ESZnews 67 giugno2015 Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale Nuova opera, quasi una “sinfonia scenica” Va in scena il 13 giugno in prima rappresentazione Alessandro Solbiati assoluta al Teatro Comunale di Bologna, commissione dello stesso ente lirico, la nuova opera di Alessandro Solbiati Il suono giallo, un prologo, sei quadri e un epilogo, libero adattamento e libretto dell’Autore dalla composizione scenica Der gelbe Klang di Vasilij Kandinskij. Lo spettacolo, in replica il 14, 16 e 17 giugno, è interpretato da Laura Catrani, soprano, Alda Caiello, mezzosoprano, Paolo Antognetti, tenore, Maurizio Leoni, baritono, Nicholas Isherwood, basso, dall’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna, maestro del coro Andrea Faidutti, sotto la direzione di Marco Angius. Scene e costumi sono di Gianni Dessì, la regia di Franco Ripa di Meana. Si rimanda, nella pagina successiva, alla presentazione del nuovo lavoro con le parole dell’Autore. È in cartellone il 26 settembre al Teatro Verdi di Firenze, per il Festival Play It!, la prima esecuzione della versione definitiva per del Concerto per chitarra e orchestra da camera. Sarà sempre Marco Angius a dirigere il solista Luigi Attademo e l’Orchestra della Toscana. Spiega Solbiati: «La genesi di questo brano è piuttosto complessa e tormentata. La prima versione risale al 1990 ed era frutto della richiesta dell’allora direttore artistico dell’Orchestra di Santa Cecilia di Roma, Francesco Siciliani, per la Stagione Sinfonica 1990/91. Il solista previsto era Emanuele Segre, allora molto giovane; ma la cosa imbarazzante fu che Siciliani mi chiese di usare l’intera compagine orchestrale, una grande orchestra sinfonica del tutto sproporzionata alla chitarra, pur se amplificata. Ciò mi costrinse a vere acrobazie compositive per permettere alla chitarra di emergere senza ricorrere a un livello snaturante di amplificazione. Quella versione non fu poi eseguita. Ero però già convinto di realizzare una versione con un’orchestra più equilibrata al tipo di solista, e ciò avvenne dieci anni dopo, nel 2000. Tale versione è stata eseguita due volte, a Milano e a Bacau, in entrambe le occasioni con la solista Filomena Moretti. Ma qualcosa nell’orchestrazione non mi soddisfaceva e ho atteso molti anni prima di fare piccoli cambiamenti che portano alla versione definitiva che vede la luce ora, con Luigi Attademo come interprete. Si tratta di un ampio lavoro, estremamente complesso per il solista, in un solo movimento ma suddiviso in molte sezioni, in ciascuna delle quali utilizzo un differente rapporto tra chitarra e orchestra: lo strumento è di volta in volta “solista compositivo”, annuncia le note perno di una sequenza e le lascia dilagare in orchestra, oppure si alterna rapidamente al tutti, in una sorta di lotta serrata, oppure ancora si costruisce una sorta di concertino costituito da archi soli o da altri strumenti. Altre volte la chitarra viene in un certo senso amplificata da strumenti gemelli, quali l’arpa prima e la celesta dopo, e altre volte ancora, infine, emerge prepotentemente con momenti fortemente solistici e cadenzali». Il 20 maggio il mezzosoprano Elisa Bonazzi ha eseguito nell’ambito della rassegna Suona Francese, nella Sala Bossi del Conservatorio G.B. Martini di Bologna, To whom? per voce sola. Il 22 maggio Rai Radio3 ha trasmesso in diretta radiofonica, nell’ambito della trasmissione La Stanza della Musica, Dies per clarinetto e pianoforte, nell’interpretazione del duo Selene Framarin e Alfonso Alberti. Il 30 maggio la flautista Sara Minelli ha proposto al Prieuré de Lavaray di Fondettes (Touraine, Tours), As if to Land… per flauto solo. Il 21 giugno Luigi Gaggero interpreterà alla Tonhalle di Düsseldorf, alla testa del Notabu Ensemble, tre Duetti per cimbalom e ensemble da Piccoli canti. Il 12 luglio la clavicembalista Olga Zheltikova presenterà all’Evangelische Kirche di Karlsruhe, nell’ambito dei Grötzinger Musiktage 2015, le Undici Variazioni per Ruggero per clavicembalo. AAS per organo è in programma il 4 agosto alla Basilica della Santa Casa di Loreto, affidato ad Andrea Collauto. Il 20 settembre l’Ensemble Musagète esegue al Teatro Olimpico di Vicenza Musagète per nove strumenti. Nel mese di giugno Rai Radio3 manderà in onda il sabato e domenica mattina otto “Lezioni di musica” curate da Alessandro Solbiati, che presenterà la Terza Sinfonia di Mahler, il Trio in La minore di Ravel, Ein deutsches Requiem di Brahms e la Sinfonia di Salmi di Stravinskij. Nei giorni 14, 15 e 16 settembre giungerà alla fase finale una masterclass di composizione dalla formula innovativa, concepita e ospitata dal canale televisivo online Limenmusic. Nove giovani compositori, selezionati attraverso loro partiture, hanno prodotto un breve video di autopresentazione e sono impegnati ciascuno in un progetto compositivo che verrà commentato online nelle sue diverse fasi da Solbiati, mentre le composizioni saranno eseguite per intero e votate dal pubblico, cui spetterà scegliere il lavoro, che sarà successivamente inciso da Limenmusic. Il fascino del suono Javier Torres Maldonado Prima esecuzione assoluta per Javier Torres Maldonado il 24 luglio presso la Sala Nezahualcóyotl della Ciudad Universitaria di Città del Messico: l’Orquesta Sinfónica de Minería, committente del nuovo lavoro, interpreterà, sotto la guida di José Arean, Di natura artificiale per orchestra. Spiega l’Autore: «Il titolo è all’origine del materiale di base dell’opera: uno dei tredici rintocchi di un suono elettroacustico associabile a una campana per le sue qualità gestuali, mimiche, di materiale immaginario (metallico) e di luminosità spettrale (inarmonica), che precedono il drammatico continua a pag. 2 finale dell’ultima scena, “Ritorno ad Itaca”, del radiodramma che ho composto nel 2011, Un posible día, per soprano, voce recitante, ensemble e elettronica. Tale suono mi affascinava non tanto per la sua associazione alla trama quanto per la sua bellezza sonora; così ho deciso di utilizzarlo come uno dei materiali a partire dai quali è composto Di natura artificiale. Effettivamente il vincolo fra queste due opere è dato non solo dall’adozione di un materiale che, in maniera differente, è comune a entrambe (il rintocco isolato già citato), ma anche per la natura inerente a ciascuna: in Un posible continua a pag. 3 Nuovo appuntamento col teatro musicale al Comunale di Bologna, lavoro concertante al Verdi di Firenze Prima sinfonica a Città del Messico e la Cattedra “Manuel de Falla” segue da pag. 1 (Solbiati: Nuova opera, quasi una “sinfonia scenica”) - Alessandro Solbiati su “Il suono giallo” Nel 2007 due fattori, oltre forse a una naturale maturazione, mi hanno fatto superare la mia ritrosia verso il teatro. Da una parte la mia musica, pur complessa, mi è apparsa più esplicita, le sue figure più chiare sia nel loro immediato apparire sia nell’evolvere nel tempo. In altre parole, essa era diventata consapevolmente sempre più “narrativa”, pur rimanendo astratto l’oggetto della narrazione. Anche le mie situazioni musicali mi sembravano più adatte a essere proiettate sulla scena, a incarnare una “vera” narrazione. In secondo luogo mi sembrava giunto il momento di esprimere, in tutta umiltà ma anche con piena coscienza, una mia “visione del mondo”, uscendo dalla pura astrattezza della musica. Per fare questo era necessario un testo che incarnasse appunto un’intera visione del mondo: scelsi la Leggenda del Grande Inquisitore dai dostoevskijani Fratelli Karamazov, da cui nacque Leggenda, andata in scena a Torino nel settembre 2011. Simultaneamente mi venne fatta una proposta per un’opera più breve da parte del Teatro Verdi di Trieste. Nacque così il primo germe del progetto Suono giallo. Mi interessava infatti sperimentare un teatro molto più astratto, in cui la narrazione, pur ben presente, mantenesse un forte livello simbolico di astrazione e venisse delineata dal dipanarsi del gesto, dei movimenti e della luce più che dal testo. Il mio pensiero andò subito alle composizioni sceniche di Kandinskij, e in particolare alla più complessa, Der Gelbe Klang, appunto, sennonché non ottenni dagli eredi il permesso di utilizzarlo e di metterlo in scena. Non appena si sono risolti i problemi di protezione dell’opera di Kandinskij ho proposto il “mio” Suono giallo al Teatro Comunale di Bologna, incontrando subito l’entusiastica approvazione del direttore artistico Nicola Sani. Ho iniziato a sfrondare Der gelbe Klang dall’enorme, minuzioso, visionario e velleitario numero di indicazioni in esso contenute, alla ricerca di una sua struttura narrativa profonda, sotterranea e unitaria che attraversasse il tutto. Alla fine mi è apparsa sempre più chiara un’unica arcata ben direzionata, che è poi divenuta il filo conduttore della mia narrazione. Si parte da un vuoto e da un ossimoro, cioè da un raggio di luce bianco sempre più penetrante mentre l’ambiente attorno si fa sempre più scuro. Nel Quadro I compaiono i personaggi centrali, i misteriosi cinque Giganti, privi di ogni individualità o intenzionalità di comportamento. Nel Quadro II i Giganti sono meglio individuati e intorno a loro appaiono altre figure che si focalizzano attorno a una presenza verticale che viene adorata in un’agitazione crescente: la nozione di individuo si fa strada ma esplode in una forma di disordinata affermazione di se stessa destinata a fallire. E infatti il Quadro III piomba nel vuoto, in un’assenza di sconfitta. Il Quadro IV è sotterraneamente ben collegabile all’intero percorso: in esso, unico momento dotato di un certo realismo, una figura di bambino gioca a tirare una cordicella connessa alla campana di un campanile, finché un’incombente figura maschile non gli intima il silenzio. L’individuo è dunque ricomparso, in forma molto più ordinata e sognante, anche se deve affrontare l’ostilità dell’ambiente. Il Quadro V, il più ampio, è il momento risolutivo. Dapprima vengono riassunti vari eventi precedenti, si ripresentano i Giganti e le varie figure intorno, ma questa volta una di esse, una figura bianca come il raggio iniziale si stacca ed inizia una danza, attirando l’attenzione generale. Tutto giunge al climax. La presenza individuale ricompare, è fisica e “vera”, e il movimento della danza questa volta è vincente. Attraverso questa definizione vitale del tutto compiuta l’individualità può essere superata (e non annullata) nell’universalità. Nel Quadro VI i cinque Giganti si fondono in un’unica figura che si protende verso l’alto, mentre tutto si fa più luminoso. Questa superiore unità è suggellata dall’Epilogo, dove si ritorna sì al vuoto iniziale, ma nella luce e nella calma di un canto. Ho trovato in particolare un testo in cui Kandinskij descrive in modo affascinante il percorso psichico ed emotivo di un artista durante l’atto creativo. Con stupore mi sono accorto che le varie fasi coincidevano perfettamente con l’arco complessivo da me identificato come struttura narrativa profonda del Suono giallo: l’artista parte dal vuoto, da una condizione di vaga intenzione creativa, dai contorni del tutto sfocati. Solo attraverso un cammino assai più lento, più maturo, più composto e profondo si risale dall’abisso e l’idea a poco a poco prende forma, la tensione giunge al massimo, ma nella certezza che questa volta l’energia creativa potrà alla fine incarnarsi profondamente nell’opera e placarsi in essa. Il mio Suono giallo è diventato così simultaneamente la visualizzazione e la messa in scena del percorso creativo dell’artista. Gli archi narrativi sono diventati due, intrecciati. Il testo di Der gelbe Klang è in qualche modo “poetico”, costituito da versi certamente suggestivi e visionari, simbolici e criptici, spesso divisi tra loro da puntini di sospensione che ne accentuano la natura frammentaria. Viceversa il testo da me tratto da un appunto manoscritto di Kandinskij è in prosa, ha frasi più ampie e compiute, è molto significativo ed intenso, ma non ha alcuna ambizione poetica. Per organizzare i due testi mi sono ispirato alla Noche obscura di San Juan de la Cruz. Il primo testo, il più ampio, interamente collocato nel Prologo, è affidato al coro grande, quasi potesse costituire il “programma” testuale stesso dell’intero lavoro. Il primo 2 testo poetico viene quindi letto due volte, la prima, integrale, nel Prologo, la seconda, parcellizzata, via via nei quadri seguenti. Analogo destino subisce il secondo testo poetico, assai più breve e dotato di evidenti allusioni sessuali: esso viene cantato interamente dal coro piccolo in scena nel Quadro II e poi, parcellizzato, si aggiunge al primo nei successivi quadri. Kandinskij propone le “presenze viventi” del Suono giallo secondo una sorta di struttura a cerchi concentrici, dal collettivo all’individuale, dall’universale al particolare. Vi è un coro grande che, appena visibile o invisibile che sia, non entra nel gioco dell’arco narrativo, ma in qualche modo lo genera e lo commenta. Nel Quadro II compare un coro piccolo ben attivo sulla scena, collettivo ma molto frammentato. I cinque Giganti sono i veri protagonisti del percorso di progressiva messa a fuoco e successiva sublimazione della presenza vivente: ma guarda caso essi non hanno nessun attributo “umano” in Kandinskij, ma solo “vivente”. Infine, l’intero lavoro da un certo momento in poi è punteggiato da alcune comparse davvero individuali, solistiche, culminanti al centro dell’opera, nel Quadro IV, nel bambino, finalmente una presenza decisamente umana, zittita ahimè quanto prima da un’altra presenza umana. Prima vi sono state una pura voce maschile che irrompe dall’esterno nel Quadro III, poi, nel Quadro V, la “figura bianca” che danza. I due cori “lanciano” i testi kandinskijani, delineando così la struttura immaginativa generale, ma, soprattutto nel caso del coro grande, senza entrare a farne parte. I Giganti, le vere presenze viventi, simbolici protagonisti del percorso narrativo, ereditano e incarnano le successive frammentazioni testuali. A questo punto il Coro grande, che avrebbe terminato la sua funzione, diventa invece il “portatore” del secondo testo, prendendo la fisionomia e il senso di un “coro greco” che assiste (oltre a delinearlo) al percorso psichico ed emotivo dell’artista creatore, mentre i Giganti in scena diventano l’incarnazione stessa della psiche dell’artista durante l’atto creativo. Sul piano musicale ho operato una scelta forte, anche se non nuova, per me: niente elettronica, come, appunto, nelle due opere precedenti, poiché in uno spettacolo di teatro musicale (e ancor più nel Suono giallo, dove luce, colore, movimento, parola e suono sono fusi insieme) le suggestioni, gli elementi forniti alla percezione sono già davvero molti. In compenso ho accettato la proposta del Teatro Comunale di utilizzare un’intera orchestra sinfonica, anche se questo darà non piccoli problemi di disposizione spaziale degli strumenti in buca. Peraltro, la difficile collocazione degli strumenti ci obbligherà certamente a un’interessante spazializzazione: il suono sarà così più avvolgente, più a contatto del pubblico. Il mio Suono giallo è di fatto un’ampia “sinfonia scenica”. Globalmente, l’opera è composta da otto parti con presenze vocali (un Prologo, sei Quadri e un Epilogo) e da sette Intermezzi solo strumentali. Col progetto scenico di Gianni Dessì, ammirevolmente coerente con il significato profondo dell’opera, gli Intermezzi sono divenuti semplici episodi orchestrali che danno respiro all’evento scenico, con funzione a volte di commento del clima precedente, a volte di annuncio del successivo. Il Prologo è basato sull’ossimoro, coerentemente col testo cantato dal coro grande. Il Quadro I è volutamente neutro, un poco annebbiato, e lancia il Quadro II in cui si giunge a un primo climax attraverso una