B concerto_cope_prog:B copertina concerto_prog 19/11/10 09:51 Pagina 1 L’Orchestra Incantata presenta 100 minuti per 100 anni 22 novembre 2010 ore 21,00 Auditorium Parco della Musica Sala Sinopoli www.assonime.it A ssonime ha scelto di affidare il concerto celebrativo del suo Centenario alla Fondazione Internazionale Yehudi Menuhin, amba­ sciatore di pace e integrazione nel mondo. La Fondazione è un’istituzione no profit che promuove l’azione uma­ nitaria e culturale iniziata dal grande violinista attraverso la diffusione di iniziative per l’integrazione sociale e culturale fra i bambini d’Eu­ ropa e il dialogo interculturale. Per una sera i danzatori e i musicisti della Fondazione incon­ trano alcuni dei musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio dando vita a un’Orchestra Incantata i cui colori sono quelli del mondo. Attraverso la musica, il canto e la danza, creano un repertorio che proclama il mes­ saggio del maestro Menuhin sull’integrazione armoniosa dei popoli attraverso la musica e le arti, sul potere della musica di incantare per raccogliere, unire e condividere. Stefano Micossi Direttore Generale Assonime ”P oco a poco la musica giunge sino all’anima, manifestando il suo potere di guarigione. Poco a poco la musica coordina le nostre emozioni e i nostri corpi. Ci fa comprendere le vibrazioni dell'universo, stabilendo un’armonia tra tutti gli ele­ menti che cercano di sfuggire all'ordine universale". Queste parole di Yehudi Menuhin ci guidano in ogni nostra crea­ zione musicale. Questa sera vi attende un viaggio insolito, che trascende i confini dello spazio e del tempo e vi trasporterà in un paese incantato con ritmi, colori e stili molto vari. L’incanto si apre con le vibrazioni del mondo, che uniscono i ritmi spasmodici delle percussioni, dalle sonorità chiare e melodiose della kora, ai suoni evocativi dell’oud, dove si mescolano i fiati di terre lontane. Guidati dalla voce melodiosa del violino, incon­ triamo una voce degli altipiani andini, poi I dialoghi tra percussioni ritmiche, oud e boleadoras ci portano in una dimensione acustica e visiva ai confini dell'Argentina. Il violino ritorna, per condurci in India, questa volta accom­ pagnato dai ritmi indiavolati di una tabla. Ora si leva la voce di un grande maestro: il suo flauto magico è rivisitato portando le note di Mozart in altri territori. Poi si sente la voce del sole e del cuore, di quella Haiti dai mille colori, mille gioie e mille sofferenze. Al termine del viaggio le vibrazioni del mondo hanno aperto il no­ stro cuore e siamo pronti a condividere la melodia di Yehudi Menuhin, che dona a ogni voce uno spazio individuale di espressione intorno a un filo melodico comune. Questa melodia richiude la porta dell’incanto, lasciandoci più ricchi, più vicini gli uni agli altri. Tale è il potere della musica. proseguiamo accompagnati da una fisar­ monica dalle tonalità variegate. Marianne Poncelet Segretario Generale Fondazione Menuhin 2 3 Programma L’Orchestra Incantata Gilles Apap Karim Baggili Sanjay Kansa Banik Peppe D'Argenzio Vibrazioni dal mondo Brevi incontri Variazioni musicali Dialoghi ritmici Un tema indiano Sulle note del flauto La voce del sole Melodia incantata 4 Violino Oud – chitarra Tabla Sassofono – clarinetto basso Marlène Dorcéna Voce Evandro Dos Reis Chitarra – cavaquinho – voce Augustin Modeste Foly Osvaldo Hernandez Napoles Myriam Lafargue Ernesto Lopez Maturell Jean Jacques Nsengiyumva Milton Paulo Carlos Paz Pino Pecorelli Chitarra – arrangiamenti Percussioni Fisarmonica Batteria Basso Ballerino Flauti andini – voce Basso – contrabbasso Leandro Piccioni Pianoforte – sintetizzatore Pap Samb Dum dum – djembé – voce Raul Scebba Percussioni Kaw Sissoko Kora – voce Ziad Trabelsi Oud – voce Omar Lopez Valle Patricia Van Cauwenberge Tromba – percussioni Boleadoras 5 Leandro Piccioni Direzione musicale È nato a Tarquinia e vive a Roma. Autore delle elaborazioni e degli arrangiamenti de “Il Flauto Magico dell'Orchestra di Piazza Vittorio”, in cui suona come pianista, in car­ tellone nei più importanti festival europei come Les Nuits De Fourvière di Lione, il Carlo Felice di Genova, l' MC3 di Parigi Bobigny, la Fenice di Senigallia, il Grec di Bar­ cellona, l'Athens & Epidaurus Festival di Atene e molti altri. Per l’Orchestra cura gli arrangiamenti, ha scritto le partiture per gli archi e i fiati, e si alterna con Mario Tronco alla direzione. È autore di colonne sonore per film come “Il Posto Dell’Anima” di Riccardo Milani, “Assunta Spina” e “Rebecca la prima moglie”, o “Ultima Pallottola” di Michele Soavi. Nomination al David di Donatello 2008 per la canzone “Amore Fermati” orchestrata per il film “Lascia perdere, Johnny!” di Fabrizio Bentivoglio. Solista per Ennio Morricone nelle colonne sonore e nei concerti in tutto il mondo con le orchestre Roma Sinfonietta, la Radio