giovani uniti dalla passione per il canto corale.
Fin dalla sua nascita il coro, composto
da circa 25 cantori di varie età, ha
svolto una intensa attività artistica finalizzata essenzialmente alla divulgazione
del patrimonio corale polifonico e della
cultura musicale in genere.
Il repertorio è molto vasto e spazia
dalla musica sacra (antica e contemporanea) a quella profana, sia rinascimentale che moderna, non disdegnando
Guerrino Parri
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Coro Polifonico Durantino
frequenti incursioni nel mondo delle
espressioni vocali di origine popolare.
Recentemente ha partecipato alla realizzazione di progetti artistici trasversali,
che abbracciano linguaggi musicali diversi quali la musica vocale accademica, il jazz e la musica aleatoria.
Il Coro ha partecipato a numerose
rassegne e festivals corali e tenuto concerti in tutta Italia, effettuando, inoltre,
tournées in Lussemburgo, Germania Federale, Francia, Polonia, Ungheria e
Croazia. Nel 2006 su iniziativa dell’ Associazione Regionale Cori Marche è stato
chiamato a rappresentare la coralità
marchigiana alla prima edizione del festival corale Alpe Adria, organizzato
dalla Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali con il patrocinio di Europa Cantat, tenutosi a Gorizia
e Lignano Sabbiadoro nell’ambito della
ormai tradizionale settimana cantante.
Costituitosi sin dalle sue origini come
associazione culturale, il coro ha pro20
mosso, nel corso della sua attività, numerose iniziative musicali e annualmente organizza a Urbania la Rassegna
Nazionale di Cori Polifonici, ora intitolata
Cantar la Voce, la cui prima edizione risale al 1973: ciò significa che nell’arco
di 30 anni la città di Urbania ha ospitato
più di 110 cori provenienti da ogni parte
d’Italia.
Il Coro Polifonico Durantino è gemellato con: Coro Ensemble J. Samson di Digione (Francia) - Coro Marianski di
Cracovia (Polonia) - Coro Wolfsburgher
Mannerchor di Wolfsburg (Germania).
Dal 1995 la direzione artistica è affidata a Rosalba Rombaldoni e Simone
Spinaci ed è basata su una proficua collaborazione tesa a far convergere le differenti esperienze e sensibilità verso
obiettivi comuni quali la ricerca di un
nuovo repertorio (privilegiando in particolare gli autori contemporanei) e l’approfondimento di nuove tecniche
esecutive e vocali.
Simone Spinaci
Simone Spinaci
Simone Spinaci ha studiato musica
corale con Pier Paolo Scattolin e si è interessato allo studio di tecniche vocali
alternative dedicandosi in particolare
all’esperienza del canto “armonico”
sotto la guida di David Hykes all’ Harmonique Centre di Parigi.
In qualità di direttore artistico del Coro
Polifonico Durantino di Urbania ha tenuto concerti e partecipato a numerosi
festivals e rassegne in Italia e all’estero.
Ha studiato chitarra e improvvisazione
jazz con Tomaso Lama, approfondendo
le tecniche più avanzate con Joe Diorio,
Mick Goodrick e Sid Jacobs. Ha collaborato con il chitarrista argentino Daniel
Corzo esibendosi in duo durante il suo
recente tour italiano 2007.
All’attività di direttore di coro e di cantante in formazioni vocali cameristiche
affianca quella di strumentista jazz nel
gruppo Ujazzquartet, di cui è membro
fondatore, e in altre formazioni, con cui
ha realizzato diversi progetti artistici trasversali collaborando, fra gli altri, con il
regista torinese Tonino De Bernardi e
con lo psichiatra Paolo Crepet.
21
mercoledì 23 luglio
ore 21,15 chiesa di San Francesco
TEMPI LUOGHI E CULTURE A CONFRONTO: differenze e
analogie fra arie e canzoni italiane, inglesi e americane
Music in the Marche
programma lirico di Scuola Italia
Audrey Kline, Jenna Klein, Diana Herstein, Michael DeSouza, Jesse Thomson, Theresa Bridges, Kate Wakefield,
Kathryn Calzone, Kara Moss, Bianca Hall, Joseph Carucci, Brian Rosenblum, Denise Wernly, Catriela Cohen,
Will Selnick, Hillary Pearson, Katelin Spencer, Caitlin
Hunter, Megan Evans, Adam Stefo, McKenzie Carpenter, Tara Campbell
Jeffrey Peterson . . . . . direttore artistico
Stefano Donaudy (1879-1925)
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Frank Bridge (1879-1941)
Ben Moore (1960)
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
John Duke (1899-1984)
Giacomo Puccini (1858-1924)
Arie e canzoni italiane e anglosassoni.
rogramma della serata è un incontro fra tempi, luoghi e culture
differenti, in perfetta sintonia con
lo spirito generatore della rassegna musicale mercatellese.
Gli studenti del corso lirico promosso
da Scuola Italia di Urbania proporranno
al pubblico una curiosa, accattivante
ma non esaustiva carrellata che sottolineerà ancora una volta come autori
provenienti da paesi lontani ed epoche
distanti abbiano saputo regalarci, utilizzando lingue differerenti, l’universale
emozione provocata dalla decodificazione in suono di quella apparentemente insignificante serie di punti
raggruppati nel pentagramma.
P
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Scuola Italia
Scuola Italia, centro di lingua e cultura
italiana per stranieri, attiva ad Urbania
dal 1998 e a Piobbico dal 2006, nasce
dalla volontà di diffondere e fare apprezzare la cultura italiana, il ricco patrimonio artistico, la lingua e promuoverne
la conoscenza anche nell’ottica dell’integrazione europea.
Si fa promotrice di eventi culturali e
organizza ormai da diversi anni anche
programmi lirici per cantanti d’opera
emergenti che desiderano migliorare la
lingua italiana e le tecniche specifiche
del canto, scoprendo anche le bellezze
artistiche e naturali delle Marche e della
Valle del Metauro.
Gli studenti provenienti dalle Università
musicali più prestigiose sia americane
che europee, hanno l’occasione di esibirsi nei bellissimi teatri italiani e nelle suggestive atmosfere di palazzi storici e di
antiche chiese.
Music in the Marche
Music in the Marche è il titolo del programma musicale di cui fanno parte i
cantanti che si esibiranno durante la serata. La scelta del titolo intende ancor
più solidificare il rapporto tra la musica lirica e la nostra regione patria dei più illustri nomi del Belcanto.
Scuola Italia attraverso i suoi eventi
musicali - ben 18 per questa estate 2008
- si augura di regalare al pubblico emozioni che solo la lirica può suscitare e di
offrire ai giovani cantanti la possibilità di
esibirsi in teatri e altri luoghi suggestivi
capaci di arricchire il loro curriculum e la
loro esperienza musicale.
Jeffrey Peterson
Jeffrey Peterson, pianista e maestro di
repertorio di esperienza internazionale,
ha accompagnato famosi cantanti del
Metropolitan Opera di New York City, tra
i quali Martina Arroyo, James King, e Teresa Kubiak.
È stato allievo di John Wustman che
ha suonato per i più famosi cantanti
degli ultimi cinquant’anni come Luciano
Pavarotti, Elizabeth Schwarzkopf, Giulietta Simionato, Birgit Nilsson, Regine
Crespin ed altri.
Attualmente ricopre il ruolo di insegnante alla facoltà dell'Opera alla Northwestern University di Chicago.
Giusepe Verdi
Wolfgang Amadeus Mozart
Frank Bridge
Ben Moore
Giacomo Puccini
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Insegnanti
Jeffrey Peterson
Allievi del programma lirico 2007
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Per la preparazione dei cantanti del
programma lirico Music in the Marche,
Scuola Italia ha messo ha disposizione
numerosi altri qualificati insegnanti che
hanno collaborato con il direttore artistico Jeffrey Peterson.
Il Dr. Kay Kim, pianista di grande fama
internazionale accompagna i cantanti
in oltre 50 concerti all'anno, a Chicago,
in tutti gli Stati Uniti e in molte altre parti
del mondo. Ha anche lavorato per l’Orchestra Sinfonica di Chicago. Oggi
suona con il Trio Chicago and Friends.
Kay Kim fa parte della facoltà della Northwestern University.
Il soprano Martha Sheil vanta una
lunga carriera in America ad in Europa.
È stata una grande interprete delle
eroine di Puccini, Verdi, e Mozart. Dal
1985 insegna canto presso: Università
del Michigan del New York City Opera,
Luzern Stadttheater, Heidelberg Festspiel, Seattle Opera, Atlanta Opera,
Central City Opera, e Minnesota Opera.
Il Tenore Rico Serbo si è esibito nei
maggiore teatri del mondo, interpretando ruoli importanti del repertorio italiano, francese, e tedesco. Oggi insegna
canto all’ Università del Michigan ad
Ann Arbor.