situazione danzante un poco grottesca e graffiante. Il Quadro III è viceversa quello della desolazione, del suono rumore, del vuoto come sconfitta e non come principio generatore. Per il IV, che Kandinskij prescrive senza musica, ho pensato al suono di percussioni tintinnanti riverberate solo da un quartetto d’archi e dagli oboi che incarnano l’innocenza del bambino, vero punto di ripartenza della parabola del Suono giallo. Il Quadro V, lanciato dai silenzi del terzo e dalla incantata rarefazione del quarto, è il vero climax dell’opera: tutte le componenti rientrano, riassumono le situazioni precedenti e giungono a una danza sempre più ricca che conduce al fortissimo finale. Quadro VI ed Epilogo rappresentano la sublimazione finale della parabola: il primo dei due, sottotitolato “Mottetto a cinque voci”, gonfia le voci via via dal grave all’acuto, mentre il secondo è un canto che approda a quel Mi che rappresenta la nota cardine dell’intero lavoro. Sul piano della vocalità, sin dal lavoro a Leggenda ho asciugato il più possibile il testo, in modo da potermi concentrare sulla parola come suono e significato, punta d’iceberg del tessuto orchestrale, esplicitazione estrema della figura musicale strumentale. Qui, in Suono giallo, ho fatto un ulteriore passo in questa direzione: innanzitutto le parole da dire sono davvero poche e quindi il loro tempo scenico si allunga, mentre il significato metaforico e oscuro del testo originale, e persino il suono della lingua tedesca permettono una totale fusione tra il suono stesso della parola, la vocalità che lo veicola e la musica circostante. Tale uso della vocalità rende ancor più quest’opera una “sinfonia scenica”: il tempo teatrale si allarga, il “ritmo scenico” diventa rituale, del tutto fuso con la musica, come peraltro è nelle intenzioni di Kandinskij stesso, nella sua ricerca di “opera d’arte totale”, non parcellizzata nelle sue componenti. Alessandro Solbiati Gilberto Bosco Concentrazione e memoria Due le prime esecuzioni assolute per Gilberto Bosco nei mesi centrali del 2015. Il 31 maggio il Festival Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche ha presentato all’Auditorium della Casa della Musica di Trieste In trio per flauto, oboe e pianoforte, nell’interpretazione di Tommaso Bisiak, flauto, Paola Fundarò, oboe, e Reana De Luca, pianoforte. Spiega il compositore: «Un sistema di campi armonici basato su scale ottotoniche… e chi legge penserà: poffarbacco, un’altra analisi, che noia. Avrebbe ragione. Da quel sistema nascono “armonie”, volatine quasi “a cadenza” e poi, dopo molte esitazioni, forse perfino delle “melodie”. Agli esecutori è chiesta una concentrazione degna di un esercizio zen, e una leggerezza quasi inarrivabile. Agli appassionati di musica è chiesta un poco di pazienza. Soprattutto se pensate che, mentre scrivevo, progettavo anche un brano uguale ma un poco più ampio, più “respirato”, forse più costruito. Per ora, un brano breve e concentrato, affidato al giudizio di chi ascolta». Sarà invece il Festival fiorentino Play It! a proporre il 23 settembre nella sala del Teatro Verdi la prima di Ora non è più dolce come prima per orchestra, affidata all’Orchestra della Toscana diretta da Daniele Rustioni. In questi termini l’Autore svela l’ispirazione del segue da pag. 1 (Javier Torres Maldonado: Il fascino del suono) día i materiali sono stati generati a partire da un suono “naturale” di un tam tam (sfregato con una super-ball), mentre in Di natura artificiale, sebbene il materiale primario derivi da processi di metamorfosi del suono già citato, in realtà, grazie alle trasformazioni che permettono di ottenere il nuovo modello paradigmatico (appunto quel rintocco di campana immaginaria, enorme, di un suono profondo ed evolutivo, una sorta di “campana-arpa-piano”, tutto in una sola entità), la sua natura si trasforma in qualcosa di sofisticatamente artificiale. In Di natura artificiale si può osservare la volontà di creare processi compositivi strettamente vincolati alla struttura fisica degli oggetti sonori di base così come alle loro qualità percettive e gestuali; in questo senso l’opera presenta fattori di continuità rispetto al lavoro che ho sviluppato negli ultimi undici anni, tramite il quale ho cercato di stabilire un profondo vincolo fra i mondi della composizione musicale e le nuove tecnologie, al quale ho integrato recentemente le possibilità derivanti dall’orchestrazione assistita da computer. Questi strumenti mi permettono di osservare il materiale musicale in molte maniere diverse e così mi permettono di immaginare processi compositivi molto difficili da dedurre altrimenti. Di natura artificiale presenta anche un secondo materiale ugualmente importante, ottenuto tramite l’applicazione di una tecnica non nuova alla mia musica: sebbene non la consideri come “spettrale” ma piuttosto come “multidimensionale”, in alcune mie opere compare, sempre in maniera differente, l’applicazione di una tecnica di sovrapposizione di uno stesso modello, come se lo si osservasse sommerso in diverse “dimensioni” simultanee. Nel caso specifico di quest’opera, la verticalità deriva da spettri armonici con fondamentali differenti, in modo che la loro somma generi inarmonicità. Tali inarmonicità, considerate a livello orizzontale, sono totalmente armoniche, mentre se considerate nella loro verticalità – o se si preferisce nella loro “luminosità” –, presentano combinazioni inarmoniche grazie al fatto che le loro fondamentali distano una seconda minore o maggiore. Nelle diverse sezioni si alternano o sovrappongono tecniche differenti di trasformazione degli oggetti sonori, così come della tessitura musicale; esse includono traslazioni del rintocco elettronico citato inizialmente, evoluzioni di luminosità in timbri complessi, l’alternanza e trasformazione di giochi figurali in cui vengono sovrapposti elementi che hanno la loro origine in considerazioni multidimensionali dei materiali di base, contrappunti di timbri e sovrapposizioni di densità polifoniche che conservano differenti gradi di nuovo lavoro sinfonico: «“Ora non è più dolce come prima”, dice Orsino nella Dodicesima notte. Sta parlando di musica, ma forse anche di altro, e potremmo anche noi riferirci a molte storie, a molte situazioni, con quelle parole. Ma restiamo alla musica. Cosa rimane, nelle dita e nella memoria di un compositore, delle ondate e delle tempeste meravigliose e terribili che hanno squassato la musica negli ultimi settant’anni? Si può (secondo me si deve, ma limitiamoci al “si può”), si può “guardare indietro”? Cosa ci insegnano, su questo, la Sinfonia di Berio, oppure Rendering? “Che farò, senza Euridice”? Così Hanslick, in un testo ormai coperto di polvere. E che farò con (con!) Euridice?, si domandava maliziosamente Massimo Mila, in un testo forse un poco troppo dimenticato. E che farò dell’accordo di stupore che taglia, con grazia provocatoria, la Serenata di Petrassi? Quanti “accordi” può reggere il nostro “stupore”? Queste e altre domande percorrono il lavoro. Non volevo e non voglio trovare risposte. Mi piacciono i punti interrogativi». Una ripresa importante di un lavoro di Bosco è in cartellone al Festival Mito Settembre Musica, nel cui contesto l’Antidogma Ensemble diretto da Daniel Kawka proporrà il 18 settembre a Torino Dal deserto per otto strumenti. similitudine con il modello originale». Di Javier Torres Maldonado è stata proposta, il 23 maggio allo Jomex di Siviglia, per le Jornadas de la Música Electroacustica Mixta, la prima esecuzione in Spagna di De ignoto cantu nella versione per clarinetto basso, violoncello, percussioni e suoni elettronici ad libitum, interpretato dallo Zahir Ensemble. Hacia el umbral del aire per bayan e elettronica è in cartellone il 16 giugno al Conservatorio di Gent, solista Ward Ginneberge. Iridiscente per pianoforte, percussioni, elettronica e video è proposto in prima esecuzione italiana il 3 luglio nella Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana da Candida Felici, pianoforte, Yi-Ping Yang, percussioni, Max Bruckert, sound engineering e informatica musicale (GRAME) e Danio Catanuto, video. Il progetto, vincitore del premio “Rutas Escenicas” (Messico/UE), è organizzato in collaborazione fra il CRM (Centro Ricerche Musicali) di Roma e il GRAME (Centre National de Création Musicale de Lyon). Tra le notizie di rilievo concernenti il compositore va segnalata l’assegnazione per l’anno 2015 della cattedra “Manuel de Falla”. Si tratta di un riconoscimento di prestigio, concesso a personalità eminenti della musica contemporanea. Obiettivo principale dell’incarico è, al di là della trasmissione delle idee e della diffusione delle opere e del pensiero musicale del compositore stesso, la creazione, sotto la sua supervisione, di nuovi brani da parte di dodici compositori prevalentemente della generazione più giovane. Le opere saranno eseguite in prima assoluta durante il Festival di Cadiz. I dodici compositori saranno scelti esclusivamente dal titolare della cattedra nell’anno corrente. Le sessioni della cattedra avranno luogo dal 16 al 21 aprile, dal 21 al 25 maggio, dal 18 al 24 di settembre e dal 19 al 21 novembre. La Cattedra “Manuel de Falla” è un’iniziativa della Junta de Andalusia e dell’Ensemble Taller Sonoro di Siviglia; le sue sessioni sono ospitate dal Conservatorio Superiore di Musica di Siviglia, dalle Jornadas Españolas de la Música Elettroacustica e dal Festival di Cadiz. Il concerto finale si terrà durante quest’ultimo il 22 novembre. Javier Torres Maldonado ha tenuto seminari sulla propria produzione per strumenti e elettronica il 21e 22 maggio al Conservatorio Superiore di Musica di Siviglia e il 29 maggio al Conservatorio di Como. Dal 2 al 4 giugno è invece in programma un seminario dal titolo “Naturalistic and artificial paradigms in my work” presso la Malmö Academy of Music dell’Università di Malmö. Chiude questa serie un prestigioso appuntamento, il 17 e 18 giugno, presso il Mozarteum di Salisburgo. Novità cameristiche e sinfoniche a Trieste e Firenze Aureliano Cattaneo Seeds per cinque strumenti è in cartellone il 1° luglio al Castello Caetani di Sermoneta per il Festival Pontino di Musica, Incontri Internazionali di Musica Contemporanea, nell’interpretazione dell’Ensemble Tema. Parole di settembre per soprano, controtenore, baritono e ensemble su testi di Edoardo Sanguineti sarà proposto il 3 settembre al Festival Ars Electronica di Linz e il 2 ottobre, in prima esecuzione italiana, al Teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia per La Biennale, 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Ne saranno interpreti Donatienne MichelDansac, soprano, Andrew Watts, controtenore, Otto Katzameier, baritono, e il Klangforum Wien diretto da Johannes Kalitzke, con Arotin & Serghei all’installazione e proiezioni live. Luigi Manfrin È uscito nel Cd Primes (Stradivarius STR 37024), inciso dal duo Simone Beneventi e Flavio Virzì, Embodying Surfaces per chitarra elettrica e percussione, scelto dagli artisti come pezzo d’apertura dell’album. 3 Imponente impegno didattico accompagnato da concerti monografici in sedi prestigiose Francesco Hoch Piume di senso per flauto dolce contralto è in programma il 3 settembre nella chiesa di Lauenen a Gstaad, in occasione del concerto del “Premio Kiefer Hablitzel”, per la rassegna Kammermusikfest. L’interpreterà la solista Giulia Genini, Primo Premio Kiefer Hablitzel 2014. Flashback per pianoforte è stato inciso da See Siang Wong, l’interprete committente del pezzo, all’interno di un cofanetto di 3 Cd dedicato a 29 compositori svizzeri. See Siang Wong Swiss Piano Project è edito dall’etichetta Musiques Suisses-Grammont Portrait (MGB CTS-M 143) Novità pianistica celebra Mompou, portando a compimento un progetto dopo un quarto di secolo 4 Ivan Fedele Seminari e concerti Cospicua l’attività didattica di Ivan Fedele nei mesi centrali di questo 2015. Al di là della titolarità come docente del corso di perfezionamento di composizione a S. Cecilia, Fedele ha tenuto dal 13 al 15 maggio presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari una masterclass accostata a due concerti monografici. Il programma dei concerti, curato da Francesco D’Orazio, ha visto il 14 maggio, nell’Auditorium Vallisa di Bari, l’esecuzione integrale delle sei Suites francesi: rispettivamente Suite francese per clavicembalo, Suite francese II per violino, Suite francese III per violoncello, Suite francese IV per flauto, Suite francese V per arpa e Suite francese VI b per violino elettrico a 5 corde e elettronica, interpretati da Giampaolo Nuti, clavicembalo, Francesco D’Orazio, violino e violino elettrico a 5 corde, Nicola Fiorino, violoncello, Giorgia Santoro, flauto, Lucia Bova, arpa, e Francesco Abbrescia, live electronics. Nel secondo concerto, il successivo 15 maggio nella medesima sede, con i medesimi interpreti coadiuvati da Nicola Santochirico, tromba, Giovanni Pompeo, corno, Michele Lomuto, trombone, è stato possibile ascoltare Breath and Break per trio di ottoni e dispositivo elettronico, Imaginary Skylines per flauto e arpa, Elettra nella versione per violino elettrico a 5 corde e live electronics, nonché le Fünfzehn Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte. Attorno all’opera di Fedele si è incentrato anche un seminario, accompagnato da un convegno e da alcuni concerti organizzati presso l’Estonian Academy of Music and Theatre di Tallin. In quel contesto sono stati eseguiti il 22 maggio, nel Kammersaal dell’istituzione, Donacis Ambra per flauto e live electronics, con un solista dell’Ensemble Cyberstudio, e il 24 maggio, al White Hall della Mustpeade Maja di Tallin, Immagini da Escher per ensemble, Aforisma per flauto solo, e Maja per soprano, flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussione, interpreti Livia Rado, soprano, e l’Ensemble U: diretto da Filippo Perocco. Repliche di Donacis ambra e Immagini da Escher sono previste con gli stessi interpreti anche alla Tower of St. John’s Church di Tartu, sempre in Estonia, rispettivamente il 27 e il 28 maggio. Nel quadro del Festival ManiFeste 2015, Ivan Fedele sarà docente dell’Académie dell’Ircam, organizzata in questa edizione in collaborazione con l’Internationale Ensemble Modern Akademie. Il programma delle esecuzioni collegate alla manifestazione prevede il 13 giugno, alla Maison de la Musique de Nanterre, Immagini da Escher per ensemble, nell’esecuzione dell’Ensemble TM+ diretto da Marc Desmons, e il 15 giugno, al Théâtre des Bouffes du Nord, Pentalogon Quartet, secondo quartetto per archi, interprete il Quatuor Diotima. Il 27 giugno avrà invece luogo a Le Centquatre, Salle 400, il concerto conclusivo del laboratorio di composizione per ensemble con direttore o per strumento solo e elettronica guidato Luis de Pablo da Ivan Fedele e Michael Jarrell, durante il quale verranno proposti, nell’interpretazione dell’Ensemble Intercontemporain diretto da Lucas Vis, i lavori realizzati dai dieci allievi del corso. Il 2 luglio verrà invece presentata, nella medesima sede, la prima esecuzione in Francia di Pulse and Light per due pianoforti e live electronics, interprete l’Internationale Ensemble Modern Akademie, e Richiamo per ottoni, percussioni e elettronica, con i medesimi interpreti e gli allievi del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris diretti da Emilio Pomarico, realizzazione dell’informatica musicale Ircam di Christophe de Coudenhove. Tra le altre esecuzioni di questi mesi segnaliamo la ripresa di Maja per soprano, flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussione su testo di Giuliano Corti, avvenuta il 7 e 8 maggio allo Studio Le Regard du Cygne di Parigi, interpreti Angèle Chemin, soprano e l’Ensemble Maja; il 20 maggio il mezzosoprano Elisa Bonazzi e