di Mosca, la TV Spagnola di Madrid e l'Accademia di Santa Cecilia. Nel teatro ha collaborato con Carmelo Bene alla Biennale di Venezia (1989), alla Pentesilea (1990) ed al Macbeth. Ha realizzato la sigla di tutte le edizioni del programma di Radiotre “La Barcaccia” e inciso dischi per la Fonit Cetra, la BMG Ricordi, RaiTrade, la CAM, e la Warner Chap­ pell Music Italiana. Ha scritto alcune composi­ zioni per l’etichetta discografica Egea, che sono state eseguite ad Umbria Jazz dal se­ stetto di Pietro Tonolo e Gabriele Mirabassi, con il quale ha recentemente inciso un cd. 6 7 Thierry Van Roy Direzione musicale Thierry Van Roy è definito un musicista “alchimista”: viaggia in giro per il mondo, esplora il passato e il futuro, scopre e recupera musiche tradizionali da cui crea nuove espres­ sioni musicali che nascono dall’incontro e la miscela di queste differenti culture. Il suo intento primario è quello di salvare la musica tradizionale che rischia di sparire ed essere schiacciata dalla globalizzazione culturale e dei consumi. Seguendo le tracce e riscoprendo musiche ormai quasi sconosciute e dimenticate, e contri­ buendo all’incontro di popoli e culture di diversi paesi, Thierry cerca di contri­ buire alla costruzione di una maggiore armonia e consapevolezza tra le diverse culture. Thierry Van Roy dimostra una estrema versatilità in tutti gli aspetti musicali: è ideatore musicale (“music­fiction” ©), compositore, produttore (tra le principali produzioni ricordiamo Melanie Ga­ briel/Taïga Maya, Abdelli, Farafina, The Black Slavics, ecc.), tecnico del suono, musicista (tastiere, chitarra), arrangia­ tore, direttore di una radio indipendente e regista di video musicali (Taïga Maya, che rappresenta un in­ contro immaginario tra gli jakuti della Siberia e i Maya del Messico del sud), performer, composi­ tore di colonne sonore (ha partecipato alla composizione delle musiche per il film belga “Au­delà de Gibraltar” del 2001). È membro del consiglio d’amministrazione della International Yehudi Menuhin Founda­ tion, per cui dirige gli workshop musicali e partecipa ai programmi dei “World Music”. 8 9 Gilles Apap Definito da Yehudi Menuhin come “il violinista più singolare del XX secolo”, il francese Gilles Apap si è affermato nel mondo non solo per le sue interpretazioni virtuosistiche dei classici del repertorio, ma anche per il suo grande in­ teresse verso tutti i tipi di musica come il blue­ grass americano, la musica gypsy, quella tradizionale irlandese e indiana, che suona con lo stesso trasporto e devozione che mette nel suonare Bach, Mozart o Ravel. Nato in Algeria, Apap è cresciuto a Nizza dove ha studiato il violino con André Robert e successiva­ mente al Conservatoire de Musique de Nice e al Con­ servatoire National Superieur de Lyon. Ha proseguito i suoi studi in America presso il Curtis Institute e ha poi scelto di stabilirsi in California, dove ha ricoperto il ruolo di primo violino nella Santa Barbara Symphony Orchestra. Nel 1985 Apap vince il premio di Musica Contemporanea al concorso International Menuhin Competition, facendosi così notare da Lord Me­ nuhin, che nel 1989 gli chiede di esibirsi alla Philharmony Hall di Berlino insieme alla Enescu Foundation. I numerosi impegni di Gilles Apap includono concerti in tutta Europa, negli Stati Uniti, Canada, Sud America, Nuova Zelanda, Brasile, India, Cina, Giappone, Russia, Turchia, Israele e Australia. Oltre a suonare con la maggior parte delle orchestre filarmoniche francesi, Apap si esibisce anche come solista o come direttore musicale per le migliori orchestre del mondo. Ha insegnato alla Menuhin Academy di Gstaad, in Svizzera, alla Menuhin School di Londra, e all’Università di Benares, in India, e ogni anno tiene numerosi master in vari festival internazionali e accademie. Ha inciso tre CD per la Sony Classical, ma nel 1999 ha fondato una sua etichetta: la Apapaziz Productions, con cui ha pubblicato sei album classici di cui uno da solista (“Hope you like violin?”), uno sinfonico (orchestra n. 3 di Mozart eseguito con la Sin­ fonia Varsovia) e tre di musica da camera con il suo gruppo The Colors of Invention. Nel 2008 ha presentato l’album “friends”, un omaggio alla musica per violino, re­ gistrato con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale, e “sans orche­ stre”, un nuovo album inciso con il suo gruppo The Colors of Invention e presentato in occasione del concerto tenutosi presso il Kammermusiksaal della Berliner Philharmonie. 