Il Dr. Philip Kraus, baritono e regista, ha
cantato per 20 anni con il Lyric Opera di
Chicago. Nella primavera scorsa ha interpretato il ruolo del Dottor Bartolo nel
Barbiere di Siviglia di Rossini. Ha cantato
accompagnato da orchestre e cori
negli Stati Uniti. Il Dr. Kraus è il fondatore
del Light Opera Works, di cui è stato per
18 anni direttore artistico. Ha conseguito
il suo dottorato all’Università del Northwestern di cui attualmente è membro
di facoltà.
Il soprano Frances Daniels ha una
lunga carriera come insegnante di
canto. Ha interpretato più di 25 ruoli del
repertorio operistico, tra cui Lucia di
Lammermoor e Mimì. Oggi è professoressa di canto e dizione alla Millikin University a Decatur, Illinois.
Il pianista Bruce Gibbons si esibisce
annualmente negli Stati Uniti in ben 75
concerti. È insegnante di pianoforte e
organo alla Millikin University e preparatore di repertori operistici e commedie
musicali.
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sabato 26 luglio
ore 21,15 chiesa di San Francesco
RISCOPRIRE I BEATLES: per chi non li conosce e per chi
li ha aspettati, ascoltati, gridati, bruciati e poi scordati
Trio d’archi Lennon
Luca Marziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violino
Roberto Molinelli . . . . . . . . . . . . . . . . . viola
Alessandro Culiani . . . . . . . . .violoncello
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Trio in do minore op. 9 n. 3 per violino, viola e violoncello - 1798
Allegro con spirito
Adagio con espressione
Scherzo: Allegro molto vivace
Presto
Dave Brubeck (1920)- arrang. Roberto Molinelli
Blue rondo à la turk - 1959
John Lennon (1940-1980) Paul McCartney (1942) - arrang. Roberto Molinelli
Michelle - 1965
Eleanor rigby - 1966
Yesterday - 1965
Girl - 1966 / Hey Jude - 1968
sservando i brani in programma la serata potrebbe
sembrare, ad una prima lettura, un concerto diviso in due parti nettamente distinte fra loro. Come potremo
scoprire durante gli ascolti in realtà le
varie componenti, frutto di “tempi, luoghi e culture” differenti, grazie ai sorprendenti arrangiamenti di Roberto
Molinelli si amalgamano perfettamente
fra loro regalando ai presenti un prezioso
biglietto da visita della Musica, intesa
nelle sue svariate sfaccettature, e della
nostra manifestazione, non a caso denominata “Musica&Musica”.
O
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L’apertura è affidata ad una composizione scritta appositamente da Beethoven per la difficile formazione
cameristica formata da violino, viola e
violoncello: il Trio per archi Op. 9 n. 3.
Sebbene i lavori compresi in quest’opera siano tra quelli meno conosciuti
e pubblicamente eseguiti di Beethoven,
vanno inclusi tra i suoi lavori cameristici
più significativi e profetici. Furono composti dal musicista, allora poco più che
ventenne, tra il 1796 e il 1798 e dedicati
al conte Johann Georg von Browne che
a Vienna aveva ospitato diversi concerti
di musiche beethoveniane.
La loro rarità d'esecuzione pare davvero inspiegabile, soprattutto al cospetto dell’ultimo della serie - il terzo che ascolteremo, la cui concretezza e
la cui profondità espressiva sono un
segno di magistrale svincolo dall'eredità
settecentesca, della quale rimane solo
la formazione strumentale. Forse mai
chiaramente come in questo Trio in do
minore si manifesta infatti l'indipendenza
della scrittura per 3 strumenti da quella
per quartetto, facendo sfumare l'ipotesi
diffusa che il trio sia una sorta di prova
propedeutica alla formazione arricchita
da un secondo violino che verrà poi sublimemente sviluppata dal compositore
tedesco nell’Opera 18.
Dei quattro movimenti che costituiscono quest'opera stupefacente, luminosa e ispirata spiccano l'iniziale "Allegro
con spirito", pervaso da una grande
energia, e soprattutto il seguente, "Adagio con espressione", d'una spiritualità
commovente. Seguono uno slanciato
"Scherzo: Allegro molto e vivace" e il "Finale: Presto", dalla garbata vitalità ed in
grado di mettere in risalto le doti tecniche ed interpretative degli esecutori.
La “seconda” parte del programma
ospita invece composizioni non originali
per il tipo di formazione cameristica protagonista della serata, ma appositamente riarrangiate per il Trio Lennon da
Roberto Molinelli.
Una pietra miliare del jazz irrompe
nella scaletta riportando alla memoria il
quartetto capitanato dall’elegante
piano di Dave Brubeck e completato
dal grande sax alto di Paul Desmond,
dal basso di Eugene Wright, e dalla raffinata batteria di Joe Morello: Blue
rondo à la turk. Il brano scritto da Dave
Brubeck, uno dei più significativi compositori e interpreti delle vicende del jazz, è
una vera giostra zeppa di riferimenti mozartiani scritta nello stravagante tempo
di 9/8. Dopo un tempestoso inizio ed un
accento più tipicamente jazz non mancano passaggi precisi e puliti nel massiccio groviglio di accordi, consueti nello
stile del compositore, e un blues scalpitante e chiassoso; il tutto strutturato nella
forma classica del rondo.
Ludwig van Beethoven
Dave Brubeck
John Lennon - Paul McCartney
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A conclusione del programma incontriamo un altro quartetto, il più atteso e
certamente meglio conosciuto per
l’enorme impatto che ha avuto del secolo scorso, segnando un’epoca non
solo nella musica ma anche nel costume e nella moda: i Beatles. Originari
di Liverpool i “Fab Four” sono rimasti in
attività solo dal 1962 al 1970 diventando
però uno dei maggiori fenomeni della
musica contemporanea. A distanza di
vari decenni dal loro scioglimento ufficiale - e dopo la morte di due dei quattro componenti - i Beatles contano
ancora su un vasto seguito. I loro lavori
sono regolarmente commercializzati e le
riedizioni dei loro dischi hanno venduto
oltre un miliardo di copie.
Le immortali melodie del quartetto di
Liverpool sono state elaborate e ripensate in una stesura diversa dall’originale,
di più ampio e sinfonico respiro, ma che
conserva inalterate le caratteristiche liriche ed espressive che ne hanno decretato il duraturo successo, nonchè quelle
più propriamente ritmiche.
Michelle è una delle loro più famose
ballate romantiche. Comparsa nell'album Rubber Soul del 1965, fu composta,
come tutti i brani che ascolteremo, da
Paul McCartney con l’apporto di John
Lennon. Pur non riguardando direttamente l’esecuzione di questa sera si sottolinea come il testo sia caratterizzato
dal ritornello in francese; particolarità
che si deve ad un'idea di McCartney
supportata dall’insegnante di francese
Jan Vaughan che suggerì un nome ed
una frase che facesse rima con esso. Il
risultato fu il celebre ritornello "Michelle,
ma belle, sont les mots qui vont très bien
ensemble". Quando McCartney propose la canzone a Lennon, quest'ultimo
ebbe l'idea di inserire l'altrettanto famoso verso "I love you" a metà brano, e
così l'opera fu completa.
Eleanor Rigby fu pubblicata nel 1966
all’interno dell’album Revolver, uno
degli album di maggior successo commerciale e artistico del quartetto di Liverpool. Il brano ne è la canzone più
famosa e conosciuta. La melodia rispetta il tipico stile di McCartney, che si
distacca dai ritmi rock e blues provenienti dall’America preferendo composizioni più equilibrate e melodiche;
l’arrangiamento originale è definito da
un validissimo complesso d'archi che
comprende viole, violini e violoncelli e ricorda le migliori composizioni classiche
di Dvorak con rari interventi della batteria. La canzone vuol mettere in evidenza
la solitudine dell’uomo e l’incomunicabilità fra esseri umani elevando a protagonisti gli ormai celebri Eleanor Rigby e
padre McKenzie, intenti a vivere il loro
isolamento incuranti della loro vicinanza,
nonostante il ristretto spazio in cui si muovono, la stessa chiesa in cui il parroco
celebrerà da solo il funerale della sua
perpetua.
Yesterday è un’altra canzone fondamentale nella storia dei Beatles e della
musica pop in generale, inserita dopo
molte titubanze di Mc Cartney nell’album Help!. L'insicurezza di Paul derivava
dalle circostanze in cui la canzone era
stata composta. L’autore si era infatti
svegliato un giorno con in mente la melodia della canzone già completa e riteneva che fosse stato un caso troppo
fortuito, magari dovuto all’inconscio ricordo di un vecchio brano ascoltato in
giovane età. Fu la prima canzone incisa
da un solo componente della band, infatti nessun altro dei Beatles oltre a
McCartney e ad un quartetto d'archi
partecipò alla sua registrazione.
