Introduzione Testi: Margherita Cortopassi Emanuele Pantano Gillo Pucciarelli Federico Francesco Falco Andrea Molasch Gabriele Mureddu Copertina: Margherita Cortopassi Illustrazioni: Margherita Cortopasi Layout: Margherita Cortopassi Foto: tratte da internet (nei casi in cui non è stato possibile, nonostante le ricerche, rintracciare gli autori delle fotografie, queste, su richeista, saranno immediatamente rimosse) Per ulteriori informazioni rivolgersi a: [email protected] 11 Mike Patton L’Adolescenza Mr. B, FNM, Collaborazioni Una nuova era: Fantomas e Ipecac Di nuovo con i Mr. B Seconda prova con i Fantomas L’incontro..nascita dei Tomahawk Patton iperattivo 17 17 18 32 35 38 39 40 Faith No More Intro Gli esordi L’era Mosley L’era Patton 55 55 59 64 75 Mr. Bungle 117 Fantomas 135 Tomahawk Biografia Tomahawk, Ipecac 2001 Mit Gas, Ipecac 2003 Curiosità ed Interviste 149 155 154 159 162 Dedicato a: Diego. Introduzione Introduzione Come e perchè nasce il progetto Il progetto “Mike Patton. I rumori nutrienti” nasce quasi per caso. Prende inizialmente forma come una sorta di biografia dell’ex Faith No More (come a molti piace chiamarlo), per crescere col tempo e diventare forse qualcosa di più (o qualcosa di meno, starà a voi decidere dopo che lo avrete letto). Nasce come progetto grafico, ma come molte creazioni, durante “i I rumori nutrienti 9 lavori in corso”, ha preso una forma inaspettata e più consistente, fino a diventare un vero e proprio libro (o comunque sia..qualcosa di simile). Bè..l’ho introdotto come biografia, ma ho visto bene di anteporre “una sorta”, e ciò non è casuale. Si tratta, infatti, di una collaborazione on line tra 6 ragazzi del “Cattivo come adesso...Mike Patton’s forum” ognuno dei quali ha scritto uno dei capitoli che andrete a leggere. Come mai questa scelta? Inutile negare che da un lato è stata dettata da una questione materiale, quale i tempi di realizzazione (che erano abbastanza stretti), ma in realtà va ben oltre, infatti il progetto, lungi dal voler essere un’esauriente e oggettiva biografia critica di Mike (permettetemi di chiamarlo confidenzialmente così dopo un’estate passata a lavorare su di lui), vuole invece fornire i molteplici aspetti della personalità “pattoniana” attraverso gli occhi dei suoi fans. Diciamo che, se forse peccheremo sulla completezza e l’oggetività dei dati forniti, dall’altro lato ci siamo attenuti a quella che sembra essere la filosofia del nostro cantante preferito: la varietà! I mille volti di Patton visti da molteplici punti di vista, questo è ciò che si prefigge il nostro progetto. A voi lettori premetto una cosa: tutto ciò che troverete scritto qui è frutto di una passione coltivata negli anni da ragazzi come voi, non è scritto da critici musicali professionisti; non eravamo interessati a proporre l’ennesima critica oggettiva, ma bensì volevamo trasmettere ciò che per noi è Patton, il suo mondo e la sua musica. Così ognuno dei ragazzi che ha 10 Mike Patton partecipato al progetto ha scritto nei modi che più gli erano congeniali e ha trattato gli argomenti che più gli apparivano interessanti, curiosi, divertenti, importanti. Troverete perciò stili e approcci diversi, e spero che apprezziate, in quanto questa varietà e molteplicità è ciò a cui si mirava. Chi ha partecipato Prendono parte alla realizzazione, come ho già accennato, 6 ragazzi. La particolarità del progetto è che tutto si è realizzato tramite internet, infatti ognuno di noi proviene da zone diverse d’Italia, abbracciando tutta la penisola da Nord a Sud. Ciascuno si è preso l’impegno di scrivere, impegno non da poco visto che il tutto si è realizzato in estate; qualcuno ha scritto durante la pausa pranzo, qualcuno tra un libro e un altro, qualcuno durante quelle 2 settimane di vacanza disponibili all’anno. Per questo sforzo ulteriore -dato che non si trattava semplicemente di metter giù 2 righe, ma di sacrificare quel momento I rumori nutrienti 11 sacro che sono le ferie estive- ho apprezzato ancora di più questa collaborazione, che porta alla luce un testo scritto da persone che condividono una passione con la stessa intensità. Ringrazio quindi tutti coloro che ne hanno preso parte: Emanuele “Mr.Bungle82” Pantano (autore della parte biografica), Federico Francesco “Gidan Razorblade” Falco (autore del capitolo sui Mr.Bungle), J.lo (autore del capitolo sui Faith No more), Andrea Fantomas Molasch (autore che del capitolo sui Fantomas), Gabriele “Sgabrioz” Mureddu (autore del capitolo sui Tomahawk). Ringraziamenti Vorrei estendere i ringraziamenti a tutto il “Cattivo come adesso...Mike Patton’s forum” che ci ha permesso di conoscerci e di collaborare, e a tutti gli utenti, dato che tutti, più o meno direttamente, hanno contribuito a questa realizzazione, soprattutto condividendo quotidianamente la passione per questa musica attraverso uno scambio reciproco di opinioni, informazioni e curiosità. Vorrei ringraziare inoltre il prof. Iozzi, perchè se ho intrapreso la strada della grafica (lunga o breve che sia) il merito va a lui. Infine, un ringraziamento particolare va al “mamadesign”, lo studio grafico che ha permesso al 12 Mike Patton progetto di concretizzarsi! E che mi ha supportata durante la realizzazione facendomi crescere da un punto di vista tecnico,e non solo. Bè..che altro dire? Nato dall’idea di una ragazza di fronte al suo computer, questo progetto ha coinvolto diverse persone di diverse parti d’Italia. Ho speso un’estate, lavorando ogni giorno con costanza affinchè prendesse forma; c’ho creduto, ho creduto nei ragazzi del forum e la risposta è stata veramente positiva, tutti quelli che hanno aderito l’hanno fatto con piacere e serietà. Per me questo è stato il primo lavoro un po’ più consistente in veste di grafica, ho cercato di soddisfare le aspettative mie e di chi ha lavorato con me..quindi.. “...spero che alla gente piace però sennò non è che mi sparo in testa hai capito”. =) I rumori nutrienti 13 14 Mike Patton I rumori nutrienti 15 MikeMike Patton Patton L’adolescenza Michael Allan Patton nasce il 27 gennaio del 1968 ad Eureka, una cittadina sulla costa ovest della California. Figlio di una baby sitter e di un allenatore di football, passa l’infanzia in una casa piuttosto isolata, nei pressi di un bosco, situata a pochi chilometri da Eureka. L’infanzia di Mike fila liscia senza particolari avvenimenti. A parte qualche scherzo di troppo che amava fare ai suoi genitori, era un I rumori nutrienti 17 ragazzo piuttosto tranquillo, spesso preferiva rimanere in casa piuttosto che uscire con gli amici. L’avvenimento che sarà fondamentale per il suo futuro è il lavoro come commesso in un negozio di dischi, in cui inizia a lavorare molto giovane (presumibilmente intorno ai 16 anni). Mike odiava questo lavoro e soprattutto il suo capo, perché sosteneva che non lo pagasse in maniera adeguata. Così, per rimpinguare lo stipendio, iniziò a rubare dei dischi nel negozio. In poco tempo, più della metà della sua collezione di album era formata da dischi rubati nel negozio in cui lavorava. E fu proprio grazie a ciò che iniziò ad ascoltare una grande quantità di album. Tra questi furono quelli thrash metal, death metal e hardcore a catturare maggiormente la sua attenzione. Mr. Bungle, Faith No More e le prime collaborazioni con altri artisti Proprio in questo periodo, precisamente nel 1985, Mike forma i Mr. Bungle insieme ad alcuni suoi compagni dell’ Eureka High School: il bassista Trevor Dunn, il chitarrista Trey Spruance e il batterista Jed Watts. Il primo demo della band, “The Raging Wrath of the Easter Bunny”, viene registrato nel 1986. Lo stile di questo primo lavoro è un death metal veloce ma particolare grazie all’introduzione di strumenti inusuali 18 Mike Patton come dei bongo, un sassofono e un kazoo. Intanto la band inizia a farsi conoscere, suonando nelle feste scolastiche e in alcune spiagge della zona. L’anno successivo vengono registrate due versioni di un demo chiamato “Bowel Of Chiley”, le quali vengono distribuite dai membri del gruppo ad alcune stazioni radio californiane. Lo stile di “Bowel of Chiley” è completamente differente da quello di “The Raging Wrath of the Easter Bunny” e vede l’introduzione di suoni ska, swing e funk. In questo lavoro, Jed Watts è stato sostituito alla batteria da Hans Wagner e il nuovo sound della band ha richiesto l’aggiunta dei trombettisti Scott Fritz e Theo Lengyel. Nel 1988 Fritz lascia il gruppo sostituito da Luke Miller ed intanto esce il terzo demo-tape: “Goddammit I Love I rumori nutrienti 19 America!”, in sostanza molto simile al precedente e che contiene due tracce (“Egg” e “Carousel”) che finiranno sul primo album ufficiale della band. Nel 1989 esce l’ultimo demo del gruppo: “OU818” che contiene gran parte dei pezzi che finiranno sul primo album. Il lavoro vede, il terzo (e ultimo) cambio alla batteria: Danny Heifetz è il nuovo batterista, ed anche una nuova entrata, il sassofonista basso Clinton “Bär” McKinnon. Intanto a San Francisco, un’altra band molto particolare iniziava a farsi conoscere e a raccogliere i conensi della critica. I Faith No More di Billy Gould (basso), Roddy Bottum (tastiere) e Mike Bordin (batteria), dopo aver inciso due album con il cantante nero Chuck Mosely, stanno cercando un nuovo cantante per sostituire proprio Mosely, indisciplinato e troppo spesso ubriaco. Una delle demo dei Mr. Bungle finisce nelle mani di Jim Martin chitarrista dei Faith No More (pare che sia stato proprio Mike a consegnarla a Martin in occasione di un concerto dei Faith No More a San Francisco), il quale rimane favorevolmente impressionato dalle doti vocali di Patton e lo invita a far parte del gruppo. Mike, dopo aver chiesto consiglio al suo grande amico Trevor e a suo padre, accetta la proposta ed entra così a far parte della band all’inizio dell’anno. Dopo solo due settimane dal suo reclutamento, si presenta in studio con i testi già pronti, lasciando di sasso gli altri quattro membri dei FNM. Il 20 giugno del 1989 esce “The Real Thing”. 20 Mike Patton Il successo è enorme, l’album diventa disco di platino negli USA grazie soprattutto a “Epic”, brano che scala in poco tempo le classifiche degli States e che fa conoscere Patton a tutto il mondo. I Faith No More pescano a piene mani da diversi generi: funk, rap, heavy metal e pop si uniscono in un unico flusso sonoro in cui la carta in più risulta essere proprio il nuovo cantante. Patton si trasformò, in poco tempo il ragazzo timido e riservato divenne un estroso animale da palcoscenico. Egli stesso qualche anno dopo dichiarò: “Quando mi chiamarono, i Faith No More erano già famosi e io vivevo ancora in casa con i miei genitori. E non avevo mai bevuto alcolici, non avevo mai preso una bella sbronza. Capii che era giunto il momento di essere un uomo.” Intanto in questo periodo nasce una polemica tra Mike Patton ed Anthony Kiedis, cantante dei Red Hot Chili Peppers, una polemica che – come vedremo – avrà sviluppi inaspettati parecchi anni dopo. Kiedis accusò Patton di aver copiato il suo stile nel video di “Epic”, probabilmente mosso dall’invidia di vedere i Faith No More triplicare i RHCP in quanto a popolarità e vendite. Visto il successo di Patton con i FNM, diventa un gioco da ragazzi per i Mr Bungle trovare una major: nel 1991 vengono messi sotto contratto dalla Warner Bros. Il primo album “Mr Bungle” esce nell’ agosto dello stesso anno e vede John Zorn nelle vesti di produttore. L’album vende bene e il gruppo riscuote un grande successo nel seguente tour in Nord America. Le bizzarre esibizioni di Patton sono la principale attrazione sia negli show I rumori nutrienti 21 dei Mr Bungle che in quelli dei Faith No More. “Mr Bungle” è un collage di sound disparati, un album tanto geniale quanto bizarro, un crogiuolo di infinite idee nel quale Mike Patton mostra tutta la sua creatività coadiuvato dal genio di John Zorn. Mike continua così dividendo il suo tempo tra i Mr. Bungle e i Faith No More. Con la band di San Francisco, nel 1992, registra “Angel Dust”, l’album che da molti è considerato il capolavoro del gruppo. Mike partecipa attivamente alle registrazioni (cosa che non aveva fatto in “The Real Thing” dove scrisse soltanto i testi) ed imprime una precisa direzione al sound del gruppo. Mentre la Warner chiedeva a gran voce la realizzazione di una sorta di seguito di “The Real Thing” con pezzi o recchiabili come “Epic”, Mike decise di lavorare nella 22 Mike Patton direzione diametralmente opposta. Ne risultò un lavoro oscuro, drammatico, ostico ai primi ascolti, con poco spazio per la melodia. Evidente, quasi impressionante, il cambiamento vocale di Patton. La voce da teenager presente su “The Real Thing” lascia spazio ad un registro vocale decisamente vario, che di fatto impone Patton come uno dei migliori vocalist degli anni novanta. “Angel Dust” piacque a tutta la band, tranne che a Jim Martin il quale ebbe diversi litigi con Patton finché – nel novembre del 1993 –abbandonò la band, e quando gli chiesero il perché di tale decisione rispose con solo due parole: “Mike Patton”. Mike era totalmente cambiato in pochi anni: il ragazzo timido e riservato di Eureka era ormai diventato un musicista autoritario e dotato di un ego non indifferente. Dopo le registrazioni di “Angel Dust”, Mike può tornare I rumori nutrienti 23 ad occuparsi dei Mr. Bungle. La pazzia è sempre la stessa, il gruppo si esibisce sempre mascherato e sono piuttosto frequenti i concerti in cui si registrano pazzie di Mike: tuffi sulla batteria, distruzione di strumenti ed orinazioni sul palco sono quasi all’ordine del giorno. Tra gli estenuanti tour dei Faith No More e le date dei Mr. Bungle, Patton non ha molto tempo a disposizione, ma nei buchi di tempo trova il modo di collaborare con altri artisti. Nel 1992 partecipa in una traccia dell’album “Love God” dei Milk Cult e replica la visita due anni dopo nel successivo album della band: “Burn Or Bury”. Nel 1993 partecipa con i Faith No More alla composizione della colonna sonora del film “Judgement Night”, la band vi partecipa con la traccia “Another Body Murdered” realizzata insieme ai rapper Boo-Yaa-T.R.I.B.E. Queste collaborazioni aumenteranno vertiginosamente negli anni, fino a diventare una caratteristica peculiare del Patton musicista. Nel 1994 iniziò le registrazioni con i Faith No More per quello che sarà “King For a Day, Fool For A Lifetime” e lo stesso fece per il nuovo album dei Mr. Bungle che uscirà con il nome di “Disco Volante”. In questo anno Mike non effettuò nessun tour, né con i Mr. Bungle né con i Faith No More, in quanto decise di sposarsi con Titi, una ragazza italiana che conobbe nella data bolognese del tour di “The Real Thing”. Il matrimonio ebbe luogo a San Francisco, con i parenti più stretti dei due sposi come unici invitati. Mike si innamorò subito dell’Italia, della sua cucina, della lingua e per questo acquistò una casa a Bologna: per diversi anni alternò le sue giornate 24 Mike Patton tra il capoluogo romagnolo e San Francisco. Per “King For A Day” Mike partecipò in maniera rilevante alla composizione dei pezzi, molto più di quanto non avesse fatto negli album precedenti. E’ lui ad imprimere la direzione della band in questo nuovo lavoro. La fase di scrittura e composizione dei pezzi, questa volta ha un minimo comun denominatore: l’odio di Mike verso Jim Martin, il quale indicò in Patton la causa della sua uscita dalla band. In questo nuovo lavoro la band sceglie uno stile più diretto e più facile da eseguire dal vivo, con le chitarre in forte evidenza. Il chitarrista che la band sceglie per la registrazione dell’album è Trey Spruance dei Mr. Bungle, grande amico di Mike e chitarrista fortemente versatile. Inizialmente Trey doveva sostituire in tutto e per tutto Martin, diventando di fatto il nuovo chitarrista dei Faith No More, ma, in seguito, egli stesso rifiutò questo ruolo perché spaventato dall’enorme agenda concertistica della band. Mike scrisse venti pezzi, ma di questi solo quattordici entrarono a far parte dell’album che uscì nel marzo del 1995. La musica questa volta era fortemente aggressiva, molto più di quanto il gruppo avesse fatto in precedenza. I testi erano di contenuto aggressivo e al tempo stesso ironico. A livello vocale Patton compie un ulteriore passo in avanti, mostrando un registro vocale così ampio che si fa fatica a credere che le quattordici tracce del disco siano cantate da un solo vocalist. Inoltre inizia a far capolino il suo amore per le lingue estere: una traccia del disco, “Caralho Voador” è I rumori nutrienti 25 cantata in portoghese, mentre “Evidence” (in inglese sul disco) viene registrata anche in spagnolo, portoghese e italiano (quest’ultima versione non è mai stata rilasciata), e ancora, tra le b-sides del disco vi è “Das Schutzenfest”, cantata in tedesco. Mike cambiò la sua immagine in questo disco, si tagliò i capelli (che comunque non portava più lunghi già dal 1992, anno di uscita di “Angel Dust”) e si fece crescere i baffi. Inoltre cominciò a bere alcool, cosa che in passato non faceva di frequente. L’unico vizio che Mike aveva era quello di bere caffè in continuazione, una volta Roddy Bottum disse che Mike era l’unico della band a non usare droghe, la sua unica droga era la caffeina. Mike intanto era sempre inseguito da fan adoranti, migliaia di ragazze andavano ai concerti dei Faith No More solo per lui. Non era raro che rientrando nella sua casa di San Francisco trovava decine di ragazze davanti il suo cancello e spesso trovava i muri della casa imbrattati con scritte spray di ragazze che dichiaravano il loro amore per lui. Questi atteggiamenti non sono mai andati giù a Mike, anzi lo disgustavano. In una occasione una ragazza gli chiese se gli poteva autografare un seno, Mike non solo si rifiutò ma la mandò letteralmente a quel paese, arrabbiandosi non poco. Un’altra volta una fan gli ammanettò la mano destra nel backstage, per 4 ore… Potete immaginare Patton in quale stato d’animo fosse. Quando finalmente riuscirono a liberarlo questa ragazza non ne voleva sapere di lasciarlo, così Mike gli diede una spinta per 26 Mike Patton allontanarla da lui, ma la ragazza cadde e batté la testa sul pavimento. I giorni successivi, in Australia (dove accadde il fatto) alcune associazioni femministe iniziarono una campagna contro Mike, ma ciò non intaccò minimamente le vendite dei Faith No More in quanto molto amati in quel paese (“King For A Day” rimase primo in classifica per diverse settimane). Il tour per King For A Day durò dieci mesi in meno del previsto, in parte perché l’abum vendette bene solo in alcuni paesi (Australia su tutti), ma anche perché i rapporti all’interno alla band cominciavano ad essere tesi e così tutti decisero che era meglio fermarsi e radunarsi in futuro per un nuovo album. Mike che non sapeva stare un solo giorno senza far niente, appena appreso della cancellazione di buona parte del tour, subito tornò a lavorare con i Mr. Bungle. Nell’ottobre del 1995 esce così “Disco Volante” uno dei più sperimentali e bizzarri album mai usciti, un lavoro nel quale i generi musicali più disparati come metal, techno, hardcore, tango, pop, jazz e punk trovano suolo comune. La traccia più stravagante e particolare dell’album è probabilmente “Violenza Domestica” cantata completamente in italiano. Il lavoro preoccupò non poco la Warner, che lo considerò un “suicidio commerciale”, ma come sempre Mike non si piegò minimamente alle richieste dell’etichetta, il quale fu costretta a pubblicare l’album senza nessuna modifica. L’atteggiamento di Mike con i Mr. Bungle era diverso da quello che teneva con i Faith No More. Se nella band di San Francisco egli appariva come il leader, nei Mr. I rumori nutrienti 27 Bungle egli sembrava maggiormente parte integrante della band, al pari dei suoi compagni. I concerti con i Mr. Bungle lo divertivano, egli cantava spesso brani dei suoi artisti preferiti come Ennio Morricone ed Adriano Celentano (del quale coverizzò, in diversi concerti, il pezzo “24.000 baci”); una volta dichiarò: “Andare in tour con i Mr. Bungle è come fare del buon sesso, mentre andare in tour con i Faith No More è come avere un qualcosa nel culo”. Tra una data e l’altra Mike trovò il tempo di incidere il suo primo album da solista “Adult Themes For Voice”, uscito nel 1996 per la Tzadik di John Zorn che era ormai diventato uno dei suoi amici più cari e con il quale registrò l’album “Elegy” del 1995. “Adult Themes” era stato registrato solamente con un microfono ed un registratore a quattro tracce. Mike registrò i trentaquattro brani che lo compongono in diverse stanze d’albergo a cinque