10 All pictures by Adam Urban Urbán Ádám www.urbanfoto.hu http://urbanfotoblog.blogspot.com/ Marlène Dorcéna Nata ad Haiti, Marlène Dorcéna, figlia del rimpianto Toto Bissainthe, con cui condivide le origini e la cultura, è cresciuta nelle campagne di les Cayes. A scuola, come membro di un’associa­ zione culturale, ha imparato un repertorio di canzoni francesi. Questa esperienza, unitamente all’aiuto della sua famiglia, l’ha portata a cantare nel coro gospel della chiesa locale. Nel 1991 si è esibita nello spettacolo teatrale “Mèsy Bondyé Verdomme”, diretto da Rene Verreth, al Mechels Miniatuur Theater in Mechelen, Belgio. Tornata in America centrale, ha frequentato in Venezuela un seminario organizzato dalla Confederazione dei lavoratori dell’America Latina. Dopo il colpo di stato ad Haiti del 1991, decide di ritornare in Belgio dove si laurea in Giornalismo e Comunicazione. Qui incontra Raoul Nassar (musicista, compositore e dottore originario di Haiti), che la spinge a svilup­ pare un vasto repertorio di canzoni tradizionali haitiane e di pezzi originali che narrano delle difficoltà della vita di tutti i giorni e della lotta per una Haiti migliore. Il suo primo disco la vede cantare come solista insieme alla band Super Combo Creole, sotto la direzione musicale del Maestro Raoul Nassar. Il suo primo successo, l’album “Mèsy” prodotto e realizzato da Contre­Jour, rivela a pieno lo spirito, i colori, il riso e la poesia della gente della sua isola. Marlène Dorcéna narra e canta con gentilezza del sole di Haiti, della miseria e delle diseguaglianze sociali del suo paese, dipingendo immagini che non sono adatte per delle cartoline turistiche. Le sue canzoni non cercano di ricreare atmosfere esotiche, ma una sincera espressione dei molteplici aspetti di un paese che è il più piccolo ma anche il più povero d’America. Marlène rivendica e canta anche le sue origini africane, di schiavi strappati alle proprie radici e de­ portati nella lontana America (progetto realizzato con la Musical Youth, Origin of the Rituals and Rhythms of Haiti). Nel suo ultimo album, pur rimanendo fedele al suo stile, ha cercato di svilup­ pare nuove sonorità, nuove semplici emozioni attraverso l’uso di strumenti fatti con materiali naturali come il lambi (usato dagli haitiani durante la rivoluzione), il tam­ buro haitiano, pigne, nocciole, ti bwa, agogo, maracas, conchiglie, ecc. Questo nuovo album illu­ stra il suo viaggio musicale e la sua gratitudine verso il Belgio dove, come dice lei stessa, “È qui che tutto è iniziato”. 11 Karim Baggili Nato in Belgio nel 1976, Karim Baggili è un giovane compositore di origini giordane e iugoslave, e musicista autodidatta di chitarra e il liuto arabo (oud). Ha iniziato a suonare la chitarra elettrica all’età di 16 anni. A 20 ha iniziato a cimentarsi nella chitarra da fla­ menco e, nel corso di uno dei suoi viaggi in Giordania, ha imparato a suonarel'oud. Ha lavorato in progetti come Ereska Trio, Colette, con L'Orchestre de Chambre de la Né­ then e con cantanti per bambini come Christian Merveille, Yvette Berger, Raphy Ra­ phaël. Nel 2000, Karim ha vinto il primo premio dell’Open String Festival in Osnabrück, Germania. Attualmente suona con diversi gruppi come i Traces e i Turdus Philomelos, con il pianista jazz Nathalie Loriers e con la cantante inglese Melanie Gabriel. Recente­ mente ha suonato in concerto con Philippe Lafontaine e ha riunito grandi musicisti nella sua nuova band Karim Baggili Quartet, con la quale suona sue composizioni ispirate a musiche flamenco, ritmi sudamericani e musica araba. Si è esibito in molti concerti, ha preso parte alla Entre Vues 2004 e al Jazz Tour des Lundis d'Hortense 2004. Ha pubblicato il suo primo CD nel 2002 e da allora ha contribuito alla realizzazione di diversi CD musicali, tra cui “Cuatro con Cuatro” con il Karim Baggili Quartet, “Douar” da solista; ha inoltre composto le colonne sonore di diversi documentari e di un cortometraggio. Karim ha suonato spesso in assoli o duetti con il percussionista Osvaldo Hernandez Napoles. Il suo recentissimo progetto si chiama Aton Lua, un misto di rock e musica etnica, nel quale canta (in francese, inglese, spagnolo, arabo e serbo­ croato) e suona la chitarra elettrica, la chitarra da flamenco e il liuto arabo (oud). 12 Sanjay Kansa Banik Nato nel 1976 in India, Sanjay ha iniziato a suo­ nare il Tabla alla tenera età di cinque anni e mezzo, sotto la competente guida di Sri Gau­ tam Dam e successivamente del Prof. Dulal Natto dell’illustre gruppo Benaras Gharana della scuola di Tabla. Sanjay ha partecipato a diversi festival mu­ sicali in India. Ha vinto il primo premio del festival nazionale tenutosi a Delhi nel 1996 ricevendo il premio direttamente dal Presi­ dente indiano. Nel 1990 ha ottenuto il titolo di miglior musicista della All India Radio (AIR) di Calcutta. Gli sono stati conferiti diversi titoli come quello di Talmani (Maestro del Ritmo), Sangeet Ratna (Gioiello della musica), Sangeet Visarad (speciale rico­ noscimento musicale) solo per citarne alcuni. Sanjay ha conseguito il Master in Musica presso la Rabindra Bha­ rati University (RBU) di Calcutta nel 2001, distinguendosi come il migliore dell’università, e per tali risultati è stato premiato con la me­ daglia d’oro dal Governatore dello stato del West Bengali. Sin dal 2004, Sanjay ha viaggiato in diverse parti del mondo, ma dal 2006 si è stabilito a Roma dove attualmente risiede, lavorando come inse­ gnante ed esibendosi con artisti come Sergio Cammariere, l’Orchestra di Piazza Vittorio (OPV) e il gruppo etnojazz dei Worldream. 