A concludere l’esibizione del Trio Lennon un medley costruito dal maestro
Molinelli sui temi di altre due splendidi
brani degli “Scarafaggi di Liverpool”: Girl
ed Hey Jude. Quest’ultima, intitolata in
un primo momento Hey Jules, fu scritta
da McCartney per confortare Julian, il figlio di Lennon, nel momento del divorzio
tra il padre e Cynthia Powell. Comparve
originariamente nell'album The Beatles,
meglio conosciuto come White Album
ed il singolo, nonostante la durata eccezionale di oltre sette minuti, rimase nelle
classifiche britanniche e statunitensi per
settimane. La grandezza dei Beatles è
stata quella di riuscire ad essere contemporaneamente commerciali e sperimentali e questo brano ne è un
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Trio Lennon
esempio perfetto. La prima parte è in
forma di splendida ballata, con una melodia molto romantica e termina con un
crescendo dell'ultimo verso sino a sfociare nell'urlo che introduce il lunghissimo fade-out che dura oltre quattro
minuti in cui le uniche parole presenti
sono "nah nah nah" e "hey hude", in una
atmosfera parossistica ed ipnotica. Nella
versione del Trio Lennon il M° Molinelli ha
ricostruito questa parte facendo usare
ai musicisti i loro strumenti classici in
modo non tradizionale, a simulazione di
strumenti a percussione. Ulteriore dimostrazione dell’inesistente separazione fra
generi e strumenti musicali.
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Trio Lennon
Il Trio Lennon é composto da affermati solisti marchigiani - Luca Marziali
(violino), Roberto Molinelli (viola), Alessandro Culiani (violoncello)- tutti diplomati con il massimo dei voti e la lode
presso il Conservatorio “Gioacchino
Rossini” di Pesaro.
Da diversi anni svolge intensa attività
concertistica sia in Italia che all'estero
ottenendo ovunque ampio successo.
Il repertorio spazia dal classico al romantico, dalla scuola viennese alla
musica americana, fino a prime esecuzioni assolute di composizioni dedicate a questa formazione.
Collabora con musicisti di fama internazionale quali F. Manara, F. Mondelci,
R. Molinelli e D. Di Gregorio.
Primo violino dell’Orchestra da Camera delle Marche collabora con le più
prestigiose istituzioni orchestrali italiane.
(orchestra Nazionale della RAI, Scala di
Milano, Filarmonica della Scala …).
Roberto Molinelli
Luca Marziali
Luca Marziali, diplomato nel 1986 con
il massimo dei voti e la lode presso il
Conservatorio di Musica Gioacchino
Rossini di Pesaro, frequenta successivamente la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo sotto la guida
dei maestri Pasquier, Amoyal e Stefanato. È stato poi allievo dei maestri P.N.
Masi e C. Rossi all'Accademia Incontri
con il Maestro di Imola.
Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, Luca Marziali
svolge intensa attività concertistica sia in
veste solistica che cameristica, con importanti formazioni italiane.
Roberto Molinelli, violista, compositore
e direttore d’orchestra, è nato ad Ancona, ha studiato presso il Conservatorio
“G. Rossini” di Pesaro diplomandosi in
viola con il massimo dei voti e la lode.
Ha suonato come solista con importanti orchestre, in duo con il pianoforte
ed in molte formazioni cameristiche vincendo numerosi primi premi assoluti in
concorsi nazionali e internazionali.
Si è esibito nelle più prestigiose sale da
concerto italiane (come il Teatro Comunale di Bologna e la Sala Verdi di Milano) ed estere.
Ha al suo attivo numerose registrazioni
per la RAI-TV e Radio Due e ha inciso un
compact disc monografico su Carl Reinecke, effettuando la prima registrazione assoluta dei Drei Phantasiestücke
op. 43 per viola e pianoforte. Tale disco
è stato premiato come “CD del mese”
nella recensione della rivista italiana leader del settore “CD Classica” con giudizio artistico “Eccezionale”, oltre ad altre
lusinghiere critiche apparse su “Piano
Time” (Italia), “Diapason” (Francia) e
“Fanfare” (U.S.A.).
Ha collaborato con importanti Orchestre Sinfoniche e da Camera italiane
come Prima Viola solista. È docente di
viola al Conservatorio “L. D’Annunzio” di
Pescara. Dal 2000 è Direttore Artistico
dell’ Orchestra da Camera di Bologna.
È fondatore dell’ Ensemble Opera Petite, un piccolo gruppo che esegue arie
liriche e opere intere con l’effetto del
suono pieno di un’orchestra, grazie alle
sue elaborazioni e trascrizioni di famose
opere italiane. Con tale formazione si è
esibito in tournée in Giappone con La
Bohème e Serata Puccini, un concerto
dedicato alle più famose arie della produzione pucciniana.
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In veste di compositore ha collaborato con molti artisti italiani e stranieri, tra
i quali Andrea Bocelli, Sara Brightman,
Gustav Kuhn, Cecilia Gasdia, Anna Caterina Antonacci, Valeria Esposito, Andrea Griminelli, Lucio Dalla, Valeria
Moriconi, Enrico Dindo, Danilo Rossi, Federico Mondelci, Giorgio Zagnoni, realizzando lavori inediti per spettacoli che
hanno visto questi ultimi a fianco di
grandi orchestre sinfoniche di levatura
internazionale (Con te partirò, Romanza,
Canto della Terra per Andrea Bocelli).
È autore di brani che abbracciano i
generi musicali più svariati (classico sinfonico o da camera, jazz, leggero, colonna sonora). Molte sue première sono
state eseguite in sedi importanti e da orchestre prestigiose (Carnegie Hall di
New York, Teatro alla Scala di Milano,
Moscow Chamber Orchestra, I Concerti
Euroradio Stagione 2002-2003 in diretta
satellitare, Teatro Comunale di Bologna,
Ministero dei Beni Culturali, Teatro Hermitage di San Pietroburgo, Teatro de Las
Bellas Artes di Città del Messico, Auditorium RadioTV Slovenia, The Presidential
Symphony Orchestra Concert Hall di Ankara, Orchestra di Padova e del Veneto,
Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra
Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica
di Bari) riscuotendo un ampio successo
di pubblico e di critica: Twin Legends –
concerto per violoncello e archi commissionato dal celebre violoncellista Enrico Dindo e I Solisti di Pavia, Memoriae
Karoli – oratorio multimediale per soli,
coro e orchestra commissionato in occasione del primo anniversario della
scomparsa di Papa Karol Wojtyla; Movie
Concerto - scene scritte in forma di colonna sonora, divertissement per viola e
orchestra; Milonga Para Astor - dedicata
alla memoria di Astor Piazzolla; Padre
Nostro - eseguito presso il Santuario della
Madonna di Loreto e commissionato
dallo stesso Santuario in occasione del
Giubileo 2000; Four pictures from New
York - concerto per sassofono e orchestra scritto per il noto sassofonista italiano
Federico Mondelci, debuttato con
grande successo di pubblico e critica
32
sotto la direzione del M° Gabriel
Chmura, vincitore del premio Karajan;
Leonard Ouverture - per grande orchestra sinfonica, dedicata a Leonard Bernstein, eseguita in diretta via satellite
nell’ambito della Stagione dei Concerti
Euroradio, trasmessi in 20 Paesi; Montessoriana – cantata dedicata a Maria
Montessori nel cinquantenario della
scomparsa, interpretata dall’attrice Valeria Moriconi; Elegia per Manhattan,
scritta in struggente ricordo delle vittime
dell’ 11 settembre 2001; Once upon a
memory – doppio concerto per Bandoneòn, Armonica cromatica e orchestra
sinfonica; Processo a Babbo Natale –
opera in un atto commissionata dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese,
The Beatles
Una sua composizione originale è
stata scelta come colonna sonora
della campagna pubblicitaria Barilla,
in onda da settembre 1999.
Ha arrangiato e diretto l’Orchestra
RAI del Festival di Sanremo 2005, in diretta eurovisione. È stato membro e
Presidente della Giuria di SanremoLab
– Accademia della Canzone di Sanremo per tre anni consecutivi.
In occasione delle celebrazioni del
Centenario Montessoriano 1907-2007,
la sua Opera “Montessoriana” è stata
da lui diretta e rappresentata in Francia, Svezia, Canada, Messico, Stati
Uniti d’America e Italia, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma.
Alessandro Culiani
Il violoncellista Alessandro Culiani è
primo violoncello dell’Orchestra da Camera “Benedetto Marcello” dal 1994 e
dell’omonimo Ensemble Barocco.
Con queste formazioni ha inciso per
Bongiovanni, Mondo Musica, Tactus.
Collabora, sempre in veste di primo violoncello e di solista con l’Orchestra Sinfonica di Pesaro, l’Orchestra da
Camera delle Marche, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese ecc.
È molto attivo anche come arrangiatore: sue elaborazioni sono state
eseguite in Italia, Giappone, Argentina e Sud Africa con consenso di pubblico e di critica.
33
sabato 2 agosto
ore 21,15 giardino di Palazzo Donati
CULLATI DAL RESPIRO DEL CINEMA: una serata da
sogno tra suoni e immagini che ne hanno fatto la storia
Orchestra da Camera delle Marche
flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno, quintetto d’archi . . . . .
Luciano Di Giandomenico
...........