stelle, in cui egli alloggiò con i Faith No More durante il tour di “King For A Day”. Per ogni traccia Mike scelse un titolo che poteva rappresentare al meglio l’essenza del pezzo. Sempre nel 1996 Mike collaborò con la band metal brasiliana “Sepultura”, il cui batterista, Igor Cavalera, era un suo grande amico. Egli registrò due tracce: in una, “Lookaway”, divise il microfono con il vocalist della band Max Cavalera e con Johnatan Davis dei Korn, mentre l’altra, “Mine”, fu interamente scritta, composta e cantata da lui. Jonathan Davis era un grande estimatore di Patton e quando, qualche tempo dopo, vinse un grammy con i 28 Mike Patton suoi Korn, lo dedicò proprio a Patton, ai Faith No More e ai Mr. Bungle. Ormai Mike, consapevole dei suoi mezzi, inizia a dar pieno sfogo alla sua creatività e il 1997 è uno degli anni in cui risulta più attivo. In questo anno escono infatti: “Fear No Love” di Bob Ostertag in cui Mike partecipa come vocalist in due tracce (“The Man In The Blue Slip” e “Not Your Girl”), il tributo a Burt Bacharach (“Great Jewish Music: Bart Bacharach”) in cui partecipa nella traccia “She’s Gone Away” e quello a Serge Gainsbourg (“Great Jewish Music: Serge Gainsbourg”) in cui canta il pezzo “Ford Mustang”. Nello stesso anno Mike registra anche due brani con gli Sparks insieme ai Faith No More. I due pezzi, “This Town Ain’t Big Enough For Both Of Us” e “Something For The Girl With Everything”, usciranno poi sull’album “Plagiarism” degli Sparks. Altro album uscito in questo anno è la registrazione del festival bolognese “Angelica” in cui Mike canta insieme a diversi artisti (tra cui Bob Ostertag e Otomo Yoshihide) in quattro tracce: “The Art Of Fist-Fucking 1”, “Romance For A Choking Man/Woman”, “Cudgegokalalumosospasashatetéwao t” e “The Art Of Fist-Fucking 2”. E il 1997 è anche l’anno in cui Mike pubblicò, sempre per la Tzadik, il suo secondo album da solista: “Pranzo Oltranzista”, ispirato dal libro “La cucina futurista” scritto da Filippo Tommaso Martinetti nel 1930. Questo I rumori nutrienti 29 album interamente composto da Patton e registrato in un solo giorno, si avvale di ospiti di eccezionale valore: Erik Friedlander (cello), Marc Ribot (chitarra), William Winant (percussioni) e John Zorn (sassofono alto). Il filo conduttore dell’album è rappresentato dal tema del cibo. Il lavoro è difficile da descrivere, è qualcosa che va oltre la musica e che trasporta l’ascoltatore in un’inaspettata - ma affascinante - dimensione surreale. I titoli delle tracce sono tutti in italiano. Il 9 giugno del 1997 uscì anche “Album Of The Year”, l’ultimo album dei Faith No More. Le tracce furono composte in pochissimo tempo da Bill Gould e Mike Patton, gli altri componenti del gruppo furono chiamati solo per registrare le parti che gli spettavano. Nell’album aleggia una dimensione nostalgica, riflessiva, da “viale del tramonto”, sia nei testi che nelle musiche. Mike, come sempre accadeva per ogni nuova uscita del gruppo, cambia anche qui la sua immagine, ora estremamente pulita. Indossa eleganti vestiti italiani, orologi di lusso e una pettinatura stile anni quaranta. Al di là della nuova immagine, le tensioni all’interno del gruppo cominciavano ad essere sempre più presenti e nessuno sembrava avere più voglia di proseguire questa avventura. E così il 20 aprile del 1998, un comunicato del gruppo che fa subito il giro del mondo, annuncia lo scioglimento della band. Finisce così l’avventura di una delle band più importanti degli ultimi anni; i Faith No More sono stati i padri del crossover, veri e propri anticipatori di mode e tendenze, punto di riferimento 30 Mike Patton imprescindibile per moltissime band formatesi in questi ultimi anni (Jonathan Davis dei Korn e Chino Moreno dei Deftones, per citare due tra i nomi più rilevanti, indicarono i Faith No More e in particolare Mike Patton come principale fonte di ispirazione) . I fan rimasero a dir poco scioccati dall’improvvisa ed inaspettata notizia. Mike Patton qualche tempo dopo dichiarò: “Abbiamo deciso così perché andava fatto. È come una relazione con una donna, devi sapere quando è il momento, perché se lo ignori e lo lasci passare, il problema diventa sempre più grande. Un altro disco sarebbe stato orribile”. Dopo lo scioglimento dei Faith No More, la casa discografica decise di far uscire un doppio album intitolato “Who Cares A Lot”, che conteneva i principali successi della band più altri pezzi inediti. Nel 1998 nasce anche un altro progetto che vede Mike coinvolto: “Weird Little Boy”. Vi partecipa come vocalist accompagnato dal solito John Zorn e da Trey Spruance. L’album omonimo è una sorta di noise ambientale non di facile ascolto. Trey Spruance dopo le registrazioni disse che l’album era “una merda” e che non sarebbe mai dovuto uscire. Fortunatamente o no che si voglia, l’album uscì solo in Giappone. I rumori nutrienti 31 Sempre di questo anno è la sua partecipazione nell’album “Charlie” del gruppo giapponese Melt Banana, in cui “canta” nella traccia “Area 877 (Phoenix Mix)”. Una nuova era per Mike: i Fantômas e la Ipecac La fine dei Faith No More è stata una medaglia a due facce distinte. Da un lato vi è il dispiacere per lo scioglimento di una delle band più importanti degli anni Novanta, dall’altro lato, grazie a questo avvenimento Mike può finalmente dar sfogo alla sua vena creativa, incamminandosi una volta per tutte in quel sentiero verso l’avanguardia che aveva intravisto grazie al suo amico John Zorn e i musicisti gravitanti intorno a lui (Yamataka Eye su tutti, personaggio che segnerà profondamente il “nuovo Mike”). Già nell’ultimo tour con i Faith No More, Mike aveva dato forma concreta alle idee che circolavano nella sua testa, registrando un demo chiamato poi “Diabolik demo”, in cui vi erano, in nuce, le idee del suo nuovo gruppo, che vide la luce nell’aprile del 1999: i Fantômas. In quel demo Mike suonò tutti gli strumenti, le tracce erano brevi e veloci, con sonorità molto vicine al thrash metal e all’hardcore. 32 Mike Patton Per la realizzazione di questo progetto iniziò a pensare ai musicisti più adatti per queste sonorità. Il primo della lista fu Trevor Dunn, bassista dei Mr. Bungle e suo più grande amico. Per il ruolo di chitarrista pensò a Buzz Osborne dei Melvins, con il quale aveva già avuto qualche contatto negli anni passati. Il posto dietro le pelli, col senno di poi, sarà quello più importante per il suono della band. Mike sa benissimo che per quello che ha in mente non gli basta solo un buon batterista, ma necessita di un batterista potente, veloce e tecnico. Pensando a queste caratteristiche, il nome poteva essere solo uno: Dave Lombardo, storico batterista degli Stayer. Fu così che, dopo aver ricevuto la scontata risposta positiva da parte di Trevor, Mike inviò la demo a Buzz e Dave. Egli era nervoso e anche piuttosto scettico sulla possibilità che i due potessero accettare. Ma per sua grande fortuna, pochissimi giorni dopo, i due chiamarono Mike, entusiasti di partecipare al suo nuovo progetto. I rumori nutrienti 33 In poco tempo il gruppo registrò le trenta, brevi tracce che andranno a formare il disco d’esordio di questo nuovo progetto. L’ultimo ostacolo da superare era trovare una casa discografica disposta a far uscire il lavoro. Dopo aver contattato diverse case discografiche che cercavano sempre di imporre dei “paletti” al suo lavoro, Mike capì che la soluzione migliore era crearsi una propria etichetta, per la quale far uscire i lavori quando e come si vuole. Così formò la “Ipecac Recordings” insieme al suo manager ed amico Greg Werckman e nell’aprile del 1999 uscì il primo lavoro della neonata etichetta, l’esordio omonimo dei Fantômas: trenta tracce con due minuti di durata come media e suonate alla velocità della luce, nessun cenno di improvvisazione, tutto perfettamente strutturato e Mike che non pronuncia nessuna parola sensata, ma solo urla e versi “da fumetto”: questi sono i Fantômas, una delle band più geniali e bizzarre di fine millennio. La band inizia il tour negli Usa, avendo un buon responso di pubblico. Le vendite dell’album superarono di gran lunga le aspettative della band, permettendo così alla Ipecac di avere una buona partenza , anche economica. Visto il buon inizio della Ipecac, nello stesso anno l’etichetta ingrandì il proprio catalogo facendo uscire due lavori dei Melvins (“The Maggot” e “The Bootlicker”), un lavoro del rumorista giapponese Maldoror (“She” sul quale partecipa anche Mike) e un album della band di ragazzi disabili The Kids of Widney High (“Let’s Get 34 Mike Patton Busy”). Il 1999 non fa certo eccezione per quanto riguarda le collaborazioni di Mike. In questo anno escono infatti: “Taboo & Exile” di John Zorn (Mike canta nella traccia “Bulls – Eye”), “Memory Is An Elephant” del Tin Hat Trio (Mike canta nella bonus track “Infinito”) e “Song Drapes” di Jerry Hunt (Mike canta nella traccia “Song Drape 7 “I Come””). Di nuovo con i Mr. Bungle Per Mike le cose vanno a meraviglia, i Fantômas non potevano aspettarsi un inizio migliore e anche la Ipecac era partita con il piede giusto. Visto il momento di stabilità e tranquillità, decide di tornare nei Mr. Bungle, per lavorare ad un nuovo, attesissimo lavoro. Lavoro che vedrà la luce nel luglio del 1999, con il nome I rumori nutrienti 35 di “California”. Mike partecipa come compositore in quasi tutti i pezzi dell’album. Nonostante l’album sia più accessibile e orecchiabile rispetto ai due lavori precedenti, Mike disse che questo fu il lavoro più difficile da registrare e comporre per la band. I pezzi in effetti sembrano più semplici, strutturati e meno stravaganti, ma la band dimostra una maturità compositiva maggiore di quella avuta in passato. L’album ha un discreto successo e la band va in tour in tutto il mondo. E proprio in questo tour scoppia di nuovo la polemica tra Kiedis e Patton. Non sono ben chiari tutti i dettagli della storia, ma pare che durante alcuni festival europei Kiedis che – viste le vendite dei RHCP – aveva un occhio di riguardo all’interno della Warner, si sia imputato per far escludere i Mr. Bungle da alcuni festival. Vero o no che sia, Mike Patton il 31 ottobre del 1999, in un concerto dei Mr. Bungle, entra sul palco travestito da Anthony Kiedis, accompagnato da Trey Spruance nelle vesti di Frusciante, Heifetz in quelle di Smith, Dunn in quelle di Flea e così via… La band coverizza i pezzi più famosi dei RHCP in modo “sgangherato”, con lo scopo di renderli ridicoli. Nel gennaio del 2000 i Mr. Bungle vengono invitati a partecipare al Big Day Out Festival in Australia, uno dei più grandi festival del mondo, con una media di 250,000 persone ogni anno. Tra i gruppi ci sono grandi band come Nine Inch Nails, Foo Fighters e Red Hot Chili Peppers. Il gruppo non aveva mai partecipato a festival così grandi, l’occasione è una di quelle che capitano una volta nella vita. Ma pochi giorni prima dell’inizio 36 Mike Patton del festival accade l’inaspettato: una telefonata avverte il gruppo dell’esclusione dal festival. Mike, incredulo, chiama Greg Werckman, il manager della band, il quale informa Mike del perché di questa esclusione: Anthony Kiedis aveva minacciato di non far partecipare i RHCP a questo festival se i Mr. Bungle non ne fossero stati esclusi. Queste le parole di Mike in un’intervista del 2000: “... L’estate passata stavamo cercando di inserire i Mr Bungle in alcuni grossi festival europei. Non avevamo mai suonato in grandi festival. Era un’ottima possibilità per noi: potevamo suonare davanti a migliaia di persone e far conoscere la nostra musica. Il nostro agente stava facendo di tutto per farci comparire in questi grossi festival, stavamo per partecipare ad un grosso show in Francia, uno in Olanda ed in altri. Tutto molto bello finché qualcuno non ha provato invidia. All’improvviso siamo stati cancellati da molti festivals, incluso un enorme festival in Australia, specificatamente perché Anthony Kiedis non voleva i Mr. Bungle nel bill. Minacciò la non partecipazione dei Chili Peppers se i Mr Bungle non fossero stati estromessi. Renditi conto di quello che ha fatto! E’ stato dannatamente patetico. Quest’uomo ha venduto milioni di dischi! Non siamo che un granello di polvere sul suo culo! Quale cazzo è il problema? E’ veramente incredibile...” Le collaborazioni non si fermarono neanche nel 2000. Mike partecipa in diversi album: “The Big Gundown” di John Zorn, dove il jazzista ebreo reinterpreta alcuni I rumori nutrienti 37 pezzi di Ennio Morricone, (Mike canta in “The Ballad Of Hanck McCain”), nell’album di scherzi telefonici “Great Phone Calls” di Neil Hamburger (la chiamata di Mike è la traccia 14 dell’album: “Music Of The Night”), in “Down With The Scene” di Kid 606 (traccia “Secrets 4 Sale”) e in “The Crybaby” dei Melvins (traccia “GI Joe”). Intanto la Ipecac continua a sfornare pochi (se relazionati al numero di album che rilasciano ogni anno le grandi etichette), ma interessanti album. Seconda prova per i Fantômas Nel frattempo Patton inizia a lavorare al secondo, attesissimo album dei Fantômas, che uscirà a luglio del 2001 con il titolo “Director’s Cut”. L’album, secondo le parole di Mike, è un album di “respiro” sia per i membri della band che per gli ascoltatori. Infatti la fase di composizione e di memorizzazione dei pezzi è stata molto meno dura rispetto all’esordio. Per questo album la band ha scelto di reinterpretare alcune tra le colonne sonore più famose del cinema, quasi tutte prese da film horror o thriller. Il risultato fu un album più “orecchiabile” (se paragonato all’esordio), grazie al quale i Fantômas riuscirono a conquistarsi un buon numero di ammiratori. Tra settembre ed ottobre del 2001, i Fantômas iniziano per la prima volta un tour in cui figurano come gruppo di spalla. La band per cui aprono i concerti è però una 38 Mike Patton delle più apprezzate degli ultimi anni: i Tool. La band di Patton ha così la possibilità di esibirsi di fronte ad arene con 30,000 persone. Non è un caso che dopo questo tour le vendite dei due album della band fino ad allora usciti, aumentarono sensibilmente. L’incontro con Duane Danison: la nascita dei Tomahawk Il 16 novembre del 1999 i Mr. Bungle sono in concerto a Nashville (Tennessee). Tra il pubblico vi è un ospite d’eccezione: Duane Danison, ex chitarrista dei leggendari Jesus Lizard, che alla fine del concerto entra nel backstage per salutare la band. Mike, ammiratore dei Jesus Lizard, parla a Danison invitandolo a fare qualche progetto per la sua etichetta. A Duane piacque l’idea e disse a Mike che in futuro si sarebbe fatto sentire. Qualche tempo dopo Duane chiamò Mike per proporgli un suo nuovo progetto nel quale proprio Mike doveva essere il cantante. Mike sorpreso, accettò immediatamente. Danison completò la band che aveva in mente chiamando altri due nomi storici della scena alternativa americana: il batterista John Stanier degli Helmet e il bassista Kevin Rutmanis dei Melvins. Nacquero così i Tomahawk e il 31 ottobre 2001 vide la luce il primo album omonimo di questo supergruppo. I pezzi sono composti principalmente da Danison ed infatti i Tomahawk suonano come una sorta di Jesus Lizard più ordinati e meno destrutturati, con Patton I rumori nutrienti 39 che aggiunge colore al suono con le sue doti vocali, tornando a cantare in un modo più vicino a quello che lo aveva reso famoso con i Faith No More, anche se qui la voce è meno pulita e modificata attraverso microfoni e sintetizzatori vari. I Tomahawk ottengono un buon successo e intraprendono un tour di breve durata (2 mesi) ma con buoni risultati a livello di pubblico, partecipando al Big Day Out Festival del 2002, proprio quel festival a cui non era riuscito a partecipare con i Mr. Bungle per via di Anthony Kiedis. Patton iperattivo Nel 2001 Patton inizia a lavorare ad un progetto pop denominato “Peeping Tom” che però vedrà la lusce soltanto nel 2006, per la lunga contrattazione avuta con diverse etichette discografiche che alla fine porteranno Mike a far uscire il lavoro per la sua Ipecac. Sul web però iniziano da subito a circolare le demo di questo progetto che riscuote parerei entusiastici da 40 Mike Patton parte dei fan. Mike per la realizzazione di questo progetto contatta, tra gli altri, anche Dan The Automator (produttore dei Gorillaz, la band dell’ex Blur, Damon Albarn) il quale accetta di aiutarlo ma in cambio chiede allo stesso Mike di partecipare ad un progetto insieme alla cantante degli Elysian Fields, Jennifer Charles. Il progetto si chiama Lovage e l’album “Music To Make Love To Your Old Lady By” esce nel dicembre 2001. Il titolo dell’album dice tutto, i pezzi sono tutti basati su temi sessuali e sul rapporto uomo-donna, i pezzi sono costruiti quasi sempre sull’alternanza tra le parti cantate di Jennifer Charles e quelle di Patton, l’alchimia tra i due fu immediata. Nei tour Mike e Jennifer si presentano vestiti quasi come se fossero appena usciti dalla camera da letto dopo aver fatto l’amore. Vestito da notte per lei, vestaglia lunga, catena d’oro attorno al collo e bicchiere di vino in mano per lui. Nel 2001 esce inoltre l’album “The Gift” di John Zorn, in cui Mike figura come ospite nella traccia “Bridge To The Beyond”. Nel 2002 i Mr. Bungle sono ormai fermi (e poco tempo dopo si scioglieranno all’improvviso, lasciando grossa delusione nei fan), i Fantômas sono in attesa di iniziare a lavorare per il prossimo album ed i Tomahawk hanno appena fatto uscire il loro primo lavoro, quindi sono fermi anch’essi. Mike ha quindi più tempo a disposizione per collaborare con altri artisti. I Dillinger Escare Plan, gruppo grindcore tra i più interessanti degli I rumori nutrienti 41 ultimi anni, chiamano Patton per registrare con lui le 4 tracce dell’EP “Irony Is A Dead Scene” (tra cui una splendida cover di “Come To Daddy” di Aphex Twin) che uscirà il 22 agosto del 2002. Questo mini album conquista critica e pubblico, molti tra i fan lo indicano come uno dei migliori lavori del Patton post Faith No More. La sublime preparazione tecnica del gruppo abbinata alla altrettanto sublime preparazione vocale di Patton danno vita ad un lavoro eccezionale, la cui unica pecca è la breve durata. Altra collaborazione dello stesso anno è quella con John Zorn e la musicista giapponese Ikue Mori (famosa per essere stata la batterista dei DNA, gruppo cardine della cosiddetta “No Wave”). Il trio darà alle stampe il doppio cd “Hemophiliac”, con Zorn al sassofono, Ikue Mori alle percussioni (elettroniche) e Patton alla voce. Nel 2002 c’è da segnalare anche l’uscita di “Millennium Monsterwork” che altro non è che la registrazione del concerto del 31 dicembre 2000 tenutosi a San Francisco, in cui i Fantômas hanno suonato sullo stesso palco insieme ai Melvins, formando così una sorta di “big band”, esperimento che verrà ripetuto in un mini tour europeo nel 2006. In questo anno escono anche altri due album che vedono Mike ospite: “IAO” di John Zorn (Patton canta nella traccia “Leviathan”) e l’album “Rise Above: 24 Black Flag Songs to Benefit the West Memphis Three” (Patton canta nella traccia “Six Pack”). Dopo due anni di attesa iniziano finalmente le registrazioni dell’atteso secondo album dei Tomahawk 42 Mike Patton “Mit Gas”, che vedrà la luce il 6 maggio 2003. L’album risulta più corposo e compatto del precedente e sebbene Danison rimanga il compositore principale di tutti i pezzi l’influenza di Patton sulla band si fa sentire in modo maggiore rispetto all’album d’esordio. “Mit Gas” vende bene e viene girato anche un video del singolo “Rape This Day”. La band va in tour in America, in Europa e in Australia. Nel 2003 escono anche due lavori di Zorn: “Masada Anniversary Edition Vol. 2: Voices In The Wilderness” e “Masada Anniversary Edition Vol. 3: The Unknown Masada”. Nel primo Mike Patton canta e suona le tastiere nella traccia “Kochot”; mentre nel secondo vi partecipa con i Fantômas (traccia “Zemaraim”). Il 2004 si apre subito con il botto: il 27 gennaio esce infatti “Delìrivm Còrdia” il terzo album in studio dei Fantômas. L’album spiazza totalmente i fans, che dopo le brevi tracce del primo album e le colonne sonore di “Director’s Cut”, si trovano di fronte ad un album costituito da un’ unica traccia di 74 minuti, dove la furia degli album precedenti è trasformata in un’atmosfera cupa e drammatica, una sorta di colonna sonora di un film horror. Il sound è più vicino alla musica ambient che non al rock. E’ uno di quegli album che vanno vissuti più che ascoltati. Il lavoro divide fans e opinione pubblica, alcuni gridano al capolavoro, altri sostengono sia la cosa più brutta che Patton abbia fatto in vita