Michele Foresi alla viola hanno eseguito nella Sala Bossi del Conservatorio G.B. Martini di Bologna, nell’ambito della rassegna Suona Francese, Paroles…, due pezzi per voce e viola; Federica Lotti ha interpretato il 21 maggio all’Auditorio del Conservatorio Superior de Música de Castilla y León, a Salamanca, Apostrofe per flauto solo; membri dell’Eufonè Trio si stanno cimentando in Imaginary Skylines per flauto e arpa il 24 maggio alla Chiesa di San Carlo al Lazzaretto in Milano e il 10 giugno all’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo; Christophe Desjardins ha eseguito Ritrovari (Suite francese VI) per viola il 26 maggio alla Fundación BBVA di Bilbao, per il Ciclo de Conciertos de Música Contemporánea. Richiamo per ottoni, percussioni e elettronica è in cartellone il 6 giugno all’MC2 di Grenoble, nell’interpretazione dell’Ensemble Orchestral Contemporain diretto da Daniel Kawka, con la realizzazione informatica musicale Ircam affidata a Christophe de Coudenhove. L’8 giugno Michele Marelli proporrà al Teatro La Fenice di Venezia la prima esecuzione assoluta della versione per corno di bassetto di High (In memoriam Miles Davis). La versione per saxofono contralto è invece in programma il 18 giugno all’Auditorium del Carmine di Terni, affidata alla classe di Musica da Camera tenuta da Fabio Maestri all’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Briccialdi”. Juliette de Massy, soprano, e Rohan de Saram, violoncello, propongono Paroles y Palabras, quattro pezzi per soprano e violoncello l’8 agosto a Saint Germain de Calberte, nell’ambito della rassegna Le Tout-petit Festival Musical, Concert au Temple. È infine recente l’uscita del Cd Am Horizont del solista Germano Scurti (Stradivarius STR 33999), comprendente l’incisione di Deystiviya per bayan e quartetto d’archi. Omaggio a un’ombra I l Festival Pontino di Musica ospita il 3 luglio presso il Castello Caetani di Sermoneta la prima esecuzione assoluta di Amable sombra per due pianoforti, nell’interpretazione del duo pianistico Antonella Moretti e Mauro Ravelli. Spiega l’Autore: «Si tratta del mio secondo omaggio a Federico Mompou, compositore che ho sempre ammirato e della cui amicizia ho avuto la fortuna e l’onore di godere. Il titolo si riferisce alla sua presenza, alla sua “ombra”, sempre misteriosa ma affettuosa, come la sua stessa persona che s’aggira, per quanto nascostamente, in molte pagine dell’opera. La composizione risale al 1989 ed è stata ascoltata una prima volta al Conservatorio di Reims, nell’interpretazione di due allievi. Tale versione, inedita, dovrà tuttavia considerarsi alla stregua d’una semplice lettura. Immediatamente dopo ritirai infatti la partitura per operare alcuni interventi che ritenevo indispensabili. Questo spiega perché sia stato necessario attendere tanti anni per la prima ufficiale, che vede ora la luce nella versione definitiva affidata al duo Moretti-Ravelli che l’interpreta come l’avevo immaginata. Per questo motivo gliela dedico con amicizia e ammirazione per un lavoro eccellente, minuzioso e profondo». Di Luis de Pablo l’Ensemble Recherche riprenderà il 29 agosto al Centro Kursaal di San Sebastián, nell’ambito della Quincena Musical de San Sebastián, Epístola al Transeúnte per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte. Stefano Gervasoni Uno e molteplice Due le novità per Stefano Gervasoni nei mesi centrali dell’anno. La prima, Odoi per due oboi, sarà interpretata dal dedicatario Luca Avanzi e da Cristina Ruggirello il 9 giugno alla Palazzina Liberty di Milano, nell’ambito della rassegna Rondò 2015 del Divertimento Ensemble. L’Autore la presenta in questi termini: «Due voci (per flauto e violino), Tornasole (per due viole, con flauto basso ad libitum), Masques et Berg (per violino e viola), Romper del día (per controtenore e corno): in tutti i duetti che ho scritto ho sempre sviluppato un concetto che mi è caro, quello della molteplicità della voce singola e della creazione di una voce unitaria e unica all’interno di più voci. In termini musicali una parte (un solo strumento) esprime due o più voci, due o più parti (due o più strumenti) si fondono in un’unica voce. Le due situazioni sono in costante rapporto, dialettico o dinamico, e non si cristallizzano mai in un’unica stabile configurazione. Nel caso di Romper del día, addirittura, la voce cantata e lo strumento si fondono simbioticamente e si scambiano i ruoli. Nel caso di questo duo per strumenti uguali il gioco di specchi si spinge all’estremo: l’uguaglianza di timbro è sfruttata per creare effetti di spazializzazione, oppure è smentita ad arte, forzandola con articolazioni di scrittura, suoni multifonici, effetti d’intonazione atti a creare l’illusione di un secondo strumento dalla natura peculiarmente diversa». La seconda, per flauto basso e live electronics, è in cartellone il 24 settembre alla Fondazione Cini di Venezia, nell’interpretazione di Daniele Ruggeri e Alvise Vidolin, nell’ambito di un concerto dedicato dalla Fondazione a Luigi Nono. La musica di Gervasoni è in programma al Festival ManiFeste 2015 dell’Ircam, dove verranno ripresi due lavori importanti e recentissimi, dopo le prime esecuzioni avvenute rispettivamente a Orléans e Luca Mosca Bludenz. Sarà infatti possibile ascoltare il 6 giugno, nella Grande Salle del Centre Pompidou, Fado errático per voce femminile, ensemble e elettronica, d’après Amália Rodrigues, interpreti Cristina Branco e l’Ensemble Cairn diretti da Guillaume Bourgogne, con la realizzazione informatica musicale Ircam (Thomas Goepfer, Carlo Laurenzi). Il 15 giugno sarà invece la volta di Clamour, terzo quartetto per archi, proposto al Théâtre des Bouffes du Nord dal Quatuor Diotima. Il 20 maggio il violinista Michele Foresi ha eseguito nell’ambito della rassegna Suona Francese, nella Sala Bossi del Conservatorio G.B. Martini di Bologna, Folia (Omaggio a Aldo Clementi) per violino solo. In nomine R. per otto strumenti è in programma il 21 giugno all’Abbaye de Royaumont, ad Asnière-sur-Oise, per la rassegna della Fondation Royaumont, nell’interpretazione dell’Ensemble Recherche. Sarà invece l’Ensemble de Musique Contemporaine du Conservatoire de Strasbourg, diretto da Luigi Gaggero, a eseguire il 5 luglio, alla Cité de la Musique et de la Danse, Conservatoire de Strasbourg, Die Aussicht per voce, clarinetto, viola e tre percussionisti. Lavori di Gervasoni verranno eseguiti il 12 luglio da solisti del Divertimento Ensemble all’Auditorium Santa Chiara di Bobbio, nel contesto dell’International Workshop for Young Composers, seminario presso il quale il compositore è docente. Il 26 luglio le Sale Apollinee del Teatro la Fenice di Venezia ospitano il Mivos Quartet nell’interpretazione di Six lettres à l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archi. Infine, il soprano Lorna Windsor e la pianista Maria Grazia Bellocchio proporranno nell’ambito del ciclo Rondò in Monferrato le Tre canzoni popolari per voce femminile e pianoforte, il 5 settembre al Teatro Comunale di Moncalvo e il 10 settembre alla Sinagoga di Casale Monferrato. Per due, per solo L uca Mosca propone il 1° luglio all’Accademia Filarmonica Romana la prima esecuzione integrale di Dittico giapponese, nell’interpretazione di Marco Angius alla testa di Solisti e Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala. Il Dittico è composto da Note del guanciale. Omaggio a Sei Shonagon per cinque strumenti e da un nuovo titolo, La cortina di gala, opera giapponese in un atto su libretto di Pilar García e Ernesto Rubin de Cervin ispirato a Genji Monogatari di Murasaki, in prima esecuzione assoluta in forma di concerto. Spiega l’Autore come si tratti di «una breve opera da camera in un atto per due cantanti e cinque strumenti, su un libretto ispirato al celeberrimo capolavoro della letteratura Heian nel Giappone dell’XI secolo. L’azione colma un’ellisse del romanzo completando l’incontro avvenuto tra Genji e la Dama di Akashi, in un luogo remoto e isolato dove il principe è esiliato, immaginando quanto sarebbe potuto accadere nell’unica notte in cui sono stati insieme. Un incontro amoroso dal quale, come racconta il romanzo, è nato un figlio. L’organico di cinque strumenti (flauto, viola, chitarra, vibrafono e pianoforte) è lo stesso di Note del guanciale, un grande ciclo di 21 pezzi ispirati all’omonimo libro di Sei Shonagon, l’altra grande autrice della letteratura classica giapponese, che verrà eseguito integralmente nella prima parte del programma. La cortina di gala è di fatto pensata come naturale prosecuzione delle Note del guanciale». È in cartellone il 26 settembre al Teatro Verdi di Firenze, per il Festival Play It!, la prima esecuzione assoluta del Sesto Concerto per pianoforte e orchestra. Marco Angius dirigerà per l’occasione l’Autore alla tastiera e l’Orchestra della Toscana. Nelle parole di Mosca, «il mio Sesto concerto per pianoforte e orchestra, al contrario del Primo, del Quarto, del Quinto e del Settimo, tutti in un solo movimento, è formato dai tre classici tempi Allegro-Adagio-Presto. Il primo movimento, violento e brutale, è caratterizzato da un’incessante trasformazione di una stessa figura ritmica; solo alcuni episodi fungono da deviazione, e l’andamento è sempre più incalzante sino ad arrivare a un parossistico finale. Il secondo movimento, per pianoforte e i soli archi, presenta una lunga monodia in pianissimo delle viole, sinuosa e implacabile, costantemente raddoppiata dal pianoforte in “fortissimo-pianissimo”, con uno specifico modo d’attacco del tasto in cui al tocco secco e aggressivo della mano destra segue, una frazione di secondo dopo, l’abbassamento del pedale di destra, in modo da coglierne solo le risonanze. Il concerto si chiude con un breve e velocissimo finale, quasi un continuum in cui si sovrappongono in maniera ironica, deformata e straniante un’ipotetica melodia da can-can, alcuni temi wagneriani e figure scalari virtuosistiche del pianoforte, spesso in gara con il primo violino solo e la sezione dei legni». Novità cameristiche per la rassegna Rondò e la Fondazione Cini Luis Bacalov Tanghitud 4, una novità per fagotto e pianoforte dedicata al solista Paolo Carlini, è in cartellone il 30 luglio al Francigena International Arts Festival: nel corso del concerto, in programma al Teatro Puccini di Altopascio (Lucca), il compositore sarà insignito di un premio alla carriera. Carlini sarà affiancato per l’occasione dal pianista Fabrizio Datteri. Dittico operistico e concerto solistico in cartellone a Roma e a Firenze Malika Kishino Una composizione cameristica di Malika Kishino è in programma il 21 giugno al Japanisches Kulturinstitut di Colonia, nell’interpretazione dell’Ensemble Horizonte diretto da Jörg-Peter Mittmann. I medesimi artisti eseguiranno Himmelwärts / Vers le ciel per cinque strumenti il 2 agosto allo Stadttheater di Gmunden (Austria). Solisti dello stesso complesso proporranno Lamento II per violino e viola il 20 settembre nella Zionskirche di Bielefeld. Il Bayerischer Rundfunk München dedicherà nel mese di agosto a Malika Kishino una puntata della trasmissione “Portrait programme” condotta da KarlHeinz Reese. 5 Nuovo presidente dell’Accademia, punta a sviluppare un progetto coerente e innovativo Michele dall’Ongaro Santa Cecilia estroversa M ichele dall’Ongaro è stato nominato presidente, sovrintendente e direttore artistico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, all’indomani del riconoscimento dell’autonomia gestionale dell’ente. Già vicepresidente, dall’Ongaro si ripropone come linee programmatiche i criteri di consapevolezza, rinnovamento e condivisione. In occasione della nomina ha dichiarato: «Santa Cecilia, con la sua orchestra, il suo coro e il suo direttore musicale Antonio Pappano, ha grande competenza e tradizione. Oggi gli sponsor, ma anche lo Stato e gli enti locali, hanno voglia di condividere progetti. Occorre però volgere lo sguardo anche fuori dai nostri confini. Il Coro e l’Orchestra di Santa Cecilia devono appartenere a Roma, andare in giro per la città che ha molte chiese, auditorium naturali per un certo repertorio. Serve uno Due cariche prestigiose nel sistema dello spettacolo e della cultura musicale italiana Eric Maestri Emanuele Torquati esegue il 7 luglio a Firenze per l’Anticontemporaneo Festival Natura degli affetti per pianoforte. Novità per fagotto solista, sintesi di composizione tradizionale e alea 6 Nicola Sani sguardo e un progetto, non basta invece una semplice valutazione delle percentuali sul rapporto fra tradizione e contemporaneità nei programmi. Di fronte a una proposta seria il pubblico reagisce perché è sempre attento e attivo». Sarà possibile ascoltare musica di Michele dall’Ongaro il 9 giugno al Philharmonic Hall di Voronezh (Russia), per il Platonov Arts Festival, nel cui contesto il Quartetto di Cremona eseguirà il Quartetto n. 6 per archi. Opus Felix per violino e pianoforte è invece in cartellone l’11 giugno alle Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’interpretazione della violinista Sonig Tchakerian. Infine, Mise en abyme per ensemble è in programma il 3 settembre al Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, affidato al NAMES (New Art and Music Ensemble Salzburg). Teatro e Accademia di ricerca Nel mese di febbraio Nicola Sani è stato nominato Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, di cui era già consulente artistico. Alla notizia della nomina il neosovrintendente ha dichiarato: «Metterò tutta la mia passione, professionalità e dedizione al servizio di uno dei teatri più belli del mondo, nella consapevolezza dell’importanza della musica e in particolare dell’opera lirica per lo sviluppo culturale della società contemporanea. Tra i miei obiettivi principali vi è quello di portare il nostro teatro a essere un punto di riferimento nel contesto nazionale e internazionale, quale teatro di qualità, di ricerca e di innovazione; un teatro aperto ai giovani, a tutte le componenti della società e a tutte le espressioni della musica e delle arti sonore. Un laboratorio di cultura e di progresso. Tutto questo sarà possibile solo con la fattiva collaborazione di tutti i lavoratori del teatro e delle componenti attive della città e del territorio». Nel mese di aprile il compositore è stato anche nominato Direttore Artistico dell’Accademia Musicale Chigiana per il triennio 20152018. La nomina è stata deliberata partendo da una rosa di tre finalisti che hanno sviluppato e proposto all’Accademia un articolato progetto artistico, selezionati tra i quaranta candidati che hanno risposto all’avviso di ricerca del ruolo del Direttore artistico. Sani ha dichiarato di voler prestare la propria collaborazione per la futura programmazione delle attività dell’Accademia e per l’implementazione del nuovo piano di rilancio Ennio Morricone Eye-Music È prevista il 9 agosto a Forlì, nel contesto dell’Emilia Romagna Festival, la prima esecuzione assoluta di Totem 3 (Segnali) per fagotto e pianoforte, con una ripresa già in programma il 13 settembre presso il Teatro Giuditta Pasta di Saronno, nell’esecuzione di Paolo Carlini, l’interprete per cui il lavoro è stato concepito, accompagnato da Matteo Fossi. Squisita pagina di eye-music composta nel 2011, Totem n. 3 rappresenta graficamente appunto un “totem”, ovvero il fagotto piantato in terra, a sua volta rappresentata dal pianoforte. Secondo le prescrizioni dell’Autore, il fagotto dovrà eseguire, per tre volte, la parte disposta verticalmente: una prima volta dall’alto verso il basso, una seconda in senso opposto, infine scegliendo liberamente i frammenti da eseguire, senza rispettare la nell’ambito artistico e culturale della Chigiana nel contesto nazionale e internazionale. È in preparazione per l’autunno una prima importante: Chemical Free (?) Un viaggio nel microcosmo della materia concerto multimediale, prima esecuzione assoluta della versione integrale con rielaborazione dell’elettronica, in cartellone il 5 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale nell’ambito della Biennale di Venezia, 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Nella sua interezza l’opera si compone di tre parti: I. C’è tanto spazio là in fondo per contrabbasso e live electronics; II. No Landscape per pianoforte, motion capture e live electronics; III. More is different per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali, motion capture e live electronics. Dell’esecuzione saranno responsabili David Ryan video, Giulio Peruzzi coordinatore scientifico e testi, Daniele Roccato contrabbasso, Aldo Orvieto pianoforte, Roberto Fabbriciani flauto iperbasso, Alvise Vidolin regia del suono, Luca Richelli live electronics e motion capture; la produzione spetta alla Biennale di Venezia e al SaMPL (Conservatorio Cesare Pollini di Padova), in collaborazione con l’Università di Padova (Centro di Sonologia Computazionale, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Dipartimento di Scienze Chimiche, Centro d’Arte degli Studenti) e con la Cambridge School of Art, Anglia Ruskin University (Cambridge). cronologia scritta né completare i righi scelti. Il fagotto inizierà in ritardo rispetto al pianoforte e concluderà prima di quest’ultimo. Compensano questi caratteri aleatori alcuni termini fissi, come il rispetto delle pause coronate e la parte prescritta puntualmente per il pianoforte. Nei mesi scorsi è stato ripreso Se questo è un uomo per soprano, voce recitante, violino solista e orchestra d’archi su testo di Primo Levi, il 28 marzo nella Chiesa di San Biagio di Rivoltella di Desenzano del Garda, nell’ambito della Stagione Concertistica “Città di Desenzano del Garda”, e il 25 aprile in San Zeno a Verona. L’hanno interpretato Carlotta Bellotto, soprano, Miranda Mannucci, violino, Filippo Tonon, voce recitante e l’Orchestra d’archi Ned Ensemble diretta da Andrea Mannucci. Jean-Luc Hervé Polifonia spaziale Di Jean-Luc Hervé è stato proposto in prima esecuzione assoluta lo scorso 27 marzo al Centre d’Art Contemporain “Passerelle” di Brest, per il Festival Electr()cution, Horizons inclinés (Ciaccona) per violino e dispositivo acusmatico, nell’interpretazione di Lyonel Schmit, solista dell’Ensemble Sillages. La composizione sarà ripresa il 19 luglio a La Grave per il Festival Messiaen au Pays de la Meije, affidata al violinista Olivier Robin. Dice l’Autore a proposito di questa novità: «Da qualche anno ho sviluppato nel mio lavoro una riflessione sulla relazione tra l’opera musicale e il gioco. Come nella tecnica di cattura del paesaggio tipica dei giardini giapponesi (shakkei), l’opera entra in sinergia con il suo ambiente, che le assicura una presenza maggiore, e la musica, di rimando, ci permette di percepire il luogo in modo diverso. Con le proprie specifiche potenzialità spaziali e temporali, l’elettronica riveste un ruolo centrale in questo tipo di progetti. Questo pezzo per violino e elettronica rientra in questo ambito di lavoro ed è pensato per essere eseguito in ambienti che offrano possibilità spaziali peculiari, architetture originali. Gli altoparlanti saranno disposti sull’intera superficie del sito. Il pezzo è costituito da due parti concatenate. La prima è per violino solo. Dei gesti si costruiscono, si articolano su una linea armonica sempre ascendente a velocità costante; come avvenimenti in un paesaggio sempre deviante, un orizzonte che oscilla. Questa deviazione continua e ciclica del materiale armonico è un ricordo remoto della Giorgio Gaslini ciaccona. La seconda parte, diffusa da altoparlanti multipli nascosti, diffrange il materiale sonoro del violino, impregnando tutto l’ambiente. Gli spettatori si spostano, attraversano l’edificio col proprio ritmo. Il suono del violino, i gesti sentiti durante il concerto impregnano l’intero edificio, animano l’architettura di una presenza sonora organica, come se il suono dello strumento si fosse moltiplicato e ripartito ovunque nel corpo dell’edificio. Il livello di diffusione piuttosto debole darà l’impressione d’un dialogo tra diversi “animaletti” nascosti. Il materiale sonoro si sviluppa, passando gradualmente da una sequenza corta intervallata da lunghi silenzi verso un punto d’equilibrio, una dolce polifonia che riempie l’intero edificio». La violoncellista Lola Malique sta eseguendo in questi mesi Amplitude per violoncello solo al Théâtre Darius Milhaud di Parigi, nel corso di undici repliche, dal 6 aprile al 22 giugno, dello spettacolo Au Fond, la Chose di Cécile Martin e Lola Malique. L’Ensemble Tema riprenderà il 2 luglio Dans l’ombre des anges per flauto, clarinetto, violoncello e percussione al Castello Caetani di Sermoneta, per il Festival Pontino di Musica, Incontri Internazionali di Musica Contemporanea. En mouvement per sette strumenti e De près per sette musicisti e elettronica sono in cartellone il 21 giugno a Asnièresur-Oise, per la Fondation Royaumont, Abbaie de Royaumont, nell’interpretazione dell’Ensemble Recherche. Infine, il Festival Internazionale di Musica di Portogruaro propone il 26 agosto la ripresa di En découverte per due violini e elettronica, affidata al New Art and Music Ensemble Salzburg (NAMES). Le stelle, il canto e il vento A lfonso Alberti, coadiuvato dall’Orchestra Haydn diretta da Azim Shokhakimov, presenterà il 6 agosto a Locca di Ledro la prima esecuzione assoluta del Concerto per pianoforte e orchestra, con replica il 7 agosto a Cortina d’Ampezzo. Unica partitura di Gaslini a rifarsi esplicitamente al genere classico del Concerto per pianoforte, benché l’abbiano preceduta diverse composizioni concertanti per lo strumento e l’orchestra, questo importante lavoro postumo venne commissionato da Alfonso Alberti, che ne è il dedicatario, e steso in pochi mesi. Si articola in quattro tempi, ciascuno connotato da suggestioni narrative pregnanti espresse senza ambiguità dai titoli anteposti ai singoli movimenti. L’apertura, Ursa Major, si rifà alla situazione d’un navigante che in una notte buia ritrova l’orientamento (e la salvezza) grazie al riferimento della costellazione boreale dell’Orsa maggiore. Alle sette “vaghe stelle dell’Orsa” corrispondono altrettante brevi sezioni musicali, annunciate di norma da un colpo di vibrafono, ciascuna puntualmente intitolata a una stella, fino alla maggiore tra queste, Dubhe, appunto, in arabo, l’orso: pagina che alterna un andamento prevalentemente veloce a momenti più cantabili. Il II movimento, Terra!, rappresenta il momento dell’approdo, il sentimento di liberazione di energie represse, tradotto in una forma ternaria che esordisce con un “Veloce assai, energico” guidato dal passo travolgente del solista, s’acquieta nella plaga di un “Larghetto-Andantino”, per riguadagnare in dinamismo sul finire (“Più mosso-Moderato”). In terza posizione Gaslini ha collocato un’invenzione a lui molto cara, voce della sua passione civile, concezione d’una musica che parla in presa diretta della realtà. Gli Echi dei canti di giovani donne del XXI secolo rappresentano infatti la trasfigurazione musicale di una variopinta espressione del femminile contemporaneo, attraverso un’antologia di caratteristici canti pseudopopolari d’invenzione che si propongono come oggetto sonoro eterogeneo, distinto e contrapposto al dialogo tra il pianoforte e l’orchestra, a cominciare da quel Canto di solitudine intonato dall’oboe “come un’eco lontana” (e poi, di volta in volta, “canto epico, per l’evoluzione femminile nel mondo, africano, asiatico, mediorientale di pace”). Infatti, si prescrive in calce alla partitura, il pianoforte dovrà essere «sempre in primo piano. I “canti” in secondo piano, come echi lontani. Sovrapposizioni polimetriche, poliarmoniche e politimbriche. Il direttore batte il tempo del pianoforte e dà soltanto l’entrata ai “canti”, che proseguono autonomamente con libertà». La composizione si conclude “A testa alta nel vento”: così il titolo originario, che Gaslini pensò di sostituire e alla fine di completare col più neutro Percorsi incrociati. Preceduto da un vasto “Largo” sereno, l’ultimo tempo è vivacizzato da una libera sezione del pianoforte, per approdare a un veloce “Con moto” che crepita sotto la pelle e inaugura una serie di repentine mutazioni agogiche, senza soluzione di continuità, a coronare gioiosamente lo slancio di questa pagina solare. Si segnala infine la ripresa di Koralfandango per fagotto e pianoforte, nell’interpretazione di Paolo Carlini accompagnato da Matteo Fossi il 9 agosto a Forlì per l’Emilia Romagna Festival, e da Fabrizio Datteri il 13 settembre presso il Teatro Giuditta Pasta di Saronno. Un nuovo lavoro indaga il rapporto tra musica e ambiente circostante Giorgio Federico Ghedini Il Concerto dell’Albatro per voce recitante, trio (violino, violoncello e pianoforte) e orchestra su testi da Moby Dick di Herman Melville sarà eseguito il 1° giugno nell’ambito della XII edizione di Italy&USA Alba Music Festival, presso la Chiesa di San Domenico in Alba (Cuneo). Saranno interpreti del concerto Luca Occelli, voce recitante, il Trio des Alpes (Barbara Ciannamea, violino, Claude Hauri, violoncello, e Corrado Greco, pianoforte) e l’Orchestra Filarmonica di Stato della Romania diretta da Jeff Silberschlag. Il concerto sarà preceduto, presso l’Auditorium “Beppe Fenoglio”, dalla manifestazione “Giorgio Federico Ghedini, ritratto di un compositore”, promossa dall’Alba Film Festival con Pier Mario Mignone e Dino Bosco, nello spirito di “un incontro fra cinema e musica”. Prima esecuzione postuma di un’ambiziosa pagina concertante Giovanni Sgambati È uscita in allegato alla rivista “Amadeus” del mese di marzo 2015 (AM 304-2) la prima incisione dell’edizione critica, a cura di Francesco Attardi, della Sinfonia n. 2 in Mi bemolle. Lo stesso Attardi dirige l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” nel concerto registrato live all’Auditorium di Milano nel dicembre 2014, in occasione del centenario della morte di Sgambati. 7 Giorgio Colombo Taccani Numerose occasioni d’ascolto, tra novità e progetti che provengono da lontano Maurizio Ferrari Il 17 maggio la Stagione da Camera di Milano Classica ha proposto alla Palazzina Liberty Trame di respiri melodici… silenzi per flauto solo, nell’interpretazione di Michele Marasco. Il Festival Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche ha ospitato il 31 maggio all’Auditorium della Casa della Musica di Trieste in prima esecuzione assoluta Quattro Miniature per flauto, oboe e pianoforte, interpreti Tommaso Bisiak, flauto, Paola Fundarò, oboe, e Reana De Luca, pianoforte. È in cartellone il 9 luglio presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice, per il Festival Lo Spirito della Musica di Venezia, Contrappunto dalla “Canzone 2 - VII tono” di Giovanni Gabrieli per flauto, clarinetto, percussioni, violino e violoncello: ne presenterà la prima esecuzione assoluta l’Ex Novo Ensemble. Infine, Elena Bakanova e Raffaele Mascolo proporrano il 10 e l’11 luglio alla Korskirken di Bergen (Norvegia), per il Festival Grieg, la prima esecuzione assoluta di Ho portato il velo da lontano per voce e pianoforte. 8 Prime da Camera Tre prime esecuzioni, una nuova versione e alcune riprese in questi mesi per Giorgio Colombo Taccani. Il 24 maggio, presso la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano, il Trio Eufonè ha presentato Arcadia per flauto, viola e arpa; il brano sarà replicato il 10 giugno all’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo. Scrive il compositore: «Capita a volte che alcuni lavori abbiano un destino curioso: Arcadia venne scritto quasi vent’anni fa per un trio che ebbe la malaugurata idea di sciogliersi nel momento in cui venivano completate le ultime battute del pezzo. Non fu nemmeno visto dai destinatari. È stato un grande piacere per me sottrarre queste pagine a un oblio che ritenevo ormai definitivo. Pur essendo un lavoro abbastanza lontano nel tempo e certo non totalmente sovrapponibile alle mie scelte attuali, ho voluto limitare gli interventi di “restauro” al minimo indispensabile, correggendo le debolezze più evidenti, apportando un paio di tagli ad alcune sezioni dispersive e – soprattutto – dedicando il pezzo al Trio Eufonè, artefice di questo recupero. Arcadia, ad eccezione di una brevissima parte introduttiva di carattere evocativo, risulta diviso nettamente in due parti: nella prima si assiste alla progressiva conquista del registro grave del trio, con figurazioni sempre più nervose ma incapaci di costruire oggetti musicali dettagliati e precisi: una sorta di moto pulviscolare sempre più frenetico che porta a due semplicissime cadenze di flauto e viola. Da qui in avanti le immagini si fanno invece improvvisamente chiare e per lo più regolari, in un clima che, sia pure con qualche riaccensione locale, si spegne nelle ripetizioni discendenti finali, sempre leggermente variate». Il 6 giugno sarà invece Sottotraccia per chitarra elettrica a essere presentato per la prima volta alla Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano, per opera di Carlo Siega. Nell’ambito del medesimo concerto Pietro Rodeghiero e ancora Carlo Siega eseguiranno anche una nuova versione per due chitarre elettriche di A Perfect Beat of. A proposito di questi due lavori così parla Colombo Taccani: «Secondo lavoro dedicato alla chitarra elettrica, Sottotraccia, scritto su graditissimo invito di Francesco Zago, segue a distanza relativamente breve il “primogenito” R’lyeh, e nasce innanzitutto con l’esigenza di essere a questo complementare come scelte narrative e figurali, mentre permane la scelta di allontanare lo strumento dai suoi più ovvi riferimenti all’ambito rock, evitandone tendenzialmente clichés e abitudini strumentali. Sono invece privilegiate situazioni estremizzate in quanto a collocazione dinamica e connotate da scansione regolare e sottilmente ossessiva, a cominciare dai leggerissimi rintocchi delle corde stoppate e spinte a toccare la tastiera. Questa esile griglia quasi metronomica, che percorre tutto il pezzo, a volte nascosta – sottotraccia, appunto – da figurazioni diverse e centrifughe, si trasforma presto in ostinati grevi e rudemente energici; messi in loop, su questi vengono depositati agglomerati accordali armonicamente complessi che, con altri episodi connotati da grande decisione e aggressività, vanno a caratterizzare la sezione centrale del brano. La riemersione dei rintocchi sottili dell’inizio spegne progressivamente il clima, portando la pagina a una conclusione improvvisa dopo che il discorso si era incantato sulla ripetizione ormai priva di sbocco dell’ultimo gesto. Per quanto riguarda A Perfect Beat of si tratta invece della realizzazione di un progetto che mi parve necessario fin dalla prima esecuzione del pezzo nella sua originaria versione per due chitarre “normali”: la maggior parte delle figure pareva poter dare il meglio delle loro potenzialità ambientate in un contesto elettrico o, almeno, mostrare una nuova faccia del brano. Grazie alla disponibilità di Carlo Siega e Pietro Rodeghiero, e con la preziosa supervisione di Francesco Zago, ciò è diventato realtà, con una revisione a volte profonda della partitura in modo da renderla totalmente funzionale alla nuova destinazione strumentale». Il 2 giugno, nell’ambito della rassegna Risuonanze 2015, al Teatro Garzoni di Tricesimo (Udine) Fosca Briante e Tiziano Cantoni presenteranno in prima esecuzione Of Discipline per due flauti. Così si esprime l’Autore: «Una breve pagina dal carattere spiccatamente virtuosistico rappresenta il mio ormai consueto (e piacevolissimo, almeno per il sottoscritto…) contributo a Risuonanze, meritevole