13 Peppe D’Argenzio Evandro dos Reis Peppe D'Argenzio, (sassofoni e clarinetti) nato a Caserta nel 1961, comincia a suonare da autodidatta nella seconda metà degli anni '70 in gruppi di musica popolare, di improvvi­ sazione e di jazz. Nel 1980 è tra i fondatori degli Avion Travel. Dopo i primi dieci anni di attività, concerti, compilation e partecipazioni a diversi festival italiani nel '90, il progetto si trasforma in "Piccola orchestra Avion Travel". Il progetto si impone come uno dei più in­ teressanti e riconosciuti di nuova musica italiana, con diversi cd e riconoscimenti fino alla partecipazione al festival di Sanremo nel 98 e nel 2000, aggiudicandosi premi della critica e della giuria di qualità in entrambe le edizioni, e il primo premio nell'edizione 2000. Nasce a San Paolo del Brasile, il 5 giugno 1979, città in cui vive per poco più di vent’anni. Proviene da una famiglia di musicisti e cresce al suono di un prezioso repertorio di chorinhos e serestas. È in questo contesto che impara a cantare e a suo­ nare la chitarra ed il cavaquinho e, insieme ai suoi cugini crea la “Tudo em Familia”, band con la quale incide il suo primo pezzo, “Você foi”. Tante collaborazioni (Lilli Greco, Pasquale Minieri, Arto Lindsay) ed esperienze fino al­ l'incontro nel 2002 con la Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco. Nel 2005 lascia gli Avion Travel, assorbito dall'attività dell'orchestra. Partecipa alla realizzazione di tutti i progetti dell'OPV, dischi, film e concerti in tutto il mondo fino alla attuale espe­ rienza del "Flauto magico". A 17 anni Evandro studia chitarra classica al­ l’Universidade Livre de Musica di São Paulo. “Até o Amanhecer”, titolo del suo primo album, viene inciso durante il corso laurea, e comprende sia pezzi scritti da lui che canzoni di amici. Ha partecipato come musicista, compositore, arrangiatore, produttore alla realizzazione di musiche per il cinema lavorando con registi come Lina Wertmuller, Re­ nato De Maria, Fabrizio Bentivoglio, Riccardo Milani ed altri colla­ borando spesso con Leandro Piccioni e Mario Tronco, con i quali ha realizzato nel 2003 il cd "Sottotraccia" di Fabrizio Bentivoglio con il "Quintetto di musica normale". Per il teatro nel 2006 ha realizzato ed eseguito dal vivo le musiche di scena per lo spettacolo "Sandokan" con Antonio Catania su testo di Nanni Balestrini. A 22 anni si trasferisce a Roma, dove conosce il pro­ duttore di musica elettronica Giacomo Bondi con cui nel 2004 produce il suo secondo album, “Evandro dos Reis”, un mix di samba, ritmi brasiliani e basi elettroniche. Parallelamente la­ vora con Max de Tomassi in vari progetti di divulgazione e valorizzazione della musica brasiliana. L’apice di questo periodo avviene con la sua par­ tecipazione al Live 8 nel 2005. Dal 2005 riprende a frequentare la scena musi­ cale jazzistica e di improvvisazione. Partecipa at­ tivamente dal 2008 agli incontri del "Franco Ferguson impro­ring", collettivo di musica im­ provvisata e nel giugno 2010 ha suonato con l'"Amazing orchestra" diretta da Eugenio Co­ lombo alla "Casa del jazz" di Roma. Nel 2006 incontra Mario Tronco, direttore dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che lo invita in qualità di cantante e chitarrista. Con l’Orchestra incide il disco “Sona” e canta “Vagabundo Soy”, poi diventata un “hit” del gruppo. Coordina diversi laboratori di musica d'insieme ad orientamento jazzistico per conto dell'"Alessandrino jazz­lab" in Roma. Nel 2009 con Ziad Trabelsi e Pino Pe­ corelli ed altri componenti dell'Opv ha creato il quintetto "Carthage mosaik" dedicando particolare attenzione alla mu­ sica arabo­mediterranea di Ziad Trabelsi. 14 15 Augustin Foly Musicista, compositore, arrangiatore jazz at­ tivo sulla scena europea da 20 anni, Augustin Foly è nato a Dakkar, in Senegal, ma natura­ lizzato belga. Ha partecipato a numerosi pro­ getti jazz, tra cui ricordiamo: Augustin Foly Quartet, Da Funkamental & Funkalysers, Ki­ rochi, Alerta G (Francia) e il più recente Un­ discovered Country (USA). Ha collaborato, suonato e inciso, tra gli altri, con: Manu Dibango, Nilda Fernandez, Jean Louis Daulne, Philippe Lafontaine, Jeff Bodart, Marka, Maurane, Aura Msimsang, Philip Catherine, Marc Lelangue, Gadgé, Kayna Samet, Christelle Adams, Frank Boeijen, Khadja Nin, Nathalie Loriers, ecc. Myriam Lafargue Myriam Lafargue ha iniziato a suonare la fisarmonica all’età di otto anni e ha studiato l’arte della fisarmonica cromatica con il leggendario pedagogo e