sua. La maggioranza della critica sembra stare comunque a favore della prima ipotesi. Nell’agosto del 2004 esce “Medulla” settimo album in I rumori nutrienti 43 studio della cantante islandese Bjork: Mike vi partecipa come ospite (cimentandosi nell’esecuzione di suoni vocali che sostituiscono i tradizionali strumenti) in due brani dell’album (“Pleasure Is All Mine” e “Where Is The Line?”). Tre mesi dopo Patton regala un altro magnifico lavoro ai suoi fans: “Romances” è il risultato di una collaborazione con l’artista norvegese Kaada, compositore di musica da film multipremiato nel suo paese. Dalla mente di due amanti del cinema come Kaada e Patton non poteva che uscir fuori un album “visuale”. “Romances” infatti è formato da nove tracce dalle sonorità sognanti, raffinate, eteree ma a volte anche inquietanti e cupe, che sarebbero state perfette come colonna sonora di un film surrealista. Per quanto riguarda le collaborazioni, nel 2004 escono diversi album con Mike ospite: oltre al già citato “Medulla” di Bjork, vedono la luce “Virginal CoOrdinates” di Eyvind Kang (Patton canta in tre tracce dell’album: “I Am The Dead”, “Innocent Eye, Crystal See” e “Marriage Of Days”), “White People” del duo rap Handsome Boy Modeling School (Mike canta nella traccia “Are You Down With It?”). Sorpresa inaspettata di questo anno è la partecipazione di Mike ad un film a basso costo di nome “Firecracker”. Il regista Steve Balderson decide di chiamare Patton per fargli recitare ben due ruoli nel film (Frank un alcolizzato e David il direttore di un circo itinerante), ruoli che inizialmente spettavano a Dennis Hopper. Il film verrà presentato in alcuni festival americani ed europei, ricevendo diversi apprezzamenti. Da luglio 2006 è possibile trovarlo anche in DVD. Mike intanto sembra avvicinarsi sempre di più al mondo del rap. Dopo aver fatto qualche data con Rahzel dei Roots e dopo aver partecipato all’album degli Handsome Boy Modeling School, nel febbraio del 2005 “General Patton vs. the X-Ecutioners”, l’album che vede partecipi proprio il famoso trio di scratchers e Patton. I temi dei pezzi parlano in genere di duelli, come spesso accade nel mondo del rap, ma assolutamente pacifisti e contro la guerra. La collaborazione è avvenuta a distanza: gli X-ecutioners hanno inviato ore di registrazione a Mike, il quale ha estratto alcuni brani da tale materiale e li ha arricchiti aggiungendo parti suonate (suonando tutti gli strumenti) e ovviamente linee vocali. L’album è lontano mille miglia dal rap tradizionale, le sonorità sconfinano spesso nei territori dell’avanguardia e del free jazz. Le influenze dei gruppi di Mike (Fantômas, Mr. Bungle, Tomahawk) e soprattutto di John Zorn, sono ben presenti sui brani di questo lavoro che ha convinto critica e pubblico. Un mese dopo arriva sul mercato un nuovo lavoro dei Fantômas, nato dalle stesse sessions di registrazione di “Delìrivm Còrdia”. Ma se quest’ultimo era un album cupo ed oscuro, “Suspended Animation” si presenta come il suo opposto. Ai primi ascolti, il nuovo lavoro viene automaticamente assimilato al primo lavoro della band (anche qui le tracce sono 30 e tutte molto brevi), ma ad un ascolto più attento si sente, in alcuni brani, l’”influenza” di “The Director’s Cut” e di “Delìrivm Còrdia”. Questa volta però, la fonte d’ispirazione per Mike non sono stati i film dell’orrore o le atmosfere cupe del personaggio Fantômas, ma bensì, le musiche e i suoni dei cartoni animati, e questo è l’elemento che maggiormente differenzia questo nuovo lavoro dai precedenti. Nel tour seguente all’album, troviamo una novità nella band. Dave Lombardo viene richiamato dagli Slayer per il tour estivo e Mike sceglie come sostituto temporaneo uno dei più grandi drummer della storia del rock: Terry Bozzio. Un altro straordinario personaggio si aggiunge così alla lunga lista di artisti che hanno collaborato con l’ex vocalist dei Faith No More, confermando ancora una volta il valore e il carisma di questo “master of voice and electronic manipulation”. In questo anno si moltiplicano le voci di una possibile riunione dei Faith No More ed escono sul mercato ben due greatest-hits della band. Tuttavia sia Mike che gli altri membri smentiscono con forza queste voci. Immancabile, come ogni anno, John Zorn sforna un altro lavoro per la sua etichetta Tzadik con Mike ospite che questa volta canta insieme ai Painkiller (altra band di Zorn) tutte le tracce del dodicesimo volume della serie “50th Birthday Celebration”. Per la Tzadik esce anche uno splendido cofanetto contenente tutti i lavori dei Naked City (“The Complete Studio Recordings”) tra i quali vi è una nuova versione 46 Mike Patton I rumori nutrienti 47 vocale della traccia “Grand Guignol”, cantata proprio da Patton. Sul finire dell’anno esce, per l’etichetta bolognese “Unhip Records”, uno split cd che vede i Fantômas accoppiati ai Melt Banana, con una traccia ciascuno. Particolari e a dir poco bizzarri sono i titoli delle due tracce: “Animali In Calore Surriscaldati con Ipertermia Genitale” per i Fantômas e “Cat In Red” per la band nipponica. Particolare è anche il formato dell’album disponibile in vinile 5” o cd 3”. Sul piano delle collaborazioni, Mike compare, come suo solito, in diversi album: “Burner” di Odd Nosdam (traccia “11th Ave Freakout Pt. 2”), “The Long Vein Of The Law” di Subtle (traccia “Long Voice”) e “Wei-Wu-Wei” dei Corleone, gruppo jazz del trombettista italiano Roy Paci (Mike canta nella traccia “Tutto diventerà rosso”). Nel 2006 Patton decide finalmente di pubblicare “Peeping Tom” il suo progetto pop tanto atteso. L’album esce per la Ipecac il 30 maggio 2006 dopo un lancio in grande stile: il giorno antecedente all’uscita dell’album Mike esegue “Mojo” (primo singolo dell’album) al “Conan O’ Brien Show”. Il video del singolo viene trasmesso anche su MTV e in diverse stazioni radio 48 Mike Patton americane e non. L’album vede la collaborazione di diversi artisti tra i quali Dan The Automator, Massive Attack, Norah Jones, Bebel Gilberto, Odd Nosdam, Dub Trio ed altri. Per questo lavoro Mike cambia anche la sua immagine. Nei tour si presenta vestito in maniera molto elegante, con vestiti italiani, ricordando l’abbigliamento che era solito mostrare nell’ultimo periodo dei Faith No More. La collaborazione con Zorn si fa sempre più intensa e nel 2006 escono ben tre album con Mike Patton alla voce: “The Stone: Issue One”, “Moonchild” e “Astronome” (Mike canta in tutte le tracce dei tre album). Per la Tzadik esce anche l’album “Trouble – The Jamie Saft Trio Plays Bob Dylan”, in cui Mike presta la sua voce per la splendida reinterpretazione del pezzo “Ballad Of A Thin Man” di Bob Dylan. Il 2006 ha visto anche il rafforzamento del legame esistente tra Patton e l’Italia. La Big Band Fantômas/ Melvins si è esibita in Italia per tre volte (Roma, Bologna e Torino), diventando così il paese con più date in quel tour. L’8 maggio 2006 inoltre, Patton si esibisce al Teatro Comunale di Modena come una delle voci dell’orchestra diretta dal compositore Eyvind Kang (già collaboratore di Patton in passato) per rappresentare l’opera “Cantus Circæus” basata su testi filosofici dedicati all’alchimia e composta da Kang per il festival “L’altro suono”. Qualche mese dopo, Patton organizza un concerto in Canada con il trio italiano jazz core Zu, collaborazione che I rumori nutrienti 49 probabilmente avrà sviluppi in futuro. Nel momento della stesura di questa pagina, la lunga lista dei progetti di Patton finisce qui, ma fra qualche mese dovrebbe vedere la luce il nuovo album dei Tomahawk, inoltre sta componendo la colonna sonora del film “Pinion”, ha prestato la voce per il personaggio di un gioco chiamato “The Darkness” che uscirà per Playstation 3 (Patton è un grande giocatore di videogames) e in diverse interviste ha dichiarato di voler re-arrangiare alcune canzoni pop italiane degli anni Sessanta (egli si è sempre dichiarato un ammiratore di Adriano Celentano e Mina)… Insomma, pare che per Mike Patton - per la fortuna dei fan e degli amanti della buona musica - lo stare senza far niente sia proibito. 50 Mike Patton Bibliografia: Pugliese M., Faith No More, in Eandi F. (a cura di), 100 dischi ideali per capire il Rock Hard & Heavy, Editori Riuniti, Roma 2003 Siti web consultati: http://www.allmusic.com/ http://mikepatton.altervista.org/ http://mikepatton.forumfree.net/ http://stripsearchland.iespana.es/fnmbiosmike.htm I rumori nutrienti 51 52 Mike Patton I rumori nutrienti 53 Faith FaithNo NoMore More Introduzione A quasi dieci anni dal loro definitivo scioglimento risulta ancora difficile coniare un termine per catalogarne la musica . Le definizioni inventate dalla critica di volta in volta - Funkcore , Rap-Metal, Art-rock e via dicendo non sono mai parse appaganti alle loro orecchie. A ragione. Nell’arco di poco meno un ventennio hanno realizzato appena sei album, ma contenenti più spunti ed idee di I rumori nutrienti 55 quante se ne colgano andando a scandagliare le intere discografie della stragrande maggioranza dei gruppi in circolazione. Soprattutto nella seconda fase dalla loro carriera, caratterizzata dall’arrivo di Patton , hanno realizzato quattro album realmente così dissimili tra loro da far dubitare che fossero tutti l’opera di un’unica band. Ogni singolo album un universo di generi ed influenze tanto numerose da rendere pretenzioso e forzatamente omettente il mero tentativo di una qualsivoglia forma di catalogazione . Bisogna avere molta fantasia oggi, con il mercato saturo di gruppi “crossover” dediti ai più svariati amalgami musicali, per realizzare cosa rappresentò la pubblicazione- ed il successo – di un opera quale The Real Thing nel 1989, che si impose all’attenzione di pubblico e critica quando il mercato discografico vedeva alla ribalta personaggi come Skid Row e Gun ’s Roses e nel panorama Metal, a cui i Faith No More furono erroneamente assimilati, a scandire le appartenenze tra i vari sottogenere erano di solito solo i battiti di un metronomo. Dopo di loro molte cose non sarebbero state più le stesse. La critica che non li ama obietta che sul finire degli anni 90 la scena crossover era in piena ebollizione e ricorda quanto i nostri fossero in buona compagnia, si inventa improbabili genealogie per ridimensionarne la carica innovativa, a detta di alcuni ereditata da misconosciute band underground. Ma in questi anni la storia ha decretato il suo verdetto: in fondo cosa resta di quella piccola breve epopea del crossover californiano se non un manipolo di band che hanno imperversato per una stagione appena , magari 56 Mike Patton I rumori nutrienti 57 continuando onestamente a sfornare ottimi prodotti, nell’ i n d i f fe r e n z a del mercato che voltava lo sguardo a Seattle, ed una band-colosso da megastore ridotta oggi a plagiare Tom Petty per sfornare qualcosa di commercializzabile ? Gould & co hanno sempre dichiarato di non essere i capostipiti di alcunché, negando improbabili appartenenze e non volendo mai riconoscere il ruolo cardine da loro svolto all’interno del panorama musicale degli ultimi due decenni. Nonostante ciò per la rivista inglese Kerrang! il loro album Angel Dust è stato il più influente tra quelli pubblicati negli anni 90. Tra i gruppi attuali quelli che dichiarano d’ispirarsi ai Faith no More, o quantomeno ne ammettono una qualche influenza, sono incalcolabili. Valga per tutte la dichiarazione resa dal chitarrista dei Limp Bizkit Wes Borland qualche anno fa “ I giovani d’oggi devono essere molto grati a Mike Patton…” Penso abbia ragione. Korn, Incubus , Deftones, Limp Bizkit, Linkin Park e gli altri non credo debbano ossequiare un generico movimento crossover per il solo fatto di esistere. Se devono ringraziare qualcuno, il nome da pronunciare è uno solo. 58 Mike Patton Gli esordi Nel 1981 , in una S.Francisco che vede ancora in pieno fermento la sua celeberrima scena punk/hardcore ma al contempo assiste al nascere di infinite band di adolescenti anticonformisti ansiosi di prendere le distanze da ogni genere musicale preesistente, il chitarrista e cantante Mike ”The Man” Morris arruola due giovanissimi, un bassista e un batterista, entrambi residenti nella Bay Area, per formare una band. Il bassista è un tale William David Gould , - 24 aprile 63 Los Angeles- , il batterista è Michael Andrew Bordin- 27 novembre 62 S.Francisco-. Il primo, a dispetto dell’età , s’è già fatto le ossa in qualche piccola band punk- wave tra cui i The Animated, dove milita anche il tastierista Chuck Mosely, ed ha visto andare a vuoto ,l’anno precedente, il progetto di una band propria ideata assieme ad un compagno di studi presso la Loyola High school, il pianista Roddy Bottum. Gould è un tipo sui generis : allo studio del basso affianca malsane letture che vertono su temi insoliti: logge e società segrete , spionaggio e traffico internazionale di stupefacenti , si interessa inoltre di storia e geopolitica, manifestando una spiccata simpatia per i paesi –regimi annessi– dell’est Europa. Certamente sono anche altre le cose che lo appassionano, se è vero che da li a qualche anno sarà solito sfoggiare una maglietta che recita : – Le droghe m’ hanno salvato la vita-. I rumori nutrienti 59 Il batterista Bordin invece frequenta l’università di Berkeley e si dedica allo studio delle percussioni africane, cosa che influenzerà in parte il suo approccio alla batteria e le tecniche d’esecuzione adottate nel corso della sua carriera. Lo stile Afro lo contamina anche nel Look, cosa che gli vale il nomignolo Puffy, a causa della cotonatura della chioma sfoggiata in quegli anni. Al momento dell’ingresso nella band, Bordin ha appena lasciato ,dopo una breve militanza, gli EZ Streets, a causa dei dissapori con il chitarrista di questi, tale Jim Martin… Nel gruppo di Man Morris , battezzato Sharp Young Men ,entra a far parte anche il tastierista Wade Worthington. Il quartetto cambia presto nome in “Faith No Man”,e da alla luce un singolo quello stesso anno: “Quiet in Heaven” contenente sul lato b “Song of Liberty”, entrambi pezzi scritti da Morris e prodotti da Matt Wallance. Appena dopo la pubblicazione del singolo, Worthington abbandona il gruppo e viene rimpiazzato dal vecchio compagno di studi di Gould, Roswell Christopher Bottum -1 luglio 63, Los Angeles- . Bottum ha dalla sua solidi studi di piano classico, intrapresi sin da bambino, cosa che ne tradisce estrazione alto-borghese, e pare che le sue preferenze musicali vertano spiccatamente verso il pop. In futuro non lesinerà dichiarazioni di stima per artisti quali Madonna , Gorge Michael , e Queen, nonché per le più avanguardistiche tendenze tecnodance , oltre ovviamente a dichiarare più volte il proprio 60 Mike Patton disprezzo per l’ hard -rock ed il metal in genere, a volte con sfumature ben più che colorite, cosa che alla lunga finirà con l’alienare le simpatie di una fascia di pubblico nei confronti della band. Descritto come un giovane estremamente colto e sensibile, con alle spalle alcuni anni trascorsi in un collegio religioso -da cui un suo successivo marcato anticlericalismo- stupirà un po’ tutti facendo outing e dichiarando la propria omosessualità al culmine del successo. Dall’ingresso di Bottum non trascorreranno che pochi mesi che si consumerà la rottura tra Mike “Man” Morris ed il resto del gruppo, pare a causa della scarsa autonomia di cui potevano godere i tre, relegati praticamente al ruolo di semplici esecutori. Di Morris si perderanno completamente le tracce. I tre transfughi verranno ribattezzati da un amico di Gould, tale Will Carpmill, militante nella band Systems Collapse , Faith No More , essendo venuto meno il vecchio “The Man”. In seguito, interrogati sul perché di questo nome, i membri risponderanno semplicemente che fu un omaggio ad un levriero su cui avevano scommesso. Nel corso del 1982 si verificano diversi cambi di formazione, che rimane di fatto abbozzata e addirittura priva per un certo periodo di un cantante , periodo durante il quale i tre si esibiscono in qualche club, invitando a cantare gente del pubblico, come una sorta di Karaoke. Tra i chitarristi che s’alterneranno nella band spicca tale Mark Bowen, misterioso personaggio ,cui verrà dedicata la canzone omonima, ma di cui non si saprà più I rumori nutrienti 61 nulla. Per un periodo di sei mesi entra a far parte della band Courtney Love, futura leader delle Hole e signora Cobain, nonché attrice di discreto successo. Sebbene non vengano registrati demo in questo lasso di tempo a testimonianza della stravagante collaborazione, esiste però il filmato di un esibizione svoltasi presso lo studio di una piccola emittente, filmato da cui sono state tratte alcune foto reperibili in rete, che ritraggono la già platinata Courtney esibirsi innanzi al “logo” – una sorta di ottagono- del gruppo. All’epoca della sua militanza nei F.N.M. . la ragazza pare intrattenesse una relazione con Roddy Bottum, cosa che non impedirà che venga allontanata a causa del celebre caratterino che la contraddistinguerà in seguito. A distanza di anni, Gould, interrogato nel corso di un intervista, fornirà un ritratto non proprio adulatorio dalla Love, descrivendola come un egocentrica che cercava in tutti i modi di imporsi come leader del gruppo condizionando e limitando l’apporto compositivo degli altri membri, emulando le gesta di Morris e facendo ,di conseguenza, la stessa fine. Nel 1983, dopo il siluramento di Bowen, Cliff Burton, storico bassista dei Metallica, consiglierà all’amico Gould di rivolgersi al chitarrista dei Vicious Hartred, ossia quel Jim Martin già sfortunato compagno di Bordin negli EZ Streets. Tale James Martin -21 Luglio 61, Hayward- è un soggetto inquietante. Di origine ItaloIspanica, solitario e riservato, ma bevitore incallito nonché rissoso, è cresciuto in una cittadina californiana ascoltando Hard Rock e scorrazzando in moto. La 62 Mike Patton sua tecnica chitarristica è fedele a modelli vintage ed obsoleti degli anni della sua adolescenza , quali Jimmy Page e Robin Trower. Non abbandonerà mai il suo stile personale a prescindere dalle evoluzioni seguite dalla band, e la cosa alla fine gli si ritorcerà contro. Pur non riscotendo mai le simpatie dei cultori di Guitar-Heroes, anche a causa del ruolo piuttosto marginale cui verrà relegato il suo strumento nei pezzi dei FNM, diventerà suo malgrado una sorta di icona a livello di immagine. Il look da motociclista, l’abitudine di indossare due paia di occhiali sovrapposte -da vista e da sole- e la particolare forma di calvizie una sorta di enorme riga al centro del cranio- ne faranno un personaggio grottesco ma altamente rappresentativo per la Band. Quasi nello stesso periodo continua la frenetica ricerca di un cantante. Anche qui la scelta cade su di una vecchia conoscenza, quel Chuck Mosely impegnato alle tastiere negli Animated assieme a Gould ed co-fondatore della misteriosa band punk Haircuts that kill. La leggenda vuole che l’idea di reclutarlo sia venuta al gruppo dopo una nottata trascorsa a bere con lui in un pub e dopo ore di millanterie da parte sua riguardo ad un presunta innata capacità di improvvisare validi testi. Probabilmente c’è da credere che il carisma di Mosely abbia avuto un ruolo centrale nella scelta di integrarlo all’interno del gruppo, vista le doti vocali piuttosto limitate. Il colored Mosely dev ’essere stato un grande front man in quegli anni e la cosa pare abbia contribuito non poco al parziale successo –in ambito underground , s’intendedella band grazie a stravaganti performance durante le I rumori nutrienti 63 prime esibizioni effettuati in quegli anni.. Alla sua band precedente, i sopraccitati Haircuts that kill, i compagni, ormai pervenuti al successo planetario, scipperanno il nome per una serie di concerti promozionali “in incognito”. L’era 1988 Mosely1983- All’ingresso di Mosely e Martin segue nel 1984 la firma per la Mordam Records, una piccola etichetta di S.Francisco diretta da Ruth Schwarz. La Mordam anticipa le spese per la realizzazione del loro primo album, che verrà alla luce l’anno successivo. L’album, inizialmente omonimo, sarà prodotto da Matt Wallance e verrà distribuito successivamente con il titolo di We care a lot. Il disco pare abbia avuto, come in futuro sarebbe accaduto spesso, una ganesi travagliata a causa delle intemperanze e della totale mancanza di professionalità di Mosely, che lungi dal dedicarsi metodicamente alla stesura dei testi si sarebbe trovato costretto ad improvvisarne una cospicua parte a poche ore dall’entrata in sala di registrazione, tra lo sconcerto e la perplessità dei “colleghi”. Il risultato, nonostante tutto, appare comunque apprezzabile. 