. .piano, ideazione e direzione d’orchestra
Luciano Di Giandomenico (1966)
Promenade Maigret - 2001: fantasia su musiche composte da Alessandro
Cicognini (1906-1995), Tony Renis (1938), Carlo Rustichelli (1916-2004), Nino
Rota (1911-1979), Luigi Tenco (1938-1667), Armando Trovajoli (1917), per i personaggi interpretati per cinema e televisione da Gino Cervi
Ennio Morricone (1928) - arrang. Luciano Di Giandomenico
Brani scelti dalla colonna sonora del film C’era una volta in America - 1984,
di Sergio Leone (1929-1989)
Luciano Di Giandomenico (1966)
Fantasia su temi per il cinema composti da Nino Rota (1911-1979)
Nicola Piovani (1946)
canzone tratta dal film La vita è Bella - 1997, di Roberto Benigni (1952)
Luciano Di Giandomenico (1966)
Trinità: fantasia su temi musicali composti da Carlo Rustichelli (1916-2004),
Franco Micalizzi (1939), Guido e Maurizio De Angelis (1944 e 1947) ed altri, per
i film interpretati da Bud Spencer - Carlo Pedersoli - (1929) e Terence Hill Mario Girotti - (1939)
lcuni grandi e noti compositori
del passato e del presente hanno prestato il loro genio alla musica da film ed il cinema ha espresso
tanti capolavori anche grazie alla colonne sonore di Nino Rota, Ennio Morricone, Alessandro Cicognini, Armando
Trovajoli e tanti altri.
Il progetto artistico che vi proponiamo
questa sera, chiamato dal suo ideatore
Luciano Di Giandomenico Cinema Serenade, mira a collocare nella dimensione ideale la musica dal vivo e la
proiezione sincronizzata delle immagini
relative: l’una diventa così sostegno fondamentale delle altre.
A
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La rielaborazione dei temi musicali in
forme di fantasia o di suite rende autonoma la musica di per sé e quindi l’immagine di supporto all’evento sonoro.
Una doppia prospettiva per il pubblico
che può interagire ponendo la propria
attenzione su parametri diversi che si
combinano a piacere di chi ne usufruisce. Questo anche grazie alla scelta
dell’organico strumentale che prevede
un’orchestra da camera con doppio
quintetto e pianoforte: un’immagine sonora accattivante dal punto di vista timbrico e di sicuro impatto emotivo nel
servire i capolavori dell’arte visiva in programma.
Carlo Rustichelli
Alesandro Cicognini
Franco Micalizzi
Nino Rota
Guido e Mauriozio De Angelis
Roberto Benigni
Ennio Morricone
Sergio Leone
Armando Trovajoli
Nicola Piovani
Bud Spencer e Terence Hill
Gino Cervi
Luigi Tenco
Tony Renis
Orchestra da Camera delle Marche
Fondata per volontà d’affermati professionisti presenti nel territorio marchigiano, raccoglie l'eredità dell'Orchestra
Sinfonica delle Marche con attivo oltre
400 concerti e numerose registrazioni.
Il nuovo Ensemble si avvale di un nucleo di 15 musicisti d’indubbio valore artistico che collaborano stabilmente in
piccoli gruppi da camera (dal trio, al
quartetto, all’orchestra d’archi). In occasione di produzioni sinfoniche l'organico si espande fino a 28 archi e si
avvale di alcuni fra i migliori fiati italiani,
prime parti d’importanti e prestigiose istituzioni orchestrali.
L'Orchestra ha collaborato con direttori e solisti di prestigio (Nicola H. Samale,
Massimo De Bernart, Cristiano Rossi, Federico Mondelci, Patrick De Ritis, Luisa
Prandina, Anna Maria Chiuri, Francesco
Orchestra da Camera delle Marche
Manara, Maxance Larrieu, Simonide
Braconi, Luisa Prandina, Luciano Di
Giandomenico, Giuseppe Sabbatini) ed
ha eseguito in prima assoluta brani di
Raffaele Bellafronte, Nicola H. Samale e
Roberto Molinelli.
Ha partecipato alle stagioni sinfoniche
del Teatro Gentile di Fabriano, alla
Sagra Malatestiana di Rimini, al Todi festival, al Festival Perosiana di Tortona;
collabora con l’Ente Concerti di Pesaro.
Su invito dell’Ambasciata Italiana in Grecia, si è esibita a Preveza ed Atene
nell’ambito delle manifestazioni per le
Olimpiadi nel 2004, e di nuovo in Atene
per la Festa della Repubblica nel 2005.
L’orchestra affianca alla sua attività
classica importanti produzioni di musica
moderna collaborando con famosi artisti del calibro di Avion Travel, La Cruz,
Paolo Conte.
Luciano Di Giandomenico
Luciano Di Giandomenico
Luciano Di Giandomenico, compositore, direttore d'orchestra e pianista.
Ha studiato composizione con Sergio
Rendine, direzione con Gianluigi Gelmetti e pianoforte con Mara Morelli, perfezionandosi con Sergio Perticaroli e
Paul Badura-Skoda.
Sue composizioni sono state commissionate e trasmesse dalla Rai, radio-televisione italiana, ed eseguite in importanti
teatri italiani ed esteri. Tra queste, si ricordano: Cantico di Natività, diretto in
mondovisione da Shlomo Mintz con il
coro e l'orchestra del Comunale di Bologna nel 2005; La montagna incantata,
cantata per soprano, voce recitante,
coro alpino, immagini video e orchestra,
eseguita all'auditorium della Rai di Torino
nello steso anno (di cui sono di prossima
pubblicazione il cd e il dvd); Pulcinella,
opera composta e da lui stesso diretta
nel febbraio 2007 per l'accademia di
Santa Cecilia di Roma; Ivory Concerto,
per trio jazz ed orchestra, da lui inciso
alla testa dell’Orchestra I pomeriggi musicali di Milano per l’ editore Raitrade nel
marzo 2008.
All'attività di compositore unisce
quella, altrettanto intensa, di direttore
d'orchestra e di pianista.
Ha collaborato con artisti come Vladimir Askenazy, Shlomo Mintz, José Carreras, Renato Bruson, Katia Ricciarelli,
Milva, Cecilia Gasdia, Carla Fracci, Dee
Dee Bridgewater, Amii Stewart, Antonella Ruggiero, Tony Scott, Walter Norris,
Stefano Di Battista e Piera Degli Esposti.
Ha realizzato incisioni discografiche
per Warner Chappel, Ricordi-Bmg, Diapason records e Raitrade.
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martedì 12 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
CONCERTO DI MEZZ'ESTATE: un crescendo di note, voci
e sensazioni per vivere e scoprire un museo e una città
Orchestra Sinfonica Rossini
Coro Polifonico Icense - Mercatello sul Metauro
Ferdinand Von Bothmer . . . . . . . .tenore
Lanfranco Marcelletti . . . . . . . direttore
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
dalla Suite per orchestra n. 4 in re maggiore BWV 1069
Ouverture
dalla Cantata BWV 147
Jesus bleibet meine Freude - corale
Gioacchino Rossini (1792-1868)
da Il signor Bruschino - 1813
Ouverture
da La donna del lago - 1819
Eccomi a voi, miei prodi - cavatina Rodrigo
Giuseppe Verdi (1813-1901)
da Nabucco - 1842
Va, pensiero, sull’ali dorate - coro
Georges Bizet (1838-1875)
Sinfonia in Do maggiore - 1855
Allegro: allegro vivace
Andante: adagio
Scherzo: allegro vivace
Finale: allegro vivace
nche quest’anno il Museo di
San Francesco vuole proporre
al suo interno un concerto prestigioso, ricco, scintillante ed allegro.
Un’occasione per immergersi nella
storia e nella cultura che trasuda dalle
sue pietre e dalle preziose opere d’arte
conservatevi. Un’opportunità per godere e assaporare il Museo esclusivamente per nostro svago e diletto,
rimandando eventuali approfondimenti
a visite o studi successivi.
A
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Un invito ad ampliare la visita al resto
della città ed a frequentarla nei giorni
seguenti, dedicati dall’Amministrazione
comunale alla memoria ed all’attualità
del fenomeno emigrazione.
Fenomeno che ha influenzato, influenza e influenzerà in maniera determinante il territorio di Mercatello e
dell’alta valle del Metauro e del quale
tutti noi, attori e spettatori, siamo più o
meno consciamente figli e debitori per
quanto ci ha saputo dare.
Anche il programma della serata,
visto il valore introduttivo che essa assume, vuol contribuire all’analisi del
tema proposto e sottolineare, nella sua
impostazione generale ed in alcuni significativi aspetti particolari, come il tema
dominante di questi giorni di mezz’estate possa essere ricercato e letto
anche nella musica; fra le note del pentagramma, i testi e le biografie dei personaggi che le hanno originariamente
composte o di quelli che le studiano, interpretano ed eseguono ancor oggi.
Il primo autore che incontriamo nel
nostro breve viaggio è certamente uno
dei più grandi compositori di tutti i tempi:
Johann Sebastian Bach.