fisarmonicista francese Jacques Mornet. Ha vinto numerosi premi sia per esecuzioni tradizionali che come artista classica (Prix Médard Ferrero, Médaille d’Or du CN Marseille, primo premio all’International Klin­ genthal Competition, Trophée mondial de l’Accordéon in Italia, per citarne alcuni) e si è esibita come solista, con orchestre e come musicista da camera in tutta Europa, in Nord e Sud America, in Giappone e in Australia. Sin dalla sua fondazione, Myriam è membro del trio francese Colors of Invention, fon­ dato dal violinista francese Gilles Apap con cui spesso si esibisce in duetti. I suoi album sono stati pubblicati dall’etichetta Universal e ha registrato i tre album dei Colors of Invention con la Apapaziz Production. Molto attivo anche sulla scena gospel. 16 17 Ernesto Lopez Maturell Nato all’Avana nel 1984, Awalys Ernesto Lopez Maturell cresce fin da piccolo in una fa­ miglia di musicisti. Il nonno paterno era un trombettista che passò la sua passione al padre, i suoi fratelli e i suoi cugini, tanto che alla fine la famiglia contava ben 16 trom­ bettisti. Anche Ernesto fu iniziato alla musica molto presto, alla sola età di 8 anni, quando inizia a studiare musica al conservatorio. Oltre alla tromba, lo zio Omar Lopez Valle lo introduce alla batteria e alle percussioni in genere. A 13 anni, quando termina i suoi studi al conservatorio, inizia a lavorare con i gruppi più in voga a Cuba: Manana Reggae, Paso Firme, Leo Vera. Nel 2003 arriva in Italia per suonare con un gruppo latino americano e, all’età di 19 anni, inizia così una nuova fase della sua vita. Grazie allo zio, già in Italia da tempo, entra a far parte dell’Orchestra di Piazza Vittorio come batterista. In questi anni trascorsi in Italia ha avuto la possibilità di collaborare anche con altri ar­ tisti: Alex Britti, Jovanotti, Claudio Baglioni, Eduardo Cespede, Gigi Cifarelli, Francesco Corvino, Aida Cooper. 18 Osvaldo Hernandez Napoles Osvaldo Hernandez Napoles è nato in Messico nel 1964. A partire dall'età di 20 anni, ha iniziato a viaggiare attraverso l'America Latina per risco­ prire gli strumenti di musica tradizionale che egli ha imparato a suonare con maestria. La sua collection di opere riflette l'incredi­ bile storia del continente: strumenti di po­ polazioni autoctone pre­colombiane che incontrano quelli degli schiavi africani depor­ tati, così come gli strumenti di diverse gene­ razioni di coloni europei. Si è cimentato nella musica tradizionale, jazz fusion e world music di diversi gruppi etnici dell'America Latina, Africa ed Europa; ha studiato anche le diverse tecniche percus­ sionistiche indiane, africane e latino­americane. 19 Jean Jacques Nsengiyumva Jean Jacques “Djakhobo” Nsengiyumva è un musicista ruandese eclettico e multi­stru­ mentale: è autore, compositore, interprete e produttore. Ha iniziato molto giovane a suonare la chitarra come già suo padre e suo zio prima di lui. In seguito ha imparato, in modo molto naturale, a suonare il basso e il piano. Nel 2001 ha realizzato la produzione del progetto « Refugee voices » insieme alla star di musica africana Youssou N’Dour. Lo stesso anno ha portato in tournée musicale il pro­ getto, con il sostegno dell’Alto Commissariato dei rifugiati. Ha lavorato, come musicista e produttore, con artisti dal percorso più svariato: Jeff Bodart, Axelle Red, Marlène Dorcéna, Guru’s Jazzmatazz, Zap Mama, Udo, Marta Mus ed altri ancora. Attualmente « Djakhobo» sta lavorando al suo album da solista, interamente in francese e in stile pop. Carlos Paz Carloz Paz parte dall'Ecuador nel 1990 perché non ne condivide la politica e va in Russia per un breve periodo. Da qui si trasferisce in Europa, dove vivrà per cinque anni a Vienna, in Austria, per suonare in una grande orchestra di salsa; si sposterà poi in altri paesi per arrivare infine a Roma in cerca di sole e calore, dove tutt’ora risiede. Il suo viaggio non è solo fisico ma anche culturale e musicale e lo porta a fondere le sue origini indio e spagnole con la cultura oc­ cidentale. Per le strade della capitale si esibisce con un gruppo di musica delle Ande, ma lui non ama defi­ nirsi artista di strada, bensì musicista urbano. Si esibi­ sce inoltre con il gruppo di salsa e merengue dei Chirimia, formazione storica nel panorama della musica latina in Italia. Attraverso Javier Girotto conosce l'Orchestra di Piazza Vittorio, dove entra e diventa uno dei cantanti solisti. Canta e suona strumenti a fiato (kena, kenacho, moseno, pinguillos, pinquillos, tarkas) e a corda (chi­ tarra, cuatro venezuelano, tiple colombiano, charango). 