64 Mike Patton Il debutto dei Faith No More non è passato alla storia. Non c’è da gridare al miracolo, ma è un album interessante. La produzione è quantomeno approssimativa, e penalizza non poco certi brani che comunque a loro modo diverranno dei classici della band. E’ un album piuttosto omogeneo, ma che sfugge di fatto a ogni sorta di classificazione. La base ritmica, il basso in particolare, rivestono un ruolo di rilievo nel sound della band, ma forse tirare in ballo come veniva fatto all’epoca, accostamenti con il funk è francamente eccessivo. I riff “metal” di Martin non appaiono ancora così incisivi, mentre invece risultano a volte risolutivi alcuni interventi della tastiera di Bottum, cosa inusuale nel circuito musicale entro cui verrà collocata la band. La batteria al contrario non rende affatto giustizia alle capacità di Bordin , che offre una performance piuttosto incolore. La voce “nera” bassa e monotona di Mosely che sembra fondersi alla perfezione al lavoro dei compagni quando vira sul rap ( talvolta , come nell’intro di “Greed”, riesce perfino ad offrire una qualche particolare suggestione melodica) alla lunga finisce per mostrare limiti effettivamente troppo marcati nel momento in cui è costretta a cimentarsi nel cantato. L’Album è costituito da dieci tracce. Si apre con l’ omonima We care a lot, una sorta di rap sincopato molto orecchiabile, che diverrà uno dei brani simbolo del gruppo e verrà riproposto con continuità dal vivo,con vesti però sempre più distanti dall’originale. La seconda ” The jungle” è già un curioso miscuglio: s’apre con un cantato rappeggiante che si sovrappone I rumori nutrienti 65 alla sola batteria di Bordin tra vari barocchismi synt per poi evolversi in una melodia sostenuto da alcuni bei i riff di Martin. “Mark Bowen” è un pezzo di facile assimilazione, caratterizzato da una ripetuta linea melodica vocale che si sovrappone ad una lenta ritmica altrettanto ripetitiva .E’ uno dei brani più riusciti , e verrà ripropostoin una versione live -anche come “B” side del singolo Easy nel 1992. Il quarto, “Jim”, non è una vera e propria canzone, è una semplice melodia eseguita con chitarra acustica che dura appena l’arco di un minuto. “Why do you brother” è il consueto martellante incedere di basso e batteria, ma la tastiere di Bottum gli conferiscono un atmosfera piuttosto cupa e dacadente .Bella la trovata con cui si chiude il pezzo, un progressivo e distorto rallentamento a cui segue la riproposizione degli accordi portanti eseguiti solamente con il piano. “Greed” è invece il brano più marcatamente pop , in cui spicca il giro di basso di Gould e il cantato melodico di Mosely. “Pills for breakfast” si presenta come un roccioso brano strumentale dove finalmente la chitarra di Martin riveste un ruolo non da mera comprimaria . La successiva “As the worm turns” è sorretta da una semplice , ma azzeccata , melodia che compare nell’intro eseguita dal piano per poi tornare nell’esecuzione sotto forma di synt. Diverrà un classico ed a parte la titletrack sarà il brano più eseguito dal vivo tra quelli tratti da questo album. 66 Mike Patton “Arabian disco” non si scosta molto dallo stile del resto del lavoro, ma risulta particolarmente coinvolgente e completa; purtroppo in questo caso però i limiti canori ed espressivi di Mosely si fanno sentire eccome, vista la marcata linea melodica che caratterizza il brano in alcuni tratti. Il pezzo conclusivo , paradossalmente, è intitolato “New begginins”. E’assai meno trascinante del precedente, e difetta in originalità risuonando troppo “new-wave”. La melodia non è comunque da scartare ,ma anche qui purtroppo la voce di Mosely appare talvolta , purtroppo, inadeguata . Inutile dire che dall’album non scaturì nessuna fortuna commerciale. Non ne verranno estratti singoli. La limitata distribuzione e la totale mancanza di una spinta promozionale lo renderanno per molto tempo un album fantasma, fino alle ristampe realizzate nel 1995 da parte della Australiana Liberation/Mushroom e l’anno successivo dall’inglese London. L’unico circuito in cui l’album viene accolto con un certo interesse è quello delle radio dei college che trasmettono frequentemente il brano We care a lot, il cui testo accattivante risuona come una sorta di inno parodistico e politicamente scorretto sulla falsa riga di quella stucchevole We are the world tanto in voga all’epoca. Tanto basta per far circolare minimamente il nome del gruppo negli ambienti che contano e farlo pervenire ad un nuovo contratto. Nel 1986 i Faith No More vengono messi sotto contratto dalla Slash records, una sussidiaria della Warner Bros. I rumori nutrienti 67 La distribuzione in Europa sarà curata dalla London della compagnia Poligram. In quello stesso anno il gruppo effettua un primo tour negli Stati Uniti. Nell’ Aprile del 1987 viene registrato il secondo album, che sarà pubblicato solo in vinile il Settembre successivo con il titolo di Introduce Yourself. Anche la genesi di quest’opera, a dispetto del mutato clima e del nuovo contesto “professionale” sarà contraddistinta da screzi tra Mosely ed il resto della band , a causa della scarsa affidabilità del frontman. L’album confezionato dalla band è questa volta eccellente. Tutt’oggi vi sono critici che lo considerano addirittura il loro capolavoro. Anche se lo stile ricalca approssimativamente quello del disco precedente, i singoli brani appaiono più ricercati e sono arrangiati in maniera più complessa. La produzione curata anche in questo caso da Matt Wallance è questa volta eccellente. Pressoché tutti i brani che compongono quest’album verranno riproposti sporadicamente dal vivo anche a distanza di anni, ed alcuni assurgeranno al ruolo di classici. I quattro strumentisti offrono una grande prova di fantasia compositiva e tecnica -in particolare i riff di Martin, eccessivamente accantonati nel lavoro precedente, qui diventano il pilastro portante di molti 68 Mike Patton brani- ed anche il bistrattato Mosley in questo caso fa la sua belle figura, offrendo talvolta interpretazioni veramente trascinanti. L’apertura è “Faster Disco”, un pezzo che suona energico ma estremamente pulito allo stesso tempo, dove s’incrociano perfettamente “l’asprezza”del riff di Martin ed i tappeti di strings di Bottum; trascinante è anche l’interpretazione Mosley che definisce eccellentemente la melodia del pezzo. Con questo brano i Faith No More avviano quella che diverrà una consuetudine, ossia la prassi di mettere come apertura di un album una traccia particolarmente di forte impatto. La seconda “Anne ’s Song” è un pezzo pop sorretto da un suggestivo giro di basso, su cui Mosley si cimenta in un cantato piuttosto particolare, che si colloca tra il rap/recitato ed il comune parlato. Verrà scelto come secondo singolo. L’omonima “Introduce Yourself” esplode sul finire della traccia precedente, ma quando questa sta ormai degenerando in una sorta di magma sonoro. E’ un pezzo geniale, caratterizzato dal continuo gioco di partenze ed interruzioni, durante le quali avviene effettivamente una sorta di presentazione di alcuni membri del gruppo. Il tutta dura poche decine di secondi. Questo brano raramente uscirà dalle scalette dei concerti durante le esibizioni del gruppo. Segue un altro classico, “Chinese Aritmetic”, brano caratterizzati da un lungo intro veramente azzeccato su di cui Patton improvviserà di volta in volta varie pop song in voga al momento. I rumori nutrienti 69 La prima facciata del disco si chiude con “Death March”, un brano estremamente cupo dove i riff sabbatiani di Martin la fanno da padroni. La riproposizione di “We Care a lot” in una nuova versione apre il secondo lato, il brano verrà proposto come primo singolo e video. Il pezzo seguente R ’n’r è un melange particolarmente riuscito tra passaggi particolarmente sostenuti e momenti pop-soft. Una delle perle dell’album. “Crab song” è anch’essa un classico frequentemente riproposto live, appare come una sorta di antesignano di altri brani futuri del gruppo, caratterizzati, come in questo caso, da una prima parte prettamente acustica o easy-listening cui ne segue un’altra quasi antitetica, roboante e frenetica. Nel brano in questione si alternano un momento soft con arpeggi di chitarra e cantato melodico ed uno fortemente ritmato in cui la voce si tramuta in una sorta di rappato/urlato. “Blood e Spirit”, gli ultimi due brani , sono caratterizzati da ritmo frenetico e marcatamente hard, il primo è una sorta di cavalcata chitarristica che nasce sovrapponendosi ad una semplice melodia di synt per poi deflagrare in un finale roboante – altro archetipo di brani futuri- la seconda è introdotta da un breve intro 70 Mike Patton a cappella di Mosley, cui segue un altro episodio al fulmicotone. L’album in questione , che si presenta con una copertina sciatta raffigurante una macchia nera su sfondo bianco, pur non essendo affatto un prodotto marcatamente pop ha sicuramente un elevato potenziale commerciale, ma purtroppo fatica a trovare una qualche collocazione sul mercato, nonostante una seppur minima popolarità cui assurge il singolo “We care a lot”, forte della realizzazione di un video che riesce ad inserirsi nella programmazione di Mtv. Il gruppo affronta una seconda tournè negli U.S.A. assieme ai Red Hot Chili Peppers, cui saranno accostati stilisticamente dalla critica per diversi anni, senza alcuna sostanziale motivazione musicale concreta. Nel Febbraio dell’88 partono per una primo tour in Europa in cui si segnala la data conclusiva al Marquee di Londra che farà registrare il tutto esaurito. L’uscita di un secondo singolo e relativo video, “Anne‘s Song” -estremamente povero e privo dell’impatto visivo del precedente- e la frenetica attività live del gruppo iniziano a far smuovere l’album dal fondo delle I rumori nutrienti 71 classifiche da ambo le parti dell’oceano. Soprattutto in Inghilterra il gruppo inizia a conoscere una certa popolarità, tanto che nel mese di Maggio vi farà ritorno per una serie di ulteriori date. Durante questi tour i primi incontri con la stampa musicale non si rivelano particolarmente proficui. I giornalisti inglesi descrivono i vari membri del gruppo durante le interviste quasi disinteressati all’ aspetto promozionale, ma pronti ad intraprendere animate discussioni fra loro appena si presenta il minimo pretesto. In effetti se l’attività live sta dando senz’altro i suoi frutti in fatto di popolarità , allo stesso tempo sta minando gli equilibri interni del gruppo. Sono frequenti gli episodi di scherzi tremendi e crudeli ai danni di questo o quell’altro elemento- ma pare sia Bordin il più bersagliato da tali attenzioni- , e di furiose liti che vedono i contendenti venire spesso alle mani. In particolar modo si va oscurando prematuramente la stella di Mosley -in quelle prime esibizioni indiscusso mattatore on stagedal momento che fuori dalle scene il suo carattere, peraltro già minato da un‘ eccesso di protagonismo ed autostima -valga per tutti l’episodio che lo vede rifiutarsi di cantare la cover di War Pigs durante un concertodiventa ingestibile a causa di abuso di alcool e sostanze stupefacenti varie. Nel corso di una lite con Jim Martin arriverà a colpirlo -o ad essere colpito, a seconda della campana che s’ascolta- con una bottiglia in testa. Delle esibizioni live di Mosley non è rimasto che qualche breve spezzone di filmato, ma devono essere state realmente trascinanti, basti vederlo all’opera nel video di “Anne’s 72 Mike Patton Song”, dove incarnando perfettamente la componente funny del gruppo si lascia andare ad utilizzi inconsueti di una banana, usata ora come ferma-capelli, ora come microfono, per finire poi a far bella mostra -ormai mangiata- fuori dalla zip dei pantaloni. Inoltre, anche se oggi si tende a scordarlo, Mosley è stato uno tra i primi -se non il primo- ad utilizzare il rap in un contesto musicale “hard”. Intervistato anni dopo nel programma televisivo “Indie”, oltre ad attribuirsi la paternità del rapfunky- metal collegherà la nascita di quella particolare I rumori nutrienti 73 L’era Patton espressione canora all’impossibilità sua di intonare melodie “canoniche” sopra basi eccessivamente martellanti messegli all’epoca a disposizione dei compagni. Nonostante tutto ciò, terminato il tour inglese, contrariamente alle aspettative del pubblico ed alla volontà della casa discografica, il gruppo decide di silurare il proprio front-man. La carriera di Mosley proseguirà , dopo una breve parentesi con i Bad Brains, all’insegna dell’insuccesso in diversi progetti tra cui Cement e V.U.A. Oggi pare faccia il cuoco. Orfano di Mosley , il gruppo si dedica alla stesura del successore di “Introduce Yourself”, che a conti fatti risulterà aver venduto la trascurabile cifra di 40.000 copie, ed alla contemporanea ricerca di un nuovo cantante. Il chitarrista Jim Martin propone come possibile sostituto di Mosley un fans ventenne di Eureka da cui ha ricevuto ,dopo un concerto, una audiocassetta contenente uno sbalorditivo demo death-metal: “The ranging of the easter bunny”. Il suo nome è Michael Allan Patton. 74 Mike Patton Esistono due versioni differenti relative al reclutamento di Patton, una lo vuole appunto incontrare Martin dopo una data dei Faith no More, l’altra lo vedrebbe invece spedire una cassetta con il demo al gruppo. In ogni caso pare certo che la decisione di concedere un audizione al ragazzo sia passata per Jim Martin - Il chitarrista in più di un occasione dichiarerà che il demo The ranging… è uno dei suoi ascolti preferiti- cosa grottesca, visto i rapporti turbolenti che li legheranno in futuro. “The ranging” è stato inciso da Patton con la sua band di compagni di liceo, i Mr.Bungle. E’ un demo curioso, composto prevalentemente da riffoni death metal, ma dove trova spazio un brano rappeggiante “Evil Satan” ed un episodio -strumentale- piuttosto soft “Grizzly Adams” e dove fanno sporadicamente comparsa strumenti insoliti come bongo e kazoo. La cosa che può incuriosire è che in questo demo -inciso in maniera dozzinale e caratterizzato da un resa acustica pessimal’apporto di Patton è del tutto marginale, praticamente non “canta” mai realmente, si limita a strillare come da genere -in maniera piuttosto scontata- ed anche nel rappato di “Evil..” non brilla di certo: c’è da dire che all’epoca l’audiocassetta è già vecchia di un paio d’anni ed è quindi riferibile ad un Patton poco più che adolescente; la qualità della sua prova rende probabile quindi che ci sia stato realmente l’incontro tra Patton e Martin che quest’ultimo abbia fiutato le potenzialità del ragazzo indipendentemente dalla performance canora I rumori nutrienti 75 offerta nel demo. Non è da escludere neppure che le prime uscite di Patton con i Bungle -i filmati riferibili all’epoca lo mostrano in esibizioni “scolastiche” non troppo dissimile da come sarà on stage in seguitoabbiano avuto un qualche eco alle orecchie di qualcuno vicino al gruppo. Ad ogni modo Patton viene immediatamente reclutato all’interno della Band. Se i membri dei Faith No More sono di fatto personaggi insoliti, il nuovo arrivato non sembra essere da meno. Nato il 27 gennaio del 68 in un paesino di 30 abitanti nei pressi di Eureka, Michael Allan Patton, ha un precoce approccio alla musica con cose tipo Elton John e Sinatra, nonché disco-dance in voga all’epoca. Un impiego da commesso in un negozio di dischi, da cui preleverà con costanza materiale per la sua collezione di vinili, favorisce senz’altro la sua crescita in materia di cultura musicale, così come l’esperienza diretta maturata con le band Turd e i già citati Mr.Bungle. Se i primi sono una sconosciuta band liceale -degna di menzione solo per il fatto d’aver avuto tra i membri anche il bassista Trevor Dunn- i secondi al momento della momentanea dipartita di Patton hanno già suscitato l’interesse di diverse etichette discografiche e si riveleranno nel tempo un curioso nonché geniale fenomeno musicale. Gould non ha un gran ricordo del neo-arrivato cantante: nelle sue memorie lo rammenterà come un monello presuntuoso e strafottente con gusti ed idee musicali piuttosto banali, si prenderà il merito d’avergli fatto da chioccia assieme agli altri del 76 Mike Patton gruppo e d’averlo trasformato in un vero e proprio “bullo”… In effetti Patton si presenta vestito come un classico adolescente statunitense anni 80, con tanto di pantaloni a “pinocchietto”e berretto da baseball “ruotato” a contenere una lunga chioma ereditata dalla fugace passione per il metal estremo, Slayer su tutti; egli dichiara di vivere con i genitori e di non avere mai assaggiato alcuna bevanda alcolica in vita sua, ma in compenso professa un amore viscerale per pornografia I rumori nutrienti 77 e masturbazione, che -a suo dire- nel suo paese è il passatempo più diffuso. Patton si dedica allo studio della letteratura Inglese che però abbandona a seguito dell’ingresso nel gruppo senza mai riprendere. I Faith No More hanno al momento dell’inserimento nel line-up di Patton pronte tutte le musiche dei brani che comporranno l’album successivo, il cantante stupirà un po’ tutti scrivendo le liriche in meno di due settimane proponendo addirittura più testi per uno stesso brano. Nel dicembre del 88 i nuovi Faith No More debuttano nella Bay Area ed i mese successivo sono alle prese con le registrazioni dell’album in uno studio di Sausalito assieme a Matt Wallance. Il disco viene presentato in anteprima a Giugno al Roxy di Los Angeles, in quell’occasione la band viene raggiunta sul palco da Duff e Slash dei Guns ’n Roses con i quali eseguono la cover War Pigs dei Black Sabbat. Il mese successivo viene finalmente pubblicato l’album “The real thing”. Quest’album, come già detto, vede l’apporto di Patton limitato esclusivamente alla stesura dei testi, ed il suo mancato coinvolgimento nella realizzazione delle musiche è sottolineato dal fatto che vi sono ancora diversi collegamenti tra questo lavoro ed i precedenti che saranno definitivamente tranciati nelle opere successive della band. Il fatto che la cifra stilistica del gruppo non sia mutata radicalmente sul piano musicale non deve indurre nell’errore di credere che sia possibile accomunare in toto questo lavoro ai precedenti; l’approccio vocale di Patton risulta quanto mai distante da quello di Mosley: 78 Mike Patton se questi indugiava su un stile canoro assimilabile al rap, salvo poi trovarsi in difficoltà nell’esecuzione di parti melodiche a causa di una scarsa estensione vocale, Patton al contrario riesce ad eccellere nel cantato quanto a risultare credibile in veste di rapper. Da notare che in questo lavoro il timbro vocale adottato da Patton risulta inconsueto e raramente verrà riproposto successivamente, una sorta di voce androgina e nasale che rappresenta più di ogni altro strumento l’emblema di quest’opera. “The Real Thing” è l’ultimo lavoro dei Faith No More pervaso da una certa omogeneità, se di omogeneità si può parlare quando ci si imbatte , come in questo caso, in una riuscitissima miscela di sonorità nere -Funk in primis ma anche Hip-Hop e Blues- e riff Speed-Trash Metal. Incredibilmente questo album riesce ad essere a tutt’oggi una sorta di summa delle tendenze musicali in voga all’epoca, pur riuscendo ad apparire allo stesso tempo del tutto originale .In quell’anno vedono la luce altri lavori di band che si cui si vedranno erroneamente accumunati I Faith No More, ossia i Red Hot Chili Peppers con Mother’ s Milk e i Living Colour con Vivid -lavoro che conoscerà un successo strepitoso negli U.S.A.