rassegna di musica contemporanea in territorio friulano-giuliano; nei pochi minuti di durata i due flauti sono utilizzati quasi esclusivamente come componenti di una sorta di unico iperstrumento, con figurazioni per lo più simili ed evitando atteggiamenti di natura dialogica o di reciproca subordinazione. Un metronomo implacabilmente deciso e dinamiche quasi sempre impostate sul forte e oltre, unitamente a una struttura che non chiarisce direzionalità particolari grazie a una costante frantumazione degli eventi, determinano una situazione complessiva di brillante e caleidoscopica aggressività. Of Discipline riprende, reinventandoli, i materiali costruttivi utilizzati nel preesistente A Perfect Beat of per due chitarre, andando a costituire con quel lavoro un dittico idealmente legato all’universo musicale dei King Crimson e del loro leader Robert Fripp, pur essendo totalmente assente qualsiasi tipo di citazione o di ammiccamento stilistico specifico». Per quanto riguarda le riprese segnaliamo invece che il 4 giugno il Conservatorio di Cosenza ospita l’interpretazione di In controluce per pianoforte, offerta da Carlo Boccadoro. Il 21 giugno R’lyeh per chitarra elettrica verrà eseguito da Norio Sato presso la 5/R Hall di Nagoya (Giappone). Ricordiamo che Francesca Bonaita ha eseguito nuovamente Alastor per violino solo il 22 gennaio presso lo Spazio ScopriCoop, il 25 gennaio allo Spazio Teatro 89 e il 21 febbraio allo Showroom Fazioli, sempre a Milano. Il 5 maggio, nell’ambito della rassegna “Suoni Inauditi” presso l’Istituto Musicale “P. Mascagni” di Livorno, all’interno del concerto in cui è stato eseguito in prima assoluta Ocra rossa per flauto, fagotto e pianoforte (brano del quale si è già parlato nel precedente notiziario), Stefano Agostini ha proposto Eyeless Dark per flauto basso. Il 9 maggio Andrea Monarda ha ripresentato Erma per chitarra alla Chiesa di Sant’Eligio degli Orefici a Roma, mentre il 23 maggio il duo pianistico formato da Antonella Moretti e Mauro Ravelli ha ripreso Ishtar per pianoforte a quattro mani nell’ambito della rassegna PianoCity 2015 presso la Galleria Bolzani di Milano. Segnaliamo infine l’uscita del Cd “Sentieri Live 3” per la casa discografica “A Simple Lunch” (10asl/2014), all’interno del quale si trova Watcher per sei strumenti, eseguito dall’Ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro. È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2015 delle Edizioni Suvini Zerboni. Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it. Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore. Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori, notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali. Christophe Bertrand Arcani e frenesia Un concerto degli Ensemble In Extremis e Court-circuit all’Auditorium des Musées di Strasburgo ha offerto la cornice, lo scorso 9 aprile, per la presentazione del Cd monografico Christophe Bertrand: La Chute du Rouge, appena pubblicato dall’etichetta Motus (M214008). Registrato a Strasburgo tra il 2002 e il 2014, il Cd antologizza una selezione significativa del catalogo del compositore scomparso prematuramente cinque anni fa, con lo scopo di far «immergere nell’intimità degli arcani e della frenesia compositiva (eccezionale) dell’opera di Christophe Bertrand», delle cui doti di pianista si dà anche un assaggio nella registrazione live della Chute du rouge. Il Cd propone in particolare Treis per violino, violoncello e pianoforte, Ektra per flauto solo, Skiaï per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, Arashi per viola sola, Haos per pianoforte solo, Satka per ensemble e La Chute du Rouge per clarinetto, vicoloncello, vibrafono e pianoforte. Ne sono interpreti l’Ensemble In Extremis (Olivier Class, flauto, Thomas Monod, clarinetto, Szuhwa Wu, violino, Anil Eraslan, violoncello, Maxime Springer, pianoforte, Veronika Gnezdilova, violoncello, Yragaël Unfer, vibrafono, lo stesso Daniela Terranova Riti e labirinti Novità di Daniela Terranova destinata al progetto per l’Expo 2015 di Milano, in programma al Padiglione Italia nell’interpretazione del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli. Così l’Autrice presenta Natura morta con strumenti, musica rituale per otto esecutori (flauto, clarinetto, percussioni, pianoforte, violino, viola, violoncello): «Nell’opera natura e strumenti s’intrecciano, imitandosi e confondendosi attraverso l’iterazione di gesti che connotano una scena “rituale”. Gli elementi che la compongono vengono mescolati, versati, sminuzzati, percossi, frantumati, richiamando alla memoria uditiva e visiva dell’ascoltatore-spettatore archetipi appartenenti ai riti della nutrizione. La prima sezione del lavoro opera secondo principi di somiglianza, ricercando affinità forti tra i suoni dell’organico delle percussioni e gli oggetti naturali: i rintocchi delle claves riecheggiano e si moltiplicano in quelli delle pietre percosse, i sonagli realizzati con grossi semi di frutti sono amplificati da foglie, mandorle, nocciole e noci mescolate insieme, rainstick e shaker di diverse forme e dimensioni accompagnano il suono prodotto da riso, orzo, miglio, farro, versati “a cascata” in ampi contenitori o accarezzati in superficie. A poco a poco gli strumenti scavano una distanza, recuperando una voce e risonanze più lunghe che impediscano ai suoni emessi di decadere Christophe Bertrand, pianoforte) e l’Ensemble Court-circuit (Anne Cartel, flauto, Pierre Dutrieu, clarinetto, Eve Payeur, percussione, Jean-Marie Cottet, violino, Alexis Descharmes, violoncello, Vincent Royer, viola, Jean Deroyer, direzione). A dar conto di questa «musica virtuosistica, densa e molto ritmica, che pone i musicisti in una situazione sempre pericolosa, musica anche di processo di trasformazione che gioca su sottili sfasature ritmiche così come su incontri microtonali che conferiscono alla scrittura un colore peculiare», soccorre ora un libro in corso di stampa, Christophe Bertrand: Écrits, entretiens, analyses et témoignages, pubblicato, a cura di Olivier Class, dalle parigine Éditions Hermann nella collana del GREAM “Création contemporaine”. Il volume raccoglie una serie di saggi e testimonianze a firma di Anne Blayo, Catherine Bolzinger, Laurent Cabasso, Olivier Class, Ivan Fedele, Philippe Hurel, Nikos Spiliotis e Frans Waltmans, oltre a scritti dello stesso Bertrand. Si segnala infine la ripresa del Quatuor per quartetto d’archi, il 6 settembre al Bendigo Bank Theatre (Australia) per il Bendigo International Festival of Exploratory Music. Novità ad Expo 2015 e al Festival Play It! velocemente. La natura contribuisce a nutrire l’organico strumentale e l’immaginario rivolgendosi a un inconscio collettivo, ma, allo stesso tempo, ogni natura morta allude implicitamente al carattere effimero del mondo e delle cose che ci circondano. Rispetto all’ammonimento morale che la natura ci consegna, la presenza degli strumenti musicali è fortemente simbolica, indicando all’uomo la possibilità di sopravvivere attraverso l’arte». A Giorgio de Chirico s’ispira invece Interno metafisico. “D’après” de Chirico per orchestra d’archi, in prima esecuzione assoluta il 25 settembre al Teatro Verdi di Firenze nell’ambito del Festival Play It!. Ne sarà interprete l’Orchestra della Toscana, diretta da Luca Pfaff. Spiega l’Autrice: «Come all’interno di uno spazio evocativo ed enigmatico, che ricorda e al tempo stesso omaggia le architetture del pittore Giorgio de Chirico, l’esperienza dell’ascolto diventa esplorazione di un labirinto metafisico posizionato all’interno di un labirinto reale. Immaginarie stanze, apparentemente chiuse, dialogano con l’esterno attraverso finestre o quadri che ci introducono in nuovi spazi. Interno ed esterno si compenetrano costantemente, trasformando le cose comuni in presenze di un mondo sospeso e magico». Carmine Emanuele Cella Percezione Spettralista Carmine Emanuele Cella presenta in prima esecuzione assoluta il 26 settembre al Festival Play It! di Firenze, sulla scena del Teatro Verdi, All of a Sudden per orchestra, nell’interpretazione dell’Orchestra della Toscana, committente del lavoro, diretta da Marco Angius. Spiega il compositore: «All of a Sudden racconta la storia di un’improvvisa rivelazione, un’epifania che muta la percezione del mondo da oggettiva a soggettiva. Una sorta di cambio di prospettiva simile al flusso di coscienza di Joyce, che rivela un piano del reale che non era visibile prima. Il pezzo risente di influenze spettraliste e gioca su elementi formali che si rifanno a Feldman: il tempo risulta teso, quasi congelato, e le relazioni tra memoria e previsione si annullano a favore della percezione del presente». A Cella è stata assegnata il 2 aprile, presso le Sale Apollinee del Teatro la Fenice, l’edizione 2015 del premio “Una Vita per la Musica”, fondato da Bruno Tosi e presieduto da Mario Messinis, nella Sezione speciale “Giovani”, istituita nel 2013, nella categoria compositori. Un Cd monografico e un libro restituiscono vivida l’immagine del compositore a cinque anni dalla scomparsa Questa la motivazione della scelta di Carmine Emanuele Cella, «uno dei più interessanti rappresentanti della generazione segnata dall’influsso del movimento spettralista [...]. Il lavoro di Cella, forte di una formazione matematica e logica, oltre che musicale, è improntato al desiderio di coniugare la necessità di un sistema formale razionalmente ben strutturato e l’esigenza di una scrittura musicale della massima libertà espressiva e all’insegna di un’autonoma strategia compositiva. La tensione dialettica di questo rapporto ha portato Cella a modellare un linguaggio originale e innovativo, che scaturisce da una riflessione attenta sulla struttura del suono e si sviluppa in un rapporto fecondo tra le fonti sonore tradizionali e i nuovi strumenti tecnici del mondo digitale. In particolare è degna di attenzione la ricerca sulla dimensione timbrica, che lo ha portato a sperimentare nella musica strumentale nuove tecniche di orchestrazione basate su concetti matematici e combinatori con esiti suggestivi». Novità sinfonica a Firenze e l’assegnazione del prestigioso “Una Vita per la Musica” 9 Un’antica istituzione bergamasca celebra Donizetti con un’opera diffusa Sándor Veress La Sonatina per oboe, clarinetto e fagotto è in cartellone il 22 agosto presso la Suntory Hall di Tokyo, in occasione del Summer Festival 2015 promosso dalla Suntory Foundation For Arts. Ne saranno interpreti Heinz Holliger, oboe, Hideo Kikuchi, clarinetto, e Mariko Fukushi, fagotto. Il medesimo Festival ospiterà il 27 agosto anche l’esecuzione di Threnos (In memoriam Béla Bartók) per orchestra. Lo stesso Holliger interpreterà, insieme all’Ensemble Resonanz, e dirigerà la Passacaglia Concertante per oboe e archi il 25 luglio al VERDO Concert Hall di Hitzacker (Bassa Sassonia), per i Sommerliche Musiktage Hitzacker. Novità per flauto basso concertante a Play It! Pasquale Corrado Nella mente del genio C ampeggia nel cuore dell’estate di Pasquale Corrado la prima rappresentazione assoluta di Donizetti Alive, opera diffusa sulla vita e l’arte di Gaetano Donizetti, su libretto di Luigi Di Gangi, Julio Garcìa-Clavijo e Ugo Giacomazzi. Commissione della Fondazione MIA che, fondata come Congregazione della Misericordia Maggiore nel 1265, l’anno in cui nacque Dante, celebra i primi 750 anni, l’opera sarà proposta negli spazi della Domus Magna, all’interno della Stagione Lirica 2015 “Donizetti Revolution” della Fondazione Donizetti di Bergamo, in cinque riprese: 20-21 giugno, 4 luglio, 1 agosto, 5 settembre e 3 ottobre. La prima avrà luogo in occasione della “Donizetti Night”, della quale rappresenta un progetto di punta. Ne curano la regia Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi. In questi termini la presenta l’Autore: «La mente di Donizetti. Poterci entrare! Lui ce lo permette. Ce la offre negli ultimi istanti della sua vita, frammentata, divisa, in un ordine di caos che segue il suo coerente filo rosso. Proviamo a guardare dall’alto le “stanze” della sua mente, le vediamo e le sentiamo agire insieme, contemporaneamente, come simultanei sono i ricordi durante un corto circuito cerebrale. Egli ci fa percorrere questo labirinto caleidoscopico, stratificato, permettendoci non solo di assistere ma anche di partecipare ai suoi ricordi. Mischia la realtà a episodi solamente immaginati, desiderati, sognati, distorti. Gli amici, il maestro Mayr, la famiglia, la moglie, i viaggi, i medici e il tormento per la sifilide, i cantanti con i loro divismi, i librettisti ritardatari, gli impresari senza scrupoli si confondono con i personaggi delle sue opere per recitare e cantare l’opera della sua vita, quella che nella sua frenesia di perfezione, avrebbe sempre voluto scrivere, Vittorio Montalti Indagine su se stessi N ovità di Vittorio Montalti al Festival Play It! di Firenze, che ospita il 26 settembre sul palcoscenico del Teatro Verdi In acque profonde per flauto basso e orchestra, nell’interpretazione di Roberto Fabbriciani e dell’Orchestra della Toscana diretta da Marco Angius. Spiega l’Autore: «La composizione è per me una sorta di autoritratto. Scrivere infatti significa raccontare delle storie ma anche raccontarsi. Proprio per questo cerco una musica autentica, che mi rappresenti nel modo più vero possibile. Questo brano è una sorta d’indagine su me stesso, che sviluppa la descrizione di un ipotetico labirinto e di possibili itinerari in cui perdersi. Il viaggio all’interno di questa rete La Paul Sacher è da oggi custode dell’archivio del compositore, omaggiato da un nuovo Cd 10 sempre più grande, sempre più bella. Per noi ha scritto nuove arie, cori, duetti, mischiati, “caleidoscopizzati”, del tutto nuovi o “autoimprestati”, tagliati e cuciti come amava fare. Dai protagonisti alle comparse, ci invita a sentirci, una volta entrati, tutti innalzati a rango di “personaggi”. Forse Gaetano chiudendo gli occhi avrebbe detto: “Il melodramma è terminato!”». Durante l’Expo 2015 di Milano, i Sentieri Selvaggi proporranno al Padiglione Italia, sotto la guida di Carlo Boccadoro, In sequenza per flauto, clarinetto, percussione, pianoforte, violino e violoncello, composta per il concorso “Nutrire la Musica”. Così la descrive l’Autore: «Il pezzo è una riflessione sul concetto di movimento e di stasi (di frenesia articolativa contrapposta a una apparente calma che brulica sempre di piccole perturbazioni) di luce e buio, di freddo e caldo, di silenzio e suono. È il frutto di una riflessione basata sul non concepire il moto e la stasi come contrapposti, la stasi come negazione del moto e il moto stesso come negazione della stasi, ma nel concepire la stasi come il caso limite del moto, con velocità tendente a zero; la stasi come caso particolare del movimento che diventa moto con velocità uguale a zero; la stasi come grado zero del moto. Molti fenomeni naturali, come il buio, il freddo, il movimento, appunto, possono essere interpretati a seconda di come la nostra mente si relaziona ad essi: possiamo, ad esempio, interpretarli come opposti oppure come estremi». È in preparazione infine per l’autunno un’ulteriore e prestigiosa prima esecuzione assoluta: Ritorna ancora per quintetto di fiati, che lo Slowind Quintet interpreterà il 2 ottobre alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian nell’ambito della Biennale di Venezia, 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Aldo Clementi costruisce una narrazione in cui gli elementi musicali si alternano, si sovrappongono e si trasformano l’uno nell’altro con ritorni in luoghi già visitati. L’orchestra e l’elettronica amplificano il percorso strumentale, divenendone un’estensione. Si creano labirinti paralleli, diramazioni che aprono la porta su dimensioni altre. Ne deriva una sorta