20 21 Pino Pecorelli El Hadji “Pap” Yeri Samb Bassista e contrabbassista capace di spaziare dalla musica classica all'improvvisazione to­ tale, si è diplomato al Conservatorio S.Cecilia di Roma sotto la guida del Maestro Giorgi. Membro fondatore dell’Orchestra di Piazza Vit­ torio, co­produttore artistico di album in studio e di tour live e programmatore, ha collaborato con i produttori Bob Ezrin e Pasquale Minieri. Tra le sue collaborazioni live ricordiamo tra gli altri: Sergio Cammariere, Franco Califano, Rocco Papa­ leo, Acustimantico, Rocco De Rosa, Gianni Music, Nuove Tribù Zulu, Massimo Alviti, Buscaja, Bungaro, Rodolfo Laganà, Ziad Trabelsi & Carthage Mosaik. Nato nel 1974 a Louga, la città degli artisti più famosa in tutto il Senegal, Pap Yeri Samb proviene da una prestigiosa famiglia di Griot, casta di “artisti della parola”, della storia e della tradizione del passato, tramandata oralmente con canti, danze e musiche tradizionali. Maestro di danza e percussioni tradizionali senegalesi, ha girato l'Europa con il gruppo artistico “Cirde de la jeunesse de Louga”, molto famoso in Senegal. Presente in Italia dal 1994, ha partecipato a tournee in Portogallo, Spagna, Egitto, Au­ stralia, Argentina, Stati Uniti, Ungheria, Svizzera ecc. Ha collaborato con musicisti e gruppi africani ed europei come artista ballerino e percussionista di strumenti musicali africani, quali sabar, djembe, tamà, bugarab e doundounmba, incidendo diversi CD. Oggi Pap lavora con l’Orchestra di Piazza Vittorio ed ha partecipato inoltre all’omonimo film sulla storia del gruppo, uscito nei cinema nel 2006. Suona con il gruppo di Ruggero Artale “Safle ngewal”, con “Concoba” e con “Sunu Africa”. In ambito classico ha collaborato con l’orchestra del Con­ servatorio di S.Cecilia, con l’ orchestra Regionale del Lazio e l’orchestra Nova Amadeus. Per il cinema ha prodotto e collaborato agli arrangiamenti delle mu­ siche di: “Caterina va in città” di Paolo Virzì, “Lettere dal Sahara” di Vit­ torio De Seta, “L’Orchestra di Piazza Vittorio” di Agostino Ferrente, “L’estate del mio primo bacio” di Carlo Virzì, “Bab Al Samah” di Francesco Sperandeo, “I Fiori di Kirkuk” di Fariborz Kamkari, ha suonato nelle colonne sonore di Giuliano Taviani. Da molti anni insegna alla Scuola Popolare di Musica “Donna Olimpia” di Roma. 22 23 Raul "Cuervo" Scebba Nato a La Plata (Argentina), Raul ha origini italiane, essendo i suoi nonni di Mazzarino in provincia di Caltanisetta. Si diploma in percussioni al Conservatorio G. Gilardi nella sua città natale, dove poi svolge attività didattica oltre che presso la facoltà di Educazione Musicale dell’Università di La Plata. Si specializza a Cuba in ritmi e strumenti afro­cubani, suona con gruppi folk cubani, di salsa, fusion, latin jazz e collabora con numerosi artisti anche all’estero. Mentre lavorava al teatro dell’Opera di La Plata, Raul decide di chiedere un anno di aspettativa per partire per l’Europa. Nel 1990 arriva in Italia, dove decide di rimanere a vivere. Molto attivo come musicista, suona con l'Orchestra di Piazza Vittorio ma anche musica etnica del sud Italia con “I tamburi del Vesuvio”, world music con “Ondabuena Hotel”, musica etnica e afrocubana con i “Batarumba” e infine si esibisce con la big band “Ali Times Orchestra”. Raul fa parte del corpo docenti dell'Università della Musica di Roma. “Kaw” Dialy Mady Sissoko Kaw Dialy Mady Sissoko nasce a Dakar nel 1976 in una famiglia di musicisti. Nel giugno 1992 si di­ ploma in musica tradizionale presso il conser­ vatorio “Douta Seck ­ Arti e Culture” di Dakar. Maestro di kora (tradizionale e moderna) e percussioni, ha lavorato e collaborato con molti gruppi e artisti in tutto il mondo, quali: il Ballet National de Senegal con il quale si esibisce in numerosi spettacoli in Europa, Stati Uniti e Cina, il Ballet African, Yussou N’Dour, Ernest Ragnlenn, Enrique Moriente, Tony Esposito, Paolo Fresu, i Tamburi di Goreè e molti altri ancora. Ha, inoltre, diviso il palco con vari musicisti jazz tra cui B.B. King e Bonnie Spear. Nel 2001 prende parte al progetto “Le radici e le ali”, re­ cital dedicato al poeat senegalese Senghor, con musiche ori­ ginali dello stesso Sissoko. Nel settembre 2005 entra come korista nell’organico dell’Orchestra di Piazza Vittorio, collaborando anche all’arrangiamento e all’orche­ strazione dei brani in repertorio. Nel 2006 compone e realizza la colonna sonora del film “Lettere dal Sa­ hara”, di Vittorio de Seta. Collabora alla realizzazione del cd “AdaMati. Una storia cantata a più voci” Edizioni ArteBambini, elaborando ed ese­ guendo brani della tradizione africana. 