Nato a Eisenach, in Germania, nel
1685, in una famiglia che si tramandava
il mestiere della musica da oltre un secolo e che arriverà a coprire ben sette
generazioni di musicisti, a soli nove anni
dovette trasferirsi presso un fratello maggiore organista a Ohrdruf. Qui imparò i
principi dell'organo e nel 1703 trovò impiego prima a Arnstadt, poi a Muhlhausen, fino ad arrivare nel 1708 alla
brillante corte ducale di Weimar, dove
rimase per nove anni prima di approdare a Cöthen alla corte del principe
Leopoldo di Anhalt.
Forse proprio qui vennero composte le
quattro Suites per orchestra, anche se
alcuni studi più recenti sembrano rimandarne la scrittura agli anni successivi. La
Suite n. 4 in re maggiore, BVW 1069,
della quale ascolteremo l’Ouverture, è
certamente la meno popolare e contemporaneamente la più ricca di tutte
dal punto di vista dell'organico orchestrale. In realtà nella sua prima stesura la
composizione era strumentata soltanto
per archi e fiati. Per il giorno di Natale
del 1725 Bach preparò poi un'elaborata
versione dell'Ouverture da anteporre
alla Cantata Unser Mund sei voll Lachens, BWV 110, e per l’occasione ampliò la strumentazione fino ad includervi
tre trombe, tre oboi, due flauti, timpani,
archi e continuo con fagotto.
Il corale Jesus bleibet meine Freude
era stato invece composto in precedenza durante il soggiorno a Weimar.
Johann Sebastian Bach
Gioacchino Rossini
Giuseppe Verdi
Georges Bizet
Questo costituisce il finale della cantata
BVW 147 Herz und Mund und Tat und
Leben. Il brano, splendido, universalmente noto ed adattato in diverse lingue nella moltitudine delle sue
esecuzioni, verrà qui eseguito con il testo
originale in tedesco:
Jesus bleibet meine Freude
Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide
Er ist meines Lebens Kraft,
meiner Augen Lust und Sonne
meiner Seele Schatz und Wonne,
darum lass'ich Jesum nicht
aus dem Herzen und Gesicht.
che può essere tradotto in:
Gesù è la mia gioia
la consolazione e la linfa del mio cuore,
Gesù difende da tutti i dolori
è la forza della mia vita,
il desiderio e la luce dei miei occhi
la ricchezza e la felicità della mia anima,
per questo io non lascio che Gesù
abbandoni il mio cuore e il mio volto.
Da Cöthen Bach emigrò infine a Lipsia
nel 1723. Qui, come Kantor e direttore
musicale della chiesa di San Thomas doveva insegnare canto e fornire settimanalmente, oltre alle numerose solennità
e festività, musica per le due chiese principali della città. E questo ritmo venne
mantenuto per quasi due decenni fino
a far superare il migliaio di opere conosciute e catalogate nel Bach-WerkeVerzeichnis (BVW) redatto nel 1950 dal
musicologo Wolfgang Schmieder.
Il programma prosegue con uno dei
compositori più amati al mondo e più vicini al nostro territorio: il pesarese Gioacchino Rossini.
Figlio di emigranti - di Lugo di Romagna il padre, di Urbino la madre - nasce
nel nostro capoluogo di provincia il 29
febbraio 1792 e qui rimane fino al nuovo
trasferimento della famiglia a Bologna
nel 1800. Nella città emiliana studia musica e già nel 1806 scrive un opera seria
- Demetrio e Polibio - mostrando già il
suo crescente interesse verso la musica
per il teatro.
Nel 1810 debutta a Venezia la sua
prima opera, che apre una folgorante e
fruttuosa stagione.
40
Tra le sue farse giovanili è Il Signor Bruschino (ossia Il Figlio per azzardo) che
occupa un posto di rilievo non solo nella
Storia del teatro musicale, ma nella Storia della Musica in generale, non foss’altro perché la deliziosa ed eseguitissima
Ouverture contiene un esempio, un secolo e mezzo in anticipo su tutte le più
azzardate avanguardie del ‘900, di musica “concreta”, vale a dire suoni molto
vicini al “rumore”: gli archi sono infatti
chiamati in partitura a percuotere ritmicamente i propri leggii con l’archetto,
con uno di quegli effetti timbrici stupefacenti di cui è prodiga l’intera produzione rossiniana.
La strepitosa carriera scaturita dai
primi successi giovanili fu vissuta freneticamente con continui passaggi da teatro a teatro, da città a città, tra stati
italiani ed europei. La donna del lago
appartiene al periodo più intensamente
creativo di Rossini, il quinquennio 18161820, un periodo quasi interamente vissuto in quel laboratorio d'avanguardia
che era in quel tempo il teatro musicale
napoletano. Tratta dal poema The Lady
of the Lake di Walter Scott l’azione si
svolge in Scozia all'epoca della ribellione
di gruppi di montanari dello Stirling contro il regno di Giacomo V, nel 1530.
Giacomo Douglas, già precettore del
Re, è stato bandito dal regno a causa
delle gesta di un suo nipote, ed è dovuto fuggire sulle montagne insieme a
sua figlia Elena. Qui ha trovato la protezione del capo dei ribelli Rodrigo di Dhu,
cui per riconoscenza ha offerto la mano
di Elena senza sapere che lei sì è nel frattempo innamorata del giovane Malcom
Groeme, datosi alla macchia per poterla seguire.
Disperata, Elena passa giornalmente
lunghe ore a meditare sul lago, meritando così il soprannome di "Donna del
lago" tra gli abitanti della zona.
Da quest’opera è tratta la splendida
ed impervia cavatina di Rodrigo che
dopo l’iniziale atmosfera marziale con la
quale egli si rivolge ai suoi guerrieri,
passa nella seconda sezione ad evidenziare i sentimenti d’amore che esso
prova nei confronti di Elena.
Rodrigo
Eccomi a voi, miei prodi,
onor del patrio suolo;
se meco siete, io volo
già l’oste a debellar.
Allor che i petti invade
sacro di patria amore,
sa ognor di mille spade
un braccio trionfar.
Coro
Sì, patrio onor c’invade
guidaci a trionfar!
Rodrigo
Ma dov’è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
fa quest’anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar.
Coro
A’ tuoi voti Amor sorride,
ah! ti affretta a giubilar!
Quasi a voler diventare il simbolo della
nostra emigrazione e del contributo che
la nostra terra ha saputo dare ai paesi
ospitanti Rossini si spense nel 1868 nella
sua villa di Passy, presso Parigi, dove
aveva trascorso gran parte della sua
vita più appartata, prima di compiere il
suo ultimo viaggio dal cimitero parigino
Père Lachaise alla basilica di Santa
Croce a Firenze, dove arrestò definitivamente la sua esistenza pellegrina nel
1887. I suoi frutti continuano però ancora a crescere nella sua Pesaro grazie
al lascito testamentario e all’indelebile
ricordo della sua grandezza.
La seconda parte del programma è
aperta da uno dei brani più famosi del
repertorio corale, scritto da Giuseppe
Verdi per il suo Nabucodonosor, meglio
conosciuto come Nabucco: Va', pensiero, sull'ali dorate, coro intonato dal
popolo ebreo prigioniero in Babilonia.
A causa di questo pezzo il lavoro verdiano è stato spesso letto come la sua
opera più risorgimentale, poiché gli
spettatori italiani potevano all’epoca riconoscere la loro condizione politica in
quella degli ebrei soggetti al dominio
babilonese. Altra lettura, più attinente al
tema della serata può essere data
dall’assimilazione del popolo ebreo a
quello delle povere popolazioni costrette ad emigrare, rimpiangere e sognare la loro lontana terra d’origine.
Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate ...
Oh mia patria si bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
Nella breve introduzione orchestrale le
sonorità iniziali, sommesse e misteriose, si
alternano all'improvvisa violenza degli
archi in tremolo e le ultime battute, con
i ricami di flauto e clarinetto in pianissimo, sembrano voler evocare quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi. La
cantilena in 4/4, sommessa ed elegiaca,
che si snoda sull'ampia onda del semplice accompagnamento a sestine,
trova il momento di maggior vigore alle
parole Arpa d'or dei fatidici vat», prima
di ripresentarsi un'ultima volta - O t'ispiri il
Signore un concento - arricchita dalle
fioriture dei legni.
In chiusura viene presentata una straordinaria composizione di George Bizet:
la Sinfonia in Do maggiore, scritta a soli
17 anni e considerata dall’autore non
più di un riuscito esercizio di composizione. Per tale motivo l’autografo fu ritrovato solo nel 1933 e la prima esecuzione
fu una vera rivelazione, soprattutto per
la straordinaria freschezza melodica.
Non si tratta infatti dell’assimilazione di
uno studente dotato: la spigliatezza nel
riutilizzo di modelli autorevoli, frutto di
apporti di lughi, tempi e culture differenti
- a noi particolarmente cari - palesa un
genio già totalmente maturo. E probabilmente è proprio la giovanissima età a
produrre la vitalità, la freschezza e la tenerezza di questa musica figlia dell’interazione e dell’integrazione.