di ombra dello strumento, che può incarnare ruoli diversi. Così orchestra e elettronica accompagnano lo strumento, ne deformano l’immagine, lo contrastano e arrivano a vivere di vita propria; un gioco delle parti in cui i ruoli sono sempre in discussione». Lo scrigno di Basilea A nna e Mario Clementi hanno donato l’archivio musicale del padre alla Fondazione Paul Sacher di Basilea. Il lascito, che viene a costituire la “Sammlung Aldo Clementi”, include la raccolta completa dei documenti e degli autografi concernenti l’intera parabola creativa del compositore catanese, dal 1944 al 2007. Accanto ai manoscritti musicali vi si trovano edizioni a stampa, materiale iconografico, programmi di concerti, recensioni, registrazioni e altro materiale documentario, nonché manoscritti autografi di altri autori, tra i quali Luigi Dallapiccola e Dieter Schnebel. Il 27 maggio si è tenuto presso la Sala Casagrande dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Briccialdi” di Terni un concerto-incontro monografico dedicato a Clementi, dal titolo “Collage. Blues per Aldo”, a cura della classe di musica da camera di Fabio Maestri e della classe di Composizione di Marco Gatti. In quel contesto è stato proiettato il documentario di Patrizio Esposito Collage. Blues per Aldo e sono stati eseguiti, di Clementi, Tre piccoli pezzi (Omaggio a Bartók) per pianoforte a quattro mani, Barcarola per pianoforte a quattro mani, Albumblatt per voce femminile, flauto, violino e chitarra, e 2 x 6 per pianoforte e vibrafono. È infine uscito il Cd monografico For Saxophones (Amirani Records AMRN 041 05-C), interamente dedicato a lavori di Aldo Clementi trascritti per quartetto di saxofoni. Vi si possono ascoltare Canone, Canone circolare, Satz e Satz 2, Blues e Blues 2 Fantasie su frammenti di Thelonious Monk, Momento, Texture e Vom Himmel hoch. Interpretano il Cd Pasquale Laino, saxofono soprano e contralto, Manuele Morbidini, saxofono contralto, Pedro Spallati, saxofono tenore e Rossano Emili, saxofono baritono e tenore. Gabriele Cosmi Forze sommerse È in cartellone l’11 giugno all’Auditorium Parco della Musica di Roma una novità sinfonica di Gabriele Cosmi: Petra per grande ensemble, nell’interpretazione dell’Ensemble 900 diretto da Carlo Rizzari. Spiega l’Autore: «Petra è una città situata in Giordania; le sue numerose facciate sono intagliate nella roccia. Come in diverse altre mie composizioni scritte negli ultimi anni, strutture architettoniche dalle particolari caratteristiche continuano a ispirare la modalità di concezione formale dei miei lavori. Petra fu nell’antichità una città edonista ma già nell’VIII secolo fu abbandonata in seguito alla decadenza dei commerci e a catastrofi naturali. Benché fosse divenuta asilo di famiglie beduine, fino ad anni recenti fu in un certo senso dimenticata. Nella composizione è presente uno strumento, il pianoforte, che esercita una polarità nei confronti del resto dell’ensemble; l’articolazione pianistica scolpisce le pareti formali della composizione; gli altri strumenti, invece, ne evidenziano, amplificano e illuminano le venature. Lungo il tempo della composizione un evento, affidato allo strumento cardine, emerge dal tessuto sonoro circostante in modo fugace e si manifesta ciclicamente subendo continue variazioni. Tale elemento, dalla durata sempre ridotta, influisce sull’ambiente sonoro circostante; da semplice ambiente di risonanza si articola costantemente in eventi sonori complessi e autonomi che sommergono l’evento ispiratore. Come Petra, che per secoli è stata al contempo abitata e dimenticata, l’evento generatore di forma, sfiorato lungo tutta l’arcata formale, conquista il suo spazio e il suo tempo con una lunga cadenza per pianoforte, ricostruendo una dimensione unitaria e icastica dello spazio sonoro». Il Padiglione Italia di Expo Milano 2015 ospiterà, per la manifestazione “Nutrire la Musica”, Sandro Gorli alla testa del Divertimento Ensemble in Again! per ensemble. In questi termini Cosmi introduce la novità: «Riflettendo sul tema “Nutrire il pianeta” sono stato catturato dall’aspetto paradossale che lo caratterizza: fin da tempi remoti il pianeta, con i suoi elementi e i suoi frutti, ha influenzato e nutrito l’esistenza dei propri abitanti. Nello scorrere dei secoli questa condizione si è ribaltata al punto tale da sentire l’esigenza di richiamare l’attenzione e la coscienza dell’essere umano a una maggiore responsabilità e protezione nei confronti del nostro vecchio pianeta; oggi siamo tutti chiamati a renderci partecipi di una colossale inversione dei ruoli. Ho concepito questo rapporto come una prima fase di un percorso ciclico mantenendo uno sguardo positivo in merito: nutrire il pianeta affinché possa ricominciare a nutrirci. Il titolo della mia composizione, Again!, rappresenta appunto un’esortazione a spingere questa ruota virtuale dei ruoli affinché si ritorni a un naturale Valerio Sannicandro equilibrio. La circolarità diviene dunque il vero fattore generatore di forma della composizione: delle fasi vengono continuamente percorse e ripercorse trascinando elementi da fasi precedenti e incorporando caratteristiche delle successive. Una forma continua dunque, in cui le strutture portanti della composizione si ramificano e informano anche le deviazioni più periferiche. Elementi originari e derivazioni lontane si rincorrono a velocità differenti, coesistenti entrambe, in uno stesso anello». Un’ulteriore prima esecuzione assoluta è in programma il 9 luglio alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, nell’ambito del Festival “Lo Spirito della Musica di Venezia”. L’Ex Novo Ensemble eseguirà Nereo per flauto, percussioni e pianoforte. Commenta il compositore: «Il Mediterraneo come luogo di incontro di culture è il tema che il Teatro La Fenice ospiterà all’interno del Festival “Lo Spirito della musica di Venezia”; una commissione che spinge a una riflessione su questo tema necessariamente mi riguarda da vicino. Essendo nato e avendo vissuto gran parte della mia vita in Sardegna, musiche e tradizioni antiche hanno accompagnato la mia crescita. Per questo motivo ho sempre sentito l’esigenza di tenere a distanza dal mio fare compositivo qualsiasi volontario utilizzo di materiali o citazioni del bagaglio musicale della mia terra. Ho sempre pensato che qualora esistesse un’effettiva “sardità”, questa avrebbe influenzato e caratterizzato gli aspetti più profondi dei miei lavori. Durante la scrittura di Nereo ho scoperto fili e legami con la mia tradizione che solo oggi riconosco; la presenza insistente di inflessioni nervose di tantissima musica vocale sarda vive anche nella mia musica: questo aspetto viene analizzato e composto creando contrappunti di inflessioni che generano una tensione continua nel pezzo. La stessa tensione di molti balli popolari in cui, rimanendo in uno spazio circoscritto, il danzatore agita nevroticamente le gambe senza sosta: la schizofrenia tra spazio minimo d’azione e agitazione nevrotica di movimento è forse la componente che più caratterizza molte pagine da me composte specie negli ultimi anni. Alla grotta marina sommersa più grande del Mediterraneo, la Grotta di Nereo (situata a Nord-Ovest della Sardegna), dedico dunque la mia composizione le cui forze scorrono sotterranee tessendo legami con la tradizione invisibili in superficie». Nello scorso febbraio Gabriele Cosmi si è aggiudicato il II premio al Concorso Internazionale di Composizione “Alfonso Rendano”. Tra febbraio e giugno è stato in residenza presso l’Accademia di Francia - Villa Medici di Roma, dove ha atteso alla composizione di Petra e Nereo. Infine, si segnala come Vardzia per orchestra sia stato scelto per rappresentare l’Italia all’International Rostrum of Composers 2015. Proiezione sonora L’Akademie der Künste di Berlino ospita il 25 settembre, nel quadro del Festival Kontakte, la prima esecuzione assoluta di Ephemeris per clarinetto, saxofono e live electronics in due environments, nell’interpretazione di Ingólfur Vilhjálmsson, clarinetto, e Joaquìn Saez Belmonte, saxofono, mentre il live electronics sarà realizzato dallo Studio für elektroakustische Musik der Akademie der Künste Berlin, sotto la duplice direzione di Gregorio García Karman e dell’Autore. La composizione è stata concepita espressamente per la sala berlinese, in cui i due strumentisti controllano la spazializzazione del suono attraverso i propri movimenti e la loro proiezione sonora. Le variazioni d’intensità e di fase sono catturate da cinque microfoni attorno a ciascun esecutore e tradotte in movimenti di spazializzazione sonora da una serie di altoparlanti. Il pubblico sarà disposto ai due lati del palco su cui sono sistemati gli interpreti affiancati. Una terza porzione del pubblico si troverà nel foyer o in uno spazio comunque esterno alla sala, a completare l’ambiente globale. Poiché il tema centrale della composizione è la spazializzazione sonora, anche sul piano della rielaborazione elettronica l’accento è posto su diverse tecniche di spazializzazione, finalizzate a migliorare la percezione dei suoni tramite prolungamento, ripetizione, ecc. E tuttavia, la musica continuerà a mantenere il proprio carattere acustico di fondo. Si segnala inoltre la ripresa di Trois Chants Noh per voce Noh e flauto il 3 luglio alla Maison de la Culture du Japon di Parigi, nell’interpretazione di Ryoko Aoki e Mario Caroli. Tre prime riflettono sul rapporto dell’uomo con la storia e il pianeta Bruno Zanolini Il 31 maggio la Palazzina Liberty di Milano ha ospitato la prima esecuzione assoluta di Suite a rondò da Una storia lombarda per ensemble, nell’interpretazione del SIMC Ensemble. Il 1° giugno Akiko Kozato, mezzosoprano, e Adele D’Aronzo, pianoforte, propongono, sempre in prima assoluta, Presenza per voce e pianoforte su testi dell’Autore a Villa De Rubeis Florit in Tarcento (Udine) per la rassegna Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche. Ulteriore prima esecuzione il 2 giugno per Bag’s per trombone, in programma nel quadro della medesima manifestazione al Teatro Garzoni di Tricesimo (Udine), interprete il solista Rocco Rescigno. Sperimentazione di un ambiente globale all’Accademia delle Arti di Berlino 11 Expo 2015, il Festival ManiFeste e una tournée sudamericana ospitano altrettante prime Jacopo Baboni Schilingi È uscita nel Cd monografico di Jacopo Baboni Schilingi On one condition... (éOle Records éOr_009) la registrazione di Spatio intermisso (temporis) per oboe e live computer, realizzata dall’oboista Christian Schmitt. Maurizio Azzan Indagare processi e movimenti Tre prime esecuzioni assolute attendono Maurizio Azzan nei mesi centrali di quest’anno. Il Padiglione Italia di Expo Milano 2015 ospiterà, per la manifestazione “Nutrire la Musica”, Carlo Boccadoro alla testa dei Sentieri Selvaggi in After per quattro esecutori amplificati (violino, violoncello, pianoforte e percussione). In questi termini l’Autore dichiara l’idea chiave del nuovo lavoro: «Le scorie generate dal nostro vivere quotidiano si accumulano giornalmente su quelle lasciate da chi ci ha preceduto, mentre di pari passo procede una lentissima ma inarrestabile erosione delle risorse naturali. Ma cosa succederebbe se, a un certo punto, invertite le proporzioni, fossero i resti a prevalere su tutto, sommergendo l’esistente? Una natura smagrita, ridotta all’osso, incrostata di elementi artificiali e proliferanti si dispiega nel tempo e nello spazio. I contorni si disfano e si lacerano le superfici, quasi come nelle inquietanti plastiche di Burri. Il suono si fa ora densissimo, ora ridotto ai minimi termini, ricercando un equilibrio fra componenti che hanno ormai totalmente alterato le condizioni che ne permettevano la stabilità, procedendo verso un dopo che, forse, non ci riguarda più». Sarà invece il Festival ManiFeste dell’Ircam a presentare a Parigi il 2 luglio, nella Salle 400 del Centquatre, Inizio di movimento, strumentazione di Maurizio Azzan dall’originale per pianoforte di Niccolò Castiglioni, nell’interpretazione dell’International Ensemble Modern Academy diretto da Gregor A. Mayrhofer. Spiega il compositore: «Questo breve pezzo di Niccolò Castiglioni è a tutti gli effetti il suo primo lavoro per pianoforte in cui ha iniziato a sviluppare la sua scrittura pianistica a livello di gesto strumentale e timbro. La sua natura di inizio non condotto a termine, evidente sin dal titolo, si propone poi come tentativo di esplorazione ed interessante esempio di “non finito”. Nonostante la tecnica compositiva sia ancora in fase di sviluppo, certe caratteristiche di scrittura lasciano apparire di quando in quando il suo stile più maturo, cosicché il risultato finale si presenta quasi come una sorta di quaderno di appunti abbozzati, di schizzi potenziali. A partire da Carlo Ciceri Sperimentazioni sul rapporto tra suono e spazio in una prima da concerto in Tirolo Franco Donatoni Lumen per sei strumenti sarà proposto il 4 giugno nella Sala Verdi del Conservatorio “G. Verdi” di Milano e il 30 giugno al Castello Caetani di Sermoneta per il Festival Pontino di Musica, Incontri Internazionali di Musica Contemporanea, nell’interpretazione dell’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano diretto da Sara Caneva. 12 queste considerazioni il lavoro di strumentazione è consistito quindi nell’amplificare/reinterpretare questo carattere frammentario, creando un caleidoscopio di timbri complessi che, a tratti, sembrano serbare il ricordo del Castiglioni dei decenni successivi, così interessato alla commistione di elementi eterogenei, mantenendo però una visione d’insieme necessariamente legata all’oggi e a una differente sensibilità per il suono». Spetterà infine al Sargas Duo (Massimiliano Girardi, saxofono soprano, e Luca Lavuri, pianoforte) tenere a battesimo e far conoscere Sommerso (Innerspace I) per saxofono soprano e pianoforte, in prima esecuzione assoluta il 4 agosto a Santa Fe (Argentina), poi in tournéee in Cile a Ancud e a Castro, il 10 e l’11 agosto per la Semana de Música de Cámara de Chiloé. Scritto per il Sargas Duo, cui è dedicato, Sommerso (Innerspace I) è il primo lavoro di un ciclo in fase di creazione per saxofono soprano e pianoforte, comprendente anche due brani solistici per questi strumenti (dedicati rispettivamente ad Anna D’Errico e Massimiliano Girardi) che vedranno la luce nei prossimi mesi. Scrive Azzan: «Immerso nell’acqua, il corpo perde la piena percezione della sua massa, del suo essere corpo. Sospeso in una condizione altra, esplora e scopre aspetti prima ignorati, si ripiega su di sé alla ricerca di un centro. Ogni variazione di energia si amplifica nella percezione interiore, ogni dettaglio aumenta proporzionalmente e si deforma, mentre lo spazio fluido assorbe le perturbazioni esterne, preservando questo isolamento irreale. Come adagiati su un immaginario fondale, i due strumenti dilatano a dismisura i propri gesti, ridefinendo le proprie continuità e discontinuità. Essi si compenetrano, quasi si immergono l’uno nell’altro, cercando quelle zone estreme di assimilabilità che possano realizzare una fusione il più possibile completa. Tatto, pressione, soffio diventano mani, occhi e bocche con cui queste unità corpo-strumento esplorano se stesse e l’altro, accedendo a una dimensione interiore estrema, profondissima, sondata quasi con la cautela di un rito». Proiezione e diffusione Prima esecuzione assoluta per Carlo Ciceri il 10 settembre a Schwaz (Austria) in occasione del concerto di apertura di Klangspuren - Tirol New Music Festival. RepertorioZero e il Tiroler Symphonieorchester Innsbruck sotto la guida di Francesco Angelico interpreteranno |Voiz| [v ciz] per orchestra amplificata, trio solista (chitarra elettrica, percussioni e violoncello amplificati) e elettronica. Spiega l’Autore: «Tema centrale del lavoro è l’amplificazione, qui capillare per ogni leggio dell’orchestra e per i solisti. Il suo ruolo è duplice: da una parte permettere una magnificazione del dettaglio nella proiezione del suono strumentale, dall’altra concorrere a una diffusione che fonda il suono acustico, il suo doppio digitale e l’elaborazione elettronica, rendendo possibile una composizione molto articolata del contrappunto dei piani prospettici sonori secondo paradigmi spaziali non solo acustici ma anche sociali. A tale scopo, la diffusione è divisa in due sistemi indipendenti ma comunicanti: il primo è frontale e riflette la disposizione dei musicisti sul palco, con l’orchestra disposta in due sottogruppi simmetrici e speculari a circondare i tre solisti; il secondo è immersivo e utilizza il sistema Ambisonic, sviluppato dall’ICST (Institute for Computer Music and Sound Technology) di Zurigo, che permette il controllo dello spazio attraverso la gestione di 16 altoparlanti disposti intorno al pubblico. Un cenno infine al titolo, crasi fonetica di “voice” e “noise”, che vuole descrivere un immaginario sonoro fondato su una corporeità estrema, disturbata, instabile. |Voiz| [v ciz] è una commissione del Festival Klangspuren ed è stato scritto per il Tiroler Symphonie Orchester Innsbruck e il suo direttore Francesco Angelico, con la partecipazione di RepertorioZero (solisti e ingegneria del suono) e il sostegno dell’ICST di Zurigo (produzione e diffusione dell’elaborazione elettronica)». Il 18 luglio debutterà per il Festival Territori al Teatro Sociale di Bellinzona Les Nautes, spettacolo per tre danzatori e live electronics, con la coreografia di Lorena Dozio, e la musica di Carlo Ciceri, prodotta da La Muse en Circuit Alfortville, Parigi, e sostenuta dalla Fondation Nicati-de Luze di Losanna. Les Nautes è il secondo atto di una trilogia basata sull’interazione tra movimento e suono che prende le mosse dalla pièce solistica Levante, dilatandone i tempi e moltiplicandone i personaggi sulla scena. Grazie a dei sensori di movimento e a un sistema di diffusione sonora disposto intorno al pubblico, i corpi sviluppano una coreografia autonoma facendosi al contempo interpreti di una reale partitura sonora attraverso un controllo assoluto del movimento all’interno dello spazio di rappresentazione. Marco Quagliarini Differenze, discontinuità, vuoti Tre le prime esecuzioni assolute per Marco Quagliarini nei mesi centrali del 2015. L’8 giugno è in programma all’Accademia di Danimarca in Roma, per la Stagione concertistica di Roma Tre Orchestra, Ricercare II per violino e pianoforte, nell’interpretazione dell’Ardorè Duo: Rebecca Raimondi, violino, e Alessandro Viale, pianoforte. Spiega l’Autore: «Scrivere un duo violinopianoforte, per un compositore d’oggi, è certamente una sfida notevole. Innanzitutto per il confronto con i grandi classici dell’Ottocento e del primo Novecento verso i quali non ci si può certamente sottrarre. La sfida compositiva più importante nasce principalmente dall’impossibilità dei protagonisti di fondersi veramente in un duo. Il violino e il pianoforte hanno personalità timbriche veramente divergenti e non solo per l’enorme repertorio accumulato nel corso dei secoli da entrambi. Basterebbe soltanto pensare al modo d’attacco del suono dei due strumenti: il violino, la cui durata e intensità del suono può essere intelligentemente controllata, e il pianoforte, il cui suono si esaurisce appena emesso. Esaltare le divergenze è stato quindi il primo passo nella concezione di Ricercare II. Ci sono certamente fasi in cui i due strumenti sembrano voler dialogare sullo stesso terreno; penso all’inizio della seconda parte, in cui il violino e il pianoforte suonano entrambi, in modo omoritmico, un corale continuamente interrotto. Ci sono però anche momenti in cui i due strumenti seguono strade diverse e sembrano non ascoltarsi, come ad esempio l’inizio della prima parte, in cui il pianoforte, “inquieto” e “sottovoce”, contrasta radicalmente con il motivo lirico “impulsivo” del violino. I contrasti naturalmente avvengono su diversi livelli, non solo di articolazione della musica ma anche, per esempio, dal punto di vista dei registri. La gestione dello spazio sonoro è, infatti, un punto essenziale della mia ricerca musicale. Le linee dei due strumenti spesso divergono in modo estremo oppure, come a metà della Federico Gardella seconda parte, s’incrociano dando agli stessi motivi significati espressivi continuamente cangianti. Interazione e contrasto, ecco i due sostantivi che sintetizzano bene il processo creativo alla base di Ricercare II». Un mese più tardi, il 7 luglio, sempre nella Città eterna, presso la Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana, sarà possibile ascoltare Riflesso per clarinetto e trio d’archi, interpretato dall’Ensemble Imago Sonora. Suggerisce Quagliarini: «Le geometrie, le linee diritte, non sono nient’altro che il tentativo di imbrigliare il pensiero. Ma esso sfugge costantemente manifestandosi così com’è: libero, inafferrabile, irriducibilmente anarchico. Cosa ci rimane, allora, del pensiero se non un ricordo, un’immagine deformata, un effetto della sua avvenuta presenza? La musica, in quanto realtà di questo riflesso, esprime dunque sentimenti nascenti e subito rimossi, slanci interrotti, abbandonati, ripresi. Le sospensioni e le riprese, come il buio prima della luce, accentuano la dissoluzione della continuità narrativa, ne evidenziano l’artificio». Infine, il 22 agosto sarà il Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” a ospitare la “prima” di Three Couples per flauto, clarinetto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello, sotto la bacchetta di Tonino Battista e nell’ambito del Corso di formazione per professore d’ensemble di musica moderna e contemporanea, organizzato annualmente dall’ente lirico. Scrive l’Autore: «Immaginare la musica è immaginare, innanzitutto, un luogo, uno spazio entro il quale esercitare il pensiero musicale. Entrare in questo spazio, entrarci verticalmente, osservarlo con la lente d’ingrandimento è un po’ come violarlo, quasi oltraggiarlo, comporta una decostruzione. La densità si dirada, s’intravedono le linee, le geometrie... si riconosce un motivo... si pensa di coglierlo ma si rimane delusi... la luce si fa opaca... la direzione è ormai persa... si scorge il vuoto». Dinamiche della forma Prima esecuzione assoluta per Federico Gardella il 10 giugno all’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo con Tableau vivant per flauto, viola e arpa, nell’interpretazione dell’Eufonè Trio. Spiega l’Autore: «Nella pratica del tableau vivant si realizza un paradosso che ha a che fare con la nostra percezione del reale: un gruppo di persone, disposte secondo una studiata coreografia, ricostruisce un’immagine della realtà, come fosse un dipinto. Si tratta di una “messa in scena” dell’istante, un’azione in cui l’immobilità dei protagonisti svolge una funzione essenziale: è attraverso gli sguardi che ci accorgiamo di essere di fronte alla rappresentazione “vivente” (ma immobile) di un quadro, reale o immaginario. In Tableau vivant questa immobilità si definisce attraverso una “dinamica della forma”: a un primo livello gli eventi sonori si articolano in senso cronologico, entrando in relazione tra loro e modificandosi reciprocamente. Ma, se si “osserva” con attenzione, si può scorgere sullo sfondo un elemento che permane, mentre tutto intorno cambia». Nella stessa sede Marco Fusi ha proposto lo scorso 13 maggio Cinque notturni da braccio per viola d’amore. Nebbiae per flauto, clarinetto, violino, viola e violoncello sarà ripreso dall’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano diretto da Sara Caneva il 4 giugno nella Sala Verdi dello stesso Conservatorio milanese e il 30 giugno presso il Castello Caetani di Sermoneta, nell’ambito degli Incontri Internazionali di Musica Contemporanea del Festival Pontino di Musica. Sempre a Milano, alla Palazzina Liberty, sarà possibile ascoltare il 6 giugno Tre studi sulla notte - Tre studi per riscoprire l’alba per pianoforte, nell’ambito della Stagione cameristica dell’Orchestra da Camera Milano Classica e nell’interpretazione di Alfonso Alberti, che replicherà il 10 giugno alla Casa della Musica di Parma per la rassegna Verso Traiettorie e il 27 giugno a Mantova, per Eterotopie. La prima esecuzione italiana di Invenzioni del margine per pianoforte è in cartellone l’8 giugno all’Accademia di Danimarca di Roma, per la Stagione concertistica di Roma Tre Orchestra, affidata al pianista Alessandro Viale. Infine, sarà possibile ascoltare Voice of Wind per voce femminile [utai] e flauto basso il 25 giugno a Sligo (Irlanda), per il Blue Raincoat, il 27 giugno al Garter Lane Arts Centre di Waterford (Irlanda) e il 3 luglio alla Maison de la Culture du Japon di Parigi, interprete la voce Noh Ryoko Aoki, accompagnata nei primi due appuntamenti da Susan Doyle, nel terzo da Mario Caroli. Si segnala inoltre che Federico Gardella prenderà parte dal 6 al 13 settembre al Takefu International Music Festival. In quell’occasione Mario Caroli eseguirà i Cinque cori notturni sotto la costa per flauto contralto, verrà proposto Architetture del canto e del silenzio per ensemble, mentre Gardella stesso assisterà Toshio Hosokawa nella veste di docente di composizione al Takefu International Composition Workshop. È in preparazione per l’autunno la prima esecuzione assoluta di Memorie di tempesta per violoncello e pianoforte, che Francesco Dillon e Emanuele Torquati interpreteranno il 9 ottobre alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian nell’ambito della Biennale di Venezia, 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Tre prime cameristiche, tra Roma e Spoleto, costellano i mesi estivi Luca Lombardi Essay I a - A chi fa notte il giorno per contrabbasso e voce recitante ad libitum è stato proposto il 29 maggio a Berlino, Villa Elisabeth, con Matthias Bauer, contrabbasso, e l’Autore stesso, voce recitante, in occasione di un concerto monografico per festeggiare il 70° anniversario del compositore. Prima cameristica a Strasburgo indaga i processi di percezione della realtà 13 Maurilio Cacciatore La ricerca sulle interazioni macroformali è al centro d’una novità proposta a Basilea Novità per ensemble indaga il fascino della ripetizione ossessiva e incantatoria d’una melopea Movimento e immobilità rappresentano i poli del nuovo lavoro in prima a Firenze Musica a molte dimensioni Tralci per 14 strumenti e live electronics sarà presentato in prima esecuzione assoluta il 27 giugno al Grosser Saal della Musik-Akademie Basel, interprete l’Ensemble Phoenix diretto da Jürg Henneberger. Spiega Cacciatore: «Dopo Vit-Vite-Evit, il mio nuovo brano Tralci, scritto per l’Ensemble Phoenix Basel, è la prosecuzione di un percorso di composizioni che cerca di guardare in profondità alle interazioni macroformali di una serie di miniature in sequenza senza soluzione di continuità. La scrittura va in due direzioni: la prima è quella delle altezze temperate, poche, polarizzate, equalizzate in scrittura ancora prima dell’arrivo del sound design per mezzo dell’amplificazione. Poi esiste la direzione “concreta” della scrittura, cioè un insieme di sonorità affini a quelle della musica elettroacustica ma di pura origine strumentale. Ebow, rasoi e altri eccitatori contribuiscono a quella che mi piace chiamare meccatronica del pezzo, ovvero la creazione di sonorità al di là delle aspettative sugli strumenti, per mezzo dell’interazione con materiali meccanici di eccitazione. Quello che ne risulta è spesso una scrittura monofonica che però suona come una successione di multifonici legati tra loro e dipendenti dalla velocità dei gesti, dalla pressione sui materiali e Luca Antignani Nella spirale della ricorsività G ià tre le esecuzioni in programma per il nuovo lavoro di Luca Antignani, Litanie briganti per ensemble di fiati e pianoforte, che il Lemanic Modern Ensemble diretto da William Blank porterà dapprima il 10 settembre al Festival Amadeus di Ginevra, poi il 30 settembre ad Annemasse, infine il 7 ottobre alla Sala d’Armi dell’Arsenale di Venezia per La Biennale, 59° Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Spiega l’Autore: «Litanie briganti nasce dalla riflessione attorno alla figura della litania, ripetizione ossessiva e incantatoria di una melopea. Dunque una duplice prospettiva di lavoro: da un lato morfologica, essendo protagonista la sequenza, il profilo, la linea sviluppata in Andrea Manzoli Suono ossimoro N senso orizzontale; dall’altra formale, cercando di investigare le infinite possibilità di evoluzione contenute nella spirale della ricorsività. Le litanie, seppur presentandosi come microcomposizioni autonome, si susseguono senza soluzione di continuità, come tante pietruzze d’una rudimentale collana. L’associazione all’aggettivo “briganti” è stata generata in maniera del tutto inconscia. Ho poi scoperto questo passo, in un idillio del Carducci: “Va’, molli sonni reca e sussurranti / ombre a pastori e cani, / a Maria fiori e litanie, briganti / de l’arsa Puglia a i piani”. La virgola è gioiosamente saltata». ovità di Andrea Manzoli al Festival Play It!: l’Orchestra della Toscana diretta da Francesco Lanzillotta proporrà il 24 settembre al Teatro Verdi di Firenze, in prima esecuzione assoluta, Strenua inertia per orchestra da camera. Nelle parole dell’Autore, «Strenua inertia rappresenta il tentativo di considerare il suono come unione fra mobilità e immobilità. Un “suono ossimoro”, dunque, in cui moto e stasi si fondono in un unico oggetto sonoro; così un accordo di armonici degli archi suonato con un’arcata lunga e con transizione d’arco può equivalere allo stesso accordo articolato freneticamente (realizzato ad esempio con un tremolo velocissimo e molto irregolare). Formalmente il brano è diviso in due parti. Nella prima un flusso sonoro continuo e tendente alla sinusoide viene continuamente perturbato attraverso articolazioni e gesti strumentali molto pronunciati. La seconda è invece una rilettura dilatata del flusso sonoro proposto nella prima parte, con sostituzioni vertiginose di elementi musicali». Julia Köhl esegue il 30 giugno al Theaterpavillon della Hochschule Luzern Musik Musica su due dimensioni per flauto e nastro magnetico. Luigi Gaggero interpreta il 5 luglio, alla testa dell’Ensemble de Musique Contemporaine du Conservatoire de Strasbourg, nella sede dell’istituzione e per la rassegna “Cité de la Musique et de la Danse”, Serenata n. 2 per undici strumenti. La composizione è in cartellone anche all’Ozawa Hall del BSO Tanglewood Music Center di Tanglewood (Massachusetts) il 23 luglio, nell’interpretazione di membri della Boston Symphony Orchestra diretti da Oliver Knussen. Infine, il Modern Music Ensemble (Inverted Space) dell’Università di Washington mette in scena il 25 settembre al Meany Studio Theater della School of Music dell’Ateneo, a Seattle, Don Perlimplín, opera radiofonica in un atto dalla commedia di Federico García Lorca. Bruno Maderna 14 dai luoghi di produzione. Due altoparlanti a contatto fondono il live electronics con le sorgenti strumentali – la chitarra elettrica è amplificata nel pianoforte, la tuba in un timpano – così da ridurre la distanza tra sorgenti acustiche e diffusori elettroacustici». Il 27 luglio all’Oratorio dei Disciplinanti di Moneglia la flautista Annamaria Morini e le soliste del LatinoBalcanica Ensemble (Elisa Bonazzi, mezzosoprano, e Angela Troilo, contralto) eseguiranno III Anfibio per due voci e flauto basso. Musica di Maurilio Cacciatore è uscita nel Cd Thiva Km 102 dell’ARTéfacts Ensemble, che comprende l’incisione di Radio Jail per saxofono contralto, pianoforte, percussioni e live electronics. Il Cd comprende