- il tentativo di associare tra loro queste band, assieme ad altre minori, all’intero di una presunta scena Funk-Metal o Funk-Rock non darà i frutti sperati; non si creerà mai una vera e propria corrente stilistica e l’incredibile evoluzione della Band di Gould e soci renderà impossibile in futuro l’accostamento a qualsivoglia gruppo o genere. Da ricordare come l’equivoco di fondo I rumori nutrienti 79 di considerare da parte di una certa stampa Faith No More e Red Hot Chili Peppers band quasi omologhe cosa peraltro discutibilissima e forse parzialmente vera solo in quegli anni- darà origine ad una sorta di faida musicale tra Patton e Kiedis, il nerboruto frontman dei Peppers, il quale in più di un occasione rivendicherà la paternità del suono dei Faith No More e suggerirà a Patton di evitare di copiarlo pedissequamente. Alle parole di Kiedis, probabilmente dettate dall’invidia, dal momento che all’epoca in Europa la sua band è quasi sconosciuta e le performance di Patton gli vanno regalando una fama a lui mai raggiungerà, il giovane cantante replicherà, dando sfoggio di una certa maturità, citando come figure degne di emulazione piuttosto Henry Rollins e Iggy Pop. “The Real Thing” si apre con il devastante riff di “From out of nowhere” un brano che riesce ad essere allo stesso tempo potente, veloce ed estremamente orecchiabile. Non è poco. Verrà pubblicato in agosto come singolo, con le b-side “Cowboy song” -che a dispetto della collocazione è un brano di grande spessore- e “The Grade” -schitarrata acustica di Martin- che verrà riproposta diverse volte in veste di cover da numerose band, tra cui Helloween e Apocaliptica. “Epic” il singolo di maggior successo della band -ed il video più trasmesso- è un inno alla masturbazione. Il mix Hip-Hop/Metal, se non del tutto originale, raramente suonerà così riuscito come in questo pezzo. Memorabile l’epilogo di piano. “Falling to pieces” è il terzo ed ultimo singolo estratto 80 Mike Patton dall’album, è un brano imperniato sul di un giro di basso che conoscerà gloria imperitura- venendo persino omaggiato nel disco di Claudio Bisio “Paté d’animo”. E’ uno degli episodi più leggeri e marcatamente pop . La successiva , preannunciata da uno tetro scampanellare, è la celebre “Surprise! You ’re dead”, un breve brano trash-metal dove il cantato resta sospeso tra il rap e l’urlato. Ne verrà realizzato un pseudovideo -diretto dallo stesso Gould- e verrà riproposta nel lavoro solista di Martin “Milk and Blood”. Viene utilizzata nella colonna sonora di “Gremlins 2” di Jo Dante. Il brano seguente, “ Z o m b i e Eaters”, si apre con una lunga I rumori nutrienti 81 ruolo che si trova ormai a ricoprire, non mostra mai un approccio diplomatico in quelle prime interviste rilasciando dichiarazioni azzardate se non addirittura controproducenti per gli interessi della band, come ad esempio le ammissioni di disprezzo verso il mondo del Metal e del pubblico dello stesso: interrogato ad esempio sul perché i concerti hip-hop fossero teatro di scontri violenti assenti di fatto nel corso delle esibizioni dei gruppi “metal” più estremi il cantante non ha di meglio che rispondere che probabilmente i “metallari sono troppo stupidi per essere violenti”. Alcuni scatti fotografici -uno che lo ritrae con un piatto in mano contenente escrementi- ed affermazioni surreali rilasciate tanto on stage che in incontri con giornalisti, fanno sorgere una vasta gamma di voci e leggende sulla sua presunta coprofagia. Famose diverranno inoltre le esternazioni rilasciate in materia di sesso-fai-da-te, vero pallino del giovane Patton cui dedica più o meno velatamente stralci di liriche di quel periodo; una maglia che sarà solito sfoggiare in diverse occasioni mostra un uomo che si masturba sul water ed una scritta che recita “Le ragazze sono carine , ma ma non sono la cosa importante” -real thing in origine- fa sorgere legittimi dubbi riguardo alla provenienza del titolo del brano/ album. Anche Gesù Cristo non mancherà d’essere associato alla masturbazione in un’altra celebre t-shirt sfoggiata dal frontman. Nel 1990, successivamente alla poco fortunata tournè con i Metallica ne intraprendono una in Canada con Soundgarden e Voivod, nel frattempo è uscito il singolo 84 Mike Patton “Epic” ed il video impazza su Mtv .Il singolo debutta al 27 posto della classifica inglese. A Febbraio la band si reca nuovamente in Inghilterra e riceve una candidatura ai Grammy awards per la miglior performance Hard /Heavy. Ad Aprile sono nuovamente in Inghilterra, dove registrano “Live at the Brixton Academy” che uscirà ad agosto raggiungendo in GB il 20 posto in classifica. Intanto la loro fama, enorme in Europa, cresce a dismisura anche in patria sull’onda del singolo “Epic”, che scala la classifica americana fino a raggiungere il Settembre successivo il 5 posto. Nel frattempo hanno modo d’esibirsi nella scaletta del Mosters of Rock italiano e francese, dove riescono ad aggraziarsi il pubblico nonostante i ripetuti insulti, ai danni delle altre band partecipanti, da parte di Patton -Poison in primisnella data italiana mostrerà il pene presentandolo come il batterista del suddetto gruppo e spesso realizzò strambe cover-”Vogue” di Madonna e la sigla dello spot Nestlè “Sweet Dream” - proposte ad una platea, in genere, non propriamente recettiva a questo tipo di provocazioni. La popolarità del gruppo schizza alle stelle e piovono da diversi colleghi attestati di stima ed ammirazione: Axel Rose dichiara d’invidiarne la fantasia compositiva, Alice Cooper, Dog ’s D’amour e Metallica tra gli altri li citano come band preferita, Robert Plant li considera l’unico gruppo realmente valido dell’ultimo decennio e li porta con se in tour per I rumori nutrienti 85 alcune date . Fanno da spalla anche a Billy Idol per ben trentasette date negli States , e sono gli ospiti principali della serata organizzata dalla rivista Rip all’Holliwood Palladium. Il 1 dicembre sono ospiti alla trasmissione Saturday Night Live della NBC e si esibiscono pure agli Mtv Award. In quest’occasione Patton approfitterà per rispondere alle proteste levate dagli animalisti riguardo all’utilizzo dei fotogrammi che ritraggono l’agonia di un pesce fuor d’acqua nel video di “Epic”, simulando in coda al pezzo l’agonia del povero animale. La loro polarità è alle stelle. The Real Thing diventa doppio disco di platino, vendendo oltre due milioni di copie in tutto il mondo raggiungendo un milione solo negli U.S.A. All’apice del successo e della fortuna economica nascono incredibilmente attriti tra Patton ed il resto della band, dovuti all’eccessiva pubblicità che egli fa della sua seconda band Mr.Bungle che peraltro rivela di preferire ai Faith No More. Nel corso del 1991 la Band prima si esibisce al Rock in Rio allo stadio Maracanà e poi parte per un tour in America Latina e in Giappone. Intanto Patton, assurto al ruolo d’ icona della band e ridottosi persino a vedere la sua faccia pubblicata in copertine di teen magazine attraversa una profonda crisi dovuta al fatto di dovere sostenere ritmi sempre più frenetici ed alla sensazione d’essere sfruttato impunemente dall’industria discografica. Reagirà dedicandosi anima e corpo ai Bungle, che danno alle stampe in quest’anno un album omonimo pazzesco, ed altri progetti estemporanei che lo vedono collaborare con Jhon Zorn, Kronos Quartet 86 Mike Patton ed altri artisti d’”avanguardia”. La band intanto viene premiata con 5 Bay Area Award e partecipa alla colonna sonora del film “ Bill and Ted’ s Bogus Journey” con il brano -ad onor del vero non memorabile- “Perfect Crime”. Nel film prende parte per un cameo anche Jim Martin. Nella seconda metà del 1991 la band inizia a lavorare al successivo album. Questa volta l’apporto di Patton sarà determinante anche nella stesura dalle musiche, ed i testi verranno partoriti dopo lungo ed estenuante I rumori nutrienti 87 processo creativo, contrariamente a quanto avvenuto con la rapida genesi delle liriche di The Real Thing. Tanto per cambiare il concepimento del nuovo lavoro sarà tormentato e vedrà spesso i componenti del gruppo venire alle corde, in particolare Patton e Martin, divisi dalle rispettive vedute relativamente al percorso musicale da intraprendere, essendo il primo tentato dal richiamo dell’avanguardia sonora frequentata nelle sue scorribande soliste, il secondo molto legato alla tradizione rock-metal classica ed assai meno incline alla sperimentazione. Anche la sfera privata dei musicisti viene sconvolta da avvenimenti che vanno 88 Mike Patton di fatto ad ostacolare la genesi dell’album. Jim Martin, già poco coinvolto dal nuovo progetto musicale, che vede eccessivamente distante dai suoi gusti e dal sound classico del gruppo, viene colpito dalla scomparsa del padre. Da quel momento i rapporti con la band precipiteranno, arrivando persino ad assentarsi in maniera ingiustificata da sedute programmate in studio di registrazione, costringendo Gould ad un doppio lavoro di stesura per le parti di basso e di chitarra. Quasi contemporaneamente Roddy Bottum dichiara al mondo la propria omosessualità, raccontando d’intrattenere da quasi dieci anni una relazione con un ragazzo che peraltro partecipa a tour del gruppo in veste di roadie. L’outing del tastierista non farà particolarmente felice Jim Martin, che probabilmente prenderà spunto dalla cosa per coniare il termine “Gay Disco” per definire sarcasticamente il nuovo sound della band. Sebbene esista un video Making of.. che mostra la band nello studio di S.Francisco serenamente intenta assieme al fido Matt Wallance a comporre e a sperimentare nuove sonorità, con un Patton ed un Martin generosissimi e disponibilissimi in veste di intervistati, pare che le cose effettivamente andassero in maniera ben diversa Ricorderà di quel periodo Patton: “Avresti dovuto sentirci, provavamo tanti di quei suoni di chitarra che sembravamo il Guitar Center. Ognuno di noi metteva alla prova l’altro, ognuno cercava di imporsi attraverso quei suoni. Si ricorreva, se necessario, ad intimidazioni, piccoli ricatti e stratagemmi vari, il tutto per far venir fuori un brano che avesse l’approvazione unanime. I rumori nutrienti 89 Insomma, ognuno di noi era sottoposto ad osservazioni e critiche, un vero e proprio tormento per tutti, tranne che per Jim, che non si faceva mai vedere..(…….) All’interno del gruppo ci sono quattro persone che vanno molto d’accordo tra di loro ed una che è odiata da tutti…” Anche Gould farà a più riprese riferimenti ad un membro della band che sta effettivamente intralciando il lavoro degli altri, parlando addirittura di un possibile allontanamento di uno dei membri del gruppo. Lo stesso Patton, mediterà di lasciare i Faith No More per dedicarsi completamente ai Mr.Bungle, a causa dell’incapacità di lavorare con gli altri con il dovuto affiatamento. La stesura definitiva dei nuovi brani lascia perplesso il managment della casa discografica, il gruppo ha preso eccessivamente le distanze dall’album precedente e non appaiono in prospettiva pezzi che possano bissare il successo del singolo “Epic”. I timori dei discografici non si riveleranno alla fine dei conti fondati. Prima di dare alle stampe l’album , il gruppo, ribattezzatosi per l’occasione Haircuts that kill, presenta i nuovi pezzi ad un manipolo di fans in piccoli club della Bay Area. L’accoglienza che gli viene tributata è trionfale. Anticipato dal singolo/video “Midlife Crisis”, a giugno viene pubblicato “Angel Dust”. Osannato come capolavoro da alcuni, considerato un passo indietro rispetto il predecessore da altri, quest’album appare come un opera estremamente complessa ed ostica, dove scompaiono quasi del tutto le componenti scanzonate e funny che avevano caratterizzato The real thing , sostituite da atmosfere 90 Mike Patton I rumori nutrienti 91 cupe e decadenti su cui si incardinano testi impregnati di nichilismo e disfattismo. Patton ricorderà quest’album come il suo preferito dei Faith, definendolo una sorta di concept album ispirato agli umori ostili di quel 1992, in particolar modo ai disordini razziali che sconvolsero Los Angeles. La totale eterogeneità, la mancanza di singoli trainanti faranno si che l’album non conosca in patria il successo commerciale del predecessore -assestandosi sulle 700.000 copie- e che veda la frettolosa aggiunta di una cover dei Commodores “Easy” a cercare di risollevare le vendite dopo mesi di ristagno nelle parti basse della classifica. Nonostante tutto il singolo Midlife Crisis raggiunge nel Regno Unito la 3 posizione ed in alcuni paesi l’album è accolto da un ottimo riscontro di vendite. In particolar modo in Germania, dove supera le 270.000 copie divenendo disco d’oro e in Gran Bretagna, dove arriva al 2 posto della classifica degli album più venduti. Anche grazie al traino del nuovo singolo e video annesso la band riesce ad ottenere in molti paesi un riscontro di vendite superiore a The Real Thing. Come già detto l’album è stato ampiamente celebrato dalla rivista inglese Kerrang! che lo considera il più importante ed influente lavoro del decennio , ma generalmente è anche l’album più apprezzato dallo zoccolo duro dei fans e da buona parte della critica. Non è un disco di immediata assimilazione: trancia quasi ogni legame con i lavori passati del gruppo sperimentando sonorità ed approcci lirici completamente nuovi. Ecco così proposti brani che risentono di influssi Noise ed Industrial, comparire 92 Mike Patton campionamenti da pezzi di DiscoMusic 70, riletture di una colonna sonora di una pellicola da Oscar e via discorrendo. Anche la voce di Patton percorre sentieri completamente nuovi ed inesplorati: con interpretazioni teatrali assume toni sarcastici, si dilunga in fraseggi sussurratibiascicati , esplode in grida stridule ed urla belluine , gigioneggia come un performer anni ‘ 50 e via di seguito. “Land of sunshine” è il pezzo che apre l’album. Ad un introduzione roboante segue il ripetitivo incedere del basso, mentre le tastiere disegnano atmosfere degne di una colonna sonora noir. Il pezzo è caratterizzato da liriche riprese dalle lezioni -guida per lo sviluppo dell’autostima di Ron Hubbard ed altri telepredicatori, nonché da slogan coniati per i biscotti della fortuna. L’epilogo del pezzo ricorda come tutto quest’ostentazione di ottimismo appare quantomeno ingiustificata. Pare che il testo del brano sia venuto alla luce durante un esperimento di autoprivazione del sonno durato diversi giorni cui si sarebbe sottoposto Patton. “Caffeine” conosce anch’essa medesima origine, pare sia il frutto del “furto” di discussioni degli avventori di caffetterie da parte di Patton durante i suoi pellegrinaggi nel corso di quelle notti insonni. Il tema portante dovrebbe I rumori nutrienti 93 essere il ruolo che la caffeina ricopre silenziosamente nel condizionare scelte e comportamenti delle persone. Il riff che caratterizza il pezzo è molto coinvolgente, così come la splendida melodia, ma il brano si fa ricordare soprattutto per i tortuosi passaggi centrali dove si alterna una momentanea quiete ad un esplosione che rasenta il Grind. “Midlife Crisis” è il primo singolo estratto dall’album ed è uno dei pezzi più conosciuti e rappresentativi della Band. E’ una canzone dalla struttura elementare , sorretta da un azzeccato intro di batteria e da un inconsueto quanto talentuoso uso della voce da parte di Patton. Lui sostiene d’averla scritta pensando a Madonna…sarà... “R.V.” e’ una sorta di valzerino eseguito con il piano, il testo è un monologo -interpretato con una voce che ricorda quella di un uomo ormai avanti con gli annidi un disgraziato che si trova a fare un bilancio della propria vita fallimentare, condendolo con riflessioni qualunquiste, misogine e razziste. Il titolo allude ai Camper e veicoli ricreativi in genere. “Smaller and smaller” è un episodio piuttosto eavy e sostenuto; nonostante sia molto amato dai fans non reggerà alla prova del live. Pare che Patton sia stato ispirato alla monotona vita dei suoi conpaesani , dediti in maniera maniacale alla ciclicità del loro lavoro, in particolare modo taglialegna ed agricoltori. “Everything ruined” -terzo singolo estratto, è un episodio marcatamente pop dove fanno sporadica comparsa momenti più sostenuti che si dissolvono con l’incedere dell’ orecchiabilissimo ritornello. 94 Mike Patton Presumibilmente il testo illustra sarcasticamente il modello consumistico-capitalista. La successiva “Malpractice” è frutto di un delirio di Patton, è un pezzo caratterizzato da sonorità Industrial e da un uso della voce distorto ed aggressivo. Anche il testo -pazzesco- narrerebbe di una erotomane che simula una malattia genitale solo per il piacere di farsi penetrare dalla mano del ginecologo. Curiosamente il brano contiene un campione di Chostakovic eseguito dai Kronos Quartet. In “Kindergarten” ritroviamo una sorta di connubio RapRock per nulla affine a quello dell’album precedente. La voce di Patton mantiene per tutta la durata del pezzo una timbro piuttosto sprezzante ed aggressivo, lontano anni luce dal rappato canonico. Anche le musiche dipingono un’atmosfera sostenuta e drammatica, a coronare un testo che sembra illustrare lo smarrimento dell’individuo messo innanzi all’ineluttabilità del suo destino. “Small victory” il secondo singolo estratto, un pezzo caratterizzato da semplici melodie e da sonorità pop curiosamente retrò, non è comunque un brano scontato. Ne verrà realizzato un video raffinato ed estremamente curato, che però non verrà praticamente mai trasmesso negli U.S.A. a causa dell’impossibilità di stabilire una categoria di genere -e rispettiva fascia di programmazione- in cui inserirlo.. La popolare “Be aggressive” -è uscita anch’essa come singolo- è un curioso brano hard-rock sostenuto da un tappeto d’organo, dove la solista di Martin può concedersi il lusso di un assolo tiratissimo. Bello I rumori nutrienti 95 lo spelling del ritornello, realizzato da bambini prelevati dalla scuola dove insegna il padre di Patton. -Da ricordare il sostanziale plagio da parte di Marylin Manson, che utilizzerà un coro identico per non ricordo quale sua “gemma”. Una curiosità : il testo, scritto da Bottum, da molti interpretato come un metaforico inno alla ribellione ed alla sovversione , in realtà parlerebbe proprio di ciò che appare ad una lettura superficiale: di un rapporto orale omosessuale … “Crack Hitler” è un pezzo dalle sonorità estremamente ibride, caratterizzato anche qui dalla voce di Patton che pare filtrata da un megafono. Pur essendo particolarmente coinvolgente non durerà molto in scaletta live. Pare che l’Hitler in questione sia un grossista dello spaccio della droga citata nel titolo . “Jizzlobber”, forse il brano più marcatamente heavy dell’album, sviluppato intorno ai cupi riff di Martin che rimandano neppure troppo velatamente ai Sabbat. La voce di Patton assume timbriche proprie del metal estremo rasentando nel refrain il grido belluino. Narrerebbe della miserabile vita di un suo parente carcerato. “Midnigth cowboy” non è nient’altro che una rivisitazione della colonna sonora del film omonimo, in Italia “Un uomo da marciapiede”. Una melodia dolce e tristissima perfetta come sipario di un album intriso d’ astio e disillusione. Plausibilmente è stata scelta anche per la tematica del film in questione: a ben vedere la storia del campagnolo ridotto a prostituirsi ben si colloca tra la galleria di miserabili e perdenti descritti 96 Mike Patton nell’album . “Easy”, c’è poco da dire , un classico dei Commodores e dell’ Easy Listening riportato a nuova vita dalla superba voce di Patton , che in questo caso rasenta la perfezione. Quasi contemporaneamente all’uscita dell’album ai Faith No More viene offerta la possibilità d’accompagnare i Guns ’n Roses durante alcune grosse date in Europa assieme ai Soundgarden. Quel tour sarà ricordato soprattutto per alcune performance memorabili di Patton on stage -e fuori. I rapporti con i Guns ’n Roses non saranno idilliaci: sia i Soundgarden che i Faith No More verranno volutamente penalizzati da una pessima acustica durante le loro esibizioni- cosa che nella data italiana farà letteralmente bestemmiare Patton durante la performance del gruppo- e saranno costretti praticamente all’immobilità nel backstage essendo perennemente attorniati dagli uomini della sicurezza durante tutta la durata del tour. La cosa non impedirà comunque a Patton di macchinare una serie di tiri I rumori nutrienti 97 mancini ai danni dell’odiato Axel Rose, come quando riuscirà a sottrarre dal suo distributore di bibite una bottiglia di succo di frutta per defecarci dentro , salvo poi rimetterla a posto. In una vecchia intervista Roddy Bottum ricorda come parte degli attriti tra le due band fossero nate anche a causa della prassi di Axel e del suo staff di girare filmini porno con fans del gruppo, costrette in genere a performance omosessuali, dopo essere state drogate. La cosa pare avesse disgustato ed indispettito Patton, che a dispetto della passione per il cinema border line - anelata di leggenda la vicenda della videocassetta da lui realizzata, Macumba, spedita a Igor Cavalera ed altri due amici che conteneva una rassegna di filmati relativi a morti atroci e sesso estremo, coprofagia inclusa, ovviamente- pare che non abbia mai tollerato questa sorta di pratiche divistiche ed il fenomeno ”groupies” in special modo . Un episodio che farà particolarmente imbestialire Rose sarà la richiesta fatta da Patton - ed accolta dal pubblico- di gettare sulla band spazzatura durante 98 Mike Patton l’esibizione nello stadio di Lisbona, a causa della quantità enorme di bottiglie e rifiuti vari -alcuni mangiati da Patton!