41
La sinfonia è strutturata in quattro movimenti. Il primo si apre con un tema
d’una semplicità disarmante. Ne seguono sviluppi anche notevolmente
fantasiosi, un crescendo dal sapore rossiniano e un secondo tema, affidato
all’oboe, dalla cantabilità schubertiana.
Nell’Adagio
torna
protagonista
l’oboe, con una melodia dalla linea vagamente orientaleggiante, mentre il
terzo tempo è uno scherzo scoppiettante ed energico, interrotto solo dall’andamento popolaresco del trio nella
parte centrale.
Il finale è un autentico colpo di teatro:
in un clima spensierato e avvincente si
susseguono fanfare dall’allegria sfrenata, che anticipano di vent’anni la corrida della Carmen.
Orchestra Sinfonica Rossini
È l’orchestra della Provincia di Pesaro
e Urbino; ha doppia sede a Pesaro e a
Fano. Per il terzo anno consecutivo ha
ottenuto il riconoscimento dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali e da sette
anni è presente al Rossini Opera Festival.
Nata nell’aprile 2001, al termine di una
selezione coordinata da Alberto Zedda,
la formazione ha partecipato con successo dal 2001 al 2003 al R.O.F. di Pesaro
con il nome di “Orchestra del Festival”.
Nel 2004 il gruppo si è costituito in associazione autonoma assumendo la
nuova denominazione, con l’intento di
proseguire la propria attività lirica e sinfonica anche in diverse sedi e contesti.
L’attività dell’orchestra, in costante
sviluppo, conta di circa 60 esecuzioni
l’anno su tutto il territorio nazionale. In
particolare organizza produzioni concertistiche per le amministrazioni di Pesaro
(Teatro Rossini), di Fano (Teatro della Fortuna), di Urbino (Teatro Raffaello Sanzio)
e della Provincia di Pesaro e Urbino (teatri storici). Nel 2005 l’Orchestra Sinfonica
Rossini si è esibita in Corea del Sud e nel
2007 a Malta.
Fin dalla nascita è rappresentata in
qualità di direttore musicale dal Maestro
Paolo Ponziano Ciardi, di direttore artistico dal Maestro Antonio Bigonzi e di
presidente dal Maestro Saul Salucci.
42
Orchestra Sinfonica Rossini
Coro Polifonico Icense
Coro Polifonico Icense
Il Coro Polifonico Icense si è costituito
da quasi trent’anni, nel 1980, grazie alla
passione per la musica e il canto di molti
Mercatellesi e all’opera generosa di
Don Adamo Lucciarini.
Dopo alcuni anni di attività i concerti
andarono via via diradandosi fino a
scomparire. L'entusiasmo e la volontà di
alcuni suoi componenti e dell’attuale
presidente Fabio Bricca, hanno però
permesso al Coro Polifonico Icense di ricostituirsi nel 2004.
L’attuale corale, costituita da 34 elementi, nel suo pur breve periodo di vita,
ha avuto l'onore, grazie alla preparazione di un repertorio sacro di grande
qualità e alla preziosa collaborazione
musicale con l'organista Lorenzo Antinori, di esibirsi: nella Basilica di San Pietro
in Vaticano, nella Basilica Inferiore di San
Francesco in Assisi, nella Basilica della
Santa Casa di Loreto e nella Basilica
Cattedrale di Urbino.
Lo studio di un repertorio che spazia
tra vari generi musicali di epoche diverse ha consentito inoltre al Coro Polifonico Icense di partecipare alla stagione
concertistica regionale I colori della Musica, alla Rassegna Corale Autunnale
della città di Pergola e di esibirsi con
successo durante il festival estivo - Musica&Musica: tempi luoghi e culture a
confronto - di cui è diventata una delle
colonne portanti e durante la quale si è
esibita anche con l’accompagnamento dell’Orchestra da Camera delle
Marche, diretta dal Maestro Antonio
Cavuoto, nell’edizione del 2006.
Dal 2004 è diretta, artisticamente e
musicalmente, dal Maestro mercatellese Guerrino Parri che dopo essersi formato al Conservatorio Gioacchino
Rossini di Pesaro ed aver affrontato diverse e variegate esperienze musicali è
riuscito a formare un valido gruppo vocale particolarmente attento a vivere
con entusiasmo la propria evoluzione artistica musicale e aperto a future importanti collaborazioni, come quella che lo
vedrà impegnato nella serata assieme
all’Orchestra Sinfonica Rossini.
43
Ferdinand von Bothmer
Nato a Monaco, ha condotto i propri
studi musicali all’Hochschule di Vienna
dove, dal 1999, è stato membro della
Volksoper, debuttando in diversi ruoli
principali del repertorio tedesco.
La sua carriera internazionale decolla
immediatamente, portandolo a Innsbruck, all’Opera di Lipsia, al Festival di
Mörbisch (Vienna).
Nella stagione 2002/2003 viene invitato da Placido Domingo alla Washington Opera per interpretare Jaquino nel
Fidelio di Beethoven, ruolo che esegue
subito dopo anche al Teatro alla Scala
di Milano sotto la direzione di Riccardo
Muti. Fra i numerosi teatri nei quali si è
esibito, elenchiamo l’Opera di Zurigo (Il
flauto magico), quella di Nancy (Don
Giovanni), l’Opera di Roma, i teatri di
Amburgo e Dusseldorf, il Théatre Royal
de la Mannaie, il Teatro Regio di Torino
(Die zauberflöte) e il Tokyo Opera, con Il
barbiere di Siviglia.
Recentemente è stato ospite della
Volksoper di Vienna per una produzione
di Mozart e Salieri (Rimski-Korsakov). Ha
cantato inoltre Idomeneo a Wiesbaden
e a Vienna, Die Schuldigkeit des ersten
Gebots di Mozart al Rossini Opera Festival e Il ratto del serraglio, nel ruolo di Belmonte, con i Göttinger Symphoniker.
Ferdinand von Bothmer è anche attivo nel repertorio liederistico e da concerto in generale. È stato ospite, tra gli
altri, al Festival di Salisburgo - Ouvertüre
zu Manfred di Schumann - sotto la bacchetta di Ivor Bolton e alla Bachakademie Stuttgart sotto la guida di Helmut
Rillling. Ha tenuto numerosi Concerti con
la Bayerischer Rundfunk, eseguendo, tra
l’altro, Die lustigen Weiber von Windsor
di Otto Nicolai (disponibile in CD).
Ha registrato per la Naxos La donna
del lago di Gioacchino Rossini nel ruolo
di Rodrigo, con la direzione del Maestro
Alberto Zedda.
Fra gli ultimi impegni, ricordiamo il
ruolo di protagonista nel rossiniano Le
nozze di Peleo e Teti al Rossini Opera Festival di Pesaro, l’interpretazione in Wiener Blut di Johann Strauß a Nancy, la
Ferdinand Von Bothmer
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Lanfranco Marcelletti, Jr.
partecipazione a Il barbiere di Siviglia
alla Volksoper di Vienna e a La Juive allestita a Stoccarda.
I questi giorni è impegnato al Rossini
Opera Festival di Pesaro dove interpreta
Pilade in Ermione. Nel prossimo mese di
novembre sarà in tournée in Giappone
con la produzione di Otello (Jago) realizzata con la sua presenza dal Rossini
Opera Festival con la regia di Giancarlo
Del Monaco per il Festival del 2007.
Lanfranco Marcelletti, Jr.
Considerato “gran surpresa” dalla critica spagnola, il direttore Lanfranco
Marcelletti viene acclamato dal pubblico e dalla critica per le sue coinvolgenti esecuzioni, sia nel repertorio
orchestrale che in quello operistico.
I suoi impegni come direttore lo hanno
portato a lavorare con orchestre e
gruppi musicali in Europa, Sud America,
America Centrale e Stati Uniti: Orchestra
Sinfonica del Brasile (Rio de Janeiro), Orchestra del Teatro Nazionale (Brasilia),
Orchestra Sinfonica Nazionale del Cile
(Santiago), Orchestra Sinfonica di Xalapa (Messico), Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Sinfonica
di Galicia (La Coruña, Spagna), Haydn
Chamber Orchestra (Londra) e Orchestra del Festival Eleazar de Carvalho
(Fortaleza, Brasile).
Il grande successo ottenuto al Glimmerglass Opera Festival (Cooperstwon,
U.S.A.) nel 2000, dove ha iniziato la sua
carriera come direttore operistico, lo ha
portato in seguito a lavorare per altri importanti teatri; tra questi il Teatro Real
(Madrid), il Teatro Calderón (Valladolid,
Spagna) e la Commonwealth Opera
(Massachusetts, U.S.A.).
È stato assistente del famoso Maestro
Anton Coppola, nella premiere della
sua opera Sacco e Vanzetti a Tampa
(Florida, U.S.A.), ed ha ideato, in collaborazione con l’attrice Carmen Bermejo, lo spettacolo per bambini
www.mozart.deus, prodotto dal Teatro
Calderon (Valladolid, Spagna).