24 25 Ziad Trabelsi Diplomato al Conservatorio e una laurea in matematica e scienze all’Università di Tunisi, Ziad è un musicista tunisino che da anni vive e lavora a Roma, dove è approdato dopo aver lavorato sulle navi come musicista. Virtuoso di oud, il liuto arabo, cantante e compositore, è membro dell’Orchestra di Piazza Vittorio dove è entrato a far parte grazie al cugino Houcine. L’incontro con l’Orchestra, ma forse ancor più con Roma, lo hanno portato a costruire un “dialogo” artistico tra la grande tradizione araba e le altre suggestioni musicali più tipicamente occidentali. La canzone francese e quella italiana, ma anche il mondo delle song e dei riff che vengono dal rock e dal blues anglo­americano rappresentano con­ tinua fonte d’ispirazione, che lui riesce a mescolare abilmente e con grande naturalezza nella sua musica, pur mantenendo sempre un profondo legame con le musiche e le so­ norità del mondo arabo e del mediterraneo sul quale si è formato ed esercitato sin da bambino. Il risultato è un progetto di musica d’autore e di ricerca tra improvvisazione, ritmo e contaminazione. Le sue canzoni e la sua musica sono una sorta di “neofolk urbano” senza confini geografici. 26 Omar Lopez Valle Nasce a L’Avana, Cuba, il 12 marzo 1965. Inizia a im­ parare a suonare la tromba alla tenera età di 7 anni, sotto la guida del nonno Nino Valle Her­ rera, un riconosciuto maestro di tromba a Cuba. All'età di 17 anni inizia a suonare da professio­ nista in band cubane come “Grado A 440”, “Pacho alonso y los Bocucos”, “Los Chuchis” e molte altre. Nel 1991 viene in Europa per un tour e decide di stabilirsi a Vienna, in Austria, dove risiede per 3 anni. Poi nel 1993 arriva a Roma, dove si stabilisce e incide l’album “Home­ naje a los valle”, un disco tributo alla sua famiglia. Nel 2002 entra a far parte dell'Orchestra di Piazza Vittorio, con la quale ha all'attivo moltissimi concerti in Italia e nel mondo. 27 Milton Paulo Patricia Van Cauwenberge Dopo aver completato nel 1994 gli studi di danza contemporanea nel suo paese natio, il Brasile, Milton ha frequentato corsi di reci­ tazione, acrobatica, analisi del movimento, contact improvisation e yoga, ed ha comple­ tato un corso a Bruxelles sul metodo GDS per il rilassamento muscolare e articolatorio. Come ballerino, ha fatto parte nel 2000 della compagnia belga As Palavras ­ Cie Claudio Ber­ nardo ed ha preso parte a diversi spettacoli. Formatasi come ballerina classica, si è successivamente specializzata in altre forme arti­ stiche dal flamenco alle danze armene, cimentandosi anche nelle danze tradizionali del­ l’Africa occidentale e danzando con ballerini del Senegal, la Guinea e la Costa d’Avorio. Nel 1998 si è avvicinata alla danza e alle percussioni argentine, specializzandosi nel 2000 nella danza delle boleadoras, insieme al grande maestro argentino Juan Saavedra. È una delle poche boleadore ad eseguire queste spettacolari danze in Europa e, tra le altre cose, si è esibita per il Cirque du Soleil duettando anche con Elisabetta La Com­ mare, in un numero che – accompagnando il movimento delle boleadoras con il ritmico battere dei piedi – riproduce un perfetto connubio tra il suono dello strumento utilizzato dai cacciatori della Pampa argentina e il flamenco. Come collaboratore e insegnante di danza, Milton ha lavorato per diversi anni su un progetto educativo che integra i principi della danza in un più ampio svi­ luppo della consapevolezza del movimento attraverso l’esperienza somatica e pratiche corporee sviluppate allo scopo di sintonizzarsi con se stessi e ristabilire un ritmo più or­ ganico tra le strutture e i sistemi dell’intero organismo. Come coreografo, Milton ha lavorato in diversi spettacoli. Per la sta­ gione 2008­2009, si è impegnato in una nuova creazione artistica con la coreografa e ballerina Raffaella Pollastrini, dando vita a un duo sul con­ cetto della perdita di certezze e dello sradicamento. 28 29 100 anni di Assonime tra imprese e istituzioni Assonime, Associazione fra le Società Italiane per Azioni, è stata costituita il 22 novem­ bre 1910 per iniziativa di un gruppo di imprenditori esponenti delle più importanti so­ cietà industriali e finanziarie dell’epoca. In Italia esistevano già alcune associazioni di categoria, ma mancava ancora un’organiz­ zazione che riunisse imprese di settori diversi. Sin dall’inizio in Assonime hanno trovato punto di riferimento le imprese manifatturiere, le banche, le assicurazioni, le altre imprese di servizi, com­ prese quelle che forniscono servizi pub­ blici, le società a capitale privato e successivamente quelle a capi­ tale pubblico. L’interesse che Assonime si propose di difendere era la qualità del sistema giuridico, delle regole e delle istituzioni che definiscono il campo di gioco del mercato. 