tutti i brani commissionati per un progetto supportato dall’Istituto di Cultura francese di Atene: il titolo del Cd si riferisce al carcere di Atene, le cui detenute hanno fornito il materiale sonoro per l’elettronica. Altri lavori del compositore sono reperibili in registrazione nel Dvd Lost in Feedback, interpretato dall’Ensemble Hanatsu Miroir: si tratta in particolare di Corpo d’aria per flauto basso e live electronics, Stesso obliquo per flauto e vibrafono e appunto Lost in Feedback per un percussionista, un artista-performer e live electronics. Li hanno interpretati Ayako Okubo, flauti, Olivier Maurel, percussioni, Yon Costes, visual artist e stage performer, Maurilio Cacciatore, live electronics. Adriano Gaglianello Diversità, relazioni, integrazione Il Padiglione Italia di Expo Milano 2015 ospiterà, per la manifestazione “Nutrire la Musica”, Carlo Boccadoro alla testa dei Sentieri Selvaggi in Gagudju per ensemble. In questi termini l’Autore offre le coordinate del nuovo lavoro: «Gagudju è il nome della lingua parlata dal popolo aborigeno che viveva nei pressi dell’attuale parco Kakadu, nel nord-est dell’Australia. Visitando questi luoghi fantastici in cui la natura risulta tanto generosa da sentirsi spesso inadeguati a contenerne la forza, si nota fin dalle prime escursioni il degrado, la desolazione, la precarietà delle condizioni di vita dei pochi aborigeni ancora presenti sul territorio. Senza entrare nel merito specifico delle cause, la distanza tra costoro e il resto della popolazione sembra ormai incolmabile. Il tema dell’integrazione è ciò che tuttora più di ogni altro argomento caratterizza le conversazioni legate a quel viaggio; senz’altro il caso australiano rappresenta un inequivocabile fallimento di politiche di integrazione. Più in generale si affianca poi a questo tema quello di come si possa eventualmente salvaguardare la biodiversità, e spesso si conviene nella necessità, ove possibile, di mantenere chiara la distinzione tra cose Accursio Cortese diverse per instaurare un dialogo tra parti, evitando dannose omologazioni. Il brano è intitolato Gagudju perché vuole riprendere lo stesso concetto di biodiversità rifacendosi al tema dato dal committente Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Esso contiene una serie di elementi che, seppur reiterati con diverse variazioni, si possono sempre distinguere per via di una propria differentia specifica. Definita l’identità di ogni elemento, la narrazione si svolge attraverso l’attribuzione di funzioni via via diverse ai vari elementi che pur mantenendo appunto una chiara riconoscibilità, subiscono un processo di variazione che dipende da tali funzioni. Avviene dunque che un’idea, nascosta nello sfondo di un tessuto musicale, assuma improvvisamente una posizione di primo piano in una sezione successiva; si tratta della stessa idea ma con una funzione diversa all’interno del contesto drammaturgico. Grazie a questo scambio di ruoli, le idee si integrano armoniosamente in una narrazione organica permettendo di stabilire relazioni, generare aspettative, sviluppare un dialogo tra parti nel rispetto delle reciproche identità». Il sorgere d’un astro L o scorso 13 aprile il Politeama Garibaldi di Palermo ha ospitato per la stagione degli Amici della Musica di Palermo, committenti dell’opera, la prima esecuzione assoluta di Levata eliaca per violino, violoncello e pianoforte, nell’interpretazione del Trio Siciliano: Silviu Dima, violino, Giorgio Gasbarro, violoncello, e Fabio Piazza, pianoforte. Spiega l’Autore: «La levata eliaca di una stella indica il fenomeno del sorgere dell’astro circa 30’ prima dell’alba. Tale fenomeno è stato utilizzato da numerosi popoli per il calcolo dei calendari. Notevole importanza religiosa aveva in particolare nell’antico Egitto e nella cultura celtica. La composizione, che s’inserisce in un trittico (Sedna per ensemble e Pleiadi per orchestra sinfonica) dedicato a determinati fenomeni astronomici, Andrea Mannucci Fermare il ricordo Una novità per pianoforte solo, Due pezzi, è stata presentata in prima esecuzione assoluta lo scorso 16 maggio al Polo Universitario “Zanotto” di Verona per la rassegna “Attraversamenti”, interprete Claudio Bonfiglio. Spiega l’Autore: «I Due pezzi per pianoforte sono stati scritti in memoria di mia madre recentemente scomparsa. Perdere la propria madre è, inevitabilmente, sentirsi gettati nella cruda realtà di un abbandono di cui non se ne conosceva il senso, in una sorta di vuoto senza sostegni, che non può essere colmato. Il distacco interrompe la Luigi Dallapiccola Il prigioniero, un prologo e un atto da La torture par l’espérance di Villiers de l’Isle Adam e da La légende d’Ulenspiegel et Lamme Goedzak di Charles de Coster, è stato proposto in forma di concerto alla Concert Hall del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo il 28 maggio, con Yevgeny Nikitin, bassobaritono e The Mariinsky Orchestra diretta da Oleg Caetani. Il Concerto per la notte di Natale dell’anno 1956 per orchestra da camera e soprano su testi di Jacopone da Todi è in programma il 24 luglio all’Ozawa Hall del BSO Tanglewood Music Center di descrive metaforicamente il fenomeno attraverso i suoni. Formalmente è suddivisa in tre parti più una cadenza. Si apre con un’atmosfera d’indeterminatezza sonora nei tre strumenti che descrive quei secondi precedenti l’alba, prima del sorgere dell’astro, in un’atmosfera sospesa e fluttuante. La sezione centrale descrive la materializzazione del fenomeno affidato a un tema etereo del pianoforte sostenuto in una sorta di accompagnamento dal continuum dei due archi. La terza parte è quella più dinamica in cui i tre strumenti si sfidano in una sorta di danza cosmica evidenziando il virtuosismo e l’interplay, per poi concludersi con un ostinato che per aumentazione fa scemare il suono in un decrescendo che arriva al più che pianissimo, rasentando quasi l’inudibile». Novità per Expo Milano 2015 ispirata alla condizione degli aborigeni australiani Composizione cameristica di ispirazione astronomica in prima a Palermo Novità pianistica in memoriam quotidianità, muta il sorriso in un ricordo, la voce in silenzio. I Due pezzi tentano di fissare alcune immagini del passato per non dimenticare, per non smarrire il ricordo di un volto che il tempo sbiadisce e scolora inevitabilmente». Ripresa imminente per i Tre canti per voce e orchestra su testi di Ida Travi: li si potrà ascoltare il 16 luglio al Teatro dell’Opera del Casino di Sanremo e il 17 luglio al Complesso Monumentale Fortezza del Priamàr di Savona, interpreti Nair e l’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta dall’Autore. Tanglewood (Massachusetts), per il Festival of Contemporary Music. L’eseguiranno membri della Boston Symphony Orchestra, diretta da John Harbison. È ora disponibile un’importante novità discografica per l’etichetta Brillant (94967): Luigi Dallapiccola - Complete music for solo piano et violin and piano. La pianista Maria Clementi e il violinista Luca Fanfoni vi interpretano Tre episodi da Marsia, Sonatina canonica da Paganini, Due studi, Quaderno musicale di Annalibera e Tartiniana seconda. 15 Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute MAGGIO Giorgio Colombo Taccani ARCADIA per flauto, arpa e viola Milano, Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, 24 maggio Eufonè Trio Gilberto Bosco IN TRIO per flauto, oboe e pianoforte Trieste, Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche, Auditorium della Casa della Musica, 31 maggio Tommaso Bisiak, flauto Paola Fundarò, oboe Reana De Luca, pianoforte Maurizio Ferrari QUATTRO MINIATURE per flauto, oboe e pianoforte Trieste, Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche, Auditorium della Casa della Musica, 31 maggio Tommaso Bisiak, flauto Paola Fundarò, oboe Reana De Luca, pianoforte Bruno Zanolini SUITE A RONDÒ da “Una storia lombarda” per ensemble Milano, Palazzina Liberty, 31 maggio SIMC Ensemble GIUGNO Bruno Zanolini PRESENZA per voce e pianoforte su testi dell’Autore Tarcento (Udine), Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche, Villa De Rubeis Florit, 1 giugno Akiko Kozato, mezzosoprano Adele D’Aronzo, pianoforte Bruno Zanolini BAG’S per trombone Tricesimo (Udine), Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche, Teatro Garzoni, 2 giugno Rocco Rescigno, trombone Giorgio Colombo Taccani OF DISCIPLINE per due flauti Tricesimo (Udine), Risuonanze - Incontri di Nuove Musiche, Teatro Garzoni, 2 giugno Fosca Briante e Tiziano Cantoni, flauti Giorgio Colombo Taccani SOTTOTRACCIA per chitarra elettrica Milano, Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”, 6 giugno Carlo Siega, chitarra elettrica ESZ Giorgio Colombo Taccani A PERFECT BEAT OF Versione per due chitarre elettriche Milano, Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”, 6 giugno Carlo Siega e Pietro Rodeghiero, chitarre elettriche Marco Quagliarini RICERCARE II per violino e pianoforte Roma, Stagione concertistica di Roma Tre Orchestra, Accademia di Danimarca, 8 giugno Ardorè Duo: Rebecca Raimondi, violino Alessandro Viale, pianoforte Ivan Fedele HIGH (In memoriam Miles Davis) Versione per corno di bassetto Venezia, Teatro la Fenice, 8 giugno Michele Marelli, corno di bassetto Stefano Gervasoni ODOI per due oboi Milano, Rondò, Palazzina Liberty, 9 giugno Luca Avanzi, oboe Cristina Ruggirello, oboe Federico Gardella TABLEAU VIVANT per flauto, viola e arpa Strasbourg, Istituto Italiano di Cultura, 10 giugno Eufonè Trio Gabriele Cosmi PETRA per grande ensemble Roma, Auditorium Parco della Musica, 11 giugno Ensemble 900 dir.: Carlo Rizzari Alessandro Solbiati IL SUONO GIALLO Opera in un prologo, sei quadri e un epilogo. Libero adattamento e libretto dell’Autore dalla composizione scenica “Der gelbe Klang” di Vasilij Kandinskij (Commissione del Teatro Comunale di Bologna) Bologna, Teatro Comunale, 13 giugno Laura Catrani, soprano Alda Caiello, mezzosoprano Paolo Antognetti, tenore Maurizio Leoni, baritono Nicholas Isherwood, basso Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna Maestro del Coro: Andrea Faidutti dir.: Marco Angius Scene e costumi: Gianni Dessì Regia: Franco Ripa di Meana news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Pasquale Corrado DONIZETTI ALIVE Opera diffusa sulla vita e l’arte di Gaetano Donizetti Libretto di Luigi Di Gangi, Julio Garcìa-Clavijo, Ugo Giacomazzi Bergamo, Fondazione Donizetti, Stagione Lirica 2015, Domus Magna, 20 giugno Regia: Luigi Di Gangi, Ugo Giacomazzi Maurilio Cacciatore TRALCI per 14 strumenti e live electronics Basel, Musik-Akademie Basel, Grosser Saal, 27 giugno Ensemble Phoenix dir.: Jürg Henneberger LUGLIO Luca Mosca “DITTICO GIAPPONESE”: NOTE DEL GUANCIALE. OMAGGIO A SEI SHONAGON per cinque strumenti LA CORTINA DI GALA Opera giapponese in un atto Libretto di Pilar García e Ernesto Rubin de Cervin ispirato a Genji Monogatari” di Murasaki Roma, Accademia Filarmonica Romana, 1 luglio Solisti e Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala dir.: Marco Angius Niccolò Castiglioni/Maurizio Azzan INIZIO DI MOVIMENTO Elaborazione per ensemble di Maurizio Azzan dall’originale per pianoforte Paris, Ircam, Festival ManiFeste, Académie, Le Centquatre, Salle 400, 2 luglio Internationale Ensemble Modern Academy dir.: Gregor A. Mayrhofer Luis de Pablo AMABLE SOMBRA per due pianoforti Sermoneta, Festival Pontino di Musica, Castello Caetani, 3 luglio Antonella Moretti e Mauro Ravelli, pianoforti Marco Quagliarini RIFLESSO per clarinetto e trio d’archi Roma, Accademia Filarmonica Romana, Sala Casella, 7 luglio Ensemble Imago Sonora Gabriele Cosmi NEREO per flauto, percussioni e pianoforte Venezia, Festival Lo Spirito della Musica di Venezia, Teatro La Fenice, Sale Apollinee, 9 luglio Ex Novo Ensemble Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute Maurizio Ferrari CONTRAPPUNTO dalla “Canzone 2 - VII tono” di Giovanni Gabrieli per flauto, clarinetto, percussioni, violino e violoncello Venezia, Festival Lo Spirito della Musica di Venezia, Teatro La Fenice, Sale Apollinee, 9 luglio Ex Novo Ensemble Maurizio Ferrari HO PORTATO IL VELO DA LONTANO per soprano e pianoforte Bergen (Norvegia), Festival Grieg, Korskirken, 10 luglio Duo Luoghi Immaginari: Elena Bakanova, soprano Raffaele Mascolo, pianoforte Javier Torres Maldonado DI NATURA ARTIFICIALE per orchestra (Commissione Orquesta Sinfónica de Minería) Mexico City, Ciudad Universitaria, Sala Nezahualcóyotl, 24 luglio Orquesta Sinfónica de Minería dir.: José Arean Luis Bacalov TANGHITUD 4 per fagotto e pianoforte Altopascio (Lucca), Francigena Intarnational Arts Festival, Teatro Puccini, 30 luglio Paolo Carlini, fagotto Fabrizio Datteri, pianoforte AGOSTO Maurizio Azzan SOMMERSO (INNERSPACE I) per saxofono soprano e pianoforte Santa Fe (Argentina), 4 agosto Sargas Duo: Massimiliano Girardi, saxofono soprano Luca Lavuri, pianoforte Giorgio Gaslini CONCERTO per pianoforte e orchestra Locca di Ledro, 6 agosto Alfonso Alberti, pianoforte Orchestra Haydn dir.: Azim Shokhakimov Ennio Morricone TOTEM 3 (SEGNALI) per fagotto e pianoforte Forlì, Emilia Romagna Festival, 9 agosto Paolo Carlini, fagotto Matteo Fossi, pianoforte ESZ Marco Quagliarini THREE COUPLES per flauto, clarinetto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello Spoleto, Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli”, 22 agosto Corso di Formazione per Professore d’Ensemble di Musica Moderna e Contemporanea dir.: Tonino Battista SETTEMBRE Carlo Ciceri | VOIZ | [VcIZ] per orchestra amplificata, solisti e elettronica Schwaz, Klangspuren - Tirol New Music Festival, 10 settembre RepertorioZero Tiroler Symphonieorchester Innsbruck dir.: Francesco Angelico Luca Antignani LITANIE BRIGANTI per ensemble Ginevra, Festival Amadeus, 10 settembre Lemanic Modern Ensemble dir.: William Blank Gilberto Bosco ORA NON È PIÙ DOLCE COME PRIMA per orchestra (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 23 settembre Orchestra della Toscana dir.: Daniele Rustioni Stefano Gervasoni NOVITA’ per flauto basso e live electronics Venezia, Fondazione Cini, 24 settembre Daniele Ruggeri, flauto Alvise Vidolin, live electronics Andrea Manzoli STRENUA INERTIA per orchestra (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 24 Settembre Orchestra della Toscana dir.: Francesco Lanzillotta Daniela Terranova INTERNO METAFISICO. “D’après” de Chirico per orchestra d’archi (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 25 settembre Orchestra della Toscana dir.: Luca Pfaff news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Valerio Sannicandro EPHEMERIS clarinetto, saxofono e live electronics in due environments Berlin, Festival Kontakte, Akademie der Künste, 25 settembre Ingólfur Vilhjálmsson, clarinetto Joaquìn Saez Belmonte, sax Gregorio García Karman e Valerio Sannicandro, live electronics Carmine Emanuele Cella ALL OF A SUDDEN per orchestra (Commissione Orchestra della Toscana) Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 settembre Orchestra della Toscana dir.: Marco Angius Vittorio Montalti IN ACQUE PROFONDE per flauto basso e orchestra Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 settembre Roberto Fabbriciani, flauto basso Orchestra della Toscana dir.: Marco Angius Luca Mosca SESTO CONCERTO per pianoforte e orchestra Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 settembre Luca Mosca, pianoforte Orchestra della Toscana dir.: Marco Angius Alessandro Solbiati CONCERTO per chitarra e orchestra da camera (Prima esecuzione della versione definitiva) Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 settembre Luigi Attademo, chitarra Orchestra della Toscana dir.: Marco Angius Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet: www.esz.it Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991