Lanfranco Marcelletti ha iniziato gli
studi musicali in Brasile, nel Conservatorio Pernambucano de Musica di Recife,
la sua città natale, dove si è diplomato
in pianoforte.
Si è quindi trasferito in Europa, dove si
è perfezionato in pianoforte alla Music
Akademie di Zurigo e alla Hochschule
für Musik und darstellende Kunst di
Vienna, dove ha studiato anche composizione. Si è infine trasferito negli Stati
Uniti, paese in cui attualmente risiede,
dove ha ultimato gli studi di direzione
d’orchestra alla Yale University (New
Haven).
Numerosi sono i premi e riconoscimenti ottenuti: ha vinto i concorsi “Giovanni Direttori”, promosso dall’Orchestra
Sinfonica del Cile (1998) e, come pianista, “Giovanni Solisti di Roma” (1988); è
stato nominato “Giovane Direttore
dell’Anno” dall’Associazione di Critici
d’Arte di San Paolo del Brasile (1998); ha
ricevuto della Yale University il Dean’s
Prize (1996) e il Premio intitolato a Eleazar
de Carvalho (1997), compositore e direttore d’orchestra brasiliano considerato
sua guida e mentore.
Marcelletti ha ricevuto inoltre una
menzione speciale rilasciata dall’Assemblea dello Stato di Pernambuco (Brasile)
per la sua attività finalizzata alla promozione della musica classica nella sua
città natale, Recife.
Recentemente nominato direttore
musicale della Cayuga Chamber Orchestra (Ithaca, U.S.A.), Marcelletti è
anche professore di direzione d’orchestra e direttore della University Orchestra
nell’Università del Massachusetts ad Amherst (U.S.A.).
Invitato a Pesaro nel 2004 dal maestro
e musicologo Alberto Zedda per dirigere
“Il Viaggio a Reims” al Rossini Opera Festival, è tornato regolarmente al celebre
Festival marchigiano, dove quest’anno
ha assunto la carica di assistente del
Maestro Zedda nella direzione della prestigiosa Accademia Rossiniana.
45
giovedì 14 agosto
ore 21,15 piazza Giuseppe Garibaldi
RITROVARSI NEL JAZZ: una festosa serata dedicata a
quanti amano Mercatello e se la portano nel cuore
Siena Jazz Big Band
Maurizio Pasqui, Fabrizio Cappelli, Mirco Rubegni, Pierangelo Nesci, Paolo Grati, Leonardo Dianori . . . .trombe
Alberto Solari, Cristian Tognalini, Silvio Bernardi, Emanuele Ragni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .tromboni
Andrea Belleschi, Patrizia Cresti . . . . . . . .sassofoni contralto
Piero Paolini, Paolo Galluzzi . . . . . . . . . . . . . . . .sassofoni tenore
Justin Harris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .sassofono baritono
Emanuele Mefiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .chitarra
Roberto Bartali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .piano
Giacomo Rossi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .basso
Simone Bruschi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .batteria
Klaus Lessmann
........................
. . . . . . . . . . . . . . . . . .direttore
ed arrangiatore
Duke Ellington (1899-1974)
Stevedore stomp - 1929
Django Reinhardt (1910-1953)
Lentement Mademoiselle - 1942
Jelly Roll Morton (1885-1941)
Mister Joe - 1939
Duke Ellington (1899-1974)
All too soon - 1940
Stanley Cowell (1941)
Abstrutions - 1968
Steve Swallow (1940)
Como en Vietnam - 1969
Klaus Lessmann (1961)
Paperology - 2005
Frédéric Chopin (1810-1849)
Waltz Op. 34 N. 3 - 1838
Forrest Richard Betts (1943)
Jessica - 1971
Billy Strayhorn (1915-1967)
Lotus Blossom - 1962
George Gershwin (1898-1938)
But not for me - 1930
Tadd Dameron (1917-1965)
Tadd's delight - 1949
er concludere la rassegna concertista e salutare gli ospiti che,
accogliendo l’invito, sono voluti
tornare al paese natio in occasione
delle celebrazioni dedicatagli dall’amministrazione comunale di Mercatello, si
è scelto di proporre un concerto di musica jazz; genere che più e meglio di altri
rappresenta i valori e gli arricchimenti
generati dalla commistione di culture di-
verse, unite ed integrate fra loro, a volte
anche in maniera involontaria e apparentemente insignificante, ma capaci di
produrre risultati altrimenti impensabili
ed irraggiungibili.
Il retaggio culturale e i suoni derivanti
dalla tratta di schiavi neri, portatori di
una ricca varietà di musiche, danze,
strumenti, vocaboli, riti e tradizioni tramandate per secoli in clandestinità, mi-
P
46
Duke Ellington
Django Reinhardt
Jelly Roll Morton
Stanley Cowell
Steve Swallow
Forrest Richard Betts
Billy Strayhorn
George Gershwin
Tadd Dameron
47
scelato alla musica indigena ed a quelle
bianche provenienti dal vecchio continente produsse, circa un secolo fa, a
New Orleans il jazz, che dalla città della
Louisiana si espanse negli anni ’20 a Chicago, al resto dell’America del Nord e
solo più tardi in Europa. Sostanzialmente
il jazz può dunque dirsi un genere di musica afroamericana, eseguito originariamente solo con strumenti a fiato e
batteria, nato agli inizi del XX secolo
negli Stati Uniti, contemporaneamente
agli sbarchi di molti connazionali e compaesani che andarono a cercar fortuna
nel Nuovo Mondo.
Giuseppe Muccioli, Musicon’
48
Proprio le navi, i piroscafi e i transatlantici che solcavano l’oceano possono essere assunti, non solo metaforicamente,
come splendidi esempi di calderoni ambulanti in cui l’inserimento e l’amalgama
di tanti ingredienti diversi aveva una sua
prima fermentazione, preventiva alla
maturazione finale del prodotto che i diversi apporti etnici avrebbero prodotto
sulla terra ferma d’arrivo.
Calzante e illuminante è a tal proposito l’esempio dell’indimenticabile “trovatello dell’immigrazione” scaturito
dalla penna di Alessandro Baricco. È
proprio mentre gallegia e ondeggia
sull’enorme nave Virginian che Novecento impara, sintetizza e distilla la propria musica straordinaria, cogliendola
soprattutto sottocoperta, fra le cabine
della terza classe.
"Prima ascoltava: voleva che la gente
gli cantasse le canzoni che sapeva, ogni
tanto qualcuno tirava fuori una chitarra,
o un'armonica, qualcosa, e iniziava a
suonare musiche che venivano da
chissà dove ... Novecento ascoltava. Poi
incominciava a sfiorare i tasti e a poco a
poco quello diventava un suonare vero
e proprio, uscivano dei suoni dal pianoforte - verticale, nero - ed erano suoni
dell'altro mondo. C'era dentro tutto:
tutte in una volta, tutte le musiche della
terra", anche il mandolino di un mercatellese prestato all’America.
Per enfatizzare l’impatto sonoro e visivo di una serata così importante e
riempire di gioia e allegria il grande e impegnativo spazio architettonico della
bella Piazza cittadina, gli organizzatori si
sono rivolti ad una delle più affermate
orchestre jazz italiane: la Siena Jazz Big
Band. Una big band è infatti la più
grande compagine dedita a questo genere ed interpreta principalmente brani
jazz, in particolare swing e free jazz,
come le prime celebri formazioni dirette
da Duke Ellington, Tommy Dorsey e suo
fratello Jimmy Dorsey, Glenn Miller,
Count Basie, l'orchestra del “Cotton
Club” di Cab Calloway, Benny Goodman, Stan Kenton. Tutte orchestre che
permisero al genere di svilupparsi in
modo esponenziale a partire dal 1915,
Duke Ellington and his Band
facendolo diventare la musica da ballo
dominante tra il 1930 e il 1940, anni in cui
i brani delle big band si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche di
vendita. Allora i bianchi, pur non capendola, trovavano infatti questa musica
elettrizzante. Per loro era solo un nuovo
genere ballabile: lo swing, così detto per
effetto del dondolio ritmico che induce
l’uditorio a battere il piede, schioccare
le dita od oscillare a tempo.
Ridotto a meccanico ingranaggio di
danza, nel secondo dopoguerra lo
swing venne seppellito dal bebop, uno
stile decisamente nero, aspro, ribelle, tumultuoso, capriccioso, inorecchiabile, di
enorme difficoltà esecutiva, basato su
ritmi intricati, armonie ardite e melodie
tortuose. Il nuovo jazz ribelle e protestatario diventa così una musica di puro
ascolto e perde molto del suo pubblico
volendo identificare solamente una
parte ristretta della popolazione americana caratterizzata dal colore della
pelle. Il risentimento razziale, che dal
1956 sfocia in marce, sit-in e scontri
rende il jazz ancora più nero: il jazz modale. L’ascoltatore abituato all’armonia
europea resta perplesso, e il jazz vede
svanire il suo pubblico, che il più facile
rock erode via via. Con l’infiammarsi
dello scontro razziale nasce il free jazz, in
cui i riferimenti all’armonia paiono del
tutto sospesi e che all’ascoltatore appare come un caos cacofonico. Ma in
breve l’incendio si spegne: esplode la
contestazione studentesca e il rock vive
la sua stagione d’oro, facendosi interprete dell’ansia di ribellione dei giovani.