- che andranno a sommergere letteralmente il palco. Nonostante la conflittualità scatenatasi le due Band affronteranno anche un successivo tour anche negli U.S.A, questa volta con i Metallica, dove però le esibizioni dei Faith No More non desteranno nessun particolare interesse nell’audience accorsa ad assistere alle performance dei due colossi. Nel frattempo si esibiscono come gruppo principale nel più grande festival del nord Europa, il Roskilde Festival in Danimarca, con Nirvana e Pearl Jam. Tra novembre e dicembre ripercorrono nuovamente l’Inghilterra ed il resto d’Europa con a spalla le L7. Il 1993 si apre con una nuova tournè americana, questa volta con Kyuss e Babes in Toyland. In questo lasso di tempo Patton ha modo di dar prova della sua incredibile capacità di tenuta del palco, regalando delle esibizioni grottesche e “malate” , comprendenti pratiche quasi masochistiche -improbabili capriole volanti con atterraggi scomposti- corollari di insulti a tutto ed a tutti, membri della band inclusi, improvvisazione di scemenze nella lingua locale, che sia tedesco od altro non importa, nonché provocazioni gratuite che vanno dalla masturbazione -sul palco- alla minzione -sempre sul palco!- ed altre amenità del genere. In questo periodo realizzano anche un brano Rap-Metal -ottimo- con i Boo-Yaa Tribe, “Another body murdered” inserito nella colonna sonora del film Judgment Night. Ad aprile sono in Giappone, a Maggio in Australia e I rumori nutrienti 99 Nuova Zelanda ed il 17 Luglio, a conclusione di una serie di trionfali date Europee, suonano come gruppo principale al The Phoenix Rising Festival davanti a più di 50.000 persone. Sarà l’ultima esibizione live di Jim Martin con la band. I guasti prodottisi all’interno del gruppo durante la lavorazione di Angel Dust si accentuano durante i quasi due anni di tour, rendendo impossibile una futura partecipazione di Martin al nuovo lavoro in studio. Infatti egli viene licenziato via fax da Roddy Bottum il 30 Novembre. Dal canto suo Martin dichiarerà d’aver già lasciato lui in precedenza e spontaneamente gli altri per profonde divergenze artistiche con Patton . Con la cacciata di Martin finisce il periodo più artisticamente fertile della band che conoscerà un progressivo calo di popolarità senza riuscire peraltro a produrre album dello spessore dei predecessori. Gli ultimi due lavori saranno caratterizzati da alcuni brani memorabili e travolgenti, che andranno nella memoria collettiva ad associarsi ai classici della Band, ma nel complesso non avranno la carica innovatrice dei precedenti ed appariranno effettivamente mancare certe peculiarità del loro suono, forse eccessivamente penalizzato dalla partenza di un elemento - a suo modo e nel bene e nel male- carismatico come Martin. Voci ufficiose sostengono addirittura che anche il resto della band abbia ormai esaurito l’entusiasmo al progetto, ma sia vincolata da solide clausole contrattuali a partorire altri due album. Così in effetti sarà. 100 Mike Patton Si vociferano per un po’ di tempo nomi altisonanti per il suo successore , tipo il virtuoso Alex Skolnick dei Testament, che condivide con i nostri la scarsa simpatia per il Metal, ma poi non si viene a capo di nulla. Verrà scelto a sorpresa per realizzare le parti di chitarra del nuovo album l’ottimo Trey Spruance dei Mr.Bungle, che però a causa della scarsa professionalità non verrà mai effettivamente inserito nell’organico della Band. Il nuovo album viene registrato tra il Settembre e Novembre del 1994 negli studi di Bearsville di New York con il nuovo produttore Andy Wallance e verrà pubblicato l’anno successivo. Il 14 marzo del 1995 esce “King for a day….fool for a lifetime” , anticipato dal singolo “Digging the grave”. Anche in questo caso l’album viene accolto positivamente in Europa, vendendo bene in Inghilterra -100.000 copie- Germania -120.000- e Australia -50.000- dove raggiunge la seconda posizione in classifica degli album più venduti., ma in patria raggiungerà a malapena le 250.000, un quarto di quanto aveva venduto “The Real Thing” ed un terzo di “Angel Dust”, ossia molto al di sotto delle più nere aspettative. Complessivamente l’album non toccherà il milione e mezzo di copie, non male ma comunque troppo al di sotto dei due precedenti che avevano venduto due milioni -T.R.T. e due milioni e I rumori nutrienti 101 mezzo di copie -A.D. L’album è anche pesantemente criticato al momento dell’uscita, ma si rivelerà un lavoro apprezzato dai fans a distanza di tempo. E’ spiazzante: a differenza dei suoi predecessori è costituito da una moltitudine di stili e generi musicali differenti che lungi dal miscelarsi tra loro si realizzano compiutamente all’interno di un singolo brano, facendo apparire nel complesso l’intero album come una compilation surreale dove ci si imbatte ora in una samba , ora in un soul, oppure in deliri HardCore cacofonici . Nonostante sia ricco di episodi easylistening si intuisce subito che avrà vita dura presso certe nicchie di pubblico , è effettivamente troppo alternativo per un pubblico rock, ma al contempo vi sono brani eccessivamente ostici per i consumatori di prodotti pop canonici. Il sound dell’album è indefinibile, ma la sensazione che sia andato smarrito qualcosa di ben più profondo della partecipazione di Martin è confermata dalla quasi totale mancanza del nome di Bottum dagli accrediti dei vari brani. In effetti il suono della tastiera, che è stato in passato per i Faith altrettanto peculiare della portentosa base ritmica , qui appare quantomeno ridimensionato. Pare che il motivo sia da ricercarsi nella materiale indisponibilità di Roddy, impegnato a disintossicarsi dall’eroina, nel periodo precedente all’uscita dell’album. Anche il lavoro effettuato da Spruance, eccellente, si discosta molto dal sound di Martin, facendo virare la componente marcatamente Rock dell’album verso sonorità tendenti all’ Hard-Core/Punk piuttosto che al 102 Mike Patton Metal. Critiche a parte, questo disco rappresenta la vera consacrazione di Patton, che come forse mai successo nella storia della musica, interpreterà ogni singolo brano esplorando di volta in volta nuovi timbri vocali e nuove tonalità , dando un’incredibile prova di camaleontismo e duttilità , riuscendo ad apparire assolutamente credibile anche alle prese con generi che avrebbero dovuto -in teoria- non essergli congeniali. Come già detto in questo calderone brillano pezzi splendidi, ma altri lasciano sinceramente perplessi, vi sono un paio di canzoni che evidenziano richiami a generi “in voga” all’epoca, Post-Punk e Grunge in primis, altre appaiono troppo abbozzate se confrontate agli arrangiamenti di Angel Dust. “Get Out” è il breve e violento brano d’apertura, dedica di Patton a Martin. Francamente è un brano eccessivamente rozzo e grossolano. “Ricochet” è il brano che non ti aspetti dai Faith No More, tanto suona canonico ed assimilabile al sound delle band di Seattle. E’ caratterizzato da un bel crescendo finale e da una melodia piuttosto malinconica. Pare sia stata scritta -casualmente- il giorno del suicidio di Kobain. Uscirà come secondo singolo senza alcun successo. La successiva “Evidence” è una perla dell’album, nonché un brano molto rappresentativo per la Band. E’ un soul molto suadente e “lounge”, con un testo audace che pare alluda ad un rapporto fedifrago orale. Sarà incisa in varie lingue e uscirà come terzo singolo/ video. Con “The Gentle Art of Making Enemies” si ripropone I rumori nutrienti 103 un brano “tirato” con riffacci hard ma ritornello orecchiabile. Dovrebbe essere anch’essa una dedica a Martin . Nonostante sia uno dei brani più apprezzati dai fans e sia stata coverizzata da alcune band Nu-metal , non si tratta di un capolavoro. Si passa ad un altro universo musicale con il r ’n ’b della divertente “Star A.D.”, un pezzo che loro stessi definiranno “maturo” per via del ricorso ad una sezione di fiati nell’arrangiamento. Proprio per questo motivo però non potrà essere eseguita live. “Cuckoo for Caca” è il pezzo più strettamente “metal” dell’album e quello che si richiama maggiormente alla produzione passata della band. E’ una dedica alla passione segreta di Patton. “Caralho Voador” è un improbabile samba -con tanto di 104 Mike Patton cantato in portoghese- dedicata alla figura di un pappone.. Il titolo sta per “Cazzo Volante” -omaggio al videogame “Lula Sex Empire”?Pur essendo suggestiva la melodia che la contraddistingue non passerà alla storia . “Ugly in the Morning” è un’altro episodio hard, che s’apre con un ritmo cadenzato per poi scadere nel più totale caos sonoro. Divertente ma trascurabile. Con la successiva “Digging the grave”, il brano pseudo-punk proposto come primo singolo, s’apre la sequenza di pezzi più interessanti dell’album. Questa è divenuta assai celebre ed è stata inclusa anche nella colonna sonora del film “Jack frusciante è uscito dal gruppo”. Pur di suggestioni melodiche piuttosto cupe, loro lo definiranno un “ pop-punk ottimistico”. E’ un classico della band e del rock anni 90. “Take This Bottle” è un country-rock lentissimo ispirato loro da una non meglio identificata band collega di tour. Verrà proposto live raramente ma è comunque una piccola perla. “King for a Day”, la quasi title-track, è una lunga e suggestiva canzone che s’apre e chiude come una ballata acustica , ma è al contempo un brano hard di grande respiro. E’ uno dei pezzi migliori dell’album , se non dell’intera discografia della band. “What a Day” è un’altro episodio “duro”, forse più ricercato degli altri presenti dell’album, comunque molto coinvolgente in veste live . I rumori nutrienti 105 In qualche modo ispirato a Full Metal Jacket di Kubrik, “The Last to Know” , è un rock lento in cui il melodico della voce di Patton si sovrappone curiosamente a dei riff comunque aggressivi . Il finale è affidato alla super ballad -è il brano dei Faith che Patton predilige- “Just a man”, uno strano melange costituito da una voce bassissima, falsetti sussurrati ed imponenti aperture chitarristiche nel cui finale fanno sfondo cori gospel. A coronare la travagliata , come da copione, genesi dei pezzi si verifica l’improbabile avvicendamento, alla chitarra: Spruance -Menta. Se Trey Spruance è un chitarrista di indiscussa tecnica e di eccezionale fantasia compositiva ma, per stessa ammissione di Patton che lo ha suggerito ai colleghi, non è troppo affidabile e non darebbe adeguate garanzie in caso di un’ attività live estenuante come la precedente. Viene quindi rimpiazzato per l’imminente tournè comparirà anche in tutti i video- il roadie Dean Menta, già chitarrista dei Duh, nonché probabile compagno di Bottum. La tecnica del nuovo arrivato non è eccelsa, comunque molto al di sotto degli standard richiesti da una band di questo calibro. Curioso come, analizzando con senno di poi le varie scelte intraprese dalla band nel corso della carriera, queste sembrino essere dettate dalla più totale irresponsabilità e dalla totale indifferenza delle regole dello show buiseness . Questa di arruolare uno anonimo roadie quando si hanno alle spalle più di sei milioni 106 Mike Patton di copie vendute è apprezzabile, ma francamente, pazzesca. Infatti l’attività live della band non sarà così intensa e fortunata come ai tempi di Angel Dust, tanto che appena dopo quattro mesi, complice la scarsa risposta del pubblico, viene cancellato il World Tour previsto e vengono ritirati due singoli in procinto di essere pubblicati, “The gentle art” e “Thake this bottle”. Patton si dedica al nuovo dei Bungle “Discovolante” ed anche gli altri della Band intraprendono, o continuano progetti paralleli, tra i quali Brujeria di Gould e Imperial Teen di Bottum , mentre Bordin parte in tour con Ozzy Osbourne. Patton darà alle stampe anche un delirante album solista registrato nelle stanze di vari alberghi durante le date con i Faith e realizzato solo con la voce e pochi effetti: “Adult themes for voice”. Rimpiazzato Dean Menta con l’ottimo Jhon Hudson, vecchia conoscenza di Gould e chitarrista dei Systems Collapse, la band nel 1996 si dedica alla composizione del nuovo album, pubblicato il 3 giugno dell’anno successivo. Intitolato sarcasticamente “The Album of the Year”, visto lo scarso entusiasmo che anima ormai i componenti del gruppo che ormai vede una partecipazione di Bottum I rumori nutrienti 107 del tutto formale, per molti è il canto del cigno della band, ma di fatto rappresenta il minor successo di vendite dell’arrivo di Patton. Il disco non è male, tutt’altro. Patton sostiene sia una sorta di antidoto al mercato discografico impazzito, dove infuriano mascherate alla Marylin Manson e scarseggia la sostanza. Ha però, a dirla tutta, i difetti del precedente, struttura dozzinale di un paio di pezzi, langue l’apporto compositivo del tastierista -peraltro divenuto insofferente agli atteggiamenti da leader di Patton- ed è penalizzato da un’ eccessiva disomogeneità nel prodotto. L’intro dell’album è devastante: “Collision” che verrà scelta giustamente anche come apertura delle esibizioni live. E’ il brano più riuscito sul versante hard del disco “Stripsearch” , uscita come terzo singolo, è una ballad elettronica estremamente suggestiva e rappresenta un anomalia nella produzione della band. “Last Cup of Sorrow” , il secondo singolo, da cui un video eccellente che fa il verso a Vertigo di Hitchcock, ma che godrà di scarsa programmazione, è un rock-melodico ma non banale. Non brillerà come vendite, arrivando come miglior piazzamento in classifica solo al 51 posto in Gran Bretagna. “Naked in Front of the Computer” è un secondo episodio hard, sulla falsariga di ” Get out” è veloce e piuttosto avvincente, ma distante anni luce dalla produzione migliore della band. “Helpless” è invece un innocuo pop acustico, con tanto di fischiettato, ritornello accattivante e facili melodie: 108 Mike Patton bellissimo ma anch’esso tutto sembra tranne che un prodotto dei Faith No More. La successiva “Mouth to Mouth”, introdotta da una melodia arabeggiante, ripresa da una popolare hit disco anni 70, è un pezzo ben ritmato ma abbastanza trascurabile, nonostante non sia del tutto privo di un certo richiamo. Il primo singolo “Ashes to Ashes” è il brano senz’altro migliore dell’album, e l’unico che conoscerà una certa fama. Caratterizzato da un incedere drammatico e cupo, con un refrain dove eccelle il cantato di Patton, resta una gemma che ha brillato nelle classifiche meno del dovuto, arrivando comunque ad un ottimo 14 piazzamento in G.B. Notevole la fattura del video surrealista realizzato per promuoverlo. “She Loves Me Not” è un easy listening sulla falsariga di “Easy”, infatti avrebbe dovuto uscire come quarto I rumori nutrienti 109 singolo prima di essere ritirato. Si ha un brusco passaggio con la turbolente “Got That Feeling”, a n c h ’ e s s a come “Nacked” coinvolgente e trainante, ma lontana dalla complessità d’arrangiamento di produzioni a n a l o g h e precedenti. “Paths of Glory” è un pezzo lento e angosciante d’ispirazione kubrickiana , spicca indubbiamente tra gli altri pezzi per il coinvolgimento emotivo che suggerisce. La successiva e penultima “Home Sick Home” è un curioso e turbolento Hard-blues . La chiusura è affidata alla struggente “Pristina”, pezzo dedicato alla celebre città kosovara. D’insolita bellezza armonica, sigillerà più che degnamente la produzione discografica della band. 110 Mike Patton Vengono inoltre realizzati due brani con gli Sparks -“This Town Ain’t Big Enough for the Both of Us” e “Something for the Girl with Everything”- che saranno inclusi nel loro “Plagiarism”. Non c’è molto da aggiungere. Il disco regala senz’altro un minor numero di brani memorabili rispetto anche allo sfortunato predecessore e vende ancora meno, in patria è un flop completo , ma in altri paesi è accolto trionfalmente, come l’Australia dove schizza al primo posto in classifica , così come nella Repubblica Ceca, o in Germania, dove si piazza al secondo. Complessivamente però arriverà a superare a malapena il milione di copie vendute e la cosa non mancherà di influenzare negativamente la band già demotivata. Inoltre praticamente tutti i membri della band si stanno dedicando febbrilmente ad altro: Bottum non perde occasione nelle interviste per celebrare il suo secondo gruppo Imperial Teen , che peraltro ha ottenuto un discreto successo, Patton oltre ad un terzo album con i Bungle ha in cantiere un nuovo rivoluzionario progetto noise-metal Diabolik, che diverrà poi la sua attuale superband Fantomas, Bordin continua a collaborare con Ozzy, infine Gould ha avviato l’attività di produttore -infatti compare nell’album anche in questa veste- e anch’esso medita altri svariati progetti musicali tra cui l’apertura di una sua personale etichetta discografica. Tutte cose che mal si conciliano con la dedizione che una band come i Faith No More richiede. Intraprendono comunque un lungo tour promozionale di notevole I rumori nutrienti 111 successo negli U.S.A., in Australia e in Europa. Pare che sull’onda dell’entusiasmo suscitato dalle ultime date europee della Band, finalmente, torni la serenità tra i vari componenti. E coerentemente con lo spirito che ha sempre animato la loro attività essi decidano di sciogliersi. L’ultimo surreale comunicato inviato da Gould alle agenzie il 19 Aprile recita : “Dopo 15 lunghi e fruttiferi anni, i Faith no more hanno deciso di porre fine alle fastidiose voci sul loro imminente scioglimento....sciogliendosi. La decisione tra i membri è comune, e non ci saranno dita puntate, non verranno fatti nomi, altro che possa affermare, per l’album , che “Puffy aveva iniziato tutto.” In più lo scioglimento permetterà ora a ogni membro di seguire con dedizione i suoi progetti individuali senza nascondersi. Per finire, e cosa più importante, la band vuole ringraziare tutti i fan e le associazioni con cui ha lavorato e che hanno supportato la band nel corso di tutta la sua storia “ Gould, contrariamente a quanto detto nel comunicato, qualche dito lo punterà parlando di una crisi che avrebbe colpito uno del gruppo una volta passati i trent’anni -ovviamente Patton- Ricorderà anche come quante mille volte la band fosse stata in procinto di dividersi a causa dei forti contrasti interni e i frequenti litigi, e che, paradossalmente, ciò fosse successo in un periodo contraddistinto da armonia e divertimento collettivo. Il gruppo tiene l’ultimo concerto a Lisbona il 7 Aprile, dove alla fine Patton saluta il pubblico con un ottimistico 112 Mike Patton -Alla prossima!prossima volta…. consapevole che non ci sarà una I rumori nutrienti 113 114 Mike Patton I rumori nutrienti 115 Mr Bungle Mr Bungle Vivere in California. Per un giovane appassionato di musica raramente è possibile chiedere di più dai propri sogni. Questo è uno stereotipo abbastanza di voga al giorno d’oggi ,la tendenza di accomunare lo stato alla Celebre Los Angeles ,vero teatro della storia contemporanea dell’arte sonora, dal suo hotel Chateau Marmont celebre per le turbolenti nottate devastatorie dei Led Zeppelin fino ai tuffi dal 4 piano di Jim Morrison nella piscina, agli splendidi paesaggi I rumori nutrienti 117 ispiratori del Big Sur fino a luoghi ove qualsiasi musicista sognerebbe di suonare come il Kit Kat Club . Ma se nasci ad una manciata di chilometri più la,il discorso già cambia, non tutto è cool , ad Eureka lo sanno bene. Prospettive ridimensionate, corre l’anno 1985 nella università cittadina quando quattro studenti non ancora diplomati decidono di fondare una band e fare concerti in ambito puramente scolastico, sono Trevor Dunn (che suona il basso da 4 anni per merito del fratello maggiore), Trey Spruance (chitarrista/ 118 Mike Patton tastierista), Jed Watts (alla batteria) e Mike Patton (vocalist), mentre più tardi si aggiungerà Scott Fritz (alla sezione fiati, proveniente da Crescent City). Prendono il nome da un Clown protagonista di due brevi filmati del “The Pee Wee Herman Show” che mostrava le regole comportamentali per bambini. “The Raging Wrath of the Easter Bunny “, che prende il nome in riferimento al periodo di registrazione del lavoro: Pasqua,è il loro secondo passo compiuto ad un anno di distanza, mixato da Spruance con un semplice Tascam a 4 piste,è una demo dal sapore death metal con inserimenti tribali tramite l’uso di percussioni e strofe cariche del punk così poco apprezzato in quel contesto underground. Ma il gruppo inizia a respirare quella atmosfera di crossover embrionale che attraversa la costa, e con “Bowel of Chiley” nel 1987, dimostrano i primi legami con ritmiche ska,reggae. Oltre ad una maggior personalità dei musicisti, le geometrie tra Trevor e Trey cono