30 Assonime ha sempre attribuito importanza centrale al profilo tecnico, nel presupposto che la conoscenza aiuti a individuare gli obiettivi da perseguire e gli strumenti più efficaci. Rilevante è stato, infatti, negli anni il contributo tecnico e politico di Assonime alla storia economica italiana in relazione ai grandi disegni di riforma della fiscalità di impresa, del di­ ritto commerciale e del mercato dei capitali. Nasce da questa impostazione originaria la scelta dei presidenti, sempre figure autorevoli e di prestigio del mondo imprenditoriale, e dei direttori generali di altissima competenza tecnica e reputazione che hanno guidato Assonime attraverso i decenni. Oggi l’Associazione continua a rappresentare il mondo delle società di capitali in tutte le diverse articolazioni: industriale, finanziaria, assicurativa e dei servizi. Lavorando al fianco delle istituzioni perché le regole siano proporzionate e semplici, chiare nei prin­ cipi e certe nell’applicazione e aiutando, al tempo stesso, le imprese nella compren­ sione della normativa, l’Associazione svolge ogni giorno la sua funzione di anello di congiunzione tra il mercato e le pubbliche istituzioni. www.assonime.it 31 International Yehudi Menuhin Foundation Yehudi Menuhin, uno dei più grandi violinisti del XX secolo, nel 1991 a Bruxelles ha dato vita, per regio decreto, all'Associazione no profit International Yehudi Menuhin Foundation. Il suo scopo era di dar vita a progetti a lungo termine che dessero voce a chi voce non ha, attraverso tutte le forme di espressione artistica. La Fondazione Internazionale opera come centro e coordinamento di un network di associazioni che agiscono a livello nazio­ nale portando avanti i suoi progetti, come ad esempio MUS­E®. Compito della Fondazione è di ricordare alle istituzioni politiche, culturali ed educative il ruolo centrale che l’arte ed ogni forma di creatività hanno in tutti i processi dello sviluppo personale e sociale degli individui. Traendo ispirazione dall’opera umanistica di Yehudi Menuhin, promuove progetti che danno voce alle diverse culture presenti in Europa. Tale impresa trova espressione in diversi campi d’azione, supportati da diversi pro­ grammi, quali: • arte a scuola: il progetto MUS­E® ha lo scopo di introdurre l’arte nelle scuole elementari per far sviluppare il potenziale di creatività nei bambini e prevenire al contempo la violenza e il razzismo, incoraggiando l’armonia e un senso este­ tico sin dall’infanzia. Attivo in ben 11 paesi, il progetto MUS­E® attualmente coinvolge circa 55.000 bambini di 550 diverse scuole, grazie al supporto dell’Unione Europea e molte altre istituzioni nazionali e locali oltre che al sostegno di imprese private. • arte e dialogo internazionale: ha lo scopo di dar voce a quei gruppi culturali non rappresentati, attraverso la creazione di una piatta­ forma con cui tali gruppi possono trovare espressione a livello eu­ ropeo. Più di trenta gruppi seguono il progetto in Europa, inclusi gli zingari, gli armeni, i saami, i csango, i pomack, ecc. ma anche altre minoranze emergenti. Sono state istituite delle partnership con esperti culturali, gruppi che agiscono in difesa delle minoranze, artisti, diverse associazioni o isti­ 32 tuzioni in ambito culturale, sociale, ambientale, che sinergicamente danno vita a una riflessione approfondita e a tutto tondo nella piattaforma creata in seno all’Assemblea delle Culture. Il desiderio di Lord Menuhin era di far si che tutti i gruppi culturali aves­ sero accesso alle istituzioni europee e che queste ultime offrissero loro un'opportunità pratica di espressione. • arte in scena: concerti multiculturali tematici che uniscono le voci di diverse culture attraverso la musica, il canto o la danza. Insieme a Stéphane Grappelli, Ravi Shankar, Marcel Marceau o Miriam Makeba, solo per menzionarne alcuni, Yehudi Menuhin era solito portare in scena lo spi­ rito di un’ampia gamma di culture attra­ verso la loro espressione artistica. Sapeva come trovare le parole del cuore, creare uno spazio magico all’interno del quale unire tutti. È questo lo spirito che la Fonda­ zione Internazionale si sforza di portare avanti oggigiorno, orga­ nizzando un concerto annuale o altri eventi artistici che portino sul palco il dialogo interculturale. Questi eventi multiculturali della Fondazione portano con sé un forte messaggio basato sulla tolleranza e la comprensione, legata anche ad una più ampia riflessione sul dialogo interculturale. www.menuhin­foundation.com 33 Assonime Marianne PONCELET Promozione, coordinamento e organizzazione Ideazione artistica – Fondazione Menuhin Sophie LUPCIN Responsabile comunicazione Fondazione Menuhin Barbara OLIVA Coordinamento orchestra – Studiomusica Solange EGGERMONT Coordinamento Logistica Fondazione Menuhin Leandro PICCIONI Direzione musicale Thierry VAN ROY Direzione musicale Virginie JORTAY Direzione di scena Marc DRAIME Assistente alla direzione di scena Gianni ISTRONI Ingegnere del suono Marco GUDANSKI Ingegnere del suono Massimo CUGINI Fonico di palco – coordinamento tecnico Benoit THERON Disegno luci Thomas LOUKA Assistente alle luci Progettazione grafica Stampa 34 G&Z Comunicazione Integrata srl Graphein Servizi srl 35 B concerto_cope_prog:B copertina concerto_prog 19/11/10 09:51 Pagina 1 L’Orchestra Incantata presenta 100 minuti per 100 anni 22 novembre 2010 ore 21,00 Auditorium Parco della Musica Sala Sinopoli www.assonime.it