Nel 1969 il jazz sembra di colpo un fossile ed è costretto a prendere la via del
jazz-rock, unendo la propria arte improvvisativa e sapienza armonica con i colori
degli strumenti elettrici. Ma la scena è
dominata ancora dagli stili di jazz storici,
che il pubblico europeo ha scoperto in
ritardo. Si diffondono i grandi festival, le
scuole di jazz, i film sui protagonisti che
hanno fatto grande il genere musicale.
Un secolo di storia, non solo della musica, che potremo rivivere insieme durante la serata, riascoltando le
trasformazioni subite dal jazz: dall’originale idioma specifico dei neri afroamericani alla sua alfabetizzazione, con
l’introduzione di partiture scritte e una
49
crescente elaborazione teorica; e ancora l’europeizzazione e l’apporto della
tradizione “bianca”; infine, il contatto
con la musica colta e le pressioni del
mercato discografico.
Oggi il jazz è un linguaggio internazionale, ancora aperto a molte influenze e
carico di potenzialità, ma anche esposto ai rischi soffocanti di una tradizione
divenuta storia. Oggi Mercatello è una
cittadina più ricca di cent’anni fa. Cresciuta anche grazie all’apporto dato e
colto, fuori dalle sua mura, dalle esperienze dei suoi emigranti e dalle culture
degli immigrati che ha saputo accogliere senza discriminazioni al suo interno; memore del suo passato e
proiettata verso il suo futuro.
Siena Jazz Big Band
La Siena Jazz Big Band nasce nel 1994
come big band della Scuola Jazz dell’Associazione Siena Jazz con un organico formato da professionisti, studenti
della Scuola e musicisti dilettanti appassionati di musica afro-americana. Sin
dall’inizio il gruppo si è dimostrato molto
affiatato e dopo poco tempo, nel 1999,
è stato pubblicato il primo CD, intitolato
“GOP - Siena Jazz Big Band” seguito
dalla registrazione del secondo CD “Abstrutions“, pubblicato nel 2003.
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La qualità esecutiva degli strumentisti
della Siena Jazz Big Band, sotto la guida
sicura e competente di Klaus Lessmann,
grande solista del panorama jazzistico
italiano ed europeo, si è evoluta in maniera costante permettendo al gruppo
di raggiungere livelli assolutamente
buoni : oggi la Siena Big Band si inserisce
a piena titolo fra le più qualificate orchestre jazz del territorio nazionale.
Il repertorio dell’orchestra è costituito
da arrangiamenti originali scritti dal direttore Lessmann per la Siena Jazz Big
Band e ripercorre con efficacia le varie
età del Jazz: dal Jazz classico di Duke Ellington, di Count Basie e di Cab Calloway, al Jazz degli anni ‘60 con Julian
‘Cannonball Adderley e Keith Jarrett,
per arrivare ai brani originali composti
dal bassista della Big Band Franco Fabbrini e dal direttore Klaus Lessmann: è soprattutto in questi ultimi brani che il
tessuto ritmico-armonico ricco e inusuale permette di esaltare le capacità
solistiche degli strumentisti, lasciando
ampio spazio all’improvvisazione.
Nel passato, la Siena Jazz Big Band ha
già avuto il piacere di suonare con
grandi musicisti quali Gianni Basso,
Marco Tamburini, Renato Chicco, Roberto Rossi, Barbara Casini ed altri.
Klaus Lessmann
Klaus Lessmann
Clarinettista, sassofonista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra.
Nato nel 1961 in Germania, si è diplomato presso l’Università di Graz in Austria
come concertista, didatta e musicologo. È attivo sulla scena musicale dall’inizio degli anni ‘80 e ha collaborato
con numerosi musicisti italiani e stranieri.
Dopo aver frequentato i Seminari Senesi di Musica Jazz si è stabilito a Siena
dove dal 1990 insegna strumento, arrangiamento, musica di insieme ed altre
materie nell’ambito dei seminari invernali di Siena Jazz. Dirige la Siena Jazz Big
Band e la Arbia Big Band per le quali
scrive quasi tutti gli arrangiamenti.
Lavora anche con il suo quartetto,
con il Neos Project di Riccardo Galardini, con il quartetto/settetto Clarinettology, con il Swingtet di Maurizio Geri e la
Jelly Roll Tuba Band. Nel campo della
musica leggera ha collaborato fra gli
altri con Francesco Nuti, Sergio Caputo
e Marco Messeri.
È il responsabile per l’Italia della International Association of Schools of Jazz
ed ha organizzato due Meeting dell’associazione a Siena. Insegna Educazione
Musicale alle Scuole Medie Statali. Ha
pubblicato due libri sul fraseggio jazzistico con la casa editrice Ricordi e diversi arrangiamenti con l’inglese Lush
Life Music. Come didatta ha tenuto numerosi workshop in Italia e Francia.
Ha inciso dischi e CD sotto il proprio
nome, con Riccardo Galardini, Maurizio
Picchiò, Carlo Morena, Maurizio Geri, il
Quartetto Acustico Latino, la Siena Jazz
Big Band, Sergio Caputo, Marco Messeri,
Francesco Nuti ed altri.
Siena Jazz Big Band
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Corale Polifonica Malatestiana, Orchestra da Camera delle Marche - Musica&Musica 2006
amici e sostenitori
entilissimo
Spettatore
ed
Amico, a partire da quest’anno la Pro Loco Mercatellese, in qualità di organizzatore, in
collaborazione con il Comune di Mercatello sul Metauro, della rassegna “MUSICA&MUSICA: tempi, luoghi e culture a
confronto”, Le chiede di diventare
anche Sostenitore dell’iniziativa.
Quest’ultima, nata in seno al Museo di
San Francesco è essenzialmente volta a
far vivere, conoscere e promuovere il
patrimonio artistico mercatellese ad un
sempre maggior numero di persone in
grado di apprezzare la ricca offerta culturale e capaci ancora di sorprendersi di
fronte alla quantità e qualità delle opere
d’arte che si possono ammirare in una
così piccola e decentrata cittadina.
Conoscendo la Sua attenzione nei
confronti di tali manifestazioni Le proponiamo di entrare a far parte del gruppo
di soci che si sta già costituendo per tali
finalità e, per ringraziarla, abbiamo studiato per Lei alcune agevolazioni sulle
nostre offerte.
G
Con la tessera annuale di socio ordinario Lei:
- otterrà un abbonamento personale,
non trasferibile, valido per l’ingresso ai
concerti previsti da Musica&Musica e
per la visita al Museo di San Francesco;
- riceverà il programma dei concerti e
potrà ritirare gratuitamente all’inizio
degli spettacoli il programma di sala;
- troverà stampato sul programma (per
quest’anno la novità dell’iniziativa ed i
tempi ristretti non ci hanno permesso di
riportare in queste pagine i nominativi di
quanti hanno già aderito all’invito) e
pubblicato sulle nostre pagine web il
proprio nome, fra quello dei soci;
- avrà diritto a prenotare biglietti aggiuntivi per i suoi familiari o ospiti, con
una settimana di anticipo rispetto alla
messa in vendita al pubblico (fino ad un
massimo di quattro per ciascun spettacolo in programma);
- usufruirà di uno sconto del 10% sul
prezzo di copertina delle pubblicazioni
in vendita nel bookshop del museo.
In qualità di socio sostenitore Lei o la
Sua attività:
- otterrà quattro tessere non nominative
(potranno essere cedute di volta in volta
a dipendenti, ospiti di attività ricettive,
ecc.) che daranno diritto agli stessi benefici dei soci ordinari, con la possibilità
di veder inoltre pubblicato sul web e sul
programma di sala (per quest’anno la
novità dell’iniziativa ed i tempi ristretti
non ci hanno permesso di riportare in
queste pagine i nominativi di quanti
hanno già aderito all’invito) il logo della
ditta rappresentata, l’indirizzo dell’attività che si vuol promuovere ed un link al
proprio sito internet.
La quota stabilita per il 2008 per i soci ordinari è di € 25,00. Per i giovani sotto i 26 anni, i
componenti del Coro Polifonico Icense e
della Banda Musicale di Mercatello, i possessori di UNPLIcard ed i soci del Touring Club Italiano tale cifra è ridotta ad € 20,00.
La quota stabilita per il 2008 per i soci sostenitori è di € 150,00.
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Gli organizzatori si riservano di apportare al programma eventuali
variazioni imposte da ragioni tecniche o da cause di forza maggiore.
I posti per i concerti a pagamento, detratti quelli riservati agli abbonati, saranno acquistabili, fino ad esaurimento di quelli disponibili, a partire dallo stesso giorno della
settimana precedente la manifestazione musicale fino all’inizio dello spettacolo.
Per informazione, abbonamenti e biglietti: ProLoco Mercatellese, tel. 072289819
www.proloco-mercatello. it
[email protected]