in perfetta intesa (Freight Train) e mostrano i primi acerbi virtuosismi (Jumping part 1) al servizio di una serratissima metrica. Ma la qualità sonora ancora non rende giustizio al valore effettivo della band. Alla batteria, Jed Watts prende il posto di Has Wagner. Ma la svolta non tarda ad arrivare con l’incremento di date in giro per la California, la band fa amicizia con Billy Gould il bassista e membro fondatore della band “Faith No More”, il quale nota in Mike Patton doti di talento fuori dal comune, in effetti il vocalist con la successiva demo “Goddammit I Love America!” I rumori nutrienti 119 mostra i suoi notevolissimi passi avanti verso la piena maturazione, segue linee melodiche degne di Angelo Moore, mostrando una estensione vocale sfruttata davvero adeguatamente, in un cantato che alternando rime a mitraglia (Bloody Mary) ad acuti soul (Goosebumps) , irridendo la staticità in tutte le sue forme, adeguandosi all’eclettismo della band (alle prese persino con uno scanzonato valzer) e fugando ogni dubbio verso i padri ispiratori delle composizioni: i Fishbone ( Definition Of Shapes), permettandosi il lusso di dilatare il brano accennando ad una cover degli INXS (i need you tonight) e una citazione a Grandmaster Flash. Egg (qui riproposta in una versione un po’ smorta) e Carousel ,verranno poi promosse in seguito nel primo album della band. La pubblicità arrivà in maniera inaspettata, Mike Patton viene ingaggiato dai Faith No More mentre strumentalmente The Real Thing è già composto , la 120 Mike Patton pubblicazione del primo singolo Epic che riscuote un successo planetario,e il video che Mtv trasmette di continuo,mostra proprio il cantante che esibisce con orgoglio la maglietta dei Mr.Bungle. In odore di contratto,nello stesso 1989, la band pubblica la quarta e ultima demo “OU818” (titolo dall’intento pariodistico verso le diatribe in seno alla band “Van Harlen”), e ben 4 dei 5 pezzi proposti,termineranno poi nella tracklist dell’album ufficiale. A non farcela è solo l’interessantissima “Mr Nice Guy”, giudicata forse troppo “peppersiana” dalla band che, visti gli attriti tra Kiedis e Patton, decisero di non rischiare ulteriori coinvolgimenti. Preziosa comunque, la citazione strumentale del popolare pezzo della storia della musica partenopea “Funiculì Funiculà”, mentre “O Sole Mio”, che aleggia nell’ aria di Girls I rumori nutrienti 121 Of Porn (aperta da una sequenza parlata di un film porno passato da Billy Gould , che rende il bassista meritevole di finire nella lista dei ringraziamenti nella tape) . Clinton “Bar” McKinnon e Danny Hefeitz(nipote d’arte del virtuoso violinista Jascha) entrano di ruolo nella band in qualità rispettivamente sassofonista e batterista. Dopo 2 anni, arriva dalla stessa Warner, l’atteso e sperato contratto, il tempo di scegliere i brani maggiormente incisivi delle 122 Mike Patton sessioni precedenti (Trevor Dunn scrisse un brano intitolato “Sleep” che ne racchiudeva in fin dei conti tre, dei quali solo il primo “Slowly Growing Deaf” trovò spazio nel cd,mentre “Phlegmatics” e “Carry Stress In The Jaw” vennero messi momentaneamente da parte, suonandoli comunque saltuariamente ai concerti), aggiungerne qualcun altro, e sotto la supervisione di John Zorn sfornano il primo capolavoro dal’omonimo titolo. “Mr Bungle” inizia con il nulla, per diversi secondi ,poi il silenzio si spezza come il bicchiere in sottofondo,ciò che giunge poi è un album dai ritmi funkeggianti alternati a riff (con quelli di questo disco,molte band ci costruirebbero una intera discografia) metal, richiami al jazz, sezioni fiati puramente ska, giri di basso sincopati cavalcati da un un rappato al limite delle capacità umane, repentini cambi di tempo uccidono la linearità dell’ascolto, tutto questo in 10 ispiratissime canzoni, senza singoli da gettare I rumori nutrienti 123 in pasto ai mass media. Con testi “zappiani”, a volte rivendicatrici della parte più onanistica della sessualità spinta crossoverista, altre dalla bizzarra ispirazione (“Stubb (a Dub)” è dedicata al cane di Spruance), ed effetti sonori eccentrici che vanno dal semplice rumorismo vocale al citazioni pionieristiche (in “Slowly Growing Deaf” la colonna sonora del videogame “Super Mario Bros” e alla fine di “Carousel” quella del flipper “Cyclone” o in “The Girls Of Porn” il popolare “Smash Tv”). Il disco in effetti vende poco,ma nessuno fa drammi. Allo stesso Mike la notorietà che aveva intanto raggiunto con i Faith No More iniziava un po’ ad infastidire. Il gruppo parte per un Tour biennale indossando le loro celebri maschere bizzarre, per poi rimanere in stand by fino a fine 1994. Nel frattempo, durante le registrazioni del secondo disco Patton aveva portato nella “band gemellata” anche il chitarrista Trey Spruance per la composizione di “A King For a Day”, quest’ultimo però abbandona questo secondo progetto appena terminate le registrazioni, il gruppo reagisce trattandolo nel Booklet come un mero Guest. Ma il contraccolpo temuto non c’è e i due si ritrovano dopo qualche mese con i Mr. Bungle per le sessioni del album piambizioso della loro breve discografia. “Disco Volante” è arte pura, la sublimazione della pazzia domata e sedotta nel corso di un album davvero avanguardia che frulla in brani dilatati psichedelia 124 Mike Patton I rumori nutrienti 125 interpretato da Trevor Dunn durante la seconda parte del brano sopracitato (noto ai fan come “The Secret Song”). Da segnalare la collaborazione del percussionista William Winant (già noto per il suo lavoro con Frank Zappa ,John Zorn e Oingo Boingo) , che accompagnerà la band in tour per tutta la carriera. cartoonesca,swing, funk sciolto in ritmi latini, fraseggi doom e death metal, jazz ubriaco, country schizzato, melodie arabeggianti corrotte dalla techno, in perfetta armonia e coerenza tanto da fornire l’impressione di ascoltare una unica grande traccia, c’è anche spazio per una sorta di miniopera teatrale/musicale ove Mike Patton recita in un ottimo italiano equilibrando la giusta enfasi mentre è avvolto da un complice tango condito dal sapore siculo degli “scacciapensieri”. Sicuramente stupisce ancora nonostante siano passati una decina d’anni dalla pubblicazione. Nei testi prevale ancora la legge della citazione, diversi i riferimenti a Poe, Peter Lamborn Wilsons (per il libro “Scandal-Essays in Islamic Heresy” che ispirò il testo di “Desert Search For Techno Allah” ) e addirittura al mitico nonno della serie animata The Simpson, 126 Mike Patton Il quintetto che si presenta in studio 4 anni dopo,ha accumulato esperienze artistiche più disparate, Patton è vedovo non troppo affranto dei Faith No More, ha fondato i Fantomas dove poter nutrire e realizzare le proprie idee su folli schegge hardcore (che ogni tanto facevano capolino nell’album precedente) innestate con le influenze più disparate,del progetto fa parte anche Trevor Dunn (quest’ultimo attivo nei Trio Convulsant) mentre Trey Spruance (con la collaborazione del bassista e Danny Heifetz ) era alle prese con i suoi Secret Chiefs 3, abbandonate le maschere con le quali suonavano dagli esordi, optano per uno stile diverso, estivo e “californiano” anni 60 senza perdere l’ironia che li aveva sempre contraddistinto. Scelte che si riflettono in sala di registrazione, il gruppo sforna un album meno complesso del predecessore, pure tenendone un filo conduttore con elementi di esso, in linea di massima più accessibile ma sempre distante dal concetto di musica che intende la massa, una svolta ispirata ai Beach Boys. “California” ha il grande pregio di aggiungere tocchi di classe alle composizioni per non fare apparire prevedibile nemmeno un brano come I rumori nutrienti 127 Retrovertigo (ove l’incidere possente della batteria conferisce spessore ad un pezzo dalla dolce melodia) l’eclettismo fa da padrone in due capolavori come Goodbye Sober Day e Ars Morendi, che stupiscono l’ascoltatore nei rapsodici cambi di tempo senza eccedere nel disorientarlo, in altri episodi i cori da spiaggia (successivamente tanto cari a john) vanno a braccetto con fraseggi death metal,insirti di musica latina e ritmi bassanova (The Air-Conditioned Nightmare) o al soul enfatico di Patton su ritmi dub (Vanity Fair) , ma c’è spazio anche per la fumettosa Golem II The Bionic Vapour Boy (tanto sperimentale da immaginarsela inserita in una colonna sonora di un videogame) o per una spettacolare interpretazione del rock and roll anni 50 introdotto da un riff metal e un intermezzo di basso jazzato in None Of Them Knew They Were Robots. Sfortunatamente la band affronta una serie di problemi che costringono prima il gruppo a posticipare l’inizio del proprio tour, poi a vedersi esclusa dal mega festival australiano “Big Day Out” nuovamente per gli screzi con il frontman dei Red Hot Chili Peppers, Anthony Kiedis. Quest’ultimo pare aver fatto pressioni nei confronti dell’organizzazione per escludere i Mr Bungle dalla manifestazione, offeso dal pesante scherzo giocatogli da questi ultimi durante il concerto del 31 ottobre 1999 . Ove Mike Patton e soci interpretavano satiricamente il ruolo di caricature dei Red Hot Chili Peppers ,evidenziandone i vizi e comportamenti da band Mainstream. Il discorso è 128 Mike Patton molto più complicato e imbarazzante di quanto possa sembrare, ed è probabilmente per tal motivo che della situazione non si saprà mai la nuda verità. Voci non del tutto confermate parlerebbero di un possibile tiro mancino giocato dai peppers verso la band di Eureka, nel far coincidere l’uscita del proprio “Californication” con la relase “California” a scopo di oscurarne la visibilità mediatica. Nella memoria resta un Patton furibondo per l’esclusione dal festival, al quale pare seguì le scuse dei restanti tre membri della band di L.A per la spiacevole situazione. Resta comunque palese che la situazione danneggiò non poco la band che non ebbe possibilità di confrontarsi con un evento mediatico di non poco rilievo, in un paese dove Patton con i suoi Faith no More aveva sempre riscosso un buon successo. La band non si perse d’animo e continuò il proprio tour reclutando il tastierista Jeff Attridge (poi sostituito da James Rotundi) e Ches Smith . L’attitudine è profondamente cambiata, Mike è circondato da un mixer, abbandonando l’attitudine stage diving che I rumori nutrienti 129 aveva con Trey negli esordi. Glissano con fermezza praticamente tutto il repertorio 88/92 con poche eccezioni come per la loro amata “Travolta” (poi rititolata Quote Unquote nell’album per evitare problemi con la star del cinema) . La band prende un periodo di pausa verso la fine del 2000, i fan e la stampa si aspettano un altro digiuno quadriennale,ma la situazione lentamente peggiora, parte del progetto. Ma è nell’asse Spruance/Patton che risiede il problema principale. La frattura tra i due amici di vecchia data pare oramai insanabile e quando Mike rilascia un comunicato al Rolling Stones America,finisce per sorprendere solo i meno attenti alle vicende: “Adesso sono a un punto dove tengo molto di più a quello che circonda la musica. Ho bisogno di uno scambio di idee genuino, senza invidia repressa, risentimento; desiderare di voler rimanere nel gruppo nonostante il pubblico decida di non seguirti in massa. Sfortunatamente Mr Bungle non era più uno di questi posti .Forse potremmo riuscire a registrare un altro paio dischi. Ma la personalità collettiva del gruppo non funziona a meraviglia. Tutto è stato rovinato dall’inutile gelosia e insicurezza di un componente, cosa che ha avvelenato il nostro rapporto portando Mr Bungle a una morte lenta e innaturale. Adesso sono in pace perchè ho provato a fare tutto il possibile per questa band. ” Senza ulteriori polemiche,nè Greatest hits o furbate commerciali di altro genere,lo dissero “siamo musicisti, non banchieri.” Trevor Dunn tramite il suo sito ufficiale si mostra prima cauto e laconico sul nuovo album della band, ermetismo che si trasforma in pessimismo e infine implode in considerazioni negative nei confronti dello stato di salute della band e il suo interesse nel continuare a far 130 Mike Patton I rumori nutrienti 131 132 Mike Patton I rumori nutrienti 133 Fantomas Fantomas I Fantômas nascono nel 1998 quando, dopo lo scioglimento dei Faith No More, Mike Patton decide di dare massima libertà alla sua creatività musicale (che risulterà poi una delle più fertili degli ultimi anni). Il cantante californiano nei ritagli di tempo del periodo Faith No More, aveva già dimostrato di avere una certa originalità e una gran voglia di sperimentare dando alla luce un album fuori da qualsiasi canone come “Pranzo Oltranzista”, dedicato a Tommaso Marinetti uno dei I rumori nutrienti 135 fondatori del movimento futurista italiano. Inoltre aveva partecipato a diversi progetti dell’ amico e, per certi aspetti, maestro John Zorn: diversi live coi Naked City, in cui si dimostra più che all’altezza del suo predecessore alla voce del gruppo Yamatsuka Eye, e ad altri progetti solisti. Qui Mike ha l’occasione di migliorarsi e di scoprire nuove frontiere dell’espressività vocale. Lo scioglimento dei Faith No More, sebbene sia stato un evento spiacevole per chiunque abbia amato la musica di quella band, è stato, da un certo punto di vista, una vera e propria fortuna per Patton e per tutti coloro che amano i suoi progetti post Faith No More. Libero da ogni impegno (anche i Mr Bungle, altra sua band, rimasero praticamente fermi fino al 1999) Patton può finalmente dare libero sfogo alle sue idee musicali. Così nell’estate del 1998 registra completamente da solo, suonando tutti gli strumenti, un demo intitolato “Diabolik Demo”. Il lavoro doveva essere, nelle idee di Patton, la messa in musica delle avventure del personaggio di Diabolik. Mike, convinto dell’originalità della sua idea, si guarda intorno per cercare dei musicisti adatti a concretizzarla. La prima scelta è il bassista Trevor Dunn, suo inseparabile amico e bassista nei Mr. Bungle; poi è la volta di Buzz Osborne storico chitarrista dei Melvins. Per quanto riguarda il posto di batterista (ruolo fondamentale per quello che sarà poi il suono della band) Mike inizialmente pensa ad un altro suo grande amico: Igor Cavalera, batterista dei Sepultura. Igor non si sente adatto a questo stile di musica e suggerisce a 136 Mike Patton Mike l’uomo perfetto per quel ruolo, Dave Lombardo, straordinario batterista degli Slayer. A questo punto, avuta la scontata conferma della partecipazione di Trevor Dunn, invia una copia del demo anche agli altri due, che in maniera abbastanza sorprendente non ci pensano su due volte e accettano immediatamente di far parte di questa nuova avventura. Prima di iniziare a registrare, Mike decide di cambiare la fonte d’ispirazione della band: non più Diabolik ma Fantômas personaggio, quest’ultimo, molto più cupo, negativo e misterioso del primo e quindi più adatto alla musica che aveva in mente. Tutto è pronto per il debutto, manca soltanto una cosa: un’etichetta disposta ad accogliere in pieno le richieste di Mike, il quale richiede carta bianca anche sulla cura dell’artwork. Nessuno sembra disposto ad accogliere questa richiesta e così Mike decide di crearsi una propria casa discografica insieme al suo grande amico e manager dei Mr. Bungle, Greg Werckman. Nasce quindi la Ipecac Recordings e, come prima release viene stampato, sul finire del 1998, “Fantômas”, conosciuto anche come “Amenaza al Mundo” (dalla locandina dell’edizione messicana di “Fantômas minaccia il mondo” usata come copertina). Il lavoro è un insieme di schegge impazzite, mischiate ad inquietanti rumori ed urla, tutto è perfettamente strutturato senza la minima traccia di improvvisazione: I rumori nutrienti 137 è un tipo di musica che, per i musicisti, è molto difficile da eseguire e da ricordare. A farla da padrone, oltre alle bizzarrie vocali di Patton (il quale non pronuncia nemmeno una parola ma solo delle espressioni da fumetto del tipo “ugh”, “waa”, “clank” ecc.), è il drumming di Lombardo, un mostro di tecnica e velocità, abbinato al basso di Dunn, cupo e maestoso; a completare il tutto Osborne alla chitarra, che ricama delle parti al di fuori dei normali standard chitarristici. A confermare l’originalità dell’album c’è anche il modo in cui sono chiamate le trenta tracce e cioè “pages”: ogni traccia è in pratica la conversione musicale di una pagina di fumetto. Il lavoro viene accolto positivamente da critica e pubblico e i Fantômas vanno in tour negli USA e in Europa. Proprio nelle date dal vivo il pubblico capisce di trovarsi di fronte ad una band davvero fuori dal comune, composta da musicisti eccezionali e guidata da un artista tanto bizzarro quanto geniale: ascoltandoli dal vivo ci si rende conto di quanto lavoro ci sia dietro ogni minuto della loro musica; le “tracce” vengono suonate esattamente come sull’album…è questa la cosa più impressionante! Mike crede sempre di più nella sua idea e, consapevole di avere a disposizione tre musicisti straordinari, può tranquillamente comporre qualsiasi cosa che gli passi per la testa con la sicurezza che questa verrà eseguita senza nessuna difficoltà. E’ seguendo questa logica che intorno al 2000 decide di rendere omaggio al mondo del cinema 138 Mike Patton reinterpretando i temi di alcune famose colonne sonore. L’album, che esce nel 2001, si intitola “The Director’s Cut” e presenta 16 pezzi che ripropongono, nello stile della band, temi famosi come ad esempio quelli de “Il Padrino”, “Twin Peaks”, “Cape Fear” e tanti altri. Questo lavoro, essendo strutturato in una forma più accessibile del precedente, ha permesso alla band di raggiungere una fetta di pubblico più ampia rispetto a quella raggiunta con l’album di debutto. Dal tour seguente viene registrato, nel 2002, il live in comproprietà con i Melvins intitolato “Fantômas/ Melvins Big Band - Millenium Monsterwork”, che, nonostante la non impeccabile qualità di registrazione, consente a tutti di apprezzare la potenza della band dal vivo. I fantastici 4 rientrano in studio e registrano una gran quantità di musica, molto eterogenea, che poi sfocerà in 2 album estremamente diversi fra loro. Nel 2004 esce “Delìrivm Còrdia”. L’album è tanto allucinante quanto indescrivibile. La struttura della canzone rock è qui stravolta già dal formato dell’album: un’unica traccia di ben 74 minuti! “Delìrivm Còrdia” è uno di quei lavori che va vissuto più che ascoltato: non siamo di fronte ad un semplice disco di musica rock, ma ad un’opera che va al di là della musica stessa, un flusso sonoro che stravolge I rumori nutrienti 139 il rapporto tradizionale tra l’ascoltatore e l’opera. Questo lavoro ha un pò diviso critica e pubblico: per alcuni è stato soltanto una bricconata di Patton, ma per la maggior parte di critici e pubblico è stato invece un grandissimo lavoro che ha mostrato una nuova via del fare musica. Anche le vendite sembrano confermare questa tesi: “Delìrivm Còrdia” infatti vende benissimo, risultando in poco tempo l’album più venduto nella breve storia della Ipecac. Sempre più importante diventa l’artwork degli album: Mike fa affidamento al designer norvegese Martin Kvamme, che non smette di stupire di album in album (diventerà quasi il “copertinista” ufficiale di tutti i 140 Mike Patton progetti di Mike). Per Delìrivm Còrdia i toni cupi e angoscianti dell’album si riflettono in modo esemplare nella copertina, in cui appaiono foto di operazioni chirurgiche, adatte forse solo a stomaci forti, quasi ad avvertire l’ascoltatore a cosa andrà incontro! Nel 2005 esce “Suspended Animation”, nato dalle stesse sessions di registrazione di Delìrivm Còrdia. Nonostante la contemporaneità delle registrazioni, “Suspended Animation” risulta, nei toni e nell’atmosfera dei pezzi, praticamente l’opposto di “Delìrivm Còrdia”. Fans e critica attendevano impazienti questo nuovo album, soprattutto perché, dopo tre lavori molto diversi l’uno dall’altro, tutti si chiedevano quale direzione potesse scegliere Mike per il nuovo lavoro. Ai primi ascolti, “Suspended Animation”, viene automaticamente assimilato al primo lavoro del gruppo (anche qui le tracce sono 30 e tutte molto brevi), ma ad un ascolto più attento si sente, soprattutto in alcuni brani, l’”influenza” di “The Director’s Cut” e di “Delìrivm Còrdia”, ma soprattutto si sente l’evoluzione nella complessità di composizione, nella cura dei minimi dettagli sonori: Mike si fa addirittura costruire degli “strumenti” che producono dei suoni da lui ben definiti. Questa volta la fonte d’ispirazione per Mike I rumori nutrienti 141 non sono stati i film dell’orrore o le atmosfere cupe del personaggio Fantômas, ma bensì, le musiche e i suoni dei cartoni animati, e questo è l’elemento che maggiormente differenzia questo nuovo capitolo dai precedenti. Una nota a parte, anche in questo caso, merita il package del cd riservato alle prime 25.000 copie dell’album. I fortunati possessori di questa “limited edition” hanno potuto apprezzare lo splendido calendario illustrato dall’artista giapponese Yoshitomo Nara e dedicato al mese di aprile. Ad ogni giorno è dedicata un’illustrazione del maestro giapponese, che corrisponde al brano dell’album: quello che ne viene fuori è un magnifico booklet di 30 pagine, come pochi se ne sono visti nella storia della musica su cd. Segue un tour che tocca quasi tutti i continenti: a causa di una reunion degli Slayer, Lombardo non può prendere parte alla maggior parte dei live. 142 Mike Patton Mike recluta Terry Bozzio, già batterista di Frank Zappa, che in un paio di mesi impara alla perfezioni le parti di Dave. Anche in questo caso la scelta di Mike si rivela azzeccatissima: solo a vedere il drum set di Terry si capisce di cosa sia capace: 4 casse una serie di tom infinita e 11 pedali! Ciò che risulta ascoltandoli dal vivo è un sound leggermente diverso, meno potente ma forse più tecnico, con Mike ormai diventato un vero e proprio direttore d’orchestra. Verso fine agosto 2005, in un’intervista ad un giornale finlandese, Mike rivela di avere in mente 3-4 idee per nuovi album: uno con Terry Bozzio, a conferma che l’esperienza live col batterista ha dato buoni frutti, e uno con Dave, uno totalmente acustico e uno totalmente elettronico; entrambi , dice Mike, dovrebbero uscire nel 2006 Questa notizia verrà poi “forse” smentita (…ma con Mike non si sa mai….) a metà del 2006, quando in un’intervista afferma che i Fantômas rimarranno fermi per circa 2 anni. Nel Frattempo il 2006 vede i Fantômas impegnati ancora in tour coi Melvins. …cosa ci riserveranno i Fantômas nel futuro……questo non si sa: c’è sempre un alone di mistero attorno a questa band….come attorno al personaggio letterario da cui hanno preso il nome, e che veniva così descritto nella prima pagina del libro: I rumori nutrienti 143 “FANTÔMAS.” “What did you say?” “I said: FANTÔMAS.” “And what does that mean?” “Nothing....Everything!” “But what is it?” “No one....And yet, yes, it is someone!” “And what does this someone do?” “Spreads terror!” 144 Mike Patton I rumori nutrienti 145 146 Mike Patton I rumori nutrienti 147 Tomahawk Tomahawk Biografia Contrariamente a quello che si crede, i Tomahawk non sono l’ ennesima creazione scaturita dalla mente (i cui confini sono troppi dilatati per essere compresi nella loro totalità) di Mike Patton. O almeno non del tutto, in quanto l’ effettistica e la voce del nostro genius contribuiscono a formare e caratterizzare il suono del gruppo. Meglio definirlo supergruppo, in quanto la nomea di “band” sarebbe quantomeno I rumori nutrienti 149 riduttivo, visto e considerato i nomi di grande spessore che prendono parte al progetto. In realtà è merito del chitarrista Duane Denison se oggi io scrivo dei Tomahawk e voi leggete queste modeste pagine; il nostro Duane non è l’ultimo arrivato sulla piazza, sia della scena rock sia di quella chitarristica, ma rappresenta uno dei più interessanti -e a mio parere sottovalutati- esempi di creatività e potenza nel panorama musicale dei 90. Musicista eclettico, duttile, capace di rendere unico il sound di una chitarra che ancora pochi -forse nessuno- sono riusciti a copiare e presentare all’ interno di un disco . Naturalmente mi riferisco all’ esperienza decennale accumulata all’ interno dei Jesus Lizard, complesso americano fondato da Denison nel 1989 a Chicago, Illinois. Pur non avendo riscosso lo stesso successo di altre band dell’ epoca (Nirvana, Soundgarden, Sonic Youth e così via), possiamo tranquillamente collocarli, per seminalità e personalità, tra i leader della corrente grunge/noise indipendente a stelle e strisce. Sappiamo ben poco su come sia avvenuto l’ incontro tra Patton e Denison, ma nel back stage si fanno molteoamicizie e nascono numerosi progetti, è un’ abitudine nel mondo del Rock. Difatti accadde proprio così: nel 99 Mike Patton era in tour con i Mr B (prima band di Mike patton, insieme a trevor Dunn, Trey Spruance, attiva dal 1985 al 2000) a Nashiville, Alabama, città natale di Denison. Patton era estimatore dei Jesus Lizard e stimava il lavoro del chitarrista del gruppo, quindi si incontrano e Mike offre un contratto a Duane con la neonata Ipecac. Denison, 150 Mike Patton che stimava in maniera reciproca, accetta ed avanza la proposta di suonare assieme in futuro, proponendo al vocalist dei Bungle, il ruolo di cantante. Dunque, ci troviamo nel 2000 e Denison inizia ad incidere su alcuni nastri, cercando di staccarsi dal sound dei Lizard, ma mantenendo il suo timbro caleidoscopico, inquietante e claustrofobico. L’ avventura con il gruppo che diede alle stampe due capolavori come “Goat” (Touch & Go, 1991), o “Liar” (Touch & Go, 1992) si era conclusa nella primavera del 1999 e Duane voleva incidere dischi diversi da quelli che produceva con i Firewater, il supergruppo formato da Tod Ashley (leader dei Cop Shoot Cop), da Dave Ouimet (Motherhead Bug), da Duane Denison (Jesus Lizard), Jim Kimble (Laughing Hyenas) e Yuval Gabay (Soul Coughing), fondato nel 1997. Quindi Duane si ricorda della proposta di Mike come vocalist, forse per le sue altissime prestazioni nei compianti Faith no More e la magistrale prova data con il primo disco dei Fantômas (“Fantômas, amenaza al mundo”, Ipecac 1999), poi estende l’ invito anche a Kevin Rutmanis (basso) e John Stainer (batteria). Credo che non occorra stilare la lunga lista del curriculum vitae di Mike Allan Patton, ma sprecherò due righe per fornire qualche coordinata sugli altri due membri dei Tomahawk. Iniziamo dalle quattro corde, suonate in maniera più che dignitosa da Kevin Rutmanis, nei melvins (“i nonni del grunge, gruppo capitanato da Buzz Osbourne nonché chitarrista nei fantômas con Patton, Dunn e Lombardo) dal 1999 al 2003 ed ex I rumori nutrienti 151 Cows (band che mischiava il garage protopunk di stooges/MC5 con il punk di artisti del calibro degli Husker Du); Non è il tipico bassista scanzonato di matrice funky, amante delle influenze più disparate, che preferisce sentire maggiormente il sound senza usare il plettro o slappa (ossia utilizza la tecnica della slappata: colpire con il pollice le corde in mondo da provocare un suono corposo; tipico dei bassisti dell’ area crossover, funky oppure fusion jazz ) ; ma preferisce rimanere quadrato per realizzare un sound duro, essenziale, cupo come una spirale infinita, ma non per questo risulta piatto o senza carattere. Potremmo altresì dire che Rutmanis si occupa del lavoro sporco: il suo ruolo è prezioso, ma preferisce lasciare il ruolo di protagonista alla chitarra o alla voce. Dietro le pelli invece si siede John Stainer, gran picchiatore mai svogliato, apprezzato nel panorama hardcore e considerato un veterano grazie soprattutto al lavoro svolto con gli Helmet. Questo gruppo, fondato nel 1989 a New York e scioltosi recentemente, il cui nome deriva da una storpiatura del cancelliere tedesco Helmut Kohl, è considerato tra i veterani dell’ ambiente grunge/metal americani. Quindi capite da voi che si tratta di un batterista munito di grande esperienza, capace di colpire in maniera potente ma precisa, quasi chirurgica, ed abile nel mutamento di timbro (inteso anche come sinonimo di atmosfera) da un momento all’ altro senza grosse difficoltà. Una volta formatosi il gruppo, passano sotto contratto con la Ipecac, l’ etichetta discografica appartenente allo 152 Mike Patton stesso Patton, in società con Greg Werckmahn: label giovane ma non per questo inesperta. La sua formula (creatività senza compromessi) le ha permesso di avere sotto contratto gruppi del calibro dei Melvins, desert Sessions, Isis, un gran numero di artisti di grandissimo livello nell’ ambiente alternative, senza dimenticare tutti i progetti in cui attualmente milita Mike Patton. Nel 2001, precisamente il 30 ottobre, viene pubblicato il disco d’ esordio, l’ omonimo “Tomahawk” che conquista un po’ di notorietà assestando una scossa di potenza sonora e permettendo di iniziare una proficua stagione concertistica per il gruppo. Essenzialmente potremmo definire -in due parole, visto che ne parleremo nel paragrafo seguente- lo stile dei Tomahawk come una miscela esplosiva e radioattiva tra la durezza tagliente e perforante dei Jesus Lizard, l’ eclettismo dei Faith No more degli ultimi due dischi, e la corposità e la precisione nella cadenza del sound tipico del post-h/c. Ma questo non equivale ad una potenza ed una durezza disumana, tutt’ altro. Vi stupireste voi stessi nell’ ascoltare un’ accostamento così ben riuscito tra “cattiveria” e “bellezza”. La quiete durante la tempesta. Nel 2003, cambiano produttore passando da Joe Funderburk a Joe Barresi -Pennywise, Queens of the Stone age, Led Zeppelin and the Melvins -e la scelta è azzeccatissima. Il disco è molto più fresco, carico e maturo del predecessore, riuscendo ad ottenere un maggiore successo; viene estratto come primo I rumori nutrienti 153 singolo “Rape this day”, il cui video finisce in rotazione su diversi canali tra cui Rock TV. Nel video non appaiono i membri del gruppo, forse una contestazione al mondo dei videoclip, il quale sarebbe colpevole di orientare i gusti degli spettatori. Finora siamo in attesa del nuovo disco entro la fine del 2007, secondo lo stesso Denison dovrà trattarsi di qualcosa di completamente diverso rispetto ai due capitoli precedenti. Gli album in studio: il sound Dopo aver raccontato brevemente della nascita e del background dei Tomahawk, urge occuparsi dell’ analisi dei singoli due (per ora) dischi. Inizierò dal disco d’ esordio, Buona lettura. P. S.: vi consiglio un’ ultima cosa:. Piazzate nel lettore cd i due album. Se non doveste averli, vi leverò il saluto. Scherzo, però procurateveli. 154 Mike Patton Tomahawk – Tomahawk (Ipecac, 2001) Tracklist: 01. Flashback 02. 101 North 03. Point and click 04. God Hates a coward 05. POP 1 06. Sweet smell of success 07. Sir, yes, Sir 08. Jockstrap 09. Cul de sac 10. Malocchio 11. Honeymoon 12. Laredo 13. Narcosis Se dovessi provare a definire ed a sintetizzare la musica dei Tomahawk in una sola parola, credo che “raptus” sia quella più azzeccato, oppure potrei accontentarmi di un altro termine psichiatrico, ma sarebbe fiato sprecato. Prima di iniziare l’ analisi I rumori nutrienti 155 delle singole tracce di cui si compone questo lavoro, vi devo avvertire. Le mie parole saranno solamente la trascrizione su Word delle sensazioni e delle immagini che si formano nella mia testa (deviata dopo anni e anni di rock) quando ascolto un disco del genere. Puntualizzato ciò, caliamoci nell’ atmosfera ed iniziamo. Si apre il tutto con “Flashback”, intro inquietante che ricorda un serpente a sonagli che ci avvolge tra le sue spire, paralizzandoci e lasciandoci inermi ad aspettare il prossimo attacco. La voce di mike Patton è sibilante , per via dei toni che tiene bassi, quasi un sussurro prolungato, ma che ben presto si trasforma in un urlo spasmodico, mentre il veleno, dolce come nettare, ci è gentilmente offerto dalla chitarra di Denison. Una caratteristica del disco, oltre ad aver un leit motif (l’ ansia, la potenza, la claustrofobia celata dietro la magnifica struttura della melodia), è rappresentato dalla durata delle tracce. Tredici canzoni, di cui ognuna sfiora i tre minuti -chi più, chi meno- ma mai insipide e buttate a caso nella mischia, è incredibile come queste canzoni siano così efficaci e belle, da lasciarci a bocca asciutta quando ci accorgiamo che anche l’ultima nota è andata ed il disco è finito. E’ il turno di “101 North”: le risate iniziali non ci tranquillizzano, si ode una vocina che ricorda vagamente la “Rosemary’s Baby” dei Fantômas: spettrale, distorta ed allucinogena, grande merito va agli effetti di Patton. La colonna sonora prefetta per il classico triller in cui scompare un’ autostoppista. “Point and click” comunica affanno (qualche piccolo 156 Mike Patton contatto con le sensazioni ambigue offerte dai dischi dei Tool, per intenderci), la voce ricorda gli ultimi dischi dei Faith No More (King for a day e Album of the year), con qualche aggancio meno sofisticato ai Jesus Lizard. God Hates a coward” è forse il pezzo migliore di tutto l’ album, dove Mike usa due timbri vocali. Il primo ci ricorda la trasmittente usata dagli steward sugli aerei, per le comunicazioni di emergenza, mentre nel ritornello usa gran parte della sua potenza lirica per caricare ancora di più l’ ascoltatore, mentre il gruppo realizza una trama sonora fittissima, più intricata della ragnatela in cui cadono le povere mosche. E indovinate chi fa la parte del predatore in questo vortice che ci risucchia al suo interno? Non si sono appigli, lasciatevi I rumori nutrienti 157 molto superstizioso, infatti indossa sempre un cornetto d’ oro come portafortuna) è una forma raffinata di tortura. “Honeymoon” ricorda il sound delle colonne sonore dei film di fritz lang e di alcuni capolavori del Calibro di cape Fear e Twin peaks. “Laredo” è una delle prove più entusiasmanti della bravura di Denison, perforante ed accecante nel puro stile Jesus Lizard. “Narcosis” ci lascerà perplessi, perché sembreranno dei canti gregoriani eseguiti da bonzi tibetani, mentre la sezione ritmica inesorabile ci ricorda che il disco è finito. Ma badate bene, dopo aver ascoltato una perla del genere, vorrete averlo in loop fisso nel vostro impianto, perché sarete così masochisti da voler dire “ancora, ancora, ancora”. cadere. Come se non bastasse arriva “POP 1”, in cui la batteria scandisce il tempo come infiniti granelli di una immaginaria clessidra, inesorabile ed interminabile. “Sweet smell of success” è una suadente ninna nanna, che nasconde un pericolo, uno dei pezzi più alti del disco, che ricorda “Album fo the year” ed in particolare un pezzo come “Ashes to ashes”. Il feedback finale è la ciliegina sulla torta. “Sir yes Sir”, traccia con un groove incredibile è caratterizzata da un grandissimo pezzo di basso che regge tutta la baracca. E’ un pezzo quasi-crossover con voce ed urla veloci e brutali. “Jockstrap” è inquietante, sembra un macabro musical, in cui la chitarra ci punzecchia con malignità indossando un ghigno divertito. “Cul de sac”, è un carillon rotto, “Malocchio (che ci ricorda che Mike è 158 Mike Patton Tomahawk – Mit Gas (Ipecac, 2003) Tracklist: 01. Bird Song 02. Rape this day 03. You can’t win 04. Mayday 05. Rotgut 06. Captain Midnight 07. Desatre natural 08. When the stars began to fall 09. Harelip 10. Harlem Clown 11. Aktion F1- 413 I rumori nutrienti 159 A distanza di due anni dall’ esordio, durante il quale ogni singolo membro dei Tomahawk si dedica ai diversi progetti, esce “Mit gas”(che tradotto dal tedesco, significa “con gas”, riferendosi all’ acqua frizzante, nda). È cambiato il produttore (Joe Barresi) e di conseguenza muta anche il tipo di sound offerto. Attenzione non stò dicendo che i due lavori sono diversi come il giorno e la notte! La ricetta di base non cambia, ma vengono aggiunte nuove sfumature che rendono il disco molto più godibile del primo per via della sua maturità compositiva. Più sofisticato, propone una gamma di generi/melodie più spettacolari per completezza e varietà: se nel primo, l’ atmosfera era molto più “caotica” ed “opprimente”, qui alterna fasi di intimità a esaltazione pura e sfrenate invettive sonore. Ma procediamo ab originis. “Bird Song”, ossia il cinguettio degli uccellini non è assolutamente un presagio del topos che troveremo per tutta la durata di Mit gas: chitarra camuffata da sirene in lontana (come se fosse convocata un’ adunanza), una batteria che ha un che di trip hop accelerato, un giro di basso che si fonde con le sei corde di denison che richiamano le sonorità heavy contorte di alcune band di inizio millennio (Isis, Tool, 160 Mike Patton Mastodon, ad esempio). La voce è prolungata ed instancabile nel tenere la nota, preferendo la progressiva sfocatura, il che rende tutto molto più epico. “Rape this day” è il singolo estratto dal cd, molto rock -nella sua concezione purista degli anni ’90, inizia con una corsa accompagnata da quello che sembrerebbe un organo, ma in realtà si tratta della strumentazione di Patton. Grande riff, ripetuti ad libitum e Stainer che pesta saltuariamente, imitando il rumore del lampo. Pezzo coinvolgente nella sua fase centrale. “You can’t win” ricorda “What a Day” dei faith no more, intervallata da parti placide e parti travolgenti, poi la quiete. Ci catapulta nel nostro inconscio, dove l’ attrezzatura e gli effetti del leader dei fantômas risuonano come goccie lasciate cadere da un rubinetto che perde. Solo l’ apreggio, sfocato e poco nitido, in lontanazza ci salva. “Mayday”: batteria che suona in 4/4, chitarra iperdistorta con abbondante uso della pedalina, mentre il ritornello è catchy e Mayday viene urlato con un acuto heavy metal finale. E’ il turno di Rotgut, una spirale che , dolcemente sostenuta dagli accordi, ci accompagna in un viaggio a ritroso. “Captain midnight” I rumori nutrienti 161 è forse la migliore traccia, non solo dell’ intero album, ma della produzione del gruppo. Quel “take me away”, invito che risuona all’ infinito, rende ancora più incantevole la canzone. “Desastre natural”, nonostante il titolo, è il pezzo più calmo del disco, in cui il testo in spagnolo rivela l’ anima gitana e raffinata come il velluto. Emozionante. “When the stars began to falls” è un’altra canzone incredibilmente rock, che offre un grandissimo distacco tra strofa e chorus, in un climax in cui Denison toglie fuori le unghie e Stainer massacra le pelli. “Harelip”, è un brano vacanziero, fluido, brioso in cui la distorsione non aliena, ma coinvolge. “Harem clown” è la strumentale di turno, inizia come un disco rotto, ma è in realtà l’ allegoria della sperimentazione con richiami allo space rock, elettronica, e i primi 20 secondi di Astronomy Domine dei Pink Floyd. Ultima traccia “Aktion F1 – 413”, in cui la voce racconta, intervallata poi dal canto, sulla base di una chitarra acustica che rimanda al deserto americano, in cui di notte il fuoco si agita sferzato dal vento. Ma tutto muto ed è un uragano apocalittico di suoni lisergici, distorti e contorti Poi la quiete dopo la tempesta . Pericolo passato, e come canta Mike in “captain Midnight”, “Don’t be afraid.”. Curiosità ed interviste Significato del nome Tomahawk: è l’ascia da combattimento dei Nativi americani; originariamente di pietra con manico in legno, poi di ferro e di varia forma, 162 Mike Patton dopo l’arrivo dei bianchi; si presta anche ad essere lanciata. Denison non lo scelse per particolare ragioni, bensì esclusivamente per il suono prodotto nel momento in cui lo pronunciava, così come fece anche per diversi titoli di canzoni dei Jesus Lizard. Alcuni passaggi di un intervista a Duane, presa dalla Webzine “TenSticks”. TS: Qual’è il tuo metodo di composizione con i Tomahawk? DD: Con loro, sono solito scrivere o collezionare delle mie rough-mix, che poi faccio diventare ‘home demos’ con la mia apparecchiatura che invio ai membri della band, cercando di mantenere una certa continuità col materiale. TS: Quanti album dei Tomahawk ci saranno? DD: Di sicuro ce ne sarà almeno un altro, ma a parte questo non posso dire altro, può finire tutto domani così come potrà andare avanti in eterno... TS: Tenendo conto di tutte le bands in cui sei stato, i Tomahawk in quale posto si trovano? DD: I Tomahawk sono probabilmente il miglior gruppo in cui abbia mai suonato Denison parla di un terzo disco che egli stesso anticipa come differente dai due lavori precedenti. Per ora sappiamo poco, se non che parte del materiale è già stato elaborato e la voce di mike verrà registrata in I rumori nutrienti 163 studio, appena terminerà il suo tour con il progetto Peeping tom (la realizzazione della concezione di popalternative di Mike Patton, in cui collabora con artisti del calibro di Norah Jones, Massive Attack, Kid Koala e Dan The Autmator. Lo potrete ordinare presso il sito www.ipecac.com, dato che si tratta di un buon disco). I Tomahawk sono patiti dei travestimenti: nei flyers e nel materiale di promozione infatti indossavano costumi da cow-boys (Tomahaw) e da agenti di polizia (Mit Gas), come potete voi stessi notare dalle foto. 164 Mike Patton I rumori nutrienti 165 Da un’idea di Margherita Cortopassi finito il 21 ottobre 2006 [email protected] 166 Mike Patton I rumori nutrienti 167